In arrivo Alfredino – Una
storia italiana, la nuova produzione Sky Original
sui fatti di Vermicino, la storia che quarant’anni fa commosse in
diretta TV l’Italia. Prodotta da Sky e da Marco Belardi per Lotus
Production – società di Leone Film Group-, Alfredino – Una
storia italiana, in prima TV in due appuntamenti
il 21 e 28 giugno su Sky Cinema e in streaming su NOW,
racconta la storia del piccolo Alfredo Rampi, caduto in un pozzo
artesiano nel giugno 1981.
Un sasso duro rimasto nel cuore di
un intero Paese, un trauma collettivo che questa serie vuole
raccontare animata dalla speranza di aiutare ad elaborarlo e
superarlo. Un evento doloroso che appartiene alla memoria storica
dell’Italia e da cui, però, è scaturito qualcosa di prezioso: la
vicenda di Alfredino diede infatti un impulso decisivo alla
costituzione della Protezione civile come la conosciamo oggi e
grazie alla determinazione di Franca Rampi è sorto il Centro
Alfredo Rampi, con l’obiettivo di evitare che altri potessero
soffrire quanto da loro sofferto.
Accanto ad Anna Foglietta (Perfetti Sconosciuti,
La mafia uccide solo d’estate, Noi e la Giulia, Un giorno
all’improvviso), nel ruolo della madre di Alfredino, la
signora Franca Rampi, il cast composto da:Francesco
Acquaroli (Smetto quando voglio, Dogman,
Suburra – La serie, Fargo) è il comandante dei
Vigili del fuoco Elveno Pastorelli; Vinicio Marchioni (I predatori,
Tutta colpa di Freud, Romanzo criminale – La
serie) interpreta Nando Broglio, il vigile del fuoco che provò
a tenere compagnia e a motivare Alfredo durante quelle terribili
ore; Luca Angeletti (Come un gatto in
tangenziale, Nessuno mi può giudicare,Nero a
metà) è il padre di Alfredo, Ferdinando Rampi;
Beniamino Marcone (Il giovane Montalbano,
20 sigarette, Prima che la notte) nei panni di
Marco Faggioli, uno dei pompieri accorsi sul luogo della tragedia;
Giacomo Ferrara (Suburra, Il permesso
– 48 ore fuori) è Maurizio Monteleone, il secondo degli
speleologi che provarono a recuperare il piccolo; Valentina
Romani (Un bacio, Mare fuori, La
porta rossa) interpreterà la geologa Laura Bortolani;
Daniele La Leggia (Gli equilibristi) è
Tullio Bernabei, caposquadra del gruppo di speleologi e primo a
calarsi nel pozzo; e ancora Riccardo De Filippis
(Romanzo Criminale – La serie, Un Natale
stupefacente) nei panni di Angelo Licheri, “l’Angelo di
Vermicino”, ultimo a calarsi nel pozzo e a provare a salvare
Alfredo; Massimo Dapporto (Giovanni Falcone –
L’uomo che sfidò Cosa Nostra, Amico mio) sarà invece
l’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
La regia è di Marco
Pontecorvo (Nero a metà, Ragion di
Stato, L’oro di Scampia) e la sceneggiatura
diBarbara Petronio – anche produttore creativo – e
Francesco Balletta.
Alfredino – Una storia
italiana è una serie Sky Original prodotta da Marco
Belardi per Lotus Production, una società Leone Film Group. Sarà
in prima TV in due appuntamenti il 21 e 28 giugno su Sky
Cinema e in streaming su NOW.
Non dovrebbe sorprendere che molti
attori del MCU abbiano recitato
insieme in passato, prima di entrare a far parte della grande
famiglia Marvel. Ecco 10 film in cui alcune della star
dell’universo Marvel hanno interpretato una coppia di amanti:
Angela Bassett & Laurence
Fishburne
Angela
Bassett e
Laurence Fishburne hanno ottenuto la loro prima e fino ad oggi
unica nomination agli Oscar per aver interpretato Tina e Ike Turner
nel film biografico del 1993 Tina, What’s Love Got To Do With
It. Il film racconta dell’ascesa di Tina Turner, del suo
difficile matrimonio con Ike e di come lei alla fine abbia trovato
il coraggio di lasciarlo. Entrambe le interpretazioni hanno
ottenuto il plauso della critica, lanciando a livello
internazionale le carriere di entrambi gli attori.
Scritto e diretto da Maya
Forbes, Teneramente folle segue un uomo affetto da
bipolarismo che cerca di riconquistare sua moglie assumendosi la
responsabilità esclusiva delle loro due giovani figlie, mentre
frequenta una scuola di specializzazione a New York. Il film ha
ricevuto critiche prevalentemente positive, con un plauso
particolare alla performance di
Mark Ruffalo.
Dal 2012, Ruffalo interpreta Bruce
Banner/Hulk nella continuity del MCU e ha ridefinito
completamente il ruolo anche in base al pubblico più giovane.
Zoe Saldana, invece, ha interpretato per la prima volta il
ruolo Gamora nello stesso anno in cui è uscito Teneramente
folle. Dovremmo rivederla nell’attesissimo Guardiani
della Galassia Vol. 3.
Michelle Pfeiffer & Jeff Bridges
Dopo gli acclamati ruoli in
Una vedova allegra… ma non troppo e Le relazioni
pericolose,
Michelle Pfeiffer ha sbalordito ancora una volta i critici con
la sua interpretazione nel dramma musicale di Steve Kloves I
favolosi Baker. Nel film interpreta Susie Diamond, un’ex
escort che finisce per innamorarsi di un pianista in difficoltà,
interpretato da
Jeff Bridges. I favolosi Baker ha fatto vincere a
Pfeiffer un Golden Globe e le ha fatto conquistare una nomination
all’Oscar, lanciandola definitivamente nell’olimpo delle star di
Hollywood.
Nel
MCU, Bridges (già tre volte candidato all’Oscar all’epoca
dell’uscita de I favolosi Baker), ha interpretato il primo
cattivo dell’universo cinematografico Marvel, ossia Obadiah Stane
in Iron Man del 2008. Nel 2018, invece, Pfeiffer ha
interpretato l’originale Wasp, Janet Van Dyne, in Ant-Man
and the Wasp.
Salma Hayek & Alfred Molina
Nel 2002,
Salma Hayek e
Alfred Molina hanno dato vita alla complicata storia d’amore
tra i pittori messicani Frida Kahlo e Diego Rivera nel biopic
Frida. Il film ha ricevuto recensioni per lo più positive,
sebbene siano stati principalmente Hayek e Molina ad essere
elogiati per le loro performance, con Hayek che ricevette anche una
nomination agli Oscar come migliore attrice protagonista.
Nel
MCU, Hayek interpreterà Ajax, il leader de Gli Eterni,
nell’attesissimo omonimo film di Chloé Zhao in uscita a novembre.
Molina, invece, tornerà nei panni di Otto Octavius in Spider-Man:
No Way Home, personaggio che aveva già interpretato in
Spider-Man 2 del 2004, diretto da Sam
Raimi.
Gwyneth Paltrow & Jude Law
Poco dopo aver vinto
l’Oscar per Shakespeare in Love,
Gwyneth Paltrow ha recitato al fianco di Matt
Damon e
Jude Law in quel sottovalutato gioiello di Anthony Minghella
che risponde al nome de Il talento di Mr. Ripley. Il film
racconta la storia di Tom Ripley, un talentuoso truffatore che si
insidia nella vita di un playboy spericolato e belloccio. Il film è
stato ben accolto dalla critica ed è diventato anche successo
commerciale. Sia Paltrow che Law hanno portato avanti carriere di
grande successo, entrambe molto acclamate, nonostante la prima si
veda ormai sempre meno sul grande schermo.
Solo gli amanti
sopravvivono racconta la storia d’amore tra due vampiri
sofisticati e decadenti che meditano sul loro posto nella società
moderna. Il film, diretto Jim Jarmusch, è stato nominato alla Palma
d’oro al Festival di Cannes 2013 e offre probabilmente una delle
migliori interpretazioni della coppia
Tilda Swinton/Tom
Hiddleston ad oggi.
Nel
MCU, Hiddleston interpreta Loki da quasi dieci anni e rivisiterà il ruolo
nell’attesissima serie in arrivo a giugno su Disney+. Swinton, invece, ha
interpretato una nuova versione dell’Antico sia in Doctor
Strange che in Avengers:
Endgame.
Rachel McAdams & Jake Gyllenhaal
Diretto da Antoine Fuqua,
Southpaw racconta la storia di un giovane pugile,
interpretato da
Jake Gyllenhaal, che deve rimettere in sesto la sua vita dopo
uno sfortunato incidente in cui rimane vittima sua moglie,
interpretata da
Rachel McAdams. Sebbene il film abbia ricevuto un’accoglienza
complessivamente mista, la performance e l’impegno di Gyllenhaal
per il ruolo hanno ricevuto numerosi elogi.
Nel
MCU, McAdams ha interpretato Christine Palmer in Doctor
Strange del 2016, ruolo che riprenderà anche
nell’attesissimo sequel, mentre Gyllenhaal ha interpretato il
cattivo Quentin Beck, meglio conosciuto come Mysterio, in
Spider-Man: Far From Home.
Tessa Thompson & Michael B. Jordan
Creed è il film
che ha dato sia a
Tessa Thompson che a
Michael B. Jordan la popolarità a livello internazionale. Lo
spin-off di Rocky racconta la storia di Adonis Creed
(Jordan), il figlio di Apollo Creed, che si mette in cerca di Rocky
Balboa per chiedere al campione in pensione di diventare il suo
allenatore. Nel film Thompson interpreta invece Bianca, una
cantautrice con una ipoacusia progressiva che alla fine diventa la
fidanzata di Apollo, nonché la madre di suo figlio.
Dal 2018 Thompson interpreta
Valchiria nel MCU, personaggio che è diventato rapidamente uno dei
preferiti dai fan. Jordan, invece, ha interpretato il cattivo Erik
Killmonger nel kolossal del 2018 Black
Panther.
Marisa Tomei & Robert Downey Jr.
Marisa
Tomei e
Robert Downey Jr., entrambi al culmine delle loro rispettive
carriera, hanno recitato insieme in Only You – Amore a prima
vista, commedia romantica del 1994 su una donna convinta che
la sua anima gemella sia un uomo di nome Damon Bradley. Dopo aver
trovato un uomo con lo stesso nome, lo segue in Italia, dieci
giorni prima del suo matrimonio. Le carriere di entrambi gliattori hanno poi attraversato un
momento di stallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni
2000, per poi riprendersi quasi nello stesso periodo.
Downey Jr. è, senza dubbio, il cuore del MCU, avendo
interpretato il ruolo di Iron Man in ben dieci film dell’intera Saga
dell’Infinito. Tomei, invece, ha interpretato il ruolo di zia May
in entrambi i film di Spider-Man ambientati nell’universo
cinematografico. Dovrebbe tornare anche in No Way
Home.
Scarlett Johansson & Chris Evans
Scarlett Johansson e
Chris Evans hanno lavorato insieme in otto film diversi, ma
solo due di questi si svolgono al di fuori del MCU. Hanno recitato
per la prima volta insieme nel film The Perfect Score nel
2004, per poi riunirsi nella commedia del 2007 Il diario di una
tata. Nel film Johansson interpreta un antropologo che accetta
un lavoro come bambinaia per una ricca famiglia dell’Upper East
Side, mentre Evans interpreta il suo interesse amoroso.
I due interpretano oggi due dei
personaggi più riconoscibili del MCU,
Captain America e
Vedova Nera. Secondo alcune indiscrezioni, i due potrebbero
riunirsi ancora una volta nell’annunciato remake de La piccola
bottega degli orrori.
Lo scorso febbraio è arrivata la
notizia che J.J.
Abrams sta lavorando ad un reboot
di Superman,
sempre per conto della Warner Bros., insieme al prolifico
sceneggiatore Ta-Nehisi Coates. Al momento
nessun attore è ancora collegato ufficialmente al progetto, ma è
apparso subito chiaro che non sarebbe stato Henry
Cavill a tornare nei panni dell’eroe kryptoniano.
Qualche settimana fa, nuove
indiscrezioni sul film hanno confermato che la Warner Bros. sarebbe
alla ricerca di un attore e di un regista neri: ciò avvalora alcune
voci passate secondo cui il film avrà come protagonista un Superman nero. Inoltre, sempre
in base a quanto emerso in precedenza, il film non sarà ambientato
nel DCEU.
Ora, in una recente intervista con
Radio Times, è stato Zack Snyder, regista de L’uomo d’acciaio del 2013, a commentare la notizia di
un reboot di Superman che avrà come protagonista un attore nero.
“Quello che posso dire è che amo J.J. Abrams e tutto quello che
ha fatto in passato”, ha detto Snyder. “Sono interessato a
vedere cosa succederà. È una mossa audace e interessante, e
probabilmente attesa da tempo. Ovviamente amo Henry Cavill nei panni di Superman. È lui il mio
Superman.”
“Non sono coinvolto in nessun
processo decisionale attualmente in corso alla Warner Bros.”,
ha specificato il regista. “Quindi, dal mio punto di vista, non
posso far altro che aspettare e vedere cosa succederà.
All’apparenza, sembra una cosa davvero interessante.”
Il Superman nero più celebre dei
fumetti è indubbiamente Calvin Ellis, ma al
momento non sappiamo se sarà davvero lui il personaggio al centro
della storia del nuovo film. La speranza è di avere quanto prima
nuovi aggiornamenti ufficiali in merito. Ricordiamo che il reboot
di Superman rappresenta il terzo progetto WB/DC supervisionato
da J.J,
Abrams, che sta già curando Justice
League Dark e la serie reboot
di Constantine.
Arriva da
Deadline la notizia che Edward Norton si è unito ufficialmente al cast
del primo dei due annunciati sequel di Cena
con delitto – Knives Out, l’omaggio di Rian
Johnson al giallo deduttivo, scritto e diretto dal regista
statunitense e uscito nelle sale nel 2019.
Norton andrà così ad affiancare la
new entry Dave Bautista (che vedremo prossimamente in
Army of the Dead di Zack Snyder) e il veterano
Daniel Craig, che tornerà a vestire i panni
del detective Benoît Blanc. Ricordiamo che Johnson tornerà alla
regia di entrambi i sequel.
Ad eccezzione di Craig, nessun altro
dei membri del cast del primo film tornerà per Knives Out
2 e Knives Out 3: i due film vedranno quindi
schierato un ensemble di attori completamente nuovo. Le riprese del
primo sequel partiranno il prossimo 28 giugno e si svolgeranno in
Grecia.
Al momento i sequel di Cena
con delitto – Knives Out non hanno ancora una data di
uscita, ma stando ai piani della produzione, entrambi dovrebbe
debuttare sulla piattaforma di streaming già nel 2022. Il primo
film è stato un grande successo al botteghino: a fronte di un
budget di “soli” 40 milioni di dollari, ne ha incassati 294 milioni
a livello mondiale.
In The Suicide
Squad sarà presente anche il personaggio di
King Shark, che nella versione originale avrà la
voce di Sylvester Stallone. In base a ciò che è stato
mostrato nei vari trailer del film, i fan sono già innamorati del
personaggio, che potrebbe diventare dopo l’uscita del film uno dei
più osannati del DCEU.
In una recente intervista con
Den of Geek in cui ha parlato della decisione di riunire King
Shark insieme al resto dei membri della Task Force X, il regista e
sceneggiatore James Gunn ha approfondito il processo che lo
ha spinto ad includerlo all’interno della storia. “Chi non
vorrebbe vedere un pesce mangiare così tante persone che, in
qualche modo, la gente pensa sia inspiegabilmente carino?”, ha
ironizzato Gunn. “Sapevo che volevo usare un animale e sapevo
che King Shark era un membro della squadra nei fumetti più recenti.
Mi piaceva il concept del personaggio. King Shark è stata la mia
prima aggiunta alla squadra.”
Per quanto riguarda invece Sylvester Stallone, Gunn ha rivelato di aver
scritto la sceneggiatura pensando proprio al leggendario attore con
cui aveva già lavorato in Guardiani della Galassia Vol. 2: “Poiché
ho avuto la possibilità di coinvolgere qualsiasi attore volessi, ho
iniziato a correre dei rischi e a scrivere pensando ad attori che
non conoscevo personalmente”, ha spiegato. “Quindi, ad
esempio, ho scritto Bloodsport pensando a Idris Elba, pur non
avendolo mai incontrato prima. Ero semplicemente un suo grande
ammiratore. Per quanto riguarda King Shark, invece, l’ho scritto
pensando a Sly. Avevamo già lavorato insieme e posso dire di
conoscerlo abbastanza bene. Ho scritto quel personaggio con la sua
voce in mente.”
King Shark ama
mangiare le persone, ma è anche stranamente simpatico. Di
conseguenza, è facile immaginare che i fan e il pubblico in
generale accoglieranno bene il personaggio quando il film uscirà
finalmente nelle sale. Tuttavia, Gunn ha voluto concludere
l’intervista sottolineando che… “King Shark è molto meno
sentimentale di Groot.”
“Benvenuti all’inferno, ossia a
Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli
Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori
supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi
all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico
del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui
Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant,
King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di
tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla
remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova
grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di
guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search
and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del
governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei
sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa
falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un
compagno di squadra o della stessa Waller).”
Il nuovo numero di
Empire dedicato ai film più attesi della prossima estate
contiene una breve dichiarazioni della regista Cate
Shortland in merito a Black Widow. L’articolo in
questione – come riportato da
Screen Rant – non contiene una citazione diretta della regista,
ma l’outlet afferma che la stessa ha dichiarato che “il film è
ormai pronto da circa un anno” e che stanno solo aspettando di
poterlo finalmente mostrare al pubblico.
Le parole di Shortland confermano
che i Marvel Studios non hanno apportato
alcuna modifica a Black Widow, nonostante sia
trascorso più di un anno dall’uscita prevista in origine e
nonostante il film non abbia più inaugurato la Fase 4 del MCU. Si
vocifera ormai da tempo che il film possa essere collegato alla
serie The Falcon and the Winter Soldier attraverso
il personaggio della
Contessa de Fontaine interpretato da Julia Louis-Dreyfs, che sembra apparirà nel
film.
Lo speciale contiene anche una nuova
immagine ufficiale tratta da Black Widow, in cui è
possibile vedere Scarlett
Johansson (Natasha Romanoff) e Florence
Pugh (Yelena Belova), che potete ammirare di
seguito:
Nat sfoggerà delle nuove armi in Black Widow?
Nel frattempo, è sempre
Screen Rant a riportare un dettaglio parecchio interessante in
merito alla trama di Black Widow. I vari trailer
e i vari poster del film hanno anticipato i nuovi costumi che
Natasha sfoggerà nello standalone, ma pare che l’ex spia russa
maneggerà anche delle nuove armi.
Il giornalista Paul Young ha infatti
scovato una borsa dedicata al film in vendita presso la catena di
supermercati americana Publix che mostra Vedova Nera che brandisce
due armi simili a due manganelli. Si tratta, in realtà, di un’arma
che Nat aveva già usato in passato, ma in base all’immagine della
borsa sembra che nel film sarà in qualche modo potenziata. Potete
vedere la foto cliccando
qui.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson(The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e
su Disney+ con
Accesso Vip il 9 luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
In Big Sky 1×16
che si intitolerà “Love is a Strange and Dangerous Thing
(Season Finale)” Cassie e Jenny lasciano le donne Kleinsasser per
forgiare il proprio percorso, liberandosi dei loro guai nel ranch e
tornando a casa. Insieme a Jerrie e Lindor, finalmente
riescono a vedere Ronald dietro le sbarre, anche se li spoglia
rapidamente di ogni soddisfazione guidandoli in una caccia all’oca
selvaggia, dritto tra le braccia del sindacato. Segue una
brutale battaglia, che apre la strada a Scarlet e Ronald per
scappare, ma mentre scappano verso il tramonto Jenny rischia la sua
vita per salvare quella di Cassie. È questa la fine per il
nostro dinamico duo? Solo il tempo lo dirà sul finale di
stagione che andrà in onda martedì 18 MAGGIO su ABC.
Guest star di Big Sky 1×16 è Britt Robertson
nei panni di Cheyenne Kleinsasser, Michelle Forbes nei panni di
Margaret Kleinsasser e Omar Metwally nei panni di Mark Lindor.
“Love is a Strange and Dangerous Thing” è stato scritto da Annakate
Chappell e Matthew Tinker e diretto da Michael Goi.
Big Sky 1×16
Big
Sky è la nuova serie tv creata da David E.
Kelley per il network americano ABC. David E. Kelley sarà
lo showrunner della prima stagione. Basato sulla serie di libri di
CJ Box, “Big Sky” è prodotto da David E. Kelley, Ross
Fineman, Matthew Gross, Paul McGuigan, CJ Box e
Gwyneth Horder-Payton, ed è prodotto da 20th
Television. 20th Television fa parte dei Disney Television Studios,
insieme a ABC Signature e Touchstone Television. Big
Sky in streaming è disponibile su Star,
il nuovo canale per adulti di Disney+.
La serie racconta degli
investigatori privati Cassie Dewell e Cody Hoyt uniscono le forze
con la sua ex moglie ed ex poliziotta, Jenny Hoyt, per cercare due
sorelle che sono state rapite da un camionista su una remota
autostrada nel Montana. Ma quando scoprono che queste non sono le
uniche ragazze scomparse nella zona, devono correre contro il tempo
per fermare l’assassino prima che un’altra donna venga rapita.
Big
Sky vede protagonisti Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt,
Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell,
Brian Geraghty nei panni di Ronald Pergman,
Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane,
Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan,
Jade Pettyjohn nei panni di Grace Sullivan,
Jesse James Keitel nei panni di Jerrie Kennedy,
Valerie Mahaffey come Helen Pergman con
John Carroll Lynch come Rick Legarski e
Ryan Phillippe come Cody Hoyt.
Lo scorso dicembre era trapelato
online un audio in cui Tom Cruise rimprovera con una certa veemenza
alcun membri della troupe di Mission
Impossibile 7 che non avevano rispettato i rigidi
protocolli di sicurezza imposti durante la produzione del film.
Nell’audio il celebre attore esclamava: “Non
sospenderemo questo f*****o film, avete capito? Se vedo di nuovo
una scena del genere, siete licenziati. c***o! E se lo fanno anche
altri membri della troupe, vale la stessa cosa. Sono stato chiaro?
Capite cosa voglio dire? Capite la responsabilità che abbiamo? Se
chiudiamo, costerà alle persone il loro lavoro, la loro casa, la
loro famiglia. Questo è quello che sta succedendo. Ci tengo ad
ognuno di voi, ma dovete aiutarmi, e se non volete farlo, allora ve
ne dovete andare. Ok?”
Ora, per la prima volta, è stato
proprio Tom Cruise a commentare l’accaduto e a rompere
il silenzio su quello sfogo in una recente intervista con
Empire (via
Digital Spy). “Ho detto quello che ho detto”, ha
affermato l’attore, sottolineando che in quel momento c’era
un’ondata di casi di Covid-19 in Inghilterra. “La posta in
gioco era molto alta a quel punto. Ma sul set non c’erano tutti i
membri della mia troupe. Avevo fatto uscire tutti, c’erano solo
alcune persone selezionate.”
L’attore ha poi spiegato che il suo
sfogo ha sortito l’effetto desiderato, nel senso che dopo la sua
sfuriata le riprese non si sono più interrotte: “Le riprese non
si sono più fermate. Ed eccoci qui, ancora a girare. Ho provato
davvero tante emozioni in questi mesi. Per tutta la troupe è stato
un grande sollievo sapere che saremmo tornati sul set. È stato
incredibilmente commovente.”
Le date di uscita di Mission
Impossible 7 e 8
Nei prossimi due capitoli della saga
di Mission Impossible, Tom
Cruise e Rebecca
Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e
Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea
Whigham(Kong: Skull Island),Hayley
Atwell(Captain America: Il primo
vendicatore),Pom
Klementieff(Guardiani della
Galassia) e Esai
Morales(Ozark). Christopher
McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il
loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 19 novembre
2021 e il 4 novembre 2022.
Il Drax di Dave
Bautista è sempre stato visto dai fan dei
Guardiani della Galassia come uno dei membri
più tosti e divertenti del team, ma la verità è che non abbia mai
saputo di più in merito alla storia del Distruttore. Lo stesso
Bautista è consapevole di ciò e ne ha parlato ampiamente in una
recente intervista con
Collider.
Anche se non ha menzionato
direttamente né i Marvel Studios né il regista
James Gunn, l’ex wrestler ha comunque espresso
la sua delusione per il modo in cui il personaggio è stato trattato
sul grande schermo. Il suo più grande rammarico? Quello di non aver
avuto la possibilità di esplorare il passato di Drax. “Volevo
davvero che investissero di più su Drax, personalmente. Perché
penso che Drax abbia più di una storia da raccontare”, ha
spiegato Bautista. “Penso che Drax abbia un retroscena davvero
interessante su cui hanno semplicemente lasciato cadere la palla.
Ma forse non è neanche colpa della Marvel. Avevano una loro lista
di priorità e questo è quello che hanno programmato. Tuttavia,
penso che abbiano gettato la spugna con Drax.”
“Ha una storia veramente
fantastica. Egoisticamente, da attore, questo mi avrebbe dato la
possibilità di mostrare dei lati diversi di Drax, soprattutto dal
punto di vista emotivo. E forse anche da quello fisico. Perché, se
guardi bene, Drax sembra uno tosto… lo guardi e quasi hai paura, ma
la verità è che si prende a calci in c**o più di qualsiasi altro
personaggio Marvel”, ha continuato la star di Army of the Dead. “L’intera questione del
‘Distruttore’ l’hanno semplicemente tralasciata. Le persone si sono
così tanto innamorate del lato comico di Drax che alla fine hanno
sfruttato solo quello. Penso che abbiamo perso una grande
opportunità con questo personaggio, opportunità che forse non
tornerà più.”
Dave Bautista sarà ancora Drax in GOTG Vol. 3
Di recente, Dave
Bautista ha parlato spesso del fatto che Guardiani
della Galassia Vol. 3 potrebbe essere l’ultima volta
in cui lo vedremo nei panni di Drax. L’attore ha specificato di
essere ormai troppo “anziano” per poter continuare ad interpretare
il personaggio. La speranza è che Guardiani
della Galassia Vol. 3, in cui ritroveremo Bautista nei
panni del “Distruttore”, riesca a rendere giustizia al personaggio
secondo le volontà del suo interprete…
Ne
L’uomo d’acciaio di Zack Snyder abbiamo visto Superman confrontarsi con il
generale Zod. Tuttavia, nonostante il kryptoniano interpretato da
Michael Shannon si sia dimostrato un nemico
formidabile, c’era un altro personaggio che molti fan avrebbe
voluto vedere nel film.
Stiamo ovviamente parlando di
Brainiac, il celebre cattivo che ha dato del filo
da torcere a Superman per decenni. Nonostante il personaggio sia
già apparso sul piccolo schermo, una versione live action destinata
al grande schermo non ha mai fatto il suo debutto. Bene, ora
sappiamo che se Snyder avesse realizzato un sequel de
L’uomo d’acciaio, quel film avrebbe sicuramente incluso
anche Brainiac.
A confermarlo è stato lo stesso
regista durante un’intervista con
Bro Bible: “Abbiamo parlato di un film su Brainiac”,
ha spiegato il regista riferendosi ad un sequel diretto di
Superman. “Penso che i kryptoniani che si trovano nella Zona
Fantasma siano probabilmente ancora in giro. E c’era sempre una
possibilità per il loro ritorno. Faora… e chiunque sia rimasto. Era
una cosa che abbiamo sempre avuto in mente e di cui abbiamo sempre
parlato in relazione ad un possibile sequel.”
“Penso solo che sia un bene dare
a Superman questi nemici extraterrestri. Ovviamente deve esserci
Lex Luthor. Devi andare avanti con Lex, perché Lex è la sua vera
nemesi… ma al tempo stesso penso che si debbano cercare anche sfide
al di fuori dalla Terra per Supeman, proprio a causa del fatto che
è così potente”, ha concluso Snyder.
Il nuovo reboot di Superman targato WB/DC
A lungo si è parlato della
possibilità di un sequel diretto de
L’uomo d’acciaio, ma ad oggi pare che il progetto sia
stato totalmente accantonato, soprattutto dopo la conferma che
Warner Bros. e DC Films sono al lavoro su un
reboot dedicato all’eroe kryptoniano che avrà come protagonista
un attore nero. In merito a questo progetto, al momento sappiamo
solo che sarà supervisionato da
J.J. Abrams e sceneggiato da Ta-Nehisi
Coates.
I Marvel Studios sono tornati in
possesso dei diritti sui Fantastici
Quattro dopo l’acquisizione della Fox da parte
della Disney nel 2019. Al Comic-Con di San Diego dello stesso anno,
Kevin Feige, il presidente dei Marvel Studios, ha
annunciato ufficialmente un nuovo film dedicato alla prima grande
famiglia Marvel: in seguito, è stato annunciato che sarebbe stato
Jon Watts, regista di tutti e tre i film di
Spider-Man ambientati nel MCU, ad occuparsi della regia.
In attesa di scoprire chi saranno i
protagonisti del nuovo reboot, facciamo un passo indietro. Tutti
ricorderanno che per lungo tempo Emily Blunt e John Krasinski sono stati proclamati dai fan
come la scelta migliori per i personaggi di Sue Storm e Reed
Richards, dal momento che entrambi gli attori erano stati collegati
al MCU in passato (Blunt era la prima scelta dei Marvel Studios per
il ruolo di Vedova Nera prima di
Scarlett Johansson e Krasinski aveva sostenuto uno screen test
per il ruolo di
Captain America).
Ora, durante una recente apparizione
in occasione dello show di
Howard Stern, Emily Blunt è tornata a parlare di quei
rumor sui Fantastici
Quattro. L’attrice ha ovviamente negato la possibilità
di recitare nel nuovo adattamento della Marvel, ammettendo in
realtà di non essere mai stata una grande fan dei cinecomics: “Si tratta semplicemente di un
fantacasting”, ha sottolineato l’attrice. “Non ho mai
ricevuto una telefonata in merito. Sono soltanto persone che
dicono: ‘Non sarebbe fantastico?’. Non che sia al di sotto delle
mie possibilità. Amo Iron Man e quando mi hanno offerto il ruolo di
Vedova Nera ero ossessionata da Iron Man. Volevo lavorare con
Robert Downey Jr., sarebbe stato
fantastico… ma non so se i film di supereroi fanno per me. Non sono
nelle mie corde. Non mi piacciono. Davvero.”
Cosa sappiamo del reboot Marvel sui Fantastici Quattro
Il film dei Fantastici
Quattro ambientato nel MCU è stato ufficialmente
annunciato durante lo scorso Investor Day 2020 di Disney. Al
momento i dettagli sul film sono scarsi: sappiamo soltanto che la
pellicola sarà diretta da Jon Watts, regista
di Spider-Man:
Homecoming, Spider-Man:
Far From Home e di Spider-Man
3, attualmente in fase di produzione. Al momento non è
stato ancora designato chi si occuperà ufficialmente di scrivere il
reboot.
Sono stati assegnati i Premi
David di Donatello 2021, durante una serata di gala e
parzialmente in presenza che ha cercato di attenuare la difficoltà
di dover e voler celebrare il cinema anche in un anno di
pandemia.
Ecco tutti i vincitori dei Premi David di Donatello 2021
MIGLIOR FILM
Volevo
nascondermi prodotto da Carlo DEGLI ESPOSTI, Nicola SERRA, con
RAI CINEMA
per la regia di Giorgio DIRITTI
Il premio al miglior cortometraggio viene assegnato da una
giuria composta da Giada Calabria, Francesca Calvelli, Leonardo
Diberti, Paolo Fondato, Elisabetta Lodoli, Enrico Magrelli,
Lamberto Mancini, Mario Mazzetti, Paolo Mereghetti e presieduta da
Andrea Piersanti.
Il miglior cortometraggio Premio David di Donatello 2021 è: ANNE
di Domenico CROCE e Stefano MALCHIODI
***
Il Premio David Giovani viene assegnato da una giuria nazionale
di studenti degli ultimi due anni di corso delle scuole secondarie
di II grado.
Il mondo della cucina e dell’arte
culinaria ha sempre trovato terreno fertile al cinema, oggi più che
mai interessato a raccontare la vita e le ricette segrete di abili
chef. Che siano storie vere o inventate, queste suscitano da sempre
una certa attrazione, oltre ad un inevitabile languorino. Film come
Chef – La ricetta perfetta con Jon Favreau, Il segreto del successo con Bradley Cooper o anche il film d’animazione
della Pixar Ratatouille sono solo alcuni degli esempi più famosi
di questo filone. Particolarmente apprezzato è però anche un film
francese del 2012 dal titolo La cuoca del
presidente, diretto da Christian
Vincent.
A differenza degli altri titoli
poc’anzi citati, questo è ispirato ad una storia vera, quella di
Danièle Mazet-Delpeuch, la prima donna chef
personale del presidente di Francia François
Mitterrand. Si tratta di una storia non nota ai più, ma
che attraverso i toni della commedia si presenta come un delicato
racconto volto a dimostrare la forza che la buona cucina e il cibo
può avere nella vita e nei rapporti di tutti i giorni. Con la
brillantezza che contraddistingue le commedie francesi, La
cuoca del presidente è però anche il racconto di una donna
tenace mai arresasi ai ruoli che gli altri avrebbero voluto
imporle.
Tra emancipazione, rapporti tra i
sessi e rapporto con l’ambito culinario, questo si afferma così
come un delizioso film di buon successo. Acclamato da critica e
pubblico, è infatti diventato uno dei film francesi di maggior
successo del suo anno, ritrovando ancora oggi appassionati
spettatori in tutto il mondo. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori ed alla storia vera dietro il
film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La cuoca del presidente: la trama
del film
Protagonista del film è la rinomata
cuoca Hortense Laborie, la quale con grande
passione svolge il suo lavoro in una sperduta stazione di ricerca
in Antartide. Da qui la donna inizia a raccontare la propria
storia, di quando quattro anni prima era stata scelta come cuoca
privata del Presidente della Repubblica Francese. Proprio a lei il
politico rivelerà di desiderare sulla propria tavola il meglio
della cucina francese, permettendo alla donna di sbizzarrirsi in
cucina. La sua attività, come anche il rapporto che intrattiene con
il Presidente, la fanno però ben presto diventare oggetto di
invidia. Ben presto, Hortense sarà costretta a misurarsi con una
serie di ostacoli particolarmente complessi.
La cuoca del presidente: il cast
del film
Ad interpretare la protagonista
Hortense Laborie vi è l’apprezzata attrice francese
Catherine Frot. Questa ha debuttato al cinema nel
1980 con il film Mio zio d’America, per poi distinguersi
anche in Aria di famiglia, La cena dei cretini e
Quello che so di lei. Ad oggi, quello in La cuoca del
presidente rimane uno dei suoi ruoli cinematografici più
famosi, che l’ha portata anche ad ottenere una nomination come
miglior attrice ai prestigiosi premi César. Per prepararsi al
ruolo, la Frot ha avuto modo di approfondire la vita e l’attività
della vera cuoca, cercando poi di ottenere una buona manualità
nella preparazione di alcune ricette classiche.
Accanto a lei, nei panni del
presidente francese, vi è lo scrittore Jean
d’Ormesson, la cui fama è prevalentemente dovuta alla sua
attività in ambito saggistico e giornalistico. All’età di 86 anni,
egli accettò di recitare per la prima volta in vita sua. Assunse
così i panni del capo del governo francese, ruolo che lo ha da
subito reso ulteriormente popolare. Nel film è poi presente
l’attore Hippolyte Girardot, recentemente visto in
I fantasmi d’Ismael e The French Dispatch, e che
in La cuoca del presidente interpreta David Azoulay.
Infine, l’attrice spagnola Arly Jover, nota per i
film Blade e L’impero dei lupi, dà qui volto a
Mary.
La cuoca del presidente: la vera
storia, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Pur cambiando nome alla
protagonista, qui chiamata Hortense Laborie, il film è
dichiaratamente ispirato alla vera storia di Danièle
Mazet-Delpeuch. Questa, dal 1988 al 1990, fu la
cuoca personale del presidente francese Mitterrand. Ella arrivò a
tale ruolo dopo essersi distinta come insegnante culinaria, venendo
notata da Joël Robuchon, tra i più rinomati chef
del Novecento. Egli la raccomandò per il ruolo, aiutandola ad
ottenere il posto di lavoro. Come cuoca del presidente, Danièle
ebbe l’occasione di cucinare per alcune delle più importanti
personalità politiche dell’epoca. Dal leader russo Mikhail
Gorbachev al primo ministro britannico Margaret
Thatcher. Non sopportando le etichette e i tanti
protocolli da seguire, Danièlle decise infine di lasciare il posto.
Andò poi a lavorare come cuoca in una base scientifica in
Antartide.
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. La cuoca del
presidente è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim
Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 11
maggio alle ore 21:15 sul canale
Cielo.
Ecco il trailer ufficiale di
The Green Knight, il nuovo film di A24 diretto da
David Lowery e con Dev Patel, Alicia
Vikander e Joel Edgerton.
Il film che sarebbe dovuto uscire a
Febbraio 2020 e poi a Maggio 2020 con prima mondiale al SXSW Film
Festival, arriva adesso nel Luglio 2021 ed è senza dubbio uno dei
film più attesi della stagione estiva. Dev Patel interpreta Sir
Gawain, lo sconsiderato nipote di Re Artù, che intraprende una
missione per affrontare e sconfiggere lo sconosciuto Cavaliere
della Pelle Verde.
La sinossi ufficiale di The
Green Knight recita: “Un’epica avventura fantasy
basata sull’intramontabile leggenda arturiana, The Green Knight
racconta la storia di Sir Gawain (Dev Patel), lo sconsiderato e
testardo nipote di Re Artù, che si imbarca in un audace ricerca per
affrontare l’omonimo Cavaliere Verde, un gigantesco sconosciuto
dalla pelle color smeraldo. Gawain lotta con fantasmi, giganti,
ladri e intriganti in quello che diventa un viaggio più profondo
per definire il suo personaggio e dimostrare il suo valore agli
occhi della sua famiglia e del suo regno, affrontando lo sfidante
finale”.
Sarà disponibile dal 14 maggio su
Amazon Prime VideoThe Underground Railroad, la nuova serie
Amazon Original firmata dal premio Oscar Barry
Jenkins. Basato sull’omonimo romanzo premio Pulitzer
di Colson Whitehead, lo show si
distanzia dalla trama originale per accogliere svolte nuove e
impreviste, seguendo l’istinto del suo creatore ma rispettando lo
spirito di partenza.
Jenkins in persona ha raccontato
qual è stato il suo approccio alla realizzazione di questo
progetto, la sua prima volta a confronto con un modo diverso di
fare narrazione per immagini.
Che cosa speravi di
catturare nel raccontare la storia di Cora sullo
schermo?
Ho amato tanto il
libro di Colson Whitehead
e ho pensato che potesse essere un ottimo modo per
ricontrattualizzare la storia dei nostri antenati, concentrandoci
su questa giovane donna, Cora (Thuso Mbedu).
Guardi la serie e vedi che Cora cerca di sconfiggere la condizione
degli schiavi d’America, cercando allo stesso tempo di
riconciliarsi con l’abbandono della madre. Mi è sembrato un modo
molto bello per raccontare questa storia, presentata in maniera
autentica ma anche epica, dalla grande portata che alla fine
racconta la genitorialità ma anche il trovare una strada da soli.
Ho pensato che fosse bello mettersi alla prova con una storia di
questa portata.
È il primo
approccio in tv di questa portata. Come mai era così importante
raccontare questa storia in questo formato?
Quando vai al
cinema, vivi un’esperienza che ti cattura, spegni il telefono e sei
immerso completamente. Data la portata di alcune di queste
immagini, io volevo che lo spettatore fosse in grado di mettere
pausa, riprende, saltare. Volevo che lo spettatore scegliesse come
guardarla, questo è un motivo per cui ho scelto di farne una serie.
Inoltre mi sembrava il modo migliore per dare a Cora la possibilità
di incontrare tutte le persone che incrocia sul suo cammino con
molta calma e spazio.
Perché si è
scelto il linguaggio della metafora per rappresentare alcune scene
della serie?
Credo che molto
dipenda dal gusto personale. La prima volta che ho sentito
l’espressione ‘underground railroad’ ho proprio visualizzato delle
persone su un treno, sottoterra, in maniera molto realistica, ed
era un’immagine infantile, ero piccolo. Così la prima cosa che ho
pensato è stata di realizzare un immaginario molto concreto, che si
rifacesse a quell’immaginario di bambino che avevo avuto.
In attesa di Fast
& Furious 9, nono capitolo della saga Fast and Furious
di Universal Pictures, che ha incassato oltre 5 miliardi di dollari
in tutto il mondo, un emozionante video dedicato alla magia del
cinema con Vin
Diesel ci invita a tornare in sala per vedere solo al
cinema il nuovo film.
“Ne è passato di tempo… le
strade erano vuote, i luoghi dove ci radunavamo silenziosi. Abbiamo
vissuto un anno che ci ha messi a dura prova. Ma iniziamo a vedere
la promessa di un nuovo giorno”. Comincia così il nuovo,
emozionante video in cui Vin Diesel descrive la magia del cinema,
inteso proprio come il luogo in cui, quando si spengono le luci e
si accende il proiettore, cominciamo a sognare.”
Nella giornata di ieri è arrivato il
primo trailer ufficiale di Venom: La furia di Carnage, l’attesissimo
sequel diretto da Andy Serkis che vedrà Tom Hardy di nuovo nei panni di Eddie Brock.
Screen Rant ha raccolto i 10 dettagli più curiosi presenti nel
trailer, in attesa dell’arrivo del film nelle sale previsto per il
prossimo autunno:
Schiacciare il ragno
Cletus Kasady sta parlando
con Eddie Brock nel trailer di
Venom: La furia di Carnage. Kasady spiega che uscirà di
prigione e creerà una carneficina. C’è un momento nel discorso in
cui Kasady schernisce Brock e dice “Aspettando nelle tenebre
quel salvatore che non arriva mai”.
In quel momento, Kasady schiaccia un
ragno, suggerendo chiaramente che Spider-Man è là fuori da qualche
parte, ma che non sarà qui per aiutare Venom. Questo potrebbe
essere la conferma che Spider-Man non apparirà ancora in un film
della Sony.
I Vendicatori hanno perso?
C’è un momento nel trailer
di Venom: La furia di Carnage in cui il detective
Mulligan sta leggendo un giornale, si arrabbia e lo getta via.
Mulligan è un detective della polizia che indaga sul legame tra
Eddie Brock e Cletus Kasady, mentre cerca di trovare tutte le
vittime di omicidio che Kasady ha ucciso e che sono ancora
sconosciute.
Mulligan accartoccia il giornale. Fermando il trailer al
secondo giusto, è possibile vedere una storia all’interno del
giornale. La pagina interna ha un titolo che presenta le parole
“Avengers” e “Nightmare”. Le prime due parole dovrebbero essere
“Avengers Lose”, ossia “i Vendicatori perdono”, mentre l’altra
parola è “Nightmare”, ossia “Incubo”. Questo è probabilmente solo
un divertente easter egg del MCU, poiché i rumor suggeriscono
che Incubo sarà il cattivo principale di Doctor Strange in the
Multiverse of Madness.
Il Daily Bugle
Ci sono due scene nel
trailer di Venom: La furia di Carnage che coinvolgono qualcuno
che legge un giornale. Nella prima, il detective Mulligan legge il
Daily Bugle che contiene l’easter egg degli Avengers. Nella
seconda, anche Eddie Brock guarda il Daily Bugle.
Ci sono due importanti cose da
notare qui. In primo luogo, il Daily Bugle non è un quotidiano nel
MCU, ma un tabloid online. In secondo luogo, questo giornale
assomiglia a quello dei film di Sam Raimi su Spider-Man, facendo
così sembrare che Venom non sia ambientato nella stesso universo
dello Spider-Man di Tom
Holland.
Istituto Ravencroft
Nel trailer è presente
anche un breve sguardo all’istituto Ravencroft. Nei fumetti,
Ravencroft è nella contea di Westchester, New York, e Norman Osborn
ne è il responsabile. È qui che finiscono i cattivi – per lo più i
cattivi di Spider-Man nei fumetti – quando vengono catturati.
In
Venom: La furia di Carnage, potrebbe essere la
versione West Coast del Raft visto nel MCU. Tuttavia, c’è anche la
possibilità che questa scena si svolga a New York, con il film che
tornerebbe in qualche modo alle origini di Eddie. Una scena
ambientata nel Ravencroft mostra una donna sdraiata: si tratta
dell’attrice Naomie Harris, che interpreta Shriek, un altro cattivo
simbionte…
Shriek
Shriek è scappata quando
Ravencroft è bruciata. Il trailer di Venom: La furia di Carnage non mostra quasi
nulla del suo personaggio. Shriek è il secondo cattivo del film, ma
il suo ruolo rimane un mistero.
Nei fumetti, era l’amante di
Carnage, anche se alla maniera di Joker/Harley Quinn. Ha avuto
un’infanzia traumatica ed è rimasta isolata per anni. Anche se
viene solo accennato nel trailer, Shriek potrebbe diventare
l’Harley Quinn di questo film, qualcuno che Carnage usa per i suoi
scopi, un personaggio davvero tragico.
C’è un altro simbionte?
Nella scena dell’incendio
del Ravencroft, vediamo Shriek abbandonare l’istituto insieme ad un
altro personaggio. Potrebbe essere Carnage, ma potrebbe anche
trattarsi di qualcun altro, qualcuno che Shriek conoscenza proprio
grazie all’istituto e che potrebbe rappresentare un’altra
minaccia.
I fan sperano che il franchise di
Venom, alla
fine, possa portare al grande crossover “Maximum Carnage”, in cui
viene raccontata una gigantesca battaglia che coinvolge Venom,
Spider-Man e altri eroi che combattono contro Carnage e il suo
esercito di simbionti. Questo film potrebbe introdurre altri
simbionti per anticipare tale possibilità? Questa seconda persona
che lascia Ravencroft potrebbe essere uno di loro?
Detective Mulligan
Parlando di simbionti
nell’Universo Marvel, il trailer di Venom: La furia di Carnage ci mostra anche il
Detective Mulligan. C’è una scena in cui Venom si comporta come se
volesse attaccare Mulligan, mostrando una sorta di relazione
antagonistica.
Se in futuro ci sarà un film basato
su “Maximum Carnage”, Mulligan potrebbe svolgere un ruolo
importante. Nei fumetti, Patrick Mulligan è un agente di polizia
che finisce per ospitare un simbionte. Tuttavia, quella fu la prova
che i simbionti assumono la natura dei loro ospiti, con Toxin che
alla fine diventò un eroe.
Knull?
Ci sono alcuni momenti nel
trailer di Venom: La furia di Carnage che sembrano
confermare che un fervore religioso sia cresciuto intorno ai
simbionti. C’è una vetrata del Culto di Carnage e ci sono anche
simboli in tutta la cella di Cletus Kasady.
Questo potrebbe portare al Dio dei
Simbionti, Knull. Un culto di Knull esisteva nei fumetti; questo
essere cosmico ha creato dei simbionti, ed è anche apparso nella
trama di “Black Marvel”. La domanda sorge spontanea: il franchise
di Venom potrebbe portare all’arrivo di Knull?
Venom ama il cioccolato
Venom che vuole il
cioccolato alla fine del trailer di Venom: La furia di Carnage è un momento
sicuramente divertente. Tuttavia, proviene direttamente dai fumetti
e dà un significato all’intera scena. Quando Venom si rende conto
che la cioccolata non è disponibile, ammette che potrebbe mangiare
la signora Chen. Questo è più di un semplicemente momento
divertente, in realtà.
Nei fumetti originali, Eddie Brock ha
lavorato duramente per convincere Venom a smettere di mangiare le
persone. Ha provato a placare la sua fame con il cioccolato, e
questo ha funzionato. Senza cioccolato, ovviamente, ritorna la
voglia di carne umana…
I cameo di Stan Lee continuano
All’inizio del trailer di
Venom: La furia di Carnage, quando Eddie Brock
entra nel minimarket della signora Chen, quest’ultima saluta Eddie
e poi saluta Venom, che a sua volta ricambia.
È un momento divertente, ma qui c’è
anche un cameo di Stan Lee. Nella scena appare una rivista, sul
bancone anteriore accanto alla signora Chen; Stan Lee è sulla
copertina di quella rivista, a sottolineare quanto la sua influenza
sia ancora viva e vegeta.
Il 12 maggio 1921
nasceva a Krefeld in Germania Joseph Beuys,
l’uomo con il cappello che vedeva in ogni persona un
artista e nell’arte la possibilità di plasmare la società, il cui
messaggio, a più di trent’anni dalla morte, continua a essere
straordinariamente vitale. In occasione del centenario
della nascita, Sky Arte (canali 120 e 400 di
Sky) presenta Beuys – L’artista come
provocatore, il film di Andres Veyel, in onda
mercoledì 12 maggioalle
21.15, disponibile anche on demand e in
streaming su NOW.
Beuys – L’artista come
provocatore, attraverso un sapiente montaggio di
fonti audio e video mai utilizzate prima,
ricostruisce un ritratto non convenzionale dell’artista, una
cronaca unica, uno sguardo intimo su un essere umano, la
sua arte, il suo mondo e le sue idee.
300 ore di video,
un materiale audio sconfinato di e
sull’artista, le collezioni di più di 50
fotografi internazionali, per un totale di oltre
20.000 scatti, più di 60 incontri
con testimoni dell’epoca e circa 20 interviste,
sono stati il punto di partenza di questo film, la cui lavorazione
è durata circa tre anni.
Con una narrazione aperta, il
documentario racconta l’artista attraverso alcuni punti
cardine della sua biografia e della sua carriera: il
trauma della guerra e del suo incidente aereo nel 1943, alcune
delle sue performance più famose – come Fettecke
(1982), I Like America and America Likes Me (1974),
7000 Oak Trees (1982) – la critica al sistema dell’arte,
l’insegnamento all’Accademia, l’impegno politico.
“Nel film, Beuys pone, in modo
persistente e sovversivo, temi che continuano a rimanere rilevanti
trent’anni dopo la sua morte, come la necessità di una
democratizzazione radicale che non tema i nuovi sistemi bancari e
monetari, o il bisogno pari opportunità in un mondo di crescente
disuguaglianza.” – Dice il regista Andres Veyel
–“Beuys insiste sulla possibilità che il mondo
possa essere cambiato, in base alle capacità di ogni singola
persona: Niente deve rimanere com’è“.
Joseph Beuys resta
per noi un visionario, molto più avanti dei suoi tempi. Se allora
già cercava di spiegare come “il denaro non dovrebbe essere una
merce“, consapevole che il commercio di denaro avrebbe minato
la democrazia, il suo concetto ampliato di arte lo
porta oggi nel bel mezzo di un discorso socialmente rilevante e
ancora più urgente.
Il regista Andres
Veyel è nato nel 1959 a Stoccarda e ha studiato psicologia
a Berlino. Ha poi frequentato seminari di regia e drammaturgia
presso l’Artist House Bethanien di Berlino dal 1985 al 1989. Da
allora, scrive sceneggiature per film e teatro e tiene conferenze
presso la Libera Università di Berlino. I suoi film includono:
A Winternight’s Dream (documentario, 1992),
Balagan (documentario, 1993) vincitore dell’IFFS Main
Prize e del German Film Award in Silver, The Survivors
(documentario, 1996) vincitore del Main Prize all’International
Documentary Film Festival di Monaco e dell’Adolf Grimme Award nel
1998, l’acclamato Black Box Germany(2001) per il quale ha
ricevuto il German Film Award come miglior documentario nel 2002 e
l’European Film Award, Die Spielwütigen (2004), The
Kick (2006) che ha vinto il Grand Prix Cinema du Reel e If
Not Us, Who(2011).
Il film Beuys – L’artista
come provocatore di Andres Veyel è stato prodotto da
Zero one film in co-produzione con Terz Filmproduktion, SWR/ARTE e
WDR.
Battuto il primo ciak per Django,
la serie originale Sky e CANAL+ che rilegge liberamente e in chiave
contemporanea l’omonimo classico western di Sergio Corbucci. Le
riprese sono in corso a Bucarest, in Romania, e dureranno 6 mesi,
girando anche a Racos e nell’area del Danubio. E le star
internazionali Noomi Rapace (Prometheus,
Sherlock Holmes, Seven Sisters) e
Nicholas Pinnock (For Life, Captain
America, Top Boy) entrano a far parte del cast principale,
assieme alla giovane attrice tedesca in ascesa Lisa
Vicari (Dark), andando ad affiancare Matthias Schoenaerts (The Danish Girl, Un
sapore di ruggine e ossa) già annunciato nei panni di
Django.
Noomi Rapace interpreterà Elizabeth, la
temibile e spietata nemica di John Ellis, il principale antagonista
di Django che verrà intepretato da Nicholas Pinnock. Lisa Vicari vestirà invece i panni di Sarah,
la figlia che Django credeva morta.
Con loro un grande cast
internazionale formato da giovani e talentuosi attori europei:
Jyuddah Jaymes (Criminal: UK, Sandition),
Eric Kole (Fifty Pence, Hold) e
Benny Opoku-Arthur (Get Lucky,
Alexanderplatz) nei panni dei tre figli di John Ellis,
Tom Austen (The Royals) nei panni di
Elijah e l’attrice e Youtuber Abigail Thorn in
quelli di Jess.
Django è
un’ambiziosa produzione in 10 episodi che offrirà un approccio
contemporaneo e psicologico al genere Western, attraverso una
storia avvincente e un’accurata rappresentazione del periodo
portato in scena.
Django
è prodotta da Cattleya, parte di ITV Studios, e Atlantique
Productions (Midnight Sun, The Eddy) e co-prodotta da Sky
e CANAL+, in collaborazione con Odeon Fiction e StudioCanal TV.
La trama
Selvaggio West, tra il 1860 e il
1870. Sarah e John hanno fondato New Babylon, una città di
emarginati, piena di uomini e donne di ogni estrazione, razza e
credo, che accoglie tutti a braccia aperte. Perseguitato dal
ricordo dello sterminio della sua famiglia otto anni prima, Django
sta ancora cercando sua figlia, credendo che possa essere
sopravvissuta al massacro. Rimarrà scioccato nel ritrovarla a New
Babylon, in procinto di sposare John. Ma Sarah, ora una donna
adulta, vuole che Django se ne vada, poiché teme che restando possa
mettere a repentaglio New Babylon. Tuttavia, Django crede che la
città sia in pericolo e non è assolutamente disposto a perdere sua
figlia una seconda volta.
I primi episodi sono diretti da
Francesca Comencini (Gomorra – la Serie), che è anche
direttrice artistica della serie. DJANGO è
stata creata e scritta da Leonardo Fasoli
(Gomorra – La Serie, ZeroZeroZero)
eMaddalena Ravagli (Gomorra – La
Serie), entrambi anche co-autori del soggetto di serie
insieme aFrancesco Cenni e Michele
Pellegrini. Due episodi sono stati scritti
da Max
Hurwitz(ZeroZeroZero, Manhunt).
Django sarà in prima
assoluta su Sky – e in streaming su NOW – in Italia, Regno Unito,
Irlanda, Germania, Austria e Svizzera e su CANAL+ in Francia,
Svizzera, Benelux e Africa.
Ecco la prima foto dal set di
Ancora più Bello, il
sequel di Sul più Bello, diretto da Claudio
Norza.
Nel cast ritroviamo Ludovica
Francesconi, Jozef Gjura, Gaja Masciale, Riccardo Niceforo e le new
entry Giancarlo Commare, Jenny De Nucci, Giuseppe Futia e Diego
Giangrasso.Ancora più Bello sarà nelle
sale a settembre 2021 – Diretto da Claudio Norza . Il
soggetto è di Roberto Proia e le
sceneggiatura è scritta da Roberto Proia e
Michela Straniero. I film è prodotto da
Eagle Pictures con il sostegno di Film Commission Torino
Piemonte.
SINOSSI
Sono passati esattamente 12 mesi e
proprio sul più bello, la storia tra Marta (Ludovica Francesconi) e
Arturo è finita. “In amore gli opposti si attraggono ma alla fine
si lasciano” si ripete Marta, che giura a se stessa di voler
rimanere da sola per un po’ e continua a convivere con ottimismo
con la malattia che da sempre l’accompagna. Ma quando arriva
Gabriele (Giancarlo Commare), un giovane disegnatore tanto dolce e
premuroso quanto buffo e insicuro, Marta riconosce che potrebbe
essere lui l’anima gemella che non riusciva a trovare in Arturo. Ma
prima di farsi coinvolgere del tutto in una nuova storia, è sempre
meglio aver chiuso definitivamente con quella precedente.
Approfittando di un temporaneo trasferimento di Gabriele a Parigi,
Marta cerca di schiarirsi le idee anche grazie all’aiuto dei suoi
amici di sempre Federica (Gaja Masciale) e Jacopo (Jozef Gjura).
Mentre ormai è sempre più convinta a lasciarsi andare alla storia
con Gabriele, il ragazzo in preda alla gelosia commette un errore
imperdonabile, che li farà separare. Quando tutto sembra andare
storto arriva però una telefonata dall’ospedale che cambia le
priorità di tutti: c’è un donatore compatibile per Marta.
“Un progetto molto complesso, viste
le restrizioni, ma irrinunciabile per chi, come noi, da quasi un
secolo documenta nel proprio Archivio gli avvenimenti più
importanti della Storia d’Italia. Una testimonianza che abbiamo
deciso di produrre perché dovuta al mondo del cinema, ai suoi
protagonisti, ai suoi luoghi”, dice Giancarlo Di
Gregorio, Direttore Comunicazione di Istituto Luce
Cinecittà. “Negli ultimi anni, sempre al Maxxi, abbiamo
ricordato il lavoro di Francesco Escalar, presentato all’Italia
l’opera imponente di Douglas Kirkland e reso omaggio al Re dei
Paparazzi, Rino Barillari. Di questo anno difficilissimo vogliamo
custodire i momenti privati, attraverso i volti e le situazioni
vissute da autori e registi nei quali potremo tutti
riconoscerci”.
Alberto Barbera,
direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia che, insieme a Laura Delli Colli,
Presidente SNGCI e Presidente della Fondazione Cinema per Roma e al
giornalista Malcom Pagani, ha firmato una delle
introduzioni al catalogo omonimo pubblicato con
Skira, lo descrive così: “Nel tempo della
clausura imposta, ciascuno di noi si è affidato a un certo numero
di rituali per limitare l’angoscia, occupare il tempo, liberare la
mente dalle catene neanche troppo metaforiche che tenevano il corpo
imprigionato dentro le mura domestiche: darsi da fare ai fornelli,
rimpinzarsi di film e serie TV, cercare scampo nelle chat o nella
lettura, uscire a cantare sui balconi. Evasioni virtuali, fughe
ipotetiche, prove di libertà. Come quelle che
Riccardo Ghilardi ha documentato con la sua macchina fotografica,
fissando istanti emblematici nella vita di registi, attrici e
attori alle prese con le prove inedite non di un film, ma di pura e
semplice sopravvivenza. Il tempo sospeso della vita in pausa
forzata ha regalato al fotografo l’occasione di una complicità
senza precedenti, fornendo a questi scatti un’autenticità che
nessun ritratto posato – per quanto bello e riuscito – era forse
riuscito a conseguire in precedenza”.
Riccardo Ghilardi
spiega: “Era il 12 marzo quando attraversando le strade vuote
mi sono trovato a passare davanti alla casa di un amico caro, prima
che un attore meraviglioso. Non ho resistito a citofonargli per
salutarci a distanza e scambiarci emozioni. Ho scattato la prima
fotografa, diversa da tutti i ritratti “comodi” a cui ero stato
abituato nel mio percorso artistico. Così è nata l’idea di questo
lavoro. Un “manifesto” del cinema che attende con ansia, studia, si
prepara e non vede l’ora di ripartire”.
La mostra è organizzata da Camilla Cormanni per
Istituto Luce Cinecittà, curata da Martino
Crespi, realizzata con il sostegno di
Mastercard, il supporto della Direzione
Generale Cinema e Audiovisivo del MIC, partner culturale
Rai Cinema. Visibile gratuitamente dall’11
maggio al 6 giugno presso lo Spazio Extra del Maxxi –
Museo delle Arti del XXI secolo e a seguire nel percorso di
“Cinecittà si Mostra”, l’esposizione permanente negli Studi di
Cinecittà, fino al 31 luglio 2021 (salvo modifiche dovute alla
legislazione Covid vigente).
Riccardo Ghilardi nasce a Roma nel 1971. Dopo gli studi
intraprende diversi viaggi, nutrendosi di realtà sociali e
culturali diverse dalla sua, alimentando la crescente passione per
la fotografa e realizzando numerosi reportages per importanti
pubblicazioni.
Nel 2007 partecipa a Roma alla
Mostra Collettiva Internazionale FotoLeggendo con
“Pensieri nel silenzio”, un fotoreportage sulle
esperienze di una squadra operativa dei Vigili del Fuoco,
all’interno della quale Riccardo aveva prestato servizio per
diversi anni. Nel 2008 il suo focus artistico abbraccia anche il
mondo del cinema.
In occasione della V edizione
della Festa del Cinema di Roma, tenutasi all’Auditorium Parco della
Musica, presenta “Lo sguardo non mente. Tutta la verità in
1/125 di secondo attraverso gli occhi del cinema
italiano”, progetto fotografico che combina domande a
“bruciapelo” e ritratti d’espressione, che diventano così la
risposta pura dell’istinto dell’artista ripreso.
L’iniziativa diviene un viaggio in
progress, a cui fanno seguito diversi vernissage: – Il Teatro
Petruzzelli di Bari (2010), durante il BiFest (Bari International
Film Festival) – La Casa del Cinema di Roma (2011) – Il
Palazzo di Città di Cagliari (2011) – La Biennale di Venezia
(C. Zanardi), dove la mostra viene presentata insieme al libro
fotografico (Lo sguardo non mente, Edizioni Drago) come evento
ufficiale della 68. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
– Il Museo PAN di Napoli (2-22 ottobre 2012).
Nel 2013 presenta “Donne
in Luce” alla Casa del Cinema di Roma, ritratti di
cinquanta attrici italiane fotografate negli spazi abbandonati del
vecchio Istituto Luce e del Centro Sperimentale per la
Cinematografa. Nel 2015 all’EXPO di Milano Save The Children porta
in mostra i ritratti realizzati da Ghilardi con i testimonial per
la campagna “Every One”. Nel 2018 presenta “Three
Minutes”, un racconto fotografico di ritratti di artisti
realizzati durante i festival di cinema più importanti del mondo,
curato da Vincenzo Mollica, come mostra ufficiale della XIII
edizione della Festa del Cinema di Roma, in collaborazione con Rai
Cinema e Istituto Luce Cinecittà. Il volume fotografico
Three Minutes, edito da Skira,
vince il PX3 Prix de la Photographie Paris nel 2020.
Dall’agosto del 2011 Ghilardi
entra a far parte del team di ritrattisti dell’agenzia
internazionale Contour by Getty Images, con sede a New York, e
pubblica sui maggiori magazine italiani e internazionali, tra cui
“Time Magazine UK”, “Le Monde”, “Madame Figaro”, “AARP Magazine”,
“More Magazine”, “Vanity Fair”, “SETTE Corriere della Sera”, “D la
Repubblica”, “il Venerdì”, “IO Donna”, “Grazia”, “Elle”, “Figaro”,
“The Guardian”, ecc.
Seth Rogen ha rivelato di non aver intenzione
di continuare a lavorare con James Franco a causa delle accuse di molestie
ai danni del suo amico e collaboratore di lunga data. I due hanno
lavorato insieme ad una serie di progetti destinati sia al grande
che al piccolo schermo nel corso degli anni: in particolare, hanno
iniziato con lo show cult del 1999 Freaks and Geeks,
seguito dalle commedie Strafumati,
Facciamola finita e The
Disaster Artist. La loro ultima collaborazione risale al
2019, anno in cui è uscito Zeroville.
Durante questo periodo, contro
James Franco sono emerse un numero crescente
di accuse di abusi e molestie sessuali (accuse che sono state
prontamente negate dal diretto interessato). Nonostante queste
accuse, Rogen ha continuato a lavorare con Franco a vari progetti,
arrivando addirittura a ironizzare sull’accaduto (come successo, ad
esempio, durante uno sketch di una puntata del Saturday Night Live
nel 2014). Adesso, però, sembra che le cose siano totalmente
cambiate…
In una recente intervista con il
Sunday Times, Seth Rogen ha infatti spiegato di non essere
più intenzionato a lavorare con James Franco, offrendo alcuni dettagli in
merito all’evoluzione della loro amicizia e del loro rapporto
professionale: “Ripenso a quell’intervista del 2018 in cui ho
detto che avrei continuato a lavorare con James, ma la verità è che
non l’ho fatto e non ho intenzione di farlo adesso”, ha
spiegato l’attore, sceneggiatore e regista. “Non so se sono
capace di dare una definizione alla nostra amicizia ora come ora,
in questo preciso momento. Posso dire che quello che è successo ha
cambiato molte cose, tanto in relazione alla nostra amicizia quanto
in relazione al nostro sodalizio artistico.”
Nel corso della medesima intervista,
Rogen si è anche scusato per il monologo del Saturday Night Live in
cui ironizzava su un’accusa mossa ai danni di Franco nel 2014 da
parte di una ragazza di 17 anni che l’attore, via Instagram,
avrebbe invitato nel suo albergo (in base a quanto dichiarato dalla
stessa). “Mi pento molto di quelle battute”, ha commentato
Rogen. Di seguito il video del monologo.
Nella giornata di ieri è arrivato
online il primo trailer ufficiale di Venom: La
furia di Carnage, l’attesissimo sequel del cinecomic
con Tom Hardy che arriverà nelle sale in autunno.
Grazie al trailer abbiamo avuto modo di dare un primo sguardo ai
nuovi personaggi che vedremo nel film, tra cui Shriek di Naomie Harris.
Intervistato da
IGN, il regista Andy
Serkis ha avuto modo di parlare proprio di
questo nuovo personaggio e del modo in cui si adatterà alla più
ampia struttura della storia, elogiando il lavoro della
sceneggiatrice Kelly Marcel (che aveva già scritto
il primo film) per aver dato vita a personaggi ben delineati e
molto sfaccettati, totalmente credibili e veritieri secondo
Serkis.
“Shriek è un’anima compromessa e
ha davvero sofferto durante la sua infanzia. C’è una vulnerabilità
autentica in lei, proprio perché ha sofferto molto. Ha vissuto in
isolamento per anni e anni. Ad ogni modo, anche lei è pericolosa…
penso che abbia il suo senso della giustizia, e quando quella linea
viene oltrepassata, allora emerge il suo lato oscuro, che può
essere molto, molto pericoloso. Questo è ciò che volevamo
sottolineare del personaggio.”
Naturalmente, c’è ancora molta
incertezza su come il film introdurrà sia Shriek che Carnage,
ovvero se adatterà in maniera fedele la trama della serie a fumetti
“Maximum Carnage“, che comunque presenta diversi
personaggi di cui Sony non possiede i diritti. Tuttavia, sia dai
commenti di Serkis che dalle immagini viste nel trailer, sembra che
il team dietro La furia di
Carnage stia cercando di rimanere fedele all’arco
narrativo del personaggio nel crossover.
Quello che sappiamo su Venom: La
furia di Carnage
Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel
ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi.
In Venom: La
furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il
simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più
celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody
Harrelson.
Nel cast del sequel
anche Michelle
Williams(Fosse/Verdon) nei panni
di Anne Weying, Naomie
Harris(No Time to Die) nei panni
di Shriek e l’attore inglese Stephen Graham.
Il film uscirà in autunno al cinema.
Con il progredire della sua
strepitosa carriera, Tom Cruise ha eseguito degli stunt sempre più
pericolosi, al punto che le sue imprese che sfidano la morte sono
ormai diventate un punto fermo quando si parla del franchise di
Mission Impossible.
Ora, in occasione della promozione
del settimo attesissimo capitolo della saga, l’attore ha parlato di
quello che potrebbe essere il suo stunt più pericoloso: guidare una
motocicletta dal bordo di una scogliera. “Se il vento fosse
stato troppo forte, mi avrebbe potuto spingere giù dalla
rampa”, ha rivelato l’attore a
Empire, spiegando quanto sia stato pericoloso girare la scena
anche dopo mesi e mesi di allenamento. “L’elicottero che
riprendeva è stato un problema durante la realizzazione, perché non
volevo sfrecciare su quella rampa alla massima velocità ed essere
colpito da un sasso”.
“Oppure, se fossi partito in un
modo strano, non sapevamo con esattezza cosa sarebbe potuto
succedere con la moto. Una volta uscito dalla rampa, ho avuto circa
sei secondi per aprire il paracadute. Non volevo rimanere
impigliato con la moto”, ha continuato l’attore. “Se fosse
accaduto, non sarebbe finita bene”. Di seguito una nuova
immagine ufficiale tratta dal backstage di Mission
Impossible 7 che riguarda proprio lo stunt descritto
da Cruise:
Le date di uscita di Mission
Impossible 7 e 8
Nei prossimi due capitoli della saga
di Mission Impossible, Tom
Cruise e Rebecca
Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e
Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea
Whigham(Kong: Skull Island),Hayley
Atwell(Captain America: Il primo
vendicatore),Pom
Klementieff(Guardiani della
Galassia) e Esai
Morales(Ozark). Christopher
McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il
loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 19 novembre
2021 e il 4 novembre 2022.
Dopo essere apparsa come l’amante
del Joker in Suicide Squad del 2016 e aver affrontato Maschera Nera
in Birds
of Prey del 2020, la Harley Quinn di
Margot Robbie tornerà nuovamente sul grande
schermo nell’attesissimo The Suicide
Squad di James
Gunn, in arrivo quest’estate. Tuttavia, sembra che l’attrice
candidata all’Oscar stia già discutendo con la Warner Bros. in
merito al futuro del personaggio…
In una recente intervista con
Den of Geek, infatti, Robbie ha così commentato la possibilità
che la Mattacchiona appaia finalmente sul grande schermo al fianco
di Poison Ivy: “Fidatevi di me, sto
praticamente tartassando quelli della Warner Bros. Ormai devono
essere stufi di sentirmi parlare di Poison Ivy. Non faccio altro
che ripetere: ‘Poison Ivy, Poison Ivy. Dai, facciamolo!’. Non vedo
l’ora di vedere sullo schermo la loro relazione. Sarebbe davvero
divertente. Continuerò a tormentarli, non preoccupatevi.”
La regista di Birds of
Prey,Cathy Yan, aveva dichiarato in precedenza che
sarebbe stata interessata ad esplorare la relazione di Harley con
Poison Ivy in un eventuale sequel, ma considerata la tiepida
accoglienza del film al botteghino, è difficile credere che WB
voglia mettere in cantiere un sequel diretto.
La serie animata su Harley Quinn
disponibile attualmente su HBO Max utilizza la relazione tra Harley
e Poison Ivy come punto focale della storia, e ha riscosso molto
successo tanto a livello di critica quanto tra il pubblico. È
probabile che ciò darà la spinta necessaria allo studio per
introdurre nuovamente al cinema la versione live action di Pamela
Lillian Isley e raccontare, finalmente, la complicata relazione con
Harleen Frances Quinzel.
Il trailer di Morbius
conteneva una serie di piccoli ma abbastanza significativi
riferimenti a Spider-Man, oltre alla presenza di Adrian
Toomes/Avvoltoio, interpretato da Michael Keaton in
Spider-Man: Homecoming.
Anche il
primo trailer ufficiale di Venom: La
furia di Carnage, diffuso online nella giornata di
ieri, presenta un riferimento esplicito all’universo dell’Uomo
Ragno, con una copia del Daily Bugle che contiene anche
un’esplicita connessione agli Avengers: in una scena del trailer,
infatti, vediamo il detective Mulligan (interpretato da
Stephen Graham) sfogliare proprio il noto
quotidiano, e in una delle pagine è possibile leggere proprio il
nome Vendicatori (cosa che in un certo senso confermerebbe – il
condizionale è d’obbligo! – che gli Avengers sono attivi nella
timeline Marvel ad opera della Sony).
Ora, in una recente intervista con
IGN, il regista Andy Serkis ha commentato proprio la
possibilità che Spider-Man faccia parte dell’universo di Venom.
“Ovviamente, ci sono dei collegamenti tra Venom e Spider-Man e
tra l’Universo Marvel e la storia di Spider-Man”, ha spiegato
Serkis. “In questo caso, stiamo trattando la storia di Venom
come un mondo a parte. La storia di Venom è la storia del suo
mondo”.
Poi ha aggiunto: “Ovviamente ci
sono dei riferimenti, ci sono dei piccoli momenti, come la foto del
Daily Bugle, ma in generale né Eddie né gli altri sono a conoscenza
di personaggi come Spider-Man. È così che abbiamo scelto di gestire
questo sequel in particolare. Vedremo poi cosa si potrà fare in
futuro.”
Ovviamente i fa non non possono non
chiedersi se Morbius
e Venom:
La furia di Carnage sarebbe ambientati nello stesso
universo della trilogia di Spider-Man ambientata nel MCU. Tuttavia,
è molto probabile che sarà
Spider-Man: No Way Home a chiarire ulteriormente le
cose in tal senso.
Quello che sappiamo su Venom: La furia di Carnage
Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel ruolo
del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più
enigmatici e complessi. In Venom: La
furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il
simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più
celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody Harrelson.
Nel cast del sequel
anche Michelle
Williams(Fosse/Verdon) nei panni di
Anne Weying, Naomie Harris(No Time to
Die) nei panni di Shriek e l’attore
inglese Stephen Graham. Il film uscirà in
autunno al cinema.
David
Harbour, star dell’attesissimo Black Widow, ha lasciato
intendere che il film potrebbe introdurre la Guardia d’Inverno, la
versione russa degli Avengers. In maniera alquanto graduale, il
MCU sta rivelando che i superumani
hanno sempre fatto parte del mondo, come spiegato anche in The Falcon and the Winter Soldier attraverso
l’introduzione di Isaiah Bradley, un Captain America che ha
prestato servizio durante la guerra di Corea.
Ora, i dettagli emersi fino ad ora
in merito a Black Widow sembrano
confermare che anche il cinecomic con Scarlett
Johansson giocherà un ruolo chiave nella
revisione di particolari eventi legati alla storia del mondo. La
descrizione ufficiale del personaggio interpretato da Harbour,
ossia Guardiano Rosso, ha confermato che si tratta di un
supersoldato creato durante la Guerra Fredda, una sorta di risposta
russa a Captain America. Ciò suggerisce che, nel MCU, la Guerra
Fredda è stata una corsa agli armamenti supereroistica, in cui
l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti hanno gareggiato per
sviluppare campioni sovrumani.
Ciò ha naturalmente portato alla
speculazione che Black Widow potrebbe
ulteriormente arricchire la storia della Guerra Fredda nel MCU, e
persino introdurre altri superumani che ne hanno fatto parte. Di
recente David
Harbour ha gettato benzina sul fuoco attraverso
un nuovo post su Instagram,
dove ha condiviso il character poster ufficiale di Guardiano Rosso.
Nei fumetti, la Guardia d’Inverno è la risposta della Russia agli
Avengers, e la maggior parte dei personaggi che l’attore ha
nominato nella didascalia che ha accompagnato l’immagine sono stati
tutti associati a diverse incarnazioni della squadra nel corso
degli anni: Ursa Major, Yelena, Natasha, Dinamo Cremisi e
Sputnik.
Tra i nomi citati da Harbour, quello
più interessante è sicuramente Ursa Major, che nei fumetti è un
mutante che possiede la capacità di trasformarsi in un orso
gigante. Se Ursa Major apparirà davvero in Black Widow, allora si
tratterebbe del primo mutante identificabile del MCU.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson(The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e su
Disney+ con Accesso Vip il 9
luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Zack Snyder ha parlato dello stato del
movimento #RestoreTheSnyderVerse a circa due mesi di
distanza dall’uscita della
Snyder Cut di Justice
League. Subito dopo la release del taglio del
cinecomic ad opera del controverso regista, è iniziata una nuova
campagna social da parte dei fan, che hanno chiesto questa volta la
continuazione della visione di Snyder per il DCEU.
Durante un’intervista con
Jake’s Takes in occasione della promozione di
Army of the Dead, al regista è stato proprio chiesto
quante speranze ci siano che lo SnyderVerse venga effettivamente
ripristinato. Dal canto suo il diretto interessato, che ha definito
la Warner Bros. “aggressivamente anti-Snyder”, spera che
lo studio si renda conto di quanto enorme sia il clamore nei
confronti della sua versione dell’universo condiviso.
“La Warner Bros. è stata
aggressivamente anti-Snyder, se proprio vogliamo dirlo”, ha
dichiarato Zack Snyder. “Cosa posso dire?
Chiaramente, non sono interessati alla mia visione. Ma all’inizio
non erano interessati neanche alla mia versione di Justice League. Sicuramente hanno preso
decisioni al riguardo.”
Poi ha aggiunto: “Amo quei
personaggi e amo quei mondi. Penso che si tratti di un posto
fantastico in cui ambientare un film. Si tratta di una proprietà
gloriosa. Non so cosa si potrebbe fare andando avanti… il movimento
dei fan è stato pazzesco, e le intenzioni dell’intera comunity sono
assolutamente pure. Ho un grandissimo rispetto per loro. Spero che
lo studio si renda conto che c’è questo enorme fandom che ne vuole
di più. Chissà cosa faranno…”
Zack
Snyder’s Justice Leagueè uscito in streaming il
18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky
e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore
circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.
Johnson tornerà alla regia di
entrambi i sequel insieme a Daniel Craig, che vestirà ancora una volta i
panni del detective Benoît Blanc. Al momento non sappiamo quali
altri membri del cast del primo film torneranno per Knives Out
2 e Knives Out 3. Le riprese del primo sequel
partiranno il prossimo 28 giugno e si svolgeranno in Grecia. La
fonte specifica anche che il cast di entrambi i sequel sarà
composto da un ensemble di attori completamente nuovo.
Al momento i sequel di
Cena con delitto – Knives Out non hanno ancora una data di
uscita, ma stando ai piani della produzione, entrambi dovrebbe
debuttare sulla piattaforma di streaming già nel 2022. Il primo
film è stato un grande successo al botteghino: a fronte di un
budget di “soli” 40 milioni di dollari, ne ha incassati 294 milioni
a livello mondiale.
In Cena
con delitto – Knives OutHarlan
Thrombey (Christopher
Plummer) è un agiato romanziere che viene trovato
morto, in circostanze misteriose, nella sua proprietà la mattina
dopo la festa per il suo 85esimo compleanno. Il celebre detective
Benoit Blanc (Daniel
Craig), uomo di straordinario intuito e carisma, è
incaricato del caso, e sospetta si tratti di un omicidio.
In perfetto stile “crime”
la famiglia del defunto è numerosa, e tutti, nessuno escluso, sono
potenziali sospettati: ognuno di loro, infatti, avrebbe un motivo
più che valido per eliminare Harlan Thrombey, uomo che l’esperienza
e l’età hanno reso tanto lungimirante quanto sagace. Quando il
fatidico giorno della lettura del testamento si avvicina, l’avida e
disfunzionale famiglia di Harlan, si rivela essere molto più
complicata e conflittuale di quanto sembrasse all’inizio.
Un contesto familiare
costituito da personaggi variopinti, appartenenti a generazioni
contrapposte tra loro per età, obiettivi e stili di
vita. Quando Marta (Ana de
Armas), la giovane e bella infermiera sudamericana di
Thrombrey si ritrova implicata nel misterioso caso, appare chiaro
che nessun segreto è più al sicuro nella casa, neppure i suoi. Il
film non segue una struttura tradizionale e incanta con i suoi
continui colpi di scena lasciando lo spettatore con il fiato
sospeso dall’inizio alla fine.
Per protestare contro la
controversia in corso che circonda la mancanza di diversità
all’interno dei membri dell’HFPA, la Hollywood Foreign Press
Association, Tom
Cruise ha restituito i tre Golden Globe che ha vinto
per Nato il quattro luglio (miglior attore,
dramma), Jerry Maguire (miglior attore , commedia
o musical) e Magnolia (miglior attore non
protagonista), come apprendiamo da
Variety.
È la presa di posizione di maggior
profilo ai danni della HFPA dopo che molte stelle di Hollywood si
sono fatte avanti e hanno chiesto all’industria di “fare un passo
indietro” rispetto ai Globes, almeno fino a quando non saranno
messe in atto riforme più sostanziali all’interno
dell’organizzazione. Netflix, Amazon e WarnerMedia hanno tutti annunciato
il boicottaggio dell’HFPA e NBCUniversal ha annunciato lunedì che
la NBC non manderà in onda i Globes nel 2022.
Il 3 maggio, l’HFPA ha annunciato
che mira ad aggiungere 20 nuovi membri nel 2021, con un focus sul
reclutamento di gruppi sottorappresentati. Quel piano è stato
approvato dai membri a pieno titolo – che sono meno di 90 persone –
tre giorni dopo, ma non è servito a sedare il crescente coro di
condanna della HFPA, che è stato esaminato per la prima volta dopo
che il Los Angeles Times ha riferito all’inizio di quest’anno che
l’associazione non presentava membri neri. L’ex presidente della
HFPA, Meher Tatna, ha anche detto a Variety che il gruppo non ha
mai avuto un membro nero almeno dal 2002.