La XXX edizione di NOIR IN FESTIVAL
si svolgerà dall’8 al 12 marzo con una maratona speciale di
pre-apertura nella giornata di domenica 7 marzo. Il programma
completo del più celebre festival di genere in Italia verrà
annunciato dalla direzione (Giorgio Gosetti, Marina Fabbri e Gianni
Canova per l’Università IULM di Milano) tra un mese, ma le attività
e i festeggiamenti per il trentennale sono già cominciati alla fine
dello scorso dicembre con la presentazione dei finalisti del Premio
Giorgio Scerbanenco che per il 2020 ha visto vincitore Tullio
Avoledo con il romanzo Nero come la
notte (Editore Marsilio).
Dopo una carrellata di incontri con alcuni “campioni” della
narrativa italiana di genere, sarà la volta, durante il mese di
febbraio, della presentazione dei sei finalisti del Premio Claudio
Caligari per il miglior film italiano di genere dell’anno 2020,
promosso da Noir in Festival insieme a IULM.
“Siamo però orgogliosi”, dicono Giorgio Gosetti e
Marina Fabbri, “di anticipare già oggi due degli
appuntamenti imperdibili dell’edizione di marzo. Saranno con noi
due maestri del cinema del mistero come Kiyoshi
Kurosawa (vincitore del Leone d’argento alla scorsa
Mostra del Cinema di Venezia) e Brian Yuzna,
vincitore del Premio Luca Svizzeretto per il miglior “maverick” del
genere. Li vogliamo celebrare come due formidabili “irregolari” del
cinema mondiale che hanno esteso i confini del noir oltre la
tradizione classica, ai confini dell’horror. L’uno fin dal 1997 con
un capolavoro come Cure, l’altro celebre per la sua
collaborazione con Stuart Gordon e poi talento multiforme come
regista, produttore, scopritore di talenti tra America, Spagna,
Indonesia tra gli anni ’90 e gli anni 2000”.
Per tutto il mese di febbraio sui canali social di Noir In
Festival si vedranno poi gli “auguri” per il Trentennale inviatici
da amici, scrittori, registi e sceneggiatori che in questi anni
hanno accompagnato la crescita del Festival facendone un punto di
riferimento per gli amanti del noir in tutto il mondo. Seguiteci
per scoprirli tutti!
Deadline ha diffuso la prima immagine di Kristen Stewart nei panni di Lady Diana nel
biopic sulla principessa del Galles che si intitolerà Spencer
e sarà diretto da Pablo Larraìn. Ecco
l’immagine:
Spencer
sarà ambientato nell’arco di un fine settimana, e racconterà il
momento in cui Lady D. decise che il suo
matrimonio con il principe Carlo era finito e sarà sicuramente
destinato a far discutere, come accade ogni volta che il cinema
racconta la storia della “principessa triste”. In merito al film,
Larraìn ha dichiarato:
“Siamo
tutti cresciuti, almeno la mia generazione, sapendo cosa fosse una
fiaba. In genere, il principe arriva e trova la principessa, la
invita a diventare la sua moglie e poi lei diventa regina. Questa è
una fiaba. Quando qualcuno però decide di non essere regina, e dice
che preferisce andarsene ed essere se stessa, prende una decisione
molto importante, e la fiaba si capovolge. Sono sempre rimasto
impressionato da decisioni così, pensando anche a quanto deve
essere difficile. Questo è il cuore del film. Come e
perché decidi di farlo? È una storia universale che può toccare
milioni e milioni di persone, e noi vogliamo fare questo. Vogliamo
fare un film che possa andare a fondo, connettersi con il pubblico
di tutto il mondo che prova interesse verso una vita tanto
affascinante.”
Pablo Larraìn ha
presentato nel
2019 al Festival di Venezia il suo ultimo film, Ema, con una straordinaria protagonista
femminile (interpretata da Mariana DI Girolamo) e sempre a Venezia,
due anni prima, aveva portato Jackie, in cui raccontava un pezzo della vita
di Jackie Kennedy/Natalie
Portman.
Kristen Stewart è invece reduce dal flop di
Charlie’s Angels, diretto da Elizabeth Banks e finito direttamente in VOD
qui in Italia. Insieme a Stewart, nel cast di Spencer sono stati
confermati Timothy Spall (Mr.
Turner), Sally Hawkins (The Shape of
Water) e Sean Harris (Mission: Impossible –
Fallout).
Nell’appena pubblicato nuovo promo
della stagione, realizzato da Sky Creative Agency Italia, non solo
le immagini già edite del meglio delle serie tv in arrivo, ma anche
in anteprima le immagini di alcuni tra i titoli
Sky Original più attesi: la stagione finale di Gomorra 5 –
LA SERIE, produzione TV dei record prodotta da Sky con
Cattleya e appena approdata su HBO Max negli Stati Uniti; per la
prima volta le immagini di DOMINA con
Kasia Smutniak nei panni (e con gli abiti firmati
dal premio Oscar Gabriella Pescucci) di Livia Drusilla in una
grande coproduzione internazionale in costume in arrivo
prossimamente; il promo svela alcune scene inedite di
SPERAVO DE MORÌ PRIMA, il dramedy sugli ultimi due
anni di carriera di Francesco Totti realizzato con Wildside e Capri
Entertainment, in arrivo a marzo; la prima serie TV Sky Original a
tema sci-fi, INTERGALACTIC,
di cui nel promo vengono mostrate alcune scene mai viste prima.
E ancora le suggestive immagini di
ANNA, la serie di Niccolò Ammaniti che torna alla
regia di un prodotto per la TV dopo il successo de Il
Miracolo;HAUSEN, produzione Sky tedesca, un
horror su un complesso residenziale maledetto in arrivo a febbraio;
BRITANNIA, che tornerà entro l’anno con la terza
stagione.
Una selezione variegata e in grado
di assecondare i gusti più diversi, che passa anche per le nuove
stagioni dei titoli più premiati e amati dal pubblico degli ultimi
anni, come SUCCESSION ed
EUPHORIA, gioielli HBO i cui episodi già andati in
onda sono disponibili On Demand su Sky e in streaming su NOW TV e
di cui nel corso del 2021 arriveranno rispettivamente la terza e la
seconda stagione. WARRIOR, la serie prodotta da
Shannon Lee a partire dagli scritti ritrovati per caso di suo
padre, la leggenda delle arti marziali Bruce Lee, che torna con una
seconda stagione come CITY ON A HILL, crime con
Kevin Bacon targato SHOWTIME. E ancora BILLIONS,
l’amato financial drama con Paul Giamatti e Damian Lewis, di
ritorno su Sky entro l’anno con la seconda parte della quinta e poi
con la sesta stagione.
Il MCU è in costante crescita ed espansione, ed
ogni nuova uscita cinematografica introduce sempre nuovi
personaggi. Sebbene la maggior parte dei film e delle serie siano
ambientati sulla Terra e soltanto pochi siano ambientati nello
spazio, il lato cosmico dell’universo è pieno di interessanti
creature ultraterrene. Ecco quali sono le 10 più pericolose secondo
Screen Rant:
1Outrider
Gli
Outrider erano creature a sei zampe che servono come membri
dell’esercito di Thanos in Avengers:
Infinity War e
Avengers: Endgame e furono usati principalmente
durante l’invasione di Wakanda.
Hanno denti affilati come rasoi, pelle nera e
gialla e sono apparentemente senza cervello, poiché erano disposti
ad uccidersi per tentare di sfondare la barriera del campo di forza
di Wakanda prima che fosse aperta. Sono abbastanza forti da
sconfiggere Black Panther, Captain America e Bruce Banner mentre
era nell’Hulkbuster, prima che venissero salvati da
Thor.
Tre anni dopo il secondo episodio,
Guillermo del Toro insiste nel dire che non ha
piani per un Pacific Rim 3. L’acclamato regista è
entrato nell’acclamato universo dei monstri nel 2013, proprio
grazie al primo Pacific
Rim, un racconto fantascientifico originale che ha
introdotto il concetto di Jaegers, robot giganti controllati da due
piloti umani che combattono una guerra contro i Kaiju. Il film è
stato interpretato da Charlie Hunnam, Rinko
Kikuchi e Idris Elba. Sebbene non sia
stato un travolgente successo al botteghino, Pacific
Rim è stato comunque accolto bene sia dalla critica sia
dal pubblico. Un sequel, Pacific
Rim: La rivolta, è stato rilasciato cinque anni dopo
l’originale e ha visto nel cast anche John
Boyega.
Pacific Rim: La rivolta ha
ottenuto una risposta decisamente più tiepida da parte di critica e
pubblico e ha lottato per eguagliare il suo predecessore in termini
di incassi al botteghino. Di conseguenza, è diventato poco chiaro
se il franchise di Pacific
Rim avrebbe mai avuto un terzo capitolo. Nei mesi
successivi all’uscita di Pacific
Rim: La rivolta nelle sale, il regista Steven S.
DeKnight (che è subentrato a del Toro alla regia), aveva
accennato ad alcune idee per la storia di un possibile terzo
Pacific
Rim, dicendo che si sarebbe trattato di “rimettere
insieme la band”. Anche allora, però, ha ammesso di non sapere
cosa sarebbe effettivamente successo con Pacific Rim
3.
Ora, è stato proprio
Guillermo del Toro ad intervenire sulla questione,
anche se le sue parole non lasciano certamente ben sperare. Dopo
aver condiviso via
Twitter – sulla scia della release del primo trailer ufficiale
di Godzilla vs. Kong – il suo interesse nel vedere sul
grande schermo un crossover tra Pacific
Rim e il MonsterVerse (che ospita appunto i
film dedicati a Godzilla e King Kong di Legendary), il
regista messicano ha chiarito che quella non era assolutamente
un’idea per un terzo film del suo franchise. In effetti, al momento
non ha intenzione di rivisitare Pacific
Rim, come ha scritto pubblicamente: “Parlavo soltanto
da fan. Non ci sono piani per un Pacific Rim 3.”
Questa sarà sicuramente una
delusione per i fan di Pacific
Rim, soprattutto perché sembrava che ci fosse ancora
della storia da raccontare in quell’universo. Il finale di Pacific
Rim: La rivolta ha lasciato diverse cose in sospeso, con
DeKnight che aveva persino confermato che l’arco narrativo del
personaggio preferito dai fan, ossisa Mako Mori (interpretato da
Rinko Kikuchi), era rimasto incompleta. Sembra
quindi che la mancanza di progettualità attorno a Pacific Rim
3 non sia dovuta a problemi legati alla storia, ma è più
probabile che sia causata dalla scarsa risonanza che il franchise
ha ottenuto attraverso i primi due film. In questo senso, è
parecchio triste che un universo con così tanto potenziale debba
essere interrotto a causa degli incassi.
Il franchise di Spy
Kids verrà ufficialmente riavviato, con Robert Rodriguez – il creatore originale –
pronto a scrivere e dirigere un nuovo film per conto di Skydance
Media. L’ultimo film di Spy Kids, uscito nel 2011, è stato
accolto negativamente tanto dal pubblico quanto dalla critica.
Tuttavia, l’ultima fatica di Rodriguez, We Can Be Heroes (disponibile su Netflix), ha
dimostrato che c’è ancora spazio per le storie dedicate ai piccoli
eroi che mescolano azione e fantascienza.
L’originale Spy
Kids, uscito nel 2001, è stato un enorme successo
all’epoca della sua distribuzione in sala, grazie al suo mix di
azione frenetica, commedia per famiglie e divertenti effetti
speciali realizzati con un budget ridotto. Il film ha generato ben
due sequel diretti nel 2002 e 2003 e un quarto film, una sorta di
soft-reboot uscito nel 2011. Tuttavia, dopo la scarsa
accoglienza riservata al quarto film su più fronti, la serie è
finita nel dimenticatoio.
Tuttavia, sembra che le cose stiano
per cambiare. Come riportato infatti da
Deadline, Spyglass Media Group, che possiede i diritti di
Spy Kids, ha accettato un accordo che concede in
licenza i diritti del franchise a Skydance Media. Robert Rodriguez tornerà a scrivere e dirigere
il primo film di quella che dovrebbe essere una nuova saga a tutti
gli effetti. Gary Barber e Peter Oillataguerre di Spyglass
figureranno in qualità di produttori esecutivi.
È passato circa un decennio da
quando l’ultimo Spy Kids è uscito nei cinema, quindi il
momento potrebbe essere favorevole per un ritorno della serie.
We Can Be Heroes ha re-introdotto Sharkboy e Lavagirl
a tutti i fan del film di Rodriguez del 2005 (Le avventure di
Sharkboy e Lavagirl in 3-D) e al tempo stesso gli ha
presentati ad una nuova generazione di piccoli spettatori alla
ricerca di avventure leggere ed emozionanti. La stessa formula
potrebbe funzionare anche per il riavvio di Spy Kids.
L’attenzione da parte di film originali su personaggi e famiglie
latinoamericane sarebbe senza dubbio accolta molto bene in un
panorama hollywoodiano moderno che ha ancora molta strada da fare
in termini di diversità, sia davanti che dietro la macchina da
presa.
Captain
Marvel 2 potrebbe vedere schierate tre diverse
supereroine del MCU, come anticipato da
Teyonah Parris. Nel 2019, con Captain
Marvel,Brie Larson è diventata la prima donna
protagonista di un cinecomic del MCU interamente dedicato ad un
personaggio femminile. Quell’avventura ambientata negli anni ’90 ha
consacrato Carol come uno degli eroi più potenti del MCU e l’ha
preparata a svolgere un ruolo chiave nel futuro del franchise.
Captain
Marvel 2 è stato annunciato nel gennaio 2020 ed è
attualmente previsto per essere distribuito a novembre 2022.
Tuttavia, la produzione non ha ancora una data di inizio
ufficiale.
Questa volta, sarà Nia
DaCosta(Candyman) ad
occuparsi della regia del film, andando così a prendere il posto di
Anna Boden e Ryan Fleck, registi
del primo Captain
Marvel. I dettagli sulla trama – ovviamente – non sono
stati ancora svelati, anche se pare che Captain
Marvel 2 sarà ambientato ai giorni nostri. In
occasione dell’Investor Day di Disney dello scorso dicembre, è
stato ufficialmente annunciato che Carol Danvers, nel sequel, sarà
affiancata da Kamala Khan (Iman Vellani), alias
Ms. Marvel, e da Monica Rambeau (Teyonah Parris),
dando così vita ad un trio di supereroine che i fan non vedono
l’ora di vedere.
Proprio di recente, Parris è stata
intervistata da
Rotten Tomatoes TV (via
Screen Rant) in occasione della promozione di WandaVision. Naturalmente, la notizia che
Parris sarà anche in Captain
Marvel 2 ha spianato la strada a tutta una serie di
domande, mentre l’attrice è stata davvero felice di condividere la
sua eccitazione per il progetto. Sebbene non potesse condividere
alcun dettagli, ha anticipato che le tre supereroine faranno
effettivamente squadra nel sequel.
“Sono entusiasta, da attrice, di
unirmi a Brie e Iman e vedere cosa saranno in grado di creare
queste tre supereroine – Captain Marvel, Ms. Marvel e Monica
Rambeau – e vedere cosa succederà in quel film. Per il resto,
dovremo solo aspettare qualche settimana prima di poterne davvero
parlare…”
Nei panni di una Monica adulta,
Parris ha preso il posto della giovane attrice Akira Akbar, che ha
interpretata la versione bambina del personaggio nel primo
Captain
Marvel. Parris è apparsa in due dei tre episodi finora
disponibili di
WandaVision, anche se il personaggio è stato fino a questo
momento etichettato col nome di Geraldine. Gli eventi del terzo
episodio di
WandaVision hanno lasciato il pubblico con molte
domande e ci si aspetta che nella prossima puntata i primi nodi si
inizieranno a sciogliere. Andando avanti, i fan presumono che
Monica assumerà l’identità di supereroe come nei fumetti.
Tutto ciò che sappiamo sul sequel
di Captain Marvel
Captain
Marvel 2, il sequel del cinecomic con
protagonista il premio Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al
box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’attesa serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: a quanto
pare, i Marvel Studios sarebbero interessati ad affidare la regia
del nuovo film ad una sola regista donna. Secondo la fonte, Boden e
Fleck potrebbero essere comunque coinvolti in una delle serie
Marvel attualmente in sviluppo e destinate a Disney+.
Nessun dettaglio sulla trama del
sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe
spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri.
Naturalmente, Brie
Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il
sequel diCaptain
Marvel arriverà l’11 novembre 2022.
Dane DeHaan ha negato le voci circa il
possibile ritorno di Green Goblin nell’attesissimo Spider-Man 3 con Tom Holland, attualmente in fase di
produzione. Nonostante i precedenti conflitti tra Sony e Marvel che hanno quasi messo fine
alla corsa di dell’Uomo Ragno nel MCU, l’imminente terzo episodio
(ancora senza titolo) del franchise di Spider-Man collegato al MCU
darà a Holland la possibilità di interpretare per la terza volta
(senza considerare i film “di gruppo” dell’universo condiviso in
cui è apparso) il celebre eroe dei fumetti.
Dane DeHaan ha interpretato il famigerato
Green Goblin in The Amazing Spider-Man 2 del 2014, diretto da
Marc Webb e interpretato da Andrew Garfield nei panni del simpatico
arrampicamuri. Quando è stato annunciato che Jamie Foxx avrebbe ripreso il ruolo di Electro
in Spider-Man 3, i fan hanno iniziato a speculare
sul possibile ritorno del Green Goblin di DeHaan. Green Goblin, uno
dei più noti cattivi di Spider-Man, è uno dei preferiti dai fan
grazie alla sua coinvolgente storia: si tratta, infatti, dell’alter
ego di Harry Osborn, il migliore amico di Peter Parker, che
seguendo le orme di suo padre (Norman Osborn) si trasforma in uno
dei più importanti nemici di Spidey. Anche James Franco ha interpretato il personaggio
nella trilogia di Spider-Man ad opera di Sam Raimi.
Intervistato da
RadioTimes in occasione della promozione della serie
ZeroZeroZero,Dane DeHaan ha respinto qualsiasi voce sul suo
eventuale coinvolgimento nel prossimo film di Spider-Man. Pur
ammettendo che gli sarebbe piaciuto realizzare un altro film dopo
The Amazing Spider-Man 2, ha dichiarato di essere alquanto
“confuso” in merito all’attuale traiettoria del franchise. “Non
c’è nulla di vero in quelle voci. Non so nemmeno come siano uscite
fuori”, ha spiegato l’attore. “Sicuramente, mi piacerebbe
fare di nuovo un film del genere. Mi piace fare film di supereroi o
comunque ambientati in quel tipo di mondo e sono sicuro che mi
ritroverò di nuovo a farne parte. Ma non ho assolutamente idea di
cosa stiano facendo con i film di Spider-Man oggi. Non capisco
nemmeno come sarebbe possibile un ritorno del mio
personaggio.”
Dane DeHaan ha poi ironizzato su
Twitter in merito alle voci del suo ritorno in Spider-Man 3, condividendo un post di Fandom
in cui viene appunto riportato che lo stesso ha smentito il suo
coinvolgimento nel film di Jon Watts, commentando
attraverso la didascalia: “Qualcuno potrebbe informare mia
madre, così smetterà anche lei di chiedermelo?”
Cosa sappiamo di Spider-Man 3?
Di Spider-Man
3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 –
si sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella
secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga
dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il
personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce).
Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori
dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe
catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle
precedenti…
Tom
Holland si è unito al MCU nei panni di Peter
Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave
all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film
dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due
standalone: Spider-Man:
Homecoming e Spider-Man: Far
From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato
tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di
restare nel MCU per
ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man
3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al
fianco degli altri eroi del MCU.
James Mangold, regista di Indiana
Jones 5, ha anticipato che l’attesissimo nuovo
capitolo della celebre saga potrebbe essere ambientato negli anni
’60. La trilogia originale ad opera di Steven Spielberg ha consegnato alla fama
l’avventuriero interpretato da Harrison Ford. Tuttavia, dopo l’uscita di
Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, molti
fan hanno sempre sperato in un canto del cigno migliore per il
franchise.
Indiana
Jones 5 è in cantiere da diversi anni ormai.
Inizialmente, Spielberg sarebbe dovuto tornare dietro la macchina
da presa. Tuttavia, lo scorso anno il regista ha abbandonato il
progetto e Lucasfilm ha annunciato che sarebbe stato sostituito da
James Mangold, regista di Logan –
The Wolverine. Mangold è al lavoro sul film da circa un
anno ormai, ma ad oggi non si conosce nessun dettaglio sulla storia
del nuovo capitolo. Il film dovrebbe arrivare al cinema nell’estate
2022.
Tuttavia, sembra che ora sia stato
proprio Mangold a fornire – in maniera neanche troppo velata – un
dettaglio assai curioso su Indiana Jones
5. In un recente tweet,
il regista ha svelato di essere un grande fan dei Velvet
Underground e che, in questo momento, vive con la mente negli anni
’60. La ragione? Pare che tutti i progetti a cui sta attualmente
lavorando si svolgono in quel periodo. Anche se Mangold non ha
citato espressamente Indiana Jones 5, il film è certamente fra quei
progetti menzionati dal regista: ciò dovrebbe quindi confermare che
Indiana Jones 5 sarà ambientato negli anni ’60.
La data di uscita di Indiana Jones
5
La cosa non dovrebbe sorprendere
più di tanto, dal momento che Indiana Jones e il regno del
teschio di cristallo era ambientato nel 1957. Ricordiamo che le riprese di Indiana
Jones 5dovrebbero partire in
primavera. Prima dell’ingaggio di Mangold, la sceneggiatura era
stata affidata aDavid Koepp, he ha poi lasciato il progetto insieme
a Spielberg. Prima di Koepp, ancheJonathan Kasdan (figlio dello sceneggiatore
de I predatori
dell’arca perduta,Lawrence
Kasdan) aveva messo le mani sullo script. L’uscita nelle sale del
filmè già stata
posticipata diverse volte: inizialmente previsto per il 19 Luglio
2019, il film è stato rinviato prima al 10 Luglio 2020, poi al 9
Luglio 2021 e infine al 29 Luglio 2022.
Indiana Jones è una saga cinematografica
basata sulle avventure dell’immaginario archeologo ideato
da George
Lucas. La saga, con Harrison
Ford nel ruolo di Indiana Jones, è iniziata nel
1981 con la distribuzione del film I predatori dell’arca
perduta. Un prequel intitolato Indiana
Jones e il tempio maledetto è uscito nel 1984, mentre
il sequel Indiana Jones e l’ultima crociata nel
1989. Un quarto film, Indiana Jones e il regno del teschio
di cristallo, è uscito nei cinema nel 2008. I film sono
stati tutti diretti da Steven
Spielberg.
È stata finalmente rivelata la
durata di Black Widow, l’atteso
cinecomic dei Marvel Studios che dovrebbe
arrivare nelle sale cinematografiche il prossimo 7 maggio (anche se
è altamente probabile che venga posticipato ancora una volta). Il
film esplorerà il passato di uno dei personaggi più amati del MCU,
ossia Natasha Romanoff (Scarlett
Johansson), che si riunirà con la “famiglia” che si
era lasciata alle spalle, in Russia, prima di diventare a tutti gli
effetti un membro degli Avengers.
Il film, diretto da Cate
Shorland, vedrà nel cast anche Rachel Weisz nei panni di Melina Vostokoff,
Florence
Pugh nei panni di Yelena Belova e David
Harbour nei panni di Alexei Shostakov, ossia Red
Guardian. In origine, Black Widow sarebbe
dovuto arrivare nelle sale a maggio 2020: successivamente, è stato
posticipato diverse volte a causa della pandemia di Coronavirus.
Secondo gli ultimi report in materia di uscite al cinema,
Black Widow potrebbe
essere il prossimo grande blockbuster ad essere nuovamente
posticipato, dal momento che Disney e Marvel sembrano essere
riluttanti a distribuire il film direttamente su Disney+ (come già accaduto con
Mulan,
Soul e
come accadrà prossimamente anche con Raya e
l’ultimo drago).
In attesa di capire quale sarà il
destino di Black Widow, arriva
finalmente una conferma in merito all’attesissimo cinecomic.
Disney UK,
infatti, riporta la durata effettiva del film: 133 minuti, quindi 2
ore e 13 minuti. Black Widow durerà
di più dei precedenti film da solista di Captain America, Thor,
Iron Man, Doctor Strange, Ant-Man, Captain Americal e persino di
Spider-Man:
Homecoming. Tuttavia, è significativamente più breve
rispetto ai recenti titoli del MCU: ricordiamo, infatti, che
Avengers:
Infinity War durava due ore e mezza, mentre Avengers:
Endgame più di tre ore.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson(The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Il presidente dei Marvel StudiosKevin
Feige ha dichiarato che il pitch della regista e
sceneggiatrice Chloé Zhao per Gli Eterni, è stato
il migliore che gli sia mai stato presentato. La Fase 4 del MCU
introdurrà una nuova razza cosmica sovrumana, nota appunto come gli
Eterni. Anche se la maggior parte del pubblico non ha idea di chi
siano questi personaggi, la Marvel sembra aver puntato molto sul
film, pronta a trasformarlo nel prossimo gigantesco franchise
dell’universo condiviso, come già fatto in passato con i Guardiani
della Galassia. Per alzare ulteriormente l’hype attorno al
progetto, la Casa delle Idee ha riunito un cast e una troupe di
incredibile talento.
L’ensemble de Gli Eterni, comprende
attori del calibro di Angelina
Jolie, Richard Madden,
Salma Hayek, Kit Harington, Kumail
Nanjiani e molti altri. Anche se i Marvel Studios non
hanno ancora mostrato nulla del film (fatta eccezione per alcuni
concept art ufficiali), una delle ragioni per cui il film suscita
così interesse è sicuramente il coinvolgimento di Chloé
Zhao alla regia, regista attiva soprattutto all’interno
del circuito americano indipendente, salita alla ribalta
internazionale grazie a The Rider del 2017 e tra le
protagoniste indiscusse dell’attuale stagione dei premi grazie al
suo ultimo lavoro, Nomadland,
già vincitore del Leone d’Oro all’ultima Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica di Venezia.
In un lungo articolo che
Rolling Stone ha dedicato proprio a Chloé
Zhao, viene riportato proprio una dichiarazione di
Kevin Feige, il boss dei Marvel Studios, a
proposito del lavoro della regista all’interno del MCU. Feige ha
elogiato la capacità di Zhao di creare piccoli film dal taglio
assolutamente unico e personale, e di pensare che, in “termini
giganteschi”, possano adattarsi anche a ciò che fa la Marvel. Feige
ha anche rivelato che il pitch presentato dalla regista allo studio
era davvero incredibile. La fonte riporta che il produttore ha
definito “il pitch di Zhao per il film il migliore che gli sia
mai stato proposto” e che il film sarà “una storia davvero
grande, travolgente, che si espande attraverso molti
anni.”
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
Sono molti i film in cui l’essere
umano è costretto a misurarsi con le dure condizioni imposte dalla
natura. Si tratta di una sfida quantomai impari, più volte
raccontata in titoli come Jungle, All Is Loste127 ore. Una
delle opere più brillanti a riguardo è però
Arctic, film scritto e diretto nel 2018
da Joe Penna. Contrariamente ai titoli citati,
questo non si svolge in una giungla, in mare aperto o nel deserto,
bensì nelle fredde terre di ghiaccio del circolo polare artico. Un
luogo che porta il protagonista a vivere sul confine tra la vita e
la morte, obbligandolo a misurarsi con una serie di scelte che
richiedono un enorme coraggio per essere prese.
Girato nelle fredde terre
dell’Islanda in soli 19 giorni, con una troupe ridotta e quasi un
unico attore presente in scena, il film è in seguito stato
presentato con successo al Festival di Cannes. Originariamente,
però, Penna aveva immaginato di ambientare il tutto su un
territorio ancor più estremo: il pianeta marte. La realizzazione
del film The Martian lo ha però
spinto a riconsiderare tale idea, spostandosi altrove. Il risultato
non è stato da meno, anzi. Arctic è infatti stato definito
come uno dei più grandi film di tensione di questo tipo,
dimostrando che per intrattenere non è necessario affidarsi al
dialogo.
Si tratta dunque di un film
estremo, che richiede allo spettatore una certa dose di pazienza e
predisposizione ad essere portato in territorio nuovi. Se si
accetta ciò, Arctic garantisce un’esperienza unica, che ci
ricorda una volta di più del potenziale che il cinema da sempre
vanta. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Arctic: la trama del film
Protagonista della vicenda è l’uomo
noto come Overgård, del quale non vengono forniti
dettagli su chi sia o come sia arrivato dove si trovi. Egli è
infatti bloccato nel circolo polare artico, in attesa di soccorsi
che potrebbero non arrivare mai. Nel frattempo, la sua routine
quotidiana consiste nel controllare le lenze da pesca, mappare
l’ambiente circostante e far funzionare un segnale di soccorso
alimentato da una dinamo a manovella. Il più delle volte è inoltre
costretto a doversi confrontare con la durezza dell’ambiente
circostante, in particolare proteggendosi dagli attacchi di orsi
polari in cerca di cibo.
La sua sorte sembra cambiare nel
momento in cui un elicottero riceve la sua richiesta di soccorso.
Nell’atterraggio, però, il velivolo si schianta uccidendo il pilota
e ferendo gravemente l’altra passeggera. Overgård si prende cura di
questa portandola nel suo rifugio, cercando di medicarle la ferita.
Il fatto di parlare lingue diverse, inoltre, non aiuta a risolvere
la situazione. Entrato in possesso di una mappa, questa rivela
all’uomo la presenza di un altro rifugio non molto distante.
Arrivare lì e cercare ulteriore soccorso sarà dunque la sola
possibilità per entrambi di avere salva la vita. Per riuscirci,
però, dovranno affrontare numerosi pericoli lungo il percorso.
Arctic: il cast del film
A dar volto al silenzioso
protagonista maschile del film, H. Overgård, è l’attore danese
Mads Mikkelsen. Celebre
per aver recitato nella serie Hannibal, e recentemente
visto in Another Round, questi
ha definito Arctic come il film più difficile della sua
carriera. L’attore si è infatti trovato a dover dar vita ad un
personaggio dal passato ignoto, che gli ha pertanto richiesto di
dar sfogo alla sua immaginazione per darvi vita e poter da questa
base costruirne il carattere. A metterlo ulteriormente in
difficoltà, però, sono state ovviamente le difficili condizioni
climatiche dei luoghi scelte per le riprese. Mikkelsen si è infatti
trovato in più occasioni a dover sopportare temperature ben al di
sotto lo zero.
In aggiunta a ciò, ha realmente
dovuto far pratica con le varie attività compiute dal personaggio.
Non utilizzando controfigure, questi ha perciò dovuto risultare
convincente nelle prove di sopravvivenza che lo vedevano coinvolto.
Accanto a lui, nel ruolo della ragazza ferita, vi è l’attrice
Maria Thelma
Smáradóttir. Allo stesso
modo, anche questa ha dovuto cimentarsi con le difficili prove di
resistenza richieste per il film. I due attori, pressoché gli unici
a comparire nel film, si sono dovuti inoltre misurarsi con la
presenza sul set di un vero orso polare. Il regista realizzò
infatti che, dato lo scarso budget, sarebbe stato più semplice
utilizzare un vero orso piuttosto che ricrearne uno tramite
CGI.
Arctic: il trailer e dove vedere
il film in streaming e in TV
È possibile fruire
di Arctic grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google
Play, Infinity e Amazon Prime Video. Per vederlo,
una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare
il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà
così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 26 gennaio alle ore 21:20
sul canale Rai 4.
Jane Fonda riceverà il Cecil B.
DeMille Award, il premio alla carriera, ai Golden Globes
di quest’anno.
Il premio riconosce l’illustre
carriera di Fonda nel cinema, che l’ha vista in cima al botteghino
e ha consolidato il suo nome nella storia della settima arte
recitando in classici come Una squillo per l’ispettore
Klute, Sindrome Cinese e Dalle 9
alle 5… orario continuato.
Più recentemente, Fonda è apparsa
nelle serie Netflix Grace & Frankie, in
Book Club – Tutto può succedere e Youth –
La Giovinezza. I suoi altri film includono A piedi nudi nel parco, Il cavaliere
elettrico, Tornando a casa e
Giulia. Uno dei suoi più grandi successi
commerciali fu l’uscita nel 1982 del suo primo video di esercizi,
“Jane Fonda’s Workout”, che vendette 17 milioni di copie e generò
diversi follow-up.
Fonda è stata altrettanto famosa per
le sue posizioni politiche: protestare contro la guerra del
Vietnam, fare campagne per i diritti civili e sostenere cause
femministe. Attualmente, Fonda guida i venerdì delle esercitazioni
antincendio come parte di un movimento nazionale per aumentare la
consapevolezza sulla crisi climatica.
Il Cecil B. DeMille Award è il più
alto riconoscimento conferito dalla Hollywood Foreign Press
Association, l’organizzazione dietro i Globes. Trai vincitori dei
passati anni ci sono Robert De Niro, Sophia Loren, Sean
Connery, Oprah Winfrey, Martin Scorsese, Jodie Foster, Steven
Spielberg e Meryl Streep. Il vincitore
dello scorso anno è stato Tom Hanks.
“La Hollywood Foreign Press
Association è molto orgogliosa di conferire il Cecil B. DeMille
Award 2021 a Jane Fonda”, ha dichiarato in una dichiarazione
il presidente dell’HFPA Ali Sar. “Per più di
cinque decenni, l’ampiezza del lavoro di Jane è stato ancorato al
suo implacabile attivismo, utilizzando la sua piattaforma per
affrontare alcune delle più importanti questioni sociali del nostro
tempo. Il suo innegabile talento le ha fatto guadagnare il più alto
livello di riconoscimento e, sebbene la sua vita professionale
abbia preso molte svolte, il suo impegno incrollabile nell’evocare
il cambiamento è rimasto. Siamo onorati di celebrare i suoi
successi ai Golden Globe Awards 2021”.
Jane Fonda ha vinto sette Golden
Globes ed è stata candidata 15 volte. La trasmissione
televisiva della cerimonia dei Golden Globes andrà
in onda il 28 febbraio. La cerimonia di quest’anno sarà
probabilmente molto diversa rispetto alle passate edizioni a causa
della pandemia in corso.
Dopo il successo
planetario della serie animata di Iginio Straffi,
Winx Club, Netflix ha realizzato, in
collaborazione con Rainbow, Fate: The Winx Saga, produzione statunitense
che parte proprio dalla creatura di Straffi e ne racconta di nuovo
la storia, traducendola per un pubblico leggermente più adulto e
modernizzandone tempi e situazioni.
Nascosta in un mistico
mondo parallelo, la scuola di Alfea addestra le fate nelle arti
magiche da migliaia di anni. Bloom, studentessa della scuola, è una
fata diversa dalle altre: la ragazza è infatti cresciuta nel mondo
degli esseri umani, e, nonostante abbia un animo gentile, dentro di
sé nasconde un forte potere magico in grado di distruggere entrambi
i mondi. Per gestirlo, Bloom deve controllare le proprie emozioni,
ma la cosa si potrebbe rivelare complicata dovendo anche fare i
conti con le questioni adolescenziali. Con lei ci sono la brillante
Aisha, l’estroversa Terra, Musa, una fata delle emozioni, e Stella,
vera e propria principessa delle fate e particolarmente ostile,
all’inizio, alla nuova arrivata.
Fate: The Winx Saga – fate, sì, ma nel mondo
reale
Fate: The Winx
Saga è il primo ciclo di episodi di uno show che, a
giudicare dal successo che sta avendo sulla piattaforma, sarà
rinnovato per continuare a raccontare una vicenda che riesce a
mescolare tanti linguaggi e che si è chiusa, alla fine del sesto e
ultimo episodio, con un colpo di scena che non ha proprio niente a
che vedere con le serie colorata e rassicurante per bambini, che
guardavamo sui canali Rai qualche anno fa.
La prima caratteristica
dello show che balza agli occhi, soprattutto a quelli di chi ha
visto e amato la serie animata e i successivi film, è che
l’ideatore Brian Young si è reso conto che, parlando di
adolescenti, era necessario che i protagonisti fossero
rappresentati come veri quindicenni e sedicenni, e così è stato.
Gli studenti di Alfea, fate e specialisti, hanno a che fare con
sesso, droghe, bullismo, conflitti, piccole vendette, e tutto
rappresentato a dimensione di adolescente, diretto e ingenuo,
assolutamente efficace e realistico. E non c’è compiacimento “a là
Lolita” che invece si trova in abbondante quantità nella serie
dedicata alla streghetta Sabrina. Gli adolescenti che frequentano
Alfea sono preda di se stessi, spaventati dalla trasformazione dei
loro corpi e delle loro pulsioni, ma sempre pronti ad affrontare
con coraggio e spregiudicatezza l’ignoto.
Una
storia di formazione magica… e non solo
Queste giovani fate sono
coraggiose e sconsiderate e sono tutte alla cerca di un proprio
posto, di una propria dimensione e tutte vogliono raggiungere
l’armonia con i propri poteri, che poi altro non rappresenta che un
momento fondamentale per la crescita di persone ordinarie.
Fate: The Winx Saga è quindi un efficace racconto
di formazione che accompagna le protagoniste (ma anche i giovani
protagonisti) attraverso i turbamenti, fisici e psicologici, che li
porteranno ad entrare nell’età adulta.
Lo stesso realismo viene
applicato in maniera coerente e precisa alla messa in scena:
storia, ambientazione, i poteri delle protagoniste, la
rappresentazione dei cattivi, il tono che senza paura vira su
sfumature orrorifiche e gore. Il tono della serie riesce ad essere
allegro, spensierato, come una feste tra adolescenti, ma allo
stesso tempo è anche oscuro e molto serio, quando in campo scendono
non solo forze magiche maligne, ma anche un passato oscuro, colpe e
peccati per i quali si deve scontare una pena nel presente, e
legami antichi e misteriosi.
Tra dialoghi brillanti e
momenti ottimamente scritti, Fate: The Winx Saga si presenta come
un prodotto molto più che dignitoso, soprattutto nella scansione in
episodi. Le sei puntate che compongono la prima stagione, sono dei
mini racconti, mostrano una unità narrativa che riesce in ogni
momento, anche nell’episodio finale, ad offrire un gancio per
l’episodio (o la stagione) successiva, una scena in sospeso, una
rivelazione.
Ecco le nuove Winx
Il cast è guidato da
Abigail Cowen, già vista in
Sabrina e in Stranger Things, e
che adesso, sempre su Netflix, trova il suo spazio come
protagonista, dotata di una bellezza non convenzionale di carisma,
è lei la rossa protagonista, potentissima fata del fuoco. Al suo
fianco ci sono le altre quattro Winx: Stella, interpretata da
Hannah van Der Westhuysen, fata della luce e la
principessa ereditaria di Solaria, bella e alla moda, molto snob,
ma anche molto fragile, come si scoprirà; Musa, Elisha
Applebaum, è una fata della mente, empatica ma introversa,
riesce a percepire le emozioni e gli stati d’animo degli altri e
questo la rende particolarmente schiva, perché non vuole soffrire
attraverso gli altri, ma imparerà a sfruttare il suo potere; Terra,
Eliot Salt, corpulenta e socievole, che nasconde
una grande insicurezza ma anche una profonda consapevolezza del suo
potere (è una fata della terra) che usa diventando anche letale,
riuscirà a trovare il suo spazio nel gruppo di amiche e si rivelerà
fondamentale; Aisha, Precious Mustapha, è una fata
dell’acqua, è diligente e ambiziosa, non mente mai e questo le
causerà qualche problema con le amiche, tuttavia imparerà a
scegliere con il cuore e anche lei sarà un membro fondamentale del
Winx Club.
Intorno a loro un gruppo di amici, nemici e personaggi
ambigui che danno grande dinamicità e colore alla storia, dagli
specialisti Sky e River, al personale della scuola, fino alla
infida Beatrix (Sadie Soverall), una strega
dell’aria molto giovane ma già molto potente.
Per quello che riguarda
gli effetti visivi che ovviamente hanno un ruolo importante nella
storia, data la natura magica delle abilità delle protagoniste,
sono usati con parsimonia, molto discretamente, e con un risultato
finale che rimane sempre credibile anche nei momenti di maggiore
esposizione, come nel finale a sorpresa con Bloom al centro della
scena.
Fate: The Winx
Club è inoltre una storia molto inclusiva, sia da un punto
di vista etnico e dell’orientamento sessuale, che da quello
tematico e soprattutto di genere, che abbraccia il teen drama, il
fantasy puro, ma anche l’azione e l’avventura. È un felice
miscuglio di diversi toni che si fa anche, alla fine, inno
all’amicizia, che appare come l’unico strumento che gli adolescenti
possiedono per sopravvivere alle difficoltà, che siano esse la
scuola, dei mostri terrificanti, il controllo delle proprie abilità
magiche o delle scorribande illecite che finiscono male.
La Retrospettiva della
74esima edizione del Locarno Film Festival (4-14 agosto), voluta
dal nuovo direttore artistico Giona A. Nazzaro e curata da Roberto
Turigliatto, sarà dedicata al regista Alberto Lattuada. Figura
centrale, eppure spesso sottovalutata, ha attraversato nel corso
della sua ricca e affascinante carriera oltre 40 anni di storia del
cinema italiano, dall’esordio nel 1943 con Giacomo
l’idealista, fino a Una spina nel cuore (1986).
Nel primo dopoguerra, inoltre, il “formalista” Lattuada è riuscito
a inserirsi nel cinema neorealista conservando però le radici colte
e raffinate della sua formazione, coniugandole con il gusto per i
generi e le narrazioni popolari.
Dopo le Retrospettive storiche
dedicate in passato alla Lux e alla Titanus, il Locarno
Film Festival torna dunque a esplorare la storia del
cinema italiano, attraverso Alberto Lattuada,
un regista che proprio in quelle due case di produzione ha lavorato
nella prima parte della sua carriera. Grazie alla presentazione
della sua filmografia completa (con molte opere ancora poco
esplorate anche dagli addetti ai lavori) si proverà a fare nuova
luce su un autore a tutt’oggi poco conosciuto, soprattutto fuori
dall’Italia, apparso spesso eccentrico e inclassificabile, e invece
artefice di un cinema di estrema modernità, colto e popolare al
tempo stesso. Intellettuale, architetto, critico e fotografo negli
anni della formazione, Lattuada è rimasto fedele al modernismo che
caratterizzava il vivace contesto culturale milanese, restando
sempre un osservatore lucido e anticipatore delle grandi
trasformazioni collettive del secondo Novecento. Grande regista, ha
lavorato con diversi degli attori italiani e internazionali più
importanti del periodo ed è stato anche scopritore di molti
interpreti talentuosi – in particolare, attrici come Jacqueline
Sassard, Catherine Spaak, Nastassja Kinski e Clio Goldsmith.
“Nulla è in grado di rivelare
come il cinematografo i fondamenti di una nazione”: così
Alberto Lattuada definiva ciò che per lui era la settima arte nel
1945 quando, con altri registi contribuiva a fare della sala
cinematografica un luogo di partecipazione civile, politica e
morale. La passione per il cinema era nata durante gli anni di
studio, grazie alle collaborazioni in qualità di cinefilo e critico
e all’organizzazione di rassegne cinematografiche. Esperienze che
lo porteranno presto tra i promotori della raccolta di film che
diventerà nel dopoguerra la Cineteca Italiana di Milano e a
lavorare con autori come Soldati e Poggioli. Dopo l’esordio alla
regia nel 1943 con Giacomo l’idealista,
in Il bandito (1946) Lattuada ha dimostrato in
un primo tempo un’adesione al neorealismo del tutto personale,
aperta alle contaminazioni e alle influenze del cinema di genere
hollywoodiano, con una particolare predilezione per il poliziesco e
il mélo, come testimonia il successivo Senza
pietà (1948). Allo stesso tempo, anche nelle molte opere
di matrice letteraria come Il mulino del
Po (1949), Lattuada ha saputo imprimere quell’attenzione
all’individuo e alle sue connotazioni sociali che trascende dalla
sensibilità neorealista. Negli anni Cinquanta, dopo la co-regia
di Luci del varietà (1950) con Federico Fellini,
il suo sguardo si è fatto più disincantato e attento all’umanità
umiliata dalle dinamiche economiche di quegli stessi anni,
tratteggiata con precisione in Il
cappotto (1952), La spiaggia (1954)
e Mafioso (1962). Allo stesso tempo, tuttavia,
si è anche aperto al vitalismo e alla sensualità come scoperta di
sé che caratterizza le protagoniste
di Anna (1951), Guendalina (1957)
e Dolci inganni (1960). La capacità di
rinnovarsi con costante freschezza creativa ha portato Lattuada a
mettere in scena altri adattamenti letterari, a solcare i territori
della satira di costume, del giallo, del film di guerra, fino agli
sceneggiati e ai film per la TV, come Cristoforo
Colombo(1985) e l’ultimo lavoro, Mano
rubata (1989).
Verso Lattuada e
Locarno74
Per accompagnare il pubblico di
Locarno verso la Retrospettiva, nel corso dei prossimi mesi sui
canali ufficiali del Festival verranno pubblicate delle video
pillole realizzate con alcuni degli studiosi e delle personalità
del cinema italiano e internazionale che maggiormente si sono
confrontati con Lattuada e la sua opera, andando così a comporre
una collezione di spunti e punti di vista che apriranno il
dibattito dal vivo che si svilupperà ad agosto. “Verso
Lattuada”, questo il titolo dell’iniziativa, verrà
inaugurata nel mese di febbraio con le riflessioni dei critici
cinematografici italiani Paolo Mereghetti e Maurizio Porro,
protagonisti delle prime due video pillole.
La Retrospettiva è organizzata dal
Locarno Film Festival in collaborazione con la Cinémathèque suisse,
la Cineteca Nazionale – Fondazione Centro Sperimentale di
Cinematografia, la Fondazione Cineteca di Bologna, la Fondazione
Cineteca Italiana e l’Istituto Luce-Cinecittà. Il progetto vede
inoltre coinvolte prestigiose istituzioni svizzere e internazionali
che assicureranno una circuitazione che farà viaggiare la
Retrospettiva fino al 2022. Fra le istituzioni già confermate:
Cinémathèque suisse; Cineteca Madrid; EYE Filmmuseum Amsterdam;
Filmpodium Zürich; I Mille Occhi a Trieste; Les Cinémas du Grütli a
Ginevra; Museo Nazionale del Cinema a Torino; National Gallery of
Art a Washington.
La 74esima edizione del Locarno
Festival si terrà dal 4 al 14 agosto 2021. Il team
del Festival sta lavorando, nel pieno e rigoroso rispetto delle
norme sanitarie, nell’ottica di realizzare un’edizione completa
della manifestazione. Qualora le stesse norme lo imponessero, il
Festival si riserva la possibilità di apportare delle modifiche
organizzative, che verranno comunicate a tempo debito ai media e al
pubblico.
Sono state annunciate le nomination
agli Independent Spirit Award 2021, la cui
cerimonia di premiazione si svolgerà quest’anno il 22 Aprile
prossimo. Ecco di seguito tutta la lista dei nominati:
Best Feature
“First Cow”
“Ma Rainey’s Black Bottom”
“Minari”
“Never Rarely Sometimes Always”
“Nomadland”
Best Director
Lee Isaac Chung (“Minari”)
Emerald Fennell (“Promising Young Woman”)
Eliza Hittman (“Never Rarely Sometimes Always”)
Kelly Reichardt (“First Cow”)
Chloé Zhao (“Nomadland”)
Best First Feature
“I Carry You With Me”
“The 40-Year-Old Version”
“The Sound of Metal”
“Miss Juneteenth”
“Nine Days”
Best Female Lead
Nicole Beharie (“Miss Juneteenth”)
Viola Davis (“Ma Rainey’s Black Bottom”)
Sidney Flanigan (“Never Rarely Sometimes Always”)
Julia Garner (“The Assistant”)
Frances McDormand (“Nomadland”)
Carey Mulligan (“Promising Young Woman”)
Best Male Lead
Riz Ahmed (“The Sound of Metal”)
Chadwick Boseman (“Ma Rainey’s Black Bottom”)
Rob Morgan (“Bull”) Steven Yeun (“Minari”)
Adarsh Gourav (“The White Tiger”)
Best Supporting Female
Alexis Chikaeze (“Miss Juneteenth”)
Yeri Han (“Minari”)
Valerie Mahaffey (“French Exit”)
Talia Ryder (“Never Rarely Sometimes Always”)
Yuh-jung Youn (“Minari”)
Best Supporting Male
Colman Domingo (“Ma Rainey’s Black Bottom”)
Orion Lee (“First Cow”)
Paul Raci (“Sound of Metal”)
Glynn Turman (“Ma Rainey’s Black Bottom”)
Benedict Wong (“Nine Days”)
Best Screenplay
“Bad Education”
“Minari”
“The Half of It”
“Never Rarely Sometimes Always”
“Promising Young Woman”
Best First Screenplay
Kitty Green (“The Assistant”)
Noah Hutton (“Lapsis”)
Channing Godfrey Peoples (“Miss Juneteenth”)
Andy Siara (“Palm Springs”)
James Sweeney (“Straight Up”)
Best Cinematography
Jay Keitel (“She Dies Tomorrow”)
Shabier Kirchner (“Bull”)
Michael Latham (“The Assistant”)
Hélène Louvart (“Never Rarely Sometimes Always”)
Joshua James Richards (“Nomadland”)
Best Editing
“I Carry You With Me”
“The Invisible Man”
“Residue”
“Never Rarely Sometimes Always”
“Nomadland”
John Cassavetes Award
“The Killing of Two Lovers”
“La Leyenda Negra”
“Lingua Franca”
“Residue”
“Saint Frances”
Robert Altman Award
“One Night in Miami”
Best Documentary
“Collective”
“Crip Camp”
“Dick Johnson Is Dead”
“Time”
“The Mole Agent”
Best International Film
“Bacurau”
“The Disciple”
“Night of the Kings”
“Preparations to be Together for an Unknown Period of Time”
“Quo Vadis, Aida?”
Piaget Producers Award
Kara Durrett
Lucas Joaquin
Gerry Kim
Someone to Watch Award
David Midell (“The Killing of Kenneth Chamberlain”)
Ekwa Msangi “( Farewell Amor”)
Annie Silverstein (“Bull”)
Truer Than Fiction Award
Cecilia Aldarondo (“Landfall”)
Elegance Bratton (“Pier Kids”)
Best New Non-Scripted or Documentary Series
“Atlanta’s Missing and Murdered: The Lost Children”
“City So Real”
“Immigration Nation”
“Love Fraud”
“We’re Here”
Best Scripted Series
“I May Destroy You”
“Little America”
“Small Axe”
“A Teacher”
“Unorthodox”
Best Female Performance in a Scripted
Series
Elle Fanning (“The Great”)
Shira Haas (“Unorthodox”)
Abby McEnany (“Work in Progress”)
Maitreyi Ramakrishnan (“Never Have I Ever”)
Jordan Kristine Seamón (“We Are Who We Are”)
Best Male Performance in a Scripted Series
Conphidance (“Little America”)
Adam Ali (“Little America”)
Nicco Annan (“P-Valley”)
Amit Rahav (“Unorthodox”)
Harold Torre (“Zero, Zero, Zero”)
Best Ensemble Cast in a New Scripted Series
“I May Destroy You”
In una recente intervista con
ComicBook in occasione della promozione della seconda stagione
di Jurassic World: Nuova Avventure, la serie animata
disponibile su Netflix, Colin Trevorrow ha parlato
dell’esperienza sul set dell’attesissimo Jurassic
World: Dominion, sicuramente cambiata in maniera
radicale in seguito allo scoppio della pandemia di Covid-19.
Trevorrow ha iniziato definendola
“diversa da qualsiasi esperienza che io abbia mai vissuto e
probabilmente mai vivrò”, affermando che tutto è dipeso dal
fatto che i membri del cast e della troupe si sono ritrovati a
lavorare a distanza ravvicinata per la maggior parte delle riprese.
Tuttavia, come sottolineato dal regista, ciò ha permesso agli
attori di scavare ancora più a fondo nei loro personaggi.
“Ho vissuto con il mio cast per
quattro mesi mentre giravamo questo film e ci siamo conosciuti
tutti molto, molto bene. Siamo stati in grado di approfondire il
film e lavorare su ciascuno di questi personaggi in un modo che non
avrei mai avuto l’opportunità di fare. Quel tipo di immersione
costante non è proprio il modo in cui sono fatti i film, dove le
persone vivono tutte in luoghi separati e poi le vedi direttamente
sul set”, ha spiegato Trevorrow.
“È un film ricco di emozioni e
anche di tematiche. Ha molte cose all’interno della sua struttura
narrativa, e tutti noi abbiamo in qualche modo contribuito. Penso
che questo film capisca ognuno di questi personaggi meglio di
quanto abbiamo mai fatto, perché ognuno di questi attori li
interpreta da così tanto tempo che sono l’autorità suprema sul
proprio personaggio.”
Poi ha aggiunto: “In un modo
molto simile a quello che ho fatto in Safety Not Guaranteed, ho
davvero dato a tutti gli attori l’opportunità – attraverso diversi
livelli – di scrivere, di scavare e trovare la verità in ciascuno
di questi personaggi. E il prodotto finale è qualcosa che non avrei
mai potuto fare da solo. È davvero un film speciale.”
Jurassic
World: Dominion vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff
Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Settimana dopo settimana,
WandaVision si avvicina sempre più alla rivelazione
dell’esistenza della versione dello SWORD del MCU. Nei fumetti, si tratta di una divisione
dello SHIELD che ha il compito di proteggere la Terra dalle minacce
intergalattiche. Sembra che la versione dell’organizzazione che
vedremo nel MCU possa essere basata su tutto
ciò che viene considerato “anormale” o “disumano”.
La serie ha già mostrato che alcuni
membri del MCU si sono uniti al gruppo. Jimmy Woo, Monica Rambeau e
Darcy Lewis sono stati tutti presenti nel materiale promozionale
collegato allo SWORD. Sebbene ci siano molti agenti dei fumetti che
devono ancora essere utilizzati sul grande schermo, al tempo stesso
ci sono anche molti eroi del MCU che potrebbero tranquillamente
essere dei membri dell’organizzazione, come sottolineato da
Screen Rant:
1Carol Danvers
Nick Fury probabilmente avrebbe dovuto
contattare Captain Marvel innumerevoli volte nel corso degli anni.
Lo SWORD potrebbe essere l’occasione che stava cercando per
riportarla sulla Terra, un’organizzazione che – tra l’altro – vede
coinvolta anche la sua amica di lunga data Monica
Rambeau.
laSarebbe abbastanza facile immaginare l’ex
pilota militare Carol Danvers collegarsi a un altro progetto
governativo che cerca di proteggere la Terra dalle minacce che di
solito affronta da sola.
Richard Kelly, lo
sceneggiatore e regista di Donnie Darko , ha anticipato in maniera
alquanto velata un possibile sequel del film. Considerato in
origine un fallimento al botteghino, il thriller psicologico di
fantascienza uscito nel 2001 è diventato da allora un vero e
proprio cult.
Donnie Darko è incentrato su un adolescente di
nome Donnie, interpretato da un giovanissimo Jake Gyllenhaal, che è ossessionato dalle
visioni di un coniglio demoniaco di nome Frank che lo avverte circa
un imminente giorno del giudizio. Frank guida Donnie a commettere
vari crimini, mentre uno psichiatra gli diagnostica una
schizofrenia paranoica. Mentre i crimini di Donnie si
intensificano, le previsioni di Frank sembrano avverarsi, anche se
il film è noto per la sua complessa narrativa e il suo finale
decisamente ambiguo.
In una recente intervista con
ComingSoon.net, Richard Kelly ha parlato di un
possibile sequiel di Donnie Darko. Il regista e sceneggiatore ha
fatto riferimento allo sviluppo di un’altra storia ambientata nello
stesso universo, il che significa che il nuovo eventuale film
potrebbe parlare di una storia completamente diversa, piuttosto che
essere un riavvio o un prosieguo con lo stesso personaggio. Kelly
non ha potuto condividere molto dettagli in merito, ma ha lasciato
comunque intendere che qualcosa bolle in pentola.
“Beh, probabilmente non mi è
permesso dire molto. Tutto quello che posso dire è che è completata
un’enorme quantità di lavoro. Spero che potremmo esplorare
nuovamente quel mondo in un modo ancora più grande ed emozionante.
Ma vedremo cosa succederà. Ma è stato fatto molto lavoro. È stato
fatto davvero molto lavoro.”
I 20 anni di Donnie Darko
Di recente, Jake Gyllenhaal ha celebrato
il ventesimo anniversario di Donnie
Darko condividendo le foto della sceneggiatura
originale e di altri fantastici reperti. Ad oggi, esistono dei veri
e propri devoti di Donnie
Darko, che oltre ad aver reso celebri alcune
citazioni presenti all’interno del film, si sono divertiti anche a
condividere le loro strambe teorie sul vero significato della
pellicola.
Sembra sia trascorsa davvero
un’eternità da quando Tom Holland ha ottenuto il ruolo di
Spider-Man nel MCU. Sicuramente, l’attore e la sua iterazione
dell’iconico arrampicamuri hanno avuto un impatto notevole
sull’universo condiviso, fin dalla prima entusiasmante apparizione
in
Captain America: Civil War.
Sappiamo che per ottenere la parte,
Holland ha sostenuto un provino insieme a Robert Downey Jr. e ora, in occasione del
recente format “Actors on Actors” di
Variety, il giovane attore ha ricordato com’è stato
quell’esperienza. “Eravamo io e altri sei ragazzini. C’era
anche Robert Downey Jr. e ognuno di noi ha provato con lui. È stata
una cosa pazzesca”, ha spiegato Holland.
“È stato il miglior provino che
abbia mai fatto. Io e Robert eravamo davvero in sintonia. I miei
agenti mi avevano detto che alla Marvel vogliono che tu impari le
battute a memoria… non amano l’improvvisazione. E poi, al primo
ciak, Robert aveva semplicemente cambiato tutta la scena. Così
abbiamo iniziato a improvvisare e, nonostante mi sentissi un
coglione, poi ho chiamato mia madre e le ho detto che credevo di
aver ottenuto la parte.”
Nel corso della medesima
intervista, Tom Holland ha anche spiegato che, dopo aver
finito di lavorare a Civil
War, ha avuto la sensazione che avrebbe perso la
possibilità di continuare a recitare nel MCU. Naturalmente, c’è un
motivo ben preciso per cui si sono scatenati questi pensieri nella
mente di Holland:
“Dal momento delle riprese di
Captain America: Civil War fino a Spider-Man: Homecoming, ero
convinto che mi avrebbero licenziato. Non so perché. Civil War non
era ancora uscito e non avevo sentito niente da nessuno. Non riesco
davvero a spiegarlo. Era orribile, ma non lo fecero – ovviamente. È
stato pazzesco, amico. Ho amato ogni minuto di
quell’esperienza.”
Tom Holland sarà ancora Peter
Parker in Spider-Man 3
Di Spider-Man
3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 –
si sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella
secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga
dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il
personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce).
Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori
dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe
catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle
precedenti…
Tom
Holland si è unito al MCU nei panni di Peter
Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave
all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film
dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due
standalone: Spider-Man:
Homecoming e Spider-Man: Far
From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato
tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di
restare nel MCU per
ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man
3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al
fianco degli altri eroi del MCU.
Secondo quanto riportato da
Deadline, Misha Green è stata ingaggiata per
scrivere e dirigere Tomb Raider 2, attesissimo
sequel del film del 2018
con protagonista il premio Oscar Alicia Vikander nei panni di Lara Croft, la
celebre esploratrice al centro delle avventure della serie di
videogiochi nata nel lontano 1996.
Misha Green è nota
per aver ideato la serie
Lovecraft Country – La terra dei demoni, basata
sull’omonimo romanzo di Matt Ruff e prodotta
da J.J. Abrams e Jordan Peele. La
serie, che annovera nel cast anche Jurnee Smollett(Birds
of Prey), ha debuttato ad agosto dello scorso anno su
HBO negli Stati Uniti e ad ottobre su Sky Atlantic e NOW TV in
Italia.
Tomb Raider 2
rappresenterà il debutto di Green alla regia di un lungometraggio.
La regista e sceneggiatrice ha confermato il suo coinvolgimento nel
progetto attraverso il suo profilo
Twitter ufficiale. Green andrà così a sostituire Ben
Wheatley, regista di High-Rise, Free Fire e del
più recente Rebecca, che sarà invece impegnato con la regia del
sequel di Shark – Il primo squalo con Jason Statham.
Lo scorso ottobre la MGM aveva
ufficialmente rimosso Tomb Raider 2 dal proprio
calendario delle uscite, lasciando presagire che il sequel era
forse stato accantonato. Considerato l’annuncio del coinvolgimento
di Misha Green, ad oggi sembra che il progetto sia
ufficialmente tornato in sviluppo e che un data di uscita ufficiale
verrà annunciata a breve.
Di cosa parlerà il sequel di Tomb
Raider?
In merito alla trama del sequel, ad
oggi sappiamo davvero poco riguardo la direzione delle prossime
avventure di Lara Croft al cinema. Vi ricordiamo che il film
del 2018 si era chiuso con un cliffhanger, quindi aspettiamoci il
ritorno della protagonista contro l’oscura organizzazione Trinity
che si è infiltrata nella Croft Holdings, l’azienda di famiglia
lasciatole in eredità dal padre.
La candidata all’Oscar Keira Knightley ha dichiarato che non reciterà
più in scene di nudo in nessuno dei suoi film, clausola che – a
quanto pare – è stata inserita nei suoi contratti a partire già dal
2015. Avendo interpretato una verità di ruoli (alcuni anche molto
acclamati) nel corso della sua carriera, è probabile che
l’esperienza della maternità o anche del #MeToo abbiano modificato
la percezione che l’attrice ha di sé stessa e di cosa è
accettabile, per lei, sul grande schermo.
Sebbene Hollywood abbia ancora molta
strada da fare in termini di uguaglianza e di inclusività, negli
ultimi anni sono stati comunque apportati molti cambiamenti,
certamente in positivo. L’impatto del movimento #MeToo è stato
molto importante e ha sicuramente accesso una nuova luce sul modo
in cui le donne vengono trattate sia dentro che fuori dalle
produzioni cinematografiche; tutto questo, a sua volta, ha
contribuito a garantire che sentimenti come la sensibilità e il
rispetto siano componenti essenziali all’interno dell’industria
dell’intrattenimento.
Non c’è dubbio che Hollywood stia
cambiando, e anche se alcuni potrebbero pensare che le cose non
stiano accadendo in maniera rapida, le differenze tra come stanno
le cose attualmente e come erano anche solo cinque anni fa sono
davvero sostanziali. La condanna e l’incarcerazione del magnate del
cinema
Harvey Weinstein è stata a tutti gli effetti un monito, un
avvertimento per tutti coloro che potrebbero abusare del loro
potere e della loro posizione privilegiata. Ad oggi, la vita
post-Weinstein offre sicuramente uno scenario aperto al
cambiamento.
Keira Knightley: “Oggi,
preferisco non trovarmi nuda di fronte ad un gruppo di
uomini.”
Essendo una delle attrici più famose
di Hollywood, Keira Knightley non è estranea ad assumere
ruoli impegnativi. Ma quando si tratta di nudità sullo schermo, la
celebre star non sembra essere più interessata alla cosa. Come
riportato da BBC,
Knightley ha rivelato di recente che non girerà mai più scene di
nudo con un regista maschio. La scelta è probabilmente parte di una
clausola in vigore nei suoi contratti dal 2015, da quando cioè
l’attrice è diventata madre. Nello specifico, ecco cosa ha
dichiarato Knightley al riguardo:
“In parte è vanità, in parte si
tratta dello sguardo maschile. Mi sento molto a disagio ora.Non voglio prendere parte a quelle orribili scene di sesso in
cui sei tutto sudato e dove tutti grugniscono. Non mi interessa più
farlo. Sono consapevole che i registi siano alla ricerca di
qualcuno che sembri sexy per girare determinate scene che
potrebbero anche essere belle, ma la verità è che possono usare
semplicemente qualcun altro. Sono troppo vanitosa e il mio corpo ha
già affrontato due gravidanze. Oggi, preferisco non trovarmi nuda
di fronte ad un gruppo di uomini. Naturalmente, non è un divieto
assoluto, ma sicuramente non voglio più farlo con registi
uomini.”
Secondo John Boyega, i principali franchise
cinematografici come Star Wars possono essere una sorta di prigione
di lusso per gli attori. Nonostante l’attore britannico-nigeriano
sia salito alla ribalta per la prima volta grazie alla sua
interpretazione nella commedia fantascientifica del 2011
Attack the Block, è diventato una star a livello mondiale
interpretando Finn nella trilogia del sequel di
Star Wars. Introdotto ne
Il Risveglio della Forza del 2015, Boyega ha interpretato
l’ex Stormtrooper che si trasforma in combattente della Resistenza
fino a
L’ascesa di Skywalker, episodio che nel 2019 ha
ufficialmente concluso la Saga degli Skywalker.
Nel corso degli ultimi mesi,
John Boyega ha compiuto uno sforzo cosciente
per cercare di alimentare le discussioni attorno al tema
dell’inclusività nei franchise di Hollywood, partendo proprio dalla
sua esperienza e iniziando a muovere tutta una serie di critiche
all’arco narrativo del personaggio di Finn nella saga di
Star Wars. Narrativamente, Boyega ritiene che la trilogia
sequel non sia mai stata realmente consapevole del potenziale di
alcuni suoi personaggi, tra cui il Poe Dameron di Oscar Isaac e la Rose Tico di Kelly Marie Tran, nonostante abbia fatto un
uso massiccio delle loro immagini nel materiale promozionale.
Inoltre, Boyega ha anche criticato
la Disney per non aver fatto di più per proteggere i suoi attori
dalle reazioni negative e dai commenti razzisti di una fetta di
pubblico: secondo l’attore, la multinazionale avrebbe dovuto
difendere i suoi artisti e non cedere alle pressioni minimizzando i
loro ruoli nei film. Questi commenti hanno portato a lunghe
discussioni tra Boyega e Kathleen Kennedy (il presidente di
Lucasfilm) che,
per ammissione dello stesso attore, sono state state
costruttive, “oneste e trasparenti”.
Tuttavia, essere soddisfatto di come
la Disney ha risposto alle sue opinioni e al suo malcontento non
sembra aver cambiato l’insoddisfazione di John Boyega nei confronti dei franchise in
generale. In un recente Q&A in occasine della promozione della
serie antologica Small Axe di Steve McQueen, Boyega ha detto a
CinemaBlend che il suo coinvolgimento in Star Wars è stato accompagnato da tutta una
serie di svantaggi creativi.
“Essere in un grande franchise,
a volte è un po’ come essere in una prigione di lusso per un
attore, soprattutto quando vuoi fare qualcos’altro. Perché ricorda,
in un franchise lavori su un personaggio per molti anni, il che può
far morire di fame gli altri muscoli. Nel frattempo c’era la voglia
di voler essere parte di qualcosa in cui sapevo che avrei
interpretato un diverso tipo di ruolo, un diverso tipo di uomo.
Così ho conosciuto Steve McQueen… siamo tutti parte della stessa
industria, quindi ho sentito parlare del suo stile di regia… Ero
davvero molto curioso ed entusiasta di avere comunque l’opportunità
di farne parte. E quando è uscito ho pensato: ‘Questo è il mio
momento’.”
John Boyega e la sua esperienza con
Star Wars
Questi commenti offrono la
possibilità di leggere le precedenti critiche di Boyega a Star
Wars sotto una luce differente, critiche che – a quanto pare –
non riguardavano soltato l’approccio al tema della diversità da
parte della saga. Lavorare in un franchise richiede un impegno per
diversi anni anni, che non si esaurisce certamente una volta che la
produzione di quel determinato film è terminata.
Anche se alcuni attori potrebbero
apprezzare l’opportunità di interpretare un personaggio per così
tanto tempo, altri potrebbero invece sentirsi soffocati da esso,
specialmente quando il suo arco narrativo rimane per gran parte del
tempo stagnante. Per questo è importante considerare le ragioni
dietro l’emarginazione di Finn ne
L’ascesa di Skywalker: quanto accaduto è stato
probabilmente abbastanza per far sentire frustrato Boyega da un
punto di vista creativo, cosa che ha sicuramente contribuito a
fargli percepire l’esperienza con la saga come negativa.
Zack Snyder ha finalmente rivelato il vero
motivo per cui all’epoca decise di abbandonare Justice
League nel bel mezzo della produzione del film. Quando
venne inaugurato il DCEU, Snyder era uno degli architetti chiave
dell’intero universo, avendo diretto ben tre film all’interno del
franchise. La sua terza esperienza, Justice
League appunto, doveva rappresentare un’occasione
unica, dal momento che avrebbe riunito sul grande schermo i più
celebri personaggi DC per la prima volta in assoluto. Purtroppo,
Snyder ha dovuto lasciare il progetto nel bel mezzo della
produzione a causa di una tragedia familiare; da allora, si è in
gran parte tenuto lontano dal DCEU, tranne che per i suoi doveri di
produttore.
Joss Whedon è stato incaricato di completare
Justice
League e, così facendo, ha cambiato praticamente tutto
ciò che Snyder aveva pianificato. All’epoca dell’uscita in sala del
film, i fan si sono opposti al taglio di Whedon e hanno lanciato
una campagna indirizzata alla Warner Bros. per chiedere la
distribuzione della versione originale del film di Snyder. Ci sono
voluti diversi anni, ma alla fine gli sforzi dei fan sono stati
ripagati lo scorso anno, quando Snyder ha confermato che il suo
taglio di Justice
League debutterà ufficialmente su HBO Max. Sebbene una
data di uscita non sia ancora stata ufficializzata, Snyder ha
lasciato intendere che il suo Justice
Leaguearriverà sulla piattaforma di streaming a
marzo.
Sean O’Connell, giornalista di
Cinema Blend, ha scritto un libro che racconta l’intera epopea
della
Snyder Cut, intitolato “Release the Snyder Cut”. Nel
libro, O’Connell ha parlato con Snyder delle vere ragioni che
all’epoca lo spinsero ad abbandonare la produzione di Justice
League. La spiegazione data in precedenza era legata
alla tragica morte di sua figlia, ma ora Snyder ha rivelato che, in
realtà, c’è stato un altro motivo che lo ha spinto a prendere le
distanze dal progetto.
“In un certo senso, avevo
finito. Sapevo che la mia famiglia aveva bisogno di me più di
queste stronzate. Avevo solo bisogno di onorarli e fare il meglio
che potevo per guarire quel mondo. Non avevo energie per combattere
lo studio e lottare per il film. Le mie energie erano pari a zero,
letteralmente. Penso davvero che questo sia stato il motivo
principale. Penso che ci sia un mondo diverso in cui sono rimasto e
in cui credo di aver provato. E sono sicuro che avrei potuto…
perché ogni film è una lotta, giusto? Ci ero abituato. Ma non avevo
energie. Non c’era spirito di combattimento in me. Ero stato
sconfitto da quello che stava succedendo nella mia vita e io
semplicemente non ne volevo sapere più niente, non mi importava…
questo è il più o meno il periodo che ho attraversato.”
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il
18 marzo 2021 in esclusiva
digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
Iniziano oggi, lunedì 25 gennaio, a
Napoli le riprese di Con
tutto il cuore, il nuovo film di Vincenzo
Salemme. Il film vede come protagonisti principali
Vincenzo Salemme, Serena Autieri, Cristina
Donadio, con la partecipazione di Maurizio
Casagrande. Fanno parte del cast anche Antonio
Guerriero, Sergio D’Auria, Andrea Di Maria, Vincenzo Borrino,
Gennaro Guazzo, Ciro Capano, Rodolfo Corsato, Gino Rivieccio,
Marcello Romolo.
Con
tutto il cuore è una coproduzione Chi è di
scena – Medusa Filmrealizzata da Chi è di
scena. La sceneggiatura di Vincenzo Salemme,
Gianluca Bomprezzi, Gianluca Ansanelli, Antonio Guerriero
è tratta dall’opera teatrale “Con tutto il cuore” di Vincenzo
Salemme, e racconta la storia di Ottavio Camaldoli, un professore
di latino e greco. Una brava persona. Onesto e galantuomo, “un
fesso” insomma, questa è la considerazione che hanno di lui le
persone che lo circondano. Ma cosa accadrebbe se a questo uomo
indifeso, vittima dei piccoli soprusi quotidiani, nella vita
sociale, sul lavoro e persino in famiglia venisse trapiantato il
cuore di un altro? Soprattutto se quest’altro, il donatore, fosse
stato un delinquente efferato dal sinistro soprannome di “‘O
Barbiere”? Ottavio Camaldoli, dopo averne ereditato il cuore si
trasformerebbe automaticamente in un malfattore? La scienza ci dice
che queste sono solo sciocche ed antiche credenze. Ma se invece
donna Carmela, la spietata mamma del Barbiere, fosse convinta che
il figlio sia ancora vivo grazie al cuore che batte adesso nel
petto del professore? Insomma, il nostro protagonista, dopo il
trapianto, diventerà Antonio Carannante detto “‘O Barbiere” o
resterà comunque Ottavio Camaldoli, laureato professore?
CON TUTTO IL CUORE sarà girato
interamente a Napoli per 6 settimane. Il film uscirà nelle sale
cinematografiche in autunno distribuito da Medusa
Film
Warner Bros. Pictures e Legendary
Pictures presentano il trailer italiano dell’attesissimo faccia a
faccia tra due icone nell’avventura epica Godzilla
vs. Kong diretta da Adam Wingard.
Due leggende si scontrano in
“Godzilla
vs. Kong“: questi mitici avversari si affronteranno
infatti in una spettacolare battaglia senza precedenti, con il
destino del mondo in bilico. Kong e i suoi protettori
intraprenderanno un viaggio pericoloso per trovare la sua vera
casa, e con loro c’è Jia, una giovane ragazza orfana con la quale
ha stretto un legame forte ed unico. Ma si troveranno
inaspettatamente sul cammino di un Godzilla infuriato, che sta
seminando distruzione in tutto il mondo. L’epico scontro tra i due
titani, istigato da forze invisibili, è solo l’inizio del mistero
che giace nel profondo della Terra.
Il film è interpretato da
Alexander Skarsgård (“Big Little Lies”, “La
tamburina”),
Millie Bobby Brown (“Stranger Things”),
Rebecca
Hall (“Christine”, “La genesi di Wonder Woman”), Brian
Tyree Henry (“Joker”, “Spider-Man: Un nuovo universo”), Shun Oguri
(“Weathering with You – La ragazza del tempo”), Eiza González
(“Fast & Furious: Hobbs & Shaw”), Julian Dennison (“Deadpool 2”),
con Kyle Chandler (“Godzilla II: King of the Monsters”) e Demián
Bichir (“The Nun: La vocazione del male”, “The Hateful Eight”).
Wingard (“The Guest”, “You’re
Next”) ha diretto il film da una sceneggiatura di Eric Pearson
(“Thor: Ragnarok”) e Max Borenstein (“Godzilla II: King of the
Monsters”, “Kong: Skull Island”), da una storia di Terry Rossio
(“Pirati dei Caraibi: La vendetta di Salazar”) e Michael Dougherty
& Zach Shields (“Godzilla II: King of the Monsters”), basato sul
personaggio “Godzilla” di proprietà e creato da TOHO CO., LTD . Il
film è stato prodotto da Mary Parent, Alex Garcia, Eric McLeod, Jon
Jashni, Thomas Tull e Brian Rogers, mentre Jay Ashenfelter, Herbert
W.Gains, Dan Lin, Roy Lee, Yoshimitsu Banno e Kenji Okuhira sono i
produttori esecutivi.
Il team creativo del regista, che
ha lavorato dietro le quinte, comprende il direttore della
fotografia Ben Seresin (“La mummia”, “World War Z”), gli scenografi
Owen Paterson (“Jumanji: Benvenuti nella giungla”, “Godzilla”) e
Thomas S. Hammock (“Blair Witch”), il montatore Josh Schaeffer
(“Godzilla II: King of the Monsters”), la costumista Ann Foley
(“Skyscraper”) e il supervisore agli effetti visivi John “DJ” Des
Jardin (l’imminente “Zack Snyder’s Justice League”).
Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures presentano una
produzione Legendary Pictures, un film di Adam Wingard:
Godzilla vs.
Kong. Il film uscirà al cinema nel 2021.
Nel corso degli anni, il MCU ha continuato ad evolversi in qualcosa di
molto simile ai fumetti. Pertanto, non ha evitato la
rappresentazione di alcuni dei luoghi più fantastici che si possono
trovare nella tradizionale Terra-616. Dall’ex quartier
generale dell’Hydra ai mitici palazzi di Asgard, ci sono molti
edifici nell’universo cinematografico che ritraggono magnificamente
quanto sia davvero diversificata la proprietà Marvel. Con alcuni fantastici
design visivi, legati all’architettura dei fumetti stessi, ci sono
alcuni edifici davvero impressionanti nei film e nelle serie tv.
Screen Rant ha raccolto i 10 migliori:
1La base operativa
dell’HYdra
La
base operativa dell’Hydra sembra torturare Scarlet Witch anche
adesso, come una volta facevano i Vendicatori. Situata a Sokovia, è
una struttura intimidatoria. Sembra che il castello sia sempre
stato creato per essere una prigione.
Non
solo è facilmente difendibile, grazie al suo alto posizionamento su
una montagna, ma sembra quasi indistruttibile. Ha ovviamente senso
che l’Hydra scelga un posto così terrificante in cui stabilirsi per
l’organizzazione.
Eddie Redmayne ha parlato delle riprese di Animali
Fantastici 3. Seguendo le orme di Daniel Radcliffe,
Redmayne è diventato il nuovo eroe principale del Wizarding World
di J.K. Rowling grazie al ruolo di Newt Scamander nella saga
prequel di Animali Fantastici. Il nuovo franchise segue il
magizoologo Newt mentre indaga su una serie di creature magiche e
viene coinvolto in una guerra tra potenti. Finora, ci sono stati
due film di Animali Fantastici, con altri tre già in
programma che dovrebbero uscire nei prossimi anni.
Gran parte del chiacchiericcio che
ad oggi circonda Animali
Fantastici 3 riguarda il recasting del cattivo
della saga, Gellert Grindelwald. Per i primi due episodi, Johnny Depp ha interpretato il mago oscuro che
si stava chiaramente preparando per avere un ruolo ancora più
importante nel resto della serie. Tuttavia, a seguito delle
travagliate vicende personali che hanno coinvolto Depp negli ultimi
mesi, la Warner Bros. gli ha chiesto di dimettersi dal ruolo. In
seguito, Mads Mikkelsen è stato scelto per interpretare
Grindelwald in Animali
Fantastici 3 e nei film a venire.
In occasione dello speciale format
“Actors on Actors” di
Variety, Animali
Fantastici 3 ha regalato una piccola
anticipazione su ciò che i fan possono aspettarsi dal terzo
Animali Fantastici. Non ha potuto rivelare nulla sulla
trama, ma ha invece parlato di alcune delle scene che ha girato e
di quanto le cose siano diventate più complicate a causa dei
ritardi dovuti alla pandemia di Covid-19. Redmayne ha spiegato:
“Non posso dire nulla a parte il fatto che il fatto che mi
aspettano delle riprese notturne a Watford, agli studi Leavesden,
in Inghilterra, che dovevamo inizialmente girare in estate, in
acqua. Ma ovviamente, a causa del lockdown e della chiusura dei
set, abbiamo dovute girarle all’inizio di dicembre. E
all’improvviso ti ritrovi a nuotare all’aperto in pieno inverno
inglese.”
Viva Productions
(tra gli altri, Bene ma non benissimo, Un nemico che
ti vuole bene) e il Produttore Pier Paolo
Piastra annunciano con orgoglio l’inizio riprese, oggi 25
gennaio, di
The Christmas Show, scritto e diretto da Alberto
Ferrari (Un figlio di nome Erasmus, La terza
Stella). Cinque settimane di riprese, sullo sfondo della bella
città di Lecce, per una divertente storia natalizia, in bilico tra
il reality e la magia del quotidiano.
Il film schiera un cast di attori
del calibro diRaoul
Bova, Serena Autieri, Tullio
Solenghi, Claudio Gregorio “Greg” e un
atteso ritorno sul grande schermo, Ornella Muti.
Insieme a loro i giovani e talentuosi Alice Ferrari e Giulio
Nunziante. Con la Produzione Creativa curata da Maria Rosa Capelli
e quella esecutiva da Giangi Foschini, The Christmas
Show si avvale della collaborazione della Apulia
Film Commission e il Patrocinio della città di Lecce.
“Lecce è una città stupenda che ama
il cinema. Grazie ad una grande squadra, abbiamo trasformato in
pochi giorni gli spazi di una bella villa in un magnifico set
cinematografico da ‘Cinecittà’ grazie alle maestranze e alle
professionalità di grande qualità che abbiamo trovato qui, nel
Salento” ha sottolineato il produttore Pier Paolo
Piastra, che dal 25 gennaio e fino all’ultimo ciak seguirà
insieme alla produttrice creativa del film, la compagna
Maria Rosa Capelli, le riprese di
The Christmas Show.
“Un film dal ‘realismo magico’,
ispirato alle commedie di Frank Capra, un po’ Truman Show un po’
vita di tutti i giorni, che racconta le emozioni che possono
appartenere a chiunque e in qualunque angolo del mondo” ha aggiunto
il regista e autore della scenografia Alberto
Ferrari.
Ernie Hudson, che
riprenderà il ruolo di Winston Zeddemore in Ghostbusters:
Legacy, ha definito “un errore” il reboot al femminile
del 2016. Hudson ha recitato al fianco di
Bill Murray, Harold Ramis e Dan
Aykroyd nei due film originali della saga usciti nel
anni ’80. Il franchise è ancora oggi uno dei più amati e celebrati,
ed il suo incredibile successo ha contribuito alla nascita di
tantissime opere correlate, tra cui cartoni animati, fumetti e
giocattoli.
Dopo il rifiuto di Murray di tornare
per un sequel e la morte di Ramis nel 2014, i responsabili dello
studio hanno optato per un riavvio tutto al femminile della serie
con Ghostbusters,
uscito nel 2016.
Melissa McCarthy, Kristen
Wiig, Leslie Jones e
Kate McKinnonhanno recitato nei panni dei membri della
squadra di investigatori del paranormale. Il film è stato alquanto
divisivo, non tanto per la sua qualità, ma perché molti fan erano
sconvolti dal fatto che fosse un riavvio e non un sequel.
Parlando con
Living Life Fearless, Ernie Hudson ha fatto
eco all’opinione che il riavvio del franchise sia stato un passo
falso. Hudson ha specificato che il film gli è piaciuto:
“Quello con le donne – che in realtà mi è piaciuto molto”,
ha detto. La rovina del film, a suo parere, è stata proprio la sua
definizione: il concetto di reboot implicava la cancellazione del
film originale, quando – alla fine – è stata raccontata di nuovo la
stessa storia.
Secondo l’attore, il riavvio di un
classico senza tempo significava che il film non poteva essere
giudicato in base ai suoi meriti, generando confronti che non era
davvero necessario fare. “Un reboot, per me, significa che stai
cercando di rifare un film. Un’altra versione di quello che è già
stato fatto. E penso che sia stato un errore. Non era una
continuazione o un’estensione di qualcosa. In qualche modo c’era un
universo diverso lì. Sai cosa intendo? Era come se fossimo noi…
anche se non eravamo davvero noi.”
A più di trent’anni dall’uscita
nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast
originale, composto da Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie
Hudson, Sigourney
Weavere Annie
Potts di nuovo insieme per ridar vita a una delle
saghe cinematografiche più amate della storia. Diretto da Jason
Reitman, il film sarà nelle sale dall’estate 2020 prodotto da Sony
Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Tra i
protagonisti anche Mckenna Grace, Finn Wolfhard,
Carrie Coon e Paul
Rudd.
Ghostbusters:
Legacy, diretto da Jason
Reitman e prodotto da Ivan
Reitman, è il nuovo capitolo della saga
originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola città,
una madre single e i suoi due figli iniziano a scoprire la loro
connessione con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta
eredità lasciata dal nonno. Ghostbusters:
Legacy è scritto da Jason Reitman & Gil Kenan.