ATTENZIONE – L’articolo contiene enormi
spoiler su Eternals e sul futuro del MCU!
Chi avrebbe mai immaginato che
Eternals avrebbe
spianato la strada a Blade?
Se avete già visto il film, probabilmente vi starete chiedendo a
cosa facciamo riferimento… Ebbene, sappiate che quella voce che si
sente alla fine della seconda scena post-credit appartiene proprio
al Diurno.
Quando Dane Whitman (Kit
Harington) prova a brandire la Spada d’Ebano nella
scena in questione, viene fermato da un misterioso personaggio
fuori campo che esclama: “Sei davvero pronto per questo, Mr.
Whitman?”. La scena termina senza rivelare l’identità del
personaggio, ma ora è stata proprio la regista Chloé Zhao, durante un’intervista con
Fandom, a rivelare: “Quella è la voce di uno dei miei
supereroi preferiti, il signor Blade in persona. Sì, esatto: è
proprio Blade!”.
Il riferimento è ovviamente al due
volte premio Oscar Mahershala Ali, che interpreterà Eric Brooks
nell’annunciato film diretto da Bassam Tariq e sceneggiato da Stacy
Osei-Kuffour. E a proposito dello standalone, Zhao ha anticipato:
“Dovete solo aspettare. Non so di preciso cosa stanno facendo
con quel film, ma Mahershala è un tesoro prezioso. Sarà sicuramente
epico.”
Un team-up tra Black Knight e Blade
sembra essere potenzialmente interessante. Kit Harington si è detto altrettanto
entusiasta all’idea di come potrebbe sembrare: “È davvero
fantastico. Chloé mi ha mandato un messaggio al riguardo un paio di
settimane fa e mi ha fatto impazzire. Non sapevo che sarebbe andata
così, quindi è davvero eccitante per me.”
Sul futuro di Dane e
sulla potenziale esplorazione della dinamica con Blade, l’attore ha
poi aggiunto: “Sono entrato in questo mondo sapendo che ci
sarebbero state alcune fantastiche possibilità in futuro. Questa è
una grande introduzione al mondo Marvel e sono solo molto felice che
questo film sia quello in cui ho avuto modo di
farlo.”
Nessuna poteva immaginare che Black
Knight potesse combattere i vampiri nel MCU, ma a quanto pare sarà proprio
attraverso di lui che i Marvel Studios introdurranno il personaggio di
Blade, anche se ad oggi è molto difficile provare a capire cosa
voglia davvero il Diurno da Dane Whitman.
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre
nelle sale italiane. Il film targato Marvel
StudiosEternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Il personaggio di Peggy
Carter interpretato da Hayley Atwell ha fatto il suo debutto in
Captain America: Il primo Vendicatore del 2011. Il
tenente membro della Strategic Scientific Reserve avrebbe poi
fondato lo S.H.I.E.L.D. e si sarebbe innamorato di Captain
America.
In Captain America: Il primo Vendicatore, l’agente Carter
lavora al fianco di Abraham Erskine (Stanley Tucci) e del
colonnello Chester Phillips (Tommy Lee Jones) per creare un
Super-soldato per gli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale,
reclutando il piccolo e fragile Steve Rogers (Chris Evans) per il
suo cuore e il suo buon carattere. Carter e Rogers combattono
insieme contro l’HYDRA e finiscono anche per innamorarsi, prima che
la coppia sia costretta a separarsi. In un recente libro dedicato
alla storia del MCU, è stato rivelato che Evans è
stato convinto da Robert Downey Jr. ad accettare il ruolo di
Rogers/Cap; lo stesso libro rivela anche alcuni dettagli inediti
sul casting di Atwell.
In “The Story of Marvel Studios: The Making of the Marvel Cinematic Universe” (via
Screen Rant), il regista de Il primo Vendicatore, Joe Johnston,
ha ricordato il primo provino di Hayley Atwell, spiegando che a
causa dell’assenza di Evans fu un assistente ad improvvisare la
scena oggetto dell’audizione insieme all’attrice. Il regista ha
rivelato di essere rimasto talmente impressionato dalla bravura e
dal talento di Atwell, che durante il provino stava per mettersi a
piangere.
“Eravamo tutti seduti lì, in una
tranquilla stanza a Shepperton”, spiega Johnston nel libro.
“Chris Evans non era in città, quindi uno dei miei assistenti
leggeva i suoi dialoghi, fuori campo… Stavamo provando una scena e
ricordo di aver iniziato a pensare: ‘È davvero emozionante’. Stavo
per scoppiare a piangere da un momento all’altro… è stato
semplicemente fantastico.”
La storia di Peggy Carter nel MCU
Dopo Captain America: Il primo Vendicatore, il personaggio
di Peggy Carter è apparso in altri film del MCU. In Captain America: The Winter Soldier viene rivelato
che, dopo essersi sposata ed avere avuto figli e nipoti, Peggy ha
contratto l’Alzheimer ed è ricoverata in una casa di riposo, luogo
dove Steve va a farle visita. In Avengers:
Age of Ultron il personaggio riappare durante un
flashback/allucinazione di Steve dovuto ai poteri di Wanda
Maximoff, mentre in Captain
America: Civil War Peggy muore di vecchiaia e viene tenuto
un funerale solenne in suo onore.
In Ant-Man
Peggy Carter compare in un flashback datato 1989, all’inizio
del film, mentre in Avengers: Endgame compare brevemente in una scena
ambientata nel 1970 quando Steve e Tony Stark viaggiano
indietro nel tempo per completare la loro missione; si scopre che
in questo periodo Peggy era la direttrice dello S.H.I.E.L.D. Alla
fine del film si sposa con Steve, tornato nel passato per stare
assieme a lei.
L’attore Jamie
Dornan è divenuto celebre grazie alla sua interpretazione
di Christian Grey in Cinquanta sfumature di grigio, riprendendo
poi il ruolo anche nei sequel. La sua popolarità è così cresciuta
in modo esponenziale, ricevendo numerosi tributi da parte del
pubblico, affascinato dal nuovo attore che si imponeva alla loro
attenzione.
Ecco 10 cose che non sai di
Jamie Dornan.
Jamie Dornan: i suoi film
1. È celebre per una
trilogia cinematografica. L’attore esordisce al cinema con
un piccolo ruolo in Marie Antoinette (2006), per poi
recitare in Beyond the Rave (2008) e Cuori in
volo (2014). La grande popolarità arriva però grazie a
Cinquanta sfumature
di grigio (2015), dove condivide la scena con l’attrice
Dakota
Johnson. Grazie all’acquisita notorietà recita in
Anthropoid (2016), The 9th Life of Louis Drax
(2016) e La battaglia di Jadotville (2016). Nel 2017
riprende il ruolo di Christian Grey in Cinquanta sfumature
di nero, seguito da Cinquanta sfumature
di rosso (2018). Negli ultimi anni recita poi in
Untogether (2018), A Private War(2018)
Robin Hood – L’origine della
leggenda (2018), Synchronic
(2019), Ricomincio da te –Endings,
Beginnings (2019), Il profumo dell’erba selvatica
(2020) e Belfast (2021).
2. Ha partecipato a
produzioni televisive. Dornan si fa notare anche grazie al
suo ruolo dello sceriffo Graham Humbert nella serie C’era una
volta (2011-2013), per poi tornare in televisione per le
serie New Worlds (2014), The Fall: Caccia al
Serial Killer (2013-2016) e Death and Nightingales
(2018). Nel 2020 è invece tra i protagonisti della serie Dr.
Death.
Jamie Dornan non è su
Instagram
3. Non possiede un account
personale. L’attore ha affermato di non essere presente
sul social network Instagram, preferendo non immischiarsi in un
social media che porta così tanti riflettori anche sulla propria
vita privata. Esiste tuttavia una fan page, seguita da 1,2 milioni
di persone, all’interno della quale è possibile ritrovare le foto
più recenti dell’attore, come anche immagini relative ai suoi nuovi
progetti da attore.
Jamie Dornan: sua moglie e le
figlie Dulcie, Elva e Alberta Dornan
4. Sua moglie è un’attrice e
cantante. Nel 2010 l’attore fa la conoscenza di
Amelia Warner, attrice e cantante. Dopo tre anni
di relazione, i due decidono di sposarsi nel 2013 con una cerimonia
privata, dove vengono invitati solo pochi amici e colleghi intimi.
La coppia ha infatti dimostrato sempre grande attenzione alla
propria vita personale, evitando di condividere particolari
dettagli.
5. Hanno avuto tre
figlie. Tra le poche notizie rilasciate al pubblico dai
due vi sono quelle relative alla nascita delle loro figlie. La
prima, una bambina di nome Dulcie, nasce nel
novembre del 2013, stesso anno del matrimonio della coppia.
Successivamente avranno una seconda
figlia, Elva, nel 2016 e una terza,
Alberta, nel 2019. Dornan ha affermato che essere
padre è la cosa che lo rende più felice al mondo e fare in modo che
le sue figlie siano altrettanto felici il lavoro migliore
possibile.
Jamie Dornan in Cinquanta sfumature
di grigio
6. Ha svolto delle ricerche
particolari. Per poter meglio comprendere il personaggio
di Christian Grey, Dornan si è personalmente recato in diverse
“prigioni sessuali”, così da familiarizzare con tali ambienti e
potervi acquisire una propria padronanza utile ai fini del
ruolo.
7. Ha dovuto continuamente
tagliarsi la barba. L’attore ha affermato che una delle
cose più scoccianti previste dal ruolo era il doversi radere la
barba ogni giorno. Grey viene infatti descritto come un personaggio
maniacalmente pulito, senza alcun pelo sul volto. Dornan ha invece
affermato di preferire la presenza di barba.
8. Non era la prima scelta
per il ruolo. Originariamente la parte del protagonista
era stata affidata all’attore Charlie Hunnam, il
quale tuttavia rifiuto dopo una lunga riflessione per via di altri
suoi impegni lavorativi. Il ruolo fu a quel punto proposto
all’allora semi sconosciuto Dornan, che da quel momento divenne uno
dei nomi più chiacchierati del momento.
Jamie Dornan: il suo fisico
9. Si è allenato molto per
il ruolo di Christian Grey. Dornan, che aveva alle spalle
una carriera da modello, ha affermato di essersi allenato duramente
per raggiungere la forma fisica richiesta per il ruolo. Il suo
allenamento era infatti composto da tre ore giornaliere di esercizi
vari, in aggiunta ad una ferrea dieta a base di proteine.
Jamie Dornan: età e altezza
10. Jamie Dornan è nato a
Belfast, nell’Irlanda del Nord, il 1 maggio 1982. L’attore
è alto complessivamente 180 centimetri.
Dwayne Johnson, che farà il suo debutto nel DCEU nei
panni di Black
Adam il prossimo anno, è convinto di poter far
accadere un crossover tra gli universi Marvel e DC.
I piani della DC in merito al futuro
del personaggio di Black Adam non sono ancora noti, ma Johnson
potrebbe sicuramente garantirsi una presenza continuativa nel DCEU
attraverso crossover con altri grandi personaggi, incluso Wonder Woman (che nei fumetti è stato anche
uno dei suoi interessi amorosi).
Tuttavia, Johson sembra avere in
mente qualcosa di più grande rispetto alla sola possibilità che
Black Adam incontri altri personaggi del suo stesso universo.
Durante la premiere di Red
Notice, il nuovo action/thriller di Netflix in cui recita proprio al fianco di
Gal Gadot e anche di
Ryan Reynolds, a The Rock è stato chiesto di un possibile
crossover con Wonder Woman, ma l’attore si è spinto
decisamente oltre nella sua risposta.
Parlando con Variety,
l’attore ha ipotizzato addirittura un crossover tra gli universi
Marvel e DC: “Penso che possa
tranquillamente esserci un crossover tra Wonder Woman e Black Adam.
Ne stavamo parlando oggi, proprio con Gal e Ryan. Ho detto loro che
dovrebbe esserci un crossover tra l’universo Marvel e quello DC. Potremmo essere
noi a realizzarlo. Vedremo… vedremo cosa accadrà lungo la
strada.”
Tutto quello che sappiamo su Black
Adam
Il cast completo
di Black
Adam, oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo,
annovera anche Noah
Centineo (Atom Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Black
Adam, che sarà diretto da Jaume
Collet-Serra (già dietro Jungle
Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a
non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo.
Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le
cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio.
L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio
2022.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. A quanto pare, il film
su Black
Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei
primi anni duemila.
ATTENZIONE – L’articolo
contiene spoiler su Eternals
Il 3 novembre, in Italia, è
arrivato Eternals,
il nuovo film Maervel Studios che sta facendo già tanto parlare di
sé, per via dell’approccio della regista, Chloé
Zhao, per via della diversità e inclusività del cast, con
ripercussioni anche miopi (leggi
qui). Insomma, è chiaro che da questo film possa derivare una
conversazione che va oltre la sala e il cinema.
Una clip del film, svelata in fase
promozionale, ha anche mostrato che in Eternals
esiste l’universo DC Comics, come possono esistere le leggende, i
miti e i racconti, o anche semplicemente i fumetti (come
ha spiegato la regista stessa). Di seguito vi elenchiamo i
riferimenti (pochi ma buoni) diretti e indiretti al mondo DC Comics
all’interno di Eternals.
Il maggiordomo
Il primo riferimento a un
personaggio dei fumetti DC Comics in cui incorriamo è Batman.
Quando Kingo, con Ikaris e Sersi, va a reclutare Thena e Gilgames,
porta con sé il suo assistente, che poi rimarrà con il gruppo fino
a quando lo farà l’eroe indiano.
Alla vista dell’uomo, Gilgames dice
a Kingo che si porta dietro un maggiordomo, come fosse Alfred e lui
stesso Bruce Wayne. Il riferimento fa sicuramente ridere e si
poteva trovare in mille altri film, ma sentito in un film Marvel fa sorridere anche di
più.
Il mantello
Lo stesso dicasi per
Superman. Nel momento in cui il gruppo, ormai formato da Sersi,
Ikaris, Kingo, Sprite, Gilgames e Thena, va a reclutare Phastos, si
trova di fronte a suo figlio. Il bambino, ingenuamente, dice a
Ikaris che, dal momento che vola e proietta laser dagli occhi, è
proprio come Superman. Ma l’eterno replica che lui non indossa il
mantello.
Di fronte a questa consapevolezza
degli eterni dell’esistenza di questi altri eroi, è chiaro che lo
spettatore resti sorpreso, ma è altrettanto vero, come ha detto
Zhao, che questi eroi DC possono esistere come mitologia o come
fumetti stessi in una realtà, data per certa, che a sua volta non è
univoca ma che, come ormai sappiamo, prevede l’esistenza di tante
altre realtà.
La velocità
Makkari è senza dubbio uno
dei personaggi più affascinanti del gruppo di Eterni portati in
scena da Chloé Zhao. La scelta di far interpretare la divinità da
un’attrice sordomuta, Lauren Ridloff, non intacca assolutamente la
sua potenza in quanto essere superiore, né la sua dolcezza e
sensibilità in quanto essere umano. Il suo potere è quello della
supervelocità e lo mostra all’ennesima potenza quando combatte
contro Ikaris, nel finale.
Sono molti gli “eroi gemelli” negli
universi DC e Marvel, come Batman o Moon
Knight, oppure Superman e lo stesso Ikaris, quindi è ovvio
associare Makkari a Flash, quello che però sorprende e lascia un
gradevole senso di familiarità di fronte alle scene in cui l’eterna
mette a frutto il suo potere, è che lo stile con cui è stato scelto
di farla entrare in azione, ricorda moltissimo quello della
serie tv su Flash con Grant Gustin! Un altro tocco
di DC in questo immenso affresco Marvel!
Dopo l’annuncio
ufficiale ecco il primo ingresso nel cast di Peacemaker,
l’annunciata serie tv creata da James
Gunn e basata sull’omonimo sull’omonimo personaggio della
DC Comics. Lo show è la primaserie televisiva
del DC
Extended Universe (DCEU) e spin-off del film
del 2021 The Suicide Squad. Si tratta di Nhut Le
che è stato scelto per recitare in Peacemaker di HBO Max come Judomaster. Nella
tradizione DC, il personaggio è stato visto in tre diverse
iterazioni precedenti. Il primo Judomaster ha debuttato in Special
War Series #4 nel novembre 1965, creato da Joe Gill e Frank
McLaughlin.
Originariamente noto come
Hadley “Rip” Jagger, era un sergente dell’esercito americano della
seconda guerra mondiale. Il personaggio della Charlton Comics
è stato infine venduto alla DC. Un diverso Judomaster è stato
creato da Paul Kupperberg e dall’artista Michael Collins per
Justice League Quarterly #14 (1994), in cui il
nuovo Judomaster assiste Blue Bettle, Captain Atom e Nightshade
nell’unirsi alla battaglia di Peter Cannon contro Andreas
Havoc. C’era anche una Judomaster femmina, Sonia Sato, che
faceva parte dei Birds of Prey (n. 100 nel 2007).
La serie tv
HBO Max ha
ordinato otto episodi per la prima stagione dello show. John Cena riprenderà il suo ruolo dal
film The Suicide Squad per recitare nella serie, e
l’acclamato sceneggiatore/regista del film James Gunn scriverà
tutti gli otto episodi di Peacemaker
e dirigerà più episodi, incluso il primo. Il produttore di
Gunn e The Suicide Squad, Peter Safran,
servirà come produttori esecutivi della serie, con Cena come
co-produttore esecutivo. Basato sui personaggi di DC, Peacemaker
sarà prodotto da Gunn’s Troll Court Entertainment e The Safran
Company in associazione con Warner Bros. Television. Peacemakerdovrebbe
iniziare la produzione all’inizio del 2021, prima che Gunn inizi a
lavorare sul prossimo film dei Guardiani della Galassia.
Mentre i dettagli su Peacemaker
vengono tenuti nascosti, la serie esplorerà le origini del
personaggio che Cena interpreterà nel film in uscita, un uomo che
crede nella pace ad ogni costo, non importa quante persone debba
uccidere per ottenerla. La serie estenderà il mondo che Gunn sta
creando per il film The Suicide Squad, che
dovrebbe essere distribuito nelle sale da Warner Bros. Pictures il
6 agosto 2021.
All’inizio del mese di ottobre è
stato confermato ufficialmente che il personaggio di Adam
Warlock apparirà in Guardiani
della Galassia Vol. 3e che sarà
interpretato da Will Poulter, noto per le
saghe de Le cronache di Narnia e Maze
Runner.
In una nuova intervista in occasione
dello show di
Jonathan Ross, Poulter ha provato a schivare le domande in
merito al suo personaggio nell’attesissimo film di James Gunn, cercando di eludere la domanda in
merito al ruolo che avrà all’interno della storia: Adam sarà un
eroe o un villain? “Poiché si tratta della Marvel, ho giurato di mantenere il
segreto”, ha detto l’attore. “In realtà, sono terrorizzato
per la sicurezza della mia famiglia se mai dovesse sfuggirmi
qualcosa. Verrà introdotto in questo terzo film dei Guardiani… è
davvero tutto quello che posso dire.”
Poulter è dunque rimasto fedele al
suo giuramento di segretezza, ma si è comunque lasciato andare ad
una piccola anticipazione sul costume di
Adam Warlock nel film. Dopo che gli è stato chiesto se sfoggerà
il tradizionale look dorato dei fumetti, l’attore, seduto in studio
su una poltrona color oro, ha detto: “Questo è un davvero un
bel divano. È tutto quello che dirò”.
Nonostante Gunn abbia più e più
volte negato il coinvolgimento di Adam Warlock in GOTG
Vol. 3, l’ingresso del personaggio nel MCU era già
stato anticipato durante una delle numerose scene post-credits
del Vol. 2, quando Ayesha (il personaggio
di Elizabeth
Debicki) crea un essere artificiale per sconfiggere i
Guardiani, chiamato proprio Adam. Nei fumetti, Adam
Warlock è legato sia a Thanos e al Guanto dell’Infinito.
Viste come sono andate le cose nella Fase 3, sappiamo che la sua
storia cinematografica sarà differente.
David Ayer, regista
e sceneggiatore di Suicide
Squad, ha condiviso una nuova immagine del Joker di
Jared Leto dall’elusiva Ayer Cut. “Jared
ha spaccato, ma nessuno lo sa”, ha scritto Ayer su
Twitter per accompagnare uno scatto dell’attore premio Oscar a
torso nudo in completo abito da Joker, con tanto di mazza da
baseball sulla spalla.
Suicide
Squad è uscito al cinema nel 2016 ed è subito stroncato
dalla critica. Non molto tempo dopo, è stato rivelato che la
versione rilasciata dalla Warner Bros. era, in definitiva, il
prodotto dell’interferenza dello studio durante le riprese, cosa
che ha spinto molti fan a lanciare la campagna social
#ReleaseTheAyerCut. Sebbene ciò si sia rivelato
efficace nel caso della
Justice League di Zack Snyder, tuttavia non ha ancora
avuto lo stesso effetto su Suicide
Squad.
Per quanto riguarda il Joker, è
stato da tempo stabilito che gran parte delle scene di Leto sono
state tagliate dal film, con Ayer che nel maggio 2020 ha affermato
che di essere dispiaciuto per il trattamento riservato alla
performance dell’attore. Una delle famose scene tagliate avrebbe
visto la Task Force X scontrarsi proprio con il supercriminale,
mentre in un’altra avremmo dovuto vedere Joker che guidava un
assalto all’Arkham Asylum.
David Ayer su Suicide
Squad: “Non ho mai raccontato la mia versione della storia
e non lo farò mai”
Anche se Ayer ha rivelato ulteriori
dettagli su Suicide
Squad negli corso degli ultimi anni, ha
rilasciato la sua dichiarazione più audace in merito lo scorso
luglio.
“Ci ho messo la mia vita in
Suicide Squad”, aveva scritto il regista
su Twitter. “Ho fatto qualcosa di straordinario. Il mio taglio
è un viaggio tanto intricato quanto emotivo, che racconta di alcune
persone cattive sulle quali viene gettata m***a e che alla fine
vengono scartate (tema che mi tocca nel profondo). Il taglio dello
studio non è assolutamente il mio film. Leggetelo di nuovo. Il mio
taglio non è la Director’s Cut di 10 settimane: è un montaggio
completamente maturo, opera di Lee Smith, basato sull’incredibile
lavoro di John Gilroy…
…È tutta la brillante colonna
sonora di Steven Price, senza una sola canzone radiofonica
nell’intero film. Presenta archi narrativi tradizionali,
interpretazioni straordinarie, una solida risoluzione del terzo
atto. Poche persone l’hanno vista.Non ho mai raccontato
la mia versione della storia e non lo farò mai. Appartengo alla
vecchia scuola, da questo punto di vista. Quindi ho tenuto la bocca
chiusa e ho incassato tutto lo tsunami di critiche personali, a
volte scioccanti.Non parlerò più pubblicamente della
questione.”
Sono stati condivisi nuovi dettagli
su The
Batman, incluso ciò che il pubblico dovrà aspettarsi
dal ritratto di Robert Pattinson dell’iconico vigilante
nell’attesissimo film in uscita il prossimo anno.
In una sinossi ufficiale di The
Batman pubblicata da
Warner Bros., la performance di Pattinson nei panni del
Cavaliere Oscuro viene descritta come una “rappresentazione
cruda e intensa” del personaggio. Il Batman di Pattinson viene
ulteriormente descritto come un “vigilante disilluso e
disperato”, in conflitto tra “bilanciare la rabbia con la
rettitudine”. Il resto della sinossi si allinea con questa
interpretazione più dark, descrivendo il film come un “thriller
tagliente e pieno di azione”, menzionando anche un “serial
killer spietato”, che è presumibilmente l’Enigmista
interpretato da Paul Dano.
L’ultimo trailer di Batman, che è
stato presentato in occasione del DC FanDome dello scorso ottobre,
mostra proprio questa versione tagliente del personaggio in azione.
Oltre a un adattamento più oscuro dell’Enigmista (che secondo
alcune teorie potrebbe essere soltanto il Joker travestito), il
trailer ha anche mostrato un Bat-Segnale visibilmente più oscuro.
Incarnando il tono generale del film, il segnale viene così
descritto dallo stesso Batman di Pattinson nel trailer: “Non è
solo un segnale, è un avvertimento.”
Alcuni fan hanno ipotizzato che
The
Batman potrebbe anche essere un sequel di Joker
del 2019 di Todd Phillips, poiché entrambi i film presentano delle
interpretazioni fondate sugli iconici personaggi dei fumetti
similmente cupe. Inoltre, entrambi i film sono ambientati al di
fuori del DCEU, con il regista Matt Reeves che sembra aver adottato
un approccio a Batman simile a quello di Phillips con il Joker. Ci
sono anche diversi fotogrammi nei trailer di The
Batman che potrebbero fare riferimento allo stesso Thomas
Wayne e alla stessa Gotham City di Joker.
Caratterizzato da un Cavaliere
Oscuro più inesperto e dall’inclusione di diversi membri della sua
famigerata galleria di ladri, The
Batman sembra essere influenzato da diverse trame dei
fumetti ambientate all’inizio della carriera nel mondo del crimine
del Crociato Incappucciato, come “Anno Uno” e “Il lungo Halloween”.
Nel frattempo, alcuni sospettano che anche “Batman: L’impostore”,
di recente pubblicazione, contenga diversi indizi
sull’interpretazione del personaggio da parte di Reeves. Di seguito
potete leggere la nuova sinossi di The
Batman:
“The
Batman è un thriller tagliente e pieno d’azione che ritrae
Batman nei suoi primi anni, mentre lotta per bilanciare la rabbia
con la rettitudine e indaga su un inquietante mistero che ha
terrorizzato Gotham. Robert Pattinson offre un ritratto crudo e
intenso di Batman come un disilluso e disperato vigilante che viene
risvegliato dalla consapevolezza che la rabbia che lo consuma non
lo rende migliore dello spietato serial killer a cui sta dando la
caccia.”
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
In un estratto da “The Story of
Marvel Studios: The Making of the
Marvel Cinematic Universe” (via
CBR), Feige ha spiegato di aver messo gli occhi sui fratelli
Russo, per la prima volta, dopo aver visto il loro lavoro come
produttori e registi di diversi episodi di Community, la
serie comedy di NBC. Ricordando il successo di Yates con la
miniserie televisiva britannica State of Play, prima che
lo stesso venisse ingaggiato per occuparsi della regia di Harry Potter e l’Ordine della Fenice, Feige pensò che
anche la Marvel avrebbe potuto cercare il
regista di The Winter Soldier nei meandri del mondo della
televisione.
“La chiave di questa idea era
che, nel 2012, la qualità cinematografica della televisione era
aumentata”, si legge in un estratto dal libro. “Il grande
divario percepito tra il cinema, in senso di spettacolo, e la
realizzazione di programmi televisivi si era notevolmente ridotto.
Attori, registi, scrittori e produttori pluripremiati non erano
semplicemente d’accordo nel guidare progetti televisivi, ma
volevano occuparsi dei migliori.”
Ambientato dopo gli eventi del primo
film degli Avengers, Captain America: The Winter Soldier vede Steve
Rogers/Captain America (Chris
Evans) unire le forze con Vedova Nera (Scarlett
Johansson) e il suo nuovo alleato Falcon (Anthony
Mackie) per cercare di contrastare una cospirazione a livello
mondiale, che coinvolge anche il suo vecchio amico James Buchanan
“Bucky” Barnes (Sebastian
Stan). Sempre nel libro,
Anthony Russo spiega che l’opportunità di dirigere The Winter Solider“è arrivata dal nulla. Non
avevamo fatto pressioni per dirigere il film o altro.”
Debutterà dal 2 Dicembre 2021
CLIFFORD
– Il Grande Cane Rosso l’attesa commedia di natale
basata sulla serie di libri scolastici “Clifford il grande cane
rosso” di Norman Bridwell. Il film è diretto da e prodotto da
Paramount Pictures in associazione con eOne Films e New Republic
Pictures. Una produzione Scholastic Entertainment/Kerner
Entertainment Company.
CLIFFORD
– Il Grande Cane Rosso diretto da Walt Becker e si
basa su una sceneggiatura scritta da Jay Scherick & David Ronn e
Blaise Hemingway e su una storia di Justin Malen e Ellen Rapoport.
Nel cast protagonisti sono Jack Whitehall, Darby Camp, Tony Hale,
Sienna Guillory, David Alan Grier, Russell Wong e John Cleese. Il
film è prodotto da Jordan Kerner, p.g.a., Iole Lucchese, produttori
esecutivi sono Brian Oliver, Bradley J. Fischer, Valerii An, Brian
Bell, Caitlin Friedman, Deborah Forte, Lisa Crnic.
La piccola Emily Elizabeth (Darby
Camp) riceve come regalo da uno stravagante e magico signore (John
Cleese), un piccolo cucciolo di cane rosso, che immediatamente
conquista il suo cuore. Ma Emily non avrebbe mai pensato che il
cucciolo Clifford, al suo risveglio, si potesse trasformare in un
gigantesco cane da caccia di oltre tre metri, capace di mettere a
soqquadro il suo piccolo appartamento di New York. Mentre sua mamma
(Sienna Guillory) è fuori città per lavoro, Emily e il suo
divertente ma impulsivo zio Casey (Jack Whitehall) si troveranno ad
affrontare una gigantesca avventura in giro per la Grande Mela.
Basato su uno dei racconti più amati di sempre, Clifford insegnerà
al mondo come amare SENZA MEZZE MISURE!
Il regista spagnolo Álex de
la Iglesia si è affermato per i suoi film di carattere
grottesco come Azione mutante, Il giorno della bestia e
Ballata dell’odio e dell’amore. Nel 2008, invece, si è
cimentato con il suo primo film in lingua inglese, ovvero
Oxford Murders – Teorema di un delitto,
un thriller solo apparentemente diverso dai suoi precedenti film,
dove confluiscono infatti temi e idee di messa in scena frutto
delle sue esperienze e passioni. In questo, inoltre, sono centrali
alcuni teoremi matematici inerenti la complessità fenomenica del
mondo e la responsabilità delle azioni umane.
Per il regista si tratta tuttavia di
un deciso cambio di tono, passando dalle atmosfere da commedia nera
a toni più cupi e drammatici. Si tratta inoltre di un film che è
l’adattamento del romanzo La serie di Oxford, scritto dal
matematico Guillermo Martinez e pubblicato nel
2003. Tradotto in numerose lingue, questo è stato un vero e proprio
caso editoriale, unendo una vicenda da giallo a simboli e teoremi
matematici, i quali si rivelano essere la chiave per la risoluzione
del caso. Il film di de la Iglesia, tuttavia, non ha incontrato
favori positivi da parte della critica, finendo con l’ottenere uno
scarso successo.
Negli anni, però, i fan del regista
e di questo particolare genere, hanno rivalutato il film,
apprezzandolo tanto per la sua costruzione narrativa quanto per
quella più propriamente estetica. Ad oggi è un piccolo cult capace
di regalare sorprese e grandi riflessioni. Prima di intraprendere
una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire
alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo
qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori
dettagli relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Oxford Murders – Teorema di un
delitto: la trama del film
Protagonista del film è il giovane
Martin, uno studente di matematica che
dall’America si trasferisce a Oxford sperando di incontrare il suo
scrittore preferito, il professor Arthur Seldom,
grande esperto di numeri e logica. Il ragazzo spera infatti di
poter ottenere di fare un dottorato con lui, un onore non per
tutti. Quando finalmente i due si conoscono, il ragazzo resta
particolarmente amareggiato dall’atteggiamento del suo idolo:
l’anziano docente è infatti antipatico e molto egocentrico. Dopo
tale incontro, Martin non è più convinto di voler proseguire i suoi
studi con il professore, ma uno strano evento li costringerà a
collaborare ancora per un po’.
I due, infatti, ritroveranno per
caso il corpo esanime di una anziana signora che entrambi conoscono
molto bene. Indagando sulla cosa, comprendono che si tratta di un
vero e proprio omicidio, probabilmente legato a una serie di
simboli matematici presenti sulla scena del crimine. La situazione
si complica quando a questo seguono altri inspiegabili delitti che
in un modo o in un altro hanno a che fare con Martin e il
professore. Piccoli indizi che portano gli agenti di polizia a
inserirli nella lista dei sospettati. I due, però, non si arrendono
e continuano a cercare la verità, la quale si potrà ottenere solo
decifrando tutti i simboli lasciati dall’assassino.
Oxford Murders – Teorema di un
delitto: il cast del film
Per il ruolo dello scontroso
professor Arthur Seldom, il regista aveva inizialmente preso in
considerazione il premio Oscar Michael Caine.
Quando i due non riuscirono ad arrivare ad un accordo, un altro
attore con cui il regista era interessato a lavorare era
Jeremy Irons. La scelta, infine, ricadde però su
Sir. John Hurt, negli ultimi anni visto in film
come Indiana Jones e il regno del
teschio di cristallo e Harry Potter e i Doni della
Morte. L’attore si disse ben lieto di interpretare il
protagonista di Oxford Murders, affascinato dalle teorie
matematiche presenti nella storia. Nel film, inoltre, Hurt, che
qualche anno prima aveva recitato in V per vendetta, è
protagonista di una scena in cui il suo personaggio fa dei
riferimenti a Guy Fawkes e alla congiura delle polveri.
Nel ruolo di Martin, lo studente
americano che gli si affianca nelle indagini, vi è invece Elijah Wood, da
tutti ricordato per il ruolo di Frodo nella trilogia di Il Signore degli
Anelli. Per prepararsi al ruolo, Wood studiò le teorie
matematiche a cui si fa riferimento nel film, così da poter avere
una miglior consapevolezza di ciò che accade e viene detto. Accanto
a loro sono poi presenti gli attori Leonor Watling
nei panni di Lorna, un’infermiera spagnola, e Julie
Cox in quelli di Beth Eagleton, una musicista. La madre di
questa, Julia Eagleton, è invece interpretata da Anna
Massey. Sono poi presenti Dominique Pinon
nel ruolo di Frank, Burn Gorman in quello di Yuri
Ivanovich Pdorov, un matematico, e Alex Cox con il
personaggio di Kalman, un matematico malato terminale.
Oxford Murders – Teorema di un
delitto: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Oxford Murders – Teorema di un delitto
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play,
Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di giovedì 4 novembre alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
Taika Waititi è stato scelto per dirigere
l’adattamento cinematografico di The Incal, la
famosa graphic novel creata da
Alejandro Jodorowsky e Moebius. Waititi firmerà anche
la sceneggiatura, con Jemaine Clement e Peter Warren.
“I film e le graphic novel di
Alejandro Jodorowsky hanno influenzato me e tanti altri per
così tanto tempo. Sono rimasto sbalordito quando mi è stata data
l’opportunità di dare vita ai suoi personaggi iconici”, ha
detto Waititi.
Creato dal regista e scrittore
Jodorowsky e dall’artista francese
Moebius alla fine degli anni ’70, The
Incal ha un pubblico devoto, ed è diventato la graphic novel
di fantascienza più venduta della storia. Si tratta della base del
“Jodoverse”, che comprende serie di fumetti best-seller come “The
Metabarons” e “Megalex”.
La storia è incentrata su un
investigatore privato, John Difool, che si imbatte in un artefatto
mistico noto come Incal, un oggetto di grande potere ambito da
molte fazioni in tutta la galassia. Quando Difool scopre i poteri e
lo scopo dell’Incal, si unisce a un equipaggio scombinato e si
imbarca in una missione per salvare l’universo.
Il regista Alan Taylor e i protagonisti
Alessandro Nivola, Michael Gandolfini, Michela
De Rossi e David Chase, hanno parlato di
I molti santi del New Jersey, il film prequel sui
Soprano che arriva nelle sale italiane il 4 novembre. Ecco la
nostra intervista.
Debutta al cinema il 04 novembre
2021
I molti santi del New Jersey, il tanto atteso prequel
della pluripremiata serie HBO I Soprano diretto da
Alan Taylor. I
molti santi del New Jersey è interpretato da
Alessandro Nivola (“Disobedience”, “American Hustle –
L’apparenza inganna”), il vincitore del premio Tony,
Leslie Odom Jr. (“Hamilton” a Broadway, “Assassinio sull’ Orient
Express”),
Jon Bernthal (“Baby Driver – Il genio della fuga”,
“The Wolf of Wall Street”),
Corey Stoll (“First Man – Il primo uomo”, “Ant-Man”),
Michael Gandolfini (la serie TV “The Deuce: La via del porno”),
Billy Magnussen (“Game Night – Indovina chi muore stasera?”, “La
grande scommessa”), John Magaro (“L’ultima tempesta”, “Not Fade
Away”), Michela De Rossi (“La terra dell’abbastanza,” la serie TV
“I topi”) con il vincitore dell’Emmy,
Ray Liotta (la serie TV “Shades of Blue”, “Quei bravi
ragazzi”) e la candidata all’Oscar
Vera Farmiga (“Tra le nuvole”, i film “The
Conjuring”).
Il film è ambientato negli esplosivi
anni ’60, nell’epoca delle rivolte di Newark (New Jersey) e degli
scontri violenti tra la comunità afroamericana e quella italiana. E
in particolare, è tra i gangster dei rispettivi gruppi, che la
pericolosa rivalità diventa particolarmente letale. New Line Cinema
presenta, in associazione con Home Box Office, una produzione Chase
Films: ” I Molti Santi del New Jersey”. Il film
sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures. In
Italia il film uscirà al cinema domani, giovedì 4 Novembre
2021.
Alan Taylor
(“Thor: The Dark World”), che ha vinto un
Emmy per la regia de “I Soprano”, ha diretto il film da una
sceneggiatura del creatore della serie David Chase, e Lawrence
Konner, basata sui personaggi creati da Chase. La produzione è di
Chase e Konner mentre Michael Disco, Richard Brener, Nicole Lambert
e Marcus Viscidi sono i produttori esecutivi. La squadra creativa
di Taylor che ha lavorato dietro le quinte comprende il direttore
della fotografia Kramer Morgenthau (“Creed II”, “Thor: The Dark
World”), lo scenografo Bob Shaw (“The Wolf of Wall Street”, “I
Soprano”), il montatore nominato all’Oscar Christopher Tellefsen
(“L’arte di vincere”, “A Quiet Place- Un posto tranquillo”) e la
costumista Amy Westcott (“The Wrestler”, “Il cigno nero”).
I molti santi del New Jersey è stato girato tra il New
Jersey e New York, e nel film sono presenti diversi personaggi
famosi della serie originale che ha ispirato il film. Andata in
onda per sei stagioni, la serie “I Soprano” – ampiamente
considerata come una delle più grandi e influenti serie drammatiche
televisive di tutti i tempi – è stata premiata con 21 Primetime
Emmy Award, cinque Golden Globe e due Peabody Award, solo per
citare alcuni riconoscimenti.
Eternals
non uscirà in Arabia Saudita e in altri paesi arabi. La motivazione
è che mostra per la prima volta sul grande schermo un eroe
omosessuale. Quindi l’11 novembre, data prevista per l’uscita del
film nelle regioni del Golfo, la pellicola di Chloé
Zhao non arriverà ovunque previsto.
Fonti hanno confermato che, nonostante il film sia stato
pubblicizzato in tutta la regione sui siti web di catene multiplex
locali, trai quali anche il principale esercente locale Vox
Cinemas, Eternals non
verrà proiettato in Arabia Saudita e Kuwait. Tuttavia, i biglietti
per il film sono attualmente disponibili per l’acquisto nei cinema
Vox negli Emirati Arabi Uniti. Vox non ha risposto immediatamente
alle richieste di commento.
Nel mondo arabo, i film che
riguardano o contengono sesso, omosessualità e questioni religiose
vengono regolarmente tagliati per rispettare le regole della
censura. Ma in questo caso, sembra che la Disney non fosse disposta
o, più probabilmente, non fosse capace di tagliare completamente il
personaggio “incriminato”.
La regista Chloé
Zhao ha dichiarato in diverse interviste di aver espresso
alla Marvel il suo desiderio di non
alterare il film, in cui, per la prima volta nella storia dei
Marvel Studios, si vede una coppia dello
stesso sesso.
Uscito in Italia il 3 novembre, il
film arriverà entro la prossima settimana in tutto il mondo, con
un’uscita USA prevista per il 5 novembre.
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre
nelle sale italiane. Il film targato Marvel
StudiosEternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Nelle prossime vacanze di Natale
arriverà Sing
2 – Sempre più forte, nuovo
capitolo del franchise animato di Illumination. Scritto e diretto
nuovamente da Garth Jennings (Guida
galattica per autostoppisti, 2005; Son of Rambow – Il
figlio di Rambo, 2007; Sing, 2016) Sing
2 è una coloratissima commedia musicale d’animazione,
sequel dell’omonimo film di successo, Sing, che
vedeva un gruppo di animali organizzare una gara canora così da
riportare il Moon Theatre al suo vecchio splendore e salvarlo dalla
chiusura.
In Sing
2 – Sempre più forte i
protagonisti dovranno abbandonare il Moon Theatre per esibirsi sul
palco di una grande città. Il film segue sempre le imprese del
koala Buster Moon e del suo cast, che ora deve concentrarsi sul
debutto di un nuovo spettacolo al Crystal Tower Theatre nella
luccicante Redshore City. I protagonisti dovranno anche
intraprendere una missione per trovare la leggenda del rock Clay
Calloway e convincerlo a tornare sul palco.
A prestare la voce ai personaggi del
film sarà un cast davvero stellare, sia nella versione originale
che in quella doppiata, entrambe proposte al Torino Film
Festival.
Nella versione originale il koala
Buster è interpretato dal vincitore
Oscar® Matthew McConaughey, Reese Witherspoon
presta la sua voce alla maialina Rosita, Scarlett Johansson alla porcospina rocker
Ash, mentre il serioso gorilla Johnny avrà la
voce di Taron Egerton, il timido elefante Meena quella di
Tory Kelly, il provocatorio
porcellino Gunter di Nick Kroll. A interpretare la
leggenda del rock, il leone Clay Calloway sarà invece Bono.
Il cast delle voci italiane è
composto dal comico e attore Frank Matano,
incredibilmente talentuoso proprio come il personaggio a cui
presterà la voce, il brillante Darius!
Nel cast anche due giovani
talenti, Jenny De Nucci, stella in ascesa,
attrice, content creator, adorata dal pubblico giovane e meno
giovane. Lei doppierà Porsha, una trendsetter, ballerina e cantante
che non vede l’ora di brillare sul palco del nuovo spettacolo
ideato da Buster Moon.
Valentina Vernia,
TikTok star e ballerina, proprio come il personaggio a cui presterà
la voce, ha conquistato il cuore dei più giovani dopo aver
partecipato al talent AMICI. Valentina AKA Banana sarà la voce
della strepitosa Nooshy che farà anche da coach a Johnny.
A completare gli assi dei doppiatori ci sarà
anche Zucchero “Sugar” Fornaciari, una delle
voci italiane più celebri e riconoscibili nel mondo, che riflette
perfettamente il personaggio a cui andrà a prestare la voce,
l’iconica rock star Clay Calloway.
Prodotto da Illumination
Entertainment Sing
2 – Sempre più forte uscirà
nelle sale italiane il 23 dicembre 2021 distribuito da Universal
Pictures International Italy.
Ci sono diverse qualità che rendono
grande un eroe e una delle più importanti è sicuramente il
coraggio. Spider-Man ha dimostrato più e più volte di
essere coraggioso, ed è per questo che è considerato uno dei grandi
eroi mai esistiti. Il personaggio è apparso in ben dieci live
action (sia da solista che come parte di un ensemble) e nel corso
delle sue varie apparizioni al cinema ha dimostrato in varie
occasioni di essere non solo spericolato, ma anche assai
temerario.
Non appena Peter ha saputo cosa stesse accadendo in
Avengers: Infinity War, è entrato
subito in azione senza mai esitare. Subito si è reso conto della
minaccia contro cui si sarebbe dovuto battere, ossia Thanos.
Nonostante l’enorme pericolo rappresentato dal Titano Pazzo, Peter
decide di affrontare nuovamente Thanos. In Avengers: Endgame, infatti, Peter si
unisce agli eroi che sono tornati dal Blip nello scontro
finale.
Thanos è certamente una forza da non sottovalutare, in
assoluto la più grande minaccia che Spidey avesse mai affrontato
fino a quel momento. Eppure, Peter è rimasto in piedi e ha
combattuto la sua battaglia come qualsiasi eroe dovrebbe fare,
anche se la prima volta ha subito una brutale
sconfitta.
Sacrificare la sua felicità (Spider-Man)
Peter Parker sa quanto sia
importante il sacrificio. Sa anche che, a volte, il sacrificio è
qualcosa di più che mettere in gioco la tua stessa vita. In
Spider-Man di Sam Raimi, Peter è perdutamente innamorato
di una ragazza che, secondo la prospettiva del nostro eroe, non sa
nemmeno che lui esiste. Alla fine, però, Mary Jane fa ciò che Peter
ha sempre sognato: gli confessa il suo reciproco amore.
Peter è costretto a prendere la
difficile decisione di rifiutarla, anche se sa quanto sarebbe
felice insieme a lei. Perché lo fa? Perché sa bene che se i suoi
nemici scoprissero chi è, Mary Jane sarebbe in pericolo. Si tratta
di un momento perfetto, in cui Spider-Man mette la vita degli altri
davanti alla sua, dimostrando che il sacrificio è una delle più
importanti lezione di vita che il personaggio ci abbia mai
insegnato.
Affrontare Rhino (The Amazing Spider-Man 2)
La sofferenza per una
tragica perdita non è facile da gestire, soprattutto quando si
incolpa se stessi per quanto accaduto. Questo è esattamente ciò che
accade a Peter quando si incolpa per la morte di Gwen in
The Amazing Spider-Man 2. Dopo la
morte della ragazza, infatti, decide di appendere la maschera al
chiodo e ritirarsi dalla lotta contro il crimine. Continua a
sentirsi come se avesse preso la decisione giusta, fino a quando
Rhino non va su tutte le furie, costringendo Peter ad abbandonare
il suo pensionamento anticipato.
Questo momento è un atto di puro
coraggioso, non a causa della lotta in sé, ma perché Peter deve
superare il suo conflitto interiore in nome di un bene superiore.
Mettere da parte i suoi sentimenti e compiere il suo destino è una
testimonianza del fatto che, alla fine, il film non è così male
come i fan di Spider-Man vogliono far credere.
Battersi contro Bone Saw (Spider-Man)
Prima che Peter comprenda
appieno i suoi poteri, decide di usarli a suo vantaggio e
guadagnare un po’ di soldi facili nel mondo del wrestling. Dopo
numerosi avvertimenti, si rende davvero conto di aver sottovalutato
la situazione quando si accorge di ciò che resta degli avversari di
Bone Saw. A questo punto della storia, Peter non ha idea di cosa
sia veramente capace, quindi, per quanto ne sa, Bone Saw potrebbe
farlo fuori con estrema facilità.
Tuttavia, nonostante queste riserve,
Peter decide comunque di affrontare l’avversario, uscendone
vittorioso. La maggior parte delle persone si sarebbe ritirata
quasi subito, ma non Peter Parker. Anche se era lì esclusivamente
per soddisfare un bisogno egoistico, questo gesto dimostra ancora
una volta che Peter è una persona davvero coraggioso, anche se
forse troppo ingenua.
Affrontare Avvoltoio (Spider-Man:
Homecoming)
Una cosa che rende
l’interpretazione di Tom Holland una delle più accurate di Spidey
rispetto ai fumetti Marvel, è senza dubbio il suo
entusiasmo da adolescente. Se qualcuno giovane come Peter ottenesse
fantastici poteri, sarebbe entusiasta all’idea di usarli, di
mettersi alla prova e di battere i suoi nemici. Per questo motivo,
Peter accetta di combattere, spesso però senza comprendere appieno
la situazione.
Anche quando si rende conto di
quanto siano pericolose le cose, sceglie comunque affrontare la
minaccia a testa alta. Quando Tony lo priva del suo suo costume
avanzato, Peter afferma di non essere nulla senza di esso. Pur
credendo che la sua parte migliore gli sia stata portata via,
continua a inseguire Avvoltoio nel tentativo di eliminarlo. Questo
atto di coraggio dimostra che Peter è molto più di un semplice
costume, e lo dimostra non solo a se stesso, ma anche a Tony e al
pubblico.
Rivelare la sua identità (The Amazing
Spider-Man)
In una delle scene più
emozionanti di The Amazing Spider-Man, Peter viene messo
alle strette dalla polizia e costretto a rivelare la sua identità
al Capitano Stacy, il padre di Gwen, la ragazza di cui è
innamorato, quindi sa esattamente chi ha di fronte. Avrebbe potuto
metterlo al tappeto o semplicemente fuggire, ma il gesto di
rivelare la sua identità dimostra che si fida di lui e che è
abbastanza coraggioso da correre il rischio.
Se le cose dovessero andare male,
Stacy sa esattamente dove trovare Peter, ma quest’ultimo corre il
rischio sperando che il Capitano lo lasci andare per salvare sua
figlia, cosa che alla fine accade, dal momento che Stacy ha
compreso il senso di giustizia del ragazzo.
Il suo atto di fede (Spider-Man)
Dopo che Peter viene morso
da un ragno radioattivo, inizia a notare dei cambiamenti. Tra
questi, ci sono le capacità di strisciare sui muri e di sparare
ragnatele dal polso. Peter non ha idea di cosa aspettarsi da questi
strani poteri, eppure è costretto a compiere un vero e proprio atto
di fede.
Lancia una ragnatela e scende da un
edificio alto, dondolandosi per la prima volta. Per molti potrebbe
essere stato un gesto stupido: ovviamente Peter non poteva sapere
se la ragnatela avesse o meno resistito. Tuttavia, è anche una
prima dimostrazione del suo immenso coraggio. Questo piccolo gesto
avrebbe cementato l’arco narrativo del personaggio e, in
prospettiva, contribuito a salvare innumerevoli vite future.
Affrontare Mysterio (Spider-Man: Far From Home)
Nonostante abbia subito un’umiliante sconfitta per mano di
Mysterio in Spider-Man: Far From Home,
Peter lo insegue e lo affronta a testa alta. Peter sa che Beck non
solo ha accesso alla tecnologia dell’illusione progettata dal
compianto Tony Stark, ma ora ha anche le mani su alcuni droni
mortali che Peter gli ha dato perché indotto con l’inganno.
Spider-Man riesce comunque a superare le difese di Mysterio e a
trovarsi accia a faccia con lui.
Usa
il suo “Peter Tingle” appena scoperto per separare l’illusione
dalla realtà, e di cui si rende conto quando Mysterio cerca di
sparargli un ultimo colpo. Peter ha mostrato un immenso coraggio
presentandosi al cospetto del suo nemico per la rivincita, anche se
Mysterio aveva un altro asso nella manica che Peter deve ora
affrontare.
Fermare un treno in corsa (Spider-Man 2)
Subito dopo aver riottenuto i suoi poteri, Peter deve
affrontare una delle battaglie più difficili che abbia mai
affrontato. Affronta Doc Ock e la battaglia li porta su un treno.
Dopo una feroce colluttazione, Doc Ock distrugge i freni del treno,
che sta accelerando verso una zona di scarico. Peter deve trovare
un modo per costringere il treno a fermarsi, o tutti a bordo
precipiteranno, andando incontro alla morte.
Oltre
a questo, Peter è stato smascherato, aggiungendo una posta in gioco
ancora più alta ad una scena già di per sé molto intensa.
Spider-Man mette in gioco la propria vita per salvare quelli a
bordo, rendendosi protagonista di una delle migliori scene nella
storia dei cinecomic. Spider-Man 2 è stato definito uno
dei migliori sequel e uno dei migliori film di supereroi di sempre
e, in base a questa scena, non è difficile capire
perché.
Intrappolato senza poteri
(Spider-Man 2)
Un punto chiave della trama di Spider-Man 2 è che
Peter ha perso i suoi poteri. All’inizio, la prende come una cosa
positiva, in quanto può concentrarsi maggiormente sulla sua vita
personale. Questo finché non scopre che, in fondo, è ancora un
eroe, anche se non riesce a fermare più neanche una semplice
rapina. La situazione arriva al culmine quando rimane intrappolato
in un edificio in fiamme per salvare una bambina.
Se
avesse avuto dei poteri, sarebbe stata una passeggiata. Invece,
mette a rischio la sua stessa vita come non aveva mai fatto prima,
poiché l’incidente avrebbe potuto porre fine alla sua vita. Ciò che
rende questa scena così potente e coraggiosa è che Spider-Man non
ha salvato quella bambina (o almeno, non solo lei), ma ha salvato
Peter Parker.
IRISH FILM FESTA
completa la sua proposta streaming per il 2021 con quattro nuovi
lungometraggi: i film, tutti in lingua originale con sottotitoli in
italiano, saranno disponibili gratuitamente secondo un programma
articolato in due parti, da venerdì 5 a domenica 7 novembre,
e da venerdì 12 a domenica 14 novembre.
Come già lo scorso marzo,
i film di IRISH FILM FESTA
Silver Stream vengono presentati, in partnership con
l’Irish Film Institute (IFI) di Dublino, sulla nuova piattaforma
IFI International, riservata ai festival di cinema irlandese
che operano a livello internazionale.
Il programma di questa
nuova iniziativa online di IRISH FILM FESTA prevede due
documentari, Gaza di Garry Keane e Andrew McConnell,
e Violet Gibson: The Irish Woman Who Shot Mussolini
di Barrie Dowdall; e due commedie, A Bump Along the
Way di Shelly Love e Poster Boys di Dave
Minogue.
«Dopo lo streaming
primaverile e l’arena estiva, con il Silver Stream autunnale
completiamo le iniziative di IRISH FILM FESTA per l’anno in corso.
Un’annata diversa, sicuramente frammentata ma anche sperimentale,
che ci ha permesso di raccogliere idee e progettare una nuova IRISH
FILM FESTA a partire – lo speriamo davvero – già dal marzo
prossimo. Nel frattempo, in questa nostra proposta autunnale si
alternano documentari e commedie, impegno e leggerezza. Tutti film
di produzione irlandese e nordirlandese, ma con ambientazioni
geografiche che in un paio di casi potrebbero
sorprendere», commenta il
direttore artistico Susanna Pellis.
GAZA di Garry Keane e
Andrew McConnell
Un documentario irlandese
dedicato alla vita quotidiana di chi abita nella Striscia di Gaza:
l’idea è di Garry Keane, filmmaker e direttore della
fotografia, e Andrew McConnell, fotografo specializzato in
reportage da zone di conflitto e in particolare dal Medio
Oriente.
I due autori, entrambi
originari dell’Irlanda nord-occidentale, scelgono la struttura del
racconto corale: Gaza traccia un delicato affresco su
un’umanità assediata, gente normale che vive una vita piena
nonostante le macerie causate dal perenne conflitto.
La produzione è di
Fine Point Films, una società di Belfast molto attiva nel
settore del documentario non solo in Irlanda ma anche a livello
internazionale: tra i loro titoli ricordiamo Bobby Sands: 66
Days e Hear My Voice di Brendan J. Byrne, entrambi
presentati nelle scorse edizioni di IRISH FILM FESTA, e i
documentari di Alex Gibney Mea Maxima Culpa e No Stone
Unturned.
A BUMP ALONG THE WAY
di Shelly Love
La brillante commedia
A Bump Along the Way ha fatto guadagnare alla regista
Shelly Love – nata in Scozia da genitori nordirlandesi, un
passato come coreografa e performer – il premio per la migliore
opera prima al Galway Film Fleadh.
Derry, Irlanda del Nord: la quarantenne Pamela, già madre single
di una ragazza adolescente, resta incinta dopo l’avventura di una
notte. La gravidanza inaspettata fa esplodere il conflitto tra
madre e figlia, portandole però anche a raggiungere una nuova
consapevolezza del proprio ruolo in famiglia e nella comunità in
cui vivono.
Protagonista del film,
nel ruolo di Pamela, è la cantante e attrice Bronagh
Gallagher, che ricordiamo in The Commitments, Pulp
Fiction, Grabbers; mentre la figlia Allegra è
interpretata dalla giovane emergente Lola Petticrew
(Dating Amber a fianco di Fionn O’Shea, il thriller
Shadows diretto dall’italiano Carlo Lavagna).
VIOLET GIBSON: THE
IRISH WOMAN WHO SHOT MUSSOLINI di Barrie Dowdall
Nel 1926, a Roma, la
quarantanovenne aristocratica irlandese Violet Gibson si
fece largo attraverso una folla entusiasta per sparare al dittatore
fascista Benito Mussolini: la pallottola colpì Mussolini solo di
striscio, non riuscendo quindi a cambiare, come avrebbe potuto, il
corso della Storia. Una vicenda poco nota, raccontata in questo
docu-drama che si basa sul libro di Frances Stonor Saunders, “La
donna che sparò a Mussolini”, pubblicato in Italia da LEG
Edizioni.
Il regista Barrie
Dowdall, attivo da anni nel documentario, ha affidato il ruolo
di Violet Gibson ad Olwen Fouéré, l’attrice e performer
irlandese di origini bretoni nella cui vasta e prestigiosa
filmografia compaiono anche This Must Be the Place di Paolo
Sorrentino e The Survivalist di Stephen Singleton (visto ad
IFF nel 2016). La voce narrante nel docu-drama è di Kate
O’Toole.
POSTER BOYS di Dave
Minogue
Un folle road movie che
attraversa l’Irlanda: quando Al, trentenne, single e
depresso, si trova costretto a badare al saccente nipote di dieci
anni per un’intera settimana, la sua vita e il suo lavoro sono
messi a rischio; così, nel tentativo di salvare il salvabile, Al
decide di rubare un vecchio camper e si mette in viaggio con il
nipote.
Realizzato con un
piccolissimo budget e presentato con successo al Galway Film
Fleadh, Poster Boys è il primo film scritto e diretto
da Dave Minogue, che per il ruolo del giovanissimo Karl ha
scritturato il suo vero nipote, Ryan Minogue-Lee.
Dave Minogue era il produttore di The Wiremen, il
cortometraggio d’animazione di Jessica Patterson vincitore della
nostra IRISH FILM FESTA in short nel 2020.
MODALITÀ DI
VISIONE
I film di IRISH FILM
FESTA Silver Stream saranno disponibili singolarmente per la
visione in streaming da venerdì 5 a domenica 7 novembre
(Gaza e A Bump Along the Way) e da venerdì 12 a
domenica 14 novembre (Violet Gibson e Poster
Boys) sulla piattaforma di video on demand IFI
International.
Dal momento del noleggio, il film resta accessibile per 72 ore;
una volta iniziata la visione, gli spettatori hanno 48 ore per
completarla.
La visione è possibile
solo dall’Italia.
Gli spettatori possono
prenotare i biglietti gratuiti, fino a esaurimento, a
questo link.
L’edizione online
IRISH FILM FESTA Silver Stream è realizzata con il sostegno
dell’Ambasciata d’Irlanda in Italia e di IFI International. Media
partner dell’iniziativa è Film TV.
La piattaforma streaming
IFI International è un progetto dell’Irish Film Institute.
Realizzato con il sostegno di Culture Ireland, il servizio si
aggiunge alle attività dell’ente per la promozione del cinema
irlandese presso il pubblico internazionale.
Sean Penn è
unanimemente considerato uno degli interpreti più talentuosi e
camaleontici oggi in circolazione, capace di dar vita ad
interpretazioni intense che gli hanno permesso di ottenere i
massimi riconoscimenti dell’industria. Ruolo dopo ruolo Penn ha
provato la propria grandezza, attirando su di sé le attenzioni
anche per via del suo fascino dannato e della sua burrascosa vita
privata. Ecco 10 cose che non sai di Sean
Penn.
Sean Penn: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
pellicole. Penn debutta al cinema con il film Taps –
Squilli di rivolta (1981), per poi recitare in Fuori di
testa (1982), Colors – Colori di guerra (1988),
Vittime di guerra (1989) e Carlito’s Way (1993).
Ottiene poi grande notorietà grazie al ruolo in Dead Man Walking
(1995), per poi continuare ad affermarsi grazie a film come
She’s So Lovely (1997), Bugie, baci, bambole &
bastardi (1998), La sottile linea rossa (1998),
Amori e disaccordi (1999), Prima che sia notte
(2000), Mi chiamo Sam (2001). La consacrazione arriva poi
con Mystic River (2003), e
negli anni successivi continuerà ad affermarsi in ruoli come 21
grammi (2003), The Interpreter (2005), Tutti gli
uomini del re (2006), Milk (2008), The Tree of
Life (2011), This Must Be the
Place (2011), Gangster Squad (2013), I sogni segreti di
Walter Mitty (2013), The Gunman (2015),
Il professore e il
pazzo (2019), Flag Day (2021), Licorice Pizza
(2021).
2. Ha scritto, diretto e
prodotto alcuni noti film. Penn esordisce alla regia con
il film Lupo solitario (1991), da lui anche scritto.
Dirigerà poi 3 giorni per la verità (1995), La
promessa (2001) e Into the Wild – Nelle terre
selvagge (2007), che gli permette di ottenere ottimi
riconoscimenti di pubblico e critica come regista. Nel 2016 torna
dietro la macchina da presa per realizzare il film Il tuo ultimo
sguardo, con gli attori Javier
Bardem e Charlize
Theron. Per ogni suo film Penn ha partecipato anche
alla sceneggiatura o alla produzione, distinguendosi come
personalità poliedrica. Nel 2021 porta al Festival
di Cannes il suo nuovo film da regista, Flag Day, dove
dirige anche la figlia Dylan Penn.
3. Ha vinto due premi
Oscar. Nel corso della sua ricca carriera, Penn ha
ricevuto un totale di cinque nomination come miglior attore
protagonista al premio Oscar. Le prime furono per i film Dead
Man Walking, Accordi e disaccordi e Mi chiamo Sam.
Successivamente, nel 2004 l’attore vince per la prima volta il
premio per il suo ruolo in Mystic River, ripetendosi nel
2009 per il film Milk.
Sean Penn: Charlize Theron, la
fidanzate e i figli
4. Ha avuto relazioni con
note attrici. Penn è inoltre celebre per le sue diverse
relazioni avute con attrici. Negli anni Ottanta è infatti stato
brevemente fidanzato con Pamela Springsteen,
conosciuta sul set di Fuori ditesta,
Elizabeth McGovern, conosciuta sul set di In
gara con la luna, e Susan
Sarandon. Nel 2011 ha avuto una breve relazione con
ScarlettJohansson, mentre dal 2014 al 2015 ha invece
avuto una relazione con l’attrice CharlizeTheron. Nel 2016 si è invece legato a
Leila George, figlia degli attori Greta Scacchi e
Vincent D’Onofrio, che ha sposato il 30 luglio 2020. La coppia ha
però divorziato il 15 ottobre 2021.
5. È stato sposato con una
celebre collega. Dopo sette anni di fidanzamento, nel 1996
l’attore sposa l’attrice Robin
Wright, celebre per il suo ruolo nella serie House
of Cards. La coppia ha avuto due figli, Dylan
Frances e Hopper Jack, nati
rispettivamente nel 1991 e nel 1993, e ha cercato di mantenere una
certa riservatezza per quanto riguardava la loro vita privata. Nel
2007 annunciano però la separazione, e nonostante diverse
riconciliazioni annunciano definitivamente il divorzio nel
2010.
Sean Penn e El Chapo
6. È stato al centro di
un’accesa polemica. Nel gennaio del 2016 l’attore ha dato
vita ad una polemica nei suoi confronti per via della sua
intervista segreta al latitante narcotrafficante messicano Joaquin
Guzmán, noto con il soprannome di El Chapo. Questi è stato
successivamente catturato, ma Penn fu accusato di non aver
collaborato con la giustizia nella sua cattura, nonostante ne
conoscesse la posizione.
Sean Penn e Madonna
7. È stato sposato con la
celebre cantante. Nel 1985 l’attore attira diverse
attenzioni sulla sua vita privata per via del matrimonio con
l’attrice e cantante Madonna, conosciuta sul set
del film Shangai Surprise, dove entrambi recitavano. La
cantante dedicò a Penn anche l’album True Blue, dove lo
definisce “il ragazzo più cool dell’universo”.
8. Hanno avuto una relazione
turbolenta. La loro relazione è tuttavia segnata da eventi
burrascosi, con Penn accusato in diverse occasioni anche di
violenza domestica. Nel 1989, infine, firmano le carte per il
divorzio. Anche in seguito alla loro separazione, tuttavia, i due
non hanno mancato di manifestarsi affetto, lasciando intendere che
vi è stata una riconciliazione nei loro rapporti.
Sean Penn in Milk
9. Per il ruolo è stato
trasformato con il trucco. Per dar vita ad Harvey Milk,
primo gay dichiarato ad essere eletto ad una carica politica negli
Stati Uniti, Penn si è sottoposto ad un trucco che gli ha permesso
di acquisire maggior somiglianza con il personaggio. Questo
prevedeva un naso e dei denti finti, come anche delle apposite
lenti a contatto e una diversa acconciatura.
Sean Penn: età e altezza
10. Sean Penn è nato a Santa
Monica, in California, Stati Uniti, il 17 agosto 1960.
L’attore è alto complessivamente 173 centimetri.
Yaya e
Lenniesono come la libertà quando cammina, che non le
puoi dire dove deve o dove non deve andare. Così dice zia
Claire, con la sua tenera e dolente voice over, mentre
accompagna con lo spirito questi figli adottivi che camminano verso
la Terra della Musica, “dove il tempo si è dimenticato di
passare”.
Così Alessandro Rak sceglie di raffigurare i suoi
splendidi nuovi protagonisti, in Yaya e Lennie – The
Walking Liberty, al cinema
distribuito da Nexo soltanto dal 4 al 7 novembre. La storia è
quella di una ragazzina molto sveglia e un po’ brusca e del suo
amico tanto tardo quanto forzuto e imponente, una meraviglia della
natura. Si muovono nella giungla che, a seguito di una catastrofe
non ben specificata, ha preso il sopravvento sulla città, in un non
luogo che potrebbe essere Napoli, ma che potrebbe anche
rappresentare tutti i posti del mondo, in un futuro distopico in
cui a seminare il terrore in mezzo alla natura selvaggia è
l’Istituzione, una forza militarizzata che rastrella tutti i
giovani per arruolarli nei suoi ranghi, per dar loro regole e
imporsi con la forza.
Yaya e
Lennie sono soli, dopo la morte di zia Claire, due
ragazzini che passando da un rifugio all’altro, a caccia di cibo e
di sopravvivenza, con il sogno di raggiungere un posto da poter
chiamare casa. Yaya e Lennie sono liberi, senza
padroni, con poche regole che servono a rimanere in vita, si
bastano eppure sono in pericolo. Yaya e Lennie sono nati
sbagliati e fanno sogni sbagliati, quelli che moriranno
di quello che gli piace. Fino a che non incrociano
l’Istituzione, che vuole catturarli.
Un inno alla libertà
The Walking Liberty è un inno alla libertà,
quella fisica e mentale, che appartiene ai nostri giovani e
ammaccati eroi, ma anche quella creativa, grazie alla quale
Alessandro Rak porta su grande schermo, con la
squadra di professionisti della Mad Entertainment,
un esperimento visivo unico, in cui l’immagine appare composta da
strati sovrapposti di impressioni, di texture, in movimenti
continui e avvolgenti che catapultano lo spettatore nella foresta,
sotto le stelle, in mezzo agli animali che si aggirano liberi per
le fratte.
La libertà di
Rak è anche drammaturgica: il film non segue quasi nessuna
delle regole narrative canoniche, eppure ha una potenza emotiva
rara, genera un trasporto emozionale e un legame intimo con i
protagonisti da lasciar cadere qualsiasi perplessità su strutture e
canoni. E gran parte di queste suggestioni sono raggiunte anche
grazie alla musica, alle canzoni che irrompono cariche di
malinconia dentro alle immagini, musiche composte dallo stesso Rak,
che ancora una volta si fa aiutare, collabora, condivide il suo
genio con altri artigiani di sogni che alla fine del film, in una
delle sequenze di titoli di coda più belle di sempre, compaiono
tutti come gli “artisti” che hanno realizzato il film. Senza gerarchie, in una felice comune di
creatività.
Di natura e di libertà
Dopo la musica e la
pioggia de L’arte della felicità, il sangue e la cenere
di Gatta Cenerentola, sono la natura e la libertà
a prendere forma sullo schermo grazie al genio di
Alessandro Rak che, forse involontariamente,
sembra suggerire anche un messaggio ambientalista molto forte e
attuale, un avvertimento di tutela nei confronti di quella Terra
che ci accoglie, ci nutre e ci custodisce come suoi figli e che
l’Istituzione vuole sventrare per trarne profitto e alimentare la
macchina dell’industria.
La metafora immediata del
film viene poi condita da personaggi memorabili, non solo Yaya e
Lennie, che hanno le voci di Fabiola Balestrieri e
Ciro Priello, ma anche Rospoléon, leader di un
gruppo di guerriglieri straordinariamente somigliante a Maradona e
con la voce inconfondibile di Francesco Pannofino, che dopo aver salvato i
nostri dalle grinfie dell’Istituzione, decide, con la sua
scapestrata banda, di fare la rivoluzione e mettere in ginocchio il
tiranno.
Ma sui rumori delle
trivelle, sullo scoppio degli spari, sul parapiglia di assalitori e
vittime, si ergono due voci a sovrastare ogni cosa, da una parte
quella di Charlie Chaplin con il suo discorso all’umanità da
Il grande dittatore, la voce di quelli che ancora
lottano, resistono e sperano, dall’altra quella di zia Claire
(Lina
Sastri), la voce di una Madre Natura che non smette
mai di proteggere i propri figli, di accompagnarli nella loro corsa
verso la libertà.
Yaya e Lennie –
The Walking Liberty è travolgente, riempie gli occhi
di meraviglia e lascia il cuore in tumulto. La migliore prova alla
regia di Alessandro Rak (e della sua squadra di
artisti), fino a oggi.
Nota e apprezzata per la sua
versatilità, l’attrice Kirsten Dunst ha negli anni
recitato tanto in celebri blockbuster quanto in premiati film
d’autore, affermandosi sia ad Hollywood che presso le
cinematografie europee. Grazie alla sua rappresentazione di
personaggi complessi ha infine potuto provare le sue doti,
ottenendo riconoscimenti di pubblico e critica.
Ecco 10 cose che non sai su
Kirsten Dunst.
Kirsten Dunst: i film e le serie TV
in cui ha recitato
2. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso della sua carriera
l’attrice è comparsa diverse volte anche sul piccolo schermo,
inizialmente per la serie Quando si ama (1990-1991), e in
seguito è comparsa in alcune puntate di Sisters (1993),
Star Trek: The Next Generation (1993), Il tocco di un
angelo (1996), E.R. – Medici in prima linea
(1996-1997) e Fargo (2015), dove ha ottenuto ottimi
apprezzamenti per il suo ruolo di Peggy Blumquist. Nel 2019 recita
invece nella serie On Becoming a God in Central
Florida.
3. È stata nominata per
importanti premi. Per il suo ruolo da protagonista nel
film Melancholia, l’attrice ha vinto il prestigioso Prix
d’interprétation féminine al Festiva di Cannes nel 2011. Per il suo
ruolo nella serie Fargo ha invece conquistato nomination
come miglior attrice ai premi Emmy e ai Golden Globe, vincendo poi
un Critic’s Choice Award.
Kirsten Dunst ha un figlio di nome
Ennis Howard Plemons
4. Ha avuto un figlio con
l’attuale compagno. Sul set della serie Fargo,
nel 2016, l’attrice conosce l’attore Jesse
Plemons, celebre per il suo ruolo in Breaking
Bad. Nel 2017 i due si fidanzano ufficialmente, dando alla
luce un figlio di nome Ennis Howard Plemons
nel maggio del 2018. Nel maggio del 2021, invece, è nato il loro
secondo figlio, James Robert Plemons. La
coppia si è poi dimostrata molto attenta a non condividere
particolari dettagli della propria vita privata, affermando inoltre
di non apprezzare particolarmente i social media e tenendosene alla
larga.
Kirsten Dunst in Jumanji
5. Ha avuto una parte nel
noto film per ragazzi. Nel film del 1995 Jumanji,
è possibile ritrovare l’attrice nel ruolo della giovane Judy
Shepherd, orfana insieme a suo fratello e residente insieme a
questi nella casa che un tempo fu dei Parrish. Sarà lei a ritrovare
in soffitta il gioco chiamato Jumanji, riportando nel suo mondo
Alan Parrish, interpretato da Robin
Williams.
Kirsten Dunst in Spider-Man
6. Ha sostenuto il provino
dopo la scelta del protagonista. Dopo aver saputo che
l’attore Tobey Maguire era stato scelto per il
ruolo di Peter Parker, l’attrice decise di candidarsi per un ruolo,
desiderosa di poter collaborare con Maguire, attore che apprezza
particolarmente. Dopo un mese dal suo provino, la Dunst fu
richiamata per il ruolo di Mary Jane Watson.
7. Si è tinta i
capelli. Bionda sin dalla nascita, l’attrice ha solamente
indossato una parrucca di capelli rossi per il primo film della
serie. Dopo essersi piaciuta, tuttavia, decise di ricorrere
direttamente ad una tinta per i successivi due sequel, guadagnando
anche quella libertà nei movimenti che la parrucca non le
consentiva.
Kirsten Dunst in Melancholia
8. Un noto regista l’ha
raccomandata il ruolo. Alla ricerca di una protagonista
per il suo film, il regista Lars von Trier
ricevette come suggerimento da Paul Thomas
Anderson, autore dei film Il petroliere e Il
filo nascosto, di porre sotto casting la Dunst. In seguito ad
una conversazione via Skype, questa venne poi effettivamente scelta
per il ruolo, corrispondendo alle caratteristiche ricercate da von
Trier.
9. Ha ascoltato più volte
una canzone per prepararsi al ruolo. Incentrato sul tema
della depressione, il film ha richiesto all’attrice una lunga
preparazione. Per raggiungere lo stato d’animo ideale, inoltre, la
Dunst ha affermato di aver ascoltato più e più volte il brano
10 Mile Stereo, dei Beach House. Questo è infatti solita
farla piangere facilmente.
Kirsten Dunst: età e altezza
10. Kirsten Dunst è nata a
Point Pleasant, nel New Jersey, Stati Uniti, il 30 aprile
1982. L’attrice è alta complessivamente 170 centimetri.
L’attore Sebastian
Koch aspirava originariamente ad essere un musicista, ma
crescendo ha capito che la sua vera vocazione era la recitazione.
Seguendo quella passione, Koch è oggi uno degli attori tedeschi più
apprezzati e noti a livello internazionale. Distintosi in numerosi
film di successo, ha poi avuto anche una brillante carriera
televisiva con serie particolarmente popolari.
Ecco 10 cose che non sai di Sebastian Koch.
Sebastian Koch: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. La carriera cinematografica di Koch è iniziata con
film come A Song of Love and Death – Gloomy Domenica
(1999), Il depuato (2002) e Deadly deviazione
(2004). La grande occasione arriva grazie a Le Vite degli
Altri (2006), dove interpreta Georg Dreyman, scrittore
teatrale e noto intellettuale. Da quel momento predne parte a noti
film internazionali come Black Book (2006), Unknown – Senza
identità (2011), con Liam Neeson,
Die Hard – Un buon giorno per
morire (2013), con Bruce Willis,
Il ponte delle spie
(2015), con Tom Hanks,
The Danish Girl (2015),
In nome di mia figlia (2016), Nebbia in agosto
(2016), Sotto sequestro (2018) e Opera senza autore
(2018).
2. È noto anche per diverse
serie televisive. Sebastian Koch ha iniziato la propria
carriera lavorando in televisione e dagli anni Novanta in poi ha
preso parte a diverse miniserie e film. Ottiene l’attenzione del
pubblico internazionale per la sua interpretazione al fianco di
Catherine Deneuve nella miniserie Princesse
Marie (2004), e per aver recitato con Gérard
Depardieu e John Malkovich
nella miniserie Napoléon (2002). Tra gli altri suoi altri
progetti che approfondiscono le personalità ed i temi della storia
della Germania, ha interpretato il ruolo di Claus Schenk Graf von
Stauffenberg nel telefilm Stauffenberg –Attentato a
Hitler (2004). Successivamente recita in titoli come Sea
Wolf – Lupo di mare (2010), Camelot (2011),
Homeland – Caccia alla spia (2015-2017), Il nome della
rosa (2019) e The Defeated (2020).
3. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Nel corso della sua carriera Sebastian
Koch ha ricevuto diversi importanti riconoscimenti, tra cui una
nomination agli International Emmy Award per aver interpretato il
personaggio Wolf Larsen nella miniserie Sea Wolf – Lupo di
Mare. È inoltre l’unico attore ad aver ottenuto il Premio TV
due volte in un anno, per le sue interpretazioni in I Mann – Un
secolo romano e La danza col diavolo. Per il suo
ruolo di protagonista nel film Stauffenberg – Attentato a
Hitler è invece stato candidato per il premio TV tedesca e il
Premio Grimme e ha ricevuto il Golden Gong.
Sebastian Koch in Sea Wolf – Lupo di mare
4. Si è preparato a lungo
per il suo ruolo. Nella miniserie Sea Wolf – Lupo di
mare, adattamento dell’omonimo romanzo di Jack
London, Koch interpreta Wolf Larsen, il quale con suo
fratello Death Larsen si contende la stessa donna, vagando nei mari
del sud a capo ognuno del proprio battello. Per assumere tale
ruolo, Koch si è cimentato in diverse attività tipiche degli uomini
di mare, al fine di poter apprendere al meglio questo contesto e
poter risultare più realistico nella sua interpretazione. Dati i
numerosi riconoscimenti ottenuti, egli sembra essere riuscito nel
proprio intento.
Sebastian Koch, le sue fidanzate e Paulina Koch
5. Ha avuto diverse
relazioni. Koch è notoriamente molto riservato circa la
propria vita privata e ha sempre evitato di diffondere troppi
dettagli a riguardo. Di certo c’è che l’attore sembra non essersi
mai sposato, ma da una relazione con la giornalista Brigit
Keller ha avuto una figlia, Paulina, nata
nel 1995. In seguito alla rottura con la Keller, Koch ha avuto una
relazione con l’attrice Carice van Houten durata
dal 2005 al 2009.
6. Ha ottimi rapporti con
sua figlia. Pur essendosi separato dalla Keller, Koch
mantiene comunque ottimi rapporti con sua figlia Paulina. L’attore,
infatti, è solito portarla con sé alle premiere dei suoi film o
serie e sono molte infatti le foto che li ritraggono insieme in
queste occasioni. Koch ha inoltre dichiarato di spendere quanto più
tempo possibile insieme alla figlia, cercando dunque di essere un
padre molto attento e presente.
Sebastian Koch è su Instagram
7. Ha un profilo sul social
network. L’attore è presente su Instagram con un proprio
account verificato il cui nome è @sebastiankochofficial.
All’interno di questo Jackson vanta oltre 6 mila follower, ed è
solito pubblicare post di vario genere. Questi ad oggi sono più di
60 e spaziano da momenti di svago in compagna di amici o della sua
famiglia sino alla promozione dei suoi progetti cinematografici e
televisivi. Seguendo il suo profilo, dunque, si potrà essere sempre
aggiornati sulle sue attività.
Sebastian Koch e il teatro
8. Si è formato a
teatro. Prima di iniziare a recitare per il cinema e la
televisione, Koch ha principalmente calcato il palcoscenico
teatrale. Egli si è infatti formato presso un’accademia della sua
città, per poi esordire al teatro di Ulma e al teatro nazionale di
Darmstadt. Nel 1990 debutta invece al celebre teatro Schiller di
Berlino, recitando in varie opere. Intraprendendo poi la carriera
cinematografica, abbandona il teatro per ritornarvi solo molti anni
dopo, affermando di considerare sempre il palcoscenico come il suo
primo grande amore.
Sebastian Koch: i suoi progetti futuri
9. Recitererà in alcune
nuove serie. Attualmente l’attore è impegnato nelle
riprese di una nuova serie televisiva dal titolo Your
Honor, incentrata su un giudice incorruttibile che ha speso la
sua vita a combattere il crimine e che vede crollare ogni suo
valore nel momento in cui il figlio viene riconosciuto come
colpevole di un caso particolare. Non è ancora noto il ruolo che
Koch avrà nella serie. In seguito reciterà invece nei panni di
Horst Faas in Nhiem, che racconterà la storia di un
cineasta coinvolto negli orrori della guerra del Vietnam.
Sebastian Koch: età e altezza dell’attore
10. Sebastian Koch è nato il
31 maggio del 1962 a Karlsruhe, una città
extracircondariale del Baden-Württemberg, in Germania. L’attore è
alto complessivamente 1.82 metri.
Sappiamo che Eternals è
stato sempre concepito per essere qualcosa di molto diverso
rispetto ai precedenti film del MCU. Al di là della storia e dei
personaggi, il film sarà anche il primo del longevo franchise di
successo a contenere una scena di sesso.
In una recente intervista con
The Hollywood Reporter, la regista Chloé Zhao ha spiegato che la scena in
questione, che vede protagonisti i personaggi di Sersi (Gemma
Chan) e Ikaris (Richard
Madden), faceva già parte del trattamento che aveva
letto all’inizio. Tuttavia, a nutrire forti dubbi in merito ad
essa, non era né la Disney né la Marvel, ma bensì la stessa
Zhao.
“Quella scena era già nel
trattamento che avevo letto all’inizio”, ha spiegato la
regista. “Dovevamo raccontare una storia d’amore matura, una
storia d’amore che abbracciava migliaia di anni, e non girare
nessuna scena intima mi sembrava davvero innaturale. Eravamo tutti
d’accordo.”
“Quando l’abbiamo realizzata e
poi montata, l’abbiamo fatta vedere ad alcune persone per testare
le loro reazioni”, ha aggiunto. “Tutti, anche quelli della
Disney, hanno detto: ‘È una bellissima dimostrazione d’amore’,
riferendosi non solo al modo in cui gli attori l’avevano recitata
ma anche al modo in cui si adattava all’atmosfera e al punto in cui
ci trovavamo con la narrazione. Tutti volevano inserirla. L’unica
ancora dubbiosa ero io. Continuavo a ripetere: ‘Va bene? Possiamo
farlo?’. Tutti hanno sostenuto quella scena fin
dall’inizio.”
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre
nelle sale italiane. Il film targato Marvel
StudiosEternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
In occasione della premiere di
Red
Notice, Hiram Garcia, produttore di Black
Adam e frequente collaboratore di
Dwayne Johnson, ha parlato dei piani per il futuro del
personaggio nell’universo DC.
Come anticipato dal produttore, sia
il personaggio di Black Adam che la Justice Society of
America (che verrà ufficialmente introdotta nel film),
avranno un ruolo importante nel franchise targato Warner Bros.
“Quando fai qualcosa del genere, devi guardare all’intero
DC
Universe, nel suo insieme, perché con il nostro film non
introduciamo soltanto Black Adam, ma diversi nuovi
personaggi”, ha spiegato Garcia a
Variety. “Abbiamo grandi ambizioni e grandi piani per ciò
che vogliamo fare nell’Universo DC. Ci stiamo lavorando proprio
ora.”
In Red
Notice recitano insieme
Dwayne Johnson e Gal Gadot. A quel punto la conversazione si è
spostata su un possibile crossover tra i personaggi di
Black
Adam e Wonder Woman, che secondo Garcia sarebbe una
delle priorità dello studio: “Dobbiamo vederli insieme in
qualche modo. Prima o poi accadrà, ci stiamo lavorando”, ha
spiegato. “Black Adam e Wonder Woman devono condividere lo schermo.
Sarebbe fantastico. Onestamente, credo che Wonder Woman sia uno dei
pochi supereroi che potrebbe affrontare faccia a faccia Black
Adam.”
Nel corso della medesima intervista,
Garcia ha anche rivelato di aver visto il primo taglio del
cinecomic con The Rock: “Abbiamo appena visto il taglio del
regista. Sono davvero eccitato. Da produttore, sogni che prima o
poi avrai la possibilità di lavorare ad un film di supereroi. Ora
che questa possibilità si è concretizzata, è veramente incredibile.
Dopo aver visto il primo montaggio ci siamo resi conto di aver
realizzato davvero qualcosa di speciale. I fan adoreranno questo
film.”
Poi ha aggiunto: “Sarà un film
molto divertente, anche se Black Adam è un tipo di antieroe molto
diverso da quelli a cui siamo abituati. È molto diverso da
Superman. È molto diverso da Shazam. È stato bello avere Dwayne
Johnson nei panni di un personaggio del genere, un personaggio che
prima d’ora non ha mai interpretato.”
Tutto quello che sappiamo su Black
Adam
Il cast completo
di Black
Adam, oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo,
annovera anche Noah
Centineo (Atom Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Black
Adam, che sarà diretto da Jaume
Collet-Serra (già dietro Jungle
Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a
non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo.
Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le
cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio.
L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio
2022.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. A quanto pare, il film
su Black
Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei
primi anni duemila.
I Marvel Studios hanno confermato che il terzo
film del franchise di Deadpool
introdurrà ufficialmente il personaggio all’interno del Marvel Cinematic Universe, ma da
allora non è stato rivelato più nulla in merito all’attesissimo
progetto.
Il protagonista del franchise,
Ryan Reynolds, è attualmente impegnato con la
promozione dell’action thriller Red
Notice di Netflix ed è probabile che nei prossimi giorni verrà
inondato di domande in merito al nuovo capitolo delle avventure del
Mercenario Chiacchierone. Nel frattempo, già
Variety ha avuto modo di parlare con l’attore sul red carpet
dell’anteprima del film prodotto e distribuito dal colosso dello
streaming.
Naturalmente, la celebre rivista ha
chiesto a Reynolds aggiornamenti proprio in merito a Deadpool 3, ma l’attore non ha potuto rivelare
molto. “Stiamo lavorando sodo”, ha detto. “Questo è
tutto quello che posso dire. Non posso davvero parlarne, ma spero
di poterlo fare presto.”
Ad agosto di quest’anno, il boss dei
Marvel Studios Kevin Feige aveva rivelato a
Comic Book che c’era già un lasso di tempo stabilito per
l’uscita del film. Da allora, tuttavia, lo studio ha continuato a
posticipare le uscite del suo calendario, mentre Reynolds ha deciso
di prendersi una pausa temporanea dalla recitazione.
“Ad essere sinceri, i miei figli
stanno crescendo e stanno crescendo più velocemente di quanto
qualsiasi medico avrebbe previsto. Non voglio perdermelo”, ha
aggiunto l’attore alla premiere di Red
Notice in merito alla sua decisione di ritirarsi
momentaneamente dalle scene. “Questo è più importante per me di
qualsiasi film o qualsiasi altra cosa in questo momento.”
Tempo fa, a
Collider, Ryan Reynolds aveva così parlato della
collaborazione con Wendy Molyneux e Lizzie
Molyneux-Loeglin alla sceneggiatura (probabilmente
Reynolds figurerà nei crediti in qualità di autore del soggetto).
“È una sorta di processo quotidiano.Scrivere è un
così: devi dedicargli tempo, andartene e poi rimetterti al lavoro.
Sto collaborando con i Molyneux alla sceneggiatura ed è fantastico.
Sono incredibilmente talentuosi e molto intelligenti. Comprendono
alla grande quest’universo. Sanno come fare una cosa quando tutti
si aspettano l’esatto contrario. Quindi è un processo molto, molto
divertente.”
Il futuro di Deadpool al
cinema
Dopo l’uscita di Deadpool
2 e l’acquisizione di Fox da parte di Disney, il
futuro di Deadpool è
stato per lungo tempo appeso al filo dell’incertezza. Tuttavia, lo
scorso gennaio è stato confermato che Deadpool
3 si farà e che sarà ufficialmente collegato
al MCU. Al momento le
uniche informazioni sul film riguardano gli sceneggiatori:
la Marvel, infatti, ha
affidato a Wendy
Molyneux e Lizzie
Molyneux-Logelin (che andranno a sostituire i
veterani Rhett Reese e Paul Wernick) il compito di scrivere il
nuovo film.
I Wonder Pictures e
Unipol Biografilm Collection portano al cinema Agente
Speciale 117 al Servizio della Repubblica – Allerta rossa in Africa
nera, creata da Jean Bruce e precedente i noti romanzi di
Ian Fleming sull’agente 007. AGENTE SPECIALE 117 AL
SERVIZIO DELLA REPUBBLICA – Allerta rossa in Africa nera
sarà nei cinema italiani a partire dall’11 novembre con I Wonder
Pictures e Unipol Biografilm Collection dopo aver chiuso il
Festival
di Cannes.
https://www.youtube.com/watch?v=IyGWIRs0NDk
Terzo episodio della divertentissima
trilogia, è diretto dall’acclamato regista Nicolas
Bedos (La belle époque, Un amore sopra le righe) e dal
Premio Oscar® Jean Dujardin nei panni dell’Agente Speciale
117, la migliore spia francese in servizio e l’unica capace di
intraprendere una missione di spionaggio senza precedenti. Il film,
sontuosa produzione da 19 milioni di budget, vede al fianco di
Dujardin Pierre Niney nel ruolo di una giovane
spia, Fatouu N’Diaye e Natacha Lindinger.
Agente Speciale 117 al Servizio della Repubblica –
Allerta rossa in Africa nera, la trama
Il tempo passa, ma non per l’Agente
Speciale 117. Siamo nel 1981 e la (peggior) miglior spia di Francia
deve sventare un nuovo complotto internazionale. Il palcoscenico
della crisi è il Continente Nero e il Presidente della Repubblica
non può che affidare a lui una missione in cui ogni parola deve
essere pesata e ogni gesto ponderato. Per aiutarlo a portare a
termine il compito gli viene affiancato un giovane e promettente
collega, l’agente speciale 1001.
In una recente intervista con
Digital Spy, l’attrice Gemma Chan, che in Eternals
(da ieri nelle sale italiane) interpreta il ruolo di Sersi, ha
parlato del cast multietnico e inclusivo del film, sottolineando
che dovrebbe diventare la normalità.
Chan aveva già interpretato il ruolo
di Minn-Erva in Captain Marvel del 2019. Tuttavia, nel cinecomic di
Chloé Zhao interpreta un personaggio
completamente nuovo, Sersi appunto, un’Eterna empatica con
un’affinità per l’umanità che può manipolare la materia.
L’attrice ha fatto riferimento
proprio allo storico casting di Brie Larson nel film dedicato a Carol Danvers,
specificando che la progressione verso il cast eterogeneo di
Eternals è,
per lei, qualcosa di assolutamente naturale.
“Dall’uscita di Captain Marvel, il primo cinecomic con al
centro una protagonista femminile, la fantastica Brie Larson, sono
passati solo un paio di anni, ma tutto è avvenuto in maniera così
naturale… È semplicemente giunto il momento”, ha dichiarato
Gemma Chan. “La speranza è quella di
arrivare a un punto in cui avere un cast diversificato come il
nostro rappresenti la normalità e non qualcosa su cui
discutere.”
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre
nelle sale italiane. Il film targato Marvel
StudiosEternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
A quanto pare, sono state le
recensioni di
Iron Man 2 a cambiare l’approccio dei Marvel Studios nei confronti dei sequel dei
film del Marvel Cinematic Universe. Come
ricorda il libro di recente pubblicazione “The Story of Marvel Studios: The Making of the
Marvel Cinematic Universe” (via
CBR), il sequel non è stato accolto dalla critica come il suo
predecessore.
Laddove il primo Iron Man vanta un punteggio della critica “Fresh” del
94% su Rotten Tomatoes con una valutazione media di 7,7/10,
Iron Man 2 vanta invece un “Fresh” del 72% tra i
critici, con un punteggio medio di 6,5/10. Secondo i giornalisti:
“Iron Man 2 non è propriamente la ventata d’aria fresca che era
stato Iron Man. Tuttavia, questo sequel si avvicina al predecessore
grazie a solide performance e a una trama ricca di
azione.”
Secondo The Story of Marvel Studios, “la risposta
della critica di Iron Man 2 spinge lo studio a prendersi una pausa.
Soprattutto perché il desiderio di realizzare subito un nuovo Iron
Man era venuta alla Marvel Entertainment, a New York.
La lezione che i Marvel Studios hanno tratto
dall’esperienza di Iron Man 2 è stata semplice ma di vitale
importanza: al di là di tutto, assicurati sempre che ci sia una
valida ragione creativa per fare un sequel.”
Il libro, tuttavia, riconosce alcuni
“meriti significativi” che
Iron Man 2 ha dato al più ampio MCU, tra cui “dare vita alla
storia familiare di Tony Stark, alle sue complicate alleanze e ai
suoi demoni personali”, oltre a introdurre Natasha
Romanoff/Vedova Nera all’interno del franchise. Inoltre, il film ha
dato origine ad un altro sequel, Iron Man
3, che tre anni dopo ricevette un’accoglienza più
calorosa, nonostante la controversia sul famigerato colpo di scena
del Mandarino.
Uno dei simboli più iconici di tutti
i fumetti Marvel – e ovviamente del Marvel Cinematic Universe – è lo
scudo di puro vibranio di Captain America. A quanto pare, la versione
per il grande schermo dello scudo di Cap doveva essere assai
diversa prima dell’intervento del presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige.
Interpretato da Chris Evans, Steve Rogers/Captain America ha
fatto il suo debutto nel MCU nel film del 2011
Captain America: Il primo Vendicatore. Secondo il libro di
recente pubblicazione: “The Story of Marvel Studios: The Making of the
Marvel Cinematic Universe” (via
CBR), Feige è rimasto colpito dal modo in cui il team di
costumisti è riuscito a dare vita alla tuta del Captain America di
Steve Rogers, lodando il fatto che sembrasse davvero “reale e
credibile”. Per quanto riguarda lo scudo di Cap, invece, le
cose andarono diversamente.
Apparentemente, Feige “non era
così sicuro dell’aspetto dello scudo e suggerì di tornare al lavoro
sul design per migliorarlo. All’inizio sembrava un bene di consumo,
non durevole, molto liscio e vibrante”. Il co-produttore de
Il primo Vendicatore, Stephen Broussard, ricorda
che “lo stile dello scudo sembrava da cartone
animato”.
Il libro continua spiegando che il
character designer e concept artist dei Marvel Studios, Ryan Meinerding,
“rivisitò lo scudo aggiungendo i rivetti, il cinturino in
pelle, e donandogli un aspetto molto più vissuto. Il lavoro passò
poi nelle mani del capo attrezzista Barry Gibbs e del suo team, che
si occuparono di dare vita al nuovo scudo. Ma senza l’intervento di
Feige in merito, che permise alla squadra di capire che c’erano
delle evidenti modifiche da fare, probabilmente i fan si sarebbero
ritrovati a discutere dell’iconica arma di Cap per tutte le ragioni
sbagliate.”
L’eredità di Steve Rogers e del suo
scudo è stata parte integrante della trama della recente serie
originale dei Marvel Studios
The Falcon and the Winter Soldier, che alla fine si è
conclusa con Sam Wilson/Falcon (Anthony
Mackie) che ha reclamato lo scudo e ha assunto finalmente il
mantello di Cap. Mackie riprenderà il ruolo nel quarto film in
solitaria di Capitan America.
Al di là dell’innegabile
appeal che possa avere sul pubblico la scelta di lanciarlo come
“prequel dell’innovativa e pluripremiata serie HBO I
Soprano”, sin dal sottotitolo originale di “A Sopranos Story”,
il film di Alan Taylor merita decisamente un
credito maggiore. Per quanto in I Molti Santi del New
Jersey siano presenti diversi personaggi delle sei
stagioni della serie originale alla quale ci si è ispirati,
riferimenti e connessioni non sono la sua forza principale.
La sceneggiatura,
firmata del creatore della serie David Chase
insieme a Lawrence Konner, spazia sul piano
temporale e tematico per offrire al regista di Mad
Men, Il trono di
spade, Sex and
the City e molti altri (inclusi Thor: The Dark World e Terminator
Genisys) materia per realizzare molto di più di un
gangster movie.
I Molti Santi del New Jersey è una tragedia, ricca di
humor e colpi di scena più che di violenza, che la Warner Bros.
Pictures offre al pubblico italiano a partire dal 4 novembre 2021,
dopo un passaggio alla Festa di Cinema di Roma 2021.
Sopranos e Molti
Santi
Tutto si svolge a Newark
– come da titolo originale, trasformato genericamente in New Jersey
per i meno pratici della zona – raccontato in un momento nel quale
la criminalità organizzata sfiorava il naive e le strade e le
cronache erano infiammate dalla Guerra del Vietnam e dalla rivolta
della comunità afroamericana. Considerata come è facile immaginare
tanto dai locali quanto dagli immigrati italiani, impegnati nei
propri affari. Roba da gangster, di basso cabotaggio, quelli
dell’affresco folcloristico dinanzi al quale ci pone da subito il
film, ponendo la prima pietra di una costruzione più ampia e
solida, che vedremo svilupparsi via via.
È un gioco di specchi,
che non nascondono completamente, ma distolgono l’attenzione. Come
fa la voce narrante dell’ultimo dei Moltisanti che ci accoglie
spoilerandoci il ruolo che avrà nella sua vita il tanto annunciato
e atteso Tony Soprano. Che vediamo crescere all’ombra del vero
protagonista della vicenda, il Dickie Moltisanti di un ottimo
Alessandro Nivola, capace di rendere le molte
ombre – nel male e (incredibilmente) nel bene – del vero Padrino di
quella nicchia di anni ’60 particolarmente “esplosivi”.
Intorno a lui un
incredibile e mai tanto carismatico Ray Liotta,
nel doppio ruolo di “Hollywood Dick” e Salvatore “Sally”
Moltisanti, e l’erede al trono di quel James
Gandolfini che ci lasciò nel 2013 dopo una notte di
eccessi e piaceri tra Trastevere e il centro di Roma. Gli occhi
sono tutti per lui – nonostante un cast ben assortito e gestito
impreziosito da
Vera Farmiga, Leslie Odom Jr.,
Jon Bernthal, Nick Vallelonga,
Corey Stoll e una Michela De Rossi
che dalle prime piccole prove italiane sta ritagliandosi uno spazio
anche a Hollywood – per il Michael Gandolfini
chiamato a interpretare proprio il ruolo del padre, da giovane.
Dopo questa prova siamo
ancora più curiosi di rivedere il giovane per metà italiano, tre
ottavi polacco e uno slovacco. Che non a caso ritroveremo
prossimamente nel The Gray Man dei fratelli
Anthony and Joe Russo, nel Cat
Person di Susanna Fogel e in
Disappointment Blvd., horror comedy diretta da
Ari Aster e interpretata con lui da Joaquin Phoenix. Nella finzione, il futuro è
suo, come viene ripetuto più volte e come la HBO ci ha già
mostrato, per il resto vedremo. Di certo, qui si mostra in grado di
tenere la scena in una storia che tra le ‘pieghe’ accennate riesce
a parlare di questione nera, condizione femminile (anche in Italia,
dove “si invecchia presto”, le donne vestono di nero e comandano i
preti), obiezione di coscienza e della malinconia di non poter
vivere di sogni propri ed emozioni sincere.
Il rapporto tra Nivola e
Gandolfini cambia, continuamente, mentre i due personaggi crescono.
E crescono le influenze e gli insegnamenti di una esistenza nella
quale il dolore è norma, la morte un accidente, i piaceri
passeggeri e da godere rapidamente, anche a costo di contravvenire
a principi saldi quanto le ambiguità che li accompagnano. Non una
vera e propria educazione siberiana, ma una rappresentazione
riveduta e corretta del Sogno Americano. Come in molti han già
fatto prima, ma che nella forma ibrida filmico-televisiva del
presupposto acquista un’interessante aura, e forse trova una strada
diversa per raggiungere gli spettatori.
Che potranno apprezzare
le connessioni con la serie della quale sono stati a lungo fan o
fare tesoro delle tante lezioni e perle di filosofia targate New
Jersey, o farsi conquistare da una saga familiare dominata dalle
assenze (di figure paterne e di riferimento, in primis) e dai
rimpianti. Dove al crescendo dell’intreccio si associa
l’approfondimento dei rapporti tra i diversi personaggi e delle
loro caratterizzazioni. E nella quale a vincere su tutto – alla
fine – sembra essere il dolore, che come Moltisanti insegna: “viene
dal desiderare le cose”, “troppo” o “troppe” verrebbe da aggiungere
in uno slancio didascalico.