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Francesco Totti: al via le riprese del doc sull’attaccante romanista

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Sono partite a Roma le riprese del documentario su Francesco Totti, campione amatissimo, non solo dai tifosi della Roma, giocatore dalla carriera longeva e strabiliante, ambito da club nazionali e mondiali, uno dei pochi atleti al mondo che ha militato tutta la carriera in una sola squadra. Maglia, quella giallorossa, che il Capitano ha “tradito” solo per quella della nazionale.

Diretto da Alex Infascelli (Vincitore del David di Donatello per S is for Stanley), e tratto dal libro Un Capitano scritto da Francesco Totti con Paolo Condò (edito da Rizzoli), il documentario sarà un viaggio emozionante, raccontato in prima persona da Totti stesso, che narra le imprese dell’uomo e del calciatore, e sarà arricchito da immagini inedite tratte dal suo archivio personale.

Co-prodotto dalla Wildside di Lorenzo Mieli e Mario Gianani con FremantleCapri Entertainment di Virginia Valsecchi e Vision Distribution che lo distribuirà al cinema.

IT Capitolo Due: il teaser trailer in versione LEGO

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IT Capitolo Due: il teaser trailer in versione LEGO

Ecco la versione LEGO del primo teaser trailer di IT Capitolo Due, la seconda parte dell’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Stephen King.

Il male risorge a Derry quando il regista Andy Muschietti riunisce il Club dei Perdenti – giovani e adulti – con un ritorno a dove tutto ebbe inizio, in IT Capitolo Due.

IT Capitolo Due, trama

IT Capitolo Due è il sequel del grande successo di critica e box office del 2017 “IT”, sempre firmato da Muschietti, capace di incassare oltre 700 milioni di dollari a livello globale. Ridefinendo e trascendendo il genere, “IT” è diventato parte del nostro immaginario collettivo, nonchè il film horror dai più alti incassi di tutti i tempi. Poiché ogni 27 anni il male torna a manifestarsi nella cittadina di Derry, nel Maine, “IT CAPITOLO DUE” riunisce i personaggi divenuti adulti, e che da tempo hanno intrapreso strade diverse, a distanza di trent’anni dagli eventi del primo film.

IT Capitolo Due, cast

James McAvoy (Split, Glass) interpreta Bill, la nominata all’Oscar Jessica Chastain (Zero Dark Thirty, Mama) è Beverly; Bill Hader (Barry della HBO, “The Skeleton Twins”) ritrae Richie; Isaiah Mustafa (Shadowhunters: The Mortal Instruments in TV) è Mike; Jay Ryan (“Mary Kills People” in TV) interpreta Ben; James Ransone (“The Wire” della HBO) è Eddie, e Bill Skarsgård interpreta il protagonista Pennywise. Andy Bean (“Allegiant”, Starz “Power”) è Stanley, mentre tornano ai loro ruoli originali di membri del Club dei Perdenti Jaeden Martell nei panni di Bill; Wyatt Oleff nei panni di Stanley; Sophia Lillis nei panni di Beverly; Finn Wolfhard nei panni di Richie; Jeremy Ray Taylor in quelli di Ben; Chosen Jacobs in quelli di Mike, e Jack Dylan Grazer è nuovamente Eddie.

Muschietti dirige il film da una sceneggiatura di Gary Dauberman (“IT”, “Annabelle: Creation“) basata sul romanzo ‘IT’ di Stephen King. Barbara Muschietti, Dan Lin e Roy Lee sono i produttori del film. Marty Ewing, Seth Grahame-Smith e David Katzenberg ne sono i produttori esecutivi.

Il team creativo che ha lavorato dietro le quinte include il direttore della fotografia Checco Varese (“The 33”), lo scenografo vincitore dell’ Oscar Paul D. Austerberry (“La forma dell’acqua”), il montatore Jason Ballantine (“IT”, “Mad Max : Fury Road “), e il costumista nominato all’Oscar Luis Sequeira (“La forma dell’acqua”, “Mama”).

IT Capitolo Due, la cui uscita nelle sale italiane e IMAX è prevista per il 5 settembre 2019, è una produzione New Line Cinema, e sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures.

Spider-Man: Far From Home, i character poster del film

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Spider-Man: Far From Home, i character poster del film

Sono stati diffusi i primi character poster di Spider-Man: Far From Home, il nuovo film sull’Uomo Ragno che seguirà gli eventi di Endgame, chiuderà definitivamente la Fase 3 del MCU e vedrà Tom Holland tornare nei panni dell’amichevole Spider-Man di Quartiere, questa volta in giro per il mondo.

I character poster raffigurano Nick Fury, Spider-Man, MJ e Misterio. Eccoli di seguito:

Spider-Man: Far From Home, le teorie più intriganti sul Multiverso

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Diretto ancora una volta da Jon Watts, Spider-Man: Far From Home è arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del film il protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya in quelli di Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di Nick Fury e Cobie Smulders in quelli di Maria Hill. Jake Gyllenhaal interpreterà invece Quentin Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti più noti dei fumetti su Spidey.

Di seguito la sinossi ufficiale: In seguito agli eventi di Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in tutto il continente.

Per quanto riguarda le novità del sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una versione rimodellata di quella di Iron Spider. vista in Avengers: Infinity War. Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli occhiali al posto delle orbite bianche, come da tradizione, questo perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno di una nuova maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta su Titano, durante il confronto con Thanos e prima della sua disintegrazione.

Spider-Man: Far From Home, l’easter egg nel nuovo trailer che nessuno ha notato

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, il primo video dal backstage

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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, il primo video dal backstage

Dopo le prime foto ufficiali, ecco un video dal backstage di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, pubblicato da Vanity Fair a corredo di un approfondimento sul film, che svela molti dettagli dal film: attori, personaggi, costumi e location.

Ecco il video:

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, come tornerà l’imperatore Palpatine?

Vi ricordiamo che Star Wars: The Rise Of Sywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nelle sale a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

Star Wars: The Rise Of Skywalker, le teorie sul significato del titolo

X-Men: Dark Phoenix, la squadra nello spazio nella nuova clip

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X-Men: Dark Phoenix, la squadra nello spazio nella nuova clip

Ecco una nuova clip di X-Men: Dark Phoenix, il prossimo capitolo del franchise degli X-Men in cui sarà raccontata di nuovo la storia di Fenice Nera, già una volta anticipata in X-Men: Conflitto Finale.

Di seguito, potete vedere la clip che mostra il viaggio nello spazio della giovane squadra di Mutanti, durante il quale Jean Grey (Sophie Turner) entra in contatto con l’entità cosmica che la possiede.

Scritto e diretto da Simon Kinberg, X-Men: Dark Phoenix è interpretato da  Sophie TurnerJames McAvoyMichael FassbenderJennifer LawrenceNicholas Hoult, Tye Sheridan, Alexandra Shipp e Jessica Chastain. Il film arriva nelle nostre sale il 6 giugno.

X-Men: Dark Phoenix, la trama

Dark Phoenix tratterà la storia di uno dei personaggi più amati della saga degli X-Men, Jean Grey, che si evolve nell’iconica  DARK PHOENIX. Nel corso di una pericolosa missione nello spazio, Jean viene colpita da una potente forza cosmica che la trasforma in uno dei più potenti mutanti di tutti i tempi. Lottando con questo potere sempre più instabile e con i suoi demoni personali, Jean perde il controllo e strappa qualsiasi legame con la famiglia degli X-Men, minacciando di distruggere il pianeta. Il film è il più intenso ed emozionante della saga, mai realizzato prima. È il culmine di vent’anni di film dedicati agli X-Men, la famiglia di mutanti che abbiamo amato e conosciuto deve affrontare il nemico più devastante: uno di loro.

CORRELATE:

Diretto da Simon Kingberg, con Sophie TurnerJennifer Lawrence, James McAvoy, Michael FassbenderEvan Peters, Nicholas Hoult, il film sarà in sala il 6 giugno 2019.

Armageddon – Giudizio finale: 10 cose che non sai sul film

Armageddon – Giudizio finale: 10 cose che non sai sul film

Armageddon – Giudizio finale è stato uno di quei film ha dato il via al genere catastrofico che ha contraddistinto la fine degli anni ’90 e l’inizio del Duemila, facendosi capostipite dell’utilizzo effetti speciali particolari.

Questo film ha cercato di mettere insieme diversi argomenti, soprattutto legati al bene e al male, riuscendo ad affascinare una grande fetta di pubblico.

Ecco, allora, dieci cosa sapere su Armageddon – Giudizio finale.

Armageddon film

armageddon

1. Le riprese con attrezzature costosissime. Durante le riprese di Armageddon, il cast e la troupe hanno lavorato con delle attrezzature dal costo elevato. Sembra, infatti, che il loro valore si aggirasse intorno ai diciannove miliardi di dollari, considerando anche la presenza di una vera piattaforma petrolifera e di una vera navetta spaziale.

2. Lo script originale era molto diverso. A differenza della sceneggiatura utilizzata, pare che quella originale non includesse la sottotrama romantica tra A.J. (Ben Affleck) e Grace (Liv Tyler), e che si concentrasse di più sul personaggio di Truman. Dopo il successo di Titanic vennero riscritte la maggior parte delle scene romantiche, filmate poi alla fine delle riprese.

3. È possibile vedere gli oggetti di scena. Alcuni dei veicoli spaziali e degli oggetti utilizzati nelle riprese sono esposti al pubblico nei Disney Studios di Disneyland Paris. Questi oggetti accompagnano l’Armageddon Special Effects Ride.

Armageddon streaming

4. Il film è disponibile in streaming. Chi avesse voglia di vedere o rivedere Armageddon – Giudizio finale è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle piattaforme digitali legali di Rakuten Tv, Chili e Tim Vision.

Armageddon significato finale

5. La battaglia tra bene e male. Il film cerca di inserire nella sua narrazione le tematiche a cui lo stesso titolo fa riferimento, cioè il giudizio finale, la fine del costante scontro tra bene e male. A ciò si aggiunge l’unione di diverse identità atte al sacrificio e alla salvezza, al voler combattere il disastro annunciato.

Armageddon: colonna sonora

6. Un film accompagnato da brani indimenticabili. Armageddon è diventato un film grazie anche ad una colonna sonora difficilmente dimenticabile, pubblicata in concomitanza con l’uscita del film nel 1998. Le tracce del film vedono la collaborazione di artisti come gli Aerosmith, Jon Bon Jovi, Patty Smith e i Journey.

7. Questo film a rilanciato gli Aerosmith. Sebbene all’inizio I Don’t Want to Miss a Thing non fosse pensato per gli Aerosmith, alla fine lo incisero loro, riuscendo a garantirsi un enorme successo. È proprio grazie a questa canzone, poi inclusa in Armageddon, che il gruppo è riuscito a farsi strada tra le nuove generazioni.

Armageddon cast

armageddon

8. Steve Buscemi ha trovato eroico il suo personaggio. Stando alle dichiarazioni di Steve Buscemi, sembra che l’attore abbia accolto il suo personaggio di Rockhound come un geologo eroico, accogliendolo con entusiasmo e desiderando che subisse dei cambiamenti rispetto al basso profilo che gli era stato dato. L’attore ha notato che, dopo essere stato ingaggiato, le caratteristiche squilibrate del personaggio erano state riscritte nella sceneggiatura.

9. Bruce Willis non ha amato la regia di Michael Bay. Pare che tra Bruce Willis e Michael Bay non ci sia stato un bel rapporto. Lo stesso attore, infatti, ha dichiarato che non gli è importato nulla dello stile del regista e che si sarebbe rifiutato di lavorare ancora con lui.

10. Billy Bob Thornton ha dato un’idea a Bay. Sembra che Billy Bob Thornton, mentre stava cercando di ricostruire il background del suo personaggio, abbia pensato che egli fosse sulla buona strada per unirsi alla NASA come astronauta. In passato, però, il suo personaggio avrebbe sofferto di danni dovuti alle paralisi dei nervi, tanto da riuscire a diventare solo un amministratore. Adorando l’idea, Bay decise di creare una scena in cui veniva mostrato un tutore sulla gamba di Truman.

Fonti: IMDb, Treccani

Aladdin: intervista a Will Smith, il nuovo Genio della lampada

Aladdin: intervista a Will Smith, il nuovo Genio della lampada

Lo abbiamo amato negli anni ’90 con Il Principe di Bel Air, lo abbiamo apprezzato come interprete drammatico negli anni 2000/2010, ma negli ultimi anni sembra che Will Smith non riesca proprio ad afferrare il ruolo giusto. Dopo molti film che non sono stati affatto un successo, il protagonista di Io sono leggenda si guadagna un ruolo molto importante nell’immaginario collettivo, quello del Genio della lampada nel live action di Aladdin, il nuovo classico della Disney rifatto con attori in carne e ossa che segue l’uscita, due mesi fa, di Dumbo.

Se lì c’era Tim Burton, qui c’è Guy Ritchie che prova a coniugare il suo immaginario con quello dello straccione di Agrabah che si innamora follemente della principessa Jasmine e trova una lampada magica con dentro un Genio che gli offre tre desideri. Proprio quello è il personaggio affidato a Will Smith, che si trova a fare i conti con un’eredità pesantissima, quella di Robin Williams, che lo aveva doppiato nel film del 1992.

“Ero terrorizzato – ha esordito Smith, commentando proprio l’importanza dell’eredità di Williams – Quando ho ricevuto la telefonata che mi diceva che stavano rifacendo Aladdin e volevano che ne facessi parte. È stato un po’ come se ti dicessero ‘Rifacciamo Il Padrino, pensiamo a te per il ruolo di Al Pacino’!”

Sull’accostare la sua performance a quella di Robin Williams, Will Smith è categorico: “Semplicemente non vuoi assolutamente metterti in questa situazione. Non c’era nessun margine di migliorare il personaggio di Robin Williams e l’unica cosa che mi ha convinto è stata che sarebbe stato in live action, quindi avrei avuto un’opportunità, un terreno diverso. Prima di Robin Williams non era così: lui ha rivoluzionato il modo di prestare la voce a un personaggio e ha creato davvero un personaggio nuovo rispetto a quello che era scritto. È stato rivoluzionario. E l’idea di avere la possibilità di fare più ciak non lo ha reso assolutamente meno spaventoso. La strada è stata quella di dare un sapore hip hop al mio personaggio.”

Leggi la recensione di Aladdin con Will Smith nei panni del Genio

L’attore ha espresso anche la sua opinione in merito al personaggio interpretato da Naomi Scott, la principessa Jasmine, una versione aggiornata alla modernità della già molto combattiva, coraggiosa e indipendente figlia del Sultano di Agrabah: “L’idea che la principessa Jasmine voglia governare, è una nuova story line che nasce dall’immaginazione di Guy Ritchie. Questa idea è stato un modo molto elegante di creare gli elementi moderni per questo personaggio che vive in un mondo (ridicolo) dove una donna non può essere Sultano. In una relatà dove ad una donna non è permesso governare, lei combatte per quel ruolo, e credo che la canzone nuova, Speechless, sia la firma su questo cambiamento, sancisce il fatto che lei non rimarrà zitta a subire. L’ho trovato fantastico, e quel giorno ho capito che stavamo facendo una cosa bella.”

Ma come ha fatto Will Smith a trovare la sua chiave di interpretazione del Genio? Ecco cosa ha raccontato l’attore: “Ero molto preoccupato sul modo in cui avrei provato a mettere la mia firma sul personaggio, poi abbiamo cominciato a fare confusione con ‘Un amico come me’, la mia prima canzone, e c’era un pezzo hip hop breakbeat, da cui ho preso i bassi per modificare a modo mio la canzone. Quello per me è stato il momento centrale in cui ho capito che potevo dare al Genio una lettura nostalgica per il pubblico ma anche dargli un nuovo sapore.”

Aladdin di Guy Ritchie è in sala dal 22 maggio 2019.

Quasi amici: 10 cose che non sai sul film

Quasi amici: 10 cose che non sai sul film

Quasi amici è un film brillante che ha conquistato il pubblico di tutto il mondo, negli ultimi anni, con la sua leggerenza e, allo stesso tempo, profondità di analisi di un rapporto inaspettato e delle sue conseguenze.

Il film, tratto da una storia vera, incoraggia a non abbattersi mai per nessuna ragione al mondo e di proseguire nel cammino della vita imparando a vivere in maniera positiva.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Quasi amici.

Quasi amici film

quasi amici

1. È stata cambiata la nazionalità di uno dei due protagonisti. Quasi amici è un film che si basa su una storia vera, con Driss che in realtà di chiama Abdel ed è di origine algerina. Per realizzare il film, i registi Èric Toledano e Olivier Nakache hanno deciso di cambiare la nazionalità del personaggio per poter ingaggiare Omar Sy, con cui avevano già lavorato in Troppo amici (2009).

2. Si è dato risalto ad un contrasto specifico. In Quasi amici, il nervosismo e il leggero movimento di Driss nella prima scena in cui incontra Philippe era intenzionale. Ciò è stato voluto per mostrare il contrasto tra la mobilità di Driss con l’immobilità di Philippe.

3. È stato onorato da una famosa associazione. Quasi amici, oltre a riscuotere consensi in tutti il mondo, è ricevuto anche gli onori dalla Christopher & Dana Reeve Foundation, un’organizzazione no-profit americana con l’obiettivo di aiutare le persone che soffrono di paralisi, sostenendo la ricerca avanzata. Il 28 novembre del 2012 i registi hanno ricevuto il premio HOPE dalla fondazione.

Quasi amici streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse rivedere o vedere per la prima volta Quasi amici, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle diverse piattaforme digitali in streaming di Rakuten Tv, Chili, Infinity e Netflix.

Quasi amici storia vera

5. Il film si basa su una storia vera. Quasi amici è il racconto una storia vera che ha visto coinvolti Philippe Pozzo di Borgo ed il suo aiutante Abdel Sellou. Sembra che i registi abbiano scoperto la storia della loro amicizia grazie al film documentario À la vie, à la mort (2003).

6. Dalla storia vera sono nati due libri. La storia vera che ha avvolto i due protagonisti non poteva che dare vita a due libri e a due punti di vista differenti. Borgo Philippe Pozzo ha realizzato il libro Il diavolo custode (Quasi amici) nel qualche racconta l’uscita dalla depressione grazie all’amicizia con Abdel e la volontà di ricostruirsi una nuova vita, mentre Abdel Sellou ha dato alle stampe Mi hai cambiato la vita.

Quasi amici: colonna sonora

7. Ludovico Einaudi ha lavorato per questo film. Sebbene la colonna sonora di Quasi amici sia composta da diverse musiche, la maggior parte di queste sono state realizzate da Ludovido Einaudi. Le sue tracce si intitolano Fly, Writing Poems, L’origine nascosta, Cache-Cache e Una mattina.

Quasi amici cast

quasi amici

8. François Cluzet ha incontrato il vero Philippe. Per potersi immedesimare nel suo personaggio, François Cluzet ha deciso di incontrare Philippe Pozzo di Borgo, imparando da lui la gioia della vita che lo tiene vivo e il fatto di interagire con le persone. Tra le altre cose, Cluzet ha imparato anche delle specifiche posizioni della testa per rappresentare il suo personaggio tetraplegico.

9. La realizzaione del film è dipesa da Omar Sy. L’attore francese aveva già lavorato in tre film dei registi di questo film e, quando questi avevano intenzione di realizzarlo, sapevano già chi chiamare. Tuttavia, Sy è stato praticamente l’ago della bilancia perché se lui non fosse salito sulla barca la sceneggiatura non si sarebbe mai fatta.

Quasi amici finale

10. Ognuno prende la propria strada. Un film come Quasi amici raccoglie il significato di come da un rapporto inaspettato possano nascere profondi legami, di come si possa ritrovare la forza di vivere la vita e di combattere tutti gli ostacoli che si presentano sul proprio percorso. Ma anche di come, inevitabilmente, prima o poi ognuno deve seguire la sua strada, sapendo che il legame esistente non si spezzerà mai.

Fonti: IMDb, Comingsoon

Aladdin: la nostra intervista a Naomi Scott, la principessa Jasmine

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Come Lily James e Emma Watson prima di lei, anche Naomi Scott ha un ruolo importante, quello di dare corpo a una delle classiche principesse Disney. A lei è toccata Jasmine, la principessa ribelle di Agrabah, nel classico Aladdin, che arriva in live action in sala dal 22 maggio.

Aladdin è diretto da Guy Ritchie e vede Mena Massoud nel ruolo dell’affascinante furfante Aladdin, Naomi Scott nel ruolo della bellissima e indipendente principessa Jasmine e Will Smith nei panni dell’incredibile Genio con il potere di esaudire tre desideri per chiunque entri in possesso della sua lampada magica. L’uscita nelle sale invece è fissata al 22 maggio 2019.

Aladdin vanta una colonna sonora composta dall’otto volte Premio Oscar Alan Menken(La Bella e la BestiaLa Sirenetta), che comprende nuove versioni dei brani originali scritti da Menken e dai parolieri, vincitori dell’Oscar, Howard Ashman (La Piccola Bottega degli Orrori) e Tim Rice (Il Re Leone), oltre a due brani inediti realizzati dallo stesso Menken e dai compositori vincitori dell’Oscar e del Tony Benj Pasek e Justin Paul (La La LandDear Evan Hansen).

Aladdin, recensione del film di Guy Ritchie

Il cast del film vede inoltre la presenza di Marwan Kenzari nel ruolo del potente stregone Jafar, mentre Navid Negahban veste i panni del Sultano, preoccupato per il futuro di sua figlia; Nasim Pedrad è Dalia, la migliore amica e confidente della principessa Jasmine, Billy Magnussen interpreta il principe Anders, il bellissimo e arrogante pretendente di Jasmine, e Numan Acar è Hakim, braccio destro di Jafar e capitano delle guardie del palazzo.

Nella versione italiana Naomi Rivieccio, finalista a X Factor 2018, interpreterà le canzoni della Principessa Jasmine offrendo al pubblico una nuova versione degli indimenticabili brani inclusi nella celebre colonna sonora del film originale, tra cui la canzone premiata con l’Oscar “Il Mondo È Mio” (“A Whole New World”). “Come tutti, anche io sono cresciuta con i film d’animazione Disney”, racconta Naomi, “e Aladdin è sempre stato uno dei miei preferiti. È una storia ricca di azione, comicità, magia e amore. Ha delle sonorità a dir poco travolgenti. Un mondo incredibile. È un vero onore poter interpretare le canzoni di una delle Principesse Disney che amo di più e in cui più mi identifico perché Jasmine, come me, è una ragazza indipendente, ironica e tenace. Inoltre l’attrice che la interpreta nel film si chiama come me: Naomi! Forse era destino…”

Aladdin: intervista al compositore Alan Menken

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Aladdin: intervista al compositore Alan Menken

Ecco la nostra intervista al leggendario Alan Menken, il compositore premio Oscar che ha lavorato a tantissimi capolavori Disney e che torna a comporre le musiche per la versione in live action di Aladdin, dal 22 maggio al cinema.

Aladdin è diretto da Guy Ritchie e vede Mena Massoud nel ruolo dell’affascinante furfante Aladdin, Naomi Scott nel ruolo della bellissima e indipendente principessa Jasmine e Will Smith nei panni dell’incredibile Genio con il potere di esaudire tre desideri per chiunque entri in possesso della sua lampada magica. L’uscita nelle sale invece è fissata al 22 maggio 2019.

Aladdin vanta una colonna sonora composta dall’otto volte Premio Oscar Alan Menken(La Bella e la BestiaLa Sirenetta), che comprende nuove versioni dei brani originali scritti da Menken e dai parolieri, vincitori dell’Oscar, Howard Ashman (La Piccola Bottega degli Orrori) e Tim Rice (Il Re Leone), oltre a due brani inediti realizzati dallo stesso Menken e dai compositori vincitori dell’Oscar e del Tony Benj Pasek e Justin Paul (La La LandDear Evan Hansen).

Aladdin, recensione del film di Guy Ritchie

Il cast del film vede inoltre la presenza di Marwan Kenzari nel ruolo del potente stregone Jafar, mentre Navid Negahban veste i panni del Sultano, preoccupato per il futuro di sua figlia; Nasim Pedrad è Dalia, la migliore amica e confidente della principessa Jasmine, Billy Magnussen interpreta il principe Anders, il bellissimo e arrogante pretendente di Jasmine, e Numan Acar è Hakim, braccio destro di Jafar e capitano delle guardie del palazzo.

Nella versione italiana Naomi Rivieccio, finalista a X Factor 2018, interpreterà le canzoni della Principessa Jasmine offrendo al pubblico una nuova versione degli indimenticabili brani inclusi nella celebre colonna sonora del film originale, tra cui la canzone premiata con l’Oscar “Il Mondo È Mio” (“A Whole New World”). “Come tutti, anche io sono cresciuta con i film d’animazione Disney”, racconta Naomi, “e Aladdin è sempre stato uno dei miei preferiti. È una storia ricca di azione, comicità, magia e amore. Ha delle sonorità a dir poco travolgenti. Un mondo incredibile. È un vero onore poter interpretare le canzoni di una delle Principesse Disney che amo di più e in cui più mi identifico perché Jasmine, come me, è una ragazza indipendente, ironica e tenace. Inoltre l’attrice che la interpreta nel film si chiama come me: Naomi! Forse era destino…”

Christopher Nolan: Tenet è il titolo del suo nuovo film

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La Warner Bros ha annunciato che sono iniziate le riprese di Tenet, che ora è ufficialmente il titolo del prossimo film segreto di Christopher Nolan. Lo Studio ha anche aggiunto che Michael Caine, Kenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson e Clémence Poésy si sono uniti al cast, guidato da John David Washington insieme a Robert Pattinson e Elizabeth Debicki.

Tenet, una produzione Warner Bros. Pictures, per la regia di Christopher Nolan, è un film epico d’azione che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale. Nolan dirige il film da una sua sceneggiatura originale, e verrà realizzato con un mix di IMAX e pellicola in 70mm. Il cast internazionale coinvolto è formato da John David Washington al fianco di Robert PattinsonElizabeth DebickiDimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson, Clémence Poésy, con Michael Caine e Kenneth Branagh. Tenet è prodotto da Christopher Nolan ed Emma Thomas, con Thomas Hayslip in veste di produttore esecutivo.

Il team creativo di Nolan che ha lavorato dietro le quinte include il direttore della fotografia Hoyte van Hoytema, lo scenografo Nathan Crowley, la montatrice Jennifer Lame, il costumista Jeffrey Kurland e il supervisore degli effetti visivi Andrew Jackson. Musiche ad opera del compositore Ludwig Göransson. Warner Bros. Pictures distribuirà Tenet in tutto il mondo.

Fonte

Cannes 2019: Tarantino, DiCaprio, Pitt e Robbie raccontano la “loro” Hollywood

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Trai titoli più attesi di Cannes 2019, C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino ha infiammato i cuori di chi era sulla croisette ad applaudire, fotografare e sperare in un autografo o una stretta di mano da parte dei divi protagonisti del film.

E infatti questa volta il regista di Pulp Fiction, che proprio sulla croisette, esattamente 25 anni fa, presentava il film vincitore della Palma d’Oro, ha scelto gli attori più glamour di Hollywood, riuscendo a mettere insieme Brad Pitt, Leonardo DiCaprio e Margot Robbie. Tutti loro erano presenti alla conferenza stampa di presentazione.

Grande narratore di personaggi e situazioni, Tarantino ha spiegato perché ha scelto di raccontare la storia di Hollywood in quell’esatto momento storico, l’estate del 1969.

“Mi affascinava questa storia, da sempre. Indagando sui fatti l’interesse aumentava, perché più ne sai più diventa oscuro, l’impossibilità di comprendere appieno quell’evento mi ha convinto a girare il film. Uno dei miei registri preferiti in assoluto è Sergio Corbucci, e il lavoro che più l’omaggia è Django Unchained. Mi divertiva però che Rick, il personaggio interpretato da Leonardo, lo snobbasse inizialmente.”

Proprio DiCaprio è il protagonista del film, nei panni di un attore di film western che attraversa un periodo complicato della sua vita professionale. “Mi ci identifico molto – ha dichiarato Leo – almeno una volta tutti quelli seduti a questo tavolo si sono sentiti come lui estranei a Hollywood.” E a giudicare dalle scelte professionali dell’attore di Titanic, è facile vedere come cerchi sempre progetti complessi e territori nuovi da esplorare, lontani dalle facili proposte di Hollywood, appunto. Sulla sua prima collaborazione con Brad Pitt, DiCaprio ha detto: “Lavorare con Brad Pitt è stato fantastico, naturale, divertente. Veniamo dallo stesso background, abbiamo avuto successo nell’industria cinematografica nello stesso periodo.” Per quanto riguarda invece il suo lavoro con Tarantino, che lo dirige per la seconda volta dopo Django Unchained, DiCaprio non ci gira intorno: Quentin è un’enciclopedia vivente e il suo film è una lettera d’amore a Hollywood.

C’era una volta a… Hollywood lascia molto spazio anche a quel cupo fenomeno che in quegli anni ha infestato le colline di Los Angeles: la setta di Charles Manson (che compare nel film). Brad Pitt ha riflettuto proprio su quel fenomeno: “Non li vedo come individui violenti ma influenzati da un’idea, quelle idee erano nuove e tragicamente alcuni di loro le hanno seguite, mostrando il lato oscuro della natura umana. Con Leonardo è stato facile e divertente, sapere di avere il meglio dall’altra parte del tavolo è stato un sollievo, abbiamo vissuto lo stesso passato lavorativo, è stato divertente lavorare insieme.”

Presenza femminile di grande spessore, Margot Robbie ha parlato incvece della complessità del suo personaggio e della tragicità che esso implica. L’attrice nominata all’Oscar interpreta infatti Sharon Tate, la moglie di Roman Polanski che all’epoca venne trucidata, incinta di otto mesi, proprio dalla famiglia Manson: “Per me era importante rendere omaggio alla dolcezza di Sharon Tate, la bellezza di una sognatrice. Ho guardato tutto quello che potevo su Sharon Tate, ma al tempo stesso come attrice ho provato a capire a cosa servisse il personaggio nella storia. Per me anche quello era importante. Quello era il mio ruolo nella storia, cercando di mantenere alta la memoria di Sharon Tate.”

C’era una volta a Hollywood, le reazioni della stampa

X-Men: Dark Phoenix, per i protagonisti “esplora la rabbia femminile”

Roma, Casa del Cinema. Dall’altra parte dello schermo, in diretta da Londra, compaiono Simon Kinberg, Sophie Turner, Jessica Chastain, James McAvoy e Michael Fassbender, regista e protagonisti di X-Men: Dark Phoenix, ultimo capitolo del franchise sui Mutanti targato Fox (che di recente è stata assorbita dalla Disney) in arrivo nelle nostre sale il prossimo 6 giugno.

Ad aprire la piccola conferenza stampa è Kinberg, già sceneggiatore nel 2006 di X-Men: Conflitto Finale e dal 2011 produttore dei film che hanno ufficialmente riavviato la saga sul grande schermo (X-Men: L’inizio, X-Men: Giorni di Un Futuro Passato e X-Men: Apocalisse), parlando proprio del passaggio da un ruolo all’altro:

Ormai sono quindici anni che gli X-Men fanno parte della mia vita, senza contare che amo questi personaggi e sono cresciuto leggendo i fumetti. Per quanto riguarda la transizione e la regia, direi che è stata molto naturale e organica, ma solo grazie a questo cast. I ragazzi mi sono stati di grande supporto, ho avuto modo di conoscerli nei precedenti film e avevo già lavorato con Jessica in The Martian, quindi si era creata una situazione davvero familiare. L’esperienza è rimasta la stessa, senza però il bisogno di dover filtrare il mio lavoro attraverso la visione di qualcun altro. Sul set mi sono sentito al sicuro e ci siamo divertiti anche se stavamo andando incontro ad un tipo di racconto diverso dal solito, più dark e introspettivo, drammatico e reale. La fortuna è stata avere a disposizione tutti questi attori che hanno una grande esperienza con il dramma“.

Per la quarta volta nei panni di Erik Lensherr, alias Magneto, Fassbender riflette sui cambiamenti del personaggio mostrati in Dark Phoenix e allarga lo sguardo ad una contemporaneità sempre più “polarizzata e divisiva”, spiegando che “forse un giorno riusciremo ad evolverci e a lavorare insieme come fanno i Mutanti nel film, perché come tutti sono preoccupato dalla piega che sta prendendo la realtà e i problemi che ne derivano. Ricordiamoci che i fumetti sugli X-Men vennero scritti mentre nascevano i diritti civili, e il cuore della storia erano gli emarginati, gli individui spinti ai margini della società, esclusi […]

[…] Ma il vero problema è questo sentirci sempre tribali, divisi, isterici per le tasse da pagare, le famiglie da sostenere, e pensiamo sempre che siano gli altri i responsabili. I rifugiati, le minoranze, e questo crea un’atmosfera divisiva che fa paura. Spero nel domani e spero che tutti possano imparare dal passato: il futuro è luminoso e credo nella forza delle nuove generazioni.

E riguardo i grandi cambiamenti culturali e sociali che Dark Phoenix riporta sullo schermo, è impossibile non discutere il ruolo della donna al potere, la più potente mutante che risponde al nome di Jean Grey.

Per la Turner, regina del Nord nella serie Game of Thrones appena conclusasi, “l’aspetto più bello e interessante è sentirsi parte di un film dove c’è una protagonista che non si limita ad un unico ruolo, ma abbraccia anche la figura dell’antagonista. I suoi problemi sono incredibilmente ancorati alla realtà, e credo che Jean sia un’ottima rappresentazione di ciò che le donne sono. Senza contare la sua versione villain, legata al personaggio di Jessica, ed è fantastico vedere come in fondo loro due si potenzino a vicenda e traggano forza l’una dall’altra“.

Dunque è vero che il vento, a Hollywood, sta cambiando? A rispondere è la Chastain:

Certo, ma non voglio dare troppo credito all’industria, perché credo che film del genere potevano essere realizzati anche anni fa. Al contrario sono convinta che il responsabile di questo cambiamento sia il pubblico, che ha decretato il successo di titoli come Black Panther, Wonder Woman e Captain Marvel. La gente ha messo in chiaro cosa vuole vedere al cinema, cioè storie che rappresentino tutti gli eroi. […]

[…] Ma la cosa che più mi entusiasma di Dark Phoenix è il fatto che esplori la rabbia femminile, un aspetto che solitamente non vediamo al cinema o che viene raccontato dai media in modo troppo stereotipato o addolcito. Noi donne possiamo avere un lato dark, e spero che tante spettatrici possano riconoscersi“.

Sull’argomento interviene anche Fassbender, sottolineando come in fondo “se un uomo ha un carattere difficile o è arrabbiato, allora diranno che è un personaggio forte. Se lo stesso accade ad una donna, diranno che è complicata o piena di problemi.”

C’è spazio per parlare del futuro dei Mutanti e del possibile arrivo nel Marvel Cinematic Universe dopo la fusione tra Fox e Disney, ma Kinberg ci tiene a rimanere concentrato sull’oggi e non su progetti ancora nebulosi:

Ho iniziato a lavorare a questo film tre anni fa prima che si parlasse di un accordo tra gli studios, quindi l’approccio si è limitato a narrare questa come se fosse un climax di tutta la saga a partire da X-Men: L’inizio. Abbiamo mostrato le vicende di una serie di individui speciali che si ritrovano a formare una famiglia, combattono contro loro stessi e il cui legame viene messo alla prova dall’exploit di uno di loro, ovvero Jean Grey. In questo senso Dark Phoenix è l’apice, perché rappresenta la sfida a quell’idea di famiglia più dei precedenti capitoli […]

[…] Per la prima volta in tanti anni non ho dovuto pensare al futuro, e mi sono completamente immerso in questo film. Non so cosa verrà dopo, ma voglio godermi il percorso compiuto finora.

Scritto e diretto da Simon Kinberg, X-Men: Dark Phoenix è interpretato da  Sophie TurnerJames McAvoyMichael FassbenderJennifer LawrenceNicholas Hoult, Tye Sheridan, Alexandra Shipp e Jessica Chastain. Il film arriva nelle nostre sale il 6 giugno.

Guarda il trailer di X-Men: Dark Phoenix

Aladdin: recensione del film di Guy Ritchie

Aladdin: recensione del film di Guy Ritchie

Le notti d’Oriente non sono mai state così vive, colorate ed emozionanti: il regista Guy Ritchie è pronto a debuttare con il classico Disney Aladdin in versione live action dal 22 maggio, trasportando tutta la magia di Agrabah sul grande schermo.

La storia la conosciamo bene, Aladdin è un ladruncolo di strada, vive alla giornata insieme alla sua fidata scimmia Abu ma è solo al mondo. L’incontro casuale con Jasmine, la figlia del sultano di Agrabah, lo porterà ad accettare di entrare in una caverna per rubare una lampada ad olio per conto del Gran Visir Jafar (Marwan Kenzari). Ma Aladdin scoprirà poco dopo che che quella non è una semplice lampada ma contiene un Genio, pronto ad esaudire 3 suoi desideri. Grazie a lui diventa il Principe Ali, che sotto mentite spoglie è pronto a conquistare il cuore della principessa. Mentre cerca di impressionarla con le sue ricchezze dovrà anche scampare a Jafar che cerca di impossessarsi della lampada per diventare il nuovo sultano e mettere in atto tutta la sua malvagità.  

Nei ruoli di Aladdin e Jasmine andavano scelti due attori quasi del tutto sconosciuti al pubblico, per poterli plasmare al meglio sui personaggi e che ne rispettassero anche la provenienza (senza fare gravissimi errori di “whitewashing” che avrebbero potuto far, giustamente, arrabbiare il pubblico). La scelta è così ricaduta su Mena Massoud, canadese di origine egiziane, al suo primo grande debutto se non si conta la comparsata nella serie Amazon Jack Ryan, e nel ruolo di Jasmine, Naomi Scott, già vista nel fiasco Power Rangers e prossima Charlie’s Angels nel remake di Elizabeth Banks, inglese da mamma africana e indiana. Massoud è un volto fresco, simpatico e veste perfettamente i panni dello straccione preferito del pubblico, mentre la Scott riesce a dare il suo tocco ad una Jasmine che in questo remake è più artefice del suo destino. È infatti nota la missione Disney di dare più potere alle sue principesse e la Jasmine di Guy Ritchie è forte, coraggiosa e acculturata: un ottimo esempio per le spettatrici più piccole.

Per quanto riguarda il vero protagonista morale del cartone, il Genio, reso famoso dalla voce e personalità di Robin Williams e qui in patria da noi da Gigi Proietti (che in questa versione 2019 doppia il Sultano), andava scelto qualcuno con una grandissima personalità, presenza e anche “fama”: chi altro se non Will Smith? La scelta risulta essere azzeccata anche perché Smith è un personaggio molto caro a chi è cresciuto con il cartone del 1992 e successivamente con Willy, Il Principe di Bel Air, ritrovando quindi qualcosa di molto familiare davanti a se oltre che un interprete dalla comicità spumeggiante.

Ma come funziona il matrimonio tra il regista di Snatch e Sherlock Holmes con la Disney? Benissimo! Ritchie infatti non tradisce se stesso, trasmettendo il suo classico ritmo serrato di narrazione anche a questa storia, che nonostante sia stata allungata sino a formare due ore di pellicola, scorre veloce e liscia senza intoppi, trasportandoci in questa avventura accanto ad Aladdin. Tutto è coreografo alla perfezione, è uno spettacolo visivo sin dalle prime scene, che intrattengono lo spettatore e lo fanno divertire (vengono rispettati i tempi comici e le battute nonostante il doppiaggio). C’è molto studio a livello cromatico, proprio come nei cartoni animati, dove si possono distinguere il bene e il male nelle scene grazie ai colori saturi e accessi in contrasto con quelli scuri e più neutri. Nulla da dire ai dipartimenti più tecnici, tra i costumi coloratissimi e che prendono ispirazione da diverse culture, dal Nord Africa all’India fino alle scenografie pazzesche ricostruite negli studios del Surrey inglese e le riprese in location nel deserto Giordano. 

Guy Ritchie è riuscito nell’intento di creare un meraviglioso mondo per riempirci gli occhi di colori, emozioni e sensazioni: in alcuni momenti è impossibile non sorridere guardando lo schermo, sentirsi di nuovo bambini e provare emozioni che normalmente si proverebbero davanti ad un musical di Broadway.  E a proposito di musical, la parte musicale in Aladdin è centrale e importantissima, così è stato un bene che sia stato proprio lo stesso compositore originale, Alan Menken, a rimetterci mano. Ci sono nuove canzoni scritte insieme a Pasek & Paul (autori della colonna sonora di La La Land oltre che di numerosi show di Broadway) che si amalgamo alla perfezione nella storia e qualche testo è stato riadattato: ma nessuna paura, non si tratta di un riadattamento stravolgente come è stato con il live-action de La Bella e La Bestia, ci ritroveremo sempre a cantare sognanti “Il mondo è mio”!

Quando si va a mettere mano su cartoni animati così cari al pubblico, c’è sempre molta attesa e anche paura e con “Aladdin” ce ne era ancora di più essendo una di quelle storie che hanno fatto sognare tutti sin da piccoli. Il paragone è inevitabile quando si tratta di film del genere, ma bisogna sempre pensare che il target a cui mirano questi prodotti è si, il bambino che è cresciuto con il classico Disney e vuole ritrovare i suoi personaggi preferiti sul grande schermo, ma è anche e soprattutto il bambino che la storia di Aladdin magari la sta sentendo e vedendo per la prima volta. Sono passati quasi 30 anni dall’uscita al cinema del film d’animazione campione di incassi, che si guadagnò ben due Academy Awards e questo remake di Guy Ritchie gli rende decisamente giustizia dandogli nuova vita.  

Guarda il trailer di Aladdin

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, le prime foto ufficiali dal film

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Vanity Fair ha realizzato un servizio fotografico con Annie Leibovitz sul set di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, in cui vediamo di nuovo i protagonisti in azione, J.J. Abrams dietro alla macchina da presa e le foto dal backstage. La rivista ha dedicato inoltre due copertine al film, una che raffigura Rey (Daisy Ridley) e l’altra che invece sfoggia Kylo Ren (Adam Driver).

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, come tornerà l’imperatore Palpatine?

Vi ricordiamo che Star Wars: The Rise Of Sywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nelle sale a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

Star Wars: The Rise Of Skywalker, le teorie sul significato del titolo

Cannes 2019: l’omaggio a Bernardo Bertolucci

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Cannes 2019: l’omaggio a Bernardo Bertolucci

Sarà presentato in prima visione mondiale al 72. Festival di Cannes domani giovedì 23 maggio, nella sezione Cannes Classics, Cinecittà – I mestieri del cinema. Bernardo Bertolucci: no end travelling, il nuovo film documentario di Mario Sesti. Uno di quei piccoli grandi doni che il cinema ogni tanto sa regalare ai suoi affezionati: un racconto-incontro con uno degli ultimi grandi Autori della storia del cinema, realizzato attraverso un montaggio emozionante di interviste realizzate negli anni da Sesti, a ripercorrere la traiettoria di una carriera, e in chiusura una lunga conversazione inedita in cui un Bertolucci rilassato, complice, sornione, lascia cadere delle impressioni e delle parole che riescono a rilasciare il sapore, il segreto, il mistero, l’esperienza della sua arte. Senza lezioni, messaggi, precetti, un grande ci fa appassionare per un’ultima, un’altra volta.

Prodotto da Massimiliano De Carolis per Erma pictures in associazione con Istituto Luce-Cinecittà, in collaborazione con Sky Arte, Cinecittà – I mestieri del cinema. Bernardo Bertolucci: no end travelling sarà trasmesso su Sky Arte il 26 novembre alle 21.15 in occasione della ricorrenza del primo anno dalla scomparsa del regista.

SINOSSI

Il regista Mario Sesti, critico e giornalista cinematografico, ricorda i suoi incontri con Bernardo Bertolucci, le numerose interviste pubblicate su giornali e settimanali, quelle in video per i film di Bertolucci editi in dvd, prima di una lunga conversazione in video con lui, completamente inedita, realizzata poco più di un anno fa per una serie dedicata ai “mestieri del cinema”. Il grande regista, scomparso improvvisamente nel novembre del 2018, racconta dei suoi primi successi presso la stampa internazionale e l’ammirazione per i suoi film da parte dei nuovi registi americani degli anni ‘70; dell’avventura con Marlon Brando in Ultimo tango a Parigi, dell’indimenticabile serata degli Oscar per L’ultimo imperatore. Uno sguardo di serena nostalgia e l’affettuosa narrazione di una biografia e una carriera indimenticabili.

Questo film, in realtà nato come episodio di una serie dedicata ai mestieri del cinema, è un omaggio a un autore che non credo abbia eguali – quanti sono stati un mito delle nouvelle vague e allo stesso tempo hanno conquistato Hollywood con un canestro di Oscar? – ed anche un modo personale per conservare la memoria di quei momenti e impedire loro di dissolversi [dalla nota di regia di Mario Sesti]

Catch 22: recensione della serie di e con George Clooney

Catch 22: recensione della serie di e con George Clooney

Il paradosso del Comma 22 (Catch 22) è un concetto espresso dallo scrittore Joseph Heller nel suo romanzo – che ne prende il titolo – scritto nel 1961 e ambientato nella Seconda Guerra Mondiale, secondo il quale sarebbe possibile chiedere l’esenzione dalle missioni di volo qualora non si fosse in grado d’intendere e volere, peccato che formulare una richiesta del genere implichi necessariamente l’essere dotati di senno.

Il principio di partenza che vede la guerra come assurda e illogica, è stato ampiamente accolto da tutte le generazioni successive, ad eccezione dei poteri regnanti, naturalmente, rendendo la questione fortemente attuale in ogni tempo. Lo sa bene George Clooney che sceglie di prendere la regia della miniserie tv a marchio Sky, insieme a Grant Heslov e Ellen Kuras, tratta appunto dall’omonima opera di Heller: Catch 22, di cui era già stata fatta una prima trasposizione cinematografica nel ’70 da Mike Nichols.

La storia di Catch 22 vede come protagonista il capitano dell’aviazione americana John Yossarian (interpretato da Christopher Abbott) che con la sua compagnia affronta un numero sempre maggiore di missioni che prevedono il bombardamento aereo di varie zone d’Italia.

Catch 22 recensioneCatch 22 mantiene il tono sarcastico, che sfocia spesso nel paradossale, restando fedele alla linea narrante del libro caposaldo della letteratura americana. In tutto ciò aiutano non poco le sconfinate espressioni facciali di Clooney, anch’esso parte del cast, che interpreta il tenente dal nome che non necessita spiegazioni: Scheisskopf. E, ad aggiungere colore al pittoresco quadro, ci sono anche il maggiore de Coverley (il Dr House Hugh Laurie) e il colonnello Cathcart (Kyle Chandler), oltre a tutto il gruppo di soldati con annesse avventure più o meno grottesche, che si svolgeranno, tra l’altro, in un bordello gestito da Marcello (Giancarlo Giannini) con una serie di giovani prostitute tra le quali spicca la “nostra” Valentina Bellé.

L’intento complessivo della serie è principalmente quello di ridicolizzare una politica regnante che prevede, come sempre, il sacrificio di giovani inconsapevoli e (spesso) innocenti a favore della lucidatura dell’ego di pochi cinici vecchi. E la riuscita fluisce facilmente, anche perché tocca ferite parte della memoria, più o meno recente, di chiunque, facendo emergere la follia come probabile unica via di scampo. Ed è proprio su questa possibilità di soluzione che ruoterà attorno tutta il racconto.

Zack Snyder rivela che Zoe Saldana poteva essere Lois Lane

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Nonostante il flop dell’universo DC nell’immaginazione di Zack Snyder, molti elementi scelti dal regista per portare la trinità DC al cinema erano effettivamente vincenti, dalla scelta di Gal Gadot come Wonder Woman a quella di Amy Adams nei panni di Lois Lane.

Proprio del personaggio di Lois ha parlato il regista durante il Comic Book Debate. Secondo la lettura di Snyder, “lei non ha bisogno di Clark o di Superman, il fatto che lei piaccia a Clark rende lui più intelligente e migliore. Più è in gamba Lois, migliore è Clark. Sono una coppia magnifica che ha un bisogno reciproco dell’altro, ma Clark ha più bisogno di lei. Ti serve Lois per una storia migliore.”

In merito poi alla scelta di Amy Adams per il ruolo, Zack Snyder ha commentato: “Amy ha ispirato l’inizio di Batman v Superman. Lei ha accennato a un giornalista che era stato in zone di guerra e siamo andati avanti a sviluppare quella storia. All’epoca, la scelta era tra lei e Zoe Saldana. Sono completamente diverse loro due, ma entrambe sono presenze molto forti.”

Peccato che però il franchise non ha ricevuto il giusto trattamento né l’accoglienza necessaria per proseguire sul grande schermo.

Da parte sua, Zoe Saldana è l’attrice che ha sempre fatto scelte giuste da un punto di vista professionale, recitando sia nel franchise Marvel che in Avatar di James Cameron, assicurandosi un ruolo di porta fortuna per i blockbuster, visto che i film in cui recita hanno sempre un enorme successo al box office.

Captain Marvel sarà a capo della A-Force? Ecco cosa dicono i registi

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La scena di Avengers: Endgame che ha rappresentato una specie di teaser per la A-Force ha infiammato il cuore degli spettatori e ha fatto già assaporare un futuro non troppo lontano in cui la Marvel ci regalerà un film in cui tutte le eroine combatteranno fianco a fianco.

Tra tutti, lo sappiamo, Carol Danvers aka Captain Marvel si erge come la più potente ed è plausibile che possa essere lei la leader del gruppo. I registi che hanno portato l’eroina al cinema hanno commentato la possibilità che possa essere lei il capo del gruppo, e hanno riflettuto su alcune possibili strade che il personaggio potrebbe prendere:

“Penso che ci siano un sacco di opzioni per Carol e diverse trame che potrebbero essere esplorate. Penso che siamo fan di tutti questi personaggi come di tutti gli altri e siamo altrettanto entusiasti di vedere quale sia il potenziale per tutti quelli che avranno un futuro sul grande schermo.”

Cosa vorrà dire? Che forse non spetterà a Carol guidare la A-Force e che forse lei è e rimarrà sempre una specie di bonus, visto che i suoi poteri, su una scala “mortale”, la pongono assolutamente fuori classifica.

CORRELATI:

Vi ricordiamo che Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul BettanyElizabeth Olsen, Anthony MackieSebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, cosa è accaduto davvero a Loki?

 

Fonte: CBM

Toy Story 4: Woody, Buzz e Forky nel nuovo trailer del film

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Toy Story 4: Woody, Buzz e Forky nel nuovo trailer del film

Ecco il trailer finale di Toy Story 4, il nuovo, e forse ultimo, capitolo del franchise che ha dato inizio alla grande produzione della Pixar. Nel trailer vediamo Woody e Buzz alle prese con la loro nuova vita con Bonnie, ma incontriamo anche Forky, uno dei giocattoli più originali dell’intera saga.

Nel 1995 Toy Story – Il Mondo dei Giocattoli rivoluzionò il cinema d’animazione come primo lungometraggio interamente realizzato con la computer grafica. Il film ottenne il più alto incasso di quell’anno e fu candidato a tre premi Oscar e due Golden Globe.  Quattro anni dopo, Toy Story 2 – Woody e Buzz Alla Riscossa vinse il Golden Globe come miglior film – commedia o musical, e un Grammy per la miglior canzone scritta per un lungometraggio, un prodotto televisivo o un altro media visivo (Randy Newman, “When She Loved Me”/ “Quando lei mi amava”). Uscito nel 2010, Toy Story 3 – La Grande Fuga ha vinto due Oscar come Miglior film d’animazione e per la Miglior canzone originale (Randy Newman, “We Belong Together”), oltre a un Golden Globe® e un BAFTA come Miglior film d’animazione, diventando inoltre il secondo lungometraggio Pixar a essere candidato all’Oscar come Miglior film.

“Come molti, anch’io pensavo che la storia si fosse conclusa con Toy Story 3 – La Grande Fuga”, afferma il regista Josh Cooley. “E in effetti in quel film si concludeva la storia di Woody con Andy. Ma, come accade nella vita di tutti i giorni, ogni fine è in realtà un nuovo inizio. La vita di Woody in una nuova cameretta con nuovi giocattoli e un nuovo bambino è qualcosa che non abbiamo mai visto prima. Ci siamo chiesti come sarebbe stato e da questa domanda ha cominciato a prendere vita una nuova storia che meritava di essere esplorata”.

Fonte

Avengers: Endgame, ecco Kraglin durante la battaglia finale

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Avengers: Endgame, ecco Kraglin durante la battaglia finale

L’account Instagram mcu.eternal ha condiviso un’immagine di Kraglin, interpretato da Sean Gunn, durante le riprese della battaglia finale di Avengers: Endgame.

Il personaggio, che abbiamo conosciuto in Guardiani della Galassia Vol. 2, sarebbe quindi dovuto tornare in prima linea in Endgame, ma perso nella mischia dello scontro finale, non siamo riusciti a vederlo. Ecco invece in dettaglio la sua apparizione e speriamo di vedere la scena che lo vede protagonista nei contenuti speciali dell’home video:

https://www.instagram.com/p/BxofhJjAgnt/?utm_source=ig_embed

Avengers: Endgame, tutti gli spoiler rivelati dal cast prima dell’uscita

CORRELATI:

Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast figurano Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, il film prima e dopo gli effetti speciali

La bambola assassina: dopo Woody, anche Slinky di Toy Story vittima del poster

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Dopo lo Sceriffo Woody, anche il cagnolino a molla Slinky, trai protagonisti del franchise di Toy Story, è stato vittima di uno dei poster de La Bambola Assassina. Di seguito, i resti del giocattolo sono vengono crudelmente arrostiti dalla mano del temibile Chucky!

Chucky, la bambola più spietata della storia del cinema, sta per tornare. Il film sarà nelle sale cinematografiche da mercoledì 19 giugno, distribuito in anteprima mondiale da Midnight Factory, etichetta horror di Koch Media.

La bambola assassina, first look

Realizzato dai produttori di IT e diretto da Lars Klevberg (Polaroid) è un prodotto targato Orion Pictures Corporation, società MGM. Chucky è molto più di un giocattolo…è il tuo migliore amico.

Tutti insieme appassionatamente: 10 cose che non sai sul film

Tutti insieme appassionatamente: 10 cose che non sai sul film

Tutti insieme appassionatamente è uno di quei musical che non ci si stancherebbe mai di guardare, estremamente coinvolgente e, nonostante il contesto storico, molto leggero e spensierato.

Se la storia è nota a tutti, quella della giovane Maria che vorrebbe diventare suora e si innamora, corrisposta, del capitano von Trapp, genitore di sette figli che necessita di una bambinaia, tante dinamiche sono rimaste all’oscuro.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Tutti insieme appassionatamente.

Tutti insieme appassionatamente film

tutti insieme appassionatamente

1. Ha salvato la 20th Century Fox. Dopo il disastro economico generato dal film Cleopatra nel 1963, la Twentieth Century Fox era praticamente ad un passo dalla bancarotta. Pare che fu proprio Tutti insieme appassionatamente a salvare la casa di produzione dal disastro irreversibile.

2. Robert Wise ha modificato il carattere del capitano. Stando a quando detto dalla stessa Maria von Trapp, il carattere di suo marito non era così burbero, così come non era mai stato così severo con i loro dieci figli (sette del precedente matrimonio e tre avuti con Maria). Pare che la vera Maria abbia chiesto a Robert Wise di ammorbidire il personaggio di suo marito, ritratto in maniera molto severa nel film, ma il regista di rifiutò di farlo.

Tutti insieme appassionatamente streaming

3. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo film, è possibile farlo grazie alla sua disponibilità sulle diverse piattaforme di streaming legale digitale come Rakuten Tv, Chili, Google Play e iTunes.

Tutti insieme appassionatamente canzoni

4. Plummer considerava banale Edelweiss. Tutti insieme appassionatamente possiede un insieme di canzoni indimenticabili e orecchiabili, ma pare che non sia stato così proprio per tutti. Stando ad alcune dichiarazioni, sembra che Christopher Plummer non amasse molto la canzone Edelweiss, considerata da lui banale, tanto da scrivere una lettera allo sceneggiatore Ernest Lehman, suggerendo che sarebbe stato necessario riscriverla. Inutile dire che la sua richiesta sia stata respinta.

Tutti insieme appassionatamente cast

tutti insieme appassionatamente

5. Christopher Plummer non aveva molte informazioni circa il suo personaggio. Prima di iniziare le riprese di Tutti insieme appassionatamente, gli attori hanno cercato di dare il maggior realismo possibile. Tuttavia, erano davvero poche le informazioni che riguardavano il vero capitano Georg von Trapp, tanto che Christopher Plummer si recò sulle montagne di Salisburgo con un interprete. Proprio in quelle zone, i due incontrarono un nipote di Georg che rivelò loro di come non fosse che l’uomo più noioso da lui mai incontrato.

6. Julie Andrews stava per rifiutare il film. Una volta visto il film, diventa quasi impossibile pensare che Julie Andrews era vicina a rifiutare di interpretare Maria. La motivazione che le stava per far compiere il passo sbagliato era che, secondo lei, il suo personaggio fosse molto simile al suo ruolo in Mary Poppins, realizzato solo un anno prima.

7. A Christopher Plummer non piaceva molto la Andrews. Pare che durante le riprese di Tutti insieme appassionatamente non scorresse buon sangue tra Plummer e la Andrews, tanto che l’attore ha ammesso di trovare la sua collega insopportabile e fastidiosa, chiamandola Miss Disney quando parlava di lei al resto del cast o della troupe. Solo più tardi ha capito di essere stato decisamente immatura e la Andrews è stata una grande attrice e una grande professionista, tanto che poi i due sono diventati molto amici e lo sono tuttora.

Tutti insieme appassionatamente musical

8. Si basa sull’omonimo musical teatrale. Tutti insieme appassionatamente, realizzato al cinema del 1965, è tratto dal musical teatrale intitolato The Sound of Music e realizzato dalla coppia formata da Richard Rodgers e Oscar Hamerstein II. A sua volta, lo spettacolo si basa sul romanzo autobiografico La famiglia Trapp (The Story of the Trapp Family Singers), scritto da Maria Augusta von Trapp.

9. Il film ha richiesto diverse competenze. Sebbene gli attori scelti per film avevano le qualità richieste per i loro ruoli, quasi tutti gli attori hanno dovuto imparare a fare cose nuove. Ad esempio, sia Julie Andrews che Christopher Plummer hanno dovuto imparare a suonare la chitarra.

10. Ci sarebbero dovute essere le canzoni cantate dalla vera famiglia von Trapp. I librettisti Howard Lindsay e Russel Crouse volevano inizialmente usare le canzoni che la vera famiglia von Trapp aveva cantato. Tuttavia, i due pensasoro di riscrivere una nuova colonna sonora pensando che l’originale non si sposasse bene con la musica folk.

Fonti: IMDb

Non è un paese per vecchi: 10 cose da sapere sul film

Non è un paese per vecchi: 10 cose da sapere sul film

Non è un paese per vecchi è uno di questi film che ha lasciato letteralmente il segno nella storia del cinema degli ultimi anni, grazie alla storia narrata e ad una cast magnifico, senza parlare della regia.

Non sono molti i film che riescono a rimanere nell’immaginario collettivo, ma questo film dei fratelli Coen è riuscito nell’intento e vincendo ben quattro Oscar tra Miglior regia, Miglior film, Miglior sceneggiatura non originale e Miglior Attore non Protagonista a Javier Bardem.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Non è un paese per vecchi.

Non è un paese per vecchi film

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1. I fratelli Coen hanno avuto un modello di riferimento per il protagonista. I due registi di Non è un paese per vecchi hanno usato una foto del padrone di un bordello, scattata nel 1979, usandola come modello per il taglio di capelli di Anton Chigurh.

2. I registi non avevano gli attori in mente per i personaggi. Tendenzialmente, quando Joel ed Ethan Coen scrivono la sceneggiatura di un loro film, hanno sempre in mente degli attori precisi per i propri personaggi. Per Non è un paese per vecchi è avvenuto l’opposto, cioè i due non hanno pensato agli attori al momento della stesura.

3. Il reparto trucco ha richiesto delle spese impreviste. Una certa parte del budget del film è stato riservato al make-up, che richiedeva di utilizzare del sangue finto che costava qualcosa come ottocento dollari al gallone. Joel Coen ha realizzato il perché stavano spendendo così tanto perché la differenza con il comune sangue finto (realizzato con dello zucchero) era notevole.

Non è un paese per vecchi streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse rivedere questo film o semplicemente recuperarlo, è possibile farlo grazie alla sua presenza su diverse piattaforme digitali legali come Tim Vision, Rakuten Tv, Infinity, Chili, Google Play e iTunes.

Non è un paese per vecchi libro

5. Lo romanzo si riferisco ad un fatto vero. Nel racconto, lo sceriffo Bell dice ai trafficanti di droga: “Qui, a San Antonio, hanno sparato e ucciso un giudice federale”. Il fatto raccontato da Cormac McCarthy, che ha ambientato la storia nel 1980, si riferisce all’uccisione del giudice federale John Howland Wood da parte del killer Charles Harrelson, padre di Woody Harrelson.

6. Le parti d’azione sono uguali al libro. Contrariamente ai film di maggior successo realizzati basandosi sui libri omonimi, gran parte dell’azione del film è stata presa parola per parola dal romanzo di Cormac McCarthy, narrate nello stesso ordine. Una delle poche cose modificate, è un fatto insolito per i fratelli Coen, sono stati i dialoghi, ridotti in molte scene rispetto al libro.

Non è un paese per vecchi spiegazione

non è un paese per vecchi

7. Il senso di colpa dello sceriffo. I sogni di Bell incapsulano il significato di Non è un paese per vecchi. Lo sceriffo in pensione non dà molto significato al suo primo sogno, ma sembra simboleggiare il senso di colpa verso la morte di Moss. Come nel sogno, gli era stato affidato un compito e ha fallito, nonostante la promessa fatta a Carla Jean. Un’inquietudine che senso a livello del subconscio e che si manifesta tramite il sogno.

Non è un paese per vecchi finale

8. Un paese in cui i vecchi non possono vivere. Il titolo del film, Non è paese per vecchi, sintetizza il conflitto generazionale narrato. Il sogno dello sceriffo non sarebbe altro che una riflessione di come nel passato non ci sia mai stata la violenza del presente e che, di fatto, non può essere un paese per vecchi proprio per questo motivo.

Non è un paese per vecchi cast

9. Javier Bardem è stato scelto perché opposto al suo personaggio. Quando i fratelli Coen hanno approcciato Javier Bardem per fargli interpretare Chigurh, l’attore spagnolo disse “Io non guido, parlo male l’inglese e odio la violenza”. I Coen hanno risposto che era proprio per quello che lo avevano contattato.

10. Josh Brolin si era fatto male prima delle riprese. Appena due giorni dopo aver ottenuto la parte in Non è un paese per vecchi, Josh Brolin si è fratturato una spalla in un incidente automobilistico. Per fortuna dell’attore, il trauma non si è rivelato così grave come pensava, permettendogli di effettuare le riprese con tranquillità.

Fonti: IMDb, screenrant

La ricerca della felicità: 10 cose che non sai sul film

La ricerca della felicità: 10 cose che non sai sul film

La ricerca della felicità è uno di quei film che ha goduto di un enorme successo nel 2006, anno d’uscita, e anche in quelli a venire, riuscendo a colpire il cuore degli spettatori di tutto il mondo.

Questo film non fa altro che raccontare una storia vera e narrare come non ci si debba mai abbattere durante la ricerca della propria felicità, cercando di combattere tutti gli ostacoli che si possono trovare sul cammino.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su La ricerca della felicità.

La ricerca della felicità film

la ricerca della felicità

1. I senzatetto del film erano reali. La ricerca della felicità racconta i giorni di intensa povertà provati da Chris Gardner e da suo figlio, costretti a vivere nella zone più povere di San Francisco. In queste scene, i senzatetto che si vedono sono autentici e, per apparire nel film, sono stati pagati più di otto dollari l’ora e gli sono stati offerti i pranzi. Per alcuni di loro quelli erano i primi soldi che non vedevano da tanto tempo.

2. Sono stati assunti dei professionisti. In La ricerca della felicità, il personaggio di Will Smith gioca spesso al cubo di Rubik. Per far sì che l’attore fosse in grado di risolverlo in meno di due minuti, sono stati ingaggiati i campioni Tyson Mao, Toby Mao e Lars Petrus che gli hanno insegnato le tecniche giuste.

3. Muccino è stato voluto da Will Smith. Sembra che l’attore americano, che per La ricerca della felicità è stato anche produttore del film, oltre che esserne il protagonista, abbia scelto Gabriele Muccino per la regia dopo aver visto L’ultimo bacio (2001) e Ricordati di me (2003).

La ricerca della felicità streaming

4. Il film è disponibile per lo streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere La ricerca della felicità, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle diverse piattaforme di streaming legale digitale, come Rakuten Tv, Chili, Infinity e Netflix.

La ricerca della felicità frasi

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5. Sono molte le frasi indimenticabili. Non sono tanti i film che riescono ad entrare nell’immaginario collettivo delle persone e che riescono a rimanere ancorati anche con poche frasi. Questo, però, è il caso de La ricerca della felicità ed ecco qualche esempio:

  • Hey! Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa. Neanche a me. Ok? Se hai un sogno tu lo devi proteggere. Quando le persone non sanno fare qualcosa lo dicono a te che non la sai fare. Se vuoi qualcosa, vai e inseguila. Punto. (Chris)
  • Fu in quel momento che cominciai a pensare a Thomas Jefferson, e alla dichiarazione d’indipendenza, quando parla del diritto che abbiamo alla vita, libertà e ricerca della felicità, e ricordo di aver pensato, come sapeva di dover usare la parola ricerca. Perché la felicità è qualcosa che possiamo solo inseguire, e che forse non riusciremo mai a raggiungere, qualunque cosa facciamo, come faceva a saperlo?! (Chris)
  • Sono stato seduto là fuori per mezz’ora cercando di trovare una storia per giustificare il fatto di essere venuto qui vestito in questo stato. E ho cercato di pensare a una storia in grado di dimostrare delle qualità che sono sicuro voi apprezziate qui, come l’essere volenterosi, essere precisi, avere un obiettivo, fare gioco di squadra, ma non m’è venuto niente in mente. (Chris)
  • Uh però… Senta avrei due domande da farle. Che lavoro fa? E come si fa? (Chris)
  • Sei un bravo papà. (Chris Jr.)

La ricerca della felicità libro

6. Il film si basa su un libro di memorie. La ricerca della felicità racconta la storia vera di Chris Gardner, autore dell’omonimo libro autobiografico, pubblicato nel maggio del 2006. È proprio questo libro ad essere la base del film e raccontare la sua ricerca per la felicità.

7. Il titolo è volutamente sbagliato. Sia nel libro che nel film, il titolo originale ha un errore voluto. In The Pursuit of Happyness la y è voluta per il semplice fatto che questa parola appariva scritta alla stessa maniera sul muro esterno dell’asilo nido di Chris Jr.

8. Alcuni elementi sono stati cambiati. Il film, che racconta una storia vera, si basa anche su un omonimo libro e presenta dei fatti diversificati. Per esempio, il tirocinio di Gardner non era non pagato: in realtà, egli riceveva uno stipendio abbastanza modesto. Tra le altre differenze, il protagonista e la madre del figlio non si sono mai sposati, così come l’età del figlio che, nel libro, era un infante, mentre nel film ha cinque anni.

La ricerca della felicità cast

9. Il vero Chris Gardern appare nel film. Alla fine de La ricerca della felicità, è possibile notare il cameo del vero Garden. Nella fattispecie, svolge il ruolo di un passante, vestito con un completo, mentre incrocia lo sguardo di Will Smith.

10. Un rapporto tra padre e figlio non solo di finzione. In questo film viene raccontato anche il rapporto che esiste tra Chris e il figlio Chris Jr. di soli cinque anni. In questo caso, il legame tra i due era anche reale, dato che i protagonisti erano proprio Will Smith e suo figlio Jaden.

Fonti: IMDb

Terminator: Dark Fate, ecco quando vedremo il primo trailer

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Terminator: Dark Fate, ecco quando vedremo il primo trailer

È stato il Terminator in persona, Arnold Shwarzenegger, ad annunciare la data dell’uscita del primo trailer ufficiale di Terminator: Dark Fate, il nuovo capitolo della saga di James Cameron diretto da Tim Miller, che vedrà tornare il protagonista accanto a Linda Hamilton che sarà di nuovo Sarah Connor.

Di seguito l’annuncio che rivela l’arrivo del primo trailer: 25 maggio 2019, alle 6.00 (circa le 13.00 da noi).

Il film “fingerà” che Terminator 3, 4 e 5 non siano mai esistiti e continuerà la storia da Terminator 2: Il Giorno del Giudizio.

Nel cast del film tornano Arnold Schwarzenegger e Linda Hamilton. Completano il cast Mackenzie Davis, Diego Boneta Gabriel Luna.

Alla regia di Terminator: Dark Fate è stato confermato Tim Miller. Il film sarà un sequel del secondo capitolo e vedrà Linda Hamilton tornare nei panni dell’eroica Sarah Connor.

“Questa è una continuazione della storia di Terminator 1 e Terminator 2. E stiamo facendo finta che gli altri film siano stati un brutto sogno – ha dichiarato Cameron in precedenza – O una timeline alternativa, possibile nel nostro multi-verso.”

Captain Marvel: c’è un altro modo in cui Nick Fury potrebbe aver perso l’occhio

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In Captain Marvel abbiamo visto come il graffio del “gatto” Goose a Nick Fury gli sia costato l’occhio e lo abbia costretto al suo consueto look “piratesco” (con la benda sull’occhio). Tuttavia, adesso uno dei registi del film con Brie Larson, Ryan Fleck, che ha diretto il film insieme ad Anna Boden, ha commentato il fatto, dicendo che ci può essere stato un altro modo in cui il futuro capo dello SHIELD avrebbe potuto rimanere ferito.

Fleck ha spiegato: “Ci sono state sicuramente un sacco di discussioni e non è stata la prima idea proposta. Probabilmente sarete curiosi di sapere quali erano le altre idee ma non so se posso rivelarle, non perché non posso in assoluto, ma perché erano davvero tante: c’era una storia che era un forte contendente per quella che poi abbiamo scelto e prevedeva che Nick perdesse l’occhio a seguito di una lotta con uno Srkull. Solo che più ci pensavamo, più diventava troppo ovvio.

Dato che questa può essere considerata la storia d’origine di Nick come quella di Carol, abbiamo pensato che sarebbe stata una parte divertente della sua storia passata, era una scelta creativa, proponeva una nuova narrazione per il personaggio stesso e offriva una nuova angolazione alla sua rappresentazione, anche per il futuro.”

Captain Marvel: ecco tutte le scene eliminate

CORRELATI:

Captain Marvel è arrivato nelle nostre sale il 6 marzo 2019.

Il cast ufficiale: Brie LarsonSamuel L. JacksonBen MendelsohnDjimon HounsouLee PaceLashana LynchGemma ChanAlgenis Perez SotoRune TemteMcKenna GraceClark GreggJude LawAnnette Bening.

Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia dell’universo cinematografico Marvel.

Captain Marvel: 7 cose che vorremmo vedere nel sequel

Dark Phoenix: Magneto e Xavier si confrontano nella nuova clip

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Dark Phoenix: Magneto e Xavier si confrontano nella nuova clip

È stata diffusa una nuova clip da X-Men: Dark Phoenix, in cui vediamo Magneto e Xavier, interpretati da Michael Fassbender e James McAvoy, confrontarsi, presumibilmente su quello che dovrà essere il destino di Jean Grey/Fenice (Sophie Turner). Ecco il breve video del film che arriva in sala il prossimo 6 giugno.

Scritto e diretto da Simon Kinberg, il nuovo episodio è interpretato da Sophie Turner, James McAvoy, Michael Fassbender, Jennifer Lawrence, Nicholas Hoult, Tye Sheridan, Alexandra Shipp e Jessica Chastain.

X-Men: Dark Phoenix, la trama

Dark Phoenix tratterà la storia di uno dei personaggi più amati della saga degli X-Men, Jean Grey, che si evolve nell’iconica  DARK PHOENIX. Nel corso di una pericolosa missione nello spazio, Jean viene colpita da una potente forza cosmica che la trasforma in uno dei più potenti mutanti di tutti i tempi. Lottando con questo potere sempre più instabile e con i suoi demoni personali, Jean perde il controllo e strappa qualsiasi legame con la famiglia degli X-Men, minacciando di distruggere il pianeta. Il film è il più intenso ed emozionante della saga, mai realizzato prima. È il culmine di vent’anni di film dedicati agli X-Men, la famiglia di mutanti che abbiamo amato e conosciuto deve affrontare il nemico più devastante: uno di loro.

CORRELATE:

Diretto da Simon Kingberg, con Sophie TurnerJennifer Lawrence, James McAvoy, Michael Fassbender, Evan Peters, Nicholas Hoult, il film sarà in sala il 6 giugno 2019.

C’era una volta a Hollywood: i primi commenti da Cannes 2019

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C’era una volta a Hollywood: i primi commenti da Cannes 2019

Dopo il trionfo di ieri nella Grand Lumiere del Palais du Festival a Cannes 2019, con ben 7 minuti di applausi, come riportano i giornali, cominciano ad arrivare le prime impressioni e recensioni di C’era una volta a… Hollywood, il nuovo film di Quentin Tarantino, attesissimo da tutto il mondo di appassionati di cinema.

Di seguito, vi riportiamo alcuni commenti dei colleghi che sulla croisette sono riusciti a vedere il film:

  • Luca Liguori – Muvieplayer: “… l’impressione che si ha è che per una volta Tarantino più che concentrarsi sulla sceneggiatura vera e propria, abbia riversato tutto il suo interesse e il suo talento soprattutto sulla (ri)costruzione di set, ambienti e film, veri e fittizi, della Hollywood che fu.”
  • Pierpaolo Festa – Film.it: “La parola giusta per definire il nono film di Tarantino è: “tenero”. Violento certamente, pieno di humour senza dubbio. Tenero è il termine che rimane in pole position. Un monumento d’amore per l’era in cui il regista è cresciuto (lui è del 1963, aveva sei anni all’epoca in cui è ambientato il film). Tenero anche perché al centro di tutto c’è una storia di amicizia: quella tra l’attore in crisi Rick Dalton (Leonardo DiCaprio) e il suo stuntman Cliff Booth (Brad Pitt), con il primo che definisce il secondo “molto più che un fratello e poco meno di una moglie”. “

 

  • Federico Gironi – ComingSoon.it: “Tarantino dimostra di essere sempre meno interessato allo stile brutale che l’ha reso famoso, ma che comunque continua a citare e omaggiare di continuo, nelle pieghe e nella forma del suo racconto, i film che ama. E qui conferma di essere sempre più lanciato verso un cinema che sia puramente teorico rispetto a sé stesso e alla sua storia.”
  • Giuseppe Grossi: “Quentin Tarantino si affida a una coppia emblematica di uomini complementari per descrivere una volta per tutte il potere contraddittorio del cinema. Una dimensione parallela in cui è facile perdersi, alienarsi, annacquare i dispiaceri della vita in una futile distrazione. Oppure tutto l’opposto. Un luogo in cui creare miti, icone e grandi film in cui condensare il meglio di cui non siamo capaci nella nostra vita miserabile.”
  • Antonio M. Abate – cineblog: “Col tempo Tarantino pare esserci addolcito, per così dire, e questo, che è sicuramente il suo film più avulso da tutto il resto, non un figlio illegittimo ma quello diverso, magari più dotato – e forse anche per questo c’è chi farà fatica ad accettarlo – ne è la prova. Lo è non solo nell’esecuzione ma anche nelle conclusioni, in quel revisionismo ottimista che offre un briciolo di speranza, aprendo uno spiraglio che fin qui non si era mai avvertito, di certo non con questa intensità.”

Cannes 2019: Tarantino chiede di non spoilerare C’era una volta a Hollywood

Le prime immagini del film hanno suggerito che Tarantino e la sua troupe – tra cui la costumista Arianne Phillips (Kingsman) e la scenografa Barbara Ling (Ho cercato il tuo nome) – stiano davvero cercando di ricreare il “look and feel” del 1969.

La storia si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.

Nel cast di C’era una volta a… Hollywood anche Damian Lewis, Dakota Fanning, Nicholas Hammond, Emile Hirsch, Luke Perry, Clifton Collins Jr., Keith Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell e Michael Madsen. Rumer Willis, Dreama Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty e Victoria Pedretti. Infine Damon Herriman sarà Charles Manson.

Il film sarà anche l’ultima apparizione cinematografica di Luke Perry, morto lo scorso 4 marzo. L’uscita nelle sale di C’era una volta a… Hollywood è fissata al 9 agosto 2019.

C’era una volta a Hollywood: il trailer ufficiale

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C’era una volta a Hollywood: il trailer ufficiale

In occasione della presentazione a Cannes 2019 in anteprima mondiale, ecco il trailer ufficiale di C’era una volta a… Hollywood, il nono film di Quentin Tarantino con protagonisti Leonardo DiCaprio, Brad Pitt e Margot Robbie.

Le prime immagini del film hanno suggerito che Tarantino e la sua troupe – tra cui la costumista Arianne Phillips (Kingsman) e la scenografa Barbara Ling (Ho cercato il tuo nome) – stiano davvero cercando di ricreare il “look and feel” del 1969.

La storia si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.

Nel cast anche Damian Lewis, Dakota Fanning, Nicholas Hammond, Emile Hirsch, Luke Perry, Clifton Collins Jr., Keith Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell e Michael Madsen. Rumer Willis, Dreama Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty e Victoria Pedretti. Infine Damon Herriman sarà Charles Manson.

Il film sarà anche l’ultima apparizione cinematografica di Luke Perry, morto lo scorso 4 marzo. L’uscita nelle sale di C’era una volta a… Hollywood è fissata al 9 agosto 2019.

Di seguito la versione in italiano: