Quarto Potere, il
capolavoro di Orson Welles del 1941, torna al
cinema dal 24 marzo in versione
restaurata e rimasterizzata. È l’occasione per vedere o rivedere
sul grande schermo uno dei più importanti e più bei film della
storia del cinema, in cui Welles fece infatti confluire in questo
suo primo lungometraggio da regista un tale conoscenza della
tecnica e del linguaggio cinematografico da aver aperto poi la
strada alle innovazioni venute negli anni e nei decenni successivi.
Dal racconto portato avanti da più punti di vista attraverso l’uso
di flashback fino all’utilizzo della profondità di campo, con cui
ha costruito immagini capaci di narrare su più livelli; dalla
riflessione sul potere dei media fino alle nostalgiche note di un
uomo in cerca della propria infanzia negata.
Al di là della storia vera dietro il
film (liberamente ispirato alla vita dell’imprenditore
William Randolph Hearst, il quale si oppose
fermamente alla realizzazione della pellicola) o alle vicende sulla
paternità della sceneggiatura (oggi attribuita tanto a Welles
quanto a Herman J. Mankiewicz), Quarto
Potere è ricco di numerose altre curiosità che
contribuiscono al suo mito e alla sua aura di opera unica,
irripetibile, realizzata nonostante numerose forze avverse. Un film
che proprio per la cura con cui è stato pensato e realizzato è
riuscito ad essere precursore tanto da un punto di vista tecnico
quanto tematico, anticipando molti dei problemi legati ai media e
all’identità su cui oggi si dibatte.
Quarto Potere: alcune curiosità sulla trama
In origine, il film doveva essere
basato sulla vita di Howard Hughes, il celebre
aviatore, regista e produttore cinematografico statunitense, ma
anche grande uomo d’affari, investitore e filantropo, nonché uno
degli uomini più influenti a livello finanziario nel mondo. Alla
fine, però Orson Welles si rese conto che nessuno
avrebbe creduto alla maggior parte delle cose che Hughes aveva
fatto, così decise di fare del protagonista Kane un barone dei
media. Nel 2005, tuttavia, il regista
Martin Scorsese ha realizzato un biopic sulla
vita di Hughes, intitolato The Aviator e
interpretato da
Leonardo DiCaprio.
Una sottotrama riguardava invece una
relazione clandestina di Susan Alexander Kane,
moglie del protagonista. Si dice che la cosa fosse basata sulla
presunta relazione di Marion Davies, amante di
Hearst, con Charles Chaplin. Quando l’ira di
Hearst nei confronti del film si fece sempre più insistente, Welles
ordinò di eliminarla dalla sceneggiatura, temendo serie
ripercussioni. A rendere così pericoloso raccontare di questa
vicenda vi era il suo esito: Welles sostenne che Davies ebbe
davvero una relazione con Chaplin e che Hearst, nel tentativo di
sparare a quest’ultimo finì invece per colpire il produttore
Thomas H. Ince, il quale morì poi per la
ferita,

Il cast di Quarto Potere
Oltre a scrivere, dirigere e
produrre il film, Orson Welles interpreta anche il
protagonista, Charles Foster Kane, tanto nella sua giovinezza
quanto nella sua vecchiaia, cosa che gli richiese dunque numerose
ore al trucco. Per il suo lavoro in questo film, Welles è poi stato
il primo in assoluto ad essere nominato agli Oscar come Miglior
attore, Miglior regista e Miglior sceneggiatura originale per lo
stesso film. Vinse però solo il premio per l’ultima di queste tre
categorie. L’attrice Dorothy Comingore,
invece, interpreta la moglie di Kane, Susan. Come noto, durante le
riprese, Welles iniziò a trattare terribilmente l’attrice,
umiliandola deliberatamente davanti al cast e alla troupe. Questo
per far sì che lei lo odiasse realmente, rafforzando la sua
interpretazione.
L’attore William
Alland, invece, il reporter Jerry Thompson, il cui volto
però non si vede mai completamente nel film, rimanendo sempre
nell’ombra e permettendo dunque di non renderlo un vero personaggio
quanto uno strumento attraverso la cui ricerca emerge la storia. Il
film rappresenta poi il debutto cinematografico di Ray
Collins (nei panni di Jim W. Gettys, rivale politico di
Kane), Joseph Cotten (nel ruolo di Jedediah
Leland, il migliore amico di Kane), Agnes
Moorehead (nel ruolo di Mary Kane, madre del
protagonista). Cotten, in particolare, intraprenderà a partire da
qui una fortunata collaborazione con Welles, recitando in diversi
altri suoi film.
Chi è Rosabella e qual è il suo significato nel finale?
Tutto il film si costruisce sul
mistero dell’ultima parola pronunciata dal protagonista prima di
morire: Rosabella. Parte da qui l’indagine del
reporter Jerry Thompson, il quale è convinto che dietro quel nome
si celi la chiave per comprendere la vita di Charles Foster Kane.
Tuttavia, né lui né altri scopriranno mai la verità. Con l’ultima
inquadratura, però, Welles permette agli spettatori di svelare
l’arcano: “Rosabella” è il marchio dello slittino
con cui Kane da piccolo stava giocando quando fu costretto a
lasciare la sua casa in Colorado. Quella slittino, dunque, assume
il significato dell’infanzia di cui il protagonista è stato privato
e a cui, in punto di morte, egli vorrebbe tornare. Nel tempo,
tuttavia, Welles ripudiò quella svolta, giudicandola
semplicistica.

Altre curiosità su Quarto Potere
Gli studiosi e gli storici del
cinema considerano questo film come il tentativo di Orson
Welles di creare un nuovo stile cinematografico studiando
varie forme di cinema e combinandole in una sola. Tuttavia, Welles
ha dichiarato che il suo amore per il cinema è iniziato solo quando
ha iniziato a lavorare al film. Quando gli fu chiesto dove avesse
trovato la fiducia, come regista esordiente, per dirigere un’opera
così radicalmente diversa dal cinema di quegli anni, rispose:
“Ignoranza, ignoranza, pura ignoranza. Non c’è confidenza che
la eguagli. Solo quando si conosce qualcosa di una professione,
credo, si è timidi o attenti“.
Con questo film, dunque, Welles
sembro dimostrare che “non c’è bisogno di preparazione“.
Welles imparò delle tecniche (come guardare in alto per i
personaggi importanti e in basso per quelli secondari) e fu
influenzato dal film western Ombre rosse (1939) di
John Ford, che si dice abbia guardato quasi 40
volte durante la produzione di Quarto Potere.
L’“inutile preparazione” costò però a Welles la carriera,
secondo il regista Robert Wise, che montò questo
film e il successivo L’orgoglio degli Amberson (1942)
sempre di Welles: “Semplicemente, dopo quel magnifico inizio,
non ha mai sfruttato il suo talento. È stata colpa sua, della sua
mancanza di disciplina“.
A dimostrazione anche
dell’impazienza di Welles di girare, senza dunque aspettare che
tutto fosse pronto e pianificato, vi è anche una delle prime scene
del film, quella in cui dei giornalisti discutono sul cinegiornale
dedicato alla vita di Kane. Poiché il set inizialmente scelto non
era ancora stato del tutto allestito, Welles usò per questa scena
la sala di proiezione della RKO. Tra i giornalisti che compaiono
nel gruppo, inoltre, figura anche Joseph Cotten
(l’interprete di Leland), il che non ha alcun senso dal punto di
vista della coerenza del racconto, a riprova che il cast non era
stato ancora definito con precisione.
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