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Venezia 80: arrivano Michael Mann e Adam Driver per Ferrari

Venezia 80: arrivano Michael Mann e Adam Driver per Ferrari

Oggi arrivano al lido l’acclamato regista Michael Mann e il protagonista Adam Driver per Ferrari, il film in concorso all’80esima Mostra d’Arte cinematografica di Venezia, biopic sull’italiano Enzo Ferrari che ha il volto dell’attore americano Adam DriverFanno parte del cast anche Penélope CruzShailene WoodleyPatrick Dempsey, Jack O’Connell, Sarah Gadon e da Gabriel Leone.

La trama del film

È l’estate del 1957. Dietro lo spettacolo della Formula 1, l’ex pilota Enzo Ferrari è in crisi. Il fallimento incombe sull’azienda che lui e sua moglie Laura hanno costruito da zero dieci anni prima. Il loro matrimonio si incrina con la perdita del loro unico figlio Dino. Ferrari lotta per riconoscerne un altro, avuto con Lina Lardi. Nel frattempo la passione dei suoi piloti per la vittoria li spinge al limite quando si lanciano nella pericolosa corsa che attraversa tutta l’Italia: la Mille Miglia.

Il commento del regista “Molto tempo prima di girare Ferrari, ho avuto l’opportunità di camminare nelle stanze della casa di Enzo, vedere i suoi diari, conoscere le sue abitudini, meravigliarmi della carta da parati nella camera da letto in cui Laura ha trascorso gli ultimi anni della sua vita, fare delle domande al loro medico, incontrare la nipote di Lina, capire il suo modo di fare e la sua modernità, sedermi sulla poltrona da barbiere di Enzo, camminare sui marciapiedi del suo quartiere e abitarci, esplorare le luccicanti parti meccaniche di un motore Lampredi V12 e le sculture dei modelli da corsa degli anni Cinquanta e, cosa più importante, interagire con il figlio di Enzo, Piero, da cui ho imparato e assorbito così tanto. Ho cercato di far rivivere le passioni e il fascino di Enzo, la sua arguzia pungente, la devastante perdita del figlio, le sfuriate teatrali, il bisogno di un rifugio emotivo, la tragedia, la monumentale scommessa su una singola gara e la lotta per la sopravvivenza: tutti elementi che sono entrati in collisione in quattro mesi del 1957.

Venezia 80: Luc Besson in concorso con il suo “Dogman”

Venezia 80: Luc Besson in concorso con il suo “Dogman”

Luc Besson approda al lido per presentare in concorso all’80esima Mostra d’Arte cinematografica di Venezia, il suo “Dogman“, straordinaria storia di un bambino, segnato dalla vita, che troverà la salvezza attraverso l’amore dei suoi cani.

Luc Besson ha commentato: “L’ispirazione per questo film è scaturita, in parte, da un articolo che ho letto su una famiglia francese che ha rinchiuso il proprio figlio in una gabbia quando aveva cinque anni. Questa storia mi ha fatto interrogare sull’impatto che un’esperienza del genere può avere su una persona a livello psicologico. Come riesce una persona a sopravvivere e a gestire la propria sofferenza? Con Dogman ho voluto esplorare questa tematica”.

“La sofferenza è uno stato che accomuna tutti noi e il solo antidoto per contrastarla è l’amore. La società non ti aiuterà, ma l’amore può aiutare a guarire. È l’amore della comunità di cani che Dogman ha fondato a fungere da guaritore e da catalizzatore. Dogman non sarebbe il film che è senza Caleb Landry Jones. Questo complesso personaggio aveva bisogno di qualcuno che potesse incarnarne le sfide, la tristezza, il desiderio, la forza, la complessità.”

“Le persone guardano i film per cogliere una sorta di verità dalla storia, anche se sanno che si tratta di finzione. Volevo essere il più onesto possibile nella realizzazione del film. Voglio che proviate dei sentimenti nei confronti del protagonista, di ciò che fa, delle azioni che compie come reazione alla sofferenza che ha patito. Vorrete fare il tifo per lui. Spero che il pubblico possa elaborare nella propria mente ciò che Dogman ha subito, il dolore che è davvero difficile da ingoiare. Ha sofferto più di quanto la maggior parte delle persone potrà mai soffrire, eppure possiede ancora una dignità.”

Venezia 80: Leone d’Oro a Liliana Cavani

Venezia 80: Leone d’Oro a Liliana Cavani

Charlotte Rampling ha tenuto la laudatio di Liliana Cavani per il Leone d’Oro alla carriera consegnatole durante la cerimonia di apertura dell’80esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Charlotte Rampling è stata l’indimenticabile protagonista de Il portiere di notte (1974) di Liliana Cavani, al fianco di Dirk BogardeIl portiere di notte ha ottenuto due candidature ai Nastri d’Argento. Charlotte Rampling, candidata all’Oscar nel 2016 per 45 anni di Andrew Haigh, ha vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile alla Mostra di Venezia nel 2017 per il film Hannah di Andrea Pallaoro. Di seguito le foto:

Sono stati attribuiti alla regista Liliana Cavani e all’attore Tony Leung Chiu-wai i Leoni d’Oro alla carriera della 80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (30 agosto – 9 settembre 2023). La decisione è stata presa dal Cda della Biennale, che ha fatto propria la proposta del Direttore della Mostra, Alberto Barbera. Sono molto felice e grata alla Biennale di Venezia per questa sorpresa bellissima”, ha dichiarato, nell’accettare la proposta, Liliana Cavani, che ha partecipato alla Mostra di Venezia già nel 1965 con Philippe Pétain: Processo a Vichy, Leone di San Marco per il documentario, e poi più volte con Francesco d’Assisi (1966), Galileo (1968), I cannibali (1969), tra gli altri, fino a Il gioco di Ripley (2002) e Clarisse (2012).

Venezia 80: le foto del red carpet d’apertura!

Venezia 80: le foto del red carpet d’apertura!

Si è tenuto con la premiere del film d’apertura, Comandante (recensione) il red carpet della cerimonia d’apertura dell’80esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Oltre alla giuria presieduta da Damien Chazelle, sul red hanno sfilato molti ospiti tra cui il protagonista del film Pierfrancesco Favino, Charlotte Rampling e molti altri.

Comandante, diretto da Edoardo De Angelis, con Pierfrancesco Favino, è il nuovo film d’apertura, in prima mondiale in Concorso, dell’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, diretta da Alberto Barbera (30 agosto – 9 settembre 2023).

Comandante è stato presentato in anteprima mondiale nella Sala Grande del Palazzo del Cinema (Lido di Venezia), nella serata di apertura dell’80. Mostra Internazionale d’Arte CinematograficaComandante sarà distribuito da 01 Distribution. “Nel quadro di un film d’epoca, risultato di un importante investimento produttivo del cinema italiano, l’opera di Edoardo De Angelis risuona di non ambigui echi contemporanei –  dichiara il Direttore Alberto Barbera – Il racconto dell’autentica vicenda del Comandante Salvatore Todaro che salvò la vita ai marinai sopravvissuti all’affondamento del mercantile nemico – mettendo a repentaglio la sicurezza del proprio sommergibile e dei suoi uomini – risulta come un forte richiamo all’esigenza di anteporre i valori dell’etica e della solidarietà umana alla logica brutale dei protocolli militari. Ringrazio l’autore, i produttori Nicola Giuliano e Pierpaolo Verga, e Paolo del Brocco di Rai Cinema per aver accettato il nostro invito a inaugurare l’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia”.

“Aprire l’80. edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica è per noi un grande onore per il quale ringraziamo il direttore Barbera –  dichiara Edoardo De Angelis – Comandante è un film che parla di forza e Salvatore Todaro ne incarna la sua forma sublime: combattere il nemico senza dimenticare mai la sua natura di essere umano. Pronto a sconfiggerlo ma anche a prestargli soccorso per salvarne la vita come prescritto dalla legge del mare. Perché così si è sempre fatto e sempre si farà”.

Comandante, diretto da Edoardo De Angelis, è scritto da Sandro Veronesi e Edoardo De Angelis. Il film è una produzione Indigo Film e O’Groove con Rai CinemaTramp LTDV-GrooveWise Pictures, in associazione con Beside Productions, in collaborazione con la Marina Militare Italiana e Cinecittà.

Comandante, la recensione del film con Pierfrancesco Favino #Venezia80

Ci sono leggi che non si possono violare, anche a costo di andare contro quelle emanate dalla propria patria. La legge del mare prevede che ogni naufrago ha diritto ad essere salvato e per ogni vita che si salva, si salva l’umanità intera. Questi sono i principi morali che hanno guidato Salvatore Todaro nelle sue azioni in mare, oltre naturalmente alla difesa della sua Italia. Con Comandante, il nuovo film di Edoardo De Angelis che apre la l’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, si va a proporre proprio il suo più famoso salvataggio in mare, che ne ha fatto un eroe da ricordare, specialmente al giorno d’oggi.

Comandante, la vera storia di Salvatore Todaro

Il film ci porta all’inizio della Seconda guerra mondiale, a fare la conoscenza di Salvatore Todaro, comandante del sommergibile Cappellini della Regia Marina. Nell’ottobre del 1940, mentre naviga in Atlantico, nel buio della notte Todaro, insieme al suo equipaggio, affronta un mercantile armato che viaggia a luci spente e lo fa affondare a colpi di cannone. Ed è a questo punto che il Comandante prende una decisione destinata a fare la storia: salvare i 26 naufraghi belgi condannati ad affogare in mezzo all’oceano per sbarcarli nel porto sicuro più vicino, come previsto dalla legge del mare. Per accoglierli a bordo è costretto però a navigare in emersione per tre giorni, rendendosi visibile alle forze nemiche e mettendo a repentaglio la sua vita e quella dei suoi uomini.

Comandante

Chi salva una vita salva il mondo

Come si può intuire da questa breve sinossi, con Comandante ci si trova di fronte al film più ambizioso, sia per racconto che per impegno produttivo, del regista Edoardo De Angelis, affermatosi con Indivisibili e Il vizio della speranza. Due titoli molto diversi da questo suo nuovo lungometraggio, con il quale condividono però l’esplorazione del concetto di umanità e l’importanza di difenderla ad ogni costo. Un tema che la storia di Salvatore Todaro permette di esplorare in modo quantomai esplicito ed efficace, attraverso la sua ferma convinzione che vi siano leggi del mare che sovrastano quelle della propria patria. De Angelis sceglie dunque non tanto di realizzare un biopic del comandante Todaro, bensì di raccontare un preciso episodio della sua vita con cui esprimere tale concetto.

Pur aderendo al suo genere di riferimento, i cosiddetti “submarine films”, Comandante non è dunque un film di guerra propriamente inteso, ma piuttosto un’opera intimista e riflessiva, dove ogni immagine, ogni scena, mira a riproporre il concetto che salvare una vita equivale a salvare il mondo. Ciò diventa ancor più forte a partire dalla seconda metà del film, quando si costruisce la dinamica tra Todaro e il suo equipaggio e i naufragi belgi. È da lì che emerge tutto ciò che a De Angelis preme raccontare e che trova naturalmente un forte eco ai giorni nostri con le tante tragedie che avvengono nel mar Mediterraneo. Un accostamento a partire dal quale è stato costruito l’intero film e che dona a Comandante un ovvio valore politico.

Comandante recensione

De Angelis non ricerca dunque la claustrofobia o la tensione che caratterizza questo genere di film, dove normalmente si tende ad esaltare tutta la natura angusta di quella che può facilmente diventare una bara d’acciaio nel profondo dei mari. In sostanza, non si esalta la spettacolarità di tale mezzo, per quanto la ricostruzione proposta del sottomarino sia particolarmente accurata, ma anzi lo si mostra mentre è sulla superficie dell’acqua, pronto ad essere fonte di aiuto. Ciò non significa che Comandante non sia un film che non punta alla spettacolarità, poiché De Angelis continua a dimostrarsi un abile confezionatore di immagini tanto belle esteticamente quanto capaci di avere un impatto emotivo.

Talvolta però proprio su questo tipo di aspetti il regista sembra dilungarsi troppo, ritardando gli aspetti migliori e più interessanti del racconto. Tutta la parte iniziale del film è un esempio di ciò, dove si presenta sì il protagonista, ma attraverso una serie di scene che, a causa di stranezze nel montaggio, risultano confusionarie. Sempre in questa prima parte del film, inoltre, si ritrova una pluralità di punti di vista che, pur permettendo di dar vita ad immagini particolarmente evocative, svia – anche solo per poco – dallo sguardo di Todaro, dietro al quale De Angelis avrebbe fatto meglio a rimanere dall’inizio alla fine. Non è dunque esente da difetti l’incipit del film, migliorando però fortunatamente nel momento in cui era necessario che lo facesse, prima di perdere l’attenzione dello spettatore.

A impedire che questa si perda vi è però naturalmente anche l’interpretazione di Pierfrancesco Favino, che sfoggiando un convincente accento veneto si pone nei panni militari di un uomo non privo di contraddizioni ma proprio per questo affascinante. Un uomo che sempre più sviluppa un forte senso di appartenenza non solo al proprio paese ma alla specie umana, tanto da decidere di “abbattere il ferro, ma salvare l’uomo”. Un’altra grande interpretazione per Favino, dunque, accanto al quale spiccano diversi giovani volti della recitazione italiana (e non solo). Spicca però il braccio destro di Todaro, interpretato da un Massimiliano Rossi in stato di grazia.

L’Italia e gli italiani di Comandante

Di certo, soppesando queste iniziali debolezze di scrittura e di montaggio con quanto segue poi, Comandante si afferma come un film particolarmente godibile, capace di affermarsi sia come un prodotto tutt’altro che comune nella nostra cinematografia, sia come un film che sa fare del proprio racconto lo strumento tramite il quale sollevare spunti di riflessione sull’altruismo e l’identità italiana. De Angelis pone nel suo sottomarino soldati provenienti da ogni parte d’Italia, dal Veneto alla Sicilia passando per la Toscana e la Campania. Ecco allora che all’interno di quelle pareti di ferro si ripropone in piccolo un Paese e le sue sfumature, tra tradizioni culinarie e fede religiosa. Anche in questa ricerca si ritrova uno degli aspetti più affascinanti del film, in un periodo in cui l’identità nazionale viene continuamente ad essere sotto attacco.

Bugiardo seriale, la recensione del remake francese

Bugiardo seriale, la recensione del remake francese

A soli tre anni dal Menteur di Émile Gaudreault (Mambo italiano) è Olivier Baroux a scegliere di raccontarci la propria versione di quella storia nel suo remake Bugiardo seriale che Altre Storie con Minerva Pictures distribuiscono nei cinema italiani dal 31 agosto. Una commedia nata con l’intenzione di dare risalto a un meccanismo classico del genere, che il regista dei quattro film della serie Les Tuche conosce bene, e di “analizzare” l’utilizzo delle bugie, “uno degli espedienti comici più utilizzati nel cinema, quasi mai al centro di una sceneggiatura vera e propria”, per “capirne non solo gli effetti ma anche i fattori che la scatenano”. Una missione nella quale ha voluto come attori Tarek Boudali (Il truffacuori, Alibi.com, Sposami, stupido!), Artus, Pauline Clément de la Comédie-Française e il resto del cast, comlpletato da Catherine Hosmalin, Karim Belkhadra, Louise Coldefy, Bertrand Usclat, Philippe Vieux, Guy Lecluyse, Florence Muller.

La parabola del Bugiardo seriale Jérôme

Il protagonista è Jérôme, bugiardo compulsivo e ormai smascherato, che famiglia e amici hanno imparato a conoscere. Disperati, dopo aver a lungo sopportato le sue bugie, le hanno provate tutte per fargli cambiare atteggiamento e abitudini, invano… visto che Jérôme continua a mentire. Sempre. Almeno fino al giorno in cui una maledizione lo colpisce e tutte le sue bugie prendono vita diventando reali. Una possibilità inimmaginabile che nessuno – lui per primo – avrebbe mai pensato potesse trasformarsi in un vero e proprio incubo.

La maledizione di una storia incredibile

Se la possibilità che le bugie inventate diventino reali equivale a un incubo, allora, perché si mente? Per “fuggire, evitare di ferire, sentirsi meglio” suggerisce il regista, che ha cercato di esplorare la maggioranza delle opzioni a sua disposizione, senza però riuscito a realizzarne un catalogo soddisfacente. Niente di male, ovviamente, almeno in questo caso, visto che sin dalla scelta dichiarata – e citata anche sullo schermo – di affidarsi al modello recente del Menteur del quale questo Bugiardo seriale è il remake, l’obiettivo era semplicemente quello di regalare “una commedia leggera sulla menzogna” al grande pubblico, alle famiglie, con la quale divertirsi.

Missione compiuta, verrebbe da dire, a patto di avere una particolare passione per certo cinema francese, i suoi ritmi e le sue dinamiche, e di non esagerare con le aspettative. Ché la surreale parabola di “Mr. Balla” – apparizioni di balene a Nizza, sedute psicanalitiche tra i formaggi e trasformazione dei malcapitati protagonisti della sua “esplorazione di altre vie per raccontare la verità” (dal fratello al vicino di casa) comprese – sembra essere la dimostrazione pratica dell’antico adagio che ci ammonisce dallo stare attenti a quel che desideriamo, pena la sua realizzazione, e poco altro…

Quando la realtà è deludente

Uno dei suggerimenti più interessanti e intriganti – chissà se voluti – che si possono trovare tra le righe della lunga caccia al tesoro che dà senso al film, dopo un inizio nel quale vengono messe le premesse della successiva catena “virtuosa” di accadimenti e relazioni. Nella quale fanno capolino la spinta irrefrenabile a superare la superficialità quotidiana, l’altrettanto noto refrain su quanto la libertà possa rendere liberi e la conferma della forza della parola e sulla sua capacità creatrice.

Come detto, il risultato finale è simpatico, con personaggi gradevoli, anche se molte scene restano un po’ povere, a livello di burletta. La debolezza principale è proprio narrativa, con sottintesi ed elementi dati per scontati che non colmano ellissi esagerate e fanno apparire incoerente lo sviluppo successivo. Che la sostanziale semplicità e il generale didascalismo non aiutano, come lo sfruttamento miope di alcuni personaggi, segno definitivo di una mancanza di omogeneità e di una costruzione decisamente superficiale.

Telluride Film Festival 2023: svelato il programma

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Telluride Film Festival 2023: svelato il programma

Il Telluride Film Festival, una parte fondamentale del circuito dei festival autunnali che lancia la stagione dei premi e forse alcuni dei principali contendenti all’Oscar, ha annunciato l’ampio programma di film per la sua cinquantesima edizione, in concomitanza con l’inizio della 80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.

Il festival prende il via proprio questo giovedì e si conclude il 4 presentando le anteprime mondiali di The Holdovers di Alexander Payne (Focus Features), Saltburn di Emerald Fennell (Amazon) e il film di fiction dei registi di Free Solo, Elizabeth Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin, Nyad (Netflix).

The Show

ALL OF US STRANGERS (d. Andrew Haigh, U.K., 2023)
AMERICAN SYMPHONY (d. Matthew Heineman, U.S., 2023)
ANATOMY OF A FALL (d. Justine Triet, France, 2023)
ANSELM (d. Wim Wenders, Germany, 2023)
BALTIMORE (d. Joe Lawlor, Christine Molloy Ireland-U.K., 2023)
BEYOND UTOPIA (d. Madeleine Gavin, U.S., 2023)
THE BIKERIDERS (d. Jeff Nichols, U.S., 2023)
CASSANDRO (d. Roger Ross Williams, U.S., 2023)
DADDIO (d. Christy Hall, U.S., 2023)
EL CONDE (d. Pablo Larraín, Chile, 2023)
FALLEN LEAVES (d. Aki Kaurismäki, Finland, 2023)
THE FALLING STAR (d. Dominique Abel, Fiona Gordon, France-Belgium, 2023)
FINALLY DAWN (d. Saverio Costanzo, Italy, 2023)
FINGERNAILS (d. Christos Nikou, U.S., 2023)
FOOD, INC. 2 (d. Robert Kenner, Melissa Robledo, U.S., 2023)
HIGH & LOW-JOHN GALLIANO (d. Kevin Macdonald, U.K., 2023)
THE HOLDOVERS (d. Alexander Payne, U.S., 2023)
HOLLYWOODGATE (d. Ibrahim Nash’at, U.S.-Germany, 2023)
JANET PLANET (d. Annie Baker, U.S., 2023)
LA CHIMERA (d. Alice Rohrwacher, Italy-France-Switzerland, 2023)
THE MISSION (d. Amanda McBaine, Jesse Moss, U.S., 2023)
THE MONK AND THE GUN (d. Pawo Choyning Dorji, Bhutan, 2023)
NYAD (d. Elizabeth Chai Vasarhelyi, Jimmy Chin, U.S., 2023)
OCCUPIED CITY (d. Steve McQueen, Netherlands-U.K.-U.S., 2023)
ORLANDO, MY POLITICAL BIOGRAPHY (d. Paul B. Preciado, France, 2023)
PERFECT DAYS (d. Wim Wenders, Japan, 2023)
THE PIGEON TUNNEL (d. Errol Morris, U.K., 2023)
POOR THINGS (d. Yorgos Lanthimos, U.S.-Ireland-U.K., 2023)
THE PROMISED LAND (d. Nikolaj Arcel, Denmark-Germany-Sweden, 2023)
THE ROYAL HOTEL (d. Kitty Green, Australia, 2023)
RUSTIN (d. George C. Wolfe, U.S., 2023)
SALTBURN (d. Emerald Fennell, U.S., 2023)
THE TEACHER’S LOUNGE (d. Ilker Çatak, Germany, 2023)
TEHACHAPI (d. JR, France, 2023)
THANK YOU VERY MUCH (d. Alex Braverman, U.S., 2023)
TUESDAY (d. Daina O. Pusić, U.S.-U.K., 2023)
WILDCAT (d. Ethan Hawke, U.S., 2023)
THE ZONE OF INTEREST (d. Jonathan Glazer, U.S.-U.K.-Poland, 2023)

Documentary Shorts

IF DREAMS WERE LIGHTNING (d. Ramin Bahrani, U.S., 2023)
INCIDENT (d. Bill Morrison, U.S., 2023)
THE LAST REPAIR SHOP (d. Ben Proudfoot, Kris Bowers, U.S., 2023)
THE LAST SONG FROM KABUL (d. Kevin Macdonald, Afghanistan-Qatar-Portugal-Germany, 2023)

Guest Director Program

JUVENILE COURT (d. Frederick Wiseman, U.S., 1973) Selected and presented by Rachel Kushner
ALL THAT JAZZ (d. Bob Fosse, U.S., 1979) Selected and presented by Ethan Hawke
JONAH WHO WILL BE 25 IN THE YEAR 2000 (d. Alain Tanner, France-Switzerland, 1976) Selected and presented by Alfonso Cuarón
THE LONG GOOD FRIDAY (d. John Mackenzie, U.K., 1980) Selected and presented by Adam Curtis
ZÉRO DE CONDUITE (d. Jean Vigo, France, 1933) Selected and presented by Steve McQueen
THE MUSIC ROOM (d. Satyajit Ray, India, 1958) Selected and presented by Mira Nair

Special Medallion (Winner: The Film Foundation)

Screenings: Idrissa Ouédraogo’s YAM DAABO (Burkina Faso, 1986), Bahram Beyzaie’s DOWNPOUR (Iran, 1972), and two shorts by Agnès Varda: BLACK PANTHERS (France-U.S., 1970) and UNCLE YANCO (France-U.S., 1968) which will be shown alongside THE GLEANERS AND I (France, 2000) as part of a celebration of the late filmmaker. Additional film restorations playing throughout the festival: THE UNKNOWN (d. Tod Browning, U.S., 1927); MY GRANDMOTHER (d. Kote Mikaberidze, Soviet Union, 1929) with Finnish music ensemble Cleaning Women performing a live score; Abel Gance’s LA ROUE (France, 1923) shown in four chapters; and two films remembering TFF 21 Special Medallion recipient Ninón Sevilla: VÍCTIMAS DEL PECADO (d. Emilio Fernández, Mexico, 1951) and LLÉVAME EN TUS BRAZOS (d. Julio Bracho, Mexico, 1954).

Special Screenings and Festivities

Pedro Almodóvar’s short film STRANGE WAY OF LIFE (Spain, 2023); Ross White and Tom Berkeley’s short THE GOLDEN WEST (Ireland-U.K., 2023); a live performance by Jon Batiste following Thursday’s screening of AMERICAN SYMPHONY; Tina Satter’s REALITY (U.S., 2023); Agnès Varda’s art installation, Patatutopia; and festival poster signing by Luke Dorman.

Backlot

AKA MR. CHOW (d. Nick Hooker, U.S., 2023)
ALL THAT IS SACRED (d. Scott Ballew, U.S., 2023) with TARPON (d. Guy de la Valdene, Christian Odasso, U.S., 1973)
ANGEL APPLICANT (d. Ken Meyer, U.S., 2023)
CAROL DODA TOPLESS AT THE CONDOR (d. Marlo McKenzie, Jonathan Parker, U.S., 2023)
CINEMA HAS BEEN MY TRUE LOVE: THE WORK AND TIMES OF LYNDA MYLES (d. Mark Cousins, U.K., 2023)
KIM’S VIDEO (d. David Redmon, Ashley Sabin, U.S.-U.K.-Italy, 2023)
LITTLE GIRL BLUE (d. Mona Achache, France, 2023)
MUSICA! (d. Rob Epstein, Jeffrey Friedman, U.S., 2023)
NOTES FROM SHEEPLAND (d. Cara Holmes, Ireland, 2023)
ROOM 999 (d. Lubna Playoust, France, 2023)
ZINZINDURRUNKARRATZ (d. Oskar Alegría, Spain, 2023)

Liliana Cavani, Leone d’Oro a Venezia 80: “In ogni film ci ho messo interamente quello che ero in quel momento”

Presenta Venezia 80 Fuori Concorso il suo ultimo film, L’ordine del tempo, Liliana Cavani è il primo Leone d’Oro di questa edizione 2023 della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.

“La mia prima volta a Venezia? Fu nel 1961, vinsi un premio con un documentario sul processo di Vichy, ma ero in vacanza e non venni a ritirare il premio. Tutto qui.” Racconta Cavani in conferenza stampa. Quando le viene chiesto qual è sia stato il momento peggiore della sua carriera, la regista risponde: “Il mio ricordo peggiore sono sicuramente alcuni dei materiali che ho visto nel corso della mia vita, quelli dell’apertura dei lager. Quando penso a quelle cose che ho visto, credo che i negazionisti andrebbero legati su una sedia e costretti a vedere quelle immagini.”

E il momento più bello…? “Beh, oggi è una giornata molto bella – dice, indicando la sala delle conferenze e gli attori e produttori del suo ultimi film – Perché c’è anche il mio produttore che si è lasciato convincere a fare il mio film, è una cosa bella, ed è bello che i produttori a volte osino nel fare cose che non si erano mai fatte prima. Mi sono trovata molto bene a lavorare con questo gruppo di attori con cui ho trovato una grande sintonia. Questo è un film di recitazione, e la sintonia ha permesso di avere un’atmosfera curiosa e divertita.”

La regista viene premiata nella giornata di inaugurazione della 80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia che si svolge al Lido dal 30 agosto al 9 settembre 2023.

Due fratelli: recensione del film di Léonor Serraille

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Due fratelli: recensione del film di Léonor Serraille

Dopo il passaggio lo scorso anno in concorso a Cannes 2022 finalmente arriva nelle nostre sale Due fratelli. Questo film di Léonor Serraille è il suo secondo lungometraggio dopo il debutto nel 2017 con Montparnasse – Femminile singolare. La regista e sceneggiatrice francese ha preso spunto per raccontare questa storia d’immigrazione, la vita stessa del suo compagno. In Due fratelli, in originale Un petit frere, è una pellicola strutturata in tre capitolo, uno per ciascuno dei protagonisti, che alla fine si uniscono perfettamente in un unico racconto tra le gioie e dolori di una mamma e il suo amore incondizionato per i suoi due figli.

La madre di Due fratelli

Rose, interpretata dall’attrice francese Annabelle Lengronne, è una giovane madre che alla fine degli anni Ottanta, in compagnia dei suoi bambini, il maggiore Jean e il minore Ernest, lascia la Costa d’Avorio per Parigi. Qui nella grande capitale europea, ospitata all’inizio da una coppia di parenti che vivono nella banlieue, la periferia parigina, inizia a lavorare come cameriera pulendo le camere di un hotel e cerca di crescere al meglio i suoi due figli. Questo primo capitolo intitolato proprio con il nome “Rose”, non mostra solo una mamma ma ragazza single che non rinuncia mai alla sua indipendenza anche se in qualche modo è alla ricerca costante dell’uomo giusto. Durante un giornata qualunque al lavoro Rose conosce Thierry e decide, di punto in bianco, di lasciare Parigi e inseguire l’uomo, di cui si è innamorata, trasferendosi con Jean e Ernest a Rouen, una cittadina portuale a Nord della Francia nella regione della Normandia.

I fratelli Jean ed Ernest

Qui finisce la parte di film con più presenza di Rose e inizia quella incentrata sul fratello maggiore Jean. Il giovane ragazzo crescendo si ritrova a fare da genitore al piccolo Ernest, perché la madre torna a Rouen, solo nei fine settimana e di riposo dal lavoro. Il secondo capitolo è anche un modo per mostrare l’angoscia adolescenziale e la sensibilità di Jean che cerca di gestire tutto da solo senza smettere di studiare o uscire con la sua ragazza. Il fratello maggiore si trasforma da promettente studente di prima classe con il sogno di diventare un pilota in un adolescente spericolato e confuso. Il terzo e finale capitolo di Due fratelli mostra Ernest in due fasi della sua crescita la preadolescenza e quella da giovane adulto come professore che insegna filosofia in un liceo parigino. Questa pellicola si conclude con un incontro toccante tra Ernest e sua madre Rose in una caffetteria dove lei però accusa il figlio minore d’essere diventato troppo “bianco”. 

Un petit frère. Léonor Séraille.

Un dramma francese dove non c’è solo l’immigrazione

La regista affronta per tutta la durata del film il difficile tema dell’immigrazione e lo fa in modo sensibile e non cadendo mai nei cliché. La questione razziale è sempre di sfondo ma non è il tema centrale, Léonor Serraille mostra invece due decenni di una famiglia ivoriana che ha scelto la Francia come un nuovo inizio e la possibilità per i due fratelli di aver un futuro migliore grazie allo studio. L’unica scena in cui si sbatte sul grande schermo il razzismo sistematico è solo un caso isolato verso il finale in cui Ernest adulto viene fermato, senza una logica, da due poliziotti in divisa che gli chiedono i documenti.

In Due fratelli si pone invece l’accento non sull’aspetto sociale ma sul vissuto individuale di ciascuno dei protagonisti. La regista sceglie una narrazione dinamica, che racconta le diverse fasi della storia, prima con la madre poi con il fratello più grande e poi il più piccolo, quello che più si è anche integrato nella società. La parte con per protagonista Rose sono forse quelli più complessi e più intensi, merito della sua interprete Annabelle Lengronne, magnetica nello sguardo e nella sua totale libertà di scegliersi lei l’uomo da frequentare o con cui divertirsi per il suo personale piacere. 

L’intensità del film diminuisce quando l’attenzione si sposta suoi capitoli intitolati “Jean” ed “Ernest”. Il risultato è un lavoro solvente, onesto, dallo sguardo sincero e non paternalistico, cinematograficamente molto buono, con particolari novità e possedendo un ottima fotografia firmata da Hélène Louvart. Per concludere le scene più belle visivamente sono quelle estive in cui si vedono entrambi i due fratelli, in capitoli diversi, in mezza la natura e in compagnia dei i loro amici e amiche. Una delle poche critiche che si può fare alla regista è proprio rinunciare alla presenza di Rose sempre più di sfondo e senza concludere il suo ciclo di narrazione.  

Bargain – Trattativa Mortale: trailer della nuova serie in arrivo su Paramount+

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Paramount+ ha presentato oggi il trailer ufficiale di Bargain – Trattativa Mortale, nuova serie thriller distopica sudcoreana. Tutti i sei episodi della serie saranno trasmessi in anteprima mondiale giovedì 5 ottobre su Paramount+ in Italia oltre che negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Canada, Australia, America Latina, Brasile, Francia, Germania, Svizzera e Austria.

Nella serie Bargain – Trattativa Mortale, gli uomini vengono attirati in un hotel isolato con la scusa di un incontro sessuale, per poi essere coinvolti in un traffico di organi che vengono venduti all’asta al miglior offerente. Dopo un terremoto catastrofico, le vittime, i trafficanti e gli acquirenti rimangono intrappolati nell’edificio in rovina. Tagliati fuori dal mondo esterno, devono lottare per sopravvivere ad ogni costo.

Bargain – Trattativa Mortale ha come protagonisti gli attori Jin Sun-kyu (Extreme Job), Jun Jong-seo (Money Heist: Korea) e Chang Ryul (My Name) ed è un adattamento dell’omonimo cortometraggio pluripremiato del regista Lee Chung-hyun, uscito nel 2015. Il regista e scrittore Jeon Woo-sung, che faceva parte del team di produzione del cortometraggio originale, ha ripreso la storia e l’ha sviluppata in una serie in sei parti. La serie è co-scritta da Choi Byeong-yun e Kwak Jae-min e prodotta dallo showrunner e creatore Byun Seungmin e da Bang Jin Ho.

Bargain – Trattativa Mortale è stata sviluppata da Paramount+ e TVING attraverso una partnership tra Paramount e il colosso coreano dell’intrattenimento CJ ENM. In Corea, Paramount+ si presenta all’interno di TVING, una piattaforma di streaming controllata da CJ ENM e attualmente operativa in Corea. L’accordo consente inoltre la diffusione di contenuti coreani nelle attività di streaming di Paramount all’estero. Bargain – Trattativa Mortale è concessa in licenza da Paramount Global Content Distribution al di fuori di Corea, Giappone e Taiwan.

La serie è stata premiata con il Critics’ Choice Award al Seriencamp Festival di Colonia a giugno e ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura a Canneseries all’inizio di quest’anno. Bargain – Trattativa Mortale è inoltre stata selezionata ufficialmente per il Toronto International Film Festival del 2023, dove sarà presentata in anteprima per il Nord America il 9 settembre.

One Piece: il nuovo trailer del live action targato Netflix

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One Piece: il nuovo trailer del live action targato Netflix

A meno di un giorno dall’uscita, Netflix rilascia il nuovo trailer di One Piece, l’adattamento live-action del manga più popolare della storia creato dal Maestro Eiichiro Oda. La serie sarà disponibile dal 31 agosto 2023 in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.

One Piece, la trama

Basato sulla serie manga più venduta di sempre in Giappone creata da Eiichiro Oda, One Piece è una leggendaria avventura di mare come nessun’altra. Monkey D. Luffy è un giovane avventuriero che ha sempre sognato una vita di libertà. Luffy parte dal suo piccolo villaggio per affrontare un pericoloso viaggio alla ricerca di un leggendario tesoro, il One Piece, per diventare il Re dei Pirati. Ma, per trovare il bottino, Luffy dovrà riunire l’equipaggio che ha sempre desiderato e trovare una nave su cui salpare, perlustrando ogni centimetro dei vasti mari, scampando ai Marines, e superando in astuzia pericolosi rivali ad ogni occasione.

A comporre la ciurma saranno Iñaki Godoy nei panni del capitano Monkey D. Luffy, Mackenyu (Roronoa Zoro), Emily Rudd (Nami), Jacob Romero (Usopp) e Taz Skylar (Sanji).

Faranno parte del cast anche McKinley Belcher III, Morgan Davies, Aidan Scott, Vincent Regan, Jeff Ward, Craig Fairbrass, Langley Kirkwood, Celeste Loots, Alexander Maniatis, Ilia Isorelýs Paulino, Chioma Umeala, Steven Ward, e Michael Dorman nel ruolo di Gold Roger.

In partnership con Shueisha, One Piece è prodotta da Tomorrow Studios e Netflix. Matt Owense Steven Maeda sono gli sceneggiatori, produttori esecutivi e showrunners. Eiichiro Oda, Marty Adelstein e Becky Clements sono produttori esecutivi.

Tiro al piccione – Ritratto di John Le Carré, trailer del documentario di Errol Morris

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Apple Original Films presenta il rpimo trailer di “Tiro al piccione – Ritratto di John Le Carré” il nuovo documentario realizzato dal premio Oscar® Errol Morris (“The Fog of War – La guerra secondo Robaert McNamara”) e da The Ink Factory (“The Night Manager”). Presentato al Telluride Film Festival, il documentario racconta la vita e la carriera dell’ex spia britannica David Cornwell, meglio conosciuto come John Le Carré, autore di romanzi di spionaggio che hanno segnato il genere, come “La spia che venne dal freddo”, “La talpa”, “Il direttore di notte” e “Il giardiniere tenace”. “Tiro al piccione – Ritratto di John Le Carré” farà il suo debutto il 20 ottobre su Apple TV+.

Ambientato sullo sfondo turbolento della Guerra Fredda, il film attraversa sei decenni fino ad arrivare ai giorni nostri, all’ultima intervista rilasciata da Le Carré, la più candida e punteggiata da sketch e rari filmati d’archivio. Basandosi sul libro di memorie di Le Carré, il bestseller del New York Times The Pigeon Tunnel: Stories from My Life, il film è un viaggio inedito nella sfera meno conosciuta delle esperienze formative di un autore iconico e storicamente riservato, con la musica originale di Philip Glass in collaborazione con Paul Leonard-Morgan.

Simon e Stephen Cornwell, co-CEO e co-fondatori di The Ink Factory, che sono anche i figli di David, hanno dichiarato: «Pieno di intuizioni profonde e di aneddoti sorprendenti, divertenti e spesso profondamente commoventi, “Tiro al piccione – Ritratto di John Le Carré” traccia una conversazione tra due grandi menti: una ha tessuto una brillante narrativa dagli eventi che ha vissuto; l’altra ha proposto una riflessione su quegli eventi che ha portato spesso a una verità più grande». Insieme, esplorano gli eventi della Guerra Fredda e della vita di Le Carré, mettendo alla prova i confini della verità, della memoria e dell’immaginazione. Il film, stratificato e poco ortodosso, è un tête-à-tête tra un regista e un romanziere – entrambi maestri del loro mestiere – partendo dalle radici del processo creativo, passando attraverso il potere della finzione e la nostra responsabilità nei confronti della verità.

I produttori del documentario sono i vincitori del premio BAFTA Dominic Crossley-Holland (“All Watched Over By Machines of Loving Grace”) e Steven Hathaway (“Wormwood”), i candidati all’Emmy Simon Cornwell (“The Night Manager”) e Stephen Cornwell (“The Night Manager”). I produttori esecutivi sono il candidato all’Oscar® Hossein Amini (“Le ali dell’amore”), il candidato al BAFTA Award e vincitore dell’Emmy Award P.J. van Sandwijk (“The Rescue”), il vincitore dell’Emmy Michael Lesslie (“The Rescue – Il salvataggio dei ragazzi”), Joe Tsai (“The Night Manager”), Arthur Wang (“The Night Manager”), Michele Wolkoff (“The Current War: Director’s Cut”) e Katherine Butler (“American Animals”). “Tiro al piccione – Ritratto di John Le Carré” è prodotto da The Ink Factory e Fourth Floor Productions, in associazione con Jago Films, Storyteller Productions e 127 Wall Productions.

Jeanne du Barry – La Favorita del Re, una clip dal film con Johnny Depp

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Guarda una clip dal film Jeanne du Barry – La Favorita del Re, diretto da Maïwenn con un inedito Johnny Depp. Al cinema dal 30 Agosto distribuito da Notorious Pictures. Dopo aver aperto fuori concorso il 76° Festival di Cannes, arriva anche in Italia Jeanne du Barry – La Favorita del Re, diretto da Maïwenn (attrice e regista pluricandidata ai Premi César e vincitrice del premio della giuria al Festival di Cannes con la sua terza opera da regista, Polisse).

Un’intensa storia d’amore e di passione alla corte di Versailles che racconta la vita, l’ascesa e la caduta di Jeanne – interpretata dalla stessa Maïwenn – amante di Sua Maestà Luigi XV, che ha il volto di un inedito Johnny Depp. A completare il cast, le star Benjamin Lavernhe (The French Dispatch), Melvil Poupaud (Brother and Sister), Pierre Richard (Ti presento i tuoi), Pascal Greggory (L’ultima ora) e India Hair (La Ligne – La linea invisibile). Il film sarà distribuito nelle nostre sale da Notorious Pictures a partire dal 30 agosto.

La trama

Jeanne Vaubernier, una giovane donna della classe operaia affamata di cultura e piacere, usa la sua intelligenza e il suo fascino per salire uno dopo l’altro i gradini della scala sociale. Diventa la favorita del re Luigi XV che, ignaro del suo status di cortigiana, riacquista attraverso di lei il suo appetito per la vita. I due si innamorano perdutamente e contro ogni decoro ed etichetta, Jeanne si trasferisce a Versailles, dove il suo arrivo scandalizza la corte…

Gary Oldman entra nel cast del nuovo film di Paolo Sorrentino

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Gary Oldman entra nel cast del nuovo film di Paolo Sorrentino

Gary Oldman è entrato a far parte del cast del nuovo film di Paolo Sorrentino le cui riprese sono in corso a Napoli. I dettagli sul ruolo di Oldman nel film drammatico sono però tenuti nascosti.

Il decimo lungometraggio di Sorrentino parla di una donna di nome Partenope “che porta il nome della sua città ma non è né sirena né mito”, come ha detto l’autore stesso in una dichiarazione a Variety a giugno, quando sono iniziate le riprese. “La sua lunga vita racchiude in sé l’intero repertorio dell’esistenza umana: la spensieratezza della giovinezza e la sua fine, la bellezza classica e le sue inesorabili permutazioni, amori inutili e impossibili, flirt stantii e passione vertiginosa, baci notturni a Capri, lampi di gioia e sofferenza persistente, padri veri e inventati, finali e nuovi inizi”, ha aggiunto Sorrentino.

Il film è scritto e diretto da Paolo Sorrentino. Un film Fremantle prodotto da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, una società del gruppo Fremantle, Anthony Vaccarello per Saint Laurent, Paolo Sorrentino per Numero 10 e Ardavan Safaee per Pathé. Le vendite internazionali saranno gestite da UTA e Fremantle.

La trama del film

La vita di Partenope, che si chiama come la sua città, ma non è né una sirena, né un mito. Dal 1950, quando nasce, fino a oggi. Dentro di lei, tutto il lunghissimo repertorio dell’esistenza: la spensieratezza e il suo svenimento, la bellezza classica e il suo cambiamento inesorabile, gli amori inutili e quelli impossibili, i flirt stantii e le vertigini dei colpi di fulmine, i baci nelle notti di Capri, i lampi di felicità e i dolori persistenti, i padri veri e quelli inventati, la fine delle cose, i nuovi inizi. Gli altri, vissuti, osservati, amati, uomini e donne, le loro derive malinconiche, gli occhi un po’ avviliti, le impazienze, la perdita della speranza di poter ridere ancora una volta per un uomo distinto che inciampa e cade in una via del centro. Sempre in compagnia dello scorrere del tempo, questo fidanzato fedelissimo. E di Napoli, che ammalia, incanta, urla, ride e poi sa farti male.

Fonte: Variety

Ferrari: il trailer del film di Michael Mann con Adam Driver

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Ferrari: il trailer del film di Michael Mann con Adam Driver

Leone Film Group, Rai Cinema e 01 Distribution sono lieti di presentare il teaser trailer italiano di Ferrari, il nuovo attesissimo film del quattro volte candidato al Premio Oscar® Michael Mann, che sarà presentato domani in Concorso alla 80ma Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia Ferrari.

Nel cast il candidato all’Oscar® Adam Driver nel ruolo di Enzo Ferrari e il Premio Oscar® Penélope Cruz in quello della moglie Laura, oltre a Shailene Woodley che interpreta Lina Lardi, Patrick Dempsey e Jack O’Connell che indossano le tute dei piloti Piero Taruffi e Peter Collins, Sarah Gadon nel ruolo di Linda Christian e Gabriel Leone in quello del carismatico Fon De Portago.

Scritto da Troy Kennedy Martin (The Italian Job) e dallo stesso Mann, il film è basato sul romanzo di Brock Yates “Enzo Ferrari: The Man and The Machine” ed è stato girato in Italia.

FERRARI è un’esperienza cinematografica epica, spettacolare e appassionante, ambientata nell’affascinante quanto rischioso mondo delle corse automobilistiche degli anni Cinquanta: la storia di una leggenda che ha costruito un mito inossidabile diventando un’icona mondiale.

Modena 1957. Enzo Ferrari, ex pilota e costruttore delle auto più famose al mondo, sta vivendo una crisi personale e professionale. L’azienda che dieci anni prima aveva creato dal nulla è in grave difficoltà e anche il matrimonio con la moglie Laura sta diventando sempre più tempestoso dopo la morte del loro unico figlio Dino e la scoperta dell’esistenza di Piero, il figlio che Ferrari aveva avuto da una relazione extraconiugale. In cerca di riscatto, il “Drake” decide di puntare tutto su una gara di velocità che si disputa in Italia: la leggendaria Mille Miglia.

Michael Mann – regista e sceneggiatore di film di culto come Heat, L’ultimo dei Mohicani, Collateral, Nemico pubblico, Miami Vice, Ali, Thief, con tre nomination all’Oscar® per Insider – Dietro la verità (miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale) e una come produttore di The Aviator (miglior film), oltre a due Emmy Award® (The Jericho Mile, Drug Wars: The Camarena Story) – ha scelto di girare in Italia per restituire le atmosfere e l’autenticità di personaggi straordinariamente intensi e visionari che hanno creato quella fusione di arte in movimento e potenza da corsa che è la Ferrari.

Michael Mann è anche produttore del film con la sua Moto Pictures insieme a P.J. van Sandwijk, John Friedberg, Lars Sylvest, Thorsten Schumacher, Gareth West, Thomas Hayslip e la ILBE di Andrea Iervolino e Monika Bacardi.

Anche la troupe vanta nomi di eccellenza tra cui il direttore della fotografia, il premio Oscar® Erik Messerschmidt, la scenografa Maria Djurkovic, due volte nominata agli Academy Awards, il costumista due volte candidato all’Oscar® Massimo Cantini Parrini, l’hair & make-up artist Aldo Signoretti, 4 nominations agli Academy Awards, il premio Oscar® per il sonoro Lee Horloff e il montatore Pietro Scalia, vincitore di due Oscar®.

Prodotto da STX Entertainment, FERRARI è un’esclusiva per l’Italia Leone Film Group in collaborazione con Rai Cinema e uscirà al cinema con 01 Distribution.

“Forte è colui che va in soccorso dei deboli”, Edoardo De Angelis e Pierfrancesco Favino presentano Comandante a Venezia 80

Comandante, diretto da Edoardo De Angelis, con Pierfrancesco Favino, è il nuovo film d’apertura, in prima mondiale in Concorso, dell’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. Il film è ambientato all’inizio della Seconda guerra mondiale, ed ha per protagonista Salvatore Todaro, comandante del sommergibile Cappellini della Regia Marina. Nell’ottobre del 1940, mentre naviga in Atlantico, nel buio della notte affronta un mercantile armato che viaggia a luci spente e lo affonda a colpi di cannone. Ed è a questo punto che il Comandante prende una decisione destinata a fare la storia: salvare i 26 naufraghi belgi condannati ad affogare in mezzo all’oceano per sbarcarli nel porto sicuro più vicino, come previsto dalla legge del mare. Per accoglierli a bordo è costretto a navigare in emersione per tre giorni, rendendosi visibile alle forze nemiche e mettendo a repentaglio la sua vita e quella dei suoi uomini.

Salvatore Todaro, il comandante che salvava l’uomo

“Mi commuove l’idea della forza intesa come la intendeva Salvatore Todaro, ovvero come la capacità di correre in soccorso di chi è più debole. Questo è l’uomo forte e ho voluto raccontare nella sua storia.”, spiega il regista Edoardo de Angelis. “Era il 2018 quando ci siamo imbattuti in essa, l’abbiamo ascoltata dall’Ammiraglio Pettorino, che in occasione della celebrazione dei 123 anni della Guardia Costiera aveva l’esigenza di dare un’indicazione ai suoi uomini su come comportarsi in mare e scelse la strada della parabola, raccontando la storia di Salvatore Todaro, che affondava il ferro nemico ma salvava l’uomo e a chi gli chiedeva perché lui rispondeva ‘lo facciamo perché siamo italiani’. Ecco, quando ho conosciuto Salvatore Todaro ho pensato che se è questo che significa essere italiano, allora voglio essere italiano!”

Nell’estate in cui è scoppiato questo disonore, io lo considero un disonore, ovvero di disattendere le più elementari e millenarie regole del mare, cioè di soccorre chi è in necessità, c’era un clima piuttosto pesante e sprezzante. – racconta il co-sceneggiatore Sandro VeronesiLa storia di Salvatore Todaro era una risposta perfetta, come ce ne sono tante, perché la storia del nostro popolo, ma direi della civiltà a cui apparteniamo, è una storia di soccorsi. Poter lavorare a questa storia, con il miracolo di avere a disposizione, grazie alla famiglia, degli effetti personali di Todaro, ci ha permesso di essere molto fedeli ad essa e capire meglio l’uomo che ne è protagonista e che ha posto il rispetto delle regole del mare davanti al servire la patria”.

Mentre stavamo ultimando il montaggio del film, a inizio 2023, è avvenuto un fatto che mi ha molto colpito. – racconta poi De Angelis, approfondendo ulteriormente i valori del film – Un natante russo in balia delle onde dell’Oceano è stato posto in salvo da un piroscafo con bandiera panamense con capitano ed equipaggio ucraini. Il marinaio russo ha poi dichiarato ‘Siamo tutti alla stessa distanza da Dio, la distanza di un braccio, quello che ti salva’. Ecco, volevo che fosse quello l’inizio del film. Per ricordarci che così come Todaro si sente lo stesso uomo che duemila anni prima guidava una triremi romana, anche noi possiamo sentirci lo stesso salvatore Todaro che salvava gli uomini inermi”.

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Credits: Giorgio Zucchiatti, La Biennale di Venezia – Foto ASAC

Un film dal potenziale internazionale

Considero il cinema italiano come internazionale e credo che questo film, ad esempio, possa mostrare che siamo pronti per film che possono andare oltreoceano e spero se ne potranno fare sempre di più. – afferma Pierfrancesco Favino, chiamato a dire la sua sullo stato del cinema italiano in rapporto alle produzioni estere. – Questa produzione, quella di Comandante, è stata particolarmente coraggiosa per la nostra industria. Inoltre, vorrei che sempre più attori e attrici italiane trovino la possibilità fossero presenti in produzioni estere, specialmente se si tratta di interpretare personaggi italiani. È un problema quando attori americani, ad esempio, interpretano personaggi italiani al posto nostro. Ci sono tanti bravi attori e attrici nel nostro paese e sono tutti in attesa del giusto ruolo”.

Passa poi la parola agli altri due attori presenti alla conferenza stampa, Silvia D’Amico e Johan Heldenbergh. “Essere salita a bordo su questo film è stata un’esperienza incredibile, al di là dei suoi valori politici. – afferma la D’Amico – Sono stata accompagnata dalla sensibilità di Edoardo e dalla sua capacità di gestire i ruoli femminili. Il mio personaggio non è solo la moglie di Todaro che lo aspetta a casa, ma un punto fermo ricorrente nel suo viaggio. Fondamentali è stato poi potermi confrontare con la figlia del comandante Todaro, che ha reso questa un’esperienza ancor più formativa”. La parola passa poi a Heldenbergh, interprete del capitano belga nel film. Sono sempre stato innamorato del mio paese ma questo non vuole dire che ne sia anche orgoglioso. Ed è questo senso di amore ma non orgoglio che ho ritrovato nel film, decidendo dunque di farne parte!”

Se sono preoccupato dalle reazioni del ministro Matteo Salvini quando guarderà il film? È chiaro che le reazioni di chi guarda un film trascendono il controllo di chi il film lo ha fatto. Mi auguro che chiunque lo guarderà converrà sul fatto che esistono delle leggi eterne, immutabili, come la legge del mare e che sono leggi che non vanno infrante. Mai”. Così si conclude la conferenza stampa di Comandante, diretto da Edoardo De Angelis e da lui scritto insieme a Sandro Veronesi. Il film è una produzione Indigo Film e O’Groove con Rai Cinema, Tramp LTD, V-Groove, Wise Pictures, in associazione con Beside Productions, in collaborazione con la Marina Militare Italiana e Cinecittà. Il film sarà distribuito da 01 Distribution nelle sale italiane dal 1 novembre.

Damien Chazelle, Presidente di Giuria di Venezia 80, sostiene lo sciopero di sceneggiatori e attori

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Con una t-shirt che lancia molto chiaramente il suo messaggio (vi si legge Writers Guild on Strike), sotto la giacca d’ordinanza, Damien Chazelle ha partecipato oggi alla conferenza stampa di apertura di Venezia 80, in qualità di Presidente di Giuria del Concorso.

Il regista premio Oscar ha ribadito in conferenza il suo sostegno agli scioperi non solo degli sceneggiatori, ma anche degli attori che vanno ormai avanti da diversi giorni, a Hollywood, situazione che affligge anche il Festival, in quanto moltissimi degli ospiti internazionali non hanno potuto e non potranno partecipare alla kermesse proprio perché impossibilitati dal sindacato in sciopero.

“Oggi è il 121° giorno in cui gli sceneggiatori di Hollywood sono in sciopero; il 48esimo giorno di sciopero degli attori”, ha esordito Chazelle. “Penso che ci sia un’idea di base secondo cui ogni opera d’arte ha un valore a se stante, che non è solo un contenuto (piece of content) – per usare la parola preferita di Hollywood in questo momento – da mettere in cantiere. E quell’idea, che è basilare per l’arte e il modo in cui l’arte è fatta e come l’arte può essere resa sostenibile per le persone che la realizzano, è stato un po’ erosa negli ultimi 10 anni”.

“Ci sono molte questioni sul tavolo in merito a questi scioperi, ma per me questa è la questione centrale. Ecco da dove nasce il dibattito, ad esempio, sui residui e su altre cose del genere. Tutto si riduce all’idea che le persone vengano remunerate per ogni opera d’arte realizzata, e possiamo trovare un modo per mantenere e recuperare quell’idea: l’arte al di sopra del contenuto. Penso che siamo qui per riconoscere che questa lotta è in corso e, di conseguenza, molte persone che altrimenti avrebbero voluto essere qui durante questo festival non possono essere qui. È un momento difficile, ovviamente, a Hollywood, soprattutto per gli sceneggiatori, gli attori ma anche la troupe che lavorano. Tutti sono colpiti dallo stato del mondo in questo momento. Quindi volevo trovare un modo per riconoscerlo mentre siamo qui a celebrare l’arte del cinema”.

Gli scioperi hanno avuto un forte impatto sulla presenza dei talent che possono partecipare al festival, portando persino Challengers di Luca Guadagnino, con protagonista Zendaya, a ritirarsi come film di apertura dell’evento. Non saranno presenti anche star di alto profilo come Bradley Cooper (Maestro) ed Emma Stone (Poor Things). Tuttavia, i film che hanno già ottenuto la distribuzione attraverso formati tradizionali (non tramite streamer) e i film indipendenti possono essere promossi al festival. Ciò significa che Adam Driver (Ferrari), il cast di Priscilla di Sofia Coppola e altri potranno sfilare sul tappeto rosso.

Harry Potter, al via le celebrazioni del Back To Hogwarts

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Harry Potter, al via le celebrazioni del Back To Hogwarts

Il 1 settembre, come ogni anno, i fan di Harry Potter si riuniscono per celebrare il Back To Hogwarts, una delle ricorrenze più iconiche nel calendario degli appassionati di Harry Potter in tutto il mondo, che segna il momento in cui giovani maghi e streghe salgono a bordo del Hogwarts Express dal binario 9 e ¾ per iniziare un nuovo anno di magiche avventure alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

In occasione del Back To Hogwarts 2023, venerdì 1 settembre e sabato 2 settembre, verrà installata un’area dedicata a Harry Potter presso la stazione centrale di Milano. All’interno dell’area i fan dell’amatissimo mago potranno vivere la loro personale esperienza di viaggio verso Hogwarts, con tre diverse aree celebrative per la realizzazione di foto e video. Ognuna di queste aree è pensata per ripercorrere alcuni dei momenti più iconici del viaggio verso la scuola: dal muro di mattoni da attraversare alla stazione di King’s Cross a Londra, alla piattaforma del binario 9 e ¾, fino alla Sala Grande di Hogwarts per lo smistamento nelle case. Nell’area saranno presenti anche 3 statue 1:1 dei protagonisti della saga: Harry Potter, Hermione Grenger, e Ron Weasley.

In occasione del Back To Hogwarts, Sky Italia lancerà una nuova edizione del pop up channel SKY CINEMA HARRY POTTER, dal 9 al 24 settembre. Il canale programmerà gli 8 film della saga, oltre a Harry Potter 20° anniversario – Ritorno a Hogwarts e Animali Fantastici – I Segreti di Silente. Tutti i film saranno disponibili anche su NOW. Inoltre, diversi partner Consumer Products parteciperanno alle celebrazioni con attività e lanci di prodotto:

United Colors of Benetton si unisce alle celebrazioni con una nuova collezione dedicata a Harry Potter: felpe e felpette girocollo, t-shirt a maniche lunghe e corte, che riprendono i colori iconici della serie che ha incantato tutto il mondo: grigio, nero, bianco crema e bordeaux i modelli da ragazzo, e per la ragazza anche l’aggiunta di violetto e rosa. I capi saranno disponibili dal 15 settembre.

Dopo il successo dell’anno scorso, Calzedonia sviluppa una capsule family con oltre 30 referenze a tema Harry Potter. Infatti, in occasione del ritorno a scuola, adulti e bambini potranno ritrovare Harry, Hermione, Ron e gli elementi iconici della serie nella nuova collezione presente nei quasi 600 punti vendita monomarca e sullo store online di Calzedonia.

Per il secondo anno di fila, Coop ha scelto Harry Potter come protagonista dei suoi prodotti a marchio e della campagna Scuola. La collezione è caratterizzata da un’offerta per tutta la famiglia, con abbigliamento, intimo e cancelleria. All’interno della collezione spiccano i pigiami e le tute per bambino e bambina, così come lo zaino e il trolley con la grafica delle quattro case di Hogwarts.

Pepco, con oltre 130 negozi di abbigliamento per tutta la famiglia e complementi d’arredo per la casa, in occasione del Back To Hogwarts ha sviluppato una collezione che presenta tutto il necessario per iniziare la scuola con divertimento e stile: abbigliamento, calzature, cancelleria e accessori. La collezione non è rivolta solo ai più piccoli, ma soddisfa i fan di Harry Potter di tutte le età, proponendo prodotti adatti a tutta la famiglia.

So.Di.Co – specializzata nei prodotti di largo consumo per la cura e il benessere della persona – lancia in occasione del Back To Hogwarts una linea composta da due referenze Eau de toilette e Bagnodoccia, create da esperti profumieri che si sono ispirati alle atmosfere di Hogwarts, alle storie e alle avventure che Harry e i suoi amici devono affrontare, e ad elementi iconici come la Burrobirra o le Cioccorane.

Anche Seven, nel periodo del Back To Hogwarts, celebra la franchise di Harry Potter con la prima linea dedicata. La collezione spazia tra diversi articoli per la scuola: da zaini di diverse dimensioni, a prodotti di cartotecnica, fino agli astucci.

I negozi Lego (25 negozi specializzati) lanceranno una meccanica esclusiva per festeggiare il Back To Hogwarts: dall’1 al 13 settembre acquistando prodotti Lego Harry Potter per un valore di 130€, si avrà la possibilità di ricevere in omaggio un playset Harry Potter.

FAO Schwarz partecipa alle celebrazioni del Back To Hogwarts attraverso l’area completamente dedicata a prodotti a tema Harry Potter all’interno del loro iconico store di Via Orefici 15 a Milano. Nel negozio i fan potranno rivivere le emozioni magiche della serie, dal 1 al 3 settembre, infatti, lo store verrà animato con attività a tema Harry Potter, e verrà attivato uno sconto del 20% (attivo dal 1 al 10 settembre) per rifornirsi di prodotti Harry Potter prima dell’inizio del nuovo anno scolastico.

Quest’anno il gruppo Sperlari, leader dei prodotti stagionali e dei dolcificanti e proprietario del marchio Paluani, porterà sulle tavole degli italiani la magia di Harry Potter con un dolce lievitato perfetto da condividere: la Torta Boccino D’Oro Paluani, farcita di crema pasticcera e ricoperta di scagliette di cioccolato fondente, da spolverare con polvere dorata e decorare con le magiche ali. Perfetta per chi ha sempre desiderato di poter afferrare il boccino durante una partita di Quidditch.

Witor’s lancerà sul mercato la prima linea completa di snack dolci ispirata al magico mondo di Harry Potter e alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Cioccolato che scoppietta sul palato, rane tridimensionali che svettano sulle barrette, biglietti del treno per Hogwarts che si trasformano in biscotti, cristalli dorati che luccicano come oro, pop corn caramellati che si rivelano solo dopo l’assaggio. Un’esperienza sensoriale, che promette di travolgere con gusto e divertimento. La gamma comprende tavolette, da 50 gr e da 300 gr, e magici snack.

Privalia festeggerà il Back to Hogwarts con una sezione esclusiva sulla propria piattaforma. Dal 1° settembre, gli appassionati di Harry Potter potranno scoprire una vasta gamma di prodotti ufficiali. Dalle affascinanti statuette collezionabili ai giocattoli dei marchi più prestigiosi, dalla cancelleria tematica a oggetti per l’arredamento, la sezione offre un modo magico per portare l’atmosfera di Hogwarts nella vita di tutti i giorni.

Il Wizarding World

Negli anni trascorsi da quando Harry Potter è stato portato dalla stazione di King’s Cross al binario nove e tre quarti, le sue incredibili avventure hanno lasciato un segno unico e duraturo nella cultura popolare. Otto film di successo basati sulle storie originali di J.K. Rowling hanno dato vita a magiche storie e oggi il Wizarding World è riconosciuto come uno dei brand più amati al mondo.

Un vasto universo interconnesso, che include anche tre epici film della serie di Animali Fantastici, Harry Potter e La Maledizione Dell’Erede – il pluripremiato spettacolo teatrale – videogiochi di successo per dispositivi smartphones e concole di Portkey Games, prodotti di consumo innovativi , emozionanti spettacoli dal vivo (tra cui quattro parchi a tema) e mostre approfondite, oltre a una serie TV su Harry Potter di prossima uscita.

Il portafoglio di esperienze legate al Wizarding World di proprietà di Warner Bros. Discovery è in continua espansione, e include anche Harry Potter New York – l’iconico flagship store, Warner Bros. Studio Tour London – The Making of Harry Potter, Warner Bros. Studio Tour Tokyo e Harry Potter Shop online e negozi al dettaglio.

Il Wizarding World continua ad evolversi per fornire ai fan di Harry Potter di tutto il mondo nuove ed entusiasmanti occasioni di coinvolgimento. E accoglie le nuove generazioni e invitandole a scoprire la magia in prima persona.

Il Back to Hogwarts

Il 1 settembre, in tutto il mondo, tutte le generazioni di fan di Harry Potter si riuniscono per celebrare un giorno molto speciale nel calendario del Wizarding World: il Back To Hogwarts. Iniziata come una celebrazione spontanea dei fan molti anni fa, oggi il Back To Hogwarts è una tradizione annuale riconosciuta come uno dei momenti più importanti nel calendario dei fan di Harry Potter, il momento in cui maghi e streghe salgono a bordo dell’Hogwarts Express sul binario 9 ¾ per intraprendere un nuovo anno magico alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Una celebrazione di portata mondiale, ogni anno i fan si riuniscono online e nella vita reale per celebrare la magia di queste amate storie e interagire con la community di Harry Potter.

Jeanne du Barry, come il cinema ha raccontato nel tempo la favorita del re

Giardini regali, lunghi e sfarzosi corridoi, architetture suggestive, il castello di Louveciennes, l’amore sconfinato di re Luigi XV e l’odio profondo di Maria Antonietta: un piatto dolceamaro quello che fu servito a Jeanne du Barry, figura controversa della storia Francia, che raggiunse il potere negli anni dell’Ancien Regime, per poi trovare la morte in seguito alla Rivoluzione Francese.

Di origini umilissime, Jeanne du Barry si fece strada grazie alla sua bellezza, che la portò fino alla corte di Luigi XV, del quale divenne poi la favorita. Una figura affascinante, che il cinema ha raccontato diverse volte. Attingendo dalla sua storia, in cui la contessa è stata delineata nel tempo come una donna sovversiva, maliziosa e desiderosa di arrivare al potere, molti registi hanno voluto raccontarla, e di seguito, ecco i più significativi nel corso degli anni.

Madame du Barry – 1919

Madame du Barry

Nel 1919 la tedesca Projektions-AG Union decide di produrre Madame du Barry, film in costume con al centro la favorita del re di Francia Luigi XV, sotto la regia di Ernst Lubitsch – regista conosciuto ai più per aver contribuito in maniera sostanziosa al cinema muto americano. La pellicola in bianco e nero, che rientra fra i migliori lungometraggi rappresentanti Jeanne du Barry, ebbe all’epoca un enorme successo e sancì anche quello dello stesso Lubitsch e della sua interprete, Pola Negri. Nella storia raccontata dal regista, la contessa du Barry è indecisa tra l’amore di Armand, uomo povero ma onesto, e quello del ricco Don Diego, e cerca di scegliere fra i due contando come se fossero petali di un fiore i nastri del suo corsetto. Arrivata a Versailles, però, viene immediatamente notata da re Luigi XV, il quale decide di portarla a palazzo facendola diventare la sua nuova amante, atto che porterà Jeanne – alla fine – alla ghigliottina. Della du Barry viene restituita qui una versione molto infantile, spesso frivola e solo a tratti scandalosa, caratteristica che si evince sin dalla prima inquadratura del film.

Lubitsch, infatti, gioca molto con le espressioni della sua attrice già dalla scena iniziale, in cui si vede la du Barry provocare un gentiluomo per strada, poi baciare il suo fidanzato e infine incontrare l’aristocratico Don Diego, tutto prima di fare la conoscenza del Conte du Barry e, per ultimo, del re. Il suo personaggio è tratteggiato con estrema malizia, più teso alla leggerezza e alla comicità, non mancando comunque di sottintendere una precisa furbizia – tipica della sua figura – quando si tratta di manipolare il suo re che cade, come è davvero stato, ai suoi piedi. Solo in alcune scene dall’impatto elevato viene mostrata una Jeanne più cupa, malinconica e triste, specie nei momenti in cui subisce violenze a corte. In questo caso, quando Lubitsch affronta il tema del maltrattamento subito dalla favorita del re, è chiaro l’intento che ebbe al periodo: voler sfruttare la figura della du Barry per parlare della condizione di molte donne che, nella Germania del Dopoguerra, si prostituivano. Non dimenticando però mai di mantenere un ponte empatico fra lo spettatore e la sua protagonista che, in questa storica rappresentazione, non può fare a meno di provare simpatia per lei.

Mademoiselle du Barry – 1943

Mademoiselle du Barry

Facciamo un salto temporale e arriviamo al 1943, periodo florido per il cinema classico hollywoodiano. In quell’anno esce Mademoiselle du Barry (titolo originale Du Barry Was a Lady), una commedia musicale basata sull’omonimo musical teatrale, diretto da Roy Del Ruth, ricordato soprattutto per essere stato uno dei sette registi che contribuirono al film di successo Ziegfeld Follies di Vincent Minelli con un cast di divi eccezionali come Gene Kelly, Judy Garland, Fred Astaire e Lucie Ball. É proprio quest’ultima che diventa protagonista di Mademoiselle du Barry, la quale nella storia di Del Ruth ha un doppio ruolo: quello di May Daly e, per l’appunto, di Jeanne du Barry. Il film, girato in Technicolor, racconta della cantante May che, nel nightclub in cui lavora, è desiderata da tutti, fra questi da Louis Blore – guardarobiere – e il maestro di cerimonie Alec Howe.

Di indole simile alla du Barry, che interpreta nel locale costruendo un racconto meta-teatrale, May è incline a voler sposare un uomo ricco. Quando Alec però le si dichiara, lei lo rifiuta in favore del benestante Willie. Anche Louis è innamorato di May e quando questo vince alla lotteria, decide di rivelarle il suo amore, riuscendo ad ottenere la sua mano. Dopo questa linea comedy, il film cambia. Louis assume una bevanda contenente della droga e, cadendo in un sonno profondo, sogna di essere re Luigi XV a Versailles. May è Madame Du Barry, Alec è la Freccia Nera, Willie è il Duc de Rigor e il cameriere del nightclub Charlie è il Delfino. Fra sogno e realtà, il regista costruisce un parallelismo fra May e la du Barry, ispirandosi alla figura della contessa e attingendo dal suo carattere per plasmare la sua protagonista.

Nel segmento onirico, May/Jeanne inizia ad amare il fuorilegge Freccia Nera, lo segue, lo scruta, e questo modella il suo temperamento da guerriera ed eroina. La sua du Barry sfugge al re, lotta per il suo amore clandestino e alla fine cerca di salvargli la vita quando Luigi XV lo cattura e lo condanna a morte con la ghigliottina, confessando di amarlo. Lucie Ball restituisce delle sue protagoniste, facce della stessa medaglia, il conflitto interiore fra ciò che esse apertamente dichiarano e ciò che in verità, nel profondo, provano. La storia di du Barry, qui volutamente rivisitata, è utilizzata come espediente narrativo per parlare dell’importanza dei sentimenti che vanno oltre il mero denaro. Infatti, la componente onirica del film è sfruttata proprio per far arrivare May ad una consapevolezza: che nella vita più che lo sfarzo, il lusso, la ricchezza, esiste l’amore, l’unico che può vincere su tutto e può davvero renderci felici e appagati.

Lady Oscar – Anime ’70

Lady Oscar

Nel parlare della figura di Jeanne du Barry non possiamo fare a meno di menzionare Lady Oscar, serie anime degli anni Settanta considerata fra i capisaldi dell’animazione giapponese, adattata dall’omonimo manga pubblicato in Italia sotto il nome de La rosa di Versailles, scritto e disegnato da Riyoko Ikeda.

La storia di Lady Oscar si costruisce durante il periodo della Francia rivoluzionaria, inglobando eventi storici memorabili come l’arrivo di Maria Antonietta a corte, la sua salita al trono e la caduta della monarchia francese. Nella trama dell’anime, Oscar vive gli ultimi anni dell’Ancien Regime poiché diventa capitano delle guardie reali di Versailles. Questo suo ruolo le permette di assistere a numerosi episodi noti a palazzo, fra cui proprio l’antipatia della futura regina verso la favorita del re: Jeanne du Barry. Negli episodi in cui compare, la contessa è rappresentata come una delle antagoniste del racconto, una donna malvagia e arrivista; sin dalle prime puntate viene mostrato il suo conflitto con la Delfina, in cui le due si battono con gioielli e abiti di seta. La du Barry è odiata dalle figlie di Luigi XV, poiché sostengono che a causa sua il padre le abbia private di attenzioni, e cercano di tirare dalla loro parte anche Maria Antonietta, affinché anch’ella possa vederla con disprezzo.

Nonostante l’odio che subisce dalle tre, l’anime vuole dimostrare come la contessa comunque non sia mai stata buona ma che anzi, al contrario, sia una delle villain principali, mettendo in scena i suoi comportamenti poco ortodossi e il suo desiderio, che neppure lei nasconde, di voler solo avere un’influenza a corte per poter dimostrare a tutti di essere la donna più potente a Versailles. L’anime segue la stessa traccia – storica – della nuova serie televisiva franco-polacca Maria Antonietta, in cui anche lì, in maniera abbastanza fedele a ciò che avvenne davvero, viene spiegato come Jeanne du Barry arrivò a farsi odiare a corte, fino al suo esilio dopo la morte del re.

Maria Antonietta – 2006

Maria Antonietta

Continuiamo il nostro viaggio nella rappresentazione di Jeanne du Barry al cinema con Maria Antonietta, terzo lungometraggio di Sofia Coppola, in questo film alle prese con il ritratto biografico della regina di Francia, sposa di Luigi XVI. Il dramma in costume, con inserti pop, segue le vicende della giovane Maria Antonietta a Versailles, ponendo l’accento sulle difficoltà che la giovane arciduchessa d’Austria ebbe nell’adattarsi alla nuova vita di corte.

Stando alla storia, Maria Antonietta e la contessa du Barry non strinsero mai un vero rapporto d’amicizia e, come dicevamo in Lady Oscar, fra le due donne non scorse mai buon sangue, ma anzi era detestata dalla prima che neppure le parlava. Nella sua pellicola, Coppola decide di enfatizzare proprio questo aspetto, mettendo in risalto i tentativi che fece la favorita di re Luigi XV per potersi guadagnare almeno il saluto dalla futura regina. Jeanne du Barry qui è interpretata da Asia Argento e, rispetto alle opere precedentemente menzionate, è un personaggio molto marginale, introdotto in particolare per esaltare la figura di Maria Antonietta. Argento, infatti, non si vede molto spesso all’interno della narrazione, la troviamo il più delle volte semplicemente passeggiare o accanto al re, e gli unici momenti in cui è in scena la raffigurano come una donna abbastanza appariscente e sfrontata, utilizzata come contrasto di Maria Antonietta.

Di lei è restituita una versione poco elegante e a tratti anche abbastanza scialba, e la sequenza del rutto a tavola è la chiara prova di quanto Coppola volesse mostrate l’inadeguatezza della cortigiana e il suo essere fuori luogo a Versailles. Poche immagini ma incisive che nel film della regista hanno reso Madame du Barry una donna decisamente poco piacevole e, per certi versi, anche poco femminile.

Jeanne du Barry – La favorita del re – 2023

Una scena del film Jeanne du Barry

Concludiamo il nostro percorso con Jeanne du Barry – La favoria del re, film presentato fuori concorso alla 76° edizione del Festival di Cannes, con la regia di Maiwenn che, oltre a dirigere, interpreta la contessa du Barry. Maiwenn decide di trasporre su schermo tutta la storia della du Barry, partendo dalle sue umili origini fino ad arrivare alla sua ascesa sociale a Versailles quando il conte, Jean du Barry, la inizia alla corte con lo scopo di farla diventare l’amante del re di Francia.

Abbracciando dunque tutta la sua vita, almeno quella passata alla reggia, la regista modella una figura femminile diversa da quella che nelle precedenti pellicole abbiamo imparato a conoscere. Il ritratto è infatti quello di una donna che, oltre ad avere un indole giocosa (come vediamo anche in Madame du Barry), ha un approccio molto affettuoso (re a parte) con il figlio del marito, Adolphe, e il paggetto indiano regalatole dal sovrano. In questo contesto, Maiwenn costruisce un personaggio che attinge solo in parte alla storia, focalizzandosi su due aspetti principali: da una parte il lato materno, dall’altra il suo essere una donna emancipata, facendo di Jeanne du Barry – La favorita del re un racconto inedito, con un film che mostra la sua natura contemporanea pur essendo in costume.

La contessa viene rappresentata nella pellicola come un punto di rottura in una corte saldamente attaccata alla figura maschile e, di conseguenza, al patriarcato, e attraverso la sua indipendenza sia negli usi che nei costumi Maiwenn vuole dare la sua versione di una donna che non è stata solo la nemica di Maria Antonietta o delle figlie di Luigi XV, ma anche modello (femminista) sovversivo da seguire e da cui imparare, che infrange le regole e arriva addirittura a vestirsi da uomo. Sempre circondata da cultura, arte e bellezza, elementi in grado di elevarla ancor di più e fortificare il suo potere. Un inno dunque alla libertà d’essere, che sottolinea quanto l’amore e la devozione al proprio compagno (o in questo caso re) non tolga la possibilità di poter essere se stesse.

Jeanne Du Barry – la Storia

Di Jeanne du Barry sono state date nel tempo diverse versioni, ognuna delle quali ha contribuito, con i propri pezzi, a completare il puzzle della vita dell’ultima favorita del re Luigi XV. Affidandosi prettamente alla storia, possiamo dire che la vita della du Barry fu tutto sommato serena fino a quando non arrivò la Rivoluzione francese. Il suo nome di battesimo era Marie-Jeanne Bécu: figlia di una cuoca, Anne, e del monaco Frère Ange che non la riconobbe mai, ebbe la fortuna di essere istruita grazie ad un funzionario parigino presso cui la madre lavorava. Fu lui, infatti, a iniziarla alla letteratura, fino a mandarla in convento affinché potesse studiare meglio.

Jeanne crebbe colta, bellissima e amante dell’arte (come si vede in Jeanne du Barry – La favorita del re), ma iniziò a circondarsi anche di uomini dell’alta borghesia. Questa sua scalata sociale contribuì a farle fare un nome: a quel punto, con le sue doti da ammaliatrice, Jeanne iniziò a vendere le proprie prestazioni sessuali in cambio di gioielli e soldi, arrivando poi ad avere un amante principale, il conte Jean-Baptiste du Barry. È con lui che ebbe una svolta, perché l’uomo la spinse alla corte del re di Francia, Luigi XV, con un solo obiettivo: diventare la sua favorita. A Versailles il sovrano se ne innamorò subito; il problema, però, è che Jeanne proveniva da una famiglia povera e per essere la sua amante doveva avere un titolo nobiliare. Per queste ragioni, la donna convolò a nozze con il fratello del conte du Barry, Guillaume, (Jean era già sposato) potendo ufficialmente iniziare la sua ascesa a corte. Nel 1769 il titolo di Jeanne du Barry come favorita del re (“maitress en titre”) divenne ufficiale.

Gli anni con Luigi XV furono per Jeanne bellissimi, nonostante non fosse vista di buon grado dalle sue figlie ed ebbe molti problemi con Maria Antonietta. Neppure il popolo la apprezzava, poiché per la sua posizione a corte era considerata una traditrice, provenendo lei dal ceto popolare. La situazione per la contessa si complicò solo quando il sovrano si ammalò di vaiolo e, in punto di morte, chiese a Jeanne di abbandonare Versailles affinché lui potesse confessarsi ed espiare i suoi peccati. La du Barry fu così esiliata in un convento, ove rimase per circa un anno. Conclusasi la sua permanenza lì, tornò al castello di Louveciennes (regalo del re quando era in vita), e ci rimase per dieci felici lunghi anni. Fu la Rivoluzione francese, però, a mettere fine alla sua vita. Affiancatasi ai contro-rivoluzionari, con l’aggravante di ostentare i suoi beni che in quel momento i nobili tutti nascondevano per non suscitare l’ira del popolo, Jeanne venne arrestata e condannata alla ghigliottina. Il processo avvenne l’8 dicembre 1793 e si dice che le sue ultime parole siano state: “Ancora un momento, signor Boia, la prego!”

The Marvels: rivelata la durata, sarà il film MCU più breve di sempre

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Secondo un nuovo rapporto, la durata di The Marvels dimostra che potrebbe essere il film più breve del Marvel Cinematic Universe fino ad oggi. L’0nsider @CanWeGetToast ha confermato un rapporto separato di @Cryptic4KQual che affermava che la durata di The Marvels è di un’ora e 33 minuti, il che significa che rende il titolo il film più corto nell’MCU da L’incredibile Hulk, che durava un’ora e 52 minuti. Puoi controllare il tweet qui sotto:

The Marvels, la trama

Nel film Marvel Studios The Marvels, Carol Danvers alias Captain Marvel deve farsi carico del peso di un universo destabilizzato. Quando i suoi compiti la portano in un wormhole anomalo collegato a un rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli della sua super fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e con quelli della nipote di Carol, il capitano Monica Rambeau, diventata ora un’astronauta S.A.B.E.R.. Insieme, questo improbabile trio deve fare squadra e imparare a lavorare in sinergia per salvare l’universo come “The Marvels”.

Tutto ciò che sappiamo su The Marvels

The Marvels, il sequel del cinecomic Captain Marvel con protagonista il premio Oscar Brie Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision. Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel, infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista di Candyman

Nel cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms. Marvel, che vedremo anche nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+) e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del quale però non è ancora stata rivelata l’identità. Il film, salvo modifiche, arriverà in sala il 10 novembre 2023.

Napoleon: Ridley Scott ha già una versione di 4 ore e mezza che vuole proiettare

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L’epopea di Napoleon del regista Ridley Scott ha già una director’s cut di ben 4,5 ore che un giorno gli piacerebbe proiettare. Parlando con Empire Magazine, secondo World of Reel, Scott ha rivelato di avere un taglio “fantastico” di Napoleon che dura circa 270 minuti e dà al personaggio di Vanessa Kirby più tempo sullo schermo. Secondo Empire Magazine, Scott spera che Apple Studios alla fine proietterà il montaggio di 4,5 ore. Tuttavia, è anche entusiasta che il mondo veda la versione di 157 minuti uscire nei cinema nel novembre 2023.

È una storia sorprendente“, ha detto Joaquin Phoenix , che interpreta Napoleone Bonaparte. “Speriamo di aver catturato alcuni dei momenti più interessanti.” Joaquin Phoenix è il protagonista di Napoleone di Ridley Scott

Napoleon: il cast del film con Joaquin Phoenix

Accanto a Phoenix, Napoleon vede Vanessa Kirby nei panni dell’imperatrice Joséphine, Tahar Rahim nei panni di Paul Barras, Ben Miles nei panni di Caulaincourt, Ludivine Sagnier nei panni di Theresa Cabarrus, Matthew Needham nei panni di Lucien Bonaparte, Youssef Kerkour nei panni del maresciallo Davout, Phil Cornwell nei panni di Sanson ‘The Bourreau, Edouard Philipponnat nei panni dello zar Alessandro, Paul Rhys nei panni di Talleyrand, John Hollingworth nei panni del maresciallo Ney, Gavin Spokes nei panni di Moulins e Mark Bonnar nei panni di Jean-Andoche Junot.

Ridley Scott dirige da una sceneggiatura di David Scarpa. Il film è una produzione congiunta tra la produzione di Apple Studios e Scott Free Productions. Ridley Scott e Joaquin Phoenix producono insieme a Kevin Walsh e Mark Huffam mentre Michael Pruss e Aidan Elliott sono i produttori esecutivi. Napoleon racconta l’epica ascesa e caduta dell’imperatore francese Napoleone Bonaparte, interpretato dal premio Oscar Joaquin Phoenix e diretto dal leggendario regista Ridley Scott. Il film ripercorre l’inarrestabile scalata al potere di Bonaparte attraverso la burrascosa relazione con il suo unico vero amore, Giuseppina, mostrando le visionarie strategie politiche e militari del grande condottiero in alcune delle scene di battaglia più realistiche e spettacolari mai realizzate.

Zombie Town: svelato il poster dell’horror di RL Stine con Dan Aykroyd

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L’horror per famiglie Zombie Town che debutterà questa settimana negli USA dell’autore di Goosebumps e Fear Street, RL Stine, che è un adattamento dell’omonimo libro dell’autore del 2012 ha ricevuto un nuovo poster ufficiale disegnato da Matthew Therrien.

Therrien ha pubblicato il poster su Facebook e ha scritto: “Come fan di Stine da sempre, non posso nemmeno iniziare a esprimere quale progetto da sogno sia stato far parte di questo!” Di seguito il bel poster del film! 

zombie town posterIl film Zombie Town

Zombie Town, diretto da Peter Lepeniotis (The Nut Job), presenta due importanti volti degli anni ’80: Dan Aykroyd e Chevy Chase. Entrambi si adattano bene a questa commedia horror, ma Akroyd ovviamente ha molto peso nel genere come acchiappafantasmi.

La storia del film vede Amy (Madi Monroe) e Mike (Marlon Kazadi) scoprire un segreto vecchio di secoli quando decidono di guardare un film esclusivo. Prima che se ne rendano conto, la loro città è stata trasformata in una culla di non morti davanti ai loro occhi. Il duo deve rintracciare un famigerato regista (Dan Akroyd) e attraversare una città di zombi affamati per spezzare la maledizione prima che sia troppo tardi. Zombie Town uscirà esclusivamente nelle sale USA questa settimana il 1 settembre 2023.

The Equalizer 3 – Senza tregua: intervista a Eugenio Mastrandrea

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The Equalizer 3 – Senza tregua: intervista a Eugenio Mastrandrea

In occasione dell’uscita in Italia di The Equalizer 3 – Senza Tregua, il 30 agosto distribuito da Eagle Pictures, abbiamo intervistato Eugenio Mastrandrea, che fa parte del nutrito cast italiano del film con protagonista Denzel Washington e diretto da Antoine Fuqua.

The Equalizer 3 – Senza tregua, la recensione

The Equalizer 3 – Senza Tregua, il nuovo thriller d’azione di Sony Pictures diretto da Antoine Fuqua con Denzel Washington. L’attore premio Oscar torna a interpretare l’ex agente governativo Robert McCall nell’ultimo capitolo della saga dell’inflessibile giustiziere. Il film, scritto da Richard Wenk (Jack Reacher – Punto di non ritorno, The Equalizer 2 – Senza perdono) e ispirato alla serie TV anni ‘80 Un giustiziere a New-York, vede tra i protagonisti anche Dakota Fanning e David Denman. The Equalizer 3 – Senza Tregua sarà solo al cinema dal 30 agosto prodotto da Sony Pictures e Eagle Pictures, distribuito da Eagle Pictures.

Da quando ha abbandonato la sua vita di assassino governativo, Robert McCall (Denzel Washington) ha lottato per rimediare alle orribili azioni compiute in passato e trova una strana consolazione nel perseguire la giustizia in favore degli oppressi. Sentendosi inaspettatamente a casa nel Sud Italia, scopre che i suoi nuovi amici sono sotto il controllo dei boss della criminalità locale. Quando gli eventi precipitano, McCall sa cosa dovrà fare: difendere i suoi amici e sfidare la mafia.

DCEU: 10 momenti dei film del franchise che non avverrebbero mai nel MCU

Da quando il DCEU è stato creato, la concorrenza con il MCU è sempre stata motivo di accese e importanti discussioni. Il franchise ha cercato continuamente di raggiungere gli stessi livelli del suo “avversario”, con scarsi risultati. Intanto, possiamo dire che il DCEU non è mai riuscito a farsi una vera e propria strada nel mondo della cinematografia dei fumetti, anche a causa delle varie turbolenze interne che lo hanno caratterizzato fino alla sua conclusione. Inoltre, tutti i registi che ne hanno fatto parte, hanno contribuito a renderlo nettamente diverso dal MCU, primo fra questi Zack Snyder.

Attenzione, ciò non significa che il Marvel Cinematic Universe abbia sempre presentato film degni di lode, ma in linea generale sono stati molto piacevoli e capaci di fidelizzare il pubblico. Lo stesso merito non ce l’ha invece il DCEU, il quale è stato spesso al centro di polemiche, derivanti soprattutto dall’aver preso nel tempo decisioni rischiose e portato alcuni dei suoi personaggi in direzioni controverse. Scopriamo perciò quali sono i principali momenti del DCEU che non sarebbero mai accaduti all’interno del MCU.

L’uccisione del Generale Zod

L'Uomo d'Acciaio

Quando nel 2013 uscì L’uomo d’acciaio sotto la regia di Zack Snyder, con Henry Cavill nei panni di Superman, i fan della DC poterono avere una storia un po’ più approfondita sulle origini del supereroe kryptoniano. Il focus era capire come l’umanità avrebbe reagito alla presenza di qualcuno con i superpoteri, settando in questo modo il tono del film, che si rivelò essere molto serio. Nessun momento della pellicola però si può equiparare alla scena riguardante la morte del Generale Zod, etichettata come la più controversa.

Ad un certo punto della narrazione, Superman si trova dinanzi ad una scelta: lasciare che Zod uccida una famiglia umana oppure ucciderlo. La decisione finale che prendere l’eroe è di uccidere lo zio, seppur questa mossa gli faccia infrangere la sua regola suprema: non uccidere nessuno. Passando al MCU, i superereoi Marvel non sono (ovviamente) estranei alle uccisioni dei loro nemici, ma avere un’assassinio riluttante e vederli andare contro una delle componenti più importanti della loro caratterizzazione è forse troppo oscuro per il MCU.

L’introduzione di Batman

batman v superman

Prima che il DCEU prendesse forma, abbiamo conosciuto Batman diversi, fra cui quello Michael Keaton tornato nei panni dell’eroe pipistrello in The Flash. Per quanto riguarda invece il Batman di questo filone, il compito di portarlo in scena è stato affidato a Ben Affleck, e di lui facciamo la conoscenza con il film Batman v Superman: Dawn of Justice del 2016. Pur essendo un supereroe ben accolto, tutto questo non lo ha comunque escluso da alcune controversie. Intanto diciamo subito che il Batman di Affleck è molto fedele ai fumetti della DC, ed è anche una delle incarnazioni più violente del supereroe pipistrello in live-action.

La sua introduzione nelle vesti di Batman ne è un esempio. La sua prima apparizione è abbastanza inquietante: lo vediamo infatti alle spalle di un agente di polizia alle prime armi dopo aver brutalmente picchiato e marchiato a fuoco un trafficante di esseri umani. La scena è molto intensa e, anche se potrebbe essere adatta per un film horror, non la troveremmo in un film del MCU.

Batman e la regole del… non uccidere

Ben Affleck the flash

Lo abbiamo visto prima con Superman, ma anche Batman, proprio come lui, è mosso dalla stessa sua regola: non uccidere. Il supereroe però la infrange numerose volte all’interno di Batman v Superman: Dawn of Justice, e lo fa per dimostrare che è pericolosamente vicino a trasformarsi in un villain anche se, alla fine del film, torna ad essere l’eroe nobile di sempre. Per quanto riguarda i supereroi del MCU, la maggior parte di loro ha una grande inclinazione ad uccidere e raramente ha un effetto sulla loro caratterizzazione.

La riconciliazione di Batman e Superman

razzie-award-Batman-V-Superman--Dawn-Of-Justice

Il MCU e il DCEU condividono fra loro un film molto simile a livello di dinamiche: parliamo (ancora) di Batman v Superman: Dawn of Justice e Captain America: Civil War. Entrambi vedono ad un certo punto della storia i loro supereroi principali scontrarsi. Da una parte Batman contro Superman, dall’altra Capitan America contro Iron Man. Nel film del DCEU c’è però una scena abbastanza controversa: c’è un momento in cui Superman, visivamente indebolito, dice a Batman di “salvare Martha”, riferendosi a sua madre.

Inizialmente, Batman è confuso dalle sue parole, poiché anche sua madre, morta tempo addietro, aveva quel nome. È poi Lois Lane a risolvere la questione, dicendogli che Superman sta cercando di proteggere la propria madre. In quell’occasione, con quella rivelazione, Batman capisce che il supereroe non è un aspirante tiranno come pensava. Il MCU, però, ha gestito la rivalità dei suoi eroi e l’eventuale riaccendersi della loro amicizia in modo molto diverso.

La morte di Superman

Batman v Superman: Dawn of Justice

Continuiamo a parlare di Batman v Superman: Dawn of Justice poiché il film si porta sulle spalle un altro momento molto tragico: il sacrificio di Superman per sconfiggere Doomsday. Questa scelta farà poi sì che Wonder Woman e Batman formino la famosa Justice League, oltre a portare Steppenwolf a invadere la Terra pensando che non sia più protetta.

Anche nel MCU, precisamente in Avengers: Endgame, assistiamo all’orribile morte di due Avengers amatissimi, Iron Man e Black Widow, ma le loro morti sono gestite, anche in questo caso, in maniera differente. La dipartita di Superman aveva lo scopo di dare il via alla Justice League e all’invasione apokoliptiana, con l’inevitabile resurrezione di Superman. Al contrario, le morti di Iron Man e Black Widow sono permanenti e irreversibili, e rappresentano la tragica conclusione delle loro storie nel franchise e la fine della Saga dell’Infinito.

La disperazione di Cyborg

Cyborg-film-fumetti

Fra i personaggi del DCEU meglio sviluppati abbiamo Cyborg, interpretato da Ray Fisher, e la sua evoluzione è stata quella più percepita all’interno di Justice League di Zack Snyder, pur avendolo portato in luoghi che nessun eroe del MCU avrebbe mai raggiunto. Victor Stone è un ragazzo che subisce una serie di atroci traumi, fino a quando non lo dichiarano legalmente morto.

Da lì, però, il personaggio subisce una sostanziale trasformazione, venendo ricostruito con la tecnologia apokoliptiana. Dopo essersi isolato dal resto dell’umanità, Cyborg respinge anche l’invito di Wonder Woman che lo chiama per unirsi a loro e salvare il mondo. Alla fine, Stone si unisce alla Justice Legue ed è rappresentato come uno degli eroi più altruisti, che fa di tutto per salvare gli altri. Ma, il suo picco di disperazione, lo porta in un luogo molto più oscuro degli eroi del MCU.

La morte della Justice League

Justice-League-sequel

Un altro evento che accomuna il DCEU e il MCU è il viaggio nel tempo degli eroi, con l’obiettivo di salvare i propri compagni. Lo vediamo in Justice League per quanto riguarda il franchise della DC: all’inizio, la squadra non riesce a sconfiggere Steppenwolf e l’Unità li spazza via quasi all’istante. Flash, però, che può tornare indietro nel tempo, riesce ad annullare l’avvenimento, riportando in vita tutti i membri della Justice League che, alla fine, sconfiggono Steppenwolf.

Una cosa simile avviene in Avengers: Endgame, solo che in quel caso il MCU fa prima compiere il disastro a Thanos e, solo dopo, dividendo addirittura le dinamiche in due film, fa in modo che gli Avengers saltino nel passato per salvare coloro che sono stati annientati dallo suo schiocco di dita, invertendo così la catastrofe. In questo senso, il MCU fa sì che i supereroi sopravvivano al Titano, mentre nel caso della Justice League la loro sconfitta risulta ben peggiore, salvo poi essere annullata immediatamente.

Il cameo di Superman… senza testa

Shazam!

Passiamo ad un altro film del DCEU che, nel franchise, è quello dal tono più comico e leggero. Parliamo di Shazam!, uscito nel 2019 sotto la regia di David F. Sandberg. Il film si conclude con l’arrivo di Superman, il quale va a trovare Shazam e Freddy nel liceo, dimostrando ai bulletti della scuola che lui è davvero amico dei supereroi. La sua apparizione non è però completa: l’inquadratura, infatti, non mostra il volto del kryptoniano.

Le ragioni sono due: la prima è l’indisponibilità di Cavill, la seconda riguarda i problemi legati al suo ritorno nel DCEU. Anche il finale della prima stagione di Peacemaker e la trama di The Flash hanno dovuto affrontare la stessa situazione. Il MCU, al contrario, non ha mai dovuto confrontarsi con questo tipo di scomodità e non avrebbe avuto difficoltà con un cameo del genere.

Superman torna in Black Adam

Black Adam trailer

Dopo la versione di Zack Snyder del film Justice League, Henry Cavill ha rivestito i panni del supereroe kryptoniano in Black Adam, precisamente in una scena post-credits. Il suo ritorno era, in quel momento, estremamente importante, in quanto avrebbe determinato il futuro del DCEU.

Black Adam non è stato accolto nel migliore dei modi, con dei risultati al box office non proprio entusiasmanti, e alla fine invece di essere una ripresa per Cavill come Superman, con la promessa da parte del DCEU di rivederlo in futuro, la scena è diventata la sua ultima apparizione. La promessa non mantenuta non si sarebbe mai verificata all’interno del MCU, poiché il franchise evita di prendere un impegno così grosso se non sa di poterlo portare a termine.

Flash non può salvare Flashpoint

The Flash

L’ultimo film della DC, uscito all’inizio dell’estate, è stato The Flash. Nella pellicola stand-alone del supereroe scarlatto, Barry Allen si ritrova, ad un certo punto della storia, a creare l’universo di Flashpoint, nel quale il pubblico incontra nuovamente il tanto amato Batman di Michael Keaton. Il villain principale di The Flash è di nuovo il Generale Zod e verso la fine, per tentare di sconfiggerlo, Allen forma una Justice League improvvisata composta da lui, il suo doppelgänger di Flashpoint, il Batman di Michael Keaton e Supergirl.

In quella battaglia, Batman e Supergirl muoiono, e così Flash torna ripetutamente indietro nel tempo per impedire che questo avvenga. Alla fine, Barry si accorge che tornare nel passato, anche solo di pochi minuti, non funziona, ed è costretto ad assistere alla loro morte definitiva, rimuovendo in seguito l’ universo di Flashpoint. Sebbene il MCU non sia estraneo a narrazioni cupe, la battaglia non vinta è troppo oscura per il franchise della Marvel: questo dimostra, in conclusione, quanto il DCEU sia stato e sarà sempre diverso rispetto al MCU.

Ahsoka: Disney rivela i numeri della premiere

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Ahsoka: Disney rivela i numeri della premiere

Dopo il debutto di Ahsoka (recensione) lo scorso 22 agosto, Disney+ ha annunciato che la nuova serie Star Wars di Lucasfilm è diventata ufficialmente il titolo più visto sullo streamer la scorsa settimana. Il primo episodio, “Master and Apprentice”, ha già ricevuto 14 milioni di visualizzazioni. In una dichiarazione, la presidente della Lucasfilm Kathleen Kennedy ha condiviso la sua reazione al raggiungimento del pubblico di Ahsoka ringraziando tutti i fan che hanno supportato lo spettacolo.

Ahsoka è diventata una delle preferite dai fan tra persone di tutte le età ed è meraviglioso vederla continuare a risuonare tra gli spettatori nella sua serie da protagonista“, ha detto Kennedy. “Voglio riconoscere il fantastico lavoro svolto dal nostro team creativo, guidato da Dave Filoni e Jon Favreau, dall’incredibile cast guidato da Rosario Dawson e dalla nostra talentuosa troupe – e a nome del team e di tutta Lucasfilm, ringraziamo. a tutti i fan che sono stati con Ahsoka in ogni fase del suo viaggio e a tutti coloro che stanno imparando a conoscerla proprio adesso in Ahsoka su Disney+”.

Chi è il cast di Ahsoka?

Ahsoka è interpretata da Rosario Dawson, Natasha Liu Bordizzo, Mary Elizabeth Winstead, Ray Stevenson, Ivanna Sakhno, Diana Lee Inosanto, David Tennant, Lars Mikkelsen ed Eman Esfandi. Gli episodi sono diretti da Dave Filoni, Steph Green, Peter Ramsey, Jennifer Getzinger, Geeta Vasant Patel and Rick Famuyiwa. Dave Filoni è il capo sceneggiatore e produttore esecutivo insieme a Jon Favreau, Kathleen Kennedy, Colin Wilson e Carrie Beck. Karen Gilchrist è la co-produttrice esecutiva. Ambientata dopo la caduta dell’Impero, Star Wars: Ahsoka segue l’ex cavaliere Jedi Ahsoka Tano mentre indaga su una minaccia nascente in una galassia ormai vulnerabile.

Inoltre, secondo quanto riferito, anche Temuera Morrison si è unita alla serie per interpretare la versione live-action del Capitano Rex. Si prevede che anche Hayden Christensen ritorni nei panni di Anakin Skywalker, il maestro Jedi di Ahsoka Tano nella serie The Clone Wars.

Ahsoka è scritto e prodotto da Dave Filoni, meglio conosciuto per il suo lavoro sugli spettacoli animati di Star Wars preferiti dai fan, The Clone Wars e Rebels. Ambientata nella stessa sequenza temporale di The Mandalorian, la serie ruota attorno alla ricerca Jedi attraverso la galassia mentre indaga su una minaccia emergente in seguito alla caduta dell’Impero.

Resurrection: il sequel de La Passione di Cristo ha una data di inizio della produzione

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Secondo World of Reel, la produzione del sequel di La Passione di Cristo di Mel Gibson,, intitolato Resurrection, a lungo in sviluppo, dovrebbe iniziare il prossimo anno la lavorazione. Secondo il sito precisamente a gennaio e avverrà  dopo quasi due decenni dall’uscita nelle sale del primo capitolo.

Resurrection sarà ancora una volta diretto da Mel Gibson. Si prevede che il sequel vedrà Jim Caviezel riprendere il ruolo di Gesù, la cui miracolosa resurrezione sarà al centro del prossimo capitolo. Il regista premio Oscar Mel Gibson ha recentemente parlato del progetto, scherzando sul fatto di aver co-scritto due diverse sceneggiature. Ha descritto una di queste sceneggiature come “un viaggio acido” che porterà il pubblico in “altri regni”. Al momento non è chiaro quale delle due sceneggiature Gibson sceglierà.

La Passione di Cristo raffigurava gli ultimi giorni della vita di Gesù Cristo e la sua crocifissione. Oltre a Caviezel, ha interpretato Maia Morgenstern nel ruolo di Maria, Monica Bellucci nel ruolo di Maria Maddalena, Francesco De Vito nel ruolo di Pietro, Luca Lionello nel ruolo di Giuda e altri ancora. Il film ha incassato 612 milioni di dollari con un budget di 30 milioni di dollari, diventando un enorme successo finanziario. L’accoglienza della critica è stata mista, con i critici divisi sulla brutale rappresentazione della crocifissione e alcuni che hanno accusato il film di essere antisemita.

Nina dei lupi gratis al cinema con Cinefilos.it dal 31 agosto al 3 settembre

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Cinefilos.it offre la possibilità di vedere al cinema, gratis, NINA DEI LUPI, presentato alle Giornate degli Autori 2023 e diretto da Antonio Pisu, con Sergio Rubini, Sara Ciocca, Sandra Ceccarelli, Cesare Bocci, Davide Silvestri, in uscita il 31 agosto distribuito in Italia da Genoma Films.

Ecco le città in cui sarà possibile partecipare alle anteprime:

ROMA 
 
CINEMA GIULIO CESARE
giovedì 31 agosto – 10 biglietti
venerdì 1 settembre – 10 biglietti
sabato 2 settembre – 10 biglietti
domenica 3 settembre 10 biglietti
 
CINEMA EURCINE
giovedì 31 agosto – 10 biglietti
venerdì 1 settembre – 10 biglietti
sabato 2 settembre – 10 biglietti
domenica 3 settembre 10 biglietti
 
FIRENZE
 
CINEMA FLORA
giovedì 31 agosto – 10 biglietti
venerdì 1 settembre – 10 biglietti
sabato 2 settembre – 10 biglietti
domenica 3 settembre 10 biglietti
 
BOLOGNA
 
CINEMA ROMA
venerdì 1 settembre – 10 biglietti
sabato 2 settembre – 10 biglietti
domenica 3 settembre 10 biglietti

I biglietti saranno validi per qualsiasi spettacolo dal 31 agosto al 3 settembre e potranno essere richiesti, fino ad esaurimento, inviando una email a [email protected]in cui andranno specificati il giorno in cui si intende utilizzare i biglietti e un secondo giorno alternativo nel caso per il giorno prescelto non ci sia più disponibilità di posto.

I biglietti dovranno essere richiesti improrogabilmente entro e non oltre il 31 agosto e non saranno prese in considerazioni eventuali richieste formulate successivamente alla suddetta data. L’oggetto della e-mail deve contenere il titolo del film.

NB: riceveranno risposta solo gli assegnatari dei biglietti.

Gli orari delle proiezioni andranno consultati direttamente sui siti dei cinema.

È di fondamentale importanza che nell’email venga evidenziato che si sta chiedendo l’invito via CINEFILOS.

I biglietti potranno essere ritirati direttamente alla cassa dei cinema presentando la email di conferma ricevuta unitamente ad un documento di identità.

Guarda il trailer di Nina dei Lupi

The Equalizer 3 – Senza Tregua, da oggi al cinema

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The Equalizer 3 – Senza Tregua, da oggi al cinema

Arriva oggi in sala The Equalizer 3 – Senza Tregua, il terzo e ultimo capitolo della trilogia di Robert McCall, interpretato da Denzel Washington e diretto ancora una volta da Antoine Fuqua.

La trama

Da quando ha abbandonato la sua vita di assassino governativo, Robert McCall (Denzel Washington) ha lottato per rimediare alle orribili azioni compiute in passato e trova una strana consolazione nel perseguire la giustizia in favore degli oppressi. Sentendosi inaspettatamente a casa nel Sud Italia, scopre che i suoi nuovi amici sono sotto il controllo dei boss della criminalità locale. Quando gli eventi precipitano, McCall sa cosa dovrà fare: difendere i suoi amici e sfidare la mafia.

Leggi la recensione di The Equalizer 3 – Senza Tregua

Venezia 80: arrivano le prime star al lido

Venezia 80: arrivano le prime star al lido

Manca ormai poco all’inizio della 80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, e al lido arrivano i primi divi, tutti italiani dato che il film d’apertura sarà Il Comandante. E ad arrivare sono proprio gli interpreti del film Edoardo De Angelis, Pierfrancesco Favino, Massimiliano Rossi e Silvia D’Amico.

La 80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica è organizzata dalla Biennale di Venezia e diretta da Alberto Barbera; si terrà al Lido di Venezia dal 30 agosto al 9 settembre 2023. La Mostra è riconosciuta ufficialmente dalla FIAPF (Federazione Internazionale delle Associazioni di Produttori Cinematografici). La Mostra si propone di favorire la diffusione del cinema internazionale in tutte le sue forme di arte, spettacolo e industria, in uno spirito di libertà e di dialogo. Una sezione è dedicata alla valorizzazione di operazioni di restauro di film classici per contribuire a una migliore conoscenza della storia del cinema.

Il film è una produzione Indigo Film con Rai Cinema, O’Groove, Tramp LTD, VGroove e Wise. Prodotto da Pierpaolo Verga, Nicola Giuliano, Attilio De Razza, Edoardo De Angelis in collaborazione con Marina Militare, Cinecittà e Fincantieri in coproduzione con Beside Productions Film realizzato con il supporto del Programma Europa Creativa – MEDIA dell’Unione Europea e della Direzione Generale Cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura con il contributo allo sviluppo della Regione Campania Agenzia Turistica Regionale Puglia Promozione con la collaborazione dell’Apulia Film Commission Distribuito da 01 Distribution.

La trama di Il comandante

Durante la Seconda Guerra Mondiale Salvatore Todaro comanda il sommergibile Cappellini della Regia Marina alla sua maniera: prua rinforzata in acciaio per improbabili speronamenti, colpi di cannone sparati in emersione per affrontare faccia a faccia il nemico e un equipaggio armato di pugnale per impossibili corpo a corpo. Nell’ottobre del 1940, mentre naviga in Atlantico, nel buio della notte si profila la sagoma di un mercantile che viaggia a luci spente, il Kabalo, che in seguito si scoprirà di nazionalità belga e che apre improvvisamente il fuoco contro il sommergibile e l’equipaggio italiano. Scoppia una una breve ma violenta battaglia nella quale il Comandante Todaro affonda il mercantile a colpi di cannone.

Ed è a questo punto che il Comandante prende una decisione destinata a fare la storia: salvare i 26 naufraghi belgi condannati ad affogare in mezzo all’oceano per sbarcarli nel porto sicuro più vicino, come previsto dalla legge del mare. Per accoglierli a bordo sarà costretto a navigare in emersione per tre giorni, rendendosi visibile alle forze nemiche e mettendo a repentaglio la sua vita e quella dei suoi uomini. Quando il capitano del Kabalo, sbarcando nella baia di Santa Maria delle Azzorre, gli chiede perché si sia esposto a un tale rischio contravvenendo alle direttive del suo stesso comando, il Comandante Todaro risponde con le parole che lo hanno reso una leggenda: “Perché noi siamo italiani”.

Festival di Venezia 2023: le foto della madrina Caterina Murino

Festival di Venezia 2023: le foto della madrina Caterina Murino

Pre-apertura dell’80esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia e come ogni pre-apertura i primi arrivi sono quelli del Direttore della mostra, Alberto Barbera e della madrina di questa edizione, l’attrice italiana Caterina Murino.

La 80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica è organizzata dalla Biennale di Venezia e diretta da Alberto Barbera; si terrà al Lido di Venezia dal 30 agosto al 9 settembre 2023. La Mostra è riconosciuta ufficialmente dalla FIAPF (Federazione Internazionale delle Associazioni di Produttori Cinematografici).

La Mostra si propone di favorire la diffusione del cinema internazionale in tutte le sue forme di arte, spettacolo e industria, in uno spirito di libertà e di dialogo. Una sezione è dedicata alla valorizzazione di operazioni di restauro di film classici per contribuire a una migliore conoscenza della storia del cinema.