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Marvel e Motive Studio collaborano per un nuovissimo videogioco su Iron Man

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EA ha annunciato che un nuovissimo videogioco su Iron Man per giocatore singolo, in terza persona, d’azione e avventura è ora in fase di sviluppo iniziale presso Motive Studio con sede a Montreal. Il team è guidato da Olivier Proulx, che porta la sua esperienza avendo lavorato su titoli Marvel del passato come Guardiani della Galassia, ed è affiancato da un team dedicato di appassionati veterani del settore tra cui Ian Frazier, Maëlenn Lumineau e JF Poirier.

Sviluppato in collaborazione con Marvel Games, il gioco sarà caratterizzato da una trama originale che attinge alla ricca storia di Iron Man, incanalando la complessità, il carisma e il genio creativo di Tony Stark e consentendo ai giocatori di provare com’è giocare davvero nei panni di Iron Man.

“Siamo entusiasti di collaborare con il talentuoso team di Motive Studio per portare la loro visione originale di uno dei personaggi più importanti, potenti e amati della Marvel”, ha affermato Bill Rosemann, vicepresidente e direttore creativo di Marvel Games. “La loro esperienza nel fornire mondi di intrattenimento consolidati e un gameplay emozionante, combinata con la loro autentica passione per l’icona corazzata, alimenterà la nostra ricerca per consegnare una lettera d’amore a un eroe leggendario sotto forma del videogioco Iron Man definitivo”. Motive Studio porta il suo talento e la sua eccitazione nel creare mondi preferiti dai fan che i giocatori possono esplorare ed essere il proprio eroe, con l’esperienza nello sviluppo di titoli come Star Wars: Squadrons e il prossimo remake di Dead Space il 27 gennaio 2023.

“È un onore e un privilegio avere l’opportunità di realizzare un videogioco basato su uno dei più iconici Supereroi dell’intrattenimento di oggi”, ha affermato Olivier Proulx, produttore esecutivo. “Abbiamo una grande opportunità per creare una storia nuova e unica che possiamo chiamare nostra. La Marvel ci sta incoraggiando a creare qualcosa di fresco. Abbiamo molta libertà, il che è così coinvolgente per la squadra”.

Maya Hawke: 10 cose che non sai sull’attrice

Figlia d’arte, la giovanissima Maya Hawke ha dimostrato nel giro di pochi anni di aver ereditato tutto il talento dei suoi celebri genitori, affermandosi dunque non per la sua provenienza bensì per un’effettiva bravura. Con una presenza scenica straordinaria e la capacità di passare con naturalezza dal dramma alla commedia, la Hawke è davvero una delle nuove giovani attrici da tenere d’occhio per il futuro, poiché ci si può attendere davvero grandi cose da lei.

Ecco 10 cose che non sai di Maya Hawke.

Maya Hawke: i suoi film e le serie TV

1. Ha preso parte a diversi noti film. Il primo ruolo cinematografico della Hawke lo si ha nel 2018 in Ladyworld, liberamente ispirato al romanzo Il signore delle mosche. Ottiene poi un piccolo ruolo in C’era una volta a… Hollywood (2019), mentre recita poi accanto a Marisa Tomei e Liev Schreiber nei film Il capitale umano – Human Capital (2019). Nel 2020 è accanto ad Andrew Garfield in Nessuno di speciale, mentre nel 2022 recita accanto a Camila Mendes in Do Revenge, nuovo film Netflix. Prossimamente invece la Hawke sarà in Asteroid City, con Margot Robbie, e in Maestro, con Bradley Cooper.

2. Ha recitato anche in celebri serie. Il primo ruolo da attrice lo si ha nella miniserie del 2017 Piccole donne, dove interpreta Jo March. Nel 2019 ha ottenuto grande popolarità grazie alla serie Netflix Stranger Things, dove recita accanto a Millie Bobby Brown, Winona Ryder e David Harbour. In seguito ha anche recitato in un episodio di The Good Lord Bird – La storia di John Brown (2020) e nel film TV Fear Street Parte 1: 1994 (2021).

Maya Hawke: i suoi genitori Uma Thurman e Ethan Hawke

3. È la figlia dei due grandi attori. Come ormai noto ai più, Maya Hawke è la figlia degli attori Uma Thurman e Ethan Hawke. La prima è nota in particolare per aver recitato in Pulp Fiction e i due Kill Bill, mentre Ethan è celebre per film come L’attimo fuggente, Training Day e Boyhood. I due si erano conosciuti sul set di Gattaca – La porta dell’universo (1997), per poi sposarsi nel 1998, anno in cui è nata Maya. Hanno poi però divorziato nel 2005, non prima di dare alla luce un altro figlio, Levon, nato nel 2002.

4. Sono stati due genitori protettivi. Come spesso avviene nel mondo dello spettacolo, la Thurman e Hawke hanno cercato sin da subito di evitare che Maya subisse un’eccessiva esposizione al mondo di Hollywood. Quando la figlia era ancora piccola hanno dunque evitato di coinvolgerla troppo nel loro lavoro. Una volta divenuta grande e decisasi a seguire le orme dei due genitori, i due non le hanno mai fatto mancare il loro supporto, incoraggiandola e sostenendola per ogni progetto da lei intrapreso.

Maya Hawke Instagram

Maya Hawke e il videoclip di Therese

5. Ha realizzato un videoclip che ha fatto molto discutere. Oltre ad essere un’attrice, la Hawke si è dedicata anche al mondo della musica, rilasciando ad oggi due album. Il secondo di questi, Moss, contiene un brano divenuto molto celebre dal titolo Thérèse. A suscitare particolare scalpore, in realtà, è stato il videoclip relativo al brano, nel quale la Hawke compare nuda mentre viene arrestata dopo aver partecipato ad un’orgia nei boschi. La canzone, come raccontato dalla Hawke, parla «degli spazi segreti che ci costruiamo per essere liberi di essere noi stessi in un mondo che tende a non comprenderci».

Maya Hawke in C’era una volta a… Hollywood

6. Quentin Tarantino l’ha voluta nel suo film. Come noto, Uma Thurman è una delle attrici feticcio di Quentin Tarantino, avendo recitato per lui in Pulp Fiction, Kill Bill – Volume 1 e Kill Bill – Volume 2. Quando il regista ha saputo che anche la figlia di Uma, Maya, si era lanciata nel mondo della recitazione, l’ha voluta subito per un piccolo ruolo nel suo film C’era una volta a… Hollywood. Qui la Hawke interpreta “Flowerchild”, una delle giovani facenti parte della famiglia Manson, che all’ultimo deciderà però di non partecipare all’aggressione a Cielo Drive.

Maya Hawke in Stranger Things

7. È una dei protagonisti della serie. A partire dalla terza stagione di Stranger Things la Hawke interpreta il personaggio di Robin Buckley, una ragazza bella, forte e brillante, coetanea di Nancy con cui nella quarta stagione diventerà amica. Lavora con Steve presso la gelateria Scoops Ahoy dello Starcourt Mall nella terza stagione e poi, dopo la distruzione del centro commerciale e sempre con lui, al Family Video, una videoteca cittadina nella quarta stagione. Parla quattro lingue, fa parte della banda della Hawkins High School ed è lesbica.

Maya Hawke Stranger Things

8. Sa esattamente cosa vorrebbe le succedesse nella quinta stagione. Con la quarta stagione da poco conclusasi, l’attrice ha rivelato cosa le piacerebbe che accadesse al suo personaggio nella quinta ed ultima. «Mi piacerebbe morire e avere un momento da eroe. Mi piacerebbe morire con onore, come farebbe qualsiasi attore. Ma amo il modo in cui i Duffer Brothers amano i loro attori. Il motivo per cui scrivono così bene per me e per tutti gli altri è perché si innamorano dei loro attori e dei loro personaggi e non vogliono ucciderli. Penso che sia una bella qualità che hanno, e non lo butterei via».

Maya Hawke è su Instagram

9. Ha un profilo sul celebre social. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo verificato seguito da 10.3 milioni di persone. All’interno di questo, con oltre 500 post, la Hawke è solita pubblicare immagini relativi a suoi progetti da attrice, modella o cantante, promuovendoli così tra i suoi followers. Allo stesso tempo non mancano però anche immagini tratte da sue attività quotidiane in compagnia di amici o colleghi, ma anche post relativi a cause sociali da lei sostenute.

Maya Hawke: età e altezza dell’attrice

10. Maya Hawke è nata a New York, Stati Uniti, l’8 luglio del 1998. L’attrice è alta complessivamente 1,72 metri.

Fonte: IMDb, Variety, Collider

Do Revenge: recensione del film con Camila Mendes e Maya Hawke

La dark-comedy di Netflix, Do Revenge, fa ufficialmente il debutto sulla piattaforma di streaming. Jennifer Kaytin Robinson è la regista di questo film ambizioso che mescola commedia, dramma e romanticismo in una storia di vendetta adolescenziale che riesce a esplorare in modo approfondito una serie di temi e idee interessanti.

Ogni personaggio è allo stesso tempo l’eroe e il cattivo e questo secondo la regista è stato il suo modo per dipingere con varie sfumature i colori dell’adolescenza. Le protagoniste sono Drea, interpretata da Camila Mendes di Riverdale, ed Eleanor, interpretata da Maya Hawke di Stranger Things.

Do Revenge, la trama

Drea Torres è un personaggio variegato. Una moderna Regina George senza vestire di rosa il mercoledì, una giovane Blaire Waldorf ma di umili origini. Drea è una adolescente popolare a scuola ma allo stesso tempo odiata e invidiata. La sua vita appare perfetta e patinata mentre terrorizza le sue compagne di liceo. Ma scopriamo ben presto che non è così. Drea è una ragazza “fai da te”, non è nata da una famiglia benestante ma si è costruita questo personaggio tassello dopo tassello. Sogna di andare a Yale ed è disposta a tutto per riuscirci.

Do Revenge ci mostra subito come la vita di Drea viene stravolta da un evento traumatico. Il suo fidanzato del liceo pubblica un video privato che ritrae Drea in atteggiamenti sensuali. Nonostante i rapporti sulla politica progressista della Gen-Z, questo film ne mette in scena anche i difetti: l’iper consapevolezza in materia di sessualità, consenso e mascolinità tossica. Ma anche la voglia di rivincita e la presa di coscienza di un futuro incerto che aleggia intorno a questa generazione.

DO REVENGE – (L-R) Maya Hawke as Eleanor and Camila Mendes as Drea in Do Revenge. Cr. Kim Simms/Netflix © 2022.

La vendetta che unisce e distrugge le anime solitarie

Eleonor è la controparte di Drea. Insieme le due ragazze escogitano un piano che sfiora l’illegalità. Boicottare il sistema dall’interno, questo è il progetto di vendetta che si sono prefissate. Prima Eleonor riesce a vendicarsi dalla sua nemesi, prima sarà il turno di Drea con Max. La Mendes e la Hawke parlano, apparentemente, la stessa lingua. Sono due anime solitarie che il destino della vendetta ha unito. Le cose iniziano a precipitare per Drea che vede sparire il suo futuro a Yale, il suo piano non ha sortito i frutti sperati ed Eleonor funge da sacco da box per il suo imminente crollo.

La vendetta, che così le aveva unite, adesso pian piano le separa. Il mondo sofisticato dal quale Eleonor è sempre fuggita in realtà si trasforma in un nascondiglio comodo. Una culla dove poter avverare tutti i suoi desideri. Per tutta la vita è stata la ragazza esclusa ed emarginata ma adesso non più. Si ritrova accanto delle persone che può chiamare amici. Ma è solo un castello di vetro, alla prima crepa si sfalda e crolla su sé stesso, vittima del Do Revenge.

Il colpo di scena

Le carte iniziano a essere scoperte, siamo su un tavolo da gioco dove è lo spettatore la pedina inerme dei sotterfugi di Do Revenge. Così scopriamo che Eleonor ha messo su il suo piano personale per farla pagare alla sua vera nemesi, Drea. Il ritratto – talvolta poco lusinghiero – che viene fatto delle giovani adolescenti è portato in scena proprio dal personaggio di Eleonor: “Siamo adolescenti, siamo psicopatiche”. Ma Eleonor e Drea sono due facce della stessa medaglia. A questo punto l’una non può esistere senza l’altra.

Do Revenge succede di qualche anno al Promising Young Woman. Tanto nella forma quanto nella sostanza, il personaggio di Eleonor somiglia alla Cassandra del film con Carey Mulligan. La sua totale mancanza di controllo è guidata da motivi reali, l’esecuzione del piano però si appresta ad essere fagocitato dalla brama di vendetta.

Così come uno specchio a poco a poco cadono anche i veli di Drea. La maschera cade, la bolla esplode, ed è tutto circoscritto al suo vero Io. Così il do revenge così arzigogolato che viene portato avanti come filo conduttore del film si fa ancora più intricato. Drea ottiene finalmente la sua vendetta, anche se il raggiungimento del suo obiettivo le fa rivalutare la sua stessa vita. Le due amiche ormai ritrovate si allontanano cantando in macchina “Bitch” di Meredith Brooks, lungo l’autostrada come due giovani Thelma e Louise.

Do Revenge è commedia sull’amicizia guidata dalla vendetta. Drea ed Eleonor sono due personaggi complicati e dalle mille sfaccettature, non ambiscono a diventare le eroine del film. Sono due giovani donne che non hanno assolutamente idea di cosa fare della loro vita e a loro va bene così. Se per raggiungere questa sorta di stato di grazia hanno dovuto quasi mettere in scena un omicidio, non importa perché “siamo adolescenti, siamo psicopatiche”.

She-Hulk: tutti gli Easter egg dell’episodio 5

Il quinto episodio della serie She-Hulk: Attorney at Law è disponibile su Disney+ ed è ricco di Easter egg e riferimenti all’Universo Marvel. L’episodio 5 è una surreale meditazione sul concetto di identità nell’epoca odierna, in cui tutto può essere registrato. Anche se Jennifer Walters (Tatiana Maslany) non ha mai voluto il nome “She-Hulk“, si trova costretta a proteggere la sua identità da eroina. L’episodio 4 si era concluso con Jennifer che scopre che Titania ha registrato un marchio a nome ”She-Hulk”. Naturalmente, nell’episodio 5 le due donne si scontrano in tribunale.

Piuttosto che scegliere un nuovo nome da supereroe, She-Hulk sceglie di lottare per difendere quello che le è stato imposto. La trama dell’episodio va oltre l’atmosfera da commedia e da serie legal, c’è qualcosa di decisamente profondo nei temi trattati. Non mancano poi i riferimenti all’Universo Marvel e all’industria televisiva e dei supereroi. Scopriamo allora i principali Easter egg dell’episodio 5 di She-Hulk.

Il nome She-Hulk nasce per motivi di brand

She-Hulk Titania

Il processo in aula tra Jennifer Titania è particolarmente meta-narrativo, dato che la Marvel ha realmente creato She-Hulk per motivi di marketing. Nel 1980, il successo del TV show The Incredibile Hulk su CBS ha portato la Marvel Comics a creare un personaggio spin-off. C’era la preoccupazione di battete sul tempo la CBS, che avrebbe potuto realizzare una serie TV spin-off senza dover coinvolgere la Marvel (che non avrebbe posseduto i diritti di un personaggio nuovo). Può sembrare una preoccupazione infondata, ma in realtà ABC aveva appena fatto un’operazione simile con uno spin-off di The Six-Million Dollar Man chiamato The Bionic Woman.

Sono parecchi i processi legati ai nomi dei supereroi: l’esempio classico è quello “Capitan Marvel“, creato dalla Fawcett Comics come una copia femminile di Superman. Il marchio è scaduto negli anni ’60 e la Marvel ha creato una nuova versione per garantirne i diritti. Considerando tutto ciò, l’episodio 5 della serie si occupa di un problema presente nel mondo reale.

L’episodio 5 riflette sul potere del merchandising

She-Hulk costumi supereroi

Anche se si crede che tutto il successo economico di un film (o franchise) dipenda dal cast e dalle prestazioni al botteghino, il merchandising è ciò che oggi fa girare la maggior parte dei soldi attorno ai blockbusters. Il quinto episodio di She-Hulk: Attorney at Law si concentra su questa dinamica, inserendo riflessioni sui prodotti originali (Jennifer) e quelli non originali (Titania). C’è anche un Easter egg che rimanda all’episodio 2 e alle scarpe “Iron Man Three”.

Chi è realmente “Alonzo” per i Marvel Studios?

Pug in She-Hulk

Pug fa un riferimento al suo “intermediario”, Alonzo. Il nome è probabilmente un riferimento a Victoria Alonso, presidente dei reparti Physical, Post Production, VFX e Animation dei Marvel Studios. Il cognome fa anche riferimento alla Marvel Comics, perché Axel Alonso è l’ex redattore capo della casa dei fumetti.

Mallory Book è un personaggi essenziale di She-Hulk

Mallory Books

Il quinto episodio di She-Hulk: Attorney at Law introduce il personaggio di Renée Elise Goldsberry: Mallory Book, un avvocato che rappresenta Jennifer Walters nell’umiliante battaglia in tribunale contro Titania. Mallory arriva direttamente dai fumetti, dove il personaggio prima è uno dei principali rivali di Jennifer e alla fine diventa il suo capo. Nell’episodio 5, la donna apre gli occhi a She-Hulk con verità dure che andavano dette. Speriamo che Mallory resti anche per i prossimi episodi…

Lo stilista è un Easter egg incredibile

Luke Jacobson

Luke Jacobson di Griffin Matthews strizza l’occhio a Edna Mode, la famosa stilista di supereroi degli Incredibili. Questo Easter egg di She-Hulk funziona su più livelli, dato che Luke Jacobson è in realtà un personaggio presente anche nei fumetti: nella Marvel Comics è associato al detective Dakota North. Inoltre, il suo assistente, interpretato da Brandon Stanley, nei titoli di coda è chiamato ”Eugene Patilio”, il supereroe Frog-Man dei fumetti.

I capezzoli di Batman

She-Hulk Batman

Nell’emporio della moda di Luke Jacobson c’è un manichino con addosso un body nero. Ironicamente, la telecamera indugia sulla mano di Luke mentre si poggia sul petto del manichino. Gli spettatori attenti noteranno sicuramente capezzoli ben plasmati sul busto, un cenno ai famigerati Bat-Nipples di Batman Forever. Infatti, il costumista del film Jose Fernandez ha dichiarato che per la reazione del costume è stato influenzato sia dai disegni romani, sia dalla natura folle degli abiti nei fumetti di Batman.

Gli abiti di She-Hulk

She-Hulk Episodio 5 abiti

She-Hulk nell’MCU deve affrontare il problema degli abiti, che si devono adattare ai costanti cambiamenti di dimensioni. Nei fumetti, la questione viene risolta dalle “molecole instabili” inventate da Mr. Fantastic dei Fantastici Quattro e rese disponibili alla maggior parte dei supereroi. L’abbigliamento fatto di molecole instabili si restringe e si allarga per adattarsi alla struttura di chi lo indossa.

Visti gli abiti sformati che Jennifer è costretta ad indossare nella serie, si spera che She-Hulk avrà accesso alle molecole instabili non appena i Fantastici Quattro faranno il loro debutto nell’MCU. Inoltre, il problema del vestiario, evidenziato più volte nell’episodio, sarebbe la premessa perfetta per permettere al team di supereroi di interagire con i personaggi MCU.

L’Easter egg di Daredevil

She-Hulk Daredevil maschera

Nell’episodio 5 di She-Hulk non compare Daredevil, ma non mancano i ferimenti al vigilante. Uno dei membri dello staff di Luke Jacobson ha accidentalmente dimenticato in giro una maschera dipinta di giallo. Si tratta di un Easter egg: anche se il colore non corrisponde all’originale, il design dell’oggetto ricorda molto la maschera di Daredevil che si è vista più volte nella serie TV Marvel su Netflix.

I titoli di coda

Scarpe

Il quinto episodio di She-Hulk si conclude con una lista di Easter egg incredibili.  I credits di She-Hulk: Attorney at Law sono sempre divertenti. In particolare, in questo episodio un’immagine allude ironicamente alla merce associata agli eroi Marvel, anche  a quelli non ancora apparsi nell’MCU. Ci sono scarpe con disegni evocativi di Doctor Strange, un accurato fumetto con Falcon, Doctor Doom, Capitan America (o forse America Chavez). Compaiono anche Nova, Capitan Marvel di Carol Danvers, la Cosa, Deadpool, il Goblin Verde, il supereroe Kree Capitan Marvel e persino il ciclope degli X-Men. Infine, il riferimento a Spider-Man è nel personaggio Scarlet Spider (un clone di Peter Parker).

12 attori che hanno rifiutato un ruolo da supereroe solo per interpretarne uno diverso

Con l’uscita di Black Adam il 21 ottobre, Pierce Brosnan vestirà i panni del supereroe Dottor Destino ma, in precedenza, all’attore irlandese era stato offerto un altro ruolo nell’universo DC, quello di Batman… che Brosnan rifiutò. Pierce Brosnan non è l’unico attore ad aver provato questa sensazione: tanti attori, che inizialmente hanno rifiutato un ruolo offertogli in cinecomics, hanno poi cambiato idea o trovato il ruolo in un film di fumetti che gli si addice. Da Tom Hardy a Joaquin Phoenix, i 12 attori che vi presentiamo hanno – dopo iniziali resistente – interpretato ruoli nel sempre più vasto Marvel Cinematic Universe, nel DC Extended Universe o addirittura in film originali di supereroi.

Tom Hardy

venom attori dceuIl talentuoso Tom Hardy ha avuto la fortuna di partecipare a due diversi franchise di supereroi. È stato Bane in Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno e attualmente interpreta Venom nel Sony-Verse dei film Marvel.

Tuttavia, oltre a questi due ruoli, Tom Hardy stava anche per entrare nel DC Extended Universe. Secondo Collider, era davvero entusiasta di poter interpretare Rick Flag in Suicide Squad di David Ayer ma, a causa della sovrapposizione della produzione del film con le riprese di The Revenant, Hardy ha dovuto rifiutare il ruolo. Joel Kinnaman lo ha sostituito, mentre anni dopo Hardy ha continuato a brillare nel ruolo dell’antieroe Eddie Brock/Venom nella propria serie di film.

Jessica Chastain

jessica chastain attori cinecomics

Secondo quanto riportato da SlashFilm, anche Jessica Chastain figura nella lista degli attori che avrebbero rifiutato ben due volte di recitare nel MCU. Inizialmente avrebbe dovuto interpretare Maya Hansen in Iron Man 3, ma ha dovuto rinunciare perché impegnata in altri progetti. In seguito, ha rifiutato un altro ruolo come Christine Palmer in Doctor Strange, con una motivazione precisa: avrebbe dato la sua disponibilità se le fosse stato offerto un ruolo in un cinecomic che le permettesse di usare la sua formazione di ballerina.

In un’apparente svolta degli eventi, Jessica Chastain è stata finalmente in grado di interpretare un personaggio dei fumetti: Vuk in Dark Phoenix del 2019, che è stato uno dei film degli X-Men più criticati. Forse verrà un altro giorno in cui Jessica Chastain tornerà a far parte del mondo Marvel o DC?

Pierce Brosnan

pierce brosnan attori dceuUna lunga lista di attori è stata presa in considerazione per il Batman di Tim Burton prima che Michael Keaton ottenesse il ruolo. Tra i potenziali attori che sono quasi diventati Batman si annoverano Kurt Russell, Willem Dafoe e persino Bill Murray. Inoltre, Burton si avvicinò nientemeno che l’attore di James Bond: Pierce Brosnan.

All’epoca, i supereroi non erano il colosso di Hollywood che sono oggi, quindi è comprensibile che alcuni attori abbiano rinunciato al ruolo. Nel 2014, Brosnan ha confermato il suo incontro con Burton in un Reddit AMA e ha rivelato che inizialmente non amava l’idea del “fare un film in costume” sui supereroi, che considerava ridicoli. Tuttavia, Brosnan ha cambiato questa mentalità dal momento che sta per unirsi al DCEU come Dottor Destino in Black Adam.

Heath Ledger

heath ledger attori dceuDa Cillian Murphy a Henry Cavill, molti attori hanno cercato di ottenere il ruolo di Batman in Batman Begins di Christopher Nolan. Secondo NME, Nolan ha confermato che Heath Ledger era in lizza, ma ha rifiutato l’occasione perché non era interessato ai film sui supereroi.

Il successo di Batman Begins sembrò far ricredere Ledger, che avrebbe poi interpretato il Joker nel sequel, vincendo l’Oscar. Purtroppo, questo sarebbe stato l’ultimo ruolo di Heath Ledger prima della sua tragica scomparsa, avvenuta non molto tempo prima dell’uscita del film, ma il pubblico continua a ricordare la sua eredità come Joker, la cui performance ci ha regalato alcune delle battute più memorabili del personaggio.

Will Smith

will smith attori dceuAlla fine degli anni ’90, Will Smith era una mega-star in ascesa e questo lo ha portato a partecipare a diversi blockbuster giganteschi. Come tanti grandi attori dell’epoca, ha anche rifiutato molti ruoli, compresa la possibilità di interpretare Superman in Superman Returns. Tramite Comicbookmovie.com, ha dichiarato di aver rifiutato il ruolo a causa del possibile clamore che avrebbe potuto suscitare l’interpretazione di Superman da parte di un attore nero. Will Smith ha poi interpretato un ruolo simile a quello di Superman nel sottovalutato film originale sul supereroe, Hancock. Successivamente, Smith si è unito al DCEU nel ruolo di Deadshot in Suicide Squad di David Ayer.

Jude Law

Jude Law è uno degli altri attori che erano stati presi in considerazione per interpretare Superman: fece un provino per il ruolo, ma alla fine Brandon Routh divenne il supereroe titolare in Superman Returns del 2006. Law avrebbe rifiutato l’opportunità di indossare il mantello rosso, letteralmente! Secondo Variety, Law non amava infatti il suo aspetto nella tuta rossa e decise semplicemente che non faceva per lui. Tuttavia, più di dieci anni dopo, è entrato nel mondo dei supereroi con il ruolo di Yon-Rogg in Captain Marvel del MCU.

Josh Brolin

Secondo Deadline, è ormai noto che Josh Brolin aveva quasi ottenuto il ruolo del “Batman anziano” in Batman V Superman: Dawn Of Justice. Tuttavia, nel suo caso, ha semplicemente perso il ruolo a favore di Ben Affleck, non lo ha rifiutato. Secondo NME, Zack Snyder avrebbe infatti fatto un’offerta a Josh Brolin per interpretare Lex Luthor, ma Brolin avrebbe rifiutato.

Brolin si sarebbe poi unito a due diversi universi Marvel subito dopo il tentativo fallito nell’universo DC. Ha debuttato come il Titano Pazzo noto come Thanos in Guardiani della Galassia ed ha interpretato il villain più iconico del MCU per il resto della Saga dell’Infinito. In seguito, Josh Brolin ha interpretato Cable nel franchise di Deadpool, che ha persino finito per parodiare l’universo DC.

Angelina Jolie

Eternals angelina jolieDa agenti segreti a cacciatori di tesori internazionali, Angelina Jolie ha interpretato molti ruoli di eroine action, ma sorprendentemente è entrata nel mondo dei supereroi solo nel 2021. Nel ruolo di Thena in Eternals del MCU, la Jolie ha interpretato un’elegante guerriera che ha ispirato figure come Atena.

Anche se sembra sconcertante che la Jolie non sia mai apparsa in un film di supereroi, ha raccontato che le era stato offerto un ruolo molto prima di diventare Thena. Tuttavia, non ha mai specificato di quale personaggio si trattasse, tenendo nascosti i dettagli per non distogliere i riflettori all’attrice effettivamente protagonista del film. Ciononostante, alcuni hanno iniziato a ipotizzare quale fosse il ruolo, e si dice che Angelina Jolie stesse per vestire i panni della guerriera amazzonica Wonder Woman (via MovieWeb).

Jason Momoa

Aquaman e il regno perdutoJason Momoa ha contribuito a redimere Aquaman dopo che serie come Super Friends avevano trasformato l’eroe in un oggetto di scherno. Prima di Aquaman, però, Jason Momoa era stato notato per il ruolo di Drax il Distruttore in Guardiani della Galassia. Secondo IGN, il ruolo non piaceva particolarmente a Jason Momoa e lo ha rifiutato perché il personaggio era troppo simile ad altri suoi ruoli passati. La cosa ha funzionato bene, dato che Dave Bautista ha assunto il ruolo di Drax, mentre Jason ha stupito i fan della DC con la sua affascinante interpretazione del sovrano di Atlantide.

Joaquin Phoenix

Joker film-a-fumettiNon è un segreto che Joaquin Phoenix non sia un attore da grandi franchise, anche se non ha nulla contro di essi. Ma quando la Marvel stava cercando il suo Doctor Strange, a un certo punto a Phoenix è stato offerto di interpretare il famoso stregone. Molti fan concordano sul fatto che sarebbe stato perfetto nei panni del personaggio, ma secondo CinemaBlend, Phoenix avrebbe rifiutato, aprendo così le porte a Benedict Cumberbatch per il ruolo.

Phoenix sarebbe poi entrato nell’universo dei supereroi con Joker del 2019, interpretando il cattivo titolare nella storia della sua genesi. Dopo aver interpretato l’antieroe, le opinioni di Phoenix sono cambiate: non solo il Joker gli ha fruttato un Oscar, ma riprenderà anche il ruolo per un imminente sequel – la prima volta in assoluto che vi partecipa.

Edward Norton

Come Joaquin Phoenix, Edward Norton partecipa raramente a grandi franchise, ma questo non ha impedito agli studios di cercare di ingaggiarlo. Prima che venisse affidato a Ben Affleck, a Edward Norton è stato offerto di interpretare l’eroe principale della Marvel e avvocato Matt Murdock nel film Daredevil del 2003. Secondo IGN, Norton ha rifiutato il ruolo per concentrarsi sulla sceneggiatura e sulla regia. Cinque anni dopo, è diventato Hulk nel film L’incredibile Hulk (2008), il secondo film del Marvel Cinematic Universe. Purtroppo, il suo ruolo di Bruce Banner/Hulk è durato poco ed è stato sostituito da Mark Ruffalo, che da allora ha portato avanti il ruolo.

Sylvester Stallone

Dopo il successo del primo Rocky nelle sale, Sylvester Stallone è diventato immediatamente una delle maggiori star di Hollywood, tanto che quando Superman: The Movie stava iniziando la produzione, lo studio puntò su Stallone per il ruolo principale. Alla fine, Sylvester Stallone ritenne che interpretare Superman non fosse nel suo stile e rifiutò.

Da allora, Stallone è apparso in tre diversi ruoli di supereroi. Ha avuto un breve ruolo in Guardiani della Galassia Vol. 2, ha rubato scene e cuori nel ruolo di King Shark in Suicide Squad di James Gunn e recentemente ha interpretato un supereroe in pensione in Samaritan, disponibile su Prime Video. Ironicamente, il suo ruolo in Samaritan ricorda la forza e i poteri di Superman, quindi potremmo dire che il cerchio si è in qualche modo chiuso.

The Good Doctor 6: promo dalla sesta stagione

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La ABC ha diffuso il promo di The Good Doctor 6, l’annunciata sesta stagione della serie tv The Good Doctor. La sesta stagione di The Good Doctor uscirà negli USA il 3 ottobre 2022. Freddie Highmore interpreta Shaun Murphy, un giovane chirurgo affetto da autismo e sindrome da savant, che si trasferisce da una tranquilla vita di campagna per unirsi all’unità chirurgica di un prestigioso ospedale. Solo al mondo e incapace di connettersi personalmente con coloro che lo circondano, Shaun usa le sue straordinarie doti mediche per salvare vite e sfidare lo scetticismo dei suoi colleghi.

The Good Doctor 6

The Good Doctor 6 è la sesta stagione della serie tv The Good Doctor creata da David Shore per il network americano della ABC.

In The Good Doctor 6 protagonisti Freddie Highmore come Dr. Shaun Murphy, Antonia Thomas come Dr. Claire Browne, Nicholas Gonzalez come Dr. Neil Melendez, Hill Harper come Dr. Marcus Andrews, Richard Schiff come Dr. Aaron Glassman, Christina Chang come Dr. Audrey Lim, Fiona Gubelmann nel ruolo del Dr. Morgan Reznick, Will Yun Lee nel ruolo del Dr. Alex Park, Paige Spara nel ruolo di Lea Dilallo e Jasika Nicole nel ruolo del Dr. Carly Lever.

La serie è di Sony Pictures Television e ABC Studios. David Shore è il produttore esecutivo e showrunner. Anche Daniel Dae Kim, Erin Gunn, David Kim e Sebastian Lee sono produttori esecutivi. Gli ABC Studios fanno parte dei Disney Television Studios, una collezione di studi composta da 20th Century Fox Television, ABC Studios e Fox 21 Television Studios.

Prisma: recensione della serie Prime Video

Mattia Carrano è Marco, ma anche Andrea, lui l’esordiente assoluto scelto da Ludovico Bessegato per interpretare la coppia di gemelli protagonisti di Prisma, la nuova serie Prime Video dal 21 settembre in streaming dopo la presentazione al Locarno Film Festival. E’ lui la principale sorpresa di un racconto in otto episodi che ambisce dichiaratamente a essere romanzo di formazione, affrontando il tema – sempre più dibattuto – della ricerca di identità, in questo caso non solo di genere, non solo sessuale.

Dopo tanto dibattere di Gender Fluidity, regista e sceneggiatrice (Alice Urciolo) – reduci dal successo di Skam Italia e desiderosi di mettersi alla prova con qualcosa di “loro” e di originale – hanno tentato di far parlare i ragazzi, più spesso in cerca di risposte che confusi, come sembrano agli adulti. E questo è quello che emerge dal risultato di tanto impegno.

Alla scoperta di sé, e degli altri

Merito anche – chi più chi meno – dei vari Lorenzo Zurzolo, Caterina Forza, Chiara Bordi, LXX Blood, Matteo Scattaretico, Zakaria Hamza, Riccardo Afan de Rivera Costaguti, Flavia del Prete, Asia Patrignani, Elena Falvella Capodaglio, Andrea Giannini e Nico Guerzoni che compongono il cast e affiancano o incrociano il protagonista, nelle sue due diverse caratterizzazioni. E di una scrittura che pur concedendo qualcosa al già visto – prevedibile o evitabile, che sia – riesce a non impantanarsi negli snodi più delicati e a creare empatia con le criticità che più o meno tutti attraversano.

Dubbi, tormenti e scoperte del gruppo di adolescenti di Latina che seguiamo ruotano intorno alla complessa relazione tra identità, aspirazioni, aspetto fisico e orientamenti sessuali, ma non solo. Il percorso di scoperta di sé dei due gemelli – ora gioioso, ora turbolento – coinvolge allo stesso modo anche i loro amici, tutti alla ricerca del proprio posto in un mondo in continuo divenire. E in questo senso, come ribadito dal regista, è ben calibrata la scelta di una location come quella della città fondata dal fascismo e simbolo di cambiamento, oggi – politicamente – come ieri (nata come Littoria, divenne poi Latinia prima della denominazione attuale).

Prisma da vedere insieme, facile da seguire e utile per capire

La regia segue i ragazzi rispettandone gli spazi e gli sbandamenti, eppure riuscendo a lasciare il segno. Lo schermo televisivo diventa un enorme smartphone, sul quale vengono visualizzati i messaggi e i continui flashback grazie ai quali seguiamo la vita parallela dei protagonisti, quella che si sviluppa tra chat e profili anonimi. Vere e proprie notifiche che lo spettatore riceve durante la visione per decrittare alcuni snodi fondamentali delle interazioni in corso, informazioni che la serie fornisce per meglio comprendere le motivazioni dei personaggi, quello che li aspetta e il il percorso che a quel punto li ha portati.

O per motivare i processi attraverso i quali essi stessi sviluppano una maggior comprensione di sé. Il famoso “conosci te stesso” tanto caro a Socrate, cui tutti ambiscono, e molti raggiungono, presto o tardi. Non c’è un tempo ‘debito’, impossibile stabilire uno standard, una normalità, come la serie si adopera a sottolineare. Sempre con equilibrio, che non manca mai (o quasi), anche nei vari coming out, affidati a ellissi che riducono il rischio di stereotipi.

Una maniera intelligente di adattare il modello ’13’ alla nostra realtà e cultura, senza per altro fare del dramma estremo il cardine di tutto, ma regalando il giusto spazio a ogni diversa faccia del Prisma. Compresa quella degli adulti, anche se mediamente bidimensionali e un po’ tonti, e quella della poetessa trans Giovanna Cristina Vivinetto, che con la sua storia e il suo libro (Dolore minimo) ha ispirato Bessegato e Urciolo, forse un po’ troppo presente, tra camei e citazioni al limite del product placement.

The pursuit of love – rincorrendo l’amore: recensione della serie disponibile su Sky

Proiettata per la prima volta il nove maggio 2021 su BBC One, ed andata in onda in Italia a partire dal 18 settembre di quest’anno, The Pursuit of love – rincorrendo l’amore è una miniserie scritta e diretta dall’attrice e regista britannica Emily Mortimer. Il soggetto è tratto dall’ omonimo romanzo autobiografico, scritto da Nancy Mitford e pubblicato nel 1945.

Nel cast ritroviamo alcune figure emergenti, come l’attrice Lily James (Mamma mia! Ci risiamo, Baby driver) nel ruolo della protagonista Linda Radlett, e Andrew Scott, reso recentemente molto noto grazie al personaggio del prete nella serie inglese Fleabag.

The pursuit of love: trama

The pursuit of love si apre con una idilliaca scena di serenità quotidiana: Linda, incinta, è sdraiata nella terrazza della sua casa a Londra. Ad un tratto questo ritratto di tranquillità viene spezzato dai bombardamenti. Fanny ritorna nella capitale per riportare l’amica e cugina a casa, nella vecchia magione della loro infanzia.

Da qui tutta la serie si sviluppa in un lungo flashback, partendo dalla giovinezza delle due ragazze. Linda, figlia di Matthew Ratlett, lord Alconleigh, ha un animo romantico e, come anche gli altri ragazzi Ratlett, tende a ribellarsi contro il padre severo. Unica interruzione per la sua esistenza tediosa è l’arrivo della cugina Fanny durante le vacanze. Figlia della “fuggitiva”, Fanny è cresciuta con la zia Emily per via della totale assenza della madre, impegnata in una fitta rete di relazioni con vari uomini.

Crescendo Linda e Fanny hanno visioni e speranze per il futuro differenti, e così le loro strade sono inevitabilmente destinate a separarsi, ma l’amore che le lega le spingerà sempre a tornare l’una dall’altra.

The pursuit of love

The pursuit of love: recensione e personaggi

In un susseguirsi di amori e relazioni familiari altalenanti, The Pursuit of love è una serie leggera e piacevole da seguire. Le tematiche trattate possono sembrare tendenzialmente superficiali, ma agli occhi di uno spettatore più attento si nasconde anche qui un certo spunto di riflessione, racchiuso nelle due protagoniste e nel loro legame. L’attenzione data alle scenografie permette al pubblico di sentirsi maggiormente immerso nella realtà della nobiltà inglese degli anni 30’ e 40’.

Anche l’avvento del secondo conflitto mondiale non distrugge interamente l’atmosfera serena che si ricrea nuovamente, dopo tanti anni, nella magione dei Ratlett.

Ciò che rende The pursuit of love veramente rilevante sono le due protagoniste, caratterialmente opposte, Linda e Fanny. Linda è una di quelle figure, molto ricorrenti sia nel cinema che nella letteratura, che è “innamorata dell’amore”. Impavida ed avventurosa, vive delle proprie fantasie romantiche e cerca, per quanto possibile, di trasformarle nella sua realtà. Le relazioni che ha prima con Tony, poi con Christian ed infine con Fabrice sono proiezioni della sua immaginazione. Infatti, nel momento in cui Linda si rende conto di come la realtà delle sue grandi storie d’amore non corrisponde con il suo immaginario, ne perde interesse, ne resta terribilmente delusa. Linda è una sorta di nuova eroina romantica, la quale insaziabilmente cerca di colmare il vuoto che sente dentro con i piaceri e gli amori. Questo la porta ad avere un’esistenza entusiasmante ed avventurosa. E questa è proprio una delle cose che Fanny le invidia maggiormente.

Fanny, invece, si dimostra da subito una figura più tranquilla, il vero punto fisso della vita di Linda. Le loro stesse ambizioni da giovani si dimostrano molto diverse: mentre una sogna una vita di sfarzi e di passioni, Fanny, con un maggiore buonsenso e praticità, punta ad un’esistenza tranquilla e serena. Ma, nel momento in cui ottiene la stabilità di una semplice vita familiare, non riesce a non invidiare la cugina. Non sa come reagire a questo senso di vuoto, di tedio che sente e  che la opprime, facendole dimenticare i piaceri della sua vita comune. Non vuole abbandonare la propria famiglia per vivere all’avventura, per diventare una fuggitiva come sua madre.

Un altro personaggio molto interessante è certamente Lord Merlin (Andrew Scott), pur non essendo sviluppato al suo massimo in The pursuit of love. Si tratta di un altro riferimento per Linda, una figura quasi paterna che prima la invoglia alla lettura e ad ampliare la propria istruzione e che la protegge sempre nei momenti difficili.

 L’evoluzione del ruolo della donna

Una delle tematiche rilevanti in The pursuit of love è proprio il ruolo della donna. I personaggi finiscono per schierarsi in due fazioni in un dibattito continuo tra una visione del passato, obsoleta ed arretrata, ed una visione del futuro, più open-minded. Emblema del pensiero conservatore è lo Zio Matthew Ratlett; egli impedisce alle proprie figlie di studiare perché per una donna bastano la bellezza e le buone maniere. Questo è uno dei motivi per cui egli disprezza Fanny, in quanto la zia Emily, sua tutrice, ne ha favorito gli studi, ritenendo importante per una donna poter avere altri scopi fuori dal solo matrimonio. La severità di una figura dura e burbera come lo zio Matthew causerà una inevitabile ribellione ed allontanamento non solo in Linda, ma di tutti i suoi figli.

Oltre alla zia Emily, un’altra figura che rappresenta la rinascita ed il cambiamento per le donne, come un po’ per la società in generale, è Lord Merlin. Giovane anticonformista e cosmopolita, incoraggia Linda a diventare una donna indipendente ed istruita, pur cercando di frenarla nei suoi eccessi ed esprimendosi in maniera sincera quando non approva le sue scelte.

Fate: The Winx Saga 2, recensione della seconda stagione della serie Netflix

Fate: The Winx Saga 2 è sbarcato sulla piattaforma il 16 settembre. Quando la serie d’animazione The Winx Club ideata da Iginio Straffi andò in onda su Rai 2 nel lontano 2004, le sue sorti – come tutti i prodotti d’altronde – erano nelle mani della curiosità dei bambini, nella speranza che l’interesse verso il mondo di Alfea durasse il più a lungo possibile per far progredire le storie delle fate di Magix. A distanza di moltissimi anni, e dopo anni di progettazione, quella serie diventata famosa nel tempo si è trasformata in un prodotto Netflix con attori e attrici in carne e ossa: Fate: The Winx Saga.

L’hype costruitosi attorno alla nuova serie tv finanziata da uno dei più grandi colossi di streaming è stato tanto, come tanto è stato il successo, motivo per cui si è deciso per una seconda stagione, che si è subito piazzata al primo posto nella Top 10 dei prodotti più visti su Netflix Italia.

Fate: The Winx Saga, la trama

I Bruciati sono stati sconfitti, la Direttrice Dowling è stata uccisa da Rosalind (Miranda Richardson) che nel frattempo ha preso il suo posto, Silva è stato accusato della morte di Andreas. È da qui che riparte la storia. Silva è stato arrestato, la condanna per i suoi atti è l’esilio. Bloom (Abigail Cowen), Stella (Hannah van der Westhuysen), Aisha (Precious Mustapha), Terra (Eliot Salt), Musa (Elisha Applebaum) e la nuova arrivata Flora (Paulina Chàvez) cercano di escogitare un piano per liberarlo, mentre alberga nelle Winx il dubbio su Rosalind, della quale nessuna si fida.

Nel frattempo Alfea deve fare i conti con un altro problema: alcune creature magiche, chiamate gli scraper, assorbono il potere delle fate per metterle fuori gioco. Il compito delle Winx è duplice: capire cosa sta succedendo ad Alfea e smascherare Rosalind, unica responsabile della morte di Farah Dowling.

Un teen-drama con sprazzi horror

Seppur Fate: The Winx Saga 2 sia pensato per un pubblico molto giovane, ci sono una serie di elementi di disturbo che spezzano un po’ l’atmosfera magica. La presenza costante dei dilemmi adolescenziali, delle droghe, delle orge e delle tematiche gay costanti, rompono l’incantesimo del mondo fatato; se non fosse per l’ambientazione, non si capirebbe la differenza fra Oltre Mondo e Terra.

Lo stampo è quello di un teen-drama e per quanto ci si sforzi ad imbrattarlo di scene horror e quasi macabre, non si riesce realmente a farne un prodotto di quella portata, nonostante sia stata quella  – presumibilmente –  l’idea in fase di lavorazione, la caratteristica principale che volevano dare allo sceneggiato.

Inizialmente, poi, si fatica ad entrare realmente nella storia a causa di un ritmo un po’ lento, che inciampa costantemente nei primi episodi, seppur si riprenda verso la parte centrale dove il registro inizia a cambiare, assumendo aspetti (fortunatamente) più cupi fino allo spiazzante cliffhanger finale.

Stella, il personaggio con l’upgrade migliore

Il leitmotiv sottinteso che struttura la storia è la ricerca, più che della Dowling, della vera Bloom, che deve ancora capire chi sia e da dove provenga. Nonostante Abigail Cowen sembri nata per interpretarne il ruolo, quello che appare agli occhi di chi fruisce è una Bella Swan versione fata. Il personaggio sembra non ingranare come dovrebbe, è lento nel percorso e il climax che caratterizza l’ultimo episodio non contribuisce a renderlo un personaggio più ritmico e dinamico. La verità, però, è che probabilmente piace così com’è. Oppure si è voluto fare di Bloom una versione più “pacata”.

Forse è per questo che l’attenzione si sposta su Stella, un personaggio che beat dopo beat si struttura da solo, si forma da sé. È lei la vera protagonista di questa stagione, con un upgrade più rilevante rispetto al suo gruppo di amiche. Stella diventa donna, inciampa, si rialza e combatte. Si scontra persino con la sua famiglia, lotta affinché le sue amiche siano in salvo. Il processo evolutivo di Stella è quello tipico dell’adolescente che si interfaccia con il mondo degli adulti e da lì impara a diventarne parte integrante. Il mondo delle responsabilità la avvolge e lei gioca bene le sue carte dentro di esso, rendendola completa.

Tutto sommato però Fate: The Winx Saga 2 – o meglio il CGI – ci regala quello che tutti aspettavamo: la trasformazione delle Winx, che forse si potrebbe dire essere il punto focale di tutta la serie.

Grey’s Anatomy 19: first look promo dalla diciannovesima stagione

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Il network americano della ABC ha diffuso il promo di Grey’s Anatomy 19, l’attesa diciannovesima stagione di Grey’s Anatomy.  In Italia l’episodio debutterà su Star di Disney+.

Iscriviti a Disney+ per guardare le più belle di Grey’s Anatomy e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi

Tutto ciò che conosci e ami di Grey’s Anatomy, ma con una piccola novità. Unisciti alla classe di stagisti in arrivo quando Grey’s Anatomy e  Stagione 19 debutterà il 6 ottobre su ABC.

Grey’s Anatomy 19

La diciannovesima stagione di Grey’s Anatomy debutterà il 6 ottobr 2022. In Grey’s Anatomy 19 ritorneranno i personaggi Meredith Grey (stagioni 1-in corso), interpretata da Ellen Pompeo, Alexander “Alex” Michael Karev (stagioni 1-in corso), interpretato da Justin Chambers, Miranda Bailey (stagioni 1-in corso), interpretata da Chandra Wilson, Richard Webber (stagioni 1-in corso), interpretato da James Pickens, Jr., Owen Hunt (stagioni 5-in corso), interpretato da Kevin McKidd, Teddy Altman (stagioni 6-8, 15-in corso, ricorrente 14), interpretata da Kim Raver, Jackson Avery (stagione 7-in corso, ricorrente 6), interpretato da Jesse Williams, Josephine “Jo” Alice Wilson (stagione 10-in corso, ricorrente 9), interpretata da Camilla Luddington, Margaret “Maggie” Pierce (stagione 11-in corso, guest 10), interpretata da Kelly McCrearyGreg Germann come Tom Koracick, Benjamin Warren (stagioni 12-14, ricorrente 6-in corso, guest 7), interpretato da Jason George,  Andrew DeLuca (stagione 12-in corso, guest 11), interpretato da Giacomo Gianniotti Caterina Scorsone nei panni di Amelia Shepherd.

Grey’s Anatomy 19 è stato creato ed è prodotto da Shonda Rhimes (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station 19”). Betsy Beers (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station 19”), Mark Gordon (“Saving Private Ryan”), Krista Vernoff (“Shameless”), Debbie Allen, Zoanne Clack, Fred Einesman, Andy Reaser e Meg Marinis sono i produttori esecutivi. “Grey’s Anatomy” è prodotto da ABC Signature, che fa parte dei Disney Television Studios, insieme a 20th Television e Touchstone Television.

Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente

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Cresce ancora il cast di Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente. La Lionsgate, via CS.net, ha infatti diffuso un nuovo elenco di nomi che arricchiranno la popolazione di Panem nel nuovo film che racconta i fatti precedenti alle avventure di Katniss Everdeen.

Questi nomi includono Fionnula Flanagan (A Christmas Carol), che sarà la severa nonna di Coriolanus, Scott Folan (Brotherhood) sarà il pacificatore Beanpole, Honor Gillies sarà un membro dei Covey Barb Azure, Burn Gorman (Pacific Rim) sarà il Comandante Hoff, Michael Greco (Eastenders) sarà Strabo Plinth, Daniela Grubert (Little Shop of Horrors) sarà Mrs. Plinth, Isobel Jesper Jones (The Bastard Son & the Devil Himself ) sarà la figlia del sindaco del Distretto 12 Mayfair Lipp, Eike Onyambu (Romeo and Juliet) sarà un membro dei Covey Tam Amber, Carl Spencer (Rocketman) sarà il pacificatore Smiley, il violinista Konstantin Taffet sarà un membro dei Covey Clerk Carmine, e Flora Li Thiemann (Tigermilk) sarà il mentore Livia Cardew.

Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, il film

Basato sul romanzo prequel del 2020 di Suzanne Collins, Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente è ambientato 64 anni prima degli eventi della trilogia di Hunger Games   a partire dalla mattina della mietitura dei Decimi Hunger Games, dove un 18enne Coriolanus Snow viene assegnato come mentore per la ragazza tributo del Distretto 12 impoverito.

Anni prima di diventare il tirannico presidente di Panem, il diciottenne Coriolanus Snow è l’ultima speranza per il suo lignaggio in via di estinzione, una famiglia un tempo orgogliosa che è caduta in disgrazia nella Capitale del dopoguerra. Con l’avvicinarsi della decima edizione di Hunger Games, il giovane Snow è allarmato quando gli viene assegnato l’incarico di essere mentore di Lucy Grey Baird, la ragazza tributo del povero Distretto 12. Ma, dopo che Lucy Grey attira tutta l’attenzione di Panem sfidando tutti durante la cerimonia della mietitura, Snow pensa che potrebbe essere in grado di ribaltare le probabilità a loro favore. Unendo i loro istinti per lo spettacolo e la ritrovata competenza politica, la corsa di Snow e Lucy contro il tempo per sopravvivere rivelerà alla fine chi è un usignolo e chi è un serpente.

Tom Blyth e Rachel Zegler interpreteranno rispettivamente Coriolanus Snow e Lucy Gray, Hunter Schafer sarà Tigris Snow, Peter Dinklage sarà Casca Highbottom, Viola Davis sarà Volumnia Gaul.

Scritto da Michael Lesslie e basato su una bozza di Collins e Michael Arndt, il film sarà diretto dal regista di Hunger Games Francis Lawrence. Sarà guidato dalla produttrice del franchise Nina Jacobson e dal suo partner di produzione Brad Simpson, insieme a Francis Lawrence. Suzanne Collins, Tim Palen e Jim Miller saranno i produttori esecutivi. Meredith Wieck e Scott O’Brien stanno supervisionando per conto dello studio. Il prequel è attualmente previsto per il 17 novembre 2023 nelle sale.

House of the Dragon: il significato del vestito verde di Alicent

L’abito verde della regina Alicent è stato uno dei momenti più importanti mostrati  nell’episodio 5 di House of the Dragon. L’ultima puntata della serie della HBO si è concentrata su un matrimonio reale in cui un vestito particolare ha svolto un ruolo fondamentale, oltre alle solite trame politiche che il pubblico ama guardare. La scelta di Alicent plasmerà il futuro dei Sette Regni per molti anni. Come mai? Scopriamolo, ma prima di continuare a leggere, tieni presente che ci saranno spoiler da Fire & Blood di George RR Martin.

SPOILER ALLERT DI SEGUITO

Il significato dell’abito verde della regina Alicent in House of the Dragon Episodio 5 è quello di un’imminente guerra civile. Come spiegato da Larys Strong (Matthew Needham), la Casata Hightower accende una fiamma verde nel faro di Vecchia Città quando chiama gli stendardi in guerra. L’abito di Alicent hanno catturato l’attenzione di tutti grazie al suo ingresso al matrimonio di Rhaenyra e Laenor, in perfetto tempismo. La regina, infatti, interrompe il discorso di re Viserys (Paddy Considine) prima che egli lodasse l’unione. Scegliendo quel colore particolare per il suo vestito, Alicent ha voluto avvertire tutti che la Casata Hightower non accetterà Rhaenyra come legittimo successore senza combattere. Tradizionalmente, i membri della famiglia Targaryen indossano abiti neri e rossi.

Dopo l’azione di Alicent, i Sette Regni si divisero in due fazioni, i Verdi e i Neri, combattendo per conquistare il Trono di Spade. I Verdi sosterranno il primogenito di Viserys e Alicent, Aegon II Targaryen, noto anche come Aegon il Vecchio. Invece, i Neri rimasero fedeli alla decisione di Viserys di incoronare Rhaenyra come regina. Le due fazioni iniziarono una lunga, contorta e sanguinosa guerra civile nota come “La danza dei draghi”, poiché entrambe le parti avevano sangue Targaryen e potevano fare affidamento sui draghi.

Nei libri, le due fazioni sono nate in un torneo tenuto per il quinto anniversario del matrimonio di Viserys con Alicent piuttosto che durante il matrimonio di Rhaenyra e Laenor. I Verdi potevano contare sul sostegno di molte importanti famiglie di Westeros, inclusi i super ricchi Lannister. Tyland Lannister, fratello gemello di Jason, prestò servizio come maestro del conio nel Consiglio Ristretto di Aegon II. Criston Cole è stato anche una figura fondamentale nel cosiddetto Consiglio Verde. Ha officiato come Primo Cavaliere del Re e Lord Comandante della Guardia Reale. Il Consiglio Verde includeva il Gran Maestro Orwyle, Jasper Wylde come maestro delle leggi e Larys Strong come maestro dei sussurri. Come  ha mostrato House of the Dragon Episodio 5, Strong è stato uno dei primi uomini a sostenere la causa di Alicent.

MCU: Benedict Wong è molto felice che la Fase 4 sia un “Wong Cinematic Universe”

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Benedict Wong è diventato uno degli attori più in evidenza nel Marvel Cinematic Universe, dal momento che il suo personaggio, lo Stregone Supremo Wong, appare in tanti progetti MCU al punto che persino Kevin Feige ci ha scherzato.

Parlando con The Hollywood Reporter, Wong ha discusso del “Wong Cinematic Universe”, una battuta che Kevin Feige gli ha fatto in un’e-mail in riferimento al numero di film e serie televisive MCU della Fase 4 in cui è apparso.

“Ho ricevuto l’e-mail – ha detto Benedict Wong in merito a Feige – è davvero gentile da parte sua dirlo. Per quello che mi riguarda, io sono proprio un cucciolo sovraeccitato ogni volta che ricevo una sua chiamata. Tipo “Ehi, ti piacerebbe essere in X?”. Sono cresciuto da bambino, leggendo i fumetti di Spider-Man, e poi mi sono ritrovato in questo mondo e ho trovato un personaggio chiamato Wong. Mi sto divertendo a interpretare questo ruolo e a scoprire dove mi porta. In ogni singolo tipo di progetto in cui mi invitano a essere coinvolto, si scopre uno strato del personaggio, come fosse una cipolla. Puoi scoprire qualcosa in più sulle eccentricità dello Stregone Supremo.”

Abbiamo visto Wong in Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, in Spider-Man: No Way Home e naturalmente in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, al momento possiamo vederlo anche in She-Hulk, attualmente in programmazione su Disney+. Possiamo scommettere che Wong troverà il modo di apparire anche in Black Panther: Wakanda Forever che arriverà al cinema l’11 novembre 2022.

Aldo Braibanti: la vera storia dietro al film Il Signore delle Formiche

Dopo l’anteprima al Festival di Venezia, è arrivato in sala il nuovo film del regista Gianni Amelio, dal titolo Il Signore delle Formiche (qui la recensione). Interpretato da Luigi Lo Cascio ed Elio Germano, il film ripercorre il cosiddetto “Caso Braibanti“, ovvero il processo svoltosi a Roma sul finire degli anni Sessanta nel quale il poeta e mirmecofilo (ovvero uno studioso delle formiche) Aldo Braibanti venne accusato di plagio, cioè di aver sottomesso alla sua volontà, in senso fisico e psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne.

L’uscita ha dunque riportato alla luce un episodio della storia italiana poco noto, ma ricco di retroscena politici, sociali e culturali, nonché legati ad una precisa volontà di punire la relazione omosessuale esistente tra Braibanti e il giovane studente, di nome Giovanni Sanfratello (nel film chiamato invece Ettore Tagliaferri). Il film, tuttavia, non è stato concepito per essere una riproposizione del tutto storicamente accurata degli eventi, prendendosi alcune libertà e soprattutto ricostruendo la vicenda in ordine non cronologico e attraverso l’intervento di più punti di vista.

Aldo Braibanti: la vera storia dietro al film Il Signore delle Formiche

Aldo Braibanti nasce a Fiorenzuola d’Arda, in provincia di Piacenza, il 17 settembre 1922. Sin da giovanissimo si appassiona allo studio della natura e in particolare degli insetti sociali, tra cui le formiche, ma nutre un forte interesse anche per la poesia. Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi, Giosuè Carducci, Giovannni Pascoli e Gabriele D’Annunzio sono i suoi miti letterari. Oltre all’impegno culturale, però, Aldo crescendo inizia ad abbracciare sempre più una politica antifascista, ereditata dai suoi genitori. Negli anni del liceo, infatti, contribuisce a diffondere manifesti che invitano ad andare contro la dittatura fascista.

Finita la guerra, nel 1947, egli recide però ogni rapporto con la politica, concentrandosi unicamente sull’attività di letterato. Nei decenni successivi egli si occupa infatti non solo di dar vita alle sue prime opere come poeta ma anche di dar vita ad un laboratorio culturale divenuto celebre come quello di Castell’Arquato. Spostatosi poi a Roma negli anni Sessanta, inizia qui a lavorare anche in ambito teatrale insieme ad un altro celebre uomo di cultura quale Carmelo Bene. A Roma, però, Braibanti si avvale anche della collaborazione di Giovanni Sanfratello, un ragazzo appena ventenne affascinato dalla cultura del poeta e che si offre di aiutarlo nei suoi progetti.

Conosciutisi durante il laboratorio artistico di Castell’Arquato, i due decidono insieme di spostarsi a Roma, nonostante la contrarietà della famiglia di Giovanni, di natura profondamente conservatrice e fascista. Non sopportando la ribellione del figlio, il padre Ippolito il 12 ottobre 1964 presenta denuncia alla procura di Roma contro Braibanti con l’accusa di plagio. In pratica, Aldo Braibanti veniva accusato da Sanfratello di aver influenzato suo figlio e di avergli imposto le proprie visioni e i propri principi. In realtà, secondo gli storici, s’intendeva perseguire la relazione omosessuale dei due.

Il processo ad Aldo Braibanti

La denuncia nei confronti di Aldo Braibanti si riferiva in particolare all’articolo 603 del codice penale, il quale punisce con una reclusione da 5 ai 15 anni chiunque sottone un’altra persona al proprio volore in modo da ridurla in totale stato di soggezione. Mentre Braibanti veniva dunque portato in tribunale, Giovanni veniva invece letteralmente sequestrato dai suoi famigliari e trasferito per 15 mesi in un manicomio a Verona, dove subirà numerosi elettroshock. Nonostante ciò, quando sarà chiamato a testimoniare in tribunale, Giovanni difenderà il poeta, senza però ottenere risultati.

Ben più peso venne dato alle dichiarazioni di Piercarlo Toscani, un elettricista con cui Braibanti aveva avuto una relazione nei primi anni Sessanta. L’uomo accusò il poeta di averlo indottrinato politicamente e di avergli inculcato idee dannose. Il processo si concluse dopo quattro anni, nel 1968. Braibanti venne condannato a nove anni di reclusione, divenuti poi quattro. Di questi, due gli verranno però condonati in quanto Braibanti era stato partigiano della Resistenza.

Trentacinque anni dopo, in Emergenze, Aldo Braibanti dirà del processo: “quel processo, a cui mi sono sentito moralmente estraneo, mi è costato due nuovi anni di prigione, che però non sono serviti a ottenere quello che gli accusatori volevano, cioè distruggere completamente la presenza di un uomo della Resistenza, e libero pensatore, ma tanto disinserito dal mondo sociale da essere l’utile idiota adatto a una repressione emblematica. Purtroppo la colpevole superficialità di gran parte dei media ha cercato da allora di etichettarmi in modo talmente odioso che per reazione ho finito col chiudermi sempre più in un isolamento di protesta, fuori da ogni mercato culturale”

Aldo Braibanti Il Signore delle Formiche

Aldo Braibanti, dopo il processo

La condanna suscitò accese polemiche a livello internazionale. Dalla parte di Braibanti si schierarono i principali uomini di cultura, da Alberto Moravia a Pier Paolo Pasolini, e si evidenziò in particolare la profonda anomalia del reato contestato e della sua gestione da parte del sistema processuale italiano. Dal canto suo, Braibanti continuò la sua attività di poeta anche in prigione, componendo una raccolta dal titolo Le prigioni di stato. Uscito poi di prigione, egli riprende a suo modo attività culturali di vario tipo, mantenendo appunto sempre un profilo basso, tentende all’isolamento e lontano dalle logiche di mercato.

Gli ultimi anni di vita Aldo Braibanti li passa in miseria, con la sua storica casa romana che gli viene anche sfrattata. Egli tornerà dunque a Castell’Arquato, dove continuerà a vivere in ristrettezze economiche mentre cerca di portare a termine le sue ultime opere. Il 6 aprile del 2014, infine, all’età di 91 Braibanti muore. Il poeta aveva comunque avuto la soddisfazione di sopravvivere all’articolo che lo aveva condannato alla reclusione. Questo era infatti stato dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale con sentenza 96/1981.

Lo Schiaccianoci e il flauto magico: trailer del film d’animazione con la voce di Charlotte M

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Notorious Pictures ha diffuso il trailer del film d’animazione Lo schiaccianoci e il flauto magico, in arrivo al cinema. Il 3 novembre torna al cinema il grande classico “Lo Schiaccianoci” nella nuova versione animata Lo schiaccianoci e il flauto magico, con la voce della famosissima e talentuosa YouTuber/TikToker Charlotte M., diretto da Vikor Glukhusin e distribuito da Notorious Pictures.

La storia più romantica di sempre torna sul grande schermo in una nuova veste per tutta la famiglia. Ispirato al grande classico di Alexandre Dumas e con le celebri musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij, il film racconta la storia di Marie, una ragazza che ama danzare ed è molto affezionata ai suoi giocattoli.  Alla morte del padre, Marie esprime un desiderio e, come per magia, i suoi amici giocattoli prendono vita e scopre che il suo schiaccianoci è in realtà l’amato principe George. Inizia così un’avventura incredibile, tutta al femminile, piena di colpi di scena, fatta di divertenti peripezie, amore e tanta magia.

A dar la voce alla protagonista è la star del web Charlotte M., la giovanissima content creator e idolo dei suoi coetanei con un bacino digitale che supera il milione di follower. Charlotte M. debutta nel doppiaggio ma il suo talento artistico è molto ampio, è stata protagonista nell’editoria, nella musica ed è presente anche su Spotify. Scrittrice, personaggio dei fumetti, doppiatrice, cantante, Charlotte M. sarà anche la protagonista del film di Notorious Pictures in uscita nel 2023.

Black Panther: Wakanda Forever, il set LEGO svela la battaglia tra terra e mare

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È stato messo in commercio un nuovo set LEGO dedicato a Black Panther: Wakanda Forever, il sequel del film con Chadwick Boseman, che ne onorerà la memoria, continuando a raccontare la gloriosa storia del Wakanda. Nel set che potete vedere sull’account Instagram di 12 Angry Men, si può vedere come le Dora Milaje si preparino alla battaglia contro gli atlantidei, un assaggio di una grande battaglia tra terra e mare.

https://www.instagram.com/p/Cin51HtvKe9/?utm_source=ig_embed&ig_rid=899eb43d-db2e-4453-b98c-d0b0cb201199

Black Panther: Wakanda Forever, le storie che racconta il primo trailer

I dettagli ufficiali della trama sono ancora nascosti, ma ci è stato assicurato che il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.

Letitia Wright (Shuri), Angela Bassett (Ramonda), Lupita Nyong’o (Nakia), Danai Gurira (Okoye), Winston Duke (M’Baku) e Martin Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei rispettivi personaggi interpretati già nel primo film. L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain principale del sequel.

Martin Scorsese ha visto Pearl e ha faticato a addormentarsi

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Martin Scorsese dice che era così spaventato dopo aver visto Pearl, che ha avuto difficoltà ad addormentarsi. Uscito nelle sale americane lo scorso fine settimana, Pearl è un prequel di X – A sexy horror story.

Il film segue un gruppo di giovani filmmaker negli anni ’70 che tentavano di girare un film per adulti in una fattoria del Texas di proprietà di una donna anziana, Pearl, e suo marito, Howard. Sottotitolato in modo appropriato (in originale) An X-traordinary Origin Story, il nuovo film Pearl ora funge da storia d’origine, appunto, del personaggio dell’anziana assassina di X. Ambientato nel 1918, il film segue Pearl che si prende cura del padre malato sotto la sorveglianza della madre prepotente mentre sogna di diventare una star del cinema.

Dopo aver interpretato un’anziana Perla in X (così come la final girl Maxine), Mia Goth torna a guidare il cast del prequel nei panni di una versione giovane del personaggio del titolo insieme a David Corenswet, Tandi Wright, Matthew Sunderland ed Emma Jenkins-Purro in ruoli di supporto. Ti West torna anche per dirigere Pearl, che ha scritto insieme a Goth. Girati in segreto contemporaneamente, i due film saranno completati da MaxXxime, di cui abbiamo già visto un teaser trailer.

Pearl ha ricevuto un’ottima recensione dal leggendario regista Martin Scorsese. Nel suo commento al film pubblicato da Slash Film, Scorsese elogia il film horror definendolo “selvaggio, ipnotico, profondamente inquietante“. In effetti, il regista era così turbato che ha avuto difficoltà ad addormentarsi dopo averlo visto.

“Ero affascinato, poi turbato, poi così turbato che avevo difficoltà ad addormentarmi. Ma non ho potuto smettere di guardare.”

Leggi la recensione di Pearl

Daredevil: Born Again, Elden Henson tornerà nei panni di Foggy Nelson

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Inizialmente siamo stati portati a credere che l’imminente serie Disney+ di Daredevil: Born Again avrebbe completamente ignorato gli eventi dell’ormai defunto show Netflix, e anche se potrebbe essere ancora così (almeno dal punto di vista della trama), il progetto sta iniziando a sembrare sempre più simile a un riavvio graduale.

La star Charlie Cox ha recentemente confermato che Daredevil: Born Again sarà una cosa a sé stante e non dovrebbe essere visto come la “stagione 4 di Daredevil“, ma un nuovo capitolo ma oggi arriva la notizia che Matt Murdock si dovrebbe riunire a un volto familiare e amichevole rispetto ai suoi giorni trascorsi su Netflix.

Lo scooper Daniel Richtman – che ha un track record piuttosto solido con questo genere di cose – sta segnalando (tramite il suo Patreon) che Elden Henson sembra destinato a tornare nei panni di Foggy Nelson in Born Again. Foggy ha giocato un ruolo chiave nelle tre stagioni di Daredevil come il miglior amico e partner dell’Uomo senza paura, ed è una parte vitale dei fumetti, quindi non sorprende che il personaggio comparirà in questo spettacolo.

Se Henson sta davvero tornando, vuol dire che i Marvel Studios hanno chiaramente ritenuto inutile cambiare attore o personaggio quando sia Cox che Vincent D’Onofrio (Wilson Fisk) stanno riprendendo i rispettivi ruoli non avrebbe avuto molto senso. Questo significa che anche Deborah Ann Woll potrebbe tornare nei panni di Karen Page? Non abbiamo ancora sentito nulla su quel fronte, ma diremmo che ci sono buone possibilità. Daredevil: Born Again utilizzerà sicuramente alcuni elementi dell’omonimo arco narrativo della Marvel Comics, ma un adattamento completamente fedele di quella triste storia è altamente improbabile. Si spera che presto verranno annunciati alcuni dettagli ufficiali.

Daredevil: Born Again, cosa sappiamo sulla nuova serie tv

La nuova serie potrebbe basarsi sull’omonimo ciclo di fumetti pubblicato dalla Marvel Comics in Daredevil nn. 227-233 del 1986, scritto da Frank Miller e disegnato da David Mazzucchelli. È stato ripubblicato diverse volte in volume, anche in lingua italiana. Nel fumetto Karen Page ha venduto l’identità segreta del Diavolo di Hell’s Kitchen, e l’informazione è finita nelle mani di Kingpin. Matt Murdock ha toccato il fondo: fragile come non mai e in preda alla disperazione, riuscirà a trovare le forze per reagire? Amore, tradimento, disperazione e redenzione in un capolavoro assoluto della Nona Arte.

Daredevil: Born Again sarà scritto da Matt Corman e Chris Ord, coinvolti anche come produttori, i due hanno co-creato Covert Affairs, la serie con Piper Perabo e Christopher Gorham andata in onda per cinque stagioni, e hanno lavorato a show come The Enemy Within, The Brave e Containment.

Warner Bros. Discovery, David Zaslav ha problemi ben più grandi della ricerca di un capo della DC FILMS

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David Zaslav, recentemente nominato capo della Warner Bros. Discovery, spera ancora di trovare il suo uomo di fiducia “simile a Kevin Feige” per assumere il comando delle divisioni DC Films/TV e inaugurare una nuova era per i contenuti basati sulla DC Comics. La ricerca non sta andando bene, ma un nuovo rapporto indica che lo studio ha problemi ben più grandi. Infatti sembra che lo studio sia fortemente indebitato e potrebbe presto avere problemi più grandi da affrontare.

Secondo THR, WBD è ancora “alle prese con quel pesante carico di debito e con lo scetticismo degli investitori”, con preoccupazioni sollevate sullo stile di leadership di Zaslav. Sebbene nessuna trattativa possa avvenire fino ad aprile 2024, molti addetti ai lavori ritengono che un altro accordo di fusione sia inevitabile e Brian Roberts di Comcast sembra il candidato più probabile a proporre di combinare NBCUniversal e Warner Bros. Discovery.

Sebbene dopo la fusione Disney/FOX nulla ormai è scolpito nella pietra nel mondo attuale, un’altra fusione e un’ulteriore ristrutturazione della società getterebbero ovviamente nel caos il “piano decennale” proposto da Zaslav per il DCEU. Per quanto riguarda la DC FILMS, sembra che Zaslav abbia avuto così tanti problemi a ricoprire la posizione perché la prospettiva di competere con i Marvel Studios e sviluppare un universo cinematografico/TV condiviso reale e coeso è visto come un compito quasi impossibile dato lo stato attuale delle il DCEU.

“Zaslav non sa quello che non sa”, ha detto al trade un importante rappresentante di talenti. “È spaventoso. E sarai sempre paragonato alla Marvel. È ingiusto. Quando venivano giudicati, funzionava. È l’esatto opposto alla Warner. È duro tutto intorno. Chi diavolo [cazzo] vorrebbe quel lavoro?”

Allo stato attuale delle cose, sembra probabile che i capi divisione ad interim Michael De Luca e Pam Abdy “finiranno per gestire la cosa per impostazione predefinita”. Si dice che la coppia sia “in ottimi rapporti con i talenti, e con una leadership netta, il che rappresenterebbe un grande miglioramento rispetto a quando lo studio sedeva sotto AT&T e Jason Kilar”, quindi questa potrebbe essere la migliore opzione di Zaslav, a condizione che possa convincerli ad accettare ufficialmente il lavoro!

Avatar, James Cameron usò il successo di Titanic per zittire la 20th Century Fox

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In una nuova intervista al New York Times, James Cameron ricorda di non essere andato troppo d’accordo con la 20th Century Fox su diversi aspetti di Avatar, durante la produzione del film campione d’incassi.

Due dei punti su cui lo studio, ora assorbito da Disney, voleva fare la voce grossa con Cameron, erano la durata complessiva del film e la lunghezza delle scene di volo. Nonostante le reazioni positive delle proiezioni di prova, lo studio era fermamente convinto che fossero necessario fare più rifiniture e tagli, il che ha portato Cameron a puntare i piedi e ricordare ai dirigenti che il successo del Titanic ha essenzialmente pagato il costoso nuovo edificio in cui si stavano incontrando.

“Quando ho realizzato Avatar, mi sono scontrato con la Fox su due punti. Ad esempio, lo studio riteneva che il film dovesse essere più breve e che c’erano troppe scene di volo a cavallo degli ikran, quelli che noi chiamiamo banshee. Bene, si scopre che quelle sono le scene che il pubblico ha amato di più, in termini di exit polling e raccolta di dati (in occasione delle proiezioni di prova). E quello è stato un punto su cui ho tracciato una linea sulla sabbia, puntando i piedi e dicendo: ‘Sapete cosa? Ho realizzato “Titanic”. Hai presente questo edificio in cui ci stiamo incontrando in questo momento, questo nuovo complesso da mezzo miliardo di dollari nel tuo lotto? Titanic ha pagato per questo, quindi posso fare ciò che voglio.'”

Avatar è poi uscito secondo il volere di James Cameron e tutto il mondo è grato per questo. E mentre il film arriverà di nuovo al cinema il 22 settembre, il 14 dicembre vedremo in sala finalmente Avatar: la via dell’acqua.

Avatar: la via dell’acqua, il produttore Jon Landau racconta il ritorno su Pandora

Batman: tutti gli interpreti del personaggio immaginati come Joker

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L’artista Marc Rienzo immagina tutti gli interpreti di Batman con il volto di Joker. Con Robert Pattinson che per ultimo in ordine di tempo si è aggiunto all’illustre gruppo di attori che interpretano il Crociato di Gotham, il personaggio ha avuto moltissime incarnazioni sul grande e piccolo schermo, e adesso tutti hanno subito un make over alla Joker.

Nel corso degli anni, quasi tutte le versioni live-action di Batman hanno dovuto combattere una versione del Joker. Barry Keoghan è stato presentato come Il Clown principe del Crimine in una breve scena verso la fine di The Batman, mentre Ben Affleck ha recentemente condiviso lo schermo con il Joker di Jared Leto nella Snyder Cut di Justice League. Ma una delle interpretazioni più iconiche del personaggio è stata quella di Jack Nicholson in Batman di Tim Burton, con Michael Keaton. Tuttavia, cosa sarebbe successo se tutti gli attori di Batman fossero stati scelti per il ruolo di Joker?

Questo è ciò che l’artista Marc Rienzo ha immaginato. Adam West, Michael Keaton, Val Kilmer, George Clooney, Christian Bale, Ben Affleck e Robert Pattinson sono stati ora reinterpretati come varianti della nemesi di Batman. È come se Bruce Wayne fosse caduto in una vasca di acido e fosse diventato il Joker invece di cadere in una Batcaverna per diventare il Crociato Incappucciato.

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Avatar: la via dell’acqua, il produttore Jon Landau racconta il ritorno su Pandora

“Perché le persone vanno al cinema? Per fuggire dalla realtà e credetemi, non c’è nessuno mondo più bello di Pandora in cui rifugiarsi!” Dice così Jon Landau, produttore e storico collaboratore di James Cameron, alla presentazione alla stampa di alcune scene di Avatar: la via dell’acqua, in arrivo nelle nostre sale il 14 dicembre (mentre il 22 settembre tornerà in sala Avatar!).

Un sequel che è arrivato dopo tantissimo tempo, in parte rallentato da una serie di vicende legate alla fusione Disney-Fox, o come la pandemia, attualmente (forse) agli sgoccioli, ma in parte anche a causa di Cameron stesso, “un esploratore” come lo definisce Landau, che prima di mettersi all’opera su un film, e in questo caso sul progetto di quattro sequel di Avatar, ha studiato, ricercato, lavorato senza sosta per ottenere gli strumenti adatti a portare sullo schermo esattamente quello che voleva. Perché lui è un pioniere che “ha sempre spinto il linguaggio e il progresso cinematografico, aprendo la strada per altri registi. Ad esempio ha scritto quella scena di The Abyss perché voleva fare Terminator 2. Lui ha spinto il progresso in avanti, lo ha fatto con Avatar e mi auguro succederà anche con Avatar: la via dell’acqua.”

Una famiglia di mezzo-sangue in cerca di un posto nel mondo

Ma di cosa parla Avatar: la via dell’acqua? Landau la descrive come una storia di famiglia, di senso di appartenenza e della ricerca del proprio posto nel mondo. Come il primo film era una ri-narrazione del mito di conquista americano, anche questa seconda avventura tra mari e cieli di Pandora pone lo spettatore davanti a temi universali, condizioni condivise. La famiglia che Jake e Neytiri hanno costruito negli anni è mezzo-sangue, diversa, rappresenta un’eccezione e una diversità e deve trovare un nuovo posto, una nuova tribù, per potersi salvare. Cercano rifugio presso un’altra tribù di Na’vi e soprattutto i personaggio più giovani saranno incuriositi dalle novità ma saranno anche i più determinati a cercare un posto che possano definire casa. “Sono di razza mista, e per loro la vita è più difficile, anche se vivono in una famiglia piena d’amore” dichiara Jon Landau.

(L-R): Jake Sully and Neytiri in 20th Century Studios’ AVATAR: THE WAY OF WATER. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2022 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Ma naturalmente, trattandosi anche di un prodigio della tecnica, la più grande difficoltà nella realizzazione di Avatar: la via dell’acqua è stata proprio nella resa visiva. “Mettere in piedi quattro film in uno, scrivere quattro sceneggiature è stato davvero difficile, ma non volevamo cominciare senza avere il quadro chiaro di ciò che avremmo dovuto girare in tutti i film e di ciò che gli attori avrebbero dovuto affrontare. L’ostacolo più grande è stata sicuramente realizzare la performance capture sott’acqua. Non si trattava solo di imparare ad andare in apnea per gli attori, si trattava di recitare in quelle condizioni e di rendere tutto credibile. Abbiamo dovuto inventare gli strumenti per poter realizzare le scene.”

Torneranno le note di James Horner

Non si può dire nulla delle scene di Avatar: la via dell’acqua che sono state mostrate, ma non è un segreto che nel film ci saranno scene subacquee e che la colonna sonora sarà composta da Simon Franglen. Tuttavia il trailer ci ha fatto riascoltare in maniera inequivocabile che i grandi temi musicali composti dal compianto James Horner per il primo film saranno utilizzati.La scomparsa di James Horner è stata una perdita tremenda. Ricordo benissimo il momento in cui ho appreso la notizia, è stato uno di quei momenti che ti restano impressi. Tuttavia Simon Franglen che compone la colonna sonora di Avatar: la via dell’acqua faceva già parte della squadra, anche all’epoca di Titanic, e quindi ha raccolto il testimone e ha realizzato un lavoro incredibile. È riuscito ad abbracciare e fare sua la filosofia che Horner aveva seguito nel primo film: coniugare le sonorità naturali ai suoni emessi dagli strumenti di un’orchestra.”

Nel 2009, Avatar fu uno dei primi film a uscire in 3D nativo, una tecnica costosa che non ha avuto grande seguito nel cinema di blockbuster, ma che secondo Landau non è certo una tecnica che migliora il film a cui viene applicata: “Il 3D non migliore i film, ne accentua le caratteristiche, quindi applicandolo ad un film bello, si ottiene un bel risultato, ma applicato a un film brutto diventa un disastro. Dopo Avatar l’impressione era che tutti i film dovessero essere fatti in 3D, ma abbiamo visto che non è sempre stata una buona idea. Ci sono state delle eccezioni, come gli ottimi Hugo e Vita di Pi, che io ho amato, ma la tecnica in sé non ha avuto fortuna proprio perché non basta a migliorare un film, anzi!”

(L-R): Kiri and Sigourney Weaver as Dr. Grace Augustine in 20th Century Studios’ AVATAR: THE WAY OF WATER. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2022 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Avatar: la via dell’acqua sarà in 3D

C’è anche da aggiungere che il 3D non sempre viene sostenuto da sale che sono all’altezza dell’esperienza. Sarà capitato a tutti, nell’ultimo decenni, di andare a vedere un film in 3D al cinema e trovarsi davanti a uno schermo buio. Non sempre è colpa del film stesso, ma qualche volta sono anche le sale che non hanno i mezzi per proiettare al meglio il film. Secondo Landau “il cinema si salverà, nel post-pandemia, perché offre un’esperienza che nessun divano di casa può replicare, ed è per questo che film come Spider-Man: No Way Home o Top Gun: Maverick hanno incassato tanto, perché quando il prodotto proposto è buono, il pubblico apprezza. Già nel 1983 il New York Times diceva che l’intrattenimento del cinema sarebbe stato spostato nelle case, la proposta di esperienze come Avatar: la via dell’acqua unitamente all’adeguatezza delle sale, porteranno le persone al cinema.”

Il messaggio ambientalista

Ma qual è il messaggio più importante del film? Secondo Jon Landau non c’è dubbio: “Spero che quando le persone usciranno dalla sala, saranno in grado di guardare il mondo con occhi diversi. Quando si trasmettono messaggi importanti nei film non si deve fare una predica, perché si attirerebbe l’attenzione solo di chi già è dalla tua parte, bisogna essere provocatori. È quello che abbiamo provato a fare. Anche la nostra produzione è stata green, per quanto possibile, il set era privo di plastica e anche l’energia era green, abbiamo lavorato con macchinari a energia solare. Non serve promuovere la tutela dell’ambiente e non fare il primo passo. Spero che il film apra gli occhi alle persone sulla tutela dell’ambiente, che è anche quello che ha fatto anche il primo film. Avatar si apre e si chiude con Jake Sully che apre gli occhi.”

E noi, come Jake Sully, non vediamo l’ora di aprire di nuovo gli occhi sugli infiniti mondi di Pandora, in Avatar: la via dell’acqua, dal 14 dicembre, al cinema.

Woody Allen smentisce le voci sul suo ritiro

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Woody Allen si è affrettato a smentire le voci sul suo ritiro emerse da un’intervista rilasciata a una rivista spagnola, in cui ha detto che il suo prossimo film sarebbe stato l’ultimo. Il regista 86enne ha rilasciato una dichiarazione per chiarire cosa intendesse, dicendo:

“Woody Allen non ha mai detto che sarebbe andato in pensione, non ha detto che stava scrivendo un altro romanzo. Ha detto che stava pensando di non fare film poiché fare film che vanno direttamente o molto rapidamente su piattaforme di streaming non è così divertente per lui, poiché è un grande amante dell’esperienza cinematografica. Attualmente, non ha intenzione di ritirarsi ed è molto entusiasta di essere a Parigi per girare il suo nuovo film, che sarà il 50°”.

La confusione sembra essere stata generata da un’intervista rilasciata da Allen a La Vanguardia all’inizio delle riprese di Wasp 22, film che sarà girato in Europa, in cui diceva: “La mia idea, in linea di principio, è quella di non fare più film e concentrarmi sulla scrittura”. Aggiungendo che il suo prossimo progetto sarebbe stato un romanzo.

Questa non è la prima volta che Allen discute di fare un passo indietro dal mondo del cinema. In una conversazione con Alec Baldwin trasmessa in live streaming su Instagram a giugno, Allen ha detto che intende dirigere “uno o due altri” film, ma ha anche detto che “il brivido è andato” a causa del declino dell’esperienza in sala.

Francesca Chillemi: 10 cose che non sai sull’attrice

Divenuta celebre dopo aver vinto il concorso Miss Italia, Francesca Chillemi ha nel tempo dimostrato non solo di essere una donna ricca di fascino, ma anche di talento. Sono infatti molti i ruoli, cinematografici e televisivi, con cui si è distinta nel mondo della recitazione, svolgendo dunque con sempre più costanza il ruolo di attrice e ricoprendo anche importanti ruoli da protagonista.

Ecco 10 cose che non sai di Francesca Chillemi.

Francesca Chillemi: i suoi film e le serie TV

1. È nota per diverse serie TV. Il suo primo ruolo da attrice la Chillemi lo ottiene per la fiction Un medico in famiglia, recitando nel ruolo di Costanza in due episodi della quarta stagione. Interpreta poi dal 2007 al 2008 il personaggio di Laura Flestero in Carabinieri, mentre sempre nel 2008 è Teresa Sciacca nell’episodio La luna di carta di Il commissario Montalbano, con Luca Zingaretti. Negli anni ha poi recitato nelle serie Squadra antimafia – Palermo oggi (2010), Sposami (2012) e Che Dio ci aiuti (2011-2021), ricoprendo qui i panni di Azzurra Leonardi per ben 112 episodi, recitando accanto ad Elena Sofia Ricci. Nel 2021 recita invece in Leonardo e Glow & Darkness (2021). Nel 2022 è invece protagonista della fiction Viola come il mare.

2. Ha recitato anche in diversi film. L’attrice ha debuttato sul grande schermo nel 2009, recitando nell’episodio Gaymers del film Feisbum – Il film. Nello stesso anno ha avuto un ruolo di maggior rilievo nel film campione d’incassi Cado dalle nubi, con Checco Zalone. È tornata poi sul grande schermo con Natale da chef (2017) e poi nuovamente in Reefa, Una relazione, con Guido Caprino, e Anima bella, tutti e tre del 2021.

Francesca Chillemi e Can Yaman

3. Sono i protagonisti di una nuova fiction. Dal settembre del 2022 l’attrice torna sul piccolo schermo con la fiction Viola come il mare, in onda su Canale 5. Basata sul romanzo Conosci l’estate? di Simona Tanzini, in essa la Chillemi recita nei panni di Viola Vitale, una giornalista alla ricerca del padre mai conosciuto. Mentre lavora per la cronaca neraa, farà la conoscenza dell’ispettore Francesco Demir, interpretato dall’attore Can Yaman, finendo con il lavorare fianco a fianco con lui.

4. Hanno presentato insieme la fiction a Venezia. Nel corso del Festival del Cinema di Venezia i due attori hanno avuto modo di presentare in anteprima la fiction Viola come il mare, sfilando insieme sul red carpet. La loro presenza ha mandato in estasi i loro fan, che non hanno mancato di notare come i due abbiamo scelto di presentarsi con abiti semplici ma eleganti e soprattuto abbinati tra loro.

Francesca Chillemi Can Yaman

Francesca Chillemi: il marito e la figlia

5. È fidanzata con un imprenditore. Dal 2015 la Chillemi ha una relazione con Stefano Rosso, imprenditore e dirigente sportivo italiano, figlio del noto Renzo Rosso. Inizialmente attivo nel campo della moda, essendo cofondatore e CEO di D-Cave e membro del consiglio di OTB Group, dal 2018 egli è anche presidente del club calcistico L. R. Vicenza.

6. Ha avuto una figlia. Dalla sua relazione con Stefano Rosso, l’attrice ha dato alla luce nel 2016 una figlia, di nome Rania. In più occasioni la Chillemi ha raccontato di quanto la figlia sia importantissima per lei e di come l’abbia messa davanti ad una crescita importante. L’attrice cerca però di essere anche protettiva nei confronti della figlia, evitando che venga esposta in modo eccessivo ai media.

Francesca Chillemi è su Instagram

7. Ha un profilo sul celebre social network. L’attrice possiede un proprio profilo con tanto di spunta blu sul celebre social network Instagram. Qui vanta ad oggi un totale di 1.2 milioni di followers e con i suoi oltre 800 post è solita condividere con i fan scatti dei progetti a cui ha partecipato come attrice e modella, ma anche foto che la ritraggono durante eventi di gala e premiere in giro per il mondo. Diverse sono però anche le immagini legate alla sua vita quotidiana, tra amici e famiglia. Seguendola si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

Francesca Chillemi Instagram

Francesca Chillemi ha vinto Miss Italia

8. È stata eletta Miss Italia. Nel 2003, all’età di appena 18 anni, Francesca Chillemi viene eletta Miss Italia, ricevendo la corona dalla celebre attrice Claudia Cardinale. Grazie a quella vittoria, la Chillemi intraprende una carriera da modella, approdando poi alla recitazione e distinguendosi per il suo talento.

9. Ha completato gli studi. Dopo aver vinto il celebre concorso di bellezza, la Chillemi non si è però gettata subito tra le braccia della celebrità, preferendo tornare prima in Silicia, sua regione di nascita, per terminare gli studi. Qui consegue infatti il diploma al liceo classico. Solo dopo aver ottenuto ciò, nel 2004 ha iniziato a lavorare come modella e attrice, distinguendosi in entrambi i campi.

Francesca Chillemi: età e altezza dell’attrice

10. Francesca Chillemi è nata a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, il 25 luglio del 1985. L’attrice è alta complessivamente 1.71 metri.

Fonte: IMDb

Il mio nome è vendetta: teaser del film Netflix con Alessandro Gassmann

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Il primo teaser ufficiale di Il mio nome è vendetta, il film diretto da Cosimo Gomez, prodotto da Colorado Film, in arrivo solo su Netflix dal 30 novembre, svela il protagonista Alessandro Gassmann in una veste inedita e sorprendente: quella di Santo, un ex sicario della criminalità organizzata, che dopo aver vissuto nell’ombra per anni in una tranquilla cittadina del Trentino-Alto Adige, è alla ricerca di vendetta insieme alla figlia Sofia, interpretata da Ginevra Francesconi.

La trama di Il mio nome è vendetta

Sofia è una tranquilla teenager che passa il suo tempo tra partite di hockey, di cui è campionessa, e lezioni di guida off-road. Fino al momento in cui, disobbedendo a Santo, suo padre, lo fotografa di nascosto e pubblica la sua foto su Instagram. Il piccolo post è sufficiente a cambiare le loro vite per sempre. Seguendo la traccia informatica, due criminali entrano nella loro casa e uccidono barbaramente la madre e lo zio di Sofia, dando vita a un regolamento di conti covato per quasi vent’anni. Sofia scoprirà che la verità le è sempre stata taciuta e che Santo nasconde un oscuro passato di affiliato alla N’drangheta. Non senza conflitto, Sofia abbraccerà un’eredità fatta di furia e violenza e si alleerà con il padre per cercare una spietata vendetta.

Il film è prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai per Colorado Film, e vede nel cast anche Alessio Praticò, Francesco Villano, Mauro Lamanna e Remo Girone.

  • Regia: Cosimo Gomez
  • Soggetto: Sandrone Dazieri, Cosimo Gomez, Franco Fraternale, Fabio Guaglione
  • Sceneggiatura: Sandrone Dazieri, Cosimo Gomez, Andrea Nobile
  • Produttori: Maurizio Totti, Alessandro Usai, Iginio Straffi
  • Produttore esecutivo: Roberto Amoroso
  • Prodotto da: Colorado Film
  • Cast:  Alessandro Gassmann, Ginevra Francesconi, Alessio Praticò, Francesco Villano, Gabriele Falsetta, Marcello Mazzarella, Mauro Lamanna, Sinja Diecks, Luca Zamperoni
    e con Remo Girone

UCI Showville Bari e UCI Luxe Maximo: arriva la cantante Elodie

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Il 23 settembre alle ore 21:30 a UCI Showville Bari, la cantante Elodie, protagonista di Ti Mangio il Cuore, assieme al regista Pippo Mezzapesa, saluterà gli spettatori presenti alla proiezione del film, distribuito da 01 Distribution e in uscita nelle sale il 22 settembre. Il 24 settembre alle ore 18:30 a UCI Luxe Maximo (Roma) Elodie sarà invece accompagnata da parte del cast.

Per Elodie Ti Mangio il Cuore rappresenta la seconda esperienza cinematografica. La cantante approda di nuovo sul grande schermo dopo essere stata tra le protagoniste assolute dell’estate musicale 2022, ottenendo due Premi Singolo Multiplatino e il Premio EarOne ai Tim Music Awards. Pippo Mezzapesa, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano, ha iniziato la sua carriera con i cortometraggi, vincendo il David di Donatello 2004 per Zinanà. Con quest’opera porta sul grande schermo una grande e tragica storia d’amore, tratta dall’omonimo libro d’inchiesta scritto da Giuliano Foschini e Carlo Bonini.

Ti mangio il cuore è ambientato in Puglia, in un promontorio del Gargano arso dal sole e dall’odio, conteso da criminali che sembrano venire da un tempo remoto governato dalla legge del più forte. Una terra arcaica da far west, in cui il sangue si lava col sangue. A riaccendere un’antica faida tra due famiglie rivali è un amore proibito: quello tra Andrea, riluttante erede dei Malatesta, e Marilena, bellissima moglie del boss dei Camporeale. Una passione fatale che riporta i clan in guerra. Ma Marilena, esiliata dai Camporeale e prigioniera dei Malatesta, contesa e oltraggiata, si opporrà con forza di madre a un destino già scritto.

È possibile acquistare i biglietti presso le casse di UCI Showville Bari e UCI Luxe Maximo, tramite App gratuita di UCI Cinemas per dispositivi Apple e Android e sul sito www.ucicinemas.it. I biglietti paper-less acquistati tramite App e i biglietti elettronici acquistati tramite sito danno la possibilità di evitare la fila alle casse con –FILA+FILM. Il pubblico può comunque acquistare i biglietti anche tramite il call center (892.960) e le biglietterie automatiche self-service presenti sul posto. Per maggiori informazioni visitare il sito www.ucicinemas.it o la pagina ufficiale di Facebook di UCI Cinemas all’indirizzo: www.facebook.com/ucicinemasitalia. In alternativa contattare il call center al numero 892.960.

Una mamma all’improvviso: iniziate le riprese del film tv con Giulia Bevilacqua

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Sono iniziate la scorsa settimana a Roma le riprese del nuovo film tv in due episodi dal titolo Una mamma all’improvviso. Una nuova produzione Sunshine Production di Bruno Frustaci e Alessandro Carpigo. I due episodi da 90’ ciascuno, diretti da Claudio Norza e scritti da Luca Biglione, saranno prossimamente in onda sulle Reti Mediaset.

Una mamma all’improvviso, interpretato da Giulia Bevilacqua, Simone Corrente, Elena Cucci, Raniero Monaco di Lapio, Margareth Madè, Dino Abbrescia, Crisula Stafida, Alice Maselli, Enzo De Caro e Cecilia Dazzi, è un progetto che si sviluppa in due parti e racconta la storia di un travagliato e inedito rapporto tra madre e figlia. Insieme affronteranno in maniera inusuale le problematiche e l’inevitabile amore che le lega attorniate da una comunità di provincia, “una famiglia allargata” dove l’amicizia a volte è più importante del rapporto di sangue…

La trama del film

Protagoniste principali di questi film sono una madre e una figlia. CLAUDIA (Giulia Bevilacqua), giovane madre, donna piacevole ed affascinante poco più che trentacinquenne, si risveglia da un coma lungo 17 anni. Dopo essersi ripresa tra mille smarrimenti, continua la sua vita da adolescente come se non si fosse mai interrotta. I suoi atteggiamenti turbano non poco invece, la vera adolescente di questa storia, Michela (Alice Maselli), detta Miky, che ha vissuto fino ad ora senza la madre già in coma dal momento della sua nascita. Michela vive appieno la sua adolescenza ma dimostra nei pensieri qualche anno in più. La sua famiglia sono stati i nonni e la comunità degli amici di un tempo della madre che l’hanno accudita come fosse figlia loro.

Gli altri protagonisti sono: Nino (Enzo De Caro), il nonno di Miky che, rimasto vedovo, ha vissuto sperando ogni giorno in un “risveglio“  della figlia.  Il gruppo di amici del liceo ormai cresciuti, come Giuliano (Simone Corrente), insegnante idealista, che ha sempre avuto un debole per Claudia ma che presto sposerà Vittoria (Margareth Madè), bella donna, precisina e impeccabile. C’è poi la coppia formata da Stefano (Raniero Monaco Di Lapio), prestante Prof. di educazione fisica e dall’affascinante Fiorenza (Elena Cucci). Attorno a loro ci sono gli altri, i compagni di scuola di Miky, gli amici minori di Claudia, i presunti, i possibili papà di Miky… Il dottor Benpieri (Dino Abbrescia) è, invece, il dottore che ha seguito Claudia negli anni del coma. Aiutato dalla sua amante Virginia (Crisula Stafida), cerca di approfittarsi del miracoloso “rispetto” di Claudia per farsi riconoscere meriti scientifici che assolutamente non ha. Virginia, infermiera svampita e sognatrice, attende da anni il giorno in cui “il suo luminare” si liberi dalla ingombrante moglie, Anna (Cecilia Dazzi), ora più pericolosa che mai: in quanto psichiatra di Claudia rischia di scoprire, nascosti nel cervello della paziente, certi imbarazzanti segreti su Benpieri…

Memory, recensione del film con Liam Neeson

Memory è un thriller d’azione diretto da Martin Campbell (Casino Royale, La maschera di Zorro) con Liam Neeson protagonista e remake del film belga Memoria di un assassino (Erik Van Looy, 2003). La sceneggiatura del film del 2022 è scritta da Dario Scardapane (Trauma, The Punisher), adattando il precedente lavoro di Carl Joos e Erik Van Looy, a sua volta ispirato al romanzo “De Zaak Alzheimer” di Jef Geeraerts. Il film arriverà nelle sale italiane il 15 settembre.

Memory: Liam Neeson ci riprova

Liam Neeson sta invecchiando. L’attore compirà 70 anni quest’anno eppure continua a recitare in thriller d’azione in cui lo percepiamo notevolmente più disorientato rispetto ai tempi in cui interpretava Bryan Mills nella trilogia di Revenge. I suoi lineamenti e la sua voce sono ancora carisma allo stato puro, ma nell’ultimo decennio è caduto in una spirale che lo ha portato a partecipare a film che non hanno ottenuto un riscontro particolarmente favorevole tra gli spettatori. Con Memory di Martin Campbell, l’attore cerca di riprendersi l’attenzione dei fan gettandosi a capofitto in un film che parte da un’idea molto solida ma che si spegne prima che questa venga sfruttata appieno.

Alex Lewis è un assassino professionista di grande reputazione e discrezione. Quando si rifiuta di portare a termine un lavoro che viola il suo codice morale, deve rapidamente dare la caccia e uccidere le persone che lo hanno assunto prima che queste e l’agente dell’FBI Vincent Serra (Guy Pearce) lo trovino. Alex è fatto per la vendetta, ma, con la memoria che comincia a vacillare, è costretto a mettere in discussione ogni sua azione, confondendo il confine tra giusto e sbagliato.

Liam Neeson in Memory

Il potere che tutto muove

Dal tono visivamente sobrio, la storia di Memory si svolge vicino al confine messicano. Vengono esplorati l’immigrazione clandestina e lo sfruttamento sessuale dei minori, il tutto in un contesto di corruzione politica, denaro sporco e pratiche illecite da parte dei potenti, che ha contaminato persino le autorità considerate inscalfibili.

Uno dei più interessanti dibattiti interni a Memory verte attorno a come l’applicazione della legge non garantisca sempre la giustizia. Il sicario ha le idee chiare sul suo percorso verso la giustizia, ma i poliziotti si muovono in una zona grigia e in maniera esitante, anche se vediamo alcuni di loro strappare confessioni, indagare al di fuori degli ordini impartiti dai loro superiori, o commettere crimini per assicurare alla giustizia coloro che non sono stati imprigionati dai tribunali. La linea di demarcazione tra cattivi e buoni, o tra sicari e poliziotti, è sfumata al punto da confondere i termini. Senza essere troppo originale, possiamo dire che Memory apre una riflessione necessaria su un tema sempre caldo e che forse avrebbe potuto essere esplorato con più vigore.

Tuttavia, Memory risulta un miscuglio di generi mal sviluppato, in cui la trama dell’assassino si interconnette con quella dei poliziotti che cercano di risolvere un caso impossibile e si chiedono se, forse, la giustizia li ha delusi e uccidere persone a bruciapelo è una possibilità valida. Ci troviamo di fronte a due trame in una, ma nessuna delle due particolarmente interessante. Le premesse da thriller ci sono tutte, ma Memory livella fin troppo l’incedere tensivo, molte storyline trovano una conclusione solo tramite deus ex machina e facciamo la conoscenza di molteplici personaggi assolutamente non di spessore.

Guy Pearce in Memory

La sceneggiatura è l’anello più debole di Memory

I punti di forza del film sono sicuramente le performance: partiamo da Liam Neeson, che rimane sempre e comunque un ottimo attore, ma menzione d’onore va a Monica Bellucci, che si diverte come non mai nel ruolo di un’oscura cattiva. Memory cerca inoltre di avventurarsi in territori rischiosi – come quello della pedofilia e del traffico di minori – trame potenzialmente al cardiopalma che, tuttavia, smorzano il resto di un film che non vuole né sorprendere né generare colpi di scena, siano essi stilistici o narrativi.

Sfortunatamente, Campbell sembra pervaso dalla necessità di rivolgersi a un pubblico generico che non deve essere costretto a riflettere troppo. Non deve essere messo a disagio o disturbato, e così la parte più oscura della storia, che riguarda appunto la prostituzione minorile, viene affrontata in modo inconsistente e all’interno dei canoni del convenzionale intrigo criminale. Ciò significa che non si addentra nella zona più fangosa delle questioni spinose che l’abuso di potere comporta, della prevaricazione sessuale o delle perversioni insite nella condizione umana.

Martin Campbell fa un ottimo lavoro di regia, che brilla in scene ben costruite come quella delle chiavi dell’auto. È in questi momenti che la suspense funziona, ma purtroppo la sceneggiatura di Dario Scardapane è troppo prevedibile. Dopo un inizio promettente, il film si perde in sequenze che rallentano il ritmo e lasciano prevalere il disinteresse. Non aiuta nemmeno il fatto che il personaggio di Liam Neeson sia ancora una volta un uomo tormentato dal suo passato che vive il presente con la demotivazione di sapere di essere condannato a una morte lenta e agonizzante, questa volta offuscata dall’inevitabile progressione della sua malattia mentale.

Memory conserve molte reminiscenze dei ruoli che Liam Neeson ha interpretato nel corso della sua lunga carriera ma quello di Alex Lewis, probabilmente, si pone come uno dei più dimenticabili.

House of the Dragon 1×05 è l’ultima volta in cui abbiamo visto le giovani Rhaenyra e Alicent?

Attenzione: l’articolo contiene SPOILER su House of the Dragon, stagione 1, episodio 5, “We Light The Way”.

L’episodio 5 della stagione 1 di House of the Dragon  della HBO potrebbe essere stata l’ultima volta in cui gli spettatori hanno visto Rhaenyra e Alicent, interpretate da Milly Alcock e Emily Carey. L’amicizia-rivalità tra Rhaenyra e Alicent è al centro della storia di House of the Dragon, esplorando come le due si trovino sempre più spesso su fronti opposti nel periodo che precede la guerra civile Targaryen, la Danza dei Draghi. Questa scissione viene mostrata sullo schermo nel suo sviluppo temporale con diverse attrici che interpretano i due personaggi: saranno infatti Olivia Cooke ed Emma D’Arcy ad assumere i ruoli dopo le due giovani Alcock e Carey.

Abbandonare queste versioni dei personaggi non è un’impresa facile per gli spettatori della serie, perché Alcock e Carey hanno offerto delle performance brillanti nei loro ruoli, aggiungendo ancora più profondità ai personaggi del libro Fuoco e sangue di George R.R. Martin, rendendoli tanto simpatici quanto complessi. Tuttavia, sapevamo fin dalla messa in onda della prima stagione della serie che più attori avrebbero interpretato gli stessi personaggi, seguendo la loro crescita e sviluppo nel tempo, cosa che, a quanto pare, sta per accadere.

Sì, l’episodio 5 della stagione 1 di House of the Dragon è l’ultimo in cui vedremo la Rhaenyra della Alcock e l’Alicent della Carey, almeno per ora. In precedenza era stato rivelato che la sostituzione di queste due attrici sarebbe avvenuta a metà della stagione, con un salto temporale di 10 anni che avrebbe giustificato il passaggio; essendo arrivati al quinto episodio e mancandone ancora cinque, sembra che il momento sia arrivato. Inoltre, Alcock e Carey figurano nel cast della serie solo fino all’episodio 5 su IMDb, mentre D’Arcy e Cooke dall’episodio 6 al 10. Attualmente, l’episodio 5 della stagione 1 è l’ultima occasione in cui le giovani attrici Rhaenyra e Alicent appariranno in House of the Dragon, anche se questo non significa che un loro ritorno sia escluso a priori, nonostante non ci siano notizie ufficiali in merito.

Come la Rhaenyra di Alcock e l’Alicent di Carey potrebbero tornare in House of The Dragon

rhaenyra targaryen alicent hightowerCi sono un paio di modi in cui la Rhaenyra di Alcock e l’Alicent di Carey potrebbero tornare in House of the Dragon. Per cominciare, sono state eliminate alcune scene di Rhaenyra e Alicent, che avrebbero mostrato la coppia durante la preparazione del matrimonio di Alicent con Viserys (che la serie ha invece ignorato). È possibile che queste scene, avendo la certezza che sono state girate, possano essere utilizzate più avanti nella stagione come flashback, evidenziando quanto siano cambiati i personaggi.

Allo stesso modo, visto che gran parte della storia di House of the Dragon è incentrata su Rhaenyra e Alicent – e che le due sono destinate a rimanere separate per gran parte della stagione dopo che la prima lascia Approdo del Re – riportare le attrici più giovani per dei flashback o delle sequenze oniriche nella seconda stagione sarebbe efficace anche per esplorare il loro rapporto e le crescenti differenze. La Alcock ha confermato che “ci sono state delle conversazioni” sulla seconda stagione della serie, che riguarderebbero l’inclusione delle giovani Rhaenyra e Alicent, ma che, anche se le “piacerebbe” tornare, non ha idea se ciò avverrà.

Cosa faranno Milly Alcock ed Emily Carey dopo House of The Dragon

House of the Dragon Rhaenyr Targaryen Alicent HightowerMilly AlcockEmily Carey hanno un gran numero di progetti in programma per il futuro. La Alcock apparirà nella seconda stagione di Upright, una serie televisiva australiana di cui ha fatto parte anche nella prima stagione, e nel cortometraggio Furlough. Carey farà poi parte del cast di doppiaggio del film d’animazione The Canterville Ghost, basato sul racconto di Oscar Wilde sul fantasma che infesta una villa inglese in cui si trasferisce una famiglia americana. Tuttavia, considerata la portata delle loro performance nello show, sarebbe sorprendente se non ci fossero molte altre offerte e ruoli in arrivo per Alcock e Carey dopo House of the Dragon.

MCU: tutti i cross-over previsti per le Fasi 5 e 6

Visti i tanti personaggi presenti nell’MCU e viste tutte le intersezioni delle linee narrative, i progetti cross-over sono inevitabili all’interno del franchise. Gli eventi cross-over sono una tradizione di lunga data nella Marvel Comics e l’MCU sta finalmente recuperando il suo ritardo. 

Guardando al passato, le Fasi 1, 2 e 3 dell’MCU ci hanno regalato cross-over come Civil WarInfinity War e infine Avengers: Endgame. Tuttavia, sembra che la Marvel cambierà la definizione di cross-over proprio nell’attuale Fase 4 con Secret Invasion. Come lo snap di Thanos, l’invasione di Skrull è destinata a cambiare per sempre il destino di qualsiasi personaggio coinvolto nel primo vero cross-over dall’MCU

Il gran numero di crossover che l’MCU ha pianificato per il futuro potrebbe generare confusione in alcuni spettatori, ma in realtà questi progetti dovrebbero aiutare a tenere traccia dei personaggi e delle storie delle Fasi 5 e 6. Da Avengers: The Kang Dynasty  a Avengers: Secret Wars vediamo tutti i cross-over pianificati per le Fasi 5 e 6 MCU. 

L’arrivo dei Thunderbolts

Thunderbolts MCUAttualmente, la squadra MCU dei Thunderbolts include tutti antieroi già noti: Yelena Belova, Red Guardian, Bucky Barnes, Taskmaster, Ghost, Valentina Allegra de la Fontaine e U.S. Agent. Tuttavia, considerando la storia dei Thunderbolts sulla carta stampata, questi personaggi potrebbero presto essere affiancati da Namor, SheHulk, Deadpool, Titania, Abominio, e perché non da Norman Osborne, Venom, Hawkeye o Barone ZemoEssenzialmente, i Thunderbolts sono la versione antieroica dei Vendicatori. Nel corso di vari crossover della Marvel Comics, i Thunderbolts e gli Avengers hanno più volte agito gli uni contro gli altri, in particolare nella serie Secret Invasion. Probabilmente, la miniserie omonima vedrà il debutto dei Thunderbolts nell’MCU

Le guerre di Kang

MCU Avengers Kang dynastyLa preparazione del terreno per Avengers: The Kang Dynasty  inizia con Ant-Man and the Wasp: Quantumania, film che segna per l’MCU l’inizio delle guerre di Kang. Nel lungometraggio, Scott Lang a.k.a. Ant-Man si oppone a quello che forse è il cattivo più pericoloso nella storia dell’MCU. Anche se non è stato rivelato molto sulla trama di Avengers: The Kang Dynasty, sappiamo che il film sarà basato sull’evento dei fumetti dallo stesso nome.

Dopo che Sylvie ha rotto la Sacra Linea Temporale in Loki uccidendo Colui che rimane, il debutto MCU di Kang il Conquistatore in Ant-Man and the Wasp: Quantumania sarà cruciale per la Saga del Multiverso. Considerando come Kang si muove attraverso diverse linee temporali e universi, c’è anche la possibilità che il personaggio partecipi allo scontro degli universi dell’MCU. Quello che è certo è che Quantumania e The Kang Dynasty introdurranno molti altri personaggi ancora in ascesa nell’MCU.

Secret WarsAvengers Secret Wars

Si sa pochissimo del film Avengers: Secret Wars, se non che il lungometraggio arriverà dopo gli eventi di Avengers: The Kang Dynasty e sarà basato sul primo vero cross-over della Marvel Comics. Nei fumetti, le prime Secret Wars sono avvenute nel 1984 per poi ripetersi più recentemente nel 2015.

The Secret Wars degli anni Ottanta si concentra su il Beyonder e sul Battleworld, un pianeta fatto di pianeti diversi provenienti da diverse realtà. In Secret Wars del 2015 invece, Battleworld non è un pianeta, ma un “dominio” fatto di pezzi distrutti dell’Universo Marvel e dell’Ultimate Marvel Universe. Tra tutti i prossimi film Marvel basati su una storia Marvel Comics, Secret Wars si presenta come il più grande crossover MCU.

X-Men vs. AvengersDoctor Strange nel Multiverso della Follia

C’è la reale possibilità che il cross-over della Marvel Comics Avengers vs. X-Men prenda vita nell’MCU. Nel fumetto, i due super team si scontrano quando scoprono che la Phoenix Force si dirige verso la Terra. Gli X-Men vedono l’entità cosmica come un modo per ripristinare il mondo mutante, mentre per i Vendicatori la Phoenix Force è una minaccia per la fine di tutta l’umanità. Considerando le Easter egg degli X-Men a cui abbiamo assistito recentemente, non è improbabile che questa storyline si concretizzi nell’MCU.

World War Hulk?

she-hulk bruce bannerGli eventi di She-Hulk suggeriscono che un film su World War Hulk potrebbe già essere in lavorazione. Anche se l’MCU non ha abbastanza Illuminati per esiliare Bruce Banner nello spazio e Pianeta Hulk è già stato adattato per Thor: Ragnarok, il franchise potrebbe adottare altri modi per impostare World War Hulk. Magari la ragione per cui Hulk viene convocato nello spazio è per recuperare il figlio Sakaar. Non è un’opzione improbabile se si considera che She-Hulk allude non solo al potenziale debutto MCU del figlio di Hulk, ma anche al fatto che Bruce potrebbe riperdere il controllo di Hulk.

Thor 5

Thor Love MCUCome Avengers: The Kang Dynasty e Avengers: Secret Wars, sembra che anche Thor 5 dovrebbe essere rilasciato nel 2025. Il film potrebbe essere l’adattamento del crossover Assedio (Siege) della Marvel Comics.

Se Secret Invasion pone le premesse per la storia di Siege nell’MCU, magari con il debutto di Norman Osborn, il franchise potrebbe facilmente seguire questa direzione. In effetti, Siege è stato preceduto da Secret Invasion e da Dark Reign, storyline in cui Osborn diventa un eroe per il popolo americano. E, dopo Dark Reign, Osborn usa il suo potere e la sua influenza per organizzare una vittoriosa invasione di Asgard.