Dopo il grande successo di Non ci resta che il crimine, non ha sorpreso nessuno l’annuncio che Massimiliano Bruno fosse al lavoro su un sequel, che dava seguito alle disavventure di Moreno (Marco Giallini), Sebastiano (Alessandro Gassmann) e Giuseppe (Gianmarco Tognazzi). E ora, con più di un anno di ritardo per cause di forza maggiore, è disponibile su Sky Cinema e in streaming su NOW Ritorno al crimine, in cui scopriamo cosa è accaduto ai nostri tre improbabili eroi, dopo la rocambolesca fuga dalle grinfie di Regatino (Edoardo Leo).
Ma chi sono i protagonisti di questo sequel? Quali sono i volti noti e quali quelli nuovi di questa seconda sgangherata avventura alla ricerca di un tesoro? Eccoli di seguito!
Van Gogh/Antonio Gargiulo
Volto televisivo e cinematografico molto conosciuto, Gargiulo interpreta il malavitoso Van Gogh, così chiamato per via della sua incredibile somiglianza con il pittore olandese, un cui autoritratto è il MacGuffin scelto da Bruno per far procedere la sua storia nella trama ambientata nella contemporaneità. Perché Ritorno al Crimine si sviluppa su due piani temporali e due missioni differenti, che vedranno i protagonisti ancora una volta alle prese con faccende molto più grandi di loro.
Van Gogh è appunto il cattivo della linea temporale contemporanea e il suo desiderio capriccioso di possedere un originale dell’artista a cui tanto assomiglia, spingerà i nostri a cimentarsi in un furto organizzato in maniera decisamente insolita.
Contessa Roccapadula/Corinne Cléry
Ospite accogliente e altolocata, la Contessa Roccapadula compare nel secondo atto del film, in una scena all stars in cui abbiamo anche la possibilità di scorgere Achille Lauro in persona, in un dialogo breve ma esilarante con lo spaesato Regatino, alle prese con una festa un po’ snob in cui, lui, malavitoso degli anni ’80, poco riesce ad orientarsi.
Con gli eleganti lineamenti di Cléry, la Contessa è una splendida padrona di casa, il prototipo di nobildonna ricca e interessata alle belle arti, che non perde occasione di ospitare giovani artisti alle sue feste, ma a volte così accecata dal prestigio di circondarsi dell’estro di altre persone che difficilmente riconosce il vero valore. Cosa che sa bene il personaggio interpretato da Carlo Buccirosso… ma ci arriveremo!
Sabrina/Loretta Goggi
Dopo la conturbante presenza di Ilenia Pastorelli in Non ci resta che il crimine, questo sequel propone il personaggio di Sabrina in versione attempata. Scappata con il tesoro alla fine del primo film, Sabrina è ora una signora anziana (forse un po’ troppo acciaccata per i suoi quasi settanta’anni) che ha fatto fruttare la fortuna rubata e che vive con suo marito, il pittoresco Massimo Ranieri, in una villa in costiera amalfitana.
Da quel posto in bilico tra la casa dei sogni e un pacchiano agglomerato di anticaglie contraffatte si innesca l’avventura che porterà Sabrina, ancora una volta, a muoversi ai margini dell’azione, uscendone sempre e comunque vincitrice.
‘O Rattuso/Gianfranco Gallo
Chi mastica un po’ di dialetto napoletano sa che il soprannome dedicato a questo boss della camorra non è propriamente lusinghiero. Lo sgradevole personaggio interpretato da Gianfranco Gallo è infatti un viscido e lascivo criminale, pronto ad allungare le mani su ogni gonnella, che le sue attenzioni siano gradite o meno, ma che preferisce sentirsi chiamare il Dongiovanni, perché… beh, è comprensibile!
Sarà lui il principale obbiettivo del nostro trio, che torna indietro nel tempo, nella Napoli dell’82, per impedirgli di mettere al mondo quello che diventerà poi Van Gogh, vero e proprio innesco della vicenda. Usando tutte le caratteristiche folkloriche e sgradevoli del boss della mala vita, Gallo restituisce un ritratto iconografico del personaggio.
Gianfranco/Massimiliano Bruno
Jolly del primo film, una specie di cervello associato rispetto al trio di partenza, Gianfranco continua la sua parabola ascendente in questa seconda avventura, diventando a tutti gli effetti un membro di questa insolita banda. È per salvare lui che Giuseppe, Moreno e Sebastiano ri-tornano indietro nel tempo!
Dal canto suo, il buffo eppure risoluto personaggio interpretato dalle stesso regista riesce sempre ad essere il deus ex machina, salvando capra e cavoli e proponendo sempre soluzioni vincenti per fughe attraverso i decenni e scappatoie temporali salvavita.
Lorella/Giulia Bevilacqua
Se nel primo film il compito di soddisfare la richiesta di epidermide a vista era stato affidato a Ilenia Pastorelli, che con generosità aveva portato a termine la missione, in Ritorno al Crimine ci pensa Giulia Bevilacqua, che nel film interpreta proprio la figlia di Sabrina. Porta un nome in linea con i gusti della madre, Lorella Heather, in omaggio alle omonime soubrette italiane, ed è una tipa abbastanza risoluta, nonostante si trovi a recitare il ruolo di damigella in difficoltà.
Anche intorno al suo personaggio Bruno costruisce una narrativa divertente e accattivante, capace di arricchire la storia dei protagonisti, aggiungendo un pizzico di spirito femminile non convenzionale all’intera vicenda.
Massimo Ranieri/Carlo Buccirosso
Carlo Buccirosso era l’unica scelta possibile per interpretare il pittoresco Massimo Ranieri. Niente a che vedere con l’omonimo ed elegantissimo cantante, questo signor Ranieri e un cialtrone, falsario, venditore di fumo, che grazie alle sue doti di imbonitore ha messo a segno diverse truffe ai danni di ricchi ignoranti che vogliono elevarsi attraverso l’acquisto di opere d’arte delle quali non conoscono il vero valore.
È così che Massimo Ranieri conosce la Contessa Roccapadula, sua vittima prediletta, e d’altro canto è sempre grazie a questo suo talento truffaldino che la banda riesce a trovare i giusti contatti per procedere con il suo piano.
Giuseppe/Gianmarco Tognazzi
Sicuramente il più sottovalutato dei tre protagonisti, che alla fine della prima avventura trova finalmente il coraggio per dire la sua nei propri interessi, Giuseppe è un personaggio tenerissimo, sempre pronto ad aiutare i suoi amici, dal cuore aperto e accogliente, e anche in questo caso non tradisce le aspettative.
La sua memoria infallibile lo metterà anche stavolta al fianco del boss malavitoso con cui i tre si confronteranno, ma in questo caso i rapporti saranno complicati dal fatto che proprio lui, Giuseppe, dovrà essere colui che dovrà fermare ‘O Rattuso una volta per tutte.
Renatino/Edoardo Leo
Chi in questo secondo film trova più spazio e soprattutto situazioni in cui mettersi alla prova è sicuramente il Regatino di Edoardo Leo, che mescola al suo interno una grande varietà di toni. È sempre lo spietato Renatino della Banda della Magliana, ma è anche un uomo catapultato in un futuro che non capisce, fuori dal tempo, che si trova a confrontarsi con persone che conosceva bene e che a differenza sua hanno vissuto tutta una vita.
In bilico tra bene e male, di fronte a cattivi più cattivi e più assurdi di lui, Regatino troverà in questa avventura un pezzetto di quella umanità che pensava di non avere.
Sebastiano/Alessandro Gassmann
Affascinante suo malgrado, il sobrio Sebastiano, interpretato da Alessandro Gassmann, fa i conti anche in questa storia con una donna esuberante. Se però la prima volta si era trattato di un moto di amore romantico, dal momento che era stato travolto da Sabrina, questa volta verrà nuovamente sopraffatto da una potente ondata di feromone, nella persona della “Signora Rattuso”, la moglie del boss che Sebastiano verrà costretto ad intrattenere per “distrarla” dal marito.
La fine di quest’avventura lo vedrà pronto ad affrontare i suoi demoni, consapevole di ciò che desidera e soprattutto pronto a prendersi le sue responsabilità… più o meno.
Moreno/Marco Giallini
Il più carismatico dei tre protagonisti, Moreno, è quello che forse esce più trasformato da questa avventura. Il suo percorso, emotivo e personale, si corona con un finale in cui piuttosto che accontentarsi di tutto e subito, come avrebbe fatto un tempo, sceglie di essere lungimirante, sempre in maniera truffaldina, si intende, ma con progettualità e soprattutto con la complicità di una banda nuova di zecca.
Giallini, con il suo sorriso sornione che spunta sempre nelle pieghe dei suoi personaggi, con Moreno non fa eccezione, e forse è per questo che ci piace così tanto questo leader insolito e all’apparenza burbero, ma dal cuore d’oro. Lui e la banda di Ritorno al Crimine sono su Sky Cinema e in streaming su NOW, per raccogliere nuovi membri e raccontare la loro nuova avventura.


La pellicola di De Feo e Strippoli reinventa gli stereotipi del cinema e del folklore italiano, declinandoli attraverso un gusto estetico internazionale assolutamente concorde con lo spirito della piattaforma di distribuzione Netflix. A Classic Horror Story è un film che fa della ritualità uno degli elementi di matrice tutt’altro che derivativa, bensì assolutamente sovversiva: la casa, il bosco, i fantocci, le maschere; ogni elemento inserito all’interno della cornice drammaturgica è correlativo oggettivo non solo di sottolivelli di analisi di cui il film è intriso, bensì di un modo tutto nuovo di intendere e riproporre il genere, sulla falsariga di quella nouvelle vague che ha preso piede negli ultimi anni in Spagna e Francia e che, ci auguriamo caldamente, riesca a svettare anche nel nostro Paese.

Mentre Loki e Sylvie si avvicinano ad affrontare “Colui che rimane”, entrano in una stanza con tre statue raffiguranti i Custodi del Tempo. Una quarta statua, tuttavia, è stata distrutta, lasciandoci senza una risposta sulla sua identità. Kang chiarisce fin dall’inizio che potrebbe mentire: dopotutto, il tempo trascorso a governare la sacra linea temporale lo ha chiaramente fatto impazzire.
Immortus è un personaggio con una storia molto lunga e complessa alle spalle. Leggermente più eroico del suo sé più giovane e alternativo (Kang il Conquistatore), anche lui ha fatto del tempo una sorta di suo giocattolo: era, infatti, una versione del cattivo che si annoiava nel tentativo di conquistare, proponendosi di proteggere il tempo. Aveva anche un castello e stretti legami con i Custodi del Tempo, mentre Immortus interferiva spesso con la storia, proprio come il Kang che incontriamo nella serie, che ha il suo cosiddetto protettore.
Dopo che nel 31° secolo Kang scoprì l’esistenza del Multiverso, le sue varianti fecero lo stesso, e ciò portò ad alcune versioni malvagie che si proponevano di conquistare ogni possibile realtà. Seguì una guerra tra i Kang, ma questa versione riuscì a fermarli grazie ad Alioth, procedendo a sorvegliare la sacra linea temporale tramite la TVA per impedire che una qualsiasi delle sue varianti venisse scatenata nell’universo. La sua missione può sembrare nobile, ma il risultato è che, alla fine, è stato l’unico sovrano dell’unica e sola sacra linea temporale.
Renslayer vuole sapere chi c’è dietro la TVA tanto quanto gli altri, ma dopo che Miss Minutes le ha fornito alcuni file che “lui” crede sarebbero di maggiore utilità, si imbarca in una missione per trovare, alla fine, ciò che descrive soltanto come “libero arbitrio”. È certamente possibile che l’ex giudice voglia semplicemente liberarsi dal ruolo che le è stato assegnato, ma dato il passato romantico tra lei e Kang nei fumetti, forse anche questo verrà esplorato in futuro (forse diventerà una cattiva a pieno titolo e si trasformerà in Terminatrix?).
È importante notare che il MCU non è stato alterato in una sorta di svolta ispirata a “Flashpoint” della DC. Al contrario, la TVA in cui si trova Loki è una delle realtà ramificate create in seguito alla morte di Kang. In altre parole, Sylvie lo ha mandato nella linea temporale sbagliata, e questa è quella in cui Kang governa apertamente il flusso del tempo. Potrebbe essere una realtà in cui il cattivo ha vinto, rendendo questa TVA un gruppo molto più nefasto.
Jeff Loveness, lo sceneggiatore di 
Pensavamo tutti che fosse stata Scarlet Witch la responsabile della distruzione del Multiverso in


Sul piano narrativo, la trama di The Mauritanian procede su due linee parallele: da un lato, veniamo a conoscenza della vita di Slahi in prigione, dall’altro assistiamo alle indagini della Hollander e del tenente Couch. Nancy è ferma, rigorosa, ma compassionevole quando necessario. Nella sua mente, non importa se Salahi sia colpevole o meno: dopo aver invocato l’habeas corpus, il governo deve ora necessariamente accusarlo di un crimine se intende continuare la sua prigionia. Numerosi sono i flashback delle torture subite dal protagonista, della sua infanzia e dello studio come ingegnere in Germania, quindi in Afghanistan, nel 1990, nei campi di addestramento dei mujahideen (all’epoca alleati degli Stati Uniti contro Mohammad Najibullah, il leader scelto dai russi, come ricorda lui stesso ai suoi torturatori), quindi a Montreal, dove secondo le accuse, avrebbe finalizzato la sua collaborazione con Al-Qaeda.
The Mauritanian non riesce purtroppo ad evitare di cadere in uno schematismo consolidato del genere; ne consegue che, benché le vicissitudine dei personaggi siano emotivamente coinvolgenti, è difficile individuare intuizioni o soluzioni stilistiche che riescano ad elevare la pellicola rispetto ad altri prodotti sui generis. La pellicola è un esempio, nel complesso piuttosto godibile, di cinema civile, corretto e necessario, privo tuttavia di un efficacia narrativa e filmica tale da far emergere il tutto rispetto ad altri prodotti simili. La perspicacia massima di Kevin Macdonald risiede nella claustrofobia fotografica derivante dal gioco di spazi chiusi o semi-aperti, che dominano il girato e sono indirizzati a trasmettere la sensazione di perpetua impotenza di cui è vittima Slahi.
“Ammiro le sue opere da anni e lavorare con Andrea Sorrentino è un privilegio assoluto” ha aggiunto Tomlin. “La sua incredibile capacità di rappresentare la realtà e il suo genio narrativo hanno spinto questa storia verso nuove vette, e i colori spettacolari di Jordie Bellaire hanno reso speciale questo mio primo lavoro per la DC.”
Dopo una formidabile introduzione in
Quando furono introdotti in
Dopo essersi rivelata al pubblico sulle note dell’iconica sigla “Agatha All Along”, Agatha Harkness si è imposta come uno dei protagonisti assoluti di
Finora
Introdotto in
Dopo l’uscita de L’incredibile Hulk, la Marvel ha scelto di utilizzare Hulk solo come personaggio secondario (ciò dovuto in parte a problemi di diritti con la Universal). Pertanto, ci sono diverse grandi lacune nella storia del personaggio che potrebbero essere colmate con un prequel in stile 

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La prima apparizione di Taskmaster in un fumetto risale un numero di “Avengers”. In “Avengers #195” degli anni ’80, Wasp è trattenuta in quella che dovrebbe essere una struttura psichiatrica. È stata catturata dopo aver seguito un paziente, che credeva che qualcuno lo stesse cercando. A quanto pare, l’istituto è in realtà una struttura di addestramento per lacchè di supercriminali, anche se alcuni di coloro che vengono addestrati lo fanno contro la loro volontà.

Taskmaster ha scoperto per la prima volta la sua capacità di imitare i movimenti degli altri da bambino, anche se non sapeva esattamente di cosa si trattasse o cosa stesse facendo. Non solo è riuscito a fare un tuffo perfetto in una piscina senza neanche saper nuotare, ma ha anche perfezionato la tecnica del lazo semplicemente guardando i cowboy in televisione.
Sebbene la sua capacità di imitare sia impressionante già dall’adolescenza, una missione dello SHIELD gli ha concesso la possibilità di renderla ancora più incredibile, grazie ad un Siero del super-soldato preso per fermare gli scienziati dell’Hydra.
Uno dei motivi per cui Taskmaster è in grado di copiare le abilità degli altri così facilmente, in maniera così rapida, e di abbinarle in un combattimento, è perché si tratta di abilità stereotipate. Quelli addestrati dallo SHIELD, ad esempio, hanno uno stile di combattimento specifico. Coloro che padroneggiano forme specifiche di arti marziali hanno mosse facilmente riproducibili per uno come lui.
Come la maggior parte dei personaggi dei fumetti 
Taskmaster è un personaggio dei fumetti molto popolare per la Marvel. Dal suo debutto nel 1980, è apparso in una dozzina di storie alternative rispetto alla linea temporale principale della Casa delle Idee. È anche apparso in una serie di videogiochi e ha persino avuto una manciata di apparizioni in progetti d’animazione come Ultimate Spider-Man