Da quando è stato annunciato che
Spider-Man 3 esplorerà il Multiverso della
Marvel, si sono letteralmente
sprecarti i nomi degli attori dei precedenti franchise dedicati
all’Uomo Ragno che dovrebbero fare ritorno nella terza avventura
cinematografica del simpatico arrampicamuri ambientata nel MCU.
Ad oggi, le uniche conferme
riguardano il ritorno di Jamie Foxx e di Alfred Molina, che torneranno ancora una volta
ad interpretare Electro e Doctor Octopus, visti rispettivamente in
The Amazing Spider-Man 2 di Marc Webb e Spider-Man 2 di Sam Raimi. Di recente
Dane DeHaan ha negato che tornerà a ricoprire il ruolo
di Green Goblin, mentre ancora nulla di confermato esiste in merito
ad altri eventuali attesi ritorni (su tutti, quelli di Tobey Maguire e Andrew Garfield, interpreti di Spider-Man nei
sopracitati franchise di Raimi e Webb).
Ora, è stata propria Zendaya, che in
Spider-Man 3 tornerà a vestire i panni di MJ, a
confermare che Alfred Molina sarà effettivamente nel film. Ospite
del celebre format “Actors on Actors” di
Variety (via
CBM) insieme alla collega Carey Mulligan, la star della serie
Eurphoria, in risposta ad un commento su Molina, ha
commentato: “Tra le altre cose, è davvero una persona carina e
gentile.”
Dal momento che Zendaya e Alfred Molina non hanno mai lavorato
insieme, le parole dell’attrice potrebbero essere la conferma che
Doc Ock e MJ condivideranno davvero lo schermo in Spider-Man 3. Tuttavia, anche se Doc Ock e la
fidanzatina di Peter Parker non dovessero avere scene insieme
all’interno del film, è comunque probabile che i due attori si
siano incontrati in qualche momento sul set.
Cosa sappiamo di Spider-Man
3?
Di Spider-Man
3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 –
si sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella
secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga
dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il
personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce).
Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori
dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe
catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle
precedenti…
Tom
Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel
2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del
franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai
Vendicatori della Marvel, ma anche in due
standalone: Spider-Man:
Homecoming e Spider-Man: Far
From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato
tra Marvel e Sony ha permesso al
personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per
ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man
3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al
fianco degli altri eroi del MCU.
Dal 29 gennaio su
Sky e in streaming su NOW TV torna
Yellowstone 3, la terza stagione di
Yellowstone,
l’epopea neo-western che racconta le storie di confine dei Dutton e
il loro viscerale legame con lo sterminato e ambitissimo ranch di
cui sono proprietari. Con extra, il programma
fedeltà di Sky, per i clienti Sky da più di 3 anni i primi episodi
della terza stagione sono già disponibili, in anteprima, on demand
nella sezione extra.
Scritta e diretta da Taylor
Sheridan, candidato all’Oscar per la sceneggiatura
diHell
or High Watere già dietro al successo
diSicarioe Soldado,
Yellowstone è
un avvincente dramma familiare che ha conquistato il pubblico e la
critica italiani e internazionali mettendo in scena un’America
inedita. Protagonista ancora una volta il premio Oscar Kevin Costner nei panni del cowboy John
Dutton.
Se la seconda stagione –
disponibile insieme alla prima on demand su Sky e in streaming su
NOW TV – terminava con un rapimento, anche in questa nuova
stagione, sempre incorniciata dai paesaggi mozzafiato del Montana,
alleanze in continuo mutamento, omicidi irrisolti, intrighi
politici e ferite ancora aperte cadenzeranno il ritmo della storia
con al centro un punto fermo: John Dutton, che farà di tutto per
proteggere il suo ranch lottando con ogni mezzo, lecito o meno,
contro chi vuole sottrarglielo – che si tratti di nativi americani,
di speculatori immobiliari vecchi e nuovi o del governo. Un mondo,
quello di Yellowstone,
dove la violenza è dominante e forse solo la famiglia, nonostante
contraddizioni e conflitti, sembra essere l’unica fonte di rifugio
e difesa.
New-entry di peso della nuova
stagione Josh Holloway, l’amatissimo Sawyer di
Lost, qui nei panni di Roarke Carter, un affascinante
gestore di fondi che ha grandi ambizioni in Montana. Nel cast
principale, ad affiancare Kevin Costner tornano Kelly Reilly, Luke Grimes e
Wes Bentley, interpreti di Beth, Kayce e Jamie
Dutton, i figli del patriarca.
Nei nuovi episodi anche
Kelsey Chow sempre nei panni della moglie di
Kayce, la nativa americana Monica Long, Cole
Hauser che torna a interpretare il braccio destro di John,
il fedele Rip Wheeler, caposquadra del ranch, e Gil
Birmingham che è ancora Thomas Rainwater, presidente in
carica delle tribù confederate di Broken Rock, leader dell’omonima
riserva indiana e fra i più temibili degli avversari dei
Dutton.
Jared Leto è uno degli attori della sua
generazione probabilmente più apprezzati, noto soprattutto per la
minuziosità con cui è solito valutare una sceneggiatura e, di
conseguenza, accettare un ruolo. Nel 2014, il cantante/attore è
stato premiato con l’Oscar al migliore attore non protagonista per
la sua interpretazione di Rayon in Dallas Buyers Club di Jean-Marc
Vallée.
Il film ricevette sei candidature
agli Oscar 2014 e, in quell’occasione, anche il protagonista del
film, Matthew McConaughey, riuscì a portare a casa
l’ambita statuetta, ovviamente nella categoria miglior attore
protagonista. Adesso, in una recente intervista con
James Corden (via
Comic Book), è stato proprio Leto a rivelare di aver perso la
statuetta da lui vinta e che, in realtà, per un lungo periodo di
tempo non era nemmeno a conoscenza dell’accaduto.
“Ho scoperto che è andato
perduto. Da circa tre anni”, ha spiegato l’attore. “Non lo
sapevo. Penso che in realtà nessuno volesse dirmelo. Ho cambiato
casa a Los Angeles e, quando ho traslocato, è magicamente
scomparso. Potrebbe essere da qualunque parte, anche perché
l’abbiamo cercato in lungo e in largo. Spero che sia in buone mani,
ma è da un pezzo che non lo vediamo. Ovviamente, non è quel tipo di
oggetto che butti nella spazzatura. Spero che qualcuno ne stia
avendo cura.”
L’ospitata da James Corden è
avvenuta a margine della promozione dell’ultimo film di Jared Leto, dal titolo Fino
all’ultimo indizio, un thriller poliziesco in cui
recita al fianco dei premi Oscar Denzel Washington
e Rami Malek. Il film uscirà nelle sale americane
e in contemporanea su HBO Max il 29 gennaio. Ricordiamo che tra i
prossimi progetti di Leto figura l’attesissimo cinecomic Morbius,
che proprio di recente è stato nuovamente posticipato a gennaio
2022.
Dopo oltre un decennio dalla sua
prima apparizione nel MCU, Natasha Romanoff avrà
finalmente il suo film da solista grazie a Black
Widow. Il film si immergerà nella storia e –
soprattutto – nel passato del personaggio, dal momento che sarà la
conclusione ufficiale dell’arco narrativo di Vedova Nera
nell’universo condiviso. Proprio per questo, il film dovrà
necessariamente rispondere a tutta una serie di domande riguardo
l’ex spia che, nel corso degli anni, non hanno mai trovato una
risposta. Ecco, secondo
Screen Rant, le 10 domanda a cui Black
Widow dovrà necessariamente fornire una risposta:
Cosa è accaduto nella Stanza Rossa?
L’aspetto di Vedova Nera
che genera maggiore compassione tra i fan del personaggio è
sicuramente il suo addestramento nella Stanza Rossa. Alcuni
flashback di quei giorni sono stati già mostrati in Avengers:
Age of Ultron, e durante quel periodo Natasha sembrava
essere particolarmente angosciata.
Tuttavia, non è del tutto chiaro
cosa significhi davvero la Stanza Rossa nel MCU, visto che Yelena Belova,
considerata una vera e propria sorella da Nat, era lì con lei
nonostante la grande differenza di età tra le due. Il film dovrebbe
far capire per quanto tempo si rimane nella Stanza Rossa e come ci
si fa per “laurearsi”.
Come ha incontrato di nuovo Captain America?
Vedova Nera è fuggita alla fine di
Captain America: Civil Wardopo che Tony Stark l’ha avvertita che
Thaddeus Ross sarebbe andato a cercarla per aver lasciato andare
Captain America. Dal momento che non sapeva dove fossero andati
Captain America e Il Soldato d’Inverno, non è noto come Nat si sia
riunita a loro.
È stato dimostrato che si sono
riuniti per un po’ di tempo all’inizio di Avengers:
Infinity War, il che significa che gli eventi di Black
Widow sono ambientati direttamente prima di quel
film. A tal fine, il nuovo cinecomic deve necessariamente chiarire
come Nat sia tornata nella fazione dei Vendicatori guidata da
Capitan America.
Come è stata portata via dai suoi genitori?
Insieme alla sua morte su
Vormir, Natasha che apprende il nome di suo padre è stato uno dei
momenti più tristi nel MCU. È confermato che sia stata
portata nella Stanza Rossa in tenera età, ma non si sa esattamente
come sia successo.
Black
Widow deve confermare quando, come e perché è stata
strappata dalla sua famiglia, dal momento che Nat è stata mostrata
mentre visitava le tombe dei suoi genitori in una scena cancellata
da
Captain America: Civil War. Considerando che non
ha mai saputo il nome di suo padre, c’è la possibilità che potrebbe
non aver mai conosciuto sua madre, ma su quest’aspetto non ci sono
conferme per il momento.
Qual è l’estensione della sua formazione?
Molte cose riguardo Vedova Nera – come
combattere alieni di enorme potenza – non hanno avuto senso a
volte. I fan hanno spesso giustificato quelle cose, quindi
determinate capacità, come parte del suo addestramento. Eppure,
questa non può essere considerata una buona scusa, poiché non si sa
esattamente cosa abbia comportato il training di
Natasha.
Avengers:
Age of Ultron ha mostrato che Nat può essere un abile
ballerina e che è anche molto abile nel tiro. Tuttavia, questo
ancora non giustifica molte delle sue altre abilità, che devono
essere esplicitate in Black
Widow come parte della sua esperienza nella Stanza
Rossa.
Cosa è successo alla sua attrazione per Bruce Banner?
Vedova Nera non ha mai
davvero ascoltato i suoi sentimenti per Bruce Banner, che alcuni
considerano tra i suoi più grandi errori. Non si è mai incontrata
con lui anche dopo il suo ritorno in Avengers:
Infinity War, anche se era chiaro che provava
ancora dei sentimenti quando i due si sono riuniti.
Black
Widow potrebbe spiegare cosa sia cambiato nei suoi
sentimenti, dato che era pronta a scappare con lui in Avengers:
Age of Ultron. Dal momento che il suo film da
solista esplorerà il suo passato, dovrebbe anche confermare quali
siano i suoi pensieri sull’amore in generale.
Quali erano le prime missioni per
conto dello SHIELD?
Da come era in
Iron Man 2 a quello che è diventata in Avengers:
Endgame, Vedova Nera è sicuramente cambiata molto nel
corso degli anni. Tuttavia, è sempre stata uno dei migliori agenti
dello SHIELD, anche all’epoca della sua prima apparizione, e ciò ha
ovviamente generato molte domande su quali siano state le sue prime
missioni per conto dell’agenzia.
Black Widow deve necessariamente spiegare come
Nat sia passata dalla Stanza Rossa allo SHIELD, oltre ad
approfondire i suoi primi incarichi, come quello che aveva
all’inizio di
The Avengers.
Cosa è successo alla sua famiglia surrogata?
Anche se il film mostrerà la sua connessione
con la famiglia surrogata che ha, c’è la possibilità che non
stabilisca dei finali definitivi per i personaggi. Questa sarebbe
la strada sbagliata da prendere, poiché i fan si sono chiesti
perché quei personaggi non fossero presenti in Avengers:
Endgame.
Vedova Nera ha persino affermato di non aver
avuto una famiglia prima dei Vendicatori, il che va contro ciò che
i trailer del suo standalone hanno sempre mostrato. A tal fine,
Black
Widow deve confermare quale fosse lo stato di questi
personaggi rispetto agli eventi di Avengers:
Endgame.
Cosa è successo a Budapest?
Occhio di Falco è in cima alla lista dei
personaggi che i fan vogliono veder tornare in Black
Widow,soprattutto perché questa
potrebbe essere l’ultima possibilità per vedere cosa è davvero
accaduto a Budapest. Questa domanda ha afflitto i fan per circa un
decennio, essendo stata sollevata in
The Avengers..
È
noto che Occhio di Falco avrebbe dovuto assassinarla e ha scelto di
non farlo, ma le circostanze esatte sono ancora rimaste ignote,
poiché i personaggi semplicemente fanno riferimento a quell’evento
senza mai spiegare cosa sia realmente successo lì. Per porre fine a
questa mistero, Black
Widow deve assolutamente sviscerare nel dettaglio gli
eventi di Budapest.
Qual è il suo vero nome?
È chiaro che la persona che
era da bambina è cambiata quando è diventata Vedova Nera, ma ciò
non ha impedito ai fan di chiedersi quali fossero le sue origini.
Sebbene sia stato dichiarato che Natalia Alianovna Romanova sia il
suo vero nome, Avengers:
Endgame ha sollevato seri dubbi al
riguardo.
Questo perché il nome del padre di
Natasha è Ivan Romanoff, facendo presumere che il cognome sia
quello vero. A causa di questa mancanza di chiarezza, spetta a
Black
Widow confermare quale sia il vero nome del
personaggio del titolo.
Cosa è successo all’anima di Vedova Nera?
Non è così scontato che un
film apparentemente “realistico” come Black Widow si possa
immergere nella parte mistica del MCU. Tuttavia, questa potrebbe
essere l’ultima volta che i personaggi vedono Natasha, ponendo
questa domanda in cima alla lista a cui tutti vogliono una
risposta.
È morta su Vormir, non ai giorni
nostri, ma nel 2014, in una linea temporale alternativa. Ciò
significa che la sua anima è altrove e che nemmeno Hulk potrebbe
riportarla indietro con le Gemme dell’Infinito. Indipendentemente
da ciò, i fan continueranno a volere una risposta sulla questione
fino a quando non sarà Black Widow a cornirne
ufficialmente (e definitivamente) una.
Il regista Volfango De Biasi torna
dietro la macchina da presa con Crazy for Football – Matti
per il calcio per raccontare la storia di un gruppo di
pazienti psichiatrici che, insieme al loro psichiatra fuori dalle
regole, trovano nella passione per il calcio e per la maglia
azzurra una nuova forma di cura al dolore.
Questa favola è ispirata a una
storia vera, raccontata da Volfango De Biasi nel documentario
“Crazy for football”, vincitore del David Di Donatello nel 2016. Il
tv movie, prodotto da Rai Fiction e Mad Entertainment con il
supporto della FIGC, racconta lo sviluppo di quella prima
esperienza terapeutica e l’impresa di organizzare il primo mondiale
di calcio a cinque per pazienti affetti da disturbi psichiatrici:
dai provini per la formazione della squadra alla competizione sui
campi di calcio. Un film tv sul calcio che guarisce e sulla
guarigione del calcio, come gli eroi struggenti di questa avventura
sportiva e umana ci insegnano.
Crazy for Football – Matti
per il calcio è diretto da Volfango De Biasi, che firma
soggetto e sceneggiatura con Filippo Bologna, Tiziana
Martini e Francesco Trento. La fotografia è di Roberto
Forza. Nel cast
Sergio Castellitto interpreta lo psichiatra che guida
con coraggio i suoi pazienti oltre le barriere dell’ospedale e dei
farmaci. Al fianco del protagonista ci sono Antonia
Truppo, nel film sua preziosa assistente, e Max
Tortora, l’allenatore che con piglio pragmatico riesce a
dare ai ragazzi la motivazione e la forza per mettere in gioco la
loro vita. Lo psichiatra che invece non crede alla terapia basata
sul gioco del calcio, seguendo approcci terapeutici più
tradizionali, è interpretato da Massimo Ghini.
Le riprese si sono svolte a Roma per una durata di 6 settimane.
Il Tv movie è prodotto per la Mad Entertainment da Maria Carolina
Terzi, Luciano e Carlo Stella.
Volfango De Biasi
– Dopo la laurea in Lettere moderne alla Sapienza – Università di
Roma (tesi sugli archetipi junghiani nel cinema noir), studia
recitazione fra Parigi e Los Angeles. Inizia la propria carriera
nel mondo del cinema dirigendo un segmento del film a episodi
“Esercizi di stile”, del 1996, intitolato “Senza uscita”. Dopo aver
diretto alcuni cortometraggi, video musicali e documentari tra cui
“Matti per il calcio” nel 2004, nel 2007 dirige il film con Nicolas
Vaporidis e Cristiana Capotondi, “Come tu mi vuoi”. Nel 2008 scrive
e dirige il documentario “Solo amore”. Nel 2009, dirige nuovamente
Nicolas Vaporidis nel film “Iago”. Nel 2010 è sceneggiatore del
pluripremiato “Venti sigarette”. Nel 2012 scrive “Colpi di fulmine”
e nel 2013 “Colpi di fortuna” per la regia di Neri Parenti,
entrambi vincitori del Biglietto d’oro. Tra il 2014 e il 2016
scrive e dirige una trilogia natalizia: “Un Natale stupefacente”,
“Natale col boss”, candidato al Nastro d’argento per la migliore
commedia 2015 e “Natale a Londra – Dio salvi la Regina” tutti con
Lillo & Greg. Nel 2016 presenta alla Festa del Cinema di Roma
“Crazy for Football” e con lo stesso vince il David di Donatello e
la Menzione Speciale al Nastro d’argento per il miglior
documentario 2017. Nel 2018 scrive e dirige “Nessuno come noi”
tratto dal romanzo di Luca Bianchini. Nel 2019 scrive e dirige
“L’agenzia dei bugiardi” e nel 2020 dirige “Una famiglia
mostruosa”.
Nel 2004 De Biasi ha anche lavorato
come attore nel film “Movimenti” e nel 2016 nel mockumentary
“Grazie al Klaus”. Ha insegnato sceneggiatura presso l’università
La Sapienza e l’Istituto Europeo di Design.
I genitali di Visione sarebbero dovuti apparire in Avengers: Age of Ultron. Paul Bettany è stato parte del MCU sin dal suo inizio nel lontano
2008, prestando al sua voce all’I.A. di Tony Stark, Jarvis.
Tuttavia, nel 2015 ha debuttato ufficialmente nei panni
dell’androide sintezoide Visione, portato in vita grazie alla Gemma
della Mente. Da allora, è apparso in altri due film, Captain
America: Civil War e Avengers:
Infinity War, e adesso è il co-protagonista della serie
WandaVision
insieme alla Scarlet Witch di Elizabeth Olsen.
Tecnicamente, Visione è già morto in
Infinity
War, quando Thanos ha spietatamente strappato la Gemma
della Mente dalla testa dell’androide, lasciando una cavità nel suo
cranio e provocandone la morte. Proprio per questo, il suo
coinvolgimento in WandaVision
è uno dei più grandi misteri della serie Disney+. La coppia sta cercando di
vivere un’esistenza normale a Westview senza rivelare a nessuno la
loro natura di supereroi, cosa che costringe Visione a cambiare il
suo aspetto per sembrare un essere umano a tutti gli effetti.
Tuttavia, molto prima che sposasse Wanda e che insieme avessero due
figli, pare ci fosse un po’ di confusione riguardo a quale sarebbe
dovuto essere l’aspetto “anatomico” del personaggio in Age of
Ultron.
Parlando con Lights, Camera, Pod del
suo viaggio nel MCU dagli inizi fino ad oggi,
Paul Bettany ha ricordato come Visione è stato
portato in vita in Avengers: Age of Ultron e come il regista
Joss Whedon voleva mostrare i genitali del
sintezoide. Alla fine, il regista ha cambiato idea dopo aver
realizzato quanto sarebbe stato strano “vederli” sullo schermo.
“So che Joss Whedon voleva a tutti i costi che Visione avesse
un pene”, ha spiegato Bettany. “E tutti – incluso Kevin
Feige – erano parecchio scettici. Ma Joss continuava a dire: ‘Deve
avere un pene! Voglio vedere le bozze di un pene!’. Quindi, da
qualche parte, ci sarà sicuramente qualche bozza sulla nascita di
Visione in cui l’androide ha effettivamente un pene. Alla fine,
però, Joss ha capito di essersi sbagliato e che non ne aveva
affatto bisogno.”
Nonostante il grande successo di
The Avengers, Joss Whedon e i Marvel Studios hanno avuto non pochi dissapori
durante la lavorazione di
Avengers: Age of Ultron. Il regista ha espresso
chiaramente le sue frustrazioni durante la produzione del sequel,
citando quanto Kevin Feige e il suo team volessero mettere a punto
dettagli che non avevano nulla a che fare con la storia del film.
In realtà, erano semplicemente più affini a progetti futuri,
inclusa la bizzarra visione di Thor che alla fine ha acquisito
maggiore senso grazie ad Infinity
War. A parte i genitali di Visione, Whedon ha
anche insistito su un design diverso per Ultron che alla fine Feige
ha scartato.
Arriva da
Deadline la notizia che Jen Landon è entrata a far parte del
cast di FBI: Most Wanted 2, l’attesa
seconda stagione di FBI: Most Wanted.
Jen Landon (Yellowstone, Animal Kingdom) ha un ruolo
ricorrente accanto a Yaya Gosselin nella seconda stagione della
serie drammatica della CBS FBI: Most Wanted. Landon interpreterà
Sarah Allen, l’istruttrice di equitazione di Tali (Gosselin).
FBI: Most Wanted
2
FBI: Most Wanted 2 è la
seconda stagione della serie FBI: Most
Wanted ideata da Dick Wolf e segue il
dipartimento dell’FBI incaricato di tracciare e catturare i
criminali nella sua lista dei Most
Wanted. Jess LaCroix è descritto come un “agente
dell’agenzia che è al vertice di comando della sua unità e
sovrintende la squadra dell’Unità Most Wanted dell’FBI, a cui
vengono assegnati i casi più estremi ed eclatanti.
FBI: Most
Wantedè ideata da Dick Wolf (Chicago Fire,
Chicago PD, Chicago Med, Chicago Justice, FBI), Rene Balcer (Law &
Order True Crime, FBI, Law & Order), Peter Jankowski, Arthur W.
Forney, Universal Television e CBS Studi TV Wolf e Balcer
metteranno insieme la sceneggiatura e la produzione
esecutiva. Fred Berner (Law & Order, Chicago PD, Chicago Med,
FBI) dirigerà l’episodio pilota.
Ora che l’attore ha assunto il pieno
controllo del ruolo (ricordiamo che è attualmente impegnato con le
riprese di Spider-Man 3), molti fan sostengono che
Holland sia effettivamente la miglior iterazione di Peter
ParkSpider-Man: il “segreto” dell’interpretazione di Tom Holland è
nella fisicitàer mai apparsa al cinema. Ciò deriva principalmente
dalla sua capacità di catturare l’esuberanza e la relativa
innocenza del protagonista. Di recente, l’attore ha spiegato come
fa ad assicurarsi che Peter mantenga lo stesso comportamento – e
quindi appaia sempre allo stesso modo agli occhi del pubblico – in
diversi film.
Intervistato dal
Los Angeles Times in occasione della promozione del suo nuovo
film Cherry,Tom
Holland ha fatto luce su come riesce a
distinguersi tra le sue interpretazioni. L’attore ha citato la
fisicità come componente chiave del suo approccio, usando Peter
come esempio di come un certo tipo di movimento possa essere
utilizzato per trasmettere alcuni tratti caratteriali specifici.
“La fisicità per me è il modo più grande con cui cerco di
distinguere i personaggi che interpreto. Se guardi Peter Parker, è
parecchio frizzante e faccio questa cosa in cui lascio che le
braccia quasi si sciolgano. Gli dà questa fisicità giovanile, quasi
da bambino.”
Le osservazioni di Holland sono in
linea con uno dei principali motivi sul perché sia un otttimo
interprete di Spider-Man. Data la sua formazione come ginnasta e la
sua esperienza come ballerino, l’attore aggiunge un elemento non
verbale che diventa cruciale nel suo lavoro sull’arrampicamuri: gli
permette, infatti, di esprimere ciò che Peter sta provando non solo
attraverso le sue espressioni, ma anche attraverso una postura
apatica e movimenti nervosi delle mani.
Dato che Peter indossa spesso la sua
maschera e spesso cerca di nascondere come si sente davvero, questi
cambiamenti fisici apparentemente insignificanti possono invece
fare molto per migliorare la sua personalità. Ciò è evidente nella
memorabile scena di
Spider-Man: Homecoming in cui Peter è intrappolato
sotto le macerie. La disperazione e la resilienza dell’eroe possono
essere testimoniate nei movimenti leggeri ma precisi dell’attore
tanto quanto nelle sue parole.
Cosa sappiamo di Spider-Man 3?
Di Spider-Man
3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 –
si sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella
secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga
dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il
personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce).
Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori
dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe
catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle
precedenti…
Tom
Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel
2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del
franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai
Vendicatori della Marvel, ma anche in due
standalone: Spider-Man:
Homecoming e Spider-Man: Far
From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato
tra Marvel e Sony ha permesso al
personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per
ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man
3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al
fianco degli altri eroi del MCU.
Michael B. Jordan sarebbe disposto a tornare
in Black
Panther 2. L’attore si è unito al MCU proprio grazie a Black
Panther del 2018, interpretando il villain del film, Erik
“Killmonger” Stevens, un esule wakandiano alleato di Ulysses
Klaue che vuole destituire T’Challa. Nonostante il ruolo da
cattivo, il pubblico ha accolto Killmonger in maniera positiva:
sono in molti, infatti, a considerarlo uno dei migliori cattivi del
MCU. Ecco perché molti sono rimasti
delusi quando è morto alla fine del film. Sebbene Jordan tornerà
per doppiare Killmonger nella serie animata
What If …?, al momento non ci sono piani per riportarlo
all’interno del sequel.
Attualmente, gran parte del progetto
Black
Panther 2 rimane avvolto nel mistero. La
scomparsa della star Chadwick Boseman nell’agosto dello scorso anno
ha lasciato nello sconforto sia i fan che i co-protagonisti del
primo film, con la Marvel che ha dovuto valutare
attentamente come procedere al meglio con Black Panther
2. Ad oggi, l’unica cosa cerrta è che Boseman non verrà
ricreato in CGI e che nessun altro attore interpreterà T’Challa.
Oltre a ciò, sappiamo anche che l’uscita di Black Panther
2 è prevista per luglio 2022, con gran parte del cast
di supporto del film originale che dovrebbe fare ritorno.
Resta da capire se anche Michael B. Jordan possa fare ritorno in
qualche modo; sicuramente, l’attore sarebbe ben felice di tornare
nei panni di Killmonger. Jordan ha recentemente parlato con
People e ha ammesso che sarebbe felice di interpretare
Killmonger ancora una volta e di rivisitare il mondo di Wakanda.
Jordan riconosce che la perdita di Boseman ha influenzato tutti
coloro che hanno lavorato al film, ma al tempo stesso sarebbe stato
felice di tornare dalla “famiglia” che sono stati in grado di
creare.
“Si tratta di qualcosa che mi
sta molto a cuore, per ovvie ragioni. È stato un anno veramente
difficile, perché ho perso una persona che mi era molto vicino.
Inoltre, per ciò che significava per quel franchise, è stato ancora
più devastante. Interpretare quel personaggio, essere parte di quel
mondo, lavorare con Ryan Coogler… mi hanno fatto davvero sentire
parte di una famiglia. Abbiamo davvero creato una famiglia quando
abbiamo girato il primo film. Ecco perché credo che tornare a far
parte di quel mondo sarà sempre qualcosa che valuterò.”
Black
Panther 2, che sarà ancora una volta scritto e diretto
da Ryan
Coogler, arriverà nelle sale l’8 luglio 2022. Di
recente è stato annunciato che l’attore Tenoch
Huerta è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain
principale del sequel. Huerta è noto per il ruolo di Rafale Caro
Quintero nella serie Narcos: Mexico; il prossimo
anno sarà tra i protagonisti di The Forever
Purge, quinto e ultimo capitolo del celebre franchise
horror/distopico. Al momento i dettagli sul personaggio che
l’attore interpreterà nel sequel di Black
Panther non sono stati svelati.
Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha
confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al
compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel. Letitia
Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
La produzione di The
Batman, l’atteso film di Matt Reeves
con Robert Pattinson nei panni del Cavaliere
Oscuro, dovrebbe ufficialmente terminare a marzo. Reeves è
subentrato nel progetto al posto di Ben Affleck: a causa di alcuni motivi
personali, l’attore e regista ha deciso di non dedicarsi più al
film sull’iconico eroe DC che avrebbe dovuto scrivere, dirigere,
interpretare e produrre. In seguito, Pattinson è stato ingaggiato
per assumere il ruolo del protagonista nel film, che secondo le
prime rivelazione dovrebbe raccontare del periodo successivo al
primo anno di Bruce Wayne in qualità di Batman, prima che
diventasse il principale vigilante della città di Gotham.
A questo punto, Pattinson diventerà
il principale Batman cinematografico della DC, anche se il film non
fa parte del DCEU (un po’ come accaduto con Joker di
Todd Phillips). Sia Affleck che Michael Keaton (interprete di Batman nei due
film diretti da Tim Burton tra la fine degli anni ’80 e l’inizio
degli anni ’90) tornano nei panni del Crociato di Gotham in
The Flash, che introdurrà ufficialmente il
Multiverso. La produzione di The
Batman è iniziata il 27 gennaio 2020, esattamente un
anno fa, ma è stata interrotta a marzo a causa della pandemia di
Coronavirus. La produzione è iniziata di nuovo alla fine
dell’estate, nel Regno Unito, ma è stata nuovamente interrotta
quando Pattinson è risultato positivo al Covid-19. Da allora, le
riprese del film sono continuate senza ulteriori problemi,
nonostante nel Regno Unito continui un rigoroso lockdown a causa
dell’aumento dei contagi.
Ora, un nuovo report di
Screen Daily afferma che la produzione di The
Batman è finalmente vicina alla conclusione.
Secondo la fonte, la Warner Bros. avrebbe confermato che le riprese
dell’attesissimo film termineranno entro marzo, quasi 14 mesi dopo
l’inizio della produzione. Questa tempistica dipenderà ovviamente
dall’andamento della produzione nel corso delle settimane a venire,
quindi dall’assenza di eventuali contagiati. Ad ogni modo,
considerato l’andamento generale, le possibilità che The
Batman riesca a rispettare le tempistiche stabilite
sono piuttosto alte. Ciò offrirà alla troupe un intero anno per
poter lavorare alla post-produzione del film prima dell’arrivo
della data di uscita ufficiale, attualmente fissata per il 4 marzo
2022.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Grazie alla fantascienza applicata
al cinema, l’essere umano ha modo di sperimentare realtà e mondi
appartenenti ancora ad un futuro non di sua competenza. Uno dei
temi ricorrenti, a riguardo, è il rapporto che l’uomo può
intraprendere con esseri ibridi, progettati e realizzati in maniera
artificiale. Sono numerosi i titoli che esplorano tale possibilità,
declinandola nei modi più variegati. Uno dei più brillanti esempi
recenti è quello rappresentato dal film Morgan, diretto nel 2016
dall’esordiente Luke Scott. Questi, come
suggerisce il nome, è il figlio del celebre Ridley Scott,
che figura qui nelle vesti di produttore.
Con questa sua opera prima, il neo
regista ha dato prova di possedere una visione sul genere
fantascientifico particolarmente affascinante. La sua fortuna è
stata anche quella di imbattersi nella sceneggiatura firmata da
Seth W. Owen, inserita all’ottavo posto nella
Black List delle migliori sceneggiature non ancora
prodotte. In seguito a tale riconoscimento, questa è stata notata
dalla 20th Century Fox, che ne ha acquisito i diritti. A quel
punto, Scott ha avuto modo di dar vita al suo primo lungometraggio,
puntando molto su un’atmosfera particolarmente cupa e minacciosa,
che conferisce un carattere non indifferente al film.
Nonostante ciò, Morgan è
passato quasi inosservato al momento della sua uscita. A distanza
di qualche anno, risulta però essere un film da recuperare
necessariamente, sia per il modo in cui si affronta la storia
quanto per scoprire ulteriormente le capacità registiche di Scott.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Morgan: la trama del film
Il film racconta del prototipo
di ibrido umano L9, chiamato Morgan, il quale però
presenta dei non indifferenti difetti. Sebbene il nuovo modello sia
stato creato per provare e mostrare sentimenti umani, l’emotività
di Morgan è troppo sviluppata e rappresenta un grave rischio. A
seguito dell’aggressione ai danni della dottoressa Kathy
Grieff, l’impassibile Lea Wathers si reca
sul posto con il compito di valutare il progetto. Mentre la Grieff
accusa Lea di essere responsabile dell’ira di Morgan, la dottoressa
comportamentista Amy Menser promette alla
ragazzina ibrido che l’avrebbe portata in gita al lago per calmare
il suo stato d’animo. Morgan, infatti, si mostra molto pentita del
suo gesto e prova un sincero affetto per Kathy e per Amy.
Quando il dottor Alan
Shapiro, incaricato di effettuare un test di valutazione
su Morgan, mette però fortemente sotto pressione la giovane, questa
esplode nuovamente in un attacco di ira. Persuasa dal fallimento
del progetto, Lea ordina la soppressione di Morgan. Sentendosi
tradita, la ragazza cercherà da subito una spietata vendetta.
Sfuggita al controllo dei suoi padrone, questa diventerà in breve
un pericolo per quanti si trovano nelle sue vicinanze. Dotata di
una forza sovrumana, Morgan è infatti una vera e propria arma di
morte. Per la Wathers catturarla potrebbe dunque rivelarsi molto
più complesso del previsto.
Morgan: il cast del film
Uno degli elementi di maggior forza
del film è il suo cast, composto da grandi attori di Hollywood e
giovani interpreti dal promettente talento. Tra questi ultimi
rientra l’attrice Anya
Taylor-Joy, oggi celebre grazie alla miniserie La
regina di scacchi. All’epoca delle riprese questa aveva
all’attivo solo un film da protagonista, ovvero The Witch.
Con Morgan ebbe così modo di dare ulteriormente prova
della propria grande presenza scenica. Per prepararsi al ruolo,
l’attrice dovette però sottoporsi ad una radicale trasformazione
fisica ed estetica, che l’ha resa quasi irriconoscibile. Accanto a
lei, nei pani della dottoressa Amy Menser vi è invece l’attrice
Rose
Leslie.
L’attore Paul Giamatti è
invece presente nei panni del dottor Alan Shapiro, mentre la
candidata all’Oscar Jennifer Jason Leigh è la
dottoressa Kathy Grieff. Boyd Holbrook, è il
nutrizionista Skip Vronsky, mentre Toby Jones dà
volto al dottor Simon Ziegler. L’attore Brian Cox è
invece presente nei panni di Jim Bryce, un ruolo particolarmente
simile a quello da lui interpretato nel film X-Men 2. Ad
interpretare l’agente Lee Weathers vi è invece l’attrice Kate Mara.
Questa è stata scelta per la sua somiglianza con la Taylor-Joy. Le
due attrici, infatti, hanno lavorato a stretto contatto, giocando
sull’ambiguità che lega i loro due personaggi. Per prepararsi al
ruolo, Mara ha inoltre dovuto sottoporsi ad un lungo allenamento
fisico, al fine di poter interpretare personalmente molte delle
scene più complesse del film
Morgan: il trailer e dove vedere
il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Morgan grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo,
una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare
il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà
così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 27 gennaio alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
Il Festival
di Cannes 2021 ha confermato le nuove date per
l’evento di quest’anno che è stato nuovamente posticipato a causa
della pandemia. La decisione ha visto coinvolto il consiglio
plenario del festival che, lo ricordiamo, lo scorso anno ha dovuto
rinunciare del tutto all’edizione.
Le date iniziali del festival, 11-22
maggio, non sono sembrate proponibili, visto che la Francia è
sull’orlo di un nuovo lockdown per cercare di arginare la
diffusione del COVID-19 e di nuove varianti del virus. Adesso, il
Festival di Cannes 2021 si svolgerà dal 6
al 17 luglio.
Il festival dedicato al cinema si
dovrebbe svolgere dopo il Cannes Lions, ovvero l’evento dedicato
alla pubblicità e al mercato, che invece si svolgerà tra il 21 e il
25 giugno. Speriamo questa volta che la pandemia sia clemente e
che, per il prossimo luglio, sia soltanto un brutto ricordo.
La XXX edizione di NOIR IN FESTIVAL
si svolgerà dall’8 al 12 marzo con una maratona speciale di
pre-apertura nella giornata di domenica 7 marzo. Il programma
completo del più celebre festival di genere in Italia verrà
annunciato dalla direzione (Giorgio Gosetti, Marina Fabbri e Gianni
Canova per l’Università IULM di Milano) tra un mese, ma le attività
e i festeggiamenti per il trentennale sono già cominciati alla fine
dello scorso dicembre con la presentazione dei finalisti del Premio
Giorgio Scerbanenco che per il 2020 ha visto vincitore Tullio
Avoledo con il romanzo Nero come la
notte (Editore Marsilio).
Dopo una carrellata di incontri con alcuni “campioni” della
narrativa italiana di genere, sarà la volta, durante il mese di
febbraio, della presentazione dei sei finalisti del Premio Claudio
Caligari per il miglior film italiano di genere dell’anno 2020,
promosso da Noir in Festival insieme a IULM.
“Siamo però orgogliosi”, dicono Giorgio Gosetti e
Marina Fabbri, “di anticipare già oggi due degli
appuntamenti imperdibili dell’edizione di marzo. Saranno con noi
due maestri del cinema del mistero come Kiyoshi
Kurosawa (vincitore del Leone d’argento alla scorsa
Mostra del Cinema di Venezia) e Brian Yuzna,
vincitore del Premio Luca Svizzeretto per il miglior “maverick” del
genere. Li vogliamo celebrare come due formidabili “irregolari” del
cinema mondiale che hanno esteso i confini del noir oltre la
tradizione classica, ai confini dell’horror. L’uno fin dal 1997 con
un capolavoro come Cure, l’altro celebre per la sua
collaborazione con Stuart Gordon e poi talento multiforme come
regista, produttore, scopritore di talenti tra America, Spagna,
Indonesia tra gli anni ’90 e gli anni 2000”.
Per tutto il mese di febbraio sui canali social di Noir In
Festival si vedranno poi gli “auguri” per il Trentennale inviatici
da amici, scrittori, registi e sceneggiatori che in questi anni
hanno accompagnato la crescita del Festival facendone un punto di
riferimento per gli amanti del noir in tutto il mondo. Seguiteci
per scoprirli tutti!
Deadline ha diffuso la prima immagine di Kristen Stewart nei panni di Lady Diana nel
biopic sulla principessa del Galles che si intitolerà Spencer
e sarà diretto da Pablo Larraìn. Ecco
l’immagine:
Spencer
sarà ambientato nell’arco di un fine settimana, e racconterà il
momento in cui Lady D. decise che il suo
matrimonio con il principe Carlo era finito e sarà sicuramente
destinato a far discutere, come accade ogni volta che il cinema
racconta la storia della “principessa triste”. In merito al film,
Larraìn ha dichiarato:
“Siamo
tutti cresciuti, almeno la mia generazione, sapendo cosa fosse una
fiaba. In genere, il principe arriva e trova la principessa, la
invita a diventare la sua moglie e poi lei diventa regina. Questa è
una fiaba. Quando qualcuno però decide di non essere regina, e dice
che preferisce andarsene ed essere se stessa, prende una decisione
molto importante, e la fiaba si capovolge. Sono sempre rimasto
impressionato da decisioni così, pensando anche a quanto deve
essere difficile. Questo è il cuore del film. Come e
perché decidi di farlo? È una storia universale che può toccare
milioni e milioni di persone, e noi vogliamo fare questo. Vogliamo
fare un film che possa andare a fondo, connettersi con il pubblico
di tutto il mondo che prova interesse verso una vita tanto
affascinante.”
Pablo Larraìn ha
presentato nel
2019 al Festival di Venezia il suo ultimo film, Ema, con una straordinaria protagonista
femminile (interpretata da Mariana DI Girolamo) e sempre a Venezia,
due anni prima, aveva portato Jackie, in cui raccontava un pezzo della vita
di Jackie Kennedy/Natalie
Portman.
Nell’appena pubblicato nuovo promo
della stagione, realizzato da Sky Creative Agency Italia, non solo
le immagini già edite del meglio delle serie tv in arrivo, ma anche
in anteprima le immagini di alcuni tra i titoli
Sky Original più attesi: la stagione finale di Gomorra 5 –
LA SERIE, produzione TV dei record prodotta da Sky con
Cattleya e appena approdata su HBO Max negli Stati Uniti; per la
prima volta le immagini di DOMINA con
Kasia Smutniak nei panni (e con gli abiti firmati
dal premio Oscar Gabriella Pescucci) di Livia Drusilla in una
grande coproduzione internazionale in costume in arrivo
prossimamente; il promo svela alcune scene inedite di
SPERAVO DE MORÌ PRIMA, il dramedy sugli ultimi due
anni di carriera di Francesco Totti realizzato con Wildside e Capri
Entertainment, in arrivo a marzo; la prima serie TV Sky Original a
tema sci-fi, INTERGALACTIC,
di cui nel promo vengono mostrate alcune scene mai viste prima.
E ancora le suggestive immagini di
ANNA, la serie di Niccolò Ammaniti che torna alla
regia di un prodotto per la TV dopo il successo de Il
Miracolo;HAUSEN, produzione Sky tedesca, un
horror su un complesso residenziale maledetto in arrivo a febbraio;
BRITANNIA, che tornerà entro l’anno con la terza
stagione.
Una selezione variegata e in grado
di assecondare i gusti più diversi, che passa anche per le nuove
stagioni dei titoli più premiati e amati dal pubblico degli ultimi
anni, come SUCCESSION ed
EUPHORIA, gioielli HBO i cui episodi già andati in
onda sono disponibili On Demand su Sky e in streaming su NOW TV e
di cui nel corso del 2021 arriveranno rispettivamente la terza e la
seconda stagione. WARRIOR, la serie prodotta da
Shannon Lee a partire dagli scritti ritrovati per caso di suo
padre, la leggenda delle arti marziali Bruce Lee, che torna con una
seconda stagione come CITY ON A HILL, crime con
Kevin Bacon targato SHOWTIME. E ancora BILLIONS, l’amato financial drama con Paul
Giamatti e Damian Lewis, di ritorno su Sky entro l’anno con la
seconda parte della quinta e poi con la sesta stagione.
Il MCU è in costante crescita ed espansione, ed
ogni nuova uscita cinematografica introduce sempre nuovi
personaggi. Sebbene la maggior parte dei film e delle serie siano
ambientati sulla Terra e soltanto pochi siano ambientati nello
spazio, il lato cosmico dell’universo è pieno di interessanti
creature ultraterrene. Ecco quali sono le 10 più pericolose secondo
Screen Rant:
Flerken
I Flerkens sono alieni che
assomigliano a normali gatti domestici, ma possiedono tentacoli che
escono dalla loro bocca che possono portare a dimensioni tascabili.
L’unico Flerken che i fan hanno visto finora nel MCU è stato quello chiamato
“Goose”, che apparteneva alla dottoressa Wendy Lawson: è stato
curato da Carol durante la sua permanenza sulla Terra in Captain
Marvel ed è stato successivamente adottato da Nick
Fury.
Goose è stata in grado di ingoiare
due soldati Kree che stavano attaccando Fury e persino il
Tesseract, che in seguito ha vomitato, consentendo allo SHIELD di
eseguire dei test su di esso. Ha anche graffiato l’occhio di Fury
mentre giocava con lui, il che ha generato la ferita che lo ha poi
costretto ad indossare la sua famosa benda sull’occhio.
Abilisk
L’Abilisk era un essere
multidimensionale che i Guardiani hanno combattuto all’inizio di
Guardiani della Galassia Vol. 2 per evitare che
consumasse le fonti di energia del loro pianeta.
Ha molti tentacoli sul suo corpo e
può emettere onde di materia trans-dimensionale dalla sua bocca ed
è stato in grado di resistere alle esplosioni della maggior parte
delle armi della squadra, inclusi i blaster di Quill e i coltelli
di Drax, sia dall’esterno che dall’interno. È stato sconfitto solo
quando Star-Lord ha notato un taglio sul collo, Gamora ha
conficcato la sua spada e l’ha aperto, facendogli perdere sangue e
portandolo alla morte.
Vrellnexiani
I Vrellnexiani, comunemente
indicati come “scarafaggi”, vivono sulla superficie della Terra
distrutta nella linea temporale in cui viaggiano gli Agenti nella
quinta stagione di Agents of
SHIELD. Sono creature a quattro zampe che sembrano simili
agli Xenomorfi della serie Alien, hanno zanne e artigli
affilati e possono strisciare lungo pareti e soffitti.
Mentre la maggior parte di essi vaga
per il pianeta morto nell’anno 2091, una discreta quantità abita
anche nelle aree del faro. Quelli che l’hanno fatto sono stati
infine tutti distrutti da Yo-Yo, Mack e Flint quando Elena li ha
portati ad un piano e ha usato le bombe scheggiate che Fitz aveva
lasciato loro per disintegrarli.
I gorilla Chitauri
I gorilla Chitauri sembrano
simili ai gorilla terrestri ma hanno impianti cibernetici, in
particolare sui loro volti. Sono stati usati dall’esercito Chitauri
in Avengers:
Endgame durante la Battaglia al complesso dei
Vendicatori.
Camminano a quattro zampe e
indossano armature sui loro corpi come protezione extra. Proprio
come gli Outrider, servono i Chitauri e non hanno un proprio scopo
oltre a essere usati per il combattimento, il che li rende
estremamente pericolosi.
I draghi
I draghi sono creature
mistiche sputafuoco che hanno avuto ruoli sia nei film che nelle
serie del MCU. Dal punto di vista degli show
tv, anche se non sono stati mostrati direttamente, sono stati
citati numerose volte in Iron Fist e The
Defenders.
La prima vera apparizione di un
drago vivente è arrivata all’inizio di Thor:
Ragnarok, quando Thor viene attaccato da uno dopo aver
ucciso Surtur e si prepara a portare la sua testa ad Asgard dopo
essere andato a Muspelheim, soltanto per sfuggire per un pelo
usando il potere del Bifrost.
Le bestie di ghiaccio
Le bestie di ghiaccio sono
creature con quattro zampe, denti affilati e dorsi e code appuntiti
che sono apparse un paio di volte. La prima volta è stata in
Thor
quando una è stata svegliata da Laufey per uccidere il Dio del
Tuono, Sif, Loki e i Tre Guerrieri, ma è stato ucciso da Thor
quando ha volato attraverso la sua testa.
Un altro è stato mostrato durante
Thor: The Dark World quando Thor e Malekith stavano
saltando tra le dimensioni e uno è fuggito da Jotunheim ed è finito
a Londra, che era l’ultimo posto in cui è stato visto.
Leviatani
I Leviatani sono bestie
volanti che furono usate dai Chitauri durante i loro numerosi
attacchi sotto la direzione di Thanos. Sono apparsi in ogni singolo
film degli Avengers, e sono stati usati in The Avengers durante la battaglia di New York e in
Avengers: Endgame durante la battaglia nel complesso
degli Avengers.
È stato anche dimostrato che sono
stati usati da Thanos in un flashback nel suo attacco a Zen-Whoberi
quando ha adottato Gamora per la prima volta, e uno è stato
recuperato dall’HYDRA in
Avengers: Age of Ultron. Sono enormi, hanno denti massicci
e sono in grado di distruggere completamente gli edifici. Hanno
un’armatura che protegge la loro pelle dai tessuti molli e possono
essere distrutti solo da avversari più potenti come Thor, Hulk e
Ant-Man quando era nella sua forma gigante.
I lupi asgardiani
I lupi asgardiani sembrano
simili ai lupi normali, a parte le loro dimensioni. L’unico lupo
asgardiano mostrato ai fan era l’animale domestico personale di
Hela, Fenris, che morì dopo essere stata esiliata, ma che fu
resuscitata da lei stessa in Thor:
Ragnarok dopo il suo ritorno.
Era alta 23 piedi e aveva denti
affilati in grado di perforare la pelle di Hulk e farlo sanguinare
durante una battaglia in cui i due erano abbastanza alla pari.
Tuttavia, nonostante la sua forza, fu sconfitta dal Gigante Verde,
che la gettò fuori dalla cascata Asgardiana.
Shrike
Gli Shrike erano una razza
di parassiti alati dal becco alieno, creati e controllati
dall’essere conosciuto come Izel. Queste creature simili a
pipistrelli furono usate da Izel nella distruzione di molti altri
pianeti prima di arrivare sulla Terra nella stagione 6 di
Agents of
SHIELD.
Entrano dalla bocca delle loro
vittime e poi prendono il controllo del loro sistema nervoso. Fanno
emergere punte cristallizzate dal loro corpo quando vengono
attaccati e possono essere sconfitti solo usando pugnali
specializzati o freddo estremo. Daisy Johnson è stata anche in
grado di ridurli in polvere usando i suoi poteri sismici, e sono
stati tutti distrutti quando Izel è stata uccisa dall’agente
Mack.
Outrider
Gli Outrider erano creature
a sei zampe che servono come membri dell’esercito di Thanos in
Avengers:
Infinity War e
Avengers: Endgame e furono usati principalmente
durante l’invasione di Wakanda.
Hanno denti affilati come rasoi,
pelle nera e gialla e sono apparentemente senza cervello, poiché
erano disposti ad uccidersi per tentare di sfondare la barriera del
campo di forza di Wakanda prima che fosse aperta. Sono abbastanza
forti da sconfiggere Black Panther, Captain America e Bruce Banner
mentre era nell’Hulkbuster, prima che venissero salvati da
Thor.
Tre anni dopo il secondo episodio,
Guillermo del Toro insiste nel dire che non ha
piani per un Pacific Rim 3. L’acclamato regista è
entrato nell’acclamato universo dei monstri nel 2013, proprio
grazie al primo Pacific
Rim, un racconto fantascientifico originale che ha
introdotto il concetto di Jaegers, robot giganti controllati da due
piloti umani che combattono una guerra contro i Kaiju. Il film è
stato interpretato da Charlie Hunnam, Rinko
Kikuchi e Idris Elba. Sebbene non sia
stato un travolgente successo al botteghino, Pacific
Rim è stato comunque accolto bene sia dalla critica sia
dal pubblico. Un sequel, Pacific
Rim: La rivolta, è stato rilasciato cinque anni dopo
l’originale e ha visto nel cast anche John
Boyega.
Pacific Rim: La rivolta ha
ottenuto una risposta decisamente più tiepida da parte di critica e
pubblico e ha lottato per eguagliare il suo predecessore in termini
di incassi al botteghino. Di conseguenza, è diventato poco chiaro
se il franchise di Pacific
Rim avrebbe mai avuto un terzo capitolo. Nei mesi
successivi all’uscita di Pacific
Rim: La rivolta nelle sale, il regista Steven S.
DeKnight (che è subentrato a del Toro alla regia), aveva
accennato ad alcune idee per la storia di un possibile terzo
Pacific
Rim, dicendo che si sarebbe trattato di “rimettere
insieme la band”. Anche allora, però, ha ammesso di non sapere
cosa sarebbe effettivamente successo con Pacific Rim
3.
Ora, è stato proprio
Guillermo del Toro ad intervenire sulla questione,
anche se le sue parole non lasciano certamente ben sperare. Dopo
aver condiviso via
Twitter – sulla scia della release del primo trailer ufficiale
di Godzilla vs. Kong – il suo interesse nel vedere sul
grande schermo un crossover tra Pacific
Rim e il MonsterVerse (che ospita appunto i
film dedicati a Godzilla e King Kong di Legendary), il regista
messicano ha chiarito che quella non era assolutamente un’idea per
un terzo film del suo franchise. In effetti, al momento non ha
intenzione di rivisitare Pacific
Rim, come ha scritto pubblicamente: “Parlavo soltanto
da fan. Non ci sono piani per un Pacific Rim 3.”
Questa sarà sicuramente una
delusione per i fan di Pacific
Rim, soprattutto perché sembrava che ci fosse ancora
della storia da raccontare in quell’universo. Il finale di Pacific
Rim: La rivolta ha lasciato diverse cose in sospeso, con
DeKnight che aveva persino confermato che l’arco narrativo del
personaggio preferito dai fan, ossisa Mako Mori (interpretato da
Rinko Kikuchi), era rimasto incompleta. Sembra
quindi che la mancanza di progettualità attorno a Pacific Rim
3 non sia dovuta a problemi legati alla storia, ma è più
probabile che sia causata dalla scarsa risonanza che il franchise
ha ottenuto attraverso i primi due film. In questo senso, è
parecchio triste che un universo con così tanto potenziale debba
essere interrotto a causa degli incassi.
Il franchise di Spy
Kids verrà ufficialmente riavviato, con Robert Rodriguez – il creatore originale –
pronto a scrivere e dirigere un nuovo film per conto di Skydance
Media. L’ultimo film di Spy Kids, uscito nel 2011, è stato
accolto negativamente tanto dal pubblico quanto dalla critica.
Tuttavia, l’ultima fatica di Rodriguez, We Can Be Heroes (disponibile su Netflix), ha dimostrato che c’è ancora spazio per le
storie dedicate ai piccoli eroi che mescolano azione e
fantascienza.
L’originale Spy
Kids, uscito nel 2001, è stato un enorme successo
all’epoca della sua distribuzione in sala, grazie al suo mix di
azione frenetica, commedia per famiglie e divertenti effetti
speciali realizzati con un budget ridotto. Il film ha generato ben
due sequel diretti nel 2002 e 2003 e un quarto film, una sorta di
soft-reboot uscito nel 2011. Tuttavia, dopo la scarsa
accoglienza riservata al quarto film su più fronti, la serie è
finita nel dimenticatoio.
Tuttavia, sembra che le cose stiano
per cambiare. Come riportato infatti da
Deadline, Spyglass Media Group, che possiede i diritti di
Spy Kids, ha accettato un accordo che concede in
licenza i diritti del franchise a Skydance Media. Robert Rodriguez tornerà a scrivere e dirigere
il primo film di quella che dovrebbe essere una nuova saga a tutti
gli effetti. Gary Barber e Peter Oillataguerre di Spyglass
figureranno in qualità di produttori esecutivi.
È passato circa un decennio da
quando l’ultimo Spy Kids è uscito nei cinema, quindi il
momento potrebbe essere favorevole per un ritorno della serie.
We Can Be Heroes ha re-introdotto Sharkboy e Lavagirl
a tutti i fan del film di Rodriguez del 2005 (Le avventure di
Sharkboy e Lavagirl in 3-D) e al tempo stesso gli ha
presentati ad una nuova generazione di piccoli spettatori alla
ricerca di avventure leggere ed emozionanti. La stessa formula
potrebbe funzionare anche per il riavvio di Spy Kids.
L’attenzione da parte di film originali su personaggi e famiglie
latinoamericane sarebbe senza dubbio accolta molto bene in un
panorama hollywoodiano moderno che ha ancora molta strada da fare
in termini di diversità, sia davanti che dietro la macchina da
presa.
Captain
Marvel 2 potrebbe vedere schierate tre diverse
supereroine del MCU, come anticipato da
Teyonah Parris. Nel 2019, con Captain
Marvel,Brie Larson è diventata la prima donna
protagonista di un cinecomic del MCU interamente dedicato ad un
personaggio femminile. Quell’avventura ambientata negli anni ’90 ha
consacrato Carol come uno degli eroi più potenti del MCU e l’ha preparata a svolgere un
ruolo chiave nel futuro del franchise. Captain
Marvel 2 è stato annunciato nel gennaio 2020 ed è
attualmente previsto per essere distribuito a novembre 2022.
Tuttavia, la produzione non ha ancora una data di inizio
ufficiale.
Questa volta, sarà Nia
DaCosta(Candyman) ad
occuparsi della regia del film, andando così a prendere il posto di
Anna Boden e Ryan Fleck, registi
del primo Captain
Marvel. I dettagli sulla trama – ovviamente – non sono
stati ancora svelati, anche se pare che Captain
Marvel 2 sarà ambientato ai giorni nostri. In
occasione dell’Investor Day di Disney dello scorso dicembre, è
stato ufficialmente annunciato che Carol Danvers, nel sequel, sarà
affiancata da Kamala Khan (Iman Vellani), alias
Ms. Marvel, e da Monica Rambeau
(Teyonah Parris), dando così vita ad un trio di
supereroine che i fan non vedono l’ora di vedere.
Proprio di recente, Parris è stata
intervistata da
Rotten Tomatoes TV (via
Screen Rant) in occasione della promozione di WandaVision. Naturalmente, la notizia che
Parris sarà anche in Captain
Marvel 2 ha spianato la strada a tutta una serie di
domande, mentre l’attrice è stata davvero felice di condividere la
sua eccitazione per il progetto. Sebbene non potesse condividere
alcun dettagli, ha anticipato che le tre supereroine faranno
effettivamente squadra nel sequel.
“Sono entusiasta, da attrice, di
unirmi a Brie e Iman e vedere cosa saranno in grado di creare
queste tre supereroine – Captain Marvel, Ms. Marvel e Monica Rambeau – e vedere
cosa succederà in quel film. Per il resto, dovremo solo aspettare
qualche settimana prima di poterne davvero parlare…”
Nei panni di una Monica adulta,
Parris ha preso il posto della giovane attrice Akira Akbar, che ha
interpretata la versione bambina del personaggio nel primo
Captain
Marvel. Parris è apparsa in due dei tre episodi finora
disponibili di
WandaVision, anche se il personaggio è stato fino a questo
momento etichettato col nome di Geraldine. Gli eventi del terzo
episodio di
WandaVision hanno lasciato il pubblico con molte
domande e ci si aspetta che nella prossima puntata i primi nodi si
inizieranno a sciogliere. Andando avanti, i fan presumono che
Monica assumerà l’identità di supereroe come nei fumetti.
Tutto ciò che sappiamo sul sequel
di Captain Marvel
Captain
Marvel 2, il sequel del cinecomic con
protagonista il premio Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al
box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’attesa serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: a quanto
pare, i Marvel Studios sarebbero interessati ad
affidare la regia del nuovo film ad una sola regista donna. Secondo
la fonte, Boden e Fleck potrebbero essere comunque coinvolti in una
delle serie Marvel attualmente in sviluppo e
destinate a Disney+.
Nessun dettaglio sulla trama del
sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe
spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri.
Naturalmente, Brie
Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il
sequel diCaptain
Marvel arriverà l’11 novembre 2022.
Dane DeHaan ha negato le voci circa il
possibile ritorno di Green Goblin nell’attesissimo Spider-Man 3 con Tom Holland, attualmente in fase di
produzione. Nonostante i precedenti conflitti tra Sony e Marvel che hanno quasi messo fine
alla corsa di dell’Uomo Ragno nel MCU, l’imminente terzo episodio
(ancora senza titolo) del franchise di Spider-Man collegato al
MCU darà a Holland la possibilità
di interpretare per la terza volta (senza considerare i film “di
gruppo” dell’universo condiviso in cui è apparso) il celebre eroe
dei fumetti.
Dane DeHaan ha interpretato il famigerato
Green Goblin in The Amazing Spider-Man 2 del 2014, diretto da
Marc Webb e interpretato da Andrew Garfield nei panni del simpatico
arrampicamuri. Quando è stato annunciato che Jamie Foxx avrebbe ripreso il ruolo di Electro
in Spider-Man 3, i fan hanno iniziato a speculare
sul possibile ritorno del Green Goblin di DeHaan. Green Goblin, uno
dei più noti cattivi di Spider-Man, è uno dei preferiti dai fan
grazie alla sua coinvolgente storia: si tratta, infatti, dell’alter
ego di Harry Osborn, il migliore amico di Peter Parker, che
seguendo le orme di suo padre (Norman Osborn) si trasforma in uno
dei più importanti nemici di Spidey. Anche James Franco ha interpretato il personaggio
nella trilogia di Spider-Man ad opera di Sam Raimi.
Intervistato da
RadioTimes in occasione della promozione della serie
ZeroZeroZero,Dane DeHaan ha respinto qualsiasi voce sul suo
eventuale coinvolgimento nel prossimo film di Spider-Man. Pur
ammettendo che gli sarebbe piaciuto realizzare un altro film dopo
The Amazing Spider-Man 2, ha dichiarato di essere alquanto
“confuso” in merito all’attuale traiettoria del franchise. “Non
c’è nulla di vero in quelle voci. Non so nemmeno come siano uscite
fuori”, ha spiegato l’attore. “Sicuramente, mi piacerebbe
fare di nuovo un film del genere. Mi piace fare film di supereroi o
comunque ambientati in quel tipo di mondo e sono sicuro che mi
ritroverò di nuovo a farne parte. Ma non ho assolutamente idea di
cosa stiano facendo con i film di Spider-Man oggi. Non capisco
nemmeno come sarebbe possibile un ritorno del mio
personaggio.”
Dane DeHaan ha poi ironizzato su
Twitter in merito alle voci del suo ritorno in Spider-Man 3, condividendo un post di Fandom
in cui viene appunto riportato che lo stesso ha smentito il suo
coinvolgimento nel film di Jon Watts, commentando
attraverso la didascalia: “Qualcuno potrebbe informare mia
madre, così smetterà anche lei di chiedermelo?”
Cosa sappiamo di Spider-Man 3?
Di Spider-Man
3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 –
si sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella
secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga
dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il
personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce).
Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori
dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe
catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle
precedenti…
Tom
Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel
2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del
franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai
Vendicatori della Marvel, ma anche in due
standalone: Spider-Man:
Homecoming e Spider-Man: Far
From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato
tra Marvel e Sony ha permesso al
personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per
ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man
3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al
fianco degli altri eroi del MCU.
James Mangold, regista di Indiana
Jones 5, ha anticipato che l’attesissimo nuovo
capitolo della celebre saga potrebbe essere ambientato negli anni
’60. La trilogia originale ad opera di Steven Spielberg ha consegnato alla fama
l’avventuriero interpretato da Harrison Ford. Tuttavia, dopo l’uscita di
Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, molti
fan hanno sempre sperato in un canto del cigno migliore per il
franchise.
Indiana
Jones 5 è in cantiere da diversi anni ormai.
Inizialmente, Spielberg sarebbe dovuto tornare dietro la macchina
da presa. Tuttavia, lo scorso anno il regista ha abbandonato il
progetto e Lucasfilm ha annunciato che sarebbe stato sostituito da
James Mangold, regista di Logan –
The Wolverine. Mangold è al lavoro sul film da circa un
anno ormai, ma ad oggi non si conosce nessun dettaglio sulla storia
del nuovo capitolo. Il film dovrebbe arrivare al cinema nell’estate
2022.
Tuttavia, sembra che ora sia stato
proprio Mangold a fornire – in maniera neanche troppo velata – un
dettaglio assai curioso su Indiana Jones
5. In un recente tweet,
il regista ha svelato di essere un grande fan dei Velvet
Underground e che, in questo momento, vive con la mente negli anni
’60. La ragione? Pare che tutti i progetti a cui sta attualmente
lavorando si svolgono in quel periodo. Anche se Mangold non ha
citato espressamente Indiana Jones 5, il
film è certamente fra quei progetti menzionati dal regista: ciò
dovrebbe quindi confermare che Indiana Jones 5 sarà ambientato
negli anni ’60.
La data di uscita di Indiana Jones
5
La cosa non dovrebbe sorprendere
più di tanto, dal momento che Indiana Jones e il regno del
teschio di cristallo era ambientato nel 1957. Ricordiamo che le riprese di Indiana
Jones 5dovrebbero partire in
primavera. Prima dell’ingaggio di Mangold, la sceneggiatura era
stata affidata aDavid Koepp, he ha poi lasciato il progetto insieme
a Spielberg. Prima di Koepp, ancheJonathan Kasdan (figlio dello sceneggiatore
de I predatori
dell’arca perduta,Lawrence
Kasdan) aveva messo le mani sullo script. L’uscita nelle sale del
filmè già stata
posticipata diverse volte: inizialmente previsto per il 19 Luglio
2019, il film è stato rinviato prima al 10 Luglio 2020, poi al 9
Luglio 2021 e infine al 29 Luglio 2022.
Indiana Jones è una saga cinematografica
basata sulle avventure dell’immaginario archeologo ideato
da George
Lucas. La saga, con Harrison
Ford nel ruolo di Indiana Jones, è iniziata nel
1981 con la distribuzione del film I predatori dell’arca
perduta. Un prequel intitolato Indiana
Jones e il tempio maledetto è uscito nel 1984, mentre
il sequel Indiana Jones e l’ultima crociata nel
1989. Un quarto film, Indiana Jones e il regno del teschio
di cristallo, è uscito nei cinema nel 2008. I film sono
stati tutti diretti da Steven
Spielberg.
È stata finalmente rivelata la
durata di Black Widow, l’atteso
cinecomic dei Marvel Studios che dovrebbe arrivare nelle
sale cinematografiche il prossimo 7 maggio (anche se è altamente
probabile che venga posticipato ancora una volta). Il film
esplorerà il passato di uno dei personaggi più amati del MCU, ossia Natasha Romanoff
(Scarlett
Johansson), che si riunirà con la “famiglia” che si
era lasciata alle spalle, in Russia, prima di diventare a tutti gli
effetti un membro degli Avengers.
Il film, diretto da Cate
Shorland, vedrà nel cast anche Rachel Weisz nei panni di Melina Vostokoff,
Florence
Pugh nei panni di Yelena Belova e David
Harbour nei panni di Alexei Shostakov, ossia Red
Guardian. In origine, Black Widow sarebbe
dovuto arrivare nelle sale a maggio 2020: successivamente, è stato
posticipato diverse volte a causa della pandemia di Coronavirus.
Secondo gli ultimi report in materia di uscite al cinema,
Black Widow potrebbe
essere il prossimo grande blockbuster ad essere nuovamente
posticipato, dal momento che Disney e Marvel sembrano essere riluttanti a
distribuire il film direttamente su Disney+ (come già accaduto con
Mulan,
Soul e
come accadrà prossimamente anche con Raya e
l’ultimo drago).
In attesa di capire quale sarà il
destino di Black Widow, arriva
finalmente una conferma in merito all’attesissimo cinecomic.
Disney UK,
infatti, riporta la durata effettiva del film: 133 minuti, quindi 2
ore e 13 minuti. Black Widow durerà
di più dei precedenti film da solista di Captain America, Thor,
Iron Man, Doctor Strange, Ant-Man, Captain Americal e
persino di Spider-Man:
Homecoming. Tuttavia, è significativamente più breve
rispetto ai recenti titoli del MCU: ricordiamo, infatti, che
Avengers:
Infinity War durava due ore e mezza, mentre Avengers:
Endgame più di tre ore.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Il presidente dei Marvel StudiosKevin Feige ha
dichiarato che il pitch della regista e sceneggiatrice
Chloé Zhao per Gli Eterni, è stato
il migliore che gli sia mai stato presentato. La Fase 4 del
MCU introdurrà una nuova razza
cosmica sovrumana, nota appunto come gli Eterni. Anche se la
maggior parte del pubblico non ha idea di chi siano questi
personaggi, la Marvel sembra aver puntato molto
sul film, pronta a trasformarlo nel prossimo gigantesco franchise
dell’universo condiviso, come già fatto in passato con i Guardiani della Galassia. Per alzare
ulteriormente l’hype attorno al progetto, la Casa delle Idee ha
riunito un cast e una troupe di incredibile talento.
L’ensemble de Gli Eterni, comprende
attori del calibro di Angelina
Jolie, Richard Madden,
Salma Hayek, Kit Harington, Kumail
Nanjiani e molti altri. Anche se i Marvel Studios non hanno ancora
mostrato nulla del film (fatta eccezione per alcuni concept art
ufficiali), una delle ragioni per cui il film suscita così
interesse è sicuramente il coinvolgimento di Chloé
Zhao alla regia, regista attiva soprattutto all’interno
del circuito americano indipendente, salita alla ribalta
internazionale grazie a The Rider del 2017 e tra le
protagoniste indiscusse dell’attuale stagione dei premi grazie al
suo ultimo lavoro, Nomadland,
già vincitore del Leone d’Oro all’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia.
In un lungo articolo che
Rolling Stone ha dedicato proprio a Chloé
Zhao, viene riportato proprio una dichiarazione di
Kevin Feige, il boss dei Marvel Studios, a proposito del
lavoro della regista all’interno del MCU. Feige ha elogiato la capacità
di Zhao di creare piccoli film dal taglio assolutamente unico e
personale, e di pensare che, in “termini giganteschi”, possano
adattarsi anche a ciò che fa la Marvel. Feige ha anche rivelato che
il pitch presentato dalla regista allo studio era davvero
incredibile. La fonte riporta che il produttore ha definito “il
pitch di Zhao per il film il migliore che gli sia mai stato
proposto” e che il film sarà “una storia davvero grande,
travolgente, che si espande attraverso molti anni.”
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
Sono molti i film in cui l’essere
umano è costretto a misurarsi con le dure condizioni imposte dalla
natura. Si tratta di una sfida quantomai impari, più volte
raccontata in titoli come Jungle, All Is Loste127 ore. Una
delle opere più brillanti a riguardo è però
Arctic, film scritto e diretto nel 2018
da Joe Penna. Contrariamente ai titoli citati,
questo non si svolge in una giungla, in mare aperto o nel deserto,
bensì nelle fredde terre di ghiaccio del circolo polare artico. Un
luogo che porta il protagonista a vivere sul confine tra la vita e
la morte, obbligandolo a misurarsi con una serie di scelte che
richiedono un enorme coraggio per essere prese.
Girato nelle fredde terre
dell’Islanda in soli 19 giorni, con una troupe ridotta e quasi un
unico attore presente in scena, il film è in seguito stato
presentato con successo al Festival
di Cannes. Originariamente, però, Penna aveva immaginato di
ambientare il tutto su un territorio ancor più estremo: il pianeta
marte. La realizzazione del film The Martian lo ha però
spinto a riconsiderare tale idea, spostandosi altrove. Il risultato
non è stato da meno, anzi. Arctic è infatti stato definito
come uno dei più grandi film di tensione di questo tipo,
dimostrando che per intrattenere non è necessario affidarsi al
dialogo.
Si tratta dunque di un film
estremo, che richiede allo spettatore una certa dose di pazienza e
predisposizione ad essere portato in territorio nuovi. Se si
accetta ciò, Arctic garantisce un’esperienza unica, che ci
ricorda una volta di più del potenziale che il cinema da sempre
vanta. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Arctic: la trama del film
Protagonista della vicenda è l’uomo
noto come Overgård, del quale non vengono forniti
dettagli su chi sia o come sia arrivato dove si trovi. Egli è
infatti bloccato nel circolo polare artico, in attesa di soccorsi
che potrebbero non arrivare mai. Nel frattempo, la sua routine
quotidiana consiste nel controllare le lenze da pesca, mappare
l’ambiente circostante e far funzionare un segnale di soccorso
alimentato da una dinamo a manovella. Il più delle volte è inoltre
costretto a doversi confrontare con la durezza dell’ambiente
circostante, in particolare proteggendosi dagli attacchi di orsi
polari in cerca di cibo.
La sua sorte sembra cambiare nel
momento in cui un elicottero riceve la sua richiesta di soccorso.
Nell’atterraggio, però, il velivolo si schianta uccidendo il pilota
e ferendo gravemente l’altra passeggera. Overgård si prende cura di
questa portandola nel suo rifugio, cercando di medicarle la ferita.
Il fatto di parlare lingue diverse, inoltre, non aiuta a risolvere
la situazione. Entrato in possesso di una mappa, questa rivela
all’uomo la presenza di un altro rifugio non molto distante.
Arrivare lì e cercare ulteriore soccorso sarà dunque la sola
possibilità per entrambi di avere salva la vita. Per riuscirci,
però, dovranno affrontare numerosi pericoli lungo il percorso.
Arctic: il cast del film
A dar volto al silenzioso
protagonista maschile del film, H. Overgård, è l’attore danese
Mads Mikkelsen. Celebre
per aver recitato nella serie Hannibal, e recentemente
visto in Another Round, questi
ha definito Arctic come il film più difficile della sua
carriera. L’attore si è infatti trovato a dover dar vita ad un
personaggio dal passato ignoto, che gli ha pertanto richiesto di
dar sfogo alla sua immaginazione per darvi vita e poter da questa
base costruirne il carattere. A metterlo ulteriormente in
difficoltà, però, sono state ovviamente le difficili condizioni
climatiche dei luoghi scelte per le riprese. Mikkelsen si è infatti
trovato in più occasioni a dover sopportare temperature ben al di
sotto lo zero.
In aggiunta a ciò, ha realmente
dovuto far pratica con le varie attività compiute dal personaggio.
Non utilizzando controfigure, questi ha perciò dovuto risultare
convincente nelle prove di sopravvivenza che lo vedevano coinvolto.
Accanto a lui, nel ruolo della ragazza ferita, vi è l’attrice
Maria Thelma
Smáradóttir. Allo stesso
modo, anche questa ha dovuto cimentarsi con le difficili prove di
resistenza richieste per il film. I due attori, pressoché gli unici
a comparire nel film, si sono dovuti inoltre misurarsi con la
presenza sul set di un vero orso polare. Il regista realizzò
infatti che, dato lo scarso budget, sarebbe stato più semplice
utilizzare un vero orso piuttosto che ricrearne uno tramite
CGI.
Arctic: il trailer e dove vedere
il film in streaming e in TV
È possibile fruire
di Arctic grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google
Play, Infinity e Amazon Prime Video. Per vederlo,
una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare
il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà
così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 26 gennaio alle ore 21:20
sul canale Rai 4.
Jane Fonda riceverà il Cecil B.
DeMille Award, il premio alla carriera, ai Golden Globes
di quest’anno.
Il premio riconosce l’illustre
carriera di Fonda nel cinema, che l’ha vista in cima al botteghino
e ha consolidato il suo nome nella storia della settima arte
recitando in classici come Una squillo per l’ispettore
Klute, Sindrome Cinese e Dalle 9
alle 5… orario continuato.
Più recentemente, Fonda è apparsa
nelle serie NetflixGrace & Frankie, in
Book Club – Tutto può succedere e Youth –
La Giovinezza. I suoi altri film includono A piedi nudi nel parco, Il cavaliere
elettrico, Tornando a casa e
Giulia. Uno dei suoi più grandi successi
commerciali fu l’uscita nel 1982 del suo primo video di esercizi,
“Jane Fonda’s Workout”, che vendette 17 milioni di copie e generò
diversi follow-up.
Fonda è stata altrettanto famosa per
le sue posizioni politiche: protestare contro la guerra del
Vietnam, fare campagne per i diritti civili e sostenere cause
femministe. Attualmente, Fonda guida i venerdì delle esercitazioni
antincendio come parte di un movimento nazionale per aumentare la
consapevolezza sulla crisi climatica.
Il Cecil B. DeMille Award è il più
alto riconoscimento conferito dalla Hollywood Foreign Press
Association, l’organizzazione dietro i Globes. Trai vincitori dei
passati anni ci sono Robert De Niro, Sophia Loren, Sean
Connery, Oprah Winfrey, Martin Scorsese, Jodie Foster, Steven Spielberg e Meryl
Streep. Il vincitore dello scorso anno è stato Tom
Hanks.
“La Hollywood Foreign Press
Association è molto orgogliosa di conferire il Cecil B. DeMille
Award 2021 a Jane Fonda”, ha dichiarato in una dichiarazione
il presidente dell’HFPA Ali Sar. “Per più di
cinque decenni, l’ampiezza del lavoro di Jane è stato ancorato al
suo implacabile attivismo, utilizzando la sua piattaforma per
affrontare alcune delle più importanti questioni sociali del nostro
tempo. Il suo innegabile talento le ha fatto guadagnare il più alto
livello di riconoscimento e, sebbene la sua vita professionale
abbia preso molte svolte, il suo impegno incrollabile nell’evocare
il cambiamento è rimasto. Siamo onorati di celebrare i suoi
successi ai Golden Globe Awards 2021”.
Jane Fonda ha vinto sette Golden
Globes ed è stata candidata 15 volte. La trasmissione
televisiva della cerimonia dei Golden Globes andrà
in onda il 28 febbraio. La cerimonia di quest’anno sarà
probabilmente molto diversa rispetto alle passate edizioni a causa
della pandemia in corso.
Dopo il successo
planetario della serie animata di Iginio Straffi,
Winx Club, Netflix ha realizzato, in collaborazione con Rainbow,
Fate: The Winx Saga, produzione statunitense
che parte proprio dalla creatura di Straffi e ne racconta di nuovo
la storia, traducendola per un pubblico leggermente più adulto e
modernizzandone tempi e situazioni.
Nascosta in un mistico
mondo parallelo, la scuola di Alfea addestra le fate nelle arti
magiche da migliaia di anni. Bloom, studentessa della scuola, è una
fata diversa dalle altre: la ragazza è infatti cresciuta nel mondo
degli esseri umani, e, nonostante abbia un animo gentile, dentro di
sé nasconde un forte potere magico in grado di distruggere entrambi
i mondi. Per gestirlo, Bloom deve controllare le proprie emozioni,
ma la cosa si potrebbe rivelare complicata dovendo anche fare i
conti con le questioni adolescenziali. Con lei ci sono la brillante
Aisha, l’estroversa Terra, Musa, una fata delle emozioni, e Stella,
vera e propria principessa delle fate e particolarmente ostile,
all’inizio, alla nuova arrivata.
Fate: The Winx Saga – fate, sì, ma nel mondo
reale
Fate: The Winx
Saga è il primo ciclo di episodi di uno show che, a
giudicare dal successo che sta avendo sulla piattaforma, sarà
rinnovato per continuare a raccontare una vicenda che riesce a
mescolare tanti linguaggi e che si è chiusa, alla fine del sesto e
ultimo episodio, con un colpo di scena che non ha proprio niente a
che vedere con le serie colorata e rassicurante per bambini, che
guardavamo sui canali Rai qualche anno fa.
La prima caratteristica
dello show che balza agli occhi, soprattutto a quelli di chi ha
visto e amato la serie animata e i successivi film, è che
l’ideatore Brian Young si è reso conto che, parlando di
adolescenti, era necessario che i protagonisti fossero
rappresentati come veri quindicenni e sedicenni, e così è stato.
Gli studenti di Alfea, fate e specialisti, hanno a che fare con
sesso, droghe, bullismo, conflitti, piccole vendette, e tutto
rappresentato a dimensione di adolescente, diretto e ingenuo,
assolutamente efficace e realistico. E non c’è compiacimento “a là
Lolita” che invece si trova in abbondante quantità nella serie
dedicata alla streghetta Sabrina. Gli adolescenti che frequentano
Alfea sono preda di se stessi, spaventati dalla trasformazione dei
loro corpi e delle loro pulsioni, ma sempre pronti ad affrontare
con coraggio e spregiudicatezza l’ignoto.
Una
storia di formazione magica… e non solo
Queste giovani fate sono
coraggiose e sconsiderate e sono tutte alla cerca di un proprio
posto, di una propria dimensione e tutte vogliono raggiungere
l’armonia con i propri poteri, che poi altro non rappresenta che un
momento fondamentale per la crescita di persone ordinarie.
Fate: The Winx Saga è quindi un efficace racconto
di formazione che accompagna le protagoniste (ma anche i giovani
protagonisti) attraverso i turbamenti, fisici e psicologici, che li
porteranno ad entrare nell’età adulta.
Lo stesso realismo viene
applicato in maniera coerente e precisa alla messa in scena:
storia, ambientazione, i poteri delle protagoniste, la
rappresentazione dei cattivi, il tono che senza paura vira su
sfumature orrorifiche e gore. Il tono della serie riesce ad essere
allegro, spensierato, come una feste tra adolescenti, ma allo
stesso tempo è anche oscuro e molto serio, quando in campo scendono
non solo forze magiche maligne, ma anche un passato oscuro, colpe e
peccati per i quali si deve scontare una pena nel presente, e
legami antichi e misteriosi.
Tra dialoghi brillanti e
momenti ottimamente scritti, Fate: The Winx Saga si presenta come
un prodotto molto più che dignitoso, soprattutto nella scansione in
episodi. Le sei puntate che compongono la prima stagione, sono dei
mini racconti, mostrano una unità narrativa che riesce in ogni
momento, anche nell’episodio finale, ad offrire un gancio per
l’episodio (o la stagione) successiva, una scena in sospeso, una
rivelazione.
Ecco le nuove Winx
Il cast è guidato da
Abigail Cowen, già vista in
Sabrina e in Stranger Things, e che adesso,
sempre su Netflix, trova il suo spazio come protagonista, dotata di
una bellezza non convenzionale di carisma, è lei la rossa
protagonista, potentissima fata del fuoco. Al suo fianco ci sono le
altre quattro Winx: Stella, interpretata da Hannah van Der
Westhuysen, fata della luce e la principessa ereditaria di
Solaria, bella e alla moda, molto snob, ma anche molto fragile,
come si scoprirà; Musa, Elisha Applebaum, è una
fata della mente, empatica ma introversa, riesce a percepire le
emozioni e gli stati d’animo degli altri e questo la rende
particolarmente schiva, perché non vuole soffrire attraverso gli
altri, ma imparerà a sfruttare il suo potere; Terra, Eliot
Salt, corpulenta e socievole, che nasconde una grande
insicurezza ma anche una profonda consapevolezza del suo potere (è
una fata della terra) che usa diventando anche letale, riuscirà a
trovare il suo spazio nel gruppo di amiche e si rivelerà
fondamentale; Aisha, Precious Mustapha, è una fata
dell’acqua, è diligente e ambiziosa, non mente mai e questo le
causerà qualche problema con le amiche, tuttavia imparerà a
scegliere con il cuore e anche lei sarà un membro fondamentale del
Winx Club.
Intorno a loro un gruppo di amici, nemici e personaggi
ambigui che danno grande dinamicità e colore alla storia, dagli
specialisti Sky e River, al personale della scuola, fino alla
infida Beatrix (Sadie Soverall), una strega
dell’aria molto giovane ma già molto potente.
Per quello che riguarda
gli effetti visivi che ovviamente hanno un ruolo importante nella
storia, data la natura magica delle abilità delle protagoniste,
sono usati con parsimonia, molto discretamente, e con un risultato
finale che rimane sempre credibile anche nei momenti di maggiore
esposizione, come nel finale a sorpresa con Bloom al centro della
scena.
Fate: The Winx
Club è inoltre una storia molto inclusiva, sia da un punto
di vista etnico e dell’orientamento sessuale, che da quello
tematico e soprattutto di genere, che abbraccia il teen drama, il
fantasy puro, ma anche l’azione e l’avventura. È un felice
miscuglio di diversi toni che si fa anche, alla fine, inno
all’amicizia, che appare come l’unico strumento che gli adolescenti
possiedono per sopravvivere alle difficoltà, che siano esse la
scuola, dei mostri terrificanti, il controllo delle proprie abilità
magiche o delle scorribande illecite che finiscono male.
La Retrospettiva della
74esima edizione del Locarno Film Festival (4-14 agosto), voluta
dal nuovo direttore artistico Giona A. Nazzaro e curata da Roberto
Turigliatto, sarà dedicata al regista Alberto Lattuada. Figura
centrale, eppure spesso sottovalutata, ha attraversato nel corso
della sua ricca e affascinante carriera oltre 40 anni di storia del
cinema italiano, dall’esordio nel 1943 con Giacomo
l’idealista, fino a Una spina nel cuore (1986).
Nel primo dopoguerra, inoltre, il “formalista” Lattuada è riuscito
a inserirsi nel cinema neorealista conservando però le radici colte
e raffinate della sua formazione, coniugandole con il gusto per i
generi e le narrazioni popolari.
Dopo le Retrospettive storiche
dedicate in passato alla Lux e alla Titanus, il Locarno
Film Festival torna dunque a esplorare la storia del
cinema italiano, attraverso Alberto Lattuada,
un regista che proprio in quelle due case di produzione ha lavorato
nella prima parte della sua carriera. Grazie alla presentazione
della sua filmografia completa (con molte opere ancora poco
esplorate anche dagli addetti ai lavori) si proverà a fare nuova
luce su un autore a tutt’oggi poco conosciuto, soprattutto fuori
dall’Italia, apparso spesso eccentrico e inclassificabile, e invece
artefice di un cinema di estrema modernità, colto e popolare al
tempo stesso. Intellettuale, architetto, critico e fotografo negli
anni della formazione, Lattuada è rimasto fedele al modernismo che
caratterizzava il vivace contesto culturale milanese, restando
sempre un osservatore lucido e anticipatore delle grandi
trasformazioni collettive del secondo Novecento. Grande regista, ha
lavorato con diversi degli attori italiani e internazionali più
importanti del periodo ed è stato anche scopritore di molti
interpreti talentuosi – in particolare, attrici come Jacqueline
Sassard, Catherine Spaak, Nastassja Kinski e Clio Goldsmith.
“Nulla è in grado di rivelare
come il cinematografo i fondamenti di una nazione”: così
Alberto Lattuada definiva ciò che per lui era la settima arte nel
1945 quando, con altri registi contribuiva a fare della sala
cinematografica un luogo di partecipazione civile, politica e
morale. La passione per il cinema era nata durante gli anni di
studio, grazie alle collaborazioni in qualità di cinefilo e critico
e all’organizzazione di rassegne cinematografiche. Esperienze che
lo porteranno presto tra i promotori della raccolta di film che
diventerà nel dopoguerra la Cineteca Italiana di Milano e a
lavorare con autori come Soldati e Poggioli. Dopo l’esordio alla
regia nel 1943 con Giacomo l’idealista,
in Il bandito (1946) Lattuada ha dimostrato in
un primo tempo un’adesione al neorealismo del tutto personale,
aperta alle contaminazioni e alle influenze del cinema di genere
hollywoodiano, con una particolare predilezione per il poliziesco e
il mélo, come testimonia il successivo Senza
pietà (1948). Allo stesso tempo, anche nelle molte opere
di matrice letteraria come Il mulino del
Po (1949), Lattuada ha saputo imprimere quell’attenzione
all’individuo e alle sue connotazioni sociali che trascende dalla
sensibilità neorealista. Negli anni Cinquanta, dopo la co-regia
di Luci del varietà (1950) con Federico Fellini,
il suo sguardo si è fatto più disincantato e attento all’umanità
umiliata dalle dinamiche economiche di quegli stessi anni,
tratteggiata con precisione in Il
cappotto (1952), La spiaggia (1954)
e Mafioso (1962). Allo stesso tempo, tuttavia,
si è anche aperto al vitalismo e alla sensualità come scoperta di
sé che caratterizza le protagoniste
di Anna (1951), Guendalina (1957)
e Dolci inganni (1960). La capacità di
rinnovarsi con costante freschezza creativa ha portato Lattuada a
mettere in scena altri adattamenti letterari, a solcare i territori
della satira di costume, del giallo, del film di guerra, fino agli
sceneggiati e ai film per la TV, come Cristoforo
Colombo(1985) e l’ultimo lavoro, Mano
rubata (1989).
Verso Lattuada e
Locarno74
Per accompagnare il pubblico di
Locarno verso la Retrospettiva, nel corso dei prossimi mesi sui
canali ufficiali del Festival verranno pubblicate delle video
pillole realizzate con alcuni degli studiosi e delle personalità
del cinema italiano e internazionale che maggiormente si sono
confrontati con Lattuada e la sua opera, andando così a comporre
una collezione di spunti e punti di vista che apriranno il
dibattito dal vivo che si svilupperà ad agosto. “Verso
Lattuada”, questo il titolo dell’iniziativa, verrà
inaugurata nel mese di febbraio con le riflessioni dei critici
cinematografici italiani Paolo Mereghetti e Maurizio Porro,
protagonisti delle prime due video pillole.
La Retrospettiva è organizzata dal
Locarno Film Festival in collaborazione con la Cinémathèque suisse,
la Cineteca Nazionale – Fondazione Centro Sperimentale di
Cinematografia, la Fondazione Cineteca di Bologna, la Fondazione
Cineteca Italiana e l’Istituto Luce-Cinecittà. Il progetto vede
inoltre coinvolte prestigiose istituzioni svizzere e internazionali
che assicureranno una circuitazione che farà viaggiare la
Retrospettiva fino al 2022. Fra le istituzioni già confermate:
Cinémathèque suisse; Cineteca Madrid; EYE Filmmuseum Amsterdam;
Filmpodium Zürich; I Mille Occhi a Trieste; Les Cinémas du Grütli a
Ginevra; Museo Nazionale del Cinema a Torino; National Gallery of
Art a Washington.
La 74esima edizione del Locarno
Festival si terrà dal 4 al 14 agosto 2021. Il team
del Festival sta lavorando, nel pieno e rigoroso rispetto delle
norme sanitarie, nell’ottica di realizzare un’edizione completa
della manifestazione. Qualora le stesse norme lo imponessero, il
Festival si riserva la possibilità di apportare delle modifiche
organizzative, che verranno comunicate a tempo debito ai media e al
pubblico.
Sono state annunciate le nomination
agli Independent Spirit Award 2021, la cui
cerimonia di premiazione si svolgerà quest’anno il 22 Aprile
prossimo. Ecco di seguito tutta la lista dei nominati:
Best Feature
“First Cow”
“Ma Rainey’s Black Bottom”
“Minari”
“Never Rarely Sometimes Always”
“Nomadland”
Best Director
Lee Isaac Chung (“Minari”)
Emerald Fennell (“Promising Young Woman”)
Eliza Hittman (“Never Rarely Sometimes Always”)
Kelly Reichardt (“First Cow”)
Chloé Zhao (“Nomadland”)
Best First Feature
“I Carry You With Me”
“The 40-Year-Old Version”
“The Sound of Metal”
“Miss Juneteenth”
“Nine Days”
Best Female Lead
Nicole Beharie (“Miss Juneteenth”)
Viola Davis (“Ma Rainey’s Black Bottom”)
Sidney Flanigan (“Never Rarely Sometimes Always”)
Julia Garner (“The Assistant”)
Frances McDormand (“Nomadland”)
Carey Mulligan (“Promising Young Woman”)
Best Male Lead
Riz Ahmed (“The Sound of Metal”)
Chadwick Boseman (“Ma Rainey’s Black Bottom”)
Rob Morgan (“Bull”) Steven Yeun (“Minari”)
Adarsh Gourav (“The White Tiger”)
Best Supporting Female
Alexis Chikaeze (“Miss Juneteenth”)
Yeri Han (“Minari”)
Valerie Mahaffey (“French Exit”)
Talia Ryder (“Never Rarely Sometimes Always”)
Yuh-jung Youn (“Minari”)
Best Supporting Male
Colman Domingo (“Ma Rainey’s Black Bottom”)
Orion Lee (“First Cow”)
Paul Raci (“Sound of Metal”)
Glynn Turman (“Ma Rainey’s Black Bottom”)
Benedict Wong (“Nine Days”)
Best Screenplay
“Bad Education”
“Minari”
“The Half of It”
“Never Rarely Sometimes Always”
“Promising Young Woman”
Best First Screenplay
Kitty Green (“The Assistant”)
Noah Hutton (“Lapsis”)
Channing Godfrey Peoples (“Miss Juneteenth”)
Andy Siara (“Palm Springs”)
James Sweeney (“Straight Up”)
Best Cinematography
Jay Keitel (“She Dies Tomorrow”)
Shabier Kirchner (“Bull”)
Michael Latham (“The Assistant”)
Hélène Louvart (“Never Rarely Sometimes Always”)
Joshua James Richards (“Nomadland”)
Best Editing
“I Carry You With Me”
“The Invisible Man”
“Residue”
“Never Rarely Sometimes Always”
“Nomadland”
John Cassavetes Award
“The Killing of Two Lovers”
“La Leyenda Negra”
“Lingua Franca”
“Residue”
“Saint Frances”
Robert Altman Award
“One Night in Miami”
Best Documentary
“Collective”
“Crip Camp”
“Dick Johnson Is Dead”
“Time”
“The Mole Agent”
Best International Film
“Bacurau”
“The Disciple”
“Night of the Kings”
“Preparations to be Together for an Unknown Period of Time”
“Quo Vadis, Aida?”
Piaget Producers Award
Kara Durrett
Lucas Joaquin
Gerry Kim
Someone to Watch Award
David Midell (“The Killing of Kenneth Chamberlain”)
Ekwa Msangi “( Farewell Amor”)
Annie Silverstein (“Bull”)
Truer Than Fiction Award
Cecilia Aldarondo (“Landfall”)
Elegance Bratton (“Pier Kids”)
Best New Non-Scripted or Documentary Series
“Atlanta’s Missing and Murdered: The Lost Children”
“City So Real”
“Immigration Nation”
“Love Fraud”
“We’re Here”
Best Scripted Series
“I May Destroy You”
“Little America”
“Small Axe”
“A Teacher”
“Unorthodox”
Best Female Performance in a Scripted
Series
Elle Fanning (“The Great”)
Shira Haas (“Unorthodox”)
Abby McEnany (“Work in Progress”)
Maitreyi Ramakrishnan (“Never Have I Ever”)
Jordan Kristine Seamón (“We Are Who We Are”)
Best Male Performance in a Scripted Series
Conphidance (“Little America”)
Adam Ali (“Little America”)
Nicco Annan (“P-Valley”)
Amit Rahav (“Unorthodox”)
Harold Torre (“Zero, Zero, Zero”)
Best Ensemble Cast in a New Scripted Series
“I May Destroy You”
In una recente intervista con
ComicBook in occasione della promozione della seconda stagione
di Jurassic World: Nuova Avventure, la serie animata
disponibile su Netflix, Colin Trevorrow ha parlato
dell’esperienza sul set dell’attesissimo Jurassic
World: Dominion, sicuramente cambiata in maniera
radicale in seguito allo scoppio della pandemia di Covid-19.
Trevorrow ha iniziato definendola
“diversa da qualsiasi esperienza che io abbia mai vissuto e
probabilmente mai vivrò”, affermando che tutto è dipeso dal
fatto che i membri del cast e della troupe si sono ritrovati a
lavorare a distanza ravvicinata per la maggior parte delle riprese.
Tuttavia, come sottolineato dal regista, ciò ha permesso agli
attori di scavare ancora più a fondo nei loro personaggi.
“Ho vissuto con il mio cast per
quattro mesi mentre giravamo questo film e ci siamo conosciuti
tutti molto, molto bene. Siamo stati in grado di approfondire il
film e lavorare su ciascuno di questi personaggi in un modo che non
avrei mai avuto l’opportunità di fare. Quel tipo di immersione
costante non è proprio il modo in cui sono fatti i film, dove le
persone vivono tutte in luoghi separati e poi le vedi direttamente
sul set”, ha spiegato Trevorrow.
“È un film ricco di emozioni e
anche di tematiche. Ha molte cose all’interno della sua struttura
narrativa, e tutti noi abbiamo in qualche modo contribuito. Penso
che questo film capisca ognuno di questi personaggi meglio di
quanto abbiamo mai fatto, perché ognuno di questi attori li
interpreta da così tanto tempo che sono l’autorità suprema sul
proprio personaggio.”
Poi ha aggiunto: “In un modo
molto simile a quello che ho fatto in Safety Not Guaranteed, ho
davvero dato a tutti gli attori l’opportunità – attraverso diversi
livelli – di scrivere, di scavare e trovare la verità in ciascuno
di questi personaggi. E il prodotto finale è qualcosa che non avrei
mai potuto fare da solo. È davvero un film speciale.”
Jurassic
World: Dominion vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff
Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Settimana dopo settimana,
WandaVision si avvicina sempre più alla rivelazione
dell’esistenza della versione dello SWORD del MCU. Nei fumetti, si tratta di una divisione
dello SHIELD che ha il compito di proteggere la Terra dalle minacce
intergalattiche. Sembra che la versione dell’organizzazione che
vedremo nel MCU possa essere basata su tutto
ciò che viene considerato “anormale” o “disumano”.
La serie ha già mostrato che alcuni
membri del MCU si sono uniti al gruppo. Jimmy
Woo, Monica Rambeau e Darcy Lewis sono stati tutti presenti nel
materiale promozionale collegato allo SWORD. Sebbene ci siano molti
agenti dei fumetti che devono ancora essere utilizzati sul grande
schermo, al tempo stesso ci sono anche molti eroi del MCU che potrebbero tranquillamente
essere dei membri dell’organizzazione, come sottolineato da
Screen Rant:
Jesse Fletcher
Jesse Fletcher potrebbe
essere uno di quei personaggi con cui la maggior parte del pubblico
non ha molta familiarità. Apparso nella prima stagione di
Agents of Shield, Jesse è sempre stato una sorta di genio
della tecnologia. Probabilmente è stato preso dallo SHIELD,
diventando uno dei suoi agenti nel corso degli anni, dopo il suo
incontro con loro.
Ciò che è interessante notare è che
lo stesso attore interpreta Norm in WandaVision. Potrebbe ovviamente essere una
semplice coincidenza, ma con altri attori di Agents of
Shield che compariranno nella serie dei Marvel Studios, potrebbe anche essere che
vecchie reclute si siano unite a questa nuova divisione.
Daisy Johnson
I fan hanno chiesto a gran
voce di assistere al ritorno di Daisy Johnson nel MCU in qualche modo. Grazie al nome
in codice Quake, questo ex Secret Warrior è diventato un membro
significativo dello SHIELD, essendo un esperto nell’affrontare
minacce soprannaturali ed extraterrestri.
Sarebbe stato molto divertente
vedere Daisy tornare in scena: sicuramente avrebbe lavorato bene
insieme ai membri affermati dello SWORD. Le sue abilità
testimoniano che la sua potenza di fuoco, insieme alla sua mente
tattica, potrebbero essere un’aggiunta al gruppo particolarmente
utile.
Phil Coulson
Phil Coulson è un altro
personaggio che per ora è esistito principalmente al di fuori del
MCU, ma questo certamente non
potrebbe impedirgli di tornare. Il superpotere di Coulson sembra
essere uno soltanto: non può mai morire. Trova sempre il modo per
tornare in una forma diversa.
La versione meccanica dell’ex agente
SHIELD potrebbe essere utile per la squadra. Potrebbe essere
coinvolto in situazioni troppo pericolose per gli umani; inoltre,
possiede una sconfinata conoscenza in termini di alieni, realtà
alternative e persino del sapone blu dell’Hydra. Il personaggio si
è evoluto davvero tanto da quando è stato visto l’ultima volta nel
MCU.
Gli Inumani
Gli Inumani sono stati
quasi dimenticati nel MCU. Tuttavia, nonostante il flop
rappresentato dalla serie tv a loro dedicata, c’è ancora speranza
per questo gruppo di esperimenti di Kree nel futuro del franchise.
Dopotutto, ci sono alcuni personaggi veramente interessanti nel
gruppo.
L’idea che forse qualcuno possa
tornare come consigliere è sicuramente convincente. Medusa, ad
esempio, era un leader saggio e forte. Avrebbe molto da offrire
riguardo ad altri individui superpotenti e inumani in tutta la
Terra.
Everett Ross
Everett Ross è un fedele
funzionario del governo. Ha visto come il governo ha gestito una
serie di minacce significative per la Terra e potrebbe desiderare
di avere un ruolo ancora più significato. Ha anche sperimentato
diversi lati dell’Universo Marvel.
Ross potrebbe tranquillamente essere
l’uomo a capo dello SWORD. L’organizzazione ha bisogno di un leader
per guidarlo davvero e Ross potrebbe essere l’uomo giusto. Tra
tutte le opzioni del MCU, Ross è forse quella che più
probabilmente verrà aggiunta allo SWORD.
Jane Foster
Taika Waititi sta
ringiovanendo il personaggio di Jane Foster. Potrebbe ancora fare
un cameo più piccolo nel MCU prima di assumere il ruolo di
Mighty Thor. È la migliore amica di Darcy e una scienziata
estremamente esperta.
Foster potrebbe essere in grado di
offrire una guida su ciò che sta accadendo con Wanda. In un ruolo
di consulenza con lo SWORD, Jane Foster potrebbe fare un cameo per
organizzare il suo ritorno molto più grande e dimostrare quando
possa ancora essere il “cervello” della situazione.
Talos
Gli Skrull non sono
esattamente ritratti come nei fumetti. I film del MCU hanno infatti messo da parte la
loro vena malvagia, anche se potrebbero aver influenzato un
possibile futuro adattamento di Secret Invasion. Tuttavia, con Talos ancora
sulla Terra, che aiuta Nick Fury mentre è nello spazio, lo SWORD
potrebbe essere il suo nuovo incarico.
La maggior parte delle volte
potrebbe anche impersonare qualcun altro per mantenere la sua
copertura. Ci sono molti collegamenti con Captain Marvel grazie alla presenza di Monica
Rambeau, che avrebbe già familiarizzato con lo Skrull.
Samuel Sterns
Sembra che la serie
She-Hulk riporterà in vita molti personaggi
dimenticati dal passato del MCU. Uno dei grandi dettagli che i
fan conoscono a proposito della serie è che la presenza di Abominio
è già stata confermata. E forse, chissà… anche il suo creatore
tornerà sullo schermo?
Samuel Sterns era
già una delle persone più intelligenti al mondo. La sua
trasformazione nel Leader potrebbe averlo reso ancora più
intelligente. Nonostante sia stato probabilmente rinchiuso per i
crimini commessi contro l’umanità, potrebbe essere coinvolto nello
SWORD per condividere la sua profonda e sconfinata
conoscenza.
Lady Sif
Lady Sif non si vede da un
po’ di tempo. Asgard è stata distrutta, il che significa che
potrebbe dover trovare un nuovo ruolo da interpretare.
Probabilmente non ha molta familiarità con il sovrano della Nuova
Asgard, quindi potrebbe non fare la sua prima rinnovata apparizione
nella sua nuova casa.
Invece, Sif è sempre stata
appassionata nel tentativo di aiutare l’umanità. In quanto ex
alleata dello SHIELD, è ragionevole suggerire che abbia trattato lo
SWORD con un rispetto simile. La squadra ha bisogno di più eroi per
rafforzare le sue difese e Sif potrebbe essere la donna giusta,
essendo sia una guerriera che una custode della conoscenza
galattica.
Carol Danvers
Nick Fury probabilmente
avrebbe dovuto contattare Captain Marvel innumerevoli volte nel corso
degli anni. Lo SWORD potrebbe essere l’occasione che stava cercando
per riportarla sulla Terra, un’organizzazione che – tra l’altro –
vede coinvolta anche la sua amica di lunga data Monica Rambeau.
laSarebbe abbastanza facile
immaginare l’ex pilota militare Carol Danvers collegarsi a un altro
progetto governativo che cerca di proteggere la Terra dalle minacce
che di solito affronta da sola.