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Box Office ITA: Aladdin trionfa al botteghino

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Box Office ITA: Aladdin trionfa al botteghino

Aladdin conquista il box office italiano, seguito da Il Traditore e Dolor Y Gloria. Si è concluso un altro ottimo fine settimana per il box office italiano considerando il periodo, grazie soprattutto alle nuove uscite. Infatti Aladdin trionfa al botteghino con 6,3 milioni di euro incassati da mercoledì a domenica in ben 908 sale, registrando una straordinaria media per sala pari a settemila euro.

Il Traditore di Marco Bellocchio apre in seconda posizione con 1,4 milioni di euro e un’ottima media per sala di 3700 euro. Fresco vincitore della Palma d’Oro come Miglior Attore ad Antonio Banderas al Festival di CannesDolor Y Gloria conferma il terzo poso raccogliendo altri 711.000 euro con cui supera quota 2,1 milioni. John Wick 3 scende in quarta posizione con altri 647.000 euro per un globale di 2,5 milioni, mentre Attenti a quelle due arriva a 1,4 milioni con altri 405.000 euro.

Segue Pokemon Detective Pikachu che sfiora il tetto dei 5 milioni complessivi con altri 401.000 euro. L’Angelo del Male – Brightburn esordisce al settimo posto con 253.000 euro. Calo per Avengers: Endgame (186.000 euro) e Ted Bundy – Fascino criminale (90.000 euro), giunti rispettivamente a 29,5 milioni totali e 1,3 milioni complessivi. Chiude la top10 Asbury Park: lotta, redenzione, rock and roll che debutta con appena 56.000 euro.

Thor: 10 possibilità per il futuro dell’eroe nel MCU

Thor: 10 possibilità per il futuro dell’eroe nel MCU

Introdotto nel 2011 nel MCU grazie all’adattamento shakespeariano di Kenneth Branagh, Thor è uno dei pochi personaggi dell’universo Marvel ad aver subito un vero e proprio “riavvio”, ribaltando così l’impressione del pubblico e donando nuova linfa ad un arco narrativo che sembrava essersi piegato dopo The Dark World. È stato infatti Ragnarok, e la mano di Taika Waititi, a mettere tutto in discussione, portando il Dio del Tuono verso il territorio della commedia poi calcato anche dagli sceneggiatori di Infinity War e Endgame.

Ma cosa potrebbe riservare il futuro del supereroe? Ecco 10 buone ipotesi:

Thor 4

avengers endgame
Photo: Film Frame..©Marvel Studios 2019

Prima di Ragnarok il franchise di Thor era forse il meno incisivo di tutto il MCU, e sarebbe interessante vedere sviluppata un’altra trilogia con questo nuovo registro. Magari partendo proprio da Thor 4, che almeno per ora non rientra nei piani di Kevin Feige e co.

Ma a proposito di Thor e del futuro, tempo fa Tessa Thompson aveva dichiarato che “si stava discutendo di un altro film ma che la voce non fosse ufficiale e che Taika Waititi tornerebbe a dirigerlo“. Sarà davvero così? Thor 4 con Valchiria, la nuova Asgard e il multiverso di Loki?

Asgardiani della Galassia

L’aver deciso di lasciare il trono di Asgard a Valchiria ha compromesso sicuramente il futuro dell’eroe come sovrano e guida del suo popolo che avevamo pronosticato tempo fa.

Ora il Dio del Tuono si è unito ai Guardiani della Galassia, con i quali attraverserà lo spazio in cerca di qualche avventurosa missione, diventando ciò che era destinato a essere. Questo esclude ogni possibilità di vedere al cinema Thor 4? Oppure il percorso del personaggio si allaccerà a quello dei supereroi di James Gunn in Vol.3?

Ad ogni modo, i Marvel Studios hanno contemplato un approccio più comico al franchise di Thor, e indipendentemente da ciò che accadrà, sembra che la missione dei Guardiani ruoterà attorno alla ricerca di Gamora

Un film su Valchiria

Tornando a Valchiria, dopo Ragnarok l’eroina interpretata da Tessa Thompson è sicuramente uno dei personaggi preferiti dal pubblico il suo ritorno in Avengers: Endgame ha aperto una serie di scenari possibili.

Ora è in sella al suo Pegaso, è una delle guerriere più potenti del franchise, ed è stata appena nominata regina della Nuova Asgard, quindi i presupposti ci sono. E allora perché non dedicarle uno standalone?

Thor vs Wolverine

Wolverine - L-immortale hugh jackman

Quando è stato chiesto a Chris Hemsworth quale personaggio Marvel della Fox avrebbe voluto vedere insieme a Thor nel MCU, la risposta è caduta su Wolverine. Complice l’amore incondizionato per Hugh Jackman, di cui l’attore è un grande fan.

Sappiamo che il Mutante può rigenerarsi e che nei fumetti è morto e tornato in vita diverse volte, quindi perché non sognare in un futuro confronto?

Captain Marvel 2

Thor e Captain Marvel hanno condiviso un breve, ma molto apprezzato, momento in Avengers: Endgame, proprio all’inizio del film quando l’eroina si presenta ai Vendicatori e non sembra spaventata dal richiamo della Stormbreaker.

Da qui i fan hanno sperato di vedere questa dinamica nel MCU, ma dal momento che Endgame non sembra averli accontentati, forse il sequel sulle avventure di Carol Danvers potrebbe essere una soluzione al problema?

Thor e Hulk di nuovo insieme

Tecnicamente i Marvel Studios non possono ancora realizzare uno standalone su Hulk per questioni di diritti, ma sicuramente possono renderlo protagonista di un film di coppia, come accaduto in Ragnarok che ha adattato la trama di “Planet Hulk”.

La chimica tra Hemsworth e Ruffalo è meravigliosa, quindi perché non proseguire su quella strada, magari scegliendo storyline come “World War Hulk” con il pretesto di girare un capitolo sul Dio del Tuono?

Passaggio di testimone

Uno dei momenti più epici di Avengers: Endgame vede Captain America sollevare finalmente il Mjolnir nella battaglia finale contro Thanos, confermando l’ipotesi che chiunque sia degno può brandire il martello di Thor.

Nei fumetti, molti personaggi ci sono riusciti, quindi non c’è niente che impedisca agli eroi – oltre Steve Rogers – di fare lo stesso diventando così il prossimo Dio del Tuono.

Un film sui Tre Guerrieri

Zachary Levi, che ha interpretato Fandral, uno dei Tre Guerrieri, in Thor: The Dark World e Thor: Ragnarok, ha dichiarato di recente che i personaggi non sono stati sfruttati al meglio delle loro capacità, e che Thor e il trio potevano avere tutto il potenziale per diventare protagonisti di una trilogia.

L’idea ci suona interessante, anche se sarebbe difficile scollegarsi dalla timeline attuale e tornare ad un contesto che il MCU sembrerebbe aver abbandonato con la fine della infinity Saga.

Avengers 5

Ora che la formazione originale dei Vendicatori si è sciolta e Iron Man, Captain America e Vedova Nera non fanno più parte del “presente”, i fan si stanno stanno chiedendo se vedremo altri capitoli sugli Avengers nelle prossime fasi.

La squadra potrebbe facilmente essere sostituita da nuovi personaggi come Captain Marvel, Black Panther, Spider-Man, Ant-Man, Wasp e Falcon, ma è anche possibile che Thor torni in veste di veterano…

Un grande punto di domanda

Abbiamo analizzato ogni ipotesi, teoria e suggestione basandoci su ciò che il MCU ci ha lasciato in questi primi undici anni, ma la verità è che – almeno per quanto riguarda Thor – il futuro del Dio del Tuono assume oggi la forma di un grande punto interrogativo.

Hemsworth è in scadenza di contratto, in Endgame il Thor alcolizzato e sovrappeso ha chiuso il suo cerchio e non sappiamo dove sia diretto (fisicamente e mentalmente). Cosa accadrà al personaggio? Lo rivedremo già nella Fase 4?

Correlato – Thor: 10 cose che non hanno senso sul Dio del Tuono

Fonte: ScreenRant

Demolition Man: 10 cose che non sai sul film

Demolition Man: 10 cose che non sai sul film

Demolition Man è uno di quei film da rivedere almeno una volta al mese, ricco di tensione, avventura e anche un bel po’ di ironia, atta a conquistare il pubblico di diverse generazioni. Uscito nel 1993, la realizzazione del film, diretto da Marco Brambilla, è stata piuttosto articolata e ha richiesto un certo impegno da parte di tutti per un’ottima riuscita. Ecco, allora, dieci cose da sapere su Demolition Man.

Demolition Man film

demolition man

1. Il titolo del film deriva da una canzone. Demolition Man, il titolo di questo lungometraggio, è stato tratto dall’omonima canzone realizzata dai The Police e scritta da Sting nel 1981. Per il film si è deciso di realizzare una versione del brano, di cui venne pubblicato anche un EP in corrispondenza dell’uscita del film nel 1993.

2. Uno scrittore ha constatato la somiglianza del film con un suo romanzo. Lo scrittore di fantascienza ungherese Istvan Nemere ha affermato che la maggior parte di Demolition Man è basato sul suo romanzo, Holtak Harca (Fight of the Dead), pubblicato nel 1986. Nel romanzo, un terrorista e un soldato dell’antiterrorismo vengono congelati criogeneticamente, per poi risvegliarsi nel ventiduesimo secolo e scoprire che la violenza è stata eliminata dalla società. Lo scrittore ha dichiarato che un comitato apposito ha dimostrato che il 75% del film è identico al libro, ma ha scelto di non fare causa perché sarebbe stato troppo costoso per lui.

Demolition Man streaming

3. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo film, è possibile farlo grazie alla sua presenza su diverse piattaforme digitali come Rakuten Tv, Chili, Tim Vision, Infinity, Google Play e iTunes.

Demolition Man cast

demolition man

4. Sandra Bullock aveva un vestito particolare. Durante la sequenza del Taco Bell, Sandra Bullock indossa un vestito che era fatto di pietre e gemme e dal peso complessivo di circa 18 chili. Dopo la scena di lotta fuori dal ristorante dove il suo personaggio salta allegramente e ripete l’azione, il suo vestito aveva iniziato a strapparsi. Ecco perché lei tiene le braccia attaccate ai fianchi dopo che Stallone si allontana.

5. Wesley Snipes odiava i suoi capelli. Nel film è presente l’attore Wesley Snipes che, per interpretare il suo personaggio, si era tinto i capelli di biondo. Siccome era arrivato ad odiare i suoi capelli, l’attore ha optato per una rasatura appena le riprese erano terminate. Tuttavia, c’è chi ha apprezzato quel colore: il giocatore di basket Dennis Rodman, infatti, ha iniziato a tingersi i capelli alla stessa maniera dopo l’uscita del film.

6. Nel cast ci sarebbero dovuti essere due attori d’eccezione. Le due scelte originali per i ruoli erano Steven Seagal e Jean-Claude Van Damme. A Van Damme è stato offerto il ruolo del cattivo, ma non lo voleva. Avrebbe acconsentito solo se entrambi i ruoli principali potessero essere cambiati: così, i produttori hanno cercato di convincere Seagal a interpretare il cattivo, ma lui ha rifiutato. Di fatto, Van Damme è stato poi rimpiazzato da Stallone.

Demolition Man: Sylvester Stallone

7. Una scena lo ha terrificato. Si tratta della scena del congelamento criogenico che lo stesso Stallone ha descritto come “probabilmente le peggiori cinque ore che abbia mai avuto sui set cinematografici… ero terrorizzato”.

8. Voleva Jackie Chan. Sylvester Stallone voleva che il personaggio di Simon Phoenix fosse interpretato da Jackie Chan. Tuttavia, l’attore ha rifiutato, dal momento che al pubblico asiatico non piace l’idea degli attori che hanno sempre interpretato eroi ed improvvisamente vestono i panni di personaggi antagonisti.

Demolition Man conchigliette

demolition man

9. Nel film vengono citate come strumento per eliminare i rifiuti corporali. In Demolition Man è presente una scena piuttosto ironica che riguarda il modo alternativo per pulirsi dai rifiuti del corpo. Nella fattispecie, vengono citate le conchigliette e lo stesso Stallone ha dichirato che l’idea di base è che due delle tre conchiglie si dovrebbero usare come bacchette per tirare fuori i rifiuti dal corpo, mentre la terza per raschiare quanto rimasto. Non esiste, però, nessuna spiegazione riguardo a come dovevano essere puliti o disinfettati.

10. Una trovata nata per caso. La trovata dell’utilizzo delle tre conchiglie è nata praticamente quasi per caso. Secondo lo sceneggiatore Daniel Waters, quest’ispirazione è nata mentre stava scrivendo una scena in cui Spartan deve utilizzare il bagno. Stava cercando di inventare cose futuristiche che si sarebbero potute trovare dentro e, non riuscendoci, ha chiamato un amico e collega per farsi aiutare. Ironia della sorte, egli si trovava in bagno in quel momento e sottolineò di avere un sacchetto di conchiglie sul water come decorazione.

Fonti: IMDb, moviefone

Gold La grande truffa: 10 cose che non sai sul film

Gold La grande truffa: 10 cose che non sai sul film

Gold – La grande truffa è uno dei film più avventuruosi degli ultimi anni, in grado di analizzare con accuratezza la ricerca del sogno americano e di come la realtà riesca sempre a modificare le aspettative.

Il film, che si ispira ad un fatto realmente avvenuto nei primi anni ’90, è una caccia all’esotico, al thriller e quella parte oscura che anima banchi di prova come quelli di Wall Street.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Gold – La grande truffa.

Gold – La grande truffa film

gold la grande truffa

1. Il film è diretto da un regista che non si vedeva da un po’. Gold – La grande truffa è un film diretto da Stephen Gaghan, uno sceneggiatore e regista americano che non lavorava da un po’ per il grande schermo. Il suo ultimo film da regista, infatti, era Syriana, film del 2005 per il quale lo stesso Gaghan era stato nominato agli Oscar per la miglior sceneggiatura.

2. Ha avuto una lunga gestazione. Dare vita a questo film è stato abbastanza complesso, soprattutto per il fatto di trovare un regista disponibile a girarlo. In un primo momento Paul Haggis si era dimostrato interessato dopo aver visto un estratto della sceneggiatura di Patrick Massett e John Zinman, per poi declinare in favore di altri progetti. In seguito, si era fatto avanti Michael Mann, acquisendo la sceneggiatura con l’intenzione di dirigere il film con lui e Haggis a produrlo. Dopo aver lasciato per realizzare Blackhat (2015), si era puntato su Spike Lee per poi scegliere Stephen Gaghan.

3. Matthew McConaughey si ha toccato davvero una tigre. Per girare la scena del film in cui il protagonista tocca la tigre, McConaughey ha avuto il fegato di farlo davvero. Questa scena, infatti, era stata programmata per essere l’ultima scena del film e durante le riprese l’attore ha davvero toccato l’animale in questione. Come ha avuto modo di dire lo stesso attore “Non sto recitando in questa scena. Sono spaventato, sto sudando”.

Gold – La grande truffa streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle diverse piattaforme di streaming digitale legale come Chili, Google Play e iTunes.

Gold – La grande truffa trama

5. Alla rincorsa del sogno americano. Kenny Wells è da anni alla ricerca di quel sogno americano a cui aspira da molti anni. Mettendo in pratica gli insegnamenti di suo padre (e vivendo nel suo mito) arriva fino alla remota Indonesia, arrivando a vendere tutti i suoi averi per rendere concreto quel sogno.

6. Non è tutto oro quello che luccica. Insieme al geologo Michael Acosta, Wells trova un giacimento aureo nascosto, diventando ricchissimo e mirando a conquistare Wall Street . Ma non tutto è come sembra e Wells lo scoprirà a sue spese.

Gold – La grande truffa storia vera

7. l film si basa su una storia vera. Gold – La grande truffa si basa sullo scandalo minerario della Bre-X del 1993, una società canadese che scoprì ‘esistenza di un giacimento d’oro in Indonesia e cercò di dare vita ad un’enorme manovra finanziaria in quel di Wall Street.

Gold – La grande truffa cast

gold la grande truffa

8. Per questo film, Matthew McConaughey si è trasformato. Affinché potessere regalare una performance quanto più realistica possibile, Matthew McConaughey ha deciso di rasarsi la testa, di guadagnare 20 kg di peso e di indossare dei denti finti. Lo stesso attore ha dichiarato di aver preso peso mangiando cheeseburger, bevendo birra e tantissimi milk shake.

9. Nel cast c’era Michelle Williams. In questo film, una volta ultimati i casting, era stata scritturata Michelle Williams per il ruolo principale. Tuttavia, l’attrice ha deciso di ritirarsi poco prima dell’inizio delle riprese e, in sua sostituzione, si è deciso di rimpiazzarla con Bryce Dallas Howard.

10. Christian Bale era stato considerato come protagonista. Per il ruolo di Kenny Wells, prima di affiancare il nome di McConaughey, era stato considerato Christian Bale. All’attore, infatti, era stato offerto il ruolo principale ai tempi in cui ci sarebbe dovuto essere Michael Mann alla regia.

Fonti: IMDb, History vs Hollywood

Blue my mind – Il segreto dei miei anni al cinema dal 13 giugno

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Blue my mind – Il segreto dei miei anni al cinema dal 13 giugno

Blue my mind – Il segreto dei miei anni (Svizzera/Germania, 2017), film d’esordio della regista svizzera Lisa Brühlmann, racconto di formazione intimo e surreale che affronta in chiave fantasy la crescita, l’emancipazione e la trasformazione di un’adolescente, arriva nelle principali sale d’Italia da giovedì 13 giugno distribuito da Wanted Cinema dopo essere stato presentato ad Alice nella Città alla 12/ma Festa del Cinema di Roma, dove ha ricevuto il premio Camera D’oro Alice/Taodue.

Il film, che vede come protagonista la giovane attrice Luna Wedler – selezionata fra le migliori promesse del cinema dalla European Film Promotion – racconta di Mia, una ragazza di quindici anni appena trasferitasi con la sua famiglia alle porte di Zurigo. Mentre la ragazza si lancia in una selvaggia adolescenza cercando di fronteggiarla, il suo corpo comincia a cambiare in modo radicale. Nella disperazione cerca di anestetizzarsi con sesso e droghe, ma nonostante i tentativi di arrestare il processo è presto costretta ad accettare il fatto che la natura è molto più potente di lei. La trasformazione prosegue inesorabile, facendo diventare Mia quell’essere che per anni si è assopito dentro di lei… e che ora sta prendendo il sopravvento.

Ho voluto realizzare un film sulla crescita, sulla ricerca della propria identità, sull’emancipazione femminile – ha spiegato la regista BrühlmannQuesto lavoro si focalizza sul sentimento di sentirsi imprigionata. Imprigionata in un mondo pieno di regole da rispettare, un mondo a cui adeguarti e adattarti soprattutto quando si è giovani. Per me la sirena è il simbolo del desiderio di libertà, di quel potere femminile primordiale e di un mondo senza confini. Ho cercato di dare delle risposte a quelle domande su come ci si sente quando il proprio corpo inizia a seguire delle leggi diverse, inizia a cambiare e non c’è via di ritorno, quando ci si sente impotenti mentre la situazione scivola via a poco a poco. In questo modo sarà forse possibile alle persone provare nuovamente che cosa vuol dire crescere.

Avengers: Endgame, ecco cosa avrebbe fatto Bucky con la gemma del tempo

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Ospite di una convention a Londra, Sebastian Stan ha avuto modo di parlare del percorso di Bucky Barnes nel MCU tra racconti di produzione e aneddoti riguardanti le riprese dei vari cinecomic che lo vedono protagonista, compreso il recente Avengers: Endgame dove il Soldato d’Inverno si congeda in attesa di tornare in azione nella serie tv di Disney + insieme a Sam Wilson, aka Falcon.

Come sicuramente saprete il capitolo finale della saga sulle gemme dell’infinito ha ridefinito alcune timeline dell’universo condiviso in cui il destino dei personaggi è stato modificato rispetto a quello originale; questo grazie ai viaggi nel tempo e all’utilizzo del Regno Quantico, sfruttati da Steve Rogers per ricongiungersi con Peggy Carter e rispedire ai vecchi “proprietari” tutte le pietre.

Ma cosa avrebbe fatto Bucky con uno strumento del genere? Quali cambiamenti avrebbe apportato al suo viaggio personale da Il Primo Vendicatore a Endgame? Questa la risposta di Stan:

Cosa farebbe con la gemma del tempo? Beh, credo che se ne avesse avuto la possibilità sarebbe tornato a confrontarsi con il se stesso negli anni ’70, incontrando quindi il suo doppio Soldato d’Inverno, l’uno contro l’altro. E poi avrebbe sicuramente dovuto affrontare ciò che ha fatto, ovvero tutti gli 864 omicidi compiuti sotto il lavaggio del cervello dell’HYDRA“.

Che idea grandiosa sarebbe per uno spin-off? Raccontare gli anni del villain prima degli eventi di Captain America: The Winter Soldier, un’epoca mai esplorata dai Marvel Studios (se non in brevi flashback), ribaltando il punto di vista del classico eroe e immergendo lo spettatore nell’esperienza di un soggetto complicato e tormentato.

L’HYDRA, il KGB, l’addestramento spietato, insomma tutti quegli elementi che hanno contribuito a plasmare il Soldato d’Inverno. La speranza è che, parallelamente alle vicende dei protagonisti, questa storyline venga sfruttata o nello standalone su Vedova Nera (la cui ambientazione resta ancora un mistero), oppure nella serie televisiva con Falcon (ma l’ipotesi è alquanto improbabile), regalando al pubblico tutte le sfumature di un personaggio davvero affascinante e finora troppo marginale.

Leggi anche – Avengers: Endgame, perché Steve non ha dato lo scudo a Bucky?

CORRELATI:

Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast figurano Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, la genesi della scena con il doppio Captain America

Fonte: Youtube

Alien: Ridley Scott tornerà alla regia del nuovo prequel?

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Alien: Ridley Scott tornerà alla regia del nuovo prequel?

In occasione del 40° anniversario dell’uscita di Alien Variety ha incontrato Tom Skerritt  (che nel film interpretava Dallas, il capitano della Nostromo) ripercorrendo insieme a Ridley Scott la genesi del progetto, gli aneddoti della lavorazione e i segreti che lo rendono ancora oggi un capolavoro indiscusso del cinema di genere. Tanti gli argomenti toccati nell’articolo, compresa l’evoluzione del franchise e i prequel finora portati sul grande schermo, Prometheus e Alien: Covenant, menzionando accidentalmente anche un terzo capitolo degli eventi ambientati prima del cult del 1979 che Scott dovrebbe dirigere e che è già in fase di scrittura.

L’ipotesi non giunge nuova ai fan del franchise, visto che da tempo si parla di un possibile seguito di Covenant le cui premesse erano state ostacolate dal risultato non troppo entusiasmante del film al box office.  Qualche mese fa era stata poi Katherine Waterson, una delle interpreti, a spiegare che non c’erano notizie ufficiali e che non sapeva nulla del progetto, ma che già durante le riprese l’idea di una continuazione della trama sembrava interessante.

Dunque di quale misterioso terzo prequel sta parlando Variety? Sappiamo che al momento, come conseguenza della fusione tra Disney e Fox, Alien figura tra le proprietà della casa di Topolino e potrebbe subire un trattamento diverso da quello optato dal vecchio proprietario. Lo stesso Scott ha recentemente confermato di aver preso parte a dei colloqui iniziali con lo studio sul futuro della serie e che sa benissimo in che direzione la porterebbe.

Andare avanti, sempre, lasciandosi tutto alle spalle vedendo in che modo potrà evolvere“, aveva dichiarato il regista, “Stiamo cercando di capire dove vogliamo che succeda“.

Alien: 10 cose che non sai sul film cult

Fonte: Variety

WandaVision: Scarlet Witch potrà alterare la realtà nella serie di Disney +?

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Come annunciato nelle scorse settimane, i Marvel Studios sono già al lavoro per portare sulla piattaforma streaming di Disney+ diverse serie dedicate a personaggi già introdotti nel MCU. Tra queste ci sarà anche quella su Wanda Maximoff e Visione, intitolata WandaVision, dove rivedremo Elizabeth Olsen e Paul Bettany nei rispettivi ruoli interpretati da Avengers: Age of Ultron.

Ma cosa sappiamo realmente dello show? Per quanto riguarda l’ambientazione il discorso è complicato, dal momento che Endgame sembra aver compromesso la continuità della trama dell’universo condiviso, quindi è improbabile che i due supereroi tornino in azione subito dopo gli eventi del film. Inoltre Visione – ucciso da Thanos in Infinity War – non figura tra i personaggi riportati in vita dai Vendicatori, mentre al contrario Wanda è stata “resuscitata” dopo lo schiocco.

Marvel Studios: tutte le serie in arrivo su Disney +

Durante la premiere di Endgame era stata proprio la Olsen a suggerire che la serie prenderà spunto da “molti altri fumetti” e che avrebbe avuto un’estetica da anni ’50. Questo ovviamente ci ha fatto pensare subito all’ipotesi di un viaggio indietro nel tempo, e sappiamo come nei fumetti originali entrambi i personaggi siano in grado di alterare la realtà.

Ora però alcuni rumor non ufficiali sostengono che WandaVision sarà ambientata nei sobborghi ispirandosi alle pagine su Visione scritte da Tom King e che Scarlet Witch subirà una trasformazione significativa in termini di poteri. È infatti Charles Murphy a riportare le voci secondo cui Wanda inizierà ad entrare in confidenza con una gamma di superpoteri che integrano l’alterazione della realtà, concetto finora inutilizzato nel MCU.

Un dettaglio del genere spiegherebbe il ritorno dal mondo dei morti di Visione, con la sua amata che perde il controllo di se stessa creando un nuovo mondo in cui vivere. Difficile a dirsi, ma se questo scenario dovesse avverarsi perché non sognare in grande e immaginare l’introduzione nell’universo dei figli della coppia, Young Worcan e Wiccan?

Leggi anche – Scarlet Witch e Visione: cosa vorremmo vedere nella serie di Disney +

Fonte: CBM

The Batman: un dirigente DC conferma il casting di Robert Pattinson?

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Sono giorni di febbricitante attesa per l’ufficializzazione dell’attore che interpreterà Bruce Wayne in The Batman, nuovo adattamento, oltre che reboot, delle indagini del crociato di Gotham affidato a Matt Reeves (Cloverfield, Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie), e mentre Variety e Deadline riportano che sono due i candidati in lizza, nelle ultime ore un post “misterioso” del dirigente del reparto creativo della DC Jim Lee sembrerebbe confermare il casting di Robert Pattinson.

Nella foto che vedete qui sotto, pubblicata da Lee su Instagram, appare sospetto il nome di Pattinson in maiuscolo scritto sul tablet e associato ad estratti di interviste di Howard Stern con star come Pamela Anderson e, appunto, l’attore inglese. E se quel dettaglio non fosse casuale, trattandosi di un fortunato easter egg per i fan? Possiamo supporre che il dirigente della DC abbia voluto stuzzicare la loro curiosità anticipando le mosse dello studio?

A quanto pare diverse persone hanno visto Pattinson aggirarsi nei pressi di Hollywood dopo la trasferta al Festival di Cannes con The Lighthouse (il nuovo film di Robert Eggers), ma sappiamo che sono iniziati i lavori del nuovo progetto di Christopher Nolan, Tenet, sempre produzione Warner, e che la produzione di The Batman partirà in autunno…

Che ne pensate? Sarà davvero lui il prossimo Bruce Wayne?

The Batman: ecco i nomi dei primi villain del film

In attesa che venga confermata o smentita la notizia, vi ricordiamo che le prime indiscrezioni su The Batman circolate online ipotizzano un’ambientazione negli anni Novanta, epoca tornata di moda nel corso dell’ultima stagione anche grazie al successo di un altro cinecomic, Captain Marvel dei Marvel Studios.

Per alcuni 1990 fa rima con gli adattamenti di Batman di Tim Burton che prepararono le basi per i futuri cinefumetti e che sono stati fonte di ispirazione per Zack Snyder per quanto riguarda una scena particolare di Batman V Superman: Dawn of Justice(dove il regista aveva omaggiato lo scontro tra il cavaliere oscuro e Pinguino di Batman Returns del 1992), per non parlare del fatto che alcune delle più importanti trame a fumetti sul personaggio provengono proprio da quel decennio.

Secondo i report, Reeves ha optato per le storie di Batman: Anno Uno come possibile punto di riferimento, proprio per conferire al suo film un tono da genere noir enfatizzando le capacità investigative dell’eroe. Nessuna notizia ufficiale invece sul casting, con la Warner Bros. impegnata a trovare il perfetto sostituto di Affleck e altri interpreti che possano riempire la ricca galleria di villain prevista.

Per The Batman è stata già fissata l’uscita in sala il 25 giugno 2021.

Fonte: Jim Lee

Avengers: Endgame, il cast riunito nelle nuove foto dal backstage

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Avengers: Endgame festeggia con successo il quarto weekend di programmazione negli Stati Uniti, e per festeggiare la ricorrenza Anthony e Joe Russo hanno condiviso su Instagram delle nuove foto tratte dal dietro le quinte del film insieme al cast.

Tra queste c’è anche l’immagine scattata sul set del funerale di Tony Stark, uno dei momenti più emozionanti dell’universo cinematografico Marvel, dove si sono riuniti praticamente tutti i personaggi e i loro rispettivi interpreti.

Nelle altre potete dare uno sguardo al giovanissimo attore entrato nei panni del “piccolo” Scott Lang durante la sequenza di prova con il Regno Quantico, ai sei Vendicatori originali radunati per far rivivere la battaglia di New York del 2012 e a Josh Brolin con la sua tuta da motion capture mentre si prende una pausa dalle riprese con Zoe Saldana.

Andate a vedere Endgame per la quarta volta questo fine settimana!“, hanno scritto i registi, “Per l’aria condizionata, e perché vorrete riprovare quelle emozioni“.

 

Avengers: Endgame, la genesi della scena con il doppio Captain America

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Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast figurano Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Fonte: The Russo Brothers

Cannes 2019: ecco tutti i vincitori della 72esima edizione

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Si è conclusa la settantaduesima edizione del Festival di Cannes 2019. E’ attualmente in corso la cerimonia di consegna ma i primi vincitori sono stati resi noti. Parasite del regista sudcoreano Bong Joon-ho ha vinto la Palma d’oro al Festival di Cannes .

Mati Diop ha vinto il Grand Prix per il suo film d’esordio, “Atlantics.” Premio speciale della Giuria a Les Misérables di Ladj Ly e Bacurau di Kleber Mendonça Filho – mentre il cineasta liberale Michael Moore ha detto alla folla: “Trump è la bugia che permette di mentire “.  Il premio per il miglior regista è andato a Jean-Pierre e Luc Dardenne per “Young Ahmed” La migliore attrice di questa edizione è stata incoronata Emily Beecham, la protagonista di “Little Joe“, che interpreta una scienziata che inizia a sospettare che la pianta che ha modificato geneticamente possa avere effetti collaterali sull’uomo. “It Must Be Heaven” di Elia Suleiman ha guadagnato una menzione speciale dalla giuria.

Il premio per la sceneggiatura è andato alla scrittrice-regista francese Céline Sciamma per “Portrait of a Lady on Fire, un film d’epoca a tema lesbico che esplora la nozione di sguardo femminile, sia ora che attraverso la tradizione dell’arte occidentale.

It Must Be Heaven” di Elia Suleiman ha guadagnato una menzione speciale dalla giuria. Un droll commentario – da un regista il cui personaggio di Jacques Tati non parla quasi mai – per i problemi del suo paese, come si evince dai suoi viaggi a Parigi e New York, il film di Suleiman è stata la rara commedia della competizione di quest’anno.

PREMI UFFICIALI

Palma d’oro: Parasite

Grand Prix: “Atlantics”, Mati Diop

Regista: Jean-Pierre e Luc Dardenne, “Giovane Ahmed”

Attore: Antonio Banderas, “Pain and Glory”

Attrice: Emily Beecham, “Little Joe”

Premio della giuria – TIE: “Les Misérables”, Ladj Ly; “Bacurau”, Kleber Mendonça Filho

Sceneggiatura: Céline Sciamma, “Portrait of a Lady on Fire”

ALTRI PREMI

Camera d’Or: “Le nostre madri”, Cesar Diaz

Short Films Palma d’oro: “La distanza tra il cielo e noi”, Vasilis Kekatos

Menzione speciale dei cortometraggi: “Dio dei mostri”, Agustina San Martin

Golden Eye Documentary Prize: “Per Sama”

Premio della giuria ecumenico: “Hidden Life”, Terrence Malick

Queer Palm: “Ritratto di una signora in fiamme”, Céline Sciamma

Il cerchio della vita: quello che non sai sulla canzone de Il re leone

Il cerchio della vita è una di quelle canzone che ha segnato milioni di persone e tante generazioni grazie alla sua presenza del film d’animazione Il re leone.

Con alta probilità, questo brano così significativo sarà presente anche nell’omonimo live action di prossima uscita e, a pensarci, non potrebbe essere diversamente.

Ecco, allora, quello che non sapevi sul brano Il cerchio della vita.

Il cerchio della vita testo

il cerchio della vita

Una delle caratteristiche di un film come Il re leone è quella di lasciare il segno con i testi delle sue canzoni. Basti pensare a Il cerchio della vita che accompagna la fase iniziale del film, quando il sole sorge e gli animali corrono per radunarsi sotto la rupe dei re, in attesa che venga finalmente mostrato il giovane Simba. E se le immagini colpiscono il cuore, essere fanno solo un lavoro a metà perché senza questo canto tutto il pathos esistente verrebbe meno.

Un bel giorno ti accorgi che esisti
Che sei parte del mondo anche tu
Non per tua volontà e ti chiedi chissà
Siamo qui per volere di chi

Poi un raggio di sole ti abbraccia
I tuoi occhi si tingon di blu
E ti basta così, ogni dubbio va via
E i perché non esistono più

E’ una giostra che va, questa vita che
Gira insieme a noi e non si ferma mai
E ogni vita lo sa che rinascerà
In un fiore che fine non ha

E’ una giostra che va, questa vita che
Gira insieme a noi e non si ferma mai
E ogni vita lo sa che rinascerà
In un fiore che fine non ha

Il cerchio della vita: Il re leone

Il cerchio della vita segna l’inizio del film, ma non tutti sanno che fa parte della colonna sonora composta da Elton John (per quanto riguarda le musiche) e Tim Rice (che si è occupato dei testi). Riproposta anche alla fine del film e nominata agli Oscar per la Miglior Canzone, Il cerchio della vita non avrebbe dovuto avere delle parti dialogate.

Quando il compositore Hans Zimmer, che si è occupato della parte strumentale, ha preparato la sua interpretazione del brano, aveva dato vita ad una versione estesa affinché fosse flessibile per essere tagliata ed adeguata con il montaggio.

Gli animatori rimasero talmente colpiti e affascinati dal suo lavoro da cambiare l’inizio della sequenza in quella che si vede nel film, in modo da sfruttare l’intera versione del compositore, che comprendeva anche la parte iniziare cantata in lingua zulu.

Il cerchio della vita: Ivana Spagna

Per la versione italiana de Il cerchio della vita, si era alla ricerca di un/una cantante che fosse in grado di avere un voce incisiva e significativa come quella di Elton John che è interprete della versione originale.

È stato proprio il cantautore a riconoscere in Ivana Spagna queste qualità, scegliendola personalmente per interpretare questo brano così forte ed importante. Conseguentemente, la Spagna ebbe un enorme successo, diviso tra nuove e vecchie generazioni, tanto da realizzare circa quindici anni dopo (nel 2009) un album intitolato proprio Il cerchio della vita. Questo disco riunisce 14 canzoni cover Disney.

Il cerchio della vita accordi

Chi desiderasse provare a suonare la melodia de Il cerchio della vita è possibile farlo seguendo gli accordi. Oltre a recarsi nei negozi specializzati, è possibile recuperare gli accordi di questo brano anche online, sia su siti specifici, sia tramite video caricati su You Tube.

Il cerchio della vita significato

il cerchio della vita

Il cerchio della vita non solo una semplice canzone, un semplice brano di apertura de Il re leone: bensì, ha un significato molto profondo.

Basta solo osservare il testo per capire che il riferimento è rivolto al ciclo della vita di tutti gli esseri viventi che connette ogni creatura del mondo e che fa compiere a tutti quanti il cammino composto da nascita, dalla crescita e dall’invecchiamento che perdura fino alla fine dei giorni.

Un equilibrio, quello della vita, che va tutelato affinché ognuno abbia di che vivere in maniera dignitosa: “Simba, tutto ciò che vedi coesiste secondo un delicato equilibrio. Come re devi capire questo equilibrio e rispettare tutte le creature, dalla piccola formica alla saltellante antilope. [Quando moriamo i nostri corpi diventano erba e le antilopi mangiano l’erba. E, così, siamo tutti collegati nel grande cerchio della vita”.

Fonti: IMDb, rockol

L’uomo che fissa le capre: 10 cose che non sai su film

L’uomo che fissa le capre: 10 cose che non sai su film

L’uomo che fissa le capre, uscito nel 2009, è uno di quei film destinato a diventare un cult assoluto della storia del cinema, soprattutto di quello recente.

Il film, che vede protagonisti George Clooney e Ewan McGregor, ha conquistato il pubblico di tutto il mondo con il suo sarcasmo e con la sua ironia, rendendolo una commedia grottesca e surreale.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su L’uomo che fissa le capre.

L’uomo che fissa le capre film

l'uomo che fissa le capre

1. Viene citato un poema. Quando il personaggio di George Clooney cita il poema sul marinaio e il gabbiano, sta parlando del poema “The Rime of the Ancient Marier” del poeta inglese Samuel Taylor Coleridge.

2. È stato presentato a diversi festival. Prima di uscire al cinema nel novembre del 2009, il film è stato presentato fuori concorso alla 66° Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, per poi passare al Toronto Film Festival.

3. Uccidere le capre con la telepatia non è reale. Il fatto di uccidere gli animali con il solo uso della telepatia è una delle poche cose estreme raccontate nel libro e poi fatte vedere nel film. In realtà, si tratterebbe solo un aspetto simbolico che riferisce al grande potere a disposizione dell’unità segreta dell’esercito americano.

L’uomo che fissa le capre streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere il film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle diverse piattaforme di streaming digitale legale come Chili, Rakuten Tv, Chili e Infinity.

L’uomo che fissa le capre cast

l'uomo che fissa le capre

5. Ci sono 3 premi Oscar nel cast. In L’uomo che fissa le capre ci sono ben tre premi Oscar nel cast. Basti pensare, infatti, a George Clooney (Miglior Attore non Protagonista per Syriana, Miglior Film per Argo), Jeff Bridges (Miglior Attore Protagonista per Crazy Heart) e Kevin Spacey (Miglior Attore non Protagonista per I soliti sospetti e Miglior Attore Protagonista per American Beauty).

6. Il personaggio di Jeff Bridges è esistito davvero. Il ruolo che l’attore Jeff Bridges interpreta nel film si basa sul tenente colonnello dell’esercito James Channon, colui che scrisse il manuale Primo Battaglione Terrestre.

7. Ewan McGregor e i riferimenti a Star Wars. In L’uomo che fissa le capre, Ewan McGregor ricopre una parte importante. Tuttavia, durante il prosieguo del film, ci sono molti riferimenti alla saga di Star Wars. Questo film, infatti, parla ampiamente dell’essere Jedi e dell’usare i poteri Jedi.

L’uomo che fissa le capre libro

8. Il film è un adattamento. L’uomo che fissa le capre non è altro che un adattamento di un libro intitolato Capre di guerra (The Men Who Stare at Goats) scritto dal reporter Jon Ronson. In questo libro vengono raccontati i paradossi dell’unità segreta dell’esercito americano, chiamata First Earth Battalion (Primo Battaglione Terrestre).

9. Sono stati narrati fatti veri. Il libro di Ronson e, conseguentemente il film, raccontano fatti realmente accaduti. Fatti che non riguardano solo le missioni, ma anche i progetti di ricerca stravaganti che, pare, siano poi evoluti in esperimenti compiuti a Guantanamo Bay.

L’uomo che fissa le capre frasi

10. Un film farcito di frasi iconiche. L’uomo che fissa le capre non poteva non essere un film generatore di frasi iconiche e destinate ad essere citate in futuro. Ecco, allora, qualche esempio:

  • Siate tutto quello che potete essere. (Bill)
  • Ecco fatto, fu l’unico pezzo della mia storia ad essere divulgato dovunque, ridotto a barzelletta! E se mai mi ci fosse voluta una prova di come il lato oscuro avesse preso lo splendido sogno di quello che una nazione poteva essere e l’avesse distorto, distrutto, beh eccola li. Ma io non mi fermo, non mi arrendo. Perché quando vedo quello che succede nel mondo, so che ora, più che mai, dobbiamo essere tutto quello che possiamo essere. Ora, più che mai, abbiamo bisogno degli Jedi! (Bob)
  • “Hey Phil, qual è la frase più detta dai francesi?” “Mi arrendo” (Todd e Phil)

Fonti: IMDb, Wired,

Insidious: 10 cose che non sai sul film

Insidious: 10 cose che non sai sul film

Insidious è il film che ha dato il via ad una delle saghe horror più viste degli ultimi anni, capostipite di un sequel e due prequel. Nella fattispecie, questo film è il terzo andando nell’ordine cronologico degli eventi.

Tra eventi inquietanti, manifestazioni di carattere soprannaturale e possibilità di esplorare tanti e diversi universi, questo lungometraggio ha spaventato, affascinato e coinvolto milioni di persone in tutto il mondo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Insidious, uno dei film horror per ecellenza.

Insidious film

insidious

1. James Wan ha lavorato al film con The Conjuring in mente. Mentre stava girando il primo capitolo di Insidious, James Wan aveva già il franchise di The Conjuring in mente. Non a caso, infatti, è possibile notare alcuni spunti, tratti dai primi due film di Insidious, che hanno dato vita ad una delle saghe horror più seguite, e i primi film dell’altro franchise. Di fatto, con la creazione di questi due franchise, Wan è diventato uno dei maggior registi dei film horror e del cinema in generale.

2. S’intravede Saw. Nella prima metà del film, dietro al personaggio di Patrick Wilson, è possibile vedere un personaggio molto conosciuto. Si tratta del protagonista del film Saw – L’Enigmista, disegnato sulla lavagna con il numero otto scritto al di sotto.

3. Non sangue, ma rossetto. Quando le lenzuola vengono trovate con delle impronte rosse di mani, questo è stato confuso per sangue, ma in realtà era rossetto rosso. Il demone dalla faccia rossa (noto come “il demone del rossetto”) lascia impronte delle mani ovunque, mostrando di essere molto vicino a Dalton ad un certo punto del film.

Insidious streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo film, è possibile farlo grazie alla sua presenza su diverse piattaforme di streaming digitale legale come Rakuten Tv, Chili, Google Play e iTunes.

Insidious cast

insidious

5. Ethan Hawke sarebbe potuto essere nel cast. Pare che la prima scelta per il ruolo di Josh Lambert fosse Ethan Hawke. Tuttavia, l’attore ha deciso di rifiutare il ruolo, anche se non sono chiari i motivi, che poi è andato a Patrick Wilson.

6. Patrick Wilson in un ruolo da perseguitato. In Insidious, Patrick Wilson interpreta il ruolo di Josh Lambert, perennemente perseguitato dai fantasmi che vogliono invadere il suo corpo. Tutto ciò si può intendere quasi come l’opposto della serie tv A Gifted Man (2011) in cui Micheal Holt, il personaggio di Wilson) è in grado di vedere il fantasma di Anna Paul, sua moglie defunta, al fine di migliorarlo come medico e come persona.

7. Un attore che è anche compositore. In Insidious è presente un demone che è interpretato da Joseph Bishara. Ma costui non ha lavorato al film sono in quanto attore: infatti, egli è stato anche il compositore del lungometraggio, realizzando la colonna sonora.

Insidious trailer

8. Un trailer fenomenale. Prima di mettersi alla prova con il film di James Wan, è consigliabile dare un occhio al trailer. Ci si accorgerà subito di come questa prima visione farà capire la direzione e il senso del film, oltre che assaggiare il livello di paura intrinseco.

Insidious sequel

9. È stato realizzato un prequel. Dato l’enorme successo generato dal Insidious, si è deciso di dare vita a un film sequel. Nel 2013, infatti, è stato realizzato Oltre i confini del male: Insidious 2 che vede nuovamente protagonisti Patrick Wilson e Rose Byrne.

10. Sono usciti due film prequel. Con il successo dei due film di Insidious, realizzare altri film legati a questo molto era scontato. Non a caso, sono stati realizzati ben due prequel: nel 2015 è uscito Insidious 3 – L’inizio e nel 2018 è arrivato al cinema Insidious – L’ultima chiave, prequel del terzo capitolo.

Fonte: IMDb

Dampyr, il film: riprese ad ottobre, novità sul primo film Bonelli

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Dopo l’annuncio ufficiale al Lucca Comics and Games 2018, arrivano le prime notizie relative al film su Dampyr, serie a fumetti di genere horror pubblicata dal 2000 in Italia dalla Sergio Bonelli Editore, creata da Mauro Boselli e Maurizio Colombo.

Alla produzione di Dampyr c’è, ad affiancare la Bonelli Entertainment, Eagle Pictures e Brandon Box, nelle figure di Roberto Proia e Andrea Sgaravatti. La Eagle fa parte da poco del gruppo produttivo Spyglass, al fianco di Warner. Con questa associazione, lo studio conta di trovare il percorso che porterà questi suoi progetti negli Stati Uniti, primo di tutti proprio Dampyr. Proia di Eagle ha inoltre confermato che il sequel del film è già in cantiere.

La regia è stata affidata a Riccardo Chemello, mentre per gli attori coinvolti non ci sono ancora certezze, tuttavia sappiamo che il casting è stato affidato a Gail Stevens, che ha lavorato a livelli altissimi negli Stati Uniti, con registi del calibro di Danny Boyle e Kathryn Bigelow. A firmare la sceneggiatura Alberto Ostini, Mauro Uzzeo e Giovanni Masi.

Alla presentazione di Lucca l’uscita del film era stata stabilita per il 23 gennaio 2020, ma non sappiamo ancora se la data sarà rispettata, visto che le riprese cominceranno ad ottobre.

Cannes 2019: Sylvester Stallone si racconta tra sconfitte e vittorie

Tra i protagonisti del Festival di Cannes 2019 c’è anche Sylvester Stallone, protagonista di una masterclass dove racconta delle sue vittorie e sconfitte, ma anche della mai sopita voglia di continuare a combattere. Accolto da una calorosa standing ovation dei suoi fan, Stallone spende le prime parole per ringraziare proprio il suo pubblico, dichiarando che “è grazie a voi se ho avuto una carriera lunghissima.”

L’attore inizia poi a viaggiare con la memoria, ricordando la difficoltà di affermarsi ad Hollywood e il complicato set di Rocky, che gli ha tuttavia permesso di raggiungere la fama mondiale. “Quell’esperienza mi fece capire che per raggiungere il successo bisogna trovare una buona idea. – afferma – “Il fallimento ti rende più saggio, mentre spesso il successo ti rende più stupido, perché non hai nessuno con cui confrontarti.”

Riguardando alla sua intera filmografia, Stallone afferma di aver sempre ricercato ruoli complessi, di personaggi al margine, considerati dei perdenti. “Questo perché sono affascinato dal tema della lotta. La lotta contro sé stessi e contro ci dice cosa fare. In generale mi appassionano gli esseri umani che non accettano le cose imposte da altri. Credo che tutti nella vita ci troviamo prima o poi ad affrontare la solitudine e il fallimento, ma essere umani significa prendere le proprie debolezze e trasformarle in forza.”

Stallone è arrivato a Cannes anche per presentare un proiezione di Rambo in copia restaurata 4K, e un primo inedito estratto di Rambo V: Last Blood, il nuovo film della saga che arriverà nelle sale italiane a novembre. “Nel precedente film Rambo torna a casa, ma è come se non ci fosse realmente. All’inizio di questo nuovo film lo troviamo ancora lì, nel suo ranch, sempre pronto ad aiutare gli altri, soffrendo ancora per il non essere riuscito a salvare i suoi compagni in guerra. È un uomo attanagliato dai sensi di colpa, e stavolta dovrà fare i conti anche con la presenza di una famiglia adottiva. Naturalmente ben presto Rambo capirà di non poter sempre controllare ciò che lo circonda, ma nel momento in cui sarà il mondo esterno a cercare di controllare lui, allora lì accadranno cose veramente spiacevoli.”

Stallone riflette infine sulla sua carriera da attore, sostenendo che “non credo di essere un attore versatile. Tutte le volte che ho provato a fare qualcosa di diverso sono precipitato. Ho sbagliato molte volte, e altrettante sono caduto. Ma credo di essere sempre riuscito ad imparare dai miei errori e a rimettermi in piedi, riprendendo a fare ciò che conosco meglio.”

“Credo che oggi nel mondo ci siano tanti e tante Rocky, ora più che mai. – conclude Stallone – Amo ognuno di loro, spero che il personaggio possa essere stato una fonte d’ispirazione. In realtà chi lotta nel mondo di oggi si trova dinanzi a sfide ben più complicate, ben più grandi. Ma il segreto è non arrendersi mai, mai.”

Alien: 10 cose che non sai su questo film cult

Alien: 10 cose che non sai su questo film cult

Alien è uno di quei film che andrebbero visti una volta nella vita o che bisognerebbe portarsi sulla classica isoletta deserta.

A partire dall’idea di base, passando per le realizzazioni e il concretismo sul set, arrivando al prodotto finale, non c’è niente di Alien che non colpisca, specie poi se si parla anche delle interpretazioni.

Ecco, allora, dieci cose da sapere sul film cult Alien.

Alien film

alien

1. È stato usato un trucco per far spaventare il gatto. Per far sì che il gatto Jones si spaventasse all’arrivo di Alien, si decise di porre un pastore tedesco di fronte, dividendo i due animali con dei vetri. Lo schermo sarebbe poi stato rimosso improvvisamente per far fermare il gatto e far sì che iniziasse a sibilare.

2. L’alieno sanguina acido. Questa idea è venuta all’artista concettuale Ron Cobb. Questo accadde quando Dan O’Bannon non riusciva a trovare una ragione tale per cui l’equipaggio della Nostromo non avrebbe sparato all’alieno con la pistola.

Alien streaming

3. Il film è disponibile in streamin digitale. Chi volesse vedere o rivedere il film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle piattaforme digitali legali di Rakuten Tv, Tim Vision, Chili, Google Play e iTunes.

Alien cast

alien

4. Alien è interpretato da un attore. Dopo aver incontrato Bolaji Badejo, il regista decise che lui avrebbe potuto interpretare l’alieno. L’attore era in realtà un artista grafico scoperto in un pub e scelto per le sue braccia sottilissime e la sua altezza di un metro e mezzo. Badejo frequentò lezioni di Tai Chi e mimo per imparare a rallentare i movimenti.

5. Sigourney Weaver non è stata la scelta immediata. Lo stesso regista ha dichiarato di aver provinato molte attrici per il ruolo di Ripley e di essere arrivato a dover scegliere tra Sigourney Weaver e Meryl Streep. Alla fine il lavoro è stato offerto alla Weaver perché la Streep non sarebbe riuscita a lavorare data la recente morte del suo compagno John Cazale.

Alien regista

6. Ridley Scott ha voluto che la Weaver fosse infastidita. Stando alle dichiarazioni di Yaphet Kott, pare che Ridley Scott gli abbia detto di infastidire Sigourney Weaver fuori dalle riprese, in modo che ci fosse poi più tensione tra i loro personaggi. Lo stesso cotto si è detto rammaricato di questo perché l’attrice gli piaceva molto.

7. Ridley Scott voleva usare l’animatronica. In origine, Ridley Scott voleva usare questo sistema per rappresentare l’alieno, sperando di evitare la vista di un mostro che altrimenti sarebbe stato interpretato da un uomo. Sfortunatamente, le tecniche degli effetti speciali non erano abbastanza sofisticare ai tempi.

8. Il primo montaggio era molto più sanguinoso. Dopo il primo cut, Scott si rese conto che il film avrebbe suscitato nelle reazioni negative tra il pubblico. Per evitare questo, nel montaggio finale sono state tolte le scene più cruente e sanguinolente.

Alien frasi

9. Frasi che rimangono cult. Un film come Alien non poteva non essere generatore di frasi tali da rimanere fisse nella memoria collettiva. Ecco alcuni esempi:

  • Rapporto finale del veicolo spaziale Nostromo, da parte del terzo ufficiale. Gli altri componenti dell’equipaggio Kane, Lambert, Parker, Brett, Ash e il comandante Dallas sono morti. Carico e nave sono distrutti. Dovrei giungere alla frontiera tra sei settimane. Se sono fortunata la sorveglianza mi porterà in salvo. Parla Ripley unica superstite del Nostromo. Passo e chiudo. (Ellen Ripley)
  • Maledetta compagnia! E le nostre vite, figli di puttana? (Parker)
  • Nello spazio nessuno può sentirti urlare.
  • La prima cosa che farò quando torno sulla Terra sarà di mangiare un piatto delle mie parti. (G. E. Kane)

Alien trama

10. Il ritorno è più pericoloso della missione. La trama di Alien si svolge in maniera abbastanza lineare. L’astronave Nostromo è di ritorno verso il pianeta Terra con un carico di minerali, di fatto, riuscendo a portare a termine la missione. Durante il viaggio, però, il computer di bordo ricevere un SOS da un pianeta sconosciuto. Gli astronauti, una volta scesi sul suolo inesplorato, si troveranno a fare i conti con un essere mostruoso.

Fonti: IMDb,

Home Sweet Hell: 10 cose che non sai sul film

Home Sweet Hell: 10 cose che non sai sul film

Home Sweet Hell è uno di quei film poco conosciuti: tuttavia, alla lunga, ha tutte le carte per diventare un piccolo grande cult da non perdere e, anzi, da recuperare senza esitazione.

Questo film, che vede Katherine Heigl e Patrick Wilson tra i protagonisti, racconta gli eventi che accadono in una coppia di coniugi quando lei viene a sapere dell’amante di lui e come faccia tutto il possibile per riportare ordine nel caos che ormai vige in famiglia.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Home Sweet Hell.

Home Sweet Hell film

home sweet hell

1. Il marito di Katherine Heigl ha lavorato al film. In Home Sweet Hell non c’è stato solo il coinvolgimento da parte di Katherine Heigl come attrice protagonista, ma anche di suo marito Josh Kelley. Il cantante, infatti, ha collaborato al film fornendo tutte le musiche e, di fatto, componendo la colonna sonora.

2. Ha ricevuto un Razzie Award. Uscito nel 2015, il film di Anthony Burns non ha riscosso esattamente il successo sperato, riuscendo ad ottenere addirittura una candidatura ai Razzie Awards del 2016. Pare, infatti, che l’interpretazione della Heigl non sia stata particolarmente apprezzata, tanto da meritare una nomination come Peggior Attrice Protagonista.

3. È stato distribuito prima online. Una particolarità di questo film è stata la sua distribuzione. Questo lungometraggio, infatti, è stato distribuito prima su alcune piattaforme digitali nel febbraio 2015, per poi essere proiettato nelle sale americane nel marzo successivo. In Italia, invece, il film è uscito direttamente in versione Home Video nel maggio dello stesso anno.

Home Sweet Hell streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere il film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle piattaforme di streaming digitale legale come Rakuten Tv, Chili, Tim Vision, Google Play e iTunes.

Home Sweet Hell cast

home sweet hell

5. Katherine Heigl e il gioco della personalità. Ingiustamente o meno, Katherine Heigl viene spesso e volentieri ritratta dai media come un’attrice molto esigente, capricciosa e irragionevole. In Home Sweet Hell sembra che lei abbia voluto, in qualche modo, giocare con questi caratteri che farebbero parte della sua personalità.

6. C’è anche Jim Belushi. Non ce lo si aspetterebbe, ma in questo film è possibile notare la presenza di Jim Belushi. Stando alle molte critiche rivolte al film, pare che la sua interpretazione sia la migliore, un deciso valore aggiunto alla messa in scena.

Home Sweet Hell trama

7. Una famiglia apparentemente tradizionale. Don Champagne (Patrick Wilson) ha realizzato il sogno americano, riuscendo ad sistemarsi una grande casa, svolgendo un’attività di successo e avendo una famiglia perfetta. Tutto sempre essere tradizionale e ottimale, fino a quando l’infedeltà dell’uomo non esce allo scoperto.

8. Una donna disposta a tutto. La moglie di Don, Mona (Katherine Heigl), assume il controllo della situazione, a riportare ordine nel caos scatenato dall’amante del marito, Dusty (Jordana Brewster). Mona diventa una spietata madre di famiglia pronta a tutto, proteggendo il nido creato per la propria famiglia, marito fedifrago incluso.

Home Sweet Hell frasi

9. Frasi pronte a stupire. Un film come Home Sweet Hell non poteva non essere generatore di frasi memorabili. Ecco, allora, qualche esempio:

  • Sento la tua puzza d’alcool trasudare dai tuoi pori grassi anche adesso (Mona Champagne)
  • La percezione è tutto, cara! (Mona Champagne)
  • È un piacere per gli occhi! Abbiamo bisogno di qualcosa da guardare durante il giorno, qualcosa che distolga le nostre menti dalla sofferenza, dovresti saperlo bene! (Les)
  • La paranoia è solo totale consapevolezza (Mona Champagne)

Home Sweet Hell trailer

10. Un trailer tutto da vedere. Prima di approcciarsi alla visione del film, è consigliabile vedersi anche il trailer per non perdersi proprio nulla di Home Sweet Hell.

10. Un

Fonti: IMDb, Frasi celebri, The Hollywood Reporter, Indiewire

Animazione e fumetti: dialogo continuo. Ne parlano Davide Toffolo, Yoshiko Watanabe e Bertrand Gatignol

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Il cinema d’animazione e i fumetti sono in continuo dialogo, un binomio che, forte delle proprio differenze di linguaggio, di mezzi, di problemi produttivi e di costi, continua a fondersi, mentre i due ambiti artistici si scambiano talenti, ispirazioni e personaggi.

Davide Toffolo, Yoshiko Watanabe e Bertrand Gatignol hanno discusso di questo rapporto e del loro passaggio da un ambito all’altro in occasione del panel L’eternità della vignetta o la sequenza animata? moderato dallo sceneggiatore Giovanni Masi, nell’ambito dell’Arf, festival dedicato al fumetto a Roma (24-26 maggio 2019 – Mattatoio Testaccio).

L’approccio al disegno e all’animazione, per gli ospiti, è stato differente. Provenendo da ambienti, preparazione, ma soprattutto Paesi diversi, i tre artisti hanno raccontato il loro approccio all’arte, il passaggio da un linguaggio all’altro, le difficoltà e i piaceri dell’uno e dell’altro.

Yoshiko Watanabe è giapponese italiana di adozione, se il suo nome potrebbe non dire nulla, i suoi cartoni animati lo faranno per lei: Kimba il Leone Bianco, La Principessa Zaffiro e Doraemon basteranno a farvi un’idea della sua caratura.

Bertrand Gatignol, francese, è autore de Gli Orchi-Dei, uscito in Italia con Bao, ma lavora da anni nel campo del fumetto e dell’animazione, con competenze relative a ogni aspetto della produzione di entrambi i linguaggi.

Davide Toffolo è un fumettista, cantante e chitarrista italiano, frontman dei Tre Allegri Ragazzi Morti. Le sue attività, fumettista e musicista, non sono separate, ma integrate da performance di disegno e musica, come le atmosfere musicali durante le sue mostre di fumetti o i videoclip dei singoli musicali.

Tutti e tre hanno avuto un approccio personale e originale al mondo del fumetto e dell’animazione. Per Yoshiko è stato un caso, come ha raccontato: “Io volevo disegnare, poi mi sono ritrovata a occuparmi di effetti speciali. Sono entrata alla Mushi Production per caso, ero giovanissima ma ero già grande ammiratrice di Tezuka. Una mia amica trovò un annuncio su un giornale in cui la Mushi cercava personale e così mi sono proposta e mi hanno presa.”

Per lei non si è mai trattato di passare da un linguaggio all’altro, perché li ha sempre seguiti entrambi, alternando lavori importanti di animazione con produzione massiccia di tavole a fumetti: “In Giappone facevo illustrazioni e fumetti, ma per la maggior parte del tempo lavoravo sui cartoni animati, che pian piano mi hanno preso tutto il tempo! Lavoravo 18-20 ore al giorno. Poi sono venuta in Italia perché la Mushi fallì, Tezuka era un genio ma amministrativamente era un disastro, e prima di rimanere senza lavoro volevo vedere l’Italia e la Francia, e così sono partita, sono stata a Parigi per tre anni e poi mi sono fermata qui, mi sono sposata. Alla fine degli anni ’70 c’è stato il boom dei cartoni animati giapponesi. Poi si sono diffusi i pirata, giornalini con personaggi giapponesi con storie originali che però non pagavano le licenze ufficiali. Poi ho cominciato a lavorare per la Lanterna Magica, e per dei lungometraggi. Ma anche queste realtà poi sono fallite.”

Nonostante e esperienze nell’animazione, il desiderio però era sempre quello di disegnare: “Il mio desiderio era quello di usare il disegno in ogni forma e in ogni linguaggio. L’unica difficoltà che ho trovato è stata nel cambio di mercato, qui in Italia mi chiedevano dei criteri anatomici per il disegno diversi rispetto a quelli dell’animazione e dell’illustrazione giapponese.”

Dal caso che ha portato Yoshiko a lavorare in uno dei più grandi studi di animazione della storia del Giappone, all’esperienza di Gatignol, che invece racconta: “Quando ho capito che volevo fare animazione, ho provato ad entrare in una scuola ma non ero abbastanza bravo. Così per prepararmi per l’esame d’ammissione ho partecipato ad altri corsi di grafica e direzione artistica e così ho deviato il mio cammino. Non ho più fatto lo studente, li, ma ho tenuto qualche corso da insegnante, poi. Uscito da quella scuola ero preparato a fare comunicazione e pubblicità, ma io volevo fare animazione, e così mi sono infiltrato al festival di Annecy di nascosto, dalle transenne.”

Come nel migliore dei romanzi di formazione, il giovane Bertrand: “Lì ho cercato di incontrare persone a cui proporre un progetto. Era il periodo in cui si stava cominciando a diffondere l’animazione in 3D e il mio stile ispirato a quello giapponese, molto realistico, mi ha aiutato a entrare in contatto con piccoli produttori che ora sono diventati molto importanti. Così ho cominciato, tra televisione e progetti di character designer, da qui sono passato al disegno e al fumetto e ora mi sembra di essere più bravo a fare fumetti che a fare animazione.”

Per Davide Toffolo invece è stata un’idea, un progetto nato nella sua mente e concretizzatosi con un incontro fortunato con un animatore che gli ha consentito di dare concretezza a quella idea: legare un’immagine animata a un gruppo musicale, i Tre Allegri Ragazzi Morti, senza l’intercessione di un volto fisico.

Non son un animatore, però ho avuto un’intuizione forse rubata ai Beatles, che è stata quella di mettere insieme musica e animazione – ha raccontato Toffolo – All’inizio mi dicevano che era impossibile, ma avevo bisogno di unire queste mie due anime. Questo incontro e il momento tecnico storico che permetteva di lavorare da casa, sia per l’animazione che per il fumetto, mi hanno permesso di realizzare il mio immaginario di Tre allegri ragazzi morti. Era una strada mai percorsa e davvero vincente, tanto che a un certo punto è arrivato un gruppo, I Gorillaz, che hanno sdoganato nel mondo questo stile. È stata la testimonianza che quello che volevo fare, ovvero legare la rappresentazione visiva di un gruppo a un’immagine completamente fumettistica e animata, era possibile.”

Tre realtà e tre storie differenti, tre modi di vedere l’arte del fumetto e dell’animazione, non solo come arte in sé ma come mezzi di espressione e comunicazione del proprio modo di essere e di vedere il mondo.

Avengers: Endgame, la genesi della scena con il doppio Captain America

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Dopo aver passato in rassegna l’epica battaglia finale e l’invecchiamento di Steve Rogers, è arrivato il momento di parlare di un’altra scena iconica di Avengers: Endgame, quella in cui Captain America si confronta con il suo “gemello” durante i viaggi nel tempo che hanno riportato gli eroi agli eventi del 2012 a New York.

Qui Steve combatte contro se stesso in un’appassionante sequenza d’azione costruita nel dettaglio, come spiegato dal supervisore degli effetti speciali Trent Claus (a capo dellaLola VFX) in un’intervista con Comicbook.

La ripresa variava a seconda della scena. A volte Chris interpretava il Cap più in vista, mentre il doppio veniva interpretato da una controfigura, altre invece Chris interpretava entrambi i Cap. Quindi giravamo due volte la stessa inquadratura, una con Chris in un ruolo e una volta nell’altro, e quando si arrivava alle composizioni finali, quello che vedevamo e che avete visto sullo schermo è sempre la faccia di Chris“.

In certi casi il volto dell’attore si trova sul corpo di una controfigura, in altri si tratta dell’unione tra due diverse performance di Chris. Quindi il risultato varia da ripresa a ripresa, a seconda di quella che abbiamo reputato migliore per quel momento.

Claus ha aggiunto inoltre che per la scena sono state utilizzate due versioni del classico costume di Steve Rogers indossato nel film del 2012 con l’aggiunta – in digitale – del cappuccio blu in fase di post-produzione.

Entrambi i Cap, che si tratti di Chris Evans all’epoca o di una controfigura, indossano l’uniforme di Captain America, ma all’epoca di The Avengers essuno dei due presentava un casco o un cappuccio in quel momento. Dopo il primo montaggio i registi hanno capito che per far capire chi fosse il vecchio e chi il nuovo avremmo dovuto aggiungere un dettaglio. Dunque nel film finale vedete la versione del 2012 che indossa il cappuccio, completamente aggiunto in digitale“.

Leggi anche – Avengers: Endgame, ecco com’è stato realizzato l’invecchiamento di Cap

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Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast figurano Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Captain America: 8 modi in cui potrebbe tornare dopo Endgame

Fonte: Comicbook

MCU: chi sono i personaggi con più scene nell’universo condiviso?

Vi siete mai chiesti quali fossero i personaggi del MCU ad aver ottenuto più tempo sul grande schermo? Riguardando la storia dell’universo cinematografico e i ventidue film finora prodotti in questi primi dieci anni, ciò che cattura subito l’attenzione è l’assoluta dominanza degli original six, gli attori che interpretano i sei Vendicatori originali.

E che dire degli altri? Scopriamo di seguito quali eroi hanno più scene (e minuti):

Nick Fury

samuel l. jackson

Tempo sullo schermo: 1 ora, 16 minuti

È apparso in: Iron Man, Iron Man 2, Captain America: Il Primo Vedicatore, The Avengers, Captain America: The Winter Soldier, Avengers: Age of Ultron, Avengers: Infinity War, Captain Marvel, Avengers: Endgame

Gamora

Tempo sullo schermo: 1 ora, 27 minuti

È apparsa in: Guardiani della Galassia Vol. 1, Guardiani della Galassia Vol. 2, Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame

Loki

loki

Tempo sullo schermo: 1 ora, 32 minuti

È apparso in: Thor, The Avengers, Thor: The Dark World, Thor: Ragnarok, Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame

Captain Marvel

Captain Marvel

Tempo sullo schermo: 1 ora, 36 minuti

È apparsa in: Captain Marvel, Avengers: Endgame

Rocket

Tempo sullo schermo: 1 ora, 36 minuti

È apparso in: Guardiani della Galassia Vol.1, Guardiani della Galassia Vol. 2, Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame

War Machine

Tempo sullo schermo: 1 ora, 41 minuti

È apparso in: Iron Man, Iron Man 2, Iron Man 3, Avengers: Age of Ultron, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War, Captain Marvel, Avengers: Endgame

Doctor Strange

Tempo sullo schermo: 1 ora, 48 minuti

È apparso in: Doctor Strange, Thor: Ragnarok, Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame

Spider-Man

Tempo sullo schermo: 1 ora, 55 minuti

È apparso in: Captain America: Civil War, Spider-Man: Homecoming, Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame

Star-Lord

supereroi

Tempo sullo schermo: 1 ora, 56 minuti

È apparso in: Guardiani della Galassia Vol.1, Guardiani della Galassia Vol. 2, Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame

Vedova Nera

vedova nera

Tempo sullo schermo: 2 ore, 12 minuti

È apparsa in: Iron Man 2, The Avengers, Captain America: The Winter Soldier, Avengers: Age of Ultron, Captain America: Civil War, Thor: Ragnarok, Avengers: Infinity War, Captain Marvel, Avengers: Endgame

Ant-Man

ant-man and the wasp

Tempo sullo schermo: 2 ore, 27 minuti

È apparso in: Ant-Man, Captain America: Civil War, Ant-Man And The Wasp, Avengers: Endgame

Hulk

Tempo sullo schermo: 2 ore, 41 minuti

È apparso in: L’incredibile Hulk, The Avengers, Iron Man 3, Avengers: Age of Ultron, Thor: Ragnarok, Avengers: Infinity War, Captain Marvel, Avengers: Endgame

Thor

Tempo sullo schermo: 3 ore, 49 minuti

È apparso in: Thor, The Avengers, Thor: The Dark World, Avengers: Age of Ultron, Doctor Strange, Thor: Ragnarok, Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame

Captain America

Tempo sullo schermo: 4 ore, 36 minuti

È apparso in: Captain America: Il Primo Vendicatore, The Avengers, Thor: The Dark World, Captain America: The Winter Soldier, Avengers: Age of Ultron, Ant-Man, Captain America: Civil War, Spider-Man: Homecoming, Avengers: Infinity War, Captain Marvel, Avengers: Endgame

Iron Man

Iron Man film

Tempo sullo schermo: 6 ore, 41 minuti

È apparso in: Iron Man, L’incredibileHulk, Iron Man 2, The Avengers, Iron Man 3, Avengers: Age of Ultron, Captain America: Civil War, Spider-Man: Homecoming, Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame

Leggi anche – MCU: ecco come guardare tutti i film in ordine cronologico

Fonte: CBM

Emilia Clarke era nel cast delle prime bozze di Iron Man 3

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Emilia Clarke era nel cast delle prime bozze di Iron Man 3

Emilia Clarke era nel cast originale di Iron Man 3? A quanto pare si, e la conferma arriva direttamente dal co-sceneggiatore Drew Pearce con una foto pubblicata su Instagram scattata durante le letture iniziali delle prime bozze con gli attori. Questa la didascalia scritta dall’autore:

Primo table read di Iron Man 3. Downey, Cheadle, Emilia Clarke (storia lunga, la sceneggiatura è cambiata), tutto vagamente terrificante. Ovviamente questo succedeva nel 2012 quando tutti erano più razzisti e pensavano che tutti gli inglesi fossero uguali. Le mie scuse in ritardo a Paul Bettany,  spero di non averlo deluso.

Dunque la Daenerys Targaryen di Game of Thrones era effettivamente stata scelta da Shane Black per interpretare un ruolo nel terzo capitolo del franchise su Tony Stark. Ma quale?

L’ipotesi più plausibile è Maya Hansen, il personaggio poi affidato a Rebecca Hall, o forse i Marvel Studios avevano programmato di inserire nel film una figura completamente diversa accantonata di seguito per ragioni misteriose. Se però consideriamo la popolarità raggiunta grazie alla serie HBO, è facile immaginare che per la Clarke fosse previsto un ruolo di spicco, e non una semplice comparsa.

Dopo averla rivista nella stagione finale di Game of Thrones, l’attrice tornerà al cinema nella nuova commedia natalizia firmata da Paul Feig al fianco di Emma Thompson e Henry Golding. I dettagli della trama sono scarsi al momento ma sappiamo che il film sarà ambientato a Londra durante una vacanza romantica tra i due protagonisti.

Emilia Clarke: dieci cose che non sai su di lei

Spider-Man e Deadpool insieme in un film del MCU? Ecco il rumor

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Spider-Man e Deadpool insieme in un film del MCU? Ecco il rumor

Ora che l’accordo tra Disney e Fox è siglato e la casa di topolino ha finalmente acquisito tutti i diritti sui supereroi Marvel, è facile immaginare che in un futuro nemmeno troppo lontano personaggi come gli X-Men e i Fantastici Quattro verranno introdotti nell’universo cinematografico di Kevin Feige. Ma in che modo?

Secondo l’ultimo report di MCU Cosmic, il team dei Marvel Studios starebbe già valutando diverse opzioni per inserire Deadpool, il mercenario chiacchierone interpretato da Ryan Reynolds nei due capitoli prodotti da 20th Century Fox: la prima prevede di andare avanti con il franchise e portare al cinema Deadpool 3; la seconda ipotizza l’arrivo del personaggio in una serie di Disney + (con qualche modifica sul rating e il linguaggio vietato ai minori); infine la terza considera di rendere Deadpool parte integrante del terzo film su Spider-Man, con la Sony impegnata nella produzione.

Trattandosi di una voce non ufficiale vi invitiamo a ragionare sulla precarietà dell’argomentazione, tuttavia è interessante notare come tutte e tre le possibilità siano altamente probabili, oltre che affascinanti da un punto di vista narrativo. Se i Marvel Studios decidessero di proseguire la linea editoriale del franchise, Deadpool rimarrebbe un marchio contraddistinto all’interno della proposta cinecomic Disney, mentre con una serie disponibile su una piattaforma internazionale a cui ognuno può avere accesso, saranno necessari degli interventi sul materiale. Nel terzo caso, la prospettiva di vedere insieme sullo schermo Wade Wilson e Peter Parker ha sicuramente del potenziale.

Che ne pensate?

Spider-Man: Far From Home, le teorie più intriganti sul Multiverso

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Il prossimo film sull’Uomo Ragno, Spider-Man: Far From Home, arriverà nelle sale il 2 Luglio (invece che il 5). Confermati nel cast del film il protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya in quelli di Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di Nick Fury e Cobie Smulders in quelli di Maria Hill.

Le riprese del film sono durate circa tre mesi, e nella maggior parte delle foto circolate in rete abbiamo visto Peter Parker alle prese con Michelle. Naturalmente il film vedrà tornare anche Flash Thompson (Tony Revolori) e Ned Leeds (Jacob Batalon), gli altri compagni di scuola di Peter. Ma cosa conosciamo realmente della trama e quali teorie circolano intorno al nuovo titolo dei Marvel Studios?

Per quanto riguarda le novità del sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una versione rimodellata di quella di Iron Spider. vista in Avengers: Infinity War. Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli occhiali al posto delle orbite bianche, come da tradizione, questo perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno di una nuova maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta su Titano, durante il confronto con Thanos e prima della sua disintegrazione.

Fonte: MCU Cosmic

Cannes 2019: tutti i vincitori di Un Certain Regard

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Cannes 2019: tutti i vincitori di Un Certain Regard

Un Certain Regard 2019 ha presentato 18 film in concorso. 9 di questi sono stati premiati. Il film d’apertura è stato LA FEMME DE MON FRERE di Monia Chokri. Sotto la presidenza di Nadine Labaki (regista e attrice, Libano), la giuria era composta da Marina Foïs (attrice, Francia), Nurhan Sekerci-Porst (produttore, Germania), Lisandro Alonso (regista, Argentina) e Lukas Dhont (regista, Belgio).

“La giuria vorrebbe esprimere il grande piacere che abbiamo provato nell’immergerci nella diversità di questa selezione. Su molti livelli: sui soggetti, sul modo in cui gli strumenti cinematografici sono stati utilizzati e sui personaggi. È stato molto stimolante aver visto, fianco a fianco, registi che padroneggiavano la loro lingua così bene e altri ancora che trovavano la loro strada. È stata una bella sorpresa vedere 9 opere prime nella Selezione Ufficiale Un Certain Regard. Siamo stati onorati di essere stati trasportati in tutti questi diversi universi. Il cinema mondiale rimane molto vivo e in buona forma!”

La giuria

Ecco tutti vincitori di Un Certain Regard 2019

« UN CERTAIN REGARD »
A VIDA INVISÍVEL DE EURÍDICE GUSMÃO
(LA VIE INVISIBLE D’EURÍDICE GUSMÃO/THE INVISIBLE LIFE OF EURÍDICE GUSMÃO)
BY KARIM AÏNOUZ

JURY PRIZE
O QUE ARDE
(VIENDRA LE FEU/FIRE WILL COME)
BY OLIVER LAXE

PRIZE FOR BEST PERFORMANCE
CHIARA MASTROIANNI
FOR CHAMBRE 212 (ON A MAGICAL NIGHT) BY CHRISTOPHE HONORÉ

PRIZE FOR BEST DIRECTOR
KANTEMIR BALAGOV
FOR BEANPOLE (UNE GRANDE FILLE)

SPECIAL JURY PRIZE
LIBERTÉ
BY ALBERT SERRA

JURY’S « COUP DE CŒUR » (Ex-aequo)
LA FEMME DE MON FRÈRE (A BROTHER’S LOVE)
BY MONIA CHOKRI
THE CLIMB
BY MICHAEL ANGELO COVINO

JURY SPECIAL MENTION
JEANNE (JOAN OF ARC)
BY BRUNO DUMONT

Akira di Taika Waititi arriverà nelle sale a maggio 2021

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Akira di Taika Waititi arriverà nelle sale a maggio 2021

La Warner Bros. ha ufficializzato la data di uscita del nuovo adattamento di Akira, progetto nelle mani di Taika Waititi, fissata non più al 14 maggio 2021 ma al 21 maggio 2021. Un piccolo slittamento che non cambia i programmi dello studio e che mette in concorrenza il live action con John Wick 4, quarto capitolo del franchise con Keanu Reeves già confermato nei giorni scorsi.

Questa versione in live-action di Akira, ovviamente tratto dai sei volumi di Katsuhiro Otomo, arriva al cinema dopo l’anime giapponese del 1988 diretto da Otomo.

Per quanto riguarda Waititi, il neozelandese è salito ufficialmente a bordo della produzione dopo aver abbandonato giovedì scorso i lavori sul film d’animazione che avrebbe reso protagonista il celebre scimpanzé di Michael Jackson, Bubbles.

Nel frattempo vi ricordiamo che il regista di Thor: Rahnarok è entrato di recente nel cast di Free Guy, action comedy che sarà diretta da Shawn Levy e interpretata da Ryan Reynolds. La star di Deadpool vestirà i panni del protagonista Guy, un funzionario della banca che scopre di vivere all’interno di un videogioco dove – insieme ad un avatar – cercherà di impedire agli sviluppatori di chiudere il loro mondo. Insieme a loro Jodie Comer (Killing Eve), Joe Keery (Stranger Things), Lil Rel Howery, e Utkarsh Ambudkar.

Fonte: Deadline

Avengers: Endgame, ecco com’è stato realizzato l’invecchiamento di Cap

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Durante le scene finali di Avengers: Endgame Steve Rogers torna dal Regno Quantico dopo aver restituito le gemme dell’infinito alle rispettive timeline nella sua versione “anziana”, con tanto di capelli bianchi e profonde rughe sul viso. E se pensavate che questo look fosse il risultato di intense sessioni di trucco e parrucco, ora le parole di un addetto ai vfx sembrano confermare che è stato necessario anche l’intervento degli effetti visivi.

Dunque com’è nata la scena e com’è stata realizzata?

Per questa inquadratura di Chris si è attraversato un periodo di sviluppo molto lungo in cui abbiamo provato diverse età e stili di invecchiamento“, ha raccontato il supervisor Trent Claus a Comicbook, “E un problema che incontriamo spesso con il processo di invecchiamento è che ognuno ha la propria idea di ciò che ti succede in base alla tua esperienza personale, cosa succede al tuo viso e cosa è successo ai volti dei tuoi genitori“.

In una stanza piena di sei o sette persone, ognuna di queste potrebbe avere un’opinione diversa su come dovrebbe essere l’invecchiamento, quindi è più difficile fissare un look, mentre con il ringiovanimento è più facile: hai un riferimento o un’immagine esatta di ciò a cui stai mirando. Qui è molto più soggettivo.

Claus ha poi spiegato che la After Legacy Effects è stata incaricata di costruire alcune protesi che avrebbero fatto apparire più vecchio Evans e come questo aiuto pratico non abbia necessariamente reso la scena pronta per il montaggio finale. Di fatto l’inquadratura di “Old Man Cap” è stata ultimata dopo il termine delle riprese e la maggior parte del lavoro sul volto dell’attore è stato digitalizzato in post-produzione.

Purtroppo il make-up che avevamo applicato sul viso intorno agli occhi, alla fronte e al naso non è stato approvato, così abbiamo dovuto rimuovere digitalmente il trucco e ricrearlo da capo. Ciò che è stato conservato è il collo e la parrucca, mentre tutto quello che vedete sullo schermo è digitale.”

Avengers: Endgame, il dettaglio sul passato di Vedova Nera che nessuno ha notato

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Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

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Fonte: Comicbook

Cannes 2019: Ophelie Bau abbandona la proiezione durante la scena di sesso

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Sapevamo già che avrebbe fatto discutere, lo fa da sempre e a Cannes in particolar modo Abdellatif Kechiche ha sempre portato scandalo. Questa volta lo fa con Mektoub My Love: Intermezzo, il seguito del Canto Uno visto a Venezia due anni fa e arrivato lo scorso anno nelle nostre sale.

Il film dure quasi quattro ore ed è una lunga sequenza in discoteca, inframezzata da una scena di sesso nel bagno della stessa discoteca, della durata di 15 minuti. La notizia in sé non crea troppo scalpore, visto che il regista ci aveva abituati a questo genere di scene, tuttavia sembra che la protagonista del film, la sensualissima Ophelie Bau non avesse idea che la sua scena fosse stata inserita integralmente nel film.

Durante la proiezione, in molti si sono allontanati dalla sala per via della lunghezza del film, difficile da sostenere soprattutto perché a fine festival. Inoltre, qualcuno si è anche detto infastidito dalla lunga scena di sesso e proprio in quel momento, l’attrice ha lasciato la sala, dando anche forfait alla conferenza stampa del giorno dopo.

In quella sede, il regista non ha commentato la sua assenza, mentre l’ufficio stampa ha spiegato che la Bau aveva altri impegni su altri set. Possiamo solo immaginare che l’attrice si sia sentita in imbarazzo per la scena esplicita, un cunnilingus chiaramente non simulato per una versione del film che è stata montata a ridosso del Festival e che gli attori non avevano potuto vedere.

In sede di conferenza, il regista ha però spiegato il senso del suo film, che su due piedi può sembrare ostico a un pubblico generalista. Kechiche ha dichiarato: “La cosa più importante per me, lo voglio dire subito è celebrare la vita, l’amore, il desiderio, la musica, il corpo. Volevo tentare un’esperienza cinematografica più libera possibile.”

In merito alla già molto (forse troppo) chiacchierata scena di sesso, il regista ha scansato ogni accusa di voler a tutti i costi sconvolgere: “Quello che ho cercato di fare è descrivere le cose attraverso il movimento. Volevo filmare la magia del corpo. È l’aspetto metafisico del corpo che ho ritratto.”

Yes Man: 10 cose che non sai sul film

Yes Man: 10 cose che non sai sul film

Yes Man è uno dei film più brillanti che chi siano visti al cinema negli ultimi anni, in grado di condensare temi serie e di riflessione e momenti comici ed umoristici.

Sicuramente la presenza del cast, e soprattutto di Jim Carrey, ha aiutato la buona realizzazione del film che, ancora oggi, lo si rivede ogni volta che si presenta l’occasione con molta gioia.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Yes Man.

Yes Man film

1. Il regista ha passato molto tempo con Carrey. Per trovare il tono giusto del film, Peyton Reed ha deciso di trascorrere diverso tempo con Jim Carrey per trovare un giusto equilibrio per il film. Un tono che doveva includere le commedie di Carrey, ma anche i suoi film più seri, oltre che il fatto di americanizzare il soggetto (il libro su cui si basa è di un autore britannico).

2. Sono stati fatti dei riferimenti ai Beatles. In Yes Man, Carl fa due riferimenti a I Beatles. Il primo è quando canta Can not Buy Me Love nell’Hollywood Bowl e il secondo è quando suona la chitarra e canta Jumper dei Third Eye Blind.

Yes Man streaming

3. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere Yes Man, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle piattaforme di streaming digitali legali come Tim Vision, Rakuten Tv, Chili, Google Play e iTunes.

Yes Man cast

yes man

4. Jim Carrey si è rotto tre costole. In Yes Man, Jim Carrey ha fatto da sé quasi tutte le acrobazie richieste e, durante una di queste, si è fatto molto male. La scena specifica è quando nel bar Carl s’imbatte in un cameriera e cade di schiena: nel fare ciò, Carrey ha sbagliato la mossa, cadendo così forte sul pavimento sa procurarsi la rottura di tre costole.

5. Zooey Deschanel si è trovata senza stuntwoman. Il giorno prima in cui Zooey Deschanel avrebbe dovuto salire in moto per la prima volta, la sua controfigura si è fatta male. All’attrice è stato detto che ci sarebbero voluti nove mesi affinché la sua stuntwoman si rimettesse in forma, quindi le è stato chiesto di realizzare lei la scena.

6. Jim Carrey è rimasto affascinato dal progetto. Lo stesso attore ha dichiarato di essersi lasciato sedurre dal progetto Yes Man perché sentiva che gli avrebbe permesso di recitare in lacune scene davvero divertenti. Scene che avrebbero fatto riflettere il pubblico su se stesso e gli avrebbero fatto chiedere se, forse, avrebbero dovuto dire di “sì” più spesso.

Yes Man frasi

7. Frasi da ricordare. Un film come Yes Man possiede della frasi davvero indimenticabili che aiutano a riflettere sul senso della vita. Ecco, dunque, qualche esempio:

  • Io voglio che voi invitiate il “sì” nella vostra vita, perché il “sì”, a sua volta, vi risponderà sì! Quando voi dire sì, entrate nella sfera del possibile! (Terrence Bundley)
  • Il “sì” porta sempre a qualcosa di buono! (Carl Allen)
  • Senti ma chi se ne frega, il mondo è un parco giochi. Uno lo sa da ragazzino, ma poi strada facendo tutti se lo scordano. (Allison Renee)
  • Tu dici no alla vita, quindi non stai vivendo. (Terrence Bundley)

Yes Man: storia vera

8. Si basa un libro autobiografico. Questo film non è altro che l’adattamento dell’omonimo libro scritto da Danny Wallace, autore, produttore e giornalista britannico che ha trascorso un anno rispondendo sempre “sì” a qualsiasi domanda o proposta e registrando i risultati.

9. Un esperimento iniziato per caso. Sembra che David Wallace, autore del romanzo Yes Man, su cui si basa il film, abbia iniziato questo esperimento un po’ per caso, grazie ad uno sconosciuto incontrato sull’autobus. Il suggerimento era quello di dire più sì e così fece per un anno, rispondendo in maniera affermativa a tutto.

Yes Man trama

10. Capire cosa significhi dire di sì. La trama di Yes Man analizza la storia di Carl Allen, caduto in depressione dopo essere stato lasciato dalla moglie dopo sei mesi di matrimonio. Questa situazione gli impedisce di essere sereno e di vedere assiduamente gli amici che gli voglio bene, fino che un vecchio amico riesce a convincerlo a partecipare ad un convegno sull’autostima. Se all’inizio il fatto di dire sempre sì sembra poco sensato, il seguito capirà qual è il suo vero significato.

Fonti: IMDb, Frasi celebri

Ford v Ferrari: le prime foto ufficiali del film con Christian Bale e Matt Damon

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È Entertainment Weekly a diffondere le prime immagini ufficiali di Ford v Ferrari, il film diretto da James Mangold (Logan, Walk The Line) che vede protagonisti Christian Bale e Matt Damon nei panni del pilota Ken Miles e Carol Shelby, l’ingegnere meccanico che progettò il modello GT 40 per la casa automobilistica.

Questo è David contro Golia contro Golia“, ha raccontato Bale, “C’è il Golia industriale con Ford e il carismatico Golia di reputazione con Ferrari, e poi questa storia reale del trionfo dei disadattati.

Il film parla di persone vere e di amore, perdita e paure che non vengono gestite in tre piccoli momenti o in una sequenza action di dodici minuti“, racconta Mangold parlando dell’approccio vecchio stile della produzione, diverso dai soliti blockbuster hollywoodiani. “È un tour de force, e Matt e Christian non sono mai stati così bravi“.

Ford v Ferrari è ambientato nel 1966, durante la preparazione della 24 Ore di Le Mans in Francia, e segue il coraggioso pilota britannico Ken Miles portare a termine la missione del designer americano Carroll Shelby che ha appena costruito una vettura rivoluzionaria per l’epoca. Talmente eccezionale da permettergli di sfidare il dominatore dell’industria, il marchio Ferrari.

Sono due amici che capiscono come affrontare l’ignoranza di chi non sa nulla sulle corse“, dice Bale a EW. “È una storia che trascende le corse e diventa qualcosa in grado di catturare lo spirito di persone che sono disposte a rischiare tutto per il loro amore.

Mangold parla poi del processo creativo e delle difficoltà di rimanere attaccati quanto più possibile al realismo delle gare: “Ho imparato molte cose grazie a Logan, perché uno degli obiettivi principali allora era ribaltare l’idea che il cinecomic fosse troppo dipendente dalla CGI. Io volevo renderlo il più emotivamente e fisicamente possibile, e questo aspetto è stato riportato in Ford v Ferrari. Volevo vedere un film di corse in cui le auto non erano tutte creazioni digitali e in cui lo spettatore potesse sentirsi là fuori in pista.”

Nel cast, oltre a Bale e Damon, figurano anche Caitriona Balfe (Outlander), Tracy Letts (Lady Bird), Josh Lucas (Sweet Home Alabama) e Jon Bernthal (The Punisher).

Ford v Ferrari arriverà nelle sale il prossimo 15 novembre.

Fonte: EW

Cannes 2019: Marco Bellocchio presenta il film Il Traditore

Cannes 2019: Marco Bellocchio presenta il film Il Traditore

Dopo aver ricevuto una lunga standing ovation seguente alla proiezione de Il Traditore, Marco Bellocchio presenta il suo nuovo film in conferenza stampa. Il lungometraggio, presentato in concorso al Festival di Cannes 2019, racconta la storia di Tommaso Buscetta, celebre pentito di mafia che contribuì con le sue testimonianza a sferrare un duro colpa a Cosa Nostra, permettendo così di arrivare al celebre maxi processo.

Per iniziare la conferenza stampa, il regista Marco Bellocchio espone il suo punto di vista riguardo il protagonista del film, dichiarando che “Buscetta non è un eroe, ma è un uomo coraggioso. È un traditore dal punto di vista di Cosa Nostra. Ma il suo è un tradimento sofferto. Studiando il personaggio mi sono reso conto di questa sua personalità ricca di sfaccettature, e ho voluto puntare su questo, senza condannare né accusare il protagonista.”

Quando gli viene chiesto come ha pensato di approcciarsi al film, considerando la vasta filmografia a riguardo, Bellocchio riprende la parola dichiarando “Non volevo certamente fare un film convenzionale. Volevo che fosse semplice e popolare. Oggi non esiste più un cinema civile in Italia, è stato distrutto dalla tv. E allora ho dovuto inventare. Inoltre ho cercato di costruire il film arricchendolo di una teatralità che separa coloro che appartenevano alla mafia e volevano che il maxiprocesso fallisse da Tommaso Buscetta, che invece si contrappone a loro.

Pierfrancesco Favino, che nel film dà voce e corpo a Buscetta, racconta di come si è accostato ad un personaggio così controverso. “Ero interessato a ricercare la natura del personaggio attraverso i fatti meno noti. Ho fatto diverse ricerche, ho parlato con molte persone, e ho avuto sempre più chiaro il modo in cui lui cambiava atteggiamento a seconda di chi aveva davanti. È stato un ottimo attore, e ho cercato di costruirlo partendo da questo aspetto.”

Bellocchio, abituato a storie, personaggi e tematiche molto lontane dal mondo a cui invece appartiene Buscetta, racconta infine i suoi ricordi di quegli anni e di ciò che di lui si sapeva. “Ricordo che arrivò in Italia dal Brasile il 15 luglio 1984. Ai miei occhi era un uomo misterioso, di cui sapeva poco, come che la mafia aveva ucciso alcuni dei suoi familiari. Il valore del suo tradimento fu realmente compreso solamente in seguito. Senza di lui non si sarebbe mai arrivati al maxi-processo, che è stata una vittoria, seppur parziale, dello Stato contro la mafia.”

A conclusione della conferenza stampa il regista e il cast de Il Traditore vengono premiati da un nuovo prolungato applauso. Il film sembra infatti aver riscosso ottimi giudizi da parte della critica, in particolare da quella estera, e per molti potrebbe consegnare a Bellocchio la sua prima Palma d’Oro.