Il primo film in franchise di
Alien
prodotto in Casa Disney del
regista Fede Álvarez inizierà le riprese
all’inizio del 2023. Il terrificante film del 1979 di Ridley Scott su un equipaggio dello spazio
profondo che combatte un’implacabile minaccia aliena è diventato un
classico del cinema. E lo stesso si può dire del sequel del 1986 di
James Cameron, opportunamente intitolato Aliens. Ma “classico” non è necessariamente
una parola che si può usare per descrivere i
film successivi della serie, e in effetti il franchise è
rimasto in un limbo sin dall’uscita di Alien:
Covenant nel 2017, che ha fallito al botteghino con soli
240 milioni di dollari.
Ma ora Alien ha un’altra
possibilità grazie alla Disney, che ha acquisito il franchise di
fantascienza di lunga data quando hanno rilevato la Fox. Il regista
di Alien: CovenantRidley Scott
è ancora a bordo del progetto come produttore, ma i compiti di
regia per il riavvio sono stati assunti dal regista di Evil
DeadFede Álvarez. E ora c’è un’altra
notizia da segnalare sul tentativo della Disney di una resurrezione
aliena. Secondo Production List, le riprese del nuovo
Alien inizieranno a Budapest il 6 febbraio 2023. La stessa fonte
riporta anche il titolo provvisorio del film come Alien:
Romulus.
Il casting per il progetto
Alien della Disney è ancora in corso, ma è stato
recentemente riferito che Cailee Spaeny
(Pacific Rim: Uprising) era in trattative per
recitare nel film. Oltre ad assumere incarichi di regista, Álvarez
scriverà la sceneggiatura di Alien: Romulus
insieme al suo partner di scrittura di Evil Dead,
Rodo Sayagues. La Disney ha optato per Álvarez per
guidare il franchise di Alien nel futuro dopo che
un precedente progetto guidato da Neill Blomkamp
non è riuscito a decollare. E in questo momento c’è un altro
progetto dell’universo alieno in fase di sviluppo sotto forma di
una serie TV FX guidata dallo showrunner di
FargoNoah Hawley.
La costumista di Avatar: la via dell’acqua, Deborah
Lynn Scott, spiega perché alcuni costumi Na’vi hanno
richiesto più di 200 ore per essere realizzati. Distribuito 13 anni
dopo l’originale da record di James Cameron, il
sequel accoglie gli spettatori nel meraviglioso mondo di Pandora
per continuare la storia di Jake (Sam
Worthington), Neytiri (Zoe
Saldana) e della loro nuova famiglia. Avatar: la via dell’acqua ha ottenuto
recensioni entusiastiche da parte del pubblico, che ha elogiato
l’impressionante costruzione del mondo di Cameron e gli effetti
visivi sbalorditivi del sequel. Mentre il primo film si svolgeva
principalmente nelle giungle di Pandora, il sequel, come suggerisce
il titolo, Jake e Neytiri trasferiscono la loro famiglia in una
comunità oceanica di Na’vi dopo l’emergere di una nuova
minaccia.
Come il primo film, Avatar: la via dell’acqua ha costruito molti
costumi e oggetti di scena dal vero prima che quegli elementi
venissero ricreati fedelmente usando la CGI. I costumi Na’vi, in
particolare, hanno richiesto ore di scrupoloso lavoro, e
Deborah Lynn Scott ha rivelato in una recente
intervista a Variety che alcuni pezzi hanno
richiesto più di 200 ore di lavoro per essere realizzati.
“Dipende dal costume. Il
processo è iniziato con molta ricerca e sviluppo. Ma cosa hanno
dettato il personaggio e la scena a me e a Jim? Abbiamo seguito
molto il modello del primo film e l’abbiamo portato a un standard
più elevato e più complicato. Con il mondo Na’vi, penso che ci
siano volute in media circa 200 ore per indumento. Questo senza il
tempo di ricerca precedente per decidere se sarebbe stato un vero
costume, un costume stampato in 3D o un costume laminato. Abbiamo
continuato a tornare al mondo naturale e ai materiali naturali
perché quelli sono quelli che danno davvero la vita al pezzo di
costume. Abbiamo scoperto che tutta questa magia della stampa 3D,
che in alcuni casi abbiamo fatto per aumentare, non era così buona
come ciò che era reale, fatto a mano, scolpito a mano sui singoli
pezzi su misura.”
Avatar: la via dell’acqua ha debuttato il 14
dicembre 2022, e sarà seguito dal terzo capitolo il
20 dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo,
invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre
2026 e 22 dicembre 2028.
Il cast della serie di film è
formato da
Kate Winslet, Edie Falco,
Michelle Yeoh,
Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia
Sam Worthington,
Zoe Saldana,
Stephen Lang,
Sigourney Weaver, Joel David Moore,
Dileep Rao e Matt Gerald.
Disney+ ha annunciato che il film
Searchlight Pictures The Menu arriverà in streaming in
Italia dal 4 gennaio 2023 in esclusiva su Disney+.
In The Menu, una coppia, Margot
(Anya
Taylor-Joy) e Tyler (Nicholas
Hoult), si reca su un’isola costiera degli Stati Uniti
nord-occidentali per mangiare in un ristorante esclusivo, Hawthorn,
dove il solitario Chef Julian Slowik (Ralph
Fiennes), famoso in tutto il mondo, ha preparato un
sontuoso menù degustazione per alcuni ospiti speciali appositamente
selezionati. Oltre alla coppia, ci sono tre giovani esperti di
informatica già ubriachi, Bryce (Rob Yang), Soren
(Arturo Castro) e Dave (Mark St.
Cyr), una coppia benestante e più anziana composta da due
clienti abituali del ristorante, Anne e Richard (Judith
Light e Reed Birney), il celebre critico gastronomico
Lillian Bloom (Janet McTeer) e il suo servile
caporedattore Ted (Paul Adelstein), e una famosa
star del cinema di mezz’età (John Leguizamo) con
la sua assistente Felicity (Aimee Carrero).
Organizzata dai membri impeccabilmente vestiti del personale di
sala, diretto dal generale Elsa (Hong Chau), la serata è dominata
da una tensione crescente che aleggia su ciascun tavolo degli
ospiti mentre vengono svelati segreti e vengono serviti piatti
inaspettati. Quando si verificano eventi folli e violenti, le vere
motivazioni di Slowik iniziano a inquietare i clienti, e diventa
sempre più chiaro che il suo elaborato menù è stato pianificato per
culminare con un finale scioccante.
The Menu è diretto da Mark Mylod, con
una sceneggiatura di Seth Reiss & Will Tracy.
Hayao Miyazaki non è un fan dell’arte generata
dall’intelligenza artificiale. Il talentuoso regista di La città incantata, Si alza il vento, Il castello errante di Howl e Kiki – consegne a domicilio, Miyazaki è il
massimo sostenitore dell’animazione disegnata a mano. Questo lungo
e scrupoloso processo vede i risultati una volta che l’intero
progetto è stato detto e fatto. L’intelligenza artificiale viene
ora utilizzata per togliere la maggior parte del tempo e del lavoro
agli artisti, rendendo l’arte visiva un’impresa che chiunque può
facilmente realizzare.
In un video caricato su
Twitter dall’utente Tofu Pixel, al
leggendario animatore Hayao Miyazaki viene presentato un
display di animazione AI. La presentazione sostiene che
l’animazione prodotta dall’intelligenza artificiale porterà idee a
cui nessuna mente umana può pensare. Irritato dall’affermazione
audace, Miyazaki chiarisce che non solo non userebbe mai questa
tecnologia nel suo lavoro, ma questa tecnologia è un insulto alla
vita stessa. Il video si conclude con la proposta di una macchina
in grado di disegnare immagini come gli umani.
miyazaki of studio ghibli, upon seeing an
artificial intelligence presentation- "i strongly feel that this is
an insult to life itself". pic.twitter.com/UmOOWvsfjV
L’artista degli storyboard della
MarvelSoren Bendt rivela il ruolo
esteso del Captain Carter in
Doctor Strange nel Multiverso della Follia. L’uscita
del sequel di Doctor Strange era attesa da grandi aspettative, in
particolare a causa dell’apparizione degli Illuminati. Il film ha
permesso alla Marvel di approfondire finalmente il multiverso
espanso e mostrare personaggi che altrimenti non avrebbero potuto
presentare in precedenza. Presentava le apparizioni del Professor X
(Patrick
Stewart), Mr. Fantastic (John
Krasinski), Maria Rambeau nei panni di Captain Marvel
(Lashana Lynch), Black Bolt (Anson
Mount) e il debutto live-action di Captain Carter
(Hayley
Atwell). Nonostante l’impressionante formazione, la
rappresentazione dei personaggi è stata molto controversa.
Non è un segreto che la Marvel
avesse piani importanti per i personaggi e che le massicce
riscritture abbiano comportato pesanti modifiche alle scene. Bendt
ha condiviso i suoi storyboard online (come visto tramite Doctor Strange
Updates), svelando un po’ di più sui ruoli originali degli Illuminati. La più
grande rivelazione è stata che Captain Carter avrebbe
originariamente aiutato il Dottor Strange (Benedict
Cumberbatch) e i suoi alleati a fuggire attraverso i
tunnel rimanendo indietro per combattere Wanda Maximoff
(Elizabeth Olsen). Ecco i concept che lo
testimoniano:
Il regista Ang Lee ricorda
una suggestiva scena di Heath
Ledger durante le riprese di I segreti di Brokeback Mountain. Il defunto
attore ha guadagnato consensi per molti ruoli nel corso della sua
carriera ed è meglio ricordato come il Joker nel film di
Christopher Nolan del 2008 Il cavaliere
oscuro. Al di fuori del suo ruolo da cattivo di Batman,
Ledger è stato riconosciuto per il suo lavoro in diversi progetti,
tra cui 10 cose che odio di te e I segreti di Brokeback Mountain. Diretto da
Lee e adattato da un racconto di Annie Proulx, il
film è interpretato da Ledger e Jake Gyllenhaal
nei panni di un ranch e di un rodeo cowboy che sviluppano un
profondo sentimento reciproco nel 1963.
In I segreti di Brokeback Mountain, Ennis Del Mar
(Heath Ledger) e
Jack Twist ( Jake
Gyllenhaal) si incontrano durante una stagione di
allevamento di pecore sulla montagna che dà il titolo al film nel
1963 e stringono una relazione intima. Mentre la coppia completa il
lavoro e si separa, Ennis si sposa con la sua dolce metà Alma
(Michelle
Williams), ma la continua relazione tra Jack ed Ennis
mette a dura prova il matrimonio. Alla fine, Alma lascia Ennis e
lui ha una breve avventura con Cassie Cartwright (Linda
Cardellini), dopo di che dice a Jack che non possono più
vedersi. Durante una conversazione con Empire, Lee descrive una delle
scene più memorabili di Ledger, elogiando la profonda comprensione
del personaggio da parte del defunto attore e il suo “dono di Dio”.
Ecco cosa ha detto Ang Lee:
“Ennis è solo, sta mangiando una
fetta di torta di mele. Linda [Cardellini] sta recitando a
squarciagola, è in lacrime, affrontando Ennis: ‘Perché l’hai
fatto?’ Ma lei non ottiene una parola da lui. Durante tutta la
scena, Heath non fa nulla: mangia solo la torta di mele. Ma
guardando i giornalieri, anche la troupe piangeva, dicendo: ‘Lascia
stare quel tizio!’ Ho capito e apprezzato la tranquillità di Heath,
la sottigliezza del momento e il modo in cui si è comportato in
quella scena. Siamo stati tutti molto fortunati a poter fare un
film con un attore di quel calibro. Aveva un dono di Dio. In cuor
suo, penso che Heath conoscesse profondamente il personaggio di
Ennis.”
Prima di tutti i film che negli
ultimi anni hanno raccontato e celebrato un amore furoi dagli
schemi classici c’è stato I segreti di Brokeback Mountain, diretto nel
2005 dal premio Oscar Ang Lee. Questo
è in particolare ricordato per la delicatezza con cui l’amore tra i
due protagonisti viene raccontato, dando vita ad una storia
struggente e senza tempo.
Il film è basato sul racconto
Brokeback Mountain, anche noto come Gente del
Wyoming, scritto nel 1997 da Annie Proulx per
la rivista The New Yorker. Benché di questo una
sceneggiatura fu scritta subito, ci vollero anni perché il film si
concretizzasse. Da molti era infatti ritenuto un progetto troppo
rischioso, sia per ciò che si raccontava sia per ciò che si
mostrava. Lee si rivelò il regista giusto per quest’opera, essendo
tutto il suo cinema percorso da un conflitto tra i sentimenti e le
costrizioni. La brevità del racconto ha in questo caso permesso di
inserire tutto ciò che è scritto nel film, lasciando spazio anche
ad una serie di approfondimenti dei personaggi e del loro
vissuto.
“Universal ha ragione sul fatto
che i trailer implicano una certa creatività e discrezione
editoriale, ma questa creatività non supera la natura commerciale
di un trailer”, ha scritto il giudice distrettuale
degli Stati Uniti Steven Wilson in una sentenza del 20
dicembre sulla mozione principalmente fallita dello studio per
respingere la potenziale azione collettiva presentata per la prima
volta a gennaio da Paul Michael Rosza e Conor
Woulfe. “In sostanza, un trailer è una pubblicità
progettata per vendere un film fornendo ai consumatori un’anteprima
del film”, ha proseguito il giudice federale (leggi qui la sentenza
integrale).
Facciamo un passo indietro (oppure
leggi tutto qui). A gennaio aveva fatto notizia
l’azione legale che Paul Michael Rosza e Conor
Woulfe avevano intentato contro la Universal: i due
avevano visto il trailer di Yesterday di Danny Boyle e,
avendo visto che il video promozionale sponsorizzava la presenza di
Ana De Armas nel film come interesse amoroso
del protagonista, avevano deciso di noleggiarlo. La scoperta che il
ruolo della loro attrice era stato tagliato dal film ha messo i due
consumatori nella disposizione di fare causa allo studio.
Adesso, il tribunale si è espresso a
favore di Paul Michael Rosza e Conor Woulfe.
Quella versione del trailer è costata allo studio $ 5 milioni.
Woulfe e Rosza si sono sentiti ingannati dalla presenza di Ana De Armas nel trailer di Yesterday e non hanno gradito essere
presi in giro. “La pubblicità e la promozione del film
Yesterday da parte dell’imputato è falsa, fuorviante e
ingannevole”, ha dichiarato la loro causa legale del 21
gennaio contro la Universal.
Nonostante lo studio di proprietà di
Comcast e i migliori sforzi dei loro avvocati Munger Tolles
e Olson per archiviare questa causa, il giudice Wilson era
d’accordo con molte delle ragioni dei querelanti e del loro
esercito di avvocati. “In sintesi, la Universal non ha indicato
alcun discorso non commerciale che potrebbe essere intrecciato con
il trailer e, l’eccezione inestricabilmente intrecciata alla
dottrina del discorso commerciale non si applica”, ha scritto
ieri in un avanzamento della questione alla scoperta e potenziale
classe certificazione. “Pertanto, poiché i querelanti hanno
plausibilmente affermato che il trailer è un falso discorso
commerciale, i querelanti possono procedere con le loro
affermazioni senza offendere il Primo Emendamento”.
Sebbene il giudice Wilson abbia
anche tenuto a dire nella sua sentenza che “la decisione della
Corte è limitata alle rappresentazioni sul fatto che un’attrice o
una scena sia nel film, e nient’altro”, la sua sentenza
potrebbe complicare le cose nella galassia sciolta di trailer. Con
questo esempio, lungi dall’essere la prima volta che un trailer di
un film di Hollywood ha mostrato qualcuno che alla fine non è
presente o appena in un film, il quadro generale qui è che potrebbe
essere necessario attenuare l’iperbole visiva, verbale e non dei
trailer, o rischiare grosse responsabilità.
Dopo esser stato presentato fuori
concorso nell’ultima edizione del Festival di Cannes e aver
raggiunto oltre 500.000 spettatori in Francia nei primi 10 giorni
di programmazione, arriva nelle sale italiane, dal 21 dicembre, il
nuovo film di Nicolas Bedos, Masquerade – Ladri d’amore, che vede
protagonisti Pierre Niney, Isabelle Adjani, François
Cluzet, Marine Vacth, Emmanuelle Devos e
Laura Morante.
Masquerade – Ladri d’amore è un
affresco corale che parte dalle storie di Adrien e Margot – Niney e
Vacth -, giovani e bellissimi che sognano una vita migliore, a
qualunque costo. Le loro vite e le loro scelte si intrecciano
inesorabilmente a quelle degli altri personaggi in scena, in una
trama carica di relazioni e colpi di scena.
La Costa Azzurra con i suoi colori
sgargianti e i suoi panorami mozzafiato fa da cornice a un film sul
desiderio, sul denaro, sulla gloria e sull’illusione. Un vero e
proprio omaggio a Nizza, quello di Bedos, alle sue feste, alla
follia immobiliare, a quella ‘nostalgia fitzgeraldiana’ come la
definisce il regista, che torna con Masquerade – Ladri
d’amore sul grande schermo dopo il successo, tra gli altri, de
La Belle Époque.
Sinossi: Adrien, un attraente
ballerino che ha dovuto lasciare la danza, spreca la sua giovinezza
nell’ozio della Costa Azzurra, dove vive mantenuto da Martha,
vecchia gloria del cinema. Tutto cambia quando incontra la giovane
e bellissima Margot ed è subito colpo di fulmine. Insieme,
fantasticano su una vita migliore e mettono in piedi una truffa ai
danni di un ricco imprenditore. In Masquerade – Ladri
d’amorenulla è come sembra.
L’imminente uscita in sala del nuovo
film di Steven
Spielberg, The Fabelmans (qui la
recensione), è l’occasione giusta per riscoprire alcuni
lungometraggi diretti dal premio Oscar troppo spesso dimenticati in
favore di altri come Lo squalo, E.T. – L’extraterrestre o
Schindler’s List – La lista di
Schindler. Pellicole come Il colore viola, Always –
Per sempre o L’impero del sole sono
infatti tra le opere meno citate di Spielberg, pur presentando non
solo elementi di grande fascino ma anche tematiche particolarmente
centrali nella poetica del regista. Proprio l’ultimo di questi tre
titoli citati, realizzato nel 1987, è l’occasione per affrontare la
Seconda guerra mondiale da un punto di vista inedito.
Spielberg, a partire dalla
sceneggiatura di Tom Stoppard e Menno
Meyjes, adatta per il grande schermo il romanzo omonimo al
film e parzialmente autobiografico scritto da J. G.
Ballard, dove l’autore riporta, con alcune variazioni, le
esperienze vissute a Shanghai durante l’occupazione Giapponese. Il
regista si sentiva particolarmente vicino al giovane protagonista,
che perde i genitori nel corso dell’invasione e vive un periodo di
smarrimento durante il quale passa drammaticamente dall’infanzia
all’adolescenza. Ancora una volta, dunque, Spielberg affronta
l’infanzia e la perdita dell’innocenza per parlare sia di sé stesso
che dell’intera umanità, realizzando un film tanto epico quanto
intimo.
Ben accolto dalla critica e
candidato sei premi Oscar, L’impero del sole è dunque un
altro dei film di Spielberg da scoprire o riscoprire senza ombra di
dubbio, nel quale si possono ritrovare sentimenti, paure e
riflessioni assolutamente universali. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e al libro da cui il film è
tratto. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il titolo nel
proprio catalogo.
L’impero del sole: la
trama e il cast del film
La storia si svolge nel 1941, quando
il ragazzo inglese Jim Graham, di dieci anni, vive
a Shangai in mezzo agli agi con l’hobby immaginifico degli
aerei-giocattolo. Quando però si scatena l’invasione della Cina da
parte dei Giapponesi, nella confusione della fuga, Jim perde i
genitori e tutta la vita a cui era abituato. Dopo lungo
vagabondare, deciderà di avventurarsi in bicicletta per la Shangai
pattugliata dai Giapponesi. Quasi investito da due spregiudicati
americani, Basie e Frank
Demerest, Jim si ritrova catturato con loro dai Giapponesi
e rinchiuso in un campo di concentramento. Qui vivrà gli anni
difficili del passaggio dall’infanzia all’adolescenza, in attesa di
conoscere nuovamente la libertà.
Ad interpretare il giovane Jim vi è
un dodicenne Christian Bale,
qui nel suo primo ruolo da protagonista per il cinema. Bale fu
consigliato a Spielberg dalla sua moglie di allora, l’attrice
Amy Irving, che aveva lavorato con il giovane
attore nel film televisivo Anastasia – L’ultima dei
Romanov. Bale batté poi la concorrenza di oltre quattro mila
candidati, ottenendo il ruolo che di fatto lo ha reso una
celebrità. Proprio per via dell’attenzione della stampa nei suoi
confronti, egli sviluppoò poi uno stato emotivo di tale stress che
lo portò a decidere di smettere di recitare, tornando poi sui suoi
passi due anni dopo.
Accanto a lui, nel film, si
ritrovano poi gli attori John Malkovich
e Joe Pantoliano, rispettivamente nei ruoli del
ladruncolo Basie e del suo tirapiedi Frank. Il primo dei due
diventerà una figura paterna per Jim, mentre il secondo nutrirà
gelosia nei suoi confronti. L’attore Ben Stiller,
anch’egli in una delle sue prime esperienze cinematografiche,
ricopre invece il ruolo di Dainty, uno dei ragazzi del campo che
stringerà amicizia con Basie. Stiller ha in seguito raccontato di
aver avuto l’idea per il suo film Tropic Thunder proprio
sul set di L’impero del sole. Completano poi il cast gli
attori Nigel Havers nei panni del dottor Rewlins e
Masato Ibu in quelli del sergente Nagata, capo dei
soldati giapponesi.
L’impero del sole: il
libro e la storia vera dietro il film
Pubblicato nel 1984, L’impero
del sole è, come già accennato, un racconto sostanzialmente
autobiografico basato sulle esperienze dell’autore, nato e
cresciuto a Shanghai, dove il padre era direttore di un’industria
tessile. Venne internato insieme alla famiglia in un campo di
prigionia in seguito all’attacco di Pearl Harbor. Durante la
seconda guerra mondiale Ballard bambino fu internato assieme ai
suoi famigliari nel campo di prigionia giapponese di Lunghua dal
1943 al 1945. Uscitone sano e salvo, si trasferì poi in Gran
Bretagna, dove iniziò gli studi di medicina all’Università di
Cambridge. Lasciati gli studi, Ballard si dedicò alla scrittura e
divenne un apprezzato scrittore di opere di fantascienza (suoi sono
La mostra delle atrocità e Crash).
Sarà però proprio L’impero del
sole a renderlo famoso al di fuori del genere fantascientifico
e da quel momento egli si allontanò sempre di più da quel tipo di
scrittura. Nello scrivere il romanzo da cui poi Spielberg ha tratto
il romanzo, però, Ballard ha ammesso di aver volutamente apportato
delle modifiche rispetto alla sua vera vicenda da prigioniero. I
suoi genitori e sua sorella non furono inclusi nel nucleo della
storia che si svolge nel campo di concentramento per una precisa
scelta volta a rendere la scrittura del romanzo più facile, anche
dal punto di vista psicologico. Partendo da questo suo racconto,
dunque, Spielberg costruisce un film incentrato sulla perdita
d’innocenza di un bambino e dell’intera umanità di fronte
all’orrore della guerra.
L’impero del sole: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
L’impero del sole grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e
Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 21 dicembre alle ore
21:00 sul canale Warner TV.
Unanimemente considerata una delle
scrittrici più influenti e prolifiche del XX secolo, Agatha
Christie ha consegnato al mondo una fortunata serie di
romanzi e racconti gialli ancora oggi considerati tra i migliori
esempi di questo genere. Celebre per aver dato vita a personaggi
come Hercule Poirot e Miss Marple, la Christie ha visto proprio
questi due divenire protagonisti di numerose trasposizioni
televisive e cinematografiche. Tra i più recenti si annovera
infatti il film Assassinio sull’Orient
Express, con Kenneth Branagh
nel ruolo di Poirot. Anche molti altri suoi romanzi sono però stati
oggetto di adattamento e tra questi vi è Mistero a
CrookedHouse(qui la recensione).
Diretto nel 2017 da Gilles
Paquet-Brenner (noto per essere stato il regista di
Walled In – Murata viva e Dark Places – Nei luoghi
oscuri) il film è l’adattamento del romanzo del 1949 È un
problema. La Christie trasse lo spunto per questo da un’antica
filastrocca e decise di non inserirlo nelle serie che prevedevano
come protagonisti Poirot o Miss Marple. Si tratta di un’opera molto
cara alla scrittrice, che in più occasioni l’ha definita come uno
dei suoi scritti preferiti insieme al romanzo Le due
verità. Poiché anche questa storia si adattava bene al
racconto cinematografico, dar vita ad una sua trasposizone fu del
tutto naturale.
Con un ricco cast di celebrità
internazionali, Mistero a Crooked House si affermò come un
buon giallo, portando gli spettatori all’interno di un nuovo
rompicapo tutto da decifrare. Un film che ha ribadito
l’apprezzamento che questa tipologia di film ancora oggi ha e che
ha poi trovato in Cena con delitto un suo
simile. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alle differenze tra il
libro e il film. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Mistero a Crooked House: la trama del film
La storia qui narrata si svolge
nella Lodra di fine anni Cinquanta. Per ottenere finalmente la mano
della bella e facoltosa Sophia Leonides,
incontrata al Cairo presso l’ambasciata inglese, il giovane
investigatore privato Charles Hayward deve prima
risolvere il mistero che avvolge la morte di suo nonno, il
patriarca Aristides Leonides, avvelenato da un
familiare a Crooked House. Nella dimora lussureggiante, dove
l’intera famiglia si è trasferita a causa della Seconda guerra
mondiale, figli e nipoti del defunto puntano il dito contro
Brenda, giovane seconda moglie dell’anziano
miliardario, accusata di avere una liaison sentimentale con il
precettore dei nipoti.
Le indagini personali conducono
Charles su piste non battute dalla polizia, nuovi moventi emergono
a rimescolare le carte, e gli alibi già traballanti dei misteriosi
inquilini crollano sotto il peso di stringenti interrogativi. Non
solo ci si domanda chi è l’assassino, ma se e quando colpirà
ancora. Ben presto, ognuno diventa un potenziale sospettato, poiché
ognuno sembrava avere un motivo valido per uccidere. Con
l’infittirsi del mistero, Charles dovrà sbrigarsi a risolvere
l’enigma, poiché lui stesso o quanti a lui cari potrebbero essere
le prossime vittime.
Mistero a Crooked House: il cast del film
Mistero a Crooked House è
composto da un ricco cast di celebri interpreti internazionali.
Max Irons interpreta Charles Hayward, mentre
Stefanie Martini è la sua amata Sophia Leonides.
Spicca poi la pluricandidata all’Oscar Glenn Close,
nel ruolo di Lady Edith de Haviland, mentre Terence
Stamp è l’ispettore Taverner. Julian
Sands interpreta Philip Leonides, Christian
McKay è Roger Leonides e Amanda Abbington
ricopre il ruolo di Clemency Leonides. Questi tre attori sono noti
come dei veterani delle traspozioni della Christie, avendo recitato
in diverse opere tratte dai suoi racconti. Nel film sono poi
presenti le note attrici Gillian
Anderson nel ruolo di Magda Leonides e Christina
Hendricks in quello della controversa Brenda Leonides.
Honor Kneafsey è Josephine Leonides.
Mistero a Crooked House:
le differenze tra il libro e il film
Nell’adattare il romanzo della
Christie, gli autori sono rimasti particolarmente fedeli a questo.
Sono però ovviamente state necessarie alcune modifiche, più o meno
grandi, al fine di conferire una forma più cinematografica al
tutto. In primis, nel film Charles e Sofia vengono descritti come
due ex amanti, mentre nel racconto sono fidanzati sin dall’inizio.
Successivamente, un significativo cambiamento si ritrova anche in
relazione al personaggio di Lady Edith. L’anziana, infatti, decide
di lasciare la sua confessione a Charles invece che a Taverner. Non
lascia però nessuna seconda lettera, come invece avviene nel
romanzo. In questa veniva esplicitamente indicato il nome
dell’assassino.
Venendo a mancare questa lettera,
Charles deve attivarsi in prima persona per cercare di scoprire
tale identità. Ulteriori cambiamenti si ritrovano nel personaggio
di Brenda. Questa viene descritta come americana, mentre nel film
non è indicata la sua provenienza. La Christie l’aveva però
caratterizzata come una cameriera, mentre nel film diventa una
seducente danzatrice. Infine, il film introduce alcune scene di
inseguimento d’automobile non presenti nel romanzo e il personaggio
di Josephine si ritrova messa ko in seguito ad una caduta dalla sua
casa sull’albero. Nel romanzo, invece, viene colpita da un pesante
ornamento.
Mistero a Crooked House:
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Mistero a Crooked
House è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes e Tim
Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di mercoledì 21 dicembre alle
ore 21:10 sul canale Rai
Movie.
Con l’inizio del nuovo millennio i
film dedicati ai supereroi dei fumetti, in particolare Marvel e DC Comics,
sono diventati una realtà particolarmente solida dell’attuale
panorama cinematografico mondiale. La trilogia di lungometraggi
dedicati agli X-Men, in particolare,
è tra le più apprezzate dai fan del genere. In questi titoli, in
particolare, spicca naturalmente il personaggio di Wolverine,
interpretato da Hugh Jackman. A lui è infatti poi
stata dedicata una trilogia iniziata nel 2009 con X-Men le origini –
Wolverine e proseguita nel 2013 con Wolverine
– L’immortale (qui la recensione). Diretto da
James Mangold, questo secondo capitolo si colloca
cronologicamente tra X-Men – Conflitto finale e X-Men
– Giorni di un futuropassato.
Pur essendo un sequel, però, questo
presenta una storia, inserita in un contesto profondamente diverso
rispetto al precedente, rendendolo quasi un film a sé stante. La
vicenda è infatti basata sulla serie di fumetti TheWolverine, scritta da Chris Claremont e
illustrata da FrankMiller, e
presenta un’ambientazione giapponese. Proprio per via di questa
Mangold decise poi di costruire il film fondendo al suo interno
caratteristiche da western derivate da opere come Il texano dagli occhi di
ghiaccio e altre derivate dai film di samurai come
13 assassini. Ciò
permise di dar vita ad un racconto sul celebre mutante ricco di
suggestioni visive che lo rendono unico.
Ciò portò Wolverine –
L’immortale a distinguersi dai suoi simili, ottenendo
recensioni positive ed un incasso complessivo di quasi 415 milioni
di dollari. Ancora oggi, per i fan del personaggio, è insieme a
Logan – The Wolverine,
il miglior film dedicato al personaggio. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Wolverine – L’immortale:
la trama del film
Wolverine – L’immortale si
apre con un flashback sul passato di Logan il
quale, nel 1945, è prigioniero a Nagasaki durante lo scoppio della
bomba atomica, dove riesce a salvare il soldato
Yashida dall’esplosione. Nel 2013, Logan è invece
distrutto dalla morte dell’amata Jean Grey e
conduce una vita da eremita sulle montagne dello Yukon. Il suo
isolamento è improvvisamente interrotto dalla comparsa della
giovane mutante Yukio, in grado di prevedere la
morte di ogni persona. Quest’ultima gli rivela che Yashida sta
morendo e vorrebbe ringraziarlo per il valoroso gesto compiuto
durante la guerra.
Nonostante le iniziali opposizioni,
Logan si reca dunque a Tokyo. Qui l’uomo tenta in realtà di
persuadere Wolverine a barattare con lui il suo dono
dell’immortalità. Sebbene detesti l’idea di vivere per sempre con
il rimorso, il mutante si rifiuta di privarsi di questo potere,
ignaro di essere già caduto nella trappola della dottoressa
Viper, la quale aspira ad avere il dono
dell’immortalità posseduto dal mutante. Logan si ritrova così
vittima di un complotto più grande di quello che potrebbe
immaginare, che lo porterà a dover letteralmente lottare per la
propria vita, cercando allo stesso tempo di salvare l’innocente
Mariko, nipote di Yashida, coinvolta nella
vicenda.
Wolverine – L’immortale: il cast del film
Con Wolverine –
L’immortale, l’attore Hugh
Jackman si ritrova ad interpretare il personaggio di
Wolverine per la sesta volta. Ormai particolarmente legato al
personaggio, egli si sottopose ad un allenamento fisico ancor più
intenso dei precedenti, consigliatogli
dall’attore Dwayne Johnson. Così facendo ha
raggiunto una forma fisica sbalorditiva, grazie alla quale ha
potuto prendere personalmente parte alle sequenze d’azione del
film, senza affidarsi eccessivamente a controfigure. In
particolare, quando doveva apparire senza vestiti egli era solito
privarsi di liquidi per circa 36 ore, così da far risultare più
evidenti i muscoli. Una pratica, questa, che è però particolarmente
pericolosa per la salute.
Accanto a lui, nel film, si
ritrovano diversi attori giapponesi, a partire da Tao
Okamoto, qui al suo debutto cinematografico nel ruolo
della giovane Mariko, mentre Rila Fukushima è
Yukio. Per il suo ruolo, quest’ultima si allenò in particolare
nell’uso della spada. Per interpretare Yashida, l’uomo salvato da
Wolverine, è invece stato scelto HiroyukiSanada. L’attrice russa Svetlana
Khodchenkova interpreta invece la mutante Viper, in grado
di produrre veleni e tossine estremamente pericolosi. Hal
Yamanouchi è invece il Silver Samurai, altro potente
rivale di Wolverine presente nel film. In ultimo, si annoverano
anche i camei di Patrick Stewart
nel ruolo di Charles Xavier e di Famke Janssen
in quelli di Jean Gray.
Wolverine – L’immortale:
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Wolverine – L’immortale grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Chili Cinema, Amazon Prime Video e Disney+. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 21 dicembre alle ore
21:20 sul canale Italia 1.
Un anno ricco di grandi titoli per
Apple Original Film in arrivo nel 2023 su Apple
TV+, trai titolo di maggior richiamo l’attesissimo
Killers
of the Flower Moon di Martin Scorsese con
Leonardo DiCaprio, Argylle, un thriller di
spionaggio con Henry Cavill.
Killers of the Flower Moon, basato sul best-seller di
David Grann, è ambientato nell’Oklahoma degli anni ’20 e racconta
la storia dell’assassinio di numerosi membri della Osage Nation,
una zona ricca di insediamenti petroliferi; una misteriosa serie di
crimini brutali che divennero noti come “il regno del terrore di
Osage”. Il film è diretto da Martin Scorcese ed è interpretato da
Leonardo DiCaprio,
Robert De Niro, Jesse Plemons e Lily Gladstone. I
produttori, insieme allo stesso Scorcese, sono Dan Friedkin e
Bradley Thomas per Imperative Entertainment e DiCaprio per Appian
Way.
Arriva in esclusiva
su Sky e in streaming solo su NOW The Last Movie Stars,
l’attesissima docu-serie HBO Max diretta da
Ethan Hawke e prodotta da Martin Scorsese. Un’epica storia in sei
episodi che celebra una delle grandi coppie di Hollywood: Paul
Newman e Joanne Woodward.
Il progetto, in
onda dal 26 dicembre alle 21.15 su Sky Documentaries e in streaming solo su NOW, parte
dalle sbobinature dattiloscritte di audiocassette registrate dallo
stesso Newman – e poi andate distrutte – a cui grandi attori di
Hollywood, tra cui George Clooney e Laura Linney, hanno ridato vita con la propria voce.
La docu-serie in sei
episodi intreccia testimonianze e tracce d’archivio a sequenze
memorabili di grandi film. Ethan Hawke esplora la storia d’amore tra le due
leggende di Hollywood con le letture, a lungo perdute, di momenti
più intimi e familiari dei due attori, partner sullo schermo e
nella vita. The Last Movie Stars dipinge un ritratto intenso di una
coppia duratura, intrecciata per sempre con la storia del cinema
americano.
Negli anni ’50, un
giovane Paul e un’ancor più giovane Joanne si recano a New York per
iniziare la loro carriera di attori, e incrociano fatalmente i loro
percorsi come sostituti a Broadway. C’è solo un problema: Paul è
già sposato. Resa finalmente pubblica la loro relazione, i novelli
sposi Paul e Joanne trovano successo insieme, e Joanne porta a casa
un Oscar come migliore attrice. La serie ripercorre le loro vite,
tra le glorie e le difficoltà, in un rapporto in cui oltre al
cinema c’era molto altro.
Fandango ha pensato
di stilare una lista dei 10 blockbuster più attesi per il
2023 con un sondaggio su oltre 5000 fan.
Il cinema è l’esperienza sensoriale più autentica che si possa
ricevere, seppur sia fornita da prodotti di finzione. Questa è la
ragione per cui non morirà mai, e il motivo per il quale gli
appassionati, i cinefili e i tipici voyeur non vedono l’ora che il
vecchio anno volga al termine per lanciarsi nelle nuove offerte in
sala del prossimo.
L’iniziativa di
Fandango è dunque interessante e grazie ad essa si
può avere un’idea delle pellicole che più saranno fruite. Il
2023 sarà un anno pieno zeppo di novità, come si
vedrà, con una serie di pellicole il cui l’hype è salito alle
stelle, aumentando il desiderio da parte dei fedeli (e non) di
scoprire le modalità in cui i disparati registi sorprenderanno la
propria audience. Scopriamo, quindi, la
classifica.
1Guardiani della Galassia
Vol.3
Per
la classifica Fandango il podio spetta a
Guardiani della Galassia Vol.3. Pellicola molto attesa
soprattutto poiché ultimo lavoro di James Gunn nella Marvel, per entrare nell’universo
DC come co-CEO dei rinnovati DC Studios.
In
questo terzo capitolo, la squadra di reietti capitanata da
Star-Lord è cambiata. Peter Quill deve ancora metabolizzare bene il
lutto della sua amata Gamora, uccisa Thanos in
Avengers: Endgame. Nel frattempo però il suo compito è tenere
unito il gruppo per poter difendere insieme l’universo e proteggere
uno di loro, pena la fine degli stessi Guardiani.
Catapultati nuovamente nei regni
del nord, The Witcher: Blood Origin è una serie
fantasy che racconta le origini del primo Witcher. Il prequel,
ambientato più di mille anni prima della serie The
Witcher, è sempre tratto dai romanzi del polacco
Andrzej
Sapkowski. The witcher: blood origin è al momento formata
da una sola stagione di quattro episodi, ognuno da circa 50 minuti.
Nel cast ritroviamo
Michelle Yeoh (Everything
everywhere all at once, memorie di una geisha) nel ruolo di
Scian, ultima superstite della tribù fantasma, Mirren Mack
(Florence in
Sex education) nei panni della principessa Merwyn e Lenny Henry
(Il
signore degli anelli: gli anelli del potere).
The Witcher: Blood
Origin, come tutto ebbe inizio
The Witcher: Blood
Origin ha inizio in un campo di battaglia. Qui un bardo
cantastorie viene salvato da una strana creatura mutaforma affinché
possa far rivivere una storia: la storia dei sette. In un lontano
passato, circa mille anni prima, i regni del nord erano governati
solamente da elfi, in un eterno conflitto tra loro. Il re di Cintra
vuole firmare un trattato con i re degli altri regni per mantenere
la pace, dando ad uno di questi Merwyn, principessa Cintrana, in
sposa. Merwyn, insieme al potente stregone Balor ed al capo
dell’esercito Eredin, attua un colpo di stato proclamandosi come
imperatrice dei regni del nord, grazie all’ausilio di un terribile
mostro invocato da Balor da un altro mondo. Lo stregone infatti
riesce, con degli antichi monoliti, ad aprire dei portali su altri
pianeti e dimensioni. Merwyn vuole colonizzare questi altri
territori, esportando la civiltà ed ottenendo maggiori risorse per
il popolo affamato.
Fuori dal palazzo e lontano dai
giochi di potere, Fjall, combattente del clan del cane ripudiato
per aver avuto una relazione con Merwyn, si ritrova con Eile,
combattente del clan del corvo, a salvare il mondo elfico dalla
bramosia di potere di Balor e Merwyn. Nel loro viaggio verso la
capitale di Cintra altri valorosi guerrieri si uniranno a loro, tra
cui Scian, vecchia maestra d’armi di Eile, due stregoni, la nana
Meldof ed il combattente Callan, detto fratello morte. Insieme,
cercano in ogni modo di fermare l’imperatrice, anche usando
pericolosamente la magia.
Crediti Susie Allnutt/Netflix
Una serie fantacomica
Ciò che rende The Witcher:
Blood Origin una serie piacevole da vedere è la
combinazione equilibrata di azione, fantasy e comicità. Pur essendo
presenti svariate scene di combattimenti, anche a tratti abbastanza
violenti, la serie mantiene sempre una certa ironia attraverso
battute ed espressioni dei personaggi. Un esempio di comicità è la
scena in cui Eile e Fjall, già ricercati dalle guardie reale,
vedono dei volantini raffiguranti il proprio volto con segnata la
ricompensa: sul volantino di Fjall era stato disegnato un pene.
Passando invece ad aspetti più
tecnici, si ritrova nella serie una certa attenzione ai particolari
dal punto di vista scenografico e riguardo gli effetti speciali.
Gran parte della serie è stata girata negli Arborfield Studios, in
una piccola cittadina nel Berkshire, Inghilterra; si tratta dello
stesso luogo in cui sono state già filmate le prime due stagioni di
The
Witcher.
Le tematiche trattate in
The Witcher: Blood Origin sono svariate. Si
noti l’importanza data al sentimento di appartenenza ad un clan,
specialmente da Fjall, ripudiato dalla sua comunità, e Scian,
ultima vivente del suo clan. A questo si affianca, se pur qui in
maniera non troppo esplicita, l’elemento di discriminazione tra
elfi e nani, attraverso il personaggio della nana Meldof. Lei
racconta, parlando con l’elfo Callan, della morte per mano degli
elfi della sua amata Gwen, e di come il popolo elfico abbia
costruito la propria ricchezza sulle ossa dei nani.
Blood origin o Game of
Thrones?
I fan delle serie fantasy, coloro
che hanno visto tutte le stagioni de Il trono di spade, potranno
notare alcune similarità tra le due serie, nelle tematiche, nei
personaggi e perfino in una delle scene clou di The
Witcher: Blood Origin.
Primo fra tutti, è possibile fare
un confronto tra la principessa, poi imperatrice, Merwyn e Daenarys
Targaryen. Entrambe affermano di agire per un bene superiore, per
salvaguardare il proprio popolo, ma è chiaro in ambedue i casi qual
è il loro vero obiettivo: il potere. Allo stesso modo, si può
notare una somiglianza anche tra il capo saggio Balor e Lord Petyr
Baelish. Entrambi di umili origini, cercano di affermarsi in
maniera autoritaria, sfruttando e manipolando le persone come
pedine.
Una tematica dominante nelle due
serie è la sete del potere, il gioco del trono. In The
Witcher: Blood Origin e ne Il trono di spade
l’aspetto magico, di mostri e draghi, si unisce a quello politico,
fatto di accordi segreti, tradimenti e, infine, tanto sangue.
In questo confronto è necessario
sottolineare, seppur senza spoiler, una delle scene finali della
serie. Qui, infatti, viene riprodotta in maniera molto simile la
scena della morte di Daenerys, l’uccisione di un personaggio della
serie da parte di una persona amata. L’assassinio della madre dei
draghi è risultata essere una scena molto d’effetto, una delle più
note nell’ultima
stagione de Il trono di spade: si sarà pensato
di ottenere il medesimo successo emulandola.
Nel 2023, Sony
Pictures si prepara a presentare al pubblico uno dei
sequel più attesi di sempre: Spider-Man: Across the Spider-Verse, che segue
il successo di Spider-Man: Un nuovo universo, che ha
incassato più di 375 milioni di dollari. Il prossimo autunno
arriveranno anche Kraven
The Hunter e The
Equalizer 3, mentre il sequel di Ghostbusters:
Afterlife chiuderà l’anno. Ecco tutti i film
Sony più attesi del 2023!
1Il sequel di Ghostbusters:
Legacy
Ghostbusters: Legacy è stato un grande
successo l’anno scorso, avendo incassato oltre 204 milioni di
dollari a fronte di un budget di produzione stimato di 75 milioni
di dollari, quindi non deve sorprendere che la
Sony abbia voluto rimettere insieme il gruppo per
un altro capitolo. Resta da vedere se il film rispetterà la data
d’uscita invernale, soprattutto con Gil Kenan che
ha recentemente assunto la regia, ma lo studio ha già
ufficializzato alcune foto, quindi siamo pronti a trascorrere le
vacanze natalizie del 2023 gli Acchiappafantasmi!
Cast: Mckenna Grace, Paul
Rudd, Carrie Coon e Finn Wolfhard
Questa potrebbe essere una delle proposte
animate più intriganti della Disney, in quanto
promette di raccontare l’inedita storia di come è nato il
desiderio nel loro universo esteso di film. Il film
seguirà infatti una giovane ragazza di nome Asha e
rivelerà come il suo desiderio abbia cambiato per sempre la sua
esistenza.
Whitney: Una Voce Diventata Leggenda sarà
solo al cinema da domani, giovedì 22 dicembre. Il film diretto da
Kasi Lemmons con Naomi Ackie,
vincitrice del BAFTA Award e del British Independent Film Awards
come miglior attrice esordiente. Nel cast anche Stanley
Tucci, candidato al premio Oscar, Ashton Sanders,
Tamara Tunie, Nafessa Williams e Clarke Peters. Whitney: Una Voce Diventata Leggenda è
un film prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros.
Entertainment Italia.
Whitney: Una Voce Diventata
Leggenda è un tributo al mito di Whitney Houston. Diretto da
Kasi Lemmons, scritto dal candidato all’Oscar Anthony
McCarten, prodotto dal leggendario discografico Clive
Davis e interpretato dalla vincitrice del BAFTA Award Naomi
Ackie, il film è un ritratto inedito della complessa e
sfaccettata vita della donna dietro a “The Voice”. Dalle sue
origini come corista nel New Jersey fino a diventare una delle
artiste più iconiche e premiate di tutti i tempi,
Whitney: Una Voce Diventata Leggenda è un
viaggio commovente ed emozionante attraverso la vita e la carriera
della Houston, con esibizioni spettacolari e una colonna sonora con
i successi di una delle voci più amate di sempre.
La lunga attesa è finita. Da
domenica 25 dicembre su Paramount+ arriva la nuova serie
originale Tulsa King, interpretata dal candidato
all’Oscar
Sylvester Stallone. Il creatore e candidato all’Oscar
Taylor Sheridan è produttore esecutivo della serie
insieme al candidato all’Oscar e vincitore dell’Emmy Award
Terence Winter (“I Soprano”, “The
Wolf of Wall Street“), che è anche showrunner e scrittore.
La serie è prodotta da MTV Entertainment Studios e 101 Studios.
Tulsa King segue
il capo della mafia newyorkese Dwight “The General” Manfredi
(Stallone), appena uscito di prigione dopo 25 anni ed esiliato
senza tanti complimenti dal suo boss per stabilirsi a Tulsa, in
Okla. Rendendosi conto che la sua famiglia mafiosa potrebbe non
avere a cuore i suoi interessi, Dwight costruisce lentamente una
“banda” composta da un gruppo di personaggi improbabili, per
aiutarlo a stabilire un nuovo impero criminale in un luogo che per
lui potrebbe anche essere un altro pianeta.
La serie è interpretata anche da
Andrea Savage (“I’m Sorry”), Max
Casella (“The Tender Bar”), Martin Starr
(“Silicon Valley”), Domenick Lombardozzi (“The Irishman”),
Vincent Piazza (“Boardwalk Empire”), Jay Will
(“The Marvelous Mrs. Maisel”), A.C. Peterson
(“Superman & Lois”) con Garrett Hedlund (“The United States vs. Billie
Holiday”) e Dana Delany (“Body of Proof”). I produttori esecutivi
della serie sono Sheridan, Winter, Stallone, David C.
Glasser, Ron Burkle, Bob Yari, David Hutkin, Allen Coulter e Braden
Aftergood.
Tulsa King è
l’ultima aggiunta al crescente programma di Sheridan su Paramount+,
che comprende 1883, MAYOR OF KINGSTOWN e le prossime serie 1923,
BASS REEVES, LIONESS e LAND MAN.
Debutterà in prima visione su RAI 1
dall’8 gennaio 2023 la seconda stagione de Le indagini di Lolita
Lobosco, la fiction Rai con protagonista
Luisa Ranieri e diretta da Luca Miniero e liberamente
tratto dai romanzi di GABRIELLA GENISI editi da Sonzogno e Marsilio
Editori. La fiction è prodotto da ANGELO BARBAGALLO e LUCA
ZINGARETTI per BIBI FILM TV e ZOCOTOCO.
Le indagini di Lolita Lobosco, la
trama
Lolita Lobosco è una donna del Sud,
mediterranea, vivace, empatica, in carriera; vicequestore del
commissariato di polizia a Bari, a capo di una squadra di soli
uomini. In un mondo ostinatamente maschile, come quello
dell’investigazione e della giustizia, Lolita sceglie di rimanere
se stessa, un prezioso mix di esplosiva bellezza e intelligenza
emotiva che le permette non solo di affermarsi, ma anche di
combattere alcuni pregiudizi ancora esistenti nei confronti delle
donne al comando. In questa seconda stagione Lolita è alle prese
con nuovi casi di omicidio che saprà risolvere con acume e
creatività, anche grazie alla collaborazione preziosa dei fidi
Forte ed Esposito. Parallelamente, la vicequestore cerca di tener
fede alla promessa fatta a suo padre alla fine della prima
stagione, ossia quella di trovare il suo assassino.
Chiarito infatti che l’omicidio di
Petresine è opera della malavita organizzata che agiva nel porto di
Bari, rimane da scoprire chi sia stato l’esecutore materiale del
delitto. L’indagine si rivela tuttavia molto complessa, anche
perché qualcuno sembra avere interesse a non far avvicinare Lolita
alla verità. Se sul lavoro le difficoltà sono molte, la vita
privata della nostra protagonista non è meno complessa: alla
gestione del fidanzamento con un uomo molto più giovane, Danilo, si
aggiungono le preoccupazioni per Nunzia e il suo speciale rapporto
d’amicizia con Trifone, i dissidi di Forte con la moglie Porzia e
la nuova sfida di Esposito con la fidanzata Caterina, per non
parlare dei disastri sentimentali dell’amica del cuore Marietta.
Come se non bastasse, nella vita di Lolita si affaccia una vecchia
conoscenza, la sua prima cotta, l’affascinante Angelo
Spatafora.
L’attore Dan
Aykroyd è stato una delle principali icone comiche degli
anni Ottanta, avendo preso parte a film di grandissimo successo
rimasti indelebili nell’immaginario collettivo. Sono infatti
numerosi i titoli che vengono subito alla mente quando si pensa a
lui, segno che egli è realmente stato in grado di distinguersi e
costruirsi una propria personalità all’interno di Hollywood. Ancora
oggi, a distanza di anni, è sempre un piacere rivedere i suoi film
più noti e riscoprire anche quelli meno celebri.
Ecco 10 cose che non sai di Dan Aykroyd.
Dan Aykroyd: i suoi film e le serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. Dopo essere divenuto una celebrità
del Saturday Night Live, la carriera di Aykroyd al
cinema inizia nel 1979 con il film 1941 – Allarme a
Hollywood, di Steven
Spielberg. Nel 1980 si consacra ulteriormente, insieme
all’amico John Belushi, grazie al film The
Blues Brothers. Da quel momento, recita in celebri film come
Una poltra per due
(1983), con Eddie Murphy,
Indiana Jones e il tempio
maledetto (1984), con Harrison Ford,
Ghostbusters –
Acchiappafantasmi (1984), con Bill Murray,
Tutto in una notte (1985), Spie come noi (1985),
Ho sposato un’aliena (1988), Ghostbusters II (1989) e
A spasso con Daisy (1989). In seguito ha recitato in
titoli come Genitori cercasi (1994), Blues Brothers:
Il mito continua (1998), Pearl Harbor
(2001), Io vi dichiaro marito e… marito (2007),
Candidato a sorpresa
(2012), Tammy (2014) e Ghostbusters: Legacy
(2021).
2. Ha partecipato anche a
progetti televisivi. Aykroyd non ha però mai dimenticato
la televisione, che lo ha reso celebre. Oltre ad aver preso parte
al già citato Saturday Night Live in più occasioni tra il
1975 e il 2013, ha poi recitato in film per la TV come Things
We Did Last Summer (1978), All You Need Is Cash
(1978) e nella serie PSI Factor (1996-2000). Ha poi preso
parte a Casa e chiesa (1997-1998), il film La vendetta
del ragno nero (2001) e ad alcuni episodi della serie La
vita secondo Jim (2002-2009). Nel 2013 ha invece recitato nel
film Dietro i candelabri, con protagonista Michael
Douglas.
3. È anche regista,
sceneggiatore e produttore. Oltre a lavorare come
interprete, Aykroyd si è in diverse occasioni occupato anche di
altri ruoli, in particolare quello dello sceneggiatore. Ha infatti
partecipato alla scrittura di diversi episodi del Saturday
Night Live, ma anhe a quella dei film The Blues Brothers,
Ghostbusters – Acchiappafantasmi, Spie come noi, Ghostbusters II,
Teste di cono e Blues Brothers: Il mito continua. Ha
poi diretto il film Nient’altro che guai (1991), da lui
anche scritto, mentre ha recentemente ricoperto il ruolo di
produttore per il film Ghostbusters (2016).
Dan Aykroyd in The Blues Brothers
4. Ha ideato i personaggi
insieme a John Belushi. Prima di diventare i protagonisti
di The Blues Brothers, i personaggi Jake ed Elwood Blues
sono stati ideato da Aykroyd insieme a Belushi per lo show
Saturday Night Live. I due erano inzialmente protagonisti
di alcuni sketch, ma in seguito divennero membri di una band a
tutti gli effetti, pubblicando l’album Briefcase Full of
Blues nel 1978. Sull’onda del successo ottenuto, i due
attori si decisero infine a realizzare un film basato su questi due
personaggi, dando vita ad un lungometraggio che punta sulla
comicità e sulla musica più che sulla coerenza narrativa.
5. Scrisse una sceneggiatura
esageratamente lunga. Aykroyd si occupò in prima persona
della sceneggiatura del film, pur non avendone mai scritta una
prima di quel momento. Egli inserì dunque numerosi passaggi
descrittivi sulle origini dei personaggi, idee per la messa in
scena e altre idee, arrivando ad occupare circa 324 pagine. Per
ironizzare sul suo stesso lavoro Aykroyd fece recapitare il copione
al produttore Robert K. Weiss nella copertina di
un elenco del telefono. Il regista del film, John
Landis, ebbe dunque poi il compito di riadattare quanto
scritto da Aykroyd in una sceneggiatura valida per poter essere
adattata per il cinema.
Dan Aykroyd in Una poltrona per due
6. Si è ridotto lo stipendio
per recitare nel film.Una poltrona per due è uno
dei più popolari film degli anni Ottanta, nonché appuntamento fisso
in televisione durante la vigilia di Natale in Italia. Tale film
piacque da subito anche ad Aykroyd, che dopo aver letto la
sceneggiatura si offrì di sostiuire Gene Wilder,
inizialmente pensato per il ruolo di Louis Winthorpe III. Per
ottenere il ruolo Aykroyd dovette però dimezzarsi lo stipendio,
poiché i produttori non erano convinti circa il suo coinvolgimento.
La chimica di coppia sfoggiata con Murphy ha poi reso il film un
grande successo, smentendo dunque chi non era convinto sulla sua
partecipazione al progetto.
Dan Aykroyd in Ghostbusters
7. Aveva scritto un ruolo
per il suo celebre amico. Mentre era intento a scrivere la
sceneggiatura di Ghostbusters –
Acchiappafantasmi, Aykroyd aveva pensato di costruire il
personaggio di Peter Venkman sulla base del carattere del suo
celebre amico e collega John Belushi.
Quest’ultimo, purtroppo, venne tragicamente a mancare proprio
mentre la sceneggiatura era ancora in fase di scrittura. Per il
ruolo venne allora scelto l’attore Bill Murray ed
Aykroyd si trovò a dover apportare alcune modifiche per rendere più
congeniale il personaggio al nuovo attore.
8. Ha svelato il segreto di
una celebre scena. Una delle immagini più famose del film
è quella in cui Ray, il personaggio interpretato da Aykroyd, rimane
scioccato e la sigaretta che stava per fumarsi gli rimane appesa al
labbro. In un’intervista successiva al film, l’attore ha raccontato
che la cosa era prevista ma che per riuscire in ciò non è stato
utilizzato nessun tipo di adesivo. Semplicemente, la sigaretta è
rimasta attaccata al suo labro grazie alla saliva. Si tratta ancora
oggi di un’immagine molto popolare, divenuta anche un meme su
Internet.
Dan Aykroyd e la vodka
9. Ha fondato un proprio
brand di vodka. In più occasioni l’attore si è cimentato
anche in progetti esterni al mondo del cinema. Tra le sue attività
più note vi è quella relativa al Crystal Head Vodka, un brand di
vodka fondato nel 2007 insieme all’artista John
Alexander. Si tratta di un marchio di vodka di fascia alta
noto per la sua caratteristica bottiglia a forma di teschio e per
essere filtrato attraverso i cristalli di diamante Herkimer. A
causa della mancanza di vodka senza additivi sul mercato, Aykroyd
aveva infatti deciso di crearne una lui stesso. Alexander ha poi
progettato la bottiglia basandosi sul fascino condiviso da entrambi
per la leggenda dei tredici teschi di cristallo.
Dan Aykroyd: età e altezza dell’attore
10. Dan Aykroyd è nato a
Ottawa, in Canada, il 1 luglio del 1952. L’attore è alto
complessivamente 1.83 metri.
01 Distribution ha diffuso il trailer ufficiale di un film di
Le
Vele Scarlatte, il nuovo film di Pietro
Marcello con Juliette Jouan, Raphael Thiéry,
Noémie Lvovsky e con la partecipazione di Louis Garrel e con
Yolande Moreau.
La trama del film
Da qualche parte nel nord della Francia, Juliette,
giovane orfana di madre, vive con il padre, Raphaël, un soldato
sopravvissuto alla prima guerra mondiale. Appassionata di musica e
di canto, Juliette ha uno spirito solitario. Un giorno, lungo la
riva di un fiume, incontra una maga che le predice che delle vele
scarlatte arriveranno per portarla via dal suo villaggio. Juliette
non smetterà mai di credere nella
profezia. Liberamente ispirato a Le vele
scarlatte di Aleksandr Grin,
scrittore russo pacifista del XX secolo, il film di Pietro Marcello
è un racconto popolare, musicale e storico, al confine con il
realismo magico
Disney+ ha annunciato il
rinnovo con una seconda stagione della serie originale
Nuovo Santa Clause cercasi, dopo il
finale della prima. La leggenda Disney Tim Allen
sarà l’executive producer e continuerà a interpretare l’amato ruolo
di Babbo Natale/Scott Calvin, mentre Elizabeth
Mitchell riprenderà il suo ruolo della Signora
Claus/Carol, dal franchise di successo targato Walt Disney
Pictures. Oltre ad Allen, il pluripremiato Jack
Burditt (30 Rock, Modern Family,
Frasier, Unbreakable Kimmy Schmidt) continuerà a
essere executive producer e showrunner, mentre Kevin
Hench (L’uomo di casa), Richard
Baker (L’uomo di casa, Nuovo Santa Clause
cercasi, Nuovo Santa Clause cercasi 2) e Rick
Messina (L’uomo di casa, Nuovo Santa Clause
cercasi, Nuovo Santa Clause cercasi 2) saranno
executive producer insieme a Jason Winer e Jon Radler per la Small
Dog Picture Company. La prima stagione, che ha debuttato il 16
novembre, è attualmente disponibile in streaming su Disney+.
“Questa serie ha avuto un
impatto a lungo termine su tante famiglie, diventando davvero parte
delle loro tradizioni natalizie annuali”, ha dichiarato Ayo
Davis, president, Disney Branded Television. “Riproporre questo
franchise sottoforma di serie è stato un vero e proprio dono e sono
grato ai nostri partner produttori di 20th Television e,
naturalmente, a Tim Allen e al suo team, di avere un motivo in più
per festeggiare questa stagione natalizia”.
Allen ha interpretato per la prima
volta Babbo Natale/Scott Calvin nel film Santa Clause del
1994. Elizabeth Mitchell ha esordito nel ruolo di
Carol nel sequel del 2002 Che fine ha fatto Santa
Clause?, quando il personaggio di Allen doveva
trovare una signora Claus per poter continuare a essere Babbo
Natale.
Allen, la cui popolarità è salita
alle stelle come protagonista della serie ABC di maggior successo
Quell’uragano di papà, ha ottenuto numerosi riconoscimenti
per il ruolo di Tim “The Tool Man” Taylor, tra cui un Golden Globe
nel 1994 e il People’s Choice Award per otto anni consecutivi, dal
1992 al 1999. Allen ha anche recitato per nove stagioni nella serie
di successo L’uomo di casa. Nel 1995, il poliedrico attore
ha prestato la sua voce a Buzz Lightyear nel primo film
d’animazione Pixar, Toy Story – Il mondo dei giocattoli. Ha poi ripreso
l’iconico ruolo dell’arrogante, ma amabile, personaggio spaziale in
due sequel, Toy Story 2 – Woody e Buzz alla riscossa del
1999 e Toy Story 3 – La grande fuga del 2010. Ha interpretato
il personaggio anche in diversi cortometraggi di Toy Story, tra cui Vacanze hawaiiane,
Buzz a sorpresa e Non c’è festa senza Rex.
Elizabeth Mitchell, nominata agli Emmy per il suo ruolo di
Juliet in Lost di ABC, è tornata a collaborare con il
creatore JJ Abrams nel ruolo di Rachel nella serie drama
Revolution. Inoltre, ha interpretato il ruolo della Regina
delle Nevi in C’era una volta di ABC, seguito da
Crossing Lines, e sarà la protagonista della prossima
stagione di Outer Banks.
Nella prima stagione di Nuovo Santa Clause cercasi
Scott Calvin torna dopo essere stato Babbo Natale per quasi
trent’anni ed è più allegro che mai. Ma con il declino della
popolarità del Natale, diminuisce anche la sua magia natalizia.
Scott fatica a tenere il passo con le esigenze del lavoro e a
essere presente per la sua famiglia. Quando scopre che esiste un
modo per ritirarsi dal suo incarico, Scott prende in considerazione
l’idea di dimettersi dalla carica di Babbo Natale e di trovare un
degno successore, in modo da diventare un padre e un marito
migliore.
La serie targata Disney Television è una produzione 20th
Television, come parte di Disney Television Studios.
Gli otto episodi della
terza stagione di Jack Ryan di Tom Clancy sono ora
disponibili in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e
territori nel mondo.
Nella terza stagione della serie
action-thriller, Jack Ryan sta lavorando come
ufficiale della CIA a Roma, quando gli viene fatta una soffiata
secondo la quale il Sokol Project – un piano segreto per riportare
in auge l’Impero sovietico –è stato
riattivato a più di 50 anni da quando si pensava fosse stato
definitivamente chiuso. Jack intraprende quindi una missione per
averne conferma, ma le cose velocemente iniziano ad andare storte,
e viene ingiustamente implicato in una cospirazione più grande.
Accusato di tradimento, con un “Avviso Rosso” per il suo arresto,
Jack è costretto a scappare dal suo stesso governo per poter
smascherare la fazione ribelle prima che sia troppo tardi. Girando
in lungo e in largo attraverso l’Europa, ricercato sia dai suoi
vecchi alleati che da nuovi nemici, Jack corre contro il tempo per
fermare una serie di conflitti destabilizzanti che porterebbe a una
catastrofe globale.
La serie ha per protagonista
John
Krasinskie al suo fianco vede Wendell PierceeMichael
Kellyche
tornano rispettivamente nel ruolo dell’Ufficiale della CIA
James Greer e dell’ex Ufficiale della CIA Mike November. Si
uniscono al cast per questa nuova stagione anche
Nina
Hossnel
ruolo della Presidentessa della Repubblica Ceca, Alena
Kovac, e Betty
Gabrielnei
panni della Direttrice della sede di Roma della CIA,
Elizabeth Wright.
Jack Ryan di Tom
Clancyè
co-prodotta da Amazon Studios, Paramount Television Studios e
Skydance Television, ha come executive producer Andrew Form,
Allyson Seeger, John Krasinski, Vaun Wilmott, Brad Fuller e Michael
Bay.
Inoltre, per la terza stagione si annoverano tra gli executive
producer anche Tom Clancy, David Ellison diSkydanceTelevision, Dana Goldberg e BillBos, insieme aMaceNeufelde CarltonCuse.
Dopo aver sventato corruzioni e
cospirazioni in Venezuela nella seconda stagione della serie,
l’agente Jack Ryan è temporaneamente scomparso da
ogni radar. Amazon aveva da subito rinnovato la
serie con protagonista l’attore John Krasinski
per una terza stagione, ma la realizzazione e distribuzione di
questa ha richiesto più tempo del previsto. Una pausa durata dunque
dal 2019 al 2022, periodo segnato come noto da una pandemia e
innumerevoli altre problematiche globali. Finalmente, però, uno
degli agenti speciali più celebri della letteratura e
dell’audiovisivo è pronto a tornare sulla piattaforma
Prime Video con la tanto attesa
terza stagione.
Disponibile dal 21
dicembre con 8 nuovi episodi, la nuova stagione è stata
descritta come particolarmente importante per l’arco narrativo del
personaggio, la cui storia si concluderà con la già annunciata
quarta stagione. Ritroviamo infatti Ryan intento a lavorare come
funzionario della CIA a Roma quando viene informato che il Progetto
Sokol, un piano segreto per restaurare l’Impero Sovietico è stato
ora riattivato. Per l’agente le cose si complicano quando viene
erroneamente coinvolto in una cospirazione più ampia, accusato di
tradimento e costretto pertanto a fuggire dal suo stesso governo.
Attraversando l’Europa, Jack dovrà dunque gareggiare contro il
tempo per impedire che la cascata di conflitti destabilizzanti
porti a una catastrofe globale.
Jack Ryan – terza stagione: tensione, non
adrenalina
Quello dello spionaggio è da sempre
uno degli ambienti più saccheggiati dal cinema e dalla televisione.
Nel corso degli anni sono innumerevoli gli agenti segreti o le spie
che hanno calcato il grande o il piccolo schermo. Dall’iconico
James Bond fino ai più recenti Ethan
Hunt di
Mission: Impossible,Jason Bourne o Jack Reacher (anche quest’ultimo ora su Prime
Video con una sua serie). Rispetto a loro, Reacher è in realtà
rimasto più nell’ombra, nonostante sia stato interpretato per il
cinema anche da attori del calibro di AlecBaldwin, Harrison Ford,
Ben Affleck o
Chris Pine.
Questo perché il personaggio, nato dalla penna del celebre
scrittore TomClancy, è prima di tutto un’analista.
Una figura certamente più difficile
da rendere appassionante rispetto ad un agente che vive
principalmente di azione spericolata, come ad esempio gli altri
nomi poc’anzi citati. Nelle sue occasioni cinematografiche,
infatti, Ryan era spesso e volentieri stato reso sempre più simile
ad un qualunque Bond o Bourne. La serie ideata da Carlton
Cuse e GrahamRoland,
invece, ha il pregio di portare sullo schermo una versione del
personaggio e delle sue vicende molto più in linea con quanto
presente nei romanzi di Clancy. Ed è stata proprio questa la forza
delle prime due stagioni, che offrivano situazioni, personaggi e
risvolti narrativi a loro modo originali e distanti dagli ormai
abusati canoni di questo genere di opere.
La terza stagione continua su
questa direzione, offrendo un Ryan più che mai impegnato a svolgere
un ruolo da vero e proprio detective, bisognoso di dati, ricerche e
analisi per poter giungere a conclusioni certe e inequivocabili.
Naturalmente non manca anche l’azione, in questa stagione
particolarmente presente e possente, considerando la natura della
minaccia, ma questa riesce a non essere mai la sola fonte di
intrattenimento. Molto del fascino è dunque conservato proprio
all’interno delle situazioni ricche di tensione più che di
adrenalina, nelle quali risulta difficile identificare alleati e
nemici e ogni parola o azione sbagliata può dar vita a conseguenze
particolarmente gravi.
John Krasinski, un perfetto Jack Ryan
Questa terza stagione sembra dunque
recuperare maggiormente un clima da spy-story, in linea
con una trama che fa di una minaccia passata, l’Unione Sovietica,
un pericolo presente. Gli echi della Guerra Fredda si fanno dunque
sentire in questi otto episodi che in realtà sembrano parlare molto
più del nostro contemporaneo che non di conflitti in atto ormai
settant’anni fa. La serie, come già avvenuto per le sue prime due
stagioni, porta infatti in scena situazioni che derivano e
riflettono in modo più stretto di quanto possa sembrare sul mondo
di oggi, sulle tensioni politiche e sulle possibili ripercussioni
globali. I registi dei vari episodi sottolineano tale aspetto
attraverso una costruzione scenica che esalta la gravità del
momento, generando un forte coinvolgimento emotivo.
A rendere tutto ciò ancor più
avvincente vi è naturalmente la presenza di John
Krasinski, attore che già con le prime due stagioni aveva
dato prova di poter essere un convincente Jack
Ryan e che con questi nuovi episodi si conferma la scelta
perfetta per il personaggio. L’attore, capace di passare dai toni
comici a quelli più drammatici, risulta credibile tanto nelle
dinamiche più investigative quanto in quelle più propriamente
d’azione. Anche suo è dunque il merito di aver reso l’agente
Jack Ryan un personaggio tanto affascinante e
carismatico, che nulla sembra avere da invidiare ai più noti agenti
segreti del cinema e della televisione. In attesa della quarta ed
ultima stagione, questa terza si rivela come un ritorno più gradito
ed entusiasmante del previsto.
La Paramount Pictures si trova già
in una posizione privilegiata dato che continuerà la sua serie di
successi con un altro titolo di punta di Tom
Cruise, Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One,
e una serie di entusiasmanti sequel, tra cui Scream 6 e
Transformers: Il Risveglio. Inoltre, lo studio ha in
serbo per gli spettatori Dungeons and Dragons: L’onore dei ladri e
Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutant Mayhem, che
dovrebbero essere tra le uscite più divertenti dell’anno.
1PAW Patrol: The Mighty
Movie
Nonostante l’uscita in contemporanea su
Paramount+, PAW Patrol: The
Movie ha incassato più di 144,3 milioni di dollari l’anno
scorso con un budget di produzione stimato di 26 milioni di
dollari, quindi non deve sorprendere che la Paramount fosse
intenzionata a riportare questi cuccioli nelle sale. Non si sa
molto altro, ma questo dovrebbe essere un divertente regalo di
Halloween per i vostri bambini.
Dopo l’avventura in
Africa nera dell’Agente speciale 117 di Jean Dujardin, Nicolas Bedos torna in Francia, dove aveva
ambientato con successo i suoi primi Un amore sopra le righe e il pregevole
La belle époque. Con il quale il suo
nuovo Masquerade – Ladri d’amore (nei
cinema italiani dal 21 dicembre distribuito da Lucky Red) ha in
comune forse una certa passione per le costruzioni articolate. Fin
troppo.
Un giallo in Costa
Azzurra
In questo caso, quella di
una truffa, come rivela già la trama ufficiale in barba ai fobici
dello spoiler, realizzata dall’ex ballerino Adrien e la bellissima
Margot. Il primo, consenziente accompagnatore della Martha di
Isabelle Adjani, conosce la seconda a una festa in
casa della vecchia gloria del cinema che lo mantiene e lo tratta
come cosa propria – non sempre con le dovute attenzioni e
sensibilità – e ne resta affascinato. Ma anche la ragazza vive
facendo la escort per i facoltosi frequentatori della più esclusiva
Costa Azzurra, quando un colpo di fulmine spinge i due a sognare
una vita migliore, diversa, per raggiungere la quale rischiano di
dover imparare amare lezioni.
La truffa ai danni del
ricco imprenditore che incontriamo subito nel suo momento peggiore,
secondo una dinamica sempre più diffusa che affida al resto del
film la spiegazione del prologo, e l’onere di renderlo credibile,
ma ovviamente non vanifica l’effetto sorpresa né esaurisce la
narrazione che segue. Nella quale, come promesso e anticipato,
nulla è come sembra.
Un ricco cast, molto
impegnato
Una premessa impegnativa,
al di là delle apparenze, affidata al notevole cast completato da
Pierre Niney, François Cluzet,
Marine Vacth, Emmanuelle Devos e la nostra Laura Morante (da gustare in originale, nel
suo continuo alternare le due lingue nella sua interpretazione
della ex cliente di Adrien, espropriata dall’ex marito del
ristorante di famiglia e ancora in cerca di rivalsa). Che non può
fare più di quanto consentito da una sceneggiatura che se pure
guarda molto ai drammi crime di certo cinema statunitense,
soprattutto di qualche decennio fa, finisce per restare avviluppata
nell’intreccio.
Esageratamente ampio,
come i tempi che – inevitabilmente – si concede, e che concede al
continuo utilizzo di flashback, stacchi e parentesi
chiarificatrici. Che, tra l’aula di tribunale nella quale si svolge
il film e le sequenze che ci portano nei momenti chiave (e in ogni
altro tipo di momento immaginabile) della vicenda e nel loro dietro
le quinte, rendono particolarmente faticoso conservare attenzione,
disponibilità ad annodare i diversi fili, sospensione
dell’incredulità e pazienza fino alla fine.
Un continuo trascinare lo
spettatore avanti e indietro lungo una trama non particolarmente
originale, nella quale le poche verità si perdono tra le troppe
ipotesi e le tante bugie, almeno fino allo spiegone finale. Una
confusione compensata da improvvisi e poco credibili strappi e
qualche simpatica trovata di regia, ma non migliorata dalla messa
in scena piuttosto banale di una superficiale lotta di classe e di
caratteri non particolarmente sfaccettati, soprattutto nella loro
appartenenza di genere.
Con uomini
tendenzialmente passivi, monolitici nel loro essere trascinati da
passioni o interessi, al limite tormentati da un senso di colpa che
sfocia con eccessiva facilità in un vittimismo rassegnato e
nell’accettazione di punizioni anche immeritate. E donne,
giustificate a prescindere, nel bene o nel male, simboli di una
condizione femminile che oggi ottiene soddisfazione, ma che ancora
sembra aver bisogno di contare sulla propria funzione materna e
protettiva per assicurarsi il consenso.
Deadline ha recentemente parlato de
Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere
con Vernon Sanders, Head of Global TV per Amazon
Studios, e ha ribadito che questa scommessa finanziaria è quella
che “ha più che ripagato” per Prime Video. Gli è stato chiesto come sta andando
la produzione, spostata dalla Nuova Zelanda al Regno Unito per la
seconda stagione.
“La prima stagione ha avuto
così tante cose da fare che ora ci divertiamo a vedere la storia
crescere man mano che Sauron viene rivelato”, anticipa. “E
penso che il pubblico possa aspettarsi uno spettacolo che, mentre
rimane fedele a se stesso, mostra anche che la posta in gioco sia
sempre più alta, ora che gli anelli sono in gioco, vedendo cosa
possono fare e vedendo come le varie fazioni all’interno del mondo
affrontano queste implicazioni. Penso che sarà davvero avvincente
“.
“Stiamo andando in nuove terre
e ci sono nuove cose che accadono nella seconda stagione. E parte
del vantaggio di essere nel Regno Unito è che saremo in grado di
girare in posti che sembrano molto diversi da quelli che abbiamo
visto nella prima stagione. Siamo in grado di girare in tutta
Europa e vedremo parte di quel valore di produzione sullo
schermo”.
Dopo aver anticipato che i fan
possono aspettarsi “battaglie più grandi” nella seconda
stagione, a Sanders è stato anche chiesto di condividere alcuni
spunti sulla decisione di riformulare uno dei protagonisti dello
show, Adar (interpretato da Joseph Mawle nella
prima stagione).
“Purtroppo non ha funzionato. E
con uno spettacolo che aveva così tanti personaggi regolari e così
tanti personaggi ricorrenti, purtroppo è successo. Joseph è stato
eccezionale e ha dato una performance incredibile. Siamo anche
entusiasti del nostro nuovo attore. Il personaggio di Adar nella
seconda stagione ha alcune dinamiche davvero entusiasmanti da
interpretare”.
È sempre un peccato quando un
attore viene sostituito, ma in questo caso sembra che il
cambiamento fosse inevitabile. Siamo sicuri che Il Signore degli Anelli: Gli anelli del
potere non ne soffrirà troppo nel grande schema
delle cose e, nonostante un cambio di location, speriamo che lo
spettacolo fornisca comunque il tipo di immagini epiche che hanno
reso i primi otto episodi così graditi al pubblico.
Come previsto, Sanders ha anche
sottolineato che è improbabile che vedremo la stagione 2 fino al
2024. Con questo in mente, probabilmente ci vorrà del tempo prima
che venga rivelata una sorta di anteprima!
Zoe Saldana attends the World
Premiere of James Cameron's "Avatar: The Way of Water" at the Odeon
Luxe Leicester Square on December 06, 2022 in London, England.
(Photo by StillMoving.net for Disney)
L’attrice protagonista di
Avatar: la via dell’acqua, Zoe Saldaña, rivela che le sue abilità nel
tiro con l’arco hanno fatto perdere diverse scommesse al regista
James Cameron. Saldaña riprende il ruolo di
Neytiri in
Avatar: la via dell’acqua, del personaggio sappiamo
che è una grande guerriera e che si serve principalmente di arco e
frecce per unirsi alla lotta contro il Popolo del Cielo quando, nel
primo film, questi invadono il bellissimo paesaggio forestale di
Pandora. Mentre Neytiri e la sua famiglia Sully lasciano il clan
Omaticaya in cerca di rifugio nel territorio di Metkayina, Neytiri
usa le sue abilità nel tiro con l’arco meno che nel primo, ma le
mostra ancora nel film.
Apparentemente riponendo poca
fiducia nelle capacità di tiro con l’arco dell’attrice, Cameron ha
perso soldi scommettendo contro la dette capacità di Zoe Saldaña di colpire obiettivi precisi. Come
racconta
Sam Worthington, co-protagonista di Saldaña in
Avatar: la via dell’acqua, a People, la stessa Saldaña
non credeva di poter colpire alcuni degli obbiettivi all’inizio.
Pertanto, Cameron ha scommesso contro di lei durante le riprese di
Avatar: la via dell’acqua. Quando Saldaña ha iniziato
a tirare meglio e a migliorare la mira, Cameron ha iniziato a
perdere scommesse fino a $ 100, e così il regista ha iniziato a
cambiare strategia.
Saldaña: “Sono orgoglioso del
fatto che Jim [Cameron] abbia perso le scommesse sul fatto che io
riuscissi a colpire un segno. [Imita l’arco e la freccia].
Scherzava con me dicendomi ‘prova a colpèire quel segno’. E nella
mia testa pensavo ‘non c’è modo che possa farlo.'”
Worthington: “Penso che abbia
perso molti soldi, ha perso molti soldi scommettendo contro
Zoe”.
Saldaña: “Esattamente, una volta
penso che fossero 100 dollari. E poi la seconda volta erano 50
dollari.”
Worthington: “Continuava ad
abbassare la posta mentre stavi migliorando”.
Avatar: la via dell’acqua ha debuttato il 14
dicembre 2022, e sarà seguito dal terzo capitolo il
20 dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo,
invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre
2026 e 22 dicembre 2028.
Il cast della serie di film è
formato da
Kate Winslet, Edie Falco,
Michelle Yeoh,
Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia
Sam Worthington,
Zoe Saldana,
Stephen Lang,
Sigourney Weaver, Joel David Moore,
Dileep Rao e Matt Gerald.
James Gunn conferma
che i film di Elseworlds sono in fase di sviluppo
al di fuori dell’Universo DC. DC Studios sta sostituendo la
divisione DC Films mentre James Gunn e Peter Safran si
occupano della DCU con TV, film e animazione. I ruoli dei due
amministratori delegati sono entrati in vigore il 1 ° novembre e ci
sono state un’infinità di segnalazioni su ciò che stanno facendo
con il DCU.
Mentre Gunn ha smentito varie voci,
alcuni report si sono rivelati veri, poiché Wonder Woman 3 non sta più andando avanti e
Henry Cavill ha concluso il suo ruolo di
Superman nel DCU, con Gunn che sta scrivendo un nuovo riavvio
per l’eroe. Ma ci sono molte cose che devono ancora essere
chiarite, poiché i DC Studios sono apparsi più volte nei titoli dei
giornali nelle ultime settimane.
Gunn ha risposto su Twitter a vari
fan e ha condiviso alcune anticipazioni su ciò che i DC Studios
stanno facendo con il DCU. Un fan ha recentemente chiesto a Gunn se
“sta producendo progetti DC di Elseworlds che non sono
ambientati nel DCU?” e Gunn ha risposto seccamente che quei
progetti sono attivamente in sviluppo, senza però aggiungere
altro.
Per coloro che potrebbero non sapere
di cosa si tratta, Elseworlds era una serie di pubblicazione della
DC Comics incentrata su storie al di fuori della principale
continuità del fumetto. Quel marchio ha dato vita a iconici archi
di fumetti, tra cui Kingdom Come della DC, Gotham By Gaslight e
molti altri nel corso dei decenni. Elseworlds è stato anche il
titolo del crossover in tre parti dell’Arrowverse
nel 2018, che è servito da grande scenario per Crisis on
Infinite Earths. Negli anni successivi, Elseworlds è stato
sostanzialmente sostituito dall’impronta DC Black Label lanciata
nel 2018.
Anche se non l’hanno mai chiamato
Elseworlds, questa etichettatura si applica
essenzialmente a The
Batman e Joker, in
quanto sono franchise indipendenti al di fuori del DCU. Mentre un
universo condiviso è ovviamente qualcosa che stanno cercando di
mettere in piedi, con molteplici spin-off di The
Batman in lavorazione e Joker
2 ora in fase di riprese, a oggi DC ha prosperato
quando realizza film e spettacoli indipendenti e autonomi.