Inutile nascondersi, a
prescindere da trailer e lanci promozionali per un film come
DCLeague of Super-Pets
sarebbe impossibile farlo, e tra centinaia di titoli che promettono
sorprese o colpi di scena quello di Jared Stern – al cinema da
giovedì 1 settembre, distribuito da Warner Bros. Pictures – è
sicuramente uno dei più classici film per tutta la famiglia in
circolazione. Ovviamente, preferibilmente per famiglie nelle quali
i genitori abbiano avviato i figli alla passione per i fumetti, e
si abbia un minimo di dimestichezza con i cinecomic di Marvel e DC Comics.
Per famiglie
appassionate di Marvel e DC Comics
La scelta di campo tra le
due è dichiarata, esplicitamente, sin dal titolo, ma i riferimenti
alla concorrenza – da Iron Man ai Fantastici 4 e Thor – non
mancano. Sempre con leggerezza e con il sorriso, che accompagna gli
spettatori in questa avventura edificante e parodistica nella quale
i più grandi faranno fatica (ma non troppa) a riconoscere le voci
di Maccio Capatonda (scelto come doppiatore di Asso, il “Bavoso”
ribattezzato “Bat-Segugio” per incoraggiare all’affiliazione con
Batman) e Lillo, per il supercane protagonista, Krypto.
Che vediamo in una
profonda crisi di fiducia, dopo un inizio idilliaco che ci racconta
del rapporto speciale stretto con il suo celebre padrone, Superman.
Li vediamo condividere gli stessi superpoteri e combattere fianco a
fianco il crimine nella città di Metropolis. Almeno fino a che
qualcosa li divide… Più che il rapporto con Lois Lane, è
sicuramente il rapimento del kriptoniano e della Justice League a
spingere Krypto a convincere un improvvisato gruppo di animali
domestici – composto dal suddetto Asso, la maialina MP, Merton la
tartaruga e lo scoiattolo Chip – a mettere a frutto gli strani
superpoteri che il piano della perfida Lulu gli ha
imprevedibilmente regalato.
Una Origin Story che guarda
al futuro
Un brevissimo accenno
alle origini (rivisitate) della presenza di Krypto al fianco del
piccolo Kal-El, che rimanda visivamente – e non solo – al
Superman originale di Richard Donner del 1978, pone le
premesse per una incongruenza successiva, figlia della scelta di
dare una storia ‘Super’ anche al quadrupede eroe protagonista.
Niente di grave, per quanto sarebbe stato evitabile, soprattutto
per l’esistenza di una ampia letteratura sul personaggio e di una
Origin Story che si è voluto cambiare. Probabilmente per coerenza
con la moderna sensibilità e con la centralità del discorso contro
la sperimentazione animale.
Filologia a parte, senza
insistere sull’opportunità di aderire a un canone forzato di
apparentamento tra Super Pets e supereroi, per altro quelli della
già non troppo fortunata Justice League, ed evitando di
sottolineare l’inevitabile “l’unione fa la forza”, sono
naturalmente i temi più ‘animalisti’ (abbandono ed egoismo umano
inclusi) a colorare questo insolito e divertente team-up. Da un
lato, costruito per i più piccoli e popolato da personaggi a loro
dedicati, dall’altro, capace di offrire – cosa rara nei film ‘dei
grandi’ – un convincente scontro One on One e poi un equilibrato
conflitto finale, pur affollato come forse solo nel franchise degli
X-men.
In questo senso, quello
che approderà anche su piattaforma con il VG “DC
League of Super-Pets: Le avventure di Krypto e Asso” è un
vero film di supereroi, anche se resta la curiosità di cosa
potrebbe riservarci uno sfruttamento maggiore di un personaggio
fino a ora relegato ai singoli camei nella Titans di
Netflix, nella quarta stagione di Smallville o nelle
animazioni come Superman/Batman: Apocalypse e Justice
League Action. O migliore, come – vogliamo credere – avremmo
potuto vedere nello script di Kevin Smith per il Superman
diretto da Tim Burton.
Il Premio degli spettatori – Armani
beauty sarà attribuito con una votazione a cui avranno diritto
tutti gli spettatori dei nove film della sezione Orizzonti Extra,
ovvero chi compererà il singolo biglietto, chi sarà abbonato
all’intera sezione, e tutti gli accreditati che avranno richiesto
un biglietto per i film della sezione stessa, limitatamente alla
proiezione ufficiale di ciascun film in programma in Sala Giardino
alle ore 21.00.
Ogni spettatore con diritto al voto
riceverà una mail con un link individuale per esprimere la propria
preferenza. Si potrà esprimere un voto da 1 a 10. Il link potrà
essere utilizzato una sola volta, dopodiché non sarà più valido. Lo
spettatore che riceverà il link di votazione, dovrà esprimere il
proprio giudizio entro le ore 20.00 del giorno successivo alla
proiezione ufficiale del film. Nel caso dell’ultimo film, in
programma venerdì 9 settembre, la votazione dovrà essere effettuata
entro le ore 13.00 di sabato 10 settembre.
Il Premio degli spettatori – Armani
beauty sarà attribuito al film che avrà ottenuto la media più alta
dei voti espressi. La consegna avrà luogo nel corso della cerimonia
di premiazione finale, sabato 10 settembre in Sala Grande (Palazzo
del Cinema, Lido di Venezia).
La sezione Orizzonti Extra, inserita
nella Mostra a partire dall’anno scorso, si configura come
un’estensione di Orizzonti, la sezione competitiva rivolta alle
nuove tendenze del cinema mondiale, che nel corso degli anni ha
contribuito a far conoscere e a lanciare autori oggi ampiamente
affermati. Meno legata a criteri di formato e durata, Orizzonti
Extra propone una selezione di opere senza vincoli di genere,
durata e destinazione, purché superiori ai 60 minuti, con
particolare attenzione per i film che si misurano con i generi e la
produzione corrente, caratterizzati da intenti d’innovazione e di
originalità creativa nel rapporto con il pubblico cui sono
rivolti.
Le proiezioni dei film di Orizzonti
Extra sono seguite da incontri del pubblico con i registi, autori e
interpreti, condotti dalla scrittrice e autrice Chiara
Tagliaferri.
La terza e ultima data del 2022 per
presentare la domanda per accedere al contributo a fondo
perduto, stanziato dalla Trentino Film
Commission, è fissata al 20 settembre
2022. Il Film Fund è destinato al finanziamento di opere
cinematografiche, di fiction, di serie, programmi per la
televisione e progetti di documentario, sia nazionali sia
internazionali.
I soggetti beneficiari che possono
presentare domanda sono le società di produzione
cinematografica, televisiva e di
documentari; i progetti saranno esaminati da un
Comitato tecnico-scientifico che stilerà la graduatoria dei
soggetti idonei, valutandone la qualità, le
credenziali della produzione e degli interpreti, la ricaduta
economica sul territorio, la capacità di promuovere il territorio,
le prospettive di distribuzione, gli accordi di co-produzione e
infine l’eventuale certificazione di sostenibilità dell’opera.
Grande novità di quest’anno è
l’aumento della dotazione finanziaria per l’anno 2022, che sale a
2 milioni di euro; i lungometraggi,
cortometraggio, serie televisive, fiction televisive e di
animazione possono ricevere un contributo massimo di importo pari a
€ 400.000,00 purché una parte delle riprese sia
effettuata in Trentino, venga speso sul territorio un importo pari
ad almeno il 150% del contributo e che almeno il 20% della troupe
sia composta da professionisti locali durante il periodo di riprese
in Trentino.
I documentari e le
opere multimediali potranno invece ricevere un
contributo massimo di importo pari a € 40.000 e
anche in questo caso parte delle riprese devono essere effettuate
in Trentino, deve essere speso sul territorio un importo pari ad
almeno il 120% del contributo e almeno due membri del cast tecnico
devono essere professionisti locali; in alternativa contratto di
co-produzione con una Produzione locale.
La domanda di contributo deve essere
presentata prima dell’avvio dei lavori relativi al progetto
presentato.
Sarà presentato a Venezia 79 De
Sica, Io e Il giardino dei Finzi Contini, il diario inedito di
Lino Capolicchio, attore, sceneggiatore e regista
italiano, mancato lo scorso maggio, edito da Bietti ed. in
collaborazione con Cinecittà. Il testo, curato da Nicole
Bianchi, è accompagnato da un’intervista di Bianchi
stessa, che può considerarsi a tutti gli effetti l’ultima
dichiarazione ufficiale dell’attore.
La presentazione si svolgerà il 7
settembre e verrà moderata da Andrea Purgatori,
che ha conosciuto e lavorato con Capolicchio; tra gli ospiti, si aspettano:
Alessio Boni, diretto da Capolicchio nel film
“Diario di Matilde Manzoni” (2002); la regista Ra Di
Martino, che ci concede un estratto recente
dell’intervista all’attore, dal suo doc “Il giardino che non c’è”
(2021). Tra gli ospiti presenti anche Ilaria
Floreano per Bietti ed. e Francesca
Golino, la vedova Capolicchio. E infine Nicole
Bianchi, che ha curato l’intero volume.
Dall’introduzione di Nicole
Bianchi al volume: “Il diario di Capolicchio è uno
scritto intimo, spontaneo, espressione della vivacità cerebrale
dell’artista, laddove il Cinema – la sua sacralità, il suo potere
d’intrattenimento – è il filo rosso che non si rarefà mai. Lino
Capolicchio ha in sé anche il pregio di celebrare spesso la Settima
arte non in riferimento al proprio talento, alle opere che gli
hanno dato luce, ma con l’ammirazione, la critica, lo stupore, la
franchezza dell’attento spettatore, che è affamato di guardare i
grandi titoli, italiani e non, della Storia del Cinema: qua e là ci
sono,infatti, vere e proprie piccole recensioni, non nate
come tali, ma che alla lettura assumono un valore interessante per
il punto di vista peculiare, mai banale.”
Thriller francese del 2005,
L’impero dei lupi è diretto da
Chris Nahon, noto per i suoi film d’azione come
Kiss of the Dragon e The Last Vampire. Qui al suo
secondo lungometraggi, il regista dirige una storia ricca di
suspence, omicidi e indizi da seguire in vista della risoluzione
finale. Con un cast che vanta il popolare attore Jean
Reno e l’italiana Laura
Morante, il titolo ha negli anni acquistato un sempre
maggior fascino. Motivo di ciò sono la sua atmosfera e l’intrigo
della trama.
L’opera è tratta dall’omonimo
romanzo dello scrittore e sceneggiatore francese
Jean-Christophe Grangé, già noto per il libro
I fiumi di porpora, da cui è a sua volta stato tratto un
film. Grangé ha in quest’occasione collaborato anche alla scrittura
del film, assicurandosi che questo rispettasse i principali eventi
e risvolti del libro. Pur tralasciando alcuni aspetti, infatti, lo
scrittore ha affermato che si è in tutti i modi cercato di rimanere
il più fedeli possibile al testo letterario da lui pubblicato nel
2003.
Le riprese si sono poi svolte in un
diverse location, tra cui la regione asiatica della Cappadocia, a
Istanbul e a Parigi, dove si svolgono i principali eventi del film.
Con un budget attestato intorno ai 27 milioni di euro, il film non
si è poi rivelato il successo economico sperato. Il suo incasso
complessivo, infatti, sembra ammontare soltanto intorno agli 11
milioni. Con il tempo però, il film è diventato particolarmente
ricercato dai fan del genere, e non manca di essere riproposto
anche in televisione, ottenendo buoni ascolti.
L’impero dei lupi: la
trama del film
La trama del film ruota intorno ad
Anna Heymes, una benestante parigina di circa
trent’anni. La sua occupazione principale è quella di essere moglie
e donna di casa. L’equilibrio della sua vita perfetta inizia ad
entrare in crisi nel momento in cui la donna si trova ad avere una
serie di inquietanti incubi relativi ad una serie di brutali
omicidi. Incerta su cosa quelle visioni vogliano dire, la donna
inizia a rivolgersi ad una psichiatra, la quale cerca di aiutarla
nella comprensione di ciò che le sta accadendo. Anna, infatti,
sospetta un male al cervello, che potrebbe essere la causa dei suoi
dolori come anche della momentanea perdita di memoria.
Parallelamente alla sua storia, si
svolge quella dei poliziotti Schiffer e
Nerteaux. Il primo particolarmente non ortodosso
nei modi, il secondo più ligio al suo ruolo di autorità. I due si
trovano a dover risolvere una serie di misteriosi omicidi, che
sembrano avere molto in comune con quelli di cui Anna ha fatto
esperienza. Le loro strade finiranno presto con l’incrociarsi, e la
donna capirà di essere finita al centro di una cospirazione più
grande. Lei è l’unica a poter salvare sé stessa, trovando però
aiuto nei due poliziotti, che intanto hanno iniziato a prendere
sempre più a cuore la sua disperata condizione.
L’impero dei lupi: il cast
del film
Per dar vita ai personaggi
protagonisti del film, il regista ha scelto di affidarsi ad un cast
composto da attori internazionali. Questi avrebbero infatti potuto
portare sul set le loro esperienze diverse. A ricoprire il ruolo
della protagonista Anna è infatti l’attrice spagnola Arly
Jover, nota per aver recitato anche in Millennium – Uomini
che odiano le donne e Il cecchino di Michele
Placido. Per lei quello di Anna è stato il primo ruolo
importante della sua carriera, e per prepararsi al meglio l’attrice
ha condotto diverse ricerche sulle instabilità mentali, come anche
sul peso che gli incubi possono avere nella vita di tutti i
giorni.
Di particolare prestigio è poi la
presenza dell’attore francese Jean Reno.
Protagonista di numerosi celebri lungometraggi a livello
internazionale, l’interprete non era nuovo al genere crime.
L’attore aveva infatti già recitato nel film I fiumi di
porpora, tratto dallo stesso autore di L’impero dei
lupi. Per dar vita al suo controverso poliziotto, Reno si è
preparato lavorando molto sulla sua fisicità, come anche sul suo
look. In particolare, l’attore ha affermato di aver ricercato il
giusto equilibrio in un personaggio che vive continuamente sul
confine tra moralità e immoralità.
Completano poi il cast principale
l’attrice e regista italiana Laura Morante, nota
in particolare per i film La stanza del figlio e
Assolo. Non nuova a recitare per il cinema francese,
l’interprete si distingue qui nel ruolo della psichiatra che tenta
di aiutare Anna nella sua ricerca. Ne sono poi conseguiti diversi
apprezzamenti per la sua performance. Infine, nel film è presente
il compianto attore Jocelyn Quivrin, noto per aver
recitato anche nel film Syriana con George
Clooney, e tristemente scomparso nel 2009 in seguito
ad un incidente d’auto. Nel film in questione, Quivrin ha
interpretato il poliziotto Nerteaux, impegnato insieme al collega
nelle indagini sui misteriosi omicidi.
L’impero dei lupi: le differenze tra il film e il
libro
Come è norma, l’adattamento
cinematografico di un libro presenta inevitabilmente una serie di
differenze, più o meno significative. La necessità è infatti quella
di condensare un racconto particolarmente lungo e dettagliato
all’interno di un lungometraggio della durata media di circa due
ore. Pur avendo partecipato alla scrittura della sceneggiatura, e
aver assicurato la maggior fedeltà possibile al testo letterario,
Grangé è inevitabilmente dovuto venire a patti con una serie di
modifiche. Queste, in realtà, si ritrovano principalmente sul
finale del film.
Oltre ad una generale
semplificazione psicologica dei personaggi, si è infatti scelto di
rivedere le modalità in cui la storia si conclude. Con temi come la
perdita dell’identità, la vendetta e il potere del denaro, il libro
si conclude infatti in modo decisamente cupo e pessimistico. Per
non rischiare di scontentare il pubblico, invece, per il film si è
ricorso ad un lieto fine. I protagonisti finiscono con il risolvere
l’enigma e avere salva la vita. Ciò ha permesso così di assegnare
alla protagonista un finale che le rendesse giustizia, e
accontentasse quanti volevano per lei un risultato positivo alla
sua ricerca.
L’impero dei lupi: il
trailer e dove vedere il film in streaming
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, L’impero dei
lupi sarà trasmesso in televisione lunedì
29agosto , alle ore
21:00 sul canale
Iris. Il film però è disponibile
anche in alcune delle principali piattaforme streaming oggi
disponibili. È infatti presente nei cataloghi di Chili
Cinema e Infinity. In base alla
piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo
sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio
della qualità video.
Nessuno nasce buono o cattivo, a
decidere a quale dei due valori si finirà con l’appartenere sono
molto spesso le circostanze e l’ambiente in cui si cresce. È questa
l’idea alla base di Bullet Head, thriller
del 2017 scritto e diretto da Paul Solet e
co-prodotto tra Stati Uniti e Bulgaria. Il film, ambientato quasi
interamente in un unico ambiente, si configura come un racconto
adrenalinisco sullo stile di titoli come il cult Le iene,
ma presenta al suo interno una serie di dinamiche che lo rendono
non solo coinvolgente da vedere, ma anche capace di attivare una
serie di riflessioni.
Oltre a riflettere sui concetti di
bene e male e su come questi definiscano o meno le creature
viventi, il film è anche un aperto atto di denuncia verso la
crudeltà contro gli animali, qui rappresentata dalle lotte
clandestine tra cani. Situazioni brutali che finiscono per far
passare il messaggio che certe specie siano cattive di natura,
quando invece sono proprio eventi come questi che influenzano il
comportamento e il carattere. Bullet Head, di cui parte
degli incassi è stata devoluta alle associazioni che contrastano
chi organizza tali lotte, ricorda dunque scena dopo scena di come è
solo il male a generare altro male.
Si tratta inoltre di un’opera poco
nota ma che merita di essere riscoperta. Questa può infatti essere
vista e apprezzata su più livelli, tanto come una forte critica
sociale quanto come un teso thriller che non annoia e intrattiene
per tutti i suoi novanta minuti di durata. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Bullet Head: la trama del film
Protagonisti del film sono tre
criminali, Stacy, Gace e
Walker, i quali dopo una rapina finita male si
ritrovano a dover sfuggire dalla polizia che li insegue. In cerca
di un luogo dove potersi nascondere temporaneamente, si ritrovano
ad entrare in un magazzino in disuso. Qui, tuttavia, si
ritroveranno bloccati senza possibilità di uscita. Per loro
fortuna, riescono a risalire al proprietario del locale e
contattandolo gli chiedono di venirli a tirare fuori. L’uomo, però,
non potrà essere lì prima del giorno successivo. I tre criminali si
trovano dunque a dover spendere la notte in quel luogo lugubre,
inconsapevoli dei pericoli che corrono.
Perlustrando la zona, infatti, i tre
si imbattono ben presto in un pericoloso cane da combattimento a
piede libero. L’animale, incattivito dalle violenze subite dagli
umani, ha sviluppato un profondo odio verso di questi, che
considera ora tutti suoi nemici. Stacy, Gage e Walker, si
troveranno allora a dover fuggire attraverso i vari piani
dell’edificio per scampare alla sete di sangue del pericoloso
pittbull assassino, nel tentativo di sopravvivere fino al giorno
successivo. L’arrivo di Blue, il misterioso
organizzatore degli incontri clandestini e proprietario del cane,
però non farà che rendere il tutto più complesso.
Bullet Head: il cast e il cane del film
Nel ruolo del protagonista, il
criminale Stacy, vi è l’attore premio Oscar Adrien Brody,
celebre per film come Il pianista e King Kong.
John Malkovich
interpreta invece Walker, mentre Rory Culkin
(fratello minore del più celebre Macaulay Culkin,
l’attore di Mamma ho perso l’aereo) è infine il terzo
criminale del gruppo, Gace. Alexandra Dinu,
attrice nota in Italia per aver recitato in diverse fiction di
successo come Provaci ancora prof!, Distretto di polizia,
Carabinieri e Capri, è invece qui presente nel ruolo
di Grace, l’ex fidanzata di Stacy. In ultimo, compare anche il
celebre attore spagnolo Antonio
Banderas nel ruolo di Blue, il proprietario del cane
protagonista del film.
Per interpretare il cane presente
nel film, sono stati usati tre diversi cani della razza dogo
canario. Curly, Ademar e
Han Solo, questi i loro nomi, avevano ciascuno un
compito diverso a seconda delle scene. Nel film appare anche un
cucciolo della stessa razza. Alla fine delle riprese è stato
regalato al capo degli stabilimenti cinematografici bulgari, dove
il film è stato girato in gran parte. Al cucciolo è stato dato il
nome di De Niro, ovvio riferimento al celebre
attore. Il regista, inoltre, ha chiesto che nei titoli di coda i
nomi degli animali venissero elencati prima di quelli degli attori
umani.
Bullet Head: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Bullet
Head è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes e
Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di lunedì 29agosto
alle ore 21:20 sul canale Rai
4.
Warner Bros Italia
ha diffuso il trailer de L’Immensità,
nuovo film di Emanuele Crialese con Penélope Cruz
che verrà presentato in concorso alla 79. Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica di Venezia e dal 15 SETTEMBRE AL CINEMA.
L’Immensità è
un film diretto da Emanuele Crialese, soggetto
Emanuele Crialese, sceneggiatura Emanuele
Crialese, Francesca Manieri,
Vittorio Moroni, fotografia Gergely
Pohárnok, montaggio Clelio Benevento,
aiuto regia Ciro Scognamiglio, musiche
Rauelsson, scenografia Dimitri
Capuani, arredamento Alessia Anfuso,
costumi Massimo Cantini Parrini, casting
Chiara Polizzi, Davide Zurolo,
fonico Pierre-Yves Lavoué, production supervisor
Saverio Guarascio, Mandella
Quilici, colorist Red.
Prodotto da Mario
Gianani e Lorenzo Gangarossa, coprodotto
da Dimitri Rassam, Ardavan
Safaee, produttore esecutivo Olivia
Sleiter, organizzatore generale Erik
Paoletti.Una produzione Wildside (una società del
gruppo Fremantle), Warner Bros. Entertainment
Italia, Chapter 2,
Pathé, France 3 Cinema, con la
partecipazione di Canal+,
Ciné+, France Televisions.
Distribuzione italiana Warner Bros. Pictures.
Vendite internazionali Pathé
Roma, anni 70: un mondo sospeso tra
quartieri in costruzione e varietà ancora in bianco e nero,
conquiste sociali e modelli di famiglia ormai superati. Clara e
Felice si sono appena trasferiti in un nuovo appartamento. Il loro
matrimonio è finito: non si amano più, ma non riescono a lasciarsi.
A tenerli uniti, soltanto i figli su cui Clara riversa tutto il suo
desiderio di libertà.
Adriana, la più grande, ha appena
compiuto 12 anni ed è la testimone attentissima degli stati d’animo
di Clara e delle tensioni crescenti tra i genitori. Adriana rifiuta
il suo nome, la sua identità, vuole convincere tutti di essere un
maschio e questa sua ostinazione porta il già fragile equilibrio
familiare ad un punto di rottura. Mentre i bambini aspettano un
segno che li guidi, che sia una voce dall’alto o una canzone in tv,
intorno e dentro di loro tutto cambia.
Il commento del regista
Come tutti i miei lavori,
anche L’immensità è prima di tutto un film sulla famiglia:
sull’innocenza dei figli, e sulla loro relazione con una madre che
poteva prendere vita solo nell’incontro, artistico e umano, con
Penélope Cruz, la sua sensibilità, la sua straordinaria capacità di
interazione con tre giovanissimi non attori. Luana, Patrizio e
Maria Chiara sono rimasti bambini sempre e, come tali, sempre
intensamente e immensamente veri.Emanuele
Crialese
Il film esplora
l’intricata e avventurosa esistenza di Michelangelo Merisi, in arte
Caravaggio, già una popstar al suo tempo, raccontato nelle sue
profonde contraddizioni e nelle oscurità del suo impenetrabile
tormento. Ribelle e inquieto, devoto e scandaloso, indipendente e
trasgressivo, il Caravaggio che Placido mette in scena è un artista
maledetto dal talento assoluto, ma soprattutto una rockstar ante
litteram, un rebel without a cause costretto ad affrontare gli
inquietanti risvolti di una vita spericolata – con le sue donne e i
suoi demoni – in cui genio e sregolatezza convivono per regalarci
un personaggio fuori dal tempo e un’icona affascinante e
universale.
Le Giornate degli Autori spiegano
le vele della 19ª edizione. Trentadue film per raccontare il mondo
di oggi, conversazioni e confronti tra pubblico e ospiti
suggeriranno la società e la creatività di domani. Un’edizione
all’insegna dell’impegno politico e sociale, che elogia la
coesione per arrivare ad un obiettivo, le alleanze tra persone per
la crescita mutua, l’emancipazione attraverso l’unione in una
ritrovata idea di comunità. Succede nelle trame dei film, come
nelle sinergie di un programma pieno di co-regie, alleanza per
eccellenza nella nascita delle storie per il cinema. Sono ben
sei: The last
queen, Stonewalling, Las
leonas, Se fate i
bravi, Siamo qui per
provare, Un nemico
invisibile.
Succede con un tradizionale alleato delle Giornate: il
Premio BookCiak, Azione! che vede
protagonista l’attivista, operatrice umanitaria e
giornalista Cecilia Strada, una donna che
dell’impegno ha fatto la sua bandiera. Ad allargare gli
orizzonti la programmazione online su MYmovies,
streaming partner delle Giornate, e il legame
con Laguna Sud – il cinema fuori dal palazzo,
l’appuntamento di fine estate sull’altra sponda della laguna veneta
che presenta al Lido un corto, risultato del laboratorio di
cinema del reale A piedi sull’acqua.
Dopo il regista Daniele Vicari, il cantautore Mannarino e il
fumettista Zerocalcare nelle scorse edizioni, la presidenza
della giuria del premio Bookciak, Azione!
2022 – ideato e diretto da Gabriella
Gallozzi, è affidata a Cecilia
Strada. Insieme a lei ci sono i giurati
permanenti Wilma Labate, Teresa
Marchesi e Gianluca Arcopinto. A loro quattro il
compito annunciare i bookciak vincitori: corti di massimo
tre minuti ispirati a romanzi, racconti e graphic novel che saranno
premiati al Lido di Venezia il 30 agosto alle 20.30 presso la Casa
degli Autori, evento di pre-apertura delle Giornate degli
Autori, in collaborazione
con SNGCI e Spi-CGIL.
I corti vincitori andranno in tour tutto l’anno
attraverso un circuito di festival italiani ed internazionali,
dal Premio Solinas alla Festa di Cinema del Reale, passando
per il Pesaro Film Festival e per la rassegna letteraria
Festival Vo-Vf Traduire le monde di Parigi e molti altri.
Oltre che nelle tradizionali sale del Lido, molti dei film delle
Giornate saranno visibili da tutta Italia grazie alla rinnovata
collaborazione con la sala virtuale
di MYmovies. Una partnership che – proprio
con lo spirito sinergico che le Giornate vogliono trasmettere
– darà la possibilità a tutti gli spettatori
di fruire parte della programmazione da tutto il territorio
nazionale. Dirty Difficult
Dangerous, Alone, Casa
Susanna, Il paese delle persone integre, Pablo di
Neanderthal, Siamo qui per provare, Spaccaossa, Le favolose, Un
nemico invisibile, Se fate i bravi i titoli che saranno
disponibili online per 72 ore su abbonamento
su Mymovies.it
Dall’altra parte della laguna si è invece appena conclusa la
rassegna ideata e diretta da Andrea
Segre e Giorgio
Gosetti: Laguna Sud – Il cinema fuori dal
palazzo che per l’ottava edizione ha portato il meglio
del cinema indipendente a Chioggia, con uno straordinario successo
di pubblico. Realizzato con il contributo della Regione del
Veneto, in collaborazione con ZaLab, Giornate degli
Autori, Comune di Chioggia, Pro Loco Chioggia
Sottomarina, Fondazione Clodiense, Laguna Sud ha ancora una
volta sostenuto la creatività di giovani autori grazie
alla Residenza Artistica 2022 – A piedi
sull’Acqua da cui arriva alle Giornate il corto
vincitore Nettuno di Giulio
Gobbetti, storia della giovane erede di una famiglia di
albergatori di Sottomarina di Chioggia, arrivato in finale
con Amo’ di Attilio Tamburini,
che racconta le vicende di Amos, venditore del mercato ittico del
mercato di Chioggia. Il corto Nettuno, selezionato da
una giuria popolare tra quelli realizzati nel corso del
laboratorio, sarà proiettato alle Giornate degli Autori il 9
Settembre alle 21.30 in Sala Laguna.
ATTENZIONE: L’articolo contiene spoiler
del secondo episodio di House of the
Dragon
Con il secondo
episodio, House
of the Dragonsi immerge ancora di più dentro il
mondo de Il trono di Spade. Se il primo
capitolo è servito a collocare il prequel sulla timeline,
il secondo inizia ad approfondire la storia di alcuni personaggi
particolarmente rilevanti. Per fare ciò, la serie non può
prescindere dal mondo di
Game Of Thrones. In un universo così ampio come
quello di House of the
Dragon è facile inserire Easter egg ed
elementi già noti ai fan. Che si tratti di draghi, della storia di
Casa
Targaryen, o più in generale del Continente
Occidentale, scopriamo tutte le reference di questo
secondo episodio.
La morte del mitico Ser Ryam
Redwyne
L’episodio
2 di
House of the Dragon si apre con la morte del
Lord Comandante della Guardia Reale, ser Ryam
Redwyne. Nelle Cronache del ghiaccio e del
fuoco il personaggio viene citato più volte. Da
bambino, Jon Snow fingeva di essere Ryam.
Inoltre, Bran sogna di essere un cavaliere come lui e
personaggi come Jaime Lannister a Varys parlano
di Ryam come di un cavaliere esemplare.
Le Silent Sisters si occupano del corpo di
Ryam
Nella serie, viene detto
che le Silent Sisters stanno preparando il corpo di
ser Ryam per il suo funerale. Le Silent Sisters
si vedono più volte in Game of Thrones. Sono un ordine
legato alla Fede dei Sette, e sono addette alla
medicazione dei cadaveri. Si sono occupate del corpo di Jon
Arryn e hanno sorvegliato quello di Joffrey Baratheon
dopo la sua morte.
Le Stepstones
Nel secondo episodio di
House of the Dragon si scatena una guerra
nelle Stepstones in cui Daemon Targaryen e
Corlys Velaryon si alleano contro Crab
Feeder. Le Stepstones non sono importanti solo
per Corlys, ma per la storia di tutto il Continente
Occidentale. Stando al mito, un tempo il Continente
Occidentale e il Continente Orientale erano
uniti da un ponte di terra, il braccio di Dorne.
Il braccio di Dorne è
servito ai primi uomini per la loro invasione. Si narra che in
seguito i bambini della foresta hanno usato la magia per rompere il
ponte, lasciando soltanto delle piccole isole di terra, le
Stepstones appunto.
Le città libere di Game of Thrones
tornano in House of the Dragon
In House of the
Dragon, il potere e la ricchezza delle città libere
sono una minaccia per Re Viserys. Le città libere
del Continente Orientale sono ben note ai fan de
Il trono di Spade e includono: Braavos,
Lorath, Lys, Myr, Norvos,
Pentos, Qohor, Tyrosh, e
Volantis. Tre di queste città si possono vedere in
Game of Thrones. Pentos appare già dal
primo episodio ma Braavos è forse quella più
importante e più citata. Inoltre, nella quinta
stagioneVarys e Tyrion
Lannister visitano Volantis.
Altre casate di Game of Thrones
in House of the Dragon
In House of the
Dragon, un ”Ser Mallister” viene citato tra i cavalieri
che vogliono un posto nella Guardia Reale. Casa
Mallister è già stata menzionata un paio di volte in Game
of Thrones. Si tratta di una casa delle
Riverlands fedele ai Tullys. Nella serie
originale è apparso il cadavere di ser Jaremy
Mallister, ucciso con altri prigionieri a Harrenthal
da Gregor Clegane. Inoltre, spesso ne Il Trono di
Spade si parla di Seagard, la sede di
Casa Mallister.
In House of the
Dragon viene anche fatta menzione di Casa
Dondarrion, che è in Game of Thrones è rappresentata da
Beric Dondarrion. Nella scena delle selezioni per la
Guardia Reale si vedono anche altre casata: i
Tarly, i Corbray e un sigillo che potrebbe
appartenere ai Marbrand o ai Rowan (entrambe le
famiglie svolgono un ruolo essenziale nella Danza dei Draghi).
Casa Crakehall e la battuta di Tyrion
Lannister
Quando
Rhaenyra e Otto Hightower discutono
sulla scelta di ser CristonCole, viene
detto che i Mallister e i Crakehall sono
alleati chiave della corona. Nella scena, si può vedere
nell’estremo lato destra della stanza un simbolo che allude al
sigillo di casa Crakehall (nella storia originale il
sigillo è un cinghiale bianco e nero su sfondo marrone, ma potrebbe
essere stato cambiato per House of the
Dragon).
In Game of Thrones non ci
sono troppi riferimenti a Casa Crakehall, ma c’è una
celebre battuta di Tyrion Lannister sul capo della casa
dell’epoca, Lord Desmond Crakehall. Tyrion
dice: “Chiunque si chiami Desmond Crakehall deve
essere un pervertito.”
Le Paludi Dorniane prima dei Sette
Regni
Ser Criston Cole
dice in House of the Dragon di aver
combattuto per un anno nelle Paludi Dorniane,
un’area di terra tra Dorne, le Stormlands e
Reach. Sappiamo da Il trono di
Spade che Dorne non è mai stata conquistata
da Aegon. Inoltre, nella linea temporale del prequel
mancano i Sette Regni del Continente
Occidentale. Detto ciò, le Paludi Dorniane possono
facilmente essere usate come campi di battaglia.
I maghi del sangue
La menzione dei “maghi del
sangue” in House of the Dragon è una
Easter egg che fa riferimento a Daenerys
Targaryen. I maghi di sangue di Valyria sono
incredibilmente potenti e praticano le forme più oscure di
stregoneria. Gran parte di loro si estingue con il Disastro di
Valyria, eppure, la magia del sangue rimane una pratica
diffusa. Ad esempio, Mirri Maz Duur – il
responsabile della morte del figlio di Daenerys e dello
stato vegetativo di Khal Drogo – sfrutta a suo vantaggio
le conoscenze apprese da un mago del sangue.
1000 draghi a Valyria
Nel secondo episodio
di House of the Dragon, il re
Viserys dice che, all’apice del suo potere, la Libera
Fortezzadi Valyria poteva ospitare fino a 1.000
draghi. Questa è un’affermazione sorprendente, dato che in
House of the Dragon appariranno in tutto 17
draghi e che Aegon ne ha usati soltanto tre per
conquistare il Continente Occidentale. Eppure,
l’affermazione è plausibile. Al tempo c’erano 40 case nobiliari, la
maggior parte delle quali era proprietaria di draghi. Inoltre,
sembra che durante le Rhoynish Wars i
Valyriani abbiano inviato circa 300 draghi. Facendo un
rapido calcolo, i conti tornano.
Vhagar è l’ultimo drago della
conquista di Aegon
Un Easter egg del
secondo episodio di House of the Dragon allude ad
un drago che vedremo prossimamente nello show:
Vhagar. Insieme a Balerion il Terrore Nero e a
Meraxes, Vhagar è uno dei tre draghi usati dai
Targaryen durante la conquista di Aegon. In
particolare, Vhagar era cavalcato da
Visenya.
Ai tempi dello show,
Vhagar è l’ultimo sopravvissuto di quel trio ed è il
più grande drago rimasto nel Continente Occidentale.
In House of the
Dragon si usano gli stessi metodi di GOT
Le cose tra Re
Viserys e Daemon Targaryen hanno raggiunto
il punto di rottura, ma Viserys non sa come
comportarsi. Tra le opzioni impossibili, c’è la possibilità di
mandare Daemon alla Barriera o di
mettere la sua testa su un picco. Entrambi i metodi sono stati già
usati in Game of Thrones: Jon Snow e tanti altri
personaggi sono stati mandati alla Barriera e, per
quanto riguarda le teste sui picchi, non possiamo dimenticare
le sorti di Ned Stark.
Dreamfyre e Daenerys
Targaryen
L’uovo di drago che nel secondo
episodio di House of the Dragon causa il
conflitto tra Daemon e Rhaenyra appartiene a
Dreamfyre. Il personaggio è importante sia per
gli eventi passati che per quelli futuri. In precedenza,
Dreamfyre apparteneva a Rhanea Targaryen,
nipote di
Aegon il Conquistatore. Inoltre, all’inizio di
Game of Thrones viene detto che Elissa
Farman ha rubato tre uova di Dreamfyre per
darle a Daenerys. I collegamenti sono vari e confusi
ma una cosa è certa: Dreamfyre svolge un ruolo importante
nella storia di House of the Dragon.
House of the Dragon ritorna
a Roccia del Drago
Il secondo episodio di
House of the Dragon riporta gli spettatori a
Roccia del Drago. L’ultima volta che si è visto il luogo è
stato nella stagione 8 di Game of Thrones,
quando Daenerys ha deciso di attaccare
Approdo del Re. Inoltre, l’ambientazione della lunga
passerella che guida al castello ricorda quella
della stagione
7dove Jon Snow ha incontrato
Tyrion Lannister prima di avere udienza con
Daenerys. Sicuramente, facendo un balzo nel passato, in
House of the Dragon potremo vedere Roccia
del Drago al tempo del suo splendore.
Otto paragona Daemon a Cersei
Nell’episodio 2 di
House of the Dragon c’è un Easter egg che
allude ad una celebre frase detta da Cersei Lannister
in
Game Of Thrones, Nella stagione 6,
Cersei dice al Credo Militante che lei
“sceglie la violenza.” Otto Hightower
afferma qualcosa di simile, ma cambia intonazione. Allarmato
da Daemon, dice che quest’ultimo “sceglierebbe
la violenza.” Da questa frase si deduce che Daemon è uno
dei personaggi più complicati e potenti di House of the
Dragon.
Corlys & Daemon Are The Realm’s
“Second Sons” (Like Stannis)
Corlys dice a
Daemon che loro sono “i secondi figli del regno”. La frase
crea un paio di connessioni con Game Of Thrones. “Second Sons”, oltre ad essere
il nome della compagnia guidata da Daario Naharis, è il
titolo dell’episodio
8 della terza stagione di Game of Thrones. In esso, Tyrion
Lannister (un secondogenito) sposa Sansa Stark. Le
parole di Corlys ricordano anche un altro secondo
figlio, Stannis Baratheon: come Daemon,
anche Stannis era fratello di un re e, se il
riferimento è premonitore, la storia di Daemon non
finirà bene.
Per il quinto anno consecutivo,
Campari – in qualità di Main Sponsor –
torna protagonista della
79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di
Venezia, con una serie di eventi esclusivi in
programma per tutta la durata della kermesse, dal
31 agosto al 10 settembre. Due le spettacolari location
che prenderanno vita e attorno alle quali ruoteranno le iniziative
organizzate dal brand simbolo dell’aperitivo italiano per
eccellenza, dove gli appuntamenti si susseguiranno tra
Passione e Creatività, elementi
imprescindibili per la realizzazione di un’opera e fil
rouge nel dialogo tra i volti ormai affermati del Grande
Schermo e i giovani talenti emergenti.
Uno dei due luoghi sarà la
Campari Lounge– situatapresso la
Terrazza Biennale, proprio di fronte al Palazzo del Casinò –,
icona di avanguardia e continua ricerca tecnologica, che si
trasformerà in un vero e proprio palcoscenico per l’occasione, dove
gli ospiti Campari si cimenteranno in una serie di performance, con
appassionanti monologhi accomunati da un protagonista fondamentale:
la Passione. Qui, venerdì 2
settembre, aprirà la scena l’attrice Rocío Muñoz
Morales, madrina di questa edizione della Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica – La Biennale di Venezia.
Le esibizioni proseguiranno
sabato 3 settembre con il noto volto del panorama
cinematografico italiano Claudio Santamaria, che, insieme alla moglie
Francesca Barra, giornalista, scrittrice e
conduttrice, incontrerà all’interno della Campari Lounge venti
giovanissimi talenti del Grande Schermo, parte del progetto
DO di Mymovies. Seguiranno le performance dei
giovani attori Giancarlo Commare e Benedetta Porcaroli, rispettivamente
domenica 4 e lunedì 5, e infine
Federica Sabatini, che venerdì 9 settembre
accompagnerà gli ospiti nella chiusura del sipario. Come ogni anno,
la Campari Lounge ospiterà anche gli incontri con i protagonisti di
Orizzonti, il concorso internazionale di Biennale Cinema 2022
dedicato ai film rappresentativi di nuove tendenze estetiche ed
espressive.
Inoltre, il 6 e
l’8 settembre, tornerà a grande richiesta
l’emozionante Campari Boat-In Cinema, quest’anno
in uno spazio completamente rinnovato. Qui, all’interno della
suggestiva cornice dell’Arsenale di Venezia, gli ospiti potranno
godere di spettacolari performance e contenuti esclusivi,
all’interno di vere e proprie lounge che affiorano dall’acqua della
laguna, la cui forma richiama quella dei bicchieri del famoso
aperitivo Campari. A fare da padrone di casa e presentatore
ufficiale delle due serate sarà Nicolò De
Devitiis, conduttore televisivo e Iena.
Martedì 6
settembre salirà sul palco del Campari Boat-In Cinema
l’affermato e poliedrico attore Stefano Accorsi, che si esibirà in un
monologo, dove la Passione sarà ancora una volta al centro della
scena. A seguire, il maxischermo allestito sulla banchina
dell’Arsenale ospiterà la proiezione di Amanda,
pellicola diretta da Carolina Cavalli, con un cast
composto, tra gli altri, da Benedetta Porcaroli e Galatéa
Bellugi.
Si proseguirà anche giovedì
8 settembre, con la presentazione dei cortometraggi
realizzati dai talentuosi ragazzi del Centro Sperimentale
di Cinematografia. Una serie composta da sei brevi episodi
creati nell’ambito di Campari Lab, il progetto
volto a scoprire, valorizzare e formare i nuovi talenti in tutte le
professioni che contribuiscono ad alimentare l’arte
cinematografica. Per l’occasione, insieme ai ragazzi, salirà sul
palco anche l’attrice Federica Sabatini, nel ruolo
di madrina del progetto e mentore.
Infine, come consuetudine,
lunedì 5 settembre – presso il Palazzo del Cinema
– verrà assegnato il Campari Passion for
FilmAward, premio nato
dalla collaborazione tra Campari e la Direzione Artistica della
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, con l’obiettivo di
valorizzare il prezioso lavoro delle figure che, accanto al
regista, contribuiscono alla realizzazione del progetto artistico
rappresentato da ciascuna opera cinematografica. Vincitrice di
questa edizione è la costumista statunitense Arianne
Phillips, artista visionaria e all’avanguardia che, con il
suo gusto unico, unito al talento e alla passione, ha arricchito
tanto il mondo del cinema, quanto quello della moda e della
musica.
Mancano solo pochi giorni alla
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia e il programma ufficiale della 79ª
edizione si preannuncia ricchissimo. In totale saranno 23
i film in gara per aggiudicarsi il Leone d’Oro, che comprendono
alcuni dei più grandi nomi dell’industria hollywoodiana: da
Timothée Chalamet, protagonista di
Bones and
All, a Hugh Jackman in The
Son, da Cate Blanchett che reciterà in Tár ad
Ana de Armas nei panni di Marilyn
Monroe in Blonde,
passando per il fuori concorso con Don’t
Worry Darling di Olivia Wilde, diamo
uno sguardo approfondito ad alcuni dei film più attesi presentati
quest’anno alla Mostra del Cinema di Venezia.
Blonde
Scritto e diretto da
Andrew Dominick, che ha diretto
L’assassinio di Jesse James da parte del codardo Robert
Ford e Killing Them Softly, Blonde
– uno dei film più attesi a Venezia 79 – vedrà
Ana de Armas interpretare la diva delle dive:
Marilyn Monroe. Tratto dal romanzo di successo di
Joyce Carol Oates, Blonde
ripercorre audacemente la vita di una delle icone intramontabili di
Hollywood, Marilyn Monroe. Dalla sua infanzia
precaria come Norma Jeane, fino alla sua ascesa alla fama e agli
intrecci sentimentali, Blonde confonde i confini
tra realtà e finzione per esplorare la crescente divisione tra il
suo io pubblico e quello privato.
“Marilyn Monroe una volta
disse: “Quando si è famosi, ci si imbatte sempre nell’inconscio
delle persone”. Come si pone una bambina indesiderata di fronte
all’essere diventata la donna più desiderata del mondo? Deve
dividersi a metà? Proporre un’immagine sfolgorante al mondo,
mentre l’io indesiderato soffoca all’interno. E non è forse il
cinema stesso una macchina del desiderio? L’abbiamo in qualche modo
uccisa noi stessi con il nostro sguardo?“, ecco una prima
riflessione sul film proposta da Andrew
Dominick.
Bones and All
Dopo l’acclamato Chiamami col tuo nome del 2017, Timothée Chalamet si unisce nuovamente al
regista Luca Guadagnino in Bones and
All, film tratto dall’omonimo romanzo di
Camille DeAngelis e in concorso a Venezia
79. La storia di questo coming-of-age è incentrata su
due giovani, Lee e Maren,
interpretati rispettivamente da Chalamet e
Taylor Russell, che si innamorano e viaggiano per
il paese, mentre vivono ai margini della società come
cannibali.
“Mi piace pensare che Bones and
All sia un film estremamente romantico, che affronta il
romanticismo che c’è in noi e nelle relazioni in generale. […]
Certo, c’è l’aspetto letterale di un film sugli amanti cannibali,
che è estremo sotto molti aspetti, ma credo che in realtà ancora
più estrema nel film sia l’intensità dei sentimenti che queste
persone attraversano – l’impossibilità dell’amore“, ha
affermato Guadagnino.
The Whale
Darren
Aronofsky affronta il tema dell’obesità patologica in
The
Whale, basato sull’opera teatrale di Samuel D.
Hunter. Il film sarà interpretato da Brendan Fraser,
Sadie Sink e Samantha Morton. La
storia segue la vita di un insegnante di inglese (Fraser) che
soffre di una grave obesità e che cerca di riallacciare i rapporti
con la figlia, interpretata da
Sadie Sink.
In un’intervista rilasciata a
Unilad, Fraser ha dichiarato: “Questo film è
sicuramente molto lontano da qualsiasi cosa io abbia mai fatto, ma
per non essere timido, so che lascerà un segno duraturo“.
White Noise
Adattamento dell’omonimo
romanzo di Don DeLillo, White
Noise è diretto da Noah Baumbach e avrà come
protagonisti Adam Driver e Greta
Gerwig. White Noise, che sarà il film di apertura di
Venezia 79, racconta la vita di una famiglia americana alle prese
con i conflitti della vita quotidiana e crisi esistenziali. Driver
è un professore di studi hitleriani nel Midwest, la cui vita viene
stravolta dopo che un incidente porta a un “evento tossico
aereo”.
“Ho letto il romanzo di Don
DeLillo all’università, alla fine degli anni Ottanta e mi è
sembrato come se fosse adesso, o meglio, l’adesso di allora. Il
libro cattura perfettamente l’assurdità, l’orrore e la follia
dell’America di quel periodo. L’ho riletto nei primi mesi del 2020
e mi è sembrato come se fosse adesso. Ma l’adesso di oggi. Poche
settimane dopo, il mondo si è chiuso. Ho deciso di adattare il
libro perché volevo fare un film che fosse folle come il mondo mi
appariva. Non è solo il ritratto di un Paese, è anche la storia
di una famiglia, del caos che cerca di nascondere, dei disastri da
cui vengono travolti, del modo in cui fanno squadra e
sopravvivono”, ha dichiarato Noah Baumbach.
Don’t Worry Darling
Don’t
Worry Darling è diretto dalla regista di
BooksmartOlivia Wilde e scritto da
KatieSilberman, Carey
Van Dyke e Shane Van Dyke. Il cast
comprende Florence Pugh, Harry Styles,
Chris Pine, Wilde, Gemma Chan e Nick Kroll. Il
film sarà presentato fuori concorso e si prospetta come un thriller
psicologico altalmente inquietante.
La trama del film è incentrata su
Alice e Jack Chambers (Pugh e
Styles), una giovane coppia felice che vive
nell’apparentemente perfetta città aziendale di Victory negli anni
Cinquanta, creata e pagata dalla misteriosa società per cui Jack
lavora. La curiosità sulla natura del lavoro del marito nel
progetto segreto Victory inizia a consumare Alice e a sollevare
tensioni all’interno della comunità durante le sue indagini sul
progetto.
Bardo, falsa crónica de unas
cuantas verdades
Bardo,
diretto dall’acclamato regista Alejandro G Iñárritu, seguirà la vita di un
famoso giornalista e documentarista messicano che fa ritorno a casa
e si trova a dover affrontare diversi problemi personali, le sue
relazioni e la sua vita passata in Messico. Con Ximena
Lamadrid e Daniel Giménez Cacho
protagonisti, nell’aprile 2022 è stato annunciato che sarà Netflix a distribuire
Bardo.
Bardo sarà il primo film di
Iñárritu dopo The Revenant, per il quale Leonardo
DiCaprio ha vinto il suo primo Oscar e che ha segnato
anche il secondo Oscar del regista alla miglior regia dopo
Birdman.
The Banshees of Inisherin
Il regista e premio Oscar
Martin McDonagh riunisce finalmente agli attori
Colin Farrell e Brendan Gleeson, dopo
In Bruges, uscito nel 2009. La storia segue le
conseguenze di due amici di una vita, Pádraic
(Farrell) e Colm (Gleeson), dopo che quest’ultimo
decide di porre fine alla loro amicizia, senza un’apparente
spiegazione.
Situato nella fittizia isola
irlandese di Inisherin, il film si svolge nel 1923 e
McDonagh promette, ancora una volta, di sfumare i
confini tra commedia e tragedia. Ha dichiarato: “Volevo
raccontare una storia di rottura. Si tratta di cose che peggiorano
inesorabilmente da un punto di partenza semplice e triste […]
Volevo puntare alla bellezza delle immagini e al cinema
introspettivo. Perché se si raffigurasse solo una storia di due
ragazzi che brontolano l’uno contro l’altro, e non ci fosse il tipo
di bellezza finemente ricercata e dalla portata epica, potrebbe
diventare un po’ stancante da seguire“.
Master Gardener
La creatività dello
sceneggiatore e regista Paul Schrader è decisamente senza limiti. Non
solo riceverà il
Leone d’Oro onorario alla Mostra del Cinema di Venezia, ma
presenterà in anteprima fuori concorso il suo nuovo film,
Master Gardener. Narvel Roth
(Joel
Edgerton) è il meticoloso orticoltore di Gracewood
Gardens. La devozione per i terreni della bella e storica dimora è
pari al tentativo di compiacere la sua datrice di lavoro, la ricca
vedova Mrs. Norma Haverhill (Sigourney
Weaver). Quando la donna gli chiede di assumere la sua
capricciosa e inquieta pronipote Maya
(Quintessa Swindel)come apprendista, il caos entra
nella spartana esistenza di Narvel.
“Sono stato fortunato, perché
ho vissuto in una bolla di libertà creativa, ricchezza, tempo
libero, pace e buona salute. Il mio ultimo film si concentra su
Narvel Roth, un uomo solo seduto in una stanza, con una maschera in
volto – che è il suo lavoro di orticoltore – in attesa che accada
qualcosa. E poi qualcosa accade“, commenta
Schrader.
Siccità
Foto di Greta De Lazzaris
Siccità segna il
ritorno di Paolo Virzì al Lido con un film
post-apocalittico condito da un cast all-star:
Monica Bellucci, Sara Serraiocco, Silvio
Orlando, Valerio
Mastandrea, Elena Lietti, Claudia
Pandolfi, Tommaso Ragno, Vinicio
Marchioni, Diego Ribon, Max Tortora, Emanuela Fanelli, Gabriel
Montesi, Beatrice Schiros, Francesca Turrini, Emma
Fasano.
Siccità è
ambientato in una Roma in cui non piove da tre anni e la mancanza
d’acqua stravolge regole e abitudini. Nella città che muore di sete
e di divieti si muove un coro di personaggi, giovani e vecchi,
emarginati e di successo, vittime e approfittatori. Le loro
esistenze sono legate in un unico disegno beffardo e tragico,
mentre cercano ognuno la propria redenzione.
Pearl
Prequel di X- A sexy Horror Story, Pearl
– che sarà presentato fuori concorso a Venezia 79
– ede Mia Goth avventurarsi nell’inquietante
backstory della villain del film di Ti West.
Intrappolata nella fattoria isolata della sua famiglia,
Pearl deve prendersi cura del padre malato sotto
l’occhio amaro e prepotente della madre devota. Desiderosa di una
vita glamour come quella dei film, le ambizioni, le tentazioni e le
repressioni di Pearl si scontrano nella splendida storia delle
origini, ispirata al technicolor, dell’iconica villain di X.
Il commento di Ti
West sul film: “Pearl è la storia di una giovane donna
che desiderava disperatamente una vita diversa. Una vita più simile
a quella che vedeva nei film. Una vita priva di tragedie,
isolamento, repressione e malattie… Una vita appagata da
opportunità illimitate, dallo sfarzo e dal glamour del mondo dello
spettacolo e, soprattutto… l’amore. Questo film è nato durante una
pandemia globale e, mentre torniamo insieme nei cinema, spero che
l’esperienza teatrale comune offra a tutti noi un temporaneo
sollievo dalla follia. Un ritorno a un tempo in cui le percezioni
meravigliose e infantili del mondo potevano ancora essere le
nostre. Per quanto demenziali possano essere“.
Susanna
Nicchiarelli torna al Lido di Venezia con
Chiara, basato sulla vita di Santa Chiara
D’Assisi. Nel cast, Margherita
Mazzucco, Andrea
Carpenzano, Carlotta Natoli,
PaolaTiziana Cruciani,
Flaminia Mancin, Valentino
Campitelli, Paolo Briguglia e con la
partecipazione di Luigi
Lo Cascio. Il film, ambientato ad Assisi nel 1211, ci racconta
la vita di Chiara che, a diciotto anni, una notte
scappa di casa per raggiungere il suo amico
Francesco: da quel momento la sua vita cambia per
sempre. La storia di una santa, la storia di una ragazza e del suo
sogno di libertà.
“La storia di Chiara e
Francesco è entusiasmante. Riscoprire la dimensione politica, oltre
che spirituale, della “radicalità” delle loro vite – la povertà; la
scelta di condurre un’esistenza sempre dalla parte degli ultimi, ai
margini di una società ingiusta; il sogno di una vita di comunità
senza gerarchie e meccanismi di potere – significa riflettere
sull’impatto che il francescanesimo ha avuto sul pensiero laico,
interrogandosi con rispetto sul mistero della trascendenza. La vita
di Chiara, meno conosciuta di quella di Francesco, ci restituisce
l’energia del rinnovamento, l’entusiasmo contagioso della gioventù,
ma anche la drammaticità che qualunque rivoluzione degna di questo
nome porta con sé“, commenta la regista.
The Son
Lo scrittore e regista
francese Florian Zeller approderà a Venezia 79 con
un secondo adattamento di una sua opera teatrale, The
Son, interpretato da Hugh Jackman, Vanessa Kirby, Laura Dern e Anthony Hopkins,
che segnerà la loro seconda collaborazione insieme dopo il successo
di The Father, per il quale
Hopkins ha vinto un Oscar nel 2021. The
Son segue la vita frenetica di Peter
(Jackman) e Beth
(Kirby) e del loro bambino, che viene sconvolta
dal ricongiungimento con l’ex moglie di Peter,
Kate (Dern), con il loro figlio
adolescente.
“The Son è una storia
profondamente umana che, credo, ci connetterà tutti; spero che il
pubblico sarà profondamente commosso dal viaggio di questa
famiglia. Sia Hugh che Laura trasmettono naturalmente grande
calore, compassione e vulnerabilità… invitando il nostro pubblico
ad abbracciare e vivere ogni momento”. La storia è ambientata in
una New York vibrante e molto viva, una città che è un personaggio
importante nel film. The Son dovrebbe indurci a chiamare la
famiglia e gli amici per dire loro che li amiamo e che non sono
soli“, ha commentato Zeller.
Dead for a Dollar
Lo scrittore e regista
Walter Hill (Streets of Fire) , presenterà fuori
concorso a Venezia 79 Dead for a Dollar, con cast
stellare che include Christoph Waltz, Willem Dafoe e Rachel
Brosnahan (tutti confermati alla Mostra del Cinema di
Venezia del 2022). Il film è un western e racconta la storia
di un famoso cacciatore di taglie che si imbatte nel suo nemico
giurato, un giocatore d’azzardo professionista e fuorilegge che
aveva mandato in prigione anni prima.
“Dead For A
Dollar è un racconto schietto e semplice, che prova però
a dare valore a molti elementi del western tradizionale: la
nobiltà primitiva, i combattimenti come prove d’onore, la
nostalgia del passato e l’antica, dura legge del coraggio. Allo
stesso tempo, è un tentativo di parlare di razzismo e di questioni
di genere, problemi contro cui lottiamo oggi. Scrivere e dirigere
il film è stato un colpo di fortuna. Ottenere i finanziamenti, un
miracolo. Lavorare con un simile cast, pura gioia“, ha
raccontato Walter Hill.
Tár
Tár
segna il grande ritorno al cinema del regista Todd
Field, a 15 anni dal suo ultimo film, Little
Children. Nella pellicola, Cate Blanchett interpreterà Lydia
Tár, personaggio fittizio considerata una delle migliori
compositrici nonché prima donna direttrice di una rinomata
orchestra tedesca. Cate Blanchett ha spiegato in
un’intervista a The Film Comment Podcast: “Tár tratta di una
sorta di caduta dalla grazia, di un momento di ritorno a Dio, del
processo creativo e del potere, quindi è davvero
interessante“.
Riget Exodus – Lars Von Trier
Menzione d’onore e aggiunta
attesissima a Venezia 79 per Riget Exodus, che segna il ritorno
dello sceneggiatore e regista Lars Von Trier al
Lido dopo Nymphomaniac, questa volta concludendo la sua
serie The Kingdom con una stagione finale. Questa
stagione è incentrata su una sonnambula che è fortemente
influenzata dalle ombre che si nascondono nel Regno del titolo, che
cerca nel frattempo di rispondere alle sue domande irrisolte per
salvare l’ospedale dalla rovina. La porta del Regno si sta aprendo
ancora una volta e noi siamo in attesa di questa autentica
rivelazione.
L’Hollywood
Reporterha rivelato che il regista Matt
Shakman non dirigerà più Star Trek
4 per la Paramount
Pictures. Venerdì è
stata diffusa la notizia che il regista
di WandaVisionè
in trattative per prendere in carico i Fantastici
Quattroper i Marvel Studios e, visto che il film uscirà
meno di un anno dopo il prossimo filmdi Star
Trek,questa notizia non è poi così inaspettata.
Star Trek
4 rimane una priorità per lo studio,
ma sembra che la prospettiva di riportare la Prima Famiglia della
Marvel sul grande schermo fosse più
allettante per Matt Shakman piuttosto
che lavorare con l’equipaggio dell’Enterprise!
“Matt Shakman è un regista incredibilmente talentuoso
e ci dispiace che i tempi non siano stati allineati per lui per
dirigere il nostro prossimo film di Star
Trek”, ha detto la Paramount
Pictures in una nota. “Siamo grati per i
suoi numerosi contributi, siamo entusiasti della visione creativa
di questo prossimo capitolo e non vediamo l’ora di portarlo al
pubblico di tutto il mondo”.
Il prossimo film di Star Trek
Star Trek
4 è rimasto intrappolato nell’inferno dello sviluppo
per anni, facendosi strada attraverso numerosi scrittori e registi.
La Paramount spera ancora di riportare quel cast
di riavvio completo, anche se non è chiaro se anche la star
di Thor:
Love and ThunderChris
Hemsworth farà parte del progetto dopo essere stato
precedentemente in trattative per tornare nei panni del padre di
James T. Kirk.
Quentin
Tarantino e Noah Hawley sono stati
entrambi presi in considerazione per possibili film
di Star Trekprima che lo
studio si impegnasse in una quarta puntata con Shakman al
timone. La versione più recente della
sceneggiatura è di Josh Friedman e Cameron
Squires, che lavorano su una bozza di Lindsey Beer
e Geneva Robertson-Dworet. La ricerca di un nuovo
regista è già iniziata, anche se non è chiaro se Star Trek
4 sarà in grado di rispettare la
data di uscita prevista per il 22 dicembre 2023. A meno che lo
studio non si muova velocemente, immaginiamo che questa data è
destinata a cambiare.
Prime Video USA ha diffuso il primo
trailer dell’annunciato film Amazon Studios, My Best
Friend’s Exorcism, l’horror comedy che arriverà in
esclusiva su Prime
Video sabato 30 settembre. Basata sull’omonimo romanzo
bestseller del 2016 di Grady Hendrix, la commedia horror vede come
protagonisti Elsie Fisher (Texas
Chainsaw Massacre, Eighth Grade) e Amiah
Miller (The Water Man,
War For the Planet of the Apes) nei panni delle
migliori amiche Abby e Gretchen che si trovano con un
problema da “far girare la testa” quando quest’ultimo è posseduto
da una forza demoniaca dopo essere scomparso nel bosco.
“Il film è incentrato su
Abby e Gretchen, che sono migliori amiche, e durante una notte
nella baita dei genitori di un amico, escono a fare una
passeggiata e finiscono in uno strano edificio nel bosco”,
ha rivelato il regista Damon Thomas a EW. “Succede
qualcosa di brutto e Gretchen da quel momento in poi inizia a
comportarsi in modo strano”. Abby viene informata che la
sua amica potrebbe richiedere un esorcismo da parte di un
cristiano evangelico interpretato da Christopher
Lowell di GLOW , e la coppia
inizia a raccogliere gli oggetti benedetti necessari per eseguire
il rituale.
La trama del film
“ L’anno è il 1988. Le studentesse
del secondo anno delle superiori Abby e Gretchen sono migliori
amiche dalla quarta elementare. Ma dopo che una serata di
immersione in magro è andata disastrosamente storta, Gretchen
inizia a comportarsi… in modo diverso. È lunatica. È
irritabile. E bizzarri incidenti continuano a succedere ogni
volta che è nelle vicinanze. L’indagine di Abby la porta ad
alcune scoperte sorprendenti e quando la loro storia raggiunge la
sua terrificante conclusione, il destino di Abby e Gretchen sarà
determinato da un’unica domanda: la loro amicizia è abbastanza
potente da sconfiggere il diavolo?
Quando Christian Bale ha rivelato di aver girato
scene per Thor: Love and
Thunder con Jeff Goldblum (The Grandmaster) e Peter Dinklage (Eitri), i fan hanno
immediatamente iniziato a chiedersi perché i Marvel Studios avrebbero tagliato quelle che
sembravano due enormi interazioni per Gorr the God Butcher. Né The
Grandmaster né Eitri sono stati infine inclusi nel film, anche se
questo ultimo lotto di concept art mostra il primo benvenuto a
Thor, The Mighty Thor e Valkyrie sulla “Luna della
vergogna”. L’ antagonista di Thor:
Ragnarok sembra avere un corpo completamente
robotico e sembra vivere sulla luna incolore dove i nostri eroi
alla fine hanno affrontato Gorr.
È
chiaro che questa non è una semplice scena eliminata e suggerisce
che i Marvel Studios, in effetti, hanno tagliato
un’intera sottotrama che ruota attorno al personaggio. Supponiamo
che il Gran Maestro sia stato brutalmente attaccato da Gorr quando
il cattivo è andato sul sentiero di guerra, salvandosi con un corpo
robotico. Da lì, gli eroi di Thor: Love and
Thunder lo avrebbero poi trovato su quella
luna, probabilmente scoprendo sempre di più sul piano di Gorr in
evoluzione.
Thor: Love and
Thunder alla fine è arrivato con una durata
inferiore alle due ore e ha ricevuto recensioni mediocri. Il
giudizio che andava per la maggiore era che la storia fosse
affrettata e il regista Taika Waititi ha chiarito
che non vorrebbe che queste scene eliminate fossero pubblicate
(probabilmente questo spiega perché non si trovano da nessuna parte
nelle
prossime edizioni Blu-ray annunciata).Dai un’occhiata a questa
nuova concept art di seguito:
Thor: Love and Thunder è il
quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel Studios al
Comic-Con. Il film è uscito il 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor
(Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il
Macellatore di Dei (Christian
Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa
Thompson), Korg (Taika Waititi) e
dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie
Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and Thunder, un
film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Arriva in prima tv
assoluta il film Sky
OriginalBook of Love,
domenica 28 agosto in esclusiva alle 21.15 su Sky Cinema
Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Romance), in streaming solo
su NOW e disponibile on demand (anche in qualità 4K). Una
divertente commedia romantica diretta da Analeine Cal y
Mayor, che vede protagonista Sam Claflin accanto a Veronica
Echegui. Nel cast anche Horacio Garcia
Rojas, Antonia Clarke e Melissa
Pino.
La trama di Book of
Love
Henry è uno scrittore in declino.
Il suo ultimo romanzo non ha avuto successo. Quando improvvisamente
il libro diventa un grande successo in Messico, la sua addetta
stampa insiste perché parta per un tour promozionale nel Paese. Ma
quando arriva lì, Henry scopre perché il suo libro ha raggiunto
tanta popolarità: la traduttrice messicana Maria ha trasformato il
suo noioso romanzo in una storia erotica. Mentre tra i due gli
animi si infiammano, le scintille iniziano a volare.
BOOK OF LOVE– Domenica 28
agosto in prima tv assoluta alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in
streaming su N0W e disponibile on demand (anche in qualità
4K).
Le curiosità sul film
Il primo film originale Amazon di Sam
Claflin.
C’è una scena durante i titoli di coda di Maria che appare come
ospite in uno show televisivo dopo aver pubblicato il suo primo
romanzo. È
lì per un’intervista sul suo libro. Henry
e la sua famiglia sono tutti visti guardare dal
backstage.
Spider-Man:
No Way Home torna al cinema con nuove scene inedite
dal 18 al 22 settembre con l’iniziativa Cinema In
Festa. Per la prima volta nella storia cinematografica di
Spider-Man, viene rivelata l’identità del nostro amichevole eroe di
quartiere, ponendo le sue responsabilità da supereroe in conflitto
con la sua vita quotidiana e mettendo a rischio coloro a cui tiene
di più. Quando chiede l’aiuto del Dottor Strange per ripristinare
il suo segreto, l’incantesimo apre uno squarcio nel loro mondo,
liberando i più potenti nemici mai affrontati da uno Spider-Man in
qualsiasi universo. Ora Peter dovrà superare la sua più grande
sfida, che non solo cambierà per sempre il suo futuro, ma anche
quello del Multiverso.
Sylvester Stallone è diventato un supereroe.
In un qualche modo – e per molti fan – ne aveva già conquistato il
titolo con Rocky Balboa. Ma ora, con l’arrivo di
Samaritan su Amazon Prime Video, ha ricevuto dei veri e
proprisuperpoteri. Non sarà il vigilante più appariscente in
circolazione, ma è Sylvester Stallone e, almeno sulla carta, può
fare quello che vuole. Diretto da Julius Avery
(Overlord) da una sceneggiatura di Bragi
F. Schut, il film è disponibile dal 26 agosto sulla
piattaforma streaming.
Samaritan è il sogno di un
bambino
Prodotto da
Metro-Goldwyn-Mayer e Balboa
Productions, Samaritan è sostenuto da un
potente incipit in stile Watchmen. I titoli di
testa animati in stile cartone animato raccontano la storia del
grande eroe della città, dai suoi inizi alla sua inevitabile
conclusione. La traslazione al presente rende ancora più forte
l’impatto dell’erosione umana, economica e sociale che ha colpito
la squallida Granite City. La città è stata quasi
completamente consumata e, ad eccezione di alcuni pazzi che credono
ancora nei miracoli, gli altri abitanti hanno deciso di giocare
secondo le regole di un gioco che ormai non conosce più limiti.
La storia di
Samaritan è raccontata dal punto di vista di
Sam Cleary (Javon Walton),
tredicenne che vive in un quartiere malfamato della città con la
madre e che deve fare i conti con grosse difficoltà economiche e
con un quartiere ormai diventato una zona di guerra, dove la
criminalità e la violenza dilagano. Ma Sam Cleary
ha una speranza, o meglio, un grande sogno. Sogna il giorno in cui
Samaritan, il leggendario supereroe che proteggeva
la città e che è morto 20 anni prima, tornerà a salvare Granite
City. C’è infatti chi crede ancora nella sua esistenza, sperando
che si sia soltanto nascosto temporaneamente e che, un giorno,
riuscirà a disinnescare il seme di brutalità che permea la
città.
“Credo che Samaritan sia ancora
vivo“, annuncia Sam con gli occhi spalancati,
dopo aver scelto un vicino solitario, l’anziano netturbino
Joe Smith di Stallone, come ultimo “sospettato”. La sua
prestanza fisica e l’alone di mistero che ne circonda la figura lo
rendono infatti il perfetto candidato corrispondente all’identikit
che Sam ha tracciato di Samaritan.
Un po’ Joker, un po’
Unbreakable
Quella di Samaritan
è una trama solida, con tratti contemporanei che sottendono gli
strati di sporcizia che ne impregnano la fotografia – molto simile
a quella del Joker di Todd
Phillips curata da Lawrence Sher. La
dinamica adulto-bambino e come questa viene plasmata dalle regole
di un ambiente ostile e in cui nessuno si sente a casa combacia
perfettamente con il topos dell’eroe stanco e abbandonato. Ma tutto
ciò ricorda qualcosa che abbiamo già visto e fa vacillare
l’esperienza visiva di Samaritan, facendoci
chiedere come guarderemmo questo film, con quali occhi, senza
l’ampio bagaglio di cinecomics che ci portiamo dietro da due decenni a
questa parte.
Se ci mettessimo a tracciare la
parentela spirituale più evidente di Samaritan
sarebbe quella con Unbreakable di M. Night
Shyamalan. Ma c’è anche un accenno al suo recente impegno
col franchise di Creed in questa sua interpretazione di un vecchio
supereroe inavvicinabile che aiuta a malincuore un adolescente, per
poi focalizzarsi sull’indagine a ritroso del proprio essere, della
validità delle gesta che ha compiuto e delle conseguenze
derivatene. In questo senso, Samaritan dà
probabilmente il meglio di sé quando il taciturno
Joe e l’impaziente Sam iniziano a
conoscersi gradualmente con tutte le difficoltà del caso: Sam
scatena in men che non si dica il fanboy che è in lui mentre cerca
di convincere “il vecchio” a togliersi una maschera e a reclamarne
un’altra.
L’eroe solo richiamato
all’ordine
La storia di Schut,
unita alle immagini del direttore della fotografia David
Ungaro e alla messa in scena di Julius
Avery – che aveva già collaborato con il regista in
Overlord, sottolinea costantemente lo scenario di
un mondo i cui eroi sono solo un lontano ricordo. In questa città è
sempre buio, pioggia e sporco macchiano le coscienze dei cittadini,
e i personaggi sembrano costantemente intrappolati in questo
incubo. Solo l’eroe, o la fede nel mito a lui associato, può
costituire un barlue di salvezza. Questa non è una premessa
necessariamente innovativa aall’interno del genere, ma è messa in
scena in modo quantomeno affascinante per gli spettatori di
Prime Video.
Come Rocky Balboa,
il mito di Samaritan è la metafora di una comunità
che ha perso la speranza e il cui mondo sta sprofondando nella
disoccupazione, nella criminalità e nella brutalità. Il volto di
Stallone, nascosto sotto il cappuccio,
illustra questa frantumazione e rassegnazione di fronte a un
processo che non può più essere fermato. Non sorprende quindi che
l’interpretazione stoica e taciturna di Stallone sia ciò che, in definitiva, rende
Samaritan degno di essere visto.
Come il recente successo
cinematografico The Batman di Matt Reeves,
Samaritan si interroga su una domanda cruciale: se
i supereroi non impediscano, in ultima analisi, un reale progresso
sociale poiché si servono della violenza per mantenere lo status
quo. Un approccio emozionante che dà alla storia altrimenti
convenzionale di un mentore e del suo protetto nella lotta contro
il male un giro di vite.
Un perfetto film “da piattaforma”, con qualche difetto
L’idea di raccontare una storia di
supereroi dal punto di vista di un ragazzo è la carta vincente di
Samaritan. Sebbene nessuna scena di questo film
d’azione si avvicini mai al valore roboante e spettacolare della
concorrenza Marvel, l’uscita dell’eroe
di Stallone potrebbe ugualmente suscitare
meraviglia nei più giovani. La prospettiva infantile fa sembrare
ogni scazzottata e ogni piccolo segno di superpoteri ancora più
sorprendente. Il regista Julius Avery lascia
abilmente che il suo pubblico guardi attraverso gli occhi di un
adolescente e di come questi percepisca l’eroismo.
Anche se la trama del film soffre
del fatto che i principali colpi di scena siano rapidamente
prevedibili, Samaritan è un film “da piattaforma”
che unisce l’azione vecchia scuola alla commedia e al dramma,
aggiungendovi personaggi che dovrebbero unire diverse generazioni
sul divano di casa. Chiunque voglia far conoscere ai propri figli
l’eroe d’azione della propria giovinezza, sarà ben servito.
Ci sono fenomeni paranormali molto
difficili da spiegare e che pongono in seria crisi le leggi della
razionalità che dovrebbero invece governare il mondo. La maggior
parte di questi fenomeni hanno spesso a che fare con l’aldilà, con
ciò che non è più visibile nel mondo terreno. Proprio su uno di
questi si basa il film White Noise – Non
ascoltate, diretto nel 2005 da Geoffrey
Sax, regista anche di Stormbreaker e Frankie
& Alice, e scritto da Niall Johnson,
sceneggiatore anche del film La famiglia omicidi.
Quello alla base del loro film, in particolare, è
il fenomeno delle voci elettroniche.
Conosciutio anche con il nome di
psicofonia o transcomunicazione
strumentale, questo fenomeno riguarda la manifestazione di
voci di origine apparentemente non umana in registrazioni,
ricezioni o amplificazioni tramite strumentazione elettronica.
Secondo esperti di paranormale, tale fenomeno permetterebbe di
entrare in contatto con i defunti e l’aldilà, permettendo dunque un
dialogo con una dimensione metafisica. Tale fenomeno non ha mai
trovato credito presso la comunità scientifica, ma ha naturalmente
dato vita ad un ampio immaginario di racconti, come quello
raccontato in White Noise – Non ascoltate.
Il film venne accolto in modo molto
negativo dalla critica, ma ottenne invece uno straordinario
successo di pubblico. Ciò ha portato anche alla realizzazione di un
sequel, White Noise: The Light, il quale però non ha
ottenuto lo stesso successo del primo film. Prima di intraprendere
una visione di questo, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
White Noise – Non ascoltate: la trama del film
Protagonista del film è
Jonathan Rivers, un architetto di successo che
conduce una tranquilla vita di successo, diviso tra il lavoro e la
famiglia, composta dalla moglie Anna e dal figlio
Mike. Il suo paradiso in terra viene però
tragicamente sconvolto nel momento in cui l’amata moglie perde la
vita in un drammatico incidente d’auto. Per Jonathan da qui inizio
un profondo periodo di declino e depressione, che lo porta a
perdere interesse per qualunque cosa. Il suo unico desiderio è
quello di poter riavere la sua amata Anna tra le sue braccia. Una
speranza sembra accendersi inaspettatamente quando viene contattato
da misterioso uomo.
Questi si presenta come
Raymond Pryce, esperto di paranormale, il quale
afferma di poter entrare in contatto con i defunti grazie alla
transcomunicazione strumentale. Si tratta di un fenomeno che
avviene tramite le onde radio o video e permette di ascoltare i
messaggi dell’aldilà. Inizialmente scettico, l’architetto sembra
piano piano convincersi sempre più che la voce che sente in alcune
registrazioni sia realmente quella della moglie. In breve ne
diventa ossessionato, inconsapevole del fatto che una serie di
malvagie entità stanno in realtà cercando di manifestarsi nel mondo
terreno per spargere orrore e morte.
White Noise – Non ascoltate: il cast del film
Ad interpretare il ruolo del
protagonista, l’architetto Jonathan Rivers, vi è l’attore candidato
all’Oscar Michael Keaton. Prima
di tornare alla ribalta grazie a Birdman, questi ha
recitato in una serie di film a basso costo, tra cui proprio
White Noise – Non ascoltate. Ad averlo interessato di
questo progetto è stato il concept di base e il fenomeno
paranormale qui trattato, sul quale l’attore si è a lungo
documentato. Nel ruolo della moglie Anna Rivers vi è invece
l’attrice Chandra West, nota per aver interpretato
il personaggio di Holly Gribbs nella serie CSI – Scena del
crimine. Il piccolo Mike Rivers è invece interpretato da
Nicholas Elia.
L’attore britannico
IanMcNeice, noto per le
serie Doc Martin e Doctor Who,
interpreta invece Raymond Pryce, l’uomo che aiuta Jonathan a
parlare con gli spiriti. L’attrice Keegan Connor
Tracy, celebre per essere stata la Fata Madrina nella
serie C’era una volta, interpreta la psichica Mirabelle
Keegan. Nella realtà, l’attrice è laureata in psicologia. Nel film
si ritrova poi anche l’attrice Deborah KaraUnger, vista nei film Crash e The
Game – Nessuna regola, ricopre il ruolo di Sarah Tate, una
donna reduce da un lutto e anche lei intenta a stabilire un
contatto con il suo caro venuto a mancare. In ultimo, nel film si
ritrovano gli attori Mike Dopud nel ruolo del
detective Smits e Sarah Strange in quelli di
Jane.
White Noise – Non
ascoltate: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. White Noise – Non
ascoltate è infatti disponibile nei cataloghi di
Microsoft Store e Mediaset Play.
Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento,
basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento
generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al
meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio
si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il
titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
sabato 27 agosto alle ore 21:00
sul canale Iris.
I film biografici dedicati a celebri
icone della musica hanno sempre suscitato un certo fascino tra il
grande pubblico. Titoli come The Doors, Bird, Quando l’amore
brucia l’anima,Rocketman o il più recente
Elvis hanno infatti portato
sul grande schermo le avventurose vite di musicisti divisi tra
genio e sregolatezza, proponendo allo stesso tempo riflessioni
sulla loro genialità e la loro arte musicale. Un altro esempio
particolarmente brillante di questa tipologia di film
è Ray, il film del 2004 dedicato
all’indimenticabile Ray Charles, il cantante
e pianista non vedente pioniere della musica soul.
Diretto da Taylor
Hackford, regista anche di Ufficiale e gentiluomo
e L’avvocato del diavolo,
il film copre un arco temporale che va dall’infanzia di Charles
negli anni Trenta fino agli anni Settanta, raccontando dunque anche
il suo periodo di maggior successo. Poiché realizzato in modo del
tutto indipendente dai grandi studios cinematografici, nel film fu
inoltre possibile inserire elementi controversi come la dipendenza
dall’eroina di Charles e una raffigurazione più spinta del sesso.
Si cercò naturalmente di rimanere quanto più fedeli possibile alla
vera storia e la sceneggiatura fu approvata dallo stesso Charles,
il quale ebbe modo di leggerla in braille.
Accolto con grande entusiamo da
critica e pubblico, Ray è ancora oggi indicato come uno
dei più interessanti biopic musicali di sempre, candidato a sei
Oscar (tra cui miglior film) e con un’interpretazione straordinaria
di Jamie Foxx nei panni di Charles. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla vera storia dietro
il film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il titolo nel
proprio catalogo.
Ray: la trama e il cast
del film
Sin da bambino Ray
Charles nutre una forte passione per la musica, nonché un
talento straordinario nel suonare il pianoforte. Neanche la cecità
sopraggiunta all’età di 6 anni riesce ad impedirgli di perseguire
una carriera musicale, che lo porterà ad essere ben presto
famosissimo in tutti gli Stati Uniti, specializzandosi in stili
come il gospel, il country, il soul e il jazz. Allo stesso tempo,
però, Ray si trova a dover combattere contro i demoni del proprio
passato, con la dipendenza dall’eroina e contro la segregazione
razziale in quegli anni più accesa che mai. Non manca inoltre il
racconto delle sue turbolente relazioni con Della
Bea, Mary Anne Fisher e Margie
Hendricks.
Come anticipato, ad interpretare Ray
Charles vi è l’attore Jamie Foxx.
Egli, per poter dar vita in modo realistico al musicista ebbe non
solo modo di trascorrere del tempo con lui, apprendendo quanto
necessario e imparare a muoversi come lui, ma frequentò anche
un’istutito per imparare a leggere il braille e si esercitò nel
piano, suonandolo realmente durante le riprese. Egli indossò
inoltre delle speciali lenti che lo rendevano parzialmente cieco,
così da poter comprendere meglio le sensazioni provate da Charles.
Grazie a questa sua straordinaria prova attoriale, Foxx vinse poi
il premio Oscar come miglior attore.
Accanto a Foxx si possono ritrovare
diversi altri celebri attori e attrici. Kerry
Washington, con cui Foxx tornerà poi a lavorare
in Django Unchained, interpreta Della Bea Robinson,
mentre Aunjanue Ellis è Mary Ann Fisher.
Regina King è invece
Margie Hendricks, cantante delle Realettes che avrà poi una
relazione con Charles, da cui nascerà anche un figlio. Nel film
sono poi presenti Clifton Powell nei panni di Jeff
Brown, Harry Lenix in quelli di Joe Adams e
Bokeem Woodbine come Fathead Newman.
Larenz Tate interpreta invece il celebre
produttore discografico e musicista Quincy Jones. Sharon
Warren, infine, interpreta Aretha Robinson, madre di
Ray.
Ray: la vera storia dietro il film
Nel dar vita alla vita di Ray
Charles, i produttori, il regista e lo sceneggiatore James
L. White si sono assicurati di essere il più fedeli
possibile alla realtà, avvalendosi anche della supervisione dello
stesso Charles. Alcuni episodi sono però stati alterati per
necessità drammatiche. Partendo dall’inizio, ad esempio, nel film
viene mostrato che durante la morte di suo fratello George,
avvenuta nel 1935, Ray rimase immobile credendo che si trattasse di
un gioco. Nella realtà, invece, Ray tentò di salvare il fratello,
senza però riuscirci. Questo evento, come anche poi la cecità e la
scomparsa dell’amata madre, vengono indicati nel film come i
principali motivi della depressione che colpì Charles.
A farlo soffrire in particolare,
però, fu primariamente la morte della madre, che inaugurò per lui
un periodo particolarmente buio, che sfociò nella dipendenza
dall’eroina. Egli riuscì infine a disintossicarsi da questa droga
nel 1965, dopo un periodo di riabilitazione in ospedale. Nel film
non viene però menzionato che Charles superò tale dipendenza
sostituendola con l’utilizzo di marijuna e alcol. Alcune differenze
si possono poi ritrovare anche nella scena in cui Charles si
rifiuta di suonare in Georgia, il suo Stato natale, per protestare
contro la segregazione razziale. Tale decisione non avvenne per via
di una protesta di strada, ma dopo aver letto alcune lettere
inviategli dagli attivisti di colore.
Charles, a differenza di quanto
viene detto nel film, non fu mai realmente bandito dalla Georgia
per questo. Differenze, infine, si ritrovano anche nella
rappresentazione delle sue relazioni. Non è infatti vero, come si
ritrova nel film, che Charles chiese a Margie Hendricks di abortire
in quanto era ancora sposato con Della. Egli infatti accettò ogni
figlio avuto, che fosse stato concepito da sua moglie o meno.
Sempre sulla Hendricks, nel film viene collocata la sua morte al
1965, mentre nella realtà avvenne nel 1973, per cause mai del tutto
chiarite. Infine, quando nel finale Charles esegue il celebre brano
Georgia on My Mind, divenuta canzone della Georgia, sua
moglie Della non è presente come invece mostrato nel film. Questo
perché, nel 1979, i due avevano già divorziato da tempo.
Ray: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Ray grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Chili Cinema, Google Play, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 26 agosto alle ore 21:00
sul canale Iris.
House of the
Dragon, la serie HBO prequel de Il trono
di Spade, ha rilasciato il primo episodio il 21
agosto (trasmesso in Italia da Sky e
NOW TV). Al fine di reintrodurre il pubblico
nel complicato mondo della saga, visto anche il salto
temporale, è essenziale fare appello a ciò che è ben noto.
Saggiamente, fin dal primo episodio
House of the Dragon mostra il suo legame
con la serie originale, anche attraverso i sigilli delle casate
disseminate per tutta la puntata…
Casa Targaryen
Non è una sorpresa vedere il drago
rosso su sfondo nero di Casa
Targaryen. I Targaryen sono infatti la
famiglia protagonista di
House of the Dragon. Lo stemma non è apparso
molto spesso in Game of Thrones, almeno fino
all’ascesa di Daenaerys. In
Game Of Thronesil sigillo è quindi
emblema del personaggio. Al di là di Daenaerys, in
House of the Dragon il pubblico dovrà però
abituarsi a vedere il sigillo di questa Casa disseminato
ovunque.
Casa Tully
In
Game of Thrones i Tully sono il
principale bersaglio dei Lannister, ancora più degli
Stark, non dimentichiamo le battaglie tra le forze di
Robb Stark e Tywin Lannister nelle Terre
dei Fiumi e gli scontri durante la Guerra dei Cinque
Re. Edmure Tully riesce a sopravvivere durante
entrambi gli scontri, per poi essere umiliato da Sansa nel
finale.
Durante il torneo del primo episodio
di House of the Dragon manca un
rappresentante della Casa Tully, ma nell’arena si
possono vedere gli stendardi della famiglia: il pesce bianco
su sfondo rosso e blu è facile da individuare.
Casa Baratheon
Tra le casate più giovani del Continente Occidentale
ci sono i Baratheon di Capo Tempesta, che, a
seguito della ribellione di Robert, diventano i
Baratheon di Approdo del re. In Game of
Thrones la famiglia è piccola rispetto
agli Stark o ai Lannister, ma gioca un
ruolo emblematico durante tutta la serie.
In House of the
Dragon la casata ha un posto di rilievo:
i Baratheon sono molto vicini ai Targaryen,
dato che la loro casata è stata fondata dal fratellastro di
Aegon. Nella prima puntata possiamo infatti vedere
BoremondBaratheon che partecipa
al torneo. È il primo ad essere disarcionato da Criston
Cole.
Casa Tyrell
I Tyrell entrano in
scena nella prima stagione di
Game Of Thrones, ma assumono potere a partire dalla terza
stagione, quando Margaery diventa la regina di
Joffrey. La casata manovra gli intrighi politici di
Approdo del Re, riempiendo le lacune lasciate dalle
partenze di personaggi come Littlefinger e
Tyrion.
La famiglia torna anche nel
prequel. Nel torneo dell’episodio uno di
House of the Dragon, un rappresentante della Casa
Tyrell può essere visto tra gli avversari di avversari di
Daemon.
Casa
Tarly
Il sigillo dei Tarly appare
solo nelle ultime stagioni di
Game of Thrones, ma Samwell Tarly è un
personaggio chiave durante tutta la serie. Essendo un Guardiano
della Notte, non può essere un rappresentante della sua
casata. Tuttavia, nella settima stagione, quando
Samwell si ricongiunge con la sua famiglia, il pubblico
viene a conoscenza del sigillo e della cultura della casa.
Come si può vedere durante il torneo
dell’episodio 1 di
House of the Dragon, lo stendardo dei
Tarly è un cacciatore rosso su uno sfondo verde.
Vista la potenza militare della casata, probabilmente i
Tarly assumeranno un ruolo di rilievo nel corso della
serie.
Casa Bolton
Noti soprattutto per lo spregevole
Roose Bolton e per l’ancora più spregevole figlio bastardo
Ramsay, in Game of Thrones i
Bolton sono un antagonista significativo. Essendo la
seconda casata più forte del Nord, si trovano
costantemente in rivalità con gli Stark.
Durante il torneo di House of theDragon, si vede
un giostratore che porta uno scudo con il sigillo di Casa
Bolton. Anche se non sono noti per le loro gesta in
cavalleria, i Bolton sono dei combattenti
formidabili.
Casa Stark
Ne Il trono di Spade, gli
Stark di Grande Inverno raramente hanno a che
fare con i Targaryen, principalmente a causa della
distanza tra il Nord e Approdo del Re. La
situazione cambia quando Eddard Stark si unisce a
Robert nella ribellione contro i
Targaryen, diventando il protagonista principale di
Game of Thrones.
Dalla serie originale si comprende
quindi che un tempo gli Stark erano fedeli ai
Targaryen. Nel primo episodio possiamo infatti vedere
Rickon Stark mentre giura lealtà alla corona.
Inoltre, durante il torneo uno Stark viene
violentemente annientato, scena molto coerente con gli eventi
di Game of Thrones.
Casa
Lannister
In Game of Thrones il
drama è mosso principalmente dai Lannister, i tre figli di
Tywin sono alcuni dei personaggi più complessi.
Tuttavia, nella serie originale, la casa non è più potente come ai
tempi di House of the Dragon…
I Lannister sono una
delle grandi famiglie di Westeros durante il regno di
Targaryen. Non a caso, il loro stendardo viene
mostrato durante il torneo. Anche se per ora non è apparso
nessun Lannister, sappiamo che l’attore
Jefferson
Hall – che in realtà ha già ricoperto un ruolo minore
nella prima stagione di Game of Thrones
– interpreterà Lord Jason Lannister nei
prossimi nove episodi.
Nel decennio da poco terminato
Harry Styles si è affermato come una delle
maggiori icone del mondo musicale e della moda. Un ragazzo che ha
dimostrato non solo un grandissimo talento su più fronti, ma anche
la capacità di usare questo per affrontare senza paura tematiche
talvolta scomode. Ora che si è scoperto anche attore, Styles sta
realmente vivendo gli anni della sua consacrazione. C’è però ancora
molto da sapere su uno degli uomini più celebri del momento al
mondo.
Ecco 10 cose che non sai di Harry Styles.
Harry Styles: i suoi film, gli album e le canzoni
1. Ha recitato in diversi
celebri film. La carriera da attore di Styles ha avuto
inizio nel 2017, quando viene scelto da Christopher Nolan per
interpretare il soldato Alex nel film Dunkirk. È tornato poi
al cinema con un cameo nelle scene post-credit di Eternals, il film
Marvel, dove interpreta Eros. Nel
2022 è invece protagonista di due attesi film, Don’t Worry Darling, atteso al
Festival di Venezia e dove recita accanto a Florence Pugh,
e My Policeman, dove interpreta
un poliziotto intento a tenere nascosta la propria
omossessualità.
2. Ha pubblicato tre album
da solista. Come noto, Styles era uno dei membri della
celebre boy band One Direction, con il quale ha realizzato
cinque album. Dopo aver intrapreso una carriera da solista nel
2016, Styles ha realizzato da quel momento tre album di grande
successo. Si tratta di Harry Styles (2017), Fine
Line (2019) e Harry’s House (2022).
3. Ha diretto un
videoclip. Nel 2013 Styles ha compiuto anche un piccolo
esordio alla regia, dirigendo il videoclip del brano One Way or
Another, da lui anche cantanto quando faceva ancora parte
della band One Direction. Il brano venne da loro
realizzato per beneficenza e Styles, insieme agli altri membri
della band, si occupò anche di curare la regia del video
ufficiale.
Harry Styles in Eternals
4. Ha interpretato un
celebre personaggio dei fumetti. Con grande sorpresa di
molti, al termine del film Eternals, con protagonisti
Gemma Chan,
Angelina Jolie
e Richard Madden,
fa la sua comparsa proprio Styles nei panni di Eros, alias Starfox.
Questo personaggio, proveniente dai fumetti Marvel, è originario di Titano ed è
nientemeno che il fratello di Thanos. Nella scena post-credit a lui
dedicata, Eros annuncia agli Eterni di sapere che fine hanno fatto
alcuni dei loro e di poterli aiutare a salvarli.
5. Non sa quando comparirà
nuovamente nel Marvel Cinematic Universe.
Quando un personaggio come Eros compare anche brevemente in un film
Marvel, è perché si prevede per lui
un maggiore spazio in futuro. La stessa cosa avverrà dunque anche
per il ruolo interpretato da Styles, che potrebbe assumere grande
importanza nel futuro dell’MCU. L’attore ha però rivelato di
non avere idea di quando avverrà il suo ritorno e che al momento
non ci sono piani a riguardo. È in realtà molto probabile che
rivedremo Styles nei panni di Eros nell’annunciato sequel di
Eternals.
Harry Styles: le sue fidanzate e Olivia Wilde
6. Ha avuto diverse
fidanzate famose. Quando era ancora all’inizio della sua
carriera, un diciassettenne Styles ha frequentato dal novembre 2011
al gennaio 2012 la presentatrice televisiva Caroline
Flack, una relazione che ha generato diverse controversie
in quanto lei aveva 14 anni più di lui. In seguito ha brevemente
frenquetato nel 2012 la cantante TayolrSwift, poi essere legato dal 2017 al 2018 alla
modella Camille Rowe, che ha ispirato l’album
Fine Line.
7. Ha una relazione con una
nota attrice e regista. Nel gennaio del 2021 hanno
iniziato a circolare in rete alcune immagini del cantante che si
teneva per mano con l’attrice e regista Olivia Wilde. I
due si sono conosciuti nel momento in cui la Wilde ha scelto Styles
per il ruolo da protagonista maschile nel suo film Don’t Worry
Darling. Da quel momento i due continuano ancora oggi a vivere
la loro storia d’amore, facendo impazzire di curiosità i fan e i
giornalisti.
Harry Styles e Shania Twain
8. Ha duettato con la
cantante. Venerdì 15 aprile 2022 Styles ha aperto il
Coachella Festival, celebre evento di musica che si protrae per più
giorni. Nel corso della sua esibizione egli ha inviato sul palco
una delle più grandi star della musica country, la canadese
Shania Twain, celebre per il suo singolo That
Don’t Impress MeMuch. I due hanno così dato vita ad
un duetto cantando due dei più celebri brani della
Twain, Man! I Feel Like a
Woman! e You’re Still the One. Styles ha
poi motivato la cosa affermando di essere un fan della Twain sin da
quando era bambino.
Harry Styles e la canzone As It Was
9. È il suo nuovo brano di
grandissimo successo. Nell’album da poco rilasciato,
Harry’s House, è presente anche il brano As It
Was, pubblicato come primo singolo e divenuto in breve tempo
un successo mondiale, vincitore di numerosi dischi di platino. Si
tratta di un brano synth pop influenzato dalla new wave degli anni
ottanta, nel quale il cantante affronta i temi della perdita e
della solitudine. Inoltre, alcuni passaggi sembrano indirettamente
parlare della sua nuova relazione con la Wilde.
Harry Styles: età e altezza
10. Harry Styles è nato a
Redditch, nel Worcestershire, in Inghilterra, il 1° febbraio del
1994. L’attore e cantante è alto complessivamente 1.83
metri.
Continuano le riprese
dell’annunciato prequel di Mad Max: Fury Road,
Furiosa,
e oggi nuove foto dal set sono state diffuse che mostrano l’attore
Chris Hemsworth in azione diretto da
George Miller. La lavorazione de film nelle scorse
settimane ha subito una pausa forzata in seguito alla positività al
nuovo Coronavirus del regista. Tuttavia la lavorazione è ripresa a
pieno regime ed dalle nuove foto possiamo ammirare i due
protagonisti Chris Hemsworth e
Anya Taylor-Joy.
23.08 | Chris Hemsworth foi fotografado
caracterizado como Dementus, o vilão do filme “Mad Max: Furiosa”,
que está sendo gravado em Sydney, Australia.
Nonostante il grande successo di
Mad Max:
Fury Road, un nuovo film del franchise è stato
bloccato per anni a causa di una disputa legale tra Miller e la
Warner Bros. Tuttavia, lo scorso ottobre il progetto è stato
confermato ufficialmente attraverso la notizia del casting
di Anya
Taylor-Joy, la star di The
New Mutants e La
regina degli scacchi, che interpreterà una versione
più giovane del personaggio di Furiosa.
Oltre a lei, nel cast ci saranno anche Chris
Hemsworth(Thor:
Ragnarok) e Tom Burke, anche se al
momento i loro ruoli non sono stati ancora svelati.
George
Miller dirigerà, co-scriverà e produrrà Furiosa insieme
al suo partner di produzione di lunga data Doug
Mitchell. Il film sarà prodotto dal marchio australiano
Kennedy Miller Mitchell di Miller, insieme al partner
di Fury
Road, la Warner Bros. Pictures.
A
seguito di recenti commenti fatti in una serie di interviste, i
registi di Batgirl
Adil El Arbi e Bilall Fallah hanno rilasciato una dichiarazione
video emozionante su Instagram in cui si parla della
cancellazione del film. Rivelando quando erano stati
informati dei piani della Warner Bros. Discovery
di eliminare il loro adattamento DC Comics, El Arbi ammette
di non aver considerato che una decisione del genere
“potesse essere davvero una possibilità”. Entrambi i
realizzatori hanno agito rapidamente per cercare di recuperare i
filmati che avevano girato (anche solo per avere qualche ricordi
del loro tempo passato a lavorare al progetto), ma tuttavia hanno
scoperto che non era più possibile.
Fallah nel video sottolinea: “Sono andato sul server e
tutto era bloccato”, mentre El Arbi
aggiunge: “Scoprire che il film era sparito e che non
avevamo accesso al filmato o non siamo stati in grado di vederlo
per di nuovo noi stessi. È stato piuttosto duro”. Lo
studio stava chiaramente cercando di evitare un altro scenario
#ReleaseTheSnyderCut. Zack Snyder avrebbe rubato la sua parte
di Justice League e avrebbe
pubblicato screenshot online per alimentare il movimento. Tuttavia,
in questo caso, i registi di Batgirl riconoscono
che il loro film non era vicino all’essere pronto in quanto non
c’erano effetti visivi e sono state necessarie nuove riprese.
Il duo di registi hanno anche
espresso la loro gratitudine per il cast e la troupe, continuato
dicendo che, se i fan vogliono supportarli, possono farlo guardando
il loro film in uscita Rebel Come
sottolinea El Arbi, possiamo quindi “immaginare cosa
avrebbe potuto essere Batgirl“.
La cancellazione
di Batgirl sembra un’ingiustizia, e con le
voci che girano secondo cui il film potrebbe essere
cancellato per sempre, siamo sicuri che questa esperienza in
negativo sarà un monito per tutti i registi che avranno modo di
lavorare con lo studios (uno studio che ha appena posticipato molti
dei suoi titoli 2022 perché non può permettersi di promuoverli).
Guarda la dichiarazione completa di El Arbi e Fallah
sulla cancellazione di Batgirl di seguito:
Disney+ ha diffuso una nuova clip di
ANDOR,
l’attesa nuova serie tv targata LucasFilm in arrivo su Disney+. ANDOR,
la serie originale targata Lucasfilm composta da 12 episodi. La
serie, che si svolge prima degli eventi di Rogue One: A Star Wars Story, ha una
nuova data di debutto e arriverà in esclusiva su Disney+ mercoledì 21 settembre con i
primi tre episodi.
ANDOR, la serie del
franchise che arriverà in estate e che vede protagonista Cassian
Andor, interpretato da
Diego Luna, nelle vicende che lo hanno coinvolto prima
dei fatti di Rogue One. Il personaggio, lo ricordiamo, ha esordito
nello stand alone del 2016, che racconta i fatti che avvengono tra
La Vendetta dei Sith e
Una Nuova Speranza.
ANDOR
arriverà il 31 agosto su Disney+ e
sarà composta da 12 episodi, che verranno seguiti da una seconda
stagione sempre da 12 episodi che ci condurrà agli eventi di Rogue
One. Nel cast di ANDOR
compaiono
Diego Luna, Adria Arjona, Denise Gough, Genevieve O’Reilly,
Stellan Skarsgard, Fiona Shaw e Kyle
Soller.Andor è incentrato su Cassian
Andor (Luna), personaggio che è stato introdotto in Rogue One e come membro della ribellione
contro l’Impero. La serie sarà un prequel del film, con Toby Haynes
che sarà il regista principale della prima stagione che sarà
composta da12 episodi. Gli altri registi coinvolti sono Ben Caron e
Susanna White, mentre Stephen Schiff e Tony Gilroy sono gli
sceneggiatori.
ANDOR è
prodotto dallo showrunner Tony Gilroy, che ha
scritto e prodotto Rogue One. Inizialmente Gilroy
avrebbe dovuto dirigere i tre episodi, ma è stato costretto a
rinunciare a causa di problemi di viaggio legati alla pandemia.
In Rogue One un gruppo di improbabili eroi si unisce
in una missione per rubare i piani alla Morte Nera, l’ultima arma
di distruzione dell’Impero. Questo evento chiave nella cronologia
di Star Wars riunisce persone comuni che scelgono di fare cose
straordinarie e, così facendo, diventano parte di qualcosa di più
grande di loro stessi.
Disney+ ha annunciato che la
serie true crime drama originale Candy: Morte in
Texas, interpretata da
Jessica Biel che ne è anche executive producer.
La serie è prodotta da UCP, una divisione di Universal Studio
Group, e da 20th Television, una divisione di Disney Television
Studios.
Il tre volte candidato all’Emmy
Robin Veith (Mad Men, The Act) ha scritto la
sceneggiatura dell’episodio pilota e sarà executive producer. Nick
Antosca (The Act, Al nuovo gusto di ciliegia)
sarà l’executive producer per la sua casa di produzione Eat the Cat
insieme ad Alex Hedlund.
Jessica Biel e Michelle Purple (The
Sinner, Cruel Summer) saranno le executive producer
per Iron Ocean. Michael Uppendahl (Fargo,
American Crime Story: Impeachment) ha diretto l’episodio
pilota e sarà executive producer. Jim Atkinson & John Bloom avranno
il ruolo di consulting producer.
Candy: Morte in Texas:
quando esce e dove vederla in streaming
Candy: Morte in
Texas sarà disponibile in Italia sulla
piattaforma streaming Disney+ dal 12 ottobre con tutti e
cinque gli episodi.
Candy: Morte in Texas:
trama e cast
Candy Montgomery è una casalinga e
madre del 1980 che ha fatto tutto nel modo giusto: un buon marito,
due figli, una bella casa, e persino un’attenta pianificazione ed
esecuzione delle trasgressioni. Ma quando la pressione del
conformismo si fa strada dentro di lei, le sue azioni chiedono a
gran voce un po’ di libertà. Con risultati fatali. La serie è
interpretata da
Jessica Biel, Timothy Simons,
Melanie Lynskey, Pablo Schreiber e Raúl Esparza.
A 25 anni dalla sua improvvisa
scomparsa, Diana Spencer continua a incuriosire, affascinare e
rappresentare la quintessenza della bella favola finita male. In
occasione dell’anniversario della sua morte, il
31 agosto, Sky Documentaries e
Sky Uno celebrano l’amata principessa dedicandole
un’intera giornata di programmazione, disponibile anche on demand e
in streaming su NOW, per svelare nuovi e sorprendenti aspetti della
sua, tragicamente breve, storia.
Il documentario The
Princess, che lo scorso giugno ha aperto il Biografilm
Festival e che arriva in prima visione assoluta alle
21:15 del 31 agosto su Sky
Documentaries, si contraddistingue per il suo
stile narrativo inedito, raccontando la storia di
Diana, ormai radicata nella cultura popolare, con un approccio
unico e coinvolgente: più che un resoconto di vita, è
un’immersione viscerale nell’esperienza di Lady D,
costretta a vivere nel bagliore costante e spesso invadente dei
riflettori. Il pubblico sperimenta le sensazioni provate dalla
principessa, privilegiata e al tempo stesso vittima della sua
posizione e della costante pressione mediatica. Attraverso una
moltitudine di materiali d’archivio, comprese le
reazioni del popolo rispetto alle scelte della principessa, il film
riflette sulla società dell’epoca e sulla percezione
esterna dell’universo interiore di Diana.
L’originalità del documentario sta
nel fatto di raccontare la storia come se si svolgesse nel
presente, con le immagini d’archivio che svelano i tanti aspetti
della vicenda in modo diretto, molto intimo e non attraverso gli
espedienti classici solitamente utilizzati per questo tipo di
documentari.
Il documentario, ipnotico e unico
nel suo genere, è prodotto da Lightbox in collaborazione con HBO,
Sky e Altitude Films ed è diretto da Ed Perkins
(Tell Me Who I Am, Black Sheep), secondo il quale, questo
stile interpella più direttamente il pubblico, che è chiamato in
causa non solo come mero spettatore, ma come parte attiva di tutta
la vicenda. La morbosità intorno alla figura di Lady D, che
all’epoca mise in discussione il ruolo della monarchia, oggi fa
riflettere sul nostro rapporto simbiotico – e spesso tossico – con
le celebrità.
Alle 22:45, la
principessa continua a vivere su Sky Documentaries
grazie a DIANA AT SIXTY, l’opera del regista
Robin Bextor che, chiedendosi come sarebbe oggi
Diana Spencer, ha cercato una risposta nelle testimonianze di chi
la conosceva meglio, dando vita a un collage di interviste che
raccontano la principessa da nuovi, inediti punti di vista.
Accanto ai documentari di prima e
seconda serata, Sky Uno presenta LADY
DIANA STORY, una programmazione speciale in
daytimeche raccoglie filmati di repertorio, serie e
documentari che nel corso degli anni hanno saputo raccontare la
vita, gli amori e gli scandali familiari della principessa del
Galles.
Si inizia alle
13:15 con gli episodi dedicati a Diana e prodotti
da LaPresse della serie The Royals. Il
primo episodio, Diana, una madre, esplora il lato materno
di Diana: come ha cresciuto William e Harry, proteggendoli dai
riflettori, come ha sostenuto le loro ambizioni e come il suo
divorzio, e poi la sua morte, hanno cambiato per sempre le loro
vite. Il secondo episodio, Diana, L’ultima estate, si
concentra sull’ultimo anno di vita della principessa: da un lato la
libertà derivata dall’abbandono della vita reale, dall’altro la
crescente pressione mediatica, alimentata dalle sue nuove,
enigmatiche storie d’amore. Il terzo episodio, Diana, regina di
cuori, ruota intorno all’attivismo di Lady D, che oltre alle
donazioni e al sostegno agli enti benefici imposti dal suo ruolo,
si spendeva personalmente e anche segretamente per chi era in
difficoltà. Il quarto episodio, Diana, la rivoluzione,
analizza l’impatto della figura di Diana sulla Corona, trasformata
per sempre dall’interazione della principessa con il popolo in modi
unici per un reale, e di conseguenza l’importanza di Diana per la
storia della Gran Bretagna e del mondo intero.
A seguire, dalle
16:55, il documentario Carlo e Diana –
I retroscena esplora l’atmosfera di paura e
esitazione che hanno respirato Carlo e Diana prima di sposarsi,
attraverso un racconto dettagliato dei 7 giorni che hanno preceduto
quel famoso 29 luglio 1981, una data più gioiosa per il paese che
per i novelli sposi. Proseguendo, L’intervista a
Diana illumina il retroscena delle scioccanti
rivelazioni rilasciate dalla principessa alla BBC nel 1995, che
hanno profondamente scosso la famiglia reale. Infine,
Lady Diana La Biografia, in due episodi,
racconta le ombre dell’apparentemente fiabesca vita della
principessa: le stressanti regole di corte e la caduta nella
bulimia; il burrascoso matrimonio con Carlo, padre dei suoi figli
ma innamorato di un’altra donna; la depressione e i numerosi
tentativi di suicidio; le relazioni segrete, come quella con James
Gilbey, e gli scandali da esse derivati; il tanto desiderato,
quanto faticoso, divorzio e la battaglia mediatica con il principe
Carlo; infine la relazione col milionario Dodi Al Fayed, che quel
31 agosto del 1997, esattamente 25 anni fa, ha incontrato la morte
insieme alla sua amata, schiantandosi in un tunnel nel tentativo di
seminare i paparazzi, a 121 miglia
all’ora.
I
Marvel Studios hanno annunciato che
Thor: Love and
Thunder arriverà su Digital l’8 settembre prima della
sua uscita su 4K Ultra HD, Blu-ray e DVD il 27 settembre. Con la
notizia arriva un elenco completo di contenuti speciali e scene
eliminate, e in alcuni casi per molti fan ci sarà qualche
delusione. Come
Christian Bale ha confermato di aver lavorato con
Jeff Goldblum (The Grandmaster) e Peter Dinklage (Eitri) su scene che non sono
state incluse nel montaggio finale, e anche se i fan ci speravano
di trovarle nel blu-ray, sembra che i desideri del regista Taika Waititi (che aveva affermato di sperare
che non vengano mai pubblicate) sono stati esauditi, poiché non c’è
nulla qui che suggerisca che vedremo Gorr il God Butcher interagire
con quei personaggi.
Tra i lati positivi vale la pena segnalare che vedremo molto di più
di Zeus e scene aggiuntive con i
Guardiani della Galassia. Anche se ci sarebbe piaciuto vedere
di più Gorr, chissà in qualche riedizione futura. Ormai i contenuti
speciali sono ciò che ci si aspetta da queste versioni Blu-ray,
anche se un commento audio di
Waititi ci consentirà di conoscere qualche divertente storia di
come sono andate le riprese sul set di Thor: Love and
Thunder. Dai un’occhiata a un elenco completo
di cosa aspettarti nell’edizione homevideo USA di seguito:
Funzionalità bonus
Gag Reel – Dai un’occhiata ad alcuni dei
divertenti outtake sul set con il cast e la troupe di
Thor: Love and Thunder
Commento audio – Guarda il film con il
commento audio del regista/scrittore Taika Waititi.
Featurette
Hammer-worthy: Thor e The Mighty Thor
– Traccia i viaggi di Chris Hemsworth e Natalie
Portman per diventare rispettivamente Thor e The Mighty
Thor. Guarda come i co-protagonisti parlano della preparazione
dietro l’incarnazione dei loro ruoli leggendari e descrivono come
combinano le loro forze inarrestabili.
Shaping a Villain – Questa featurette
introduce il principale antagonista di Love and Thunder, Gorr the
God Butcher. Facendo luce sull’uomo che dà vita al
personaggio, questo pezzo mette in evidenza il suo reclutamento e
il suo processo. Poi gli altri membri del cast e della troupe
rivelano aneddoti personali.
Un’altra avventura classica di Taika
– Questo pezzo ripercorre il viaggio di Taika Waititi
conquistando il franchise di Thor e reinventando il
Dio del tuono. Rivisita il momento in cui Taika è stato
annunciato come il nuovo custode di Thor e segui Taika attraverso
la produzione di Thor: Love and
Thunder .
Scene tagliate
Alla ricerca di Zeus – Thor, Valkyrie e
Korg si imbattono in alcuni personaggi mentre cercano un pubblico
con Zeus.
Perdere tempo – Star-Lord e Mantis
convincono Thor ad aiutare la loro causa.
Una vacanza sicura – Un disinvolto Thor
chiacchiera con uno Star-Lord in preda al panico e Mantis nel mezzo
del caos. Un’esplosione spinge Korg sulla scena.
Fighting For You – Zeus regala a Thor uno
strumento speciale dopo aver ascoltato una conversazione
sincera.
Thor: Love and Thunder è
il quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono
nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel Studios al
Comic-Con. Il film è uscito il 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor
(Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il
Macellatore di Dei (Christian
Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa
Thompson), Korg (Taika Waititi) e
dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie
Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and Thunder, un
film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Sembra che la Warner Bros. Discovery abbia
finalmente trovato l’uomo per guidare le sue divisioni DC
Films e TV, per dare il via ufficialmente
al processo di attuazione del “piano decennale” dichiarato nelle
scorse settimane da David Zaslav. Di recente
abbiamo appreso che lo studio stava cercando un dirigente sulla
“falsariga di Kevin Feige” per farsi carico di un “reset” del
marchio DC e THR riferisce che
Dan Lin, il produttore esecutivo diventato
produttore dietro grandi successi come il live-action Aladdin film, The
Lego Movie e It
Parts 1
and 2, era in trattative per assumere il ruolo di capo della
DC.
Se dovesse ottenere l’incarico (le
trattative sono ancora in corso), Lin supervisionerebbe sia le
produzioni cinematografiche che quelle televisive, riportando
direttamente David Zaslav. Secondo il report, “la
nuova struttura di Warner Bros. Discovery
proposta aggirerebbe con tre capi di divisione separati – i capi
della Warner Bros. Pictures Michael De Luca e Pam Abdy, il capo
della HBO/HBO Max Casey Bloys e il presidente della Warner Bros. TV
Channing Dungey – mentre il controllo della divisione DC andrebbe
nelle mani di una sola persona”.
Come riportato in precedenza,
l’attuale capo della DC Films, Walter Hamada, avrebbe abbandonato
il ruolo. Lin arriva a bordo in un momento traballante per la
divisione. Lo studios ha cancellato Batgirl, la serie
animata Batman: Caped
Crusader e diversi altri
progetti; il licenziamento di più
dirigenti della HBO Max e il rifiuto di Zaslav di affrontare
pubblicamente il
comportamento criminale della star di The Flash
Ezra Miller non sono andati molto bene, per non
dire altro.
Più recentemente, abbiamo appreso
che si stavano svolgendo “proiezioni
funebri“ del film demolito di Batgirl
e si è parlato persino di Zaslav che sarebbe arrivato al punto di
distruggere fisicamente il filmato come un modo per dimostrare
all’IRS che non ci saranno mai entrate dal progetto cancellato. Con
un po’ di fortuna, l’ingaggio di Dan Lin andrà in
qualche modo a cambiare le cose e a dare al DCEU (o qualsiasi altro
nome con il quale sarà chiamato) una struttura tanto necessaria
mentre farà anche il possibile per illuminare il nuovo corso dello
Studios, che è trai più prestigioso di Hollywood.
Daenerys Targaryen
è una delle figure più controverse di Westeros,
poiché la conclusione del suo arco narrativo in Game Of Thrones è stata accolta da molte
critiche e confusione. Naturalmente, gli utenti
Reddit non si sono risparmiati dal condividere
varie unpopular opinion sul viaggio dell’eroina nella serie
HBO.
Con House of the Dragon finalmente disponibile, è
importante guardare a ciò che Game Of Thrones ha azzeccato, opposto alle
criticità della rappresentazione di Dany,
considerando che ha guidato quella stessa Casa per così tanto
tempo. Alcune di queste opinioni di Reddit sono piuttosto accurate,
ma possono comunque essere oggetto di dibattito.
Una protagonista presuntuosa
La storia di
Daenerys è stata piuttosto travagliata, anche se
iniziata da una vita piuttosto protetta. Una volta liberatasi dalle
catene a cui era legata, tuttavia, ha iniziato ad accumulare potere
e ricchezza. Il suo obiettivo era il Trono di Spade ed è diventata
un’eroina per molti spettatori che idolatravano il personaggio.
Nonostante sia stata una
protagonista fondamentale per molti,
Add_Poll_Option ha notato di non aver mai provato lo stesso
sentimento. Ha scritto: “Non mi ci sono mai affezionato
personalmente. Forse un po’. Ma per la maggior parte non l’ho mai
trovata affascinante. Mi è sempre sembrata una mocciosa
presuntuosa. So che è un prodotto di come è stata cresciuta, ma
questo non cambia il fatto che la trovo irritante per una buona
parte del tempo“.
Paragoni con Jaime
Dany è
stata una delle favorite nelle prime stagioni e i fan le si sono
rivoltati contro solo quando ha iniziato a mostrare un lato più
spietato. La sua storia è stata molto simile a quella di
Jaime Lannister, che ha iniziato il suo viaggio in
Game of Thrones come uno dei cattivi più
odiati, prima di riscattarsi nel corso di un arco di tempo più
lungo.
Tuttavia, un utente di
Reddit,
ZappInc, sembra non essere d’accordo con questa valutazione.
Afferma che “segue un arco simile a quello di Jamie, in un
certo senso. Si suppone che la amiamo fino a quando non ha un po’
di potere. A quel punto diventa incredibilmente odiosa a causa
della sua sete di potere. Alla fine, cambia di nuovo e si suppone
che si provi un sentimento diverso nei suoi confronti“. Il
paragone con Jaime sembra comunque infondato, non fosse per la
questione del potere.
Confronti tra libri
I libri hanno la
possibilità di approfondire questi personaggi. Ma pochi potrebbero
sostenere che Dany sia così diversa sulla pagina
rispetto al piccolo schermo, soprattutto nei suoi primi giorni. Ci
sono alcune differenze, ma in fondo si tratta sempre dello stesso
personaggio.
Tuttavia,
thedjotaku ha dichiarato che “Dany mi piace molto di più
nei libri, perché riesco a capire cosa le passa per la testa e
perché fa quello che fa“. In precedenza aveva notato che i
comportamenti dei personaggi sulla pagina sono molto più
comprensibili, sottintendendo quindi la maggior difficoltà a
stabilire un livello di empatia nella serie tv di Game Of Thrones. Tuttavia, si tratta di un
paragone piuttosto drastico, con cui tanti sarebbero in
disaccordo.
Il finale
Il finale di serie di
Game Of Thrones è assolutamente controverso. I
fan hanno discusso a lungo se le scelte fatte fossero quelle giuste
per i personaggi. L’arco della regina Targaryen si
è concluso con uno spargimento di sangue e numerosi fan sono
rimasti estremamente insoddisfatti di questa svolta malvagia, a
prescindere dalla sua durata.
Anche se in parte hanno ragione,
NawBruhThatAintMe ha dichiarato: “Non credo che la fine
dello show sia stato il problema della maggior parte delle persone,
almeno io non l’ho avuto. Lo scoglio è stato arrivarci nelle ultime
due stagioni. Tutto ciò che ha reso lo show così grande è stato il
lungo sviluppo della trama e dei personaggi, anche se a volte era
un po’ noioso, ne è valsa la pena una volta arrivati al
culmine“. Il ritmo della serie potrebbe essere discutibile, ma
il finale è ciò che ha veramente fatto arrabbiare molti.
Dany non è mai stata l’eroina
Daenerys è
stata acclamata come un’eroina per la maggior parte della serie,
con i fan che accorrevano in sua difesa a ogni occasione. Insieme a
Jon Snow, la Nata dalla Tempesta era la star, e
molti speravano che un giorno sarebbe salita sul Trono di Spade. È
piuttosto impopolare suggerire che sia sempre stata
un’antagonista.
L’utente di Reddit
Fatefoul approfondisce i suoi pensieri sul perché sia una vera
cattiva. Comincia dicendo: “Guardare di nuovo questa serie mi
ha fatto capire quanto Daenerys sia davvero una
persona orribile e malvagia, quanto sia segretamente una
manipolatrice, e la sua fine nell’ultima stagione dello show
dovrebbe già essere prevista solo per come si è comportata nelle
stagioni precedenti“.
Una regina terribile
Uno dei fattori per cui il
pubblico ha rispettato Dany era essere una leader
ferma e giusta. Ha dovuto imparare molto, ma è arrivata a governare
il suo impero con autentica abilità. Ha preso decisioni moralmente
giuste grazie a cui il regno ha iniziato a prosperare, per poi
proseguire con un passaggio di testimone.
Forse gli Unburnt
avrebbero dovuto fermare il suo viaggio lì, ma
SlapHappyDude non è d’accordo. Ha detto: “È sempre stata
più brava a conquistare che a governare. Le è stata raccontata la
bugia che il popolo di Westeros stava solo
aspettando che lei lo liberasse. Non era in grado di accettare che
fosse una bugia“. Ma molti potrebbero controbattere che il
governare è stato il suo migliore risultato!
I parallelismi con Signore degli
Anelli
Non è certo un segreto che
George R. R. Martin, nel creare Game Of Thrones, abbia attinto dalla narrativa
fantasy classica come Il Signore degli Anelli.
L’esercito senza volto degli Estranei, guidato dal
Re della Notte, è spesso associato all’equivalente
di Sauron e del suo esercito di
Mordor. Ma, in modo controverso, non è questo il
paragone fatto da un utente di Redditor.
L’utente
ZeroQuick ha invece affermato che “Dany è
sempre stata solo Sauron travestito. Sono stato
così sollevato quando Approdo del Re è stato
incendiato, perché così ho capito che lo show non le avrebbe
permesso di farla franca su tutto“. In realtà, la complessità
di Daenerys va molto più in là di questa descrizione e ci sono
pochissimi collegamenti tra la khaleesi e
Sauron.
La sua storia non è avvincente
Dany è
probabilmente uno dei personaggi più interessanti sia nella serie
che nei libri. C’è un motivo per cui la sua storyline viene
riproposta più volte, e il pubblico è portato a seguirla col fiato
sul collo.
È quindi sorprendente che, tornando
al materiale di partenza, qualcuno suggerisca che lei non sia un
personaggio interessante. L’utente
Kergen85 ha dichiarato: “Mi trovo in una situazione strana:
penso che sia un personaggio fantastico, ma che non sia in cima
alla mia lista dei preferiti. Il motivo è che, pur ritenendo il suo
personaggio ottimo, la sua storyline non mi attira come quella di
altri. Non è male, anzi, è piuttosto grandiosa, ma rispetto ad
altri personaggi principali, mi cattura di meno“.
È impotente senza draghi
Daenerys
ha apportato molto a Game of Thrones: ha una forte mentalità
politica, è bravissima con le persone, è disposta a mettersi in
pericolo e sa come farsi strada nella società. Riesce anche a
ispirare gli altri. Senza i draghi al suo fianco avrebbe comunque
raggiunto grandi traguardi, e alcuni dei suoi successi sono
arrivati nonostante le creature.
Eppure, l’utente
AryamanShetty ha affermato: “Vuole il Trono di Spade solo
perché il Re Folle lo aveva ma è stato spodestato
da Robert. Quindi, tecnicamente non è l’erede. Ha
3 draghi senza i quali perderebbe l’80% dei suoi poteri“.
Questo ridimensionamento del suo personaggio non sarebbe piaciuto a
molti fan.
Una semplificazione eccessiva
Sono stati discussi tanti
motivi per cui Daenerys è uno dei personaggi
più popolari di Game Of Thrones. Anche se la scrittura del suo
personaggio non è stata perfetta, ha continuato a catturare
l’attenzione del pubblico grazie al ruolo avvincente che ricopriva
a Westeros.
Ma un utente,
AshleyKateee, ha attribuito tutto ciò a un unico fattore. Ha
detto che “al 95% delle persone piace solo perché Emilia Clarke è sexy e i draghi sono fighi. A
me personalmente piace Daenerys perché Emilia Clarke è sexy e i
draghi sono fighi. Letteralmente nessun’altra ragione. Se si parla
della versione del libro, il discorso è diverso“. Questa è
sicuramente una semplificazione che non si applica alla maggior
parte degli spettatori che sono stati conquistati dal suo
personaggio indipendentemente dai draghi o dall’aspetto
dell’attrice.