È ora disponibile il trailer di
Glass Onion – Knives
Out, sequel di Cena con delitto –
Knives Out di Rian Johnson del
2018, in cui il detective Benoit Blanc si dovrà recare in Grecia
per indagare su un mistero che coinvolge un nuovo gruppo di
personaggi unici. Il film, che può contare su un cast d’eccezione
con Daniel Craig, Edward Norton, Janelle Monáe, Kathryn
Hahn, Leslie Odom Jr., Jessica Henwick, Madelyn Cline, Kate
Hudson e Dave Bautista, arriva al
cinema per una sola settimana dal 23 novembre, e su Netflix dal 23 dicembre.
Glass Onion – Knives
Out, il sequel di Cena con delitto –
Knives Out diretto nuovamente da Ryan
Johnson e sempre con Daniel Craig
protagonista, arriverà prossimamente al cinema e poi su
Netflix dal 23 dicembre. La trama di questo seguito, come
rivelato di recente, si concentra sul magnate della tecnologia
Miles Bron che invita alcuni dei suoi più cari amici in vacanza
sulla sua isola privata in Grecia. Ben presto, tuttavia, quell’oasi
di pace si macchia di sangue e mistero, un mistero che solo il
detective Benoit Blanc può risolvere.
Dopo essersi mostrato grazie ad
alcune prime immagini ufficiali, il
film concede un’ulteriore assaggio di sé attraverso il primo
trailer. In questo vengono presentati i personaggi principali,
interpretati da un cast di attori del calibro di Edward
Norton, Janelle Monáe,Jessica
Henwick, Kathryn Hahn, Leslie Odom Jr, Madelyn
Cline,Kate HudsoneDave
Bautista. Poco viene invece svelato
del mistero alla base del film, anche se il regista ha rivelato che
Glass Onion sarà diverso rispetto a Knives Out in
quanto a tono, ambizioni e ragion d’essere.
Johnson ha inoltre spiegato che la
sua tecnica per la scelta del cast è come “organizzare una cena
per gli ospiti.Inviti sempre le persone che ti
piacciono, ma è difficile sapere davvero come andrà e alla
fine puoi solo cercare di scegliere i migliori attori per una
parte, quelli che sembrano più adatti a un ruolo specifico. A quel
punto ti tuffi e trattieni il respiro. Per fortuna abbiamo messo
insieme un gruppo stupendo e davvero coeso”. Non resta dunque che
attendere che il film diventi disponibile per la visione, potendo
intanto godere del suo elettrizzante trailer.
Jimmy Kimmel
tornerà a presentare la 95° cerimonia degli Oscar 2023, mettendo a segno la sua terza
volta nel prestigioso compito di condurre la serata. Il ritorno di
Kimmel è stato annunciato da Glenn Weiss e
Ricky Kirshner, i produttori esecutivi e gli
showrunner degli Academy Awards.
Il conduttore di “Jimmy Kimmel Live”
ha precedentemente guidato le trasmissioni televisive del 2017 e
del 2018, la prima delle quali ha prodotto il famoso “scandalo” al
miglior film, tra La la Land e Moonlight. Kimmel ora pareggia i
conti con altri presentatori: Jerry Lewis, Steve Martin,
Conrad Nagel e David Niven. Le uniche
persone ad ospitare più volte sono Whoopi Goldberg
e Jack Lemmon (4), Johnny Carson
(5), Billy Crystal (9) e Bob Hope
(11).
“Essere invitato a presentare
gli Oscar per la terza volta è un grande onore o una
trappola”, ha detto Kimmel in una nota. “Ad ogni modo,
sono grato all’Accademia per avermelo chiesto così in fretta dopo
che tutti i bravi hanno detto di no”.
“Eternity nasce da un insieme di
idee.” Esordisce così Alessandro Bilotta
parlando del suo ultimo fumetto, edito da Sergio Bonelli
Editore e tra le novità librarie della collana Audace, che
la casa editrice ha presentato al Lucca Comics and Games
2022.
“Da una parte c’erano
le idee che riguardano il personaggio, che è a sua volta
un’evoluzione dei caratteri che mi interessano e che ho sempre
ideato. Un personaggio che si solleva dal livello medio delle
persone che lo circondano, molto intelligente, ma allo stesso tempo
distaccato e che subisce la solitudine di questo suo essere
superiore. Poi si è affacciata in me l’idea che tutto il mondo in
cui viviamo sia fatto delle nostre auto-rappresentazioni. Siamo
tutti un micro-mondo dello spettacolo e ognuno di noi è un mini
spettacolo personale. Lo dico chiaramente nel primo volume di
Eternity: alcuni personaggi vogliono avere il massimo da questa
vita, convinti che non ce ne sia un’altra. E tutti vorrebbero
lasciare il segno e vivere per sempre in questo mondo.”
Un mondo iper-esposto,
una auto-narrazione di sé esasperata, un palcoscenico continuo e,
in questo ambiente asfissiante, un personaggio, Alceste, che
attraversa la folla con curiosità antropologica, senza mai farsi
toccare o attraversare da essa.
Si tratta,
effettivamente, di un personaggio superiore a tutto ciò che
incontriamo nella storia, ma questa sua superiorità e questa sua
distanza dalle cose sembrano nascondere anche una mancanza di
comprensione delle cose stesse. Una caratteristica che, spiega
Bilotta, “fa parte dell’imperscrutabilità del personaggio.
Volevo cercare di costruire un personaggio che rimanesse sempre in
parte misterioso, che non facesse mai capire davvero cosa gli passa
per la testa. Alla fine della storia sei convinto di cominciare a
capirlo, ma ti rendi conto che non è così. Sembra distante anche da
se stesso, come fosse un dio indifferente, e questo lo rende un
personaggio disconnesso e assente rispetto a ciò che ha
intorno.”
La storia sembra
ambientata in un prossimo futuro, ma Alceste è un analogico e
compra ancora i fumetti di carta che, si dice ad un certo punto,
“sta tornando di moda”. In un mondo in cui la carta è
diventata bene di lusso, il volume sembra fare un passo ulteriore
nel racconto della contemporaneità. Eternity si
rivela così essere una di quelle opere che parla con il proprio
presente, nonostante sia stato pensato più di qualche anno fa. Come
si raggiunge questo dialogo tra opera d’arte e realtà che la
fruisce? Per Bilotta, questo dialogo si ottiene “quando i
narratori cercano di concentrarsi sui grandi temi e non sul
racconto in sé. Quando cerchiamo sempre di leggere, nella storia
che vogliamo raccontare, quali sono i temi, gli argomenti che
restano universali e che rimangono nel tempo, perché, come diceva
Erich Fromm, l’essere umano è l’unico animale per cui la sua
esistenza è un problema che deve risolvere. Questo problema che
dobbiamo risolvere, dunque, è sempre lo stesso e le domande che ci
poniamo per risolverlo sono sempre le stesse.”
Per quello che riguarda
nello specifico il discorso sulla carta che “sta tornando di
moda”, Alessandro Bilotta spiega: “Ho
colto questo aspetto ragionando su una storia che fosse fortemente
presente, che contenesse un elemento del presente che è sempre
molto persistente: la nostalgia, la malinconia. Tutti noi tendiamo
sempre a dare un peso importante a quello che è successo, a quello
che abbiamo fatto, passato, attraversato. In Eternity siamo in un
mondo in cui sono tornati di moda gli anni ’60, ad esempio. In
questo modo di interpretare il comportamento degli umani e i loro
desideri, mi immagino che se davvero prendesse piede la
digitalizzazione verso cui ci stiamo muovendo, la carta
diventerebbe subito un desiderio che l’uomo tornerebbe ad avere,
come accaduto con i vinili. A questo è strettamente legata anche la
mia convinzione che se sparisse davvero la carta, sparirebbe anche
il fumetto.”
Eternity
è una storia fortemente ancorata alla città in cui si svolge, Roma,
non a caso la Città Eterna, e questa scelta corrisponde a
un “giocare in casa” per l’autore, tant’è vero che
ad un certo punto, nelle sue peregrinazioni senza meta, Alceste
incontra Mercurio Loi, uno dei personaggi più
famosi della produzione bilottiana. La scelta si deve alla volontà
di rendere manifesta l’idea di una Roma che si costruisce
attraverso i suoi stessi racconti. “Quella della mia storia è
una città che non esiste. È l’immagine di una Roma ideale, mentre
cerco di renderla più realistica del reale. In questa invenzione di
Roma piena dei sentimenti che ci ho messo io con le mie storie,
Mercurio Loi è un personaggio ricorrente, appartiene al suo
immaginario, è un omaggio a me e ai miei lettori. Per cui è ovvio
che ci sia, perché ormai fa parte della città, è l’attore
caratteristico che sta sempre nello stesso locale.”
Anche i colori, in
Eternity, contribuiscono al world
building di questa Roma immaginaria, diventando elemento
narrativo: “In fase di colorazione avevamo centinaia di
migliaia di ipotesi da portare avanti – spiega Bilotta – E
dopo tanto pensarci, ho capito che l’idea migliore fosse quella di
seguire il senso del fumetto stesso, quindi usare il colore come
qualcosa di fortemente attuale, ma allo stesso tempo che contenesse
un’idea di antico e retrò. Nel fumetto la colorazione è moderna e
ipertecnologica ma che mima alcuni dettagli di tempi passati. Il
fuori registro, o la colorazione geometrica, ad esempio. E poi ogni
segmento della storia ha delle tonalità precise, dei colori
distintivi, perché ogni segmento basta a se stesso e ha una luce e
una illuminazione specifica. Alcuni momenti sono molto moderni,
altri hanno un sapore più romantico. Una volta elaborate queste
idee, le ho sottoposte a Emiliano Mammucari, che ha supervisionato
i colori, e a Adele Matera, che li ha materialmente
realizzati.”
Nell’ambito di una
Lucca Comics and Games in cui SBE esordisce con le prime due
produzioni di Bonelli Entertainment, il film
di Dampyr ora al cinema e la serie animata di
Dragonero che andrà in onda a dicembre sui canali Rai, è
inevitabile immaginare una declinazione multimediale anche per le
nuove PI che la casa editrice sta mettendo sul mercato. E anche
Eternity ha un potenziale transmediale: “E’ un
racconto che usa un linguaggio fortemente fumettistico che avrebbe
bisogno di un adattamento intelligente che lo trasformi in altro.
Tuttavia, dal tema affrontato, alla scansione del racconto fino ai
personaggi, credo che questo fumetto si presti benissimo a una
trasposizione cinematografica, nella speranza di fare meglio degli
orrori della Marvel.”
“Il dialogo tra
cinema e fumetto – continua Bilotta – ha degli esempi
nobilissimi nel passato, che negli ultimi anni sono andati
completamente perduti. Non c’è più stato l’interesse a riferirsi ai
fumetti da cui provengono i personaggi. Il filone è stato così
ricco e copioso che ci si è resi conto che si poteva vendere il
nulla, come se si trattasse della fortuna che vendeva Wanna Marchi.
È sufficiente annunciare un film Marvel con personaggi in costume,
ma non ci dobbiamo preoccupare più di costruire la storia, di
quello che c’è dentro. Prima di quest’ultima fase nefasta, c’è
stato un periodo in cui questi aspetti venivano approfonditi. Ci
sono stati degli esempi meravigliosi dal Batman di Tim Burton a
Spider-Man 2 di Sam Raimi, film potentissimo che trasuda cultura
del fumetto e del personaggio che sta raccontando. Al momento
l’unico in grado di poter portare il fumetto popolare sul grande
schermo è James
Gunn. Per il resto sia l’autore che il fumetto sono del tutto
irrilevanti. Ma forse noi alla Bonelli, non avendo conosciuto quel
successo, saremo obbligati a prestare più attenzione al materiale
di partenza, ai personaggi e alle storie, quindi sono
fiducioso.” Conclude.
Dalle pagine di
Eternity si avverte l’esigenza dell’autore di
raccontare una intimità molto specifica, quella del suo
protagonista, Alceste, che però è immersa nell’universalità che lo
circonda. Quindi c’è stata la necessità di costruire quel mondo
tanto grande perché al suo interno si potesse muovere il
protagonista con la sua storia, la sua intimità, la sua
individualità. “Il racconto vero e proprio è una storia
intimista.” Afferma Bilotta.
Nel fumetto, il
personaggio di Quinto Serafini afferma, citando
Seneca, che “non abbiamo poco tempo, è che ne
sprechiamo troppo”, un’affermazione immediatamente
contraddetta da Alceste, che replica dicendo che in realtà, l’uomo
vuole più tempo proprio per poterne sprecare di più. In questo
scambio sembra nascondersi la chiave di Eternity,
e la chiave del suo protagonista: “Questo scambio è un inno
all’essere oziosi e improduttivi. A essere dandy. Nel momento in
cui la vita ci opprime e ci costringe a ‘fare’, questo è un invito
ad andare nella direzione opposta e scollarsi da qualsiasi
ambizione. La citazione di Seneca è sempre stata considerata come
un’affermazione positiva, di buona speranza, invece è l’anticamere
dell’iper-produttività. Un pericolo spaventoso, un po’ come lo era
anche il famoso discorso di Steve Jobs, e nessuno se n’è accorto.
Io, a fronte di questa invocazione al bisogno di tempo per lavorare
di più, voglio rivendicare il diritto di non avere obbiettivi, di
sprecare il tempo, di alternare i desideri, di non dover
conquistare il mondo. È questo quello che mi interessa ed è questo
che Alceste incarna. Lui è completamente impermeabile a quest’ansia
di dover continuamente fare e raccontare.”Un’affermazione che sembra andare contro
tutto ciò che la contemporaneità ci suggerisce, e che forse
potrebbe salvarci dal mondo.
L’attore turco Karem
Bürsin è oggi una star particolarmente amata e popolare in
Italia e a livello internazionale. Il merito è di alcune serie
televisive in cui l’attore ha recitato e dove ha potuto dar prova
del suo fascino e del suo talento. Attivo anche in ambito
umanitario, con numerose attività benefiche da lui sostenute,
Bursin si è sempre più affermato come una personalità degna di
nota.
Ecco 10 cose che non sai di Karem Bürsin.
Karem Bürsin: i suoi film e le serie TV
1. È noto per alcune serie
TV. Ad aver reso l’attore una star di livello
internazionale sono state in particolare serie come Waiting for
the Sun (2013-2014), Matter of Respect (2014-2015) e
Bu Sehir Arkandan Gelecek (2017). Ha poi recitato in ruoli
di rilievo anche in Immortals (2018), serie Netflix, Muhtesem Ikili (2018-2019) e
Aynen Aynen (2019-2021). Nel 2020 viene invece scelto per
interpretare l’architetto Serkan Bolat in Love Is in the Air,
serie turca che lo rende particolarmente popolare in Italia.
2. Ha lavorato anche per il
cinema. Oltre ai tanti progetti televisivi per cui è
principalmente noto, l’attore ha avuto modo di recitare anche in
film per il cinema come Thursday (2006),
Sharktopus (2010), Palace of the Damned (2013) e
Whisper if I forget (2014). Negli ultimi anni ha invece
preso parte a Can Feda (2018), Good Game (2018) e
Eflatun (2021).
3. È anche
produttore. Oltre ad avere lavorato come attore, Bürsin si
è negli ultimi anni dedicato anche alla produzione. Per il cinema,
ha ricoperto tale ruolo per i film Kelebekler, regia di
Tolga Karaçelik (2018), e Seçim, regia di Bahri Baykal
(2022). Per la televisione, ha invece prodotto la serie
Immortals (2018).
Karem Bürsin è su Instagram e Twitter
4. Possiede un account
ufficiale. L’attore è naturalmente presente sul social
network Instagram, con un profilo verificato seguito attualmente da
10.9 milioni di persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi
pubblicato appena 172 post, tutti relativi alle sue attività come
attore o modello. Si possono infatti ritrovare diverse immagini
relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei
suoi progetti. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle
sue attività.
5. È presente anche su
Twitter. Oltre ad Instagram, l’attore è presente
anche sul social network Twitter, dove possiede un profilo
ufficiale certificato dalla nota spunta blu. Qui, seguito da oltre
800 mila persone, Burstin è solito condividere notizie relative ai
suoi progetti ma si dedica anche a rispondere a domande e curiosità
dei suoi fan. Anche in questo caso, seguendolo su tale piattaforma
si potrà rimanere aggiornati sulle sue attività.
Karem Bürsin e la fidanzata Hande Erçel
6. Ha conosciuto la sua
fidanzata sul set. Come recita il titolo della serie di
cui è attualmente protagonista, l’amore è davvero nell’aria. Il set
di Love is in the air ha infatti permesso all’attore di
recitare accanto a Hande Erçel,
con i loro personaggi sentimentalmente impegnati tra loro. A lungo
i fan hanno sperato che anche tra i due attori nascesse un
sentimento e dopo alcune voci a riguardo i due hanno infine
confermato, con alcune foto su Instagram rilasciate nell’aprile del
2021, la loro relazione.
7. Si sono
separati. Negli scorsi mesi i due attori avevano però
lasciato intendere che la loro relazione era terminata, spezzando i
cuori dei loro numerosi fan. I due non hanno dato motivazioni a
riguardo, ma foto recentemente trapelate online di Bürsin mano
nella mano con l’attrice spagnola Stephanie
Cayo hanno spinto a pensare che possa essere stata
quest’ultima il motivo della rottura. I due sono poi stati
paparazzati più volte nel corso dell’estate, ma nessuna
comunicazione ufficiale è arrivata dai diretti interessati.
8. Sembra esserci un ritorno
di fiamma. Nelle ultime settimane, per la gioia dei loro
fan, tra Bürsin e la Erçel sembra esserci un ritorno di fiamma. I
due sono infatti stati avvistati insieme in giro per Istanbul e ciò
ha spinto a pensare che sia in atto un riavvicinamento tra di loro.
Attualmente, anche per questa notizia, non ci sono ancora conferme
ufficiali, perciò occorrerà aspettare e vedere quali saranno i
risvolti futuri.
Karem Bürsin a Verissimo
9. È stato ospite del noto
programma. Nel settembre del 2021 l’attore è stato ospite
del programma di Canale 5 Verissimo. Nel
corso dell’intervista, egli ha avuto modo di parlare tanto delle
sue attività lavorative quanto della sua sfera sentimentale. In
particolare, Bürsin si è concentrato proprio sul raccontare della
sua relazione con la Erçel e su come egli intenda vivere l’amore.
L’intervista integrale è facilmente ritrovabile sui canali
ufficiali del programma.
Karem Bürsin: età e altezza dell’attore
10. Karem Bürsin è nato a
Istanbul, il 4 giugno del 1987. L’attore è alto
complessivamente 1.80 metri.
L’affermazione della
propria esistenza è un concetto primordiale che da sempre
accompagna l’uomo. E proprio dalla ricerca della “prova della
propria esistenza” sembra prendere le mosse Mr. Evidence,
una delle nuove proposte librarie che Sergio Bonelli
Editore ha presentato al Lucca Comics and Games
2022, sotto l’etichetta Audace.
A raccontare la genesi e
le intenzioni del progetto, i due co-creatori delle serie, Adriano Barone e Fabio Guaglione, autori che partono da due
background molto diversi (il primo sceneggiatore “puro”, il secondo
formato e affermato nell’ambito della produzione cinematografica),
ma che hanno trovato un territorio comune nella costruzione di una
storia molto ambiziosa. Come si collabora quando i rispettivi punti
di partenza e formazione sembrano così distanti?
Fabio
Guaglione: “Ci conosciamo da molto tempo e volevamo
unire passioni e competenze. Adriano già lavorava con Bonelli e io
sono sempre stato appassionato di fumetti, quindi ci siamo detti di
proporre qualcosa alla casa editrice. Mi ricordo benissimo come
andò quell’incontro: Michele Masiero, il direttore della SBE, passò
tutto il tempo a dirci quanto poteva essere complicato far partire
una nuova serie, quanto era profonda la crisi delle edicole,
elencandoci tutti i malus di quello che poteva essere la messa in
cantiere di una nuova storia. E noi abbiamo pensato che la sua
risposta fosse un ‘no’, ci siamo preparati ad uscire dalla sua
stanza incassando il rifiuto, ma lui ci ha fermati, dicendoci che
saremmo partiti con il progetto.”
“Non avevamo capito
che quello fosse invece un ‘sì’ – prosegue Barone –
Masiero era stato molto onesto nello spiegarci la situazione
editoriale. E noi, tra professionisti, eravamo pronti ad accettare
una risposta negativa. Che invece non è arrivata. La proposta è
stata accolta nel 2018, sono partiti subito i lavori veri e propri
e nel 2019 c’è stato l’annuncio ufficiale, sempre al Lucca Comics.
A Lucca 2022 sarebbe dovuto uscire un numero zero e invece siamo
usciti con il primo numero, dal momento che la pandemia ha cambiato
tante carte in tavola. Fino al 28 giugno non sapevamo che saremmo
riusciti a portare Mr. Evidence a Lucca. Dobbiamo ringraziare
davvero tutta la nostra squadra, la casa editrice, il disegnatore
Fabrizio Des Dorides, le coloriste coordinate da Emiliano
Mammucari, Luca Corda che ha letterato, Cassandra Botta che è stata
la nostra eroica segretaria di edizione e tutto il team editoriale
che ci ha permesso di arrivare in tempo.”
Anche un occhio inesperto
in materia di nona arte si rende conto che Mr.
Evidence si differenzia dal fumetto Bonelli classicamente
inteso, a partire dalle sue tavole ‘molto parlate’, frutto di un
lavoro di compromesso tra le due teste pensanti che lo hanno
partorito.
“Adriano è un
integralista/formalista del fumetto – dice Guaglione,
cominciando ad addentrarsi nel processo di creazione della serie –
più di una volta mi sono sentito dire che certe cose non si
potevano fare nel linguaggio del fumetto bonelliano, e io ho
cercato di contaminare la tradizione della casa editrice proponendo
altri esempi. Ho cercato di portare dentro a Mr. Evidence tutto il
mondo della serialità televisiva, a partire da Mindhunter. Il modo
di raccontare i personaggi che abbiamo adottato è debitore di quel
tipo di linguaggio, tanto è vero che Adriano dice che Mr. Evidence
è antifumettistico, anche se non so cosa vuole dire…” conclude
ridendo.
E il collega interviene a
spiegare: “Per me il fumetto è immagine, e il dialogo presente
in essa deve essere contrappuntistico. Il fatto che Mr. Evidence
sia tanto dialogato va contro questa mia idea, quindi in questo
senso è “antifumettistico”. Ma come dice Warren Ellis, il fumetto è
immagine e parola, è l’autore che decide l’alchimia tra le due
componenti. Così ho deciso che con questa storia che aveva la
necessità di tante parole si poteva esagerare e invece di resistere
all’esigenza di Fabio, ho ceduto ad essa, cercando di arricchirla e
di rendere questa storia ancora più unica.”
Il risultato è una storia
densa, in cui ogni tavola può richiedere anche una doppia lettura
per essere assimilata bene, e in cui i canoni bonelliani lasciano
spazio a fonti differenti, come i fumetti Vertigo. Dopotutto
Mr. Evidence fa parte della collana Audace, e da
sempre
Michele Masiero spinge gli autori che pubblicano
sotto questa etichetta a osare, a essere audaci, appunto.
Nel primo volume, la
storia è ambientata in un istituto di igiene mentale, e i quattro
protagonisti soffrono di patologie molto specifiche: Mr. Truth,
Miss Nerve, Mr. None e Mr. Pain hanno disturbi mentali che li
rendono molto particolari. Ma come nascono questi personaggi? La
patologia è entrata nella storia oppure era la storia a esigere
quel tipo di disturbo per costruire un personaggio
specifico?
Il percorso è stato a
doppio senso, come spiega Barone: “C’era uno schema
prestabilito che dettava il comportamento dei nostri personaggi, e
in base a questo abbiamo cercato dei disturbi che potessero
permettere a ciascuno dei personaggi di comportarsi come ci
serviva.” Gli fa eco Guaglione: “Siamo partiti dalle
esigenze narrative, ad esempio avevamo bisogno di un Mr. Truth, che
immagazzinasse e ricordasse ogni dettaglio, con memoria fotografia
e capacità di calcolo, e siamo andati a vedere se queste
caratteristiche erano racchiuse in un disturbo esistente in natura.
Lo stesso per quanto riguarda Mr. Pain, un personaggio che fosse in
contatto costante con il dolore. Abbiamo percorso la strada opposta
con i cattivi, che arriveranno dal secondo volume in poi. Lì
abbiamo pensato di attribuire a ogni villain le caratteristiche più
interessanti.”
Una vera e propria
discesa negli inferi delle malattie mentali che però è stata
affrontata con un approccio scientifico, anche per tutelarsi dai
mostri che la mente umana è capace di creare. “Nella
documentazione l’approccio è stato scientifico – spiega
Guaglione – ma in fase di scrittura il mio percorso è stato
catartico, perché se ti immedesimi non in uno, ma in quattro
personaggi mentalmente instabili, il processo diventa molto
profondo. Scrivendo il quarto volume mi sono trovato in lacrime
perché mi sono accorto che attraverso i personaggi ero io a parlare
dei miei problemi. La nostra speranza è che, sebbene si tratti di
personaggi inventati e per molti versi estremi, possano catturare
un disagio o almeno una piccola parte del disagio di qualche
lettore che si sentirà così rappresentato.”
Insomma, sembra che il
prezzo da pagare per la realizzazione di Mr.
Evidence sia stato particolarmente salato, in termini di
coinvolgimento emotivo, un prezzo che Barone e Guaglione vogliono
condividere con il lettore, dal momento che nelle note a fine
volume 1, si chiedono (e gli chiedono) se la follia possa essere un
metro per capire il mondo in cui viviamo. La risposta, però, non
l’hanno trovata neanche loro: “Il nostro viaggio con Mr.
Evidence è a metà perché siamo a metà della stesura della
sceneggiatura – dice Barone – l’unica cosa che abbiamo
scoperto a questo punto, è che abbiamo molte più domande di quante
ne avevamo all’inizio di questa storia. E non ho la pretesa di dare
una risposta.” Guaglione aggiunge: “Credo che nessun
prodotto possa dare la risposta a una tale domanda. Quello che può
fare una storia come quella di Mr. Evidence, è porre l’individuo
davanti alla domanda giusta per lui. Ed è quello che cercheremo
alla fine di questo ciclo.”
Nell’ambito di una
Lucca Comics and Games in cui SBE esordisce con le prime due
produzioni di Bonelli Entertainment, il film
di Dampyr ora al cinema e la serie animata di
Dragonero che andrà in onda a dicembre sui canali Rai, è
inevitabile immaginare una declinazione multimediale anche per le
nuove PI che la casa editrice sta mettendo sul mercato. Questo
valer anche per Mr. Evidence?
Per Guaglione non ci sono
dubbi, sin dalla genesi del progetto: “Siamo stati chiamati per
realizzare un prodotto che potesse essere multimediale. Adesso ci
stiamo dedicando con amore al fumetto, ma stiamo già parlando di
diverse declinazioni, alcune impensabili.” E Barone conferma:
“Mr. Evidence è stato fatto in modo che si potesse sviluppare
anche in altri media, c’è un dossier corposo che racconta anche un
world building molto ricco, quindi la possibilità che si possa
raccontare la storia per altre vie è reale.”
Dopotutto la storia di
Mr. Evidence si rivela essere particolarmente ‘nel
suo tempo’ in un momento storico in cui la malattia mentale non è
più uno stigma. Nel periodo post-pandemico, è aumentata, per
fortuna, l’attenzione verso le malattie mentali, se ne parla di più
e c’è un maggiore senso di inclusione verso coloro che ne soffrono.
È proprio questo il tessuto sociale in cui Guaglione e Barone si
sono inseriti con la loro storia. “Negli ultimi anni c’è
l’attenzione narrativa verso il freak, ovvero una persona che ha un
difetto e deve conviverci e deve cercare di trarre da quel difetto
un potenziale che lo rende unico. E noi ci inseriamo in quel filone
lì.” Conferma Guaglione. E Barone approfondisce: “Siamo in
un presente in cui l’uomo della strada si chiede cosa voglia dire
essere normale. La pandemia ci ha messi a confronto con noi stessi
e con la nostra solitudine, ci ha costretti a farci delle domande,
a chiederci cosa vogliamo e quanto siamo uguali gli uni agli altri.
La nostra condizione è ‘la fortuna d’autore’, uno stato in cui
capisci che forse certe tematichenon interessano solo a noi
due.”
“Il nostro mondo
vuole guarire e noi parliamo di persone malate che non vogliono più
vergognarsi di esserlo – conclude Guaglione – A volte si
tende a nascondere il fatto di avere dei problemi, la verità è che
le difficoltà, i problemi, i difetti fanno parte della vita. A
volte, come in Mr. Evidence, il problema che hai dice che persona
sei.”
L’affermazione della
propria esistenza passa anche attraverso la presa di coscienza e
l’accettazione della propria diversità, e questa
auto-consapevolezza si trasforma inevitabilmente in affermazione di
sé.
Tra le uscite librarie
presentate al Lucca Comics and Games 2022,
Simulacri di
Marco Bucci e Jacopo Camagni
rappresenta un’interessante novità in casa Sergio Bonelli Editore.
Il fumetto del duo di Nomen Omen è effettivamente una
storia che potremmo definire ‘bold’, audace, e non a caso è
pubblicata sotto l’omonima etichetta della casa
editrice.
Abbiamo incontrato i due
autori che, con un entusiasmo contagioso, hanno raccontato la loro
esperienza e la genesi di un progetto dal sapore estremamente
attuale e moderno, concentrato a sondare le solitudini dei
protagonisti in un’atmosfera ai margini dell’horror
psicologico.
Il desiderio di
Simulacri nasce da un’esigenza personale che, il
caso ha voluto, si è incontrata con la richiesta, da parte di SBE,
di una storia che potesse mettere in comunicazione
Bucci e Camagni con la casa
editrice. “Era da un po’ di tempo che io e Jacopo avevamo la
necessità di raccontare una storia che fosse più radicata nelle
atmosfere della graphic novel intimista – esordisce Bucci –
Già dal primo numero, Simulacri nasconde moltissime ombre, ma
questa discesa verso il buio ci sembrava interessante perché
partiva proprio dal presupposto di raccontarla seguendo un
linguaggio intimo. In concomitanza con questo nostro desiderio,
Bonelli ci ha chiesto di sviluppare per loro questa miniserie e ci
ha dato totale libertà, sotto tutti i punti di vista.”
“A
Michele Masiero piaceva il nostro modo di raccontare e ci ha
contattati perché voleva averci nella sua squadra – interviene
Camagni – ci ha chiesto un prodotto che ci rappresentasse al
100%, dicendoci che potevamo fare quello che volevamo… secondo me
il suo è stato un azzardo!”
Quando il direttore
editoriale della casa editrice di fumetti più importante d’Italia
ti dà “libertà totale” le strade possono essere due: andare nel
panico e perdersi tra le milioni di possibilità, oppure buttarsi a
occhi chiusi, sapendo perfettamente dove si atterrerà. E Bucci e
Camagni hanno percorso la seconda strada: “Ci siamo
letteralmente mangiati la libertà che ci hanno dato! – dice
entusiasta Bucci – Nell’inviare in approvazione le
sceneggiatore o le tavole complete, ci siamo detti più volte,
insieme a Eleonora Caruso (sceneggiatrice), Flavia Biondi e Giulio
Macaione (disegnatori), che ci avrebbero cambiato o censurato
qualcosa, e invece non ci hanno mai fatto appunti. Quindi siamo
curiosi di vedere come reagirà il pubblico bonelliano.”
Marco
Bucci e Jacopo Camagni si conoscono da 20
anni e da quasi altrettanti lavorano insieme, formando un vero e
proprio ‘dinamico duo’, che colma le differenze innate alle loro
personalità con una sintonia, personale e lavorativa, che sembra
programmata al millimetro. “Ormai il lavoro insieme è molto
semplice – spiega Camagni – ci sono i momenti di
discussione ma siamo sempre sulla stessa lunghezza d’onda.
Completiamo l’uno le frasi dell’altro, i presupposti del lavoro
sono sempre chiarissimi, non serve che uno dei due specifichi a
cosa sta facendo riferimento perché l’altro lo sa già, a volte
anticipiamo il lavoro dell’altro. E questo approccio lo abbiamo
traslato anche al gruppo di artisti che ha lavorato a Simulacri,
perché con Flavia, Giulio, Stefano (Martinuz, colorista) e Eleonora
sono prima di tutto degli amici, ci conosciamo da tanto e tutto
questo ha reso molto facile il lavoro di coordinamento e di
realizzazione dei quattro volumi. Sapevamo a cosa andavamo in
contro quando abbiamo cominciato a lavorare insieme.”
Una sintonia che affonda
le radici in un passato comune condiviso, come spiega bene
Marco Bucci: “Io e Eleonora Caruso, che è
un’autrice Mondadori eccezionale, ci conosciamo dall’adolescenza e
scrivevamo insieme fan fiction di Final Fantasy VII. Dopo aver
creato la storia e i personaggi con Jacopo, io e lei ci siamo
spinti in profondità con ogni aspetto della vicenda, in cui si
affrontano temi molto intimi e c’è spesso bisogno di un confronto.
Quella che ho con Eleonora è una delle relazioni più virtuose che
io posso vantare al momento, è un’esperienza molto fluida, uno
scambio continuo. Invece, l’aspetto stimolante e interessante di
lavorare con Flavia e Giulio ai disegni, è che loro sono
prevalentemente degli autori unici, orientati verso il mondo delle
graphic novel. Questo per noi è importante, perché lasciamo loro
molta libertà dal punto di vista della regia e della narrazione per
immagini che loro gestiscono in modo più indipendente. Con questo
metodo di lavoro convergono gli aspetti più virtuosi di ogni
fumettista coinvolto.”
“È il bello di
collaborare con amici che sono anche dei grandi artisti –
segue Jacopo Camagni– sai già cosa
aspettarti. Era da tempo che volevamo lavorare con un gruppo di
amici e fare cose belle insieme.”
E proprio un gruppo di
amici è il protagonista di Simulacri. Quella che
parte come in incontro casuale tra due sconosciuti su un’app di
appuntamenti, diventa poi una storia di un gruppo, di una piccola
ed eterogenea comunità di amici. È una storia a più voci, in cui i
singoli non si mimetizzano mai con il gruppo, ma ad esso si
appoggiano, condividendo un segreto che verrà svelato solo più
avanti, nel corso della storia.
“Io e Marco volevamo
realizzare un fumetto corale – spiega Camagni – volevamo
fare un horror psicologico sullo stile giapponese di The Grudge, ma
al contempo doveva essere una storia circoscritta. Quindi
l’ambientazione della storia su un’isola era funzionale alla
costruzione psicologica chiusa dei personaggi stessi. Sono tutti
bloccati nelle loro vite e fanno fatica a guardare oltre, e allo
stesso tempo ci sembrava importante che fosse un gruppo molto vario
e rappresentativo: c’è un italiano di seconda generazione, una
coppia gay, una ragazza con disabilità. Ci sembrava giusto offrire
un riflesso della varietà del mondo e da persona gay mi sono reso
conto che non era tanto importante una rappresentazione positiva,
quanto l’esserci, perché fa sì che più persone si sentano viste
anche se appartengono a quella che viene indicata come una
minoranza.”
Marco
Bucci si addentra nello specifico della costruzione dei
personaggi: “Io e Eleonora ci siamo divisi i personaggi, perché
sappiamo che i nostri punti di forza, in quanto creativi e
scrittori, sono diversi. Lei tratta dei temi molto profondi e seri
e riesce a uscirne con grande freschezza e immediatezza. Ci sono
dei personaggi che sono suoi perché io non avrei potuto trattarli
come è riuscita a fare lei, e allo stesso tempo nella storia
incontriamo atmosfere che sono più mie. Le scene con una componente
weird marcata sono mie, perché io in quell’immaginario ci sguazzo!
È super interessante vedere come i nostri testi, filtrati dai
disegni di Giulio e Flavia e dal colore di Stefano, diventano poi
un corpus omogeneo nel libro come prodotto finale.”
Un altro aspetto molto
interessante di Simulacri è il fatto che può
essere definito il racconto di tante solitudini che si incontrano.
Sin dal numero 1, Brecce, è chiaro che i
protagonisti condividono non solo un’amicizia, ma anche un trauma,
e che ognuno di loro è profondamente solo, nonostante condivida
spazi e tempo con gli altri. Come si mettono insieme e come si
costruiscono queste solitudini che si incontrano?
“Sicuramente non
tutti ci sentiamo soli nello stesso modo, non c’è una soluzione
valida per tutti – comincia Bucci – Le nostre differenze e
complessità ci rendono vicini e distanti allo stesso tempo,
possiamo usare tutti i metodi possibili ma a volte le distanze sono
difficili da colmare. Quello che raccontiamo è un gruppo di persone
che si diverte insieme, sono apparentemente molto gioviali, immersi
in un’atmosfera di fine estate, ma il loro malessere è manifesto.
Sentono tutti un disagio ed è difficile venire a capo dell’origine
di questo disagio perché su tutti incombe un’oscurità. In tutti i
miei horror preferiti, le situazioni estreme tirano sempre fuori la
vera natura dei personaggi. È nella difficoltà che veniamo fuori
come individui. Il gioco di Simulacri, la sua danza è custodita
proprio tra l’apparente racconto di amici che si divertono e la
costante sensazione che qualcosa incomba su di loro, nel continuo
bilanciamento tra il tratto intimista gestito da Giulio Macaione e
quello angosciante e sinistro di Flavia Biondi.”
Nell’ambito di una
Lucca Comics and Games in cui SBE esordisce con le
prime due produzioni di Bonelli Entertainment, il film di
Dampyr ora al cinema e la serie animata di
Dragonero che andrà in onda a dicembre sui canali
Rai, è inevitabile immaginare una declinazione multimediale anche
per le nuove PI che la casa editrice sta mettendo sul mercato. Tra
queste proprio Simulacri potrebbe essere soggetto
di un prossimo adattamento, almeno nelle speranze degli autori,
come chiarisce Jacopo Camagni: “Ogni volta che io e
Marco lavoriamo a un progetto, lo pensiamo sempre affinché possa
essere non solo un fumetto. Tra cinema, tv, videogiochi, tendiamo
sempre, nelle nostre opere, alla transmedialità perché per noi è un
punto di partenza sin dal 2008 quando abbiamo cominciato a lavorare
insieme.”
Disney+ ha diffuso il trailer
di Marvel Studios Presenta: Guardiani della Galassia Holiday
Special e ha annunciato che lo speciale debutterà il 25
novembre, in esclusiva sulla piattaforma streaming.
In Marvel Studios Presenta:
Guardiani della Galassia Holiday Special, i Guardiani, che
sono in missione per rendere il Natale indimenticabile per Quill,
si dirigono sulla Terra alla ricerca del regalo perfetto.
Marvel Studios Presenta: Guardiani
della Galassia Holiday Special vede protagonisti Chris Pratt,
Dave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, Vin Diesel e Bradley
Cooper – che tornano a prestare le proprie voci nella versione
originale rispettivamente a Groot e a Rocket – Sean Gunn, il gruppo
The Old 97’s, oltre a Michael Rooker e Kevin Bacon.
James
Gunn ha scritto e diretto Marvel Studios Presenta: Guardiani
della Galassia Holiday Special. Gli executive producer sono
Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad Winderbaum,
Gunn, Sara Smith e Simon Hatt, mentre David J. Grant e Lars P.
Winther sono i co-produttori.
La trama di Enola Holmes 2, ora disponibile su Netflix, ruota in gran
parte intorno alla storia vera della fiammiferaia londinese
Sarah Chapman e alla sua lotta di denuncia contro
le pessime condizioni di lavoro nelle fabbriche di fiammiferi, che
portarono allo sciopero delle fiammiferaie del 1888.
La storia non viene riportata nel
film in maniera del tutto accurata, ma sicuramente Enola Holmes 2 ha il pregio di esaltare una
figura così importante nella storia della Gran Bretagna come
Sarah Chapman. I titoli di coda di Enola Holmes 2
forniscono ulteriori informazioni su Sarah Chapman e sull’impatto
del suo sciopero, ma la sua vita è stata lunga e la sua eredità
merita di essere approfondita.
Chi era Sarah Chapman
Enola
Holmes 2 vede Enola alle prese con il
suo secondo caso: la scomparsa della fiammiferaia Sarah
Chapman. Lavorando sotto copertura, Enola non ci mette
molto a scoprire le terribili condizioni di lavoro delle
fiammiferaie nelle fabbriche. La Chapman in carne e ossa servì come
testimone per un articolo del 1888 di Annie Besant
che denunciava queste condizioni, e lei e altre due donne cercarono
l’assistenza della Besant per organizzare uno sciopero.
Il 5 luglio 1888, un numero
approssimativo di 1.400 fiammiferaie scioperò e il finale di
Enola Holmes 2 mostra proprio Sarah che
mobilita queste ragazze con un discorso entusiasmante. Poche
settimane dopo l’accaduto, si tenne la riunione inaugurale delle
“Women Match Makers”, il più grande sindacato femminile del Paese
all’epoca, di cui Chapman fu eletta membro del consiglio direttivo.
Qualche anno dopo si sposò e mise su famiglia, lasciando infine la
Bryant & May Factory. Visse fino all’età di 83
anni e, sebbene si fosse lasciata alle spalle la fabbrica, rimase
una grande sostenitrice dei diritti delle donne fino alla sua
morte.
L’eredità di Sarah Chapman
Come si legge nei titoli di
coda di Enola Holmes 2, lo sciopero delle fiammiferaie
del 1888 fu “la prima azione industriale intrapresa dalle donne per
le donne. Migliorò per sempre le loro condizioni di lavoro”. Tre
giorni dopo lo sciopero, Bryant & May pose fine al
sistema di multe che sottraeva il salario alle fiammiferaie che
arrivavano in ritardo, parlavano durante le ore di lavoro o si
recavano al bagno, e riassunse le dipendenti che aveva licenziato
per aver parlato con Besant. Ci vollero altri tre
anni prima che smettessero di usare il fosforo giallo nei
fiammiferi, che aveva fatto ammalare di tifo tantissime
fiammiferai, problematica che Enola Holmes 2 illustra bene.
Lo sciopero rappresentò anche la
prima volta che un sindacato di lavoratori non qualificati riuscì a
scioperare per ottenere migliori condizioni di retribuzione e di
lavoro a Londra e diede inizio a un’ondata chiamata “nuovo
sindacalismo” per i lavoratori non qualificati. Oltre a questi
cambiamenti, lo sciopero contribuì anche a sensibilizzare
l’opinione pubblica sulle pericolose condizioni di lavoro in cui
versavano i lavoratori non qualificati e a basso salario. Dopo aver
appreso dello sciopero e aver letto gli articoli di Besant, alcuni
consumatori decisero di boicottare Bryant & May e/o di fare una
donazione agli scioperanti.
Quanto è accurato il ritratto di
Sarah Chapman in Enola Holmes 2?
La scomparsa di Sarah
Chapman è essenziale per Enola Holmes 2, ma in realtà la vera Sarah
Chapman non è mai scomparsa. Enola Holmes 2 ha ricevuto recensioni
positive per l’avvincente mistero che ne guida la trama, ma gran
parte della trama non è basata su accadimenti reali. Nel film, la
Bryant & May viene rinominata
Lyons e l’amante segreto di Sarah
è William Lyons, il figlio del proprietario della
fabbrica. Insieme, i due progettano di smascherare le malefatte
dell’azienda.
Tutti questi dettagli sono stati
aggiunti per ottenere un effetto drammatico, mentre la vera Sarah
Chapman lavorava da anni presso la Bryant & May, arrivando a
ricoprire il ruolo di libraia nell’ufficio brevetti della fabbrica.
Questo le permetteva di ottenere un salario migliore rispetto alla
maggior parte degli altri e, invece di vivere con un gruppo di
altre povere fiammiferaie come in Enola Holmes 2, Sarah viveva con sua madre
fino a quando non si sposò e lasciò la fabbrica. Tuttavia, vide
l’opportunità di denunciare e cambiare le cosene, grazie alle sue
azioni, la storia cambiò per sempre.
Era il 2018 quando, in
occasione del
keynote di Sergio Bonelli Editore al
Lucca Comics and Games, per la prima volta il logo
di Zagor, storico eroe della casa editrice, e
quello di Flash, icona della DC Comics, venivano
affiancati per annunciare la partnership tra i due colossi
dell’editoria a fumetti.
Nei quattro anni che sono
seguiti, questa collaborazione ha dato vita a due delle tre storie
annunciate in quella sede: La Scure e il Fulmine di
Masi/Uzzeo, in cui Zagor incontra Flash, e
Doppio Universo in cui Nathan
Never, personaggio Bonelli ispirato al Rick Deckard di
Blade Runner, incontra nientemeno che la
Justice League, la squadra di
supereroi più famosa del mondo comics. I team-up tra SBE e DC continueranno poi
con
Dylan Dog/Batman, che è stato affidato a Roberto
Recchioni e che dovrebbe arrivare il prossimo
anno.
In occasione del
Lucca Comics and Games 2022, abbiamo incontrato
Adriano Barone, sceneggiatore di Nathan
Never/Justice League, che con grande emozione e un pizzico
di giusto orgoglio ha raccontato il suo viaggio nel doppio universo
che ospita questo storico team-up tra eroi che, apparentemente così
diversi, trovano nelle loro piccole somiglianze un modo per
cooperare.
“A quella Lucca (del
2018, ndr), un collega che non era riuscito a partecipare al
keynote Bonelli fino alla fine mi chiese poi quali fossero le
ultime novità annunciate da Michele Masiero (direttore editoriale
di SBE) – esordisce Barone, divertito – e quando raccontai
che era stato annunciato il team-up tra Bonelli e DC Comics, mi
rispose ‘Smettila di prendermi in giro!’. Questo solo per dare
l’idea di quanto fosse inaspettata la notizia.”
Notizia inaspettata ma
anche accolta con grande entusiasmo dagli autori che speravano e
temevano di essere coinvolti in una sfida tanto insolita quanto
difficile. E sembra che per Barone il timore, almeno nella prima
parte del suo lavoro a Nathan Never/Justice
League, sia stata l’emozione prevalente: “Per me è
stato veramente un problema. Quando ho saputo che avrei dovuto
scrivere Batman e Superman, che sono fumetti che leggo da 30 anni,
ovviamente sono stato contento, ma mi sono detto se fossi davvero
la persona giusta per scrivere questa storia.”
Una domanda legittima per
chiunque fosse conscio del mito con cui si apprestava a
confrontarsi: “Ho deciso che la storia doveva avere come nucleo
narrativo le dinamiche trai personaggi, in che modo si rapportavano
l’uno agli altri, perché sapevo che dovevo raccontare dei
personaggi italiani ai lettori statunitensi, e dovevo presentare la
Justice League e chi fossero questi eroi americani a quei pochi
italiani che non la conoscevano. Ecco che i punti in comune trai
due gruppi di personaggi sono diventati il mio punto di
partenza.
Sono partito dal
rapporto che Nathan Never instaura con Batman e con Superman. Con
il primo, Nathan poteva sentire un’affinità immediata, visto che
entrambi non hanno superpoteri, ma è anche vero che hanno un senso
di giustizia estremamente differente. Mi sono poi trovato a gestire
una relazione esattamente opposta tra Nathan e Superman, perché
sebbene uno sia un semplice uomo e l’altro un dio che vola e spara
laser dagli occhi, i due sono accomunati dallo stesso senso di
giustizia.”
Nathan Never/Justice League, scrivere gli dei: Superman
e Batman
Ma com’è stato
confrontarsi con le due divinità più grandi dell’Olimpo DC
Comics? Per quello che riguarda Batman, l’approccio di
Barone è stato quasi scientifico: “Per scrivere Batman mi sono
ispirato al lavoro che ha fatto Grant Morrison. Quando scrivi di
Batman a Gotham, il personaggio lavora da solo, si comporta in un
modo specifico e ha a che fare con tutta la sua famosa schiera di
criminali freak, ma quando interagisce con altri supereroi dotati
di superpoteri, o con degli alieni, allora deve per forza avere un
atteggiamento diverso. Questo è il Batman che ho scritto io, quello
che deve essere sempre tre passi avanti a tutti per poter gestire
al meglio la situazione e prevedere gli imprevisti. È stato
piacevole scrivere questa figura di stratega.”
Tutt’altro approccio ha
avuto invece per Superman: “Sono il primo fumettista italiano
che scrive una storia di Superman, e questo per me è molto
emozionante, dal momento che leggo le sue avventure da quando sono
piccolo. Ho dedicato a lui il finale della storia e posso dire che
scriverlo mi ha commosso molto. Penso che scrivere di un
personaggio così buono e rassicurante faccia sentire buono anche
chi lo scrive.”
Ma dal momento che ha
avuto a che fare con Nathan Never, Barone ha
scritto anche di Legs Weaver, personaggio che si è
rivelato estremamente utile per il suo processo
creativo: “Ho scritto anche Legs, che potrebbe definirsi
un’anomalia nel panorama dei personaggi Bonelli, buoni o cattivi
che siano. È un personaggio dal passato tragico ma è anche molto
ironico ed è stata lei a permettermi di dare il LA alla scrittura.
Ho affidato a lei la battuta d’apertura in una scena
particolarmente difficile, in cui i personaggi mi sembravano
davvero troppi. Grazie alle caratteristiche del personaggio sono
riuscito a sbloccare l’impasse, la sua ironia mi ha salvato. Legs è
in grado di prendere in giro persino un alieno imbattibile, quindi
ho pensato di partire da questa sua dote, e di mezzo ci è andato
Aquaman, che forse ha i superpoteri di cui è più
facile prendersi gioco.”
Ma come si rapporta un
eroe bonelliano, umano, senza super-poteri, a queste divinità?
Com’è stato far interagire Nathan Never con la
Justice League? Secondo Barone, la chiave del
personaggio è stata il dubbio: “Questo eroe bonelliano, sin
dalla sua nascita, è sempre stato un personaggio introspettivo e
dubbioso, e ho pensato che un buon punto di partenza per lui, in
questa sede, potesse essere proprio il chiedersi se fosse o meno la
persona giusta per questa missione. Il mio Nathan si chiede se è
all’altezza di combattere accanto a eroi così formidabili. Il punto
è che penso che in Nathan sia fluito il dubbio che avevo io, in
merito al fatto che anche io, forse, non mi sentivo proprio la
persona più indicata a raccontare questo incontro.”
Nonostante i dubbi,
Adriano Barone ha invece portato egregiamente a
termine il lavoro su Nathan Never/Justice League,
lasciando una piccola porta aperta per eventuali seguiti di questo
leggendario incontro in un ‘Doppio Universo‘. “La
decisione finale su un seguito spetta alla casa editrice. Per
quello che mi riguarda, nel finale ho inserito dei semi che
potrebbero portare ad altre storie, e poi i miei cassetti sono già
pieni di appunti per qualsiasi team-up di Nathan Never con
qualsiasi property fantascientifica. Io ci sono sempre.”
Nathan Never Justice League. Doppio Universo, variant cover di
Massimo Carnevale.
In una recente intervista sul
podcast 20 Questions: On Deadline,
Zoe Saldana, che presto rivedremo nel ruolo di Neytiri
in
Avatar: la via dell’acqua, ha commentato perché
Star Trek
4 potrebbe essere stato rimosso dal calendario di
distribuzione della Paramount. Pur riconoscendo potenziali
conflitti di programmazione per il grande cast e la troupe che il
film comporta, suggerisce che potrebbe esserci qualcosa di più nel
ritardo del film oltre alla semplice programmazione.
“Siamo stati in contatto con
J.J. [Abrams] e stavamo cercando di vedere se saremmo stati in
grado di girare lo scorso autunno. Non credo fosse possibile.
Secondo una mia idea i programmi erano molto affollati… non siamo
riusciti a far sì che un intero cast e un’intera troupe si
coordinassero in qualche modo. Ma penso anche che probabilmente
abbia qualcos’altro a che fare con il progetto. Ma so che siamo
tutti sulla stessa pagina, che non ci piacerebbe altro che poter
tornare”.
Insieme al primo
Avatar,Star Trek è stato il
principale responsabile dell’avvio della carriera di
Zoe Saldana che, dopo aver anche inanellato il ruolo
di Gamora nel MCU, è diventata una delle attrici
più famose di Hollywood.
Il prossimo film di Star Trek
Star Trek
4 è rimasto intrappolato nell’inferno dello sviluppo
per anni, facendosi strada attraverso numerosi scrittori e registi.
La Paramount spera ancora di riportare quel cast
di riavvio completo.
Quentin Tarantino e
Noah Hawley sono stati entrambi presi in
considerazione per possibili film di Star Trek prima
che lo studio si impegnasse in una quarta puntata con Shakman al
timone. La versione più recente della sceneggiatura è di
Josh Friedman e Cameron Squires, che lavorano su
una bozza di Lindsey Beer e Geneva
Robertson-Dworet. La ricerca di un nuovo regista è già
iniziata.
Rachel Zegler ha annunciato su Twitter di aver
terminato le riprese di Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del
serpente. L’attrice commenta di aver “amato ogni
secondo” e condivide un paio di foto di lei sul set, con in mano il
ciak. Dopo West Side Story e i prossimi
Biancaneve in live action della Disney e
Shazam! Fury
of the Gods per Warner Bros, Zegler si appresta a
raccontare un’altra grande epopea.
Hunger Games: La ballata
dell’usignolo e del serpente, il film
Basato sul romanzo prequel del 2020
di Suzanne Collins, Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del
serpente è ambientato 64 anni prima degli eventi
della trilogia di Hunger Games a
partire dalla mattina della mietitura dei Decimi Hunger Games, dove
un 18enne Coriolanus Snow viene assegnato come mentore per la
ragazza tributo del Distretto 12 impoverito.
Anni prima di diventare il
tirannico presidente di Panem, il diciottenne Coriolanus Snow è
l’ultima speranza per il suo lignaggio in via di estinzione, una
famiglia un tempo orgogliosa che è caduta in disgrazia nella
Capitale del dopoguerra. Con l’avvicinarsi della decima edizione di
Hunger Games, il giovane Snow è allarmato quando gli viene
assegnato l’incarico di essere mentore di Lucy Grey Baird, la
ragazza tributo del povero Distretto 12. Ma, dopo che Lucy Grey
attira tutta l’attenzione di Panem sfidando tutti durante la
cerimonia della mietitura, Snow pensa che potrebbe essere in grado
di ribaltare le probabilità a loro favore. Unendo i loro istinti
per lo spettacolo e la ritrovata competenza politica, la corsa di
Snow e Lucy contro il tempo per sopravvivere rivelerà alla fine chi
è un usignolo e chi è un serpente.
Tom Blyth e
Rachel Zegler interpreteranno rispettivamente
Coriolanus Snow e Lucy Gray, Hunter
Schafer sarà Tigris Snow, Peter
Dinklage sarà Casca Highbottom, Viola Davis sarà
Volumnia Gaul.
Scritto da Michael Lesslie e basato
su una bozza di Collins e Michael Arndt, il film sarà diretto dal
regista di Hunger GamesFrancis
Lawrence. Sarà guidato dalla produttrice del franchise
Nina Jacobson e dal suo partner di produzione Brad
Simpson, insieme a Francis Lawrence.
Suzanne Collins, Tim Palen e Jim Miller saranno i
produttori esecutivi. Meredith Wieck e Scott
O’Brien stanno supervisionando per conto dello studio. Il
prequel è attualmente previsto per il 17 novembre 2023 nelle
sale.
Il 1° gennaio 2023, i fan potranno
acquistare un set LEGO di
Avatar: la via dell’acqua, che ricrea un sottomarino
Mako pieno di dettagli dal nuovo film. Insieme al sottomarino e ad
alcune parti mobili, il set include luoghi oceanici e mini-figure
di Spider, Neteyam, figlio primogenito di Jake e Neytiri, Ao’nung,
figlio di Tonowari, e il colonnello Miles Quaritch.
Avatar: la via dell’acqua si svolge dentro e intorno
all’oceano. Sully (Sam
Worthington) e Neytiri (Zoe
Saldana) hanno dei figli. “Ovunque andiamo”, dice
Sully, “so una cosa, questa famiglia è la nostra fortezza”. Il
sequel sembra ancora più sbalorditivo nella sua grafica blu intenso
rispetto al film del 2009. Creature tutte nuove: vediamo i Na’vi su
pesci volanti, uccelli, creature che comunicano con una balena,
eppure in qualche modo divisi nonostante la loro affinità con la
natura: le persone aliene sono divise, combattono l’una contro
l’altra in una lotta tra pistole e frecce. È davvero un mondo
completamente nuovo che alza la posta in gioco del precedente film
3 volte vincitore di Oscar.
Avatar: la via dell’acqua debutterà il 14
dicembre 2022, seguito dal terzo capitolo il 20
dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si
dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre
2026 e 22 dicembre 2028.
Il cast della serie di film è
formato da
Kate Winslet, Edie Falco,
Michelle Yeoh,
Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia
Sam Worthington,
Zoe Saldana,
Stephen Lang,
Sigourney Weaver, Joel David Moore,
Dileep Rao e Matt Gerald.
Anche se sembra che la popolarità di
Johnny Depp ha incontrato una battuta di
arresto a causa dei suoi problemi con la legge e con il
processo subito a opera della ex moglie Amber
Heard, molte delle persone che hanno lavorato con lui
hanno affermato che lo avrebbero rifatto, tra questi spicca
ovviamente Tim Burton, che insieme all’attore ha
realizzato molti dei suoi film culto, in un reciproco scambio
professionale che ha fatto la fortuna di entrambi negli anni
addietro.
In una recente intervista con
Reuters (tramite
ComicBook.com), Tim Burton ha affermato che
avrebbe lavorato di nuovo con Johnny Depp,
spiegando che cerca la persona giusta per ogni suo
lavoro. “Se c’è la cosa giusta in giro, certo…”.
Burton ha partecipato di recente al Lucca Comics dove ha presentato
la sua serie da produttore per Netflix, Mercoledì, disponibile dal
23 novembre.
Per quello che riguarda Depp, l’attore sta lentamente
ricominciando a lavorare e a ritrovare il suo spazio in diverse
produzioni,
al momento prevalentemente europee.
Prima che diventasse per tutto il
mondo il Doctor Strange del MCU, Benedict Cumberbatch era il volto di
Sherlock Holmes per gli amati dell’alta serialità
inglese. In una recente intervista con The Talks, all’attore è stato chiesto
cosa pensasse di esplorare una realtà più ampia con il MCU durante il suo periodo come
Sherlock Holmes nella serie della BBC.
L’attore di Doctor
Strange a sua volta ha offerto un confronto unico per i
due franchise, sentendo che la “bomba puzzolente” della fama che ha
lanciato con Sherlock non sia ancora passata: “Bene, per quanto
questa sia una realtà più grande di Sherlock… non credo che lo sia
in altri termini. Penso che Sherlock, per me, abbia avuto una
portata maggiore di qualcosa come Doctor Strange perché è
televisione; è più democratica, più persone l’hanno visto. La
portata che ha avuto quel programma è straordinaria. Era una specie
di bomba puzzolente che sapevo sarebbe stata sganciata nel momento
in cui ho detto di sì al ruolo. Ma non sapevo quanto sarebbe stato
grande: ha sorpreso tutti noi che abbiamo lavorato a quella
serie.”
Benedict
Cumberbatch è stato di nuovo
Doctor Strange nel suo secondo film da solista per il MCU questa primavera, mentre
dovrebbe tornare per un terzo film e per i film corali degli
Avengers già annunciati da Kevin Feige. Per quanto riguarda invece
la sua carriera di Sherlock, sembra si sia conclusa, ma mai dire
mai.
Questa settimana, THR ha
incontrato Aldis Hodge per discutere del suo ruolo
di Hawkman in Black
Adam. Riflettendo sulla produzione del film DCU, l’attore ha ricordato che la sua più grande
paura durante le riprese era graffiare accidentalmente la faccia di
The Rock con la sua mazza durante una delle loro
scene di combattimento. È orgoglioso di aver superato ogni singola
delle sue scene senza incidenti.
“Il mio ricordo indelebile è che
non l’ho mai colpito. Questo era tutto ciò che mi importava. In
realtà sono serio. Oscillando intorno a quella mazza… Sono
cresciuto come un combattente e, in termini di combattimento reale
e combattimento acrobatico, si tratta di capire e conoscere la tua
distanza. Con il combattimento reale, devi conoscere esattamente la
tua distanza del tuo avversario, in modo da sapere quando bloccare,
cronometrare e uscire.
Con il combattimento acrobatico,
devi conoscere la tua distanza in modo da non toccare mai l’altra
persona, ma la mazza richiedeva l’estensione completa del mio
braccio. Quindi ho dovuto fare i conti con la comprensione di una
lunghezza diversa perché la mazza aggiungeva un metro in più circa.
E, amico, tutto quello che volevo fare era superare la giornata
senza graffiare la faccia di quell’uomo. Perché se gli avessi
graffiato la faccia e avessimo dovuto fermare le riprese a causa
mia? Sì, non è un buon affare. Ma a parte questo, i problemi alla
schiena sono probabilmente [l’altro ricordo duraturo].”
Il cast completo
di Black
Adam, oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo,
annovera anche Noah
Centineo (Atom Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Black
Adam, che sarà diretto da Jaume
Collet-Serra (già dietro Jungle
Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non
pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre,
la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e
costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del
film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black
Adam è uscito al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. A quanto pare, il film
su Black
Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei
primi anni duemila.
THR ha recentemente avuto
l’opportunità di parlare con Keegan-Michael Key
(via
Screenrant) mentre era sul tappeto rosso per la premiere della
sua nuova serie di Hulu Reboot. Key è parte del
cast di Wonka,
film che vede Timothée Chalamet impegnato nel ruolo
di un giovane Willy Wonka.
Durante la loro conversazione, è stato chiesto all’attore del suo
lavoro in Wonka,
e lui ha condiviso alcuni elogi molto entusiasti per Chalamet,
affermando che la giovane star “gocciola carisma” e che
c’è una “meravigliosa semplicità” nel modo in cui porta
questo ruolo iconico in vita.
“Ecco questa meravigliosa
disinvoltura su come interpreta Wonka, per non parlare del fatto
che c’è questa qualità di speranza che dà al personaggio, una sorta
di qualità indomabile che non abbandonerà mai, è sempre pronto per
la prossima avventura. Dice: “OK, non ha funzionato? Lo faremo e
proveremo qualcos’altro”. E Timothée Chalamet, cosa posso dire? Mio
Dio! Questo ragazzo, sai, trasuda carisma e una meravigliosa
sicurezza. È un artista davvero delizioso.”
Le premesse sono buone, dal momento
che Timothée Chalamet dovrà
confrontarsi con Gene Wilder e
Johnny Depp, che lo hanno preceduto nel ruolo del
cioccolatiere più famoso del cinema!
Wonka, il
film
Willy Wonka è stato
creato dal famoso autore Roald Dahl. Il
personaggio ha debuttato nel romanzo del 1964, Charlie e la
fabbrica di cioccolato. Il libro è stato adattato due volte
per lo schermo, nel 1971 e nel 2005, quando Tim
Burton ha scelto Johnny Depp per il ruolo in
questione. Paul
King, il regista dietro la serie di
Paddington, firma la regia di Wonka.
David Heyman produce. Insieme a Timothée Chalamet, il cast comprende anche
Rowan Atkinson, Sally Hawkins, Olivia Colman,
Keegan-Michael Key. Wonka uscirà nelle
sale il 17 marzo 2023.
Durante una recente intervista con
Collider, Kumail Nanjiani ha parlato del futuro di
Kingo, suo personaggio in Eternals all’interno
del MCU, dicendo che “non ha idea
di cosa stia succedendo”. Confermando il suo desiderio di
tornare, la star ha condiviso di non essere sicuro se Kingo tornerà
mai in realtà, ma ha anche elogiato Black Panther: Wakanda
Forever, condividendo la sua eccitazione per la
direzione in cui sta andando l’MCU.
“Sono completamente all’oscuro.
Non ho idea di cosa stia succedendo. Davvero nessuna idea di cosa
stia succedendo. Sinceramente non so quando o se Kingo tornerà nel
MCU. Non ne ho davvero idea. Sono
solo entusiasta della direzione in cui stanno andando. Le nuove
persone che hanno scelto sono davvero brave. Ho appena visto il
nuovo film di Black Panther e non ho mai visto un blockbuster del
genere, così complicato e tragico, in così tanti modi diversi, ma
anche davvero divertente, divertente ed elettrizzante. Quindi,
penso che si stiano davvero crescendo e facendo delle cose
fantastiche in questo momento. Mi piacerebbe tornare e fare cose,
ma non ne ho davvero idea.”
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, è arrivato il 3 novembre
2021 nelle sale italiane. Il film targato Marvel
StudiosEternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Dopo la fine della Saga
degli Skywalker, il franchise cinematografico di
Star
Wars ha subito una pesante battuta d’arresto, non solo
perché non sono più usciti film ma anche perché non c’è una
pianificazione che faccia sperare nell’uscita di nuove storie per
il cinema a breve.
È diventato chiaro che Lucasfilm sta
lottando per capire dove portare Star Wars, almeno sul grande
schermo, dato che invece Disney+ continua a raccontarne le
storie e che Andor,
attualmente in onda (si concluderà il 23) è una delle migliori
uscite del franchise. Patty Jenkins ha pubblicizzato Rogue
Squadron in un costoso video promozionale, solo che il
progetto è andato in pezzi, senza che venisse rilasciata
nessuna motivazione ufficiale. Le trilogie ampiamente
pubblicizzate di Rian Johnson e degli showrunner
de Il Trono di
Spade non si sono concretizzate, quindi qual è il
problema?
Secondo Puck
(tramite
SFFGazette.com), si tratta della presidente della Lucasfilm
Kathleen Kennedy. Il sito spiega che vedremo un
nuovo film di Star Wars al più presto nel 2025 e che comunque non è
una data garantita. È probabile che sia il progetto di Damon Lindelof e Sharmeen
Obaid-Chinoy di cui abbiamo appreso di recente, anche
se nessuno dei film di cui abbiamo sentito parlare ha ricevuto
ufficialmente il via libera.
In effetti, la Disney ha persino
consigliato a Kennedy di smettere di annunciare progetti e partner
creativi “per timore che la stampa nerd famelica si avventi
quando quei progetti in realtà non si realizzano, come spesso
accade alla Lucasfilm”.
Gli addetti ai lavori spiegano che
“una cultura della paura e dell’indecisione intorno alla
prossima puntata” è un grosso problema, soprattutto con la
Lucasfilm determinata a far bene con questo prossimo film, dopo la
delusione che è stata L’ascesa di Skywalker.
Kennedy vuole che il prossimo film sia buono, diverso da quello che
vediamo su Disney+, e decisamente lontano dal fan
service.
Tuttavia, deve ancora e comunque
essere radicato in ciò che i fan amano di Star Wars, e tutto ciò si
aggiunge a una grande richiesta da parte del presidente della
Lucasfilm. Sembra che lo studio sia in una sorta di empasse, con
molti che ora si chiedono se Kennedy sia la persona giusta per
continuare a guidare la nave. Sì, hanno avuto successo su Disney+, ma Star Wars sul grande
schermo rimane intrappolato nel limbo senza alcun chiaro segno di
quel cambiamento nel prossimo futuro.
Il CEO di Warner
Bros. Discovery, David Zaslav, è
diventato una delle figure più controverse di Hollywood oggi, anche
se sembra che la DCU sia
finalmente per lui una priorità. Per i fan della DC Comics, questa era
qualcosa che aspettavano da tempo e, sebbeneBatgirl sia stata
una delle prime vittime del suo regime, le cose stanno iniziando a
migliorare con James Gunn e Peter Safran che
ora sono a capo dei DC
Studios.
Parlando durante un incontro
sugli utili di ieri sera, David Zaslav ha
assicurato gli investitori che il DCU ha ora un
brillante futuro grazie ai due uomini incaricati di
revisionarlo. “Ho passato molto tempo
negli ultimi mesi con
James e Peter, parlando della nostra strategia e dei piani a
lungo termine per il futuro della DC, in TV, animazione e
film”, ha
anticipato. “Hanno una visione e un
progetto potenti che guideranno un approccio creativo più unificato
che ci consentirà di sfruttare appieno il valore di uno dei
franchise più iconici del mondo”.
“Stanno lavorando
sodo in questo momento”, ha aggiunto
Zaslav, prima di elogiare i Guardiani della
Galassia e il regista
di The
Suicide
Squad . “James
è un brillante narratore che ha la particolarità di essere il primo
e unico regista a dirigere un film sia per la Marvel che per la
DC”.Per quanto riguarda Safran, il CEO ha
osservato che è “un produttore prolifico
i cui crediti includono il film di maggior incasso della DC
Aquaman e l’intero universo di
Conjuring, il franchise horror di maggior
successo di tutti i tempi. Non potremmo essere più entusiasti di
vederli unirsi il nostro team di leadership e sono entusiasta di
ciò che verrà”.
Gunn e Safran non hanno un
viaggio facile davanti a loro, poiché hanno essenzialmente il
compito di raddrizzare la rotta di una nave che affonda.Non possiamo fare a meno di pensare che sarebbe meglio
ricominciare da zero e riavviare il tutto, ma è diventato chiaro
che non è questo il piano. Significherebbe perdere un sacco di
grandi talenti legati già all’universo, ovviamente, quindi non
possiamo incolpare Gunn, Safran e la Warner Bros. per aver voluto
confermare i legami con attori del calibro di
Henry Cavill,
Gal GadoteDwayne
Johnson. Dunque non resta che aspettare quali saranno i
primi progetti che il DC Studios annuncerà.
Quentin Tarantino non è mai stato un regista
che si occupa di IP famose, anche se alcuni anni fa ha presentato
l’idea per un film di Star Trek alla
Paramount Pictures (che, per ragioni che ancora
non sono chiare, non sono stati interessati). Dopo che il progetto
non ha preso forma, sembra che sia tornato rapidamente a
concentrarsi sul raccontare le sue storie originali.
In queste ore parlando con il
Los Angeles
Times per promuovere il suo nuovo libro, Cinema
Speculation, Quentin Tarantino ha parlato dei film
Marvel Studios e ha ammesso di non
considerarsi adatto ai Marvel Studios.
“Devi essere un salariato per fare queste
cose”, ha affermato il regista dietro film
come Pulp
Fiction e Django
Unchained. “Non sono un salariato. Non sto
cercando un lavoro.” In Cinema Speculation,
Tarantino sottolinea che i registi di oggi “non vedono
l’ora che arrivi il giorno” in cui i film di
supereroi cadono in disgrazia allo stesso modo dei musical negli
anni ’60. Tuttavia, mentre i film sui supereroi non sembrano
fare per lui, il regista sembra per lo più avere un problema con
Hollywood che non realizza film di successo con un budget elevato
che gli parlino come spettatore.
“Certo, mi è piaciuto
‘Star
Wars‘. Cosa non va?” ha detto
Tarantino. “Ma” ricordo di aver pensato – e
questo non è un ‘ma’ in un modo negativo, ma in un buon modo. Il
film mi ha completamente portato avanti e stavo solo oscillando e
rotolando con questi personaggi. Quando le luci si sono accese, mi
sono sentito come un milione di dollari.”“Mi sono
guardato intorno e ho avuto questo momento di riconoscimento,
pensando: ‘Wow! Che momenti al cinema!’ Ora,
questo non è necessariamente il mio tipo esatto di film
preferito”.“Alla fine della giornata, sono più un
tipo da ‘Incontri
ravvicinati [del terzo tipo]’, l’idea più grande di Spielberg
che si propone di fare un’epopea per le persone normali, non solo
per i cinefili”, continua. “Pochi film hanno avuto
il tipo di climax di ‘Incontri ravvicinati’. Ha sbalordito il
pubblico”.
Anche se siamo sicuri che alcune
persone si offenderanno molto per i commenti di Tarantino, sono
relativamente comprensibili rispetto a ciò che alcuni registi hanno
detto in passato in merito ai fim Marvel Studios. Tuttavia,
siamo sicuri che artisti del calibro di
Ryan Coogler,
i fratelli Russo e Jon Watts potrebbero avere qualcosa da dire
sull’essere chiamati “operai assoldati”.
La star di Black PantherChadwick Boseman è scomparso dopo una
battaglia segreta di cinque anni contro il cancro, lasciando tutti
sconvolti dalla notizia. Per i fan dell’MCU, non ci è voluto molto
prima che i fan iniziassero a chiedersi cosa significasse per il
personaggio di
T’Challa, ma nessuno si è sorpreso quando si è deciso di non
sostituire l’attore anche per via della sua interpretazione che ha
reso a dir poco iconico il personaggi.
I Marvel Studios hanno deciso di onorare
l’eredità di Boseman non riformulando l’eroe. Invece, Shuri
sembra destinata a ereditare il mantello, riprendendo da dove si
era interrotto suo fratello caduto. Di recente ,
il regista di Black
Panther: Wakanda Forever, Ryan
Coogler, ha parlato al podcast ufficiale di
Black Panther e ha ricordato emotivamente la
sua ultima conversazione con Boseman. Il regista ha offerto al suo
collaboratore la possibilità di leggere la sceneggiatura del
sequel, un’opportunità perWhat
If…? che la star ha scelto di
rifiutare.
“Ho appena finito [la
sceneggiatura], amico. La mia ultima conversazione è stata
chiamarlo, chiedendogli se voleva leggerlo prima che ricevessi
appunti dallo studio” ,
ricorda. “Quella è stata l’ultima volta
che abbiamo parlato. E sì, quindi io, sai, è passato forse un paio
di settimane dopo che ho finito.”
“Era stanco,
fratello. Potrei dire che era stanco. Stavo cercando di mettermi in
contatto con lui da alcuni giorni e
Denzel [Washington]
aveva cercato di entrare in contatto anche con lui. Quindi gli ho
mandato un messaggio e gli disse: ‘Ehi amico,
Denzel ha detto che ha cercato anche te.’ Perché ha appena
fatto Ma Rainey per Denzel. Quindi mi ha chiamato e e potrei dire
che stava peggiorando… ”“Stavamo
parlando. E Simone [Boseman]
era con lui. E [ride] lui caccia Simone, perché le ha detto che non
voleva che lei sentisse nulla che potesse metterlo nei guai con
l’NDA. E lei non lo fece – “Non voglio lasciarlo” disse. Quindi
potrei dire che qualcosa stava succedendo. Ma stavano scherzando e
ridendo. “
“Ha parlato di come
stavano pianificando il loro matrimonio nella Carolina del Sud. E
di quante persone avrebbe invitato. E ha chiesto di mio figlio,
perché gli era mancato il nostro baby
shower”, continua Coogler. “E poi ha detto, sì, ha detto che non voleva leggerlo
perché non voleva intralciare le note che lo studio avrebbe potuto
avere”. “Quindi mi ha detto, ‘È
meglio se posso leggerlo più tardi.’ Ma in seguito ho scoperto
che era troppo stanco per leggere qualcosa”.
Questa dichiarazione da
leggere è davvero toccante, ma è ancora più difficili da ascoltare
(nonostante ciò, consigliamo vivamente di dare un’occhiata al
podcast). Si dice che Chadwick Boseman fosse troppo malato per
leggere la sceneggiatura di Black
Panther: Wakanda Forever, e ancora
più triste pensare che avrebbe potuto sapere che era un film che
non sarebbe stato in grado di fare. Hollywood ha
perso un grande attore in Chadwick Boseman, ma la sua eredità
sopravvive, e tutti i segni indicano che il sequel in arrivo è un
tributo appropriato al suo periodo di ispirazione nel
MCU.
Il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità
del suo personaggio, T’Challa. Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11
novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio
interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.
Nel film Marvel Studios Black Panther:
Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela
Bassett), Shuri (Letitia
Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai
Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba)
lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze
mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del
Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro
storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia
(Lupita
Nyong’o) e di Everett Ross (Martin
Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del
Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo
di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da
Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e
Alex Livinalli.
I film di
Harry
Potteruna volta rappresentavano per la Warner
Bros.’ come il loro più grande franchise, con molti che suggerivamo
come il suo successo fosse anche la ragione dell’insuccesso del
DCU, considerato dallo studios come una una
priorità in quel momento. Tuttavia, è passato molto tempo
dall’uscita del film finale nel 2011. Da allora, abbiamo avuto un
prequel/spin-off del franchise diAnimali
fantastici, ma con il tempo si è rivelato una
una profonda delusione per i fan.
Mentre Animali
fantastici e dove trovarliè stato
innegabilmente divertente, i sequel hanno registrato un forte calo
della qualità, con l’ultimo capitolo che è stato forse il più
deludente e dimostrando che chi c’è stato dietro al film non ha poi
imparato molto dal secondo capitolo, altrettanto deludente.
Secondo le previsioni dovrebbero arrivare almeno altri due film per
concludere la storia di questo franchise, ma come
ha suggerito il protagonisti
Eddie Redmayne qualche tempo fa, non sembra essere nei
piani del nuovo corso di Warner Bros Discovery.
Sia I
crimini di
Grindelwald che I
segreti di Silentesono stati delusioni al
botteghino e il nuovo regime della Warner Bros. Discovery che ha
portato avanti quei sequel… beh, pensa che non sarebbe la cosa più
intelligente da fare rispetto alle decisioni aziendali per il
frugale CEO David Zaslav. Inoltre lo Studios versa in precarie
condizioni economiche in seguito alle perdite della pandemia e alla
fusione, quindi ha un disperato bisogno di
successi.
Qual è il destino del franchise di
Animali Fantastici?
In un rapporto diVariety, è stato
stabilito che, nonostante i recenti commenti di Zaslav sul
potenziale ritorno al franchise di Harry
Potter, “Al
momento non ci sono discussioni attive con la Rowling sullo
sviluppo di un altro film di ‘Harry Potter'”.
In
effetti, “Al momento non c’è nulla ne ‘Il
mondo dei maghi’ in sviluppo attivo presso la Warner Bros., inclusi
sia il franchise di ‘Harry Potter’ che l’IP di ‘Animali
fantastici'”.Questo chiude quasi le porte
in Animali fantastici
4, il che significa che è improbabile che
vedremo mai come sia finita la battaglia tra Albus Silente e
Gellert Grindelwald.
È un peccato, ma c’era da
aspettarselo, soprattutto quando l’autrice JK
Rowling è diventata una figura così controversa date le
sue opinioni esplicite sugli individui transgender. Siamo sicuri che il franchise diHarry
Pottersia un bene in cui la Warner Bros.
tornerà prima o poi piuttosto che dopo, anche se è impossibile
quale forma prenderà. Continuano a esserci voci su un adattamento
per il grande schermo di The Cursed
Child, anche se il cast originale non sembra
avere alcuna fretta di riprendere i loro ruoli
iconici.
Esce in anteprima, solo il 7 e 8
novembre in lingua originale in oltre 200 sale, prima di arrivare
in sala l’1 dicembre One Piece Film: Red, diretto da Goro
Taniguchi e quindicesimo film animato ispirato all’omonimo
fumetto giapponese.
Red, che racconta la storia di Uta,
musicista dalla voce ultraterrena e dalla misteriosa origine, vanta
il coinvolgimento in veste di produttore l’autore del manga,
Eiichirō Oda, e segna il ritorno nel franchise di
uno dei personaggi più iconici da lui creati: Shanks il Rosso.
In occasione di Lucca
Comics and Games 2022, abbiamo incontrato Gorō
Taniguchi, che ha raccontato le origini della storia, il
suo approccio ai personaggi e alcune curiosità su One Piece Film: Red.
One Piece Film: Red intervista al regista Gorō Taniguchi
Com’è nato il personaggio di
Uta e perché è legato proprio a Shanks?
“All’inizio della lavorazione
volevamo avere un nemico molto forte contro cui far scontrare i
protagonisti, ma poi il Maestro Oda ci ha fatto presente che
avevamo sempre creato nemici molto forti, chiedendo di trovare una
soluzione diversa. Così, visto che c’era già questo personaggio che
cantava, abbiamo pensato di svilupparlo come un lietmotiv
all’interno del film. La cosa importante era trovare un legame con
Rufy, e Oda stesso mi ha suggerito di usare Shanks”.
Quanto può continuare
l’anime dopo la fine del manga?
“Tre anni fa Oda disse che
pensava di concludere One
Piece entro 5 anni, anche io penso che la parte del manga sia
arrivata al climax, alla fase conclusiva. Tuttavia questa è
un’opinione personale, nonostante si dica che il manga sia nella
sua fase conclusiva, percepiamo che il mondo di One Piece di sta
ampliando tantissimo, per cui è difficile prevederne la fine. E
ovviamente io stesso sono un fan, per cui da una parte vorrei che
non finisse mai, vorrei sempre nuove avventure, ma d’altra parte
vediamo dove ci porterà Oda. Questo è il mio desiderio, mi auguro
che possa durare in eterno. Vi racconto un aneddoto: 24 anni fa, la
prima volta che ho lavorato con Oda, lui mi disse che stava
immaginando l’evoluzione e lo sviluppo di questa trama in questo
modo, ma poi quella svolta che aveva immaginato lui è arrivata dopo
5 anni. Con questi presupposti, nessuno ha modo di dire quando e
come finirà.”
Come è nato il design di
Uta?
“Per realizzarne i design
abbiamo chiesto a Oda di realizzare molti personaggi, e ovviamente
quello che vedete nel prodotto finale, Una così com’è, in realtà è
il frutto di decisioni precise e giustificate in ogni singolo
aspetto. Ovviamente anche per la storia di Uta, tutto combacia con
la storia di Shanks il Rosso. Il personaggio è nato da molte
conversazioni, abbiamo sempre tentato di dare una storia di base
solida al personaggio.”
Come avete lavorato sulla
colonna sonora e come avete costruito le scene
musicali?
“Insieme allo sceneggiatore,
abbiamo pensato alle scene musicali in fase di scrittura, sapevamo
già dove e come inserirle. L’obbiettivo era quello di guardare
l’intera opera come fosse un concerto di Uta, e ovviamente ogni
scena musicale doveva nascere e concludersi come una sceneggiatura
a parte. In questo caso, per quanto riguarda le movenze della
danza, abbiamo chiesto a una ballerina professionista di
partecipare alla produzione. Quindi questo lungometraggio,
nonostante sia un anime, è stato costruito e sviluppato come se
avessimo utilizzato attori veri e sarebbe bello se questo si
vedesse nel risultato finale.”
Qual è la parte che l’ha
appassionato di più?
“Ho prodotto altre tre opere
insieme a Oda, e lui è sempre stato molto appassionato. Ma questa
volta lo sembrava particolarmente. Credo che ci siano due motivi
per questo coinvolgimento. Innanzitutto perché lui è molto amante
della musica, ma poi perché nello sviluppo della storia lui stesso
si è innamorato di Uta e realizzandola, ha realizzato un numero di
bozzetti molto più alto rispetto a quelli solitamente dedicati al
resto dei personaggi. Scambiandoci le idee per il film, anche noi
ci siamo appassionati al personaggio e ci siamo resi conto che era
nostro obbiettivo coinvolgere gli artisti e dire loro che questa
storia era molto importante. E loro hanno capito il valore del
progetto, infatti hanno lavorato in modo eccellente. Credo che ai
fan giapponesi sia passata bene l’idea di Uta come regina della
musica, e spero che questa idea passi anche ai fan
italiani.”
One Piece Film: Red è ormai prossimo
all’uscita in sala, il 1° dicembre, e sarà inoltre in anteprima il
7 e 8 novembre in lingua originale in oltre 200 sale. Il film è
distribuito da Anime Factory, etichetta di proprietà di Plaion
Pictures, diretto da Goro Taniguchi e prodotto da TOEI
Animation.
Mistero. Femminismo. Epoca
vittoriana. Questi gli ingredienti del sequel Enola Holmes 2, trasposizione dei libri
young adultThe Enola Holmes Mysteries di
Nancy Springer. Il mystery crime segue le vicende
della sorella minore del celebre Sherlock Holmes, alle prese con
un’enigma ancora più intricato rispetto a quello proposto nel primo
film, a cui segue anche un glow up della frizzante
protagonista.
In cabina di regia per il
lungometraggio torna Harry Bradbeer, e il cast di base si riempie
di altri attori di livello, uno fra questi
David Thewlis, conosciuto soprattutto per essere il Professor
Lupin nella saga di Harry Potter. Enola Holmes 2 è
un prodotto originale della piattaforma Netflix, approdato sul colosso streaming il 4
novembre.
Enola Holmes 2, la trama
A seguito della sua ultima avventura
investigativa, Enola (Millie
Bobby Brown) decide di aprirsi una sua agenzia
investigativa per poter continuare ufficialmente il suo lavoro. Il
pregiudizio della gente che non riesce a darle fiducia
considerandola troppo giovane, la spinge a gettare la spugna e
abbandonare il suo desiderio di avere un’attività in proprio.
L’arrivo di una giovane ragazzina cambia però le carte in tavola.
La piccola fiammiferaia Bessie (Serrana Su-Ling
Bliss) le chiede aiuto per ritrovare sua sorella Sarah
Chapman, scomparsa misteriosamente sia dal loro dormitorio che
dalla fabbrica.
La fiducia di Bessie sprona Enola ad
accettare il caso e mettersi all’opera per risolvere il caso.
Mentre investiga sull’accaduto, il mistero sulle fiammiferaie si
infittisce: la loro morte non sembra essere provocata dal tifo, ma
da qualcosa che si nasconde dentro la fabbrica. Compito di Enola è
scoprire cosa si cela dietro la fuga di Sarah strettamente
collegata alle operaie. E mentre cerca di avere delle risposte, il
suo caso si intreccia improvvisamente con quello del fratello
Sherlock costringendola a cambiare rotta (Henry
Cavill).
Fra femminismo e
investigazione
Ogni donna dovrebbe avere una stanza
tutta per sé in cui avere il proprio e unico spazio e poter
esercitare il suo lavoro. È il messaggio d’indipendenza che
Virginia Woolf lancia nel suo saggio femminista
Una stanza tutta per un sé del 1929. Questo forte
concetto di rivoluzione e sradicamento dall’assoggettamento allo
status sociale imposto impiatta l’incipit di Enola Holmes
2, in cui la sorella di Sherlock, per l’appunto Enola,
decide – a discapito dei dettami e dei pregiudizi dell’epoca – di
aprire una propria agenzia investigativa. La struttura narrativa si
modella sul filone del femminismo sin dal suo primo sguardo in
camera, e prosegue seguendo le tracce di un evento storico
realmente accaduto nell’Inghilterra vittoriana, lo sciopero
delle Matchgirls del 1888, la cui “marcia” fuori la
fabbrica di fiammiferi cambiò il corso della storia del lavoro
inglese. La voce delle donne nel film è forte e struttura
tutta la diegesi, rompe lo schermo e veicola un chiaro
messaggio: bisogna combattere, anche quando sembra impossibile,
poiché vivere nell’ombra o in uno mondo patriarcale equivale a non
vivere affatto.
Seppur il montaggio non eccella in
tecnica, la sceneggiatura è pregna di tutti gli elementi
essenziali affinché la narrazione progredisca con un ritmo
incalzante. Il brio e l’esuberanza di Enola, poi,
contribuiscono a dare un’impronta fresca e giovanile, senza cadute
di stile o sprofondamenti nella noia e nella piattezza. La scelta
di rompere ancora la quarta parete e coinvolgere lo spettatore a
cui Enola – con fare magnetico e fiuto da segugio – espone schemi e
pensieri più profondi, è il giusto stratagemma che non permette mai
alla soglia d’attenzione di vacillare. Anzi, questo “modus
operandi” non solo garantisce dinamicità al racconto e
tridimensionalità al personaggio, ma invoglia lo spettatore a
elaborare anch’egli delle congetture per risolvere il caso. Come se
questi, in qualche modo, diventasse il John Watson della piccola
Holmes.
L’importanza del “l’unione fa la
forza”
La versatilità di Enola,
interconnessa a quella della sua interprete Brown, si incastra
perfettamente nel caso che la giovane prende in carico, anche se ad
un certo punto ne costituisce il “punto di rottura” del film. Si è
a meta del secondo atto quando Enola Holmes 2
intraprende due cammini diversi. Il primo, come si è visto, è
quello della lotta della classe operaia a cui è intrinseca quella
delle donne per avere una loro posizione sociale. Il secondo è
quello dell’unione familiare e in senso più largo
degli affetti che si hanno attorno. È grazie alla spinta della
madre Eudoria che Enola comprende che il miglior modo per
affrontare le difficoltà e svelare i misteri è affidarsi – oltre
che a se stessi – alla propria famiglia e alle persone che si
amano.
Optare per questa sub-trama è stata,
a livello significativo, una scelta interessante nell’esposizione
della condizione delle donne all’epoca. Il doversi emancipare,
correlato al dover combattere per essere viste, non poteva avere il
successo sperato se Enola non avesse avuto fiducia nell’aiuto che
le persone accanto a lei potevano darle. E nel suo caso questo è
servito anche alla risoluzione del caso. Affidarsi a chi si ama è
un gesto d’amore verso se stessi, da cui scaturisce una forza
maggiore talmente potente in grado di raggiungere molto più in
fretta l’obiettivo finale.
Enola Holmes 2
diventa così sia manifesto femminista che grande esempio di
senso di appartenenza alle proprie radici, in questo caso
rappresentato dall’unione ultima di Enola e Sherlock, i quali
decidono di far squadra nel bene comune. La pellicola risulta
perciò un atto d’amore verso le donne in primis e verso la propria
famiglia in secundis, oltre che un caso alla Poirot di Agatha
Christie ben infiocchettato. La leggerezza e l’energia sprigionate
contribuiscono solo a renderlo al meglio fruibile, e non si può non
dire che tutti i tasselli sono stati posizionati al posto giusto
per far ben sperare in un Enola Holmes 3.
Nella sua carriera l’attore
Russell Crowe ha preso parte a film appartenenti a
generi sempre diversi. In particolare, però, egli si è in più
occasioni distinto grazie ad alcuni titoli thriller di grande
popolarità. Titoli come Insider – Dietro la verità, Nessun
verità o The Next Three Days
hanno dimostrato la sua grande predisposizione al genere.
Enigmatico e camaleontico, l’attore riesce a calarsi in ruoli
spesso imprevedibili, che sfiorano in più occasioni il confine tra
bene e male. All’inizio del nuovo millennio egli ha preso parte ad
un altro film di questo filone, intitolato Rapimento e
riscatto, dove interpreta un negoziatore
professionista incaricato di risolvere una complessa
situazione.
Il film è stato scritto da
Tony Gilroy, celebre per thriller come The Bourne Identity e
Michael Clayton, e diretto da Taylor
Hackford, autore di film come L’avvocato del
diavolo e Parker. Rapimento e
riscatto è dunque formato da una squadra che conosce bene il
genere e sa come renderlo avvincente e teso, elementi essenziali
per un thriller. Questo, inoltre, come riportato dai titoli di
coda, sembra essere stato vagamente ispirato dall’articolo
Adventures in the Ransom Trade, di William
Prochnau, e, in misura ancor maggiore, dal romanzo
Long March to Freedom, di Thomas
Hargrove. Questi, infatti, è stato un giornalista rapito
dal gruppo armato colombiano noto come FARC, ed ha poi raccontato
la propria storia nel libro qui citato.
Rapimento e riscatto
presenta dunque una serie di eventi romanzati, ma ispirati a fatti
reali che continuano ancora oggi ad essere realtà. Si tratta di
zone del mondo particolarmente pericolose, che hanno richiesto la
massima attenzione per poterle raccontare al cinema. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori ed alle sue
location. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Rapimento e riscatto: la
trama del film
La vicenda del film si apre sulle
attività di Peter Bowman, ingegnere americano
impegnato da anni in progetti umanitari nei Paesi del terzo mondo.
Il suo nuovo incarico lo porta ora nello stato di
Tecala, situato in Sud America, dove dovrà
assistere i lavori di costruzione di una diga. L’uomo si reca
dunque lì accompagnato dalla moglie Alice, la
quale lo segue ovunque adattandosi alle complesse situazioni dei
paesi visitati. Il loro matrimonio, però, sta ultimamente
attraverso un delicato periodo, causato da un piccolo trauma
personale. Il silenzioso conflitto tra i due coniugi dovrà però
essere messo da parte nel momento in cui Peter viene rapito
dall’Esercito di Liberazione di Tecala.
Questo è un gruppo di guerriglieri
paramilitari, specializzato in rapimenti ed estorsioni al fine di
garantirsi un sostegno che lo Stato sembra non fornire. Rapendo
Peter, il gruppo intende richiedere un ricco riscatto. Ciò che non
hanno previsto, però, è l’intervento di uno dei massimi esperti in
negoziazione. Si tratta di Terry Thorne, veterano
dello Special Air Service britannico, ora impegnato nel risolvere
delicate situazioni come quelle. Collaborando a stretto contatto
con Alice, questi inizia a provare qualcosa per la donna, che
sembra ricambiarlo. Nel frattempo, la situazione di Peter si fa
sempre più difficile, rischiando che ogni giorno sia per lui
l’ultimo.
Rapimento e riscatto: il cast del film
Ad interpretare il negoziatore Terry
Thorne vi è, come anticipato, l’attore Russell Crowe.
Originariamente, in realtà, per il ruolo era stato considerato
l’attore Harrison Ford,
il quale però preferì rifiutare. La parte venne allora assegnata a
Crowe, all’epoca uno degli attori più popolari di Hollywood. Per
calarsi nel ruolo, questi studiò approfonditamente l’attività del
suo personaggio, cercando di comprendere le migliori tecniche da
attuare durante una negoziazione. Durante la lavorazione del film,
inoltre, Crowe ebbe modo di dare alcuni consigli di recitazione ad
un aspirante attore lì presente come comparsa. Quel giovane era
Henry Cavill,
che nel 2013 arrivò ad ottenere il ruolo di Superman in L’uomo d’acciaio, film
in cui Crowe recita nei panni di suo padre.
Accanto a Crowe, nei panni di Alice,
vi è l’attrice Meg Ryan.
Celebre per film come Harry, ti presento
Sally… e Insonnia d’amore,
questa ottenne un compenso di ben 15 milioni di dollari per
partecipare al film. La Ryan era in quegli anni una delle attrici
più popolari di Hollywood, estremamente richiesta e ben pagata. Nei
panni di suo marito Peter Bowman vi è invece l’attore David
Morse, noto per film come The Hurt Locker e per
la serie Dr. House – Medical Division. Gottfried
John è Eric Kessler, ex membro della Legione straniera e
anche lui prigioniero del gruppo armato. Questi, insieme a Peter,
progetterà una disperata fuga. Infine, Pamela Reed
interpreta Janis Goodman, mentre David Caruso è il
negoziatore Dino.
Rapimento e riscatto: le
location, il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
L’intenzione originale dei
produttori era quello di dar luogo alle riprese in Colombia, lì
dove veri rapimenti di questo tipo avvengono. A causa dei pericoli
dati dai gruppi armati in azione nel paese, tuttavia, le riprese si
tennero in diverse zone dell’Ecuador. Il Paese rappresentato nel
film, Tecala, è infatti soltanto uno stato
fittizio, ma presentato con caratteristiche simili a quelle di
alcuni paesi delle Ande, come Colombia, Venezuela, Perù e lo stesso
Ecuador. In particolare, questo viene descritto come profondamente
in crisi per via degli scontri tra lo Stato e un gruppo
paramilitare noto come Esercito di Liberazione di Tecala, il quale
di natura marxista è stato più volte sostenuto dall’Unione
Sovietica.
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Rapimento e
riscatto è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple
iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo
di sabato5 novembre alle
ore 21:00 sul canale 20
Mediaset.
Di recente si è
diffusa la notizia che i Marvel Studios stanno lavorando ad
una nuova serie per Disney+incentrata sul personaggio
Visione. Il titolo proposto per lo show è Vision
Quest e sembra che la storia riprenderà e porterà avanti
la trama di WandaVision. Nella serie,
Visione tenterà di mettere insieme i suoi ricordi
e di crearsi una vita quanto più umana. Al momento, resta un
mistero come l’MCU
organizzerà la storia e le singole puntate. Nell’attesa, i fan di
Reddit hanno elaborato alcune curiose teorie su
cosa accadrà in Vision Quest.
Il ritorno di Wanda
Se davvero Vision
Quest seguirà gli eventi di WandaVision e dell’MCU post-Multiverso
della Follia, Wandasarà strettamente connessa con la
serie. La compagna di Visione potrebbe comparire nelle
prime puntate, o più in là, a sorpresa. Inoltre, è possibile che
Elizabeth Olsen riprenda il suo ruolo in
Vision Quest.
Secondo l’utente
u/supes1, una serie su Visione in cui manca Wanda
sarebbe ‘uno spreco’. In effetti, Scarlet è
fondamentale nello sviluppo del personaggio di
Visione.
Vision Quest nasce come una
sottotrama di Armor Wars
L’MCU
ha recentemente annunciato che la serie di Armor Wars
potrebbe diventare un film. La storia è incentrata su Don Cheadle (James Rhodes) e racconta
del personaggio mentre s’impossessa della tecnologia dietro a
TonyStark. Dal momento che
Visione è legato alla tecnologica di
Tony, u/omegawott sospetta che la serie Vision
Quest nasca da un subplot di Armor Wars.
Ultron potrebbe tornare
Molti fan della
Marvel ritengono che
Ultron meriti un ruolo più grande di quello ricevuto,
per ora, in un singolo film. Sia in Spider-Man: Homecoming che in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, viene
citata la rete Ultron che protegge il quartier generale degli
Illuminati. A proposito di ciò, l’utente u/TheGeekVault ha
espresso un desiderio: “Tutti parlano di riportare in vita
Wanda, ma mi piacerebbe ritrovare
Ultron in Vision Quest.”
Darcy Lewis è
l’aiutante di Visione
Dopo che Darcy
Lewis ha fatto il suo ingresso nella meta-sitcom
fantastica di WandaVision, il personaggiostringe
un’improbabile amicizia con Visione. I due
collaborano mentre quest’ultimo cerca disperatamente di salvare
Wanda dall’incubo che ha creato. L’utente di Reddit
u/FictionFantom vorrebbe vedere questa dinamica anche in
Vision Quest. L’utente ha un’idea: “Scommetto
che Darcy sarà l’amico umano di Visioneelo aiuteràa ri-impararead
essereun umano.'”
Più personaggi A.I.
La serie Vision
Quest potrebbe essere un modo per introdurre alcuni degli
altri personaggi iconici che già esistono nel complesso e
tentacolare universo Marvel Comics. In particolare, sarebbe
curioso vedere altri personaggi tecnologici: A.I., umanoidi, robot.
In riferimento a ciò, l’utente u/cbekel3618 ha citato
Jocasta, Machine Man e Victor
Mancha.
Il ritorno di Wanda
Alla fine di Doctor Strange nel Multiverso della Follia,
Wanda Maximoff fa l’estremo sacrificio per cancellare il
Darkhold da ogni realtà. Ma, come sappiamo, non è
ancora detto che l’apparente morte di Wanda sia definitiva
nell’MCU. L’utente u/Kalse1229
ritiene che Vision Quest dia alla Marvel la possibilità di
“spiegare ciò che è successo a [Wanda] alla fine di
Dottor Strange nel Multiverso della Follia.”
I Thunderbolts in Vision Quest
Questo utente di Reddit si
aspetta l’MCU includa anche i
Thunderbolts
in Vision Quest. L’utente scrive “La mia
teoriaè che il governo sta per inviare i Thunderboltscontro Visione” dal
momento che egli è una “parte di tecnologia militare costoso in
fuga.” Sarebbe divertente vedere Bucky Barnes, Yelena
Belova, Ghost e Taskmaster pronti a
distruggere Visione, anche se non avrebbero molte
possibilità contro di lui.
L’arrivo di Viv nell’MCU
L’utente u/N3M3S1S75 si
aspetta che la serie Vision Quest sia ispirata al
fumetto Visions of the Future. Nella storia,
Visione crea ingegneristicamente una famiglia. Nei
fumetti, Viv è la figlia sintetizzata che
Visionerealizza nel tentativo di umanizzare se
stesso. Effettivamente, il personaggio sarebbe un’ottima
aggiunta all’MCU.
Hulk come aiutante di Visione
Per u/LatterTarget7 non è
chiaro chi aiuterà Visione con i suoi ricordi in
Vision Quest: “La maggior parte delle persone
checonoscono Visione sono mortio si
trovanolontani dal pianeta.’’ Aggiunge: ‘’Non ho
ideadi chi possano essere i personaggiche
aiuteranno Visione.” Nell’incertezza, l’utente accenna una
supposizione:Hulk potrebbe dare una mano a
Visione.
Un cambio di rotta per Vision Quest
Dopo l’uscita dello
speciale di Halloween Werewolf By Night,
l’MCUha
aperto la strada a formati più ibridi. L’utente u/dratsablive fa
una supposizione: dato che la serie Armor
Wars è stata riadattata per diventare un film, anche
Vision Quest potrebbe essere trasformata, magati
in una Presentazione Speciale.
Nella lunghissima carriera di
Clint Eastwood,
uno dei suoi personaggi più celebri è senza dubbio quello del
poliziotto Harry Callaghan. Nato dalla penna di Harry
Julian Fink, questo è stato protagonista di ben cinque
film usciti tra il 1971 e il 1988. Il primo di questi è l’acclamato
Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è
tuo!, diretto dal celebre Don
Siegel, considerato ancora oggi uno dei maestri del cinema
poliziesco e d’azione. Si tratta di un film che ha fatto scuola,
divenendo estremamente influente per il suo genere, specialmente
per il suo portare al cinema la rielaborazione di vicende
reali.
Il film ha attinto al caso del
serial killer noto come Zodiac, al punto da essere citato anche
nello stesso film Zodiac di David
Fincher. Il personaggio di Scorpio è infatti vagamente
basato su quello del citato assassino. Unendo la finzione a fatti
di cronaca reali, il film attrasse su di sé grandi attenzioni,
rappresentando al meglio il difficile contesto che gli Stati Uniti
stavano sempre più vivendo. Tra la violenza dilagante e l’atmosfera
sempre più cupa del periodo, l’ispettore Callaghan ha incarnato
alla perfezioni i malumori e i timori del popolo statunitense.
Con un incasso di 36 milioni di
dollari, Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo! si
affermò come un grandissimo successo, tra i capolavori del suo
genere. A seguirlo sarebbero poi arrivati Una 44 Magnum per l’ispettore
Callaghan,Cielo di piombo, ispettore
Callaghan, Coraggio… fatti ammazzare e Scommessa con la
morte. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Ispettore Callaghan: il caso
Scorpio è tuo!: la trama del film
Protagonista del film è l’ispettore
Harry Callaghan, poliziotto dall’animo e dai modi
di fare particolarmente duri. Operante nella città di Los Angeles,
egli si vede convocato ad indagare sull’omicidio di una giovane
uccisa a sangue freddo da un colpo di fucile mentre nuotava in una
piscina. L’omicidio viene ben presto rivendicato da un serial
killer che si fa chiamare Scorpio. Questi arriva
anche a chiedere la cifra di cento mila dollari per non uccidere
ancora. Mentre il sindaco sembra disposto a cedere al ricatto,
Callaghan non vuole saperne e decide di agire per conto proprio,
convinto di poter arrestare l’assassino.
Ottenuto il caso Scorpio, egli si
vede affidato dal poliziotto alle prime armi Chico
Gonzalez. I due agenti si mettono così subito alla ricerca
di maggiori informazioni, mentre Scorpio continua a mietere vittime
senza pietà. Più l’omicida si fa violento, più Callaghan sente di
non essersi minimamente avvicinato alla soluzione. Nel momento in
cui Scorpio annuncia di aver rapito una ragazza di quattordici
anni, chiedendo una somma per lasciarla viva, l’ispettore sa di non
poter perdere ulteriormente tempo. Inizia così ad intensificarsi lo
scontro tra i due, che potrà risolversi soltanto con la sconfitta
di uno e la vittoria dell’altro.
Ispettore Callaghan: il caso
Scorpio è tuo!: il cast del film
Sebbene quello di Harry Callaghan
sia uno dei personaggi più noti interpretati da Clint Eastwood, egli non era uno dei
principali contendenti per la parte. Il ruolo era infatti stato
inizialmente offerto a John Wayne e Frank Sinatra, e in seguito a
Robert Mitchum, Steve McQueen e Burt Lancaster. Quando infine fu
contattato Eastwood per la parte, egli accettò solo a patto di
poter recitare con la sceneggiatura originale e non con le
riscritture successive di questa. Eastwood, inoltre, si allenò al
fine di poter interpretare personalmente tutti i suoi stunt,
evitando di ricorrere a controfigure. Divenuto ormai un tutt’uno
con il personaggio, l’attore acconsentì a riprendere i panni di
questo anche in tutti e quattro i sequel.
Accanto a lui, nel ruolo del tenente
Al Bressler vi è l’attore Harry Guardino, mentre
John Mitchum è l’ispettore Frank DiGiorgio, ruolo
da lui ripreso anche nei successivi due sequel del film.
Reni Santoni è invece l’ispettore Chico Gonzalez,
il primo ruolo ad averli dato un buona notorietà ad Hollywood. Sono
poi presenti John Vernon nel ruolo del sindaco e
John Larch in quelli del capo della polizia. Nel
ruolo del serial killer Scorpio vi è invece l’attore Andrew
Robinson, caldamente consigliato dallo stesso Eastwood.
L’interpretazione che questi diede dell’assassino fu così
memorabile che dopo l’uscita del film l’attore ricevette diverse
minacce di morte e fu costretto ad avere un numero di telefono non
elencato.
Ispettore Callaghan: il caso
Scorpio è tuo!: il trailer e dove vedere il film in streaming
e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Ispettore Callaghan:
il caso Scorpio è tuo! è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes,
Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercledì 25
ottobre alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Attraverso i film si cerca spesso di
confrontarsi o riflettere su tematiche spesso scomode o difficili
da accettare. Una di queste è certamente la morte e ciò che può o
meno esserci al di là di questa. Sono innumerevoli i film che
affrontano tali argomenti, ma uno dei più coinvolgenti a livello
visivo è senza dubbio Al di là dei sogni.
Si tratta di un fantasy drammatico diretto nel 1998 da
VincentWard, regista e pittore
noto per la cura che ripone nelle sue composizioni, e scritto da
Ronald Bass, premio Oscar per la sceneggiatura
di Rain Man – L’uomo della pioggia. Il film è
basato sull’omonimo romanzo di Richard Matheson,
all’interno del quale sono contenuti numerosi riferimenti
allegorici alla Divina Commedia e al mito di Orfeo ed
Euridice.
Attraverso queste due celebri opere,
entrambe ambientate nel mondo oltre la vita e la morte, si snoda
così una vicenda che è un viaggio verso nuove consapevolezze. Si
trattano temi come numerosi temi, dall’amore alla reincarnazione,
ma tutti in chiave originale. Nel film, inoltre, prende vita un
aldilà che unisce elementi derivati da varie religioni e culture,
divenendo così un luogo particolarmente inclusivo. A rendere
estremamente memorabile il film, però, sono una serie di
straordinari effetti speciali e ricostruzioni scenografiche, come
anche l’uso dei colori e dell’elemento artistico. Il film ha non a
caso vinto proprio un Oscar per i migliori effetti speciali, a cui
è dedicata gran parte del budget.
Il celebre critico Roger
Ebert definì Al di là della vita un’opera
che “anche nella sua forma imperfetta, mostra come il cinema
possa immaginare l’ignoto, portare la nostra immaginazione in
luoghi meravigliosi”. La rappresentazione che qui si dà della
morte, della vita e dell’amore sono ancora oggi qualcosa di raro.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e alle differenze con il
libro. Infine, si elencheranno anche le frasi più
belle e le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Al di là dei sogni: la trama del film
Protagonisti del film sono
Chris Nielsen e sua moglie Annie.
Legati da un amore sconfinato, i due si trovano a dover affrontare
il dolore indicibile scaturito dalla morte di entrambi i figli in
seguito ad un incidente stradale. Proprio quando la coppia sembrava
aver ritrovato un equilibrio, anche Chris perde tragicamente la
vita. Risvegliatosi nell’aldilà, egli trova ad attenderlo un uomo
che dice di chiamarsi Albert Lewis, che intende
guidarlo alla scoperta di quel mondo. Pur rammaricandosi per
l’essere stato separato dall’amata moglie, Chris è felice di sapere
che per lui il paradiso consiste nell’esistenza in uno dei dipinti
di Annie. Quando però la donna decide di togliersi la vita per il
troppo dolore, Chris decide di intraprendere un viaggio verso
l’inferno, deciso a ricongiungersi con la sua amata.
Al di là dei sogni: il cast del film
Ad interpretare il protagonista
Chris Nielsen, vi è il premio Oscar Robin Williams, il
quale dà qui vita ad una delle sue interpretazioni più struggenti
di sempre. Nel ruolo di sua moglie Annie, invece, vi è l’attrice
Annabella Sciorra, celebre in particolare per la
serie I Soprano. Inizialmente, la Sciorra non voleva
prendere parte al film, ritenendolo troppo intenso emotivamente.
Dopo aver letto la sceneggiatura insieme a Williams, con cui aveva
già lavorato in precedenza, si convinse a partecipare. Nel ruolo di
Albert Lewis, vero e proprio Virgilio di Chris nell’aldilà, c’è
Cuba Gooding Jr., il quale viveva in quel momento
un periodo d’oro in seguito alla vittoria del premio Oscar. Il
celebre attore svedese Max von Sydow è infine il
misterioso personaggio chiamato The Tracker.
Al di là dei sogni: le differenze con il libro
Il romanzo presenta differenze
significative rispetto al film, nella sua trama e nella sua visione
dell’aldilà. Ad esempio, nel libro le immagini dell’aldilà si
basano su scenari naturali piuttosto che su dipinti come nel film.
La rappresentazione dell’Inferno nel romanzo, inoltre, è
considerevolmente più violenta e cupa che nel film. Nel racconto
letterario Chris ha infatti difficoltà a muoversi, respirare o
vedere e subisce torture fisiche per mano di alcuni dei personaggi
lì presenti. Non incontra invece navi, temporali, fuoco o il mare
di volti umani su cui cammina la sua controparte cinematografica.
Ulteriori differenze si ritrovano anche tra i personaggi. Ad
esempio, i figli di Chris e Annie non muoiono nel libro, dove sono
anche più adulti. Infine, cambiano anche i mestieri svolti dai due
protagonisti.
Al di là dei sogni: le
frasi più belle, il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Al di là dei
sogni è infatti disponibile nei cataloghi di
Chili, Google Play, Apple iTunes, e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 4
novembre alle ore 21:10 sul canale
TwentySeven.
Qui di seguito si riportano invece
alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai
personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente
comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate
personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del
film:
La gente spesso definisce
impossibili cose che semplicemente non ha mai visto.
(Chris)
Io voglio invecchiare con te.
E’ possibile qui? Io voglio tutto. Ma lo voglio insieme a te.
(Annie)
Quando ero giovane incontrai
una ragazza stupenda, su un lago. (Chris)
Mi dispiace per tutto quello
che non potrò mai darti. Non ti comprerò mai un hamburger gigante a
quattro piani. Niente super mega! Non ti farò mai sorridere. Volevo
soltanto invecchiare insieme a te, come due vecchie tartarughe che
ridono contandosi le rughe insieme al capolinea, sul lago del tuo
dipinto. Quello era il nostro paradiso. (Chris)
Lo snap di Thanosha sterminato metà
della vita
dell’universo, riducendo anche
drasticamente il numero di supereroi che proteggevano la Terra.
Anche se gli eroi sopravvissuti sono riusciti alla fine a sistemare
le cose, hanno dovuto pagare un prezzo terribile.
Sia Vedova Nera che Iron
Man si sono sacrificati per sconfiggere Thanos,
mentre Steve Rogers ha deciso di
rivendicare una vita dal sapore alla “e vissero per sempre felici e
contenti” viaggiando indietro nel tempo per stare con la sua
amata Peggy Carter. Altri sembrano
essersi nascosti, tra cui Wanda
Maximoff diventata Scarlet
Witch, mentre non ci sono state notizie riguardo
alla versione bianca di
Visione. Thor ha lasciato la
Terra con iGuardiani della Galassia, e
anche Captain Marvel sembra essere tornata tra le
stelle.
I titoli di punta
della Fase 4 come The
Falcon and the Winter Soldier e Hawkeye
hanno mostrato che alcuni eroi stanno ancora lavorando per
combattere il crimine e la malvagità, ma viene da chiedersi
chi ancora possa essere effettivamente considerato
Vendicatore. Ecco quindi tutti i supereroi confermati
della Fase 4 del MCU che
stanno ancora operando sulla Terra dopo Avengers:
Endgame – dimostrando quanto sia vulnerabile il
pianeta in questo momento.
Chi sono gli Avengers
rimasti?
Ancora popolata da vari
eroi dotati di superpoteri, la Terra non si troverebbe senza
protezione se una minaccia come Thanos dovesse
arrivare senza preavviso. La Fase 4 del MCU
ha “resuscitato” Visione con la versione Bianca
del personaggio presentata in WandaVision e Doctor Strange è ancora attivo, anche
se Doctor Strange nel Multiverso della Follia ha
portato alla morte di Scarlet Witch. Nel
frattempo,
Sam Wilson e Bucky Barnes sono diventati amici dopo aver
sconfitto i Flag Smashers in The Falcon and the Winter
Soldier, mentre Okoye e gli abitanti
del Wakanda stanno per affrontare alcune difficoltà dovute
all’assenza di T’Challa – anche se il villain di
Black
Panther: Wakanda Forever, Namor, era
un membro dei Vendicatori nei fumetti.
Inoltre, Ant-Man and the Wasp: Quantumania ci
presenterà presto uno dei più grandi cattivi della Marvel, Kang il
Conquistatore. Per quanto riguarda lo Stregone Supremo
Wong, egli sta diventando l’equivalente della Fase
4 di Nick Fury, che tornerà sulla Terra per
Secret Invasion. Ci sono anche
Hulk, Occhio di Falco,
Thor e War Machine, che sono
diventati mentori di una nuova generazione di eroi. Infine,
Captain Marvel e i Guardiani
della Galassia, pur non essendo sulla Terra, possono
ancora essere considerati degli Avengers in attività.
Ant-Man
Scott Lang
è stata la soluzione più efficace per l’interruzione del
Blip, perché, fuggito dal Regno Quantico, è
riuscito a ideare un piano per viaggiare nel tempo con gli altri
membri degli Avengers. Tuttavia, non è chiaro se
il mondo sappia che il viaggio nel tempo è stato coinvolto
nell’operazione di salvataggio delle vittime del Blip.
Sicuramente i Vendicatori hanno
fatto finta che Capitan America sia morto
piuttosto che far sapere agli abitanti della Terra che è riuscito a
viaggiare nel tempo – quindi neanche il contributo di
Ant-Man potrebbe non essere noto. È comunque
ragionevole supporre che abbia proseguito la sua carriera di
supereroe a casa, a Los Angeles, dove si divertirà anche a
trascorrere del tempo con la figlia Cassie, ormai
cresciuta e adolescente.
Black Panther
Senza dubbio il Wakanda ha
sofferto terribilmente l’assenza di Black Panther,
anche perché le sue scorte di Erba a forma di cuore sono state
distrutte da Killmonger, il che significa che non
si è neanche potuto nominare un successore. Il primo episodio di
The Falcon e The Winter Soldier ha rivelato che i
confini nazionali sono crollati durante il Blip, ed è probabile che
anche la nazione un tempo isolazionista del Wakanda ne sia stata
profondamente colpita.
Sebbene l’attore di Black Panther
Chadwick Boseman sia purtroppo scomparso e la
Marvel abbia già confermato che non
riproporrà il ruolo di T’Challa, non si sa ancora
come verrà affrontata la sua importante mancanza in Black
Panther: Wakanda Forever. In futuro potrebbero esserci
più Black Panther nel MCU.
Doctor Strange
Potrebbe non essere ancora
lo Stregone Supremo, ma Stephen
Strange è sicuramente tornato ai suoi doveri
insieme ai Maestri delle Arti Mistiche. Ciò significa che
probabilmente sta ancora una volta proteggendo il Sanctum Sanctorum
di New York, collaborando con i suoi colleghi stregoni per
difendere il mondo dalle
minacce extradimensionali.
Sfortunatamente, il loro lavoro è stato reso molto più difficile
dopo Avengers:
Endgame, perché la distruzione della Pietra del Tempo
significa che Doctor Strange ha perso la sua
più grande arma (almeno temporaneamente).
Doctor
Strange è forse il supereroe più attivo
nella Fase 4, che ha dovuto
aiutare Peter Parker nel gestire il
conflitto multiversale da lui
causato, durante Spider-Man: No Way
Home e proteggendo il multiverso da minacce come
il Barone Mordo, America
Chavez e Scarlet
Witch in Doctor
Strange nel Multiverso della Follia.
Wong
Se c’erano dubbi sul ruolo
di Wong tra i Vendicatori prima della
Fase 4, Shang-Chi e la Leggenda
dei Dieci Anelli ha confermato che il Maestro
delle Arti Mistiche è uno dei membri
fondamentali degli Eroi più forti della Terra,
in seguito agli eventi della Saga
dell’Infinito. Wong è stato in contatto con
Abominio, Capitan Marvel e Bruce
Banner, e ha
accolto Shang-Chi e Katy
nei Vendicatori subito dopo la loro prima avventura da
supereroi.
E’ divenuto
letteralmente il tassello
fondamentaledel gruppo di Vendicatori nel
momento in cui ne hanno avuto più bisogno, e sicuramente avrà un
ruolo importante quando i Vendicatori dovranno riunirsi
ufficialmente per la prima volta dopo Avengers:
Endgame.
Falcon/Captain America
Sam
Wilsonè stato bollato
come fuorilegge quando si è
schierato con Steve Rogers durante gli
eventi di Captain
America: Civil War, ma è stato poi graziato a seguito
al suo coinvolgimento nella battaglia finale
contro Thanos in Avengers:
Endgame. Falcon tornò immediatamente in servizio
attivo nella United States Air Force,
viaggiando per il mondo in missioni segrete volte a neutralizzare
gruppi terroristici e cercare di riportare un po’ di stabilità nel
mondo post-Blip.
Anche se a malincuore,
Falcon si riunì con Bucky
Barnes per affrontare
i Flag-Smashers e John
Walker con l’improbabile aiuto del Barone
Zemo e Sharon Carter aka
il Power Broker. I suoi sforzi furono ben
ricompensati, in quanto divenne ufficialmente il
successivo Capitan America, con tanto di
scudo di Steve Rogers e una tuta
all’avanguardia realizzata dai Wakandiani.
Occhio di Falco
Clint
Barton si è ritirato ancora una volta dalla vita da
supereroe per trascorrere del tempo con la sua famiglia ma, come
egli più di ogni altro Vendicatore sa, la pace non
dovrebbe mai essere inclusa nei propri piani. La
serie HawkeyeDisney+ nel
2021 ha introdotto il personaggio di Kate
Bishop di cui Clint, in maniera del tutto
improvvisata, ne è diventato mentore.
Il loro inaspettato sodalizio
in Hawkeye ha
chiamato a sé anche nuove minacce, tra
cui Echo, Yelena
Belova, lo Spadaccino, e nientemeno
che Kingpin stesso, ovvero tutti coloro
che dovrebbero fare future apparizioni nel MCU. Con
l’avanzare dell’età ed essendo ormai diventato sordo da un
orecchio, Clint Barton continuerà a
cercare di raggiungere un pensionamento definitivo con i suoi cari,
forse in modo permanente ora che Kate
Bishop vorrà cercare di ricalcare le sue
orme.
Samuel L.
Jackson riprenderà il suo ruolo di padre fondatore
dei Vendicatori nella serie Disney+Secret Invasion, dove dovrebbe
proteggere la Terra in segreto; anche il braccio destro
di Fury, la Maria
Hill di Cobie Smulders, farà
ritorno nella serie.
Hulk
Riuscendo a fondere le sue
due identità nella versione Smart Hulk dopo aver
trascorso diciotto mesi in un laboratorio Gamma durante il Blip, lo
status quo di Hulk, alias Bruce
Banner, è cambiato notevolmente. Hulk è
diventato il supereroe più importante della Terra durante quel
periodo di cinque anni, come si può vedere da una scena eliminata
di Avengers:
Endgame, e si è beato della sua ritrovata
celebrità.
Sfortunatamente, Hulk ha subito un
grave infortunio quando ha usato il Guanto
dell’Infinito per ripristinare metà della vita
nell’universo, e lo sbalzo di potenza ha distrutto il suo braccio
destro. La scena verso la metà dei titoli di coda di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli ha
rivelato che Bruce Banner è tornato completamente
umano grazie al suo inibitore. Era di nuovo Smart
Hulk in She-Hulk:
Attorney at Law, una parabola molto breve che si è
conclusa con la presentazione di suo figlio, Skaar.
Spider-Man
La partecipazione
di Spider-Man nella battaglia finale
di Avengers:
Endgame sembrava essere decisiva per la sua
reputazione, ma purtroppo l’Uomo Ragno è stato manipolato dalle
illusioni di Mysterio in Spider-Man:
Far From Home e poi incolpato di una serie di
attacchi terroristici in Europa, con la sua identità pubblica
rivelata per gentile concessione di J. Jonah
Jameson. Il desiderio di Spidey di disfare tutto questo è
ciò che ha portato ai cataclismatici eventi del multiverso
di Spider-Man:
No Way Home, in cui Peter
Parker ha affrontato i suoi più grandi nemici da
universi alternativi e alla fine ha dovuto sacrificare la vita come
la conosceva.
Ora che vive da solo e nessuno
conosce la sua vera identità, Spider-Man è sul punto di affrontare
un viaggio da eroe senza precedenti nel MCU.
Happy Hogan ha confermato di conoscere ancora Spider-Man anche
senza conoscere Peter Parker, quindi i poteri di Doctor Strange
chiaramente non hanno cancellato il suo status di supereroe attivo.
È anche possibile che Peter Parker possa diventare più indipendente
come supereroe e forse entrare in contatto con cattivi di proprietà
di Sony
come Venom e Morbius.
War Machine
War
Machine potrebbe essere il Vendicatore più potente
della Terra, avendo ricevuto un sostanziale aggiornamento durante
il Blip. La sua armatura Iron Patriot è
potenzialmente più avanzata di qualsiasi armatura
di Iron Man che Tony
Stark abbia mai progettato, e la Marvel ha
lasciato intendere che ha avuto inoltre accesso alla tecnologia
aliena per gentile concessione dei Guardiani della
Galassia.
Secondo la Marvel, la macchina
da guerra post-Blip è progettata per affrontare letteralmente gli
eserciti e diversi concept art ci mostrano alcuni dettagli che
potrebbe presentare, come razzi aggiuntivi o simil-armi energetiche
incorporate. Inoltre, dati i colori patriottici
di Rhodey, tutto questo è probabilmente
ancora sotto l’egida dell’esercito americano. Nella Fase 4, Rhodey
sarà la star di Armor Wars, dove potrebbe
combattere diversi emulatori di Iron
Man e forse fare da mentore a Riri
Williamsalias Ironheart.
Wasp
Hope Van
Dyne era in fuga per aver violato gli Accordi di
Sokovia prima di essere cancellata dall’esistenza, e non è chiaro
se le sarà stata concessa la stessa grazia di cui hanno goduto
altri che si sono uniti alla battaglia contro Thanos. La famiglia
Pym non era ricercata per una diretta violazione
degli Accordi di Sokovia, ma piuttosto perché
aveva messo a disposizione di Scott Lang dei
miglioramenti tecnologici illegali; il padre di Hope, Hank,
potrebbe non essere stato disposto a scendere a patti anche con
l’offerta di una tregua.
A Bucky
Barnes è stata concessa la grazia per la sua
partecipazione alla battaglia finale di Avengers:
Endgame, ma The
Falcon and the Winter Soldier ha rivelato
che ci sono delle condizioni che deve impegnarsi a rispettare,
inclusa una regolare osservazione psicologica, dato che
il Soldato d’Inverno sta ancora lottando per
essere redento dopo tutti i suoi misfatti.
Fortunatamente per
lui, Sam Wilson è lì per sostenerlo; non
si sa se Bucky Barnes avrà un nuovo
soprannome che corrisponda al titolo di Capitan
America di Sam Wilson, ma
sicuramente si unirà alla battaglia se i Vendicatori ne avranno
bisogno.
Okoye
Okoye ha
apparentemente assunto le redini degli affari internazionali del
Wakanda. Ha guidato la missione per recuperare
il Barone Zemo dopo che Sam
Wilson e Bucky Barnes lo
hanno fatto evadere di prigione in The Falcon and the
Winter Soldier, portandolo alla Zattera.
Con la scomparsa di
T’Challa, ci si aspetta
che Okoye abbia un ruolo ancora più
importante che guidare la Dora Milaje; si pensa
che potrebbe assumere il mantello di Black
Panther in Black
Panther: Wakanda Forever e ci si aspetta anche
che sia la protagonista del prossimo
show Disney+ incentrato sul Wakanda. E
considerando che è stata al fianco
di Capitan Marvel, War
Machine, Rocket
Raccoon e Nebula tra gli
eventi di Avengers:
Infinity War e Avengers:
Endgame, il suo ruolo di stratega nei Vendicatori non
è destinato a scomparire.
Scarlet Witch
Prima che
Wanda venisse apparentemente sconfitta alla fine
di Doctor Strange nel Multiverso della Follia,
era una Vendicatrice attiva. Dopo essere stata corrotta dal
Darkhold, ha quasi fatto a pezzi il multiverso per
recuperare i suoi figli da un universo alternativo.
Durante il processo,
Scarlet Witch ha posseduto e sembra aver sbloccato
i poteri di Wanda della Terra-838. Ciò significa che una
Wanda diversa potrebbe ancora compiere la profezia
di Wanda che governa o distrugge il mondo, anche se potrebbe essere
morta. D’altra parte, se la Scarlet Witch originale è ancora viva,
il senso di colpa di Wanda per i suoi crimini contro il multiverso
potrebbe riaccendere il suo desiderio di aiutare i Vendicatori.
Thor
Thor può
aver perso Jane Foster a causa di
Gorr in
Thor: Love and Thunder, ma l’Asgardiano ha anche
guadagnato una figlia da Gorr, resuscitata in
Eternità. Con Mjolnir di nuovo
nelle mani di Thor e Stormbreaker nelle mani di
Love – che potrebbe diventare più potente di Thor
– la prossima minaccia cosmica che busserà alle porte della Terra
avrà una sorpresa.
Sebbene Love non
sia stata ispirata da alcun personaggio della Marvel Comics e sia stata creata esclusivamente
per il quarto film del MCU dedicato a Thor, c’è la possibilità che la
figlia di Gorr diventi un giovane Vendicatore.
Poiché Thor sembra dedicarsi al suo nuovo ruolo di padre e mentore
di Love, la figlia di Eternità sarà senza dubbio
sulla strada per diventare uno dei più potenti eroi della
Terra.
Chi saranno i prossimi
Vendicatori?
Oltre al possibile ritorno
dei restanti Vendicatori originali, una
futura formazione dei Vendicatori per la Fase
5potrebbe includere molti nuovi volti:
personaggi indipendenti
come Shang-Chi, She-Hulk, Moon
Knight, Monica
Rambeau, Sersi, e Jane
Foster sono infatti probabili candidati per una
prossima iterazione degli eroi della Terra. Inoltre,
la giovane generazione del MCU,
tra cui Kate Bishop, America
Chavez, Kamala
Khan, Elijah
Bradley, Cassie
Lang, Kid
Loki e Tommy e Billy
Maximoff, dovrebbe dare vita alla squadra
dei Giovani Vendicatori.Yelena
Belova, Abominio e il
Barone Zemo sono invece in lizza per il team
dei Thunderbolts o dei Dark
Avengers.
I Vendicatori della
Costa Ovest potrebbero essere fondati
da Occhio
di
Falco e Visione (nella
sua versione bianca), mentre Doctor
Strange, Blade e Moon
Knight potrebbero dedicare le loro risorse alla
formazione dei Figli della Mezzanotte. Tutto
questo per dire che ciascuna di queste
formazioni potrebbe riunirsi ed assumere il titolo
di Vendicatoriogni volta che un cattivo simile
a Thanos è pronto a minacciare la
Terra.
Il MCU potrebbe avere più squadre
di Avengers dopo la Fase 4
Poiché nel
MCU ci sono
così tanti possibili schieramenti di eroi, è molto probabile che la
Fase 4 e la Fase 5 avranno
diverse squadre simili ai Vendicatori, anche se non tutti saranno
necessariamente eroi. Infatti, alla D23 Expo del
2022, la Marvel ha confermato che
Yelena Belova, Bucky Barnes,
Ghost, Taskmaster e Red
Guardian formeranno il cast dei Thunderbolts,
mentre la squadra di antieroi sarà guidata da Valentina
Allegra de Fontaine. Questo è anche il primo vero passo
del MCU verso
un arco narrativo dei Vendicatori Oscuri.
Nel frattempo, The
Marvels vedrà Captain Marvel, Ms.
Marvel e Monica
Rambeau lavorare insieme. Il MCU potrà
anche includere i Difensori di Netflix e gli X-Men,
soprattutto perché Deadpool
3 è stato confermato non solo come parte del
MCU, ma
anche come debutto nel MCU del Wolverine
di Hugh Jackman. Oltre ai filoni dei
Giovani Vendicatori e dei Vendicatori
Oscuri del MCU che la
Marvel sta già costruendo, la Fase
5 del MCU
potrebbe vantare un numero significativo di nuove squadre per
sostituire i Vendicatori originali. Il ritardo di Avengers: Secret Wars suggerisce grandi
sviluppi, la Fase 6 del MCU
potrebbe persino vedere il debutto di super-squadre provenienti da
altri universi, come Doctor Strange negli
Illuminati del Multiverso della
Follia.
Un team Marvel di Avengers tutto
al femminile
Ultimo ma assolutamente non meno
importante, c’è anche il potenziale per un team di
Avengers tutto al femminile da formare
nella Fase
5 del MCU, forse
la A-Force dei fumetti Marvel che è
stata in qualche modo introdotta in Endgame.
Data la presunta importanza di
Captain Marvel nel plasmare il futuro
del MCU, si
potrebbe far largo una lunga lista di eroine in grado di impostare
la rotta per una squadra di Vendicatori tutta al
femminile: Captain Marvel, Monica
Rambeau, Shuri, Okoye, Mighty Thor di Jane Foster, Lady Sif,
Valchiria, She-Hulk, Yelena Belova, Gamora, Nebula, Sersi, e
Wasp, solo per nominarne alcune. Data questa
impressionante gamma di straordinarie eroine che
il MCU potrebbe includere, una squadra
femminile di Vendicatori è quasi un requisito imprescindibile per
la Fase
5.
Serena Codato è una
delle attrici che più si sono distinte nella serie Mare
fuori, divenuto un vero e proprio caso televisivo. Pur se
ancora alle prime armi e con pochi ruoli dalla sua parte, la
giovane attrice ha dato prova di possedere un certo talento, che se
coltivato potrà portarla a divenire un volto interessante della
nuova generazione di attori.
Ecco 10 cose che non sai di Serena Codato.
Serena Codato: i suoi film e le serie TV
1. È celebre per una nota
serie TV. Ad avere reso celebre Serena Codato è la
serie Mare fuori, ideata da
Cristiana Farina e Maurizio
Careddu, nella quale si raccontano le storie di un gruppo
di ragazzi rinchiusi nell’Istituto di Pena Minorile di Napoli. La
serie, ad oggi composta da due stagioni per un totale di 24
episodi, mescola dramma a temi adolescenziali, passando anche per
alcuni toni gangster. Nella serie, inoltre, recita anche l’attrice
Carolina
Crescentini.
2. Non ha ancora recitato
per il cinema. Attualmente l’attrice non ha ancora avuto
modo di recitare per il cinema, ma grazie alla popolarità che sta
guadagnando è lecito aspettarsi che prima o poi questo debutto
arrivi. Non resta dunque che attendere.
3. Ha recitato anche per il
teatro. Oltre ad essere comparsa sul piccolo schermo, la
giovane attrice ha avuto modo di calcare anche il palcoscenico
teatrale. Ha infatti recitato, nel 2011, nello spettacolo
Grease, per poi prendere parte l’anno seguente ad
Alice nel paese delle meraviglie. Nel 2013, invece, ha
recitato nello spettacolo Pinocchio, per la regia di
Christian Ginepro.
Serena Codato in Mare fuori
4. Interpreta una dei
personaggi principali. In Mare fuori l’attrice
ricopre il ruolo di Gemma Doria, una ragazza di Udine vittima di
violenza fisica e verbale da parte del fidanzato. Gemma finisce nel
penitenziario minorile per aver sparato al ragazzo, dopo che questi
aveva gettato dell’acido in viso alla sorella, trovatasi uo
malgrado vittima venendo da lui scambiata proprio per Gemma, il
vero bersaglio iniziale. Inizialmente si lega a Viola, la quale si
diverte a esercitare su di lei la sua influenza negativa, dato che
la ragazza sembra avvertire involontariamente l’esigenza di
avvicinarsi a un’altra figura dominante.
5. Tornerà anche nella
prossima stagione. Come già annunciato, il personaggio di
Gemma tornerà anche nella terza stagione della serie, attualmente
in fase di riprese. L’attrice riprenderà dunque il suo ruolo, ormai
sempre più di rilievo all’interno di Mare fuori. Non è
però ad oggi noto quali percorsi intraprenderà Gemma nella nuova
stagione.
Serena Codato non è in Un posto al sole
6. Non ha recitato nella
popolare fiction. Contriamente a quanto riportato in rete,
la Codato non ha mai recitato nella popolare fiction Un posto
al sole, né vi ha avuto a che fare in alcun modo.
Serena Codato è su Instagram
7.È
presente sul social network. L’attrice è presente sul
social network Instagram, con un proprio profilo seguito da 69.5
mila persone e dove attualmente si possono ritrovare solamente 13
post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da
attrice e modella, ma non mancano anche curiosità, momenti di
svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora.
Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue
novità.
Serena Codato: la sua vita privata
8. È molto
riservata. Per quanto concerne la vita sentimentale della
giovane attrice, dai social pare che Serena Codato sia fidanzata
dal 2018 con un ragazzo di nome Davide. Purtroppo
non si sa praticamente nulla sulla loro storia d’amore, entrambi
sono giovanissimi e formano una bellissima coppia. Sui loro profili
social, sia Instagram che Facebook, non ci sono indizi o
informazioni di rilievo sulla loro storia d’amore.
Serena Codato: dove è nata, età e
altezza dell’attrice
9. Serena Codato è nata a Venezia, il 26 giugno del
2002. Appartiene dunque al segno del cancro.
10. Nel 2022 l’attrice ha compiuto 20 anni. Non
si hanno invece notizie circa la sua altezza.