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The Fabelmans: rivelati nuovi dettagli sul film biografico di Steven Spielberg

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Parlando con DiscussingFilm, il direttore della fotografia di lunga data di Steven Spielberg, Janusz Kamiński, fornisce maggiori informazioni sulla storia e l’ambientazione di The Fabelmans, dicendo che “È un film molto emozionante che racconta la storia di Spielberg dai sette ai diciotto anni”. Continua dicendo che The Fabelmans analizzerà più a fondo la vita famigliare di Spielberg e ciò che ha portato al suo desiderio di fare film, dicendo: “Si tratta della sua famiglia, dei suoi genitori, degli giochi con le sue sorelle, ma riguarda principalmente la sua passione per creazione di film.” Kamiński afferma che il film sarà un film molto personale, che toccherà cose come “l’amore giovane, il divorzio dei genitori e le prime relazioni formative”, dicendo: “È un film personale molto bello, bellissimo. È molto rivelatore sulla vita di Steven e su chi è come regista.”

The Fabelmans, quello che sappiamo del film

Sebbene Spielberg sia attualmente trai protagonisti della stagione dei premi con West Side Story, il regista è anche impegnato nella realizzazione di The Fabelmans. Mentre i dettagli della trama rimangono nascosti, The Fabelmans è descritto come un progetto semi-autobiografico, che attinge dal periodo in cui Spielberg è cresciuto in Arizona.

Lynch si unisce a un cast che include Michelle Williams, Seth Rogen, Paul Dano, Julia Butters, David Lynch e il nuovo arrivato Gabriel LaBelle. Williams e Dano dovrebbero interpretare personaggi basati sui genitori di Spielberg, mentre si dice che il ruolo di Rogen sia influenzato dallo zio di Spielberg. LaBelle interpreta l’aspirante regista Sammy, un alter ego di Spielberg, mentre Butters interpreta sua sorella, Anne. L’ensemble di The Fabelmans comprende anche Judd Hirsch, Sam Rechner, Oakes Fegley, Chloe East, Jeannie Berlin, Robin Bartlett, Jonathan Hadary e Isabelle Kusman.

Shiloh Jolie-Pitt: 10 cose che non sai sulla figlia di Brad Pitt e Angelina Jolie

Recentemente vista insieme alla madre Angelina Jolie ad alcuni eventi cinematografici, Shiloh Jolie-Pitt ha da subito attirato su di sé innumerevoli attenzioni, non solo per la grandissima somiglianza con i genitori, ma anche per la sua bellezza incantevole. Non è ancora noto quale percorso lavorativo intraprenderà negli anni, ma una certezza c’è già: Shiloh è nata per essere una star.

Ecco 10 cose che forse non sai di Shiloh Jolie-Pitt.

Shiloh Jolie-Pitt: Brad Pitt, Angelina Jolie, i fratelli e le sorelle

1. È la prima figlia naturale della coppia. Come noto, Angelina Jolie e Brad Pitt hanno costruito la loro famiglia tra bambini adottati e altri avuti in seguito alla loro unione. Shiloh Jolie-Pitt è proprio la prima figlia naturale della coppia e crescendo ciò è davvero innegabile. La ragazza ha infatti preso tratti somatici da entrambi i genitori, risultando essere una vera e propria combinazione dei due. Un risultato particolarmente incantevole.

2. Ha diversi fratelli e sorelle. Prima di avere Shiloh, la Jolie aveva adottato nel 2001 un bambino della Cambogia chiamato Chivan Maddox. Nel 2005, invece, Pitt e la Jolie hanno adottato una bambina di sei mesi, originaria dell’Etiopia, di nome Zahara Marley. Nel marzo del 2007, la coppia ha infine adottato Pax Thien, un bambino di tre anni del Vietnam, nato il 29 novembre 2003. Nel luglio del 2008, infine, all’ospedale pediatrico Lenval di Nizza, in Francia, l’attrice ha dato alla luce due gemelli, Knox e Vivienne, un bambino e una bambina. In totale, dunque, Shiloh ha ben tre fratelli e due sorelle, di cui tre adottati e due naturali.

Shiloh Jolie-Pitt: il significato del suo nome e il suo gender

3. Il suo nome ha un significato particolare. Nel corso di un’intervista la Jolie ha rivelato che il nome della sua primogenita naturale cela una drammatica storia famigliare che riguarda proprio i suoi genitori. Prima di avere la Jolie, Jon Voight e Marcheline Bertrand erano infatti in attesa di una bambina, per la quale avevano scelto il nome Shiloh Baptist. Purtroppo, a causa di un aborto spontaneo i due persero la bambina. Dando il nome Shiloh alla sua prima figlia, la Jolie ha dunque voluto rendere omaggio a quella sorella mai avuta.

4. Aveva chiesto di essere chiamata con un nome maschile. Fin da piccola, Shiloh voleva essere chiamata con un nome maschile, perché lei si sentiva un maschio. Quando aveva solo due anni, la bambina chiese ai suoi genitori di chiamarla con un nome maschile, nome che aveva scelto proprio lei. In un’intervista lo stesso Pitt disse: “vuole essere chiamata John o Peter. Quindi noi dobbiamo chiamarla John. Se proviamo a dire “Shi, vuoi…” ci interrompe e io mi correggo, dicendo “John, vuoi un po’ di succo all’arancia?”, solo allora mi risponde”.

5. Di recente ha indossato nuovamente abiti femminili. Dopo anni in cui si era mostrata con abiti e acconciature maschili, Shiloh ha scelto di recente di apparire invece con un abito femminile. L’occasione è stata la premier californiana del film Eternals. Qui la ragazza, accanto alla madre, ha sfilato sul red carpet indossando lo splendido abito indossato dalla Jolie in occasione dei premi Oscar del 2014. La cosa ha mandato in confusione molti, facendo pensare che Shiloh fosse tornata sui suoi passi circa il cambiamento di genere. La ragazza, in realtà, sembra solo volersi sentire libera di indossare quello che vuole quando vuole.

Shiloh Jolie-Pitt non è su Instagram

6. Non è presente su Instagram. Attualmente sembra che Shiloh non sia presente sul social network Instagram, probabilmente per preservare la propria privacy. Non sappiamo se un domani deciderà di aprire un proprio profilo sulla celebre piattaforma, ma per il momento chi desidera essere aggiornato sulla sua attività può seguire la sua fan page numero uno, seguita da oltre 160 mila persone. Qui vengono pubblicate continuamente immagini a lei relative, grazie alle quali si può rimanere aggiornati su tutte le sue attività.

Shiloh Jolie-Pitt in Maleficent e altri film

7. Le era stato offerto un ruolo nel film. Nel film del 2014 Maleficent, dove la Jolie interpreta la protagonista Malefica, avrebbe potuto anche comparire Shiloh. Alla ragazza, infatti, era stato offerto proprio il ruolo della figlia di Malefica. Lei però preferì non accettare la parte, che fu dunque assegnata alla sorella minore Vivienne. Come noto, quest’ultima è stata l’unica dei bambini presenti sul set a non essere intimidita dal costume indossato dalla madre.

8. Ha però recitato con suo padre. Quando aveva solo due anni Shiloh è comparsa brevemente nel film Il curioso caso di Benjamin Button, dove suo padre Brad Pitt interpreta proprio il protagonista del titolo. Shiloh ha qui il ruolo di Caroline, la figlia di Benjamin e Daisy, interpretata da Cate Blanchett. Caroline da adulta, invece, è interpretata dall’attrice Julia Ormond.

9. Ha partecipato al doppiaggio di un film. Il primo ruolo accreditato di Shiloh è quello di doppiatrice per il film d’animazione Kung Fu Panda 3, dove ha dato voce al personaggio di Shuai Shuai. A volerla per questo ruolo è stata proprio la Jolie, che nel film da voce alla tigre. L’attrice ha raccontato di come inizialmente Shiloh fosse molto timida, ma di essersi poi divertita molto a fare questa esperienza.

Shiloh Jolie-Pitt: età e altezza

10. Shiloh Jolie-Pitt è nata il 27 maggio 2006 a Swakopmund, in Namibia. La sua altezza attuale è di 167 centimetri.

Avatar 2: il primo trailer in testa a Doctor Strange nel Multiverso della Follia

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Sembra che il primo trailer di Avatar 2, previsto per la fine dell’anno, arriverà con Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Il film Marvel Studios è previsto all’inizio di maggio, in sala, e The Ankler riporta che la Disney, che distribuisce anche il film di James Cameron, ha deciso di associare l’uscita di uno dei suoi titoli di punta di quest’anno con l’inizio della promozione del tentacolare progetto del regista di Titanic.

Avatar 2, il film

Avatar 2 debutterà il 16 dicembre 2022, seguito dal terzo capitolo il 20 dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre 2026 e 22 dicembre 2028.

Il cast della serie di film è formato da Kate Winslet, Edie Falco, Michelle Yeoh, Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film, ossia Sam Worthington, Zoe Saldana, Stephen Lang, Sigourney Weaver, Joel David Moore, Dileep Rao e Matt Gerald.

Marisa Tomei vuole tornare nel MCU dopo Spider-Man: No Way Home

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Marisa Tomei vuole tornare nel MCU dopo Spider-Man: No Way Home

Tutti quanti sappiamo ormai che in Spider-Man: No Way Home la Zia May di Marisa Tomei diventa in qualche modo il nuovo Zio Ben. Nel senso in cui la sua morte, per mano di Green Goblin, serve al Peter Parker di Tom Holland per diventare un eroe migliore, una persona adulta.

Sembra però che l’uscita di scena di Tomei dal MCU non sia troppo condivisa dall’attrice che invece vorrebbe trovare il modo di ritornare nell’universo condiviso dopo i fatti di No Way Home: “Oh sì, c’è un multiverso. È vero, in origine faceva parte della segretezza, ora molte persone lo sanno. Ma il fatto era che se qualcuno me lo avesse chiesto, non avrei detto niente – non capisco il Multiverso. Il nostro meraviglioso regista, Jon, e io siamo tipo ‘E quindi, dove sono adesso? Ok, bene, puoi spiegarmelo un’altra volta?’ Mi piacerebbe tornare e farne parte. C’è anche una storia in sospeso da qualche parte. May Parker si collega con Ant-Man – beh, voglio dire, è un personaggio autonomo, ovviamente, ma ci sono più strade da esplorare.” 

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

Spider-Man: No Way Home è uscito in sala il 15 dicembre. Nel film tornano Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei. Inoltre, nel film ci sono anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che veste i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2. Nel film, accanto a Tom Holland, tornano a interpretare Peter Parker/Spider-Man anche Tobey Maguire e Andrew Garfield.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production.

Black Panther: Wakanda Forever sarà migliore del primo, secondo Angela Bassett

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In una recente intervista a The Ellen DeGeneres Show (via THR), Angela Bassett che torna a interpretare la regina madre Ramonda in Black Panther: Wakanda Forever, ha fatto un commento su quello che sarà il film Marvel.

Secondo Bassett: “Black Panther: Wakanda Forever sarà meraviglioso. Supererà il primo film, questo posso dirlo!”

Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.

Letitia Wright (Shuri), Angela Bassett (Ramonda), Lupita Nyong’o (Nakia), Danai Gurira (Okoye), Winston Duke (M’Baku) e Martin Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei rispettivi personaggi interpretati già nel primo film. L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain principale del sequel.

Batman: quale versione cinematografica è la più accurata rispetto ai fumetti?

Con The Batman nelle sale, i fan hanno fatto la conoscenza di Robert Pattinson nel ruolo del Crociato Incappucciato. A questo proposito, la sua performance è stata oggetto di discussione tra critica e pubblico, che si sono chiesti se possa essere considerata allo stesso livello delle versioni precedenti. Ciò che però non si tiene solitamente in considerazione valutando queste performance è quanto i personaggi interpretati dagli attori siano effettivamente in linea con le rappresentazioni di Batman nei fumetti. Ecco uno sguardo a tutti gli attori che hanno interpretato Batman in live-action, rispetto alle loro controparti dei fumetti, per cercare di identificare la versione più accurata.

Lewis G. Wilson – Batman (1943)

lewsi wilson batman

Lewis G. Wilson fu il primo attore a cimentarsi in un’interpretazione live-action di Batman, indossandone il cappuccio nel 1943. Allora, non era possibile fare alcun confronto con altre versione di Batman al cinema, a differenza di adesso, e sfortunatamente la sua interpretazione non è all’altezza del materiale di partenza.

Wilson aveva un marcato accento di Boston e gli mancava il physique du rôle da supereroe che potesse soddisfare l’immaginazione dei fan. Inoltre, a questa prima versione televisiva di Batman mancava anche molta della complessità che la backstory del Crociato Incappucciato offre al personaggio sulla carta.

Robert Lowery – Batman (1949)

robert lowery batman

Il seguito del film di Lewis G. Wilson del 1949 vide Robert Lowery nei panni di Batman, che sostituì Wilson. Anche se l’aspetto di Lowery nella tuta da pipistrello era più credibile e poteva contare su una spalla, Robin the Boy Wonder, gli mancava ancora molta della complessità e della stratificata storia del personaggio dei fumetti.

Anche in questo caso, si tratta di una performance prematura, con il solo Wilson prima di lui che aveva interpretato il personaggio; tuttavia, considerando la vastità di contributi dei fumetti, è un peccato che non siano state messe in mostra almeno la filantropia e l’abilità investigativa di Batman.

David Mazouz – Gotham (2014)

david mazouz batman

David Mazouz è l’attore più giovane della nostra lista, che ci ha regalato un’interessante versione del pre-Batman e della primissima fase di Bruce Wayne come vigilante di Gotham. Anche se la serie Gotham ha indubbiamente dalla sua parte una forte originalità, analizzando la carriera agli albori di Batman e la collaborazione con Jim Gordon della polizia di Gotham (personaggio apparso nel nel primo fumetto di Batman), si discosta dai caratteri del personaggio dei fumetti.

A parte la sua età, la versione di Gotham di Batman è priva anche della rabbia, dell’incisività e degli aspetti da figura paterna che caratterizzano la versione dei fumetti.

Adam West – Batman (1966)

adam west batman

Forse il Batman televisivo più noto è arrivato nel 1966 con Adam West, famoso per aver dato a Batman e compagnia un aspetto e una reputazione molto più campy di qualsiasi altro attore.

Questo approccio campy certamente non corrisponde ai metodi da detective attento del personaggio dei fumetti, ma la versione di West va comunque elogiata per la cura e il tempo che dedica alla sua affezionata spalla, Robin. Inoltre, è importante sottolineare che pubblico ha certamente apprezzato la possibilità di vedere il Crociato Incappucciato per la prima volta a colori.

George Clooney – Batman & Robin (1997)

george clooney batman

George Clooney è stato un ottimo Bruce Wayne, ma un debole Batman. Aveva sì l’aria da playboy e l’aspetto da miliardario, tuttavia, è forse considerato il meno popolare degli attori di Batman sul grande schermo.

A parte il fatto che la tuta da pipistrello aveva i capezzoli, il che è ormai diventato un meme associato al personaggio, il film presentava anche aspetti campy che richiamavano l’interpretazione di Adam West, anche se non in maniera intenzionale come la versione di quest’ultimo. Batman non poteva nemmeno interpretare il ruolo del padre supereroe perché non c’era abbastanza differenza di età tra Clooney e il Dick Grayson/Robin di Chris O’Donnell.

Iain Glen – Titans (2018)

iain glen batman

Iain Glen è l’attore che ha assunto il ruolo di Bruce Wayne/Batman prima di Robert Pattinson nella serie Titans. Anche se dobbiamo ancora vederlo indossare la tuta da pipistrello, sta sicuramente interpretando al meglio le misteriose e maniacali abilità da detective dell’eroe originale dei fumetti, mentre tiene d’occhio due dei suoi aiutanti Robin (interpretati da Brenton Thwaites e Curran Walters).

Come si evince dalle performance di Clooney e Wilson, l’abito non è tutto nell’interpretazione di Batman, ma l’accuratezza rispetto ai fumetti può essere una chiave vincente e Iain Glen è partito con il piede giusto.

Val Kilmer – Batman Forever (1995)

In Batman Forever è stato Val Kilmer ad indossare il mantello da pipistrello, anche se la sua performance tende a non essere ricordata di frequente tra gli interpreti di Batman.

Nonostante ciò, la performance di Kilmer ha il merito di aver introdotto il Robin di Chris O’Connell e di aver posto l’accento sull’affetto e la protezione di Bruce/Batman nei confronti di Robin. Al di là di questo rapporto con la sua spalla, Batman Forever è ricordato più che altro per i suoi villain.

Warren Christie – Arrowverse (2019)

Warren Christie è stato Batman nell’Arrowverse, in una versione più anziana di Bruce Wayne, simile al personaggio ideato da Ben Affleck ma molto meno violento, ricalcando alcuni dei caratteri fondamentali del Batman dei fumetti.

Possiamo dire che egli ha apportato qualcosa al personaggio che nessun’altra versione live-action di Batman aveva ancora fatto: questa versione di Batman non si è infatti limitata ai confini di Gotham City, ma ha cercato di salvare il mondo in senso generale. Ha anche contribuito a costituire una rete di eroi, tra cui Bat-Wing, il che ha nel complesso rivelato una versione di Batman inedita, al di là della semplice maschera del crociato solitario.

Michael Keaton – Batman (1989) & Batman Returns (1992)

Michael Keaton Batman

Tim Burton ha confezionato una versione di Batman assolutamente in linea con la sua filmografia grottesca e Michael Keaton ha contribuito a darle vita nel migliore dei modi, unendo ironia ed inquietudine nella sua performance.

La solitudine e la concentrazione ossessiva di Keaton hanno fatto funzionare un ritratto del personaggio mai visto prima e che, infatti, venne criticato all’epoca, poiché lontano dall’idea di Bruce come playboy, a cui il pubblico era sempre stato abituato. Ma il vero Bruce è Batman, non il playboy, e Keaton lo ha certamente interpretato al meglio sullo schermo.

Robert Pattinson – The Batman (2022)

The Batman

La maggior parte dei fan di Batman pensava che Robert Pattinson fosse la scelta peggiore per una nuova versione del Crociato Incappucciato ma, all’approdo del film in sala, si sono dovuti immediatamente ricredere, dato che The Batman è stato uno dei film su Batman meglio accolti negli ultimi anni, sia dalla critica che dal pubblico.

Pattinson ci ha riportato a una versione di Bruce ancora in formazione nei panni di Batman, molto simile a quella che ci viene descritta in Year One e The Long Halloween. Anche se Christian Bale aveva precedentemente portato sul grande schermo la genesi del supereroe Batman, la versione di Pattinson ci ha veramente lasciato a bocca aperta, ed è sicuramente più coerente rispetto alla rappresentazione dei fumetti. Dopo la breve parentesi di Batman Begins, Bale ha proseguito nei successivi due capitoli interpretando un Batman più adulto e completo dal punto di vista della formazione, quindi è ancora da vedere se Pattinson riuscirà a superare il lavoro complessivo di Bale nei film futuri.

Christian Bale – The Dark Knight Trilogy (2005–2012)

Christian Bale ha recitato nella più acclamata trilogia sul Crociato Incappucciato ideata per il grande schermo da Christopher Nolan. A questa performance va sicuramente il merito di aver evidenziato il sudore e le fatiche che Bruce ha dovuto affrontare per diventare Batman.

La focalizzazione sul suo dramma interiore, senza un Robin a cui poter esternare i suoi sentimenti, ci ha ricordato la versione dei fumetti vista in The Dark Knight Returns di Frank Miller, piuttosto che il personaggio originario della DC Comics.

Ben Affleck – DCEU (2016–2023)

ben affleck batman

Ben Affleck non ha mai avuto il suo film stand-alone su Batman, ma la sua presenza in Batman vs Superman e The Justice League è stata di fondamentale importanza per l’economia dei film, e hanno riprodotto ogni dettaglio della miniserie a fumetti The Dark Knight Returns.

Ha voluto prendere le distanze da Keaton e Bale per quanto riguarda stazza, potenza fisica e cattiveria. Entra accuratamente nella parte sia nella tuta che nelle “vesti” di Bruce Wayne, con un tormento interiore tangibile che lega il suo destino a quello del Joker di Jared Leto (anche se non ci sarà più possibilità di seguirne gli sviluppi). La sua versione di Batman ritornerà con il prossimo film di Flash nel DCEU.

Kevin Conroy – Batwoman (2019)

Kevin Conroy può essere meglio conosciuto per aver doppiato Batman in diverse occasione, ed è soprattutto ricordato per il lavoro di doppiaggio svolto in Batman: The Animated Series. Conroy ha avuto involtre la possibilità di ritrarre Batman di recente nell’evento crossover dell’Arrowverse, Crisis on Infinite Earths.

Mentre la sua performance live-action rispecchia il Batman della graphic novel Kingdom Come più che la serie originale dei fumetti DC, il suo lavoro sia sullo schermo che come doppiatore lo ha avvicinato più di qualsiasi altra iterazione alla versione di Batman dei fumetti.

Gemma Chan: 10 cose che non sai sull’attrice

Gemma Chan: 10 cose che non sai sull’attrice

Attrice britannica di cinema e televisione, Gemma Chan ha iniziato la propria carriera come modella, per poi affermarsi come interprete partecipando a film di grande successo. Grazie alla notorietà oggi acquisita, l’attrice ha davanti a sé una promettente carriera, venendo già annunciata come interprete di film particolarmente attesi dal pubblico. Ecco 10 cose che non sai di Gemma Chan.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Gemma Chan Max Mara

Gemma Chan: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice debutta al cinema con il film Exam (2009), ma ottiene una prima popolarità grazie a Jack Ryan – L’iniziazione (2014), dove recita accanto a Chris Pine. Successivamente acquista sempre più fama grazie ai suoi ruoli nei film Animali fantastici e dove trovarli (2016), Stratton – Forze speciali (2017), con Dominic Cooper, e Crazy Rich Asians (2018), dove ricopre la parte di Astrid Young-Teo recitando accanto a Constance Wu e Henry Golding. Di recente è invece apparsa in Maria regina di Scozia (2018), con Margot Robbie, e Captain Marvel (2019), con Brie Larson. Nel 2022 Gemma Chan sarà Shelley in Don’t Worry Darling e farà parte del cast di True Love.

9. È nota per alcuni ruoli televisivi. Dopo aver recitato per il piccolo schermo in alcuni episodi di serie come Doctor Who (2009), Sherlock (2010), Diario di una squillo perbene (2011) e Bedlam (2012), l’attrice ha l’occasione di mettere in mostra le proprie qualità con la serie Humans, dove dal 2015 al 2018 ha ricoperto il ruolo di Mia in un totale di 24 episodi.

8. Ha ricoperto il ruolo di doppiatrice. Nel 2017 l’attrice entra a far parte del cast vocale del film Transformers – L’ultimo cavaliere, con Mark Wahlberg. Qui l’attrice presta la propria voce al personaggio di Quintessa, creatura aliena robotica dall’aspetto parziale di donna con tentacoli. Questa si rivelerà poi essere una delle villain del film.

Gemma Chan è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram, dove possiede un totale di 1,2 milioni di follower. Qui l’attrice è solita condividere fotografie di vario genere, da quelle scattate durante momenti di svago a quelle raffiguranti i luoghi da lei visitati. Non mancano inoltre curiosità che l’attrice condivide con i propri fan come anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Gemma Chan e Jack Whitehall

6. Ha avuto una relazione con un attore. Nel 2011 l’attrice recita in alcuni episodi della serie Fresh Meat, dove conosce Jack Whitehall, che ricopriva lì il ruolo del protagonista. I due intraprenderanno da quel momento una lunga relazione, conclusasi soltanto nel 2017. Nel corso di questi anni la coppia si è sempre dimostrata particolarmente attenta a mantenere privata la propria vita sentimentale.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Gemma Chan Captain Marvel

Gemma Chan e Max Mara

5. Ha ricevuto un importante riconoscimento. Nel corso della Milano Fashion Week tenutasi a Milano a fine febbraio 2020, all’attrice è stato consegnato il premio intitolato Women in Film Max Mara Face of the Future Award. La celebre casa di moda ha infatti organizzato un tributo all’attrice per il suo lavoro di modella e per i successi ottenuti come interprete.

Gemma Chan in Captain Marvel

4. Ha ricoperto un ruolo di rilievo nel film Marvel. All’interno del film dedicato alla celebre supereroina, l’attrice ha dato vita al personaggio di Minn-Erva, spietato cecchino del popolo Kree e membro della Starforce capitanata da Yon-Rogg, interpretato da Jude Law. Con lui e gli altri membri del gruppo, Minn-Erva intraprenderà un viaggio per cercare e distruggere Captain Marvel.

3. Ha dovuto sottoporsi a diverse ore di trucco. Per interpretare il proprio personaggio, caratterizzato da una pelle color blu, l’attrice ha dovuto sottoporsi a circa quattro ore di trucco. Ciò richiedeva la sua presenza sul set ben prima dell’ora stabilita per le riprese, e il trucco in sé le ha dato diversi problemi a livello cutaneo.

Gemma Chan è Sersei in Eternals

2. Reciterà nel nuovo film Marvel. Dopo aver recitato in Captain Marvel, l’attrice è pronta a tornare nell’Marvel Cinematic Universe con Eternals, incentrato su un gruppo di alieni immortali arrivati sulla terra ben settemila anni fa. Il film si incentrerà così sugli scontri avvenuti tra questi esseri eterni per il destino dell’Universo. La Chan ricoprirà il ruolo di Sersei, descritta come la dea con più affinità verso gli esseri umani.

Gemma Chan: età e altezza

1. Gemma Chan è nata a Londra, Inghilterra, il 29 novembre 1982. L’attrice è alta complessivamente 173 centimetri.

Gemma Chan fisicoFonte: IMDb

Star Wars: tutti i principali villain, classificati per potenza

Star Wars: tutti i principali villain, classificati per potenza

Uno degli aspetti sicuramente migliori dell’iconico e longevo franchise di Star Wars sono i suoi villain, il cui fascino è una qualità aggiunta in ogni trama o progetto in cui appaiono. Dai Signori dei Sith ai boss del crimine e cacciatori di taglie, non vi è un’unica tipologia di villain in Star Wars, ma tutti apportano conflitti cruciali alla narrazione e possiedono diversi livelli di potere, che può mostrarsi attraverso vari canali, quali la Forza, la loro posizione nella Galassia o l’intraprendenza e l’intelligenza che possiedono. Non importa da dove questo derivi, bensì il modo in cui viene esercitato.

Crosshair

star wars villain

Crosshair agisce come antagonista centrale in The Bad Batch insieme a Tarkin e Rampart ed è un cattivo su cui i fan non hanno ancora risposte chiare, soprattutto perché non si sa ancora se stia dicendo la verità o meno riguardo la rimozione del suo chip.

In ogni caso, tra tutti i cattivi principali di Star Wars, è senza dubbio il meno potente: è una pedina dell’Impero, un soldato d’elite con incredibili abilità e capacità, ma pur sempre una pedina. Non è in una posizione di vero potere e potrebbe essere ancora controllato da un chip, che sarebbe proprio la causa della sua malvagità. Non ha ancora visto sfumarsi completamente la sua possibilità di redenzione, quindi sarà interessante vedere gli sviluppi del personaggio nella seconda stagione.

Generale Armitage Hux

star wars villain

Il generale Armitage Hux del Primo Ordine ha conosciuto un percorso altalenante e parecchio incoerente nella trilogia sequel, anche se non sono mancati momenti significativi – e divertenti – per il personaggio.

Per quanto riguarda il suo potere, lavorando per il Leader Supremo Snoke, Hux era uno dei membri di rango più alto del Primo Ordine, e il comandante della super-arma nota come Starkiller. In una delle relazioni più burrascose della trilogia sequel, il suo potere viene seriamente ridotto al minimo quando Kylo Ren diventa Leader Supremo, e lui si converte in una spia per la Resistenza, rimanendo sempre un generale, ma non brillando più in termini di intelligenza e capacità di combattimento.

Direttore Orson Krennic

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Passando da un ufficiale all’altro, il direttore Orson Krennic è il principale antagonista di Rogue One e uno dei personaggi meglio scritti in un film che è stato criticato proprio per la debole caratterizzazione dei suoi personaggi.

È difficile distinguere tra i livelli di potere di Krennic e Hux, ma il vero discriminante tra i due è l’intelligenza. Krennic ha fatto parte della Repubblica per un periodo ed è stato responsabile della sicurezza del progetto Morte Nera, mentre Hux ha supervisionato la Base Starkiller, ma dimostrando nel complesso meno arguzia.

Moff Gideon

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Nel frangente della linea del tempo in cui i fan fanno la conoscenza di Moff Gideon, non c’è dubbio che egli si trovi nella posizione meno potente rispetto a ogni cattivo di Star Wars sullo schermo, nonostante i suoi migliori sforzi per riprendersi il potere che aveva anni prima.

Gideon è un ex ufficiale dell’Ufficio di Sicurezza del decaduto Impero Galattico e fa del suo meglio per ripristinare ad ogni costo parte dell’influenza dell’Impero, non rendendosi conto che ormai l’Impero è una questione passata in The Mandalorian. Ha una mente potente, è ben preparato nel combattimento, ed esperto nel completare obiettivi a breve termine per puntare ancora più in alto, ma Din e compagnia hanno dimostrato che è molto più facile da affrontare rispetto ad altri cattivi.

Dryden Vos

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Dryden Vos è il principale antagonista di Solo. È un signore del crimine potente, manipolatore e spietato, a capo di un’organizzazione criminale conosciuta come Alba Cremisi. Egli risponde alla giurisdizione di Maul, ma ha un esercito, mercenari e risorse illimitate a sua disposizione.

Oltre a tutto questo, ha dimostrato ampiamente la sua astuzia e intelligenza. Aggiungete il fatto che ha anche esperienza di combattimento – è davvero abile nel Teräs Käsi, uno stile di combattimento studiato per combattere i Jedi, e insegnato da Maul stesso – e avrete un personaggio incredibilmente potente, anche se pur sempre una pedina.

Jango Fett

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Jango Fett è un individuo difficile da classificare in termini di potenza. È l’antagonista terziario di Attack Of The Clones e un cacciatore di taglie riverito e temuto nella Galassia, ma non ha mai rubato effettivamente la scena.

Sarebbe molto facile dire che grazie alle loro risorse, sia Gideon che Vos sono più potenti di Jango. Tuttavia, date le risorse e le abilità di Jango, la sua indipendenza e rapporti con personaggi come Dooku e i kaminoani, egli ha un diverso tipo di potere che lo rende, come individuo, più temibile.

Il Grande Inquisitore

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Alcuni Inquisitori, come la Settima Sorella e il Quinto Fratello, potrebbe probabilmente collocarsi al di sotto di Moff Gideon (pur essendo paragonabili in termini di potenza). Il Grande Inquisitore, però, rappresenta un caso differente.

Il Grande Inquisitore è alle dipendenze di Vader e ha servito il Signore Oscuro dei Sith dando la caccia ai “figli della Forza”, per impedirgli di diventare Jedi. Oltre a detenere questo potere, il Pau’an ha appunto una grande conoscenza dei Jedi, della loro tradizione e del loro stile di combattimento, oltre ad essere egli stesso un prolifico guerriero e cacciatore, il che lo rende un potente nemico per coloro a cui dà la caccia.

Generale Grievous

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Differenziare il potere detenuto dal Grande Inquisitore e dal Generale Grievous è difficile: uno è in sintonia con la Forza e capitanava un esercito di cacciatori, mentre l’altro comanda un intero esercito di droidi ed era un temuto maestro stratega.

In definitiva, è l’importanza di Grievous a metterlo in vantaggio. Sebbene il Grande Inquisitore fosse senza dubbio il più rilevante tra tutti gli Inquisitori, essi sono comunque sopravvissuti senza di lui; Grievous svolgeva invece un ruolo cruciale nei piani di Palpatine e, oltre ad essere il comandante dell’esercito di droidi, era immensamente abile nel combattimento con la spada laser, il che gli ha permesso di spazzare via molti Jedi di ogni rango quando erano nel fiore degli anni.

Cad Bane

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The Bad Batch ha visto il ritorno di Cad Baned, è uno dei più famosi cacciatori di taglie nell’epoca delle Guerre dei Cloni, da alcuni considerato come il punto di riferimento della categoria, un personaggio fantastico e spietato di The Clone Wars che i fan hanno desiderato rivedere per anni.

Cad Bane è tanto intelligente quanto i criminali in Star Wars e, in termini di abilità di combattimento, è eccellente sia nel corpo a corpo che con le armi. Sembra che non gli importi altro che i soldi e il lavoro a portata di mano e lo porta a termine con qualsiasi mezzo necessario, raramente fallendo, sopravvivendo alle battaglie con Obi-Wan, Anakin e Ahsoka durante le Guerre dei Cloni.

Boba Fett

Anche se The Book Of Boba Fett colloca Boba Fett come protagonista, ossia un antieroe che non vediamo pià lavorare a fianco di personalità del calibro dell’Impero, e che è stato conosciuto dai fan prima come un cattivo nella trilogia originale e in The Clone Wars.

Il potere che Boba Fett ha detenuto in tutto questo lasso di tempo deriva in definitiva da una combinazione della sua abilità e della sua reputazione. Ha guidato gruppi di cacciatori di taglie, ha avuto stretti legami con Vader e l’Impero, e gli sono state affidate innumerevoli missioni da personaggi come Jabba the Hutt. Spietato e intimidatorio, Fett può non essere stato un personaggio ben definito nella trilogia originale, ma ha dimostrato di essere una presenza potente e un cattivo di Star Wars estremamente popolare tra i fan.

Asajj Ventress

Asajj Ventress non possiede di certo il prestigio del Generale Grievous, agendo come Assassina Sith sotto il Conte Dooku. Eppure, molti altri fattori la rendono una figura più potente del cyborg Kaleesh.

Non solo stava acquisendo un grande potere nella Forza, ma veniva anche più stimata da Dooku ed era più costante nei suoi successi, mentre Grievous falliva costantemente. Nelle Leggende, Grievous sconfisse Ventress in combattimento all’inizio del suo addestramento. Nel canon, tuttavia, i due hanno avuto un duello abbastanza equo fino a quando i droidi sono stati coinvolti. La varietà di abilità di Ventress al di fuori del talento con la spada laser la mette al di sopra di Grievous, anche se è possibile affermare che la carica di Grievous lo mette al di sopra della reietta di Dathomir.

Jabba The Hutt

Jabba Desilijic Tiure potrebbe non battere nessuno in uno scontro uno contro uno, ma essendo forse stato il più importante signore del crimine della Galassia per tutta la sua vita, Jabba the Hutt è senza dubbio uno dei cattivi più potenti dell’universo di Star Wars.

Jabba ha avuto un’enorme influenza nella Galassia, in particolare nei territori dell’Orlo Esterno, sia durante le Guerre dei Cloni che nella Guerra Civile Galattica. Le sue risorse illimitate, la paura che incuteva e il suo esercito di compari spietati a svolgere sporco hanno fatto di lui uno dei cattivi più viscidi e migliori di Star Wars.

Count Dooku

Sia Grievous che Ventress sono sotto il comando del Conte Dooku, il Maestro che non solo li ha addestrati, ma li ha fatti riconoscere i propri errori e fallimenti quando necessario, rivelandosi un Mentore di gran lunga fuori dalla loro portata.

Forgiò alleanze tra corporazioni e pianeti scontenti della Repubblica, e divenne il leader del Movimento Separatista, che successivamente si convertì nella Confederazione dei Sistemi Indipendenti. Era uno dei più migliori combattenti con la spada laser della Galassia, dalla mente estremamente acuta, nonché uno dei cattivi/personaggi più sottovalutati della saga. Tuttavia, veniva anche manipolato e messo da parte quando se ne presentava l’occasione, non avendo la possibilità di esercitare potere a livello dell’Impero.

Grand Admiral Thrawn

Un cattivo popolare che era ancora in vita durante il periodo della Repubblica Galattica, e che alla fine divenne però parte vitale dell’Impero, era il leggendario Chiss Grand Admiral Thrawn, noto anche come Mitth’raw’nuruodo.

È facile supporre che tutto il potere di Thrawn derivi dal suo grado di Grande Ammiraglio, che è, ovviamente, importante, ma c’è molto di più in lui. La sua impareggiabile mente militare lo rende una delle figure più pericolose della Galassia: non solo è rispettato e temuto da tutti, ma ha la fiducia dello stesso Imperatore, una rarità, soprattutto considerando che le specie aliene erano esigue e lontane nell’Impero. Conoscente stretto di Darth Vader, ha sempre dimostrato talento nel combattimento corpo a corpo ed era anche incredibilmente colto, tutte caratteristiche che ha sempre sfruttato a suo vantaggio.

Grand Moff Wilhuff Tarkin

Anche se il Grand Moff Tarkin può non avere la stessa abilità di Thrawn nel combattimento corpo a corpo, e forse nemmeno un cervello tattico e strategico, egli esercita un potere assai maggiore all’interno dell’Impero.

L’Imperatore aveva messo gli occhi su Tarkin mentre le Guerre dei Cloni erano ancora in corso, e Tarkin divenne rapidamente uno dei suoi più fidati subordinati. Egli fu il primo Grand Moff in assoluto e prese in mano il progetto della Morte Nera, riuscendo a passare dal TIE Defender di Thrawn al Progetto Stardust quando vide che avrebbe avuto la meglio. Non c’è nemmeno da dubitare della sua astuzia e genialità. Avendo una così stretta alleanza con l’Imperatore e Vader, nessun altro ufficiale imperiale poteva davvero toccare Tarkin.

Maul

Thrawn e Tarkin sono dei placidi, equilibrati e composti alleati dell’Imperatore che raramente perdono la calma e rispettano tutti i loro avversari. Praticamente, sono l’esatto opposto dell’incredibile ma terribilmente pieno di odio e guidato dalla vendetta Maul.

Il potere di Maul deriva dalla sua abilità con la spada laser e dalla sensibilità della Forza, ma in The Clone Wars e Rebels questo si sviluppa e incrementa notevolmente. Maul riesce a costruire un impero criminale dalle fondamenta, sopravvive alla cattura di Sidious e a morte certa in numerose occasioni, riuscendo a tenere testa a molti nemici in battaglia.

Kylo Ren

Kylo Ren fondamentalmente raccoglie le radici del potere di Maul e lo amplificandolo a dismisura. Anche se Kylo è più irascibile e immaturo di altri, possiede ancora una straordinaria e pura capacità della Forza ed è molto esperto nel combattimento con la spada laser.

Ci sono dubbi sulle capacità di Kylo, specialmente da quando è stato manipolato da Sidious. Ma questo non toglie il fatto che era il capo supremo del Primo Ordine; era spietato, abile, intelligente e uno studente della Forza, così come della tradizione dei Jedi e del Lato Oscuro. I sequel possono non aver mostrato il suo potere al massimo del suo potenziale, ma è ugualmente su quel livello.

Marchion Ro

Marchion Ro non è noto a tutto il fandom di Star Wars, piuttosto, è qualcuno che può essere veramente apprezzato solo come uno dei cattivi più spaventosi di Star Was, ma sostenitore dell’Alta Repubblica.

È così che i fan devono vedere il suo potere, nell’ambito dell’Alta Repubblica. Non può essere paragonato a personaggi del calibro di Sidious o anche ad altri cattivi della saga Skywalker, ma c’erano molti cattivi potenti a quel tempo. Ai tempi dell’Alta Repubblica, lui è la minaccia per eccellenza: non è solo l’Occhio del Nihil, ma è anche l’occhio della tempesta che minaccia la Galassia e i Jedi.

Darth Vader

Parlando di potenziale assoluto, qualsiasi classifica presenterebbe Vader in cima alla lista, poiché Anakin Skywalker detiene un potenziale di potere della Forza superiore a quello di chiunque altro nella Galassia.

Vader può non essere stato all’altezza del pieno potenziale di Anakin, ma è stato comunque una delle figure più potenti che abbiano mai seminato terrore nella Galassia e probabilmente il miglior cattivo in assoluto di Star Wars. Il suo talento con la spada laser era intimidatorio e la sua conoscenza e comprensione della Forza davvero vaste; era secondo solo a Sidious nell’Impero e comandava molte flotte ed eserciti, inclusa l’Inquisizione. Ha dato prova di sé in un’infinità di occasioni, cavandosela in situazioni che avrebbero comportato la morte per chiunque altro, e non si può dubitare del potere del cattivo più iconico della storia del cinema.

Darth Sidious

Ahimè, non si può nemmeno negare che Darth Sidious, alias l’Imperatore, alias Sheev Palpatine, abbia dimostrato più volte di essere il cattivo più potente di tutto l’universo di Star Wars.

In primo luogo, era un maestro di tutte le forme di combattimento con la spada laser, e la sua conoscenza della Forza e della tradizione dei Sith era ineguagliabile. Inoltre, non solo ha orchestrato e manipolato una guerra che ha fatto a pezzi la Galassia, distrutto i Jedi, e gli ha fatto guadagnare la posizione più alta del potere politico, ma ha governato l’Impero come leader per due decenni, facendo credere alla Galassia che i Jedi fossero il male, e governando con il pugno di ferro. Nemmeno la morte è riuscito a tenere a bada Sidious.

Spencer: recensione del film con Kristen Stewart

Spencer: recensione del film con Kristen Stewart

Dopo un lungo slittamento dovuto alle restrizioni legate al Covid-19, finalmente Spencer di Pablo Larraìn arriverà nelle sale italiane il 24 marzo. Presentato in anteprima alla Mostra del cinema di Venezia, e con Kristen Stewart fresca di Nomination agli Oscar 2022 nella categoria di Miglior Attrice Protagonista, il film è distribuito da 01 Distribution.

Spencer: la terza donna cinematografica di Larraìn

In questo simil-biopic, Larraìn confeziona un ritratto abbagliante non solo della principessa del Galles, ma soprattutto della sua terza donna cinematografica. Il ritorno alla cornice storiografica significa per Larraìn possibilità di rielaborazione pura, intimista, verosimile, senza necessariamente essere verità.

Quella che dovrebbe essere una meravigliosa tregua natalizia con i suoi figli nella tenuta di Sandringham diventa per la principessa Diana una tremenda successione di obblighi indesiderati. Mentre il rapporto con il Principe Carlo va disfacendosi sempre di più, Diana è costretta a giocare il ruolo implacabile della moglie amata e fedele, di fronte ai paparazzi che seguono ogni sua mossa. Diana accetterà questa posizione di icona e leggenda, o sceglierà di seguire la propria natura di donna e madre?

Abbandonando l’intenzione di raccontare la vita e le opere dell’ex principessa del Galles, il geniale Pablo Larraìn si concentra su un arco temporale ridotto per sviscerare al meglio l’indole elegante e umana di Diana, attributi caratteriali spesso trascurati quando si analizzano figure storiche del genere. Ma la Diana di Larraìn è figlia di Ema, ballerina volitiva e accattivante, sinuosa nel suo essere vendicativa, tanto quanto la Spencer del titolo è schietta, irriverente, audace nel suo sodalizio con Stewart, tra attrice e personaggio storico che si fa narrazione, finzione rielaborata ma quanto mai autentica.

Spencer recensione filmL’unico appiglio è l’occhio del regista

Kristen Stewart è protagonista assoluta ed espressiva di un ritratto che ha la misura di una collana di perle, le vesti di una principessa delle fiabe spogliata di libertà che le spettano, in un castello spettrale dove ogni colore acceso è un segnale di un decadimento psichico crescente. E’ la soundtrack a cura di Jonny Greenwood che parla per conto di Lady D, vuole incedere senza conoscere limiti in un crescendo di note furiose, che smontano una monarchia condotta da aguzzini e guardie giurate. I figli e la casa-rifugio di un passato roseo sono l’ancora di salvezza di una personalità diventata icona, ma resa un filo d’erba che tende spesso a spezzarsi; Kristen Stewart non si trattiene, non si sottrae alla cinepresa di Larraìn, e decide di occupare la scena con una compostezza e un controllo totale dello spazio che la circonda ammirabili.

E’ un ritratto di Lady D che assume valore nell’effetto che ha sullo spettatore, che non la vede più come un mito, ma come una donna che ha dovuto affrontare le sue paure più reali. Si elimina la necessità di essere all’altezza della sua importanza sociale e culturale, per entrare in un vortice emotivo e fragile di ciò che ha significato per questa donna confrontarsi con la stessa famiglia reale britannica. Per questo motivo, il peso drammatico del film è sostenuto quasi interamente da Stewart, che trionfa totalmente all’interno della cornice filmica ma, allo stesso tempo, il lavoro di Timothy Spall e Sally Hawkins, che bilanciano la squisita passione di Stewart con performance più razionali, è da lodare. Mentre Spall fa un lavoro impeccabile con la sua espressività, la Hawkins sfrutta al massimo tutta la naturalezza e la luminosità che contraddistingue il suo lavoro sullo schermo.

Il grande lavoro di artigianato dell’immagine, che ha caratterizzato le precedenti opere di Larraìn, fa splendere Spencer ancora di più: in questo caso, sfrutta le idiosincrasie legate alla regalità per mettere a punto una perfetta metafora della gabbia dorata. La fotografia non risparmia alcun dettaglio, con attenzione alla posizione, all’illuminazione e all’impatto che la figura di Diana ha sullo spettatore.

E’ l’immagine in sé a raccontare la storia, con una poesia visiva e artistica che afferra lo spettatore senza alcuna esitazione. La costante fissazione per la pomposità di cui vive la messa in scena, nei particolari del cibo e del vestiario, servono a ricalcare il delicato tormento di un animo in subbuglio, il crescendo di un battito sonoro che vive di forza travolgente combinata a un’energia vitale mesta e sommessa. Oltre a Lady Di, principessa del Galles, o Diana, c’era Spencer, la donna che “indossa” un cognome proprio, un’esistenza propria. Una donna che era più della sua leggenda.

Le 10 coppie di supereroi più amate dai fan

Le 10 coppie di supereroi più amate dai fan

Tra gli ostacoli che i personaggi della DC e della Marvel hanno dovuto superare nel corso degli anni c’è anche l’amore. Non solo i combattimenti e le lotte al potere, anche le questioni di cuore hanno tenuto i fan con il fiato sospeso. Le coppie di supereroi potenti e dinamici si sono consolidate e distrutte nel corso degli anni, conquistando orde di pubblico. Da Black Panther e Storm a Mr. Fantastic e La donna invisibile, gli utenti di Ranker hanno scelto il meglio del meglio tra tutte le coppie di supereroi.

Freccia Nera e Medusa

Freccia-Nera-e-Medusa

Freccia Nera e Medusa sono fatti l’uno per l’altro: sono la coppia che dimostra come l’amore superi ogni limite, anche a livello di comunicazione. Freccia Nera, a causa dei suoi poteri sul linguaggio, non è in grado di comunicare con gli altri.

Nonostante ciò, Medusa continua a fargli visita per tutta la sua infanzia e, quando Freccia Nera viene liberato a 18 anni, i due supereroi possono finalmente coronare il loro amore. La coppia forma il duo Re e Regina degli Inumani e, anche se sono separati dagli universi posti tra loro, riescono a restare uniti.

Pantera Nera e Storm: supereroi nemici e innamorati

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Nonostante i vincoli del passato e gli ostacoli posti dal futuro, Pantera Nera e Storm sono una coppia potente e unica. I due si incontrano inizialmente quando sono adolescenti – cosa che solo i fan dei fumetti possono sapere – e in seguito si ritrovano nuovamente, ognuno nelle rispettive squadre, gli Avengers e gli X-Men.

Pur non combattendo sullo stesso fronte, alla fine danno una possibilità al loro amore e decidono di sposarsi. Tuttavia, le differenze vengono a galla e alla fine spingono i due supereroi in direzioni diverse. Ciò non toglie però potere a questa coppia dell’Universo Marvel.

Ant-Man e Wasp

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Probabilmente, la loro è una delle relazioni più tumultuose dell’Universo Marvel, Ant-Man e Wasp (Hank e Janet) sono intrappolati in una relazione on/off. Nonostante tutto, i due supereroi si amano sinceramente e provano a far funzionare la loro storia.

Purtroppo però, in uno dei momenti più controversi della storia della Marvel, Ant-Man fa una cosa terribile: colpisce Janet, mostrandosi a tutti come un marito violento. Questo è un marchio che il personaggio di Hank deve portare su di sé per sempre. Alla fine, i problemi e gli errori portano la coppia alla rottura. I fan li hanno comunque apprezzati durante i loro giorni, per così dire, buoni.

Freccia Verde e Black Canary

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Freccia Verde e Black Canary sono una coppia iconica, ma anche questi due supereroi funzionano molto ad interruttore. Combattono fianco a fianco, ma sono spesso in disaccordo su questioni importanti. Tuttavia, ciò non annulla il sentimento di protezione che nutrono l’uno per l’altro.

La chimica tra Black Canary e Freccia Verde non viene mai a mancare, nemmeno con l’arrivo del figlio Connor. I membri di questa coppia rispettano e riconoscono le scelte dell’altro e funzionano bene insieme, sono una squadra. Non a caso, sono una delle coppie di supereroi più amate dai fan.

Daredevil e Elektra

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Elektra compare per la prima volte nei fumetti nel ruolo di super criminale, addestrata come assassina e nata per uccidere. La relazione tra Elektra e Daredevil è sempre piena di dolore e tristezza: Elektra addirittura muore di fronte all’amato.

Anche se sembrano prendere costantemente direzioni diverse, i due supereroi sono veramente una forza, sia quando sono insieme che quando si dividono. Elektra e Daredevil hanno delle abilità uniche che permettono ad entrambi di prendersi cura di se stessi e, talvolta, anche dell’altro.

Luke Cage e Jessica Jones

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Jessica Jones e Luke Cage hanno costruito un’amicizia prima di sviluppare la loro relazione. L’amore è sboccato in una notte che ha portato alla gravidanza di Jessica e alla nascita di una delle coppie di supereroi più felici della Marvel.

Anche se l’inizio della loro relazione non è stato convenzionale, ciò non ha impedito ai due di arrivare al traguardo delle nozze. Dalla nascita della loro figlia, i due portano avanti una vita felice ed equilibrata tra crescere la bambina e combattere il crimine.

Batman e Catwoman

Batman-Catwoman

Batman e Catwoman sono una coppia di supereroi che sa come si organizzano gli appuntamenti. I due hanno una passione per i tetti, luogo che è un icona del loro rapporto. Anche se solo alcuni fumetti esplorano la relazione tra Batman e Catwoman in profondità, l’intensità tra i due si nota a colpo d’occhio.

Selina Kyle (Catwoman) è inizialmente una ladra ed è una nemica per Bruce Wayne (Batman). Lei diventa poi un’eroina e insieme i supereroi vanno a creare un duo da temere a Gotham City. Si coprono le spalle a vicenda e ognuno è disposto a sacrificare la propria vita e la propria felicità per gli altri: per il bene di Gotham, Bruce rinuncia a vivere e Selina rinuncia a stare con Bruce, così da lasciare alla città l’eroe di cui c’è bisogno.

La ”fantastica” coppia di supereroi: Mr. Fantastic e La Donna Invisibile

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Quello tra Sue Storm e Reed Richards (Mr. Fantastic e La Donna Invisibile) è considerato uno dei matrimoni più duraturi dell’Universo Marvel. I due supereroi hanno sopportato molti ostacoli e forze che avrebbero potuto farli scappare l’uno dall’altro.

Sono i membri fondatori dei Fantastici Quattro, hanno affrontato insieme molti nemici, a volte stato su lati opposti ma, anche dopo il conflitto, sono sempre tornati insieme, pronti a sacrificarsi l’uno per l’altro.

Visione e Scarlet

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La relazione tra Visione e Scarlet Witch è semplicemente una cosa che funziona. Sono fatti l’uno per l’altro ad un livello che non ha eguali ed è questo che li fa funzionare.

Visione vede il bene in Scarlet e viceversa. Ognuno sacrificherebbe la propria vita per salvare l’altro. Anche se la loro felicità è di breve durata, il loro amore non può essere cancellato o dimenticato dai fan. Entrambi supereroi e membri dei Vendicatori, i due si completano perfettamente, sia a livello romantico che di collaborazione.

La coppia di supereroi più amata di sempre: Gambit e Rogue

Rogue-e-Gambit

È la coppia di supereroi più amata di tutti i tempi: Gambit e Rogue hanno una relazione davvero unica. Entrambi hanno un passato complicato, fatto che li avvicina e li rende anime simili. Insieme, non si sentono più così soli. Questo aspetto della loro relazione può rendere il rapporto tossico.

Sia Gambit che Rogue devono affrontare ostacoli che tendono ad allontanarli l’uno dall’altro. Inoltre, i due non si toccano quasi mai. Nonostante tutte le difficoltà, sono però sempre pronti perdonare l’altro e a lottare per amore.

Eternals: 10 novità che il film porta nell’MCU

Eternals: 10 novità che il film porta nell’MCU

Eternals è stato recentemente aggiunto su Disney+: è uno dei primi film della Fase 4 dell’MCU. I commenti e le recensioni del pubblico sono state contrastanti: c’è stata qualche polemica perché per alcuni il film è in contrapposizione rispetto ad altri capitoli della Marvel, ma c’è anche chi ha visto nelle differenze un nuovo inizio necessario per l’MCU.

Le novità di Eternals riguardano gli eroi, i cattivi, gli interpreti che vanno a comporre un cast molto inclusivo. Vediamo tutti i miglioramenti e le innovazioni che il film apporta all’MCU.

Il prossimo leader degli Avengers potrebbe essere un Eterno

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L’MCU sta vivendo una fase in cui molti degli Avengers degli inizi se ne sono andati e molte nuove squadre di supereroi si stanno inserendo nel franchise. Con l’arrivo degli X-Men e dei Fantastici 4, serve un team forte e una guida altrettanto potente.

Eternals è un film pieno di riferimenti al più ampio mondo dell’MCU. In particolare, una battuta di Ikaris fa sospettare che il prossimo capo dei Vendicatori si trovi tra gli Eterni. Come sappiamo, Ikaris viene scacciato a fine film, quindi chissà chi potrebbe ricoprire il ruolo in futuro.

Inclusività e diversità

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Più donne e più etnie in Eternals: personaggi che nei fumetti erano uomini come Sersi, Ajaz e Makkari nel film sono interpretati rispettivamente da attrici donne come Gemma Chan, Salma Hayek e Lauren Ridloff. Tra l’altro, Ajax e Sersi – già a capo degli Eterni – potrebbero benissimo essere il prossimo leader degli Avengers.

Il film è quindi innovativo anche in termini di inclusione delle diversità. Con Eternals, non solo i aumentano nel franchise i personaggi femminili di rilievo, ma anche quelli di colore e quelli con disabilità. Il lungometraggio è inclusivo anche in termini di orientamenti sessuali rappresentati. Questi nuovi membri rendono più aperto e malleabile il modello instaurato dai precedenti progetti Marvel e dai film tratti dai fumetti in generale.

Non il solito film sugli Avengers

Sersi-in-Eternals

Con Eternals, i fan possono vedere qualcosa di diverso rispetto al tipico film MCU. Questa volta i nemici sono un solo gruppo, ben definito e non umano: i Devianti. A differenza di altri film sugli Avengers, qui manca completamente il discorso sul combattimento tra umani: non ci sono nemmeno le armi, gli Eterni lottano puntando solo sui propri poteri.

L’unicità di Eternals risiede anche nei costumi: le tinte oro e metalliche delle uniformi mostra perfettamente la specificità dei personaggi, nulla di paragonabile ad altre tute MCU.

Non solo bianco e nero: anche zone grigie in Eternals

Arishem-e-Kingo

Eternals include bianco, nero e anche le aree moralmente grigie. Ad eccezione di Captain America: Civil War – film in cui la squadra protagonista si divide sugli accordi di Sokovia, ciò è una novità per l’MCU.

Quando gli Eterni scoprono il proprio scopo, si dividono. Da un lato c’è chi vede come unico scopo servire Arishem, dall’altro chi inorridisce all’idea di assistere alla morte dell’intera popolazione. C’è poi Kingo, l’unico personaggio che trova un po’ di bene e un po’ di male da entrambe le parti: si rifiuta di collaborare per fermare Arishem, ma anche di combattere contro la sua famiglia. Per alcuni fan Kingo è debole perché non vuole scegliere una squadra ma, se non altro, ha un lato umano che lo rende facilmente identificabile.

Tante voci e tante opinioni contrastanti

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Gli Eterni sono un gruppo di dieci persone e, naturalmente, ci sono situazioni in cui non tutti la vedono allo stesso modo. Se uno scontro di opinioni accadeva tra i Vendicatori, tendenzialmente prevaleva un unico pensiero: chi non era d’accordo doveva farsene una ragione affinché le cose andassero bene.

In Eternals, le conseguenze dei disaccordi sono molto più dannose. Ikaris prima uccide Ajax perché teme che quest’ultimo possa mettersi contro Arishem, poi va contro tutta la sua squadra, Sersi incluso. In realtà, il divario nel gruppo inizia molto prima, quando Ajax ribadisce che alla squadra non è permesso interferire con le questioni umane. Quando poi Thena si ammala di Pazzia Eterna, le cose si intensificano.

Nuovi eroi dotati di superpoteri

eternals

Gli Eterni fanno il loro ingresso sullo schermo in modo forte e potente. Nel corso del film, il pubblico scopre man mano quali sono i loro poteri e sicuramente non rimane deluso. Presi singolarmente, gli Eternals hanno per la maggior parte dei poteri comuni, ma tutto si amplifica quando li vediamo combattere fianco a fianco: qui gli eroi mostrano davvero alcuni dei migliori super-poteri dell’MCU.

Ogni membro ha il proprio set unico di abilità: c’è chi serve con la propria forza per vincere in battaglia, mentre altri devono sostenere la squadra con nuove idee o con le loro capacità di guarigione. Ogni Eterno è importante per la squadra e solo in team riesce a dare il meglio di sé.

Nuovi alieni, nuovi cattivi

Kro-e-Devianti

In Eternals, viene inserita tutta una nuova collezione di nemici e di alieni. Per cominciare, i Devianti, un tipo di creatura molto particolare e non facile da introdurre, hanno dimostrato di essere un degno avversario degli Eterni: la loro capacità di succhiare la vita da altre creature e assorbirne le abilità è ciò che li rende un nuovo modello di cattivo veramente forte ed originale nell’MCU.

Per quanto nuovo, anche Arishem è diventato presto uno dei personaggi cosmici più potenti del franchise. Non è la prima volta che i fan assistono all’introduzione di un Celestial nell’MCU, ma è senza dubbio un ingresso nella timeline Marvel tra i più memorabili visti fino ad ora.

Sempre più dentro al Multiverso

Alla fine del film, Druig, Makkari e Thena prendono l’astronave Domo e partono nella speranza di trovare altri Eterni e informarli del loro vero scopo. Questo fatto apre la trada al concetto del Multiverso: il team dovrà trovare altre versioni di se stesso e prevenire sia la potenziale nascita sia la morte di miliardi di altre forme di vita.

Se gli Eterni attraversano il Multiverso, c’è una buona probabilità che in futuro condividano un po’ di tempo sullo schermo con personaggi come Dottor Strange e Wanda.

I limiti dei personaggi di Eternals

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Più volte nel corso del film viene ribadito che gli Eterni non sono autorizzati a interferire con gli affari umani: l’unico momento in cui possono essere coinvolti è proteggendo le persone dai Devianti. Ci si chiede anche perché gli Eternals non si siano approcciati a Thanos. Nello specifico Ajax, e anche Makkari, ricordano costantemente a Druig di non immischiarsi con il Titano Pazzo.

Il modo e il tempo in cui questi eroi usano i loro poteri è abbastanza aleatorio, ma fortunatamente sembra che sappiano sfruttare le loro capacità quando è più necessario.

Gli Eternals: umani o eroi?

Eternals-Amazon

Sotto tanti punti di vista, gli Eterni sono veri eroi inseriti nel popolo. Hanno vissuto tra gli umani per migliaia di anni, proteggendoli, aiutandoli a crescere e a evolversi.  Improvvisamente, un giorno hanno deciso di allontanarsi dal mondo e di nascondersi. In Eternals non è chiaro cosa abbiano fatto tutti i membri in passato, ma è plausibile che la maggior parte di loro si sia semplicemente mescolata con la gente.

Passare dall’essere fortemente coinvolti nelle ”questioni umane” a doverne stare fuori per forza è stata una transizione non semplice.  La fine del film è esplicativa: Sprite decide che vuole rinunciare ai suoi poteri per poter crescere e sperimentare tutte le cose che gli ”adulti normali fanno”. A volte essere un eroe non è tutto ciò che si desidera.

Viola Davis: 10 cose che non sai sull’attrice

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Viola Davis: 10 cose che non sai sull’attrice

Viola Davis è una di quelle attrici che ha letteralmente fatto la storia del cinema grazie alle sue incredibili interpretazioni, così intense ed incisive da rimanere nella mente del pubblico internazionale. L’attrice, che ha iniziato la sua carriera cinematografia e seriale dopo anni di teatro, ha sempre dimostrato di saper scegliere i ruoli migliori per i suoi talenti, tanto da risultare una delle attrici più apprezzate ed amate in tutto il mondo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Viola Davis.

Viola Davis: i suoi film e i programmi televisivi

1. Ha recitato in celebri film. La carriera dell’attrice è iniziata nel 1996, anno di debutto al cinema grazie al film Il colore del fuoco. In seguito, lavora in Out of Sight (1998), Traffic (2000), Kate & Leopold (2001), Solaris (2002), Lontano dal paradiso (2002), World Trade Center (2006), Disturbia (2007), Come un uragano (2008), Il dubbio (2008), Giustizia privata (2009), Mangia prega ama (2010), Innocenti bugie (2010) e Trust (2010). Tra i suoi ultimi film, vi sono The Help (2011), Molto forte, incredibilmente vicino (2011), Ender’s Game (2013), Prisoners (2013), La scomparsa di Eleanor Rigby (2013), Get on Up (2014), Blackhat (2015), Suicide Squad (2016), Barriere (2016), Widows – Eredità criminale (2018), Ma Rainey’s Black Bottom (2020), The Suicide Squad – Missione suicida (2021) e The Unforgivable (2021).

2. Ha recitato anche per il piccolo schermo. Nel corso della sua carriera, l’attrice non si è dedicata a recitare solo per il grande schermo, ma ha avuto modo di lavorare anche in diversi programmi televisivi. Infatti, ha preso parte alle serie City of Angels (2000), CSI – Scena del crimine (2002), Traveler (2007), Law & Order – Unità vittime speciali (2003-2008), United States of Tara (2010) e Le regole del delitto perfetto (2014-2020), che le ha dato grande popolarità. Ha poi rcitato in Scandal (2018) e Peacemaker (2022-in corso)

viola davis

Viola Davis in Suicide Squad

3. Ha preparato il ruolo leggendo. L’attrice, per poter interpretare al meglio il ruolo di Amanda Waller in Suicide Squad, ha letto l’autobiografia di M. E. Thomas intitolata Confessioni di una sociopatica. Si è dunque basata fortemente su quel tipo di personalità, costruendo così un personaggio duro e al limite, appunto, della, sociopatia.

4. Le è piaciuto molto interpretare Amanda Waller. L’attrice ha dichiarato di essere rimasta affascinata dal suo personaggio, individuando la sua psicologia e la sua forza, descrivendola come una “potente donna di colore, dura, pronta a prendere una pistola e sparare a volontà”, notanto che i suoi poteri sono “la sua intelligenza e la sua totale mancanza di senso di colpa”.

Viola Davis in The Help

5. Ha espresso rammarico per il film. L’attrice ha sostenuto di non essere riuscita a mostrare la vera prospettiva delle cameriere nere: “Ho sentito alla fine della giornata che non erano le voci delle cameriere che si sentivano… se fai un film con certe premesse, vorrei sapere come ci si sente a lavorare per persone bianche e allevare bambini nel 1963. Voglio sentirlo davvero e non mi è capitato nel corso del film”.

6. Ha ricevuto una nomination agli Oscar. Grazie alla sua performance in The Help, l’attrice ha ottenuto una candidatura agli Academy Award per la Miglior attrice protagonista. Tuttavia, non è riuscita a vincere l’ambita statuetta, battuta da Meryl Streep per The Iron Lady.

viola davis

Viola Davis: il suo libro

7. Ha pubblicato un’autobiografia. Nell’aprile del 2022 la David pubblicherà la propria autobiografia, intitolata Finding Me: A Memoir. In questa, l’attrice ripercorre le tappe più significative della sua carriera, tra ruoli di rilievo e scelte che l’hanno portata ad essere la rispettata ed acclamata attrice che è oggi. Nelle pagine da lei scritte, però, l’attrice ha anche avuto modo di raccontare la sua difficile infanzia e adolescenza, il rapporto con i genitori e i sacrifici compiuti lungo il percorso. Un libro decisamente da non perdere.

Viola Davis testimonial per L’Oreal

8. Ha partecipato ad una campagna della nota azienda. In qualità di ambasciatrice L’Oreal, la Davis ha partecipato ad una campagna pubblicitaria legata al mese dell’autostima. Insieme ad altre personalità dello spettacolo come Kate Winslet, Jane Fonda e Helen Mirren, la Davis ha rilasciato una propria testimonianza circa l’importanza di credere nel proprio valore e difenderlo sempre e comunque.

Viola Davis e Danai Gurira

9. Viene spesso confusa con un’altra attrice. Da quando l’attrice Danai Gurira è divenuta una celebrità, grazie alla serie The Walking Dead e al film Black Panther, in molti non hanno mancato di notare come tra lei e la Davis vi sia una forte somiglianza, che spesso le ha portate ad essere scambiate l’una per l’altra. Effettivamente le somiglianze tra loro ci sono e come, ma le due non sono per niente imparentate.

Viola Davis: età e altezza

10. Viola Davis è nata l’11 agosto del 1965 a Saint Matthews, nel South Carolina. La sua altezza complessiva corrisponde a 165 centimetri.

Fonti: IMDb, Biography

Cineteca Milano MEET celebra Roman Polanski

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Cineteca Milano MEET celebra Roman Polanski

Dall’1 aprile presso Cineteca Milano MEET si terrà una rassegna dedicata a Roman Polanski, uno dei maggiori registi dell’intera storia del cinema, autore di autentici capolavori nei quali come pochi altri ha saputo esplorare i meandri più sotterranei e inquietanti dell’animo umano. La rassegna comprende 16 lungometraggi e 7 cortometraggi.

Nel corso della sua lunga e straordinaria carriera il maestro polacco non ha mai cessato di inventare personaggi caratterizzati da quella complessità che nasce dal dubbio, dal conflitto morale con gli altri e con se stessi, da un’ansia mai sopita di ricerca della verità a qualunque costo (basti pensare, a questo proposito, al suo ultimo film, L’ufficiale e la spia). Il tutto quasi sempre ambientato in luoghi, fisici o mentali, angusti, circoscritti, claustrofobici, che si fanno trasfigurazione concreta, quando non matrice, di quegli inesausti percorsi di ricerca.

Con piacere segnaliamo una collaborazione con il PAC – Padiglione d’Arte Contemporaneo di Milano: Diego Sileo, curatore del PAC, sarà infatti ospite prima della proiezione de La morte e la fanciulla per un incontro in occasione della mostra “Quando la paura mangia l’anima” (PAC, 29.03 – 12.06.2022), la prima dedicata in Italia ad Artur Żmijewski, una delle figure più radicali della scena artistica polacca.

Questa collaborazione prevede che con il biglietto della mostra in corso al PAC “Quando la paura mangia l’anima” sarà possibile accedere a una proiezione della rassegna cinematografica Polanski con il biglietto ridotto a € 3. Viceversa, presentando alla biglietteria del PAC un biglietto della retrospettiva Polanski si otterrà l’ingresso ridotto alla mostra a € 4.

Il programma completo

🔵 VENERDÌ 1 APRILE
h 16.00 PER FAVORE… NON MORDERMI SUL COLLO
(R. Polanski, UK, 1967, 107’) v.o. sott. it.
All’insegna di un umorismo caustico e intelligente, la rivisitazione del mito del conte Dracula.
h 18.15 LA MORTE E LA FANCIULLA
(R. Polanski, UK/Fr., 1994, 105’) v.o. sott. it.
Una donna che vive con il marito in un paese sudamericano da poco tornato alla democrazia riconosce nell’ospite invitato a casa loro un membro della polizia segreta suo aguzzino.
Prima della proiezione, incontro con Diego Sileo, curatore del PAC – Padiglione d’Arte Contemporaneo di Milano e della mostra “Quando la paura mangia l’anima” (PAC, 29.03 – 12.06.2022), la prima dedicata in Italia ad Artur Żmijewski, una delle figure più radicali della scena artistica polacca.
🔵 DOMENICA 3 APRILE
h 14.30 VENERE IN PELLICCIA
(R. Polanski, Francia, 2013, 96’) v.o. sott. it.
L’incontro fra un regista teatrale e un’attrice in cerca di una parte. La donna, in apparenza volgare e spudorata, rivelerà un talento e una personalità inattesi.
h 19.00 REPULSION
(R. Polanski, UK, 1965, 105’) v.o. sott. it. 35MM
A Londra, Carol, avvenente manicure ossessionata dagli uomini, tenta di sottrarsi ai pericoli della malattia mentale.
🔵 MERCOLEDÌ 6 APRILE
h 16.00 L’UFFICIALE E LA SPIA
(R. Polanski, Fr./It., 2019, 126’) v.o. sott. it.
Un film giusto e necessario per rievocare la celebre storia del giovane capitano di origine ebrea Alfred Dreyfus, vittima alla fine dell’800 Di un’ingiusta accusa di alto tradimento.
h 21.00 L’INQUILINO DEL TERZO PIANO
(R. Polanski, Francia, 1976, 125’) v.o. sott. it.
A Parigi, un impiegato affitta un appartamento nel quale l’inquilina precedente si è suicidata. L’uomo, poco a poco, sembra assumerne l’identità.
🔵 DOMENICA 10 APRILE
h 14.30 CUL DE SAC
(R. Polanski, UK, 1966, 111’) v.o. sott. it.
Due gangster scalcinati, un uomo al tramonto, una giovane, bella e perversa abitano l’universo claustrofobico di un castello isolato e sospeso sul mare.
h 19.30 PROGRAMMA CORTI POLANSKI
Omicidio (1957, 2’); Rovineremo la festa (1957, 9’); Un sorriso dentale (1957, 2’); Due uomini e un armadio (1958, 15’); La lampada (1959, 8’); La caduta degli angeli (1959, 20’.); I mammiferi (1962, 10’).
(R. Polanski. Polonia, 1957-1962, 66’) v.o. sott. it.
🔵 MERCOLEDÌ 13 APRILE
h 16.00 L’UOMO NELL’OMBRA
(R. Polanski, Fr./Ger./UK, 2010, 130’) v.o. sott. it.
Adam Lang, ex premier britannico, ha scritto un libro di memorie affidato a un ghost writer che muore in circostanze misteriose. Al suo posto subentra un altro scrittore, presto coinvolto a sua volta in un misterioso complotto alla Hitchcock.
h 21.00 CHINATOWN
(R. Polanski. USA, 1974, 131’) v.o. sott. it.
Un noir alla Chandler con protagonista un detective privato alle prese con un caso inquietante e pericoloso.
🔵 GIOVEDì 14 APRILE
h 18.30 ROSEMARY’S BABY
(R. Polanski, USA, 1968, 137’) v.o. sott. it.
Due ambigui vicini di casa si insinuano a poco a poco nell’intimità di una giovane coppia newyorkese, in un edificio che ha fama di ospitare misteriosi riti satanici.
🔵 VENERDÌ 15 APRILE
h 15.30 OLIVER TWIST
(R. Polanski, Fr./Uk/It./Rep. Ceca, 2005, 130’) 35MM
La rivisitazione appassionata, ricca di umanità e con venature autobiografiche del classico romanzo di Charles Dickens.
🔵 SABATO 16 APRILE
h 15.30 IL PIANISTA
(R. Polanski, Fr./Pol./Ger./GB, 2002, 148’) 35MM
Polanski racconta l’Olocausto attraverso la storia di un pianista polacco ebreo nel ghetto di Varsavia nel 1939.Oscar alla regia e all’attore nel 2003, Palma d’oro a Cannes 2002.
🔵 DOMENICA 17 APRILE
h 15.00 CARNAGE
(R. Polanski, Fr./Ger./Pol./Sp., 2011, 79’) v.o. sott. it.
Replica, vedi in 7 aprile.
h 19.00 IL COLTELLO NELL’ACQUA
(Roman Polanski, Polonia, 1962, 94’) v.o. sott. it.
Su una piccola barca a vela sul lago di Masuria, la rivalità sempre più pericolosa fra due uomini sotto gli occhi interessati della moglie di uno di loro.
🔵 GIOVEDì 21 APRILE
h 19.00 CARNAGE
(R. Polanski, Fr./Ger./Pol./Sp., 2011, 79’) v.o. sott. it.
Due ragazzini si azzuffano in un giardino.I rispettivi genitori si incontrano per appianare i rancori in modo civile, ma le cose non andranno esattamente così.
🔵 VENERDÌ 22 APRILE
h 15.30 MACBETH
(R. Polanski, UK, 1972, 141’) v.o. sott. it.
La storia è quella dell’immortale tragedia shakespeariana, in cui il generale Macbeth assassina il suo re e precipita per sete di potere in una spirale di sangue.
🔵 SABATO 23 APRILE
h 15.00 TESS
(R. Polanski, Fr./UK, 1979, 180’) v.o. sott. it.
Inghilterra, fine ‘800. Le drammatiche disavventure di un’umile ragazza, forse in realtà di nobili origini, sedotta e abbandonata dopo essere rimasta incinta.

The Gilded Age: recensione del primi due episodi della nuova serie di Julian Fellowes

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The Gilded Age è il nuovo period drama firmato da Julian Fellowes e in onda su Sky Serie, on demand su Sky e in streaming su NOW dal 21 marzo. La serie, prevista inizialmente per il 2018, è slittata ed è stata acquisita su HBO che negli Stati Uniti l’ha distribuita a partire dalla fine di gennaio 2022. Adesso The Gilded Age è arrivata in Italia e promette di far appassionare tutti gli orfani di Downton Abbey, il più famoso period drama firmato da Fellowes e che presto tornerà per un secondo lungometraggio (dopo il primo di 3 anni fa e la serie completa di sei stagioni).

La trama di The Gilded Age

La storia di The Gilded Age ruota intorno a Marian Brook, giovane orfana di buona famiglia ma ridotta in povertà, che si vede costretta a trasferirsi a New York (siamo negli anni ’80 dell’Ottocento) dove vivono le sue due zie, sorelle del padre, una delle quali, zia Ada, ancora nubile, l’altra, Agnes van Rhijn, vedova molto ricca che amministra la fortuna del suo defunto e poco amato marito e pretende di amministrare anche le vite che le gravitano intorno: quella della sorella, del figlio e non ultima della nipote appena arrivata. Di fronte alla zia di Marian, una vera e propria roccaforte degli antichi valori e della vecchia nobiltà si staglia Bertha Russell, donna appartenente alla classe dei nuovi ricchi, che si è trasferita proprio dall’altro lato della strada, in una enorme casa nuova, costruita da un architetto europeo, un vero e proprio monumento alla ricchezza del signor Russell, magnete delle ferrovie e visto di cattivo occhio dall’alta società newyorkese. Scopo di Bertha è quello di farsi accettare nella cerchia bene della città, e se da una parte si troverà di fronte grande ostilità, non ultima quella di Agnes van Rhijn, troverà anche sostegno e curiosità inaspettata da parte della giovane Marian, che si troverà immischiata nelle vicende della grande casa di fronte. 

Con The Gilded Age, Julian Fellowes si conferma un raffinato narratore, mette insieme intrigo, frivolezze, lotta di classe, questa volta articolata in maniera ancora più precisa e specifica rispetto a quanto visto, per esempio, in Downton Abbey, confezionando un dramma che appare un Instant classic, forse grazie soprattutto alle splendide protagonisti e ai costumi incredibili che queste indossano come se fossero davvero nate nell’Ottocento (anche se chi ne sa qualcosa di storia della moda, intercetterà delle licenze e delle stravaganze ante litteram).

Donne straordinarie di fine Ottocento a New York

Il personaggio di Marian in particolare mescola insieme una serie di elementi che difficilmente si trovano fusi nello stesso personaggio: la giovane donna è nobile ma povera, è intelligente ma non ha talenti particolari, è ribelle, tuttavia tutto sembra indirizzarla verso una vita ordinaria di moglie e madre, purché il partito in questione appartenga alla “vecchia nobiltà newyorkese”, nei piani della zia maggiore. Sicuramente la ragazza riuscirà a trovare il suo spazio, insinuandosi tra le maglie che la sua condizione le impone, ma a che prezzo?

Ma la stessa Bertha, e le zie di Marian risultano già dal primo episodio donne che combattono e hanno combattuto per ciò che desiderano, figure forti e determinate, non importa quale sia il loro orientamento sociale, ma sempre fautrici del loro stesso destino, per quanto la società in cui vivono è ancora formalmente gestita da uomini.

La scrittura di Julian Fellows non fa mai prigionieri, e anche in questo caso lo spettatore è catturato dal primo istante, coinvolto nelle esistenze di questa donne straordinarie, protagoniste contraddittorie e proprio per questo affascinanti di The Gilded Age. 

Francis Ford Coppola pensa che Deadpool sia “Incredibile”

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Francis Ford Coppola pensa che Deadpool sia “Incredibile”

Il leggendario regista Francis Ford Coppola (Il Padrino, Apocalypse Now) ha criticato aspramente a più riprese in film di supereroi/fumetti in passato e, più recentemente, ha individuato nell’ascesa del cinema di “prototipi” di supereroi come un fattore negativo che ha influenzato l’operatività gli studi che esitano maggiormente nel prendersi un rischio su operazioni meno note o non basate su IP.

“C’erano dei film in studio. Ora ci sono le opere della Marvel. E cos’è un’immagine Marvel? Un’immagine Marvel è un prototipo di film che viene realizzato ancora e ancora e ancora e ancora e ancora per sembrare diverso”, ha affermato il regista durante un’intervista con GQ all’inizio di quest’anno. Nonostante il chiaro disprezzo di Coppola per i film di supereroi definiti “spregevoli”, sembra però che abbia apprezzato un certo Mercenario con la bocca! “Mi è piaciuto Deadpool, ho pensato che fosse fantastico”, ha riferto il regista a Variety. L’attore di Wade Wilson Ryan Reynolds ha risposto con il seguente Tweet.

Che dire, dunque Francis Ford Coppola non odia proprio tutti i supereroi! Vi ricordiamo che Deadpool tornerà in azione nell’annunciato Deadpool 3.

True Detective 4 si farà: la quarta stagione è in sviluppo!

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True Detective 4 si farà: la quarta stagione è in sviluppo!

Arriva finalmente la conferma, True Detective 4 si farà! La quarta stagione della serie antologica di successo della HBO True Detective è in lavorazione, secondo quanto apprendiamo dal The Hollywood Reporter .

Il rapporto menziona che True Detective 4 è in fase di sviluppo con una nuova stagione, ma senza il creatore Nic Pizzolatto al timone. Issa Lopez (Tigers Are Not Afraid, Secondary Effects) scriverà una sceneggiatura per la nuova stagione e dirigerà anche il pilot di quello che è provvisoriamente intitolato True Detective: Night Country. È stato anche riferito che il regista Barry Jenkins (Moonlight , If Beale Street Could Talk) è stato stato ingaggiato come produttore esecutivo.

Una quarta stagione della serie segnerà la prima volta che Pizzolatto non sarà legato alla serie che ha contribuito a creare, anche se THR ha riferito che probabilmente sarà ancora accreditato come produttore esecutivo. Dopo la conclusione della terza stagione di True Detective nel 2020, Pizzolatto avrebbe incontrato i dirigenti della HBO e concordato reciprocamente di separarsi, con Pizzolatto che in seguito avrebbe firmato un accordo generale con FX nel 2021.

La serie  True Detective

True Detective è iniziato nel 2014, con la sua prima stagione interpretata da Matthew McConaughey e Woody Harrelson e ha ottenuto recensioni entusiastiche. La sua ultima stagione è andata in onda nel 2019 e vedeva protagonisti Mahershala Ali, Carmen Ejogo, Stephen Dorff, Scoot McNairy e Ray Fisher.

Io Capitano: partite le riprese del nuovo film di Matteo Garrone

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Io Capitano: partite le riprese del nuovo film di Matteo Garrone

Si è aperto nei giorni scorsi a Dakar, in Senegal, il set di Io Capitano, il nuovo film di Matteo Garrone, una coproduzione internazionale Italia/Belgio, prodotto da Archimede con Rai Cinema, in coproduzione con Tarantula, con la partecipazione di Pathé. Le vendite internazionali sono affidate a Pathé International.

IO CAPITANO è una fiaba omerica che racconta il viaggio avventuroso di due giovani, Seydou e Moussa (gli esordienti Seydou Sarr e Moustapha Fall), che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa. Un’Odissea contemporanea attraverso le insidie del deserto, i pericoli del mare e le ambiguità dell’essere umano.

Scritto da Matteo Garrone, Massimo Gaudioso, Massimo Ceccherini e Andrea Tagliaferri, a partire da un soggetto dello stesso Garrone, che si è ispirato alle storie vere di Kouassi Pli Adama  Mamadou, Arnaud Zohin, Amara Fofana, Brhane Tareke e Siaka Doumbia, tutti ragazzi che hanno compiuto davvero il viaggio dei due protagonisti del film.

Le riprese si svolgeranno, oltre che in Senegal, anche in Marocco e in Italia, per un totale di 13 settimane.

Crediti

Regia Matteo Garrone

Soggetto Matteo Garrone

Sceneggiatura Matteo Garrone, Massimo Gaudioso, Massimo Ceccherini, Andrea Tagliaferri

Fotografia Paolo Carnera

Montaggio Marco Spoletini

Scenografia Dimitri Capuani

Costumi Stefano Ciammitti

Suono in presa diretta Maricetta Lombardo

Sound design Mirko Perri

Trucco Dalia Colli

VFX supervisor Massimo Cipollina – Laurent Creusot

Una produzione Archimede con Rai Cinema

in coproduzione con Tarantula

con la partecipazione di Pathé

Vendite internazionali Pathé International

Spider-Man: No Way Home, le acrobazie di Tom Holland nel backstage!

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Si sa che Tom Holland ha una particolare agilità e delle doti fisiche che gli consentono di interpretare al meglio Spider-Man, ma vederlo all’opera sul set di Spider-Man: No Way Home con indosso la tuta per gli effetti visivi non ha prezzo! Ecco il video:

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

Spider-Man: No Way Home è uscito in sala il 15 dicembre. Nel film tornano Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei. Inoltre, nel film ci sono anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che veste i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2. Nel film, accanto a Tom Holland, tornano a interpretare Peter Parker/Spider-Man anche Tobey Maguire e Andrew Garfield.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production.

Kraven the Hunter, un video dal set mostra un inseguimento d’auto

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Sono in corso le riprese di Kraven the Hunteril nuovo film dell’Universo SONY che vede Aaron Taylor-Johnson nei panni del protagonista. Di seguito, un video dal set in cui si sta girando una scena di inseguimento:

Kraven the Hunter, il film

Dopo il successo di Venom: Let There Be Carnage e Spider-Man: No Way Home , Sony continua ad espandere il suo universo Marvel e Kraven the Hunter si unisce a una lista che include anche Madame Web con Dakota Johnson e il progetto Spider-Woman di Olivia Wilde.  Art Marcum, Matt Holloway e Richard Wenk hanno scritto la sceneggiatura di Kraven the Hunter e il fatto che il film attiri talenti di alto livello è sicuramente un buon segno.

Nel cast del film sono stati confermati Aaron Taylor-Johnson, Ariana DeBose, Russell Crowe, Alessandro Nivola, Christopher Abbott e Fred Hechinger. J.C. Chandor dirigerà il film, con la produzione di Avi Arad e Matt Tolmach. Art Marcum, Matt Holloway e Richard Wenk hanno scritto la sceneggiatura.

Meno di Trenta, intervista ai vincitori per Generazione 56K

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Meno di Trenta, intervista ai vincitori per Generazione 56K

Cristina Cappelli e Angelo Spagnoletti, protagonisti della serie Generazione 56K, sono trai vincitori di Meno di Trenta edizione 2022, con il riconoscimento alla migliore interpretazione maschile e femminile in una serie tv. In occasione della premiazione nell’ambito del Festival di Spello, ecco cosa hanno raccontato della loro esperienza con la serie Netflix.

Amori fuori tempo e amicizie inossidabili, tra il desiderio di diventare adulti e il coraggio di inseguire i propri sogni. Nel trailer di Generazione 56K un primo sguardo al ritratto, ricco di contraddizioni, della generazione dei Millennial, travolta – alle soglie dell’adolescenza – dall’arrivo di Internet negli anni Novanta e che oggi vede nella tecnologia un elemento indispensabile nella propria vita: offre velocità, connessioni, infinite possibilità, ma orientarsi in questa varietà di opzioni non è sempre facile.

Ad accompagnare le immagini ci sono le nostalgiche note di “Come mai” degli 883, inno degli amori di un’intera generazione.

Ambientata tra Napoli e Procida, Generazione 56K è una serie di genere comedy basata su un’idea originale di Francesco Ebbasta e da lui scritta insieme a Costanza Durante, Laura Grimaldie Davide Orsini, che ne è anche head writer. Dietro la macchina da presa dei primi 4 episodi Francesco Ebbasta, mentre Alessio Maria Federici firma la regia dei restanti 4.

Al centro della storia Daniel e Matilda, che si conoscono da giovanissimi e s’innamorano da adulti, e che, insieme agli amici di sempre, Luca e Sandro, sono il simbolo della Generazione del Modem 56K. Daniel e Matilda vivono una relazione che rivoluzionerà il loro mondo e li costringerà a fare i conti con il passato e quella parte più pura e vera di se stessi che, in modi opposti, hanno dimenticato. Tutti gli episodi della serie intrecciano costantemente due linee temporali, due punti di vista, due fasi della stessa storia d’amore e di amicizia che parte nel 1998 e continua fino ai giorni nostri.

Daniel e Matilda, sono interpretati rispettivamente da Angelo Spagnoletti e Cristina Cappelli, nella loro versione adulta, e da Alfredo Cerrone e Azzurra Iacone in quella da ragazzini. Protagonisti della serie anche due componenti dei The Jackal nel ruolo degli amici storici di Daniel: Gianluca Fru è Luca e Fabio Balsamo è Sandro, rispettivamente interpretati, nella loro versione da bambini, da Gennaro Filippone e da Egidio Mercurio.

Nel cast anche Biagio Forestieri (Napoli Velata) nei panni di Bruno, Claudia Tranchese (Sotto il sole di Riccione, Gomorra la serie 4 stagione) in quelli di Ines, Federica Pirone in quelli di Cristina. Liliana Bottone interpreta Rosa, Massimiliano Rossi (Indivisibili, Romulus) Aurelio, Sebastiano Kiniger Enea, Claudia Napolitano Noemi.

Dune 2: il personaggio di Zendaya sarà molto più importante

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Dune 2: il personaggio di Zendaya sarà molto più importante

In una recente intervista con Variety, Denis Villeneuve ha parlato di come il personaggio di Zendaya, Chani, avrà un ruolo più importante in Dune 2. Tramite le visioni di Paul, il primo film anticipa il suo futuro con Chani mentre i due guidano i Fremen contro Casa Harkonnen e l’Imperatore. Timothée Chalamet e Zendaya non appaiono sullo schermo insieme fino alla fine del film e Chani si vede poco in generale. Le riprese di Dune sono durate cinque mesi e Zendaya è rimasta sul set solo per cinque giorni.

Per Zendaya, dirò che la prima parte era una promessa. So che l’abbiamo vista nella prima parte, ma nella seconda parte avrà un ruolo importante. Seguiremo Timothée e Zendaya nelle loro avventure nel deserto. Questa è la cosa che mi ha eccitato di più nel tornare ad Arrakis è passare di nuovo del tempo con quei personaggi.

Dune 2, il film

Dune 2 è l’atteso sequel del film del 2021 Dune diretto da Denis Villeneuve e  interpretato da un cast stellare composto da Timothée ChalametRebecca FergusonDave Bautista, Oscar IsaacZendayaJavier BardemStellan Skarsgård. In Dune 2 confermati gli ingressi nel cast diFlorence Pugh, Austin Butler.

Viaggio mitico ed emozionante di un eroe, Dune narra la storia di Paul Atreides, giovane brillante e dotato di talento, nato per andare incontro a un destino più grande della sua immaginazione, che deve raggiungere il più pericoloso pianeta dell’universo per assicurare un futuro alla sua famiglia e al suo popolo. Mentre forze malvage combattono per l’esclusivo possesso della più preziosa risorsa esistente sul pianeta — una spezia capace di liberare tutte le potenzialità della mente umana — solo coloro i quali sapranno sconfiggere le proprie paure sopravviveranno.

Denis Villeneuve ha diretto Dune e ha scritto la sceneggiatura insieme a Jon Spaihts ed Eric Roth, basata sul romanzo omonimo scritto da Frank Herbert. Il film è prodotto da Mary Parent, Denis Villeneuve, Cale Boyter e Joe Caracciolo, Jr. I produttori esecutivi sono Tanya Lapointe, Joshua Grode, Herbert W. Gains, Jon Spaihts, Thomas Tull, Brian Herbert, Byron Merritt e Kim Herbert.

Morbius: il regista conferma l’esistenza di Spider-Man nell’universo del film

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Il regista Daniel Espinosa stabilisce che Spider-Man esiste nello stesso universo di Morbius. Dopo il successo dei film di Spider-Man di Tom Holland, la Sony si è dedicata alla produzione di film che hanno per protagonisti alcuni dei cattivi di Spider-Man stesso. Morbius seguirà il biochimico Michael Morbius (Jared Leto) mentre si infetta con una forma di vampirismo dopo aver tentato di curare la sua rara malattia del sangue.

Espinosa ha parlato delle apparizioni di Spider-Man e Avvoltoio nel trailer di Morbius durante un’intervista con Cinema Blend. Pur confermando che Spider-Man esiste in quell’universo, il regista si affretta a chiarire che potrebbe non essere la versione di Spider-Man che i fan pensano.

“Certamente! Voglio dire, in quasi tutti gli Spider-Verse o gli universi che esistevano nell’universo Marvel, se leggi i fumetti, l’intera idea di quel tipo – la teoria delle stringhe Marvel, se così possiamo chiamarla. È molto legato, se ricordi, all’alternativa Seinfelds. Hai un mondo in cui hai gli stessi personaggi, e sono TUTTI i personaggi, ma sono leggermente diversi. Quindi, in quasi tutti i mondi, hai Spider-Man, o un Fantastico Quattro, o un Tony Stark, o un Morbius. Ma avranno un tono diverso. Non è proprio il modo in cui il Marvel Cinematic Universe (si sta) avvicinando all’idea, ma si stanno muovendo su una verità fondamentale. Poi hai il secondo tipo di leggenda, che riguarda il totem. Che è che, in tutti gli universi, c’è un totem di ragno. Il che significa che in tutti gli universi deve esserci uno Spider-Man. O una Spider-Woman.”

Morbius, la trama

Uno dei personaggi più enigmatici e tormentati della Marvel, l’antieroe Michael Morbius, arriva sul grande schermo interpretato dall’attore Premio Oscar® Jared Leto. Infetto da una rara e pericolosa malattia del sangue, determinato a salvare chiunque sia destinato a subire la sua stessa sorte, il Dr. Morbius tenta una scommessa disperata. Quello che inizialmente sembra essere un successo si rivela presto un rimedio potenzialmente più pericoloso della malattia stessa.

Jared Leto è il protagonista dello spin-off dedicato al personaggio dello Spider-Verse in produzione alla Sony, Morbius. Il premio Oscar interpreta il Dr. Michael Morbius, un biochimico che tenta di curare una fatale malattia del sangue iniettandosi un siero derivato da pipistrelli. Diventando Morbius, ha tutte le qualità di un vampiro – incluso il gusto per il sangue umano.

Matt SmithTyrese Gibson, Adria Arjona Jared Harris completano il cast del film, che uscirà nelle sale italiane il 31 marzo 2022. La Arjona interpreterà Martine Bancroft, l’interesse amoroso del protagonista Morbius: nei fumetti, Martine diventa una potenziale vittima della sua sete di sangue mentre è alle prese con la trasformazione che lo ha reso una strana versione da laboratorio dei vampiri soprannaturali della tradizione.

The Mandalorian 3: Christopher Lloyd nel cast

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The Mandalorian 3: Christopher Lloyd nel cast

Arriva dal The Hollywood Reporter la notizia che The Mandalorian 3  ha appena scelto un altro attore di alto profilo per rimpolpare il cast della terza stagione, poiché Christopher Lloyd, noto soprattutto per il ruolo di Doc Brown nella serie Ritorno al futuro, si è unito  allo show di Star Wars.

L’Hollywood Reporter ha riportato la notizia, affermando che l’attore è nel call sheet per la serie, che sta attualmente girando nel sud della California dopo una interruzione segnalata relativa al COVID-19. Non si sa esattamente che ruolo interpreterà Christopher Lloyd, ma è stato riferito al THR come una “guest star “. Dato che Dave Filoni e la compagnia sembrano avere un debole per riportare in vita i personaggi degli spettacoli animati di Star Wars, il suo potrebbe essere un personaggio che potrebbe provenire da The Clone Wars o Rebels.

Potrebbe volerci del tempo prima che queste informazioni vengano annunciate ufficialmente, poiché The Mandalorian 3 non ha ancora una data di uscita. Dopotutto, la Disney si sta ancora concentrando sull’attesissima serie Obi-Wan Kenobi, che sarà presentato in anteprima su Disney+ il 25 maggio.

The Mandalorian 3

The Mandalorian 3 è la terza stagione della serie tv live action The Mandalorian basata sull’universo di Star Wars prodotta dalla LucasFilm per la piattaforma streaming Disney+.

Ambientata nell’universo di Guerre stellari dopo le vicende de Il ritorno dello Jedi e prima di Star Wars: Il risveglio della Forza, racconta le avventure di un pistolero mandaloriano oltre i confini della Nuova Repubblica. Dopo la caduta dell’Impero, nella galassia si è diffusa l’illegalità. Un guerriero solitario vaga per i lontani confini dello spazio, guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie. Ambientata dopo la caduta dell’Impero e prima della comparsa del Primo Ordine, The Mandalorian racconta le difficoltà di un pistolero solitario che opera nell’orlo esterno della galassia, lontano dall’autorità della Nuova Repubblica. La serie ha come protagonista Pedro Pascal nei panni del Mandaloriano.

La serie è prodotta e scritta da Jon Favreau (già produttore de Il Re Leone e delle saghe di Avengers e Iron Man). Nel cast Carl Weathers (Apollo Creed nella saga di Rocky), Nick Nolte (Cape FearIl Principe delle maree), Emily Swallow (SupernaturalLe regole del delitto perfetto), Taika Waititi (premio Oscar 2019 per JoJo Rabbit), Giancarlo Esposito (Fa’ la cosa giustaBreaking Bad) e Omid Abtahi (24HomelandStar Wars: The Clone Wars).

The Mandalorian, prodotta in esclusiva per Disney+ da Lucasfilm, è la prima serie live-action di Star Wars e, nei suoi 8 episodi, racconta vicende ambientate dopo la caduta dell’Impero, quando nella galassia si è diffusa l’illegalità. Protagonista è un guerriero solitario che vaga per i lontani confini dello spazio, guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie. A interpretarlo Pedro Pascal (Game of ThronesNarcos).

Full Time – Al cento per cento, recensione del film

Full Time – Al cento per cento, recensione del film

Per Alberto Barbera, direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Full Time – Al cento per cento è il ”film rivelazione dell’anno”. Il lungometraggio diretto da Eric Gravel e con protagonista Laure Calamy è un ritratto realistico della società francese odierna: mostra la vita quotidiana, tutt’altro che semplice, di una madre single che vive in periferia e non guadagna abbastanza.

La trama di Full Time

Julie è divorziata, ha due figli e vive nella periferie parigina. Lavora come governante in un hotel a cinque stelle di Parigi: ogni giorno si sveglia all’alba, prepara i suoi bambini, li consegna alla baby sitter e prende il treno per la città. Julie è laureata, lavorava nell’ambito della ricerca sociale ma, dopo essere stata licenziata, non ha trovato nulla di meglio del lavoro nell’hotel. Un po’ per necessità – l’ex-marito non contribuisce con gli alimenti come dovrebbe, un po’ per ambizione, Julie continua a fare colloqui per tornare a lavorare nel suo settore.

Riesce finalmente ad ottenere un appuntamento per ”il lavoro perfetto”, ma il tempismo non sembra aiutarla. Nella stessa settimana, Julie deve fronteggiare il colloquio per il nuovo impiego, gli scioperi e le manifestazioni che bloccano la circolazione a Parigi, il capo del personale dell’hotel che la mette sotto pressione, il compleanno del figlio e le lamentele dell’anziana baby-sitter. Riuscirà la protagonista a gestire tutto o verrà sopraffatta?

Una vita ”Full Time”

Il titolo di Full Time parla da sé: Julie non solo ha un impiego a tempo pieno, ma vive ogni attimo della sua vita come un lavoro, un dovere dopo l’altro. Come uno schema, si sveglia, veste i figli, prende il treno, lavora, mangia, lavora, riprende il treno, lava e mette a letto i figli. E di nuovo da capo. L’unico attimo di pace potrebbe essere il bagno a fine giornata, ma il boiler dell’acqua calda rotto e i capricci dei bambini guastano anche questo momento.

Il regista sceglie di raccontare la vita di questa mamma single senza troppi fronzoli: fa una ricostruzione quasi documentaristica della settimana di Julie, giorno dopo giorno. Non si vedono in Full Time scene melodrammatiche, scene finte ”da film”. Non ci sono commenti o narrazioni che esagerano le situazioni vissute dalla protagonista. Tutto è estremamente reale e per questo d’effetto.

Un racconto ansiogeno per il suo realismo

Full Time è un crescendo di tensione, un climax che, scena dopo scena, problema dopo problema, arriva al suo culmine poco prima della fine. Per come è costruito, il film genera un senso di angoscia tangibile. Guardando il lungometraggio ci si immerge in una storia che potrebbe essere vera. Quello di Full Time è un mondo che barcolla e perde pezzi su tutti i fronti: la vita privata, la società attorno, il lavoro, la comunità, tutto arranca e niente sembra stabile.

In tutto ciò, Julie è sola: non ha il sostegno dell’ex-marito, la baby-sitter la mette alle strette, le colleghe sono spietate e in mezzo ci si mettono anche gli scioperi. È impossibile non empatizzare con lei e non immedesimarsi. L’ansia arriva addirittura a far temere il peggio: lo spettatore diventa più coinvolto – e più pessimista – della protagonista. Il lavoro dell’attrice contribuisce all’ottima resa del film: Laure Calamy è un volto di pietra, paralizzato dalle preoccupazioni. Si percepisce la tensione sotto la maschera di una madre, una collega, un’amica che cerca di andare avanti senza dare a vedere le sue angosce.

Non a caso, Calamy è un attrice coinvolta nei temi sociali. Ha già recitato in film e serie che criticano il mondo dei lavoro: tra tutti ricordiamo lo show francese Chiami il mio agente!, serie sulla professione dell’attore. Inoltre, Calamy è membro del Collettivo 50/50, organizzazione che ha l’obiettivo di promuovere la parità tra donne e uomini nel settore cinematografico e televisivo.

Un film già premiato dalla critica

Full Time è già stato amato dai critici: presentato a Venezia, ha vinto il Premio Orizzonti Miglior Attrice (Laure Calamy) e il Premio Orizzonti Miglior Regia (Eric Gravel). Originale, documentaristico e abilmente costruito a livello di suspence, speriamo che il film possa conquistare anche il pubblico in sala.

C’era una volta in America: in IULM il convegno sul film di Sergio Leone

Nella giornata del 16 marzo 2021, l’Università IULM di Milano ha tenuto un convegno su C’era una volta in America, il capolavoro del regista Sergio Leone. L’incontro, aperto agli studenti e a tutta la cittadinanza, ha visto la partecipazione di tante personalità legate al regista e al lungometraggio: tra gli altri, la figlia del maestro, Raffaella Leone, lo sceneggiatore Franco Ferrini, l’attore del giovane Noodle Scott Schutzman. Vediamo nel dettaglio gli argomenti più interessanti che sono stati trattati durante l’evento!

Perché parlare oggi di C’era una volta in America?

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È il terzo capitolo della ”trilogia del tempo”. Dopo C’era una volta il West (1968) e Giù la testa (1971), Sergio Leone dedica per dieci anni anima e corpo alla creazione di un’opera mastodontica che, nella sua testa, sarebbe dovuta durare 5 o 6 ore. Il pioniere degli spaghetti-western, accantona il genere che l’ha reso celebre al grande pubblico per creare un gangster movie ambientato a New York.

Partendo dal romanzo The Hoods di Harry Grey, Leone mette in scena la storia della vita di David ”Noodles” Aaronson, un ebreo povero dei quartieri bassi di Manhattan che diventa fin da piccolo un criminale per necessità. Il film percorre quarant’anni di vita (e di storia), passando dal proibizionismo degli anni Venti al clima del tardo dopo-guerra degli anni Sessanta.

C’era una volta in America: la trama

Il film parla di amicizia, di disperazione e, soprattutto, di tempo. I tempi del film sono tre e – nella versione distribuita fuori dagli Stati Uniti – vengono continuamente mescolati. Nel 1920 Noodles (Scott Schutzman) è un adolescente, già membro di una baby-gang con i suoi quattro amici: Max, Patsy, Cockeye e Dominic. Noodles è piccolo, ma vive già emozioni forti come l’amore, l’odio e il lutto. Negli anni Trenta Noodles (Robert De Niro) è un giovane criminale che, dopo aver perso i suoi amici nell’ennesima lotta di quartiere, fugge da New York per cambiare vita. Nel 1968 Noodles è ormai ultrasessantenne. Torna a New York perché è stato invitato dal rabbino locale: deve trasferire le salme degli amici morti trent’anni prima.

Quando arriva in città, Noodles scopre che in realtà l’azione è già stata compiuta da un ignoto benefattore. Il fatto viene interpretato dal protagonista come il richiamo da parte di un vecchio nemico: non può far altro che accettare la sfida e scoprire chi (e perché) lo sta cercando…

Un oggetto di culto

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Ad aprire il convegno è il critico cinematografico e rettore dell’Università IULM Gianni Canova. Per prima cosa, spiega quanto il film sia un oggetto di culto, soprattutto per la sua generazione. Ricorda il ruolo di C’era una volta in America anche per la rivista di cinema Duel, in cui Canova stesso si è formato e da cui sono uscite importanti personalità dell’odierna critica cinematografica: ”Il numero uno del 1993 aveva in copertina un volto molto leoniano, Clint Eastwood, il titolo era Duel, anch’esso molto leoniano, e l’esergo dell’editoriale del primo numero era: cosa avete fatto in tutti questi anni? Siamo andati a letto presto”. Canova spiega poi come il film di Sergio Leone sia un’opera-mondo, un’opera che non solo costruisce un mondo ma che ci aiuta anche a vivere meglio nel nostro mondo.

”Cosa hai fatto in tutti questi anni?” ”Sono andato a letto presto”

La famosa frase che Noodles dice a Fat Moe quando torna a New York è solo una degli elementi iconici di C’era una volta in America. Il film ha segnato la storia del cinema, in particolare il genere dei gangster movies. Le vicissitudini legate alla produzione, le interpretazioni della pellicola, le leggende e le verità che circolano attorno all’ultimo grande film di Sergio Leone continuano ad affascinare: ecco perché si è scelto di fare un convegno interamente dedicato al lungometraggio.

Il tempo costruito

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Fuori e dentro la pellicola, C’era una volta in America è un film che ha a che fare con il tempo. Noodles, tornando a New York dopo 35 anni, si trova a fare i conti con il suo passato: i ricordi d’infanzia, l’amicizia, i dolori. Attorno al personaggio degli anni Sessanta il tempo si sgretola. Come dice anche Deborah, suo amore giovanile: ”Siamo due vecchi, Noodles: l’unica cosa che ci resta è qualche ricordo”.

La pellicola, nella versione originale gioca tantissimo con il tempo, lo sfrutta ai fini drammatici. Lo sceneggiatore Franco Ferrini spiega il senso del tempo, in particolare nella scena in cui Fat Moe e Noodles si rincontrano: De Niro arriva nel bar e porta un oggetto in particolare, la chiave del vecchio pendolo. È come se il tempo, dopo la partenza di Noodles, non fosse mai passato: riparte nel momento del ritorno. A decadere non è solo il tempo del protagonista, ma anche il tempo storico: quello di C’era una volta in America è un mondo che, cadendo dopo la seconda guerra mondiale, vuole portare tutto e tutti con sé.

Il tempo distrutto

Anche a livello di produzione, la ”questione tempo” è rilevante. Ci sono voluti dieci anni per realizzare il film e, alla fine, ne sono uscite più versioni. Per questioni commerciali, in America la pellicola è uscita mutilata: 139 minuti di un film riorganizzato in ordine cronologico. A raccontare della produzione – e di come è stata vissuta da Sergio – c’è Raffaella Leone, figlia del grande regista e aiuto costumista sul set del film. ”Io dico sempre che C’era una volta in America è stato per dieci anni il nostro quarto fratello.” Per Sergio Leone la versione americana non è mai esistita: ”Mio padre ha tolto il nome, non ha mai voluto vederlo, è stato per lui una ferita, un’amputazione.”

Raffaella Leone svela anche alcuni dettagli su Sergio: ”Mio padre per dieci anni ha inseguito questo sogno, per dieci anni non ha lavorato a nessun film. Per me vederlo sul set è stata una doppia rivelazione: di lui come regista e di lui come persona. Ho scoperto lati di papà che nella vita erano difficili da individuare. Se nella vita mio padre era un uomo pigro, come i suoi film, sul set era un’altra persona, molto attivo”.

E aggiunge, con nostalgia: ”Sul set mio padre era felice, come un bambino in un negozio di caramelle, si accendeva. Era il momento in cui riusciva a esprimere ciò che aveva sognato e immaginato.”

Le tre versioni

Totalmente spersonalizzato e privo di senso, il lavoro di Leone non ottiene successo negli Stati Uniti. Fortunatamente, fuori dagli States C’era una volta in America ha avuto la gloria meritata. In ambito internazionale, il film è uscito in una versione da 219 minuti che rispetta il plot pensato dal regista e dagli sceneggiatori.

Dopo un primo montaggio, Leone aveva considerato anche l’ipotesi di pubblicare una versione da 6 ore, divisa in due parti: anche nel film internazionale quindi, mancano numerose scene.  Le sequenze tagliate non sono state distrutte, ma sono state conservate in modo piuttosto scarno, non doppiate e non montate, fino al 2011. Con l’acquisto dei diritti del film per l’Italia da parte dei figli del regista, C’era una volta in America trova nuova vita: viene fatto restaurare dalla Cineteca di Bologna e, grazie al restauro, vengono recuperati anche 26 minuti di girato presenti nel primissimo montaggio. Nel 2012 viene quindi presentato a Cannes l’extended diector’s cut, un film lungo 246 minuti.

Le scene inedite

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Al convegno tenuto in IULM si è parlato anche di queste scene tagliate (e poi ricucite). Piero Neri Scaglione, autore del libro Che fine hai fatto in questi anni, ha presentato insieme a Massimo Rota, giornalista critico cinematografico, sei sequenze inedite del film, tratte dalla versione estesa. Tra queste, c’è l’incredibile scena all’interno della cripta del cimitero, essenziale per capire il senso del film. La sequenza permette infatti a Noodles di scoprire che i corpi dei suoi amici sono stati spostati da qualcuno a suo nome, una persona che conosce la sua identità.

Scaglione e Rota fanno quindi luce sull’impresa del regista, sulla maestosità del progetto e sull’enorme quantità di girato: si è parlato, ironicamente, di 22 mila metri di pellicola. Leone diceva di avere parti della pellicola anche sotto il suo letto”. 

Le musiche di Ennio Morricone: scheletro di C’era una volta in America

Non si può parlare del film senza citare l’incredibile colonna sonora di Ennio Morricone. A raccontare della musica è il compositore Alessandro De Rosa, autore del libro Ennio Morricone. Inseguendo quel sogno. ”Se penso a C’era una volta in America penso all’amicizia, al tradimento, all’amore, alla morte, alle memorie, allo sgretorarsi come statue di sale”.

Il film, spiega De Rosa, è costituito principalmente da temi musicali duali, che creano conflitto dentro e fuori dal film. Un gioco di dimensioni in cui le musiche esprimono ed esaltano concetti, legittimando la storia. ”Anche tutti i personaggi sono animati da una forza duale: sono poca cosa nel presente, ma stanno puntando a qualcosa di più alto e più grande.”  

I temi musicali del film

I temi che guidano C’era una vita in America sono tre e sono temi musicali quanto narrativi. Il tema dell’amicizia, che è quello principale, il tema poverty, della povertà, e il tema di Deborah, la musa, la donna irraggiungibile per Noodles. Questi temi, nella lunga durata del film, s’incastrano e mescolano tra loro, per dare senso e intensità.

Dice De Rosa”La musica si sostituisce al dialogo. Entra ed esce dal film, passa dalla dimensione dietetica a quella extradiegetica.” Si passa dal flauto di pan suonato da Cockeye, all’orchestra extradiegetica, alle note scordate di un pianoforte. Tutto è estremamente evocativo. Il ricordo, l’amicizia, la povertà e l’amore sono le emozioni che dominano il film e la musica ne è la cassa di risonanza. La musica, specialmente quella di Morricone, ha potere ”La musica può guidare le azioni di un gruppo, può coordinare i movimenti di camera, … è tra le persone che lavorano al film.”

Tutti gli ospiti della giornata

convegno C'era una volta in America

La cittadinanza e gli studenti hanno potuto quindi interfacciassi con tante personalità legate a C’era una volta in America: oltre ai personaggi già nominati, sono intervenuti Steve Della Casa, critico cinematografico e direttore del Torino Film Festival, la costumista del film Gabriella Pescucci, Scott Schutzman, l’interprete del giovane Noodles e lo scrittore Paolo Cognetti.

Il dialogo è stato ricco di passione e senza dubbio arricchente per tutti i presenti. Gli aneddoti curiosi e le nozioni più tecniche si sono susseguiti nel corso della giornata, fornendo tanti spunti di riflessione per i cinefili e generando curiosità per chi ancora non avesse visto il film. Eventi come questo organizzato dall’Università IULM permettono anche ai più giovani di scoprire e riscoprire i capolavori del secolo scorso: speriamo che, per una sera, qualche Noodles di oggi scelga di ”non andare a letto presto” per guardare C’era una volta in America.

Moon Knight: nuovo promo “Choice”

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Moon Knight: nuovo promo “Choice”

Disney+ ha diffuso il nuovo promo inedito “Choice” di Moon Knight, l’attesa nuova serie Marvel Studios in arrivo sulla piattaforma streaming.

Iscriviti a Disney+ e inizia a guardare le più belle storie Marvel e molto altro!

 

Moon Knight

Moon Knight vede protagonisti Oscar Isaac, Ethan Hawke e May Calamawy. Mohamed Diab e il team di Justin Benson & Aaron Moorhead hanno diretto gli episodi. Jeremy Slater è il capo sceneggiatore, mentre Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad Winderbaum, Mohamed Diab, Jeremy Slater e Oscar Isaac sono gli executive producer. Grant Curtis, Trevor Waterson e Rebecca Kirsch sono i co-executive producer.

Marvel Studios Moon Knight, è la nuova serie serie originale live-action Marvel Studios che debutterà dal 30 marzo in esclusiva su Disney+. La serie segue Steven Grant, un tranquillo impiegato di un negozio di souvenir, che viene colpito da vuoti di memoria e ricordi provenienti da un’altra vita. Steven scopre di avere un disturbo dissociativo dell’identità e di condividere il suo corpo con il mercenario Marc Spector. Mentre i nemici di Steven/Marc si avvicinano, i due devono indagare sulle loro identità complesse mentre si spingono in un mistero mortale tra i potenti dei dell’Egitto.

Moon Knight vede protagonisti Oscar Isaac, Ethan Hawke e May Calamawy. Mohamed Diab e il team di Justin Benson & Aaron Moorhead hanno diretto gli episodi. Jeremy Slater è il capo sceneggiatore, mentre Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad Winderbaum, Mohamed Diab, Jeremy Slater e Oscar Isaac sono gli executive producer. Grant Curtis, Trevor Waterson e Rebecca Kirsch sono i co-executive producer.

I Cassamortari, recensione del film di Claudio Amendola

I Cassamortari, recensione del film di Claudio Amendola

Dopo La mossa del pinguino (2013) e Il permesso – 48 ore fuori, Claudio Amendola torna alla regia con I cassamortari. Amendola mette in scena una black comedy troppo assurda anche per far ridere. Il film vede come protagonisti grandi volti della risata italiana – Lucia Ocone, Massimo Ghini, Antonello Fassari – e una guest star. Chi è al centro della vicenda? Un cantante rock, interpretato da Piero Pelù, morto e riesumato innumerevoli volte.

I cassamortari: l’agenzia funebre dei fratelli Pasti

Giuseppe Pasti (Edoardo Leo) è il direttore di un’agenzia di pompe funebri. Alla sua morte, il business resta nelle mani dei quattro figli: Giovanni (Massimo Ghini), avaro e affabulatore, Maria (Lucia Ocone), vera amante dei vedovi, Marco (Gian Marco Tognazzi), tanatoesteta che non parla coi vivi ma dialoga coi morti e il giovane Matteo (Alessandro Sperduti), pessimo social media manager dell’agenzia.

Il padre, tanto stimato ed elogiato, ha in realtà lasciato ai figli non solo la sua attività, ma anche un grosso debito con lo stato. Nel momento di crisi nera dell’impresa, arriva ”in soccorso” la morte di una nota rockstar: Gabriele Arcangelo (Piero Pelù). Il cantante, amato dal pubblico per le sue campagne di sensibilizzazione sulla droga e su altri problemi sociali, è in realtà una persona orribile: drogato, ubriacone e scorbutico. Dalla sua morte quindi, l’amante (Sonia Bergamasco) e la figlia Celeste decidono di ottenere quanti più soldi possibili: affidandosi ai Pasti, vogliono sfruttare la fama del defunto. Per un funerale pubblico prima, per un evento sui social poi, la salma di Gabriele viene più volte riesumata. Ciò porta i ”cassamortari” a vivere un conflitto interiore: meglio salvare l’azienda o rispettare il defunto?

Una trama fin troppo ricca e aggrovigliata per una commedia

La trama de I Cassamortari vuole includere di tutto e di più. C’è la famiglia Pasti, fatta da cinque persone, protagonista che domina la scena per metà film. C’è il cantante Gabriele Arcangelo con la compagna/agente e la figlia Celeste. Ci sono i clienti delle pompe funebri e i fan di Arcangelo. Non si sa bene in quale modo, l’assurda storia della famiglia di pompe funebri si incastra con quella di una rockstar. I singoli episodi legati ai clienti dei Pasti, storie strambe di vedovi santoni, funerali per cani e bare di lusso, sono coloriti e occupano la prima parte del film. Fanno sorridere per la stranezza ma, essendo marginali rispetto alla storia dei Pasti, funzionano.

La vicenda di Gabriele Arcangelo invece fa dire ”è veramente troppo”: tutto perde di credibilità. L’esagerazione non fa nemmeno più ridere. Il morto più volte truccato e usato come un bamboccio, la figlia cattivissima e arrogante che sembra assetata di vendetta post-mortem nei confronti del padre. Forse lasciare perdere qualche dettaglio tragi-comico e puntare su una trama meglio strutturata sarebbe stata una buona idea.

Tinte gotiche che diventano kitsch

La scelta di Amendola di ambientare un film seguendo il leitmotiv della morte e dell’agenzia funebre è originale e ha del potenziale, ma non sembra venire sfruttato nel migliore dei modi. Gli stratagemmi adottati per rallegrare l’agenzia, per alleggerire il tema creano un setting estremamente pacchiano: la sede dell’impresa di pompe funebri non ha nulla di diverso da un grande studio di avvocati e porta la storia dei Pasti sullo stesso piano di quella di altre famiglie imprenditoriali italiane in crisi, motivo preso e ripreso in tantissimi film e serie italiane.

Tutte le peripezie legate a Gabriele Arcangelo non fanno che aggiungere toni kitsch e finti alla storia: la casa piena di oggetti appariscenti e animali imbalsamati, il funerale pubblico a Cinecittà, il corpo del morto messo in piedi come un bamboccio. In questo modo, I cassamortari sdrammatizza sul tema della morte, ma non risulta più credibile: si poteva far ridere – forse anche di più – senza esasperare tutto così tanto.

Grandi attori e personaggi macchiette per I Cassamortari

Il cast de I Cassamortari non è indifferente: accanto a Piero Pelù – che in realtà recita per poche scene ma che cura le musiche del film, ci sono attori comici come Lucia Ocone, Massimo Ghini, Gian Marco Tognazzi. Si aggiungono anche Edoardo Leo e la sempre brava Sonia Bergamasco. Con una parure di attori simili, si potrebbero fare grandi cose, ma non è questo il caso. La maggior parte dei personaggi del film sono stilizzati, hanno tratti forti che non prevedono grandi variazioni nel corso dello svolgimento.

Il conclusione, I Cassamortari è un film leggero ma non troppo, divertente ma non troppo e decisamente troppo kitsch.

Meno di Trenta, intervista ai vincitori per A Classic Horror Story

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Paolo Strippoli e Francesco Russo, co-regista e protagonista di A Classic Horror Story, sono trai vincitori di Meno di Trenta edizione 2022, rispettivamente con un premio speciale e con il riconoscimento al miglior attore protagonista nella categoria cinema. In occasione della premiazione nell’ambito del Festival di Spello, ecco cosa hanno raccontato della loro esperienza sul set del film Netflix.

A Classic Horror Story, leggi la nostra recensione

A Classic Horror Story, una classica storia dell’orrore, come suggerisce il titolo, un omaggio alla tradizione di genere italiana che, partendo da riferimenti classici, arriva a creare qualcosa di completamente nuovo. Il nuovo film Netflix, prodotto da Colorado Film, sarà presentato in Concorso alla 67esima edizione del Taormina Film Fest 2021, che si terrà dal 27 giugno al 3 luglio 2021. Il film sarà poi disponibile dal 14 luglio 2021 solo su Netflix. A Classic Horror Story è diretto da Roberto De Feo e Paolo Strippoli, da una sceneggiatura di Lucio Besana, Roberto De Feo, Paolo Strippoli, Milo Tissone, David Bellini, e vede come protagonisti principali Matilda Lutz, Francesco Russo, Peppino Mazzotta, Yulia Sobol, Will Merrick, Alida Baldari Calabria e Cristina Donadio. Il film è stato girato interamente in Puglia e a Roma, per 5 settimane di riprese.

Coda – I segni del cuore: il film candidato all’Oscar su SKY e NOW

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Arriva in prima tv lunedì 21 marzo alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K, in streaming su NOW e disponibile on demand anche in qualità 4K, Coda – I segni del cuore.

Vincitore del Gran Premio della Giuria, Premio del Pubblico, Premio Speciale per il cast e Premio per la miglior regia nella sezione drama al Sundance 2021, in gara agli Oscar 2022 con tre nomination tra cui quella per il miglior film (le altre sono quelle per il miglior attore non protagonista per Troy Kotsur e la migliore sceneggiatura non originale), Coda – I segni del cuore è il remake del pluripremiato film francese La Famiglia Belier. Emozionante ed ironico, irriverente e al contempo edificante, il film è scritto e diretto da Sian Heder (Tallulah, Little America), e vede nel cast attori sordi e udenti, tra cui il premio Oscar Marlee Matlin (Figli di un dio minore), Emilia Jones, Eugenio Derbez, Troy Kotsur, Daniel Durant.

Coda – I segni del cuore è uno dei cinque titoli in concorso quest’anno agli Oscar  che nel mese di marzo arriveranno in prima tv sui canali Sky Cinema, in attesa della cerimonia di premiazione della 94ª edizione degli Academy Awards , che dalle 00.15 della notte tra domenica 27 e lunedì 28 marzo sarà in diretta su Sky e in streaming su NOW.

La trama di Coda – I segni del cuore

In Coda – I segni del cuore la giovane protagonista Ruby (Emilia Jones) è l’unica persona udente nella sua famiglia (L’acronimo CODA sta per Child of Deaf Adults, ovvero bambino in una famiglia di non udenti). La diciasettenne, prima di entrare a scuola, nelle prime ore del mattino, lavora sulla barca di famiglia per aiutare suo fratello (Daniel Durrant) e i suoi genitori (Marlee Matlin e Troy Kotsur) nell’attività di pesca sulla costa del Massachusetts. Da quando la giovane ragazza è entrata a far parte del coro della scuola, scopre di avere una smodata passione per il canto. Il suo maestro Bernardo (Eugenio Derbez) crede ci sia qualcosa di speciale nella giovane adolescente e la spinge a considerare una prestigiosa scuola di musica per il suo futuro. Ruby si troverà davanti a un bivio: abbandonare i suoi adorati genitori per seguire il suo più grande sogno o continuare ad aiutare la sua famiglia.

Spider-Man: No Way Home, dal 12 aprile in Home Video

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Spider-Man: No Way Home, dal 12 aprile in Home Video

A partire dal 12 aprile arriva in Home Video Spider-Man: No Way Home di Jon Watts, il cinecomic più atteso dell’anno e campione d’incassi ai botteghini di tutto il mondo. Considerato uno dei film Marvel migliori di sempre, l’ultimo capitolo con protagonista l’Uomo Ragno sarà disponibile nei formati DVD, Blu-Ray, 4K Ultra HD (con doppio disco 4K+Blu-ray) e una Steelbook da collezione sempre con doppio disco 4K+Blu-ray. Tutte le edizioni conterranno come gadget esclusivo una calamita da collezione, mentre quelle Blu-ray, 4K e Steelbook saranno arricchite anche da oltre 80 minuti di contenuti extra, tra cui easter egg, errori sul set e tantissime curiosità sullo spider-verse.

In questo nuovo capitolo la star Tom Holland torna nei panni dell’amichevole Supereroe di quartiere dell’Universo Cinematografico Marvel in una super produzione che riunisce oltre vent’anni di storie, insieme alla magnetica Zendaya nel ruolo di Michelle “MJ” Jones-Watson e l’iconico Benedict Cumberbatch in quelli dello stregone supremo Doctor Strange. Il regista Jon Watts, già dietro la macchina da presa di Spider-Man: Homecoming e Spider-Man: Far From Home, dopo le incursioni nelle capitali europee del film precedente sposta l’azione nel Multiverso.

Per la prima volta nella storia cinematografica viene rivelata l’identità dell’Uomo Ragno, portando le sue responsabilità di Supereroe in conflitto con la sua vita normale e mettendo a rischio le persone a cui tiene di più. Quando chiede l’aiuto del Doctor Strange per ripristinare il suo segreto, l’incantesimo squarcia un buco nel loro mondo, liberando i cattivi più potenti che l’Uomo Ragno abbia mai dovuto combattere in qualsiasi universo. Ora Peter Parker dovrà superare la sua più grande sfida, che non solo altererà per sempre il suo futuro, ma anche il futuro del Multiverso.