The Recruit è la nuova serie con Noah Centineo che si trova su Netflix dal 19 dicembre. Si tratta di un procedural drama che si abbandona anche a dei momenti comici. Già ne L’assistente di volo abbiamo visto come questa formula funziona molto bene e unisce azione e comicità. Questo nuovo genere televisivo si pone al centro di un mondo sempre più ibrido dove ci troviamo sia nel drama vero e proprio che mette al centro le indagini e l’azione ma con qualche nota più leggera. In questa nuova formula, prende posto nella libreria digitale di Netflix, The Recruit.
La trama segue un nuovo avvocato della CIA, Owen (Noah Centineo), affascinante ma disagiato, mentre si addentra nello spionaggio interno. La serie è composta da otto episodi che sono già disponibili sulla piattaforma. L’impronta del suo creatore, Alexi Hawley, si nota così come si notano le somiglianze con The Rookie – serie del 2018 che va in onda da cinque stagioni.
The Recruit, la recensione
Se i presupposti di The Recruit si vedono dall’opening shot allora promette bene. Non conosciamo ancora la storia e i personaggi ma sappiamo già dai primi minuti che sarà una serie ricca di azione. Ci sono delle forze speciali con la tuta mimetica che puntano le armi da fuoco in direzione di un sito dove sta per arrivare qualcuno. Subito dopo scopriamo il vero protagonista della serie, Owen Hendricks. The Recruit segue Owen, un avvocato appena assunto alla CIA che si ritrova con un grande caso tra le mani. I due avvocati veterani della CIA, Lester (interpretato da Colton Dunn) e Violet (interpretata da Aarti Mann) assegnano al novellino delle scartoffie. Questi grossi faldoni di lettere viene spiegato allo spettatore che si tratta di lettere dei “folli”, persone che minacciano l’intelligence tramite posta. Tra questa corrispondenza, il fiuto investigativo di Owen trova quella di Max Meladze (interpretata da Laura Haddock) e dovrà lavorare per scagionare il suo nome.
Il suo lavoro alla CIA si complica e dovrà districarsi tra colleghi arrivisti che pugnalano alle spalle e superiori che cercano di insabbiare tutto. Sapere è un vantaggio ma è difficile ambientarsi nel mondo dei servizi segreti dove i colleghi sono costantemente delle spine nel fianco. Parlare continuamente in codice, non condividere nulla con i colleghi: questi sono solo alcune delle raccomandazioni che comporta essere un agente della CIA. Il senso dell’umorismo di Owen è contagioso ma questo non deve distogliere lo spettatore dalla trama principale del film. The Recruit è ricco d’azione, pieno di colpi di scena. L’uscita in piattaforma durante il periodo natalizio la rende una scelta perfetta per passare una giornata davanti al camino a guardare la tv. La trama, che sfiora il giallo poliziesco, tiene incollato lo spettatore fino alla fine.

Di chi mi posso fidare?
In ogni puntata di questa serie thriller Netflix, il protagonista Owen trova sempre un modo per complicarsi la vita. O meglio, riesce quasi sempre a farlo mettendosi in pericolo il più delle volte con vari attentati alla sua vita. C’è qualcuno, infatti, che non è molto d’accorso sul suo lavoro da spia della CIA, che esula da quello di avvocato squattrinato. Il problema di Owen è che non sa di chi fidarsi. Ha trovato in Max forse una complice ma dal momento in cui ha deciso di fare questo doppio gioco tra le pareti dell’intelligence c’è qualcuno che gli rema contro. “Tutti provano a fregarti” questo il leitmotiv di questi otto episodi. Owen forse fa finta di non saperlo per questo continua a mettere a repentaglio la sua vita per quella che crede essere la giusta causa. Infatti, dal terzo episodio iniziamo a scoprire qualcosa in più rispetto al passato di Max. In particolare, riguardo alle accuse che l’hanno imprigionata.
I flashback aiutano lo spettatore a conoscere la verità, una verità che neanche Owen conosce al 100% e che è custodita solo negli occhi di chi guarda la serie. The Recruit presenta un viaggio divertente attraverso i meccanismi interni dell’agenzia di spionaggio in modo approfondito. Infatti, siamo continuamente catapultati in nuove realtà e, le numerose trame di contorno talvolta prolisse distolgono l’attenzione dal tema centrale della storia. La sottotrama relativa alla missione di Lester in Beirut allontana il pubblico da quello che in realtà è il fulcro della storia di Max che parallelamente stiamo iniziando a conoscere. Però è utile soprattutto al personaggio di Noah Centineo affinché possa legare con un collega e avere un nemico in meno sulla sua lista.
Il mistero continua
Nel quarto episodio, avviene un ulteriore sconvolgimento di trama. Dopo aver scoperto la verità su Max e sull’uccisione del padre di Kelly, la donna viene liberata immediatamente. La trama principale della serie si esaurisce così a metà percorso ma i problemi per Max e Owen non sono finiti qui. La donna si mette subito alla ricerca dei sicari spagnoli per collaborare ma ancora una volta il mistero si fa sempre più articolato. Gli spagnoli cercano di ucciderla e Max è costretta a collaborare ancora con Owen, nonostante il giovane non voglia avere più niente a che fare con lei. Siamo quasi alla fine di The Recruit e viene introdotto un nuovo personaggio, Marta, che sconvolgerà la vita di Owen.
Capiamo subito che il suo interessamento amoroso nei confronti del giovane avvocato ha un secondo fine. Infatti, poco dopo aver regalato quel misterioso orologio capiamo che in realtà è solo un modo per controllarlo. “Tutti provano a fregarti”. Passa veramente tutto molto in fretta, Marta non è in realtà chi dice di essere. Il suo vero nome è Nichka, una spia russa, che tenta in tutti i modi di uccidere lui e Max. Ci stiamo avvicinando a scoprire la verità: Owen è stanco e abbastanza demoralizzato dal disordine che la CIA ha portato nella sua vita e decide di lasciare l’intelligence in seguito a un brutto incidente.

Troppe domande ancora irrisolte
Sul finale siamo di fronte al vero colpo di scena di questi primi otto episodi. Anche se questa prima stagione di The Recruit la tira per le lunghe, l’episodio otto tiene lo spettatore incollato alla poltrona. Il cameo di Nathan Fillon lascia aperte moltissime porte, soprattutto in relazione all’universo di The Rookie di cui è protagonista. Ma questa serie ha portato continui capovolgimenti di trama, tradimenti e misteri tipici del genere. Il più eclatante è il cliffhanger che chiude il sipario quando scopriamo che Nichka – prima Marta – si rivela essere in realtà Karolina, la figlia di Max.
La donna spara alla madre e chiede a Owen del suo rapporto con lei. Alla fine, Max non riesce a salvarsi e l’episodio si conclude con Owen in balia del suo destino. La prima stagione di The Recruit si conclude con un colpo di scena, il che rende molto probabile la conferma per una seconda stagione da parte di Netflix. Tuttavia, non ci sono ancora conferme ufficiali su questa notizia. A prescindere da ciò, sembra esserci una forte probabilità di un’altra stagione, dal momento che ci sono più misteri ancora da svelare e più relazioni potenzialmente ancora da esplorare.



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