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I Vendicatori sono soli e dispersi nella Fase 4 del MCU

vendicatori

Il team dei Weta VFX di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli ha parlato del lavoro svolto sul film e in particolare sulla scena post credits con Bruce Banner. Sebbene avesse un suo filo narrativo isolato, Destin Daniel Cretton aveva bisogno di stabilirne la connessione con il più grande MCU. Ciò è stato ottenuto principalmente con l’apparizione di volti familiari, incluso il Banner di Mark Ruffalo, che sembrava significativamente diverso rispetto all’ultima volta che lo abbiamo visto sullo schermo.

Cosa è successo ai Vendicatori dopo Avengers: Endgame?

In una nuova intervista, il supervisore degli effetti visivi di Weta Sean Walker, che ha lavorato alla scena post-crediti di Shang-Chi e de La leggenda dei dieci anelli, ha rivelato che Banner era nel suo laboratorio durante l’incontro. Oltre a doverci dare delle indicazioni sul fatto che Banner non è più Smart Hulk, questa risposta rivela anche segretamente lo stato dei Vendicatori nella Fase 4 dell’MCU poiché implica che tutti sono dispersi e dopo Avengers: Endgame, sono dispersi, ognuno per la sua strada.

Come membro fondatore dei Vendicatori che ha avuto il rapporto di lavoro più stretto con Iron Man (Robert Downey Jr.), Banner avrebbe dovuto trasferirsi nella struttura dei Vendicatori nello stato di New York e presidiare il quartier generale allo stesso modo di Black Widow (Scarlett Johansson) nei cinque anni successivi allo SNAP di Thanos. La decisione di Natasha Romanoff di farlo ha permesso alla squadra di rimettersi insieme facilmente cinque anni dopo. Ora, senza che nessuno agisca da coordinatore primario tra i restanti eroi del MCU, riunirsi nel caso in cui arrivasse un’altra minaccia sarebbe molto più difficile.

Cosa ci riserva il futuro dei Vendicatori, nella Fase 4?

 
 

Katherine Heigl: 10 cose che non sai sull’attrice

Katherine Heigl Suits

Katherine Heigl è una delle attrici più apprezzate del panorama cinematografico e delle serie televisive, tanto da apparire in molti progetti di enorme successo. L’attrice ha sempre lavorato sodo per dare alla propria carriera delle fondamenta solide, dimostrandosi aperta a nuovi progetti e sempre pronta a sostenere cause benefiche e animaliste.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Katherine Heigl.

Katherine Heigl: i suoi film e le serie TV

1. Katherine Heigl: i film e la carriera. La carriera dell’attrice inizia nel 1992, quando recita nel film Calde notti d’estate, per poi apparire in Ma dov’è andata la mia bambina? (1994), Bug Buster (1998), Valentine – Appuntamento con la morte (2001), Molto incinta (2007), 27 volte in bianco (2008), La dura verità (2009) e Tre all’improvviso (2010). Tra i suoi ultimi film, vi sono Capodanno a New York (2011), Big Wedding (2013), Home Sweet Hell (2015) e L’amore criminale (2017). La Heigl ha lavorato anche in varie serie tv come Roswell (1999-2002), The Twilight Zone (2002), Grey’s Anatomy (2005-2010), State of Affairs (2014-2015), Doubt – L’arte del dubbio (2017), Suits (2018) e L’estate in cui imparammo a volare (2021).

2. Non solo attrice, ma anche doppiatrice e produttrice. Nel corso della sua carriera, la Heigl non ha svolto solo l’attività di attrice, ma anche quella di produttrice e di doppiatrice. Infatti, ha prestato la propria voce per il film d’animazione Nut Job – Operazione Noccioline (2014). In quanto produttrice, invece, la Heigl ha prodotto i film Side Effects (2005), La dura verità (2009), Tre all’improvviso, One for the Money (2012) e le serie State of Affairs e L’estate in cui imparammo a volare (2021).

Katherine Heigl La dura verità

Katherine Heigl: il marito e i figli Nancy, Adalaide e Joshua Bishop Kelley

3. Katherine Heigl è sposata da diversi anni. L’attrice è sposata dal 23 dicembre 2007 con il cantante Josh Kelley, ma il loro non è sempre stato un matrimonio idilliaco. Secondo l’attrice, “Ci sono stati momenti in cui non pensavo che ce l’avremmo fatta. Momenti dove volevo prendere il mio cuscino e soffocarlo nel mezzo della notte. Ma dirò una cosa. Più tempo trascorro con questo ragazzo, più profondamente comincio a capire che lui è migliore di me”.

4. È mamma di tre figli. Katherine Heigl e suo marito Josh, durante il loro matrimonio, hanno deciso di adottare due bambine: la prima, adottata nel 2009, si chiama Nancy Leigh Mi-Eun ed è coreana, la seconda è arrivata in famiglia nel 2012 e si chiama Adalaide Marie Hope. Dall’unione con il marito, nel 2016, è poi nato Joshua Bishop Kelley.

Katherine Heigl è su Instagram

5. Ha un profilo ufficiale Instagram. Come la maggior parte dei suoi colleghi, anche Katherine Heigl ha aperto un account ufficiale su Instagram, seguito da 4,1 milioni di persone. La sua bacheca è molto variegata, tra post che la ritraggono protagonista dei suoi progetti lavorativi e delle attività benefiche a cui partecipa. Ma sono molte le foto fatte ai suoi bambini, i grandi amori della sua vita.

Katherine Heigl in La dura verità

6. Ha condotto molte ricerche per il suo personaggio. Nella commedia La dura verità, l’attrice interpreta Abby Richter è un’affermata produttrice di uno show televisivo. Altrettanto di successo non è però la sua vita sentimentale, costellata di appuntamenti senza un lieto fine. Per questo ruolo la Heigl si è preparata informandosi sull’attività delle donne produttrici nel mondo dello spettacolo. Tale ricerca le ha permesso di poter risultare ulteriormente realistica, mentre per l’aspetto più personale del personaggio la Heigl si è lasciata ispirare dalle grandi figure femminili del genere sentimentale.

Katherine Heigl in Suits

7. Ha avuto un ruolo ricorrente nella celebre serie. Nelle stagioni 8 e 9 della serie Suits, l’attrice ha ricoperto il ruolo di Samantha Wheeler, nuova senior partner alla Zane Specter Litt, pronta a sfidare lo status quo pur di diventare socio nominativo. Tale personaggio venne introdotto dagli sceneggiatori come conseguenza dell’abbandono da parte di Meghan Markle, interprete di Rachel Elizabeth Zane.

katherine heigl

Katherine Heigl in Grey’s Anatomy

8. Ha terminato la collaborazione durante la sesta stagione. La Heigl è apparsa in alcuni episodi della stagione, per poi dedicare il suo tempo alla famiglia. Doveva tornare per il finale di stagione e, anche se questo non è mai accaduto, in ogni caso il suo ultimo episodio è il dodicesimo, intitolato “Mi piaci di più quando sei te stessa”.

9. Si è ritirata dagli Emmy. La Heigl, nel 2008, si è ritirata dalla considerazione degli Emmy per una sua eventuale nomination. L’attrice sentiva infatti che non le era stato dato il materiale giusto per poter ottenere la candidatura, nonostante si sentisse sicura di meritare una nomination.

Katherine Heigl: età e altezza

10. Katherine Heigl è nata il 24 novembre del 1978 a Washington, Stati Uniti. La sua altezza complessiva corrisponde a 175 centimetri.

Fonti: IMDb, Daily Mail, Just Jared

 
 

Andrew Garfield ha mentito anche a Emma Stone sul suo ritorno a Spider-Man

the amazing spider-man 3

Andrew Garfield ha rivelato nell’episodio di questa settimana del podcast “Happy Sad Confused” che per proteggere il suo ritorno nei panni di Peter Parker/Spider-Man per Spider-Man: No Way Home ha significato anche mentire spudoratamente a Emma Stone, sua co-protagonista nei film di The Amazing Spider-Man e all’epoca dei film anche sua compagna.

“Emma [Stone] continuava a mandare messaggi e diceva, ‘Sei in questo nuovo film di Spider-Man?'” Garfield ha risposto quando gli è stato chiesto se avesse detto a Stone o Webb del suo ritorno in Spider-Man: No Way Home. “E io ero tipo, ‘Non so di cosa stai parlando’. Lei era tipo, ‘Stai zitto. Dimmelo e basta.’ E io, ‘Onestamente non lo so’. Ho continuato a farlo anche con lei. È divertente.”

Andrew Garfield ha detto che in nessun momento prima dell’uscita del film ha detto la verità a Emma Stone, aggiungendo: “E poi l’ha visto. E mi ha detto “Sei un idiota”. Non volevo dirlo a nessuno. L’ho preso molto sul serio. Non l’ho detto a nessuno”.

Garfield ha rilasciato la sua prima intervista sul suo ritorno nei panni di Spider-Man a Variety, dicendo: “Non mi aspettavo di avere mai più una conversazione sul potenziale ruolo di Peter Parker. Mi sentivo molto eccitato all’idea di essere di nuovo un fan. Ma ho ricevuto questa chiamata da Amy Pascal, Kevin Feige e Jon Watts con questa idea. Fu subito innegabile. Suonava incredibilmente divertente, incredibilmente spirituale, eccitante e tematicamente interessante. A un livello base, da fan di Spider-Man, bastava solo l’idea di vedere tre Spider-Men nella stessa cornice”.

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

Spider-Man: No Way Home è uscito in sala il 15 dicembre. Nel film tornano Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei. Inoltre, nel film ci sono anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che veste i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production.

Fonte: Variety

 
 

Munich: The Edge of War, l’epico trailer con Jeremy Irons e George MacKay

Un nuovo trailer mostra il prossimo film di spionaggio britannico targato Netflix, Munich: The Edge of War. Il film segue due ex amici alla Conferenza di Monaco del 1938, che però ora lavorano per governi opposti; i due vengono coinvolti in una corsa all’intelligence per svelare un segreto nazista.

Con George MacKay (1917) e Jannis Niewöhner (Muto) nei panni dei protagonisti Hugh Legat e Paul von Hartmann, il film si arricchisce di Jeremy Irons come Primo Ministro Neville Chamberlain, Ulrich Matthes come Adolf Hitler, Liv Lisa Fries come Lenya, Jessica Brown Findlay come Pamela Legat e Sandra Huller come Helen Winter.

Nel trailer diffuso da Netflix UK, gli spettatori vengono introdotti per la prima volta all’amicizia precedentemente condivisa da Legat e Hartmann. Passando dai tempi più felici a un periodo più cupo, quando l’Europa si trova sull’orlo della seconda guerra mondiale, Legat deve affrontare il compito di usare il suo amico di una volta per assicurarsi informazioni per il governo britannico. Dopo una tesa riunione, Hartmann, diplomatico tedesco, si intreccia rapidamente con la missione britannica, rischiando la vita per ottenere un documento fondamentale da sotto il naso dello stesso Hitler.

 
 

The Batman: il nuovo spot mostra il costume dell’Enigmista

Il nuovo spot tv di The Batman, intitolato “Vendetta”, mostra in un rapido shot, il costume di Enigmista (Paul Dano), quello che sembra essere il villain principale di questo adattamento di Anno Uno da parte di Matt Reeves e Robert Pattinson.

The Batman: trailer ufficiale del film con Robert Pattinson

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

 
 

Jennifer Lawrence già al lavoro sulla voce del suo prossimo personaggio

Dont-Look-Up

Il regista di Don’t Look Up, Adam McKay, afferma che Jennifer Lawrence sta già lavorando alla sua voce per il loro prossimo film in cui la dirigerà di nuovo, Bad Blood. Fresca della sua interpretazione di alto profilo in Don’t Look Up, Jennifer Lawrence ha già in programma di collaborare di nuovo con lo sceneggiatore/regista del film su un altro progetto.

Bad Blood vedrà Jennifer Lawrence assumere il ruolo della fondatrice di Theranos, Elizabeth Holmes. Basato su un libro di John Carreyrou, il film racconterà l’ascesa e la caduta della multimiliardaria startup della Silicon Valley che si proponeva di rivoluzionare le analisi del sangue, ma fallì quando Holmes fu condannata per frode criminale e cospirazione.

Jennifer Lawrence sarà la prima a interpretare l’imprenditrice caduta in disgrazia sul grande schermo, anche se Holmes è stato il soggetto del documentario della HBO, The Inventor: Out for Blood in Silicon Valley. Amanda Seyfried la interpreterà anche in una serie in uscita, The Dropout, su Hulu.

In una recente intervista con Insider in cui ha parlato del suo successo Netflix, Don’t Look Up, a McKay è stato chiesto come la protagonista del film si stesse preparando per il loro prossimo progetto insieme, Bad Blood. Sebbene non l’abbia ancora sentita, McKay dice che Lawrence ha già iniziato a lavorare per imparare la voce distintamente profonda di Holmes per il film.

“Sai, non gliel’ho ancora fatto fare per me. Ha detto che ci sta lavorando. Sta per avere un bambino, quindi non ho intenzione di infastidirla in questo momento, ma è nata per interpretare quel ruolo. Con la voce, ha detto che la sente. È eccitata.”

 
 

Spider-Man: No Way Home, Willem Dafoe elogia Tom Holland per il suo impegno

Spider-Man: No Way Home

In una recente intervista con GQ, Willem Dafoe ha parlato alla rivista dei suoi ultimi progetti, elogiando Tom Holland con cui ha condiviso il set di Spider-Man: No Way Home. L’attore è stato protagonista di una nuova ondata di notorietà sui social media ultimamente.

Dafoe ha anche citato la calda accoglienza riservata al suo ritorno nei panni di Green Goblin, oltre a farne lui stesso alcuni a Holland, citando l’impegno dell’attore britannico per il suo ruolo di supereroe.

“Riserva elogi speciali per Spider-Man 3.0 Tom Holland. Ammiro molto la sua disciplina e il suo impegno nel ruolo. E fisicamente era incredibile”.

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

Spider-Man: No Way Home è uscito in sala il 15 dicembre. Nel film tornano Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei. Inoltre, nel film ci sono anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che veste i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production.

 
 

Batgirl: primo sguardo agli occhiali e alla motocicletta di Barbara Gordon

Batgirl

Continuano ad arrivare in rete foto da set di Batgirl a Glasgow. Di seguito potete vedere delle immagini di Barbara Gordon (Leslie Grace) e un’altra di Batgirl, mentre in coda le prime foto rubate alla motocicletta dell’eroina di Gotham.

Batgirl: la prima foto di Leslie Grace nel costume di Barbara Gordon!

È stato annunciato che Leslie Grace interpreterà Batgirl. Il suo precedente ruolo cinematografico è stato nell’adattamento della WB di In the Heights, acclamato dalla critica. Mentre la trama di Batgirl è ancora nascosta, il film vedrà J.K. Simmons torna nel ruolo del commissario Gordon, visto l’ultima volta in Justice League di Zack Snyder. Jacob Scipio partecipa al film in un ruolo non rivelato e Brendan Fraser interpreta il cattivo Garfield Lynns, noto anche come Firefly.

Batgirl doveva essere diretto da Joss Whedon, regista di The Avengers e Avengers: Age of Ultron, nonché della versione cinematografica di Justice League. Tuttavia, nel 2018, il regista ha deciso di abbandonare il progetto, ammettendo di non essere riuscito a “decifrare la storia”. Il film è diretto da Adil El Arbi e Bilall Fallah.

 
 

The King’s Man – Le Origini, dal 23 febbraio su Disney+

The King's Man - Le Origini 

Disney+ ha annunciato che il film 20th Century Studios The King’s Man – Le Origini debutterà su Star, all’interno di Disney+, nei mercati internazionali selezionati e su Star+ in America Latina come indicato di seguito:

9 febbraio:  Gran Bretagna & Irlanda, Giappone, Corea
23 febbraio: Germania, Svizzera, Austria, Italia, Spagna, Norvegia, Svezia, Danimarca, Finlandia, Portogallo, Belgio, Paesi Bassi, Australia, Nuova Zelanda, Taiwan, Singapore, Hong Kong, Lussemburgo
2 marzo:  America Latina

Negli Stati Uniti, The King’s Man – Le Origini debutterà su Hulu il 18 febbraio. The King’s Man – Le Origini è il prequel dei primi due film del franchise di Kingsman diretti da Matthew Vaughn: Kingsman – Secret Service e Kingsman – Il Cerchio d’Oro.

The King’s Man – Le Origini segue un uomo che deve correre contro il tempo per fermare i peggiori tiranni e menti criminali della storia che si riuniscono per organizzare una guerra per spazzare via milioni di vite. The King’s Man – Le Origini rivela la nascita della prima agenzia di intelligence indipendente.

The King’s Man – Le Origini, recensione del film con Ralph Fiennes

The King’s Man – Le Origini è diretto da Matthew Vaughn ed è interpretato da

Ralph Fiennes, Gemma Arterton, Rhys Ifans, Matthew Goode, Tom Hollander, Harris Dickinson, Daniel Brühl, con Djimon Hounsou e Charles Dance. 

Il film è prodotto da Matthew Vaughn, David Reid e Adam Bohling, mentre Mark Millar, Dave Gibbons, Stephen Marks, Claudia Vaughn e Ralph Fiennes sono i produttori esecutivi. The King’s Man – Le Origini è basato sul fumetto “The Secret Service” di Mark Millar e Dave Gibbons, il soggetto è di Matthew Vaughn e la sceneggiatura è firmata dallo stesso Vaughn & Karl Gajdusek.

 
 

The Boys Presents: Diabolical disponibile dal 4 marzo su Prime Video

The Boys serie tv 2019

Prime Video ha annunciato che tutti gli otto episodi della serie antologica animata The Boys Presents: Diabolical, ambientata nell’universo dello show di successo nominato agli Emmy The Boys, sarà disponibile il 4 marzo in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori in tutto il mondo.

Gli episodi in un mini-formato della durata di 12-14 minuti e ognuno caratterizzato dal proprio stile di animazione riveleranno storie inedite ambientate nell’universo di The Boys, portate in vita da alcune delle menti più creative e geniali dell’intrattenimento di oggi, tra cui Awkwafina, Garth Ennis, Eliot Glazer e Ilana Glazer, Evan Goldberg e Seth Rogen, Simon Racioppa, Justin Roiland e Ben Bayouth, Andy Samberg e Aisha Tyler.

The Boys è basata sul fumetto best-seller del New York Times creato da Garth Ennis e Darick Robertson, ed è stata sviluppata dall’executive producer e showrunner Eric Kripke.

The Boys Presents: Diabolical vede come executive producer Simon Racioppa, Eric Kripke, Seth Rogen, Evan Goldberg, James Weaver, Neal H. Moritz, Pavun Shetty, Ori Marmur, Ken F. Levin, Jason Netter, Garth Ennis, Darick Robertson, Michaela Starr, Loreli Alanís, Chris Prynoski, Shannon Prynoski e Ben Kalina. The Boys presents: Diabolical è prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures Television Studios, con Titmouse, Kripke Enterprises, Original Film e Point Grey Pictures.

 
 

Green Film Lab: per produrre i film in modo sostenibile

Green Film Lab

Nasce Green Film Lab, un nuovo programma formativo frutto della volontà di promuovere un approccio più sostenibile nell’industria audiovisiva, che accomuna TorinoFilmLab, laboratorio del Museo Nazionale del Cinema, e Green Film, progetto di Trentino Film Commission. Insieme a fondi regionali europei, TorinoFilmLab e Green Film organizzano una serie di workshop intensivi dedicati alla sostenibilità per produttori, capi reparto e green manager di tutta Europa, ognuno della durata di 3 giorni che si terranno durante l’anno in diverse regioni e città europee.

 Con questa iniziativa miriamo a rafforzare la consapevolezza sulle questioni ambientali e favorire un cambiamento di mentalità oltre che di abitudini nel settore cinematograficodichiara Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del CinemaUna responsabilità e un impegno in cui è doveroso fare la nostra parte”.

Attraverso un approccio pratico e partecipativo, e lavorando concretamente su progetti di film, i partecipanti impareranno a mettere in pratica le procedure più attuali in termini di risparmio energetico, trasporti, alloggio, vitto, scenografia, gestione e riciclo dei rifiuti e comunicazione. “Produrre in modo più rispettoso per l’ambiente sta diventando sempre più una condizione richiesta per accedere ai fondi europeiafferma Mercedes Fernandez, managing director del TorinoFilmLabe Green Film Lab collabora con fondi, film commission, produttori e troupe per promuovere le pratiche di sostenibilità condivise dai vari attori nel territorio europeo”.

Green Film Lab offre una formazione basata sul Green Film Rating System e le sue caratteristiche principali: il piano di sostenibilità e il processo di certificazione dei progetti audiovisivi. Una certificazione rappresenta, per i produttori, la possibilità di vedere riconosciuto il proprio impegno in modo tangibile e Green Film concede la certificazione di progetti audiovisivi sostenibili in tutte le nazioni europee, incluse coproduzioni che prevedono le riprese in altri paesi.

“Le politiche che le istituzioni cinematografiche stanno proponendo per incentivare la transizione ecologica sono strategiche così come lo è la ricerca di approcci condivisi che aiutino la diffusione di buone pratiche tra i produttori.” commenta Luca Ferrario, direttore Trentino Film Commission“Con Green Film Lab vogliamo mettere in connessione questi elementi: formare i produttori fornendo loro una strada che gli permetta di lavorare in maniera sostenibile – e in modo uniforme in diverse parti d’Europa – e che allo stesso tempo faccia sì che le istituzioni possano riconoscere e premiare i produttori per questo impegno.”

I workshop sono indirizzati a team europei al lavoro su lungometraggi, sia di finzione che documentari, in uno stadio di sviluppo avanzato che vogliono approfondire le proprie conoscenze sulla gestione dei set per coniugare ecosostenibilità ed esigenze economico-organizzative. Si rivolgono anche ai professionisti della troupe di produzione che desiderano acquisire competenze su come applicare le migliori e più attuali prassi lavorando a progetti di film reali e piani di sostenibilità, oltre che professionalizzare ulteriormente i propri profili, visto che le produzioni sostenibili sono sempre più richieste da istituzioni e fondi pubblici; così come a green manager (professionisti che lavorano nel campo della gestione delle risorse ambientali, anche se non direttamente nell’ambito audiovisivo) interessati a conoscere le dinamiche dell’industria cinematografica e ad applicare le proprie competenze nella produzioni di film.

Head of Studies del programma è il produttore italiano e alumnus del TorinoFilmLab, Giovanni Pompili, che lavorerà affiancato dai tutor Sophie Cornet (Belgio), che dirige progetti per la transizione ecologica in ambito culturale dal 2010, Louise Marie Smith (UK), fondatrice e managing director di Neptune Environmental Solutions e Morgane Baudin (Francia), produttrice, trainer e consulente in tema di sostenibilità per cinema e tv.

Il primo workshop di Green Film Lab si terrà a Trento dal 29 aprile al 1° maggio 2022. Le candidature possono essere inviate fino al 25 marzo 2022.

Costi di partecipazione, materiali da presentare per candidarsi e criteri di selezione sono disponibili qui.

Nel corso del 2022, seguiranno altri 2 workshop con la medesima struttura e contenuti, le cui call si apriranno nei prossimi mesi: il secondo workshop si terrà dal 29 al 31 luglio a Palma di Maiorca(Spagna) grazie alla collaborazione di Mallorca Film Commission, Fundació Mallorca Turisme e Consell Insular de Mallorca, after Mallorca Film Commission; mentre il terzo dal 14 al 16 ottobre a Sitges (Spagna), in collaborazione con Government of Catalonia, Catalan Institute for Cultural Companies, Catalunya Film Commission e Servei de Desenvolupament Empresarial.

Per maggiori informazioni www.torinofilmlab.it, [email protected]

Green Film Lab è un programma di TorinoFilmLab e Green Film, promosso da Museo Nazionale del Cinema e Trentino Film Commission, in collaborazione con EAVE.

 
 

Stringimi forte: recensione del dramma familiare alla francese

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Dopo una serie di lavori attoriali di un certo calibro – tra gli ultimi film in cui ha recitato ricordiamo L’ufficiale e la spia di Roman Polanski (2019) e The French Dispatch di Wes Anderson (2021) – Mathieu Amalric torna alla regia regalandoci un nuovo film. Dal 27 gennaio arriva al cinema Stringimi forte, una storia drammatica e intima che ha tutte le carte in regola per conquistare il pubblico.

Stringimi forte: di cosa parla il film

Clarisse (Vicky Krieps) è sposata con Marc (Arieh Worthalter). La coppia ha due bambini: Lucie e Paul. Durante una vacanza in montagna, spariscono il papà e i due figli. Usciti nella neve per una passeggiata, non sono più tornati in hotel da Clarisse. Si sospetta che siano rimasti sommersi da una valanga precipitata nella zona. Per avere la certezza che i tre si trovino là sotto però, i soccorsi devono aspettare che la neve si sciolga in primavera. Nell’attesa – e per convivere con il lutto quasi certo, Clarisse s’inventa una diversa versione dei fatti: nelle sue fantasie, è lei ad andarsene da casa, abbandonando marito e figli, e a non fare mai più ritorno. Tra immaginazione e realtà, Clarisse naviga nella speranza di riabbracciare il marito e vedere i figli crescere.

Clarisse: ritratto di una madre

La protagonista di Stringimi forte è una madre e moglie che deve fare i conti con un triplice lutto: quello dei figli e quello del marito. Clarisse non è soltanto il personaggio principale del film, ma è anche il narratore delle sue fantasie. Nel film si mescolano attimi di realtà e scene immaginate in cui Marc, Paul e Lucie sono come dei burattini mossi e animati da Clarisse. In Stringimi forte non viene spiegato subito cosa è vero e cosa no, creando un effetto sorpresa non appena si realizza la logica del film.

Vicky Kriesp è perfetta nel suo personaggio: una donna bella ma non troppo curata, avvolta in ogni attimo del film da un velo di tristezza. Gli occhi, i sorrisi, la postura ed i gesti sono teneramente malinconici e riescono a generare empatia e compassione. La storia della donna e l’interpretazione di Kriesp ricordano quelle della magistrale Juliette Binoche in Tre colori – Film Blu di Kieslowski: entrambe devono imparare a convivere con l’assenza di chi si ama, fare i conti con i luoghi rimasti vuoti, gli oggetti abbandonati e la quotidianità stravolta.

Stringimi forteIl ruolo della casa in Stringimi forte

Nel film si alternano interni domestici estremamente personalizzati e variopinti e ambienti esterni più austeri. I campi lunghi e lunghissimi dei paesaggi innevati della montagna o delle spiagge sono malinconici ed apprezzabili, ma i veri protagonisti di Stringimi forte sono gli spazi dentro la casa di Clarisse. Una villa vissuta, non moderna o perfettamente arredata ma segnata dai suoi (ex) abitanti. Il pianoforte di Lucie, la libreria di Marc, la tazza per la cioccolata di Paul e tantissimi altri oggetti si ammucchiano nelle stanze confusionarie ma accoglienti, tipiche di una famiglia allegra e viva.

Sono infatti proprio le stanze di casa a diventare il setting principale delle fantasie di Clarisse. Per riempire le sue giornate e le camere, la donna immagina i figli crescere, il marito stravolgere gli spazi. Al contrario di quanto accade realmente, nella mente della donna tutto si anima. Il confronto con la realtà è pero inevitabile e porta più volte Clarisse ai limiti della follia.

L’arte di raccontare un lutto

Pochi mesi dopo Petit Maman di Céline Sciamma, Stringimi forte è un altro film francese che parla di lutto, mescolando tempi, realtà e immaginazione in un racconto estremamente intimo. L’intenzione riuscitissima di queste pellicole è esplorare le anime di chi vive una perdita, dando valore alla fantasia come supporto alla tristezza. In sostanza, il dramma del lutto è raccontato con estrema sensibilità ma viene anche addolcito dalla dimensione magica dai sogni ad occhi aperti, tanto effimeri quanto necessari. E in tutto ciò, il cinema s’infila con tutta la sua potenza catartica per lo spettatore.

 
 

Addio Michelangelo La Neve, fumettista e sceneggiatore

Michelangelo La Neve

Si è spento Michelangelo La Neve, sceneggiatore e fumettista calabrese, noto principalmente per il suo lavoro nel cinema con i Manetti Bros. Sue sono le sceneggiature di Song’e Napule, Ammore e Malavita e Diabolik, gli ultimi tre film dei fratelli registi.

Anche se il cinema gli ha dato riconoscimenti e notorietà nel settore, La Neve nasce nel fumetto, a diciotto anni infatti decide di trasferirsi a Roma, dove lavora come grafico e illustratore, cominciando a disegnare per testate come Rosa Shocking e Tilt,  specializzandosi in seguito anche nella sceneggiatura.

Tra il 1989 e il 1991 collabora con le case editrici ACME, Universo e Blue Press, lavorando anche per la rivista Intrepido. Nel 1992 inizia a collaborare con la Bonelli, scrivendo storie per Dylan Dog e Martin Mystère. Crea, nel 1995, il fumetto ESP, edito dalla Universo. Collabora con il Teatro dell’Opera di Roma per il volume L’Opera a fumetti.

Pubblica in Francia, Italia e USA la graphic novel Il Giorno Dei Maghi, disegnata da Marco Nizzoli. È l’ideatore del personaggio Sebastiano X, disegnato da Stuart Immonen. È co-autore, con il pubblicitario Lorenzo Amadio, del romanzo fantasy Cyrus Dikto – La sinfonia dell’immortale.

Nel 2013 è autore della sceneggiatura della commedia Song’e Napule per la regia dei Manetti bros. Ha anche scritto la sceneggiatura dell’episodio Tassista notturno, nella quinta stagione della serie TV L’ispettore Coliandro (2016), regia dei Manetti bros.

Il sodalizio con i Manetti bros. continua con Ammore e malavita, musical del 2017 con protagonisti Giampaolo Morelli, Serena Rossi, Claudia Gerini e Carlo Buccirosso e con Diabolik, uscito nel 2021, con Miriam Leone, Valerio Mastandrea e Luca Marinelli nei panni del Re del Terrore.

Fonte: Wiki

 
 

Un mercoledì da leoni: tutte le curiosità sul film

Un mercoledì da leoni cast

Regista di appena sette film in una carriera iniziata nei primi anni Settanta, John Milius è principalmente ricordato per quello che è il suo film più personale, ovvero Un mercoledì da leoni, del 1978. Si tratta di un dramma sportivo dedicato al mondo del surf e all’attività di quanti vi si dedicavano per sfuggire alle loro problematiche personali. Per Milius, che in gioventù aveva fatto parte della comunità di surfisti di Malibù, in California, questo era dunque un progetto del cuore, che gli ha permesso di trasportare i propri ricordi sul grande schermo, dando vita a quello che è oggi considerato un vero e proprio cult del cinema.

L’intero film è infatti attraversato da un velo di malinconia non indifferente, che conferisce al tutto quel carattere idilliaco che solo il tempo passato sembra poter avere. Per Milius era importante rappresentare questo nel modo quanto più realistico possibile e pertanto andò a ricercare i suoi amici surfisti, intervistandoli e riportando nella sceneggiatura, scritta insieme a Denny Aaberg, molti di quegli episodi realmente accaduti. Alla luce di ciò, diventa evidente di come per il regista il film sia un racconto sul crescere e sull’andare incontro a ciò che ci spaventa (le enormi onde), affrontandolo senza paura.

L’eredità di Un mercoledì da leoni è poi divenuta insindacabile, avendo ricevuto elogi e omaggi continui nel corso del tempo. Lo stesso Quentin Tarantino lo indica come il film più importante di Milius, quello in cui il regista fonde al meglio la finzione cinematografica con il racconto reale e le sue emozioni. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Un mercoledì da leoni: la trama del film

Protagonisti del film sono i tre giovani amici e surfisti Matt Johnson, Jack Barlow e Leroy “Spaccatutto Smith, i quali vivono in modo spensierato la loro gioventù, avendo come unica attività quella del surf, che praticano sulle spiagge della California. I tre, molto diversi caratterialmente, vivono con profonda inquietudine il loro passaggio dalla spensieratezza alla maturità. A scandire questo passaggio vi sono le quattro grandi mareggiate che colpirono la California nel 1962, nel 1965, nel 1968 e nel 1974. Allo stesso modo, però, a cambiare i tre ci penserà anche l’ombra della guerra del Vietnam, che anche se in lontananza influirà pesantemente sulla vita dei giovani, spingendoli verso decisioni e responsabilità dai quali Matt, Jack e Leroy cercavano di scappare.

Un mercoledì da leoni film

Un mercoledì da leoni: il cast del film

Come anticipato, per dar vita a diversi dei personaggi del film Milius si basò su reali persone conosciute durante la sua giovinezza. Matt Johnson fu infatti ispirato da Lance Carson, all’epoca il più noto surfista tra i frequentatori delle spiagge di Malibù e che per anni fu caratterizzato dai suoi problemi con l’alcol. Ad interpretarlo si ritrova l’attore Jan-Michael Vincent, anche se il ruolo era originariamente stato offerto a Jeff Bridges, il quale però rifiutò. Ad interpretare Jack Barlow, invece, vi è l’attore William Katt, divenuto celebre proprio grazie a questo film. L’attrice Barbara Hale, che nel film interpreta la madre di Jack, era nella realtà proprio la mamma di Katt. Questo per lei è stato l’ultimo film in cui ha recitato.

Il personaggio di Leroy, invece, è basato su di un certo Mitch. Questi era un eccentrico hippie che, a detta di Milius, era ancora più folle di quanto sia la sua trasposizione cinematografica. Ad interpretarlo vi è Gary Busey, il quale al contrario degli altri due attori, dovette realmente imparare a surfare prima dell’inizio delle riprese. Nel ruolo di Bear, un esperto surfista passato ora a costruire tavole per altri, vi è Sam Melville, ma si erano proposti per la parte anche Tommy Lee Jones e Robert Duvall. Completano poi il cast le attrici Patti D’Arbanville nei panni di Sally Jacobson e Lee Purcell in quelli di Peggy Gordon, fidanzata di Matt. L’attore Robert Englund, celebre per essere stato Freddy Krueger nella saga di Nightmare, è qui la voce narrante del racconto.

Un mercoledì da leoni: le location, il trailer e dove vederlo in streaming e in TV

Al momento dell’uscita del film, questo divenne oggetti di particolare interesse per gli appassionati del surf. Molti infatti rimasero colpiti dalle spiagge dove vennero effettuate le riprese, andandole a ricercare per potervi praticare il loro sport del cuore. Oggi è noto che diverse delle scene presenti sono state ambientate nella spiaggia di Cojo Point, all’interno della tenuta del Hollister Ranche. Si tratta di una vasta area privata non accessibile al pubblico e situata ad ovest di Santa Barbara, in California. Le scene di surf più estreme, invece, sono state girate alle isole Hawaii, più precisamente alla Sunset Beach in Pupukea. Ulteriori location si ritrovano a El Paso, in Texas e al Surfirider Beach a Malibù.

È possibile fruire di Un mercoledì da leoni grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 18 gennaio alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

 
 

Avengers: Age of Ultron, il cast e le curiosità sul film Marvel

Avengers Age of Ultron film

I film dedicati agli Avengers, in cui si riuniscono i principali supereroi della Marvel, erano ciò a cui lo studios puntava sin dall’inizio. Preparare un evento cinematografico del genere era un compito rischioso, quasi irrealistico, ma con pazienza e controllo il produttore Kevin Feige è riuscito a coordinare un intero universo, portando infine la squadra di vendicatori al cinema. Dato il successo del primo The Avengers, non è passato molto prima che sul grande schermo arrivasse anche il suo sequel: Avengers: Age of Ultron.

Diretto nuovamente da Joss Whedon, il film continua nella narrazione delle gesta dell’eroi gruppo, sviluppando ulteriormente personaggi e situazioni. Anch’esso caratterizzato da un impegno produttivo imponente, il film si è caratterizzato per una grande quantità di location, districate tra gli Stati Uniti, la Valle d’Aosta, e la Corea del Sud. Come nel precedente caso, anche con questo secondo capitolo gli sforzi sono stati ripagati. Il film si è infatti rivelato un nuovo campione d’incasso, arrivando a guadagnare complessivamente 1,4 miliardi di dollari in tutto il mondo, a fronte di un budget di circa 279 milioni.

Apprezzato dalla critica, Avengers: Age of Ultron viene da molti visto come un capitolo transitorio in attesa di Avengers: Infinity War, dove i supereroi devono fronteggiare la minaccia di Thanos da tempo anticipata. Eppure, tale concezione può sminuire questo secondo film, che vanta il merito di aver portato all’interno del Marvel Cinematic Universe uno dei villain più riusciti della saga. Ultron rappresenta infatti una delle più grandi sfide per gli Avengers, e data la sua complessità non ha mancato di affascinare gli spettatori, che a lungo hanno desiderato di poterlo nuovamente vedere in azione.

Avengers: Age of Ultron, la trama del film

A poca distanza dagli eventi del precedente film, gli Avengers si ritrovano ora impegnati nella missione di recupero del potente scettro di Loki. Rubato da un crudele barone, questo è infatti stato utilizzato per condurre degli esperimenti sugli esseri umani. Il gruppo di vendicatori riescono infine a localizzarlo e recuperarlo in seguito ad una agguerrita battaglia. Tornati vittoriosi alla Stark Towers, Tony Stark utilizza lo scettro per completare il programma di difesa globale Ultron. Questo però, inizia ad acquisire una propria coscienza ed una propria personalità. Riuscito infine a manifestarsi sotto forma fisica, il robot è ora in grado di attaccare il gruppo, rubando lo scettro di Loki, dal quale trae linfa vitale.

Fuggito a Sokovia, Ultron incontra i fratelli Pietro e Wanda Maximoff, convincendoli ad aiutarlo, ingannandoli circa la sorte della loro famiglia. Gli Avengers, intanto, dopo essersi riorganizzati, raggiungono il nemico e intraprendono una prima battaglia contro di lui e i suoi alleati. Wanda, però, dotata di poteri incredibili, riesce a disarmare il gruppo costringendolo ad una ritirata. Questi si rifugiano presso la fattoria di Barton, alias Occhio di Falco, e iniziano a studiare una nuova strategia d’attacco. Non avranno però molto tempo a disposizione, poiché Ulton è a lavoro per dar vita ad un corpo nuovo e invincibile, con cui conquistare il mondo. Compresi i suoi piani malvagi, i fratelli Maximoff decideranno allora di allearsi con gli Avengers, in quella che nuovamente sarà una battaglia per il destino dell’umanità.

Avengers Age of Ultron cast

Avengers: Age of Ultron, il cast del film

Come ormai noto, i film del Marvel Cinematic Universe raccolgono al loro interno molti dei nomi attualmente più noti di Hollywood. Riprendono infatti i loro ruoli da protagonisti gli attori Robert Downey Jr., Chris Evans, Chris Hemsworth, Jeremy Renner, Scarlett Johansson e Mark Ruffalo. I loro Avengers vedono ulteriormente approfondite le dinamiche tra di loro, come anche le rispettive paure personali. È questo, infatti, un film dove le certezze di ognuno verranno messe alla prova, e tutti dovranno scontrarsi contro qualcosa di più grande. I personaggi, inoltre, si portano dietro quanto accaduto loro nei rispettivi film stand-alone. Tony Stark, alias Iron Man, ad esempio, sembra fare tesoro degli errori passati, desiderando a tutti i costi evitare il verificarsi concreto di minacce.

Tutti gli occhi sono però puntati anche sui nuovi entrati, a partire proprio dal villain Ultron. Per dar vita al ruolo, la prima scelta del regista è sempre stato l’attore James Spader. Questi è stato scelto per via della sua voce ipnotica, capace di essere calma e avvincente, ma allo stesso tempo minacciosa e sagace. Attratto dal ruolo, Spader vi ha dato vita tramite la motion-capture, eseguendo quindi personalmente i movimenti e le azioni del personaggio. Ad affascinare soprattutto l’attore, vi era il punto di vista di Ultron. Questi lo ha infatti descritto come un giovane immaturo, il cui sguardo sul mondo ha un che di biblico.

Al film prendono poi parte per la prima volta anche Elizabeth Olsen e Aaron Taylor-Johnson, nei panni dei fratelli Maximoff. Johnson, tuttavia, era inizialmente restìo all’idea di recitare nel titolo Marvel, spaventato dai loro contratti per più film. Quando gli fu garantito che se lo desiderava avrebbe potuto prendere parte solo a questo titolo, l’attore decise di accettare. Johnson ebbe inoltre modo di consultarsi anche con la Olsen. I due si erano infatti conosciuti su un set precedente, ed essendo già amici decisero di accettare solo a patto che anche l’altro ottenesse il ruolo. Il legame tra di loro ha permesso di dar vita ad una convincente coppia di fratelli.

Avengers: Age of Ultron, il Forte di Bard e Quicksilver

Tra le location più celebri del film vi è quella del Forte di Bard, situato nella regione italiana Valle d’Aosta. Si tratta di un imponente fortezza costruita nel XIX secolo dai Savoia. Il Forte è oggi sede di musei e mostre, ed ha attratto sempre più visitatori dopo essere comparso all’interno del film. Questo, presente nelle prime sequenze, è la sede dell’Hydra, malvagia organizzazione formatasi durante il periodo nazista e già comparsa in altri film della saga. Qui il Baron Von Strucker conduce esperimenti sullo scettro di Loki, ma anche altri eventi vi accadono. È infatti anche il luogo dove per la prima volta si fa la conoscenza dei fratelli Maximoff, e dove Utron organizza il suo malvagio piano di conquista.

Nel Forte di Bard, dunque, gli spettatori fanno la conoscenza di Pietro Maximoff, alias Quicksilver. Il supereroe è dotato di grandissima velocità, ed è stato scelto come personaggio da inserire nel film proprio per le grandi potenzialità visive. Il regista ha infatti affermato che sia lui che la sorella permettevano di sperimentare molto da un punto di vista dell’immagine. Gli effetti speciali riguardanti Quicksilver non erano infatti ancora stati sperimentati in un film della Marvel. Ma dopo che il personaggio ebbe successo nella saga degli X-Men, i produttori e Whedon decisero di introdurlo anche nel loro universo cinematografico. Inizialmente, inoltre, il personaggio avrebbe dovuto comparire per più film. A causa della reticenza dell’attore, però, i piani per lui vennero cambiati.

Avengers: Age of Ultron: la recensione, il trailer e dove vedere il film in streaming

Per gli amanti del film, o per chi volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Avengers: Age of Ultron è infatti presente nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Tim Vision. È inoltre disponibile, insieme agli altri titoli Marvel, nel catalogo di Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale, avendo così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film, inoltre, sarà trasmesso in televisione martedì 18 gennaio alle ore 21:20 sul canale Rai 4. A questo link è invece possibile leggere la recensione del film.

Fonte: IMDb

 

 
 

Spider-Man: qual è la migliore versione dell’Uomo-Ragno?

Da J.K. Simmons a Emma Stone, passando per Bill Nunn e Marisa Tomei, il franchise cinematografico di Spider-Man è stato impreziosito da straordinari talenti davanti alla macchina da presa sin dal suo inizio nel 2002. Tanto i personaggi principali come quelli secondari sono stati interpretati da alcuni degli attori più talentuosi di Hollywood, che ci hanno regalato performance pregne di carica emotiva, rendendo omaggio al fantastico mondo creato da Stan Lee e Steve Ditko.

Oltre all’eccezionale cast di supporto, i tre attori che hanno interpretato l’amichevole Spider-Man di quartiere in live-action, Tobey Maguire, Andrew Garfield e Tom Holland, hanno apportato i loro tratti unici all’eroe arrampica-muri e fornito performance memorabili, dunque è difficile stabilire quale delle tre si sia affermata in definitiva come la migliore interpretazione dell’amato supereroe.

Maguire è stato in grado di ritrarre le difficoltà di Peter in modo efficace

Uno dei tratti caratteriali principali della figura di Spider-Man è che semplicemente non può ottenere le cose a modo suo e Maguire brilla quando ritrae i sentimenti contrastanti di frustrazione e accettazione che affliggono Peter davanti alle sfide.

La sequenza di apertura “Pizza Time” di Spider-Man 2 rimane una delle più divertenti introduzioni di film di supereroi di sempre: Peter cerca disperatamente di battere il tempo per consegnare una pila di pizze in modo da poter mantenere il lavoro, oscillando per la città mentre salva eroicamente un paio di bambini per strada. Si intrufola nella sua destinazione attraverso lo sgabuzzino di un custode, ma, nonostante gli sforzi, è in ritardo di qualche minuto. Lo sguardo addolorato sul volto di Maguire dice tutto da sé, mentre accetta tranquillamente il suo destino: il pubblico sa che Peter cerca sempre di fare la cosa giusta, il che rende molto più difficile accettare le sconfitte.

Il ritratto di Maguire aveva la migliore atmosfera da fumetto

Indipendentemente da dove Holland porterà il personaggio, lo Spider-Man di Maguire sarà per sempre ricordato per l’emozionante intrattenimento da fumetto che ci ha regalato: Maguire e Raimi sono riusciti a dipingere Peter come un essere umano credibile che si trova in circostanze straordinarie, e Maguire gioca perfettamente con questo fattore.

Una delle migliori decisioni prese da Raimi è stata quella di permettere di mostrarci l’espressività di Maguire durante le scene cardine di ciascun film. Ogni cattivo – Norman Osborne, Otto Octavius, Harry Osborne, Flint Marko e Eddie Brock – ha un legame personale con Peter e mostrare propriamente Peter (e non solo Spider-Man) che tenta di salvare le loro vite, trasferisce la qualità umana dei fumetti sullo schermo.

Maguire era il miglior Peter Parker

Tobey Maguire Spider-ManAnche se tutti e tre gli attori forniscono una loro specifica versione di come Peter Parker dovrebbe comportarsi nella vita di tutti i giorni, è quella di Maguire che viene ricordata con più affetto. Quando si tratta di delineare il profilo del giovane Peter, i manierismi goffi e impacciati di Maguire sono perfetti e permettono al personaggio di interagire con l’ambiente circostante in maniera estremamente realistica.

Simile ad un Clark Kent maldestro, nessuno sospetterebbe davvero che il Peter di Maguire sia Spider-Man considerando che spesso formula frasi di circostanza, non è sicuro di sé e può essere inaffidabile. Tuttavia, questo è esattamente ciò che Peter vuole e il personaggio in sé richiede: non solo gli permette di trovare un perfetto equilibrio tra le sue due vite, ma garantisce anche che i suoi cari siano al sicuro (cosa estremamente importante per Peter).

Maguire ha catturato l’innata oscurità di Peter

Tobey Maguire fisicoAnche se si tratta di un aspetto caratteriale di Peter affrontato sia dalla versione di Holland che da quella di Garfield, il loro ritratto della componente di oscurità insita nella personalità di Peter non è mai stato altrettanto memorabile o sviluppato come quello messo a punto nei capitoli con Maguire. Che si trattasse di inseguire il “killer” di suo zio, di attaccare ferocemente Sandman e Harry, o di umiliare MJ al lavoro perché aveva rotto con lui, c’era qualcosa di agghiacciante nel modo in cui l’oscurità di Peter spesso lo sopraffaceva.

Ciò che rendeva queste scene ancora più efficaci era il fatto che Maguire scegliesse di pronunciare le sue battute con apparente freddezza e distacco emotivo: in quei frangenti, non era più l’amichevole Spider-Man di quartiere ma qualcuno di completamente diverso. Anche se non è un lato di Spider-Man che molte persone amano vedere, Maguire ha contribuito a renderlo un personaggio più complesso e dinamico.

Garfield ha mostrato un’emotività vulnerabile

Grazie in parte al desiderio del regista Marc Webb di lasciare che le piccole sfaccettature del personaggio emergessero nei suoi film, Garfield è riuscito ad eccellere nell’opportunità di ritrarre l’umanità di Peter attraverso la sua ampia gamma emotiva.

Questo è evidente in The Amazing Spider-Man, dopo che Peter si intrufola nella camera da letto di Gwen ed esprime il suo senso di colpa per la trasformazione del dottor Connors. Qui ci fa capire che sta imparando ad abbracciare la responsabilità di cui aveva parlato suo zio Ben: Garfield conferisce particolare vulnerabilità alla sua performance, che permette al pubblico di comprendere il dolore e il processo di crescita che Peter sta attraversando.

Il ritratto di Garfield era il più realistico

andrew garfield spider-manGarfield aveva già più di vent’anni quando ha indossato per la prima volta la tuta di Spider-Man eppure, nonostante ciò, ha ritratto pienamente l’aspetto e la sensazione suscitate dall’onere di vestire i panni di un supereroe. La performance di Maguire era, a tratti, decisamente più ingombrante e, inoltre, l’attore sembrava più grande dell’età che Peter doveva effettivamente dimostrare; Holland ha certamente l’età giusta e ha il fisico adatto, ma entrambi non sono all’altezza dell’ “alto e snello Garfield“.

Come Peter, Garfield cattura l’essenza dell’adolescente nerd brillante ma socialmente impacciato, che non ha paura di difendere le persone a cui vuole bene; il ritratto di Garfiel porta con sé un’angoscia adolescenziale che appare molto realistica, forse a causa del fatto che era leggermente più grande quando è stato scritturato per il ruolo,

e ha avuto il tempo di maturare una grande introspezione psicologica negli anni della sua adolescenza.

Garfield ha mostrato le migliori capacità attoriali

andrew garfield spider-manAvendo già iniziato a raccogliere il plauso della critica per le sue performance in The Social Network e Non Lasciarmi, Garfield era sicuramente, tra i tre, l’attore con un background più completo, durante la selezione del protagonista Peter Parker. Infatti, la sua interpretazione di Peter e dell’Uomo Ragno non è mai condita da inutili manierismi, né la recitazione appare mai forzata: sembra che stia proprio vivendo i momenti straordinari che Peter sta sperimentando sulla propria pelle.

E’ vero che la recitazione di Maguire funziona all’interno dell’universo esuberante stabilito da Raimi e Holland offre il giusto grado di intensità in battute mirate come “Mr. Stark, non mi sento molto bene“, ma Garfield rivoluziona di continuo il suo ruolo, non dando mai alla scena più di quanto sia necessario e spesso trasmettendo il senso della scena stessa tramite un’ottima espressività facciale. Momenti estremamente emotivi come la rottura di Peter con Gwen o la morte di Gwen dimostrano il tocco semplice ma efficace che Garfield è capace di apportare al personaggio di Peter.

I film di Garfield avevano la migliore storia d’amore

Le trilogie di Raimi e Jon Watts hanno fatto del loro meglio per creare storie d’amore ben sviluppate, ma nessuna è mai stata così emotivamente risonante come quella di Gwen e Peter nei film di The Amazing Spider-Man. Anche se non è stato dedicato poi così tanto tempo al background della coppia, i fan hanno ugualmente imparato ad amare la loro storia d’amore apprezzandone la sentita profondità e le sottotrame coinvolgenti.

Sicuramente un fattore cruciale è stato dato dal fatto che Garfield e Stone mostrassero già una chimica incredibile durante le riprese e la loro relazione ha permesso agli spettatori di conoscere il lato più dolce e romantico di Peter, nelle scene in cui i due scherzavano o cercavano di trovare le migliori soluzioni insieme. Potrebbe non essere finita come il pubblico voleva, ma si può dire che Garfield ci ha messo il cuore e l’anima nelle sequenze fortemente drammatiche alla fine di Amazing Spider-Man 2.

Il rapporto di Garfield con sua zia May è il più autentico

Sebbene la grande chimica di Maguire e Holland con Rosemary Harris e Marisa Tomei abbia giocato un ruolo importante nelle storyline delle loro trilogie, molti fan saranno d’accordo col dire che la dinamica di Garfield e Sally Field ha avuto un impatto molto più profondo nel suo complesso.

Quando si è trattato delle interazioni tra i due, il pubblico ha generalmente creduto che Garfield e Field potessero essere imparentati, in quanto entrambi hanno fornito performance autentiche ed emotive. Mentre Garfield si comportava in modo sarcastico e spiritoso con i criminali o i nemici, faceva esattamente il contrario nelle sue scene con zia May: le parlava in modo rispettoso e calmo, e prendeva sempre in considerazione i suoi pensieri e consigli, regalandoci conversazione sempre autentiche e sincere da ascoltare.

La giovinezza di Holland ha aiutato a plasmare il personaggio

Tom Holland Spider-Man: No Way HomeTra tutti gli attori, Holland esemplifica al meglio l’esuberanza giovanile e adolescenziale di Peter Parker, questo perché era di gran lunga il più giovane dei tre quando è apparso per la prima volta nel ruolo, avendo solo 19 anni in Captain America: Civil War.

Holland riesce benissimo a convalidare l’ignaro shock e lo stupore che un adolescente mostrerebbe quando viene messo in circostanze straordinarie. Nelle sue scene con gli Avengers, è costantemente colpito dalla loro presenza e, quando si impegna in battaglia, offre una serie infinita di battute che mettono in primo piano la sua adrenalina a tratti nervosa: questo atteggiamento ha generato risate assicurate nella sua primissima apparizione come Spider-Man in Civil War, quando combatte contro Bucky, Falcon e AntMan.

La fisicità di Holland ha aiutato a potenziare il ruolo

tom hollandPrima di essere scritturato come terzo attore live-action per interpretare l‘Uomo Ragno sul grande schermo, Holland era già un abile ginnasta e ballerino, cosa che era ansioso di mostrare al team di produzione nella sua audizione; ne consegue che le capacità fisiche di Holland abbiano effettivamente aiutato ad ottenere il ruolo e a plasmarne la conseguente versione di Spider-Man.

Il team dietro agli stunt ha lavorato molto con Holland per dare più credibilità alla parte, permettendogli di cimentarsi in una buona quantità di acrobazie nelle vesti di Spider-Man. Non che Garfield o Maguire non fossero all’altezza della fisicità richiesta dal ruolo, ma Holland incarna indubbiamente la prestanza fisica dell’Uomo Ragno meglio di entrambe le precedenti versioni (il che dovrebbe aiutarlo nelle sue prossime avventure come Nathan Drake nel suo Uncharted in uscita a Febbraio).

La versione di Holland è la più affascinante

spider-manI fan del MCU sono rimasti estasiati quando Sony e Marvel hanno annunciato l’accordo storico per includere Spidey nel MCU: l’annuncio del talentuoso e coi piedi per terra Holland non ha fatto altro che aumentare l’interesse dei fan.

Entrando a gamba tesa in un franchise con attori notevolmente più anziani, Holland ha immediatamente contribuito ad attrarre un pubblico più giovane, col quale è stata favorita una maggiore identificazione rispetto a eroi del calibro di Iron Man, Capitan America o Thor. Inoltre, essere coinvolto nel MCU ha immediatamente aumentato la sua esposizione mediatica e ha apportato una buona dose di carica giovanile in un franchise già fiorente, e l’energia e la genuinità di Holland è diventata fin da subito evidente nelle sue famose interviste con spoiler.

Lo sviluppo del personaggio di Holland

spider-manUn vantaggio che il ritratto di Tom Holland del supereroe Marvel ha avuto rispetto alle altre due versioni, è stata la possibilità di presentare uno sviluppo profondo del personaggio. Anche se non è esattamente colpa di Maguire o Garfield se non hanno avuto tanti film quanto Holland (soprattutto perché non facevano parte del MCU), non è sorprendente che gli spettatori abbiano preferito proprio la versione di Holland, poiché hanno visto esplorare il ruolo in profondità.

Dall’essere un adolescente ingenuo e impulsivo al diventare un giovane maturo e indipendente, il Peter di Holland ci ha regalato l’arco caratteriale più completo. Forse all’inizio non sapeva come gestire la responsabilità di essere un eroe, ma il pubblico ha assistito alla sua crescita e maturazione come uomo e supereroe.

La scrittura ha aiutato l’identificazione con il Peter di Holland

spider-man tom hollandDei tre Spider-Man, quello di Tom Holland ha dimostrato di favorire maggiormente l’identificazione col pubblico, poiché ci sono state rivelate numerose informazioni sulla sua adolescenza e sui conflitti interni che ha dovuto affrontare; anche se i primi film di Raimi e Webb mostrano Peter al liceo, non hanno mai veramente esplorato i problemi che ha dovuto superare da normale adolescente.

Nella versione di Holland, gli spettatori lo vedono combattere quotidianamente per cercare di inserirsi nel nucleo scolastico, pur occultando il suo segreto agli amici. Si assiste anche alla costruzione di una base importante, ovvero l’amicizia fra Peter e Ned, che parlano costantemente dei loro interessi e di cosa faranno nel loro tempo libero (come costruire Death Star coi LEGO). Momenti come questi ricordano al pubblico che Peter è un essere umano esattamente come chiunque altro.

 
 

Un’Ombra sulla verità, trailer del nuovo film di Philippe Le Guay

François Cluzet, Jérémie Renier e Bérénice Bejo sono i protagonisti di Un’Ombra sulla verità il nuovo film del regista francese Philippe Le Guay (Le donne del 6^ piano, Molière in bicicletta) che realizza un thriller dal tema tanto aspro quanto contemporaneo. L’opera di Le Guay, riconosciuta con il Premio del Pubblico a France Odeon, il Festival del cinema francese, sarà in sala ad Aprile grazie a BIM Distribuzione.

La trama di Un’Ombra sulla verità

A Parigi, Simon ed Hélène decidono di vendere una cantina nello stabile dove abitano. Un uomo dal passato torbido l’acquista e ci va a vivere senza dire niente a nessuno. Piano piano la sua presenza sconvolgerà la vita della coppia.

 
 

Dio Salvi la Regina! in uscita il libro che racconta Elisabetta II tra fiction e realtà

DIO SALVI LA REGINA

In uscita il 20 gennaio 2022, edito da Bietti, il libro DIO SALVI LA REGINA! Elisabetta II sovrana di iconologia tra fiction e realtà di Anna Maria Pasetti. Un excursus nell’immaginario audiovisivo di Elisabetta II, da The QueenThe Crown,da Sorrentino fino a Peppa Pig.

Elisabetta II festeggerà il suo settantesimo anniversario di Regno il 6 febbraio. Nel corso degli anni, il cinema e le serie televisive, documentari e fiction, la hanno descritta in innumerevoli modi. Il volume di Anna Maria Pasetti indaga per l’appunto l’iconologia audiovisiva legata a Elisabetta II, che merita attenzione per la sua valenza di Segno, unico e irripetibile, capace di legare Icona e Simbolo dentro a un Corpo eccezionale, in grado di vivere e trascendere il Tempo in un gesto. 

Non è necessario essere monarchici per abituarsi all’icona della Regina. Il tempo e il mondo ruotano vorticosamente come tifoni tropicali: tutto è mutevole, proprio tutto. Tranne lei, Elisabetta”. Così la descrisse il regista Roger Michell, scomparso poco prima di vedere la Regina omaggiata nel suo documentario Elizabeth, probabilmente il definitivo sulla sovrana britannica, e dunque meritevole di troneggiare in testa a questo volume.

A corollario, una conversazione con il regista Stephen Frears, che disserta sulla figura della sovrana in una intervista esclusiva con l’autrice.

DIO SALVI LA REGINA! edito da Bietti per la collana digitale Fotogrammi, è stato realizzato in collaborazione con l’Associazione Culturale Red Shoes.


{La collana digitale FOTOGRAMMI è disponibile in formato ePub a 1,99 euro sul sito Bietti.it; e su Amazon in formato Kindle a 2,69 euro e in formato cartaceo a 4,99 euro} 

Anna Maria Pasetti, milanese, critica e giornalista cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Ha scritto per AliasCiakRolling Stone. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Universita Cattolica di Milano, ha conseguito un MA in Film&Television Studies al Birkbeck College di Londra. È stata selezionatrice per la Settimana internazionale della Critica della Mostra del Cinema di Venezia, per il concorso del festival Sguardi Altrove sul cinema al femminile. Nel 2018 ha fondato l’associazione culturale Red Shoes.

Red Shoes è un’associazione culturale che si prefigge di guardare alla cultura cinematografica britannica esaltandone i segni di (apparente) contraddizione che ne determinano bellezza ed autenticità. Il tutto considerando il cinema di passato, presente e “possibili futuri” in un duplice rapporto: quello con le altre espressioni creative, e quello con l’Italia, Paese tradizionalmente amato dai sud- 

diti di Sua Maestà. Un ponte virtuale e virtuoso atto a connettere, che si (im)pone in netto contrasto con la proclamazione della Brexit.

 
 

Justice League, Joss Whedon rompe il silenzio sulla produzione e le polemiche con Ray Fisher e Gal Gadot

Justice League snyder cut

Dopo molti mesi di polemiche, finalmente Joss Whedon, in una lunga intervista con Vulture, ha commentato quelle vicende, offrendo finalmente il suo punto di vista su tutto ciò che è accaduto sul set di Justice League.

All’inizio del 2017, ricordiamo, Joss Whedon fu chiamato per sostituire Zack Snyder alla regia di Justice League. Nello stesso periodo, una vecchia sceneggiatura di Wonder Woman che Whedon aveva scritto è emersa online. Rispetto al film che Patty Jenkins aveva diretto di recente, la sua versione ha colpito alcuni lettori per essere inquietante e sessista, con passaggi che sembravano indugiare gratuitamente sul sex appeal dell’Amazzone. “Non puoi dirmi che Joss Whedon non ha scritto la sceneggiatura originale di Wonder Woman mentre si dava da fare furiosamente”, ha twittato una utente in quel periodo.

Joss Whedon chiamato dalla Warner Bros

Quell’anno, Whedon ha accettato il lavoro per il film della Warner Bros. Justice League, una proprietà della DC diretta da Zack Snyder. Per due uomini bianchi sulla cinquantina che realizzano film di fumetti, lui e Snyder non avrebbero potuto essere meno allineati. Mentre i poemi epici dei supereroi di Whedon erano alleviati dall’ironia e dai giochi di parole, quelli di Snyder erano cupi e presuntuosi, con uno stile visivo che combinava l’artificialità di un videogioco con l’estetica fascista di una produzione di Leni Riefenstahl.

I fan di Snyder sono affezionati quanto quelli di Whedon, ma il suo precedente film, Batman v Superman, aveva vacillato al botteghino e offeso la critica. Ora, quei sostenitori erano preoccupati per come stava prendendo forma la sua nuova impresa. Uno screening anticipato non li aveva rassicurati. “Mi hanno chiesto di aggiustarlo e ho pensato di poter aiutare”, ha detto Whedon, ma ora considera questa decisione come uno dei più grandi rimpianti della sua vita.

All’inizio, i dirigenti dello studio dissero a Whedon che il suo ruolo si sarebbe limitato alla scrittura e alla consulenza, ma presto divenne chiaro a Whedon che avevano perso la fiducia nella visione di Snyder e volevano che prendesse il pieno controllo. (Un rappresentante della Warner Bros. ha negato. Snyder ha dichiarato pubblicamente di aver lasciato il progetto per trascorrere del tempo con la sua famiglia; sua figlia era morta suicida due mesi prima.)

Whedon, ora insediato nella sedia del regista, ha supervisionato quasi 40 giorni di riprese aggiuntive e sostitutive, un’impresa complicata e laboriosa. Fin dall’inizio, le cose erano tese tra lui e i protagonisti. Non c’era solo “il problema” che voleva imporre una visione completamente nuova al loro lavoro; ha introdotto uno stile di gestione completamente diverso. Snyder aveva concesso agli attori una licenza eccezionale con la sceneggiatura, incoraggiandoli a dialogare improvvisando. Whedon si aspettava che loro dicessero le battute esattamente come le aveva scritte. “Non è andata affatto bene”, ha dichiarato un membro dell’equipaggio. Alcuni attori hanno criticato la sua scrittura. Secondo il racconto di Whedon, Gal Gadot, che interpretava Wonder Woman, disse che lui, il regista del film di supereroi con il maggior incasso dell’epoca, non capiva come funzionassero i film di supereroi. A un certo punto, Whedon ha interrotto le riprese e, secondo il membro della crew, ha annunciato di non aver mai lavorato con “un gruppo di persone più maleducate”. Gli attori non replicarono, in quell’occasione.

Gli attori, almeno alcuni di loro, pensavano che anche Whedon fosse stato scortese. Ray Fisher, all’epoca sconosciuto giovane attore a cui era stato affidato il ruolo di Cyborg, era al primo ruolo importante. Snyder aveva incentrato il film sul suo personaggio – il primo supereroe nero in un film DC – e aveva trattato Fisher come un compagno di scrittura, sollecitando le sue opinioni sulle rappresentazioni delle persone di colore nei film. Whedon ha ridimensionato il ruolo di Cyborg, tagliando scene che, secondo Fisher, sfidavano gli stereotipi. Quando Fisher ha espresso le sue preoccupazioni sulle revisioni in una telefonata, Whedon lo ha interrotto. “Sembra che tu mi stia facendo degli appunti, in questo momento”, gli ha detto Whedon, secondo The Hollywood Reporter, “e non mi piace prendere appunti da nessuno, nemmeno da Robert Downey Jr.”.

Joss Whedon vs Gal Gadot

Neanche a Gal Gadot piaceva lo stile di Joss Whedon. L’anno scorso, ha detto ai giornalisti che Whedon l’aveva “minacciata” e ha detto che avrebbe reso la sua “carriera infelice”. Whedon ha dichiarato a Vulture che non ha fatto una cosa del genere: “Non minaccio le persone. Chi lo fa?” Ha concluso che lei lo aveva frainteso. “L’inglese non è la sua prima lingua e tendo ad essere fastidiosamente fiorito nel mio discorso.” Ha ricordato di aver litigato su una scena che voleva tagliare. Le disse scherzosamente che se voleva liberarsene, avrebbe dovuto legarlo a un binario della ferrovia e farlo sopra il suo cadavere. “Poi mi è stato detto che avevo detto qualcosa sul suo cadavere e sul legarla al binario”, ha detto. (Gadot non era d’accordo con la versione degli eventi di Whedon. “Ho capito perfettamente”, ha detto a New York in un’e-mail.)

Per quanto riguarda l’affermazione di Whedon sul non minacciare le persone, un’attrice di Angel, Charisma Carpenter, ha però detto che non era vero quando lo conosceva. Dopo che il suo agente l’ha spinta per ottenere un aumento, afferma che Whedon l’ha chiamata a casa e ha detto che “non avrebbe mai più lavorato per lui, o per la 20th Century Fox”. Leggendo la dichiarazione di Gal Gadot, l’attrice ha pensato: “Wow, sta ancora usando quella frase.” (Whedon ha negato anche questo.)

Justice League è stato presentato per la prima volta nell’autunno del 2017. È stata una debacle critica e commerciale. I fan di Snyder hanno incolpato Whedon per i suoi fallimenti, accusandolo, come diceva un tweet, di trasformare gli eroi divini di Snyder in clown. Il potere del fandom, una forza che Whedon aveva fatto così tanto coltivare all’inizio della sua carriera, era ora esercitato contro di lui. I fan hanno lanciato un’elaborata campagna facendo pressioni sulla Warner Bros. per rilasciare la versione che Snyder aveva originariamente pianificato, anche noleggiando un aereo per far volare uno striscione sopra i Warner Studios.

Zack Snyder ha usato la piattaforma di social media Vero per radunare i suoi seguaci, condividendo le foto dei suoi allenamenti mattutini insieme alle immagini che sembravano derivare dal suo taglio del film. Diversi mesi dopo l’inizio della pandemia, lo studio, alla disperata ricerca di contenuti, ha annunciato che la Snyder Cut sarebbe andata in onda su HBO Max. In un fan event online che celebrava l’imminente uscita, Snyder ha dichiarato che avrebbe dato fuoco al film prima di utilizzare un singolo fotogramma che non aveva filmato lui stesso. “Il nostro signore e salvatore Zack Snyder!!!” qualcuno ha scritto nei commenti sotto il livestream.

Joss Whedon vs Ray Fisher

Più o meno nello stesso periodo, tra le proteste in tutto il mondo contro il razzismo, Ray Fisher ha pubblicato una serie di tweet accusando Whedon di abusare del suo potere e accusando i dirigenti dello studio di “abilitare” il regista. In un’intervista a Forbes, Fisher ha detto che gli era stato riferito che Whedon aveva usato la correzione del colore per cambiare la carnagione di un attore perché non gli piaceva il tono della pelle dell’attore. “Amico, con tutto ciò che è stato il 2020, quello è stato il punto di svolta per me”, ha detto Fisher. (Fisher non ha risposto a più richieste di intervista, dopo quella a Forbes.)

Whedon era sbalordito. Aveva dato all’intero film un aspetto più chiaro, illuminando tutto in post-produzione, compresi tutti i volti. Ha detto che l’affermazione relativa al fatto che non gli piacesse il tono della pelle di un personaggio e che alla fine Forbes ha ritrattato, era falsa e ingiusta. Whedon dice di aver ridotto il ruolo di Cyborg per due motivi. La trama “logicamente non aveva senso” e sentiva che la recitazione era pessima.

Secondo una fonte vicina al progetto, Whedon non era il solo a sentirsi in quel modo; alle proiezioni di prova, gli spettatori hanno ritenuto Cyborg “il peggiore di tutti i personaggi del film”. Nonostante ciò, Whedon ha insistito sul fatto che ha passato ore a discutere dei cambiamenti con Ray Fisher e che le loro conversazioni erano amichevoli e rispettose. Nessuna delle affermazioni fatte da Fisher sui media era “vera o meritevole di essere discussa”, ha detto Whedon a Vulture. Riusciva a pensare a un solo modo per spiegare le motivazioni di Fisher. “Stiamo parlando di una forza malevola”, ha detto. “Stiamo parlando di un pessimo attore in entrambi i sensi”.

Alcuni dei difensori di Whedon hanno proposto una teoria: e se Fisher avesse eseguito gli ordini di Snyder? Senza fornire prove, hanno ipotizzato che Snyder avesse indotto Fisher a pensare che Whedon fosse razzista. O forse Fisher sapeva perfettamente che le sue accuse erano ‘stronzate’. Ad ogni modo, l’attore e il regista avevano “costruito una controversia” che faceva sembrare Snyder un alleato progressista distogliendo l’attenzione dal fatto che il loro primo montaggio era stato un disastro. I sostenitori di Whedon credevano che questa campagna avesse avvelenato Charisma Carpenter contro Whedon, facendole vedere la complicata storia della loro relazione come una narrativa semplicistica di abusi. “Una volta che qualcuno accende una miccia e le persone vedono che c’è una fiamma, corrono verso di essa e ci lanciano dentro qualcosa”, ha detto una persona nella cerchia di Whedon. (Snyder ha rifiutato di essere intervistato in merito.)

Tutto in nome di Zack Snyder?

Nelle conversazioni con Vulture, Whedon si è rivelato un po’ più cauto. “Non so chi ha iniziato” ha detto. “So solo in nome di chi è stato fatto.” I superfan di Snyder lo stavano attaccando online come un cattivo femminista e un cattivo marito. “Non gliene frega un cazzo del femminismo”, ha detto. “Sono stato preso di mira dalla mia ex moglie e la gente lo ha sfruttato cinicamente”. Mentre spiegava questa teoria, la sua voce sprofondò in un sussurro roco. “Ha pubblicato una lettera dicendo alcune cose cattive che avevo fatto e dicendo alcune cose false su di me, ma avevo fatto cose cattive e quindi la gente sapeva che ero vendibile”.

Quando il taglio di quattro ore di Snyder è stato finalmente visto dal pubblico, è stato acclamato dalla critica. I suoi fan hanno esaminato entrambi i film per analizzare le differenze. Alcuni hanno colto la convinzione, avanzata per la prima volta da Fisher, che Whedon avesse cancellato intenzionalmente le persone di colore dal film. Era avvenuto un notevole capovolgimento. Quindici anni prima, il lavoro di Snyder era ampiamente visto come l’epitome del cinema problematico. Il suo 300, un’epopea con spada e sandalo sulle guerre persiane, era “così apertamente razzista” dal punto di vista della delegazione delle Nazioni Unite dall’Iran che minacciava di incitare “uno scontro di civiltà”. Ora, Internet aveva riformulato Zack Snyder come un eroe progressista mentre marchiava Whedon, il suo eroe progressista di ieri, come un cattivo e un bigotto. Tanto che Whedon stesso ha concluso: “L’internet delle origini mi ha osannato, ma l’internet moderno si è scagliato su di me. Una perfetta simmetria.”

 
 

Michael Fassbender: 10 cose che non sai sull’attore

Michael Fassbender film

Michael Fassbender è uno di quegli attori che ha dimostrato al mondo il suo talento recitativo interpretando tanti diversi ruoli iconici in film appartenenti ai generi più diversi. La sua carriera continua a proseguire senza intoppi e l’attore è riuscito a conquistare il pubblico di tutto il mondo in breve tempo, contando sulla tenacia e sulle sue qualità uniche ed eccellenti.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Michael Fassbender.

Michael Fassbender: i suoi film

 

1. Michael Fassbender: i film e la carriera. Fassbender debutta al cinema con 300 (2006) e in seguito continua il suo percorso sul grande schermo, lavorando in film come Hunger (2008), Bastardi senza gloria (2009), Blood Creek (2009), Fish Tank (2009), Centurion (2010), Jonah Hex (2011), Jane Eyre (2011), X-Men – L’inizio (2011), A Dangerous Method (2011), Shame (2011), Prometheus (2012) e 12 anni schiavo (2013). Tra i suoi ultimi film, vi sono The Counselor – Il procuratore (2013), Frank (2014), X-Men – Giorni di un futuro passato (2014), Macbeth (2015), Slow West (2015), Steve Jobs (2015), X-Men: Apocalisse (2016), La luce sugli oceani (2016), Assassin’s Creed (2016), Alien: Covenant (2017), Song to Song (2017), L’uomo di neve (2017) e X-Men: Dark Phoenix (2019).

2. Non solo attore, ma anche produttore. Nel corso della sua carriera, Fassbender non ha solo svolto la carriera di attore, ma ha cercato di farsi strada anche come produttore. In quanto tale, l’attore ha lavorato alla produzione dei corti Pitch Black Heist (2011) e Zero (2015), mentre ha lavorato ai film Slow West (2015), Assassin’s CreedL’uomo della violenza (2019).

3. È stato candidato due volte all’Oscar. Nella carriera dell’attore sono molte le interpretazioni degne di nota e in due occasioni egli è arrivato a guadagnarsi una nomination al premio Oscar. La prima si è presentata nel 2014, quando è rientrato nella cinquina per il miglior attore non protagonista per il film 12 anni schiavo. Due anni dopo, nel 2016, era invece candidato come miglior attore per il film Steve Jobs. Pur non avendo vinto in nessuna delle due occasioni, Fassbender ha potuto con queste nomination affermarsi sempre di più all’interno dell’industria hollywoodiana.

Michael Fassbender Magneto

Michael Fassbender in 300

3. Ha recitato nel noto film basato sul fumetto. Celebre trasposizione dell’omonima graphic novel di Frank Miller, il film 300 diretto da Zack Snyder nel 2007 è diventato in breve un vero e proprio cult per gli appassionati del genere. Non tutti sanno che questo ha rappresentato il debutto cinematografico per Fassbender, oggi apprezzato per i suoi ruoli in grandi blockbuster e intensi film d’autore. Nel titolo del 2007, egli ricopre però un ruolo secondario, dando vita al soldato chiamato Stelios.

Michael Fassbender è Magneto

 

5. Ha studiato l’interpretazione del suo predecessore. A partire dal film X-Men – L’inizio, Fassbender ha interpretato il personaggio del mutante Magneto, il quale per la prima trilogia degli X-Men era stato interpretato da Ian McKellen. Per prepararsi al ruolo, Fassbender ha dichiarato di aver studiato approfonditamente l’interpretazione di McKellen. Decise però poi di dar vita ad una propria versione del personaggio, che in quanto più giovane è ancora molto tormentata circa il proprio potere e deve ancora comprendere come poterlo controllare al meglio.

6. Non era certo di tornare in X-Men – Dark Phoenix. Poiché il suo contratto era scaduto dopo le riprese di X-Men – Apocalisse, Fassbender non sapeva se avrebbe mai ripreso il ruolo di Magneto. Nonostante ciò, gli sceneggiatori di X-Men – Dark Phoenix scrissero il personaggio sempre con lui in mente, pur non avendo certezze circa il ritorno di Fassbender. L’attore riuscì però infine a stipulare un nuovo accordo con la Fox ed ebbe così modo di riprendere il personaggio per un’ultima volta. All’interno del film, tuttavia, fa la sua comparsa solamente dopo quasi un’ora dall’inizio.

Michael Fassbender in Shame

7. Non si è imbarazzato per le sue scene di nudo. Commentando le inquadrature di nudismo frontale che lo hanno visto protagonista, l’attore ha dichiarato, in un’intervista del 2011 a Vulture, che lo sconcerta il fatto che “le donne possono sfilare nude tutto il tempo senza problemi, mentre l’uomo si deve sempre tenere addosso i pantaloni. Ricordo che mia mamma si lamentava sempre per quello e diceva “Questa è una cazzata, sono sempre le donne che sono nude”.

8. Le scene di sesso sono stressanti. L’attore ha dichiarato che per lui è in parte stressante girare scene di sesso: “Per fortuna ho avuto partner fantastiche con cui lavorare, tutte le protagoniste femminili o anche le donne con parti più piccole sono state fantastiche”. Per lui, la cosa più importante è parlare chiaro con le sue colleghe e capire cosa possa dare fastidio e cosa no, sapendo come esse si sentano a loro agio e cercando di dare vita ad un clima più rilassato possibile.

Michael Fassbender Alicia Vikander

Michael Fassbender e Alicia Vikander

9. Si sono conosciuti sul set di La luce sugli oceani. È capitato molte volte che i set cinematografici potessero essere galeotti e far incontrare due anime gemelle. E questo è stato il caso anche di Michael Fassbender e Alicia Vikander che, nel tardo 2014, si sono trovati a condividere il set de La luce sugli oceani, film in cui interpretavano una giovane coppia. I due attori non hanno aspettato molto ad unirsi in matrimonio, convolando a nozze nell’ottobre 2017 ad Ibiza. Entrambi hanno sempre mantenuto il più stretto riserbo circa la loro vita privata, tanto da non far trapelare nulla del loro matrimonio.

Michael Fassbender: età ed altezza

10. Michael Fassbender è nato il 2 aprile del 1977 a Heidelberg, una città nello stato federato Baden-Wurttemberg, in Germania. La sua altezza complessiva corrisponde a 183 centimetri.

Fonti: IMDb, Vulture

 
 

Stringimi forte, al cinema dal 27 gennaio

Stringimi forte

Stringimi forte, il film diretto da Mathieu Amalric presentato nella sezione Cannes Première del 74° Festival di Cannes, uscirà nelle sale italiane, distribuito da Movies Inspired, il 27 gennaio 2022.

La sceneggiatura è un libero adattamento della commedia Je reviens de loin di Claudine Galea.

Il film è stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI con la seguente motivazione:

Mettendo in scena un viaggio in macchina come fosse una lunga elaborazione del lutto, Amalric racconta il potere dell’immaginazione – e dunque del cinema – come unico cicatrizzatore possibile dei traumi, e lo fa attraverso un racconto che sa essere minimale e stratificato allo stesso tempo: un melodramma che sussurra con tragica dolcezza il bilancio di una vita e della sua fuggevolezza.

 
 

Giulia, dal 17 febbraio al cinema il film di Ciro De Caro

GiULiA recensione

Koch Media è lieta di annunciare il poster ufficiale di Giulia, il terzo film di Ciro De Caro, e l’uscita nei cinema italiani dal 17 Febbraio.

Presentato alla XVIII edizione delle Giornate degli Autori, nella sezione Notti Veneziane in collaborazione con Isola di Edipo, il film ha già ottenuto ottimi riscontri da parte della critica e del pubblico. Il regista, al suo terzo lungometraggio, ha debuttato nel 2013 con “Spaghetti story”, rivelatosi un piccolo “cult”.

Giulia, leggi la recensione

Rosa Palasciano interpreta il  personaggio stravagante di Giulia in modo toccante ed immersivo.  L’attrice è anche co-sceneggiatrice del film insieme allo stesso Ciro De Caro; nel cast sono presenti Valerio Di Benedetto, Cristian Di Sante e Fabrizio Ciavoni al suo debutto sul grande schermo.

Il film è prodotto da Ugo Baistrocchi, Maurizio De Arcangelis, Michael Fantauzzi per Fare Cinema e distribuito da Koch Media.

La trama di Giulia

Giulia, che è costantemente divisa tra il bisogno di sentirsi a casa, amata e una selvaggia e sacrosanta voglia di libertà, si ritrova letteralmente in mezzo a una strada e inizia, in maniera tutta sua, a cercare un rifugio e un posto nel mondo. Tra un illusorio desiderio di maternità e qualche espediente per sbarcare il lunario, passa i giorni più caldi di una torrida estate romana con dei personaggi dall’esistenza vuota, inafferrabili puri e meravigliosi come lei. In una sospensione fatta di niente (e di tutto) Giulia comprende che sta a lei decidere come vivere, o non vivere, la vita.

Il poster di Giulia

 
 

Batgirl: nuovo sguardo al costume da un video dal set

Batgirl

Ecco un nuovo fugace sguardo al costume di Leslie Grace nei panni di Barbara Gordon, protagonista di Batgirl, attualmente in produzione per HBO Max.

Batgirl: la prima foto di Leslie Grace nel costume di Barbara Gordon!

È stato annunciato che Leslie Grace interpreterà Batgirl. Il suo precedente ruolo cinematografico è stato nell’adattamento della WB di In the Heights, acclamato dalla critica. Mentre la trama di Batgirl è ancora nascosta, il film vedrà J.K. Simmons torna nel ruolo del commissario Gordon, visto l’ultima volta in Justice League di Zack Snyder. Jacob Scipio partecipa al film in un ruolo non rivelato e Brendan Fraser interpreta il cattivo Garfield Lynns, noto anche come Firefly.

Batgirl doveva essere diretto da Joss Whedon, regista di The Avengers e Avengers: Age of Ultron, nonché della versione cinematografica di Justice League. Tuttavia, nel 2018, il regista ha deciso di abbandonare il progetto, ammettendo di non essere riuscito a “decifrare la storia”. Il film è diretto da Adil El Arbi e Bilall Fallah.

 
 

Andrew Garfield vorrebbe essere di nuovo Spider-Man contro il Venom di Tom Hardy

Andrew Garfield

In una nuova intervista, ospite del podcast Happy Sad Confused Podcast (via Heroic Hollywood), Andrew Garfield ha confermato non solo la sua volontà di essere di nuovo Spider-Man sul grande schermo, ma anche il fatto che gli piacerebbe recitare in un film “versus” il Venom di Tom Hardy!

Garfield ha chiarito che se il film si dovesse davvero fare, dovrà avere “qualcosa di davvero unico, davvero speciale, e al servizio del pubblico e del personaggio”. E in merito al suo eventuale scontro con Venom, l’attore ha confermato che sarebbe “un’idea davvero forte”.

Abbiamo rivisto Andrew Garfield nei panni di Peter Parker/Spider-Man in Spider-Man: No Way Home, al fianco di Tobey Maguire e Tom Holland. E da allora i suoi fan sono in fermento perché desiderano davvero vedere conclusa la trilogia di The Amazing Spider-Man che lo vedeva protagonista.

Intanto, Garfield si gode una stagione dei premi che lo vede protagonista, grazie al suo ruolo in Tick, Tick… Boom! che gli ha già fatto vincere il Golden Globe come migliore attore di commedia o musical, e la prestigiosa nomination ai SAG Awards.

 
 

Ewan McGregor: 10 cose che non sai sull’attore

Ewan McGregor film

Ewan McGregor è uno degli attori più brillanti e versatili che la storia del cinema recente abbia conosciuto, capace di interpretare tanti ruoli diversi e di sostere i generi più disparati. Il suo talento per la recitazione è innato e lo ha dimostrato più e più volte, affascinando e conquistando il pubblico di tutto il mondo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Ewan McGregor.

Ewan McGregor: i suoi film e le serie TV

 

1. Ha recitato in celebri film. McGregor debutta al cinema con i film Le cinque vite di Hector (1994), Piccoli omicidi tra amici (1994) e Trainspotting (1996). La sua carriera continua con Una vita esagerata (1997), Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999), Moulin Rouge! (2001), Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni (2002), Big Fish – Le storie di una vita incredibile (2003) e Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith (2005). In seguito, lavora in The Island (2005), Alex Rider: Stormbreaker (2006), Miss Potter (2006), Sex List – Omicidio a tre (2008), Colpo di fulmine – Il mago della truffa (2009), Angeli e demoni (2009), L’uomo che fissa le capre (2009), Amelia (2009) e partecipa a film come L’uomo nell’ombra (2010), Beginners (2011), Il pescatore di sogni (2011), The Impossibile (2012) e Mortdecai (2015). Tra i suoi ultimi lavori vi sono Miles Ahead (2015), Pastorale Americana (2016), T2 Trainspotting (2017), La bella e la bestia (2017), Ritorno al bosco dei 100 acri (2018), Doctor Sleep (2019) e Birds of Prey (2020). Ha poi recitato nella serie Fargo (2017), nella miniserie Halston (2021) e sarà protagonista di Obi-Wan Kenobi (2022).

2. Non solo attore, ma anche doppiatore, sceneggiatore e regista. Nel corso della sua carriera, McGregor ha prestato la propria voce in film come Faster (2003), Robots (2005), Valiant – Piccioni da combattimento (2005), per poi essere la voce narrante dei documentari Fastest – Il più veloce (2011) e Hebrides: Island on the Edge (2013). In quanto sceneggiatore, ha lavorato alla mini-serie documentario Long Way Round (2004) e Long Way Down (2007), mentre come regista ha realizzato l’adattamento cinematografico di Pastorale Americana (2016).

Ewan McGregor Trainspotting

Ewan McGregor: fidanzata e moglie

3. Attualmente è fidanzato con una collega. Ai tempi della separazione dalla moglie, sopraggiunta a maggio 2017, Ewan McGregor si stava già frequentando con la collega Mary Elizabeth Winstead, di 13 anni più giovane, conosciuta sul set di Fargo. Non è chiaro se i due abbiano deciso di frequentarsi solo dopo la separazione, ma in ogni caso sono insieme da allora. Il 26 giugno 2021 la coppia ha poi avuto un figlio, Laurie McGregor.

4. È stato sposato per tanti anni. Ewan McGregor ha avuto un matrimonio di lunga durata con la scenografa francese Eve Mavrakis: i due si erano sposati nel luglio del 1995, per poi separarsi nel maggio 2017. Dalla loro unione sono nate le figlie Clara Mathilde (1996) e Esther Rose (2001), mentre hanno adottato Jamyan (2001) e Anouk (2011).

Ewan McGregor in Trainspotting

 

5. Ha letto dei libri per prepararsi al ruolo. Per il suo personaggio in Trainspotting, Ewan McGregor ha letto diversi libri che parlavano di crack ed eroina, ma non solo: l’attore, infatti, è andato anche a Glasgow ad incontrare delle persone che facevano parte del Calton Athletic Recovery Group, un’organizzazione di recupero di eroinomani. Questa preparazione gli è servita per poter interpretare in modo più realistico il ruolo di Mark Renton.

6. Aveva pensato di iniettarsi eroina. Per comprendere meglio il suo personaggio, l’attore aveva addirittura pensato di iniettarsi per davvero dell’eroina nel braccio. Fortunatamente, ci ha subito ripensato, decidendo di lasciarsi ispirare da quello che aveva visto e letto. Ad averlo fatto desistere, in particolare, sono stati gli incontri con veri dipendenti dall’eroina, i quali gli hanno raccontato di come bastasse una sola volta per entrare nel tunnel e non uscirne più.

Ewan McGregor in Fargo

7. Ha interpretato due ruoli. Nella terza stagione della serie Fargo, Ewan McGregor ha interpretato due ruoli: nella serie, infatti, ha l’attore ha dato vita a due fratelli gemelli, Ray e Mark Stussy, uno stempiato, con i baffi e qualche chilo di troppo, l’altro elegante e ricco. Per questa sua doppia interpretazione, che lo ha visto dar vita a due caratteri molto differenti tra loro, McGregor ha poi vinto il Golden Globe come miglior attore in una miniserie.

Ewan McGregor Star Wars

Ewan McGregor in Mouline Rouge!

8. È realmente lui a cantare nel film. Il film del 2001 Mouline Rouge! ha rappresentato la rinascita del musical al cinema, affermandosi come un grandissimo successo. Si tratta anche del film che ha contribuito alla consacrazione di McGregor come attore, il quale ha qui avuto modo di distinguersi anche come cantante. Pur non essendo un professionista, l’attore si è allenato a lungo per poter eseguire personalmente i brani previsti, sfoggiando doti canore sorprendenti.

Ewan McGregor in Star Wars

9. Ha studiato per interpretare Obi-Wan Kenobi. Per dare un’interpretazione esaustiva di Obi-Wan Kenobi in Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma e nei suoi sequel l’attore scozzese ha studiato i film di Alec Guinnes per garantire la precisione in tutto, dal suo accento al ritmo delle parole. Pur basandosi sull’interpretazione di Guinnes del personaggio, McGregor ha però lavorato anche per costruire una propria versione di Obi-Wan, poiché dovendone interpretare una versione più giovane doveva apparire anche meno saggia ed esperta.

10. Tornerà a vestire i panni del Jedi. Nel 2019 è stata annunciata ufficialmente una miniserie sul Maestro Jedi Obi-Wan Kenobi durante il suo esilio su Tatooine mentre veglia sul giovane Luke Skywalker. La serie sarà ambientata circa 10 anni dopo gli eventi di Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith e uscirà nel 2022 su Disney+. Ad interpretare Obi-Wan ci sarà proprio McGregor, che riprenderà così il ruolo a quasi vent’anni di distanza dall’ultima volta. L’attore, dichiaratosi entusiasta di questa possibilità, ha affermato di aver intrapreso un lungo allenamento al fine di poter sfoggiare l’atleticità che si richiede al personaggio.

Fonti: IMDb, Daily Mail, Biography

 
 

Moon Knight: il primo trailer, uscita a marzo

Moon Knight MCU

Ecco il trailer di Moon Knight, la nuova serie Originale Marvel Studios in arrivo il prossimo 30 Marzo in esclusiva su Disney+.

Il poster di Moon Knight

moon knight

Disney+ ha diffuso un emozionante e nuovo trailer dell’attesissima serie Marvel Studios Moon Knight presentato durante l’Halftime della NFL Super Wild Card che ha visto affrontarsi gli Arizona Cardinals e i Los Angeles Rams.

È stato diffuso anche un nuovo poster della serie originale live-action che debutterà dal 30 marzo in esclusiva su Disney+.

La serie segue Steven Grant, un tranquillo impiegato di un negozio di souvenir, che viene colpito da vuoti di memoria e ricordi provenienti da un’altra vita. Steven scopre di avere un disturbo dissociativo dell’identità e di condividere il suo corpo con il mercenario Marc Spector. Mentre i nemici di Steven/Marc si avvicinano, i due devono indagare sulle loro identità complesse mentre si spingono in un mistero mortale tra i potenti dei dell’Egitto.

Moon Knight vede protagonisti Oscar Isaac, Ethan Hawke e May Calamawy. Mohamed Diab e il team di Justin Benson & Aaron Moorhead hanno diretto gli episodi. Jeremy Slater è il capo sceneggiatore, mentre Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad Winderbaum, Mohamed Diab, Jeremy Slater e Oscar Isaac sono gli executive producer. Grant Curtis, Trevor Waterson e Rebecca Kirsch sono i co-executive producer.

 
 

4 Metà: recensione della commedia romantica Netflix

4 metà recensione

Davvero esiste una sola anima gemella? Luca è convinto di no e, per spiegare la sua teoria racconta la storia di quattro personaggi e quattro possibili coppie. Arriva su Netflix 4 Metà, il film di Alessio Maria Federici che esplora la vita di coppia attraverso concetti come il caso, il destino, l’attrazione e le infinite possibilità che la vita offre e al tempo stesso toglie.

4 Metà: cast e trama

Luca e Sara sono la classica coppia felice: si sono fidanzati alle superiori e, dopo anni di fidanzamento, verso i trent’anni si sono sposati. I due, durante una cena con un paio di amici, iniziano a parlare dell’idea di anima gemella. Luca sostiene che sia riduttivo e illogico pensare che, per ognuno, possa esistere un’unica persona in grado di completarci. Per spiegare la sua teoria, Luca racconta una storia: le diverse versioni di quattro possibili innamoramenti.

Ci sono quattro ”metà”, parti incomplete in cerca di un partner. Chiara (Ilenia Pastorelli) è un’anestesista dolce e affascinante. La sua amica Giulia (Matilde Gioli) è una matematica cinica e autoritaria. Entrambe sono single. A casa di Luca e Sara, le due conoscono gli scapoli Dario (Giuseppe Maggio) e Matteo (Matteo Martari). Il primo è un avvocato sicuro di sé e libertino, mentre l’amico è un uomo letterario impacciato e dolce. Da quella serata, combinando le metà, potrebbero nascere quattro diverse coppie. Chi si fidanzerà con chi?

Una banalità sorprendentemente interessante

Con 4 Metà, siamo completamente immersi nel genere sentimentale: non si fa che parlare di anime gemelle, compatibilità, primi appuntamenti, amore e sesso. Inizialmente, il flirtare e i cliché dello scapolo sciupafemmine (Dario) opposto al tenerone con gli occhiali (Matteo), o della donna in carriera (Giulia) in contrapposizione alla Marilyn Monroe bella e romantica (Chiara) fanno storcere il naso. Proseguendo con la visione però, ci si inizia ad appassionare.

Nonostante la confusione con cui vengono incastrate le diverse storie, il crogiolo di possibilità mostrate attrae. Viene da chiedersi: gli opposti si attraggono o chi si somiglia si piglia?

Va detto però che il montaggio non è impeccabile ai fini della comprensione della storia. C’è un continuo mescolamento di tempi, di spazi e di mondi paralleli in cui, in analoghi tempi e spazi, si svolgono vicende diverse. La particolarità di 4 Metà però è che, più il film attorciglia le varie storie, più acquisisce senso.

4 metà4 Metà è un film sulle possibilità 

La storia che Luca racconta vuole dimostrare la relatività della vita. Ogni scelta che compiamo, da un lato apre ad una serie di possibilità, dall’altro esclude altrettanti momenti, persone, relazioni. Ogni azione ed incontro cambia la realtà attorno a noi e anche noi stessi. La vita che viviamo è solo una delle tante che avremmo potuto vivere anche solo facendo un gesto diverso. Ugualmente, le persone che incontriamo e con cui entriamo in sintonia sono solo alcune tra tutte quelle compatibili con noi.

4 Metà è dunque un film che si presenta come una banale commedia sentimentale, ma che, toccando concetti di un certo spessore, riesce ad andare più in profondità. Sfruttando anche i personaggi della storia – Chiara e Matteo più romantici mentre Giulia e Dario decisamente pragmatici – il lungometraggio affronta sia concetti filosofici come Il mito della metà di Platone, sia teorie scientifiche come la relatività e l’effetto farfalla.

Parola d’ordine: leggerezza

4 Metà resta però un film romantico, privo di tratti drammatici o tristezza esasperata. Esattamente come si capisce dall’incipit, veniamo catapultati in una storia raccontata durante una cena estiva. Proprio come se fosse un mito o una favola, la pellicola tratta concetti importanti in termini semplici e semplificati. In una parola, con leggerezza. Gli ambienti ovattati, luminosi e colorati della Roma fatta di terrazze e interni alla Özpetek (Le fate ignoranti, La dea fortuna), alleggeriscono il film, sfiorando a tratti la superficialità.

La recitazione non è delle più sconvolgenti e appassionanti e, come spesso accade nei film leggeri italiani, ricorda quella del mondo delle fiction. Proprio per questo motivo, 4 Metà manca di potenza drammatica. Quella del lungometraggio è quindi una leggerezza a tratti fastidiosa, ma forse necessaria a raccontare una storia aneddotica.

 
 

Gandhi: le curiosità sul film e la storia vera

Gandhi film

Uno dei generi cinematografici da sempre più popolari e destanti curiosità è quello del biopic, il racconto biografico di personalità realmente esistite e delle gesta per cui sono divenuti celebri, a tal punto da meritare di essere ricordati attraverso un film. Titoli come Schindler’s List, The Imitation Game e The Iron Lady sono solo alcuni degli innumerevoli esempi che si potrebbero citare. Da sempre, uno dei film biografici più celebri e premiati è però Gandhi, diretto nel 1982 da Richard Attenborough e dedicato alla vita di Mahatma Gandhi, il celebre leader del movimento non violento per l’indipendenza indiana.

Si tratta di uno dei più lampanti esempi di film ove si ripercorre la vita del protagonista ricordando la sua importanza per il cambiamento della storia mondiale. Gandhi è da questo punto di vista un’opera monumentale, particolarmente complessa e che ha non a caso richiesto circa vent’anni prima di concretizzarsi. Attenborough, che considerava questo il suo progetto dei sogni, cercò in tutti i modi di ottenere quanto necessario per dar vita alle riprese, arrivando anche a ricevere il benestare dei discendenti dello stesso Gandhi. Con un budget di appena 22 milioni, il film riuscì infine a prendere vita, affermandosi poi come un successo al di sopra di ogni aspettativa.

Non solo il film guadagnò circa 130 milioni a livello mondiale, ma ricevette tutti i più importanti premi della stagione cinematografica, tra cui 8 Oscar, compreso quello per il miglior attore, miglior regista e miglior film. Ancora oggi è un titolo oggetto di studio per comprendere il suo genere di riferimento. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla sua storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Gandhi: la trama e il cast del film

Il racconto del film si apre nel 1893, quando il giovane Gandhi è un avvocato neolaureato, recatosi in Sud Africa per il suo apprendistato. Qui, sotto l’egida dell’impero britannico, gli indiani come lui sono costretti a sopportare condizioni di vita inammissibili. Stanco dei soprusi nei confronti del suo popolo, Gandhi inizia a professare un’opposizione non violenta, con l’obiettivo di vedere riconosciuti i diritti che spettano loro. Tornato in India, egli inizia a proclamare le sue idee, riscuotendo enormi consensi in gran parte del Paese e diventando l’anima del movimento di resistenza antibritannica. Sfidando l’impero britannico, superando numerosi arresti e aggressioni, egli condurrà il proprio popolo verso l’indipendenza dell’India.

Ad interpretare il ruolo di Gandhi, vi è l’attore Ben Kingsley, qui al suo esordio cinematografico ma con una lunga carriera teatrale alle spalle. Quella di Kingsley nel ruolo di Gandhi è da sempre indicata come una delle maggiori somiglianze tra attore e personalità storica interpretata. Kingsley ricordava infatti così tanto il celebre attivista da aver impressionato molti nativi indiani, il quale pensavano si trattasse del fantasma del vero Gandhi. Per prepararsi ad interpretare Gandhi, l’attore ha poi speso molto tempo ad osservare vecchi filmati su di lui, per poterne imitare le movenze. Inoltre per diverse settimane ha praticato yoga e seguito una ferrea dieta che lo ha portato a perdere diverso peso, arrivando così ad una maggior somiglianza fisica con il noto attivista.

Nel film compaiono poi gli attori Rohini Hattangadi nel ruolo di Kasturba Gandhi, moglie dell’attivista, e Roshan Seth nei panni di Jawaharlal Nehru, altro noto attivista del movimento. L’attrice americana Candice Bergen interpreta la celebre fotografa Margaret Bourke-White, mentre Edward Fox è il Brigadiere Generale Reginald Dyer. John Mills e Martin Sheen interpretano rispettivamente Frederic Thesiger, viceré dell’India dal 1916 al 1921, e il giornalista Vince Walker, personaggio fittizio basato sul vero Webb Miller. Nel film compare inoltre il tre volte premio Oscar Daniel Day-Lewis, qui al suo secondo film nel ruolo di Colin, un delinquente di strada sudafricano che bullizza Gandhi.

Gandhi storia vera

Gandhi: la vera storia dietro il film

Portare sul grande schermo la quasi totalità della vita e dell’attività di Gandhi era un’impresa a dir poco spaventosa. Attenborough si è trovato a dover adattare in circa 3 ore di film ben 50 anni di storia, quantomai densa di eventi. Nonostante ciò, egli riuscì ad essere particolarmente accurato nel riproporre la storia del leader indiano. Il film contiene infatti episodi della vita di Gandhi realmente avvenuti, come il suo essere stato fatto scendere da una carrozza del treno in Sud Africa in quanto persona di colore. Da lì Gandhi intraprenderà la sua lotta per i diritti civili, che lo porterà poi a ritornare in India. Qui assiste, come mostrato nel film, al massacro di Amritsar, nel 1919, dove i soldati inglesi aprirono il fuoco contro un raduno di uomini, donne e bambini disarmati.

Sono poi fedelmente ritratti i numerosi arresti a cui Gandhi è andato incontro, senza che però questi scalfissero la sua volontà. Di particolare impatto è poi l’episodio dedicato alla celebre Marcia del Sale, verificatasi nel 1930, quando Gandhi e i suoi seguaci camminarono per quasi 400 miglia per produrre il sale essi stessi, sfuggendo così alla tassa britannica imposta sul tale bene. Non mancano poi momenti più privati della vita del leader, come il suo matrimonio con Kasturba Gandhi, fino a giungere alla fine del dominio britannico nel 1947. Inevitabilmente, il film si conclude con l’assassinio di Gandhi per mano del nazionalista Nathuram Godse, avvenuto nel 1948. Un evento che seppure ha privato il popolo indiano del suo leader, non ha tolto loro la speranza per il futuro.

Gandhi: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Gandhi grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 17 gennaio alle ore 21:15 sul canale La7.

Fonte: IMDb, Biography

 
 

The Amazing Spider-Man 3: 10 cose che vorrebbe vedere il pubblico

The Amazing Spider-Man film 2012 recensione

Spider-Man: No Way Home ha regalato ai fan un’esperienza cinematografica emozionante e, soprattutto, l’opportunità di vedere Tobey Maguire e Andrew Garfield vestire dopo tanto tempo i panni di Peter Parker. I due ex arrampica-muri si sono uniti al supereroe di Tom Holland nel MCU per la gioia dei fan di tutto il mondo, e la loro presenza nel film lo ha reso uno dei maggiori incassi di tutti i tempi.

A seguito del loro ritorno sul grande schermo, numerosi fan si sono battuti affinché Sony e Marvel portino a termine la trilogia sull’Uomo Ragno con Garfield, realizzando un ultimo grandioso capitolo: The Amazing Spider-Man 3. Ma cosa vorrebbe vedere il pubblico nello specifico? I fan hanno espresso le loro opinioni su Reddit, avanzando richieste ipotizzabili, ma anche alquanto sorprendenti.

1Peter che combatte un alieno

the amazing spider-man

Alcuni fan hanno avanzato richieste alquanto particolari riguardo a cosa includere in The Amazing Spider-Man 3 mentre altri hanno semplicemente manifestato idee che vorrebbero vedere incorporate, purché il terzo film venga realizzato. Per esempio, alcuni utenti Reddit credono che “Andrew meriti di combattere un alieno” dopo aver espresso il suo desiderio di farlo in Spider-Man: No Way Home.

Qualunque forma questo possa assumere dipenderà dalla Sony e dalla Marvel, ma una massiccia quantità di spettatori ha ammesso di avere questo desiderio, al pari di qualsiasi cosa che possa ricordare a Peter che è altrettanto straordinario come lo Spider-Man della versione di Tom Holland e Tobey Maguire.

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Guardiani della Galassia Vol. 3: Kevin Feige entusiasta del primo footage

Guardiani della Galassia Vol. 3

I Marvel Studios e Kevin Feige sono estremamente entusiasti del primo footage di Guardiani della Galassia Vol. 3 che hanno già visto, o almeno è quello che afferma il regista James Gunn.

Dopo la sua esperienza con Warner Bros per The Suicide Squad e ora per la serie su Peacemaker, James Gunn si è portato in Marvel molti dei suoi collaboratori come il compositore John Murphy e il coordinatore degli stunt Wayne Daglish per lavorare sul prossimo capitolo del MCU. Guardiani della Galassia Vol. 3 è entrato in fase di riprese nel novembre 2021 e, come molte produzioni, si è preso una piccola pausa per le vacanze. Ora le riprese sono riavviate e si dice che dureranno fino ad aprile 2022 per quanto riguarda le scene principali, con riprese aggiuntive previste successivamente.

In un’intervista con Collider per promuovere la nuova serie HBO Peacemaker, Gunn ha rivelato che Kevin Feige è molto contento del primo filmato di Guardiani della Galassia Vol. 3 che ha visto.

“Sta andando alla grande. Chukwudi Iwuji, che interpreta Murn in Peacemaker, è uno dei personaggi principali del film e la gente sta andando fuori di testa per quanto sia bravo questo ragazzo. Letteralmente fuori di testa. Penso di essere davvero felice. Ho mostrato un po’ di scene alla Marvel subito prima delle vacanze di Natale. Kevin è andato… Erano tutti davvero, davvero, davvero entusiasti. Ma poi, non sarà il film che la gente si aspetta… È diverso da quello che la gente si aspetterà. È stata una strada difficile, ma finora sono davvero contento”.

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff, Karen Gillan, Will Poulter insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.