Home Blog Pagina 5

Molly’s Game: la spiegazione del finale del film

Molly’s Game (qui la recensione) segna il debutto alla regia di Aaron Sorkin, già noto per la sua firma distintiva come sceneggiatore di film e serie televisive come The Social Network, Steve Jobs e The West Wing. Il film mostra l’evoluzione di Sorkin dalla scrittura al controllo completo della narrazione, pur mantenendo i dialoghi rapidi e serrati che lo caratterizzano. In questo senso, Molly’s Game si colloca nella sua filmografia come un’opera che unisce dramma biografico e tensione legale, confermando la capacità di Sorkin di raccontare storie reali complesse attraverso una struttura cinematografica vivace e ritmata.

La vicenda è basata sulla storia vera di Molly Bloom, una giovane atleta che si reinventa come organizzatrice di esclusivi tornei di poker ad alto rischio frequentati da celebrità, imprenditori e membri della criminalità organizzata. Il film esplora la sua ascesa nel mondo dei giochi clandestini, il controllo della sua rete e le conseguenze legali delle sue azioni. Questo biopic si distingue nel panorama di Sorkin per la sua attenzione al mondo del gioco d’azzardo e alla criminalità, temi che si intrecciano a quelli della perseveranza personale, dell’etica e della responsabilità individuale.

Molly’s Game si sviluppa come un dramma biografico con elementi di suspense legale e thriller finanziario, mettendo a confronto la morale e la determinazione del personaggio principale con le sfide di un ambiente altamente competitivo e rischioso. Rispetto ad altri lavori di Sorkin, il film affronta tematiche più contemporanee e mondane, come il potere, la fama e il denaro, pur mantenendo il focus sui conflitti interiori del protagonista e sulle dinamiche di potere tra i personaggi. Nel resto dell’articolo si proporrà una spiegazione dettagliata del finale del film, analizzando come si risolvono le vicende di Molly Bloom.

LEGGI ANCHE: Molly’s Game: la vera storia dietro al film

Molly's Game film
Idris Elba e Jessica Chastain in Molly’s Game

La trama di Molly’s Game

Protagonista del film è Molly Bloom, una giovane e carismatica speranza olimpica dello sci, costretta ad abbandonare lo sport dopo una grave lesione fisica. Dovendo costruirsi una nuova carriera, Molly intraprende gli studi di legge, ottenendo poi un lavoro estivo che la introduce all’ambiente del poker clandestino. Da qui Molly inizia una scalata al potere apparentemente inarrestabile, ma tutto prende una piega inaspettata quando si ritrova arrestata in piena notte dall’FBI. Costretta ad affrontare le accuse a suo carico per gioco d’azzardo illegale, Molly potrà contare su quello che è il suo unico alleato, l’avvocato difensore Charlie Jaffey.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Molly’s Game, Molly Bloom affronta le conseguenze delle sue azioni come organizzatrice di giochi di poker clandestini. Dopo il raid dell’FBI, che sequestra i suoi beni, Molly torna a vivere con la madre, cercando di riorganizzare la propria vita. La tensione cresce quando la pressione legale e le minacce dei giocatori, inclusi membri della mafia russa e italiana, la costringono a confrontarsi con le implicazioni etiche e personali delle sue scelte. In parallelo, Molly pubblica un libro per raccontare la sua storia, proteggendo l’identità della maggior parte dei partecipanti ai giochi.

Il film mostra quindi la preparazione e l’esito del processo legale. Molly si avvale dell’aiuto dell’avvocato Charlie Jaffey, che evidenzia il suo ruolo di protezione dei giocatori innocenti. La protagonista rifiuta un accordo favorevole che potrebbe compromettere l’anonimato dei partecipanti e decide di assumersi la responsabilità dei suoi atti. Il giudice riconosce che Molly non ha commesso reati gravi e le infligge una condanna lieve: 200 ore di servizi comunitari, un anno di libertà vigilata e una multa di 200.000 dollari. Questo chiude la narrazione principale con un bilanciamento tra colpa e responsabilità.

Jessica Chastain in Molly's Game
Jessica Chastain in Molly’s Game

Il finale porta a compimento i temi del film mostrando il contrasto tra ambizione, moralità e autonomia. Molly ottiene giustizia e protezione legale senza sacrificare i principi che l’hanno guidata nella gestione dei giochi. Il percorso legale e personale della protagonista sottolinea come il controllo delle proprie azioni, anche in un contesto ad alto rischio, e la protezione degli altri siano centrali nella sua crescita. Il film evidenzia il delicato equilibrio tra libertà personale e responsabilità, oltre al prezzo delle scelte coraggiose in un mondo dominato da potere e denaro.

Inoltre, il finale mette in luce il ruolo della lealtà e dell’integrità nella vita di Molly. La decisione di non rivelare i nomi dei giocatori principali e di affrontare il processo di persona rafforza il tema della protezione di chi si trova sotto la sua responsabilità. La risoluzione delle vicende legali funge da epilogo morale, sottolineando la capacità della protagonista di agire secondo coscienza e principi etici, pur all’interno di un ambiente legale e sociale complesso. La conclusione lega insieme le sfide personali e professionali affrontate durante tutto il film.

Il film lascia come messaggio centrale l’importanza della responsabilità personale e della trasparenza. Mostra come sia possibile affrontare le conseguenze delle proprie azioni mantenendo integrità e proteggendo gli altri, anche quando la situazione appare complessa e rischiosa. Molly’s Game evidenzia inoltre il potere della resilienza e della determinazione nel superare ostacoli legali, personali e morali, lasciando allo spettatore una riflessione sull’etica delle proprie scelte e sul valore di assumersi le responsabilità senza compromettere i propri principi.

Visions: la spiegazione del finale del film

Visions è un thriller psicologico firmato da Yann Gozlan, che sposta l’azione dal mondo delle indagini a un ambiente più intimo ma perturbante: la mente e la percezione della protagonista. Il film mescola tensione, ambiguità e spaesamento, costruendo un’atmosfera in cui sogno, ricordo e realtà si confondono, andando oltre il genere “thriller classico” per esplorare l’ossessione, il tradimento e l’instabilità emotiva.  Tra le particolarità di Visions c’è l’idea di partire da un pretesto “ordinario” (una vita apparentemente stabile, un matrimonio, una carriera professionale di successo) e di destabilizzarlo progressivamente attraverso impulsi nascosti, passioni sopite, visioni e incubi ricorrenti.

Gozlan, già autore di thriller come Boîte noire, utilizza lo spazio dell’aviatrice protagonista e la routine del “viaggio, lavoro, casa” per smantellare la certezza del controllo, trasformando la griglia del quotidiano in un terreno di violenza psicologica e disorientamento. Nel cast figurano Diane Kruger, che interpreta la protagonista Estelle, una pilota di linea; Mathieu Kassovitz, nel ruolo di Guillaume, suo marito medico; e Marta Nieto, che interpreta Ana, un personaggio dal passato ambiguo che riaccende nella protagonista desideri e domande represse.

Il trio garantisce alla storia una dimensione intensa e credibile, capace di generare tensione emotiva e sospetto costante. Come tutti i thriller psicologici che si rispettino, anche Visions lascia però diversi dubbi nello spettatore, una volta che si giunge al finale. Molte domande, inoltre, non trovano volutamente risposta, lasciata piuttosto alla libera interpretazione di chi ha appena finito di vedere il film. Nel corso dell’articolo si proporrà dunque una spiegazione approfondita del finale di Visions, cercando di chiarire come le rivelazioni, i colpi di scena e l’interpretazione finale si inseriscano nel contesto dei temi trattati e delle ambiguità narrative deliberate dal regista.

Diane Kruger nel film Visions
Diane Kruger nel film Visions

La trama di Visions

Protagonista di Visions è Estelle, brillante comandante di linea aerea, sposata con Guillaume, un medico rinomato. Alla ricerca della perfezione, Estelle ha sempre tutto sotto controllo. Quando però incontra casualmente Ana, una sua ex fiamma, Estelle si innamora di nuovo. Man mano che la loro relazione diventa sempre più intensa, Estelle ha visioni ricorrenti, incubi, allucinazioni. Quando poi Ana scompare misteriosamente, Estelle inizia a perdere il contatto con la realtà. Teme così che la sua vita sia in pericolo e inizia una spirale di follia, che la costringerà a fare scelte difficili mentre cerca di capire cosa sia reale e cosa frutto della sua percezione alterata.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Visions, Estelle si risveglia in ospedale dopo l’incidente e, progressivamente, i ricordi che aveva rimosso riaffiorano con dolorosa chiarezza. Le immagini confuse delle sue accuse contro Guillaume si ricompongono mentre scopre la verità: non è stato suo marito a uccidere Ana, bensì lei stessa, in un momento di gelosia incontrollata e ferocia improvvisa. L’omicidio, nascosto dal trauma e dall’anestetico somministrato da Guillaume per proteggerla, ritorna in superficie, obbligandola a confrontarsi con la parte più buia di sé e con le conseguenze delle proprie azioni.

Una volta ricostruita la verità, Estelle sceglie di non denunciare Guillaume e di accettare il patto tacito che li lega, fatto di colpa, silenzi e protezione reciproca. I due tornano a casa insieme, apparentemente pronti a ricominciare, ma segnati da una realtà che non può essere cancellata. Nell’ultima scena, Estelle chiede al marito di fermarsi vicino alla scogliera: da lì osservano una donna in costume rosso emergere dal mare, immagine che richiama il prologo. La ripetizione della visione chiude il racconto, suggerendo un ciclo perturbante e il confine fragile tra memoria e allucinazione.

Diane Kruger in Visions
Diane Kruger in Visions

Il finale di Visions porta così a compimento uno dei temi centrali del film: l’instabilità della percezione e la capacità della mente di distorcere la realtà per proteggersi dalla colpa. La figura della donna in rosso, vista sia all’inizio che alla fine, non è un’apparizione sovrannaturale, ma un segno simbolico: rappresenta l’immagine che Estelle ha represso e che continua a riaffiorare, una memoria che non può essere del tutto sepolta. La scena mostra come la protagonista viva sospesa tra consapevolezza e rimozione, incapace di separare ciò che accade davvero da ciò che la mente le restituisce.

Attraverso questo epilogo, Gozlan conclude la riflessione sui limiti del controllo e sull’autoinganno come meccanismo di sopravvivenza. La colpa di Estelle non viene punita né risolta, ma assorbita in un equilibrio tossico che lei stessa accetta pur di non affrontare la distruzione totale della sua identità. L’unione finale con Guillaume, anziché essere un gesto d’amore, diventa un’alleanza nel nascondimento. Il film afferma così che la verità emotiva può essere più insopportabile della menzogna, e che la psiche umana sceglie spesso la via più distorta, ma più sopportabile, per continuare a esistere.

Visions lascia allo spettatore un messaggio inquietante: ciò che percepiamo come certo può essere frutto di selezioni, omissioni e distorsioni operate dal nostro stesso inconscio. Estelle crede a una versione dei fatti perché è l’unica che può tollerare, e il film mostra quanto sia facile confondere ricordo e desiderio, paura e realtà. La conclusione ciclica suggerisce che alcuni traumi non scompaiono, ma ritornano sotto forma di immagini che la mente non smette di rielaborare. È un finale che invita a interrogarsi sulla fragilità dell’identità e sull’oscurità che può celarsi dietro ogni convinzione.

The Truman Show: la spiegazione del finale del film

Il finale del film del 1998 The Truman Show ha resistito alla prova del tempo grazie alla sua forte risonanza emotiva. Il film racconta la vita quotidiana del protagonista, Truman, che vive in un gigantesco set popolato da attori e scenari finti, dove la sua stessa esistenza è alla base di un reality show. Affrontando l’ossessione delle persone per i reality show ed esplorando al contempo concetti filosofici più ampi, il trio composto dal regista Peter Weir (L’attimo fuggente), dallo sceneggiatore Andrew Niccol (In Time) e dal protagonista Jim Carrey ha centrato l’obiettivo con un finale destinato a rimanere nella storia.

Sebbene il finale di The Truman Show segua un approccio lineare rispetto ad altri drammi esistenziali di Carrey, come Eternal Sunshine of the Spotless Mind e Man on the Moon, esso apre la strada a una discussione più ampia. La lotta di Truman Burbank per distinguere tra la realtà e la falsità della sua vita dà vita a un interessante discorso sulla percezione del mondo in cui vive il pubblico. Ma quando Truman finalmente scopre la verità e lotta per “dirigere” la propria vita, viene affrontato anche un tema più ampio, quello dell’indipendenza mentale.

Cosa succede nel finale di The Truman Show?

Contrariamente agli sforzi di alcuni membri del cast di sabotare lo show, il regista Christof fa del suo meglio per mantenere Truman entro i confini della finta città di Seahaven. Desideroso di avventurarsi nel mondo reale, Truman supera la sua paura dell’acqua e alla fine di The Truman Show parte per il mare su una piccola barca. Christof cerca di capovolgere la barca scatenando una violenta tempesta, ma Truman riesce comunque a nuotare fino a mettersi in salvo, raggiungendo l’uscita del set e pianificando la sua grande mossa. Sotto pressione per continuare lo show, Christof cerca di convincere Truman che può ancora condurre una vita facile se rimane nel mondo artificiale.

Dopo aver finalmente deciso di vivere come un individuo libero, il tragico protagonista interpretato da Jim Carrey pronuncia per l’ultima volta la sua frase celebre: “Nel caso non vi rivedessi più… buon pomeriggio, buona sera e buona notte”. Truman si inchina e se ne va con un sorriso, a indicare che è ancora grato al suo pubblico nonostante abbia vissuto una vita di menzogne per loro. Con il sole che splende su di lui, The Truman Show si conclude con una nota ottimistica. Il futuro del protagonista è incerto, ma almeno ha qualcuno che può aiutarlo in questo viaggio, dato che anche Sylvia (che ha recitato come sua compagna di college) si precipita a salutarlo alla fine.

Laura Linney The Truman Show

Gli spettatori devono trovare un nuovo programma

La conclusione speranzosa della prigionia di Truman alla fine di The Truman Show segna una sconfitta per Christof, che aveva dedicato tutta la sua vita e la sua abilità creativa allo sviluppo del programma più realistico possibile. Anche se The Truman Show non avrà un seguito, il pubblico non ha nulla da perdere, poiché presto passerà a un altro programma televisivo di cui appassionarsi. Gli spettatori dello show, empatizzando con la mancanza di autonomia di Truman, lo acclamano quando finalmente lascia Seahaven. Negli ultimi secondi del film, gli spettatori si chiedono addirittura cosa altro c’è in televisione, uno sguardo satirico sul consumatore capitalista americano medio che deve cercare un nuovo prodotto.

Christof può essere sia Dio che il Diavolo

Durante tutto The Truman Show, Truman può sentire la voce di Christof attraverso l’impianto audio del set, proprio come Dio che appare in visioni dal cielo. Truman può comunque essere visto come un mortale che mette in discussione la propria fede, con Christof che funge da figura divina delle religioni abramitiche. Ancora una volta, proprio come gli dei in diverse mitologie, Christof non solo crea il mondo di Truman, ma ha anche la capacità di manipolare il tempo e cambiare il suo ambiente. Il cast e i membri della troupe possono essere equiparati agli angeli in questo caso, poiché eseguono gli ordini di Christof.

Allo stesso tempo, un punto di vista alternativo può suggerire che Christof fosse in realtà Lucifero, che ha creato un mondo artificiale di tentazioni per attirare Truman. Naturalmente, il mondo reale sarà pieno di inevitabili dolori e sofferenze, come lo stesso Christof avverte Truman. Tuttavia, l’uomo sceglie di allontanarsi dall’oscurità del diavolo e di camminare verso la luce. La scala illuminata dal sole alla fine rafforza questa interpretazione. Proprio come le personificazioni bibliche del male come Belial, Christof prospera sulla paura che è racchiusa nell’acquafobia di Truman. Tuttavia, nel finale, Truman acquisisce una consapevolezza tale da poter superare questa paura e viaggiare in sicurezza verso il mondo esterno.

The Truman Show significato

In che modo The Truman Show ha previsto il boom dei reality show?

Sebbene il concetto di reality show esistesse già molto prima del 1998, l’enfasi posta da The Truman Show sul potenziale capitalistico del voyeurismo era chiaramente visibile nei reality show che hanno fatto la loro comparsa a partire dagli anni 2000. Il film è senza dubbio un fenomeno della cultura popolare, dato che i suoi temi hanno anticipato l’interesse globale per i reality show televisivi, come gli italiani L’isola dei famosi, Grande Fratello, Tempation Island e così via. Sebbene la maggior parte di essi sia sceneggiata, alcuni meta-esempi finiscono per essere più vicini alla visione di The Truman Show (con la maggior parte delle persone riprese dalla telecamera che non sanno di essere registrate).

Il vero significato del finale di The Truman Show

The Truman Show è in definitiva una storia sullo spirito umano in una realtà fabbricata. Anche se narrazioni simili di un eroe che acquisisce una coscienza simile sono ambientate in contesti distopici (Dark City, Matrix, Blade Runner), The Truman Show è ambientato in modo interessante nella città perfetta di Seahaven. L’aspetto suburbano della città, con le sue staccionate bianche, sembra riflettere l’illusione del Grande Sogno Americano degli anni ’50. In effetti, tutta la vita di Truman fino a quel momento si è svolta come un sogno. Il finale mostra quindi che Truman è finalmente pronto a uscire da questo sogno e ad accettare la realtà.

Leggi anche: The Truman Show: il significato del film con Jim Carrey

Young Sherlock: le prime immagini della serie di Guy Ritchie per Prime Video

0

Prime Video ha rilasciato le prime immagini di Young Sherlock, con protagonista Hero Fiennes Tiffin (film della saga di After) nei panni di Sherlock Holmes. Questa emozionante serie, realizzata dal visionario regista ed executive producer Guy Ritchie, racconta la storia delle origini di Sherlock Holmes, in un giallo irriverente e ricco di azione che segue le prime avventure dell’iconico detective. Young Sherlock debutterà in esclusiva su Prime Video in oltre 240 paesi e territori nel mondo il prossimo anno.

Con tutta l’arguzia e il fascino dei lungometraggi di Sherlock Holmes di Guy Ritchie, Young Sherlock segue la storia delle origini dell’amato detective nato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle, in una rivisitazione esplosiva dei primi anni di vita di questo iconico personaggio. Sherlock Holmes è un giovane caduto in disgrazia, istintivo e senza filtri, che si ritrova coinvolto in un caso di omicidio che minaccia la sua libertà. Il suo primo caso svelerà una cospirazione internazionale che cambierà la sua vita per sempre. Ambientata negli anni ’70 dell’Ottocento ad Oxford, con incursioni all’estero, la serie rivela le prime prodezze del giovane ribelle, che deve ancora diventare il più rinomato residente di Baker Street.

Il cast di Young Sherlock include Dónal Finn (La Ruota del Tempo), Zine Tseng (Il problema dei 3 corpi), Joseph Fiennes (Il racconto dell’ancella), Natascha McElhone (Halo), Max Irons (Condor) e Colin Firth (Il discorso del re). Guy Ritchie è regista ed executive producer. La serie è scritta da Matthew Parkhill, che figura anche come executive producer insieme a Dhana Gilbert, Marc Resteghini, Simon Maxwell, Ivan Atkinson, Simon Kelton, Colin Wilson e ai co-executive producer Harriet Creelman e Steve Thompson.  Motive Pictures ha guidato la produzione fisica di Young Sherlock.

Plaion Pictures lancia due nuovi canali su Prime Video

0

Plaion Pictures ha lanciato in streaming due nuovi mondi da scoprire: CineMadame Plus e Cartoon Club su Prime Video dedicati al pubblico femminile e alle famiglie.

Con le festività in arrivo, il panorama dell’offerta digitale dell’intrattenimento si arricchisce con il lancio da ieri, 3 dicembre, di due nuovi canali SVOD su Prime Video pensati per accompagnare i momenti di relax, di condivisione e di ispirazione delle donne, dei bambini e delle famiglie: CineMadame Plus e Cartoon Club. Una proposta che nasce dal desiderio di rispondere ai diversi modi di vivere l’intrattenimento, in qualsiasi momento della giornata, che si tratti di ritagliarsi un momento per sé o di scegliere un film o una serie che metta d’accordo grandi e piccoli.

CineMadame Plus: emozioni al femminile per tutti i gusti

Uno spazio dedicato alle spettatrici che cercano storie in cui riconoscersi, emozionarsi, sognare e ritrovare un po’ di sé. CineMadame Plus porta in streaming un’offerta di oltre 100 film, aggiornata mensilmente, pensata per coinvolgere e intrattenere grazie a un mix di romance, commedia e light thriller. Grandi storie con grandi donne protagoniste – da Isabelle Huppert a Selena Gomez, passando per il premio Oscar® Judi Dench – una selezione dedicata a tutte le sfumature della femminilità e che offre ogni giorno la storia perfetta per il proprio umore.

Tra i titoli già disponibili troviamo, tra gli altri:

  • Greta, thriller con Isabelle Huppert e Chloë Grace Moretz
  • il fiabesco Tre noci per Cenerentola con protagonista l’attrice e compositrice Astrid S, nota per aver partecipato aSkam
  • Una seconda occasione, l’inteso dramedy con Dustin Hoffman, Dianna Agron, Simon Helberg, Candice Bergen
  • il drammatico Sei minuti a mezzanotte con Nigel Lindsay e Judi Dench
  • la commedia teen This Is The Year prodotta da Selena Gomez

Cartoon Club: mille cartoni, mille sorrisi e zero noia per tutta la famiglia

Un canale dove animazione, fantasia e leggerezza si fondono regalando un magico luogo di incontro tra i grandi e i più piccoli. Cartoon Club nasce per offrire contenuti sicuri, divertenti e adatti alla visione dei più piccoli ma anche condivisa con i genitori per collezionare momenti insieme in famiglia. Il canale debutta con oltre 100 titoli tra film di animazione e serie animate (per tutte, subito disponibili i primi 8 episodi, con aggiornamento settimanale degli episodi). Dai personaggi amati da intere generazioni come Asterix, Doraemon e L’Ape Maia ai mitici Gormiti, l’offerta viene ulteriormente aggiornata con novità mensili che rinnovano continuamente la programmazione. Un luogo sicuro, colorato e pieno di storie per condividere tempo di qualità con i bambini… senza temere la noia.

Tra i titoli già disponibili troviamo:

  • Dal pluripremiato studio Aardman, il divertentissimo racconto animato in stop-motion Shaun, Vita Da Pecora – Il Film
  • Doraemon – Il Film 2, in una nuova avventura capace di emozionare tutta la famiglia
  • L’Ape Maia – Salviamo Verdemondo, con la piccola Maia e l’inseparabile amico Willy alle prese con una nuova missione.

Grazie alla partnership con DeAPlaneta l’offerta si arricchisce di tante serie animate tra cui le indimenticabili: Heidi, Vicky il Vichingo, Pippi Calzelunghe, Gormiti e altri ancora.

Questi e molti altri titoli sono già disponibili, grazie a Plaion Pictures, sui canali CineMadame Plus e Cartoon Club su Prime Video.

Mercy: Sotto Accusa, il trailer con Chris Pratt e Rebecca Ferguson

0

Amazon MGM STUDIOS ha diffuso il trailer italiano ufficiale di Mercy: Sotto Accusa, il nuovo film di Timur Bekmambetov con protagonisti Chris Pratt, Rebecca Ferguson. Il film arriverà in Italia il 22 gennaio 2026 distribuito da SONY.

La trama di Mercy: Sotto Accusa

In un futuro non lontano, un detective (Chris Pratt) è sotto processo, accusato di aver ucciso sua moglie. Ha solo 90 minuti per dimostrare la propria innocenza davanti al Giudice, un’intelligenza artificiale avanzata (Rebecca Ferguson) che lui stesso aveva contribuito a creare in passato, prima che decida il suo destino.

Avatar: Fuoco e Cenere, il cast presenta il film di James Cameron a Milano

Abbiamo incontrato Sam Worthington (Jake), Stephen Lang (Quaritch), Bailey Bass (Tsireya), Trinity Jo-Li Bliss (Tuk) e Jack Champion (Spider), martedì 9 gennaio, in occasione della presentazione di Avatar: Fuoco e Cenere, il terzo capitolo del franchise ambientato su Pandora che James Cameron sta regalando con grande abnegazione al suo pubblico.

Il cast ha presenziato alla conferenza stampa durante la quale ha parlato del film, commentando in maniera entusiasta sia la partecipazione all’intera saga, sia il grande privilegio che rappresenta, per ognuno di loro, essere parte del processo creativi di James Cameron.

Stephen Lang, che come Warthington fa parte del progetto dai tempi del primo film nei panni di Quaritch, ha dichiarato: “È una benedizione, professionale e personale, essere associato a un individuo visionario e creativo come James e a una squadra di colleghi, quelli qui e quelli in giro per il mondo, che apportano un tale livello di impegno in questo progetto che è nato dalla mente di Jim. Ne facciamo parte da anni, ormai, ed è un regalo che ci viene continuamente fatto.” 

Bailey Bass, interprete della metkayina Tsireya, aggiunge: “Credo sia interessante, specialmente per chi di noi è stato scelto da molto giovane, far parte di un progetto del quale non capivamo a pieno la portata. Cameron ha davvero cambiato la storia del cinema ed è emozionante far parte dall’inizio a questo progetto. È davvero una benedizione far parte di una storia così importante, emozionante, con così tanta azione e allo stesso tempo così legata alla narrazione.”

Per Jack Champion, che invece interpreta “l’umano” Spider, essere parte di questa avventura è “l’onore della vita. Non sarei chi sono se non avessi avuto questo ruolo. Lo faccio da quando avevo 12 anni, è stata davvero la più grande benedizione della mia vita.” 

Tutto è connesso – Avatar: Fuoco e Cenere

Come dice giustamente Bass, Avatar non è solo avventura e azione, ma caratterizza le sue storie con uno spiccato centro emotivo, a cui corrispondono le dinamiche familiari e affettive che dominano le relazioni trai personaggi. Per Sam Warthington, ovvero Jake Sully in persona: “Credo che quando Jim era al lavoro sulla costruzione della storia, molti temi fondanti del film si sono poi condensati intorno al concetto di famiglia e di dinamica che la regola. Quello è il centro della storia e anche il modo in cui sopravvivi in una famiglia che si scontra con quelle circostanze, che può essere sia la guerra stessa ma anche il costante cambiamento dello scenario in cui sono ambientate le vicende.” “L’amore che questi personaggi hanno l’uno per l’altro, i legami familiari sono l’aspetto con cui tutti possiamo identificarci. Tutto quello che davvero abbiamo è il legame con gli altri, e Jim con questi film ci spiega proprio che siamo tutti connessi” conclude Warthington.

Cortesia The Walt Disney Company Italia

Trinity Jo-Li Bliss, che invece interpreta la piccola Tuk, ha dichiarato che uno degli aspetti più interessanti di questi legami familiari che vengono raccontati con tale potenza nel film è quello della “famiglia per scelta”. “E’ qualcosa che James racconta benissimo in tutti i film di Avatar. Io adoro come nel genere sci-fi riesce a inserire questo aspetto di strettissimi legami in cui non rivedo solo me, ma anche le dinamiche che mi legano ai miei cari. Sembra ricordarci che per quanto possiamo essere diversi, siamo comunque più simili che diversi… ed è bello vedere come questo aspetto di comunità e connessione si dipani in tutto Avatar: Fuoco e Cenere“.

Nelle parole di Sam Worthington, Fuoco e Cenere e La via dell’acqua erano un solo film, all’inizio, e si sono poi separati, ma mantengono lo stesso cuore di relazioni e rapporti, quindi in questo sono in continuità, ma Fuoco e Cenere va molto più a fondo nelle emozioni. “Quando la morte colpisce nel secondo film, sapevamo che quel momento avrebbe avuto un fortissimo impatto sul terzo film”. 

In un panorama cinematografico oggettivamente complesso e con la situazione delle sale in continuo peggioramento, l’arrivo di Avatar: Fuoco e Cenere in sala può rappresentare una boccata d’aria. Dopotutto alcuni film sono fatti ESCLUSIVAMENTE per essere guardati al cinema, e vedere questo film in una sala e su uno schermo molto grande è un “cine-must” con conclude Trinity Jo-Li Bliss.

Avatar: Fuoco e Cenere arriva in sala dal 17 dicembre, distribuito da The Walt Disney Company Italia.

Avengers: Doomsday, il film potrebbe concentrarsi su Dottor Destino contro Capitan America

Quando Marvel Studios ha annunciato il cast di Avengers: Doomsday a marzo, il video di quattro ore si è concluso con le sedie per Pedro Pascal e Robert Downey Jr. Ciò ha portato molti fan a sperare che i fratelli Russo stessero anticipando che la relazione tra Mister Fantastic e Dottor Destino avrebbe avuto un ruolo importante nella storia. Victor Von Doom è poi apparso nella scena a metà dei titoli di coda di I Fantastici Quattro: Gli Inizi, ma per quanto ne sappiamo, la variante di Doom interpretata da Downey non ha alcun legame con la versione della Prima Famiglia Marvel di Earth-828.

Questo è stato un grande disappunto per molti fan dei fumetti, e Avengers: Doomsday, che potrebbe essere il luogo in cui questa squadra incontra Doom per la prima volta, lascia molto materiale interessante sulla pagina. Naturalmente non c’è nulla di confermato al riguardo, e questa nuova voce potrebbe frustrare molti di voi. Secondo il leaker @variablelace, infatti, la maggior parte di Avengers: Doomsday ruoterà attorno a Dottor Destino contro Capitan America.

In seguito, lo scoop di @MyTimeToShineH ha aggiunto: “[Downey] e [Chris] Evans non avrebbero nemmeno fatto parte di The Kang Dynasty, e ora non solo sono tornati, ma saranno anche i protagonisti di Doomsday”. Sulla base delle voci precedenti, Doom arriverà su Earth-616 con l’intenzione di far pagare a Steve il fatto di aver viaggiato indietro nel tempo per ottenere il suo lieto fine con Peggy Carter alla fine di Avengers: Endgame.

A quanto pare, interferire con la linea temporale in tal modo ha causato l’Incursione che non solo ha distrutto il mondo di Doom, ma forse ha anche innescato una reazione a catena destinata a concludersi con la fine del Multiverso. I fan hanno passato anni a dire che volevano vedere cosa fosse successo a Cap alla fine di Avengers: Endgame, e il prossimo sembra che esaudirà questo desiderio.

Il fatto che ciò avvenga a scapito della rivalità di Doom con Reed Richards sarà sicuramente un problema per alcuni, e potrebbe non essere l’unica delusione legata ai Fantastici Quattro, ma il confronto tra i due avverrà senz’altro prima o poi, considerando che Doom sembra essere molto interessato a Franklin Richard. Se non sarà in Avengers: Doomsday, ciò potrebbe facilmente avvenire in Avengers: Secret Wars.

LEGGI ANCHE: Avengers: Endgame tornerà al cinema nel 2026, prima di Avengers: Doomsday

Cosa sappiamo di Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars arriveranno in sala rispettivamente il 18 dicembre 2026, e il 17 dicembre 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe e Anthony Russo, che tornano anche nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

La sinossi ufficiale conferma il ritorno di Robert Downey Jr. all’interno dell’universo Marvel, questa volta nel ruolo di Doom. La trama resta però al momento sotto riserbo. Stephen McFeely e Michael Waldron risultano accreditati come sceneggiatori.

Il cast di Avengers: Doomsday è stato rivelato per la prima volta durante una diretta streaming a sorpresa della Marvel Studios, in cui diverse sedie hanno svelato il ritorno di numerosi attori. Una delle grandi novità è il ritorno di diversi attori degli X-Men dell’era Fox-Marvel.

Sono confermati nel cast del film (per ora): Paul Rudd (Ant-Man), Simu Liu (Shang-Chi), Tom Hiddleston (Loki), Lewis Pullman (Bob/Sentry), Florence Pugh (Yelena), Danny Ramirez (Falcon), Ian McKellen (Magneto), Sebastian Stan (Bucky), Winston Duke (M’Baku), Chris Hemsworth (Thor), Kelsey Grammer Bestia), James Marsden (Ciclope), Channing Tatum (Gambit), Wyatt Russell (U.S. Agent), Vanessa Kirby (Sue Storm), Rebecca Romijn (Mystica), Patrick Stewart (Professor X), Alan Cumming (Nightcrawler), Letitia Wright (Black Panther), Tenoch Huerta Mejia (Namor), Pedro Pascal (Reed Richards), Hannah John-Kamen (Ghost), Joseph Quinn (Johnny Storm), David Harbour (Red Guardian), Robert Downey Jr. (Dottor Destino), Ebon Moss-Bachrach (La Cosa), Anthony Mackie (Captain America).

Fallout – Stagione 2: le prime immagini dell’iconica Novac

0

Prime Video ha presentato in anteprima assoluta una scena dalla seconda stagione di Fallout, che svela l’iconica location di Novac e il beniamino dei fan, Dinky il T-Rex. In questa imperdibile clip, Lucy, il Ghoul e CX404, alias Dogmeat, si scontrano con i feroci Wastelanders mentre attraversano il Mojave verso New Vegas. Durante il panel dedicato alla serie che si è tenuto al CCXP, la mega convention brasiliana dedicata alla cultura pop che si tiene ogni anno a San Paolo, gli attori Ella Purnell, Aaron Moten, Walton Goggins e Justin Theroux hanno presentato una versione estesa della scena in esclusiva agli oltre 3.500 fan entusiasti che hanno seguito il panel dedicato a Fallout tenutosi sul Thunder Stage.

Oltre al panel dedicato alla serie, migliaia di partecipanti alla convention sono stati catapultati nel mondo di Fallout grazie ad un’attivazione immersiva creata da Prime Video nell’area espositiva, che ha trasportato i fan nel cuore dell’azione della nuova stagione e di New Vegas, con esperienze esclusive e foto opps uniche.

La nuova stagione riprenderà dall’epico finale della prima e accompagnerà il pubblico in un viaggio attraverso le terre desolate del Mojave fino alla città post-apocalittica di New Vegas. L’attesa seconda stagione in otto episodi debutterà il 17 dicembre, con un episodio a settimana fino al finale di stagione del 4 febbraio 2026, in esclusiva su Prime Video in oltre 240 paesi e territori nel mondo.

La serie vede protagonisti Ella Purnell (Yellowjackets, Sweetpea), Aaron Moten (Emancipation – Oltre la libertà, Father Stu), Walton Goggins (The White Lotus, The Righteous Gemstones), Kyle MacLachlan (Twin Peaks), Moisés Arias (Il re di Staten Island) e Frances Turner (The Boys).

Fallout è prodotta dalla Kilter Films, con gli executive producer Jonathan Nolan, Lisa Joy e Athena Wickham. Geneva Robertson-Dworet e Graham Wagner sono executive producer, creatori e showrunner. Todd Howard di Bethesda Game Studios è executive producer insieme a James Altman per Bethesda Softworks. Margot Lulick figura, inoltre, tra gli executive producer. La serie è prodotta da Amazon MGM Studios e Kilter Films, in associazione con Bethesda Game Studios e Bethesda Softworks.

Tutti gli episodi della prima stagione sono attualmente disponibili su Prime Video.

The Boys – Stagione 5: cosa succederà alla povera Ashley Barrett?

0

La povera Ashley Barrett non ha mai avuto vita facile in The Boys. Spesso orribile, a tratti tragica, la performance di Colby Minifie rende impossibile considerare Ashley come irrecuperabile, nonostante i vari peccati commessi nelle ultime quattro stagioni. Ecco perché gli spettatori sarebbero perdonati per aver esultato in silenzio quando Ashley si è iniettata il Composto V alla fine della quarta stagione di The Boys, risparmiandosi la violenta eliminazione dello staff di Patriota.

Il trailer di The Boys – Stagione 5 offre un importante aggiornamento su Ashley

Il trailer di The Boys – Stagione 5 offre un’immagine chiara di Ashley Barrett. Appare subito in forma, in salute, in controllo – meglio che mai, in realtà. Ancora più importante, Ashley sembra aver ottenuto un nuovo lavoro. Il suo corpo nasconde la scritta, ma Ashley è chiaramente in piedi davanti a un cartello della Casa Bianca, e si può dedurre che ora lavori come addetta stampa del Presidente Calhoun.

Data la forte inclinazione politica che The Boys ha adottato fin dall’inizio della serie nel 2019, si può solo immaginare la satira che deriverà dall’incarico di addetta stampa assegnato ad Ashley. Essendo una vera e propria donna d’affari alla Vought, Ashley userà inevitabilmente la sua posizione per predicare la supremazia, diffondere bugie su Starlight e giustificare i campi tirannici utilizzati per contenere i nemici di Patriota.

La cosa più curiosa di tutte è: come si allinea la perfettamente normale Ashley del trailer della quinta stagione di The Boys con i mostruosi cambiamenti visti alla fine della quarta stagione e impliciti nei commenti di Sister Sage in Gen V? Come può Ashley non essere in condizioni idonee per dirigere la Vought, ma poter servire come addetta stampa della Casa Bianca?

È possibile che, tra la seconda stagione di Gen V e la quinta stagione di The Boys, Ashley riprenda il controllo di sé e dei suoi nuovi poteri, tornando finalmente alla ribalta. O forse si sta delineando una situazione alla Jekyll e Hyde: a volte Ashley è la solita persona (come vediamo nel trailer della quinta stagione), ma le sue trasformazioni sono improvvise e imprevedibili. Questo dovrebbe rendere le sue conferenze stampa più interessanti.

Cosa rivela il ritorno di Ashley nella quinta stagione di The Boys sul regime di Patriota

La posizione di Ashley come addetta stampa della Casa Bianca confermerebbe il fatto che, anche se il nome di Calhoun è sulla porta dello Studio Ovale, Patriota è il vero Presidente degli Stati Uniti all’inizio di The Boys – Stagione 5. Ashley è uno dei pochi personaggi di The Boys di cui Patriota si fida in qualche modo (o almeno crede che sia troppo intimidita per sfidarlo apertamente), quindi sceglierla come portavoce della Vought ha perfettamente senso.

Questo dimostra il controllo completo di cui Patriota gode ora sugli Stati Uniti. Non sarebbe davvero sorprendente vedere Black Noir come Segretario della Difesa e The Deep come Segretario di Stato. La domanda per Patriota è quanto possa davvero contare su Ashley come pilastro del suo regime. Non solo lei ha segretamente lavorato contro di lui di tanto in tanto, come ad esempio cancellando il filmato che confermava la sopravvivenza della regina Maeve, ma una trasformazione inopportuna in un mostro sarebbe una pessima pubblicità.

Patriota ha pure affidato a Ashley il ruolo di sua addetta stampa nella quinta stagione di The Boys, ma è una decisione di cui potrebbe pentirsi alla fine.

Donald Trump commenta l’acquisizione di Warner Bros. da parte di Netflix

Dopo la vittoria di Netflix nella corsa all’acquisizione di Warner Bros. con un’offerta di 82,7 miliardi di dollari, Paramount ha presentato una nuova proposta per un possibile takeover ostile. Ora, durante un incontro alla Casa Bianca, anche il presidente Donald Trump ha detto la sua in merito, dichiarando di non sostenere né Netflix né Paramount.

Conosco bene queste aziende. So cosa stanno facendo, ma devo vedere… quale percentuale di mercato hanno. Dobbiamo vedere la percentuale di mercato di Netflix, la percentuale di Paramount. Nessuna di queste aziende è particolarmente mia amica. Voglio fare la cosa giusta.”

Trump ha poi confermato di aver incontrato di recente il co-CEO di Netflix, Ted Sarandos, definendolo “un uomo fantastico”, ma – stando a quanto riportato da Bloomberg – ha aggiunto anche: “Ho molto rispetto per lui, ma è una grande quota di mercato. Non c’è dubbio. Potrebbe essere un problema.

L’incontro con Sarandos ha riguardato la fusione di Netflix con Warner Bros. e l’integrazione di HBO Max, che conta circa 128 milioni di abbonati, nella piattaforma di streaming di Netflix, già con oltre 300 milioni di utenti. Trump ha sottolineato che l’acquisizione dovrà passare attraverso una revisione normativa: “Deve seguire un processo, e vedremo cosa succede… Sarò coinvolto in quella decisione.

La transazione sarà valutata dal Dipartimento di Giustizia e dalla Federal Trade Commission, con possibili implicazioni antitrust legate alla quota di mercato combinata di Netflix e Warner Bros. La questione del futuro delle uscite cinematografiche teatrali e della libreria streaming di HBO Max resta al centro delle valutazioni del mercato.

LEGGI ANCHE: 

Paul Dano si unisce al cast del thriller psicologico di Florian Zeller “Bunker”

Paul Dano è stato ufficialmente confermato nel cast di Bunker, il nuovo thriller psicologico diretto da Florian Zeller (The Father, The Son). L’attore affiancherà Javier Bardem e Penélope Cruz, insieme a Stephen Graham e Patrick Schwarzenegger, come riportato da Variety.

Siamo entusiasti di accogliere Paul Dano nel cast,” ha dichiarato Zeller. “Da Little Miss Sunshine a Il petroliere, Paul mi ha sempre impressionato come attore. Possiede un’eccezionale singolarità, qualcosa di veramente unico, e in questo senso è davvero insostituibile.”

Le riprese di Bunker sono iniziate la scorsa settimana. Il film segue un architetto incaricato di progettare un bunker di sopravvivenza per un magnate della tecnologia; nel corso del progetto, sua moglie comincia però a riconsiderare il loro matrimonio di 17 anni. Il film si propone come un’intensa esplorazione delle tensioni personali ed etiche che una coppia deve affrontare in un mondo sempre più instabile, mettendo in luce il tumulto interiore e le decisioni complesse della vita contemporanea.

Zeller ha affermato di aver scritto il film pensando specificamente a Bardem e Cruz, ispirandosi alla loro relazione reale per esplorare le dinamiche di una coppia e il confine tra realtà e finzione. Il regista ha infatti attraverso i due attori e il loro reale legame, l’obiettivo di esplorare le complessità di una relazione fondendo l’autenticità emotiva con una “sfocatura tra realtà e finzione”.

Per quanto riguarda Paul Dano, l’improvviso aumento di attenzione – scatenato da Tarantino che lo ha definito sopravvalutato a “il peggior attore del sindacato attori – ha suscitato un’ondata di sostegno da parte dei suoi colleghi. Evidentemente nessuno la pensa come Tarantino in questo caso e Dano può continuare la sua brillante carriera sapendo di avere il sostegno dell’intera industria.

Netflix garantisce la distribuzione nelle sale dei film della Warner Bros. 

Mentre il settore è impegnato nella battaglia tra Netflix e Paramount per l’acquisto della Warner Bros., il gigante dello streaming ribadisce i suoi piani di distribuzione nelle sale cinematografiche per i futuri film dello studios. Tre giorni fa, come noto, è stato ufficialmente confermato che Netflix avrebbe acquistato Warner Bros. con un accordo multimiliardario, prima che Paramount lanciasse un’offerta pubblica di acquisto ostile.

La Warner Bros. esaminerà la nuova offerta della Paramount e annuncerà la sua decisione entro 10 giorni lavorativi. Poiché Netflix vuole ancora portare a termine l’accordo, i suoi co-amministratori delegati Ted Sarandos e Greg Peters hanno rilasciato alcune dichiarazioni per placare una delle principali preoccupazioni relative all’acquisizione dello storico studio hollywoodiano da parte del gigante dello streaming, riguardante i piani di distribuzione nelle sale cinematografiche.

Deadline riporta infatti che i dirigenti di Netflix hanno partecipato oggi a una conferenza telefonica con Wall Street, durante la quale Sarandos ha assicurato che Netflix continuerà a distribuire nei cinema i film della Warner Bros. “Con questa transazione, acquisiamo tre attività in cui attualmente non siamo presenti”, ha affermato Sarandos. “Una di queste è uno studio cinematografico con un sistema di distribuzione nelle sale”.

Siamo profondamente impegnati a distribuire quei film esattamente come verrebbero distribuiti oggi”, ha affermato Sarandos. “Vogliamo continuare a gestire tutte e tre queste nuove attività [distribuzione cinematografica, produzione televisiva e HBO] sostanzialmente come sono ora. […] Quando l’accordo sarà concluso, entreremo in quel settore [distribuzione cinematografica]. E lo faremo”.

Sarandos sta facendo una dichiarazione significativa, poiché Netflix ha storicamente fatto solo il minimo indispensabile in termini di distribuzione cinematografica, distribuendo in genere i suoi film più importanti nelle sale per circa due settimane prima che arrivino sulla piattaforma di streaming. In primo luogo, questo rende titoli come Frankenstein, Jay Kelly e A House of Dynamite idonei per la candidatura ai premi.

In un contesto di difficoltà generale al botteghino negli ultimi anni, i progetti della Warner Bros. sono stati di grande aiuto per l’industria cinematografica, poiché lo studio ha registrato una serie storica di successi al botteghino quest’estate. Due dei suoi film, I Peccatori e Weapons, sono stati inseriti ieri nella lista dei candidati ai Golden Globe per i risultati cinematografici e al botteghino. In totale, la WB ha incassato più di 4 miliardi di dollari in tutto il mondo nel 2025.

Sarandos ha anche affrontato questo fattore, affermando: “Se avessimo concluso questo accordo 24 mesi fa, tutti quei film che abbiamo visto quest’anno avere così tanto successo per la Warner Bros sarebbero stati distribuiti allo stesso modo nelle sale cinematografiche. Sto parlando di Minecraft, sto parlando di Superman, sto parlando di Weapons, sto parlando di Sinners”.

Sarandos ha concluso dicendo: “Questi film saranno distribuiti su Netflix attraverso le sale cinematografiche come faceva prima la Warner Bros, ma con l’entità operativa della Warner Bros. Il modo in cui creano e generano valore è davvero importante. Non abbiamo acquistato questa società per distruggere quel valore”. Non resta ora che attendere il verdetto della Warner Bros. per avere l’esito di questa “guerra commerciale” che ridisegnerà il volto di Hollywood.

LEGGI ANCHE: 

Dwayne Johnson ringrazia Brendan Fraser per avergli “cambiato la vita” ne La Mummia 2: “Hai corso un rischio…”

0

Dwayne Johnson ha avuto l’opportunità di ringraziare Brendan Fraser per avergli “cambiato” la vita con La mummia – Il ritorno. Fraser ha recitato in La mummia nel 1999 con Rachel Weisz. Dopo il successo del primo film, è stato dato il via libera a un sequel, con Johnson che si è unito al cast nel ruolo di Mathayus, il Re Scorpione, dopo essersi fatto un nome come wrestler.

Durante l’ultima puntata della serie Actors on Actors di Variety e CNN, le due celebrità hanno parlato delle loro carriere, incluso il lavoro insieme ne La mummia – Il ritorno. Johnson ha elogiato enormemente Fraser per non averlo respinto quando ha cercato di iniziare a lavorare nell’industria dello spettacolo come attore.

Quando Johnson espresse per la prima volta il suo interesse per La mummia – Il ritorno, sentì dire che Fraser “adorava l’idea” che il wrestler interpretasse un ruolo nel film e “lo aveva accolto a braccia aperte”.

Secondo Dwayne Johnson, sceglierlo per La mummia – Il ritorno era un grosso rischio perché non aveva mai recitato prima, e si trattava di un franchise di enorme successo, quindi per lui significava molto che Fraser e il team di produzione fossero d’accordo con la decisione del casting.

“Mi piacerebbe iniziare la nostra conversazione regalandoti dei fiori. OK? Ti consegnerò subito un sacco di fiori a domicilio. Tu ed io abbiamo iniziato a conoscerci per La Mummia – Il Ritorno. Era uno dei franchise più importanti al mondo all’epoca. Ero pronto a fare il mio ingresso a Hollywood. E c’è stato un momento in cui avresti potuto dire: ‘Questo tizio, Dwayne Johnson, non ha mai recitato prima; è nel wrestling professionistico’. La risposta che ho ricevuto è stata: “Brendan adora l’idea. Ti ha accolto a braccia aperte”. Ha significato molto per me, perché hai corso un rischio con me e, anni dopo, tu ed io siamo qui seduti. Voglio ringraziarti per avermi davvero cambiato la vita.”

Il debutto cinematografico di Johnson in La mummia – Il ritorno ha finito per “cambiarmi davvero la vita”. La sua transizione da wrestler ad attore è stata fluida e inizialmente è rimasto all’interno del franchise de La mummia recitando in uno spin-off intitolato Il Re Scorpione, che ha dato il via a quattro sequel, e poi a una carriera di successo a Hollywood.

Dopo che Johnson ha consegnato a Fraser i suoi fiori, l’attore ha riconosciuto che l’ex wrestler era “la persona giusta per il ruolo”. Sebbene Fraser non conoscesse Johnson in precedenza, ha visto alcune riprese della futura star dei film d’azione e l’ha trovato una scelta “ispirata”.

Quando si è trattato di scegliere il ruolo del Re Scorpione, i produttori avevano bisogno di qualcuno che il pubblico potesse “amare odiare”, qualcuno con “molta sicurezza e convinzione” e “grande energia”, e Johnson era decisamente perfetto.

“Sei troppo gentile, Dwayne. Sei sempre stato la persona giusta per il ruolo. Quando mi è stato detto che eri una possibilità, perdonami, ma non ti conoscevo dal mondo del wrestling. E quando me l’hanno mostrato, ho detto: ‘Questo è un casting ispirato. Saremmo fortunati ad avere lui'”. Per interpretare un cattivo che ami odiare, ti serve un personaggio da stadio. Ci vorranno molta sicurezza e convinzione. Nel mondo del wrestling, dipingevi con un pennello da 25 cm: devi avere una grande energia.

Il resto, come si dice, è storia perché La Mummia – Il ritorno ha incassato 435 milioni di dollari a fronte di un budget di 98 milioni, diventando il film di maggior successo della saga. Tuttavia, la critica non è stata altrettanto gentile. Mentre il primo film ha ottenuto un punteggio del 63% su Rotten Tomatoes (e un punteggio del pubblico del 75%), il sequel è stato classificato come film Rotten con il 46%.

Il mese scorso è stato annunciato che Fraser tornerà per un quarto film con la co-protagonista Weisz, con l’attore che ha affermato che il prossimo capitolo è il film sulla Mummia che ha sempre desiderato realizzare.

Sebbene non si sappia se Fraser e Johnson lavoreranno mai più insieme, La mummia – Il ritorno è stata un’esperienza indimenticabile per entrambi gli attori e ha lanciato la carriera di attore di Johnson.

The Boys: Trigger Warning, Amazon lancia il suo primo adattamento videoludico

0

Dai fumetti alla TV live-action fino all’animazione, l’universo satirico dei supereroi di The Boys ha conquistato molteplici media e ora sta per sconfinare in un territorio inesplorato: il suo videogioco.

Basata sull’omonima serie a fumetti, la serie TV The Boys di Amazon verrà adattata in un gioco VR stealth-action dallo studio brasiliano Arvore e pubblicato da Sony Pictures Virtual Reality. Intitolato “The Boys: Trigger Warning“, il gioco sarà lanciato nel 2026 ed è ora disponibile per il preordine al prezzo promozionale di 23,99 dollari sullo store Meta Quest e per essere aggiunto alla lista dei desideri sul PlayStation Store.

Secondo la descrizione del gioco, “The Boys: Trigger Warning“introduce un personaggio originale che scopre accidentalmente un grottesco segreto della Vought, trasformando una gita in famiglia in una carneficina. Costretto a diventare un Superman, il giocatore si unisce ai Boys per infiltrarsi nella Vought e vendicarsi nel modo più caotico possibile. Unendo stealth e combattimento con l’umorismo nero tipico del franchise, il titolo VR offre una nuova storia radicata nel mondo amato dai fan”.

“Trigger Warning” è stato creato in collaborazione con il creatore e showrunner della serie TV The Boys Eric Kripke e vedrà alcuni membri del cast riprendere i loro ruoli, tra cui Laz Alonso nei panni di Mother’s Milk, Colby Minifie nei panni di Ashley Barrett e P.J. Byrne nei panni di Adam Bourke, oltre a Jensen Ackles che appare come una “interpretazione distorta di Soldier Boy, creata esclusivamente per il gioco“, secondo gli sviluppatori.

Sebbene “The Boys” sia stato incorporato in altri videogiochi (il personaggio di Homelander, interpretato da Antony Starr, è apparso in “Mortal Kombat 1”), questo sarà il primo gioco in assoluto costruito interamente attorno all’universo di “The Boys”.

“Ci siamo concentrati su tutto ciò che i fan si aspettano da ‘The Boys’ e abbiamo lavorato a stretto contatto con i produttori della serie per portare quel tono nel gioco”, ha dichiarato a Variety Ricardo Justus, CEO e fondatore di Arvore. “La violenza caratteristica della serie appare ancora più assurda e fisica qui perché la realtà virtuale vi catapulta proprio nel mezzo. E oltre alle interazioni superficiali, il gioco ha una forte componente narrativa che vi mette nei panni di qualcuno che subisce realmente le conseguenze delle azioni di Vought. Abbiamo anche integrato una narrazione ambientale nell’esperienza. Esplorando, si incontrano strati di umorismo, commenti sociali e easter egg visivi che riecheggiano la voce satirica della serie. Quel mondo prende vita ancora di più con molti degli attori originali che riprendono i loro ruoli, il che conferisce alle scene un’autenticità e un’energia che i fan riconosceranno immediatamente. Il mix di caos, tensione morale, umorismo nero e spettacolo è ciò che rende “The Boys” unico, ed è esattamente ciò che lo rende così divertente da tradurre in realtà virtuale.”

Il direttore creativo Ricardo Laganaro ha affermato che il processo collaborativo su “The Boys: Trigger Warning” “è diventato molto più profondo di quanto inizialmente previsto”, in gran parte grazie al fatto che il creatore e showrunner della serie “The Boys” Eric Kripke e il suo team di sceneggiatori “hanno abbracciato una vera e propria partnership creativa” con lo studio di sviluppo.

“Fin dalle prime discussioni sulla storia, abbiamo costruito un rapporto di fiducia che ci ha permesso di andare ben oltre il tipico processo di approvazione nei giochi su licenza”, ha affermato Laganaro. “Non si sono limitati a rivedere le idee; ci hanno aiutato a dare forma a personaggi e scene, e hanno persino scritto i dialoghi, il che ha fatto sì che la storia sembrasse davvero appartenere all’universo di ‘The Boys’. Questa fiducia ci ha anche dato la possibilità di introdurre nuovi personaggi e antagonisti originali in modi che rimanessero fedeli al mondo di ‘The Boys’, e ci ha permesso di creare interazioni significative con i personaggi iconici della serie, sempre con la guida degli sceneggiatori per mantenere ogni momento autentico. E, soprattutto, hanno condiviso ampi materiali di scenografia tratti dalla serie, che ci hanno aiutato a dare vita a location come la sala conferenze dei Sette e Voughtland con grande precisione, pur dando ai fan la libertà di esplorarle in modi che solo un’esperienza VR può rivelare.”

L’annuncio di “The Boys: Trigger Warning” arriva subito dopo la rivelazione da parte di Amazon della data di uscita della quinta e ultima stagione di The Boys, l’8 aprile. Prodotto da Sony Pictures Television e Amazon MGM Studios, il franchise televisivo The Boys comprende la serie principale, gli spin-off “Gen V”, “The Boys Presents: Diabolical”, il prequel di prossima uscita “Vought Rising” e una serie ancora in fase di sviluppo ambientata in Messico.

Siamo entusiasti di collaborare con Arvore per dare vita a ‘The Boys: Trigger Warning’ in VR”, ha dichiarato Lance Sloane, vicepresidente senior di Sony Pictures Entertainment. “Avere i creatori della serie coinvolti nella definizione dell’esperienza ci permette di ampliare i confini della narrazione immersiva e siamo grati di collaborare con i nostri amici di Meta e PlayStation per offrirla ai fan.”

Guarda il trailer di “The Boys: Trigger Warning”:

Avengers: Doomsday, Letitia Wright condivide i fumetti che sta leggendo per prepararsi al film

0

Dopo aver recentemente confermato che tornerà nei panni di Shuri in Avengers: Secret Wars, Letitia Wright ha condiviso alcune ricerche sui fumetti che potrebbero fornire un importante indizio su cosa accadrà in Avengers: Doomsday.

La trama di Avengers: Doomsday rimane un segreto gelosamente custodito e, sebbene Secret Wars del 2015 sia destinato a essere una fonte d’ispirazione fondamentale per i fratelli Russo, è probabile che i registi stiano prendendo spunto da altri fumetti.

L’attrice di Shuri, Letitia Wright, ha appena condiviso una foto della copertina di Doomsday. Il fumetto del 2010, scritto da Jonathan Maberry e disegnato da Will Conrad, Scot George Eaton e John Romita Jr., non è stato esattamente acclamato dalla critica. Tuttavia, potrebbe servire come base per almeno parte di ciò che vedremo in Avengers: Doomsday.

All’inizio della storia, il Wakanda è stato conquistato e le sue riserve di Vibranio saccheggiate. Tempesta rischia l’esecuzione nelle successive 48 ore. E il Dottor Destino trionfa dopo aver guidato una forza d’invasione latveriana nel paese.

Ci vorranno le forze combinate degli X-Men, dei Fantastici Quattro e delle due Pantere Nere per opporsi a lui. Con questo, è iniziata una guerra che metterà il supercriminale più implacabile del mondo contro una schiera dei supereroi più potenti del mondo, una guerra che si estenderà in tutto il mondo, offrendo colpi di scena e sorprese che nessuna delle due parti prevede.

Avengers: Infinity War ha già esplorato il concetto di un’invasione del Wakanda, quindi non pensiamo che Avengers: Doomsday seguirà quella strada. Tuttavia, gli eroi del mondo che si radunano per combattere Doom e la dinamica tra gli Shuri e/o T’Challa e Victor sono qualcosa su cui contiamo sicuramente come un fattore del film.

Vedremo, ma se il trailer di Avengers: Doomsday verrà pubblicato questa settimana come previsto, potrebbe non passare molto tempo prima che avremo un’idea molto più precisa di cosa aspettarci dal film.

Cosa sappiamo di Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars arriveranno in sala rispettivamente il 18 dicembre 2026, e il 17 dicembre 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe e Anthony Russo, che tornano anche nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

Sono confermati nel cast del film (per ora): Paul Rudd (Ant-Man), Simu Liu (Shang-Chi), Tom Hiddleston (Loki), Lewis Pullman (Bob/Sentry), Florence Pugh (Yelena), Danny Ramirez (Falcon), Ian McKellen (Magneto), Sebastian Stan (Bucky), Winston Duke (M’Baku), Chris Hemsworth (Thor), Kelsey Grammer Bestia), James Marsden (Ciclope), Channing Tatum (Gambit), Wyatt Russell (U.S. Agent), Vanessa Kirby (Sue Storm), Rebecca Romijn (Mystica), Patrick Stewart (Professor X), Alan Cumming (Nightcrawler), Letitia Wright (Black Panther), Tenoch Huerta Mejia (Namor), Pedro Pascal (Reed Richards), Hannah John-Kamen (Ghost), Joseph Quinn (Johnny Storm), David Harbour (Red Guardian), Robert Downey Jr. (Dottor Destino), Ebon Moss-Bachrach (La Cosa), Anthony Mackie (Captain America).

Nicholas Hoult ha letto la sceneggiatura di Man of Tomorrow: “È fantastica”

Man of Tomorrow ha finalmente una data ufficiale per l’inizio delle riprese, mentre la star dell’universo DC Nicholas Hoult anticipa cosa succederà a Lex Luthor nel sequel di Superman. Dopo il film di quest’anno, il pubblico della DCU non ha infatti ancora visto l’ultima apparizione del nemico giurato di Clark Kent, che tornerà ancora nel futuro del franchise.

In una conversazione con Variety al Red Sea Film Festival, a Hoult è dunque stato chiesto se fosse vero che avrebbe iniziato le riprese del film Man of Tomorrow nell’aprile 2026, e la star britannica ha confermato che è così. L’attore ha anche accennato brevemente alla sceneggiatura, dicendo: “L’ho vista. Non posso dire molto al riguardo, ma è fantastica”.

Ha aggiunto che “ci sono cose davvero divertenti” per Lex nel film Man of Tomorrow, che lo riunirà con Gunn per la terza volta, dato che Hoult ha interpretato l’iconico nemico di Superman anche per un cameo nella seconda stagione di Peacemaker dopo il suo debutto cinematografico nella DCU. Tuttavia, questa volta le cose saranno diverse quando Lex e l’Uomo d’Acciaio si ritroveranno sul grande schermo.

Tutto quello che sappiamo su Man of Tomorrow

Le riprese principali di Man of Tomorrow dovrebbero iniziare nella primavera del 2026, con una data di uscita fissata per il 9 luglio 2027. David Corenswet riprenderà il ruolo nel sequel al fianco di Lex Luthor, interpretato da Nicholas Hoult, poiché i due si alleeranno contro questo nuovo nemico, come ha dichiarato il regista.

James Gunn ha infatti affermato: “È una storia in cui Lex Luthor e Superman devono collaborare in una certa misura contro una minaccia molto, molto più grande. È più complicato di così, ma questa è una parte importante. È tanto un film su Lex quanto un film su Superman. Mi è piaciuto molto lavorare con Nicholas Hoult. Purtroppo mi identifico con il personaggio di Lex. Volevo davvero creare qualcosa di straordinario con loro due. Adoro la sceneggiatura”.

Gunn annunciato Man of Tomorrow sui social media il 3 settembre. Nel suo annuncio, lo sceneggiatore e regista ha incluso un’immagine tratta dal fumetto in cui Superman è in piedi accanto a Lex Luthor nella sua Warsuit. Nei fumetti DC, Lex crea la tuta per eguagliare la forza e le abilità di Superman. Mentre l’immagine teaser suggeriva che Lex e Superman sarebbero stati di nuovo in contrasto, ora sembra che Lex userà la sua Warsuit per poter essere allo stesso livello di Superman per qualsiasi grande minaccia si presenti loro.

Al momento, è confermata la presenza della Lois Lane di Rachel Brosnahan. Il co-CEO della DC Studios ha risposto a un fan su Threads all’inizio di settembre 2025 che Lois avrà un “ruolo importante”. Il villain del film sarà Brainiac, secondo quando sostenuto da più fonti.

Il film è stato in precedenza descritto come un secondo capitolo della “Saga di Superman”. Ad oggi, Gunn ha affermato unicamente che “Superman conduce direttamente a Peacemaker; va notato che questo è per adulti, non per bambini, ma Superman conduce a questo show e poi abbiamo l’ambientazione di tutto il resto della DCU nella seconda stagione di Peacemaker, è incredibilmente importante”.

Le 7 teorie più grandi su Stranger Things 5 in vista di Volume 2

La quinta stagione di Stranger Things è finalmente arrivata con il rilascio di Volume 1, ricco di rivelazioni, cliffhanger e nuovi misteri in vista del gran finale. Con il debutto di Volume 2 il giorno di Natale, i fan stanno formulando ogni possibile teoria su come si concluderà l’intera saga. Ecco le sette teorie più discusse e affascinanti su Stranger Things 5 prima degli ultimi episodi.

Stranger Things 5 sta preparando un “tiro critico” alla Dungeons & Dragons

Stranger Things Stagione 5 Foto Credits Netflix

Fin dalla prima stagione, Stranger Things intreccia la sua mitologia con il mondo di Dungeons & Dragons. Ora, sembra che quella simbologia sia tornata con un nuovo significato: Eleven (Undici) + Eight (Otto) = 19. A questo si aggiunge Will, che sembra canalizzare parte dei poteri di Vecna (Uno).

Il totale? 20, cioè il celebre natural 20 di D&D, il tiro perfetto. Secondo questa teoria, l’unione dei loro poteri potrebbe rappresentare l’unica combinazione possibile per sconfiggere definitivamente Vecna.

Vecna sta costruendo un wormhole per viaggiare nel tempo

Stranger Things - Stagione 5

Le lezioni di Mr. Clarke sono sempre state piene di foreshadowing, e quella sui ponti Einstein-Rosen non fa eccezione. Il suo diagramma di un wormhole è identico al disegno del nuovo covo di Vecna realizzato da Will.

Se Vecna sta tentando di manipolare lo spazio-tempo, lo scopo potrebbe essere devastante:

  • impedire a Eleven di ottenere i poteri,

  • annullare gli esperimenti di Brenner,

  • o addirittura evitare la propria trasformazione in Vecna.

Una svolta temporale potrebbe essere la chiave del finale.

Vecna ha ancora un piano importante per Will Byers

Vecna in Stranger Things
© Netflix

Will è sempre stato il personaggio più legato mentalmente a Vecna, fin da stagione 1. La loro connessione psichica è unica e in Stranger Things 5 sembra addirittura rafforzarsi, con Will che manifesta poteri simili a quelli dell’antagonista.

Il timore è che Vecna abbia sempre considerato Will come il suo vero “asso nella manica”.
Potrebbe essere manipolato per tradire il gruppo? L’idea è dolorosa, ma non priva di indizi inquietanti.

Il Culto di Vecna sorgerà in Volume 2

Vecna e Will in Stranger Things S 5
Jamie Campbell Bower nel ruolo di Vecna in Stranger Things: Stagione 5. Cr. PER GENTILE CONCESSIONE DI NETFLIX © 2025

La stagione 4 aveva già accennato al “Culto di Vecna” attraverso la campagna del Club Hellfire. Ora questa visione potrebbe diventare realtà: i bambini rapiti negli episodi di stagione 5 potrebbero essere destinati a diventare i suoi fedeli — o vere e proprie “batterie” psichiche.

Volume 2 potrebbe quindi mostrare una vera setta al servizio di Vecna, pronta ad amplificarne i poteri oltre ogni limite.

Il Mind Flayer è il vero villain finale di Stranger Things

Vecna ha tirato i fili della stagione 4… ma chi sta tirando i suoi ora?
Il Mind Flayer è stranamente assente in questa stagione, e questo silenzio potrebbe essere intenzionale.

Secondo molti, Vecna è solo il “Darth Vader” della serie: potente, ma comunque subordinato a una forza superiore. Il Mind Flayer potrebbe tornare in scena come boss finale assoluto del franchise, rivelando che Vecna non è mai stato il vero mastermind.

Max potrebbe sacrificarsi per salvare i bambini

Il primo episodio di Volume 2 si intitola “Escape From Camazotz”, un riferimento al mondo oscuro descritto in Nelle pieghe del tempo (A Wrinkle in Time), amatissimo da Holly.

Max è ancora imprigionata nel mindscape di Vecna dal finale della stagione 4. Considerando il suo legame con i bambini rapiti, una teoria sempre più diffusa è questa: Max potrebbe sacrificarsi per liberare tutti gli altri.

Sarebbe una chiusura tragica ma coerente con il suo arco narrativo.

Hopper sopravvive… e torna capo della polizia

Stranger Things Stagione 5 Foto Credits Netflix

Le foto dal set hanno già svelato che Hopper indosserà di nuovo la divisa da capo della polizia in qualche momento della stagione. L’uomo non era più tornato al suo ruolo ufficiale da prima della sua prigionia in Russia, nella stagione 3.

In una scena è anche stato visto parlare con Mike davanti al cinema di Hawkins, che proietta Indiana Jones e l’Ultima Crociata (1989). Questo suggerisce un epilogo ambientato dopo gli eventi principali, confermando la sopravvivenza di Hopper e la sorte di altri personaggi chiave.

Stranger Things 5 – Volume 2 debutta su Netflix il giorno di Natale, mentre il gran finale della serie arriverà il 31 dicembre.

Stranger Things – Stagione 5 Volume 2: i nuovi character poster

0

Mancano solo poche settimane alla prossima tornata di episodi di Stranger Things – Stagione 5, in uscita su Netflix. I riflettori sono puntati su nove dei giovani protagonisti della serie, mentre si preparano per lo scontro finale contro Vecna.

Il Volume 1 di questa stagione finale non ha visto vittime importanti, ma non sappiamo se tutti quelli che vedrete nei poster qui sotto, condivisi per la prima volta su SFFGazette.com, ne usciranno vivi. I fan della serie lo sperano sicuramente, ma la posta in gioco sarà alta.

L’ultima volta che abbiamo visitato il mondo di Stranger Things, Vecna ​​(Jamie Campbell Bower) tende un’imboscata agli eroi, spingendo Will Byers (Noah Schnapp) a prendere il controllo dei Demogorgoni e della mente di Vecna ​​e a liberare i suoi amici dalla morsa omicida del mostro.

Vuoi altri articoli su Stranger Things? Dai un’occhiata ai nostri contenuti essenziali qui sotto…

“Abbiamo sempre saputo che Will ha un legame con Vecna ​​e il Sottosopra”, ha dichiarato di recente Ross Duffer. “Nella seconda stagione, abbiamo iniziato ad approfondire l’argomento, ma una delle prime idee della nuova stagione è stata: ‘E se Will fosse in grado di sfruttare questo legame e usarlo contro i nostri cattivi?'”

“Abbiamo anche ritenuto naturale concentrare la storia su Will. Era il ragazzo rapito nella prima stagione, quindi ci è sembrato giusto che la storia chiudesse il cerchio. Se c’era qualcuno che doveva essere la chiave per porre fine a Vecna, quello doveva essere Will”, ha aggiunto.

Matt Duffer ha osservato: “Eravamo più interessati a esplorare come sviluppa questi poteri e come si collegano al suo personaggio. E ci sono molte cose con cui Will ha dovuto fare i conti nel corso delle quattro stagioni precedenti a questa: tante emozioni e conflitti interiori che rimangono irrisolti.”

“Volevamo che crescesse come essere umano e diventasse una versione completa di se stesso, che accettasse veramente se stesso. E una volta che sarà in grado di farlo, sarà in grado di sfruttare questi incredibili poteri.”

Molti fan di Stranger Things hanno ritenuto che l’emergere dei poteri di Will sia stato un momento “da spacco di internet”. Altri, nel frattempo, hanno sentimenti contrastanti, ma qualunque cosa accada, la speranza è che i Duffer abbiano ideato una conclusione degna di un’epica e degna di questa longeva serie.

Quale di questi poster della quinta stagione di Stranger Things è il tuo preferito?

Il nuovo progetto di Black Panther punta al prossimo blockbuster da 1 miliardo di dollari dell’MCU

0

Marvel ha appena anticipato la premessa perfetta per il prossimo film dedicato a Black Panther, suggerendo un progetto potenzialmente in grado di replicare uno dei pochi pattern da 1 miliardo di dollari che lo studio abbia mai realizzato. Ad oggi, infatti, solo due personaggi del MCU hanno superato il miliardo con il loro film d’esordio solista: Black Panther e Captain Marvel. L’opera di Ryan Coogler del 2018, interpretata dall’indimenticabile Chadwick Boseman, è diventata un fenomeno culturale senza precedenti, in grado di competere persino con l’impatto mediatico di Avengers: Infinity War.

Con l’avvicinarsi del sessantesimo anniversario dalla prima apparizione fumettistica di Black Panther nel 2026, Boseman continua a essere una presenza impossibile da sostituire. Tuttavia, dopo il tributo emotivo di Black Panther: Wakanda Forever, Marvel Studios proseguirà il percorso del personaggio nel MCU — che si tratti di mantenere Shuri (Letitia Wright) nel ruolo o di recastare T’Challa. Black Panther 3 è già in fase di sviluppo, e oltre questo capitolo il personaggio appare destinato a rimanere centrale nel futuro della saga.

I variant cover per il 60° anniversario rivelano il potenziale del prossimo film

Per celebrare l’anniversario, Marvel Comics ha rivelato una serie di variant cover dedicate a Black Panther, in cui T’Challa appare al fianco di Wolverine, Captain America, Doctor Strange, Spider-Man e dei Fantastici Quattro. Sebbene queste collaborazioni non siano necessariamente parte delle trame fumettistiche in arrivo, offrono idee eccezionali per futuri film MCU.

Tra le possibilità più discusse:

  • Black Panther & Doctor Strange
    Un film che colmerebbe il vuoto lasciato dall’assenza dell’Illuminati nella timeline principale.

  • Black Panther & Captain America (Sam Wilson)
    Un team-up che darebbe impulso al Cap di Anthony Mackie, soprattutto in vista di un eventuale Captain America 5.

  • Black Panther nei Fantastici Quattro
    Un omaggio perfetto alle origini fumettistiche di T’Challa, introdotto proprio in Fantastic Four #52.

  • Black Panther & Wolverine
    Il concept più esplosivo: un’erede naturale al successo planetario di Deadpool & Wolverine.

Perché Black Panther & Wolverine sarebbe un nuovo successo assicurato

Sebbene non siano soliti collaborare fuori dal contesto degli Avengers, Black Panther e Wolverine condividono molto più di quanto appaia. Entrambi sono combattenti feroci dotati di artigli indistruttibili (vibranio vs adamantio) e sono leader che apprendono gradualmente a lavorare in squadra.

A differenza della dinamica “caotica” tra Deadpool e Wolverine, qui Wolverine affiancherebbe un partner serio, disciplinato e intransigente — una combinazione capace di conquistare sia i fan più adulti sia il pubblico generalista.

È esattamente il tipo di team-up in grado di generare un nuovo fenomeno da 1 miliardo di dollari, replicando la formula della rivelazione puntata su due icone amatissime.

Il MCU ha bisogno di mantenere Black Panther centrale dopo Secret Wars

Con Avengers: Doomsday e Secret Wars in arrivo, Shuri dovrebbe assumere un ruolo chiave nella nuova configurazione degli eroi Marvel. Tuttavia, l’ingresso imminente dei Fantastici Quattro, dei New Avengers e di nuovi protagonisti rischia di oscurarne la presenza.

Black Panther — sia come Shuri che come eventuale T’Challa recastato — deve tornare a essere una figura trainante, paragonabile all’importanza che Iron Man ebbe durante la Infinity Saga.

Team-up cinematografici di alto profilo, apparizioni strategiche in film come Spider-Man 4 o un crossover con Captain America o Wolverine potrebbero riportare il personaggio al centro della scena, consolidando un nuovo filone narrativo destinato a dominare il box office.

Netflix risponde all’offerta della Paramount per l’acquisto della Warner Bros.

Paramount Skydance è entrata in una guerra di offerte e nella giornata di ieri ha annunciato un’offerta pubblica di acquisto ostile nel tentativo di acquistare tutte le azioni rimanenti di Warner Bros. Discovery. Netflix e i suoi co-amministratori delegati, Ted Sarandos e Greg Peters, non sono però rimasti a guardare e hanno annunciato ufficialmente la loro posizione sulla situazione attuale.

Alla conferenza UBS Global Media and Communications, i CEO di Netflix hanno dichiarato di essere fiduciosi riguardo all’accordo con WBD, annunciato la scorsa settimana. I due hanno affrontato le preoccupazioni relative all’acquisizione di Warner Bros. e HBO Max da parte di Netflix, affermando che avrebbero garantito la “creazione e la tutela dei posti di lavoro nell’industria dell’intrattenimento”. Sarandos ha risposto all’offerta ostile di Paramount dicendo:

La mossa di oggi era del tutto prevedibile. Abbiamo concluso un accordo e ne siamo incredibilmente soddisfatti. Riteniamo che sia ottimo per i nostri azionisti. È ottimo per i consumatori. Riteniamo che sia un ottimo modo per creare e proteggere posti di lavoro nell’industria dell’intrattenimento. Siamo estremamente fiduciosi che riusciremo a portare a termine l’operazione“.

Anche il consiglio di amministrazione di Warner Bros. Discovery ha risposto alla proposta della Paramount e ha dichiarato che avrebbe comunicato la propria decisione entro 10 giorni lavorativi (19 dicembre). L’accordo di Netflix con WBD per l’acquisto delle attività dello studio Warner Bros., HBO e HBO Max per un valore aziendale di 82,7 miliardi di dollari è stato annunciato la scorsa settimana, ma la Paramount non ha nascosto il proprio disappunto per le attuali trattative.

L’offerta interamente in contanti di Paramount equivale a un valore aziendale di 108,4 miliardi di dollari, che rappresenta un aumento sostanziale rispetto alla proposta di Netflix. La proposta di Netflix ha un valore di 27,75 dollari in contanti (23,25 dollari) e azioni (4,50 dollari), soggetta a un collar e alle prestazioni future di Netflix. Paramount ha rilasciato una dichiarazione in merito all’offerta:

L’offerta strategicamente e finanziariamente interessante di Paramount agli azionisti di WBD rappresenta un’alternativa superiore alla transazione di Netflix, che offre un valore inferiore e incerto ed espone gli azionisti di WBD a un lungo processo di autorizzazione normativa multigiurisdizionale dall’esito incerto, oltre che a un mix complesso e volatile di azioni e contanti”.

Netflix ha assicurato che le uscite nelle sale cinematografiche proseguiranno anche in caso di acquisizione, ma con lo streaming che sta diventando il modo principale con cui le persone consumano i film… è un momento preoccupante per i cinefili di tutto il mondo. Paramount ha dichiarato che, nonostante le promesse di Netflix, aumenterà i prezzi e distruggerà posti di lavoro, ma solo il tempo dirà chi aveva ragione.

Scream 7: Sam Carpenter sarebbe dovuta diventare Ghostface prima del licenziamento di Melissa Barrera

0

Skeet Ulrich, che ha interpretato metà del duo originale di Ghostface insieme a Stu Macher (Matthew Lillard) nel primo film di Scream, è tornato per il revival del 2022 come una sorta di guida spirituale contorta per Sam Carpenter (Melissa Barrera), che si è rivelata essere la figlia del suo personaggio, Billy Loomis.

Nel corso di Scream 5 e del suo seguito del 2023, Sam ha iniziato a cedere alle pulsioni omicide ereditate dal padre. Carpenter è riuscita a indirizzare la sua sete di sangue verso i cattivi per proteggere sua sorella (Jenna Ortega) e i suoi amici, ma le scene finali del film più recente lasciano intendere che il suo lato oscuro potrebbe alla fine prendere il sopravvento.

Parlando con EW, Skeet Ulrich ha confermato che il piano originale prevedeva effettivamente che Sam Carpenter seguisse le orme sanguinarie del padre e indossasse un costume da Ghostface. “Ne ho parlato apertamente. Non ci farò”, ha detto l’attore quando gli è stato chiesto se i fan possono aspettarsi di vederlo in Scream 7 (qui il trailer) del prossimo anno. “Quando abbiamo parlato di tornare per Scream 5, si trattava di un arco narrativo di tre film in cui Billy Loomis avrebbe lentamente trasformato sua figlia nell’assassina. Ovviamente, queste cose non hanno funzionato, visti alcuni eventi accaduti. Ma no, non so nulla del settimo”.

Ulrich ha spiegato in dettaglio durante un’intervista separata con il NY Post. Tra queste “certe cose” menzionate da Ulrich c’erano ovviamente il licenziamento di Barrera per i post sui social media relativi al conflitto tra Israele e Gaza, e la separazione di Ortega e del regista Christopher Landon dal progetto poco dopo.

“Credo che questo sia il momento migliore per annunciare la mia uscita ufficiale da Scream, avvenuta sette settimane fa”, scrisse Landon sui social media all’epoca. “Questo deluderà alcuni e delizierà altri. Era un lavoro da sogno che si è trasformato in un incubo. E il mio cuore si è spezzato per tutti i soggetti coinvolti. Tutti. Ma è ora di andare avanti”.

Landon aveva già parlato del licenziamento di Barrera (molti fan erano giunti alla conclusione che lui avesse qualcosa a che fare con la cosa), ma più di recente ha parlato della sua decisione di abbandonare il progetto.

Si dava per scontato che Landon avesse abbandonato il progetto a causa dell’abbandono dei due attori principali, e il regista di Auguri per la tua morte ha confermato che il licenziamento di Barrera era stato direttamente responsabile della sua decisione di affidare il film a qualcun altro.

“Ho preso la decisione di andarmene circa una settimana dopo che l’avevano licenziata”, racconta Landon in un nuovo libro intitolato Your Favorite Scary Movie di Ashley Cullins. “Non esisteva più nessun film. L’intera sceneggiatura parlava di lei. Non ho firmato per fare ‘un film di Scream’. Ho firmato per fare quel film. Quando quel film non esisteva più, ho cambiato idea.”

Kevin Williamson, autore della sceneggiatura del film originale di Wes Craven, è stato successivamente annunciato come sostituto di Landon.

Cosa sappiamo di Scream 7?

Dopo mesi di attesa, è stato confermato che Scream 7 è ufficialmente in fase di sviluppo. Nel 2022, il franchise slasher preferito dai fan è stato ripreso sotto la guida del duo di registi Tyler Gillett e Matt Bettinelli-Olpin, che fanno parte del collettivo di cineasti noto come Radio Silence. I due hanno diretto sia Scream del 2022 che Scream VI di quest’anno, che è diventato il capitolo di maggior incasso del franchise a livello nazionale. Christopher Landon, il regista di successi horror come i film Auguri per la tua morte, era stato chiamato ad occuparsi della regia, ma ha in seguito abbandonato il ruolo, ora passato a Kevin Williamson.

Melissa Barrera (interprete di Sam Carpenter) è, come noto, stata licenziata da Spyglass per i suoi recenti post sui social media riguardanti la guerra tra Israele e Hamas, mentre Jenna Ortega (interprete di Tara Carpenter) ha invece abbandonato il progetto a causa di conflitti di programmazione con la seconda stagione di Mercoledì di Netflix. Con l’assenza delle due attrici, interpreti degli ultimi due film del franchise, si è dunque puntato sul ritorno di alcuni membri del cast dei primi film, tra cui Neve Campbell Courtney Cox.

Oltre alle due attrici, il cast vanta anche David Arquette che riprende il ruolo di Dewey Riley, nonostante il suo personaggio fosse già morto nel film precedente. A questi si aggiungono anche Mason Gooding (Chad Meeks-Martin) e Jasmin Savoy Brown (Mindy Meeks-Martin), già comparsi nelle ultime uscite, nonché volti nuovi come Isabel May — figlia di Sidney nel film — e Joel McHale che interpreta il marito di Sidney. Anche Matthew Lillard, interprete di Stu Macher, farà parte del film.

Scream 7 uscirà nelle sale il 27 febbraio 2026.

“[Non] usate me o il mio lavoro per prendere posizione”: Sara Pichelli chiarisce i commenti sulle royalty di Miles Morales

0

I creatori di fumetti hanno da tempo difficoltà a ricevere royalties per i media e il merchandising basati sui personaggi che hanno creato. Di recente, sembrava che fosse emerso un nuovo caso quando è circolata un’intervista realizzata dall’outlet brasiliano Jamesons con Sara Pichelli — co-creatrice di Miles Morales insieme a Brian Michael Bendis — durante il CCXP. L’artista aveva dichiarato di non aver ricevuto alcun compenso per il successo cinematografico e videoludico di Miles.

Ora, però, la creatrice è intervenuta sui social media per chiarire le sue dichiarazioni. Secondo Pichelli, la sua conversazione con Jamesons era stata “rilassata” e “ironica”, e non intendeva essere percepita come un lamento o come un suo essere “arrabbiata”. La dichiarazione completa dell’artista è la seguente:

«È giunta alla mia attenzione una notizia con un titolo su di me che diceva qualcosa riguardo alle royalties di Miles, scritta dopo un’intervista qui al CCXP. Volevo lasciar perdere, ma visto che molti di voi mi stanno scrivendo, voglio chiarire le cose. Quel titolo è un imbarazzante titolo acchiappaclick. Chi l’ha scritto ha completamente distorto il tono della nostra conversazione, che era rilassata e ironica, e inoltre quella era una piccolissima parte della nostra conversazione, in cui non stavo né lamentandomi né arrabbiandomi, stavo solo dicendo poche righe sull’industria del settore.

So che royalties e copyright sono un tema caldo, ma per favore non usate me o il mio lavoro per prendere posizione o dire str—ate. Non ve lo permetto. Inoltre, quando un creatore rilascia un’intervista durante una fiera (e il CCXP era incredibilmente impegnativo), è generoso e gentile: per favore non approfittate di questo per creare contenuti discutibili solo per ottenere più follower. Si può fare meglio, siate migliori.»

L’outlet ha risposto al chiarimento di Pichelli con una dichiarazione su X. Jamesons ha affermato che non era sua intenzione rendere sensazionalistica la copertura dell’intervista, e ha pubblicato un video dell’incontro con Pichelli — che sembra sia stato condiviso dopo la dichiarazione dell’artista.

«IL RUOLO DEL GIORNALISTA

Questo weekend al CCXP, il nostro caro @nogabeverso ci ha rappresentato nella copertura dell’evento e nelle interviste esclusive. Una di queste interviste è diventata virale ieri su varie pagine e portali in Brasile e all’estero. Sara Pichelli, l’artista co-creatrice di Miles Morales, ha fatto una chiacchierata super informale con Gabe su temi come il processo creativo di Miles, gli attacchi che il personaggio ha dovuto affrontare, le origini rom della Scarlet Witch, e i suoi futuri progetti in Marvel. Abbiamo postato tutte quelle clip qui sul profilo. […]

Tuttavia, ciò che è diventato virale in mezzo a tutto questo è stata la clip in cui Gabe chiede a Sara se riceva qualche compenso per aver creato un personaggio così popolare e importante, già adattato in vari media multimilionari come i videogiochi Sony e i film dello Spider-Verse. La risposta di Sara è stata negativa. Ha scherzato: “Magari! […] Sarei miliardaria. […] Non ricevo nulla. Ed è la parte più triste della mia vita.”

Abbiamo pubblicato quella clip completa qui, con il titolo “(LA MANCANZA DI) DIRITTI DEI CREATIVI!”, proprio come abbiamo fatto con le altre parti della conversazione. Sebbene il tema dei ‘diritti degli autori’ generi spesso polemiche su questo social, non ci aspettavamo la risonanza che ha avuto, con grandi testate come [Bleeding Cool] che hanno pubblicato la storia. Sappiamo che quando un’intervista viene trascritta, intonazioni e contesti possono perdersi. È comprensibile che frasi come “è la parte più triste della mia vita” suonino molto più drammatiche nel testo di quanto non fossero in quel momento, tra le risate. È importante dire che Jamesons non ha mai cercato di distorcere quella dichiarazione.

Non troverete alcun post in cui abbiamo usato quella frase fuori contesto o al di fuori dell’intervista completa. Il nostro portale ha due anime chiare. Siamo un media composto da giornalisti professionisti e al CCXP eravamo accreditati come stampa. […] Il ruolo del giornalismo non è solo intrattenere o celebrare le opere. È anche quello di fare domande scomode. Sarebbe più comodo mantenere la conversazione soltanto nel campo dell’ammirazione, ma mettere in discussione le strutture dell’industria, soprattutto quando coinvolgono cifre miliardarie e creatori senza royalties, è nostro dovere come stampa.

Se la risposta a una domanda legittima porta alla luce una realtà negativa o controversa, questo non è sensazionalismo; è l’esposizione di un fatto che deve essere discusso. Ecco perché, anche se il nostro obiettivo iniziale era solo quello di riportare la chiacchierata informale con la creatrice, abbiamo anche fatto un sincero appello affinché gli artisti vengano riconosciuti (e compensati) per i loro lavori. Dopotutto, le aziende miliardarie traggono profitto dal loro lavoro. Confermiamo quella opinione e quella battaglia. Infine, vogliamo ringraziare ancora Sara per aver concesso l’intervista, che è stata divertente e illuminante. Potete vederla qui sotto, senza alcuna “distorsione”.»

Prima della dichiarazione di Pichelli, Jamesons aveva anche pubblicato il seguente messaggio su X:

«PAGATE I CREATIVI! Ieri abbiamo postato un estratto dell’intervista con Sara Pichelli, l’artista co-creatrice di Miles Morales, in cui rivelava di non ricevere nulla per l’enorme successo dell’eroe. E le abbiamo detto: è ora di trasformare questa indignazione in campagna politica, in un vero movimento online. I creatori hanno bisogno di un giusto riconoscimento economico per le loro opere. Ore dopo, l’intervista è esplosa in tutto il mondo. Le più grandi pagine di cultura pop a livello globale l’hanno rilanciata. Artisti di fumetti hanno parlato in suo supporto. Portali nazionali e internazionali hanno amplificato la sua dichiarazione.

Milioni di persone sono state raggiunte, e la stragrande maggioranza, giustamente, si è indignata. La campagna è lanciata. Sta già funzionando. Abbiamo diffuso il messaggio. Ora dobbiamo andare avanti. Ma prima è essenziale capire: Sara non è un caso isolato. È solo una in mezzo a tanti artisti sfruttati. Questo non è un problema limitato alla Marvel. È un problema strutturale e diffuso. Nel caso di Sara Pichelli, è un problema più con Sony, che ha realizzato il film dello Spider-Verse e il gioco di Miles. Ma Marvel e DC hanno molti casi di artisti non compensati come dovrebbero. La famiglia di Jack Kirby, che ha creato l’Universo Marvel come lo conosciamo insieme a Stan Lee, ha dovuto lottare in tribunale per ottenere un risarcimento multimilionario per il suo lavoro, arrivato solo dopo la sua morte.

Sul fronte DC, è accaduta la stessa cosa con la famiglia del creatore di Superman. E non possiamo dimenticare Peter David, che ci ha lasciato nel 2025 dopo anni a letto, costretto a organizzare raccolte fondi online per pagare le spese mediche, mentre le sue storie hanno ispirato franchise da miliardi come Hulk e Aquaman. Questo mostra chiaramente la situazione in cui viviamo: non esiste un’azienda benevola. Sono tutte macchine che stritolano gli artisti, ingranaggi di un capitalismo che trasforma la creatività in profitto senza un equo ritorno per chi crea. Per questo dobbiamo: Valorizzare gli artisti.

Pretendere dalle megacorporazioni. Esigere giustizia. Marvel, DC, Sony e tutti gli studios devono riconoscere economicamente coloro che hanno dato vita alle opere che oggi generano miliardi. Il ciclo attuale è il seguente: l’artista crea in condizioni precarie da freelancer, riceve un pagamento comune, e anni dopo vede il proprio lavoro trasformarsi in un impero multimilionario, mentre gli esecutivi si arricchiscono senza una goccia di sudore. Nulla, o quasi nulla, una miseria, torna agli artisti creatori. Questo non è giusto.»

Come il coinvolgimento di Stephen King in IT: Welcome To Derry ha cambiato l’approccio della serie ai nuovi piani per Pennywise

0

IT: Welcome to Derry continua a espandere il suo universo narrativo, e il co-creatore Jason Fuchs ha spiegato come il coinvolgimento diretto di Stephen King abbia profondamente influenzato l’approccio della serie alla nuova esplorazione delle origini di Pennywise. L’episodio 7 introduce infatti i flashback dedicati a Bob Gray, l’uomo che interpretava Pennywise il Clown Ballerino, svelando come e perché IT abbia scelto proprio quella forma.

In una conversazione con ScreenRant, Fuchs ha raccontato come lui e i co-creatori Andy e Barbara Muschietti abbiano affrontato il rischio di dare risposte a misteri che, nei romanzi di King, sono sempre rimasti volutamente celati. Proprio per questo, l’autore è stato coinvolto attivamente nelle decisioni creative più delicate, dando pareri, feedback e approvazioni dirette su ogni passaggio chiave del passato di Gray, sulla sua connessione con Mrs. Kersh, e sulle ragioni che hanno portato IT a scegliere l’identità del clown.

Fuchs sottolinea come la presenza di King sia stata una sorta di “rete di sicurezza”:

“Se stai affrontando i misteri amati dai lettori, devi essere certo che le risposte siano davvero soddisfacenti. Con King come partner, abbiamo potuto chiedergli direttamente: ‘E se la storia fosse questa?’ Sapere che ci approvava ci ha dato il coraggio di osare.”

Bob Gray tra mito e realtà

Uno dei temi più complessi è sempre stato stabilire quanto del passato di Bob Gray fosse reale. Nei film, IT racconta a Beverly Marsh una versione distorta della sua storia attraverso la figura di Mrs. Kersh, lasciando aperto il dubbio:

È mai esistito davvero un Bob Gray? O era tutto un inganno di IT?

La serie sceglie di indagare questo confine, mostrando come Gray venisse adorato dai bambini durante le sue performance da clown. È proprio grazie a questa attrazione – non alla paura – che IT nota in lui la forma perfetta per avvicinarsi alle sue future vittime. I flashback mostrano anche il momento in cui l’entità aliena trascina Gray nei boschi, dove l’uomo sembra incontrare una sanguinosa fine.

Accanto a questo, l’episodio approfondisce la relazione fra Gray e sua figlia, Periwinkle, che in età adulta diventerà la misteriosa Mrs. Kersh. Convinta per anni che IT fosse suo padre, arriverà perfino a condurre nuove vittime verso la creatura, fino al tragico epilogo nell’episodio 7.

Il supporto pubblico di Stephen King

Oltre a collaborare attivamente alla costruzione della storia, King ha espresso più volte il suo entusiasmo per la serie. Welcome to Derry è stata inclusa tra le sue cinque raccomandazioni per Halloween e, alla vigilia dell’episodio 7, l’autore ha scritto su Threads:

“Gli ultimi due episodi sono dinamite.”

Un appoggio significativo, soprattutto considerando che King in passato non sempre ha approvato gli adattamenti delle sue opere, come accadde con Shining di Stanley Kubrick.

Il futuro della serie: stagioni 2 e 3 già pianificate

Se rinnovata, IT: Welcome to Derry approfondirà ulteriormente la mitologia del personaggio. La produzione ha già ipotizzato un percorso narrativo che porterebbe:

  • Stagione 2: ambientata nel 1935, durante un precedente ciclo di attività di IT.

  • Stagione 3: ambientata nel 1908, anno in cui si svolgono i flashback di Gray, permettendo così di esplorare più a fondo la sua storia e il suo incontro con l’entità nei boschi.

Il rinnovato coinvolgimento di King suggerisce che la serie potrebbe espandere l’universo di Pennywise come mai prima d’ora, sempre con il rispetto e la supervisione del suo creatore.

Guillermo del Toro rivela casting e dettagli della storia del suo film cancellato su Justice League Dark

0

Guillermo del Toro è tornato a parlare del suo Justice League Dark, il progetto DC che avrebbe dovuto segnare il suo debutto ufficiale nel cinema supereroistico, poi cancellato durante le fasi di sviluppo. Ospite del podcast Happy, Sad, Confused, il regista ha condiviso nuovi dettagli sul casting, sulla trama e sul perché il film non è mai andato avanti — e se oggi, nell’era del DCU di James Gunn, esisterebbero possibilità di una resurrezione.

Del Toro ha chiarito innanzitutto che non era mai iniziato un casting formale, ma aveva idee molto precise per almeno un personaggio: “Volevo Doug Jones come Deadman, perché fisicamente era perfetto per il costume e conoscevo a fondo le sue espressioni e i suoi movimenti.”  Il regista ha inoltre spiegato di essere profondamente legato alla sceneggiatura: “Amavo quel copione. Funzionava alla perfezione, e il modo in cui i personaggi si intrecciavano era davvero naturale.”

Il leader della squadra sarebbe stato John Constantine, figura centrale nella trama sviluppata da del Toro. Tra i principali antagonisti ci sarebbe stato anche il Floronic Man, mentre Swamp Thing era già stato esplorato in modo approfondito nella storia. Non mancavano inoltre cameo di personaggi iconici: “A un certo punto entrava Batman. I protagonisti avevano bisogno di un aereo e qualcuno diceva: ‘Conosco un amico che ne ha uno.’ E ci si ritrovava nell’ufficio di Bruce Wayne.” Del Toro non ha confermato se si trattasse del Batman di Ben Affleck, ma ha ammesso: “Mi sarebbe piaciuto farlo, ma oggi non lo farei.”

Interrogato su eventuali contatti recenti con James Gunn o DC Studios, il regista ha risposto: “No, no. Ogni tanto gli scrivo per dirgli cosa apprezzo del suo lavoro. Lo ritengo incredibilmente intelligente. Ho adorato Superman e mi piace molto il modo in cui sta immaginando il nuovo universo.”

Pur non essendo più coinvolto, del Toro ha rivelato che la sceneggiatura esiste ancora e sarebbe tecnicamente disponibile qualora DC Studios volesse recuperare il progetto: “Abbiamo lavorato per un paio d’anni. Non siamo mai arrivati alla concept art, ma c’erano set piece fantastici. Il mio preferito era un inseguimento con Deadman che saltava da un corpo all’altro.”

Justice League Dark è stato più volte vicino a diventare realtà: prima con del Toro, poi con l’ambizioso piano di J.J. Abrams, che prevedeva film e serie su Constantine, Zatanna e altri personaggi, tutti destinati a confluire in un grande universo condiviso per HBO Max. Ma nulla è mai stato concretizzato, e nel 2023 la serie è stata ufficialmente cancellata.

Oggi il nuovo DCU guidato da James Gunn riparte dal Capitolo 1: Gods and Monsters. L’unico personaggio legato a Justice League Dark già confermato è Swamp Thing, al centro di un film diretto da James Mangold. Un tassello che potrebbe, in futuro, riaprire la strada alla squadra occulta più amata dai fan DC.

Warner Bros. risponde all’offerta ostile di Paramount e fissa la data limite per la decisione ufficiale

0

Il settore dell’intrattenimento sta vivendo giorni di tensione senza precedenti: dopo l’offerta avanzata da Netflix per acquisire gli asset principali di Warner Bros. Discovery — inclusi Warner Bros. Studios, HBO e HBO Max — arriva ora la controffensiva di Paramount Skydance, che ha presentato una proposta ostile valutata complessivamente 108,4 miliardi di dollari.

L’offerta di Paramount, pari a 30 dollari per azione, supera di gran lunga la valutazione del deal con Netflix, stimato in 82,7 miliardi di dollari. Per questo il Consiglio di Amministrazione di WBD ha annunciato di aver avviato la fase di analisi formale della proposta, riservandosi di comunicare una decisione entro 10 giorni lavorativi — ossia entro il 19 dicembre.

In una nota ufficiale, il board di Warner Bros. Discovery ha dichiarato:

“Il Consiglio di Amministrazione esaminerà attentamente l’offerta di Paramount Skydance in conformità agli accordi già in essere con Netflix. Raccomandiamo agli azionisti di non intraprendere alcuna azione fino alla comunicazione della nostra decisione.”

A rendere la situazione ancora più complessa è il supporto finanziario dietro la proposta di Paramount: secondo Variety, il gruppo sarebbe sostenuto da tre fondi sovrani arabi e da Affinity Partners di Jared Kushner, evidenziando una strategia aggressiva e un forte interesse nel controllo diretto del conglomerato WBD.

Il CEO di Skydance, David Ellison, ha rilasciato una dichiarazione molto esplicita sulle intenzioni della compagnia e sull’inadeguatezza del deal con Netflix:

“Gli azionisti meritano di considerare la nostra offerta in contanti, più redditizia e rapida da finalizzare. Crediamo che il board stia perseguendo una proposta inferiore, che espone gli investitori a rischi regolatori e all’incertezza del mercato. Siamo convinti che la nostra operazione crei un’Hollywood più forte, con maggiore concorrenza, più contenuti e più film in sala.”

Mentre Paramount insiste nel definire la propria offerta “superiore”, Netflix resta in attesa che WBD confermi la volontà di cedere l’intera divisione studio. Il finale di questa battaglia corporate è tutt’altro che scontato: nel giro di pochi giorni potremmo assistere a uno dei ribaltoni più drammatici della storia dell’industria cinematografica moderna.

Quel che è certo è che uno dei pilastri di Hollywood è ufficialmente sul mercato, e l’esito di questa contesa potrebbe ridefinire equilibri, concorrenza e modelli produttivi dell’intero settore.

Parker: la spiegazione del finale del film

Diretto da Taylor Hackford, Parker (qui la recensione) è un thriller d’azione basato sul romanzo di Donald Westlake, Flashfire. Westlake ha scritto diversi libri basati sul personaggio di Parker, un ladro professionista che opera secondo un proprio codice morale. Le avventure ricche di azione di questo personaggio vengono qui portate sul grande schermo con notevole stile.

Il film segue dunque Parker, che viene tradito dalla sua banda, il che lo spinge sulla via della vendetta. L’estetica antieroica del personaggio di Parker lo rende più facile da identificarsi, e le sequenze d’azione mozzafiato ci tengono incollati allo schermo. In sostanza, Parker è un lupo solitario che deve sconfiggere un gruppo di criminali con un pericoloso assassino alle calcagna. Approfondiamo i dettagli.

La trama di Parker

Parker (Jason Statham) è un ladro professionista che segue un codice morale specifico: le sue azioni non devono danneggiare le persone povere e innocenti. Gli viene assegnato un lavoro con una banda di cui non sa molto. Parker e la sua banda rubano dei soldi dalla Fiera dello Stato dell’Ohio, ma una situazione costringe uno dei membri a uccidere una persona innocente. Infastidito dagli sviluppi, Parker rifiuta di continuare a collaborare con la banda. Melander, il leader de facto della banda, decide di uccidere Parker per impossessarsi della sua parte di denaro.

Parker sopravvive all’attacco di Melander e alla fine viene salvato da una famiglia di coltivatori di pomodori, che lo portano in ospedale. Tuttavia, Parker fugge dall’ospedale e va alla ricerca di Melander. Scopre che il suo avversario si trova a Palm Beach, in Florida, dove sta pianificando un’altra rapina. La banda viene a sapere che Parker è vivo e manda un killer, Kroll, per eliminarlo. Parker è deciso a vendicarsi e raggiunge la Florida sotto le spoglie di un ricco uomo d’affari, Daniel Parmitt. Incontra un’agente immobiliare, Leslie (Jennifer Lopez), che ha i suoi problemi finanziari. Parker scopre che Melander sta pianificando una rapina in una gioielleria.

Leslie scopre la vera identità di Parker e alla fine entrambi decidono di rubare i gioielli a Melander e alla sua banda. Procedono con cautela mentre Parker neutralizza le armi di Melander sabotandole. Tuttavia, Kroll individua Parker e lo attacca ferocemente, ma alla fine viene ucciso da Parker. Mentre Parker e Leslie decidono le loro prossime mosse, Melander porta avanti i suoi piani. Parker decide di tendergli un’imboscata, ma loro catturano Leslie. Nel confronto che ne segue, Parker elimina le minacce e si avventura per riparare i danni causati da Melander e dalla sua banda.

Jason Statham in Parker

Il finale di Parker: l’antieroe affabile

Alla fine, il protagonista uccide tutti i membri della banda di Melander e si impossessa del loro bottino. Il suo carattere e la sua condotta morale sono evidenti quando spedisce la parte di Leslie per posta. Anche se gli ci vuole un anno per organizzare la consegna, riconosce l’aiuto di Leslie mentre lottava per vendicarsi di Melander. Inoltre, anche i coltivatori di pomodori che lo hanno salvato ricevono una somma considerevole per il loro aiuto. Riconoscono che lo sconosciuto che hanno salvato è come un angelo, un salvatore che ha alleviato il loro disagio.

Il finale mette in luce l’aspetto affabile dell’antieroe interpretato da Parker. La sua professione è moralmente discutibile, ma il suo cuore è al posto giusto. Forse è la natura del lavoro che ha reso Parker un tipo duro, ma in sostanza lui tiene alle persone che lo circondano. Tuttavia, lui è risoluto nella sua ricerca di vendetta. Il tradimento di Melander non gli va giù e, nonostante sia ferito a morte, li rintraccia. Spinto da una grande determinazione, Parker crede nella giustizia inflitta con la stessa gravità del crimine commesso.

L’attacco di Kroll forse lo colpisce più di tutti. In una delle scene, Kroll cerca di rapire la sua ragazza, Claire, che è anche la figlia del suo mentore, Hurley. È molto più personale dell’azione di Melander. Pertanto, rintraccia il boss mafioso che ha assunto Kroll per ucciderlo. Questo diventa anche uno degli esempi della grinta e della determinazione di Parker. Parker combatte eroicamente nonostante le ferite e ottiene la sua vendetta. In altre parole, Parker è l’antieroe che ha la capacità di combattere contro ogni previsione e mantenere intatta la sua bussola morale.

Parker cast

In che modo il rapporto di Leslie con Parker lo influenza?

Parker chiarisce che l’eroe protagonista, pur essendo un lupo solitario, ha bisogno di aiuto per portare a termine la sua missione. In questo caso, Leslie diventa il personaggio che umanizza le abilità di lui. Nei film d’azione, il più delle volte, gli eroi sono infallibili senza alcun segno di vulnerabilità. Parker pianifica attentamente il suo stratagemma e, inizialmente, accetta l’aiuto di Leslie per rintracciare Melander.

Leslie è chiaramente attratta da Parker, ma lui mantiene un atteggiamento stoico di fronte a lei. Non vuole mostrare alcun segno di vulnerabilità, ma sfortunatamente le circostanze lo spingono ad accettare il suo aiuto. In una scena particolare, Leslie assiste alla morte orribile di Kroll, che è stata registrata dai presenti. Pur conoscendo la verità su di lui, lei collude con lui al punto da mettere in pericolo la propria vita. Inizialmente, Leslie vede Parker (sotto le spoglie di Daniel Parmitt) come una persona che potrebbe aiutarla ad alleviare la sua situazione finanziaria.

Entrambi hanno bisogno l’uno dell’altra per sopravvivere alle circostanze oscure. La narrazione intreccia efficacemente la relazione tra questi due personaggi e fonda il film d’azione su un terreno emotivo. Inoltre, quando Leslie se ne va dopo la fine del calvario, c’è un accenno di riluttanza negli occhi di Parker. Forse anche lui ha sviluppato un affetto per Leslie, ma non può agire in base ai suoi sentimenti a causa della sua relazione con Claire.

Leslie capisce questo fatto quando Parker le chiede di chiamare Claire quando lui è gravemente ferito. Sia Parker che Leslie accettano il fatto che la loro relazione dipende dalla situazione. Tuttavia, alla fine, Parker mantiene la parola data, dimostrando di ricordare ancora l’aiuto di Leslie. In sostanza, il lavoro di squadra di Parker e Leslie allevia la condizione di entrambi, suggerendo una relazione simbiotica.

Lion – La strada verso casa: la storia vera dietro il film

Lion – La strada verso casa (qui la recensione) è un film del 2016 diretto da Garth Davis e tratto dalla straordinaria storia vera di Saroo Brierley, un bambino indiano che, dopo essersi perso a cinque anni, viene adottato da una famiglia australiana e, da adulto, tenta di ritrovare le proprie origini grazie alle nuove tecnologie. Il film si colloca nel solco del biopic drammatico contemporaneo, ma lo fa con una sensibilità particolare: invece di concentrarsi solo sull’evento eccezionale, esplora con delicatezza il viaggio emotivo e identitario del protagonista, trasformando il racconto di una ricerca geografica in un percorso interiore di riscoperta personale.

Attraverso uno stile visivo intimo e un approccio narrativo che unisce realismo e poesia, Lion – La strada verso casa affronta temi universali come l’abbandono, il legame familiare, la memoria e il bisogno di appartenere a un luogo. La prima parte, profondamente radicata nella realtà sociale dell’India più povera, si contrappone alla seconda, ambientata in Australia, dove il protagonista cresce circondato da affetto ma tormentato da una mancanza che non riesce a colmare. Questo equilibrio tra dimensione emotiva e ricostruzione storica contribuisce a dare al film una forte risonanza umana.

Il cast sostiene pienamente la potenza narrativa del racconto: Dev Patel interpreta Saroo adulto con intensità e misura, mentre Nicole Kidman offre una delle sue prove più toccanti nel ruolo della madre adottiva. Il giovane Sunny Pawar, sorprendente nella parte del piccolo Saroo, regge l’intero primo segmento del film con una naturalezza rara. Nel resto dell’articolo si approfondirà la storia vera che ha ispirato Lion – La strada verso casa, ricostruendone i passaggi fondamentali e confrontandoli con la versione cinematografica.

Nicole Kidman in Lion - La strada verso casa
Nicole Kidman in Lion – La strada verso casa

La trama di Lion – La strada verso casa

Il film racconta la storia di Saroo, un bambino di cinque anni che vive con la sua povera famiglia a Khandwa, un piccolo villaggio dell’India centrale. Insieme a suo fratello più grande trascorre le giornate a raccogliere metalli per poi rivenderli e guadagnare qualche soldo. Una notte i due devono lavorare in una stazione, ma il piccolo Saroo è talmente stanco che si addormenta sulla panchina di fronte ai vagoni. Quando si risveglia è solo e spaventato, non trova più il fratello e, non sapendo cosa fare, decide di salire su un treno vuoto. Questo, però, non fa alcuna fermata e lo porta direttamente a Calcutta, a quasi duemila chilometri da casa.

Il bambino cerca di sopravvivere, nonostante non parli la lingua del posto. Inizialmente viene avvicinato da brutte persone che vogliono venderlo, poi riesce a scappare e finisce in commissariato, dove lo fotografano per diffondere la sua immagine sperando che qualcuno chieda di lui. Passano i giorni e il piccolo viene trasferito in un orfanotrofio, dove un’assistente sociale riesce a trovargli una nuova famiglia: una coppia di australiani benestanti. Quando diventa grande Saroo (Dev Patel), però, la voglia di cercare la sua vera madre lo porterà ad affrontare il viaggio più importante della sua vita.

La storia vera dietro il film

Saroo nasce nel 1981 a Ganesh Talai, un sobborgo di Khandwa, nel Madhya Pradesh, India; la sua famiglia vive in povertà, dopo che il padre abbandona moglie e figli. Nel 1986, all’età di cinque anni, suo fratello maggiore parte per lavoro in un’altra città e Saroo, seguendolo, si addormenta su una panchina in stazione: al risveglio, non trova più il fratello e, per disperazione, sale su un treno fermo, che partirà portandolo lontano, fino a Calcutta, a migliaia di chilometri di distanza dalla sua casa.

Dev Patel in Lion - La strada verso casa
Dev Patel in Lion – La strada verso casa

Rimasto solo, disorientato, incapace di spiegare da dove provenga, perché parla hindi, non bengalese, vive per strada, sopravvive grazie a espedienti, poi finisce in un orfanotrofio. Nel 1987, viene adottato da una coppia australiana e cresce in Tasmania con un nuovo nome, famiglia e prospettive. Pur avendo una vita stabile e affettuosa in Australia, Saroo non dimentica le sue origini: per molti anni mantiene dentro di sé il dolore dell’abbandono e il ricordo vago di quella notte che lo separò dalla famiglia.

Da adulto, dopo aver scoperto i moderni strumenti di mappatura satellitare, decide di tentare una ricerca della sua terra d’origine usando Google Earth. Calcola la distanza che il treno avrebbe percorso, disegna un cerchio intorno a Calcutta e, tra migliaia di stazioni, inizia a selezionare quelle che potrebbero corrispondere al punto di partenza. Dopo anni di ricerche e incroci di dati, nel 2012 individua di nuovo Khandwa, con la speranza di ritrovare la madre e la famiglia che aveva perso. Si reca in India e, con l’aiuto di abitanti locali e fotografie, riesce a risvegliare la memoria collettiva del villaggio: sua madre biologica è viva e, dopo 25 anni, finalmente lo rincontra.

Il film riflette piuttosto fedelmente i momenti essenziali di questa storia, la perdita, l’adozione, la vita lontano, la ricerca ossessiva con Google Earth e infine il ritorno. Alcune compressioni narrative e licenze artistiche riguardano dettagli minori, ma Saroo stesso, autore del memoir da cui il film è tratto, ha dichiarato che molte scene, come certe flashback, nascono da ricordi reali. In sintesi: la pellicola mantiene l’essenza della vicenda, rispettando la verità dei fatti principali e rendendola accessibile con grande intensità emotiva.

Paramount lancia un’offerta pubblica di acquisto per Warner Bros. Discovery (ostile a Netflix)

0

Paramount ha annunciato oggi di aver avviato un’offerta pubblica di acquisto interamente in contanti per acquisire tutte le azioni in circolazione di Warner Bros. Discovery per 30 dollari ad azione, un accordo che, a suo dire, equivale a un valore aziendale di 108,4 miliardi di dollari. La mossa aggressiva, seppur non del tutto inaspettata, è un tentativo di strappare Warner Bros. dalle braccia di Netflix.

“L’offerta di Paramount per l’intera WBD offre agli azionisti 18 miliardi di dollari in contanti in più rispetto al corrispettivo di Netflix. La raccomandazione del Consiglio di Amministrazione di WBD a favore dell’operazione Netflix rispetto all’offerta di Paramount si basa su una valutazione prospettica illusoria di Global Networks, non supportata dai fondamentali aziendali”, ha affermato la società.

L’offerta ostile, che si rivolge direttamente e pubblicamente agli azionisti di WBD, fa seguito a un’asta controversa che ha visto il gigante dei media guidato dal CEO David Zaslav respingere le successive offerte della società di David Ellison e, venerdì scorso, annunciare un accordo da 72 miliardi di dollari per la vendita degli asset di Warner Bros. a Netflix per 27,75 dollari ad azione in contanti e azioni. I potenziali partner hanno dichiarato che, in attesa dell’approvazione normativa, la transazione sarebbe avvenuta dopo che WBD avrebbe scorporato la sua attività di televisione lineare in una società pubblica separata; la chiusura avrebbe richiesto dai 12 ai 18 mesi.

La transazione proposta da Paramount riguarda l’intera WBD, incluso il segmento Global Networks.

“L’offerta strategicamente e finanziariamente interessante di Paramount agli azionisti di WBD offre un’alternativa superiore alla transazione Netflix, che offre un valore inferiore e incerto ed espone gli azionisti di WBD a un lungo processo di autorizzazione normativa multigiurisdizionale con un esito incerto, oltre a un mix complesso e volatile di capitale e liquidità”, ha affermato Par.

“Gli azionisti di WBD meritano l’opportunità di valutare la nostra offerta interamente in contanti, superiore, per le loro azioni nell’intera società. La nostra offerta pubblica, che si basa sulle stesse condizioni che abbiamo presentato al Consiglio di Amministrazione di Warner Bros. Discovery in privato, offre un valore superiore e un percorso più certo e rapido per il completamento. Riteniamo che il Consiglio di Amministrazione di WBD stia perseguendo una proposta inferiore, che espone gli azionisti a un mix di liquidità e azioni, a un valore di mercato futuro incerto del business dei cavi lineari di Global Networks e a un difficile processo di approvazione normativa”, ha affermato David Ellison.

“Stiamo presentando la nostra offerta direttamente agli azionisti per dare loro l’opportunità di agire nel loro migliore interesse e massimizzare il valore delle loro azioni”.

L’offerta sarebbe sostenuta dalla famiglia Ellison – guidata dal co-fondatore di Oracle e miliardario di più riprese Larry Ellison – e da RedBird Capital, oltre al debito interamente impegnato da Bank of America, Citi e Apollo, ha affermato Paramount.

L’azienda ha dichiarato di essere molto fiduciosa “di ottenere rapidamente l’autorizzazione normativa per la sua offerta proposta, poiché rafforza la concorrenza ed è a favore dei consumatori, creando al contempo un solido promotore del talento creativo e della scelta dei consumatori. Al contrario, l’operazione Netflix si basa sull’irrealistica ipotesi che la sua combinazione anticoncorrenziale con WBD, che consoliderebbe il suo monopolio con una quota del 43% degli abbonati globali al servizio Subscription Video on Demand (SVOD), possa resistere a molteplici e prolungate sfide normative in tutto il mondo. In molti paesi dell’Unione Europea, l’operazione Netflix combinerebbe l’operatore SVOD dominante con il secondo o il terzo concorrente più forte.

“L’operazione Netflix crea un chiaro rischio di prezzi più elevati per i consumatori, di retribuzioni inferiori per i creatori di contenuti e i talenti e di distruzione degli esercenti cinematografici americani e internazionali. Netflix non ha mai intrapreso acquisizioni su larga scala, con conseguente aumento del rischio di esecuzione che gli azionisti di WBD avrebbero dovuto sopportare”, ha affermato.

Paramount ha affermato di aver presentato sei proposte nell’arco di 12 settimane, ma “WBD non si è mai confrontata in modo significativo con queste proposte… Paramount ha ora presentato la sua offerta direttamente agli azionisti di WBD e al suo Consiglio di Amministrazione per garantire loro l’opportunità di perseguire questa alternativa chiaramente superiore“, ha affermato Ellison.

“Riteniamo che la nostra offerta creerà una Hollywood più forte. È nel migliore interesse della comunità creativa, dei consumatori e dell’industria cinematografica. Riteniamo che trarranno beneficio dalla maggiore concorrenza, dalla maggiore spesa per i contenuti e dalla maggiore produzione di film nelle sale cinematografiche, nonché da un maggior numero di film nelle sale, come risultato della transazione da noi proposta. Non vediamo l’ora di lavorare per offrire rapidamente questa opportunità, in modo che tutti gli stakeholder possano iniziare a capitalizzare i vantaggi della società combinata”.

Sia gli Ellison che Netflix hanno corteggiato Donald Trump, che ieri sera ha elogiato il co-CEO di Netflix Ted Sarandos, ma ha affermato che il peso dello streaming, se abbinato a HBO Max, potrebbe rappresentare un problema.

Golden Globes 2026: tutte le nomination!

La stagione dei premi è ufficialmente iniziata a Hollywood e dopo i Critics Choice Awards, arriva ora l’annuncio delle nomination ai Golden Globes 2026. Marlon Wayans e Skye P. Marshall hanno letto i nomi del candidati in un live streaming sul canale della CBS, che trasmetterà anche questa edizione del premio, in onda l’11 gennaio.

Il film della Warner Bros. Una battaglia dopo l’altra ha ottenuto il maggior numero di nomination con un totale di nove, tra cui quella per il miglior regista a Paul Thomas Anderson, quella per il miglior attore protagonista a Leonardo DiCaprio, quella per la miglior attrice protagonista a Chase Infiniti e quelle per i migliori attori non protagonisti a Benicio Del Toro, Sean Penn e Teyana Taylor.

Ha ottenuto anche nomination per la sceneggiatura di Anderson e la colonna sonora di Jonny Greenwood. Sentimental Value segue a ruota con otto nomination, seguito da I Peccatori con sette. Altri film con molteplici nomination sono Frankenstein, Hamnet e Un semplice incidente.

Per quanto riguarda la TV, The White Lotus della HBO ha ricevuto sei nomination, tra cui quella per la migliore serie drammatica e quelle per Carrie Coon, Parker Posey, Aimee Lou Wood, Walton Goggins e Jason Isaacs. La miniserie di Netflix Adolescence ha ottenuto cinque nomination, mentre Only Murders in the Building e Scissione ne hanno ottenute quattro ciascuna.

Ecco di seguito tutte le nomination ai Golden Globes 2026

Jessie Buckley – Hamnet
Jennifer LawrenceDie My Love
Renate Reinsve – Sentimental Value
Julia RobertsAfter the Hunt
Tessa Thompson – Hedda
Eva Victor – Sorry, Baby