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Lanterna Verde: Ryan Reynolds risponde alla “battuta” della Warner Bros.

ryan reynolds
Photo by Warner Bros./Dc Entertainmen/REX/Shutterstock

Due giorni fa vi avevamo riportato il simpatico tweet della Warner bros. che ironizzava sul flop di Lanterna Verde, il cinecomic con protagonista Ryan Reynolds uscito nel 2011 e oggi citato in uno dei suoi momenti più divertenti da Deadpool 2 (attualmente nelle nostre sale).

La risposta di Reynolds non ha tardato ad arrivare, come potete leggere qui sotto:

Beh, se avessimo usato un NuvaRing fin dall’inizio, non ci saremmo trovati in questo pasticcio

Lanterna Verde: la Warner Bros. riconosce il flop del film e ironizza con Ryan Reynolds

Vi ricordiamo che Reynolds è nelle sale con Deadpool 2, sequel diretto da David Leitch in cui compariranno anche Zazie Beetz nei panni di Domino e Josh Brolin in quelli di Cable.

Di seguito la nuova sinossi del film:

Dopo essere sopravvissuto a un quasi fatale attacco di mucche, uno chef sfigurato che lavora in una cafetteria (Wade Wilson) lotta con il suo sogno di diventare il barista più sexy di Mayberry mentre impara a scendere a patti con il fatto che ha perso il senso del gusto.

Cercando di riconquistare la sua spezia per la vita, così come un condensatore di flusso, Wade deve combattere i ninja, la yakuza e un branco di cani sessualmente aggressivi, mentre viaggia in giro per il mondo per scoprire l’importanza della famiglia, dell’amicizia e del sapore. Un nuovo gusto per l’avventura e per ottenere l’ambito titolo di tazza di caffè del World’s Best Lover.

Ryan Reynolds confessa di non aver mai visto la versione finale di Lanterna Verde

 
 

Avengers: Infinity War, Sebastian Stan scherza sulla “morte” di un personaggio

Avengers Infinity War

ATTENZIONE, l’articolo contiene SPOILER su Avengers: Infinity War

Ospite di un panel del Wizard World Philly dedicato a Avengers: Infinity War, Sebastian Stan ha ironizzato su una ormai celebre battuta del film che vede protagonista Peter Parker nel momento della sua “dipartita”.

Stretto fra le braccia di Tony Stark il ragazzo sussurra “Signor Stark, non mi sento tanto bene…” prima di scomparire dopo lo schiocco delle dita di Thanos.

Così, rispondendo ad una fan che gli chiedeva cosa avrebbe detto Bucky nella stessa situazione al suo amico Steve Rogers, l’attore ha citato la frase “Steve, non mi sento tanto bene…” scatenando le risate della sala.

Qui sotto il video:

https://twitter.com/iamgeekingout/status/997920074479489024?ref_src=twsrc%5Etfw&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Favengers-infinity-war-sebastian-stan-spider-man-death%2F

Avengers: Infinity War è il cinecomic con il più alto incasso della storia

Vi ricordiamo che Avengers: Infinity War, diretto da Anthony e Joe Russo e prodotto da Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee, è arrivato nelle nostre sale lo scorso 25 aprile.

La sinossi: Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.

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Sebastian Stan: “Bucky sarebbe un Captain America completamente diverso”

 
 

Deadpool 2: James Gunn fa i complimenti al film e condivide un simpatico “Groot-Pool”

James Gunn

Deadpool 2 ha festeggiato il suo incredibile weekend d’apertura al box office superando i 130 milioni di dollari di incasso (15 soltanto in America!) e ricevendo i complimenti direttamente da James Gunn, regista e sceneggiatore dei Guardiani della Galassia.

Gunn si è congratulato con Ryan Reynolds e il suo team per il risultato raggiunto, condividendo su Twitter un simpatico “Groot-Pool” che potete vedere qui sotto:

https://twitter.com/JamesGunn/status/997869162834739200?ref_src=twsrc%5Etfw&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fjames-gunn-deadpool-2-groot-pool%2F

Deadpool 2, recensione del film con Ryan Reynolds

Diretto da David LeitchDeadpool 2 è nelle nostre sale dal 15 maggio. Nel cast Ryan Reynolds nei pani del Mercenario Chiacchierone della MarvelZazie Beetz in quelli di Domino e Josh Brolin in quelli di Cable.

Dopo essere sopravvissuto a un quasi fatale attacco di mucche, uno chef sfigurato che lavora in una caffetteria (Wade Wilson) lotta con il suo sogno di diventare il barista più sexy di Mayberry mentre impara a scendere a patti con il fatto che ha perso il senso del gusto.

Cercando di riconquistare la sua spezia per la vita, così come un condensatore di flusso, Wade deve combattere i ninja, la yakuza e un branco di cani sessualmente aggressivi, mentre viaggia in giro per il mondo per scoprire l’importanza della famiglia, dell’amicizia e del sapore. Un nuovo gusto per l’avventura e per ottenere l’ambito titolo di tazza di caffè del World’s Best Lover.

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Deadpool 2: tutti i maggiori SPOILER del film

 
 

Batman v Superman: Zack Snyder conferma che Flash ha usato il Tapis roulant cosmico

the flash

Zack Snyder è tornato a parlare di Batman v Superman con i suoi fan riferendosi al “sogno” di Bruce Wayne con protagonista Barry Allen (in cui Flash sembrava voler avvertire il cavaliere oscuro di una minaccia imminente), dopo aver chiarito negli scorsi mesi che ciò che lo spettatore ha sempre ritenuto un sogno è in realtà successo veramente.

Ebbene il regista ha confermato che per tornare indietro nel tempo, Barry usufruisce del Tapis roulant cosmico, un dispositivo immaginario che ricorre spesso nell’universo della DC Comics apparso per la prima volta in The Flash n. 125 del 1961.

Di seguito trovate tutte le risposte di Snyder raccolte da un fan:

Batman v Superman: Zack Snyder rivela i segreti della “visita” di Flash a Bruce

Ricordiamo che Batman v Superman Dawn of Justice, è stato scritto da Chris Terrio, da un soggetto di David S. Goyer. In Batman v Superman figurano Henry Cavill nel ruolo di Superman/Clark Kent e Ben Affleck nei panni di Batman/Bruce Wayne.

La sinossi: Temendo le azioni incontrastate di un supereroe pari ad una divinità, il forte e vigoroso vigilante di Gotham City decide di affrontare il più riverito salvatore di Metropolis mentre il mondo è in lotta per capire di che tipo di eroe ci sia davvero bisogno. Con Batman e Superman in guerra l’uno contro l’altro, una nuova minaccia si fa velocemente strada, mettendo l’umanità in un pericolo ancora più grande come mai prima d’ora.

Batman V Superman: tutti gli easter egg confermati da Zack Snyder

 
 

Avengers: Infinity War, ecco quando arriverà in blu-ray e dvd

avengers infinity war

I Marvel Studios hanno annunciato che Avengers: Infinity War arriverà sul mercato homevideo il 31 Luglio 2018, ovviamente in formato 4K, Blu-Ray e Dvd.

Nelle prossime settimane verranno rivelati tutti i contenuti extra dell’edizione tra cui, speriamo, le scene eliminate descritte dai registi Anthony e Joe Russo nelle scorse settimane.

Avengers: Infinity War è il cinecomic con il più alto incasso della storia

Vi ricordiamo che il film, diretto da Anthony e Joe Russo e prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee, è arrivato nelle nostre sale lo scorso 25 aprile.

La sinossi: Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.

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Podcast #1 Cinefilos.it – Avengers: Infinity War

 
 

Ant-Man and The Wasp: Scott e Cassie Lang nel nuovo spot

Ant-Man and the Wasp

Immagini inedite di Scott e Cassie Lang sono state inserite nel nuovo spot tv di Ant-Man and The Wasp, secondo capitolo dedicato all’eroe Marvel con protagonisti Paul Rudd ed Evangeline Lilly.

Potete dargli un’occhiata qui sotto.

https://youtu.be/gioK9dBpbGw

Ant-Man and the Wasp, full trailer: Scott e Hope in azione

Dal Marvel Cinematic Universe, arriva Ant-Man and the Wasp, un nuovo capitolo del MCU con protagonisti i due eroi con la straordinaria abilità di cambiare dimensione. A seguito degli eventi di Captain America: Civil War, Scott Lang deve scendere a patti con le conseguenze della sua scelta sia come super eroe che come padre. Lotta per trovare un nuovo equilibrio tra la sua vita a casa e le sue responsabilità in quanto Ant-Man, deve confrontarsi con Hope van Dyne e suo padre, Hank Pym, per una missione urgente. Scott deve indossare di nuovo la sua tuta e imparare a combattere al fianco di Wasp come compagna di squadra per collaborare e svelare dei mistero del passato.

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Ant-Man and the Wasp, arriverà al cinema il 6 luglio 2018. È diretto da Peyton Reed, mentre alla sceneggiatura ci sono Chris McKenna & Erik Sommers, Paul Rudd, Andrew Barrer & Gabriel Ferrari. Nel cast sono stati confermati i protagonisti Paul Rudd e Evangeline Lilly.

Confermati nel cast Michael Douglas, Michael Pena e David Dastmalchian. Si sono uniti al cast anche Michelle Pfeiffer che interpreta Janet Van Dyne, Hannah John-Kamen è Ghost, Randall Park è Agent Jimmy Woo, Laurence Fishburne è Dr. Bill Foster, aka Goliath.

Alla produzione ci sono Kevin Feige con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Stephen Broussard, Charles Newirth e Stan Lee nei panni di executive producers.

Ant-Man and the Wasp – il trailer italiano

 
 

Arrow 7 stagione: trama, cast e dove vederla in streaming

Arrow 7

Arrow 7 è la settima stagione della serie tv Arrow  ideata da Greg Berlanti, Marc Guggenheim e Andrew Kreisberg per la DC Entertainment e il network The CW.

Arrow 7: uscita e dove vederla in streaming

La settima stagione di Arrow è andata in onda dal 15 ottobre 2018 al 13 maggio 2019 sul network The CW. Arrow 7 un streaming è disponibile su Prime Video.

Arrow 7: trama e cast

Nella settima stagione, Felicity cerca nuovi alleati per aiutare a catturare Diaz e liberare Oliver dalla prigione. Dopo la sconfitta di Diaz e il rilascio dalla prigione, Oliver e la sua squadra vengono sostituiti dall’SCPD. La sua sorellastra, Emiko Queen , emerge come la nuova Freccia Verde; tuttavia, viene successivamente rivelato che è la leader del gruppo terroristico del Nono Cerchio . La stagione presenta flashforward a vent’anni nel futuro, con l’ormai adulto William che riceve un messaggio misterioso. Unendosi agli ex alleati di Oliver, scopre sua sorella, Mia , la figlia di Oliver e Felicity , e lavora per salvare la città da un attacco informatico.

Arrow 7: trailer

 
 

Deadpool nel MCU? ecco cosa sanno Rhett Reese e Paul Wernick

deadpool 2

Mentre Deadpool 2 sta sbancando il box office mondiale, la domanda che sorge spontanea dopo l‘acquisto da parte di Disney della FOX è: vedremo prima o poi Deadpool nel Marvel Cinematic Universe?

La stessa domanda è stata posta agli sceneggiatori di Rhett Reese e Paul Wernick durate una sessione di Q&A su Reddit la cui risposta  è stata poi ripresa da CB:  

«Non ne siamo ancora sicuri. Gli avvocati non permetteranno a nessuna delle due parti di parlare. Abbiamo cercato di iniziare una conversazione con Kevin Feige, capo dei Marvel Studios, usando dei segnali di fumo, ma è stato richiamato il Dipartimento dei vigili del fuoco di Los Angeles.»

I due hanno poi aggiunto ancora: «La buona notizia è che con l’accordo Disney-Fox la lista di personaggi a cui abbiamo accesso sta crescendo sostanzialmente. E la cosa ci fa sorridere parecchio man mano che andiamo avanti. Non possiamo dire altro.»

LEGGI ANCHE: Avengers e non solo: 15 momenti improvvisati dagli attori

Leggendo tra le righe possiamo dunque dire che un principio di unione tra i due universi si stia consumando, ma va anche detto che dalle parole molto criptiche degli sceneggiatori si capisce che la Disney non ha intenzione di cancellare l’universo FOX in un colpo solo come Thanos, anche obbligata da questioni legali, dunque è probabile che come già ipotizzato la cosa avverrà molto gradualmente e senza snaturare le peculiarità delle storie messi in piedi fino ad ora da 20th Century Fox, che ha comunque prodotto uno dei migliori film basati su un fumetto degli ultimi anni (LOGAN).

LEGGI ANCHE,Avengers Infinity War: 10 teorie dei fan che si sono rivelate corrette

Inoltre, di seguito, ecco la nuova sinossi del film:

Dopo essere sopravvissuto a un quasi fatale attacco di mucche, uno chef sfigurato che lavora in una cafetteria (Wade Wilson) lotta con il suo sogno di diventare il barista più sexy di Mayberry mentre impara a scendere a patti con il fatto che ha perso il senso del gusto.

Cercando di riconquistare la sua spezia per la vita, così come un condensatore di flusso, Wade deve combattere i ninja, la yakuza e un branco di cani sessualmente aggressivi, mentre viaggia in giro per il mondo per scoprire l’importanza della famiglia, dell’amicizia e del sapore. Un nuovo gusto per l’avventura e per ottenere l’ambito titolo di tazza di caffè del World’s Best Lover.

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Diretto da David LeitchDeadpool 2 vedrà Ryan Reynolds tornare nei pani del Mercenario Chiacchierone della MarvelZazie Beetz sarà Domino, Josh Brolin sarà invece Cable.

 
 

The Batman: Andy Serkis vorrebbe far parte del film

black panther venom 2

Mentre cresce l’incertezza dietro al film standalone The Batman diretto da Matt Reeves, qualche giorno fa l’attore Andy Serkis, noto per  aver lavorato allungo con Matt Reeves con i suoi ruoli in performance capture, ha rivelato che vorrebbe ritornare a lavorare con il regista nel suo prossimo film su Batman.

JOBLO ha chiesto all’attore:  Hai lavorato con Matt Reeves in alcuni di quei film e sono curioso: sta lavorando a THE BATMAN per WB, c’è qualche interesse per te a far parte di questo o avventurarti nell’universo DC?

“Oh, certo! Voglio dire, andrei i qualsiasi universo creato da Matt [Reeves]. Voglio dire, è un regista davvero brillante. Lavorerei ancora con qualsiasi cosa con lui, sai, lo adoro e siamo molto amici, amici intimi, e penso che sia un regista straordinario di sicuro.”

Riguardo al film, sulla base di quanto detto in precedenza da Reeves stesso, si muoverà su un contesto più realistico, dunque saremmo sorpresi se ci fosse spazio per un personaggio in CGI che potrebbe interpretare Serkis.

The Batman sarà prodotto da Ben Affleck Geoff Johns che firmeranno anche la sceneggiatura. Nel cast anche Joe Manganiello.

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The Batman: Jake Gyllenhaal sostituirà davvero Ben Affleck?

FONTE: JoBlo

 
 

Avengers e non solo: 15 momenti “leggendari” improvvisati dagli attori

avengers

Si investono milioni di dollari, nei film di supereroi (sembra che il budget di Avengers: Infinity War si sia aggirato attorno ai 316 milioni di dollari). Il che vuol dire che ci sono delle scadenze regolari, e che i tempi sono ristretti. Ma anche i migliori blockbuster sanno come utilizzare i propri attori al meglio, e si trova sempre spazio per l’improvvisazione (spesso regalando perle).

Mentre gli aneddoti legati ai film della DC Comics e il francise di X-Men della Fox sono meno conosciuti, non vuol dire che non ci siano dei piccoli gioielli qua e là. E il fatto che siano pochi, forse, ci fa notare il loro valore, perché mostrano quanto gli attori siano in realtà capaci di capire e abitare il personaggio, anche quando hanno a che fare con un copione più rigido. Quindi, ecco una bella panoramica sui migliori momenti di improvvisazione nei film di supereroi. Da Batman ad Avengers, passando per Deadpool, Ant-Man, e non solo: 15 momenti di improvvisazione nei film di supereroi.

1L’ultima scena di Spider-Man (Avengers: Infinity War)

avengers

Avengers: Infinity War è stato capace di spezzarci il cuore: tutte le perdite subite sono state un dolore sia per i personaggi che per i fan. Ma il momento più doloroso è senza dubbio quello della perdita di Peter Parker. Non solo perché Peter è particolarmente giovane, ma anche per il modo in cui Tom Holland ha deciso di portare la scena sullo schermo. Il modo in cui si scusa con Tony e chiede aiuto, dicendo di non volersene andare, mentre Tony lo abbraccia mentre il ragazzino diventa cenere tra le sue braccia, è abbastanza da distruggere il cuore di ogni singolo fan. A quanto pare, Tom Holland ha improvvisato l’intera scena, sotto suggerimento del regista Joe Russo.

Fonte: ScreenRant

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Spoiler: le 15 foto dal set che hanno rivelato troppo

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I retroscena e i documentari dietro le quinte, l’avere la possibilità di sbirciare nel mondo magico del cinema, vedere cosa succede davvero dietro la telecamera, sono una cosa fantastica per gli appassionati, e non solo. Ci dicono di più sulle intenzioni del regista, e ci spiegano molto su come funzionano certe riprese (a chi non diverte guardare attori in costume saltare e fare acrobazie in una stanza verde?). Ai fan, danno la possibilità di esplorare il film più a fondo, e farsi un’idea del mondo che circonda la storia. E qualcuno ama quando qualche fotografia viene rilasciata in anticipo, per pregustare quello che arriverà, per fare teorie, per alimentare la curiosità. Qualcuno, però, ne sta alla larga, per sfuggire alla terribile minaccia degli spoiler. A qualcuno non dispiacciono, per qualcuno è il peggiore dei mali: ci sono fan, là fuori, che addirittura si rifiutano di vedere i trailer dei film particolarmente attesi, per non rovinarsi la sorpresa.

Le foto dal set sono tra i peggiori portatori di spoiler. Mentre molte fotografie vengono rilasciate per pubblicizzare un film, a volte succede che rivelino molto di più del necessario. Molto, molto di più. Ecco le 15 foto dal set che hanno rivelato troppo. Viene da sé che questo articolo contenga spoiler.

1Titanic

spoiler

All’epoca, fu uno il film che incassò di più al box office, prima di essere spodestato da un altro film di James CameronAvatar. Il film, per chi non lo sapesse (esiste davvero qualcuno che non lo sa?), racconta la tragica storia d’amore tra un povero artista, Jack, e l’aristocratica Rose.

Il motivo per il quale la storia non ha esattamente un lieto fine, è che i due si incontrano sulla celebre nave da crociera Titanic, condannata alla disgrazia. Mentre tutti sono a conoscenza del destion della famosa nave, gli spoiler erano allora relativi al destino dei due amanti. Questa foto dal set mostra il regista James Cameron intento a parlare con i due attori principali: e rivela non solo che i due non riescono a salire sulle scialuppe di salvataggio, ma anche il fatto che il pannello di legno sul quale trovano rifugio fosse troppo piccolo per ospitare entrambi.

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Avengers: 20 fatti strani su Quicksilver e Scarlet Witch

avengers

Pietro e Wanda Maximoff, alias Quicksilver e Scarlet Witch, sono tra i personaggi più complessi dell’universo fumettistico Marvel. Tra Avengers e X-Men, i due gemelli sono personaggi che generano sia interesse che confusione, a causa della complessità della questione dei diritti di sfruttamento cinematografico.

Inoltre, nonostante siano fratello e sorella, la loro relazione si sviluppa spesso in modi anche inappropriati per dei consanguinei. La relazione tra Scarlet Witch e Quicksilver è una di quelle che non ricevono troppa attenzione, mentre al cinema è invece la relazione tra Wanda e Visione che viene messa in primo piano. Ecco 20 fatti piuttosto strani su Quicksilver e Scarlet Witch.

1È l’amore di Quicksilver per Scarlet che porta a House of M

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Wanda Maximoff ha subito altre tragedie dopo il matrimonio con Visione. Non solo Visione ha finito per perdere interamente le proprie capacità emotive, ma Wanda scopre anche che i loro figli non sono reali. Non solo perde la capacità di ricordare i propri figli, ma quando le viene ricordata la loro esistenza, anche se solo nella sua mente, lei ha chiaramente un crollo emotivo che ha conseguenze disastrose. Wanda diventa sempre più instabile, e allo stesso tempo i suoi poteri diventano sempre più forti e difficili da controllare in maniera accurata.

Gli Avengers cominciano quindi a preoccuparsi del fatto che possa diventare una minaccia, non solo per se stessa, ma anche per gli altri, al punto che discutono se sia il caso se intervenire o meno, e se sia il caso di liberarsi di lei per salvare l’universo. Quicksilver, ovviamente, si preoccupa per il destino della sorella, e prova a fare tutto il possibile per evitare che questa venga eliminata, e la convince ad usare i propri poter per creare un mondo utopico nel quale ognuno riceve il proprio lieto fine. Ma Wolverine e altri supereroi capiscono che questo universo sia un realtà un falso, e si confrontano con Scarlet Wtich a riguardo: il che porta alla strage di circa il 90% dei mutanti, dopo che questa pronuncia tre parole diventate famose, “Niente più mutanti.”

Fonte: Screen Rant

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Cannes 2018: il Palmares, l’Italia c’è. Palma d’Oro a Shoplifters di Hirokazu Kore-eda

cannes 71 Cannes 2018

Dopo dieci giorni di film e red carpet, si è conclusa la settantunesima edizione del Festival di Cannes 2018 e di seguito potete trovare i premi assegnati dalla Giuria internazionale presieduta da Cate Blanchett.

A completare la giuria ci sono Chang Chen, Khadja Nin, Kristen Stewart, Denis Villeneuve, Ava DuVernay, Robert Guediguian, Lea Seydoux e Andrey Zvyagintsev.

COMPETITION

Palma d’Oro: “Shoplifters” di Hirokazu Kore-eda

Grand Prix: “BlacKkKlansman” di Spike Lee

Regia: Pawel Pawlikowski, “Cold War

Attore: Marcello Fonte, ”Dogman

Attrice: Samal Yeslyamova, “Ayka

Premio della Giuria: Nadine Labaki, “Capernaum

Sceneggiatura — ex aequo: Alice Rohrwacher, “Lazzaro Felice” e Jafar Panahi, Nader Saeivar, “3 Faces

Special Palme d’Or: Jean-Luc Godard

OTHER PRIZES

Camera d’Or: “Girl,” Lukas Dhont

Short Films Palme d’Or: “All These Creatures,” Charles Williams

Short Films Special Mention: “On the Border,” Shujun Wei

Golden Eye Documentary Prize: TBA

Ecumenical Jury Prize: “Capernaum,” Nadine Labaki

Ecumenical Jury Special Mention: “BlacKkKlansman,” Spike Lee

Queer Palm: “Girl,” Lukas Dhont

UN CERTAIN REGARD

Un Certain Regard Award: Ali Abbasi, “Border”

Best Director: Sergei Loznitsa, “Donbass”

Best Performance: Victor Polster, “Girl”

Best Screenplay: Meryem Benm’Barek, “Sofia”

Special Jury Prize: João Salaviza & Renée Nader Messora, “The Dead and the Others”

DIRECTORS’ FORTNIGHT

Art Cinema Award: “Climax” (Gaspar Noé)

Society of Dramatic Authors and Composers Prize: “The Trouble With You” (Pierre Salvadori)

Europa Cinemas Label: “Lucia’s Grace (Gianni Zanasi)

Illy Short Film Award: “Skip Day” (Patrick Bresnan, Ivete Lucas)

CRITICS’ WEEK

Grand Prize: “Diamantino” (Gabriel Abrantes, Daniel Schmidt)

Society of Dramatic Authors and Composers Prize: “Woman at War” (Benedikt Erlingsson)

GAN Foundation Award for Distribution: “Sir”

Louis Roederer Foundation Rising Star Award: Felix Maritaud, “Sauvage.”

Short Film: “Hector Malot – The Last Day Of The Year” (Jacqueline Lentzou)

FIPRESCI

Competition: “Burning,” (Lee Chang-dong)

Un Certain Regard: “Girl,” (Lukas Dhont)

Directors’ Fortnight/Critics’ Week: “One Day” (Zsófa Szilagyi)

CINÉFONDATION

First Prize: “The Summer of the Electric Lion,” Diego Céspedes

Second Prize — TIE: “Calendar,” Igor Poplauhin AND “The Storms in Our Blood,” Shen Di

Third Prize: “Inanimate,” Lucia Bulgheroni

 
 

Ride: teaser poster del film con Lorenzo Richelmy

Ride

Lucky Red ha diffuso il teaser poster di Ride, il film diretto da Jacopo Rondinelli e scritto, co-prodotto e supervisionato artisticamente da Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, già registi del fortunato Mine, che nel 2016 è stato accolto con favore da pubblico e critica come un caso esemplare di rinnovamento e rinascita del cinema italiano.

Il film è una produzione Lucky Red, Mercurious con Tim Vision e con il contributo di Trentino Film Commission. Un cast italiano e internazionale quello di RIDE, che vede protagonisti Lorenzo Richelmy e  Ludovic Hughes al fianco di Simone Labarga e Matt Rippy.

RideMax (Lorenzo Richelmy) e Kyle (Ludovic Hughes) sono due riders acrobatici.  Quando ricevono l’invito a partecipare a una misteriosa gara di downhill con in palio 250.000$ accettano senza esitazione per poi scoprire – ormai troppo tardi – di doversi spingere oltre i limiti delle loro possibilità fisiche e psicologiche. Quella che affronteranno sarà così una corsa estrema per la sopravvivenza.

 
 

Lanterna Verde: la Warner Bros. riconosce il flop del film e ironizza con Ryan Reynolds

lanterna verde

Come vi abbiamo anticipato in questo articolo, Deadpool 2 farà un piccolo riferimento a Lanterna Verde, il cinecomic che nel 2011 vide protagonista Ryan Reynolds nei panni del supereroe Hal Jordan e che non fu esattamente un successo (sia economico che critico).

Ora, sfruttando la scia del film sul mercenario chiacchierone, la Warner Bros. sembra aver sotterrato ogni rancore pubblicando un simpatico messaggio di pace su Twitter che riconosce il fallimento di Lanterna Verde:

Ryan Reynolds confessa di non aver mai visto la versione finale di Lanterna Verde

Vi ricordiamo che Reynolds è nelle sale con Deadpool 2, sequel diretto da David Leitch in cui compariranno anche Zazie Beetz nei panni di Domino e Josh Brolin in quelli di Cable.

Di seguito la nuova sinossi del film:

Dopo essere sopravvissuto a un quasi fatale attacco di mucche, uno chef sfigurato che lavora in una cafetteria (Wade Wilson) lotta con il suo sogno di diventare il barista più sexy di Mayberry mentre impara a scendere a patti con il fatto che ha perso il senso del gusto.

Cercando di riconquistare la sua spezia per la vita, così come un condensatore di flusso, Wade deve combattere i ninja, la yakuza e un branco di cani sessualmente aggressivi, mentre viaggia in giro per il mondo per scoprire l’importanza della famiglia, dell’amicizia e del sapore. Un nuovo gusto per l’avventura e per ottenere l’ambito titolo di tazza di caffè del World’s Best Lover.

Deadpool 2: tutti i maggiori SPOILER del film

 
 

Captain Marvel: il film racconterà le “origini” dell’agente Coulson

captain marvel Vendicatori

Captain Marvel, primo cinecomic dei Marvel Studios con protagonista una supereroina, non racconterà soltanto il passato di Nick Fury (come confermato dallo stesso Samuel L. Jackson), ma anche le “origini” dell’agente Coulson, membro chiave dello S.H.I.E.L.D. e figura ricorrente nel MCU.

A svelare questo dettaglio è proprio l’attore che lo interpreta, Clark Gregg, attualmente impegnato con le riprese del film a Los Angeles:

Vedremo un Phil Coulson molto più giovane, d’altronde è il nuovo arrivato allo S.H.I.E.L.D. Ricordate quando in Iron Man diceva a Tony Stark “Questo non è il mio primo rodeo”, ecco, Captain Marvel tornerà a quel momento”.

Captain Marvel: Clark Gregg è “orgoglioso” di Brie Larson nei panni di Carol Danvers

Vi ricordiamo che alla regia del cinecomic con protagonista Brie Larson, ci saranno Anna Boden e Ryan Fleck. Il film invece arriverà al cinema l’8 marzo 2019.

Il cast ufficiale: Brie LarsonSamuel L. JacksonBen MendelsohnDjimon HounsouLee PaceLashana LynchGemma ChanAlgenis Perez SotoRune TemteMcKenna GraceClark GreggJude LawAnnette Bening.

La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una guerra galattica tra due razze aliene, è lì che Captain Marvel interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia dell’universo cinematografico Marvel.

Captain Marvel: il cinecomic “sarà qualcosa di mai visto prima nel MCU”

Fonte: CBM

 
 

Ayka: recensione del film di Sergei Dvortsevoy

Ayka

Dopo la steppa kazaka di Tulpan, Sergei Dvortsevoy sceglie la Mosca funestata da tormente di neve per raccontare la storia di Ayka, una kirghika che incontriamo in un letto d’ospedale, in un reparto maternità. La giovane donna ha appena partorito, ma invece di allattare suo figlio, quando l’infermiera glielo porta, lei scappa da una finestra, nella neve alta. Scopriamo solo dopo che Ayka è una povera disgraziata che vive in un tugurio, brutto e sporco, con delle sue connazionali, vessata da un padrone di casa che non le lascia tregua e da una serie di personaggi negativi che, sorprendentemente, incontra di continuo. La donna non può permettersi di badare a un bambino, per questo lo ha lasciato.

Il quadro di totale disperazione dipindo da Dvortsevoy si traduce in tecnica con una camera a mano che segue da molto vicino la protagonista, asfissiando sia lei che lo spettatore, il quale molto prima della sfortunata arriva a un punto di saturazione e insofferenza.

La serie continua di disgrazie diventa davvero intollerabile e piuttosto che simpatizzare con la protagonista, il pubblico si stanca di lei, della neve, dei suoi guai.

Il film è stato presentato in Concorso al Festival di Cannes 2018, durante il quale è stato visto un altro film che sul ricatto emotivo fonda il suo rapporto con lo spettatore: parliamo di Capharnaüm, di Nadile Labaki, anche questo in Concorso.

Se nel caso della regista libanese i bambini protagonisti catalizzano il pietismo e la lacrima, in questo caso le sfortune della donna inquadrata da vicino da Sergei Dvortsevoy generano insofferenza. Due approcci leggermente differenti ma volti a ricattare lo spettatore, allo stesso modo.

Non c’è speranza per Ayka, non c’è redenzione per le sue sofferenze, solo la città fredda e indifferente, sporca e infida, così come le persone che la popolano. Non c’è luce alla fine della sua storia, solo un accennato gesto di disperazione, un finale tragico per una vita sfortunata.

 
 

Capharnaüm: recensione del film di Nadine Labaki

Capharnaüm

Presentato al Festival di Cannes 2018 in concorso, Capharnaüm di Nadine Labaki racconta la storia di Zain, un bambino che non conosce la sua età, forse dodici anni, che vive in miseria, non va a scuola e lavora per aiutare la numerosa famiglia. Soprattutto, Zain si occupa della sorellina di 11 anni. Quando la bimba raggiunge la maturità sessuale, finisce in sposa al figlio del padrone di casa. In questo modo ci sarà una bocca in meno da sfamare, ma anche un legame con i proprietari dello sgangherato appartamento. A seguito di questa decisione, Zain è così furibondo che scappa di casa, e viene accolto da una donna, altrettanto povera, con un figlio piccolo. Quando anche lei sparirà, Zain si troverà a dover badare a se stesso e al neonato, fino a che, in un finale strappalacrime, la risoluzione della vicenda porterà di nuovo, o forse per la prima volta, il sorriso sulle labbra del bambino.

Quando si parla di cinema ricattatorio si percorre sempre un terreno scivoloso, su cui molti cadono lasciandosi trasportare proprio dall’impeto del narratore, la regista Labaki in questo caso, che condiziona con soluzioni narrative e visive lo stato d’animo che si vuole indurre nello spettatore. Per intenderci, allo stesso modo in cui un mendicante sfoggia il proprio bambino, la regista libanese inquadra ogni singolo momento di difficoltà e sofferenza dei due piccoli protagonisti, quasi con compiacimento.

Il pacchetto sembra completo, dato che i protagonisti sono due bellissimi bambini, uno dei quali che appena cammina, e soprattutto data l’estrema povertà rappresentata, una condizione esistenziale che viene esposta con una violenza tale da sfiorare la pornografia (della povertà, appunto). Tutto questo a contrasto con alcuni momenti molto buoni, soprattutto tecnicamente, quando la regista sceglie la macchina a mano per seguire i due piccoli protagonisti. Questo gesto di “verità” si scontra però con la ricostruzione e la caratterizzazione dei personaggi, che non collimano con l’estrazione sociale cui gli stessi appartengono. Valga per tutti il puntuale e accorato discorso di Zain di fronte al giudice, nel finale del film: nessun bambino parlerebbe in quel modo, soprattutto un bambino analfabeta.

A Capharnaüm non si boccia certo il racconto della miseria, tuttavia la strumentalizzazione di questi individui non è altro che spettacolarizzazione della povertà. E questo è inaccettabile, nonostante qualche merito tecnico che pure ha il film.

 
 

Knife + Heart: recensione del film di Yann Gonzalez

Knife + Heart

La voglia di fare un esperimento, un pasticcio di generi e forse anche di intenzioni hanno portato il giovane regista argentino Yann Gonzalez a partorire Knife + Heart, film presentato in concorso al Festival di Cannes 2018.

La storia è quella di Anne, una produttrice di film porno gay di bassa lega, che dopo la rottura con la storica partner, Lois, montatrice dei suoi film, si trova ad indagare su un misterioso omicida che sembra aver preso di mira i protagonisti dei suoi film. La verità si scoprirà poco per volta, trascinando Anne in un vortice di violenza e mistero.

Gonzales ha fuso la tensione del giallo e delle storie di serial killer con un omaggio al mondo del porno gay, tra gli anni Settanta e Ottanta, il tutto condito con un look che sembra uscito proprio da quegli stessi film. Il dialogo tra film visto dallo spettatore e film girato dai protagonisti è continuo proprio in questo aspetto estetico onirico, che carica la storia di risvolti involontariamente comici. Il risultato è trash fuori controllo, con recitazioni ostentate e sequenze talmente tanto forzate che resta misteriosa la scelta di inserire il film nel Concorso Ufficiale della settantunesima edizione del Festival di Cannes.

Tra i tanti elementi che mescola il film, la componente romantica è fondamentale, sia per la protagonista Anne (Vanessa Paradis), sia ai fini dello svelamento del mistero e delle motivazioni dell’assassino, una figura che sfrutta le abitudini delle sue vittime per perpetrare i suoi sanguinosi scopi. E così il coltello e il cuore del titolo possono essere entrambi dell’assassino che con l’uno cerca di placare il desiderio dell’altro.

Il problema di Knife + Heart risiede forse nel fatto che il riferimento a tanti generi diversi “sporca” la natura della storia e non la impreziosisce affato, come invece a volte capita alle storie ibride.

 
 

Cannes 2018: la prima immagine da Freaks Out di Gabriele Mainetti

Gabriele Mainetti Freaks out

Presentato al Mercato di Cannes 2018 c’era anche Freaks Out, il nuovo film di Gabriele Mainetti (Lo chiamavano Jeeg Robot) e, grazie a ScreenDaily, abbiamo a disposizione la prima immagine ufficiale del film:

freaks out

Da un soggetto originale di Nicola Guaglianone e una sceneggiatura scritta a quattro mani dallo stesso Guaglianone con Gabriele Mainetti, sarà di nuovo Roma la cornice che accoglierà i protagonisti di questa storia.

A firmare le musiche ancora una volta Michele Braga con Gabriele Mainetti.

Nel cast Aurora Giovinazzo, Claudio Santamaria, Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, con la partecipazione di Giorgio Tirabassi, Max Mazzotta, Franz Rogowski. Le riprese si svolgeranno a Roma e in Calabria per 12 settimane.

Freaks out è prodotto da Lucky Red e Goon Films con Rai Cinema, in coproduzione con Gapfinders (Belgio).

“A due anni dal successo di ‘Lo chiamavano Jeeg Robot’, abbiamo lavorato insieme a Gabriele Mainetti, che è anche produttore, e a Rai Cinema per gettare le basi di un film ambizioso e originale”, dichiara Andrea Occhipinti . “Siamo davvero ansiosi di iniziare le riprese di ‘Freaks out’, nato dalla vena creativa di Nicola Guaglianone e scritto insieme a Gabriele“.

Si dice che il secondo film sia il più difficile da realizzare, soprattutto quando il primo ha generato un riscontro positivo. Non sarà facile soddisfare le aspettative ora che l’asticella si è alzata ulteriormente. Come nella precedente esperienza faremo del nostro meglio per fare di più di quello che potremmo permetterci. Alla fine l’approccio produttivo sarà com’è stato con Jeeg… solo su una scala più grande”, dichiara la Goon Films.

Finalmente si parte, siamo pronti a iniziare questa nuova avventura insieme a Lucky Red e a Goon Films con i quali abbiamo condiviso la scommessa e i successi di ‘Lo chiamavano Jeeg robot’”, dice Paolo Del Brocco amministratore delegato di Rai Cinema. “Insieme al pubblico che ha profondamente amato il suo film, aspettavamo con impazienza il ritorno al lavoro di Gabriele Mainetti, crediamo molto nel suo talento e nell’originalità delle sue storie”.

Sinossi:

Matilde, Cencio, Fulvio e Mario sono come fratelli quando il dramma della seconda guerra mondiale travolge Roma. Siamo nel ‘43, nel pieno del conflitto, e la città eterna ospita il circo in cui lavorano. Israel, il proprietario e loro padre putativo, scompare nel tentativo di aprire una via di fuga per tutti loro oltre oceano. I nostri quattro protagonisti sono allo sbando. Senza qualcuno che li assista ma, soprattutto, senza il circo, hanno smarrito la loro collocazione sociale e si sentono solo dei fenomeni da baraccone, “a piede libero” in una città in guerra.

 
 

Ride: il poster del nuovo film della coppia di Mine, Guaglione e Resinaro

Ecco il primo poster ufficiale di Ride, il nuovo film diretto da Jacopo Rondinelli, che è scritto, co-prodotto e supervisionato artisticamente da Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, già registi del fortunato Mine, che nel 2016 è stato accolto con favore da pubblico e critica come un caso esemplare di rinnovamento e rinascita del cinema italiano.

Il film è una produzione Lucky Red, Mercurious con Tim Vision e con il contributo di Trentino Film Commission. Un cast italiano e internazionale quello di RIDE, che vede protagonisti Lorenzo Richelmy e Ludovic Hughes al fianco di Simone Labarga e Matt Rippy.

 
 

Cannes 2018: Border, di Ali Abbasi, vince Un Certain Regard

Alla vigilia dell’assegnazione della Palma d’Oro per l’edizione numero 71 del Festival francese, Cannes 2018 comincia ad annunciare i premi collaterali e tra questi, il più prestigioso è senza dubbio quello di Un Certain Regard, l’altra selezione ufficiale, accanto al concorso e al fuori concorso.

La giuria presieduta da Benicio Del Toro ha premiato Border (Grans) la fiaba nera di Ali Abbassi con il premio principale, un film originale e spiazzante che è piaciuto moltissimo alla redazione di Cinefilos.it.

Qui trovate la recensione di Border

Del Toro è stato affiancato da Annemarie Jacir, Kantemir Balagov, Virginie Ledoyen e Julie Huntsinger. Su 18 film, ecco i 5 premiati: 

  • Un Certain Regard Prize: “Border,” diretto da Ali Abbasi
  • Prize for Best Screenplay: “Sofia,” scritto da Meryem Benm’barek
  • Prize for Best Performance: Victor Polster per “Girl,” diretto da Lukas Dhont
  • Prize for Best Director: Sergei Loznitsa per “Donbass”
  • Jury Special Prize: “The Dead and the Others,” diretto da Joao Salaviza e Renee Nader Messora

“Sentiamo che trai 2000 film considerati dal Festival, i 18 selezionati in Un Certain Regard sono tutti vincitori.” Ha dichiarato la giuria. Nessun premio, purtroppo, per Valeria Golino, che concorreva nella sezione con Euforia.

 
 

Avengers: Infinity War, 13 cose che hanno “salvato” il film

avengers infinity war

Avengers: Infinity War è arrivato nelle sale lo scorso 25 aprile, battendo già qualsiasi record: cinecomic più visto nella storia, vede per la prima volta riuniti sul grande schermo quasi tutti i personaggi finora introdotti nel MCU, riuscendo ad amalgamarli fra loro al servizio di una storia assai complessa, e non per questo mal gestita da sceneggiatori e registi.

Trovare quindi dei difetti nel film che festeggia il decennale della nascita dei Marvel Studios risulta davvero difficile, tuttavia ci sono delle decisioni e dei punti di forza innegabili senza i quali il risultato finale non darebbe stato lo stesso.

Leggi anche – Avengers: Infinity War, le domande senza risposta con cui ci lascia il film

Ecco allora di seguito le 15 cose che, secondo CBR, hanno letteralmente “salvato” Avengers: Infinity War:

1La “debolezza” di Star Lord

Avengers: Infinity War

Al culmine della battaglia su Titan, Thanos è stretto nel pugno degli eroi e sta per cedere: il guanto dell’infinito è stato quasi estratto dalla sua mano e l’universo potrebbe essere salvato, se non fosse che la debolezza di Star-Lord compromette l’intero piano dei Vendicatori e lascia scappare il Titano Pazzo.

Quando infatti Thanos confessa di aver ucciso Gamora, Star Lord apre il fuoco su Thanos e respingendo la forza di Mantis, tuttavia questa reazione apparentemente stupida è coerente al percorso del personaggio, e l’umanità espressa in questa scena dona al film il calore di cui aveva bisogno.

I combattimenti

Avengers: Infinity WarLe sequenze d’azione sono uno dei tanti fiori all’occhiello del MCU, dal momento anche i film giudicati meno brillanti come Thor: The Dark World sono riusciti a mettere insieme combattimenti entusiasmanti e splendidamente filmato.

Infinity War però, non soltanto è sembrato all’altezza delle aspettative, ma ha decisamente superato tutti i precedenti capitoli. Fondendo i poteri dei diversi personaggi in ambientazioni inedite, il film offre allo spettatore uno spettacolo mai visto prima culminando nello scontro finale contro Thanos nel Wakanda.

Il rapporto fra Iron Man e Spider-Man

Avengers: Infinity WarLeggermente diverso rispetto ai fumetti, il rapporto fra Tony Stark e Peter Parker che abbiamo visto nel MCU si è sviluppato in maniera interessante, partendo da Civil War e arrivando ad Infinity War.

Peter vede Tony come un mentore e una figura paterna, Stark invece, da parte sua, prende l’ammirazione e il rispetto di Spider-Man come motivazione per diventare un eroe e un uomo migliore. Per questo la loro relazione è una parte fondamentale non soltanto del film, ma del percorso di Peter nel MCU; inoltre, quando alla fine il ragazzo scompare fra le braccia di Tony, assistiamo al momento più drammatico e toccante dell’intera pellicola.

L’equilibrio tra leggerezza e tragedia

Avengers: Infinity WarNiente rende più riconoscibile un film dei Marvel Studios come l’ironia. Tuttavia, come già visto in Captain America: Civil War e lo stesso Infinity War, gli sceneggiatori non hanno avuto paura di mescolare la tragedia con la commedia, riuscendo a creare un perfetto equilibrio di tono.

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Burning: recensione del film di Lee Chang-dong

burning

A otto anni da Poetry, migliore sceneggiatura a Cannes 63, Lee Chang-dong torna nel concorso del Festival di Cannes con Burning, adattamento di Murakami, in cui il regista riesce a restituire l’essenzialità dello scrittore, dilatando il racconto in un film dalla durata importante, un minutaggio che sembra però al servizio del racconto.

Il film, a metà tra thriller e storia d’amore, racconta di Jong-soo, un ragazzo che sogna di fare lo scrittore, me è spiantato e senza troppa voglia di fare. Il ritorno forzato nel villaggio dove è cresciuto, dove è costretto a prendersi cura della fattoria del padre, lo ricongiunge a Haemi, amica d’infanzia, poco prima che questa parta per il Kenya. Dal viaggio, la ragazza torna con Ben, un affascinante e ricco rampollo che introduce un elemento nuovo in questo rapporto appena cominciato.

Il film non si trasforma mai davvero in un triangolo amoroso ma si tinge di giallo quando Haemi scompare, senza lasciare traccia. O meglio, quando sembra che sia sparita, perché il film di Chang-dong si fonda proprio sul sospetto, anzi meglio, sul dubbio dell’esistenza. Unica cosa che sembra concreta, invece, è la differenza di classe, la separazione tra Ben e Jong-soo, dal loro stile di vita alla maniera opposta in cui trattano la ragazza che, indirettamente, li unisce.

La svolta thriller, la sparizione della ragazza, è un momento fondamentale del film, che ne modifica il corso ma che non ne monopolizza il senso, costituendo narrativamente un nodo essenziale ma lasciando proseguire il film nel flusso in cui il regista l’ha immerso: un profondo senso di mistero per il mondo, in ogni suo aspetto.

E questo mistero, in Burning, teneramente rappresentato dal gatto di Haemi, che esiste (o forse no?) ma che non vediamo mai, è la rappresentazione, in definitiva, del mistero del mondo, almeno stando a quanto dichiara Lee Chang-dong, secondo il quale la vita e il mondo stesso ne sono intrisi.

 
 

The House That Jack Built: recensione del film di Lars Von Trier

The House That Jack Built

A sette anni da una delle controversie più chiacchierate del Festival di Cannes, Lars Von Trier torna a salire la montée des marches e a presentare sulla croisette un suo film, fuori concorso. Sette anni fa era Melancholia, nella competizione ufficiale, quest’anno è il turno di The House That Jack Built, un thriller in cui Matt Dillon accompagna lo spettatore nella sua discesa all’Inferno, un luogo popolato di cadaveri e di propositi scabrosi, per la gente comune e per lo spettatore stesso, ma considerati artistici e altissimi nella visione di questo oscuro personaggio.

Jack, interpretato da Dillon, è infatti un ingegnere che sarebbe voluto diventare un architetto, e che nella vita ha due scopi: il primo è quello di riuscire a costruire per sé una casa su un suo terreno, l’abitazione perfetta; il secondo è quello di raggiungere il massimo grado di creatività nel corso della sua carriera da serial killer. È lo stesso Jack che ci racconta l’evoluzione del suo “vizio”, cominciato quasi per caso con l’omicidio impulsivo della prima vittima, una fastidiosissima donna interpretata da Uma Thurman. Il film procede per capitoli, che Jack, con voce fuori campo, definisce “incidenti”, cinque vittime che hanno particolarmente stimolato l’istinto omicida/creativo del protagonista.

Il primo elemento degno di riflessione, in The House That Jack Built, è l’aspirazione di Jack. L’uomo ha una preparazione da ingegnere, esecutore, quindi, ma ha anche dentro di sé un forte istinto creativo e artistico che, nel suo ambito professionale, è attribuito maggiormente ad un architetto, una professione per cui non ha la preparazione, ma che prova ad esercitare su se stesso, progettando la sua casa, un esercizio lungo e difficile, che non riesce a portare avanti. Vuole comporre la musica, non eseguirla, per usare una metafora che lui stesso adotta nel film. Questo suo voler creare invece di eseguire sembra un perfetto parallelo con le intenzioni del regista, che riempie di sé e della sua visione il film intero.

Lunghi dal ripetere se stesso, con The House That Jack Built, Lars Von Trier racconta il valore dell’opera e dell’aspirazione umana, che in Jack si tramuta in istinto omicida, mai impulsivo o fuori controllo, se non per il primo episodio. Dal momento che il lavoro con la casa è fermo, Jack sfoga la sua creatività nell’omicidio, escogitando sempre nuovi modi per realizzare i suoi scopi. Lo sforzo creativo di Jack si sovrappone a quello di Lars, e senza paura di risultare sgradevole, il regista si cala nel suo personaggio, tanto che lo fa scendere all’inferno, una catabasi accompagnata da un Virgilio d’eccezione, Bruno Ganz nei panni del misterioso Verge.

La tensione verso la perfezione dell’opera d’arte può essere rintracciata anche nel nome che Jack sceglie per il suo alter ego da serial killer: Mr. Sophistication. La raffinatezza è quella che lui stesso insegue, e dal grezzo colpo di crick che sblocca il suo istinto omicida, lo vedremo percorrere un cammino lungo e sanguinoso per aspirare allo stato d’arte.

Molte polemiche hanno anticipato l’arrivo del film a Cannes 2018, tra queste anche l’accusa di estrema violenza. In realtà Von Trier è crudo e sanguinario, ma senza compiacimento visivo, lascia quasi ogni scena scabrosa fuori dal quadro e permette allo spettatore di intuire il fuori campo. Si tratta di un gioco molto raffinato che consente al regista di suggerire i momenti più efferati, senza risparmiare una buona dose di sangue.

Il risultato di questo sforzo e questa tensione verso l’arte è un compendio dell’opera stessa di Lars Von Trier, un film cardine di una filmografia mai paga di stupire e interrogare il suo fruitore. Oltretutto il regista danese condisce anche la più cruenta delle scene con un tono ironico che rende divertente la visione del pur lungo film, con la sua tipica acuta intelligenza, con la sua voglia di giocare con chi lo guarda, provocandolo e spingendolo oltre le sue stesse barriere della mente.

 
 

3 Faces: recensione del film di Jafar Pahani

3 faces

Tre facce del cinema, raccontate in un’unica storia; una riflessione nata da un pretesto e soprattutto da un’urgenza: continuare a raccontare storie sul grande schermo. Dopo Taxi Teheran e l’Orso d’Oro a Berlino 2015, Jafar Pahani torna sulla ribalta internazionale a Cannes 2018, dove presenta in concorso 3 Faces, nuovo film che scrive, dirige e interpreta, sempre a bordo di un veicolo che lui stesso guida, sempre mosso dalla necessità di esserci.

A seguito di un video che mostra il suicidio di una ragazza che desidera diventare attrice ma il cui sogno è impedito dalla famiglia, la diva iraniana Behnaz Jafari e il regista Jafar Panahi si recano nel villaggio della ragazza, Marziyeh Rezaei, per capire cosa sia accaduto. Il messaggio era infatti un‘accorata richiesta di soccorso rivolta ala Jafari, la diva che agli occhi della giovane aspirante attrice era riuscita a realizzare il sogno del cinema.

Pahani racconta attraverso questo pretesto tre volti del cinema in Iran: da una parte il futuro, Marziyeh Rezaei, che desidera trovare la sua visibilità e che ci viene mostrata all’inizio attraverso un video di un cellulare, un collegamento alla “novità”. In secondo luogo abbiamo invece il viso intenso di Behnaz Jafari, la diva, colei che riesce a mostrarsi nonostante la politica remi contro alla settima arte, nonostante la difficoltà oggettiva, molto più che nel resto del mondo, che una donna ha nel fare cinema. Infine, il terzo volto del titolo è quello di Shahrzad (Kobra Saeedi) un’attrice del passato, costretta a ritirarsi dalle scene per ragioni politiche, un personaggio misterioso e rancoroso, che allo stesso Pahani non è dato incontrare, ma che costruisce un ponte tra la ragazzina e la diva, un punto di passaggio e di fuga irrinunciabile.

A questo discorso tangente a quello personale, in 3 Faces, Pahani ripropone la sua esigenza di far cinema, il suo bisogno di essere presente, testimoniare e raccontare, soprattutto in una condizione di proibizionismo. Il cinema e l’esserci si confermano un atto politico, un’attestazione di esistenza che il regista porta avanti.

 
 

Grey’s Anatomy 14×24: promo e trama

Grey's Anatomy 14

Il network americano della ABC ha diffuso promo e trama di Grey’s Anatomy 14×24, il ventiquattresimo inedito episodio della quattordicesima stagione di Grey’s Anatomy.

In Grey’s Anatomy 14×24 che si intitolerò “All of Me” i dottori partecipano al matrimonio di Alex e Jo, e le cose non vanno come previsto. Nel frattempo, lo stress dello scorso anno ha pesato su Bailey, e rivaluterà alcune delle sue decisioni, nel finale di stagione di Grey’s Anatomy che andrà in onda venerdì 17 MAGGIO (8: 00-21: 00 EDT ), su ABC Television Network, streaming e su richiesta.

Iscriviti a Disney+ per guardare Grey’s Anatomy e le più belle storie Disney, Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Le guest star di Grey’s Anatomy 14×24 sono Debbie Allen come Catherine Avery, Justin Bruening nei panni di Matthew Taylor, Stefania Spampinato nella parte di Carina Deluca, Jake Borelli nei panni di Levi Schmitt, Alex Blue Davis nel ruolo di Casey Parker, Rushi Kota nel ruolo di Vik Roy, Sophia Ali Taylor nel ruolo di Dahlia Qadri e Jaicy Elliot nel ruolo di Taryn Timone.  “All of Me” è stato scritto da Krista Vernoff e diretto da Debbie Allen.

In Grey’s Anatomy 14×24 protagonisti sonoEllen Pompeo nei panni di Meredith Gray, Justin Chambers nei panni di Alex Karev, Chandra Wilson nei panni di Miranda Bailey, James Pickens Jr. nei panni di Richard Webber, Kevin McKidd nei panni di Owen Hunt, Jessica Capshaw nei panni dell’Arizona Robbins, Jesse Williams nei panni di Jackson Avery, Sarah Drew come April Kepner, Caterina Scorsone come Amelia Shepherd, Camilla Luddington come Jo Wilson, Kelly McCreary come Maggie Pierce e Giacomo Gianniotti come Andrew DeLuca.

Grey’s Anatomy 14×24

Grey's Anatomy 14x24Grey’s Anatomy 14  è la quattordicesima stagione della  serie televisiva statunitense Grey’s Anatomy trasmessa dal 2005. È un medical drama incentrato sulla vita della dottoressa Meredith Grey, una tirocinante di chirurgia nell’immaginario Seattle Grace Hospital di Seattle. Il titolo di Grey’s Anatomy gioca sull’omofonia fra il cognome della protagonista, Meredith Grey, e Henry Gray, autore del celebre manuale medico di anatomia Grey’s Anatomy (Anatomia del Gray). Seattle Grace (poi Seattle Grace Mercy West e, ulteriormente, Grey Sloan Memorial Hospital) è invece il nome dell’ospedale nel quale si svolge la serie. I titoli dei singoli episodi sono spesso i titoli di una o più canzoni.

Inizialmente partita come una serie tv in midseason, Grey’s Anatomy ha ben presto attratto pubblico, ricevendo anche numerosi premi e riconoscimenti nel corso degli anni. Insieme a Desperate Housewives e Lost, è considerata una delle serie TV che hanno riportato al successo il network televisivo statunitense ABC. Nel 2007 ha generato uno spin-off.

Nel cast d ritornano Meredith Grey (stagioni 1-in corso), interpretata da Ellen Pompeo, Miranda Bailey (stagioni 1-in corso), interpretata da Chandra Wilson, Richard Webber (stagioni 1-in corso), interpretato da James Pickens, Jr., Owen Hunt (stagioni 5-in corso), interpretato da Kevin McKidd, Arizona Robbins (stagioni 6-in corso, ricorrente 5), interpretata da Jessica Capshaw, April Kepner (stagione 7-in corso, ricorrente 6), interpretata da Sarah Drew.  

Jackson Avery (stagione 7-in corso, ricorrente 6), interpretato da Jesse Williams, Josephine “Jo” Alice Wilson (stagione 10-in corso, ricorrente 9), interpretata da Camilla Luddington, Amelia Shepherd (stagione 11-in corso, guest 7-8, ricorrente 10), interpretata da Caterina Scorsone,  Margaret “Maggie” Pierce (stagione 11-in corso, guest 10), interpretata da Kelly McCreary, Benjamin Warren (stagione 12-in corso, ricorrente 6-11, guest 7), interpretato da Jason George, Andrew DeLuca (stagione 12-in corso, guest 11), interpretato da Giacomo GianniottiNathan Riggs (stagioni 12-14), interpretato da Martin Henderson.

 
 

Troppa Grazia: recensione del film di Gianni Zanasi

troppa grazia

Troppa Grazia di Gianni Zanasi è cinema nell’accezione più essenziale del termine, il che ne fa una piacevole sorpresa nel panorama italiano. La bravura del regista, anche sceneggiatore, e punto di forza del film è quello di riuscire a costruire un’ironia intelligente sulla religione e sul metafisico, conferendo a questi elementi una concezione antropologica in grado di renderli meno estranei.

La protagonista si trova infatti a confrontarsi con la Madonna in carne ed ossa, combattendo con lei ad armi pari per ciò che è giusto o meno fare. In questo scontro sarà possibile raggiungere una pacificazione dei conflitti personali e interpersonali della protagonista.

Altro elemento fondamentale è l’ambientazione desertica ma di forte impatto simbolico. Nella sua aridità, l’ambiente segnala qualcosa di sbagliato, che non va come dovrebbe, facendo allo stesso tempo riferimento a numerosi rimandi poetici e concezioni archetipiche del paesaggio. Il senso di profondità dato dai campi lunghi che la macchina da presa si concede sulla grande vallata sono un modo di accompagnare la storia raccontata attraverso le immagini.

Zanasi non giudica i suoi personaggi, ma si concentra con delicatezza sul gioco di far apparire ironico qualcosa di molto sacro. La libertà di giudizio viene lasciata allo spettatore, che ho così modo di trarre le sue personali conclusioni dalla storia. Grazie alla sua leggerezza, il film risulta godibile e sorprendente. La grazia del titolo la si ritrova nell’equilibrio su cui si regge l’opera, nella volontà di non gettare lo spettatore nello sconforto ma concedendo ad esso la possibilità di una riconciliazione con ciò che spesso appare come altro da noi.

di Luigi La Torre

 
 

Cannes 2018: Troppa Grazia di Gianni Zanasi premiato alla Quinzaine des Réalisateurs

Troppa Grazia

Troppa Grazia, la commedia diretta da Gianni Zanasi, con protagonista Alba Rohrwacher, ha vinto il Label di Europa Cinémas, il premio assegnato dagli esercenti europei che promuove l’uscita del film all’estero, nella sezione Quinzaine des Réalisateurs nell’ambito del Festival di Cannes 2018.

“Sono felice di aver portato un gruppo di attori straordinari nella sezione dove è cominciata la mia carriera e dove si vede il cinema di domani” ha dichiarato a Repubblica il regista. Zanasi ha infatti esordito alla Quinzaine con la sua opera prima, Nella Mischia, nel 1995.

Il regista italiano ha poi aggiunto: “Sono felice di aver portato un gruppo di attori straordinari, nella sezione di Cannes dove è cominciata la mia carriera e dove si vede il cinema di domani”. Lo scorso anno, lo stesso premio venne attribuito a Jonas Carpignano per A Ciambra, candidato italiano agli Oscar 2018 e vincitori ai David di Donatello.

Il film verrà distribuito in Italia da Bim.

Leggi la recensione di Troppa Grazia

 
 

Il cinema di David Lynch a Roma: il workshop di LongTake

Sabato 26 maggio 2018 a Roma un viaggio nel cinema di un grande maestro: David Lynch. Si terrà al Cine Detour di Roma (via Urbana, 107), a pochi passi dal Colosseo e dalla Stazione Termini, un workshop per conoscere più da vicino il cinema di un autore di culto assoluto. Dopo tanti eventi di successo a Milano e dopo il primo appuntamento capitolino su Xavier Dolan, i workshop del sito di cinema LongTake tornano a Roma per un nuovo e affascinante confronto dedicato a tutti gli appassionati della Settima Arte.

Il workshop

Durante gli incontri verrà analizzata la filmografia di David Lynch, da capolavori quali Eraserhead – La mente che cancellaVelluto blu, Mullholland Drive Inland Empire fino alla recente terza serie di Twin Peaks, individuandone i temi principali e le scelte stilistiche più ricorrenti, provando a decifrare l’alone misterioso che lo circonda e che contribuisce a rendere lui, e il suo cinema, ancor più affascinanti. 

Tenuto dal direttore di LongTake e critico de IlSole24Ore Andrea Chimento e dal critico di LongTake Davide Stanzione, il workshop è pensato per i fan di David Lynch e, più in generale, per gli amanti del grande cinema. Al termine dell’incontro ogni partecipante potrà analizzare un elemento emblematico dell’arte di Lynch (una sequenza, un brano musicale, una scelta, un dialogo, un fotogramma), elaborando un’analisi scritta che verrà pubblicata sul blog di LongTake.

Dove e quando

Al Cine Detour, via Urbana 107, Roma (rione Monti), nei pressi della stazione Cavour della Metro B. 

Il 26 maggio 2018 dalle ore 15:30 alle 18:30.

Informazioni su biglietti, prezzi, riduzioni

Che cos’è LongTake

LongTake è un dizionario di cinema online composto da oltre 22.000 schede, realizzate da un team di redattori specializzati. Ogni recensione è frutto di una riflessione collettiva e per questo nessuna scheda viene firmata. La funzionalità social di LongTake unisce la passione per il grande schermo alla voglia di condividere informazioni, opinioni e preferenze. Gli utenti possono votare i film, tenere un diario delle proprie visioni, scrivere recensioni da proporre alla redazione, decidere chi seguire e commentare con i propri amici i titoli più caldi del momento. Un innovativo algoritmo fornisce inoltre consigli di visione agli utenti registrati in base ai gusti personali e all’umore del momento. 

LongTake Plus permette agli utenti di vivere un’esperienza unica. Gli abbonati potranno: assistere alle proiezioni in sale cinematografiche diffuse sul territorio italiano usufruendo di sconti e agevolazioni; accedere a portali web italiani dedicati allo streaming di film e serie tv attraverso canali preferenziali; partecipare a importanti Festival e rassegne cinematografiche con accrediti personali.