Una notizia buona e una cattiva per
i fan di The
Last of Us che da più di un anno attendono
pazientemente nuovi episodi del pluripremiato adattamento
drammatico della HBO basato sull’acclamato videogioco. Come
riportato da Deadline, quando la Stagione 2
arriverà finalmente nel 2025, sarà più breve della Stagione 1,
composta da soli sette episodi. Ma la buona
notizia è che una potenziale terza stagione sarà
“significativamente più grande” e forse di portata
maggiore, e potrebbe benissimo esserci una stagione 4 dietro di
essa, secondo i co-creatori della serie, i produttori esecutivi,
gli showrunner e i registi Craig Mazin e Neil Druckmann.
Inoltre, uno degli episodi della
Stagione 2 sarà “piuttosto grande”. L’entità dell’ordine
della Stagione 2 è stata accennata a gennaio, quando Deadline ha
rivelato la formazione dei sette registi della stagione, tra cui
Mazin e Druckmann. Il duo è arrivato al numero di episodi dopo
un’attenta valutazione. “Il materiale narrativo che abbiamo
ricavato dalla seconda parte del gioco è di gran lunga superiore al
materiale narrativo presente nel primo gioco, quindi parte di ciò
che abbiamo dovuto fare fin dall’inizio è stato capire come
raccontare quella storia attraverso le stagioni”, ha detto
Mazin.
“Quando si fa questo, si cercano
dei punti di rottura naturali e, come abbiamo stabilito, in questa
stagione il punto di rottura nazionale sembrava arrivare dopo sette
episodi”. Ciò significa che Mazin e Druckmann prevedono che la
serie si protrarrà per almeno tre stagioni, e forse quattro.
Finora,The
Last of Us è stato acquistato dalla HBO per la seconda
stagione. “Non pensiamo di riuscire a raccontare la storia
nemmeno in due stagioni [2 e 3] perché ci prendiamo il nostro tempo
e percorriamo strade interessanti, come abbiamo fatto un po’ anche
nella stagione 1”, ha detto Mazin.
Ulteriori stagioni dipenderanno
naturalmente dal numero di spettatori, cosa di cui il duo è
consapevole. “Riteniamo quasi certo che, finché la gente
continuerà a guardare e noi potremo continuare a fare più
televisione, la terza stagione sarà significativamente più ampia. E
anzi, la storia potrebbe richiedere la quarta stagione“. Più
avanti nell’intervista, Mazin è stato ancora più deciso: “Una
cosa è assolutamente certa: non vedo come potremmo raccontare la
storia che rimane dopo il completamento della seconda stagione in
un’altra stagione”, ha detto.
La serie The
Last of Us racconta una storia di sopravvivenza che si
svolge vent’anni dopo che la civiltà moderna è stata distrutta.
Joel, un sopravvissuto, viene ingaggiato per far uscire di nascosto
Ellie, una ragazza di 14 anni, da un’opprimente zona di quarantena.
Quello che sembrava un incarico di poco conto diventa presto un
viaggio brutale e straziante, poiché entrambi dovranno attraversare
gli Stati Uniti e dipendere l’uno dall’altro per riuscire a
sopravvivere.
The
Last of Us è scritto e prodotto esecutivamente da
Craig Mazin e Neil Druckmann. La serie è una
co-produzione con Sony Pictures Television ed è prodotta
esecutivamente da Carolyn Strauss, Jacqueline Lesko, Cecil
O’Connor, Asad Qizilbash, Carter Swan e Evan Wells.
Società di produzione: PlayStation Productions, Word Games, The
Mighty Mint e Naughty Dog.
La serie ha per protagonisti
Pedro Pascal, Bella Ramsey, Gabriel Luna e
Rutina Wesley. I nuovi membri del cast di questa
stagione includono Kaitlyn Dever nel ruolo di Abby, Jeffrey Wright nel ruolo di Dixon, Isabela Merced nel ruolo di Dina,
Young Mazino nel ruolo di Jesse, Ariela
Barer nel ruolo di Mel, Tati Gabrielle
nel ruolo di Nora, Spencer Lord nel ruolo di Owen
e Danny Ramirez nel ruolo di Manny.
Catherine O’Hara è anche una guest star in un
ruolo non rivelato.
Una cosa che Mazin e Druckmann non
faranno è andare oltre il materiale di partenza esistente, come il
dramma di genere della HBO Il
Trono di Spade ha fatto dopo aver coperto i cinque romanzi
pubblicati della serie di George R.R. Martin; Martin deve ancora
finire il sesto e il settimo libro previsti. “Non esiste un
mondo in cui vorrei che il nostro show andasse oltre il materiale
di partenza che la gente conosce già“, ha detto Mazin.
La commedia d’azione 2022
Bullet Train (la
nostra recensione), con Brad Pitt, arriva su Netflix,
ma quali personaggi sopravvivono al culmine del viaggio?
Il film vede
cinque assassini salire su un treno proiettile giapponese diretto a
Kyoto, solo per scoprire che le loro missioni, apparentemente
separate, sono misteriosamente collegate da circostanze che
sfuggono al loro controllo.
Brad Pitt interpreta Ladybug, un killer che
soffre di ansia e si considera sfortunato. Sandra Bullock interpreta la sua responsabile
Maria Beetle, mentre
Aaron Taylor-Johnson e Brian Tyree
Henry interpretano Tangerine e Lemon, due sfortunati
assassini gemelli.
Nel frattempo, Yuichi
Kimura, interpretato da Andrew Koji, dà la caccia
all’aggressore di suo figlio, che poi si scoprirà essere The
Prince, interpretato da Joey King.
Il Principe è la figlia separata
del signore del crimine della Yakuza, la Morte Bianca (Michael
Shannon), e cerca di ricattare Yuichi affinché uccida la Morte
Bianca, per la quale Yuichi lavora.
Bullet Train è
stato diretto da David Leitch, ex stuntman che ha diretto anche
l’attuale film The Fall Guy,
con Ryan Gosling ed Emily Blunt. Leitch ha diretto anche
Atomic Blonde e Deadpool 2.
In una recensione a tre stelle del
film, Cinefilos.it ha scritto: “Bullet
Train è un’adrenalinica avventura che dimostra come
l’unità di tempo e spazio non sia per forza una caratteristica dei
drammi da camera lenti e pensosi, o da un
giallo whodunit ma che può diventare anche
caratteristica fondante di un caotico inseguimento sul treno più
veloce del mondo, mentre una trama intricata e ricchissima di colpi
di scena si srotola trai vagoni e i volti, i cameo, le piccole
partecipazioni assorbono totalmente lo spettatore”.
Chi sopravvive al finale di Bullet
Train?
Quando il treno inizia a sfuggire
al controllo nell’atto finale del film, il Principe è riuscito a
trattenere Lemon e Yuichi in un bagno, mentre Tangerine è stato
ucciso.
Rimasti il Principe e Ladybug, il
padre di Yuichi, The Elder, sale a bordo del treno. Egli informa il
Principe che il figlio di Yuichi, che lei teneva in ostaggio con
uno scagnozzo, è ora al sicuro con la famiglia.
L’Anziano spiega che intende
affrontare la Morte Bianca in prima persona, in quanto ha ucciso la
moglie dell’Anziano durante la sua ascesa ai vertici della
Yakuza.
Arrivati a Kyoto, i rimanenti
assassini incontrano la Morte Bianca, che rivela di aver
organizzato la presenza di tutti loro sul treno insieme, con
l’intenzione che si uccidessero a vicenda, dati i loro diversi
legami con la morte della moglie.
Un’esplosione riporta i personaggi
sul treno, che si scontra frontalmente con un altro treno
proiettile e si schianta nel centro di Kyoto. La Morte Bianca
emerge, dopo essere stata impalata sulla spada dell’Anziano, e
mentre tenta di uccidere Ladybug, viene colpita da una pistola che
era stata preparata dal Principe per fare fuoco.
Rimasti in piedi Ladybug, Yuichi e
il Vecchio, il Principe minaccia di ucciderli tutti, ma viene
investito improvvisamente da un camion. Maria Beetle arriva a
prendere Ladybug, che le dice che non crede più di essere
sfortunato, ma che tutto è soggetto al destino.
Joey King in ‘Bullet Train’. CREDIT: Sony Pictures
Cosa succede nella scena nei
titoli di coda del film?
La scena extra rivela che il camion
che ha investito il Principe nel finale era guidato da Lemon. Egli
era saltato dal treno in corsa ed era atterrato in acqua, prima di
uccidere i suoi scagnozzi che lo inseguivano.
Tornato sulla terraferma, si
imbatte in un camion abbandonato con immagini di limoni e
mandarini. In memoria del suo gemello caduto, prende il veicolo e
si dirige verso il relitto del treno. Vedendo il Principe, che ha
ucciso Tangerine, preme l’acceleratore e si dirige verso di
lei.
Gli ultimi aggiornamenti riguardo a
Io
sono leggenda 2 sono stati forniti qualche mese fa
dall’attore Will Smith, ma è ora Michael B. Jordan – a sua volta coinvolto nel
progetto – a fornire qualche novità. L’attore ha recentemente
dichiarato a People che la sceneggiatura di
cui si sta occupando Akiva Goldsman è ancora
in fase di stesura e che al momento non conosce alcuna data di
inizio delle riprese. “Stiamo ancora lavorando sulla
sceneggiatura e la stiamo mettendo a punto”, ha dichiarato
Jordan.
“Non ha una data di uscita o
qualcosa del genere. Non so esattamente dove lo gireremo, ma non
vedo l’ora di mettermi davanti alla macchina da presa con lui.
Essendo una persona che ho ammirato per molto tempo, poter lavorare
con Will è qualcosa che non vedo l’ora di fare. Sono davvero
entusiasta“. Come anticipato, il mese scorso lo stesso Smith
aveva dichiarato a Entertainment Tonight che il sequel
“promette bene”.
Cosa sappiamo su Io sono
leggenda 2?
Diretto da Francis
Lawrence, Io sono leggenda vedeva Smith nei panni del
virologo Robert Neville, l’unico sopravvissuto a New York da una
piaga causata dall’uomo che trasforma gli esseri umani in mutanti
assetati di sangue. La sua missione per trovare una cura lo porta
però a entrare in contatto con altri sopravvissuti, ma anche con
gli infetti. Il film aveva aperto in testa al box office nazionale
con un record di 77 milioni di dollari e ha guadagnato più di 585
milioni di dollari in tutto il mondo.
Dato che nel finale del film Neville
si sacrifica per il futuro della specie umana, per il sequel si è
decido di non rifarsi a questo finale bensì a quello alternativo
presente nella sola versione in DVD del film. “Dovete essere
dei veri appassionati di ‘Io sono leggenda’ per saperlo, ma nella
prima versione teatrale il mio personaggio muore, ma nel DVD c’era
una versione alternativa del finale in cui il mio personaggio
viveva. Seguiremo la mitologia della versione in DVD”,
aveva dichiarato Smith.
Il finale di The
Veil di FX è andato
in onda questa settimana e, come ci si aspetterebbe da questo
complicato thriller di spionaggio, l’episodio, intitolato “The
Cottage”, è stato ricco di colpi di scena. Come si conclude il
viaggio comune dell’agente dell’MI6 Imogen Salter (Elisabeth
Moss) e della riluttante agente dell’ISIS Adilah El
Idrissi (Yumna Marwan)? Il progetto dell’ISIS di
attaccare l’America sarà neutralizzato? E la serie lascia aperte le
porte a una possibile seconda stagione?
Il finale di The Veil riunisce
Imogen con il misterioso Michael
Il penultimo episodio si conclude
con Imogen che afferma di credere che Adilah sia in fondo una
persona perbene e la incoraggia a fuggire ancora una volta con lei,
confidando che Imogen sarà in grado di assicurare una nuova vita a
lei e a sua figlia Yasmina (Keyla e Nayla Bara)
senza che Adilah debba permettere che l’attentato venga portato a
termine. I due riescono a raggiungere Londra in autostop nonostante
l’assortimento di forze dell’ordine e agenzie di intelligence che
danno loro la caccia, tra cui gli alleati di Imogen presso la DGSE
francese e la CIA americana.
Dopo essere arrivati in città,
vengono raccolti da Patrick (Brian Milligan), un
autista che lavora per Michael Althorp (James
Purefoy), il pupillo del defunto padre di Imogen
che l’ha preparata a una relazione sentimentale e che è
stato mostrato in brevi flashback nel corso della serie. Patrick li
porta nella sontuosa tenuta di Michael nella campagna inglese e
Imogen gli rivela che lui stesso è un agente segreto d’élite,
sperando che fornisca nuovi passaporti e documenti di immigrazione
per Adilah e Yasmina.
Mentre cerca di sedurre Michael per
ottenere i documenti, Imogen inizia a scoprire prove che
suggeriscono che Michael sapeva che suo padre era un agente
doppiogiochista che lavorava segretamente per la Russia, che anche
Michael lo è e che è coinvolto nell’operazione ISIS.
Quando lei lo affronta, lui lo
conferma e le dice anche che è il padre della figlia defunta di
Imogen. Michael spiega la sua ideologia demenziale, che lo
porta a credere che gettando il mondo nel caos l’umanità finirà per
migliorarsi. Nel frattempo, Adilah ha un confronto teso
con Patrick, che esprime una palese islamofobia che attribuisce al
suo periodo di servizio come Royal Marine.
La storia di Adilah si conclude in
modo straziante ne “Il velo”
Preoccupata che Michael non le
aiuti, Imogen promette di portare in salvo Adilah e Yasmina, ma
insiste che la prima le dica il nome della nave su cui l’ISIS sta
trasportando l’arma nucleare negli Stati Uniti. Adliah si rifiuta
di nuovo di dare il nome finché non vedrà Yasmina con i suoi occhi.
Imogen decide invece di ottenere il nome da Michael e si mette a
letto con lui prima di estrarre un coltello e pugnalarlo al pene,
promettendo di ucciderlo se non le darà il nome.
Ma Michael estrae una pistola
nascosta nelle lenzuola del letto e dichiara di non credere che
Imogen possa arrivare a ucciderlo. Mentre le punta la pistola al
mento, viene a sua volta colpito alla testa da Malik
Amar (Dali Benssalah), responsabile del
DGSE e amante di Imogen, che l’aveva rintracciata nella villa
insieme all’agente della CIA Max Peterson (Josh
Charles).
Imogen si prepara a fuggire di
nuovo con Adilah, sapendo che ora è l’unica speranza di
identificare la nave. Ma mentre i due stanno per uscire dalla
villa, Patrick, ferito, spara ad Adilah alle spalle. Rendendosi
conto che la ferita è mortale, Imogen esce dall’auto e giustizia
Patrick, dopo averlo definito un codardo. Torna all’auto e si siede
in lacrime accanto al corpo di Adilah, dicendo che le dispiace,
prima di notare che Adilah aveva scritto il nome della nave
con la condensa sul finestrino dell’auto, per cui Imogen
la ringrazia in lacrime.
Le forze militari intercettano la
nave e uccidono Emir (Alec Secareanu), amante di
Adilah e contatto dell’ISIS, prima che possa far esplodere la
bomba. Alla villa, Malik dice a Imogen che Max, a cui Patrick ha
sparato quando sono arrivati, si riprenderà. Malik fa anche notare
che ha fatto in modo che Adilah sia sepolta a Parigi accanto a suo
nonno. Imogen dichiara di non voler sentire alcun dettaglio su
Michael. Malik cerca di rassicurarla che è finita, usando il suo
vero nome di battesimo, “Violet”.
Il padre di Imogen è peggiore di
quanto immaginassimo in The Veil
Mentre si prende un minuto da sola
in casa, Imogen nota della posta indirizzata a un cottage in un
altro punto della proprietà di Michael e vi entra dopo che un
occupante se ne va. All’interno, scopre le prove di un’ampia
sorveglianza su se stessa e su vari eventi mondiali, comprese parti
del complotto dell’ISIS. Suppone che l’occupante sia suo padre, che
in qualche modo è sopravvissuto al tentativo della CIA di
assassinarlo e che da allora la sorveglia e continua a partecipare
al lavoro dei servizi segreti russi.
Ad alta voce, osserva che “mi
hai visto diventare un centinaio di estranei” e si chiede come
un padre possa abbandonare il proprio figlio come ha fatto lui,
affermando: “Sei stato un traditore, e non solo per loro. Sei
stato un traditore nei miei confronti e non ti perdonerò mai e poi
mai per questo“. Infine, cita la Tempesta, dicendo: “L’inferno
è vuoto, e tutti i diavoli sono qui”, e se ne va.
Nella scena finale dell’episodio,
Imogen accompagna Yasmina e sua zia Nour (Nadia Larbioune)
all’aeroporto, assicurando loro di aver fatto tutto il possibile
per farle arrivare in Canada sane e salve e iniziare una nuova
vita. Mentre guarda il tabellone delle partenze, Imogen riceve una
telefonata, forse da Malik, con i dettagli di una nuova missione e
dice che sarà lì tra poche ore. Facendo eco alla sua presentazione
nel primo episodio, chiede quale sarà il suo nuovo nome di
copertura e sorride discretamente tra sé e sé.
Questo finale, simile a quello di
molte famose storie di spionaggio, tra cui quelle dei franchise di
Mission: Impossible e James
Bond, fa pensare che potrebbe essere prodotta una seconda
stagione (o anche di più), incentrata su Imogen che intraprende una
missione separata, anche se la storia di Adilah si è conclusa. La
Moss ha chiarito di essere interessata a continuare a interpretare
il ruolo, come ha recentemente dichiarato a Collider,
“Quando siamo arrivati alla
fine della stagione, personalmente mi sentivo come se avessimo
appena iniziato. … L’opportunità di portarla in luoghi diversi, di
darle un’altra missione, di farle interpretare qualcun altro e di
darle un altro nome, sembra troppo divertente per non
pensarci“.
Detto questo, visto quanto Adilah e
il suo rapporto con Imogen siano stati parte integrante della prima
stagione, alcuni potrebbero comprensibilmente pensare che sia
meglio lasciare lo show, che è stato spesso descritto come una
miniserie, come una storia unica. Con la morte di Michael, la
direzione più drammatica per portare avanti la storia personale di
Imogen sarebbe quella di farle affrontare direttamente il padre, ma
il ruolo di quest’ultimo come qualcosa di diverso da un cattivo
veramente efferato potrebbe ridurre l’impatto della sua
dichiarazione finale nel cottage.
Detto questo, ci sono ancora
aspetti della storia di Imogen che potrebbero essere approfonditi.
A parte la sua discendenza, sappiamo ancora poco della figlia di
Imogen, compreso il motivo per cui è morta, e le continue lotte di
Imogen con il lutto (che potrebbero facilmente essere aggravate
dalla perdita di Adilah) costituirebbero una solida base emotiva da
cui la serie potrebbe continuare a espandersi, soprattutto se
Imogen tentasse di consolidare e migliorare il suo rapporto con
Malik ora che Michael non c’è più. Il rapporto di lavoro
antagonista della coppia con Max potrebbe continuare a fornire alla
serie il suo inaspettato senso dell’umorismo, soprattutto ora che
Malik e Max si sono un po’ ammorbiditi l’uno con l’altro, con Max
che rassicura Malik di essere un partner più bello e più adatto a
Imogen rispetto a Michael.
USA Network ha
ospitato una serie di grandi serie televisive, tra cui Mr.
Robot. Il cyber-thriller di Sam Esmail raccontava la vita
dell’esperto di sicurezza informatica Elliot Alderson (Rami
Malek), che lavora come hacker in parte per far
crollare l’enorme conglomerato Ecorp (o, come Elliot lo percepisce,
Evil Corp).
Per raggiungere i suoi obiettivi,
Elliot si unisce al gruppo di hacktivisti noto come Society,
apparentemente guidato da un misterioso anarchico di nome Mr.
Robot (Christian
Slater). Mr. Robotgioca
costantemente con la natura della realtà di Elliot per
rivelare alcune verità oscure, come il fatto che la sua collega
hacker Darlene (Carly Chaikin) è in realtà sua
sorella e che il suo disturbo dissociativo dell’identità è nato
dagli abusi subiti per mano dei suoi genitori – ma anche questo è
stato preparato per un finale che ha tolto il tappeto dai piedi
degli spettatori.
I due episodi finali di Mr.
Robot, “whoami” e “Hello, Elliot“, si
svolgono all’indomani della lotta di Elliot con il leader del
gruppo di hacker Dark Army, Whiterose (B.D. Wong);
egli scopre che il mondo che pensava di abitare è completamente
diverso da quello che lui (e, per estensione, il pubblico) ha
imparato a conoscere. È qui che Elliot scopre anche di
avere un’altra personalità e le rivelazioni relative a
questo colpo di scena sconvolgono l’intera storia di Mr. Robot.
Cosa succede nel finale di serie
di “Mr. Robot”?
“whoami” segue una
versione di Elliot Anderson che ha tutto ciò che desidera nella
vita. I suoi genitori sono vivi, ha un rapporto sano con loro e sta
per sposare la sua amica d’infanzia, Angela (Portia
Doubleday). Questa versione di Elliot viene infine uccisa
dalla versione che Mr. Robot ha seguito, perché crede di poter
finalmente avere la vita che ha sempre desiderato. Tuttavia, si
risveglia presto nell’ufficio della sua terapeuta, Krista Gordon
(Gloria Reuben).
Kirsta gli rivela che questa
versione di Elliot è una personalità alternativa, soprannominata
“The Mastermind“. La mente è nata dal trauma di Elliot per
gli abusi subiti dai suoi genitori e il suo obiettivo era quello di
creare un mondo in cui il “vero Elliot” potesse sentirsi al sicuro.
“So perché l’hai fatto. Il tuo cuore era nel posto giusto.
Volevi proteggerlo, ed è per questo che hai cambiato il suo
passato… ma era il suo futuro che volevi davvero proteggere“,
dice Kirsta alla Mastermind.
Questo cambia completamente la
nostra percezione dell’intera serie, poiché l’Elliot che il
pubblico conosce non è una persona reale ma una proiezione del suo
subconscio. Allo stesso tempo, però, la cosa ha senso: la spinta di
Elliot, il Mastermind, a distruggere la Ecorp è nata dall’istinto
di proteggere Elliot creando un mondo in cui non avrebbe dovuto
faticare per vivere.
Per quanto questa rivelazione sia
assurda, la situazione si fa ancora più strana. La mente Elliot
inizia a rivolgersi al pubblico in uno dei suoi famosi monologhi…
ma poi anche Kirsta si gira e si rivolge al pubblico! È un momento
che potrebbe indurre gli spettatori a mettere in discussione la
propria realtà, e non finisce qui.
Anche quando Elliot Mastermind
scopre di essere solo un frammento del subconscio del vero Elliot,
si rifiuta di lasciarlo andare e alla fine si risveglia in
ospedale. Darlene è lì; non era presente nell’ambientazione di
“Utopia” perché era il legame più forte che il vero Elliot aveva
con la realtà.
Dopo aver appreso che il suo hack
finale è riuscito, la mente Elliot si reca in un cinema dove le
altre personalità di Elliot – compreso Mr. Robot – guardano i
ricordi del vero Elliot. Alla fine, il film si conclude con
un’immagine del vero Elliot che si risveglia, mentre Darlene si
china su di lui e pronuncia le parole finali della serie: “Ciao,
Elliot”.
Mr. Robot doveva essere un
lungometraggio
È raro che una serie televisiva
racconti una storia completa dall’inizio alla fine, ma Mr.
Robot è stata una delle rare eccezioni. In parte ciò è
dovuto al fatto che Sam Esmail aveva originariamente concepito
Mr. Robot come un lungometraggio; lo aveva detto
apertamente fin dal finale della prima stagione, dichiarando a
Entertainment Weekly che la rivelazione di Mr.
Robot come una delle tante personalità di Elliot sarebbe
stata la logline per il lungometraggio:
“Il fatto è che volevo davvero
raccontare la storia di questo ragazzo che scopre di avere un
disturbo dissociativo dell’identità e allo stesso tempo mette in
atto questo piano folle. Come fa a conviverci? Come lo negozia?
Come riesce a conciliare tutto questo? Questa era letteralmente la
fine del primo atto“.
Sapere che Mr.
Robot era destinato a diventare un film rende anche meno
sorprendente la rivelazione della mente di Elliot, che molto
probabilmente sarebbe stata il terzo atto se fosse stata inserita
nella versione cinematografica.
Mr. Robot rimane
un gioiello della serie originale USA e un punto di riferimento
creativo per Esmail, che ha ammesso che ha influenzato il suo
recente film di NetflixLeave The World Behind. Con
serie USA come Monk e Suits che sono rientrate nel lessico della
cultura pop grazie ai film revival e che dominano le classifiche di
streaming, Mr. Robot merita una seconda occhiata, soprattutto
perché il suo finale è un ottimo esempio di come concludere una
serie in modo soddisfacente.
Mr. Robot in streaming sulle
seguenti piattaforme:
L’amore bugiardo – Gone
Girl, il thriller di David Fincher del
2014, è uno di quei film
che, per spiegarne appieno il finale, bisogna praticamente
ripercorrere l’intera storia. Dopotutto, la trama dell’adattamento
cinematografico dell’omonimo romanzo di Gillian Flynn è
così complessa, così piena di piccoli colpi di scena che
tralasciare qualche dettaglio sembra quasi criminale.
Inizialmente, la storia sembra
essere piuttosto semplice: Nick Dunne (Ben
Affleck), scrittore fallito e proprietario di
un bar, torna nella sua casa nel Missouri il giorno del suo
anniversario di matrimonio e trova il salotto in disordine e la
moglie scomparsa. Chiama la polizia e, non appena iniziano
le indagini, cominciano a spuntare dappertutto indizi che fanno
pensare che Nick abbia davvero ucciso la moglie.
C’è una polizza assicurativa che è
stata recentemente aumentata, schizzi di sangue mal puliti sul
pavimento della cucina, debiti con la carta di credito per oggetti
che la povera Amy Dunne (Rosamund
Pike) non avrebbe mai comprato per sé e, naturalmente,
una relazione. Sebbene Nick ribadisca spesso di non aver ucciso la
moglie, le sue azioni cominciano a sembrare sempre più sospette e i
media utilizzano momenti selezionati, come il suo sorriso accanto
al poster della moglie scomparsa, per creare l’immagine perfetta di
un mostro.
Come se non bastasse, Amy non è una
normale casalinga. Durante la sua infanzia a New York, è servita da
ispirazione ai suoi genitori per creare Amazing Amy, un
personaggio di una serie di libri per bambini che ha conquistato il
cuore di milioni di persone. Per anni Amy è stata messa in ombra da
questa versione migliorata di lei, che ha preso un cane quando non
le era permesso e si è sposata prima ancora che Nick le facesse la
domanda.
Pertanto, tutti sono più che
propensi a credere che la stessa Amazing Amy sia stata vittima di
un marito terribile e forse violento, e questi sospetti acquistano
credibilità solo quando la polizia scopre un diario semi-bruciato
scritto da Amy nella casa del padre di Nick. In esso, l’ex musa
dell’infanzia descrive una relazione in crisi con un marito crudele
che la picchia quando lei accenna alla possibilità di avere un
figlio. Quando la detective Rhonda Boney (Kim
Dickens) scopre che un test di gravidanza positivo è stato
recentemente aggiunto alla cartella clinica di Amy, Nick sembra
essere piuttosto condannato.
Durante questo calvario, l’unica
persona che Nick ha veramente al suo fianco è la sorella gemella
Margo (Carrie Coon). Insieme, iniziano a
sospettare che Amy possa aver falsificato la propria morte con
l’unico scopo di distruggere la vita del marito. Sembra una
forzatura, un’idea nata dal fatto che a Margo non piaceva Amy e
Nick era sul punto di chiedere il divorzio. Tuttavia, tutto diventa
abbastanza plausibile quando l’annuale caccia al tesoro per
l’anniversario di Amy conduce Nick a un capanno in cui sono
nascosti tutti gli oggetti che lui avrebbe comprato con la loro
carta di credito, insieme a un paio di bambole di Punch e Judy,
personaggi di una tradizionale rappresentazione di marionette in
cui un marito uccide la moglie e il bambino.
Amy finge la sua morte in L’amore
bugiardo – Gone Girl
Tutto questo accade intorno alla
soglia dell’ora, ed è proprio qui che avviene la grande rivelazione
del film. Il film taglia improvvisamente su Amy che guida una
vecchia auto lungo una strada, con il braccio sinistro che mostra
una fasciatura su una ferita recente.
Pronunciando il suo ormai
famoso monologo da “ragazza figa”, un punto fermo
dell’universo cinematografico di Good for Her, Amy spiega
come ha falsificato la scena del crimine a casa sua e come ha
attirato Nick per fargli aumentare la polizza assicurativa e ha
comprato cose che solo a lui sarebbero piaciute per farlo sembrare
un marito succhiasangue.
Stanca di aver passato la vita a
dare spettacolo, prima come Amazing Amy e poi come fidanzata e
moglie perfetta di un uomo che l’ha ripagata solo con disprezzo e
una relazione, Amy ha deciso di riprendere il controllo della sua
esistenza. Oppure ha deciso di vendicarsi di Nick a qualunque
costo.
Nel monologo, parla di uccidersi in
modo che la polizia trovi il suo corpo e lo riconduca a Nick, ma in
seguito la vediamo rimuovere il post-it “Ucciditi” dalla sua
agenda, suggerendo che vedere il marito distrutto sulla televisione
nazionale è troppo bello per lasciarselo scappare.
Ma la nuova, meravigliosa vita di
Amy non sta andando esattamente come previsto. Nascosta in un motel
da quattro soldi, fingendo di essere una donna scappata e
maltrattata, alla fine viene picchiata e derubata dai suoi
cosiddetti amici, mentre Nick si costituisce avvocato e
cerca di trovare altri uomini nel passato di Amy che possano
aiutarlo a dimostrare che sua moglie non è quella che la gente
crede.
Trova un uomo, Tommy (Scoot
McNairy), che sostiene che Amy lo abbia accusato
ingiustamente di stupro dopo la loro rottura, ma non ha la stessa
fortuna con un altro ex fidanzato di lei: il suo amore del liceo,
Desi Collings (Neil
Patrick Harris). Accusato da Amy di essere uno
stalker, Desi è ancora molto attaccato alla sua ex e corrisponde
regolarmente con lei. Quando Nick gli chiede aiuto, lui si limita a
voltargli le spalle e a chiudere la porta.
Ora Amy sa di avere un alleato in
Desi. Così, con un occhio nero autoinflitto, va a cercarlo,
implorando aiuto. Desi la accoglie, naturalmente, portandola nella
sua casa sul lago super-sicura, con tutti gli ingressi protetti da
telecamere. Amy è evidentemente a disagio con lui, ma non sa
cos’altro fare per uscire dalla sua situazione.
Non può semplicemente fare le
valigie e andarsene, perché non sarebbe corretto: è una donna
maltrattata che ha disperatamente bisogno di un rifugio sicuro,
questa è la sua storia, ed è meglio che abbia un aspetto adeguato.
Tuttavia, le cose prendono una svolta quando Amy vede Nick in
televisione, che rilascia un’intervista in cui riconosce la
relazione e tutti i suoi errori. Ovviamente fa tutto parte della
strategia mediatica del suo avvocato, ma ad Amy non importa. Nick
ha detto tutte le cose che lei voleva che dicesse e ora è arrivato
il momento di tornare a casa. C’è solo un problema: Desi.
Amy uccide Desi per tornare a casa
in L’amore bugiardo – Gone Girl
Lascerebbe un buco nel suo piano
perfettamente architettato di tornare semplicemente dal marito
violento dopo tutto quello che ha detto a Desi su di lui. Cosa
penserebbe Desi di lei? Peggio ancora, cosa direbbe di lei e cosa
farebbe pensare agli altri? Per uscire da questo enigma, la
brillante mente criminale di Amy escogita un nuovo
piano.
Quando Desi è fuori casa, si lega
le gambe e finge di disperarsi davanti alla sua porta, facendo
credere a chiunque guardi i filmati di sicurezza che si tratta di
una donna rapita che cerca di sfuggire alla prigionia. Si masturba
con una bottiglia di vino per creare lesioni simili a quelle di uno
stupro nella sua vagina e poi seduce Desi. Mentre fanno sesso,
estrae un taglierino e taglia la gola a Desi.
Ricoperta del suo sangue, lascia la casa sul lago e torna da
Nick.
Nick, Margo e il detective Boney
hanno una miriade di domande su cosa sia successo esattamente ad
Amy, la più pressante delle quali è come sia riuscita a procurarsi
un taglierino per uccidere Desi. Ma, ancora una volta, Amy usa
l’ottica contro di loro. Mentre Nick viene criticato per non essere
abbastanza felice che sua moglie sia tornata a casa, Boney viene
accusato di essere troppo incompetente per gestire il caso. Con
facilità, Amy si rituffa nella sua vecchia vita. Spaventato da ciò
che gli altri potrebbero pensare di lui, Nick si trova incapace di
lasciare la moglie, con grande disperazione di Margo.
E c’è anche la questione del
bambino. Il test di gravidanza scoperto dal detective Boney
all’inizio del film poteva essere falso, ma questa volta
Amy è davvero incinta. O, almeno, così dice lei.
Questo è un ulteriore motivo per Nick di rimanere con lei, perché
cosa penserebbe la società di un uomo che abbandona la moglie
incinta appena tornata dalla prigionia di un ex fidanzato geloso?
Inoltre, come suggerito dalla conversazione con Margo, Nick vuole
restare con Amy. Vuole dare un’altra possibilità al loro
matrimonio. Indosserà una maschera e reciterà un ruolo per lei, a
patto che anche lei mantenga la sua maschera da “ragazza cool”.
Che cosa ha da dire L’amore
bugiardo – Gone Girl sul matrimonio?
Alla fine, è quello che vuole Amy.
Ha trascorso anni a mettere in scena una facciata per Nick, vuole
che lui le faccia la stessa cortesia. Vuole che si comportino
insieme come se fossero una facciata. Ed è proprio qui che si trova
il vero significato di Gone Girl. Fincher e Flynn
dipingono il quadro più contorto possibile di una relazione per
criticare il matrimonio tradizionale e il modo in cui trattiamo le
nostre cosiddette relazioni romantiche.
Siamo tutti, come Nick e Amy, ad
indossare i costumi di versioni più felici di noi stessi? Tutte le
coppie felici fingono di essere felici, non per il bene dei bambini
o altro, ma solo per le apparenze? “Apparenza” è la parola chiave
di Gone Girl. Il film è tutto incentrato su come veniamo
percepiti e su quanto ci spingiamo in là per rimanere
dalla parte della società. Dopo tutto, l’ostracismo che potrebbe
derivare dall’apparire cattivi è semplicemente insopportabile.
Il tutto si ricollega al monologo
iniziale di Nick, in cui, mentre accarezza i capelli della moglie,
si chiede cosa stia pensando e fantastica di aprirle il cranio. È
un pensiero vendicativo, ovviamente: teme che lei stia progettando
qualcos’altro contro di lui e vorrebbe letteralmente poterla
uccidere dopo quello che ha fatto. Tuttavia, vuole anche sapere
cosa si nasconde sotto la facciata di Amazing Amy, vuole aprire il
suo costume e vedere la verità che nasconde. Ahimè, questo non è
possibile: tutto ciò che possiamo conoscere dell’altro sono le
nostre maschere.
Gone Girl in streaming è
disponibile sulle seguenti piattaforme:
Dopo aver interpretato il suo primo
ruolo cinematografico importante con il prequel di The Hunger Games: The Ballad of Songbirds &
Snakes, Tom Blyth ha finalmente
trovato il suo prossimo progetto di alto profilo nel film
Watch Dogs.
Secondo quanto riportato da
Deadline, Blyth reciterà ufficialmente al fianco
di Sophie Wilde (Talk to Me) nel
film live-action di New Regency Watch Dogs, basato
sulla popolare serie di videogiochi della Ubisoft. Ulteriori
dettagli sui loro personaggi non sono ancora stati resi noti. Blyth
è anche impegnata in film indipendenti di prossima uscita come
Plainclothes e A Farewell to Arms. Per quanto riguarda la
Wilde, la prossima apparizione è prevista nel
thriller erotico Babygirl con
Nicole Kidman e Antonio Banderas.
Cosa aspettarsi dal film di Watch
Dogs?
Il film di Watch Dogs sarà diretto
dal regista francese Mathieu Turi da una
sceneggiatura scritta da Christie LeBlanc e
rivista da Victoria Bata. Il progetto è prodotto
dai boss di New Regency Yariv Milchan e Natalie
Lehmann insieme alla responsabile dei contenuti di
Ubisoft Film & Television Margaret Boykin. Al
momento, il film non ha ancora una data di uscita o di inizio della
produzione.
Lanciato nel 2014, il videogioco
originale segue un hacker o un gruppo di hacker che utilizzano la
vasta rete del Sistema Operativo Centrale (chiamato anche ctOS) per
ottenere informazioni e controllare l’elettronica al fine di
affrontare organizzazioni corrotte e individui malvagi. Attualmente
conta oltre 50 milioni di giocatori in tutto il mondo e ha dato
vita a due sequel, tra cui Watch Dogs 2 del 2016 e
Watch Dogs: Legion del 2020.
È stato pubblicato un nuovo trailer
di MaXXXine,
lo slasher movie hollywoodiano di Mia Goth, che non lesina sul lancio di
bottiglie di claret.
Il nuovo trailer di MaXXXine inizia
con un altro trailer per un finto sequel di suore intitolato
The Puritan II, che si interrompe per rivelare il
set in cui si sta girando, con la Maxine di Mia Goth che
osserva.
Il film si trasforma poi nel caos
strano e violento che ci si aspetta dopo i precedenti X
– A Sexy Horror Story e Pearl.
Il nuovo trailer di MaXXXine qui
sotto mostra la follia che ci aspetta. Ha un’atmosfera un po’
gialla, come suggerivano le prime impressioni sul film. Dopo circa
30 secondi, si intravede anche il Bates Motel di
Psycho.
Nuovo trailer di MaXXXine: Mia
Goth si scontra con una forza invisibile
MaXXXine si
svolge nel 1985 con Mia Goth che riprende il ruolo di Maxine Minx
da X. Il film riprende sei anni dopo il massacro della fattoria di
X. Maxine risiede ora a Los Angeles e cerca ancora di diventare una
star nel mondo della recitazione. Ma le sue possibilità sono
ostacolate dal fatto che la gente continua a morire intorno a
lei.
Elizabeth Debicki (Tenet), Moses
Sumney (Creed), Michelle Monaghan (Mission: Impossible –
Fallout), Bobby Cannavale (The
Watcher), Lily Collins (Emily in Paris),
Halsey (Sing 2), Giancarlo
Esposito (Breaking Bad), e Kevin Bacon (City on a Hill) si uniscono a
Goth, il che rende il film ancora più interessante e ne fa un
prodotto abbastanza insolito, in quanto sarà un film horror a basso
budget ma con un cast stellare
Ieri è stato rivelato che prima
dell’uscita di MaXXXine,
il mese prossimo negli USA, verrà proiettato uno sneak peek del
film dopo la riedizione, per una sola notte, del primo film della
trilogia X di West.
Chi interpreterà Marion Cotillard
in The Morning Show 4?
Secondo Deadline, la Cotillard ha firmato per interpretare un ruolo
chiave durante un importante arco narrativo della quarta
stagione di The Morning
Show. Il suo personaggio si chiama Celine
Dumont, che viene descritta come “un’esperta operatrice
proveniente da una famiglia europea di grande prestigio“.
Questa è la prima serie importante
della Cotillard dopo una breve apparizione nella
serie antologica Extrapolations del 2023. La
vedremo poi nel prossimo film biografico Lee,
con Kate Winslet nel ruolo di una fotoreporter che
racconta la Seconda Guerra Mondiale.
The Morning
Show è una serie drammatica e sincera che analizza il
posto di lavoro moderno attraverso la lente delle persone che
aiutano a svegliare l’America. La Cotillard si unirà ai
protagonisti della serie, Jennifer
Aniston, Reese
Witherspoon e Billy
Crudup. La serie vede anche il ritorno delle star
Mark Duplass, Nestor Carbonell, Karen Pittman, Bel Powley,
Desean Terry, Janina Gavankar, Tom Irwin e Marcia Gay
Harden.
La serie è creata e prodotta
esecutivamente da Michael Ellenberg (The
Leftovers), con Kerry Ehrin come sceneggiatore. I produttori
esecutivi sono Witherspoon, Aniston, Ehrin, Mimi Leder, Kristin
Hahn, Lauren Levy Neudstadter, Adam Milch ed Erica Lipez.
Divenuta celebre con il personaggio
di Trinity in Matrix, l’attrce Carrie-Anne Moss si
è negli anni costruita una carriera all’insegna della diversità,
muovendosi tra grandi produzioni e film più indipendenti.
Recentemente si è fatta apprezzare per la sua partecipazione ad
alcune serie targate Marvel, che le hanno permesso di
reinventarsi ed ottenere nuova fama.
Ecco 10 cose che non sai di
Carrie-Anne Moss.
Carrie-Anne Moss: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in una
celebre trilogia di fantascienza. Il debutto sul grande
schermo per l’attrice avviene nel 1996 con il film
Sabotage, ma la vera popolarità arriva con Matrix
(1999), film cult dove recita accanto agli attori Keanu
Reeves e Lawrence
Fishburne. Dopo essere comparsa in
Memento (2000) e Chocolat (2000),
partecipa anche ai sequel
Matrix Reloaded (2003) e Matrix Revolutions (2003). Negli anni successivi
recita invece a pellicole come Kidnapped – Il rapimento
(2005), Fido (2006),
Disturbia (2007), Un segreto tra di noi (2008),
con Ryan
Reynolds, Silent Hill:
Revelation 3D (2012), Pompei
(2014), Frankenstein(2016) e The Bye Bye
Man (2016). Nel 2022 ha ripreso il ruolo di Trinity in
Matrix Resurrections, mentre nel 2023 ha recitato in
Accidental Texan.
2. Ha preso parte a note
produzioni televisive. Dopo aver ottenuto un’iniziale
popolarità recitando nelle serie I giustizieri della notte
(1991-1993), Models, Inc. (1994-1995) e F/X
(1996-1997), l’attrice conosce nuova popolarità tornando a recitare
per il piccolo schermo. Qui compare infatti nelle serie
Chuck (2011), Vegas (2012-2013) e Jessica Jones (2015-2019), dove ricopre il ruolo
di Jeri Hogart. Ruolo che poi riprende anche in
Daredevil (2016), Iron Fist (2017), e
The Defenders (2017). Ha poi partecipato anche alle
serie Humans (2016), Tell Me a Story (2019-2020)
e Wisting (2019-2022). Nel 2024 è invece tra i
protagonisti della serie di Star
Wars intitolata The Acolyte, dove recita accanto a DafneKeen.
Carrie-Anne Moss in Memento
3. Christopher Nolan è rimasto molto
soddisfatto di lei. Dopo essere rimasta impressionata
dall’interpretazione di Carrie-Anne Moss nel ruolo di Trinity in
Matrix (1999), Jennifer Todd la propose per la parte
di Natalie. Mentre Mary McCormack faceva pressioni
per il ruolo, Christopher Nolan decise di affidare alla Moss
il ruolo di Natalie, affermando: “Ha aggiunto al ruolo di
Natalie una quantità enorme di cose che non erano sulla
pagina”.
Carrie-Anne Moss e Guy Pearce in Memento
Carrie-Anne Moss è Trinity in Matrix
4. Ha evitato di essere
sostituita dal suo ruolo. Nel girare una delle sue prime
scene per il film Matrix, l’attrice subì un infortunio slogandosi una
caviglia. Tuttavia decise di non dire a nessuno della cosa, temendo
che la produzione l’avrebbe sostituita. Riuscì fortunatamente a
recuperare in fretta, potendo mantenere così il ruolo che l’ha resa
celebre.
5. Le fu richiesto di
leggere alcuni saggi. Agli attori del cast fu richiesto di
essere in grado di spiegare cosa fosse Matrix. Pertanto, anche
l’attrice dovette leggere saggi e libri riguardanti i simulacri, le
simulazioni virtuali e sulla cultura postmoderna in generale. La
Moss ha in seguito raccontato di aver trovato questa come la parte
più complessa del suo coinvolgimento nel processo.
6. È stata la prima volta
che si è rivista sullo schermo. Quando assistette al primo
montaggio del film, per l’attrice questa rappresentava la prima
volta in cui si rivedeva sullo schermo. Pur avendo già dei titoli
all’attivo nella sua filmografia, infatti, non aveva ancora avuto
tale possibilità.
Carrie-Anne Moss è una Jedi in
The Acolyte
7. Ha eseguito molti dei
combattimenti previsti per il suo personaggio. Per la
serie The Acolyte l’attrice non si è tirata indietro dal
prepararsi fisicamente per poter eseguire personalmente diverse
delle scene di combattimento per lei previste. Ha infatti
raccontato: “È stato complicato. I miei blocchi fisici in
realtà provenivano dal costume. È davvero importante esercitarsi
con i costumi. Sono pesanti. Era qualcosa da cui ho dovuto
recuperare molto. Il costume ti dà sicuramente l’immagine, ma
essere effettivamente libero nei combattimenti, è stata una
sfida“.
Carrie-Anne Moss e Keanu Reeves in Matrix
Carrie-Anne Moss: chi è suo marito
8. È sposata. Nel
1999 l’attrice è sposata con l’attore Steven Roy,
dal quale ha avuto due figli e una figlia. Insieme vivono a Los
Angeles, conducendo una vita famigliare particolarmente riservata,
evitando di porre sotto i riflettori dei media o della stampa
dettagli personali.
Carrie-Anne Moss è su Instagram
9. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 22 mila persone. All’interno di
questo l’attrice è solita condividere immagini scattate in momenti
di svago quotidiano, ma anche piccole curiosità per i propri fan.
Non mancano poi video in cui l’attrice parla di tematiche a lei
care o di meditazione, della quale è una grande amante.
Carrie-Anne Moss: età e
altezza
1. Carrie-Anne Moss è nata a
Vancouver, in Canada, il 21 agosto del 1967. L’attrice è
alta complessivamente 174 centimetri.
Se si pensa a saghe cinematografiche
che coniugano la
fantascienza con l’horror,
i primi due titoli che vengono in mente sono senza dubbio
Alien e
Predator. Il primo, il cui film iniziale è uscito
nel 1979, portava l’essere umano a scontrarsi con i terribili
xenomorfi nel cuore dello spazio. In Predator,
invece, sono gli alieni a venire sul pianeta Terra, con l’obiettivo
di uccidere e conquistare tutto ciò che gli si presenta davanti. A
dirigere il primo film della serie, uscito nel 1987, vi è il
regista John McTiernan, noto
anche per Trappola di cristallo, Caccia a Ottobre Rosso
e Last Action Hero.
Sin dalla sua uscita,
Predator si è imposto come un cult del suo genere.
Ciò è merito degli effetti speciali, del look della mostruosa
creatura aliena e della presenza di Arnold Schwarzenegger come protagonista. Il
film, inoltre, è a suo modo anche una cupa metafora sulla guerra
del Vietnam, con il predatore che sostituisce il nemico, le cui
capacità gli permettono di essere pressoché invisibile sino al
momento dell’attacco. Gli elementi che ne hanno fatto un classico
sono dunque molti, e non stupisce dunque che questo primo capitolo
abbia dato origine ad un vero e proprio franchise.
Per gli amanti del genere si tratta
infatti di un titolo imprescindibile, che offre non solo grande
azione ma anche tanto terrore. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e ai suoi sequel. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La storia del film ha inizio quando
un commando di recupero delle Forze Speciali statunitensi
addestrate dalla CIA, guidato da Alan “Dutch”
Schaefer, viene inviato nello sperduto paese di Val Verde,
in America Centrale. Qui il gruppo deve soccorrere l’equipaggio di
un elicottero con a bordo il ministro di un Paese alleato. Vicino
al velivolo, però, vengono ritrovati i cadaveri mutilati di quanti
vi erano a bordo. Indagando su chi possa aver compiuto quella
barbarie, il gruppo finirà per perdersi nella giungla, andando
incontro a qualcosa che va ben oltre la loro immaginazione.
Il cast del film
Al momento di scegliere l’interprete
di Alan Schaefer, il comandante del gruppo, l’unico nome possibile
risultò essere quello di Arnold
Schwarzenegger. L’attore, divenuto in quegli anni una
celebrità grazie a film come
Terminator e Conan il distruttore. Una volta accettato il ruolo,
egli si sottopose ad una rigida dieta che lo portò a perdere più di
venticinque chili, poiché dal suo punto di vista il personaggio
doveva non solo essere muscoloso ma anche molto magro.
Nel ruolo del maggiore George
Dillon, invece, si ritrova l’attore Carl Weathers, principalmente noto per aver
interpretato Apollo Creed nella saga di Rocky. L’attrice messicana Elpidia
Carrillo è invece Anna Gonsalves, una ribelle del luogo.
Gli altri membri del gruppo di soldati sono Billy, interpretato da
Sonny Landham,, Mac Eliot, interpretato da
Bill Duke, Jorge Ramirez, interpretato da
Richard Chavez e Blain Cooper, interpretato
dal wrestler Jesse Ventura.
Vi è poi anche Rick Hawkins, nei cui
panni si ritrova lo sceneggiatore Shane Black. Quest’ultimo è noto per aver
ideato la saga di Arma Letale e i produttori speravano che potesse
collaborare anche alla sceneggiatura di Predator.
Quando però, anche dopo essere stato ingaggiato come attore, egli
si rifiutò di scrivere qualcosa, il suo personaggio fu riscritto
per essere il primo a morire. Sotto il costume dell’alieno, invece,
vi è Kevin Peter Hall, già interprete di altri
mostri cinematografici.
L’attore Jean-Claude Van Damme era stato inizialmente
scritturato per interpretare il Predator. L’idea era che egli
avrebbe usato le sue conoscenze delle arti marziali per rendere il
Predator un cacciatore agile e simile a un ninja. Tuttavia, il
design originale del costume era troppo ingombrante e difficile da
gestire nella giungla, e Van Damme non riusciva a fare i movimenti
richiesti. Inoltre, è stato riferito che Van Damme si è
costantemente lamentato del fatto che la tuta del mostro fosse
troppo calda.
Alla fine Van Damme è stato
eliminato dal film, ufficialmente perché troppo basso rispetto agli
altri attori, venendo sostituito da Kevin Peter
Hall. La tuta fu poi ridisegnata perché, anche con un
attore più imponente, si riteneva che non suscitasse abbastanza
paura. Il design finale presenta quindi una testa insettoide e
zanne che si estendono dalle mandibole. Per il resto il mostro
rimase umanoide nella fisiologia, consentendo di essere
interpretato da un performer in tuta.
I sequel di Predator
Il grande entusiasmo che
Predator suscitò nel pubblico spinse alla
realizzazione di due sequel. Il primo uscì nel 1990 con il titolo
di Predator 2 ed è interpretato da Danny
Glover, mentre nel 2010 è uscito il terzo capitolo,
Predators, interpretato
da Adrien Brody. Quest’ultimo, in realtà, si
configura come un reboot dell’originale. Nel 2018 è invece uscito
The Predator, scritto e
diretto proprio da Shane Black,
che ha così finalmente accettato di sceneggiare uno dei film della
serie, strutturandolo però come un sequel dei primi due film.
Esistono poi due film crossover,
Alien vs. Predator e Alien vs.
Predator 2, dove i mostri delle due celebri saghe si danno
battaglia. Nel 2022 è poi stato realizzato un prequel della saga
semplicemente intitolato Prey.
La storia ruota attorno a una giovane donna Comanche, Naru, che si
ritrova a dover proteggere la sua gente da un alieno umanoide e
feroce che caccia gli umani per sport. Ad oggi sembra essere
in fase di sviluppo un sequel, mentre si sta lavorando anche ad
un nuovo capitolo della saga
intitolato Badlands.
Il trailer
di Predator dove vedere il film in streaming
e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Predator è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten Tv, Google
Play, Apple TV, Disney+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 5 agosto alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
Becoming Karl Lagefeld Daniel
Brhul - Foto per gentile concessione di Disney
Becoming Karl Lagerfeld, la nuova
serie originale francese Disney+ è stata presentata oggi a
Milano con la partecipazione di
Daniel Brühl, attore protagonista che
interpreta proprio Karl Lagerfeld. Becoming Karl
Lagerfeld sarà disponibile su Disney+ da venerdì 7 giugno
ed è prodotta da Gaumont e Jour Premier ed ecco cosa ha
raccontato il protagonista.
La serie è ambientata a
Parigi nel 1972, quando Karl è in cerca di un posto nel mondo e sa
esattamente dove vuole arrivare, è affamato di fama, di conoscenza
e anche alle prese con il suo primo amore.
“Vorrei poter parlare
italiano come faceva Karl – ha iniziato
Daniel Brühl– che era un genio anche dal punto di
vista linguistico. Pur avendo un forte accento tedesco, aveva
padronanza del francese anche raffinata. Nell’interpretarlo ho
dovuto calcare l’accento tedesco che naturalmente non ho, per
interpretarlo.”
“E’ molto stato
interessante scoprire chi fosse Karl prima di diventare famoso e
prima che arrivasse a perfezionare quel ruolo che si era inventato
per sé, quell’icona. L’ho incontrato vent’anni fa ma era già il
simbolo che lui aveva costruito di se stesso, per proteggersi, come
aveva fatto anche Andy Wharol. Ricordo i capelli bianchi, i suoi
guanti, ho visto i suoi occhi solo per un attimo. Mi interessava
interpretare l’uomo che era arrivato a costruire quel simbolo di se
stesso, anche con tutte le sue insicurezze e le sue
fragilità”.
Sulla
preparazione che ha affrontato per interpretare il
ruolo:
“E’ stato un processo
lungo. Io più invecchio più non ho voglia di nascondere la mia età
e in questa fase della mia vita mi piace affrontare nuove sfide.
Qui si trattava di mettere insieme un rompicapo con moltissimi
pezzi. Ho letto tre sue biografie e ho avuto la possibilità di
imparare quanto sin da giovane era molto bravo a vendere se stesso,
guardando le sue interviste. Ho potuto acquisito il suo linguaggio
e il modo in cui si muoveva, ho anche incontrato suoi vecchi amici.
Grazie a loro ho trovato nuovi spunti. Poi mi sono tuffato a testa
in giù. I primi che hanno potuto testimoniare i miei sforzi di
immedesimazione sono stati gli animali della fattoria vicino a dove
vivo, in Spagna. Le pecore sono rimaste molto colpite da me con i
tacchi che parlo in francese”.
Sulla solitudine di
Karl Lagerfeld:
“E’ stato
particolarmente impegnativo, perché quando si tratta di
interpretare un personaggio così misterioso ma anche così iconico
il rischio è di scivolare nella caricatura. Era un uomo molto
discreto, ed è stato necessario prendere delle decisioni per
cercare di capire lui e quello che desiderava. Voleva l’amore,
conquistare Parigi, essere rispettato? Era affamato di
affermazione. Per quanto riguarda invece il suo amore, cercava di
aprirsi ma temeva di perdere il controllo. Io riesco anche ad
identificarmi con alcuni aspetti di questo personaggio, ma non
posso paragonarmi certo all’attenzione cui era soggetto Karl. Ho
condiviso però alcuni aspetti della sua personalità, come la
solitudine e la voglia di essere amati. Da attore cerco di
collegarmi con alcuni aspetti estremi di sentimenti che non mi
appartengono.”
Sugli attori come
mercenari e i registi come stilisti che li scelgono e li
“vestono”:
“Devo dire che ho
conosciuto dei registi che possono essere considerati stilisti
haute couture. Ma il mio maestro p stato mio padre, che dirigeva
documentari. Quando ho cominciato ad avvicinarmi alla recitazione
mi ha sempre sostenuto, e mi diceva che avremmo dovuto puntare a
raccontare storie di cui avrebbero parlato tutti. I primi film che
mio padre mi fece vedere da adolescente sono stati quelli di
Visconti, De Sica e Fellini. Il mio eroe era Marcello
Mastroianni.”
Sull’equilibrio
tra la profondità della drammaturgia e la superficialità della
moda:
“Quello che amo negli
esseri umani e quello che è arricchente per un attore da mettere in
scena è la contraddizione. Karl Lagerfeld era effettivamente pieno
di contraddizioni, era un uomo di profonda e vasta cultura, ma era
anche una icona di moda e di tutto ciò che è effimero e frivolo.
Era un artista, un illustratore, un fotografo e un creativo
eccezionale, ma era anche un uomo d’affari estremamente duro e
pratico. Mi sono divertito a esplorare queste contraddizioni che ha
continuato a vivere fino alla fine. È ammirevole che nonostante
l’età non abbia mai smesso di essere curioso e di rimanere in
contatto con il tempo. Un uomo appassionato di Proust e dei
romantici tedeschi, ma anche di sfilare dai ritmi folli, così
diverso da quel XVIII secolo che così tanto amava.”
Sull’eredità
tedesca che
Daniel Brühl condivide con Karl Lagerfeld:
“Mi rapporto al
desiderio di Karl di riuscire a superare i confini e riuscire a
esplorare e lavorare con culture diverse. Già da giovanissimo avevo
questo desiderio, forse a causa della mia famiglia con madre
spagnola, padre tedesco e due zii francesi. Ero abituato a questa
commistione di culture, avevo già il desiderio di lavorare in tutta
Europa, non osavo neanche sognare gli Stati Uniti, e mi piace
recitare in più lingue. Mio padre citava spesso Carlo V re di
Spagna, che diceva che con Dio parlava in spagnolo, con l’amante in
francese e con il cavallo il tedesco. Mi piace lavorare con le
debolezze e con i punti di forza di ogni lingua.”
Becoming Karl Lagerfeld sarà disponibile su
Disney+ da venerdì 7 giugno ed è
prodotta da Gaumont e Jour Premier. Vede protagonista
Daniel Brühl.
Negli ultimi anni l’attore Bruce Willis si è dedicato senza sosta a
partecipare ad una serie di film di genere d’azione
e
thriller. Tra questi si ritrovano titoli come Survive the
Night, Trauma Center e Hard Kill. Un altro
recente titolo, simile a questi, a cui ha partecipato, è
White Elephant: Codice criminale, diretto da
Jesse V.
Johnson, noto per aver lavorato a lungo come
controfigura e stuntman. Nel film, in realtà, la partecipazione di
Willis è marginale e altri sono gli interpreti protagonisti. Data
la sua popolarità come attore, però, la promozione del film si è
costruita sulle sue spalle.
White Elephant: Codice
criminale è inoltre uno degli ultimi film con protagonista
Bruce Willis, che si è ora ritirato dalla
recitazione perché gli è stata diagnosticata una
demenza frontotemporale. Il regista, che in precedenza, quando
lavorava come stuntman, aveva collaborato con Willis, ha detto al
Los Angeles Times che “era chiaro che non era il Bruce che
ricordavo“. Le battute di Willis sono state girate a un ritmo
più veloce su suggerimento del suo assistente, Stephen J.
Eads, così da nascondere i difetti di pronuncia
dell’attore.
In seguito a Johnson è stato chiesto
se voleva girare un altro film con Willis, ma il regista ha
rifiutato l’offerta, affermando: “Siamo tutti fan di Bruce
Willis e l’accordo sembrava sbagliato e in definitiva una fine
piuttosto triste per una carriera incredibile, con la quale nessuno
di noi si sentiva a proprio agio“. Di certo White
Elephant: Codice criminale non contiene la miglior
performance della carriera di Willis e probabilmente non verrà mai
citato tra i suoi lavori migliori, ma per i fan dell’attore e gli
appassionati del genere si tratta comunque di un film da non
perdere.
La trama di White Elephant: Codice
criminale
Arnold
Solomon è un ricco e potente speculatore del settore
immobiliare, con legami con la criminalità organizzata e intento
ora a trattare un accordo con i russi. Per stare tranquillo ed
evitare interferenze da parte del suo rivale, Luis
Velasquez, a capo di un Cartello messicano, Arnold affida
al suo fidato sicario e caro amico Gabriel “Gabe”
Tancredi, un ex marine ora al servizio della criminalità,
il compito di gestire le negoziazioni. All’incontro con Velasquez,
Gabe si presenta con il suo aiutante Carlos
Garcia. Quando però le trattative con Velasquez
falliscono, Garcia decide di eliminarlo.
Gli agenti della polizia
investigativa Vanessa Flynn e Walter
Koschek, appostati per sorvegliare Velasquez, vedono
Carlos uscire di corsa e scampare per un pelo all’esplosione
dell’ufficio del boss messicano. Appreso dell’esistenza dei
testimoni, Arnold ordina a Gabe di eliminarli. Koschek viene allora
ucciso a casa sua da Gabe e Carlos, mentre per l’agguato a Vanessa,
Carlos si porta dietro alcuni amici per aiutarlo. L’ex marine
decide però di infrangere il codice criminale e aiuta la Flynn a
sfuggire all’aggressione mortale. Da quel momento per loro la
situazione si complica e si troveranno a dover fermare i suoi
nemici prima che essi fermino lei.
Il cast del film
Ad interpretare il ricco e potente
speculatore del settore immobiliare Arnold Solomon vi è, come
anticipato, l’attore Bruce Willis. Negli
ultimi anni abituato ad interpretare ruoli piuttosto marginali,
questo accettò di partecipare al film a patto di girare tutte le
proprie scene nel minor numero possibile di giorni. Per via della
malattia di cui inizia a soffrire in modo sempre più evidente,
Willis ebbe però diverse difficoltà sul set, ad esempio nel
ricordare le proprie battute. Vero e proprio protagonista del film,
nei panni di Gabriel Tancredi è però Michael Rooker,
meglio noto per aver interpretato Yondu nei film di Guardiani della Galassia.
Olga Kurylenko,
protagonista femminile del film, è invece impegna ad interpretare
la poliziotta Vanessa Flynn. Prima di questo film l’attrice è
divenuta celebre grazie a titoli come Quantum of
Solace, dove interpretava la Bond girl Camille
Montes, To
the Wondere La
corrispondenza. Completano poi il cast gli attori
Vadhir Derbez nei panni di Carlos Garcia e
Louie Ski Carr in quelli di Luis Velasquez.
L’attore candidato agli Oscar John Malkovich
ricopre invece il ruolo di Glen Follett.
Il trailer di White
Elephant: Codice criminale e dove vederlo in streaming e
in TV
Il film è presente unicamente sulla
piattaforma streaming Infinity+. È però presente
presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 5 giugno alle ore
21:20 sul canale Italia 1. Di
conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche
sulla piattaforma Mediaset Play, dove quindi lo si
potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda.
Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per
trovare il film e far partire la visione.
Una delle cose più sorprendenti di
Captain America: Brave New World è il fatto che
Sam Wilson dovrà confrontarsi con
The Leader. Abbiamo incontrato Samuel Sterns per la prima volta
in L’incredibile Hulk del 2008 e abbiamo appreso
che l’apparente alleato di Bruce Banner aveva alcune convinzioni
discutibili quando si trattava di scienza.
Ciò includeva la creazione
dell’Abominio e, quando Emil Blonsky andò su tutte le furie ad
Harlem, Sterns ricevette la sua dose di avvelenamento gamma dopo
che un campione del sangue di Banner contaminò una ferita sulla sua
testa. La sua testa iniziò a crescere e quella fu l’ultima volta
che vedemmo Sterns, finché un fumetto tie-in (che può o meno essere
considerato “canonico”) rivelò che la Vedova Nera lo portò sotto la
custodia dello S.H.I.E.L.D.
Parlando con Screen Rant, l’attore
Tim Blake Nelson ha confermato che farà parte
delle riprese di
Captain America: Brave New World e che avremo una
spiegazione per l’assenza di 16 anni di The Leader
dal MCU. “[Sono] molto
entusiasta di questo. Domani andrò ad Atlanta per continuare a
lavorarci. È stato molto emozionante riportare in vita un
personaggio di 16 anni fa e immaginare come è invecchiato con me e
come ciò si è manifestato.”
“Il team Marvel è
arrivato con una spiegazione davvero interessante – una
rivelazione, dovrei dire, su cosa ha fatto per 16 anni e
perché”, ha anticipato l’attore. Il personaggio potrebbe anche
aver lavorato in segreto per il Governo degli Stati Uniti, magari
contribuendo alla creazione di Red Hulk.
“Mi sono divertito moltissimo a
girarlo”, ci ha recentemente raccontato Nelson riguardo al suo
ruolo nel film. “E [io] ho lavorato con il team Marvel e con
questo meraviglioso
truccatore di nome David Atherton con il quale ho collaborato a
una dozzina di film ormai.”“Penso che le persone saranno
piuttosto entusiaste di come appare questo ragazzo. E di cosa ha da
dire e cosa fa”, ha detto.
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the Winter
Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The
Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un
“thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno
del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la
sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile
Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star
di Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la
cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà
degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà
il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come
già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad
ora, il film è indicato come uno dei titoli più importanti
della Fase
5.
Anthony
Mackie ha recentemente dichiarato che questo film
è “10 volte più grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della
dinamica tra Cap e il nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in
coppia alla pari“, ha scherzato. “Sono entrambi militari.
Io ero il suo ufficiale comandante. Tra noi c’è più amicizia
rispetto al modo in cui ammiravo Steve o al modo in cui non mi
piaceva Bucky“.
“Questo film è un chiaro reset.
Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo
universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film,
si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che
la Marvel vuoole
essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America: The Winter
Soldier“.
Lo sceneggiatore e produttore premio
Oscar Akiva Goldsman e la sua Weed Road stanno
collaborando con Mattel, Inc. e Universal Pictures per sviluppare
un film cinematografico live-action basato sul franchise
multimediale di Monsters High.
Goldsman è coinvolto solo in veste di
produttore.
Presentato per la prima volta
tramite una linea di bambole nel 2010, Monster
High è incentrato su una scuola superiore immaginaria
frequentata dai figli adolescenti di famosi mostri. Questi
personaggi, come Draculaura (figlia di Dracula), Frankie Stein
(figlia del mostro di Frankenstein), Clawdeen Wolf (figlia del lupo
mannaro) e Cleo de Nile (figlia della Mummia), sono progettati per
riflettere la diversa e unica prole di classiche figure di mostri.
Ognuno porta la propria personalità, stile e background
nell’universo di Monster High, creando un ricco
arazzo di eredità mostruosa e dramma scolastico.
Oltre alle bambole,
Monster High si è finora espanso in varie forme di
media, tra cui serie web animate, speciali TV, film e libri. Il
franchise incoraggia il suo pubblico ad abbracciare le proprie
qualità e differenze uniche, proprio come fanno i personaggi nel
loro mondo.
Il presidente della Mattel Films
Robbie Brenner e Goldsman fungeranno da produttori
del film Monster High, con Kevin
McKeon e Arturo Thur De Koos che
supervisioneranno il progetto per Mattel, insieme a Greg
Lessans per Weed Road. Lexi Barta,
vicepresidente senior della produzione della Universal Pictures, e
il direttore creativo dello sviluppo della produzione Jacqueline
Garell stanno supervisionando il progetto per lo studio.
Brenner di Mattel Films ha
dichiarato: “Monster High aiuta i fan a scoprire la grande
bellezza dell’essere fedeli a se stessi e celebra la sensibilità
unica al centro di ciò che siamo come individui. Siamo orgogliosi
di collaborare con Universal Pictures e il brillante Akiva Goldsman
per portare questo importante messaggio al pubblico di tutto il
mondo”.
Goldsman, che è anche produttore del
prossimo film della Mattel Films, Major Matt Mason con Tom
Hanks, ha aggiunto: “Sono rimasto affascinato da
Monster High da quando le mie figlie erano ossessionate dalle
bambole da piccole. Sono entusiasta di unire ancora una volta le
forze con Robbie Brenner e i nostri amici di Mattel per contribuire
a dare vita a questa proprietà iconica”.
Precedentemente lavorando a film
come A Beautiful Mind e Cinderella
Man, nonché a serie come The Crowded Room
di Apple
TV+, Goldsman è anche conosciuto come showrunner di Star Trek: Strange New Worlds, nonché
produttore di numerosi film nel blockbuster Paranormal Franchising
di attività e prossimi sequel di Constantine e Io sono leggenda.
L’ultimo marchio di casa Mattel ad
arrivare al cinema è stato Barbie. Che possa
essere un buon auspicio per il prossimo progetto.
L’imminente seconda stagione di
Gen
V di Prime Video ha
aggiunto il suo primo nuovo membro al cast, con Hamish
Linklater, ex membro di Legion e
Midnight Mass, che si unirà all’ensemble come
nuovo preside della Godolkin University, Cipher.
Sembra che questo personaggio sia
stato creato per lo show (anche se potrebbe avere una controparte
nei fumetti), ed è descritto come “il carismatico e
affascinante neo-preside della Godolkin University. Formatosi come
scienziato, è politicamente brillante e gode della fiducia e
dell’ammirazione dei funzionari di più alto livello”.
La precedente preside, Indira Shetty
di Shelley Conn, ha avuto una fine complicata
nella prima stagione quando Maddie Phillips di Cate
Dunlap ha usato i suoi poteri di controllo mentale per
costringere il cattivo a tagliarsi la gola.
Lo showrunner
Eric Kripke ha precedentemente confermato che il
finale di Gen
V sarà direttamente collegato agli eventi della
stagione 4 di The
Boys. “Nella nostra mente, sono passati solo
un paio di giorni da qualunque siano gli eventi della Gen V”,
ha detto in una recente intervista con Variety. “Cerchiamo di
mantenere la timeline estremamente semplice perché tutto quel
ripiegamento su se stesso della timeline che penso che altri
universi di fumetti si trovino a dover fare è semplicemente
sconcertante per me come spettatore. Quindi è tutto molto
modulare.”
Gen
V è parzialmente basata sull’arco narrativo
“We Gotta Go Now” della serie di fumetti The
Boys, scritta da Garth Ennis e
illustrata da Darick Robertson. Lo spettacolo si
svolge tra gli eventi delle stagioni 3 e 4 di The
Boys, con Jessie T. Usher e Chase
Crawford che riprendono i rispettivi ruoli di A-Train e
The Deep, insieme ai compagni di cast Colby Minifie,
Claudia Doumit e PJ Byrne.
In Gen
V, gli studenti della Godolkin “metteranno alla
prova i loro limiti fisici e morali, gareggiando per l’ambito
massimo ranking della scuola. Impareranno presto che l’ambizione
arriva con il sacrificio, e la differenza tra giusto e sbagliato
non è così chiara come credevano una volta. Quando gli oscuri
segreti dell’università verranno alla luce, gli studenti dovranno
fare i conti con che tipo di eroi diventeranno.”
Il cast della serie
include Jaz Sinclair, Lizze
Broadway, Shelley Conn, Maddie
Phillips, London Thor, Derek
Luh, Asa Germann, Patrick
Schwarzenegger, Sean Patrick Thomas e
Marco Pigossi. In Gen V vedremo anche
Clancy Brown e Jason Ritter nel
ruolo di guest star, oltre alla partecipazione straordinaria di
Jessie T. Usher, Colby Minifie,
Claudia Doumit e P.J. Byrne negli
stessi ruoli che interpretano in The Boys. Chance
Perdomo ha avuto un ruolo da protagonista nella prima
stagione, ma l’attore è stato tragicamente ucciso in un incidente
motociclistico all’inizio di quest’anno, e il suo
personaggio non sarà riformulato.
Il creatore di Lost
e Watchmen, vincitore dell’Emmy Award,
Damon Lindelof lavorerà alla sceneggiatura pilota
insieme allo showrunner di Ozark Chris Mundy
precedentemente riportato (ma non confermato) e all’acclamato
scrittore di fumetti Tom King.
“Si è vero. La serie DCU di Lanterns sta mettendo insieme un team di scrittori
eccezionale, basato su una meravigliosa sceneggiatura pilota e una
bibbia di Chris Mundy, Tom King e Damon Lindelof”, ha scritto
Gunn nei suoi post sui social media. “Un caloroso benvenuto a
Chris e @damonlindelof che si uniscono alla famiglia DC
Studios.”
Secondo Nexus Point News, anche
Justin Britt-Gibson, Breannah Gibson e
Vanessa BadenKelly sono a bordo.
Il sito riporta inoltre che la produzione dovrebbe attualmente
iniziare nel primo trimestre del 2025 nel Regno Unito, mettendo
potenzialmente lo spettacolo sulla buona strada per un’uscita nel
2026.
Si dice che il casting sia in corso
per i protagonisti, con la DC alla ricerca di attori bianchi tra i
43 e i 49 anni per Hal Jordan e attori neri tra i
27 e i 35 anni per John Stewart. Ciò sarebbe in
linea con i precedenti rapporti secondo cui Jordan sarà un mentore
per il più giovane e meno esperto Stewart. Si prevede che
Guy Gardner di Nathan Fillion,
che farà il suo debutto nel reboot di Superman di Gunn, avrà
un ruolo di supporto nella serie.
Una precedente serie
TV su Lanterna Verde era in lavorazione prima che
Gunn e Peter Safran diventassero co-responsabili
dei DC Studios. Quella versione è stata creata da Greg
Berlanti e avrebbe visto Finn Wittrock
nel ruolo di Guy Gardner. Mentre come tutti purtroppo ricordiamo,
Hal Jordan è stato precedentemente interpretato da
Ryan Reynolds nel film Lanterna
Verde del 2011.
“Questa è la storia di una
coppia di Lanterne Verdi John Stewart e Hal Jordan”, ha detto
James Gunn del progetto quando è stato annunciato
per la prima volta. “Abbiamo alcune altre Lanterne sparse lì
dentro, ma questo è davvero uno show televisivo basato sulla terra
che è quasi come True Detective con un paio di Lanterne Verdi che
sono poliziotti spaziali che sorvegliano il Distretto Terra e
scoprono un mistero terrificante che si lega al nostro la più
grande storia del DCU.”
L’ex membro del cast del Saturday
Night Live Beck Bennett è stato fotografato
insieme al cast e alla troupe di Superman,
lasciando molti fan convinti che stia interpretando l’arrogante
editorialista sportivo del Daily Planet. Bennett potrebbe
anche essere nella foto incriminata perché è andato
a trovare degli amici, ovviamente, ma la forma dei suoi baffi
sembra un chiaro indizio!
Nei fumetti, Steve
Lombard – creato da Cary Bates e Curt Swan in
Superman #264 del 1973 – è un
giornalista sportivo e successivamente conduttore sportivo per il
Daily Planet, lo stesso giornale dove lavorano Clark Kent e Lois
Lane.
Conosciuto per la sua personalità
sfacciata e spesso arrogante, Steve è descritto come un ex
giocatore di football professionista che porta la sua mentalità da
atleta in redazione. È noto per fare scherzi pratici ai suoi
colleghi, in particolare a Clark, che percepisce come un reporter
mite e senza pretese.
Per quanto riguarda Bennett, il
comico è stato membro del cast di SNL tra il 2013 e il 2021 ed è
apparso in film come Zoolander 2, The
Angry Birds Movie e Bill & Ted Face the
Music. Se fosse in Superman,
scommetteremmo che per lui ci sarebbe un ruolo minore.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion. Sean Gunn, María
Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio,
Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il
cast.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio
2025.
Nel corso della promozione per il
suo ultimo film, The Holdovers, Paul Giamatti ha espresso il desiderio di
recitare in un progetto horror. “Orrore. Mi piacerebbe fare più
horror. Adoro l’horror”, ha detto quando gli è stato chiesto
su quale tipo di film gli sarebbe piaciuto lavorare dopo.
“Mi piace molto Non aprite
quella porta. Adoro l’horror. Lo adoro!” Quando
l’intervistatore è rimasto sorpreso dal fatto che l’attore sia un
grande fan di quel film, Giamatti ha detto: “Grande film. No,
no, è un film fantastico, è un film bellissimo.” “Non credo che
potrei fare l’assassino”, ha continuato. “non so cosa
sarei. Mi piacerebbe fare qualcosa… non so se voglio farlo
esattamente, ma mi piace l’horror.”
Ora, secondo THR, la star di Billions ha firmato per interpretare il ruolo
principale in una serie TV basata sui film di
Hostel, con Eli Roth, Chris
Briggs e Mike Fleiss che torneranno. Lo
spettacolo, a cui non è ancora stata collegata una piattaforma,
viene descritto come un “adattamento moderno” e un
“thriller elevato” che è anche una “reinvenzione”
del franchise horror. Una versione elevata del famigerato franchise
di “torture porno” Hostel? Questa definizione desta
sicuramente curiosità.
I dettagli sul personaggio di
Paul Giamatti sono tenuti nascosti, ma si
ipotizza che interpreterà il proprietario dell’ostello del titolo
che funge anche da sadica camera degli orrori per sfortunati
viaggiatori. Roth ha condiviso la seguente immagine sul suo account
Instagram poco dopo l’annuncio della serie.
“I migliori amici Josh (Derek
Richardson) e Paxton (Jay Hernandez) decidono di trascorrere
l’estate dopo la laurea in un viaggio con lo zaino in spalla
attraverso l’Europa. Mentre si fermano ad Amsterdam per assecondare
i loro gusti in fatto di droga e sesso, incontrano Oli (Eythor
Gudjonsson), un viaggiatore islandese che la pensa allo stesso
modo. Quando i tre scapoli partono per indagare sulle voci
allettanti su un ostello slovacco in una città popolata da donne
lussuriose, si ritrovano involontariamente coinvolti in un gioco
mortale.”
Ecco il trailer in italiano di
Racconto di due stagioni, il nuovo film diretto
da Nuri Bilge Ceylan, che uscirà nelle sale
italiane il 20 giugno 2024.
Il film è stato candidato alla Palma
d’Oro al 76me Festival de Cannes, ed è valso il
premio a miglior interpretazione femminile alla
protagonista Merve Dizdar.
Il film sarà distribuito in Italia
da Movies Inspired.
Netflix mostra le prime immagini di
Emily in Paris
4, l’attesa quarta stagione di Emily in Paris, che
sarà
disponibile in due parti, i primi 5 episodi dal 15 agosto 2024,
gli ultimi 5 dal 12 settembre 2024.
Secondo la costumista
Marylin Fitoussi, “Emily sta davvero emergendo, affermandosi,
diventando molto più forte con uno stile che reinterpreta i codici
della moda parigina. E il nostro motto era ovviamente divertirci,
ma anche correre il massimo rischio”.
1 di 5
Emily in Paris 4: trama
e cast della quarta stagione
Dopo i drammatici eventi
del matrimonio fallito tra Camille e Gabriel, Emily è sconvolta:
prova forti sentimenti per due ragazzi diversi, ma ora Gabriel
aspetta un figlio dalla sua ex, e le peggiori paure di Alfie su lei
e Gabriel sono state confermate. In agenzia, Sylvie è costretta ad
affrontare uno spinoso dilemma del suo passato per il bene del suo
matrimonio, e il team dell’Agence Grateau deve affrontare
cambiamenti di personale. Mindy e la band si preparano per
l’Eurovision, ma quando i fondi finiscono sono costretti a
risparmiare. La chimica tra Emily e Gabriel è innegabile mentre
lavorano insieme per raggiungere una stella Michelin, ma due grandi
segreti minacciano di mettere a rischio tutto ciò che hanno
sognato.
Nel cast di
Emily in Paris
4 protagonisti Lily
Collins (Emily Cooper), Philippine Leroy-Beaulieu (Sylvie
Grateau), Ashley Park (Mindy Chen), Lucas Bravo (Gabriel), Camille
Razat (Camille), Samuel Arnold (Julien), Bruno Gouery (Luc),
William Abadie (Antoine Lambert), Lucien Laviscount (Alfie)
Paramount+
e SHOWTIME hanno annunciato oggi altri series regular per
Dexter: Original Sin, la nuova serie
drammatica originale in 10 episodi che racconta la storia del
serial killer preferito dagli americani in
addestramento.
James Martinez (Love Victor),
Christina Milian (Falling Inn Love), Alex
Shimizu (The Blacklist) e Reno Wilson
(Mike & Molly) si uniscono ai membri del cast già annunciati
Christian Slater, vincitore del Golden Globe,
nel ruolo di Harry Morgan, Patrick
Gibson nel ruolo di Dexter Morgan e Molly
Brown nel ruolo di Debra Morgan. La produzione inizia oggi
a Miami, con il ritorno del candidato agli Emmy® Clyde Phillips
(Dexter,
NURSE JACKIE) come showrunner e produttore esecutivo.
I quattro attori interpretano i membri del Dipartimento di
Polizia di Miami. Martinez presta il volto ad Angel Batista, un
detective emergente della Omicidi che guida con il cuore; Milian
vestirà i panni di Maria LaGuerta, la prima donna detective della
Omicidi di Miami Metro; Shimizu sarà Vince Masuka, un analista
forense che condivide avidamente la sua esperienza e che non vede
l’ora di “imporsi” sul suo nuovo tirocinante, Dexter Morgan;
Wilson infine interpreta Bobby Watt, partner e confidente di lunga
data di Harry.
Ambientato a Miami nel 1991, DEXTER: ORIGINAL
SIN è la serie nella quale il pubblico vedrà Dexter (Gibson)
nel suo passaggio da studente a serial killer vendicatore. Quando i
suoi impulsi sanguinari non possono più essere ignorati, Dexter
dovrà imparare a canalizzare la sua oscurità interiore.
Con la guida del padre Harry (Slater), adotterà un
codice che lo aiuteà a trovare e uccidere le persone che meritano
di essere eliminate dalla società con un solo scopo: non finire nel
mirino delle forze dell’ordine. Una sfida particolare quindi per il
giovane Dexter che inizierà uno stage di medicina legale presso il
Dipartimento di Polizia di Miami.
Martinez ha recentemente lavorato in Love,
Victor e Wolf Pack.Tra i suoi ruoli passati
figurano House of Cards, One Day at a Time, Tell Me a Story,
CSI, Unforgettable, Elementary e il pilot Guilt by
Association.
I ruoli passati di Milian
includono Resort to Love, Step Up: High Water, Falling Inn Love,
Soundtrack, The Oath, Bring It On, Family Guy, Grandfathered, Be
Cool e Love Don’t Cost A Thing.Prossimamente, Christina ha in
programma l’uscita di Meet Me Next Christmas e Body
Language, entrambi lungometraggi di cui è protagonista e
produttrice.
Shimizu è noto per il suo ruolo ricorrente nella
serie di successo The Blacklist e sarà presente nella
prossima serie di Taika Waititi Interior Chinatown. Tra gli
altri ruoli di rilievo figurano The Terror, S.W.A.T. e
The Outcasts.
Wilson ha debuttato in televisione nel Cosby
Show e da allora ha recitato in numerose serie televisive, tra
cui Good Girls, Mike & Molly, Heist, Blind Justice, The Hoop
Life, Fatal Attraction e Bel-Air.
Clyde Phillips, SHOWTIME Studios e Counterpart
Studios sono produttori esecutivi, tra i quali figurano anche Scott
Reynolds (Jessica Jones), Michael C. Hall (DEXTER), Mary Leah
Sutton (Resident Evil), Tony Hernandez (Emily in Paris) e Lilly
Burns (Russian Doll), mentre la serie è prodotta da Robert Lloyd
Lewis (The Lincoln Lawyer). Michael Lehmann (Heathers) è il
produttore esecutivo della regia.
L’italiana I Wonder Pictures ha acquisito i
diritti italiani di tre nuovi titoli di A24, tra
cui l’atteso The Smashing Machine di Benny
Safdie con
Dwayne Johnson ed
Emily Blunt. La mossa consolida il rapporto in corso tra lo
studio indie statunitense e il crescente distributore italiano.
I Wonder Pictures,
di proprietà e gestita dal fondatore del Biografilm Festival
Andrea Romeo, ha un rapporto di lunga data – anche
se non esclusivo – con A24, avendo distribuito con
successo altri loro titoli come “The
Zone of Interest”, “The
Whale” di Darren Aronofsky e “Everything
Everywhere All at Once”.
Oltre a The Smashing
Machine, i nuovi titoli di I Wonder Pictures in uscita in
Italia nel 2025 comprendono anche l’horror di Marc Anthony
Green, Opus, con John Malkovich e Ayo Edebiri, e il film per famiglie di
Isaiah Saxon, The Legend of Ochi,
con Willem Dafoe, Finn Wolfhard ed Emily
Watson.
“Amiamo i film di A24 e ci
sentiamo rispecchiati nelle storie che raccontano e nel modo in cui
le raccontano”, ha dichiarato Romeo in un comunicato. Il capo
di I Wonder Pictures ha poi aggiunto che “oltre a condividere
una grande affinità” con A24 in termini di tipi di film
prodotti, le due società hanno “una perfetta sinergia” in
termini di “procedure e obiettivi” e condividono “una
forte armonia tra i rispettivi team di lavoro” che si “riflette nei
risultati finali”.
Tutto quello che sappiamo su The
Smashing Machine, prodotto da A24
Annunciato nel 2023, The
Smashing Machine sarà prodotto da
Dwayne Johnson, dalla Seven Bucks Productions di Dany
Garcia, dalla Out for the Count di Safdie, da Eli Bush e da David
Koplan. “The Smashing Machine è un dramma basato sulla storia
di Mark Kerr, il leggendario lottatore di MMA dell’era dell’UFC
senza esclusione di colpi, all’apice della sua carriera“, si
legge nella descrizione del film. “Lotta con la dipendenza, la
vittoria, l’amore e l’amicizia nell’anno 2000“.
Johnson ha dichiarato a Variety a
proposito del film nel gennaio 2024: “Benny vuole creare e
continua a spingersi oltre i limiti quando si tratta di storie
crude e reali, personaggi autentici e a volte scomodi e
sorprendenti. Sono a un punto della mia carriera in cui voglio
spingermi in luoghi in cui non mi sono mai spinto in passato. Sono
a un punto della mia carriera in cui voglio fare film che contano,
che esplorano un’umanità ed esplorano la lotta [e] il dolore“.
The Smashing Machine non ha ancora una data di
uscita da parte di A24 ma è previsto in sala per
il 2025.
Sono passati più di dieci anni
dall’uscita nelle sale di Before Midnight, il terzo film della
cosiddetta Trilogia Before, diretta da
Richard Linklater, che ha portato avanti la storia
di Jesse (Ethan
Hawke) e Celine (Julie Delpy) dopo i
film Before Sunrise – Prima dell’alba e
Before Sunset – Prima del tramonto. Anche se il
film si concludeva con la coppia che rimaneva insieme, quella
potrebbe non essere stata la fine della storia. Parlando con
ComicBook.com a sostegno del suo
nuovo film Hit
Man, Linklater ha infatti detto “mai dire
mai” quando gli è stato chiesto riguardo un quarto film.
“Mai dire mai. Voglio dire,
abbiamo superato il periodo di nove anni, ma non siamo stati troppo
preziosi al riguardo. Sai, è come se fosse una cosa arbitraria
all’inizio. Lo faremo quando avrà senso, quando quei personaggi
avranno qualcosa da dire“, ha detto, riferendosi al fatto che
i tre film sono usciti tutti a distanza di nove anni l’uno
dall’altro. “Forse avrà senso quando quei personaggi saranno
più vecchi. Non è così urgente, ma non credo che sparisca mai
l’idea di farlo. Quindi, chi lo sa? Chi diavolo lo sa. Di certo per
ora non c’è nulla sulla lavagna”.
Linklater è noto per il suo forte
interesse sul tempo che scorre e il modo in cui cambia la vita
delle persone. Il suo capolavoro artistico
Boyhood girato nell’arco di 12 anni ci mostra il
crescere di un ragazzo da 6 ai 18 anni, mentre attualmente il
regista è impegnato nelle riprese di Merrly We Roll
Along, che si estenderanno nel corso di 20 anni.
Sebbene dunque per ora non ci siano programmi per un
quarto Before, non si può escludere che questo arrivi prima o
poi, per raccontare una nuova fase nella vita dei suoi
protagonisti.
La Trilogia Before
è una serie di tre film diretti da Richard
Linklater con protagonisti Ethan Hawke e Julie
Delpy. Il primo film, Before Sunrise – Prima dell’alba del 1995,
vede Jesse (Hawke), uno studente americano in viaggio per l’Europa,
e Celine (Delpy), una studentessa francese in visita ai parenti,
incontrarsi su un treno diretto a Parigi e poi passare la notte in
giro per Vienna, innamorandosi nel frattempo. Alla fine del film,
le loro strade si separano, ma decidono di incontrarsi di nuovo in
futuro.
Nel 2004 arriva così Before
Sunset – Prima del tramonto, che ritrova i personaggi nove
anni dopo, un pomeriggio a Parigi, dove lo scrittore Jesse, ormai
sposato, incontra Celine mentre promuove il suo libro che racconta
la storia del loro periodo a Vienna. I due passano il pomeriggio a
parlare del fatto che non si incontreranno più ma, alla fine del
film, Jesse sceglie di rimanere a Parigi con Celine.
Infine, in Before Midnight del 2013 li ritroviamo ancora
nove anni dopo, quando sono ormai una coppia con due figlie gemelle
in vacanza in Grecia. I due finiscono per litigare sul desiderio di
Jesse di trasferirsi a Chicago per stare più vicino al figlio
maggiore, Hank, e finiscono per esaminare nuovamente la loro
relazione. Il film è stato poi candidato al Premio Oscar nella
categoria Miglior sceneggiatura originale.
Il primo trailer di Venom: The Last Dance è stato davvero
notevole. È un film su Venom, certo, e anche se
sembra una conclusione “epica” della trilogia, ci sono segni dei
soliti problemi.
Sony Pictures non è mai riuscita ad
afferrare questo personaggio, ma Venom è
stato un successo nel 2018 e Venom: La
furia di Carnage ha ottenuto buoni risultati
nonostante sia uscito negli ultimi mesi della pandemia
COVID-19.
Questo ha dato allo studio un falso
senso di fiducia e la convinzione che, a prescindere da ciò che
dicono i fan e la critica, la direzione strampalata in cui hanno
portato questo franchise sia quella giusta. In questo articolo,
individuiamo i momenti del trailer che evidenziano gli errori che
la Sony ha già commesso con Venom: The Last Dance.
Il protettore letale
Goofball
Venom: La furia di
Carnage è stato un miglioramento rispetto al suo
predecessore del 2018, ma anche con la regia di
Andy Serkis, la sceneggiatura (e la classificazione
PG-13) ha deluso Cletus Kasady.
Tuttavia, il film ha posto le basi
per far sì che Eddie Brock diventi il Protettore Letale
dei fumetti in una terza uscita, promettendoci una versione del
personaggio che i fan attendono di vedere sullo schermo dai tempi
di Spider-Man 3. Nel trailer di Venom: The Last Dance, ma è subito
messo in ombra da una commedia sciocca e da Venom che mangia teste
in una battaglia senza sangue.
Da qualche parte nel Multiverso, c’è
un film su Venom in cui Eddie Brock dà la caccia ai criminali e
dispensa giustizia letale, bilanciando i suoi impulsi più oscuri e
il desiderio di essere un eroe.
Invece, abbiamo… questo tizio.
Nel multiverso della
mediocrità
Forse c’è una spiegazione per
questo, ma come per Morbius, sembra che questa scena sia stata
pensata per eccitare i fan alla prospettiva che Venom: The
Last Dance si svolgerà nel MCU.
I trailer del film del vampiro
vivente hanno fatto pensare allo Spider-Man di Tobey Maguire e all’Avvoltoio del MCU, solo
che il primo è stato assente dal montaggio finale e il secondo è
stato inserito nella scena post-credits più “debole” mai
girata.
Questa sequenza è forse intesa come
una sorta di retcon di Spider-Man: No Way Home? Se è così, non ha
alcun senso, ma onestamente pensiamo che sia proprio questo il suo
scopo. Inoltre, non crediamo che il cattivo di Chiwetel Ejiofor possa saltare da una realtà
all’altra.
Venom ha confermato
in precedenza di essere a conoscenza dell’esistenza del Multiverso
e ne segue un altro stupido accenno…
Il ritorno del dottor Curt
Connors?
Sì, quella nel trailer è la star di
The Amazing Spider-Man e Spider-Man:
No Way Home,
Rhys Ifans. E sì, abbiamo sentito che interpreta
davvero il dottor Curt Connors (e che la madre, la figlia
e il bambino avvistati altrove sono la sua famiglia).
Potrebbe essere una variante
stravagante del mondo di Eddie, ma è molto più probabile che sia il
Curt di No Way
Home che, come l’Avvoltoio, è stato mandato a casa
nella realtà sbagliata.
A meno che non si voglia far credere
che questo sia il mondo di
The Amazing Spider-Man… cosa che potrebbe benissimo
essere grazie ad alcune retcon. Probabilmente è quello che la Sony
vuole farci credere per creare entusiasmo per il trequel.
Il suo braccio potrebbe essere
ricresciuto grazie alla cura che gli Uomini Ragno hanno fatto e, se
avremo Venom-Lizard, tutto sarà perdonato. Se
Rhys Ifans è stato scritturato per un personaggio
a caso nonostante abbia interpretato Connors in precedenza, questo
dimostra quanto sia sprovveduta la Sony.
C’è troppo da fare
Se Venom: The Last Dance è caotico e
disordinato come il primo trailer, siamo nei guai.
Abbiamo un’agenzia governativa
segreta che raccoglie i Simbionti, la Tossina, l’invasione degli
Xenofagi (alieni mangiatori di Simbionti) e quella che sembra una
storia piuttosto banale di Venom che protegge una famiglia. E,
naturalmente, le già citate anticipazioni sul Multiverso.
Kelly Marcel non ha dimostrato di
essere una buona scrittrice con Venom e Venom: The Last Dance, quindi il fatto che si
metta dietro la macchina da presa per fare il suo debutto alla
regia è una decisione… unica da parte della Sony.
Dopo essersi sbarazzata di Carnage
nel secondo film di Venom – una decisione che lascia perplessi –
Knull o addirittura Toxin e un Cletus Kasady resuscitato sarebbero
stati un modo forte per concludere la trilogia. Invece, stiamo
ricevendo un po’ di tutto e azzarderei l’ipotesi che la maggior
parte non funzionerà.
Più cattivi simbionti e un cast
sprecato
Stiamo cercando di non fare troppe
ipotesi, ma è ovvio che i simbionti entreranno in gioco prima o
poi. Se questo significhi una versione di The Jury posseduta dagli
alieni o il debutto di cattivi come Phage e Scream è difficile da
dire in questa fase; l’azione Simbionte contro Simbionte è comunque
il massimo dell’inventiva che questo franchise sembra in grado di
esprimere.
Poi c’è il cast. Dopo essere stato
sprecato dai Marvel Studios per la maggior parte del tempo,
Chiwetel Ejiofor sembra interpretare un generico
militare e Juno Temple una scienziata poco convincente. Con un po’
di fortuna, diventerà Scream e potrà divertirsi un po’. Conoscendo
la Sony, si tratterà solo di una scena o due.
Se vi sono piaciuti Venom e
Venom: La
furia di Carnage, è probabile che questo trequel vi
piacerà. Se vi piacciono i bei film, però, preparatevi a un brutto
momento al cinema…
Jakub Gierszal in I colori del
male: Rosso. Copyright: Przemo Paczkowski
Diretto da Adrian Panek,
I colori del male: Rosso è il nuovo
thriller polacco di Netflix
e tratto dall’omonimo romanzo di Malgorzata
Oliwia. Dopo Mister Car e i templari,
Operazione Soulcatcher e L’amore dimenticato si tratta di nuovo lungometraggio
polacco a raggiungere in poco tempo le vette di Netflix. Il motivo è da ritrovarsi anche nel loro
riprendere generi tipicamente americani per adattarli ai canoni
delle proprie cinematografie. I colori del male:
Rosso non fa eccezione, proponendo un puro thriller
investigativo.
Sulla scia di grandi film di questo
genere come
Seven oZodiacprende
dunque vita un film che conduce gli spettatori all’interno di un
caso che sembra incrociare passato e presente e che si svelerà
pezzo dopo pezzo grazie alla presenza di alcuni flashback. Si
assiste così ad un vero e proprio percorso non lineare che porta a
galla una serie di intrecci e risvolti difficilmente prevedibili ma
che regalano infine grande intrattenimento. Non sorprende infatti
che I colori del male: Rosso sia divenuto
rapidamente uno dei film più visti su Netflix.
Per gli appassionati di questo
genere, dunque, si tratta di un film da non perdere. In questo
articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità
relative a I colori del male: Rosso. Proseguendo
qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori
dettagli relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Una scena di I colori del male: Rosso. Copyright: Przemo
Paczkowski
La trama e il cast di I colori del male:
Rosso
Una spiaggia di Tripla Città, in
Polonia, diventa un luogo del delitto a seguito di una drammatica
scoperta. Il mare riporta infatti a galla il corpo di una giovane
ragazza per la quale si sospetto un omicidio. L’indagine è condotta
da un procuratore ambizioso e tenace, Leopold
Bilski, ma anche la madre della vittima, il giudice
Helena Bogucka, è coinvolta nelle indagini. Ben
presto, però, le loro scoperte iniziano a farsi scomode e a far
emergere il volto di una vicenda più tragica del previsto.
Ad interpretare Leopold Bilski vi è
l’attore Jakub Gierszal, attore polacco già visto
anche nei film All That I Love – Tutto quello che amo
(2009) e Dracula
Untold (2014). Accanto a lui, nel ruolo di Helena Bogucka
vi è invece Maja Ostaszewska, vista anche
in Schindler’s
List e ne Il pianista, mentre Zofia
Jastrzębska interpreta Monika Bogucka, la ragazza
assassinata. Andrzej Konopka è Tadeusz
Dubiela, amante di Helena, mentre Jan
Wieteska è suo figlio Mario . Completano il cast
Przemysław Bluszcz nel ruolo di Łukasz
Kazarski “Kazar”, Andrzej Zieliński in quelli
di Waldemar Mila e Wojciech Zieliński in
quelli di Roman Bogucka, padre di Monika.
La spiegazione del finale del film
All’inizio di I colori
del male: Rosso, si pensa che quell’omicidio possa essere
opera di uno psicopatico che non conosceva personalmente la
vittima, Monika, ma l’aveva uccisa per
divertimento. Bilski, però, scopre poi che 15 anni prima c’era
stata un’altra vittima, Zaneta Kaleta, che era
stata uccisa in modo simile alla nuova ragazza. Il suo fidanzato,
Jakubiak, fu accusato del crimine e la cosa più
interessante è che è uscito da poco di galera dopo aver scontato
tutta la sua pena. Così, i sospetti ricadono subito su di lui, che
però si proclama innocente.
Capendo di non avere nulla affinché
gli si possa credere, Jakubiak si uccide, ma non prima di suggerire
a Bilski di andare al Club del Cantiere Navale e di parlare con le
persone che vi lavoravano. Il locale – dove lavorava Monika – è di
proprietà di un uomo di nome Kazarski Lukasz, il
quale si scopre abusava della ragazza. Questo perché Monika aveva
assistito a un omicidio compiuto dal boss, ma la sua denuncia è
stata raccolta da un poliziotto corrotto, che fa dunque decadere la
cosa.
A quel punto, però, si scopre che
anche Roman, il padre di Monika, lavorava con
Kazarski e può dimostrare che è stato quest’ultimo ad uccidere la
figlia proprio per evitare che rivelasse ciò che ha visto. Con le
prove dalla sua, Bilski è pronto ad arrestare Kazarski, il quale
però nel frattempo si è dileguato. Tuttavia, Bilski riusce a
trovare un braccialetto fatto di pelle umana e a collegare Kazarski
all’omicidio di Zaneta Kaleta. Kazarski non aveva paura di
ammettere i suoi crimini, ma ripeteva costantemente di non avere
nulla a che fare con l’omicidio di Monika.
Una scena di I colori del male: Rosso. Copyright: Przemo
Paczkowski
Il finale di I colori del
male: Rosso rivela che Kazarski ha detto la verità e non
ha ucciso Monika. Mentre Bilski continua le sue indagini, Helena si
trova a casa del suo amante TadeuszDubiela, il medico che ha eseguito le autopsie, e
lì vede l’anello di rubini della figlia. Il figlio Mario
Dubiela lo aveva lasciato intenzionalmente perché voleva
che Helena sapesse cosa era successo. A quel punto, capì però che
non poteva più nascondere la verità e così vengono confessati i
crimini di padre e figlio. Si scopre infatti che è stato Mario ad
uccidere Monika, di cui era infatuato.
Una serà tentò di possederla fino a
diventare violento quando lei ha cercato di opporre resistenza.
Mario non aveva intenzione di ucciderla, ma il suo attacco d’ira
finì con il trasformarsi in un omicidio. A quel punto, avendo
sabuto che Jakubiak era appena uscito di prigione decise di farne
il capro espiatorio con l’aiuto del padre. Mario dice dunque ad
Helena che era stato tutto un incidente. Nel frattempo, anche
Bilski capisce che dietro l’omicidio c’era Mario, ma prima di
arrivare a casa sua, Tadeusz si è già tolto la vita.
Mario, invece, decide di
costituirsi alla polizia. Il rimorso, il senso di colpa e la
sensazione di essere stato così malvagio nei confronti di una
persona per cui provava dei sentimenti non gli permettevano più di
vivere in pace. Alla fine, dopo che la giustizia è stata fatta e
l’indagine si è conclusa, Bilski è andato a incontrare la sua
famiglia e, come aveva promesso a Helena, ha abbracciato forte sua
figlia, perché probabilmente si è reso conto di quanto tutto sia
fragile nella vita e che nulla può essere dato per scontato.
Il trailer di I colori del
male: Rosso e dove vederlo in streaming
I colori del male: Rosso in
streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:
Durante una sessione di domande e
risposte su Twitter nel 2020, lo showrunner di
The
Boys Eric Kripke ha dichiarato
che la sua idea approssimativa per l’intera serie dello show
includeva “cinque stagioni in totale”. Ma la serie è stata
recentemente rinnovata per la quinta stagione e la parola “finale”
non si vede da nessuna parte nel comunicato stampa di
Prime
Video! Ora Kripke ha modificato la sua previsione
originale.
Lo showrounner ha spiegato a
Inverse che ha imparato a non
considerare più le stagioni come qualcosa di granitico, visto che
possono cambiare: “Qualcuno me lo ha fatto notare e io ho
pensato: ‘Hai ragione. È ridicolo. Devo tenere la bocca chiusa’. E
così farò”. Kripke potrebbe non sapere quando finirà
The Boys, ma sa come si concluderà la storia.
“Non puoi costruire uno
spettacolo incentrato su queste due forze di Homelander e Butcher
che si avvicinano lentamente l’una all’altra senza portare la cosa
al culmine”, dice in un’intervista separata con Empire. “Ogni volta che si
verifica l’ultimo episodio, so cosa succede.”
La quarta stagione sarà presentata
in anteprima tra poco più di una settimana, quindi sarà
interessante vedere se i pezzi sul tabellone si avvicineranno
ulteriormente l’uno all’altro, quando il finale andrà in onda.
La trama della
quarta stagione di The Boys
Nella quarta
stagione, il mondo è sull’orlo del baratro. Victoria
Neuman è più vicina che mai allo Studio Ovale e sotto il controllo
di Patriota, che sta consolidando il suo potere. Billy Butcher, a
cui restano solo pochi mesi di vita, ha perso sia il figlio di
Becca sia il suo ruolo di leader dei The
Boys. Il resto della squadra è stanco delle sue bugie.
La posta in gioco sarà più alta del solito e loro dovranno trovare
un modo per collaborare e salvare il mondo, prima che sia troppo
tardi.
Il cast di The
Boys vede protagonisti
Karl Urban, Jack Quaid, Antony Starr, Erin Moriarty, Jessie T.
Usher, Laz Alonso,
Chace Crawford, Tomer Capone, Karen Fukuhara, Colby Minifie,
Claudia Doumit e Cameron Crovetti. Si uniranno per la
quarta stagione anche Susan Heyward, Valorie Curry e Jeffrey Dean
Morgan.
The
Boys è basata sul fumetto certificato bestseller dal
New York Times, creato da Garth Ennis e Darick Robertson, qui in
veste anche di executive producer, e sviluppato dall’executive
producer e showrunner Eric Kripke. Tra gli altri executive producer
si annoverano anche Seth
Rogen, Evan Goldberg, James Weaver, Neal H. Moritz, Pavun
Shetty, Phil Sgriccia, Craig Rosenberg, Ken F. Levin, Jason Netter,
Paul Grellong, David Reed, Meredith Glynn e Michaela
Starr. The
Boys è prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures
Television Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises,
Original Film e Point Grey Pictures.
Disney/Marvel Studios hanno dato il via
alla presentazione di Deadpool e
Wolverine del CinemaCon con un divertente PSA
“Silenzia i tuoi cellulari” in cui il Mercenario
Chiacchierone e il Mutante con lo scheletro di
Adamantio invitano il pubblico a silenziare il cellulare
in sala.
Una versione più breve e di scarsa qualità è trapelata on-line
all’inizio di questo mese, ma ora il tutto è arrivato
online.
Il teaser inizia con Wade Wilson che
tenta di dire a Logan quali personaggi debutteranno in
Avengers: Secret Wars, ma ogni
volta che ci prova, viene interrotto dallo squillo di un cellulare.
Alla fine, il mutante notoriamente scontroso spinge via il
Mercenario Chiacchierone e rompe lui stesso la
quarta parete.
“Ehi, amico, sei in un cinema,
non nella casa di cura di tua nonna: spegni il tuo fottuto
telefono!” Deadpool poi risponde menzionando che Wolvie
parlando in questo modo fa vibrare il suo “cazzo”. Poi aggiunge:
“Bella rottura della quarta parete, non pensavo di avercela con
te!”. La clip termina con Logan che dice a Wade di “chiudere
la bocca” – con un’ultima parolaccia ad hoc.
Deadpool e
Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio e segna
l’introduzione del Mercenario Chiacchierone di Ryan Reynolds nell’universo cinematografico
Marvel (con un rating decisamente diverso rispetto ai primi due
capitoli). Soprannominandosi “Marvel Jesus”,
Deadpool arriva nel MCU dopo essere stato rapito
dalla Time Variance Authority, i manager del
multiverso visti l’ultima volta in Loki, e si
ritrova nello stesso mondo dei Vendicatori.
Sebbene il suo volto non si veda nel
trailer, anche Wolverine di Hugh Jackman passa dall’universo di
X-Men al MCU. Diretto da Shawn
Levy, il film comprende anche Emma Corrin,
Morena Baccarin, Rob Delaney,
Leslie Uggams, Karan Soni e Matthew Macfadyen.
I primi due episodi di
The Acolyte: La Seguacesono ora in streaming su Disney+ e l’ultima
serie live-action di Star
Wars di Lucasfilm inizia sicuramente con il botto. La premiere
inizia con la misteriosa guerriera mascherata Mae (Amandla
Stenberg) che entra in una taverna e sfida a duello il
Maestro Jedi Indara (Carrie-Ann
Moss). Abbiamo visto diversi momenti del loro scontro nei
vari trailer e spot televisivi, ma l’esito dello scontro è stato
scioccante e inaspettato.
Incapace di avere la meglio su
Indara in un combattimento leale, Mae sceglie di barare e lanciare
una delle sue lame contro il barista, e quando il suo avversario
Jedi usa la Forza per fermare l’arma prima che lo colpisca,
l’assassino del Lato Oscuro approfitta della sua distrazione,
lanciando un altro coltello nel petto di Indara, uccidendola
all’istante.
Durante un’intervista con EW, la showrunner Leslye
Headland ha spiegato la decisione di uccidere il
personaggio interpretato probabilmente dal nome più importante
dello show durante la primissima scena. “La verità è che
volevo solo creare un’apertura fredda. Penso che sia lo
sceneggiatore televisivo che è in me, a creare un’apertura fredda
da cui vieni scioccato.”
“Non per
paragonarmi affatto a Vince Gilligan”, continua, “ma
l’apertura fredda di Breaking Bad è una delle migliori aperture
fredde di sempre. Quindi ogni volta che mi siedo per scrivere
qualcosa, dico: ‘Bene, io non sarò in grado di superarlo, ma nel
mio show, qual è la versione di quella scena?’ E sembrava che il
meglio che potevo inventare fosse uccidere Carrie-Anne Moss. Mi
dispiace.”
Il mistero che circonda l’assassino
di Indara viene rivelato poco dopo, quando apprendiamo che Stenberg
sta effettivamente interpretando il doppio ruolo, Mae e
Osha. “Le considero come yin e yang”, dice della
coppia. “Questo è stato davvero importante per me. E abbiamo
alcune di quelle immagini nello show. Yin e yang sono state anche
immagini importanti nell’universo di Star Wars attraverso Gli
Ultimi Jedi e The Clone Wars. E adoro quel tipo di parte del
fascino di Star Wars”.
The
Acolyte: La Seguace è scritto e prodotto
esecutivamente da Leslye Headland (Russian Doll), che sarà anche
showrunner. Insieme alla Stenberg ci sono Lee
Jung-jae (Squid
Game),
Dafne Keen (His Dark Materials), Rebecca
Henderson (Inventing Anna), Dean-Charles
Chapman (1917), Carrie-Anne Moss (The Matrix), Manny
Jacinto (The Good Place), Jodie Turner-Smith (After Yang),
Charlie Barnett (Russian Doll) e l’ex stao della
trilogia sequel di Star Wars, Joonas Suotama, che
interpreta un nuovo personaggio sotto forma di maestro Jedi
Wookiee.
The
Acolyte: La Seguace è l’annunciata serie tv parte del
franchise di Star Wars creata
da Leslye Headland. La serie tv è ambientato alla
fine dell’era dell’Alta Repubblica prima degli eventi dei
principali film di Star
Wars.
The
Acolyte: La Seguace è ambientato alla fine dell’era
dell’Alta Repubblica in un mondo di “segreti oscuri e poteri
emergenti del lato oscuro”, circa 100 anni prima di
Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999). Un’ex
Padawan si riunisce con il suo Maestro Jedi per indagare su una
serie di crimini, ma le forze che affrontano sono più sinistre di
quanto avessero mai previsto.
Nel cast della serie tv protagonisti sono
Amandla Stenberg come ex padawan, Lee
Jung-jae come Maestro Jedi, Manny Giacinto,
Dafne Keen come una giovane Jedi,
Jodie Turner-Smith, Rebecca Henderson
nei panni di Vernestra Rwoh, un cavaliere Jedi prodigio.
Charlie Barnett come un giovane Jedi,
Dean-Charles Chapman,
Carrie-Anne Moss come una Jedi,
Margherita Levieva, Joonas Suotamo nei panni di
Kelnacca, un maestro Jedi Wookiee.
Evangeline Lilly conferma che si ritirerà
dalla recitazione… Sembra che il tempo dell’attrice nei panni di
The Wasp nel MCU sia quindi giunto al termine.
Lilly ha condiviso un post su Instagram confermando che ha intenzione
di “allontanarsi” da Hollywood nel prossimo futuro. Ha
incluso un video del 2006 che la vedeva parlare delle sue
aspirazioni future, tra cui ritirarsi dalla recitazione per fondare
una famiglia e concentrarsi sul lavoro umanitario. Ora, sembra che
stia realizzando quel sogno.
“Sono così piena di gioia e
contentezza oggi mentre vivo la mia visione. Lode a Dio, mi sento
così grata per le mie benedizioni”, ha scritto Lilly nel post.
“Allontanarsi da quella che sembra la scelta più ovvia
(ricchezza e fama) può sembrare spaventoso a volte, ma entrare nel
proprio dharma sostituisce la paura con l’appagamento. Potrei
tornare a Hollywood un giorno, ma, per ora, è qui che
appartengo.”
Evangeline
Lilly è un volto molto amato del MCU. Ant-Man and The Wasp: Quantumania ha ricevuto
recensioni in gran parte negative, ma ha posto le basi affinché
Scott Lang e Hope Van Dyne fossero i protagonisti principali nella
saga del Multiverso e, più
specificamente, nei prossimi film dei Vendicatori. Con le riprese
del prossimo Avengers che inizieranno nel prossimo anno o due,
sembra improbabile che Lilly lasci la pensione per interpretare
The Wasp. Il lato positivo è che Ant-Man può
ancora fare squadra con sua figlia Cassie!
“Ho intenzione di dire che
potrebbe essere il momento per un film indipendente su Wasp”,
ha detto Lilly alla première di Ant-Man and the Wasp: Quantumania l’anno
scorso. “Questi
film sono un impegno“, ha aggiunto in seguito quando le è
stato chiesto del suo futuro nell’MCU. “C’è molto da fare, e ho
due figli a casa. Ogni volta che arriva quella chiamata, faccio un
respiro profondo e dico: ‘Whoa, sono pronto per questo? Sono
disposto a farlo di nuovo?’ ogni volta che lo faccio.”
Lilly si è unita per la prima volta
all’MCU in Ant-Man del 2015 ed è stata scelta per
il ruolo di Hope dal regista originale Edgar
Wright (ha anche considerato di lasciare il progetto
quando Wright si è separato dai Marvel Studios). È tornata in
Ant-Man and The Wasp del 2018 e poi è stata messa
da parte fino all’atto finale di Avengers: Endgame.