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Hit Man: recensione del film di Richard Linklater

Con Hit Man, presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2023, Richard Linklater firma un’altra commedia brillante pronta a consolidarsi come un vero e proprio cult. Rinnovando la collaborazione con l’esilarante Glen Powell – dopo la partecipazione a Tutti vogliono qualcosa – il regista della Before Trilogy propone una miscela frizzante di action comedy, meet cute e screwball, tutta costruita attorno al mito dell’hit man, elaborando al contempo una riflessione sulle maschere dietro cui ci nascondiamo e la tendenza dell’animo umano a migliorarsi sempre.

Hit Man: sicario per finta

Gary Johnson è il killer professionista più richiesto di New Orleans. Per i suoi clienti è come se fosse uscito da un film: il misterioso sicario da ingaggiare. Ma se lo si assolda per fare fuori un marito infedele o un boss violento, è bene stare in guardia, perché lui lavora per la polizia. Quando infrange il protocollo per aiutare una donna disperata che cerca di scappare da un fidanzato violento, si ritrova ad assumere una delle sue false identità: si innamorerà della donna e accarezzerà l’idea di diventare lui stesso un criminale.

Hit Man, una scena

Tutti vogliono sbarazzarsi di qualcosa: di questo, Gary Richards ne è pienamente consapevole. La filosofia e lo studio dei comportamenti umani sono il suo pane quotidiano, anche se è più bravo a impartirne i concetti che a metterli in atto. Tuttavia, la continua esposizione alle storie altrui, forse farà scattare anche in Gary il desiderio di agire e, ancor prima di cambiare, capire che persona è. L’urgenza conoscitiva del falso sicario verrà intercettata da un personaggio femminile fortissimo, Madison, interpretata dalla splendida Adria Arjona, che alzerà sempre più la posta in gioco per il protagonista, eccitandolo sessualmente e intellettualmente, mentendogli, innamorandosi dell’alter ego più cool di Gary.

Meet Cute o Meet Dead

Hit Man costruisce tutta la sua narrazione su due caposaldi tematici: invenzione e parodia per elaborare, come spesso in Linklater, una riflessione sul comportamento umano,  trasferendo questa ricerca di significato ad ogni reparto, senza mai farla risultare  stucchevole. La mitologia dell’hit man – figura sostanzialmente inventata dal cinema – spinge Gary a voler incarnare questa fantasia, non a distruggerne il significato.

Per Gary, fingere di essere un sicario, significa fare ricerca sul campo per quello che definisce “il lavoro che non mollerò mai“, le sue lezioni di filosofia all’università. I suoi alter ego, molto più interessanti rispetto a lui, diventano maschere da mettersi e togliersi a piacimento, senza mai essere giudicati perchè ci si presenta come in una posizione di potere, diventando depositario dei segreti più folli e privati di persone che ha incontrato da appena cinque minuti.

Con tempi comici perfetti, Hit Man è l’ennesima conferma del talento di uno dei registi contemporanei più apprezzati e riconosciuti. Il massimo controllo di Linklater sull’immagine e sulla narrazione permette a questa inedita comedia di svilupparsi senza mai scivolare, piuttosto soprendendoci di continuo. Se il potenziale di Glen Powell non era stato percepito ancora chiaramente da qualcuno, Hit Man lo consacrerà come grandissimo talento del cinema statunitense.

Solis – Trappola nello spazio: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Film fantascientifico scritto e diretto da Carl Strathie, Solis – Trappola nello spazio è incentrato sui tentativi di sopravvivenza di un singolo uomo, lanciato a tutta velocità verso una fine apparentemente inevitabile. Si tratta di una premessa che non può non far pensare a film come Gravity, Sopravvissuto – The Martian o Moon, in cui una singola persona è costretta a confrontarsi con un contesto quantomai ostile e letale quale è quello dello spazio o comunque di un pianeta con condizioni ben diverse da quelle terrestri.

Strathie, qui al suo primo lungometraggio dopo una serie di apprezzati e premiati cortometraggi, costruisce dunque un racconto che condensa in un’ora e mezza azione, tensione e claustrofobia, permettendo al protagonista di dar vita ad un vero e proprio one man show con cui tenere lo spettatore incollato alle proprie disavventure. Solis – Trappola nello spazio, purtroppo, non ha goduto di un’adeguata distribuzione ed è dunque passato grossomodo in sordina.

Ecco perché il suo passaggio televisivo è un’ottima occasione per riscoprire questo titolo che non mancherà di affascinare tutti gli appassionati di questo genere di racconti e opere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Solis – Trappola nello spazio. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Solis - Trappola nello spazio cast Steven Ogg
Steven Ogg in Solis – Trappola nello spazio. © Blue Fox Entertainment

La trama e il cast di Solis – Trappola nello spazio

Protagonista del film è l’astronauta Troy Holloway, che a seguito di un incidente nello spazio si risveglia in una capsula di salvataggio che scopre essere alla deriva verso il Sole: l’ossigeno scarseggia e ha solo novanta minuti prima che il calore trasformi la capsula in una trappola incandescente. L’unica speranza di salvezza per Holloway è il comandante Roberts, che si trova in contatto radio con lui e sta conducendo una missione di salvataggio. Insieme, dovranno trovare un modo per uscire da quella situazione.

Il film è essenzialmente interpretato da un attore che compare in scena e un’attrice presente solo a livello vocale. Nel ruolo di Troy Holloway si ritrova Steven Ogg, conosciuto principalmente per essere il doppiatore di Trevor Philips nel videogioco Grand Theft Auto V e per il ruolo di Simon in The Walking Dead. A dare voce al comandante Roberts vi è invece l’attrice Alice Lowe, nota soprattutto per il ruolo della dottoressa Haynes in Black Mirror: Bandersnatch.

Come finisce Solis – Trappola nello spazio? Ecco la spiegazione del finale

Nel corso del film, mentre Roberts tenta un salvataggio con l’Hathor 18, Holloway effettua le riparazioni alla sua capsula, riportando però diverse ferite. Nonostante ciò, il finestrino dell’abitacolo inizia a creparsi e l’astronauta comincia a perdere le speranze. Esorta Roberts a tornare indietro e a evitare quel tentativo di salvataggio per salvare invece la sua vita e quella dei suoi compagni di equipaggio. Lei, tuttavia, lo informa che ha ordini precisi dal Controllo di salvare almeno un membro dell’Aten 2024 DEC, la navicella di cui faceva parte Holloway.

Una scena di Solis – Trappola nello spazio. © Blue Fox Entertainment

Mentre la capsula si avvicina sempre di più al Sole, Holloway continua a fare riparazioni, tra cui una all’esterno della nave. Mentre i suoi livelli di ossigeno diminuiscono ed è prossimo a perdere conoscenza, esorta ancora una volta Roberts a tornare indietro a causa del rischio che entrambe le navi corrono per la vicinanza al Sole, ma lei si rifiuta di rinunciare. I due sono finalmente pronti per il contatto che potrebbe salvare la vita dell’astronauta, ma è a questo punto che Solis – Trappola nello spazio diventa ambiguo.

Holloway informa infatti il comandante Roberts che salterà dal finestrino della capsula e le chiede di lanciarsi verso di lui per afferarlo. L’astronauta si tuffa dunque contro il finestrino mandandolo in frantumi e gettandosi nello spazio aperto. Proprio in quel momento, però, i suoi livelli di ossigeno si esauriscono e il film termina senza che si abbia una risposta chiara su ciò che accade ad Holloway. L’opzione più probabile è che, a prescindere da sé Roberts riesce ad afferarlo o meno, egli muoia per mancanza d’aria.

Il trailer di Solis – Trappola nello spazio e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Solis – Trappola nello spazio grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili CinemaGoogle Play, Apple TV, Prime Video e Rai Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 25 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai Movie.

Run Hide Fight – Sotto assedio: la storia vera che ha ispirato il film

Una delle principali problematiche che affliggono gli Stati Uniti è quella della facilità di accesso ad armi da fuoco, cosa che rende tristemente frequenti episodi di sparatorie e conseguenti vittime. Troppo spesso, poi, episodi di questo tipo si verificano all’interno di istituti scolastici. Il tema è ampiamente dibattuto e anche il cinema ha cercato di unirsi al discorso con alcuni film su questo argomento. Tra questi vi è Run Hide Fight – Sotto assedio, scritto e diretto nel 2020 da .

Il titolo “Run Hide Fight” (Corri, nasconditi, combatti) si riferisce alla linea d’azione consigliata durante una sparatoria. Per prima cosa si deve scappare; se non si può scappare, ci si deve nascondere; e se non ci si può nascondere, si deve combattere l’aggressore. Come si può immaginare, il film porta dunque lo spettatore nel vivo di una di queste situazioni, per restituire tutta la paura, la tensione e l’orrore che si verificano in tali circostanze.

Il film, che presenta molte somiglianze con Die Hard – Trappola di cristallo (1988), è dunque un titolo da non perdere, dotato di azione, ritmo e lucido commento sociale. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Run Hide Fight – Sotto assedio. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera a cui si ispira. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Run Hide Fight - Sotto assedio trama
Una scena di Run Hide Fight – Sotto assedio. Foto di Darin Moran

La trama e il cast di Run Hide Fight – Sotto assedio

Protagonista del film è Zoe Hull, una ragazza di 17 anni, alla quale è morta recentemente la madre. Zoe non ha ancora superato la perdita del genitore e per di più è costretta a vivere con il rigido padre, con il quale ha un pessimo rapporto. L’unica persona su cui può contare è Lewis, il suo migliore amico, che è innamorato di lei. Zoe non vede l’ora di finire l’ultimo anno, lasciarsi il liceo alle spalle e iniziare una nuova vita al college, ma questo suo sogno rischia ora di andare in frantumi.

In quello che sembrava un giorno come un altro, un gruppo di studenti armati fa irruzione nell’istituto, sparando a chiunque capiti loro sotto tiro. Il tutto viene ripreso dal capobanda, Tristan, con una diretta streaming e quando rimangono pochi sopravvissuti i folli assassini decidono di farne degli ostaggi. Zoe, rimasta miracolosamente in vita, si serve delle tecniche di sopravvivenza insegnatele dal padre, un ex militare, per cercare di fuggire e salvare anche gli altri ostaggi. Il rischio di morire, però, è dietro l’angolo.

Ad interpretare Zoe Hull vi è l’attrice Isabel May, nota per il ruolo di Katie Cooper nella serie TV Alexa & Katie e per la serie 1883, di cui è una dei protagonisti. Accanto a lei, nel ruolo del padre Todd, vi è l’attore Thomas Jane, celebre per aver interpretato il protagonista nel film del 2004 The Punisher, mentre Radha Mitchell è Jennifer, madre di Zoe. Recitano poi nel film anche Olly Sholotan nel ruolo dell’amico Lewis e Eli Brown, celebre per la serie Gossip Girl, in quelli di Tristan, capobanda del gruppo di studenti armati.

Run Hide Fight - Sotto assedio cast
Britton Sear in Run Hide Fight – Sotto assedio. Foto di Danny Fulgencio ©

La storia vera a cui si ispira il film

Quando parliamo di storia vera, è bene sottolineare che Run Hide Fight – Sotto assedio non ripropone esplicitamente un preciso evento di questo tipo, ma si ispira liberamente alle tante tristi sparatorie di massa avvenute negli Stati Uniti all’interno di scuole e università e nelle quali hanno perso la vita numerosi studenti e docenti. Questo tipo di vicende è inoltre stato già brillantemente affrontato in film come Elephant e il documentario premiato agli Oscar Bowling for a Columbine.

Secondo alcuni studi, i fattori alla base delle sparatorie nelle scuole includono il facile accesso alle armi da fuoco, le disfunzioni familiari, la mancanza di supervisione da parte della famiglia e le malattie mentali, oltre a molti altri problemi psicologici. Tra i motivi principali degli aggressori vi sono: bullismo/persecuzione/minaccia (75%) e vendetta (61%), mentre il 54% ha riferito di avere numerosi motivi. Gli altri motivi includono il tentativo di risolvere un problema (34%), il suicidio o la depressione (27%) e la ricerca di attenzione o riconoscimento (24%).

Le sparatorie nelle scuole sono ad ogni modo un “fenomeno moderno” e sebbene negli Stati Uniti la tendenza più recente è stata quella di una diminuzione dopo i picchi degli anni ’90, allo stesso tempo la tendenza per questi attacchi è quella di una maggiore probabilità di essere premeditati ed eseguiti con un piano preciso in mente. Uno studio della Northeastern University ha rilevato che “all’inizio degli anni ’90 il numero di bambini uccisi nelle scuole era quattro volte superiore a quello attuale“.

Il trailer di Run Hide Fight – Sotto assedio e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Run Hide Fight – Sotto assedio grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TVGoogle Play e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 25 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Blade: Trinity, tutte le curiosità sul film con Wesley Snipes

Diversi anni prima che il Marvel Cinematic Universe diventasse una realtà consolidata, alcuni dei suoi supereroi già calcavano autonomamente il grande schermo. Tra questi si annoverano Spider-Man, i Fantastici 4 e Blade, arrivato al cinema per la prima volta nel 1998. Nel 2004 è invece stato il momento di Blade: Trinity, scritto e diretto dal noto David S. Goyer, e nuovamente affermatosi come un avvincente film di carattere horror, con il protagonista impegnato nello scontro con una potente e malvagia razza di vampiri.

Per il terzo film la regia venne affidata a Goyer, che era già stato lo sceneggiatore dei precedenti due capitoli. Il set si rivelò però particolarmente complesso, con l’attore protagonista che non apprezzando le scelte creative diede vita a diverse proteste, rifiutandosi di rigirare alcune scene e di comunicare con gli altri membri della troupe. Nonostante tali problemi il film presenta diversi elementi di interesse, tra cui l’introduzione del personaggio di Dracula.

Al momento della sua uscita in sala, anche questo sequel si dimostrò un grande successo ed è oggi ricordato come il film migliore della trilogia. Tale riscontro spinse infatti i produttori a realizzare un sequel, convincendo anche i Marvel Studios a dar vita ad altri film basati sui suoi supereroi. La trilogia di Blade fu dunque da questo punto di vista un precursore, che a suo modo contribuì a gettare le basi per il grande impero cinematografico che oggi tutti conosciamo.

Blade Trinity cast
Kris Kristofferson in Blade: Trinity. Foto di Diyah Pera – © 2004 New Line Cinema.

La trama di Blade: Trinity

Al centro della vicenda del terzo film c’è la ricerca da parte delle forze dell’ordine del cacciatore di vampiri Blade. Questi è infatti accusato di aver ucciso un umano “familiare”, ovvero soggiogato alla volontà di un vampiro. Arrestato, si ritrova coinvolto in un’operazione che comprende ben presto essere una messa in scena. Gli agenti che lo hanno preso in custodia, infatti, si rivelano a loro volta essere di “familiari”. Proprio quando sembra essere spacciato, Blade viene però salvato da Hannibal King e Abigail Whistler, la figlia del suo defunto mentore Abraham.

Da loro Blade apprende che è in atto un’operazione di riesumazione che potrebbe potenzialmente portare all’estinzione dell’umanità. Un gruppo di vampiri, capitanati dalla spietata Danica Talos, hanno infatti ritrovato nel deserto siriano l’antica tomba di Dracula, il primo della loro specie. Una volta riesumato, questi sarà in grado di condurre i vampiri verso il loro perfezionamento, permettendogli di poter sopravvivere al luce del sole e liberarsi delle debolezze che li limitano. Per Blade ha così inizio la caccia più importante della sua vita.

 

Il cast del film

L’attore Wesley Snipes torna per la terza volta nei panni del cacciatore di vampiri Blade. L’interprete si era affermato negli anni precedenti grazie a diversi titoli d’azione, dove sfoggiava le sue abilità con le arti marziali. Anche per questo sequel, dunque, egli richiese un tipo di azione tipica delle pellicole di Hong Kong, da lui molto amate. Nel film si ritrova poi nuovamente anche Kris Kristofferson, noto per i suoi numerosi film di successo, che recita nei panni del mentore di Blade, Abraham Whistler. Come avvenuto per i precedenti film, anche il terzo introduce una serie di nuovi personaggi.

I principali tra questi sono Hannibal King interpretato da Ryan Reynolds, e Abigail Whistler interpretata da Jessica Biel. Per poter interpretare il ruolo del cacciatore di vampiri, Reynolds dovette sottoporsi ad un duro allenamento fisico, che lo portò ad acquisire diversi chili di muscoli. La Biel, invece, sviluppo delle grandi qualità da arciere, arrivando perfino a colpire e distruggere una costosa macchina da presa. L’attore Dominic Purcell è invece Dracula, ruolo per cui ha sviluppato abilità da spadaccino. L’icona degli anni Novanta Parker Posey è invece la vampira Danica Talos.

Blade: Trinity sequel
Parker Posey e Dominic Purcell in Blade: Trinity. Foto di Diyah Pera – © 2004 New Line Cinema.

Blade Trinity: il finale alternativo e il reboot

La caccia nei confronti di Dracula ha infine un esito positivo per Blade e i suoi alleati. Il più potente dei vampiri viene distrutto e ridotto a pochi resti. Questi vengono prelevati dalle forze dell’ordine, le quali inizialmente li associano a Blade, salvo poi ricredersi e apprendere della reale minaccia dei vampiri. Rispetto al film esiste un finale alternativo, presente nella versione DVD, dove Dracula non è realmente morto. Al momento dell’autopsia su di lui, questi si risveglia e uccide brutalmente i medici presenti, salvo uno, il cui destino rimane in sospeso. Così facendo, si desiderava lasciare aperte le porte ad un nuovo scontro tra i due acerrimi nemici.

Ad oggi un nuovo film dedicato a Blade è effettivamente in programma, ma si tratta di un reboot. Ad interpretare il personaggio sarà ora il premio Oscar Mahershala Alì. Questo progetto, però, sin dal suo annuncio è stato tormentato da problemi di produzione, passando attraverso una serie di registi e scrittori. Si vocifera che Ali sia insodisfatto dalle prime versioni della sceneggiatura e che abbia richiesto approfondite riscritture. Ad oggi non è noto quando inizieranno le riprese, anche se dovrebbero avere luogo entro la fine dell’anno.

Il trailer di Blade: Trinity e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Blade: Trinity è infatti disponibile nel catalogo di Google Play, Apple TV Prime Video Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 25 giugno alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Caccia all’eredità: recensione del nuovo film Netflix

In un clima al confine con il paradossale, Caccia all’eredità (titolo originale Spadek) è una nuova pellicola comica dal retrogusto amaro diretta da Sylwester Jakimow. La commedia polacca, prodotta dagli Orphan Studio e distribuita in Italia da Netflix, racconta le bizzarre vicende della lotta tra eredi per l’ottenimento della cospicua eredità di un ricco zio.

Il cast è formato principalmente da figure poco note nel panorama cinematografico internazionale: Jan Peszek interpreta lo zio Wladyslaw Fortuna, mentre Adam Ferency (Cold war) è nel ruolo del fedele maggiordomo. Altri personaggi rilevanti sono interpretati  da Maciej Stuhr, Piotr Pacek e Joanna Trzepiecinska.

Caccia all’eredità: la corsa all’oro

Che cosa non farebbero le persone per denaro, vero?

Questa frase, che rappresenta l’intera essenza della storia, apre il film: lo zio Fortuna sembra venir sparato dal suo stesso maggiordomo e sembra essere deceduto. Tutti i nipoti, Dawid, Natalia e Karol, insieme ai rispettivi compagni e figli, vengono convocati nella imponente tenuta per l’apertura del testamento. Pur essendo a tutti gli effetti legati dal vincolo familiare, l’avidità porta tutti a fare di tutto pur di ottenere la propria ampia parte di eredità.

Dopo l’apertura di un finto testamento con cui lasciava tutto il proprio denaro alla creazione di un orfanotrofio, il signor Fortuna si presenta più vivo che mai, compiacendosi della riunione di famiglia dopo trent’anni. Ma l’eredità va pur sempre guadagnata e per accedervi tutti dovranno partecipare a un gioco organizzato appositamente dallo zio. Ma l’assenza dello stesso Fortuna e la presenza della polizia renderanno più che difficile trovare la soluzione ai tanti indovinelli. Solo un mistero resta irrisolto fino alla fine: l’omicidio di Wladyslaw Fortuna.

L’incredibile avidità umana

copyright przemo paczkowski

Tema focale di Caccia all’eredità è per l’appunto l’incolmabile sete di denaro che attanaglia ogni essere umano. Tale elemento viene presentato allo spettatore in maniera abbastanza ironica già dalle prime scene del film: dopo essersi incontrati tutti nuovamente nella stazione di servizio, Natalia, Karol e Zosia danno il via a una inutile gara automobilistica lungo le curve per raggiungere la magione Fortuna.

L’unico tra gli eredi a dimostrarsi più immune al fascino dei milioni è Dawid: fin dalla prima cena nella casa, mentre tutti pensano ai lussi che si potranno permettere grazie ai soldi dello zio, Dawid sottolinea come non sia il denaro a fare la felicità.

Subito dopo essersi mostrato nuovamente alla famiglia, lo zio Fortuna troverà la giusta occasione per parlare con tutti i suoi nipoti e consorti. Karol e Natalia colgono l’occasione per chiedere del denaro per saldare dei debiti una e trasferirsi comodamente in Portogallo l’altro. Fortuna concede alla nipote di darle i soldi necessari ad una condizione: che almeno ricordi il compleanno dello zio. Nel momento in cui la donna non riesce a ricordare neanche una semplice data, diviene chiaro come l’unico elemento che abbia riportato tutti in quella casa sia solo la sete di ricchezza.

Caccia all’eredità: un gioco di squadra

copyright przemo paczkowski

Il punto di svolta in Caccia all’eredità è il gioco a cui tutti sono invitati a partecipare per ottenere alla fine i tanti brevetti dello zio. Mentre all’inizio la strategia comune sembrava essere raggiungere il traguardo in maniera autonoma prima degli altri, alla fine i vari eredi sono costretti dagli indovinelli stessi alla collaborazione. Ed è proprio a questo punto che tutti i personaggi iniziano a conoscersi meglio a vicende: il legame familiare inizia a riaccendersi.

Durante la permanenza nella magione Fortuna Natalia, David, Karol e gli altri non avranno ottenuto i milioni, ma hanno trovato qualcosa di maggior valore: la loro famiglia.

Commedia da umorismo nero

In Caccia all’eredità è interessante come le scene canonicamente tragiche vengono ridicolizzate al punto di divenire quasi comiche; un esempio è proprio la morte, finta e poi vera dello zio. A questi momenti si alternano degli elementi pienamente ironici quali il momento in cui molti dei personaggi assumono delle caramelle sperimentali che li costringono a dire la verità e in parte la scena del combattimento finale contro i poliziotti (o presunti tali). Un personaggio del film che viene rappresentato praticamente come una caricatura è uno dei due poliziotti, il quale a mal a pena riesce a esprimersi correttamente.

Caccia all’eredità si rivela essere una commedia di ottimo intrattenimento, con un interessante messaggio sul valore del denaro e sull’importanza dei legami familiari.

The Fantastic Four: ecco quando cominceranno le riprese!

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Nelle ultime settimane è diventato ovvio che ci vorrà un miracolo affinché Blade rispetti la data di uscita pianificata per il 7 novembre 2025. La Disney ha anche confermato che verranno rilasciati solo tre film del MCU in un anno, il che significa che il 2025 apparterrà probabilmente a Captain America: Brave New World, Thunderbolts* e The Fantastic Four.

Le riprese di quest’ultimo non sono ancora iniziate, il che ha fatto temere ai fan che il riavvio possa slittare da luglio e prendere il posto di Blade a novembre. Ora, però, abbiamo un aggiornamento positivo dall’attore che interpreterà Johnny Storm/La Torcia Umana Joseph Quinn. “Non posso dire nulla, verranno a uccidere le persone a cui tengo”, ha esordito prima di aggiungere, “Il Gladiatore è finito, è fatto. È stata un’esperienza fantastica e alla fine stiamo per iniziare ‘The Fantastic Four‘ a luglio.”

Joseph Quinn nel MCU come Lupita Nyong’O, sua co-star di A Quiet Place – Giorno 1

Anche la sua co-protagonista di A Quiet Place – Giorno 1, Lupita Nyong’O (Black Panther), era presente e, quando a Quinn è stato chiesto se poteva unirsi a lui in The Fantastic Four, ha risposto: “Saremmo fortunati ad averla.” A questo proposito, Nyong’o ha scherzato: “Gli ho dato i 10 comandamenti della Marvel”.

Ho incontrato Ebon [Moss-Bachrach] molto brevemente, Vanessa Kirby con cui ho molti amici in comune”, ha detto recentemente Quinn dei suoi co-protagonisti. Conosce già Pedro Pascal perché hanno lavorato insieme a Il Gladiatore II di Ridley Scott, ma c’è un membro del cast, in particolare, con cui è entusiasta di condividere lo schermo: John Malkovich.

“È uno dei miei veterani”, ha riconosciuto, prima di rivelare in seguito che è stato presso i Marvel Studios per una prova costume e ha iniziato ad allenarsi per la sua trasformazione da supereroe nel rubacuori dei Fantastici Quattro.

“Sto mangiando cose e sollevando oggetti. Sto lavorando con qualcuno di eccezionale: se dovessi scegliere qualcuno come personal trainer, prenderesti lui, è un uomo rinoceronte”, ha osservato Quinn. “È molto bravo nel suo lavoro, mi fa fare le cose che non voglio fare. Non puoi pensare. Devi solo accettarlo.”

The Fantastic Four: quello che c’è da sapere sul film

Il film è atteso al cinema il 25 luglio 2025. Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i The Fantastic Four sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà The Fantastic Four, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian Springer. Pedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear. Fanno parte del cast anche Julia Garner, Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus.

Al momento circolano voci su una possibile ambientazione nel passato del film, indicativamente negli anni Sessanta, stando all’aspetto delle prime immagini ufficiali ad oggi rilasciate. Ci sono però anche rumor sul fatto che il film potrebbe essere ambientato in una realtà diversa da quella di Terra 616. Ad oggi sappiamo poi che l’attrice Julia Garner è stata scelta per interpretare Shalla-Bal nella sua versione Silver Surfer, presenza che sembrerebbe confermare anche quella di Galactus come villain principale. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film, mentre Dottor Destino potrebbe avere un semplice cameo nel finale.

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Deadpool e Wolverine: ecco perché Logan non romperà la quarta parete nel film

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Deadpool & Wolverine riuscirà a compiere l’impresa che tutti pensavano impossibile, ovvero mettere insieme, nello stesso film, il Mercenario Chiacchierone e il Mutante Artigliato. X-Men Origins: Wolverine ha offerto uno sguardo deludente a quello che sarebbe potuto essere per Ryan Reynolds e Hugh Jackman apparire insieme in un film Marvel. Tuttavia, Marvel Studios adesso hanno la possibilità di realizzare qualcosa di veramente emozionante.

A complicare le cose c’è Logan del 2017. In quel film, Jackman diede quello che sembrava essere un addio permanente al personaggio quando il fattore di guarigione ha ceduto all’avvelenamento da adamantio e ha perso lo scontro contro X-24.

Ci aspettiamo dunque che questo Wolverine sia una variante proveniente da altre parti del Multiverso, qualcosa a cui Ryan Reynolds e il regista Shawn Levy hanno alluso durante una recente intervista a Vanity Fair. “Inizialmente, avevamo un’idea molto vaga su come riportare Wolverine in modi che non necessariamente interagissero o interferissero con Logan e la sua eredità”, ha spiegato Reynolds. “So che Kevin, come Shawn, io e Hugh, eravamo tutti molto preoccupati per questo.”

“Avevamo davvero bisogno di proteggerlo e permetterci comunque di raccontare la storia di Wolverine più coinvolgente che potessimo mai immaginare, il che per noi è stato semplicemente un enorme privilegio snervante”.

Levy aggiunge: “L’eredità di Logan come film e come personaggio significa molto per Hugh, ovviamente, ma anche per Ryan, Kevin e me. C’è consapevolezza di quell’eredità anche all’interno del film? La risposta è sì. E questo è un altro modo per proteggerlo.”

Liberato dal dover legarsi a Logan, Deadpool & Wolverine può fare qualcosa di diverso con il personaggio del titolo. Tuttavia, ciò non includerà il fatto che lui rompa la quarta parete e si rivolga al pubblico, nello stile di Wade Wilson.

Deadpool & Wolverine multiversoWolverine non romperà la quarta parete

Anche se non ci aspettavamo necessariamente che Wolverine lo facesse, un video proiettato nei cinema in cui il duo dice al pubblico di mettere a tacere il cellulare ha portato a speculare che questo sarebbe potuto succede. Ma ecco cosa hanno spiegato Hugh Jackman, Ryan Reynolds e Levy:

Levy: Molti attori entrano in un film di Deadpool e dicono: “Fantastico, posso parlare con la telecamera e rompere la quarta parete”. Diciamo: “No, no, no”. In realtà qui esiste un sistema.’ E questo rende il tono di Deadpool unico per lui.

Ryan Reynolds: Ci sono delle regole. Regole molto specifiche. Diminuiresti la posta in gioco nel film se tutti, o anche chiunque altro, fossero consapevoli della quarta parete o di qualsiasi tipo di meta-aspetto. Deadpool è l’unico personaggio che ha questa capacità per farlo. Se tutti lo facessero, non investiresti più così tanto in quel personaggio. Vuoi davvero credere che il cattivo sia un cattivo. Vuoi davvero credere che anche il personaggio della tua costar sia vero. Deadpool può minarlo – e lo fa – perché non vuoi che il pubblico lo prenda sul serio.

Hugh Jackman: Ho fatto lo stesso errore il primo giorno. Ho dato il suggerimento ed è stato strano…

Ryan Reynolds: Mi sento sempre un vero stronzo quando cerco di spiegare: ho bisogno che le persone siano coinvolte il più umanamente possibile in ogni altro personaggio pur sapendo che solo Deadpool è il narratore inaffidabile.

Hugh Jackman: Ryan descrive magnificamente il cervello di Deadpool come una frittata mezza cotta. E quindi, qualunque cosa stia facendo – parlare con una telecamera, con Wolverine – è solo un altro strato di fastidiose stronzate che devo sopportare. Chissà cosa diavolo sta facendo? Ma è solo un’altra scusa per dargli un pugno in faccia.

Deadpool & Wolverine
Hugh Jackman e Ryan Reynolds in una scena di Deadpool & Wolverine.

Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 24 luglio 2024.

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Giancarlo Esposito promette di non aver mai “usato il suo corpo” come in Captain America: Brave New World

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Dopo essere stato scelto dai fan in diversi fanta-casting di supereroi/cattivi – incluso il Professor Charles Xavier – nel corso degli anni, abbiamo recentemente saputo che Giancarlo Esposito (Breaking Bad, The Boys, The Mandalorian) si era unito al Marvel Cinematic Universe in un ruolo non rivelato.

Giancarlo Esposito è riuscito a non vuotare il sacco mentre parlava con Deadline sul tappeto rosso della première mondiale di MaXXXine, ma si è riferito al suo personaggio in Captain America: Brave New World come un “tosto” e ha indicato che lo vedremo molto coinvolto fisicamente nell’azione, più di quanto non abbia fatto nei progetti precedenti.

“Quando mi vedrai nel MCU, vedrai un tipo tosto e ne sono entusiasta. Recitare significa usare ogni parte del tuo corpo, le tue emozioni, i tuoi sensi, i tuoi sentimenti per ritrarre qualcosa. Non mi hai davvero visto usare il mio corpo nel modo in cui lo userò. L’MCU è emozionante. Non posso dirti chi interpreto, ma sarai emozionato quando lo vedrai.”

Giancarlo EspositoDal momento che le foto dal set che lo ritraggono lo mostrano in tenuta tattica da combattimento, armato di pistole e coltelli, sembrava già chiaro che il suo personaggio sarebbe stato destinato a moltissima azione corpo a corpo.

Quello che sappiamo sul film Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreta la cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora, il film è indicato come uno dei titoli più importanti della Fase 5.

Anthony Mackie ha recentemente dichiarato che questo film è “10 volte più grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della dinamica tra Cap e il nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in coppia alla pari“, ha scherzato. “Sono entrambi militari. Io ero il suo ufficiale comandante. Tra noi c’è più amicizia rispetto al modo in cui ammiravo Steve o al modo in cui non mi piaceva Bucky“.

Questo film è un chiaro reset. Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film, si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che la Marvel vuoole essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America: The Winter Soldier“.

Tierra de mujeres – Intrecci di vite, recensione della serie Apple TV+ con Eva Longoria

Disponibile su Apple TV+ con tutti e sei gli episodi, Tierra de mujeres – Intrecci di vite è un simpatico e stuzzicante passatempo, una serie comfort con una brillante Eva Longoria che, come sempre, porta sul piccolo schermo charme ed eleganza da vendere. Già dal titolo si capisce che questa miniserie, basata dal romanzo di Sandra Barned, è incentrata su tre generazioni di donne tutte alle prese con un momento particolare della loro vita. Ci troviamo in Spagna e Gala (Eva Longoria), l’anziana madre Julia (Carmen Maura) e la figlia adolescente Kate (Victoria Bazua) devono fuggire via e imbarcarsi in una avventura che, inevitabilmente, cambierà il corso della loro vita.

Tierra de mujeres – Intrecci di vite, la recensione

Si dice che le colpe dei padri ricadano sui figli, ma nessuno dice mai che le colpe dei mariti ricadono sempre sulle mogli. È quello che succede a Gala in Tierra de mujeres – Intrecci di vite quando, felice di aver inaugurato il suo nuovo progetto, viene minacciata da dei sicari venuti a riscattare il debito miliardario del marito. Il personaggio di Eva Longoria ricorda moltissima la Gabrielle Salis di Desperate Housewives perché anche in questo caso, con carisma da vendere, non si lascia sopraffare dagli eventi ma trova sempre una soluzione. Organizza così un viaggio, che in realtà è una fuga, per scampare ai criminali che minacciano lei e la sua famiglia.

Il road movie, espediente usato per raccontare il presente ma anche il passato delle tre protagoniste, diventa così incalzante e man mano che ci avviciniamo alla fine degli episodi scopriamo attraverso diversi colpi di scena parti della vita di queste tre donne, diverse tra loro. Per esempio, una tappa del viaggio è la città di La Muga dove da piccola viveva Julia, la mamma di Gala. In questa tappa scopriamo in realtà che le donne non sono ben accette, anzi, per via della cattiva reputazione di Julia che si traduce in cattiva reputazione per tutta la famiglia. Non basta il fluente spagnolo sviscerato dalla Longoria per avvicinare la popolazione di La Muga, composta solo da donne per altro. Ma tra tutte queste donne c’è Amat (Santiago Cabrera) che Gala dovrà ingraziarsi perché proprietario della casa d’infanzia di Julia.

Una serie multigenere

Episode 1. Eva Longoria, Victoria Bazúa and Carmen Maura in “Land of Women,” premiering June 26, 2024 on Apple TV+.

Quando parliamo di multigenere ci riferiamo alle numerose corde che tocca Tierra de mujeres – Intrecci di vite: è una commedia, un crime, una serie drammatica. Forse questa mescolanza di generi la rende alle volte difficile da inquadrare ma non da guardare perché come abbiamo detto prima risulta anche un piacevole passatempo. Questa mescolanza di generi riflette anche le dinamiche relazionali tra le protagoniste: stiamo parlando di tre donne molto carismatiche di cui riassumere la vita e le peculiarità è difficile. Questo viaggio però così improvvisato quanto pazzo e imprevedibile serve da monito per tre le donne che hanno anche l’opportunità di consolidare il loro legame e scoprire aspetti nuovi del carattere. Alla fine, sono rimaste da sole, simbolo di una lotta stoica contro la figura maschile che le ha abbandonate. Il rapporto del trio è infatti uno dei punti forti della serie che dimentica quasi di caratterizzare i personaggi di contorno, incluso il villain di questa serie che appare piatto

Ciononostante, le interpretazioni magnetiche dello show (in particolare quella di Maura) e il suo splendido scenario sono abbastanza piacevoli da offrire agli spettatori un accogliente senso di evasione. Sebbene Tierra de mujeres – Intrecci di vite sarebbe stata migliore se avesse avuto una posta in gioco più alta, in particolare quando si tratta della costante paura di Gala di veder scoperto il suo nascondiglio, ottiene punti per la dinamica ben sviluppata tra il trio di protagonisti della serie. Mischiare molti generi, come abbiamo scritto, non è stata forse la scelta più giusta a questo tipo di trama che nel suo saper argomentare e filtrare le caratteristiche delle tre protagoniste è stata molto lineare. Le microtrame (che poi avrebbero dovuto essere principali dato il contesto in cui inizia la serie) hanno poca spinta e quel poco di crime e tensione che dovrebbero esserci sparisce in confronto al trio protagonista.

Episode 1. Carmen Maura in “Land of Women,” premiering June 26, 2024 on Apple TV+.

Disclaimer, serie Apple TV+ con Cate Blanchett di Alfonso Cuaron debutterà l’11 ottobre

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Oggi Apple TV+ ha svelato le prime immagini di “Disclaimer“, la nuova serie limitata di sette episodi che farà il suo debutto l’11 ottobre con i primi due episodi, seguiti da nuovi episodi ogni venerdì fino al 15 novembre.

Disclaimer” è un avvincente thriller psicologico interpretato dai premi Oscar® Cate Blanchett e Kevin Kline. Scritta e diretta dal cinque volte premio Oscar® Alfonso Cuarón, è basata sull’omonimo best-seller di Renée Knight.

Disclaimer, la trama

L’acclamata giornalista Catherine Ravenscroft (Blanchett) ha costruito la sua reputazione rivelando le malefatte e le trasgressioni degli altri. Quando riceve un romanzo da un autore sconosciuto, si rende conto con orrore di essere la protagonista di una storia che mette a nudo i suoi segreti più oscuri.

Mentre Catherine lotta contro il tempo per scoprire la vera identità dello scrittore, è costretta a confrontarsi con il suo passato prima che questo distrugga la sua vita e i suoi rapporti con il marito Robert (Sacha Baron Cohen) e il figlio Nicholas (Kodi Smit-McPhee). Il cast comprende Lesley Manville, Louis Partridge, Leila George e Hoyeon.

Disclaimer, nuova serie Apple TV+

Disclaimer” è prodotta da Esperanto Filmoj e Anonymous Content. Cuarón è produttore esecutivo insieme a Gabriela Rodriguez di Esperanto Filmoj e David Levine e Steve Golin di Anonymous Content. Renée Knight è co-produttrice esecutiva. Il premio Oscar® Emmanuel Lubezki (“Gravity”, “Birdman”, “The Revenant”) e il candidato all’Oscar® Bruno Delbonnel (“Macbeth”, “A proposito di Davis”, “L’ora più buia”) sono direttori della fotografia e produttori esecutivi, come pure Donald Sabourin e Carlos Morales. La colonna sonora è composta dal vincitore di più premi Oscar® e GRAMMY Finneas O’Connell (“Barbie”, “No Time to Die”).

In viaggio con Eugene Levy: rinnovata per una terza stagione la serie Apple Tv+

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Oggi, Apple TV+ ha annunciato il rinnovo della terza stagione di “In viaggio con Eugene Levy“, la serie di viaggi condotta e prodotta dal vincitore dell’Emmy Eugene Levy (“Schitt’s Creek”). La nuova stagione di otto episodi seguirà il celebre conduttore in un’avventura in giro per il mondo con l’obiettivo di stilare la sua “lista definitiva dei viaggi da fare”. Se vuole avvicinarsi sempre più a diventare un vero viaggiatore, dovrà spuntare dal suo elenco alcune delle esperienze più imperdibili al mondo… Il problema è che non ha la minima idea da dove cominciare!

In viaggio con Eugene Levy – rinnovata per una terza stagione

Sin dal suo debutto, “In viaggio con Eugene Levy” ha ricevuto grandi consensi dalla critica di tutto il mondo. Salutata come “abbagliante, deliziosa… e magnificamente girata”, “forse la miscela perfetta di documentario di viaggio e commedia pura”, è condotta da un Levy che è “un vero piacere da guardare” ed è “infinitamente divertente”. La serie è stata anche recentemente premiata come Miglior spettacolo di viaggio/avventura e Miglior serie non strutturata ai Critics Choice Real TV Awards. La prima e la seconda stagione complete sono disponibili in streaming su Apple TV+.

In viaggio con Eugene Levy«Apprezzo davvero ciò che questo show sta cercando di fare per me», ha detto il conduttore e produttore esecutivo Eugene Levy. «Ma per essere un vero viaggiatore esperto, devi avere un forte senso di avventura e curiosità e mi vergogno di dire che nelle ultime due stagioni non ho sviluppato nessuna di queste qualità, però devo ammettere che mi sto divertendo molto a impegnarmici. Quindi il viaggio continua, a quanto pare».

Dopo aver sconfitto alcune delle sue più grandi paure nel corso della prima e della seconda stagione, Levy ammette che i suoi viaggi lo hanno cambiato in meglio. Ora è di nuovo pronto per un’avventura che promette di ampliare i suoi orizzonti più di ogni altra. Unisciti a lui per questo nuovissimo viaggio sorprendente!

La serie è prodotta per Apple TV+ da Twofour e i produttori esecutivi sono Levy, David Brindley, Nic Patten, Sara Brailsford, Iain Peckham e Lily Fitzpatrick.

“In viaggio con Eugene Levy” si aggiunge alla sempre più numerosa gamma di docuserie acclamate dal pubblico e premiate dalla critica presenti su Apple TV+, tra cui “The Dynasty: New England Patriots”, la docuserie sui New England Patriots, di Brian Grazer. e Imagine Documentaries di Ron Howard, in associazione con NFL Films; “Hollywood Con Queen”, il documentario che racconta la storia incredibile di una delle più grandi truffe di Hollywood del produttore esecutivo Chris Smith; “Il mondiale di Messi: l’apice di una leggenda”, la docuserie in quattro parti che offre uno sguardo inedito ed esclusivo sul dietro le quinte delle cinque partecipazioni di Messi alla Coppa del Mondo FIFA e della sua trionfale vittoria nel 2022 con la Nazionale argentina e molto altro ancora.

Joseph Quinn: cinque ruoli dell’attore in attesa di vederlo in A Quiet Place – Giorno 1

Il mondo lo ha amato da subito per il suo personaggio di Eddie Munson in Stranger Things stagione 4, e Joseph Quinn ha già dimostrato un potenziale enorme, diventando ben presto una delle giovani star più desiderate di cinema e televisione. Lo abbiamo visto già in diversi contesti impegnativi, ma quello che lo aspetta sul grande schermo lo rende uno dei volti da tenere d’occhio nel prossimo futuro.

In attesa di vederlo in A Quiet Place – Giorno 1, in sala dal 27 giugno con Eagle Pictures, al fianco del premio Oscar Lupita Nyong’O, ecco come e dove abbiamo visto o vedremo Joseph Quinn.

Joseph Quinn co-protagonista di A Quiet Place – Giorno 1

Lupita Nyong'o e Joseph Quinn in A Quiet Place - Giorno 1
Lupita Nyong’o e Joseph Quinn in A Quiet Place – Giorno 1. Foto di Gareth Gatrell/Gareth Gatrell – © 2023 Paramount Pictures. All Rights Reserved.

Diretto da Michael Sarnoski su una sceneggiatura che ha co-firmato con John Krasinski (anche autore del soggetto e dei primi due titoli del franchise) e Bryan Woods, A Quiet Place – Giorno 1 e un prequel d’eccellenza. A Quiet Place – Un posto tranquillo è diventato un piccolo cult quando è uscito, nel 2018, arrivando addirittura a una nomination agli Oscar, tanto che nel giro di appena sei anni, ha prodotto un sequel e questo nuovo progetto che racconta l’inizio dell’apocalisse in cui si svolge l’azione.

Il Giorno 1 del titolo indica appunto il giorno in cui gli alieni hanno attaccato la Terra e l’hanno costretta al silenzio. La storia approfondirà questi aspetti che per ora sono ancora misteriosi e sposterà anche l’azione in città, laddove i due film precedenti erano ambientati in periferie. Joseph Quinn fa parte del cast principale e affianca Lupita Nyong’O nella nuova avventura che ci porterà a scoprire come gli alieni hanno preso il controllo della Terra. Siamo pronti a scommettere che Joseph non avrà problemi a far sentire la sua voce anche al fianco di un Premio oscar.

Indimenticabile Eddie Munson in Stranger Things

joseph-quinn Fantastici Quattro Bret Easton Ellis
Joseph Quinn nel ruolo di Eddie Munson in Stranger Things

Come accennato, Joseph Quinn ha trovato la fama mondiale grazie alla quarta stagione di Stranger Things di Netflix, in cui interpreta Eddie Munson. Il suo personaggio è decisamente particolare: capellone e con gusti musicali da vero duro (vi dicono niente i Metallica?), è in realtà un ragazzo dal cuore d’oro, appassionato di D&D e molto affezionato a Dustin. Sarà lui a provare ad aiutare Chrissy quando diventa la vittima designata di Vecna.

Sappiamo che Eddie non riuscirà a salvare la bella cheerleader ma più avanti nella serie sarà il suo sacrificio a permettere ai protagonisti di sopravvivere e di portare a termine il loro piano contro il temibile ultimo villain. Sicuramente il suo sacrificio non sarà dimenticato, e nella quinta e ultima stagione di Stranger Things ci sarà forse spazio per un flashback o per una commemorazione del coraggioso Eddie che ha combattuto nel Sottosopra a suon di Master of Puppets.

Alle prese con il cinema indipendente in Hoard

Ospite nella selezione ufficiale della Settimana della Critica 2023 nell’ambito della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, Hoard di Luna Carmoon è uno dei progetti più bizzarri e interessanti a cui abbia preso parte Joseph Quinn fino a questo momento e in cui riesce a offrire un primo sguardo alla sua duttilità di interprete.

1984: C’è una discarica nel nostro salotto – Il mondo di Madre e di Maria è una costante sensazione di brividi che corrono lungo la schiena, ogni giorno è Natale nel loro piccolo nidus d’amore – 1994: Lui me la riconsegnò, l’importanza mi colpì in ondate di sensazioni – È l’ultimo giorno di scuola di Maria. Al suo rientro a casa, in cima alle scale, due piedi scalzi ad attenderla. Un uomo alto, dall’aspetto insolito, uno sconosciuto che ha l’odore familiare di un trauma, un dolore d’infanzia, una duplicità di deliberate provocazioni – Michael (Joseph Quinn).

Un nuovo Imperatore in Il Gladiatore II

Il Gladiatore II – Joseph Quinn

Si tratta di uno dei film più attesi dei prossimi mesi e Joseph Quinn è stato capace di fare breccia nel cuore di Ridley Scott tanto da farsi affidare il ruolo dell’Imperatore Geta. La Storia non era un grande riferimento per il primo film, quindi non possiamo fare affidamento sui fatti per cercare qualche anticipazione sul suo personaggio, ma quello che possiamo ipotizzare è che si tratterà di un uomo mite, immerso in un ambiente tossico al quale soccomberà.

Dati i suoi lineamenti delicati e il sorriso gentile, non sarà difficile per il pubblico vedere Quinn in un ruolo simile, ma siamo anche sicuri che se pure Scott gli abbia chiesto di interpretare un degno erede del Commodo di Joaquin Phoenix, Joseph Quinn sarebbe stato perfettamente all’altezza del compito. Qualunque sia il caso, lo scopriremo presto: attualmente il film dovrebbe arrivare nelle sale il 22 novembre 2024.

La nuova Torcia Umana di The Fantastic Four

The Fantastic Four film 2025Pur dimostrando interesse verso il cinema di nicchia e per quello dei grandi autori, Joseph Quinn è pure sempre un ragazzo nato nel 1994 e per questo pienamente investito dall’ondata dei film Marvel e dalla passione per i cinecomic. Questo elemento è stato fondamentale per permettergli di affacciarsi a uno dei casting che gli cambierà la vita, forse in maniera ancora più incisiva di quanto non accaduto con Stranger Things. E’ lui infatti il prescelto per dare corpo alla Torcia Umana, Johnny Storm, nel prossimo adattamento per il cinema di The Fantastic Four, il primo in seno ai Marvel Studios.

Quinn raccoglie il testimone di Chris Evans e Michael B. Jordan e dovrà fare del suo meglio per essere all’altezza delle due interpretazioni precedenti, tenendo però presente che questa volta Johnny Storm sarà raccontato dal punto di vista dei suoi “padri”. L’appuntamento, per ora, è previsto per il 25 luglio 2025.

Paddington in Perù: il primo trailer italiano

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Il primo trailer italiano di Paddington in Perù, terzo capitolo con protagonista il personaggio creato dallo scrittore inglese Michael Bond. Il film è diretto da Dougal Wilson e da una sceneggiatura scritta da Mark Burton, Jon Foster e James Lamont.

Nel cast, oltre al candidato Premio Oscar® Antonio Banderas e il Premio Oscar® Olivia Colman, anche Hugh Bonneville (Downton Abbey), Emily Mortimer (Il ritorno di Mary Poppins), Julie Walters (Mamma Mia! Ci risiamo), Madeleine Harris (Paddington 2), Samuel Joslin (Paddington 2), Carla Tous (30 Coins – Trenta denari) e il Premio Oscar® Jim Broadbent (Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2). La voce italiana di Paddington è Francesco Mandelli.

Paddington in Perù sarà nelle sale italiane dal 16 gennaio 2025 distribuito da Eagle Pictures.

Paddington in Perù, la trama

Paddington parte per far visita all’amata zia Lucy, che ora vive nella “casa per orsi in pensione”. Con la famiglia Brown al seguito, un’emozionante avventura li conduce in un viaggio inaspettato attraverso la foresta amazzonica e le cime delle montagne del Per

One Piece seconda stagione: annunciati nuovi membri del cast. Ecco Mr. 3!

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La serie TV live-action One Piece di Netflix ha scelto i primi nuovi attori per la sua prossima seconda stagione, aggiungendo quattro volti nuovi che interpreteranno altrettanti cattivi del fumetto.

L’attore di “Raised by WolvesDaniel Lasker interpreterà Mr. 9, Camrus Johnson di “Batwoman” è stato scelto come Mr. 5, Jazzara Jaslyn (“Warrior”) sarà Miss Valentine e l’iconico David Dastmalchian assumerà il ruolo di Mr. 3.

Questi quattro personaggi sono tratti direttamente dal manga One Piece, creato da Eiichiro Oda, e dal suo successivo adattamento in serie TV anime, dove sono membri chiave del sindacato criminale Moroccan Works.

One Piece. (L to R) Taz Skylar as Sanji, Mackenyu Arata as Roronoa Zoro, Iñaki Godoy as Monkey D. Luffy, Emily Rudd as Nami, Jacob Romero Gibson as Usopp in season 1 of One Piece. Cr. Courtesy of Netflix © 2023

One Piece, i nuovi membri del cast della seconda stagione

Nella prima stagione Iñaki Godoy era l’aspirante re dei pirati Monkey D. Luffy, insieme a lui la ciurma di Cappello di Paglia era formata da Mackenyu nei panni di Roronoa Zoro, Emily Rudd nei panni di Nami, Jacob Romero nei panni di Usopp e Taz Skylar nei panni di Sanji, e tutti riprenderanno i loro ruoli per la seconda stagione. La prima stagione di One Piece è stata lanciata il 31 agosto 2023 su Netflix ottenendo un solido numero di spettatori in streaming e elogi da parte della critica.

Creata in collaborazione con Shueisha, editore di manga di One Piece e prodotta da Tomorrow Studios (un partner di ITV Studios) e Netflix, la serie TV live-action è prodotta esecutivamente dal creatore di manga e anime Eiichiro Oda, così come da co-showrunner Matt Owens e Joe Tracz.

Il Ministero della Guerra Sporca: il trailer del film su Prime Video dal 25 luglio

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Prime Video ha svelato oggi il trailer ufficiale de Il Ministero della Guerra Sporca, invitando gli spettatori a non perdere l’ultimo successo del regista Guy Ritchie. Il film action-comedy, ispirato alla prima operazione di forze speciali della storia, è pronto a deliziare il pubblico internazionale a partire dal 25 luglio, quando debutterà su Prime Video in Italia e in Paesi selezionati nel resto del mondo.

Il Ministero della Guerra Sporca, basato su fatti reali

Basato su documenti recentemente desecretati del Dipartimento della Guerra britannico e ispirato a fatti realmente accaduti, Il Ministero della Guerra Sporca è un action-comedy, incentrato sulla prima organizzazione di forze speciali della storia, formata durante la Seconda Guerra Mondiale dal Primo Ministro britannico Winston Churchill e da un piccolo gruppo di ufficiali, tra cui lo scrittore Ian Fleming. L’unità di combattimento top-secret, composta da un gruppo eterogeneo di furfanti e cani sciolti, parte per un’audace missione contro i nazisti, servendosi di tecniche di combattimento assolutamente non convenzionali e decisamente “sporche”. Il loro approccio temerario alla guerra ha cambiato il corso della storia, gettando le basi per i Servizi Aerei Speciali britannici e le moderne missioni segrete.

Diretto da Guy Ritchie (Sherlock Holmes, The Gentlemen, La furia di un uomo – Wrath of Man), qui anche sceneggiatore, e prodotto da Jerry Bruckheimer (Top Gun: Maverick, Pirati dei Caraibi, Il mistero dei Templari – National Treasure), Il Ministero della Guerra Sporca vede protagonisti Henry Cavill (L’uomo d’acciaio, Mission: Impossible – Fallout), Eiza González (Baby Driver – Il genio della fuga), Alan Ritchson (Reacher), Alex Pettyfer (In Time), Hero Fiennes Tiffin (la saga di “After), Babs Olusamokun (Dune), Henrique Zaga (Oltre l’universo), Til Schweiger (Bastardi senza gloria), con Henry Golding (Crazy & Rich) e Cary Elwes (La storia fantastica).

Era mio figlio, il trailer del film dal 18 luglio al cinema

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Scritto e diretto dal pluripremiato regista israeliano Savi Gabizon, frutto di una collaborazione tra Stati Uniti, Canada e Israele, Era mio figlio (titolo originale Longing) è il remake in lingua inglese del precedente film di Gabizon del 2017, Ga’agua, girato in lingua ebraica, premio del Pubblico ai Venice Days del 2017 alla Mostra del Cinema di Venezia e vincitore del premio per la Miglior Sceneggiatura agli Israeli Academy Awards.

Distribuito da Lucky Red, il film arriva al cinema il 18 luglio.

Era mio figlio, la trama

Daniel, un ricco scapolo newyorkese (Richard Gere), è costretto a rivedere le sue scelte di vita quando scopre che l’ex fidanzata canadese (Suzanne Clément) ha avuto un figlio dopo la loro separazione avvenuta 20 anni prima.

Era mio figlio, il poster

Era mio figlio poster

Tutto chiede salvezza, la seconda stagione dal 26 settembre su Netflix

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La nave dei pazzi è pronta a mollare gli ormeggi e a riprendere il suo viaggio. Dal 26 settembre la seconda stagione di Tutto chiede salvezza, prodotta da Picomedia e diretta da Francesco Bruni, sarà disponibile, solo su Netflix.

5 episodi, ciascuno per ogni settimana in cui si sviluppa il racconto. 5 settimane, quindi, in cui Daniele (Federico Cesari) dovrà dimostrare di aver ripreso in mano la sua vita e di poter essere un buon padre per la piccola Maria, la bambina nata dalla relazione con Nina (Fotinì Peluso). 5 settimane durante le quali le vite dei personaggi già conosciuti si intrecceranno a quelle dei nuovi, tra il reparto di psichiatria e il mondo esterno.

Tutto chiede salvezza: recensione della serie Netflix con Federico Cesari

La proiezione in anteprima del primo episodio sarà al centro della giornata inaugurale della 54ª edizione del Giffoni Film Festival, il prossimo 19 luglio.

Scritta da Francesco Bruni, Daniele Mencarelli e Daniela Gambaro, la serie vedrà il ritorno nel cast, oltre che di Federico Cesari (Daniele) e Fotinì Peluso (Nina), anche di Andrea Pennacchi (Mario), Vincenzo Crea (Gianluca), Lorenzo Renzi (Giorgio), Vincenzo Nemolato (Madonnina) e Alessandro Pacioni (Alessandro), che nella prima stagione condividevano la stanza nel reparto di psichiatria insieme a Daniele. Ricky Memphis (Pino), Bianca Nappi (Rossana) e Flaure BB Kabore (Alessia) tornano nei ruoli dell’infermiere e delle infermiere del reparto, mentre Filippo Nigro (Dott. Mancino) e Raffaella Lebboroni (Dott.ssa Cimaroli) in quelli dei medici della clinica. Lorenza Indovina (Anna), Michele La Ginestra (Angelo), Arianna Mattioli (Antonella), Giacomo Mattia (Giovanni), madre, padre, sorella e fratello di Daniele. Carolina Crescentini (Giorgia) è la mamma di Nina.

Tutto chiede salvezza – la trama della seconda stagione

Sono trascorsi due anni da quando abbiamo lasciato Daniele e la nave dei pazzi. Molte cose sono cambiate: Daniele e Nina sono diventati i genitori della piccola Maria e poco dopo la sua nascita si sono allontanati. Li ritroviamo che si contendono l’affidamento della bambina con il supporto delle rispettive e diversissime famiglie. Daniele, dopo l’intensa esperienza vissuta durante la settimana di TSO, ha scelto di diventare infermiere e, grazie all’intervento della dottoressa Cimaroli, sta per entrare come tirocinante nell’ospedale in cui era stato ricoverato. Ha cinque settimane per dimostrare al giudice che quello può diventare un impiego stabile, accreditandosi come un genitore affidabile. In questa nuova veste, Daniele conosce i nuovi pazienti della camerata, che lo costringono a riflettere sul suo eccesso di empatia verso il dolore degli altri e che rischiano di farlo deragliare di nuovo.

Mia Goth su Blade: “Vogliono fare un grande film”

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Mia Goth, che arriverà il 21 agosto al cinema con MaXXXine di Ti West e che è ancora legata al progetto Marvel Studios Blade, sembra prendere molto sul serio il suo impegno con la Casa delle Idee e anticipa che quello che aspetta gli spettatori è davvero speciale.

Di recente, il film dedicato a Blade ha perso un nuovo regista e l’uscita è stata rimandata più volte. Yann Demange ha lasciato il film, così come Bassam Tariq, che in precedenza avrebbe dovuto dirigere la produzione le cui riprese dovevano cominciare all’inizio dell’autunno 2022.

Mia-Goth-bladeMia Goth parla di Blade

Parlando con Deadline alla première mondiale del suo ultimo film A24 MaXXXine, Mia Goth ha detto che per quanto riguarda i ritardi di Blade, quelli dietro il film “si preoccupano davvero, lo fanno con attenzione. Vogliono fare un grande film. Questa è la sensazione che ho da loro e mi fa sentire bene”.

Secondo quanto riferito, Goth farà il suo debutto nel MCU in Blade nei panni di Lilith, un personaggio dei fumetti, un cattivo soprannaturale chiave. Lilith cerca di prendere il sangue dalla figlia di Blade.

Blade, tutto quello che sappiamo sul film

Del nuovo Blade e si sa ancora molto poco se non che esplorerà la natura del personaggio, un vampiro in grado di camminare alla luce del sole che usa i suoi poteri per dare la caccia ai suoi simili malvagi. Il personaggio era già stato raccontato al cinema con i film Blade, Blade II e Blade: Trinity, dove ad interpretare il personaggio vi era l’attore Wesley Snipes. La scelta di Mahershala Ali per assumere ora tale ruolo sembra aver messo d’accordo tutti, con l’attore indicato perfettamente idoneo sia a livello estetico che di carisma.

Il personaggio di Ali, come noto, ha già avuto un suo piccolo ingresso nell’MCU. Sua è infatti la voce che si può ascoltare nella scena post titoli di coda del film Eternals, quella in cui compare anche l’attore Kit Harington e la celebre Lama d’Ebano, che a sua volta sembra comparirà in Blade. Come noto, il film sta però affrontando numerosi problemi produttivi, con Ali che sembra essere stato scontento delle prime versioni della sceneggiatura.

Sarebbe dunque stata attuata una forte fase di riscrittura, che ha però naturalmente portato il progetto a subire ritardi sia sull’inizio delle riprese che sull’uscita in sala, attualmente fissata al 7 novembre 2025. Recentemente, inoltre, Yann Demange ha abbandonato la regia del film, presumibilmente per via di alcuni contrasti con Ali. Blade è dunque ora alla ricerca di un nuovo regista.

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The Bikeriders: la storia vera del selvaggio club di motociclisti dietro al film

Fin dal suo primo lungometraggio Shotgun Stories, Jeff Nichols è stato un regista interessato alle rappresentazioni autentiche della condizione umana. Che si tratti del brutale coming-of-age di Mud, dell’intimo romanticismo storico di Loving, della mitologia sovversiva dei supereroi di Midnight Special o dei temi catastrofici di Take Shelter, Nichols è in grado di prendere premesse straordinarie e di fondarle su una legittima posta in gioco emotiva.

L’ultimo lungometraggio di Nichols, The Bikeriders, è un ritorno alle classiche pellicole “contro il sistema” come Easy Rider e Rebel Without a Cause, incentrato su un gruppo di motociclisti ribelli negli anni Sessanta. Sebbene sia un film che mostra l’ampiezza dell’immaginazione di Nichols, The Bikeriders è stato liberamente ispirato da testimonianze reali degli anni ’60.

La storia di The Bikeriders è stata raccontata con passione da Nichols per anni. Secondo Michael Shannon, il regista ne aveva “parlato in un bar di Memphis mentre stavamo girando” un cortometraggio e aveva sviluppato le prime bozze della storia per quasi un decennio. The Bikeriders prende il titolo da un libro fotografico del 1967 di Danny Lyons, che raccontava le prove e le tribolazioni della banda di motociclisti Outlaws MC. Pur avendo avuto una certa influenza, il libro di Lyons non ha fornito alcun parallelo diretto con il film di Nichols; The Bikeriders è ancora classificato come un’opera completamente “originale” dalla WGA. Tuttavia, la storia di The Bikeriders ha molto in comune con il vero club motociclistico Outlaws MC.

Di cosa parla The Bikeriders?

Austin Butler e Jodie Comer in The Bikeriders (2023)
Foto di Kyle Kaplan/Focus Features/Kyle Kaplan/Focus Features – © 2024 Focus Features, LLC. All Rights Reserved.

Ambientato negli anni ’60, The Bikeriders esplora l’ascesa del Vandals MC, un club di motociclisti sorto nei sobborghi di Chicago, Illinois. Il giovane ribelle Benny (Austin Butler) diventa un potente membro del gruppo, aiutando il suo amico Johnny (Tom Hardy) a diventarne il leader de facto. Tuttavia, si verifica una spaccatura quando i due uomini iniziano a prendere strade diverse. Mentre Benny si innamora di Kathy (Jodie Comer), Johnny inizia a coinvolgere la banda in varie organizzazioni criminali. Mentre la banda diventa sempre più pericolosa, Benny è costretto a scegliere a chi essere fedele, perché diventare il nuovo leader dei Vandals potrebbe significare abbandonare ogni speranza di avere una vita familiare normale.

Uno degli elementi chiave di The Bikeriders è un’intervista condotta da una versione romanzata di Lyon, interpretato dalla star di Challengers Mike Faist. Anche se i personaggi di Nichols sono originali, i segmenti dell’intervista in The Bikeriders si basano sul lavoro reale che Lyon ha svolto per comprendere la banda di motociclisti. Nichols ha rivelato di essere rimasto impressionato dalle interviste di Lyon e di averle “inserite” nella sceneggiatura. Tuttavia, ha anche dichiarato che il processo di “prendere parole e immagini e in qualche modo aggiungerle insieme, per dare una sensazione di nostalgia” è stato “difficile da fare”.

Tom Hardy e Austin Butler in The Bikeriders (2023)
Foto di Kyle Kaplan/Focus Features/Kyle Kaplan/Focus Features – © 2024 Focus Features, LLC. All Rights Reserved.

Se Nichols è certamente riuscito a creare alcune delle immagini più iconiche del libro di Lyons in modo avvincente, The Bikeriders gioca sul fatto che si tratta di una narrazione soggettiva degli eventi. Poiché l’intero film è raccontato in flashback dal punto di vista di Kathy, si suggerisce che in alcuni momenti ella possa volontariamente ingannare Lyon, e talvolta nascondere la verità. Questo potrebbe spiegare perché The Bikeriders non si addentra troppo nelle attività più oscure a cui partecipavano i Vandals. Il film celebra l’esperienza comunitaria che derivava da un gruppo di appassionati di moto che si riunivano per eventi sociali. Accenna solo brevemente all’aumento della violenza a Chicago alla fine degli anni Sessanta e al coinvolgimento dei Vandals in una serie di crimini legati alla mafia.

Che fine ha fatto il vero MC fuorilegge?

Nichols ha certamente creato un ritratto accattivante dei Vandals, ma la vera storia dell’Outlaw MC è molto più oscura di quella di The Bikeriders. L’Outlaw MC fu fondato per la prima volta a McCook, nell’Illinois, nel 1935, ed è uno dei club motociclistici più antichi della nazione. John Davis guidò il gruppo durante la fase iniziale, prima che la Seconda Guerra Mondiale portasse a un breve declino delle attività del club, poiché molti dei suoi membri furono arruolati o arruolati per il combattimento.

Tuttavia, l’Outlaw MC crebbe di popolarità nel periodo immediatamente successivo, partecipando a un raduno a Soldier Field nel 1946. Dopo essersi trasferito nel South Side di Chicago negli anni Cinquanta, l’Outlaw MC iniziò a fondere i suoi membri con gli ex rivali, tra cui il club di motociclisti Cult di Voorheesville, New York, i Gypsy Outlaws di Milwaukee, Wisconsin, e i Gypsy Raiders di Louisville, Kentucky. È in questo periodo che il vero Lyon trascorse quattro anni vivendo a fianco del club e imparando a conoscere il loro stile di vita.

The Bikeriders
(L to R) Actor Jodie Comer, director Jeff Nichols and actor Austin Butler on the set of THE BIKERIDERS, a Focus Features release. Credit: Kyle Kaplan/Focus Features. © 2024 Focus Features. All Rights Reserved.

Purtroppo, le intenzioni originarie dell’Outlaw MC vennero compromesse negli anni Settanta, quando i suoi membri vennero dominati da una fazione di motociclisti più violenti e sconclusionati, interessati a eseguire hit per la band di Chicago. Davis fu in seguito estromesso dalla sua posizione di leader e ucciso per essersi rifiutato di portare il club in questa direzione.

Le tensioni aumentarono quando l’Outlaw MC sviluppò una brutale rivalità con il gruppo Hells Angels di Fort Lauderdale, in Florida. Dopo che gli Hells Angels dichiararono guerra all’Outlaw MC nel 1975, la faida si inasprì, causando numerose vittime da entrambe le parti. Oggi l’Outlaw MC è ufficialmente designato come organizzazione criminale dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.

The Bikeriders analizza i cambiamenti culturali americani

The Bikeriders

L’accuratezza forse non era la priorità di Nichols, ma The Bikeriders analizza acutamente i cambiamenti culturali dell’America all’indomani della Seconda guerra mondiale. Molti giovani cercavano lo stesso affiatamento che i soldati avevano nell’esercito e formavano gruppi sociali che celebravano i loro interessi simili. The Bikeriders mostra il movimento anti-establishment in America che divenne più dominante negli anni Sessanta.

A causa di una serie di controversie politiche e del conflitto in corso in Vietnam, molti uomini americani non erano più convinti delle intenzioni del loro governo. Nonostante la brutta direzione che prendono, i Vandali di The Bikeriders sono inizialmente intenzionati a passare del tempo con persone che la pensano come loro. The Bikeriders è ora nelle sale.

Umbria Film Festival, dal 10 al 14 luglio 2024: presentato il programma

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Il cinema a 360 gradi, in tutte le sue sfaccettature, torna a riempire le piazze e i luoghi di Montone (PG), per la ventottesima edizione dell’Umbria Film Festival, dal 10 al 14 luglio 2024, con la Direzione Artistica di Alessandro De Simone, che ha il piacere di presentare il programma e il manifesto ufficiale. 

Tra gli eventi, un film come The Movie Teller di Lone Scherfig, con Daniel Brühl e Bérénice Bejo, che ha iniziato un prestigioso circuito festivaliero (Toronto International Film Festival, Spanish Film Festival, Milwaukee Film Festival , BiFest, per citarne alcuni), e approda a Montone alla presenza della regista per regalare la proiezione di un gioiello al momento non disponibile al cinema o in televisione.

Nel programma anche film che il pubblico potrà vedere in anteprima rispetto all’uscita in sala come Non riattaccare di Manfredi Lucibello, accompagnato dal regista stesso e dall’attrice protagonista Barbara Ronchi, e l’adrenalinico In the land of Saint and Sinners, di Robert Lorenz con Liam Neeson, anche questo in anteprima rispetto all’uscita in sala il 17 luglio (con il titolo italiano L’ultima vendetta), oltre a The Sweet East, debutto alla regia di di Sean Price Williams.

Umbria Film Festival, dal 10 al 14 luglio 2024: presentato il programma

Ancora, l’acclamatissimo La chimera di Alice Rohrwacher, amatissima regista che dopo la proiezione riceverà le chiavi della città con una cerimonia ufficiale, e l’omaggio al cult Il Corvo di Alex Proyas, che proprio quest’anno compie 30 anni e porta a Montone la sua aura di film maledetto.

In the Land of Saints and Sinners film 2023Sabato 13 luglio omaggio a Olivier Assayas con un incontro / conversazione con il regista francese e la proiezione del suo ultimo film, l’intimo e autobiografico Hors duTemp (2024), molto applaudito alla Berlinale. L’omaggio al grande regista francese prosegue anche nella giornata di domenica 14 luglio con la proiezione, in occasione dei suoi trent’anni, del film L’eau froide.

Questa edizione n.28 vede anche il ritorno del concorso dedicato ai cortometraggi italiani Amarcorti, a cui si aggiunge Montoons, concorso internazionale di cortometraggi animati per bambini, e la selezione di corti internazionali Image Hunters.

Il cinema a Montone significa però anche uno sguardo alle sue ramificazioni e alle arti “amiche”. Ogni giorno infatti trova spazio il format “Libri da Bere”, con focus sulla letteratura e la presentazione di libri: il nuovo, attesissimo, graphic novel dell’artista, star dei social, Mattia Labadessa Maledetto Poeta; Diegopolitik, il romanzo / saggio di Boris Sollazzo sulla figura di Maradona tra politica, calcio e società; Love Song for a Vampire, il saggio di Gabriella Giliberti che racconta l’evoluzione del vampiro come metafora della nostra società; Swinging ‘60s, musica, cinema, moda, arte e cultura nella Londra degli anni Sessanta, di Franco Dassisti Michelangelo Iossa.

Ancora, il Festival ospiterà lo spettacolo teatrale Amore – Il teorema di Sarah con protagonista Milena Mancini che racconta la vita di coppia oltre i cliché, e il concerto de La Banda del Comitato, il quintetto nato nelle campagne umbre che vede Alice Rohrwacher alla fisarmonica e alla voce.

Il corvo Brandon LeeIl Sabato Pop dedicato ai 30 anni de Il Corvo e a Mattia Labadessa è realizzato in collaborazione con UmbriaCon, comic convention che ha visto la sua prima edizione andare in scena lo scorso gennaio con grande successo di pubblico.

Anche quest’anno il Presidente di Umbria Film Festival sarà Terry Gilliam, dal 2010 cittadino onorario di Montone.

Non riattaccare: recensione del film di Manfredi Lucibello

Il COVID-19 è stato scenario e pretesto narrativo di molte opere. Citiamo in questo senso Songbird, State a casa, o il più simpatico Lockdown all’italiana, passando per documentari di grande impatto come Le mura di Bergamo. Per quanto ogni film lo declini su diversi toni, che vanno dal comico al drammatico, la pandemia si associa ugualmente a un’atmosfera soffocante e ansiogena, che ben si sposa con le linee visive e narrative del noir. Ed è proprio il noir intrecciato al pieno Coronavirus a edificare la nuova fatica di Manfredi Lucibello, Non riattaccare. Per il regista fiorentino è il secondo lungometraggio, e torna a rimaneggiare la materia di genere per dare vita a una storia che si regge sul filo di una telefonata e sullo sguardo, mai così provato, di Barbara Ronchi.

Già con Tutte le mie notti Lucibello aveva dato prova di amare il noir, mescolando tutti i suoi ingredienti tipici, lavorando ad hoc sia sulle ambientazioni che sui personaggi. Qui però la prova diventa più difficile, perché a condurre il gioco c’è solo Irene, e dall’altra parte la sola voce di Pietro, che mai si vedrà se non per dieci minuti. È lei che deve tenere in piedi suspense, plot twist e ritmo, e se la sua interprete ci prova nel migliore dei modi, decretando questa come una delle sue più belle e coinvolgenti performance, a remare qualche volta contro, come vedremo, sono i dialoghi, non sempre a supporto. Non riattaccare è liberamente ispirato dall’omonimo libro di Alessandra Montrucchio, prodotto dai Manetti Bros., e Mompracem con Rai Cinema., e arriva nelle sale dall’11 luglio.

Non riattaccare, la trama

Fine marzo 2020. Roma, come tutta Italia, è in pieno lockdown. Irene, prigioniera in casa insieme a un suo ex compagno di classe con cui condivide la solitudine del COVID, non riesce a prendere sonno. Si alza, va in bagno, prende delle pillole. Si guarda anche allo specchio, in cerca forse di un barlume di tranquillità. Spera che il sonno, dopo gli ansiolitici, prenda il sopravvento, così torna a letto e prova a chiudere gli occhi. Ma è proprio in quel momento che il telefono squilla: è Pietro, l’ex fidanzato che ha lasciato sette mesi fa. All’inizio ignora la telefonata, ma lui ci riprova. Basta il secondo tentativo di chiamata per farla rispondere. L’uomo è strano, dice frasi preoccupanti, e Irene teme che possa farsi del male. La voleva sentire per un ultimo saluto. A quel punto alla donna sembra chiaro: vorrà per caso suicidarsi? Non c’è tempo: mette i primi vestiti, infila due cose nella borsa e si butta in macchina in piena notte, nonostante i controlli e i divieti. La destinazione è Santa Marinella: riuscirà ad arrivare prima che Pietro compia un gesto irreversibile?

Non riattaccare

Un buon noir con una bravissima Barbara Ronchi

Non riattaccare è a tutti gli effetti un one woman show. Sin dalle prime inquadrature la macchina da presa indugia su Irene, vero motore del film. Lei è il filo conduttore. Rimaniamo con la donna fino alle ultime battute, assorbendone paure, nevrosi, angosce e aspettative. Lucibello predilige i primi e primissimi piani, una scelta necessaria per poter restituire al meglio la tensione dell’intreccio e il tentativo di Irene di salvare la vita a Pietro. Punto nevralgico del racconto è infatti proprio il loro amore, una relazione interrotta perché inceppatasi in alcune incomprensioni, fallimenti, non detti. L’oscurità di ciò che è stato il loro passato va in parallelo al contrasto di luci e ombre diegetiche, che conferiscono al racconto un bel taglio noir. Irene è inghiottita dalla notte, illuminata di tanto in tanto dalle luci artificiali provenienti dalla strada. Il suo viso è spesso nel buio, e poche volte è illuminata parzialmente. Soluzione visiva che va a individuarne fragilità, lati nascosti e un segreto che si scoprirà solo verso la fine.

Lucibello allestisce intanto un road movie in cui il tempo diventa il giustiziere più temuto: la Morte. Più Irene lo accorcia schiacciando sull’acceleratore dell’auto per arrivare a Santa Marinella, più questa si allontana. Più lei si ferma, più questa incombe. È tutta questione di velocità, di prontezza, di gestione degli eventi. Barbara Ronchi è formidabile, regge l’intera narrazione sulle sue spalle, aiutata da un molto bravo Claudio Santamaria, che con il solo alterare il tono di voce, è in grado di farci comprendere ogni emozione del suo Pietro. Segno di come il suono al cinema sia uno strumento potentissimo se usato come si deve.

Se in questo ballo a due possiamo apprezzare l’appeal scenico (in tal caso anche vocale) degli attori, non si può sempre dire lo stesso della sceneggiatura messa a punto. I dialoghi tendono in più occasioni a interrompere il ritmo tensivo e quando si torna in pista, sulla retta via, vengono inseriti alcuni pretesti narrativi che, oltre a essere dei cliché, risultano anche inverosimili. Uno fra questi la clemenza del poliziotto che lascia andare Irene dopo che questa non gli ha fornito patente, libretto e carta d’identità. Di notte, in pieno lockdown, è abbastanza improbabile. Al netto di qualche “svista” in fase di scrittura Non riattacare è un film comunque di buona fattura, pronto a tenere lo spettatore incollato allo schermo, facendogli chiedere spesso se Irene riuscirà ad arrivare da Pietro, se riuscirà a salvarlo anche da se stesso e cosa succederà a lei.

Mario Martone batte il primo ciak del suo prossimo film: Fuori

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Sono iniziate le riprese di FUORI, il nuovo film di Mario Martone, tratto da un soggetto di Ippolita di Majo, la sceneggiatura è firmata da Mario Martone e Ippolita di Majo. Il film è interpretato da Valeria Golino nel ruolo di Goliarda Sapienza, Matilda De AngelisElodie. Le riprese si svolgeranno a Roma per una durata complessiva di otto settimane.

FUORI è una coproduzione Italia-Francia: Indigo Film con Rai Cinema e The Apartment per l’Italia e SRAB Films per la Francia, in collaborazione con Fremantle. La fotografia è a cura di Paolo Carnera, il montaggio di Jacopo Quadri, la scenografia di Carmine Guarino e i costumi sono di Loredana Buscemi. Il film sarà distribuito in Italia da 01 Distribution.

“Nessuna persona e nessun luogo sono veri per sempre” – Goliarda Sapienza, Le certezze del dubbio.

Valeria Golino al Festival di Cannes – foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Fuori – la trama del nuovo film di Mario Martone

Una scrittrice finisce in carcere per un gesto folle e inaspettato. In prigione, l’incontro con alcune giovani detenute diventa un’esperienza di rinascita. Una volta fuori, in una torrida estate romana in cui il tempo sembra sospeso, la scrittrice continua a frequentare le donne con cui ha stretto amicizia e che ora, come lei, sono tornate in libertà. Nasce una relazione profonda e decisiva per la sua vita, un legame autentico che nessuno lì fuori riuscirà a comprendere. Questa scrittrice è Goliarda Sapienza, e questa è la sua storia, come lei l’ha raccontata.

Addam di Hull: chi è il nuovo personaggio della seconda stagione di House of the Dragon?

Un nuovo concorrente è arrivato nella Stagione 2 di House of the Dragon. L’episodio di questa settimana, “Rhaenyra la crudele“, presenta agli spettatori un personaggio chiave di Fire & Blood, che già promette bene. Stiamo parlando di Addam di Hull (Clinton Liberty), fratello di Alyn (Abubakar Salim).

Arriva a Driftmark per lavorare con Alyn sulla flotta Velaryon e cerca di convincere il fratello a sfruttare la sua posizione di marinaio più fidato di Lord Corlys Velaryon (Steve Toussaint). Più tardi, Addam viene visto raccogliere molluschi sulla spiaggia quando un drago vola e attira la sua attenzione. Questo è il preludio di una delle migliori storie della Danza dei Draghi.

I Neri hanno troppi draghi e non abbastanza cavalieri

Al momento, i Neri hanno troppi draghi senza cavaliere, compreso Seasmoke, visto che Laenor è fuori scena, ormai. Il problema è che non tutti hanno le caratteristiche necessarie per cavalcare un drago, cosa che di solito è legata alla discendenza valyriana. Rhaenyra (Emma D’Arcy) viene vista brevemente studiare proprio questo aspetto nel suo ufficio a Roccia del Drago, lasciando intendere che il problema potrebbe essere presto risolto, e Addam di Hull ha un ruolo in questo senso.

La sua scena sulla spiaggia, mentre fissa Seasmoke, è toccante e mostra una persona proveniente da un ambiente umile che guarda con ambizione alla grandezza. Sia lui che Alyn provengono da Hull, una città vicina a Driftmark e, secondo i libri, sono bastardi Velaryon di Lord Corlys o di suo figlio, Ser Laenor Velaryon (John Macmillan). Molto probabilmente sono figli di Corlys, dato che nella prima stagione viene rivelato che Laenor è gay. In ogni caso, questo significa che Addam e Alyn hanno sangue valyriano e sono destinati a cose più grandi dell’umile vita che conducono attualmente.

Lord Corlys è alla ricerca di un erede per la Casa Velaryon

Uno degli aspetti più toccanti della prima stagione di House of the Dragon è stato il rapporto di Lord Corlys con il nipote ed erede di Driftmark, Lucerys Velaryon (Elliot Grihault). Non gli è mai importato che Luke fosse chiaramente un bastardo e non il figlio di Laenor, e ha cercato di insegnare al ragazzo a navigare e a svolgere i suoi compiti. Ora, però, Lord Corlys ha perso tutti i suoi eredi e la Casa Velaryon ha bisogno di qualcuno che porti avanti la sua eredità.

L’introduzione di Addam e Alyn nella seconda stagione è sicuramente legata alla ricerca di un erede da parte di Lord Corlys. Il suo tono caloroso quando parla con Alyn nella prima puntata della seconda stagione, “Un figlio per un figlio“, potrebbe implicare che egli sappia che Alyn e suo fratello sono entrambi suoi figli e che li abbia tenuti d’occhio da lontano. Quando i fratelli si incontrano, Addam e Alyn parlano a lungo della famiglia, scherzano e sembrano essere molto uniti. Addam, raccogliendo molluschi, dimostra la sua intraprendenza e la sua voglia di lavorare, mentre Alyn è affidabile e competente. Sono tutte caratteristiche che ogni Lord vorrebbe nei suoi eredi, quindi Lord Corlys dovrebbe ritenersi fortunato.

Addam Velaryon dovrà vedersela con Seasmoke e Rhaenys Targaryen

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Resta da vedere come Addam e Alyn possano essere inseriti nelle dinamiche della Casa Velaryon. Essendo bastardi, non sono figli della Principessa Rhaenys Targaryen (Eve Best) e, sebbene la Regina che non fu mai sia la Targaryen più equilibrata del gioco, ha pur sempre il sangue del drago. Ha sopportato la perdita dei suoi due figli, e vedere due bastardi di lui prendere il posto dei suoi figli non può essere piacevole.

La chiave di tutto questo potrebbe essere il drago Seasmoke. Addam ha soggezione di lui quando vola, e tra i due scocca sicuramente una scintilla. Seasmoke era anche la cavalcatura di Laenor prima della sua finta morte, il che potrebbe rendere le cose più facili da accettare per Rhaenys. I Targaryen hanno un legame profondo con i draghi e se il drago di Laenor accetta Addam, questo dovrebbe essere sufficiente anche per Rhaenys. Tuttavia, non è chiaro come Addam possa reclamare Seasmoke se Laenor è ancora vivo.

House of the Dragon stagione 2 è disponibile su Sky e NOW (in contemporanea con gli Stati Uniti), con un nuovo episodio a settimana.

LEGGI ANCHE – House of the Dragon stagione 2 episodio 2: la spiegazione del ritorno di [SPOILER]

Tornando a Est: intervista all’attore Cesare Bocci

Si sono da poco concluse le riprese di Tornando a Est, il sequel del fortunato Est – Dittatura Last Minute, il road-movie tratto da una storia vera che fin dall’esordio a Venezia nel 2020 aveva conquistato il plauso della critica e l’interesse internazionale, ottenendo numerosi riconoscimenti in Italia e nel mondo e ottimi risultati di box-office. Anche questo nuovo film è prodotto da Stradedellest Produzioni in associazione con Victoria Cinema di Modena e Davide Pedrazzini e con il sostegno della Emilia Romagna Film Commission.

Alla regia si ritrova Antonio Pisu, mentre Lodo Guenzi, Matteo Gatta e Jacopo Costantini tornano come protagonisti. A loro si aggiunge ora Cesare Bocci, celebre interprete di serie come Il commissario Montalbano, Un grande famiglia e Imma Tatarani – Sostituto procuratore, ma anche dei film Benvenuto Presidente!, Scusate se esisto! e Margherita delle Stelle. In Tornando a Est l’attore interpreta un ruolo molto speciale, che si muove nelle zone d’ombra dell’illegalità. A raccontarci cosa aspettarsi di lui – e dal film in generale – è lo stesso Cesare Bocci.

La trama di Tornando a Est

A due anni dalla caduta del muro di Berlino, Pago, Rice e Bibi sono tornati alle loro vite a Cesena dopo il viaggio in Romania di qualche anno prima: Pago continua il suo lavoro di guida turistica trascorrendo gran parte del suo tempo nella Repubblica di San Marino; Rice lavora presso una piccola banca mentre Bibi ha da ormai sei mesi una relazione epistolare con una ragazza bulgara di nome Yuliya che non ha mai incontrato e che aiuta economicamente inviandole saltuariamente piccole somme di denaro.

Incoraggiato dagli amici, parte insieme a loro per un viaggio verso Sofia con l’intento di conoscere finalmente la ragazza, ma giunti nella capitale bulgara verranno scambiati per spie internazionali pedinati persino dai servizi segreti italiani: coinvolti nuovamente in una serie di sfortunate coincidenze vivranno ancora una volta un viaggio ricco di incontri, emozioni e colpi di scena.

Tornando a Est - foto 2

Cesare Bocci è Natalino Franchi in Tornando a Est

Natalino Franchi è un poco di buono, – spiega Cesare Bocciun uomo che vive nell’ombra ed è un traficante internazionale di segreti rubati, in questo caso segreti militari, però tutto quello che è illegale lui lo trafica. E nel film si imbatte in questi tre ragazzi che stanno facendo un nuovo viaggio ognuno per un motivo diverso e alla fine per vari colpi di scena e malintesi si ritrovano coinvolti in questo giro di delinquenti bulgari e in me che devo fare questo scambio”.

Natalino Franchi è un tipo particolare, fuma in continuazione non si arrende alla calvizia e perciò ha un bel riporto in testa e poi indossa sempre gli occhiati da sole con una sfumatura che gli permette di nascondere un po’ lo sguardo, per avere un’aria misteriosa”, racconta Bocci. “Io poi non ho una tecnica ben precisa per l’interpretazione di un personaggio, mi affido molto al testo e alle sensazioni che mi suscita la lettura della sceneggiatura”.

Ovviamente mi fido molto anche di quello che mi dice il regista su quello che io sviluppo, che a volte è totalmente fuori strada e altre volte invece è centrata. Ma la costruzione di un personaggio non si regge solo sulle spalle di un attore. Ci vuole una sceneggiatura che lo descriva bene e in questo caso era perfetta, avevo già tutti gli elementi per poterlo caratterizzare. E poi la lettura a tavolino con il regista, dove si inventa tutto quello che è necessario, ma anche al momento delle riprese si continua a lavorarci sopra, a cambiarlo, ad arricchirlo”.

Sul lavoro con il regista Antonio Pisu e con la troupe

“Antonio Pisu, che è anche il regista, ha scritto questo personaggio che è davvero stimolante da interpretare. Essendo lui anche un attore sa benissimo dove e come guidarti e questo nuovo set insieme è stata la conferma di un regista di una gentilezza, di una disponibilità, di una consapevolezza di cosa deve fare molto forte. È una persona che riesce a creare sul set un clima straordinario, veramente di grande collaborazione. Anche con i tre ragazzi protagonisti si è costruito un rapporto speciale, che ha reso quest’esperienza ancor più entusiasmante!”.

Anche i membri del cast provenienti dalla Bulgaria si sono rivelati bravissimi, ma devo dire che l’intero set in generale è stato caratterizzato dalla presenza di persone stupende, professionisti assoluti. Mai un momento di scontentezza, nonostante abbiamo lavorato anche in climi molto rigidi a Sofia, in Bulgaria. Sono rimasto sorpreso perché è difficile trovare un’armonia così sui set“.

Tornando a Est
Lodo Guenzi, Matteo Gatta e Jacopo Costantini in Tornando a Est

Tornando a Est specchio delle tensioni politiche

L’attore offre poi una sua riflessione sulle tensioni politiche di cui si narra nel film e di ciò che possono dirci su quelle presenti oggigiorno nel nostro quotidiano. “Il film è ambientato nel 1991, dopo la caduta del muro di Berlino. La Bulgaria, dove è ambientato il racconto, non ha mai vissuto sotto un regime dittatoriale, pur essendo parte del blocco sovietico. Ma ad ogni modo le derive totalitarie e le tensioni a cui si fa riferimento nel film hanno un’evidente urgenza, perché ci ricordano che che cose di quel tipo non dovrebbero più succedere”.

“Serve a ricordare che una nazione che va in mano a persone che non tengono più in considerazione i diritti umani, i diritti dell’inclusione, i diritti di tante categorie, semplicemente non va bene. Perciò se ne deve parlare finché c’è lo spunto per parlarne, se non ce ne fosse più bisogno non se ne parlerebbe, ma purtroppo non è ancora questo il caso”.

25 anni di Il commissario Montalbano

Ricorre poi quest’anno il 25esimo anniversario dalla prima messa in onda – avvenuta il 6 maggio 1999 – di Il commissario Montalbano, dove Cesare Bocci ha ricoperto il ruolo di Domenico “Mimì” Augello. L’attore offre dunque un suo ricordo di questa serie che tanto ha significato per chi vi ha partecipato quanto per i numerosi spettatori che l’hanno seguita in tutti questi anni. “Il commissario Montalbano ha rappresentato un terzo della mia vita. Sono nate amicizie bellissime, è veramente uno spaccato di vita”, racconta Bocci.

“Ci sono stati matrimoni, nascite, separazioni e alla fine, purtroppo, anche la morte. Ma è stata un’esperienza meravigliosa, che come tutte le cose belle ha avuto un inizio e una fine. Ci siamo infatti resi conto che era arrivato il tempo di salutare questi personaggi e metterli lì nei ricordi di tutti. I miei, di ricordi, sono infiniti, come le risate fatte con Alberto Sironi [regista di tutti gli episodi della serie], di cui sento ancora la voce di quando ci dava indicazioni sul set. Insomma, è stato un qualcosa di indimenticabile“.

Michael Fassbender protagonista della serie Paramount+/Showtime The Agency

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Paramount+ con SHOWTIME ha annunciato che è in corso la produzione della serie thriller di spionaggio politico THE AGENCY (precedentemente intitolato THE DEPARTMENT) con il due volte nominato agli Academy Award Michael Fassbender nel ruolo di protagonista e produttore esecutivo. George Clooney e Grant Heslov produrranno la serie attraverso la loro Smokehouse Pictures con Showtime/MTV Entertainment Studios e 101 Studios.

The Agency è un nuovo remake del dramma francese acclamato dalla critica Le Bureau des Légendes (The Bureau a livello internazionale) e debutterà su Paramount+ in Italia, oltre che nel Regno Unito, Canada, Australia, Germania, America Latina, Brasile e Giappone. La serie è co-distribuita a livello globale e da Paramount Global Content Distribution e Federation Studios.

La serie segue Martian (Fassbender), un agente segreto della CIA a cui è stato ordinato di abbandonare la sua vita sotto copertura e tornare alla London Station. Quando l’amore che ha lasciato indietro riappare, il romanticismo si riaccende. La sua carriera, la sua vera identità e la sua missione si scontrano con il suo cuore, gettandolo in un gioco mortale di intrighi internazionali e spionaggio.

Michael Fassbender
Michael Fassbender al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

“Michael Fassbender è uno degli attori più talentuosi del nostro tempo”, ha detto Chris McCarthy, Paramount Global Co-CEO e Presidente/ CEO, Showtime & MTV Entertainment Studios. “È capace di portare un valore e una complessità di sfumature a ogni personaggio che interpreta, e questo è il motivo per cui siamo così entusiasti di averlo in THE AGENCY, avviandoci a lanciare la nostra nuova programmazione di contenuti originali di SHOWTIME”.

Fassbender ha appena terminato la produzione del lungometraggio di Steven Soderbergh, BLACK BAG con Cate Blanchett e, prossimamente, sarà in KNEECAP, vincitore del Sundance Audience Award, che racconta l’ascesa del trio rap di Belfast. L’anno scorso è tornato sugli schermi con l’acclamato thriller noir sull’assassino di David Fincher, THE KILLER e anche con la commedia di Taika Waititi, NEXT GOAL WINS.

Michael Fassbender protagonista per Paramount+

The Bureau – Le Bureau des Légendes si concentra sulla vita quotidiana e le missioni degli agenti all’interno del principale servizio di sicurezza esterna della Francia (DGSE). Si focalizza sul servizio “Bureau of Legends”, responsabile della formazione e della gestione di agenti sotto copertura in missioni a lungo termine in aree con interessi francesi. Vivendo sotto false identità per anni, le missioni di questi agenti sono di identificare e reclutare buone risorse di intelligence.

Il New York Times l’ha nominata come una delle migliori serie internazionali del decennio e, NPR, l’ha definita “avvincente e ricca di suspense” e “uno dei migliori show televisivi del mondo.” The Bureau – Le Bureau des Légendes è stata creata da Eric Rochant ed è una serie CANAL+ Creation Originale prodotta da TOP – The Originals Productions e Federation Studios.

Il candidato ai Golden Globe ® e pluripremiato ai BAFTA® Joe Wright (Orgoglio e Pregiudizio, The Darkest Hour e The Atonement) dirigerà e produrrà la nuova serie drammatica e lo scrittore vincitore del Tony® Awards Jez Butterworth e John-Henry Butterworth (Ford v Ferrari, Edge of Tomorrow) produrranno e scriveranno tutti e dieci gli episodi.

La serie è commissionata da Showtime/MTV Entertainment Studios e prodotta in collaborazione con 101 Studios. I produttori esecutivi di THE AGENCY sono: Keith Cox e Nina L. Diaz di Showtime/MTV Entertainment Studios; David C. Glasser, Ron Burkle, David Hutkin e Bob Yari di 101 Studios (Yellowstone); George Clooney e Grant Heslov per Smokehouse Pictures; Alex Berger per TOP-The Originals Productions; Ashley Stern e Pascal Breton per Federation Studios/Federation Entertainment of America; e Michael Fassbender. Jez e John-Henry Butterworth sono scrittori e produttori esecutivi; Joe Wright è produttore esecutivo e regista per i primi due episodi.

My Lady Jane, dal 27 giugno su Prime Video

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Ispirata all’omonimo romanzo best-seller, My Lady Jane è una radicale rivisitazione della storia reale inglese, che debutterà con tutti gli otto episodi giovedì 27 giugno, in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo.

Preparatevi alla tragica storia di Lady Jane Grey, giovane nobildonna della famiglia Tudor che fu regina d’Inghilterra per nove giorni, per essere poi decapitata nel 1553… Al diavolo! Abbiamo riscritto la storia nel modo in cui avrebbe dovuto accadere: la damigella in pericolo si salva da sola. Questo è un racconto epico di amore vero e avventura ambientato in un universo alternativo in cui si mescolano azione, storia, fantasy, commedia, romanticismo e una storia d’amore bollente. Tenetevi forte.

My Lady Jane, il trailer della nuova serie Prime Video

Il cast è guidato da Emily Bader, alla sua prima prova come attrice, nel ruolo della protagonista Jane Grey. Al suo fianco Edward Bluemel (Killing Eve) nel ruolo di Guildford Dudley, mentre Jordan Peters (Pirates) interpreta Re Edoardo. Dominic Cooper (Preacher) figura nel ruolo di Lord Seymour, Anna Chancellor (Pennyworth) in quello di Lady Frances Grey, madre di Jane e Rob Brydon (The Trip) è Lord Dudley, padre di Guildford. Jim Broadbent (Il ritratto del duca), invece, è il Duca di Leicester, zio di Jane. Henry Ashton (Creation Stories: l’uomo che scoprì gli Oasis) è Stan, fratello di Guildford, mentre Isabella Brownson (Napoleon) e Robyn Betteridge (La ruota del tempo) interpretano le sorelle di Jane. Kate O’Flynn (Landscapers – Un crimine quasi perfetto) e Abbie Hern (Enola Holmes 2) sono le sorelle del re, rispettivamente la principessa Mary e la principessa Bess. Nel cast anche Máiréad Tyers (Extraordinary), Joe Klocek (Chi è senza peccato – The Dry) e Michael Workeye (This is Going to Hurt).

La creatrice Gemma Burgess (autrice della trilogia Brooklyn Girls) e Meredith Glynn (The Boys) sono co-showrunner ed executive producer. Laurie MacDonald (Men In Black, Il gladiatore) e Sarah Bradshaw (La mummia e A Knight of the Seven Kingdoms: The Hedge Knight, di prossima uscita per HBO) sono executive producers delle serie. Jamie Babbit ha diretto cinque degli otto episodi e figura, inoltre, come executive producer e direttore di produzione.

She-Hulk: Attorney at Law, il twerking con Megan Thee Stallion? Tatiana Maslany dice la sua

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She-Hulk: Attorney at Law si è rivelata una serie TV Disney+ sorprendentemente controversa, anche se non si può negare che per alcune delle polemiche che hanno afflitto la serie, c’erano delle ragioni ben evidenti a sostegno del malcontento (gli effetti visivi).

Poi, c’è stato il finale che ha incluso la rottura della quarta parete che non è riuscito a fornire i collegamenti più ampi ai fan dell’MCU. Forse la sorpresa più grande è stata quanto fossero sconvolti alcuni spettatori alla vista di She-Hulk che twerkava con Megan Thee Stallion in una scena post-crediti.

Riflettendo sull’inaspettata associazione, l’attrice Tatiana Maslany ha detto (via @AgentsFandom): “Ero stata a diversi concerti di Megan Thee Stallion prima di girare quella scena. Ero pronta. Quello è stato il momento più bello della mia vita.”

Parlando del lavoro con Mark Ruffalo, ha aggiunto: “Ci sono stati solo momenti divertenti con Mark. È una tale gioia. È davvero un ragazzino nel migliore dei modi. E si presenta ogni giorno dicendo: ‘Non lo so'” non so cosa sia.'”

Tatiana Maslany è She-Hulk: Attorney at Law

Hulk in She-Hulk Episodio 1

She-Hulk: Attorney at Law segue Jennifer Walters mentre naviga nella complicata vita di un avvocato single di 30 anni che è anche un hulk superpotente di 6 piedi e 7 pollici. La serie di nove episodi dà il benvenuto a una serie di veterani del MCU, tra cui Mark Ruffalo nei panni di Smart Hulk, Tim Roth nei panni di Emil Blonsky/l’Abominio e Benedict Wong nei panni di Wong. Il cast include anche Ginger Gonzaga, Josh Segarra, Jameela Jamil, Jon Bass e Renée Elise Goldsberry. I produttori esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad Winderbaum, Kat Coiro e Jessica Gao. I produttori co-esecutivi sono Wendy Jacobson e Jennifer Booth. Tutti gli episodi di She-Hulk: Attorney at Law sono ora disponibili per lo streaming su Disney+. Non si sa nulla su una seconda stagione.

Superman: anche Nicholas Hoult/Lex Luthor è arrivato sul set!

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È stata una giornata emozionante per i fan della DC poiché abbiamo finalmente visto la star di Superman David Corenswet vestirsi come l’Uomo di domani della DCU.

È stato fatto un grande lavoro per trasformare Cleveland in Metropolis e immaginiamo che il piano sia quello di girare lì per gran parte di questa settimana. Di conseguenza, possiamo sicuramente aspettarci molte altre foto dal set nei prossimi giorni. Ora, oltre a Rachel Brosnahan già fotografata sul set, sembra che anche Lex Luthor di Nicholas Hoult entrerà in azione. Anche se non è ancora nel suo costume di scena, eccolo sul set!

 

Quali sono i progetti DCU più interessanti del momento?

James Gunn DCU 2023

Sebbene l’attesa per Superman sia appena cominciata, con il film attualmente in uscita l’11 luglio 2025, ci sono diversi progetti DC in arrivo che intrattengono i fan nel frattempo. Uno show poco conosciuto ma molto amato è My Adventures with Superman, attualmente in onda con la seconda stagione, che vede come protagonisti l’attore di The Boys Jack Quaid nel ruolo di Superman, Alice Lee in quello di Lois Lane e Ishmel Sahid in quello di Jimmy Olsen.

Nel corso dell’anno arriverà su Max anche la serie animata Creature Commandos, che ha messo in piedi un cast di tutto rispetto, tra cui Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller, Sean Gunn nel ruolo di G.I. Robot e Weasel, David Harbour nel ruolo di Eric Frankenstein e Frank Grillo nel ruolo di Rick Flag Sr. Grillo porterà il suo talento anche nel live-action, visto che Gunn ha recentemente annunciato che si scontrerà con il Christopher Smith di Cena nella seconda stagione di Peacemaker.

Tutto quello che sappiamo su Superman

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.

Nel cast anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas Hoult Nathan Fillion. Sean Gunn, María Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio, Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il cast.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, animazione e giochi”.

Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Channing Tatum spera di realizzare 23 Jump Street

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Uno dei franchise comici più amati degli ultimi 15 anni ha appena ricevuto un aggiornamento ottimistico ma anche illuminante da una delle sue star principali. Parlando con Comicbook.com per promuovere il suo prossimo film con Scarlett Johansson, Fly Me to the Moon, Channing Tatum ha parlato anche della possibilità di realizzare 23 Jump Street.

L’ultimo film di Jump Street, 22 Jump Street, è andato in onda 10 anni fa, nel 2014, ed è stato per lo più tranquillo sul fronte dei trequel, a parte qualche piccolo aggiornamento. Tuttavia, Tatum non ha perso le speranze e ha persino rivelato di aver letto la sceneggiatura di un terzo film, che gli è piaciuta molto: “C’è un progetto che è stato scritto ed è ancora la migliore sceneggiatura che abbia mai letto per un terzo film“.

Sebbene le trilogie complete a Hollywood non siano così comuni, soprattutto in un’epoca in cui gli studios sono più veloci ad abbandonare i progetti e a passare al successivo, questo è comunque un grande elogio da parte di Tatum. Non si sa quante sceneggiature di terzi film Tatum abbia letto da quando ha iniziato la sua carriera nei primi anni 2000, ma sarebbe stato altrettanto facile per lui non parlarne.

La Scarlett Johansson, co-protagonista di Tatum, gli ha persino chiesto perché il terzo film non è ancora stato realizzato se la sceneggiatura era così buona, e lui ha risposto: “È solo un sacco di burocrazia, una specie di roba sopra le righe. È davvero difficile realizzarlo e noi abbiamo cercato di farlo“.

Channing Tatum è pronto a realizzare 23 Jump Street in questo momento

23 Jump Street

Nonostante le evidenti difficoltà affrontate nei 10 anni trascorsi dalla prima di 22 Jump Street, Tatum non è pronto a perdere le speranze per 23 Jump Street. Parlare del progetto lo ha reso notevolmente entusiasta, tanto che ha espresso estremo interesse nel riunirsi con la co-star Jonah Hill per un altro film:

Sapete una cosa? Metterò in campo un po’ di buon umore e dirò che mi piacerebbe vedere 23 Jump Street. Mi piacerebbe farlo con Jonah, e Jonah so che vuole farlo. Ci piacerebbe molto tornare a giocare“.

Se c’è una cosa che abbiamo imparato quest’estate è che i successi al botteghino sono tutt’altro che una garanzia. Film con budget colossali come Il cadavere e Furiosa spesso faticano a rientrare dei costi di produzione e di marketing, mentre per i film a budget più basso è necessario molto meno per ottenere il successo. Entrambi i film di Jump Street sono stati realizzati con meno di 50 milioni di dollari e il primo ha incassato più di 200 milioni di dollari in tutto il mondo, mentre il secondo ha totalizzato ben 331 milioni di dollari. Alzate le chiappe e realizzate 23 Jump Street a Hollywood, stiamo aspettando.

Avengers: Secret Wars, nuovi rumors sulla presenza di Wolverine e… Vedova Nera!

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Ci sono molti rumors che circondano i prossimi film degli Avengers, in particolare perché il primo – che si dice sarà diretto dal regista di Deadpool & Wolverine Shawn Levy – non si intitolerà più The Kang Dynasty e preparerà la strada per Avengers: Secret Wars.

Alcuni hanno affermato che Secret Wars diventerà un film in due parti, anche se non è chiaro se questa scelta si integrerà con quello che oggi è noto semplicemente come Avengers 5. I chiarimenti potrebbero arrivare al Comic-Con o al D23 nei prossimi due mesi, ma nel frattempo, abbiamo un aggiornamento dallo scooper @MyTimeToShineH.

Scarlett Johansson di nuovo Vedova Nera

Apparentemente, Scarlett Johansson ha accettato di tornare nei panni della Vedova Nera del MCU… ma non in Avengers 5. Invece, la vedremo accanto a Captain America di Chris Evans in Avengers: Secret Wars.

Nelle notizie correlate, lo scooper ha anche ribadito le precedenti affermazioni secondo cui Hugh Jackman avrebbe detto al presidente dei Marvel Studios Kevin Feige che sarebbe disposto a vestire i panni di Wolverine in Avengers: Secret Wars, a condizione che Robert Downey Jr. e Tobey Maguire si uniscano a lui nei panni di Iron Man e Spider-Man. Sembra probabile quindi che Secret Wars sarà il film in cui diremo l’ultimo addio a molti personaggi.

“Sono triste, ovviamente”, aveva detto in precedenza Johansson riguardo alla fine del suo periodo come Vedova Nera. “Ho adorato ogni esperienza cinematografica che ho avuto, lavorando per 10 anni con la Marvel e con quel cast straordinario, e adoro il personaggio di Natasha. Provo molta empatia per lei, ed è stato fantastico costruire quel personaggio in un periodo di tempo così lungo. Inoltre, mi sento davvero bene per il fatto che la sua storia sia giunta al termine. Penso che abbia molta dignità nella sua eredità.”

Scarlett Johansson Black-Widow-avengersAlla domanda se il Multiverso potesse aprire la porta a un ritorno a sorpresa nei panni di Natasha Romanoff, l’attrice ha risposto: “Come una scappatoia? Sento che è una specie di fine, giusto? Puoi tornare? Potrebbe essere una versione vampirica del personaggio nel Multiverso? Perché sono qui per quello, come una versione zombie, forse. Sarebbe un vero miracolo Marvel”, ha aggiunto. “Sarebbe una meraviglia, ma chi lo sa? Non ne sono sicura…”

Quando uscirà Avengers: Secret Wars?

Originariamente previsto per il 2025, Avengers: Secret Wars è stato posticipato al 2027 a causa dei ritardi di produzione causati dagli scioperi di Hollywood insieme ad Avengers 5. Entrambi i film non hanno ancora un regista. Si tratta del sesto capitolo della serie di film di successo Avengers. Dovrebbe concludere la Fase 6 del Marvel Cinematic Universe e la Saga del Multiverso.

I fan attendono da tempo la notizia di un potenziale adattamento live-action dell’iconica serie di fumetti, che vede vari eroi e cattivi Marvel essere catturati da un’entità cosmica nota come Beyonder, dove poi si scontrano su un pianeta chiamato Battleworld. Ad oggi non ci sono però certezze sul cast anche se voci sempre più insistenti parlano di Hugh Jackman e Tobey Maguire nuovamente nei panni di Wolverine e Spider-Man come leader di alcune fazioni di Avengers.

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