La scorsa settimana, James Gunn ha annunciato l’inizio delle
riprese di Superman
con un primo sguardo al simbolo che adornerà il petto dell’Uomo
d’Acciaio di David Corenswet. Ispirato a Kingdom
Come di Mark Waid e Alex
Ross, quell’immagine ha lasciato i fan desiderosi di
vedere di più del personaggio e del suo costume. Lo scooper
@MyTimeToShineH ha ora condiviso un’immagine che
getta nuova luce su quello che potrebbe essere l’aspetto del
Superman di Corenswet sullo
schermo.
Non si tratta di un’immagine nuova,
ma di uno scatto preesistente dell’eroe, volto a dimostrare ciò che
Gunn ha sognato per il suo Superman.
Suggerisce inoltre che il Superman del DCU sarà fortemente ispirato alla versione
“The New 52“, anche se avrà il costume rosso e,
presumibilmente, un colletto dove poggia il mantello. Naturalmente,
è bene ricordare che non c’è nulla di confermato a riguardo, almeno
fino a quando non verrà offerta una prima immagine – più o meno
ufficiale che sia – del supereroe e del suo costume. In attesa di
ciò, ecco l’immagine riportata dallo scooper:
“Superman racconta la storia del
viaggio di Superman per conciliare la sua eredità kryptoniana con
la sua educazione umana come Clark Kent di Smallville,
Kansas“, si legge nella sinossi ufficiale del
film. “È l’incarnazione della verità, della giustizia e
dello stile americano, guidato dalla gentilezza umana in un mondo
che vede la gentilezza come antiquata.” Il film uscirà al
cinema l’11 luglio 2025.
Superman avrà
come protagonisti anche Rachel
Brosnahan nel ruolo di Lois Lane e
Nicholas Hoult in quello di Lex Luthor, oltre a
Isabela Merced nel
ruolo di Hawkgirl, Edi Gathegi in quello di Mister
Terrific, Nathan Fillion in
quello della Lanterna Verde Guy Gardner e Anthony Carrigan in
quello di Metamorpho.
Più recentemente, Sara Sampaio ha firmato per interpretare
l’assistente/amante di Lex, Eve Teschmacher, e Skyler
Gisondo è stato scritturato per il ruolo di Jimmy
Olsen.Sono attesi anche i membri della squadra di antieroi
The Authority e María Gabriela de
Faría (Animal Control) è stata scritturata per il ruolo di
Angela Spica/The Engineer. Si dice anche che la
Supergirl di Milly Alcock farà il suo debutto prima del suo
film su
Supergirl: Woman of Tomorrow, ma non è ancora
stato confermato.
L’imminente Furiosa: A
Mad Max Saga esplorerà come noto i primi anni
dell’Imperatorice Furiosa già vista in Mad Max:
Fury Road con il volto di Charlize Theron. Ma nonostante la familiarità
del pubblico con questo personaggio e con il mondo in cui si muove,
il regista George Miller ha recentemente
anticipato che il prequel non sarà esattamente quello che il
pubblico si aspetta. Una delle differenze principali è che, con
Fury
Road e i film originali di Mad Max, il pubblico ha vissuto esperienze che si
svolgevano in una linea temporale relativamente limitata, mentre
Furiosa racconterà ben 15 anni di vita della protagonista. Inoltre,
mentre Fury
Road si svolgeva specificamente sul percorso del titolo,
Furiosa
porterà gli spettatori in una più ampia varietà di luoghi.
“La storia è la saga di Furiosa
e di come viene portata via da casa e trascorre il resto della sua
vita cercando di tornare indietro”, ha dichiarato Miller a
Empire Magazine. “In Fury Road la storia si svolge
nell’arco di tre giorni e due notti. Questo film segue la storia
che si svolge direttamente in Fury Road, per 15 anni“. “È
un animale diverso… Ci sono molte location diverse. È un’odissea. Senza dubbio“. Furiosa, che come
anticipato è stata originariamente interpretata dalla premio Oscar
Theron, sarà ora interpretata da Anya Taylor-Joy, la quale non ha ancora
incontrato di persona Theron, ma ha rivelato che l’attrice si è
dimostrata di gran supporto nei suoi confronti. “È stata così
di classe e gentile nel lasciarmi fare“, ha dichiarato
Taylor-Joy.
“Ma mi sento molto fortunata
perché, dal momento in cui ho letto la sceneggiatura, ho conosciuto
questa persona. Mi sono sentita così ferocemente protettiva nei
confronti di Furiosa e dei suoi interessi“. Una differenza
sostanziale con il progetto in arrivo è che, mentre la Theron ha
sfoggiato un taglio di capelli ormai iconico per Fury
Road, Miller ha negato a Taylor-Joy quella stessa
acconciatura. “Ero così entusiasta all’idea di rasarmi la
testa“, ha ammesso l’attrice. “Poi George mi ha visto
nella vita reale e ha detto: “No, non possiamo!”“. Infine,
riguardo ad una possibile presenza di Max, Miller ha dichiarato
che: “Non svelerò troppo a riguardo. Dirò solo che Max
è in agguato sullo sfondo“.
Furiosa, quello che sappiamo sul film
In FuriosaAnya Taylor-Joy
assume il ruolo che è stato di Charlize Theron
in Mad Max: Fury Road. La
sinossi ufficiale recita: mentre
il mondo va in rovina, la giovane Furiosa viene strappata dal Luogo
Verde delle Molte Madri, e cade nelle mani di una grande Orda di
Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus.
Attraversando le Terre Desolate, si imbattono nella Cittadella
presieduta da Immortan Joe. Mentre i due tiranni si battono per il
predominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove e mettere
insieme i mezzi per trovare la strada di casa.
Taylor-Joy ha rivelato che il film
è molto diverso da Fury
Road. Mentre quest’ultimo era un “road movie” che si
svolge in pochi giorni, questo nuovo film è invece descritto come
un racconto più “epico, che si svolgesu un
piùlungo periodo di tempo, e in un certo senso impari a
conoscere Furiosa meglio in questo modo“. Atteso da molti anni
e a lungo bloccato da una disputa legale tra Miller e la Warner
Bros. il film è ora in fase di post-produzione. Furiosa è
scritto, diretto e prodotto da George
Miller insieme al suo partner di produzione di lunga
data Doug Mitchell. Oltre a Taylor-Joy, nel film
ci sarà anche Chris Hemsworth nel
ruolo del villain. Furiosa
debutterà nelle sale il 24 maggio 2024.
Zack Snyder afferma
che probabilmente “più persone” hanno
visto Rebel Moon – Parte
1: Figlia del Fuoco (qui
la recensione) a casa di quante ne abbiano visto
Barbie al cinema, il tutto grazie alla
piattaforma Netflix. Il regista, partecipando al podcast
di Joe Rogan questa settimana e ha avuto molto da dire su diversi
argomenti. Snyder ha poi fatto un calcolo su quante persone
potrebbero aver effettivamente visto il suo film, arrivando a
stabilire che si tratta di un numero maggiore del film di Greta
Gerwig. “Pensate a Netflix, per esempio, dove si
preme un pulsante. Rebel Moon, giusto? Diciamo che in questo
momento è quasi a 90 milioni di visualizzazioni, giusto? 80 o 90
milioni di account lo hanno visto, più o meno“.
“Si ipotizzano due spettatori
per proiezione, giusto? Questo è il tipo di calcolo“, ha
pensato Snyder. “Quindi, se il film fosse stato proiettato al
cinema come modello di distribuzione, si sarebbe trattato di
160.000.000 di persone che avrebbero guardato il film in base a
questo calcolo. 160.000.000 di persone a 10 dollari a biglietto
sarebbero… qual è il calcolo? Non lo so. 160.000.000 per dieci.
Sono 1,6 miliardi. Quindi probabilmente più persone hanno visto
Rebel Moon che Barbie al cinema, giusto?“. “Ecco quanto è
folle Netflix. È questo il modello di distribuzione che hanno messo
in piedi“.
“L’altro giorno ero a questa
cosa e stavamo parlando di
Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice. E loro dicevano: ‘Beh,
parla del primo Rebel Moon’. E io: “No, vai a guardarlo. So che ce
l’hai a casa tua”. Non è una situazione da cinema“, ha
argomentato Snyder. “Potresti accendere il tuo telefono e
guardarlo proprio qui, se volessi. Ecco quanto è assurdo. Questo
modello, questa macchina che hanno costruito è davvero qualcosa di
diverso. È davvero pazzesco se ci pensate“. Come noto, il film
di Snyder è stato il primo film più visto per due volte nel 2023
con 23,9 milioni di visualizzazioni secondo i parametri del
servizio di streaming. Questo tipo di successo è il motivo per cui
Netflix ha concesso a Snyder di realizzare il secondo capitolo,
arrivo dal 19 aprile.
La trama di Rebel Moon – Parte
1: Figlia del Fuoco di Zack Snyder
La sinossi del film di Zack Snyder recita: dopo essersi schiantata
su una luna ai confini dell’universo, Kora (Sofia
Boutella), una misteriosa straniera dal passato
enigmatico, inizia una nuova vita in un insediamento pacifico di
agricoltori. Presto però diventerà la loro unica speranza di
salvezza quando il tirannico Reggente Balisarius (Fra
Fee) e il suo crudele emissario l’Ammiraglio Noble
(Ed
Skrein) scoprono che i contadini senza volerlo hanno
venduto il loro raccolto ai Bloodaxe (Cleopatra
Coleman e Ray Fisher), leader di un
agguerrito gruppo di ribelli.
Assieme A Gunnar, un coltivatore dal cuore tenero e ignaro di cosa
sia una guerra, Kora riceve l’incarico di scovare i combattenti
pronti a rischiare la propria vita per la gente di Vedt.
Così i due raggiungono diversi mondi in cerca dei Bloodaxe e
riuniscono una piccola banda di guerrieri accomunati da tanta
voglia di redimersi: il pilota e killer mercenario Kai (Charlie
Hunnam), il leggendario Generale Titus (Djimon
Hounsou), l’esperta spadaccina Nemesis (Doona
Bae), il prigioniero dalle nobili origini Tarak
(Staz Nair) e Milius (E. Duffy),
una combattente della resistenza. Intanto a Veldt l’androide
protettore Jimmy (con la voce nell’originale di Anthony
Hopkins) si risveglia di nascosto con un nuovo
obiettivo. I rivoluzionari di questa nuova formazione devono però
imparare a fidarsi gli uni degli altri e unire le forze prime che
le truppe nemiche arrivino ad annientarli.
Distribuito nel 2013, L’evocazione –The
Conjuring è il film che ha contribuito ad una
vera e propria rivoluzione del genere horror nel cinema
contemporaneo. Diretto da James Wan, questo ha dato non solo origine al
“Conjuring Universe“,
composto di diversi film che ampliano ed esplorano la mitologia
raccontata in questa prima pellicola, ma ha anche riportato in auge
quei film dedicati ad eventi paranormali realmente documentati. Nel
2016 è poi stato realizzato il sequel The Conjuring – Il caso Enfield, diretto
ancora una volta da Wan e incentrato su un nuovo caso legato ai
demonologi Ed e Lorrain
Warren.
Questo secondo capitolo ricopre un
ruolo particolarmente importante all’interno della saga, in quanto
ha introdotto una serie di eventi e personaggi poi approfonditi
anche con ulteriori film e in generale dimostrando il potenziale di
che le vicende legate ai due esperti del paranormale possono avere
sul grande schermo. Oggi, come noto, la saga si compone di diversi
titoli tra facenti parte della serie principale (il terzo The
Conjuring,Per ordine del diavolo è stato distribuito nel 2021 e
il quarto Last
Rites è in arrivo) e spin-off. Come sempre, il gusto per
l’orrore è l’ingrediente di base e qui ancor più che nel primo film
si punta davvero su demoni estramamente spaventosi.
Un film consigliato dunque agli
amanti del genere, indicato come tra i migliori della saga e che
non manca di suscitare forte inquietudine ancora oggi a distanza di
quasi dieci anni dalla sua uscita in sala. In questo articolo,
approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a
The Conjuring – Il caso Enfield.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla storia vera dietro
il film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di The Conjuring – Il caso
Enfield
Nel 1977 a Enfield, sobborgo
londinese, iniziano a verificarsi eventi soprannaturali nella casa
dove vive Peggy Hodgson insieme ai quattro figli.
In particolare, la figlia undicenne Janet sembra
essere il bersaglio di uno spirito appartenuto ad un anziano
signore vissuto e morto nella casa, che intima continuamente alla
bambina di andarsene insieme alla sua famiglia. Si richiede allora
l’intervento dei coniugi demonologi Ed e
LorrainWarren, i quali
inizierano ad indagare sugli strani fenomeni. L’apparizione di una
suora demoniaca gli farà però comprendere che dietro a quanto
accade c’è uno spirito ben più potente e malvagio di quanto si
potesse pensare.
Ad interpretare i coniugi Ed e
Lorraine Warren ritroviamo per la seconda volta gli attori Patrick Wilson e Vera Farmiga. La giovane Janet Hodgson, al
centro della vicenda, è invece interpretata da Madison
Wolfe. Frances O’Connor interpreta la
madre Peggy, mentre Lauren Esposito,
Patrick McAuley e Benjamin Haigh
sono i fratelli Margaret, Johnny e Billy. Simon
McBurney è il ricercatore del paranormale Maurice
Grosse, mentre Franka Potente interpreta
la psicologa Anita Gregory. Bob Adrian è Bill
Wilkins, mentre Javier Botet assume i panni di
l’Uomo Storto. La vera star è però Bonnie Aarons,
che a partire da questo film ricopre il ruolo della
suora demoniaca Valak.
La storia vera dietro The
Conjuring – Il caso Enfield: cosa è successo nella casa di
Enfield?
Quella narrata in
The Conjuring – Il caso Enfield è una storia vera, o
meglio, è ispirata al racconto che i due coniugi Warren riportarono
della loro visita alla casa della famiglia Hodgson situata a
Enfield, un borgo a nord di Londra. Secondo quanto riportato, in
essa viveva Peggy Hodgson, una donna divorziata
che viveva con i suoi quattro figli Margaret,
Johnny,
Billy e Janet. Fu
proprio quest’ultima a lamentare la presenza di una serie di
fenomeni paranormali. A partire dal 30 agosto del 1977, Janet disse
alla madre di aver sentito degli strani rumori e che il suo letto
si muoveva da solo. La madre sul momento non diede peso alla cosa
ma nei giorni seguenti, di notte, anche lei iniziò a sentire strani
rumori e a vedere mobili spostarsi da soli.
A quel punto venne chiamata la
polizia: ad intervenire furono due agenti. Uno di loro, l’agente
Carolyn Heeps, in seguito firmò una dichiarazione
in cui affermò di aver visto una sedia muoversi da sola. Inoltre,
entrambi i poliziotti udirono i colpi alle pareti. Nei giorni
successivi, spaventata per l’intensificarsi degli eventi, Peggy
Hodgson si rivolse a preti, medium e infine alla stampa. Le venne
però consigliato di di contattare la Society for Psychical
Research (SPR). Quest’ultima affidò il caso a due dei suoi
membri: Maurice Grosse e Guy
Playfair. I due riuscirono a registrare i colpi alle
pareti e assistettero inoltre alle crescita dei fenomeni, fino ad
arrivare a vedere divani che levitavano.
Gli incidenti si incentravano però
in particolar modo intorno alla piccola Janet. Una strana forza
sembrava infatti strapparle di dosso le coperte e i cuscini mentre
era a letto, e a volte la spingeva e la strattonava con violenza. A
un certo punto, dalla gola di Janet cominciarono a provenire degli
strani suoni, come dei versi di animale che, nel giro di poco
tempo, si trasformarono in una voce che dialogava con i presenti.
La voce disse poi di appartenere a un certo Bill Wilkins, il quale
dichiaro di essere vissuto e morto in quell’abitazione. Tuttavia,
tutti questi fenomeni sono nel tempo stati spiegati come il frutto
di inganni posti in atto da parte dei fratelli Hodgson.
Che collegamento c’è tra The Conjuring –Il caso
Enfield e The Nun?
The
Conjuring – Il caso Enfield introduce dunque per la prima
volta nella saga il personaggio della suora demoniaca Valak. Tale entità è divenuta subito una delle
più spaventose e allo stesso affascinanti tra quelle manifestatesi
nel corso della saga, tanto da meritarsi un approfondimento con uno
spin-off a lei dedicato. The Nun – La vocazione del male, uscito
nel 2018, porta gli spettatori nel 1952 alla scoperta della prima
manifestaziione di tale entità. Nel 2023 è poi stato distribuito in
sala The Nun 2, ambientato nel 1956, che
porta ulteriormente avanti il racconto dedicato a Valak.
Quest’ultimo film si conclude poi con una scena dopo i titoli di
coda in cui compaiono i coniugi Warren, ricollegandosi dunque a
quegli che saranno poi gli eventi di Il caso Enfield.
Il trailer di The Conjuring –
Il caso Enfield e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di The Conjuring –Il caso
Enfield grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google
Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 7
marzo alle ore 21:15 sul canale
Italia 2.
Con il suo film
d’esordio, Past
Lives, la regista CelineSong ha portato sul grande schermo la propria
esperienza di ragazza emigrata dalla Corea del Sud agli Stati Uniti
e di come si è trovata tanto nel rapportarsi con una cultura
diversa dalla propria quanto nel mantenere i legami con persone
care rimaste nel suo paese d’origine. Un’operazione simile – dal
punto di vista del rielaborare la propria esperienza di vita legata
a culture diverse – è quella del film del 2021 Dolci
spezie dall’India, scritto e diretto da Geeta Malik, basato
sulla sceneggiatura della stessa Malik “Dinner With
Friends“, che nel 2016 ha vinto l’Academy Nicholl
Fellowships.
Per la realizzazione del film, Malik
ha raccontato di aver attinto
alle esperienze della sua infanzia ad Aurora, in Colorado. I suoi
genitori partecipavano a quella che la madre di Malik ha descritto
come “terapia Desi” con altri membri della comunità
indiana, dove “mangiavano il loro cibo e indossavano i nostri
vestiti“. Inizialmente Malik vedeva queste feste come
confortanti, ma “crescendo ho capito che c’erano anche molte
maldicenze e pettegolezzi; c’erano molti drammi dietro le
quinte“.
A partire da questi ricordi ha
dunque dato vita ad un film che ripropone queste dinamiche
famigliari tra detti e non detti, riflettendo in generale sulla
propria cultura. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune
delle principali curiosità relative a Dolci spezie
dall’India. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Dolci spezie dall’India
Protagonista del film è la
studentessa universitaria Alia Kapur. Di origini
indiane, la ragazza frequenta la UCLA University a Los Angeles e
mostra un carattere determinato e indipendente. La sua famiglia è
benestante e vive in una bella villa nella cittadina di Ruby Hill,
in New Jersey. Quando arrivano le vacanze estive, Alia torna dai
suoi genitori Sheila e Ranjit.
Conservatori e interessati allo status sociale, i due organizzano
feste a cui partecipano le famiglie indo-americane più ricche della
zona. L’obiettivo, naturalmente, è quello di sistemare la figlia
con un buon partito.
Quando però un giorno Alia entra in
un negozio di alimentari indiano, ha un colpo di fulmine per
Varun, il figlio dei proprietari, che inizia a
frequentare di nascosto dai suoi. Seppur inizialmente spaventata
dalla cosa, decide di invitare sia lui che la madre
Bahiravi a casa sua, dove si terrà una delle
opulenti feste dei genitori. Sheila riceve gli invitati con estremo
snobismo, considerando la loro natura umile, e quando scopre che
Bahiravi è una sua ex amica del college, segreti del passato di cui
Alia non sapeva nulla torneranno a galla, rendendo molto più
complicata la sua frequentazione con Varun.
Il cast di Dolci spezie
dall’India e le location del film
Nel ruolo della protagonista Alia
Kapur vi è l’attrice Sophia Ali. Classe 1995 nata
da padre pakistano e madre americana con origini europee, Ali si è
fatta notare grazie ai film Tutti
vogliono qualcosa (2016), l’horror Obbligo o verità (2018) e Uncharted
(2022), dove ricopre il ruolo di Chloe Frazer. È però nota per aver
recitato anche nella serie Grey’s Anatomy (2017-2019) nel ruolo
della dottoressa Dahlia Qadri e nella serie The Wilds
(2020-2022). Accanto a lei in Dolci spezie dall’India, nel
ruolo di Varun Dutta, vi è invece l’attore Rish
Shah, recentemente fattosi notare per il suo ruolo di
Kamran nella serie Ms. Marvel (2022).
L’attrice indiana Manisha
Koirala, molto nota in patria, ricopre qui il ruolo di
Sheila Kapur, madre di Alia, mentre Adil
Hussain è Ranjit Kapur, il padre della protagonista.
Recitano poi nel film Anita Kalathara nel ruolo di
Neha, la migliore amica di Alia, Deepti Gupta nel
ruolo di Bhairavi “Bhairu” Dutta, madre di Varun, e Moses
Das nel ruolo di Nitin Varma, migliore amico di Alia,
Varun, Neha e Rahul. Raj Kala è Gurvinder
Dutta, padre di Varun, mentre Ved Sapru ricopre il
ruolo di Rahul Singh, amico di Alia. Per quanto riguarda le
riprese, queste si sono svolte interamente ad
Atlanta, in Georgia, nella zona
metropolitana nota come Marietta.
Il trailer di Dolci spezie
dall’India e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Dolci spezie dall’India grazie alla sua
presenza su une delle più popolari piattaforme streaming presenti
oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di
Prime Video. Per vederlo, sarà dunque
possedere o sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di giovedì 7 marzo alle ore 21:10
sul canale La 5.
Disney+ ha svelato il trailer
di Thank You, Goodnight: The Bon Jovi
Story. La docuserie in quattro episodi racconta
l’epico passato e il futuro incerto di una delle band più
riconoscibili al mondo e del suo front-man Jon Bon Jovi.
Un’odissea di 40 anni di storia del rock and roll
sull’orlo del precipizio, con un infortunio alle corde vocali che
minaccia di far precipitare tutto. Thank You,
Goodnight: The Bon Jovi Storydebutta il 26
aprile solo su Disney+ in Italia.
La serie segue la band dal febbraio
del 2022 e il suo viaggio in tempo reale, con le sue fasi alterne,
mentre i suoi componenti cercano di programmare il loro
futuro. Per quanto sia emozionante la storia di un talento unico
nella storia della musica, è ancora più raro che una leggenda come
Jon Bon Jovi lasci entrare il mondo esterno nei suoi momenti più
vulnerabili, mentre li sta ancora vivendo.
40 anni di video personali, demo inedite, testi originali e foto
mai viste prima che raccontano il viaggio dai club di Jersey Shore
ai più grandi palchi del mondo. La serie rivive i trionfi e le
battute d’arresto, i più grandi successi, le più grandi delusioni e
i momenti di tensione più conosciuti.
Gotham Chopra (Kobe Bryant’s Muse, Man in the
Arena, Tom vs. Time), pluripremiato agli Emmy
Award, è regista e produttore esecutivo di Thank you,
Goodnight: The Bon Jovi Story. Anche Giselle Parets e Ameeth
Sankaran per ROS sono produttori esecutivi. La serie è prodotta e
montata da Alex Trudeau Viriato, che ha avuto un ruolo critico
e creativo nella realizzazione.
Dopo le anticipazioni vi svegliamo
le clip dal finale di Doc – Nelle tue mani 3,
la terza stagione della serie tvDOC
– Nelle tue mani che andranno in onda questa sera
giovedì 07 Marzo, in prima serata su Rai 1. Il
quindicesimo e sedicesimo e gran finale di stagione, che si
intitolano rispettivamente “Quello che si deve fare” e
“Liberi”.
DOC
– Nelle tue mani è una produzione Lux Vide,
società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai
Fiction. Tra partenze e nuovi arrivi in DOC
– Nelle tue mani, nuove sfide attendono la squadra del
Policlinico Ambrosiano di Milano, guidata dall’amatissimo dottor
Andrea Fanti (Luca
Argentero), che torna finalmente a rivestire il ruolo di
primario mentre prova a recuperare quei ricordi che ormai tutti (o
quasi) ritenevano perduti per sempre.
DOC – Nelle tue mani, la
serie
DOC
– Nelle tue mani è la serie tv prodotta da RAI
FICTION scritta da Francesco Arlanch e Viola Rispoli. Una
produzione Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in
collaborazione con Rai Fiction
Nel cast di DOC
– Nelle tue mani
Luca Argentero,
Matilde Gioli, Pierpaolo Spollon, Sara Lazzaro, Marco Rossetti,
Laura Cravedi, Giacomo Giorgio, Elisa Wong, Elisa Di Eusanio,
Giovanni Scifoni, Aurora Peres e Diego Ribon. La
regia è affidata a Jan Maria Michelini (ep. 1-4),
Nicola Abbatangelo (ep. 5-10) e Matteo
Oleotto (ep. 11-16).
Le riprese della serie si sono
svolte tra Roma, Milano e Formello; per la location
ospedaliera il
Policlinico Universitario Campus Bio-Medico e l’Università Campus Bio-Medico di
Roma hanno messo a disposizione spazi e tecnologie.
La scena trova tre degli eroi ritornati del film precedente – Gary
Grooberson (Paul
Rudd), la figlia del defunto Egon Callie Spengler
(Carrie Coon), insieme a sua figlia Phoebe
(McKenna Grace) – che corrono per le strade di New
York nel rinnovato ECTO- 1 mentre tentano di catturare un nuovo
fantasma conosciuto come il Drago delle Fogne.
Contro le rigide istruzioni di sua
madre, Phoebe informa i suoi compagni di squadra che ha “un
fantasma da catturare” e usa la sedia laterale del veicolo per
mirare meglio al drago con il suo zaino protonico, mentre Podcast
(Logan Kim) tiene d’occhio sull’azione tramite drone.
Ghostbusters:
Minaccia glaciale è scritto da Jason Reitman e Gil
Kenan ed è basato sul film del 1984 di Ivan Reitman Ghostbusters,
scritto da Dan Aykroyd e Harold Ramis. Nel cast oltre Paul Rudd (Ant-Man and the Wasp: Quantumania),
Carrie Coon (Boston Strangler), Finn Wolfhard (Stranger Things), Mckenna Grace
(Ghostbusters: Legacy) ci sono anche Kumail Nanjiani (Eternals), Patton Oswalt (Eternals), Celeste
O’Connor (Ghostbusters: Legacy), Logan Kim (The Walking Dead: Dead
City), Dan Aykroyd (Ghostbusters), Ernie Hudson (Ghostbusters) e
Annie Potts (Ghostbusters).
Ghostbusters:
Minaccia glaciale sarà solo al cinema dall’11 aprile
prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.
La trama di
Ghostbusters: Minaccia Glaciale
In Ghostbusters: Minaccia Glaciale, la
famiglia Spengler torna dove tutto è iniziato, l’iconica caserma
dei pompieri di New York, e si unisce agli Acchiappafantasmi
originali che hanno sviluppato un laboratorio di ricerca top-secret
per portare la lotta ai fantasmi a un livello superiore. Quando la
scoperta di un antico artefatto scatenerà una forza malvagia, i
vecchi e nuovi Ghostbusters dovranno unire le forze per proteggere
la loro casa e salvare il mondo da una seconda era glaciale.
Lo studio indipendente Media
Res ha ingaggiato il regista premio Oscar Thomas Vinterberg (Un altro giro) per guidare
un adattamento televisivo dell’amato romanzo fantasy per bambini di
Astrid Lindgren, I fratelli
Cuordileone.
Il regista danese dirigerà la serie
per famiglie, che scriverà insieme al drammaturgo del Tony e
dell’Olivier Award Simon Stephens (Il
curioso incidente del cane nella notte). Entrambi
fungeranno da produttori esecutivi, insieme a Michael
Ellenberg, Lars Blomgren e
Lindsey Springer di Media Res, oltre a The Astrid
Lindgren Company. Lo sviluppo del progetto inizia questo mese.
I fratelli
Cuordileone, del famoso autore svedese di classici per
bambini come Pippi Calzelunghe, Emil di Lönneberga e
Karlsson-on-the-Roof, è un racconto di formazione, immerso in
un’epica storia di avventure fantasy. Il romanzo racconta la storia
di due fratelli – Karl e Jonathan Lion – mentre lasciano il mondo
naturale e si imbarcano nell’avventura di una vita nella mitica
terra di Nangiyala. La saga di Lindgren esplora i temi classici
dell’amore e della perdita, della paura e del coraggio, della
tirannia e della ribellione, mentre i fratelli devono maturare
rapidamente per eludere, scoprire e sconfiggere le forze oscure e
mistiche che minacciano di terrorizzare la brava gente della
Wild Rose Valley.
Questo progetto segna il ritorno di
Thomas Vinterberg alla regia, dopo il grande
successo di Un Altro giro che lo ha portato fino agli Oscar.
In vista della premiere
mondiale che si terrà domani, venerdì 8 marzo al SXSW Festival di
Austin, Netflix ha
rilasciato il trailer finale de
Il problema dei 3 corpi, la nuova serie di David
Benioff, D.B. Weiss (Game of Thrones) e Alexander Woo (True
Blood), tratta dall’omonima trilogia di fantascienza dell’acclamato
autore cinese Liu Cixin.
La serie
Il problema dei 3 corpi, di cui da oggi sono
disponibili anche il poster e le nuove foto, debutterà solo su
Netflix
a partire dal 21 marzo 2024.
La trama di Il
problema dei 3 corpi
La fatidica decisione di
una giovane donna nella Cina degli anni ’60 riecheggia nello spazio
e nel tempo fino ad arrivare ai giorni nostri. Quando le leggi
della natura si sgretolano inspiegabilmente davanti ai loro occhi,
alcuni geniali scienziati, parte di un gruppo molto affiatato,
uniscono le forze con una detective imperterrita per affrontare la
più grande minaccia nella storia dell’umanità.
La serie
Il problema dei 3 corpiè
interpretata da (in ordine alfabetico): Jovan Adepo, John
Bradley, Rosalind Chao, Liam Cunningham,
Eiza González, Jess Hong, Marlo Kelly, Alex Sharp, Sea
Shimooka, Zine Tseng, Saamer Usmani, Benedict Wong e Jonathan
Pryce.
David Benioff, D.B. Weiss
(Game of Thrones) e Alexander Woo (The Terror: Infamy, True Blood)
sono co-creators, executive producer e autori della serie.
Bernadette Caulfield (Game of Thrones, The X-Files) è Executive
Producer. Rian Johnson (Knives Out, Star
Wars: Episode VIII – The Last Jedi), Ram Bergman e Nena
Rodrigue sono Executive Producers per T-Street. Lin Qi, il defunto
ex presidente di Yoozoo Group, e Zhao Jilong, amministratore
delegato del detentore dei diritti, The Three-Body Universe, sono
produttori esecutivi, insieme a Xiaosong Gao e Lauren Ma.
La Plan B Entertainment
di
Brad Pitt, Jeremy Kleiner e Dede Gardner sono
Executive Producers. Rosamund Pike e Robie Uniacke sono Executive
Producers per Primitive Streak. Derek Tsang e Andrew Stanton
si occuperanno della regia e della produzione esecutiva. Tra gli
altri registi figurano Jeremy Podeswa e Minkie Spiro.
Sono ora disponibili il nuovo
trailer, il poster e le immagini del film Disney e Pixar
Inside
Out 2, nelle sale italiane dal 19 giugno, che dà
il benvenuto a nuove Emozioni nella mente di Riley, ora
adolescente. A Gioia (voce originale di Amy
Poehler), Rabbia (voce originale di Lewis
Black), Tristezza (voce originale di Phyllis
Smith), Paura (voce originale di Tony
Hale) e Disgusto (voce originale di Liza
Lapira), si aggiunge un gruppo di Emozioni perfettamente
adatto all’età dell’adolescenza.
Maya Hawke presta la propria voce, nella
versione originale del film, ad Ansia, la già annunciata nuova
arrivata destinata a stravolgere tutto nel quartier generale e non
solo. Una carica di energia frenetica, Ansia si assicura con
entusiasmo che Riley sia preparata per ogni possibile
insuccesso.
Invidia, voce originale di
Ayo Edebiri, sarà anche piccola ma sa bene cosa
vuole. È perennemente gelosa di tutto ciò che hanno gli altri e non
ha paura di disperarsi per questo.
A Ennui, voce originale di
Adèle Exarchopoulos, non importa nulla. Annoiata e
apatica, solita alzare gli occhi al cielo, Ennui aggiunge la
perfetta dose di indifferenza adolescenziale alla personalità di
Riley, quando ne ha voglia.
A Imbarazzo, voce originale di
Paul Walter Hauser, piace stare in disparte, il
che non è facile per questo tipo robusto dalla carnagione rosa
acceso.
Le nuove immagini di Inside Out 2
1 di 4
Nella versione originale del film,
inoltre, Kensington Tallman presta la propria voce a Riley
Andersen, che sta per iniziare il liceo. Lilimar è la voce di
Valentina “Val” Ortiz, una giocatrice di hockey del liceo che
tutti, inclusa Riley e i suoi amici, ammirano. Diane Lane e Kyle
MacLachlan tornano a dare la voce alla mamma e al papà di Riley.
Sumayyah Nuriddin-Green e Grace Lu prestano le proprie voci alle
migliori amiche di Riley, mentre Yvette Nicole Brown è la voce
della Coach Roberts, che dirige un campo estivo di hockey. Il cast
di voci originali include anche Sarayu Blue, Flea, Ron Funches,
Dave Goelz, James Austin Johnson, Bobby Moynihan, Frank Oz, Paula
Pell, Paula Poundstone, John Ratzenberger, Kendall Coyne Schofield,
June Squibb, Kirk Thatcher e Yong Yea.
Inside Out 2, la trama
Il film Disney e Pixar Inside
Out 2 torna nella mente dell’adolescente Riley proprio quando
il quartier generale viene improvvisamente demolito per far posto a
qualcosa di completamente inaspettato: nuove Emozioni! Gioia,
Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto, che a detta di tutti
gestiscono da tempo un’attività di successo, non sanno come
comportarsi quando arriva Ansia. E sembra che non sia sola.
Inside Out 2 è diretto da Kelsey Mann e prodotto da
Mark Nielsen, con una colonna sonora di Andrea Datzman.
Laura Dern, Billy Crudup e Riley
Keough si uniranno a George Clooney
e Adam Sandler in
un nuovo film senza titolo di Netflix diretto da Noah
Baumbach. Baumbach ha anche scritto la sceneggiatura
insieme a Emily Mortimer e produrrà con Amy Pascal
e David Heyman.
Successivamente, sempre per Netflix, Baumbach ha realizzato White
Noise, adattato dal romanzo di Don DeLillo e
interpretato da Drive e Greta Gerwig. Ad oggi,
questo è dunque l’ultimo lungometraggio realizzato come regista da
Baumbach, che sempre però dunque pronto a tornare alla regia di un
nuovo lungometraggio di cui però, ad oggi, oltre ai due attori
protagonisti, non sono state fornite altre informazioni. Netflix non ha
infatti rilasciato commenti a riguardo per ora, ma Scott
Stuber, capo della società, aveva precedentemente
descritto il prossimo film di Baumbach come una “divertente ed
emozionante storia di adulti che arrivano all’età adulta“.
Ming-Na Wen si è unita al cast del nuovo film
della Sony Karate Kid. I membri del cast
precedentemente annunciati includono l’attore di American
Born ChineseBen Wang nel ruolo
principale, oltre a Jackie Chan e Ralph
Macchio, che riprenderanno i loro personaggi dei
precedenti capitoli della serie. Nel cast ci saranno anche
Joshua Jackson e Sadie
Stanley.
Al momento la trama di The Karate
Kid è ancora nascosta. Voci precedenti indicavano che la storia si
concentrerà su un adolescente cinese-americano che cresce
attraverso l’arte del karate, con l’aiuto di un maestro.
Analogamente al riavvio di The Karate Kid del 2010, il film Karate
Kid del 2024 non sarà un remake esatto del film originale del 1984,
ma piuttosto prenderà in prestito la struttura generale della trama
e i temi.
Macchio riprenderà il ruolo di
Daniel LaRusso, che ha interpretato nella trilogia
cinematografica originale di Karate Kid iniziata
nel 1984 e ripreso nella serie Cobra Kai di
Netflix,
che ha da poco annunciato la sua sesta e ultima stagione. Chan
tornerà nel ruolo di Mr. Han, un maestro di kung fu ispirato al
personaggio del Maestro Miyagi, che ha allenato Dre Parker di
Jaden Smith nel film remake del 2010.
Ming-Na Wen interpreta Fennec Shand nella
serie Disney+The Book of Boba
Fett, uno spin-off di The Mandalorian, ed
è stata recentemente vista nella seconda stagione di
Hacks della HBO. È stata premiata come Leggenda
Disney nel 2019 per il suo lavoro in numerosi progetti Disney, tra
cui Mulan,Marvel’s Agents of Shield
e The Joy Luck Club. Ming-Na Wen ha ricevuto una stella sulla
Hollywood Walk of Fame nel maggio 2023.
Quali effetti può davvero provocare
un lutto nella mente umana? È nel tentativo di rispondere a questa
domanda che il regista Neil Jordan ha realizzato
il film del 2018 Greta, scrivendolo anche
insieme a Ray Wright. Regista di film come La
moglie del soldato (per cui ha vinto l’Oscar per la miglior
sceneggiatura originale) e Intervista col vampiro, Jordan
ha applicato tale tema e tale ricerca ad un thriller psicologico
ispirato ad alcuni titoli simili degli anni Ottanta, mirando dunque
a ricostruire quella loro atmosfera di pericolo e continua
degenerazione.
La sceneggiatura del film
inizialmente si intitolava The Widow, ovvero La
vedova, sottolineando i temi del film della perdita, della
solitudine e dell’isolamento. Queste sono emozioni facilmente
riconoscibili che tutti hanno vissuto tutti in una certa misura, ma
nelle mani di Jordan sono diventate un grottesco ritratto di ciò
che può accadere quando la gentilezza soddisfa il puro bisogno
narcisistico. Greta è dunque un thriller che si svela
lentamente, che offre indizi ma senza preparare mai abbastanza lo
spettatore a ciò che seguirà, risultando imprevedibile e ricco di
colpi di scena fino alla fine.
Oltre a ciò, Greta è un
film arricchito dalle interpretazioni di note attrici, tra cui
Isabelle Huppert, stella del cinema francese ma di
fama internazionale. Per gli amanti del genere, dunque, si tratta
di un titolo assolutamente da recuperare. Prima di intraprendere
una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire
alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui
nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Greta
Il film narra la storia della
giovane Frances, che, provata dalla morte della
madre e con un lavoro poco stimolante, si rende conto che la vita a
New York non è quella che sognava. Caduta in una profonda
solitudine e in difficoltà economiche, un giorno la ragazza trova
una borsa su un sedile della metropolitana e, invece di rubarla,
decide di rintracciare la proprietaria. La borsetta appartiene a
Greta, una ricca vedova solitaria che trascorre le
sue giornate suonando il piano nella sua stravagante casa di
Brooklyn. Tra le due donne si instaura sin da subito un forte
legame e in breve tempo la loro conoscenza si trasforma in
un’amicizia morbosa, che avrà per Frances dei risvolti alquanto
pericolosi e inquietanti.
Ad interpretare il ruolo di Greta
Hideg vi è l’attrice francese candidata all’Oscar Isabelle
Huppert. L’interprete, tra le più premiate della
storia del cinema, è nota in particolare per film come, giusto per
citarne alcuni, La pianista, Il buio nella mente,
Segreti di famiglia e Elle.
Accanto a lei, nel ruolo della giovane Frances vi è invece Chloë Grace
Moretz, divenuta celebre per aver interpretato
Hit-Girl nei film Kick-Ass e Kick-Ass 2. Recitano
poi nel film anche MaikaMonroe, nota per il film It Follows, nel ruolo
di Erica Penn, ColmFeore (oggi
noto come Reginald Hargreeves nella serie The
Umbrella Academy) in quelli di Chris McCullen e
Stephen Reah nei panni di Brian Cody.
Greta è una storia vera?
Ecco la spiegazione del finale del film
[SEGUONO SPOILER]
Contrariamente ad alcune teorie
emerse su Internet, Greta non è basato su alcuna storia
vera, benché prenda spunto da alcuni casi di rapimenti. Questo
poiché, da un certo punto in poi, il film acquista sempre più i
connotati del thriller psicologico a partire dal momento in cui
Greta rapisce Frances. Ciò viene spiegato con la follia della
donna, disturbata dal suicidio della figlia avvenuto anni prima e
in cerca ora di una sua sostituta a cui poter fare da madre.
Frances, che ha perso la genitrice da poco, risulta essere la preda
perfetta per lei. Dopo averla rapita la conduce dunque in una villa
isolata, dove inizia ad impartirle lezioni di pianoforte ed in
generale vari insegnamenti materni.
La scomparsa della giovane non passa
però inosservata e ben presto sia il padre che la coinquilina ed
amica Erica inizieranno a cercarla. Sarà proprio quest’ultima a
trovarla, facendo credere a Greta di aver abboccato al sua solita
trappola della borsetta lassciata in metro. Giunta a casa della
psicopatica, Erica riesce così a liberare l’amica, avendo
temporaneamente a drogato Greta. Prima di lasciare l’abitazione, le
due ragazze rinchiudono la donna in un baule usando una piccola
riproduzione in metallo della Torre Eiffel per serrare il baule. Le
ragazze lasciano poi la casa della pericolosa squilibrata per
recarsi dalla polizia.
L’ultima immagine del film,
tuttavia, ci mostra il chiavistello del baule che inizia a muoversi
per via dei colpi che la donna sferra, lasciando ipotizzare che
Greta riuscirà a liberarsi per tornare all’attacco nei confronti di
Frances. A riguardo il regista ha affermato che si tratta del
finale perfetto per raccontare l’inarrestabile follia che può
caratterizzare persone apparentemente normali. Un finale dunque
ambiguo, a cui non necessariamente deve far seguito un sequel che
porti avanti il racconto, lasciando piuttosto all’immaginazione
dello spettatore cosa può avvenire ma facendo ben presente quanto
la determinazione possa essere difficile da arrestare.
Il trailer di Greta e dove
vedere il film in streaming e in TV
Sfortunatamente,
Greta non è attualmente disponibile su
nessuna delle piattaforme streaming ad oggi attive in Italia.
Poiché il film è però presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 7 marzo alle ore 21:20
sul canale Rai 2, sarà possibile vederlo per un
periodo limitato di tempo anche sulla piattaforma gratuita
Rai Play. Basterà accedere ad essa, cercare il
titolo e farne ripartire la riproduzione.
L’attrice Margaret Qualley, ora al cinema con
il film Drive-Away
Dolls(qui
la recensione) è stata scritturata per interpretare
Amanda Knox in una miniserie da otto episodi da un
ora, ancora senza titolo, che è stata ordinata a Hulu, come ha
appreso
Variety. Nella descrizione ufficiale si legge che la serie è
“basata sulla vera storia di come la Knox è stata ingiustamente
condannata per l’omicidio della sua compagna di stanza Meredith
Kercher e sulla sua odissea di 16 anni per ottenere la
libertà“.
KJ Steinberg
(“This Is Us“, “Mistresses“, “Gossip
Girl“) è sceneggiatore e produttore esecutivo della serie.
Qualley sarà anche produttrice esecutiva oltre che protagonista.
Warren Littlefield, Lisa
Harrison, Ann Johnson e Graham
Littlefield della Littlefield Company saranno anche
produttori esecutivi insieme a Monica Lewinsky e a
Knox e Chris Robinson della Knox Robinson
Productions. Lo studio è la 20th Television.
Margaret Qualley torna in TV per
interpretare Amanda Knox
Questa sarà la seconda serie
limitata basata su una persona reale di cui Qualley sarà
protagonista. In precedenza ha recitato nella serie Netflix “Maid“,
basata sull’omonimo libro di memorie di Stephanie
Land. Il suo lavoro in quella serie è valso a Qualley una
nomination ai Golden Globe e agli Emmy. In precedenza aveva
ottenuto una nomination agli Emmy come miglior attrice non
protagonista in una serie limitata per aver interpretato Ann
Reinking in “Fosse/Verdon” di FX. Qualley è nota anche per
i suoi ruoli in show come “The Leftovers” e per film come
“C’era
una volta a… Hollywood” e “The Nice
Guys“.
La storia della Knox è già stata
oggetto di numerosi progetti cinematografici. Oltre a diversi
servizi speciali e documentari, Lifetime ha trasmesso il film
originale “Amanda Knox: Murder on Trial in Italy” nel
2011. Nel 2021 è uscito il film “La
ragazza di Stillwater” con Matt Damon, Abigail Breslin e Camille
Cottin, che si ritiene sia stato ispirato dalla storia
della Knox. Questa miniserie con Margaret Qualley, pronta dunque a
tornare sul piccolo schermo, sarà però il primo progetto di fiction
esplicitamente dedicato alla Knox ad averla dunque compre
principale protagonista.
Grant Gustin ha interpretato a lungo l’uomo
più veloce dell’Arrowverse nella serie The
Flash, che ha raggiunto la sua naturale conclusione con
una nona stagione uscita l’anno scorso. Da allora l’attore si è
dedicato ad altri progetti e recentemente ha debuttato a Broadway
in Water For Elephants. Durante un recente ingaggio, a
Gustin è stato chiesto se avrebbe interpretato nuovamente Barry
Allen se gli studi DC avessero chiamato, e lui ha risposto:
“Sì, se James
Gunn mi chiedesse di interpretare The
Flash, lo farei di nuovo. Mi fido di James Gunn“.
I piani per il personaggio nel nuovo
DCU al momento non sono però chiari. Nonostante
le controversie su Ezra Miller, la Warner Bros. Discovery e
James Gunn hanno dato il loro pieno appoggio
all’attore e al film The Flash uscito nel giugno dello scorso anno. Il
regista, ora al lavoro su Superman,
si è persino spinto a dichiararlo “uno dei più grandi film di
supereroi mai realizzati“. Proprio a seguito delle parole di
Gustin, a Gunn è però ora stato chiesto da un fan su Threads di
scritturare l’attore come Flash ufficiale del DCU, altrimenti – a
detta dell’utente – il suo talento andrebbe sprecato.
Gunn ha però risposto che:
“Grant è un ragazzo di incredibile talento, che si esibisce ora
a Broadway, credo, e non va assolutamente sprecato solo perché non
è attualmente in un progetto DC“. “Ma ovviamente mi
piacerebbe lavorare con lui prima o poi“, ha concluso. Nessuna
certezza dunque, ma le parole del regista lasciano aperta la porta
alla possibilità che in futuro Gustin possa entrare a far parte del
DC Universe, che sia per riprendere il ruolo di Flash o per
interpretare un nuovo personaggio.
James Gunn dirige Superman
“Superman racconta la storia del
viaggio di Superman per conciliare la sua eredità kryptoniana con
la sua educazione umana come Clark Kent di Smallville,
Kansas“, si legge nella sinossi ufficiale del
film. “È l’incarnazione della verità, della giustizia e
dello stile americano, guidato dalla gentilezza umana in un mondo
che vede la gentilezza come antiquata.”
Superman avrà
come protagonisti anche Rachel
Brosnahan nel ruolo di Lois Lane e
Nicholas Hoult in quello di Lex Luthor, oltre a
Isabela Merced nel
ruolo di Hawkgirl, Edi Gathegi in quello di Mister
Terrific, Nathan Fillion in
quello della Lanterna Verde Guy Gardner e Anthony Carrigan in
quello di Metamorpho.
Più recentemente, Sara Sampaio ha firmato per interpretare
l’assistente/amante di Lex, Eve Teschmacher, e Skyler
Gisondo è stato scritturato per il ruolo di Jimmy
Olsen. Sono attesi anche i membri della squadra di antieroi
The Authority e María Gabriela de
Faría (Animal Control) è stata scritturata per il ruolo di
Angela Spica/The Engineer. Si dice anche che la
Supergirl di Milly Alcock farà il suo debutto prima del suo
film su
Supergirl: Woman of Tomorrow, ma non è ancora
stato confermato. Il film uscirà in sala l’11 luglio
2025.
Memory è il titolo
del lungometraggio che Michel Franco presenta in
Concorso a Venezia 80. Il regista messicano sviluppa la
storia dei personaggi il modo semplice e agli occhi dello
spettatore colpisce la chimica tra Jessica Chastain e Peter Saarsgard che regalano performance degne
di nota.
In Memory il filo
conduttore è il titolo stesso, la memoria, che il regista descrive
in modi differenti. La scelta di parlare di un argomento così
delicato in tutte le sue sfaccettature deriva da una paura
recondita, la perdita della memoria, che è proprio quello che
succede a uno dei due personaggi. L’altro fil rouge è invece
l’opposto, la memoria persistente della nostra mente che non ci fa
dimenticare nulla.
Memory, la trama
Sylvia (Jessica Chastain) è un’assistente sociale
che conduce una vita semplice e strutturata: sua figlia, il suo
lavoro, le sue riunioni degli Alcolisti Anonimi. Tutto questo viene
messo a nudo quando Saul (Peter Sarsgaard) la
segue a casa dopo la loro riunione di liceo. Il loro incontro a
sorpresa avrà un impatto profondo su entrambi, aprendo la porta del
passato. Basta veramente poco a Michel Franco per instaurare diversi dubbi
allo spettatore lungo la visione, come se anche chi guarda si deve
soffermare sul problema della memoria. Sylvia convive con un trauma
passato, un abuso domestico, di cui solo alla fine si scopre il
colpevole. La sua vita, fin da bambina, è stata piena di bugie. Non
le sue, quelle che la madre ha cercato di propinarle e così
crescendo il loro rapporto si è spento del tutto.
Nessun confronto, nessun litigio:
una madre e una figlia che non si parlano più. Michel Franco
racconta questa storia al femminile dove i legami tra genitori e
figli sono in prima linea. Parallelamente, infatti, alla storia di
assenza c’è quella della forte presenza di Sylvie nella vita della
figlia per la quale il personaggio di Jessica Chastain ha smesso di bere,
festeggiando nella premessa di Memory il
tredicesimo anniversario della sua sobrietà. La routine quotidiana
che si è prefissata, il suo controllo maniacale per la pulizia e
per le porte – sempre chiuse – lasciano metaforicamente in questo
caso, la porta aperta verso il suo personaggio ancora con qualcosa
di irrisolto.
La memoria
In
Memory però Michel Franco usa diverse
espedienti narrativi per mandarci fuori strada. Vengono menzionati
personaggi e fatti che ci lasciano intendere il contrario di quello
oche sta accadendo. Una narrazione quasi distorta degli avvenimenti
che mette la vittima Sylvie in posizione di essere considerata la
“carnefice”. Il suo passato da alcolista è causato da un ex
fidanzato del liceo al quale Sylvie collega il
personaggio di Saul, scambiandolo per uno degli amici che la
stuprava da ragazza.
In realtà, Sylvie
salta alle conclusioni troppo presto complice un mancato controllo
della situazione. Saul soffre di demenza, ricorda
tutto quello che è successo in passato, ma inizia a faticare con i
fatti più recenti. Ed è proprio la sua demenza che darà il via al
loro rapporto. Saul segue Sylvie
dopo una festa e lei inizialmente terrorizzata ha collegato la sua
presenza a un inseguimento.
La memoria, una cosa stranissima,
perdura nel tempo incessante quasi come a voler batterne il ritmo
soprattutto quando bisogna affrontare un dolore atroce, poi però sa
anche sparire in un attimo. Superato il fraintendimento, Saul entra
pian piano nella vita di Sylvie e ha inizio anche
la loro storia d’amore, nonostante alcune opposizioni.
Sylvie cerca di aprirsi, anche se alcuni
atteggiamenti rimangono ambigui, è il confronto sul finale con la
madre che toglie allo spettatore tutti i dubbi.
A causa dei commenti della madre
pensiamo che sia una bugiarda patologica, è colpa sua se è stata
abusata sessualmente da tutta la vita. “Sei una fallita”, le dice
la madre. Una madre che ha tenuto tutto nascosto che sapeva quando
e in che modo avvenivano gli abusi sotto il suo tetto e non ha mai
cercato di difendere la figlia e la sorella minore. Saul, nel
contesto di Memory, è l’Aiutante perché grazie a
lui Sylvie scopre cosa c’è dietro quella porta che si lascia sempre
alle spalle. Allo stesso modo, Saul grazie
all’amore scopre di riuscire sempre a trovare la strada, anche se
aiutato allo stesso tempo anche lui dalla mano invisibile di
qualcuno.
Prime Video oggi ha aperto le porte del
Vault con il trailer ufficiale della nuova serie post-apocalittica
Fallout,
basata sul popolarissimo franchise di videogiochi
retro-futuristici.
Il trailer, che rispecchia
fedelmente la complessità dell’universo espansivo del videogioco e
il suo tipico umorismo dark, vede Lucy (Ella Purnell), abitante del
Vault, lottare per adattarsi al mondo distorto e pericoloso della
terra devastata dalle radiazioni e offre allo spettatore un primo
sguardo ai personaggi di Moldaver (Sarita Choudhury) e Ma June
(Dale Dickey). Tutti gli otto episodi saranno disponibili in
esclusiva su Prime Video dall’11 aprile, un giorno prima rispetto a
quanto precedentemente annunciato.
Jonathan Nolan ha
diretto i primi tre episodi della serie di Kilter Films. Geneva
Robertson-Dworet e Graham Wagner figurano come executive producers,
autori e co-showrunners. La serie è prodotta dalla Kilter Films e
vede Jonathan Nolan e Lisa Joy come executive producers. Tra gli
executive producers, anche Athena Wickham di Kilter Films, insieme
a Todd Howard per Bethesda Game Studios e James Altman per Bethesda
Softworks. Tra i protagonisti della serie troviamo Ella Purnell
(Yellowjackets), Aaron Moten (Emancipation – Oltre la
libertà) e Walton Goggins (The Hateful Eight).
Amazon MGM Studios e Kilter Films producono in associazione con
Bethesda Game Studios e Bethesda Softworks.
Il cast della serie include,
inoltre, Moisés Arias (Il re di Staten Island), Kyle
MacLachlan (Twin Peaks), Sarita Choudhury
(Homeland), Michael Emerson (Person of Interest),
Leslie Uggams (Deadpool), Frances Turner (The
Boys), Dave Register (Heightened), Zach Cherry
(Scissione), Johnny Pemberton (Ant-Man), Rodrigo
Luzzi (Dead Ringers – Inseparabili), Annabel O’Hagan
(Law & Order: Unità Vittime Speciali) e Xelia Mendes-Jones
(La ruota del tempo). La serie sarà disponibile in
streaming in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e
territori in tutto il mondo.
Fallout, la serie tv
Basata su uno dei più grandi
franchise di videogiochi di tutti i tempi, Fallout
è la storia di chi ha e chi non ha in un mondo in cui non è rimasto
quasi più nulla. 200 anni dopo l’apocalisse, i tranquilli abitanti
dei lussuosi rifugi antiatomici sono costretti a tornare
nell’infernale paesaggio contaminato dalle radiazioni che i loro
antenati si sono lasciati alle spalle e con stupore scoprono che ad
attenderli c’è un universo incredibilmente complesso, allegramente
bizzarro e estremamente violento.
Ella Purnell è Lucy, un’ottimista
abitante del Vault con uno spirito tutto americano. La sua natura
pacifica e idealista viene messa a dura prova quando è costretta a
uscire in superficie per salvare suo padre. Troviamo poi Aaron
Moten nel ruolo di Maximus, un giovane soldato che ottiene il grado
di scudiero nel gruppo armato chiamato Confraternita d’Acciaio.
Farà di tutto per portare avanti l’obiettivo della Confraternita di
ripristinare legge e ordine nella terra desolata. Walton Goggins
interpreta Ghoul, un cacciatore di taglie di dubbia moralità che
custodisce dentro di sé 200 anni di storia del mondo
post-nucleare.
Jonathan Nolan e Lisa
Joy sono executive producer per Kilter Films. Nolan ha
diretto i primi tre episodi. Geneva Robertson-Dworet e Graham
Wagner sono executive producer, autori e co-showrunner. Il cast
della serie include Ella Purnell (Yellowjackets), Walton
Goggins (The Hateful Eight), Aaron Moten (Emancipation
– Oltre la libertà). Athena Wickham di Kilter Films è anche
executive producer insieme a Todd Howard per Bethesda Game Studios
e James Altman per Bethesda Softworks.
Amazon e Kilter Films producono in
associazione con Bethesda Game Studios e Bethesda Softworks. Il
cast include anche Moisés Arias (Il re di Staten Island),
Kyle MacLachlan (Twin Peaks), Sarita
Choudhury (Homeland), Michael Emerson (Person of
Interest), Leslie Uggams (Deadpool), Frances Turner
(The Boys), Dave Register (Heightened), Zach
Cherry (Scissione), Johnny
Pemberton (Ant-Man), Rodrigo Luzzi (Dead Ringers –
Inseparabili), Annabel O’Hagan (Law & Order: Unità Vittime
Speciali) e Xelia Mendes-Jones (La Ruota del Tempo).
La serie sarà disponibile in streaming in esclusiva su Prime Video
in oltre 240 Paesi e territori in tutto il mondo.
Léa
Seydoux è una delle attrici di punta del suo paese
d’origine, la Francia, ma nel tempo è passata con successo anche a
Hollywood in franchise come James
Bond (“Spectre”
e “No
Time To Die“) e “Dune” (dove ricopre il ruolo di Lady Margot
Fenring). Ma la Seydoux ha recentemente dichiarato ad
Harper’s Bazaar U.K. che trova molto più facile essere
un’attrice in Europa che non in America.”L’industria americana,
la trovo dura nei confronti delle donne“, ha detto la Seydoux.
“Per le donne è difficile invecchiare. Non voglio avere paura
di non essere desiderabile o di perdere il mio contratto. In
America è una questione economica, e quando diventa una questione
di soldi si perde la libertà”.
“Non mi sento a mio agio con il
fatto che si debbano spuntare tutte le caselle. Essere una donna
sullo schermo è più facile in Europa“. “Ho più libertà
perché sono un’attrice europea, il che mi si addice“, ha
continuato la Seydoux. “Non cerco di essere popolare, cerco
solo di divertirmi. In America devi conformarti. Ma non voglio
adattarmi al sistema, voglio che il sistema si adatti a me!“.
Léa Seydoux ha anche aggiunto che “è difficile per una persona
che non è totalmente americana essere protagonista di un film di
Hollywood” e che lei “prende quello che trova” in
termini di ruoli nei grandi film dello studio.
L’attrice non rigetta però del tutto
il suo lavoro negli Stati Uniti e aveva comunque dichiarato a
IndieWire nel 2022 che uno dei
motivi per cui le è piaciuto venire a Hollywood a fare film è
perché “sento che in America le persone hanno più
immaginazione“. “Mi sono stati offerti film molto, molto
lontani da quello che ho fatto e ho pensato: “Oh. Interessante”. Mi
piace sentire che posso adattarmi. Per me, questo è molto
esotico“, ha aggiunto all’epoca. “Faccio i film che vorrei
vedere. È l’unico modo che scelgo“. Attualmente, Léa Seydoux è
al cinema con Dune – Parte
Due (qui
la nostra recensione).
In una recente intervista con NME, durante la
promozione di Dune – Parte
Due (qui
la nostra recensione),
Timothée Chalamet ha dichiarato di volere che l’Elvis Presley
di Austin Butler (visto in Elvis)
appaia nel prossimo film di James Mangold su
Bob Dylan, A
Complete Unknown, dove Chalamet sarà chiamato ad
interpretare proprio il celebre cantautore premio Nobel. “Non
vedo l’ora che arrivi quel film“, ha detto Butler a proposito
del progetto su Dylan. “Vorrei essere sul set tutti i giorni
per vedere la magia che accade“.
“Vorrei che ci fossi anche
tu!“. Ha risposto Chalamet. “C’è un personaggio di Elvis
nel biopic su Johnny Cash [Quando l’amore brucia
l’anima, con Joaquin Phoenix]. È davvero breve, molto
breve, ma desideravo che potessimo creare un Musical Cinematic
Universe“. “Ho scrutato il cervello di Austin senza sosta,
ma mi sento – lasciamo che il mio film esca prima di essere così
fortunato da essere incluso con Austin, ha fatto un lavoro così
fenomenale“, ha poi detto Chalamet, quando gli è stato chiesto
se lui e Butler hanno avuto conversazioni l’uno con l’altro
sull’interpretazione di leggende della musica.
“Ma mi sento orgoglioso anche di
questo, perché sono due artisti che – non posso parlare dal punto
di vista di Elvis, ma nel profondo della tradizione Bob Dylan aveva
un enorme rispetto per Elvis e la Sun Records“. Chissà se un
progetto di questo tipo potrebbe effettivamente prendere vita in
futuro, considerando anche il successo riscontrato dai film
Bohemian
Rhapsody (Queen), Rocketman
(Elton John) e Bob Marley
– One Love (Bob Marley). Per ora, Chalamet e Butler
possono essere visti mentre condividono la scena in Dune – Parte
Due, attualmente in sala.
Timothée Chalamet sarà Bob Dylan in
A Complete Unknown
Il biopic su Bob
Dylan, intitolato
A Complete Unknown, sarà diretto da James
Mangold. Avrà come protagonista Timothée Chalamet nel ruolo della stella del
folk e vedrà anche la partecipazione di Elle Fanning nel ruolo dell’artista e
interesse amoroso di Dylan, Sylvie Russo. Edward Norton interpreterà invece il ruolo del
musicista Pete Seeger.
A Complete Unknown si concentrerà sui giorni di
maggiore trasformazione della carriera di Dylan. Seguendo il
giovane cantante folk e la sua chitarra per le strade e i
palcoscenici di New York nel 1965, quando Dylan sostituì la sua
acustica con un’elettrica e portò un nuovo sound nel settore.
Anche la storia d’amore tra Dylan e
Russo sarà collegata al film, dato che i due erano apparentemente
inseparabili durante questo periodo della loro vita e si servivano
l’un l’altro come muse. Possiamo aspettarci che una buona parte del
film si concentri sulla creazione e sull’uscita del quinto album di
Dylan, Bringing It All Back Home, perché è stato allora è
salito davvero alla ribalta con il brano classico “Like a
Rolling Stone“.
Leggende della storia del cinema,
autori alla loro opera prima, interpreti ambiziosi, film ad alto
budget, campioni di incassi, bizzarre esternazioni di cinema
europeo, l’orrore della Storia e del quotidiano, l’umanità perduta
che si stringe e si aiuta. I dieci titoli nominati agli
Oscar 2024 nella categoria più ambita,
quella di Miglior Film, rappresentano
raramente così bene lo stato dell’industria e della
contemporaneità.
Anche se la stagione dei premi di
quest’anno, che si concluderà la notte tra il 10 e l’11
marzo 2024, sembra indicare una rotta di navigazione che
punta dritta al cuore dell’esplosione atomica di Oppenheimer,
la Road to Oscar 2024 al Miglior Film è
estremamente interessante ricca da raccontare, e quindi ecco di
seguito i dieci titoli di categoria.
Arrivato in Italia
direttamente su Prime Video lo
scorso 27 febbraio,
American Fiction è uno di quei film di cui Oltreoceano
si parla già dallo scorso autunno. Adattamento di
Cancellazione, di Percival
Everett (che torna in Italia dal 15 marzo dopo essere
andato fuori catalogo da anni), il film è un’opera prima dello
sceneggiatore Cord Jefferson e si avvale di uno
degli attori più sottostimati di Hollywood che, grazie alla sua
interpretazione del protagonista Monk, ha finalmente entrato nel
cono di luce della ribalta e ha ottenuto la sua prima nomination
agli Oscar: Jeffrey Wright.
Il film è forse l’outsider di
categoria, dal momento che pur avendo ricevuto 5 nomination (attore
protagonista, non protagonista, film, colonna sonora e
sceneggiatura adattata), è una sorta di meta storia sul valore del
racconto e della rappresentazione nella società statunitense
contemporanea. Partendo da un presupposto geniale e splendidamente
portato sullo schermo,
American Fiction annacqua la sua propulsione iniziale
e si adegua su toni della commedia degli equivoci, banalizzando poi
il brillante incipit. Nonostante questo, il film è comunque
arricchito dalle performance nominate e da una scrittura, anch’essa
nominata, briosa e intelligente. Le speranze di portare a casa un
premio sono quasi nulle, ma per questo titolo sembra già importante
essere in compagnia dei contendenti di categoria.
A ragione il colpo di
fulmine di Hollywood per il cinema europeo di quest’anno, Anatomia di una caduta ha cominciato la
sua marcia trionfale al Festival di Cannes 2023, dove ha
conquistato la
Palma d’Oro e ha stregato tutti, tranne i francesi, a quanto
pare, che come film scelto per concorrere nella cinquina del
miglior film internazionale hanno scelto The Taste of
Things di Trần Anh Hùng. Non sono quindi
finiti nella cinquina dove fa capolino l’Italia con Io
Capitanodi Matteo
Garrone, ma il film di Justine Triet ha
fatto comunque una gran bella figura con le sue cinque nomination.
Oltre che per il Miglior Film, concorre infatti per la migliore
sceneggiatura (premio che ha virtualmente già in tasca a questi
Oscar 2024 e che replicherebbe il successo dei
Golden Globes), per il montaggio, per la regia (Triet è l’unica
donna in cinquina) e per la
Migliore Attrice protagonista, la splendida Sandra
Huller.
Saggio antropologico, thriller
procedurale, indagine sulle relazioni di coppia, sulla verità e la
menzogna, che oscilla tra il dramma e l’ironia, Anatomia di una caduta è sicuramente uno dei
migliori film dell’anno, che dovrà “accontentarsi” del premio alla
sceneggiatura e forse potrà insidiare il riconoscimento al
montaggio di Oppenheimer
per come Triet ha costruito il ritmo della sua storia in maniera
sapiente e raffinata. Sicuramente la presenza del film francese in
categoria è un segnale e una conferma importante: il cinema che
arriva all’Academy non è più soltanto fatto di grandi opere ad alto
budget, ma il cinema indipendente e europeo arriva sempre con
maggiore frequenza a questi livelli di Hollywood. E questo
permette agli Oscar di fotografare meglio il nostro
tempo.
A proposito di fotografie
del nostro tempo, la commedia che ha sbaragliato la concorrenza al
box office della scorsa stagione arriva al Dolby
Theatre con ben otto candidature ma con poche
speranze di vittoria se non nella categoria dedicata alla
migliore canzone originale, in cui concorre con
due titoli, I’m just Ken e What I was Made For?.
Il film è stato suo malgrado la pietra dello scandalo all’indomani
dell’annuncio delle
nomination, dal momento che né Margot Robbie né Greta
Gerwig hanno ricevuto le nomination agli Oscar
2024 sperate (per la
Migliore Attrice protagonista e per la
regia), nonostante il fatto che entrambe siano nominate per il
Miglior Film (Robbie è anche produttrice) e per la
Migliore Sceneggiatura adattata che Gerwig ha firmato insieme a
Noah Baumbach.
Ebbene, la satira politica contro il
patriarcato in un mondo di perfezione di plastica che ha fatto
battere il cuore a milioni di spettatori e ha animato dibattiti e
infervorato le conversazioni della critica e del pubblico si è
sgonfiata, arrivando ad assumere le giuste dimensioni di fenomeno
di costume, enorme successo al box office e commedia brillante che
soprattutto nella prima parte spara i suoi colpi migliori. Molto
difficile che riesca a battere la concorrenza del suo “nemico”
naturale, Oppenheimer,
che invece sembra avviato come un proiettile verso il gradino più
alto di Hollywood.
Se c’è una cosa che
Alexander Payne sa fare è raccontare la
delicatezza dell’animo umano anche nelle situazioni più ruvide. E
così il suo
The Holdovers è un film destinato a rimanere sul fondo
del cuore, a riscaldare e fare compagnia, a far sperare che esiste
a questo mondo un posto per tutti. Il film arriva al Dolby Theatre
con cinque nomination e molto probabilmente porterà a casa il
premio a Da’Vine Joy Randolph per la
migliore attrice non protagonista agli Oscar
2024. L’interpretazione di Randolph è effettivamente
il collante tra le varie esistenze che vengono messe alla prova
nella storia e, come una madre e sorella, riesce a dare calore a
questa insolita famiglia di fortuna che rappresenta il cuore
pulsante della storia.
Il percorso di
The Holdovers è cominciato al Telluride Film
Festival 2023, dove ha da subito sciolto il cuore degli
spettatori e ha continuato a raccogliere consensi sia in sala, dove
ha performato bene, anche da noi, quando è arrivato a metà gennaio
2024, sia nel corso della stagione dei premi, che ha affrontato da
grande protagonista, grazie soprattutto alla citata Randolph e a
Paul Giamatti, vero e proprio sfidante di
Cillian Murphy per il premio al
migliore attore protagonista. È davvero difficile prevedere se
il film di Payne riuscirà a spuntarla in qualche altra categoria,
ma è certo che è il feel good movie che contribuisce a
rendere vario e completo il panorama cinematografico di questo
stellare anno di cinema.
Siede comodamente nell’Olimpo del
cinema e della sua Storia, tuttavia questo non lo rende pigro.
Martin Scorsese è tornato alla regia dopo il
denso e significativo The Irishman e si è avventurato lì dove non
era ancora mai stato: il western. Ma in quanto maestro del
gangster movie, Scorsese decide di girare un film ibrido
che per ambientazione abbraccia le storie della fondazione americana e per sviluppo e trama è
invece un vero e proprio mob-movie con
tanto di
Robert De Niro che riesce a guadagnare l’ennesima
nomination agli Oscar.
Se dovessimo parlare esclusivamente
in termini di grandezza di visione e di bellezza cinematografica,
Killers of the Flower Moon è il film che avrebbe
portato a casa qualsiasi statuetta. Questo non accadrà. Le sue
dieci nomination sono comunque un’attestazione di stima e merito da
parte dell’Academy, che in fin dei conti però potrebbe assegnare al
film di Scorsese soltanto un premio, quello a
Lily Gladstone per la sua interpretazione di Mollie
Kyle, se
Emma Stone glielo concedesse. Con o senza premi, il
film dimostra ancora una volta che Scorsese è uno dei più grandi
registi viventi, capace di guizzi di creatività che menti più
fresche e giovani si sognano, con uno stile sontuoso e solido,
sempre alla ricerca di territori nuovi da scoprire e raccontare,
senza mai giocare in difesa, senza mai
risparmiarsi.
Quando arrivò in rete il primo
trailer di A Star is Born, nel giugno del 2018, uno dei
primi cartelli del breve video recitava “dal regista
Bradley Cooper”. Non senza un pizzico di presunzione,
Cooper dava per assodato di poter essere già riconosciuto come un
regista, o forse è quello che hanno pensato bene di fare coloro che
erano addetti alla promozione del film. Fatto sta che il film
uscito ha reso onore all’attore/regista, dal momento che il film
con Lady Gaga è più che dignitoso. Ma il sentiero
era stato tracciato e ora
Bradley Cooper è a tutti gli effetti un autore.
Che si sforza tanto di fare bella figura con i grandi di Hollywood.
E questo sforzo si vede.
Maestro,
il biopic dedicato al grande Leonard Bernstein, è
il frutto di uno sforzo enorme di
Bradley Cooper che scrive, dirige, produce e recita e
cerca in tutti i modi di farsi prendere sul serio dai suoi colleghi
del mondo del cinema. Purtroppo questa sua infantile
ambizione a farsi bello agli occhi dei grandi offusca
quello che poteva essere davvero un’esperimento interessante, dal
momento che la vita di Bernstein, artistica e personale, è stata
davvero intrigante. Cooper non riesce ad approfondire nessuna delle
due, sacrificando al suo ego pure la straordinaria
Carey Mulligan, che nel film interpreta sua moglie e
che brilla, nonostante tutto. Il film ha raccolto molte nomination
in questa stagione dei premi, comprese sette candidature
agli Oscar 2024. Potrebbe riuscire a conquistare la
statuetta per il miglior trucco, per… un naso.
È il film dell’anno.
L’incursione di
Christopher Nolan nel biopic è sicuramente il titolo
che ha destato maggiore interesse e meraviglia in questa stagione
dei premi, e le sue 13 nomination agli Oscar
confermano che è stato il preferito anche dall’Academy. Il film che
racconta la vita di J. Robert Oppenheimer, l’uomo che ha inventato la
bomba atomica, è esso stesso un ordigno, o meglio è così che Nolan
lo ha costruito. Da sempre appassionato di meccanismi mentali,
temporali e spaziali, il regista di Memento ha de-costruito ancora
una volta la linearità del tempo, raccontando i piani sovrapposti
dell’esistenza del suo protagonista, dall’euforia della scoperta
alla atterrita consapevolezza di aver creato un meccanismo di
morte.
Nella sua visione globale e
totalizzante, Nolan potrebbe davvero aver realizzato un film che
parla alla contemporaneità, raccontando l’uomo che deve fare i
conti con le proprie ambizioni e con le conseguenze delle proprie
azioni. Oppenheimer
è effettivamente il film che potrebbe portare a casa il massimo
riconoscimento agli Oscar 2024, quello con
maggiori possibilità di vincere, così come il suo regista e
probabilmente i suoi attori. In caso le cose dovessero andare così,
sarebbe un trionfo annunciato ma non certo immeritato.
Come
American Fiction, anche Past
Lives è un’opera prima che ha stregato il
pubblico statunitense e che ha fatto lo stesso nell’istante in cui
è arrivato in Italia. Presentato in pompa magna al
Sundance dello scorso anno, è arrivato nelle sale
del nostro Paese il 14 febbraio, un perfetto film di San Valentino,
volendo banalizzare, ma anche una riflessione delicata e toccante
sulle distanze, il cercarsi e il rincorrersi. Celine
Song si destreggia con eleganza e intuizione tra una
sceneggiatura toccante e solida e una regia piena di idee e molto
raffinata.
Dei dieci titoli di categoria, è
forse il film che è arrivato a questa nomination con maggiore
sorpresa, sebbene le sue speranze di portare a casa un premio siano
riposte maggiormente nella categoria per la
migliore sceneggiatura originale. È infatti probabile che il
segreto di questo film, tanto amato persino da Guillermo
Del Toro che lo ha citato tra i suoi preferiti di
quest’anno, risieda proprio nella sapienza riversata nella
scrittura: ogni scelta e azione è equilibrata, ogni significato
reso denso dai silenzi e dagli sguardi. Past
Lives è un inizio promettente che mette Song sotto i
riflettori e ci fa aspettare con ansia la sua prossima storia per
il grande schermo.
Dopo le 10 candidature
agli Oscar per La Favorita, Yorgos Lanthimos
conferma la sua storia d’amore con l’Academy e sale a 11 nomination
per Povere
Creature! Il film ha conquistato il mondo al suo
esordio, quando a settembre del 2023 ha conquistato il Leone d’Oro alla Mostra del cinema di
Venezia. Sulla scena pubblica si è comportando
altrettanto bene, riscontrando anche un grande successo di
pubblico. Si dice che il film racconti la stessa storia
di Barbie,
ma con il sesso. Nel film Bella Baxter è proprio come una delle
bambole Mattel che però fa anche esperienza della carne e
annichilisce i suoi creatori, tutti uomini, uccide il patriarcato e
trova la sua via di donna libera. Non una lettura sbagliata, ma
incompleta per il percorso che compie il personaggio di
Emma Stone nella mente di Lanthimos (e di
Alasdair Gray, autore dell’omonimo romanzo da cui
il film è tratto).
Ridurre il percorso di Bella a una
mera esplorazione del suo corpo e della sua sessualità sarebbe come
banalizzare il percorso esplorativo che compie la donna. Il
principio che guida le sue azioni è la curiosità: la sua
mente acuta da esploratrice la spinge a portare avanti una ricerca
completa e totale dell’esperienza e del sapere umano, a partire dal
primo territorio di scoperta di cui ognuno di noi dispone, ovvero
il proprio corpo. E così prosegue, intercettando nel suo percorso
la filosofia, le relazioni, il viaggio, il piacere altrui e, alla
fine, persino il male incarnato dal marito della sua vita
precedente. Lanthimos arricchisce questo percorso dritto e chiaro
con una messa in scena caratteristica, di costumi distintivi e
della costruzione di un mondo senza tempo che accoglie Bella,
ovvero
Emma Stone, il cuore pulsante del film, e, insieme a
Lily Gladstone, è senza dubbio la favorita alla
statuetta per la
migliore interpretazione femminile.
Si tratta forse del film
più importante arrivato al Dolby Theatre quest’anno. Con cinque
nomination, tra cui quella di
Migliore film internazionale,
Migliore regia,
Migliore sceneggiatura e Miglior sonoro, La
Zona di Interesse potrebbe essere uno dei maggiori
vincitori della notte del 10 marzo. Se nella categoria principale
ha davvero poche speranze, il film di Glazer ha buone probabilità
di portare a casa il premio al
Migliore film internazionale e ha discrete chance anche per la
sceneggiatura e per il sonoro, vero cuore del film, un’opera
d’arte a se stante di composizione di piani e umori in un film in
cui il non visto è evocato perfettamente dai rumori che
arrivano da fuori campo, da oltre il muro.
Il film racconta la quotidianità del
male, la sua banalità, il modo in cui una famiglia di una SS vive
la sua prossimità a un campo di sterminio come se fosse un luogo
come un altro. Il problema di sterminare gli ebrei diventa una
necessità per fare carriera, i fumi dei forni uno scomodo
inconveniente, i residui di cenere nell’adiacente fiume un fastidio
da evitare, la ricerca di metodi più efficaci di sterminio un modo
diretto verso una promozione sicura, l’angolino di paradiso
addossato al muro di cemento che nasconde l’orrore un privilegio da
custodire. Con un punto di vista particolare e sperimentale,
Jonathan Glazer conferma il suo occhio indagatore
sul mondo e purtroppo anche su una contemporaneità che ha perso la
memoria del passato e sembra sempre più propensa a continuare a
discriminare e innalzare muri.
Chi vincerà l’Oscar 2024 al Miglior Film?
La corsa all’Oscar 2024
per il Miglior Film non sarà una gara particolarmente avvincente,
semplicemente perché Oppenheimer
di
Christopher Nolan è il film che non sembra avere
rivali. Dai Golden Globes ai PGA, passando per i BAFTA, il biopic sul padre della bomba atomica
ha fatto un percorso pulito e l’appuntamento al Dolby Theatre lo
vedrà probabilmente trionfare. Trai film che potrebbero avere delle
possibilità di ostacolare la sua scalata a Hollywood ci potrebbe
essere forse La
Zona di Interesse, oppure un colpo di coda di Povere
Creature!.
Non dovremo aspettare ancora molto
per avere l’esito delle votazioni dell’Academy. L’appuntamento è
con Jimmy Kimmel, al Dolby Theatre la notte tra il
10 e l’11 marzo 2024, in Italia in diretta su RaiUno.
Sean Gunn, che nell’MCU ha fornito i movimenti per
Rocket e ha interpretato Kraglin, è ora pronto a seguire suo
fratello James
Gunn e debuttare nel DC
Universe. Qui egli ha in realtà già ben tre ruoli, in quanto è
la voce di Weasel e GI Robot in
Creature
Commandos, ma il ruolo più importante sarà quello di
Maxwell Lord, anche se l’attore sembra non poter
ancora effettivamente confermare che si tratti di questo
personaggio. “L’altro che hai menzionato – che non sono sicuro
di poter ancora tecnicamente menzionare pubblicamente, anche se
ovviamente la voce è uscita – tutto ciò che posso dire è che quel
personaggio è un po’ più radicato nell’essere“, ha detto Gunn
in una chiacchierata con ScreenRant.
“Molto più radicato, ovviamente,
come essere umano. Quindi è un personaggio che affronterò in modo
più tradizionale“. Gunn ha parlato anche degli altri due ruoli
che sta interpretando nel DCU, affermando di essere “ben
attrezzato” per destreggiarsi tra più personaggi in qualsiasi
momento. “E persino io, che sono un attore molto caratterista,
ho fatto tanti tipi di cose diverse e strane. Quindi, oltre ai tre
personaggi che hai citato, ho tre diversi film indipendenti che sto
facendo, a partire dalla prossima settimana e nel corso dei
prossimi mesi. Quindi ci sono un sacco di personaggi che sto
cercando di gestire, tutti“, ha aggiunto Gunn.
Ha poi fatto un paragone tra Weasel
e GI Robot, dicendo che il primo è quasi tutto recitato
fisicamente, mentre il secondo dipende molto dalla sua voce.
“Ma per la DC in particolare, una delle cose che rende tutto
più facile è che i personaggi di Creature Commandos sono animati, ma anche
se fossero in live action, come abbiamo visto con Weasel, c’è
ancora la CGI, sarebbero personaggi in CGI“, ha continuato.
“Anche GI Robot è ovviamente un robot. Weasel, sì, grugnisce e
cose del genere, ma si tratta soprattutto di movimenti. GI è quasi
completamente incentrato sulla voce. Quindi sono un po’ diversi
l’uno dall’altro. E si trovano in una zona molto lontana dello
spettro dei personaggi dell’universo“.
La serie animata Creature
Commandos, composta da 7 episodi, sarà trasmessa in
streaming su Max e avrà come protagonisti David Harbour nel ruolo di Eric
Frankenstein/Mostro di Frankenstein, Indira Varma
nel ruolo della Sposa, Zoe Chao nel ruolo della
Dott.ssa Nina Mazursky, Alan Tudyk nel ruolo del Dottor Phosphorus,
Sean Gunn nel ruolo di Weasel e Frank Grillo nel ruolo di Rick Flag Senior.
Steve Agee riprenderà il suo ruolo in Peacemaker, John Economos. È prevista anche
la partecipazione di Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller.
Recentemente James Gunn ha rivelato di considerare La sposa
di Indira Varma come il personaggio principale
della serie. Ha anche aggiunto che non sta dirigendo alcun
episodio, ma ha diretto le sessioni di registrazione di ciascun
attore.
Ancora non sappiamo quando verrà
distribuito in sala Spider-Man: Beyond the Spider-Verse,
inizialmente previsto per questo aprile ma poi rinviato a data da
destinarsi per permettere ulteriori lavori sul film. Tuttavia, gli
account dei social media di Spider-Man: Across the Spider-Verse
(qui
la recensione) hanno iniziato a stuzzicare i fan riguardo la
trama di questo atteso terzo film. L’account del film ha infatti
twittato “Miles Morales contro Miles G. Morales” con
entrambi i loro loghi uno accanto all’altro. Come i fan
ricorderanno, la variante “malvagia” di Morale ha fatto la sua
comparsa
nel finale del film, anticipando dunque un suo ruolo più esteso
nel prossimo capitolo.
Con questo post, dunque, i fan sono
portati a pensare che Spider-Man: Beyond the Spider-Verse esplorerà il
conflitto tra queste due varianti molto diverse di Miles Morales.
Alla fine dell’ultimo film era abbastanza chiaro che non si poteva
ragionare con il giovane Prowler. Quindi, l’unico modo per tornare
a casa e salvare tutto da La Macchia è una grande battaglia. Dal
punto di vista tematico, questo è perfetto per i film dello
Spider-Verse. Ognuno di essi affronta infatti il tema dell’identità
a modo suo. Il Multiverso attira molta attenzione, ma in realtà
questi film sono storie di Miles Morales che si ritaglia la propria
identità in mezzo a un mare di persone simili a lui.
In effetti, Spider-Man: Across the Spider-Verse insiste ancora di
più su questi temi, evidenziando il tema dell'”evento
canonico“. Non c’è spazio per le variazioni tra gli
Spider-Man, perché gli elementi costitutivi di come nascono devono
essere preservati così come sono. Miles Morales si oppone a tutto
questo, tendando di trovare un alternativa al verificarsi di certi
eventi. Ora, con il destino del multiverso in gioco, Miles
dovrà sconfiggere una versione di sé stesso che ha trovato un modo
diverso di portare avanti il mantello. Ciò che rende il nostro eroe
l'”Ultimate Spider-Man” potrebbe essere proprio la sua capacità di
colorare fuori dalle righe. Ne sapremo di più quando Spider-Man: Beyond the Spider-Verse arriverà nelle
sale.
— Spider-Man: Across The Spider-Verse (@SpiderVerse)
March 6, 2024
Cosa sappiamo di Spider-Man: Beyond the Spider-Verse?
Il film che precede Spider-Man: Beyond the Spider-Verse, Spider-Man: Across the Spider-Verse, è uscito
all’inizio di quest’anno. È stato diretto da Joaquim Dos
Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson. Il film presenta
le voci di Shameik Moore nel ruolo di Miles
Morales, Hailee Steinfeld nel ruolo di Gwen Stacy,
Jake Johnson nel ruolo di Peter B. Parker,
Issa Rae nel ruolo di Spider-Woman, Daniel Kaluuya nel ruolo di Spider-Punk,
Karan Soni nel ruolo di Spider-Man India, Oscar Isaac nel ruolo di Spider-Man 2099,
Jason Schwartzman nel ruolo di The Spot,
Brian Tyree Henry nel ruolo di Jefferson Davis,
Luna Lauren Velez nel ruolo di Rio Morales,
Greta Lee nel ruolo di Lyla, Andy
Samberg nel ruolo di Scarlet Spider e altri ancora.
Spider-Man: Across the Spider-Verse è stato
prodotto da Phil Lord, Chris Miller, Amy Pascal, Avi Arad e
Christina Steinberg con Alonzo Ruvalcaba. Aditya Sood, e il regista
del primo film, Peter Ramsey, alla produzione esecutiva. Il film
non ha ancora una data di uscita. L’uscita era inizialmente
prevista per il 29 marzo 2024, ma è stata tolta dal calendario.
Tótem – Il mio
sole, dal 7 marzo nelle sale italiane con Officine
Ubu, è la nuova pellicola della regista messicana
Lila Avilés, una storia
febbrile e sorprendente in cui l’universo
dell’infanzia, della famiglia, del femminile
e del soprannaturale convivono in modo magistrale. Pur possedendo
sempre uno sguardo e una personalità molto specifici, riecheggia
una tradizione a cui appartengono voci così diverse e ambivalenti
come quelle della peruviana Claudia Llosa e delle
argentine Lucrecia Martel e Lucía
Puenzo, costruendosi a partire da e attraverso questi
quattro vortici concomitanti che si avvicinano e si respingono
costantemente.
Tótem – Il mio sole, la
trama: vita e morte attraverso gli occhi di Sol
Tótem – Il mio
sole racconta una giornata nella vita di
Sol (Naíma Sentíes) e della sua
famiglia allargata di cugini, zie, zii e amici nella cornice della
casa (e dello studio) del nonno, dove si festeggia il compleanno
del padre, che vive lì. Il giovanissimo Tona
(Mateo García Elizondo) è in pessime condizioni
fisiche, vittima di quello che sembra essere un cancro fulminante,
ed è chiaro che non gli resta molto da vivere, che quello che si
sta preparando è più un addio che altro. Fa fatica ad alzarsi dal
letto, non vuole farsi vedere così (nemmeno dalla figlia), ma la
sua presenza/assenza assorbe e mette in ombra tutto ciò che c’è al
di fuori della stanza buia dove viene accudito da
Cruz (Teresita Sánchez), una
donna gentile che lo assiste.
Tuttavia l’azione si svolge, per la
maggior parte, fuori dalla stanza, mentre i parenti di
Tona preparano la festa in questione – cucinando,
bruciando cose, affrontando problemi personali, ricevendo aiuti
inaspettati e insoliti e continuando a lavorare. In uno stile di
caos e cacofonia da famiglia allargata, ciò che accade in quella
casa assume un tono di comicità assurda e a volte persino nonsense,
con situazioni nervose ed esilaranti, ma sempre oscurate dalla
tacita evidenza della morte.
Il sole in una stanza
Sol, nel frattempo,
andrà per la sua strada, rimanendo un’ansiosa osservatrice della
situazione. Non le è permesso vedere il padre, la madre è al
lavoro, gli zii sono persi nel loro universo e lei vaga da sola per
la casa rovistando negli stivali, ponendosi domande esistenziali al
cellulare, toccando (e rompendo) cose, facendosi compagnia con gli
insetti, i molluschi e le altre piccole creature che circolano per
la casa. Quando la festa inizierà, sarà l’unica a non voler
partecipare; oppure lo farà, ma a modo
suo.
Tótem – Il mio
sole è un complicato arazzo di personaggi ed emozioni
contrastanti, un ritratto duro ma a tratti umoristico di una
famiglia che affronta a modo suo una situazione difficile e
angosciante. Utilizzando una cornice chiusa per dare la sensazione
di oppressione e confinamento di questa situazione,
Avilés riesce a far interagire una dozzina di
personaggi senza abusare di tagli di montaggio o spiegazioni
arzigogolate: sono tutti situati a distanze diverse sullo stesso
piano, tutti parte della stessa esperienza.
Seguendo le vicissitudini della
bambina protagonista (Naíma Sentiés),
Avilés pone la macchina da presa all’altezza della
piccola, come se contemplasse il mondo spettrale che la circonda
con un certo distacco e smarrimento, come hanno fatto recentemente
Céline Sciamma e Laura Wandel. Rituali, purificazioni, feste,
travestimenti grotteschi, terapie quantistiche, talismani e semi di
tamarindo si susseguono attorno al singolare ritratto di una
famiglia in cui anche animali e insetti hanno un’importanza
simbolica fondamentale.
La verità di una figlia
Lo sguardo di Sol –
o “Solecito“, come lo chiamano le zie – esprime tutto. In
mezzo al caos familiare, alla paura, al nervosismo, all’impotenza e
persino a una festa imminente, gli occhi della bambina rivelano la
gigantesca tristezza che circonda e ingloba tutto. A sette anni
sembra sapere di più, negare di meno e supporre in maniera più
convinta che a suo padre, Tona, resta poco tempo
da vivere e che non c’è motivo di festeggiare, per quanto dietro ai
festeggiamenti del suo compleanno ci siano delle buonissime
intenzioni. Vuole solo vedere suo padre, stare con lui,
abbracciarlo, parlare degli animaletti che ama e dei quadri che lui
realizza; approfittare di quelli che intuisce essere pochi momenti
condivisi tra loro, quei minuti rubati al tempo che rimarranno
impressi nella sua memoria per il resto della vita.
Sebbene lo sguardo di
Sol in Tótem – Il mio
sole sia anche quello della regista,
Avilés non giudica gli atteggiamenti degli altri
personaggi: ognuno affronta o meno la situazione con le risorse che
ha o che gli mancano. E se Sol può provare
distanza e persino una certa incomprensione nei confronti di ciò
che vede intorno a sé, la cinepresa sa che alla fine sono tutti lì
con lo stesso obiettivo e scopo: abbracciare Tona,
festeggiarlo, sostenerlo, stare con lui e ringraziarlo per le
esperienze che hanno condiviso. È questa nobiltà e generosità di
spirito che nutre questo sorprendende film. Si affronta la morte
come si può, non sempre come si vuole: Avilés lo capisce e lo
trasmette perfettamente.
La regista di Barbie, Greta
Gerwig, è tornata a parlare della possibilità di un
sequel. Come riportato da Variety, urante la presentazione
di Women of the Year di Time, la regista ha infatti dichiarato che:
“Se trovo la risacca, allora lo facciamo. Se non trovo una
risacca, non c’è più niente da fare“. Una risposta che lascia
dunque poco all’interpretazione, ma la Warner Bros. Discovery sarà
sicuramente molto motivata a trovare una storia che spinga a un
secondo film. “È qualcosa che ho amato moltissimo fare“,
ha aggiunto. “E ho amato così tanto il mondo che abbiamo
costruito e tutti gli attori e l’idea di poter stare di nuovo con
quel gruppo di persone è molto eccitante“.
“La mia stella polare è ‘Cosa
amo profondamente? Cosa mi interessa davvero? Qual è la storia che
c’è sotto questa storia?“. Gerwig si è chiesta ad alta voce.
“E penso che con ‘Barbie’, la storia che c’era sotto era che io
amavo Barbie. Ricordo che andavo da Toys R Us e guardavo le Barbie
e mi piacevano i loro capelli. Mi piaceva tutto di loro e mia madre
non era convinta. E trovo che sia questa la storia, questa la
storia generazionale… Cerco sempre di trovare questi
risvolti“. Per il momento, tuttavia, non sembrano esserci
piani per un sequel e con Gerwig impegnata sui film di
Le Cronache di Narnia, potrebbe eventualmente volerci un
po’ prima di pensare ad un ritorno a Barbieland.
Chi c’era nel film di Barbie?
Barbie è stato diretto da Greta
Gerwig da una sceneggiatura scritta insieme a
Noah Baumbach. È stato prodotto da Margot Robbie e Tom Ackerly per LuckyChap e da
Robbie Brenner di Mattel Films insieme a Josey McNamara e Ynon
Kreiz. Durante la sua programmazione nelle sale, il film ha
ottenuto un incasso mondiale di oltre 1,4 miliardi di
dollari, diventando così il film di maggior incasso del
2023. Il film è interpretato da Margot Robbie,
Ryan Gosling,
America Ferrera, Simu Liu, Kingsley Ben-Adir, Scott Evans, Kate
McKinnon, Ariana Greenblatt, Alexandra Shipp,
Emma Mackey, Issa Rae, Michael Cera, Hari Nef, Will Ferrell,
Helen Mirren, Dua Lipa e altri ancora.
In attesa di poter vedere Furiosa: A
Mad Max Saga, film prequel
di Mad Max:
Fury Roadche esplora le origini del
personaggio Furiosa (interpretato nel titolo del 2015 da Charlize Theron), Chris Hemsworth ha condiviso un’altra immagine
del suo personaggio villain, dove lo si può ritrovare seduto su una
moto chopper custom dall’aspetto folle, nel bel mezzo del deserto,
con un lungo e fluente mantello bianco drappeggiato sulle spalle da
vero e proprio signore della guerra. “Puoi correre ma non puoi
nasconderti”, scrive Hemsworth nel post, che si può vedere qui di
seguito.
In FuriosaAnya Taylor-Joy
assume il ruolo che è stato di Charlize Theron
in Mad Max: Fury Road. La
sinossi ufficiale recita: mentre
il mondo va in rovina, la giovane Furiosa viene strappata dal Luogo
Verde delle Molte Madri, e cade nelle mani di una grande Orda di
Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus.
Attraversando le Terre Desolate, si imbattono nella Cittadella
presieduta da Immortan Joe. Mentre i due tiranni si battono per il
predominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove e mettere
insieme i mezzi per trovare la strada di casa.
Taylor-Joy ha rivelato che il film
è molto diverso da Fury
Road. Mentre quest’ultimo era un “road movie” che si
svolge in pochi giorni, questo nuovo film è invece descritto come
un racconto più “epico, che si svolgesu un
piùlungo periodo di tempo, e in un certo senso impari a
conoscere Furiosa meglio in questo modo“. Atteso da molti anni
e a lungo bloccato da una disputa legale tra Miller e la Warner
Bros. il film è ora in fase di post-produzione. Furiosa è
scritto, diretto e prodotto da George
Miller insieme al suo partner di produzione di lunga
data Doug Mitchell. Oltre a Taylor-Joy, nel film
ci sarà anche Chris Hemsworth nel
ruolo del villain. Furiosa
debutterà nelle sale il 24 maggio 2024.
L’adattamento live-action di
Bambi della Disney avrebbe perso la sua
regista. The Wrap riporta infatti che la premio
Oscar Sarah Polley non dirigerà più la nuova
versione del film, anche se i motivi non sono stati chiariti. La
notizia arriva sulla scia delle dimissioni del presidente dei Walt
Disney Motion Picture Studios Sean Bailey,
annunciate alla fine del mese scorso. Secondo il rapporto, Bailey è
stato il principale responsabile degli sforzi della Disney per
realizzare adattamenti in live-action di vari classici. Tuttavia,
la partenza di Bailey mette in discussione lo stato di alcuni
progetti live-action che erano in cantiere, tra cui
Bambi.
Lo scorso giugno era stato riferito
che la Polley, vincitrice della sceneggiatura di Women
Talking,
era in trattative per dirigere Bambi, mentre il film
stesso era stato annunciato come in fase di sviluppo all’inizio del
2020. Come noto, questo remake in live action dovrebbe aggiornare
la storia per renderla
più facilmente comprensibile dai bambini, riportando così la
storia del giovane cervo colpito da una tragedia che conta tra i
suoi amici del bosco il coniglio Thumper e una puzzola di nome
Flower. Il film animato della Disney, uscito nel 1942, è stato
tratto dal romanzo di Felix Salten del 1923.
Il
remake della Disney Bambi è ancora in fase di
sviluppo
Annunciata a gennaio 2020, la nuova
versione di Bambi attualmente non ha una data di uscita. Ora che la
Polley sembra dunque fuori dal progetto, non è noto se e di quanto
il film potrà subire ritardi. Lindsey Anderson
Beer era stata incaricata di scrivere il remake, ma ha
dovuto poi lasciare il ruolo per via di altri impegni. Dovrebbe
però rimanere accreditata come sceneggiatrice, insieme ai nuovi
arrivati Geneva Robertson-Dworet, Micah
Fitzerman-Blue e Noah
Harpster. Questo remake, inoltre, dovrebbe esser
concepito come un musical con canzoni di Kacey
Musgraves. Chris Weitz, Paul
Weitz e Andrew Miano sono i
produttori.
In viaggio con Eugene
Levy, la
seconda stagione della serie di viaggi condotta e prodotta dal
vincitore dell’Emmy Eugene Levy, torna domani, 8 marzo, su
Apple
TV+.
Dopo aver affrontato alcune delle sue paure più grandi nel corso
della prima stagione, Eugene Levy esce ancora una volta dalla sua
zona di comfort. Questa volta si imbarca in un viaggio
“imperdibile” per ogni giramondo che si rispetti: un grande tour
dell’Europa. La seconda stagione in sette parti segue Levy nel suo
viaggio dal nord al sud del continente. Lungo il percorso, si
imbatte in splendide gemme locali nascoste, scopre il suo albero
genealogico e cerca di ampliare il suo palato sperimentando le
specialità del posto.
Unitevi a lui nel viaggio di una vita che non sapeva di dover
fare.
Gli episodi di In viaggio
con Eugene Levy 2
Episodio 1 – Svezia:
Midsommar – Festa di mezza estate (uscita 8
marzo)
Eugene dà il via alla sua epica avventura con una celebrazione
festosa, si esercita a chiamare le alci e scende in kayak uno dei
fiumi più lunghi del Paese.
Episodio 2 – Scozia: Il Paese di mia madre
(uscita 8 marzo)
Il passato incontra il presente: Eugene esplora la sua emozionante
storia familiare a Glasgow e vive come un reale nello splendido
castello di Candacraig.
Episodio 3 – Francia: I segreti di Saint-Tropez
(uscita15 marzo)
Eugene ha un assaggio di glamour con Joan Collins, amplia il suo
palato con le ostriche e si cimenta nell’arte dell’apicoltura in
Provenza.
Episodio 4 – Germania: Health Resort (uscita 22
marzo)
Fuori dai sentieri battuti, a Sylt, Eugene esplora un mondo di
benessere, con tanto di bagni di fieno e digiuno al rifugio
olistico Lanserhof.
Episodio 5 – Italia: La Dolce Vita (uscita 29
marzo)
Eugene approfondisce la conoscenza del suo paese europeo preferito
da visitare. In programma: la caccia al tartufo, la raccolta del
vino e le giostre.
Episodio 6 – Grecia: Island-Hopping nell’Egeo (uscita: 5
aprile)
Sulla piccola isola di Milos, Eugene riflette sul valore della
famiglia quando fa amicizia con una coppia padre-figlio che vive il
proprio sogno.
Episodio 7 – Spagna: Avventure in Andalusia (uscita: 12
aprile)
Il viaggio di Eugene si conclude in Spagna, dove incontra l’icona
del calcio Héctor Bellerín e si gode l’epica sfida tra Real Betis e
Sevilla FC.
La carriera del regista Jeff
Wadlow ha fortemente risentito dell’insuccesso di Kick-Ass 2, ma prima di quel momento era un nome molto
quotato all’interno di Hollywood, coinvolto in molti progetti di
alto profilo, tra cui X-Force e Masters of the Universe, ma nessuno di essi è stato
realizzato. Oltre questi, a quanto pare, c’era anche la volontà da
parte del regista di realizzare un film su Captain America per i Marvel Studios. Durante una recente intervista con Alex Zane, condividendo
la sua speranza di fare prima o poi un altro film di supereroi, il
regista ha rivelato quanto sarebbe stata diversa la sua
interpretazione di Steve Rogers.
“Assolutamente. Ucciderei –
ucciderei – per fare un grande film di supereroi“, ha
dichiatato Wadlow. “Ci sono andato molto vicino in alcuni casi.
Dopo l’uscita di Iron Man nel 2008, ho chiamato il mio manager e
gli ho detto: “Devi farmi entrare alla Marvel. Non so cosa faranno
in seguito, ma quel film ha cambiato le carte in tavola, voglio
entrare e propormi‘”. “All’epoca pensavo che non avrebbero
mai fatto un film su Capitan America nemmeno tra un milione di
anni. Così ho proposto un film su Capitan America… Inutile dire che
credo che la mia proposta fosse troppo lontana dalle loro
intenzioni“.
“Parte della mia tesi era che
Capitan America non doveva essere un bianco biondo. È un’idea
ariana“, ha aggiunto. “Capitan America dovrebbe
assomigliare a Will
Smith o a un wrestler di nome The Rock“. Alla fine
avevano progetti diversi, ma al 100% avrei ucciso per fare un
grande film di supereroi“. Come noto, i Marvel Studios avevano
già altri piani per Captain America, poi arrivato al cinema nel
2011 con il biondo Chris Evans come protagonista. Il resto, come
si suol dire, è storia.
In occasione della Giornata
internazionale della donna arriva in prima TV
su Sky Primadonna, il film vincitore del concorso
Panorama Italia ad Alice nella Città 2022, opera prima
della giovane regista Marta Savina.
La pellicola racconta una storia di
coraggio ed emancipazione e, nonostante sia ambientata negli anni
Sessanta del secolo scorso, tocca temi ancora del tutto attuali,
come la privazione della libertà femminile e il diritto
all’autodeterminazione. In una Sicilia arcaica e legata alle
tradizioni, che la regista ha vissuto in prima persona, prendono
vita personaggi profondamente legati al territorio selvaggio e
impervio dei Monti Nebrodi, dove i paesi conservano ancora un
sapore fuori dal tempo, e proprio questa dimensione di
“atemporalità” infonde al film la forza di parlare al pubblico
contemporaneo.
Nel cast, oltre a Claudia
Gusmano nei panni di Lia, la protagonista, troviamo
Fabrizio Ferracane, Francesco
Colella, Manuela Ventura e
Thony. Il film, prodotto da Virginia
Valsecchi, Medset Film, Moreno Zani e
Malcom Pagani, è una coproduzione Capri
Entertainment e Medset Film in
associazione con Tenderstories e in collaborazione
con Rai Cinema, Vision
Distribution e Sky.
La trama di
Primadonna
Sicilia, anni Sessanta. Lia ha 21
anni, va a lavorare la terra con il padre, anche se lei è “femmina”
e dovrebbe stare a casa a prendersi cura delle faccende domestiche
con la madre. Lia è bella, caparbia e riservata, ma sa il fatto
suo. Il suo sguardo fiero e sfuggente attira le attenzioni del
giovane Lorenzo Musicò, figlio del boss del paese. Quando lo
rifiuta, l’ira di Lorenzo non tarda a scatenarsi e il ragazzo si
prende con la forza quello che reputa di sua proprietà. Ma Lia fa
ciò che nessuno si aspetterebbe mai: rifiuta il matrimonio
riparatore e trascina Lorenzo, e i suoi complici, in tribunale.