Il dolore rende vulnerabili. È come
essere spogliati di tutti i vestiti e sapere che anche una folata
di vento tipieda potrà far ammalare. Perché con il corpo nudo la
salute diventa più attaccabile, e allora bisogna fare di tutto per
evitarlo anziché tentare di creare degli anticorpi. E se lo si cala
nel contesto dell’elaborazione di un lutto, è una sensazione che si
amplifica ed espande. Marcus, il protagonista di Dopo
Oliver, lo sa molto bene. Netflix
inizia il nuovo anno introducendo nel suo catalogo un film che
fonda la sua narrazione proprio sulla perdita di qualcuno che si
ama, e sui meccanismi incontrollati – e incontrollabili – che si
mettono in moto nel cervello della persona colpita.
Dopo
Oliver segna il debutto alla regia di Dan Levy per un
lungometraggio in cui la sua firma è apposta anche sulla
sceneggiatura oltre che sul soggetto. L’attore canadese presta il
volto al suo stesso protagonista, nel tentativo – non troppo
riuscito, lo anticipiamo – di indagare la fragilità
dell’essere umano quando è sottoposto al forte stress del
lutto. Levy ce lo mostra come un lavoro richiedente un
grande sforzo fisico e mentale, e che proprio per la sua difficile
portata si tende a non affrontarlo, credendo – erroneamente – di
superare prima il trauma. Accanto a Dan Levy troviamo i comprimari
Ruth Negga e
Himesh Patel, rispettivamente Sophie e Thomas, i
due migliori amici di Marcus che navigano con lui dentro le acque
oscure della sofferenza.
La trama di Dopo
Oliver
Marcus e
Oliver vivono una vita agiata a Londra. Il primo è
un artista, il secondo è uno scrittore di gran fama. Nel momento in
cui inizia il film è Natale, e i due stanno cantando nel loro
lussuoso appartamento con amici e parenti, e non c’è niente che
possa rompere la magia. Sono una coppia sposata e si amano come il
primo giorno, e il loro amore è celebrato da tutte le persone che
gli stanno attorno, in particolare da Sophie e
Thomas, i migliori amici di Marcus. Quella stessa
sera, però, Oliver è costretto a partire per via di una
presentazione del libro che si terrà l’indomani a Parigi, ma subito
dopo aver preso il taxi muore davanti agli occhi del marito.
Traumatizzato da quanto accaduto,
Marcus – già scosso per la perdita della madre – decide di non
metabolizzare realmente l’evento e volta le spalle al lutto,
evitando persino di leggere una lettera che Oliver gli aveva
lasciato prima dell’incidente. Dopo diversi mesi, Sophie e Thomas
lo spingono ad aprirla per capire cosa il marito gli avesse
scritto, ed è in quel momento che Marcus si scontra con alcune
verità scomode e inaspettate. Deciso ad andare fino in fondo, parte
con i suoi amici alla volta di Parigi, dove sarà messo di fronte
alla dura realtà grazie alla quale dovrà affrontare la morte di
Oliver: perdere qualcuno è difficile, ma in qualche modo bisogna
pur elaborarlo.
La difficoltà di elaborare un
lutto
Come accennavamo in apertura,
elaborare un lutto è un’esperienza dentro cui è facile smarrirsi.
Un tunnel infinito nel quale si entra, senza sapere quando si vedrà
la luce. È un atto di coraggio, in fondo, in cui si spendono molte
energie per non esserne totalmente assorbiti. A volte, però,
complice una fragilità mentale – o emotiva – si attua quel poco
produttivo meccanismo di autodifesa per il quale si tende a
fuggire, magari riempendonsi con qualsiasi altra cosa che possa
alienare dalla realtà. Il risultato è che, se non ci si accorge
dello sbaglio, alla fine ci si lascia sopraffare dal vuoto. Era
questa la premessa e l’ossatura contenutistica di Dopo
Oliver. Levy prova a parlarci dell’importanza di
processare un trauma di questo tipo, senza però costruire per la
sua storia un protagonista solido e tridimensionale, il quale
invece si perde facilmente negli angoli di una sceneggiatura
incompleta e frammentata, in cui spesso i dialoghi fra i personaggi
sono dei filler inconcludenti inseriti solo per muovere in avanti
la trama.
Ogni sequenza in cui il
regista/attore esamina un aspetto del lutto e del suo rifiuto viene
spezzata da un cambio di scena, facendo rimanere in sospeso i
concetti di cui ci vuole parlare, quasi come se nel trasmettere dei
messaggi allo spettatore non fosse in grado di esprimersi in
maniera esaustiva. A giocare di contro è anche la palette
di colori, che se fino all’incidente scatenante risultava
calda per poi mutare in fredda per esigenze di scena e racconto
(scelta funzionale), torna poco dopo ai suoi colori iniziali in
modo estemporaneo, confondendo di conseguenza, e rinunciando ad
essere “in tono” con il tono generale del film.
Persino la regia è poco ispirata e
pressoché statica, una scelta che non permette di infilarsi né
nelle crepe del lutto, né nella psicologia del protagonista, ma
rimane a guardarlo impassibile dall’esterno, rendendo molto
difficile empatizzare con Marcus e avvertire qualsiasi trasporto
emotivo. Dopo Oliver si trasforma dunque in un film troppo
spento, e un’occasione mancata per Dan Levy di parlare di lutto – e
morte – con un’intimità e una delicatezza tale da poter far legare
il pubblico alla sua arte cinematografica.
L’anno nuovo è da poco iniziato, e Netflix
non si è fatta trovare impreparata: sono tanti i film originali
acquistati in esclusiva dalla piattaforma pronti ad arricchire il
catalogo e riempire le serate del suo variegato – ma esigente –
pubblico. Le pellicole in uscita nel 2024 di cui ad oggi abbiamo
notizia spaziano infatti dalla commedia allo sci-fi fino al
thriller, e alcune di esse rappresentano persino dei debutti alla
regia. Fra adattamenti cinematografici, sequel, esordi e nuovi
attori, scopriamo quali sono i titoli più attesi di Netflix per questo nuovo, scoppiettante anno,
partendo da quelli con data certa per arrivare a quelli ancora in
attesa di una precisa collocazione nel corso dell’anno.
Dopo Oliver
Il primo film originale Netflix
ad arrivare sulla piattaforma – dove è disponibile
dal 5 gennaio – è Dopo
Oliver, debutto alla regia di Dan
Levy, il quale scrive anche la sceneggiatura e dà volto al
protagonista, Marc Dreyfus. La pellicola è un dramedy che racconta
la storia di un artista che parte per un viaggio alla scoperta di
se stesso a Parigi con i suoi due migliori amici, Sophie e Thomas,
dopo la morte inaspettata del marito Oliver, interpretato da
Luke Evans. Ad accompagnarlo in questa
avventura Ruth Negga e Himesh
Patel.
Lift
Un action poliziesco con protagonista
Kevin Hart? Si chiama Lift,
ed è in arrivo su Netflix
il 12 gennaio. La storia ha per protagonista un
esperto ladro che viene ingaggiato dall’FBI per mettere a segno un
colpo dal valore di 100 milioni di dollari, il tutto per evitare un
attacco terroristico. Accanto ad Hart troviamo Gugu
Mbatha-Raw, nei panni dell’ex fidanzata,
Sam Worthington e Vincent D’Onofrio. Lift è diretto da
F. Gary Gray su sceneggiatura di Jeremy Doner.
The Kitchen
Un altro debutto alla regia è quello di
Daniel Kaluuya per il film sci-fi The
Kitchen, ambientato in una Londra distopica in cui
tutte le case popolari sono state eliminate. Il film è stato
presentato in occasione della 67esima edizione del BFI London Film
Festival, e segue la storia di Izi e Benji, residenti di The
Kitchen, uno degli ultimi progetti di edilizia popolare della
città, i quali combattono per non non dover lasciare la propria
casa. La pellicola arriverà su Netflix il
19 gennaio.
Orion e il Buio
Passiamo a un film d’animazione prodotto dalla
Dreamworks, Orion e il Buio, la cui
particolarità risiede nell’essere stato scritto dal celebre autore
Charlie Kaufman. La narrazione si incentra su
Orion, un bambino molto timido governato da una serie di paure, fra
queste il buio, quella più grande. Tutto cambierà per lui quando
ciò che lo spaventa di più diventa un vero e proprio personaggio,
che si chiama proprio Buio. In un viaggio in giro per il mondo,
Buio cercherà di far capire a Orion che non c’è niente di cui aver
paura nella notte, provando a fargli superare tutti i suoi timori.
A dare voce al protagonista nella versione originale è Jacob Tremblay. Il film è diretto da
Sean Charmatz e arriverà sulla piattaforma il
2 febbraio.
Spaceman
Abbiamo visto Adam Sandler abbastanza di recente negli
ultimi tempi, spaziando da film d’animazione quali Leo a
commedie action come Murder Mystery. Per l’anno nuovo l’attore si calerà
nei panni del primo astronauta della Repubblica Ceca, Jakub
Procházka, mentre intraprende una pericolosa missione su Venere. Il
titolo è Spaceman, e la pellicola è
basata sul romanzo di fantascienza Spaceman of Bohemia di Jaroslav
Kalfař. Nel cast spiccano anche Carey Mulligan, Kunal Nayyar e
l’italiana Isabella Rossellini, mentre la regia è affidata a Johan
Renck. L’uscita è attualmente fissata al 1
marzo.
Damsel
Uno dei film
Netflix
più attesi del 2024 è Damsel,
che ha come protagonista una delle stelle di Hollywood più amate
soprattutto dai giovani: Millie Bobby Brown. Sarà lei a dare volto e
corpo a Elodie, una principessa ingannata che, dopo aver accettato
di sposare il principe Henry, scopre che il fidanzamento era solo
un escamotage per attirarla in una caverna governata da un drago,
al fine di essere sacrificata per saldare un antico debito.
Riuscirà Elodie a sopravvivere? Damsel è
diretto da Juan Carlos Fresnadillo, su
sceneggiatura di Dan Mazeau, e uscirà su Netflix l’8
marzo.
Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice
Dopo il debutto di
Rebel
Moon – Parte 1: Figlia del fuoco (qui
la nostra recensione), che segna l’ingresso su Netflix del
nuovo universo firmato Zack Synder, la piattaforma si prepara ad
accogliere il 19 aprile 2024, il prosieguo della
storia dei ribelli con Rebel Moon – Parte 2: La
Sfregiatrice. Nel secondo capitolo si compirà la
battaglia su Veldt fra l’Imperium e la squadra capeggiata da Kora,
e saranno approfonditi meglio alcuni personaggi presentati nel
primo volume, come per esempio il robot Jimmy.
Beverly Hills Cop: Axel F
Con la regia di Mark Molloy,
Eddie Murphy torna finalmente nel ruolo di
Axel Foley, simbolo degli anni Ottanta, in Beverly
Hills Cop: Axel F, in uscita sulla
piattaforma Netflixquest’estate. Con una
sceneggiatura scritta a sei mani da Josh Appelbaum, André Nemec e
Will Beall, il sequel – che arriva 25 anni dopo l’ultimo
lungometraggio della trilogia – vede anche il come back del cast
originale, fra cui spiccano Judge Reinhold e
Bronson Pinchot, mentre
Kevin Bacon e Joseph Gordon-Levitt introdurranno nuovi
personaggi.
A Family Affair
Zac Efron si appresta a riempire le sale
cinematografiche con il nuovo film, The Warrior – The Iron Claw, biopic sportivo atteso
per il 1 febbraio 2024. Un lungometraggio che avvierà una serie di
progetti a cui l’attore ha lavorato, e che costelleranno l’anno
nuovo, uno fra questi la rom-com di NetflixA Family Affair. Diretto da
Richard LaGravenese e scritto da Carrie Solomon,
la pellicola vanta un cast di tutto rispetto in cui spiccano
Nicole Kidman, Joey King,
Liza Koshy e Kathy Bates. La
storia ruota attorno a una giovane donna, Zara, la quale lavora
come assistente per la star del cinema Chris Cole. Le cose cambiano
bruscamente quando quest’ultimo si invaghisce di sua madre,
gettando la vita di Zara nel caos più totale.
The Old Guard 2
Per la regia di Victoria Mahoney torna il
secondo capitolo di The Old
Guard, film d’azione fantasy il cui debutto è avvenuto nel
2020. La protagonista principale è Andy, interpretata da Charlize Theron, la quale riprende il ruolo di
leader di una squadra di mercenari immortali, sui quali si fonda la
narrazione. Greg Rucka è lo sceneggiatore del film, nonché autore
della graphic novel da cui esso è tratto. Ad oggi non è nota
l’esatta data di rilascio sulla piattaforma.
The Piano Lesson
The Piano Lesson,
un’opera teatrale di grande successo del drammaturgo Agust Wilson
vincitore del Premio Pulitzer, si trasforma in un film dall’omonimo
titolo che debutterà su Netflix
quest’anno. La narrazione è ambientata durante la Grande
Depressione e racconta della famiglia Charles, la quale possiede un
pianoforte, simbolo di una grande eredità, che è ricoperto di
intagli realizzati da un antenato schiavo. A dirigere il
lungometraggio è Malcolm Washington, mentre i
protagonisti – il capo famiglia Doaker e il nipote Boy Willie –
sono interpretati rispettivamente da Samuel L. Jackson e John David Washington. Ad oggi non è nota
l’esatta data di rilascio sulla piattaforma.
Wallace & Gromit
Trent’anni dopo il primo Oscar con I
pantaloni sbagliati, tornano con Netflix
gli iconici Wallace & Gromit in un nuovo film in
claymation prodotto dalla società d’animazione inglese Aardman
Animations. L’inventore e il suo inseparabile compagno sono pronti
a catapultarci in altre incredibili avventure e la pellicola sarà
diretta da Nick Park e Merlin Crossingham. Anche per questo titolo
non è ad oggi non è nota l’esatta data di rilascio sulla
piattaforma.
Unfrosted: The Pop-Tart Story
Approderà su Netflix
quest’anno – anche se al momento non è noto quando – anche
Unfrosted: The Pop-Tart Story, un film di
stampo comico diretto, co-scritto e co-prodotto da Jerry
Seinfeld, nonché da lui anche interpretato. La pellicola
si basa su una battuta che ha raccontato lo stesso Seinfeld sulla
creazione dei Pop-Tarts nel suo speciale di Netflix 23 Hours to
Kill. A contribuire alla sceneggiatura anche Spike Feresten,
Barry Marder e Andy Robin.
The Electric State
Netflix
per il 2024 si arricchise di film d’azione, avventura e
fantascienza, e in questo catalogo si incasella
The Electric State, diretto da
Anthony e Joe Russo (i registi di
Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame) e scritto da Christopher Markus e
Stephen McFeely. La pellicola si basa sull’omonima graphic novel di
Simon Stålenhag e nel cast spiccano
Millie Bobby Brown, Chris Pratt, Ke Huy Quan e
Stanley Tucci. La storia segue un’adolescente orfana
che viaggia con un robot per trovare il fratello scomparso. Anche
per questo titolo si attendono comunicazioni riguardo la data di
uscita.
Hit Man
Concludiamo con il nuovo film di Richard
Linklater, Hit
Man (qui
la nostra recensione), acclamato da critica e pubblico al
Festival del Cinema di Venezia 2023 e ora acquistato da Netflix,
che lo farà debuttare sulla piattaforma nel 2024, ma al momento
manca una data di uscita precisa. Protagonista di Hit Man
è Glen Powell, nei panni del poliziotto sotto
copertura Gary Johnson, il quale si finge un sicario per poter
arrestatare tutte le persone che lo vorrebbero assumere. Tutto
sembra filare liscio fino a quando Gary non viene contattato da una
donna, Maddy, la quale gli chiede di uccidere il marito violento.
Nell’aiutarla, l’uomo si innamorerà di lei, e infrangerà il
protocollo assumendo realmente una delle sue false identità.
Sono passate due lunghe settimane
dall’uscita della Parte 1, arrivata su Netflix lo scorso 22 dicembre. E dopo la bellezza e
l’audacia dei primi episodi, La Creatura di
Gyeongseong (qui
la recensione della prima parte) è tornata con una
esplosiva e commovente Parte 2 che, fortunatamente, non
tradisce le alte aspettative del pubblico. Il misterioso e
potente period horror sudcoreano – creato
da Kang Eun-kyung e Chung Dong-yoon – entra, infatti, con
passo fiero nel vasto catalogo Netflix come uno dei pochi (ma non
poi così rari) gioiellini televisivi dell’Hanguk, proponendosi
persino come il miglior kdrama dell’anno appena concluso.
Dove eravamo rimasti: riassunto finale Parte
1
Tae-sang (Park
Seo-jun) e Chae-ok (Han So-hee), dopo
essere entrati all’interno dell’ospedale Ongseong in cerca di
Myeong Ja, scoprono le orribili e segrete atrocità commesse dal
governo giapponese su alcuni cittadini di Gyeongseong: degli
indicibili esperimenti biologici che trasformano
gli esseri umani in mostruose belve predatrici.
Decisi a voler salvare i pochi sopravvissuti dal crudele esercito
giapponese e da una misteriosa sanguinaria creatura, i due giovani
pianificano, assieme ai loro amici, una fuga dall’ospedale
in soli 10 minuti. Ma se Chae-ok riesce a mettersi in
salvo con tutti gli altri; Tae-sang, invece, si sacrifica come
diversivo e resta in grave pericolo nell’edificio. Intanto,
la polizia giapponese aumenta l’oppressione per le
strade della città contro il popolo coreano con l’obiettivo di
recuperare i fuggitivi coreani.
Inoltre, mentre Tae-sang e Chae-ok
lottano tra la vita e la morte, l’episodio finale della Parte 1 si
conclude con un grande dilemma: chi ha bevuto l’acqua avvelenata con il Najin dal tenente
Kato? Tae-sang, Chae-ok, l’amico rivoluzionario di
Jun-taek o Akiko? In una breve clip post-credit è anticipata la
drammatica risposta.
La guerra ha un unico volto
Il dolore e la distruzione che può
creare l’avidità umana pare a volte
inimmaginabile. Eppure, Kang Eun-kyung e Chung Dong-yoon sono
riusciti non solo a immaginarla, ma anche a realizzarla sul piccolo
schermo come una malinconica e toccante fiaba dark
che affonda le sue radici nella storia vera di un Paese che ha
lottato duramente per anni per la propria identità.
Tra un fantasy cupo e la
cruda realtà, La Creatura di Gyeongseong si
carica di un profondo pathos che,
attraverso la metafora di abominevoli esperimenti e mostruose
creature umane, racconta un passato che non è semplice da
dimenticare. Proprio perché la guerra – prima ancora di
strade, edifici e città – distrugge e disintegra uomini, donne e
bambini; lasciando atroci cicatrici nell’animo di chi, soprattutto,
è riuscito a sopravvivere e ha dovuto raccontare. E non importa in
che parte del mondo, quando o chi e cosa l’hanno causata,
la guerra ha lo stesso orribile e crudele volto per
tutti.
Ecco perché, a suo modo e nonostante
l’ambientazione storica così suggestiva e accurata, il k-drama
riesce a narrare di una guerra quasi universale, in cui chiunque
può riconoscere, a malincuore, la propria.
Ma la serie con protagonisti i
talentuosi e celebri Park Seo-jun e Han So-hee, con tanta
dolcezza quanto tragicità, affronta molti altri temi oltre
quello della guerra: l’elaborazione del lutto, l’onore del
perdono, l’importanza della famiglia (non solo di sangue,
ma anche quella “per scelta”), la speranza, la forza dell’empatia,
il valore del dono della vita. Inoltre, attraverso
il sacrificato e oppresso popolo sudcoreano, Kang e Chung
raccontano con commozione tutta la dignità e il
coraggioche si celano nella povertà e
nell’umiliazione.
Al di là della profondità dei temi
trattati, a dare ancor più valore e spessore alla serie è anche
l’interessante, e non scontata, evoluzione e
rinascita che compiono i personaggi nella Parte 2. Lo
stesso Tae-sang, che dal primo episodio indossa con fierezza la
sfrontata maschera del ricco, furbo ed egoista imprenditore,
finisce per mostrarsi al pubblico con le sue paure,
fragilità, desideri. Il personaggio di Tae-sang
crolla, episodio dopo episodio, per lasciare spazio
all’immagine di un uomo, in carne e ossa e non più macchiettistico,
in cui non è poi così difficile immedesimarsi. È ciò che accade
anche a Chae-ok, che da fredda e imperscrutabile
giovane donna riesce ad ammettere i propri sentimenti per Tae-sang
e a sacrificarsi per amore, senza alcuna riserva.
O, ancora, come la premurosa e attenta signora Nawol (interpretata
dalla magnifica Kim Hae-Sook), il signor Gu
(Park Ji-Hwan) e il ragazzetto Beom-O (Ahn
Ji-Ho) che, ognuno a modo loro, dopo aver tradito la
fiducia di Tae-sang, sceglie di redimersi con la propria stessa
vita.
La Creatura di Gyeongseong: tra la fine e un nuovo
inizio?
La Creatura di Gyeongseong
si conferma, dunque, un’emozionante e travolgente
epopea che, dopo un primo tempo più lento e angosciante,
cattura il pubblico in un’intensa e vorticosa Parte 2 che
commuove, inspira e ammalia persino nel suo
perfetto e doloroso unhappy ending.
Al di là del doppiaggio italiano che
lascia molto a desiderare (in lingua originale è senza dubbio più
appassionante e incisivo), la serie
sembrerebbe, quindi, esente da difetti, se non fosse che il caro
signor
Netflix abbia lasciato anche questa volta il suo maldestro
zampino. Nonostante non sia ancora stata confermata una nuova
stagione, l’episodio finale si chiude con uno
scioccante cliffhanger che, con un balzo
temporale, mostra uno dei protagonisti nella Seoul moderna. Una non
così innocente scena che apre ora le porte a tante domande e dubbi
sugli sviluppi futuri della serie. Ma è davvero necessaria
una seconda stagione? E, soprattutto, ne varrà la
pena?
La National Society of Film Critics,
un’associazione di critica cinematografica statunitense fondata da
Joe Morgenstern nel 1966, ha annunciato la sua
lista dei migliori film del 2023.
Past Lives di Celine Song ha
portato a casa il premio come miglior film del 2023, mentre
concorreva anche nella categoria per la migliore sceneggiatura.
Oltre al film di Song, sono stati premiati anche Andrew
Scott per la
migliore interpretazione maschile, e Sandra
Hüller per
quella femminile.
Ecco la lista completa dei vincitori dei National Society of
Film Critics 2023
Best Picture: “Past Lives”
Best Screenplay:Samy Burch, “May
December”
Best Actor: Andrew Scott, “All of Us
Strangers”
Best Supporting Actor: Charles Melton, “May
December”
Best Cinematography: Rodrigo Prieto, “Killers of the Flower
Moon”
Best Actress: Sandra Hüller, “Anatomy of a Fall” and “The
Zone of Interest”
Best Supporting Actress: Da’Vine Joy Randolph, “The
Holdovers”
Best Experimental Film: Jean Luc-Godard’s “Trailer of a
Film That Will Never Exist: Phony Wars”
Film Heritage Award: Criterion Channel
Film Heritage Award: Facets, Kim’s Video, Scarecrow Video
and Vidiots
Special Citation for a Film Awaiting U.S. Distribution:
Victor Erice’s “Close Your Eyes”
The Last of
Us, The White
Lotus, The
Bear e Beef hanno ottenuto grandi
vittorie nel corso dei Creative Arts Emmy Awards,
uno slancio che potrebbe essere determinante per le premiazioni dei
Golden Globe che avverranno questa notte.
Nel corso della serata, svoltasi al
Peacock Theatre nel centro di Los Angeles,The Last of Us della HBO è stato di
gran lunga il favorito con otto vittorie. The
Bear di FX, Mercoledì di Netflix e The White Lotus di HBO
hanno vinto quattro riconoscimenti a testa, mentre
Beef di Netflix ha portato a casa altri tre trofei
per il colosso dello streaming.
Ecco di seguito l’elenco completo dei vincitori dei Creative
Arts Emmy Awards 2024
Blindspotting • Routines: The History / San Quentin Blues •
STARZ • STARZ Original Presents, Lionsgate Television, Snoot,
Choreographer Jon Boogz
Casting for a Drama Series
The White Lotus • HBO Max • HBO in association with Rip
Cord and The District
Meredith Tucker, Casting by Francesco Vedovati (CSA), Location
Casting Barbara Giordani (CSA)
Outstanding Casting for a Limited or Anthology
Seriesor Movie
BEEF • Netflix • A Netflix Series / An A24 Production,
Casting by Charlene Lee, Claire Koonce
OutstandingCasting for a Comedy
Series
The Bear • FX • FX Productions , Casting by Jeanie
Bacharach (CSA), Location Casting by Jennifer Rudnicke, Mickie
Paskal, AJ Links
Outstanding Period Costumes for a Series
The Great • Choose Your Weapon • Hulu • Civic Center Media,
MRC
Sharon Long, Costume Designer; Claire Tremlett, Basia Kuznar,
Assistant Costume Designer; Anna Lau, Costume
Supervisor
OutstandingPeriod Costumes for a
Limited or Anthology Seriesor
Movie
Daisy Jones & The Six • Track 8: Looks Like We Made It •
Prime Video • Hello Sunshine, Amazon Studios,
Denise Wingate, Costume Designer; Derek Sullivan, Costume
Supervisor
OutstandingFantasy
Costumes
House Of The Dragon • The Heirs Of The
Dragon • HBO Max • HBO in association with 1:26 Pictures, Bastard
Sword, and GRRM Productions, Jany Temime, Costume Designer;
Katherine Burchill, Paul Yeowell, Rachel George, Assistant Costume
Designer; Joanna Lynch, Costume Supervisor
OutstandingContemporary Costumes for
a Series
Wednesday • Wednesday’s Child Is Full Of Woe • Netflix • A
Netflix Series / An MGM Television Production, Colleen Atwood,
Costume Designer; Mark Sutherland, Co-Costume Designer; Robin
Soutar, Assistant Costume Designer; Claudia Littlefield, Costume
Supervisor; Adina Bucur, Costume Supervisor
OutstandingContemporary Costumes for
a Limited or Anthology Series or Movie
BEEF • The Birds Don’t Sing, They Screech In Pain • Netflix
• A Netflix Series / An A24 Production, Helen Huang, Costume
Designer; Austin Wittick, Assistant Costume Designer; YJ Hwang,
Assistant Costume Designer; Mark Anthony Summers, Costume
Supervisor
OutstandingProsthetic
Makeup
The Last Of Us • Infected • HBO Max • HBO in association
with Sony Pictures Television Studios, PlayStation Productions,
Word Games, The Mighty Mint, and Naughty Dog
Barrie Gower, Prosthetics Designer
Sarah Gower, Prosthetics Makeup Co-Department Head
Paul Spateri, Key Prosthetics Makeup Artist
Nelly Guimaras Sanjuan, Key Prosthetics Makeup Artist
Johnny Murphy, Key Prosthetics Makeup Artist
Joel Hall, Key Prosthetics Makeup Artist
Lucy Pittard, Key Prosthetics Makeup Artist
Outstanding Contemporary Makeup (Non
Prosthetic)
Wednesday • Woe What A Night • Netflix • A Netflix Series /
An MGM Television Production
Tara McDonald, Makeup Designer
Freda Ellis, Key Makeup Artist
Nirvana Jalalvand, Makeup Artist
Tamara Meade, Makeup Artist
Bianca Boeroiu, Makeup Artist
Guest Actress in a Comedy Series
Judith Light (“Poker Face”)
Outstanding Period And/Or Character
Hairstyling
Queen Charlotte: A Bridgerton Story • Crown Jewels •
Netflix • A Netflix Series in association with shondalandmedia
Nic Collins, Hair Designer
Giorgio Galliero, Assistant Hair Designer
Outstanding Contemporary Hairstyling
The White Lotus • Abductions • HBO Max • HBO in association
with Rip Cord and The District
Miia Kovero, Department Head Hairstylist
Elena Gregorini, Key Hairstylist
Italo Di Pinto, Hairstylist
Outstanding Stunt Coordination For A Drama Series, Limited
Or Anthology Series Or Movie
The Boys • Prime Video • Sony Pictures Television, Amazon
Studios
John Koyama, Supervising Stunt Coordinator
Outstanding Stunt Coordination For A Comedy Series Or
Variety Program
Barry • HBO Max • HBO in association with Alec Berg and
Hanarply
Wade Allen, Stunt Coordinator
Outstanding Stunt Performance
The Mandalorian • Chapter 24: The Return • Disney+ • Lucasfilm Ltd.
Lateef Crowder, Stunt Performer
Paul Darnell, Stunt Performer
JJ Dashnaw, Stunt Performer
Ryan Ryusaki, Stunt Performer
Outstanding Production Design For A Narrative Program
(Half-Hour)
Only Murders In The Building • Sparring Partners • I Know
Who Did It • Hulu • 20th Television, Production Designer Patrick
Howe, Art Director Jordan Jacobs, Set Decorator Rich
Murray
Outstanding Production Design For A Narrative Period Or
Fantasy Program (One Hour Or More)
Guillermo Del Toro’s Cabinet Of Curiosities • Netflix •
Netflix / Double Dare You, Production Designer Tamara Deverell, Art
Director Brandt Gordon, Set Decorator Shane Vieau
Outstanding Production Design For A Narrative Contemporary
Program (One Hour Or More)
Wednesday • Wednesday’s Child Is Full Of Woe • Netflix • A
Netflix Series / An MGM Television Production, Production Designer
Mark Scruton, Art Director Adrian Curelea, Set Decorator Robert
Hepburn
Outstanding Production Design For A Narrative Period Or
Fantasy Program (One Hour Or More)
Guillermo Del Toro’s Cabinet Of Curiosities • Netflix •
Netflix / Double Dare You, Production Designer Tamara Deverell, Art
Director Brandt Gordon, Set Decorator Shane Vieau
Outstanding Special Visual Effects In A Season Or A
Movie
The Last Of Us • HBO Max • HBO in association with Sony
Pictures Television Studios, PlayStation Productions, Word
Games,
The Mighty Mint, and Naughty Dog
Alex Wang, Overall Visual Effects Supervisor
Sean Nowlan, Overall Visual Effects Producer
Joel Whist, Production SFX Supervisor
Stephen James, Visual Effects Supervisor, DNEG
Nick Marshall, Digital Effects Supervisor, DNEG
Simon Jung, Visual Effects Supervisor, WETA FX
Dennis Yoo, Animation Supervisor, WETA FX
Espen Nordahl, Visual Effects Supervisor, Storm Studios
Jonathan Mitchell, Visual Effects Supervisor, Distillery
FX
Outstanding Special Visual Effects In A Single
Episode
Five Days At Memorial • Day Two • Apple
TV+ • ABC Signature in association with Apple
Eric Durst, VFX Supervisor
Matthew Whelan, VFX Supervisor
Danny McNair, VFX Producer
Goran Pavles, VFX Supervisor, Stormborn Studios
Rafael Solórzano, VFX Supervisor, El Ranchito
John MacGillivray, SFX Coordinator
Viktor Muller, VFX Supervisor, UPP
Manuel Tausch, VFX Supervisor, Stormborn Studios
Gonzalo Escudero, VFX Producer, El Ranchito
Outstanding Main Title Design
The Last Of Us • HBO Max • HBO in association with Sony
Pictures Television Studios, PlayStation Productions, Word
Games,
The Mighty Mint, and Naughty Dog
Andy Hall, Creative Director
Nadia Tzuo, Creative Director
Gryun Kim, 3D Artist
Min Shi, Designer
Jun Kim, 3D Artist
Xiaolin (Mike) Zeng, Designer
Ian Spendloff, Director David Lochhead, Designer Daniella Marsh, Designer David Stumpf, Designer Philip Robinson, 3D Artist Matthew Thomas, 3D Artist
Outstanding Sound Editing For A Limited Or Anthology
Series, Movie Or Special
Prey • Hulu • 20th Century Studios
Chris Terhune, Co-Supervising Sound Editor William Files, MPSE,
Co-Supervising Sound Editor
Jessie Anne Spence, Dialogue/ADR Editor
James Miller, Sound Designer
Diego Perez, Sound Effects Editor
Lee Gilmore, Sound Effects Editor
Christopher Bonis, Sound Effects Editor
Daniel DiPrima, Music Editor
Stephen Perone, Music Editor
Leslie Bloome, Foley Artist
Shaun Brennan, Foley Artist
Outstanding Sound Editing For A Comedy Or Drama Series
(Half-Hour) And Animation
The Bear • Review • FX • FX Productions
Steve “Major” Giammaria, Supervising Sound Editor
Evan Benjamin, Dialogue Editor
Jonathan Fuhrer, Sound Effects Editor
Annie Taylor, Foley Editor
Chris White, Foley Editor
Leslie Bloome, Foley Artist
Shaun Brennan, Foley Artist
Outstanding Sound Editing For A Comedy Or Drama Series (One
Hour)
The Last Of Us • When You’re Lost In The Darkness • HBO Max
• HBO in association with Sony Pictures Television Studios,
PlayStation Productions, Word Games, The Mighty Mint, and Naughty
Dog
Michael J. Benavente, Supervising Sound Editor
Joe Schiff, Dialogue Editor
Christopher Battaglia, Sound Designer
Chris Terhune, Sound Designer
Mitchell Lestner, Sound Effects Editor
Jacob Flack, Sound Effects Editor
Matt Yocum, MPSE, Sound Effects Editor
Maarten Hofmeijer, Music Editor
Randy Wilson, Supervising Foley Editor
Justin Hele, Foley Editor
David Aquino, Foley Editor
Stefan Fraticelli, Foley Artist
Jason Charbonneau, Foley Artist William Kellerman, Foley Artist
Outstanding Sound Mixing For A Comedy Or Drama Series (One
Hour)
The Last Of Us • When You’re Lost In The Darkness • HBO Max
• HBO in association with Sony Pictures Television Studios,
PlayStation Productions, Word Games, The Mighty Mint, and Naughty
Dog
Marc Fishman, CAS, Re-Recording Mixer
Kevin Roache, CAS, Re-Recording Mixer
Michael Playfair, CAS, Production Mixer
Outstanding Sound Mixing For A Limited Or Anthology Series
Or Movie
Daisy Jones & The Six • Track 10: Rock ‘N’ Roll Suicide •
Prime Video • Hello Sunshine, Amazon Studios
Lindsay Alvarez, CAS, Re-Recording Mixer
Mathew Waters, CAS, Re-Recording Mixer
Chris Welcker, Production Mixer
Mike Poole, Music Mixer
Outstanding Sound Mixing For A Comedy Or Drama Series
(Half-Hour) And Animation
The Bear • Review • FX • FX Productions
Steve “Major” Giammaria, Re-Recording Mixer
Scott D. Smith, CAS, Production Mixer
Outstanding Music Composition For A Limited Or Anthology
Series, Movie O Special (Original Dramatic Score)
Weird: The Al Yankovic Story • The Roku Channel • The Roku
Channel, Funny or Die, Tango Entertainment
Leo Birenberg, Composer
Zach Robinson, Composer
Outstanding Music Supervision
The White Lotus • Bull Elephants • HBO Max • HBO in
association with Rip Cord and The District
Gabe Hilfer, Music Supervisor
Outstanding Original Music And Lyrics
Ted Lasso • Mom City / Song Title: Fought & Lost • Apple
TV+ • Apple presents a Doozer Production in association with
Warner Bros. Television and Universal Television
Tom Howe, Music & Lyrics
Jamie Hartman, Music & Lyrics
Sam Ryder, Music & Lyrics
Outstanding Original Main Title Theme Music
Wednesday • Netflix • A Netflix Series / An MGM Television
Production
Danny Elfman, Composer
Outstanding Music Composition For A Series (Original
Dramatic Score)
The White Lotus • In The Sandbox • HBO Max • HBO in
association with Rip Cord and The District
Cristobal Tapia de Veer, Composer
Outstanding Actor In A Short Form Comedy Or Drama
Series
I Think You Should Leave With Tim Robinson • Netflix •
Netflix
Tim Robinson as Various Characters
Outstanding Actress In A Short Form Comedy Or Drama
Series
Chronicles Of Jessica Wu • Prime Video • Ironbeard
Films
Jasmine Guy as Barbara Baldwin
Outstanding Picture Editing For A Multi-Camera Comedy
Series
Night Court • Pilot • NBC • After January Productions in
association with Warner Bros. Television and Universal
Television
Kirk Benson, Editor
Chris Poulos, Editor
Outstanding Picture Editing For A Single-Camera Comedy
Series
The Bear • System • FX • FX Productions
Joanna Naugle, Editor
Outstanding Picture Editing For A Limited Or Anthology
Series Or Movie
BEEF • Figures Of Light • Netflix • A Netflix Series / An
A24 Production
Nat Fuller, Editor
Laura Zempel, Editor
Outstanding Picture Editing For A Drama Series
The Last Of Us • Endure And Survive • HBO Max • HBO in
association with Sony Pictures Television Studios, PlayStation
Productions, Word Games, The Mighty Mint, and Naughty Dog
Timothy A. Good, ACE, Editor
Emily Mendez, Editor
Outstanding Cinematography For A Series (One
Hour)
The Marvelous Mrs. Maisel • Four Minutes • Prime Video •
Amazon Studios, Director of Photography M. David Mullen
(ASC)
Outstanding Cinematography For A Limited Or Anthology
Series Or Movie
Black Bird • Hand To Mouth • Apple TV+ • Apple Studios,
Director of Photography Natalie Kingston
Outstanding Cinematography For A Series
(Half-Hour)
Atlanta • Andrew Wyeth. Alfred’s World • FX • FX
Productions, Director of Photography Christian Sprenger
(ASC)
Guest Actress in a Drama Series
Storm Reid (“The Last of Us”)
Guest Actor in a Drama Series
Nick Offerman (“The Last of Us”)
Outstanding Television Movie
Weird: The Al Yankovic Story • The Roku Channel • The Roku
Channel, Funny or Die, Tango Entertainment
Giusto un anno fa, l’11
maggio scorso, Wim Wenders
annunciava a Tokyo di voler girare lì il suo prossimo film,
principalmente a Shibuya, ampiamente riconoscibile nelle immagini
del Perfect
Days presentato in concorso e tra i più seri candidati
alla Palma d’Oro del
Festival di Cannes 2023. Parte fondamentale del progetto, sin
da quando lo si conosceva come The Tokyo Toilet
Project, Koji Yakusho è il protagonista di una riflessione
commovente e poetica sulla quotidiana ricerca della bellezza e del
proprio equilibrio nel mondo in cui viviamo. Un film che il
regista tedesco ha portato sulla Croisette insieme allo Special
Screening di Anselm.
Ogni giorno
Hirayama si sveglia, annaffia le piantine trovate
in giro per la città, si prepara, compra il caffè il lattina dal
distributore fuori casa e parte per la sua giornata di lavoro.
Hirayama è uno dei tanti addetti alle pulizie dei bagni pubblici di
Tokyo, ma più degli altri sembra prendere il suo lavoro molto sul
serio, trovando comunque il tempo di godere dei piccoli piaceri che
arricchiscono la sua routine quotidiana fatta di piccole
incombenze, visite al suo sentō preferito, fotografie e pranzi
frugali consumati al solito chiosco.
Oltre che, ovviamente di
libri – che compra nella piccola libreria di quartiere – e musica,
rigorosamente classici soul e rock d’altri tempi che ascolta da
antidiluviane musicassette. Un oggetto che attira la curiosità
della giovane Aya, la ragazza del suo strambo
collega, solo due degli incontri – anche inaspettati – che faremo
seguendo Hirayama nelle sue giornate, tutte uguali e tutte diverse,
perfette o meno.
Alla
scoperta dei bagni di Tokyo
A quasi quarant’anni dal
Paris, Texas con cui Wenders
vinse la Palma d’Oro 1984 e dal successivo Tokyo-Ga, girato in
Giappone, il regista tedesco dimostra di saper creare poesia anche
filmando quanto di più come si potrebbe immaginare. In parte, visto
che, come dice lui, Perfect Day “non avrebbe potuto
essere realizzato da nessun’altra parte“, visto che solo a
Tokyo esistono le 17 toilette scelte per il film. Alcune
addirittura realizzate da importanti architetti giapponesi, come
Tadao Ando o Sou Fujimoto, e
incredibilmente futuristiche per design e tecnologia (come per i
bagni in cui le pareti a vetro vengono oscurate alla bisogna da un
gas opaco)
Perfect Days: (non esiste) un uomo senza
passato
“Il bagno è un luogo
dove tutti sono uguali, non c’è ricco e povero, vecchio o giovane,
tutti fanno parte dell’Umanità” diceva Wenders spiegando
l’ispirazione iniziale, ma a vedere il risultato ottenuto non si
può che restare ammirati da dove lo sviluppo di questa premessa
abbia portato il film. Che, a dispetto della facile lezione che se
ne potrebbe trarre superficialmente, regala una incredibile varietà
di emozioni e di momenti da non dimenticare.
Non tanto, e non solo,
per la resa per immagini della pienezza della semplicità che
caratterizza la vita del protagonista, ma anche per l’immensa
interpretazione di Koji Yakusho, che sicuramente
avrebbe meritato miglior fortuna e maggior considerazione dalla
giuria guidata da Ruben Östlund. Di poche parole,
ma dai sorrisi sinceri e commoventi che lo illuminano di fronte
alle meraviglie della natura e delle piccole cose, Hirayama non ha
paura a condividere le sue passioni, a rinunciare alla sua
solitudine o a cambiare la propria rassicurante routine.
Tutto scorre, tutto
può cambiare
Nella quale tutto è al
posto giusto al momento giusto, e lo scorrere del tempo è accettato
in maniera eraclitea. Tutto scorre, ma ogni momento è diverso, o
può esserlo. E sembra esserci pace nell’accettazione che le
sorprese della vita in fondo sono la vita stessa. Pace, ma non
felicità, come scopriamo insieme a lui, quando a stravolgere la sua
vita è una nipotina da troppo tempo trascurata, che lo riporta a un
contesto familiare troppo doloroso da sopportare, o il riemergere
di sentimenti che sotto quella routine erano stati messi a
tacere.
L’amore, il senso di
colpa, la paura, la gelosia, una fanciullesca voglia di vivere si
affollano in una paurosa – quanto non esplicita – contemporaneità
nell’ultima parte della storia, che pur restando fedele a un
silenzio narrativo denso di significati e lezioni racconta di
rispetto e consapevolezza. Un silenzio che non si rompe nemmeno
nell’abbraccio con la sorella, né per raccontare la vergogna di
aver scelto di fuggire il dolore della morte e dell’oblio. Un
silenzio rotto solo dalla musica – bellissima – che Hirayama
sceglie, a riempire i momenti nei quali non può restare in ascolto
dei suoni della natura e della città in movimento. E che, alla
fine, nella splendida Feeling Good di Nina
Simone promette una “nuova alba, un nuovo giorno, una
nuova vita”.
Nel 2014
Christopher Nolan fece un ritratto futuristico del
nostro pianeta abbattuto dal cambiamento climatico.
Interstellar era la lucida, ragionata riflessione
e immagine del mondo che potrebbe esserci fra qualche secolo, in
cui la popolazione si trova costretta a espatriare dalla Terra per
colonizzare lo spazio. Pur portato all’estremo, il discorso del
regista inglese rispecchiava già ai suoi tempi la nostra
preoccupante realtà, l’inquinamento sempre più incombente e il
clima alterato minaccioso, una condizione che negli anni si è
rafforzata. Il nemico, nuovo film di
Prime Video diretto da Garth
Davis, propone uno sci-fi movie dagli sprazzi
thriller partendo dalla stessa idea distopica di Nolan, essendone
così debitore, per poi sferzare di tono subito dopo, e far
diventare l’elemento fantascientifico solo lo sfondo di un racconto
che si innalza e ruota attorno ai suoi attori:
Paul Mescal e
Saoirse Ronan.
I due interpretano una coppia di
protagonisti dal grande potenziale, Junior ed Henrietta, che però
nella fragilità della sceneggiatura risultano essere sprecati,
sfociando alla fine nell’oceano di un ambiguo dramma, con un plot
twist del terzo atto che, seppur di natura forte, si consuma così
velocemente da smorzare tutto il pathos. Questo nonostante
Il nemico sia stato scritto a quattro
mani dallo stesso regista insieme a Iain Reid, dal
cui omonimo romanzo è tratto il film.
La trama di Il nemico
Midwest, 2065. Le risorse della
Terra sono quasi esaurite, e gli esseri viventi hanno sempre meno
possibilità di poter vivere. Proprio come il Cooper di Interstellar, Junior ed
Hen vivono nelle forti preoccupazioni che questo
scenario comporta e abitano in una casa isolata nelle campagne,
dove attorno a loro c’è molta aridità. Inoltre, il matrimonio che
li ha resi un tempo felici sembra solo un’ombra che si staglia
oramai lontana, e il sapore di quei momenti di spensieratezza e
complicità è un ricordo che ritorna per soli pochi istanti, come un
fulmine estemporaneo.
La loro esistenza sarà scossa
dall’arrivo di un uomo, Terrence, il quale bussa
alla porta dei coniugi con una notizia folgorante: Junior è stato
selezionato per prendere parte ad un programma di sperimentazione
sullo spazio, affinché un domani gli umani possano colonizzarlo e
sopravvivere. Junior, però, non è convinto e sospetta inizialmente
della sua Hen, credendo che lei sappia qualcosa. Dopo le prime
titubanze, il tempo della partenza sembra farsi sempre più vicino e
nel frattempo la loro relazione oscilla fra la gioia passata e i
demoni del presente che cercano di spezzarli.
L’incrinatura di una relazione
accennata
Quella de Il
nemico appare come una possibilità mancata di tessere
le fila di una storia che, pur prendendo spunto da altro cinema,
aveva tutti gli elementi per raccontarsi con una veste inedita. Il
film di Davis usa come escamotage narrativo
l’aridità della terra e la sua inabitabilità – condizioni che
spingono gli esseri umani ad abbandonare la loro casa – per
parlare dei rapporti matrimoniali, tanto che di questi
ingredienti selezionati ad hoc non ne utilizza realmente neppure
uno. Il disastro imminente e la crisi climatica sono soltanto
piccoli granelli di sabbia che aleggiano nell’aria, ma che mai si
posano e accumulano per poterne sentire il peso.
A deteriorarsi, più
che il pianeta, sono solo Junior ed Hen, sempre
più distanti l’uno dall’altro, oramai legati per quel poco
esclusivamente dai ricordi di un passato felice. Nell’indagare
l’incrinatura della loro relazione, Davis prova a fare un’analisi
sull’umanità intera, e sul modo in cui ogni singolo individuo
percepisce il mondo circostante e i rapporti. Su come si lascia
influenzare e sedurre, e su come qualsiasi relazione con l’altro
diventi un lavoro irritante se subentra l’incomunicabilità a cui
consegue la frustrazione e l’incomprensione.
Nel condurre però il racconto, il
regista, insieme a Reid, non riesce a mettere a fuoco
nessuna di queste tematiche, a essere incisivo, poiché
Il nemico non è sorretto da uno script
corposo e chiaro, ma anzi troppo sintetico, oltre che sbiadito e
opaco, esattamente come i colori della fotografia di Matyas
Erdély. Se non è la sceneggiatura a funzionare, lo sono
però i suoi interpreti con la loro massiccia presenza scenica, e
anche se il climax finale risulta fiacco e mal elaborato, Paul Mescal e Saoirse Ronan fanno comunque un buon lavoro.
Magari non sarà la loro miglior performance, e a spiccare è più
Mescal che Ronan considerate le energie che richiede il suo Junior,
ma le due stelle dimostrano di avere un’ottima chimica, e di essere
maturi abbastanza come partner sullo schermo per poter essere data
loro una nuova e più solida storia sopra cui danzare e
splendere.
La
prima stagione di Ahsoka
si è conclusa con diverse importanti linee di
trama lasciate in sospeso, portando gli spettatori a supporre
che la storia sarebbe quasi certamente continuata in una stagione
successiva.
Mentre il progetto di Dave
Filoni per il grande schermo di Star Wars
dovrebbe fungere da culmine dei vari show Disney+,
non abbiamo ancora notizie ufficiali su una potenziale seconda
stagione di Ahsoka,
e la star Rosario Dawson ha ora condiviso un
aggiornamento piuttosto deludente.
Parlando con il podcast Dagobah
Dispatch, a Rosario Dawson è stato chiesto se avesse avuto
delle conversazioni sul futuro di Ahsoka e
ha risposto che non ha ancora saputo nulla, ma l’attrice ha
indicato che discuterà della serie con i suoi compagni di cast al
loro prossimo incontro.
“No. Dovremmo organizzare
presto una cena con tutto il cast, che sarà molto bella perché non
ho visto tutti. Sono stata molto gelosa di aver visto tutti i
partecipanti a qualche convention di recente, a cui non ho potuto
partecipare“.
In un’altra parte dell’intervista,
la star di Sin City ha rivelato che Anakin
Skywalker doveva originariamente apparire come un
Force-Ghost prima dell’ultima inquadratura della
stagione per avere una conversazione con il suo ex
Padawan, ma hanno deciso di cambiare la scena per rendere
quell’ultimo momento più d’impatto.
“Abbiamo finito per modificarla
e giocarci un po’. Il momento in cui è uscito dal Mondo tra i Mondi
è stato così significativo, quindi non aveva senso avere
necessariamente un’altra scena di dialogo con lui, perché come si
poteva costruire su quella scena? Così l’abbiamo
trasformato“.
Ha proseguito: “L’abbiamo
spostata un po’ in modo che lei lo guardasse come un ologramma,
piuttosto che come una conversazione fantasma. Questo rende anche
quel momento nel Mondo tra i Mondi più effimero, del tipo: “Cos’è
stato? Sta solo sognando? Sta davvero parlando con se stessa? È
bello tenerlo come punto interrogativo“.
Il futuro di Star Wars
Recentemente
abbiamo appreso che Filoni è diventatoChief Creative Officer di Lucasfilm, il che
significa che avrà molta più voce in capitolo nello sviluppo di
nuovi progetti per il grande e il piccolo schermo e che lavorerà
più direttamente con Kathleen Kennedy per
supervisionare la prossima generazione di show e film di Star
Wars.
Tenendo conto di ciò, diremmo che
le possibilità di una seconda stagione di Ahsoka sembrano
piuttosto buone. “In passato, in molti progetti in cui venivo
coinvolto, li vedevo dopo che si erano già sviluppati in buona
parte“, aveva detto Filoni del suo nuovo ruolo all’epoca.
“Ora mi sono aperto a tutto ciò che sta accadendo. Quando
pianifichiamo il futuro di ciò che stiamo facendo ora, sono
coinvolto nella fase iniziale”. “Non dico alle persone cosa fare”,
ha continuato Filoni.
I Marvel Studios hanno
affrontato più di una sfida da quando sono usciti Avengers:
Endgame e Spider-Man: Far From Home. Una pandemia
globale, il passaggio allo streaming e la spinta della Disney a
produrre più contenuti che hanno portato a un notevole calo
della qualità e degli incassi.
Il piano ora è quello di
raddrizzare la situazione, e per questo motivo abbiamo assistito al
ritardo di molti film e serie tv molto attese, come Captain America: Brave New World e
Daredevil: Born Again – sono stati rimandati
tutti in pre-produzione.
Parlando con ComicBook.com
dell’imminente uscita di Echo, il
responsabile dei Marvel Studios per lo streaming, la televisione e
l’animazione Brad Winderbaum ha spiegato come il
MCU stia imparando dai suoi recenti passi falsi e
cosa cambierà in futuro.
“Abbiamo imparato molto“,
ha ammesso. “Abbiamo prodotto molti contenuti molto velocemente
e siamo principalmente una società di produzione cinematografica.
Quindi, si può notare che la nostra prima serie di spettacoli ha
una struttura molto simile a quella di un film: alla fine i
personaggi vengono delineati in un arco, e sembrano delle serie
limitate standalone“.
“In futuro, i nostri contenuti
saranno molto più simili alla televisione“, ha aggiunto
Winderbaum. “Si spinge verso l’orizzonte, verso il futuro e
tiene le persone impegnate per periodi di tempo più lunghi,
nell’ambiente più rilassato del salotto di casa”.
Questo sembra il miglior approccio
possibile ed è il motivo per cui i Marvel Studios intendono
produrre serie tv in modo più tradizionale, con bibbie di serie e
showrunner. Fino a poco tempo fa, sono stati girati come film, con
riprese successive per correggere ciò che non funzionava.
Questo non è né conveniente né
adatto alla narrazione episodica, e per questo motivo più di
qualche serie tv del MCU ha deluso i fan (Secret
Invasion è l’esempio più recente).
Anche l’amministratore delegato
della Disney, Bob Iger, sembra adottare un
approccio pratico per sistemare la produzione dei Marvel
Studios. L’anno scorso ha criticato la gestione dei
franchise Disney da parte di Bob
Chapek, affermando: “Credo che abbiamo condizionato il
pubblico ad aspettarsi che questi film siano presenti sulle
piattaforme di streaming in tempi relativamente brevi e che
l’esperienza di accesso e visione a casa sia migliore di quanto non
sia mai stata“.
Non ha tutti i torti. Dopotutto,
perché andare a vedere The
Marvels al cinema quando i film del
MCU arrivano così rapidamente in streaming e
Ms.
Marvel è proprio lì da guardare gratuitamente?
Secondo Deadline, la star di The
PeripheralMoe Bar-El è stata scelta per
entrare nel cast di Alien,
la prossima serie di FX che farà da spin-off
all’iconico thriller fantascientifico di Ridley Scott. Ulteriori dettagli sul suo
personaggio sono ancora segreti, ma si prevede che Bar-El
interpreterà un “importante personaggio ricorrente“.
Nel frattempo, il sito ha anche
rivelato nuove informazioni sui personaggi di Sydney
Chandler e
Timothy Olyphant. Chandler interpreterà una meta-umana
di nome Wendy che ha il corpo di un adulto ma il cervello
e la coscienza di un bambino. Olyphant
interpreterà Kirsh, mentore e addestratore di Wendy. La produzione
della serie Alien di FX dovrebbe riprendere a fine mese in
Thailandia.
Il cast è guidato da Sydney
Chandler insieme ad Alex Lawther nei
panni di un soldato di nome CJ, Samuel Blenkin nei
panni di Boy Kavalier, un amministratore delegato, così come
Essie Davis nei panni di Dame Silvia e
Adarsh Gourav nei panni di
Slightly. Kit Young interpreta un personaggio
chiamato Tootles.
La produzione di Alien è
iniziata a luglio senza l’americano Chandler, membro della
SAG-AFTRA. Le riprese sono continuate per più di un mese con
il resto del cast che era membro della Equity affiliato al
sindacato britannico.
Disney/20th Century Studios ha anche un
nuovo film su Alien:
Romulus del regista Fede Alvarez,
attualmente previsto per l’uscita nelle sale il 16 agosto 2024. Il
film vede protagonisti Cailee Spaeny, Isabela Merced, Archie Renaux,
David Jonsson, Aileen Wu e Spike Fearn. Dovrebbe
raccontare di un gruppo di giovani provenienti da un mondo lontano
devono affrontare la forma di vita più terrificante
dell’universo.
Heat 2, la cui
produzione dovrebbe iniziare nel 2024, sarà sia un prequel che un
sequel del
film di Michael Mann del 1995.
Secondo Variety, Michael
Mann ha confermato che intende iniziare le riprese di
Heat 2 nel 2024. Attualmente sta ultimando la
sceneggiatura del film, che ha descritto come “prequel e
sequel” di
Heat.
Nell’ottobre del 2023,
Michael Mann aveva
dichiarato che Heat 2 sarebbe stato il suo
prossimo film dopo Ferrari
del 2023. In quell’occasione ha dichiarato: “Io e Meg Gardiner
abbiamo scritto il romanzo Heat 2, che è uscito proprio mentre
stavamo girando Ferrari. È andato molto bene. Ho intenzione di
girarlo dopo“.
Heat 2 potrebbe avere come
protagonista Adam Driver
Sono circolate voci secondo cui
Adam Driver, che ha interpretato Enzo Ferrari
nel nuovo film di Michael Mann, potrebbe recitare
nel prossimo sequel di Heat. Quando gli è stato chiesto se le voci
fossero fondate, Mann ha risposto: “Forse. Non ne parliamo
ancora. Mettiamola così: Adam e io andavamo d’accordo come una casa
in fiamme [sulla Ferrari]. Abbiamo la stessa etica del lavoro, che
è piuttosto intensa. Ci piacciamo e ci siamo divertiti molto a
lavorare insieme dal punto di vista artistico“.
Mann ha anche dichiarato a
Entertainment Weekly nel novembre 2023 che Driver era attualmente
“in trattative” per Heat 2. “C’è l’ansia, la paura di non
farcela, ma si va avanti lo stesso“, ha detto. “Adam ha
questa qualità, ed è molto simile a tutta una serie di attori con
cui mi piace lavorare, che si tratti di
Daniel [Day-Lewis] o
Bob [De Niro] o
Ansel Elgort, se è per questo. È anche
Mark Ruffalo. È un atteggiamento nei confronti del proprio
lavoro. E comunque, non si tratta di “lavoro” come parola di
quattro lettere. È il lavoro come un’avventura fantastica, e perché
vorresti farlo in un altro modo?”.
Il creatore, scrittore e
protagonista di The
Orville, Seth MacFarlane, che ha
interpretato il capitano Edward Mercer, ha suggerito che
l’acclamata serie non è ancora finita. Nonostante il futuro incerto
dello show, il regista di Ted ha offerto una risposta vaga sulla
possibile quarta stagione di The
Orville.
“Tutto quello che posso dirvi è
che non esiste un certificato di morte ufficiale per The
Orville“, ha dichiarato MacFarlane a TheWrap.
“È ancora con noi. Al momento non posso spingermi oltre. Ci
sono troppi fattori“.
D’altra parte, anche il
co-protagonista di MacFarlane, Scott Grimes – che
nella serie interpretava il tenente Gordon Malloy – ha
dichiarato a TheWrap che le conversazioni sulla quarta stagione
sono iniziate anche prima dell’inizio degli scioperi di
Hollywood.
“So che ne stiamo ancora
parlando. Non è morta in nessun modo. Si tratta solo di capire
quando, dove e come e di costruire di nuovo il materiale”, ha detto
Grimes. “Sono entusiasta perché è una delle cose più belle su cui
lavorare. Quindi incrocio le dita. So che Seth vuole farlo e di
solito ha molto potere. Spero che ci riesca perché è una delle sue
creature che ama e su cui è un piacere lavorare“.
Di cosa parla The Orville?
Omaggio di MacFarlane a
Star Trek e al suo spin-off Next Generation,
The
Orville – ambientato in un futuro lontano – segue
l’equipaggio della U.S.S. Orville in missione per esplorare i
misteri dell’universo. Le prime due stagioni di The
Orville sono andate in onda su Fox, prima che Hulu
acquistasse la serie per una terza stagione. La terza stagione,
intitolata The
Orville: New Horizons, ha debuttato
il 10 marzo 2022.
Oltre a MacFarlane e Grimes, il
resto del cast di The
Orville comprende anche Adrianne Palicki,
Penny Johnson Jerald, Peter Macon, J. Lee, Mark Jackson, Jessica
Szohr, Halston Sage e Anne Winters.
Su Threads, a James Gunn è stato chiesto di commentare
le recenti parole di Margot Robbie sul fatto che
Harley Quinn è uno di quei personaggio che può passare di
attrice in attrice possa significare che non interpreterà più il
ruolo. Il regista ha chiarito le cose dicendo che, sebbene non
abbia parlato con Margot Robbie del personaggio da un po’ di
tempo, “non ci sono piani al momento” per qualcun altro
che la interpreti al di fuori di progetti non appartenenti al
DCU.
“Non ho parlato con Margot di
Harley per molto tempo“, ha detto Gunn nel post. “Ma mi
piacerebbe molto lavorare di nuovo con lei come Harley o come
qualcun altro. Al momento non ci sono piani per qualcun altro che
interpreti Harley (intendo, a parte nel film di Todd o nella/e
serie animata/e)“.
Quali progetti faranno parte del
primo capitolo dell’Universo DC?
Superman: Legacy, tutto
quello che sappiamo sul film
Superman:
Legacy, scritto e diretto
da James
Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il
Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane
reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois
Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi. Il casting, come già
detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.
María Gabriela De Faría sarà il villain “The
Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde
(Nathan
Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced),
Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho
(Anthony Carrigan). Nicholas Hoult sarà invece Lex Luthor.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. È però
confermata anche la presenza della Fortezza della Solitudine.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori e ciò ha
permesso al film di non subire particolari ritardi. Ad oggi,
infatti, è confermato che Superman:
Legacyrispetterà la data di uscita
prevista, arrivando in sala l’11 luglio 2025. Le
riprese dovrebbero invece avere inizio a marzo 2024.
Deadline ha
riportato la notizia che Gerard Butler interpreterà la versione
live-action di Stoick, il padre del protagonista del franchise
Hiccup. L’attore ha doppiato il personaggio in
tutti e tre i film d’animazione, il che significa che avrà
interpretato il ruolo sia in animazione che in live-action.
Gerard Butler si unisce a Mason Thames
e Nico Parker nel remake, che interpreteranno
rispettivamente Hiccup e Astrid.
Dragon Trainer (How To Train Your
Dragon) è prodotto da Marc Platt
Productions e distribuito da Universal Pictures.
Dean DeBlois, sceneggiatore e regista di tutti e
tre i film della trilogia animata, sarà anche sceneggiatore e
regista del remake.
Il franchise di Dragon
Trainer (How To Train Your Dragon) è basato sull’omonima
serie di libri per bambini di Cressida Cowell. La storia originale
di Cowell era incentrata su Hiccup, un giovane aspirante inventore
che vuole rendere orgoglioso il padre vichingo diventando un
cacciatore di draghi. Le cose non vanno come previsto quando Hiccup
si ritrova inaspettatamente a stringere un legame con un drago
Night Fury.
Quanti sono i film di
Dragon Trainer (How To Train Your Dragon)?
Dopo il successo del film del 2010,
sono seguiti altri due sequel che hanno ricevuto il plauso della
critica e diverse nomination agli Oscar, tra cui quella per il
miglior film d’animazione. I film d’animazione hanno visto la
partecipazione di Jay Baruchel, Gerard Butler, America
Ferrera, Craig Ferguson, Jonah Hill, Kristen Wiig, Cate Blanchett, Kit Harington e altri
ancora. Il franchise è un successo al botteghino, con un incasso
mondiale complessivo di oltre 1,6 miliardi di dollari.
Secondo quanto riportato da
Variety, l’attrice Julia Garner,
vincitrice di un Emmy e di un Golden Globe, si è
unita ufficialmente al cast del prossimo remake di Wolf
Man di Leigh Whannell.
Julia Garner si
unirà a un cast che vede già Christopher Abbott –
che ha sostituito Ryan Gosling nel ruolo di protagonista del
film – nel ruolo di protagonista. Al momento non si conoscono altre
informazioni sul cast del film. Garner e Abbott hanno un certo
affiatamento, avendo entrambi recitato in Martha, Marcy, May,
Marlene del 2011.
Whannell è noto
per aver scritto diversi film horror di James Wan,
tra cui Saw del 2004, Dead Silence del 2007 e
Insidious del 2010. Ha debuttato alla regia nel
2015 con Insidious
3, prima di dirigere Upgrade del 2018
e, più recentemente, The
Invisible Man del 2020 con Elisabeth Moss. Ha anche ricevuto un credito
per la storia di Insidious: The Red Door del 2023, diretto da
Patrick Wilson.
Christopher
Abbott, invece, è noto per aver interpretato ruoli in
It Comes at Night del 2017, First
Man del 2018, Possessor del 2020 e
Sanctuary
del 2022. Sarà presto al cinema con Povere
Creature! (Poor Things) di Yorgos
Lanthimos, che uscirà negli Stati Uniti il 22 dicembre
2023, e apparirà anche in Kraven the
Hunter del 2024.
Cosa sappiamo di Wolf Man?
Ryan Gosling era stato inizialmente accostato
a Wolf Man nel maggio 2020. All’epoca, Ryan Gosling era in trattative per
interpretare un conduttore che viene infettato e la sceneggiatura
era stata paragonata a Network del 1976 e a Nightcrawler del 2014.
Al momento i dettagli della trama
non sono stati resi noti. La sceneggiatura è di Whannell, Corbett
Tuck, Lauren Schuker Blum e Rebecca Angelo. Jason
Blum produce il film, mentre Ken Kao, Bea Sequeira,
Mel Turner e Whannell sono produttori esecutivi insieme a
Gosling.
James Gunn, co-CEO dei DC
Studios, ha fornito ai fan un aggiornamento sulla
pre-produzione della seconda stagione di Peacemaker
per iniziare l’anno.
Su Threads è stato
chiesto a James Gunn un aggiornamento sui progressi
della seconda stagione di Peacemaker.
La prima stagione ha debuttato nel gennaio del 2022, prima del
cambio di leadership alla DC. Sebbene la serie sia stata confermata
anche dopo il cambiamento, Gunn sta per dirigere il primo film della
nuova era, Superman:
Legacy.
In risposta alla domanda, il
regista ha rivelato che la seconda stagione di Peacemaker
è “scritta per oltre la metà“, e James Gunn ha precedentemente confermato che
sta scrivendo la serie almeno dallo scorso ottobre.
Basato sui personaggi della DC,
Peacemaker
è scritto, diretto e creato da James Gunn. I produttori esecutivi sono
James Gunn, Cena, Peter Safran e Matt Miller.
La serie è stata prodotta da Troll Court Entertainment e The Safran
Company in associazione con Warner Bros. Television.
Chi ha recitato in Peacemaker
Stagione 1?
La prima stagione di James Gunn ha visto protagonisti John
Cena nel ruolo di Peacemaker, Danielle
Brooks nel ruolo di Leota Adebayo, Jennifer
Holland nel ruolo di Emilia Harcourt, Freddie
Stroma nel ruolo di Adrian Chase/Vigilante, Steve
Agee nel ruolo di John Economos, Chukwudi
Iwuji nel ruolo di Murn, Robert Patrick
nel ruolo di Auggie Smith/White Dragon e altri ancora. Non è chiaro
quali personaggi torneranno nel prossimo capitolo, ma James Gunn ha già detto che ha intenzione di
stabilire più collegamenti con la DC nel prossimo capitolo, dopo le
apparizioni a sorpresa di Ezra Miller e Jason Momoa nel finale della prima
stagione.
Con il recente ritorno al genere nel
cinema italiano, anche il fantasy ha avuto il proprio momento di
gloria grazie ad un film molto particolare. Si tratta di
La Befana vien di notte (qui
la recensione), diretto da Michele Soavi e
scritto da Nicola Guaglianone. Già autore di
Lo chiamavano Jeeg
Robot e Non ci resta che il
crimine. Interpretato da Paola
Cortellesi, questo film ha riscosso un buon successo,
tanto da portare alla realizzazione di un nuovo film a riguardo nel
2021. Nonostante il titolo La Befana vien di notte 2 – Le
origini, esso non è un sequel bensì, un prequel
che va appunto a narrare le origini della befana.
Scritto da Nicola
Guaglianone e Menotti, ma diretto
stavolta da Paola Randi – già
regista di Tito e gli
alieni e successivamente di Beata te – il film va dunque a raccontare una storia
diversa, ambientata in un epoca lontana, potendo contare su una
nuova protagonista d’eccezione: Monica Bellucci. È
lei ad assumere il ruolo della magica protagonista, alle prese con
nuove avventure, nuovi bambini da gestire e, naturalmente, un nuovo
antagonista da sconfiggere. Nonostante tutto ciò, questo nuovo film
ha ottenuto un riscontro economico molto inferiore rispetto al
primo capitolo.
È però, insieme a La
Befana vien di notte, un perfetto titolo da vedere in
occasione della festività della Befana, dopo la quale, si sà, tutte
le feste vengon portate via. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama di La Befana vien di notte 2 – Le
origini
Il racconto si svolge nel XVIII
secolo, quando Paola, una ragazzina di strada,
truffaldina e sempre a caccia di guai, si trova inavvertitamente a
intralciare i piani del terribile Barone De
Michelis, un omuncolo gobbo sempre scortato dal fidato e
bistrattato Marmotta, con una sconfinata sete di
potere e uno smisurato odio verso le streghe. L’intervento della
dolce e potentissima Dolores, una strega buona che
dedica la sua vita ai bambini, salva Paola da un rogo già acceso.
Tra un magico apprendistato, inseguimenti, incredibili
trasformazioni e molti, molti, guai, Paola scoprirà che il destino
ha in serbo per lei qualcosa di davvero speciale.
Il cast di La Befana vien di
notte 2 – Le origini e le location: ecco dove è stato girato
il film
Ad interpretare la strega Dolores vi
è, come già anticipato, l’attrice MonicaBellucci, mentre la
giovane Zoe Massenti, qui al suo primo ruolo in un
film, interpreta Paola, che diverrà poi la Befana vista nel film
con Paola Cortellesi. Recitano poi nel film
Fabio De Luigis nel ruolo del crudele Barone
De Michelis, ruolo per cui l’attore si è trasformato fisicamente,
mentre nel ruolo del suo fido braccio destro Marmotta vi è il
comico Herbert Ballerina. Completano il cast gli attori
Alessandro Haber nel ruolo del marchese,
Guia Jelo in quelli di donna Isa e Corrado
Guzzanti nel ruolo di Papa Benedetto XIV.
Per quanto riguarda le location, il
film è stato girato tra Lazio e
Umbria e in particolare nella suggestiva
Tuscia. In diverse scene si possono poi ammirare
scorci di borghi come Soriano nel Cimino, la
Faggeta vetusta patrimonio dell’UNESCO e le
Cascate di Chia, ma anche Todi e
Orvieto. Nel Lazio, invece, sono state
principalmente due le scelte della produzione: nella zona dei
Castelli Romani, Villa Aldobrandini, imponente
struttura risalente all’inizio XVII secolo che sovrasta
Frascati, e Villa Parisi, un
edificio dello stesso periodo che si trova a Monte Porzio
Catone. Si tratta di luoghi antichi o di siti naturali,
rivelatisi ideali per restituire l’atmosfera dell’epoca in cui il
film è ambientato e allo stesso tempo conferire al film un che di
magico.
È possibile fruire di La Befana vien di notte 2 – Le
origini grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google
Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 5 gennaio alle ore 21:20
sul canale Rai 1.
Il grande Robin Williams vanta una carriera
cinematografica inimitabile, con film come L’attimo fuggente e
Will Hunting – Genio
ribelle affermatisi come capolavori senza tempo.
Particolarmente amate sono anche le tante commedie da lui
interpretate, da Jumanji aFlubber – Un professore tra
le nuvole. Il più popolare di questo genere rimane però il
film del 1993 Mrs. Doubtfire – Mammo per
sempre, che ha visto l’attore sbizzarrirsi in tutto
il suo potenziale comico. Diretto da Chris Columbus, il
film è però non solo una brillante commedia, quanto anche una
profonda riflessione sulla genitorialità.
Liberamente ispirato al
libro Un padre a ore, il film ha infatti portato
nuovamente al cinema il tema del divorzio, affrontandolo in modo
originale ed estremamente toccante, senza fornire un falso lieto
fine ma lasciando agli spettatori un messaggio d’amore, sentimento
attraverso cui si può superare ogni cosa. Oltre alle tematiche ed
alle interpretazioni, del film è poi rimasto memorabile il trucco
applicato a Williams per farlo diventare una donna. Un lavoro
ancora oggi straordinario che ha vinto un meritato premio
Oscar.
Costato appena 25 milioni di
dollari, Mrs. Doubtfire – Mammo per sempre ne ha
guadagnati in tutto il mondo oltre 440, affermandosi sin da subito
come un grande successo. Una popolarità riconfermatasi negli anni,
che lo ha reso un titolo cult tra i più importanti del suo
decennio. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si parlerà anche del suo sequel cancellato
e si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Mrs. Doubtfire – Mammo per
sempre: la trama del film
Protagonista del film è
Daniel Hillard, doppiatore con uno straordinario
talento nell’adattare la propria voce ad ogni occasione. Il suo
lavoro ben si sposa con la sua anima da giocherellone, sempre
pronto al divertimento. A causa di un litigio con il suo capo,
Daniel si ritrova però licenziato. Questa novità scuote
ulteriormente il suo già precario matrimonio con
Miranda, che svolge invece una forte attività da
arredatrice d’interni. I due, con tre figli, si ritrovano infatti
ormai da anni in disaccordo su tutto. Nel bel mezzo della caotica
festa di compleanno del figlio Chris, Miranda
decide di porre fine alla loro storia chiedendo il divorzio.
A causa del suo comportamento
giudicato poco maturo, Daniel si vede negata anche la possibilità
di trascorrere più tempo di quello che vorrebbe con i suoi figli.
Estremamente legato a loro, egli non può sopportare tale distacco e
decide pertanto di escogitare un piano. Aiutato dal fratello
Frank e dal suo amico Jack,
entrambi straordinari truccatori per il cinema, Daniel si sottopone
così ad ore di trucco per trasformarsi in Mrs.
Doubtfire, una perfetta domestica e babysitter. Riesce
così a rientrare nella sua vecchia casa, potendo passare del tempo
con i suoi figli, anche se sotto falsa identità. I guai, però, non
tarderanno ad arrivare.
Mrs. Doubtfire – Mammo per
sempre: il cast del film
Nei panni di Daniel Hillard e di
Mrs. Doubtfire vi è dunque Robin Williams,
che grazie alla sua straordinaria interpretazione ha vinto un
Golden Globe al miglior attore. Egli lavorò moltissimo per poter
risultare irriconoscibile nei panni dell’anziana domestica, al
punto da cambiare i propri atteggiamenti e la propria voce. La
trasformazione fu così precisa che nessuno riconobbe l’attore,
neanche suo figlio. Williams fu inoltre molto meticoloso nella
realizzazione delle scene, richiedendo numerosi ciak finché non si
riteneva soddisfatto. Allo stesso tempo, egli ebbe modo di
improvvisare moltissimo durante le riprese e molto di quanto si
vede nel film è proprio frutto di sue reinvenzioni.
Accanto a lui, nei panni della
moglie Miranda Hillard, vi è la due volte premio Oscar
Sally Field. L’attrice, che all’epoca delle
riprese stava realmente attraversando un divorzio, usò quello stato
d’animo per rendere più vero il suo personaggio. L’attore Pierce Brosnan
è invece presente nei panni di Stuart Dunmeyer, il nuovo compagno
di Miranda. Originariamente, il personaggio avrebbe dovuto essere
profondamente negativo, ma venne riscritto come una personalità più
gentile in seguito alla scelta di Brosnan per la parte. Ad
interpretare i figli Lydia, Chris e Natalie vi sono i giovani
attori Lisa Jakub, Matthew Lawrence e Mara
Wilson. L’attore Harvey Fierstein,
infine, è Frank, il fratello di Daniel.
Mrs. Doubtfire – Mammo per
sempre: il sequel mai realizzato
Progetti per un sequel
di Mrs. Doubtfire iniziarono a concretizzarsi nel
2001. La non esistenza di un seguito del libro della Fine costrinse
però gli sceneggiatori ad inventare del tutto una storia
convincente. Secondo alcune fonti, questa doveva concentrarsi
sull’ingresso al college di Lydia, con Daniel pronto a riprendere i
panni di Mrs. Doubtfire per starle più vicino. Tuttavia, Williams
si disse profondamente scontento della sceneggiatura, che dunque
venne più volte riscritta. Nel corso degli anni diverse versioni
furono proposte, ma nessuna di queste trovò mai il consenso di
tutti coinvolti. Nel 2014 nuovi piani per il sequel sembravano aver
preso vita, con Columbus che si incontrò con l’attore per parlare
del progetto.
L’idea era quella di dar vita ad un
film dove però, su richiesta di Williams, le scene che richiedevano
di indossare il pesante trucco di Mrs Doubtfire fossero molte di
meno. Per l’attore, non più giovane, era infatti impensabile
riuscire a restituire nuovamente una performance come quella. Ad
ogni modo, con la la scomparsa improvvisa di Williams l’11 agosto
di quell’anno, il progetto venne totalmente cancellato. I diritti
su Mrs. Doubtfire – Mammo per sempre sono però in
mano ai produttori, che potrebbero decidere di realizzare un remake
o un reboot. Fortunatamente, però, non sembrano esserci piani
all’orizzonte a riguardo.
Il trailer di Mrs.
Doubtfire – Mammo per sempre e dove vedere il film in
streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Mrs. Doubtfire – Mammo
per sempre è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Prime Video e Disney+. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 5
gennaio alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
Arriverà il prossimo 10 gennaio su
Disney+ la
nuova serie MarvelEcho,
che vedrà il ritorno di Maya Lopez sul piccolo
schermo, dopo il suo esordio in Hawkeye.
L’attrice Alaqua Cox sarà protagonista di cinque
episodi che usciranno simultaneamente con il marchio
Marvel Spotlight, etichetta che si propone di raccontare storie
che non fanno parte della continuity del MCU.
Creata circa 20 anni fa da
David Mack e Jon Quesada,
Maya Lopez è una giovane donna sorda con la
capacità di copiare qualsiasi movimento che vede, da cui il suo
nome d’arte, Echo.
Nei fumetti, inizia la sua corsa come antagonista di Daredevil ma presto diventa un’alleata
dell’Uomo Senza Paura e di molti altri supereroi Marvel.
La sua storia comincia ovviamente
dai fumetti Marvel, dove è apparsa per la prima volta in Daredevil
#9 nel 1999, creato da David Mack e Jon
Quesada. In questa serie, è una giovane donna che Kingpin
controlla e usa per avvicinarsi a
Matt Murdock nel tentativo di apprendere i punti deboli di
Daredevil. Sappiamo che Kingpin è il padre
adottivo di Maya, nonostante sia stato lui a causare la morte dei
suoi genitori. Segue la sua educazione e appena scopre che,
nonostante la disabilità, ha un’intelligenza sopra la media, le
fornisce l’accesso a una scuola per studenti superdotati.
Da grande, Maya
Lopez assume diverse incarnazioni, e tra queste c’è la
prima versione di Ronin della Marvel Comics. Il MCU ha già
visto
Ronin in azione, con il volto di
Jeremy Renner/Clint Barton, in Avengers: Endgame. La sua trasformazione in
Ronin avviene quando, dopo essersi allontanata da Kingpin, va in
Giappone.
Il personaggio di Echo potrebbe
essere utilizzato in altre PI Marvel, anche se la serie arriverà
sotto all’etichetta Marvel Spotlight. Nei fumetti,
infatti, Maya ha una relazione sentimentale con Matt Murdock, prima
che entrambi scoprano le rispettive identità segrete. Dopo Matt è
il turno di Clint, che Maya avvicina in Secret
Wars, nel corso dell’invasione degli
Skrull. Ma Maya ha anche un legame con
Elektra e con La Mano, che le fa il lavaggio del cervello per
farla combattere nelle sue fila.
Maya Lopez rappresenta una
minoranza etnica nei fumetti Marvel
Il personaggio di Maya è originale
per molti versi. Maya Lopez è anche una nativa
americana. Nei fumetti, appartiene alla comunità degli Cheyenne e
come caratteristica estetica indossa sempre delle piume trai
capelli, tipica usanza di quella popolazione. Nella serie Echo,
Alaqua Cox, che la interpreta, è di origine nativo
americana.
Un’altra caratteristica importante
di Maya è che è sorda, e questo fa di lei una dei pochi personaggi
Marvel ad appartenere alla comunità dei non-udenti, insieme a
Makkari degli
Eterni e all’Occhio di Falco televisivo, che a
furia di botte, comincia a perdere l’udito. Questo importante
tratto non viene sottovalutato nella serie TV Hawkeye e la prima scena che vede Echo
protagonista la mostra mentre ascolta la musica attraverso le
vibrazioni accanto a un altoparlante.
Maya Lopez nella serie TV Hawkeye
La disabilità di Maya non influisce
sulle sue prestazioni in battaglia e, proprio come fa
Daredevil con la sua cecità, ha imparato a usarla
a suo vantaggio. Indipendentemente da ciò, quando la sua vista
viene compromessa, può avere difficoltà contro qualsiasi tipo di
nemico.
Chi è Echo
Il personaggio supereroistico che
vedremo nella serie metterà probabilmente in bella mostra la sua
dote soprannaturale, ovvero la capacità di fare da “eco”, appunto,
di imitare qualsiasi movimento in combattimenti corpo a corpo che
la rende un’avversaria molto forte. Fin da quando era molto
piccola, Maya era in grado di rispecchiare perfettamente i
movimenti di chiunque altro, proprio come fa Taskmaster. La sua
capacità di replicare qualsiasi cosa le consente di diventare
un’abile artista marziale, una ballerina professionista o persino un’atleta di
livello olimpico in pochi secondi.
Anche le sue capacità di lettura
labiale sono superiori alla media. Può leggere le labbra da una
distanza maggiore rispetto agli altri esseri umani o anche usando
la coda dell’occhio. Inoltre, può leggere le labbra delle persone
anche se indossano maschere di tessuto sottile.
Infine, come è già stato lasciato
intuire, Echo
non è una vera e propria villain, anche nei fumetti, dove a un
certo punto si unisce addirittura agli Avengers. Si unisce al
gruppo nella lotta contro Silver Samurai e durante l’invasione
degli Skrull in Secret
Invasion.
Le incarnazioni di Maya Lopez
Alaqua Cox è la prima attrice
disabile a interpretare un personaggio principale in una produzione
dei Marvel Studios. È nata sorda, proprio come il
personaggio dei fumetti originali, e ha una gamba protesica.
Disponibile a partire dal
10 gennaio su Disney+, questa
sarà la prima serie MCU a seguire il modello di distribuzione binge
simile a quello di Netflix, il che significa che un’intera stagione
verrà rilasciata in una sola volta invece della tradizionale
strategia di rilascio settimanale in stile tv via cavo.
Il Wilson Fisk di
Vincent D’Onofrio è apparso accanto a Maya
durante i momenti finali di Hawkeye e le conseguenze del loro
scontro sono tutt’ora un mistero, ma lo vedremo nella serie che
partirà dall’infanzia della protagonista, fino a raccontarne le
azioni contemporanee.
Debutterà l’8 gennaio 2024 in prima
serata la nuova serie tv di RAI FICTION, La
storia, creata da Giulia Calenda, Ilaria Macchia,
Francesco Piccolo e diretta da Francesca Archibugi.
Protagonisti con
Jasmine Trinca,
Elio Germano, Asia Argento,
Lorenzo Zurzolo, Francesco Zenga e con
Valerio Mastandrea.
La storia è composta da 4 puntate
da 100 minuti ciascuno scritti da Giulia Calenda, Ilaria
Macchia, Francesco Piccolo e Francesca Archibugi e tratto
da “La Storia” di ELSA MORANTE pubblicato in Italia da Giulio
Einaudi Editore, Torino.
La storia: la trama
Foto di Lacovelli Zayed
Roma, quartiere San Lorenzo. Alla
vigilia della seconda guerra mondiale, Ida Ramundo, maestra
elementare rimasta vedova con un figlio adolescente di nome Nino,
decide di tenere nascoste le proprie origini ebraiche per paura
della deportazione. Un giorno, rientrando a casa, viene violentata
da un soldato dell’esercito tedesco, un ragazzino ubriaco.
Dopo lo sgomento, l’angoscia e la
vergogna, scopre di essere incinta. Mentre Nino trascorre l’estate
al campeggio degli Avanguardisti, Ida partorisce in segreto un
bambino prematuro, piccolo e quieto, con gli stessi occhioni
azzurri del padre, quel soldato ragazzino tedesco già morto in
Africa. Quando Nino torna a casa e scopre il fratellino, lo accetta
di slancio e se ne innamora. Lo soprannominerà Useppe.
La piccola famiglia viene stravolta
dagli eventi della guerra: prima Nino, fascista convinto, decide di
partire per il fronte contro il parere di Ida, lasciandola sola con
Useppe; poi, nel bombardamento di San Lorenzo del luglio 1943, la
loro casa viene distrutta, Ida perde tutto ed è costretta a
sfollare a Pietralata. Da quel momento, ogni giorno diventerà una
lotta per la propria sopravvivenza e per quella del suo bambino.
Intanto, Useppe cresce aspettando i ritorni di suo fratello, al
quale è legato da un amore inossidabile, mentre una vitalità a
tratti disperata spinge Nino verso la lotta armata di Resistenza,
verso l’amore, verso i compagni, pieno di desideri; più soldi, più
affari, più avventura. Dopo la guerra si darà al contrabbando,
prima di sigarette e poi in quello delle armi. Vuole una vita
migliore per sé, per Ida e per Useppe.
Note di regia
Tutta la Storia e le nazioni della
terra s’erano concordate a questo fine: la strage del bambinello
Useppe Ramundo. “La Storia”, Elsa Morante, 1974 Ida Ramundo vedova
Mancuso viene violentata. Tutto nasce da una violenza sessuale di
un giovane soldato tedesco su una donna incapace di difendersi.
Quel giovane soldato morirà poco dopo, in guerra. Tutti sono
incapaci di difendersi. I personaggi di questo grandioso libro sono
creature senza nessun potere, attraversate da forze collettive,
piccole figure che tentano di sopravvivere nel decennio di un
secolo che ha attraversato l’orrore assoluto. Come mettersi al
servizio di un’idea tanto semplice quanto gigantesca? Con tutta
l’umiltà e la fedeltà possibili. Attenzione spasmodica alla
distribuzione dei ruoli, alla scelta degli attori e delle attrici,
dei cani e dei bambini, delle case, delle piazze, delle scarpe e
delle ciabatte. Immagini. Voci. Luci. Suoni. Il lavoro di regìa è
una sequenza infinita di scelte macro e microscopiche, grandi
impostazioni e minimi dettagli. Guidare una armata di collaboratori
geniali, tutti tesi allo stesso scopo: cercare di restituire nei
personaggi e nelle scene lo stesso stupore, divertimento, orrore,
disperazione che si è provati leggendo La Storia da adolescenti.
Con la precisa certezza che sarebbe stato impossibile. È stato
terrificante e bellissimo. Francesca Archibugi
La storia, trama del primo
episodio
La maestra Ida Ramundo è ebrea, ma
lo tiene nascosto. Il marito è morto anni prima e lei vive con suo
figlio Nino, adolescente bellissimo ed esuberante. La vita di Ida,
fra scuola e San Lorenzo, procede impaurita ma tranquilla, aiutata
spesso dall’oste Remo. Un giorno di gennaio del 1941 tutto
cambia: Gunther, un giovanissimo soldato tedesco, la segue in casa
e la violenta. È quello il giorno in cui la Storia bussa alla porta
di una donna normale: Ida si scopre incinta. Mentre Nino è lontano
al campeggio con gli Avanguardisti, nasce un neonato magico, con
degli occhi azzurri bellissimi.
La storia, trama del secondo
episodio
Al ritorno, Nino non fa domande e
si innamora istantaneamente del fratellino. E il piccolo di
lui. Fra i due fratelli s’instaura un legame fortissimo. Però Nino,
fascista esaltato, abbandona la famiglia e il liceo, spezzando i
sogni di Ida, e si arruolerà in guerra volontario, salutato da
tutto il quartiere. Ida resta sola con il piccolo soprannominato
Useppe. Ma la guerra sconvolgerà ben presto le vite di tutti. San
Lorenzo viene bombardato, la casa di Ida distrutta e
Blitz, il cagnolino di Nino, morirà sotto le macerie.
Il cast di La storia
Ida Ramundo vedova
Mancuso(Jasmine
Trinca): è una diligente maestra elementare, figlia di
maestri, semplice, infantile, conserva ancora una “faccia da
bambina sciupatella”. Crede con fervore nell’istruzione e
solo dentro l’aula con i suoi scolari prova un po’ di pace. Il
mondo le fa paura. Rimasta vedova e sola da giovane,
mezza ebrea, attraversa il fascismo, le leggi razziali e
l’occupazione di Roma da parte dei nazisti con un terrore
occulto.
Ama i suoi figli come
un’innamorata, prima di Nino, adolescente bello e inquieto che la
tiene in un continuo stato d’agitazione, e poi di Useppe, il suo
pupetto dallo sguardo celeste. I suoi figli sono la sua unica
ragione di vita, “come certe gatte malandate”.
Nino(Francesco Zenga): cresce durante i cinque anni di
guerra. Odia andare a scuola, al liceo classico, e infrange i sogni
di Ida di vederlo laureato abbandonando gli studi per arruolarsi
volontario nell’esercito fascista. S’immerge nel caos della guerra,
ritorna a casa dopo essersi unito a sorpresa ai partigiani della
cellula dei castelli romani. L’Italia sobbolle, lui viaggia,
attraversa il fronte, va a Napoli, si unisce agli americani. Nino è
sempre in movimento, pieno di idee, a volte in conflitto fra loro;
da orfano di padre, comanda sulla madre ed è intollerante a tutte
le autorità, correndo a perdifiato felice e disperato verso il suo
destino.
Useppe(Christian Liberti/Mattia Basciani): frutto della
violenza sessuale di un soldato tedesco, è un bambino di una
dolcezza quasi soprannaturale, pieno d’amore per l’universo, gli
uomini e gli animali. Il suo sguardo azzurro conquista il mondo e
tutte le persone che lo incrociano. Durante la terribile
occupazione nazista che affama Roma, Ida si batte come una lupa per
cercare di trovare per lui qualcosa da mangiare, farlo crescere,
non farlo ammalare. Perché Useppe soffre di assenze, chiamate
Piccolo Male che finita la guerra lo faranno passare attraverso la
trafila di medici e medicine. Ida è fiduciosa perché è la stessa
malattia di cui soffriva lei da piccola e dalla quale è
guarita.
L’oste Remo(Valerio Mastandrea): proprietario di un’osteria a
San Lorenzo, è una specie di capo di quartiere, amato e rispettato,
l’unico che Nino sta a sentire e, per questo, amato anche da Ida.
Si scoprirà essere uno dei capi della resistenza armata e farà da
tramite per passare le notizie tra Ida e il figlio Nino. Non
abbandonerà mai Ida e le sarà sempre vicino.
Eppetondo(Elio
Germano): Giuseppe Cucchiarelli è un marmista
che dopo il bombardamento di San Lorenzo sfolla a Pietralata
insieme a Ida e Useppe. Chiamato Giuseppe Secondo per l’eccesso di
Giuseppi nel capannone degli sfollati, viene ribattezzato Eppetondo
da Useppe che non sa pronunciarne il nome. Comunista, d’animo
gentile e generoso, è uno strano tipetto che si lega con amicizia
fortissima e anomala prima a Useppe e poi a Ida.
Quando compare Nino partigiano, si
unisce di slancio alla lotta armata. Catturato dai nazisti, si
comporterà da piccolo grande eroe per non tradire i compagni.
Carlo Vivaldi(Lorenzo Zurzolo): il cui vero nome è Davide Segre,
studente ebreo di Mantova, è un anarchico nonviolento. Scampato
alla deportazione che ha sterminato la sua famiglia, dopo
l’incontro con Nino si convince a partecipare attivamente alla
lotta partigiana. L’uccisione violenta di un tedesco, lo porterà a
un conflitto interiore che lo consumerà. Dopo la guerra, ritrova
Useppe conosciuto durante lo sfollamento a Pietralata. Il bambino
si legherà a lui, lo cercherà, mentre Davide, incapace di
riprendersi dalle ferite della guerra, sprofonderà sempre di più
nella solitudine.
I Mille(Vincenzo Antonucci, Anna De Stefano, Rosaria Langellotto,
Arcangelo Iannace): famiglia mezza romana mezza
napoletana, scampata ai bombardamenti a tappeto di Napoli. Si
sono rifugiati nel ricovero per gli sfollati di Pietralata, guidati
dalla furbizia di Domenico(Vincenzo
Nemolato). Chiamati così perché numerosi, sono tutti
imparentati tra loro. Sono allegri, spregiudicati, ridono,
litigano, fanno la borsa nera. Tra loro si distingue la
sora Mercedes(Carmen Pommella),
matrona della famiglia, che nasconde sotto una coperta i beni
alimentari e li smercia anche all’interno del capannone; e
Carulina(Flora Gigliosetto),
chiamata da Useppe Ulì, una quindicenne già madre di due gemelline
di cui dice di non sapere chi è il padre. Affettuosa, allegra,
“canterina e piagnona”, resterà nei ricordi di Useppe per
sempre.
La famiglia
Marrocco: Ida e Useppe affittano una stanza nella loro
casa di Testaccio una volta abbandonata Pietralata. Sono
ciociari: in casa ci sono il nonno, un vecchio un po’ rimbambito
che vuole solo bere vino, il signor Tommaso
Marrocco (Enzo Casertano) che lavora come
portantino in ospedale, la signora Filomena
Marrocco(Antonella Attili), sarta in
casa, brutale e sboccata, sempre dietro al lavoro delle macchine da
cucire e circondata di clienti, e Annita(Ludovica Francesconi), la piccola sposina del
figlio Giovannino, disperso in Russia. L’attesa del ritorno di
Giovannino è il pensiero fisso della famiglia. Il suo nome e la sua
foto campeggiano nella casa e nei pensieri.
Santina(AsiaArgento) è una prostituta che
va a casa Marrocco a leggere i tarocchi, di cui è esperta,
interrogata come un oracolo da Filomena e Annita sulla sorte di
Giovannino. Lì conosce Davide Segre, con il quale intreccia una
relazione intima, anche di pensieri e conforto, che ingelosisce
Nello(Josafat Vagni) il suo
magnaccia violento e possessivo.
Blitz e Bella:
sono i cani della famiglia Ramundo-Mancuso. Blitz,
voluto da Nino quando è nato il fratellino, come una sorta di
risarcimento. Quando parte soldato, lo affida a Useppe, in segno
del loro legame speciale. Ma il cagnolino morirà sotto le macerie
del bombardamento di San Lorenzo, il primo trauma indelebile per
Useppe. Bella, invece, è una magnifica maremmana
enorme e bianca, di cui s’innamora Nino come fosse una ragazza e
che va a vivere con loro appena finita la guerra. Sarà compagna di
grandi avventure per Useppe e nelle sue scorribande romane starà
sempre appiccicata a lui, per proteggerlo da tutto. Quando Nino non
c’è, Bella veglia sulla famiglia e sulla malattia di Useppe come
una seconda mamma.
Patrizia(Romana Maggiora Vergano): è la fidanzata di Nino,
di cui si innamora anche Useppe, per la sua dolcezza e la sua
allegria. Fanno giri in moto in tre e, durante una scampagnata al
lago, Useppe li vede fare l’amore. Insieme trascorrono momenti
intensi di felicità. Da questa felicità resterà Ninetta, la pupetta
che Patrizia avrà da Nino.
Vilma(Giselda Volodi): è una strana donna, un po’ maga,
un po’ strega, che Ida incontra al ghetto. È considerata
dagli altri ebrei una che vaneggia, poiché riporta le notizie delle
radio straniere che ascolta dalla signora da cui lavora. Notizie
che sono prese con fastidio, come profezie squinternate di una
donna fuori di sé. C’è troppo orrore in quello che racconta, morte,
deportazione, nessuno le crede.
Signora Di Segni(Anna Ferruzzo): ha un negozio di tessuti nella
piazza principale del ghetto. È la più scettica sulle profezie di
Vilma, non vuole crederle. Ida la incontra di nuovo vicino alla
Stazione Tiburtina, dopo che tutta la sua famiglia è stata
rastrellata il 16 ottobre del ’43. Ida la segue fino al treno, e la
vede gridare ai fascisti e ai nazisti di fare partire anche lei con
i suoi cari, pensando che andranno in un campo di lavoro e non in
un campo di morte.
Leslie Bibb,
Dom Hetrakul, Jason Isaacs, Michelle Monaghan, Parker
Posey e Tayme
Thapthimthong si uniscono al cast del terzo ciclo di
episodi di The
White Lotus, la premiatissima satira di Mike White
targata HBO le cui prime due stagioni sono disponibili su Sky e in
streaming solo su NOW.
Accanto ai nomi appena annunciati,
il ritorno nel cast, direttamente dalla prima stagione, di
Natasha Rothwell. La serie, che batterà il primo
ciak a febbraio e che arriverà prossimamente in esclusiva su Sky e
in streaming solo su NOW, verrà girata a Koh
Samui, Phuket e Bangkok e seguirà le vicende di un nuovo gruppo di
vacanzieri in un altro resort The
White Lotus.
La
prima stagione, arrivata nell’estate del 2021 e ambientata alle
Hawaii, ha ricevuto ben 20 nomination agli Emmy Awards in 13
categorie, portando a casa 10 statuette, più di qualunque altra
serie quell’anno – incluso il premio come miglior miniserie. Il
secondo ciclo di episodi, che ha debuttato nel dicembre 2022, è
invece ambientato in Sicilia e ha fatto sue addirittura 23
nomination ai prossimi Emmy, fra cui quella per miglior serie
drammatica.
The
White Lotus è create, scritta e diretta da Mike
White; produttori esecutivi sono Mike White, David Bernad and Mark
Kamine.
Considerato uno dei più talentuosi e
importanti registi del nuovo cinema statunitense, James Gray ha negli
anni dato vita ad acclamati lungometraggi come The Yards, I
padroni della notte e C’era una volta a New York.
Prima di cimentarsi con la fantascienza di Ad Astra, egli ha poi
portato sul grande schermo un complesso film d’avventura come
Civiltà
perduta (qui la recensione), adattamento
del libro Z la città perduta di
David Grann e a sua volta basato sulla vera storia
dell’esploratore britannico Percy Fawcett. Prende
da qui forma un racconto diviso tra avventura e descrizione di un
preciso contesto sociale, il tutto con il tocco unico di Gray.
Distribuito al cinema nel 2016,
Civiltà
perduta trova dunque origine da un testo letterario, che
Grann scrisse qualche anno dopo un suo articolo sul New
Yorker basato sulla vicenda di Fawcett. Il libro fu un enorme
successo, tanto da essere nominato dal New York Times come
uno dei dieci libri migliori dell’anno. Poco dopo, la società di
produzione fondata da Brad Pitt ne ha
acquistato i diritti, invitando James Gray ad
adattarlo per il grande schermo. Accolto poi molto positivamente
dalla critica, Civiltà
perduta è considerato uno dei migliori film del suo anno,
imperdibile per gli amanti del genere.
Gray, infatti, ha arricchito una
storia già di suo densa di colpi di scena, emozioni e personaggi
incredibili ma reali. Il risultato è un nuovo capitolo della sua
filmografia da non perdere assolutamente. Prima di intraprendere
una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire
alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo
qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori
dettagli relativi alla trama, al cast di
attori e alla vera storia dietro il film.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Civiltà
perduta
La storia è quella del maggiore
inglese Percy Fawcett, che viene incaricato dal
governo a mappare i territori ancora inesplorati tra Brasile,
Bolivia e Perù. Durante questo primo viaggio insieme al biologo
Henry Costin, Fawcett trova nel bel mezzo
dell’Amazzonia resti di terracotta che lo inducono a ipotizzare
l’esistenza di un’antichissima civiltà che Fawcett chiama Z.
Entusiasta della scoperta e appoggiato dalla moglie
Nina, l’esploratore intraprende dunque
un’avventura che si rivelerà però essere più complessa e pericolosa
del previsto. Con lo scoppiare della Prima guerra mondiale,
inoltre, gli appoggi di cui Fawcett godeva iniziano a venire meno e
il suo obiettivo sembrerà farsi sempre più lontano. Certo di aver
scoperto qualcosa di grosso, egli proseguirà però imperterrito
nella sua ricerca.
Ad interpretare il ruolo di Percy
Fawcett si ritrova l’attore
CharlieHunnam.
Originariamente, però, la parte era stata offerta sia a Brad Pitt che a Benedict Cumberbatch, i quali rinunciarono
però per via di altri impegni. Accanto a Hunnam, nel ruolo del
biologo Henry Costin vi è invece Robert Pattinson. Per
dar vita ai rispettivi personaggi, entrambi gli attori si
sottoposero ad una rigida dieta, arrivando a perdere molto peso.
L’attrice Sienna
Millerinterpreta Nina Fawcett, mentre
Tom Hollandè il
figlio Jack. Completano poi il cast gli attori Angus
Macfadyen nei panni di James Murray
e Ian McDiarmid in quelli di Sir. George
Goldie. Tutti gli attori, inoltre, dovettero prepararsi alla
difficoltà delle riprese nella giungla, un ambiente che richiese
loro addestramento e sopportazione.
Civiltà perduta: la vera
storia di Percy Fawcett
Come anticipato, quella di
Percy Fawcett è una storia vera. L’esploratore
britannico visse dal 1867 a al 1925. Le sue spedizioni nell’America
Meridionale ebbero inizio a partire dal 1906, quando si recò in
Brasile per mappare parte della giungla. Nel corso di queste
esplorazioni egli riportò di diversi incontri con animali
sconosciuti alla zoologia, come un anaconda gigante di circa 19
metri. Fino al 1924 egli svolse numerose altre spedizioni,
guadagnandosi sempre più il favore dei nativi, che aveva nel tempo
imparato a riconoscere e a comprendere. Allo scoppio della Prima
guerra mondiale, tuttavia, fu costretto a tornare in patria per il
servizio militare. Si arruolò come volontario e fu destinato al
fronte nonostante avesse ormai quasi 50 anni.
Terminata la guerra, egli tornò
nuovamente in Brasile per effettuare nuovi studi di zoologia e
archeologia. Insieme al primogenito Jack, egli si
era convinto dell’esistenza di una città perduta, che ribattezzò Z.
Il 20 aprile del 1915 egli partì dunque per quella che si rivelò
essere la sua ultima spedizione. Fawcett, il figlio e quanti con
loro non furono mai ritrovati. Ancora oggi rimae il mistero circa
ciò che gli accadde. Numerose spedizioni furono condotte per
cercare di stabilire che fine avesse fatto l’esploratore, ma
nessuna portò ad esiti certi. Nel corso dei decenni si susseguirono
diverse teorie, tra chi sostiene che il gruppo sia stato ucciso da
animali selvatici e chi invece sostiene che la morte sia arrivata
per mano di alcune tribù.
Secondo altri, infine, lo stesso
Fawcett avrebbe rinnegato la civiltà fondando una propria comunità,
vivendo in essa fino alla morte. Nel 2005 il giornalista del The
New YorkerDavid Grann visitò la tribù
brasiliana dei Kalapalo scoprendo che si erano
tramandati una tradizione orale riguardante Fawcett, secondo la
quale egli e il suo gruppo avevano abitato nel villaggio ed erano
ripartiti verso est. I Kalapalo avvisarono Fawcett di non viaggiare
in quella direzione perché sarebbero stati uccisi dai “feroci
indiani” che occupavano il territorio. Si disse inoltre che una
civiltà monumentale chiamata Kuhikugu potrebbe
essere veramente esistita vicino a dove Fawcett fu visto l’ultima
volta. I ritrovamenti di Grann hanno poi dato vita al suo libro
Z la città perduta.
Il trailer di Civiltà
perduta e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Civiltà
perduta grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Infinity+, Google
Play, Apple TV, Tim Vision, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.
La star di Fair
Play, Phoebe Dynevor, è stata una delle poche
attrici che sono riuscite a partecipare alle selezioni finali per
il ruolo di Lois Lane nel film attesissimo del 2025
Superman:
Legacy. Pur non avendo ottenuto il ruolo, la
Dynevor ha dichiarato di essersi
divertita molto durante il processo.
Parlando con Variety, la Dynevor ha riflettuto sul periodo in cui ha
cercato di diventare la Lois Lane dell’Universo DC. La Dynevor ha
descritto come le audizioni siano state piuttosto veloci e ha anche
elogiato il personaggio di Lane come cervello e coraggio della
relazione.
“È stato un turbine e poi ho
capito che era finita, ma è stato fantastico“, ha detto
Dynevor del processo di audizione. “Lei salva Superman. È il cervello; in
realtà è l’impavida“.
Superman: Legacy, tutto
quello che sappiamo sul film
Superman:
Legacy, scritto e diretto
da James
Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il
Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane
reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois
Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi. Il casting, come già
detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e
Lois Lane. María Gabriela De Faría sarà il villain
“The Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde
(Nathan
Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced),
Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho
(Anthony Carrigan). Nicholas Hoult sarà invece Lex Luthor.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. È però
confermata anche la presenza della Fortezza della Solitudine.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori e ciò ha
permesso al film di non subire particolari ritardi. Ad oggi,
infatti, è confermato che Superman:
Legacyrispetterà la data di uscita
prevista, arrivando in sala l’11 luglio 2025. Le
riprese dovrebbero invece avere inizio a marzo 2024.
La produzione di Superman:
Legacy inizierà quest’anno a marzo, per un’uscita
prevista per l’11 luglio 2025. Ciò è possibile anche in quanto,
fortunatamente, il regista James Gunn aveva finito di scrivere la
sceneggiatura giusto prima degli scioperi dello scorso anno e ha a
quel punto avuto tutto il tempo di finire il casting e altri
dettagli del film nel corso dei mesi successivi, evitando così di
incorrere in un ritardo nella produzione. Ora che il progetto si
prepara ad entrare nel vivo, i fan non possono fare a meno di
chiedersi quando vedremo qualcosa di più a riguardo, dal costume ad
un primo trailer.
Sappiamo però che Gunn
non intende svelare il costume, almeno per il momento, è dunque
potrebbe essere necessario attendere il trailer prima di poter
vedere che aspetto esso abbia. Sfortunatamente, anche per un
trailer o delle prime immagini potrebbe volerci più del previsto.
Rispondendo alle domande dei fan su Threads, a Gunn è stato infatti chiesto
se nel 2024 verrà rilasciato un teaser del film, ma la risposta del
regista è stata un semplice “no”. “Le riprese non
inizieranno prima di marzo. La scrittura è praticamente finita e lo
è già da un po’, a parte una virgola qui, una virgola là”, ha
aggiunto Gunn.
Lascia sicuramente un po’ sorpresi
il sapere che potenzialmente nulla di Superman:
Legacy verrà mostrato prima del 2025. Certo, le cose
potrebbero cambiare da qui ai prossimi mesi, specialmente se la
Warner Bros. dovesse decidere di pubblicizzare il film nel corso di
quest’anno, scavalcando la volontà di Gunn. È in realtà improbabile
che ciò avvenga, considerando quando lo studios sembra riporre
fiducia nel lavoro e nelle idee di Gunn, per cui sembra che proprio
che bisognerà attendere ancora un po’ prima di avere qualcosa di
più concreto riguardo al film.
Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul
film
Superman:
Legacy, scritto e diretto
da James
Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il
Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane
reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois
Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi. Il casting, come già
detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.
María Gabriela De Faría sarà il villain “The
Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde
(Nathan
Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced),
Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho
(Anthony Carrigan). Nicholas Hoult sarà invece Lex Luthor.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. È però
confermata anche la presenza della Fortezza della Solitudine.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori e ciò ha
permesso al film di non subire particolari ritardi. Ad oggi,
infatti, è confermato che Superman:
Legacyrispetterà la data di uscita
prevista, arrivando in sala l’11 luglio 2025. Le
riprese dovrebbero invece avere inizio a marzo 2024.
Carrie Coon
sarebbe in attesa di un ruolo chiave nella terza stagione di
The White
Lotus della HBO. Secondo quanto riportato da
Jeff Sneider di The InSneider, la Coon sarebbe in trattative per un
ruolo importante nella terza stagione di The
White Lotus ,
ambientata in Thailandia.
Il casting non è stato ancora
annunciato ufficialmente dalla HBO, anche se
Deadline ha precedentemente riportato che la
stagione sta cercando di riempire tredici ruoli (nove dei quali
saranno series regular), tra cui un “patriarca, un dirigente
d’azienda, un’attrice, una coppia di madri, un disadattato e uno
yogi”. L’unico membro del cast confermato per la terza
stagione di The White Lotus è Natasha
Rothwell, che riprende il ruolo di Belinda dalle prime due
stagioni.
In cos’altro ha recitato Carrie
Coon ?
Carrie Coon è
forse più nota per aver interpretato Nora Durst in
The Leftovers della HBO, creata da Damon
Lindelof, insieme a Justin Theroux. Ha
anche interpretato Bertha Russell in The Gilded Age della HBO e ha recitato nella
terza stagione di Fargo della FX, oltre ad altri
ruoli televisivi.
Al cinema, Carrie
Coon ha recitato in Gone Girl del 2014,
The Post del 2017, Avengers: Infinity War del 2018,
Widows del 2018, The Nest del
2020 e Ghostbusters: Afterlife. Riprenderà il
ruolo di Callie Spengler nel prossimo Ghostbusters:
minaccia glaciale, che uscirà nelle sale statunitensi
il 29 marzo 2024.
Creata da Mike
White, la prima stagione di The
White Lotus ha debuttato nel 2021 e ha avuto come
protagonisti Jennifer Coolidge, Murray Bartlett, Connie
Britton, Alexandra Daddario, Fred Hechinger, Steve Zahn, Sydney
Sweeney e altri. La Coolidge è tornata per la seconda
stagione, andata in onda nel 2022, insieme a una serie di nuovi
attori come F. Murray Abraham, Michael Imperioli, Haley Lu
Richardson, Aubrey Plaza, Simona Tabasco e altri. La terza
stagione di The White Lotus non ha ancora una data
di uscita ufficiale, ma probabilmente sarà trasmessa nel 2025. Le
riprese inizieranno nel febbraio 2024.
Prime
Video ha svelato in una nuova clip esclusiva
altri due inediti personaggi di No Activity – Niente da
segnalare, l’esilarante serie-comedy Original italiana in sei
episodi disponibile in esclusiva dal 18 gennaio 2024.
Così diversi ma così vicini,
“l’agente disilluso” Marcello (Luca
Zingaretti) e “l’agente esaltato” Achille
(Alessandro Tiberi) sono in perenne attesa
dell’avvio di un’azione che non scatta, di una chiamata dalla
centrale che non arriva, in gabbia nella loro volante che contiene
le loro emozioni.
In No Activity – Niente da
segnalare anche Rocco Papaleo, Carla Signoris,
Emanuela Fanelli e Fabio Balsamo. Completano il
cast: Maccio Capatonda, Tommaso Ragno, Davide
Calgaro, Edoardo Ferrario, Sara Lazzaro, Marcella
Bella, Lorella Cuccarini, con Francesco Pannofino e
con Diego Abatantuono.
Due criminali in attesa di un
carico importante, due poliziotti in appostamento pronti a far
scattare il blitz, due operatrici della centrale pronte a inviare i
rinforzi. Ma il carico non arriva e tutti sono costretti ad
un’attesa estenuante e a trovare un modo per ammazzare il tempo.
Nel frattempo… “No Activity – Niente da segnalare”!
Diretta da Valerio
Vestoso, scritta da Laura
Grimaldi, Paolo Piccirillo, Stefano Di
Santi e Pietro Seghetti, la
serie è un adattamento del format australiano No
Activity creato da Jungle Entertainment ed è prodotta da
Amazon MGM Studios e Groenlandia (una società del Gruppo
Banijay). No Activity – Niente da segnalare è
l’ultima novità per i clienti Amazon Prime, che in Italia
beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e
intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al costo di
€49,90/anno o €4,99/mese.
Dopo il finale sconvolgente di
Saltburn, il film di successo di
Emerald Fennell, ci sono ancora diverse domande che
non trovano risposta al momento dei titoli di coda. Il contorto
protagonista Oliver Quick, alla fine rivela un complotto per
l’acquisizione della proprietà di Saltburn, come
dimostra la scena finale in cui Ollie viene visto ballare,
letteralmente, sulle loro tombe.
Barry Keoghan in questo ruolo offre un’interpretazione
sapientemente inquietante nei panni dell’emarginato e poi assassino
Ollie, la cui ossessione per il compagno di scuola Felix
Catton (Jacob
Elordi) si rivelerà, alla fine, un piano di un inganno
premeditato molto tempo prima.
Ecco le 10 domande e misteri senza
risposta di Saltburn
Ollie riuscirà a farla franca dopo
aver ucciso i Catton?
La domanda più grande che rimane
alla fine di
Saltburn è se Ollie riuscirà a farla franca
dopo aver ucciso Felix, Venetia ed Elspeth
Catton. Ollie era probabilmente il più a rischio d’essere
indagato subito dopo le morti consecutive di Felix e Venetia, ma è
stato effettivamente salvato da Sir James Catton
che lo ha pagato per lasciare la tenuta di
Saltburn. Il fatto che non ci siano state indagini
sul coinvolgimento del giovane sembra una forzatura logica, ma si
allinea con il desiderio dei Catton di fingere che gli omicidi dei
loro figli non siano mai avvenuti.
Com’è morto Sir James Catton?
Da quello che viene
mostrato nel film, Ollie prese i soldi da James
Catton (Richard
E. Grant) e lasciò
Saltburn indenne. Presumibilmente, al protagonista non sarebbe
stato permesso di tornare a Saltburn in nessun
caso, motivo per cui probabilmente ha aspettato che James morisse
naturalmente per riavvicinarsi a Elspeth e alla tenuta. Sebbene non
sia esplicitamente chiaro quale sia stata la causa della morte di
James, se sia deceduto per cause naturali o addirittura per
suicidio, è certo che Ollie, almeno qui, non è coinvolto in questa
morte.
Come mai Elspeth Catton è finita in
coma?
Alla fine del racconto,
LadyElspeth Catton (Rosamund
Pike) invita Ollie di tornare con lei a
Saltburn per poi essere uccisa da lui mentre è in
coma. Sebbene sia evidente che Oliver abbia in qualche modo
convinto la donna a cambiare legalmente il suo testamento in modo
da diventare l’unico erede di Saltburn, non è
chiaro come Ollie sia riuscito ad avvelenarla fino al punto in cui
era entrata in coma. Non è certo il dettaglio più importante, visto
che si tratta di un mezzo per raggiungere il fine ultimo di Ollie,
ovvero ereditare la reggia, ma sarebbe stato bello sapere
esattamente come ha fatto.
Che fine ha fatto Farleigh?
Ollie è riuscito a incastrare
Farleigh (Archie
Madekwe) per farlo allontanare da Saltburn non
una, ma due volte, anche se il ragazzo è un membro legittimo della
famiglia, molto più di quanto lo sia mai stato Ollie. È probabile
che sia tornato a Oxford o negli Stati Uniti e abbia cercato di
ricontattare James ed Elspeth, magari aspettando la morte di James
per contattare direttamente Lady Elspeth, ma nulla di tutto ciò
viene chiarito alla fine di Saltburn. Conoscendo
l’indole gelosa e riservata di Farleigh, sarà furioso quando
scoprirà che Ollie ha rivendicato Saltburn e
probabilmente prenderà in mano la situazione per vendicarsi.
Che fine ha fatto Eddie, il vecchio
amico di Felix?
Venetia (Alison
Oliver) dice a Ollie che era solo uno dei “giocattoli” di Felix
di cui il fratello si sarebbe stufato. La ragazza poi confessa ad
Ollie che le piace di più del precedente ospite che il fratello
aveva portato a casa l’estate precedente, al quale Felix dirà poi
che si chiamava Eddie. Felix e Eddie hanno smesso di essere amici
dopo che Eddie si è messo con Venetia e l’ex amico quindi non è
stato più invitato a Saltburn. Tuttavia, questa è
l’unica informazione che viene fornita su Eddie, poiché non viene
più menzionato durante il film.
Duncan continuerà a servire
Saltburn?
Il maggiordomo
Duncan è un personaggio strano ma fedele a
Saltburn, che serve sia la famiglia Catton che
l’aristocratica tenuta inglese. Semmai, Duncan sarebbe
probabilmente colui che si insospettirebbe delle motivazioni di
Ollie e della morte improvvise di Felix e poi Venetia, e il più
propenso anche ad accusare il giovane dei loro omicidi. Non si sa
se Duncan tenga davvero alla famiglia Catton o, come Ollie, ami
semplicemente vivere a Saltburn. Alla fine del film, con Ollie
proprietario di Saltburn, il pubblico si chiede cosa ne sarà di
Duncan.
Ollie sapeva di Saltburn prima di
fare amicizia con Felix?
La grande rivelazione del piano di
Ollie alla fine di Saltburn mostra quanto Ollie
stesse tramando da tempo per fare amicizia con
Felix, anche se non è chiaro quanto fosse esteso
il suo piano iniziale ad Oxford. Ollie aveva pedinato Felix a
scuola e probabilmente era venuto a conoscenza della sua estrema
ricchezza, quindi è del tutto possibile che sapesse pure di
Saltburn fin dall’inizio e che avesse messo gli occhi su di
lui. È altrettanto realistico che l’ossessione di Ollie per Felix
si sia trasformata in un consumo e in un’imitazione totale di tutto
ciò che il ricco ragazzo aveva, rendendo Saltburn
l’ultimo possesso necessario per diventare proprio come Felix.
Quanti soldi ha dato James a Ollie
per lasciare Saltburn?
Ollie ha lasciato il
Saltburn dopo che James l’ha effettivamente
cacciato con un assegno sostanzioso in tasca, il che è strano se si
considera che avrebbe potuto farlo allontanare e bandire dai locali
senza offrirgli un centesimo. Tuttavia, Oliver rappresentava una
minaccia troppo grande per James, tanto da indurlo a credere che
non sarebbe tornato senza un cospicuo compenso, e la sua apparente
paura di Ollie è ciò che lo ha spinto a offrirgli una somma
sostanziosa. Quando viene a sapere della morte di James, Ollie
sembra aver acquistato una casa lussuosa, anche se
più piccola, ma non è chiaro quanti soldi di James abbia usato per
comprarla.
Felix e Venetia hanno avuto una
storia romantica?
Nonostante tutte le cose
esplicite ed evidenti e inquietanti di Saltburn,
c’è una domanda più sottile senza risposta sulla relazione tra
Felix e Venetia. Quando Felix ha
scoperto che Ollie si era messo con Venetia, lo ha essenzialmente
minacciato con la storia di Eddie, chiarendo che lei era off
limits. Questo potrebbe essere dovuto alla protezione fraterna,
alla volontà egoistica di non condividere Ollie con Venetia o a
qualcos’altro. Più tardi, a
Saltburn, Venetia riconosce il dopobarba del fratello su Ollie
e i due iniziano a baciarsi subito dopo. Si tratta certamente di
un’ipotesi azzardata senza molte prove concrete, ma potrebbero
esserci dei sottili indizi che fanno pensare a una storia
romantica incestuosa tra Felix e Venetia.
Altri membri della famiglia Catton
cercheranno di reclamare Saltburn?
L’ultima domanda importante che
riguarda il destino di Ollie è quanto a lungo sarà in grado di
mantenere la proprietà di Saltburn ora che ha
aspettato così a lungo per acquistarla. Non ci devono essere solo
James, Elspeth, Felix e Venetia nella famiglia Catton, il che
significa che ci dovrebbe essere una sorta di gerarchia
accuratamente costruita su chi controlla la fortuna della famiglia
dopo la loro morte. Farleigh potrebbe essere stato
escluso dal testamento dopo che Ollie lo ha incastrato per la morte
di Felix, ma sembra difficile credere che nessun altro parente o
amico stretto della famiglia Catton si sia presentato per
contestare la pretesa di Ollie su
Saltburn.
Taika
Waititi – il cui nuovo film Chi segna vincecon
protagonista
Michael Fassbenderuscirà da noi il 18 gennaio –
ha una serie di progetti in programma da qui ai prossimi anni, tra
cui un
misterioso film di Star Wars e un
adattamento live-action di Akira. Questi due in particolare
sono progetti di cui al momento l’effettiva realizzazione non è
certa, ma è invece già stabilito quello che sarà il prossimo film
da regista per Waititi. Si tratta di Klara e il
Sole, adattamento del romanzo di fantascienza del
2021 del premio nobel Kazuo Ishiguro.
La storia si svolge in un futuro
distopico in cui alcuni bambini vengono geneticamente modificati
per migliorare le loro capacità accademiche. Poiché l’istruzione
viene impartita interamente a casa da tutor sullo schermo, le
opportunità di socializzazione sono limitate e i genitori che
possono permetterselo spesso comprano ai loro figli degli androidi
come compagni. Klara è proprio questo, un’amica artificiale
chiamata a svolgere tale ruolo per una bambina gravemente malata.
Il romanzo si è affermato come un bestseller ed era quindi
questione di tempo prima che ne venissero acquistati i diritti per
un adattamento cinematografico.
Secondo quanto riportato
dall’insider Jeff Sneider nell’ultima edizione della sua newsletter, si starebbe
valutando di offrire il ruolo di Klara all’attrice Jenna Ortega (nota per il film Scream VI e la serie NetflixMercoledì).
Non è noto se a Ortega è già stata formalmente proposto di prendere
parte al film, ma maggiori dettagli potrebbero non metterci troppo
ad arrivare. Intanto, tra i prossimi progetti dell’attrice
c’è Beetlejuice
2, atteso in sala il 6 settembre, e la seconda stagione di
Mercoledì, le cui riprese
devono però avere ancora luogo. Se all’attrice sarà possibile
incastrare questo impegno con Klara e il Sole è allora
probabile che la si potrà vedere nel ruolo di protagonista in
questo progetto.
La Società della neve (qui la recensione), film di
chiusura della
Mostra del Cinema di Venezia 2023, diretto da J. A. Bayona, è ufficialmente
approdato su Netflix dal 4
gennaio. Al centro di questo nuovo progetto del regista spagnolo vi
è la terrificante storia vera dell’incidente aereo del 1972 del
volo 571 dell’aeronautica militare uruguaiana e la successiva lotta
per la sopravvivenza dei passeggeri superstiti, oggi conosciuta
come il “miracolo delle Ande“. Il titolo del film
si riferisce a un soprannome comune condiviso tra i sopravvissuti
all’incidente, che sono rimasti uniti in circostanze desolanti,
costretti a fare l’impensabile per rimanere in vita. In questo
articolo, analizziamo la storia vera raccontata dal film, elogiato
da pubblico e critica e che rappresenta la Spagna nella corsa agli
Oscar 2024, nella categoria Miglior film
internazionale.
La tragica odissea
de LaSocietà della Neve è iniziata con una
partita di rugby
Il 12 ottobre 1972,
quarantacinque passeggeri e l’equipaggio salirono a bordo del volo
571 dell’aeronautica militare uruguaiana, aspettandosi un viaggio
di routine dalla capitale Montevideo attraverso la Cordigliera
delle Ande fino a Santiago del Cile. La maggior parte dei
passeggeri a bordo del volo 571 era legata alla squadra di
rugby amatorialeOld Christians Club di
Montevideo, Uruguay; 19 giocatori erano accompagnati da amici,
familiari e sostenitori. Come mostrato nel film La Società della
neve, la squadra era in viaggio per un’amichevole
contro l’Old Boys Club, una squadra inglese con sede a
Santiago del Cile.
A pilotare il jet Fairchild-Hiller
227 noleggiato erano il capitano Julio César
Ferradas e il copilota Dante Hector
Lagurara. Secondo lo Smithsonian Magazine, Ferradas
era un pilota esperto dell’aeronautica militare con più di 5.000
ore di volo all’attivo, tra cui 29 viaggi attraverso le Ande,
mentre Lagurara era in addestramento. Il volo decollò come previsto
da Montevideo il 12 ottobre. Tuttavia, il maltempo costrinse il jet
e i suoi passeggeri ad atterrare e a passare la notte a Mendoza, in
Argentina. Ripartirono il giorno successivo, con l’inesperto
Lagurara ai comandi.
L’impatto iniziale è stato “solo”
l’inizio di una corsa alla sopravvivenza
Ostacolati dai forti
venti, i piloti hanno preso una rotta a U verso il Cile attraverso
un passo di montagna per evitare le vette andine ad alta quota.
Tuttavia, secondo ABC News, hanno iniziato
la discesa troppo presto e non sono riusciti a superare la linea di
cresta. Entrambe le ali e la coda dell’aereo si sono staccate
all’istante e la fusoliera rimanente è scivolata giù dalla montagna
ad alta velocità. Nell’impatto iniziale morirono dodici persone,
tra cui Ferradas, mentre gli altri passeggeri
hanno riportato ferite di vario grado. Uno di loro, Nando
Parrado, che ebbe un ruolo chiave nella sopravvivenza del
gruppo, si fratturò il cranio e rimase in coma per tre giorni prima
di risvegliarsi. Altri, tra cui Lagurara, hanno
poi ceduto alle ferite e alle intemperie nei giorni successivi.
I sopravvissuti hanno poi costruito
un muro di fortuna con sedili, bagagli e frammenti di aereo per
ripararsi dal freddo e dai venti forti, proprio come viene ricreato
ne
La Società della neve. Nel luogo in cui si
trovavano, le temperature potevano scendere fino a 31 gradi
Fahrenheit (ovvero 0 gradi °C) e l’aria rarefatta causava
fiato corto anche stando fermi. Per evitare la disidratazione, i
sopravvissuti erano costretti a mangiare la neve, che era così
fredda da bruciare la gola. Il gruppo ha avvistato un aereo di
soccorso che volava sopra di loro il quarto giorno di isolamento,
ma la fusoliera bianca era mimetizzata nel terreno innevato.
Il decimo giorno hanno sentito dalla
radio a transistor dell’aereo che i tentativi di ricerca erano
stati interrotti, mettendo fine a qualsiasi speranza immediata di
salvataggio. Una settimana dopo, un paio di valanghe hanno
ricoperto la fusoliera di neve, intrappolando il gruppo rimasto
all’interno. Altri otto passeggeri morirono, lasciando 19
sopravvissuti in uno spazio confortevole soltanto per quattro.
Anche se alla fine riuscirono a uscire dalla carcassa dell’aereo, i
sopravvissuti si trovarono ad affrontare un’altra minaccia
imminente: la fame.
I sopravvissuti sono ricorsi al
cannibalismo
Nei primi giorni successivi
all’incidente raccontati da
La Società della neve, i sopravvissuti avevano cercato
di razionare il cibo restante dividendosi quadratini di cioccolato
o cracker con piccoli pezzi di pesce. Alcuni hanno cercato di
mangiare pezzi di pelle dai bagagli strappati. Secondo ABC News,
hanno inoltre usato il metallo dei rottami per costruire un
dispositivo che scioglieva la neve per ottenere acqua potabile.
Tuttavia, data la scarsità di fonti di cibo sulle montagne,
dovettero rapidamente affrontare la fame e la terrificante
consapevolezza che avrebbero dovuto nutrirsi dei corpi dei
passeggeri deceduti per il loro sostentamento.
Alcuni membri del gruppo, cattolici
praticanti, credevano chesarebbero andati
all’inferno se avessero “preso parte a questo rito”.
“Ci chiedevamo se fossimo impazziti anche solo a contemplare
una cosa del genere“, ha scritto Roberto Canessa in
una delle sue memorie. “Ci eravamo forse trasformati in bruti
selvaggi? O era l’unica cosa sana da fare? In verità, stavamo
superando i limiti della nostra paura“.
Alla fine, il gruppo giunse a un
“accordo” inizialmente ideato da uno dei passeggeri che
morì nella valanga: Se una persona dovesse morire, gli
altri potrebbero usare il suo corpo per sopravvivere.
Secondo l’Evening Standard,
Daniel Fernández si è assunto la macabra
responsabilità di tagliare e distribuire la carne. Di conseguenza,
poco più di due dozzine di membri riuscirono a sopravvivere per
circa due mesi nelle condizioni implacabili delle Ande, finché il
tempo non cominciò a migliorare. A questo punto,
Canessa, Parrado e
Antonio Vizintín si decisero a trovare aiuto per i
loro compagni.
La spedizione di salvataggio è
stata più lunga del previsto
I primi tentativi di
esplorare l’area intorno al relitto furono inutili a causa delle
condizioni avverse, tra cui l’alta quota, il
freddo estremo e la minaccia di cecità da neve. Per poter
finalmente organizzare una spedizione di salvataggio legittima, il
trio composto da Canessa, Parrado
e Vizintín iniziò ad allenarsi per attraversare il
paesaggio innevato e ricevette razioni supplementari di cibo per
poter avere più forze. “Sapevo che quando avrei fatto il primo
passo per lasciare la fusoliera non sarei tornato indietro. Questa
è una spedizione kamikaze“, ha dichiarato Parrado al The
Guardian nel 2023.
Come mostrato da
La Società della Neve, per prima cosa, i tre
hanno trovato la coda dell’aereo e, al suo interno, valigie con
piccole quantità di cibo, oltre a vestiti caldi e batterie. Hanno
cercato di usare queste ultime per far funzionare la radio della
fusoliera e chiamare i soccorsi, ma non ci sono riusciti. A quel
punto, era evidente che avrebbero dovuto trovare aiuto da
soli.
Giorno 72: il salvataggio
Il 12 dicembre, il 61°
giorno dopo l’incidente, i tre partirono per quello che pensavano
fosse un viaggio relativamente breve – circa 5 chilometri, o poco
più di 3 miglia, oltre la cima della montagna e nelle valli del
Cile – sulla base delle informazioni fornite dal copilota
Lagurara poco prima della sua morte. In realtà,
Parrado, che è stato pericolosamente vicino
all’iperventilazione e alla disidratazione durante l’ascesa alla
vetta, ha raggiunto la cima e ha trovato altre montagne a perdita
d’occhio. Parrado e Canessa non
videro altra scelta che continuare a camminare. “Gli ho detto:
‘Dai, Roberto, non posso farcela da solo. Andiamo. Se torniamo
indietro, perché? Morirò guardandoti negli occhi, e chi muore per
primo?“. Parrado ha ricordato.
Vizintín offrì loro le sue razioni e tornò dai
sopravvissuti alla fusoliera, sperando che i suoi compagni
completassero il loro viaggio miracoloso.
Secondo The Guardian,
Parrado e Canessa hanno percorso
più di 37 miglia in 10 giorni, arrivando a un fiume dove
trovarono tre uomini sull’altra sponda. Poiché non
potevano attraversare, usarono dei biglietti legati a una roccia
per spiegare ciò che era accaduto sul luogo dell’incidente. Gli
uomini hanno gentilmente gettato loro dei pezzi di pane e si sono
avventurati verso la stazione di polizia più vicina, a 10 ore di
distanza a dorso di mulo. Non molto tempo dopo, gli elicotteri
arrivarono a Los Maitenes, un villaggio vicino al fiume,
con una squadra di soccorso.
Utilizzando le mappe,
Parrado ha tracciato un percorso per tornare al
luogo dell’impatto, che ha lasciato i soccorritori increduli per la
distanza. Nonostante la stanchezza, è salito su un elicottero e ha
guidato i soccorritori fino ai sopravvissuti. Sono stati necessari
due viaggi per trasportare tutti dalla montagna,
il che significa che alcuni sono dovuti rimanere nella fusoliera
una notte in più con i soccorritori che fornivano assistenza.
Parrado è stato portato in un ospedale di San Fernando, in Cile,
dove ha rifiutato di essere trasportato per gli ultimi metri verso
il rifugio a lungo desiderato. “Ho attraversato le Ande a
piedi. Non ho intenzione di entrare in questo ospedale su una
barella“,
ha detto.
I tabloid hanno sensazionalizzato
la vicenda
I compagni di squadra
sopravvissuti sono stati trasferiti in un hotel di Santiago per
riprendersi: Parrado aveva perso 99 chili, poco meno della metà del
suo peso iniziale. Non sorprende che i dettagli della loro storia
si siano diffusi rapidamente, trasformandoli in
celebrità. “Per sei mesi siamo stati circondati da
giornalisti ovunque andassimo“, ha raccontato Parrado,
aggiungendo che alcuni sconosciuti incontrati hanno addirittura
espresso invidia per la loro esperienza. Secondo l’Evening
Standard, i corpi delle 29 vittime dell’incidente sono stati
lasciati sul luogo del naufragio. Oggi esiste un monumento in loro
onore.
La Chiesa cattolica ha rilasciato
una dichiarazione in cui assolve il gruppo da qualsiasi peccato
legato al cannibalismo, ma i dettagli raccapriccianti della loro
situazione non hanno impedito ad alcuni media di scrivere
resoconti sensazionalistici dell’incidente. Si è
diffusa la voce che i membri della squadra si fossero inventati la
storia della valanga. Tuttavia, lo scrittore Piers Paul
Read contribuì a diffondere la verità con il suo libro del
1974 Alive: The Story of the Andes Survivors.
Il Miracolo delle Ande rimane
una storia avvincente di determinazione e
coraggio, particolarmente significativa per chi è
riuscito, contro ogni aspettativa, a superarla. “Amo la vita.
Ogni volta che respiro è come un miracolo“, ha detto Parrado al Guardian.
“Non dovrei essere qui. Non dovrei parlare con voi“.
La Società della neve ha già riscosso ampi
consensi e, a dicembre, è stato uno dei
15 film selezionati nella shortlist per il
Miglior film internazionale ai
prossimi Oscar 2024. È anche nella lista dei candidati per altre
tre categorie: Trucco e acconciature, Musica (colonna sonora
originale) ed Effetti visivi.
L’ex Doctor WhoDavid Tennant è stato scelto come presentatore
dei BAFTA Film Awards 2024, che si terranno il 18 febbraio presso
la Royal Festival Hall del Southbank Centre di Londra. Tennant
prende il posto di Richard E. Grant, che ha presentato l’edizione
dello scorso anno, la prima tenutasi alla Royal Festival Hall.
David Tennant è meglio conosciuto per la sua
acclamata interpretazione di Doctor Who. Altri suoi crediti
importanti includono Harry Potter e il calice di
fuoco, Good Omens e
Broadchurch.
Le liste finali per tutte le 24
categorie BAFTA – tra cui Miglior Film, Regista, Fotografia,
Casting, Documentario e Film non in lingua inglese – saranno
annunciate venerdì 5 gennaio. Le nomination invece saranno
annunciate tramite live streaming dagli ex candidati all’EE Rising
Star Award Naomi Ackie e Kingsley Ben-Adir il 18
gennaio. Le nomination all’EE Rising Star saranno annunciate il 10
gennaio.
“Sono felice che mi sia stato
chiesto di presentare gli EE BAFTA Film Awards e di contribuire a
celebrare il meglio dei film di quest’anno e le tante persone
brillanti che li hanno portati in vita”, ha affermato
Tennant.
Jane Millichip, CEO
dei BAFTA, ha aggiunto: “Siamo al settimo cielo che David
Tennant sarà il nostro ospite per gli EE BAFTA Film Awards 2024. È
meritatamente amato dal pubblico britannico e internazionale. Il
suo calore, il suo fascino e il suo spirito malizioso renderanno lo
spettacolo un evento da non perdere il mese prossimo per i nostri
ospiti alla Royal Festival Hall e per i milioni di persone che lo
guarderanno da casa.”
“Gli EE BAFTA Film Awards
riconoscono i film eccezionali e le persone di talento che li
realizzano. Più di 7500 dei nostri membri BAFTA – creativi
provenienti da tutti gli angoli dell’industria cinematografica
britannica e globale – hanno votato durante le vacanze e
pubblicheremo le loro liste prescelte più tardi. Ci auguriamo che
possa ispirare le persone a guardare più film e incoraggiare tutti
a partecipare alla conversazione su chi dovrebbe vincere un BAFTA
il mese prossimo”.