Mercoledì ritorna, e non è sola. Sono
disponibili da oggi il trailer ufficiale e le nuove immagini della
seconda parte della seconda stagione di “Mercoledì”.
Gli ultimi quattro episodi da brivido sono in arrivo solo su
Netflix il
3 settembre 2025.
Mercoledì Stagione 2
Wednesday, creato da Alfred Gough e
Miles Millar, ha debuttato nel 2022 ed è rapidamente diventato un
fenomeno globale da record, conquistando il primo posto nella
classifica di Netflix degli show in inglese più popolari di tutti i
tempi e rimanendo per 20 settimane nella Top 10 globale. Basato sui
personaggi creati da Charles Addams e reimmaginati per una nuova
generazione dal visionario creativo Tim
Burton. La serie ha conquistato i fan con il suo tono
ironico e anticonformista e il fascino gotico di Mercoledì Addams,
interpretata da Jenna Ortega. Mercoledì ha innescato un fandom
enorme: i follower di Ortega su Instagram sono passati da 9 milioni
a 37 milioni in concomitanza all’uscita della prima stagione.
Lo show è diventato un fenomeno
culturale, dal revival della moda gotica al completo sold out dei
trucchi utilizzati nella serie, e la canzone “Goo Goo Muck” dei The
Cramps ha registrato un’impennata del 5000% negli stream a distanza
di quattro decenni dalla sua uscita. L’iconica scena di ballo ha
ispirato milioni di riproduzioni su TikTok con la canzone “Bloody
Mary” di Lady
Gaga, provocando un’impennata del 1800% degli ascolti su
Spotify e portando Lady Gaga a partecipare alla serie come guest
star nella seconda stagione, come annunciato durante la sua
spettacolare performance al Netflix Tudum 2025. Wednesday si è
guadagnato il plauso della critica mondiale, ottenendo 50
nomination a diversi premi e 17 vittorie, tra cui agli Emmy, ai
Golden Globes e ai SAG Awards. La crescita del franchise si estende
ben oltre lo schermo tra esperienze immersive presso la Netflix
House e collaborazioni creative con brand, tra cui Wendy’s US,
McDonald’s France, Burger King Spain, Nu Bank LATAM e Cheetos US e
Latin America. Già rinnovato per una terza stagione, Wednesday è
tornato con la stagione 2 di cui la parte 1 è uscita il 6 agosto e
la parte 2 uscirà il 3 settembre.
La trama di Mercoledì Stagione 2
Nella seconda stagione, Mercoledì
Addams (Jenna
Ortega) torna ad aggirarsi per i corridoi gotici della
Nevermore Academy, dove l’attende una nuova serie di nemici e
problemi. In questa stagione Mercoledì deve destreggiarsi tra
famiglia, amici e vecchi avversari, per affrontare un altro anno di
caos splendidamente oscuro e bizzarro. Armata della sua
caratteristica arguzia tagliente e del suo fascino imperturbabile,
Mercoledì si ritrova al centro di un nuovo agghiacciante mistero
soprannaturale.
Showrunner / Produttori Esecutivi / Sceneggiatori: Alfred
Gough, Miles Millar
Regista / Produttore Esecutivo: Tim Burton
Produttori Esecutivi: Steve Stark, Andrew Mittman, Meredith
Averill, Karen Richards, Gail Berman, Jonathan Glickman, Tommy
Harper, Kayla Alpert, Kevin Miserocchi
Il prossimo film di
Bill
Skarsgård è Locked – In Trappola, con cui prosegue
una carriera che può dargli una pausa dall’horror, anche se solo
per un po’. Bill Skarsgård ha avuto un grande
anno nel 2024 con tre film. Il suo successo più recente è il film
horror gotico
Nosferatu di Robert Eggers, in cui ha
interpretato il cattivo principale, il Conte Orlok. Si tratta di un
altro capitolo alla lunga storia di Skarsgård con il genere horror,
iniziata nel 2013 quando ha interpretato il vampiro Roman Godfrey
in Hemlock Grove.
Nel 2017, Bill
Skarsgård è entrato a far parte della storia
dell’horror quando ha interpretato Pennywise il Clown Danzante
nell’adattamento di Andy Muschietti del romanzo di
Stephen King It. Questo ha reso Skarsgård
il primo attore a interpretare Pennywise sul grande schermo e il
secondo in assoluto a interpretare il personaggio, accanto a Tim
Curry. Da allora, Skarsgård ha spesso esplorato il genere horror
(sia come cattivo che come vittima) e ora è fortemente associato ad
esso, ma il suo nuovo progetto, Locked – In Trappola, prosegue una
tendenza della sua carriera che potrebbe tenerlo lontano
dall’horror per un po’.
Bill Skarsgård ha
dato una possibilità ai film d’azione
Solo un paio di mesi dopo aver
interpretato il Conte Orlok, Bill
Skarsgård si prenderà una pausa dai film horror con il
film d’azione e poliziesco Locked – In Trappola. Diretto da
David Yarovesky, Locked segue
Eddie (Skarsgård), un ladro che scassina un’auto. Tuttavia, una
volta dentro, il proprietario dell’auto, William (Anthony
Hopkins), lo chiude a chiave dentro e lo colpisce con
il taser attraverso alcune modifiche apportate all’auto. William
vuole dare a Eddie una lezione di moralità e onestà, ma la sua
punizione si intensifica a livelli terrificanti. Pur con accenni di
horror, Locked è più un film d’azione, che
prosegue una recente tendenza nella carriera di Skarsgård.
Locked – In Trappola è il remake in
lingua inglese del film d’azione argentino del 2019
4×4
Sebbene Skarsgård avesse già preso
parte a film d’azione, come The Divergent Series:
Allegiant e Atomica Bionda, non ha avuto
un ruolo principale in un film d’azione fino a John Wick:
Capitolo 4 nel 2023. Skarsgård interpreta il Marchese
Vincent de Gramont, un potente membro della Tavola Alta la cui
posizione viene contestata da Wick. L’interpretazione di Skarsgård
in John Wick 4 è stata elogiata, insieme a quella
di Keanu Reeves e Donnie
Yen. Nel 2024, Skarsgård ha recitato nella commedia
d’azione distopica Boy Kills World.
In questo film, Bill
Skarsgård interpreta Boy, un sordomuto in cerca di
vendetta contro i Van Der Koy, che hanno ucciso la sua famiglia. Le
doti d’azione di Skarsgård in Boy Kills World hanno ricevuto molti
elogi dalla critica e sono state spesso considerate il punto di
forza del film. Un paio di mesi dopo, Skarsgård ha recitato ne
Il Corvo nel ruolo di Eric Draven, che non è stato
esattamente elogiato dalla critica. Nonostante la mancanza di
alchimia con la sua co-protagonista, FKA Twigs,
l’interpretazione d’azione di Skarsgård è stata una delle cose
migliori del film. Locked potrebbe proseguire la serie di film
d’azione di Skarsgård, dandogli una pausa dall’horror.
Bill Skarsgård
tornerà a interpretare il suo miglior personaggio horror nel
2025
Bill Skarsgård ha
un altro progetto horror in programma
Nonostante Skarsgård abbia
dimostrato di saper essere una star d’azione e di sapersi fare
strada in questo genere, ha un altro progetto horror in sospeso.
Skarsgård riprende il ruolo di Pennywise nella serie TV Welcome to Derry, un prequel dei film di
It di Muschietti. Si dice che la
serie esplori le origini di Pennywise e, sebbene il ritorno di
Skarsgård sia ufficiale, non si sa quanto sarà coinvolto.
Sicuramente, il ritorno di Skarsgård nei panni di Pennywise è
entusiasmante e può rispondere ai più grandi interrogativi sulla
storia passata di Pennywise e sul suo legame con Derry.
Bill
Skarsgård non ha altri progetti horror in programma
per il prossimo futuro dopo Welcome to Derry. Sul
grande schermo, Skarsgård apparirà nel dramma poliziesco storico
Dead Man’s Wire nel ruolo di Tony Kiritsis e in
Emperor nel ruolo di Filippo II di Spagna.
Bill
Skarsgård sta mostrando la sua versatilità recitativa
in altri generi e il mondo dell’azione lo ha accolto con
particolare favore.
La premiere della seconda stagione
di Peacemaker
si sta svolgendo in queste ore a Los Angeles, e in tale occasione
James Gunn ha condiviso un aggiornamento sul
prossimo capitolo di quella che lui definisce la “Saga di
Superman” durante un’intervista con THR
sul red carpet. Già in precedenza era stato confermato che Gunn sta
lavorando a una sorta di sequel di Superman (in
precedenza descritto come parte della “Famiglia Superman”), e
il regista ha ora rivelato di aver già completato una bozza del
progetto e spera di vederlo entrare in produzione abbastanza
presto.
Non sappiamo ancora molto di questo
film, ma ci sono molte speculazioni sul fatto che potrebbe
concentrarsi sull’Uomo d’Acciaio (David
Corenswet) che fa squadra con Supergirl (Milly
Alcock) e Krypto per affrontare
Brainiac e/o forse The Authority.
“È una parte importante, sicuramente Superman conduce
direttamente a Peacemaker; va notato che questo è per adulti, non
per bambini, ma Superman conduce a questo show e poi abbiamo
l’ambientazione di tutto il resto della DCU in questa stagione di Peacemaker, è
incredibilmente importante”, ha aggiunto Gunn.
“Ci saranno molte guest star,
molti personaggi che abbiamo già incontrato in Superman. Non credo
ci sia nulla che abbia mai fatto che ami più di questa stagione di
Peacemaker, quindi sono davvero entusiasta che la gente lo
veda“. Se davvero Gunn ha già completato una prima bozza,
potrebbe non volerci molto prima che qualche annuncio ufficiale
venga fornito ai fan. Questo ci permetterà di sapere cosa c’è nel
futuro di Superman e di sua cugina Supergirl, ma anche dell’intero
DCU.
Adrenalina, claustrofobia e un
duello psicologico dentro un SUV “intelligente”: Locked – In Trappola arriva
al cinema il 20
agosto, distribuito in Italia da Eagle Pictures. Nel trailer vediamo Eddie
(Bill Skarsgård), un piccolo ladro,
rimanere intrappolato in un’auto trasformata in prigione dal suo
proprietario, William (Anthony Hopkins), deciso a impartire
una lezione senza vie di fuga. Un high-concept teso e minimale che
promette ritmo serrato, sorprese di messa in scena e un confronto
attoriale ad alto voltaggio. In attesa dell’uscita, abbiamo passato
il trailer ai raggi X: ecco 5 dettagli che anticipano temi, svolte e riferimenti
del film.
Il trailer svela che non è un
semplice antifurto: blocco porte, chiamate in vivavoce e controlli
remoti trasformano il SUV in una prigione programmata dal
proprietario–carceriere (Hopkins). Non è solo tensione
claustrofobica: è un duello
tecnologico.
Scosse dal sedile: la tortura è incorporata
Un indizio chiave: gli
shock arrivano
direttamente dal sedile, segnale che l’auto è stata “modificata”
per infliggere dolore e dissuadere. È uno degli espedienti più
crudi anticipati nel materiale promozionale.
Il marchio fittizio “Dolus” (dolo/inganno) non è
casuale
L’auto non esiste sul mercato: è di
un brand inventato, Dolus. Il nome (dal latino “inganno, dolo”) riflette
il tema del film: una trappola morale oltre che fisica. È un
dettaglio world-building che suggerisce vigilantismo e giustizia
privata.
Un “duetto” atipico: Hopkins soprattutto voce,
Skarsgård sempre in scena
Il trailer prefigura una struttura
a due voci: il rapito in campo, il carnefice in voice-over. Dietro le quinte, Hopkins
ha registrato gran parte dei dialoghi in anticipo, mentre Skarsgård
ha girato praticamente da solo in auto—scelta che si sente nella
messinscena e nel ritmo degli scambi.
Remake di 4×4, ma il tono vira su humor nero e “Lecter on
wheels”
Le immagini e i dialoghi richiamano
il vigilante sadico dell’originale argentino, ma il trailer
evidenzia una sfumatura più darkly comic alla Hopkins—“Hannibal Lecter su quattro
ruote”—e lascia intuire cambi di registro rispetto al modello.
Tra
auto-prigione, scosse dal sedile, il marchio fittizio
“Dolus” e il
duello a distanza tra Anthony Hopkins e Bill Skarsgård, il trailer di
Locked – In Trappola
promette un one-location teso, punte etiche da vigilantismo e lampi
di humor nero. In sala dal
20 agosto con Eagle Pictures. Avete colto altri indizi?
Ditecelo nei commenti e restate connessi per recensione e
spiegazione del finale.
Sono emerse nuove indiscrezioni su
chi potrebbe interpretare il prossimo 007 in James
Bond 26 e, se questa scelta dovesse concretizzarsi,
sarebbe una novità assoluta per la serie. Il film, che come noto
sarà
diretto da Denis Villeneuve e
scritto da Steven Knight, ma, ovviamente,
l’industria cinematografica è ossessionata dalla scelta del
protagonista. Ora, secondo il The Hollywood Reporter, una
fonte vicina alla produzione ha riferito che l’attore
trentasettenne dai capelli rossi Scott Rose-Marsh,
relativamente sconosciuto, avrebbe sostenuto un provino per
l’ambito ruolo.
E, se Rose-Marsh fosse scelto,
sarebbe il primo James Bond dai capelli rossi. Sebbene si tratti di
un dettaglio secondario, THR conclude l’articolo con il commento:
[…] ricordate come i capelli biondi di Daniel Craig abbiano quasi scatenato un
incidente internazionale quando è stata annunciata la sua scelta
nel 2005?”. Prima di Daniel Craig, tutti gli interpreti del
personaggio avevano i capelli scuri, da Sean
Connerya Roger Moore, da
Timothy Dalton e Pierce Brosnan. Al momento quello di
Rose-Marsh è un rumor non confermato, ma d’altronde c’è una prima
volta per tutto.
Cosa significa questo per James Bond
Come però sottolinea THR, i nuovi
annunci di casting per il ruolo di James Bond
tendono a suscitare scalpore. Se Rose-Marsh dovesse entrare a far
parte del franchise, questo potrebbe potenzialmente essere il caso
anche per lui. Anche se Craig è diventato un Bond molto amato,
prima del suo debutto c’erano molti dubbi, soprattutto perché aveva
un aspetto diverso dai precedenti attori che avevano interpretato
il personaggio. Fino al casting di Craig, la caratteristica
più notevole tra i Bond era il fatto che George Lazenby fosse
australiano, invece che britannico o irlandese.
Un’altra potenziale fonte di
dissenso riguardo al casting di Rose-Marsh è che si tratta di un
attore praticamente sconosciuto. In generale, le star che sono
state ipotizzate per il ruolo sono più famose, tra cui Aaron Taylor-Johnson, Tom Holland, Richard Madden e Idris Elba. Tuttavia, è molto più probabile
che il ruolo venga assegnato a un attore relativamente sconosciuto,
poiché questo è stato generalmente l’approccio della serie nei
confronti del ruolo principale. Infatti, lo stesso Craig aveva
appena ottenuto il suo ruolo di successo nel film Layer
Cake del 2004 quando è stato scelto per interpretare James
Bond.
Chi è Scott Rose-Marsh?
Al 2025, Scott
Rose-Marsh ha all’attivo solo sei film e tre serie
televisive. Recentemente è apparso in due progetti nel 2022: la
seconda e ultima stagione della serie comica della BBC One The
Outlaws e il film Wolves of War. Rose-Marsh è nato a
Southampton nel 1988, si è laureato alla BRIT School for Performing
Arts and Technology e ha lavorato in un call center. Rose-Marsh ha
poi lasciato questo lavoro dopo aver ottenuto il suo primo ruolo
nel film Arthur & Merlin: Knights of Camelot, uscito nel
2020. Da quel momento ha intrapreso una carriera come attore.
È in fase di sviluppo un film
biografico su Sinéad O’Connor. Variety ha appreso
che è in lavorazione un film che racconterà la storia dei primi
anni di vita e della carriera dell’iconica musicista irlandese,
scomparsa nel 2023 all’età di 56 anni.
Dietro il progetto c’è la casa di
produzione irlandese ie: entertainment, che ha
prodotto esecutivamente il documentario acclamato dalla critica su
O’Connor “Nothing Compares” (e ha collaborato con la
cantante durante il progetto), insieme ai colleghi irlandesi
Nine Daughters (“God’s Creatures”, “Lady Macbeth”)
e See-Saw Films (“Slow Horses”, “The Power of the
Dog”). Nine Daughters e See-Saw si riuniscono dopo aver
precedentemente collaborato per “Ammonite”. Variety ha contattato
See-Saw Films per una conferma, ma non ha ricevuto risposta.
Il film, che si ritiene sia in
lavorazione dal documentario “Nothing
Compares” del 2022, è diretto da
Josephine Decker (“Shirley”), su una sceneggiatura
dell’autrice irlandese Stacey Gregg. La fondatrice
di Nine Daughters, Fodhla Cronin O’Reilly, e il
duo premio Oscar formato da Iain Canning ed Emile Sherman (“Il
discorso del re”, “Lion”) di See-Saw produrranno il film, così come
Neil Chordia (Urban Hymn), con il peso massimo della musica Tim
Clark come produttore esecutivo per conto di ie: entertainment. BBC
Film finanzia lo sviluppo del film.
Oltre alla sua musica, O’Connor era
un’appassionata attivista e, come lei stessa la descriveva, una
“cantante di protesta”, usando la sua piattaforma per denunciare
questioni come il sessismo nel mondo della musica e la corruzione
all’interno della Chiesa cattolica. Durante un’apparizione al
“Saturday Night Live” del 1992, strappò una foto di Papa Giovanni
Paolo II, scatenando un’ondata di condanne.
Il film biografico esplorerà i primi
anni di vita di Sinéad O’Connor e i suoi esordi nell’industria
musicale. Racconterà la storia di una giovane donna di Dublino che
ha conquistato il mondo, esaminando come la sua fama mondiale sia
stata costruita sul suo talento, ma il suo nome sia diventato
sinonimo dei suoi sforzi per attirare l’attenzione sui crimini
commessi dalla Chiesa cattolica e dallo Stato irlandese.
La nuova era della
Paramount, ora sotto il controllo di
Skydance, parte con ambizioni alte e una strategia
chiara: aumentare la produzione e puntare su franchise di grande
richiamo. Dopo la fusione, i nuovi co-presidenti Josh
Greenstein e Dana Goldberg, insieme al
CEO David Ellison, hanno ribadito che l’obiettivo
è riportare lo studio al vertice, incrementando il numero di film
annui fino a raggiungere quota 20 e rafforzando la collaborazione
con grandi registi e talenti internazionali.
Le priorità sono evidenti:
Top Gun 3 è in cima alla lista, forte dello
straordinario successo di Top Gun:
Maverick, cofinanziato proprio da Skydance. Subito dietro
c’è Star Trek, con due progetti in sviluppo: uno
con personaggi completamente nuovi, diretto da Toby
Haynes e scritto da Seth Grahame Smith, e
un altro con il ritorno di Kirk, Spock e l’equipaggio classico,
prodotto da J.J. Abrams. Il franchise di
Transformers resta un altro pilastro, con diverse
sceneggiature in valutazione, inclusa l’ipotesi di un
ritorno di Michael Bay.
Confermata anche l’uscita di
A Quiet Place Parte III per l’estate 2027,
scritto e diretto da John Krasinski. Lo studio
investirà anche in titoli per famiglie e animazione: il sequel di
Tartarughe Ninja: Caos Mutante 2 arriverà il 17
settembre 2027, affiancato da un progetto live-action ispirato al
graphic novel originale. Altri progetti in sviluppo includono
The Rescue, un film sulle Olimpiadi invernali con
Miles Teller e Hailee Steinfeld, uno spin-off di Una
pazza giornata di vacanza (Sam & Victor’s Day
Off), e What Kids Want.
Dalla parte Skydance arrivano altri
potenziali titoli di punta come un film di John
Tuggle con David Corenswet, un adattamento di
Mike Hammer con Matthew McConaughey e The
Traveler diretto da Lee Isaac Chung. In
sintesi, Paramount 2.0 punta a un’espansione decisa, con franchise
consolidati e nuove produzioni di alto profilo al centro del
rilancio. Non resta allora che attendere di avere novità su questi
progetti, a partire da Top Gun 3 e i
prossimi Star Trek.
Con Liam Neeson passato dall’altra parte della
barricata, come erede del Frank Drebin nella nuova
pallottola spuntata, chissà che non ci si debba aspettare di
vedere Bob Odenkirk a guidare la futura saga action che
potrebbe seguire Io sono nessuno 2,
sequel dell’eccezionale e sorprendente Nobody (questo il
titolo originale) che nel 2021 aveva rivelato al mondo le doti di
agente segreto – per non dire di spietato killer professionista –
dell’ex Saul Goodman. Che oggi torna a vestire i panni di padre e
marito un po’ particolare, meno placido di quel che potrebbe
apparire e capace di tutto per proteggere i propri figli e le
vacanze di famiglia così faticosamente organizzate.
Il ritorno di Hutch
Mansell
Quattro anni dopo aver
avuto a che fare con la mafia russa, infatti, Hutch Mansell
(Odenkirk)
è ancora costretto a ritmi di ‘lavoro’ forsennati per ripagare il
debito di circa 30 milioni di dollari e ad affrontare una serie di
colpi ai danni di criminali internazionali che pare non finire mai.
Ma un ruolino di marcia tanto intenso non poteva non avere
ripercussioni sul quotidiano suo e dei suoi cari, dalla moglie
Becca (Connie Nielsen), che piano si sta
allontanando da lui, ai loro figli (Gage Munroe e
Paisley Cadorath).
Quale momento migliore
quindi per una piccola pausa e una rigenerante fuga nel suo posto
felice? Quel Wild Bill’s Majestic Midway and Waterpark dove lui e e
suo fratello Harry (RZA) trascorrevano le vacanze da bambini con il
rude padre David (Christopher Lloyd). Che fa parte
della carovana dei Mansell all’arrivo nella piccola città turistica
di Plummerville, quando un piccolo screzio si rivela essere la
scintilla che scatena un incendio imprevedibile, nel quale saranno
coinvolti piccoli teppisti, poliziotti corrotti, loschi
imprenditori e la boss del crimine più folle e sanguinaria che
Hutch abbia mai incontrato, la Lendina interpretata da una algida e
cattivissima Sharon Stone.
Una vacanza
esplosiva
Solo accennare ai
personaggi coinvolti nel tourbillon diretto da Timo
Tjahjanto (La notte viene per noi, May the
Devil Take You) potrebbe far girare la testa, e non li
abbiamo citati nemmeno tutti! Tranquilli, non c’è pericolo di
confondersi o perdersi tra complicati intrighi o affollate e
interminabili scene di combattimento, la sceneggiatura firmata da
Aaron Rabin (Tom Clancy’s Jack Ryan)
insieme all’autore originale Derek Kolstad (non a caso creatore
anche di John Wick) poggia su basi solide
quanto elementari, vera forza di questo secondo capitolo. Come
della saga che ipoteticamente potrebbe seguire, sicuramente
divertente e trascinante fin quando resterà fedele a sé stessa.
Prima che a quella (la
saga), intanto, a questo (sequel) si potrà però contestare una
certa – quanto comune all’ampia concorrenza dei più grigi e ritriti
action-thriller in circolazione – poca originalità, ma dopo essersi
giocati l’effetto sorpresa nel primo capitolo, era inevitabile che
venisse a mancare la forza dirompente dell’entrata in scena del
padre-marito-assassino-workaholic protagonista. Facile prevedere le
sue reazioni in certe situazioni, meno forse la scala che queste
assumono in alcuni casi, ma a chi importa? E fa bene il film a non
preoccuparsene, regolandosi di conseguenza e lasciandosi andare sin
dalle prime immagini a uno sfrenato autocitazionismo, giocando con
i dettagli, lo stile, le riprese e le inquadrature, fino a una
serie di scene nelle quali i ‘rumori fuori scena’ o le coreografie
orchestrate ricorderanno ai più le scazzottate di Bud Spencer, con
buona pace di ambizioni e virtuosismi registici.
Troppi diavoli
nell’Inferno di Plummerville
Meno difendibili
potrebbero essere le scelte fatte nello sviluppo della vicenda,
della quale – come spesso accade – è la premessa a catturare, una
parte preparatoria nella quale scopriamo le tensioni familiari e
generazionali della famiglia Mansell, arrivando a intuire alcuni
scheletri nell’armadio di casa, ai quali ci si dedicherà nelle
successive porzioni. Altrettanto scontate, probabilmente, di questa
prima, eppure meno snelle (per non usare l’aggettivo “noiose” che
il film non merita di certo). Forse per un accumulo di personaggi
che pochi Team Up potrebbero sostenere, forse per la
caratterizzazione stereotipata di molti di essi (anche se lo
sceriffo psicopatico fa sempre la sua figura) e per la smaccata
tendenza ad assegnare ruoli chiave alle donne in scena,
praticamente tutte.
Tutto funziona, come
detto, e si arriva con buono slancio a una conclusione che
difficilmente lascerà scontenti gli spettatori. Che però rischiano
di scoprirsi meno entusiasti di quel che furono e di quanto si
erano illusi sarebbero poi stati dopo la prima mezz’ora di film. Un
‘Magnifici sette‘ (o 4+1, meglio) ricco di cliché e di
promesse mantenute, e di una cattiva da fumetto, tanto fascinosa e
magnetica quanto bidimensionale, a interpretare la quale Sharon Stone sembra essersi divertita non
poco, oltre a consolarsi dell’occasione sfuggita nel deludente
Blue Beetle (dove la villain fu poi Susan
Sarandon). Per fortuna c’è lui, c’è Bob, con le sue
smorfie, il suo carisma e uno stile unico, che difficilmente
vedremo ripercorrere la parabola di Liam
Neeson – per quanto il rischio di sequel manierati sia
forte – e che potrebbe invece aprire le porte a un franchise capace
di sintetizzare dark comedy e action raccogliendo il testimone che
Keanu Reeves non ha mai veramente portato.
Mentre James Gunn e Peter Safran
continuano a costruire l’universo DC, sono sorte molte domande sul
futuro di Margot Robbie in questa nuova era. Con
l’uscita di Superman,
tutti gli occhi si sono ora rivolti ai personaggi dell’universo di
Batman e a Harley Quinn. Al
regista e co-direttore della DC Studios è stato quindi chiesto se
Robbie avrebbe ripreso il ruolo di Harley Quinn, e lui ha
semplicemente risposto a EW: “Lo scopriremo più
avanti”.
Robbie, come noto, ha interpretato
il ruolo di Harley Quinn nel film Suicide Squad del 2016 e ha ripreso il ruolo nel film
Birds of Prey del 2020. Quando Gunn ha poi assunto la
direzione degli antieroi per il film The Suicide Squad del 2021, la Quinn di Robbie è
tornata anche in quell’occasione. Sebbene Gunn stia lavorando al
rilancio dell’universo DC, alcuni aspetti di The Suicide Squad sono diventati
canonici nel nuovo universo, con la storia di Peacemaker interpretato da John Cena che continua nell’omonima serie
HBO.
Un altro personaggio del vecchio
universo che Gunn sta cercando di portare nel nuovo universo è
Bloodsport, interpretato da Idris Elba, presente sempre in The Suicide
Squad. “Sto sicuramente cercando un posto dove inserire
Bloodsport e sto cercando di capirlo”, ha detto Gunn alla
pubblicazione. “Quindi vedremo cosa succederà”.
A quale progetto sta attualmente
lavorando James Gunn?
Dopo Superman, James
Gunn ha recentemente dichiarato di essere impegnato a
lavorare su una nuova sceneggiatura, che sarebbe il seguito del
film uscito a luglio nelle sale. Il regista ha però chiarito che
non si tratta di un sequel diretto del film di David Corenswet, ma che Superman avrà un ruolo
importante. In un’altra occasione, il CEO della Warner Bros.
Discovery David Zaslav ha poi confermato che
James
Gunn sta lavorando a una sorta di sequel di Superman,
affermando: “James Gunn si sta già preparando a scrivere il
prossimo capitolo della famiglia Super”.
La guerra delle offerte per i
diritti del franchise di Jason Bourne è terminata.
La serie multimediale è nata dai romanzi di spionaggio scritti da
Robert Ludlum, che ora comprende 22 libri – anche
se quelli pubblicati dopo la morte di Ludlum nel 2001 sono stati
scritti da Eric Van Lustbader e Brian
Freeman – e alcuni di essi sono poi stati adattati
nei film con Matt Damon nel ruolo dell’agente senza memoria
del proprio passato.
Secondo Deadline, la guerra delle
offerte per i diritti del franchise di Jason
Bourne è ora stata vinta dalla NBCUniversal. La società
deteneva già i diritti prima che scadessero e fossero messi sul
mercato nel 2025 dall’eredità di Ludlum. Frank
Marshall rimarrà quindi a bordo del franchise, producendo
insieme a Jeffrey Weiner e Ben
Smith della Captivate Entertainment.
Sebbene la guerra di offerte abbia
visto almeno sette offerte importanti, tra cui quella di un altro
studio e di due piattaforme di streaming, NBCUniversal ora detiene
tutti i diritti, ad eccezione di quelli editoriali, sui libri di
Ludlum e sulla serie spin-off Treadstone a tempo
indeterminato. Secondo fonti di Deadline, si è trattato di un
“affare molto importante”.
Di seguito, i commenti
sull’acquisizione del presidente della Universal Pictures
Peter Cramer: “Dal suo debutto nel 2002,
l’iconico franchise di Bourne ha rivoluzionato il genere
spionistico con film innovativi che hanno stabilito nuovi standard
per l’azione cinematografica. Siamo entusiasti di continuare ad
espandere l’universo Bourne nel futuro con nuove emozionanti storie
per il pubblico globale”.
Qui invece i commenti di e di
Jeffrey Weiner, che oltre ad essere il presidente
e amministratore delegato di Captivate è anche l’esecutore
testamentario dell’eredità di Ludlum: “Siamo entusiasti che il
franchise Bourne rimanga alla Universal. Non vediamo l’ora di
lavorare con il team della Universal per espandere il franchise
Bourne sulle varie piattaforme della Universal“.
Cosa significa questo per la serie Jason Bourne
Sebbene l’ultimo film su
Jason Bourne sia apparso sul grande schermo quasi
un decennio fa (il Jason
Bourne del 2016), l’annuncio di questa acquisizione non è
stato accompagnato dalla conferma di alcun progetto imminente.
Tuttavia, il fatto che NBCUniversal mantenga i diritti della serie
significa che il
loro progetto in fase di sviluppo, che non è ancora stato
ufficialmente approvato, può ancora vedere la luce.
L’adattamento più recente di Bourne
è stata la serie Treadstone, trasmessa dalla USA Network
nel 2019 con Jeremy Irvine nel ruolo del protagonista.
Deadline riporta invece che il possibile sequel, in fase di
sviluppo con il regista di ConclaveEdward Berger e che potrebbe vedere il ritorno di
Matt
Damon nei panni di Jason Bourne, ha una sceneggiatura
completa scritta da Joe Barton, autore della
popolare serie spionistica di NetflixBlack Doves con Keira Knightley. Sembra dunque solo questione di tempo prima che il
personaggio torni sul grande schermo.
La fine dell’episodio 2 di
Alien: Pianeta Terra, “Mr.
October”, vede Joe, il fratello biologico di Wendy, in pericolo
dopo che lo Xenomorfo che gli ha quasi tolto la vita ritorna e lo
porta via. Questo accade subito dopo che Wendy ha seguito l’ordine
di Kirsch, uno scienziato della Prodigy che è anche un synth, di
indagare sulla “frittata” di uova aliene all’interno dell’astronave
caduta, la Maginot.
In quanto primo ibrido in assoluto –
una coscienza umana scaricata in un corpo sintetico – nell’universo
di Alien:
Pianeta Terra, Wendy possiede una forza, una
velocità e un’intelligenza sovrumane che la collocano, insieme
agli altri ibridi Prodigy, in una categoria a sé stante.
Tuttavia, devono ancora incontrare
il pericoloso cyborg Morrow, un fedele dipendente della società
Weyland-Yutani che non si fermerà davanti a nulla per proteggere i
vari esemplari a bordo della nave da ricerca.
Joe è stato ucciso dallo
Xenomorfo?
Pochi istanti dopo che Wendy, nata
come l’umana Marcy, si è ricongiunta con Joe, un medico Prodigy
noto anche come Hermit, il loro legame viene brutalmente spezzato
da uno Xenomorfo, che terrorizza diversi esseri umani sulla Terra.
Questo accade pochi istanti dopo che lo Xenomorfo ha quasi mangiato
Joe vivo, prima che Morrow neutralizzasse brevemente il mostro.
Sebbene Morrow abbia tecnicamente
salvato la vita a Joe, è più che ovvio che non gli importa nulla di
Joe o di qualsiasi altro essere umano sulla Terra. Il viaggio di
Morrow è destinato a incrociare quello di Wendy e Joe nei prossimi
episodi di Alien: Earth, soprattutto perché il suo obiettivo
principale è quello di contenere lo Xenomorfo e gli altri esemplari
alieni.
Anche se Joe è stato trascinato via
dallo Xenomorfo alla fine dell’episodio 2 di Alien: Pianeta
Terra, è più che probabile che non sia morto, almeno non
ancora. Sembra che ci sia dell’altro nella storia di Joe dopo
il ricongiungimento con Wendy, che è determinata a salvarlo e a
proteggerlo dalla morte con ogni mezzo necessario.
Cosa significano le uova aliene
sulla navicella spaziale per Kirsh, Morrow e gli altri
Le uova non terrestri viste alla
fine dell’episodio 2 di Alien: Pianeta Terra sono
probabilmente quelle dello Xenomorfo. Ciò indicherebbe che lo
Xenomorfo è una regina e sarà particolarmente aggressivo nel
cercare di proteggere i suoi piccoli. Le uova nell’universo di
Alien sono chiamate ovomorfi e storicamente contengono quelli che
sono comunemente noti come “facehugger”, che si attaccano a un
ospite e iniettano il loro embrione.
Morrow continuerà probabilmente a
lavorare instancabilmente per catturare tutti gli esemplari in
libertà ed eliminare chiunque si metta sulla sua strada. Kirsh,
tuttavia, ha anche un interesse personale nel recuperare gli
esemplari per Boy Kavalier, il genio miliardario che ha investito
nella società Prodigy quando era ancora un bambino.
Mentre Wendy sarà impegnata a
cercare e salvare suo fratello, Kirsh probabilmente ordinerà agli
altri ibridi di recuperare gli esemplari per Boy Kavalier.
Questo pone già le basi per una resa
dei conti tra Morrow e gli ibridi, anche se questi ultimi sono solo
un gruppo di ragazzini. Kirsh potrebbe rendersi conto che per
sbarazzarsi di Morrow dovrà sporcarsi le mani.
Come Marcy è diventata Wendy
grazie a Boy Kavalier e Prodigy
I primi due episodi di Alien:
Pianeta Terra rivelano come Marcy, una ragazza affetta da
una malattia terminale, sia stata “salvata” da Boy Kavalier, che ha
avvicinato il padre di Marcy mentre lei era in ospedale. Boy
Kavalier ha offerto di salvare la vita di Marcy in cambio di
portarla nella sua isola di ricerca Neverland, dove la sua
coscienza sarebbe stata trasferita in un essere umano sintetico che
Marcy ha chiamato Wendy.
Sebbene Wendy sia un’innovazione
rivoluzionaria con un immenso potenziale per sconfiggere la
mortalità umana, tecnicamente è ancora di proprietà di Prodigy. A
questo punto, Boy Kavalier e i suoi scienziati di Prodigy sono
affascinati da Wendy, che crede ancora di essere umana, e le
permettono di sperimentare le sue nuove abilità per comprendere
meglio la loro creazione.
Il vero significato del
ritrovamento della palla da baseball di Reggie Jackson da parte di
Joe
Joe è un appassionato di baseball
che ricorda di aver guardato le repliche delle vecchie partite
della MLB con suo padre, scomparso prima degli eventi della serie.
Joe trova per caso un autografo di Reggie Jackson, soprannominato
Mr. October per le sue prestazioni stellari durante i playoff, su
una palla da baseball delle World Series.
Per Joe, “Mr. October” è emblematico
di qualcosa che suo padre gli disse quando era bambino.
Parafrasando, il padre di Joe diceva che a volte la vita offre alle
persone l’opportunità di brillare, e chi lo fa viene celebrato
nella storia.
Nel contesto di Alien: Pianeta
Terra, Joe è letteralmente l’unico essere umano che ha
incontrato lo Xenomorfo ed è sopravvissuto, il che suggerisce
che più avanti nella serie avrà il suo momento di gloria, forse con
uno scopo “speciale” tutto suo.
Cosa aspettarsi dall’episodio 3
di Alien: Pianeta Terra
L’episodio 3
di Alien: Pianeta Terra,
“Metamorphosis”, riprenderà sicuramente da dove si era interrotto
il finale dell’episodio 2. Wendy cercherà di salvare Joe dallo
Xenomorfo mentre Kirsh e Morrow lottano per il controllo degli
esemplari. Le cose non sembrano andare bene per Slightly, uno degli
ibridi, che è rimasto con l’“omelette” aliena e potrebbe finire per
dimostrare se un ibrido può davvero morire.
La trama dell’episodio 3 di
Alien: Pianeta Terra, che uscirà il 19
agosto 2025, recita: “La squadra torna a casa con un carico
inaspettato. Si verifica un esperimento inquietante e viene
scoperto un nuovo talento.”
Questo suggerisce che Kirsh e Wendy
riusciranno a catturare lo Xenomorfo e a consegnarlo a Boy
Kavalier, uccidendo potenzialmente Morrow nel processo. Se così
fosse, il sovrano di Weyland-Yutani, di nome Yutani, cercherà
probabilmente di riprendersi i suoi esemplari nell’episodio 3 di
Alien: Pianeta Terra.
Mentre l’universo di Yellowstone di Taylor
Sheridan continua ad espandersi, è stata rivelata la
location del prossimo spin-off segreto. Yellowstone
ha già diversi spin-off in cantiere, tra cui Y:
Marshals di Kayce Dutton (Luke
Grimes), lo spin-off di
Yellowstone con Beth e Rip, The
Madison di Michelle Pfeiffer, 6666 basato su Four
Sixes e un prequel intitolato 1944. Tuttavia, questo show sembra
essere qualcosa di completamente nuovo.
In un articolo del San Antonio Express-News, è stato rivelato che la nuova
serie di Sheridan sarà girata a Ferris, in Texas, una piccola città
a 20 miglia a sud di Dallas con una popolazione di circa 5.000
persone. La serie sarà girata con il titolo Rio Palo, che in
spagnolo significa “fiume di bastoni”. Rio Palo è
probabilmente solo un titolo provvisorio e non il titolo ufficiale
della serie.
Cosa significa Rio Palo per il
franchise Yellowstone di Taylor Sheridan
Rio Palo
sarà una vera e propria bomba per i fan di
Yellowstone, che finora non sapevano nulla
del nuovo spin-off. L’annuncio dell’inizio delle riprese di
Rio Palo a Ferris, in Texas, arriva mentre
i fan attendono con ansia notizie sui tanto attesi spin-off
6666 e The
Madison, in lavorazione da anni senza che sia
stato mostrato nulla.
Dato che gli è stato dato un titolo
separato, lo spin-off probabilmente non sarà collegato ad alcuno
degli altri spin-off e scriverà invece un capitolo completamente
nuovo del franchise di Yellowstone. Nella sua dichiarazione
su Facebook, la città di Ferris ha sottolineato che
la città “ha contribuito a costruire il Texas e la nazione”,
sottolineando la reputazione di Ferris come “la capitale
nazionale del mattone” (via Fort Worth Star-Telegram).
Molte delle serie TV di Taylor
Sheridan mettono in risalto le industrie americane, come l’impero
dell’allevamento di John Dutton (Kevin Costner) in
Yellowstone o il business petrolifero di Billy Bob Thornton in Landman. Con Rio Palo, forse Taylor
Sheridan punta a far luce su un altro aspetto sottovalutato
dell’industria americana, portando alla ribalta una nuova famiglia
di Yellowstone.
La città di Ferris ha annunciato in
un comunicato che “una location di Ferris sarà il luogo in cui
vivranno i personaggi principali della serie”. Anche se non si
sa ancora chi saranno i protagonisti e quale ruolo avranno i loro
personaggi nella serie, lo show promette di introdurre un nuovo
gruppo di personaggi di Yellowstone.
Motherless Brooklyn – I
segreti di una città (qui la recensione) segna la
seconda regia di Edward Norton, che torna dietro la macchina da
presa oltre vent’anni dopo il suo debutto con Tentazioni
d’amore. Norton non solo dirige, ma interpreta anche il
protagonista, Lionel Essrog, un investigatore privato affetto dalla
sindrome di Tourette, capace di straordinaria memoria e
determinazione. Il film è ispirato all’omonimo romanzo di
Jonathan Lethem, vincitore del National Book
Critics Circle Award, ma Norton ne rielabora profondamente
l’ambientazione, spostando la storia dagli anni ’90 agli anni ’50
per accentuare le atmosfere noir e inserire riferimenti politici e
sociali legati alla storia urbanistica di New York.
La pellicola affronta temi complessi
e stratificati: dalla corruzione politica alla speculazione
edilizia, passando per il razzismo sistemico e le disuguaglianze
sociali. Il personaggio di Lionel, con le sue fragilità e
ossessioni, diventa il filtro attraverso cui lo spettatore osserva
una città in trasformazione, dove potere e interessi economici si
intrecciano con segreti personali e tragedie collettive. Norton
mette al centro non solo il mistero investigativo, ma anche un
forte commento sulla lotta per la giustizia e la verità, facendo
convivere la tensione del genere poliziesco con un’indagine umana e
morale.
Per il suo intreccio intricato e per
il modo in cui utilizza un caso criminale per svelare verità più
ampie e scomode, Motherless Brooklyn – I segreti di una
città richiama alla memoria un classico come
Chinatown (1974) di Roman Polanski. In
entrambi i film, un investigatore solitario si trova a fronteggiare
un sistema corrotto che permea ogni livello della società, e la
città stessa diventa un personaggio vivo e minaccioso. Tuttavia,
mentre Chinatown ha un epilogo secco e devastante, il film
di Norton si chiude con un finale ambiguo e ricco di sfumature, che
lascia spazio a più interpretazioni. Nel resto dell’articolo
analizzeremo in dettaglio questo finale, cercando di chiarirne i
significati nascosti e le implicazioni morali.
La trama di Motherless
Brooklyn – I segreti di una città
Il film segue le vicende di
Lionel Essrog, un solitario detective privato
afflitto dalla sindrome di Tourette, che si avventura a risolvere
l’omicidio del suo mentore ed unico amico, Frank
Minna. Armato solo di pochi indizi e della sua mentalità
ossessiva, Lionel svela lentamente dei segreti gelosamente
custoditi che tengono in equilibrio il destino dell’intera città.
In un mistero che lo porta dai jazz club grondanti di gin di Harlem
ai bassifondi di Brooklyn e, infine, ai salotti dorati dei potenti
mediatori di New York, Lionel si scontra con i teppisti, la
corruzione e l’uomo più pericoloso della città, per onorare il suo
amico e salvare la donna che potrebbe essere la sua stessa
salvezza.
La spiegazione del finale del
film
Nel corso di Motherless
Brooklyn – I segreti di una città, Lionel, fingendosi un
giornalista interessato a un’inchiesta sull’urban renewal,
approfondisce il legame con Laura, giovane donna
legata al caso. La loro indagine li conduce in un locale che
Frank stava monitorando, ma il padre di Laura,
Billy, scambiando Lionel per un uomo al soldo di
Moses Randolph, lo fa picchiare brutalmente.
Salvato da un trombettista, Lionel scopre collegamenti
compromettenti: Randolph sta intascando tangenti e i programmi di
ricollocamento abitativo sono truffe. Emergono inoltre i legami
familiari nascosti: Paul, fratello di Moses e
ingegnere, è il vero padre di Laura, nato da un rapporto violento
tra Moses e la madre della ragazza.
Quando Billy viene assassinato e la
sua morte inscenata come suicidio, Lionel comprende che anche Laura
è in pericolo e decide di proteggerla. Il confronto finale con
Moses svela il cuore della cospirazione. L’uomo ammette di aver
violentato la madre di Laura e di voler proteggere il proprio
segreto a ogni costo. Lionel recupera prove decisive da un deposito
di Pennsylvania Station: un atto di proprietà e il certificato di
nascita di Laura. Con queste carte minaccia Moses, intimandogli di
lasciare in pace la ragazza. Parallelamente, smaschera il corrotto
Lieberman e affida le prove a un giornalista, mentre Laura viene
messa in salvo con l’aiuto del trombettista.
Paul, però, vede infrangersi i suoi
progetti di rinnovamento urbano quando Moses li boccia per ripicca.
Il film si chiude con Lionel che raggiunge Laura nella casa al mare
ereditata da Frank, in un momento sospeso tra pace ritrovata e
incertezze future. Sul piano tematico, questo finale racchiude il
senso dell’intera opera: la verità come strumento di giustizia, ma
anche come arma fragile in un sistema che tende a proteggere il
potere. Lionel, investigatore afflitto dalla sindrome di Tourette,
diventa metafora di una coscienza ostinata, capace di superare
limiti personali e ostacoli sociali pur di arrivare alla
verità.
La salvezza di Laura non rappresenta
solo un atto di protezione, ma anche il rifiuto di lasciarla
intrappolata nello stesso meccanismo di corruzione e violenza che
ha distrutto altre vite. Metaforicamente, il film riflette dunque
sul volto oscuro della modernizzazione e sull’ipocrisia dei grandi
progetti urbani, spesso mascherati da progresso ma radicati in
interessi predatori. La figura di Moses incarna il potere
incontrollato, capace di piegare la città e le persone alla propria
volontà. Lionel, pur non potendo abbattere l’intero sistema, riesce
a strappare una vittoria parziale: proteggere un’innocente, onorare
la memoria di Frank e far emergere almeno una parte della
verità.
Cosa ci lascia il
film Motherless Brooklyn – I segreti di una
città
È un epilogo che unisce amarezza e
speranza, lasciando intendere che il cambiamento, seppur minimo, è
possibile quando qualcuno sceglie di non voltarsi dall’altra parte.
Motherless Brooklyn – I segreti di una città ci
lascia così l’immagine di una lotta solitaria contro un sistema
corrotto, in cui la verità è fragile ma preziosa. Attraverso
Lionel, un investigatore imperfetto ma determinato, il film mostra
come la perseveranza possa scalfire anche il potere più radicato.
La salvezza di Laura diventa simbolo di resistenza personale,
mentre la denuncia delle ingiustizie suggerisce che ogni piccolo
atto di coraggio conta. È un racconto amaro e malinconico, che
invita a non arrendersi di fronte all’ingiustizia e a credere nel
valore della coscienza individuale.
Gli anni ’80 e ’90 hanno visto il
culmine delle commedie romantiche, e una di quelle che occupa i
primi posti in innumerevoli classifiche di questo genere è
Harry ti presento Sally (qui la recensione). Diretto da
Rob Reiner e scritto da Nora
Ephron, il film vede Billy Crystal nel
ruolo di Harry e Meg Ryan in quello di Sally, segnando l’inizio
della carriera di quest’ultima come una delle attrici di commedie
romantiche più popolari e amate degli anni ’90. Il film si svolge
nell’arco di 12 anni, seguendo i personaggi del titolo in diversi
momenti della loro vita.
Harry e Sally si incontrano nel 1977
quando Sally accetta di condividere un passaggio per New York City
con il fidanzato della sua amica, Harry, che ha trovato lavoro lì,
mentre Sally sta andando a frequentare la scuola di giornalismo.
Sebbene all’inizio non vadano d’accordo, dopo un paio di incontri
casuali nel corso degli anni, finiscono per diventare molto amici e
stringere un legame speciale. Harry ti presento
Sally ha poi un finale edificante, che avrebbe potuto però
essere completamente diverso, confermando il suo messaggio
originale nel modo peggiore possibile.
Il finale originale di Harry ti
presento Sally non li avrebbe visti insieme
In un’intervista alla CNN,
Rob Reiner ha parlato del finale originale che
aveva previsto per Harry ti presento Sally e del
motivo per cui ha finito per cambiarlo. Secondo Reiner,
originariamente il film sarebbe finito con Harry e Sally che non si
mettevano insieme, anche se non ha specificato se questo avveniva
dopo l’incontro alla festa di Capodanno o se questo incontro non
avveniva nemmeno nella versione originale. Reiner aveva motivi
personali per non dare a Harry e Sally un lieto fine, spiegando che
era stato sposato per un decennio e single per un altro, e “non
riusciva a capire come avrebbe potuto stare con qualcuno”.
Reiner ha aggiunto di aver poi
incontrato sua moglie durante le riprese di Harry ti
presento Sally, il che ha portato al cambiamento del
finale. “Non avevo incontrato nessuno, quindi il finale sarebbe
stato che i due si sarebbero rivisti dopo anni, avrebbero parlato e
poi si sarebbero allontanati l’uno dall’altra. Tuttavia, alla fine
ho incontrato mia moglie Michele, con cui sono sposato da 35 anni.
L’ho incontrata mentre stavamo girando il film e quindi ho cambiato
il finale”. Nel film, dopo anni di solida amicizia, il
rapporto tra Harry e Sally si complica quando si rendono conto dei
sentimenti che provano l’uno per l’altra, ma li elaborano in modi
molto diversi.
A una festa di Capodanno del 1988,
Harry arriva e dichiara il suo amore per Sally, e più tardi si
scopre che si sono sposati tre mesi dopo. Ora, l’argomento
principale di Harry ti presento Sally è la
questione spesso dibattuta: “Gli uomini e le donne possono
essere solo amici?”, con il finale nella versione definitiva
che mostra che possono esserlo, ma che molto probabilmente si
svilupperà in una relazione romantica. Il finale originale avrebbe
invece dimostrato che uomini e donne possono essere solo amici,
anche dopo aver fatto sesso, ma dopo tutto quello che Harry e Sally
avevano già passato, sarebbe stato frustrante e ingiusto se non
fossero finiti insieme.
Come il finale originale di
Harry ti presento Sally avrebbe influenzato la sua
eredità
Una delle caratteristiche più
notevoli delle commedie romantiche è il loro lieto fine, che spesso
è un sollievo dopo tutto quello che i personaggi principali hanno
passato per stare insieme. Il motivo per cui Reiner ha cambiato il
finale di Harry ti presento Sally potrebbe essere
stato personale, ma alla fine è stato un cambiamento in meglio per
il suo messaggio e la sua eredità. Se Harry e Sally non fossero
finiti insieme, la commedia romantica avrebbe probabilmente
trasmesso il messaggio che uomini e donne non possono stare insieme
se discutono apertamente di sesso e altri argomenti che a volte
sono difficili da affrontare.
Avrebbe anche potuto trasmettere il
messaggio che l’amicizia tra uomini e donne non può evolversi in
una relazione romantica autentica e duratura. Questi messaggi
negativi avrebbero cambiato in peggio l’eredità di Harry ti
presento Sally e il futuro del genere della commedia
romantica. Concludere una commedia romantica senza che i
protagonisti finiscano insieme sarebbe diventato l’eredità del
film, un finale inutilmente sovversivo e pessimista che avrebbe
oscurato la commedia e altri elementi forti della storia, tra cui
la famigerata e divertente scena della tavola calda in cui Sally
dimostra come il piacere di una donna possa essere facilmente
simulato.
Invece, Harry ti presento
Sally mostra come l’onestà e le discussioni franche tra
partner romantici possano alla fine portare a un lieto fine. Come
Harry e Sally hanno scoperto nella loro storia e come Reiner ha
scoperto nella sua vita, spesso ci vuole tempo, raramente è un
percorso lineare e richiede la persona giusta, ma un lieto fine
romantico è possibile sia nella finzione che nella realtà. Il
finale di Harry ti presento Sally rende quindi il
film una commedia romantica classica che ha aperto la strada ad
alcune delle migliori storie emerse da allora nel genere.
Poly, diretto da
Nicolas Vanier,
è un film d’avventura per famiglie che unisce il gusto del racconto
classico con la sensibilità moderna per i temi dell’amicizia e del
rispetto per gli animali. Ambientato nella Francia degli anni
Sessanta, segue la storia di Cécile, una bambina appena
trasferitasi in un piccolo villaggio del sud, che stringe un legame
speciale con Poly, un pony maltrattato dal proprietario di un
circo. L’opera si colloca così nel filone del cinema familiare che
punta su emozioni genuine e paesaggi suggestivi, offrendo uno
sguardo delicato ma intenso sulle relazioni umane e sul rapporto
con la natura.
Il film trae ispirazione dal celebre
romanzo per ragazzi di Cécile Aubry, già adattato
in una popolare serie televisiva francese degli anni Sessanta.
Vanier, già affermatosi per un altro adattamento di Aubry quale
Belle & Sebastien, conferma qui il suo interesse per
storie ambientate in scenari incontaminati, dove i protagonisti si
confrontano con sfide morali e avventure che li fanno crescere. In
Poly, il percorso di Cécile diventa anche un
racconto di formazione, in cui coraggio, lealtà e determinazione si
intrecciano con la volontà di proteggere chi non può
difendersi.
In termini di atmosfera e temi,
Poly richiama ovviamente Belle & Sebastien, ma
anche War Horse, dove l’amicizia tra un giovane e un animale
diventa il motore emotivo della narrazione e un catalizzatore di
cambiamento. Come in queste opere, l’elemento avventuroso si unisce
a una forte componente emotiva, rendendo la storia accessibile a
tutte le età ma capace di toccare corde profonde. Nel resto
dell’articolo, ci concentreremo sul finale di
Poly, ma anche sull’indicare dove si sono svolte
le riprese del film!
Elisa de Lambert in Poly
La trama
di Poly
Il film segue la storia di
Cécile (Elisa de Lambert), una
ragazzina di 10 anni, che durante l’estate del 1964, è costretta
dalla madre Louise (Julie Gayet)
a lasciare Parigi per trasferirsi in un piccolo villaggio nel sud
della Francia. Una volta arrivata sul posto, Cécile non è contenta:
la nuova casa non le piace, l’integrazione con gli altri bambini
del villaggio è difficile, e le manca suo padre, in viaggio per
l’Italia. Cécile si sente sola e annoiata fino a quando un circo di
passaggio si ferma vicino casa.
La star dello spettacolo è un pony
di nome Poly, che purtroppo viene maltrattato dal
mostruoso proprietario del circo, Brancalou
(Patrick Timsit). Determinata a salvarlo, Cécile
decide di proteggerlo e organizzare la sua fuga. Inseguiti da
Brancalou e dal misterioso Victor
(François Cluzet), Cécile e Poly intraprendono una
fuga ricca di imprevisti, che diventerà un vero viaggio di crescita
e una straordinaria avventura di amicizia.
Le location dove si sono svolte le
riprese
In Poly, Nicolas
Vanier trasforma le location in veri e propri personaggi, rendendo
il territorio parte integrante del racconto. Il film si apre con le
suggestive ambientazioni della zona vinicola di
Beaucastel, catturate con la consueta attenzione
per i dettagli che caratterizza il regista. Le riprese si sono
svolte interamente in Francia, privilegiando
luoghi capaci di trasmettere autenticità e fascino. Il dipartimento
del Gard, con i suoi paesaggi rurali e la natura
incontaminata, ospita alcune delle scene più memorabili:
Montclus e i suoi dintorni, le spettacolari
cascate di Sautadet sul fiume
Cèze e la spiaggia del campeggio omonimo, oltre ai
pittoreschi villaggi medievali di Aiguèze e
La Roque-sur-Cèze.
A completare il mosaico visivo,
troviamo Saint-Ambroix e
Saint-Cyr-sur-Dourdan, quest’ultima nel
Loiret, scelta per sostituire idealmente il
villaggio spagnolo di Rupit, che nella serie
televisiva originale del 1961 rappresentava il paese di Théodore.
Vanier, come dichiarato, ama “fare del territorio un attore del
film”, e in Poly questo approccio si traduce
in un’ambientazione bucolica e poetica che amplifica il tema della
fuga e della rinascita. Le colline del Cévennes e l’atmosfera
rurale dell’Occitania diventano cornice e motore emotivo, offrendo
allo spettatore un viaggio visivo in perfetta sintonia con la
dolcezza e la profondità della storia.
Elisa de Lambert in Poly
Il finale del film
Nel climax del film
Poly, Cécile e il pony vengono braccati senza
tregua dai responsabili del circo, decisi a riprendersi l’animale.
La fuga sembra destinata a concludersi con la cattura, ma un
incontro inatteso cambia le sorti della storia: tra le colline del
Cévennes, la bambina trova rifugio presso Victor, un uomo solitario
e apparentemente scontroso, che vive lontano dal paese.
Inizialmente riluttante a farsi coinvolgere, Victor rimane colpito
dalla determinazione e dal legame sincero che unisce Cécile a Poly,
decidendo così di schierarsi dalla loro parte.
Con l’aiuto di Victor, Cécile riesce
a trovare la forza e i mezzi per affrontare apertamente i
maltrattatori del pony. Il loro intervento consente di raccogliere
prove delle violenze subite da Poly, portando la vicenda
all’attenzione delle autorità. L’azione della bambina, unita alla
determinazione del suo nuovo alleato, smaschera le pratiche crudeli
del circo e garantisce a Poly una liberazione definitiva. L’animale
viene accolto in una riserva naturale, dove può vivere libero e al
sicuro, lontano dagli abusi.
Il film si conclude così con
un’atmosfera di pace e rinnovamento: Cécile, dopo le difficoltà
affrontate, ha ritrovato fiducia in sé stessa e un nuovo equilibrio
con sua madre, Louise. Il legame con Poly, nato in un momento di
fragilità, diventa il simbolo di una rinascita personale e
familiare. Gli ultimi fotogrammi, scanditi dalla bellezza dei
paesaggi dell’Occitania, suggellano un lieto fine che celebra la
libertà, l’amicizia e il coraggio di lottare per ciò che si
ama.
Il prossimo film di M. Night
Shyamalan, Remain,
è stato descritto come un thriller romantico soprannaturale, ma la
trama completa non è stata ancora rivelata. Come noto, il progetto
è basato su un’idea che il regista ha concepito insieme allo
scrittore Nicholas Sparks, autore dell’omonimo
romanzo che uscirà ad ottobre. Ad oggi sappiamo solo che
Remain vede protagonisti Jake Gyllenhaal, Julie
Hagerty, Phoebe Dynevor, Tracy
Ifeachor, Ashley Walters, Maria
Dizzia, Hannah James e Kieran
Mulcare.
L’uscita del film nelle sale è
prevista per il 23 ottobre 2026. Sia Sparks che Shyamalan sono
produttori di Remain, insieme ai coproduttori Marc Bienstock,
Ashwin Rajan e Theresa Park. Secondo quanto ora riportato dal truccatore Donald Mowat su
Instagram, le riprese di Remain sono
ufficialmente terminate. Mowat ha parlato della “bellissima
estate” trascorsa insieme al team a Providence, nel Rhode
Island, negli Stati Uniti. Nel suo post ha dichiarato chiaramente:
“È finita!”.
Mowat ha pubblicato questa foto
insieme alle immagini dei due attori protagonisti del film,
Gyllenhaal e Dynevor. Entrambi non sembrano indossare i costumi di
scena, quindi continuano a nascondere la natura dei loro
personaggi. Con questo aggiornamento sulle riprese, in ogni caso,
tutto sembra procedere secondo i piani per l’uscita prevista il
prossimo anno, dato che sono stati concessi oltre 12 mesi per la
post-produzione dopo il completamento delle riprese principali.
Questo dovrebbe essere un tempo
sufficiente per consentire al team di montare e realizzare tutti
gli effetti visivi necessari per un film soprannaturale come
questo. Nel frattempo, Shyamalan continua a mantenere il segreto su
molti aspetti del film. La situazione cambierà probabilmente questo
autunno, quando il romanzo di Sparks uscirà il 7 ottobre. Anche se
non si sa quanto le storie siano simili tra loro, il romanzo avrà
probabilmente la stessa trama generale del film e quindi influirà
sull’arco narrativo del film.
Leonardo DiCaprio è stato intervistato dal
regista di Una
battaglia dopo l’altra, Paul Thomas
Anderson, per l’ultima copertina della rivista
Esquire dedicata all’attore e l’attore ha rivelato che il suo
più grande rimpianto professionale è stato quello di aver rifiutato
l’offerta di Anderson per Boogie Nights – L’altra
Hollywood quasi 30 anni fa. DiCaprio, come ormai noto, era
la scelta originale di Anderson per interpretare Eddie Adams, il
ragazzo che abbandona la scuola superiore e diventa una delle star
più famose dell’industria pornografica con il nome di Dirk Diggler.
Ma DiCaprio era già impegnato in Titanic, un ruolo che lo avrebbe trasformato in una
star del cinema mondiale.
“Lo dirò anche se sei qui: il
mio più grande rimpianto è non aver partecipato a Boogie
Nights”, ha ammesso DiCaprio. “È stato un film seminale
per la mia generazione. Non riesco a immaginare nessun altro che
Mark Wahlberg in quel ruolo. Quando finalmente ho visto quel film,
ho pensato che fosse un capolavoro. È ironico che sia proprio tu a
farmi questa domanda sui rimpianti, ma è vero“.
Secondo quanto si racconta, Anderson
voleva Leonardo DiCaprio in Boogie Nights
dopo aver visto il giovane attore in Ritorno dal nulla del
1995. Quando rifiutò il ruolo, DiCaprio disse ad Anderson di
prendere in considerazione invece il suo co-protagonista in quello
stesso film, Mark Wahlberg. Il resto è storia. Ora,
trent’anni dopo, DiCaprio e Anderson hanno finalmente avuto
l’occasione di collaborare con Una
battaglia dopo l’altra, il loro primo film insieme che
uscirà nelle sale a settembre.
Nel film DiCaprio interpreta Bob
Ferguson, un rivoluzionario fallito che lotta per salvare sua
figlia adolescente, Willa (Chase Infiniti).
“Perché ci abbiamo messo così tanto tempo?”, ha chiesto
Anderson a DiCaprio riguardo alla loro collaborazione. “So che
Una
battaglia dopo l’altra è rimasto sulla tua
scrivania per molto tempo”, ha risposto DiCaprio. “Era una
storia personale per te sotto molti aspetti e sicuramente
pertinente al mondo in cui viviamo oggi. Ma alla fine, il motivo
per cui volevo fare questo film era piuttosto semplice: volevo
lavorare con te, Paul, da circa vent’anni, e mi piaceva l’idea di
un rivoluzionario fallito che cerca di cancellare il suo passato,
scomparire e provare a vivere una vita normale crescendo sua
figlia”.
La trama e il cast
di Una battaglia dopo
l’altra con Leonardo
DiCaprio
Una
battaglia dopo l’altra ha per protagonista l’ex
rivoluzionario e attivista per i diritti civili Bob
Ferguson vive un’esistenza pacifica con la compagna
afroamericana Perfidia. I due hanno una bambina,
Wilma. Quando il colonnello Steven J.
Lockjaw, loro vecchia conoscenza, torna in scena a capo di
un gruppo di supremazia bianca, Bob raduna i suoi vecchi amici del
gruppo liberale French 75 per dargli battaglia. Anche perché
Lockjaw non tollera che esistano figli nati da unioni
interrazziali, e quindi Wilma è in pericolo.
Il film, scritto e diretto da
Paul Thomas Anderson, ha per protagonista l’attore
Premio Oscar Leonardo DiCaprio. Accanto a lui, nel cast,
anche i vincitori di Oscar Benicio del Toro e Sean Penn, affiancati da Regina Hall,
Teyana Taylor e Chase Infiniti, oltre a
Wood Harris e Alana Haim. Il film
sarà al cinema dal 25 settembre.
Prime Video ha pubblicato il trailer completo del
suo nuovo thriller The Girlfriend – La fidanzata, che potrebbe
diventare la tua prossima ossessione in streaming. Con
Olivia Cooke, Robin Wright e Laurie Davidson.
Davidson interpreta Daniel, che presenta la sua nuova fidanzata
Cherry (Cooke) a sua madre Laura (Wright) e le cose non vanno
esattamente secondo i piani.
Nel trailer di The Girlfriend, Laura diventa sempre più
paranoica, convinta che Cherry non sia chi dice di essere e che in
realtà voglia rubarle suo figlio. Cherry provoca sottilmente Laura,
guardandola negli occhi mentre bacia Daniel e commettendo altre
trasgressioni che la portano a mettere in discussione ciò che crede
stia accadendo. Guarda il trailer qui sotto:
Il trailer di The Girlfriend è sensuale e
inquietante
Cooke ha conquistato il grande schermo in House of the Dragon e, sebbene il suo
personaggio Alicent sia detestabile, la sua interpretazione è stata
lodata, e giustamente. In The Girlfriend, Cooke sembra
basarsi sulla
natura intrigante di Alicent, dato che il suo personaggio
Cherry si intromette tra madre e figlio.
Anche se la relazione tra Cherry e Daniel viene messa sotto la
lente d’ingrandimento, sembra che Laura abbia alcune domande a cui
rispondere riguardo alla sua ossessione per il figlio e se si
tratti di una dinamica sana. È solo paranoica perché teme di
perdere Daniel a causa di questa donna che sembra odiarla, o ha
paura di lasciar andare l’unico uomo della sua vita?
Antony Starr ha scritto un commosso addio al
suo personaggio Homelander della serie Amazon
The
Boys, di cui
si sono da poco concluse le riprese della quinta e ultima
stagione, definendo l’esperienza “il momento clou della mia
carriera”. In una lunga didascalia su Instagram
accompagnata da foto dal dietro le quinte della satira sui
supereroi, Starr ha detto di aver “aspettato un po’ per
lasciare che le cose si sistemassero e elaborare la fine di questo
show” prima di pubblicare il post.
“È difficile (per me) esprimere
a parole quanto sia stata incredibile questa avventura. Quanta vita
e quanta crescita ci sono state. Quanto è fantastico il team. È
stato davvero il momento clou della mia carriera“, ha scritto
Starr. ”Quando abbiamo iniziato, non avevo idea di cosa mi
aspettasse. Questo colosso è partito e non si è mai fermato. Tranne
che per quel momento del Covid. Oh, e gli scioperi. Anche quelli
sono stati un problema. Ma a parte quelle due volte, non si è mai
fermato, lasciando audacemente il segno nel panorama televisivo.
Non c’è niente di simile. Vive in una dimensione tutta
sua“.
Con la produzione dell’ultima
stagione ormai conclusa, Starr ha poi ringraziato
“l’incredibile troupe canadese. Il fantastico team di
produzione. Il cast incredibilmente talentuoso. Le persone di
Amazon e Sony che hanno scommesso su questa cosa folle (e hanno
fatto un’ottima scelta nel scritturarmi) e tutte le altre persone
che hanno contribuito in qualche modo, grande o piccolo, a questo
show bellissimo, complesso, contorto e delizioso”.
Riguardo al ruolo di Homelander, il
leader estremamente potente ed egocentrico del gruppo di supereroi
corrotti I Sette, Starr ha detto: “Questo personaggio
complicato mi ha permesso di scoprire e superare i limiti in un
modo che non mi sarei mai aspettato e sarò sempre grato per questa
esperienza”. Ha poi ringraziato lo showrunner Eric
Kripke, che ha definito il suo “co-genitore di questo
personaggio contorto e geniale”.
“Abbiamo creato un mostro. E mi
mancherà lui, e mi mancherai tu”, ha continuato. “Fino a
quando non lanceremo l’ultima stagione. Quando ti rivedrò. Ma
questo capitolo creativo è chiuso e mi mancherà, fratello”.
Infine, Starr ha rivolto un “enorme grazie ai fan. Voi siete la
linfa vitale. Senza di voi, non potremmo fare tutto questo. I
nostri fan non sono secondi a nessuno. Vi voglio un bene pazzo… e
ho il massimo rispetto per i vostri gusti”. Ha poi concluso
come: “Okidoke gente. Abbiamo cucinato per l’ultima volta. Non
vedo l’ora di mostrarvi cosa abbiamo preparato. A presto,
Homelander, chiudo”.
Il cast di The
Boys vede protagonisti
Karl Urban, Jack Quaid,
Antony Starr,
Erin Moriarty, Jessie T. Usher, Laz Alonso,
Chace Crawford, Tomer Capone, Karen Fukuhara, Colby Minifie,
Claudia Doumit e Cameron Crovetti. Nella quarta stagione
hanno recitato anche Susan Heyward,
Valorie Curry e Jeffrey Dean Morgan. Nella quinta stagione
Jensen Ackles riprenderà il ruolo di Soldier
Boy.
The
Boys è basata sul fumetto certificato bestseller dal
New York Times, creato da Garth Ennis e Darick Robertson, qui in
veste anche di executive producer, e sviluppato dall’executive
producer e showrunner Eric Kripke. The
Boys è prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures
Television Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises,
Original Film e Point Grey Pictures. La serie è disponibile su
Prime Video.
Netflix ha pubblicato il primo trailer di
Steve, con protagonista il premio Oscar Cillian Murphy. Basato sul romanzo
“Shy” di Max Porter del 2023, il film
“segue una giornata cruciale nella vita del preside Steve
(Murphy) e dei suoi studenti in un riformatorio dell’ultima
possibilità, in un mondo che li ha abbandonati. Mentre Steve lotta
per proteggere l’integrità della scuola e impedirne l’imminente
chiusura, lo vediamo alle prese con i propri problemi di salute
mentale. Parallelamente alle difficoltà di Steve, incontriamo Shy
(Jay Lycurgo), un adolescente tormentato, diviso tra il suo passato
e il suo futuro, che cerca di conciliare la sua fragilità interiore
con il suo impulso all’autodistruzione e alla violenza“,
secondo la sinossi ufficiale.
Accanto a Cillian Murphy e Jay
Lycurgo (“Generation Z”, “The Batman”)
recitano Tracey Ullman (“The Actor”,
“Curb Your Enthusiasm”), Simni Ajikawo
(“Top Boy”, “Venom: La furia di Carnage”) ed
Emily Watson (“The Legend of Ochi”,
“Dune:
Pophecy”). Non è la prima volta che Murphy lavora in un’opera
di Porter. Nel 2019 ha recitato nell’adattamento teatrale del suo
libro del 2015 “Grief Is the Thing With Feathers”. I due
hanno anche collaborato al cortometraggio del 2021 “All of This
Unreal Time”. Murphy ha anche lavorato in precedenza con il
regista di Tim Mielants, prima nella terza
stagione di “Peaky Blinders” e poi
nell’apprezzatissimo film del 2024 “Piccole cose come
queste”.
Steve uscirà in
alcuni cinema il 19 settembre e su Netflix il 3 ottobre.
A24 ha appena
diffuso il primo trailer ufficiale di Marty
Supreme. Il film inizia con Marty (Timothée
Chalamet) al telefono che chiacchiera con una
star del cinema (interpretata da Gwyneth Paltrow) e dimostra di essere anche un
attore chiedendole di aprire il giornale, dove un articolo lo
definisce “il prescelto”. Sebbene quella scena sia comica,
diventa subito chiaro che Marty è molto appassionato di ping-pong
ed è disposto a sacrificare tutto per il successo, perché questo
sport è popolare all’estero e lui lo considera il suo biglietto per
la gloria. Segue poi una serie di scene intense di gioco e di
drammi interpersonali, accompagnate da un remix di “Forever
Young”.
La sinossi ufficiale del tanto
atteso film di Josh Safdie basato sulla vita del giocatore di ping
pong Marty Reisman recita: “Un giovane con un
sogno che nessuno rispetta attraversa l’inferno e torna indietro
alla ricerca della grandezza”. Il film, oltre a Timothée Chalamet e Gwyneth Paltrow vanta un cast composto da
Fran Drescher nel ruolo della madre di Marty e
ancora il rapper Tyler, the Creator, il mago
Penn Jillette, Odessa A’zion, il
personaggio di “Shark Tank” Kevin O’Leary
(alias Mr. Wonderful) e il regista Abel
Ferrara.
La commedia drammatica sportiva è un
racconto romanzato della vita reale di Marty
Reisman, cinque volte medaglia di bronzo ai Campionati
mondiali di tennis tavolo, scomparso nel 2012. Il direttore della
fotografia Darius Khondji ha dichiarato all’inizio
di quest’anno che Chalamet si è allenato a fondo per interpretare
la star del ping pong. “Voleva essere come un vero giocatore di
ping pong [professionista] quando ha iniziato le riprese”, ha
detto Khondji.
Chalamet è da tempo un fan
dichiarato dei fratelli Safdie, tanto da aver scritto un saggio per
Variety nel 2019 sul loro thriller con Adam SandlerDiamanti
grezzi. “Negli ultimi dieci anni, i due hanno
continuato a realizzare opere contemporanee, crude e senza vincoli,
ciascuna delle quali si basa sulle caratteristiche della
precedente, ma senza mai sacrificare la loro innata grinta”,
ha scritto l’attore candidato all’Oscar.
Marty Supreme segna
inoltre il ritorno alla regia di Josh Safdie dopo
aver co-diretto Diamanti
grezzi con suo fratello Benny
Safdie, e il suo primo lungometraggio da solista dopo il
debutto nel 2008 con “The Pleasure of Being Robbed”. Josh
Safdie ha scritto Marty Supreme insieme a
Ronald Bronstein e i due sono anche
produttori insieme a Eli Bush, Anthony
Katagas, Chalamet e A24.
Alien: Pianeta Terra (qui
la nostra recensione) è destinato a aprire nuovi orizzonti per
il franchise decennale, con l’arrivo dei mostri in un ambiente più
familiare. Alien ha debuttato nel 1979, quando il rivoluzionario
film di Ridley Scott ha unito fantascienza e horror in
un modo che ha innovato entrambi i generi. Ora, il franchise di
Alien comprende nove film ed è pronto a tuffarsi nella sua prima
serie TV.
La serie vedrà finalmente una storia
live-action ambientata in questo universo svolgersi sulla Terra.
Non solo i personaggi di Alien: Earth introdurranno una nuova forma
di sintetici con gli “ibridi”, ma la serie incorporerà anche molti
aspetti ben noti del film, tra cui gli Xenomorfi. In questo caso,
Alien: Pianeta Terra funge da prequel
dell’Alien del 1979, quando una misteriosa nave che
trasporta pericolosi esemplari precipita sulla Terra.
Alien: Pianeta
Terra è ambientato prima degli eventi di
Alien
La storia narrata nella serie è
ufficialmente ambientata nel 2120, due anni prima degli eventi
dell’Alien del 1979, quando Ripley e l’equipaggio della
Nostromo incontrarono gli orrori di LV-426. La nave al centro della
serie si chiama Maginot e, in base alla durata della sua missione,
potrebbe alterare i dettagli del franchise di Prometheus
e Alien:
Covenant.
I film e le serie TV di
Alien in ordine cronologico
Se la serie avrà più stagioni, cosa
che sembra già probabile viste le recensioni positive di
Alien: Pianeta Terra, c’è la possibilità che la
storia possa condurre direttamente agli eventi degli altri film.
Colmare il divario potrebbe potenzialmente rispondere a domande di
lunga data, tra cui se Weyland-Yutani sapesse cosa aspettava
l’equipaggio della Nostromo su LV-426.
La storia di Alien: Pianeta
Terra, di cosa parla e chi sono i personaggi
Con l’annuncio di ulteriori dettagli
su Alien: Pianeta Terra, è stata rivelata anche
una breve sinossi che descrive la trama di base: “Quando una
misteriosa astronave precipita sulla Terra, una giovane donna
(Sydney Chandler) e un gruppo eterogeneo di soldati tattici fanno
una scoperta fatidica che li mette faccia a faccia con la più
grande minaccia del pianeta”.
Come suggerisce il titolo, gli
Xenomorfi e altre creature sono precipitati sulla Terra con il
Maginot. Da lì, la storia sembra essere simile a molti dei
precedenti film di Alien. Un gruppo di soldati, guidato da una
giovane donna di nome Wendy, condurrà le indagini sul relitto e su
qualsiasi orrore lo abbia accompagnato, scatenando minacce che
cambieranno per sempre le principali società al potere.
Timothy Olyphant, Alex
Lawther ed Essie Davis sono solo alcuni
dei talenti incredibili che completeranno il cast principale. Un
altro personaggio intrigante è Samuel Blenkin nei
panni di Boy Kavalier, il CEO di Prodigy, che sta mettendo a
repentaglio la moralità con i suoi esperimenti ibridi nella
speranza di ottenere più potere con ogni mezzo necessario.
Nel punto della linea temporale in
cui si colloca la serie, ci sono cinque grandi corporazioni che
controllano il mondo: Weyland-Yutani,
Prodigy, Threshold,
Dynamic e Lynch. Mentre Yutani
sembra essere dietro la raccolta delle creature in Alien:
Piante Terra, Prodigy vuole il controllo poiché la nave è
precipitata nel suo territorio.
I collegamenti tra la serie TV e il
resto del franchise entreranno sicuramente in gioco, ma gran parte
dell’attenzione rimarrà sui personaggi e sui concetti originali.
Considerando che il film Alien originale presentava un
equipaggio che era completamente all’oscuro delle misteriose forme
di vita aliene che rappresentavano una minaccia così grande,
sembrerebbe che qualsiasi cosa la serie riveli avrà un impatto
minimo sugli altri film.
Tuttavia, potrebbe presentare un
collegamento interessante attraverso la Weyland-Yutani
Corporation. Dopo essersi concentrato principalmente sulle
origini di Weyland e sul lato operativo dell’azienda nei film,
Alien: Pianeta Terra esplorerà finalmente la
famiglia Yutani e quel lato della fusione Weyland-Yutani.
Essendo un prequel, la storia offre
l’ambientazione ideale per approfondire questa storia, con
l’opportunità di avere una panoramica delle relazioni tra le due
organizzazioni e i loro fondatori, e della loro importante
partnership. Alien: Pianeta Terra può anche
spiegare l’interesse iniziale delle società per le forme di vita
aliene, risalente a decenni prima che Ripley e il suo equipaggio si
trovassero faccia a faccia con tali mostri.
I Fantastici Quattro: Gli
Inizi (qui
la nostra recensione) ha saltato la storia delle origini della
squadra, il che significa che abbiamo potuto vedere i loro classici
costumi dei fumetti solo in un breve flashback della loro prima
battaglia con l’Uomo Talpa. Non sappiamo se esista una versione più
lunga di quella scena. Tuttavia, i protagonisti sono stati mostrati
mentre indossavano quei costumi in alcune foto dal dietro le
quinte, il che suggerisce che in origine quei costumi avessero un
po’ più di tempo sullo schermo.
La pagina Instagram ufficiale di
I Fantastici Quattro: Gli Inizi ha ora condiviso
alcune prime pagine di giornali di Terra-828, tra cui una con una
foto in bianco e nero della Prima Famiglia Marvel nei costumi ispirati a
quelli ideati da Jack Kirby. Il titolo recita:
“Scontro epico: i Fantastici 4 sconfiggono Mastermind, Mad
Thinker”. Le altre due prime pagine si concentrano invece
sulla trasformazione dei Fantastici Quattro in supereroi e su Sue
Storm che negozia la pace con l’Uomo Talpa. Si possono vedere cliccando qui queste foto
su Instagram.
“Volevo davvero fare dei costumi
diversi questa volta”, ha recentemente dichiarato Alexandra
Byrne, costumista di I Fantastici Quattro: Gli
Inizi, a GQ. “E i costumi lavorati a maglia e a coste
mi sembravano una buona soluzione. Tuttavia, non è possibile
realizzare un intero costume in questo modo. Deve avere un po’ di
tecnologia ‘Reed’, altrimenti è solo una tutina lavorata a
maglia”. Ha aggiunto: “Abbiamo guardato alla fantascienza
degli anni ’60, dove i costumi sono molto più grezzi. All’epoca non
avevamo fibre tecniche, quindi ho guardato all’abbigliamento da sci
degli anni ’60, che aveva molte nervature ed era molto
elastico”.
Leggi qui i nostri approfondimenti
su I Fantastici Quattro: Gli Inizi:
Nella
nostra recensione abbiamo scritto: “I Fantastici
Quattro: Gli Inizi conferma ciò che già si pensava in
seguito alla diffusione dei materiali promozionali: è un progetto
ben pensato, ben diretto, che sa dosare l’intimità e l’azione, che
grazie ai suoi variegati protagonisti si rivolge ad un pubblico
ampio, dai più giovani fino ai padri e alle madri.”.
Nella giornata di ieri un video in
cui Charlie Cox si riferiva alla seconda stagione
di Daredevil: Rinascita come alla stagione
“finale” della serie è diventato virale sui social media. Ciò ha
causato un certo panico tra i fan, anche se il modo disinvolto con
cui Cox lo ha detto suggeriva da subito che si fosse espresso male.
Anche se una terza stagione non è stata ancora ufficialmente
confermata, il capo della Marvel Television Brad
Winderbaum aveva infatti rivelato che l’intenzione è
quella di continuare la serie.
Ora, l’attore Vincent D’Onofrio, che interpreta
Kingpin, ha confermato che la seconda stagione di
Daredevil: Rinascita non è stata pensata come
l’ultima della serie. Rispondendo ai fan su X, ha
detto che le notizie non erano “vere”, aggiungendo che “ci sono
buone possibilità che ci sarà una terza stagione”. Questo
ovviamente dipenderà dall’accoglienza riservata alla seconda serie
di episodi.
Tuttavia, secondo quanto riportato
dai media, la Marvel Studios e Disney+ sono state più che soddisfatte
dei risultati ottenuti dalla prima stagione di Daredevil:
Rinascita al suo debutto in streaming. D’Onofrio aveva
accennato per la prima volta a un possibile progetto per una terza
stagione a maggio, suggerendo ancora una volta che tutto dipenderà
dalla reazione positiva dei fan alla prossima puntata. “Se ci
daranno il via libera, abbiamo già un piano”, ha rivelato
D’Onofrio.
“Sta ai fan guardare la serie ed
entusiasmarsi. Sta a noi soddisfarli e raccontare la storia nel
modo giusto. Non vediamo l’ora“. Ci sono innumerevoli
direzioni che la terza stagione di Daredevil:
Rinascita potrebbe prendere. Ad esempio, molti fan hanno
detto che vorrebbero vedere Matt Murdock e Wilson Fisk entrambi
dietro le sbarre, un’idea esplorata per la prima volta durante la
serie Daredevil di Ed Brubaker e
Michael Lark.
In Daredevil:
Rinascita della Marvel Television, Matt Murdock
(Charlie
Cox), un avvocato cieco con capacità straordinarie,
lotta per ottenere giustizia nel suo vivace studio legale, mentre
l’ex boss mafioso Wilson Fisk (Vincent
D’Onofrio) persegue le sue iniziative politiche a New
York. Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi
gli uomini si ritrovano inevitabilmente su una rotta di collisione.
Entrambi torneranno nella Stagione 2.
La serie vede la partecipazione
anche di Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson,
Zabryna Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark
Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet
Zurer e Jon Bernthal. Dario
Scardapane è lo showrunner.
Il cast di Alien: Pianeta
Terra (qui
la nostra recensione) comprende una grande varietà di attori
acclamati, star emergenti, icone della fantascienza e molto altro
ancora, e vale la pena conoscerli tutti. La serie, come noto, è la
prima volta che la serie un capitolo del franchise ci porta sulla
Terra (nel canone) dopo Alien – La clonazione. Pertanto, è
ambientato in un periodo precedente rispetto alla maggior parte
degli altri film della serie e presenta un cast di personaggi
completamente nuovo.
Per la natura stessa della sua
storia, Alien: Pianeta Terra presenta quindi
una grande varietà di personaggi e attori. Dai giovani attori che
interpretano gli ibridi infantili conosciuti come i Lost Boys ai
veterani della fantascienza, il cast della serie è ricco di
talento. Scopriamo allora tutto quello che c’è da sapere sul nuovo
gruppo di personaggi che si troverà a doversi scontrare con il
terribile Xenomorfo.
Il cast e i personaggi protagonisti di Alien:
Pianeta Terra
Sydney Chandler nel ruolo di
Wendy
Sydney Chandler è
cresciuta nella periferia di Austin, in Texas. Ha ottenuto il suo
ruolo di svolta nel 2022, quando ha interpretato Chrissie nella
miniserie Pistol della FX. Da allora, Chandler ha avuto
altri due ruoli importanti, in Don’t
Worry Darling e Sugar di Apple
TV+ al fianco di Colin Farrell. Chandler lavora anche
come sceneggiatrice, avendo scritto il cortometraggio
Chemistry.
In Alien: Pianeta
Terra interpreta Wendy, uno degli ibridi
dotato di un corpo sintetico in cui è stata infusa la mente di una
bambina umana. Conosciuta da bambina come Marcy, era affetta da una
malattia terminale e ha accettato di partecipare all’esperimento di
Prodigy sull’immortalità. Ora Wendy coglie l’occasione per cercare
suo fratello Hermit, che non vede da tempo.
Alex Lawther è nato
a Petersfield, nell’Hampshire, in Inghilterra. Lawther ha ottenuto
il suo ruolo di svolta nel 2014, quando ha interpretato la versione
giovane del personaggio di Benedict Cumberbatch, Alan
Turing, in The Imitation Game. Da allora, Lawther ha continuato
ad avere una prolifica carriera di attore, principalmente in serie
televisive come The End of the F***ing World e Andor.
Lawther interpreta
Joe, noto anche come “Hermit”, in
Alien: Pianeta Terra. Hermit è il fratello di
Marcy, anche se non è a conoscenza del programma ibrido di Prodigy
né del fatto che Marcy sia ora Wendy. Credendo che la sua famiglia
sia morta, Hermit lavora per la Prodigy Corporation come medico che
assiste un gruppo di mercenari. Questo ruolo lo porta sull’USCSS
Maginot quando questa precipita sulla Terra.
Timothy Olyphant nel ruolo di
Kirsh
Timothy Olyphant è nato a Honolulu, nelle
Hawaii, ed è cresciuto a Modesto, in California. Olyphant ha
ottenuto il suo ruolo di svolta nel 2004, quando ha iniziato a
interpretare Seth Bullock nella serie Deadwood della HBO.
Olyphant aveva già una carriera rispettabile prima di questa serie,
avendo recitato in film come Scream 2 e Go. Da
allora ha continuato ad avere una carriera televisiva molto
prolifica in serie come Justified e Santa Clarita
Diet.
Olyphant interpreta
Kirsh in Alien: Pianeta Terra.
Egli è uno dei sintetici (o androidi) della serie e capo scienziato
della Prodigy Corporation. Funge inoltre da guardiano e insegnante
dei Lost Boys, il gruppo di ibridi di cui fa parte Wendy. Kirsh
considera se stesso e gli ibridi una forma di vita superiore
rispetto agli “animali” come gli esseri umani.
Samuel Blenkin è
nato a Cheltenham, nel Gloucestershire, in Inghilterra. Blenkin ha
ottenuto il suo ruolo di svolta non in un film o in una serie TV,
ma nella produzione teatrale del West End di Harry Potter e la
maledizione dell’erede, dove ha interpretato Scorpius Malfoy.
Da allora, Blenkin ha avuto ruoli di rilievo in serie come
Black Mirror e The Witcher: Blood Origin.
Blenkin interpreta Boy
Kavalier in Alien: Pianeta Terra.
Kavalier è l’amministratore delegato della Prodigy Corporation, la
nuova società che domina la Terra. Descritto come un bambino
prodigio e un genio, egli è estremamente sicuro di sé e della
propria intelligenza. Ha progettato la tecnologia utilizzata per
creare gli ibridi e crede che sia la migliore possibilità di
immortalità per l’umanità.
Babou Ceesay nel ruolo di
Morrow
Babou Ceesay è nato
a Barnet, nel Middlesex, in Inghilterra, ma è cresciuto in Africa
occidentale. Ceesay ha ottenuto il suo ruolo di svolta nel 2017,
quando ha recitato in Guerrilla. Prima di questo film,
Ceesay ha recitato in alcuni ruoli di rilievo in film e serie
televisive britannici, come Severance e Getting
On. Più recentemente, Ceesay ha recitato in serie televisive
come Into the Badlands e We Hunt Together.
Ceesay interpreta Morrow in
Alien: Pianeta Terra. Morrow è un cyborg, un
essere umano il cui corpo è stato modificato utilizzando la
tecnologia cibernetica. Nello specifico, il braccio di Morrow è
stato sostituito e ora può trasformarsi in una varietà di
strumenti. Morrow lavora per la Weyland-Yutani ed è l’unico
sopravvissuto all’atterraggio di fortuna della Maginot. Ha il
compito di recuperare i campioni fuggiti durante il viaggio.
Essie Davis è nata
a Hobart, in Tasmania, Australia. Davis ha ottenuto il successo
mondiale nel 2014 con il film The Babadook. Prima di allora, Davis aveva recitato in
alcuni ruoli importanti in film come Matrix Reloaded e
La ragazza con l’orecchino di perla. Dopo il 2014, Davis
si è concentrata maggiormente su serie televisive come
Exposure e Faraway Downs.
Davis interpreta Dame
Sylvia in Alien: Pianeta Terra. Si tratta
di un’altra scienziata della Prodigy e ha un ruolo cruciale negli
esperimenti sugli ibridi. Descritta come un’anima gentile, Dame
Sylvia funge da figura materna per i Lost Boys e fornisce sostegno
emotivo ai bambini.
Il cast dei personaggi secondari di
Alien: Pianeta Terra
Adarsh Gourav nel
ruolo di Slightly: Gourav interpreta Slightly in
Alien: Pianeta Terra. Slightly è un membro dei
Lost Boys e un caro amico di Wendy, anche se si comporta in modo
più infantile di lei. Gourav è noto principalmente per i film e le
serie televisive indiani come Guns & Gulaabs e The
White Tiger.
Jonathan Ajayi nel
ruolo di Smee: Ajayi interpreta Smee, un altro
Lost Boy e membro entusiasta e disponibile del gruppo, felice di
farne parte. Ajayi è noto per serie televisive come Vigil
e film come Chief of Station.
Erana James nel
ruolo di Curly: Curly è un’altra Lost Boy, ma è
ancora più grata a Boy Kavalier e Prodigy rispetto ai suoi amici e
compagni di squadra. James è nota per serie televisive come The
Wilds e Bad Behaviour.
Lily Newmark nel
ruolo di Nibs: Nibs in Alien: Pianeta
Terra è un altro Lost Boys e, dato che era la bambina più
malata prima di entrare nel suo corpo ibrido, ha difficoltà ad
adattarsi. Newmark è nota per film come Solo: A Star
Wars Story e Pincushion.
Kit Young nel ruolo
di Tootles: Young interpreta Tootles, l’ultimo
membro dei Lost Boys ed era il più anziano tra gli umani prima di
diventare un ibrido. Young è noto per serie come Shadow and
Bone e film come The Beautiful Game.
Diêm Camille nel
ruolo di Siberian: Siberian è una mercenaria che
lavora con Hermit e si prende cura di lui come se fosse suo
fratello. Camille è nota per serie come La Ruota del
Tempo e Washington Black.
David Rysdahl nel
ruolo di Arthur Sylvia: Rysdahl interpreta Arthur,
il quale è sposato con Dame Sylvia e lavora anche come scienziato
al progetto sugli ibridi. Rysdahl è noto per film come Dead
Pigs e Nine Days.
Sandra Yi
Sencindiver nel ruolo di Yutani: Yutani è
una delle leader della famigerata società Weyland-Yutani e sua
nonna ha inviato la Maginot in missione 65 anni prima dell’inizio
della serie. Sencindiver è nota per serie come Foundation e Geek Girl.
Il costume di Superman
indossato da David Corenswet viene finalmente svelato senza
i mutandoni in una nuova featurette dell’universo DC. Come noto, un
aspetto che è sempre stato molto discusso dai fan e dal team
creativo era se il costume avrebbe incluso i famosi mutandoni
rossi. Dato che il costume indossato da Corenswet alla fine ha
incluso questo aspetto, gli spettatori possono ora farsi un’idea
migliore di come sarebbe stato se non li avessero inclusi affatto
grazie alle immagini trapelate di questo contenuto extra.
Nella featurette “Adventures in
the Making of Superman”, viene infatti
messo in evidenza il processo di realizzazione dei costumi. In una
parte del filmato, il costume di Corenswet viene dunque mostrato
senza i mutandoni, offrendo ai fan la migliore visione possibile
del suo costume senza di essi (l’immagine si può vedere qui). Come riportato,
questo contenuto extra sarà incluso nell’edizione digitale, 4K UHD
e Blu-ray del film Superman.
Perché il costume di Superman con i
mutandoni è stata la scelta giusta
Sebbene il costume di Superman possa
funzionare con o senza i pantaloncini (come dimostrato da Zack
Snyder con L’uomo d’acciaio), la versione DCU ha tratto vantaggio dalla decisione del team
di costumisti di includerli. I pantaloncini non sono solo un grande
easter egg della DC e un elemento iconografico noto del
personaggio, ma anche un ritorno al look visto l’ultima volta in
Superman Returns del 2006. Il design del costume per
il film DCU ha chiaramente beneficiato del loro utilizzo. Come si
vede nella foto tratta dal featurette di Superman, il costume
sembra semplicemente troppo strano senza i pantaloncini, il che
avrebbe potuto portare a una reazione negativa sui social
media.
28 anni dopo: The Bone Temple collegherà
elementi nuovi e consolidati dell’universo post-apocalittico di
Danny Boyle e Alex Garland, in
particolare con il ritorno confermato di Cillian Murphy nel ruolo di Jim. Il
coinvolgimento di Murphy nella trilogia prevista di sequel di
28 giorni dopo è stato ampiamente documentato, ma al
momento poco si sa sui dettagli della sua partecipazione.
La mancanza di informazioni ha
suscitato scalpore quando è stato pubblicato un primo trailer di
28
anni dopo, che mostrava un infetto dall’aspetto emaciato
che somigliava molto a Murphy. Molti fan sono però rimasti delusi
quando è poi stato rivelato che Murphy non sarebbe apparso affatto
in questo film, ma ora il suo futuro nella serie è stato
ulteriormente chiarito.
In un’intervista con Deadline, Cillian Murphy ha infatti confermato
che tornerà nei panni di Jim in 28 anni dopo: The Bone
Temple. “Penso che Danny (Boyle) lo abbia già
confermato. Quindi posso confermarlo“, ha affermato l’attore
riguardo la sua presenza nel prossimo film. La star ha anche
confermato che sarà al centro del terzo film, anche se ha
sottolineato che la realizzazione del terzo film non è ancora
certa. “Quindi, affinché ciò accada, tutti devono andare a
vedere Bone Temple“, ha concluso l’attore.
Anche se in precedenza era stato
riportato che Cillian Murphy faceva parte del cast
di 28 anni dopo: The Bone Temple, la conferma da
parte dell’attore stesso rafforza ulteriormente l’idea che il suo
ruolo nel sequel sia importante. Murphy sarà il primo personaggio
dei film precedenti ad apparire in questa nuova esplorazione del
mondo di 28 giorni dopo. La dichiarazione di Murphy sul
terzo film fa poi eco a quanto Boyle e Garland hanno detto sul
film. Boyle ha sottolineato che era necessario raccogliere i fondi
per realizzare il film, sottintendendo che ciò non sarebbe stato
possibile senza il successo al botteghino di The Bone
Temple.
Sembra che John Boyega aveva aspettative diverse per il
suo arco narrativo in Star
Wars, rispetto a ciò che è stato poi portato sul
grande schermo. Durante un’apparizione al Fan Expo Boston (come
riportato da ScreenRant), Boyega, che ha
interpretato Finn, lo Stormtrooper diventato soldato ribelle nella
trilogia sequel della saga, ha infatti detto che si aspettava che
il suo personaggio diventasse un Jedi insieme a Rey dopo Il risveglio della Forza. Pensava anche che fossero
destinati a diventare nemici dopo che entrambi avessero
padroneggiato la Forza.
“Penso di aver dato per scontato
che fosse sensibile alla Forza dal copione di ‘Il risveglio della
Forza’ o almeno quando sono arrivato alla fine del copione di ‘Il
risveglio della Forza’”, ha detto. “Pensavo che stessero
pianificando due Jedi. In realtà pensavo che sarebbero stati un po’
come Obi-Wan e Darth Vader. Che ci saremmo rivoltati l’uno contro
l’altro o qualcosa del genere”.
Come noto, la possibile sensibilità
alla Forza di Finn rimane inespressa al termine di L’ascesa di Skywalker, ma è possibile che l’argomento
venga ripreso con l’annunciato prossimo film (al momento noto
come New
Jedi Order) in cui Daisy
Ridleyriprenderà il ruolo di Rey. Attualmente
Boyega non è confermato come parte del film, ma sarebbe strano non
vederlo comparire. Se ciò avverrà, sarà l’occasione per dare uno
sviluppo a quanto immaginato da Boyegaa per il suo personaggio.
John Boyega critico nei confronti della saga di Star Wars
Dal debutto dell’ultimo capitolo
della trilogia, L’ascesa di Skywalker del 2019, Boyega non ha parlato
molto bene del suo periodo nella galassia lontana lontana. Nel 2020
ha infatti dichiarato a GQ che la Disney ha pubblicizzato il suo
personaggio “come molto più importante di quanto non sia in
realtà” per promuovere la diversità dei film, per poi
“metterlo da parte” quando i film sono usciti. “Voi
sapevate cosa fare con Daisy Ridley, sapevate cosa fare con Adam
Driver”, ha aggiunto Boyega all’epoca.
“Ma quando si trattava di Kelly
Marie Tran, quando si trattava di John Boyega, non sapevate un
ca**o. Quindi cosa volete che dica? Quello che vogliono che dica è:
‘Mi è piaciuto farne parte. È stata una grande esperienza…’ No, no,
no. Accetterò questo accordo quando sarà una grande
esperienza”. Nonostante le sue critiche, Boyega rimane un fan
“enorme, enorme” di “Star Wars”, secondo un’intervista del
2023 con Total Film.
“Ero la persona sul set che
correggeva le cose”, ha detto Boyega. “Come i soldati jet
volanti che avevamo in L’ascesa di Skywalker. Poe diceva: ‘Ora
volano’, e io pensavo che avessero visto i soldati jet volanti
della serie animata The Clone Wars. Io gioco ai videogiochi di
Battlefront. Ho un rapporto solido con tutto ciò che riguarda Star
Wars”.
Angelina Jolie sarà la protagonista del nuovo
thriller di spionaggio The Initiative, che la
vedrà nuovamente collaborare con il regista di Mr. & Mrs. Smith, Doug Liman. La
Universal è attualmente in trattative per assicurarsi questo
progetto di grande successo, con F. Scott Frazier
(Collide, xXx – Il ritorno di Xander Cage)
incaricato di scrivere la sceneggiatura – i cui dettagli sono
ancora segreti – e Jeff Kirschenbaum come
produttore per la Roth/Kirschenbaum Films.
Come Liman, anche la RK Films ha un
solido rapporto con la Jolie, avendo sostenuto i film di successo
della Disney Maleficent,
in cui lei ha interpretato il ruolo principale. Sebbene i dettagli
della trama siano ancora segreti, The Initiative
sembra riportare la Jolie ai thriller d’azione che l’hanno resa una
megastar del botteghino, tra cui Salt, The Tourist e Wanted – Scegli il tuo destino.
Dove abbiamo visto di recente Angelina
Jolie?
Vincitrice dell’Oscar come migliore
attrice non protagonista per Ragazze interrotte, la Jolie
è apparsa di recente in Maria di
Pablo Larraín, dove ha ottenuto recensioni
entusiastiche per la sua interpretazione della famosa soprano Maria
Callas. Prima ancora è entrata a far parte del Marvel Cinematic Universe con un
ruolo da protagonista in Eternals,
dove ha interpretato Thena (un ruolo che l’attrice dovrebbe
riprendere in futuro), e in Quelli
che mi vogliono morto.
Di recente è anche stata
protagonista di Senza sangue, il film con
Salma Hayek Pinault e Demian
Bichir, basato sul romanzo di Alessandro
Baricco. Prossimamente, la Jolie reciterà nel dramma
bilingue Couture di Alice Winocour, che
ha anche prodotto, ed è prevista l’adattamento cinematografico di
Anxious People di Marc Foster.
Sarebbero in corso trattative
preliminari per la realizzazione di un prequel di Weapons,
il suo film horror di grande successo scritto e diretto da
Zach Cregger, uscito questo fine settimana, come
confermato da Deadline. I dettagli della trama
sono ancora segreti e non è chiaro in che veste Cregger parteciperà
al progetto, dato che siamo ancora in una fase iniziale. È però
stato riportato che New Line Cinema e
Warner Bros. stanno corteggiando Zach Cregger per
realizzare un prequel sulla zia Gladys, basato in parte sul
materiale che aveva ideato per il personaggio e che non è stato
inserito nel film.
Fonti indicano che al momento
Cregger ha in programma altri due film che lo terranno impegnato
nel prossimo futuro. Attualmente sta preparando il
prossimo film di Resident Evil per la Sony e si
prevede che poi si dedicherà a un progetto originale intitolato
Flood. Cregger ha inoltre rivelato di aver scritto uno
spin-off sul mondo di Batman intitolato Henchmen,
ma questo progetto non è al momento stato confermato.
Il fatto che esista già una parte
della storia del misterioso personaggio noto come Gladys significa
che, se Cregger fosse abbastanza interessato a tornare a bordo del
treno di Weapons, scrivere una sceneggiatura per
un lungometraggio potrebbe non essere un’impresa così ardua come,
ad esempio, inventare una nuova storia per un sequel (anche
se il regista ha confermato di avere delle idee a
riguardo).
Quando tutti i bambini di una stessa
classe, tranne uno, scompaiono misteriosamente nella stessa notte
esattamente alla stessa ora, l’intera comunità si ritrova a
interrogarsi su chi – o cosa – sia responsabile della loro
sparizione. Il film è interpretato da Josh Brolin, Julia
Garner, Alden Ehrenreich, Austin Abrams, Cary Christopher, con
Benedict Wong e Amy Madigan. Cregger firma la regia del
film da una sua sceneggiatura originale.