È iniziato il conto alla rovescia
per il debutto del primo titolo della Marvel intitolato
Spotlight, Echo.
Tra una settimana, Maya Lopez e Kingpin
inizieranno il loro sanguinoso dramma che darà il via al nuovo anno
per i fan del MCU che si spera sia con
il botto. Dopo un anno molto cupo per il MCU, tutti gli occhi sono
puntati sulla serie in arrivo, che seguirà Maya Lopez
mentre si ricongiunge con le sue radici native americane e fugge
dal suo passato. Un nuovo teaser è stato svelato per incitare
ulteriormente i fan, promettendo azione e sangue nel prossimo show
televisivo.
Il teaser vede Maya visitare la
tomba del padre, mentre sentiamo Kingpin che la paragona alle tigri
che “si muovono in silenzio per catturare le loro prede”.
Il trailer continua poi a preparare i fan per i cinque episodi
pieni di tensione: si vede Maya che si dirige verso un confronto
con Kingpin, che non si tira indietro di fronte a una
pistola puntata contro di lei e che combatte con il beniamino dei
fan Daredevil. Ma soprattutto, alla fine dell’anteprima, è
chiaro che Maya ha sfidato Kingpin, che le urla: “Che
cosa hai fatto?“. Sarà interessante vedere come tutto questo
si concretizzerà quando la serie debutterà il 9 gennaio.
La serie vedrà Maya in
fuga dall’organizzazione di Wilson Fisk dopo gli eventi di
Hawkeye,
dove il personaggio è stato introdotto per la prima volta come
leader della mafia della tuta. In Hawkeye,
Maya dà la caccia a Ronin pensando che sia il responsabile della
morte di suo padre, ma presto si rende conto che il responsabile è
Kingpin. La prossima serie vedrà Maya tornare nella sua
città natale in Oklahoma e lottare per vendicare il padre.
Sotto la nuova etichetta di
Marvel Spotlight, la serie sarà
classificata come TV-MA e, per ora, i teaser e il materiale di
marketing la definiscono come una serie Marvel ben distinta. Inoltre, i fan
che non hanno visto le precedenti serie Disney+ potranno seguire la
storia senza problemi, nonostante alcuni volti noti e alcuni nuovi
personaggi. Forse, Echo può essere la serie che
finalmente fornisce una narrazione da “strada” che i fan dei
supereroi desiderano da un po’.
Il cast di Echo
Creata da Marion Dayre, Echo
vede nel cast Alaqua Cox nel ruolo di Maya Lopez,
Chaske Spencer nel ruolo di Henry, Tantoo
Cardinal nel ruolo di Chula, Devery
Jacobs nel ruolo di Bonnie, Zahn
McClarnon nel ruolo del padre di Maya, William,
Cody Lightning nel ruolo del cugino Biscuits e
Graham Greene nel ruolo di Skully insieme a
Vincent D’Onofrio nel ruolo di Wilson Fisk e
Charlie Cox nel ruolo di Matt
Murdock/Daredevil.
Tutti gli episodi di Echo saranno
trasmessi in anteprima il 9 gennaio, in prima serata alle 6 PM PT/9
PM ET su Disney+ e Hulu. Seguite il
link per saperne di più sulla serie e guardate il nuovo teaser qui
sotto:
Margot Robbie ha interpretato per la prima
volta Harley Quinn nel film Suicide Squad del 2016, riprendendo
poi il ruolo in Birds of Prey e nel sequel/reboot
The Suicide Squad di James Gunn. Tutti questi film si sono svolti
all’interno del contesto del DCEU, ovviamente, rendendo dunque
Harley Quinn uno dei personaggi di punta di quel franchise. Ora
che però questo si è concluso e i DC Studios si preparano al lancio
del DCU, che riscriverà da capo il percorso dei
personaggi DC al cinema, sono molti i dubbi legati al futuro di
Quinn e della sua interprete.
Gunn, co-CEO dei DC Studios, ha
lasciato intendere che potrebbe decidere di coinvolgere nuovamente
Robbie per questo ruolo, ma non è detto che l’attrice abbia
effettivamente interesse a riprendere il ruolo. Parlando con
Variety, infatti, Robbie ha
rivelato le sue speranze per il futuro di
Harley Quinn, affermando che “ho sempre voluto che Harley
fosse un personaggio che potesse essere interpretato anche da altre
attrici, così come avviene per tanti personaggi maschili iconici.
Questa è sempre stata l’idea per lei“.
“Harley è così divertente e può
andare in tante direzioni diverse. Se la metti nelle mani di
qualcun altro, ti viene da chiederti: “Cosa ne faranno?”. Le
opzioni sono infinite“. Come noto, il suo desiderio sembra si
stia concretizzando, perché ad oggi è già certo l’arrivo di almeno
una nuova Harley Quinn, interpretata daLady
Gaga nel film Joker: Folie à
Deux, con protagonista anche Joaquin
Phoenix. È poi molto probabile, data la sua
popolarità, che il personaggio faccia la sua comparsa anche nel
DCU, dove potrebbe a questo punto essere
interpretato da una nuova attrice, a meno che Margot Robbie non
cambi idea.
Il network americano della
NBC ha diffuso la trama del primo episodio di
Chicago PD
11, l’attuale undicesima stagione di Chicago
PD.
In Chicago PD 11×01 che si intitolerà
“Unpacking” In La Upton fa da ombra a una squadra di prevenzione
delle crisi e si trova in contrasto con il medico di salute
mentale.
La sinossi ufficiale della stagione 11 di Chicago P.D. è
la seguente:
“Un avvincente dramma poliziesco
sugli uomini e le donne del Distretto 21 della polizia di Chicago
che mettono tutto in gioco per servire e proteggere la loro
comunità”. Il Distretto 21 è composto da due gruppi distinti: i
poliziotti in uniforme che pattugliano il territorio e affrontano
testa a testa i crimini di strada della città e l’Unità di
Intelligence che combatte i reati più importanti della città –
criminalità organizzata, traffico di droga, omicidi di alto profilo
e altro ancora”.
L’undicesima stagione di Chicago
PD darà l’addio a Tracy Spiridakos, che nella serie interpretava
il detective Hailey Upton. I restanti membri del cast
Chicago P.D., tra cui
Jason Beghe nel ruolo di Hank Voight,
Lisseth Chavez nel ruolo di Vanessa Rojas,
Patrick Flueger nel ruolo di Adam Ruzek, LaRoyce Hawkins nel ruolo di Kevin Atwater,
Amy Morton nel ruolo di Trudy Platt e
Marina Squerciati nel ruolo di Kim Burgess,
rimangono i protagonisti dello show.
Chicago
PD è il secondo capitolo della franchise di serie
Chicago della Wolf Entertainment e arriva a due anni di distanza
dal debutto della prima serie, Chicago
Fire. Spin-off di Chicago
Fire, Chicago
PD si concentra sul 21° distretto fittizio, che
ospita gli agenti di pattuglia e l’unità di intelligence d’élite
del dipartimento, guidata dal sergente Hank Voight (Jason Beghe).
La serie segue gli agenti di pattuglia in uniforme e l’Unità di
Intelligence del 21° distretto del Dipartimento di Polizia di
Chicago mentre inseguono gli autori dei principali reati di strada
della città.
Nell’undicesima stagione La Upton fa da ombra a una squadra di
prevenzione delle crisi e si trova in contrasto con il medico di
salute mentale.
La società della neve di J.A. Bayona ha segnato la chiusura
della
Mostra del Cinema di Venezia 2023. Un survival movie
ambientato in uno dei luoghi più ostili e inaccessibili del pianeta
che, tramite uno studio sul corpo, soprattutto in relazione a
quello degli altri, elabora una toccante riflessione sul
cameratismo e sull’affidamento che l’uomo fa sui ruoli sociali e il
gruppo in una situazione tra la vita e la morte.
La storia vera di La società della neve
Il film, presentato fuori concorso a
Venezia 80, è l’adattamento di un libro di
Pablo Vierci, che ha frequentato il collegio
Stella Maris di Montevideo, in Uruguay, insieme ai sopravvissuti al
disastro aereo delle Ande. Bayona utilizza il
libro dell’autore uruguaiano, scritto 36 anni dopo l’incidente
aereo per dare voce ai sopravvissuti e a coloro che non ne sono
usciti vivi.
12 ottobre 1972. La squadra di rugby
dell’Old Christians Club si imbarca sul volo 571 dell’aeronautica
militare uruguaiana da Montevideo, Uruguay, a Santiago del Cile,
dove è in programma una partita, che non ha mai avuto luogo.
L’aereo, che trasportava un totale di 45 passeggeri (equipaggio,
giocatori, membri della famiglia e amici), si è schiantato nel
cuore innevato delle Ande, nella Valle delle Lacrime. Solo 29 dei
45 passeggeri sono sopravvissuti all’impatto. Intrappolati in uno
degli ambienti più inospitali del pianeta, i sopravvissuti
dovettero affrontare freddo estremo, sete e fame e furono costretti
a prendere misure estreme per rimanere in vita. Alcuni dei
sopravvissuti all’incidente aereo morirono nei giorni successivi.
Il 23 dicembre 1972, due mesi e mezzo dopo l’incidente, 16 persone
furono tratte in salvo.
Cameratismo e spiritualità
L’esperienza filmica proposta da
La società della neve è estrema anche per gli
spettatori, soprattutto dal punto di vista del coinvolgimento
emotivo. La continua esposizione alla morte, la necessità di
stabilire un contatto tra i vivi e i morti, mette in risalto il
ruolo fondamentale svolto da tutti, anche da chi è rimasto
indietro, in questa società della resistenza. Quella messa
in scena da Bayona è una storia affascinante e
complessa, permeata da un senso di colpa costante, che smonta il
classico viaggio dell’eroe, lasciandoci intendere che non esiste
nessun tipo di miracolo: esiste solo la cooperazione, tanto in vita
quanto nella morte.
ll dono di sé agli altri si
manifesta sia a livello spirituale – quando si cammina per gli
altri o si curano le loro ferite – sia fisicamente, con quei corpi
che danno il permesso di essere mangiati di fronte alla morte: una
scelta estrema, mistica e umanissima allo stesso tempo. In questo
senso, il film di Bayona è pieno di luce e non
solo a livello fotografico: parla della morte per enfatizzare la
vita.
La cinepresa di
Bayona trasporta subito la nostra attenzione su
questo senso di gruppo che i ragazzi, già compagni di squadra nel
rugby, mantengono fin dall’inizio nel film. Dal modo in cui si
prendono in giro e non stanno seduti ai loro posti durante il
viaggio in aereo, fino alle notti glaciali passate stretti l’un
l’altro, cercando invano di riscaldarsi,
La società della neve è un film dal calore umanista,
un racconto corale seppur ambientato in una cornice gelida e
incredibilmente disumanizzante.
Il regista spagnolo fa un lavoro
incredibile sul punto di vista, inquadrando il racconto da una
prospettiva spirituale, che unisce vivi e morti, personaggi e
spettatori. Una voce corale che trascende ogni accenno di
individualismo, così diffuso nel mondo contemporaneo. Emerge
anche una profonda dignità dei personaggi, che si avventurano lungo
le montagne per cercare una via di salvezza, pur sapendo che
potrebbero morire da un momento all’altro; dall’altra parte, c’è
chi muore incoraggiando i propri compagni a non desistere e chi
chiede di nutrirsi del suo corpo dopo la morte. Questi
comportamenti sono il risultato di una profonda trasformazione; in
una situazione di completo abbandono, quando tutto ti è stato tolto
tutto, hai la possibilità di scegliere come morire. Con un’audacia
senza precedenti, Bayona si propone di esplorare
le possibilità di un cinema del corpo, per raggiungere una
conoscenza che risiede nel fisico.
In vista dell’imminente uscita
nelle sale, il musical Mean
Girls, la Paramount Pictures ha rilasciato il suo
ultimo trailer, con alcune scene inedite.
Il trailer finale di Mean
Girls continua a mostrare il tocco moderno che è stato
aggiunto al classico film per teenager. Il video evidenzia anche la
“Festa della vendetta dell’anno“, offrendo ai fan
un’anteprima dei piani di Cady e Regina. Il film
arriverà nelle sale americane il 12 gennaio 2024. In Italia la
pellicola non ha ancora una data di uscita.
La trama di Mean Girls
Dal genio di Tina Fey arriva una
nuova versione del film cult MEAN GIRLS. La nuova studentessa Cady
Heron (Angourie Rice) viene accolta al vertice della catena sociale
dal gruppo elitario di ragazze popolari chiamato “Plastics”,
governato dall’ape regina Regina George (Reneé Rapp) e dalle sue
fedeli seguaci Gretchen (Bebe Wood) e Karen (Avantika). Tuttavia,
quando Cady fa il grande passo falso di innamorarsi dell’ex
fidanzato di Regina, Aaron Samuels (Christopher Briney), si ritrova
preda nel mirino di Regina. Mentre Cady cerca di sconfiggere la
Regina del gruppo con l’aiuto dei suoi amici Janis (Auli’i
Cravalho) e Damian (Jaquel Spivey), deve imparare a rimanere fedele
a se stessa mentre naviga nella giungla più spietata di tutte: il
liceo.
Il cast
Mean Girls è
diretto da Arturo Perez e Samantha Jayne da una
sceneggiatura scritta dalla Fey, basata
sull’adattamento musicale di Broadway del film del
2004. Il cast comprende Rapp nel ruolo di
Regina George, Rice nel ruolo di Cady Heron, Auli’i
Cravalho nel ruolo di Janis, Jaquel
Spivey nel ruolo di Damian, Jenna Fischer
nel ruolo della signora Heron, Busy Philipps nel
ruolo della signora George, Avantika nel ruolo di
Karen, Mahi Alam nel ruolo di Kevin,
Christopher Briney nel ruolo di Aaron Samuels,
Bebe Wood nel ruolo di Gretchen Wieners,
Ashley Park nel ruolo di Madame Park,
Connor Ratliff nel ruolo del signor Rapp e
Jon Hamm nel ruolo del signor Carrara. Rapp e
Jon Hamm nel ruolo dell’allenatore Carr.
I produttori esecutivi del film
sono Jeff Richmond, Nell Benjamin, Eric Gurian, Erin David
e Pamela Thur, mentre Fey e Lorne
Michaels sono i produttori. Le musiche sono di Jeff
Richmond e i testi di Nell Benjamin.
Mentre in precedenza sembrava che
la terza stagione di Mindhunter non sarebbe stata
realizzata, l’attore Holt McCallany afferma che
David Fincher ha almeno preso in considerazione
l’idea di riportare la serie sul set.
Parlando con Awards
Daily, a McCallany è stato chiesto se ci
fosse la possibilità che Mindhunter potesse
tornare per una terza stagione. Anche se al momento non c’è nulla
di confermato e McCallany ha ammesso che
probabilmente è ancora “improbabile“, l’attore de
L’artiglio di ferro ha detto di credere che David
Fincher abbia “pensato” di riportare in vita la serie di
Netflix,
dando così ai fan il primo barlume di speranza che una terza
stagione possa un giorno realizzarsi.
“Ho sentito che David ci ha
pensato“, ha detto. “Non sto dicendo che tornerà. Ma sto
dicendo che se tornerà, io tornerò con lui. Potete portarlo in
banca, ma dipenderà da ciò che David vorrà fare. Sono passati
alcuni anni, quindi probabilmente è improbabile, ma il solo fatto
che ci abbia pensato è un segno di speranza“.
Cos’è Mindhunter di Netflix?
Basata sul libro del 1995
Mindhunter: Inside the FBI’s
Elite Serial Crime Unit di John E. Douglas e Mark
Olshaker, Mindhunter ha debuttato su Netflix
nel 2017. La serie ha come protagonisti Jonathan Groff e
McCallany nei panni di due agenti dell’FBI che tentano di
comprendere la mente dei serial killer, portandoli così a
intervistare e tracciare il profilo di una serie di noti assassini
durante la creazione dell’Unità di Scienze Comportamentali.
La seconda stagione di
Mindhunter ha debuttato nel 2019. Netflix ha scelto di non proseguire con una
terza stagione quando Fincher ha iniziato a
concentrarsi su altri progetti; tuttavia, un rappresentante della
società ha dichiarato a TVLine nel gennaio 2020
che Fincher “potrebbe rivisitare Mindhunter in
futuro“.
Fincher ha
dichiarato a Forbes nel febbraio 2023: “Sono molto orgoglioso
delle prime due stagioni. Ma è uno show molto costoso e, agli occhi
di Netflix, non abbiamo attirato abbastanza pubblico da
giustificare un tale investimento (per la terza stagione). Non li
biasimo, hanno corso dei rischi per far decollare la serie, mi
hanno dato i mezzi per fare
Mank nel modo in cui volevo farlo e mi hanno permesso di
avventurarmi su nuove strade con
The Killer. È una benedizione poter lavorare con persone capaci
di audacia. Il giorno in cui i nostri voleri saranno diversi,
dobbiamo essere onesti nel separarci“.
La terza stagione di Mindhunter non è ancora
stata confermata da Netflix.
Fincher non ha nemmeno affrontato i recenti
commenti di McCallanay.
È stato rivelato che il creatore
della serie Steven Knight sta attualmente
lavorando alla stesura delle parti finali della sceneggiatura
dell’atteso film di Peaky Blinders.
Nel numero doppio di Natale di
RadioTimes, Steven Knight ha fornito un
aggiornamento sul
film di Peaky Blinders parlando del balletto The
Redemption of Thomas Shelby. Il creatore ha rivelato che il
suo processo di scrittura per il film è un po’ come un sogno e che
l’inizio delle riprese è previsto per la metà del 2024.
“Al momento sto lavorando agli
ultimi dettagli“, ha dichiarato Steven
Knight. “Mi siedo alla tastiera e inizio. Per me è un
po’ come avere un sogno. Ti siedi e ti vengono fuori tutte queste
cose, poi le rileggi e pensi: “È molto bello, ma da dove viene?” …
Il piano è di iniziare a girarlo a metà del prossimo
anno“.
Peaky Blinders è andato in onda per sei
stagioni (per un totale di 36 episodi) da settembre 2013 ad aprile
2022. La serie è stata interpretata da Cillian Murphy,
Sam Neill,
Helen McCrory, Paul Anderson,
Annabelle Wallis e altri. La serie è descritta come
“un’epopea familiare di gangster, ambientata nelle strade senza
legge di Birmingham dopo la Prima Guerra Mondiale”.
La 20th Century Studios ha rilasciato un nuovo
trailer di Omen –
L’origine del presagio (The First Omen), che offre ai
fan uno sguardo ravvicinato al prossimo prequel del film horror. Il
trailer presenta molte inquietanti immagini, accompagnate dalla
canzone “If I Had a Heart” di Fever Ray.
“Quando una giovane donna americana viene inviata a Roma per
iniziare una vita di servizio alla Chiesa, incontra un’oscurità che
la porta a mettere in discussione la sua stessa fede e a scoprire
una terrificante cospirazione che spera di far nascere il
male“, si legge nella sinossi del film.
Omen – L’origine del presagio (The First
Omen), il film
Omen –
L’origine del presagio (The First Omen) è interpretato
da Nell Tiger Free (Servant, Game of Thrones),
Tawfeek Barhom (The Letter for the King),
Sonia Braga (Shotgun Wedding), Ralph
Ineson (The Witch, The Northman) e
Bill Nighy (Love Actually, Pirati dei Caraibi). Il
film è diretto da Arkasha Stevenson, che ha scritto la
sceneggiatura insieme a Tim Smith e Keith Thomas, mentre Ben Jacoby
si è occupato della storia. David S. Goyer e Keith Levine sono
entrambi produttori di Omen –
L’origine del presagio (The First Omen), mentre Smith,
Whitney Brown e Gracie Wheelan sono produttori esecutivi. Il film
uscirà nelle sale statunitensi il 4 Aprile 2024.
Quando è uscito il film originale?
Omen –
L’origine del presagio (The First Omen) è un
prequel de Il Presagio, diretto da Richard Donner.
Uscito nel 1976, il film horror acclamato dalla critica era
interpretato da Gregory Peck, Lee Remick, David Warner, Harvey
Spencer Stephens e Billie Whitelaw. Il film ha vinto l’Oscar per la
migliore colonna sonora originale ed è stato nominato anche per la
migliore canzone originale.
Da sempre molto attento a tematiche
come i legami famigliari, la disabilità e l’avanzare dell’età, il
regista Fabrizio Maria Cortese
aveva già affrontato tutto ciò con il suo film Ho amici in
Paradiso, andando poi a concentrarsi sulla terza età con il
film Free – Liberi, distribuito nel 2020.
Da lui anche scritto insieme a Carlo La Greca,
Marcello Cantoni e Alfredo
Civita, è questo un film che dà un lato riflette sullo
stato di abbandono di cui soffrono molti anziani, dimenticati dai
propri parenti, e dall’altro offre loro la dimostrazione che non è
mai troppo tardi per compiere nuove imprese e sorprendersi.
Passato in sordina per via della
difficile situazione vissuta dalle sale cinematografiche durante la
pandemia di Covid-19, il film è poi sbarco su Prime
Video, dove ha potuto raggiungere un pubblico più
ampio. La sua forza, oltre che nei simpatici interpreti, sta nel
proporre un racconto semplice che punta tutto sulla bontà dei
sentimenti messi in gioco. Similmente ad un titolo come Il
crimine non va in pensione, Free – Liberi è inoltre
l’occasione per raccontare personaggi e personalità che non sempre
trovano il giusto spazio sul grande schermo.
Per chi è in cerca di una visione
spensierata, con battute e gag alternate ad un racconto romantico,
Free – Liberi è dunque un titolo da riscoprire. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine,
si elencheranno anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Free – Liberi
Il film racconta la storia di cinque
anziani romani, tutti ospiti nella stessa casa di riposo. Qui
trascorrono le loro giornate tutte nello stesso modo, annoiati
dalla routine e delusi dai familiari, che non vedono spesso e da
cui non ricevono il minimo affetto. Per rimediare a tale monotonia,
un giorno decidono di intraprendere una fuga per viaggiare fino in
Puglia e raggiungere il Salento. Quest’avventura ha inizio, quando
una di loro, Mirna, donna di origine serba, giunta
in Italia per sfuggire alla violenza delle guerre jugoslave, decide
di ricongiungersi con il suo vecchio amore.
L’uomo di nome
Dragomir è ricercato dalle forze dell’ordine e
dato ormai per morto da diverso tempo. In realtà, Mirna sa
che il suo amato è ben nascosto nel Salento, dove vive da oltre
dieci anni. I suoi quattro compagni di vecchiaia, l’ex trader
Rocco, suo fratello Paolo, un
cuoco maniacale, l’ex capitano Antonio e la
cantante cardiopatica Erica decidono dunque di
aiutarla nella sua avventura amorosa e si uniscono a lei in questo
viaggio on the road. I cinque sono convinti che l’incontro con
Dragomir darà una svolta alle loro vite, ma prima dovranno riuscire
nell’impresa di raggiungerlo.
Il cast di Free – Liberi e le location del film
Ad interpretare Mirna, la donna
intenzionata a ricongiungersi con il suo amato, vi è Sandra
Milo, tra le protagoniste del cinema italiano degli anni
Sessanta, distintasi per la sua partecipazione a film come Il
generale Della Rovere, Adua e le compagne, Fantasmi a
Roma, Giulietta degli spiriti e, soprattutto, 8½. Nel ruolo dell’amato Dragomir vi è invece l’attore
Antonio Catania. Ad accompagnare Mirna nella sua
avventura vi sono invece gli attori Ivano Marescotti, Enzo Salvi,
Babak Karimi e Corinne Clery,
rispettivamente nel ruolo di Rocco, Paolo, Antonio ed Erica.
Recitano nel film anche Marco Marzocca e
Tullio Solenghi.
Per quanto riguarda le location del
film, con il supporto dell’Apulia Film Commision,
Gallipoli e Racale, città
salentine, hanno fornito la maggior parte degli ambienti necessari
alle riprese. È infatti qui che si svolgono le avventure dei cinque
anziani alla ricerca del misterioso Dragomir. Per quanto riguarda
il punto di partenza del loro viaggio, la casa di riposo, questa è
l’Opera Don Guanella a Roma, dove sono dunque
state effettuate le riprese delle scene iniziali del film. Tale
struttura era stata già set del precedente film di Cortese, Ho
amici in Paradiso.
Il trailer di Free –
Liberi e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Free – Liberi grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili
Cinema, Apple TV e Prime
Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 3
gennaio alle ore 21:20 sul canale
Rai 3.
Nel corso del 2023, il Marvel Cinematic
Universe è stato oggetto di numerose uscite, alcune
delle quali hanno presentato delle retcon rispetto a quanto
comunicato in passato. Dopo essersi guadagnato la reputazione di
uno dei franchise più popolari e di successo della storia, il
MCU continua infatti ora a
espandersi e i nuovi prodotti rilasciati nel corso dell’anno appena
terminato hanno proseguito la narrazione legata al Multiverso,
ampliando le idee esistenti ma anche apportando alcune modifiche al
canone del MCU. Come noto, una delle maggiori
difficoltà del MCU è cercare di evitare
che la storia si contraddica e non sempre ciò avviene. Ecco quindi
le 10 più grandi retcon verificatesi nel MCU nel 2023.
Nick Fury è rimasto sulla Terra più
a lungo di quanto originariamente ipotizzato
Uno degli sviluppi più significativi
della trama del MCU in Secret Invasion ha coinvolto il piano di emergenza di
Nick Fury, ma ha anche apparentemente
modificato la linea temporale precedentemente stabilita del
franchise. Sebbene fosse fortemente implicito che Fury avesse
lasciato la Terra subito dopo gli eventi di Avengers: Endgame, Secret Invasion ha rivelato che Nick
Fury è rimasto sulla Terra per raccogliere il DNA di tutti gli
Avengers che hanno combattuto contro Thanos nella Battaglia della
Terra.
Rhodey è stato sostituito da uno
Skrull
Una delle aggiunte più attese al
cast di Secret Invasion è stata quella di James
“Rhodey” Rhodes, noto anche come War
Machine. La serie ha rivelato che non solo Rhodes è stato
sostituito da uno Skrull, ma che ciò è avvenuto molto prima che
qualcuno lo sospettasse. La rivelazione ha sottilmente modificato
una serie di storie precedenti del MCU, anche se l’entità esatta
dipenderà dal momento specifico della sua sostituzione.
Loki potrebbe non essere stato
affatto influenzato dalla Pietra della Mente
Loki è apparso in molti film del MCU e nel 2023 è uscita la
seconda stagione della sua omonima serieDisney+, che segue il suo continuo
coinvolgimento con la TVA e il suo lavoro nel Multiverso. In
precedenza, la Disney aveva ritrattato il comportamento malvagio di
Loki in The Avengers affermando che era sotto l’influenza
della Pietra della Mente, ma la seconda stagione di Loki lascia
intendere il contrario. Loki ricorda con affetto la sconfitta di
Tony Stark, lasciando intendere di aver apprezzato il suo ruolo di
antagonista in The Avengers.
La vittoria di Capitan Marvel
contro l’Intelligenza Suprema
Uno degli interessanti sottotesti di
The Marvels ha in realtà sottilmente dato vita ad una
retcon relativa ad un precedente momento di Captain
Marvel. In quel film l’eroina era riuscita a sconfiggere
l’Intelligenza Suprema Kree, ma il sequel racconta l’impatto
devastante della sua vittoria sulla popolazione di Hala. In questo
modo, The
Marvels ha reso vuota la precedente vittoria di Carol
Danvers, facendo invece apparire il suo momento di trionfo come
sconsiderato e avventato.
La seconda stagione di
Loki ha cambiato il rapporto di Thor con il pianeta
Terra
Il debutto di
Thor nel MCU nel 2011 era stato scritto come
la prima volta che l’asgardiano aveva visitato la Terra. Più avanti
nel franchise, ha descritto gli eventi del film come la sua prima
interazione con la gente della Terra, ma la seconda stagione di Loki ha
confermato che questo non è vero. Durante il viaggio, Loki e Mobius
si fermano a esaminare le statue di Balder, Odino e Thor, e le
sembianze dell’eroe sembrano confermare che egli abbia visitato la
Terra ben prima del 2011. Questo conferma inoltre i commenti fatti
da Kingo in Eternals sul fatto di conoscere Thor, ritrattando
l’affermazione del Dio del Tuono di non aver mai visitato la Terra
prima di incontrare Jane Foster.
Quantumania ha cambiato il
funzionamento del tempo nel regno quantistico
I film di
Ant-Man hanno trovato particolarmente difficile mantenere una
certa coerenza nelle regole scientifiche del regno quantico e
Ant-Man and the Wasp: Quantumania ha solo peggiorato
la cosa. Dopo aver stabilito che Janet Van Dyne era invecchiata
normalmente durante i suoi 30 anni nel Regno Quantico, Avengers: Endgame ha fatto sì che Scott Lang
sperimentasse una distorsione temporale, con cinque minuti per
l’eroe che duravano cinque anni sulla Terra. Nonostante questa idea
abbia facilitato il viaggio nel tempo di Endgame, le
regole di Quantumania sul tempo nel Regno Quantico
sembrano ritrattare la nozione, poiché sembra che il tempo sia
trascorso normalmente nel mondo reale mentre gli eroi erano
intrappolati con Kang.
Capitan Marvel è arrivata sulla
Terra
The Marvels
ha invece proposto una o due retcon del MCU, ma forse la più significativa
riguarda Carol Danvers e le sue ragioni per non tornare sulla
Terra. Il sequel spiega meglio la sua assenza dalle precedenti
crisi terrestri, riformulando il suo ruolo nella lotta della
popolazione Skrull. The Marvels spiega infatti che Capitan
Marvel si sentiva in colpa per non
aver potuto aiutare gli Skrull e che questa era la vera ragione del
suo mancato intervento negli affari del MCU prima di Endgame. Si
tratta di una retcon che fa sembrare uno dei personaggi più potenti
del MCU molto più umano, mostrando un
lato più tragico di Capitan Marvel.
Le regole delle incursioni sono
diverse
La
Saga del Multiverso del MCU ha visto l’introduzione di
altri universi e di varianti di eroi già esistenti, ma The Marvels ha effettivamente cambiato le regole del
funzionamento dei viaggi tra gli universi. Doctor Strange nel Multiverso della follia ha spiegato
che le incursioni avvengono ogni volta che una persona di un
universo si sofferma troppo a lungo in un altro. Tuttavia, questo
presentava ovvi ostacoli alla continua esplorazione del multiverso
narrativo da parte del MCU, quindi The Marvels ha
modificato la spiegazione di come si verificano le incursioni.
La ricostruzione della linea
temporale di Spider-Man: Homecoming
Spider-Man: Homecoming del 2017 iniziava con una scena
ambientata all’indomani della Battaglia di New York del 2012, poi
mostrava una title card che stabiliva che gli eventi del film si
sarebbero svolti otto anni dopo. Tuttavia, questo avrebbe fatto
coincidere Homecoming con il Blip, rompendo la linea
temporale del MCU. La Marvel ha ora ufficialmente
corretto l’errore cambiando gli eventi di Homecoming a
quattro anni dopo, invece degli otto originari.
Altri eroi erano presenti alla
battaglia finale di Endgame
Una delle più grandi retcon
dell’MCU avvenuta nel 2023 si è però
verificata in Secret Invasion, ma è stata incredibilmente sottile
rispetto ad altre del 2023. Dopo che Nick Fury rivela di aver
raccolto il DNA dei Vendicatori che hanno combattuto contro Thanos
nella Battaglia della Terra, G’iah se lo inietta, ottenendo i loro
poteri. Tuttavia, quando lo fa, ottiene anche le abilità di Ghost
(vista in Ant-Man and theWasp) e Abominio (visto in
L’incredibile Hulk), due personaggi che non sono stati
mostrati durante la battaglia di Endgame. L’aggiunta dei
loro poteri stabilisce che entrambi questi personaggi hanno
effettivamente contribuito a salvare la Terra da Thanos, rendendo
la retcon del cast di Endgame una delle più grandi retcon
del Marvel Cinematic Universe
avvenute nel 2023.
L’adattamento di Gorr il
Macellatore di Dei visto in Thor: Love and
Thunder si è rivelato divisivo e una nuova
reinvenzione del personaggio ufficiale rivela che il cattivo
dell’MCU interpretato da
Christian Bale appariva molto diverso.
La versione di Gorr di Love and
Thunder è molto diversa dall’omonimo
personaggio della Marvel Comics, ne mantiene il retroscena, ma
rende i suoi obbiettivi e le sue azioni leggermente diverse.
Soprattutto ne è stato modificato l’aspetto, rendendolo più simile
a quello di un uomo, cosa che ha permesso però a Christian Bale di
risplendere, nonostante il film non fosse un granché.
Ora però sono emersi altri concept
art inutilizzati per Gorr, firmati dall’artista Aleksi
Briclot, un collaboratore frequente dei Marvel Studios, che rivelano un look
nuovo e particolarmente impressionante per il cattivo.
Una differenza immediata è che
questo design rende omaggio al design Marvel Comics di Gorr aggiungendo due
viticci che scendono dalla testa (pur mantenendo intatto il volto
umano). Un altro interessante omaggio al materiale originale vede
Gorr indossare un’armatura da battaglia bianca che imita l’anatomia
naturale. Nei fumetti, Gorr il Macellatore di Dei
indossa solo il suo mantello nero con cappuccio e un piccolo
indumento intimo. Questa armatura allude a questo aspetto mentre
predispone anche il cattivo per le sue lotte contro gli dei.
Henry Cavill condivide alcune riflessioni riguardo al
fatto che Argylle – La
super spia, il suo nuovo film in cui interpreta una
spia, possa influenzare o no la sua possibilità di diventare il
nuovo James
Bond.
Dopo l’addio di Daniel
Craig al ruolo di 007 in No Time To Die
del 2021, Cavill si è ritrovato ancora una volta al centro
dell’attenzione per la possibilità di essere il prossimo a
interpretare l’iconica superspia britannica. Mentre i produttori
Barbara Broccoli e Michael G.
Wilson non hanno condiviso alcun annuncio reale su chi
sarà il prossimo attore a interpretare il personaggio, Cavill avrà
la possibilità di interpretare una nuova figura di spia in Argylle – La
super spia di Matthew
Vaughn.
Mentre il pubblico attende notizie
su James Bond 26, Henry Cavill si
chiede in un’intervista con Total Film (via GamesRadar) se
interpretare una spia in Argylle – La
super spia danneggerà le sue possibilità di
essere 007. “È un personaggio divertente. Se per questo motivo
sarò escluso da Bond o no, dipende da Barbara Broccoli e dal signor
Wilson.”
Henry Cavill era già stato una spia, in
Operazione UNCLE e si era confrontato con Ethan
Hunt in Mission Impossible: Fallout, quindi sicuramente il tipo di ruolo
gli interessa, ma resta da vedere se effettivamente sarà lui a
vestire i panni di James Bond.
Argylle – la super spia
Bryce Dallas Howard (Jurassic World) è Elly Conway,
autrice solitaria di una serie di romanzi best-seller di
spionaggio, la cui idea di felicità è una serata a casa al computer
con il suo gatto Alfie. Ma quando le trame dei libri di Elly,
incentrate sull’agente segreto Argylle e sulla sua missione di
smascherare un’organizzazione criminale globale, iniziano a
rispecchiare le azioni segrete di un’organizzazione di spionaggio
reale, le tranquille serate a casa diventano un lontano
ricordo.
Accompagnata da Aiden
(il premio Oscar Sam Rockwell), una spia allergica
ai gatti, Elly (che porta Alfie nello zaino) corre per il mondo
cercando di stare un passo avanti agli assassini, mentre il confine
tra il mondo immaginario di Elly e quello reale inizia a
svanire.
Il cast di prim’ordine
comprende
Henry Cavill (The
Witcher),
John Cena (Fast X), la vincitrice dell’Oscar Ariana DeBose (West Side Story), la superstar
del pop Dua Lipa (Barbie), il vincitore dell’Emmy e candidato all’Oscar
Bryan Cranston (Breaking Bad), la vincitrice dell’Emmy
e icona della commedia Catherine O’Hara (Schitt’s Creek), Sofia Boutella (Kingsman – The Secret Service)
e il leggendario
Samuel L. Jackson. Alfie è interpretato da Chip, che
nella vita reale è il gatto della top model Claudia Vaughn (nata
Schiffer).
Argylle – La
super spia è diretto e prodotto da Matthew Vaughn, da
una sceneggiatura di Jason Fuchs (Sei ancora qui – I Still See
You). Il film è prodotto da Matthew Vaughn, Adam Bohling (del
franchise Kingsman), Jason Fuchs e David Reid (del franchise
Kingsman). I produttori esecutivi sono Adam Fishbach, Zygi Kamasa,
Carlos Peres e Claudia Vaughn.Apple Original Films
presenta, in associazione con MARV, una produzione Cloudy. Argylle – La
super spia è distribuito da Universal Pictures
Italia.
Il film The
Piper di Erlingur Thoroddsen arriverà nelle sale
italiane dal 18 gennaio distribuito da Vertice 360.
Ispirandosi alla celebre favola dalle tinte dark “Il
Pifferaio di Hamelin”, il regista Erlingur
Thoroddsen porta sul grande schermo una leggenda
terrificante su una melodia maledetta, animata dalle musiche
del compositore Christopher Young, già autore
delle colonne sonore di numerosi film horror, tra
cui “The
Grudge”, “The Exorcism of Emily
Rose” e “Sinister”.
“The Piper è
anche l’ultima interpretazione sul grande schermo di Julian
Sands, (qui nei panni del direttore d’orchestra
Gustafson), indimenticato attore di “Urla del silenzio”, “Camera
con vista”, “Vatel”, “Il pasto nudo” e tanti altri cult, al quale
il film è stato dedicato.
La trama del film
Melanie è una giovane flautista e
madre single che aspira a diventare compositrice. L’occasione si
presenta quando ottiene il compito di completare il concerto al
quale stava lavorando la sua vecchia mentore, misteriosamente
deceduta. Ben presto si renderà conto che la melodia incompleta a
cui sta lavorando con tanta dedizione ha il potere di risvegliare
le forze del male. Capaci anche di provocare la morte, quelle note
celano misteriose e spaventose origini che ben presto verranno allo
scoperto.
Gabriel
Macht e Patrick J.
Adams, che hanno interpretato rispettivamente Harvey
Spector e Michael Ross nella serie Suits di USA Network, presenteranno l’81esima
edizione dei Golden Globe Awards.
Prodotto da UCP, Suits è andato in onda originariamente per
nove stagioni dal 2011 al 2019. Adams e Macht hanno recitato
insieme a Rick Hoffman, Meghan Markle, Gina Torres
e Sarah Rafferty. Secondo quanto riferisce
Variety, anche altri membri del
cast sono stati invitati a presentare.
Sebbene il legal drama abbia avuto
successo durante la sua corsa iniziale, lanciando anche uno
spin-off, è rientrato nella conversazione culturale quest’anno
quando le prime otto stagioni sono arrivate su Netflix. Da quando è arrivato sul gigante dello
streaming, è stato in cima alle classifiche USA per diverse
settimane.
Attualmente c’è una nuova serie Suits in
lavorazione dal creatore Aaron Korsch, ma non sarà
uno spin-off o un prequel ma presenterà invece nuovi personaggi. A
novembre, la presidente degli Universal International Studios e
dell’UCP Beatrice Springborn ha dichiarato che lo
spettacolo sarà ambientato “nello stesso arco temporale”
dell’originale e “avrà la stessa energia e le stesse belle
persone dell’originale”.
I Golden Globes andranno in onda
domenica 7 gennaio alle 20:00. ET, le 2 di notte in Italia.
Il noir è uno dei generi
cinematografici più affascinanti della storia del cinema, più volte
ripreso, citato e rivisitato. Cineteca Milano
Arlecchino propone cinque proiezioni di quello che è considerato
uno dei capostipiti del genere: Classe tous
risques di Claude Sautet.
Girato in parte a Milano, si tratta
di un film che secondo il critico del Corriere della Sera,
Paolo Mereghetti, è «tra i migliori noir francesi di sempre, in
perfetto equilibrio fra azione e analisi psicologica» e in cui, a
detta di molti, si trovano le vere origini del moderno poliziesco
europeo. Infatti, tutta la grandezza del maestro Claude
Sautet è già presente in questa sua opera prima, che
inizia come una saga familiare ma diventa presto una profonda
indagine sulla perdita e sul prezzo del crimine, con le sue
conseguenze emotivamente intollerabili. I volti di Lino Ventura e
di Jean-Paul Belmondo illuminano lo schermo e ci ricordano quale
favoloso regista sia stato Sautet anche nella direzione degli
attori.
La trama di Classe
tous risques
Il gangster Abel Davos, dopo aver
compiuto una rapina a Milano, tenta di rientrare clandestinamente
in Francia, dov’è condannato in contumacia, con la famiglia e il
complice Raynard. Purtroppo solo Abel e i suoi figli riescono a
varcare il confine. Una volta arrivato a Parigi, si rende conto che
i vecchi amici lo hanno abbandonato e, affidati i figli ad un
vecchio conoscente, si rifugia a casa di un certo Stark…
Il cast di Classe tous
risques
R.: Claude Sautet. Sc.: José
Giovanni, C. Sautet, Pascal Jardin, dal romanzo omonimo di J.
Giovanni. Fot.: Ghisalin Cloquet. Mont.: Albert Jurgenson. Musiche:
Geogrs Delerue. Int.: Jean-Paul Belmondo, Lino Ventura, Marcel
Dalio. Francia, 1960, 110’, v. o sott. it.
Il regista Claude
Sautet
Regista cinematografico francese
(Montrouge, Parigi, 1924 – Parigi 2000), Claude Sautet è stato
sceneggiatore, autore televisivo, assistente di Jacques Becker e
Georges Franju. Sautet esordì nella regia con Bonjour
sourire (1956); si affermò dapprima come esperto di intrecci e
atmosfere poliziesche e in seguito come fine indagatore di
problematiche sentimentali. Tra i suoi film: Classe tous
risques (Asfalto che scotta, 1960); Les choses de
la vie (L’amante, 1970); Max et les
ferrailleurs (Il commissario Pellissier, 1971); César et
Rosalie (È simpatico ma gli romperei il muso, 1972);
Vincent,
François,
Paul
et les autres (Tre amici, le mogli e, affettuosamente, le
altre, 1974); Un coeur en
hiver (1992); Nelly et Mr.
Arnaud (1995).
Da qualche anno a questa parte,
Pilar Fogliati è una delle personalità dello
spettacolo più interessanti in attività. Grazie alla sua
freschezza, alla sua vitalità e alla capacità di destreggiarsi tra
ruoli diversi, spaziando dalla commedia al dramma, si è infatti
distinta come un’attrice intelligente e attenta alla ricerca dei
progetti giusti. Ha poi debuttato di recente anche come regista,
dando prova di possedere numerose altre qualità.
2. Ha lavorato anche a
progetti televisivi. Nella sua carriera, oltre al cinema,
c’è però anche tanta televisione. Ha infatti iniziato recitando in
un episodio di Che Dio ci aiuti (2014), per poi prendere
parte anche alle serie Il bosco (2015), Fuoco amico
TF45 – Eroe per amore (2016) e Un passo dal cielo
(2017-2021), dove interpreta l’etologa Emma Giorgi ottenendo una
prima popolarità. Ha poi recitato anche in Non dirlo al mio
capo (2016), ExtraVergine (2019), Mai scherzare
con le stelle! (2020) e Cuori (2021-in corso), altro
titolo che la rende particolarmente nota. Dal 2022 è invece
protagonista della serie NetflixOdio il Natale, ad oggi composta da
due stagioni.
3. Ha condotto un noto
programma. Nel 2019, con Extra Factor, Fogliati ha
condotto per la prima volta un programma TV affiancando il cantante
Achille Lauro. Nel corso di questo, i due
conduttori intervistano, per i commenti a caldo, sia l’eliminato
della puntata appena andata in onda sia i giudici, i quali vengono
sottoposti anche alle domande e alle critiche del pubblico (tramite
telefonate in studio, collegamenti via Skype e commenti sulla
pagina ufficiale del programma presente sui due social
network).
Pilar Fogliati regista di Romantiche
4. Ha diretto un
film. Nel 2023 l’attrice ha debuttato alla regia di un
lungometraggio con Romantiche,
da lei anche scritto insieme a Giovanni Nasta e
Giovanni Veronesi. Grazie a questo film,
apprezzato da critica e pubblico, l’attrice ha ricevuto una
candidatura per la Miglior opera prima al Globo d’Oro, dove ha poi
vinto i premi come Miglior commedia e Miglior attrice, mentre ai
Nastri d’Argento ha ottenuto il premio come Miglior attrice in un
film commedia e la nomination per la Migliore commedia.
5. Ha interpretato tutte e
quattro le protagoniste. Per Romantiche
Fogliati si è fatta in quattro, scegliendo non solo di dirigere il
film ma anche di interpretare le quattro protagoniste degli
altrettanti episodi che compongono il lungometraggio. Ha dunque
assunto i panni di Eugenia, un’aspirante sceneggiatrice; Tazia, una
donna dei Parioli, aggressiva e dominatrice verso l’altro sesso;
Michela, una ragazza di Guidonia, divisa tra due amori; e infine
Uvetta, una giovane aristocratica, desiderosa di uscire dal suo
mondo per confrontarsi con la vita di tutti i giorni.
Pilar Fogliati in Cuori
6. È rimasta colpita dalla
tenacia del suo personaggio. Nella serie Cuori
Fogliati interpreta Delia Brunello, brillante cardiologa che
possiede formidabili capacità diagnostiche grazie all’orecchio
assoluto, ovvero la capacità di individuare le anomalie solo
tramite l’auscultazione. Nell’interpretarla, l’attrice ha
raccontato di essere rimasta colpita da come nonostante l’ambiente
profondamente maschile tenti di opprimerla lei riesca sempre ad
uscirne a testa alta. È stato questo ruolo a conferire a Fogliati
una maggiore notorietà.
Pilar Fogliati e i dialetti romani
7. Un suo video comico l’ha
resa celebre. Ad aver conferito ulteriore popolarità
all’attrice vi è un suo video, divenuto virale, in cui imita tutte
le parlate dei quartieri romani. “Mai mi sarei aspettata tutto
questo, è stato pubblicato da un giornalista, Sergio Fabi, ed era
un video nato per caso. Me ne sono accorta due settimane dopo, è
esploso all’improvviso”, ha raccontato l’attrice, affermando
di essere contenta di questa inaspettata viralità e popolarità
portatale dal web.
Pilar Fogliati: le sue origini
8. Ha origini argentine e
polacche. Da parte della nonna paterna, l’attrice ha
origini argentine e polacche. María Del Pilar, questo il nome della
donna a cui l’attrice deve il proprio nome, era infatti argentina e
a sua volta d’origine polacca, emigrata in Sudamerica con la
famiglia nell’anteguerra.
Pilar Fogliati: la sua vita privata
9. È molto
riservata. Della vita privata dell’attrice si sa poco e
nulla. Fogliati è infatti molto attenta a far sì che non si
verifichino intromissioni esterne in essa, come spesso accade a chi
code della sua popolarità. Ad ogni modo, sappiamo che da quattro
anni ha una relazione con un uomo di nome Severiano
Recchi, estraneo al mondo dello spettacolo, conosciuto
durante una cena e con il quale convive da poco.
Pilar Fogliati: età e altezza dell’attrice
10. Pilar Fogliati è nata
ad Alessandria, in Piemonte, il 28 dicembre del 1992.
L’attrice è alta 1,76 metri.
Negli ultimi anni Jordan
Peele ha contribuito molto a rinnovare il volto
dell’horror a Hollywood. Il suo Scappa – Get Out del 2016 è arrivato
addirittura agli Oscar e successivamente, sia con Noi che con Nope, ha sempre dimostrato un occhio originale
sul genere.
Anche se non sappiamo molto del suo
prossimo film, Peele ha rivelato durante una recente apparizione
sul popolare podcast di Conan O’Brien Conan O’Brien Needs a
Friend, che potrebbe benissimo essere il suo miglior
lavoro fino ad oggi. Durante la conversazione, Jordan Peele ha
esclamato: “È stato un anno interessante perché lo sciopero
degli sceneggiatori mi ha messo in uno stato di ascolto, ed è lì
che devo essere”. Poi ha scherzato: “Sento che il mio
prossimo progetto mi è chiaro, e sono entusiasta di avere un altro
film che, sai, potrebbe essere il mio film preferito, se lo faccio
bene”. Al momento non sono stati ancora rivelati i dettagli
della trama del film o chi sarà il protagonista, ma dato il
brillante curriculum di Peele, i fan dell’horror sono in
attesa.
I prossimi due progetti senza titolo
di Jordan Peele sarebbero dovuti arrivare il 27 settembre e il 25
dicembre 2024. Tuttavia, i film sono stati posticipati a data da
destinarsi a causa degli scioperi. Restiamo quindi in attesa di
avere maggiori informazioni a riguardo.
Dopo il suo grande successo per il
doppiaggio di Bowser in The Super Mario Bros della
Universal e Illumination, Jack Black è pronto per
imbarcarsi in un’altra avventura dal potenziale molto alto,
Minecraft.
Secondo quanto riferito da Deadline, Black sarebbe stato
scelto per il prossimo adattamento live-action dal videogioco,
prodotto da Warner Bros.
Black ha anche confermato il
casting sui social media con una foto che anticipa il suo
coinvolgimento nel film. I dettagli sul personaggio di Black, come
quasi tutto il resto che riguarda il film in uscita, rimangono
sotto silenzio, per ora.
È stato precedentemente riferito
che le riprese del film sarebbero iniziate nell’agosto 2023, ma
soltanto adesso sembra che la macchina sia pronta a partire. Anche
se i dettagli sono scarsi, Minecraft seguirà
l’Ender Dragon mentre “si avvia su un percorso di distruzione,
spingendo una ragazza e il suo gruppo di improbabili avventurieri a
partire per salvare l’Overworld”, secondo la logline di Warner
Bros. Il film sarà basato sulla popolare serie di videogiochi dello
studio svedese Mojang, che consente ai giocatori di costruire un
mondo tridimensionale combattendo nemici e creando oggetti.
I dettagli della trama del film
live-action su Minecraft non
sono ancora stati resi noti. Oltre a Jack Black,
il film è interpretato anche da Jason Momoa, Emma Myers
(Mercoledì),
Danielle Brooks e Sebastian Eugene Hansen. La regia è
affidata a Jared Hess, regista di Nacho Libre e
Napoleon Dynamite.
Un film su Minecraft è
in fase di sviluppo da diversi anni presso la Warner Bros. Shawn
Levy di Free Guy e Deadpool
3 era stato incaricato di dirigere una sceneggiatura
scritta da Kieran Mulroney e Michele Mulroney, ma i tre hanno
abbandonato il progetto nel dicembre 2014.
Rob McElhenney di
It’s Always Sunny in Philadelphia è stato chiamato a
sostituire Levy nel 2015, ma anche lui ha lasciato
il film qualche anno dopo. Peter Sollett ha poi
lasciato il progetto prima che Hess venisse ufficialmente assunto
nell’aprile del 2022.
Sebbene l’inizio delle riprese
fosse previsto per quest’estate, la produzione del film di Minecraft è
stata ritardata a causa dello sciopero della Screen Actors
Guild-American Federation of Television and Radio Artists
(SAG-AFTRA). Con la fine dello sciopero la lavorazione del film
dovrebbe iniziare in Nuova Zelanda entro la fine del mese.
Hayao
Miyazaki non è solo l’esponente dell’animazione
giapponese più conosciuto all’estero, ma è anche considerato uno
dei più influenti animatori della storia del cinema e secondo molti
il più grande regista d’animazione vivente. Riconoscimenti che si è
guadagnato grazie ad una carriera cinquantennale, durante la quale
ha realizzato lungometraggi e opere di vario tipo oggi ritenute tra
le massime espressioni delle potenzialità dell’animazione.
Mescolando temi come l’infanzia, l’amore, la politica, il volo e
l’ambientalismo agli elementi propri del folclore giapponese, ha
infatti dato vita ad opere universali in grado di emozionare intere
generazioni di spettatori. Miyazaki è dunque considerato un vero e
proprio genio di tale arte.
Ecco dieci cose che non sai
su Hayao Miyazaki.
Hayao Miyazaki: i film anime e i
manga da lui realizzati
2. Ha realizzato anche
diversi manga. Oltre ad aver diretto questi film, Miyazaki
si è cimentato anche nella realizzazione di diversi manga, buona
parte dei quali pubblicati ben prima di diventare un regista
cinematografico. Questi sono Nagagutsu o haita neko
(1969), Sabaku no tami (1969-1970), Dōbutsu
takarajima (1971) e Nausicaä della Valle del vento
(1982-1994), da cui ha poi tratto l’omonimo film. In seguito ha
realizzato Il viaggio di Shuna (1983),
pubblicato per la prima volta in Italia nell’ottobre 2023
da Bao Publishing. Ha poi partecipato alla
raccolta antologica dal titolo Miyazaki Hayao no Zassō
nōto (1984-1994). Gli ultimi manga da lui realizzati sono
Hikōtei jidai (1989), da cui ha poi
tratto Porco
rosso,Hansu no Kikan (1994), Otto Carius:
Doromamire no Tora (1998-99) e Kaze tachinu (2009),
da cui ha poi tratto Si alza il vento.
Hayao Miyazaki e gli aeroplani
3. Hayao Miyazaki è
ossessionato dagli aereoplani sin da quando era bambino.
Gli appassionati dello Studio Ghibli sapranno bene di cosa stiamo
parlando. I fan occasionali, invece, avranno notato la presenza
ricorrente di aereoplani, motori, treni, voli, che costituiscono
parte del fascino incredibile dei suoi film. Alcuni dei film di
Miyazaki hanno a che fare direttamente con l’aviazione e la
tecnologia, come Porco
Rossoe Si
alza il vento. Alcuni, invece, hanno a che fare con magici
animali volanti, oggetti volanti, o con il volo, come Kiki
– Consegne a domicilio, La
città incantata, Il
mio vicino Totoro. Tutto ciò ha a che fare con una
passione di Miyazaki lunga una vita, e con il fatto che il padre
fosse il direttore della Miyazaki Airplane, che, durante la Seconda
Guerra Mondiale, costruiva timoni per gli aerei da
combattimento.
Una scena di La città incantata
Hayao Miyazaki e lo Studio Ghibli
4. È tra i fondatori del
noto studio di animazione. Nel 1985, a Tokyo,
Hayao Miyazaki, insieme a Isao
Takahata, Toshio Suzuki e
Yasuyoshi Tokuma, fonda lo Studio
Ghibli, grazie al quale sono stati realizzati e prodotti
tutti i film di Miyazaki ma anche quelli di altri registi. Fu Hayao
Miyazaki, appassionato di aviazione, a scegliere il nome dello
studio: infatti “Ghibli” era il soprannome del Caproni Ca.309,
aereo della Regia Aeronautica concepito per operare in Nordafrica
con l’aviazione coloniale. Miyazaki voleva così indicare
l’entusiasmo e la determinazione nel creare qualcosa di nuovo e
sensazionale nel mondo dell’animazione giapponese. Per quanto
riguarda il logo, esso raffigura Ō-Totoro di profilo con
Chibi-Totoro poggiato sulla testa, tracciato con una sottile linea
bianca su uno sfondo blu.
5. Miyazaki è un capo
rispettato e temuto. Dopo decenni allo Studio Ghibli, il
regista sa bene di essere un leader e di doversi comportare come
tale. Quando c’è bisogno di prendere decisioni, è lui che ha
potere. A quanto pare, lo staff dello Studio Ghibli porta molto
rispetto nei suoi confronti. Nelle interviste, gli animatori hanno
raccontato di avere la possibiltà di parlare direttamente con lui
nel caso abbiano delle domande, e che sia lui, normalmente, ad
aiutarli nel trovare la soluzione. Ma, anche qui, ci sono dei
limiti. A quanto pare, può essere molto brusco: sembra che, durante
una conversazione con lo staff sul doppiatore del personaggio
principale di Si alza il vento, abbia scartato
l’intera lista del direttore del casting, per poi decidere per la
propria, inaspettata alternativa.
Hayao Miyazaki ha vinto un
Oscar
6. Ha ricevuto il premio
Oscar. A consacrare a livello mondiale Hayao Miyazaki e lo
Studio Ghibli ci ha pensato il film La città incantata. Indicato come uno dei migliori
film di sempre, non solo del genere d’animazione, questo ha infatti
portato il regista giapponese a vincere numerosi premi in ogni
parte del globo. Vinse infatti l’Orso d’oro al Festival di Berlino
e il premio Oscar al miglior film d’animazione ed è ancora oggi
l’unico anime ad essere riuscito in ciò. In seguito, nel 2014,
l’Academy Awards decise di assegnargli un Oscar onorario per la sua
carriera. Ciò ha fatto di Miyazaki il primo regista di anime a
ricevere tale riconoscimento e il quarto regista nell’ambito
dell’animazione.
Una scena di Il ragazzo e l’airone
Hayao Miyazaki e La città
incantata
7. Il film non è stato
realizzato a partire da una sceneggiatura. Pur avendo una
trama ricca di personaggi ben sviluppati, La città incantata non è stato realizzato con una
sceneggiatura. I film di Hayao Miyazaki, in generale, non hanno mai
avuto una sceneggiatura durante la loro produzione. “Non ho la
storia finita e pronta quando iniziamo a lavorare su un film“,
ha detto il regista a Midnight Eye. “Di solito non ne ho il
tempo. Quindi, la storia si sviluppa quando inizio a disegnare gli
storyboard. La produzione inizia presto, mentre gli storyboard sono
ancora in fase di sviluppo“. Miyazaki non sa dove andrà a
parare la trama e lascia che accada in modo organico. “Non sono
io a fare il film. Il film si fa da solo e io non ho altra scelta
che seguirlo“.
Hayao Miyazaki e il suo nuovo film: Il ragazzo e
l’airone
8. Ha richiesto una lunga
lavorazione. Dopo Si
alza il vento, Miyazaki disse di ritenere conclusa la
propria esperienza come regista. Nel 2016, tuttavia, decise di
realizzare un nuovo e forse ultimo progetto, da lasciare come
regalo al proprio nipotino. Iniziò così a lavorare su Il ragazzo e l’airone, pur non avendo ottenuto il
completo via libera dello Studio Ghibli. La lavorazione ha però
richiesto più tempo del previsto. Nel dicembre 2019 è infatti stato
annunciato che il film era completo al 15% dopo tre anni e mezzo di
lavoro. Il produttore Toshio Suzuki ha spiegato che Miyazaki, in
passato, era in grado di dirigere dai sette ai dieci minuti di
animazione al mese, mentre ora avevano programmato cinque minuti di
animazione al mese o circa un’ora all’anno per il film. Tuttavia,
Miyazaki stava dirigendo solo un minuto di animazione al mese. Nel
2023 il film è infine stato completato e distribuito in tutto il
mondo.
Hayao Miyazaki e il figlio Goro
Miyazaki
9. Goro Miyazaki è il
figlio di Hayao Miyazaki. Hayao ha un figlio di
nome Goro Miyazaki, che non solo fa a sua
volta l’animatore, ma anche il progettista di giardini e di sedi di
istituzioni pubbliche. Inizialmente, Goro non voleva serguire le
orme del padre, e si laureò in Agricoltura e Scienze Forestali,
dirigendo la progettazione del monumentale parco a tema dello
Studio Ghibli. Alla fine, però, è stato convinto a lavorare prima
per il Museo Ghibli e poi per lo Studio Ghibli. A quel punto ha
cominciato a fare il regista a tutti gli effetti, dirigendo i film
I racconti di Terramare e La
collina dei papaveri, i quali lo hanno reso un valido
erede della tradizione del padre.
Hayao Miyazaki: ecco quanti anni ha il regista
10. Hayao Miyazaki è nato
il 5 gennaio del 1941, a Tokyo. Egli ha dunque oggi 83
anni anni. Un età che gli ha fatto temere di non riuscire a portare
a termine il suo nuovo film, Il ragazzo e l’airone, ma fortunatamente Miyazaki ha
smentito sé stesso riuscendo a completare e dirigere per intero il
lungometraggio.
Nel corso del 2023 ha tenuto banco
la questione della fusione Blumhouse-Atomic Monster e ora, all’inizio
del 2024, si hanno finalmente aggiornamenti in merito alla notizia
che interesserà moltissimo agli appassionati di horror. Le case di
produzione di successo rispettivamente di Jason
Blum e James Wan hanno adesso completato
la loro tanto attesa fusione, stando a quello che si apprende
dall’account X di Blum. Le prime voci riguardo a una
unione tra le due realtà erano cominciate a circolare nel novembre
2022.
“Il nostro accordo è…. Fatto.
@blumhouse e #AtomicMonster hanno ufficialmente unito le
forze”, ha scritto il produttore su X, in un messaggio
accompagnato da un reel che mostra le librerie di entrambe le
società. “Le principali case di produzione dell’orrore sono ora
sotto lo stesso tetto.”
La notizia della fusione arriva poco
prima dell’uscita di Night Swim, il film horror soprannaturale che
segna il debutto alla regia di Bryce McGuire e
prodotto da entrambe le società. Con Wyatt Russell e Kerry
Condon, il film uscirà nei cinema USA con Universal
Pictures il 5 gennaio. Precedentemente i due colossi avevano
collaborato al film horror di successo M3GAN dello
scorso anno.
Grazie alla fusione, le società
continueranno a operare come etichette separate, mantenendo
ciascuna la propria autonomia creativa e identità di marchio. Si
prevede che l’alleanza aumenterà la loro produzione combinata, con
Atomic Monster che utilizzerà l’infrastruttura
esistente di Blumhouse per ampliare le sue
attività in film, TV e nuove aree di contenuti, come quelle legate
al gaming. In futuro, Atomic Monster beneficerà
anche dell’accordo first-look con Universal Pictures che
Blumhouse ha attualmente, dal momento che il suo
accordo equivalente con Warner Bros è scaduto.
Blumhouse è
conosciuta dal punto di vista cinematografico per franchise horror
come Paranormal Activity, The Purge, Halloween, The
Exorcist e Black Phone, tra molti
altri. Atomic Monster, nel frattempo, è famosa per
aver lavorato su serie di film come The Conjuring,
Insidious e Saw, mentre ha in cantiere la
realizzazione della serie su Dylan Dog con Bonelli
Entertainment.
Steven Yeun non è
più coinvolto nel prossimo film della MarvelThunderbolts,
come riporta Variety. La
Marvel non ha mai ufficialmente dato conferma il casting di
Yeun, riportato per la prima volta a febbraio e che avrebbe visto
l’attore nei panni di Sentry, ma non è chiaro se il cambiamento
della notizia mai confermata sia dettato da un ripensamento in
merito al personaggio.
Steven Yeun è stato
nominato ai Golden Globe per la serie limitata Netflix Beef, in cui recita accanto a Ali Wong.
All’orizzonte, per lui, un ruolo nel nuovo film di Bong Joon Ho, il
thriller sci-fi Mickey 17, al fianco di Robert Pattinson.
Se la Disney non sposta
ulteriormente le date di uscita, Thunderbolts sarà
presentato in anteprima nelle sale il 25 luglio 2025, tra
Fantastic Four (2 maggio 2025) e
Blade (7 novembre 2025). Avengers
5 (1 maggio 2026) e Avengers: Secret Wars (7
maggio 2027) segnano la conclusione della Fase 6 della Saga del
Multiverso.
Il roster di Thunderbolts è
attualmente composto da Red Guardian (David
Harbour), Ghost (Hannah
John-Kamen), Yelena Belova (Florence
Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier
(Sebastian
Stan), John Walker/ US Agent (Wyatt
Russell), Sentry (Steven
Yeun) e Taskmaster (Olga
Kurylenko). Secondo quanto abbiamo appreso la contessa
Valentina Allegra de Fontaine (Julia
Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche
essere parzialmente responsabile della creazione di
Sentry. Inoltre, Ayo Edebiri ha
un ruolo nel film non ancora rivelato e dovrebbe apparire anche
Thunderbolt Ross di
Harrison Ford.
Le dolci e tenere pulcinelle di mare
Oona e Baba e i loro amici Rudy e Vera debuttano al cinema
con una nuova commovente avventura raccontata in
Puffin Rock – Il Film (Titolo originale
Puffin Rock and the New Friends). La pellicola
d’animazione per famiglie diretta da Jeremy
Purcell – e tratta dalla pluripremiata serie Netflix per
bambini creata da Tomm Moore, Lily Bernard e Paul Young – uscirà
nelle sale cinematografiche italiane il 4 gennaio
2024, distribuito da Adler Entertainment.
Puffin Rock – Il Film Trama
“È un’altra splendida mattina
sull’isola delle pulcinelle di mare…” dice l’iconica voce
dell’attore Chris O’Dowd, narratore anche dell’originaria celebre
serie TV Netflix. Sulla graziosa e pittoresca isola irlandese
di Puffin Rock, Oona vive felicemente insieme alla sua
famiglia di pulcinelle, trascorrendo i suoi giorni a
giocare con l’adorabile e irresistibile fratellino Baba e i suoi
simpatici amici Rudy e Vera.
Un giorno Oona e Baba accolgono con
entusiasmo tre nuovi abitanti dell’isola: le due giovani pulcinelle
di mare Isabelle e Phoenix, fuggite da una
pericolosa tempesta che ha spazzato via la loro casa, e la timida
lontra Marvin, arenata sulle coste di Puffin Rock dopo essersi
persa in mare. Ma l’equilibrio dell’isola viene improvvisamente
compromesso: l’ultimo prezioso uovo di pulcinella
è stato rapito e, come se non bastasse, ora la minacciosa
tempesta sta avanzando verso la loro isola. Mentre cercano
dunque di prepararsi all’imminente maltempo, presto tutta la
comunità si ritrova a dover indagare sull’ovetto scomparso e a
salvarlo prima che sia troppo tardi. È così che con
solidarietà, affetto e determinazione, gli isolani
di Puffin Rock si uniscono per scoprire il colpevole e mettere al
sicuro il piccolo, affrontando i pericoli della natura e
proteggendosi l’un l’altro, proprio come farebbe una
grande famiglia.
“Riusciranno i coraggiosi
abitanti di Puffin Rock a salvare il piccolo uovo?”
Puffin Rock – Il Film. In foto Oona, Baba, Isabelle,
Phoenix.
Amici pulcinelle, amici per le penne!
È evidente quanto lo studio
cinematografico di film d’animazione Cartoon
Saloon (soprannominato lo “Studio Ghibli irlandese”),
affiancato dal pluripremiato studio creativo Dog Ears, si sia
impegnato molto per realizzare questo lungometraggio per grandi e
piccini. Infatti, con una buona dose di dolcezza, avventura
e ottimismo, Puffin Rock – Il Film rielabora la
bellezza della serie – già prodotto di punta nel vasto catalogo
Netflix dedicato ai bambini under 10 – per donare alle famiglie una
nuova arricchente esperienza, quella della sala
cinematografica.
Come afferma la Penguin
Books, che ha partecipato alla realizzazione della pellicola,
la vita a Puffin Rock è “un viaggio educativo
affettuoso e divertente, che mostra sia la meraviglia della natura
irlandese che la ricchezza della gentilezza e dell’aiuto
reciproco”. Attraverso una deliziosa e artistica
animazione che li differisce dai comuni prodotti animati per
bambini, le avventure di Oona e Baba celebrano l’amore per la
natura selvaggia, il valore dell’amicizia e della famiglia,
l’importanza dell’appartenenza e del coraggio.
Nel film di
Jeremy Purcell, sceneggiato da Sara Daddy,
Oona non è più la principale protagonista come accade nella serie
televisiva: a Oona si affianca e contrappone ora la tanto
diffidente quanto buona e dolce Isabelle, la giovane pulcinella di
mare che deve accettare a malincuore un nuovo inizio, una nuova
vita. Ma nonostante Isabelle abbia nostalgia di casa, la timida
pulcinella – con l’aiuto dei suoi nuovi e travolgenti amici – farà
riflettere il pubblico su cosa rende un luogo
“casa” e al suo profondo significato: un posto, cioè,
sicuro, talvolta caotico e affollato, dove affetto, amore, rispetto
e protezione sono alla base di tutto.
Con la sua disarmante
essenzialità, adatta a un pubblico di età prescolare, il
vivace e colorato Puffin Rock – Il Film è, in conclusione,
un’emozionante e commovente avventura per famiglie
che, proprio come l’originaria serie tv del 2016, tanto ha da
insegnare ai più piccoli e tanto ha da ricordare ai più grandi.
Il giovanissimo Jacob
Tremblay, già protagonista del film Room, interpreta il piccolo August “Auggie” Pullman
nel film Wonder
(qui la recensione), diretto nel
2017 da Stephen
Chbosky, già autore di Noi siamo
infinito, e tratto dall’omonimo romanzo di R. J.
Palacio. La pellicola affronta il delicato tema
dell’inserimento sociale di un bambino affetto da una deformazione
craniofacciale, e vede nel cast anche due noti attori come Julia
Roberts e Owen
Wilson, che ricoprono il ruolo dei due genitori di
Auggie.
L’idea per il romanzo nacque a
partire da un’esperienza personale della Palacio. Questa ha infatti
raccontato di essersi trovata al parco in compagnia dei suoi figli,
e di essersi imbattuta in una bambina affetta dalla
sindrome di Treacher Collins. La scrittrice
ricordò di essersi allontanata rapidamente da questa, temendo che i
suoi figli potessero fare dei commenti spiacevoli. Sentitasi
profondamente turbata per il suo comportamento, da lei stessa
giudicato insensibile, decise di scrivere un romanzo dedicandolo a
chi soffre di tale malattia.
Il libro, pubblicato nel 2012,
ottenne una buona accoglienza al momento della sua uscita, e la
critica lodò la leggerezza e la sincerità con cui la scrittrice
parla di valori tanto importanti. Divenuto in breve tempo un caso
editoriale, i diritti furono rapidamente acquistati dalla
Lionsgate, che decise di trarne un film. Costato appena 20 milioni
di dollari, Wonder si
rivelò un grandissimo successo, incassando oltre 132 milioni negli
Stati Uniti, ed un totale di 305 milioni di dollari a livello
globale.
Wonder: la trama e il cast
del film
Protagonista del film è
Auggie (Jacob
Tremblay), bambino affetto dalla Sindrome di Treacher
che si ritrova in procinto di frequentare la quinta elementare in
una scuola pubblica locale. Avendo sino a quel momento studiato in
casa, per lui è la prima volta in cui si trova a doversi
relazionare con dei coetanei. Nonostante le preoccupazioni di sua
madre Isabel (Julia
Roberts ) e di suo padre Nate
(Owen
Wilson), il giovane cerca con fierezza e dignità di
farsi strada in quel mondo apparentemente ostile. Il suo gran cuore
finirà così con l’unire tutte le persone intorno a lui, desiderose
di sostenerlo nelle tappe della sua vita. Affrontando anche momenti
difficili, il bambino finirà con l’insegnare a tutti cosa vuol dire
essere umani e speciali.
Come anticipato in apertura, a
ricoprire il ruolo del giovane Auggie è l’attore Jacob
Tremblay. Questi era diventato estremamente popolare
grazie alla sua interpretazione nel film del 2015 Room, dove
recitava a stretto contatto con l’attrice Brie
Larson. La studios lo ritenne perfetto per la parte,
che gli assegnò senza bisogno di grandi provini. Per comprendere e
interpretare al meglio il ruolo, il giovane attore decise di
recarsi insieme alla sua famiglia presso il Children’s Craniofacial
Association, dove ebbe modo di conoscere e passare diverso tempo
insieme ad alcuni bambini affetti dalla stessa sindrome del suo
personaggio, divenendo inoltre loro amico. Per assumere i panni di
Auggie fu inoltre fondamentale il trucco prostetico. Questo
richiedeva all’incirca un’ora e mezza per essere applicato sul
volto dell’attore.
Importanti sono inoltre i ruoli
svolti dagli attori Julia
Robertse Owen
Wilson. I due, che si ritrovano qui a lavorare insieme
per la prima volta, ricoprono il ruolo dei due genitori del bambino
protagonista. Wilson, dopo aver letto la sceneggiatura, dichiarò
infatti di essere rimasto colpito dalle tematiche e dai valori
narrati, ed essere stato definitivamente convinto di voler prendere
parte al progetto per via della presenza della Roberts, con cui
desiderava lavorare da tempo. L’attrice era invece già legata al
progetto, a cui aveva richiesto di poter partecipare essendo una
fan del romanzo, che aveva letto insieme alla sua famiglia.
Wonder: le differenze tra
il libro e il film
Nell’assegnare il compito di
adattare in sceneggiatura il romanzo della Palacio, lo studios fu
particolarmente attento affinché si rispettasse quanto narrato
nell’opera letteraria. La trasposizione cinematografica è infatti
particolarmente fedele al libro, e ripropone grossomodo tutti i
personaggi principali come anche gli eventi più significativi. Come
il racconto scritto, anche quello del film è narrato da
Auggie, che conduce così lo spettatore all’interno della
sua storia. La pellicola rispetta poi la presenza dei vari
punti di vista, come quello della famiglia del bambino e
dei suoi amici. Inoltre, rispetto al romanzo, il personaggio della
madre, Isabel, viene ulteriormente approfondito,
dando così modo di sviluppare un legame con il figlio
particolarmente coinvolgente.
Ovviamente, per poter condensare il
racconto nelle quasi due ore di film, si è reso necessario
tralasciare alcuni eventi, come anche determinati personaggi, tra
cui alcuni degli amici che il piccolo Auggie conosce
all’interno dell’ambiente scolastico. In modo più
evidente, però, viene ridotto il numero dei
narratori. Nel romanzo, sono infatti presenti delle
sezioni raccontate da personaggi terziari, che offrono ulteriori
punti di vista al racconto, ma che non hanno trovato posto
all’interno del film. Ciò però non ha influito sulla narrazione, la
quale segue il suo percorso in modo pressoché inalterato.
Ulteriore differenza è quella
relativa alla sindrome che affligge Auggie. Nel
romanzo, infatti, le descrizioni dell’autrice riguardo l’aspetto
del bambino sono più severe, lasciando intendere che la malattia
abbia conferito un aspetto sgradevole, dietro al quale però si
nasconde un grande animo. Nel film, sia per esigenze di trucco che
per ciò che è possibile o meno mostrare in un film per famiglie, i
tratti somatici sono invece stati addolciti. Ciò
ha portato Auggie ad assumere un aspetto certamente fuori dalla
norma, ma non particolarmente sgradito. Gli autori del film si sono
poi giustificati affermando che la sindrome può colpire in modi
diversi e con risultati altrettanto differenti, e che questa è la
versione del personaggio che avevano possibilità di ricreare.
Il 4 gennaio 2023
esce al cinema il film Wonder
– White Bird, spin-off di Wonder,
dove in seguito agli eventi del film del 2017, il bullo Julian è
stato espulso dalla scuola e cerca di ambientarsi nel nuovo
istituto. Avvertenendo le sue difficoltà e desiderando cambiare in
meglio il suo animo, la nonna lo sorprende facendogli visita da
Parigi e inizia a raccontargli la storia della sua infanzia, di
come lei, giovane ragazza ebrea nella Francia occupata dai nazisti,
fu nascosta e protetta da un compagno di classe. Gli racconta
dunque di come la sensibilità e il coraggio di questo ragazzo le
abbiano salvato la vita e di quanto può essere forte il potere
della gentilezza.
Wonder –
White Bird, adattamento cinematografico del romanzo a
fumetti di R. J. PalacioA Wonder Story
– Il libro di Julian, viene infatti definito “un
film edificante su come un atto di gentilezza possa vivere per
sempre“. Ad interpretare la nonna in questione vi è la premio
Oscar Helen Mirren, mentre Julian è interpetato da
Bryce Gheisar. Diretto da Marc
Forster (Neverland), Wonder –
White Bird vanta poi la presenza nel cast degli attori
Gillian Anderson (Sex Education) nel
ruolo di Vivienne, madre di Julian, Ariella Glaser
(Radioactive) nel ruolo della giovane Sara e
Orlando Schwerdt (True History of the Kelly
Gang) nel ruolo di Julien.
Wonder: il trailer e dove
vedere il film in streaming
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Wonder
è infatti presente su Rakuten TV, Google Play, Apple TV,
Now, Prime Video e Netflix. In base alla piattaforma scelta,
sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile
fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità
video.
Quando pensiamo a Zack Snyder, una delle prime parole
che affiorano alla mente è: director’s cut. Il
regista di L’uomo d’acciaio e Justice League è infatti piuttosto famoso per le
versioni estese dei propri film, dove esplora meglio determinati
aspetti invece ridotti nella versione cinematografica. Il suo nuovo
film Rebel
Moon – Parte 1: Figlia del fuoco (qui
la nostra recensione) è l’ennesima conferma di ciò. Snyder ha
fra l’altro detto a più riprese che la versione estesa del film è
stato un processo creativo e produttivo intenzionale, in accordo
con Netflix,
per poter restituire al suo pubblico due fantasie uniche ma diverse
dello stesso abito. L’extended version di Rebel
Moon – Parte 1: Figlia del fuoco conterrà così
più sequenze di violenza e sesso, oltre a fornirci qualche
dettaglio maggiore sull’universo immaginato da Snyder. Per cui,
cosa dobbiamo aspettarci esattamente?
Meno retroscena di quanto si pensi
In Rebel Moon – Parte 1: Figlia del
fuoco Zack Snyder ci introduce una serie di
personaggi all’apparenza accattivanti, ma in realtà solo Kora, il
main charachter, vanta realmente una backstory seria, che desta un
minimo di curiosità. Se ci si aspetta che la versione estesa
fornirà uno sguardo molto più approfondito anche sugli altri
personaggi come il Generale Titus o Nemesis, considerata l’ora in
più di durata, questo non avverrà con tutti, in quanto il regista
ha già rivelato che la maggior parte dei retroscena sarà svelata in
Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice, che arriverà su
Netflix
il 19 aprile 2024.
La versione estesa di Rebel
Moon – Parte 1: Figlia del fuoco avrà
indubbiamente anche una costruzione del mondo generato da Zack
Snyder molto più ampia. Questo deriva principalmente dal fatto che
essendo la durata del film più lunga, c’è ovviamente modo di
approfondire la storia e inserire dialoghi, oltre a condividere più
dettagli su questo universo debitore a Star
Wars. Ciò significa che, pur non dovendosi aspettare
utleriori rivelazioni importanti sulla narrazione, si avrà un
quadro più generale e completo su ciò che si trova in questa
galassia ideata dal regista.
Nella versione attualmente disponibile di
Rebel
Moon – Parte 1: Figlia del fuoco sono
notoriamente state tagliate molte scene di sesso, per poterlo far
essere un film PG-13. All’inizio, infatti, Sindri raduna il
villaggio in un capannone per spronarlo a fare l’amore, poiché
aiuta il raccolto a crescere. Nel romanzo, su cui il regista ha
lavorato per diverso tempo per fornire più dettagli sulla storia
destinata a essere una saga, questo momento è molto più esplicito.
Lo dovrebbe essere anche la sequenza in cui Atticus Noble si fa
avvolgere da alcuni strani tentacoli, i quali si stringono attorno
al suo busto e al suo collo. Se assomiglierà al romanzo, anche
questo inserto si preannuncia molto più esplicito di quel che è
stato ad oggi mostrato.
La sequenza d’apertura di Rebel
Moon sarà diversa
Secondo quanto affermato in precedenza da Zack
Snyder, la versione estesa avrà un’apertura diversa e incentrata
tutta su Ed Skrein,
ossia l’attore che interpreta Atticus Noble. Nella scena citata
dovremmo vedere, come è raccontato nella novellizzazione,
l’Ammiraglio Noble e l’Imperium atterrare sul pianeta Toa nella
loro caccia ai fratelli Bloodaxe. Quando incontrano l’opposizione
di Re Heron, Noble bombarda il pianeta dallo spazio, riducendolo in
gran parte in macerie, prima di lanciare una forza d’invasione e
affrontare personalmente la famiglia reale. Queste immagini sono
volte ad anticipare la brutalità di Noble e presentano i soldati
dell’Imperium e il loro modello di dominazione.
In Rebel
Moon – Parte 1: Figlia del fuoco la violenza è sì
presente in alcune sequenze, ma non ai livelli della versione
estesa, che essendo per l’appunto vietata ai minori mostrerà più
immagini brutali, e una parte di essa deriverà da alcune sequenze
aggiuntive inerenti a battaglie e combattimenti esclusi dal taglio
PG-13. In realtà anche la violenza già accennata nel taglio PG-13
si preannuncia più brutale, con ferite, sangue ed elementi gore
molto più espliciti.
Più informazioni su Jimmy
Nel primo atto di Rebel
Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, quando Noble
approda su Veldt, facciamo la conoscenza di Jimmy,
un robot di cui ci viene accennato il passato come soldato al
fianco del re caduto. Dopo alcune brevi parentesi iniziali, Jimmy
scompare dalla storia quando Kora e Gunnar partono alla ricerca di
alleati ribelli, salvo poi tornare nel
finale nel quale lo si vede indossare un copricapo di corna, un
mantello e un bastone.
La versione estesa del film andrà ad
approfondire l’arco narrativo – ed evolutivo – del personaggio,
spiegandoci ciò che gli accade, e che è presente nella
novellizzazione. Dopo l’interazione con Sam, Jimmy è infatti spinto
a difenderla nella battaglia del granaio, rendendosi conto di poter
agire al di fuori della sua programmazione. Parte così per una
ricerca, finché non trova l’astronave precipitata di Kora. Dopo
averla riparata, il robot si veste con nuovi abiti e un copricapo
di corna, il quale simboleggia la natura organica del Veldt.
Molta più preparazione al sequel di Rebel
Moon – Parte 1
Rebel
Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, come dichiara
lo stesso titolo, racconta solo la prima metà della storia pensata
da Zack Snyder, tanto che una seconda parte arriverà su Netflix
questo aprile. Ciò significa che gran parte del finale serve
principalmente per preparare il sequel, o se vogliamo il secondo
capitolo del racconto incentrato su Kora e la sua squadra di
ribelli. La durata aggiuntiva della versione estesa perciò ha il
compito di approfondire alcune sottotrame, per contribuire alla
creazione di alcuni personaggi secondari per
Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice.
L’importanza di alcuni personaggi
secondari
Come dicevamo all’inizio, Zack Snyder ci
introduce molti personaggi in Rebel
Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, i quali sono a
supporto o dell’intera storia oppure della protagonista Kora. Nella
versione ora fruibile, alcuni di loro passano però in secondo
piano, mentre nella director’s cut capiamo essere più importanti di
quanto sembri dall’attuale montaggio, oltre ad avere un ruolo più
incisivo nel sequel, come da programma del regista. Fra questi
spicca Aris, il giovane soldato dell’Imperium che
si oppone a Markus per difendere Jimmy, e in seguito affronta gli
altri soldati nel granaio per difendere Sam. Lui è in realtà il
figlio di Re Heron, dettaglio che verrà chiarito con la sequenza di
apertura alternativa.
Nel filmconosciamo tanti
pianeti e località grazie alla missione intrapresa da Kora. Il
primo è quello dove lei vive, Veldt, ma nel
momento in cui la protagonista si sposta per cercare il Generale
Titus, l’universo pensato da Snyder si palesa ed espande. Se quindi
già la versione PG-13 è ricca di pianeti e luoghi da esplorare, la
versione estesa ne conterrà ancor di più, come ad esempio il
pianeta Toa, che fa parte dell’apertura
alternativa incentrata su Noble e Re Heron. C’è da considerare
anche il viaggio di Jimmy che include altri scorci del Veldt, tra
cui la foresta e la cascata, dove è nascosta la nave precipitata di
Kora.
Nella versione estesa di Rebel
Moon Snyder decostruisce i tropi di genere
Che la versione estesa di Rebel
Moon – Parte 1: Figlia del fuoco sarebbe stata
molto più estrema e carica di violenza non è una novità. Snyder lo
ha ripetuto più volte nel corso del tempo, affermando addirittura
che la director’s cut del film sarebbe quasi un universo
differente. La versione PG-13 già gioca con i tropi di genere, ma
quella estesa sembra si spingerà ancora oltre per decostruire gli
elementi di genere di Rebel Moon in un modo che Snyder
stesso ha definito “verhoeveniano”, dal nome del regista di
RobocopPaul
Verhoeven, tanto da paragonare la sua director’s cut alla
natura satirica del film menzionato. Inoltre, se la versione PG-13
è un’avventura sci-fi/fantasy abbastanza “semplice”, quella vietata
ai minori potrebbe andare oltre i confini di ciò che il pubblico si
aspetta dalle numerose ispirazioni sci-fi/fantasy che sono alla
base del lungometraggio.
Il finale della prima stagione di
Berlino (qui la nostra recensione), disponibile
su Netflix, ha
proposto diversi grandi piani per rapine per la squadra di
rapinatori protagonista, ma anche necessarie conclusioni per le
molteplici storie d’amore. L’episodio 8 propone infine una sorta di
conclusione per questa serie, spin-off de La casa di carta, incentrata su Berlino, il
personaggio interpretato da
Pedro Alonso. Come sempre, non mancano scenari
volutamente inverosimili, momenti oltraggiosi e agganci per una
possibile seconda stagione. Si rende quindi necessaria una
spiegazione del finale della serie Netflix.
Il viaggio di Roi e Cameron verso
la fuga
Il finale di Berlino si
apre con Roi e Cameron circondati dalla polizia. I due fuggono
attraverso comodi tunnel sotterranei e lasciano alcuni oggetti
all’interno fingendo di essere ancora lì. Sierra (uno strano cameo)
si accorge però che non c’è nessuno all’interno e trova il tunnel.
Sfuggendo alla polizia, Roi e Cameron si nascondono furtivamente
sotto un telo di plastica sopra un camion. La polizia ispeziona il
camion, ma i due riescono a non destare sospetti. Roi e Cameron
riescono dunque a fuggire in Spagna, fuori dalla vista delle
autorità di polizia. Roi racconta poi a Cameron della sua infanzia
travagliata con il padre, mostrando quanto si sia innamorato di
lei.
Il padre gli ha infatti bruciato le
nocche per insegnargli l’autocontrollo, motivo per cui indossa dei
guanti per nasconderle. La sua vita travagliata lo ha portato a
Berlino. Dopo aver raccontato questa storia, Roi e Cameron
inizialmente prendono strade diverse anche se si guardano frustrati
mentre si allontanano l’uno dall’altra. Cameron finalmente si ferma
e si guarda indietro. Corre dietro a Roi e lo bacia, confermando la
forza del loro legame.
Lo sforzo eroico di Bruce per
salvare Keila e la successiva fuga
In modo sensazionale, Bruce usa
l’auto della polizia per attraversare l’ospedale e salvare Keila,
che era stata morsa da un serpente velenoso nell’episodio
precedente. Bruce e Keila nascondono poi i poliziotti in ostaggio
su una barca e li addormentano. Keila mette in acqua l’auto della
polizia per rimuovere le prove e poi fuggono su un motoscafo. Anche
Bruce e Keila scappano in Spagna. Keila ringrazia Bruce per averla
salvata e rivela di essersi innamorato di lei. Keila si abbandona
ai suoi sentimenti e i due si baciano.
La fuga di Damian e Berlino
Camile controlla la stanza d’albergo
di Berlino e si rende conto che il ladro è sempre
stato lui, non suo marito. Prima che la situazione peggiori, Damian
e Berlino ripuliscono però la stanza e distruggono tutte le prove
che li coinvolgono nel furto. Nel frattempo, Racquel (interpretata
da Itziar Ituño,
altro volto noto de La casa di carta)
scopre che il signor Polignac è stato spiato dall’altra parte della
strada come parte della rapina. Racquel e
Sierra controllano allora l’hotel, mentre Berlino
chiama Keila e le chiede di cancellare i filmati delle telecamere a
circuito chiuso delle ultime tre ore in hotel.
Camile si rende allora conto che
entrambi gli uomini della sua vita l’hanno ingannata: suo marito ha
avuto una relazione e un figlio con un’altra donna, e crede che
Berlino l’abbia usata per compiere il colpo. Berlino e Damian
attraversano il paese in bicicletta per fuggire. Sono gli ultimi ad
arrivare al nascondiglio concordato con gli altri. Il resto della
squadra è lì. È un momento di estasi per tutti loro, che sono
riusciti a mettere a segno un colpo ambizioso.
Camile tenta di ricattare
Berlino
Cinque mesi dopo, Berlino ha un
appuntamento con una donna a Madrid. Ammette che sta lottando per
superare una relazione fallita. Camile, che lo ha spiato, affronta
finalmente Berlino a casa sua. È evidente che Berlino ha condiviso
troppo della sua vita, perché lei sapeva dove si trovava. Camile
ammette di volerlo rivedere. Ha una cimice addosso e Susie è fuori
a registrare l’intera conversazione: intendono usare la
registrazione per minacciarlo. Camile dice a Berlino che sa che è
lui il ladro.
Berlino ammette apertamente di aver
compiuto il furto e rivela il suo vero nome,
Andres. Spiega che si è innamorato di lei mentre
incastrava il marito. Camile lo bacia ma poi si ferma, va in bagno
e si toglie il microfono. Più tardi, Camile torna a casa di Berlino
con Susie e chiede il 40% del suo bottino, altrimenti consegnerà le
prove alla polizia. Sconfitto Berlino, alla fine dell’episodio,
Berlino dice a Damian che devono pianificare un altro colpo. Una
conclusione che apre perfettamente alla realizzazione di una
seconda stagione con cui continuare a raccontare le avventure di
Berlino.
Dopo aver diretto per la televisione
i film Natale in casa Cupiello e
Sabato, domenica e lunedì, il regista
Edoardo De Angelis (recentemente tornato anche al
cinema con l’epico Comandante),
ha nel 2021 concluso la sua trilogia dedicata alle opere di
Eduardo De Filippo con Non ti
pago, sempre con Sergio Castellitto come protagonista. Anche
questo film fa dunque parte de La collection De
Filippo, un ambizioso progetto di trasposizione filmica
dei capolavori teatrali di De Filippo che impegna la Rai nel suo
ruolo centrale di Servizio Pubblico dedicato a custodire e
rinnovare la memoria culturale del nostro Paese.
Della collezione fanno parte al
momento i già citati Natale in Casa
Cupiello, Sabato, Domenica e
Lunedì, ma anche Filumena
Marturano e Napoli milionaria!. Da oggi, anche se
a distanza di tre anni dalla sua realizzazione, si unisce al gruppo
anche Non ti pago. Come già raccontato
nei primi due titoli di questa collezione, anche in Non ti
pago si propone lo sfaldarsi dei legami tradizionali e la loro
sempre più faticosa ricomposizione all’irrompere delle mutazioni
sociali ed economiche che attraversano la società italiana a
partire dal dopo guerra. Un tema presente però anche in Napoli milionaria!.
Non ti pago, opera scritta
da De Filippo nel 1940 e portata poi anche al cinema nel 1942,
mostra dunque con questo nuovo adattamento televisivo la sua eterna
attualità, riconfermando una volta di più il valore delle opere del
grande De Filippo. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Non ti pago
Protagonista della vicenda è
Ferdinando Quagliuolo, che dal
padre Saverio ha ereditato un banco lotto,
che sogna ora di sbancare con una vincita straordinaria. Per questo
motivo passa intere nottate sui tetti, affiancato dal fido
Aglietiello, cercando di svelare gli arcani che si
celano nella composizione e nella combinazione fumogena delle
nuvole, nella speranza di ricevere i numeri giusti da giocare.
Finalmente il giorno dell’estrazione arriva, ma a beneficiarne è
Mario Bertolini, il suo giovane e già
fortunatissimo impiegato, segretamente fidanzato con sua figlia
Stella. A dargli i numeri vincenti è stato proprio
Don Saverio che gli è comparso in sogno chiamandolo “Piccerì”.
Ferdinando è roso dall’invidia e,
quando il giovane gli consegna il biglietto per fargli vedere che
non sta mentendo, se ne impossessa perchè quel biglietto è suo di
diritto: il padre, infatti, ha dato in sogno i numeri vincenti a
Bertolini, è vero, ma solo perché questi abita nella vecchia casa
di Quagliuolo. Il povero don Saverio, non sapendo del trasloco del
figlio, era convinto di trovare nella camera da letto proprio lui,
Ferdinando. Tant’è vero che lo ha chiamato: “Piccerì”. Ha da qui
inizio inizio uno scontro tra i due che li porterà ad appellarsi
tanto alle leggi terrene quanto a quelle divine pur di stabilire il
legittimo proprietario della somma vinta.
Il cast e i personaggi di Non ti pago
Ad interpretare Ferdinando
Quagliuolo vi è il già citato Sergio Castellitto, che torna dunque a
cimentarsi con un ruolo da protagonista in un’opera di De Filippo.
Accanto a lui, nel ruolo della moglie Concetta vi è l’attrice
Maria Pia Calzone, mentre Giovanni
Ludeno interpreta il figlio Aglietiello e Pina
Turco la figlia Stella. Ad interpretare l’amante di
quest’ultima, nonché il possessore del biglietto vincente, Mario
Bertolini, vi è l’attore Gianluca Di Gennaro,
visto anche in Lo
chiamavano Jeeg Robot, Gramigna e Cobra non è.Angela Fontana, protagonista di Indivisibili, interpreta Margherita, mentre
Maurizio Casagrande è don Raffaele Console.
Giovanni Esposito, invece, interpreta l’avvocato
Lorenzo Strumillo.
Non ti pago: dove vedere
il film in streaming e in TV
Non ti
pago verrà trasmesso in televisione martedì 2
gennaio alle ore 21:25 sul canale
Rai 1. Successivamente, per un breve periodo di
tempo sarà dunque disponibile anche sulla piattaforma
RaiPlay, consentendo a chi non ha potuto vederlo
durante la messa in onda televisiva di recuperarlo anche in
streaming.
Ogni anno in Italia vengono
realizzati film incentrati su personaggi diversi da quelli che si è
abiutati a vedere nelle opere più blasonate. Giovani smarriti,
adulti ancora in cerca della propria identità, stranieri impegnati
nel difficile processo di immigrazione. I film loro dedicati
raccontano una parte di popolazione italiana troppo spesso
dimenticata ma che esiste ed è parte integrante della colorata
varietà che caratterizza questo paese. Tra i titoli più recenti si
possono citare Una sterminata domenica,
Giulia e Princess. Tra questi rientra anche L’afide
e la formica, opera prima di Mario
Vitale.
Come spesso accade a questi titoli,
anche L’afide e la formica è passato grossomodo in sordina
nelle sale italiane, schiacciato da titoli più grossi e
pubblicizzati. Si tratta però di un toccante racconto incentrato su
due diversità che si incontrano per riconoscersi come simili nel
dolore e nella voglia di riscattarsi. L’afide e la formica
è dunque un esordio da non perdere, pluripremiato e da molti
indicato come la migliore opera prima del suo anno, per la capacità
di affrontare il tema dell’integrazione e della collaborazione tra
culture diverse con grande sensibilità.
Grazie ora al suo passaggio
televisivo, è dunque un film da non perdere, che oltre a raccontare
una bella storia offre uno sguardo su realta che, come già detto,
non sempre trovano spazio a sufficienza sul grande schermo. Prima
di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e al significato del
film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il titolo nel
proprio catalogo.
La trama di L’afide e la formica
Protagonista del film è
Fatima, una ragazza di 16 anni nata in Calabria da
genitori mussulmani e dunque costretta ad indossare il velo
previsto dalla sua cultura. Ora che è in piena adolescenza, Fatima
vive però tutti i conflitti e le emozioni tipiche della sua età,
sentendosi tuttavia fuori posto rispetto ai suoi coetanei. Questo
finché un giorno l’insegnante di educazione fisica, Michele
Scimone, propone ai suoi studenti di iscriversi alla
maratona di Sant’Antonio. Agli occhi di Fatima è la prima vera
opportunità da cogliere, ma per l’insegnante, tormentato da un
passato irrisolto, il velo che Fatima indossa è motivo di
pregiudizio. Il loro sarà l’inizio di un rapporto che li cambierà,
con la corsa che riuscirà a renderli entrambi liberi.
Il cast di L’afide e la formica e le location del
film
Ad interpretare Fatima vi è
l’attrice Cristina Parku, qui al suo primo ruolo
in un film ma vista poi anche nelle serie Petra e Sei
donne: Il mistero di Leila. Accanto a lei, nel ruolo
dell’insegnante Michele Scimone vi è invece l’attore
Giuseppe Fiorello, volto noto del piccolo schermo
che nel 2023 ha debuttato anche come regista del film Stranizza d’amuri. Ad interpretare la sua ex moglie
Anna, nel film, vi è invece l’attrice Valentina Lodovini, vista nei film 10
giorni senza mamma e Cambio tutto!. L’attore Alessio
Praticò di Il
mio nome è Vendetta, interpreta Nicola, mentre
Anna Maria De Luca è Concetta.
Per quanto riguarda i luoghi dove è
stato girato il film, essi sono da ritrovarsi tutti nella città
calabrese Lamezia Terme, in provincia di
Catanzaro. Il regista, nato proprio in questo
comune, ha raccontato di averlo scelto per poter raccontare una
storia legata alla sua terra diversa rispetto alla narrazione
stereotipata a cui si è abituati, allargando inoltre il discorso ai
nuovi cittadini italiani, ovvero gli immigrati di seconda
generazione. Per L’afide e la formica, Lamezia Terme
è dunque stato il luogo giusto dove ambientare le vicende di Fatima
e dar voce al suo senso di smarrimento, come anche alla sua ricerca
del proprio posto nel mondo.
L’afide e laformica: il significato del
titolo e del film
L’afide e la formica può
sembrare un titolo piuttostro strano da dare ad un racconto di
formazione, di redenzione e in generale incentrato sui legami
umani. Si tratta però di un titolo estremamente appropriato a ciò
che vuole raccontare il film. Quello tra le formiche e gli afidi è
infatti un rapporto particolarmente importante, che permette alle
prime di ottenere grazie ai secondi il fabbisogno di zuccheri grazie alla
melata, mentre gli afidi traggono vantaggio dalle formiche perché
queste li difendono dai predatori e parassiti. È poi
il film stesso a fornire una spiegazione a questo titolo.
I due protagonisti, parlando proprio
dell’afide e la formica, prendono l’esempio di simbiosi in natura
di questi due insetti per descrivere il loro rapporto. Il film
racconta infatti di due personaggi che si scambiano emozioni, che
entrano in contatto l’uno con l’altro aiutandosi vicendevolmente.
Pur se inizialmente concentrati solo sulle rispettive differenze,
Fatima e Michele impareranno a superare insieme gli ostacoli che la
vita presenta loro, trovando forza l’uno nell’altro per difendersi
e reagire, raggiungendo così i rispettivi obiettivi di vita.
Il trailer di L’afide e la
formica e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
L’afide e la formica grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Chili Cinema, Prime Video e Rai Play.
Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento,
basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento
generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al
meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel
palinsesto televisivo di martedì 2 gennaio alle
ore 21:20 sul canale Rai 3.
Il 2024 si preannuncia dal primo
giorno un anno ricco di grande cinema! Sono tante le novità
che attendo il pubblico nelle sale, in questi giorni come nei
prossimi mesi. Nello scorso fine settimana, tra un cenone e un
pranzo di Capodanno, molti italiani hanno scelto l’intrattenimento
cinematografico. Il film in testa al box office è
Succede anche nelle migliori famiglie: la commedia
italiana scritta, diretta e interpretata da
Alessandro Siani incassa nel suo primo week end €942.401.
Al secondo posto nella classifica si
trova
Il ragazzo e l’airone, nuovo attesissimo film dello
studio Ghibli, scritto e diretto
Hayao Miyazaki. La pellicola di animazione, approdata nelle
sale solo l’uno gennaio, ha già incassato €837.278: l’attesa per un
nuovo film del regista dopo Si alza il vento del 2013 ha riportato
tutti gli appassionati nei cinema!
Terzo classificato è
Wish, un altro film di animazione, ideato e prodotto
dalla Walt Disney per festeggiare il centenario degli studios. Wish
incassa nel fine settimana di Capodanno €596.321, a fronte di un
totale che supera i 5 milioni e mezzo dalla sua uscita il 21
dicembre.
Box office: il resto della
classifica
Quarto e quinto classificato sono
rispettivamente
Wonka, pellicola prequel sul noto personaggio di Willy
Wonka,
e
Come può uno scoglio, commedia con il duo comico
Pio e
Amedeo. Wonka incassa €594.762 a fronte di un totale di 10
milioni e mezzo di euro dal suo arrivo nei cinema il 14 dicembre,
mentre Come può uno scoglio incassa €548. 962 nel week end e quasi
2 milioni di euro dall’uscita nelle sale il 28 dicembre. Al sesto
posto si stabilisce
Aquaman e il regno perduto, sequel di Aquaman, con
Jason Momoa: la pellicola incassa €349.097 a fronte di un
totale che sfiora i 4 milioni di euro dalla sua uscita il 20
dicembre.
Al settimo e ottavo posto ritroviamo
C’è ancora domani, pellicola campione d’incassi in
Italia del 2023, e
Santocielo, commedia con il duo comico Ficarra
e Picone. C’è ancora domani incassa nel week end €324.904 e in
totale supera i 33 milioni di euro, mentre Santocielo raggiunge un
incasso di €247.630, sfiorando i 5 milioni dal suo arrivo nelle
sale il 14 dicembre.
Ultimi due classificati sono
One
life, nuovo dramma con
Anthony Hopkins, e
Ferrari, pellicola biografica con
Adam Driver. One life incassa €155.301 mentre Ferrari
raggiunge un guadagno di €130.278 a fronte di un totale di 3
milioni di euro dal suo arrivo nelle sale il 7 dicembre.
La serialità britannica
ha ormai consolidato una tradizione prestigiosa di show che
adoperano il thriller poliziesco per raccontare le contraddizioni e
i problemi dell’odierna società del Regno Unito. Criminal
Record, targata Apple TV+ si inserisce in
questa “famiglia” rispettando in pieno le regole che il pubblico
ormai conosce e apprezza: la serie
(qui
il trailer) sceglie infatti di confrontarsi col sistema
giudiziario, in particolare con lo stato della polizia londinese,
sfruttando in pieno le regole del genere.
Criminal Record, la
trama
Protagonisti sono infatti
due poliziotti schierati l’una contro l’altro. Nelle sue indagini
su un caso di violenza domestica finito in maniera tragica il
detective June Lenker (Cush Jumbo) si trova a
incrociare il proprio percorso con un vecchio caso di omicidio per
cui un uomo è stato condannato e si trova in carcere da ormai
svariati anni. Quando la donna inizia a ritenere il detenuto
innocente, ecco che deve fronteggiare il muro di omertà e
depistazion innalzato dall’anziano detective Daniel Hegarty
(Peter
Capaldi), uno dei poliziotti più potenti e stimati
della città che però nasconde anche più di qualche scheletro nel
proprio armadio…
Criminal
Record parte in maniera precisa, stringata: la narrazione
è senza fronzoli, i personaggi sono delineati prima di tutto
attraverso le loro azioni – e in maniera ancor più convincente
attraverso i loro silenzi – la messa in scena possiede quel verismo
scarno che tanto ben si sposa con determinati quartieri della
Londra meno conosciuta e maggiormente “urbana”. La sequenza finale
del pilot è poi un momento di televisione tesissimo, drammatico,
che cattura lo spettatore anche grazie alla prova nerboruta e
insieme vulnerabile di Jumbo.
Per almeno un paio di
episodi Criminal Record è un drama/thriller che
mantiene le proprie promesse con efficacia e senso dello spettacolo
volto alla funzionalità. Dal terzo episodio in poi però la serie
inizia a perdere evidentemente di efficacia dal momento che si
poggia in maniera fin troppo classica sui meccanismi della
detection, allungati in maniera a tratti addirittura esasperante.
Ecco allora che all’azione si sostituiscono dialoghi che in molte
scene sembrano interminabili, i quali portano a colpi di scena che
producono altre lunghissime scene di dialogo.
In questo modo
Criminal Record sperpera del tutto o quasi quanto
di buono era riuscita a creare nelle prime puntate quanto e
tensione e lavoro sul genere, condito con la giusta dose di azione.
Senza che negli episodi centrali nulla o quasi succeda veramente,
ecco che anche la faida tra i due personaggi principali si dilunga
inutilmente fino a perdere di credibilità. In particolar modo la
figura di Hagerty diventa sempre più monolitica e meno complessa,
quando invece il primo episodio di aveva regalato un anziano
investigatore malinconico e tormentato dal proprio passato.
I due protagonisti
Peter Capaldi in virtù delle sue enormi
capacità di attore drammatico riesce a conferire al personaggio
comunque un interesse accettabile, ma uno sviluppo meglio
concertato lo avrebbe potuto rendere davvero difficile da
dimenticare per chi ama questo tipo di serie TV. Un compito
decisamente più semplice spetta invece a Jumbo, in quanto la sua
June Lenker diventa una figura in chiaroscuro piuttosto complessa,
non scontata soprattutto nel modo in cui gestisce vita privata e
dimensione professionale non certo facilissima, sia a livello
fisico che in particolar modo psicologico.
Criminal
Record non può certamente essere considerata una serie TV
che fallisce il compito assegnato, ma allo stesso tempo non riesce
neppure a distinguersi a causa di una dilatazione narrativa che
sperpera quanto di efficace proposto nei primi, avvincenti episodi.
Un format con un numero minore di puntate sarebbe stato molto
probabilmente più consono a una storia che intende raccontare in
filigrana i problemi della polizia britannica nel fronteggiare la
criminalità urbana, rivelando la necessità di un cambiamento
sostanziale nell’approccio. Il risultato si fa troppo altalenante
per convincere pienamente, ma il messaggio dietro la confezione di
genere rimane importante e degno di considerazione.
I Marvel Studios hanno recentemente posticipato
l’uscita di
Captain America: Brave New World di un anno
intero, quasi certamente a causa delle riprese pianificate che
dovrebbero apportare cambiamenti radicali alla storia e alle scene
d’azione. Ormai da anni circolano voci secondo cui
“Thunderbolt” Ross finirà per diventare
Red Hulk. Anche se non sappiamo come o perché ciò
accada, il fatto che The Leader faccia parte di questo film offre
alcuni indizi. Per quanto riguarda come se la caverà Sam Wilson
contro un avversario così potente, invece una ipotesi vale
l’altra.
Fortunatamente, il nuovo Capitan
America avrà un po’ di aiuto e la descrizione di un prossimo set
LEGO non solo conferma la presenza di Red Hulk in
Brave New World, ma rivela che Sam sarà
affiancato sia dal nuovo Falcon che da Sabra quando combatterà
questo temibile nemico.
Durante la promozione di Indiana
Jones e il quadrante del destino la scorsa estate,
l’idea di interpretare Red Hulk è stata presentata a
Harrison Ford che ha risposto dicendo: “Cos’è
Red Hulk?” Fingendo apparentemente confusione, l’iconico
attore si è poi rivolto alla co-protagonista Phoebe
Waller-Bridge per rimproverarla per non sapere di più sul
personaggio e ha concluso dicendo che Red Hulk “potrebbe o non
potrebbe” fare la sua apparizione.
Da allora, sono state riportate voci
che vorrebbero la battaglia finale del film svolgersi davanti alla
Casa Bianca, ponendo una drammatica fine al periodo di Ross come
presidente. Si prevede, tuttavia, che sopravviva agli eventi di
questo film e probabilmente ritornerà nel progetto di World
War Hulk di cui si parla da tempo.
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the
Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson
(Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield
Paradox) ha descritto il film come un “thriller
paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader
(Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua
trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk
del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la cattiva
Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi
al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora,
Captain America: Brave New World è indicato come uno
dei titoli più importanti della Fase 5.