Emily Browning, Lukas Gage e Drake
Rodger sono stati tutti scelti per i ruoli principali nel
pilot del
reboot di “Prison Break“, che era
stato annunciato originariamente a dicembre. I dettagli esatti
della trama sono tenuti segreti.
Browning interpreta Cassidy Collins,
descritta come “un ex soldato diventato agente penitenziario
che accetta un lavoro in una delle prigioni più letali
d’America”. Gage interpreterà Jackson nel pilot, che si dice
sia “un politico di buona famiglia alla sua prima campagna per
il Congresso”. E Rodger interpreterà Tommy, “un detenuto
in una delle prigioni più letali d’America, incarcerato dieci anni
fa”.
Browning ha recentemente recitato in
spettacoli come “Class of ’07” su FX, “The
Affair” su Showtime e “American Gods” su Starz. Il
film “One More Shot“, in cui recita, è stato recentemente
presentato in anteprima al SXSW. I suoi altri
ruoli cinematografici includono “Legend”, “La bella
addormentata“, “Sucker Punch” e “Shangri-La
Suite“.
Negli ultimi anni Gage ha avuto
successo con ruoli negli show della HBO “The White Lotus” e “Euphoria”, mentre ha recitato anche nella
stagione 4 di “You”, “Dead Boy Detectives” e
nella stagione 5 di “Fargo”. Nel cinema, è noto per
“Companion”, “How to Blow Up a Pipeline“,
“Smile 2” e “Road House“.
Rodger ha recentemente recitato
nella serie prequel di “Supernatural” “The
Winchesters” alla The CW ed è apparso in diversi episodi della
serie di successo della Paramount+“Landman”. Ha anche recitato in film come
“Murder RX”, “Not Alone” e “Mantra”.
Elgin James sta scrivendo e
producendo esecutivamente il pilot del reboot, con Dawn Olmstead,
il creatore di “Prison Break” Paul Scheuring, Marty
Adelstein e Neal Moritz anche loro produttori esecutivi. 20th
Television, che ha prodotto la serie originale, è lo studio
La star di 9-1-1
Ryan Guzman sembra confermare che Eddie Diaz tornerà in 118. La
stagione 8 di 9-1-1, episodio 10, “Voci”, tratta in gran parte
delle conseguenze del rapimento di Maddie per mano di un assassino
perverso. Ma si conclude anche con un commovente addio tra Eddie
(Guzman) e Buck (Oliver Stark), con il personaggio di Guzman che
si trasferisce in Texas per ricongiungersi con suo figlio
Christopher (Gavin McHugh).
In un’intervista post-episodio con
The Wrap, Guzman sembra confermare che il soggiorno di
Eddie in Texas è temporaneo. Ad un certo punto dell’intervista,
dice: “Saremo in Texas per un po’.L’obiettivo finale
è riportare Eddie al 118, ma vedremo cosa
succederà”. L’attore lascia un po’ di dubbio nella sua
risposta. Tuttavia, quando gli viene chiesto direttamente, Guzman
non nega che Eddie cercherà di convincere Christopher a tornare
a Los Angeles. Leggi la sua risposta qui sotto:
Questo sarà il più grande ostacolo per Eddie. Per quanto
vorrebbe tornare al 118 e alla sua vita lì, sta affrontando questa
nuova realtà. Far sì che suo figlio sradichi di nuovo le sue radici
e lo ripianti di nuovo a Los Angeles sarà la cosa più difficile del
mondo.
Cosa significa il trasferimento
di Eddie in Texas per 9-1-1
Maddie è salva alla fine di
“Voices”, diretto da Jennifer Lynch e scritto da Ted Griffin e
Molly Savard. Resta da affrontare il pesante addio tra Buck ed
Eddie. Buck non ha gestito il trasloco di Eddie nel migliore dei
modi, cercando di sabotarlo nell’episodio 9 della stagione 8 di
9-1-1, ma alla fine ce la fa. Accetta di rilevare il
contratto di locazione di Eddie, il che contribuisce a facilitare
il trasloco.
Il modo in cui la scena è girata e
la telecamera indugia sul volto di Buck, fa sembrare che stia
dicendo addio a qualcosa di più di un semplice migliore
amico. Ciò fornisce molte munizioni a coloro che credono che la
coppia preferita dai fan, nota come Buddie, stia per diventare
canonica. Eddie ha il suo percorso, cercando di riparare un
rapporto con Christopher, che è stato danneggiato dalle bugie
di Eddie nel finale della stagione 7 di 9-1-1. A quanto
pare, il trasferimento in Texas è un cambiamento di ambientazione
che dovrebbe facilitare importanti sviluppi per i personaggi di
Guzman e Stark.
Le riprese di The
Odyssey di
Christopher Nolan si stanno svolgendo in Grecia e per questo
suo nuovo film – adattamento del poema epico di Omero. – il regista
di Oppenheimer ha messo insieme uno dei cast più
impressionanti visti da un po’ di tempo a questa parte. Sappiamo
che Matt Damon sarà il protagonista Odisseo, ma i
personaggi che il resto del cast stellare interpreterà sono stati
ad ora tenuti nascosti. Una nuova indiscrezione, tuttavia,
suggerisce alcuni dei personaggi che determinati membri del cast
interpreteranno nel film.
Sebbene alcuni membri chiave del
cast non siano elencati (Jon
Bernthal, per esempio), il sito greco OneMan.com
sostiene di aver fatto luce sugli eroi e i cattivi mitologici che
buona parte degli altri attori interpreteranno. Secondo il sito,
Tom Holland interpreterà il figlio di Odisseo,
Telemaco (come già ipotizzato), Zendaya sarà la dea della saggezza Atena,
Charlize Theron la maga Circe, Anne Hathaway la moglie di Odisseo, Penelope,
Benny Safdie il re di Micene Agamennone e Lupita Nyong’o sua moglie Clitennestra. Al
momento non ci sono conferme ufficiali, per cui bisognerà attendere
maggiori dettagli.
Quello che sappiamo su The
Odyssey
L’antico poema epico di Omero
racconta la storia di Odisseo, re di Itaca, e del suo pericoloso
viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia, esplorando temi
di eroismo, lealtà, astuzia e la lotta contro la volontà divina. Il
racconto include episodi iconici come l’incontro con il ciclope
Polifemo, le Sirene e la strega-dea Circe, avventure che culminano
con il suo ricongiungimento con la moglie Penelope.
Sebbene questo sarebbe l’adattamento
più ad alto budget del questo testo fino ad oggi, il poema è stato
precedentemente adattato nel film del 1954 Ulisse,
diretto da Mario Camerini e interpretato da
Kirk Douglas, così come nella miniserie del 1997
L’Odissea, diretta da Andrei
Konchalovsky e interpretata da Armand
Assante. Gli ultimi libri dell’Odissea sono stati anche la
fonte principale per The
Return, di Uberto Pasolini, che è
uscito in Italia all’inizio del 2025 e che vede protagonisti
Ralph Fiennes nei panni di Ulisse e Juliette Binoche in quelli di Penelope.
I dettagli sulla trama del film
The
Odyssey di Christopher Nolan sono ad ora stati tenuti
nascosti e non è confermato quanto il regista sarà fedele all’opera
di Omero. Considerando i suoi precedenti, c’è da aspettarsi che
apporti una svolta inaspettata alla storia che già presenta tutti i
marchi di fabbrica del suo cinema, in particolare la non linearità
della narrazione. Le riprese di Odyssey dovrebbero iniziare il mese
prossimo e sarà il secondo film di Nolan per la Universal, dopo
Oppenheimer.
Jonathan Majors è tornato a parlare del suo
licenziamento dal Marvel Cinematic Universe dopo la
condanna per aggressione di terzo grado e molestie di secondo grado
nei confronti della sua ex fidanzata, Grace Jabbari. Majors
interpretava Kang il Conquistatore e tutte le varianti del
suo personaggio nel multiverso. Kang era dunque destinato a essere
il cattivo principale della
Saga del Multiverso del MCU, con Avengers: The Kang Dynasty
sarebbe stato il prossimo film degli Eroi più potenti della
Terra.
Tuttavia, come già detto, Major è
stato licenziato dai Marvel Studios dopo essere stato condannato
per quanto poc’anzi riportato. Parlando ora con The Hollywood
Reporter, l’attore ha rivelato come ha saputo che la Marvel lo aveva licenziato.
L’informazione è arrivata da un membro del suo team legale mentre
Majors entrava nella sua auto dopo la sentenza del dicembre 2023.
Non appena l’attore è stato condannato, i Marvel Studios hanno proceduto a
licenziare Majors, il che ha poi portato all’eliminazione di Kang
dalla lista dei progetti del MCU a favore del Dottor
Destino.
“Sul licenziamento da parte
della Marvel: “Mi ha detto: ‘Te lo dico
solo ora. In questo modo non sarai sorpreso e potrai iniziare a
elaborare la notizia. Ti hanno licenziato. La Marvel ti ha licenziato”, ha
raccontato l’attore. Majors sostiene di essere ora in trattative
per un nuovo progetto di film di supereroi, anche se non alla
Marvel o alla DC. “Non c’è
nessuna relazione con i grandi, DC o Marvel, ma è una storia piuttosto
malvagia. Sono contento di leggere questo copione. A volte ho
l’impressione che non succederà [a proposito della sua rinascita
professionale]. E a volte sembra che inizieremo la prossima
settimana”.
Il significato delle dichiarazioni
di Jonathan Majors sul licenziamento dal MCU
Era chiaro che la Marvel avrebbe licenziato Majors
qualora fosse arrivata una condanna nei suoi confronti. Tuttavia, i
commenti di Majors servono ora a chiarire come si sia svolta la
cosa, con l’attore che era appena uscito dal tribunale quando gli è
stata comunicata la notizia. Un mese prima del suo licenziamento,
la Marvel aveva assunto il creatore di
Loki, Michael Waldron per lavorare a una
nuova stesura della sceneggiatura di Avengers: The Kang Dynasty.
In base alla tempistica, è probabile che la Marvel avesse già preso una
decisione riguardo a Majors e stesse solo aspettando la sua
eventuale condanna per annunciarla.
Il MCU ha superato non solo Majors, ma
anche Kang il Conquistatore e tutte le sue
varianti. Il nuovo cattivo dei prossimi due film dei Vendicatori,
come noto, sarà il Dottor Destino di Robert Downey Jr. e Avengers: The Kang Dynasty è
stato reintitolato, diventando Avengers:
Doomsday. La condanna di Majors ha poi comportato un
forte rallentamento della sua carriera. Tuttavia, come ha
dichiarato l’attore, sta iniziando a lavorare per un suo ritorno.
Questo sembra includere il ritorno al genere dei supereroi.
Tuttavia, dato che Marvel e DC non fanno parte del
piano, resta da vedere quale franchise potrebbe essere.
È stato presentato il trailer di
Freakier Friday, il film di Nisha
Ganatra, con Jamie Lee Curtis e Lindsay
Lohan, sequel della commedia del 2003 Quel pazzo
venerdì, con le due attrici nei panni del duo madre-figlia
Tess e Anna Coleman. Secondo un comunicato stampa della Walt Disney
Company, il sequel presenta una “svolta
multigenerazionale”, con il film che riprende molti anni dopo
lo scambio di corpi tra Tess e Anna. Anna ha ora una figlia e una
futura figliastra. Tess e Anna affrontano dunque le sfide che
derivano dalla fusione di due famiglie e “scoprono che il
fulmine può davvero colpire due volte”.
Il film originale, basato
sull’omonimo romanzo del 1972 di Mary Rodgers,
segue Tess e Anna, una coppia madre-figlia. Tess, una madre vedova,
si sta preparando per un matrimonio in grande stile, mentre la
musicista Anna si prepara per un concerto che potrebbe far
esplodere la sua band. Quando le due ricevono un mistico biscotto
della fortuna che le porta a scambiarsi i corpi, sono costrette ad
accettarsi e riscoprirsi incondizionatamente. Nel marzo 2024 la
Disney aveva annunciato ufficialmente che il sequel sarebbe andato
avanti, con Ganatra alla regia.
La trama e il cast di Freakier Friday
Il trailer rivela che questa volta
si tratta di uno scambio di corpi a quattro: Anna, Tess, la figlia
e la figliastra di Anna si risvegliano in corpi diversi. A Curtis e
Lohan si aggiungono le star di ritorno Chad Michael
Murray, Mark Harmon, Christina
Vidal Mitchell, Haley Hudson,
Lucille Soong, Stephen Tobolowsky
e Rosalind Chao. La star di The AcolyteManny Jacinto, l’emergente di Never Have I
EverMaitreyi Ramakrishnan, Sophia
Hammons e Julia Butters si sono poi uniti
al sequel.
Immagina una Eleven ancora più
solitaria e arrabbiata, con un biondo ossigenato da vera ribelle e
un’energia da outsider in rotta col mondo. Affiancale ora uno
Star-Lord più trasandato e disilluso del solito, spogliato della
sua ironia sfacciata, e catapulta entrambi in un universo dove il
retrò e il futuristico si fondono in un’estetica nostalgica e
intrigante. Sulla carta, The Electric State dei fratelli
Russo sembrerebbe un mix esplosivo, il perfetto road movie
sci-fi capace di conquistare cuore e mente. Eppure,
qualcosa non torna del tutto.
Basato sull’omonimo romanzo
illustrato del 2018 di Simon Stålenhag, The Electric
State è il nuovo emozionante film Netflixdiretto da Anthony e Joe
Russo, con una sceneggiatura firmata da Christopher Markus
e Stephen McFeely. Il cast è stellare: accanto a Millie Bobby Brown e Chris Pratt troviamo il premio
Oscar® Ke Huy Quan, Jason Alexander, Giancarlo Esposito, il
candidato all’Oscar® Stanley Tucci e Woody Norman. The Electric
State è disponibile dal 14 marzo su Netflix.
The Electric State è
ambientato in un’America rétro-futuristica degli anni ’90, segnata
dalle conseguenze di una guerra devastante tra umani e
robot. In questa versione alternativa del passato, le
macchine senzienti erano state inizialmente accolte come strumenti
essenziali per la società, occupandosi di compiti di pubblica
utilità e supportando gli esseri umani nella vita quotidiana.
Nonostante ciò, la loro richiesta di diritti e riconoscimento ha
scatenato un conflitto inevitabile tra umani e macchine, culminato
nella sconfitta di questi ultimi e nel loro esilio.
Il
mondo che ne è scaturito è profondamente mutato: la tecnologia
permea ogni aspetto della vita, ma invece di avvicinare le persone,
le ha rese sempre più isolate, immerse in realtà digitali
attraverso i loro neurocaster. In questo scenario,
Michelle (Millie Bobby Brown – Stranger Things, Enola Holmes, Damsel), un’adolescente
segnata dalla perdita dei genitori e del fratellino Christopher in
un incidente stradale avvenuto anni prima, fatica ad adattarsi a
una società ormai disumanizzata. Nel frattempo, i robot senzienti,
un tempo pacifici e dalle sembianze quasi giocose, sono stati
relegati in un fatiscente paesino, un limbo di rottami e sogni
infranti dopo la loro ultima, fallita ribellione.
Ma la vita di Michelle cambia di
nuovo quando, all’improvviso, riceve la visita di
Cosmo, un misterioso e affettuoso robot che sostiene di
essere controllato da Christopher, il fratellino che ha perduto.
Con lui si riaccende la speranza di riunire la sua famiglia, o
almeno ciò che ne resta. Determinata a scoprire la verità, Michelle
intraprende un viaggio pericoloso verso la Zona Interdetta nel
sud-ovest americano, decisa a capire chi li ha separati e perché,
dopo quel tragico incidente. Ad accompagnarla in questa avventura
sarà Cosmo, ma anche Keats (Chris Pratt, Guardiani della
Galassia, Jurassic World), un
contrabbandiere dal carattere ruvido, e il suo inseparabile
compagno robotico Herman, doppiato nella versione
originale da Anthony Mackie.
Può un ammasso di metallo e
circuiti provare più empatia e lealtà di un essere umano?
D’istinto, verrebbe da rispondere con un no secco. Eppure, la
storia nata dall’immaginazione di Simon Stålenhag ci porta a
riconsiderare questa certezza. La commovente avventura di Michelle
e Keats dipinge un mondo in cui gli esseri umani si sono fatti più
freddi, distanti e alienati di qualsiasi macchina. Nel loro lungo
viaggio attraverso un’America fatiscente e nostalgica, i due
trovano ben poco calore tra le persone, ad eccezione di Keats
stesso, che condivide con Michelle un senso di inadeguatezza,
ribellione e solitudine.
Paradossalmente, il vero rifugio lo
scopriranno in un villaggio dimenticato, un luogo dove i robot
dotati di coscienza sono stati esiliati e abbandonati, scartati
dalla società umana nonostante il loro desiderio di restare accanto
alle persone. In questo angolo di rottami e malinconia,
Michelle e Keats realizzeranno che forse l’umanità non risiede più
nelle persone, ma in ciò che loro stesse hanno creato e poi
respinto.
Ed è proprio attraverso la tragica
storia familiare di Michelle che Stålenhag sembra rivolgere al
pubblico una domanda silenziosa ma potente: quando abbiamo
smesso di essere umani? Mentre la giovane determinata
protagonista cerca di ricostruire ciò che ha perduto, il film
invita lo spettatore a guardare dentro se stesso e riflettere su
quanto l’umanità abbia sacrificato sull’altare della tecnologia. In
un mondo dove le connessioni reali si sono assottigliate e
l’empatia sembra sempre più un’illusione, The Electric State diventa un monito: forse
non sono i robot a voler essere più umani, ma siamo noi a dover
riscoprire cosa significhi davvero esserlo.
Al di là della sua emozionante
storia e del profondo messaggio sottostante, The Electric
Stateconferma ancora una volta la maestria dei
fratelli Russo nel miscelare sentimentalismo, avventura e
azione, regalando due ore di puro intrattenimento. Il film
scorre con un equilibrio perfetto tra emozione e spettacolo
visivo, riuscendo a coinvolgere il pubblico sia a livello
narrativo che estetico.
Il cast hollywoodiano brilla, con
una coppia protagonista che funziona alla perfezione. Millie Bobby
Brown e Chris Pratt dimostrano fin dalle prime scene un’alchimia
vincente, riuscendo a conquistare la scena grazie al loro carisma e
talento. I loro personaggi, apparentemente opposti, si rivelano in
realtà molto più simili di quanto sembri inizialmente, dando vita a
un rapporto che evolve in modo naturale e convincente.
Ma non sono solo gli eroi a
spiccare: anche gli antagonisti lasciano il segno.
Stanley Tucci
(Amabili resti, Il diavolo veste Prada) è impeccabile nel
ruolo di Ethan Skate, il folle magnate della tecnologia a capo
della Sentre, una corporazione tanto potente quanto inquietante. Al
suo fianco, Giancarlo
Esposito (Captain
America: Brave New World,Breaking Bad)
regala un’interpretazione memorabile nei panni del Colonnello
Bradbury, detto Il Macellaio, un uomo spietato che ha
guadagnato il suo soprannome sterminando robot senzienti durante la
guerra. Il loro carisma e la loro presenza scenica elevano il film,
offrendo antagonisti credibili e sfaccettati, che incarnano
perfettamente le tematiche di potere e disumanizzazione esplorate
dalla storia.
Anche l’ambientazione gioca un ruolo
chiave nell’immergere il pubblico in un mondo che mescola
passato e futuro con un tocco di malinconia. La nostalgia
degli anni ’90 – un decennio ormai mitizzato da un’intera
generazione – si intreccia con un futuro distopico fin troppo
plausibile, creando un’atmosfera unica. La fusione tra
elementi vintage, colonna sonora pop e tecnologie obsolete si
integra perfettamente con la presenza di dispositivi
futuristici come i neurocaster e le imponenti
macchine da guerra telecomandate dagli umani, comodamente seduti
nel salotto di casa. Il risultato è un universo visivo che non solo
affascina, ma che fa anche riflettere sul rapporto sempre più
alienante tra uomo e tecnologia.
Non è tutto oro ciò che luccica
Che i
fratelli Russo sappiano come sfruttare al meglio il mezzo
cinematografico per dare vita a storie che restano impresse è ormai
una verità consolidata. Con The
Electric State, continuano a dimostrare il loro talento nel
creare un’esperienza visiva coinvolgente, arricchita da emozioni
forti e momenti che lasciano il segno. Tuttavia, nonostante
la bellezza estetica e l’intensità delle emozioni che cercano di
suscitare, il film manca di quella profondità e della tensione
drammatica che ci si aspetterebbe da una storia così ricca e un
cast altrettanto vincente.
Il
film, purtroppo, sembra seguire la stessa sorte di un
soufflé: cresce e si eleva nelle prime scene, mostrando la
sua forma più affascinante e ben costruita, per poi sgonfiarsi e
perdere di consistenza nel corso della narrazione. Il viaggio
emotivo e di formazione che Michelle intraprende all’inizio,
segnato da una ricerca di riscatto e dalla necessità di elaborare
il lutto, trova nella seconda parte del film una trasformazione
che, seppur significativa, manca di quella potenza che ci si
aspetterebbe in un racconto così carico di potenziale. La sua presa
di coscienza e l’accettazione del dolore sembrano troppo snelle e
prive di un percorso davvero coinvolgente, lasciando lo spettatore
con una sensazione di incompiutezza.
Pur toccando le corde giuste, The Electric State fallisce nel mantenere alta la
tensione emotiva necessaria per trasformare questo viaggio in una
vera e propria rivelazione.
Apple
TV+ ha annunciato oggi che “Ted
Lasso” tornerà ufficialmente sul campo di calcio per
una
quarta stagione che riunirà la squadra della storica e
pluripremiata serie, con Jason Sudeikis che
riprenderà il suo ruolo del celebre allenatore Ted Lasso.
«Continuiamo a vivere in un
mondo in cui molti fattori ci hanno condizionati a “guardare dove
metti i piedi prima di saltare”», ha dichiarato la star e
produttore esecutivo Jason Sudeikis. «Nella quarta stagione, i
ragazzi dell’AFC Richmond imparano a SALTARE PRIMA DI GUARDARE,
scoprendo che ovunque atterrino, è esattamente in cui sono
destinati a essere».
«”Ted Lasso” è stato un vero e proprio fenomeno, capace di ispirare
una fanbase appassionata in tutto il mondo e di regalare infinite
gioie e risate, il tutto diffondendo gentilezza, empatia e
un’incrollabile fiducia»,
ha dichiarato Matt Cherniss, responsabile della programmazione di
Apple TV+. «Tutti in Apple sono entusiasti di poter continuare la
collaborazione con Jason e le brillanti menti creative dietro
questa serie».
La quarta stagione di Ted
Lasso è stata confermata
La quarta stagione di “Ted Lasso” vedrà l’ingresso del vincitore
dell’Emmy Jack Burditt (“Nobody Wants This,”
“Modern Family,” “30 Rock”) come produttore esecutivo, grazie a un
nuovo accordo con Apple TV+. Jason Sudeikis sarà protagonista e
produttore esecutivo insieme a Brendan Hunt, Joe Kelly, Jane
Becker, Jamie Lee e Bill Wrubel. Brett Goldstein firmerà la
sceneggiatura e sarà produttore esecutivo al fianco di Leanne
Bowen. Sara Walker e Phoebe Walsh saranno sceneggiatrici e
produttrici per la quarta stagione, mentre Sasha Garron sarà
co-produttrice. Julia Lindon scriverà per la nuova stagione e Dylan
Marron ricoprirà il ruolo di story editor. Bill Lawrence sarà
produttore esecutivo attraverso la sua Doozer Productions, in
collaborazione con Warner Bros. Television e Universal Television,
una divisione di NBCUniversal Content. Anche Jeff Ingold e Liza
Katzer di Doozer saranno produttori esecutivi. La serie è stata
sviluppata da Sudeikis, Lawrence, Joe Kelly e Brendan Hunt ed è
basata sul formato e sui personaggi preesistenti di NBC
Sports.
Dopo il suo debutto su Apple TV+, “Ted Lasso” ha battuto record su
record ed è stato accolto con grande entusiasmo dalla critica, con
la prima stagione che è diventata la commedia più nominata agli
Emmy come stagione d’esordio, conquistando anche due Emmy
consecutivi come Miglior Serie Comica per le sue prime due
stagioni.
Apple TV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di
qualità, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento
per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i
tuoi schermi preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019,
Apple TV+ è diventato il primo servizio di streaming completamente
originale a essere lanciato in tutto il mondo, ha presentato in
anteprima più successi originali e ha ricevuto riconoscimenti più
velocemente di qualsiasi altro servizio di streaming. Ad oggi, i
film, i documentari e le serie originali Apple sono stati premiati
con 553 vittorie e 2.562 nomination ai premi, tra cui la commedia
pluripremiata agli Emmy “Ted Lasso” e lo storico Oscar® come
Miglior film a “CODA”.
Il cast di Lanterns
continua ad espandersi: The InSneider ha infatti reso
noto che Jason Ritter (Matlock) si è
unito alla prossima serie della DC Studios. Secondo quanto
riferito, interpreterà il marito del personaggio di Kelly
Macdonald; quest’ultima è stata scritturata per il ruolo dello
sceriffo Kerry, un personaggio descritto come “una donna senza
fronzoli profondamente devota alla sua famiglia e alla sua
affiatata città. La sua resistenza, plasmata da un passato
complesso che ha indurito la sua determinazione, la sostiene quando
i segreti della comunità cominciano a venire a galla”.
Si è parlato di Kerry come interesse
amoroso per Hal Jordan, anche se questa notizia potrebbe smentire
questa ipotesi. Ritter è conosciuto soprattutto per il suo ruolo
nominato agli Emmy in Parenthood. Tra i suoi crediti
cinematografici e televisivi figurano anche Gravity Falls
e Frozen II. Poorna Jagannathan, che si
dice interpreterà un personaggio chiamato Zoe in
Lanterns, ha recentemente confermato che la serie
esplorerà anche il Corpo delle Lanterne Verdi oltre il Settore
2814.
Di cosa parla Lanterns?
L’attesa serie Lanterns,
parte del rinnovato Universo DC guidato da Gunn e Safran, seguirà
le Lanterne Verdi Hal Jordan e John Stewart mentre indagano su un
misterioso omicidio legato a una cospirazione più ampia e
sconvolgente. La serie della HBO è descritta come una storia “alla
True Detective” che mescola intrighi cosmici con un tono
di ispirazione noir. Con una durata di otto episodi, Lanterns
promette di introdurre una versione fresca e dinamica degli amati
eroi intergalattici della DC.
Kyle Chandler e
Aaron Pierre sono stati confermati per Lanterns
e saranno i protagonisti della serie, rispettivamente nei panni di
Hal Jordan e John Stewart, segnando il loro attesissimo debutto
nell’Universo DC. Tra gli altri membri del cast finora confermati
figurano anche Kelly Macdonald, Garret Dillahunt e Poorna
Jagannathan. In quanto progetto cardine del rinnovato DCU,
Lanterns dovrebbe collegarsi direttamente ad archi
narrativi più ampi, pur offrendo una narrazione autonoma e
incentrata sui personaggi. Con la sua attenzione al mistero, al
dramma e alla mitologia cosmica della DC, Lanterns è
destinata a diventare un capitolo fondamentale dell’Universo DC in
evoluzione.
La
serie si propone di mettere in luce entrambi gli eroi in egual
misura, offrendo una nuova interpretazione della loro iconica
collaborazione e rimanendo al contempo fedele alla ricca storia dei
fumetti dei personaggi. Con la sua narrazione concreta e il tono
ispirato al noir, la serie dovrebbe fornire un nuovo livello di
profondità al mito di Lanterna Verde, attraendo sia i fan
di lunga data che i nuovi arrivati nell’Universo DC. I fan possono
attendere il debutto sulla HBO nel 2026.
Il primo teaser trailer del remake
di The Toxic Avenger è stato diffuso nell’ottobre
del 2023. A quello sneak peek sono seguiti pochi aggiornamenti,
anche se le recensioni dei vari festival cinematografici sono state
ampiamente positive (infatti, con 25 verdetti contati, il film è al
92% su Rotten Tomatoes). L’anno scorso abbiamo saputo che il film
del regista Macon Blair – con Peter Dinklage (Game of
Thrones) nel ruolo del personaggio – era stato giudicato
“irrealizzabile”. Le cose sembravano desolanti, solo che poi è
stato rivelato che una versione non classificata arriverà nelle
sale nel corso dell’anno.
Ora, Entertainment Weekly ha
confermato che il film arriverà il 29 agosto e ha
anche dato una prima occasione di vedere il Vendicatore Tossico del
film. Non si tratta di Dinklage, però, ma di Luisa
Guerreiro, attrice e artista del movimento, che ha
indossato il trucco e le protesi per la performance fisica di
Toxie. In ogni caso, si tratta di una trasformazione notevole e
Blair racconta al sito: “L’obiettivo era cercare di rimanere
fedele all’atmosfera della creatura originale di Lloyd, Jennifer
Aspinall/Mitch Cohen, con una certa influenza del look del cartone
animato Toxic Crusaders, cercando allo stesso tempo di fare
qualcosa di nuovo, strano e adorabile con il design di
Toxie”.
“Adoro quello che ha fatto
Millenium FX: in parte umano, in parte mutante, tutto cuore”,
ha detto a proposito della sua interpretazione di un personaggio
che ha recitato in quattro film, una serie animata, un videogioco,
un musical teatrale e persino una serie della Marvel Comics. “Si tratta di effetti
pratici. Si possono vedere tutte le piccole bolle appiccicose e
cose del genere”, ha detto in precedenza il regista. “E siamo
rimasti fedeli ad alcuni elementi davvero iconici: il tutù che si
fonde sul suo corpo, il mocio del custode come sua super
arma”.
The Toxic Avenger, tutto quello che sappiamo
sul film
Scritto e diretto da Macon
Blair, The Toxic Avenger della Legendary
Entertainment è una rivisitazione contemporanea dell’omonimo
classico cult della Troma Entertainment del 1984, creato da
Lloyd Kaufman. Il film si avvale di un ensemble
stellare, guidato daPeter
Dinklage nel ruolo del titolo, che comprende Jacob Tremblay, Taylour
Paige, Julia Davis, Jonny
Coyne, Elijah Wood e Kevin Bacon.
The Toxic Avenger
segue l’uomo comune Winston Gooze, che a causa di un terribile
incidente tossico si trasforma in una nuova evoluzione dell’eroe:
Il Vendicatore Tossico! Dotato di una forza sovrumana e di uno
spazzolone luminoso come arma non convenzionale, deve correre
contro il tempo per salvare suo figlio e fermare un tiranno
aziendale spietato e assetato di potere, deciso a sfruttare i
superpoteri tossici per rafforzare il suo impero inquinato.
Anche se finora è stato mostrato
solo nella première, Daredevil:
Rinascita ha fornito all’Uomo senza Paura un nuovo
abito, molto più in linea con quello che l’eroe indossa nei
fumetti, in quanto c’è molto più rosso rispetto alla versione di
Netflix… ma ancora nessuna traccia del logo “DD”.
L’attore Charlie
Cox è però ora stato avvistato sul set della Stagione
2 e dalle foto emerse (si possono vedere qui) notiamo
gli stivali che confermano il suo ritorno in costume. Tuttavia, i
fan più attenti hanno notato che la zona del collo è ora
completamente nera, segno forse che il vigilante avrà un costume
completamente nero.
Nei fumetti ci sono già stati
precedenti in tal senso, sia per il look corazzato di Matt Murdock
che per il suo breve costume di Shadowland. I trailer di Daredevil:
Rinascita ci hanno mostrato un cappuccio nero
nell’armeria nascosta dell’avvocato, quindi abbiamo tutte le
ragioni per credere che Daredevil avrà un nuovo look nella seconda
stagione. Resta da vedere se alla fine verrà rivelato completamente
nelle foto del set. Intanto, prosegue la visione della Stagione 1
su Disney+, in attesa di scoprire cosa c’è
in serbo per l’iconico Daredevil.
Il terzo episodio di domani riprende
dopo gli eventi di “Optics”, mentre Matt Murdock (Charlie
Cox) continua la sua difesa di Hector Ayala
(Kamar de los Reyes), che è stato accusato di aver
ucciso un agente della polizia di New York. Murdock è riuscito a
tenere fuori dal processo l’identità segreta di Ayala, il vigilante
in costume noto come Tigre Bianca, ma qualcosa ci dice che il
brutale pestaggio di Matt ai due poliziotti corrotti alla fine
dell’episodio avrà delle ripercussioni.
Il cast di Daredevil:
Rinascita
Matt Murdock (Charlie
Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per
la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex
boss della mafia Wilson Fisk (Vincent
D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York.
Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli
uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.
La serie Daredevil:
Rinascita vede la partecipazione anche di
Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna
Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson,
Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e
Jon Bernthal. Dario Scardapane è
lo showrunner.
Gli episodi sono diretti da
Justin Benson e Aaron Moorhead,
Michael Cuesta, Jeffrey
Nachmanoff e David Boyd; e i produttori
esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad
Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher
Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron
Moorhead.
Ora, il sito di gossip Deuxmoi
riprende quel rumor di inizio marzo e approfondisce riportando che
i Marvel Studios vogliono Madison per
il prossimo reboot degli X-Men. Non ci si aspetta
che dica di sì (dopo tutto, è probabile che voglia far seguire ad
Anora un
film di maggior prestigio piuttosto che un blockbuster), ma chi
potrebbe interpretare la 25enne è innegabilmente intrigante. Al
momento tra i nomi più quotati tra i fan vi sono Jean
Grey, Rogue, Mystica ed
Emma Frost. Non resta che attendere maggiori
novità a riguardo per scoprire se l’affare andrà in porto.
Mikey Madison potrebbe unirsi al
cast del nuovo X-Men?
Voci precedenti hanno affermato che
Harris Dickinson (Babygirl,
The Iron
Claw, Triangle
of Sadness) e Jack Champion (Avatar,
Scream 6) sono stati presi in considerazione per interpretare
Ciclope, con la star di Stranger
Things, Sadie Sink una probabile scelta per Jean
Grey,ma il suo ingresso in Spider-Man 4 potrebbe
significare altri piani per lei. Abbiamo anche sentito che Ayo Edebiri e DeWanda
Wise sono sul radar dello studio per interpretare
Tempesta. Si prevede che anche Kitty Pryde e Gambit (ma sarà
Channing Tatum?) facciano parte del
team.
A questi rumor si è ora aggiunto
anche quello secondo cui Jesse Plemons potrebbe interpretare Bestia.
Intanto Michael Lesslie sta attualmente lavorando
alla sceneggiatura. Se alcuni degli X-Men faranno
il loro debutto nei prossimi film di Avengers
(come si vocifera), c’è la possibilità che potremmo avere notizie
ufficiali sul casting abbastanza presto. Per quanto riguarda quando
potremmo finalmente vedere questo attesissimo reboot degli
X-Men, si immagina che il “grande segreto taciuto
di Hollywood” sia che il film uscirà 2-3 mesi dopo Avengers:
Secret Wars nel 2027.
Non c’è ancora un regista legato al
progetto, ma la quantità di voci di casting provenienti da varie
fonti affidabili sembra indicare che lo studio stia assemblando in
silenzio la sua nuova line-up. Si stanno dunque chiaramente facendo
progressi nell’introduzione degli X-Men nel MCU, e il
responsabile dello streaming dei Marvel Studios
Brad Winderbaum ha recentemente confermato che
il film è in fase di sviluppo attivo, rispondendo anche (o
meglio, evitando) a una domanda sulla recente voce relativa alla
serie X Academy/Academy X Disney+.
“Penso che chiunque possa dire
qualsiasi cosa online, e che questo arrivi al mulino delle voci e
la gente si ecciti”, ha detto Winderbaum a Screen Rant.
“Al momento stiamo ancora lavorando alla seconda stagione di
X-Men 97. Sta venendo fuori in modo incredibile e le sceneggiature
per la terza stagione sono pazzesche. Questo è sicuramente
un modo per soddisfare la mia voglia di X-Men in televisione. E c’è
un lungometraggio sugli X-Men in fase di sviluppo, quindi questo è
il fulcro degli X-Men attualmente”.
Sebbene stiamo ancora aspettando un
annuncio ufficiale, la Marvel sembra
muoversi dietro le quinte su questo progetto. Non è stato ancora
annunciato alcun regista, ma la quantità di voci di casting
provenienti da varie fonti affidabili che circolano sembrerebbe
indicare che lo studio sta assemblando silenziosamente la sua nuova
formazione.
Mancano poco meno di quattro mesi
all’uscita del film Superman
di James Gunn, ma sembra che ci siano un paio di
membri chiave del cast che il regista di Guardiani della Galassia è
riuscito a tenere nascosti durante la produzione. Nella sua ultima
newsletter, lo scooper Jeff
Sneider afferma di aver sentito che ci sono ancora “alcune
importanti sorprese nel cast del Superman di Gunn”, e ritiene
che il padre biologico di Kal-El, Jor-El, sia una di queste
(idealmente la madre, Lara Lor-Van, possa essere un’altra).
Sneider ipotizza – ed è tutto dire –
che Tom Cruise, che ha
firmato un contratto con la Warner Bros. l’anno scorso,
potrebbe essere interessato a un ruolo nella DC. Se Cruise dovesse
firmare per un progetto sui supereroi, dovrebbe essere un
personaggio principale o forse un cameo minore, ma comunque
importante. Jor-El potrebbe potrebbe proprio essere questo cameo,
ma è difficile pensare che un colpo di casting di tale portata
rimanga nascosto tanto a lungo.
Sneider aggiunge: “Ho pensato
che potesse essere Chris Pratt, la star di Guardiani della Galassia
di Gunn – e chissà, potrebbe ancora essere così – ma una fonte ha
suggerito che Gunn non farebbe una cosa del genere a Kevin Feige
della Marvel, visto che probabilmente non
abbiamo visto l’ultima volta Star-Lord nel MCU”. Non ci sono molti altri
personaggi vitali per la storia di Superman che non sono stati
scritturati, ma un recente rapporto sugli ultimi test-screening ha
parlato di “cattivi a sorpresa”, quindi forse il Generale Zod farà
la sua comparsa?
Se Gunn e lo studio sono riusciti a
tenere segrete queste (possibili) sorprese per tutto questo tempo,
probabilmente non lo scopriremo con certezza fino a quando non
saremo seduti a guardare il film. Al momento, si attende un secondo
trailer del film, che potrebbe magari fornire maggiori elementi e
anche un primo sguardo a qualche ulteriore presenza nel film fino
ad ora tenuta nascosta.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
Con la sua solita cifra stilistica,
James Gunn
trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della
DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e
sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e
dall’innato convincimento nel bene del genere umano.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una
parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi
preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film
precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante
l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio
2025.
Da quando è stato annunciato che la
star di Stranger
ThingsSadie Sink è entrata a far parte del cast del
prossimo Spider-Man 4
dei Marvel Studios e della Sony Pictures con un
ruolo “significativo”, si sono scatenate le speculazioni su chi
potrebbe interpretare, con i ruoli più quotati che sono
Mary Jane Watson, Gwen Stacy,
Felicia Hardy o Angelica Jones.
Anche se ci vorrà ancora un po’ prima che gli studios ci rivelino
qualcosa di ufficiale, Jeff Sneider, durante la
puntata di stasera di The Hot Mic con Jeff Sneider e John
Rocha, ha apparentemente rivelato il suo ruolo e sembra che
sarà proprio Mary Jane Watson.
Sneider, in precedenza, è stato il
primo a dare la notizia che la
Sink era la favorita per il ruolo di Jean Grey in X-Men dei
Marvel Studios e ammette di essere
rimasto sorpreso dal fatto che la Sink sia stata annunciata per
Spider-Man 4 invece che per il reboot dei mutanti,
ma dice di aver appreso ieri sera dalle sue fonti che la Sink
probabilmente interpreterà la Watson, non Jean Grey. Con Zendaya che interpreta Michelle Jones-Watson
nel MCU, sarà sicuramente una sorpresa
per i fan sapere che presto potrebbe essere introdotta una seconda
MJ.
Ma considerando che il film sarà
ambientato tra gli eventi dei blockbuster multiversali Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars,
è molto probabile che Sink interpreti una variante dell’interesse
amoroso più iconico del Uomo Ragno. D’altronde, dopo gli eventi di
Spider-Man: No Way Home, ci si aspettava che Zendaya e
gran parte del cast originale passassero un po’ in secondo piano
nel prossimo sequel, sia per motivi di storia, oltre che per gli
altri impegni cinematografici/televisivi, in particolare di
Zendaya. Naturalmente, al momento l’indicazione che Sadie Sink interpreterà Mary Jane Watson è da
prendere come un rumor, in attesa di conferme ufficiali.
Precedenti indiscrezioni hanno
affermato che Tom Rothman della Sony e
Kevin Feige, capo dei Marvel Studios,
hanno avuto dei disaccordi per quanto riguarda la storia di
Spider-Man 4, con quest’ultimo che sperava di
ridimensionare il Multiverso per un’avventura più piccola. Rothman,
invece, si dice che voglia capitalizzare il successo di No
Way Home riportando Tobey Maguire e
Andrew Garfield nei rispettivi ruoli di Peter
Parker.
Più di recente, abbiamo sentito che
entrambi gli studios si sono accordati su una storia
prevalentemente terrestre con alcuni elementi multiversali, anche
se il film viene ancora descritto come un “evento di livello
Avengers”. Oltre a Tom Holland, Zendaya
dovrebbe riprendere il suo ruolo di MJ, mentre è confermata la
partecipazione di Sadie Sink. Si dice inoltre che Sydney Sweeney potrebbe interpretare Black
Cat, mentre è stato ampiamente riportato – ma non confermato –
che Charlie
Cox, Vincent
D’Onofrio e Paul Rudd potrebbero a loro volta apparire
come Daredevil, The Kingpin e Ant-Man.
Si ritiene però che Holland sia
“sempre più diffidente” nei confronti del ruolo dell’iconico eroe,
per cui questa potrebbe essere la sua ultima uscita da solista nei
panni del wall-crawler – anche se quasi certamente avrà un ruolo in
uno o entrambi i prossimi film degli Avengers. Gli sceneggiatori di
No
Way Home, Chris McKenna e Erik
Sommers, stanno scrivendo la sceneggiatura. Mentre a
dirigere il progetto vi sarà Destin Daniel
Cretton, già regista di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli.
Il primo teaser trailer di
The Life of Chuck di Neon è stato pubblicato oggi
e, sebbene breve, emana vibrazioni da TheTruman Show. Si apre con l’immagine di
due persone che si tengono per mano, poi un suono che ricorda il
ticchettio di un orologio, un semaforo giallo lampeggiante e il
Charles “Chuck” Kranz di Tom Hiddleston che cammina in un’ambientazione
moderna, tipo Main Street, prima che una voce fuori campo che
parafrasa Walt Whitman intoni: “L’universo contiene
moltitudini, ma contiene anche… me”.
Il film vincitore del TIFF People’s
Choice Award 2024 del regista Mike Flanagan è
basato sull’omonimo racconto di Stephen King, uno
dei quattro contenuti nella sua novella If It Bleeds del
2020. The Life of Chuck, più che un horror vero e
proprio, è una storia di mortalità umana presentata come una strana
commedia surrealista. È certamente una visione diversa per i fan
occasionali di King e anche un po’ diversa per lo
scrittore/regista/editore/produttore Flanagan, noto soprattutto per
film horror come Oculus, Ouija:
L’origine del male, Il gioco di Gerald e Doctor
Sleep (questi ultimi due tratti a loro volta da opere di
King).
A tal fine, il trailer presenta King
non come il progenitore di classici dell’orrore dalla pagina allo
schermo come Carrie, It e Shining, ma come
l’autore di Le ali della libertà, Il miglior verde e
Stand By Me, opere dunque che si concentrano
sull’esplorazione dell’animo umano e sui misteri della
vita. Oltre a Hiddleston, il film è interpretato da Chiwetel Ejiofor, Karen Gillan, Matthew
Lillard, Annalise Basso, Mia
Sara, Carl Lumbly, Kate
Siegel, Benjamin Pajak, Jacob Tremblay, Mark Hamill e Heather
Langenkamp.
Eagle
Pictures ha diffuso il trailer ufficiale di
Guglielmo Tell, il film storico diretto da
Nick Hamm e ispirato all’opera teatrale di
Friedrich Schiller, è finalmente disponibile. Ambientato nella
Svizzera del XIV secolo, il film racconta la leggendaria storia di
Guglielmo Tell, l’eroe che si ribellò al dominio degli Asburgo e
divenne simbolo di libertà e resistenza.
Un Trailer Carico di
Tensione e Azione
Il
trailer di Guglielmo Tell introduce gli
spettatori in un’epoca di oppressione e coraggio. Claes Bang
(Dracula, The Northman) veste i panni del
protagonista, un uomo inizialmente pacifico che viene costretto a
impugnare le armi contro il tirannico governatore Gessler,
interpretato da Connor Swindells (Sex Education, Barbie).
Tra
paesaggi mozzafiato e battaglie all’arma bianca, il film promette
di essere un’avventura visivamente potente. Un momento chiave del
trailer mostra la celebre scena della mela: Tell, obbligato a
dimostrare la sua abilità con l’arco, deve colpire una mela posata
sulla testa del figlio, in un’atmosfera carica di tensione.
Un cast di grandi
nomi
Oltre a Bang e Swindells, nel cast troviamo Ben Kingsley nel ruolo del Re Albrecht, Jonah
Hauer-King (La
Sirenetta) nei panni di Rudenz e Golshifteh Farahani
(Paterson,
Extraction) nel ruolo
della moglie di Tell, Suna. Jonathan Pryce, volto
noto per I Due Papi e
Il Trono di
Spade, interpreta invece Attinghausen, un alleato della
resistenza.
Un’epica storia di
libertà
Con scenari girati tra le montagne dell’Alto Adige e un comparto
tecnico di altissimo livello – tra cui la colonna sonora di Steven
Price (Gravity) –
Guglielmo Tell si presenta come un’epopea di resistenza,
sacrificio e speranza. Il film debutterà nelle sale del Regno Unito
il 10 gennaio 2025 e arriverà successivamente in altri mercati
internazionali.
Il
trailer lascia presagire un mix di azione spettacolare, dramma
storico e un profondo messaggio sulla libertà, facendo di
Guglielmo Tell uno dei titoli più attesi
dell’anno.
Come riportato da Deadline, l’attrice
Phoebe Dynevor è in trattative per recitare
accanto a Jake Gyllenhaal nel prossimo film di
M. Night Shyamalan, un thriller romantico e
soprannaturale basato su una storia originale co-creata da
Shyamalan e dallo scrittore di bestseller Nicholas
Sparks.
Come precedentemente riportato, Shyamalan e Sparks stanno
infatti scrivendo indipendentemente una sceneggiatura e un romanzo,
rispettivamente, basati sulla stessa storia originale. Attualmente,
non è noto quali ruoli i due attori andranno a ricoprire
all’interno del film.
Entrambi i progetti si baseranno
sullo stesso concetto e sulla stessa serie di personaggi, ma
adattati ai rispettivi medium. Shyamalan e Ashwin
Rajan produrranno attraverso la Blinding Edge Pictures,
insieme a Theresa Park, partner di lunga data di
Sparks, e Marc Bienstock. Sparks è anche
produttore esecutivo. La Blinding Edge Pictures di Shyamalan
produrrà il film, che è in trattative con la Warner Bros per
l’uscita nelle sale. Al momento, non c’è ancora una data di uscita
per il film, né è chiaro quando potrebbe arrivare in sala.
Conosciuta soprattutto per il suo
ruolo da star in Bridgerton e per il ruolo acclamato dalla critica in
Fair
Play, Phoebe Dynevor ha davanti a sé un
anno impegnativo che comprende anche il thriller Beneath the
Storm, in uscita nel corso dell’anno, mentre recentemente ha
concluso la produzione della commedia dark Famous di
A24,
dove recita al fianco di Zac Efron. Si attendono ora maggiori
informazioni su questo misterioso progetto targato
Shyamalan-Sparks, un lavoro su cui non si hanno ancora notizie ma
che ha già generato grande curiosità.
Dopo il successo di Mufasa:
Il re leone, Barry Jenkins ha trovato il
suo prossimo grande film in studio e ha ottenuto la partecipazione
di una delle star più impegnate di Hollywood. Secondo le fonti di
Deadline, la Universal si è
aggiudicata il film The Natural Order, con Jenkins
alla regia e Glen Powell come protagonista. Il progetto è
basato su un romanzo ancora inedito di Matt
Aldrich, di cui lo studio ha ottenuto i diritti in
anticipo la scorsa settimana. I dettagli sono stati tenuti
nascosti, ma il progetto è stato presentato come un thriller
fantascientifico di alto livello che ruota intorno alla ricerca
della vita eterna.
Il progetto è il primo film che
Powell e Dan Cohen produrranno per la loro nuova
società Barnstorm nell’ambito dell’accordo first-look con la
Universal, iniziato il mese scorso. Inoltre, Adele
Romanski e Mark Ceryak produrranno sotto
il marchio Pastel che condividono con Jenkins. In trattative per la
produzione c’è anche Jewerl Keats Ross, che è
stato determinante per mettere insieme Jenkins, Aldrich e Powell.
Ross ha recentemente prodotto il film vincitore del Gran Premio
della Giuria al Sundance, Sujo.
Secondo gli addetti ai lavori,
Jenkins, Powell e Aldrich stavano sviluppando il film da tempo e
recentemente lo hanno portato sul mercato. Le cifre finanziarie non
sono note, ma le fonti dicono che il mix tra l’avere una delle più
grandi star del momento e il regista premio Oscar che lavora in un
genere nuovo per lui era un’opportunità troppo ghiotta per
lasciarsela sfuggire. A questo punto non resta che attendere
maggiori informazioni su questo progetto, a partire da primi
dettagli di trama e da altri nomi che potrebbero aggiungersi al
cast.
Il momento d’oro di Glen Powell
Glen Powell è diventato una delle star
più richieste dagli studios per i loro progetti di tipo
blockbuster. Attualmente sta girando The
Running Man, l’adattamento di Edgar
Wright del racconto di Stephen King, per
la Paramount Pictures, la cui uscita è prevista per il 7 novembre
2025. Powell è poi reduce dal successo estivo di Twisters, che con 81,2 milioni di dollari è diventato
il più grande weekend d’apertura di sempre per un film su una
catastrofe naturale al botteghino nazionale. Negli Stati Uniti è
poi arrivato ad un incasso di 267,7 milioni di dollari, mentre a
livello globale ha incassato 371 milioni di dollari.
Powell ha poi recentemente recitato
anche nel film campione d’incassi Tutti
tranne te, mentre il film di Richard
Linklater, Hit Man,
che Powell ha co-scritto e prodotto, è stato il numero 1 su
Netflix per diverse settimane di fila. Lo vedremo poi
nella serie Hulu Chad Powers e in un nuovo film di
J.J. Abrams ancora senza titolo. A questi progetti
si aggiunge dunque ora anche il nuovo progetto del premio Oscar
Barry Jenkins, celebre per i film Moonlight
e
Se la strada potesse parlare.
Dopo
una nuova immagine di Matt Damon, l’account Instagram Filmatic ha ora condiviso una nuova foto dal set di
The
Odyssey, in cui vediamo stavolta gli attori
Tom Holland e Jon Bernthal. Nella foto i due attori sono
colti durante un momento di pausa, ma ciò che è interessante di
quest’immagine è che ci permette di avere un primo sguardo a quello
che sarà il loro aspetto nel film di Christopher Nolan. Qui di seguito, ecco
l’immagine!
L’antico poema epico di Omero
racconta la storia di Odisseo, re di Itaca, e del suo pericoloso
viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia, esplorando temi
di eroismo, lealtà, astuzia e la lotta contro la volontà divina. Il
racconto include episodi iconici come l’incontro con il ciclope
Polifemo, le Sirene e la strega-dea Circe, avventure che culminano
con il suo ricongiungimento con la moglie Penelope.
Sebbene questo sarebbe l’adattamento
più ad alto budget del questo testo fino ad oggi, il poema è stato
precedentemente adattato nel film del 1954 Ulisse,
diretto da Mario Camerini e interpretato da
Kirk Douglas, così come nella miniserie del 1997
L’Odissea, diretta da Andrei
Konchalovsky e interpretata da Armand
Assante. Gli ultimi libri dell’Odissea sono stati anche la
fonte principale per The
Return, di Uberto Pasolini, che è
uscito in Italia all’inizio del 2025 e che vede protagonisti
Ralph Fiennes nei panni di Ulisse e Juliette Binoche in quelli di Penelope.
I dettagli sulla trama del film
The
Odyssey di Christopher Nolan sono ad ora stati tenuti
nascosti e non è confermato quanto il regista sarà fedele all’opera
di Omero. Considerando i suoi precedenti, c’è da aspettarsi che
apporti una svolta inaspettata alla storia che già presenta tutti i
marchi di fabbrica del suo cinema, in particolare la non linearità
della narrazione. Le riprese di Odyssey dovrebbero iniziare il mese
prossimo e sarà il secondo film di Nolan per la Universal, dopo
Oppenheimer.
Warner
Bros. ha pubblicato un nuovo trailer di
F1, il prossimo film dedicato alla Formula Uno con
Brad Pitt che uscirà nei cinema il 26
giugno. Pitt è il protagonista del film nei panni di Sonny
Hayes, un pilota di Formula Uno in pensione che ha subito un
terribile incidente in passato. Viene convinto a tornare dalla
pensione e ad allenare un prodigio esordiente, interpretato da
Damson Idris, per la gara Apex Grand Prix.
Il cast comprende anche la candidata
all’Oscar® Kerry Condon, il vincitore dell’Oscar®
Javier Bardem, il vincitore dell’Emmy e del Golden
Globe
Tobias Menzies, Sarah Niles e
Kim Bodnia.
John Kosinski
(regista di Top Gun: Maverick) dirige e produce il film insieme a
Jerry Bruckheimer e Chad Oman
della Jerry Bruckheimer Films, Brad Pitt, Dede Gardner e
Jeremy Kleiner per la Plan B Entertainment e
Lewis Hamilton con la sua Dawn Apollo Films. Il
film è stato realizzato in collaborazione con la Formula 1® e
l’intera comunità della F1, compresi i 10 team di F1 e i loro
piloti, la FIA e gli organizzatori delle gare. Il candidato
all’Oscar® Ehren Kruger (Top
Gun: Maverick) si è occupato della sceneggiatura.
L’amministratore delegato della Copper, Penni
Thow, è il produttore esecutivo.
Il film sarà distribuito nelle sale
di tutto il mondo e in IMAX da Warner Bros. Pictures in Nord
America il 27 giugno 2025 e a livello internazionale a partire dal
26 giugno 2025.
Prima di Stranger
Things, i fratelliDuffer hanno realizzato il loro primo
lungometraggio Hidden – Senza via di
scampo nel 2015. In parte dramma incentrato sui personaggi
e in parte thriller apocalittico, questo film è un avvincente
esercizio di suspense e regia a basso costo. Il film si svolge per
lo più in un rifugio antiatomico dove una coppia,
Ray e Claire (Alexander
Skarsgård e Andrea Riseborough), e la loro giovane figlia,
Zoe (Emily Alyn Lind), vagano
nell’oscurità e scroccano prodotti in scatola. Si nascondono da una
sinistra presenza esterna chiamata Respirosi. Per
questo racconto, i fratelli Duffer utilizzano inquadrature strette
e luci soffuse per immergere il pubblico nella claustrofobia e
nella paura dei personaggi.
Nonostante l’incredibile uso di
tecniche cinematografiche minimaliste e la costruzione di una
conclusione sorprendente, la Warner Bros. non ha però sostenuto
Hidden – Senza via di scampo. Lo
studio non ha infatti gradito la cupa ambientazione sotterranea del
film, anche se è proprio questa a creare una tensione da brivido.
Ciò ha portato il film a passare più in sordina del dovuto.
L’insuccesso non ha però frenato i fratelli Duffer dal realizzare
questo progetto così come lo immaginavano. Con il tempo, il film ha
poi ottenuto maggiore popolarità, divenendo oggetto di dibattito
anche per il suo ambiguo e tutt’altro che risolutivo finale.
Cosa ricordare di Hidden –
Senza via di scampo
All’inizio del film Ray, Claire e
Zoe sono al loro 301° giorno di permanenza sottoterra. Zoe è
frustrata dal loro stile di vita clandestino, ma Ray le risolleva
il morale con un gioco fantasioso per cui si chiudono gli occhi e
si rivisitano i ricordi della vita passata. Questi sono anche
legati ad una rigida serie di regole da seguire per mantenere la
stabilità emotiva. La famiglia si ricorda costantemente di non
diventare troppo ansiosa, paurosa, arrabbiata o di provare altre
emozioni angoscianti. Questo concetto di pace interiore ha
un’importanza significativa nel finale. A Zoe viene anche proibito
di lasciare il rifugio attraverso la botola superiore, tenuta
saldamente al suo posto da catene. Tuttavia, la botola non è così
resistente come credono.
Alexander Skarsgård e Emily Alyn Lind in Hidden – Senza via di
scampo
I fratelli Duffer costruiscono
abilmente l’apprensione e l’intrigo intrecciando gradualmente i
flashback alle scene del presente. Scopriamo che nel bel mezzo di
un’epidemia mortale nella loro città natale, la famiglia ha tentato
di fuggire attraverso l’autostrada, ma ha incontrato una quarantena
imposta dal CDC. Quando tentano di tornare a casa, assistono
all’incenerimento di Kingsville da parte dei caccia militari, che
di fatto spazzano via tutto ciò che conoscono e amano. Claire si
ricorda del rifugio antiatomico vicino alla scuola di Zoe e vi
conduce la sua famiglia, diventando quelli che credono di essere
gli unici sopravvissuti a un attacco feroce e intenzionale.
La “tranquillità” della loro
permanenza clandestina sottoterra viene però compromessa quando un
piccolo ratto si infiltra in ciò che resta del loro cibo in
scatola. Da questa intrusione apparentemente innocua si scatenerà
la tragedia. Claire, nel tentativo di uccidere violentemente la
povera creatura, urta una lampada, che si rovescia e prende fuoco.
Attraverso il piccolo condotto d’aria che il ratto ha usato come
ingresso, il fumo che sale espone a quel punto la presenza della
famiglia ai temuti Respirosi, che inizieranno da quel momento a
dare la caccia ai tre.
Dopo che i Respirosi hanno aperto la
botola, Claire e Zoe fuggono attraverso il condotto d’aria, ma Ray
non riesce a entrare. A quel punto si vedono degli schizzi di
sangue, il che implica che i temibili Respirosi lo hanno
ferocemente ucciso. Claire e Zoe corrono oltre la scuola elementare
e raggiungono l’autostrada affollata di auto. All’improvviso, i
Respirosi si avvicinano all’inquadratura, con in mano degli aghi
che infilano nel collo delle due per prelevare il loro sangue e
praticare l’eutanasia. Questa inquadratura rivela che i Respirosi
sono in realtà soldati militari che indossano maschere antigas (da
cui il respiro pesante) per proteggersi dall’infezione di cui sono
affetti Ray, Claire e Zoe.
Alexander Skarsgård e Andrea Riseborough in Hidden – Senza via di
scampo
Quando Ray, che si svela essere
sopravvissuto, torna per scacciare i Respirosi da Claire e Zoe, ci
rendiamo conto che l’infezione trasforma la vittima in un mostro
dalle vene nere e dagli occhi rossi e sporgenti, dotato di una
forza sorprendente e di una rabbia incontrollabile. Dopo che i
Respirosi sparano a Ray, Claire e Zoe scappano dalla loro rete e
uccidono tutti i soldati, infettandone anche uno togliendogli la
maschera. Nella sua furia selvaggia, Zoe blocca accidentalmente la
madre. Claire mantiene un contatto visivo costante, ricordando alla
figlia la regola di mantenere la calma.
Si comprende a questo punto che ciò
non era solo per il loro benessere nel bunker, ma anche per tenere
sotto controllo l’infezione, che viene scatenata da emozioni
intense. Claire e Zoe scappano poi da un elicottero in arrivo e,
con grande sorpresa, si imbattono in Joey, l’amico
di Zoe. Il ragazzo li conduce a un gruppo di sopravvissuti infetti
che vivono sottoterra. Prima di entrare nella loro nuova casa, Zoe
osserva che è il giorno 302. “Non sono giorni”, risponde
Claire. “Non sono giorni”, risponde Claire, sottintendendo
che ogni mattina è un piccolo miracolo – l’affermazione speranzosa
di Ray all’inizio del film.
La spiegazione del finale del
film
L’avvincente colpo di scena di
Hidden – Senza via di scampo
sovverte dunque le aspettative di cattivi ed eroi del genere
zombie. Rivelando che la famiglia per cui abbiamo fatto il tifo è
in realtà quella di cui i Respirosi hanno paura, i fratelli Duffer
suggeriscono che il bene e il male sono concetti relativi. Il
pubblico spesso trascura il fatto che gli zombie un tempo erano
esseri umani e che hanno subito una profonda perdita, non solo
della loro famiglia e dei loro amici, ma anche di sé stessi.
Osservando entrambe le parti, siamo in grado di capire come
un’epidemia virale colpisca tutti, non solo coloro che cercano di
non ammalarsi.
I Respirosi di Hidden – Senza via di scampo
Attraverso i Respirosi e la lotta
per la sopravvivenza della famiglia, Hidden –
Senza via di scampo mostra come
l’autoconservazione possa far emergere il lato più oscuro della
natura umana. I temi della paura, della sfiducia e della rabbia
verso gli altri durante una pandemia risuonano in modo particolare
sulla scia del COVID-19. La pandemia ha messo in luce un diffuso
egoismo. La pandemia ha messo in luce l’egoismo diffuso, in
particolare negli Stati Uniti, dove gli individui hanno dato
priorità ai propri interessi e si sono preoccupati poco del
sostentamento degli altri.
I Respirosi mirano a proteggersi
distruggendo Kingsville, ma questo solleva la questione morale se
distruggere alcuni individui per preservare il tutto. Il sacrificio
di innumerevoli famiglie è necessario per un bene superiore –
proteggere il virus dalla diffusione negli Stati Uniti – o gli
infetti avrebbero potuto imparare, come la famiglia di Zoe, a
temperare il virus con un po’ di autocontrollo? L’ambiguità morale
del finale suggerisce che queste idee sono complesse e non esiste
un’unica risposta corretta. Hidden – Senza
via di scampo rifiuta l’idea di ciò che è giusto o
sbagliato, anche nelle emergenze di vita o di morte.
Ritraendo personaggi eticamente
grigi, i fratelli Duffer sfidano dunque la struttura horror della
luce contro l’oscurità. Sia i Respirosi che la famiglia di Zoe
stanno lottando per rimanere in vita e l’empatia reciproca potrebbe
aiutarli a gestire meglio la crisi virale. Con il finale, dunque,
si ha questo colpo di scena ma il film si conclude senza fornire
risposta a tutte le domande sollevate. Come si è originato questo
virus? Quanto si è esteso? Cosa ne sarà di questa popolazione
sotterranea? Sfortunatamente i fratelli Duffer non hanno mai
accennato ad un possibile sequel, per cui Hidden –
Senza via di scampo è da prendere come una
riflessione sulle tematiche poc’anzi esposte senza la pretesa di
ulteriori risvolti della storia proposta.
La serie di film di successo
Jurassic World (qui
la recensione) ha il merito di aver riacceso l’interesse nei
confroni dei dinosauri, riportando questi giganti preistorici alla
vita cinematografica. I dinosauri visti in questi nuovi film del
franchise sono una miscela di terrore, stupore e intrigo
scientifico, e rappresentano una vasta gamma di specie con
un’accuratezza e una drammatizzazione entusiasmanti. Dai
formidabili predatori apicali agli agili cacciatori di branchi, i
dinosauri di Jurassic World offrono quindi
un’esperienza coinvolgente che cattura l’immaginazione e sottolinea
la diversità delle forme di vita che dominavano la Terra milioni di
anni fa.
I dinosauri del film uscito nel 2015
mostrano quindi una varietà di queste antiche creature, offrendo
uno sguardo in un’epoca passata attraverso effetti speciali e
narrazione all’avanguardia. Questi maestosi animali vanno qui dal
temibile predatore Tyrannosaurus Rex all’astuto
Velociraptor, ognuno portato in vita con dovizia
di particolari. Questi dinosauri, parte integrante della posta in
gioco e delle trame ricche di azione del film, portano gli
spettatori a confrontarsi con la natura impressionante e talvolta
terrificante di queste antiche creature, sottolineando il loro
significato storico e la meraviglia della paleontologia
moderna.
La rappresentazione realistica di
questi dinosauri è quindi un regalo all’immaginazione, fondendo
l’intrattenimento con l’educazione in un modo che pochi film
riescono ad ottenere. Portando sullo schermo queste possenti
creature, il mondo del cinema funge infatti da ponte verso il
lontano passato del nostro pianeta, favorendo un più profondo
apprezzamento sia per i dinosauri stessi che per il campo della
paleontologia. Con icone come il Tyrannosaurus
Rex, il Mosasaurus e il
Velociraptor che tornano in vita, Jurassic
World continua quindi a incantare ed educare.
Tutti i dinosauri presenti in Jurassic World
Indominus Rex
In Jurassic World,
gli ingegneri hanno deciso di creare il dinosauro più temibile di
sempre con l’Indominus rex, che significa “re
feroce o indomabile”. A prima vista assomiglia a un T. rex, ma
i suoi caratteristici ornamenti della testa e gli osteodermi ossei
sono riconducibili ai terapodi noti come
Abelisauri. Il suo ruggito può raggiungere il
livello di decibel di un aereo in decollo e può correre a una
velocità di 30 miglia orarie.
Tirannosauro Rex
Tra i più grandi carnivori che
abbiano mai camminato sul pianeta, il Tyrannosaurus
rex è apparso in tutti i film di Jurassic Park. Il Tyrannosaurus Rex, spesso acclamato
come il re dei dinosauri, non è il protagonista della saga di
Jurassic World, ma questo colossale predatore, noto per le sue
mascelle massicce e il suo ruggito terrificante, incarna in ogni
caso la potenza e l’atto predatorio allo stato puro.
Mosasauro
Questo dinosauro acquatico carnivoro
dominava i mari antichi e cacciava pesci, rettili, uccelli e
persino squali bianchi. La sua lunghezza superava i 60 piedi e il
suo peso raggiungeva le cinque tonnellate. Il Mosasauro è stato il
preferito dai fan nel trailer e sebbene abbia un ruolo piuttosto
ridotto nel film, la scena in qui viene sfamato con uno squalo è
semplicemente sbalorditiva, oltre a spaventare per la grandezza di
questo predatore.
Il Mosasauro in Jurassic World
Velociraptor
Il velociraptor era uno dei
dinosauri più intelligenti del suo tempo e saggiamente cacciava in
branco. In Jurassic World, vengono addestrati per
essere mostrati in pubblico. In particolare, tra i tanti si
distingue Blue, un velociraptor con sfumature blu con cui il
protagonista riesce a stabilire un particolare legame. Proprio in
vista di ciò, quello che negli altri film della saga era uno dei
più pericolosi ostacoli, è qui invece un prezioso alleato.
Dimorfodonte
Il Dimorphodon è
uno degli pterosauri, o rettili volanti, di Jurassic
World. Il suo nome significa “dente a due forme” e volava
nei cieli del Giurassico per predare i pesci. Un dimorfodonte può
essere visto attaccare le persone all’interno del parco insieme
all’altro dinosauro volante, lo pternodonte.
Gallimimus
Questo “imitatore di polli” a prima
vista potrebbe ricordare un grosso struzzo con la coda, e in
effetti il gallimimus condivide alcune
caratteristiche con il suo cugino moderno. In Jurassic
World, il gallimus vive in un’area chiamata Gallimimus
Valley e si nutre di vegetazione soffice.
Pteranodonte
Lo pteranodonte è il più grande
dinosauro volante di Jurassic World. È
principalmente un mangiatore di pesci, ma, come si vede nel film,
lo pternodon può anche essere estremamente aggressivo.
Lo pteranodonte in Jurassic World
Stegosauro
Lo stegosauro è uno
dei dinosauri più elaborati e affascinanti di sempre. Possiede 17
placche ossee dal collo alla schiena e la sua coda è dotata di
quattro lunghi spuntoni per colpire gli aggressori carnivori. Anche
in Jurassic World è più che altro un dinosauro di
sfondo, senza alcun coinvolgimento nella trama del film, ma ha
comunque il suo fascino.
Apatosauro
Gli apatosauri sono
già stati visti nei film di Jurassic Park e almeno uno lo
si rive in Jurassic World. L’Apatosauro erbivoro,
che significa “lucertola ingannevole”, è uno degli animali più
grandi che abbiano mai camminato sulla Terra. L’adulto medio è più
lungo di due scuolabus parcheggiati uno accanto all’altro e pesa
quanto quattro elefanti africani.
Anchilosauro
Questo dinosauro quadrupede lungo 30
metri e pesante 6 tonnellate ha un nome che significa “lucertola
fusa”. I paleontologi chiamano questo erbivoro “carro armato
vivente” perché è protetto da un’armatura a spuntoni, dalle ossa
fuse del cranio fino alla clava arrotondata e dall’aspetto
formidabile all’estremità della coda.
Divenuta una delle saghe
cinematografiche d’azione più celebri di sempre, Die
Hard comprende oggi cinque titoli usciti in sala
in un arco temporale che va dal 1988 al 2013. Protagonista assoluto
è l’attore Bruce
Willis, che ricopre il ruolo del poliziotto John
McClane. Nel corso degli anni, questi si è trovato coinvolto in
avventure sempre più estreme e rischiose, in missioni adatte
soltanto ad un uomo “duro a morire”. Anche per merito di ciò, il
personaggio è stato indicato come uno dei più iconici del cinema,
nonché uno dei più importanti nella carriera di Willis. Dopo il
grande successo del
primo film, nel 1990 arriva al cinema il sequel intitolato
58 minuti per morire – Die Harder, diretto da
Renny
Harlin.
Alla base della storia vi è
l’omonimo romanzo pubblicato nel 1987 da Walter
Wager. Protagonista del libro è in realtà un personaggio
chiama Frank Malone, ma per il film tale dettaglio viene modificato
al fine di permettere a John McClane di essere nuovamente il
protagonista. Per cercare similitudini con il precedente film,
anche i nemici vengono trasformati da un misterioso individuo ad un
gruppo di terroristi. Così facendo i produttori speravano di andare
incontro ad un nuovo successo sulla scia del precedente
capitolo.
Tale speranza diventò reale nel
momento in cui al box office il film incassò un totale di circa 240
milioni di dollari a fronte di un budget di circa 70. Tale
risultato superò di molto quello raggiunto dal precedente film, e
spinse i produttori ad investire in ulteriori film della saga. In
questo articolo, però, approfondiamo alcune delle principali
curiosità relative a questo secondo capitolo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alle location. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
È di nuovo la Vigilia di Natale.
All’aeroporto di Washington John McClane attende
l’arrivo dell’aereo su cui viaggia la moglie
Holly. I due hanno in mente di trascorrere
finalmente insieme e in totale tranquillità quel periodo di festa.
Tale desiderio viene tuttavia stravolto nel momento in cui un
gruppo di terroristi assale l’aeroporto e ne blocca il traffico
aereo. Il colonello Stuart è a capo
dell’operazione. Ex membro dell’esercito espulso per via di azioni
illecite, questi punta a liberare l’ex generale corrotto,
Ramon Esperanza, il quale sta anch’egli arrivando
all’aeroporto per essere poi condotto a processo. I terroristi
prendono possesso della torre di controllo, impedendo l’atterraggio
dei voli in arrivo e lanciando la loro richiesta di
liberazione.
Ancora una volta McClane riesce ad
eludere la sorveglianza, iniziando a concepire un piano per salvare
la situazione. Si troverà però a dover agire in fretta, poiché gli
aerei in volo possiedono un’autonomia limitata. Quello su cui si
trova sua moglie, in particolare, ha solo 58 minuti a disposizione
prima di precipitare al suolo. A peggiorare l’azione ci pensa anche
l’arrivo della polizia, che si dimostra impreparata a gestire la
crisi. Tutto è nelle mani di McClane, e riprendere il controllo
della torre è l’unico modo per lui di salvare la situazione. Passo
dopo passo, il poliziotto dovrò così avvicinarsi a tale ambiente,
evitando di essere ucciso dai terroristi che pattugliano l’intero
aeroporto.
Il cast del film
Elemento indispensabile per dar vita
al film era ovviamente il ritorno di Bruce Willis nei panni del poliziotto John
McClane. Rimasto particolarmente entusiasta dell’esperienza con il
precedente film, l’attore si dichiarò ben lieto di riprendere il
personaggio. Nel farlo, egli ebbe inoltre la possibilità di dar
vita a maggiori improvvisazioni nelle battute. Poiché quelle da lui
inserite nel primo Die Hard ebbero un grande
successo, i produttori spinsero Willis a inserire più gag,
conferendo ulteriore carisma al personaggio. Tuttavia, al termine
delle riprese l’attore dichiarò di non aver particolarmente
apprezzato tale sequel, infastidito dalle eccessive somiglianze con
il precedente. Per tale motivo si dichiarò disponibile a riprendere
il personaggio solo se i successivi film fossero stati più diversi
tra loro.
Nel film è nuovamente presente anche
l’attrice Bonnie Bedelia, che riprende il
personaggio di Holly McClane, moglie di John. L’attore
William Atherton torna nei panni del giornalista
senza scrupoli Richard Thornberg, che ancora una volta mette in
pericolo la vita dei protagonisti. Ad interpretare il villain di
turno vi è William Sadler, che dà vita allo
spietato colonnello Stuart. Per interpretare tale personaggio,
l’attore ha dovuto allenarsi per diversi mesi nelle arti marziali,
in preparazione della scena di combattimento alla fine del film. Il
noto Franco Nero, invece, è presente nel film con
il ruolo del generale Ramon Esperanza, l’uomo che Stuart tenta di
liberare dall’arresto. Infine, l’attore John Amos
interpreta il maggiore Grant, mentre John
Leguizamo è Burke.
Quasi del tutto ambientato
nell’aeroporto di Washington, il film ha avuto in realtà come
location principale il Los Angeles International
Airport. Molte delle riprese interne sono infatti state
svolte in esso, mentre le riprese esterne sono state realizzate
all’aeroporto internazionale Stapleton di Denver.
Molte delle scene del film presentano però una gran varietà di
location, cosa che ha permesso alla produzione di poter camuffare
le differenze con i luoghi in cui dovrebbe essere realmente
ambientato il film. L’effetto finale permette di non avvertire
differenze, ma riesce a trasmettere la sensazione che tutto sia
effettivamente stato girato nello stesso luogo.
Il finale di 58 minuti per morire – Die
Harder
Nel finale del film, John
riesce a saltare sull’ala dell’aereo con cui il generale, i
terroristi e la squadra speciale cercano di fuggire. Dopo uno
scontro, riesce ad aprire un bocchettone di rifornimento sull’ala e
una volta a terra dà fuoco alla scia di carburante che ne
fuoriesce, facendo sì che l’aereo, proprio nell’attimo in cui si
stacca dal suolo e decolla, esploda a mezz’aria. Così facendo,
John, oltre ad eliminare in un sol colpo tutti i terroristi, riesce
anche ad illuminare la pista grazie alle fiamme sprigionate
dall’incendio del velivolo esploso e consentendo così a tutti gli
aerei in attesa in quota di atterrare agevolmente senza danni. John
riuscirà, così, a riabbracciare la moglie sana e salva.
Il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
58 minuti per morire – Die Harder grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Disney+, Tim Vision e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale, avendo così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film verrà inoltre trasmesso in televisione giovedì 13
marzo, alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Ai fan di Black
Mirror viene detto di “perdere la testa” e la realtà nelle
“sei storie elettrizzanti” che verranno lanciate a breve
per la Stagione 7 dell’epica antologia di
Charlie Brooker su Netflix. Oggi è infatti stato presentato un trailer
con un gran numero di star, oltre alle prime immagini, alla data di
lancio del 10 aprile e al nuovo cast, tra cui
Will Poulter e Asim Chaudhry
che tornano per la loro seconda volta in Black Mirror dopo aver
recitato nello speciale interattivo del 2018,
Bandersnatch.
A loro si aggiungono i nuovi membri
del cast Michele Austin (Hard Truths),
Ben BaileySmith (David
Brent: Life on the Road), Josh Finan (Say
Nothing), James Nelson-Joyce (The
Outlaws), Jay Simpson (Pride & Prejudice,
The Holiday) e Michael Workéyè (This Is
Going to Hurt). Tra i protagonisti della prossima stagione vi
sono anche Peter Capaldi,
Awkwafina, Paul Giamatti, Rashida Jones,
Chris O’Dowd e Issa Rae.
Nel trailer, il pubblico ha la
possibilità di vedere in anteprima una serie di episodi diversi,
caratterizzati dall’atmosfera e dal tono stravolgente tipici di
Black Mirror. Per il momento Netflix non si è
espressa sugli episodi specifici, oltre a confermare il sequel
dell’episodio della quarta stagione USS Callister, che
vedrà il ritorno di attori del calibro di Cristin Milioti e Jimmy
Simpson, ma non di Jesse Plemons o Michaela
Coel. Quella puntata, vincitrice di un Emmy, seguiva un
programmatore dotato che simulava un’avventura spaziale simile a
Star Trek, utilizzando il DNA dei suoi colleghi per creare
cloni digitali senzienti con conseguenze terrificanti.
Black Mirror – Stagione 7 arriverà dunque su
Netflix il 10 aprile.
Rick McCallum,
produttore di Star
Wars di George Lucas, ha
recentemente partecipato a un episodio del podcast “Young Indy
Chronicles” e ha parlato di quella che sarebbe stata
Star Wars: Underworld, un’ambiziosa serie
televisiva che è stata uno degli ultimi progetti del franchise a
cui Lucas stava lavorando prima di venderlo alla Disney nel 2012
per 4,05 miliardi di dollari. La serie, stando a quanto riportato,
era ambientata tra gli eventi de “La
vendetta dei Sith” e “Una
nuova speranza” e avrebbe fatto da ponte tra la trilogia
originale quella prequel, di cui McCallum è a punto stato
produttore.
“Credo che avessimo più di 60
sceneggiature… come terze bozze”, ha detto McCallum,
sottolineando che hanno portato allo Skywalker Ranch di Lucas gli
‘scrittori più bravi del mondo’ per tracciare e scrivere la serie.
“Erano sceneggiature oscure. Erano sexy. Erano violente. Erano
sceneggiature assolutamente meravigliose, complicate e
impegnative”. McCallum non ha fornito dettagli sulla trama di
Star Wars: Underworld, ma ha detto che la serie
“avrebbe fatto esplodere l’intero universo di ‘Star Wars’ e la
Disney non si sarebbe mai proposta di comprare il
franchise”.
Il produttore ha detto che la
mancata realizzazione della serie rimane “una delle grandi
delusioni della nostra vita”, aggiungendo: “Il problema
era che ogni episodio era più grande dei film, quindi il minimo a
cui potevo scendere con la tecnologia che esisteva allora era di 40
milioni di dollari a episodio”. La serie è poi effettivamente
morta quando la Disney ha acquistato la Lucasfilm e George Lucas ha
lasciato il suo posto nella società. Kathleen
Kennedy, entrata in Lucasfilm nel 2012 come co-presidente
insieme a Lucas, è stata nominata presidente della società dopo
l’acquisizione da parte della Disney.
Star Wars dopo George Lucas
Da quel momento sono arrivati
progetti come una nuova trilogia di film, composta da “Il
risveglio della forza“, “Gli
ultimi Jedi” e “L’ascesa
di Skywalker“, più un paio di film spin-off. Sono po state
realizzate serie come “The
Mandalorian“, “Ahsoka“,
“Andor” o
la recente “Skeleton
Crew“. George Lucas ha dichiarato in un’intervista del
2020 che è stato “molto doloroso” vendere la sua società
alla Disney e rinunciare al controllo del franchise di Star
Wars.
“In quel periodo stavo iniziando
la prossima trilogia; avevo parlato con gli attori e stavo
iniziando a prepararmi”, spiegò Lucas all’epoca a proposito
del motivo per cui aveva venduto la Lucasfilm alla Disney.
“Stavo anche per avere una figlia con mia moglie. Ci vogliono
10 anni per realizzare una trilogia: gli Episodi I e III sono
durati dal 1995 al 2005. Io starei ancora lavorando all’Episodio
IX. Nel 2012 avevo 69 anni. Quindi la domanda era: “Ho intenzione
di continuare a farlo per il resto della mia vita? Voglio
affrontare di nuovo tutto questo?”. Alla fine ho deciso che avrei
preferito crescere mia figlia e godermi la vita per un
po’”.
George Lucas ha anche pensato di non
mettere in vendita la Lucasfilm e di affidare a qualcun altro la
produzione della sua prevista trilogia di sequel, ma “questo
non è andare in pensione”. “Ho passato la mia vita a
creare ‘Guerre stellari’ – 40 anni – e rinunciarvi è stato molto,
molto doloroso”, ha aggiunto. “Ma era la cosa giusta da
fare. Pensavo che avrei avuto ancora un po’ da dire sui prossimi
tre perché li avevo già iniziati, ma loro hanno deciso di voler
fare qualcos’altro. Non sempre le cose vanno come vuoi tu. La vita
è così”.
Dopo due anni di attesa, torna
The
Last of Us – Stagione 2, la serie HBO vincitrice di
numerosi premi Emmy. La seconda stagione riprende cinque anni dopo
gli eventi della prima, che hanno visto Joel (Pedro
Pascal) massacrare un team di medici che speravano di
curare la civiltà dalla malattia generatasi a partire dalla
mutazione di un fugo e che ha devastato buona parte della
popolazione mondiale, lasciando in vita pochi superstiti.
Il potenziale vaccino avrebbe però
comportato il sacrificio di Ellie (Bella
Ramsey), cosa che Joel non poteva accettare. Si è
dunque opposto a questa cosa, mentendo poi alla ragazza sul cosa
sia accaduto nel laboratorio. Ora, nella nuova stagione, Joel ed
Ellie saranno costretti a confrontarsi con le conseguenze delle
loro rispettive azioni. Nella seconda stagione di The Last of Us appariranno dunque
alcuni volti nuovi, ma anche nuovi personaggi interpretati da
attori come Kaitlyn Dever, Isabela Merced, Tati
Gabrielle, che andiamo a scoprire in questo
approfondimento.
Pedro Pascal tornerà nel ruolo di Joel Miller
anche nella seconda stagione di The Last of Us. Il
finale della stagione 1 ha mostrato che Joel è disposto a spingersi
a livelli terrificanti pur di proteggere Ellie, ma queste azioni
avranno certamente delle conseguenze nella stagione 2. Non solo
creerà nuovi e potenti nemici per Joel, ma probabilmente cambierà
anche il suo rapporto con la ragazza. L’attore cileno ha iniziato
con i primi ruoli da guest star in serie come Buffy
l’ammazzavampiri fino a trovare la fama interpretando il
carismatico Oberyn Martell nella quarta stagione di Game of
Thrones.
Bella Ramsey riprende invece il ruolo di Ellie
Williams nella seconda stagione di The Last of Us.
Ramsey, come Pascal, ha raggiunto la fama per il suo ruolo in
Game of
Thrones. Introdotta nella sesta stagione dello show, ha lì
interpretato il ruolo di Lyanna Mormont, che ha subito rubato la
scena. La sua interpretazione della giovane guerriera e leader ha
probabilmente contribuito a farle ottenere il ruolo di Ellie, una
ragazza saggia che va oltre i suoi anni e che potrebbe essere il
segreto per sconfiggere il virus. Come ha rivelato il finale della
prima stagione, l’utilizzo di Ellie per salvare il mondo avrebbe
avuto un costo che Joel non era disposto a pagare.
Il suo ruolo di potenziale
salvatrice dell’umanità continuerà sicuramente a giocare un ruolo
nella seconda stagione e continuerà a essere un elemento
determinante della carriera di Bella Ramsey. Pur
essendo una giovane attrice, sta gradualmente costruendo un solido
curriculum di progetti. Dopo il ruolo in Game of
Thrones, è apparsa nelle serie The Worst Witch e
His Dark Materials. Ha anche recitato nel film del 2022
Catherine Called Birdy. Ramsey sarà poi presente nella
seconda stagione del dramma della BBC Time, oltre ad aver
lavorato come doppiatrice in Galline in fuga – L’alba dei Nugget.
Il personaggio di Gabriel Luna è Tommy Miller, il fratello di
Joel. L’attore americano ha costruito una solida carriera al cinema
e in televisione, interpretando sia eroi simpatici che cattivi
intimidatori. The Last of Us – Stagione 2 lo vede
tornare al suo lato eroico nei panni di Tommy, con cui Joel si
riunisce a Jackson nel finale della stagione 1. Tommy fa parte di
una comunità fiorente e sicura ed è probabile che Joel ed Ellie
decidano di tornare lì nella seconda stagione.
Per quanto riguarda Luna, ha
conquistato molti fan grazie alla sua interpretazione di Robbie
Reyes, alias Ghost Rider, in Agents of SHIELD. Luna si è
poi unito al franchise di Terminator come nuovo robot cattivo in
Terminator
– Destino Oscuro. Recentemente ha recitato accanto
all’icona dei film d’azione Arnold Schwarzenegger nella serie comica di
Netflix Fubar.
Gabriel Luna in The Last of Us
Rutina Wesley nel ruolo di Maria
Miller
Rutina Wesley
riprende invecee il ruolo Maria Miller nella seconda stagione di
The Last of Us. La Wesley è un’attrice americana
con un lungo passato in televisione e la serie HBO è solo l’ultimo
dei progetti di alto profilo a cui ha preso parte. Sebbene Maria
appaia solo in un episodio della stagione 1, è probabile che
ritorni nella stagione 2, essendo la moglie di Tommy e un’altra
residente di Jackson. Si lascia però intendere che Maria non sia
molto contenta dell’arrivo di Joel perché teme che porti il caos
nella vita ormai pacifica di Tommy.
Questa tensione potrebbe crescere
nella seconda stagione, portandola a ritenere Joel una minaccia
crescente. Come anticipato, quello di Maria Miller non è certo il
primo ruolo di Rutina Wesley. La Wesley è apparsa in numerosi show
in ruoli importanti, tra cui Queen Sugar di Ava Duvernay.
Prima ancora, ha fatto parte del cast di True Blood della
HBO nel ruolo di Tara Thorton.
Kaitlyn Dever nel ruolo di Abby Anderson
Kaitlyn Dever vestirà i panni di Abby Anderson
in The Last of Us – Stagione 2. Si tratta di un
personaggio che i fan si aspettano e forse temono di vedere nella
seconda stagione. Nella trama del videogioco, Abby è la figlia del
medico che Joel uccide durante il salvataggio di Ellie. Cosa che la
spinge a compiere una missione di vendetta dalle conseguenze
devastanti. La reazione contro Abby nei videogiochi potrebbe
influenzare la trama, ma sembra probabile che sarà lei la grande
villain della prossima stagione.
La Dever è andata incontro ad una
crescente popolarità nell’ultimo periodo, ma recita in realtà in
progetti di alto profilo da più di dieci anni. Dopo essere
diventata celebre grazie alle serie L’uomo di casa e
Unbeliavable, ha recitato nei film La rivincita
delle sfigate,Caro Evan
Hansen, Ticket to
Paradise, Chi segna
vince,
Dopo Olivere Nessuno
ti salverà. Nel 2025 ha invece preso parte alla serie
Apple Cider Vinegar di Netflix.
Kaitlyn Dever in The Last of Us
Young Mazino nel ruolo di
Jesse
Ad interpretare Jesse, un agente di
pattuglia e membro della comunità di Jackson, vi sarà Youn
Mazino. Il personaggio è uno degli amici intimi di Ellie,
ma ha anche una relazione complicata con Dina, il che aggiunge un
interessante dramma umano alla storia. Mazino è noto per il suo
ruolo nella prima stagione di
Lo scontro di Netflix e per essere uno degli interessi
amorosi di SZA nel video musicale di “Snooze”.
Tati Gabrielle nel ruolo di
Nora
Tati Gabrielle
interpreta invece il ruolo di un medico militare di nome Nora.
Presa sotto l’ala dei medici che cercavano di procurarsi un vaccino
per curare la piaga del Cordyceps, potrebbe essere stata presente
nel momento in cui Joel ha ostacolato quei piani. Prima di questo
progetto, Gabrielle ha recitato in Le terrificanti avventure di
Sabrina e The 100. Avrà anche il ruolo di
protagonista nel prossimo gioco di avventura fantascientifica di
Naughty Dog, Intergalactic: The Heretic Prophet.
Ariela Barer nel ruolo di Mel
Ariela Barer
interpreta Mel, un medico, amica intima di Abby e fidanzata di
Owen, che ha anche studiato medicina e procedure mediche sotto il
team delle Luci. Dopo che Joel ha interrotto i progressi nella
ricerca di una cura, Mel potrebbe avere voglia di vendicarsi. Nel
gioco, seppur riluttante, prende infatti parte alla vendetta di
Abby verso Joel. In quanto attrice, Barer è conosciuta per i suoi
ruoli in Marvel’s Runaways, How to Blow Up A
Pipeline e Atypical.
Isabela Merced in The Last of Us – Stagione 2
Isabela Merced nel ruolo di Dina
Isabela Merced sarà invece Dina nella seconda
stagione della serie. Dina viene introdotta nella macrostoria nel
gioco The Last of Us II, venendo presentata come
nuovo interesse amoroso per Ellie, nonché come agente di pattuglia
e membro della comunità di Jackson. Già nella stagione 1 c’è stato
un accenno alla sua presenza lì. Per quanto riguarda Merced, ha
interpretato Dora in Dora l’esploratrice, Transformers – L’ultimo cavaliere e Madame Web. Sarà anche l’interprete di Hawkgirl in
Superman
di James Gunn.
Danny Ramirez nel ruolo di Manny
Danny Ramirez
interpreta invece Manny, un soldato del Fronte di Liberazione di
Washington ed ex membro delle Luci. Diventa un membro del gruppo di
Abby durante il viaggio verso Jackson, Wyoming e prenderà con
piacere parte alla vendetta di Abby verso Joel. Ramirez si è
recentemente fatto notare in diversi progetti di rilievo, con ruoli
in film e serie come Captain America: Brave New World, Top Gun: Maverick e Black Mirror.
Spencer Lord nel ruolo di Owen
L’attore Spencer
Lord interpreta invece Owen, fidanzato di Mal, e come il
resto della banda è un membro del Fronte di Liberazione di
Washington. Pur frequentando Mal, si unisce ad Abby nella sua
ricerca di Joel. Owen è un altro membro chiave della storyline di
Abby che comparirà nel cast della seconda stagione di The
Last of Us. Si tratta di un altro personaggio molto
discusso e controverso, che conferirà sicuramente maggiore
popolarità a Lord, ad oggi noto per le serie Avvocati di
famiglia e Heartland.
Jeffrey Wright in The Last of Us
Jeffrey Wright nel ruolo di
Isaac
Nella seconda stagione, il candidato
all’Oscar Jeffrey Wright riprende il ruolo di Isaac,
l’astuto leader di un gruppo di miliziani anti-FEDRA noto come
Washington Liberation Front. Egli scatena una guerra tra una
fazione di sopravvissuti ferventi dal punto di vista religioso.
L’attore aveva già avuto modo di confrontarsi con questo
personaggio in quanto vi ha dato voce e sembianze all’interno del
videogioco. Wright è noto soprattutto per Westworld,
The Batman, American Fiction e The French Dispatch.
Infine, in The Last of
Us – Stagione 2 comparirà anche Catherine
O’Hara, il cui ruolo non è però ancora stato annunciato.
La prima stagione ha visto la partecipazione a sorpresa di
personaggi originali e di personaggi ripresi dal gioco. Chiunque la
O’Hara interpreti, che sia amico o nemico, sarà quindi sicuramente
un’altra sorpresa. In occasione del SXSW Film Festival del 2025.
O’Hara è nota per Schitt’s Creek, i film di Beetlejuice e Mamma, ho perso
l’aereo.
Nolan Archive ha condiviso una nuova immagine dal
set di The
Odyssey che raffigura il regista Christopher Nolan e quello che sembra essere
un
Matt Damon invecchiato, in quello che dovrebbe essere
il ruolo del protagonista.
L’antico poema epico di Omero
racconta la storia di Odisseo, re di Itaca, e del suo pericoloso
viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia, esplorando temi
di eroismo, lealtà, astuzia e la lotta contro la volontà divina. Il
racconto include episodi iconici come l’incontro con il ciclope
Polifemo, le Sirene e la strega-dea Circe, avventure che culminano
con il suo ricongiungimento con la moglie Penelope.
Sebbene questo sarebbe l’adattamento
più ad alto budget del questo testo fino ad oggi, il poema è stato
precedentemente adattato nel film del 1954 Ulisse,
diretto da Mario Camerini e interpretato da
Kirk Douglas, così come nella miniserie del 1997
L’Odissea, diretta da Andrei
Konchalovsky e interpretata da Armand
Assante. Gli ultimi libri dell’Odissea sono stati anche la
fonte principale per The
Return, di Uberto Pasolini, che è
uscito in Italia all’inizio del 2025 e che vede protagonisti
Ralph Fiennes nei panni di Ulisse e Juliette Binoche in quelli di Penelope.
I dettagli sulla trama del film di
Christopher Nolan sono ad ora stati tenuti
nascosti e non è confermato quanto il regista sarà fedele all’opera
di Omero. Considerando i suoi precedenti, c’è da aspettarsi che
apporti una svolta inaspettata alla storia che già presenta tutti i
marchi di fabbrica del suo cinema, in particolare la non linearità
della narrazione. Le riprese di Odyssey dovrebbero iniziare il mese
prossimo e sarà il secondo film di Nolan per la Universal, dopo
Oppenheimer.
In una nuova intervista rilasciata a
TechRadar, i fratelli Russo sono
stati interrogati sulla direzione di Avengers:
Secret Wars mentre si preparano per Avengers:
Doomsday. Quando è stato chiesto loro quanto dei
fumetti di Secret Wars il MCU stia cercando di adattare, Joe
Russo ha risposto come segue: “Beh, creiamo sempre la nostra
versione della storia. Quindi, usiamo i fumetti come ispirazione
libera. Ma, sapete, sono cresciuto con la serie originale. È quello
che mi ha fatto appassionare ai fumetti Marvel. Anche la serie di Hickman è
fantastica [e sono] molto diverse l’una dall’altra per molti
aspetti, quindi trarremo ispirazione da entrambe”.
Il significato dei commenti dei
fratelli Russo su Avengers: Secret Wars
Quando si tratta di utilizzare i
titoli più importanti dei fumetti Marvel Comics per il MCU, i Marvel Studios hanno tradizionalmente sempre
dato una propria impronta ad alcune delle storie più famose. Spesso
i titoli vengono utilizzati solo nel nome, mentre i film o le serie
televisive del MCU adottano un proprio approccio.
Tuttavia, con Avengers:
Secret Wars, i fratelli Russo vogliono chiaramente
onorare lo spirito dei fumetti di Secret Wars e allo
stesso tempo dare una svolta al MCU.
Viste le gravi conseguenze che hanno
avuto le rispettive storie di Secret Wars di Jim
Shooter e Jonathan Hickman, è logico che
i fratelli Russo vogliano assicurarsi che ci siano colpi di scena e
svolte lungo il percorso per far sì che il film abbia una propria
traiettoria nel MCU. Anche se il risultato finale
sarà probabilmente quello della conclusione del fumetto moderno di
Secret Wars, ci saranno sicuramente delle direzioni
uniche, soprattutto per il modo in cui il cast di questo film si
sta componendo.
Tom Hardy è il protagonista di un nuovo
thriller d’azione di Netflix, Havoc.
Il film segue un detective ferito che deve farsi strada nella
malavita dopo un affare di droga andato male. Il viaggio porta alla
luce una rete di corruzione e cospirazione più profonda di quanto
si possa immaginare. Nel film, il cui debutto è fissato al il 25
aprile, Hardy recita insieme a Timothy Olyphant e Forest Whitaker. In attesa di poterlo vedere,
il regista del film ha condiviso alcuni nuovi entusiasmanti
dettagli sulla performance di Hardy.
Nel corso di una recente intervista
con Empire Magazine, lo
sceneggiatore e regista, Gareth Evans, ha infatti
fatto riferimento a una versione feroce di Tom Hardy attraverso il suo personaggio,
Walker, e ha anche descritto una particolare scena d’azione che è
come un “attacco implacabile” da parte sua. “Tom è
venuto da noi in modalità bestia”, ha raccontato Evans.
“Gli ho dato un colpetto sulla spalla ed è stato come toccare
il granito. È arrivato con una preparazione fisica senza
precedenti. Walker è un tipo tutt’altro che morbido. Vuole
provocare più carneficine e più caos possibile. Non ti afferra il
polso e ti blocca il braccio. Ti afferra per la collottola e ti
sbatte la faccia contro l’oggetto pesante più vicino.
“C’è una sequenza in una baracca
di pescatori in cui è come un assalto, un attacco incessante. In
ogni angolo di questo posto spunta qualcuno con una pistola,
qualcuno con un coltello, e arrivano da sotto le assi del
pavimento, dietro gli angoli, attraverso questa finestra,
attraverso quella finestra”, conclude il
regista. Basta
uno sguardo al teaser ufficiale di Havoc per confermare tutto
ciò che Evans sta dicendo. Il primo sguardo al film mostra infatti
un’azione brutale paragonabile al franchise di John Wick, ed Evans non è nuovo alla regia di sequenze
di combattimento di grande impatto.
Ha infatti debuttato alla regia 19
anni fa con Footsteps, il thriller drammatico con Jared
Morgan e Mads Koudal, ma di recente ha trascorso più tempo nel
regno dell’horror che altrove. Veterano di V/H/S, che ha
lavorato al capitolo del 2013 del franchise, Evans ha recentemente
collaborato con Dan Stevens per Apostle, un horror folk ambientato nel 1905 che segue
un vagabondo in missione per salvare la sorella da un culto
religioso su un’isola isolata. Evans ha anche diretto cinque
episodi della serie d’azione “Gangs of London” (Joe
Cole).
Il cast di Havoc, nuovo film Netflix con Tom
Hardy
Il film debutterà dunque sullo
streamer venerdì 25 aprile ed è stato descritto come la
“lettera d’amore di Evans al genere eroico dello spargimento di
sangue; i film usciti da Hong Kong negli anni ’80 e ’90”.Havoc vede anche la partecipazione al fianco di
Tom Hardy di Justin Cornwell, Quelin
Sepulveda, Luis Guzmán, Michelle Waterson, Sunny Pang, Jim Caesar,
Xelia Mendes-Jones con Yeo Yann Yann e dei già citati
Timothy Olyphant e
Forest Whitaker.
La serie HBO The
Last of Us ha portato sul grande schermo la serie di
videogiochi di successo di Naughty Dog, esplorando il viaggio di
due sopravvissuti attraverso un’America devastata dopo una
terribile epidemia virale, con l’intento di trovare una cura.
Parlando della serie e del relativo videogioco, lo sceneggiatore e
regista Alex Garland ha spiegato come abbiano
ripreso con successo quanto proposto dallo zombie movie 28
giorni dopo e ne abbia fatto tesoro per raccontare una
nuova storia molto emotiva al pubblico.
Scritto da Garland e uscito nel
2002, 28 giorni dopo segue il Jim di Cillian Murphy che attraversa le rovine di una
Londra devastata dopo un’epidemia di un virus che rende le sue
vittime dei mostri pieni di rabbia. Proprio Garland ha parlato con
il creatore di The
Last of Us, Neil Druckmann per il
podcast Creator to Creator di
PlayStation, e lo scrittore ha avuto elogi sorprendenti per il
franchise. Agli occhi di Garland, la scrittura della serie supera
quella di 28 giorni dopo, poiché, pur non
intendendo minimizzare l’impatto del suo film, il videogioco e il
successivo adattamento televisivo hanno offerto una narrazione più
ricca e “sofisticata” dei suoi temi principali.
“Lasciatemi dire questo:
The Last of Us è meglio di 28 giorni dopo. O
almeno lo è la scrittura. Non parlerò della regia, sarebbe una cosa
sciocca. Quindi non parlo di quello. So cos’è 28 giorni dopo, so
cosa ho fatto, so qual è stato il processo. Per quanto riguarda The
Last of Us, mi sono detto: “Oh, questo è molto più sofisticato e
commovente”. È stato commovente. Non sto sminuendo 28 giorno dopo,
ne sono molto orgoglioso. È una bella parte della mia vita. Ma sul
serio, The Last of US è di un altro livello, quindi sì, certo che
ne sono stato influenzato”.
Cosa significa la risposta di
Garland per The Last of Us
The
Last of Us e 28 Giorni Dopo
condividono diversi elementi fondamentali delle rispettive
narrazioni. Ciascuna storia non solo è ambientata sulla scia di
un’epidemia virale che trasforma l’umanità in mostri, ma si
interroga anche su cosa sia l’umanità dopo la fine dei tempi. In
28 giorni dopo, il maggiore Henry West
(Christopher Eccleston) e i soldati sotto il suo
comando rappresentano il crollo della civiltà e il declassamento
dell’umanità in una cultura violenta e spietata, mentre i Serafini,
i razziatori, la FEDRA e il gruppo di David (Scott
Shepherd) rappresentano questo aspetto nella serie
HBO.
Il film di Garland gestisce poi la
complessità del suo protagonista in modo diverso. Jim ha un
approccio più brutale e letale quando affronta gli uomini di West
per salvare i suoi compagni, ma per il resto è rappresentato come
il sopravvissuto ideale dello scenario, che trova un nuovo
significato e ottimismo mentre il mondo crolla. Nel frattempo, Joel
(Pedro
Pascal) è pragmatico e distrutto, inizia come una
persona che fa di tutto per sopravvivere e rimane tale, fino a
condannare potenzialmente l’umanità nel finale di stagione per
salvare Ellie (Bella
Ramsey). Per questo motivo, The
Last of Us è una storia moralmente più grigia.
Cosa sappiamo su The Last
of US – Stagione 2
In questo secondo capitolo della
serie, cinque anni dopo gli eventi della prima stagione Joel
(Pedro
Pascal) ed Ellie (Bella
Ramsey) saranno trascinati in un conflitto fra di loro
e contro un mondo persino più pericoloso e imprevedibile di quello
che si erano lasciati alle spalle.
La seconda stagione, in sette nuovi
episodi, vede di nuovo protagonisti Pascal e Ramsey nei panni,
rispettivamente, di Joel ed Ellie, insieme a Gabriel Luna che interpreta Tommy e
Rutina Wesley nel ruolo di Maria. Le già
annunciate new-entry nel cast sono invece
Kaitlyn Dever che vestirà i panni di Abby, Isabela Merced nel ruolo di Dina,
Young Mazino in quello di Jesse, Ariela
Barer interpreterà Mel, Tati Gabrielle
sarà Nora, Spencer Lord vestirà i panni di Owen,
Danny Ramirez sarà Manny e Jeffrey Wright interpreterà invece Isaac.
Catherine O’Hara è guest star della nuova
stagione.
Basata sull’acclamato franchise
videoludico sviluppato da Naughty Dog per le console PlayStation®,
“The Last of
Us” è scritta e prodotta esecutivamente da Craig Mazin
e Neil Druckmann. La serie è una co-produzione con Sony Pictures
Television ed è prodotta esecutivamente anche da Carolyn Strauss,
Jacqueline Lesko, Cecil O’Connor, Asad Qizilbash, Carter Swan ed
Evan Wells. Società di produzione: PlayStation Productions, Word
Games, Mighty Mint e Naughty Dog.
THE LAST OF US | La
seconda stagione dal 14 aprile in esclusiva su Sky e in streaming
solo su NOW
Il Gladiatore II
(qui
la nostra recensione), come noto, è privo del protagonista del
primo film, Russell Crowe. Massimo (il personaggio di
Crowe) muore alla fine de Il Gladiatore, quindi non è stato uno shock sapere che
non era coinvolto nel sequel, sostituito nel ruolo principale da
Paul Mescal, che interpreta il di lui figlio,
Lucio. Sebbene Crowe sia assente dal film, il messaggio che
trasmette nel ruolo di Massimo nel primo Gladiatore è molto
presente, tanto che molti fan hanno ritenuto che sia Lucio che il
film nel suo complesso fossero troppo simili all’originale. Lo
sceneggiatore Peter Craig ha però ora affermato
che Massico (e Crowe) erano inizialmente previsti anche per questo
sequel.
Parlando con TheDirect, lo sceneggiatore ha
rivelato di aver scritto una scena di flashback con Massimo e ha
spiegato perché non è stata inclusa: “C’era una bozza che avevo
in cui… c’era un’idea che i romani avevano di poter parlare con i
propri antenati, e avevano queste catacombe sotterranee dove le
urne e le ceneri e le ossa delle persone erano tutte sepolte sotto
la città. C’era una scena in cui Lucio, una volta scoperto che si
trattava di suo padre, scendeva lì sotto e trovava la sua tomba. E
ci sarebbe stato solo un breve flashback con Russell. Penso che
probabilmente abbiano preso la decisione giusta di non
utilizzarlo“.
Il motivo per cui Russell Crowe non è stato coinvolto in
Il gladiatore II
“Ma ci ho lavorato con Ridley
[Scott] per un po’. In realtà me ne sono andato per impegni su
altri progetto. Ho però lasciato un menù di proposte tra cui poter
scegliere per questo sequel e loro ne hanno selezionate alcune, e
credo che abbiano lasciato fuori molte delle cose giuste”.
Sebbene Il gladiatore II sia riuscito a superare
il primo alla fine della sua corsa nelle sale, il film è stato ben
lungi dall’essere un profitto, considerando i suoi ingenti budget
di produzione e marketing. La Paramount Pictures ha riferito di
aver speso circa 250 milioni di dollari solo per la realizzazione
de Il gladiatore II, con altri 100 milioni di
dollari destinati ai costi di marketing.
Il che significa che il film avrebbe
dovuto incassare ben più di 500 milioni di dollari al botteghino
per raggiungere il pareggio, e ha concluso la sua corsa nelle sale
con 172 milioni di dollari a livello nazionale e 288 milioni di
dollari a livello internazionale, per un totale globale di 460
milioni di dollari. Una o due scene con il Massimo di Russell Crowe avrebbero potuto dare al film
una piccola spinta al botteghino, soprattutto per coloro che hanno
un profondo legame nostalgico con l’originale, ma è improbabile che
avrebbero dato al film la spinta necessaria per raggiungere il
profitto.