Durante l’evento dedicato al
franchise di Silent
Hill, Konami oltre ai nuovo videogiochi ha annunciato
che un nuovo film, intitolato Return
to Silent Hill che entra ufficialmente in
produzione. Questo nuovo film probabilmente rientrerà nella
strategia di Sony Pictures di proseguire il
cammino intrapreso con Uncharted nel produrre nuove iterazioni
delle sue sage originali videoludiche.
Return
to Silent Hill sarà diretto da Christophe Gans, che ha
anche diretto il film Silent
Hill del 2006. Durante il video è stata mostrata
una varietà di storyboard e concept art, offrendo ai fan una breve
occhiata al tipo di film che possono aspettarsi. Gans ha
rivelato che stanno “tornando al meglio di queste storie…
riferendosi a Silent Hill 2 “, il che
implica che il film trarrà molto da questo gioco. Il
produttore Victor Hadida si unisce a Gans per discutere della
collaborazione tra Konami e i registi, seguito dai due che
discutono di cosa sia Silent Hill, un
franchise così attraente e duraturo. Dai un’occhiata
al video annuncio di Ritorno a Silent Hill
di seguito:
“Incapace di accettare il fatto
che sua figlia stia morendo, Rose decide di portare la ragazza da
un guaritore di fede“, recita la sinossi del film originale di
Gans del 2006 su Silent
Hill. “Durante il viaggio, la coppia guida
attraverso un portale in realtà, che porta a una città inquietante
chiamata Silent Hill. La città è circondata da una potente
oscurità e i sopravvissuti umani combattono una battaglia persa
contro di essa.”
Dopo un avvio disastroso,
nell’estate 2021 il DCEU aveva
visto riaccendersi un briciolo di speranza nella forma di The Suicide Squad di James Gunn, speranza che
avrebbe dovuto essere alimentata da Black Adam,
prossimo
capitolo dell’universo condiviso Warner Bros, in sala dal 21
ottobre 2022. È triste ammettere che il film con Dwayne
Johnson, invece di raccogliere il testimone dei Gunn,
sprofonda invece verso un abisso di disinteresse e
sciatteria.
Black Adam, la
trama
Proprio come il film con
Margot Robbie e
Idris Elba, anche la storia diretta da Jaume
Collet-Serra vede protagonista un anti-eroe, un
personaggio che abbraccia malvolentieri la sua vocazione al bene e
che fa le cose a modo suo, perché, come recita la tag-line del
film, “il suo potere è nato dalla rabbia”. Siamo a Kahndaq, una
città molto antica la cui popolazione è stata messa in schiavitù da
un tiranno che sfrutta i suoi abitanti come mano d’opera per la
ricerca di un minerale prezioso, che gli permetterà la forgiatura
di una corona che conferisce poteri illimitati a chi la indossa.
Quando però gli dei lo sceglieranno come loro campione, Teth-Adam
affronterà il sovrano malvagio e lo trascinerà nell’oblio con sé.
Ai nostri giorni, in una Kahndaq afflitta dall’occupazione
mercenaria, un manipolo di “nuovi” eroi cercherà la corona perduta
per metterla al sicuro dalle milizie. Così facendo risveglia
Teth-Adam, creatura dotata di poteri sconfinati che dovrà scegliere
da che parte stare e, così facendo, adottare un altro nome:
Black Adam.
Un figlio di un franchise
morto
Figlio di un desiderio di
riscatto e di una personalità accentratrice come quella di Dwayne
Johnson, Black Adam si conferma parte
di un franchise morto, che non riesce a tracciare una propria
strada in autonomia, e che sembra non rendersi conto che di fronte
ha spettatori esigenti. Scritto da Sohrab
Noshirvani, Adam
Sztykiel,Rory
Haines e diretto da Jaume
Collet-Serra tradisce sin dai credits la sua anima ibrida:
il regista di Jungle Cruise incontra gli sceneggiatori di
The Mauritanian per la produzione di Johnson
in persona, mentre nessuno al vertice Warner dà una direzione.
Il risultato è un film
che vuole dire tante cose, senza però approfondirne nessuna: in
Black Adam c’è l’antieroe in cerca di redenzione,
che mentre elabora la sofferenza per la perdita del figlio inventa
catchphrase ad effetto, c’è un popolo che vuole liberarsi dagli
oppressori, c’è
una sottomarca della
Justice League di cui non importa nulla a nessuno, c’è
un wannabe Flash che non riesce neanche per un secondo a far
ridere, c’è un’eroina madre e combattente che bacchetta i supereroi
come fossero adolescenti imbizzarriti, c’è il colpo di scena che
dovrebbe ribaltare le prospettive, c’è Amanda
Waller che è a capo anche della Justice Society of America (la sottomarca
della
Justice League di cui sopra) oltre che alla Suicide Squad (?!). Insomma, scegliete un
tema, un archetipo di personaggio, una motivazione, in
Black Adam c’è ed è usata male.
Ritmo serrato
senz’anima
Il ritmo del film è
costantemente sopra le righe, con combattimenti continui, come
fosse un racconto tutto scritto in caps-lock, il tono è
contraddittorio, stridente tra la tragicità della back-story del
personaggio e la necessità di frasette poste lì, ad effetto, per
catturare il pubblico più giovane. Non c’è equilibrio, non c’è
passione per il racconto, e lo stesso Dwayne
Johnson, nella sua incredibile prestanza fisica
perfetta per dar vita al personaggio, si prende straordinariamente
sul serio, cosa che non va affatto d’accordo con l’ambizione del
film tutto.
Dove Black
Adam eccelle è nel reparto degli effetti visivi che
offrono gli unici scampoli di meraviglia del film. Dalla messa in
scena dei poteri a specchio di Dottor Fate, alle
resa dei vento nei movimenti di Cyclone, ci sono
momenti del film che sono davvero una gioia per gli occhi, brevi e
fugaci, pochi attimi in un continuo trascinarsi di personaggi
bidimensionali e eroi senza passione.
Purtroppo Black
Adam non riesce neanche a intrattenere, trascinandosi tra
uno scontro e l’altro, inserendo nella trama ogni possibile spunto,
da quello politico a quello razziale, passando per le sempreverdi
morti eroiche assolutamente non necessarie ma doverose, come
sacrificio sull’altare dell’archetipo narrativo da inserire in una
storia.
Se il DCEU doveva
ripartire da Black Adam, come era nelle
intenzioni, l’atto pratico ha ben altro esito. Con buona pace di
Dwayne
Johnson che sembra credere fermamente nel suo
personaggio e nel suo film.
Disney+ ha ufficialmente
cambiato la data di uscita di Come per
disincanto e vissero infelici e scontenti
(Disenchanted),
l’attesissimo sequel fantasy con il ritorno di
Amy Adams. Inoltre, lo streamer ha anche
pubblicato un poster nuovo di zecca, fornendoci un nuovo look alla
Giselle di
Amy Adams.Originariamente previsto per
l’uscita del 24 novembre 2022, il film farà il suo debutto una
settimana prima venerdì 18 novembre, poco prima del giorno del
Ringraziamento di quest’anno.
Basato sui personaggi
originali dello scrittore diEnchanted Bill Kelly,
Come per
disincanto e vissero infelici e scontenti è
diretto da Adam Shankman. Presenta il ritorno del cast
originale, tra cui l’attrice sei volte candidata all’Oscar
Amy Adams nei panni dell’irrimediabilmente
romantica ed eternamente ottimista Giselle, ora sposata e che vive
a Monroeville; Patrick
Dempsey (Grey’s Anatomy) nel
ruolo del marito di Giselle, il cinico pragmatico Robert Philip;
James Marsden (X-Men) nel
ruolo dell’affascinante ma sciocco Principe Edoardo
dall’Andalasia; e
Idina Menzel (Frozen) nei panni
di Nancy Tremaine, l’ex sarta ora sposata con il principe
Edoardo.A loro si uniscono i nuovi membri del cast
Maya Rudolph, Kolton Stewart, Yvette Nicole Brown, Jayma
Mays, Oscar Nunez e presentano Gabriella
Baldacchino nei panni della figlia ormai cresciuta di
Robert Philip, Morgan.
Il primo film è stato diretto da Kevin Lima e ha ottenuto un
incasso mondiale di oltre $ 340 milioni contro un budget dichiarato
di $ 85 milioni. E ‘stato anche ben accolto dalla critica e dal
pubblico, che ha fatto guadagnare al film due nomination ai Golden
Globe tra cui quella come migliore attrice per
Amy Adams.
“Metti da parte le tue
lamentele. Se non per il bene della corona… allora per il bene di
questo vecchio, che vi ama tutti così tanto.” HBO ha
condiviso un nuovo teaser per il finale di stagione di House
of the Dragon di domenica tramite TikTok e presenta
alcuni nuovi filmati che preannunciano gli eventi che daranno il
via alla guerra civile nota come La Danza dei
Draghi.
Il promo è abbastanza breve, ma
include diversi brevi sequenze di ciò che sta per accadere. Sebbene
non rovini nulla a titolo definitivo, allude a un importante
confronto tra due personaggi che finirà in tragedia e porterà ad un
conflitto insuperabile tra Verdi e Neri e il loro confronto
arriverà a livelli completamente nuovi.
Non condivideremo ulteriori dettagli qui nel caso in cui non avessi
letto
Fire and Blood
di George RR Martin, ma se guardi il video, potresti intuire quello
che sta per accadere.
Mentre discuteva del finale
con Vanity
Fair , il regista Greg Yaitanes ha fornito ai fan un
altro suggerimento su cosa ci dovremmo aspettarsi da “The Black
Queen”. “Devi immaginare, per chi non hai risposto
nell’episodio nove?” ha preso in
giro. “E cosa vivrebbero con la notizia che
inevitabilmente li raggiungerà?”
Il primo Black
Panthersi è rivelato uno dei film
più redditizi dei Marvel Studios quando è uscito nei
cinema nel 2018, e il sequel di Ryan Coogler
sembra destinato a replicare quel successo il mese prossimo.L’ultimo monitoraggio dell’andamento dell’acquisto delle
prevendite e delle stime indica che Black Panther:
Wakanda Forever incasserà $ 175
milioni nel corso del suo weekend di apertura, facendolo diventare
potenzialmente il secondo debutto con il maggior incasso dell’anno
per il mercato USA dopo l’altra avventura MCU, Doctor Strange nel Multiverso della
Follia($ 187,4 milioni).
Questi ahimé non sono numeri
di successo pre-pandemia, ma è un buon segno che il botteghino sta
almeno iniziando a tornare alla normalità. Ifan erano
inizialmente preoccupati quando è stato annunciato che i Marvel
Studios avevano in programma di andare avanti con questo sequel
dopo la morte della star Chadwick Boseman, ma tutto ciò che abbiamo
visto finora indica che il film sarà il giusto tributo al compianto
attore e al suo amato personaggio.
Il sequel del MCU onorerà il
defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità
del suo personaggio, T’Challa. Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11
novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio
interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.
Nel film Marvel Studios
Black Panther:
Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela
Bassett), Shuri (Letitia
Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai
Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba)
lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze
mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del
Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro
storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia
(Lupita
Nyong’o) e di Everett Ross (Martin
Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del
Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo
di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da
Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e
Alex Livinalli.
The
Equalizer 3 ha iniziato la produzione in Italia,
in Costiera Amalfitana e, per l’occasione, la Sony Pictures ha
condiviso le prime immagini direttamente dal set, rivelando il
nostro primo sguardo al vincitore del premio Oscar Denzel Washington
(Fences ; Training Day) che riprende il ruolo di Robert
McCall.
Oltre a Washington, il cast
comprende
Dakota Fanning (Man
on Fire; La
Guerra dei mondi) e Gaia Scodellaro
(That Dirty Black Bag; You, Me and the
Apocalypse). Al momento non sono disponibili ulteriori
dettagli per nessuno dei loro ruoli, ma il pubblico è già
entusiasta di vedere la reunion sullo schermo degli ex
co-protagonisti di Man
on Fire, Washington e Fanning, quando il film arriverà
nelle sale il prossimo settembre. Antoine
Fuqua (Training
Day ; I
magnifici sette ) torna a dirigere la terza puntata, su
una sceneggiatura di Richard Wenk, che ha anche scritto i primi due
film.
Denzel Washington and Director Antoine Fuqua
are back for
#TheEqualizer3, joined by Dakota Fanning and Gaia Scodellaro.
Now in production on the Amalfi Coast, Italy. pic.twitter.com/FG1sdJ1XWg
Una giuria di New York ha assolto
Kevin Spacey
dalle accuse di violenza sessuale ai danni di Anthony
Rapp, attore che ha denunciato il collega di averlo
aggredito nel 1986, quando lui aveva solo 14 anni e Spacey 26. Il
giudizio, unanime, scagiona completamente Kevin Spacey, che si
libera in questo modo di un enorme peso per la sua vita e la sua
carriera. Dopo 80 minuti di deliberazione, la giuria ha sostenuto
che gli avvocati di Rapp non sono riusciti a provare che Spacey
avesse “toccato una parte intima o sessuale di Rapp”.
A commento del verdetto,
Anthony Rapp ha condiviso un commento su Twitter,
ringraziando comunque il tribunale che ha ascoltato la sua storia e
commentando:
“Ho voluto portare in giudizio questi fatti per accendere una luce,
come parte di un movimento più ampio contro ogni forma di violenza
sessuale. Prometto che continuerò a lottare per assicurarci che
possiamo vivere e lavorare in un mondo libero da ogni tipo di
violenza sessuale. Spero sinceramente che i sopravvissuti
continueranno a raccontare le loro storie e lotteranno perché
vengano accertate le responsabilità”.
— Anthony Rapp SAG-AFTRA National Board Member (@albinokid)
October 20, 2022
Gli avvocati di Kevin Spacey hanno fatto leva, per la difesa
del loro assistito, sull’incoerenza del racconto di Rapp in merito
alla descrizione dell’abitazione di Spacey all’epoca, oltre al
fatto che il giovane attore fosse geloso della carriera del collega
e arrabbiato perché non aveva mai fatto coming-out.
Nonostante questa vittoria che si
spera contribuirà a rilanciarne la carriera, Kevin Spacey deve ancora rispondere di altre
accuse: la causa con MRC, casa produttrice di House of
Cards, che gli chiede 31 milioni di dollari per i danni a
seguito al suo licenziamento dalla serie; un’altra causa
intentatagli da tre uomini, in Inghilterra questa volta, sempre
legata a molestie sessuali, e risalenti al periodo in cui viveva a
Londra, dove era direttore dell’Old Vic Theatre, per cui si è
sempre dichiarato innocente.
Troy Baker ha
interpretato Joel nei videogiochi The
Last Of Us, offrendo una performance indimenticabile
nei panni di Joel lodata da tutti i fan che si sono
innamorati del suo personaggio anche grazie alla sua bravura.
Questo è essenziale affinché il sequel che ha suscitato discussioni
funzionasse e, sebbene la sua storia abbia raggiunto la fine, verrà
raccontata ancora una volta nella prossima attesissima serie TV
della HBO.
In The
Last Of Us, la star di The
MandalorianPedro
Pascal interpreterà Joel, e c’è un’enorme quantità di
entusiasmo per l’adattamento che è tra le serie più attese. Di
recente, è stato rivelato un
primo sguardo che ha decisamente impressionato, mentre i fan
hanno accolto con favore le notizie secondo cui Barker avrà un
ruolo nello show. Parlando con noi dell’interpretazione del
Cavaliere Oscuro in Batman e
Superman: Battle of the Super Sons , l’attore ha
rivelato che è riuscito a parlare con Pascal e ha pubblicizzato il
suo ruolo nella serie TV di The
Last Of Us.
“Ho avuto una conversazione
meravigliosa con Pedro che conserverò fino a dopo la messa in onda
della serie, quindi non ci sono spoiler a riguardo, ma posso
sicuramente dire che il mio primo giorno sul set, ho potuto dare
un’occhiata a questa bellissima location… e ho avuto
pizzicarmi”, rivela Barker. “Non potevo
credere che fossimo lì”.
“Se tu fossi tornato
indietro di dieci anni fa e avessi detto: ‘Questa audizione in cui
stai entrando per questo gioco… non hai idea di quanto successo e
accolta sarà dalle persone. Oh, e sarai in Canada girare una delle
serie HBO più costose che siano mai state fatte prima!’ Non ti
avrei mai creduto”.“La storia che stiamo
raccontando lì, proprio come quella che stiamo raccontando con
Super Sons, è qualcosa che i fan e le persone che non hanno mai
avuto un punto di ingresso in questi personaggi prima
apprezzeranno”, ha scherzato. “Sono
onorato di farne parte”.
Non vediamo l’ora di vedere questa
versione su piccolo schermo del videogioco di successo e siamo
molto incuriositi dall’apprendere come Barker ci tenga al prodotto.
Proprio come l’attore di Nathan Drake, Nolan
North, che ha fatto un cameo in Uncharted, permettergli di partecipare
all’adattamento sembrava sia stata la cosa più giusta che la Sony
abbia fatto con questo franchise. Siamo inoltre felici di
apprendere che HBO non abbia trascurato il contributo di questo
attore alla creazione di Joel. The
Last Of Us sarà presentato in anteprima su HBO
nel 2023.
La star di The
FlashEzra
Miller potrebbe aver dichiarato di volersi fare
aiutare dopo una serie di accuse scioccanti e dannose nei suoi
confronti, ma è diventato chiaro che questo non è abbastanza per
molte persone nel mondo del cinema. Quello che si è sentito
rispetto al sul suo presunto comportamento sembra essere qualcosa
di troppo grande da far ingoiare a persone e dirigenti di
Hollywood, in particolare per i fan della DC Comics. Inoltre tutti
i problemi legali non svaniranno nell’immediato con il rischio che
una cattiva pubblicità ossa essere associata ai prodotti nel quale
apparirà per molti anni avvenire, almeno fino a che non risolverà i
suoi conti in sospeso con la giustizia.
Ezra Miller è sempre stata una scelta divisiva per il
ruolo di Barry Allen, anche se la sua apparizione inSuicide
Squad e Justice
Leaguesuggerivano che avesse un
potenziale enorme come interprete di Scarlet Speedster. Alla luce
di ciò non sorprende che ci sia una reale mancanza di
interesse nel vedere l’attore al centro della scena in The
Flash, tutto sommato. Ora, con
lui e il suo team impegnati ad affrontare accuse che rischiano di
portarlo per decenni dietro le sbarre in un processo per furto con
scasso, è ovvio che la Warner Bros. ha bisogno sostituire l’attore
per dare un futuro al ruolo e all’eroe che molte persone
amano.
Dunque è molto probabile che
il ruolo sarà riassegnato e oggi arrivano alcune voci che
sostengono che Warner Bros Discovery sia
intenzionata a puntare sulla giovane star di 1917George MacKay come futuro interprete. Anche se
per ora rimangono solo voci, l’attore sarebbe una scelta fenomenale
per sostituire Miller ed è molto più in linea con la versione a
fumetti di The
Flash.
MacKay ha ricevuto ampi
consensi dalla critica per il suo lavoro nel film vincitore
dell’Oscar di Sam Mendes, e da allora ha recitato
in film del calibro di Monaco – The
Edge of War, The
Trick e I Came
By. È difficile dire come la
Warner Bros. vorrebbe fare per riformulare il ruolo di Miller.
Questo potrebbe avvenire con poca pubblicità magari in un film
corale o alla fine di The
Flash, chissà. Di
recente abbiamo appreso che sono state fatte nuove riprese del
film The Flash, quindi quando il DC
Extended Universe verrà ripristinato, la controversa
interpretazione dell’attore sull’eroe potrebbe avere un nuovo
volto. Fino a quando fonti più affidabili non
interverranno sul caso, è meglio non eccitarsi troppo rispetto a
questa notizia. Tuttavia, tutti i segnali indicano che la Warner
Bros. farà mosse molto serie per trovare un nuovo Flash.
Il film
The Flash
The
Flash arriverà finalmente nelle sale il 23 giugno
2023. Il film vede
Ezra Miller riprendere il ruolo di Barry Allen da
Justice League e sarà affiancato da
Sasha Callie nei panni di Supergirl e Michael Keaton nel suo grande ritorno nei
panni di Batman, 31 anni dopo la sua ultima apparizione in Batman Il Ritorno.
Tutto quello che c’è da sapere su
The Flash con Ezra Miller
Ecco la nostra intervista ai
protagonisti di Acapulco 2, la
seconda stagione di Acapulco,
la serie Apple
Tv+ disponibile sulla piattaforma dal 21 ottobre.
Regina Reynoso (Sara), Vanessa
Bauche (Nora), Jessica Collins (Diane) e
Rafael Cebrián (Hector) raccontano i loro
personaggi e la loro avventura sul set della seconda stagione della
serie.
Le storie raccontate in
Acapulco 2 prendono le mosse esattamente da dove
si era conclusa la prima stagione: è il primo giorno dell’anno 1985
e tutti si stanno riprendendo da una notte folle. Maximo ha
litigato con Don Pablo e ha scoperto che, Julia, la donna che ama è
ora promessa sposa di Chad, figlio della sua datrice di lavoro e
per questo, per certi versi, suo superiore. Inoltre, l’atmosfera a
casa non è delle più distese tra la madre, Nora, e la sorella,
Sara, che faticano a gestire il loro rapporto e un grande segreto
che la seconda tenta di nascondere alla prima. L’ambizione di
Maximo lo spingerà a fare cose impensate, mentre intorno a lui
tutti i suoi amici e conoscenti sembrano attraversare dei momenti
di cambiamento e presa di coscienza, eventi che cambieranno per
sempre le sorti di tutti.
Ecco la nostra intervista ai
protagonisti di Acapulco 2, la
seconda stagione di Acapulco
la serie Apple
Tv+ disponibile sulla piattaforma dal 21 ottobre.
Enrique Arrizon (Máximo), Fernando
Carsa (Memo), Camila Perez (Julia) e
Chord Overstreet (Chad) raccontano i loro
personaggi e la loro avventura sul set della seconda stagione della
serie.
Le storie raccontate in
Acapulco 2 prendono le mosse esattamente da dove
si era conclusa la prima stagione: è il primo giorno dell’anno 1985
e tutti si stanno riprendendo da una notte folle. Maximo ha
litigato con Don Pablo e ha scoperto che, Julia, la donna che ama è
ora promessa sposa di Chad, figlio della sua datrice di lavoro e
per questo, per certi versi, suo superiore. Inoltre, l’atmosfera a
casa non è delle più distese tra la madre, Nora, e la sorella,
Sara, che faticano a gestire il loro rapporto e un grande segreto
che la seconda tenta di nascondere alla prima. L’ambizione di
Maximo lo spingerà a fare cose impensate, mentre intorno a lui
tutti i suoi amici e conoscenti sembrano attraversare dei momenti
di cambiamento e presa di coscienza, eventi che cambieranno per
sempre le sorti di tutti.
Mentre i Marvel Studios si
accingono a assemblare il cast principale per il prossimo riavvio
dei Fantastici
Quattro, le voci continuano a girare su
quali attori alla fine si vestiranno i panni della prima famiglia
della Marvel – e quest’ultimo susciterà sicuramente un sacco di
dibattito!L’insider del settore Jeff
Sneider – che ha riferito
del coinvolgimentodi Harrison Ford in Thunderbolts
prima fonti autorevoli confermassero il suo casting –ha sentitoche Adam Driver (Star
Wars: L’ascesa di Skywalker,
House of Gucci) potrebbe essere nel
mix di attori per interpretare Reed Richards, alias Mr. Fantastico,
nel film.
Ecco la cosa però assume
dubbi quando il suo nome è stato menzionato anche in
relazione a Doctor Doom.Sneider sembra ritenere che
il ruolo di Richards sia più probabile, anche se vale la pena
notare che non sembra sicuro al 100% della sua fonte. Tuttavia, di
solito non lascia diffondere online questo tipo di scoop/voci se
non crede che ci sia almeno una possibilità che possano rivelarsi
veri, quindi vale sicuramente la pena tenerlo d’occhio.Se questo rapporto è accurato e Adam Driver è in trattative per unirsi alla
produzione, preferiresti vederlo come Mr. Fantastic o il malvagio
Doom?
Matt Shakman
è recentemente entrato a far parte del progetto come regista, con
Jeff Kaplan e Ian Springer che stanno attualmente lavorando alla
sceneggiatura. I dettagli della trama sono ancora un mistero,
ma Kevin Feige ha confermato che questa non sarà
un’altra storia di origine per il super-team.“Molte persone conoscono questa storia delle
origini. Molte persone conoscono le basi. Come prendiamo
questo e portiamo qualcosa che non hanno mai visto
prima? ha detto in una recente
intervista, confrontando questa nuova versione degli eroi con il
patto dei Marvel Studios con la Sony per portare Spider-Man nel
MCU. “Abbiamo fissato un livello molto
alto per noi stessi portandolo sullo schermo.”
Fantastici
Quattro uscirà nei cinema 14 febbraio 2025 e darà il
via alla
Fase 6 del MCU. Un film dei Fantastici
Quattro è in lavorazione da tempo, con il
regista di Spider-Man: No Way HomeJon
Watts che avrebbe dovuto dirigere. Watts ha abbandonato il
film e al suo posto è stato incaricato Matt Shakman.Jeff Kaplan e Ian Springer
scriveranno la sceneggiatura. Il pubblico ha avuto il primo
assaggio dei Fantastici
Quattro in Doctor Strange nel Multiverso della Follia.
John Krasinski interpreta il Reed Richards
multiversale in quel film, ma è improbabile che continuerà a
interpretare il ruolo e il casting per il film è ancora avvolto nel
mistero.
Mentre
Joker: Folie A Deux di Todd Phillips continua a completare il
cast, l’ultima aggiunta è la star del
cinema Harry Lawtey. L’attore britannico di
25 anni è apparso anche in The Magpie
Murders, City of Tiny
Lights e The
Pale Blue Eyes.Come spesso
accade, non sono stati divulgati dettagli sul suo personaggio,
ma Deadlineriferisce che dovrebbe avere un “ruolo importante” nel
prossimo sequel. Lawtey si unisce a
Joaquin Phoenix nei panni di Arthur Fleck,
Lady Gaga nei panni di Harley Quinn e
Zazie Beetz nei panni del ritorno di Sophie
Dummond. Di recente abbiamo appreso che anche Brendan
Gleeson, Catherine Keener e Jacob Lofland
si sono uniti al cast in ruoli misteriosi.
I dettagli della trama sono ancora
per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si
svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi
“elementi musicali”.
Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la
versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di
quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge
interamente dal suo punto di vista.
In Joker:
Folie à DeuxJoaquin
Phoenix e
Zazie Beetz riprenderanno i rispettivi ruoli di
Arthur Fleck e Sophie Dummond, e
recentemente abbiamo appreso che anche Brendan Gleeson,
Catherine Keener e Jacob Lofland si sono
uniti al cast. Joker:
Folie à Deux uscirà il 4 ottobre 2024.
Poco prima che Il
Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere venisse
presentato in anteprima su Prime Video, Embracer Group annunciò di
aver acquisito la Terra di Mezzo Enterprises, la società
della famiglia Tolkien che detiene tutti i diritti di sfruttamento
dell’universo. La società detiene ora i diritti mondiali di film,
videogiochi, giochi da tavolo, merchandising, parchi a tema e
produzioni teatrali relative alle iconiche opere letterarie fantasy
La trilogia de
Il Signore degli Anelli e Lo
Hobbit di J.R.R Tolkien.
La società che si occupa
principalmente di videogiochi, aveva diffuso un comunicato stampa
che annunciava la notizia lo scorso agosto e aveva strizzato
l’occhio ad un possibile piano per una serie di film con “Gandalf,
Aragorn,
Gollum,
Galadriel, Eowyn e altri personaggi”. Ora, sembra che si stiano
muovendo proprio in quella direzione per una massiccia espansione
della Terra di Mezzo su più schermi.
Thomas Day, CEO di ACF Investment
Bank, ha mediato l’accordo ed è stato recentemente citato mentre
sosteneva: “…Che questa risorsa abbia la capacità di
raggiungere la scala [Marvel e Star Wars]. Qualcuno deve
solo avere la convinzione che questo possa essere il più ambizioso
possibile”. Embracer ha anche acquisito Dark Horse
Comics alla fine dell’anno scorso e Day ha continuato
dicendo: “Avere 10.000 sviluppatori nel gruppo
significa che stiamo pensando a cosa possiamo fare con l’IP in
futuro e questo giustifica il valore per noi. E poi abbiamo una
serie di straordinarie opportunità per realizzare progetti
“transmediali”. Possiamo aiutare i creativi ad avere successo con i
loro obiettivi e sogni”.
Anche se non siamo sicuri al 100%
di cosa significhi per il futuro di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere,
Embracer chiaramente non starà con le mani in mano considerato
l’enorme spesa per avere i diritti del franchise de Il Signore
degli Anelli. Solo il tempo dirà se procederanno e se verranno
fatte cose buone o cose cattiva ma siamo certi che i fan della
Terra di Mezzo non saranno contrari nel vedere il mondo di Tolkien
prendere vita nei videogiochi alle giostre nei parchi a tema basati
su questa IP. Per quanto riguarda i potenziali progetti con tutti
quei personaggi in una serie di film in stile MCU,
è un’idea che ci lascia un po’ perplessi. Ci sono molte altre
storie scritte da Tolkien che potrebbero essere
raccontate, anche se ha senso e comprendiamo il motivo commerciale
per cui Embracer sta rapidamente prendendo di mira i più grandi
nomi de Il Signore degli Anelli, poiché quei personaggi
ben noti sicuramente attireranno maggiore attenzione nel
pubblico.
Animali fantastici e dove
trovarliè stato un
successo al botteghino quando è stato rilasciato nel 2016,
ottenendo recensioni positive e un sacco di elogi dai fan
di Harry
Potter.Sfortunatamente, il franchise ha
fatto un passo indietro conI crimini di Grindelwald, un sequel
per lo più considerato mediocre che ha spostato l’attenzione sulla
complicata storia familiare di Albus Silente.
SebbeneI segreti di Silentefosse un
piccolo miglioramento, la maggior parte degli spettatori avevano
perso interesse a quel punto e il film è stato considerato
semplicemente non era abbastanza buono da garantire che la storia
continuasse.Il piano originale prevedeva che le
storie di Newt Scamander, Albus Silente e
Gellert Grindelwald si svolgesse in più di cinque
film, ma anche un quarto capitolo sembra improbabile allo stato
attuale. Ciò significa che questa storia potenzialmente non avrà
mai un finale definitivo e la star Eddie Redmayne sembra altrettanto dubbiosa sul
futuro del franchise.
Cosa sa l’attore su
Animali fantastici 4?
IndieWire gli ha
chiesto se sa qualcosa su Animali
fantastici 4 e l’attore ha
risposto: “Non lo so. È più una domanda
per JK Rowling e David Yates e Warners, ma non lo so, io” Ho paura.
Non posso aggiungere altro. Adoro interpretare Newt, è un uomo
dolce”.
Purtroppo, Newt è stato messo
da parte per la maggior parte da quella prima uscita e non si sente
più come la star del suo stesso franchise. Questo potrebbe
spiegare perché Redmayne sembra piuttosto perplesso su dove vanno
le cose da qui, anche se è chiaro che la Warner Bros.’ la
decisione di spostare l’attenzione su volti e luoghi familiari non
sta avendo l’effetto desiderato.
Il fascino di quel primo film
è andato perso con il progredire della serie, con bestie
fantastiche infilate in poco più di un ripensamento. È un vero
peccato, e con JK Rowling che sta diventando una figura sempre più
controversa tra alcune persone online, non saremmo scioccati se il
franchise di Harry
Potter nel suo insieme venisse messo da
parte per un po’ andando avanti.
Animali fantastici: I
segreti di Silente è uscito al cinema il 13 aprile,
distribuito da Warner Bros. Alla regia c’è David Yates, mentre alla
sceneggiatura torna JK Rowling, affiancata questa volta da Steve
Kloves, sceneggiatore storico della saga di Harry Potter. Nel cast
del film tornano
Eddie Redmayne, Katherine
Waterston, Dan Fogler, Alison Sudol, Ezra
Millere Jude
Law. Nel film fa il suo debutto Mads Mikkelsen nel
ruolo di Gellert Grindelwald.
Animali
fantastici: I segreti di Silente, lungometraggio
diretto da David Yates, riprende la narrazione
dopo i fatti accaduti in ‘Animali Fantastici – I
crimini di Grindelwald’ (2018) in cui viene rivelata
la vera identità di Credence (Ezra
Miller). In questo capitolo l’ascesa di
Grindelwald (Mads Mikkelsen) deve essere
fermata: il suo intento è quello di trasformare il mondo
magico in una platea di ciechi sottoposti e dichiarare guerra al
mondo dei non maghi. Silente (Jude
Law), tuttavia, non può combattere Grindelwald
a causa di un patto di sangue stretto in giovinezza quando
il suo attuale nemico era la persona a lui più cara.
Toccherà dunque a Newt Scamander (Eddie
Redmayne) e alla sua squadra agire per conto
di Silente e impedire che l’inganno e il terrore abbiano la meglio
nell’elezione del nuovo leader del mondo magico.
Un nuovissimo spot TV e sei
nuovi poster dei personaggi di Black Panther:
Wakanda Forever sono stati
rilasciati nella notte, durante l’azione NBA su TNT, e l’ultimo
filmato potrebbe aver offerto il nostro più grande indizio su chi
assumerà il ruolo di Black Panther ereditato da T’Challa (Chadwick
Boseman). Verso la fine dello spot
di 45 secondi, vediamo la nuova Pantera Nera in azione e mentre si
lancia sul campo di battaglia, utilizza i guanti della sua nuova
tuta nera e oro, che sembrano sospettosamente simili ai guanti di
vibranio di Shuri (Letitia
Wright), dettaglio noto per le sue apparizioni
in Black
Panther, Avengers:
Infinity
War e Avengers:
Endgame.
Mentre Shuri è sempre stata
la scelta più logica per succedere al suo defunto fratello, questa
sembrerebbe essere la prova più chiara prima che il film esca nelle
sale il mese prossimo. Ci sono anche alcune
riprese inedite di Namor (Tenoch Huerta) e Ironheart (Dominique Thorne) da vedere mentre
otteniamo un nuovo fantastico sguardo del costume di quest’ultimo.
Di seguito lo spot tv:
Il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità
del suo personaggio, T’Challa. Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11
novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio
interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.
Nel film Marvel Studios
Black Panther:
Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela
Bassett), Shuri (Letitia
Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai
Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba)
lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze
mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del
Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro
storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia
(Lupita
Nyong’o) e di Everett Ross (Martin
Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del
Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo
di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da
Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e
Alex Livinalli.
Dopo lo
straordinario successo dell’anteprima nazionale ieri alla Festa del
Cinema di Roma e ad Alice nella città, dove il pubblico ha
accolto il film con caloroso entusiasmo e ben 5 minuti di applausi,
Leone Film Group e Rai Cinema sono lieti di annunciare che The Fabelmans,il nuovo
attesissimo film del quattro volte Premio Oscar Steven
Spielberg,sarà al cinema
dal 22 dicembre 2022.
“Un inno al cinema,
un incondizionato atto d’amore e di fede nella sua forza e nella
sua magia. The Fabelmans, il
racconto fortemente autobiografico del grande Maestro Steven
Spielberg, è uno dei film più attesi di tutta la stagione, e
Leone Film Group e Rai Cinema, con 01 Distribution, hanno il
privilegio di presentarlo in Italia, primo tra i paesi
europei, dal 22 dicembre”, ha dichiarato Paolo
Del Brocco Amministratore Delegato di Rai Cinema.
“L’enorme successo alle anteprime di ieri alla Festa del Cinema di
Roma e Alice nella Città, conferma ancora una volta il talento
straordinario di uno dei più grandi cineasti viventi. La critica
statunitense considera già The Fabelmans tra i titoli di
punta nella corsa ai prossimi Oscar e siamo certi che, dopo aver
appassionato il pubblico del Festival di Toronto e adesso quello di
Roma, riuscirà ad entusiasmare anche tutti gli spettatori che
avranno la possibilità di vederlo al cinema durante le prossime
festività di Natale”.
Raffaella
Leone Amministratore Delegato e Andrea
Leone, Presidente e Amministratore Delegato di Leone Film
Group, che hanno acquisito il film per l’Italia, hanno così
commentato: “Siamo felici e onorati di distribuire in
Italia The Fabelmans con Rai
Cinema e 01 Distribution, il nuovo attesissimo film di Spielberg,
che ieri sera ha letteralmente entusiasmato il pubblico e la stampa
alle Anteprime alla Festa del Cinema di Roma e Alice nella città.
E’ un sodalizio che si rinnova quello di Leone Film Group con
Steven Spielberg, uno dei più grandi registi di tutti i tempi, che
questa volta ci ha regalato la sua opera più intima e personale,
una storia appassionante e coinvolgente, già definita “un
capolavoro assoluto”. Un film che rivela il genio di Spielberg, il
potere dei sentimenti, la magia del grande cinema.”
The Fabelmans è scritto da Spielberg insieme
al drammaturgo Premio Pulitzer Tony Kushner, storico collaboratore
del regista, due volte candidato all’Oscar® per le sceneggiature di
Lincoln e Munich. I produttori sono la candidata all’Oscar® Kristie
Macosko Krieger, Spielberg e Kushner.
The Fabelmans, uno spaccato intenso
e personale dell’infanzia americana del XX secolo, è il racconto di
formazione di un giovane che scopre uno sconvolgente segreto di
famiglia e il potere salvifico del cinema. Il film, che ha già
vintoil Premio del Pubblico al Festival di
Toronto, è interpretato dalla quattro volte candidata all’Oscar®
Michelle Williams, Paul Dano, Seth Rogen, Gabriel LaBelle e dal
candidato all’Oscar® Judd Hirsch, con le musiche del premio Oscar®
John Williams, la fotografia del premio Oscar® Janusz Kaminski e il
montaggio dei premi Oscar® Michael Kahn e Sarah Broshar.
Prodotto da Amblin
Entertainment, The Fabelmans è un’esclusiva per l’Italia
Leone Film Group con Rai Cinema e sarà al cinema dal 22 dicembre
con 01 Distribution.
In concorso alla Festa del Cinema
di Roma, January di Viesturs Kairišs
invita a leggere il presente attraverso la lente della storia
lettone e della sua lotta per l’indipendenza, che dovette
scontrarsi con l’opposizione sovietica. Il film arriva a Roma dopo
essere stato premiato al Tribeca Film Festival. Il regista,
diciannovenne all’epoca dei fatti narrati, attinge anche alla sua
biografia.
La trama di
January
Lettonia. Jazis,
Kārlis Arnolds Avots, e Anna, Alise Dzene, sono due
giovani lettoni. Si conoscono in una scuola di cinema e condividono
la passione per i grandi cineasti. Forse, diventeranno dei registi.
Jazis filma tutto ciò che lo colpisce con la piccola telecamera del
padre, mentre cerca di capire chi è e cosa fare del suo futuro.
Fuori, i lettoni lottano per la loro indipendenza, che la Russia
non vuole riconoscere. A casa di Jazis, sua madre e suo padre sono
in perenne lite: lei lo accusa di non voler lasciare il partito
comunista, neanche alla luce della posizione assunta dai sovietici
e dei metodi violenti usati dai militari russi per reprimere le
proteste. Nel gennaio 1991, i carri armati sovietici entrano a
Riga, determinati a non concedere ai lettoni
l’indipendenza.
Un cinema militante
che non dimentica la Nouvelle Vague
Viesturs Kairišs
certamente non nasconde due cose di sé: l’amore per il cinema e la
militanza politica. Ve ne sono in January. Si citano,
ad esempio, Tarkovskij, Herzog, Jarmusch, si
omaggia Godard, ispirandosi alla scena della corsa al Louvre
di Bande à part. Soprattutto, si omaggiano i registi
lettoni del periodo, inserendo anche il personaggio del regista
Juris Podnieks, interpretato daJuhan Ulfsak.
Protagonista del film, in parte autobiografico, è una gioventù
sognatrice, amante della poesia del cinema, che si scontra con la
dura realtà e deve decidere da che parte stare. Kairišs ha
scelto, come il suo protagonista, di raccontare ciò che ha visto,
di essere in questo senso “militante”. Ha fatto così tesoro della
lezione che fa pronunciare a Podnieks nel film: stare il più vicino
possibile all’azione per far entrare lo spettatore in quello che
sta succedendo. Kairiss però, lo fa senza dimenticare la
Nouvelle Vague e le suggestioni dei grandi cinasti
succitati.
Scelte visive
interessanti e di carattere
Il film è visivamente
interessante perchè fa un abile utilizzo di materiale di repertorio
e spezzoni girati in Super 8. Questa scelta dà carattere al film e
una forte nota distintiva. Si sente la passione del regista per la
materia scelta. I giovani interpreti risultano efficaci, in
particolare la talentuosa Alise Dzene. Le atmosfere fine
anni ’80, inizi ’90 sono molto ben ricreate, anche grazie ad una
colonna sonora a base di punk e new wave lettone molto
efficace. Quelllo
che succede a Jazis – alter ego del regista – poi, è un invito a perseverare nel
seguire i propri sogni, anche quando non arriva un riconoscimento,
anche quando sembra che ciò che si fa non interessi a nessuno. Alla
fine la passione è più forte di tutto.
Un doppio
binario
January
è un film
impegnato e tristemente attuale, che nel proporsi allo spettatore
non vuole però trascurare e desidera anzi trasmettere tutta la
freschezza della gioventù, non senza una punta di
ironia.
Proiettato per la prima volta il 20
maggio 2022 al
75° festival del cinema di Cannes, Boy from
heaven è un thriller scritto e diretto da Tarik Saleh
(The
contractor). Il film, ambientato al Cairo e girato ad Istambul,
ha vinto il Prix du scenario a Cannes ed è stato selezionato dalla
Svezia, uno dei paesi di produzione, come pellicola da presentare
per gli Oscar 2023 nella sezione miglior film straniero. Nel cast
ritroviamo figure nuove, poco affermate nel cinema internazionale,
come Tawfeek Barhom, nel ruolo del protagonista Adam Tala, Fares
Fares, il quale interpreta il colonnello Ibrahim, e Mohammad
Bakri.
I misteri di Al- azhar
Adam Tala è un giovane egiziano,
molto colto ed intelligente, ma di umili origini: proviene da una
famiglia di pescatori. Tramite l’imam (guida spirituale nella
religione musulmana sunnita) del proprio paese, scopre di aver
ottenuto una borsa di studio per studiare nella prestigiosa
università di Al-azhar, al Cairo. Quello che per lui era un sogno
divenuto realtà, però si trasformerà presto in un incubo. Con
l’improvvisa morte del grande
Imam, si mettono in moto i meccanismi politici che si celano
dietro all’elezione di cariche di un così alto grado. Zizo (Mehdi
Dehbi), amico di Adam e spia per il dipartimento di Sicurezza di
stato, viene ucciso nella notte. A questo punto sarà Adam a
divenire gli occhi e le orecchie all’interno dell’università per il
colonnello Ibrahim, per rendere possibile l’elezione del grande
Imam approvato anche dal Presidente. In quanto spia, la vita di
Adam ad Al-azhar diventa sempre più a rischio.
Boy from heaven: movie insight
Boy from heaven è
una pellicola che presenta certe sue particolarità, sia di tipo
tecnico e scenografico, sia riguardo le tematiche trattate. Molto
interessante è, ad esempio, la scelta di utilizzare poco background
musicale durante il film. Nelle poche scene in cui è presente si
tratta comunque di un semplice strumentale, ma nel complesso tale
mancanza non risulta essere un difetto di Boy from
heaven. Al contrario, contribuisce a creare a tratti una
condizione di maggiore suspense, ed in altri casi a far emergere le
preghiere dei personaggi, in un’atmosfera quasi mistica. Durante
tutto il film, è possibile notare una certa attenzione ai
particolari. Prima di tutto, i costumi tradizionali e l’ambiente
dell’università si mantengono fedeli, anche se il regista Saleh non
ha potuto girare all’interno della vera università, essendo egli
bandito dall’Egitto.
Inoltre, il fotogramma verso la fine
del film in cui si vede la vena della mano del generale pulsare
visibilmente fa notare la cura con cui Boy from heaven è stato
realizzato. Una scena così semplice trasmette al pubblico la
tensione della situazione. Il generale è in un forte stato di
rabbia ed ansia, che non lascia trapelare in alcun modo, se non con
il semplice aumento del battito cardiaco.
In tutto Boy from
heaven si ha una pressoché pura rappresentazione della
cultura egiziana, senza elementi occidentali. Mentre spesso nei
film italiani è molto facile trovare musiche, parole, brand
stranieri, in questa pellicola si ha un maggiore focus sulla
tradizione locale: musiche egiziane, testi solo religiosi, l’unica
“impurità” è la presenza del Mc Donald, inserito nelle vicende. Per
il resto, si mantiene un certo protezionismo culturale.
Un ritratto della cultura
musulmana
Ciò che rende Boy from
heaven così coinvolgente ed accattivante, specialmente per
il pubblico cristiano-occidentale, è il modo in cui viene data una
rappresentazione della religione musulmana sunnita. In tutto il
film, l’islam si mantiene sempre centrale, anche in un ambiente che
solitamente nella visione europea si distanzia un po’ dalla
religione, ovvero l’ambiente universitario. Anche qui, infatti, i
ritmi della giornata sono scanditi dalle ore di preghiera, a cui
aderiscono tutti con particolare dedizione e devozione. Questo può
portare certamente ad una riflessione riguardo la potenza stessa
della fede. Per quanto ognuno eserciti la propria confessione
religiosa nel modo che sente più proprio, sembra essere più raro
ritrovare una fede così forte in molti cristiani. Il modo in cui
l’islam è parte integrante della vita dei personaggi in Boy
from heaven affascinerebbe anche l’individuo più
miscredente.
Il fascino della fede, però, nel
film è dipinto parallelamente anche a quelle che sono visioni
estremiste, che tendono a bollare i musulmani meno praticanti come
infedeli, come nel caso della Fratellanza musulmana. All’islam si
contrappongono anche le esigenze politiche, per cui, infatti, si
vuole manipolare l’elezione di una carica religiosa come il grande
Imam.
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere ha
debuttato con una prima stagione su
Prime
Video. Dopo aver visto gli episodi, i fan della saga
hanno rilasciato i primi commenti. Lo show ha ottenuto un 82% su
Rotten Tomatoes e recensioni abbastanza discordanti.
Gli Anelli del Potere apporta diverse modifiche ai
libri di J.R.R. Tolkien e, proprio per questo, non
è stato apprezzato da tutti. In particolare, la serie ha elaborato
diverse trame che permettono ai personaggi di impostarsi per le
stagioni future. Tuttavia, gli utenti di Reddit hanno
notato che alcune di queste storie presentano dei buchi rispetto ai
libri di Tolkien. Scopriamo i punti deboli de
Gli Anelli del Potere che hanno infastidito
maggiormente i fan.
La profezia del re perduto
Poco
dopo l’introduzione di
Halbrand,
viene rivelata una profezia secondo cui un re perduto delle
Terre del Sud
potrebbe tornare per guidare il suo regno. Tuttavia, più tardi si
scopre che la discendenza reale si è in realtà conclusa mille anni
prima e che, ne
Gli Anelli del Potere,
Halbrand
è
Sauron,
non un re perduto.Si tratta di
una rivelazione sorprendente. In particolare, l’utente
Timely-Huckleberry73
trova strano il fatto che gli abitanti del villaggio del Sud
riescano a riconoscere uno stemma risalente a 1000 anni prima.
Sembra che la profezia abbia come unico scopo quello di ingannare
il pubblico.
E gli altri abitanti della Terra
di Mezzo?
NeGliAnelli del
Potere,
ci sono pochissimi esseri umani: i
Númenóreani
e gli abitanti di un piccolo villaggio nelle
Terre del Sud.Nella serie viene detto
che
Adar
e gli orchi hanno devastato diversi villaggi della regione, ma
nessuno sembra essere troppo preoccupato.Questo appare strano aWobquadleer:
considerando che la Terra di Mezzo è piena diinsediamenti di Elfi
e Uomini, l’utente Reddit Wobquadleer si chiede
come queste popolazioni possano ignorare il mondo al di fuori
deiloro regni. Stando a Gli Anelli del
potere, nessuno, a parte i Númenóreani, è
disposto ad agire.
Galadriel si fida troppo
Quando Galadriel incontra
Halbrand,
quest’ultimo le rivela che gli orchi hanno conquistato le
Terre del Sud.Galadrielvuole
agire istantaneamente: la notizia conferma il suo
presentimento,
Sauron
è ancora a piede libero.Questa
impulsività lascia perplesso un utente di Reddit secondo cui
Galadriel, vista la sua esperienza, avrebbe dovuto essere
più sospettosa circa l’informazione ricevuta. Anche se la
rivelazione di Halbrand si è dimostrata vera, ha poco
senso che un elfo intelligente come Galadr non nutra alcun
sospetto.
Il tempismo dei Númenóreani
L’arrivo
di
Galadriel
e dei
Númenóreani
giusto in tempo per salvare i sudisti da
Adar
è decisamente d’effetto. Ricorda l’arrivo di
Gandalf
alla
Diga di Helm
o quello dell’esercito di
Aragorn
ai
Campi del Pelennor.
Tuttavia, in entrambe le situazioni del
Signore degli Anelli
l’esercito in arrivo conosce le tempistiche della battaglia.
Ne
Gli Anelli del Potere
questo non accade: un utente diReddit
evidenza criticamente il tempismo poco realistico dei
Númenóreani
che – senza farlo apposta – arrivano nel momento esatto in cui c’è
bisogno di loro. La logica narrativa è un po’ troppo facile per
essere davvero credibile.
Colpi casualmente mirati
Il
tempismo dei
Númenóreani
diventa ancora più straordinaro se si considera che i personaggi si
muovono senza conoscere la loro destinazione. In
particolare,DinoKebab
trova strano il fatto che la regina
Miriel
e i suoi soldati abbiano tirato colpi “a
miglia di distanza,
come se sapessero che c’è anche una battaglia in
corso“.
Inoltre, manca un racconto dettagliato dei momenti che precedono lo
scontro ed è difficile immaginare le circostanze che rendono
sensato il loro arrivo.
Le contraddizioni
de Gli Anelli del Potere
Ne
Gli Anelli del Potere
viene fatta una rivelazione che prefigura la fine della civiltà
dei
Nani
e rievoca la battaglia iconica tra la bestia e
Gandalf
nel
Signore degli Anelli.
Si scopre che
Balrog
è sotto a
Khazad-dum.
Molti hanno colto e apprezzato l’Easter egg, ma nonBearishGrylls.
L’utente Reddit ha notato un’imprecisione rispetto al
Signore degli Anelli. Gli
Anelli del potere
racconta quindi una storia contraddittoria, che modifica
significativamente la fine di
Khazad–dum.
Chi è lo Straniero?
Il
mistero circa l’identità dello
Straniero
è un fatto centrale de
Gli Anelli del Potere
ed è l’essenza di molti episodi. Gli inquietanti poteri
dello
Straniero
hanno indotto i personaggi e il pubblico a credere che sotto la sua
identità potesse nascondersi
Sauron.
Tuttavia, il finale ci svela che non è così e allude al fatto che
l’amico magico degli
Harfoots
sia Gandalf.
Un utente
Reddit
è quasi infastidito da questo depistaggio, visto che non porta a
nessuna rivelazione definitiva. Inoltre, l’opzione renderebbe
insignificanti i momenti più spaventosi degli episodi
precedenti.
Il milthril è l’unica
salvezza per gli elfi
Le
opere diJ.R.R.
Tolkien
affermano che, alla fine i corpi degli
Elfi
svaniscono molto lentamente nella
Terra di Mezzo
a causa del male portato da
Morgoth.
Diversamente,
Gli Anelli del Potere
aggiunge un colpo di scena: per salvarsi, gli esseri richiedono la
luce dei
Silmaril.
Gli autori spiegano che gli
Elfi
hanno bisogno del
milthril
perché la “luce
dei Silmaril”
esiste nella
Stella della Sera,
l’astro che brilla continuamente sulla
Terra di Mezzo.Nonostante ciò, Xinfinitejesterx crede
che la motivazione sia troppo debole: la necessità del
mithril
non è ben contestualizzata e si rivela solo un buco nella
trama.
I consigli di Halbrand
Celebrimbor
è un artigiano leggendario, sia nel canone
Tolkien
che negli
Anelli del Potere.Eppure
l’abile fabbro non sa come combinare i metalli e si trova costretto
a chiedere aiuto a
Halbrand.
Magicamente, quest’ultimo sa come comportarsi con tutti i metalli,
anche con quelli inesplorati come il
mithril.
Halbrand
arriva in scena e, in poco tempo, sistema tutto.Per VitaLonga,
le soluzioni che egli fornisce sono troppo semplici per essere
avvincenti e credibili.
La spada d’oro e d’argento
Celebrimbor
afferma di aver bisogno dell’argento e dell’oro più puri per
combinarli con il
mithril.
Assecondandolo,
Galadriel
gli fornisce il pugnale di suo fratello per farlo fondere. Si
tratta di un grande sacrificio all’interno de
Gli Anelli del Potere.
Tuttavia,
Glassy_Skies
ha notato qualcosa di strano: nel momento in cui il pugnale viene
gettato nelle fiamme, nessuno si preoccupa di estrarre la lama –
che non è fatta di metallo prezioso – o di dividere le porzioni
d’argento e d’oro. In questo modo diventa impossibile creare
singoli anelli d’oro e d’argento.
Netflix
ha diffuso il trailer della quinta stagione di The
Crown, la serie creata da Peter Morgan che ha
debuttato nel mondo nel 2016. Nelle immagini video, la prima
occasione per vedere il nuovo cast nei panni della Famiglia
Reale.
Nei nuovi episodi
dell’iconica serie, la Regina Elisabetta II,
interpretata in questa stagione da Imelda Staunton, si avvicina a
celebrare il 40° anniversario della sua ascesa al trono. Il
Principe Carlo, interpretato da Dominic West, fa pressioni su sua
madre per permettergli di divorziare da Diana (Elizabeth
Debicki), ma la tensione è destinata a salire
ulteriormente, quando entra in scena Mohamed Al Fayed (Salim Daw).
Spinto dal suo desiderio di accettazione da parte dell’ordine più
alto, sfrutta la ricchezza e il potere che si è fatto da sé per
cercare di ottenere per sé e suo figlio Dodi (Khalid Abdalla) un
posto al tavolo reale.
The
Crown è creata e scritta da Peter Morgan. I produttori
esecutivi sono Peter Morgan, Suzanne Mackie, Andy Harries, Stephen
Daldry, Matthew Byam Shaw, Robert Fox e Jessica Hobbs. Il cast
include Imelda Staunton (Regina Elisabetta II), Jonathan Pryce
(Principe Filippo), Lesley Manville (Principessa Margaret),
Dominic West (Principe Carlo), Elizabeth Debicki
(Principessa Diana), Claudia Harrison (Principessa Anne) e Olivia
Williams (Camilla Parker Bowles). Jonny Lee Miller interpreta John
Major, Salim Daw interpreta Mohamed Al Fayed e Khalid Abdalla
interpreta Dodi Fayed.
La trama di The
Crown 5
Prossima al 40°
anniversario della sua ascesa al trono, la Regina Elisabetta II
(Imelda Staunton) riflette su un regno che ha incluso nove primi
ministri, l’avvento della televisione per le masse e il tramonto
dell’Impero britannico. Ma nuove sfide si delineano all’orizzonte.
Il crollo dell’Unione Sovietica e il trasferimento della sovranità
di Hong Kong segnalano un cambiamento radicale nell’ordine
internazionale e presentano sfide e opportunità alla Monarchia… ma
nuovi problemi emergono non lontano da casa.
Il Principe Carlo
(Dominic West) spinge la madre ad acconsentire al divorzio con
Diana (Elizabeth Debicki), gettando le basi per una crisi
costituzionale della Monarchia. La vita sempre più separata tra
marito e moglie alimenta numerosi pettegolezzi. Quando lo scrutinio
dei media si intensifica, Diana decide di prendere il controllo
della situazione e infrange le regole familiari pubblicando un
libro che minaccia il sostegno di Carlo da parte dell’opinione
pubblica ed espone le divergenze all’interno del Casato di
Windsor.
Le tensioni salgono
quando entra in scena Mohamed Al Fayed (Salim Daw) che, spinto dal
desiderio di essere accettato dalla nobiltà, sfrutta il patrimonio
e il potere che si è guadagnato da solo per ottenere un posto alla
tavola reale per lui e per il figlio Dodi (Khalid Abdalla).
Wanted Cinema ha diffuso il trailer di
Kill Me if you can, il nuovo documentario di Alex
Infascelli, tratto da “Il Marine. Storia di Raffaele Minichiello” di
Pier Luigi Vercesi. Prodotto da Fremantle Italia e The
Apartment con Rai Cinemae scritto da Alex
Infascelli e Vincenzo
Scuccimarra.Prodotto da
Lorenzo Mieli e Gabriele Immirzi. Il film sarà
presentato alla Festa del cinema di
Roma.
Il 31 ottobre del 1969 le
trasmissioni televisive di tutta l’America vengono interrotte da un
annuncio: un uomo armato fino ai denti, ha preso il controllo di un
jet della TWA in partenza da Los Angeles e diretto a SanFrancisco,
destinazione finale: Roma. Inizia così il più lungo dirottamento
nella storia dell’aviazione. Mentre l’America è incollata davanti
alla televisione a seguire con il fiato sospeso l’odissea del volo
TWA 85, gli agenti dell’FBI scoprono l’identità del ragazzo.
Si chiama Raffaele Minichiello,
anni 19, emigrato negli Usa dall’Irpinia dopo il terremoto del
1962, Marine pluridecorato per il valore dimostrato in battaglia.
Nel frattempo, anche l’Italia ha iniziato a seguire la gimcana tra
i cieli del proprio connazionale. All’arrivo a Roma, Minichiello
cerca la fuga con una macchina della polizia ma viene catturato e
arrestato… Kill Me If You Can racconta l’incredibile vicenda di
Raffaele Minichiello, una vita punteggiata da terremoti, attentati,
guerre, tragedie personali e guai di ogni sorta, ma sempre
all’insegna di una irriducibile voglia di vivere, o meglio, di
sopravvivere, nonostante un destino che sembra proprio accanirsi
contro di lui.
Dagli anni Sessanta ad oggi
Robert Redford si è affermato come una delle più
grandi icone del cinema statunitense, recitando in grandi
capolavori come La stangata,I tre giorni del Condor
e La mia Africa. Ritiratosi dalle scene nel 2018, egli ha
voluto chiudere la propria carriera prendendo parte ad un film che,
indirettamente, è un vero e proprio omaggio alla sua persona, alle
sue interpretazioni e al suo valore nella storia del cinema. Si
tratta di Old Man & The Gun (qui la recensione), film del
2018 diretto dal talentuoso David Lowery, regista
già noto per A Ghost Story e il recente The Green Knight.
Girato in pellicola e costruito come
un vero e proprio poliziesco degli anni Settanta, periodo in cui è
ambientata la storia, il film è basato sulla vera vita di
Forrest Tucker, criminale noto come artista della
fuga, a cui in particolare è stato dedicato l’articolo The Old
Man & The Gun di David Grann, pubblicato
sul New Yorker e su cui si basa la sceneggiatura
del film. Nonostante si parli di criminalità, di rapine e di
scontri con la legge, questo lungometraggio è un tenero e brillante
omaggio tanto a Redford quanto alla resistenza che si oppone
all’invecchiamento facendo ciò che più si ama.
Acclamato come uno dei migliori film
del suo anno, Old Man & The Gun è un’opera che non segue
in modo rigido i canoni del suo genere, lasciandosi andare ad una
contemplazione dell’animo umano particolarmente coinvolgente.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Old Man & The Gun: la trama del film
Ambientato sul finire degli anni
Settanta, il film ha per protagonista Forrest
Tucker, un uomo ormai anziano che ha trascorso la sua
intera vita tra crimini e carcere. Divenuto una vero e proprio
esperto nella fuga, egli è ora tornato in libertà e sente di non
poter rinunciare a fare ciò che più ama, ovvero dar vita a delle
rapine in banca dove, senza mai mostrare la sua pistola né sparare
un colpo, riesce ad ottenere ciò che vuole, anche grazie alla sua
gentilezza. Questo suo modo di fare lo rende inoltre
particolarmente difficile da prevedere e identificare, dando non
pochi problemi alle autorità che lo cercano.
In particolare, l’investigatore
John Hunt non nasconde tutta la sua ammirazione
per l’attività di Tucker, pur tentando in tutti i modi di
acciuffarlo. L’età che avanza non sembra essere un problema per il
criminale, il quale però non manca di tanto in tanto di accarezzare
l’idea di sistemarsi e vivere in modo tranquillo i suoi ultimi
anni. A spingerlo verso questa direzione vi è l’incontro con una
donna di nome Jewel, per cui inizia a provare
sentimenti d’amore che credeva ormai un lontano ricordo. Il
richiamo di una vita fuori legge, però, non mancherà di farsi
sentire, portando Tucker a voler compiere ancora una volta ciò in
cui è più bravo.
Old Man & The Gun: il cast del film
Come anticipato, ad interpretare il
protagonista Forrest Tucker vi è il premio Oscar Robert Redford.
Fu lo stesso attore a proporre di fare un film sulla vita del fuori
legge a Lowery, avendo già lavorato con lui in Il drago
invisibile. Il regista, inizialmente, pensava però di scrivere
un racconto molto fedele alle vere vicende di Tucker, con uno stile
quasi giornalistico. Redford, tuttavia, non si disse pienamente
convinto di voler dare questa direzione al progetto. Lui e Lowery,
infine, decisero di dar vita ad un film che raccontasse la storia
di Tucker così come lui avrebbe voluto vederla o come potrebbe
averla immaginata nella sua testa.
Non si ritrova dunque un racconto
oggettivo degli eventi, bensì una loro rielaborazione sulla base
del carattere e del punto di vista del protagonista. Mentre
recitava in questo film, poi, Redford dichiarò che questo sarebbe
stato il suo ultimo ruolo da attore, in quanto desiderava poter
terminare la sua carriera con un ruolo divertente. Accanto a
Redford si ritrovano poi altri celebri attori, come Danny
Glover e Tom Waits nei ruoli di Teddy
Green e Waller, compari di Tucker. Casey Affleck è
il detective John Hunt, qui alla sua terza collaborazione con
Lowery, mentre Sissy Spacek è Jewel, la donna di
cui Tucker si innamora. Concludono il cast Elisabeth Moss
nel ruolo di Dorothy e John David
Washington in quelli del tenente Kelley.
Old Man & The Gun: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Old Man & The Gun grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Chili Cinema, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 20 ottobre alle ore 21:10
sul canale Rai Movie.
Divenuta una delle saghe
cinematografiche d’azione più celebri di sempre,
Die
Hard comprende oggi cinque titoli usciti in sala
in un arco temporale che va dal 1988 al 2013. Protagonista assoluto
è l’attore Bruce Willis, che ricopre qui il ruolo
del poliziotto John McClane. Nel corso degli anni, questi si è
trovato coinvolto in avventure sempre più estreme e rischiose, in
missioni adatte soltanto ad un uomo “duro a morire”. Anche per
merito di ciò, il personaggio è stato indicato come uno dei più
iconici del cinema, nonché uno dei più importanti nella carriera di
Willis.
Tutto ebbe inizio con Die Hard –
Trappola di cristallo, il quale ebbe poi un tale successo
che i produttori decisero di dar vita ad una serie di sequel. Il
quarto di questi, uscito nel 2007, è Die Hard – Vivere
o morire, diretto da Len Wiseman,
già autore della saga di Underworld. Assente dal cinema
dal 1995, il personaggio di McClane viene qui riportato in scena
per combattere una nuova imprevedibile minaccia: quella del
terrorismo informatico. La trama del film si basa infatti non solo
sui personaggi dello scrittore Roderick Thorp, ma
anche sull’articolo Addio alle armi di John
Carlin, dove si affronta proprio il pericolo di tale
minaccia virtuale.
Per dar vita alle nuove avventure
del poliziotto si è deciso di rendere il film meno simile ai primi
due capitoli e più vicino invece al terzo. Come lì, anche in questo
caso la stragrande maggioranza del film si svolge in ambienti
esterni e urbani, e anche in questo caso McClane viene aiutato
nella lotta al terrorismo da un civile. Accolto in maniera positiva
dalla critica, il film ha confermato il grande interesse nei
confronti della saga. A fronte di un budget di 110 milioni di
dollari, infatti, questo è riuscito ad incassarne ben 388 in tutto
il mondo. Ad oggi, Die Hard – Vivere o morire è il film
dal maggior incasso di tutta la saga.
Die Hard – Vivere o
morire: la trama del film
Sono passati diversi anni dalla sua
ultima grande missione, e il poliziotto McClane è
un uomo diverso, invecchiato ma tenace come sempre. Ancora una
volta, però, si trova a dover salvare la situazione e l’intera
nazione nel momento in cui l’FBI subisce un potente attacco
informatico. Questo genera un blackout dei sistemi di sicurezza,
mandando in tilt il paese. McClane viene così chiamato all’azione,
con il compito di trovare l’hacker Matthew
Farrell. A sua insaputa questi ha infatti contribuito a
rendere operativo un progetto architettato dalla squadra di
cyber-terroristi capitanati da Thomas Gabriel.
Questi era un dipendente del Dipartimento della Difesa, e caduto in
disgrazia cerca ora la vendetta.
Affiancato da Farrell, McClane tenta
così di impedire altri attacchi, cercando allo stesso tempo di
rintracciare la base operativa di Gabriel e dei suoi uomini. Il
terrorista, però, è ben consapevole della fama del poliziotto, e
per assicurarsi un vantaggio nei suoi confronti decide di rapire
sua figlia Lucy. La faccenda diventa così
personale, e McClane torna ad essere l’inarrestabile macchina da
guerra che era, dimostrando di essere duro a morire proprio come un
tempo. Nulla lo fermerà dal trovare i rapitori di sua figlia, e lo
scontro sarà più sanguinoso che mai.
Die Hard – Vivere o
morire: il cast del film
Immaginare il personaggio di John
McClane con il volto di un altro attore è ormai impossibile.
Bruce Willis
ha negli anni dimostrato di essere l’interprete giusto per la
parte, sfoggiando un carisma unico e perfetto per il ruolo. Fu
proprio il primo film della saga a conferirgli grande notorietà.
Particolarmente devoto al ruolo, l’attore si allenò a lungo in
vista delle riprese con l’obiettivo di poter personalmente prendere
parte alle tante spericolate acrobazie previste, senza ricorrere
dunque a controfigure. Nonostante ciò, l’attore riportò comunque
una profonda ferita sopra l’occhio destro, che lo costrinse ad un
ricovero ospedaliero. Come accaduto anche per i precedenti
capitoli, Willis ha anche in questo caso avuto grande potere
decisionale su quanto scritto in sceneggiatura. Diverse scene e
dialoghi vennero infatti riscritti per rientrare maggiormente nelle
volontà dell’attore, il quale conosce meglio di chiunque altro il
proprio personaggio.
Willis desiderava inoltre esplorare
nuovi aspetti del personaggio, e propose ai produttori di
introdurre il rapporto tra McClane e sua figlia. Venne così
inserito il personaggio di Lucy McClane, interpretata dall’attrice
Mary Elizabeth Winstead, oggi nota per aver
interpretato Cacciatrice in Birds of Prey. L’attore
Justin Long interpreta invece l’hacker Matthew
Farrell, colui che aiuterà McClane nella sua missione. Per tale
personaggio, originariamente Wills avrebbe voluto l’attore Ben
Affleck, il quale non si dichiarò però interessato. Ad
interpretare il villain Thomas Gabriel è l’attore Timothy
Olyphant, il quale propose anche alcune modifiche
circa il proprio personaggio. Dalla parte dei cattivi si ritrova
anche Maggie
Q nei panni di Mai Lihn, braccio destro e amante di
Gabriel. L’attore e regista Kevin Smith è invece
l’hacker Frederick “Warlock” Kaludis.
Die Hard – Vivere o
morire: il sequel, il trailer e dove vedere il film in
streaming e in TV
Dato il grande successo del film, i
produttori decisero di far proseguire la saga con un quinto
capitolo. Questo arriva al cinema nel 2013 con il titolo di
Die Hard – Un buon
giorno per morire, spostando l’azione dagli Stati Uniti
alla Russia. Viene inoltre introdotto il personaggio di Jack
McClane, figlio del protagonista, interpretato da Jai
Courtney. Anche questo a sua volta si affermò come un
buon successo, incassando circa 304 milioni di dollari a fronte di
un budget di circa 92. Willis ha poi dichiarato di voler realizzare
almeno un sesto capitolo prima di mandare in pensione il
personaggio. Attualmente, però, non vi sono stati significativi
aggiornamenti a riguardo, e prima di rivedere il personaggio al
cinema potrebbe volerci più tempo del previsto.
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Die Hard –
Vivere o morire è infatti presente su Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity e Tim
Vision. Per poter usufruire del film, sarà necessario
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
In questo modo sarà poi possibile vedere il titolo in tutta
comodità e al meglio della qualità video, senza limiti di tempo. Il
film è inoltre in programma in televisione per giovedì 20
ottobre alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Warner Bros e Sony Pictures hanno
diffuso il trailer della nuova commedia Non
Così Vicino diretta da Marc Forster e
che vede protagonista un inedito Tom Hanks
Le prime immagini di Non
Così Vicino il nuovo film con Tom Hanks e diretto
da Marc Foster (Neverland – Un sogno per la vita). Nel
cast anche Mariana Treviño (Club the Cuervos), Rachel
Keller (Fargo) e Manuel Garcia-Rulfo (I magnifici
7). La sceneggiatura è scritta dal candidato all’Oscar David
Magee (Migliore sceneggiatura non originale, Vita di Pi,
2012; Migliore sceneggiatura non originale, Neverland – Un
sogno per la vita, 2004) tratto dal romanzo best-seller
“L’uomo che metteva in ordine il mondo” di Fredrik Backman. Il film
è basato anche sulla pellicola svedese scritta e diretta da Hannes
Holm. Non Così Vicino è prodotto da Rita Wilson, Tom
Hanks, Gary Goetzman e Fredrik Wikström Nicastro.
Dal 16 febbraio solo al cinema, prodotto da Sony Pictures e
distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.
Tratto dal comico e commovente
bestseller “L’uomo che metteva in ordine il mondo”, Non
Così Vicino racconta la storia di Otto Anderson
(Tom
Hanks), un vedovo scontroso e molto fissato con le sue
abitudini. Quando una giovane e vivace famiglia si trasferisce
nella casa accanto, l’incontro con Marisol, ragazza brillante e in
dolce attesa, crea un’improbabile amicizia che sconvolgerà il suo
mondo. Una storia divertente e struggente che racconta come alcune
famiglie nascono anche nei luoghi più inaspettati.
Quattro partigiani si muovo furtivi
in un innevato panorama di montagna. Conosciamo i loro nomi e i
valori per cui combattono. Una donna si unisce poi al gruppo e
cambiano così le dinamiche tra loro. Sono figure lontane nel tempo,
eppure capaci di evocare con sorprendente forza uno stato emotivo
ancora oggi vivo e dilagante. Su queste basi si fonda il nuovo film
di Fabrizio Ferraro, dal titolo
I morti rimangono con la bocca aperta e
presentato in Concorso alla Festa del Cinema di
Roma. Si tratta inoltre del quarto e penultimo
capitolo della serie Unwanted, che Ferraro ha costruito
intorno alla figura del reietto.
Prima di I morti rimangono con
la bocca aperta ci sono infatti stati Gli indesiderati
d’Europa, Checkpoint Berlin e La veduta luminosa.
Ognuna di queste opere rappresenta un vero e proprio viaggio nella
storia e nell’animo dell’uomo, ricercando percorsi e derive comuni.
Allo stesso modo il nuovo film di Ferraro si presenta come un
viaggio tanto fisico quanto esistenziale, ambientato nell’Appennino
centrale nel 1944, quando la Seconda Guerra Mondiale sta per
concludersi, ma non è ancora realmente finita.
Un viaggio dell’animo
Ferraro è una figura estremamente
affascinante nel panorama cinematografico italiano, un uomo di
cinema a tutto tondo che per le sue opere non si occupa solo della
regia, ma anche della sceneggiatura, della fotografia, del
montaggio e della produzione. Ciò vale anche per questo suo nuovo
I morti rimangono con la bocca aperta, che esprimere
dunque in modo particolarmente inequivocabile il pensiero e la
visione del suo autore. La storia è ambientata nel passato, eppure
con un non eccessivo sforzo di fantasia può applicarsi benissimo
anche all’oggi. D’altronde, il film è da intendersi più come un
viaggio sensoriale e metaforico, volutamente privo dunque di un
racconto particolarmente definito.
Ancor prima dei cinque personaggi
umani e della loro vicenda, è infatti l’ambiente il vero
protagonista del film. Un vasto paesaggio di montagna ricoperto da
neve così bianca da risultare accecante. Un luogo che sembra essere
fuori dal mondo, sospeso nel tempo, dove può dunque svolgersi un
racconto che, come già detto, si adatta ad ogni epoca. Con una
forte prevalenza di campi lunghi e lunghissimi, il regista
inserisce qui i suoi personaggi, accentuando dunque la loro
piccolezza dinanzi alla maestosità della natura. Questo ritrarre
così piccoli i personaggi ci sottolinea ulteriormente la loro
solitudine e il loro senso di smarrimento in un contesto che non
offre punti di riferimento.
I luoghi che Ferraro mostra nel suo
film diventano dunque vere e proprie esteriorizzazioni dell’animo
umano. I suoi personaggi in guerra sono aridi, sospettosi, pronti
ad uccidere al minimo dubbio, così come ancora oggi l’essere umano
sembra pervaso da un senso di glacialità che lo rende impassibile
dinanzi alle disgrazie presenti nel mondo. È questo a rendere senza
tempo I morti rimangono con la bocca aperta, questo suo
poter benissimo essere ambientato in qualunque momento della storia
e in qualunque parte del mondo. Se è vero che i morti rimangono con
la bocca aperta, recitando i loro ultimi moniti, allora l’invito
non può che essere quello di porgere l’orecchio con attenzione.
La guerra nel cuore
Oltre l’uso che viene fatto del
paesaggio, di I morti rimangono con la bocca aperta
colpisce la sensazione di trovarsi a confronto con dei personaggi
che la guerra sembrano averla più nella testa che non intorno a
loro. I cinque sono completamente isolati tra la neve e quanto li
circonda lascia ipotizzare che tra loro e altre forme di vita umana
passino chilometri e chilometri. Eppure, i personaggi ripetono
continuamente di sentire dei cani in lontananza, un aereo di
ricognizione in cielo, il rumore di mezzi cingolati in
avvicinamento o ancora impronte nella neve che farebbero pensare ad
un nemico sempre più vicino. Lo spettatore, tuttavia, non partecipa
a nessuna di queste loro sensazioni. Viene dunque da chiedersi se
realmente ci sia un pericolo incombente sui cinque protagonisti o
se questo sia solo immaginario.
Anche nel momento della sparatoria
tra i boschi, la scena non dà alcuna prova di un effettivo esercito
nemico in attacco. Si sentono in quel momento voci e spari non
effettivamente provenienti dai protagonisti conosciuti, ma non ci
sono immagini che fungano da prova concreta della presenza di altri
soldati. Tutto ciò per ribadire come Ferraro lasci il suo film
immerso in uno stato di sospensione e di ambiguità che permette
numerose interpretazioni e riflessioni. La stessa fotografia
sfocata che caratterizza la maggior parte del film conferisce al
tutto un’atmosfera onirica, quasi ci trovassimo in un sogno. In
realtà, I morti rimangono con la bocca aperta è a contatto
con la nostra realtà molto più di quanto si potrebbe pensare.
Come sappiamo, Laurence
Fishburne non ha preso parte alla realizzazione di
Matrix
Resurrections, il quarto capitolo del franchise
delle sorelle Wachowski e che ha visto tornare sul grande schermo
sia Trinity che Neo, con i volti di Keanu Reeves e
Carrie Anne Moss, sia lo stesso Morpheus,
interpretato però da Yahya Abdul-Mateen
II invece che da Laurence
Fishburne, come nei capitoli precedenti.
Adesso, grazie a Variety, abbiamo
finalmente la “recensione” onesta e schietta dell’attore che
commenta così il film: “Sì, l’ho visto. Non era brutto come mi
aspettavo ma era meno bello di quello che speravo. Penso però che
Carrie-Anne e Keanu abbiano fatto un ottimo lavoro.” In merito
alla volontà di farne parte, Fishburne ha detto: “No, davvero
no”.
Matrix
Resurrections è interpretato da Keanu
Reeves e Carrie Anne Moss, ma anche da
Yahya Abdul-Mateen II (il franchise di
Aquaman), Jessica Henwick (per la TV Iron
Fist, Star
Wars: Il Risveglio della Forza), Jonathan
Groff (Hamilton, per la TV
Mindhunter), Neil Patrick
Harris (Gone Girl – L’amore
bugiardo), Priyanka Chopra Jonas (TV
Quantico), Christina
Ricci (TV Escaping the Madhouse: The Nellie
Bly Story, The Lizzie Borden Chronicles),
Telma Hopkins (TV Amiche per la
morte – Dead to Me),
Eréndira Ibarra (serie
Sense8,
Ingobernable), Toby
Onwumere (serie Empire),
Max Riemelt (serie
Sense8), Brian J. Smith
(serie Sense8,
Treadstone), e Jada Pinkett Smith (Attacco al
potere 3 – Angel Has Fallen, Gotham per la
TV).
Il team creativo scelto da Wachowski
dietro le quinte comprende i collaboratori di Sense8: i
direttori della fotografia Daniele Massaccesi e John Toll, gli
scenografi Hugh Bateup e Peter Walpole, il montatore Joseph Jett
Sally, la costumista Lindsay Pugh, il supervisore agli effetti
visivi Dan Glass e i compositori Johnny Klimek e Tom Tykwer. La
Warner Bros. Pictures presenta, in associazione con Village
Roadshow Pictures, in associazione con Venus Castina Productions,
Matrix
Resurrections. Il film sarà distribuito in tutto
il mondo dalla Warner Bros. Pictures e sarà nelle sale italiane a
partire dal 1 gennaio 2022.
Durante una recente intervista con
The Hollywood Reporter, Lupita Nyong’o, che torna a interpretare Nakia
in Black
Panther: Wakanda Forever, ha risposto al crescente
movimento “recast T’Challa” ovvero un trend social che avrebbe
voluto un nuovo attore per interpretare T’Challa dopo la dipartita
prematura di Chadwick Boseman.
La star di Wakanda
Forever sostiene la decisione della Marvel di non sostituire il
personaggio e sottolinea che mentre il sequel metterà a riposo
T’Challa, ciò non segna la fine di Black Panther,
cosa che è molto chiara dal trailer e che sembra rispecchiare una
saggia decisione di produzione.
“Questa non è la morte della Pantera Nera, questo è il
punto. T’Challa viene messo a riposo e consente alla vita reale di
informare la storia dei film. So che ci sono tutti i tipi di motivi
per cui le persone vogliono che venga riscelto, ma non ho la
pazienza. Non ho la presenza di spirito, o non ho l’obiettività per
discuterne. Non io. Sono molto di parte.”
Il sequel del MCU onorerà il
defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità
del suo personaggio, T’Challa. Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11
novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio
interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.
Nel film Marvel Studios
Black Panther:
Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela
Bassett), Shuri (Letitia
Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai
Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba)
lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze
mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del
Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro
storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia
(Lupita
Nyong’o) e di Everett Ross (Martin
Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del
Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo
di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da
Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e
Alex Livinalli.
Il giornalista e autore Kyle
Buchanan ha pubblicato un estratto dalla sua imminente
intervista con Ke Huy Quan, descrivendo in
dettaglio le circostanze della sua toccante riunione
con Harrison Ford. Nell’estratto, Quan afferma che
gli è stato detto della presenza di Ford al D23 e gli è stata data
la possibilità di vederlo dopo quasi 4 decenni, anche se temeva che
l’attore non lo avrebbe riconosciuto.
“Eravamo all’evento D23 e mi è
stato detto che Harrison sarebbe stato lì. Siamo in questa stanza
verde con così tanti attori, produttori e registi, e la persona che
è stata incaricata di assistermi ha detto: ‘Harrison Ford è proprio
fuori dalla stanza verde. Vuoi andare a salutare?’ Ho pensato:
“Certo! Non lo vedo da 38 anni. Quindi esco e lo vedo a circa 15
piedi di distanza mentre parla con Phoebe
Waller-Bridge, sono lì per promuovere Indy 5. E mentre mi
avvicino, il mio cuore batte forte. Sto pensando: “Mi riconoscerà?
L’ultima volta che mi ha visto, ero un ragazzino”.
Mentre mi avvicino, si gira e mi
punta il dito contro, e ha quel classico, famoso, scontroso sguardo
di Harrison Ford. Io dico: ‘Oh mio Dio,
probabilmente pensa che io sia un fan e mi dirà di non avvicinarmi
a lui.’ Ma lui mi guarda, mi indica e dice: “Sei Short Round?”
Immediatamente, sono stato trasportato indietro nel tempo nel 1984,
quando ero un ragazzino, e ho detto: “Sì, Indy”. E lui ha detto:
“Vieni qui” e mi ha dato un grande abbraccio. Quando l’ho
abbracciato, tutti quei meravigliosi ricordi che avevo sul set sono
tornati alla mente. Mi sono sentito così a mio agio. È stato
fantastico, ed è un uomo fantastico – uno degli uomini più generosi
del pianeta.”
Ke Huy Quan e
Harrison Ford hanno lavorato insieme in
Indiana Jones e il tempio maledetto, film in cui
Quan interpretava proprio il piccolo Shorty. Mentre
Harrison Ford era già una star, Quan ha avuto
difficoltà a inserirsi a Hollywood davanti alla macchian da presa,
ha così cambiato direzione, spostandosi dietro all’obbiettivo. Con
Everything Everywhere All at Once, quest’anno,
ha di nuovo la possibilità di brillare sul grande schermo, a quasi
quarant’anni da Indy 2 e I Goonies (dove
interpretava Data).
Sono ora disponibili il
Trailer ufficiale e il Poster di
Il mio nome è vendetta, il film diretto da
Cosimo Gomez, prodotto da Colorado
Film, in arrivo solo su Netflix dal 30
novembre, con protagonista un inedito e sorprendente
Alessandro Gassmann. L’attore veste i panni di Santo,
un ex sicario della criminalità organizzata, che dopo aver vissuto
nell’ombra per anni in una tranquilla cittadina del Trentino-Alto
Adige, è alla ricerca di vendetta insieme alla figlia Sofia,
interpretata da Ginevra Francesconi.
Il film è prodotto da
Iginio Straffi e Alessandro Usai
per Colorado Film, e vede nel cast anche
Alessio Praticò, Francesco Villano, Mauro Lamanna
e Remo Girone.
Il mio nome è vendetta sarà disponibile solo su
Netflix dal 30 novembre.
La trama
Sofia è una tranquilla teenager che
passa il suo tempo tra partite di hockey, di cui è campionessa, e
lezioni di guida off-road. Fino al momento in cui, disobbedendo a
Santo, suo padre, lo fotografa di nascosto e pubblica la sua foto
su Instagram. Il piccolo post è sufficiente a cambiare le loro vite
per sempre. Seguendo la traccia informatica, due criminali entrano
nella loro casa e uccidono barbaramente la madre e lo zio di Sofia,
dando vita a un regolamento di conti covato per quasi vent’anni.
Sofia scoprirà che la verità le è sempre stata taciuta e che Santo
nasconde un oscuro passato di affiliato alla N’drangheta. Non senza
conflitto, Sofia abbraccerà un’eredità fatta di furia e violenza e
si alleerà con il padre per cercare una spietata vendetta.