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Buffy l’ammazzavampiri: ulteriori ingressi nel cast del reboot!

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Merrin Dungey (The Lincoln Lawyer), Audrey Hsieh (Found) e Audrey Grace Marshall (The Flight Attendant) e Chase Sui Wonders (So cosa hai fatto) sono state scritturate per il reboot di Buffy l’ammazzavampiri, che ha ottenuto un ordine per un episodio pilota da Hulu. Le attrici saranno guest star nell’episodio pilota, con i personaggi concepiti come ricorrenti se il progetto diventerà una serie.

Stando a quanto riportato da Deadline, Dungey interpreterà la signora LaDuca, la consulente universitaria della New Sunnydale Academy. Hsieh e Marshall interpreteranno rispettivamente Keiko e Jessica, studentesse liceali e membri del gruppo cristiano evangelico dell’accademia. Chase Sui Wonders, che è entrata a far parte del progetto dopo aver conosciuto Sarah Michelle Gellar durante le riprese di So cosa hai fatto di quest’anno, interpreterà invece un personaggio chiamato Shirley, ma di cui al momento non si sa altro.

Sarah Michelle Geller è una forza della natura”, ha detto Wonders. “Siamo diventate subito amiche durante le riprese di So cosa hai fatto. È una donna incredibile e una persona fantastica, e mi ha chiesto se volevo partecipare al progetto. Poi mi ha parlato della regia di Chloé Zhao e della produzione esecutiva di [Nora e Lilla Zuckerman]. E poi Eric Kissack, che è il nostro montatore in The Studio, sta montando anche la serie Buffy“.

Wonders ha poi potuto rivelare alcuni dettagli della sua esperienza sul set: “Quello che posso dire è che è un modo molto divertente di entrare in questa serie, e Gellar è sul set ogni giorno, dall’inizio alla fine delle riprese. È molto coinvolta”. Da quando ha firmato il contratto, Wonders ha detto di essersi immersa profondamente nell’universo di Buffy. “Ho guardato tutta la serie originale, quindi al momento mi sento davvero di vivere a Sunnydale. È molto bello e surreale vedere la giovane Sarah Michelle essere una vera dura, cosa che già sapevo, ma è bello vedere che lo è stata per molto tempo”.

Riguardo alla collaborazione con Zhao, che sta dirigendo il pilot del reboot di Buffy, Wonders ha detto: “Quando l’ho incontrata per la prima volta, ho pensato: questa donna è molto, molto sincera, e ha un approccio davvero unico alla regia e a tutto il processo. Si capisce che le sue radici affondano nel cinema indipendente molto naturalistico con attori non professionisti. The Rider è stato un capolavoro assoluto. Lavorare con lei su questa serie canonica, pulp e fantastica è davvero divertente. È incredibile“.

Cosa aspettarsi dal reboot di Buffy l’Ammazzavampiri

L’originale serie di Buffy l’ammazzavampiri, ideata da Joss Whedon, mescola horror, azione, dramma e commedia con sorprendenti sfumature metaforiche. Ambientata nella cittadina immaginaria di Sunnydale, la storia segue Buffy Summers, una liceale apparentemente normale che è però la “Prescelta”, l’unica ragazza della sua generazione destinata a combattere vampiri, demoni e forze oscure. Affiancata dai suoi amici – la “Scooby gang” – e dal suo mentore Rupert Giles, Buffy affronta battaglie sovrannaturali che spesso riflettono le paure e le sfide della crescita, dell’identità e della responsabilità personale. La serie è considerata un simbolo del girl power anni ’90.

Una recente sinossi del reboot di Buffy l’ammazzavampiri ha rivelato che “Nova, una sedicenne appassionata di libri, scopre di essere un’ammazzavampiri nella ricostruita Sunnydale, divisa tra la grintosa Old Sunnydale e l’esclusiva New Sunnydale. Durante il Vampire Weekend, un festival che celebra il passato oscuro della città, i vampiri Jack e Shirley emergono da un cantiere edile, uccidono un adolescente e pianificano un rituale per creare un esercito di vampiri al Cursed Circle”, conclude la sinossi.

Nora Zuckerman e Lila Zuckerman sono ora state incaricate di scrivere, dirigere e produrre la serie reboot di Buffy l’ammazzavampiri. La premio Oscar Chloé Zhao sarà la regista e la produttrice esecutiva sotto la sua casa di produzione Book of Shadows. Gellar è invece produttrice esecutiva insieme a Gail Berman. Fran Kuzui e Kaz Kuzui saranno produttori esecutivi tramite Suite B, mentre Dolly Parton sarà produttrice esecutiva tramite Sandollar. La produzione sarà affidata a 20th Television e Searchlight Television. Berman, i Kuzui e Parton sono stati tutti produttori esecutivi della serie originale.

Protagonista sarà dunque Ryan Kiera Armstrong, apparsa di recente nella serie Disney+Star Wars: Skeleton Crew”. Tra gli altri suoi crediti televisivi figurano “Anne with an E” su Netflix, “American Horror Story” e la prossima serie FX “The Lowdown”. Ad affiancare Armstrong e Sarah Michelle Gellar nuovamente nei panni di Buffy ci sono Faly Rakotohavana (“Unprisoned”, “Secret Society of Second Born Royals”) nel ruolo di Hugo, Ava Jean (“A Week Away”, “Law & Order: SVU”) nel ruolo di Larkin, Sarah Bock (“Severance”) nel ruolo di Gracie, Daniel di Tomasso (“Witches of East End”, “Major Crimes”) nel ruolo di Abe e Jack Cutmore-Scott (“Oppenheimer“, “Frasier”) nel ruolo del signor Burke.

Si sono poi aggiunte al cast Merrin Dungey (The Lincoln Lawyer) nel ruolo della signora LaDuca, la consulente universitaria della New Sunnydale Academy, Audrey Hsieh (Found) e Audrey Grace Marshall (The Flight Attendant) interpreteranno rispettivamente Keiko e Jessica, studentesse liceali e membri del gruppo cristiano evangelico dell’accademia, e Chase Sui Wonders (So cosa hai fatto) interpreterà invece un personaggio chiamato Shirley.

Al momento non è noto chi del cast originale – che includeva Nicholas Brendon, Alyson Hannigan, Carpenter, Anthony Stewart Head, David Boreanaz, Seth Green e James Marsters – potrebbe tornare per la nuova serie.

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Le Cronache di Narnia: le prime foto dal set rivelano un importante cambiamento

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Le prime foto dal set di Le cronache di Narnia di Greta Gerwig rivelano un importante cambiamento di location, confermando inoltre che le riprese riprese del film Netflix hanno avuto o stanno per avere inizio nella zona di Bank Station e The Royal Exchange a Londra. Le foto mostrano i set elaborati che sono stati costruiti per rappresentare la Gran Bretagna del dopoguerra negli anni ’50, con grandi gruppi di comparse sul set insieme alla regista.

Le foto mostrano anche la Gerwig sul set con due giovani attori non identificati che si ritiene interpretino Digory Kirke e Polly Plummer. Le foto dal set sono apparse su @UnBoxPHD su X e What’s On Netflix (le si può vedere cliccando sui link riportati). La prima cosa che queste immagini suggeriscono è che l’adattamento di Gerwig del romanzo Il nipote del mago (il sesto della serie ma il primo in ordine cronologico) aggiorni l’ambientazione agli anni ’50, un cambiamento significativo rispetto allo sfondo vittoriano della fine del XIX secolo del libro, ambientato a Londra durante l’estate del 1900.

Un utente di Instagram che ha immortalato immagini di un banco di fiori e altri elementi del set, @obscuretourslondon, sostiene che il film sia ambientato nel 1955. Tuttavia, non è ancora chiaro se questo cambiamento temporale riguarderà l’intera narrazione o solo alcune scene. Se fosse la prima ipotesi, questo cambiamento potrebbe avere importanti ripercussioni sui futuri adattamenti di Netflix. In Il leone, la strega e l’armadio, la trama è infatti ambientata durante la seconda guerra mondiale, quindi un simile cambiamento temporale potrebbe collocare quegli eventi all’inizio degli anni 2000.

Cosa sappiamo de Le Cronache di Narnia di Greta Gerwig per Netflix 

La piattaforma di streaming aveva annunciato per la prima volta l’intenzione di adattare i famosi libri di C.S. Lewis nel 2018, con la regista di Barbie che è stata coinvolta nel progetto nel 2020. Il film di Greta Gerwig su Narnia sembra adattare il sesto libro della serie, “Il nipote del mago”, il quale si colloca però prima di tutti gli altri per ordine cronologico. Il film dovrebbe essere distribuito nell’autunno del 2026, potendo apparetemente contare su una massiccia distribuzione in sala prima di approdare sulla piattaforma Netflix.

Il cast è stato finora avvolto nel mistero. Gli unici dettagli riportati includono Emma Mackey nel ruolo della Strega Bianca, Daniel Craig in quello dello zio Andrew, Carey Mulligan in trattative per interpretare la madre di Digory e Meryl Streep che dovrebbe doppiare il leone parlante Aslan. Tuttavia, Netflix non ha ancora confermato o annunciato ufficialmente nessuno di questi membri del cast. Con l’inizio delle riprese, è possibile che maggiori annunci vengano fatti nei prossimi mesi.

I Fantastici 4: Michael Chiklis (La Cosa) afferma che i film originali “hanno fatto molte cose giuste”

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In una recente intervista con Collider, Michael Chiklis, che ha interpretato Ben Grimm, alias La Cosa, in I Fantastici 4 e nel suo sequel del 2007 I Fantastici 4 e Silver Surfer, ha affermato che i due blockbuster Marvel sono stati ‘sottovalutati’ al momento della loro uscita e che i critici che hanno stroncato i film “hanno sbagliato”. “Credo che molte persone abbiano sbagliato il loro giudizio”, ha detto Chiklis. “Hanno davvero denigrato i nostri film, che sono stati molto sottovalutati considerando che… erano molto amati dal pubblico. È stato uno di quei casi in cui i critici non hanno apprezzato quei film, ma il pubblico sì, e questo vale ancora oggi”.

Ha continuato: “Ho sempre pensato in silenzio: ‘Ok, dite quello che volete, ma la gente lo vede’. E ora, dopo tutti questi anni, la gente sta riconoscendo che questi film sono adatti alle famiglie, divertenti… hanno fatto molte cose giuste. Potranno anche essere imperfetti, ma sono davvero dei buoni film”. Entrambi i film dei Fantastici 4 della metà degli anni 2000 hanno infatti visto un rinnovato interesse con la recente uscita di I Fantastici Quattro: Gli Inizi. Tuttavia, al loro debutto, non sono stati affatto apprezzati dalla critica.

Il primo film si attesta al 28% sul sito di recensioni Rotten Tomatoes, mentre il sequel si attesta a un leggermente migliore 37%. Sebbene non siano stati amati dalla critica, Chiklis ha sottolineato che entrambi i film hanno ottenuto un certo successo commerciale. “Abbiamo incassato tre quarti di miliardo di dollari con quei due film”, ha aggiunto. “Quindi, sapete, tutte quelle persone non possono essere completamente fuori di testa, capite cosa intendo?

Doveva esserci un terzo I Fantastici 4

Sempre parlando di quei primi film dedicati alla famiglia Marvel, Ioan Gruffudd, che ha recitato al fianco di Chiklis nel ruolo di Reed Richards, alias Mr. Fantastic, ha recentemente dichiarato a Vulture che inizialmente era prevista la realizzazione di tre film sui Fantastici Quattro, ma la trilogia è stata alla fine interrotta. “L’idea era di realizzarne tre, e penso che il secondo film abbia avuto lo stesso successo del primo e sia piaciuto altrettanto ai fan”, ha detto Gruffudd.

Mi è piaciuto particolarmente lavorare con Doug Jones [nel ruolo di Silver Surfer] in quel film, che è un artista straordinario e un esperto nel campo del movimento. Se volete vedere qualcuno che dà vita a un personaggio fisicamente, lui è semplicemente imbattibile. Quindi c’era sicuramente questo slancio, e il piano era di fare tre film, ma queste decisioni sono al di fuori del mio controllo”.

Star Trek, Simon Pegg sul film mai realizzato di Quentin Tarantino: “era pazzesco”

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Simon Pegg sta facendo luce su come avrebbe potuto essere il film di Star Trek mai realizzato da Quentin Tarantino. Durante un panel al Fan Expo Boston sabato, Pegg, che ha interpretato Scotty nella trilogia reboot, ha infatti detto di aver ricevuto una descrizione del film da J.J. Abrams e dalla produttrice Lindsey Weber, e che era folle quanto qualsiasi altro lavoro precedente di Tarantino. “Era quello che nel settore chiamiamo ‘pazzesco’”, ha detto.

Era tutto ciò che ci si aspetterebbe da una sceneggiatura di Quentin Tarantino per ”Star Trek“. Pegg ha poi spiegato che gli sarebbe piaciuto vedere il mondo di Star Trek attraverso gli occhi del regista di Pulp Fiction, ma i fan più accaniti della serie potrebbero pensarla diversamente. “Penso che sarebbe stato incredibilmente curioso vedere ”Star Trek“ attraverso la sua lente”, ha aggiunto Pegg. “Non so come sarebbe stata accolta dai fan, ma sarebbe stata sicuramente una cosa interessante”.

Cosa sappiamo del film di Star Trek di Quentin Tarantino

Alla fine del 2017, era stato annunciato che la Paramount e il produttore di Star Trek Abrams avevano accettato la proposta di Tarantino per un nuovo film della serie e che lo sceneggiatore di The Revenant Mark L. Smith avrebbe lavorato alla sceneggiatura. Tuttavia, il film alla fine non è mai stato realizzato. Smith ha poi dichiarato a Collider nel 2023 che uno dei principali ostacoli alla produzione del film era che Tarantino temeva che Star Trek sarebbe stato il suo ultimo film.

Quentin e io abbiamo discusso a lungo, lui avrebbe lavorato al progetto, ma poi ha iniziato a preoccuparsi del numero, del suo numero non ufficiale di film”, ha detto Smith. “Ricordo che stavamo parlando e lui disse: ‘Se solo riuscissi ad accettare l’idea che ”Star Trek“ potrebbe essere il mio ultimo film, l’ultima cosa che farò. È così che voglio finire?’. E penso che quello fosse l’ostacolo che non è mai riuscito a superare, quindi la sceneggiatura è ancora lì sulla sua scrivania”.

Il film, stando a quanto emerso, sarebbe stato ambientato principalmente su un pianeta simile alla Terra in un contesto gangsteristico degli anni ’30, apparentemente ispirato al diciassettesimo episodio della seconda stagione di “Star Trek: The Original Series” intitolato “A Piece of the Action”. Nell’episodio, andato in onda originariamente nel 1968, l’equipaggio dell’Enterprise atterra su un pianeta con una cultura gangsteristica degli anni ’20.

LEGGI ANCHE: Quentin Tarantino: dubbi e incertezze sul prossimo film del regista

Rambo: Noah Centineo protagonista del prequel

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Dopo la notizia della scorsa primavera secondo cui era in fase di realizzazione un prequel di Rambo, Millennium Media sembra aver trovato il suo uomo, dato che fonti hanno rivelato a Deadline che Noah Centineo ricoprirà tale ruolo. Il regista di Sisu, Jalmari Helander, dirigerà il film basato su una sceneggiatura scritta dal duo Rory Haines e Sohrab Noshirvani. Secondo le fonti, le riprese dovrebbero iniziare all’inizio del 2026 in Thailandia.

Gli addetti ai lavori aggiungono inoltre che, sebbene non sia stato ancora siglato alcun accordo, Lionsgate è il favorito per aggiudicarsi il progetto. Lo studio ha infatti distribuito gli ultimi due film della saga e ha già lavorato con Helander in Sisu. La trama del film è ancora segreta, ma sarà la storia delle origini di un giovane John Rambo durante la guerra del Vietnam. Sarà però interessante scoprire di preciso quanto e cosa di quel periodo verrà mostrato nel film.

Per quanto riguarda Centineo, la sua popolarità è in ascesa dopo i ruoli di successo nella serie Netflix To All the Boys I Loved Before e The Recruit, ma questo è il tipo di ruolo che potrebbe lanciare la giovane star nella lista delle celebrità di prima categoria. Prossimamente interpreterà Ken Masters nell’adattamento live-action di Street Fighter, mentre di recente è apparso in Warfare e nel film Our Hero, Balthazar.

Per quanto riguarda Stallone, quando Deadline ha riportato per la prima volta la notizia, fonti interne hanno riferito alla testata che l’interprete originale del personaggio è a conoscenza del progetto ma non è coinvolto nella realizzazione, e ad oggi la situazione sembra essere rimasta invariata. Fonti ora affermano che Stallone è stato informato dell’adesione di Centineo al ruolo. Non è però escluso che possa in seguito unirsi in qualità di produttore.

Rambo torna al cinema

Uno degli eroi d’azione più iconici del cinema statunitense, il personaggio è stato creato da David Morell nel suo romanzo First Blood. Nel film originale del 1982, Sylvester Stallone interpretava il veterano dei Berretti Verdi, costretto da uno sceriffo crudele e dai suoi vice a fuggire sulle montagne e a intraprendere una guerra solitaria contro i suoi inseguitori. I cinque film della serie hanno incassato oltre 800 milioni di dollari in tutto il mondo; l’ultimo, Rambo – Last Blood del 2019 ha incassato 92 milioni di dollari al botteghino.

Swiped in streaming dal 19 settembre su Disney+

Il film 20th Century Studios Swiped debutterà in esclusiva il 19 settembre su Disney+ in Italia e su Hulu negli Stati Uniti e sarà presentato in anteprima al Toronto International Film Festival il 9 settembre. Ecco il trailer ufficiale:

La trama di Swiped

Ispirato alla storia vera e provocatoria della visionaria fondatrice della piattaforma di incontri online Bumble, Swiped segue la neolaureata Whitney Wolfe, interpretata da Lily James, che con straordinaria determinazione e ingegnosità riesce a farsi strada nel settore tecnologico dominato dagli uomini e a lanciare un’innovativa app di incontri (due, in realtà) acclamata a livello mondiale, ponendo le basi per diventare la più giovane miliardaria che si è fatta da sola. Swiped è diretto da Rachel Lee Goldenberg e scritto da Bill Parker, Rachel Lee Goldenberg e Kim Caramele. Il film è interpretato anche da Jackson White, Myha’la, Ben Schnetzer, Pierson Fodé, Clea DuVall, Pedro Correa, Ian Colleti, Coral Peña e Dan Stevens. Jennifer Gibgot, Andrew Panay e Lily James sono i produttori.

One Piece Stagione 2: le prime immagini dei protagonisti

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In occasione delle celebrazioni per il One Piece Day che si sono tenute questo fine settimana a Tokyo, Netflix ha condiviso le prime immagini della seconda attesissima stagione della leggendaria avventura “ONE PIECE: VERSO LA ROTTA MAGGIORE”, che arriverà nel 2026. La serie è stata inoltre rinnovata per una terza stagione, la cui produzione avrà inizio entro la fine dell’anno a Cape Town, Sudafrica, con Ian Stokes al fianco di Joe Tracz come co-showrunner.

ONE PIECE è creata in collaborazione con Shueisha e prodotta da Tomorrow Studios (un partner di ITV Studios) e Netflix.

One Piece Stagione 2

  • Sinossi: L’impareggiabile avventura leggendaria ambientata in alto mare di Netflix, ONE PIECE, torna per la seconda stagione scatenando avversari più feroci e le missioni più pericolose di sempre. Luffy e i Cappelli di Paglia salpano per la straordinaria Rotta Maggiore, un tratto di mare leggendario dove pericolo e meraviglia attendono a ogni angolo. Mentre viaggiano attraverso questo imprevedibile regno alla ricerca del più grande tesoro del mondo, incontreranno isole bizzarre e una serie di nuovi formidabili nemici.

  • Co-Showrunners / Sceneggiatori/ Produttori Esecutivi S3: Joe Tracz & Ian Stokes

  • Co-Showrunners / Sceneggiatori/ Produttori Esecutivi S2: Matt Owens & Joe Tracz

  • Produttori Esecutivi:  Eiichiro Oda, Marty Adelstein and Becky Clements through Tomorrow Studios, Tetsu Fujimura, Chris Symes, Christoph Schrewe e Steven Maeda

  • Informazioni su ONE PIECE: L’adattamento live-action di ONE PIECE firmato Netflix è tratto dalla serie manga più venduta della storia del Giappone e scritta da Eiichiro Oda, con più di 100 volumi e 500 milioni di copie vendute al mondo. ONE PIECE è un’impareggiabile avventura leggendaria ambientata in alto mare che segue Monkey D. Luffy nella sua missione alla ricerca del leggendario tesoro ONE PIECE per diventare il re dei pirati! L’amato franchise ha una vasta fanbase globale multigenerazionale. Al suo debutto nel 2023, la serie live action di Netflix è diventata un fenomeno globale, con otto settimane di permanenza nella Top 10 globale, raggiungendo il primo posto in oltre 75 Paesi e passando alla storia come la prima serie Netflix in lingua inglese a debuttare al primo posto in Giappone. La serie ha quasi 100 milioni di visualizzazioni ed è uno degli show più scaricati di tutti i tempi su Netflix. ONE PIECE ha ricevuto 11 nomination ai Children’s & Family Emmy Awards, tra cui Outstanding Young Teen Series. L’amato adattamento offre ai fan modi per rimanere coinvolti tutto l’anno, al di fuori dello schermo, con una nuovissima esperienza immersiva che sarà inaugurata alla Netflix House e i fan potranno portare il mondo della serie live-action nella loro vita quotidiana con prodotti come LEGO, Moose Toys e altro ancora presso il Netflix Shop e i rivenditori di tutto il mondo. ONE PIECE tornerà con l’attesissima seconda stagione nel 2026 ed è già stata rinnovata per una terza stagione. La serie è stata creata in collaborazione con Shueisha ed è prodotta da Tomorrow Studios (partner di ITV Studios)

John Malkovich si unisce al cast della serie romantica Prodigies di Ayo Edebiri e Will Sharpe su Apple TV+

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John Malkovich è stato aggiunto al cast della prossima serie romantica Prodigies di Apple TV+ come guest star. Prodigies vede Ayo Edebiri nel ruolo di Didi e il creatore della serie Will Sharpe in quello di Ren, che, secondo la sinossi ufficiale, “sono due ex bambini prodigio che stanno insieme fin da bambini. Ora che hanno poco più di 30 anni, iniziano a chiedersi se la loro esistenza ordinaria sia all’altezza delle straordinarie promesse della loro infanzia. Inevitabilmente, si ritrovano a porsi le stesse domande sulla loro relazione. Mentre le speranze e i bisogni individuali alimentano e confliggono con le loro vite condivise, la serie sfida l’errore al centro della narrazione romantica: che la storia finisca quando gli eroi si incontrano. Nella vita, sicuramente, quello è solo l’inizio?”

I dettagli sul personaggio di John Malkovich non sono ancora stati annunciati. Il progetto riunisce Malkovich ed Edebiri, che avevano già collaborato al thriller di Mark Anthony Green del 2025 Opus. Questa sarà anche la seconda serie di Malkovich su Apple TV+, dopo aver interpretato Lucien Lelong in “The New Look“, il dramma biografico della piattaforma streaming su Christian Dior (Ben Mendelsohn) e Coco Chanel (Juliette Binoche).

Oltre a Edebiri e Sharpe, John Malkovich si unisce ai membri del cast già annunciati: Andrene Ward-Hammond, Yumi Asō, Tobias Menzies, Rina Sawayama, Sophia Di Martino, Reece Shearsmith, Nabhaan Rizwan, Meera Syal e Lolly Adefope. Oltre a creare e scrivere la serie, Will Sharpe è produttore esecutivo di “Prodigies” insieme a Edebiri, oltre a Jane Featherstone, Naomi de Pear e Katie Carpenter tramite Sister.

Shrek 5: posticipata la data d’uscita

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La nuova data di uscita di Shrek 5 è Molto, Molto Lontana. Universal e DreamWorks Animation hanno posticipato l’uscita del quinto film di Shrek dal 23 dicembre 2026 al 30 giugno 2027. Si tratta del secondo rinvio dell’uscita di Shrek 5, originariamente previsto per luglio 2026. Lo studio non ha fornito spiegazioni per il ritardo, ma Universal ha ottenuto un enorme successo con film d’animazione, come la serie “Cattivissimo me“, “Dragon Trainer” e “Super Mario Bros. – Il film” nei mesi estivi.

Nella sua nuova data di uscita, Shrek 5 uscirà meno di una settimana dopo il film d’animazione della Sony Spider-Man: Beyond the Spider-Verse. Nella sua precedente data di uscita, dicembre 2026, il film per famiglie avrebbe dovuto debuttare subito dopo Avengers: Doomsday e L’era glaciale 6 della Disney.

Nell’ambito di questa decisione, Universal ha posticipato la première del film evento senza titolo della Illumination al 16 aprile 2027, anziché alla data originale di fine giugno.

Cosa sappiamo di Shrek 5 con Eddie Murphy

Shrek 5 è ufficialmente in fase di sviluppo presso DreamWorks Animation e rappresenta il ritorno di uno dei franchise animati più amati di sempre, a distanza di oltre un decennio dall’ultimo capitolo (Shrek e vissero felici e contenti, uscito nel 2010). La lavorazione del quinto film è stata per anni oggetto di rumor, speculazioni e tentativi di reboot, ma solo nel 2023 è arrivata la conferma ufficiale: il progetto non sarà un remake, ma un vero e proprio sequel che continuerà la storia originale. A dirigere il film ci sarà Walt Dohrn, che aveva già lavorato ai precedenti capitoli come sceneggiatore e doppiatore.

Una delle notizie più importanti riguarda il ritorno del cast vocale originale: Mike Myers (Shrek), Eddie Murphy (Ciuchino) e Cameron Diaz (Fiona) sono tutti confermati. Zendaya entrerà invece a far parte del cast nel ruolo della figlia di Shrek e Fiona. Per quanto riguarda la trama, non sono stati ancora diffusi dettagli ufficiali, ma secondo alcune indiscrezioni il nuovo film potrebbe esplorare il tema della famiglia allargata e del passare del tempo, con Shrek ormai padre di figli grandi che affronta nuove responsabilità.

Shrek, come noto, è basato sul libro illustrato del 1990 dello scrittore e fumettista William Steig. La serie è iniziata con il film del 2001, che ha presentato agli spettatori Shrek, un orco che intraprende una missione per salvare la principessa Fiona (Diaz). Il successo del primo film ha aperto la strada a sequel come Shrek 2 (2004), Shrek terzo (2007) e Shrek e vissero felici e contenti (2010). La serie comprende anche lo spin-off Il gatto con gli stivali (2011) e il suo sequel, Il gatto con gli stivali 2: L’ultimo desiderio (2022), che è stato nominato agli Oscar.

Kursk: la storia vera dietro il film

Kursk (qui la nostra recensione), diretto da Thomas Vinterberg e uscito nel 2018, segna un’interessante deviazione nella filmografia del regista danese, noto soprattutto per opere dal forte impatto emotivo e intimista come Festen e Il sospetto. Vinterberg, maestro nel raccontare i conflitti umani e le fragilità emotive, si cimenta qui con un dramma storico a sfondo bellico, senza rinunciare al suo tocco autoriale. Pur trattando un evento di portata internazionale, il regista mantiene al centro la dimensione umana, concentrandosi sulle vite e i sentimenti dei protagonisti, piuttosto che sulla spettacolarizzazione dell’azione.

Il film si colloca nel genere del disaster movie a base reale, mescolando tensione, tragedia e critica politico-sociale. Ricostruisce con taglio realistico e attento ai dettagli la catastrofe del sottomarino nucleare russo K-141, avvenuta nell’agosto del 2000, alternando sequenze claustrofobiche all’interno dell’imbarcazione a momenti di disperazione e attesa sulla terraferma. La messa in scena, elegante ma mai artificiosa, richiama per certi versi titoli come Das Boot di Wolfgang Petersen o Chernobyl di Craig Mazin, dove il dramma collettivo diventa metafora di un sistema politico in crisi, e il senso di impotenza avvolge tanto i protagonisti quanto lo spettatore.

Vinterberg sfrutta il genere per costruire un’opera che non è solo cronaca di un disastro, ma riflessione sulla lealtà, l’orgoglio nazionale e i limiti della cooperazione internazionale. In Kursk, il conflitto non è solo contro il tempo e l’acqua, ma anche contro la burocrazia e la rigidità di un apparato militare incapace di ammettere debolezze. Nel resto dell’articolo, ci soffermeremo sulla vera storia che ha ispirato il film, analizzando le circostanze reali dell’incidente, il contesto politico in cui è avvenuto e le conseguenze che ha lasciato sia per i familiari delle vittime sia per l’immagine della Russia sullo scenario mondiale.

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La trama e il cast di Kursk

Il film Kursk racconta la drammatica vicenda del sottomarino nucleare K-141 Kursk e il tentativo disperato di salvare i marinai intrappolati dopo l’incidente avvenuto nel Mare di Barents nel 2000. La storia si concentra su Mikhail Averin (Matthias Schoenaerts), uno dei sottufficiali a bordo, e sulla sua famiglia, che lotta contro l’ostilità e il silenzio delle autorità per ottenere notizie e sperare in un miracolo. Parallelamente, il film segue la complessa e difficile missione di soccorso, ostacolata da problemi tecnici, politici e burocratici, che si rivelerà un’impresa ardua e carica di tensione.

La storia vera dietro il film

Il disastro del sottomarino russo K-141 Kursk, avvenuto il 12 agosto 2000 nel Mare di Barents, rappresenta una delle tragedie più gravi della storia navale russa. Il Kursk, un sottomarino nucleare della classe Oscar II, stava partecipando a un’esercitazione navale di grande portata, la “Summer-X”, che coinvolgeva numerose unità della Flotta del Nord. Durante l’esercitazione, alle 11:28 locali (07:28 UTC), il Kursk lanciò dei siluri di prova, ma subito si verificò un’esplosione, presumibilmente di uno dei siluri, che liberò una potenza compresa tra i 100 e i 250 chilogrammi di TNT, producendo un’onda sismica di intensità 2,2 secondo la scala Richter.

La seconda esplosione, avvenuta 135 secondi dopo la prima, fu di magnitudo compresa tra 3,4 e 4,4, con una potenza tra le 3 e le 7 tonnellate di TNT, causando danni irreparabili al sottomarino e la morte immediata di gran parte dell’equipaggio. Nonostante l’intensità delle esplosioni, 23 marinai riuscirono a rifugiarsi nei compartimenti poppieri del sottomarino, dove rimasero intrappolati. Un appunto scritto dal tenente-capitano Dimitry Kolesnikov, trovato tra i resti, testimonia i suoi ultimi momenti a bordo. Il documento, datato 15:45, esprimeva la speranza di una possibile salvezza, ma purtroppo nessuno dei 23 superstiti riuscì a sopravvivere.

L’assenza di comunicazioni e l’impossibilità di accedere al sottomarino per oltre 12 ore ritardarono le operazioni di soccorso. Solo il 21 agosto, grazie all’intervento di specialisti britannici e norvegesi, fu possibile agganciare un veicolo di soccorso al boccaporto di poppa, ma ormai l’intero equipaggio era deceduto. Le indagini ufficiali stabilirono che l’incidente fu causato dall’esplosione di un siluro Tipo 65-76A, dovuta a una saldatura difettosa che provocò la fuoriuscita di perossido di alta qualità, innescando una reazione catalitica. La Marina russa fu criticata per la sua risposta lenta e inadeguata, e per aver rifiutato inizialmente l’aiuto internazionale.

Un’inchiesta interna concluse che l’incidente fu il risultato di “violazioni della disciplina, attrezzature obsolete e mal mantenute”, e “negligenza, incompetenza e cattiva gestione”. Il film Kursk di Thomas Vinterberg narra dunque di questa la tragedia, concentrandosi sulle difficoltà incontrate dalle famiglie dei marinai nel cercare di ottenere informazioni e assistenza, nonché sulle operazioni di salvataggio. Sebbene il film adatti alcuni eventi per esigenze narrative, mantiene una sostanziale fedeltà ai fatti storici, evidenziando le carenze nella gestione dell’emergenza e la lotta delle famiglie per la verità.

Son of a Gun: la spiegazione del finale del film

Son of a Gun è il crime thriller del 2014 diretto da Julius Avery, che mescola elementi del prison movie con il classico heist film, creando un racconto teso e adrenalinico ambientato tra le prigioni australiane e il mondo criminale all’esterno. La storia segue JR, un giovane detenuto che, per sopravvivere dietro le sbarre, si allea con il carismatico e pericoloso criminale Brendan Lynch, interpretato da Ewan McGregor. L’incontro segna l’inizio di un legame complesso fatto di protezione, debito e manipolazione. Avery confeziona così un film dal ritmo serrato, capace di bilanciare scene d’azione spettacolari con momenti più introspettivi, legati al rapporto ambiguo tra i due protagonisti.

Uno degli aspetti più interessanti di Son of a Gun è proprio la sua capacità di alternare tensione fisica e psicologica, esplorando temi come la lealtà, il tradimento e il prezzo della libertà. La regia di Avery predilige uno stile realistico e crudo, che ricorda per atmosfera e tono opere come Codice 999, dove la criminalità è rappresentata senza glamour e i rapporti umani sono sempre intrisi di diffidenza. A rendere il film particolarmente coinvolgente è anche il contesto australiano, insolito per questo tipo di storie, che conferisce un sapore originale alle dinamiche narrative, pur rimanendo fedele a certi canoni del genere.

Per McGregor, Son of a Gun rappresenta un’interessante parentesi nella sua carriera, distante dai ruoli più noti in grandi produzioni hollywoodiane o in drammi d’autore. Qui l’attore scozzese si cimenta con un personaggio ambiguo, affascinante e pericoloso. Nel panorama dei crime recenti, il film si colloca accanto a titoli come The Town di Ben Affleck o Nella tana dei lupi, pur mantenendo una sua identità grazie alla chimica tra i protagonisti e a una tensione costante. Nel resto dell’articolo ci concentreremo sulla spiegazione del finale, analizzando come si chiude la storia e quale messaggio lascia allo spettatore.

Ewan McGregor e Brenton Thwaites in Son of a Gun
Ewan McGregor e Brenton Thwaites in Son of a Gun. Foto di David Dare Parker – © 2013 SOAG Holdings Pty Ltd

La trama di Son of a Gun

Il diciannovenne JR (Brenton Thwaites) sta scontando la sua pena in un carcere australiano, quando fa la conoscenza del carismatico Brendan Lynch (Ewan McGregor). Quando il crudele Dave, capo di una delle gang più temute della prigione, attacca il suo compagno di cella dopo aver abusato sessualmente di lui, JR si schiera apertamente contro il criminale nonostante i rimproveri di Lynch. Dave, infatti, decide di vendicarsi provando a stuprarlo. Fortunatamente, Lynch e i suoi fedeli amici Sterlo (Matt Nable) e Merv (Eddie Baroo) intervengono prima che sia troppo tardi.

Sei mesi dopo, in cambio della protezione ricevuta nel penitenziario, JR termina di scontare la sua pena e accetta di aiutare Lynch nei suoi affari. Il ragazzo fa così la conoscenza di Tasha (Alicia Vikander) che gli dà le istruzioni necessarie per completare la sua prima missione. Quando JR si rende conto di essere diventato il nuovo apprendista di Lynch, il nemico pubblico numero uno dell’Australia, sarà troppo tardi per tornare indietro. Avrà così inizio per lui una rischiosa avventura che lo porterà a dover decidere da che parte stare.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Son of a Gun, la tensione raggiunge il culmine con la messa in atto della rapina alla cava d’oro. Dopo aver studiato il colpo nei dettagli, Lynch affida a JR un ruolo cruciale: introdursi attraverso un condotto di ventilazione nella stanza blindata e assicurarsi che nessun dipendente prema il pulsante d’allarme. L’operazione parte con precisione, ma le tensioni interne al gruppo esplodono quando Josh, incaricato di sorvegliare gli ostaggi, ferisce a colpi di pistola un lavoratore. Lynch reagisce brutalmente, spezzandogli il naso, e l’atmosfera diventa esplosiva.

La fuga, guidata dal pilota Chris, è adrenalinica: inseguimenti, sparatorie e incidenti si susseguono fino alla morte di Sterlo, che affida a Lynch l’ultima volontà di lasciare la sua parte alla figlia. Una volta a Melbourne, però, la posta in gioco cambia. Sam, il mentore criminale che aveva organizzato parte del colpo, tradisce Lynch, JR e Tasha, tentando di eliminarli. I tre riescono a ribaltare la situazione, uccidendo gli uomini di Sam e catturando Josh, dal quale scoprono dove è nascosto l’oro. L’alleanza tra Lynch e JR sembra reggere ancora, ma è chiaro che i sospetti reciproci stanno crescendo.

Ewan McGregor in Son of a Gun
Ewan McGregor in Son of a Gun. Foto di David Dare Parker – © 2013 SOAG Holdings Pty Ltd

L’epilogo arriva con l’eliminazione di Sam e una proposta: Lynch offre a JR 350.000 dollari per sparire, ma il ragazzo gli rivela di aver previsto il suo tradimento e di aver già sottratto metà dell’oro con l’aiuto di Tasha. Lynch, messo alle strette, accetta l’accordo, ma poco dopo viene riconosciuto da una donna e arrestato. In cella riceve da JR un messaggio con l’indirizzo dove recuperare il resto dell’oro, scritto sul retro di una foto di Tasha incinta. Sul piano simbolico, il finale rappresenta un rovesciamento dei rapporti di potere e un passaggio di consegne.

JR, che all’inizio del film era un novellino in balia delle regole di un criminale navigato, si emancipa dalle manipolazioni di Lynch, dimostrando intelligenza strategica e capacità di muoversi in un ambiente spietato senza farsi annientare. È un ribaltamento classico del genere crime, in cui il “pupillo” supera il maestro, ma qui è accompagnato da un’ombra di ambiguità morale: JR non sceglie di uscire dal giro, semplicemente lo padroneggia meglio.

Metaforicamente, Son of a Gun riflette quindi sui cicli di potere e sull’impossibilità di sottrarsi completamente alla logica criminale una volta entrati nel suo meccanismo. L’oro diventa il simbolo di un’eredità corrotta ma irresistibile, mentre il gesto di JR di lasciare una parte a Lynch mostra come, persino in un mondo governato da tradimenti e vendette, possa esistere una forma distorta di rispetto e riconoscenza. La foto di Tasha incinta chiude il racconto con una nota di speranza, suggerendo un futuro diverso, ma il contesto lascia aperta la domanda se quel futuro potrà davvero liberarsi dall’ombra del crimine.

Scopri il finale di alcuni film simili a Son of a Gun

Fuori in 60 secondi: la spiegazione del finale

Uscito nel 2000, Fuori in 60 secondi è il remake dell’omonimo cult del 1974 diretto da H.B. “Toby” Halicki, considerato un’opera di riferimento per gli amanti dei film di inseguimenti automobilistici. Diretto da Dominic Sena e prodotto da Jerry Bruckheimer, il nuovo film reinterpreta in chiave spettacolare e adrenalinica la trama originale, arricchendola di star hollywoodiane e di uno stile visivo tipico delle produzioni d’azione di fine anni ’90. Al centro della storia c’è Memphis Raines, interpretato da Nicolas Cage, un ex ladro di auto costretto a tornare in azione per salvare il fratello, con una sfida apparentemente impossibile: rubare 50 automobili in sole 72 ore.

Per Cage, Fuori in 60 secondi ha rappresentato uno dei titoli simbolo della sua fase action, collocandosi accanto a pellicole di grande successo come The Rock (1996) e Con Air (1997), anch’esse prodotte da Bruckheimer. Il ruolo di Memphis gli ha permesso di combinare il fascino del protagonista scapestrato con l’energia fisica richiesta dalle sequenze d’azione, consolidando la sua immagine di star capace di muoversi con disinvoltura tra cinema di genere e interpretazioni più drammatiche. Accanto a lui, un cast di grande richiamo che comprende Angelina Jolie, Robert Duvall, Giovanni Ribisi e Christopher Eccleston.

Il film si inserisce nel filone dei car heist movie, opere che ruotano attorno a colpi spettacolari e inseguimenti mozzafiato, eredi di classici come Bullitt o The Italian Job. Rispetto al film originale, questo remake punta su un ritmo più serrato, una fotografia patinata e una colonna sonora dal taglio moderno, elementi che lo avvicinano ad altri blockbuster di inizio millennio e a saghe come Fast & Furious. Nel resto dell’articolo, analizzeremo nel dettaglio il finale del film, spiegando come si risolve la missione di Memphis, quale destino attende i personaggi principali e quale messaggio emerge al termine della storia.

Fuori in 60 secondi cast
Nicolas Cage in Fuori in 60 secondi © 2000 – Touchstone Pictures

La trama di Fuori in 60 secondi

Protagonista del film è Randall “Memphis” Raines, leggendario ladro di automobili, noto per impiegare solamente 60 secondi per disattivare l’antifurto di qualsiasi vettura. Ormai ritiratosi però dal mercato delle auto rubate, egli cerca ora di condurre una vita tranquilla e lontana da guai. A ritrascinarlo in quella vita frenetica, però, ci pensa il fratello Kip Raines, il quale è a sua volta un aspirante ladro d’auto, privo però del talento del fratello. Questi ha commesso l’errore di aver promesso al gangster Raymond Calitri di rubare per lui ben cinquante auto di lusso. Quando però fallisce nel suo obiettivo, Kip viene fatto rapire dal criminale.

Sarà a questo punto che Randall si vedrà costretto ad entrare nella faccenda, nel tentativo di salvare il fratello. Per far sì che Raymond liberi Kip e consideri annullato il suo debito, Randall deve ora rubare le cinquanta automobili in una sola notte. L’impresa è quantomai complessa, ma il celebre ladro può contare sull’aiuto del suo vecchio mentore Otto Halliwell, sull’istruttore di guida Donny Astricky, sul becchino muto Sphynx e, in particolare, su Sara “Sway” Wayland, l’ex fidanzata di Randall, di professione meccanico. Con la polizia alle calcagna, ha per Randall l’ultima missione, la più importante di sempre, che lo porterà anche a confrontarsi con l’unica auto che non è mai riuscito a rubare.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Fuori in 60 secondi, la squadra di Memphis mette in atto il piano per rubare e consegnare le 50 auto richieste a Calitri, iniziando a depositarle al porto. Tuttavia, quando tentano di sottrarre un gruppo di Mercedes, Memphis si accorge che gli agenti Castlebeck e Drycoff li stanno osservando da un furgone di sorveglianza. Abbandonano quindi l’obiettivo e decidono di recuperare le stesse Mercedes già rubate in precedenza dalla banda di Kip, custodite nel deposito giudiziario. Durante l’operazione, un imprevisto comico rallenta i tempi: il cane di Otto ingoia le chiavi elettroniche e devono attendere che le “restituisca”.

Intanto Memphis e Sway riaccendono la loro vecchia attrazione mentre sottraggono una Lamborghini Diablo. I detective, scoprendo la lista dei 50 veicoli scritta con inchiostro UV, concentrano l’attenzione sulla Shelby GT500 “Eleanor”, convinti che sarà l’ultima a essere rubata. Quando il giovane Toby viene ferito durante un inseguimento, la tensione aumenta. Memphis ruba finalmente Eleanor, scatenando un inseguimento spettacolare che culmina in un salto impossibile con l’auto da un carro attrezzi per superare un blocco stradale. Nonostante l’impresa, Memphis arriva da Calitri con dodici minuti di ritardo e con l’auto leggermente danneggiata. Il criminale rifiuta la consegna e ordina di distruggere la Shelby e uccidere Memphis.

Fuori in 60 secondi auto
Nicolas Cage e Angelina Jolie in Fuori in 60 secondi © 2000 – Touchstone Pictures

L’intervento di Kip e Atley con una gru neutralizza gli scagnozzi, permettendo a Memphis di affrontare direttamente Calitri nel suo magazzino. Proprio mentre Castlebeck entra sulla scena, Calitri tenta di sparargli, ma Memphis lo salva spingendolo oltre una ringhiera, uccidendolo. Riconoscente per avergli salvato la vita, Castlebeck decide di lasciarlo libero, ricevendo in cambio l’informazione sul luogo in cui si trovano le auto rubate. La vicenda si chiude con la banda che festeggia con un barbecue: Kip regala a Memphis una vecchia Shelby GT500 da restaurare, soprannominata anch’essa “Eleanor”. Memphis invita Sway a fare un giro, ma la macchina si guasta subito, strappando un sorriso finale allo spettatore.

Il finale di Fuori in 60 secondi rappresenta la perfetta sintesi del tono del film: un mix di adrenalina, ironia e sentimento fraterno. La missione impossibile si conclude non solo con il salvataggio di Kip, ma anche con il riscatto morale di Memphis, che dimostra di non essere semplicemente un ladro esperto, ma un uomo disposto a rischiare tutto per la sua famiglia. La scelta di Castlebeck di lasciarlo andare non è un semplice atto di gratitudine, ma un riconoscimento del fatto che Memphis, pur muovendosi in un contesto criminale, ha agito con un codice d’onore. In questo senso, il finale recupera uno dei temi classici del genere heist: il ladro come antieroe dal cuore buono.

Inoltre, la conclusione mette in evidenza un messaggio centrale del film: la possibilità di un nuovo inizio. Memphis, libero e con una nuova Eleanor da rimettere in sesto, appare pronto a lasciarsi alle spalle il passato criminale, pur mantenendo viva la passione per le auto che lo definisce. Allo stesso tempo, l’ultima scena ironica con l’auto in panne sottolinea che il vero “traguardo” non è la fuga perfetta o il colpo riuscito, ma la ritrovata connessione con le persone che contano. In un’epoca di blockbuster spesso concentrati solo sull’azione, Fuori in 60 secondi ricorda che anche nei motori e nelle corse sfrenate può nascondersi una storia di legami, lealtà e redenzione.

Alien: Pianeta Terra, recensione della nuova serie Disney+

Alien: Pianeta Terra segna un momento importante nella storia del franchise, portando per la prima volta l’orrore e la tensione tipici della saga direttamente sul nostro pianeta. Ambientata nel 2120, appena due anni prima degli eventi del primo film con Ellen Ripley, la serie creata da Noah Hawley non si limita a sfruttare il fascino del mostro più iconico della fantascienza, ma costruisce un mondo complesso in cui la minaccia aliena si intreccia con conflitti politici, interessi aziendali e dilemmi etici. L’autore, già noto per la capacità di rinnovare universi narrativi consolidati, affronta la sfida con un approccio personale, privilegiando i personaggi e le dinamiche sociali rispetto alla pura spettacolarità, che comunque ha diversi momenti da protagonista.

La Terra del futuro mostrata dalla serie è dominata da gigantesche corporazioni che agiscono come entità sovrane, controllando intere città e risorse. È un contesto in cui il confine tra potere economico e politico è del tutto scomparso, e in cui la sopravvivenza individuale è costantemente condizionata dalle decisioni di pochi. In questo scenario, il crash di una nave Weyland-Yutani diventa l’evento scatenante di una spirale di tensione che coinvolge umani, creature extraterrestri e nuove forme di vita sintetiche.

Sorella e fratello, un legame spezzato e ritrovato

Al centro della trama troviamo Wendy, interpretata con intensità da Sydney Chandler. In vita, era una ragazza malata terminale; ora, la sua coscienza è stata trasferita in un corpo sintetico, frutto di un esperimento condotto dalla corporazione Prodigy. La sua nuova condizione le conferisce forza e resistenza sovrumane, ma la pone anche in una zona grigia tra umanità e macchina, dove la nostalgia per ciò che ha perso convive con la curiosità per ciò che potrebbe diventare.

Timothy Olyphant Alien: HearthIl fratello, Hermit (Alex Lawther), la crede morta e ignora che lavora per la stessa azienda che lo impiega come medico. Il loro incontro è uno dei momenti più toccanti della serie, e diventa il filo conduttore che attraversa la storia. Attraverso i due fratelli, Hawley esplora il concetto di famiglia in un mondo dove la biologia non è più l’unico elemento che definisce i legami, strizzando evidentemente l’occhio alla contemporaneità.

Parallelamente, Wendy guida un piccolo gruppo di altri “ibridi”, bambini malati trasformati in corpi adulti sintetici. La loro ingenuità infantile contrasta con l’aspetto fisico e con le capacità da combattenti, generando momenti di tenerezza ma anche inquietudine, soprattutto quando si confrontano con la brutalità degli eventi.

Alien: Pianeta Terra mette corporazioni contro alieni

Il conflitto principale non mostra solo il “classico” conflitto tra umani e Xenomorfi. La rivalità tra Prodigy e Weyland-Yutani, due giganti industriali con metodi spietati, crea un terreno fertile per intrighi, tradimenti e giochi di potere. La lotta per il controllo della nave precipitata — e del suo carico di organismi alieni — scatena una guerra silenziosa fatta di sabotaggi, missioni rischiose e manipolazioni.

Gli alieni trasportati dalla nave includono non solo il famigerato Xenomorfo, ma anche altre specie altrettanto minacciose, frutto di un immaginario visivo disturbante e originale. Ogni creatura viene trattata non come semplice “mostro da combattere”, ma come un enigma biologico, una variabile imprevedibile capace di alterare gli equilibri di potere. Questo approccio arricchisce l’universo narrativo e amplia la gamma di minacce percepite.

Hawley non rinuncia a sequenze di puro orrore corporeo, con attacchi improvvisi e momenti di tensione claustrofobica, ma le inserisce in un contesto più ampio, dove la vera minaccia è la volontà delle corporazioni di sfruttare qualsiasi forma di vita, umana o aliena, per ottenere profitto o potere.

Temi profondi sotto la superficie dell’orrore

Uno degli aspetti più interessanti di Alien: Pianeta Terra è il modo in cui tratta i sintetici ibridi non come meri strumenti narrativi, ma come protagonisti di un percorso di identità e scoperta. Bambini intrappolati in corpi adulti, questi personaggi mantengono curiosità, linguaggio e spontaneità infantile, generando momenti di umorismo involontario e vulnerabilità emotiva.

Attraverso di loro, la serie riflette su questioni come la definizione di umanità, il valore della memoria e la possibilità — o l’illusione — dell’immortalità. Poiché i sintetici non sono prede naturali degli Xenomorfi, la tensione tradizionale della saga si trasforma in una sfida più filosofica: in che misura due forme di vita “non umane” possono trovare un terreno comune di sopravvivenza contro il dominio umano?

Il personaggio di Kirsh (Timothy Olyphant), un sintetico di vecchia generazione incaricato di sorvegliare i giovani ibridi, funge da ponte tra passato e futuro della saga. Con ironia e distacco, guida i ragazzi verso un’accettazione della loro condizione, pur consapevole che il mondo che li circonda non è pronto ad accoglierli.

Spettacolo visivo e costruzione del mondo

La produzione è di altissimo livello e si percepisce lo sforzo nel creare un mondo coerente e visivamente suggestivo. Le scenografie, che alternano ambienti urbani futuristici a spazi industriali decadenti, evocano tanto il cupo estetismo dei primi film della saga quanto suggestioni cyberpunk alla Blade Runner. La nave Weyland-Yutani incastrata in una zona commerciale di lusso è un’immagine simbolo della serie, capace di sintetizzare collisione tra tecnologia, capitalismo e rovina.

Gli effetti speciali sono credibili e disturbanti, soprattutto nella resa delle nuove creature, alcune delle quali introducono forme di minaccia del tutto inedite. Sebbene nessuna riesca a eguagliare l’iconicità della prima apparizione di un chestburster, il design e la messa in scena dimostrano un’attenzione maniacale al dettaglio.

Un esperimento riuscito, con margini di crescita

Alien: Pianeta Terra è ambiziosa, riesce a bilanciare fedeltà alla saga originale e voglia di esplorare nuovi territori narrativi. La scelta di portare l’azione sulla Terra e di concentrarsi sugli ibridi sintetici apre possibilità inedite e introduce tematiche più ampie rispetto alla classica lotta uomo–alieno.

Nonostante qualche problema di ritmo e la perdita parziale della claustrofobia tipica dei capitoli cinematografici, Alien: Pianeta Terra colpisce per profondità dei personaggi, ricchezza visiva e capacità di espandere l’universo Alien senza tradirne lo spirito. Hawley dimostra ancora una volta di saper trasformare un’icona del cinema in un racconto seriale complesso, emozionante e visivamente potente.

In the Hand of Dante di Julian Schnabel trapelato online a poche settimane dalla première a Venezia

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Julian Schnabel torna alla Mostra del Cinema di Venezia con In the Hand of Dante, che verrà presentato Fuori Concorso nella sua versione integrale e senza tagli. Il film epico di 150 minuti, con Oscar Isaac, sarà presentato in anteprima mondiale al Lido, e nelle ultime ore una notizia abbastanza preoccupante ha fatto il suo giro on-line, in concomitanza con la diffusione della prima immagine di Martin Scorsese nei panni del Mentore di Dante Alighieri nel film.

L’immagine di Scorsese sarebbe dovuta essere il titolo di questa notizia, se non fosse che, come dicevano più su, quello che è successo nelle ultime ore fa molto più scalpore. Ieri sera, In the Hand of Dante di Schnabel è trapelato online.

In the Hand of Dante, che Schnabel sta cercando di realizzare da oltre un decennio, ha subito pressioni da parte dei finanziatori per ridurre la sua notevole durata. La première era prevista per l’anno scorso, ma una lunga battaglia sulla durata e sul formato ne ha ritardato l’uscita. Schnabel aveva contrattualmente accettato di consegnare un lungometraggio a colori di due ore. Invece, ha consegnato un lungometraggio di due ore e mezza, in parte in bianco e nero. Il tira e molla che ne è seguito è durato più di un anno, ma alla fine Schnabel ha avuto la meglio. La versione presentata a Venezia è quella che aveva previsto, senza tagli.

Girato a Roma, In the Hand of Dante adatta il romanzo di Nick Tosches, un viaggio nel tempo che intreccia due trame: una storia del XIV secolo con Dante stesso e la storia moderna di uno studioso che sfida la mafia mentre viene coinvolto in un pericoloso affare di manoscritti.

Il cast è uno dei più eclettici dell’anno: Oscar Isaac, Gal Gadot, Jason Momoa, John Malkovich, Gerard Butler, Al Pacino e Martin Scorsese, il quale potrebbe avere anche solo un piccolo ruolo o un cameo.

Downton Abbey: il 10 settembre uno speciale sulla NBC celebra il film Il Gran Finale

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Uno speciale in prima serata su “Downton Abbey” andrà in onda sulla NBC per celebrare il terzo e ultimo film della saga, Il Gran Finale, prima della sua uscita nelle sale.

Variety ha diffuso in esclusiva la notizia che la NBC trasmetterà “Downton Abbey Celebrates The Grand Finale” il 10 settembre alle 21:00 ET/PT e in streaming il giorno successivo su Peacock. Lo speciale di un’ora presenterà conversazioni con il cast del film, riunitosi a Londra al Savoy Hotel per condividere ricordi e storie inedite del periodo trascorso con la serie e i film.

Gli attori che appariranno nello speciale sono: Hugh Bonneville, Laura Carmichael, Jim Carter, Raquel Cassidy, Michelle Dockery, Kevin Doyle, Michael Fox, Joanne Froggatt, Paul Giamatti, Harry Hadden-Paton, Allen Leech, Phyllis Logan, Elizabeth McGovern, Sophie McShera, Lesley Nicol e Penelope Wilton, oltre allo scenografo Donal Woods, alla costumista Anna Mary Scott Robbins e al compositore John Lunn.

Inoltre, lo speciale presenterà anche un’anteprima mondiale di Downton Abbey: Il Gran Finale, la cui uscita nelle sale è prevista per il 12 settembre. A partire dal 1° settembre, il pubblico potrà anche recuperare tutte e sei le stagioni di “Downton Abbey” e i primi due film su Peacock (in Italia serie e film sono disponibili su Prime Video).

Questo è l’ultimo speciale in prima serata della NBC a supporto di un film Universal. L’emittente trasmetterà anche uno speciale live su “Wicked” a novembre, in vista dell’uscita di “Wicked: For Good”, che vedrà la partecipazione di Cynthia Erivo e Ariana Grande.

La trama e il cast di Downton Abbey: Il Gran Finale

Questo nuovo capitolo segue la famiglia Crawley e il suo personale all’inizio degli anni ’30. Quando Mary si ritrova al centro di uno scandalo pubblico e la famiglia deve affrontare difficoltà finanziarie, l’intera famiglia deve fare i conti con la minaccia del disonore sociale. I Crawley devono accettare il cambiamento mentre il personale si prepara a un nuovo capitolo con la prossima generazione che guiderà Downton Abbey verso il futuro.

Simon Curtis torna alla regia dell’ultimo capitolo dopo aver diretto Una Nuova Era. Fellowes ha scritto tutti e tre i film.

Il cast familiare torna anche per Downton Abbey: Il Grand Finale, che include Michelle Dockery, Hugh Bonneville, Laura Carmichael, Jim Carter, Raquel Cassidy, Brendan Coyle, Kevin Doyle, Michael Fox, Joanne Froggatt, Paul Giamatti, Harry Hadden-Paton, Robert James-Collier, Allen Leech, Phyllis Logan, Elizabeth McGovern, Sophie McShera, Lesley Nicol, Dominic West, Penelope Wilton, Joely Richardson, Paul Copley e Douglas Reith.

Nel cast del franchise compaiono anche Joely Richardson, Alessandro Nivola, Simon Russell Beale e Arty Froushan. I produttori sono Gareth Neame, Fellowes e Liz Trubridge. Nigel Marchant è il produttore esecutivo.

Quentin Tarantino: dubbi e incertezze sul prossimo film del regista

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Un annuncio pubblicato su Production List sostiene che Quentin Tarantino girerà il suo prossimo (e apparentemente ultimo film) a dicembre con un cast che includerebbe Brad Pitt, Uma Thurman e Samuel L. Jackson. Robert Richardson è invece indicato come direttore della fotografia. La notizia ha ottenuto molti clic sui social media, ma secondo un’indagine di World of Reels, si tratterebbe di informazioni non precise.

La testata, che cita fonti anonime, riporta che Tarantino non avrebbe ancora finito la sceneggiatura del suo decimo film e che, in realtà, potrebbe non aver nemmeno iniziato a scriverla. Al momento non ci sarebbero dunque piani per girare nulla quest’anno. Questo mentre David Fincher sta invece attualmente girando con Pitt quello che avrebbe dovuto essere il prossimo film di Tarantino, “Le avventure di Cliff Booth”, una sceneggiatura che Quentin Tarantino ha venduto a Netflix per ben 20 milioni di dollari, rinunciando all’intero progetto.

Pitt sarebbe stato determinante nel realizzare la collaborazione tra Tarantino e Fincher. Dopo aver letto la sceneggiatura e averne apprezzato alcuni elementi, ha suggerito di affidare la regia a qualcun altro, aprendo così la strada al suo frequente collaboratore Fincher. Sebbene Tarantino di solito diriga le sue sceneggiature, in alcune occasioni ha scritto per altri, come nel caso di “True Romance” e “Dal tramonto all’alba”. Di certo non ha guastato il fatto che Tarantino consideri l’ultimo film di Fincher, “The Killer”, un capolavoro.

Sembra dunque dover continuare l’attesa per il prossimo film di Tarantino, che sarebbe ancora lontano dal concretizzarsi. Il suo ultimo film da regista, C’era una volta a… Hollywood, risale ormai al 2019. In precedenza sembrava pronto per realizzare un film dal titolo The Movie Critic, salvo poi cambiare idea e abbandonare del tutto il progetto (su cui vige ancora un certo mistero). Non resta allora che attendere notizie ufficiali riguardanti quello che, a detta dello stesso Tarantino, sarà l’ultimo film del regista.

Springsteen: Liberami dal Nulla in anteprima al New York Film Festival

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Il film biografico di Scott Cooper, Springsteen: Liberami dal Nulla, con Jeremy Allen White, sarà presentato in anteprima nella selezione Spotlight Gala del New York Film Festival il 28 settembre, alla presenza del Boss.

“White incarna una leggenda e mette a nudo il suo cuore pulsante in questo film elegante e straordinariamente toccante su una parte molto specifica della vita dell’impareggiabile icona rock americana Bruce Springsteen”, afferma il festival a proposito del film di Cooper, adattato dal bestseller del 2023 di Warren Zanes, Deliver Me from Nowhere: The Making of Bruce Springsteen’s Nebraska.

È ambientato in un momento cruciale della carriera di Springsteen nei primi anni ’80, quando, ancora alle prese con le trasformazioni della sua crescente fama, creò le canzoni acustiche intensamente personali che sarebbero diventate il suo mitico album Nebraska, mentre registrava i demo di Born in the U.S.A., che lo avrebbero catapultato verso la celebrità mondiale.

Il film biografico prodotto da 20th Century Studios, la cui uscita nelle sale è prevista per il 24 ottobre (a novembre da noi), si concentra “sui dettagli della scrittura di Springsteen, senza mai sottrarsi alla realtà dei suoi traumi familiari e della sua depressione personale. È più di un semplice tour de force per la sua stella incandescente: è un promemoria del fatto che il motivo per cui amiamo questo eroe apparentemente fuori dal comune è perché è sempre stato palpabilmente umano”, afferma NYFF. Lo studio ha pubblicato un trailer in anteprima a giugno.

Springsteen: Liberami dal Nulla, il trailer del biopic su Bruce Springsteen

Il cast di supporto include Jeremy Strong nel ruolo del manager e co-produttore storico di Springsteen, Jon Landau, Stephen Graham e Gaby Hoffmann nei ruoli dei suoi genitori, Paul Walter Hauser, David Krumholtz e Odessa Young. Il film è prodotto da Cooper, Ellen Goldsmith-Vein, Eric Robinson e Scott Stuber. Tracey Landon e Zanes sono produttori esecutivi.

“Il New York Film Festival è sempre stato per me una casa spirituale per il tipo di cinema in cui credo”, ha dichiarato Cooper (Crazy Heart, Out of the Furnace, Black Mass, Hostiles). “Arrivare ora con un film su Bruce Springsteen, un artista la cui musica ha plasmato non solo un paese, ma anche il mio stesso senso della narrazione, è qualcosa che non avrei mai potuto immaginare. Conoscere Bruce, esplorare il suo mondo e il suo spirito, è stata una delle esperienze creative più profonde della mia vita. Condividere questa esperienza con il pubblico di New York, in una città che definisce le possibilità artistiche, è sia un onore che una responsabilità che nutro con profonda gratitudine.”

Alien: Pianeta Terra, Samuel Blenkin spiega la differenza tra Prodigy Corporation e Weyland-Yutani

Samuel Blenkin, protagonista di Alien: Pianeta Terra, spiega in che modo la nuova società della serie TV si differenzia dalla già nota Weyland-Yutani. Al centro della trama della nuova serie appartenente al franchise ci sarà infatti la Prodigy Corporation, una società specializzata nella tecnologia ibrida sintetico-umana. Durante un’intervista con Liam Crowley di ScreenRant, Blenkin, che interpreta il CEO della Prodigy Corporation Boy Kavalier, ha ora spiegato in che modo la nuova società è diversa dalla Weyland-Yutani.

Voglio dire, anche nel nostro universo la Weyland-Yutani è come un colosso aziendale, è così che la immaginiamo. Hanno così tanto potere e così tanto controllo, ma sono quasi gonfiati. Sono troppo grandi, hanno troppa influenza, e noi siamo un’azienda che esiste da 10 anni. Mi sento come se fossi davvero a una riunione, un’assemblea degli azionisti. “Ascoltate, siamo un’azienda che esiste da 10 anni. Ci muoviamo velocemente!” Boy Kavalier si considera all’avanguardia e, ovviamente, nella nostra serie, la tecnologia che ha creato, questi ibridi, li vede come la cosa definitiva che cambierà per sempre il corso dell’umanità e che alla fine ci porterà a trascendere i nostri corpi umani e a passare per sempre a corpi sintetici.

“Questo è in definitiva l’obiettivo. – ha poi affermato l’attore – E immagino che la domanda per il mio personaggio e una delle domande al centro della serie sia: cosa è abbastanza umano? Perché la risposta a questa domanda dipende dal fatto che ciò che ha creato sia qualcosa che può vendere a tutti e che tutti compreranno, o se sia qualcosa che nessuno vorrà mai toccare. È quella domanda: cosa è abbastanza umano? Cosa conta come essere umani?”. Per scoprirne di più, l’appuntamento con Alien: Pianeta Terra è dal 13 agosto su Disney+.

Cosa significa la dichiarazione di Blenkin per la Prodigy Corporation di Alien: Pianeta Terra

Come rivelato nei trailer della serie, la Prodigy Corporation è specializzata nella creazione di corpi sintetici per gli esseri umani. La protagonista del cast di Alien: Pianeta Terra, Wendy, è uno di questi ibridi, il primo mai prodotto dall’azienda. Questa tecnologia è completamente nuova per il franchise, e qualcosa che nemmeno la Weyland-Yutani è stata in grado di realizzare. Sulla base delle recensioni disponibili finora, sembra che Prodigy aggiungerà alcune sfumature al franchise, che potrebbero includere alcuni nuovi elementi che non sono ancora stati mostrati nei trailer.

La dichiarazione di Blenkin sottolinea come l’azienda stia cercando di distinguersi dalla concorrenza più grande e come questo si colleghi ai temi centrali della serie. Dato che l’azienda non è menzionata in nessun altro punto della timeline di Alien, non è chiaro quale sarà il suo destino quando la serie giungerà al termine. Tuttavia, la loro tecnologia è incredibilmente innovativa, soprattutto per qualcosa che ha luogo prima del primo film. Solleva interrogativi sull’umanità, offrendo al contempo un modo per preservare le persone.

Spider-Man: Brand New Day, Michael Mando anticipa il ritorno di Scorpion

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Le voci secondo cui Michael Mando sarebbe pronto a riprendere il ruolo di Mac Gargan (visto in Spider-Man: Homecoming) in Spider-Man: Brand New Day sono state confermate poco dopo l’inizio delle riprese, e ora l’attore ha anticipato il suo ritorno nei panni del cattivo con un post sui social media (lo si può vedere qui). Non abbiamo ancora visto Mando in nessuna foto dal set, ma dalle foto condivise dall’attore si sono ulteriormente alimentate le speculazioni sul fatto che Scorpion potrebbe subire una trasformazione in Venom nel film (la foto di Gargan al trutto è in realtà tratta da Homecoming). Sappiamo infatti che da Spider-Man: No Way Home c’è un pezzo di simbionte in giro su Terra-616.

Nei fumetti, Gargan è stato il terzo ospite del simbionte Venom quando ha impersonato Spider-Man come membro dei Dark Avengers. Voci precedenti hanno affermato che Brand New Day avrà come protagonista un simbionte, ma se Scorpion dovesse davvero diventare Venom nel film, risulta difficile credere che Mando abbia accennato allo spoiler in questo modo. Resta da vedere come Gargan influirà sulla trama, ma si dice anche che la scena d’azione girata di recente ruoti attorno a Frank Castle che cerca di mandare fuori strada il cattivo e ucciderlo definitivamente, con l’Uomo Ragno che fa del suo meglio per impedire l’omicidio.

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Quello che sappiamo su Spider-Man: Brand New Day

Ad oggi, una sinossi generica di Spider-Man: Brand New Day è emersa all’inizio di quest’anno, anche se non è chiaro quanto sia accurata.

Dopo gli eventi di Doomsday, Peter Parker è determinato a condurre una vita normale e a concentrarsi sul college, allontanandosi dalle sue responsabilità di Spider-Man. Tuttavia, la pace è di breve durata quando emerge una nuova minaccia mortale, che mette in pericolo i suoi amici e costringe Peter a riconsiderare la sua promessa. Con la posta in gioco più alta che mai, Peter torna a malincuore alla sua identità di Spider-Man e si ritrova a dover collaborare con un improbabile alleato per proteggere coloro che ama.

L’improbabile alleato potrebbe dunque essere il The Punisher di Jon Bernthal recentemente annunciato come parte del film – in una situazione già vista in precedenti film Marvel dove gli eroi si vedono inizialmente come antagonisti l’uno dell’altro salvo poi allearsi contro la vera minaccia di turno.

Di certo c’è che il film condivide il titolo con un’epoca narrativa controversa, che ha visto la Marvel Comics dare all’arrampicamuri un nuovo inizio, ponendo però fine al suo matrimonio con Mary Jane Watson e rendendo di nuovo segreta la sua identità. In quel periodo ha dovuto affrontare molti nuovi sinistri nemici ed era circondato da un cast di supporto rinnovato, tra cui un resuscitato Harry Osborn.

Il film è stato recentemente posticipato di una settimana dal 24 luglio 2026 al 31 luglio 2026. Destin Daniel Cretton, regista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, dirigerà il film da una sceneggiatura di Chris McKenna ed Erik Sommers. Tom Holland guida un cast che include anche Zendaya, Mark Ruffalo, Sadie Sink e Liza Colón-Zayas e Jon Bernthal. Michael Mando è stato confermato mentre per ora è solo un rumors il coinvolgimento di Charlie Cox.

Spider-Man: Brand New Day uscirà nelle sale il 31 luglio 2026.

I Fantastici Quattro, svelato lo storyboard della battaglia tra Mister Fantastic e la scimmia di Red Ghost

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I Fantastici Quattro: Gli Inizi (qui la nostra recensione) avrebbe dovuto iniziare con una lunga sequenza d’azione che vedeva la Prima Famiglia Marvel contrapposta a Red Ghost e alle sue Super-Scimmie. Alla fine, è stata sostituita da un montaggio che riassumeva la storia delle origini della squadra e mostrava le loro più grandi vittorie. John Malkovich era inizialmente stato scelto per interpretare il malvagio Red Ghost ed è anche apparso brevemente nel primo teaser trailer del film.

Questo è però tutto ciò che abbiamo visto del cattivo, anche se alcuni frammenti della lotta sono stati inseriti nel montaggio finale, con Mister Fantastic che affronta una delle Super-Scimmie. Lo storyboard artist Jeremy Simser ha ora condiviso sui social media il suo lavoro su questa sequenza tagliata (lo si può vedere qui), scrivendo: “Solo alcuni fotogrammi della lotta con la scimmia Red Ghost che ho disegnato per [il film] e che è stata eliminata. Mi piacerebbe davvero che tutti poteste vedere questa scena nella sua interezza, ma purtroppo non è destino!“.

Perché il Red Ghost di John Malkovich è stato tagliato da I Fantastici Quattro: Gli Inizi?

Parlando della sequenza che avrebbe dovuto mostrare John Malkovich nei panni di Red Ghost, il regista Matt Shakman ha dichiarato che: “Ci sono state molte cose che alla fine sono finite sul pavimento della sala montaggio. Quando stavamo costruendo un mondo retro-futuristico anni ’60, introducendo tutti questi cattivi, presentando questi quattro personaggi principali come gruppo e individualmente, introducendo l’idea di un bambino, c’erano molte cose da bilanciare in questo film e alcune cose dovevano essere eliminate per dare forma alla versione finale del film”.

“È stato straziante non includerlo nella versione finale del film perché è una delle persone che amo di più e una delle mie più grandi fonti di ispirazione”, ha continuato il regista. “Come persona che si muove tra teatro, cinema e televisione, non c’è nessuno che sia più stimolante del fondatore della Steppenwolf Theater Company. Quello che ha fatto sul palcoscenico come attore e quello che ha fatto come regista sia in teatro che nel cinema, oltre che come attore cinematografico di incredibile talento… sono stato onorato che abbia accettato di partecipare”.

Avengers: Doomsday, “Luke Cage” usato come nome in codice per [SPOILER]

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Si è parlato molto della casa in stile anni ’60 costruita nel Windsor Great Park per Avengers: Doomsday. Da alcuni piani trapelati sappiamo che lì atterra una nave, e diversi scoop suggeriscono che appartenga a Captain Marvel. Per la casa sono poi stati utilizzati vari nomi in codice, che fanno riferimento a personaggi come Luke Cage, Iron Fist e Annie Reynolds. Sebbene i fratelli Russo e la Marvel Studios siano riusciti a mantenere segreto ciò che stava accadendo sul set, alcune foto scattate indicavano che la casa potrebbe trovarsi a Chicago, Illinois.

Lo scoop @MyTimeToShineH ora afferma di aver appreso che “Luke Cage” era il nome in codice utilizzato per Chris Evans sul set di Avengers: Doomsday. Quindi, questo significa che la casa appartiene a Capitan America e… Peggy Carter, alias “Iron Fist”? È una teoria avvincente, che ha senso se Carol Danvers e altri eroi dovessero viaggiare indietro nel tempo per reclutare Steve Rogers e l’agente Carter per aiutare a ribaltare la situazione contro Dottor Destino.

Sebbene Evans abbia negato che apparirà in Avengers: Doomsday, i media hanno riportato che sia lui che Hayley Atwell sono nel film. Nessuno dei due faceva parte dell’annuncio iniziale del cast, anche se si vocifera che un’altra ondata di rivelazioni sia imminente. Al momento, non resta dunque che attendere maggiori informazioni anche se è probabile che se davvero Chris Evans sarà nel film, la sua potrebbe essere una partecipazione che i Marvel Studios terranno quanto più possibile segreta.

Cosa sappiamo di Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars arriveranno in sala rispettivamente il 18 dicembre 2026, e il 17 dicembre 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe e Anthony Russo, che tornano anche nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

Sono confermati nel cast del film (per ora): Paul Rudd / Ant-Man, Simu Liu / Shang-Chi, Tom Hiddleston / Loki, Lewis Pullman / Bob-Sentry, Florence Pugh / Yelena, Danny Ramirez / Falcon, Ian McKellen / Magneto, Sebastian Stan / Bucky, Winston Duke / M’Baku, Chris Hemsworth / Thor, Kelsey Grammer / Beast, James Marsden / Cyclops, Channing Tatum / Gambit, Wyatt Russell / U.S. Agent, Vanessa Kirby / Sue Storm, Rebecca Romijn / Mystique, Patrick Stewart / Professor X, Alan Cumming / Nightcrawler, Letitia Wright / Black Panther, Tenoch Huerta Mejia / Namor, Pedro Pascal / Reed Richards, Hannah John-Kamen / Ghost, Joseph Quinn / Johnny Storm, David Harbour / Red Guardian, Robert Downey Jr. / Doctor Doom, Ebon Moss-Bachrach / La Cosa, Anthony Mackie / Captain America.

Christine – La macchina infernale: la spiegazione del finale del film

L’adattamento cinematografico del romanzo di Stephen King del 1983, Christine – La macchina infernale, ha visto il grande regista John Carpenter riuscire in qualche modo a rendere spaventosa l’idea di un’auto assassina, e il finale dimostra che questa storia è ancora attuale. Questo thriller del 1983 aveva infatti una premessa potenzialmente ridicola nella sua storia di un adolescente vittima di bullismo, Arnie, che si vendica violentemente dei suoi aguzzini tramite un’auto maledetta. Tuttavia, l’adattamento di Carpenter è riuscito a rendere questa storia spaventosa, triste ed emotivamente coinvolgente.

Sebbene Hollywood raramente riesca ad adattare correttamente le opere di Stephen King, a volte l’industria cinematografica riesce a catturare con successo l’equilibrio tra il kitsch e il vero horror che si trova nelle opere dell’autore. Lo scrittore ha infatti un talento speciale nel rendere credibili anche le premesse horror apparentemente più assurde grazie ai suoi personaggi accattivanti, e il finale di Christine – La macchina infernale ne è la prova. In questo approfondimento, andiamo proprio ad esplorare la conclusione del film e ciò che ci lascia una volta conclusa la visione.

Come muore Arnie nel finale di Christine – La macchina infernale

Nel finale del film, Arnie muore insieme alla sua amata auto. Viene sbalzato fuori dal parabrezza mentre Christine cerca di investire Leigh, la ragazza di cui è innamorato. In un momento citato anni dopo in Halloween Ends, Arnie cerca infatti di impedire alla sua ex fidanzata Leigh e al suo ex amico Dennis di distruggere Christine con ogni mezzo necessario. Nel farlo, Christine investe Leigh e scaraventa Arnie attraverso il parabrezza, uccidendolo quando viene trafitto dai frammenti di vetro. Questa morte si è rivelata così memorabile che il remake di Carrie del 2013 ha utilizzato la stessa immagine per uccidere il suo cattivo principale, l’odioso bullo Chris.

Malcolm Danare in Christine - La macchina infernale
Malcolm Danare in Christine – La macchina infernale

Nel romanzo di King, Arnie muore invece mentre cerca di resistere al possesso da parte dell’ex proprietario di Christine, un serial killer. Le sue ultime azioni lo vedono tornare al suo vecchio io mentre cerca di aiutare Leigh e Dennis a distruggere l’auto, ma questo è stato eliminato nell’adattamento cinematografico di Carpenter. Come Jack Torrance nella versione di Stanley Kubrick di Shining, anche l’antieroe di Carpenter non ottiene alcun momento di redenzione all’ultimo minuto. Al contrario, Arnie si schiera con Christine fino alla fine, usando anche le sue ultime forze per toccare il cofano dell’auto mentre muore. Questo dimostra che Arnie non era così innocente come sembrava.

L’auto è ancora viva nel finale

L’auto continua poi a cercare di uccidere Leigh e Dennis anche dopo la morte di Arnie, fermandosi solo quando i due riescono a metterla alle strette e a schiacciarla con un bulldozer. I due portando poi i resti di Christine alla discarica e li schiacciano in un cubo. Nonostante tutti questi sforzi, i due sono ancora turbati quando sentono le melodie rock and roll anni ’50 che segnalavano l’arrivo di Christine iniziare a suonare nella discarica. Sebbene la musica provenga solo da uno stereo portatile nelle vicinanze, la griglia dell’auto si muove quando Leigh e Dennis distolgono lo sguardo. Pertanto, gli spettatori possono essere certi che qualunque spirito possedesse Christine non ha ancora finito con loro.

Perché Arnie ha scelto Christine invece di Leigh e Dennis

Tornando ad Arnie, lui provava risentimento nei confronti di Dennis per il suo successo nel football al liceo, mentre ritiene che Leigh abbia mostrato interesse per lui solo dopo che Christine aveva cambiato la sua personalità. Era stato sedotto dal fascino dell’auto posseduta e, di conseguenza, aveva dimenticato chi fossero i suoi amici umani. Non sorprende allora che Arnie abbia scelto Christine invece di Leigh e Dennis nel finale. Tuttavia, il fatto che l’auto assassina non si sia preoccupata quando Arnie è morto implica che non gli è mai importato di lui. Mentre Arnie vedeva se stesso e l’auto come una coppia letale ed efficace, Christine lo considerava solo un mezzo per uccidere.

Alexandra Paul e Keith Gordon in Christine - La macchina infernale
Alexandra Paul e Keith Gordon in Christine – La macchina infernale

Come il finale cambia il climax del romanzo

Nel libro originale, Christine viene distrutta durante una lotta con un altro veicolo soprannaturale apparentemente senziente, Petunia, l’autocisterna. Nel film, l’auto viene invece schiacciata con una normale pala cingolata. Inoltre, i genitori di Arnie sono molto peggiori nel romanzo, comportandosi in modo quasi altrettanto violento dei suoi bulli. È facile capire perché questo sia stato eliminato dall’adattamento cinematografico, poiché la storia avrebbe potuto essere troppo deprimente e cupa se la vita familiare e scolastica di Arnie fossero state entrambe un inferno.

Sebbene Christine – La macchina infernale sia uno dei migliori film horror di Carpenter, ciò è dovuto in gran parte al fatto che l’adattamento attenua gli eccessi del romanzo originale. Il film di Carpenter aveva bisogno di alleggerire la storia della vita di Arnie per rendere la trama meno intensamente cupa e l’adattamento ci è riuscito eliminando questa sottotrama oscura. Nel frattempo, eliminando elementi più buffi come il camion paranormale Petunia, si è anche assicurato che Christine non risultasse mai troppo ridicola, consentendo a Carpenter di trovare un perfetto equilibrio tra camp e paura.

Cosa significa davvero il finale di Christine – La macchina infernale  

L’intera storia riguarda i modi in cui l’adolescenza cambia la personalità di una persona e il film si concentra sui pericoli di lasciarsi coinvolgere dalla ricerca di beni materiali di lusso come un’auto sportiva, piuttosto che dare valore alle amicizie e alle relazioni umane. L’incapacità di Arnie di apprezzare la sua amicizia con Dennis e il suo sospetto ingiustificato nei confronti di Leigh lo spingono a cercare conforto in Christine, allontanandolo ulteriormente dai suoi cari. Anche se la sua auto fosse soprannaturale, Arnie avrebbe comunque abbandonato i suoi buoni amici in favore di uno status symbol. Il finale brutale di Christine permette all’adattamento di King di mostrare come questa strada possa portare all’orrore e alla morte.

Mercoledì – Stagione 2: lo showrunner anticipa il prossimo obiettivo di Tyler

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Il co-showrunner di Mercoledì, Alfred Gough parla del nuovo obiettivo di Tyler dopo il finale sospeso della seconda stagione. La prima parte, composta dai 4 episodi, si è conclusa con un finale mozzafiato in cui l’adolescente protagonista si è recata a Willow Hill per scoprire l’identità di LOIS, scoprendo anche chi era l’assassino Avian e si è così trovata faccia a faccia con Hyde (il mostro che si cela dentro Tyler). Dopo che Mercoledì e Fester hanno affrontato Judi Spannegel, il sistema di sicurezza ha smesso di funzionare, liberando tutti i pazienti di Willow Hill, compreso Tyler.

Quest’ultimo si è poi ricongiunto con l’ex padrona e manipolatrice Marilyn Thornhill, interpretata da Christina Ricci, solo per eliminarla prima di affrontare Mercoledì e fuggire. Gough ha ora anticipato che l’obiettivo della seconda parte della seconda stagione di Mercoledì potrebbe essere qualcuno vicino all’adolescente. Intervistato da TV Insider, Gough ha infatti parlato di come si sta sviluppando l’arco narrativo di Tyler, con il vendicativo Hyde che fugge da Willow Hill.

Dopo aver apparentemente ucciso Thornhill e aver gettato Mercoledì attraverso una finestra, rendendola incosciente, Tyler è fuggito quando è arrivata la polizia. Gough spiega dunque: “È a piede libero e ha molti conti da regolare. Ne ha già sistemati due Thornhill e Mercoledì, e ora ne ha altri. Wednesday ha previsto la morte di Enid [Emma Myers] e ora Tyler è fuori… si capisce che la situazione non è delle migliori.

Cosa significa questo per la seconda parte della nuova stagione di Mercoledì

I commenti di Gough non sono conclusivi, ma sottolineano il fatto che Enid è probabilmente in grave pericolo. Tyler ha molti rancori e quello verso Enid è grande, considerando che la ragazza lo ha sconfitto alla fine della prima stagione di Mercoledì trasformandosi in lupo. Quindi sembra logico che ora che è fuggito darà la caccia a Enid. Ciò che preoccupa è che questo sarebbe anche in linea con la visione di Mercoledì della morte della sua amica e significa che la posta in gioco per la seconda parte della seconda stagione è più alta che mai.

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Weapons: Zach Cregger rivela un finale alternativo molto più cupo

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Il regista di Weapons, Zach Cregger, rivela che inizialmente aveva previsto un finale alternativo molto più cupo. Durante un’intervista con Inverse, Cregger ha infatti spiegato che il film originariamente si concludeva semplicemente mostrando il figlio di Archer (Josh Brolin), lasciando il dubbio sulla sua effettiva salute e non conteneva alcuna narrazione che offrisse maggiori dettagli. Anche se Cregger avrebbe preferito quella scelta, ha notato che il pubblico delle proiezioni di prova non l’ha apprezzata.

Il regista ha poi aggiunto: “Inizialmente, la voce fuori campo che si sente alla fine non c’era nemmeno. Non mi piaceva molto l’idea. Volevo semplicemente concludere con lo sguardo di Matthew. Ma alla gente non piaceva. Non c’era la voce fuori campo e abbiamo semplicemente concluso con il volto del ragazzo. Le luci si sono spente ed è apparso il titolo “Scritto e diretto da Zach Cregger”, e una donna in sala ha esclamato: “Ma che c***o?”.

Cosa succede nel finale di Weapons?

Dato che alla fine Gladys è stata uccisa, e in modo raccapricciante, come si addice a un’antagonista del genere, il finale di Weapons può sembrare positivo. Justine Gandy (interpretata da Julia Garner), che era diventata il bersaglio di molti genitori preoccupati a Maybrook, è sopravvissuta a numerosi eventi terrificanti nel film, mentre i bambini sono stati recuperati dai loro genitori e alcuni hanno finalmente ripreso a parlare, come rivelato dal narratore.

Purtroppo, non tutto è finito in modo ottimistico e Maybrook potrebbe essere segnata per sempre da ciò che è accaduto. Ad esempio, Alex è riuscito a sconfiggere Gladys, ma ha dovuto lasciare i suoi genitori, che sono rimasti in stato vegetativo, alle cure di qualcun altro. Anche Justine, e in particolare i suoi giovani studenti, porteranno probabilmente con sé un trauma significativo, che potrebbe plasmare il loro carattere in futuro.

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Buffy l’ammazzavampiri: prime foto di Sarah Michelle Gellar sul set del reboot!

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Nuove immagini dal set del reboot di Buffy l’ammazzavampiri rivelano il ritorno di Sarah Michelle Gellar nel suo ruolo più iconico. All’inizio di quest’anno è stato annunciato che Hulu avrebbe realizzato un episodio pilota per il reboot di Buffy, con la regia della vincitrice dell’Oscar Chloé Zhao (Nomadland). Nora e Lilla Zuckerman (Poker Face, Agents of S.H.I.E.L.D) sono state ingaggiate come sceneggiatrici. Anche se la Gellar riprenderà il suo ruolo di Buffy Summers in modo ricorrente, l’attenzione si concentrerà su una nuova cacciatrice. Ryan Kiera Armstrong, una giovane attrice che si è fatta notare con Star Wars: Skeleton Crew, interpreterà il personaggio principale.

Le immagini dal set pubblicate dal New York Post hanno ora rivelato il primo sguardo al ritorno della Gellar nei panni di Buffy Summers. L’attrice indossa un miniabito rosso con maniche lunghe, tacchi a spillo rosa, una profonda scollatura a V e un grande fiore di stoffa applicato in vita. Gellar sembra anche avere in mano una borsa Yves Saint Laurent Sac de Jour. Il look alla moda di Gellar ha scatenato un po’ di discussioni online. Non è chiaro se l’attrice vincitrice di un Emmy sia nel personaggio o se stia semplicemente arrivando sul set a Los Angeles.

Ma supponendo che stia interpretando il ruolo di Buffy, alcuni hanno sostenuto che il look altamente alla moda non è come ricordano Buffy Summers. Altri hanno sostenuto che sono passati trent’anni dal debutto della serie originale (e venti dalla sua conclusione) e che in questo periodo potrebbero essere cambiate molte cose. Il punto potrebbe essere proprio che Buffy Summers è diversa da come la ricordano gli spettatori. Ma senza conoscere alcun dettaglio concreto della trama, è difficile dirlo con certezza.

Cosa aspettarsi dal reboot di Buffy l’Ammazzavampiri

L’originale serie di Buffy l’ammazzavampiri, ideata da Joss Whedon, mescola horror, azione, dramma e commedia con sorprendenti sfumature metaforiche. Ambientata nella cittadina immaginaria di Sunnydale, la storia segue Buffy Summers, una liceale apparentemente normale che è però la “Prescelta”, l’unica ragazza della sua generazione destinata a combattere vampiri, demoni e forze oscure. Affiancata dai suoi amici – la “Scooby gang” – e dal suo mentore Rupert Giles, Buffy affronta battaglie sovrannaturali che spesso riflettono le paure e le sfide della crescita, dell’identità e della responsabilità personale. La serie è considerata un simbolo del girl power anni ’90.

Una recente sinossi del reboot di Buffy l’ammazzavampiri ha rivelato che “Nova, una sedicenne appassionata di libri, scopre di essere un’ammazzavampiri nella ricostruita Sunnydale, divisa tra la grintosa Old Sunnydale e l’esclusiva New Sunnydale. Durante il Vampire Weekend, un festival che celebra il passato oscuro della città, i vampiri Jack e Shirley emergono da un cantiere edile, uccidono un adolescente e pianificano un rituale per creare un esercito di vampiri al Cursed Circle”, conclude la sinossi.

Nora Zuckerman e Lila Zuckerman sono ora state incaricate di scrivere, dirigere e produrre la serie reboot di Buffy l’ammazzavampiri. La premio Oscar Chloé Zhao sarà la regista e la produttrice esecutiva sotto la sua casa di produzione Book of Shadows. Gellar è invece produttrice esecutiva insieme a Gail Berman. Fran Kuzui e Kaz Kuzui saranno produttori esecutivi tramite Suite B, mentre Dolly Parton sarà produttrice esecutiva tramite Sandollar. La produzione sarà affidata a 20th Television e Searchlight Television. Berman, i Kuzui e Parton sono stati tutti produttori esecutivi della serie originale.

Protagonista sarà dunque Ryan Kiera Armstrong, apparsa di recente nella serie Disney+Star Wars: Skeleton Crew”. Tra gli altri suoi crediti televisivi figurano “Anne with an E” su Netflix, “American Horror Story” e la prossima serie FX “The Lowdown”. Ad affiancare Armstrong e Sarah Michelle Gellar nuovamente nei panni di Buffy ci sono Faly Rakotohavana (“Unprisoned”, “Secret Society of Second Born Royals”) nel ruolo di Hugo, Ava Jean (“A Week Away”, “Law & Order: SVU”) nel ruolo di Larkin, Sarah Bock (“Severance”) nel ruolo di Gracie, Daniel di Tomasso (“Witches of East End”, “Major Crimes”) nel ruolo di Abe e Jack Cutmore-Scott (“Oppenheimer“, “Frasier”) nel ruolo del signor Burke.

Al momento non è noto chi del cast originale – che includeva Nicholas Brendon, Alyson Hannigan, Carpenter, Anthony Stewart Head, David Boreanaz, Seth Green e James Marsters – potrebbe tornare per la nuova serie.

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Colin Farrell riceverà il Golden Icon Award dello Zurigo Film Festival

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L’attore irlandese candidato all’Oscar Colin Farrell riceverà il Golden Icon Award dello Zurigo Film Festival nella sua prossima edizione, che si terrà dal 25 settembre al 5 ottobre. Il premio riconosce l’interpretazione dell’attore nel thriller psicologico di Edward Berger “Ballad Of A Small Player” e la sua carriera in generale.

Colin Farrell riceverà il premio il 27 settembre, prima della première di gala del prossimo film, alla quale parteciperà anche il regista svizzero e premio Oscar Berger. Il giorno seguente Farrell terrà una masterclass sulla sua carriera. L’attore irlandese è famoso a livello internazionale per film come Miami Vice, Minority Report, In Bruges, The Batman, The Lobster, Il sacrificio del cervo sacro e Gli Spiriti dell’Isola.

Si aggiunge a una lunga serie di illustri vincitori del Golden Icon Award, tra cui figurano anche Kate Winslet, Jessica Chastain, Hugh Jackman, Cate Blanchett e Hugh Grant.

Ballad of a Small Player è il terzo film consecutivo di Berger ad essere presentato a Zurigo, dopo Niente di nuovo sul fronte occidentale e Conclave. Berger ha anche ricevuto il prestigioso premio A Tribute to… Award all’edizione 2024 del festival.

Colin Farrell è uno degli attori caratteristi più appassionati e carismatici del cinema d’autore”, afferma il direttore del festival Christian Jungen. “È convincente tanto come cattivo quanto come protagonista romantico, o in ruoli complessi che si collocano a metà strada, come nell’irresistibile tragicommedia di Edward Berger “Ballad of a Small Player”, dove Colin ci cattura nei panni di un giocatore d’azzardo disonesto e ci fa tifare per il suo personaggio.

“Colin Farrell ha già lavorato con molti grandi registi, ma sotto la direzione di Edward Berger, raggiunge davvero nuove vette. Trasporta il film dall’inizio alla fine e ci porta su un ottovolante emotivo che ci fa ridere, piangere e meravigliare. Per questa straordinaria interpretazione, che potrebbe valergli un’altra nomination all’Oscar, e per il suo inestimabile contributo al cinema d’autore, onoriamo Colin Farrell con il Golden Icon Award.”

Farrell ha accolto con favore la notizia del riconoscimento e ha dichiarato di non vedere l’ora di visitare Zurigo per la prima volta.

“Vorrei ringraziare lo Zurigo Film Festival per aver invitato Ballad of a Small Player al festival e per avermi conferito il Golden Icon Award”, ha dichiarato.

Jurassic World – La Rinascita: dal 18 agosto in Digital Home Video

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IL LORO MONDO. A CASA TUA. Dopo un debutto da record al box-office e oltre 10 milioni di euro in incassi in Italia, Jurassic World – La Rinascita sarà disponibile in Anteprima Digitale dal 18 agosto sulle principali piattaforme, distribuito da Universal Pictures Home Entertainment e Amblin Entertainment.

Definito da Wired Italia come “il miglior film della saga dopo quelli originali di Spielberg” e lodato da MoviePlayer per come “riporta lo spettatore a divertirsi”, JURASSIC WORLD – LA RINASCITA regala agli spettatori diversi contenuti extra esclusivi (alcuni disponibili gratuitamente su Sky Primafila Premiere e su Amazon Prime Video).

Mahershala Ali è Duncan Kincaid in JURASSIC WORLD – LA RINASCITA, diretto da Gareth Edwards.
© Universal Studios. All Rights Reserved.

Con oltre 6,7 miliardi di dollari incassati nel mondo in oltre trent’anni di storia, il celebre franchise di Jurassic evolve in una nuova, audace direzione con LA RINASCITA: un’unità di estrazione clandestina viene inviata nella località più pericolosa della Terra – un laboratorio su un’isola remota dove sono stati lasciati dinosauri troppo letali per il Jurassic Park. La loro missione: recuperare il DNA di tre creature colossali per sviluppare un farmaco rivoluzionario per l’umanità. Ma in un ambiente costellato di pericoli, faranno una scoperta sconvolgente, rimasta nascosta per anni.

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JURASSIC WORLD – LA RINASCITA introduce un nuovo universo di personaggi, interpretati da un cast stellare guidato dalla superstar d’azione Scarlett Johansson (Black Widow, The Avengers), Jonathan Bailey (Wicked, Bridgerton) e dal due volte premio Oscar® Mahershala Ali (Moonlight, Green Book).

Nel cast anche Rupert Friend (Homeland, Obi-Wan Kenobi), Manuel Garcia-Rulfo (The Lincoln Lawyer, Assassinio sull’Orient Express), Luna Blaise (Manifest), David Iacono (The Summer I Turned Pretty), Audrina Miranda (Lopez vs. Lopez), Philippine Velge (Station Eleven), Belchir Sylvain (BMF) e Ed Skrein (Deadpool).

Diretto dal pioniere degli effetti visivi Gareth Edwards (Rogue One: A Star Wars Story, The Creator), il film è scritto da David Koepp, storico sceneggiatore di Jurassic Park, che torna al franchise che ha contribuito a costruire.

La trama di Jurassic World – La Rinascita

In Jurassic World – La Rinascita, il rappresentante di una casa farmaceutica, Martin Krebs (Rupert Friend), ingaggia un gruppo di mercenari, insieme al paleontologo Dr. Henry Loomis (Jonathan Bailey), per recuperare tre campioni di DNA di dinosauro da una terza isola precedentemente inesplorata, l’Île Saint-Hubert.

La squadra, guidata da Zora Bennett (Scarlett Johansson), incontra infine la famiglia Delgado e la salva da un Mosasaurus. Scoprono anche di avere a che fare con dinosauri geneticamente modificati, considerati troppo pericolosi per Jurassic Park, ma raccolgono i campioni necessari (anche quando tutto inizia ad andare storto) e progettano una fuga dall’isola.

Più facile a dirsi che a farsi quando vengono braccati da mutanti inferociti. Mentre la situazione peggiora, l’avido Krebs si ammanetta la valigetta contenente i campioni al polso nel tentativo di assicurarsi che non vadano persi e che la sua compagnia tragga profitto da ciò che è stato recuperato.

Nel tentativo di fuggire attraverso un tunnel, la giovane Isabella Delgado riesce a raggiungere un pannello di controllo che aprirà loro la strada verso una barca vicina. Il D-rex prende di mira Krebs, divorandolo in un solo boccone… ma lasciandogli il braccio e i campioni. Zora afferra la valigetta e Duncan Kincaid (Mahershala Ali) distrae il mostro abbastanza a lungo da permettere a tutti di scappare.

Fortunatamente, Kincaid si rivela sopravvissuto e il gruppo salpa verso la salvezza. Krebs aveva pianificato di trarre grandi profitti dai campioni, ma mentre Henry e Zora discutono su cosa farne, concludono che dovrebbero essere resi open source, in modo che tutti possano beneficiare degli enormi benefici medici che offrono. Meglio così che vengano usati per consolidare i profitti di una grande multinazionale farmaceutica.

Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba Il Castello dell’Infinito, il nuovo trailer italiano

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Un nuovo trailer di Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba Il Castello dell’Infinito, oggi disponibile anche in italiano, è stato svelato da Crunchyroll al San Diego Comic-Con (SDCC). Distribuito da Crunchyroll e Sony Pictures Entertainment il film arriverà nelle sale italiane, anche in  IMAX®, dall’11 settembre 2025. 

Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba Il Castello dell’Infinito ha esordito in sala in Giappone due settimane fa, battendo tre record al botteghino giapponese: il più alto incasso nel weekend di apertura, il più alto incasso nel primo giorno d’uscita e il più alto incasso nel singolo giorno. Il film, distribuito da Toho e Aniplex, ha generato 7,31 miliardi di yen (49,55 milioni di dollari) di incassi nei primi quattro giorni di uscita. Per ulteriori informazioni, leggere la notizia su Crunchyroll News.

Le prevendite per gli spettacoli apriranno dal 25 agosto.

  • Storia originale: Koyoharu Gotoge (JUMP COMICS / SHUEISHA)
  • Regista: Haruo Sotozaki
  • Sceneggiatura e Animation Production: ufotable

La trama di Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba Il Castello dell’Infinito

Tanjiro Kamado e’ un ragazzo unitosi a un’organizzazione dedita alla caccia dei demoni, chiamata Squadra dei cacciatori di demoni, dopo che la sorella minore Nezuko è diventata una di questi mostri.

Acquisendo sempre più forza e approfondendo i legami di amicizia con i suoi compagni, Tanjiro ha combattuto molti demoni con i suoi compagni Zenitsu Agatsuma e Inosuke Hashibira. Il suo viaggio lo ha portato a combattere al fianco di alcuni tra i più abili spadaccini della Squadra dei cacciatori di demoni, i Pilastri, tra cui il Pilastro delle Fiamme Kyojuro Rengoku a bordo del Treno Mugen, il Pilastro del Suono Tengen Uzui nel Quartiere dei Piaceri, il Pilastro della Nebbia Muichiro Tokito e quello dell’Amore Mitsuri Kanroji nel Villaggio dei Forgiatori di Katana.

Mentre i Pilastri e i membri della Squadra dei cacciatori di demoni sono impegnati nell’Allenamento dei Pilastri, un allenamento fisico di gruppo in preparazione all’imminente battaglia contro i demoni, Muzan Kibutsuji si presenta alla residenza Ubuyashiki. Con il capo della Squadra dei cacciatori di demoni in pericolo, Tanjiro e i Pilastri accorrono al quartier generale, dove però per mano di Muzan Kibutsuji precipitano in un luogo misterioso.

Lo spazio in cui Tanjiro e la Squadra dei cacciatori di demoni sono piombati è la fortezza dei demoni: il Castello dell’Infinito. Il campo di battaglia è pronto e lo scontro finale tra la Squadra dei cacciatori di demoni e i demoni si accende.

Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba Il Castello dell’Infinito uscirà nelle sale italiane l’11 settembre distribuito da Crunchyroll e Sony Pictures Entertainment.

The Gilded Age Stagione 3, spiegazione del finale: la più grande vittoria di Bertha ha un costo altissimo

Attenzione: SPOILER sul finale di The Gilded Age Stagione 3 – “Ho già preso una decisione”

Il finale di The Gilded Age Stagione 3 si è concluso con quello che Bertha Russell (Carrie Coon) pensava fosse il suo più grande trionfo, che si è trasformato nella crisi più grave che il suo matrimonio con George Russell (Morgan Spector) abbia mai affrontato. Mentre George si riprendeva da una ferita da arma da fuoco, Bertha ha organizzato un ballo a Newport con la partecipazione di sua figlia Gladys, Duchessa di Buckingham (Taissa Farmiga), e di Hector, Duca di Buckingham (Ben Lamb).

La magnifica serata di Bertha l’ha vista porre fine al divieto imposto dalla società newyorkese alle donne divorziate, invitando Aurora Fane (Kelli O’Hara) e Charlotte Dreyton (Hannah Shealy). Cedendo alle pressioni e per onorare sua figlia, la signora Astor (Donna Murphy), ha messo da parte il suo orgoglio e si è recata al ballo dei Russell. Questo consolidò lo status di Bertha come la nuova leader più influente dell’alta società newyorkese.

Nel frattempo, il dolore di Peggy Scott (Denee Benton) al suo ballo di Newport si trasformò in pura gioia quando il Dr. William Kirkland (Jordan Donica) prese la decisione cruciale di rinnegare sua madre, Elizabeth Kirkland (Phylicia Rashad), in favore della propria felicità. Alla luce della notizia di The Gilded Age Stagione 4 ufficialmente in arrivo, ecco i principali eventi del finale della terza stagione.

George Russell lascia Bertha nonostante lei abbia ragione su Gladys e il Duca

George non riesce a perdonare Bertha né se stesso

George Russell non si mostrò affatto provato al ballo di Bertha per sostenere la moglie nel suo momento di gloria, senza mai tradire la decisione che aveva già preso. La mattina dopo, George sgancia la bomba: dopo la sua esperienza di pre-morte, non riesce a perdonare né Bertha né se stesso per aver costretto Gladys a un matrimonio combinato. Nonostante George ammetta che Gladys e il Duca siano felici insieme, George cova risentimento nei confronti di Bertha per tutta la terza stagione.

Sebbene non abbiano pronunciato la parola “divorzio”, questa potrebbe essere la direzione verso cui George e Bertha si stanno dirigendo nella quarta stagione. È una svolta devastante per quello che è stato il matrimonio più incrollabile di The Gilded Age. Bertha sostiene di essere “spietata” nei confronti delle persone che ama, mentre George afferma di essere spietato solo negli affari. Eppure l’animosità di George nei confronti di Bertha è di per sé spietata.

Il dottor William Kirkland fa la proposta di matrimonio a Peggy Scott

Kirkland sfida la madre per amore

Peggy Scott diventerà la signora William Kirkland dopo aver accettato la proposta del medico. William non ha mai smesso di amare Peggy e ha avuto bisogno solo di tempo e di prospettive dopo che sua madre, Elizabeth, ha spietatamente rivelato il passato della signorina Scott per separarli. Per fortuna, il padre di William, Fredrick (Brian Stokes Mitchell), ha rimproverato la moglie autoritaria e le ha impedito di interferire con la felicità del figlio.

Il dottor William Kirkland ha ricevuto una somma incalcolabile di denaro come ringraziamento da George Russell per avergli salvato la vita. Peggy aveva bisogno di questa conferma dopo aver indossato quella che equivaleva a una lettera scarlatta come madre nubile che aveva perso il figlio. La signorina Scott merita la felicità, soprattutto ora che ha preso le distanze dal suo ex datore di lavoro, Thomas Fortune (Sullivan Jones). William è sempre stato fedele a Peggy e meritano di stare insieme.

Gladys, Duchessa di Buckingham, è incinta

Gladys e Hector sono davvero felici insieme

Il piano geniale di Bertha di far sposare Gladys con il Duca di Buckingham era insensibile nei confronti della sua unica figlia, ma la matriarca dei Russell è stata convalidata. Dopo un inizio difficile e un adattamento alla vita al Castello di Sidmouth, in Inghilterra, il matrimonio tra Gladys e Hector è felice, e ora lei è incinta. Questo lega ulteriormente i Russell ai Buckingham, poiché Gladys sarà la madre dell’erede di Hector.

Gladys aveva bisogno dell’aiuto di Bertha quando si trasferì per la prima volta in Inghilterra ed era dominata dalla sorella di Hector, Lady Sarah Vere (Hattie Morahan). Quando sua madre arrivò in suo soccorso, Gladys trovò la forza di tenere testa a Sarah e di affermarsi come Duchessa di Buckingham. Bertha reintegrò anche Adelheid (Erin Wilhelmi) come cameriera personale di Gladys. Ma quando la terza stagione di The Gilded Age finisce, Gladys non si è ancora resa conto che suo padre ha lasciato sua madre.

Agnes Van Rhijn nomina ufficialmente Ada Forte capofamiglia

Il testimone passa di sorella in sorella

Agnes Van Rhijn (Christine Baranski) ha trascorso la terza stagione di The Gilded Age affrontando la perdita di denaro e prestigio, mentre sua sorella, Ada Forte (Cynthia Nixon), diventava il capofamiglia della famiglia Van Rhijn. Nel finale della terza stagione, Agnes si è ufficialmente fatta da parte per amore della sorella, così che Ada ora è la matriarca della famiglia.

Agnes ha dato alla sorella la convalida che meritava perché Ada ha segretamente sostenuto Agnes nella sua scelta di diventare la nuova presidente della New York Heritage Society. Questo ha ripristinato il prestigio di Agnes nella società senza rivelare la perdita della sua fortuna, che Ada sta segretamente compensando finanziariamente. Agnes e Ada unite nel finale della terza stagione di The Gilded Age è un momento commovente e davvero meritato.

Oscar Van Rhijn ed Enid Winterton rinnovano la loro alleanza

Sono “Una coppia combattiva”

Nella prima stagione di The Gilded Age, Oscar Van Rhijn (Blake Ritson) si alleò con Enid Turner (Kelly Curran), la cameriera di Bertha Russell, quando tentò, invano, di sposare Gladys. Nel finale della terza stagione di The Gilded Age, Oscar e Turner, ora vedova e ricca signora Enid Winterton, rinnovano la loro alleanza con una nuova svolta: sposarsi e diventare “una coppia combattiva” nell’alta società newyorkese.

L’ex amante di Oscar, John Adams (Claybourne Elder), viene improvvisamente ucciso nell’episodio 6 della terza stagione di The Gilded Age, ma lascia a Oscar un cottage come suo rifugio privato.

In Enid, Oscar ottiene ciò che ha sempre desiderato: una moglie ricca e con un prestigio sociale che distoglierà lo sguardo dal fatto che lui sia gay. Per la signora Winterton, che fino a poco tempo prima era solo una domestica, Oscar conserva i legami persi con la morte dell’anziano marito Joshua (Dakin Matthews). Il ritorno di Oscar ed Enid come soci è uno sviluppo entusiasmante in vista di The Gilded Age Stagione 4.

Jack Trotter dà il benvenuto a Bridget nella sua nuova casa

A casa di Jack, Bridget non è una domestica

Jack Trotter (Ben Ahlers) ha guadagnato 300.000 dollari ed è diventato un uomo ricco e indipendente grazie alla sua invenzione della sveglia. Eppure, nonostante ora possieda una casa di proprietà con la servitù, Jack continua a far visita ai suoi amici a casa Van Rhijn. Quando Bridget (Taylor Richardson) è andata a trovare Jack a casa sua, lui l’ha accolta come ospite, dando il via a una possibile storia d’amore.

Nella prima stagione di The Gilded Age, Jack aveva una cotta per Bridget, ma lei non voleva una relazione, alludendo a un trauma del suo passato. Jack tentò di sposare la domestica dei Russell, Adelheid, ma lei lo rifiutò e si risentì dell’ambizione di Jack di affermarsi in società. Ora Bridget vede Jack con occhi nuovi e una nuova considerazione.

Larry Russell e Marian Brook si riconciliano, ma non si sposano (ancora)

Hanno bisogno di tempo per risolvere i loro problemi di fiducia

Larry Russell (Harry Richardson) e Marian Brook (Louisa Jacobson) sembravano una coppia ideale prima che un malinteso portasse Marian a rompere il fidanzamento. Larry, a sua volta, fu ferito dalla mancanza di fiducia di Marian e dalla sua volontà di andarsene immediatamente senza dare spiegazioni. Harry si offese anche perché Marian credette a Jack, il suo ex cameriere, invece di prenderlo in parola.

Al ballo di Bertha, tuttavia, Larry e Marian si riconciliarono timidamente, anche se non riprendono il fidanzamento. Maturi, Larry e Marian riconoscono di avere problemi che hanno bisogno di tempo per risolvere. Dopo il matrimonio di Gladys e la proposta di matrimonio di Peggy Scott, la terza stagione di The Gilded Age ha messo in secondo piano le potenziali nozze di Larry e Marian, ma forse Marian diventerà la signora Russell nella quarta stagione di The Gilded Age.

La quarta stagione di The Gilded Age ha un grande mistero da risolvere

Chi ha sparato a George Russell?

The Gilded Age Stagione 3 si conclude con la sconvolgente scena in cui George Russell abbandona Bertha, ma lascia un’altra questione irrisolta: chi ha cercato di far uccidere George? Un uomo ha fatto irruzione nell’ufficio di Russell e gli ha sparato alla fine dell’episodio 7, “Ex-Communicated”. Qualcuno ha dato l’ordine, ma nessuna risposta è stata rivelata nel finale di The Gilded Age Stagione 3.

Un magnate barone ladro come George Russell ha molti nemici, e il suo ex assistente, Richard Clay (Patrick Page), è in cima alla lista di coloro che odiano George. Senza dubbio, il signor Russell alla fine scoprirà chi ha cercato di farlo assassinare, e la risposta è uno dei tanti colpi di scena e momenti che il pubblico attende con ansia nella quarta stagione di The Gilded Age.

Hayden Christensen pronto a tornare come Anakin Skywalker dopo Ahsoka 2

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Mentre Hayden Christensen si prepara al suo ritorno nella seconda stagione di Ahsoka, sembra che l’attore stia valutando anche ulteriori ritorni nel franchise di Star Wars. Dopo aver interpretato Anakin Skywalker nella trilogia prequel dal 2002 al 2005, Christensen è infatti ad oggi riapparso sullo schermo nella prima stagione di Ahsoka e tornerà nella prossima stagione, probabilmente con un ruolo anche maggiore.

Essendo stato coinvolto nell’universo di Star Wars per oltre 20 anni, Christensen è diventato una star fondamentale del franchise. Il suo ritorno nella serie con Rosario Dawson è stato sorprendente, anche se è arrivato dopo le apparizioni in Star Wars: L’ascesa di Skywalker e in Obi-Wan Kenobi. Al momento, però, anche se apparirà nella seconda stagione di Ahsoka, la Disney non ha annunciato altre opportunità per l’attore.

Durante un panel al Fan Expo Boston, Christensen ha quindi espresso il suo entusiasmo per la prospettiva di riprendere ancora una volta il ruolo di Anakin Skywalker. La decisione non spetta a Christensen, ma l’attore si è detto felice di poter apparire di nuovo nei panni di Anakin. “Al cento per cento… Mi piacerebbe molto, sì. Se i poteri forti decidessero che è qualcosa che vogliono vedere, sarei lì in un batter d’occhio”, sono le parole dell’attore.

Dove potremmo rivedere Hayden Christensen nei panni di Anakin Skywalker/Darth Vader?

Sebbene l’influenza di Anakin su Ahsoka sia innegabile, lei non è l’unico personaggio profondamente legato al ribelle Jedi. Nei panni di Darth Vader, ha devastato la galassia, rovinando innumerevoli vite come spietato Signore dei Sith. Questo apre molte strade per altri potenziali show di Star Wars con Hayden Christensen. Se fosse interessato a guidare una produzione a pieno titolo, Christensen potrebbe recitare in uno show sui primi anni di Darth Vader.

Molti fumetti e libri di prosa potrebbero fornire materiale per una storia avvincente e consentirebbero al direttore creativo Dave Filoni di arricchire ulteriormente il suo personaggio. Il commento di Christensen indica però che al momento non è coinvolto in ulteriori produzioni, dato che dipende ancora dai “poteri forti”, ma c’è la possibilità che semplicemente non stia condividendo tutto ciò che sa. Ci sono molte altre produzioni di Star Wars attualmente in corso, e non tutte sono state completamente svelate al pubblico.