Arriva in concorso a Venezia il
western poetico The Sisters Brothers del regista
francese Jacques Audiard. Una nuova incursione,
dopo The Ballad of Buster Scruggs dei
fratelli Coen, nel cuore selvaggio della frontiera
americana vista con uno sguardo inusuale, divertente e
commovente.
I due fratelli Charlie ed Eli
Sisters sono due killer al servizio di un potente chiamato Il
Commodoro. Sono molto legati tra loro, soprattutto dopo la morte
del padre violento e l’allontanamento da casa. Si proteggono l’uno
con l’altro, volendosi un gran bene, ma manifestandolo in modo
burbero, tra scherzi, litigi e zuffe. Il loro lavoro consiste nel
ritrovare persone scomode o banditi. Non esitano a uccidere, senza
porsi troppe domande. Charlie in particolare, il fratello più
giovane, ha una vera dote naturale per le carneficine. Eli, invece,
anche se altrettanto spietato ed esperto con le armi, ha un’indole
tranquilla, sentimentale e anela a una vita normale. La loro nuova
missione consiste nel rintracciare e riportare indietro un chimico,
detentore di una prodigiosa formula per rivelare la presenza
dell’oro nei fiumi. Comincia così una spietata e movimentata caccia
all’uomo, attraverso il cuore del selvaggio west, ma
soprattutto attraverso il profondo di se stessi.
The Sisters
Brothers è una fiaba tenerissima e struggente, che ruota
attorno al legame e ai sentimenti più intimi di due fratelli,
magnificamente interpretati da
John C. Reilly e
Joaquin Phoenix.
È un western, perché ambientato nel
selvaggio cuore dell’America dei coloni e popolato di pistoleri,
mandriani, cercatori d’oro e tutta la fauna tipica da saloon, ma
non è un western classico, perché rifugge tutti i canoni del
genere, evitando gli stereotipi e trasformando abilmente ogni
elemento di questa tipologia di racconto, per contribuire a
scandagliare l’emotività e il bisogno di amore che alberga sul
fondo dell’animo di ognuno, anche della canaglia più spietata.
A Reilly e
Phoenix si aggiungono anche gli ottimi
Jake Gyllenhaal e Riz Ahmed,
rispettivamente un collega cacciatore di taglie dei due fratelli e
il povero indifeso chimico geniale. Anche loro due sono
perfettamente calati nel ruolo e riescono a regalare sfumature
indelebili, che rimangono scolpite nel cuore dello spettatore.
Il regista Jacques Audiard,
reinventa boschi, praterie, villaggi e città del selvaggio west,
nel bel mezzo dell’ Europa, lavorando sapientemente tra boschi e
praterie, con colori e luci, assecondando ogni mutamento di stato
d’animo dei personaggi e imbastendo un’irresistibile, sanguinaria
combriccola di forsennati, bisognosi solo di un briciolo di affetto
e tranquillità.
Il film è pieno di invenzioni e
situazioni, a volte divertenti, altre volte malinconiche, altre
ancora struggenti. Ma è imprevedibile, fuori da ogni schema, scorre
veloce di sorpresa in sorpresa, senza mai subire rallentamenti o
indurre intuizioni legate a dispositivi narrativi ormai consolidati
e stantii. Tutto questo grazie a una magnifica sceneggiatura
scritta dallo stesso Jacques Audiard insieme a
Thomas Bidegain. Ma il merito è dovuto anche al
romanzo omonimo di Patrick de Witt da cui è tratto
il film.
I meravigliosi costumi sono
dell’italiana Milena Canonero, le scenografie di
Michel Barthélémy, che ricostruisce sapientemente anche le strade
della vecchia San Francisco e un hotel di gran lusso, fornito dei
primi bagni con toilette e vasca privata. Le musiche sono
invece di Alexandre Desplat, che si allontana
dagli stereotipi, per regalare una partitura dal sapore fiabesco,
perfetta per sottolineare i turbamenti dei quattro protagonisti.
Questi sono solamente alcuni dei creatori di questa favola western,
frutto di una co-produzione di tanti paesi europei tra cui Francia,
Belgio, Romania e Spagna.
The Sisters
Brothers potrebbe definirsi un emo-western, che
conquisterà e commuoverà anche chi non è avvezzo a tale genere, ma
che certamente mostrerà il lato più tenero e nascosto del selvaggio
west, finora mai raccontato così delicatamente in un film. E per
gli amanti di sparatorie, bordelli e saloon… nulla da temere: tutti
accontentati!
Venezia 75: Jacques
Audiard presenta The Sisters
Brothers