Home Blog Pagina 269

Mascaria: la storia vera dietro il film

Mascaria: la storia vera dietro il film

Il 23 maggio ricorre la Giornata della legalità, nell’anniversario della Strage di Capaci verificatasi in tale data nel 1992, in cui morirono il magistrato antimafia Giovanni Falcone, la moglie, anch’essa magistrato, Francesca Morvillo e tre agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Per ricordare e ribadire dunque l’importanza di fronteggiare la mafia in tutte le sue forme, su Rai 1 si propone il film Mascaria, diretto da Isabella Leoni e ispirato a vicende realmente avvenute.

Il titolo del film, che deriva dal siciliano mascariare, significa lasciare un segno indelebile con il carbone. Figurativamente, significa marchiare e in senso più generale, calunniare. Ed è proprio quello che accade al protagonista di Mascaria, che pur avendo compiuto ciò che è giusto si vede diventare oggetto di calunnia che ne compromette non solo l’attività lavorativa ma soprattutto l’onore. La vicenda di questo protagonista, che troppo spesso trova un corrispettivo nella realtà, diventa allora un monito sul riconoscere il vero dal falso in situazioni così delicate.

Interpretato da noti e apprezzati attori del panorama cinematografico e televisivo italiano, Mascaria è dunque un film da non perdere non solo per la storia che propone ma anche per i messaggi che lancia, di cui è bene parlare oggi più che mai. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Mascaria. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Mascaria Fabrizio Ferracane

La trama e il cast di Mascaria

Protagonista del film è Pietro Ferrara (Fabrizio Ferracane), un costruttore siciliano costretto a pagare il pizzo per poter lavorare. Un giorno, l’uomo trova però il coraggio di denunciare i mafiosi e il suo gesto porta all’arresto e alla condanna dei suoi oppressori, segnando una vittoria significativa contro la mafia. Pietro, da sempre schivo e riservato, diventa il simbolo di questa vittoria. Ma i mafiosi non perdonano e la loro vendetta non tarda ad arrivare: Gaetano Rizzo (Costantino Comito), il capomafia che lo taglieggiava da anni, lo accusa falsamente di essere stato suo socio in affari.

Pietro si vede così rinviato a giudizio per associazione mafiosa. Da accusatore si trasforma in imputato, dovendo ora difendersi per proteggere sé stesso, i suoi dipendenti e la sua famiglia. A assisterlo in questa nuova battaglia c’è l’avvocato Baldani (Fortunato Cerlino), esperto in processi di mafia, che si rivela essere anche un amico fidato. È l’inizio di un percorso difficile e doloroso che oltre a mettere alla prova Pietro, si ripercuote anche sulla sua famiglia. La moglie Mimma (Manuela Ventura) e i tre figli devono superare il periodo più duro della loro vita, sognando un giorno di trasferirsi altrove.

Mascaria trama film

La storia vera dietro il film

Per Mascaria non ci si è ispirati ad una precisa storia realmente avvenuta, ma si è in ogni caso attinto da numerosi casi di mascariamenti avvenuti negli anni ai danni di alcuni imprenditori siciliani, rendendo il protagonista portavoce di queste storie. In particolare, gli sceneggiatori sembrano essersi rifatti alla vicend di Rocco Greco, imprenditore che nel 2007 decide di denunciare i propri estorsori. Riesce inoltre a convincere sette suoi colleghi a fare lo stesso e uniti in tribunale fanno condannare i boss della Stidda e di Cosa nostra di Gela.

Per ritorsione, però, Greco viene accusato di avere rapporti con la mafia. Tuttavia non ci sono mai state prove a riguardo, ma solo sospetti. Eppure, in tribunale, a causa della lentezza con cui si svolge la burocrazia, tutto è contro di lui. Per i suoi vecchi “pagamenti” del pizzo, prima che decidesse di denunciare, la Prefettura decide di interdire la sua impresa. Saltate tutte le commesse, Greco è costretto licenziare 50 operai. «Il problema sono io: se vado via, i miei figli sono a posto», sembra abbia detto alla moglie.

Il tribunale, in seguito, lo assolve con formula piena. La sua azienda potrebbe riprendere l’attività, ma è troppo tardi. Greco decide di togliersi la vita il 27 febbraio 2019. Si spara alla tempia, proprio negli uffici della sua fabbrica in provincia di Caltanissetta. Ore dopo il suo ultimo avvistamento, sono iniziate le ricerche all’interno della sua azienda, dove è stato ritrovato ormai deceduto. L’infamia ricevuta ha rappresentato un peso troppo grande e l’incapacità degli organi di giustizia di rendergli onore hanno dato vita ad un’ennesima vittima di mafia.

Il trailer di Mascaria e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di giovedì 23 maggio alle ore 21:30 sul canale Rai 1. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Doctor Sleep: le differenze tra il libro di Stephen King e il film con Ewan McGregor

Nel 1980 è arrivato al cinema Shining, capolavoro di Stanley Kubrick basato sull’omonimo romanzo del 1977 di Stephen King. Combinando le atmosfere tipiche del più noto degli autori del brivido al rigore estetico del regista di 2001: Odissea nello spazio, il film si afferma ancora oggi come un’opera di straordinaria potenza visiva ed emotiva, capace di incutere profondo timore negli spettatori pur non mostrando nulla di esplicitamente scioccante, bensì la “semplice” discesa nella pazzia del protagonista Jack Torrance. Nel 2013, King ha poi deciso di dar vita ad un romanzo sequel di quel suo capolavoro, Doctor Sleep, divenuto nel 2019 un film per la regia di Mike Flanagan.

Come ormai noto, King non ha mai amato la trasposizione che Kubrick ha realizzato a partire dal suo romanzo. Le due opere, infatti, sono molto diverse tanto nello svolgimento quanto nella conclusione. Doctor Sleep è stato dunque anche un modo per spostare nuovamente l’attenzione su Shining libro, andando a raccontare cosa è avvenuto dopo gli eventi lì raccontati. La trasposizione che Flanagan ha poi scritto e diretto di esso si mantiene piuttosto fedele al nuovo libro di King, secondo il quale questo nuovo film redime tutto ciò che ha odiato del film del 1980, in quanto “prende il mio romanzo, Doctor Sleep, e riesce a saldarlo in qualche maniera senza soluzione di continuità con lo Shining di Stanley Kubrick.

Tra le due opere ci sono però alcune inevitabili differenze, dovute alla necessità di semplificare e snellire un racconto che nel libro si sviluppa su ben 514 pagine. Queste, tuttavia, sono state da King giudicate positivamente e non inficianti sul valore della storia. Prima di intraprendere una visione del film, dunque, potrebbe essere utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso, come anche le differenze che intercorrono tra di esso e il romanzo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi a tali divergenze, ma anche sulla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Doctor Sleep Rebecca Ferguson

La trama e il cast di Doctor Sleep

31 anni dopo il trauma che ha vissuto da bambino all’Overlook, Dan Torrance ancora combatte per trovare una parvenza di pace interiore. Conducendo una vita molto riservata, egli lavora come inserviente in un ospizio, dove utilizza il suo dono della “luccicanza” per dare conforto ai pazienti prossimi alla morte. La stabilità raggiunta, però, va in frantumi quando incontra Abra, un’adolescente dotata a sua volta della “luccicanza”. Sapendo che anche Dan condivide tale potere, la giovane richiede il suo aiuto contro la spietata Rose Cilindro e i suoi seguaci, i membri de Il Nodo, che si nutrono della Luccicanza degli innocenti alla ricerca della loro immortalità. Dan deciderà dunque di aiutare Ambra a sconfiggere il gruppo, pur sapendo che ciò potrebbe risvegliare i suoi fantasmi del passato.

Ad interpretare l’ormai adulto Dan Torrance vi è Ewan McGregor, il quale nell’assumere il ruolo ha ricevuto la benedizione di King. L’attore, però, ha affermato di non essere un grande fan degli horror e di aver guardato Shining solo in tarda età. Affascinato dal racconto di Doctor Sleep ha però accettato la parte, dichiarandosi poi soddisfatto del risultato. Accanto a lui, la giovane Kyliegh Curran interpreta Ambra, avendo battuto la concorrenza di oltre ottocento candidate provenienti da tutto il mondo. L’attrice Rebecca Ferguson, infine, interpreta la spietata Rose Cilindro, un personaggio che ha accettato di interpretare principalmente per poter recitare in un film tratto da un romanzo di King, da lei considerato un grande scrittore.

Recitano poi nel film gli attori Carl Lumbly nel ruolo di Dick Hallorann, il defunto capo chef dell’Overlook Hotel che possiede a sua volta la “luccicanza”, Zahn McClarnon nei panni di Crow Daddy, amante di Rose, e Emily Alyn Lind in quelli di Snakebite Andi, membro de Il Nodo con la capacità di controllare fisicamente le persone. Completano il cast Bruce Greenwood nel ruolo del dottor John Dalton, datore di lavoro di Dan, Alex Essoe in quelli di Wendy Torrance e Jacob Tremblay in quelli di Bradley Trevor, vittima de Il Nodo. L’attore Henry Thomas, noto per essere stato Elliott in E.T. – L’extraterrestre, ricopre qui il ruolo di Jack Torrance in alcuni flashback.

Doctor Sleep cast

 

Le differenze tra il libro e il film

Passiamo ora a scoprire quali sono le differenze presenti tra il romanzo di King e il film di Flanagan. Innanzittutto, è importante evidenziare come il film scelga di seguire quanto proposto dal film Shining, in quanto ormai generalmente più noto. Ecco perché nell’adattamento di Doctor Sleep l’Overlook Hotel è ancora esistente, benché abbandonato, mentre nel romanzo sequel questo è un cumulo di macerie essendo esploso al termine del libro Shining. Per quanto riguarda invece i personaggi, non tutti quelli presenti nelle pagine di Doctor Sleep sono riusciti ad arrivare sul grande schermo, come ad esempio la nonna di Ambra, che gioca invece un ruolo fondamentale nel romanzo.

Sempre riguardo i personaggi, è importante notare come ci siano forti divergenze tra cui muore e chi sopravvive nelle due opere. Nel film, infatti, si assiste ad un maggior numero di personaggi che non riesce ad arrivare al finale, donando dunque al film un significato piuttosto diverso rispetto a quello del libro. Importanti differenze si ritrovano poi nella rappresentazione di Il Nodo e di Rose Cilindro. Nel libro, il gruppo è descritto come persone di mezza età e più anziani che si vestono come pensionati e guidano per l’America nei loro camper. Nel film sono invece giovani, di bell’aspetto e vestiti in modo colorato e variegato. Il film, inoltre, anche aggiunto persone di colore al gruppo, non presenti nel libro.

Rispetto al libro, nel film Rose è sì la leader de Il Nodo, ma non sempre ha l’ultima parola sul da farsi. In più occasioni è infatti Crow Daddy a suggerire le prossime attività del gruppo, cosa che di fatto rende Rose meno minacciosa. Meno minaccioso risulta anche il suo cappello, che nel romanzo è invece un vero e proprio personaggio capace di comparire nell’immaginazione degli altri protagonisti. Alcune cose sono più difficili da adattare allo schermo di altre, questo è perdonabile. Ma ciò che non è perdonabile agli occhi dei lettori è la versione debole del sistema di sicurezza mentale di Abra. Nel libro, l’immaginazione di Abra la trasforma in una fanciulla guerriera che fa a pugni con Rose il Cappello.

Il film, invece, la trasforma in una action figure anime senza occhi, il che è snervante, ma non è quello che i lettori volevano vedere. Altra omissione è quella del Dr. John nella lotta contro il Nodo. Nel film sono infatti solo Dan e Billy ad occuparsi della cosa. In ultimo, proprio come avvenuto tra il libro Shining e il suo adattamento cinematografico, anche per Doctor Sleep il finale è completamente diverso, con quello del film che lascia un messaggio molto più cupo. Nonostante queste differenze, però, King ha apprezzato l’adattamento di Flanagan, giudicandolo coerente con lo spirito del suo libro.

Il trailer di Doctor Sleep e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Doctor Sleep grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Netflix e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 23 maggio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonti: IMDb, Looper

Bridgerton dovrebbe discostarsi ancora di più dai libri nelle prossime stagioni

Non è un segreto che la serie di successo di Netflix Bridgerton derivi da una serie di romanzi d’ispirazione Regency scritti dalla prolifica autrice Julia Quinn. La prima stagione è basata sul primo romanzo della saga dei fratelli Bridgerton, The Duke and I, mentre la seconda è basata sul secondo libro, The Viscount Who Loved Me. La terza stagione, di cui sono usciti di recente i primi quattro episodi, racconta gli eventi descritti nel quarto libro. Tuttavia, gli spettatori che vogliono continuare il loro viaggio nell’universo dei Bridgerton attraverso le pagine di Romancing Mister Bridgerton potrebbero trovarsi a perdere alcuni elementi chiave della storia che hanno imparato ad amare.

Dall’arrivo di Mondrich (Martin Imhangbe) nell’alta società all’amicizia di Eloise (Claudia Jessie) con Cressida Cowper (Jessica Madsen) fino all’intera esistenza di Lord Debling (Sam Phillips), molti punti della trama della terza stagione dello show sono completamente assenti dal libro. E i cambiamenti non si fermano qui. Le stagioni 1 e 2 hanno anche aggiunto una serie di nuovi elementi alle trame dei libri e ne hanno completamente eliminati altri. Per esempio, sapevate che Daphne (Phoebe Dynevor) era originariamente nella seconda stagione di Io e il Duca, invece di debuttare come “diamante della prima acqua”?

Sebbene non si possa sbagliare nell’affermare che l’opera di Quinn ha offerto il progetto per una magnifica serie televisiva, è anche abbastanza sicuro supporre che Bridgerton sia diventato il fenomeno che è solo grazie alle numerose modifiche apportate dagli showrunner Chris Van Dusen e Jess Brownell al materiale di partenza. Come ospiti in una sala da ballo, alcuni di questi cambiamenti catturano immediatamente la nostra attenzione, mentre altri rimangono sullo sfondo, quasi impercettibili e probabilmente ascoltano qualche pettegolezzo succoso, degno di Whistledown. Ciò pone una domanda molto importante: quanti cambiamenti sono troppi per un adattamento? Quanto la serie ha il diritto di modificare per i propri scopi? Con almeno altre cinque stagioni in serbo, una per ogni fratello Bridgerton rimasto, lo show dovrebbe andare ancora più a fondo nel tentativo di creare la propria storia da qualcosa fatto da un altro creatore?

Quanto è cambiato finora “Bridgerton” rispetto ai romanzi?

Eppure, tutte queste storie d’amore si trovano nelle pagine di Quinn, anche se con dettagli leggermente diversi. Lo stesso, tuttavia, non si può dire della relazione tra Anthony e Siena (Sabrina Bartlet) nella prima stagione, o della cotta di Eloise per l’apprendista tipografo Theo Sharpe (Calam Lynch) nella seconda stagione, o ancora dell’attuale avventura di Benedict con Lady Tilley Arnold (Hannah New). Sebbene il filo conduttore della storia sia sempre lo stesso, Van Dusen e Brownell hanno popolato il mondo dei Bridgerton con una miriade di personaggi e storie d’amore, facendolo sembrare non solo più ricco, ma anche più attraente.

Forse è meglio iniziare questa discussione chiarendo che Bridgerton non ha mai modificato una coppia principale di un romanzo di Julia Quinn. Le tre stagioni dello show hanno presentato storie d’amore che erano già presenti nei libri. Tuttavia, alcuni dettagli possono variare. Nel caso di Daphne, c’è la questione della seconda stagione, ma c’è anche una modifica significativa a una scena particolarmente problematica: quella in cui costringe Simon (Regé-Jean Page) a fare sesso con lei senza tirarsi indietro. Nel romanzo, questo momento che onestamente può essere descritto solo come uno stupro è reso ancora peggiore dal fatto che Simon è anche quasi ubriaco fradicio. Ne Il visconte che mi amava, Edwina (Charithra Chandran) è completamente innamorata di Anthony (Jonathan Bailey), mentre, nello spettacolo, sua sorella Kate (Simone Ashley) si preoccupa ripetutamente di non sposarsi per amore. Se avessimo seguito rigorosamente l’ordine dei libri, avremmo già assistito alla storia di Benedict (Luke Thompson), ma il team dietro lo show ha scelto di mettere Colin al primo posto.

Questa versione dell’Inghilterra Regency è anche molto più variegata, il che è essenziale per uno show che è molto più incentrato sulla fantasia di innamorarsi in un bel mondo che sull’accuratezza storica. Certo, Bridgerton e la sua serie gemella, Queen Charlotte, non sapranno sempre come affrontare il tema della razza, ma popolando l’universo della serie con personaggi neri e bruni è sicuramente una scelta da lodare. Chi sceglie di passare dalla serie ai libri di Quinn troverà una Londra molto più bianca di quella a cui si era iscritto inizialmente.

Allo stesso modo, la versione originale di Quinn del periodo della Reggenza è molto più abile e aderente agli standard di bellezza, anche se lo show non può esattamente affermare di andare oltre quando si tratta di ritrarre personaggi che rompono i rigidi schemi della nostra società. Ma, almeno, il peso di Penelope non è più un fattore importante nella serie, e almeno la terza stagione ci ha dato alcuni personaggi di sfondo con disabilità: c’è una donna sorda senza nome alla cerimonia della Queen Charlotte, e Lord Remington (Zak Ford-Williams) è visibilmente su una sedia a rotelle quando chiede di chiamare Penelope. Se si aderisce alla teoria che sta girando sul fatto che Francesca (Hannah Dodd) sia autistica, c’è anche un po’ di neurodivergenza.

Questa versione dell’Inghilterra Regency è anche molto più variegata, il che è essenziale per uno show che è molto più incentrato sulla fantasia di innamorarsi in un bel mondo che sull’accuratezza storica. Certo, Bridgerton e la sua serie gemella, Queen Charlotte, non sapranno sempre come affrontare il tema della razza, ma popolando l’universo della serie con personaggi neri e bruni è sicuramente una scelta da lodare. Chi sceglie di passare dalla serie ai libri di Quinn troverà una Londra molto più bianca di quella a cui si era iscritto inizialmente.

Allo stesso modo, la versione originale di Quinn del periodo della Reggenza è molto più abile e aderente agli standard di bellezza, anche se lo show non può esattamente affermare di andare oltre quando si tratta di ritrarre personaggi che rompono i rigidi schemi della nostra società. Ma, almeno, il peso di Penelope non è più un fattore importante nella serie, e almeno la terza stagione ci ha dato alcuni personaggi di sfondo con disabilità: c’è una donna sorda senza nome alla cerimonia della Regina Charlotte, e Lord Remington (Zak Ford-Williams) è visibilmente su una sedia a rotelle quando chiede di chiamare Penelope. Se si aderisce alla teoria che sta girando sul fatto che Francesca (Hannah Dodd) sia autistica, c’è anche un po’ di neurodivergenza.

Finora, tutti i cambiamenti di “Bridgerton” sono stati in meglio

Finora, tutti i cambiamenti di _Bridgerton_ sono stati in meglio (1)

Tutto ciò dimostra che Bridgerton ha molte buone ragioni per discostarsi dal materiale di partenza quando lo traduce sullo schermo. Come ha dichiarato l’attuale showrunner Jess Brownell a Vanity Fair, “la TV è un mezzo diverso, dobbiamo riempire un po’ di più la trama e creare più svolte e colpi di scena”. E, finora, tutti questi cambiamenti sono stati positivi. Tuttavia, alcuni recenti sviluppi ci hanno fatto chiedere fino a che punto la Brownell o qualsiasi altro futuro showrunner sarà disposto a spingersi quando si tratterà di apportare modifiche ai libri.

È arrivato il momento per Bridgerton di iniziare a interferire con le storie d’amore principali dei romanzi? Colin e Penelope sembrano praticamente arrivati al capolinea: anche se la storia di Colin che odia Lady Whistledown (doppiata da Julie Andrews) è originale per lo show, con la Whistledown dei libri che rimane praticamente fuori dagli affari di Bridgerton, non c’è dubbio che troverà un modo per perdonare la sua amata per le sue malefatte entro la fine della stagione. Ma che dire di Francesca e Lord John Stirling (Victor Alli)? Sono davvero condannati dalla narrazione o lo show troverà un modo per tenerli insieme? Lo show dovrebbe trovare un modo per tenerli insieme?

Bridgerton avrà la sua storia d’amore gay?

Fin dalla sua prima stagione, Bridgerton ha mostrato segni di essere uno show queer-friendly e ha raccolto un enorme pubblico queer. Purtroppo, però, questi segnali sono rimasti solo tali: segnali. Le cose sono cambiate un po’ quando è arrivata Queen Charlotte. Improvvisamente, abbiamo avuto la lunga storia d’amore del giovane Brimsley (Sam Clemmett) con Reynolds (Freddie Dennis). Ora, Bridgerton dovrebbe avere anche la sua storia d’amore gay? Brownell ha dimostrato di essere seriamente intenzionato a rappresentare qualcosa di più in questo senso. Parlando con Pride, il nuovo showrunner ha dichiarato: “Questo è uno show sull’amore nelle sue molteplici forme e penso che sia giusto per noi mettere in primo piano l’amore queer e raccontare storie queer. Voglio vedere più gioia queer sui miei schermi e questa era sicuramente una priorità per me quando ho assunto il ruolo di showrunner”.

Poiché l’attrice non ha ancora rivelato come queste storie queer si svolgeranno sullo schermo, i fan stanno dando libero sfogo alla loro immaginazione. Da Violet Bridgerton (Ruth Gemmell) alla stessa Regina Charlotte, tutti sono pronti a giocare. Non c’è dubbio, però, che un protagonista queer sarebbe molto più d’impatto di un personaggio di sfondo, quindi forse è giunto il momento che la serie si discosti un po’ di più dai libri in questo senso. I cambiamenti non dovrebbero nemmeno essere troppo drastici: Francesca potrebbe innamorarsi di Michaela invece che di Michael Stirling dopo la morte di John, o forse Benedict potrebbe avere la sua storia di Cenerentola con un uomo. Forse uno degli interessi amorosi dei Bridgerton potrebbe rivelarsi trans.

Si potrebbe obiettare che Bridgerton è una serie di libri troppo etero per avere un protagonista queer, ma un tempo era anche una storia interamente bianca. E se l’Inghilterra della Reggenza non era certo un’epoca e un luogo favorevole ai gay, era anche molto più razzista di quanto Bridgerton suggerisca. Se possono cambiare uno di questi elementi, perché non l’altro? Inoltre, se per qualche motivo vogliono tenere le persone queer ai margini della società, Brimsley e Reynolds hanno già dimostrato che questo non è un ostacolo al vero romanticismo.

È ora che Bridgerton si discosti ancora di più dal materiale di partenza, non per apportare modifiche a trame che sembrano già in corso, come far vivere Francesca felice e contenta con John, anche se vorremmo che fosse così. No, è tempo che Bridgerton cambi rendendo il suo universo più vario e accogliente. È ora che Bridgerton abbia un protagonista gay. In altre parole, è tempo di raddoppiare ciò che sta già facendo da tre stagioni a questa parte.

Chicago P.D.: cosa significherà la partenza della Upton per Voight nella dodicesima stagione?

0

La squadra di Chicago P.D. può aver chiuso la stagione, ma non ci vorrà molto prima che torni sui nostri schermi nel corso dell’anno. La produttrice esecutiva Gwen Sigan si è recentemente intrattenuta con TV Insider per commentare il finale e condividere alcune anticipazioni sulla dodicesima stagione. I fan hanno visto Hailey Upton (Tracy Spiridakos) lasciare lo show nel finale della stagione 11 dopo aver salvato Voight (Jason Beghe) da un serial killer.

Tuttavia, l’uscita di scena di Hailey non deve essere definitiva, poiché la porta è aperta al ritorno della Tracy Spiridakos. Sigan ha parlato dell’uscita di scena di Hailey e ha accennato alla possibilità che i telespettatori la rivedano sullo schermo nella dodicesima stagione. “Non so se la rivedremo nella prossima stagione. Penso che terremo sempre la porta aperta. Non diremo mai mai. E sì, se si presenterà l’opportunità di riportarla in qualche contesto nei prossimi anni, ne saremo felici”. Gli spettatori potrebbero chiedersi come funzionerà l’Unità di Intelligence della polizia di Chicago senza Hailey, cosa che Sigan ha affrontato:

“Sì, stiamo ancora cercando di capirlo. Non ho una risposta chiara per voi, ma sicuramente l’unità sta operando in piccolo a questo punto, quindi ci sarà molto spazio“.

Sigan ha anche lasciato intendere che il ritorno di Petrovich (Bojana Novakovic) potrebbe essere in sospeso, spiegando: “Sì, non ho una risposta su questo. Amo Petrovich. Penso che Bojana sia entrata in scena e l’abbia fatta sua e abbia dato un’interpretazione fantastica, e sicuramente era così coinvolta da Upton ed è stata in grado di raccontarci la storia del suo stato d’animo e di andare avanti, di guarire e di provare qualcosa di diverso. Quindi sì, le porte sono aperte. Non lo so ancora”.

Qual è il prossimo passo della squadra di intelligence di “Chicago P.D.”?

La Sigan ha anche condiviso alcuni primi aggiornamenti sulla Stagione 12 di Chicago P.D., anche se tiene le carte coperte, dicendo: “Torneremo nella stanza la prossima settimana, in realtà, inizieremo martedì prossimo. Abbiamo molte cose da capire, molte cose divertenti. Sono davvero interessata a vedere dove andrà Voight”. All’inizio della stagione, Jason Beghe aveva anticipato come Voight avrebbe reagito alla partenza di Upton, e sembra che la dodicesima stagione porterà ancora più introspezione e cambiamenti per lui. Sigan ha parlato direttamente della direzione che potrebbe prendere Voight, ponendo alcune domande su come potrebbero andare le cose:

È cresciuto molto nelle ultime due stagioni e lo abbiamo visto diventare un po’ più vulnerabile e avere più legami e più intimità con le persone”. E ora la Upton se ne va, un’altra persona lo lascia. E quindi si trova in questa interessante posizione, che si può vedere in entrambi i sensi: si indurisce? Si chiude in se stesso? Dice che non ne vale la pena, che non mi ha portato a nulla? Oppure si appoggia di più alla cosa? Quindi penso che ci sia molto da giocare con lui”.

House of the Dragon – stagione 2: lo showrunner paragona le sequenze di battaglia della seconda stagione ai film degli Avengers

0

Manca meno di un mese alla première di House of the Dragon stagione 2 e, di conseguenza, c’è un desiderio da parte del pubblico di capire cosa potrebbe esserci in serbo quando torneremo a Westeros. L’ultima volta che abbiamo assistito al dramma familiare e alla faida che presto incendierà tutta Westeros con il fuoco dei draghi, la regina Rhaenyra (Emma D’Arcy) aveva ricevuto la triste notizia della morte di suo figlio, il principe Lucerys Velaryon (Elliot Grihault). Lucerys aveva incontrato la sua fine a mezz’aria per mano dello zio, il principe Aemond Targaryen (Ewan Mitchell), e del suo drago Vhagar. Nonostante abbia cercato di tenere a bada lo scoppio della guerra civile all’indomani della morte del padre, la giovane regina è ora certamente sul piede di guerra e lo showrunner Ryan Condal rivela che la prossima stagione sarà caratterizzata da due delle più grandi battaglie che la serie abbia mai affrontato.

House of the Dragon è un prequel della serie di successo della HBO, Il trono di spade (Game of Thrones). All’apice della sua influenza, la serie ha dato vita a epiche sequenze di combattimento tratte dai libri, come la Battaglia dei Bastardi e la Battaglia di Grande Inverno nella Lunga Notte contro il Re della Notte. Ora Condal rivela, in una conversazione con Den of Geek, che la prossima stagione conterrà due delle più grandi sequenze di combattimento che siano state in grado di mettere insieme finora. “Possiamo inserire due film degli Avengers nel nostro programma di riprese“, dice Condal. “Le battaglie sono episodi a sé stanti”, ha rivelato lo showrunner. “Abbiamo due delle sequenze più grandi che abbiamo mai girato in House of the Dragon. Entrambe superano qualsiasi cosa abbiamo fatto nella prima stagione. Sono episodi negli episodi“.

Nel resoconto storico di George R.R. Martin su questa guerra civile Targaryen, l’autore ha definito lo scontro tra le due fazioni della famiglia dei draghi come la “Danza dei Draghi”, dato il numero di draghi che volano sui campi di battaglia. Il trono di spade (Game of Thrones), per tutti gli elogi ricevuti, ha dovuto affrontare solo tre draghi: Drogon, Viserion e Rhaegal. La prima stagione del prequel ha già visto l’arrivo di nove draghi, tra cui il più grande del mondo. La seconda stagione ne vedrà altri cinque, compreso l’arrivo di Vermithor, la Furia di Bronzo.

I bambini al centro della scena nella seconda stagione di “House of the Dragon”.

Mentre è lontano per cercare di stabilire la base di appoggio della madre nel Nord con gli Stark, il figlio maggiore di Rhaenyra, Jacaerys “Jace” Velaryon (Harry Collett) è lontano da Roccia del Drago quando arriva la notizia della morte del fratello. Questo servirà come carburante per l’infuocato ballo che attende Jace. “Dal punto di vista di Jace, ora è la guerra di Jace“, dice l’attore Collett. “Perché ha perso il suo fratellino per questo. È uno dei personaggi che vuole davvero partecipare alla guerra“.

La seconda stagione di House of the Dragon debutta il 16 giugno. È possibile guardare la prima stagione su Max prima della première della seconda stagione, e rimanete sintonizzati su Cinefilos per i futuri servizi sulla serie.

Ryan Reynolds commenta le voci su Taylor Swift nel MCU

0

Deadpool & Wolverine della Marvel è stato oggetto di molte voci durante il periodo che ha preceduto la sua uscita. Ma niente è paragonabile a quelle che circondano Taylor Swift. Ci sono state molte speculazioni sul fatto che la popstar del The Eras Tour avrebbe fatto il suo debutto nel MCU nel prossimo film vietato ai minori e, finalmente, Ryan Reynolds ha deciso se sono vere o meno.

In un’intervista con Fandango, Ryan Reynolds ha affrontato le numerose speculazioni sulla Swift nel prossimo film di supereroi. L’attore non ha dato una risposta certa e ha affermato che “tutto può accadere” e che “le sorprese sono l’essenza di Deadpool“.

Sapete, film come questo… ci sono così tante speculazioni su tante persone che potrebbero finire nel film“, ha spiegato Ryan Reynolds. “Ne ho visto uno che era convinto che Elvis fosse nel film. Tutto può accadere e questo è ciò che amo di questo universo. Le sorprese sono l’essenza di Deadpool“.

Swift non è l’unico nome che è stato ipotizzato per apparire in Deadpool & Wolverine. Anche ad alcuni ex allievi degli X-Men, come Famke Janssen e Brian Cox, è stato chiesto di un possibile ritorno ai loro ruoli. Mentre Cox ha dichiarato di non avere intenzione di riprendere il suo ruolo di William Stryker, Janssen ha dato una risposta vaga sul suo futuro come Jean Grey.

Cosa si dice a proposito dell’ingresso di Taylor Swift nel MCU?

La Swift ha già collaborato con la Disney in passato. Ha avuto un cameo nel film Hannah Montana del 2009, senza contare che il suo film concerto Eras Tour è disponibile in esclusiva su Disney+. Le voci sulla possibilità che Swift interpreti l’eroe Dazzler sono iniziate nel 2023, dato che la popstar è amica di Reynolds e di sua moglie, Blake Lively. Le speculazioni hanno presto trovato una certa legittimità dopo che la Swift è stata avvistata in una partita della NFL con Hugh Jackman e Reynolds.

Nei fumetti Marvel, Dazzler (alias Alison Blaire) è una mutante con il potere di convertire le onde sonore e luminose in forme di energia luminosa. È stata introdotta nel fumetto X-Men #130 del 1980, non solo come supereroe ma anche come pop star globale. Il motivo per cui il nome della Swift è stato accostato a questa supereroina della Marvel è dovuto ai legami che entrambe le donne hanno in termini di carriera e aspetto.

Deadpool & Wolverine: un eroe del MCU fa un’apparizione inaspettata nella nuova clip

0

Deadpool & Wolverine è un sogno che si avvera per i fan, non solo per l’unione dei due supereroi che sfidano la morte, ma anche per la storia e l’eredità che infondono nel Marvel Cinematic Universe. In passato, la Fox ha creato diversi film e spin-off sugli X-Men, mentre il Wolverine di Hugh Jackman è stato testimone di tutto questo e il primo teaser del film ha già proclamato il Deadpool di Ryan Reynolds come “Gesù della Marvel”. Mentre i due si uniscono, il marketing dell’imminente film nasconde una miriade di Easter Eggs, ora un nuovo spot ci dà una buona occhiata al Vuoto e ad Ant-Man.

Nel nuovo spot, Deadpool afferma che “per lo più si stanno facendo nemici con la Disney e fanno un sacco di battute a spese di Hugh“. Le clip di accompagnamento offrono ai fan con gli occhi d’aquila una buona occhiata al cadavere della maschera gigante di Ant-Man che viene usata da Cassandra Nova come base. L’inquadratura lunga ci dà una buona visione delle dimensioni della maschera di Ant-Man, mentre diversi veicoli ispirati a Mad Max si dirigono verso di essa. Un’inquadratura ravvicinata vede il ritorno di vari mutanti del franchise degli X-Men, tra cui Lady Deathstrike e Azazel in piedi intorno al teschio. Vediamo anche Cassandra Nova che esce e un paio di scatti dell’adorabile Dogpool.

Deadpool & Wolverine è ricco di Easter Eggs

Il film in uscita non solo si spinge oltre i limiti del vietato ai minori, ma sembra anche un’amalgama di trame e personaggi ormai diventati canonici del MCU. Mentre il multiverso si è aperto da tempo nel MCU, Deadpool e Wolverine sembra utilizzarlo brillantemente, offrendoci varianti e volti familiari da tutti gli angoli dell’universo Marvel. Parlando del film, il regista Shawn Levy ha precedentemente dichiarato: “Arriviamo in un momento interessante. E siamo decisamente qualcosa di diverso. Se sia di proporzioni messianiche, lo dirà il tempo“. Nel film in uscita, Deadpool avrà bisogno dell’aiuto di Wolverine per sconfiggere un nemico comune che minaccia il mondo del Merc with a Mouth.

Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Eddie Murphy detta ancora una volta la legge nel nuovo trailer di Beverly Hills Cop: Axel F

0

A quasi 30 anni dall’ultima volta che gli spettatori l’hanno visto scendere in strada in California, Eddie Murphy è pronto a dettare legge ancora una volta quest’estate. Netflix ha presentato un nuovo trailer di Beverly Hills Cop: Axel F, l’atteso ritorno del detective di Detroit Axel Foley, più vecchio, più saggio e più spiritoso rispetto alle sue tre precedenti visite sulla West Coast. Questa volta le cose si fanno personali, mentre affronta un nuovo caso con l’aiuto di volti nuovi e vecchi amici, il tutto nel nome della protezione della sua famiglia. Il nuovo filmato lo vede di nuovo in azione contro un nuovo temibile nemico, mentre suona la familiare linea di synth.

Sebbene il trailer originale fosse incentrato sull’azione e sulla comicità di Axel F, questo video esplora maggiormente la storia del ritorno del poliziotto a Beverly Hills. Mentre la vita di sua figlia Jane (Taylour Paige) è minacciata, Axel è deciso a svelare la cospirazione che si cela dietro tutto questo. A distanza di così tanto tempo dalla sua ultima visita, molte cose sono cambiate in California e lui è un pesce fuor d’acqua come sempre. Fortunatamente, lui e Jane avranno un nuovo partner con cui lavorare, il duro detective Bobby Abbott (Joseph Gordon-Levitt) e i vecchi amici di Axel, Billy Rosewood (Judge Reinhold) e John Taggart (John Ashton), per risolvere il caso.

Non si può fare un film su Beverly Hills Cop senza l’Axel Foley di Eddie Murphy, visto che il ruolo ha contribuito a far schizzare il comico verso la superstar ed è tuttora molto amato. Per Axel F, tuttavia, era anche importante far brillare la nuova generazione. Paige, che in precedenza ha trovato consensi grazie ai suoi ruoli in Zola e Ma Rainey’s Black Bottom, si assume una grande responsabilità come figlia di Foley, e il regista Mark Molloy ha capito che sarebbe stata una sfida introdurre all’improvviso la figlia di un personaggio così amato e dinamico come il poliziotto titolare. Detto questo, in precedenza ha dichiarato a Tudum che Paige possedeva un’aria simile a quella di Eddie Murphy che l’ha resa la scelta perfetta per unirsi al franchise. “Ho visto lo stesso luccichio negli occhi di Taylour, la scintilla e l’energia contagiosa di Axel, ma anche qualcuno che potesse affrontare Axel, il che è una cosa difficile“, ha detto.

Axel F” riporta insieme la squadra di “Beverly Hills Cop”.

Oltre a Murphy, il quarto capitolo della sua serie di commedie segnerà anche il gradito ritorno di Paul Reiser a Beverly Hills, dopo che la star di Aliens aveva rinunciato al tanto criticato Beverly Hills Cop III. Riprenderà il suo ruolo di Jeffery Friedman di fronte al ritorno di Bronson Pinchot nel ruolo di Surge. Paige e Joseph Gordon-Levitt, nel frattempo, saranno affiancati da un’altra grande new entry per Axel F: Kevin Bacon, che interpreterà il capitano del Dipartimento di Polizia di Beverly Hills, Grant. Anche il produttore Jerry Bruckheimer è tornato all’ovile, contribuendo a far decollare il sequel diretto da Murphy dopo molti tentativi risalenti agli anni ’90.

Beverly Hills Cop: Axel F arriverà su Netflix il 3 luglio. Anche l’originale è attualmente disponibile sulla piattaforma. Consultate la nostra guida completa qui per sapere tutto quello che c’è da sapere sul ritorno di Murphy nelle strade malfamate e guardate il nuovo trailer qui sotto.

Beetlejuice Beetlejuice: il primo trailer del film di Tim Burton

0
Beetlejuice Beetlejuice: il primo trailer del film di Tim Burton

La Warner Bros. ha appena diffuso online il primo trailer di Beetlejuice Beetlejuice, il sequel di Beetlejuice – Spiritello porcello, che segna il ritorno alla regia di Tim Burton. Insieme al trailer è stata diffusa anche una prima sinossi che recita: “Beetlejuice è tornato! Dopo un’inaspettata tragedia familiare, tre generazioni della famiglia Deetz tornano a casa a Winter River. Ancora perseguitata da Beetlejuice, la vita di Lydia viene sconvolta quando la figlia adolescente e ribelle, Astrid, scopre il misterioso modellino della città in soffitta e il portale per l’Aldilà viene accidentalmente aperto. Con i problemi che si stanno creando in entrambi i regni, è solo questione di tempo prima che qualcuno pronunci tre volte il nome di Beetlejuice e il demone dispettoso ritorni per scatenare il suo marchio di caos”.

Tutto quello che sappiamo su Beetlejuice Beetlejuice

Il visionario filmmaker Tim Burton e l’attore candidato all’Oscar Michael Keaton tornano a fare squadra per Beetlejuice Beetlejuice. Keaton torna nel suo ruolo iconico accanto alla candidata all’Oscar Winona Ryder (Stranger Things, Piccole donne) nel ruolo di Lydia Deetz, e alla vincitrice di due Emmy Catherine O’Hara (Schitt’s Creek, La sposa cadavere) nel ruolo di Delia Deetz. Si aggiungono al cast le new entry Justin Theroux (Star Wars: Episodio VIII – Gli ultimi Jedi, The Leftovers), Monica Bellucci (Spectre, i film di Matrix), Arthur Conti (House of the Dragon) al suo debutto in un lungometraggio, la candidata agli Emmy Jenna Ortega (Mercoledì, Scream VI) nel ruolo della figlia di Lydia, Astrid, e il candidato all’Oscar Willem Dafoe (Povere Creature!, Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità).

Burton dirige il film da una sceneggiatura di Alfred Gough & Miles Millar (Mercoledì). La squadra creativa di Burton che ha lavorato dietro le quinte include il direttore della fotografia Haris Zambarloukos (Shark 2 – L’abisso, Assassinio sull’Orient Express) e diversi suoi collaboratori storici come lo scenografo Mark Scruton (Mercoledì), il montatore Jay Prychidny (Mercoledì), la costumista premio Oscar Colleen Atwood (Alice in Wonderland, Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street), il supervisore creativo degli effetti delle creature e del trucco speciale vincitore del Premio Oscar Neal Scanlan (Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street, Charlie e la fabbrica di cioccolato), il compositore Danny Elfman (Big Fish, The Nightmare Before Christmas, Batman), e il Premio Oscar per le acconciature e il trucco Christine Blundell (Topsy-Turvy Sotto-sopra).

Spider-Man 4: si dice che i Marvel Studios stiano puntando il regista di Godzilla x Kong

0

All’inizio della settimana abbiamo appreso che Adam Wingard non dirigerà più il sequel di Godzilla x Kong: The New Empire. In precedenza ha diretto Godzilla vs. Kong, ma si è fatto le ossa con film d’azione minori come You’re Next e The Guest.

Oggi, lo scooper @MyTimeToShineH ci informa che Wingard è in corsa per dirigere Spider-Man 4 per i Marvel Studios e la Sony Pictures.

La sua potenziale assunzione dividerebbe quasi certamente le opinioni, anche se vale la pena notare che Wingard ha attualmente in programma di dirigere un nuovo thriller d’azione, Onslaught, che si sta preparando per le riprese autunnali. Questo fatto lo esclude probabilmente dalla corsa.

Il regista sembra anche molto più interessato a portare finalmente i Thundercats sul grande schermo. “Io e Simon [Barrett] stiamo ancora lavorando attivamente alla sceneggiatura“, ha dichiarato all’inizio dell’anno. “Abbiamo terminato l’ultima stesura praticamente proprio quando stavo entrando in produzione con [Godzilla x Kong] e abbiamo dovuto accantonare tutto. [Ma ora ci stiamo lavorando attivamente“.

Quindi, se questo significhi che sarà la prossima cosa che farò o [no], non ne sono sicuro. Ma è sicuramente una delle principali priorità che ho in questo momento in termini di lavoro su una sceneggiatura“.

Qual è lo stato di produzione di Spider-Man 4? 

Vedremo cosa succederà, ma Spider-Man 4 sembra essere una priorità per la Sony Pictures. Si dice che Venom farà la sua apparizione, mentre una recente indiscrezione sostiene che anche un personaggio inaspettato tornerà nel film.

La risposta semplice è che vorrò sempre fare film su Spider-Man“, ha detto Tom Holland a proposito della situazione di Spider-Man 4. “Devo la mia vita e la mia carriera a Spider-Man. Quindi la risposta semplice è sì. Vorrà sempre fare di più“.

Abbiamo i migliori del settore che lavorano per qualsiasi storia. Ma finché non l’avremo risolta, abbiamo un’eredità da proteggere”, ha spiegato l’attore. “Il terzo film è stato così speciale in tanti modi che dobbiamo assicurarci di fare la cosa giusta“.

È la prima volta in questo processo che faccio parte dei creativi così presto. È un processo in cui osservo e imparo. È una fase molto divertente per me“, ha aggiunto. “Come ho detto, tutti vogliono che accada. Ma vogliamo essere sicuri di non esagerare con le stesse cose“.

Per quanto riguarda chi potrebbe dirigere Spider-Man 4, sono molti i nomi che circolano in rete. Tra questi, Justin Lin, Drew Goddard, Adil El Arbi e Bilall Fallah. Ora possiamo aggiungere provvisoriamente il nome di Wingard alla lista.

Oltre a Tom Holland, Zendaya dovrebbe riprendere il suo ruolo di MJ. Si vocifera che Sydney Sweeney possa interpretare Black Cat, mentre Scorpion e persino gli Spider-Slayers sono stati presi in considerazione come cattivi di Spider-Man 4. Al momento, il ruolo di The Kingpin sembra essere certo, se si crede agli scoop dei social media.

Per quanto riguarda i dettagli della trama, di recente si è parlato della possibilità che Peter Parker indossi la tuta aliena introdotta per la prima volta alla fine di Spider-Man: No Way Home e che Venom appaia in qualche veste. Come sempre, restate sintonizzati per gli aggiornamenti su Spider-Man 4 non appena li avremo.

Glen Powell non è interessato a recitare nei film Marvel

0
Glen Powell non è interessato a recitare nei film Marvel

Grazie al ruolo di Boia in Top Gun: Maverick e il successo della recente commedia romantica Tutti tranne te, Glen Powell è sulla buona strada per diventare uno degli attori più richiesti di Hollywood.

Quando un attore inizia a fare faville, sembra quasi inevitabile che arrivino le offerte per i film di supereroi, e Glen Powell è emerso come uno dei favoriti per interpretare Ciclope nel prossimo reboot di X-Men dei Marvel Studios.

Nonostante le voci (inventate) del contrario, Glen Powell non ha ancora incontrato Kevin Feige per interpretare Scott Summers, ma anche se l’opportunità dovesse presentarsi, non sembra che la star di Twisters sia molto interessata.

Parlando con Powell della sua carriera, THR rivela che gli sono stati offerti ruoli da protagonista nell’imminente reboot di Bourne Identity e nel nuovo film di Jurassic World, prima di notare che l’attore “è tanto deciso su ciò che non farà – esche da Oscar ruffiane, per esempio, ma anche film Marvel – quanto su ciò che farà“.

Non ci sono citazioni dirette attribuite a Glen Powell stesso, quindi c’è sempre la possibilità che non sia così deciso a stare lontano dal MCU come suggerisce l’articolo! Powell ha comunque spiegato perché ha deciso di rinunciare a Jurassic World 4.

“Jurassic è uno dei miei film preferiti. È una delle cose che ho voluto fare per tutta la vita. Non farò quel film perché ho letto la sceneggiatura e mi sono subito detto: la mia presenza in questo film non lo aiuta. E la sceneggiatura è fantastica. Il film ucciderà. Non si tratta di questo. Si tratta di scegliere dove rendere felice il pubblico e dove rendere felice se stessi“.

Anche se non è sempre stato così, Powell può ora permettersi di essere un po’ schizzinoso sui progetti a cui decide di lavorare, e ha già in cantiere diversi film.

“È la parte più divertente di questo momento“, dice. “Ho lavorato duramente per molto tempo, mettendo insieme le cose e cercando di farle diventare abbastanza in forma perché la gente se ne fregasse. Poi arrivi a un punto in cui la gente dice: ‘Sì, facciamolo’, e improvvisamente ti ritrovi a giocare con te stesso. Ti chiedi: “Aspetta, mi siedo su tutte queste sedie in questo momento?”“. Il prossimo film di Powell, Hitman, arriverà nelle sale il 7 giugno.

Alien: Romulus, nuove foto rendono omaggio ai film originali mentre Fede Álvarez rivela il coinvolgimento di James Cameron

0

Nessuno dei sequel, prequel e spin-off di Alien è riuscito a eguagliare il classico di Ridley Scott del 1979. Non hanno nemmeno toccato il capolavoro fantascientifico di James Cameron, Aliens, uscito sette anni dopo, nel 1986. Il regista Fede Álvarez spera di cambiare questa serie di delusioni critiche e commerciali con Alien: Romulus, un film che prende spunto sia dal lavoro di Ridley Scott che da quello di James Cameron.

Come si può vedere nelle immagini appena rilasciate qui sotto, il regista ha puntato molto su questa estetica. Parlando con Total Film, Álvarez ha anche confermato di aver utilizzato effetti pratici simili a quelli dei suoi predecessori, ottenendo così consigli da entrambi quando si è trattato di raccontare questa storia.

Quest’ultimo si è consultato sulla sceneggiatura durante una telefonata “approfondita” con Álvarez e il co-sceneggiatore di Alien: Romulus, Rodo Sayagues. Tra queste c’erano anche minuzie come le dimensioni dei motori dell’astronave!

Alla fine della telefonata, ci ha ringraziato per avergli permesso di fare brainstorming con noi, cosa che ho trovato esilarante“, ricorda Álvarez. “Gli ho detto: “Non devi ringraziarci; per noi è il giorno più bello di sempre!“”.

“Gli ambienti, e anche il ritmo, sono più simili a quelli di Alien per un bel po‘”, aggiunge. “E poi gradualmente – non ve ne accorgerete nemmeno – sentirete che è più Alien. È una progressione naturale, che avviene senza sforzo“.

Cosa ha detto del film Alien: Romulus il regista?

Il mese scorso, Álvarez ha spiegato come sta affrontando Alien: Romulus in modo da renderlo un punto di ingresso per i nuovi arrivati nel franchise e un’esperienza soddisfacente per i fan di vecchia data.

Il modo in cui l’abbiamo concepito è che se non avete visto nessuno di questi film, sono geloso perché vivrete un’esperienza incredibile“, ha detto. “Avrete tutti questi mondi di Alien davanti a voi, e non avete mai vissuto nulla di tutto questo. Non sapete come nasce la creatura e non conoscete nessuna di queste cose. È fantastico. Vi divertirete un mondo“.

Se avete visto gli altri film, allora è un’esperienza completamente diversa, perché vedrete e troverete i collegamenti con gli altri film“, ha detto il regista. “E se sei un fan, sarai quella persona che infastidisce i tuoi amici al cinema, dicendo loro che sai da cosa è tratto questo film, da dove viene quella pistola e di cosa parlano i personaggi“. Di seguito le foto inedite:

 

Alien: Romulus, tutto quello che sappiamo sul film

Il film Alien: Romulus è interpretato da Cailee Spaeny (Priscilla), David Jonsson (Agatha Christie’s Murder is Easy), Archie Renaux (Tenebre e ossa), Isabela Merced (The Last of Us), Spike Fearn (Aftersun) e Aileen Wu. Alien: Romulus è diretto da Fede Alvarez (La casa, Man in the Dark) da una sceneggiatura scritta dallo stesso Alvarez insieme al suo frequente collaboratore Rodo Sayagues (L’uomo nel buio – Man in the Dark), basata sui personaggi creati da Dan O’Bannon e Ronald Shusett.

Nel film, stando alla sinossi ad oggi riportata, un gruppo di giovani coloni spaziali, mentre rovista nelle profondità di una stazione spaziale abbandonata, si ritrova faccia a faccia con la forma di vita più terrificante dell’universo. Dovranno allora cercare di sopravvivere e impedire che quel male possa diffondersi. Il film è atteso in sala a partire dal 16 agosto.

Il film è prodotto da Ridley Scott (Napoleon), che ha diretto l’originale Alien e ha prodotto e diretto i nuovi film della saga, Prometheus e Alien: Covenant, Michael Pruss (Lo strangolatore di Boston) e Walter Hill (Alien); mentre Fede Alvarez, Elizabeth Cantillon (Charlie’s Angels), Brent O’Connor (Bullet Train) e Tom Moran (Unstoppable – Fuori controllo) sono i produttori esecutivi.

Durante una chiacchierata con Variety sul red carpet dei Gotham Awards dello scorso anno, la Spaeny aveva rivelato che Romulus si svolge tra gli eventi dell’Alien originale di Ridley Scott e il sequel di James Cameron, Aliens – Scontro finale. “Dovrebbe inserirsi tra il primo e il secondo film“, ha detto Spaeny. “Hanno portato lo stesso team di ‘Aliens’, il film di James Cameron. Le stesse persone che hanno costruito quegli xenomorfi sono venute a costruire i nostri. Quindi vedere il progetto originale con le persone originali che hanno lavorato a questi film per più di 45 anni e che hanno fatto parte della loro vita è stato davvero incredibile“. Sappiamo ora che il nuovo capitolo si svolge prima di entrambi questi film.

A produrre il film c’è naturalmente anche la Scott Free, la società del regista originale di Alien, Ridley Scott, che è produttore esecutivo. Con il titolo Alien: Romulus, non è dunque ancora stato rivelato molto riguardo all’ambientazione, alla collocazione temporale o alla trama del film. Ad aprile, Álvarez aveva rilasciato un’immagine dietro le quinte di un facehugger che stringe il ciak del film a bordo di una stazione spaziale. La presenza del facehugger conferma che il film si svolgerà dopo gli eventi di Prometheus e Alien: Covenant, che hanno rappresentato le origini degli Xenomorfi così come li si conosce.

Marcello mio: recensione del film di Christophe Honoré – Cannes 77

Marcello Mastroianni è stato uno dei pilastri portanti del cinema italiano. Divo indiscusso di quei tempi, in particolare i Sessanta, che ancora oggi si ricordano con nostalgia; figura di cui si scrivono tutt’ora fitte pagine per i manuali di cinema; attore feticcio e alter ego di Federico Fellini, il cui sodalizio artistico ha donato alla Settima Arte alcuni dei migliori capolavori, consacrandone il mito. Charme, eleganza, ironia, versatilità racchiusi in un uomo che la Storia (cinematografica), in fondo, non ha smesso mai di omaggiare. E un omaggio è anche il seme da cui germoglia la nuova fatica di Christophe Honoré, Marcello mio, in Concorso a Cannes 77, in arrivo per il centenario della sua nascita.

Si sarebbe potuto optare per un canonico documentario, o il più classico dei biopic, eppure il regista ha voluto compiere un lavoro diverso: far diventare la figlia, Chiara Mastroianni, suo padre. Solo così il ritorno di Marcello al cinema sarebbe stato magico e palpabile. Non poteva esserci un modo più toccante, diremmo anche originale, per celebrarlo adeguatamente, se non farlo rivivere attraverso chi custodisce una parte di lui. Chi lo ha vissuto da vicino, intimamente, e ne ha carpito ogni singola sfumatura, gesto, sguardo, persino respiro. Un compito che, forse, se lo avesse affidato a qualcun’altro, a un attore che avrebbe dovuto affrontare ore di studio per rappresentarlo nel migliore dei modi, non avrebbe sortito lo stesso effetto.

Non che questa scelta non costituisse comunque un rischio o un azzardo, e l’operazione se vogliamo è ancor più delicata e complessa, ma il sentimento alla base è chiaro aver avuto radici molto profonde per discostarsene e virare verso acque più sicure. Marcello mio è un’opera di natura molteplice: celebrativa senza dubbio, singolare negli intenti, a tratti fantasiosa nella messa in scena. E funziona bene nei primi due atti, perdendo l’orizzonte solo verso la fine. Scritta dallo stesso Honoré, arriva nelle sale italiane dal 23 maggio, subito dopo il passaggio al Festival, distribuito da Lucky Red.

La trama di Marcello mio

Parigi. Chiara Mastroianni è alle prese con alcuni provini, in particolare uno con la regista Nicole Garcia. Poco prima di incontrarla, l’attrice ha visto la madre, Catherine Deneuve, alla quale ha confidato di aver sognato il padre, Marcello, e di essersi sentita lui per un momento. Ripresasi da quell’esperienza che tanto le sembrava reale, si reca dalla regista per dare inizio alla sua prova che la vede recitare alcune battute con Fabrice Luchini, suo partnern nel film, quando all’improvviso la donna, pur inizialmente esitando, le fa una richiesta specifica per farla entrare di più nel ruolo: deve essere più Mastroianni che Deneuve. In sintesi: più il padre che la madre. Più italiana che francese.

Per lei quello è un segno del destino, che però si traduce in una crisi: chi è? Cosa sta succedendo alla sua vita? Perché gli altri non la vedono semplicemente come Chiara? Poi l’idea, il “colpo di genio”: trasformarsi nel padre, facendosi chiamare come lui da tutti. Un qualcosa che, più avanti, dirà “renderla felice” perché a Chiara Mastroianni quel padre manca molto. La transizione le permetterà di portare in scena non solo alcune scene simbolo dei film del divo italiano, ma proprio alcuni dei più bei suoi personaggi. Cercando sé stessa, l’attrice creerà un nuovo contatto con il padre, suscitando da una parte la perplessità di alcuni membri della sua famiglia, dall’altra la gioia di chi invece non aspettava altro che poter lavorare e incontrare per la prima volta il grande attore.

Marcello mio Christophe Honoré

Marcello… come here!

Christophe Honoré e Chiara Mastroianni, con Marcello mio, tornano a lavorare insieme per la settima volta, cinque anni dopo l’acclamato L’hotel degli amori smarriti, presentato proprio a Cannes nella sezione Un Certain Regard, dove lei vinse come miglior attrice. Un rapporto dunque consolidato, che mai come in questo progetto era fondamentale avere per poter condurre l’attrice dentro alcune delle memorie artistiche e umane del padre, in un percorso fatto anche di suggestioni e immagini vibranti, avvolte da un’atmosfera dolcemente malinconica. Chiara, che ha raccolto la considerevole eredità artistica di Marcello, qui lo riporta in vita, dimostrando plasticamente come quest’arte riesca a rendere immortale chi la attraversa. Mastroianni è ricordo, ma anche presenza concreta, veicolata tramite la figlia. Prova tangibile che nel cinema non si smette mai di esistere, si cambia semplicemente forma.

È impressionante constatare l’estrema somiglianza fra i due, già evidente senza il lavoro di trucco e parrucco svolto sull’attrice, tanto che quando assume ufficialmente la sua identità, sembra di avere realmente di fronte Marcello. Indossando il completo nero con la camicia bianca, il cappello e gli occhiali massicci, Chiara riesce a evocare non solo l’attore ma anche i personaggi iconici di cui ha vestito i panni. Da Guido Anselmi in Otto e mezzo, a Marcello Rubini in La dolce vita, passando per Ferdinando Cefalù in Divorzio all’italiana, arrivando a Giovanni Pontano in La notte. E potremmo continuare.

Un omaggio tanto a Mastroianni quanto ai film che lo hanno reso eterno, in particolare rievocati in alcune memorabili scene. Chiara vaga per le strade di Parigi e richiama la camminata dei protagonisti-simbolo delle opere più famose di Fellini, fa il bagno nella Fontana di Trevi e imita le spallucce del padre nella scena finale de La dolce vita. L’attrice si muove con disinvoltura, portando in scena la gestualità e le espressioni del padre, innate e tramandate, con così tanta naturalezza da risultare convincente. Ed è proprio in quell’istante che, come Chiara fa con la sua famiglia, altrettanto fa Honoré con il suo pubblico: chiede – almeno in parte – di credere in quel surreale viaggio e in ciò che viene mostrato, senza esitare. Dove i confini tra realtà e finzione si dissolvono, e non rimane che lasciarsi condurre nella danza.

Di padri, di figlie…

Fra sogno e realtà, in cui si amalgamano parentesi comiche e altre di commozione, Marcello mio passa dalla dimensione prettamente celebrativa della carriera dell’attore a quella più intima e familiare, più lontana dai riflettori, mettendo in luce la connessione che c’è fra un padre e una figlia e la ritrovata identità di quest’ultima attraverso la figura paterna. La crisi di Chiara, che innesca la ricerca del suo posto nel mondo, non può non passare dal confronto con i genitori, in tal caso con Marcello. Non sono in fondo loro, il nostro riflesso, a indicarci sempre la strada? A guidarci per ritrovare noi stessi, sentendoci in contemporanea ancor più vicini? Chiara cerca il padre perché non riesce a capire più chi è: una condizione che le fa sentire da una parte il peso d’essere figlia d’arte, dall’altra la mancanza di una figura andata via precocemente, creando un cortocircuito che la condurrà alla rinascita.

Nel momento cruciale in cui Chiara si immerge nel ruolo del padre, riesce a percepirlo profondamente, come se Marcello fosse davvero presente accanto a lei. Lo sente, lo commemora, ne rievoca il legame e lo ritrova. Vestendo i panni di Marcello e giocando con l’idea di uno scambio d’identità, Chiara dialoga con lui, riunendosi infine con quella parte di sé che aveva perduto, ma anche con il padre stesso. Questa ritrovata consapevolezza suscita emozione nelle battute finali, anche se non si può fare a meno di notare che l’epilogo, per quanto visivamente bello, arrivi in modo un po’ improvviso, generando un leggero disorientamento. E questa, nell’economia del racconto, non è l’unica incrinatura.

Marcello mio Chiara Mastroianni

…e di scelte non sempre all’altezza

Nonostante Marcello mio risulti piacevole nel suo complesso, non è infatti esente da difetti. In primo luogo il fim soffre di un’eccessiva lunghezza, specialmente a causa di scene troppo dilatate, che avrebbero potuto essere eliminate per alleggerirlo. Come dicevamo in apertura, i primi due atti funzionano bene, al netto di quelle (per fortuna) poche scene in cui i personaggi cantano, come mostrato anche dal trailer, che spezzano la fluidità della narrazione, non essendo ben integrate con il resto. Tuttavia è il terzo atto a raccogliere i maggiori problemi del film, con dei passaggi – verso il finale – che stridono parecchio. In particolare, a far storcere il naso, è la scena in cui Chiara/Marcello è ospite di un programma televisivo pomeridiano su Rai 1, che risulta essere fuori contesto, oltre a contenere delle recitazioni altamente posticce, persino da Stefania Sandrelli.

Si tratta di un’idea sbagliata alla base, poco coerente con l’atmosfera quasi onirica dell’opera, che smorza la magia fino a quel momento costruita con cura. Se ci si fosse invece limitati a questo aspetto, evitando di tirare troppo la corda con altre incursioni narrative ingiustificate e compiendo magari dei tagli nel montaggio, il film avrebbe guadagnato in coerenza e solidità. Nonostante queste criticità, Marcello mio rimane comunque un lavoro da apprezzare. Pur inciampando in qualche scelta narrativa poco lucida e fuori tono, con non sempre una sceneggiatura equilibrata, ha un cuore grande, che porta il nome di Chiara e Marcello Mastroianni.

Chien de la Casse: recensione del film di Jean-Baptiste Durand

Chien de la Casse: recensione del film di Jean-Baptiste Durand

Quando si è piccoli, coloro che appartengono alla nostra cerchia di amici sono figure, fatte di volti e sorrisi, che si calcificano per sempre nel nostro cuore. Stringiamo con loro un patto: qualsiasi cosa accada nella vita futura, nessuno potrà sciogliere questo legame. Se sei in un contesto di piccolo borgo, l’amico è la via di fuga dalla statica quotidianità, quel porto sicuro, quella bolla, in cui piace andare a rifugiarsi, oppure fare un po’ di baldoria. Sono rapporti principalmente definiti dal contesto in cui si è calati, in cui più delle volte si crea una subordinazione.

Al suo esordio dietro la macchina da presa, Jean-Baptiste Durand, con Chien de la Casse, porta in scena un’amicizia scolpita dal destino, in cui i protagonisti non hanno instaurato un legame paritario, ma si trovano piuttosto in una strana e ingombrante gerarchia del potere, con uno sottomesso all’altro. Pur volendosi bene. Enormemente bene. Chien de la Casse, grazie alle sue tematiche delicate, evocate e narrate quasi come fossero una dolceamara poesia, si è guadagnato ben 7 nomination ai César 2024, vincendo nella categoria Miglior opera prima e Miglior attore esordiente per Raphaël Quenard, vera rivelazione nel panorama francese, qui ad una interpretazione intensa e forte tanto quanto quella di Yannick. Il film arriva nelle sale dal 23 maggio distribuito, in lingua originale, da No. Mad Entertainment.

Chien de la Casse, la trama

Dog e Mirales sono due amici d’infanzia inseparabili che vivono nel piccolo villaggio del Sud della Francia chiamato Le Pouget. Le loro giornate si svolgono quasi sempre allo stesso modo: si incontrano per passeggiare tra le vie del borgo e, come un rito consolidato, si ritrovano con gli altri amici nella piazza centrale. Il loro legame, tuttavia, si basa su un equilibrio piuttosto particolare: Mirales sembra essere il più forte dei due e spesso si permette di prendere in giro Dog, che è più riservato e sensibile. Nonostante sembri che ci sia un dinamica dominante/dominato, in realtà l’amicizia tra loro è molto più profonda di quanto appaia. Gli sguardi tra di loro rivelano tutto l’affetto che provano, superando le apparenti differenze e i giochi di ruolo esterni.

Chien de la casse

Legami indissolubili, desideri da realizzare

Dicevamo in apertura che per Chien de la Casse è stata optata una distribuzione in lingua originale sottotitolata. Al netto della considerazione per la quale – a nostro avviso – ogni opera dovrebbe mantenere intatti i suoi suoni e le sue intonazioni vocali, senza essere sovrascritta da un doppiaggio, per quanto eccellente possa essere, l’ascolto e il coinvolgimento con le voci originali degli attori coinvolti conferiscono all’opera una rara autenticità. È attraverso i loro discorsi, rapidi, a tratti interrotti e talvolta incomprensibili, con la loro variazione tonale e il marcato accento del Sud, che infatti si delineano e emergono le sfumature dei personaggi di Mirales e Dog.

Tutto si origina dai dialoghi, dal modo in cui esprimono pensieri, frustrazioni e sogni in questo microcosmo di esistenze ancora in evoluzione, che definisce la loro identità e chiarisce le regole della loro amicizia. Il primo è il gradasso fra i due, ed è quello in posizione imperante; il secondo è colui che, nel suo quasi immobilismo, subisce in silenzio. Un’amicizia che sembra più una relazione che si instaura fra il cane e il suo padrone, con il titolo, che tradotto significa “cane dello sfascio”, che ne disegna in modo cristallino la metafora, dove alla base obbedienza ed esecuzione degli ordini sono il motore principale, ma anche unico, per andare avanti. Poiché ne sono assuefatti. Forse perché, in fin dei conti, non conoscono altri modi per dimostrarsi affetto.

Chien de la casse recensione filmVivere a Le Pouget

L’ambiente rurale in cui si muovono nella loro ordinarietà è la causa primaria della loro situazione: Le Pouget è un paese sonnolento, in cui il tempo sembra essersi fermato e le giornate sono scandite dalle poche e sole abitudini ripetitive in cui loro sono imprigionati e sospesi. Questo ciclo monotono ha provocato due reazioni opposte: il desiderio di sognare e di vivere di Mirales, che vuole infondere, pur in modo irruento, all’amico, nel tentativo di farlo reagire, e l’accettazione passiva di Dog, che si è adattato al silenzio e all’immobilità, cercando di mantenere integro lo status quo.

Ed è qui, con una regia spesso statica ma a fuoco, che mira al più concreto realismo, che il regista di Chien de la Casse vuole fotografare un vissuto ancora presente anche nei suoi ricordi, essendo stato lui stesso incastonato in un borgo di campagna. Dove molti giovani riempiono un tempo che in realtà dovrebbero mordere, e dove nascono legami ambigui, paradossali, ma che nonostante la loro indecifrabilità nascondono un amore puro e incontaminato, diverso sì, ma buono, perché sono relazioni di una vita, che aiutano comunque a crescere, a formarsi, fatte di fiducia reciproca poiché coltivate negli anni. E che ad oggi, per come stanno le cose, è difficile trovare.

Ayo Edebiri nel cast di After the Hunt di Luca Guadagnino

0
Ayo Edebiri nel cast di After the Hunt di Luca Guadagnino

Dopo Andrew Garfield, anche Ayo Edebiri, la star di The Bear, entra nel cast di After the Hunt, che uscirà nelle sale il prossimo anno. Luca Guadagnino dirigerà il film da una sceneggiatura scritta da Nora Garrett. Brian Grazer e Allan Mandelbaum della Imagine Entertainment produrranno insieme a Guadagnino tramite la sua Frenesy. Karen Lunder di Imagine Entertainment sarà la produttrice esecutiva insieme a Nora Garrett. Il film dovrebbe cominciare la produzione all’inizio di questa estate.

After the Hunt è un thriller intenso e drammatico su una professoressa universitaria che si ritrova a un bivio personale e professionale quando un allievo eccezionale lancia un’accusa contro uno dei suoi colleghi e un oscuro segreto del suo passato minaccia di venire alla luce.

Oltre alla terza stagione di The Bear già confermata, Ayo Edebiri è al momento impegnata sul set di Thunderbolts* dei Marvel Studios e il suo nome è stato associato al prossimo progetto del franchise di Pirati dei Caraibi.

Taylor Swift: 6 personaggi del MCU che potrebbe interpretare dopo il presunto incontro con Kevin Feige

0

Da anni si parla dell’ingresso della cantautrice Taylor Swift nel Marvel Cinematic Universe. Ieri sera, uno scoop si è spinto fino a sostenere che ha avuto un “buon incontro” con il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige per discutere della sua partecipazione al franchise.

Taylor Swift, che negli ultimi anni è diventata un fenomeno globale, non è estranea alla recitazione e si è persino cimentata nella regia. Tenendo conto di ciò e dell’immensa popolarità della cantante, non è un grande shock che i Marvel Studios siano interessati a lavorare con lei.

La domanda ora è: chi dovrebbe interpretare? Molti dei ruoli più importanti del MCU sono già stati scelti e, visto il successo della Swift come scrittrice e artista discografica, non ci aspettiamo che firmi un contratto per nove film!

Mockingbird

Mockingbird

In un modo o nell’altro, i Marvel Studios hanno confermato che Laura Barton era più o meno la Mockingbird del MCU prima di ritirarsi dal servizio dello S.H.I.E.L.D.. Non sarebbe difficile riconvertire questo ruolo e Bobbi Morse potrebbe essere una parte divertente e ricca di azione per la Swift.

Creata dallo scrittore Len Wein e dall’artista Neal Adams, ha debuttato in Astonishing Tales #6 nel 1971. Mockingbird è nota per la sua abilità nel combattimento corpo a corpo, nella ginnastica e nell’uso del bastone da combattimento. Ha una formazione in biologia ed è stata sottoposta a un trattamento simile al siero dei super-soldati, che ha potenziato le sue capacità.

Forse un futuro film dei Vendicatori con un cast prevalentemente femminile (stiamo ancora aspettando A-Force…) sarebbe un buon posto per il debutto della Swift come eroina?

Spiral

Spiral

Conosciuta anche come Rita Wayword, Spiral è una supercattiva e occasionale antieroina creata dalla scrittrice Ann Nocenti e dall’artista Art Adams nelle pagine di Longshot #1 del 1985.

Una stuntwoman di talento, la vita di Rita cambiò drasticamente quando fu rapita dal cattivo Mojo, un tiranno extradimensionale. Questi la trasformò in Spiral, dotandola di sei braccia, di avanzate capacità di combattimento e di una vasta conoscenza della magia e della cibernetica. Alla fine, dopo aver trovato una storia d’amore con Longshot, è un personaggio avvincente e complesso.

Questo è esattamente ciò che Swift sta probabilmente cercando nel MCU e potrebbe essere un grande ruolo di supporto in un futuro progetto sugli X-Men. Dopotutto, di mutanti che combattono contro Magneto ne abbiamo già visti abbastanza.

Tigra

Tigra

No, non abbiamo incluso Tigra qui solo perché la Swift ha interpretato uno dei personaggi felini di Cats (se non altro, il musical stroncato dalla critica ha almeno confermato il suo aspetto).

Greer Grant Nelson è stata creata dallo scrittore Tony Isabella e dal disegnatore Don Perlin ed è apparsa per la prima volta come The Cat in The Cat #1 nel 1972. In seguito si trasformò in Tigra in Giant-Size Creatures #1 del 1974, ottenendo i suoi poteri attraverso un esperimento scientifico e trasformandosi poi in Tigra grazie al mistico Popolo dei Gatti.

Vendicatrice e difensore, è una forza da non sottovalutare e il noto amore di Swift per i gatti potrebbe essere un fattore che l’ha spinta ad accettare un ruolo come questo. Il debutto di Tigra in un film d’animazione è atteso da tempo (è la beniamina dei fan per un motivo ben preciso) e l’interpretazione della cantante in questo ruolo farebbe conoscere l’eroe.

Lady Deadpool

Lady Deadpool

Sì, Swift ha indossato per Halloween il vero costume di Ryan Reynolds, ma non è questo il motivo per cui abbiamo incluso questo personaggio. Lady Deadpool, nota anche come Wanda Wilson, è semplicemente una versione femminile di Wade Wilson proveniente da un’altra realtà.

Essendo una donna Deadpool (da qui il nome), vestendo i panni di questo personaggio in Deadpool & Wolverine, Swift subirà una trasformazione fisica indossando le stesse protesi di Reynolds. Inoltre, potrà mostrare un lato di sé più “rude” di quello che la cantante non ha mai visto sul palcoscenico.

Si dice che Blake Lively, moglie di Ryan Reynolds e attrice a tutti gli effetti, abbia ottenuto questo ruolo. Sarebbe un peccato per la Swift, ma probabilmente sarebbe comunque una vittoria. Lady Deadpool ha debuttato in Deadpool: Merc with a Mouth #7 del 2010, scritto da Victor Gischler e disegnato da Rob Liefeld.

Moonstone

Moonstone

La maggior parte dei fan Marvel è delusa dal fatto che Thunderbolts* non presenti nulla che si avvicini alla formazione classica della squadra (invece, si tratta per lo più di un mix di personaggi di Vedova Nera, Falcon e Soldato d’Inverno).

Se alla fine avremo una versione più vicina ai fumetti, la dottoressa Karla Sofen è un must. Creata dallo scrittore Marv Wolfman e dall’artista Frank Robbins, Moonstone è apparsa per la prima volta in Captain America #192 del 1975. È un’ex psicologa che acquisisce le sue capacità dopo aver manipolato e rubato la Pietra di Luna al suo portatore originale.

È una potenza in grado di sfidare Capitan Marvel e, anche se questo potrebbe essere un impegno troppo gravoso per la Swift, ci piacerebbe vederla fare qualcosa di inaspettato, affondando i denti in un vero e proprio supercattivo.

Dazzler

Dazzler

A volte, il suggerimento più ovvio è quello migliore. Da più di un anno si vocifera che la Swift interpreti una variante di Dazzler in Deadpool & Wolverine e pensiamo che i Marvel Studios sarebbero pazzi a non realizzarla.

Alison Blaire è una mutante in grado di convertire il suono in energia luminosa. Creata dallo scrittore Tom DeFalco e dall’artista John Romita Jr. è apparsa per la prima volta in Uncanny X-Men #130 del 1980. Inizialmente concepita come cantante da discoteca, i suoi poteri le permettono di creare spettacoli di luce abbaglianti, laser e esplosioni di energia.

Una serie di prossima pubblicazione vedrà Dazzler impegnata in un tour mondiale in stile Eras Tour. Una coincidenza? Noi pensiamo di no. La Swift ha l’aspetto e la voce giusti e, se questo è il suo ruolo nel MCU, speriamo che riesca anche a vedere un po’ di azione nei panni della popstar supereroe.

5 terribili decisioni creative della saga del multiverso che i Marvel Studios devono correggere prima di AVENGERS 5

0

Il fatto che i Marvel Studios siano costretti a dividere la propria attenzione tra film, streaming e animazione ha fatto sì che la saga del Multiverso fosse un po’ disordinata. Ora si stanno muovendo per risolvere il problema e ci aspettiamo un grande aggiornamento dello slate verso la fine dell’estate.

Mentre scriviamo, Avengers 5 si sta avvicinando rapidamente e alcuni problemi persistenti devono essere affrontati. Dato che Kevin Feige non è in grado di dedicare tutta la sua attenzione a tutti i film e le serie televisive, alcune idee sono sfuggite al controllo e non hanno funzionato. In questo articolo, ci soffermeremo su alcune delle più degne di nota, spiegando perché devono essere corrette o annullate mentre ci dirigiamo verso le fasi successive di questa saga.

La quarta parete di She-Hulk si rompe

She-Hulk She-Hulk Attorney At Law)

Tanto odio per She-Hulk: Attorney at Law era ingiustificato, ma anche i suoi più strenui difensori hanno dovuto fare marcia indietro dopo quello che si è rivelato un finale stranamente caotico e bizzarro.

Apprezziamo pienamente il fatto che She-Hulk abbia infranto la quarta parete in linea con i fumetti. Tuttavia, non ha funzionato sullo schermo e ha portato a un eccesso di paternità (K.E.V.I.N.) e a una conclusione deludente di uno show a cui Jennifer Walters ha tolto ogni importanza per il più ampio MCU quando ha riscritto la storia.

All’epoca era un’aggiunta carina alla serie Disney+, certo. Ora, però, è giunto il momento di abbandonare le sciocchezze e di affermare She-Hulk come l’incredibile eroe e Vendicatore che è nei fumetti.

La guerra multiversale è colpa di Ant-Man

Ant-Man and the Wasp: Quantumania 

Ant-Man and The Wasp: Quantumania avrebbe dovuto concludersi con la fuga di Kang il Conquistatore dal Regno dei Quanti, lasciando Scott Lang e Hope Van Dyne intrappolati al suo posto. In questo modo, la variante definitiva di Kang sarebbe stata libera di scatenare la guerra nel Multiverso.

Invece, i rimaneggiamenti hanno fatto in modo che morisse per mano di Ant-Man e che Scott si chiedesse se avesse condannato il mondo mentre festeggiava il compleanno di sua figlia. Per quanto riguarda le retrocessioni, questa è stata una grande scelta.

Ora ci si aspetta che l’attenzione venga spostata da Kang e, si spera, che i Marvel Studios abbandonino questa sottotrama. Che si tratti di resuscitare Kang come Beyonder o di trovare un modo per far sì che la Guerra Multiversale sia qualcosa di più di un errore di Ant-Man (e non dovrebbe essere difficile), Quantumania è meglio dimenticarlo.

La morte di Jane Foster

Marvel Fase 4 Thor: Love and Thunder

Thor: Love and Thunder ha fatto una serie di passi falsi significativi, anche se il più grande è stato probabilmente risparmiato per ultimo. In un certo senso, aveva senso per la storia disordinata che Taika Waititi stava cercando di raccontare, ma Jane Foster non sarebbe mai dovuta morire qui.

Forse è in linea con i fumetti, ma in quelli Jane ha avuto più di un’avventura come il potente Thor. Ha salvato Asgard, ha combattuto contro cattivi come il Minotauro e Malekith e si è persino riunita con i Vendicatori, dove ha fatto la corte a Capitan America.

Per merito dei Marvel Studios, la scena del Valhalla ha lasciato aperta la porta a un possibile ritorno. Accantonarla prima dei prossimi film sui Vendicatori è sconcertante, e ora possiamo solo sperare che il Multiverso lo annulli, anche se attraverso l’introduzione del Corpo di Thor.

Il terzo occhio di Doctor Strange

Doctor Strange

Doctor Strange nel Multiverso della Follia è stato un film migliore di quanto molti fan gli attribuiscano. In effetti, di solito sembra che venga criticato semplicemente perché non è all’altezza delle aspettative create dalle voci selvagge sui camei di personaggi come Spider-Man e un malvagio Iron Man!

Mentre il sequel è stato messo a dura prova durante le riprese, ha fatto il botto con il suo finale. Dopo aver incontrato una variante di se stesso dotata di un terzo occhio che si era aperto dopo che il Darkhold lo aveva corrotto, Stephen Strange ne sviluppò improvvisamente uno proprio… e sembrava che gli andasse benissimo quando incontrò Clea.

È stato un pasticcio e ha suggerito che potrebbe essere diventato di natura malvagia. Questa sembra la direzione sbagliata in cui portare Strange e i Marvel Studios devono spiegare meglio questo aspetto o utilizzare alcune battute di circostanza per superarlo rapidamente.

Non più film su Peter Parker

Spider-Man: Homecoming Tom Holland
Foto di Chuck Zlotnick – © 2017 CTMG, Inc. © Marvel Studios

Questo ha funzionato nel contesto del film, ma non fraintendeteci, almeno in parte il motivo per cui il mondo si è dimenticato di Peter Parker è stato il fatto che No Way Home è stato l’ultimo film di Spider-Man dei Marvel Studios.

I rapporti tra Disney e Sony Pictures si sono incrinati dopo Far From Home e solo la pressione dei fan e di Tom Holland ha rimesso le cose a posto. Facendo in modo che tutti dimenticassero Peter, Spidey poteva partire per avventure che, purtroppo, non avremmo mai visto.

Ci sono luoghi interessanti in cui portare questo aspetto in Spider-Man 4, ma prima lo si cancella, meglio è. Le relazioni di Peter con personaggi come Doctor Strange e Happy Hogan sono, dopo tutto, una parte importante del motivo per cui è stata una tale gioia vederlo nel MCU.

Deadpool & Wolverine: un weekend d’apertura da oltre 100 milioni di dollari dopo il record di vendite

0

Poco fa vi abbiamo dato notizia del primo giorno di vendite di biglietti da record di Deadpool & Wolverine . L’Hollywood Reporter ha poi snocciolato i numeri, rivelando che queste statistiche si traducono probabilmente in circa 8-9 milioni di dollari di prevendite.

Deadline ha fornito un ulteriore contesto, rivelando che il film ha superato le prevendite di 24 ore di The Batman (6,5 milioni di dollari) e Guardiani della Galassia Vol. 3 (6 milioni di dollari). Questi ultimi hanno poi guadagnato 134 milioni di dollari e 118,4 milioni di dollari nei rispettivi weekend di apertura di tre giorni.

Probabilmente non vi sorprenderà sapere che Deadpool & Wolverine  punta a un debutto di ben oltre 100 milioni di dollari in Nord America; solo il tempo ci dirà se riuscirà a battere Deadpool (132,4 milioni di dollari) e Deadpool 2 (125 milioni di dollari), soprattutto in questo panorama post-pandemico.

Veniamo a questo film… io sicuramente vengo a questo film… come fan“, ha detto recentemente il regista Shawn Levy a proposito del threequel. “Un fan dei film degli X-Men e dei film di Deadpool. E quindi, questo film è stato sicuramente realizzato con l’amore di essere un fan“.

“Wade Wilson e Logan sono costruiti per non andare d’accordo fin dai fumetti. Sono due personaggi costruiti in modo tale da far impazzire l’altro, soprattutto Logan. Per lui Wade è una vera e propria spina nel fianco. La relazione e il viaggio si spingono in luoghi inaspettati“. “È audace. C’è un’azione malata, di sicuro“, ha aggiunto il regista. “La relazione e il modo in cui la storia a due si evolve saranno sorprendenti per le persone“.

 

Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Furiosa: Anya Taylor-Joy rivela una scena cruenta che è stata tagliata dalla fine del film – SPOILER

0

Il prequel di Mad Max: Fury Road di George Miller, Furiosa: A Mad Max Saga (la nostra recensione), arriva nelle sale questo fine settimana e, sebbene il film sia un po’ più brutale del nostro precedente viaggio nella Terra Desolata, sembra che ci sia stata una scena che si è rivelata un po’ troppo macabra per il leggendario regista.

Durante un’intervista con GQ, la star Anya Taylor-Joy ha rivelato di aver convinto Miller a girare una scena in cui il suo personaggio taglia la lingua della sua nemesi, il crudele signore della guerra Demenetus (Chris Hemsworth), responsabile della morte di sua madre e di molte altre cose.

Tuttavia, il momento cruento non è stato inserito nella versione cinematografica del film. “Per me era molto importante che il confronto tra Furiosa e Dementus fosse fisico e che fosse duramente conquistato“, ha dichiarato l’attrice. “Ne aveva bisogno; lei ne aveva bisogno. Penso che ci sia qualcosa nel vedere questa persona rivolgersi a qualcosa di più carnale dentro di sé“.

Anya Taylor-Joy ha poi spiegato come il film le abbia finalmente permesso di attingere alla sua rabbia femminile. “Per molto tempo l’unico momento in cui mi sono arrabbiata è stato per conto di altre persone. Ho sempre interiorizzato questa cosa del ‘ho fatto qualcosa di sbagliato. Se mi trattate male, è perché sono io il problema’. E sono così grata a Furiosa, perché c’è stato un momento in cui ho iniziato ad arrabbiarmi per me stessa”.

Non entreremo in ulteriori dettagli su ciò che accade durante lo scontro finale tra Furiosa e Dementus, ma se volete un resoconto completo, assicuratevi di tornare qui per i nostri articoli di spoiler durante il fine settimana.

Questa è senza dubbio l’odissea di una persona che viene portata via da casa sua e passa il resto della sua vita a cercare di tornare a casa“, ha spiegato George Miller a EW in una recente intervista “Non voglio svelare troppo, ma il fatto è che Furiosa, per sopravvivere come bambina in un mondo che è in extremis, deve avere un sacco di risorse innate“.

Quello che è notevole è che vediamo alcune persone sopportare [questi estremi] e comunque emergere con un certo grado di magnificenza umana”, continua il regista. “Altre ne sono schiacciate e si perdono per strada. Così, dal comportamento della madre si può vedere il tipo di cose che la figlia eredita nella storia. Penso che in un certo senso siamo il prodotto dei nostri genitori e di quelli che sono venuti prima. E come esseri umani prendiamo tutto quel materiale e negoziamo il mondo. Credo che questa sia la storia di tutti noi, in un modo o nell’altro. Ed è così anche in questa storia“.

Furiosa: A Mad Max Saga, tutto quello che sappiamo sul film

In Furiosa: A Mad Max Saga, Anya Taylor-Joy assume il ruolo che è stato di Charlize Theron in Mad Max: Fury Road. La sinossi ufficiale recita: mentre il mondo va in rovina, la giovane Furiosa viene strappata dal Luogo Verde delle Molte Madri, e cade nelle mani di una grande Orda di Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus. Attraversando le Terre Desolate, si imbattono nella Cittadella presieduta da Immortan Joe. Mentre i due tiranni si battono per il predominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove e mettere insieme i mezzi per trovare la strada di casa.

Furiosa: A Mad Max Saga ha rivelato che il film è molto diverso da Fury Road. Mentre quest’ultimo era un “road movie” che si svolge in pochi giorni, questo nuovo film è invece descritto come un racconto più “epico, che si svolge su un più lungo periodo di tempo, e in un certo senso impari a conoscere Furiosa meglio in questo modo“. Atteso da molti anni e a lungo bloccato da una disputa legale tra Miller e la Warner Bros. il film è ora in fase di post-produzione. Furiosa è scritto, diretto e prodotto da George Miller insieme al suo partner di produzione di lunga data Doug Mitchell. Oltre Anya Taylor-Joy , nel film ci sarà anche Chris Hemsworth nel ruolo del villain. Furiosa debutterà nelle sale il 23 maggio 2024.

X-MEN ’97 è ora il progetto MCU con la valutazione più alta di sempre su Rotten Tomatoes

0

X-Men ’97 è stato un grande successo di critica fin dall’inizio, ma la serie revival Disney+ è ora diventata il progetto Marvel Studios – live-action o animato, grande o piccolo schermo – con il rating più alto nei 16 anni di storia del Marvel Cinematic Universe.

Con il conteggio delle recensioni per il finale di stagione di mercoledì scorso, X-Men ’97 ha raggiunto un perfetto 100% su Rotten Tomatoes. Questo risultato supera il precedente show Disney+ della Marvel, Ms. Marvel (98%), e il film Black Panther (96%), diventando il progetto del MCU con il maggior numero di recensioni positive di tutti i tempi sul popolare sito di aggregazione.

La serie non è stata solo la preferita dalla critica: Deadline riporta che il finale pieno di camei del 15 maggio, “La tolleranza è l’estinzione, parte 3“, ha accumulato ben 3,5 milioni di visualizzazioni a livello globale nei primi cinque giorni sulla piattaforma di streaming, diventando così il finale di serie animata più visto dalla prima stagione di What If…?

I Marvel Studios hanno chiaramente preso nota della popolarità dello show e stanno finalmente procedendo con il tanto atteso reboot degli X-Men in live-action. Ieri sera è arrivata la notizia l’autore di The Hunger Games: The Ballad of Songbirds and Snakes sarà lo sceneggiatore Michael Lesslie. Non è stato annunciato alcun regista, ma si dice che Ryan Coogler (Black Panther, Creed) sia uno dei candidati al ruolo.

Per quanto riguarda X-Men ’97, una seconda stagione è attualmente in fase di sviluppo, con una terza in fase di pianificazione, e abbiamo sentito che la Marvel ha tutte le intenzioni di mantenere la serie il più a lungo possibile (non c’è da sorprendersi, viste le statistiche).

Cosa c’è da sapere su X-Men ’97?

La nuovissima serie X-Men ’97, composta da 10 episodi, è arrivata in streaming a partire dal 20 marzo. La serie rivisita l’epoca iconica degli anni ‘90, con il gruppo di mutanti che usa i propri poteri straordinari per proteggere un mondo che li odia e li teme, vengono messi alla prova come mai prima d’ora, costretti ad affrontare un nuovo futuro pericoloso e inaspettato.

Il cast delle voci nella versione originale include Ray Chase (Ciclope), Jennifer Hale (Jean Grey), Alison Sealy-Smith (Tempesta), Cal Dodd (Wolverine), JP Karliak nel ruolo di Morph, Lenore Zann nel ruolo di Rogue, George Buza nel ruolo di Bestia, AJ LoCascio (Gambit), Holly Chou (Jubilee), Isaac Robinson-Smith (Alfiere), Matthew Waterson (Magneto) e Adrian Hough (Nightcrawler).

Kevin Costner ha girato Horizon nella metà del tempo necessario a girare Balla coi lupi

0

Kevin Costner ha da tempo dichiarato che la sua prossima serie di film Horizon: An American Saga (la nostra recensione) era per lui il più profondo progetto di passione che potesse esistere, quindi le notizie provenienti dl Festival di Cannes che acclamano il film come un’epopea western nel senso più ampio del termine sono del tutto fondate. L’attore, regista e co-sceneggiatore non solo ha riversato il suo tempo, la sua visione e la sua ambizione nella serie di film, ma ne ha anche finanziato gran parte, assicurandosi che il suo sogno diventasse il più vicino possibile a ciò che aveva immaginato.

Durante una conversazione con Steve Weintraub di Collider prima dell’anteprima del film a Cannes, Kevin Costner ha raccontato come, per realizzare Horizon, non solo gli effetti pratici dovevano essere il più grandiosi e audaci possibile, ma anche che il cast e la troupe dovevano essere preparati a una sfida che molti di loro non avevano mai affrontato prima sul set di un film.

Ha spiegato come è stato girare una sequenza con il fuoco vero: “È difficile. Ha iniziato a fare freddo proprio in quel periodo. Non aveva superato i 100° e quando abbiamo girato quella scena l’acqua era gelata. Dovevamo avere una cisterna in caso di incendio, ma l’acqua si congelava nella cisterna e non potevamo spegnere il fuoco. Quindi, era improbabile che avremmo bruciato qualcosa, tanto per cominciare. Ma quando sei là fuori nel [mondo] reale, stiamo girando un documentario di sei ore sulla realizzazione di questi quattro film, e ci troviamo in mezzo a tempeste di vento. Siamo sotto i monsoni e cerchiamo di fare un film. Siamo là fuori con i nostri picconi a cercare di togliere la neve per fare una scena perché non c’è neve. Ho girato Balla coi lupi in 106 giorni; questo film l’abbiamo girato in 52 giorni. È probabilmente più grande di Balla coi lupi”.

Da “Balla coi lupi” a “Horizon”, Kevin Costner non ne ha mai abbastanza del selvaggio West

Quando è stato annunciato che il prossimo grande progetto di Costner, che avrebbe fatto seguito alla sua lunga partecipazione all’amata serie televisiva Yellowstone di Taylor Sheridan, sarebbe stato un franchise di film western, nessuno si è sentito esattamente in colpa. L’uomo ha un’affinità con i tempi dei cowboy, dei fuorilegge e della battaglia per il West, come si evince dai progetti che hanno costellato la sua decennale carriera. Naturalmente, a molti di noi è tornato in mente il primo film dell’attore, Balla coi lupi, del 1990. La prima parte di Horizon arriva nei cinema il 28 giugno e la seconda parte il 16 agosto.

George Miller svela le caratteristiche del prossimo prequel di Mad Max: Fury Road

0

Sempre un passo avanti, il creatore dell’universo di Mad Max, George Miller, afferma di essere già pronto per almeno un’altra storia tratta dalla terra desolata e distopica. L’ultimo film del regista, Furiosa: A Mad Max Saga, potrebbe non accendere i motori e sfrecciare nei cinema fino a venerdì 24 maggio, ma Miller afferma che lui e i suoi collaboratori sono già pronti con un’idea per quello che potrebbe essere il prossimo capitolo del franchise. Durante un’intervista con Steve Weintraub di Collider prima di recarsi al Festival di Cannes, dove il film è stato presentato in anteprima mondiale la scorsa settimana, Miller ha parlato della prossima storia che vuole raccontare.

Il regista ha rivelato che il processo creativo per portare Furiosa: A Mad Max Saga sul grande schermo ha comportato la creazione di un retroscena non solo su Furiosa (che si vedrà nel prossimo film), ma anche su dove si trovava Max prima degli eventi della produzione del 2015 guidata da Charlize Theron e Tom Hardy. Con un deciso “Sì, lo sappiamo“, quando gli è stato chiesto se il team avesse qualche idea potenziale per le puntate future, Miller ha spiegato:

Principalmente perché per raccontare la storia di Fury Road, che si svolge in un lasso di tempo molto compresso, si potrebbe sostenere che il primo atto di Fury Road e l’ultimo atto si svolgano quasi in tempo reale nell’arco di tre giorni per raccontare la storia in corsa. Raccogliendo tutti i retroscena e le spiegazioni lungo il percorso, tutti coloro che hanno lavorato al film – non solo le macchine, ma anche tutti i progettisti, tutti i costruttori di oggetti, tutti – hanno dovuto comprendere a fondo i retroscena perché fossero coerenti.

Quindi, abbiamo dovuto scrivere la storia di Furiosa e dei 18 anni, a quanto pare, prima di incontrarla in Fury Road. Abbiamo anche dovuto scrivere la storia dell’anno di Max nell’anno precedente a quello in cui lo incontriamo in Fury Road. Quindi, abbiamo quella storia. L’abbiamo scritta come una novella, io e Nico Lathouris, e questa è la storia che dobbiamo ancora raccontare“.

Come si lega “Furiosa: A Mad Max Saga” a “Mad Max: Fury Road”?

Come ha detto Miller, il film prequel che arriverà nelle sale questo fine settimana darà al pubblico un’idea di ciò che il personaggio reso famoso dalla Charlize Theron stava facendo in tutti quegli anni prima di fuggire con cinque delle mogli di Immortan Joe (Hugh Keays-Byrne) in cerca di un ritorno al Luogo Verde. Con Anya Taylor-Joy nel ruolo della cattiva protagonista, il film farà luce su quando e come Furiosa è stata rapita, contenuta, ha perso un braccio, ha ottenuto un sostituto robotico ed è finita nella Cittadella. L’attrice recita al fianco di Chris Hemsworth, che interpreta il cattivo Dementus nell’ultimo adrenalinico progetto di Miller. Scoprite tutto quello che c’è da sapere su Furiosa: A Mad Max Saga nella nostra recensione.

Reacher – Stagione 3 avrà come protagonista uno dei cattivi più iconici dei libri

0

Reacher di Prime Video si è già fatta un nome portando in vita con successo gli amati personaggi dei libri di Lee Child grazie a un casting azzeccato. L’imponente e integerrimo Alan Ritchson ha incarnato perfettamente il ruolo di Jack Reacher e, con la terza stagione all’orizzonte, la serie sembra destinata a continuare questa tendenza. Ora, in vista della prossima stagione, Reacher ha appena rivelato il casting per un ruolo cruciale tratto dal libro Persuader, e i fan saranno felici della scelta.

La terza stagione di Reacher sarà l’adattamento di Persuader, uno degli episodi più intensi della serie di Lee Child. Ambientata sullo sfondo della costa frastagliata del Maine, la trama invia Reacher sotto copertura nella casa-fortezza dell’enigmatico Zachary Beck (interpretato da Anthony Michael Hall), la cui vita è avvolta da paranoia e pericolo, tanto da circondarsi di un esercito di guardie del corpo ben addestrate per proteggere la sua famiglia.

Tra queste guardie del corpo c’è Paulie, un personaggio così immenso da far alzare lo sguardo a Reacher. Descritto nei libri di Child come un “tipo molto grosso”, che sovrasta Reacher con una presenza fisica scoraggiante, trovare l’attore giusto per riempire questi panni non è stata un’impresa da poco. Ecco Olivier Richters, affettuosamente noto come “il gigante olandese”. Con i suoi 7 piedi e 2 pollici, Richters non è nuovo a ruoli che richiedono la sua imponente statura, essendo apparso in Vedova nera e Indiana Jones e il quadrante del destino. Nel romanzo, Paulie è descritto in modo piuttosto terrificante:

Era un tipo molto grosso. Io sono alto un metro e ottantacinque e devo centrarmi con molta attenzione per passare attraverso una porta standard di trenta centimetri. Questo tizio era più alto di me di almeno quindici centimetri e probabilmente era più largo di dieci centimetri sulle spalle. Probabilmente mi superava di duecento chili. Forse di più“.

Come sarà il nuovo cattivo di Reacher?

In una recente intervista con Hall condotta da CinemaBlend, in occasione della promozione del suo film Trigger Warning, l’attore ha condiviso le sue opinioni sul casting di Richters, facendo un intrigante paragone con un classico cattivo di James Bond: “Mi ricorda Jaws di La spia che mi amava. Era un vero e proprio gigante, alto circa due metri e mezzo… Quel personaggio (Paulie) vive nello show e hanno una battaglia epica. Non voglio svelare nulla, ma sì, si incontrano sicuramente come nel libro… Sai, Reacher e Paulie che si scontrano – c’è qualcosa di Marvel in questo, giusto? Sono come due supereroi, quindi è piuttosto forte“.

In effetti, se la serie rimarrà fedele al materiale di partenza, gli spettatori potranno aspettarsi uno scontro epico che potrebbe diventare una delle scene di lotta più memorabili della storia della televisione. Anche se la data esatta di uscita della terza stagione di Reacher non è ancora stata fissata, l’attesa è già cresciuta per il 2025. Rimanete sintonizzati per ulteriori dettagli su Reacher – Stagione 3 non appena emergeranno.

Chicago Med riceverà un’importante scossa per la stagione 10

0
Chicago Med riceverà un’importante scossa per la stagione 10

Chicago Med della NBC ha un nuovo showrunner per la stagione 10: Allen MacDonald. MacDonald è stato scelto anche come produttore esecutivo del medical drama. Secondo Deadline, il nuovo showrunner MacDonald ha recentemente ricoperto il ruolo di produttore esecutivo e co-showrunner di Harlan Coben’s Shelter di Prime Video, al fianco del protagonista Harlen Coben. Prima di partecipare alla miniserie mystery, MacDonald ha lavorato come sceneggiatore e produttore per il teen drama di successo 13 Reasons Why di Netflix, CSI della CBS e Forever e Body of Proof della ABC.

MacDonald occupa il posto lasciato vacante in Chicago Med dai precedenti showrunner Diane Frolov e Andy Schneider. La coppia lavorava a Chicago Med, creata da Dick Wolf, dall’inizio della serie nel 2015. Parlando con The Hollywood Reporter della loro uscita di scena, i due hanno dichiarato:

Siamo stati onorati di essere stati scelti da Dick Wolf per dirigere Chicago Med e abbiamo apprezzato enormemente la nostra associazione con Wolf Entertainment e Universal Television. Amiamo Chicago Med e vi abbiamo dedicato tutte le nostre energie creative, ma dopo nove stagioni sentiamo che è giunto il momento di andare avanti ed esplorare altre possibilità. Abbiamo avuto il privilegio di lavorare con un grande staff di sceneggiatori, un team di produzione e un brillante cast di attori. Ci mancheranno tutti“.

Di cosa parla Chicago Med?

Chicago Med segue i medici e gli infermieri che compongono il dipartimento di emergenza del fittizio Gaffney Chicago Medical Center. La serie affronta una serie di battaglie personali e professionali del personale medico, che lavora duramente per curare il maggior numero possibile di pazienti e salvare il maggior numero di vite. La stagione 9 di Chicago Med ha debuttato sulla NBC il 17 gennaio 2024 e si concluderà mercoledì 22 maggio 2024 con il tredicesimo episodio intitolato “I Think I Know You, but Do I Really?“. Il cast della stagione comprende Marlyne Barrett nel ruolo di Maggie Lockwood, S. Epatha Merkerson nel ruolo di Sharon Goodwin, Oliver Platt nel ruolo del Dr. Daniel Charles, Dominic Rains nel ruolo del Dr. Crockett Marcel, Steven Weber nel ruolo del Dr. Dean Archer, Jessy Schram nel ruolo della Dr. Hannah Asher e Luke Mitchell nel ruolo del Dr. Mitch Ripley. Anche Ashlei Sharpe Chestnut, star di Star Trek: Picard, si è recentemente unita alla serie nel ruolo della studentessa di medicina Naomi Howard.

Prendere le redini della serie dopo nove stagioni con la coppia Frolov e Schneider non è cosa da poco. Con i suoi crediti eclettici alle spalle, MacDonald prenderà il timone in vista della decima stagione della serie, che dovrebbe andare in onda nell’autunno del 2024 e che dovrebbe occupare la sua normale fascia oraria del mercoledì alle 20:00 ET.

George R. R. Martin rivela un importante aggiornamento sulla serie The Hedge Knight

0

Si può mai soffrire per il successo? Questo potrebbe essere il caso dello scrittore George R.R. Martin. Da quando la HBO ha deciso di adattare la sua serie di romanzi, A Song of Ice and Fire, nella serie televisiva Il trono di Spade (Game of Thrones), tutto è cambiato radicalmente per Martin. Oltre a dover contribuire allo sviluppo di una delle più grandi serie televisive di tutti i tempi, l’autore ha anche dovuto contribuire alle conversazioni riguardanti molteplici spin-off negli anni successivi. Con l’avvicinarsi della seconda stagione della House of Dragon, possiamo guardare alle altre storie che emergeranno da Westeros. A Knight of the Seven Kingdoms: The Hedge Knight è destinato a diventare il secondo spinoff della serie originale della HBO e Martin ha offerto un aggiornamento sulla produzione.

Sul suo sito web Not a Blog, Martin ha dichiarato che le audizioni per la serie sono per lo più terminate e che le cose si stanno muovendo senza intoppi. “Le cose stanno procedendo bene con il nostro spinoff Dunk & Egg, l’adattamento della HBO della mia novella The Hedge Knight“, ha esordito Martin. “La maggior parte dei provini – non tutti, ma la maggior parte – sono stati fatti e dovremmo essere in grado di annunciare a breve altri membri del cast. Abbiamo il nostro Tanselle, Steely Pate, Baelor Breakspear, la Tempesta Ridente, un paio di Fossoway, Aerion Brightflame (boo, hiss), il Principe Maekar e gli altri”, ha detto. E ha aggiunto: “Le liste sono in costruzione su Ashford Meadow. Mi hanno detto che hanno appena avuto la prima lettura a tavolino e che è andata benissimo“.

L’autore ha anche rivelato che A Knight of the Seven Kingdoms: The Hedge Knight ha ottenuto il suo regista, dicendo: “Abbiamo anche il nostro regista: Owen Harris, un formidabile regista britannico i cui crediti includono la regia di “San Junipero”, il mio episodio preferito di sempre di Black Mirror. Owen dirigerà tre dei nostri sei episodi“.

I venti d’inverno stanno finalmente soffiando, si spera

Nel suo post, Martin conferma anche che “Il Cavaliere della Siepe sarà molto più breve di Game of Thrones o House of the Dragon, con un tono molto diverso… ma è ancora Westeros, quindi nessuno è veramente al sicuro“. Aggiunge poi che se l’imminente prequel dovesse avere successo, ne seguiranno altri. “Ira Parker e il suo team stanno facendo un ottimo lavoro. Spero di poter visitare le riprese a luglio, quando passerò da Belfast mentre vado alla Worldcon di Glasgow“, scrive. “La serie debutterà l’anno prossimo… e se avrà successo, seguiranno La spada giurata e Il cavaliere misterioso”.

Martin, tuttavia, riserva la notizia migliore per ultima, informando il suo pubblico che spera di terminare l’ultimo romanzo della serie di A Song of Ice and Fire, The Winds of Winter. Aggiungendo al suo post, Martin ha detto: “Per allora spero di aver finito altre storie di Dunk & Egg (sì, dopo aver finito The Winds of Winter)“.

La parte relativa a The Winds of Winter sicuramente entusiasmerà molti lettori, visto che è in lavorazione dal 2011. All’epoca, Martin aveva suggerito che il libro sarebbe stato pronto in tre anni, ma ovviamente non si è concretizzato. Con oltre 1000 pagine scritte e diverse centinaia ancora da scrivere, speriamo che Martin riesca a concludere questa volta. Per quanto riguarda l’imminente prequel, A Knight of the Seven Kingdoms: The Hedge Knight, si tratta di un prequel della serie originale, Game of Thrones, che verrà adattato dalla novella The Tales of Dunk and Egg di Martin del 1998. Peter Claffey e Dexter Sol Ansell interpreteranno rispettivamente Ser Duncan l’Alto e Egg.

A Knight of the Seven Kingdoms: The Hedge Knight è previsto per la fine del 2025. Nel frattempo, torneremo a Westeros quest’estate quando House of the Dragon debutterà con la sua seconda stagione su HBO e Max il 16 giugno.

FBI: la prossima stagione subirà un’importante ristrutturazione

0
FBI: la prossima stagione subirà un’importante ristrutturazione

In un significativo cambiamento dietro le quinte della serie drammatica di successo della CBS FBI, Mike Weiss è stato annunciato come nuovo produttore esecutivo e showrunner, assumendo il ruolo per la prossima settima stagione dello show. La transizione avviene con la partenza di Rick Eid, che si concentra su Law & Order dopo aver guidato con successo la serie nelle ultime stagioni. Weiss, figura esperta di fiction televisiva, porterà la sua vasta esperienza e la sua prospettiva unica a una delle serie più seguite della CBS. Weiss non è estraneo alle complessità dei crime procedural o alle grandi aspettative della televisione di rete. La sua esperienza nel settore comprende ruoli fondamentali nell’universo di Dick Wolf, in particolare come produttore esecutivo per le stagioni 3 e 4 di Chicago P.D., un’altra serie fondamentale dell’impero di Wolf.

Al di là dell’universo di Wolf, Weiss ha dimostrato la sua abilità nel gestire in modo efficiente gli show della rete durante il periodo trascorso in The Mentalist e Code Black della CBS, assicurando che ogni episodio fornisse tensione e profondità emotiva. La sua impresa più recente è stata la co-creazione, la produzione esecutiva e la co-conduzione della serie mystery di Hulu Death and Other Details con Heidi Cole McAdams.

La decisione della CBS di portare Weiss a bordo segue il recente rinnovo triennale di FBI, una mossa che sottolinea la fiducia del network nel continuo successo della serie e nel suo ruolo centrale nella programmazione di prima serata della CBS. Mentre FBI si prepara alla sua settima stagione, la familiarità di Weiss con il network e con il genere sembra un modo intelligente per iniettare nuova energia e idee nella serie.

Di cosa parla FBI?

FBI è un dramma dal ritmo serrato che racconta il funzionamento interno dell’ufficio di New York del Federal Bureau of Investigation. Creata da Dick Wolf, la serie procedurale mostra i migliori agenti del Bureau mentre affrontano casi importanti che hanno un impatto sulla sicurezza nazionale, sull’intelligence e sulla sicurezza del popolo americano. In ogni episodio gli agenti usano tutte le loro capacità, il loro intelletto e le loro competenze tecniche per mantenere New York e il Paese al sicuro, approfondendo casi legati al terrorismo, alla criminalità organizzata e al controspionaggio. La serie riesce a fondere le indagini ad alto rischio con la vita personale degli agenti e offre agli spettatori uno scorcio dell’ambiente pressante che è la vita quotidiana del personale dell’FBI. La serie è interpretata da Missy Peregrym, Zeeko Zaki, Jeremy Sisto, Alana De La Garza, John Boyd e Katherine Renee Kane. Ogni settimana si sintonizzano in media 9 milioni di spettatori in diretta.

Mad Max: tutti i film della saga e come guardarli in ordine cronologico

L’originale Mad Max, perennemente ambientato a pochi anni da oggi, vedeva Mel Gibson nei panni di Max Rockatansky, un ufficiale australiano che pattugliava una società in rapido declino a causa dell’inquinamento e della diminuzione delle risorse naturali. Il regista George Miller tiene ai margini i dettagli esatti della distopia, usando l’apocalisse incombente come sfondo per acrobazie d’azione e caos veicolare. Mad Max è uscito per la prima volta nel 1979, profondamente inserito nell’era della Ozploitation, quando il paese sfornava film di genere grindhouse come Wake in Fright, BMX Bandits, Dead End Drive-In e The Cars That Ate Paris.

Miller e Gibson si sono riuniti per due sequel: Mad Max 2 aka The Road Warrior del 1981 e Mad Max Beyond Thunderdome del 1985. La civiltà è completamente crollata all’inizio del primo sequel, e Max si trasforma in un taciturno survivalista che si aggira tra le comunità barbariche sorte nelle terre desolate. Lo stile da spazzino in pelle dei sequel ha influenzato il look di quasi tutte le ambientazioni desertiche post-apocalisse da allora. Sebbene Miller consideri i film come storie a sé stanti, essenzialmente come miti di un vagabondo raccontati al fuoco di barili di petrolio, essi formano facilmente una trilogia con continuità nell’abbigliamento, nell’auto e ovviamente nell’attore che interpreta Max.

Sebbene Beyond Thunderdome abbia i suoi detrattori per la relativa messa in secondo piano di Max a favore di un gruppo di moppette e Tina Turner, doveva anche seguire Road Warrior, considerato tra i migliori film d’azione mai realizzati. La trilogia originale:

  • Mad Max (1979)
  • Mad Max 2: Il guerriero della strada (1981)
  • Mad Max Beyond Thunderdome (1985)
  • Mad Max: Fury Road (2015)
  • Furiosa: A Mad Max Saga (2024)

Mad Max (1979)

Durata: 1 ora e 33 minuti
Cast: Mel Gibson, Hugh Keays-Byrne, Joanne Samuel

Il film che ha dato il via a un franchise, l’originale Mad Max è di George Miller e vede protagonista Mel Gibson nei panni dell’omonimo Mad Max Rockatansky, ex poliziotto diventato giustiziere che vive in un’Australia distopica e post-apocalittica. Quando sua moglie e suo figlio vengono uccisi da una banda di motociclisti, Max inizia una lotta senza quartiere per la vendetta e una vendetta personale contro la banda.

Mad Max 2: Il guerriero della strada (1981)

Durata: 1 ora e 36 minuti
Cast: Mel Gibson, Bruce Spence, Emil Minty

Il secondo film del franchise di Mad Max vede il ritorno del Mad Max Rockatansky di Mel Gibson, reduce dalla vendetta della sua famiglia (spoiler?), in giro da solo nell’entroterra australiano a difendersi dalle tribù nomadi.

Si ritrova coinvolto in una tribù non così minacciosa, inizialmente con l’intenzione di derubarla, ma alla fine diventa un leader del gruppo, aiutando a difendere la popolazione dai fuorilegge criminali.

Mad Max Beyond Thunderdome (1985)

Durata: 1 ora e 47 minuti
Cast: Mel Gibson, Tina Turner, Bruce Spence

Mad Max Beyond Thunderdome vede Tina Turner nel ruolo della fondatrice e leader di una città commerciale chiamata Bartertown che, dopo aver inizialmente rifiutato l’ingresso di Max nel suo accampamento, accetta di rifornire il suo arsenale personale se completerà un compito per lei.

Il compito? Infiltrarsi nel mondo sotterraneo della città che produce energia e assassinare l’uomo che lo gestisce, aprendo la strada a Max per ottenere un maggiore controllo in questa terra desolata post-apocalittica. Il franchise che non può essere ucciso, il film è stato accolto positivamente e ha aperto la strada a un quarto, quinto e sesto capitolo di Mad Max.

Mad Max: Fury Road (2015)

Mad Max: Fury Road del 2015 è stato in fase di sviluppo per decenni, il che ha dato a Miller e ai suoi collaboratori tutto il tempo necessario per forgiare la storia, la costruzione del mondo e le profonde backstory di Max, del signore della guerra Immortan Joe, del suo luogotenente Furiosa e del War Boy Nux. Tom Hardy veste i panni di Max e Charlize Theron quelli di Furiosa. Immortan Joe è interpretato da Hugh Keays-Byrne, che era anche il cattivo Toecutter nel primo film.

Per evitare contraddizioni e rafforzare al contempo la mitizzazione concettuale del mondo di Max, Fury Road fa parte di una linea temporale separata. Gli eventi della trilogia originale sono ancora accaduti, ma i dettagli vengono modificati quando la nuova storia lo richiede. Miller è stato coinvolto in una serie a fumetti di quattro numeri del 2015 che rivela l’ascesa al potere di Immortan Joe, l’educazione di Nux, i motivi della ribellione di Furiosa e come Max abbia recuperato la sua auto Interceptor tra Thunderdome e Fury Road. (Il videogioco open-world Mad Max è una continuità a sé stante).

Il lungo sviluppo di Fury Road è stato una passeggiata rispetto alle riprese vere e proprie, che hanno incluso set allagati, lunghe giornate bruciate dal sole in Namibia e attori protagonisti in lotta tra loro. (Le riprese da incubo sono documentate nel libro Blood, Sweat & Chrome di Kyle Buchanan). Il risultato: Un assalto ai sensi e puro cinema d’azione che ha vinto sei Oscar, oltre alle nomination per il miglior film e la miglior regia.

Furiosa: una saga di Mad Max (2024)

Con Furiosa: A Mad Max Saga, la mente di Miller sta tirando il filo diretto e più forte tra i film, poiché il film del 2024 è esplicitamente ambientato 15 anni prima di Fury Road, con l’inserimento di Anya Taylor-Joy.

Il diamante della stagione, Furiosa: A Mad Max Saga, approfondisce il personaggio introdotto nel film precedente, Imperator Furiosa. Il nuovo film è ambientato 15-20 anni prima degli eventi di Fury Road, portando i fan del franchise direttamente nel dramma del collasso della società fittizia che ha dato inizio alla saga tanti anni fa.

La storia di Furiosa inizia quando viene rapita da una malvagia banda di motociclisti, strappata dalla sua casa nel Palazzo Verde delle Molte Madri. Dio, la storia apocalittica è così divertente. Furiosa: A Mad Max Saga sarà nelle sale il 24 maggio.

Furiosa: A Mad Max Saga ha una scena post-credits?

0
Furiosa: A Mad Max Saga ha una scena post-credits?

Mentre i fan del franchise di Mad Max attendono da quasi un decennio il prossimo capitolo della serie, Furiosa: A Mad Max Saga (la nostra recensione) contiene sia una sequenza di accredito che uno stinger post-credito che rendono omaggio all’eredità della saga. Nessuna delle due offre una forte indicazione sulla prossima direzione del franchise, ma i fan di Mad Max: Fury Road in particolare potrebbero essere entusiasti di vedere le Easter eggs fornite dal regista George Miller.

In ogni caso, gli spettatori saranno propensi a rimanere fino ai titoli di coda, perché Furiosa: A Mad Max Saga è uno spettacolo d’azione senza fiato che presenta alcune acrobazie davvero sbalorditive, tra cui un momento che, secondo quanto riferito, ha richiesto alla sua protagonista Anya Taylor-Joy 78 giorni per completare le riprese.

Furiosa: A Mad Max Saga è il primo film di Mad Max con uno stinger post-credit, ma è certamente una ricompensa soddisfacente considerando la storia frenetica che il franchise ha avuto fino a questo momento. Mad Max: Fury Road è rimasto bloccato nell’inferno dello sviluppo per decenni dopo l’uscita nelle sale di Mad Max Beyond Thunderdome, e ha sofferto di molti litigi sul set che hanno reso le riprese più difficili. Fortunatamente, le recensioni positive finora hanno indicato che Furiosa: A Mad Max Saga vale più che l’attesa.

Furiosa: A Mad Max Saga è un’epopea della vendetta

Furiosa: A Mad Max Saga è un film molto diverso dagli altri episodi del franchise di Mad Max. Non si tratta tanto di un film di inseguimento quanto di un’epopea spirituale che racconta l’intera storia di Furiosa fino agli eventi culminanti di Mad Max: Fury Road. Anya Taylor-Joy mostra un lato più vulnerabile e sensibile del personaggio rispetto a Charlize Theron. Detto questo, Furiosa: A Mad Max Saga non lesina certo in spettacolarità. Mentre cresce nella sua agenzia, Furiosa si ritrova bloccata in un’aspra faida tra i signori della guerra Dementus (Chris Hemsworth) e Immortan Joe (Lachy Hulme).

Anya Taylor-Joy in Furiosa: A Mad Max Saga
Copyright: © 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved. Photo Credit: Jasin Boland

Oltre a fornire un interessante contesto sulle origini del franchise di Mad Max, Furiosa: A Mad Max Saga introduce alcuni volti nuovi nella serie. La star di The Souvenir e Mank Tom Burke ha interpretato in modo memorabile il ruolo del pretoriano Jake, un comandante che lavora sotto Immortan Joe. Anche Charlee Fraser offre una performance ricca di emozioni nel ruolo della madre di Furiosa, Mary Jo Bassa.

Dove andrà a finire il franchise di “Mad Max”?

Non è chiaro se Taylor-Joy riprenderà il suo ruolo in un futuro capitolo, ma Miller ha lasciato intendere di avere delle idee su un altro film prequel di Mad Max. Miller ha dichiarato che prima della produzione di Mad Max: Fury Road ha sviluppato “non solo la storia di ogni personaggio, ma anche ogni oggetto di scena, ogni veicolo, ogni gesto”. Il destino del Max Rockatansky di Tom Hardy viene lasciato ambiguo alla fine di Mad Max: Fury Road, suggerendo che potrebbe riprendere il suo ruolo in un’altra avventura. Hardy dovrebbe tornare nei panni di Eddie Brock in Venom: The Last Dance, ma la sua interpretazione di Max è ancora considerata una delle migliori della sua carriera.

Furiosa Chris Hemsworth
Copyright: © 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved. Photo Credit: Jasin Boland

Indipendentemente dalla direzione che prenderà la serie, l’attenzione di Miller per i dettagli ha sicuramente giovato a Furiosa: A Mad Max Saga. Anche con un dialogo minimo, il film contiene una costruzione del mondo più impressionante di quella che la maggior parte dei blockbuster estivi tenterebbe mai. Considerando che Mad Max: Fury Road è diventato uno dei rari film d’azione che hanno fatto breccia nella rosa dei premi Oscar come miglior film, Furiosa: A Mad Max Saga potrebbe benissimo essere in lizza per i principali premi della critica del prossimo anno.

Station 19: una featurette celebra il finale di serie

0
Station 19: una featurette celebra il finale di serie

Sapevamo tutti che questo giorno sarebbe arrivato, ma a questo punto non c’è più scampo. Oggi la ABC ha condiviso una featurette che fa capire ai fan che il cast e la troupe di Station 19 sono tristi come tutti gli altri per la fine della serie. Il filmato rivela l’addio strappalacrime di tutti allo spin-off di Grey’s Anatomy e alcuni membri del cast raccontano come si sono sentiti durante le riprese degli ultimi episodi della serie.

Nella featurette dietro le quinte, Jaina Lee Ortiz (Girls Trip) dice tutto: Nessuno è pronto a dire addio a Station 19. Jay Hayden (The Catch) scherza sul fatto che sarà difficile adattarsi al fatto che non vedrà più il volto di Jason George (Sunset Beach) ogni giorno, e tutti concordano sul fatto che fare l’ultima lettura del tavolo, girare le loro ultime scene e dare l’addio a tutti sarà brutale – ecco perché scatole e scatole di fazzoletti sono state distribuite durante la produzione del finale di stagione in due parti.

Allo stesso tempo, il video emotivo è anche una celebrazione dell’eredità della Stazione 19. Lo show dei vigili del fuoco è nato come un programma di intrattenimento per i pompieri. Lo show sui vigili del fuoco è nato come timido spin-off della serie ABC Grey’s Anatomy ed è riuscito a trovare il proprio spazio all’interno di quell’universo. Ha permesso a personaggi come Ben Warren (George) e Stefania Spampinato (che interpreta la dottoressa Carina De Luca) di continuare a esistere anche dopo che i loro archi narrativi in Grey’s Anatomy erano terminati, e l’emozionante show è stato in grado di andare avanti per oltre cento episodi, cosa piuttosto rara nell’era della televisione di punta.

Station 19 uscirà di scena con il botto

All’inizio dell’anno, Meg Marinis, la nuova showrunner di Grey’s Anatomy, ha rivelato di essere “costantemente al telefono” con gli showrunner di Station 19 Zoanne Clack e Peter Paige. Tuttavia, non ha rivelato a quale tipo di evento crossover assisteremo alla fine della serie – e quali personaggi ne saranno coinvolti. La Marinis ha però rivelato di aver tenuto d’occhio Ben Warren, poiché il suo destino ha un impatto diretto sulla vita e sulla carriera di Miranda Bailey (Chandra Wilson) di Grey’s Anatomy.

Station 19 andrà in onda questo giovedì con il suo penultimo episodio. Anche se è praticamente scontato che la serie se ne vada per sempre, i fan non la lasceranno andare in silenzio. Fin dall’inizio dell’anno, la fedele fanbase ha dato vita a una massiccia campagna #SaveStation19 che ha fatto appello agli showrunner della serie. Tuttavia, finora sembra che la ABC non abbia cambiato idea e, dato che negli ultimi mesi la rete ha tagliato alcuni budget, non sembra che Station 19 potrà avere una vita ultraterrena. Il finale di serie di Station 19 andrà in onda questo venerdì sulla ABC.

S.W.A.T. 8: Teaser trailer dall’ottava stagione

0
S.W.A.T. 8: Teaser trailer dall’ottava stagione

Il network americano della CBS ha diffuso il teaser trailer di S.W.A.T. 8, l’annunciata ottava stagione della serie tv S.W.A.T.

I fan sono stati senza dubbio entusiasti di vedere S.W.A.T. selezionata dalla CBS per la sua ottava stagione e ora, lo showrunner Andrew Dettman ha delle notizie entusiasmanti sul ritorno di una star nella prossima stagione. Parlando con TVLine, Dettman ha confermato che il personaggio di Jay Harrington, il Sergente II David “Deacon” Kay, protagonista del finale della stagione 7, tornerà nonostante la sua storyline di pensionamento. L’aggiornamento arriva dopo che due star principali, Alex Russell e Kenny Johnson, hanno lasciato lo show.

Basata sull’omonima serie televisiva del 1975 e sul film del 2003, S.W.A.T. è stata sviluppata da Aaron Rahsaan Thomas e Shawn Ryan e ha debuttato sulla CBS il 2 novembre 2017. Tuttavia, la serie è stata cancellata dopo sei stagioni nel maggio 2023, per poi essere rinnovata per una settima e ultima stagione alcuni giorni dopo. Fortunatamente, la seconda cancellazione è stata annullata e il mese scorso è stata rinnovata per un’ottava stagione.

Sebbene lo showrunner Dettman si sia inizialmente interrogato sull’opportunità di eliminare il personaggio di Harrington, ora ha assicurato ai fan che la star rimarrà parte della squadra anche in futuro. Ha dichiarato: “Sì, sarebbe sempre stato presente. Sapevamo che Jay [Harrington] sarebbe stato presente. Era l’unica cosa che mi metteva un po’ in discussione: la storia del suo ritiro e del suo ritorno. Ero un po’ preoccupato, dopo aver perso Street e Luca, che anche solo fingere di perdere Deacon avrebbe spento la gente. Spero che non sia successo, e non credo che sia successo. Quindi, sì, Deacon è tornato e fa parte della squadra”.

L’ottava stagione di S.W.A.T., composta da 22 episodi, è prevista per la stagione televisiva 2024/2025. Dettman ha approvato il rinnovo dello show, rivelando in precedenza che lui e la star principale Shemar Moore avevano avuto molte conversazioni durante la produzione della stagione 7, “sicuri che se avessimo continuato a raccontare grandi storie punteggiate dall’azione tipica di S.W.A.T., i nostri fantastici fan sarebbero rimasti con noi, dandoci una buona possibilità di avere un’altra stagione”. Di seguito il teaser trailer:

Tutto quello che c’è da sapere su S.W.A.T.

“La serie S.W.A.T.  segue Daniel ‘Hondo’ Harrelson (Shemar Moore), un sergente della S.W.A.T. nato e cresciuto a Los Angeles, che guida una squadra tattica d’élite che è l’ultima fermata delle forze dell’ordine a Los Angeles”, si legge nella sinossi. “Diviso tra la lealtà verso la comunità in cui è cresciuto e i suoi fratelli in blu, Hondo lavora per colmare il divario tra i suoi due mondi mentre è alle prese con la nuova paternità insieme a sua moglie Nichelle”.

Completano la Squadra 20 David “Deacon” Kay, padre di famiglia e ufficiale esperto, Victor Tan, da poco single e desideroso di assumere un ruolo di leadership nella squadra, e Zoe Powell, una nuova arrivata che sta cercando di trovare il suo posto nella squadra. Infine, il comandante Robert Hicks supervisiona tutta la Metro S.W.A.T. Guidata da Hondo, la 20-Squad abbraccia le proprie differenze e lavora insieme per salvare vite e proteggere la propria città in un mondo sempre più problematico”.

Basata sull’omonima serie del 1975 e sul film del 2003, S.W.A.T. è prodotta esecutivamente dagli showrunner Andrew Dettmann e Shawn Ryan. La serie è interpretata anche da Jay Harrington, David Lim, Patrick St. Esprit, Rochelle Aytes e Anna Enger Ritch. Oltre a guidare il cast, Moore è anche produttore esecutivo insieme a Justin Lin, Neal H. Moritz, Marney Hochman, Pavun Shetty, Billy Gierhart e James Scura.

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità