The Hunting Wives –
stagione 1 è una soap opera poliziesca ambientata nel cuore del
Texas, con colpi di scena continui fino alla fine. Una donna
liberale di nome Sophie e suo marito Graham si trasferiscono in una
piccola città del Texas. Dopo essersi incontrate a una festa,
Sophie si innamora rapidamente di una donna ricca, leggermente più
progressista ma comunque estremamente conservatrice, di nome Margo.
Simile a Devon in Sirens di Netflix,
Sophie cerca di entrare a far parte del gruppo di amici ricchi ed
elitari di Margo e scopre ben presto che tutti hanno dei
segreti.
Quello che inizia come uno scontro
culturale tra conservatori sostenitori di Trump e una liberale
outsider si trasforma in un giallo quando una ragazza adolescente
di nome Abby viene trovata morta nella foresta. La nuova pistola di
Sophie, che è stata costretta a comprare, scompare. Tuttavia,
riappare come arma del delitto. Mentre Sophie cerca di scoprire la
verità, scopre rapidamente che non può fidarsi di Margo, nonostante
abbiano iniziato una relazione.
Chi ha ucciso Abby nella prima
stagione di The Hunting Wives
Il mistero al centro di The Hunting
Wives è chi ha ucciso Abby, e ci sono diversi sospetti con forti
moventi. La sospettata più probabile è Jill, la madre di Brad.
Dopotutto, è lei l’assassina nel libro. Tuttavia, Sophie scopre che
la sua nuova migliore amica e amante, Margo, è la responsabile
dell’omicidio.
Come scopriamo all’inizio di The
Hunting Wives, Margo ha adescato Brad, il fidanzato adolescente di
Abby, già da tempo. Anche se lei lo definisce un tradimento, mi
asterrò dal dipingerlo in questo modo, dato che lui è un ragazzo di
appena 18 anni che frequenta ancora il liceo. È fortemente
implicito che lei abbia iniziato ad abusare sessualmente di lui
prima che fosse legalmente considerato un adulto. Anche se avesse
aspettato che compisse 18 anni, sarebbe comunque moralmente
riprovevole, soprattutto perché lo conosceva da quando era
bambino.
Margo non vuole che nessuno sappia
cosa sta facendo a Brad o che ha abortito dopo essere rimasta
incinta. Usa la sua influenza su Brad per impedirgli di rivelare la
loro “relazione”, ma non ha modo di manipolare Abby affinché
taccia. Così, Margo la zittisce per sempre, nascondendo le sue
azioni deplorevoli.
Come Sophie scopre l’aborto
segreto di Margo
Sophie nota un dettaglio
facilmente trascurabile
Sophie aveva tutti gli elementi per
ricostruire la verità sull’omicidio di Abby da parte di Margo.
Tuttavia, non riusciva a capire un movente forte fino a quando non
ha scoperto che Margo aveva abortito in segreto. Margo non solo
voleva nascondere di aver abortito, ma anche che era stato lo
sperma di Brad a metterla incinta.
Fortunatamente, Sophie trova i
tamponi di Margo in bagno dopo aver fatto sesso. Sophie ricorda che
la prima volta che ha incontrato Margo, lei le ha detto che non
poteva usare i tamponi. Invece di ignorare l’incongruenza, Sophie
indaga e scopre che la gravidanza e l’aborto sono i motivi
principali per cui una persona non può usare un tampone.
Planned Parenthood raccomanda alle
persone che abortiscono in ambulatorio di non usare tamponi per una
settimana per ridurre il rischio di infezioni. Purtroppo, Margo
commette l’errore di negare di non poter usare un tampone, il che
insospettisce Sophie.
Perché Sophie nasconde la morte
accidentale di Kyle
Sophie teme le ripercussioni
del bere e guidare
Sophie trascorre la prima metà di
The Hunting Wives comportandosi in modo molto strano ogni volta che
si parla di bere o guidare. In realtà non ha bisogno di un motivo
per astenersi da entrambe le cose, ma la serie rivela che non fa
nessuna delle due cose a causa di un precedente omicidio colposo
causato dal bere e guidare.
Questo la porta a nascondere la
morte di Kyle nei momenti finali della prima stagione di The
Hunting Wives. È consapevole di avere un precedente per omicidio
colposo, il che farebbe sì che la polizia la incolpasse invece di
considerare che potrebbe aver agito per proteggersi.
Inoltre, era già stata indagata dai
servizi sociali dopo l’ultimo incidente. Probabilmente si rende
conto che, essendo l’unica responsabile del figlio al momento
dell’incidente, potrebbe perderlo.
La complessa relazione tra
Margo e Sophie, spiegata
La relazione tra Margo e Sophie
confonde i confini tra romanticismo, ossessione e
coercizione
La relazione tra Margo e Sophie in
“The Hunting Wives” è in bilico tra ammirazione, ossessione e
attrazione, rendendola una delle più complesse della serie. È
difficile attribuire tutte le azioni di Sophie a una sola di queste
categorie. Niente in questo show è semplice e lineare.
Sophie potrebbe aver iniziato a
investire il suo tempo nel gruppo perché ammirava Margo, ma ben
presto è diventata così ossessionata da lei da mettere da parte la
sua famiglia e le sue responsabilità. Ha anche iniziato a
comportarsi in modo insolito per compiacere Margo, cercando lodi e
approvazione. Allo stesso tempo, però, non c’è alcun dubbio che
provasse anche attrazione sessuale per Margo.
Nel frattempo, non è chiaro se
Margo veda Sophie come il suo nuovo “giocattolo”, se voglia
corromperla o se sia attratta da lei. Tutte sono spiegazioni
plausibili. Dopotutto, Margo spinge ripetutamente, se non
addirittura oltrepassa, i limiti di Sophie, soprattutto quando si
tratta di alcol, droga e armi. Allo stesso tempo, si comporta come
se fosse attratta da Sophie, e tra loro c’è sicuramente chimica.
Come Sophie, probabilmente è un mix di entrambe le cose.
L’identità del rapitore di
Kaycee Krummell e cosa le succede
Il rapimento di Kaycee non è
collegato all’omicidio di Abby
The Hunting Wives stagione 1
introduce il rapimento di una ragazza adolescente di nome Kaycee
Krummell. Questo crea un forte mistero quando Abby muore, perché la
polizia teme che possa trattarsi di un rapitore e aggressore
seriale. Tuttavia, alla fine, è chiaro che esiste un rapitore e
aggressore seriale, ma non ha nulla a che fare con l’omicidio di
Abby.
Considerando che il pastore Pete
stava diventando troppo amichevole con Abby e le aveva preso il
maglione, probabilmente sarebbe stata sua vittima se Margo non
l’avesse uccisa.
Il pastore Pete ha rapito Kaycee
Krummell circa sette mesi prima degli eventi di The Hunting Wives e
fa di Nina la sua seconda vittima. Anche se non vediamo Kaycee
mentre viene rapita, probabilmente è stata accompagnata dal pastore
Pete, che l’ha drogata, come ha fatto con Nina.
Fortunatamente per Kaycee e Nina,
l’agente Salazar riesce a ricostruire l’identità del rapitore in
tempo per fermarlo. Lei e gli altri agenti lo fermano prima che
riesca a scappare. Entrambe le ragazze sono vive nel container
attaccato alla sua auto. Purtroppo, non otterranno giustizia poiché
lui si suicida prima che la polizia possa arrestarlo.
La storia segreta di Margo e
Kyle in The Hunting Wives spiegata
Kyle e Margo hanno un passato
travagliato
Proprio come Sophie, Margo è
enigmatica sul suo passato, ma è chiaro che non proviene da una
famiglia benestante. Aprendosi con Sophie, ammette che sua madre
era mentalmente instabile e che suo padre era un uomo sposato.
Tuttavia, grazie a un flashback, finalmente scopriamo la
verità.
La madre di Margo e Kyle era
estremamente instabile e non riusciva a pagare l’affitto. Per
questo motivo, lei e Kyle hanno messo in atto dei piani, rubando
agli altri e vendendo gli oggetti rubati per denaro.
Inoltre, Sophie scopre che il padre
di Margo e Kyle è un medico in una città vicina. Non è chiaro come
si siano riconciliati, considerando che lui non faceva parte della
loro vita quando erano bambini. Tuttavia, almeno li ama abbastanza
da fornire loro un alibi.
Questo spiega perché Margo è così
disperata di mantenere la sua reputazione positiva mentre suo
marito inizia la sua campagna politica. Lei capisce cosa significa
non avere stabilità e ricchezza. Se non avesse approfittato di
un’adolescente, il suo passato potrebbe renderla un personaggio
simpatico.
Sebbene la prima stagione di The
Hunting Wives risponda alla domanda “Chi ha ucciso Abby?”, lascia
completamente aperto il finale, aprendo la strada a una possibile
seconda stagione. Sophie sa che Margo ha ucciso Abby, e non è
chiaro se abbia intenzione di tenere il segreto o di smascherare la
donna che adora.
Inoltre, Graham e Sophie si trovano
in una situazione molto ambigua alla fine della prima stagione
della serie Netflix. Non si sono lasciati e lui non ha chiesto il
divorzio. Al contrario, lui torna a casa per qualche giorno per
elaborare la notizia del tradimento di Sophie. È possibile che si
riconcilino, ma potrebbero anche decidere di divorziare. In ogni
caso, sarà un percorso difficile.
Infine, Sophie uccide Kyle per
paura dopo che lui la minaccia. Tuttavia, decide di sbarazzarsi del
corpo invece di denunciare l’incidente alla polizia. La seconda
stagione di The Hunting Wives potrebbe includere la
scoperta del corpo da parte della polizia e le indagini su quanto
accaduto.
Wall to Wall è un nuovo avvincente
thriller disponibile su Netflix, il cui
finale merita di essere analizzato nei minimi dettagli.
Paragonabile ad altre serie coreane di successo come Squid
Game e Parasite,
Wall to Wall racconta una storia intricata che affronta
temi quali la povertà, le disparità di classe e il possesso della
casa nella Corea contemporanea.
Tra i migliori thriller Netflix, Wall to Wall si distingue per il suo
approccio unico a temi complessi. Kang Ha-neul interpreta
Woo-seong, un uomo comune che lotta per guadagnare abbastanza soldi
per mantenere la sua casa. Afflitto da spese insormontabili,
lavora per lunghe ore e si astiene dall’usare l’elettricità a casa
nel tentativo di ridurre i costi.
Da lì, si presenta un’opportunità
di investimento e Woo-seong decide di correre un rischio enorme.
Nel frattempo, però, una trama più ampia inizia a svelarsi,
mentre un rumore terribile nel suo palazzo non accenna a
cessare. I vicini lo accusano di essere il responsabile del
rumore e tra loro si crea una tensione che culmina in un finale
scioccante e violento.
Jin-ho voleva vendicarsi di
Eun-hwa
Eun-hwa nascondeva un segreto
importante
Il film culmina con la violenza,
quando Jin-ho viene smascherato come responsabile del rumore.
Jin-ho, il vicino di casa di Woo-seung, è un giornalista che sta
lavorando a una storia che lo aiuterà a distruggere Eun-hwa.
Eun-hwa, in qualità di procuratore, è riuscita a impedire la
pubblicazione di uno degli articoli di Jin-ho, spingendolo a
cercare vendetta.
Jin-ho è instabile e questo porta a
scene di incredibile violenza verso la fine del film. Inventando
una storia che avrebbe dovuto dipingere Woo-seung come vittima
dell’avidità delle grandi aziende, spinto alla follia, Jin-ho
finisce per uccidere il suo vicino del 1301, poi il marito di
Eun-hwa.
Queste azioni sono terrificanti e
indifendibili, anche se gli sforzi di Jin-ho sono alla ricerca
della giustizia. Eun-hwa è una proprietaria sfruttatrice che
cerca di trarre profitto dagli altri, acquistando immobili per
rivenderli a un prezzo maggiorato. Jin-ho vuole che i suoi
crimini vengano alla luce, ma è disposto a fare del male a persone
innocenti per raggiungere il suo obiettivo.
La proprietà immobiliare in
Corea in Wall to Wall è un sogno irrealizzabile
Lo sfruttamento è sempre
possibile da parte di chi è più ricco
La proprietà immobiliare è un tema
importante in Wall to Wall. Il film inizia con Woo-seung
che acquista una casa tutta sua, e questo dovrebbe essere un
passo importante nella sua vita. Egli immagina un futuro lì, dove
potrà costruire comodamente una famiglia tutta sua.
Diversi anni dopo, quel comfort non
è stato trovato e Woo-seung fatica a pagare tutte le bollette. La
sua proprietà immobiliare, pur conferendogli un piccolo e
superficiale vantaggio di classe rispetto agli affittuari,
soprattutto nelle conversazioni con Eun-hwa, è per lo più
insignificante.
Eun-hwa dice che può sfrattare gli
inquilini del 1301, il che rafforza la separazione di classe
derivante dalla proprietà della casa, e il controllo su questa
proprietà permette a Woo-seong di ottenere i fondi per il piano
delle monete GB. Purtroppo, tutti questi piani finiscono per
essere irrilevanti e Woo-seong rimane povero alla fine del
film.
Woo-seong era solo un danno
collaterale
La ricerca di vendetta di
Jin-ho non si cura delle vittime
Jin-ho decide di usare Woo-seong
come capro espiatorio. Lo vede come la vittima definitiva
dell’oppressione di classe, ma decide di sfruttare questa immagine
piuttosto che sostenerlo in modo significativo. Jin-ho aggrava le
difficoltà di Woo-seong incastrandolo per i rumori terribili che
provengono dall’edificio, nascondendo un altoparlante e un telefono
nell’armadio di Woo-seong.
Kang Ha-neul, che interpreta
Woo-seong, è apparso recentemente nel ruolo di Kang Dae-ho in
Squid
Game.
Questo episodio è seguito
dall’omicidio del vicino del 1301 da parte di Jin-ho, che ha dato
la colpa anche a Woo-seong. Si scopre che Jin-ho l’ha persino
pagata per lamentarsi del rumore con Woo-seong, spingendo tutti i
vicini a coalizzarsi contro di lui. Tutto questo rende Jin-ho un
personaggio un po’ confuso.
Sebbene apparentemente motivato
dalla ricerca della verità, le azioni di Jin-ho contraddicono
questo suo intento. È chiaro che Jin-ho è distaccato dalla propria
umanità, ma c’è una triste ironia nella sua volontà di usare le
bugie per raggiungere la verità che gli è stata tolta. Le sue
azioni sono confuse nelle loro motivazioni, ma tutte derivano dalla
sua verità repressa da Eun-hwa.
Lo sguardo del film sulle
differenze di classe si confonde un po’ nella violenza, soprattutto
per quanto riguarda le azioni sociopatiche di Jin-ho. Tuttavia,
la storia riesce a comunicare efficacemente la distruttività
delle lotte intestine. Mettendo le classi inferiori l’una
contro l’altra, i potenti, come Eun-hwa, possono rimanere al
sicuro.
Cosa significa bruciare il
registro?
La fine del film vede Woo-seong
intrappolato nelle stesse condizioni
Nel conflitto finale tra Jin-ho ed
Eun-hwa, entrambi finiscono per morire. Jin-ho esorta Woo-seong a
prendere il registro, che smaschererà tutti i crimini di Eun-hwa, e
a rendere pubblici quei dettagli. Invece, Woo-seong ha la prima
occasione nel film di trarne vantaggio e brucia il registro,
cancellando le prove della vendita del suo appartamento.
Da quel momento, Woo-seong vive
alcuni momenti di tranquillità e riflessione dopo essere stato
quasi ucciso. Viene portato a convalescenza a casa di sua madre in
campagna, dove regnano una serenità e una pace che non si
trovano nei quartieri urbani di Seul. Tuttavia, Woo-seong
sceglie di tornare a casa e viene accolto dagli stessi rumori dei
lavori in corso.
Molti fattori intrappolano le
persone in questi contesti urbani. C’è gioia nelle vite che creano,
ma c’è anche grande tristezza nel modo in cui danno potere al
capitalismo sull’umanità. Il finale di Wall to
Wall regala a Woo-seong un po’ di pace, ma i fattori che lo
feriscono persistono nel film e nella realtà.
Ora, a più di metà della terza
stagione di The Gilded Age, la serie ha ancora
molte domande a cui rispondere e grandi storie da continuare per
ciascuno dei suoi personaggi principali. Nello specifico, in una
serie ricca di eventi glamour, il matrimonio dell’episodio 4 della
terza stagione di The Gilded Age è stato uno dei più
sfarzosi, ma ha anche causato molti problemi a molti dei personaggi
coinvolti.
Dopo il matrimonio infelice di
Gladys Russell con Hector, duca di Buckingham, l’episodio 5 si
tuffa direttamente nella loro vita coniugale e nelle conseguenze
che il matrimonio ha avuto sulla sua famiglia in particolare.
Mentre Bertha e George Russell stanno affrontando più turbolenze
che mai, Larry Russell non vede l’ora di intraprendere nuovi affari
e nuove relazioni amorose, così come Peggy Scott e Marian
Brook.
Lady Sarah sta già causando
problemi al matrimonio di Gladys e del duca
La nobildonna guarda dall’alto
in basso Gladys Russell
Gladys Russell e Hector, duca di
Buckingham, si sono appena sposati alla fine dell’episodio 4 della
terza stagione di The Gilded Age, ma solo un episodio dopo,
la loro relazione ha, come prevedibile, un inizio
burrascoso. La storica Sidmouth Castle è più di quanto la
sorella del duca, Lady Sarah, ritenga che Gladys possa gestire, e
lo ha fatto sapere.
Dal loro arrivo nella dimora
ancestrale del duca, Lady Sarah ha umiliato e sminuito Gladys ogni
volta che ne ha avuto l’occasione. Dal rimproverarla davanti agli
ospiti al reclamare l’attenzione del duca, Lady Sarah ha
chiaramente l’autorità al castello di Sidmouth, ma questo pone
un enorme problema, dato che Gladys è ora la padrona di
casa.
Lady Sarah e il Duca hanno
bisogno dei soldi di Gladys, ma in realtà non vogliono che lei sia
presente, quindi Gladys dovrà imparare ad affermarsi per avere
successo in Inghilterra nei prossimi episodi.
C’era qualcosa di strano in Lady
Sarah nell’episodio 4 e questo è continuato nell’episodio 5 con la
rivelazione che era stato un suo piano far sposare Hector con una
ricca americana. Lady Sarah e il Duca hanno bisogno dei soldi di
Gladys, ma in realtà non vogliono che lei sia presente, quindi
Gladys dovrà imparare ad affermarsi per avere successo in
Inghilterra nei prossimi episodi.
Marian e Larry sono
fidanzati
Solo alcuni membri della
famiglia sono felici della notizia
Il matrimonio di Gladys e del Duca
è già un evento importante per la famiglia Russell, ma la storia
della famiglia in questa stagione è diventata ancora più drammatica
con il nuovo fidanzamento di Larry Russell e Marian Brook. Dopo
aver aspettato mesi per confermare i loro sentimenti, i due sono
finalmente fidanzati, ma non tutti sono entusiasti.
Dopo essersi fidanzati
ufficialmente, Larry e Marian lo comunicano subito alle loro
famiglie, ma sia la zia di Marian, Agnes van Rhijn, che la madre di
Larry, Bertha Russell, non sembrano felici. Entrambe le donne si
sentono escluse, il che significa che i loro sentimenti potrebbero
avere più a che fare con le loro insicurezze.
Al di là del giudizio che la coppia
sta già affrontando da parte dei propri familiari, la relazione tra
Marian e Larry non sembra ancora definitiva. Nell’episodio, George
Russell chiede a Larry di andare in Arizona per lavoro,
interrompendo i preparativi della coppia e lasciando tempo a The
Gilded Age per lanciare un colpo di scena.
Perché George Russell sta
alzando la posta in gioco nei suoi affari
La nuova impresa di George è
più rischiosa che mai
George Russell non è mai stato
estraneo agli affari rischiosi, ma The Gilded Age – stagione 3 sta alzando nuovamente la
posta in gioco per il magnate. Questa volta, George Russell
potrebbe aver puntato troppo in alto con il suo nuovo piano per
una ferrovia transcontinentale, e i suoi soci in affari non hanno
avuto remore a dirglielo.
The Gilded Age ha aperto la
stagione nel selvaggio west dell’Arizona, con George che cerca di
concludere un accordo per acquistare dei terreni dai minatori. Da
allora, ha cercato di negoziare l’accordo senza successo. Allo
stesso tempo, si è esposto finanziariamente in modo eccessivo
nel progetto, causando il ritiro dei suoi finanziatori, tra cui
J.P. Morgan.
Persino la sua segretaria ha
detto a George che stava esagerando, lasciando intendere che negli
episodi rimanenti della terza stagione George e il resto della
famiglia Russell potrebbero perdere tutto.
Altri uomini d’affari hanno
dubitato di George Russell nelle stagioni precedenti, ma lui è
sempre riuscito a spuntarla. Tuttavia, il suo comportamento nella
terza stagione sembra molto più avventato. Persino la sua
segretaria gli ha detto che stava esagerando, lasciando intendere
che negli episodi rimanenti della terza stagione George e il resto
della famiglia Russell potrebbero perdere tutto.
L’ex fiamma di Peggy crea
problemi e opportunità
The Gilded Age organizza una
grande intervista per Peggy
Molto è cambiato per Peggy Scott
nella terza stagione di The Gilded Age, ma l’episodio 5 ha
introdotto un richiamo alla trama della seconda stagione. Peggy si
è ammalata e si è ripresa, trovando un nuovo amore nel dottor
William Kirkland. Mentre i due devono già affrontare alcuni
problemi con la madre di lui, l’episodio 5 ha mostrato che anche
il passato di lei potrebbe causare dei problemi.
The Gilded Age stagione 3, episodio
6, “If You Want to Cook an Omelette” sarà trasmesso in anteprima su
HBO Max domenica 27 luglio 2025 alle 21:00 EST.
Mentre assiste a una partita di
baseball con William, Peggy incontra T. Thomas Fortune, il suo
vecchio capo del The Globe. La scorsa stagione, Peggy ha
deciso di licenziarsi dopo aver baciato l’uomo sposato, dicendo
che voleva concentrarsi sul suo romanzo. Ora sembra che il signor
Fortune non abbia recepito chiaramente il messaggio.
Peggy accetta la sua offerta di
intervistare Frances Ellen Watkins Harper, ma quando arriva alla
stazione ferroviaria lui è lì. Sia Peggy che William chiariscono
che il signor Fortune non è il benvenuto e lui sembra lasciarli in
pace. Questo crea una situazione molto scomoda per Peggy,
nonostante l’enorme opportunità di intervistare la suffragista.
La terza stagione di The Gilded
Age, episodio 5, pone un grande dilemma per la signora
Astor
La società sta cambiando più
velocemente di quanto lei riesca a stare al passo
Nel corso delle sue tre stagioni,
The Gilded Age ha fatto un ottimo lavoro nell’esplorare
come la struttura del potere a New York sia cambiata notevolmente
durante quel periodo. Il denaro antico aveva sempre regnato
sovrano, ma l’età dell’oro ha visto questo cambiamento con l’ascesa
della nuova classe ricca. Allo stesso tempo, questo significava
anche che le norme sociali stavano cambiando.
La terza stagione di The Gilded
Age ha esplorato questo tema in modo approfondito, grazie al
tema del divorzio. Persino la signora Astor, che governa la
società, non è più immune a questo cambiamento, poiché ora deve
affrontare pressioni da più parti affinché cambi la sua opinione
sul divorzio. I giornali hanno diffuso pettegolezzi su sua
figlia Charlotte e sulla sua relazione.
Come sottolinea Mamie Fish,
se la signora Astor emargina Aurora Fane, dovrà fare lo stesso con
sua figlia.
Questo avviene contemporaneamente
all’esilio di Aurora Fane a causa della sua separazione. Come
sottolinea Mamie Fish, se la signora Astor emargina Aurora Fane,
dovrà fare lo stesso con sua figlia. Per evitare uno scandalo
ancora più grande, la signora Astor potrebbe essere costretta a
cambiare opinione, portando a un cambiamento ancora più radicale
nel dibattito sul divorzio in The Gilded Age.
Fondazione – stagione 3, episodio 2, offre
molti spunti interessanti da analizzare. Fondazione – stagione 3 è
partita alla grande con i suoi primi episodi, la nuova stagione
entra subito nel vivo del conflitto quando il Mule inizia la sua
conquista galattica con il pianeta Kalgan, sconvolgendo sia la
Fondazione che l’Impero Galattico.
L’episodio vede Gaal
risvegliarsi dal criosonno su Ignis, permettendoci di ritrovare
lei e Hari Seldon. Il Mulo continua a dimostrare il suo potere su
Kalgan. Le tre forme di Cleon lottano con il loro destino mentre il
Primo Radiante li prepara alla caduta dell’Impero. C’è molto da
analizzare.
Perché Gaal Dornick entra in
contatto con Brother Dawn
La Fondazione e l’Impero devono
collaborare
Come sappiamo dal finale della
seconda stagione di Fondazione, Gaal Dornick e Hari
Seldon sono entrati in criosonno in preparazione dell’arrivo del
Mulo, l’antagonista principale della terza stagione. L’ultima scena
della premiere della terza stagione ha visto Gaal risvegliarsi dal
criosonno 152 anni dopo. Ora la vediamo contattare Brother Dawn,
mettendo in contatto la Fondazione e l’Impero.
Il controllo del Mulo su
Kalgan minaccia entrambe le principali forze della galassia, e
nessuno lo sa meglio di Gaal Dornick.
La seconda stagione ha visto
crescere la tensione tra la Fondazione e l’Impero Galattico, con la
distruzione dell’insediamento originale su Terminus. Ora, la
Seconda Fondazione si è consolidata e l’influenza dell’Impero sulla
galassia sta diminuendo. Questo ha portato ad alcune scene di
tensione durante la cena con Dusk, Dawn e l’ambasciatore della
Fondazione Quent, che cercano di mantenere la pace nella
galassia.
Il controllo del Mulo su Kalgan sta
minacciando entrambe le principali forze della galassia, e nessuno
lo sa meglio di Gaal Dornick. Gaal si è svegliata ogni anno per
guidare il popolo di Ignis, quindi deve aver contattato l’Impero
in precedenza per informarlo della minaccia imminente del
Mulo.
Per quanto riguarda Dawn, è nel
suo interesse affrontare rapidamente il Mulo, e dato che
Brother Day non è particolarmente utile, è logico che si rivolga
alla Fondazione per farlo. Sembra che sia necessario formare
un’alleanza temporanea per affrontare il pirata guerriero prima che
sia troppo tardi.
Spiegazione della nuova arma
distruttrice di pianeti di Brother Dusk
La Novacula è
terrificante
Il finale dell’episodio 2 della
terza stagione di Fondazione mostra Brother Dusk che esamina
una nuova arma che ha fatto costruire. Si tratta dell’arma
Novacula, un’idea originale della serie TVFondazione.
Assomiglia al superlaser della Morte Nera di Star
Wars, ma c’è una differenza importante.
La Novacula non disintegra il suo
bersaglio, ma lo riorganizza in uno stato irriconoscibile.
Come vediamo nella serie, l’arma distrugge il suo bersaglio e lo
spazio viene riformato con un ammasso di stelle. Dusk chiarisce che
questa è un’opzione di ultima istanza che Dawn potrà utilizzare se
necessario, creando pericoli terrificanti per la terza
stagione.
Perché Hari Seldon se n’è
andato e se tornerà nella terza stagione di Foundation
Hari Seldon è misterioso come
sempre
Hari Seldon, interpretato da Jared
Harris, è l’attore principale di Foundation ed è uno dei
personaggi più importanti della serie. È senza dubbio il
personaggio più iconico di Isaac Asimov, ma è comunque sorprendente
che sia durato così a lungo nell’adattamento televisivo, dato che
compare solo nelle prime due parti del romanzo.
Sebbene Hari e Gaal avessero
concordato di entrare in criosonno a intervalli di un anno,
concedendosi così il tempo di svegliarsi e guidare Ignis, Hari
tradisce questa idea. Mette Gaal in criosonno per anni, mentre
lui rimane sveglio e guida la Seconda Fondazione. Hari crede
che il tempo di Gaal sia più prezioso del suo, dato che è lei che
alla fine dovrà affrontare il Mulo.CorrelatiL’attore di GOT
anticipa il suo “personaggio infantile” nella terza stagione di
Foundation dopo il ricastingEsclusiva: le scelte recitative di un
importante attore di Game of Thrones sconvolgono la terza stagione
di Foundation.
Questo porta Gaal a svegliarsi e
a scoprire una versione molto più anziana di Hari Seldon, che è
rimasto in vita per anni, costruendo statue e aiutando nello
sviluppo di Ignis. Sta contribuendo con ciò che può con l’ultimo
pezzo della sua vita, in modo da poter finalmente passare
completamente il testimone a Gaal.
Non è chiaro quando rivedremo
Hari.
Non sappiamo esattamente quale
sia il prossimo piano di Hari Seldon, poiché lo intraprende con
l’aiuto dell’entità (sotto forma di sua moglie, Yanna), che in
precedenza lo ha riportato nel suo corpo. Entra in un misterioso
tunnel spaziale e scompare, lasciando Gaal a cavarsela da sola. Non
è chiaro quando rivedremo Hari.
Il piano di Toran, Bayta e Han
Pritcher per sconfiggere il Mulo spiegato
Han sta usando i ricchi Nepo
Babies come spie
La terza stagione di
Foundation ha introdotto una nuova serie di personaggi, che
sono forse le aggiunte più interessanti alla serie dalla prima
stagione. Tra questi ci sono il capitano Han Pritcher, un agente
dei servizi segreti che cerca di sconfiggere il Mulo, e Toran e
Bayta Mallow, due sposini che beneficiano della ricchezza
generazionale del loro antenato Hober Mallow, senza
preoccuparsi minimamente del complotto del Mulo.CorrelatiSono
convinto che il sorprendente ricasting di un personaggio tanto
atteso nella terza stagione di Foundation abbia una spiegazione
canonicaFoundation di Apple
TV+ torna con una nuova serie di episodi per continuare l’epica
space opera, ma un volto familiare sembra diverso.
Il capitano Han Pritcher arriva a
casa loro senza preavviso, sperando di usare la coppia come spie
per ottenere informazioni sul Mulo. Pritcher è una sorta di soldato
ribelle, che sta andando contro gli ordini per sconfiggere una
minaccia più grande. I Mallow saranno invitati a una festa per
celebrare la conquista di Kalgan da parte del Mulo, e Pritcher
vuole partecipare.
Perché Brother Dusk morirà
prima rispetto alle versioni precedenti
Demerzel ha abbreviato il ciclo
di vita dei Cleon
La crisi del Mule è alle porte, ma
il ciclo dei Cleon sta per concludersi. Tra dieci giorni,
Brother Dusk andrà in pensione, trasformando l’attuale Day in
quel ruolo, mentre l’attuale Dawn salirà al trono. Questo mette
Dusk in uno stato di preoccupazione. Come sappiamo dall’episodio 1,
non è ansioso di morire.
Demerzel ha accorciato il ciclo
di vita dei Cleon a causa del deterioramento genetico di ciascun
clone, e questo rende Dusk ansioso di agire nelle sue ultime
ore. Sarà un personaggio cruciale da tenere d’occhio nella terza
stagione di Foundation, mentre l’orologio (di
Demerzel) si avvicina alla mezzanotte.
Lo spin-off australiano NCIS:
Sydneyè tornato per la sua seconda stagione
all’inizio del 2025, e ora la serie poliziesca è stata rinnovata
per la terza stagione. Debuttato durante la stagione autunnale del
2023, segnata da uno sciopero, lo spin-off di NCIS
vede protagonisti gli agenti americani dell’omonima agenzia che
collaborano con la polizia federale australiana per risolvere casi
che coinvolgono membri dell’esercito americano.
Primo spin-off della serie
decennale ambientato fuori dagli Stati Uniti, NCIS: Sydney
offre un cambio di ritmo rinfrescante alla serie, che ha debuttato
nel lontano 2003.
Il palinsesto televisivo
dell’autunno 2023 è stato fortemente influenzato dagli scioperi
della WGA e della SAG-AFTRA, e il debutto di NCIS: Sydney è
stato uno dei pochi programmi ad arrivare in tempo. Questo ha
aiutato la CBS a ottenere un vantaggio e ha anche attirato molta
attenzione sul nuovo spin-off.
Con il franchise NCIS in uno
stato di cambiamento, Sydney è una serie procedurale più
tradizionale, anche se spin-off come NCIS: Tony & Ziva e
NCIS: Origins offrono un cambio di formato. Con l’universo
NCIS ancora in espansione, NCIS: Sydney ha ottenuto
un rinnovo anticipato per la terza stagione.
Ultime notizie su NCIS: Sydney
– Stagione 3
La CBS pianifica una serata
dedicata interamente a NCIS
L’ultima notizia sulla terza
stagione di NCIS: Sydney è che è stata fissata la data di
inizio della nuova stagione. Nell’ambito del palinsesto autunnale
2025 della CBS, il network ha programmato una serata interamente
dedicata a NCIS per i fan. NCIS: Sydney passerà
dal venerdì sera al martedì per andare in onda insieme alle
altre serie NCIS del network.
NCIS, NCIS: Origins e
NCIS: Sydney andranno tutte in onda in un blocco il martedì
sera, la prima volta che la rete è riuscita a trasmettere tutte le
sue serie NCIS insieme. Tutte e tre saranno trasmesse per la
prima volta il 14 ottobre.
Quando NCIS: Sydney
debutterà, ci sarà anche un piccolo salto temporale nella trama
(via Collider). Mentre la seconda stagione riprendeva
immediatamente dopo gli eventi della prima, qui non sarà così, il
che è più in linea con il modo in cui funzionano solitamente le
serie poliziesche in prima serata.
NCIS: Sydney – stagione 3 è
confermata
Presto in Australia per la
stagione 3
Nell’ambito dell’annuncio di
rinnovo di massa della CBS alla fine di febbraio 2025, NCIS:
Sydney stagione 3 è stata rinnovata. Annunciato insieme al
rinnovo della stagione 23 di NCIS e della stagione 2 di
NCIS: Origins, lo spin-off internazionale ha ottenuto un
ordine incredibilmente rapido per la stagione 3. La notizia è
arrivata pochi giorni dopo la premiere della stagione 2.
Dettagli sul cast della terza
stagione di NCIS: Sydney
Torneranno gli agenti dell’NCIS
e dell’AFP
Sebbene siano sempre possibili
cambiamenti importanti nel cast, è logico che il cast principale
di NCIS: Sydney rimarrà lo stesso da una stagione
all’altra. Serie come NCIS si basano sull’intesa tra i
personaggi principali, e Sydney ha non una, ma ben due
agenzie di polizia al centro della serie.
Ciò significa che Olivia Swann
tornerà nei panni dell’agente speciale dell’NCIS Michelle Mackey.
Lavorando a stretto contatto con gli australiani, il partner di
Mackey sarà ancora una volta Todd Lasance nel ruolo del
vicecomandante della polizia federale australiana Jim “JD”
Dempsey.
Il resto della squadra include
l’agente americano dell’NCIS DeShawn Jackson, che sarà interpretato
ancora una volta da Sean Sagar, e l’ufficiale di collegamento
dell’AFP Evie Cooper, interpretata da Tuuli Narkle. A lavorare
dietro le quinte per aiutare a risolvere i casi, il patologo
forense dell’AFP Roy “Rosie” Penrose sarà interpretato ancora una
volta da William McInnes.
Nel frattempo, Mavournee Hazel
riprenderà il ruolo di Bluebird “Blue” Gleeson, la scienziata
forense dell’AFP che lavora al fianco di Rosie per assistere gli
agenti.
NCIS: Sydney utilizza
anche un ampio cast di guest star, ma è impossibile sapere chi
saranno. Finora, la serie non ha fatto ricorso a crossover con la
serie madre per nessuna trama, e non ci sono notizie che ciò
accadrà nella nuova stagione.
Dettagli della trama
NCIS: Sydney – Stagione 3
Cosa riserva il futuro alla
squadra statunitense/australiana?
Per loro stessa natura, i
procedural sono sia prevedibili che imprevedibili. Mentre è
prevedibile che gli episodi consisteranno in trame “caso della
settimana” che vedranno la squadra cercare di risolvere qualche
caso difficile, è imprevedibile il contenuto effettivo degli
episodi.
Una cosa che NCIS: Sydney
potrebbe esplorare in futuro è il classico tropo televisivo della
storia d’amore a lento sviluppo. Anche se i fan hanno pensato che i
candidati più probabili per la serie fossero DeShawn Jackson di
Sean Sagar ed Evie Cooper di Tuuli Narkle, vista la loro chimica,
potrebbe non essere così.
Secondo TV Line’s Inside Scoop, NCIS: Sydney inizierà
invece ad affrontare la crescente tensione tra Mackey e JD. Il
showrunner Morgan O’Neill ha dichiarato al sito che, dopo il
tradimento subito nella seconda stagione, Mackey erigerà delle
barriere, ma la tensione sarà “forzata”:
Non so se, razionalmente,
pensare che “questa è stata una cattiva idea” sia mai così potente
come l’attrazione emotiva di “questa è una buona idea”. Quindi,
penso che la terza stagione romperà sicuramente quella
tensione.
A parte questo, non sappiamo molto
sulla trama generale della terza stagione di NCIS: Sydney, ma
conosciamo alcune location delle riprese. Mentre le prime due
stagioni si sono concentrate principalmente su zone anonime della
costa, non sarà così per la terza stagione.
NCIS: Sydney visiterà il Sydney
Opera House (via
TV Line), uno dei principali punti di riferimento
dell’Australia, nella premiere della stagione. Almeno un caso sarà
ambientato nell’Outback australiano (sempre via
TV Line), dando alla serie un importante cambio di
scenario.
Qualunque cosa accada, NCIS:
Sydney ha molto su cui lavorare in vista della terza
stagione.
La serie spin-off della CBS
Elsbethè tornata alla fine del 2024 per la sua trionfale
seconda stagione, e l’eccentrico poliziesco ha ottenuto il rinnovo
per una terza stagione. In onda a metà stagione durante il
palinsesto televisivo 2023-2024, Elsbeth segue la
protagonista (un’avvocatessa insolita ma abile) che viene inviata
dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti per supervisionare
il NYPD e indagare sul dipartimento per corruzione. Tuttavia,
l’astuta osservatrice non può fare a meno di usare la sua brillante
prospettiva per aiutare la polizia a risolvere i casi e indirizzare
i detective nella giusta direzione. Multilivello e divertente,
Elsbeth è una serie poliziesca convenzionale, ma anche incentrata
sui personaggi.
Elsbeth ha avuto un percorso
complicato prima di arrivare sullo schermo, essendo uno spin-off
della popolare serie The Good Fight. Ironia della sorte,
The Good Fight è a sua volta uno spin-off di The Good Wife, e Elsbeth Tascioni (interpretata da
Carrie Preston) è apparsa in entrambe le serie.
Ora protagonista della sua serie, Elsbeth adotta un approccio
diverso dal tipico formato “un caso a settimana” e mescola un sano
mix di intrighi polizieschi con la ricerca personale di Elsbeth per
indagare sulla corruzione della polizia di New York. Tutto questo
contribuisce a creare una narrazione avvincente con un grande
slancio ora che la terza stagione è stata rinnovata.
Ultime notizie su Elsbeth –
Stagione 3
La CBS ordina una terza
stagione di Elsbeth
Rinnovata insieme a serie di
successo come NCIS e Fire Country, è chiaro che Elsbeth è destinata a
diventare un altro successo di lunga durata per il
network.
Annunciata insieme a più di una
mezza dozzina di altri rinnovi, l’ultima notizia conferma che la
CBS ha ordinato la terza stagione di Elsbeth. La serie
poliziesca eccentrica ha guadagnato popolarità nelle sue due
stagioni finora, e il suo rapido rinnovo è un segno che la CBS è
soddisfatta di come stanno andando le cose. Rinnovata insieme a
serie di successo come NCIS e Fire Country, è chiaro che Elsbeth è
destinata a diventare un altro successo di lunga durata per la
rete. L’ordine di rinnovo non ha fornito dettagli sulla terza
stagione, ma questi arriveranno una volta terminata la seconda
stagione.
La terza stagione di Elsbeth è
confermata
Elsbeth torna al lavoro nella
terza stagione
A pochi episodi dalla fine della
seconda stagione, la CBS ha deciso di rinnovare Elsbeth per
una terza stagione nel febbraio 2025. Questo modesto spin-off
procedurale si è lentamente costruito nel corso delle due stagioni
finora trasmesse, e il suo ultimo rinnovo è segno che le cose
stanno andando nella giusta direzione. Il palinsesto della CBS si
sta rapidamente riempiendo di successi di lunga durata, e
Elsbeth è diventato l’ennesimo successo inaspettato per la
rete.
Il rinnovo della terza stagione non
è stato accompagnato da dettagli sulla produzione, ma si presume
che i lavori inizieranno nei mesi estivi. La terza stagione di
Elsbeth arriverà senza dubbio nell’autunno del 2025 e
probabilmente non sarà rimandata alla metà della stagione. Le serie
televisive non mancano mai di rispettare i tempi previsti e, salvo
imprevisti legati al settore, Elsbeth tornerà prima della
fine dell’anno.
Elsbeth va attualmente in onda con nuovi episodi il giovedì
alle 22:00 sulla CBS.
Dettagli sul cast della terza
stagione di Elsbeth
Vedere la coppia crescere da
colleghi riluttanti a partner autentici è ciò che eleva la serie al
di sopra degli altri procedural, e Wallace è fondamentale per
mantenere lo slancio emotivo nella terza stagione.
Sebbene sia impossibile sapere chi
apparirà nella terza stagione di Elsbeth, è certo che
Carrie Preston sarà presente per riprendere il suo ruolo di
avvocatessa intuitiva con la borsa a tracolla per altri casi. Ad
affiancarla ci sarà senza dubbio Wendell Pierce nel ruolo del
capitano Charles “C.W.” Wallace, il cui rapporto professionale con
Elsbeth è uno dei tratti più interessanti dell’intera serie. Vedere
la coppia passare da colleghi riluttanti a veri e propri partner è
ciò che eleva la serie al di sopra degli altri procedural, e
Wallace è fondamentale per mantenere lo slancio emotivo nella terza
stagione.
Si prevede il ritorno anche di
altri volti noti, tra cui Carra Patterson nei panni dell’agente
Kaya Blanke, la prima vera amica di Elsbeth nella polizia. Con
Blanke sulle tracce di un detective, sarà interessante vedere come
si svilupperà il suo personaggio nel corso delle stagioni di
Elsbeth. La serie vede anche la partecipazione di
numerosi guest star di settimana in settimana, ed è impossibile
prevedere con esattezza chi presterà il proprio talento negli
episodi della terza stagione. Tuttavia, il prestigio di
Elsbeth fa pensare che non si tratterà solo di pochi nomi
famosi.
Dettagli sulla trama della
terza stagione di Elsbeth
Elsbeth risolve casi e
corruzione nella terza stagione
Sebbene tra ora e la fine della
seconda stagione possa sempre verificarsi un colpo di scena, è
probabile che Elsbeth abbia trovato un ritmo che darà il
tono al resto della serie. Elsbeth è unica perché
utilizza sia il formato “whodunnit” che quello “howcatchem”, il
che significa che i casi settimanali potrebbero essere dei misteri
o potrebbero mettere in mostra il dramma avvincente di vedere
Elsbeth e la sua squadra risolvere i casi. Indipendentemente dal
formato che la serie adotterà, ci aspettano casi ancora più
emozionanti.
Elsbeth – stagione 2 è stata
trasmessa per la prima volta il 17 ottobre 2024.
Oltre a ciò, Elsbeth
ha molti drammi da affrontare insieme alle storie settimanali,
soprattutto mentre continua a sradicare la corruzione all’interno
del NYPD. Non solo il suo compito è difficile, ma potrebbe anche
rivelarsi pericoloso, soprattutto se scoprisse qualcosa di molto
più grande di semplici individui corrotti. La prossima stagione
mescolerà abilmente entrambi gli elementi più forti della serie e
potrebbe anche aggiungere alcuni nuovi filoni drammatici in
futuro.
Franklin Richards è
uno dei personaggi più affascinanti e complessi dell’universo
Marvel. Figlio di Reed
Richards (Mr. Fantastic) e Susan
Storm (la Donna Invisibile) dei
Fantastici Quattro, Franklin è un mutante con
poteri straordinari, sin dalla nascita. La sua esistenza è
un’anomalia genetica: nonostante sia nato da due esseri umani
modificati da raggi cosmici, Franklin è infatti un mutante
di livello Omega, classificato tra i più potenti
dell’intero universo Marvel. Apparso per la prima volta in
Fantastic Four Annual n. 6 del 1968, creato da
Stan Lee e Jack Kirby, Franklin
ha avuto un’evoluzione narrativa costante, passando da semplice
bambino a figura chiave in eventi cosmici e storyline fondamentali
della Marvel. Ora che è stato introdotto anche al cinema in
I
Fantastici Quattro: Gli Inizi, è bene sapere qualcosa in
più sul suo conto.
La storia del personaggio
Nel corso degli anni, Franklin ha
vissuto momenti drammatici e decisivi. Fin dalla sua infanzia, ha
dimostrato di possedere poteri psionici fuori scala, al punto che i
suoi genitori hanno spesso temuto per la sua sicurezza e quella del
mondo. Uno degli eventi più iconici che lo vede protagonista è la
saga di La Rinascita degli Eroi, in cui Franklin crea un
intero universo tascabile per salvare gli eroi della Terra caduti
contro il villain Onslaught. In un’altra
storyline, Future Foundation, lo vediamo invece crescere sotto
la guida di suo padre e dell’organizzazione fondata per dare un
futuro migliore all’umanità. La sua amicizia con
Valeria, la geniale sorella minore, è un altro
punto chiave della sua crescita narrativa.
Franklin è stato anche al centro
della saga Power Pack e ha avuto numerose interazioni con
i mutanti degli X-Men, soprattutto durante gli eventi di House
of X e Empyre. In particolare, durante Empyre:
Fantastic Four, viene messo alla prova il suo ruolo come
giovane creatore e la sua difficoltà a gestire poteri così vasti.
Tuttavia, uno dei colpi di scena più recenti è stato quello di
scoprire che Franklin non è in realtà un mutante, bensì ha usato
inconsciamente i suoi poteri per alterare la propria biologia.
Questo ha messo in crisi la sua appartenenza alla comunità mutante,
rivelando la complessità psicologica del personaggio e la continua
tensione tra ciò che è e ciò che vuole essere.
I poteri di Franklin
Richards
I poteri di Franklin Richards sono
dunque tra i più vasti e devastanti mai visti nell’universo Marvel,
a tal punto che hanno spesso rappresentato un ostacolo narrativo
notevole, tanto che periodicamente viene “allontanato dalle scene”
(in una occasione viene rapito dal nonno Nathaniel Richards e in
un’altra viene addirittura privato dei suoi poteri, diventando un
bambino normale). Franklin è infatti in grado di alterare la realtà
a un livello quasi divino, plasmando l’universo secondo la propria
volontà. Ha creato universi alternativi, manipolato il tempo, la
materia e persino riportato in vita esseri cosmici.
La sua abilità più nota è la
manipolazione della realtà su scala universale, che lo pone al
livello di entità cosmiche come l’Eternità o il
Tribunale Vivente. Questo lo rende un essere
temuto e rispettato persino da Galactus, che in
alcune linee temporali diventa suo araldo. Oltre alla manipolazione
della realtà, Franklin possiede però anche poteri telepatici e
telecinetici potentissimi, capaci di rivaleggiare con quelli dei
più forti mutanti mentali come Charles Xavier o
Jean Grey. È stato mostrato capace anche di
comunicare a distanza intergalattica, proiettare la propria
coscienza, bloccare o risvegliare i poteri di altri esseri, e
leggere le menti più complesse.
Queste abilità non sempre sono sotto
il suo pieno controllo, specialmente nelle sue prime apparizioni,
quando spesso le sue emozioni infantili influenzavano il modo in
cui i poteri si manifestavano. Nel corso del tempo, Franklin ha
anche dimostrato una forma di immortalità potenziale e una
resistenza fisica sovrumana quando alimentato al massimo delle sue
capacità. Tuttavia, una delle dinamiche più interessanti è il
declino dei suoi poteri: in alcune saghe, come Fantastic
Four post-Empyre, viene narrato come Franklin stia
perdendo le sue capacità e si confronti con l’idea di essere
“normale”. Questo aspetto introduce un livello di umanità e
fragilità nel personaggio, rendendolo molto più accessibile e
tragico nel contesto delle sue azioni eroiche e dei suoi legami
familiari.
Sue Storm (Vanessa Kirby) e Franklin Richards in I
Fantastici Quattro: Gli Inizi
Franklin Richards debutta sullo
schermo in I Fantastici Quattro: Gli
Inizi
Per quanto riguarda l’universo
cinematografico Marvel, Franklin Richards fa il suo debutto nel
film I Fantastici Quattro: Gli Inizi (leggi
qui la nostra recensione). Sebbene nel film sia per la maggior
parte un’infante, ricopre già un ruolo molto importante. Franklin
diventa infatti l’obiettivo di Galactus, che riconosce in lui un
potere immenso, capace di salvarlo dalla sua fame infinita. Le
reali capacità del bambino rimangono ad ora grossomodo inesplorate
nel film, ma nel finale egli riesce a riportare in vita sua madre,
la quale sembra così aver avuto un assaggio del suo immenso potere.
Franklin è poi presente, quando ha ormai 5 anni, nella scena
mid-credits del film, dove incontra Dottor Destino, il quale sembra
a sua volta molto interessato a lui.
Questa scena presuppone dunque che
il personaggio verrà sviluppato in maniera più approfondita nei
prossimi film Avengers:
Doomsdaye Avengers:
Secret Wars. Dato il già annunciato “reset” che
caratterizzerà l’MCU dopo quest’ultimo titolo, è probabile che
possa essere proprio Franklin a dar luogo ad una completa
riscrittura della realtà, manipolandola con i propri poteri.
L’introduzione di Franklin segna dunque indubbiamente un punto di
svolta per l’universo Marvel al cinema, offrendo potenzialmente
nuove linee narrative e temi legati alla mutazione, alla famiglia e
alla responsabilità del potere.
L’emozionante serie drammatica
Fire
Country sta per avere uno spin-off e ci sono già tantissime
novità entusiasmanti sul prossimo show, Sheriff Country. In uscita alla fine
del 2022, Fire Country segue le vicende del detenuto
Bode Donovan che aderisce a un programma di scarcerazione
anticipata poco ortodosso che gli permette di diventare pompiere
volontario nella California settentrionale e lavorare con esperti
qualificati per combattere incendi di vaste proporzioni. Con il suo
mix di dramma, azione ed elementi procedurali, Fire Country
ha catturato l’attenzione degli spettatori durante la sua prima
stagione e ha già un grande potenziale di franchise.
Nonostante abbia ottenuto solo un
misero 50% Rotten
Tomatoes da parte della critica e un punteggio
ancora meno impressionante del 45% da parte del pubblico, la prima
stagione di Fire Country ha fatto buoni affari per la CBS e
la rete l’ha rapidamente rinnovata per la seconda e la terza
stagione.
Come molti programmi simili a Fire
Country, ha il potenziale per durare diverse stagioni e lascia
anche molte possibilità per spin-off ambientati nello stesso
universo. Ecco perché, con l’arrivo della quarta stagione di Fire
Country, la serie sta per essere trasformata in Sheriff
Country.
Ultime notizie su Sheriff
Country
Il cast dello spin-off ha trovato
il protagonista maschile
Mentre il cast dello spin-off
continua a prendere forma, le ultime notizie confermano che
Sheriff Country ha trovato il suo protagonista maschile.
Forse meglio conosciuto per la sua interpretazione in CSI:
Vegas,Matt Lauria è stato scelto per interpretare il ruolo
principale di Boone al fianco di
Morena Baccarin. Boone è descritto come il partner
duro e capace dello sceriffo Mickey, con cui ha instaurato un forte
legame. Sebbene i loro stili possano a volte scontrarsi, formano
una squadra eccellente.
Sheriff Country è confermato
per l’autunno 2025
Il spin-off di Morena Baccarin
ottiene il via libera
Dopo che la CBS ha introdotto il
personaggio dello sceriffo Mickey Fox nella seconda stagione di
Fire Country, era solo questione di tempo prima che i piani
della rete per uno spin-off si concretizzassero.
Nel maggio 2024, la CBS ha
ufficialmente dato Sheriff Country un ordine di stagione che lo
vedrà arrivare come parte della stagione 2025-2026. Questa notizia
arriva poche settimane dopo l’annuncio della terza stagione di Fire
Country, dimostrando che lo show sta già sbocciando in un franchise
autentico dopo solo pochi anni in onda.
La serie ha compiuto il grande
passo nel gennaio 2025, quando è stato annunciato che Sheriff
Country aveva finalmente iniziato le riprese. Anche se la
data di uscita non è ancora nota, Sheriff Country farà parte
del palinsesto autunnale della CBS insieme a Fire Country.
Invece di essere un’aggiunta di metà stagione, il celebre spin-off
riempirà uno degli slot lasciati liberi dalla cancellazione di
S.W.A.T.,
FBI: International e FBI: Most Wanted.
Morena Baccarin sarà la protagonista
della serie nei panni dello sceriffo Mickey, ma non è l’unica star
confermata finora. Sulla base dei commenti di Diane Farr, è stato
confermato che la sorellastra di Mickey, Sharon, apparirà nello
spin-off, ma la portata del suo ruolo è sconosciuta. W. Earl
Brown (Deadwood) interpreterà il padre di Mickey (e il
patrigno di Sharon) Wes, mentre Christopher Gorham (Covert
Affairs) interpreterà l’ex marito di Mickey, Travis. Mickey e
Travis hanno una figlia, ma il ruolo non è ancora stato assegnato.
Michele Weaver (Love Is) interpreterà una giovane vice
sceriffo di nome Cassidy.
CSI: Vegas alum Matt
Lauria è stato scritturato per il ruolo maschile principale e
interpreterà il vice sceriffo Boone. Boone è descritto come uno
degli agenti più capaci dello sceriffo Mickey e suo partner di
lunga data nella lotta al crimine. Tuttavia, ha anche uno stile
tutto suo che a volte entra in conflitto con il suo superiore.
Dettagli della storia di
Sheriff Country
Lo sceriffo Fox protegge
Edgewater da un mondo pericoloso
Lo spin-off sarà
probabilmente simile a una serie poliziesca moderna, in cui lo
sceriffo Mickey dovrà affrontare varie minacce che mettono a
repentaglio la tranquillità del suo angolo di mondo.
A giudicare da ciò che è emerso
durante le apparizioni dello sceriffo Fox in Fire Country, è
facile intuire quale sarà la trama di Sheriff Country.
Morena Baccarin interpreta lo sceriffo Mickey di Edgewater, un
poliziotto iperprotettivo che farebbe qualsiasi cosa per proteggere
la sua città. L’attore veterano sarà al centro della storia,
che potrebbe avere una narrazione incentrata sui personaggi, molto
simile a Fire Country. Lo spin-off sarà probabilmente simile
a un moderno procedural e vedrà lo sceriffo Mickey affrontare
vari elementi che minacciano il suo angolo di mondo.
Si sa che Mickey avrà un ex marito,
Travis, e una figlia ancora senza nome che avrà lottato contro la
tossicodipendenza. Sembra che la vita personale dello sceriffo
Mickey sarà in primo piano durante la serie, il che potrebbe
renderla molto avvincente. Gli spettatori hanno già visto il suo
rapporto con la sorellastra, ma l’introduzione di suo padre
aggiungerà anche una miriade di nuovi colpi di scena in
Sheriff Country.
Il franchise 9-1-1
è destinato ad ampliarsi con un nuovo spin-off, e ci sono già
tantissimi dettagli entusiasmanti sulla stagione di debutto di
9-1-1: Nashville. Sviluppato inizialmente per la Fox
da Ryan Murphy, Brad Falchuk e Tim Minear, l’originale 9-1-1
è andato in onda per quasi un decennio ed è persino sopravvissuto
al passaggio alla ABC. Il concept del franchise è piuttosto
semplice e segue le vicende di poliziotti, vigili del fuoco e
personale medico che rispondono alle emergenze più gravi che
scuotono la loro città. La serie originale è ambientata a Los
Angeles; il primo spin-off è stato ambientato in Texas, mentre ora
Nashville si trasferisce nella capitale del Tennessee.
L’aggiunta di Nashville è
una sorta di mossa laterale per il franchise, poiché la sua
apparizione segue
la fine di 9-1-1: Lone Star. Lo spin-off originale è
andato in onda nel 2025, anche se la serie originale sembra andare
forte, dato che si avvicina presto alla sua decima stagione.
Nashville è una destinazione nuova e piuttosto insolita per il
genere procedurale, dato che la maggior parte delle serie sui primi
soccorritori è ambientata in grandi metropoli come New York, Los
Angeles o Chicago. La prima stagione di 9-1-1: Nashville è
in arrivo e apre un nuovo entusiasmante capitolo per il
franchise.
Ultime notizie su 9-1-1:
Nashville
L’ultima notizia su 9-1-1:
Nashville è che la serie spin-off ha una data di premiere. ABC
ha annunciato ufficialmente le date di premiere per il suo
palinsesto autunnale nel luglio 2025. 9-1-1: Nashville andrà
in onda insieme alla serie principale il giovedì. La nuova serie è
inserita tra 9-1-1 e Grey’s Anatomy nel palinsesto autunnale,
il che sicuramente la aiuterà a conquistare il pubblico.
Tutte e tre le serie
debutteranno il 16 ottobre, con 9-1-1 che aprirà la
serata alle 20:00.
LeAnn Rimes ha anche rivelato
qualche informazione in più sul suo personaggio, nonostante siano
stati condivisi pochi dettagli sulla serie nel suo complesso. Rimes
ha parlato con The Flow Space della sua esperienza di lavoro
nella serie. Rimes ha rivelato che il suo personaggio sarà una
madre, parlando della reazione della troupe:
Mi hanno detto: “Oh, wow,
abbiamo sentito che interpreterai una mamma. Cosa? Non sei
abbastanza grande per interpretare una mamma!”
Rimes ha 42 anni, quindi è
sicuramente abbastanza grande per essere una mamma, ma la reazione
è probabilmente dovuta al fatto che il suo personaggio è la madre
di un personaggio più grande, forse uno degli altri giovani
protagonisti.
9-1-1: Nashville aggiunge
diversi membri al cast
Le ultime notizie su 9-1-1:
Nashville sono che la serie al suo esordio ha iniziato a
completare il cast. Gli annunci iniziali sul cast dello show
includevano solo i protagonisti, interpretati da Chris O’Donnell e
Jessica Capshaw, marito e moglie nella vita reale. Ora, i direttori
del casting hanno iniziato a completare il resto del cast.
L’attrice di Broadway Hailey
Kilgore e la cantante country LeAnn Rimes sono state entrambe
aggiunte al cast, suggerendo che la musica avrà un ruolo
significativo nella serie, il che è appropriato considerando che
Nashville è conosciuta come la Città della Musica. Si uniscono al
cast anche Michael Provost (The Sex Lives Of College Girls), Juani
Feliz (Civil War), Kimberly Williams-Paisley (Nashville) e Hunter
McVey al suo debutto sullo schermo.
9-1-1: Nashville è
confermato
ABC ha ordinato la prima
stagione per il 2025
Anche se il primo spin-off di
9-1-1 sta tramontando, un altro è sorto quasi immediatamente
per prendere il suo posto. ABC ha annunciato lo sviluppo di
9-1-1: Nashville nel febbraio 2025, ed era chiaro che
la rete sperava di portarlo sul piccolo schermo il prima possibile.
Nashville farà parte della stagione 2025-2026 della
ABC. Andrà in onda dopo la serie di punta della ABC il giovedì
sera, mantenendo insieme gli altri episodi di 9-1-1.
9-1-1: Lone Star ha mandato
in onda il suo ultimo episodio il 3 febbraio 2025.
Gran parte del personale dietro le
quinte della nuova serie proviene dalla precedente serie
9-1-1, con Ryan Murphy, Tim Minear e 9-1-1: Lone
Star showrunner Rashad Raisani nel ruolo di sceneggiatori e
produttori esecutivi. Anche il co-creatore del franchise Brad
Falchuk e la star di 9-1-1 Angela Bassett saranno produttori
esecutivi.
Il cast di 9-1-1:
Nashville
Chris O’Donnell sarà il
protagonista della caserma dei pompieri
Finora, solo pochi nomi sono stati
associati a 9-1-1: Nashville, e NCIS: Los Angeles
star Chris O’Donnell è stato il primo ad unirsi al cast.
O’Donnell sarà il protagonista nel ruolo del capitano Don
Sharpe, responsabile della caserma dei pompieri più trafficata
di Nashville. Il personaggio è descritto come un uomo di famiglia
appassionato e un cavaliere di rodeo che nasconde alcuni segreti
che gli causeranno problemi durante tutta la serie. Un dettaglio
interessante sul cast è che anche il figlio di Sharpe lavorerà
nella caserma dei pompieri, il che apre la porta a un dramma
avvincente quando la sua vita lavorativa e quella familiare
entreranno in collisione.
I personaggi di Nashville,
finora, sembrano stranamente simili ai protagonisti della serie
Lone Star, recentemente cancellata
Poche settimane dopo la scelta di
O’Donnell, la star di Grey’s Anatomy, Jessica Capshaw, è
stata scelta per interpretare il ruolo della moglie di Sharpe.
Molti dei dettagli sul suo personaggio non sono ancora stati
definiti, ma è anche la madre di Ryan, il figlio che lavorerà con
il capitano Sharpe nella caserma dei pompieri. Ha descritto il suo
personaggio come un “mix equilibrato di forza, intelligenza,
strategia e ambizione”
durante un’intervista con TV Line. È stato anche rivelato che
il suo personaggio è nel mondo delle corse di cavalli.
Il resto del cast è stato
annunciato molto più tardi, ma quelli che hanno suscitato maggiore
interesse sono Hailey Kilgore e LeAnn Rimes, entrambe con un
background musicale: la prima sui palcoscenici di Broadway e la
seconda nella musica country. La Taylor di Kilgore è persino
descritta come cantante e pompiere nella descrizione del suo
personaggio.
Roxie, interpretata da Juani Feliz,
è stata definita una “drogata di adrenalina”, mentre Blue,
interpretato da Hunter McVey, è stato descritto come un “cattivo
ragazzo” diventato pompiere. Per ora si sa ancora molto poco sugli
altri personaggi.
Dopo una lunga attesa, I Fantastici
Quattro: Gli Inizi (qui
la nostra recensione) è finalmente al cinema. Il film ci porta
a riscoprire la prima famiglia della Marvel – composta da Reed
Richards/Mister Fantastic (Pedro
Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa
Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph
Quinn) e Ben Grimm/La Cosa (Ebon
Moss-Bachrach) – chiamati a fare i conti con il
colossale Galactus (Ralph
Ineson), il quale intende divorare la terra a meno che non
gli venga consegnato il figlio di Reed e Sue, Franklin
Richards.
Noi di Cinefilos.it abbiamo
assistito all’anteprima del film, potendo così vedere anche
le due scene post-credits in esso
contenute, una delle quali anticipa ovviamente i prossimi capitoli
di questa Saga
del Multiversodel Marvel Cinematic Universe.
Come noto, I Fantastici Quattro: Gli Inizi è stato descritto
come il film che ci traghetterà verso il gran finale rappresentato
da Avengers:
Doomsdaye Avengers:
Secret Wars. In quei due film i vendicatori saranno
chiamati a confrontarsi con la minaccia di Dottor
Destino, interpretato da Robert
Downey Jr.e i Fantastici Quattro avranno un
ruolo di primo piano a riguardo.
In vista del primo di questi due
film, atteso al cinema il 18 dicembre 2026,
andiamo allora a scoprire il contenuto delle due scene
presenti dopo il finale di I Fantastici Quattro:
Gli Inizi. Naturalmente, seguono spoiler sul contenuto
di queste scene.
Sue Storm e Franklin Richards in I Fantastici Quattro: Gli
Inizi
La scena mid-credits introduce il
grande villain della saga
Subito dopo la prima parte dei
titoli di coda del film, arriva la scena che fa da ponte verso
Avengers:
Doomsday. Questa è introdotta dalla didascalia “4
anni dopo“. Vediamo Sue Storm e il piccolo Franklin intenti a
leggere un libro sul divano della propria casa. Non c’è traccia di
Reed, Johnny e Ben. Ad un certo punto Sue si alza per andare a
cercare un altro libro, ma quando torna verso suo figlio avverte
una presenza negativa. Avvicinandosi con i propri poteri attivati,
trova infatti suo figlio in piedi davanti a Dottor Destino. Il
villain è di spalle, inginocchiato di fronte al bambino al quale
sembra stia sussurrando qualcosa mentre Franklin gli tocca il viso.
Non lo vediamo in volto, ma al di là del costume fedele a quello
dei fumetti, con il mantello verde, in mano tiene anche la sua
iconica maschera.
La scena si conclude così,
introducendo dunque il personaggio che sarà poi interpretato da
Downey Jr. Questa scena conferma però una serie di elementi: il
Dottor Destino che vedremo in Avengers:
Doomsday proviene dalla realtà dei Fantastici Quattro,
ovvero Terra-828. Non sappiamo come abbia acquisito i suoi poteri,
in quanto nel film viene riportato che gli unici ad essere esposti
alla tempesta cosmica che li ha trasformati sono stati proprio i
Fantastici Quattro. Allo stesso modo, viene da chiedersi se Destino
fosse già in possesso dei suoi poteri durante lo scontro con
Galactus o li abbia acquisiti nei quattro anni successivi.
In ultimo, il film non spiega come i
Fantastici Quattro arrivino nella realtà del MCU fino ad oggi
conosciuta, quella di Terra-616, ma questa scena ci permette di
fare alcune teorie. Sappiamo infatti che la
scena post-credits di Thunderbolts*
vede i protagonisti di quel film assistere all’arrivo sulla Terra
dell’astronave dei Fantastici Quattro. È possibile pensare che
stiano inseguendo Dottor Destino, il quale in seguito allo scontro
con Sue Storm potrebbe aver rapito Franklin e averlo portato con sé
nell’universo dove vivono i personaggi che abbiamo fino ad oggi
conosciuto. Perché Destino potrebbe averlo portato qui e quali
siano le sue intenzioni nei confronti del bambino restano però un
mistero che verrà svelato solo con l’arrivo di Avengers:
Doomsdayal
cinema.
La seconda scena post-credits è un
omaggio ai Fantastici Quattro
Dopo la conclusione dei titoli di
coda, arriva invece la seconda scena extra, la quale è però
semplicemente un’omaggio ai primi cartoni animati dei Fantastici
Quattro. Vediamo infatti una televisione su cui passa la sigla di
quella serie animata, nella quale i quattro protagonisti combattono
alcuni dei loro più iconici villain (tra cui il Fantasma Rosso,
personaggio che doveva essere anche nel film interpretato
da John
Malkovichma che
è poi stato tagliato). Una volta conclusasi la sigla, il
braccio robotico di H.E.R.B.I.E. spegne la televisione concludendo
definitivamente il film.
L’omaggio a Jack Kirby
Prima di queste scene, però,
segnaliamo anche la presenza di un omaggio
a JackKirby, uno dei più
grandi, celebri e influenti autori di fumetti della storia,
ideatore di numerosi personaggi Marvel tra cui proprio i Fantastici
Quattro. Viene riportata una sua affermazione sul proprio lavoro e
sulla sua idea di personaggi. Compare poi la cifra 828 (quella
della Terra dove si svolge il film), la quale si svela essere parte
della data di nascita di Kirby: 8/28/1917.
La serie di documentari true crime
La scomparsa di Amy Bradley di Netflix si
addentra nel mistero persistente della scomparsa di Amy
Bradley, svelando le numerose teorie emerse negli ultimi
27 anni. Attraverso interviste esclusive, prove appena emerse e
un’analisi approfondita di innumerevoli possibilità – dal delitto
alla scomparsa volontaria – la serie offre una nuova prospettiva a
un caso che ha a lungo confuso gli investigatori e tormentato la
famiglia di Amy. Di seguito, una panoramica delle principali teorie
esplorate e gli ultimi sviluppi nella ricerca in corso di Amy, con
il contributo dei registi e produttori esecutivi Phil Lott
e Ari Mark.
Quali sono le teorie su ciò che è
accaduto ad Amy Bradley?
La scomparsa di Amy
Bradley ha generato un groviglio di teorie, alimentato
dalle circostanze uniche della sua scomparsa da una nave da
crociera in movimento piena di potenziali testimoni oculari.
Inoltre, la sua ultima posizione nota, il balcone della cabina
della sua famiglia, è stata ripulita prima che gli investigatori
potessero setacciare la zona alla ricerca di prove.
“Ci sono alcuni dettagli su
alcune delle persone a bordo della nave che sono sempre state solo
teorie”, dice Lott. “Poter incontrare [quelle persone] e
intervistarle a lungo ha reso le storie molto più interessanti,
ricche, profonde e ha sollevato ulteriori domande… non ci sono
risposte facili in questa storia”.
Oltre a rivisitare la possibilità di
vecchia data che Amy sia saltata o sia caduta in mare (dato che le
sue scarpe erano state lasciate sul balcone e il tavolo esterno era
stato spostato), la serie esplora la teoria e le accuse secondo cui
Alister “Yellow” Douglas, un intrattenitore a bordo della
Rhapsody of the Seas durante il viaggio dei Bradley,
sarebbe stato coinvolto nella scomparsa di Amy. Douglas era stato
visto ballare con Amy in discoteca – un dettaglio supportato da
riprese video – la notte della scomparsa di Amy.
Lori Thompson, intervistata nella
docuserie, afferma di aver visto Amy con Douglas la sera prima
della sua scomparsa. Tuttavia, gli agenti dell’FBI hanno indagato
su queste affermazioni e hanno interrogato Douglas, che si è anche
sottoposto volontariamente al test del poligrafo, risultato
inconcludente. L’FBI lo ha rilasciato senza prove per accusarlo
della scomparsa di Amy, e lui continua a dichiararsi innocente.
“Ogni singola persona che ha
lavorato a questo caso era indecisa su cosa fosse successo ad Amy…
quel tipo di sconcerto ha reso la situazione particolarmente
sorprendente”, afferma Mark.
Un’altra cupa possibilità proviene
dal marinaio in pensione della Marina statunitense Bill Hefner, che
crede di aver incontrato una Amy angosciata in un bar dopo l’arrivo
della sua nave a Curaçao nel gennaio 1999, 10 mesi dopo la sua
scomparsa. Il racconto di Hefner, che circolava da anni negli
ambienti del true crime ma che non era mai stato ripreso dalle
telecamere, aggiunge un ulteriore tassello alla teoria secondo cui
Amy sarebbe stata vittima di tratta dopo aver lasciato la nave.
Un’altra teoria suggerisce che Amy
potrebbe aver lasciato la nave di sua spontanea volontà e potrebbe
persino vivere in segreto all’estero. La possibilità è supportata
da nuove prove che riguardano uno schema di indirizzi IP,
riconducibili alle Barbados, che accedono al forum
amybradleyismissing.com in occasione di importanti anniversari
familiari e festività. L’investigatore online Anthony Willis,
anch’egli intervistato, ha lanciato il sito nel 2018, sperando di
creare una piattaforma centralizzata in cui esaminare eventuali
indizi per supportare le ricerche in corso.
“Non credo che l’idea che lei
abbandonasse volontariamente la nave sia mai stata presentata come
una possibilità fino al [documentario]”, afferma Mark. “E
non credo che la testimonianza oculare o le informazioni sulla
proprietà intellettuale siano mai state presentate in alcun modo a
qualcuno”.
Mark e Lott sanno che chi guarda la
docuserie avrà probabilmente forti convinzioni su ciò che pensano
sia successo ad Amy, ma, come hanno spiegato nel podcast You Can’t
Make This Up, questo è un caso unico e sconcertante in cui chiunque
potrebbe avere ragione. “È molto raro che ci siano così tanti
scenari che sembrano possibili”, ha detto Mark alla
conduttrice Rebecca Lavoie. “Sfido chiunque a considerare
questi scenari e a confutarne uno, perché ci sono abbastanza
informazioni per suggerire che uno qualsiasi di essi possa essere
possibile. Ci ha fatto impazzire.”
Ci sono stati nuovi sviluppi nel
caso di Amy Bradley?
Nel 1999, i Bradley hanno intentato
una causa contro la Royal Caribbean. La compagnia di crociere ha
dichiarato di aver agito in modo appropriato e responsabile in ogni
momento. Alla fine, la causa è stata archiviata. Sebbene Amy non
sia ancora stata ritrovata, la sua famiglia non ha mai perso la
speranza che un giorno potesse tornare, secondo i registi.
“Mostrando il gruppo di amici,
le relazioni che ha avuto nella sua vita e l’assenza che si avverte
oggi da ogni singola persona che abbiamo intervistato, si
percepisce una perdita”, dice Lott. “Se vedete quel vuoto
nel cuore di tutti, devo solo credere che anche il pubblico lo
sentirà.”
“Una cosa è parlare del vuoto di
Amy, un’altra è viverlo”, aggiunge Mark. “Questa è una
famiglia che crede profondamente in ciò che dice, e quello che dice
è: ‘È là fuori, la troveremo e siamo pronti'”.
Durante tutta la serie, i registi
hanno voluto onorare la speranza duratura della famiglia, offrendo
al contempo agli spettatori la possibilità di confrontarsi con il
caso in prima persona.
“Siamo stati molto attenti a
mantenere un equilibrio di responsabilità, evitando di far pendere
la bilancia a favore di una teoria rispetto a un’altra”,
afferma Mark. “Ma sentiamo anche la responsabilità nei
confronti della famiglia di garantire che abbia la possibilità di
lanciare un vero e proprio appello all’azione al pubblico, cosa che
in effetti fa”.
Restate sintonizzati per
aggiornamenti sul caso di Amy Bradley non appena saranno
disponibili nuove informazioni. La scomparsa di Amy
Bradley è disponibile su Netflix.
Superman Returns di Bryan
Singer non è stato esattamente apprezzato dai fan quando è
uscito nelle sale nel 2006, ma molti concordano sul fatto che, a
prescindere dai difetti generali del film, Brandon
Routh ha fatto un ottimo lavoro nel ruolo di
Clark Kent/Superman.
La tiepida accoglienza del film ha
portato all’annullamento di un sequel previsto, ma Brandon
Routh avrebbe avuto l’opportunità di interpretare l’Uomo d’Acciaio molti anni dopo, nella
versione Kingdom Come del leggendario eroe della DC Comics, per
l’evento televisivo Crisi sulle Terre Infinite della
CW.
Quella apparizione ha segnato molto
probabilmente l’ultima volta di Routh con l’iconico costume rosso e
blu, ma l’attore ha spesso parlato del suo amore per
Superman e ha chiaramente una solida comprensione
di ciò che lo ha reso un personaggio così popolare e duraturo nel
corso degli anni.
Parlando con Variety per
promuovere il suo nuovo film horror, Ick, Brandon Routh
ha rivelato di aver visto Superman di
James
Gunn, e di esserne un grande fan. “È stato molto
divertente. Mi è piaciuto molto. Penso che David [Corenswet] sia
fantastico. Ho pianto almeno tre volte.”
“Vedo la cosa in modo diverso.
La affronto da una prospettiva diversa”, ha aggiunto. “Mi
sono davvero appassionato guardandolo affrontare quei momenti
difficili di Superman nella prima conversazione con Lois e Clark
nell’appartamento. E poi tutta la questione familiare mi ha davvero
colpito. È un grande film. C’è molto da vedere. Devo assolutamente
rivederlo.”
“Sono davvero entusiasta del
potenziale dell’Universo DC”, ha detto. “Un lancio di
successo è un vantaggio per tutti coloro che desiderano di più da
ciò che la DC ha da offrire. Ci sono molte fantastiche proprietà
che possono essere esplorate.”
Superman
è il primo film dei DC Studios scritto e diretto da
James Gunn, con
David Corenswet nei panni di Superman/Clark
Kent e inaugurerà la fase intitolata “Dei e Mostri“. Il film
racconterà un Clark Kent già adulto, alle prese con il delicato
equilibrio tra la sua identità kryptoniana e quella umana, in un
mondo in cui l’umanità fatica a fidarsi di figure straordinarie.
Secondo quanto anticipato, non si tratterà di una storia di
origini, ma piuttosto di un ritratto di Superman nel momento in cui
cerca il suo posto nel mondo come giornalista al Daily
Planet e come eroe capace di ispirare speranza.
Nel cast anche
Rachel Brosnahan,
Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan,
Nathan Fillion,
Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de
Faría, Wendell Pierce,
Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva
Howell. Questi attori porteranno sul grande schermo
personaggi come Lois Lane, Guy
Gardner,
Hawkgirl, Metamorpho, Lex
Luthor e Mister Terrific.
Con il suo stile inconfondibile,
James Gunn trasporta il supereroe nel nuovo universo DC, con una
miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti,
consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una
profonda fiducia nella bontà del genere umano. Il tono del film
sarà molto diverso rispetto alle precedenti versioni più cupe: Gunn
ha dichiarato che Superman sarà colorato, pieno di
emozione e con un protagonista cresciuto in un ambiente familiare
sano e amorevole, elemento che influenzerà profondamente la sua
personalità.
Il film non solo rilancia l’iconica
figura dell’Uomo d’Acciaio, ma getta anche le basi narrative e
tematiche per l’intero universo condiviso DC, fondendo umanità,
epica e introspezione morale in un racconto di rinascita
mitologica.
Il film è al cinema dal 9
luglio distribuito da Warner Bros.
Pictures.
Le prime recensioni di
I Fantastici
Quattro: Gli Inizi sono state, perdonate la
ripetizione, fantastiche. Ora, Deadline ha condiviso alcuni
dati aggiornati un paio di giorni prima dell’arrivo nelle sale del
reboot dei Marvel Studios.
Secondo le fonti, il lancio globale
dovrebbe aggirarsi tra i 190 e i 210 milioni di dollari, un inizio
niente male per una squadra di supereroi nota soprattutto per aver
recitato in film pessimi.
L’incasso internazionale previsto è
tra i 90 e i 100 milioni di dollari, mentre il debutto
nordamericano è previsto tra i 100 e i 110 milioni di dollari. Una
previsione prudente? Beh, solo un paio di giorni fa si parlava di
130-140 milioni di dollari e le quote si sono alzate a seguito
dell’uscita delle prime recensioni. Vedremo cosa succederà questo
fine settimana, mentre il film esce in Italia il 23 luglio.
Superman ha incassato 220
milioni di dollari al botteghino mondiale, quindi si sta rivelando
un’ottima estate per Marvel e DC, dato che entrambi gli studi
cercano di scrollarsi di dosso la cosiddetta “stanchezza da
supereroi“.
Il film è stato “Certificato
Fresco” su Rotten Tomatoes, e questo dovrebbe essere di grande
aiuto in vista del fine settimana. Nella
nostra recensione abbiamo scritto: “I Fantastici
Quattro: Gli Inizi conferma ciò che già si pensava in
seguito alla diffusione dei materiali promozionali: è un progetto
ben pensato, ben diretto, che sa dosare l’intimità e l’azione, che
grazie ai suoi variegati protagonisti si rivolge ad un pubblico
ampio, dai più giovani fino ai padri e alle madri.”.
Il film Marvel Studios I
Fantastici Quattro: Gli Inizi introduce la prima
famiglia Marvel composta da Reed Richards/Mister Fantastic
(Pedro
Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa
Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph
Quinn) e Ben Grimm/la Cosa (Ebon
Moss-Bachrach) alle prese con la sfida più difficile
mai affrontata. Costretti a bilanciare il loro ruolo di eroi con la
forza del loro legame familiare, i protagonisti devono difendere la
Terra da una vorace divinità spaziale chiamata Galactus
(Ralph Ineson) e dal suo enigmatico Araldo, Silver
Surfer (Julia Garner). E se il piano di Galactus
di divorare l’intero pianeta e tutti i suoi abitanti non fosse già
abbastanza terribile, la situazione diventa all’improvviso una
questione molto personale.
Il film è interpretato anche da
Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne
e Sarah Niles. I
Fantastici Quattro: Gli Inizi è diretto da
Matt Shakman e prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Grant
Curtis e Tim Lewis sono gli executive producer.
A parte qualche parolaccia e la
solita violenza da supereroe, Superman è
un film abbastanza adatto alle famiglie, ma c’è un momento che
spicca per la sua cupezza stridente – e la scena in questione
originariamente doveva essere ancora più brutale e sanguinosa.
Durante una recente apparizione al
podcast Happy Sad Confused, il regista
James Gunn ha rivelato che la scena in cui
Lex Luthor uccide a sangue freddo un civile di nome Malik Ali
(Dinesh Thyagarajan) avrebbe dovuto essere
diversa, finché non ha deciso che era semplicemente troppo cruda
per un film PG-13. “Dopo aver visto il film, ho pensato:
‘Questo è [troppo cupo]'”, ha detto Gunn.
“Lex spara al tizio in testa,
cosa che viene mostrata in campo largo. Ma il tizio cade a terra, e
il sangue cola sulla piattaforma, e Lex abbassa lo sguardo e vede
che il sangue sta per sporcargli le scarpe. Ghurkos esclama: “Cosa?
No!” E Nic lo guarda, e la sua interpretazione è fantastica, perché
lo guarda dritto negli occhi e [dice]: “No?” E poi Ghurkos,
timidamente, tristemente, si trascina in avanti e si sdraia sulla
schiena.”
Nel caso non fosse chiaro, l’idea
era che Ghurkos si sarebbe buttato a terra per impedire al sangue
di raggiungere Luthor. “E [Burić], è così divertente. Si sdraia
sulla schiena e inizia ad assorbire il sangue. Poi Nic guarda
Superman e dice: ‘Ci vediamo
domani'”. Gunn conferma che la versione estesa della scena è
stata tagliata all’inizio e non è stata inclusa in nessuna
proiezione di prova.
Superman
è il primo film dei DC Studios scritto e diretto da
James Gunn, con
David Corenswet nei panni di Superman/Clark
Kent e inaugurerà la fase intitolata “Dei e Mostri“. Il film
racconterà un Clark Kent già adulto, alle prese con il delicato
equilibrio tra la sua identità kryptoniana e quella umana, in un
mondo in cui l’umanità fatica a fidarsi di figure straordinarie.
Secondo quanto anticipato, non si tratterà di una storia di
origini, ma piuttosto di un ritratto di Superman nel momento in cui
cerca il suo posto nel mondo come giornalista al Daily
Planet e come eroe capace di ispirare speranza.
Nel cast anche
Rachel Brosnahan,
Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan,
Nathan Fillion,
Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de
Faría, Wendell Pierce,
Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva
Howell. Questi attori porteranno sul grande schermo
personaggi come Lois Lane, Guy
Gardner,
Hawkgirl, Metamorpho, Lex
Luthor e Mister Terrific.
Con il suo stile inconfondibile,
James
Gunn trasporta il supereroe nel nuovo universo DC, con una
miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti,
consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una
profonda fiducia nella bontà del genere umano. Il tono del film
sarà molto diverso rispetto alle precedenti versioni più cupe: Gunn
ha dichiarato che Superman sarà colorato, pieno di
emozione e con un protagonista cresciuto in un ambiente familiare
sano e amorevole, elemento che influenzerà profondamente la sua
personalità.
Il film non solo rilancia l’iconica
figura dell’Uomo d’Acciaio, ma getta anche le basi narrative e
tematiche per l’intero universo condiviso DC, fondendo umanità,
epica e introspezione morale in un racconto di rinascita
mitologica.
Il film è al cinema dal 9
luglio distribuito da Warner Bros.
Pictures.
Abbiamo sentito dire via Deadline
che l’attrice di Mickey 17, Naomi
Ackie, è la scelta migliore per il ruolo principale
femminile in Clayface,
il film di DC Studios che racconta la storia dell’antagonista di
Batman.
Sebbene la trattativa sia ancora in
fase iniziale, se accettasse la parte, Naomi Ackie
reciterà al fianco dell’attore gallese Tom Rhys
Harries nel film di genere diretto da James
Watkins. Clayface
verrà girato presso gli studi Warner Bros Leavesden nel Regno
Unito.
Si stanno diffondendo voci su Ackie
e Clayface in un momento emozionante per la DC. Il suo
primo film con i boss Peter Safran e James
Gunn, Superman, sta
incassando 409 milioni di dollari in tutto il mondo, un altro
ritorno per i film sui supereroi. La DC si recherà al Comic-Con di
San Diego questa settimana per mostrare le sue doti con la seconda
stagione di Peacemaker della HBO.
Clayface
è un cattivo mutaforma dei fumetti di Batman e ha fatto il suo
debutto nel numero 40 di Detective Comics nel giugno del 1940. Il
Clayface originale era un attore di discreto successo che adottò
l’identità di un personaggio che aveva interpretato in un film
horror dopo essersi dedicato al crimine. Clayface ha un corpo
apparentemente fatto di argilla ed è apparso nel corso degli anni
in film, serie TV, opere d’animazione, videogiochi e altre forme di
media.
A produrre Clayface
ci sono Gunn e Safran, oltre al regista di The
BatmanMatt Reeves e Lynn
Harris. Chantal Nong è la produttrice esecutiva. Mike
Flanagan, regista di The Life of Chuck, ha scritto la prima bozza
della sceneggiatura, con ulteriori bozze di Hossein Amini,
sceneggiatore di The Wings of a Dove e Drive, candidato
all’Oscar.
Ackie, nata a Londra, ha ottenuto
una serie di ruoli importanti, tra cui quello di Whitney Houston in
I Want to Dance With Somebody, Star
Wars: L’ascesa di Skywalker, la serie NetflixMaster of None,
Mickey 17 di Bong Joon Ho e
Sorry, Baby di Eva Victor di A24,
attualmente nelle sale USA.
Sono stati rivelati pochi dettagli
sulla trama, ma abbiamo appreso che Matt Hagen sarà al centro
dell’attenzione. Nei fumetti, era il secondo
Clayface, un avventuriero che si è trasformato in
un mostro dopo aver incontrato una pozza radioattiva di
protoplasma.
Questo è cambiato in Batman:
The Animated Series, dove è stato ritratto come un attore
che usava una crema anti-età per sembrare più giovane. Dopo essersi
scontrato con il suo creatore, Roland Daggett, Hagen viene immerso
in una vasca di quella sostanza e diventa il “classico” Clayface
che tutti conoscete dai fumetti.
Tom Rhys Harries interpreterà il personaggio
principale di Clayface,
il film dei DC Studios. Il film è basato su una storia di
Mike Flanagan, attore di La caduta della
casa degli Usher (l’ultima bozza è stata firmata da
Hossein Amini, sceneggiatore di
Drive), con James Watkins,
regista di Speak No Evil, alla regia.
Clayface è
attualmente previsto per l’arrivo nelle sale l’11 settembre
2026.
Innocenti bugie (il
cui titolo originale è Knight and Day), uscito nel 2010,
rappresenta un momento particolare nella filmografia del regista
James Mangold. Dopo essersi fatto notare con opere
intense e di forte carattere drammatico come Cop Land,
Ragazze interrotte e Quando l’amore brucia l’anima –
Walk the Line, Mangold si cimenta qui con un film d’azione dal
tono molto più leggero, giocoso e orientato all’intrattenimento
puro. Pur mantenendo una regia solida e attenta al ritmo, il film
si distingue per un approccio volutamente sopra le righe e per
l’uso di cliché del genere spy-action rivisitati in chiave comica e
romantica.
Uno degli elementi centrali del film
è senza dubbio la presenza carismatica di Tom Cruise, qui in un ruolo che gioca con la
sua immagine da star d’azione. L’attore si diverte a parodiare se
stesso, mettendo in scena un personaggio spericolato, imprevedibile
e affascinante, mentre accanto a lui troviamo Cameron Diaz nel ruolo della protagonista
femminile. La chimica tra i due è fondamentale per sostenere
l’equilibrio tra azione adrenalinica e commedia sentimentale,
facendo di Innocenti bugie un perfetto esempio di
action comedy ad alta energia.
Per tono e impostazione, il film si
può avvicinare ad altri titoli come Mr. & Mrs. Smith,
The Tourist o Killers, tutti usciti in un periodo
in cui il cinema d’azione flirtava con la commedia romantica,
proponendo storie di spionaggio ed equivoci vissute da coppie
affascinanti e ironiche. Pur non avendo avuto un enorme successo al
botteghino, Innocenti bugie ha saputo conquistare
nel tempo un seguito di appassionati proprio grazie al suo stile
scanzonato. Nel resto dell’articolo, analizzeremo il finale del
film, spiegandone i principali eventi e il significato sotteso alla
conclusione.
Protagonisti del film sono
June Havens e Roy Miller. I due
si incontrano casualmente nello stesso aereo in volo verso Boston.
Confidandosi segreti e sogni, entrambi iniziano a sviluppare una
certa sintonia, ma June è del tutto ignara del fatto che Roy è in
realtà una spia segreta dell’FBI. Lo scopre a sue spese nel momento
in cui l’uomo si ritrova attaccato da diversi individui, che però
Roy riesce facilmente a mettere fuori gioco. Nel tentativo di
proteggere la donna, Roy fa infine atterrare l’aereo e
narcotizzandola la porta in un luogo sicuro. Qui le spiegherà
brevemente cosa sta accadendo, informandola del pericolo che ora
corre per aver parlato con lui.
Roy, infatti, non è solo una spia,
ma è anche in possesso di un’invenzione che potrebbe risolvere i
problemi energetici del pianeta. Un suo collega ha infatti fatto il
doppiogioco e vuole ora impadronirsi di quanto da Roy posseduto. Il
suo intento è infatti quello di rivendere l’invenzione ad un gruppo
di trafficanti senza scrupoli, ottenendo in cambio una grossa somma
di denaro. Costretti a fare squadra pur di uscire vivi dai numerosi
pericoli a cui vanno incontro, Roy e June avranno modo di
conoscersi meglio e continuare a sviluppare il sentimento nato
sull’aereo.
La spiegazione del finale del
film
Nel terzo atto di Innocenti
bugie, la trama raggiunge il suo punto di massima tensione
quando Simon Feck, l’inventore del dispositivo, viene rapito dal
vero traditore, l’agente Fitzgerald, e portato in Spagna per
consegnarlo a un trafficante d’armi, Quintana. June, dopo aver
partecipato al matrimonio della sorella, scopre invece a questo
punto l’identità segreta di Roy visitando la casa dei suoi
genitori, ignari che il figlio, in realtà ancora vivo, operi sotto
copertura come agente segreto. Convinta di poter aiutare, June si
lascia catturare per essere condotta da Quintana, fingendo di
possedere la preziosa batteria “Zephyr”.
Durante la resa dei conti a
Siviglia, Roy riesce a rintracciare June, salvandola e scatenando
un inseguimento adrenalinico per le strade della città. Quintana
trova la morte travolto da una mandria di tori, mentre Roy affronta
Fitzgerald: gli consegna la batteria in cambio della salvezza di
Feck, ma viene colpito da un colpo di pistola. Poco dopo, però, la
Zephyr si rivela instabile e esplode, uccidendo Fitzgerald. Roy
sopravvive e viene ricoverato in ospedale a Washington, ma scopre
che i suoi superiori stanno pianificando di eliminarlo. A quel
punto interviene June, travestita da infermiera, che lo droga per
portarlo via e ricominciare insieme una nuova vita, in fuga verso
Capo Horn.
Il significato del finale rispecchia
lo spirito dell’intero film: un mix di romanticismo, azione e
ironia. Roy e June abbandonano ogni legame con il mondo dello
spionaggio per scegliere una vita all’insegna dell’imprevisto e
della libertà. La fuga finale non è soltanto fisica, ma rappresenta
anche una scelta di campo: preferire l’amore, la fiducia e la
spontaneità a un sistema freddo e calcolatore come quello delle
agenzie governative.
Temi come la doppia identità, la
fiducia nelle relazioni e la volontà di riscrivere il proprio
destino emergono con forza nel finale. Innocenti
bugie gioca con i cliché del genere action-romance per
raccontare una storia che parla anche di riconciliazione con sé
stessi e con il proprio passato. Roy, che ha vissuto nell’ombra con
una falsa identità, trova finalmente un equilibrio attraverso il
legame con June, una donna che, pur catapultata in un mondo folle,
decide di abbracciarlo per ciò che è. Una conclusione che ribalta
il classico “vissero felici e contenti” in chiave dinamica e fuori
dagli schemi.
Uscito nel 2004, Catwoman è
stato uno dei primi tentativi della Warner Bros. di riportare sul
grande schermo un personaggio femminile ispirato all’universo DC
Comics in una produzione standalone. Interpretata da Halle Berry, già vincitrice dell’Oscar per Monster’s
Ball, la nuova incarnazione di Catwoman si distaccava
radicalmente dalla celebre versione di Selina Kyle vista nei
fumetti e nei film precedenti, proponendo invece un personaggio
originale: Patience Phillips. Il film, diretto da Pitof, regista francese
proveniente dagli effetti visivi, cercava di fondere elementi di
azione, fantasy e sensualità, puntando su uno stile visivo molto
marcato.
Nonostante l’ambizione di creare
un’icona femminile forte e indipendente, il film non riuscì a
convincere né la critica né il pubblico. Lontano dallo spirito e
dalla mitologia della Catwoman classica, il film venne ampiamente
criticato per la sceneggiatura debole, gli effetti speciali poco
convincenti e una regia caotica. Persino l’interpretazione di
Berry, pur intensa e fisica, non bastò a risollevare le sorti del
film, che fu un clamoroso flop al botteghino e venne rapidamente
bollato come uno dei peggiori cinecomic mai realizzati.
Il suo fallimento fu tale da frenare
per anni i progetti su supereroine protagoniste e divenne oggetto
di numerose parodie e ironie,
anche da parte della stessa Berry. Tuttavia, a distanza di
anni, Catwoman continua a suscitare curiosità, se non altro
come esempio emblematico di cosa accade quando si tenta di
reinventare un personaggio iconico snaturandone le origini. Nel
resto dell’articolo ci concentreremo proprio sul finale del film,
analizzando come si chiude la vicenda di Patience Phillips e
cercando di interpretare il significato all’interno del percorso
narrativo che il film cerca di tracciare.
Il film racconta le vicende di
Patience Phillips (Halle
Berry), una donna timida e piuttosto accomodante, che
lavora come designer in una società di cosmetici. Un giorno riceve
l’incarico di disegnare una campagna pubblicitaria per una nuova
crema di bellezza, la Beau-line, ma mentre sta per consegnare il
progetto al suo capo George Hedare (Lambert Wilson),
assiste a una conversazione che la sconvolge profondamente: questo
nuovo prodotto miracoloso che stanno per promuovere, in realtà, se
non assunto regolarmente, può distruggere la pelle e provocare
addirittura la morte.
La donna decide allora di voler
denunciare la truffa, ma durante la fuga dall’azienda attraverso i
condotti di scarico, le guardie dell’edificio azionano la
fuoriuscita dell’acqua, facendola così annegare. Sebbene Patience
sia morta, torna magicamente in vita grazie all’intervento di
Midnight, un gatto con poteri soprannaturali che le infonde i
tratti di un carattere felino. La mattina seguente, infatti, la
donna si sveglia diversa: è più forte, determinata e dannatamente
sexy. Con il nome di Catwoman, Patience decide così di vendicarsi
dei suoi assassini.
La spiegazione del finale del
film
Nel terzo atto di Catwoman,
la protagonista Patience Phillips si confronta dunque con la verità
dietro la sua trasformazione e le macchinazioni dell’industria
cosmetica Hedare Beauty. Dopo aver scoperto che il rivoluzionario
prodotto anti-età dell’azienda provoca danni irreversibili alla
pelle, Patience decide di affrontare Laurel Hedare, l’elegante ma
spietata moglie del fondatore, che si è rivelata la vera mente
criminale dietro l’intera vicenda. La resa dei conti tra le due
donne culmina in una spettacolare battaglia nel grattacielo
dell’azienda, dove Laurel finisce per cadere dalla finestra, punita
dalla stessa vanità che l’aveva spinta a nascondere la verità.
Dopo aver chiarito la propria
innocenza nella morte di George Hedare e aver salvato molte vite
rivelando la tossicità del prodotto, Patience decide di non tornare
alla sua vecchia vita. Rinuncia all’amore del detective Tom
Lone, l’unico che era riuscito a vederla davvero, per
abbracciare fino in fondo la sua nuova identità. Nell’ultima
sequenza del film, la vediamo saltare sui tetti della città,
libera, indipendente, consapevole del proprio potere. È una
chiusura che sottolinea il distacco definitivo dalla sua esistenza
passata e la piena assunzione del suo ruolo come vigilante
solitaria e ribelle.
Il significato del finale di
Catwoman ruota dunque attorno al tema dell’emancipazione
personale. Patience inizia come una donna timida e remissiva,
sfruttata sul lavoro e invisibile agli altri, ma la sua “rinascita
felina” diventa metafora di una trasformazione interiore. Il film,
pur con tutti i suoi limiti, tenta di raccontare un percorso di
autodeterminazione femminile, in cui la protagonista trova forza
proprio nell’abbracciare la sua diversità e nel rifiutare le
aspettative che la società impone alle donne, sia in termini di
bellezza che di comportamento.
Tuttavia, questa rilettura moderna
del personaggio si discosta profondamente dalla Catwoman dei
fumetti DC: una ladra ambigua, affascinante e moralmente complessa.
La scelta di creare un personaggio completamente nuovo ha reso
difficile per i fan accettare la legittimità di questa “nuova”
Catwoman. Il film non si inserisce poi nella mitologia più ampia
dell’universo DC, e questo ha pesato sulla sua ricezione. Il
finale, pur offrendo una chiusura simbolica coerente con la
narrazione interna, lascia aperta la questione dell’identità: chi è
veramente Catwoman? In questo caso, non un’eroina in costume legata
a Gotham o a Batman, ma una figura indipendente che incarna l’idea
astratta di rinascita, forza e ribellione.
Insieme a Superman
di
James Gunn (qui
la nostra recensione), I Fantastici
Quattro: Gli Inizi è stato fin dal suo primo annuncio uno
dei film di supereroi più attesi e chiacchierati degli ultimi
tempi. Il processo di casting, destinato a dare un nuovo volto
all’iconica famiglia Marvel, è stato oggetto di una
curiosità con pochi eguali. Sono poi seguite immagini dal set,
indiscrezioni, rumor e rivelazioni di ogni sorta nel corso dei mesi
successivi, alimentando l’hype attorno a questo ambizioso progetto
che ha il compito di traghettarci verso il gran finale di questa
non proprio riuscita Saga del Multiverso. Ma ridurre a questo il “compito”
del film è fargli un evidente torto.
Estrapolandolo da questo contesto,
sono infatti molti gli elementi di pregio di I Fantastici
Quattro: Gli Inizi come film a sé stante. A partire da una
maggior attenzione nella sua ideazione, dal mondo retro-futuristico
che propone fino ai grandi temi di cui si fa portatore con spalle
più solide dei precedenti Marvel. Titolo inaugurale della
conclusiva Fase 6 di questo franchise, il film riporta dunque sul
grande schermo la prima famiglia della Marvel con un film che rende
loro giustizia e invita a dimenticare il disastroso risultato di
Fantastic Four – Fantastici Quattro del 2015 e i
piacevoli ma non del tutto riusciti I Fantastici 4 e I Fantastici 4 e Silver Surfer.
La trama di I Fantastici
Quattro: Gli Inizi
Ambientato sullo sfondo vivace di un
mondo retrò-futuristico ispirato agli anni ’60, I Fantastici
Quattro: Gli Inizi presenta la Prima Famiglia della Marvel:
Reed Richards/Mister Fantastic (Pedro
Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa
Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph
Quinn) e Ben Grimm/La Cosa (Ebon
Moss-Bachrach). Costretti a bilanciare il loro ruolo di
eroi con la forza del loro legame familiare, devono difendere la
Terra da un famelico dio spaziale chiamato Galactus
(Ralph Ineson) e dal suo enigmatico Araldo, Silver
Surfer (Julia Garner). E come se il piano di Galactus
non fosse già abbastanza minaccioso, improvvisamente la situazione
diventa molto personale.
Come dovrebbe essere un film di
supereroi oggi, nel 2025, per poter avere una concreta presa sul
pubblico? Fino al 2019 la Marvel sembrava avere la risposta a
questa domanda. Ma con i tanti eventi globali verificatisi negli
ultimi anni questa è cambiata e i dirigenti e i creativi dello
studio sembrano non essere ancora riusciti del tutto a
ristabilirla. Forse è per questo che gli ultimi film della Marvel
hanno tanto proposto personaggi in crisi, incerti sulla direzione
da prendere e chiamati a contrapporsi con realtà molto più
indecifrabili. Mentre cercano una nuova presa sulla realtà, il
Superman
di Gunn sembra aver trovato la quadra: il lato umano.
Può sembrare una banalità, eppure i
recenti progetti Marvel sono stati piuttosto scarsi nel proporre al
grande pubblico personaggi con cui poter empatizzare e dai quali
sentirsi ispirati. C’era dunque bisogno di un ritorno ad una
dimensione più intima, che permettesse di riscoprire quei legami
(famigliari ma non solo) che tutti in questo momento di grande
crisi globale vanno ricercando. Non è una sorpresa allora che
Guardiani della Galassia Vol. 3 (firmato non a caso da
Gunn) e il recente Thunderbolts*abbiano
incontrato maggiore consenso, presentandoci famiglie non
tradizionali alla ricerca delle loro origini e di quel senso di
comunità da cui scaturisce il vero potere.
Progetti, i due film appena citati,
che sembrano aver condotto e aperto la porta a questo I
Fantastici Quattro: Gli Inizi, che dimostra di aver
imparato la lezione proponendoci il racconto di una famiglia e del
suo obiettivo di fare gruppo per proteggersi dalle minacce esterne.
Un messaggio anche politico, volendo, specialmente considerando la
necessità qui di un intero mondo chiamato ad unirsi contro un
nemico esterno. Nemico che non può non far pensare ad una
rappresentazione degli odierni pericoli che minacciano il nostro
pianeta, dal cambiamento climatico (e c’è a riguardo un non sottile
invito a risparmiare l’energia) fino agli spiriti bellicosi che
oggigiorno devastano interi luoghi proprio come Galactus fa con New
York.
Galactus in I Fantastici Quattro: Gli Inizi
I Fantastici Quattro in tutta la loro gloria
Andando oltre gli aspetti tematici,
I Fantastici Quattro: Gli Inizi conferma ciò
che già si pensava in seguito alla diffusione dei materiali
promozionali: è un progetto ben pensato, ben diretto, che sa dosare
l’intimità e l’azione, che grazie ai suoi variegati protagonisti si
rivolge ad un pubblico ampio, dai più giovani fino ai padri e alle
madri. Innanzitutto, l’estetica e l’iconografia rappresentano una
vera e propria boccata d’aria, dopo fin troppi film Marvel
ambientati in contesti visivamente simili tra loro. Il mondo
retro-futuristico in stile anni Sessanta permette invece di dar
vita ad una serie di luoghi e scenari che restituiscono una
sensazione di novità.
All’interno di questo mondo, si
muovono dunque i nostri quattro fantastici protagonisti. Occorre
subito dire che i quattro interpreti scelti – Pascal, Kirby, Quinn,
Moss-Bachrach – si rivelano le giuste scelte non solo esteticamente
e in quanto a somiglianza con i personaggi dei fumetti, ma anche
per la chimica di gruppo che portano in scena. Ci si appassiona
facilmente alle loro personalità, ben definite ma lasciando ancora
molto da poter esplorare. Allo stesso modo, finalmente si ha una
vera minaccia in Galactus, che pur avendo un ruolo tutto sommato
“limitato” è di certo uno dei villain Marvel di questa Saga che più
trasmettono il senso di pericolo. Affascinante e ancora tutta
esplorare anche la
Shalla-Bal di Garner.
Si diceva in apertura della
necessità di estrapolare il film dal più ampio contesto del MCU. La
cosa viene facile, finalmente, poiché in quanto ambientato in
un’altra realtà, il racconto può fare a meno dei tanti fastidiosi
riferimenti ad altre opere che pullulano negli altri film Marvel.
Ciò gli permette dunque di costruire da zero le proprie
caratteristiche, consentendo al regista Matt Shakman (già
regista di WandaVision, da
cui ha ripreso alcuni degli elementi di questa particolare estetica
retro-futuristica) di esplorarle al meglio. Ecco allora che
potendosi muovere con questa libertà, il tutto trova maggiore
respiro seppure il ritmo resti piuttosto serrato.
Ebon Moss-Bachrach e Joseph Quinn in I Fantastici Quattro: Gli
Inizi
Certo, in alcuni momenti si ha la
sensazione che il film acceleri più del dovuto alcuni passaggi
risultando frettoloso e che alcune interazioni non siano del tutto
sviluppate. Sensazione data anche dalla quasi totale assenza di
sottotrame, cosa che però permette di mantenere la concentrazione
sulla vicenda principale ed evitare pericolose lungaggini. Grazie
poi ad un paio di valide sequenze d’azione (quella
nell’astronave di Galactus e quella della battaglia finale) e con
alcuni momenti più intimi, I Fantastici Quattro: Gli
Inizi riesce nel compito di intrattenere ed
emozionare, il tutto affidandosi all’umanità dei suoi protagonisti,
al loro sapere di non saperne abbastanza e per questo provare
paura.
Indubbiamente, bisogna superare una
prima mezz’ora più “statica”, in cui si ripercorre brevemente la
storia di questa famiglia. Il fatto di non essere una
pura origin story permette però poi al film di
passare all’azione, guadagnando sempre più presa sul pubblico (un
po’ come già avvenuto per Spider-Man:
Homecoming). Si è parlato di una certa “freddezza” nei
rapporti tra i personaggi, in parte forse esistente, ma sempre
rimessa ai margini dalla Sue Storm di Vanessa
Kirby, madre pronta a tutto pur di difendere il proprio
figlio. Si può così godere di una famiglia di eroi chiamata a
confrontarsi con la paura degli equilibri che cambiano e finché
questi quattro personaggi e il loro rapporto verrà raccontato così,
ci si può aspettare cose ben più che buone da loro.
L’autismo o la
Sindrome di Asperger sono malattie su cui troppo
spesso vige un certo silenzio, quando invece un maggior dibattito
potrebbe aiutare a conoscere meglio tali patologie e i modi con cui
potervisi opporre. Ecco allora che il cinema in più occasioni ha
cercato di proporre storie che affrontano tali tematiche, con
titoli come i classici Rain Man – L’uomo della pioggia o
Buon compleanno Mr. Grape, fino agli italiani Quanto
basta e Tutto il mio folle amore. Anche il cinema turco si è
interessato all’argomento con Mio figlio.
Diretto da Bora
Egemen, il film affronta in particolare il rapporto che un
genitore tenta di instaurare con il proprio figlio affetto da tali
problematiche. Si sviluppa così un racconto particolarmente
toccante, che non nasconde i momenti più difficili che questa
situazione presenta ma li fa diventare motore per la voglia di
superarli e raggiungere una nuova felicità. Dopo aver ottenuto un
grande successo in patria, Mio figlio arriva ora
finalmente in Italia grazie ad un passaggio televisivo.
Gli appassionati di questo genere e
i fan dell’attore Kıvanç Tatlıtuğ potranno dunque
ritrovare in questo film un’opera meritevole di essere conosciuta.
In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali
curiosità relative a Mio figlio. Proseguendo qui
nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla sua possibile ispirazione ad una
storia vera. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di Mio
figlio
Ali Kaptan è un
pescatore che ha dedicato la sua vita a suo figlio
Efe, che è diverso dagli altri bambini. Egli è
infatti affetto da un disturbo della comunicazione che gli rende
difficile rapportarsi con gli altri. Efe, dunque, non ha mai
parlato e non ha mai guardato negli occhi nessuno. Ali si sforza di
raggiungere suo figlio e di legare con lui, ma non importa quanto
ci provi, non riceve risposta. Il suo desiderio più grande rimane
però quello di sapere che suo figlio lo capisce e tenterà in ogni
modo di stabilire questo legame.
Il cast di attori
Ad interpretare Ali Kaptan vi è
l’attore Kıvanç Tatlıtuğ, celebre in Italia anche
per il film Ultima chiamata per Istanbul e per le serie Gümüş,
La ragazza e l’ufficiale, Brave and Beautiful e The
Family. Accanto a lui, nel ruolo di suo figlio Efe Kaptan vi è
il giovane Alihan Türkdemir, noto per aver
interpretato il ruolo di Bulut Kaya nella serie Bitter Sweet –
Ingredienti d’amore. Accanto a loro, nel ruolo di Leyla recita
invece l’attrice Büşra Develi.
Recitano poi nel film altri attori
turchi, probabilmente più noti in patria ma meritevoli di essere
scoperti anche da noi. Completano infatti il cast Feridun
Düzağac nel ruolo di Feridun, Yücel Erten
in quello di Haşmet, Yıldız Kültür in quello di
Güner e Sezai Aydın in quello di Kamil. Il ruolo
di Sertuğ è interpretato da İlkay Akdağlı, quello
di Murat è interpretato da Cem Zeynel Kılıç e
Mehmet è interpretato da Durul Bazan.
Mio figlio è
tratto da una storia vera?
In molti vedendo il film si sono
chiesti se quella narrata in Mio figlio sia una
storia vera o meno. Il regista e gli sceneggiatori, però, non
sembrano essersi ispirati a nessuna vicenda in particolare, facendo
dunque di questo un racconto originale. C’è però stata una lunga
ricerca riguardante i sintomi e le caratteristiche dell’autismo,
cosa che ha permesso di offrire una rappresentazione quanto più
possibile realistica di questa condizione.
Dove vedere Mio
figlio in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 19 luglio alle ore 21:20
su Canale 5. Di conseguenza, per un limitato
periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma
Mediaset Infinity, dove quindi lo si potrà vedere
anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere
alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far
partire la visione.
Apple
TV+ ha annunciato oggi che Loot – Una
fortuna, la comedy interpretata e prodotta dalla sei volte
vincitrice dell’Emmy Maya Rudolph, tornerà
ufficialmente questo autunno con una terza stagione. Composta da 10
episodi, la serie farà il suo debutto il 15 ottobre su
Apple TV+ con i primi due episodi seguiti da un
nuovo episodio ogni mercoledì, fino al 10 dicembre.
La trama della terza stagione di
Loot – Una fortuna
In Loot – Una
fortuna Molly Wells (Rudolph) intraprende un viaggio alla
scoperta di sé stessa dopo aver ottenuto un accordo di divorzio da
87 miliardi di dollari dal suo ricco marito John Novak (Adam
Scott), con cui è stata sposata per 20 anni. Nella terza stagione
la ritroviamo impegnata al comando della sua organizzazione
filantropica, la Wells Foundation dopo aver lasciato gli spettatori con
il fiato sospeso con il finale della seconda stagione che ha visto
Molly salire a bordo del suo jet privato, insieme al suo fidato
assistente Nicholas (Joel Kim Booster), con l’ordine di portarla il
più lontano possibile in seguito alle critiche ricevute dai suoi
colleghi miliardari sul suo impegno filantropico e l’imbarazzante
scambio con il suo collega Arthur (Nat Faxon).
La nuova stagione continuerà a seguire le vicende dell’adorabile
ed eccentrico gruppo di lavoro della Wells Foundation, che continua
a lavorare insieme affinché Molly possa mantenere la promessa
di donare tutta la sua vasta fortuna. Oltre a Rudolph, il cast che
torna per la terza stagione include Michaela Jaé Rodriguez,
Nat Faxon, Ron Funches e Joel Kim Booster. Tra gli ospiti speciali
ci saranno Stephanie Styles, D’Arcy Carden, Adam Scott, Zane
Phillips, Henry Winkler, X Mayo e altri ancora.
Loot – Una fortuna è creata e prodotta da Matt
Hubbard e Alan Yang, insieme a Rudolph e alla sua partner di
produzione Danielle Renfrew Behrens di Banana Split, Dave Becky di
3 Arts, Dean Holland e Natasha Lyonne. Hubbard è lo showrunner
della terza stagione. La serie è prodotta per Apple da Universal
Television, una divisione di Universal Studio Group. Le prime due
stagioni di “Loot – Una fortuna” sono disponibili in streaming su
Apple TV+.
Alla fine di
Delirio di Netflix, il passato e il presente di Agustina si
scontrano per dispiegare tutto il trauma psicologico che la
protagonista ha sepolto nella sua mente. Suo marito, Aguilar,
fatica a dare un senso alla sua attuale situazione e il suo amore
per lei viene messo alla prova. Al centro dello stato di delirio
della protagonista, che dà il titolo alla serie, c’è la sua
dinamica con la famiglia, le cui complessità vengono presto alla
luce, influenzando tutti i soggetti coinvolti in modi unici. Nel
frattempo, Midas, un outsider, fa del suo meglio per integrarsi,
anche quando le conseguenze minacciano di consumarlo dall’interno.
Il risultato è una sabbie mobili da cui non sembra riuscire a
uscire, che lo mette nello stesso stato del suo ex amante. Alla
fine, Agustina rivaluta la sua vita e finalmente comprende le sue
vere priorità.
La trama di Delirium
La storia si avvale di una
narrazione frammentata che salta tra diversi periodi temporali
della vita di Agustina. Da adolescente, lotta contro disturbi
mentali, uniti alle pratiche oppressive della sua famiglia. Quando
Bichi, suo fratello e punto di riferimento nella vita, è costretto
a lasciare la casa perché gay, inizia gradualmente a sprofondare in
una spirale di disordine psicologico. Un sollievo apparentemente
arriva sotto forma di Midas, suo fratello, amico di Joaco, che,
provenendo da una famiglia povera, porta una nuova prospettiva
nella sua vita. I due hanno la loro dose di alti e bassi, in
particolare quando Midas si intromette nella mafia e coinvolge la
sua famiglia negli affari, ma alla fine si mettono insieme. Alla
fine, Agustina rimane incinta e la sua famiglia reagisce
negativamente, costringendola ad abortire in America e a porre fine
alla relazione con il suo amante.
Nel presente, Midas sale lentamente
al potere come membro chiave della mafia, attirando i clienti più
facoltosi. Nel frattempo, Agustina, dopo aver lasciato casa,
incontra Aguilar, un professore di letteratura con forti valori
politici. I due iniziano una relazione e si sposano, ma presto il
passato di Agustina la insinua. Dopo una gravidanza fallita, inizia
una lenta discesa nella follia, che culmina un giorno con la sua
scomparsa da casa. Aguilar la trova finalmente in un hotel e, da
questo momento in poi, la protagonista entra in uno stato di
completo delirio. Disperato per la sua guarigione, Aguilar lascia
il lavoro e si prende cura di lei a tempo pieno. Quando questo non
sembra funzionare, la fa ricoverare in una clinica psichiatrica.
Tuttavia, dopo aver visto il duro ambiente che vi si respira,
decide di riportarla a casa.
Le cose cambiano radicalmente quando
Sofia, la zia di Agustina, si presenta alla sua porta un giorno.
Rivela di essere stata originariamente lei a prendersi cura di
Agustina e, con questo, inizia a spiegare la loro complessa storia
familiare. Mentre il protagonista attraversa brevi periodi di
benessere, spesso si scontra con intensi e a volte violenti
attacchi di paranoia e allucinazioni, che non fanno che complicare
ulteriormente le loro dinamiche. Nel frattempo, Midas inizia
lentamente a perdere la sua umanità; dopo aver permesso l’omicidio
di una prostituta di nome Jenny, uccide il suo ricco cliente.
Tuttavia, il suo periodo da capo mafioso sembra giungere al termine
quando un’irruzione della polizia manda a monte l’intera
operazione. Midas sopravvive, ma è costretto a nascondersi a casa
di Joaco. Il destino sia suo che di Agustina rimane incerto.
Il Finale di Delirio: Aguilar e
Agustina tornano insieme?
La sequenza finale del racconto
riunisce tutti gli elementi tematici e narrativi in un momento di
festa, mentre Aguilar e Agustina finalmente appianano le loro
divergenze e tornano insieme. Il loro successo non è privo di
difficoltà, ma il fatto che riescano a superare quel periodo
turbolento rafforza ulteriormente il loro rapporto, che ora è
forgiato in una fiducia e un rispetto maggiori di prima. Nel
finale, i monologhi di Agustina sullo sfondo offrono una
prospettiva sull’intera relazione fino a quel momento e gettano le
basi per il loro futuro. Sottolinea l’importanza di riconoscere che
qualcosa è rotto prima di tentare di aggiustarlo, oltre ad
accettare che una riparazione non può mai essere permanente, ed è
in questo che risiede la delicata bellezza di una relazione.
Il monologo è completato da un
montaggio che illustra come si svilupperà il futuro di Aguilar e
Agustina. Inizia con loro che sciolgono il nastro adesivo che era
stato messo come segno di separazione all’interno della casa.
Questo simboleggia come i due siano di nuovo uniti e i loro confini
siano stati abbattuti. In seguito, Agustina lo invita a un
appuntamento, suggerendogli di portare la sua impronta
plastificata, che appare nell’episodio 1, come dimostrazione della
loro crescita. Questo chiude il cerchio dinamico, poiché in
precedenza nel racconto l’aveva plastificata specificamente per il
valore che possiede. L’impronta palmare di una persona rimane la
stessa indipendentemente dall’età o dall’esperienza. Pertanto, può
essere interpretata come un sostituto del nucleo di Aguilar come un
essere umano, di cui si era innamorata fin dall’inizio. La sua
permanenza le mostra che il loro matrimonio è anche una
trascendenza di turbolenze momentanee.
L’enfasi di Agustina nel ricreare
l’inizio della relazione ha anche un altro significato. Come
praticante di tarocchi, comprende che il destino non è
completamente scritto nella pietra e che le azioni di una persona
possono cambiarlo in qualsiasi momento del suo percorso, sia
materiale che spirituale. Questo è esemplificato nella sua dinamica
con il marito, che corre parallela alla struttura narrativa creata
dai suoi tarocchi, principalmente quelli del Giudizio e della Ruota
della Fortuna. Queste due carte simboleggiano lo sbarazzarsi di
vecchi pesi e il cambiamento nella propria vita, caratteristica
distintiva del percorso di Agustina. Alla fine, si scusa con
Aguilar per le sue azioni ed esprime il suo amore e la sua
gratitudine nei suoi confronti. Quest’ultimo, a sua volta,
ribadisce quanto la ami, dimostrando come il vero amore si rifiuti
di piegarsi alle circostanze difficili.
Perché Agustina è caduta nel
delirio?
La prova più grande per la storia
d’amore tra Agustina e Aguilar è senza dubbio il periodo di
completo esaurimento nervoso di lei, in seguito al quale viene
ritrovata in una stanza d’albergo senza alcun ricordo di come ci
sia arrivata. Segue un difficile periodo di recupero, in cui spesso
sprofonda in allucinazioni e paranoia. Aguilar tenta una serie di
soluzioni, personali e mediche, ma nessuna sembra funzionare,
poiché non si rende conto che questi sono solo sintomi. Il nocciolo
di ciò che le è successo risiede nel suo passato e nelle relazioni
che l’hanno plasmata finora. Alla fine, apprende la verità dalla
stessa Agustina, dopo la sua guarigione. Lei spiega che il giorno
della sua scomparsa, in realtà era andata alla festa di compleanno
di sua madre, Eugenia, e da lì, gli eventi hanno rapidamente preso
una brutta piega.
Alla villa, Agustina viene
immediatamente reintrodotta nell’ambiente soffocante da cui era
fuggita, mentre sua madre critica la sua scelta di abbigliamento,
ritenendola non abbastanza sofisticata. In seguito, Agustina trova
Midas e i due si liberano rapidamente dalla finzione del ritrovo e
si dirigono verso il luogo preferito del protagonista, in riva al
lago. Qui, i due discutono di come le cose tra loro siano cambiate
per sempre, come dimostrano i segreti che lui le nasconde. Joaco la
trascina presto di nuovo alla festa, dove inizia il suo discorso,
composto interamente da elogi alla madre. Ascoltare la falsità
delle sue parole accende un fuoco nella mente del protagonista e,
uno a uno, inizia a rivelare tutti i segreti della famiglia. Rivela
come Eugenia abbia relegato tutte le sue responsabilità materne
alla sorella e abbia permesso a quest’ultima di avere una relazione
con il marito, il tutto per mantenere un’immagine immacolata della
loro famiglia.
Agustina non si ferma qui e racconta
di come suo fratello, Bichi, sia stato escluso dalla famiglia
perché gay. Questo, insieme alla rivelazione del declino degli
affari di Joaco, è sufficiente a sgretolare l’immagine della
famiglia di fronte agli ospiti. Tuttavia, quello che dovrebbe
essere un momento di catarsi per la protagonista prende invece una
piega oscura quando suo fratello evoca la morte del suo bambino
durante il parto. Quell’evento segna il culmine di tutte le ansie e
le paure di Agustina, che di conseguenza scatenano la sua crisi di
salute mentale. Inizia a diventare paranoica nei confronti degli
ospiti, incluso Mida, credendo che stiano cospirando contro di lei.
Tutti questi fattori scatenanti culminano nella sua violenta
sfuriata, che la porta a fuggire di casa, la radice di tutto il suo
disagio psicologico.
Il tragico passato della famiglia è
la chiave per comprendere Agustina
La crisi di Agustina non è un
episodio isolato, poiché ha un precedente all’interno della sua
stessa famiglia, rappresentato dal nonno, Nicolás Portolinus. Da un
retroscena raccontato da Sofia, apprendiamo che Nicolás era un
pianista dallo spirito libero che soffriva di acufene, il che
probabilmente indica un insieme più ampio di disturbi psicologici.
Nel corso della storia, apprendiamo che la sua malattia lo ha
gradualmente logorato, portandolo al suicidio nello stesso lago che
Agustina ama nel presente. I parallelismi tra i due personaggi sono
innegabili, e lei stessa lo solleva, affermando di sentire anche
lei delle voci. Per entrambi, i loro disturbi impediscono loro di
vivere il tipo di vita che desiderano. Tuttavia, mentre Nicolás
sceglie di togliersi la vita, Agustina segue una strada
diversa.
Un altro dettaglio chiave di
Nicholas è la sua relazione con la sua studentessa di pianoforte.
Questo rappresenta un ulteriore punto di contrasto tra lui e la
nipote, che sposa il suo professore e alla fine trova la pace con
lui. Nicholas è anche l’elemento più cruciale nel caratterizzare il
personaggio di Eugenia, probabilmente causando il suo stigma nei
confronti delle persone gay, e segnando anche l’inizio del suo
tratto negativo: seppellire la verità per vivere una felice
menzogna. In quanto tale, il cosiddetto delirio di Agustina è più
di un ostacolo. È un rifiuto cosciente dello stile di vita della
sua famiglia, che implica nascondere tutti gli inconvenienti e
rincorrere la normalità. Accettando apertamente tutti i suoi stati
mentali come parte di sé, si avvicina di un passo alla vera
autoaffermazione e trova chiarezza nella vita.
Cosa è successo all’hotel? Perché
Agustina non torna da Midas?
Dopo il crollo di Agustina alla
festa, Midas la porta in un hotel, dove ha una conversazione
sincera con lei. Qui, le dichiara il suo amore e si lamenta del
tipo di vita che ha scelto. Capendo che il suo tempo da uomo libero
è ormai scaduto, Midas non insiste per riaccendere la sua relazione
con lei. Invece, le promette il suo sostegno e giura di porre fine
al suo precedente stile di vita. Tuttavia, a metà conversazione, si
rende conto che Agustina non è più in grado di affrontare una
discussione. A questo punto, crolla e finalmente ammette il suo più
grande difetto: ignorare la sua salute mentale. Le spiega di essere
stato così preso dall’idea di lei e di dover dimostrare il proprio
valore in un mondo pieno di ricchi da essersi dimenticato di
dedicare del tempo a preoccuparsi davvero di come si sentisse.
Alla luce di ciò, Midas le lascia
un’ultima informazione: si nasconderà a casa di sua madre. Quando
Agustina recupera i suoi ricordi, invece di andare a trovare Midas
di persona, chiede ad Aguilar di fargli visita se vuole sapere la
verità su quanto accaduto in hotel. Le sue azioni hanno un grande
significato, poiché possono essere interpretate come la definizione
della sua scelta definitiva tra i suoi due amanti, il presente e il
passato. Amando Aguilar, Agustina mostra la sua crescita nel corso
degli anni, imparando a dare valore alla sincerità più di ogni
altra cosa. Il fatto che lei e Midas non funzionino come coppia è
ben indicato dalle loro conversazioni passate, in cui lei
sottolinea che lui assomiglia alla sua famiglia, calpestando vite
innocenti per i suoi obiettivi personali. Al contrario, la
dedizione disinteressata di Aguilar alla moglie dimostra come lui
sia la persona più adatta.
Aguilar alla fine si dirige al
nascondiglio di Midas, dove i due interagiscono brevemente e
conversano di Agustina. L’unica domanda di Midas riguarda la sua
salute e, dopo aver appreso che sta meglio, sembra soddisfatto e
continua a vivere la sua vita. Questo dimostra che anche lui ha
accettato i suoi peccati e ha deciso di dare alla sua ex compagna
lo spazio per ricominciare una nuova vita. Mentre il suo futuro
rimarrà probabilmente cupo per molto tempo, Agustina ha la
possibilità di trovare calore e felicità nella sua vita.
Ciononostante, entrambi i personaggi si lasciano alle spalle il
loro tragico passato con nuove lezioni apprese e una prospettiva
migliore per il futuro.
L’immagine del
manifesto ufficiale dell’82. Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica della Biennale di Venezia è firmato da
Manuele Fior, fumettista e illustratore italiano fra i più
affermati degli ultimi anni. Autore di numerosi libri, alcuni dei
quali premiati in Italia e in Francia (Cinquemila chilometri al
secondo, Celestia, Hypericon), Manuele
Fior ha collaborato con le sue illustrazioni a testate quali
“The New Yorker”, “Vanity Fair”, “Le
Monde”. Vive a Venezia, dove si è laureato in Architettura
all’Università IUAV.
A proposito dell’immagine
del manifesto, Manuele Fior ha dichiarato: «La mia
proposta per l’immagine della Mostra del Cinema ha voluto spostare
l’orizzonte in alto, sopra i tetti e tra i camini veneziani che,
isolati dal loro contesto, sembrano appartenere a un paese
fantastico, immaginario. Eppure sono sotto gli occhi di chiunque
passeggi per le calli.
In una vertiginosa
salita verso il cielo, sullo sfondo di una nuvola rubata a Tiepolo,
ho immaginato tre ragazzi che mimano il gesto senza tempo del
cinema: inquadrare con le dita una scena, scandire il tempo col
ciak e cominciare a recitare.
Sono tre personaggi
che ricordano lo spirito spontaneo e iconoclasta della Nouvelle
vague, di Jules et Jim o dei protagonisti di Bande à part.
Rievocano l’origine giocosa dell’arte e da un punto di vista
inedito e spericolato si ritrovano a guardare lontano, verso lo
spazio luminoso del cinema a venire».
Manifesto di Manuele Fior
Manuele Fior
Nato a Cesena nel 1975,
ha vissuto a Berlino, Oslo, Parigi e Venezia. Il libro che
l’ha consacrato a livello internazionale è stato Cinquemila
chilometri al secondo (Coconino Press) col quale, nel
2010, si è aggiudicato riconoscimenti quali il Gran
Guinigiper Autore unico a Lucca
Comics, il premio Micheluzzi come miglior fumetto e
il Fauve d’or come miglior album al Festival
di Angoulême, sesto italiano a vincerlo nella storia della
manifestazione. L’intervista (Coconino press
2013, Oblomov 2019) segna il suo esordio nel bianco e nero. Ha
inoltre pubblicato Le variazioni
d’Orsay (Coconino press 2015), I giorni
della merla(Coconino press 2016, Oblomov), raccolta
di racconti brevi, La signorina
Else (Coconino press 2009), racconto illustrato tratto
dall’omonimo romanzo di Arthur Schnitzler, Rosso
Oltremare(Coconino press 2006, Oblomov) e
Celestia(Oblomov 2020), storia che immagina
una versione fantastica di Venezia. Nel 2016 disegna il poster per
l’edizione dei 70 anni del Premio Strega. In America, intanto,
grazie all’edizione statunitense di Cinquemila chilometri al
secondo, Fior viene candidato a un Eisner Award nella
categoria di miglior pittore. Nel 2018 illustra la locandina del
Salone internazionale del libro e si cimenta per la prima
volta con l’animazione, realizzando un cortometraggio a cartoni per
il tour musicale di Jovanotti Lorenzo Live 2018.
Nel 2022 esce Hypericon, fumetto che torna alle
atmosfere di Cinquemila chilometri al secondo e che,
come quest’ultimo fumetto, pesca dalle proprie esperienze
personali. L’opera metta in scena la storia d’amore tra due giovani
italiani nella Berlino di fine anni Novanta, alternandola con la
scoperta della tomba di Tutankhamon agli inizi del Novecento,
in Francia Le Monde lo inserisce nella lista dei
migliori fumetti dell’anno. Al Napoli Comicon 2023 il fumetto
viene nominato a tre premi Micheluzzi (miglior fumetto, miglior
sceneggiatura e miglior disegno), vincendo quello per la miglior
sceneggiatura.
Ecco una clip esclusiva di
Dangerous Animals, il disturbante incubo firmato
Sean Byrne (The Loved Ones, The Devil’s Candy),
nuovo titolo di Midnight Factory, etichetta di Plaion Pictures, e
Blue Swan, nei cinema dal
20 agosto,DANGEROUS ANIMALS di
Sean Byrne (The
Loved Ones, The Devil’s Candy).
Dopo il successo di
Longlegs, gli stessi produttori tornano a
esplorare l’oscurità della mente umana con un film che affonda le
sue radici nel thriller psicologico più perverso, unendo l’horror
degli shark movies a quello del sadismo umano, dove l’oceano
australiano è sfondo perfetto per una macabra messa in scena.
Nel film, Zephyr
(Hassie Harrison) è una giovane surfista in fuga
da se stessa e dalle relazioni, che trova un’apparente evasione tra
le onde australiane e in un’avventura notturna con un ragazzo del
luogo, Moses (Josh Heuston). Ma ciò che l’attende
è un incubo oltre ogni immaginazione. Mentre si prepara a
ripartire, Zephyr viene rapita da Tucker (il Jai
Courtney di Terminator: Genisys, Die Hard – Un
buon giorno per morire, The Suicide Squad), un serial killer
metodico, fanatico e con un’ossessione per il cinema dell’orrore,
che accompagna turisti ignari in elettrizzanti tour fra gli squali.
Una volta al largo, la maschera cade e la sua barca si trasforma in
prigione galleggiante e set di morte, lasciando dietro di sé una
scia di sangue (come ben mostra il poster italiano). Il suo scopo?
Filmare donne mentre vengono sbranate vive dagli squali,
realizzando così personalissimi snuff movies da vedere e rivedere
per soddisfare il suo folle piacere voyeuristico – come si intuisce
dalla clip in esclusiva. Riuscirà Zephyr ad avere la meglio sul suo
carnefice o sarà l’ennesima preda sacrificata agli abissi?
Dangerous Animals esce al cinema il 20
agosto distribuito da
Midnight Factory, etichetta di Plaion Pictures, e Blue
Swan.
Il thriller soprannaturale di
Steven Soderbergh, Presence, offre
uno sguardo sperimentale su una casa infestata dal punto di vista
del fantasma che la infesta, culminando con una rivelazione
scioccante sulla vera natura del fantasma. Da giovedì nelle sale,
Presence
racconta il trasferimento di una famiglia in una nuova casa
attraverso gli occhi di una misteriosa entità che si trova già
nella casa quando arrivano. Si scopre che ogni personaggio chiave
del cast di Presence sta affrontando le proprie fonti di ansia, in
particolare la figlia Chloe (Callina Liang), che sta affrontando la
recente morte per overdose di due suoi amici.
L’interferenza dell’entità nella
casa si intensifica man mano che vengono rivelate ulteriori
informazioni su ciascun membro della famiglia, ma si scopre che
l’entità è particolarmente protettiva nei confronti di Chloe. Chloe
finisce per iniziare una relazione segreta con Ryan, amico di suo
fratello Tyler e apparentemente uno degli atleti più popolari del
distretto scolastico. Le motivazioni di Ryan si rivelano malvagie,
poiché cerca di drogare Chloe nella sua stanza (per aggredirla
sessualmente, come si deduce) prima che l’entità faccia cadere la
sua bevanda drogata sul pavimento.
La tensione in casa aumenta fino a
quando i genitori Rebekah e Chris partono per il fine settimana per
un viaggio di lavoro, il che spinge Chloe a invitare Ryan a passare
la notte da loro. Ryan droga suo fratello Tyler in modo da poter
passare del tempo da solo con Chloe, ed è allora che inizia il vero
terrore. Ryan convince Chloe a bere un bicchiere di alcol corretto
per aiutarla a rilassarsi, e le sue vere motivazioni vengono
finalmente rivelate, portando a uno scontro sorprendente e
culminante con l’entità nella casa prima che la sua identità venga
finalmente svelata. Senza ricorrere a facili spaventi, il thriller
psicologico di Soderberg è un mistero sconvolgente sull’istinto che
vi farà venire i brividi lungo la schiena.
L’identità del fantasma in
Presence completamente spiegata
C’erano piccoli indizi prima
della rivelazione finale scioccante
Nella scena finale del film, Rebekah
(Lucy
Liu) si prende un momento per sé nella casa dopo che
la famiglia ha impacchettato tutto per traslocare e finalmente si
rende conto dell’entità. Lo segue nel soggiorno e si ferma davanti
all’antico specchio d’argento, dove l’entità si rivela essere
suo figlio Tyler (Eddy Maday), morto mentre cercava di salvare sua
sorella Ryan (West Mulholland) dalla finestra del secondo
piano. Rebekah urla di angoscia e dolore e cade a terra,
gridando che lui “è tornato per salvarla”.
Mentre Chloe credeva che il fantasma
fosse lo spirito della sua amica morta Nadia, si capisce che in
realtà si trattava di Tyler. La medium, Lisa, fornisce una
spiegazione quando visita la casa per la prima volta, poiché lei e
suo marito notano che, nella sua esperienza di persona con il
“secondo senso”, i fantasmi o le entità come quella nella
casaspesso non hanno alcuna conoscenza di chi sono, perché
si sono manifestati o in quale periodo storico si trovano.
Possono essere spostati nel tempo e
Lisa nota in seguito che il fantasma sembra essere presente a causa
di qualcosa che non è ancora accaduto, ma che sta per accadere.
Nota anche che ha a che fare con una finestra, ma non è in grado di
fornire ulteriori informazioni. Quando il fantasma sveglia
disperatamente Tyler, sotto l’effetto di droghe, alla fine di
Presence, si capisce che è in quel momento che ha preso
coscienza del proprio scopo e della propria identità, e ha capito
che Tyler doveva morire affinché il fantasma potesse essere
creato per svegliarlo.
È un paradosso sconcertante che si
capisce appieno solo quando il pubblico conosce l’identità del
fantasma. A un secondo sguardo, ci sono indizi sull’identità del
fantasma, in particolare la sua protezione nei confronti di
Chloe e il fatto che distrugge con rabbia la stanza di Tyler
quando lui sta intrattenendo la famiglia con il suo scherzo crudele
alla compagna di classe Simone. Il fantasma è una versione
colpevole dello stesso Tyler, legato solo alle emozioni e ai legami
della sua vita terrena; è arrabbiato con se stesso per la sua
crudeltà e si sente protettivo nei confronti della sorella a causa
di quanto era distante e cattivo con lei.
La svolta serial killer di
Presence spiegata
Il vero male non è mai stato il
fantasma
Ryan, l’amico di Tyler, appare
sospetto fin dalla sua prima apparizione e, quando vengono rivelate
le sue motivazioni (quando droga la bevanda di Chloe nella sua
stanza), sembra essere un individuo malato che abusa sessualmente
delle ragazze, data la sua abilità e preparazione nel drogare
Chloe. Gli spettatori più attenti possono cogliere il
collegamento tra Ryan che droga Chloe e l’overdose dei suoi
amici. Tuttavia, quando finalmente riesce a drogare sia Ryan
che Chloe, la sua vera natura viene rivelata.
Al suo debutto al Sundance Film
Festival nel 2024, alcuni spettatori avrebbero abbandonato la sala
a causa dell’intensità del film, citando come motivo il livello di
stress che provocava.
Ryan era più che indirettamente
coinvolto nella morte delle due amiche di Chloe; al contrario, le
loro morti erano in realtà omicidi commessi da lui. Ryan si rivela
essere un serial killer che ha drogato entrambe le ragazze prima di
soffocarle mentre erano prive di sensi. Al medico legale è sembrato
che le ragazze avessero smesso di respirare a causa
dell’interazione delle droghe con il loro organismo, ed è per
questo che è riuscito a farla franca. Tenta di fare lo stesso con
Chloe prima che il fantasma di Tyler risvegli il suo corpo per
salvarle la vita e uccidere Ryan.
Come fa il fantasma di Tyler a
essere presente prima di morire?
La medium Lisa fornisce una
breve spiegazione
Lisa, che ha avuto poteri psichici
per tutta la vita, descrive alcune esperienze generali con entità
quando Chris (Chris Sullivan) la invita a casa sua per la prima
volta. Afferma che il fantasma potrebbe non essere nemmeno
consapevole di chi o cosa sia, né di quando si trovi nel tempo.
Possono provenire dal passato, dal presente o dal futuro e avere
uno scopo di cui potrebbero non essere del tutto consapevoli. Nel
caso di Tyler, il fantasma è il suo sé futuro morto, mandato
indietro nel tempo per abitare nella casa e proteggere sua sorella
da Ryan.
Il paradosso metafisico di un
fantasma che agisce essenzialmente per garantire la propria
creazione futura non viene mai esaminato in modo particolarmente
approfondito, e non è questa l’intenzione. Il punto non è la
pseudoscienza che sta dietro all’origine del fantasma, ma piuttosto
la potenza del senso di colpa di Tyler e il suo bisogno di espiare
la crudeltà che ha inflitto sia a sua sorella che agli altri. Non è
necessario spiegare i meccanismi effettivi del viaggio nel tempo.
Infatti, il fantasma di Tyler può essere visto come una
manifestazione del suo senso di colpa e del suo rimorso, quindi è
come se esistessero due versioni di se stesso allo stesso
tempo.
Perché ogni membro della
famiglia è così teso
Ogni persona ha la propria fonte
di stress
Poiché la storia è raccontata in
frammenti, ci sono molti indizi sulla trama e sui dettagli dei
personaggi, ma raramente viene rivelato il quadro completo. Ogni
membro della famiglia ha il proprio fattore di stress, motivo per
cui la tensione in casa è sempre molto alta. Rebekah è coinvolta
in qualcosa di illegale al lavoro; probabilmente si tratta di
frode o appropriazione indebita, dato che è frenetica nel voler
chiudere la vendita della casa e spiega ubriaca a Tyler che “si può
andare troppo oltre per le persone che si amano”.
Chris è a conoscenza delle attività
illecite della moglie e sembra vicino alla fine del loro
matrimonio, come indicato dalla sua richiesta di consulenza legale
sulla responsabilità del coniuge nei problemi legali del partner.
Egoista e crudele, Tyler è preoccupato soprattutto della sua
posizione sociale e di come il dolore e il comportamento strano
della sorella possano influire su di essa. Chloe sta ancora
affrontando il dolore per la perdita della sua migliore amica, che
la rende introversa e isolata, un’ulteriore fonte di preoccupazione
per Chris. Mettete tutto questo insieme e la famiglia è al punto di
ebollizione quando si trasferisce nella casa infestata.
Cosa ha detto Steven Soderbergh
sul finale di Presence
Il regista ha fornito alcune
informazioni sul colpo di scena
Con uno stile cinematografico e una
prospettiva della telecamera così particolari, le informazioni
fornite dal regista Steven Soderbergh sono particolarmente preziose
per analizzare Presence. In un’intervista con Rue Morgue, Soderbergh ha parlato di quanto sia
difficile collocare Presence in un genere ben definito,
perché il film e il finale non forniscono necessariamente gli
spaventi che si associano tipicamente all’horror puro.
Per me è un dramma che utilizza
un fantasma come cavallo di Troia per mostrare il ritratto di una
famiglia in difficoltà. Non ho iniziato a lavorarci pensando di
voler realizzare un film di quel genere; mi sembrava un modo
interessante per mostrare una famiglia che va in pezzi.
In questo senso, Presence è più un
dramma familiare che un film horror. Detto questo, Soderbergh ha
anche notato il terrore palpabile provocato dalla dinamica
disfunzionale della famiglia e quanto questo renda più potente
il finale del film.
In un certo senso è una tragedia,
perché la madre si sente così vicina al figlio che non presta
davvero attenzione a ciò che sta succedendo alla figlia. È chiaro
fin dall’inizio del film che la presenza è molto concentrata su
Chloe e molto protettiva nei suoi confronti, e parte del terrore
che inizia a crescere man mano che il film va avanti è la
consapevolezza che sta per succedere qualcosa di brutto, e che
probabilmente succederà a lei.
Anche se Presence non offre quel
tipo di chiarezza che permette di collocarlo in un genere ben
definito, quella fusione tra dramma familiare e presagio
soprannaturale è proprio ciò che lo porta nel regno dell’horror. I
temi esplorati dalla narrazione sono certamente in linea con quelli
tipici dei film horror, così come le rivelazioni scioccanti
sull’identità di Ryan e del fantasma. Gli elementi horror sono
presenti in tutto il film, anche se non sono completamente
evidenti.
Il vero significato del
finale di Presence
Il film è ricco di temi quali
trauma, dolore e amore
Al suo centro, Presence è
un’analisi della persistenza del trauma e del dolore e delle
conseguenze di vasta portata del modo in cui vengono affrontati. La
sensibilità di Chloe nei confronti del fantasma è immediata perché
ha vissuto un vero trauma con la morte della sua amica Nadia. Il
resto della sua famiglia non è così in sintonia fino a quando non
vede i danni fisici causati dal fantasma. Il fatto che Rebekah
riesca finalmente a vedere Tyler alla fine si ricollega anche a ciò
che Lisa ha detto loro sui fantasmi all’inizio: Rebekah ha
finalmente vissuto il vero trauma della morte di Tyler, quindi può
vederlo.
Rebekah conclude il film
consumata dal dolore, ricompensa per essersi allontanata da Chloe
nel momento in cui aveva più bisogno di lei.
Al contrario, Presence
sottolinea anche l’importanza di amare e tendere la mano a chi
sta attraversando un momento difficile, e come questo a volte
possa essere l’unica cosa in grado di portare davvero la pace. Il
fantasma di Tyler che sale al cielo alla fine del film implica che
la sua anima riposa in pace, e Chloe ha una parvenza di pace
sapendo cosa è realmente successo ai suoi amici e sapendo che la
persona responsabile non può fare del male né a lei né a nessun
altro. Rebekah conclude il film consumata dal dolore, la sua
ricompensa per essersi tenuta lontana da Chloe quando aveva più
bisogno di lei.
“Girato con un budget ridotto –
appena due milioni di dollari – Presence si rivela un’opera
compatta, rigorosa e coerente, tanto nella messa in scena quanto
nella scrittura. La sceneggiatura di David Koepp,
collaboratore fidato di Soderbergh, costruisce con intelligenza un
racconto carico di ambiguità e tensione, lasciando che siano lo
spazio e lo sguardo a suggerire ciò che le parole non
dicono.
Come già accaduto in
film come
Unsane o Kimi
– Qualcuno in ascolto, Soderbergh utilizza un impianto
narrativo di genere per compiere una riflessione più ampia sul
linguaggio del cinema e sul ruolo dello spettatore. La sua regia
non si limita mai a essere funzionale alla trama, ma diventa sempre
un gesto di ricerca, un atto di sperimentazione continua. Con
Presence, dal 24 luglio nelle sale italiane, firma
un film ipnotico e inquieto, capace di interrogare lo spettro della
visione con lucidità e originalità.”
Il direttore artistico della Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia 82,
Alberto Barbera, ha svelato il programma della
nuova edizione del Festival, che si prevede sarà ricca di film in
lizza per i premi.
La
Grazia, una storia d’amore che vede nuovamente
Paolo Sorrentino lavorare con Toni Servillo, è stato scelto come
film d’apertura del festival, come avevamo già annunciato su Cinefilos.it, e
concorrerà anche per il Leone d’Oro, il premio principale della
manifestazione.
I premiati con il Leone d’Oro alla
carriera di quest’anno sono l’iconoclasta regista tedesco Werner
Herzog – il cui repertorio comprende “Aguirre, furore di Dio”,
“Fitzcarraldo” e “Nosferatu, la strega” – e la leggendaria star di
“Vertigo” Kim Novak.
Il cast di I Fantastici
Quattro: Gli inizi (qui
la recensione) della Marvel Studios è incredibilmente
forte e comprende alcuni dei migliori attori in circolazione.
Kevin Feige ha confermato il reboot dei
progetti Fantastic Four della Fox nell’MCU nel 2019, poco
dopo l’acquisizione della 20th Century Fox da parte della Disney,
anche se per diversi anni le notizie sono state scarse. Jon
Watts, regista di Spider-Man:
Homecoming, era stato inizialmente scelto per dirigere il
progetto, ma è stato poi sostituito da Matt
Shakman, regista di WandaVision,
con Josh Friedman e Cameron
Squires alla sceneggiatura. I Fantastici Quattro:
Gli inizi della Marvel Studios è così ora al cinema dal 23
luglio 2025 nella
Fase 6 dell’MCU.
Dopo l’annuncio di Feige sul film,
sono iniziate le voci sui possibili attori che avrebbero potuto
interpretare i quattro ruoli principali della Prima Famiglia
Marvel. Per festeggiare San Valentino, la Marvel Studios ha
finalmente confermato il cast di I Fantastici Quattro: Gli
inizi condividendo un’immagine della squadra su X. Il 4 febbraio 2025, la
Marvel ha poi condiviso un teaser trailer che ha dato ai fan un
assaggio delle nuove versioni di questi amati personaggi. Con la
prima famiglia Marvel che finalmente entra a far parte del MCU, ci
sono molti motivi per amare il cast di attori di I
Fantastici Quattro: Gli inizi. In questo approfondimento,
andiamo alla scoperta di ognuno di loro!
Pedro Pascal nel ruolo di Reed
Richards, alias Mister Fantastic
Pedro Pascal è salito alla ribalta
interpretando Oberyn Martell in Il Trono di Spade e Javier Peña in
Narcos, ma ha ottenuto un successo ancora maggiore grazie ai
ruoli in The Mandalorian e The Last of Us, oltre ad aver recitato nel
film della DCEU Wonder Woman 1984 nel ruolo di Maxwell Lord.
Pedro Pascal ha dunque già dimostrato ampiamente
il suo potenziale come protagonista prima di I Fantastici
Quattro: Gli inizi e ha già espresso la sua emozione
per l’ingresso nel MCU.
Pedro Pascal era da tempo dato per
certo nel ruolo di Reed Richards Mister Fantastic prima che la
Marvel Studios confermasse la notizia, battendo altri candidati dei
fan come Ryan Gosling, Adam Driver e Penn Badgley. Mr.
Fantastic è il leader dei Fantastici Quattro ed è sposato con Sue
Storm, la Donna Invisibile. Ha la capacità di allungare il proprio
corpo in qualsiasi forma ed è anche una delle persone più
intelligenti al mondo.
Vanessa Kirby nel ruolo di Sue
Storm, alias la Donna Invisibile
I Fantastici Quattro: Gli Inizi – Vanessa Kirby è Sue Storm
Vanessa Kirby ha debuttato come attrice
teatrale, ma è diventata famosa interpretando la principessa
Margaret in The
Crown. Kirby ha ottenuto grandi consensi per le sue
interpretazioni di Martha Weiss in Pieces of a Woman e
dell’imperatrice Joséphine in Napoleon, e ha recitato nelle
serie di film d’azione Mission: Impossible e Hobbs &
Shaw.
Vanessa Kirby è stata scelta per
interpretare la Donna Invisibile di Sue Storm in I
Fantastici Quattro: Gli inizi, che acquisisce abilità
quali l’invisibilità, la proiezione di campi di forza e l’immunità
telepatica. È anche la moglie di Mr. Fantastic e la sorella di
Johnny Storm, noto anche come La Torcia Umana. Il teaser trailer
ufficiale del film è incentrato principalmente sul suo
personaggio.
Joseph Quinn nel ruolo di Johnny
Storm, alias la Torcia Umana
Il Gladiatore II – Joseph Quinn
Joseph Quinn è diventato famoso a livello
internazionale nel ruolo di Eddie Munson nella quarta stagione di
Stranger Things, ma prima di questo ruolo di successo aveva
lavorato per anni in ruoli minori in serie come Il Trono di
Spade, Caterina la Grande e Small Axe. Ha anche
interpretato un ruolo significativo in A Quiet Place – Giorno
1 e ha lavorato con Ridley Scott in IlGladiatore
II.
Quinn è stato scelto per
interpretare Johnny Storm, la Torcia Umana, in I Fantastici
Quattro: Gli inizi. Johnny Storm è il fratello minore di
Sue Storm, quindi l’intesa tra Quinn e Vanessa Kirby dovrà essere
perfetta nel prossimo progetto. Joseph Quinn prende il posto di Chris Evans e Michael B. Jordan, due ex membri del MCU,
nel ruolo di Johnny Storm.
Ebon Moss-Bachrach nel ruolo di
Ben Grimm, alias La Cosa
L’interpretazione di Ebon Moss-Bachrach del personaggio Micro di
David Lieberman nella serie NetflixThe Punisher gli ha permesso di
acquisire una preziosa esperienza con la Marvel, avendo già fatto
parte di una produzione di supereroi, ma è noto per i ruoli
interpretati in una varietà di serie diverse. Tra questi figurano
le incredibili interpretazioni in The
Bear (per cui ha vinto due Emmy), Girls e
Andor.
Ebon Moss-Bachrach è stato
scritturato per interpretare Ben Grimm, alias La Cosa, nel film
dell’MCU I Fantastici Quattro: Gli inizi, con la
sua forma di La Cosa realizzata principalmente in CGI. La sua
scelta è stata accolta con favore, dato che Ben Grimm è un
personaggio ebreo, quindi Moss-Bachrach è autentico e
rappresentativo.
Julia Garner nel ruolo di
Shalla-Bal, alias Silver Surfer
Nota soprattutto per il ruolo
vincitore di un Emmy in Ozark, Julia Garner è una delle
attrici più prestigiose del momento e I Fantastici Quattro:
Gli inizi rappresenta un’enorme opportunità per ottenere
un ruolo significativo nell’MCU. Oltre a Ozark, Julia Garner ha
recitato con grande successo in varie serie, tra cui Inventing
Anna e The Americans.
Garner interpreterà il ruolo di
Shalla-Bal, che sarà la versione della serie del Silver Surfer.
Questo è particolarmente interessante per i fan dei fumetti, dato
che il Silver Surfer principale della Marvel è solitamente Norrin
Rad, con Shalla-Bal spesso come suo principale interesse romantico.
Questa mossa aiuta a evitare che il MCU diventi prevedibile per chi
ha letto i fumetti e crea anche una distanza tra questo film e
quello del 2015.
Ralph Ineson ha una presenza
imponente sullo schermo, noto soprattutto per i suoi ruoli in
progetti come The Witch, Sir Gawain e
il cavaliere verde, Nosferatu e
Chernobyl. Oltre alle interpretazioni dal vivo, ha prestato
la sua voce a numerosi videogiochi, tra cui Charles Vane in
Assassin’s Creed IV: Black Flag e Lorath Nahr in Diablo
IV.
Nei fumetti Marvel, Galactus è un
individuo imponente in grado di cambiare dimensioni, ma spesso
abbastanza grande da divorare interi pianeti in un solo boccone.
Galactus è già apparso in IFantastici 4 e Silver Surfer, dove ha
sostituito il suo caratteristico aspetto umanoide con una vaga
nuvola cosmica. È apparso brevemente nel teaser trailer di
I Fantastici Quattro: Gli inizi, con un look
fedele al fumetto mentre incombe su New York City. Galactus non è
tanto un cattivo quanto una forza della natura. Distrugge i pianeti
per sostenersi e il suo appetito distruttivo bilancia le forze
universali della creazione e della distruzione.
Il cast e i personaggi di supporto
in I Fantastici Quattro: Gli inizi
Paul Walter Hauser nel ruolo di Harvey
Elder, alias Uomo Talpa. Nel film, l’attore
interpreta uno dei più celebri villain dei Fantastici Quattro. La
presenza di Hauser è limitata all’inizio e alla fine del film,
comparendo in poche brevi scene ma lasciando il segno con il suo
grande talento.
Natasha Lyonneinterpreta Rachel
Rozman. Si tratta di una maestra di scuola, verso la quale
Ben Grimm prova dei sentimenti. Anche lei, tuttavia, compare solo
in una manciata di scene.
Sarah Niles interpreta
Lynne. Lei è la CEO della Future Foundation e si rapporta con i Fantastici Quattro
per le loro dichiarazioni pubbliche.
Ben prima che il Marvel Cinematic
Universe fosse una realtà, a dar particolare prestigio e linfa
al genere poi denominato “cinecomic” furono i
primi film dedicati agli X-Men. Negli anni, il
racconto dei più celebri mutanti dell’universo
supereroistico si è espanso grazie a sequel, prequel e
spin-off, dando vita ad una delle più compiute saghe degli ultimi
anni. Composta in totale da ben dodici film, si tratta di uno dei
franchise più redditizi della storia, grazie ad un incasso
complessivo di oltre 5 miliardi di dollari.
Ad oggi, con l’acquisizione della
20th Century Fox da parte della Disney, i diritti dei personaggi
sono tornati in mano alla Marvel, la quale ha promesso un
loro futuro ingresso all’interno del Marvel Cinematic
Universe. Ancora non è noto se a dar vita ai celebri
mutanti saranno gli attori fin qui visti nei loro panni, o se verrà
avviato un re-casting. Ciò che è certo, è che le avventure degli
X-Men al cinema sono tutt’altro che terminate.
X-Men: l’ordine cronologico della
saga
Dal 2000 ad oggi sono stati
realizzati dodici film appartenenti alla saga di X-Men.
Questi titoli affrontano un arco temporale
piuttosto ampio e complesso, nel quale si esplorano le origini
di alcuni dei personaggi ricorrenti e delle vicende a cui sono
legati. Per comprendere meglio il potenziale della saga, nonché i
suoi maggiori segreti, può essere particolarmente utile guardare i
suoi film non solo secondo l’ordine in cui sono stati distribuiti
in sala ma anche in ordine cronologico. La cronologia principale
prevede:
Con l’uscita di X-Men –
Giorni di un futuro passato, tuttavia, si è generata una
seconda linea temporale, che ha reso più complessa la timeline
della saga. A partire da tale titolo, infatti, ambientato tanto nel
2023 come nel 1973, nasce una biforcazione che ha portato i film
successivi ad essere ambientati in una realtà alternativa. La
cronologia modificata prevede:
X-Men – L’inizio (2011): ambientato nel 1962
X-Men – Giorni di un futuro passato (2014): ambientato
nel 1973
I mutanti arrivano per la prima
volta al cinema nel 2000 con X-Men. L’ufficializzazione
dell’esistenza dei mutanti ha diviso l’opinione pubblica. Questi
umani dotati di superpoteri e innate abilità, infatti, se da una
parte incuriosiscono i cittadini, dall’altra potrebbero
rappresentare una minaccia per la sicurezza. Charles Xavier, a capo
di una scuola privata per giovani mutanti, è convinto che i poteri
debbano essere sfruttati per aiutare e proteggere gli umani, mentre
Magneto, dopo l’esperienza dell’olocausto vissuta durante
l’infanzia, è convinto che gli umani vogliano controllare e
assoggettare i mutanti così come i nazisti fecero con gli ebrei.
Mentre i due discutono sul futuro, la vita della giovane Marie è
sconvolta dalla scoperta dei suoi poteri.
Il film ha certamente contribuito a
lanciare la carriera dell’attore Hugh Jackman, il
quale è divenuto iconico nei panni di Wolverine. Questi riuscì
allora a vincere il ruolo grazie alla sua grinta e alla somiglianza
con il personaggio. Il successo ottenuto, con un incasso
mondiale di circa 296 milioni, spinse la Fox a realizzare anche i
successivi due capitoli, che guadagnarono rispettivamente 407 e 459
milioni di dollari.
X-Men 2 (2003)
Nel sequel del primo film, dopo
aver imprigionato Magneto e aver fermato la sua Confraternita di
mutanti, Wolverine cerca risposte sul suo passato dal momento che
non ricorda come ha ottenuto la mutazione. Nel frattempo il
teleporta Nightcrawler cerca di assassinare il presidente degli
Stati Uniti. Charles Xavier raduna allora gli X-Men e rintraccia il
mutante grazie al sofisticato macchinario Cerbero. A causa
dell’attentato, però, la popolazione è terrorizzata dai mutanti e
il colonnello William Stryker sfrutta la paura per i suoi sordidi
scopi. Stryker e la mutante Lady Deathstrike ottengono infatti un
mandato per Xavier e si recano nella scuola per catturare quanti
più mutanti possibili.
Il film rappresentò un importante
successo per la saga. X-Men 2, infatti, raddoppiò gli
incassi del precedente film, arrivando ad un guadagno complessivo
di circa 407 milioni di dollari. Da quel momento la saga ottenne
sempre più popolarità, arrivando ad incassi sempre maggiori. Ciò
naturalmente spinse Fox a decidere di realizzare ben più di una
trilogia. Grazie a questo film, infatti, si poté avere la conferma
dell’interesse del pubblico nei confronti dei celebri mutanti
Marvel.
X-Men: Conflitto finale (2006)
Il mondo dei mutanti è sconvolto
dalla notizia secondo cui un’importante casa farmaceutica avrebbe
scoperto una cura per il gene mutante. Magneto, dato il suo
passato, teme però che sia un inganno per il possibile sterminio
della razza mutante. Nel frattempo, Jean Grey si rivela essere
posseduta dal suo potente e spietato alter ego ‘Fenice’. Xavier
rivela a Wolverine e Tempesta che Grey possiede infiniti poteri
mutanti e che la personalità malvagia potrebbe distruggere l’intero
pianeta in pochi instanti. Xavier e Magneto provano a fermare la
donna, cercando di oscurare la Fenice, ma Jean ormai è fuori
controllo e aggredisce chiunque si trovi sulla sua strada.
Con il terzo capitolo si porta ad
una parziale conclusione la battaglia tra i mutanti di Xavier,
quelli di Magneto e la razza umana. X-Men: Conflitto finale racconta poi in modo più
approfondito il personaggio di Fenice, che verrà riproposto come
minaccia principale anche in X-Men – Dark Phoenix. Questo
è inoltre il primo film non diretto da Bryan
Singer, il quale tuttavia rivelò di essersi pentito di
avervi rinunciato per firmare invece la regia di Superman Returns, uscito
nello stesso anno.
X-Men: la tetralogia delle
origini
X-Men – L’inizio (2011)
Terminata la prima trilogia, la Fox
ha dato il via nel 2011 a quella che ad oggi è una tetralogia
incentrata sulle origini dei personaggi e delle vicende che li
hanno portati ad essere gli X-Men poi visti nella trilogia
originale. Tutto inizia con X-Men – L’inizio, incentrato sui giovani Charles
Xavier e Erik Lehnsherr. I due, entrambi mutanti, conducono vite
parallele ma opposte. Mentre Erik si trova in Polonia, prigioniero
del campo di concentramento del crudele e perverso Klaus Schmidt,
Charles è un telepate che vive nella contea di Westchester, dove
incontra la mutaforma Raven. Vent’anni dopo, i due vengono chiamati
a collaborare per fermare i malvagi piani di Sebastian Shaw. Per
riuscirvi, iniziano a radunare una divisione di giovani
mutanti.
Il film si pone così, a livello di
ordine narrativo, il primo in assoluto della saga, andando ad
esplorare le origini dei giovani mutanti visti adulti e anziani nei
precedenti film. Per far ciò, la produzione diete vita ad un
recasting dei personaggi, assumendo attori giovani come anche nomi
più affermati, come quelli di Fassbender, Lawrence e McAvoy.
X-Men – Giorni di un futuro passato (2014)
Segue poi X-Men – Giorni di un futuro passato. Ambientato tanto
nel 2023 quanto nel 1973, questo film è allo stesso tempo un sequel
sia di L’inizio che di Conflitto finale. La trama
del film è incentrata su di un distopico futuro dove i mutanti sono
minacciati da un gruppo di robot chiamati ‘Sentinelle’, i quali
hanno il compito di sterminarli senza pietà. Il gruppo di mutanti
superstiti, tra cui vi è anche Magneto, che ha deciso di
riconciliarsi con il Xavier ed aiutare il suo popolo. Per cambiare
gli eventi del presente, i mutanti devono sfruttare i poteri
tornare indietro nel tempo ed impedire a Mystica di uccidere il
professor Bolivar Trask, ideatore delle Sentinelle. L’omicidio
dello scienziato, infatti, portò l’opinione pubblica a temere i
mutanti e scatenò gli eventi che si ripercuotono sul presente.
A partire da tale film, la linea
narrativa della serie subisce una ristrutturazione notevole,
ripartendo così da una realtà che non è più quella di prima, poiché
influenzata ora dalle azioni compiute da Wolverine, tornato
indietro nel tempo al 1973. Questo si è affermato come uno dei film
più cupi della saga, dove i protagonisti sono continuamente
minacciati da un pericolo imminente. Coniugando sequel e prequel,
il film vede la presenza tanto del cast originale quanto di quello
relativo alle versioni giovani dei vari personaggi.
X-Men – Apocalisse (2016)
In seguito all’uscita di tale
pellicola, sono stati realizzati due film appartenenti alla nuova
linea temporale, ovvero X-Men – Apocalisse e X-Men – Dark Phoenix. Il primo di questi si colloca
subito di seguito al precedente film, andando a narrare lo scontro
tra il gruppo di mutanti con Apocalisse, mutante di natura divina
risvegliatosi dopo millenni con l’intento di portare la razza umana
all’estinzione. Charles Xavier capisce allora che per sconfiggere
Apocalisse dovrà chiedere a Jean Grey, nuova arrivata nel gruppo,
di usare i suoi illimitati poteri, sebbene non sia certo che la
ragazza possa sopravvivere ad essi.
Per dar vita al potente Apocalisse,
la Fox aveva inizialmente contattato l’attore Tom
Hardy, il quale però rifiutò la parte. Questa venne
allora assegnata ad Oscar
Isaac, il quale però più tardi ricordò in modo
particolarmente negativo l’esperienza. Questi era infatti
costretto a sottoporsi a numerose ore di trucco ogni giorno,
indossando un costume dal peso complessivo di circa 20 chili. Tutto
ciò rese particolarmente scomodo e faticosa la sua esperienza sul
set.
X-Men – Dark Phoenix (2019)
Nel 2019 è invece uscito quello che
è considerato l’ultimo capitolo della tetralogia. Questo ha
riportato nuovamente al centro dell’attenzione il personaggio di
Jean Grey, già visto nei film della trilogia originale e ora
interpretato dall’attrice Sophie
Turner. Nel film, la celebre mutante sviluppa
incredibili poteri psichici che finiscono con il corrompere la sua
mente, trasformandola nella terribile Fenice Nera. La dolce Jean
perde gradualmente il controllo di sé stessa, compie gesti
impulsivi e irrazionali che mettono in pericolo l’incolumità dei
suoi compagni e dell’intera umanità. Nel frattempo, un alieno
mutaforma, interpretato da Jessica
Chastain, si rivela intenzionato a sfruttare la
situazione a suo vantaggio, cercando di irretire la spaurita
mutante e convincerla ad assumere l’identità di Fenice.
Il film si pone come sequel diretto
del precedente, andando ad esplorare ulteriormente i personaggi,
anche per via dell’avvicinamento cronologico ai film della prima
trilogia. Dark Phoenix si è tuttavia rivelato un clamoroso
insuccesso al box-office, segnando di fatto una battuta d’arresto
per la saga. Il film ha infatti segnato il peggior esordio sul suo
americano per un film della saga, incassando solamente 252 milioni
di dollari, ed affermandosi come il maggiore flop dell’anno.
X-Men: gli spin-off della
saga
X-Men le origini – Wolverine (2009)
Nel corso degli anni,
parallelamente ai film madre della saga, sono stati realizzati due
spin-off, incentrati sull’approfondimento di noti personaggi. Il
primo di questi è stato naturalmente dedicato al celebre Wolverine.
Nel 2009 viene infatti distribuito X-Men le origini –
Wolverine. Costretti alla fuga per il loro essere mutanti, i
giovani Logan e Victor partecipano ai violenti eventi bellici del
XIX e XX secolo. Ammirando i loro poteri, il colonello William
Stryker li assolda nella sua squadra di mutanti. Anni dopo, Logan
si ricostruito una vita lontano dalla violenza. La routine è però
interrotta dalla visita di Stryker, che avverte il mutante che
qualcuno sta uccidendo tutti i membri della vecchia squadra.
Con questo film in particolare,
allo spettatore viene permesso di assistere al complesso
esperimento che diede vita alla versione di Wolverine che tutti
conosciamo. Jackman riprese il ruolo, mentre per quello di Victor,
alias Sabretooth, venne inizialmente considerato l’attore Gerald
Butler. Gli fu tuttavia preferito Liev
Schreiber, il quale si sottopose ad un lungo
allenamento per poter acquisire una possenza simile a quella del
protagonista.
Wolverine – L’immortale (2013)
Il secondo film della
trilogia si pone successivamente agli eventi di X-Men:
Conflitto finale, raccontando cosa accadde a Wolverine dopo il
termine di quelle avventure. Wolverine – L’immortale si
apre con un flashback sul passato di Logan il quale, nel 1945, è
prigioniero a Nagasaki durante lo scoppio della bomba atomica, dove
riesce a salvare il soldato Yashida dall’esplosione. Nel 2013,
Logan è invece distrutto dalla morte dell’amata Jean Grey e conduce
una vita da eremita sulle montagne dello Yukon. Il suo isolamento è
improvvisamente interrotto dalla comparsa della giovane mutante
Yukio, in grado di prevedere la morte di ogni persona.
Quest’ultima gli rivela che Yashida
sta morendo e vorrebbe ringraziarlo per il valoroso gesto compiuto
durante la guerra. Nonostante le iniziali opposizioni, Logan si
reca a Tokyo. Qui, però, cade nella trappola della dottoressa
Viper, la quale aspira ad avere il dono dell’immortalità posseduto
dal mutante. Per l’occasione, Jackman ha implementato la propria
fisicità, arrivando a risultare ancor più possente e minaccioso.
Per riuscirvi, richiese l’aiuto del celebre Dwayne
Johnson.
Logan – The Wolverine (2017)
L’ultimo di questi film, in
particolare, si è affermato come un successo di critica e pubblico,
offrendo un punto di vista particolarmente crepuscolare sul
personaggio. Con Logan – The Wolverine si narra infatti di un futuro
dove la razza dei mutanti è quasi del tutto estinta, come anche
quella degli umani. In un contesto apparentemente
post-apocalittico, Logan è ormai anziano e debole, ma quando si
presenterà in cerca di aiuto una giovane mutante generata dal suo
stesso gene, interpretata da Dafne
Keen, capirà di dover completare la sua ultima
missione proteggendola da minacce esterne.
Grazie a questi ulteriori tre film,
Jackman si è affermato come uno degli interpreti più longevi di uno
stesso personaggio. Ciò lo ha portato a stabilire un record,
premiato con l’ingresso nel Guinnes dei Primati. L’attore ha
infatti non solo interpretato il personaggio per ben nove volte, ma
anche per una durata di tempo maggiore rispetto a chiunque altro.
Egli è infatti stato Wolverine per un totale di 16 anni e 228
giorni. Secondo alcune voci, tuttavia, l’attore potrebbe tornare a
vestire i panni del mutante anche ora che gli X-Men sono entrati a
far parte del Marvel Cinematic Universe, ma tali speculazioni non
sono ancora state confermate.
Deadpool (2016)
Il secondo spin-off, attualmente
composto da due film e con un terzo in lavorazione, è invece quello
dedicato al dissacrante Deadpool. Questi è un ex mercenario che,
sottopostosi ad un esperimento per guarire dal cancro, ha
guadagnato la capacità di potersi rigenerare, divenendo
praticamente immortale. Entrato a far parte di una nuova realtà, si
troverà a doversi scontrare con potenti nemici, avendo però dalla
sua parte il supporto di alleati come gli X-Men.
Il personaggio, noto anche per la
sua frequente infrazione della quarta parete, è stato portato sullo
schermo con particolare successo. La scelta di realizzare un film
vietato ai minori non accompagnati ha infatti permesso di rimanere
fedeli alla natura cruenta e politicamente scorretta del mutante.
Ciò è stato particolarmente apprezzato dai fan, che hanno fatto di
Deadpool uno dei cinecomic di maggior successo del
2016. Per questo motivo, la produzione decise di realizzare subito
un sequel.
Deadpool 2 (2018)
Nel secondo capitolo dedicato al
celebre mercenario, si porta in scena uno dei più noti villain
dell’universo Marvel: Cable, interpretato da Josh
Brolin. Venuto dal futuro, l’assassino intende
uccidere un giovane mutante di nome Russell, ritenendolo
responsabile per la morte della sua famiglia. Deadpool dovrà così
mettersi sulle sue tracce, per impedire che Cable riesca nel suo
intento e cambiare il corso della storia. Russell, intanto, si
rivela essere stato davvero l’artefice del dolore di Cable.
L’obiettivo degli X-Men diventerà allora quello di impedire che il
giovane venga corrotto al male.
Il film ha confermato l’attenzione
nei confronti del personaggio, e la riproposizione della fortunata
formula già utilizzata per il precedente capitolo è stata anche in
questo caso particolarmente apprezzata dal pubblico. Con un incasso
di circa 733 milioni di dollari, Deadpool 2 è ad oggi il maggior incasso della
saga sugli X-Men. Attualmente è in lavorazione un terzo capitolo,
che sembra porterà il personaggio a fare ufficialmente parte del
Marvel Cinematic Universe.
Deadpool 3 (2024)
Levy è stato scelto per dirigere
Deadpool &
Wolverine, il terzo film di Deadpool, che
integrerà il personaggio titolare nell’universo cinematografico
Marvel in seguito all’acquisizione della 20th Century Fox da parte
della Disney, nel 2022. Ryan Reynolds tornerà a
recitare nel film insieme a Hugh Jackman,
che riprenderà il suo ruolo. nel ruolo di Wolverine. Insieme a
Reynolds e Jackman ci sono Morena
Baccarin nei panni di
Vanesa, Brianna Hildebrand nei panni di
Negasonic Teenage Warhead, Leslie Uggams nei panni di
Blind Al, Karan Soni nei panni di Dopinder, Stefan
Kapičić nei panni di Colossus, Shioli Kutsuna nei
panni di Yukio e Rob Delaney nei panni di Peter. Nel cast
anche Emma
Corrin nei panni di Cassandra
Nova (mutante del Vuoto con
poteri telecinetici e telepatici, sorella gemella di Charles
Xavier) e Matthew
Macfadyen. Nel film, Deadpool viene a sapere che
l’Autorità per la Varianza Temporale è pronta a distruggere il suo
universo natale e collabora con un riluttante Wolverine di un altro
universo per fermarli.
Deadpool &
Wolverine è uscito in anteprima il 22 luglio 2024
come parte della Fase
Cinque del MCU. Ha incassato oltre 1,33 miliardi di
dollari in tutto il mondo, diventando il 20° film di maggior
incasso di tutti i tempi, il film con rating R di maggior incasso
di tutti i tempi e il secondo film di maggior incasso del 2024.
Un nuovo film sugli X-Men è in arrivo?
Dopo una lunga attesa e un
rimescolamento dei diritti dietro le quinte, il film sugli X-Men
della Marvel potrebbe essere già
in sviluppo presso i Marvel Studios, con i vari Mutanti che
hanno già iniziato a far sentire la loro presenza all’interno
del MCU. Gli X-Men sono una delle
più grandi proprietà della Marvel, con personaggi ricchi che
hanno già raccolto solide fanbase attraverso le loro avventure
sulle pagine dei fumetti, le avventure animate e persino i
lungometraggi.
Tuttavia, per la maggior parte
delle loro imprese sullo schermo, sono stati sotto l’occhio vigile
della 20th Century Fox e non hanno potuto interagire pienamente con
il Marvel Cinematic Universe di Kevin Feige, in continua espansione. Il
film della Marvel sugli X-Men non ha ancora una data di uscita
confermata e, dato che il progetto è ancora nelle prime fasi di
produzione, nemmeno il Professor X in persona è in grado di
prevedere quando potrebbe arrivare.
Detto questo, gli sviluppi
promettenti riguardanti il team creativo significano che ci si sta
lavorando. Quindi, forse, potremo vedere cosa hanno preparato nel
2028 (gli slot
di uscita recentemente annunciati dai Marvel Studios) o giù di
lì. Vale la pena notare che la Marvel ha già bloccato la
maggior parte dei suoi film per la prossima Fase
Sei e un film stand-alone sugli X-Men non ne fa parte…
ancora.
Se da un lato è possibile che gli
X-Men vengano aggiunti in un secondo momento, dall’altro è
altrettanto probabile che i temi della Fase Sei, incentrati sul
multiverso, stiano preparando la scena per una Fase
Sette ad alto contenuto di mutanti. Inoltre è stato
recentemente confermato che questa
fase concluderà anche la saga del multiverso. Nonostante queste
incertezze, un rapporto pubblicato da Production Weekly sembra
suggerire che la Marvel potrebbe
puntare a una data di ripresa alla fine del 2025. Questo, a sua
volta, potrebbe significare che un film indipendente sugli X-Men
arriverà nelle sale nel 2028.
X-Men: dove vedere in streaming i
film della saga
Per vedere, o rivedere, la saga è
possibile affidarsi ad alcune tra le principali piattaforme
streaming presenti in rete, contenenti uno o più film degli X-Men
nel proprio catalogo. Queste sono Chili Cinema, Tim Vision, Rakuten
TV, Google Play, Apple iTunes, e Amazon Prime Video. Per poter guardare uno di
questi titoli basterà scegliere tra queste piattaforme e noleggiare
il film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Per poter avere a disposizione
tutti i film della saga, è invece particolarmente conveniente
sottoscrivere un abbonamento a Disney+,
piattaforma ufficiale del celebre studios. Avendo questo
riacquisito i diritti sui personaggi, ha avuto modo di trasmettere
i film della saga all’interno del catalogo della propria
piattaforma. Grazie ad essa sarà possibile guardarli tutti in
totale comodità e al meglio della qualità video.
Il regista del reboot di So
cosa hai fattospiega perché uno dei
membri del cast originale non è apparso. La saga horror slasher
torna quest’anno con un nuovo gruppo di amici perseguitati da un
killer armato di uncino che conosce un oscuro segreto del loro
passato. Questo capitolo è diretto da Jennifer Kaytin
Robinson.
Il cast del reboot è pieno di volti
nuovi. Tra questi figurano Madelyn Cline, Chase Sui
Wonders, Tyriq Withers e Jonah Hauer-King. Tuttavia, il
cast di So cosa hai fatto include anche
Freddie Prinze Jr. e Jennifer Love Hewitt, che
tornano nei loro ruoli principali, oltre ad alcune apparizioni a
sorpresa.
Ora, Robinson spiega a People perché Ryan Phillippe non è
tornato in I Know What You Did Last Summer. La
sceneggiatrice e regista ha spiegato che includere il
personaggio di Phillippe “era semplicemente troppo”,
quindi Barry Cox è stato relegato a un cameo.
Tuttavia, ha detto che “c’è un
modo molto divertente per integrare Ryan in un sequel”. Ecco la
citazione completa di Robinson:
Era semplicemente troppo.
Abbiamo menzionato Barry Cox. Ha un cameo. Ma sì, cominciava a
sembrare che ci fossero troppe idee. Ma non è per mancanza di
affetto verso Ryan, che è fantastico. E penso davvero che ci sia un
modo molto divertente per integrare Ryan in un sequel, che spero
venga realizzato.
Cosa significa questo per So
cosa hai fatto
Jennifer Love Hewitt in So cosa hai fatto
Il secondo film deve essere
realizzato affinché Barry possa tornare
Il declassamento di Barry Cox a
semplice citazione è un aspetto piuttosto inaspettato di So cosa
hai fatto. Sebbene non tutti siano stati presenti nel materiale
promozionale, diversi membri del cast originale sono tornati per
il film.
Il reboot è pieno di riferimenti
all’originale, quindi ha senso che Robinson abbia avuto l’idea di
far tornare Phillippe. Se ci fosse stato spazio, avrebbe potuto
benissimo apparire in una sequenza onirica o anche in una sorta di
flashback in cui fosse ringiovanito. Potrebbe anche tornare in
futuro, anche se questo dipende dal fatto che il film ottenga
effettivamente un sequel.CorrelatiI Know What You Did Last Summer:
spiegazione del finale: chi è l’assassino e chi muoreIl finale a
sorpresa e la rivelazione dell’assassino di I Know What You Did
Last Summer trasformano il futuro del franchise horror e gettano le
basi per i sequel.
Finora, le prospettive per altri
film sono buone. So cosa hai fatto ha incassato 13 milioni di
dollari nel suo weekend di apertura negli Stati Uniti, quasi
quanto l’originale nello stesso periodo. Se continuerà con questo
slancio, potrebbe essere considerato un sequel di successo,
soprattutto considerando che il suo budget è di soli 18 milioni di
dollari.
Untamed di Netflix potrebbe avere un lungo futuro
sulla piattaforma. Guidato dal produttore esecutivo e protagonista
Eric Bana (Kyle Turner), lo show vede protagonisti Sam
Neill (Paul Souter), Lily Santiago (Naya Vasquez) e Rosemarie
DeWitt (Jill Bodwin). Tutti recitano nei panni dei personaggi
principali di una serie incentrata su un misterioso omicidio
ambientato nel cuore del Parco Nazionale di Yosemite.
Mentre la maggior parte dei gialli
ha come protagonisti poliziotti tradizionali, Untamed
vede protagonisti l’ISB, il braccio investigativo dei Parchi
Nazionali. Di conseguenza, i suoi protagonisti possono essere
trasferiti in qualsiasi località all’interno del sistema dei Parchi
Nazionali, dal Maine all’Alaska fino alla punta della Florida.
La serie di sei episodi era stata
concepita come una miniserie, ma c’è ancora la possibilità di un
rinnovo per una seconda stagione, e questo è il motivo. In
un’intervista con TV Insider, Bana ha discusso la possibilità di
ulteriori esplorazioni dei parchi nazionali. Anche se
“non ci ha pensato troppo”, ha alcune idee per il
futuro:
Ad essere sincero, non ci ho
pensato troppo. Era un progetto molto ampio, ma ovviamente sapevamo
che la natura del lavoro degli agenti ISB è quella di spostarsi da
un parco all’altro, ed è per questo che il finale è quello che è,
perché è una cosa molto plausibile e faceva parte della struttura
della storia. Quindi sì, immagino che sia sempre possibile, ma non
è qualcosa su cui abbiamo giocato a livello strutturale mentre
mettevamo insieme questi episodi.
Cosa significa questo per il
futuro di Untamed
C’è un vero potenziale per
un rinnovo
Ci sono sicuramente altri parchi
nazionali da esplorare per la serie, e ognuno potrebbe offrire
un ambiente unico. Le acque bollenti di Yellowstone, il Grand
Canyon roccioso e le Gates of the Arctic ghiacciate offrono tutti
scenari unici con metodi di omicidio estremamente diversi da
esplorare. Le location da sole attirerebbero probabilmente
l’interesse degli spettatori.
Gli omicidi potrebbero essere
studiati su misura per ogni ambientazione, con i corpi sciolti
nelle acque bollenti o nascosti nella neve. Vedere gli agenti
cercare di svelare i segreti di luoghi così disparati sarebbe
estremamente avvincente. Tuttavia, affinché ciò si realizzi
pienamente, è necessario ottenere il rinnovo da Netflix.
Le recensioni del pubblico sono
state più negative persino di quelle della critica. Sul sito di
recensioni Rotten Tomatoes, la serie ha ottenuto un 78% di
Tomatometer e un 71% di Popcornmeter, basato sul voto
del pubblico. Nessuno dei due è eccezionale, quindi la serie dovrà
puntare su un aumento degli spettatori per sopravvivere.
Avatar: Fuoco e Cenere
continuerà l’epica saga dei Na’vi e di Pandora, e le notizie sul
terzo capitolo stanno arrivando rapidamente. Diretto da
James Cameron, Avatar: La via dell’acqua
introduce una serie di trame che potrebbero essere riprese nel
prossimo film. Non da ultimo, il conflitto tra il
colonnello Quaritch e Jake e la famiglia di Neytiri. Non solo, ma è
stato confermato che Avatar: Fuoco e
Cenere introdurrà anche una nuova tribù Na’vi del fuoco.
Con effetti digitali ancora più avanzati e una trama più
articolata, Fire and Ash potrebbe essere il film più
importante della serie.
Avatar: Fuoco e Cenerevanta già un
cast ancora più ampio, che include altri vincitori di premi Oscar,
anche se probabilmente non saranno riconoscibili se interpreteranno
i Na’vi. C’è davvero molto da aspettarsi dal prossimo film della
serie Avatar, che sarà spettacolare proprio come i suoi
predecessori.
Ecco le ultime novità su
Avatar: Fuoco e Cenere e tutto quello che c’è da sapere
sul terzo film della fiorente serie Avatar, compreso cosa
aspettarsi dalla trama del film.
Ultime notizie su Avatar: Fuoco
e Cenere
Nuove immagini in anteprima al
CinemaCon 2025
Mentre iniziano ad emergere nuovi
dettagli sul prossimo terzo capitolo della saga, arrivano le ultime
notizie sotto forma di
nuove immagini tratte da Avatar: Fuoco e Cenere. Le
immagini sono state proiettate durante l’evento CinemaCon 2025, e
la Disney era uno dei principali presentatori. Purtroppo, la
maggior parte delle immagini e dei trailer mostrati alla convention
non sono ancora disponibili al pubblico, quindi
ecco una descrizione dettagliata.
Il filmato si apre con i Na’vi
che volano sull’acqua. Poi vediamo Kiri interagire con parte del
figlio [sic] Pandora, presumibilmente Eywa. I Na’vi volano intorno
ai Wind Traders, che pilotano navi giganti nel cielo. Sembrano
essere i marinai del pianeta. Le loro navi sono trainate da
gigantesche creature galleggianti, quasi come balene. L’attenzione
è concentrata sulle navi, che hanno anche gigantesche vele blu.
Mentre navigano, i Na’vi e i Wind Traders vengono attaccati dal
popolo del fuoco, che vola su creature rossastre. Vediamo poi varie
inquadrature di qualcuno che cammina su una montagna accanto a un
vulcano (presumibilmente Quaritch), Jake e la sua famiglia che si
intrufolano nella giungla, Jake che abbraccia Spider, scene
notturne con un cielo notturno luminoso e Quaritch di nuovo in
tenuta militare. C’è un’immagine dei Fire People che controllano il
fuoco. Vediamo Quaritch con la stessa vernice rossa dei Fire
People. “La tua dea non ha alcun potere qui”, dice il capo dei Fire
People a Kiri.
Data di uscita di Avatar: Fuoco
e Cenere
Avatar 3 arriverà alla fine del
2025
In precedenza era stato annunciato
che Avatar: Fire and Ash sarebbe arrivato nel dicembre 2024,
ma la data è stata rapidamente modificata e il film è ora previsto
per il 19 dicembre 2025. Il film ha subito numerosi ritardi
nel corso degli anni, dalle preoccupazioni legate alla pandemia di
COVID-19 agli scioperi di Hollywood del 2023, ma la continuazione
della produzione è un buon segno che Avatar: Fire and Ash
non avrà problemi a rispettare la nuova data di uscita.
Lo sciopero della WGA è stato
risolto il 27 settembre 2023, mentre quello della SAG/AFTRA è stato
risolto il 9 novembre 2023.
Dettagli sul cast di Avatar:
Fuoco e Cenere
I volti nuovi e quelli già noti
di Pandora
Gli ultimi aggiornamenti su
Avatar: Fuoco e Cenere confermano che il film
vedrà il ritorno di
Sam Worthington e Zoe
Saldaña nei panni rispettivamente di Jake e Neytiri.
Tornerà anche gran parte del cast di La via dell’acqua,
compresi molti grandi nomi che sono fondamentali per il franchise.
Si prevede che Kiri, interpretata da Sigourney Weaver, avrà un
ruolo più importante nel terzo sequel, così come Lo’ak,
interpretato da Britain Dalton.
Il cast di Avatar: Fire and Ash
introdurrà anche una miriade di nuovi personaggi. Oona Chaplin è
stata scelta per interpretare il personaggio di Varang, il leader
del Clan Ash, che apparirà nei restanti tre sequel. Anche David
Thewlis entrerà a far parte del cast, interpretando il capo dei
Wind Traders, Peylak.
Dettagli della trama di Avatar:
Fuoco e Cenere
Cosa succederà nella saga di
Avatar?
Dopo che Spider ha salvato il
colonnello Quaritch dall’annegamento, l’antagonista del film
continuerà probabilmente la sua ricerca di vendetta.
Avatar: La via dell’acqua
lascia alcune trame aperte per un seguito. Dopo che Spider ha
salvato il colonnello Quaritch dall’annegamento, l’antagonista del
film continuerà probabilmente la sua ricerca di vendetta. Le cose
potrebbero peggiorare prima di migliorare, soprattutto perché la
rabbia di Quaritch sarà alle stelle dopo la battaglia
finale di La via dell’acqua. Il conflitto tra i Na’vi e
la RDA si intensificherà sicuramente ed è possibile che la RDA si
presenterà meglio preparata in Fire and Ash.
Durante la sessione di domande e
risposte con Jon Landau, il produttore ha rivelato che
Avatar: Fuoco e Cenereintrodurrà due
nuove culture Na’vi. Landau ha spiegato: “Nel prossimo film
incontreremo almeno due nuovi clan”. È stato poi confermato che
una di queste nuove culture sarà il Clan del Fuoco Na’vi, di cui
farà parte Varang, interpretato da Oona Chaplin. L’altra è il Clan
dei Commercianti del Vento, guidato da Peylak, interpretato da
David Thewlis. Si dice che i Commercianti del Vento siano più
pacifici, mentre il Clan della Cenere è malvagio.
Un estratto della sceneggiatura di
Avatar: Fuoco e Cenere è stato rivelato nei
contenuti extra di Avatar 2 (tramite The Direct). Sebbene non riveli molto, conferma che Kiri
scoprirà di più su sua madre e Pandora. Kiri e Mo’at discutono del
posto di Kiri, e questo fa presagire che un altro dei figli di Jake
subirà un infortunio. I contenuti extra accennano a un nuovo
personaggio chiamato Va’ru e al fatto che Spider potrà respirare
l’aria di Pandora in Avatar 3. Dato che gli umani non
possono respirare l’aria di Pandora, Kiri potrebbe avere qualcosa a
che fare con il nuovo potere di Spider, dato che lei ha abilità
speciali che nessun altro possiede.