Nonostante recitasse da quasi un
decennio, è servito il film Netflix 365 giorni per rendere
Michele Morrone una star internazionale. In breve,
egli è diventato uno dei nomi più ricercati e chiacchierati da un
anno a questa parte. Accostandosi alla sua vita, privata e
lavorativa, ci si accorge poi di come Morrone si è sempre distinto
negli anni per diverse attività, che spaziano dalla recitazione al
musica, dalla moda alla danza. A renderlo un attore particolarmente
richiesto vi è inoltre il suo lavorare anche al di fuori dei
confini, italiani, distinguendo in prodotti provenienti da diverse
parti del globo.
Ecco 10 cose che non sai di Michele
Morrone.
Michele Morrone: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in noti
film. Dopo essere stato esclusivamente un volto
televisivo, nel 2018 Morrone debutta sul grande schermo con la
commedia L’ultimo giorno del toro, dove recita come
protagonista dando prova di buone capacità comiche. Successivamente
ottiene ulteriore popolarità grazie alla parte di uno dei
protagonisti, Luigi, nel film Bar Giuseppe (2019). La
consacrazione arriva però grazie a 365 giorni (2020), film
di produzione polacca dove recita nei panni di don Massimo
Torricelli, protagonista accanto all’attrice Anna-Maria
Sieklucka. Il film, che ha diviso tra sostenitori e
detrattori, ha poi avuto due sequel 365 giorni – Adesso
(2022) e Altri 365 giorni (2022). L’attore ha poi recitato
anche nel film Duetto, dove divide la scena con
Giancarlo Giannini.
2. Ha preso parte a diverse
serie televisive. Morrone esordisce in televisione con la
miniserie Come un delfino (2011), dove recita accanto a
Raoul Bova. Da
quel momento inizia a prendere parte, con alcuni piccoli ruoli, in
fiction come Che Dio ci Aiuti 3 (2014), Squadra
antimafia 6 (2014) e Provaci ancora prof! 6 (2015).
Il suo primo ruolo di gran rilievo arriva poi nel 2017 con la
miniserie Sirene, dove recita ei panni di Ares accanto a
Valentina Bellè, Luca Argentero e
Denise Tantucci. Torna poi in televisione nel 2019
per recitare nei panni di Claudio Cavalleri in Il
processo, con Vittoria
Puccini. Dopo aver recitato in due episodi de I
Medici (2019), prende poi parte alla seconda stagione della
serie spagnola Toy Boy (2021).
Michele Morrone in Sirene
3. Si è preparato a lungo
per il suo personaggio. Morrone ha affermato di desiderare
sempre somigliare quanto più possibile al persona che si appresta
ad interpretare. Per dar vita al tritone Ares nella serie
Sirene, di genere fantasy, l’attore si è sottoposto a
diversi mesi di allenamento fisico, al fine di acquisire un fisico
particolarmente possente e scolpito. Ciò gli ha permesso di
assomigliare all’immagine classica del mitologico tritone. Per
prepararsi ad interpretarlo, però, ha dovuto ricorrere anche a
tanta fantasia, costruendo un personaggio virile ma con anche
l’animo di un bambino.
4. Ha avuto difficoltà con
le scene subacquee. Interpretando una creatura di
mare, Morrone si è trovato in più occasioni a dover prendere parte
ad alcune scene subacquee. Inizialmente l’attore si è dovuto
sforzare per non far vedere la difficoltà incontrata durante tali
scene. Per questo motivo si è poi sottoposto a lezioni di apnea con
subacquei professionisti. Alle fine, imparando le tecniche migliori
per immagazzinare l’ossigeno nei polmoni, l’attore è riuscito a
raggiungere grandi profondità senza particolari problemi.
dal film 365 Giorni – Michele Morrone e Anna-Maria
Sieklucka
Michele Morrone e Anna-Maria Sieklucka in 365
giorni
5. Ha ricercato grande
naturalezza nella recitazione. Come noto, nel film 365
giorni vi sono numerose scene di sesso estremamente
realistiche, che hanno suscitato non poco scalpore. Morrone ha
dichiarato che tutte queste sono naturalmente state girate con il
massimo della cura e che si tratta ovviamente di scene finte.
Nonostante ciò, queste hanno richiesto una notevole preparazione
coreografica. Morrone però non si è trovato a suo agio con tale
costruzione e ha preferito dirigersi da solo, con la benedizione
dei due registi. Così facendo è riuscito a risultare naturale e
credibile nella sua interpretazione.
6. Ha ricevuto una sgradita
nomination. Nonostante sia stato uno dei più grandi
successi su Netflix nel 2020, 365 giorni è stato candidato
a ben 6 Razzie Awards, i quali premiano i peggiori film dell’anno.
Tra le nomination per peggior film e peggior sceneggiatura, si
ritrova anche quella di Morrone come peggior attore. Per sua
fortuna, il premio è poi andato ad un altro candidato. Tale
candidatura nulla ha però tolto al successo ottenuto dal film e da
Morrone.
Michele Morrone: la moglie Rouba Saadeh e i figli
7. È stato sposato con una
stilista. Dopo quattro anni di fidanzamento, nel 2014
l’attore si è sposato con la stilista libanese Rouba
Saadeh. Con lei Morrone ha poi avuto due figli, nati
rispettivamente nel 2014 e nel 2017. La coppia, tuttavia, si è poi
separata, arrivando al divorzio nel 2018. L’attore e la Saadeh non
hanno naturalmente rivelato i motivi dietro tale rottura, ma ci
hanno tenuto a precisare che il loro rapporto rimane buono e che
rimangono legati per crescere quanto più possibile insieme i due
figli.
Michele Morrone è fidanzato?
8. Gli sono stati attribuiti
diversi flirt. Da quando si è separato dalla moglie ed è
diventato una star internazionale, a Morrone sono stati attribuiti
diversi flirt sentimentali. Il primo di questi lo vorrebbe legato
alla ballerina Elena D’Amario, mentre alcuni
paparazzi lo avevano fotografato insieme a Belen
Rodriguez. Con quest’ultima, però, Morrone ha poi spiegato
esserci solo un’amicizia. Dopo essersi autotatuato le iniziale AMS,
in molti hanno pensato che l’attore avesse intrapreso una relazione
con la sua collega di 365 giorni. Tale notizia non è però
stata confermata dai due e dunque ad oggi rimane ancora un mistero
se Morrone abbia o meno una fidanzata.
Michele Morrone è su Instagram
9. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram, con un profilo verificato attualmente seguito da 15.7
milioni di persone. All’interno di questo, con 567 post, Morrone è
solito condividere immagini relative ai suoi progetti
cinematografici e all’attività di modello. Non manca inoltre di
condividere con i fan anche momenti legati alla sua vita privata,
come momenti di svago trascorsi in compagnia di amici o colleghi.
Sul suo profilo si possono poi ritrovare numerose altre curiosità a
lui legate.
Michele Morrone: età, altezza e fisico
10. Michele Morrone è nato a
Vizzolo Predabissi, in provincia di Milano, il 3 ottobre del
1990. L’attore è alto complessivamente 189 centimetri. Per
quanto riguarda il suo fisico, sia per il ruolo nella serie
Sirene che per il film 365 giorni, Morrone
si è costruito un corpo estremamente scolpito e muscoloso, con cui
ha potuto dar meglio vita a tutta la possenza dei suoi personaggi.
L’attore, inoltre, è noto per mantenere sempre allenato il proprio
corpo, non mancando di condividere i suoi progressi tramite i
propri profili social. Allo stesso tempo, l’attore ha raccontato di
come il suo fisico sia spesso stato giudicato troppo bello e
irrealistico, divenendo un ostacolo alla propria carriera.
Mentre bisognerà aspettare ancora
un po’ per vedere i due personaggi di nuovo insieme, Andrew Lincoln e
Danai Gurira si sono riuniti per cominciare la
produzione della serie, così come racconta il nuovo post di Gurira
sul suo account Instagram. Nelle immagini possiamo vedere i due
interpreti sorridenti, insieme a Scott M. Gimple, showrunner della
serie in pre-produzione e che porterà il titolo di Rick & Michonne.
Jeremy Renner è in condizioni critiche ma
stabili a seguito di un incidente. L’attore è meglio conosciuto per
aver interpretato Clint Barton, alias Occhio di Falco,
nell’universo cinematografico Marvel. Più di recente, è apparso
nella miniserie Disney+ del Hawkeye, e
ha iniziato a recitare in Mayor of Kingstown, serie della Paramount+ ideata da Taylor
Sheridan. La seconda stagione sarà presentata in anteprima
alla fine di questo mese sul servizio di streaming.
Secondo Variety, Jeremy Renner è stato coinvolto in un
“incidente meteorologico” mentre stava arando, domenica. Il luogo
esatto dell’incidente non è stato ancora reso noto, ma si pensa che
l’incidente si sia verificato vicino alla casa di proprietà di
Renner in Nevada; l’area ha subito forti nevicate sabato notte
(secondo il Reno Gazette Journal). Ulteriori
dettagli sono scarsi al momento, ma il rappresentante dell’attore
ha rilasciato una dichiarazione, dicendo:
“Possiamo confermare che Jeremy
è in condizioni critiche ma stabili con le ferite riportate dopo
aver subito un incidente meteorologico durante la spalatura della
neve, oggi. La sua famiglia è con lui e sta ricevendo cure
eccellenti”.
È con rumore che si apre
la 79ª edizione della
Mostra del Cinema di Venezia. Con il suo
Rumore bianco (White Noise), Noah
Baumbach torna al Lido assieme alla compagna – sulla scena
e nella vita – Greta
Gerwig e ad Adam Driver, che aveva fatto brillare nel
precedente Storia di un Matrimonio. Il film, basato
sull’omonimo romanzo di Don DeLillo, chiede agli
spettatori di approcciarsi al concetto di rumore bianco: un
particolare suono con potenza uguale a tutti i livelli, che
favorisce il rilassamento, aiutando il cervello a ignorare i suoni
che si manifestano naturalmente, ad alta intensità o spiacevoli.
L’adattamento di Baumbach, che verrà distribuito da Netflix, gioca
col concetto di sonorità mascherata: in ultima istanza, saranno le
catastrofi naturali tanto decantate dai protagonisti a fare meno
paura rispetto a un equilibrio familiare che va frantumandosi. Nel
cast del film, anche Raffey Cassidy, Don Cheadle e Jodie Turner-Smith.
Il rumore bianco (White
Noise) delle icone (e di mamma e papà)
La morte fa paura. O
meglio, è il pensiero di questa a logorare costantemente i
protagonisti di Baumbach. Jack e Babette
Gladney si sono trovati dopo una serie di matrimoni
sfortunati e conducono un’esistenza piuttosto stravagante: i
quattro figli Denise, Arlo,
Elliot e Heinrich sono fratelli,
provenienti da matrimoni diversi ma uniti a livello caratteriale.
La paranoia regna infatti sovrana nella famiglia
Gladney, non lascia immuni neanche i più giovani,
ma sortisce un effetto diverso rispetto all’età: nei fratelli,
diventa ingegno e curiosità, negli adulti fomenta il terrore di non
lasciare il segno, tanto dal punto di vista privato quanto da
quello professionale.
C’è un unico modo per sopravvivere
alla morte: diventare icona. Imperatori “musicali”, come
Elvis, o politici – secondo il punto di vista di
Jack, pioniere degli studi su
Hitler – fiori imperituri del consenso, forzato e
non, che sopravvivono ai processi di creazione e disintegrazione.
Non c’é incidente, catastrofe naturale, o cospirazione, che possa
minare gli studi sostanziosi dei due professori. Ma l’insegnamento
si ferma all’università; a casa, sono i figli a domandare, a
captare i segnali negativi di un male che si sta insinuando tanto
all’interno di un nucleo familiare quanto nello spazio geografico.
Jack sa tutto di Hitler, ma poco dei suoi figli.
Babette vive in un
mondo completamente a sè stante: i due membri della coppia cercano
in ogni modo di trovare un appiglio, una scorciatoia per rifuggire
il pensiero intrusivo per eccellenza, quello di non avere
abbastanza tempo. Ed è qui che Baumbach ci offre maggiore
intensità dal punto di vista della scrittura, “sorella” del
meraviglioso Storia di un Matrimonio: infilandosi nei
meandri di un dramma emotivo, di una circoscrizione mentale che
diventa però estremamente materica, tattile, assumendo perfino
forma fisica: quella di una pillola bianca, dalla composizione
incerta, che contiene il rumore assordante di psicologie in
frantumi, quelle di uomini che si professano grandi comunicatori,
ma in realtà perdono vigore proprio nella fatica di confessare che
qualcosa non va.
La cospirazione come legge
matrimoniale
La cospirazione si insinua
così in ogni frangente della comunicazione famigliare. A differenza
delle icone, che ricevono risposte dalle folle,
Babette non ha un riscontro: rimane sola,
infreddolita tra le lenzuola che ne mangiano il volto, che fanno
fare incubi a Jack, inducendolo a domandarsi cosa
sia andato storto nell’alchimia della coppia (che ha lasciato
spazio alla chimica). Jack e Babette erano abituati a procedere
assieme, uniti da una vera e propria psicosi concettuale, che ha a
che fare con le radici più profonde dell’ideologia Americana,
purtroppo non trattate con la stessa enfasi claustrofobica del
romanzo di De Lillo, in cui la paranoia politica
diventa domestica, la comunicazione verbale lascia il passo a
quella tecnologica, i giovanissimi iniziano ad essere più informati
degli adulti.
Se il libro di De
Lillo è assurto ad archetipo della letteratura
postmoderna, con Rumore BiancoBaumbach si appropria di una narrazione
estremamente stratificata, ma riadattata al suo marchio registico
da dark comedy, alla The Squid and The Whale
(2005), non riuscendo tuttavia a impostare al meglio i momenti che
effettivamente avrebbero goduto di satira pungente. Il fantomatico
evento tossico aereo non è nulla rispetto al vero dramma, è –
appunto – un Rumore bianco (White Noise), che
attutisce qualcosa di molto più profondo e potenzialmente
pericoloso.
Rumore Bianco: un adattamento
silenzioso
La catastrofe se ne va via con la
stessa velocità con cui è piombata ad Iron City, è
un frangente fulmineo, dinamico dal punto di vista registico, ma
che non assume la stessa pregnanza visiva e simbolica che gli è
associata nel romanzo. È la preparazione che porta al tragico
evento spartiacque, perpetrato da un lasso di tempo indefinito in
cui all’interno delle famiglie americane, a metà anni ‘80, hanno
iniziato ad insediarsi le fatiche comunicative, la dissociazione
dal ruolo a cui si dovrebbe tenere testa in nome del presagio
negativo, caricato a dismisura dalla comunicazione mediale. Nel
film vi è un ribaltamento dei ruoli: sono i professori a diventarsi
giornalisti, di cronaca, politica, vere e proprie sibille che
impiegano il loro tempo nel sensazionalizzare figure e ideali del
passato e incapaci di reagire e prendere atto dei cambiamenti del
presente.
Rumore bianco (White
Noise) è un adattamento silenzioso, gentile nei confronti
del genere di appartenenza di Baumbach, ma non
altrettanto nei confronti di personaggi surclassati dai nomi delle
star che li impersonano. La difficoltà di passaggio da un genere
all’altro si concilia a fatica con la vastità di una base di
partenza stratificata, aperta a plurivoche interpretazioni e,
soprattutto, controversa. Una pillola che piace sicuramente a
Babette e andrà bene anche su Netflix, un ritorno
forse un po’ sottotono di Baumbach, fagocitato
dalla sovraesposizione ai rumori bianchi.
Ci sono registi che non hanno paura
della serialità nè delle nuove modalità di fruizione offerte dai
servizi streaming. Il potenziale di perenne accessibilità di queste
piattaforme sembra aver donato nuova linfa all’estro creativo di
Nicholas
Winding Refn – mai spentosi veramente – che torna,
dopo Too Old To Die Young, ad approcciarsi a una
nuova idea di sodalizio audiovisivo: quello con Netflix, che
distribuirà la sua nuova serie Copenhagen Cowboy e
quello con una fetta di pubblico che continua a seguire il regista
e aspettava con trepidazione il suo approdo alla
Mostra del Cinema di Venezia 2022.
La Danimarca è il nuovo campo di
battaglia
La trama diCopenhagen Cowboysegue la giovane ed enigmatica eroinaMiu. Dopo una vita di servitù e sull’orlo di un
nuovo inizio,Miu(Angela Bundalovic)
attraversa l’inquietante paesaggio del mondo criminale di
Copenhagen. Alla ricerca di giustizia e di vendetta, incontra la
sua nemesi,Rakel (Lola Corfixen), e si imbarcano in un’odissea attraverso il
naturale e il soprannaturale. Il passato finisce per trasformare e
definire il loro futuro, mentre le due donne scoprono di non essere
sole, di essere molte.
Con Coppenhagen
Cowboy, Refn
torna a casa, nella sua Danimarca, ma lo fa
partendo dai bassifondi, o meglio, una loro rielaborazione
paradossalmente mitizzata. Spacciatori, assassini e trafficanti
d’armi innervano la capitale danese di una violenza spiazzante, che
stride con l’eleganza e l’afflato sovrannaturale incardinato dalle
giovani ragazze prigioniere di questo labirinto
infernale. Quest’ambientazione in cui tutto ciò che è illecito
trova concretezza è la base perfetta per una trama in cui
ambizione, avidità e inganno si fondono per consegnarci un dramma
shakesperiano ultramoderno. In fondo, se
Shakespeare scrivesse oggi, non scriverebbe di
famiglie reali, ma di crimini, ha dichiarato Refn
in conferenza stampa.
Magnus Jønk Nordenhof – Courtesy of Netflix
Miu: il primo fiore di Refn
Refn
mette a punto una narrazione seriale che ha come fondamento il
viaggio dell’eroe e gli archetipi favolistici, ma è la
contrapposizione tra reale e irreale a seguire la sua protagonista
in divenire. Copenhagen Cowboy è un western, ma
anche una favola noir: il risultato di una commistione di generi
che scatenano una reazione spontanea non solo nello spettatore, ma
anche nel regista e nella sua protagonista, tra cui si instaura un
sodalizio dialogico basato sulla sinuosità della cinepresa e
sull’estensione linguistica che ne diviene il corpo di
Miu: non a caso, l’attrice Angela
Bundalovic ha un passato da ballerina.
Il tipico protagonista silenzioso e
solitario di Refn
– a cui ci siamo affezionati soprattutto con
Drive – in questo caso è Miu, una
ragazza di 19 anni che si addentra nella malavita di
Copenhagen e che, come tanti eroi del Western,
sembra non avere una backstory. Miu non conosce passato, ma vive
nel presente, è una figura esile e intoccabile che è passata di
mano in mano, ritenuta un sarcofago di verità assolute, sfruttata
per la sua presunta abilità di portare fortuna ed esaudire i
desideri che non attecchiscono nella vita reale.
Miu è l’evoluzione
in scala grande di tutti i protagonisti di Refn,
che assume connotazioni femminili plurime, poi sviscerate tramite
il confronto con molteplici variazioni del femminile che troverà
lungo la via: villain, comprimarie, potenziali amiche, alla stregua
di una narrazione da cinecomic. Miu non è
tanto una personalità, non le si attribuiscono parole: si lascia
che esista e la si segue, accompagnandone la ricerca dei molti
significati che risiedono nella sua interiorità. Il suo linguaggio
viene dal silenzio, dall’immobilità: Miu non usa
le parole, ma la musica, i colori e le luci – abbracciando
pienamente le inquadrature musicali di Refn
– per parlarci. Non saremo noi a trovare Miu, sarà
lei a venire da noi.
Magnus Jønk Nordenhof – Courtesy of Netflix
Copenhagen Cowboy: il potere del
silenzio
Il potere metafisico della
femminilità, sublimato dai virtuosismi tecnici e fotografici di
Refn,
trova in Copenhagen Cowboy una completezza
inedita, forte di un’ambientazione che è specchio naturale del
pericolo e dell’inganno, delle fantasie oscure che si celano dietro
a ogni variazione della femminilità mostrataci da Refn.
Miu è come un
angelo caduto brutalmente in terra, personalità enigmatica di una
giovane donna approdata in questo mondo, ma non per scelta sua. Se
nel corso della storia inizia a capire di più su ciò che è, parte
del merito va alla meravigliosa Angela Bundalovic,
che archivia nella sua fisicità tutti gli abusi subiti da
Miu, un crescendo tensivo che non trova fine se
non nell’esplosione enfatica di un corpo che balla, prima ancora di
parlare.
Come ogni buona protagonista che si
rispetti, Miu è particolarmente interessante
perchè ha una nemesi: Rakel, interpretata dalla
figlia di Refn,
che – a differenza di Miu – proviene da una
pseudofamiglia, ma è ugualmente apprezzata e sfruttuta nei limiti
della sua utilità per gli altri. L’unico momento in cui
Miu reagisce emotivamente a qualcosa è proprio
quando Rakel fa sentire la sua presenza: intuiamo
che c’è qualcosa di molto profondo tra di loro e che, nelle future
stagioni, potrebbero percorrere strade parallele. L’energia di
entrambi i personaggi è stata rinchiusa e confinata fino al loro
incontro: un’inizio, più che una resa dei conti, un’unione rabbiosa
che non fa che confermare quanto Refn
lavori bene sui personaggi femminili, da dopo The Neon Demon.
L’avventura di Miu
in Copenhagen Cowboy cerca di trovare una strada
tra le luci al neon di Refn, per poi essere soffocata
dall’angosciante synth di Cliff Martinez, tracce
musicali così rimbombanti da rischiare di minare ulteriormente la
bussola morale di Miu. Eppure, proprio quando
tutto sta per esplodere, Refn ricorda agli
spettatori che ci sono pochi registi così bravi a manipolare la
tensione e ritorcerla in un istante: così si disvela il segreto di
Miu, manifestando che la poesia del cinema sta nel
silenzio e nell’immobilità, non nell’accelerazione sfrenata e nella
ricerca continua di parole e significati.
Prima di trionfare agli Oscar con
La forma
dell’acqua, nel 2015 il regista Guillermo
Del Toro aveva realizzato il film Crimson
Peak (qui la recensione),
ispirato a titoli horror come Il presagio, L’esorcista e Shining, con cui l’autore messicano è cresciuto e si è
formato. La sceneggiatura venne da lui scritta successivamente alla
distribuzione di Il labirinto del
fauno, ma per anni la sua realizzazione fu
rimandata per via di altri impegni sopraggiunti. Ciò permise a Del
Toro di rimaneggiarla continuamente, arrivando fino all’undicesima
riscrittura.
Con l’interessamento della Legendary
Pictures, il film riuscì infine a prendere forma, ottenendo buoni
riscontri di critica e di box office, arrivando ad incassare
complessivamente nel mondo circa 74 milioni di dollari.
Crimson Peak venne in particolare lodato per la
bellezza delle sue cupe scenografie, per le interpretazioni dei
protagonisti e per la regia di Del Toro stesso, capace di
spaventare lo spettatore senza ricorrere a facili trucchi.
Del Toro ha inoltre dichiarato di
aver avuto una prima ispirazione per il film in seguito ad un
evento a lui realmente accaduto. Mentre si trovava in Nuova Zelanda
per visitare le location del film Lo Hobbit, il regista alloggiò in quello che
si diceva essere un hotel infestato. Durante la notte, infatti,
egli giurò di aver sentito delle grida e dei rumori, temendo che
stesse avendo luogo un omicidio. Al mattino, tuttavia, si rese
conto di essere stato l’unico ad udire tutto ciò. Questo evento gli
rimase però talmente impresso da diventare lo spunto per una nuova
storia, e nel film si può ritrovare una sequenza ispirata proprio a
tale situazione.
Crimson Peak: la trama e
il cast del film
La storia ha inizio nel 1887, quando
la piccola Edith riceve la visita del fantasma
della madre. Questa intende avvertirla di guardarsi da Crimson
Peak. Quattordici anni dopo, Edith è un aspirante scrittrice senza
particolare successo. La sua quotidianità viene sconvolta nel
momento in cui incontra e si innamora di sir Thomas
Sharpe. La giovane, in seguito anche alla misteriosa morte
del padre, deciderà di seguirlo nella sua magione, denominata
proprio Crimson Peak. Qui vive anche la sorella di lui, lady
Lucille Sharpe, la quale non sembra vedere di buon
occhio la presenza di Edith. Il suo incontro con diversi fantasmi
la convinceranno che nella dimora si aggira qualcosa di
maligno.
A ricoprire i ruoli di Thomas Sharpe
e Edith sono gli attori Tom
Hiddleston e Mia
Wasikowska. Originariamente, tuttavia, i prescelti
erano Benedict
Cumberbatch ed Emma
Stone, i quali però abbandonarono la
produzione per via di altri impegni. Hiddleston rimase
particolarmente entusiasta della sceneggiatura, trovandola
particolarmente spaventosa. Prima di accettare il ruolo, tuttavia,
chiese la benedizione di Cumberbatch, il quale si disse lieto di
poter essere sostituito dall’amico. Crimson Peak ha
inoltre permesso a Hiddleston e alla Wasikowska di lavorare
nuovamente insieme. I due avevano infatti già condiviso la scena
per il film Solo gli amanti
sopravvivono.
Ad interpretare lady Lucille Sharpe
è invece l’attrice Jessica
Chastain, anche lei particolarmente attratta dalla
natura horror e romantica allo stesso tempo del film. Per poter
ricoprire al meglio il proprio ruolo, l’attrice si è sottoposta a
diverse settimane di allenamento fisico, con il fine di
implementare le capacità del proprio corpo e poter dar vita a
quanto richiesto dalla sceneggiatura. Ha inoltre preso lezioni di
pianoforte, così da poter suonare personalmente lo strumento
all’interno del film. Infine, fa parte del cast anche l’attore
Charlie
Hunnam, che tornò a lavorare con Del Toro dopo
l’esperienza di Pacific
Rim.
Crimson Peak: la
scenografia, il libro e dove vedere il film in streaming
Uno tra gli elementi più apprezzati
del film è senza ombra di dubbio la gigantesca e spettrale
dimora dei fratelli Sharpe. Essendo questa il cuore del film,
nonché ciò che dà il titolo al film, Del Toro riuscì ad ottenere
che l’edificio venisse costruito da zero. Ciò gli permise di poter
dar vita a quanto da lui previsto per la messa in scena. Fu così
realizzato un imponente lavoro di scenografia, che diede vita alla
gotica magione visibile nel film. Al termine delle riprese,
tuttavia, questa venne abbattuta per far spazio all’interno del
teatro di posa in cui si trovava.
Per la promozione del film, vennero
inoltre realizzati due libri ad esso collegati. Il primo si
intitola Crimson Peak: The Art of Darkness, ed è curato
dallo stesso Del Toro in collaborazione con Mark Salisbury.
All’interno di esso sono contenuti i vari concept art per il film,
come anche retroscena, curiosità, lettere e foto dal set. Grazie a
questo è così possibile scoprire le origini del progetto e la sua
evoluzione. Il secondo libro è Crimson Peak: The Official Movie
Novelization, scritto da Nancy Holder, la quale si è
sostanzialmente occupata di trasporre il film in romanzo,
rendendone così possibile la lettura per gli appassionati.
Per gli amanti del film, o per chi
volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Crimson Peak
è infatti presente nel catalogo di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale, avendo così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 29 dicembre alle ore
21:15 sul canale Italia 2.
I cosiddetti “film in tecnica mista”
sono da sempre particolarmente apprezzati, poiché permettono di far
incontrare sul grande schermo attori in carne ed ossa con
personaggi animati. Tra i più celebri titoli di questa categoria si
citano Chi ha incastrato Roger Rabbit, Looney Tunes: Back In
Action e i più recenti Pokémon: Detective
Pikachu e Sonic – Il
film. Memorabile rimane però anche
Space Jam, uscito al cinema nel 1996 per
la regia di Joe Pytka e affermatosi come un cult
amatissimo ancora oggi. I motivi sono tanti, dalla presenza di
sequenze entrate nell’immaginario collettivo fino alla presenza di
un protagonista d’eccezione.
Il film vanta infatti la presenza
del leggendario giocatore di basket Michael
Jordan, qui in tanto in vesti di sportivo quanto di
attore. Accanto a lui, oltre ad altri interpreti noti a Hollywood,
si ritrovano però in particolare tutti i principali personaggi dei
Looney Tunes, da Bugs Bunny a Duffy Duck. Pur se
inizialmente accolto da critiche contrastanti, molte delle quali
legate al fatto che il film sembrava essere solo un atto
celebrativo nei confronti di Jordan, il film divenne con il tempo
uno straordinario successo di pubblico, incassando oltre 250
milioni di dollari in tutto il mondo.
Oggi il film è amato da grandi e
piccoli, sia per le situazioni comiche presenti sia per gli
straordinari effetti speciali ancora oggi fonte di ispirazione per
numerosi titoli simili. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e al suo sequel. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Space Jam: la trama del
film
La storia ha inizio con l’arrivo
sulla terra di un alieno di nome Mr. Swackhammer,
proprietario di un luna park in declino, il quale è intenzionato a
catturare i Looney Tunes per farne la sua nuova attrazione. Quando
Bugs Bunny e i suoi amici comprendono reali
intenzioni del gruppo alieno Nerdlucks, inviato da
Swackhammer, decidono di sfidarli ad una partita di pallacanestro,
sfruttando la bassa statura dei rivali. Se vinceranno, gli alieni
dovranno tornarsene sul loro pianeta a mani vuote. I Nerdlucks,
tuttavia, vengono a conoscenza che nel campionato NBA giocano i
migliori atleti di basket di tutto il mondo.
Usando quindi un pallone per rubare
il talento di cinque cestisti della NBA e trasformarsi nei
Monstars, un quintetto praticamente imbattibile.
Si presentano quindi per la sfida completamente trasformati nelle
dimensioni e muscolosissimi, ormai certi di vincere. L’unica
speranza di vittoria per Bugs Bunny e gli altri è dunque quella di
arruolare tra loro il più grande giocatore di ogni tempo,
Michael Jordan, il quale si è però ritirato dalle
gare di basket nel 1993. Dopo essere riusciti a convincerlo, Jordan
si trova però ad allenare una squadra di totali inesperti,
rischiando a sua volta di diventare un’attrazione nel luna park di
Swackhammer.
Space Jam: il cast del
film
Come anticipato, il film ruota
intorno alla presenza di Michael Jordan nei panni
di sé stesso. Nel periodo delle riprese, Jordan aveva da poco posto
fine al suo periodo di ritiro dal mondo del basket, durato dal 1993
al 1995. La storia venne dunque costruita come una finta
spiegazione di cosa Jordan avesse realmente fatto in quel periodo.
Come noto, per non far annoiare il celebre cestista durante le
pause sul set, la Warner Bros. costruì un intero campo da basket,
dove Jordan poteva recarsi per mantenersi in allenamento. Tra gli
attori che compaiono fisicamente nel film si annoverano poi anche
Wayne Knight nei panni di Stan Podolak, assistente
di Jordan e Bill Murray nei
panni di sé stesso.
Per quanto riguarda i personaggi
animati, invece, Billy West da voce a Bugs Bunny,
mentre Dee Bradley Baker è Duffy Duck. Bob
Bergen dà voce a Titti e Marvin il Marziano, mentre
Bill Farmer è Gatto Silvestro e Yosemite Sam.
Kath Soucie dà invece voce a Lola Bunny. L’attore
Danny DeVito è
invece chiamato a doppiare il malefico Swackhammer. Nel film
compiono inoltre numerosi campioni di basket nei panni di loro
stessi. I cinque a cui viene sottratto il talento, in particolare,
sono Charles Barkley, Larry Johnson, Muggsy Bogues, Patrick
Weing e Shawn Bradley.
Space Jam: il sequel, il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Per anni i fan di questo film atteso
che venisse realizzato un suo sequel. Le speranze sembrarono
concretizzarsi nel 2014, quando la Warner Bros. annunciò un nuovo
progetto a tecnica mista incentrato sul mondo del basket, il quale
avrebbe stavolta avuto come protagonista il celebre campione
LeBron James. La produzione del sequel ha tuttavia
subito diversi ritardi, con svariati cambi di regista. Alla fine il
progetto venne affidato a Malcolm D. Lee,
assumendo il titolo di Space Jam: A New
Legacy (per l’Italia il titolo è stato trasformato in
Space Jam: New Legends).
Questo, oltre a James, vanta gli attori Don Cheadle e
Sonequa
Martin-Green, mentre Zendaya sarà la
voce inglese di Lola Bunny ed è stato distribuito nel corso del
2022.
In attesa di vedere questo sequel, è
possibile fruire del film originale grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Space Jam è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes,
Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 29
dicembre alle ore 21:10 sul canale
TwentySeven.
L'attrice Bryce Dallas Howard
in una scena di Jurassic World - Il dominio
Sky proporrà in prima
tv Jurassic
World – Il Dominio, epica conclusione della serie dei
film Jurassici, domenica 1° gennaio alle 21.15 su Sky
Cinema Uno e Sky Cinema 4K (e alla stessa ora la versione estesa
sarà su Sky Cinema Jurassic World), in streaming su NOW e
disponibile on demand, anche in qualità 4K.
Il
film dagli incassi record, per la regia di Colin
Trevorrow, che vede il ritorno dei protagonisti di
Jurassic Park
Sam Neill,
Laura Dern e
Jeff Goldblum che si uniranno Chris
Pratt e Bryce Dallas Howard della
trilogia Jurassic World. Nel cast anche il ritorno di BD
Wong e Omar Sy e i nuovi ingressi di
Dewanda Wise e Mamoudou
Athie.
La trama
Quattro anni dopo la distruzione di
Isla Nublar, i dinosauri ora vivono e cacciano insieme agli umani
in tutto il mondo. Questo fragile equilibrio rimodellerà il futuro
e determinerà, una volta per tutte, se gli esseri umani rimarranno
i predatori dominanti su un pianeta che ora condividono con le
creature più temibili della storia.
La pellicola fa parte anche della
programmazione del canale SKY CINEMA JURASSIC WORLD
(canale 303) che, in occasione di questa attesa prima
visione, dadomenica 1° a domenica 8
gennaioproporrà tutti e sei i film del franchise
Jurassico. In particolare,JURASSIC WORLD – IL DOMINIO sul canale
dedicato sarà disponibile anche in versione estesa,
domenica 1° gennaio alle 21.15.
Nel 1993 Steven Spielberg stupisce
gli spettatori di tutto il mondo con JURASSIC PARK, il film basato sull’omonimo
romanzo di Michael Crichton, in cui tre scienziati, interpretati da
Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum, vengono invitati sull’isola
di un eccentrico miliardario che ha creato un parco a tema popolato
da animali preistorici generati in laboratorio. Il successo è
immediato: il film guadagna 1 miliardo di dollari in tutto il mondo
e ottiene 3 Oscar®, tra cui quello per i migliori effetti
speciali.
Jurassic Park diventa il
capostipite di un franchise, infatti nel 1997 esce nelle sale
IL MONDO PERDUTO: JURASSIC PARK, sempre tratto
da un romanzo di Crichton e diretto da Spielberg, dove ritroviamo
Jeff Goldblum che, insieme alla scienziata Julianne Moore, deve
ostacolare un criminale che vuole trasportare i feroci dinosauri
nell’attrazione di San Diego.
Il 2001 è l’anno di JURASSIC PARK III che vede Spielberg lasciare
le redini della regia a Joe Johnston (Jumanji). In questo
terzo capitolo ritorna il paleontologo interpretato da Sam Neill
che, tornato sull’isola, scopre l’esistenza di bestie preistoriche
più evolute e pericolose.
Nel 2015 vede la luce JURASSIC WORLD il quarto film del franchise di
Jurassic Park e il primo della trilogia di Jurassic World. A 22
anni dagli eventi di Jurassic Park il parco dei
divertimenti con i dinosauri come attrazioni è diventato realtà, ma
il nuovo dinosauro Indominus Rex, generato combinando i DNA di
diverse specie, scappa dal suo recinto e provoca il caos. A dover
risolvere la situazione ci sono la responsabile operativa del parco
Bryce Dallas Howard e l’esperto di Velociraptor Chris Pratt. Al
botteghino è un trionfo e, ad oggi, il film è nella top 10 dei
migliori incassi della storia del cinema con oltre 1 miliardo e
mezzo di dollari.
Nel 2018 il franchise segna un
altro successo d’incassi, superando 1 miliardo di dollari con
JURASSIC WORLD – IL REGNO DISTRUTTO. Pratt e
Bryce Dallas Howard ritornano all’isola di Isla Nublar e questa
volta scoprono una cospirazione mentre tentano di salvare i
dinosauri da un’eruzione.
La pellicola è una produzione
INDIANA PRODUCTION, MEMO FILMS, ADLER
ENTERTAINMENT e VISION DISTRIBUTION.
Prodotto da FRANCESCO MELZI D’ERIL, GABRIELE MORATTI, MARCO
COLOMBO. Prodotto da MARCO COHEN, BENEDETTO
HABIB, FABRIZIO DONVITO, DANIEL CAMPOS PAVONCELLI. In
collaborazione con SKY.
La trama del film
Di Franco Amore si dice che è Amore di nome e di fatto. Di sé
stesso lui racconta che per tutta la vita ha sempre cercato di
essere una persona onesta, un poliziotto che in 35 anni di onorata
carriera non ha mai sparato a un uomo. Queste sono infatti le
parole che Franco ha scritto nel discorso che terrà all’indomani
della sua ultima di notte in servizio. Ma quella notte sarà più
lunga e difficile di quanto lui avrebbe mai potuto immaginare. E
metterà in pericolo tutto ciò che conta per lui: il lavoro da
servitore dello Stato, il grande amore per la moglie Viviana,
l’amicizia con il collega Dino, la sua stessa vita. In quella
notte, tutto si annoda freneticamente fra le strade di una Milano
in cui sembra non arrivare mai la luce.
Bella Thorne è stata un punto fermo
su Disney Channel per molti
anni, ma a quanto pare la star di “Shake It Up” ha quasi
perso il lavoro quando aveva 14 anni.Durante
l’episodio di martedì del podcast “High Low With
EmRata” di Emily
Ratajkowski, la Thorne ha parlato di molti casi in cui si è
sentita sessualizzata da giovane, rivelando un particolare
incidente che l’ha vista coinvolta.
“Una volta sono stata quasi
licenziato da Disney Channel perché avevo 14 anni
e indossavo un due pezzi sulla spiaggia”, ha detto la Thorne. “Questo stilista con cui uscivo mi
ha messo questa catena che è, tipo, una catena per il
corpo. Non lo so? Non mi interessa. C’era un fan,
hanno fatto una mia foto sulla spiaggia. Sono quasi stata
licenziata per questo. Era su tutti i media, era letteralmente
virale in quel periodo. Era, ‘Come osa questa ragazzina fare
questo? È così disgustoso.”
Bella Thorne, che ha recitato al fianco di
Zendaya in “Shake It Up” dal 2010 al 2013, ha spiegato
che le persone stavano “mettendo la Disney sotto pressione” per
licenziarla, ma alla fine non l’hanno fatto. “Erano tipo, ‘Ehi,
stiamo ricevendo molte lamentele per questo. Tutti si stanno
scaldando per perché sei in bikini su una spiaggia, quindi devi
assicurarti di uscire con pantaloncini da ragazzo e una maglietta
ampia la prossima volta che sei su una spiaggia.’”
Durante la puntata, l’attrice, 25
anni, ha anche raccontato una situazione inquietante accaduta
quattro anni prima.“Ho avuto un regista che mi ha
dato un feedback una volta e avevo 10 anni. Il direttore del
casting chiama il mio agente e l’agente chiama mia madre, e le
dicono, ‘Non andrà avanti perché il regista sentiva che stava
flirtando con lui, e lo ha messo davvero a disagio’”, ha detto
Bella Thorne. “Di che cazzo stai parlando,
amico?! Non me ne frega un cazzo di quello che ho
detto! Non mi importa se ho detto: ‘Mangiami la figa
adesso!’ Lei ha 10 anni. Perché mai dovresti
pensarlo?”
L’anno 2022 sarà forse ricordato per lo
scoppio della bolla dello streaming – più o meno? Il nuovo modello
di distribuzione digitale chiaramente non funziona economicamente,
ma il genio è ormai fuori dalla bottiglia. E non c’è ritorno.
La televisione via cavo e di rete era un tempo attività
estremamente redditizie ma ora sono versioni appassite del loro
passato, e non c’è risposta in vista per risolvere il modello di
business per lo streaming insostenibile (versando miliardi, si
ottiene – al massimo! – $ 19,95 al mese). Quale futuro dunque per
questa futuro? ancora non ci è dato sapere. Quello che possiamo
fare però è guardare cosa ci riserva il futuro delle serie tv. Il
noto sito americano Variety ci è venuto incontro e
ha stilato una lista delle migliori serie tv in arrivo l’anno
prossimo! Bada bene molte serie in Italia non avranno la stessa
programmazione d’uscita, ma sono comunque serie che arriveranno
prima o poi anche nel nostro PAESE!
Will Trento (ABC)
Foto : ABC
La ABC sta lanciando diversi drammi durante
la mezza stagione, incluso questo procedurale basato sull’omonima
serie di libri di Karin Slaughter. Lo spettacolo segue l’agente
speciale Will Trent (Ramón Rodríguez), cresciuto nel sistema di
affidamento di Atlanta prima di ottenere un lavoro di alto livello
con il Georgia Bureau of Investigation (GBI). Ora è determinato a
fare in modo che nessun bambino venga abbandonato come lo era lui.
Lo spettacolo è interpretato anche da Sonja Sohn, Erika
Christensen, Iantha Richardson e Jake McLaughlin.
Prima: 3 gennaio, 22:00
Mayfair Witches (AMC)
AMC continua ad affondare
i denti nei romanzi più venduti di Anne Rice. Dopo il successo di
“Intervista col vampiro” arriva “Mayfair
Witches“. La serie di otto episodi è incentrata sul
neurochirurgo Rowan Fielding (Alexandra
Daddario), che deve trovare un equilibrio nella sua vita dopo
aver appreso di essere l’erede di una famiglia di streghe. Jack
Huston recita anche al fianco di Tongayi Chirisa e Harry Hamlin.
Quando la serie verrà lanciata, sarà presentata in anteprima su AMC
e AMC+, nonché su BBC America, IFC, SundanceTV e WE TV. Inoltre,
AMC trasmetterà un documentario che esplora la storia delle
streghe, “All of Them Witches“, sei giorni prima della
premiere. Prima: 8 gennaio, 21:00
Velma (HBO Max)
Uno degli spettacoli
animati più discussi dell’anno, “Velma” racconta la storia delle
origini di Velma Dinkley di Scooby-Doo, uno dei cervelli della
banda della Mystery Inc.. Doppiato da Mindy Kaling, Velma si allea
con Daphne (Constance Wu), Shaggy (Sam Richardson) e Fred (Glenn
Howerton) per risolvere un omicidio nel loro liceo. Kaling, che è
anche un produttore esecutivo dello show, in precedenza ha
condiviso che lo show reinventerà più personaggi, osservando che il
personaggio principale è di origini dell’Asia meridionale. Velma
esplorerà anche le sue preferenze sessuali. Il cast di voci
originali include anche Jane Lynch, Wanda Sykes, “Weird Al”
Yankovic, Shay Mitchell, Nicole Byer e altri. Prima: 12
gennaio
The Last of Us (HBO)
Foto : HBO
Nel marzo 2020, pochi giorni prima
della chiusura del mondo, HBO ha annunciato che stava sviluppando
una nuova serie basata sul videogioco per PlayStation “The Last of
Us“; è stato ufficialmente ritirato otto mesi dopo. Il gioco
del 2013 è diventato un enorme successo sia tra i fan che tra i
critici, vendendo più di 20 milioni di copie e portando a un’uscita
“Parte II”, quindi non sorprende che HBO speri che lo spettacolo
faccia lo stesso rumore. Il dramma si svolge 20 anni dopo che la
civiltà è stata distrutta, seguendo il sopravvissuto Joel (Pedro
Pascal), assunto per far uscire di nascosto una ragazza di 14 anni
(Bella
Ramseyy, allieva di Game of Thrones) da un’oppressiva
zona di quarantena. Insieme, viaggiano negli Stati Uniti
post-apocalittici. La serie è scritta e prodotta esecutivamente
dallo scrittore di Chernobyl Craig Mazin e da Neil Druckmann, il
direttore creativo del gioco. Prima: 15 gennaio. GUARDA:
The Last of Us: il trailer ufficiale della serie HBO
That ’90s Show (Netflix)
Foto: Netflix
Netflix sta sfruttando la nostalgia
con il suo spin-off “That ’70s Show”. L’aggiornamento della
popolare sitcom avviene nel 1995 e segue la figlia di Eric e Donna
(Topher Grace e Laura Prepon). Interpretata da Callie Haverda, Leia
Forman conosce Point Place, Wis., mentre fa visita ai suoi nonni,
Kitty (Debra Jo Rupp) e Red (Kurtwood Smith). Oltre a Grace e
Prepon, nella commedia multi-cam di 10 episodi appariranno anche le
star originali Ashton Kutcher, Mila Kunis e Wilmer Valderrama. I
creatori originali Bonnie Turner e Terry Turner scrivono e
producono esecutivamente insieme alla loro figlia, Lindsey, e il
produttore di “That ’70s Show” Gregg Mettler è lo showrunner. Prima
: 19 gennaio
Wolf Pack (Paramount+)
Foto: MTVE
Attenzione fan di “Buffy”,
Sarah Michelle Gellar sta
tornando nel mondo soprannaturale – ma questa volta non sta
combattendo i vampiri… ancora. Basato sulla serie di libri di Edo
Van Belkom, “Wolf Pack” segue una nuova generazione di lupi
mannari, che vengono scoperti durante un incendio in California.
Scritta e prodotta da Jeff Davis (meglio conosciuto per aver
lanciato “Teen Wolf” e la sua enorme base di fan), la serie è
interpretata anche da Rodrigo Santoro, Armani Jackson, Bella
Shepard, Chloe Rose Robertson e Tyler Lawrence Gray. Prima: 26
gennaio
Poker Face (Peacock)
Foto: Evans Vestal Ward/Peacock
Sarebbe difficile avere una serie
con Rian Johnson e
Natasha Lyonne e non parlarne. Il debutto televisivo di Johnson
è una serie misteriosa caso della settimana che segue Charlie Cale
di Lyonne. Charlie sa sempre quando qualcuno sta mentendo,
un’abilità che la aiuta quando incontra uno strano criminale dopo
l’altro. La lunga lista di guest star include Adrien Brody,
Chloë Sevigny, Ron Pearlman, Lil Rel Howery e Joseph
Gordon-Levitt, tra gli altri. Alla data della prima
debutteranno quattro episodi, seguiti da drop settimanali ogni
giovedì. Prima: 26 gennaio
Shrinking (Apple TV+)
Bill Lawrence, Brett
Goldstein,
Jason Segel e
Harrison Ford sono dietro questa commedia di 10 episodi, quindi
è quasi impossibile immaginare che non sarà un successo. Segel, che
ha scritto lo spettacolo, interpreta un terapista in lutto, Jimmy
Johns, che raggiunge il suo punto di rottura e inizia a dire ai
suoi clienti esattamente quello che pensa, nonostante il modo non
etico. Ben presto, i suoi metodi iniziano a cambiare sia la loro
vita che la sua. In un casting perfetto, Ford interpreta il Dr.
Phil Rhodes, un acuto terapista specializzato in terapia
cognitivo-comportamentale a cui è stato recentemente diagnosticato
il Parkinson. Jimmy, Phil e Gaby (Jessica Williams) lavorano tutti
insieme. Prima: 27 gennaio
The Watchful Eye (Freeform)
Foto: Freeform
Dopo aver riscosso successo con
“Cruel Summer“, Freeform si sta appoggiando ancora una
volta al genere del thriller misterioso. “The Watchful Eye” segue
Elena Santos (Mariel Molino), una giovane donna che si fa strada in
un lavoro come baby sitter per una ricca famiglia di Manhattan.
Rapidamente, non solo viene a conoscenza del passato della
famiglia, ma scopre anche i misteri e i secondi fini di coloro che
si trovano all’interno dell’edificio. Andrea Londos ha interpretato
Elena nel pilot, ma è stato successivamente rifuso. Prima : 30
gennaio, 21:00
Freeridge (Netflix)
Foto : KEVIN ESTRADA/NETFLIX
È passato più di un anno
dall’annuncio dello spinoff “On My Block”, ma ora i fan possono
tornare nel quartiere di Los Angeles di Freeridge. La propaggine è
una commedia di formazione che segue un gruppo di quattro amici
“maledetti”: i fratelli Gloria (Keyla Monterroso Mejia) e Ines
(Bryana Salaz) e i loro amici Demi e (Ciara Riley Wilson) e Cameron
(Tenzing Norgay Trainor). . La serie di otto episodi includerà
cameo di alcuni membri del cast di “On My Block”, ma lo spettacolo
si concentra principalmente su un nuovo gruppo che crea la propria
eredità e una nuova parte della città. Prima: 2 febbraio
Dear Edward (Apple TV+)
Infine, il creatore di
“Friday Night Lights” Jason Katims si riunisce con Tami Taylor.
“Dear Edward” segna la prima volta che lo sceneggiatore/produttore
ha lavorato con Connie Britton dall’amato dramma e arriva al
momento perfetto, dopo la devastante cancellazione del suo “As We
See It”. Il nuovo dramma è basato sul best seller di Ann
Napolitano. Proprio come i programmi passati di Katims ( FNL e
Parenthood, in particolare) è probabile che questo attiri molte
lacrime poiché segue il dodicenne Edward Adler (Colin O’Brien),
l’unico sopravvissuto su un volo. Mentre cerca di ricostruire la
sua vita dopo che la sua famiglia è stata uccisa, trova
collegamenti in luoghi improbabili. Taylor Schilling interpreta la
zia di Edward, Lacey, che lo accoglie, mentre Britton interpreta
DeDe, una donna che fa amicizia con Lacey in un gruppo di supporto
dopo aver perso il marito nell’incidente. Prima: 3 febbraio
Not Dead Yet (ABC)
Photo : ABC
Se “Abbott Elementary” può farlo…!
Gina Rodriguez guida la nuova commedia di mezz’ora
della ABC basata sul libro di Alexandra Potter del 2020,
“Confessions of a Forty-Something F**k Up”. Interpreta Nell
Serrano, una giornalista di successo in passato, che ha
sospeso la sua carriera per aiutare gli affari del suo fidanzato.
Ora è single, al verde ed è tornata a casa a Pasadena, dove tutti i
suoi amici sono sposati con grandi carriere. Colpendo il
ripristino, accetta l’unico lavoro che riesce a trovare: scrivere
necrologi. Prima: 8 febbraio, 20:30
Hello Tomorrow (Apple TV+)
Foto : Peter Kramer
Non è un segreto che
Billy Crudup sia amato; basta guardare “The
Morning Show” e il viscido personaggio che interpreta, che
riesce a rubare completamente ogni scena. È probabile che
faccia lo stesso qui in questa serie di mezz’ora di 10 episodi, sia
interpretato che prodotto da Crudup. Ambientato nel futuro, lo
spettacolo segue un gruppo di venditori ambulanti che vendono
multiproprietà lunari. Jack di Crudup è una star in ufficio,
che “ispira i suoi colleghi e” rivitalizza i suoi clienti disperati
“. Il cast comprende Haneefah Wood, Alison Pill, Nicholas
Podany, Dewshane Williams, Hank Azaria, Matthew Maher e Jacki
Weaver. Prima: 17 febbraio
The Company You Keep (ABC)
Foto: ABC
Jack Pearson non più! Milo
Ventimiglia è diventato un po’ più grintoso per il suo primo ruolo
dopo “This Is Us” . Nel suo nuovo spettacolo, di cui è anche
produttore esecutivo tramite Divide Pictures, Ventimiglia
interpreta un truffatore di nome Charlie che viene coinvolto in una
storia d’amore con un ufficiale della CIA sotto copertura
(Catherina Haena Kim). Il cast include anche William Fichtner, Tim
Chiou, Freda Foh Shen nei panni di Grace, James Saito e Sarah Wayne
Callies. Prima: 19 febbraio
Found (NBC)
Foto : Matt Miller/NBC
Lo sceneggiatore e produttore
esecutivo Nkechi Okoro Carroll (“All American”) non potrebbe essere
più orgoglioso di avere in onda questo dramma della NBC, con
Shanola Hampton nel ruolo principale. La serie, al suo interno, è
destinata a sensibilizzare sul fatto che ogni anno negli Stati
Uniti vengono segnalate più di 600.000 persone scomparse, metà
delle quali sono persone di colore. Nel dramma, Hampton interpreta
la specialista di pubbliche relazioni Gabi Mosley, “che una volta
era lei stessa una di quelle dimenticate”, e il suo team, che
lavora per garantire che le persone scomparse dimenticate vengano
ricordate. Nel cast anche Brett Dalton, Gabrielle Walsh, Arlen
Escarpeta, Karan Oberoi, Kelli Williams e Mark-Paul Gosselaar.
Prima: 19 febbraio, 22:00
White House Plumbers (HBO)
Photo : Phillip V. Caruso / HBO
Un altro anno, un’altra storia del
Watergate. Nel 2022, Starz ha tentato una nuova prospettiva con
“Gaslit“, che
non ha ricevuto alcun amore dalla TV Academy ed è andato e venuto
in un lampo nonostante un cast di prim’ordine. La serie limitata di
cinque episodi di HBO Max vede protagonisti Woody Harrelson e Justin Theroux nei panni di E. Howard
Hunt e G. Gordon Liddy, rispettivamente, due uomini che hanno
accidentalmente distrutto la presidenza di Nixon, nonostante
lavorassero nella sua squadra. La serie è basata in parte sul libro
di Egil “Bud” Krogh e Matthew Krogh “Integrity”. Il cast stellare
include Lena Headey, Judy Greer, Domhnall Gleeson, Toby
Huss, Ike Barinholtz e Kathleen Turner, tra gli altri.
Prima: marzo
Anche se mancano ancora mesi alla
premiere, “Daisy Jones and the Six” è uno degli spettacoli più
discussi del prossimo anno, proprio come l’omonimo libro di Taylor
Jenkins Reid. Riley Keough è la cantante principale di una band
negli anni ’70, un periodo cruciale nel mondo della musica. La
serie documenta l’ascesa alla fama del gruppo ed esplora il motivo
dietro la loro separazione definitiva. Lo spettacolo, prodotto da
Scott Neustadter, Michael H. Weber, Reese Witherspoon e Lauren
Neustadter, è formattato come un documentario di fantasia, con
segmenti di interviste con diversi membri della band. Nel cast
Camila Morrone, Sam Claflin, Suki Waterhouse, Nabiyah Be e Will
Harrison. Prima: 3 marzo
Love and Death (HBO Max)
Foto : HBO Max
Per anni nessuno ha parlato di
Candy Montgomery, la donna che ha ucciso la sua vicina Betty Gore,
dopo aver avuto una relazione con il marito di Gore. È stato un
crimine che ha scosso Wylie, in Texas, nel 1980. Trent’anni dopo,
non c’è una vera serie poliziesca al riguardo, ma ben due. L’anno
scorso è uscito “Candy”, con Melanie Lynskey e Jessica
Biel. Nel 2023, David E. Kelley
racconterà di nuovo la storia, questa volta con Elizabeth Olsen nel ruolo principale e
Lily Rabe nel ruolo di Betty Gore. Jesse
Plemons e Patrick Fugit interpretano
rispettivamente Allan Gore e Pat Montgomery. Sarà interessante
vedere se questo farà più scalpore della presa di Hulu. Prima:
aprile
Mrs. Davis (Peacock)
Foto : Sophie Kohler/Peacock
Quando due titani televisivi come
Damon Lindelof e Tara Hernandez si uniscono per
creare un nuovo spettacolo, è probabile che faccia una lista molto
attesa. Il creatore di “Lost” e “Watchmen”
sta collaborando con lo scrittore di “The
Big Bang Theory” per questo dramma di otto episodi, che
racconta la “storia assurda ed epica di un’eroina non
convenzionale”. Betty Giplin, che in precedenza ha lavorato con
Lindelof nel film “The Hunt”, guida la serie nei panni di una
suora, Simone, che si scontra con un’onnipotente IA nota come “Mrs.
Davis.» Protagonisti Jake McDorman e Andy McQueen.
La serie debutterà con quattro episodi, seguiti da nuovi episodi
ogni giovedì. Prima: 20 aprile
Tiny Beautiful Things (Hulu)
Che il decennio di
Kathryn Hahn continui. In “Tiny Beautiful Things”, basato sulla
raccolta di Cheryl Strayed, Clare di Hahn è una scrittrice la cui
vita personale e professionale è in difficoltà: il suo matrimonio
sta andando in pezzi, sua figlia la sta allontanando e la sua
carriera di scrittrice è inesistente. Anche se pensa che non abbia
senso tenere una rubrica di consigli quando non riesce a rimettere
insieme la propria vita, trova qualcosa dentro di sé mentre prende
il posto di Dear Sugar. La serie è interpretata anche da
Sarah Pidgeon, Quentin Plair, Tanzyn Crawford, Owen
Painter, Merritt Wever, Elizabeth Hinkler e Michaela Watkins. Liz
Tigelaar (“Little Fires Everywhere”) è la showrunner.
Paramount + sta spolverando tutti i
suoi titolo noti per incontrare un successo facile, La serie
musicale di 10 episodi è ambientata nel 1954, quattro anni prima
degli eventi del film “Grease“.
La scuola non era ancora governata dai T-Birds; invece, quattro
donne emarginate indipendenti si unirono per cambiare Rydell High.
Sebbene la storia sia ambientata quasi 70 anni fa, i temi saranno
rilevanti per il pubblico di oggi. Il prequel è interpretato da
Tricia Fukuhara, Marisa Davila, Cheyenne Wells e Ari
Notartomaso.
Fatal Attraction (Paramount+)
Foto : Monty Brinton/Paramount+
Sebbene “Attrazione fatale” possa essere una
storia familiare grazie al film di Glenn Close del 1987,
l’adattamento televisivo capovolge la situazione. La
rivisitazione del thriller erotico guarda al matrimonio e
all’infedeltà mentre esamina la salute mentale e i disturbi della
personalità.Joshua
Jackson interpreta Dan Gallagher, che ha una relazione
con Alex Forrest interpretata da Lizzy Caplan. La moglie di Dan, Beth, è
interpretata da Amanda Peet e Alyssa Jirrels
interpreta sua figlia, Ellen Gallagher. Mentre il film si concentra
su Dan come l’eroe e Alex come il cattivo, la serie approfondirà i
retroscena e le motivazioni di ogni personaggio, pur onorando
l’originale. Prima: Primavera
Justified: City Primeval (FX)
Foto: Chuck Hodes/FX
Riprenderà esattamente 15 anni dopo che il
vice maresciallo degli Stati Uniti Raylan Givens interpretato da
Timothy Olyphant ha lasciato il Kentucky, la
nuova serie è ispirata al libro di Elmore Leonard “City Primeval:
High Noon in Detroit”. Quando inizia, Givens lavora a Miami ed è
padre part-time di una quindicenne (interpretata dalla vera figlia
di Olyphant, Vivian). Tutto cambia quando viene mandato a Detroit e
incontra un sociopatico, “The Oklahoma Wildman”, e il suo avvocato,
Carolyn Wilder, che “si ritrova intrappolata tra poliziotto e
criminale”. Prima: Estate
Attiva tra cinema e televisione,
l’attrice Elizabeth Mitchell si è resa celebre
grazie ad alcune interpretazioni in opere di particolare
importanza. Negli anni è dunque divenuta un’interprete
particolarmente apprezzata, capace di donare intensità e carisma ad
ognuno dei suoi personaggi.
Ecco 10 cose che non sai di Elizabeth
Mitchell.
Elizabeth Mitchell: i suoi film e le serie TV
1. Ha preso parte a noti
film. Pur avendo recitato più per la televisione che per
il cinema, l’attrice ha avuto modo di prendere parte ad alcuni
importanti film per il grande schermo. Tra i principali si
annoverano Gia – Una donna oltre ogni limite (1998), con
AngelinaJolie, Frequency – Il futuro è in
ascolto (2000), Che fine ha fatto Santa Claus?
(2002), Running (2006), con Paul Walker, e
La notte del giudizio – Election
Year (2016), terzo capitolo della saga di La notte del
giudizio e con protagonista Frank Grillo.
Nel 2021 ha invece recitato in Queen Bees,
con Ellen Burstyn e Christopher
Lloyd.
2. Ha recitato in celebri
serie TV. Al di là del cinema, l’attrice è divenuta
particolarmente celebre grazie alle numerose serie TV in cui ha
recitato. Tra le più importanti si annoverano Codice
d’emergenza (1996), Cenerentola a New York
(1999-2000), E.R. – Medici in prima linea (2000-2001),
Law & Order – Unità vittime speciali (2003-2011), The
Lyon’s Den (2003) e Dr. House – Medical Division
(2004). Grande popolarità l’ha però ottenuta grazie a Lost (2006-2010), dove ha
recitato accanto a Matthew Fox. In seguito ha
preso parte a serie come V (2009-2011),
Revolution (2012-2014), C’era una volta (2014),
con Ginnifer
Goodwin, Crossing Lines (2015), Dead of
Summer (2016), The Expanse (2018-2021), Outer
Banks (2021), First Kill (2022) e Nuovo Santa
Clause cercasi (2022), con TimAllen.
Elizabeth Mitchell in Lost
3. È entrata a far parte
della seria dalla terza stagione. Dalla terza sino alla
sesta e ultima stagione di Lost, l’attrice ha interpretato
il ruolo della dottoressa Juliet Burke, che l’ha resa
particolarmente celebre. Il suo personaggio acquisisce sempre più
importanza nel corso delle stagioni, arrivando infine ad essere uno
dei più decisivi nella risoluzione finale. L’attrice, però, ha
raccontato di non essersi mai sentita realmente parte della serie,
quanto piuttosto un ospite. Nonostante questa sua sensazione, sono
molti i fan che la ritengono tra i volti più importanti della
serie.
4. È soddisfatta del
finale. Parlando di Lost, l’attrice si è detta
soddisfatta dal finale pensato e scritto dagli sceneggiatori,
ritrovando coerenza tra quanto mostrato sino al finale e il modo in
cui poi il tutto si concludo. La Mitchell non ha nascosto di aver
desiderato che la serie durasse più delle 6 stagioni che la
compongono, cosa che avrebbe permesso di esplorare meglio
alcuni personaggi, tra cui la sua Juliet, ma è consapevole che il
finale è arrivato al momento giusto e che è proprio così che il
tutto doveva concludersi.
Elizabeth Mitchell in C’era una volta
5. È stata una delle
antagoniste della serie. A partire dalla quarta stagione
di C’era una volta, l’attrice ha interpretato il ruolo
della Regina delle Nevi, antagonista principale della prima parte
di quella stagione. Il personaggio si rivela da subito molto
temibile, essendo dotato di straordinari poteri. La sua storia si
stringe poi a quella delle sorelle Elsa e Anna, di cui afferma di
essere la zia. Tra i tanti antagonisti presenti nella serie, la
Regina delle Nevi interpretata dalla Mitchell si è affermata come
uno dei personaggi più apprezzati dai fan.
6. Ha avuto difficoltà a
girare alcune scene. Come raccontato in seguito dalla
Mitchell, interpretare la Regina delle Nevi non è stato affatto
semplice. Tra le cose più complesse che le sono state chieste di
fare vi è il camminare con i tacchi alti nel bosco. Una cosa che,
dopo alcuni tentativi, l’attrice ha giudicato rischiosa e
impraticabile. Per questo motivo ha chiesto e ottenuto di poter
girare tali scene da scalza. Così facendo, ha inoltre potuto
sottolineare il rapporto tra il suo personaggio e l’ambiente
circostante.
Elizabeth Mitchell e Santa Clause
7. È stata la sposa di Babbo
Natale. Ad aver reso l’attrice celebre al cinema ci hanno
pensato i film Che fine ha fatto Santa Clause? e Santa
Clause è nei guai, dove l’attrice recita nei panni di Carol
Calvin, che diventa poi la sposa di Babbo Natale. Molto legata a
tale ruolo, la Mitchell ha accettato di riprenderlo a distanza di
molti anni per la serie Nuovo Santa Clause cercasi,
disponibile su Disney+. Già rinnovata per una seconda
stagione, la Mitchell si è detta aperta alla possibilità di
interpretare la signora Clause anche in futuro.
Elizabeth Mitchell ha un figlio
8. Ha avuto un figlio
dall’ex marito. Della vita privata dell’attrice non si sa
molto, poiché la Mitchell è attenta a non condividere particolari
informazioni a riguardo. Si sa però che nel 2004 ha sposato
l’attore Chris Soldevilla, con cui è stata legata
fino al 2013, anno del loro divorzio. Nel 2005, dalla loro unione,
è nato l’unico figlio dell’attrice, chiamato Christopher
Joseph Soldevilla Jr.. Come mamma, la Mitchell si guarda
bene dal condividere troppe immagini o notizie sul bambino, che ad
ogni modo è oggi un adolescente.
Elizabeth Mitchell è su Instagram
9.È
presente sul social network. L’attrice è presente sul
social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito
da 153 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare 76
post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da
attrice, ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a
cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può
dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.
Elizabeth Mitchell: età e altezza dell’attrice
10. Elizabeth Mitchell è
nata il 27 marzo del 1970 a Los Angeles, Stati Uniti.
L’attrice è alta complessivamente 1,74 metri.
Vin
Diesel ha annunciato quando potremo vedere finalmente
il primo trailer di Fast
and Furious 10, il prossimo emozionante capitolo di
una saga familiare che di puntata in puntata arricchisce sempre di
più le sue fila di fan. Sul suo account Instagram Diesel ha pubblicato una foto che
lo ritrae abbracciato a Jordana Brewster, nella serie di
film interprete di Mia Toretto, sua “sorella” e “moglie” del
personaggio di Paul Walker. Nella didascalia alla foto annuncia:
mancano due mesi all’uscita del primo trailer del film!
Sicuramente Thunderbolts è
uno dei titoli più attesi della Fase 5 dei Marvel Studios, e non c’è quindi da
meravigliarsi se in rete circolano già prodotti fan made che
anticipano quello che probabilmente accadrà nel film. Lo testimonia
questo fan- trailer in cui Harrison Ford, nuovo Generale Ross, mette
insieme la squadra già annunciata degli anti-eroi Marvel.
In attesa dell’arrivo dell’ultimo
dell’anno, Netflix oltre
ai film ha reso nota la lista delle serie tv più visti e
popolari dell’anno 2022. I due elenchi che troverete di seguito
sono divisi in quanto la piattaforma streaming americana divide le
opere Netflix Original in serie tv in lingua
inglese e serie tv non in lingua inglese.
1Le serie tv in lingua inglese più visti
nel 2022 su Netflix
10. Virgin River stagione 4
Nonostante non sappia se il padre del suo
bambino è Mark, il marito deceduto, oppure Jack, Mel inizia la
quarta stagione con un senso di ottimismo. Per anni ha desiderato
essere una madre e il suo sogno si sta per realizzare. Mentre Jack
la incoraggia con entusiasmo, il dubbio della paternità continua a
tormentarlo. Le cose sono rese più complicate dall’arrivo di un
nuovo affascinante medico che vuole mettere su famiglia. Hope è
ancora in via di guarigione dopo l’incidente d’auto e i persistenti
effetti psicologici del trauma cerebrale avranno profonde
conseguenze per lei e Doc. Brie è determinata a provare l’innocenza
dell’uomo che ama e si trova coinvolta suo malgrado in una
relazione più stretta con Mike e pericolosamente vicina alla
violenta rete criminale di Calvin. Anche quando stringe un nuovo
legame romantico, Preacher non può fare a meno di mantenere viva la
speranza di riunirsi con Christopher e Paige.
9. The Umbrella Academy stagione 3
Dopo aver evitato la catastrofe nel 1963,
l’Umbrella
Academy torna a casa nel presente con la convinzione di aver
sventato l’apocalisse iniziale e di aver risolto il problema della
linea temporale una volta per tutte. Ma dopo festeggiamenti di
breve durata, il gruppo si rende conto che le cose non sono per
niente come le aveva lasciate. Entra in scena la Sparrow Academy.
Geniali, eleganti e affettuosi come degli iceberg, gli Sparrow
affrontano immediatamente gli Umbrella in un violento scontro che
finisce per essere la preoccupazione minore. Tra sfide, perdite,
sorprese e un’entità distruttiva non identificata che scatena il
caos nell’universo (situazione che potrebbero aver provocato loro
stessi), ora dovranno riuscire a convincere la nuova e forse
migliore famiglia del padre ad aiutarli a risolvere il problema
causato dai nuovi arrivati. Ce la faranno a tornare alle loro vite
pre-apocalittiche? O forse questo mondo rivelerà qualcosa di più di
un semplice intoppo nella linea temporale?
Tratta dalla premiata serie di
fumetti di DC Comics scritta da Neil Gaiman, THE SANDMAN è
un ricco connubio tra mitologia e fantasy dark che si intrecciano
nel corso di dieci incredibili capitoli incentrati sulle numerose
avventure di Sogno. La serie è ideata da Gaiman, dallo showrunner
Allan Heinberg e da David S. Goyer, che ne sono anche i produttori
esecutivi, ed è prodotta da Warner Bros. Television. Il cast
include inoltre Boyd Holbrook, Patton Oswalt, Vivienne Acheampong,
Gwendoline Christie, Charles Dance, Jenna Coleman, David Thewlis,
Stephen Fry, Kirby Howell-Baptiste, Mason Alexander Park, Donna
Preston, Vanesu Samunyai (conosciuta in precedenza con il nome “Kyo
Ra”), John Cameron Mitchell, Asim Chaudhry, Sanjeev Bhaskar, Joely
Richardson, Niamh Walsh, Sandra James-Young e Razane
Jammal.
Dean (Bobby Cannavale) e Nora Brannock (Naomi
Watts) hanno appena acquistato la casa dei sogni nell’idilliaca
zona residenziale di Westfield nel New Jersey, ma dopo aver
investito tutti i loro risparmi per concludere l’affare si rendono
presto conto che il quartiere non è affatto accogliente. Per
esempio, ci sono una donna anziana e stravagante di nome Pearl (Mia
Farrow) e suo fratello Jasper (Terry Kinney), che si intrufola in
casa Brannock e si nasconde nel montacarichi. Poi c’è Karen
(Jennifer Coolidge), l’agente immobiliare nonché vecchia conoscenza
di Nora, che li fa sentire come se non fossero davvero a casa loro,
e i vicini ficcanaso Mitch (Richard Kind) e Mo (Margo Martindale),
che sembrano non comprendere il concetto di confine di proprietà.
Il loro gelido benvenuto si trasforma rapidamente in un vero e
proprio inferno quando iniziano ad arrivare lettere minacciose da
parte di qualcuno che si fa chiamare “L’Osservatore” e spaventa a
morte i Brannock, mentre i sinistri segreti del quartiere vengono a
galla.
Divisa in due parti da 7
episodi ciascuna, la quarta stagione di Ozark arriverà su Netflix
il 21 gennaio con la prima parte. La nuova stagione è interpretata
dai premi Emmy® Jason Bateman, Laura Linney e Julia Garner, insieme
a Sofia Hublitz, Skylar Gaertner, Charlie Tahan, Jessica Frances
Dukes, Lisa Emery, Felix Solis, Damian Young, Alfonso Herrera, Adam
Rothenberg, John Bedford Lloyd, Joseph Sikora, Bruno Bichir, CC
Castillo, Katrina Lenk, Bruce Davison, Ali Stroker e Veronica
Falcón. Il candidato agli Emmy® Chris Mundy torna nel ruolo di
showrunner, sceneggiatore e produttore esecutivo. La produzione
esecutiva è affidata a Jason Bateman, Mark Williams, John Shiban,
Patrick Markey e Bill Dubuque, al fianco della coproduttrice
esecutiva Laura Linney. La serie è targata MRC
Television.
5. Inventing Anna
In
Inventing Anna una giornalista che deve dimostrare quanto vale
indaga sul caso di Anna Delvey, la leggendaria ereditiera tedesca,
famosa su Instagram, che ha conquistato il cuore degli esponenti
della società di New York mentre rubava il loro denaro. Ci troviamo
davanti alla più grande truffatrice di New York o semplicemente si
tratta di una nuova personificazione del sogno americano? Tra Anna
e la reporter si forma un legame curiosamente oscuro di amore-odio,
mentre la prima aspetta il processo e la cronista affronta una
lotta contro il tempo per rispondere alla domanda che tutti in
città si fanno: chi è Anna Delvey? La serie s’ispira all’articolo
del New York Magazine “How Anna Delvey Tricked New York’s Party
People” (“Come Anna Delvey ha ingannato i festaioli di New York”)
scritto da Jessica Pressler.
Da
Shondaland e dall’ideatore Chris Van Dusen, la serie Bridgerton
segue la storia della figlia maggiore della potente famiglia
Bridgerton, Daphne (Phoebe
Dynevor), e del suo debutto nel competitivo mercato
matrimoniale londinese nell’età della Reggenza. Daphne vuole
seguire le orme dei genitori e trovare il vero amore, e
inizialmente le sue speranze sembrano ben riposte. Ma quando il
fratello maggiore inizia a scartare alcuni papabili pretendenti, le
cronache scandalistiche diffuse dalla misteriosa Lady Whistledown
rischiano di metterla in cattiva luce. In società entra anche
l’affascinante e ribelle duca di Hastings (Regé-Jean Page), scapolo
convinto e buon partito che cattura l’attenzione di tutte le mamme
delle debuttanti. Daphne e il duca dicono di non avere nulla da
offrirsi, ma la loro attrazione è innegabile. Coinvolti in una
battaglia di astuzia e sentimenti, dovranno fare i conti con le
aspettative dell’alta società per il loro futuro.
Tra il 1978 e il 1991
Jeffrey Dahmer ha ucciso con ferocia diciassette vittime
innocenti. La serie getta luce su questi crimini atroci,
focalizzando l’attenzione sulle vittime trascurate e sulle comunità
oggetto di razzismo sistemico e dell’incompetenza della polizia che
hanno permesso a uno dei più celebri serial killer degli Stati
Uniti di perpetrare la propria follia omicida alla luce del sole
per oltre un decennio.
La
serie è un giallo con toni investigativi e soprannaturali che
ripercorre gli anni di Mercoledì Addams come studentessa presso la
Nevermore Academy, descrivendo i tentativi di controllare i suoi
poteri paranormali, di sventare una mostruosa serie di omicidi che
terrorizzano la comunità locale e di risolvere il mistero che ha
coinvolto i suoi genitori 25 anni prima… tutto ciò mentre esplora
le nuove e complicate relazioni alla Nevermore.
1. Stranger Things 4
Dal suo debutto nel 2016, il fenomeno globale
di Stranger Things ha ottenuto oltre 65 riconoscimenti e 175
candidature a premi tra cui Emmy, Golden Globe, Grammy, SAG, DGA,
PGA, WGA, BAFTA, un Peabody Award, AFI Program of the Year,
People’s Choice Awards, MTV Movie & TV Awards, Teen Choice Awards e
molti altri. Lo show candidato per tre volte come Miglior serie
drammatica agli Emmy è uno dei titoli più guardati su Netflix. La
terza stagione ha totalizzato 582 milioni di ore di visione
classificandosi come la seconda serie in lingua inglese più
popolare nella Top 10 di Netflix. Stranger Things è ideata dai
Duffer Brothers e prodotta da Monkey Massacre Productions e 21 Laps
Entertainment. I Duffer Brothers sono i produttori esecutivi della
serie assieme a Shawn Levy e Dan Cohen di 21 Laps Entertainment,
Iain Paterson e Curtis Gwinn.
In
Stranger Things 4 sono passati sei mesi da quando la battaglia
di Starcourt ha portato terrore e distruzione a Hawkins.
All’indomani dell’evento i nostri eroi si separano per la prima
volta e ne affrontano le conseguenze, rese ancora più complicate
dalla vita al liceo. In questo periodo di vulnerabilità una nuova e
terrificante minaccia soprannaturale si presenta con un mistero
cruento, la cui risoluzione potrebbe finalmente porre fine agli
orrori del Sottosopra.
Il regista Kristoffer
Borgli ha pubblicato su Instagram le prime foto dietro le quinte
dal set del film commedia prodotto da Ari
AsterDream
Scenario con al fianco la A24 Films.
Le foto ci danno il nostro primo sguardo al personaggio
protagonista senza nome di
Nicolas Cage, mentre il vincitore dell’Oscar subisce
un’altra trasformazione fisica. Il suo personaggio è stato
precedentemente descritto come un “professore schlubby che diventa
famoso dopo essere apparso inspiegabilmente nei sogni di tutti”
Dream Scenario è scritto e diretto da
Kristoffer Borgli. Ulteriori dettagli sulla
trama e sui personaggi sono ancora tenuti nascosti. Cage sarà
affiancato nel cast da Michael Cera, Julianne Nicholson,
Dylan Baker, Tim Meadows, Dylan Gelula, Kate Berlant e
altri. Il film è prodotto da Aster e Lars Knudsen
per Square Peg, insieme a Jacob Jaffke,
Tyler Campellone e A24.
Il prossimo progetto sarà
ufficialmente l’ultima collaborazione tra Ari
Aster e lo studio, che hanno lavorato insieme a tutti i
film di Aster, come Hereditary, Midsommar e
l’imminente Disappointment
Blvd. interpretato da Joaquin
Phoenix. Tuttavia, Dream
Scenario segna il primo progetto che Aster non da
regista.
Dopo le apprezzate interpretazioni
del thriller drammatico Pig e della
commedia d’azione The Unbearable Weight of
Massive Talent,
Nicolas Cage sarà presto visto nel film drammatico
western Butcher’s Crossing e nella commedia
horror della Universal Pictures Renfield,
dove apparirà come Dracula.
Hugh Jackman ha recentemente parlato del suo
piano per mettersi in ottima forma per Deadpool
3e cosa lo motiva esattamente a
farlo. Alla domanda se il suo addestramento come
Wolverine sia diventato più facile, Hugh Jackman ha rivelato che la sua esperienza
è stata l’opposto.
“No, molto più
difficile. Sto facendo otto spettacoli a settimana in questo
momento, quindi sollevo pesi solo tre volte a settimana “, ha
detto Jackman al podcast Empire
Film . “Ma entrerò nel perssonaggio
una o due volte al giorno non appena questo sarà fatto in un mese.
E avrò sei mesi per prepararmi, e ho sempre lo stesso approccio
ogni volta che entro nel personaggio.”
Hugh Jackman ha continuato a parlare delle
motivazione sul perché ha deciso di riprendere il personaggio,
ammettendo che la possibilità di attaccare il co-protagonista di
Deadpool
3Ryan
Reynolds ogni giorno è stato “un ulteriore incentivo”.
“Voglio che il prossimo Wolverine sia migliore che mai,
per essere più in forma che mai, più capace di fare le cose che
mai”, ha dichiarato Hugh Jackman. “Ho solo l’ulteriore
incentivo di portare fuori Ryan Reynolds ogni
giorno.”
Deadpool
3 è stato scritto da Rhett Reese e Paul
Wernick da una bozza precedente del duo
Wendy Molyneux e Lizzie Molyneux-Loeglin
di Bob’s Burgers
. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin
Feige, aveva precedentemente assicurato ai fan che rimarrà
un film con rating R, proprio come i primi due film, il che lo
renderebbe il primo film dei Marvel Studios ad essere lanciato con
tale classificazione solo per adulti.
Deadpool
3 servirà come primo film della serie di film
diDeadpool ad essere
distribuito dopo l’acquisizione da parte della
Disney della 20th Century
Fox. L’uscita del film è attualmente prevista per l’8
novembre 2024.
Avatar: La via dell’Acqua continua la sua
corsa impressionante mentre l’ultimo film di successo di James Cameron è già riuscito a superare la
soglia del miliardo di dollari al botteghino. Secondo un rapporto
di Variety ,
il film è diventato il film più veloce quest’anno a raggiungere $ 1
miliardo in soli 14 giorni. Il sequel di Avatar diventa
anche solo il terzo film a raggiungere il traguardo per il 2022,
unendosi a Top
Gun: Maverick (che ha impiegato 31 giorni per farlo) e
Jurassic World – Il dominio (che ha richiesto circa
quattro mesi). Rispetto al 2021, La via dell’Acqua è il film più veloce a
raggiungere $ 1 miliardo al botteghino. L’anno scorso Spider-Man: No Way Home , ha avuto bisogno di
12 giorni in totale per arrivarci.
Dopo essere uscito all’inizio
di questo mese, Avatar: La via dell’Acquaè
rapidamente salito a $ 134 milioni in Nord America e $ 435 milioni
a livello globale ed è rimasto il film più atteso alla fine
dell’anno. Finora, il film ha generato $ 317,1 milioni in Nord
America e $ 712,7 milioni all’estero, e senza altri grandi titoli
in programma per la premiere fino a Ant-Man and the Wasp:
Quantumaniaa
febbraio, queste cifre potrebbero teoricamente continuare a
salire.
Attualmente, i piani per il
futuro del franchiseAvatar includono il suo sequel, un terzo film – che
ha terminato le riprese, secondo Cameron – e due potenziali nuovi
sequel. Tuttavia, James Cameron ha affermato più volte che se il
sequel eAvatar
3non si comportano abbastanza bene al
botteghino, un quarto e un quinto film potrebbero non
accadere.
Si è spento all’età di 83 anni, il
29 dicembre 2022, Ruggero Deodato regista
considerato il vero e proprio re del cannibal movie. Professionista
serio e dedito alla sua idea di cinema, è stato forse più famoso e
celebrato all’estero che in Italia.
Dopo un inizio di carriera con film
poliziotteschi, afferma la sua identità di autore nel 1977 con
Ultimo mondo cannibale e poi nel 1980 con il suo vero capolavoro,
Cannibal Holocaust. Non solo il film fu un
capostipite del genere cannibal, ma contribuì in maniera
fondamentale alla nascita del mockumentary, il finto documentario
che poi ha spopolato anche a Hollywood (basti pensare a Borat).
Ruggero Deodato è un membro
importantissimo della scuola del genere horror e delle sue
varianti, con il quale il mondo del cinema internazionale sarà
sempre in debito.
Con The
Avengers abbiamo assistito alla prima apparizione dei Vendicatori
in quanto team. Nel 2012, sei eroi MCU già celebri si
uniscono e il film si dimostra un successo al botteghino su scala
mondiale. Grazie agli effetti visivi della fotocamera e agli
effetti speciali tanto cari ai film Marvel, gli
Avengers risaltano alquanto mastodontici rispetto
al mondo attorno a loro. Nonostante ciò, l’MCU è
riuscito a creare un universo credibile per il pubblico.
La bellezza del
gruppo originario degli Avengers sta proprio nella
creazione di un team di eroi molto diversi tra loro ma comunque
uniti. I fan della Marvel hanno sempre fatto
paragoni tra i Vendicatori e ognuno di loro ha i propri punti di
forza e di debolezza. L’altezza è uno degli aspetti più discussi e
più evidenti degli Avengers. Quanto sono realmente
alti questi sei eroi?
1Hulk
Bruce Banner è alto ”solo”’
180 cm, ma quando si trasforma nel mostruoso Hulk, diventa
più alto di tutti gli altri Avengers. Come abbiamo
visto anche in She-Hulk: attorney atLaw, con i
suoi 2 metri e 60 il personaggio
di Mark Ruffalo sovrasta i suoi compagni
e qualsiasi limite umano.
Arriva in prima tv
assoluta Il Prodigioso Maurice, film d’animazione
Sky Original tratto dal libro fantasy per bambini
Il prodigioso Maurice e i suoi geniali roditori, di Sir
Terry Pratchett, in onda mercoledì 28 dicembre alle 17.50
su Sky Cinema Uno, in streaming su N0W e disponibile on demand,
anche in qualità 4K.
Coprodotto da Sky,
Ulysses Filmproduktion e Cantilever
Media in collaborazione con Global
Screen, gli studi di animazione Studio
Rakete e Red Star Animation, il film è
diretto da Toby Genkel, mentre il co-regista è
Florian Westermann e la sceneggiatura è di
Terry Rossio. Il film ha il pieno sostegno degli
eredi di Terry Pratchett ed è prodotto in associazione con
Narrativia.
Il Prodigioso
Maurice è un’avventura vivace e divertente, una parodia
delle fiabe popolari ispirata alla favola tedesca del pifferaio
magico di Hamelin. Il libro da cui il film è tratto è il
ventottesimo romanzo della serie Discworld di Terry Pratchett, ma
il primo scritto per i bambini. È stato pubblicato nel 2001 da
Doubleday e ha venduto quasi 100 milioni di copie in tutto il
mondo. Per questo libro Sir Pratchett ha vinto il Carnegie Medal in
Literature, il più alto riconoscimento britannico nel campo della
letteratura per bambini.
La trama
Lo scaltro gatto di strada Maurice
viaggia di città in città per liberarle a pagamento dai topi.
L’idea di una truffa gli viene in mente quando conosce Keith, un
ragazzino che sa suonare il flauto, e un gruppo di topi parlanti
con cui si mette d’accordo per spillare più soldi alle città. Tutto
va per il meglio, fino a quando arrivano alla città di Bad Blintz.
Lì incontrano Malicia e il loro piano va presto in malora.
Sono Lillo è
l’attesa serie in 8 episodi è una produzione Lucky Red in
collaborazione con Prime
Video ed è diretta da Eros Puglielli
(Gli idoli delle
donne, Copperman, Nevermind),
creata da Lillo Petrolo, Matteo Menduni e Tommaso
Renzoni che ne hanno curato anche il soggetto e la
sceneggiatura. Nel cast con Lillo, Pietro Sermonti,
Cristiano Caccamo, Sara Lazzaro, Camilla Filippi, Marco Marzocca,
Maryna, Paolo Calabresi, Anna Bonaiuto, e tante guest star di
puntata tra cui Valerio Lundini, Edoardo Ferrario, Emanuela
Fanelli, Caterina Guzzanti, Corrado Guzzanti, Stefano Rapone,
Michela Giraud, Maccio Capatonda, Serra Yilmaz.
La trama del film
Chi è Posaman? Un supereroe,
ovviamente! E qual è il suo super potere? Saper fare delle pose da
copertina. Ma chi si nasconde dietro il costume? Beh … c’è
Lillo! Il successo, si sa, ha i suoi risvolti negativi e
per Lillo è arrivato il momento di scegliere tra fama e vita
privata, perché la moglie (Sara Lazzaro) sembra davvero non
sopportarlo più. Accompagnato dai comici più amati della scena
contemporanea, da Pietro Sermonti, a Paolo Calabresi, da Caterina e
Corrado Guzzanti a Valerio Lundini, da Michela Giraud a Edoardo
Ferrario e tanti altri, Lillo cercherà di ritrovare se stesso
dietro la maschera che si è costruito.
Arriva in prima tv su Sky
L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat,
venerdì 30 dicembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su
NOW e disponibile on demand.
Diretto da John
Madden (Shakespeare in Love, Marigold Hotel), il film è
una rocambolesca spy story con l’attore premio Oscar Colin Firth (Il discorso del re, Shakespeare
in love, Il paziente inglese), Matthew MacFadyen (Orgoglio e pregiudizio),
Kelly MacDonald (Trainspotting, Boardwalk
Empire – L’impero del crimine), Penelope Wilton
(Downton Abbey) e Johnny Flynn (Beast). Il film è
stato distribuito nelle sale italiane da Warner Bros. Pictures.
La trama del film
Siamo nel 1943. Gli alleati sono
determinati a spezzare la morsa di Hitler sull’Europa occupata, il
loro piano è un assalto totale in Sicilia ma si trovano ad
affrontare un grande dilemma – come fare per proteggere una
massiccia forza d’invasione da un potenziale massacro. Il compito
ricade su due straordinari agenti dell’intelligence, Ewen Montagu
(Colin Firth) e Charles Cholmondeley (Matthew Macfadyen) che danno
vita alla più geniale e improbabile strategia di disinformazione
della guerra – incentrata sul più improbabile degli agenti segreti:
un uomo morto. L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat, è la
straordinaria storia vera di un’idea che sperava di cambiare il
corso della guerra – correndo rischi enormi, sfidando ogni logica e
mettendo a dura prova il coraggio dei suoi ideatori.
La Fase 4 della Marvel è giunta al
termine, dopo una corsa interessante tra cambiamenti e delusioni
all’interno del MCU.
L’aggiunta più significativa al franchise è stata sicuramente la
vetrina di
Disney+ che, negli ultimi due anni, ha incluso nove serie tv –
sette live action, una animata e una serie di cortometraggi
intitolata I Am Groot.
Tuttavia, alla fine del 2022 è
emersa un’altra novità per il franchise: il formato delle
Presentazioni Speciali. Questi progetti, della durata di
circa 45 minuti ciascuno, fungono da “bonus” e storie autonome che
non richiedono la quantità di tempo dedicato alla visione standard
di un film o una serie tv. Finora sono state
realizzate solo due Presentazioni Speciali Marvel, ma alcuni fan
chiedono già che queste vadano a sostituire direttamente il formato
della serie.
Sebbene l’avvento delle
Presentazioni Speciali apra molte possibilità per i futuri
contenuti del MCU,
c’è sicuramente ancora un posto per tutti e tre i formati nel
franchise in futuro. Se un formato “funziona” o meno è solo una
questione di come i Marvel Studios scelgono di utilizzarlo.
1Serie tv
Le
serie
Disney+ sono state il maggior contributo all’aumento
significativo di contenuti del MCU
all’anno da quando è iniziata la Fase 4. Ce ne sono state otto in soli due
anni, il che è stato travolgente per molti spettatori, soprattutto
per quelli più occasionali. Ora che la Marvel ha debuttato con il
formato delle Presentazioni speciali, molti fan si chiedono se non
sia il caso di abbandonare le serie tv a favore di questo stile di
programmazione che richiede un impegno di tempo minore.
Per
alcuni potrebbe essere facile dimenticarlo, visto che nessuna delle
serie Marvel
Disney+ del 2022 ha raggiunto l’impatto culturale che hanno
avuto alcuni dei suoi show del 2021, ma ci sono cose che la Marvel
può fare solo con questo formato. Tenendo conto di ciò, dovrebbe
esserci ancora spazio per altre serie tv nel futuro del
franchise.
Il
MCU
si è sempre sentito come una sorta di immensa serie
televisiva per il grande schermo, quindi l’aggiunta di serie
televisive vere e proprie all’interno del franchise (oltre a quelle
di dubbia canonicità su ABC e
Netflix) è sembrata una scelta naturale. Il team
dei Marvel Studios si trova però in una situazione un po’ difficile
con queste serie. Come nel caso delle Presentazioni speciali,
devono assicurarsi che le serie non siano una visione
“obbligatoria”, in modo che i fan che non hanno accesso a
Disney+ possano comunque seguire la trama dei film. Tuttavia,
il formato della serie comporta un’aspettativa di “importanza” per
la storia complessiva da cui le Presentazioni speciali sono in gran
parte libere.
L’apice dell’interesse per le serie Marvel
Disney+ nella Fase 4 è stato raggiunto con
WandaVision. In parte, ciò è stato probabilmente
dovuto alla novità di una serie ambientata nel MCU,
oltre al fatto che si trattava della prima uscita dei Marvel
Studios dopo un anno e mezzo e che è uscita in un periodo in cui
erano in vigore molte limitazioni a causa della pandemia. Ma, se si
guarda alla serie insieme all’altra serie di maggior successo della
Fase 4, Loki, diventa chiaro cosa il formato
Disney+ può offrire rispetto agli altri: la speculazione
collettiva tra i fan di settimana in settimana, le teorie fomentate
dall’attesa dell’episodio successivo.
La parte migliore del
formato serie per la Marvel è stata indubbiamente l’aver
incentivato la speculazione collettiva tra i fan di settimana in
settimana. Le due serie sopra citate, WandaVision
e Loki, sono state di gran lunga le migliori in
questo senso, offrendo colpi di scena e cliffhanger a ogni episodio
per far sì che i fan continuassero a guardare la serie per
verificare le loro ipotesi. Al contrario, altre serie tv hanno
faticato a sfruttare la formula delle serie tv (è qui che il
formato delle presentazioni speciali sarebbe stato utile per serie
come She-Hulk
e Ms. Marvel, e forse anche per la storia di
Hawkeye).
In
sostanza, quando si parla di MCU,
le serie dovrebbero essere storie che hanno bisogno di un tempo più
lungo per essere raccontate rispetto a un film. Alcune di quelle
della Fase 4 sembrano più progetti che, per qualche
motivo, non sono stati ritenuti abbastanza degni di diventare film
dallo studio e sono stati quindi “estesi” nel formato delle serie,
piuttosto che progetti che traggono effettivamente beneficio da
un’uscita settimanale. In realtà, gli unici due live action che si
sono meritati di essere veramente considerati serie tv sono
Loki, per la sua capacità di suddividere la storia
in sezioni distinte, ognuna adatta a un episodio a sé stante, e
WandaVision, per lo stesso motivo, la formula
episodica e i richiami televisivi.
Questo non vuol dire che altri show
Marvel non abbiano beneficiato in qualche modo del
formato serie. Moon Knight è stato percepito dagli spettatori
come un film parcellizzato, ma ha avuto un paio di buoni
cliffhanger che hanno fatto parlare di sé e il formato più lungo ha
permesso una maggiore introspezione, che è stata una delle cose
migliori che siano venute fuori da quel progetto. The Falcon and the Winter Soldier aveva così
tanto terreno da coprire che non sarebbe stato realizzabile in
nessun altro formato, ma una versione più mirata della storia –
potenzialmente in forma di film – con il taglio di alcune
sottotrame avrebbe potuto dare vita a un prodotto finale più
curato. E il formato antologico del film animato What If…? in teoria andava bene come serie,
anche se lo studio avrebbe fatto meglio a realizzare delle
presentazioni speciali con le migliori idee di quel progetto
piuttosto che produrlo come uno show settimanale, obbligato a
legare insieme tantissime storyline.
La conclusione è che i film
del MCU
devono sembrare eventi (non per forza al livello di quelli sui
Vendicatori, ma comunque eventi) con un’alta posta
in gioco; le serie del MCU
devono configurarsi come storie corpose che mantengano l’interesse
di settimana in settimana, e le Presentazioni Speciali del MCU
devono essere adatte a sperimentare stili e a mettere in primo
piano personaggi che il pubblico del franchise non è abituato a
vedere sotto i riflettori.
In attesa dell’arrivo dell’ultimo
dell’anno, Netflix ha reso nota la lista dei film
più visti e popolari dell’anno 2022. I due elenchi che troverete di
seguito sono divisi in quanto la piattaforma streaming americana
divide le opere Netflix Original in film in lingua
inglese e film non in lingua inglese.
1I film in lingua inglese più visti nel
2022 su Netflix
Jamie Foxx interpreta un padre che lavora sodo
per offrire una vita decente alla figlia intelligente e vivace, ma
il suo modesto lavoro di pulizia di piscine è una copertura per la
vera fonte di reddito: stanare e uccidere vampiri per un gruppo
internazionale di cacciatori di vampiri.
9. The Man from Toronto
Un caso di scambio
d’identità emerge dopo che un consulente fallito e il killer più
pericoloso al mondo, noto solo come “L’uomo di Toronto”, si
incontrano per caso in una casa in affitto per le
vacanze.
8. Cheerleader per sempre (Senior
Year)
Dopo un coma durato
vent’anni a causa di un’acrobazia da cheerleader finita
tragicamente, una trentasettenne si risveglia decisa a realizzare
un sogno, ovvero diventare reginetta del ballo.
7. Enola Holmes 2
Harry Bradbeer firma la
regia di
ENOLA HOLMES 2, mentre Jack Thorne la sceneggiatura ed Harry
Bradbeer e Jack Thorne il soggetto. Tra nuovi amici e nemici, il
cast comprende Millie Bobby Brown, Henry Cavill, David Thewlis,
Louis Partridge, Susan Wokoma, Adeel Akhtar, Sharon Duncan-Brewster
ed Helena Bonham Carter.
Fresca del successo del suo primo caso
risolto, Enola Holmes (Millie Bobby Brown) decide di seguire le
orme del famoso fratello Sherlock (Henry Cavill) e apre la sua
agenzia investigativa, scoprendo che la vita da detective a
contratto non è priva di problemi. Rassegnata ad accettare la
gelida realtà della vita adulta, la giovane sta per chiudere
bottega quando una fiammiferaia squattrinata le offre il suo primo
vero incarico: ritrovare la sorella scomparsa. Ma il caso è più
complesso del previsto ed Enola si ritrova in un mondo pieno di
pericoli, dalle sinistre fabbriche e i vivaci auditorium londinesi
all’alta società fino al 221B di Baker Street. Davanti a un
pericoloso complotto, Enola chiede l’aiuto degli amici e anche del
fratello per andare a fondo del mistero. L’agenzia si rimette in
moto!
6. Il mostro dei mari (The Sea
Beast)
In un’epoca in cui
creature terrificanti solcano i mari, i cacciatori di mostri sono
considerati veri e propri eroi. E il grande Jacob Holland è di
certo il più osannato. Ma quando la giovane Maisie Brumble
s’imbarca clandestinamente sulla sua nave leggendaria, l’uomo trova
a sorpresa un’alleata. Insieme intraprendono un viaggio epico in
acque inesplorate ed entrano nella storia. Con la regia del premio
Oscar Chris Williams (Oceania, Big Hero 6, Bolt: un eroe a quattro
zampe), Il mostro dei mari conduce lo spettatore ai confini del
mondo, dove ha inizio la vera avventura.
5. Il truffatore di Tinder
Tra uno swipe e l’altro,
trovare l’amore online non è facile. Per questo Cecilie non crede
ai propri occhi quando fa match con un playboy ricco e belloccio,
scoprendo che è l’uomo dei suoi sogni. Ma la realtà si rivela ben
diversa: quando la donna si rende conto che il sedicente uomo
d’affari internazionale non è chi dice di essere, lui le ha già
preso tutto e la favola lascia il posto a un thriller con vendetta.
Cecilie scopre chi sono le altre persone finite nel mirino, le
donne uniscono le forze e smettono di essere vittime, dando a IL
TRUFFATORE DI TINDER pane per i suoi denti. Questo avvincente
documentario dai produttori di L’impostore – The Imposter e Giù le
mani dai gatti: caccia a un killer online racconta la loro storia
mentre svelano la sua vera identità e si battono per consegnarlo
alla giustizia.
4. Hustle
Dopo aver scoperto un
giocatore eccezionale ma dal passato turbolento, un talent scout
del basket (Adam
Sandler) in cerca di riscatto decide di convincere il
fenomeno sportivo a trasferirsi negli Stati Uniti senza chiedere
l’approvazione della squadra. Contro ogni previsione, i due avranno
un’ultima occasione per dimostrare di essere all’altezza
dell’NBA.
Nonostante le loro differenze, la cantautrice
in difficoltà Cassie (Sofia Carson) e il marine tormentato Luke
(Nicholas Galitzine) decidono di sposarsi unicamente per ottenere
le agevolazioni offerte dall’esercito, ma il confine tra finzione e
realtà si fa più labile quando sono colpiti da una
tragedia.
2. The Adam Project
Un pilota viaggia nel
tempo e fa squadra con se stesso ragazzino e il padre defunto per
fare i conti con il passato e salvare il futuro.
Ryan Gosling interpreta l’Uomo grigio, mentre
Chris Evans è l’antagonista psicopatico in
questo thriller prodotto da Netflix/AGBO, diretto da Anthony e Joe Russo e interpretato da
Ana de Armas, Regé-Jean Page, Billy Bob Thornton, Jessica
Henwick, Dhanush, Wagner Moura e Alfre Woodard. Tratto dal
romanzo “Tre giorni per un delitto” di Mark Greaney, il film è
sceneggiato da Joe Russo, Christopher Markus e Stephen McFeely. La
produzione è affidata a Joe Roth, Jeffery Kirschenbaum, Anthony
Russo, Joe Russo, Chris Castaldi e Mike Larocca, mentre la
produzione esecutiva è di Patrick Newall, Jake Aust, Todd Makurath,
Palak Patel e Geoffrey Haley.
Una scena del film Glass Onion:
A Knives Out Mystery
Come previsto, Glass Onion – Knives Out si è assicurato
la prima posizioen nella classifica settimanale dei film di
Netflix
nel suo weekend di apertura sullo streamer. Il sequel del film di
“Knives
Out” Rian Johnson del 2019, “Glass Onion” è stato visto per
82,1 milioni di ore nella finestra di visualizzazione dal 19 al 25
dicembre, durante la quale è stato disponibile solo negli ultimi
tre giorni. Secondo le stime di Netflix,
dividendo le ore di visione per la durata di 2,3 ore del film, ciò
significa che 35 milioni di famiglie si sono sintonizzate per
vedere Glass Onion – Knives Out.
Il film è arrivato su Netflix
dopo un’uscita nelle sale limitata iniziata il 23 novembre,
esattamente un mese prima del suo debutto in streaming. Il
franchise di “Knives Out” ha segnato un investimento importante per
Netflix,
che nel 2021 ha pagato 450 milioni di dollari per i diritti di due
sequel, più altri 40 milioni di dollari per produrre “Glass
Onion – Knives Out”, il primo dell’accordo. Resta da
vedere se la società otterrà o meno un solido ritorno
sull’investimento.
82,1 milioni di ore guardate collocano
“Glass Onion” leggermente indietro rispetto all’apertura di
“The
Unforgivable” del 2021 (85,9 milioni), che è il titolo
comparabile più basso nell’elenco di Netflix dei suoi film più
popolari di tutti i tempi. (Il film con
Sandra Bullock si trova al n. 8. “The
Irishman” e “The Kissing Booth 2” sono rispettivamente al n. 9
e a d una posizione non resa ancora disponibile.) Naturalmente,
questo non è un paragone perfetto: “Glass Onion” ha avuto una
premiere natalizia, il che significa che più persone erano a casa
per guardare i film, anche se erano anche riunite insieme,
traducendo in visualizzazioni combinate invece che in
visualizzazioni su più dispositivi. “The Unforgivable” è stato
presentato in anteprima il 10 dicembre 2021.
Inoltre, “The
Unforgivable” non ha avuto debutto così rapido come
alcuni degli altri film più popolari di Netflix. Ad esempio,
“The
Grey Man” ha debuttato con 88,6 milioni di ore
guardate a luglio, solo 2,7 milioni in più di “The
Unforgivable“”, ma è arrivato al quarto posto con
253,9 milioni di ore guardate dopo 28 giorni di streaming, quasi 40
milioni in più rispetto al conteggio finale di “The
Unforgivable” di 214,7 milioni. E quando “Purple
Hearts” è stato presentato in anteprima la settimana dopo “The
Grey Man” con solo 48,2 milioni di ore guardate prima di risalire
la classifica per diventare il settimo film
Netflix più popolare di tutti i tempi con 228,7
milioni di ore dopo 28 giorni.
Pertanto, “Glass
Onion” potrebbe essere ancora sulla buona strada per
diventare un grande successo per Netflix. (Va anche notato che
mentre Netflix e le sale cinematografiche hanno rifiutato di
commentare i numeri al botteghino, fonti hanno detto
a Variety che
il film ha incassato circa $ 15 milioni nella prima settimana della
sua corsa nelle sale.)
Un uomo misterioso si presenta a
quattro persone che hanno toccato il fondo e vogliono farla finita
per proporre loro un patto: una settimana di tempo per farle
rinnamorare della vita. Il suo intento è quello di offrire la
possibilità di scoprire come potrebbe essere il mondo senza di loro
e aiutarle a trovare un nuovo senso alle proprie esistenze. Una
storia sulla forza di ricominciare quando tutto intorno sembra
crollare.
Nel tempo sono stati fatti numerosi
tentativi per portare Spider-Man sul
grande schermo prima che Sam Raimi realizzasse il
suo film di successo del 2002, con il regista di Terminator e AliensJames
Cameron che ha lavorato per molto tempo su un progetto
che ruotava attorno all’uomo ragno negli anni ’90. Leonardo DiCaprio doveva interpretare
Peter Parker, mentre Electro e Sandman erano i due cattivi
principali.
Sulla base dei dettagli che sono
trapelati online dalla sceneggiatura, non sarebbe stato uno sforzo
comico con Electro, ora chiamato Carton Strand, che tentava di
convincere Spider-Man a unirsi al suo potente gruppo di
malfattori.
Ora, due concept art del film
non realizzato di Spider-Man del regista di
Avatar hanno trovato la loro strada online per
gentile concessione di Tech Noir – The Art of James Cameron. Le immagino offrono
un’idea di come avrebbe potuto essere lo Spidey di DiCaprio, è chiaro che il regista non aveva
intenzione di reinventare qualcosa quando si trattava di affrontare
l’aspetto dell’eroe. Mentre la seconda immagine sembra mostrare
Spider-Man con il costume da alieno, crediamo che in realtà è solo
una bianco e nero del classico abito rosso e blu.
Indipendentemente da ciò, non
possiamo fare a meno di chiederci cosa sarebbe potuto succedere al
franchise di Spider-Man se James Cameron fosse andato avanti con questo
progetto. Potrebbe anche essere stato un grande film a sé
stante, ma probabilmente non avrebbe caratterizzato lo stesso amore
per i fumetti originali di Stan Lee e Steve Ditko come lo sforzo di
Raimi.
Prodotto dal visionario regista
M. Night Shyamalan, Bussano
alla Porta (Knock At The Cabin) è interpretato
da
Dave Bautista (Dune,
Guardiani della Galassia), dal candidato al Tony Award e
all’Emmy Jonathan Groff (Hamilton, Mindhunter), da
Ben Aldridge (Pennyworth,
Fleabag), dalla candidata al BAFTA Nikki
Amuka-Bird (Persuasione, Old), dall’attrice esordiente
Kristen Cui, da Abby Quinn
(Piccole donne, Landline) e da
Rupert Grint (Servant,
la saga di
Harry Potter).
In Bussano
alla Porta mentre sono in vacanza in una baita
isolata, una bambina e i suoi genitori vengono presi in ostaggio da
quattro sconosciuti armati che chiedono alla famiglia di compiere
una scelta impensabile per evitare l’apocalisse. Con un accesso
limitato al mondo esterno, la famiglia deve decidere in cosa
credere prima che tutto sia perduto.
Universal Pictures presenta una
produzione Blinding Edge Pictures, in associazione con FilmNation
Features e Wishmore Entertainment, Bussano
alla Porta (Knock At The Cabin) un film di
M. Night Shyamalan. La sceneggiatura è di M. Night
Shyamalan e Steve Desmond & Michael Sherman, basata sul bestseller
nazionale “The Cabin at the End of the World” di Paul Tremblay. Il
film è diretto da M. Night Shyamalan e prodotto da M. Night
Shyamalan, Marc Bienstock (Split, Glass) e Ashwin Rajan (Servant,
Glass). I produttori esecutivi sono Steven Schneider, Christos V.
Konstantakopoulos e Ashley Fox.
La quarto capitolo del
franchise di
Indiana Jones, Indiana
Jones e il regno del teschio di
cristallo, ha introdotto il personaggi di
Mutt Williams, interpretato da Shia LaBeouf nei panni del figlio di
Indiana Jones. Secondo il regista James
Mangold, il prossimo quinto film della serie ci darà
maggiori informazioni su ciò che gli è successo.
Parlando
con Entertainment
Weekly, Mangold – che sta dirigendo
l’imminente Indiana
Jones e il quadrante del destino– ha
detto che i fan “scopriranno cosa è successo” al personaggio di
LaBeouf, ma non si è dilungato molto su cosa significherò
esattamente questo.
Il personaggio di LaBeouf,
Mutt, si è rivelato essere il figlio di Jones alla fine del quarto
film di Indiana
Jones, una mossa che è stata estremamente
controversa e ha lasciato molti fan scontenti. Sebbene sia
improbabile che Shia LaBeouf appaia nel quinto film, il suo
personaggio fa ancora parte della storia di Jones e deve essere
affrontato in qualche modo prima che Indy parta per un’altra
avventura.
Indiana
Jones e il quadrante del destino vedrà protagonista ancora una volta
Harrison Ford mentre riprende uno dei suoi ruoli più
iconici come l’esploratore protagonista. Insieme a lui come
protagonista femminile c’è la vincitrice di Emmy e Golden Globe
Phoebe Waller-Bridge. Il capitolo finale
presenterà anche l’introduzione di altri nuovi personaggi nel
franchising
Antonio Banderas,
Mads Mikkelsen, Thomas Kretschmann, Boyd Holbrook e Shaunette
Renée Wilson.
Il tanto atteso film è
diretto dal candidato all’Oscar James Mangold
(Logan) e si
baserà su una nuova sceneggiatura che ha scritto insieme a Jez e
John-Henry Butterworth, che hanno collaborato con il regista
a Ford v
Ferrari. Mangold ha preso il posto
da regista dopo che Steven Spielberg ha deciso di
lasciare l’impegno per concentrarsi su altri progetti.. Nonostante
la sua uscita, Steven Spielberg è il produttore
del film.
Indiana
Jones e il quadrante del destino sarà prodotto da
Kathleen Kennedy, dal regista del franchise originale
Steven Spielberg, Frank Marshall e Simon Emanuel,
con John Williams che tornerà per la colonna sonora del film.
L’uscita nelle sale è prevista per il 30 giugno 2023.