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Adam Driver sul Comic-Con di San Diego: “Non sono ansioso di tornarci”

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Durante una recente ospitata al Graham Norton Show in occasione della promozione di House of Gucci, Adam Driver ha ammesso candidamente di non voler più partecipare al Comic-Con di San Diego, l’annuale convention dedicata all’intrattenimento multi-genere più grande degli Stati Uniti.

Nel corso dell’intervista, l’attore ha raccontato della sua prima e unica esperienza al Comic-Con in occasione del lancio di Star Wars: Il risveglio della Forza, descrivendo nel dettaglio gli svantaggi e le restrizioni che derivano dalla partecipazione ad una convention così importante in qualità di membro del cast di una delle saghe più amate dal pubblico.

“Non conoscevo le regole del Comi-Con. Sono entrato in hotel alle 2 del mattino e ho pensato: ‘Forse domani vado a prendere un caffè’. E invece mi hanno detto: ‘No, non puoi prendere un caffè’. Allora ho detto: ‘Beh, forse prenderò un caffè in hotel’. E loro, ancora: ‘No, non puoi prendere un caffè in hotel. Se vuoi uscire, metti una maschera, in modo che nessuno ti riconosca.'”, ha spiegato l’attore.

“A quel punto ho aperto la finestra della mia stanza, perché ero lì praticamente da 24 ore, e sento una banda in lontananza che suonava il tema di Star Wars in loop, perché tutto il cast del film alloggiava nello stesso albergo. È stato spaventoso”, ha aggiunto Driver. “Ho visto cos’è. È bello, per carità. Ma non sono ansioso di tornarci.” 

Adam Driver tra Star Wars, il musical e Lady Gaga

Adam Driver ha interpretato il personaggio di Kylo Ren in tutti e tre gli episodi della trilogia sequel di Star Wars. Di recente lo abbiamo visto al cinema in The Last Duel di Ridley Scott, mentre dal prossimo 18 novembre tornerà nelle nostre sale con il musical Annette di Leos Carax. A dicembre, invece, lo rivedremo nel sopracitato House of Gucci al fianco di Lady Gaga, diretto sempre da Scott.

Home Sweet Home Alone, ecco l’erede di Mamma, ho perso l’aereo!

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Home Sweet Home Alone, ecco l’erede di Mamma, ho perso l’aereo!

Disponibile su Disney+ in preparazione alle vacanze natalizie, è arrivato Home Sweet Home Alone, un remake/omaggio della piattaforma al classico cult senza tempo di Mamma, ho perso l’aereo (Home Alone in originale). 

A interpretare l’erede di Kevin McAllister è stato chiamato Archie Yates, l’esilarante e tenerissimo co-protagonista di Jojo Rabbit che ora si cimenta in un ruolo che lo vede in primo piano e che porta con sé anche tanta responsabilità. Come è meglio di un attore consumato, Archie non si è fatto intimidire dal ruolo: “Ho preso molta ispirazione dai film originali. Voglio dire, li ho osservati religiosamente ogni anno a Natale, quindi è stato abbastanza facile per me relazionarmi. Ma il mio personaggio, Max Mercer, dovrebbe essere un personaggio completamente diverso da Kevin McAllister. Quindi, mentre volevo che ricordasse il classico, ho cercato anche più originalità perché pur trovandoci nello stesso universo e nelle stesse dinamiche, si tratta di una storia completamente diversa.”

Non sarebbe un Home Alone se non ci fossero due malintenzionati che vogliono fare irruzione in una casa sorvegliata solo da un bambino ingegnoso, e questo ruolo è stato affidato, in questo revival, a Rob Delaney e Ellie Kemper, che interpretano una coppia insolita ma di certo non cattiva come quella dei due ladruncoli interpretati nell’originale da Joe Pesci e Daniel Stern. 

Come afferma Kemper stessa: “La nostra missione, nel film, è mossa da un intento positivo, è stata ispirata, credo, dalla bontà. Penso che le nostre motivazioni fossero buone, siamo stati spinti a fare quello che facciamo perché volevamo di più per la nostra famiglia.” 

“Detto questo – interviene Delaney – c’è un cattivo nel film ed è interpretato da Archie Yates e il suo personaggio si chiama Max Mercer. Noi stiamo cercando di riprenderci le cose di cui abbiamo bisogno per salvare la nostra famiglia, quindi durante le riprese ho pensato per tutto il tempo “Oh, Max è il nemico”. Quindi, quando ho visto il film finale e il pubblico si è sentito in sintonia con Max, ho pensato: “Questo deve essere un film diverso da quello che ho girato”. Quindi sicuramente nel guardarlo, penso che non ci siano antagonisti, ma nel filmarlo, ero tipo, “Max è il mio nemico”.”

Home Sweet Home Alone, ecco l’erede di Mamma, ho perso l’aereo!

E forse in parte ha ragione, dal momento che Max, come Kevin, ha un modo abbastanza sadico di difendere la propria casa, un modo che ha messo Delaney e Kemper a dura prova.

“Abbiamo iniziato ad allenarci per gli stunt molto prima di iniziare a girare, per fortuna – ha raccontato Rob Delaney – E ci è stato davvero richiesto di fare la maggior parte delle acrobazie nel film. Gli stuntman professionisti ci hanno aiutati e se abbiamo fatto male delle cose, loro le hanno modificate, ma ci hanno davvero messo alla prova”.

Ellie Kemper: “Sì. Si è rivelato molto divertente. Non avevo mai fatto niente del genere prima. È stato impegnativo ma anche divertente e atletico in un modo che non mi aspettavo.”

Archie Yates, dal canto suo, ha aggiunto un nuovo personaggio alla sua galleria di caratteri che, nonostante la giovane età, è già molto nutrita, tra Jojo Rabbit e Wolfboy and the Everything Factory. Cosa vorrebbe fare dopo?

Archie Yates: “Tutte le cose in cui sono stato sono state commedie e la commedia è uno dei miei generi preferiti. È quello che di solito guardi. Ma per quanto ami la commedia e far parte di esilaranti film per famiglie, mi rendo conto ora che maturando, posso fare molte più cose nella mia carriera di attore ed è per questo che vorrei iniziare a esplorare generi diversi come il dramma, forse un po’ di horror. Voglio anche diventare un regista un giorno e di recente ho appena iniziato a scrivere la mia sceneggiatura!”

Oltre ai ladri Harry e Marv e a Kevin, il film originale vede protagonista anche una esilarante e meravigliosa Catherine O’Hara nei panni di mamma McAllister. In questa circostanza, la madre smemorata p stata interpretata da Aisling Bea che ha una opinione molto personale su quale sia il tipo di personaggio materno che vorrebbe interpretare di più, al cinema: “Mi piacerebbe essere il volto della cattiva maternità. E probabilmente inizierò la mia attività sull’essere una cattiva madre lasciando i miei figli da soli e sperando che se la cavino. Possono badare a se stessi, è quello che stiamo dicendo, ed è un grande messaggio nel film. Non puoi sempre essere lì a sorvegliarli, giusto?”.

Home Sweet Home Alone è disponibile su Disney+ per accompagnarci verso un periodo natalizio spensierato in famiglia.

MCU: Vincent D’Onofrio spera ancora in uno scontro tra Kingpin e Spider-Man

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Piaccia o no, è diventato ormai evidente, soprattutto negli ultimi anni, che gli show della Marvel Television non sono considerati “canonici” in riferimento al Marvel Cinematic Universe. Tuttavia, sembra che i Marvel Studios siano intenzionati a utilizzare alcuni dei personaggi di quei progetti nelle loro storie.

Il Darkhold è stato “riavviato” per WandaVision, mentre sembra che il Matt Murdock di Charlie Cox farà parte di Spider-Man: No Way Home. Inoltre, si è parlato a lungo anche di una possibile apparizione del Wilson Fisk/Kingpin interpretato da Vincent D’Onofrio nell’attesissima serie Hawkeye, ma oggi non esiste ancora una conferma ufficiale.

Durante una recente intervista con Jake’s Takes, la star di Daredevil non ha voluto commentare le voci in merito alla sua presenza nello show con Jeremy Renner, ma ha espresso ancora una volta il suo interesse nei confronti di un ipotetico scontro con lo Spider-Man di Tom Holland.

“Uno scontro con Spider-Man dovrebbe sicuramente accadere un giorno. O almeno, lo spero”, ha detto D’Onofrio. “Vedremo se mi chiederanno di farlo. Kingpin viveva in un mondo di Punisher, Daredevil e Spider-Man, quindi sarebbe quello.”

Kingpin era uno dei cattivi di Spider-Man prima di diventare uno dei nemici di Daredevil, quindi questo ipotetico scontro avrebbe senso. Mancano poche settimane e finalmente sapremo se quelle voci su Hawkeye e Spider-Man: No Way Home erano fondate oppure no. Se lo fossero, ci troveremo di fronte ad un importante punto di svolta per il MCU.

Zack Snyder ricorda la prima volta che Henry Cavill indossò il costume di Superman

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Nonostante sia apparso in più film del DCEU, il Superman di Henry Cavill sembra non sia mai riuscito a fare davvero breccia nel cuore del pubblico. Di conseguenza, il personaggio è lentamente scomparso dai film dell’universo cinematografico negli ultimi anni, fatta eccezione per quell’unica apparizione nel finale di Shazam! (dove, tra l’altro, il personaggio non è stato interpretato neanche da Cavill, di fatto inquadrato dal collo in giù).

È dal 2018 che si parla ormai del fatto che Cavill e Warner Bros. abbiano preso le distanze l’uno dall’altra, nonostante l’attore continui a sostenere di voler ancora interpretare l’eroe kryptoniano sul grande schermo (proprio di recente, Cavill ha ribadito nuovamente di avere ancora “il mantello nell’armadio”). Tra coloro che sperano in un ritorno della star di The Witcher nei panni dell’iconico personaggio DC c’è ovviamente anche Zack Snyder, da sempre grande sostenitore dell’incarnazione del supereroe da parte dell’attore britannico.

In una recente conversazione con THR (via Screen Rant), il regista di Justice League ha condiviso i suoi ricordi in merito alla prima volta volta che ha visto Henry Cavill con il costume di Superman. È stato durante lo sviluppo de L’uomo d’acciaio nel 2010 e Cavill era stato chiamato per un provino. All’attore era stato dato uno degli abiti originali di Christopher Reeve degli anni ’80 da provare e, nonostante lo spandex ormai invecchiato, pare fosse ancora spettacolare.

“Quando vedi il costume per terra, ti sembra solo un pezzo lasciato lì ad ammuffire… Pensi che non riuscirà mai ad essere di nuovo cool”, ha spiegato Snyder. “Poi un giorno Henry lo indossò per la prima volta. Probabilmente, se lo avesse indossato qualcun altro e avesse detto: ‘Sono Superman’, avrei pensato: ‘Ok. È Halloween’. Ma quando l’ha fatto Henry, non potevamo credere ai nostri occhi. Tutti erano in preda a un attacco di cuore, davvero. Era semplicemente perfetto. L’energia era semplicemente quella giusta. Abbiamo tutti pensato: ‘È Superman. Ecco come sarebbe Superman se esistesse davvero.'”

La prima regola: al via le riprese del film di Massimiliano D’Epiro

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Sono iniziate in Puglianella città di Bari, le riprese del film La prima regola di Massimiliano D’Epiro, adattamento del testo teatrale La classe scritto da Vincenzo Manna, con cui il regista firma la versione per il cinema.

Una produzione Dinamo FilmGoldenart Production con Rai Cinema in associazione con Notorious Pictures, con il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020. Il film, inoltre, è stato sviluppato con il contributo di Apulia Film Commission attraverso l’Apulia Development Film Fund e con l’Apulia Film Forum per la fase di produzione. La prima regola uscirà nelle sale italiane nel 2022 con Notorious Pictures.

La prima regola, la trama

Il film racconta uno spaccato del periodo storico che stiamo vivendo: una scuola superiore di periferia, strutture, studenti e corpo docente sono lo specchio esemplare di una depressione sociale ed economica che sembra irreversibile. A peggiorare la situazione, a pochi metri dalla scuola, tra le case del quartiere, lo “Zoo”, uno centro di assistenza ai migranti diventato con gli anni un campo profughi permanente. Un professore viene chiamato a tenere un corso di recupero per sei studenti sospesi per motivi disciplinari. Si incontrano ogni pomeriggio, quando fuori è già buio, all’interno di un’aula di periferia dove, dopo l’ostilità e la diffidenza iniziali, il professore riesce a conquistare la fiducia dei ragazzi e ad ottenere risultati sorprendenti. Ma quando scoppiano gli scontri tra popolazione e migranti, la situazione gli sfugge rapidamente di mano. La città viene invasa dai militari, dai giornalisti, dai manifestanti. La tensione cresce. Vengono fuori tutte le contraddizioni di una società abbandonata a sé stessa. In questo quadro desolante i conflitti che covano nella scuola e negli animi degli studenti esplodono tragicamente.

La prima regola è una sorta di kammerspiel scolastico, quasi interamente ambientato tra le mura di un istituto nel cuore di Bari, un “non-luogo” che potrebbe benissimo trovarsi in qualsiasi altra cittadina del mondo dove i costanti flussi migratori aggravano la situazione di crisi economica e sociale già in atto. Un dramma a sfondo sociale che riflette sul ruolo dei ragazzi, sull’importanza della Storia e dell’integrazione.

Un cast di giovani attori, volti di quella nuova generazione sempre più protagonista in film e serie tv di recente produzione, dà vita ai personaggi: Andrea FuortoAntonia Fotaras, Haroun FallIleana D’Ambra, Luca Chikovani e Cecilia Montaruli. Accanto a loro, nei panni del professore Marius Bizau, insieme a Fabrizio Ferracane, il preside, e Darko Peric (‘Helsinki’ nella serie Netflix La casa di carta), il custode della scuola. Un gruppo molto assortito di attori italiani, o più precisamente italiani ‘di seconda generazione’, perché tra loro ci sono un’italo-greca, un italo-georgiano, un italo-senegalese e alcuni altri rumeni, serbi e nigeriani perfettamente integrati e con cittadinanza italiana. Una scelta non casuale che sembra quasi voler suggerire, come nel film, che un’altra integrazione è possibile.

“Della scuola sappiamo più o meno tutto, dai giornali, dal web, dalle chat dei genitori, ma non dalla voce dei ragazzi che la frequentano, che la vivono ogni giorno, in tutte le sue contraddizioni ed i suoi conflitti, anche razziali – spiega il regista Massimiliano D’EpiroLa dicotomia fra il bianco e nero, il giusto e lo sbagliato, nel film viene continuamente rotta dalle contraddizioni di una società compressa e dura come il cemento che la circonda. Volermi appropriare di queste tematiche non è un atto d’accusa nei confronti di una parte politica o di una categoria, o più in generale di quella società, è solo voler restituire ad un pubblico, il più ampio possibile, una testimonianza sullo stato delle cose. La prima regola racconta proprio questo, un mondo vicino al nostro, ma non uguale, perché è il mondo stesso a cambiare continuamente”.

La fotografia del film è di Matteo Calore, la scenografia di Francesco Scandale, i costumi di Sabrina Beretta, il montaggio di Karolina Maciejewska mentre il casting è curato da Armando Pizzuti.

Black Panther: Wakanda Forever, la sfida di raccontare una storia senza T’Challa

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La morte di Chadwick Boseman ha scosso profondamente l’industria cinematografica di Hollywood e, naturalmente, anche tutti i fan del MCU, che non vedevano l’ora di rivedere l’attore nei panni di T’Challa nell’annunciato sequel di Black Panther. Purtroppo, come ben sappiamo, il progetto sta andando avanti senza il coinvolgimento dell’amato personaggio interpretato da Boseman.

Al momento non sappiamo in che modo il sequel affronterà la tragica scomparsa dell’attore, ma è stato più volte ribadito dai creativi dei Marvel Studios, in prima istanza proprio dal presidente Kevin Feige, che non solo il personaggio di T’Challa non verrà ricreato attraverso la CGI, ma anche che nessun altro attore prenderà il posto di Boseman. Quest’ultimo concetto, nello specifico, è stato rimarcato di recente anche dal produttore Nate Moore, il quale ha confermato in una recente intervista (via CBM) che non vedremo più T’Challa nel MCU.

“La verità è che non vedremo più T’Challa nel MCU”, ha spiegato Moore. “Non possiamo farlo. Non possiamo sostituire Chadwick. Quando è morto, abbiamo parlato con Ryan Coogler. In realtà, non sono state conversazioni infinite. Sapevamo già quello che dovevamo fare. Sono bastati pochi minuti per capire come portare avanti il franchise senza quel personaggio.”

“In nessun momento abbiamo preso in considerazione la possibilità del recasting”, ha aggiunto Moore. “La sfida di Black Panther: Wakanda Forever è proprio questa: raccontare una storia senza T’Challa.”

Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’8 luglio 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.

Letitia Wright (Shuri), Angela Bassett (Ramonda), Lupita Nyong’o (Nakia), Danai Gurira (Okoye), Winston Duke (M’Baku) e Martin Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei rispettivi personaggi interpretati già nel primo film. L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain principale del sequel.

Gomorra – Stagione Finale, l’addio dei protagonisti al fenomeno mondiale

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È stato un incontro emozionato ed emozionante quello che ha presentato alla stampa di settore Gomorra – Stagione Finale. Presenti produttori, protagonisti, sceneggiatori, ma le vere star dell’incontro sono state Marco D’Amore e Salvatore Esposito, Ciro e Genny, i due protagonisti che dall’inizio di questa saga shakespeariana disgraziata hanno tenuto in gioco, più o meno consapevolmente le sorti di Scampia e della malavita organizzata in Campania (senza fermarsi troppo ai confini geografici). 

La cornice che ha ospitato l’incontro, il Teatro Brancaccio di Roma, ha offerto a Marco D’Amore un gancio molto efficace per il suo intervento d’apertura: “Siamo in un teatro, e mi è venuto in mente Goethe che, parlando proprio del teatro, dice che vorrebbe che fosse pericoloso come lo è il filo di un funambolo affinché nessuno vi si arrischiasse. Allo stesso modo, per me, la pericolosità del racconto di Gomorra – La Serie è stata costante, ma per fortuna non ero solo a camminare sul quel filo. Devo dire che, nel tempo, chi non ha sentito la responsabilità di quel racconto è caduto. Questa è una serie che non ha nulla a che vedere con la semplicità e la facilità. È stato difficile tutto, girare, stare nelle location, convivere con questo materiale che ci siamo portati dentro e che ci ha cambiato la vita. Soltanto a bilancio di una carriera potrò dire cosa è stato per me professionalmente Gomorra – La Serie, ma come uomo posso dire di esserne uscito migliorato, mi ha reso più comprensivo nel confronti di chi ha fatto scelte differenti dalla mia.”

Salvatore Esposito, che interpreta Genny Savastano, l’altra faccia di Gomorra – La Serie, l’altro grande perno intorno al quale ruota tutta la storia, dal 2014 a oggi, ha esordito con una battuta, facendo eco ai famosi video di The Jackal che raccontano in maniera comica “gli effetti di Gomorra sulla gente”. “Alla fine di questa avventura, bisogna valutare gli effetti di Gomorra su di noi. Come il mio incontro con Maradona, in cui è stato lui a dire a me che era un onore incontrarmi, che era fan della serie. Una cosa assurda.” Commenta ridendo, per poi continuare “È stato un viaggio incredibile, sono cresciuto come uomo e come artista, ho incontrato dei grandi professionisti, e tutto quello che ho ricevuto è stato frutto del lavoro non solo nostro ma di tutti quelli che hanno collaborato con noi. Tutti quelli che hanno fatto sì che Gomorra fosse quello che è oggi. Ho definito la fine di questa serie come la fine di una relazione d’amore, all’inizio sei euforico ma arriva il momento in cui guardi indietro, c’è tristezza e malinconia, ma c’è la consapevolezza di aver dato più del tuo massimo.”

Dalla seconda stagione, Ivana Lotito è al fianco di Esposito, nei panni di Azzurra, donna che vive un profondo conflitto tra il suo desiderio di liberarsi della condizione di essere “moglie di” e l’amore che, nonostante tutto, prova per questo ragazzo con cui condivide tante cose. Per Lotito: “Gomorra è un’esperienza totalizzante, da tutti i punti di vista, il piano professionale si intreccia con quello personale. Tutti abbiamo speso ogni risorsa che avevamo. Io conoscevo già il successo della serie ed ero terrorizzata di non essere all’altezza, ma mi sentivo privilegiata a far parte di questo progetto. Ho cercato di apprendere il più possibile e il più in fretta possibile e poi mi sono affidata a dei professionisti. Loro mi hanno dato degli strumenti che mi hanno accompagnata in tutto il mio percorso. Ho avuto colleghi e registi che si sono spesi con grande cura e amore. Hanno trovato nel tempo parole e modalità comunicative che mi hanno fatto imparare molto, mi hanno fatta diventare adulta. Insieme a loro abbiamo dato vita ad un personaggio per il quale si rinuncia all’idea che la fragilità sia una debolezza. Non c’è mai il rischio di superficialità e io non mi sono mai sentita sola, anche quando mi si chiedeva di ricercare il dolore più profondo dentro di me. Azzurra vive una specie di asfissia, ora, da una parte causata dalla guerra in corso, dall’altra dalla sua esperienza personale. Lei odia il nome che ha acquisito ma non riesce ad affrancarsi dall’amore che vibra per quella persona che hai scelto e che ti assomiglia, come si somigliano Genny e Azzurra.”

A coronare il piccolo gruppo di attori che traghetteranno lo spettatore dalla quarta alla quinta e ultima stagione di Gomorra – La Serie c’era anche Arturo Muselli, interprete di Enzo Sangueblù e a bordo del progetto dalla terza stagione. “Alla conferenza stampa di presentazione della mia prima stagione ero così agitato di dire troppo sulla trama che ho cominciato a parlare del trono di spade. Ora credo di essere diventato molto più bravo a gestire i segreti. Il mio è un personaggio che ha bisogno di credere in qualcosa, ha dei valori e un credo, vuole riportare quei valori nel mondo in cui vive e andrà avanti per ottenere quello che vuole. In lui c’è una contrapposizione tra passato e futuro, lui viene dal passato, ma è destinato alla violenza che spinge dal futuro. Lo ritroviamo anestetizzato, mentre mette in dubbio il suo ritorno all’azione, o la possibilità di lasciarsi morire. Ma è un personaggio che vive nell’azione.”

Ospite d’onore della conferenza stampa, Roberto Saviano, ideatore della serie e mente dalla quale è partito come ben sappiamo tutto il fenomeno di Gomorra, con l’omonimo libro del 2006, che ha inquadrato l’esperienza di Gomorra – La Serie nella sua interezza.

“È difficilissimo trovare le parole per sintetizzare come è iniziato tutto. La necessità era quella di raccontare una storia dandosi spazio, non esaurire il racconto in poco tempo. Avere la possibilità, nel tempo, di poter raccontare il più complesso dei poteri, spesso schiacciato da una sintesi superficiale. La serialità per questo progetto nasce dall’esigenza di darsi questo spazio e raccontare il potere. Gomorra è il racconto della famiglia, del potere, ciò che ha reso la serie così di successo è il fatto che Scampia diventa la periferia di tutte le metropoli, che tutte le periferie del mondo si riconoscono in questo racconto, e questo vuol dire che nonostante siamo in un posto specifico, raccontiamo una dinamica universale. Le immagini, le persone, le vicende diventano internazionali. Solo la serialità poteva permettere una cosa del genere, con la scelta del dialetto, per dare autenticità, permetterle di esistere. Il coraggio iniziale di riconoscere nella possibilità di costruzione di questo mondo, una sua vocazione universale. Nel nostro racconto però non c’è l’eroe positivo in cui rifugiarsi, si racconta il punto di vista del potere.

Non avere l’eroe positivo è determinante per il suo successo. I protagonisti di cui parliamo sono già sconfitti, ma la loro potenza è il loro sapere e conoscere il mondo in cui agiscono. Gli attori si sono dovuti trasformare in qualcuno che non pensa mai di farcela, in nessun momento, aspetta solo di morire, quando, come, per mano di chi non lo sa. È un mondo che ha già perso.”

Il team di registi di questa quinta e ultima stagione della serie si assottiglia, sono solo Marco D’Amore e Claudio Cupellini a sedersi dietro al macchina da presa, ed entrambi, in diverse vesti, sono nel progetto dall’inizio. Per Cupellini “non è quantificabile quanto mi ha dato Gomorra, e nemmeno lo è quello che ho vissuto come esperienza nello stare a Napoli per 5 stagioni, in cui sono entrato in punta di piedi. Era un mondo che non conoscevo, né la realtà in cui andavo ad inserirmi né il mondo della serialità. Mi sono trovato a dover maneggiare un lavoro impostato in maniera eccellente da Sollima e dagli sceneggiatori. La materia era bollente, difficile e complicata, ma anche dolorosa. Arrivando da fuori cominciavo a toccare con mano un mondo che non corrispondeva a quello che sapevo, che era diverso. I sentimenti che ho provato durante questo percorso sono stati duri, ho avuto la fortuna di potermene affrancare nel momento in cui tornavo a casa, però è stato uno dei colpi di fortuna della mia carriera.”

Gomorra – Stagione Finale, l’atto conclusivo del cult Sky Original prodotto da Cattleya in collaborazione con Beta Film, è in prima TV mondiale il 19 novembre in Italia su Sky e in streaming su NOW.

Gomorra 5: chi tornerà, chi potrebbe tornare

Fast and Furious 9 in home video in Dvd, Blu-ray e 4k Ultra HD

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Fast and Furious 9 in home video in Dvd, Blu-ray e 4k Ultra HD

La Famiglia di Fast fa ritorno in questo capitolo carico di adrenalina con una versione inedita del film nel Director’s Cut di Fast and Furious 9. Il film ha guadagnato al botteghino oltre 600 milioni di dollari in tutto il mondo, ed ora i fan potranno finalmente godersi il fenomeno globale a casa propria; Fast and Furious 9 uscirà il prossimo 17 novembre nei formati Dvd, Blu-ray e 4k Ultra HD.

La versione home-video, oltre al film in versione cinematografica originale, contiene il Director’s cut – 7 minuti più lungo – ed oltre un’ora di contenuti speciali mai visti – tra cui un dietro le quinte delle scene senza gravità, delle auto cariche di NOS e le papere. I fan della saga potranno aggiungere questo capitolo alla loro collezione e guardarlo ancora ed ancora. Inoltre per la prima volta la versione 4K Ultra HD avrà gran parte dei contenuti speciali realizzati in alta definizione!

Fast and Furious 9, il film

Dom Toretto (Vin Diesel) pensava di essersi lasciato la sua vita da criminale nello specchietto retrovisore, ma nemmeno lui può pensare di sfuggire al passato. Quando Jakob (John Cena), il fratello abbandonato, riemerge inaspettatamente nei panni di una spia internazionale, la famiglia si riunisce per aiutare Dom ad affrontare i peccati del suo passato e a fermare una minaccia di scala globale. Il veterano del franchise Justin Lin torna a fare il pilota di questo film, realizzando una versione sovralimentata di Fast & Furious 9. Da scene di azione estese a spettacolari sequenze eliminate, il Director’s cut di Fast & Furious 9 esplode di contenuti inediti che saranno disponibili esclusivamente nella versione home video!

Fast and Furious 9 include nel cast Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris” Bridges, Nathalie Emmanuel, Jordana Brewster e Sung Kang, e vede anche la partecipazione di Helen Mirren e Charlize Theron. Il film è diretto da Justin Lin, già regista del terzo, quarto, quinto e sesto capitolo della saga.

Basato sui personaggi creati da Gary Scott Thompson, la storia è scritta da Justin Lin & Alfredo Botello e Daniel Casey. La sceneggiatura è di Daniel Casey & Justin Lin. Il film è prodotto da Neal H. Moritz, Vin Diesel, Justin Lin, Jeffrey Kirschenbaum, Joe Roth, Clayton Townsend e Samantha Vincent.

Fast and Furious 9, CONTENUTI SPECIALI NEI FORMATI 4K ULTRA HD E BLU-RAY:

  • Papere
  • Fast & Furious 9: Rischiare tutto: La Famiglia Fast ti invita a far parte della banda, mentre ti mostrano come Fast & Furious 9 spinge a tutto gas questo franchise epico a vette persino più alte. Questo contenuto speciale, di oltre 46 minuti, include il ritorno di alcuni personaggi, nuovi membri del cast, stunt pazzeschi, grandi sorprese e molto di più;
  • Praticamente Fast: Quando si tratta di stunt, sembra che ogni film di Fast & Furious superi il precedente. In questo speciale, esaminiamo come Justin Lin ed il suo team si adoperino per girare quante più scene di azione reali possibile, dando così al film l’autenticità che non può essere raggiunta solamente con l’uso degli effetti speciali o di CGI.
  • Cambiare priorità: Abbiamo conosciuto molti di questi personaggi 20 anni fa, quando il primo Fast & Furious uscì nel 2001. In questi 20 anni, non solo i personaggi sono cresciuti e cambiati, ma anche gli attori che li interpretano. Spesso l’arte imita la vita, e abbiamo l’occasione di vedere quanto è vero in Fast & Furious 9.
  • Giustizia per Han: Han è vivo! Sung Kang e Justin Lin discutono la genesi del ritorno di questo amato personaggio, mentre il cast rivela quanto è importante riavere Kang con sé.
  • Un giorno sul set con Justin Lin: Il lavoro del regista in qualunque produzione è enorme. Il lavoro di un regista di una produzione come Fast & Furious 9 è incommensurabile. Passiamo una giornata insieme a Justin Lin e vediamo quanto è impegnativo affrontare una produzione così, quando sei tu quello a cui tutti si rivolgono per risolvere i problemi.
  • John Cena: Grande fan di grandi macchine: John Cena è un vero esperto di auto, e nessun franchise tratta le auto come Fast & Furious. Guarda John saltare da un’auto all’altra come in negozio di caramelle, con lo sguardo di un vero fan davanti ad alcune delle auto più costose e rare del mondo.
  • Commento al film con il produttore/co-sceneggiatore/regista Justin Lin  

    CONTENUTI SPECIALI DVD:

  • Papere
  • Commento al film con il produttore/co-sceneggiatore/regista Justin Lin

Il film sarà disponibile in 4K Ultra HD in una confezione doppia che include il 4K Ultra HD Blu-ray e il Blu-ray. Il disco 4K Ultra HD disc comprende gli stessi contenuti extra della versione Blu-ray, molti dei quali nella straordinaria risoluzione 4K.

  • 4K Ultra HD è la migliore esperienza visiva per la visione di un film. Il 4K Ultra HD presenta la combinazione della risoluzione 4K di quattro volte superiore al classico HD, la brillantezza dei colori dell’High Dynamic Range (HDR) con una resa audio totalmente immersiva per un’esperienza sonora multidimensionale.
  • Blu-rayTM sfodera il potere della tua TV HD e si dimostra il modo migliore per vedere i film a casa, con la risoluzione di 6 volte superiore rispetto al DVD, extra esclusivi e un sonoro in modalità surround, come al cinema.

Star Wars: Rogue Squadron in sospeso per divergenze tra Patty Jenkins e Lucasfilm?

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Dopo l’uscita de L’ascesa di Skywalker nel 2019, l’universo di Star Wars sarebbe dovuto tornare sul grande schermo con il film Rogue Squadron. Diretto da Patty Jenkins, regista di Wonder Woman, il film dovrebbe esplorare il lato più “radicato” della galassia lontana, lontana, concentrandosi su una nuova generazione di piloti di Starfighter.

Rogue Squadron era stato annunciato ufficialmente in occasione dell’Investor Day di Disney del 2020: all’epoca venne anche confermato che sarebbe arrivato nelle sale il 22 dicembre 2023. Tuttavia, qualche settimana fa è arrivata la notizia che il film è stato messo in stand-by dalla Lucasfilm. Inizialmente, The Hollywood Reporter aveva parlato di un’impossibilità da parte di Jenkins di avviare la produzione entro il 2022 a causa di altri impegni di lavoro. Ora, un articolo di Puck sembra invece indicare che potrebbe esserci un’altra ragione dietro la sospensione “temporanea” del progetto.

Nell’articolo in questione (scritto, tra l’altro, da Matthew Belloni, ex redattore di THR) si parla, infatti, di alcune divergenze creative tra Patty Jenkins e i dirigenti della Lucasfilm. A quanto pare, le parti non sarebbero d’accordo in merito alla sceneggiatura del film. Inoltre, la fonte sottolinea le pesanti restrizioni che lo studio metterebbe in atto per i registi che lavorano all’universo di Star Wars, cosa che probabilmente Jenkins non era disposta ad accettare. Secondo Puck, alla regista sarebbe stata concessa molto più libertà con il franchise di Wonder Woman

Ad oggi la data di uscita di Rogue Squadron nelle sale resta fissata per Natale del 2023, ma è chiaro che questa battuta d’arresto comporterà uno slittamento necessario. A questo punto, non sappiamo se Jenkins resterà a bordo del progetto oppure no, nonostante Deadline affermi che la regista sia ancora intenzionata ad occuparsi della regia. Non ci resta che attendere ulteriori sviluppi.

Quello che sappiamo su Star Wars: Rogue Squadron

Star Wars: Rogue Squadron, che doveva arrivare nelle sale americane a dicembre 2023, sarà basato sul videogioco originale sviluppato da Factor 5 e LucasArts e pubblicato per Nintendo 64 e per PC il 7 dicembre 1998. Fu uno dei primi giochi per Nintendo a far uso dell’Expansion Pak, che permette la visualizzazione di grafica maggiormente dettagliata durante la sessione di gioco. Due seguiti sono stati in seguito sviluppati per il Nintendo Gamecube: Star Wars: Rogue Squadron II: Rogue Leader Star Wars: Rogue Squadron III: Rebel Strike.

Doctor Strange 2: i reshoot serviranno per aggiungere importanti cameo?

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Alla fine della scorsa settimana è arrivata la notizia che i Marvel Studios stanno pianificando ben sei settimane di riprese aggiuntive per Doctor Strange in the Multiverse of Madness, che dovrebbero partire a breve e proseguire anche durante il mese di dicembre.

Nonostante i reshoot siano ormai diventati una tradizione quando si tratta di grandi blockbuster come i film del MCU, la durata delle riprese aggiuntive del sequel di Doctor Strange (oltre un mese) ha sollevato – giustamente – qualche perplessità. Se a questo si aggiunge il fatto che proprio di recente la data di uscita del film è stata posticipata, è normale che la preoccupazione dei fan abbia cominciato a farsi sentire attraverso il web.

Tuttavia, KC Walsh di GWW ha di recente confermato attraverso il suo account Twitter (via CBM) che esiste una buona ragione se i reshoot di Doctor Strange 2 occuperanno un lasso di tempo così lungo. A quanto pare, Kevin Feige sarebbe molto soddisfatto del lavoro di Raimi e della direzione intrapresa dal film. Tuttavia, l’obiettivo delle riprese aggiuntive sarebbe quello di aggiungere ‘attori’ che non avevano potuto partecipare alle riprese principali perché impegnate altrove, insieme ad una serie di nuovi importanti cameo.

In precedenza, era stato lo stesso Walsh a ipotizzare che le riprese aggiuntive potessero essere il risultato di un bisogno, da parte dei Marvel Studios, di dover spiegare meglio il concetto del Multiverso e delle realtà alternative per tutti coloro che non avessero seguito la serie Loki su Disney+. Inoltre, per diverso tempo si è parlato della possibilità che i personaggi di Tom Hiddleston, Sophia Di Martino e Owen Wilson potessero apparire nel sequel.

La speranza è che un first look di Doctor Strange in the Multiverse of Madness possa arrivare online in concomitanza con l’arrivo nelle sale di tutto il mondo di Spider-Man: No Way Home a dicembre, cose che avrebbe senso considerato quanto hanno in comune i due progetti. Dopotutto, i fan non vedono l’ora di iniziare a esplorare il Multiverso.

Doctor Strange in the Multiverse of Madness vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).

Doctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli in home video

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Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli in home video

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, il film Marvel Studios diretto da Destin Daniel Cretton e interpretato da Simu Liu che introduce il nuovo supereroe dell’Universo Cinematografico Marvel, sarà disponibile dal 16 novembre in formato Blu-Ray, DVD e 4K UHD. La versione Home Video include tanti contenuti extra da scoprire, tra cui gli esclusivi approfondimenti con i filmmaker e 11 scene eliminate.

Shang-Chi è un giovane supereroe che intraprende un inedito viaggio alla scoperta di sé stesso. In Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, Shang-Chi (Simu Liu) deve confrontarsi con il passato che pensava di essersi lasciato alle spalle quando viene trascinato nella rete della misteriosa organizzazione dei Dieci Anelli. Il film vede nel cast anche la presenza di Tony Leung nel ruolo di Wenwu, Awkwafina nel ruolo dell’amica di Shang-Chi, Katy, e Michelle Yeoh nel ruolo di Jiang Nan. Il cast comprende anche Fala Chen, Meng’er Zhang, Florian Munteanu e Ronny Chieng.

CONTENUTI EXTRA di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli 

  • Legami di famiglia – Un’immersione tra i ricchi e complicati retaggi di Shang-Chi e Xu Wenwu;
  • La costruzione di un retaggio – Viaggio dietro le quinte per approfondire l’esplosivo ingresso di Shang-Chi nel Marvel Cinematic Universe;
  • Scene Eliminate:
    • In attesa – Shang-Chi e Katy fanno una videochiamata con Xialing
    • Provaci – Katy ha un momento di slancio durante un combattimento
    • Shang-Chi chiede scusa – Anni dopo la sua improvvisa assenza, Shang-Chi prova a chiedere scusa a Xialing
    • Sono qui – Shang-Chi e Katy hanno una conversazione nel vicolo. Katy assicura a Shang-Chi che sarà sempre pronta ad aiutarlo
    • Discorso di incoraggiamento – Razor Fist incoraggia Katy nel tentativo di rovesciare le sorti dello scontro
    • Grandezza – Trevor e Katy parlano delle loro passioni in comune durante la fuga in auto
    • Fuga attraverso il tunnel – I protagonisti scappano attraverso il tunnel di fuga di Trevor per raggiungere l’auto
    • Due figli – Xu Wenwu fa un confronto tra Shang-Chi e Razor Fist durante una cena accesa
    • Cartolina – Shang-Chi e Xu Wenwu si riuniscono come padre e figlio. Shang-Chi mette in chiaro quanto lui non condivida la filosofia di Xu Wenwu
    • Solo amici – Katy e Xialing si conoscono meglio. Xialing fa a Katy alcune domande personali
    • Sbrigarsela da soli – Xu Wenwu torna al suo impero dopo che il boss della Iron Gang viene catturato
  • Commento Audio – Modalità che permette di rivedere il film con il commento audio di Destin Daniel Cretton e Dave Callaham.

Red Notice: le 10 migliori citazioni del film Netflix

Red Notice: le 10 migliori citazioni del film Netflix

ATTENZIONE: L’articolo contiene spoiler del film Red Notice A pochi giorni dall’uscita sulla piattaforma Netflix, Red Notice ha già conquistato il pubblico. Complici il cast stellato e le battute ben architettate tra i protagonisti, molte frasi del film hanno ottime possibilità di diventare citazioni divertenti. Red Notice racconta la storia dell’agente John Hartley (The Rock/ Dwayne Johnson) e del ladro Nolan Booth (Ryan Reynolds) che diventano un team contro un nemico comune: il più abile rapinatore al mondo, LìAlfiere (Gal Gadot).

Le tre Uova di Cleopatra, reliquie d’oro di altissimo valore, sono al centro delle vicende: donate da Marco Antonio all’amata, sono oggi ambiti oggetti di lusso di cui sia Nolan che l’Alfiere vogliono impossessarsi. In un’avvincente ricerca che spazia dall’Italia alla Russia, fino all’Argentina e all’Egitto, la caccia alle uova mette a dura prova l’agente e i due rapitori. L’ironia pungente di Red Notice è condensata in alcune frasi particolarmente d’affetto. Ecco le 10 migliori citazioni dal film!

La cronologia del browser

Gal Gadot e The Bishop-in-Red-NoticeL’Alfiere, impersonata dall’affascinante Gal Gadot, ha una marcia in più. È lei che tiene le fila del gioco per buona parte del film. In Red Notice, se Hartley è il braccio e Booth è la mente, l’Alfiere riesce da sola a essere entrambe le cose: astuta, esperta hacker dei sistemi informatici, anche se non ha i muscoli di The Rock stende a terra tutti gli uomini che ostacolano il suo cammino.

Tra questi, c’è anche l’innocuo analista londinese che Gal Gadot lega ad una sedia (per mandare dal computer dell’uomo un messaggio all’Interpol ed eliminarne le tracce). Finito il suo lavoro, l’Alfiere saluta così l’uomo ammanettato: ”Voglio che tu tenga presente una cosa di fondamentale importanza importanza: conosco tutti i tuoi collaboratori e tutti i membri della tua famiglia. E conosco la cronologia del tuo browser.”

Il bradipo pelato

Il gioco tra Booth e Hartley, coppia protagonista del film, inizia subito. Durante l’inseguimento nel museo di Roma, dopo una fuga tra impalcature e opere d’arte, l’agente riesce a bloccare il ladro. Con la sua prima battuta, è già possibile inquadrare il personaggio di Reynolds, che dice a The Rock:

  • ”Io ti conosco, sei il bradipo pelato che mi dà la caccia”.

Hartley amante del gelato

Hartley sta al gioco dell’astuto rapinatore. Non è cosi ”bradipo” nel rispondere alle battute, anzi. Dal primo incontro in poi, si comprende che il dialogo tra i due sarà come quello di due cabarettisti. Ecco un esempio.

  • Booth: ”Sei americano, cosa ti porta a Roma?”
  • Hartley: ”Il gelato, il Colosseo…”

La cuffietta

red notice ryan reynoldsIl duo Johnson e Reynolds, agente e ladro, è quello che sfoggia le battute migliori. Tra l’omone tutto muscoli e il rapinatore tutto cervello volano frecciatine continue.  Nolan cerca sempre di provocare e infastidire il poliziotto: non potendo competere in termini di forza fisica, usa come arma la parola.

Come accennato sopra, il tallone d’Achille di The Rock alias Hartley è soltanto uno: la calvizie. Nolan non perde occasione di evidenziarla, già sul nascere dell’alleanza tra i due. Mentre nel carcere in Russia sono costretti a lavare i piatti fianco a fianco, indossano, come di prassi in una cucina, grembiule e cuffietta per capelli. Ecco allora che Reynolds attacca Johnson con la sua battutina: ”Perché hai messo la cuffietta? Sei calvo.”

Un muro con lo smoking

Nolan Booth non molla, continua ad attaccare l’agente Hartley. Scherza sul fatto che sia un poliziotto, uno sbirro. Come il Grillo Parlante, ha sempre un commento e un giudizio pronto per l’agente. Qualche volta però, è Hartley stesso a servire su un piatto d’argento il motivo per scherzare. Quando nella concitazione dell’attacco a Valencia, Dwayne Johnson urta e manda in frantumi la teca contenente una preziosa impronta digitale, Reynolds ribatte: ”Mio Dio, sei un muro con lo smoking!”

Al liceo

In Red Notice, come in ogni film action che si rispetti, si gioca molto con il fascino e la provocazione, arme essenziali per la missione. Come quando Hartley, durante il gala a Valencia, flirta con l’Alfiere e fa ingelosire Sottovoce, il ricco proprietario del secondo uovo. In questo modo riesce a rubare il suo telefono, necessario per completare il piano. Ecco che subito il compagno lo provoca, ma l’agente ribatte a dovere.

Nolan Booth: ”Sei subdolo come una faina. L’hai imparato alla scuola di profiler?”

John Hartley: ”No, al liceo” 

Un matrimonio di convenienza

Hartley e Booth sono un team, ma faticano ad accettarlo. Apparentemente opposti in tutto, dall’aspetto al modo di agire, faticano a vedersi fianco a fianco. Anche quando funzionano insieme, non vogliono ammettere la loro alleanza. Spesso giocano sul fatto di essere una coppia sposata. Hartley dice: ‘‘Noi non siamo partner. Questo è un matrimonio di convenienza”. E Booth: ”Voglio il divorzio. E mi tengo i bambini”.

Le allegre comari

Insomma, molteplici versioni e nomi la solita coppia. I due non sanno come definirsi insieme. Il ladro è imbarazzato a essere partner di uno sbirro, e viceversa. Anche quando l’agente Das chiede a Hartley di arrestare ”l’amico”, parte un buffo dialogo.

  • Hartley: ”Non siamo amici”
  • Booth: ”Siamo allegre comari”
  • Harley: ”Non siamo allegre comari!”
  • Booth: ”Allora solo comari?”

Alfieri e pedine

Il colpo di scena finale di Red Notice, in cui viene svelata la vera identità di Hartley spiazza tutti, Booth per primo. Quello che credeva il suo compagno, l’agente che per tutto il tempo della missione aveva credeva di poter muovere a suo piacimento, ha mentito più del ladro. Hartley è il partner, in crime e in amore, dell’Alfiere. Lei e lui sono il vero team, la coppia di Alfieri. E, rimanendo in tema scacchi, dicono a Booth:

  • Johnson: ”Ci sono due alfieri negli scacchi”
  • Gadot: ”E una quantità infinita di pedoni!”.

Noir in Festival: aperte le votazione per il premio Giorgio Scerbanenco 2021

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È online la lista dei 20 romanzi noir da votare per determinare la cinquina dei finalisti concorrenti all’edizione 2021 del Premio Giorgio Scerbanenco. Sono romanzi noir italiani editi nell’anno e scelti, tra gli oltre 100 iscritti, dal comitato selezionatore del festival.

A partire dal 15 novembre fino alle ore 23.55 di sabato 27 novembre 2021, ogni lettore potrà votare i suoi cinque titoli preferiti sul sito del festival (www.noirfest.com). La cinquina dei finalisti sarà determinata dalla somma ponderata dei voti dei lettori e della Giuria Letteraria, presieduta da Cecilia Scerbanenco e composta da  Alessandra Calanchi, Valerio Calzolaio, Luca Crovi, Sergio Pent, Sebastiano Triulzi e John Vignola.

I cinque finalisti saranno presentati il 10 dicembre al Teatro Filodrammatici di Milano; tra questi, la Giuria Letteraria (a cui si aggiungeranno Cecilia Lavopa e Alessandra Tedesco) sceglierà il vincitore del Premio Giorgio Scerbanenco 2021 che sarà annunciato e premiato il 10 dicembre stesso al Cinema Gloria di Milano.

I semi-finalisti del premio Giorgio Scerbanenco 2021:

Il liceoAlessandro Berselli, Elliot
L’uomo del portoCristina Cassar Scalia, Einaudi
Nient’altro che nebbiaPatrizia Emilitri, Tea
La regola di Santa CroceGabriella Genisi, Nero Rizzoli
Bunny BoyLorenza Ghinelli, Marsilio
La lunga notteLeonardo Gori, Tea
Questo giorno che incombeAntonella Lattanzi, Harper Collins
Tutti si muoreDiego Lama, Mondadori
Una rabbia sempliceDavide Longo, Einaudi
Il segreto di Mr WillerChicca Maralfa, Les Flaneurs
Lontano da casaEnrico Pandiani, Salani
Il codice della vendettaPasquale Ruju, E/O
Come delfini tra pescecaniFrançois Morlupi, Salani
Caramelle dai conosciutiAldo Pagano, Piemme
Il pregiudizio della sopravvivenzaPaolo Roversi, Marsilio
Via liberaLorenzo Scano, Nero Rizzoli
Tre madriFrancesca Serafini, La nave di Teseo
Il sesto comandamentoAnna Vera Sullam, SEM
Reo confessoValerio Varesi, Mondadori
Nero inchiostroSara Vallefuoco, Mondadori

Diabolik: i character poster di EVA KANT e GINKO

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Diabolik: i character poster di EVA KANT e GINKO

Ecco i Character Poster di EVA KANT e di GINKO interpretati da Miriam Leone e Valerio Mastandrea in DIABOLIKil film firmato Manetti bros. nelle sale dal 16 dicembre.

DIABOLIK, adattamento cinematografico delle avventure del personaggio creato da Angela e Luciana Giussani, è diretto dai Manetti bros., scritto da Michelangelo La Neve e Manetti bros., che hanno firmato anche il soggetto insieme a Mario Gomboli.

A dare il volto a Diabolik Luca MarinelliNel cast anche Alessandro RoiaSerena RossiRoberto Citran, Luca Di Giovanni, Antonino Iuorio, Vanessa Scalera, Daniela Piperno, Pier Giorgio Bellocchio con la partecipazione straordinaria di Claudia Gerini.

DIABOLIK è una produzione Mompracem con Rai Cinema, prodotto da Carlo Macchitella e Manetti bros., in associazione con Astorina e con Luigi de Vecchi, con il sostegno di Emilia – Romagna Film CommissionFriuli Venezia Giulia Film CommissionFilm Commission Vallee D’Aoste.

Al cinema dal 16 dicembre distribuito da 01 Distribution. La colonna sonora originale del film è composta da Pivio & Aldo De Scalzi mentre Manuel Agnelli è autore e interprete di due brani inediti.

La trama breve di Diabolik

La storia oscura e romantica dell’incontro tra Diabolik ed Eva Kant, ambientata nello stato di Clerville alla fine degli anni ‘60. A dargli la caccia, e a cercare di fermare i loro diabolici piani, l’ispettore Ginko.

Spider-Man: No Way Home, anticipata l’uscita italiana. Ecco il nuovo poster

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La SONY ha diffuso un nuovo poster di Spider-Man: No Way Home in cui il nostro amichevole Spider-Man di quartiere compare spalla a spalla con Doctor Strange, mentre su di lui incombe la minaccia di Doc Ock. Dal poster apprendiamo anche che il film uscirà in Italia il 15 dicembre, e non più il 16 come comunicato in precedenza.

Per la prima volta nella storia cinematografica di Spider-Man, il nostro amichevole eroe di quartiere è smascherato e non può più separare la sua vita privata dalle grandi responsabilità di essere un Supereroe. Quando chiede aiuto a Doctor Strange, la posta in gioco si fa sempre più rischiosa e lo porterà a scoprire cosa significa realmente essere Spider-Man.

Le riprese di Spider-Man: No Way Home si sono svolte ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle sale italiane il 15 dicembre 2021.

Terraviva Film Festival: 16 al 20 novembre 2021 la seconda edizione

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GENOMA FILMS e l’Associazione Amici di Giana, dopo il positivo esordio del 2020, presentano la seconda edizione del TERRAVIVA FILM FESTIVAL, rassegna cinematografica e di cultura che, attraverso proiezioni, un concorso cinematografico, talk e masterclass, mira a sviluppare una cultura dell’unione e una conoscenza e comprensione dell’altro e delle diverse identità.

Il Festival, in programma dal 16 al 20 novembre 2021, intende contribuire allo sviluppo dell’inclusione, alla sensibilizzazione verso i temi ambientali, strettamente legati alle migrazioni e alla genesi dei conflitti e a far conoscere alcuni tra gli artisti emergenti e più interessanti espressione dei paesi del sud e dell’est del mondo.

Nel 2020 l’evento – ideato da Paolo Rossi Pisu di Genoma Films insieme a Laura Traversi dell’Associazione Amici di Giana che ne cura la direzione artistica insieme a Giampiero Judica – a causa della pandemia si era svolto solo in modalità on-line, registrando nelle 5 giornate oltre 3000 spettatori sulla piattaforma MyMovies per 21 proiezioni; quest’anno il TERRAVIVA FILM FESTIVAL verrà invece realizzato sia in streaming sulla piattaforma MyMovies che dal vivo al Teatro Laura Betti e alla Casa della Conoscenza di Casalecchio di Reno e negli spazi del DamsLab del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna.

TERRAVIVA FILM FESTIVAL si pone come un’iniziativa culturale volta alla creazione di consapevolezza, specie tra le nuove generazioni e come contributo verso l’accettazione e comprensione delle diversità culturali, di origine e religione. Con il coinvolgimento delle scuole secondarie di Casalecchio di Reno e il Liceo Leonardo Da Vinci e Laura Bassi di Bologna è stata istituita anche quest’anno una giuria e un premio Terraviva studenti per il miglior film e cortometraggio.

Tre masterclass di scrittura performativa, di movimento creativo e di regia saranno dedicate ai ragazzi delle scuole secondarie e legate ai temi oggetto del festival. 

Un focus speciale nell’edizione di quest’anno sarà dedicato alla questione femminile, al tema donne e integralismo e alle difficoltà e al dramma delle donne vittima di violenza domestica e dei femminicidi, purtroppo in vertiginosa crescita. Proiezioni e talk ci porteranno al cuore del problema della violenza di genere e agli eventi politici che intaccano le libertà democratiche. 

Madrina della manifestazione sarà l’attrice ed educatrice professionale Priscilla Muscat, da sempre interessata alla valenza pedagogica dell’arte.

Una Giuria Specializzata conferirà il premio Raffaele Pisu 2021 per il miglior film e cortometraggio. 

TERRAVIVA FILM FESTIVAL è organizzato da Genoma Films e Associazione Amici di Giana e realizzato in collaborazione con il Comune di Casalecchio sul Reno (Bo) e il Premio Gianandrea Mutti e con il patrocinio del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna e il riconoscimento del Ministero della Cultura. 

IL PROGRAMMA del Terraviva Film Festival

Il programma – disponibile al sito https://terravivafilmfestival.it/programma/ prevede un concorso di 11 lungometraggi, un concorso di 8 cortometraggi e la proiezione di un film fuori concorso, provenienti da oltre 15 paesi. 

CONCORSO LUNGOMETRAGGI: 

  • DYING TO DIVORCE di Chloe Fairwether (Turchia-UK, 2021 – 80 min)
  • ETHBET! di Matteo Ferrarini (2021, Belgio – 71 min)
  • I FIGLI DI CAINO di Keti Stamo (Francia-Albania-Italia, 2021 – 68 min)
  • LA GUERRA DI CAM di Laura Muscardin (Italia, 2020 – 83 min)
  • LIVING WATER di Pavel Borecky (Giordania-Svizzera-Repubblica Ceca, 2020 – 77 min)
  • NEST di Josefina Pérez-García e Felipe Sigala (Cile, 2021 – 61 min)
  • SALMON di Ali Jenaban (Italia-Iran, 2020 – 64 min)
  • TAMING THE GARDEN di Salome Jashi (Georgia-Svizzera-Canada-Inghilterra, 2021 – 86 min)
  • THE SAINT OF THE IMPOSSIBLE di Marc Raymond Wilkins (Svizzera, 2020 – 97 min)
  • YEMEN NONOSTANTE LA GUERRA di Laura Silvia Battaglia (Yemen-Italia, 2020), 52″
  • WRITING WITH FIRE di Sushmit Ghosh e Rintu Thomas (India-USA, 2021 – 92 min)

CONCORSO CORTOMETRAGGI: 

  • ANCORA NON LO SO di Maaria Sayed (Italia, 2021 – corto – 15 min)
  • BEYOND THE SEA di Thomàs Sheridan (Italia, 2021 – corto – 29 min)
  • EL CLIMA RICO di Angelica de Vito (USA, 2021 – 45 min)
  • GIUSTO IL TEMPO PER UNA SIGARETTA di Valentina Casadei (Italia, 2020 – corto – 15 min)
  • HAILSTON DANCE di Amin Pour Barghi e Ali Jenaban (Iran, 2017 – corto – 13 min)
  • NEL BLU di Mounir Derbal (Italia, 2021 – corto – 15 min)
  • PIZZA BOY di Gianluca Zonta (Italia, 2019 – 15 min)
  • RESILIENT WARRIORS di Jose Antonio e Giacomo Arrigoni (Italia-Brasile, 2021 – corto – 4 min)

PROIEZIONE FUORI CONCORSO: 

LET’S KISS di Filippo Vendemmiati (Italia, 2021 – 85 min)

Il programma quest’anno affronterà con proiezioni, talk e performance tre tematiche specifiche alle quali saranno dedicate tre intere giornate di lavori:

  • 17 novembre al Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno Focus migrazione, conflitti ed esilio, diritti umani e ricerca di identità.

Alle ore 16.30 il talk Migrazione e Media: viaggio tra le immagini di una trasformazione. Interverranno: Susanna Guerini (Archivio Memorie Migranti), Laura Berrini (Fondazione Cineteca di Bologna), Mounir Derbal, Maaria Sayed e Keti Stamo (registi vincitori del Premio Gianandrea Mutti), il Professore Leonardo de Franceschi (Università Roma 3), Giuditta Lughi (ricercatrice indipendente), modera Sarah Kamsu, giornalista.

  • 18 novembre al Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno, giornata dedicata ai temi ambientali e al depauperamento, alla rivalità tra uomo e natura, allo sradicamento in senso metaforico e materiale.
    Alle 16.30 il talk “Ambiente e risorse naturali: la grande abbuffata”.  Interverranno: Elly Schlein (Vicepresidente Regione Emilia Romagna), Professoressa Luisa Corazza (direttrice del Centro di Ricerca ArIA – Università degli studi del Molise), Angelica de Vito (adviser per la Missione permanente del Costa Rica alle Nazioni Unite), Luciano Centonze (direttore CEFA – Il seme della solidarietà Onlus), modera Sara Manisera (giornalista).
  • 19 novembre i lavori si spostano al DamsLab in via Azzo Gardino a Bologna con focus dedicato a donne e integralismo, alle difficoltà e al dramma delle donne vittima di violenza domestica e alla stretta interconnessione tra democrazia e diritti delle donne, tra violenza pubblica e privata.
    Alle 17, preceduto dal monologo dell’attrice Paola Michelini “Invisibili”, il talk “Confini Violati: la sopraffazione nei conflitti tra paesi e nelle relazioni tra individui”. Interverranno: Emily Clancy (Vicesindaca e Assessora del Comune di Bologna), Prof. Giacomo Manzoli (direttore del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna) Razi Mohebi, Soheila Javaheri e Ali Jenaban (registi), Tatiana Biagioni (Presidente AGI – Associazione Avvocati Giuslavoristi Italiani), Laura Silvia Battaglia (giornalista e documentarista), modera Francesca Caruso (ricercatrice nel programma Mediterraneo, Medio Oriente e Africa dello IAI e Policy Officer del MWMN).

Meryl Streep: 10 cose che non sai sull’attrice

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Meryl Streep: 10 cose che non sai sull’attrice

Meryl Streep è considerata come una delle attrici migliori del cinema internazionale contemporaneo e moderno, piena di talento e con mille doti che è sempre pronta a sfoderare. Di larghe vedute, femminista e con gran coraggio, è una delle attrici di Hollywood che alza spesso la voce per le giuste cause.

Versatile, capace di conquistare il pubblico di quasiasi generazione, la Streep continua a farsi amare, sia come attrice che come persona, da più di 40 anni, certi che continuerà a farlo per almeno altri quaranta.

Ecco dieci cose che, forse, non sapevate di Meryl Streep.

Meryl Streep: i suoi film

1. Voleva diventare soprano. All’età di 12 anni la Streep incominciò a prendere lezioni di canto, in quanto il suo desiderio era quello di diventare soprano. Ha tuttavia smesso quattro anni dopo per mancanza di vera passione. La recitazione non era minimamente nei suoi piani fino a quando non ha preso parte alla recita scolastica La signorina Julie, al Vassar College. Il suo professore in seguito affermò “non penso che nessuno abbia insegnato a Meryl a recitare. Se lo è insegnato da sola“. Dopo la laurea, dunque, ha intrapreso la carriera di attrice.

2. Ha debuttato al cinema a quasi trent’anni. Dopo essere stata rifiutata da Dino De Laurentiis perché venne definita brutta per partecipare al King Kong, nel 1977 debutta al cinema con Giulia di Fred Zinnemann e l’anno successivo comincia ad imporsi nel panorama cinematografico con Il cacciatore di Michael Cimino, recitando al fianco di Robert De Niro. Nonostante Katharine Hepburn la definì come un nulla di speciale, l’anno successivo vinse l’Oscar alla miglior attrice non protagonista per Kramer contro Kramer.

3. I film con Meryl Streep. Gli anni ’80, soprattutto dopo il primo Oscar conquistato, la lanciano dell’olimpo delle attrici di Hollywood, prendendo parte a film come La scelta di Sophie (1982), Silkwood (1983), La mia Africa (1985), Ironweed (1987), Un grido nella notte (1989), She Devil – Lei, il diavolo (1989), Cartoline dall’inferno (1990), La morte ti fa bella (1992) e I ponti di Madison County (1995) di e con Clint Eastwood. Ma ha recitato anche in La stanza di Marvin (1996), La voce dell’amore (1998), La musica del cuore (1999), The Hours (2002), Il ladro di orchidee (2002), The Manchurian Candidate (2004), Il diavolo veste Prada (2006), Leoni per agnelli (2007) di Robert Redford, Mamma mia! (2008), Julie & Julia (2009), The Iron Lady (2011), Into the woods (2015), Florence Foster Jenkins (2016), The Post (2017), Panama Papers (2019), Piccole donne (2019), The Prom (2020), Lasciali parlare (2020) e Don’t Look Up (2021).

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Meryl Streep: i suoi figli

4. Ha quattro figli. Dopo essere stata fidanzata per un paio di anni con John Cazale, suo co-protagonista in Il cacciatore e poi tristemente morto nel marzo del 1978 a causa di un cancro ai polmoni, nel settembre di quello stesso anno la Streep ha sposato Don Gummer, uno scultore. I due hanno poi avuto quattro figli, un maschio e tre femmine: Henry (1979), di professione cantante Mamie (1983), Grace (1986) e Louisa, di professione modella (1991). Gummer e la Streep sono poi noti per il loro fare donazioni ogni anno a organizzazioni d’arte ed istituti scolastici, tra cui il Vassar College, scuola in cui la stessa Streep studiò.

5. La recitazione come dote di famiglia. Sia Mamie che Grace sono entrambe attrici di un certo rilievo. Mamie, che è il nome d’arte di Mary Willa, ha partecipato al film Heartburn – Affari di cuore, per poi prendere parte a L’imbroglio – The Hoax, mentre nel 2007 recita in Un amore senza tempo, film nel quale interpreta lo stesso personaggio di sua madre, ma in versione giovane. Ha recitato anche in Effetti Collaterali (2013), Cake (2014), The End of the Tour (2015) e Dove eravamo rimasti (2015). Grace Jane invece è apparsa in La casa degli spiriti (1993) e, dopo il diploma in storia dell’arte e lingua italiana nel 2008, ha preso parte a L’amore all’improvviso – Larry Crowne e alle serie tv Zero Hour, American Horror Story e The Newsroom. Dal 2016 è facente parte del cast di Mr. Robot.

Meryl Streep e i suoi Oscar

6. Ha vinto 3 Oscar. Meryl Streep, nel corso della sua carriera, ha vinto ben tre Oscar, arrivando solo seconda a Katharine Hepburn, che ne vinse 4, e avendo tante statuette quante quelle di Daniel Day Lewis, Jack Nicholson, Ingrid Bergman, Frances McDormand e Walter Brennan. La Streep ha vinto l’Oscar alla miglior attrice non protagonista per Kramer contro Kramer nel 1980, e due per La Miglior attrice protagonista per La scelta di Sophie nel 1983 e The Iron Lady nel 2012.

7. È stata nominata 21 volte. La Streep ha raggiunto il record di nomination avute per un Oscar, raggiungendo quota 21. Togliendo dalla classifica le nomination che le hanno poi fruttato le statuette, è stata nominata per: Il cacciatore, La donna del tenente francese, Silkwood, La mia Africa, Ironweed, Un grido nella notte, Cartoline dall’inferno, I ponti di Madison County, La voce dell’amore, La musica del cuore, Il ladro di orchidee, Il diavolo veste Prada, Il dubbio, Julie & Julia, I segreti di Osage County, Into the Woods, Florence Foster Jenkins e The Post.

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Meryl Streep e Tom Hanks

8. Tom Hanks e Meryl Streep hanno lavorato insieme per The Post. Nel 2017 i due sono entrati in trattative per partecipare al film di Steven Spielberg, che narra la vicenda della pubblicazione di settemila pagine di diversi documenti ritenuti top secret che rivelavano tutti i segreti sulla guerra il Vietnam, pubblicati nel 1971 sul New York Times e sul Washington Post. Un’inchiesta giornalistica, il racconto di un’amicizia di affetto e stima tra uomo e donna e la storia della prima donna editrice che si trova a valutare e decidere se pubblicare i documenti.

9. Sono amici da tempo. Prima di The Post, paradossalmente, i due attori, tra i più iconici, noti e premiati della loro generazione, non hanno mai recitato insieme. Si conoscono però da tempo e sono amici di lunga data. Il merito della loro conoscenza è tutto di Nora Ephron, grande amica di Hanks che ha diretto l’attore in C’è posta per te e Insonnia d’amore. I due attori, tuttavia, hanno proprio con The Post avuto modo di frequentarsi per davvero, in quanto prima la loro era un’amicizia grossomodo a distanza.

Meryl Streep: età e altezza dell’attrice

10. Meryl Streep è nata il 22 giugno del 1949 a Summit, nel New Jersey, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1.68 metri.

Fonti: IMDb, biography

Capitan America: 10 curiosità sulla rivalità con Iron Man

Capitan America: 10 curiosità sulla rivalità con Iron Man

Grazie al Marvel Cinematic Universe, Capitan America e Iron Man sono diventati il volto per eccellenza dei Vendicatori, per il pubblico mainstream. Sono stati anche le figure chiave di ciascun lato della storyline Civil War ed entrambi hanno giocato un ruolo fondamentale nel salvare il mondo da Thanos. Nei fumetti, i due eroi sono altrettanto importanti, come mette in luce ScreenRant.

Sono stati due dei primi eroi dell’Universo Marvel, Iron Man uno dei primi Vendicatori e Capitan America un eroe di guerra riportato in vita dopo anni di congelamento. Divennero anche amici intimi, sebbene fossero spesso anche acerrimi rivali. Erano entrambi eroi abituati a fare le cose a modo loro e, benché rimanessero fedeli ai propri ideali, condividevano comunque un sano rispetto reciproco.

Capitan America non era un Vendicatore originale

Mentre i fan del MCU hanno visto Iron Man e Captain America come due dei membri fondatori dei Vendicatori, questo non è quello che è successo nei fumetti, dove Iron Man era un membro fondatore e Capitan America si è unito solo in seguito.

Certo, Capitan America è stato comunque uno dei primi membri, ma non si è unito alla squadra fino a Avengers #4 di Stan Lee e Jack Kirby. Detto questo, la squadra ha considerato in maniera retroattiva Cap un membro fondatore, anche se Iron Man in almeno un’occasione ha superato Cap.

Iron Man ha detto che il suo momento migliore è stato incontrare Capitan America

Captain America congelatoI Vendicatori si formarono quando Iron Man, Ant-Man, Thor e Wasp si unirono per fermare Hulk, solo per imparare che Loki era il vero nemico. Tre numeri dopo, scoprirono un corpo congelato nel ghiaccio e si rivelò essere Capitan America. Anni dopo, Iron Man ha rivelato quanto sia stato importante quel momento.

Questo è successo in Fallen Son: The Death of Captain America, e ha avuto luogo dopo la morte di Cap dopo Civil War. Questo era il funerale di Cap, e Tony Stark ha ammesso che quando i Vendicatori hanno trovato Capitan America è stato il giorno più bello della sua vita.

Capitan America ha addestrato Iron Man come combattente

Captain America allenò Iron ManCapitan America è un super-soldato con forza e resistenza superiori, mentre Iron Man è uno scienziato che indossa un’armatura. Questo li rende entrambi potenti, ma Cap ha un enorme vantaggio su Iron Man. In una battaglia senza l’ausilio dell’armatura, Iron Man può essere considerato un combattente sotto la media.

Tutto questo è cambiato grazie a Capitan America. Sapendo che i Vendicatori avevano bisogno che Iron Man fosse un abile combattente, Capitan America lo aiutò ad allenarsi nel combattimento uno contro uno. In Iron Man #125, Cap mostrò quanto Iron Man avesse da imparare sul modo di combattere.

Capitan America sapeva di non poter aiutare Iron Man nel recupero

Captain America vs Iron ManUna delle migliori storyline di Iron Man nei fumetti è stata la storia Demon in a Bottle di Bob Layton e David Micheline. In questa storia, Iron Man non doveva sconfiggere un supercattivo, anzi, ha combattuto le sue stesse dipendenze.

In questa storyline, Tony disse a Capitan America che se avesse saputo cosa stava succedendo nella sua testa, avrebbe saputo perché doveva bere. Cap voleva aiutare, ma ha sganciato una notizia bomba quando ha detto a Iron Man che suo padre era un alcolizzato, e ha imparato che non si può aiutare finché l’alcolizzato finchp egli stesso non vuole essere aiutato.

Capitan America era contro Iron Man durante Armor Wars

Captain America vs Iron ManCapitan America e Iron Man hanno combattuto diverse battaglie. Quella che tutti conoscono è stata la loro battaglia in Civil War. Tuttavia, hanno combattuto anche anni prima, quando Cap era dalla parte del governo contro Tony: si trattava di Armor Wars.

In questa storia, Iron Man si proponeva di recuperare tutte le sue armature e le sue armi da chiunque le avesse, compreso il governo degli Stati Uniti. Capitan America andò a fermarlo e ad arrestarlo, ma Iron Man riuscì a fuggire. Cap accettò di dargli la possibilità di fare la cosa giusta, mostrando il rispetto che condividevano all’epoca.

Cap ha lasciato i Vendicatori dopo che Iron Man ha ucciso qualcuno

Cap vs Tony StarkIron Man era un membro fondatore dei Vendicatori e Capitan America no. Normalmente, la gente guarda a loro due come co-fondatori quando si prendono decisioni, ma c’è stata almeno una volta in cui Iron Man si è fatto valere.

Iron Man guidò una squadra di Vendicatori per uccidere la Suprema Intelligenza Kree in Avengers #347. Capitan America, il leader dell’epoca, disapprovò, ma Iron Man si tirò indietro e portò a termine la missione. Come risultato, Cap si dimise da leader della squadra e lasciò il team per un certo periodo.

Capitan America si fidò di Iron Man per trovare il suo sostituto

Morte di Captain AmericaCapitan America morì dopo essersi arreso a Iron Man alla conclusione di Civil War. Questo fu difficile per Iron Man, che si chiese se alla fine ne fosse valsa la pena. Tuttavia, mentre Capitan America e Iron Man erano in guerra, i due non hanno mai perso il rispetto reciproco.

Anche dopo tutto, Steve Rogers voleva che Capitan America continuasse a esistere e chiese a Tony di aiutarlo a farlo. Steve voleva che Bucky Barnes fosse il nuovo Capitan America, e anche se Bucky era contrario alla nomina, Iron Man rispettò i desideri di Steve e consegnò a Bucky il costume e lo scudo.

I due si sono sposati su una Terra alternativa

Captain America e Iron Woman In un momento che è diventato per lo più una diceria di Internet, Capitan America e Iron Woman si sono sposati su una Terra alternativa. Questo accadde dopo la storyline Civil War e durante Dark Reign, quando Norman Osborn prese il comando.

In Dark Reign: Fantastic Four #2, Reed Richards ha trovato il modo di esaminare diverse Terre per trovarne una in cui Civil War non sia finita in tragedia. Ne trovò una – Terra-3490 – dove non c’era la Guerra Civile. Qui Steve Rogers, Capitan America, ha sposato Iron Woman, Natasha Stark.

Iron Man e Capitan America riconciliati dopo l’assedio

Avengers era eroicaDopo Civil War, i fan erano per lo più inorriditi. Tuttavia, la Marvel ha deciso di tornare al punto di partenza dopo la fine di Siege. A questo punto, Thor odiava Iron Man e le cose non andavano bene per i Vendicatori. Dopo Siege, è iniziata l‘Era Eroica e le cose sono finalmente tornate alla normalità.

Norman Osborn era fuori dal potere e Steve Rogers era tornato dalla morte. In Avengers Prime, Thor, Capitan America e Iron Man riaccesero finalmente la loro amicizia e lasciarono che il passato rimanesse nel passato, tornando tutti ad essere Vendicatori.

Iron Man e gli Illuminati hanno resettato la mente di Cap

Iron Man & IlluminatiPer quanto Capitan America e Iron Man rimangano amici, i due si sono spesso scontrati e Tony Stark non è sempre stato l’eroe più nobile e onorevole. Gli Illuminati erano un gruppo di eroi che lavoravano dietro le quinte per salvare il mondo, e spesso fallivano.

Quando gli Illuminati hanno capito che l’Incursione stava arrivando, hanno scelto di tentare di distruggere le altre Terre. Iron Man coinvolse Capitan America per rispetto, ma lui non credeva che dovessero distruggere gli altri mondi. Conoscendo il pericolo, Iron Man accettò di far resettare la mente di Cap, il che alla fine fu annullato e Capitan America partì per abbattere gli Illuminati.

La Brea: NBC annuncia la seconda stagione

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La Brea: NBC annuncia la seconda stagione

Il network americano NBC ha annunciato di aver rinnovato per una seconda stagione La Brea, la serie tv di successo creata da David Appelbaum. La Brea è il nuovo programma n. 1 di questo autunno nelle fasce d’età comprese tra 18-49. La serie ha raggiunto più di 47 milioni di telespettatori su piattaforme lineari e digitali. Il pilota “La Brea”, andato in onda il 28 settembre, si è attestato attualmente su 3,6  milioni di utenti in 18-49 e 19,8 milioni di telespettatori totoli.

Il cast di La Brea comprende Natalie Zea, Eoin Macken, Jack Martin, Zyra Gorecki, Jon Seda, Chiké Okonkwo, Karina Logue, Veronica St. Clair, Rohan Mirchandaney, Nicholas Gonzalez, Lily Santiago, Chloe De Los Santos e Josh McKenzie. Lo scrittore David Appelbaum è produttore esecutivo con Avi Nir, Alon Shtruzman, Peter Traugott, Rachel Kaplan, Steven Lilien, Bryan Wynbrandt e Ken Woodruff. La Brea è prodotto da Universal Television, una divisione di Universal Studio Group, in associazione con Keshet Studios.

La Brea 2

La Brea 2 è la seconda stagione della serie tv La Brea creata da David Appelbaum per il network americano NBC. La trama della seconda stagione non è stata resa ancora nota. Nella serie Quando un’enorme voragine si apre nel mezzo di Los Angeles e attira centinaia di persone ed edifici nelle sue profondità, coloro che vi cadono si ritrovano in una terra primordiale misteriosa e pericolosa, dove non hanno altra scelta che unirsi per sopravvivere. Lo spettacolo segue una famiglia, distrutta dagli eventi, che cerca di tornare insieme.

Protagonisti di La Brea 2 sono Natalie Zea come Eve Harris, Eoin Macken come Gavin Harris, Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki come Izzy Harris e  Jack Martin come Josh Harris. Nel cast anche Natalie Zea come Eve Harris, Eoin Macken come Gavin Harris, Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki come Izzy Harris, Jack Martin come Josh Harris, Veronica St. Clair come Riley Velez, Rohan Mirchandaney come Scott, Lily Santiago come Veronica, Chloe De Los Santos come Lily, Jon Seda come Dr. Sam Velez e Angel Parker. Nel cast anche Catherine Dent come Jessica Harris, Jag Bal come Scott Hasan, Nicholas Gonzalez come Levi Brooks e Josh McKenzie come Lucas.

Spider-Man: No Way Home, 10 folli teorie sulla trama del film

Spider-Man: No Way Home, 10 folli teorie sulla trama del film

Manca ormai sempre meno all’arrivo nelle sale di Spider-Man: No Way Home. In attesa del nuovo trailer (che dovrebbe arrivare online nella giornata di domani), andiamo insieme alla scoperta di 10 folli teorie dei fan in merito alla misteriosissima trama del film.

Il portali del Multiverso di Ned

Uno degli aspetti del film su cui si sta discutendo di più è la potenziale apparizione degli Spider-Man di Tobey Maguire e Andrew Garfield. Sebbene nessuno dei due sia stato ancora confermato, molti fan sono convinti che la coppia sarà presente. Secondo una teoria di 4Chan, sarà l’amico di Peter, Ned, a trasportare accidentalmente i due Spidey dell’universo alternativo nel MCU, dopo aver “maneggiato” l’anello di Doctor Strange.

Secondo questa teoria, saranno le buffonate di Ned a causare la formazione dei portali magici di Strange, suggerendo che potrebbe possedere alcune abilità magiche innate. Questa mossa alquanto sorprendente potrebbe, in realtà, avvantaggiare notevolmente il migliore amico di Peter, offrendo al personaggio un ruolo più importante all’interno della storia. Tuttavia, le presunte azioni di Ned sembrano alquanto improbabili, poiché Strange si è allenato per mesi prima di essere in grado di aprire i portali, rendendola un’abilità molto complessa da padroneggiare.

Alligatore Loki

Alligatore Loki è una delle nuove aggiunte al MCU ed è considerato da molti uno dei coccodrilli più fantastici mai apparsi sullo schermo. Una teoria di Reddit alquanto insolita suggerisce che il coccodrillo potrebbe apparire nel film, con l’attrice Paula Newsome che, nel teaser trailer, starebbe in realtà nascondendo proprio Alligatore Loki.

In effetti, un cameo del personaggio non sarebbe una cosa tanto assurda. In Spider-Man: Un Nuovo Universo è stato introdotto al pubblico Spider-Ham, che proviene da un universo composto da versioni animali di eroi e cattivi Marvel. Se Alligatore Loki proviene dallo stesso regno del maialino strisciante, allora il coccodrillo potrebbe fornire un modo assai semplice per introdurre anche uno Spider-Ham in live action nella narrazione. 

La statua della Libertà di Captain America

La scomparsa di Capitan America ha gettato un’enorme ombra sul MCU, poiché gli abitanti di questo universo sono ora costretti d adattarsi a un mondo senza uno dei sui eroi più potenti. L’eroe a stelle e strisce continua a essere ricordato, attraverso mostre e musical basati sulle sue imprese. Secondo un leak pubblicato su Reddit, il film potrebbe presentare un proprio tributo a Steve Rogers.

La teoria suggerisce che la battaglia finale del film si svolgerà su una statua della Libertà che ora porta lo scudo di Captain America. La teoria, in realtà, sembra essere stata confermata da un poster avvistato sul set del film. Il nuovo look della statua della Libertà potrebbe rendere un bell’omaggio all’eredità di Steve, il che implica che gli abitanti del mondo impostato dal MCU sentono ancora la mancanza dell’originale Captain America.

Le due versioni di Jameson

Uno dei momenti più sorprendenti di Spider-Man: Far From Home è l’apparizione a sorpresa di J Jonah Jameson. Interpretato ancora una volta da J.K. Simmons, Jameson appare nella scena post-credit del film, in cui riferisce della morte di Mysterio. We Got This Covered riporta che in No Way Home, Simmons interpreterà sia la versione di Jameson dell’universo di Raimi, sia quella del MCU.

Dal momento che il threequel esplorerà il Multiverso, J.K. Simmons con un doppio ruolo potrebbe essere assai probabile. La versione del MCU di Jameson ha un aspetto sostanzialmente diverso dalla sua controparte dell’universo di Raimi, il che renderebbe facile per il pubblico distinguerle. Se fosse davvero così, questo potrebbe portare a una delle scene più divertenti del franchise, poiché la coppia è legata dal suo odio condiviso per Spider-Man.

Doctor Strange è in realtà Agatha Harkness

Incaricato di proteggere la Terra dalle minacce interdimensionali, Strange è uno che raramente corre rischi inutili. Tutttavia, le scene dello Stregone Supremo nel teaser del film dipingono un quadro diverso, poiché il mago è disposto a eseguire un incantesimo pericoloso nonostante gli avvertimenti di Wong. L’utente di Twitter @claytonwh18 ha offerto una potenziale spiegazione per il cambiamento di comportamento di Strange, suggerendo che potrebbe effettivamente essere Agatha Harkness sotto mentite spoglie.

In effetti, alcuni buchi nella trama dell’intero canone del MCU potrebbero essere spiegati anche dalla presenza della strega. Kevin Feige ha anche accennato in precedenza al ritorno di Agatha, rendendo questa teoria abbastanza probabile (nonostante, lo ricordiamo, in cantiere c’è già una serie interamente basata sul personaggio). Tuttavia, a ciò si aggiunge il modo in cui Strange strizza l’occhio nel teaser, molto simile a quello di Agatha in WandaVision. È forse arrivato il momento per la vicina ficcanaso di Wanda Maximoff di fare il suo debutto sul grande schermo?

Il Multiverso di Peter

Spider-Man: No Way Home affronterà ufficialmente il concetto di Multiverso, con elementi sia delle iterazioni di Sam Raimi che di Marc Webb che si incroceranno nel longevo franchise dei Marvel Studios. Anche se molti spettatori presumono che siano i cattivi dei precedenti franchise ad essere finiti nel Marvel Cinematic Universe, un’altra teoria più audace di WhatCulture suggerisce il contrario.

Alcuni fan hanno suggerito che in realtà è lo Spider-Man del MCU ad essere finito nell’universo di Raimi, con Peter che non è stato più in grado di tornare nel suo universo. Dal momento che i titoli precedenti del franchise sono direttamente correlati alle circostanze personali del Peter del MCU, questo aggiunge un certo livello di credibilità alla teoria. È un’idea interessante che di certo presenta una nuova visione della storia del film.

Tobey Maguire nei panni di zio Ben

Uno degli interpreti più iconici di Spider-Man è Tobey Maguire, che molti considerano ancora il miglior Peter Parker di sempre. Si ritiene che la star possa essere parte di No Way Home, insieme ai suoi co-protagonisti della trilogia originale. Secondo We Got This Covered, inizialmente il Peter del MCU scambierà lo Spidey di Maguire per il suo defunto zio Ben, rendendo il loro primo incontro un po’ imbarazzante.

Il MCU ha già fatto uso di un escamotage simile, come ad esempio in WandaVision, quando abbiamo visto Evan Peters fare la sua comparsa davanti la porta di casa di Wanda Manixoff (per poi scoprire che, in realtà, non era il Quicksilver del Fox-Verse, ma bensì un altro personaggio, tale Ralph Bohner). È altamente possibile, quindi, che il MCU possa includere anche uno zio Ben con l’aspetto di Tobey Maguire. Questo potrebbe anche servire per alcuni flashback, con la star originale di Spider-Man nei panni del defunto mentore del Peter del MCU, che passa simbolicamente il testimone all’ultimo arrampicamuri del grande schermo.

Il cameo di Jemma Simmons

Il finale di Agents of SHIELD ha lasciato molti fan devastati, che ancora oggi sperano nell’imminente ritorno degli agenti SHIELD. Uno dei personaggi più popolari della serie è di certo Jemma Simmons. Fortunatamente, il pubblico potrebbe non dover aspettare molto per vedere di nuovo Jemma, poiché alcune voci suggeriscono che il personaggio potrebbe apparire proprio in No Way Home.

L’attrice che interpreta Simmons, Elizabeth Henstridge, è stata avvistata vicino al luogo delle riprese del film (via Atlanta Filming). Jemma potrebbe non avere molto a che fare con la trama del film, ma il suo ritorno potrebbe servire come omaggio all’amata serie di spionaggio della Marvel. Dal momento che sembra che anche il Matt Murdock di Charlie Cox sarà presente, sembra che i Marvel Studios potrebbero essere interessati a incorporare nel loro universo questi eroi del piccolo schermo.

Leonardo DiCaprio nei panni di Spider-Man

Leonardo DiCaprio – The Revenant

La prima avventura cinematografica di Spider-Man, all’inizio, doveva essere molto diversa. Il regista James Cameron aveva originariamente pianificato di dirigere il proprio adattamento a fumetti, con Leonardo DiCaprio nel ruolo principale. Sfortunatamente, i piani di Cameron sono falliti quando il produttore Menahem Golan perse i diritti. 

Ad oggi, una teoria dei fan alquanto insolita su Reddit pone la possibilità che l’attore si presenti come un quarto Spider-Man, assolutamente a sorpresa. Dal momento che esistono alcune voci secondo cui Tom Cruise potrebbe apparire come un Iron Man multiversale nel sequel di Doctor Strange, secondo alcuni sembra probabile a questo punto anche un DiCaprio/Spider-Man. È una prospettiva allettante da considerare, poiché gli spettatori avrebbero finalmente la possibilità di assistere all’interpretazione dell’iconico supereroe da parte dell’amatissimo attore.

Ned diventa Hobgoblin

Nei fumetti, spesso gli amici di Peter si rivoltano contro di lui. Dal compagno di scuola Harry Osborn al suo amico d’infanzia Eddie Brock, tutti hanno deciso di voltare le spalle al bene. Una teoria dei fan particolarmente strana, emersa su Reddit, suggerisce che un destino simile potrebbe accadere anche al Peter del MCU, con Ned Leeds che diventa il nefasto Hobgoblin.

Anche se ciò può sembrare improbabile, in realtà controparte fumettistica di Ned ha già assunto quel ruolo. L’utente di Twitter @StiltedBilted crede anche che Jacob Bateman abbia perso peso proprio per il film, quindi per interpretare il nuovo personaggio. Potrebbe quindi essere possibile che Jon Watts abbia decido di portare in questo film l’alter ego supercriminale di Ned Leeds, fornendo un’interessante sfida emotiva per il Peter del MCU.

Henry Cavill svela il suo più grande rimpianto in merito a Superman

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Nel corso di un’intervista con The Hollywood Reporter, Henry Cavill ha rivelato di avere un rimpianto nei confronti della sua interpretazione di Superman. Proprio di recente, l’attore ha spiegato che vorrebbe ancora interpretare l’eroe kryptoniano sul grande schermo, sottolineando di avere ancora “il mantello nell’armadio”

Tuttavia, l’attore ha criticato un aspetto in particolare della sua performance nei panni dell’iconico supereroe. Si tratta di un momento alla fine de L’uomo d’acciaio in cui il personaggio si trova davanti alla tomba di suo padre e rivolge un sorriso a sua madre Martha. “C’è una scena alla fine de L’uomo d’acciaio, in cui sto parlando con Martha. Avrei dovuto sorridere diversamente”, ha spiegato l’attore.

“Ogni volta che vedo quella scena, penso: ‘È un sorriso irritante’. Semplicemente, non mi piace. Perché ho sorriso così? Non è così che sorrido. Avrei dovuto farlo diversamente”, ha concluso.

Se Henry Cavill avrà o meno l’opportunità di continuare con il ruolo e approfondire ulteriormente la sua versione di Superman, è un mistero che ancora non sembra trovare soluzione. Le voci sull’uscita effettiva di Cavill dal DCEU circolano ormai dal 2018; parallelamente, si parla anche del fatto che il suo Superman possa diventare un personaggio di supporto in altri film dell’universo cinematografico.

Cavill è sicuramente molto legato al personaggio. Tuttavia, considerando il contratto con Netflix per The Witcher e il coinvolgimento in altri imminenti progetti cinematografici, i suoi impegni potrebbero effettivamente impedirgli di prendere parte ad un eventuale sequel de L’uomo d’acciaio o, comunque, di continuare a indossare i panni del supereroe anche in altri progetti.

Guardiani della Galassia Vol. 3: Sylvester Stallone conferma il suo ritorno

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Guardiani della Galassia Vol. 2 ci ha presentato i Guardiani originali (essenzialmente, un gruppo molto più eroico di Ravagers), e all’epoca sembrava ovvio che il regista James Gunn avesse pianificato qualcosa per questi personaggi.

Dopotutto, il regista aveva riunito un impressionante gruppo di attori per interpretare i membri della squadra, tra cui Michael Rosenbaum nei panni di Martinex, Ving Rhames per il ruolo di Charlie-27 e Michelle Yeoh nei panni di Aleta Ogord.

Sylvester Stallone ha avuto il ruolo più importante, quello di Stakar Ogord, e di recente ha confermato in un nuovo video condiviso via Instagram che tornerà ad essere il vecchio compagno di squadra di Yondu (Michael Rooker) anche nell’attesissimo Guardiani della Galassia Vol. 3.

Non sappiamo se questa volta il leggendario interprete di Rocky avrà un ruolo più esteso rispetto al precedente film, anche perché lo stesso Gunn ha sempre definito il personaggio come “molto importante all’interno dell’universo Marvel”. Cosa avrà in cantiere il regista? Al momento non ci è dato saperlo, considerato che ad oggi i dettagli sulla trama del film sono ancora piuttosto scarsi.

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff e Karen Gillan, insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

Spider-Man ha aiutato Tom Holland a gestire la fama e sentirsi più sicuro

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Da quando Tom Holland è entrato a far parte del MCU, inevitabilmente è diventato una delle più grandi star di Hollywood, e nonostante abbia messo il suo talento al servizio anche di altri progetti, quello di Spider-Man è decisamente il ruolo più importante della sua carriera, almeno fino ad oggi.

Ma qual è stato il vero impatto che l’aver interpretato l’iconico supereroe ha avuto nella vita di Holland? Il giovane attore, che rivedremo a breve nei panni di Peter Parker nell’attesissimo Spider-Man: No Way Home, ha avuto modo di parlare proprio di questo in una recente intervista con Total Film (via The Direct).

“Sono cresciuto e cambiato nel miglior modo possibile. Ho imparato davvero a difendermi”, ha spiegato. “Quando inizi a fare questi film per la prima volta, devi fare come ti viene detto e non pensi a nulla. Ma col passare del tempo ti rendi conto che sei un attore, che stai recitando in un film e quindi devi proteggerti, imparando anche a dire no. Io ho imparato a difendermi e a comportarmi in modo professionale, soprattutto quando sei il protagonista, ma anche a godermi la fama invece che scappare da essa.”

“È stata un’esperienza straordinaria”, ha aggiunto. “Da attore, ho imparato ad avere tanta fiducia nelle mie capacità, anche grazie a questa coperta di Linus che è Spider-Man. È come un parco giochi per me. Posso giocare liberamente, ma anche commettere errori. E a volte quegli errori sono necessari per arrivare ad un’idea migliore. È da lì che il personaggio si ritrova a crescere.”

Spider-Man: No Way Home, quello che sappiamo

Le riprese di Spider-Man: No Way Home si sono svolte ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle sale italiane il 16 dicembre 2021.

Il potere del cane: recensione del film di Jane Campion

Il potere del cane: recensione del film di Jane Campion

L’inchiostro che sporcava le mani di John Keats in Bright Star si trasforma ne Il potere del cane in materia fangosa, pronta a rivestire i corpi selvaggi di uomini e donne che recidono i legami con la propria umanità, andandosi a mescolare con il sudore, la terra, l’essenza primigenia e primitiva di istinti privi di raziocino.

La delicatezza delle dita che sfiorano i tasti di un pianoforte in Lezioni di piano, dando vita a sinfonie conturbanti e commoventi, lasciano spazio a urla interiori di uomini e donne inascoltate, invisibili agli sguardi di chi ha occhi per ammirare la bellezza di un paesaggio ameno, ma non di un’umanità che brucia come boschi nel cuore di un incendio.  

Il potere del cane, la trama

Montana, 1925. I fratelli Burbanks, Phil e George, sono gli eredi di un grande ranch di famiglia, che mandano avanti occupandosi dello spostamento di mandrie, dell’essicazione delle pelli e dell’addestramento degli uomini di fatica. Mentre George è un uomo sensibile e desidera una famiglia, Phil è un uomo che si scalda facilmente, ossessionato dal mito del suo mentore Bronco Henri. Quando George prende in sposa la giovane vedova Rose e la porta al ranch, Phil prende di mira la donna e suo figlio Peter e non smette di tormentarli.

Suggestiva amenità in rattrappita umanità

Sviluppata in orizzontale, con carrellate che si sostituiscono, moltiplicandosi, allo sguardo di un uomo che ammira lo spazio immenso dinnanzi a lui, la regia di Jane Campion crea una passerella bucolica di ambienti vasti, che finiscono per rendere ancora più piccoli, i suoi protagonisti. Pochi i primi piani destinati a ogni personaggio che attraversa il suo campo di visione. Colto nell’ambiente che più lo rappresenta, Phil, Peter e Rose diventano essi stessi parte di quello spazio, sia esso domestico, che naturale. Un’estensione umana di carte da parati, lenzuola di letti disfatti, o acque di laghi nascosti, i personaggi della Campion perdono la loro compattezza umana per abbigliarsi di astrattezza. Ciò comporta un’incapacità da parte dello spettatore di comprendere appieno le loro intenzioni, racchiudere i loro pensieri, immedesimarsi negli spazi incancreniti, o non del tutto maturarti, della loro umanità. 

Nell’anima di Phil tutto è contrastato da un senso di repressione, sia affettiva che sentimentale per un’omosessualità latente e non accettata. Una lotta interiore che intacca la resa narrativa in cui tutto è suggerito senza essere indagato a fondo. Una superficialità emotiva che stride con una maniacalità estetica di passaggi colti nella loro bellezza ed enfatizzati da una fotografia tenue, che tutto prende e dipinge di luce e tonalità calde. Una galleria di quadri impressionisti incastonati in sguardi dai ritratti caravaggeschi dove l’ombra dell’anima si scontra con la luce tenue, romantica (nel senso poetico del termine) della natura.

Se l’ambiente esterno è quasi tangibile, il mondo interno dei personaggi è un compendio astratto, sfuggente, di anime in perpetuo cambiamento e difficili da tratteggiare. Un labirinto empatico che lascia persi, senza senso dell’orientamento, i propri spettatori, ma al posto di incuriosirli con fare perturbante, finisce per lasciare loro in bocca un senso di insoddisfazione.

Il potere del cane: diavoli bloccati in essere

I personaggi di Il potere del cane sono spettri che nascono dalla profondità della terra; esseri luciferini, i cui sguardi incendiati da fuochi interiori incapaci di tradursi in dialoghi e sfoghi verbali, sono filtrati da occhi brucianti, e gesti autodistruttivi. La discesa nell’inferno personale di questi personaggi, immortalata dicotocamente in un paesaggio bucolico e paradisiaco, è un cammino segnato da una musica empatica, martellante, che grazie al talento di Jonny Greenwood segna il ritmo sincopato di passi destinati a un arco narrativo incompiuto, sebbene orientato verso un masochismo latente, scevro di partecipazione affettiva.

Dopo Lezioni di piano, due mondi così in netto contrasto come quello dei fratelli Burbanks da una parte, e quello di Rose e Peter dall’altra, si incontrano e scontrano ai piedi di un micro-universo fatto di polvere e pelli, mentre le facce si sporcano di sangue. L’essere che non sa comunicare e che cerca di aprirsi al mondo un po’ come la mano che scriveva d’amore senza averlo mai conosciuto in Bright Star, non viene del tutto sviluppato nella sua potenza latente con il personaggio di Phil. È lui il perno centrale attorno a cui vanno a svilupparsi le dinamiche di Il potere del cane.

Un uomo solitario, come sottolineato dalle inquadrature della Campion che lo isolano dagli altri, destinando la ripresa solo alla sua figura evitando di coinvolgere anche piccole parti di coloro che lo circondano, e che impedisce, proprio a causa di questa sua incapacità di relazione, di portare a compimento la linea narrativa dedicata ai personaggi. I volti dei protagonisti – e quello di una Mary che da angelo del focolare si tramuta in diavolo domestico in primis – si fanno ritratti simulacrali di più sconfitte, di un passato che ritorna senza sfociare in alcun barlume di futuro. Le inquadrature sembrano accarezzare un incanto feroce, quello di una bestialità che non dimentica l’umanità. Ciò che ne consegue, tra pennellate cinematografiche di interesse estetico ed estatico, è un ritratto subliminale di un paesaggio di matrice western fatto di memorie torbide e rimosse.

La perfezione del singolo nella delusione del totale

Preso singolarmente, ogni componente narrativo, visivo e musicale che va a formare Il potere del cane è una gemma preziosa di rara bellezza estetica. Una volta messi insieme, ogni elemento è come se depotenziasse ciò che lo precede e lo segue, rubandosi forza vitale gli uni agli altri. È paradossale constatare come la combinazione studiata di parti strutturali esteticamente perfetti, crei una figura umana straniante: attraente se vista da vicino in ogni singola cellula epidermica, scialba se osservata da lontano nel suo complesso.

Se lo sguardo della Campion ha il potere di rendere sensuale ogni cosa, i suoi personaggi restano bloccati in potenza, imprigionati tra i bordi dei tipi sociali e narrativi a loro affidati.  Un’aspirazione a un’evoluzione incapace di compiersi che finisce per limitare al ruolo di semplici figure figuranti i suoi protagonisti, diavoli distanti che non riescono a coinvolgere lo spettatore nel loro inferno personale.

La tematica e le vicende personali già affrontate da Thomas Savage nel romanzo da cui il film trae ispirazione, è qui declinata in modo deludente, sprofondando in un’afasia di linguaggio affettivo che tanto vorrebbe dire e poco riesce a comunicare. E così l’istinto si prosciuga, il dolore si rattrappisce e la bestialità violenta si limita a divenire un senso di angosciosa paura; la paura di un cane che abbaia, ma non morde.

Avengers: Endgame, la versione IMAX su Disney+ rivela un dettaglio inedito

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All’inizio della scorsa settimana, Disney+ ha annunciato che le versioni IMAX di ben tredici film dei Marvel Studios sarebbero state aggiunte al servizio di streaming. Esattamente come accade nelle sale apposite, ora i fan potranno godere anche da casa di quel 26% in più dell’azione sullo schermo, un dettaglio non da poco, soprattutto se un regista ha girato parti del suo film impiegando telecamere IMAX.

Queste versioni IMAX sono disponibili sulla piattaforma dallo scorso 12 novembre, e nonostante i pochi giorni trascorsi, i fan più attenti hanno già scovato alcuni dettagli chiave che potrebbero essere sfuggitati a chi invece ha visto il film soltanto nella cosiddetta versione “standard”. In particolare, su Reddit (via CBM) è emerso un dettaglio a proposito di una scena del finale di Avengers: Endgame del 2019.

Quando viene riprodotto il messaggio che Tony Stark aveva registrato prima della sua morte, la versione IMAX del film rivela che, insieme a Pepper Potts, Happy Hogan e a Morgan, nella stanza erano presenti anche Captain America e Thor. Nella versione widescreen del film, entrambi appaiono inquadrati dal petto in giù, quindi è probabile che qualcuno potrebbe non essersi neanche accorto della loro presenza, o comunque non aver subito collegato le sagome ai rispettivi personaggi (soprattutto per quanto riguarda Steve Rogers).

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È incredibile quanta differenza faccia il solo vedere i volti di Cap e Thor: si tratta di un dettaglio che, inevitabilmente, aggiunge decisamente qualcosa in più alla scena in questione. Dopotutto, Steve e il Dio del Tuono erano due degli alleati, nonché amici, più stretti di Iron Man, ed erano lì, accanto a lui, nella battaglia contro Thanos.

Avengers: Endgame è arrivato nelle nostre sale il 24 aprile 2019, diventando il maggior incasso nella storia del cinema. Nel cast del film – tra gli altri – figurano Robert Downey Jr.Chris EvansMark RuffaloChris Hemsworth e Scarlett Johansson. Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War, l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Ridley Scott definisce “noiosi” i film di supereroi

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Ridley Scott definisce “noiosi” i film di supereroi

Nella lunga lista di registi che non apprezzano i film Marvel si inserisce anche Ridley Scott, che proprio in occasione della promozione del suo ultimo film, House of Gucci, ha avuto modo di esprimere il suo pensiero in merito ai film di supereroi.

Parlando con Deadline, il regista di Alien e Blade Runner ha avuto modo di riflettere sul suo approccio quando si tratta di portare sul grande schermo storie vere, accadute nella realtà, affermando che spesso i migliori film sono proprio guidati da personaggi estremamente forti. A quel punto, si è lasciato andare ad una critica nei confronti dei cinecomics.

“Quasi sempre, i migliori film sono guidati dai personaggi. A questo punto, devo parlare dei film di supereroi. Sono noiosi da morire”, ha dichiarato. “Le sceneggiature di quei film non sono affatto buone. Penso di aver diretto tre grandi film di supereroi nella mia carriera, scritti nel modo giusto: Alien con Sigourney Weaver, Blade Runner con Harrison Ford e il fo**utissimo Gladiatore.”

“Sono al 100% film di supereroi. Quindi, mi chiedo: perché i film di supereroi non hanno storie migliori?”, ha aggiunto il regista. “Mi dispiace, ho esagerato. Chiedo scusa, però… davvero: sono film che si salvano per lo più grazie agli effetti speciali, ma stanno diventando noiosi anche per chi lavora in quell’ambito, se hai i soldi.”

Nel corso della medesima intervista, però, il regista di The Last Duel ha ammesso di aver apprezzato Joker di Todd Phillips, rivelando: “Joaquin Phoenix è un attore che può fare qualsiasi cosa. Ecco perché, quando fa qualcosa come Joker, ti ritrovi davanti un film che propone qualcosa di mai visto prima.”

Ricordiamo che il prossimo film di Ridley Scott, dopo House of Gucci, sarà Kitbag, biopic incentrato sulla vita di Napoleone Bonaparte, che nel film sarà interpretato proprio da Joaquin Phoenix, che tornerà così a lavorare con il regista britannico dopo Il gladiatore (di cui è anche in cantiere un sequel).

Catwoman, Halle Berry vorrebbe dirigere un film: “Alzerei la posta in gioco”

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Uscito nel 2004 e diretto da Pitof, Catwoman con Halle Berry era incentrato sulle avventure di Patience Phillips e si distaccava completamente dalla storia originale del personaggio dei fumetti DC.

Il film è stato universalmente stroncato dalla critica, ha ottenuto sette nomination ai Razzie Awards e per anni si è portato dietro la fama di essere uno dei peggiori film mai realizzati (attualmente detiene una valutazione del 9% su Rotten Tomatoes).

In una recente intervista con Jake’s Takes in occasione della promozione del suo debutto alla regia, Bruised, è stata proprio Halle Berry ad ammettere che vorrebbe avere un’altra occasione con l’iconico personaggio, questa volta magari proprio in qualità di regista.

“Mi piacerebbe dirigere un film su Catwoman”, ha ammesso. “Ora che ho quest’esperienza alle spalle, potrei reinventare quel mondo esattamente come ho fatto per questo film. Vorrei poter tornare indietro e reimmaginare Catwoman. Mi piacere molto.”

L’attrice premio Oscar ha persino un’idea per la sua nuova interpretazione dell’antieroina: “Vorrei che Catwoman salvasse il mondo come fa la maggior parte dei supereroi maschi. Alzerei la posta in gioco, punterei decisamente più in alto. Penso che potrebbe essere più inclusivo sia per gli uomini che per le donne.”

Presto rivedremo Catwoman sul grande schermo…

Catwoman venne ampiamente criticato soprattutto per la trama e per le scelte dietro alcuni personaggi. Nonostante i produttori avessero a disposizione una vasta gamma di materiali tra cui poter scegliere, soprattutto considerando la lunga storia di Selina Kyle nei fumetti DC e il suo complicato rapporto con i malviventi dell’universo di Batman, il film ha visto il personaggio di Patience scontrarsi e affrontare la minaccia dietro un’azienda di cosmetici.

Lo stesso regista, il francese Pitof, ha ammesso di non aver mai considerato i fumetti originali durante la lavorazione del film, dal momento che il suo intento era quello di dare vita ad un’iterazione della celebre ladra totalmente nuova. Ricordiamo che il personaggio tornerà sul grande schermo, interpretato da Zoe Kravitz, nell’attesissimo The Batman di Matt Reeves, che arriverà al cinema il prossimo anno.

Eternals: la produttrice risponde alle critiche su diversità e inclusione

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Nonostante le recensioni contrastanti da parte della critica, non si può negare che uno dei pregi di Eternals sia quello di essere un film molto audace: tra i vari personaggi che compongono il team di eroi cosmici, infatti, sono presenti anche il primo supereroe sordo del MCU, ma anche il primo supereroe apertamente gay dell’universo cinematografico.

Kevin Feige ha più volte ribadito che questa è solo la punta dell’iceberg e che, in futuro, i Marvel Studios continueranno ad impegnarsi per una maggiore rappresentanza all’interno delle loro storie. Un grande passato avanti per il MCU, atteso da molti, che tuttavia non è stato esente da sterili polemiche e, in alcuni casi, da scelte di posizione estremamente radicalizzate (il film, ad esempio, non uscirà in Arabia Saudita proprio a causa della presenza del personaggio di Phastos, l’eroe omosessuale).

Come riportato da Variety (via Screen Rant), Victoria Alonso, produttrice dei Marvel Studios, ha risposto alle critiche mosse nei confronti del cinecomic di Chloé Zhao in occasione degli Outfest Legacy Awards. “Abbiamo cercato di alzare la posta in gioco, ma a volte i critici non sono dalla nostra parte”, ha spiegato Alonso. “Va bene. Va bene lo stesso. Dobbiamo comunque ringraziare i critici. Tuttavia, sarà comunque il pubblico a decidere.”

“Per noi, diversità e inclusione non rappresentano un gioco politico”, ha aggiunto la produttrice. “È una responsabilità al 100%, perché non si ottiene il successo globale che abbiamo dato alla Walt Disney Company senza il supporto di persone in tutto il mondo, di ogni tipo di essere umano. Vogliamo assicurarci di poter continuare a cambiare le cose anche in futuro.”

Eternals, il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre nelle sale italiane. Il film targato Marvel Studios Eternals presenta un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.

Il cast del film comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente Ikaris; Gemma Chan, che interpreta Sersi, amante dell’umanità; Kumail Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che interpreta l’intelligente inventore Phastos; Salma Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite, eternamente giovane e al tempo stesso piena di saggezza; Don Lee, che interpreta il potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario Druig; e Angelina Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera Thena. Kit Harington interpreta Dane Whitman.

The Batman: la Batmobile in esposizione, ecco le foto!

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The Batman: la Batmobile in esposizione, ecco le foto!

Arrivano un sguardo ravvicinato alla batmobile di The Batman, l’attesissimo nuovo film sul pipistrello diretto da Matt Reeves, che avrà un’inedito Bruce Wayne interpretato da Robert Pattinson. Le immagino arrivano da un evento avvenuto ad Abu Dabhi. Ecco le foto di seguito.

Durante l’evento ha partecipato anche l’attore protagonista che ha descritto le intenzioni dietro al film: La prima volta che ho incontrato Matt Reeves abbiamo parlato del fatto che volevamo fare qualcosa di radicalmente diverso da ciò che abbiamo visto finora. Non ha molto controllo della sua personalità. La separazione tra Batman e Bruce non è ancora chiara. Mi piaceva l’idea si avere u Batman ancora fuori controllo. È una strana creatura. Non ha ancora ben capito cos’è Batman, esce la notte con il cappuccio perché non riesce a dormire.

The Barman, il film

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

Gli Eterni: quali potrebbero essere le rispettive controparti nel DCEU?

Ci sono pochi franchise cinematografici di successo come il MCU, che continua a dominare al box office e, in certi casi, anche tra i critici. L’uscita del nuovo film Gli Eterni segnala alcuni cambiamenti significativi nell’universo condiviso, introducendo alcuni nuovi personaggi e sollevando ulteriormente le profonde domande filosofiche che hanno sempre aleggiato sullo sfondo.

È un film pieno di personaggi affascinanti e complessi – con le loro motivazioni e attributi moralmente ambigui – molti dei quali hanno alcune sorprendenti somiglianze con i supereroi che dominano il DCEU, come mostra ScreenRant.

Sersi – Wonder Woman

sersi-wonder womanSersi è per molti versi il personaggio più simpatico di Eternals, poiché è una di quelle che rimane determinata a salvare la popolazione sulla Terra, anche se così facendo tradisce la missione essenziale degli Eterni.

Ha molto in comune con Wonder Woman, in quanto entrambi i personaggi sono motivati da un profondo senso di giustizia, e mentre Sersi non è così incline ad usare la violenza fisica come Wonder Woman, entrambi sono determinati a fare tutto ciò che è in loro potere per assicurarsi di proteggere coloro che sono più vulnerabili di loro.

Ikarus – Peacemaker

Eterni vs eroi DCIkarus è uno dei personaggi più ambigui che appaiono in Gli Eterni, perché è così devoto alla loro missione che è disposto e capace di distruggere i suoi stessi compagni nel perseguirla.

In questo senso, è molto simile a Peacemaker di Suicide Squad, il quale è pure disposto a uccidere chiunque si metta sulla strada della sua missione. Nessuno dei due personaggi è assolutamente irredimibile, tuttavia, ed entrambi illustrano quanto sia complicata la questione dell’eroismo nel moderni cinecomics.

Gilgamesh – Superman

Gilgamesh e Superman DCCome suggerisce il suo nome, Gilgamesh è un personaggio con una notevole forza fisica, e si dà il caso che sia uno dei personaggi più coraggiosi tra Gli Eterni, disposto a stare con Thena e ad aiutarla anche correndo grandi rischi personali per se stesso.

Con la sua innata nobiltà e la sua tremenda forza fisica, ha una stretta corrispondenza spirituale con Superman, probabilmente uno dei più nobili tra tutti gli eroi del DCEU e quello che più di tutti si assume il compito di proteggere i deboli.

Thena – Cacciatrice

Thena Eterni e Huntress DCThena è sicuramente considerata uno dei migliori ruoli di Angelina Jolie, e a ragione. Sebbene sia una combattente formidabile, ha anche le sue complessità emotive, e porta il peso di dover ricordare le loro vite passate e la distruzione dei pianeti passati.

Nel DCEU, si accorda molto bene con Huntress di Birds of Prey, che è anche un personaggio perseguitato dal suo passato familiare, ma che lavora sul suo trauma passato per assicurarsi che sia finalmente fatta giustizia.

Druig – Cyborg

Druid Eterni Cyborg Di tutti gli Eterni, è Druig quello che ha più amarezza verso la loro missione, e la sua capacità di manipolare la coscienza umana è tanto una maledizione quanto una benedizione. È anche uno di quelli che è disposto ad andare contro la loro missione, soprattutto perché vuole risparmiare agli umani la loro estinzione di massa.

Nella sua psiche torturata, nella sua capacità di comandare enormi quantità di informazioni e nel suo cinismo generale, assomiglia molto al Cyborg del DCEU, che deve fare i conti con una grande quantità di amarezza per diventare un membro a pieno titolo della Justice League.

Kingo – Shazam

Kingo Eterni Shazam DCEUTra gli Eterni, Kingo è chiaramente riuscito ad adattarsi facilmente tra gli esseri umani, inserendosi in diverse generazioni di attori di successo di Bollywood. Per di più, gli piace chiaramente essere un umano, anche se è molto disposto a sacrificarli per la loro missione.

Nella sua abilità di essere un umano e nel suo approccio generalmente spensierato alla vita ha molte somiglianze con Shazam del DCEU, la cui gioia infantile di essere un supereroe è una parte fondamentale del suo fascino.

Sprite – Harley Quinn

Sprite Eterni Harley Quinn DCCome gli altri membri degli Eterni, Sprite ha alcuni dei suoi problemi da risolvere, molti dei quali sono resi particolarmente pressanti perché non è mai in grado di invecchiare e apparire come gli altri umani adulti. Per questo motivo, finisce per rivoltarsi contro gli Eterni quando questi si accingono a sconfiggere il Celestiale.

Nelle sue complessità morali e nei suoi tentativi di superare i traumi del passato, si adatta bene a Harley Quinn (uno dei migliori ruoli di Margot Robbie), probabilmente uno dei supereroi femminili più convincenti del DCEU.

Phastos – Aquaman

Phastos Eterni Acquaman DCCome Kingo, Phastos si è fatto una casa tra gli umani, con un marito e un figlio. Di conseguenza, è inizialmente restio ad unirsi agli Eterni mentre cercano di fermare l’ascesa del nuovo Celestiale. È quindi un eroe riluttante, proprio come Aquaman nel DCEU.

Entrambi, comunque, alla fine si rendono conto che semplicemente non è possibile restare in panchina, specialmente se vogliono salvare il mondo e le persone che amano di più.

Makkari – Black Canary

Makkari Eterni Black Canary DCMakkari è un personaggio innovativo nel MCU, essendo il primo supereroe sordo. È anche un personaggio molto nobile e potente che ha molto in comune con la sua controparte mitologica, come chiarisce la sequenza in cui attacca Ikarus mentre cerca di aiutare a generare la nascita del nuovo Celestiale.

È anche una delle figure più enigmatiche degli Eterni, cosa che condivide con Black Canary, la cui voce potente la rende un avversario formidabile ma che sembra sempre nascondere alcune parti della sua personalità.

Ajak – Batman

Ajak Eterni Batman DCDi tutti gli Eterni, Ajak ha il fardello più pesante da portare, poiché sa che la Terra è destinata ad essere distrutta dalla nascita del nuovo Celestiale. Tuttavia, è anche il loro leader e fa tutto il possibile per aiutarli.

Come Batman, con il quale condivide molte caratteristiche, avverte l’onere di essere un leader, e all’inizio del film ha già iniziato a sentire un discreto cinismo sulla loro missione, ed è per questo che decide che devono fare il possibile per salvare l’umanità.

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