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Justice League di Joss Whedon: per Patty Jenkins “contraddice” Wonder Woman

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Sembra che la regista di Wonder Woman e dell’attesissimo Wonder Woman 1984, Patty Jenkins, condivida le sensazioni dei fan in merito alla versione cinematografica di Justice League ad opera di Joss Whedon. In effetti, la regista non è mai stata nemmeno in grado di vederla!

In occasione della promozione dell’imminente sequel, CinemaBlend ha chiesto a Jenkins se avesse visto Justice League, almeno per capire in che modo è stato gestito il personaggio di Diana Prince (Gal Gadot), e la regista ha rivelato di non averlo fatto perché “tutti noi registi al servizio della DC abbiamo rigettato quella versione al pari dei fan.”

“Ma sentivo anche che quella versione contraddiceva il mio primo film su Wonder Woman in molti modi, e anche questo nuovo film, che all’epoca era già in produzione”, ha continuato Jenkins. “Allora, cosa hai intenzione di fare? Avresti dovuto giocare in entrambe le direzioni affinché funzionasse.”

Tuttavia, Patty Jenkins ha fatto capire che le è stata data un’idea approssimativa dell’arco narrativo di Diana tramite alcune conversazioni con Zack Snyder. “L’unica cosa che ho fatto, che ho sempre cercato di fare, era… sapevo, quando Zack stava realizzando Justice League, dove era finita. Quindi ho sempre provato… non ho cambiato il suo vestito, perché non volevo… non volevo contraddire i suoi film, capisci? Ad ogni modo, dovevo avere i miei film, e lui è stato molto comprensivo in questo. Quindi, penso che quella versione di Justice League sia qualcosa di anomalo. Stavano cercando di trasformare una cosa in un’altra… più o meno. E alla fine è diventata: ‘Non riconosco la metà di questi personaggi. Non sono sicura di cosa stia succedendo’.”

Nonostante abbia detto di non aver visto Justice League all’inizio dell’intervista, Patty Jenkins ha ammesso che è stato “difficile” vedere Diana ritratta in un certo modo (forse gli ha soltanto dato uno sguardo?), soprattutto dopo che aveva già iniziato a gettare le basi per il personaggio nel primo Wonder Woman. Probabilmente apprezzerà molto di più il ritratto della guerriera amazzone nella Snyder Cut in arrivo il prossimo anno su HBO Max. 

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Gregory Tyree Boyce, chi è? Curiosità sull’attore di Twilight

Gregory Tyree Boyce, chi è? Curiosità sull’attore di Twilight

Ci sono attori che troppo presto ci lasciano, vittime degli stravizi di una Hollywood prepotente e di una notorietà assai ingombrante. Negli ultimi dieci anni sono aumentati a dismisura i suicidi nel mondo dello spettacolo e le morti sospette causate da abuso di sostanze di vario genere. Purtroppo per alcuni soggetti più fragili, è difficile gestire la fama che arriva all’improvviso e a volte si lasciano travolgere e trascinare via dalla corrente. E’ quello che è accaduto a tantissimi attori e attrice e, di recente, anche a Gregory Tyree Boyce, attore del famoso film Twilight, recentemente scomparso.

Scopriamo insieme quindi tutto quello che c’è da sapere su Gregory Tyree Boyce, sulla sua purtroppo breve carriera, sulla sua vita privata e sulla sua triste scomparsa.

Gregory Tyree Boyce in Twilight: un debutto in grande stile

Gregory Tyree Boyce nasce il 5 dicembre del 1989 in California, dove trascorre serenamente tutta la sua infanzia. Della sua vita e della sua formazione si conosce ben poco eppure a tutti è noto il suo debutto sul grande schermo. La carriera di Gregory come attore comincia infatti nel 2008 quando viene scelto per interpretare un piccolo ruolo nel film Twilight.

Diretto da Catherine Hardwicke, Twilight è il primo di una saga di quattro film, ispirati alla famosa tetralogia letteraria di Stephenie Meyer dedicata ai vampiri.

Il film racconta la storia di Bella Swan (Kristen Stewart), una diciassettenne che da Phoenix si trasferisce a Fork, una piccola cittadina piovosa nello stato di Washington. A causa delle continue trasferte della madre e del suo nuovo compagno, un giocatore di baseball di serie B, Bella viene mandata a vivere a Fork da padre, Charlie Swan (Billy Burke).

Durante il suo primo giorno nella nuova scuola, Bella, nonostante il suo carattere un po’ introverso e cupo, riesce subito a farsi degli amici. A darle il benvenuto ci sono Jessica Stanley (Anna Kendrick), Angela Weber (Christian Serratos), Eric Yorkie (Justin Chon) e Mike Newton (Michael Welch). Ma c’è qualcun altro che riesce a catturare l’attenzione di Bella. Si tratta di Edward Cullen (Robert Pattinson), un ragazzo bellissimo e misterioso, figlio del ricchissimo e famoso medico Carlisle Cullen (Peter Facinelli).

https://youtu.be/z3RQtICuVoI

 

Ma Bella non è la sola ad aver notato Edward. Il giovane Cullen e i suoi fratelli e sorelle, Rosalie (Nikki Reed), Alice (Ashley Greene), Emmett (Kellan Lutz) e Jasper (Jackson Rathbone), sono i più ammirati della scuola. Tuttavia, sembra che il giovane Edward non sopporti neanche la vista di Bella che, sconfortata e confusa, cerca di stargli alla larga.

Quello che però all’inizio sembra essere ‘disgusto’, si rivela essere tutta un’altra cosa. I due ragazzi si ritrovano spesso a interagire, dentro e fuori scuola, imparando così a conoscersi meglio. E ben presto, una semplice ma strana amicizia, si trasforma in attrazione travolgente. Eppure c’è ancora qualcosa riguardo Edward che Bella non riesce a capire.

Con l’aiuto di Jacob Black (Taylor Lautner), membro della tribù dei Quileute e figlio di un amico di vecchia data di suo padre, Bella impara a conoscere molte delle leggende del posto e dell’antica lotta tra umani, licantropi e vampiri. Grazie alle informazioni ottenute, la ragazza capisce che dietro la facciata da bello e impossibile di Edward si nasconde molto di più, un pericoloso e oscuro segreto che non vede l’ora di scoprire.

Gregory Tyree Boyce in Twilight interpreta il ruolo di Tyler Crowley, un amico di Bella che, per colpa del manto stradale ghiacciato, rischia di investire la ragazza nel parcheggio della scuola. A salvarla però ci pensa Edward che respinge con una mano il furgone di Tyler, rivelando a Bella la sua vera natura.

Gregory Tyree Boyce, causa della morte: cosa è successo?

Dal suo debutto al cinema nel film Twilight, nei dieci anni successivi, di Gregory si perdono le tracce. Nonostante l’attore abbia acquisito una certa fama grazie al suo primo film, l’unico progetto successivo che gli viene attribuito è datato 2018. Boyce è apparso nel video musicale Apocalypse di Trevor Jackson, interpretando un cowboy dal cappello bianco.

Tutto quello che sappiamo dei dieci anni di vita e carriera di Gregory che mancano all’appello, riguardano principalmente la sua sfera privata. Il quel breve lasso di tempo, infatti, l’attore si sposa e nel 2010 diventa padre di una splendida bambina, di nome Alaya. Qualche anno più tardi, tuttavia, il suo matrimonio naufraga e Gregory trova rifugio tra le braccia di un’altra donna.

La sua nuova fiamma si chiama Natalie Adepoju, è più giovane di lui ed è già madre del piccolo Egypt. Nonostante le difficoltà iniziali, il rapporto tra i due sembra andare a gonfie vele. Purtroppo però una terribile tragedia si abbatte sulla loro piccola famiglia allargata.

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Il 13 maggio del 2020, Gregory Tyree Boyce e Natalie Adepoju vengono ritrovati senza vita nella loro casa di Las Vegas. Inizialmente la stampa tiene nascosta la notizia che viene diffusa parecchi giorni più tardi. Sulla morte della coppia le informazioni sono poche e confuse; c’è chi parla di omicidio/suicidio e chi invece porta avanti la teoria di una doppia overdose. Secondo quanto pubblicato dai giornali statunitensi, infatti, nella casa di Boyce pare ci fossero tracce di una polverina bianca, poi analizzata dalla autorità.

Mentre le speculazioni sulla morte di Gregory e Natalie continuano, finalmente il 19 maggio viene resa nota la vera causa del decesso della coppia. Si tratta, come alcuni avevano supposto, di una doppia overdose causata da assunzione di cocaina e fentanyl, un potente oppioide sintetico.

Gregory Tyree Boyce su Instagram

Poco attivo sui social, Gregory teneva molto alla sua privacy anche se a volte amava condividere stralci della sua vita privata. Il suo account Instagram, ad esempio, è ancora attivo nonostante l’attore non ci sia più e tra gli scatti ce ne sono molti in compagnia dei suoi genitori e della piccola Alaya.

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Tra le tante foto di Gregory ce n’è una che spicca non tanto per ciò che rappresenta ma per la caption scelta dall’attore. In occasione del suo trentesimo compleanno, Boyce aveva scelto di pubblicare due foto, una del passato e una del presente, accompagnate da una didascalia un po’ tetra e che nasconde una vita difficile.

https://www.instagram.com/p/B5tFyYvAh4-/?utm_source=ig_web_copy_link

“A un certo punto non pensavo che ce l’avrei fatta ad arrivare a 30 anni. Nel corso degli anni, come tutti, ho commesso degli errori lungo la strada ma oggi è uno di quei giorni in cui rifletto solo sui più grandi. Che tempo per essere vivi! Felice 30 compleanno a me! Che il resto di questi anni sia il migliore!”

 

Fonte: Wiki, IMDB,Gossip Gist

Euforia: la trama e il cast del film diretto da Valeria Golino

Euforia: la trama e il cast del film diretto da Valeria Golino

Affermatasi negli anni come una delle più importanti attrici del panorama cinematografico italiano, Valeria Golino ha debuttato come regista con il film Miele, particolarmente apprezzato da critica e pubblico. Nel 2018 ha infine dato luce alla sua opera seconda, Euforia, alla cui base vi è la struggente storia di due fratelli, di cui uno dei quali affetto da una malattia terminale. A partire da tale evento si rianima il rapporto tra questi, dando vita a quell’euforia con cui i due uomini intendono caratterizzare il tempo che gli è rimasto da trascorrere insieme.

Per questa storia la Golino, qui anche sceneggiatrice, si è basata sulla reale vicenda vissuta da un suo amico e dal fratello di questi. Ascoltandoli nella loro sofferenza e gioia, l’attrice ha ritrovato nel loro racconto le emozioni che da tempo desiderava far confluire in un suo nuovo film. Da qui nasce dunque l’ispirazione per Euforia, film poi particolarmente apprezzato tanto dalla critica quanto dal pubblico proprio per la sua capacità di risultare vero nei rapporti umani e in ciò che questi possono lasciare in ognuno di noi.

Presentato con successo al Festival di Cannes, nella sezione Un Certain Regard, il film è poi stato distribuito nelle sale italiane a partire dall’ottobre del 2018. Qui ha ottenuto un buon risultato, incassando un totale di circa 1,6 milioni di euro. Ulteriori riconoscimenti sono poi arrivati con i David di Donatello, dove il film ha ottenuto 8 nomination, tra cui miglior film e miglior regista. Proseguendo qui nella lettura sarà possibile scoprire ulteriori dettagli riguardanti la trama e il cast del film, come anche le piattaforme dove è possibile vederlo in streaming.

Euforia: la trama del film

Protagonisti del film sono i fratelli Matteo ed Ettore. Il primo è un giovane imprenditore di successo, spregiudicato, affascinante e dinamico. Osserva il mondo dall’alto del suo attico e dalla sicurezza del suo narcisismo. A lui interessa solo distrarsi, in ogni modo: denaro, droga, sesso, culto del proprio corpo. Il secondo, invece, vive ancora nella piccola città di provincia dove entrambi sono nati e insegna alle scuole medie. È un uomo cauto, integro, che per paura di sbagliare si è sempre tenuto un passo indietro, nell’ombra, e ha nascosto i suoi fallimenti personali e la sua insoddisfazione dietro una maschera di disillusione e sarcasmo. In realtà, si comporta così perché non ha il coraggio di affrontare la vita per ciò che è.

Due persone all’apparenza lontanissime, che la vita costringerà a riavvicinarsi. Nel momento in cui Matteo scopre che il fratello è malato, decide di tenerlo all’oscuro della verità. Ettore, d’altra parte, crede al fratello e si abbandona completamente a lui, facendosi influenzare dalla sua superbia: piano piano si convince di poter controllare e vincere ogni cosa. Ma è solo un’illusione: non c’è via di scampo da quelli che sono limiti umani, come la caducità, la fragilità e lo scorrere inesorabile del tempo. Questa situazione difficile diventa per i due fratelli un’occasione per conoscersi e scoprirsi, in un vortice di fragilità e tenerezza, paura ed euforia.

Euforia cast

Euforia: il cast del film

Come già avvenuto per Miele, la Golino sceglie di non inserirsi nel cast di attori del film, preferendo invece concentrare tutte le sue attenzioni sulla regia del film. Per riuscire al meglio nell’impresa, decide inoltre di affidarsi ad alcuni tra i maggiori interpreti dell’attuale panorama cinematografico italiano. Nel ruolo di Matteo, dunque, si ritrova Riccardo Scamarcio, fino al 2018 legato alla Golino anche da un punto di vista sentimentale. L’attore si dichiarò da subito entusiasta del ruolo, indicandolo come una vera e propria novità nella sua filmografia. Il fratello Ettore è invece interpretato da Valerio Mastandrea, il quale allo stesso modo si è detto incantato non solo dal suo personaggio quanto dall’intera storia del film.

Accanto a loro vi è poi la nota attrice Isabella Ferrari nei panni di Michela, moglie di Ettore poi abbandonata proprio dal marito. Un ruolo per il quale l’attrice ha dichiarato di essersi preparata ricercando gli aspetti più umani di questa. Marzia Ubaldi, nota doppiatrice, ha invece ricoperto il ruolo della madre di Ettore e Matteo. Sono poi presenti le attrici Valentina Cervi, nota per numerosi film italiani e internazionali, qui nel ruolo di Tatiana, e Jasmine Trinca, in quelli di Elena. Proprio la Trinca aveva già collaborato con la Golino per il film Miele, di cui era stata protagonista assoluta.

Miele: la colonna sonora, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Tra i principali elementi di pregio del film vi è anche la colonna sonora, composta e orchestrata da Nicola Tescari ed eseguita dalla Roma Film Orchestra. Per il suo lavoro qui Tescari è poi stato candidato ai David di Donatello per la miglior colonna sonora. Oltre alle musica appositamente scritte per il film, però, Euforia si avvale anche di canzoni già preesistenti come Et si tu n’existais eseguita da Joe Dassin, La Forza del Destino di Giuseppe Verdi, In a Manner of Speaking eseguita da Nouvelle Vague, Clockwork eseguita da Matteo “Gowtribe” Ciceroni e Matteo “Xanti” Romano, ed Epanalipsi eseguita da Alex Golino.

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Euforia è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Apple iTunes, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno mercoledì 9 dicembre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

Shameless 11: Chelsea Alden nel cast

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Shameless 11: Chelsea Alden nel cast

Arriva da Deadline la notizia che l’attrice Chelsea Alden è entrata a far parte del cast di Shameless 11, l’attesa undicesima e ultima stagione di Shameless.

Alden interpreterà Tish, che lavora come cassiera in un negozio di mobili, dove Carl (Ethan Cutkosky) la salva da un cliente arrabbiato

Shameless 11×02

L’ultima stagione di Shameless vede la famiglia Gallagher e il South Side a un bivio, con i cambiamenti causati dalla pandemia COVID, dalla gentrificazione e dall’invecchiamento per riconciliarsi. Mentre Frank (William H. Macy) affronta la sua mortalità e i suoi legami familiari negli anni del crepuscolo indotti da alcol e droghe, Lip (Jeremy Allen White) lotta con la prospettiva di diventare il nuovo patriarca della famiglia. Gli sposi Ian (Cameron Monaghan) e Mickey (Noel Fisher) stanno cercando di capire le regole e le responsabilità di una relazione impegnata mentre Deb (Emma Kenney) abbraccia la sua individualità e maternità single. Carl (Ethan Cutkosky) trova un’improbabile nuova carriera nelle forze dell’ordine e Kevin (Steve Howey) e V (Shanola Hampton) lottano per decidere se vale la pena combattere per una vita difficile nel South Side.

SHAMELESS 11 è interpretato dal candidato all’Oscar e vincitore dell’Emmy e del SAG Award William H.Macy, Jeremy Allen White, Ethan Cutkosky, Shanola Hampton, Steve Howey, Emma Kenney, Cameron Monaghan, Christian Isaiah, Noel Fisher e Kate Miner. Creata da Paul Abbott, la serie è prodotta da Bonanza Productions in associazione con John Wells Productions e Warner Bros.Television. Sviluppata per la televisione americana da John Wells, la serie è prodotta da Wells, Nancy M. Pimental, Joe Lawson, Iain MacDonald e Michael Hissrich.

I’m your Woman, recensione del film con Rachel Brosnahan

I’m your Woman, recensione del film con Rachel Brosnahan

I’m your woman è il crime drama disponibile dall’11 dicembre su Amazon Prime Video. Protagonista è Rachel Brosnahan, vincitrice di un Emmy per la serie La fantastica signora Maisel anch’essa ospitata dalla medesima piattaforma.

Alla Regia troviamo Julia Hart, non nuova alle narrazioni di stampo femminile (Miss Stevens, Star Girl), la quale firma anche la sceneggiatura, assieme al marito Jordan Horowitz, produttore di La La Land.

Il titolo è un incipit ed insieme una provocazione: Jean (Rachel Brosnahan) è “la donna di” Eddie (Bill Heck), criminale dagli affari non ben delineati. Essere “donna di”, per Jean, vuol dire non avere un’identità propria, non avere desideri, ambizioni, non scegliere mai per sé stessa, accettare le cose per come si presentano e non per come sono, diventare madre di un neonato dalla ignota provenienza; significa non chiedere mai il perché delle cose, il che è esattamente ciò che dovrà imparare a fare in questa storia. 

Una notte in cui il marito è rimasto fuori per lavoro, Jean viene svegliata da un suo “collega” che le intima di fuggire via: Eddie è nei guai e Cal (Arinzé Ken), vecchia conoscenza del marito, le darà una mano. Inizia così il viaggio della donna attraverso le sue paure e le sue debolezze, un viaggio il più del tempo in solitaria, in compagnia del “suo” bebè e di sé stessa.

La pellicola procede lenta, a volte troppo, nell’intento di cogliere i sentimenti della protagonista, persa, senza una guida, inconsapevole di ciò che sta accadendo ed incapace di trovare una soluzione al suo problema. Ed è così che si sente lo spettatore: senza bussola, in balia degli eventi, senza un finale preciso in cui sperare. Sembra che il destino della donna sia scandito da un continuo affidarsi agli altri, finché Tori (Marsha Stephanie Blake), moglie di Cal, non la aiuta a vedere un’altra via, una soluzione che non contempla l’attendere, bensì l’agire.  

MARSHA STEPHANIE BLAKE and RACHEL BROSNAHAN star in I’M YOUR WOMAN
Photo: Wilson Webb
Courtesy of Amazon Studios

I’m your woman parte da una classica trama da gangster movie, con la fuga del “gangster”, per poi allontanarvisi ed incentrarsi sulla figura della “sua”donna, troppo spesso relegata a ruolo margine, a semplice accompagnamento. E Jean è quel tipo di donna, apparentemente priva di carattere, senza fronzoli per la testa, senza sogni, quasi senza vita e la storia è l’opportunità che le viene data di iniziarne una vera, di voltare pagina, come le consiglia Tori.

Il film cerca di coniugare una crime story tutta al femminile con il dramma esistenziale dovuto alla perdita di una propria identità e dimensione, il tutto condito con tempi lenti e sviluppi talvolta poco credibili.

L’ambientazione anni ’70 ed i costumi dell’epoca fanno da perfetta scenografia al tutto. I protagonisti interpretano a dovere le loro parti, prima fra tutte la Brosnahan, che praticamente sorregge l’intero film. La sceneggiatura pecca per la magrezza di indagine introspettiva dei personaggi, dei quali non conosciamo, né percepiamo il background e questo, assieme ad una scelta registica dominata da pause e silenzi rischia di far sentire smarrito lo spettatore ed a tratti spazientito. 

I’m your woman non è privo di colpi di scena e suspence, ma dal quale, viste le premesse, ci si sarebbe potuti aspettare qualcosa di più.

Big Sky 1×05: promo e trama dall’episodio

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Big Sky 1×05: promo e trama dall’episodio

Il network americano ABC ha diffuso promo e trama di Big Sky 1×05, il quinto episodio dell’annunciata nuova serie tv Big Sky in arrivo questo autunno.

In Big Sky 1×05 che si intitolerà “A Good Day to Die – Promos” Jenny e Cassie si sentono come se si stessero avvicinando a Legarski, ma stanno correndo contro il tempo mentre lui e Ronald si preparano a spostare le ragazze. Jerrie fa un ultimo tentativo per convincere Ronald a lasciarli andare. Altrove, Cassie fa visita a Merilee per interrogarla su suo marito e Ronald affronta in modo aggressivo sua madre nel finale invernale di “Big Sky” nel nuovo episodio che andrà in onda martedì 15 Dicembre sulla ABC.

In Big Sky 1×05  protagonisti sono Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt, Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell, Brian Geraghty nei panni di Ronald Pergman, Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane, Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan, Jade Pettyjohn nei panni di Grace Sullivan, Jesse James Keitel nei panni di Jerrie Kennedy, con John Carroll Lynch nel ruolo di Rick Legarski e Ryan Phillippe nel ruolo di Cody Hoyt.

Le guest star di Big Sky 1×05 sono Brooke Smith nei panni di Merilee Legarski, Jeffrey Joseph nei panni di Joseph Dewell e Gabriel Jacob-Cross nei panni di Kai Dewell. “A Good Day to Die” è stato scritto da Jonathan Shapiro e diretto da Jennifer Lynch.

Big Sky in streaming è disponibile su Star, il nuovo canale per adulti di Disney+.

Iscriviti a Disney+ per guardare gli episodi di Big Sky e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Big Sky 1×05

Big Sky è la nuova serie tv creata da David E. Kelley per il network americano ABC. David E. Kelley sarà lo showrunner della prima stagione. Basato sulla serie di libri di CJ Box, “Big Sky” è prodotto da David E. Kelley, Ross Fineman, Matthew Gross, Paul McGuigan, CJ Box e Gwyneth Horder-Payton, ed è prodotto da 20th Television. 20th Television fa parte dei Disney Television Studios, insieme a ABC Signature e Touchstone Television.

La serie racconta degli investigatori privati ​​Cassie Dewell e Cody Hoyt uniscono le forze con la sua ex moglie ed ex poliziotta, Jenny Hoyt, per cercare due sorelle che sono state rapite da un camionista su una remota autostrada nel Montana. Ma quando scoprono che queste non sono le uniche ragazze scomparse nella zona, devono correre contro il tempo per fermare l’assassino prima che un’altra donna venga rapita. Big Sky vede protagonisti Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt, Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell, Brian Geraghty nei panni di Ronald Pergman, Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane, Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan, Jade Pettyjohn nei panni di Grace Sullivan, Jesse James Keitel nei panni di Jerrie Kennedy, Valerie Mahaffey come Helen Pergman con John Carroll Lynch come Rick Legarski e Ryan Phillippe come Cody Hoyt.

Spider-Man 3, teoria: in che modo sono sopravvissuti Doctor Octopus e Electro?

Alfred Molina e Jamie Foxx riprenderanno i ruoli di Doctor Octopus ed Electro in Spider-Man 3. Un nuovo report di Screen Rant si interroga su come i loro personaggi possano essere sopravvissuti alle rispettive morti.

Il Multiverso nel MCU e lo Spider-Verse

Il Multiverso è stato velatamente impostato nei tre film di Thor, per poi balzare in primo piano in Avengers: Endgame, quando i Vendicatori hanno involontariamente creato delle linee temporali alternative. Ora, il Multiverso promette di essere al centro dell’intera lista dei titoli della Fase 4 del MCU, anche delle serie targate Disney+, come Loki, What If ..? e WandaVision (con Scarlet Witch che sembra destinata ad ottenere poteri di distorsione della realtà), e naturalmente del sequel Doctor Strange, il cui titolo ufficiale (Doctor Strange in the Multiverse of Madness) anticipa proprio l’esplorazione del “Multiverso della Pazzia”.

E poi, naturalmente, c’è Spider-Man 3, l’attesissimo trequel sull’Uomo Ragno attualmente in fase di produzione in Atlanta. Secondo numerose voci, questo sarà un film in stile “Spider-Verse”, ispirato al classico evento dei fumetti del 2014 e probabilmente anche influenzato dal successo del film d’animazione Spider-Man: Un Nuovo Universo. A quanto pare, sia Tobey Maguire che Andrew Garfield torneranno ad interpretare le rispettive iterazioni di Spider-Man, il che significa che Tom Holland potrebbe collaborare con i suoi predecessori.

Una cosa sembra essere certa: al di là del ritorno delle precedenti versioni dell’Uomo Ragno, lo Spider-Man di Tom Holland si troverà ad affrontare alcuni storici nemici. Sebbene gli stessi attori si rifiutino di confermare qualsiasi indiscrezione, ormai sembra certo che Jamie Foxx e Alfred Molina torneranno in Spider-Man 3, rispettivamente come Electro e Doctor Octopus.

Il ritorno di Doctor Octopus ed Electro

Alfred Molina è stato scelto per il ruolo di Doctor Octopus in Spider-Man 2 di Sam Raimi, che è ancora oggi considerato uno dei migliori film di supereroi di tutti i tempi. Ha interpretato Otto Octavius ​​come una figura contorta e dilaniata, i cui quattro tentacoli erano quasi come demoni, torcendolo e tentandolo verso il male. Questa versione del Dottor Octopus era ossessionata dalla creazione del primo reattore a fusione al mondo e i suoi esperimenti minacciavano di consumare il pianeta stesso; alla fine, però, la sua umanità ha avuto la meglio e, a quanto pare, ha sacrificato la sua vita per salvare il mondo. Come tutti i migliori cattivi di Spider-Man, questo Doc Ock aveva un legame personale con Peter Parker, e ci è voluto lo smascheramento di Spider-Man per riscattarlo. Ora Molina tornerà nei panni del Dottor Octopus, e i report confermano che sarà completamente equipaggiato, con tanto di tentacoli di metallo in pieno stile Doc Octopus.

L’Electro di Jamie Foxx non era esattamente uno dei personaggi migliori in The Amazing Spider-Man 2. Il film di Marc Webb era pieno di personaggi e concetti, ed Electro è stato gestito piuttosto male, con una storia d’origine affrettata che, francamente, sembrava  alquanto stereotipata. All’inizio di ottobre è arrivata la notizia che Spider-Man 3 riporterà indietro il personaggio, anche se non è chiaro se avrà di nuovo la pelle blu. Lo stesso Foxx sta ancora giocando con i giornalisti, rifiutandosi di ammettere che tornerà ad interpretare il suo vecchio ruolo di supercriminale, nonostante ormai sia quasi certo.

È vero che la Marvel non ha ancora confermato esplicitamente il Multiverso in Spider-Man 3; quindi è possibile che Molina e Foxx interpreteranno gli equivalenti MCU dei loro famosi personaggi più o meno allo stesso modo in cui J.K. Simmons è tornato come nuova incarnazione di J. Jonah Jameson in Spider-Man: Far From Home. Ma, obiettivamente, tutti i segnali indicano che, in realtà, riprenderanno le medesime versioni. Marvel e Sony stanno entrambe permettendo di anticipare la costruzione del Multiverso, e a questo punto – considerati tutti i rumor e tutte le voci – qualsiasi altra cosa sarebbe vista come una delusione. Quindi, in che modo sono riusciti a sopravvivere questi due celebri villain?

Come potrebbe essere sopravvissuto Doctor Octopus?

Sorprendentemente, non è difficile immaginare uno scenario in cui Doctor Octopus è sopravvissuto agli eventi di Spider-Man 2, solo per essere fatto saltare nel Multiverso. Nel film di Raimi, Otto Octavius ​​era un esperto di fusione nucleare che ha tentato di creare il primo reattore a fusione al mondo, ma i suoi esperimenti sono andati male e invece ha creato quello che sembrava essere un buco nero in miniatura.

Nel mondo reale, molti scienziati hanno teorizzato che i buchi neri sono in realtà eventi dello spazio-tempo che consentirebbero la creazione di wormhole nel tempo e nello spazio; in effetti, tale teoria è stata sostenuta anche da personaggi stimati come Stephen Hawking. “I buchi neri non sono le prigioni eterne che una volta si pensava”, ha detto Hawking in un discorso del 2015. “Se ti senti intrappolato in un buco nero, non arrenderti. C’è una via d’uscita”. Se Hawking ha ragione, tutto ciò che cade in un buco nero può inevitabilmente anche uscirne, magari rifugiandosi da qualche parte nel Multiverso, forse in un universo alternativo. “Il buco dovrebbe essere grande e se ruotasse potrebbe fornire un passaggio ad un altro universo”, ha ipotizzato Hawking. “Ma non potresti essere in grado di tornare nel nostro universo.”

Secondo questa teoria, quindi, il Doctor Octopus di Alfred Molina non è necessariamente morto in Spider-Man 2; piuttosto, avrebbe potuto essere consumato dall’eccezionalità appena prima della sua morte. Sarebbe stato quindi trasportato in qualche altro luogo nel Multiverso, forse anche nella timeline del MCU. La Marvel potrebbe scegliere di farlo riemergere ai giorni nostri, usando la famosa tecnologia del de-aging su Molina per far funzionare le cose. In alternativa, avrebbe potuto entrare nel MCU anni fa ed essere rimasto a guardare nell’ombra. Il fatto che l’identità di Peter Parker come Spider-Man sia stata smascherata, avrebbe potuto spingerlo ad uscire allo scoperto.

Come potrebbe essere sopravvissuto Electro?

La sopravvivenza del Dottor Octopus avrebbe un senso dal punto di vista scientifico, ma quella di Electro è un po’ più problematica. Non ci fu redenzione per Electro, che causò un blackout in tutta la città e si divertì nel caos; lo Spider-Man di Andrew Garfield e la Gwen Stacy di Emma Stone hanno lavorato insieme per sovraccaricarlo con un’enorme ondata di elettricità per fermarlo. Ma – per fortuna, piuttosto che per pianificazione – il ritratto effettivo della morte di Electro in The Amazing Spider-Man 2 apre effettivamente alla possibilità che non sia davvero morto. L’eccesso di potenza sembrò causare la rottura del corpo di Electro a livello atomico, che morì in un lampo di energia. 

Questa morte apparente potrebbe in realtà essere stata una metamorfosi. Nei fumetti, Electro ha la capacità di trasformarsi in un essere di pura energia; questo è stato persino usato contro di lui in alcune occasioni, con Thor che ha canalizzato Electro come un fulmine in una sconfitta a tratti imbarazzante. Invece di essere ucciso dal sovraccarico, Electro avrebbe potuto invece essere convertito in un’altra forma. Questo avrebbe potuto sbloccare la capacità di saltare tra universi alternativi, dando vita al potente Electro raccontato nella serie “Web Warriors” di Mike Costa e Robbie Thompson, dove un Electro ha identificato le firme elettromagnetiche associate al viaggio tra le dimensioni. I fumetti stessi, quindi, stabiliscono un precedente per l’Electro di The Amazing Spider-Man 2 per entrare nel MCU.

È interessante notare che, finora, solo due dei cattivi associati ai film di Sam Raimi e Marc Webb torneranno in Spider-Man 3. Non ci sono state segnalazioni di Willem Defoe che torna nei panni di Green Goblin, o di Thomas Haden Church che riprende il ruolo di Sandman; Rhys Ifans non è stato menzionato come Lucertola, né ci sono state indicazioni che Dane DeHaan tornerà come Harry Osborn. In effetti, sono tutti personaggi che hanno incontrato una fine definitiva nei loro rispettivi film e che non potrebbero essere riportati così facilmente come Doctor Octopus ed Electro. Questo, di per sé, sembra supportare la teoria che Spider-Man 3 sia in realtà un film sul Multiverso di qualche tipo – e non passerà molto tempo prima della creazione di un vero e proprio Spider-Verse in live action.

New Gods: Ava DuVernay aggiorna sullo stato del film DC

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New Gods: Ava DuVernay aggiorna sullo stato del film DC

Il DC Extended Universe continua ad espandersi, anche se è passato un po’ di tempo da quando sono stati condivisi aggiornamenti concreti sul film DC Comics di Ava DuVernay, New Gods.

La regista di Selma e Nelle pieghe del tempo, ormai da diverso tempo, ha co-scritto la sceneggiatura del film insieme al celebre Tom King, fumettista noto per Vision, Mister Miracle, Greyson, Omega Men e, soprattutto, per essere stato lo sceneggiatore di Batman dal 2016 al 2019. Ad oggi, l’unica grande rivelazione sulla trama è che nel film vedremo sia Darkseid, il malvagio sovrano di Apokolips, sia le Furie Femminili, un gruppo di donne guerriere.

Adesso, in risposta ad un fan che su Twitter ha chiesto aggiornamenti proprio in merito a New Gods, Ava DuVernay ha risposto: “Quest’anno surreale ci ha dato il tempo di scavare ancora di più a fondo. Mi sto divertendo moltissimo a scavare ancora di più nella mente e nelle riflessioni di Jack Kirby insieme a Tom King.”

Di recente, si vociferava che il premio Oscar Kathy Bates (Misery non deve morire) fosse stata considerata per il ruolo di Granny Goodness, ma se la sceneggiatura è ancora in lavorazione, è improbabile che il casting sia già iniziato.

Tutto quello che sappiamo su New Gods

Creato e disegnato da Jack Kirby, il fumetto originale fu pubblicato la prima volta nel 1971, portando al grande pubblico le storie dei Nuovi Dei, ovvero i nativi dei pianeti gemelli di Nuova Genesi e Apokolips.

A quanto pare il film presenterà Mister Miracle e Big Barda come protagonisti e Granny Goodness e le Furie Femminili nel ruolo di antagoniste principali. Chi conosce i fumetti DC saprà che la prima fa parte dell’Elite di Darkseid, il signore di Apokolis, e gestisce l’orfanotrofio del pianeta con una feroce disciplina, servendosi anche delle Furie per creare un’élite di guerrieri attraverso il lavaggio del cervello e la tortura.

Vi ricordiamo che, anni fa, la Ava DuVernay è stata ad un passo dal dirigere Black Panther, finito poi nelle mani di Ryan Coogler.

Alighiero e Boetti. Sciamano e Showman su Sky Arte

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Alighiero e Boetti. Sciamano e Showman su Sky Arte

In occasione dell’ottantesimo anniversario dalla nascita di Alighiero Boetti, Sky Arte rende omaggio a uno dei grandi protagonisti dell’arte italiana e internazionale del Novecento con un documentario sulla vita dell’artista: Alighiero e Boetti. Sciamano e Showman, una produzione Sky Arte e Tiwi per la regia di Amedeo Perri e Luca Pivetti, in onda su Sky Arte il 16 dicembre alle 21.15 e disponibile on demand e in streaming su NOW TV.

Giovedì 16 dicembre 2020 – giorno di nascita di Alighiero Boetti, in cui avrebbe compiuto 80 anni – dalle 10.00 alle 18.00 il film verrà lanciato in anteprima assoluta in Museovisione sui siti internet di sei tra i più importanti musei d’arte contemporanea italiani: Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli – Torino; Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato; GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo; Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli; MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna; MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma.

Il documentario sarà preceduto da una tavola rotonda virtuale in cui il Direttore di Sky Arte Roberto Pisoni converserà con le Direttrici e i Direttori delle sei istituzioni coinvolte – Carolyn Christov-Bakargiev, Cristiana Perrella, Lorenzo Giusti, Katrin Weir, Lorenzo Balbi, Bartolomeo Pietromarchi – ricordando gli avvenimenti che legano l’artista ai musei e ai loro territori.

Fin dal nome, che l’artista cambia agli inizi degli anni Settanta in Alighiero e Boetti, la figura di Boetti si muove sempre per specchiamenti. Il gioco della congiunzione include uomo e artista, Sud e Nord, ordine e disordine, necessità e caso, spirito emateria. Alighiero e Boetti realizza i suoi capolavori con l’intento di mettere al mondo il mondo, e ci riesce grazie al fatto di essere al contempo sciamano e showman.

Muovendosi tra testimonianze di famigliari – i figli Agata e Matteo e la vedova Caterina Raganelli Boetti – amici, storici dell’arte e artisti – Salman Alì, Stefano Arienti, Stefano Bartezzaghi, Alessandra Bonomo, Giorgio Colombo, Flavio Favelli, Tommaso Pincio, Sissi, Angela Vettese – immagini di repertorio e opere coloratissime ed enigmatiche, il film ripercorre la breve e folgorante parabola artistica di Boetti: gli inizi contrassegnati dall’adesione al movimento dell’Arte Povera, il grande fermento creativo degli anni Settanta, in cui nascono i suoi capolavori, il successo arrivato a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, la postuma consacrazione tra i grandi.

Il documentario riprende uno dei procedimenti più iconici di Boetti: la quadratura utilizzata nei suoi famosi arazzi. Grazie alla grafica animata, le 16 lettere del nome Alighiero e Boetti diventano 16 parole chiave – Afghanistan, bellezza, bic, gemelli, Giappone, mani, manifesto, mondo, numeri, Parigi, regole, ricami, ritmo, tempo, tutto, viaggio – che scandiscono i capitoli del film.

A più di 25 anni dalla morte, Alighiero e Boetti. Sciamano e showman prova a rendere la vitalità del pensiero, l’intelligenza velocissima e la grandezza dell’opera di un artista che ha saputo rendere il quotidiano oggetto dell’arte e veicolo di bellezza.

La Museovisione è un’altra importante iniziativa di Sky Arte che si aggiunge alle già numerose messe in campo nelle ultime settimane per supportare il mondo dell’arte e della cultura in generale. In onda sul canale ci sono serie e programmi come The Square, Sipario! Storie di Teatro, Indie Jungle e Musei, messe a disposizione di tutti in streaming gratuito suhttps://video.sky.it/arte e sui profili Facebook e Instagram di Sky Arte.

Genitori vs Influencer, la nuova commedia di Michela Andreozzi

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Genitori vs Influencer, la nuova commedia di Michela Andreozzi

Sono iniziate a Roma le riprese di Genitori vs Influencer, la nuova commedia di Michela Andreozzi scritta a quattro mani insieme a Fabio Bonifacci. Al centro della vicenda un padre single e le difficoltà che ne conseguono nel crescere da soli una teenager ai nostri giorni. Nel cast Fabio Volo, la giovanissima Ginevra Francesconi (The Nest – Il nido, Famosa) e Giulia De Lellis. Insieme a loro anche Paola Tiziana Cruciani, Nino Frassica, Paola Minaccioni, Massimiliano Vado, Michela Andreozzi e con l’amichevole partecipazione di Massimiliano Bruno. Sono previste sei settimane di riprese, tra la capitale e diverse location del Lazio.

Genitori vs Influencer è prodotto da Paco Cinematografica di Isabella Cocuzza e Arturo Paglia, in coproduzione con la spagnola Neo Art Producciones e con Vision Distribution, che distribuirà il film prossimamente in Italia.

SINOSSI

Quanto è difficile oggi essere il padre single di una teenager?

Paolo (Fabio Volo), professore di filosofia, vedovo, ha cresciuto da solo sua figlia Simone – alla francese – (Ginevra Francesconi), con cui ha un bellissimo rapporto. Ma quando la ragazza entra ufficialmente nella fase dell’adolescenza, l’idillio si rompe: come ogni teenager che si rispetti, infatti, Simone viene “rapita” dallo smartphone, tanto che matura l’idea di voler diventare influencer – come il suo idolo Ele-O-Nora (Giulia De Lellis) – categoria che Paolo detesta.  Pur di recuperare il rapporto con sua figlia, Paolo inizia una campagna contro l’abuso dei social, con l’aiuto della stessa Simone che diventa la sua web manager.

La fama inaspettata lo trasformerà suo malgrado in un influencer… e gli farà scoprire che i social, anche se vanno maneggiati con cura, possono regalarti una possibilità.

Neill Blomkamp, regista di District 9, ha girato un nuovo film in gran segreto

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Neill Blomkamp, ​​meglio conosciuto per il suo lungometraggio d’esordio District 9, ha girato segretamente un film horror soprannaturale in Canada, durante la pandemia. Dopo il grande successo di District 9, che ottenne anche quattro candidature agli Oscar (incluso miglior film), la carriera di Blomkamp è stata caratterizzata da una serie di insuccessi.

Ad oggi, il regista ha diretto soltanto altri due lungometraggi, Elysium con Matt Damon, e Humandroid con Hugh Jackman, entrambi stroncati dalla critica. In particolare, il regista non ha mai nascosto che il fallimento di Humandroid è stato “incredibilmente doloroso”: proprio per questo, dal 2016 Blomkamp si è dedicato esclusivamente alla produzione di una serie di cortometraggi attraverso la sua società, Oats Studios, nonostante abbia continuato a lavorare ad altri progetti sci-fi (incluso un quinto capitolo della saga di Alien mai realizzato).

Ora, sembra che il regista abbia spezzato la catena e sia tornato in attività, con Deadline che riferisce che Neill Blomkamp ha girato un film horror soprannaturale, in gran segreto, durante la pandemia. Blomkamp ha girato il film in Canada, durante la scorsa estate, dopo che il suo prossimo lungometraggio, The Inferno, è stato ufficialmente posticipato al 2021. The Inferno sarà un thriller d’azione ad alto budget interpretato da Taylor Kitsch, mentre questo nuovo film è stato realizzato con un budget inferiore, consentendo a Blomkamp a mostrare le sue rinomate capacità nel campo degli effetti visivi.

Non c’è dubbio che Blomkamp abbia un approccio visivo unico ai suoi film: se è riuscito a combinarlo con un’entusiasmante storia di genere, allora è probabile che questo nuovo titolo sarà un enorme successo. Al momento non ci sono ulteriori dettagli sul progetto: in molti si chiedono se anche questa volta è stato coinvolto Sharlto Copley, attore feticcio del regista, apparso non solo in tutti e tre i suoi lungometraggi, ma anche in uno dei cortometraggi prodotti da Oats Studios.

Dune: impiegato un budget inferiore rispetto a Blade Runner 2049

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Dune: impiegato un budget inferiore rispetto a Blade Runner 2049

Secondo quanto riferito, Dune sarebbe costato meno del precedente film di Denis Villeneuve, Blade Runner 2049, nonostante il cast stellare e la portata molto più ambiziosa del progetto. L’ultimo film di Villeneuve è l’adattamento del celebre romanzo di fantascienza di Frank Herbert, pubblicato nel 1965.

Il libro è stato adattato due volte in precedenza: da David Lynch, grazie al film omonimo del 1984, e nel 2000, sotto forma di miniserie destinata al piccolo schermo (nonostante anche Alejandro Jodorowsky avesse cercato di portare il romanzo al cinema negli anni ’70). Il nuovo adattamento sembra essere il più ambizioso di sempre: già il primo trailer – uscito diversi mesi fa – promette un epico film d’azione fantascientifico, ricco di effetti speciali e con un cast stellare.

Dune non sarà la prima volta che Villeneuve si confronterà con un’amata proprietà di fantascienza, avendo già diretto Blade Runner 2049 nel 2017, sequel del classico cult di Ridley Scott del 1982. Sfortunatamente, proprio come il suo predecessore, il sequel non ha performato secondo le aspettative al botteghino, nonostante le recensioni positive da parte della critica. La speranza è che Dune riesca ad invertire questa tendenza, nonostante il rinvio del film al 2021 a causa della pandemia di Covid-19. Tuttavia, la recente conferma che il film arriverà in contemporanea sia nelle sale che su HBO Max, significa che i numeri al box office – per forza di cose – saranno nettamente inferiori rispetto a quelli che un’uscita esclusivamente in sala avrebbe potuto generare in un’annata considerata “normale”.

Dune vs Blade Runner 2049: una questione di “budget”…

Adesso, un nuovo report del New York Times rivela che il budget impiegato per Dune è stato inferiore rispetto a quello di Blade Runner 2049. Il report parla di un budget di 165 milioni di dollari per Dune, 20 milioni in meno rispetto al costo di Blade Runner 2049. Dune presenta un cast davvero stellare, che include Timothée Chalamet, Zendaya, Javier Bardem, Oscar Isaac, Rebecca Ferguson, Jason Momoa… molte più star di quante ne abbiamo viste in Blade Runner 2049. Inoltre, almeno apparentemente, la storia dovrebbe avere una portata certamente più ampia in merito all’impiego della CGI per determinate sequenze, sebbene anche Blade Runner 2049 avesse la sua buona dose di computer grafica.

Ci sono due possibili ragioni dietro al budget inferiore di Dune. La prima è il fallimento di Blade Runner 2049 al box office. La Warner Bros. potrebbe essere stata frenata proprio dalla precedente esperienza, costringendo Villeneuve ad una serie di limitazioni. L’altro motivo potrebbe essere relativo al fatto che il film in arrivo il prossimo anno copre soltanto metà del romanzo originale, quindi i costi potrebbero essere stati equamente divisi tra la prima e una seconda ipotetica parte, sulla quale però non si hanno ancora conferme ufficiali.

In DuneTimothée Chalamet interpreterà il protagonista Paul Atreides, nato sul pianeta Caladan dal matrimonio fra il duca Leto Atreides I e la sua concubina Lady Jessica. Nel cast anche Javier BardemZendayaOscar IsaacRebecca FergusonStellan SkarsgardDave Bautista, Charlotte Rampling Jason Momoa. Ricordiamo che il film arriverà nelle sale americane e su HBO Max il 1 ottobre 2021.

Ant-Man 3: Michelle Pfeiffer conferma il ritorno di Janet van Dyne

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Michelle Pfeiffer ha confermato in una nuova intervista che tornerà ufficialmente in Ant-Man 3. Il franchise con protagonista Paul Rudd è sempre stato considerato una pedina più piccola all’interno del più grande MCU, ma ciò non ha mai fermato lo sviluppo di un terzo film. Ant-Man 3 è stato ufficialmente a novembre dello scorso anno, con Peyton Reed confermato ancora una volta alla regia. Tuttavia, gran parte del film rimane ancora oggi un mistero, dai dettagli sulla trama alla possibile data di uscita. Secondo quanto riferito di recente, la Marvel sta prendendo in considerazione una release nel 2022.

È certo che Rudd interpreterà ancora una volta Scott Lang in Ant-Man 3, così come Evangeline Lilly, che tornerà nei panni di Hope van Dyne, soprattutto perché il capitolo precedente, Ant-Man and the Wasp, l’ha finalmente resa uno dei personaggi chiave del franchise. Oltre a loro, anche Michael Douglas tornerà nei panni di Hank Pym, mentre Jonathan Majors si è unito ufficialmente al cast lo scorso settembre nei panni di Kang il Conquistatore. Adesso, sembra che anche la leggendaria Michelle Pfeiffer tornerà in Ant-Man 3.

Ospite del podcast Ladies First with Laura Brown, la star de Le releazioni pericolose e Batman – Il Ritorno (vista di recente in Maleficent – Signora del Male), ha rivelato di essere pronta per Ant-Man 3. “Dovrei fare Ant-Man, il terzo”, ha detto Pfeiffer parlando dei suoi progetti futuri. Ha poi aggiunto che la produzione, almeno secondo le informazioni in suo possesso, dovrebbe iniziare nella primavera del 2021. Per quanto riguarda, invece, dove troveremo il suo personaggio, Janet van Dyne, nel film, Pfeiffer risposto di non sapere nulla al riguardo.

Janet van Dyne avrà un ruolo più grande in Ant-Man 3?

In realtà, non dovrebbe sorprendere più di tanto che Pfeiffer torni ancora una volta nei panni di Janet per Ant-Man 3, visto che la storia di Ant-Man and the Wasp ruotava in gran parte proprio attorno al suo salvataggio dal Regno Quantico. Ciononostante, Pfeiffer ha avuto una piccola parte in quel film e un ruolo maggiore in Ant-Man 3 potrebbe certamente fornirle la possibilità di approfondire il suo personaggio.

Dopo aver trascorso anni nel Regno Quantico, Janet è destinata ad essere cambiata in qualche modo e Ant-Man 3 potrebbe proprio concentrarsi sul suo ritorno alla vita di tutti i giorni. L’ultima volta che l’abbiamo vista sul grande schermo è stato al funerale di Tony Stark in Avengers: Endgame; già quella breve apparizione nel cinecomic di Anthony e Joe Russo doveva essere inteso come un segnale che avremmo sicuramente rivisto il personaggio. 

L’ultimo film del franchise di Ant-Man che abbiamo visto al cinema è stato  Ant-Man and the Wasp, diretto da Peyton Reed e uscito nel 2018. Il cast del film comprende Paul RuddEvangeline LillyMichael Peña, Walton Goggins, Bobby Cannavale, Judy Greer, Hannah John-Kamen, Michelle PfeifferLaurence Fishburne Michael Douglas.

Star Wars: George Lucas sulla decisione di vendere il franchise alla Disney

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Il nuovo libro “Star Wars Archives: Eps I-III: 1999-2005” contiene tantissimi dettagli inediti sulla realizzazione della divisiva trilogia prequel di George Lucas, anche se forse è giusto dire che quei film non hanno ricevuto neanche lontanamente l’accoglienza negativa riservata ai recenti episodi.

La trilogia sequel è stata realizzata dalla Disney dopo che il creatore del franchise vendette la Lucasfilm allo studio nel lontano 2012. L’autore Paul Duncan ha di recente condiviso via Twitter un nuovo estratto dal suo libro, in cui Lucas parla di ciò che lo ha spinto a vendere il franchise di Star Wars alla Casa di Topolino.

“A quel tempo stavo iniziando la nuova trilogia. Avevo parlato con gli attori e stavo iniziando a prepararmi. Stavo anche per avere una figlia con mia moglie. Ci vogliono 10 anni per fare una trilogia: quella prequel è durata dal 1995 al 2005 “, spiega Lucas. “Nel 2012 avevo 69 anni. Quindi la domanda era: continuerò a lavorare a questa casa per il resto della mia vita? Voglio farlo ancora? Alla fine ho deciso di crescere mia figlia e godermi la vita per un po’.”

George Lucas e i piani per la trilogia sequel di Star Wars

George Lucas ha ammesso che avrebbe potuto decidere di non vendere la Lucasfilm e magari provare a convincere qualcun altro a farsi carico della trilogia. Tuttavia, ha ammesso che sarebbe stato impossibile per lui non mettere bocca su ciò che sarebbe accaduto nei vari film, qualcosa con cui lo stesso aveva già lottato ai tempi de L’Impero Colpisce Ancora e Il Ritorno dello Jedi (che vennero diretti da altri due registi).

Lucas ha poi negato le voci secondo cui si sarebbe stufato del franchise e ha ammesso di essere rimasto particolarmente deluso dalla decisione della Disney di non seguire i piani che aveva consegnato loro in merito alla direzione che avrebbe dovuto prendere la trilogia sequel.

“Ho passato la mia vita a creare Star Wars – 40 anni – e rinunciarvi è stato molto, molto doloroso”, riflette il regista. “Ma era la cosa giusta da fare. Ho pensato che avrei avuto maggior voce in capitolo sugli ultimi tre perché li avevo già avviati, ma hanno deciso che volevano fare qualcos’altro. Le cose non sempre vanno come vuoi. La vita è anche questo.”

Shang-Chi: Awkwafina parla del suo misterioso personaggio

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Shang-Chi: Awkwafina parla del suo misterioso personaggio

Non si sa ancora quale personaggio interpreterà Awkwafina in Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings, ma la talentuosa attrice (vista nel bellissimo The Farewell) sembra destinata a diventare una figura chiave dell’Universo Cinematografico Marvel. Allo stato attuale (anche a causa della pandemia di Covid-19), il progetto rimane avvolto nel più fitto mistero, ma la speranza è quella di vedere a breve un primo sguardo al film e, soprattutto, che la data di uscita nelle sale resti confermata per il 9 luglio 2021.

Parlando con Style Caster, Awkwafina ha anticipato qualcosa in merito al suo ruolo nel prossimo attesissimo film dei Marvel Studios. “C’è un po ‘di me in ogni personaggio che interpreto, il che è un bene e un male”, ha spiegato la star di Jumanji: The Next Level quando le è stato chiesto cosa poteva rivelare in merito al suo ruolo. “Mi sento come se potessi relazionarmi con lei. Non posso dire molto sul personaggio, ma posso dire che è stata scaraventata in un mondo in cui non sa davvero cosa fare. Allo stesso tempo, sta scoprendo molte cose su se stessa.”

Alla domanda su come la Marvel abbia evitato i tropi narrativi in Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings, Awkwafina ha risposto: “Quando pensi alle cose che hanno caratterizzato sia gli asiatici che gli asiatici americani nei media americani, pensi a cose come il kung fu e le arti marziali. Anche se il film parla di questo, siamo stati in grado di lavorare con squadre di stuntman di livello mondiale, fatte di persone che vivono di questo. Quindi, l’autenticità con cui lo studio e il regista Destin Daniel Cretton si sono approcciati a questi tropi è davvero molto speciale.” 

Con un po’ di fortuna, Shang-Chi rappresenterà un grande passo avanti per il MCU in termini di diversità, andando ad aggiungere alcuni importanti volti nuovi alla Fase 4, che dovrebbero giocare un ruolo chiave anche in futuro. Lo stesso Shang-Chi, ad esempio, dovrebbe diventare un personaggio fondamentale nella narrativa dell’universo condiviso. Tuttavia, considerato il cast di supporto, è un discorso che potrebbe tranquillamente estendersi a tutti i personaggi coinvolti nella storia.

L’uscita nelle sale di Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings è fissata al 7 maggio 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12 e The Glass Castle (di recente è uscito il suo ultimo lavoro Il Diritto di Opporsi, con Michael B. Jordan, Jamie Foxx e Brie Larson) è stato scelto per dirigere il film che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung Chiu-wai nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

Ryan Dorsey, chi è? Curiosità sull’attore di Justified

Ryan Dorsey, chi è? Curiosità sull’attore di Justified

Quello di Hollywood è un universo complesso in cui attori e attrici, interagendo tra loro, determinano il destino gli uni degli altri. Ci sono attori infatti, magari non eccessivamente famosi, che acquistano un po’ di notorietà in più grazie ai loro rispettivi compagni. Tra questi c’è anche Ryan Dorsey, attore principalmente di serie tv, diventato famoso grazie alla sua storia con una delle maggiori interpreti di Glee, Naya Rivera.

Scopriamo quindi tutto quello che c’è da sapere su Ryan Dorsey, sulla sua carriera in tv e sulla sua turbolenta vita privata e sentimentale.

Ryan Dorsey film e serie tv: gli inizi della sua carriera

Nato il 19 luglio del 1983 a Chesapeake, in West Virginia, Stati Uniti, Ryan Keith Dorsey comincia a interessarsi alla recitazione soltanto al liceo. Da sempre appassionato di sport, dopo le scuole medie, Ryan si trasferisce dalla piccola Chesapeake a Charlotte, in North Carolina. Il trasferimento in una città più grande, infatti, avrebbe dato al giovane Dorsey maggiori opportunità di successo. Purtroppo, a causa di un trauma cerebrale subito a causa di un incidente, Ryan è costretto a ritornare in West Virginia e a frequentare la Riverside High School.

Non potendo più praticare il suo tanto amato football a causa del trauma subito, il ragazzo decide di dedicarsi ad attività alternative. E’ in questo periodo infatti che comincia a interessarsi alla recitazione, aderendo al programma teatrale della scuola, gestito da un attore professionista di Hollywood ‘in licenza’.

Dopo il liceo, Ryan decide di iscriversi alla Western Carolina Univerisity con l’intenzione di unirsi poi alla squadra di football della scuola. Tuttavia, soltanto dopo il primo anno, Ryan abbandona la WCU per trasferirsi a New York e iscriversi al NY Conservatoryfor Dramatic Arts. Qui il ragazzo studia recitazione e arti drammatiche e comincia a gettare le basi della sua carriera nel mondo dello spettacolo.

In quegli anni Ryan comincia a partecipare ai primi progetti cinematografici e televisivi. Dopo aver girato alcuni cortometraggi, dal 2013 per Dorsey arrivano i primi ruoli importanti. L’attore ottiene piccoli ruoli in serie tv di successo come Southland (2013), Parks and Recreation (2013), Mob City (2013), You’re The Worst (2014), The Mentalist (2014) e Shameless (2015).

Ryan Dorsey in Justified – L’uomo della legge

Nel 2015, tuttavia, per Ryan Dorsey arriva la prima grande occasione. Quell’anno viene infatti scelto per entrare a far parte del cast della serie Justified – L’umo della Legge, creata da  Graham Yost per il canale della FX. La serie è basata sul personaggio immaginario di Marshal Raylan Givens, protagonista dei romanzi Pronto, A Caro Prezzo (Riding The Rap), Raylan e Fuoco in Buca (Fire in the Hole) di Elmore Leonard.

Il protagonista della serie è Raylan Givens (Timothy Olyphant), un ufficiale degli Stati Uniti dalla condotta decisamente anticonvenzionale. Nonostante faccia parte delle forze armate statunitensi e debba rispettare un certo codice di comportamento, con i suoi modi, Raylan è molto più simile a uno sceriffo del vecchio west.

La sua personalità abrasiva e la sua condotta ai limiti della legalità, lo mettono continuamente nei guai, rendendolo un target per le organizzazioni criminali e non solo. E’ proprio a causa di un diverbio con il suo superiore che Raylan viene riassegnato a Lexington, in Kentucky. Tra i vari distretti sotto la sua giurisdizione c’è anche Harlan County, sua piccola cittadina natale da cui Raylan era ‘fuggito’ quando era ancora molto giovane.

Ryan Dorsey in Justified interpreta il personaggio di Earl Lennon, fratello minore di Carl, nonché nuovo membro dell’impero criminale di Boyd Crowder. Introdotto nella sesta stagione della serie, inizialmente Dorsey avrebbe dovuto girare solo tre episodi che sono poi diventati cinque e infine dieci. La serie, in onda dal 2010 al 2015, conta ben 6 stagioni e 73 episodi e Ryan Dorsey compare in un arco di 10 episodi della sesta stagioni, composta da sole 13 puntate. [fonte: Fandom]

Ryan Dorsey in Blood Father

Dopo l’esaltante esperienza sul set di Justified, la carriera di Ryan prosegue a gonfie vele. Negli anni successivi lo vediamo, sempre in tv, nel cast di serie come Crowded (2016), The Vampire Diaries (2016), Animal Kingdom (2016), The Night Shift (2016) e Pitch 2016). Nel 2016 però si trasferisce brevemente dal piccolo al grande schermo, partecipando alla realizzazione del film Blood Father, diretto da Jean-François Richet e con Mel Gibson.

Il film – presentato al Cannes Film Festival – è tratto dall’omonimo romando di Peter Craig e raccona la storia dell’ex detenuto John Link (Mel Gibson). Ex biker di professione, dopo aver scontato nove anni di carcere per traffico d’armi John adesso è in libertà vigilata. Grazie alla riabilitazione e alle riunioni degli alcolisti anonimi, l’uomo ormai sembra essersi lasciato il suo passato criminale alle spalle. Adesso infatti riga dritto, vive in una roulotte nel deserto dell’Arizona e passa le sue giornate facendo tatuaggi e con Kirby Curtis (William H. Macy), il suo migliore amico. Nonostante adesso viva una vita onesta e tranquilla, John ha un grande rimpianto, ovvero aver abbandonato sua moglie e la sua bambina.

Un giorno però, John riceve una strana telefonata proprio da sua figlia Lydia (Erin Moriarty), ormai diciassettenne, che sembra essere in pericolo. Correndo in suo soccorso, John trova sua figlia visibilmente alterata; la ragazza è ubriaca e molto stanca e finisce con l’addormentarsi in macchina. Frugando tra i suoi effetti personali, John trova una pistola e capisce che Lydia è in guai seri. La ragazza è infatti in fuga, dopo aver sparato il suo ragazzo Jonah (Diego Luna), nipote del padrino del cartello messicano.

Lydia ha pestato i piedi alla persona sbaglia e adesso, per sfuggire agli scagnozzi di Jonah, a padre e figlia non resta che darsi alla fuga.

Ryan Dorsey 2020: i nuovi progetti

Nonostante il successo del film Blood Father, Ryan continua la sua carriera dedicandosi principalmente alla televisione. Negli anni successivi lo vediamo infatti in diverse serie tv di successo come Major Crime (2017), Colony (2017), Nashville (2017), Ray Donovan (2017), Runaways (2018), Bosh (2019), Yellowstone (2019), The I-Land (2019), SWAT (2019) e All Rise (2019).

Anche il 2020 per Ryan Dorsey, nonostante la pandemia da Coronavirus ancora in corso, è stato un anno abbastanza impegnativo dal punto di vista lavorativo. L’attore ha infatti interpretato diversi ruoli in progetti televisivi come Stumptown, The Rookie e Station 19. Inoltre, pare che l’attore sia impegnato anche con le riprese di un nuovo film, stavolta per il grande schermo.

Si tratta da Heavy Doom, un thriller scritto e diretto da Chad Edmund Smith con Ryan Dorsey, Rebecca Forsythe, Dustin Kerns. Del film, fermo ancora in fase di pre-produzione causa pandemia, purtroppo non si conoscono ancora molti dettagli. Il film racconta la storia di due fratelli che, nella notte di Halloween, scoprono un terribile segreto nella loro piccola città, un segreto che li porterà faccia a faccia con qualcosa di mostruoso…

Ryan Dorsey e Naya Rivera: una storia tormentata

Molto conosciuto negli States ma un po’ meno qui da noi in Italia, Ryan Dorsey ha acquisito negli ultimi cinque anni una certa popolarità grazie anche alla sua relazione con Naya Rivera, star della serie Glee.

I due si incontrano presumibilmente tra il 2013 e il 2014. All’epoca Naya era appena uscita da una relazione con il rapper Big Sean e sembra stesse affrontando le conseguenze fisiche e psicologiche di un aborto. Ryan è di grande conforto per Naya e cerca di starle vicino in questo momento assai doloroso. Complici gli amici e le circostanze, i due cominciano a frequentarsi tenendo la loro relazione il più privata possibile.

Dopo qualche tempo, tuttavia, a sorpresa Ryan e Naya decidono di sposarsi. Il loro matrimonio viene celebrato da Cabo San Lucas, in Messino, il 19 luglio del 2014, nel giorno del compleanno di Ryan. Nonostante l’estremo riserbo sulla loro vita privata, i due sembrano andare d’amore e d’accordo. Solo un anno più tardi, infatti, a febbraio del 2015 la coppia annuncia di aspettare un figlio. Il piccolo Josey Hollis nasce il 17 settembre di quell’anno, riempiendo d’amore la vita di entrambi.

Purtroppo però qualcosa sembra rompersi nel loro rapporto e nel novembre del 2016, a sorpresa, Naya chiede il divorzio, senza fornire troppe spiegazioni. I due si separano ufficialmente però quasi un anno più tardi, nell’ottobre del 2017. Ma i veri problemi cominciano qualche settimana dopo. Durante le feste del ringraziamento, Naya Rivera viene arrestata alla polizia per violenza domestica ai danni proprio di Ryan Dorsey, lasciando tutti senza parole.

Secondo quanto riportato da WCHS sembra che a causa di una discussione, Naya abbia attaccato Dorsey, colpendolo alla testa e al labbro. L’attrice, ammanettata e portata in centrale, viene rilasciata poche ore più tardi dietro pagamento di una cauzione da mille dollari. [fonte: WCHSTV]

Leggi anche: Naya Rivera: ritrovato il corpo dell’attrice di Glee

A seguito di quell’episodio, Ryan decide di ritirare le accuse contro Naya e i due, il 14 giugno del 2018, decidono di ufficializzare il loro divorzio e di optare per l’affidamento congiunto di Josey. Tuttavia, due anni più tardi, nel marzo del 2020, gli accordi sull’affidamento vengono modificati. Naya ottiene infatti la custodia esclusiva di Josey senza ovviamente interrompere i rapporto tra padre e figlio.

A mettere un punto alla storia travagliata di Ryan e Naya è purtroppo un tragico avvenimento. A luglio del 2020, Naya Rivera resta uccisa in un terribile incidente. Uscita in barca con il piccolo Josey, l’attrice annega trascinata dalle correnti del lago Piru, in California. Il suo corpo, scomparso tra i flutti, viene ritrovato senza vita solo una settimana più tardi. A seguito quindi di questa tragedia, la custodia di Josey viene assegnata al padre.

La morte di Naya Rivera è stata uno shock per la sua famiglia, per i suoi amici e anche per i suoi fan. Anche per Ryan, nonostante il divorzio, è stato difficile accettare la scomparsa della madre di suo figlio. Eppure, c’è chi ha accusato l’attore di essere già passato oltre la morte di Naya. Negli ultimi mesi, infatti, sono girate voci su di una possibile relazione tra Ryan Dorsey e Nickayla Rivera, sorella della defunta Naya.

Le voci sono state ovviamente smentite a gran voce da Dorsey che ha escluso ogni tipo di coinvolgimento sentimentale con l’ex cognata. Ryan ha infatti spiegato che Nickayla si è trasferita a casa sua per aiutarlo a prendersi cura di Josey, ancora piccolo e traumatizzato dalla morte della madre. Josey ha solo cinque anni ed è stato l’ultimo a vedere Naya prima che la corrente del lago la portasse via. [fonte: Tio]

Ryan Dorsey su Instagram

Per saperne di più sulla vita privata e professionale di Ryan Dorsey, vi consigliamo di seguire il suo account Instagram ufficiale.

Fonte: Wiki, IMDB, Fandom, WCHSTV, Tio

Joe Manganiello svela nuovi dettagli sul Batman di Ben Affleck mai realizzato

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Il flop di Justice League al botteghino ha spinto la Warner Bros. ad apportare tutta una serie di modifiche sostanziali al DCEU, con personaggi che sono stati completamente eliminati e con storie che sono state totalmente rinnovate. Una delle principali “vittime” di questa revisione dell’universo condiviso da parte della major è stato sicuramente il Deathstroke di Joe Manganiello.

L’ex star di True Blood è apparsa brevemente nei panni di Slade Wilson in una delle due scene post-credits della versione cinematografica di Justice League. Manganiello era pronto a toranre nei panni del mercenario nell’annunciato film dedicato a Batman che sarebbe stato scritto, diretto, prodotto e interpretato da Ben Affleck. Sfortunatamente, quel progetto è naufragato ed è passato nelle mani di Matt Reeves, diventando l’attesissimo The Batman che arriverà nelle sale nel 2022.

Durante una recente intervista con Yahoo, Joe Manganiello ha condiviso alcuni nuovi dettagli sulla sceneggiatura ormai accantonata di Affleck, facendo paragoni con il thriller del 1997 di David Fincher, The Game – Nessuna regola. “Era una storia veramente dark in cui Deathstroke era come uno squalo o un cattivo di un film dell’orrore che stava smantellando la vita di Bruce dall’interno. Era una cosa sistemica: aveva ucciso tutti quelli vicini a Bruce e aveva distrutto la sua vita per cercare di farlo soffrire, perché sentiva che Bruce era responsabile di qualcosa che gli era successo.”

Joe Manganiello rivela i piani originali della scena post-credits di Justice League

Sembra anche che Ben Affleck sia stato ispirato in qualche modo dall’arco narrativo di Daredevil: Born Again ad opera di Frank Miller. “Era davvero bello, veramente dark e davvero tosto”, ha aggiunto Manganiello. “Ero veramente molto eccitato all’idea.”

L’attore ha anche confermato che, in origijne, la sua scena post-credits in Justice League sulla barca insieme al Lex Luthor di Jesse Eisenberg, avrebbe dovuto spianare la strada proprio al film di Affleck su Batman; alla fine, la sequenza è stata rielaborata per collegarsi direttamente agli eventi di Justice League – Parte 2, anche questo poi abbandonato.

“Hanno rigirato tutti i dialoghi di Jesse per anticipare la Justice League – Parte 2, che si sarebbe focalizzato sulla Injustice League”, ha spiegato Manganiello. “In origine, tutto quel dialogo riguardava Batman, ed è stato cambiato con battute tipo: ‘Non dovremmo avere una lega tutta nostra?’.”

Ricordiamo che Joe Manganiello tornerà nei panni del letale mercenario Deathstroke nella Snyder Cut di Justice League che arriverà su HBO Max il prossimo anno. La speranza è che la versione del cinecomic ad opera di Zack Snyder possa finalmente rendere giustizia al personaggio e all’interpretazione di Manganiello.

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Spider-Man 3: in trattative anche Maguire, Garfield, Stone e Dunst?

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Sembra proprio che Spider-Man 3 stia prendendo la forma dei sogni dei fan di tutto il mondo. Dopo l’annuncio ufficiale di poche ore fa che Alfred Molina tornerà ad interpretare Doctor Octopus nel film con Tom Holland, arriva da Collider una informazione che, sebbene non ancora ufficiale, sembra lasciare grande spazio alla possibilità di vedere nel film tutti e tre gli Spider-Man cinematografici della storia recente.

Tobey Maguire, Andrew Garfield, Emma Stone e Kirsten Dunst sarebbero infatti in trattative, ognuno con un grado di plausibilità differente, per partecipare al film in diverse forme e con un diverso impegno. Sembra che gli accordi più complicati siano quelli da mettere a punto con Maguire, mentre Emma Stone, che al momento è incinta, dovrebbe fare i conti con questa circostanza per tornare ad essere Gwen Stacy.

Staremo a vedere in che misura questa notizia, riportata in primo luogo da Collider, sarà considerata attendibile, mentre ricordiamo che nel film ci sarà anche spazio per Benedict Cumberbatch e il suo Doctor Strange.

Spider-Man 3 segna il ritorno di Jon Watts come regista, dopo aver diretto i primi due nel franchise di riavvio prodotto dai Marvel Studios. A partire da ora, la data di rilascio prevista è il 21 dicembre 2021.

Tom Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone: Spider-Man: Homecoming  e Spider-Man: Far From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi del MCU.

Doctor Octopus di Alfred Molina nello Spider-Man 3 con Tom Holland

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Alfred Molina e le sue quattro appendici metalliche riprenderanno il ruolo di Doctor Octopus nel prossimo film di Spider-Man, con Tom Holland. Il malvagio scienziato interpretato da Molina è stato il grande cattivo nel film Spider-Man 2 di Sam Raimi del 2004, e ora tornerà per affrontare l’olandese Peter Parker nel seguito ancora senza titolo di Spider-Man: Far From Home del 2019.

Molina non è il primo veterano di Spider-Man ad apparire al fianco dello Spidey di Holland: J. K. Simmons ha ripreso il suo ruolo di J. Jonah Jameson dai film di Sam Raimi , come abbiamo scoperto nella sequenza dei titoli di coda di Far From Home. E secondo quanto riferito, Jamie Foxx tornerà nei panni del cattivo Electro, dopo essere apparso in The Amazing Spider-Man 2 del 2014, il che significa che il nuovo film sarà caratterizzato da cattivi di tutte le epoche di Tobey Maguire e Andrew Garfield.

Di Spider-Man 3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 – si sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce). Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle precedenti…

Tom Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone: Spider-Man: Homecoming e Spider-Man: Far From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi del MCU.

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MCU: i 10 gesti più romantici dell’universo condiviso

MCU: i 10 gesti più romantici dell’universo condiviso

Sebbene i film del MCU siano generalmente incentrati sull’azione e sull’avventura, c’è tuttavia una notevole quantità di romanticismo che pervade tutto il franchise, grazie alle varie relazioni che sussistono tra i diversi personaggi, che siano esse romantiche o soltanto platoniche. Al di là delle battute e dei combattimenti, esistono incredibile e toccanti momenti di sacrificio, o adorabili momenti romantici. Screen Rant ha raccolto i 10 migliori momenti romantici (o più teneri) dell’Universo Cinematografico Marvel:

Il ballo di Peter e Gamora

Anche se Peter e Gamora potrebbero non essere la migliore coppia del MCU, hanno avuto alcuni momenti adorabili durante i film in cui sono apparsi. Questa scena tra Star Lord e Gamora è un momento divertente e intimo che allude all’inizio di una possibile storia d’amore tra i due nel primo Guardiani della Galassia.

Anche se la scena finisce con Gamora che quasi lo attacca quando non capisce bene cosa sta facendo con i suoi fianchi, è comunque un momento divertente e carino tra i due.

T’Challa ascolta Nakia

La maggior parte di Black Panther si concentra su T’Challa che piange la morte di suo padre e si sta adattando al suo nuovo status di leader di Wakanda, quindi non c’è molto tempo per la storia d’amore tra lui e Nakia. I due avevano una relazione che sembrava stesse andando in pezzi quando Nakia non era d’accordo con le politiche isolazioniste di Wakanda.

T’Challa avrebbe ascoltato sia lei che Erik entro la fine del film e avrebbe deciso di rendere Wakanda riconosciuta a livello globale e disposta ad aiutare chi ne aveva bisogno. Sebbene non sia un gesto particolarmente romantico, mostra comunque quanto T’Challa si preoccupi per Nakia e ascolti e rispetti veramente le sue opinioni e idee.

La proposta di Tony a Pepper

È un piccolo momento in Spider-Man: Homecoming alla fine del film: Peter decide per il momento di non unirsi agli Avengers come nuovo supereroe e di crescere ancora un po’ prima di impegnarsi nella squadra. Peter si comporta come se questo fosse un test da parte di Tony; tuttavia, quest’ultimo era atteso da un’intera stanza piena di giornalisti pronti a ricevere grandi notizie, quindi decide che forse era giunto il momento di fare la proposta a Pepper.

Chiede al suo fidato amico e collaboratore Happy se ha l’anello, con Happy che gli risponde di averlo dal 2008 (quando è uscito il primo Iron Man): lancia così l’anello a Tony, che presumibilmente chiederà a Pepper di sposarlo di fronte alla stampa.

Janet nel Regno Quantico

Ant-Man and The WaspCome mostrato in un flashback in Ant-Man and the Wasp, Janet sceglie di sacrificarsi per salvare tutti, incluso il suo partner Hank Pym, che aveva danneggiato la sua tuta e non poteva sacrificarsi per un destino forse peggiore della morte.

Non esita, anche se è un grande sacrificio. Hank lo trova ammirevole, anche se gli manca molto: così, lavora ogni giorno per cercare di trovarla nel Regno Quantistico e salvarla.

Maria ricorda a Carol chi è

La maggior parte di Captain Marvel vede Carol Danvers che ricorda lentamente il suo passato e tutto torna al suo posto quando ritrova la sua vecchia migliore amica e collega pilota Maria e sua figlia, Monica.

Carol ha avuto difficoltà durante l’intero film a capire chi era e, soprattutto, a chiedersi se fosse buona o cattiva, ma tutto cambia quando si riconnette con Maria. Che sia romantico o platonico, Maria e Carol hanno un legame che non può essere spezzato.

Visione che si sacrifica per Wanda

In Avengers: Infinity War, i Vendicatori combattono Thanos e cercano di trovare le Gemme dell’Infinito prima che il Titano Pazzo possa raccoglierle tutte e far sparire metà della popolazione. La Gemma della Mente è collegata a Visione e il team sapeva che dovevano rimuoverla da lui per distruggerla, cose che molto probabilmente lo avrebbe condotto alla morte.

Wanda ha combattuto contro ciò e Shuri ha tentato di rimuoverlo in modo sicuro con la tecnologia di Wakanda, ma non ci è riuscita. In una scena emozionante, Visione implora Wanda di distruggere la Gemma per salvare tutti.

MJ mantiene il segreto di Peter

MJ ha scoperto che Peter era Spider-Man verso la fine di Spider-Man: Far From Home, proprio quando i due iniziano una relazione. Peter non ha nemmeno bisogno di chiederle di mantenere il segreto poiché, ovviamente, MJ manterrà e rispetterà il suo segreto.

Almeno fino a quando, sfortunatamente, il segreto di Peter non verrà rivelato al mondo come l’ultimo trucco di Mysterio. L’inizio della relazione tra MJ e Peter è adorabile e goffamente affascinante.

Il ballo di Peggy e Steve

Dopo aver viaggiato nel tempo alla fine di Avengers: Endgame, Steve ha deciso di rimanere nel passato in modo da poter vivere la sua vita con Peggy, scegliendo di trascorrere il resto della sua esistenza al fianco del suo grande amore piuttosto che insieme a tutti gli altri Vendicatori.

Prima che Steve si sacrificasse in Captain America: Il primo vendicatore, promise a Peggy un ballo. È un momento adorabile quando si ripresenta inaspettatamente: Peggy e Steve ballano insieme e Steve appare alla fine del film come un uomo anziano, ormai felice, che consegna il suo scudo a Sam.

Steve che salva Bucky

Steve Rogers e Bucky Barnes hanno uno stretto rapporto che è spesso venato dalla tragedia, poiché la loro storia è iniziata intorno alla Seconda Guerra Mondiale, quando Bucky si unì alle forze statunitensi e Steve divenne Captain America.

Steve è stato costretto a fare apparizioni in pubblico e non è stato in grado di combattere al fianco delle forze statunitensi come avrebbe voluto all’inizio di Captain America: Il primo vendicatore. Bucky e il suo reggimento vennero dati per dispersi, ma quando Steve seppe che il reggimento era detenuto dall’HYDRA lasciò tutto, disobbedì agli ordini e andò in missione per salvare il suo amico.

Il sacrificio di Valchiria

In Thor: Ragnarok, Valchiria è protagonista di un flashback in cui ricorda di aver combattuto Hela insieme alle altre Valchirie. È una scena meravigliosamente girata che trasmette il dolore che Valchiaria prova quando tutti i suoi compagni guerrieri vengono uccisi da Hela.

C’è un momento nel flashback in cui Valchiaria ha una connessione con una delle altri combattenti: Tessa Thompson ha detto che vede questo personaggio come LA partner di Valchiaria, che in realtà si sacrifica per nasconderla da Hela, rendendola così l’unica sopravvissuta di la battaglia.

The Suicide Squad: la scena che ha fatto quasi vomitare John Cena

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John Cena ha mangiato 31 empanadas di fila per una scena di The Suicide Squad di James Gunn, l’atteso sequel/reboot che vedrà una nuova Task Force X imbarcarsi in una missione per cercare di recuperare qualcosa di misterioso da un laboratorio dell’era nazista. Poco altro si conosce in merito alla trama del film, ma è quasi certo che ci sarà un bel numero di morti, soprattutto perché – a quanto pare – i vari membri del team si uccideranno a vicenda.

Nel film torneranno personaggi già visti nella versione del 2016 di David Ayer, come Harley Quinn (Margot Robbie) e Amanda Waller (Viola Davis), ma ci saranno anche tantissimi personaggi mai apparsi prima sullo schermo. Tra questi figura anche il Peacemaker di John Cena, un uomo che brama così tanto la pace da essere disposto anche ad uccidere per ottenerla. Cena ha descritto Peacemaker come la “versione snob di Captain America”​, e i fan sono indubbiamente desiderosi di saperne di più su di lui.

John Cena si è unito a James Gunn e ad alcuni dei suoi compagni di set durante il panel di WarnerMedia in occasione del CCXP della scorsa domenica, e sebbene non abbia rivelato molto su Peacemaker, ha parlato di una scena piuttosto difficile per il personaggio. L’attore e wrestler ha ricordato di quando ha dovuto mangiare un’empanada per la realizzazione di una particolare scena. Il problema è che la scena è stata ripetuta diverse volte, quindi Cena ha dovuto ingurgitare ben 31 empanados di fila. 

“Un giorno abbiamo girato su un tetto una scena in cui mangiavamo”, ha spiegato Cena (via Screen Rant). “Io dovevo mangiare una empanada e così mi sono impegnato a mangiarne una intera senza alcuna interruzione, credendo che sarebbe stata un scena bellissima. Ma per James si trattava di una ripresa molto più complessa. 31 empandas dopo, alla fine ci siamo riusciti.” 

A quel punto James Gunn –  che durante il panel ha confermato che il montaggio del film è ufficialmente terminato – gli ha chiesto se avesse vomitato quella notte, e John Cena ha risposto: “Credo che la 32esima empanada mi avrebbe fatto esplodere, ma poi mi sono rilassato e mi sono sbottonato i pantaloni. Le persone andranno a vedere il film e a nessuno importerà di questa cosa. Quindi, per favore, ricordiamo le empanadas!”

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

Morbius: Jared Leto conferma che il film è parte di un universo espanso

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Jared Leto ha rivelato che l’atteso cinecomic Morbius fa parte di un universo espanso. Il film arriverà nei cinema a marzo 2021, dopo essere stato posticipato a causa della pandemia di Covid-19 (in origine, sarebbe dovuto arrivare nelle sale a luglio di quest’anno). Interpretato anche da Matt Smith e Tyrese Gibson, Morbius racconterà le origini dello scienziato Michael Morbius (interpreteato da Leto), che cerca di sbarazzarsi di una rara malattia del sangue che lo ha trasformato in un vampiro superpotente.

I piani per un universo espanso di Spider-Man hanno iniziato a circolare fin da quando Andrew Garfield era ancora l’interprete in carica del simpatico arrampicamuri. Tuttavia, dopo il flop di The Amazing Spider-Man 2, Sony ha deciso di accantonare quei piani. Da allora, però, la casa di distribuzione ha rimesso in moto gli sforzi per costruire finalmente un universo espanso. Il successo di Venom e di Spider-Man: Un Nuovo Universo hanno contribuito proprio alla costante crescita dell’interesse, da parte dello studio, di sviluppare una rete di personaggi interconnessi e legati proprio all’universo dell’Uomo Ragno. Con l’Electro di Jamie Foxx che dovrebbe tornare in Spider-Man 3, è chiaro che le cose si stiano muovendo in quella direzione, anche se non tutto è ancora perfettamente chiaro.

Tuttavia, alcuni recenti commenti di Jared Leto non fanno altro che avvalorare la tesi secondo cui Sony si sta preparando per qualcosa di molto, molto grande. Come introduzione al trailer giapponese di Morbius, Leto si è lasciato sfuggire – forse involontariamente! – che il film fa parte di un universo espanso. Sony possiede ancora i diritti sullo Spider-Man di Tom Holland, oltre ai diritti su una sfilza di altri personaggi legati all’Uomo Ragno.

“Non vedo l’ora che possiate guardare il mio nuovo film, Morbius”, ha spiegato Leto (via Screen Rant). “Sono davvero eccitato. Il film arriverà molto presto. Penso che sarà divertente e non vedo l’ora che lo vediate. È un ruolo entusiasmante, che fa parte di un universo espanso. Ci sarà molto da aspettarsi, per tutti noi.”

https://www.youtube.com/watch?v=_ceGtjJCKAM&feature=emb_title

Tutto quello che sappiamo su Morbius

Jared Leto è il protagonista dello spin-off dedicato al personaggio dello Spider-Verse in produzione alla Sony, Morbius:. Il premio Oscar interpreta il Dr. Michael Morbius, un biochimico che tenta di curare una fatale malattia del sangue iniettandosi un siero derivato da pipistrelli. Diventando Morbius, ha tutte le qualità di un vampiro – incluso il gusto per il sangue umano.

Matt Smith, Tyrese Gibson, Adria ArjonaJared Harris completano il cast del film, che uscirà nelle sale il 31 luglio 2020. La Arjona interpreterà Martine Bancroft, l’interesse amoroso del protagonista Morbius: nei fumetti, Martine diventa una potenziale vittima della sua sete di sangue mentre è alle prese con la trasformazione che lo ha reso una strana versione da laboratorio dei vampiri soprannaturali della tradizione.

Mad Max: il prequel su Furiosa renderà omaggio a Immortan Joe

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Mad Max: il prequel su Furiosa renderà omaggio a Immortan Joe

Il creatore e regista di Mad Max, George Miller, ha dichiarato che onorerà la memoria dell’attore Hugh Keays-Byrne, interprete di Immortan Joe, nell’annunciato prequel incentrato sul personaggio di Furiosa. Keays-Byrne ha interpretato il villain in Mad Max: Fury Road del 2015. L’attore, scomparso all’inizio di questo mese all’età di 73 anni, ha anche interpretato il cattivo Toecutter, il leader della banda di motociclisti, nell’originale Mad Max del 1979 con Mel Gibson.

Il prequel di Mad Max: Fury Road sarà interpretato da Anya Taylor-Joy nei panni di una giovane Imperatrice, ruolo interpretato nel film del 2015 da Charlize Theron. Il film vedrà nel cast anche da Chris Hemsworth e Yahya Abdul-Mateen II, anche se i loro personaggi non sono ancora stati confermati. In passato Theron ha espresso la sua delusione per il fatto che non sarebbe tornata nei panni di Furiosa, che molti hanno sempre definito una delle più grandi eroine d’azione di questo secolo.

Secondo Indiewire, Miller sta iniziando a prepararsi per le riprese del prequel. Il regista sta attualmente lavorando al suo prossimo film, Three Thousand Years of Longing. Tuttavia, si sta preparando anche ad iniziare a girare il nuovo capitolo di Mad Max e, a quanto pare, ha già iniziato a pensare a come onorare la memoria di Hugh Keays-Byrne nel film. Miller ha anche citato il personaggio di Toecutter come il collante che ha tenuto insieme il primo film.

“All’inizio l’ho trovato formidabile, al punto da essere spaventoso, perché era veramente coinvolto in quello che faceva. La verità è che era una persona accogliente e dolce… abbraccia tutti. Ho imparato a recitare da lui, probabilmente più di chiunque altro con cui ho lavorato.”

Il ruolo chiave di Immortan Joe in Mad Max: Fury Road

Anche se in molti potrebbero non ricordare Toecutter, il ricordo di Immortan Joe è certamente più vivido. Il villain è stato un elemento significato nella storia di Furiosa in Mad Max: Fury Road, elevandola alla carica di Imperatrice nella società in cui governava. I dettagli sul prequel sono al momento ancora scarsi, ma un modo per onorarlo potrebbe essere quello di raccontare la storia dell’eventuale ascesa di Furiosa nei suoi ranghi. Furiosa è passata dal vivere con un gruppo di donne nel deserto, soprannominate Vuvalini, all’essere nelle grinfie di Immortan Joe: Fury Road è incentrato proprio sulla sua fuga e sulla sua redenzione.

Disney annuncerà nuovi progetti Marvel e Star Wars questa settimana

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Secondo quanto riferito, la Disney annuncerà nuovi importanti progetti questa settimana, progetti che includeranno serie tv e film targati Marvel, Star Wars e Pixar. Dal momento che la pandemia di Covid-19 continua ad imporre quarantene e restrizioni, le società di produzione hanno dovuto affrontare numerose sfide e confrontarsi con la possibilità di nuovi modelli di distribuzione (è il caso della Warner Bros., che ha optato per una distribuzione congiunta dei titoli in arrivo nel 2021 sia in sala che in streaming).

In occasione dell’Investor Day del prossimo 10 dicembre, è probabile che anche la Casa di Topolino dovrà fare i conti con l’attuale situazione legata all’emergenza sanitaria e con il futuro dei titoli previsti per il 2021. Sulla scia della chiusura dei cinema, delle scarse vendite di biglietti e delle battute d’arresto delle produzione, alcune società  hanno adottato misure drastiche in riferimento ai loro piani per il 2021. Sulla scia di quanto già messo in atto dalla Warner Bros., sono in molti ad aspettarsi che anche altre major adottino il medesimo modello distributivo, e la Disney potrebbe tranquillamente rientrare tra queste (basti pensare al caso Soul, il nuovo film d’animazione Disney e Pixar che salterà la sala e sarà disponibile direttamente in streaming).

Secondo Deadline, la Disney, proprio durante l’Investor Day del prossimo 10 dicembre, annuncerà che gli attesi live action Cruella, Peter Pan & Wendy e Pinocchio arriveranno direttamente in streaming (come vociferato già alcune settimane fa). Inoltre, la multinazionale dovrebbe annunciare anche nuovi progetti – legati sia al grande che al piccolo schermo – per quanto riguarda i franchise Marvel, Star Wars e Pixar.

A seconda dei contenuti che verranno annunciati, la speranza è che si faccia chiarezza non soltanto sulle uscite di alcuni attesissimi titoli della Fase 4 del MCU, ma anche sui progetti legati alla tanto attesa introduzione nell’universo condiviso dei personaggi degli X-Men e dei Fantastici Quattro, che potrebbe indicare il futuro andamento dell’arco narrativo principale dell’ormai longevo franchise. Ancora, i fan non vedono l’ora di saperne di più in merito all’universo di Star Wars, dal momento che la saga si trova attualmente – almeno dal punto di vista cinematografico – in una sorta di vero e proprio limbo.

Kingsman: Matthew Vaughn sta lavorando ad altri sette film

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Kingsman: Matthew Vaughn sta lavorando ad altri sette film

Secondo quanto riferito, un totale di ben sette film della saga di Kingsman sono in lavorazione da parte del regista Matthew Vaughn per conto di Marv Group. Nel 2015, il regista di Kick-Ass ha portato sul grande schermo i fumetti di Mark Millar e Dave Gibbons con il primo capitolo del franchise, Kingsman: Secret Service.

Incentrato su un’organizzazione d’élite di spie gentiluomini, Secret Service ha visto nel cast Taron Egerton nei panni dell’adolescente Eggsy e Colin Firth nel ruolo del suo mentore Harry Hart. Il film è stato accolto molto bene dalla critica ed è stato un successo al botteghino, portando alla realizzazione di un sequel. Sia Egerton che Firth sono tornati per Kingsman: Il cerchio d’oro, che tuttavia non ha ottenuto il medesimo successo del predecessore.

Tuttavia, l’universo di Kingsman continuerà a crescere. Un Kingsman 3 è attualmente in lavorazione, anche se prima di quel film si sarà lo spin-off/prequel. In uscita a febbraio 2021 (dopo una serie di rinvii a causa della pandemia di Covid-19), The King’s Man riporta il pubblico alla Prima Guerra Mondiale e alla creazione dei Kingsman. Nel cast figurano Ralph Fiennes, Gemma Arterton, Djimon Hounsou, Daniel Brühl, Matthew Goode, Charles Dance, Rhys Ifans, Tom Hollander e Harris Dickinson. Oltre a ciò, a lungo si è parlato di uno spin-off de Il cerchio d’oro incentrato sulla controparte americana dei Kingsman, ossia gli Statesman.

Ora sembra che i fan dovranno aspettarsi molto di più rispetto ai progetti appena citati. Parlando con Deadline, il CEO di Marv Group, Zygi Kamasa, ha rivelato che Matthew Vaughn sta sviluppando “qualcosa come altri sette film di Kingsman”, mentre la società sta iniziando lentamente ad espandersi. Kamasa non ha condiviso ulteriori dettagli sui film, limitandosi a dichiarare. “Vogliamo far crescere il nostro business e la nostra produzione. Abbiamo una serie tv basata su Kingsman in lavorazione e ci sono altri due-tre franchise in fase di sviluppo insieme all’universo di Kingsman.”

Le sorti del franchise di Kingsman

A prima vista, sembra che lo spin-off sugli Statesman potrebbe rientrare in uno di questi franchise secondari, e forse The King’s Man spianerà la strada, oltre che a Kingsman 3, anche ad un suo stesso sequel. Non sorprende che altri film della saga di Kingsman siano in fase di sviluppo, ma il loro numero è decisamente scioccante. Sebbene Secret Service sia stato un successo, Il cerchio d’oro è stato accolto con minore entusiasmo. Resta da vedere quale sarà il destino di The King’s Man: se il film dovesse rivelarsi un flop, nulla esclude che Vaughn potrebbe finire col rivedere i suoi piani.

Star Trek: il film di Tarantino avrebbe “giocato” con il Capitano Kirk

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Il film di Star Trek ad opera di Quentin Tarantino – che probabilmente non vedremo mai! – avrebbe caratterizzato in maniera preponderante il personaggio del Capitano Kirk. Nonostante l’annuncio del progetto circa tre anni fa, sembra che da allora siano stati fatti pochi passi in avanti sul potenziale film, nonostante fosse stata scritta una trattazione completa.

Come dimostrato dal suo ultimo film, C’era una volta a Hollywood, la conoscenza e la passione di Tarantino nel ricreare accuratamente la cultura pop degli anni ’60 è considerevolmente vasta. Quindi, quando è stato originariamente annunciato che avrebbe diretto un film di Star Trek, che ha avuto origine proprio negli anni ’60, i fan della serie si sono entusiasmati, con il progetto che ha ottenuto il sostegno anche dei membri del cast dell’attuale iterazione cinematografica.

Quando lo sceneggiatore Mark L. Smith è stato assunto per occuparsi della script a causa degli impegni di Tarantino con C’era una volta a Hollywood, è diventato chiaro che entrambi erano fan del personaggio del Capitano Kirk, interpretato da William Shatner nella serie originale degli anni ’60. Subito dopo l’annuncio del progetto, Shatner ha effettivamente espresso interesse ad apparire nel film. Sebbene Kirk sia apparso sullo schermo grazie ad un paio di diverse iterazioni, l’ultima è quella interpretata da Chris Pine nella nuova trilogia reboot inaugurata da J.J. Abrams, ma a quanto pare la rappresentazione di Smith e Tarantino avrebbe giocato con l’idea del personaggio in modi diversi. 

Anche se probabilmente lo Star Trek di Quentin Tarantino non verrà mai realizzato, i fan sono ancora curiosi di sapere come sarebbe potuto essere il film. In un’intervista con SFX, lo sceneggiatore Mark L. Smith ha spiegato che lui e Tarantino si sono divertiti molto a lavorare su alcune idee per la storia che coinvolgevano proprio il Capitano Kirk.

“Amo Picard. E Kirk è sempre molto divertente. Tarantino e io ci siamo divertiti davvero tanto con lui. Sapete, Kirk è praticamente William Shatner. Non sei realmente sicuro di chi sia chi, quindi può fare affidamento su questa cosa! Perché anche se vedi Chris Pine che interpreta Kirk, è come se stesse interpretando anche un po’ William Shatner.”

Il futuro della saga di Star Trek

Al momento il futuro della saga cinematografica di Star Trek è incerto. Non è noto se il tanto chiacchierato Star Trek 4 con Chris Pine e Chris Hemsworth accadrà mai, progetto che avrebbe sicuramente portato avanti la linea temporale di Kelvin. Non è chiaro nemmeno se lo Star Trek di Tarantino sarebbe stato ambientato in questa timeline, nella timeline originale di Prime, o se sarebbe stato totalmente autonomo. Dato che sarebbe stato distribuito dalla Paramount, è possibile che lo studio avrebbe richiesto una qualche forma di continuity, soprattutto considerando il coinvolgimento di Abrams nel progetto.

Christopher Nolan contrario alla distribuzione in streaming da parte di WB

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A quanto pare, Christopher Nolan non è un sostenitore della scelta da parte della Warner Bros. di distribuire i film in arrivo nel 2021 sia in sala che su HBO Max. Lo scorso 3 dicembre, la major ha annunciato la sua decisione – sulla scia dell’attuale situazione legata alla pandemia di Covid-19 che ha messo letteralmente in ginocchio l’industria cinematografica (e non solo) – di riservare ai film in arrivo nel 2021 un’uscita congiunta, lo stesso giorno, sia sul grande schermo che in streaming, sulla piattaforma HBO Max di proprietà di WarnerMedia.

Alcuni fonti interne al settore hanno ipotizzato che questa decisione potrebbe essere il frutto di un’attenta analisi sul futuro del mercato cinematografico del 2021, che appare ancora incerto proprio a causa dell’emergenza sanitaria che tutto il mondo sta attualmente provando a contrastare. Una distribuzione in streaming, parallela a quella in sala, potrebbe evitare numeri disastrosi in termini di incasso, con la speranza che sempre più utenti sottoscrivano un abbonamento ad HBO Max proprio per godere delle numerose esclusive che verranno messe a disposizione.

In tutto questo, c’è chi teme che la Warner Bros. possa aver fatto da apripista, in qualche modo, e che sarà solo questione di tempo prima che anche altre major confermino di aver adottato il medesimo modello distributivo. Ecco perché molte personalità di Hollywood non hanno accolto bene la decisione della WB, preoccupate non soltanto per il concetto di fruizione (sappiamo bene – com’è giusto che sia – quanti registi tengano all’esperienza della sala!), ma anche per la sopravvivenza e per il futuro dei cinema.

Chi sembra essere particolarmente contrariato dalla scelta operata dalla Warner Bros. è Christopher Nolan, nonostante la longeva collaborazione con lo studio, che ha praticamente distribuito tutto i suoi film di maggior successo, dalla trilogia de Il Cavaliere Oscuro a Inception, passando per Interstellar e Dunkirk, fino all’ultimo Tenet, uscito proprio in piena pandemia. Il regista britannico ha sempre lottato affinché la sua ultima fatica arrivasse nelle sale nonostante la situazione difficile, e in una recente dichiarazione fatta a THR ha criticato apertamente la decisione della Warner Bros.:

“Alcuni dei più grandi registi del nostro settore e delle più importanti star del cinema sono andati a letto la sera prima di pensare di lavorare per il più grande studio cinematografico e si sono svegliati per scoprire che stavano lavorando per il peggior servizio di streaming.” 

Christopher Nolan contro la Warner Bros.: “Stanno demolendo l’industria.”

La decisione della Warner Bros. è significativa perché ha stabilito un precedente, con altri studi che potrebbero decidere di adottare la medesima strategia. Ciò solleva importanti interrogativi sul futuro del cinema, nonostante sia ancora oggi impossibile prevedere un ritorno alla normalità e quindi una riapertura delle sale a livello globale. Anche se l’accordo Warner Bros./HBO Max è relativo – almeno tecnicamente – ai soli film in uscita nel 2021, un anno è già di per sé abbastanza significativo per plasmare il futuro del settore.

Christopher Nolan ha poi aggiunto: “La Warner Bros. aveva un’incredibile macchina per far lavorare un regista ovunque, sia al cinema che a casa, e mentre parliamo stanno demolendo tutto ciò. Non capiscono neanche lontanamente cosa stanno perdendo. La loro decisione non ha senso dal punto di vista economico, e anche il più inesperto degli investitori di Wall Street può cogliere la differenza tra interruzione e disfunzione.”

Anche altri registi hanno espresso il loro disappunto. Secondo quanto riferito, il regista di Crazy & Rich, Jon M. Chu, ha detto di essere “scioccato” dopo aver scoperto la decisione della Warner, mentre il regista di Dune, Denis Villeneuve, non nasconde la sua delusione, perché crede che il grande schermo sia essenziale per l’universo a cui ha dato ha dato vita.

Lo Hobbit – La desolazione di Smaug: libro, trama e cast del film

Per tutti coloro rimasti incantati dalla Terra di Mezzo grazie alla trilogia de Il Signore degli Anelli, il regista premio Oscar Peter Jackson dà loro la possibilità di tornarvi grazie ad una nuova trilogia di film qui ambientati. Iniziata con Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato, questa è poi proseguita poi con Lo Hobbit – La desolazione di Smaug, uscito in sala nel 2013, e seguito poi l’anno successivo da La battaglia delle cinque armate. Tornano così sul grande schermo numerosi personaggi già conosciuti e amati, a cui si aggiungono nuovi eroi tutti da scoprire, grandi o piccoli che siano. Ricomincia dunque l’eterna lotta tra il male e il bene, con quest’ultimo capace di nascondersi anche nei luoghi più inaspettati.

Come già avvenuto per i precedenti film, anche Lo Hobbit si basa sull’omonimo romanzo del celebre scrittore J. R. R. Tolkien. Pubblicato per la prima volta nel 1937, questo racconta le gesta dell’hobbit Bilbo Baggins, e del suo incredibile viaggio verso terre e luoghi mai visti prima. Nel film di Jackson, la missione di questi è quella di aiutare un gruppo di nani a sconfiggere il terribile drago Smaug, ma forze più grandi inizieranno ad agitarsi nell’ombra, riportando alla luce l’Unico Anello, ricercato con grande avidità dal malvagio Sauron. Originariamente, era proprio da questo racconto che Jackson desiderava partire, ma per problematiche legali finì invece con il concentrarsi sull’altra ben nota trilogia.

Arrivato in sala, il film raccolse grandi consensi, in particolare da tutti quegli spettatori che non vedevano l’ora di rivivere avventure simili a quelle già conosciute. Lo Hobbit – La desolazione di Smaug arrivò così ad un guadagno globale di circa 960 milioni di dollari a fronte di un budget stimato intorno ai 225. Con tale risultato, il film è diventato uno dei maggiori incassi del 2013, nonché della storia del cinema. Molte sono le curiosità da scoprire legate al titolo, specialmente in occasione di una nuova visione. Proseguendo nella lettura si potranno scoprire così dettagli sulla trama, il cast e molto altro.

Lo Hobbit – La desolazione di Smaug: la trama del film

Con il secondo capitolo della trilogia continuano le avventure di Bilbo Baggins, il quale ha intrapreso un lungo e avventuroso viaggio insieme allo stregone Gandalf e ad un gruppo di nani, capitanati da Thorin Scudodiquercia. Il loro obiettivo è quello di impadronirsi dell’Arkengemma, con la quale aspirano a sconfiggere il potente drago Smaug, ora impadronitosi della Montagna Solitaria, un tempo appartenuta al popolo dei nani. Nel corso del loro viaggio, il gruppo si imbatterà però in numerosi pericoli, da ragni giganti fino a spietati orchi. Ad accorrere in loro aiuto, però, vi saranno gli elfi Tauriel e Legolas, i quali sembrano sposare le intenzioni dei nani. Dello stesso avviso non è però il re Thranduil, che tenterà di ostacolare il loro cammino.

Nel frattempo, su suggerimento della dama elfica Galadriel, Gandalf e Radagast cercano di scoprire chi si cela dietro il Negromante. La ricerca sull’identità di questi, però, porterà alla luce sconvolgenti verità, che rischiano di minare la pace nell’intera Terra di Mezzo. Mentre Smaug si è ormai risvegliato, manifestandosi come una minaccia più grande del previsto, nuove maligne forze sembrano riprendere forza, gettando un’ombra sull’intero regno. Per la compagnia, rimanere uniti sarà l’unico modo per poter sperare di sopravvivere. L’aria di guerra, infatti, è sempre più incombente, ed evitarla sembra ormai cosa impossibile.

Lo Hobbit – La desolazione di Smaug: il cast del film

Per dar vita ai nuovi personaggi presenti nel film, il regista ha condotto lunghi casting al fine di individuare le personalità più adatte. Ad interpretare il giovane Bilbo Baggins è così stato scelto Martin Freeman, il quale aveva però inizialmente rifiutato la parte per via di impegni già presi con la serie Sherlock. Pur di avvalersi della sua partecipazione, però, Jackson decise di riorganizzare le riprese. Per assumere i panni di Bilbo, Freeman dovette inoltre sottoporsi a diversi tipi di allenamento, tra cui anche quelli di combattimento con la spada. Accanto a lui, nei ruoli dei nani si ritrovano attori quali Richard Armitage come Thorin Scudodiquercia, leader del gruppo.

Nel film è poi presente Gandalf il grigio, interpretato nuovamente da Ian McKellen, il quale però non nascose una certa insoddisfazione. L’attore si trovò infatti a dover recitare prevalentemente da solo circondato dal green screen, con il risultato di sentirsi emarginato e umiliato dalla situazione. McKellen considerò anche di lasciare il ruolo, salvo ripensarci perché troppo legato ad esso. Ritorno altrettanto gradito è quello del celebre Andy Serkis nei panni di Gollum. Pur non essendo presente nel libro, Jackson ha inserito nel film anche i personaggi di Galadriel, interpretata da Cate Blanchett, e Legolas, interpretato da Orlando Bloom, entrambi già apparsi nella trilogia originale.

L’attore Lee Pace dà invita invece al controverso re degli Elfi Silvani Thranduil, mentre Benedict Cumberbatch si è cimentato in una brillante interpretazione tramite motion capture per il personaggio del drago Smaug, al quale ha anche fornito la voce, come anche del misterioso Negromante. Evangeline Lilly interpreta l’elfa Tauriel, personaggio inventato appositamente per il film. Per ricoprire la parte, l’attrice si è dedicata ad un lungo allenamento con la spada e l’arco, come anche allo studio della lingua elfica. L’attore Luke Evans, invece, dà vita a Bard l’Arciere, abitante della Città del Lago nonché abile arciere.

Lo Hobbit - La desolazione di Smaug cast

Lo Hobbit – La desolazione di Smaug: le differenze tra il libro e il film

Nel dar vita alla trasposizione cinematografica di Lo Hobbit, Jackson si prese diverse libertà rispetto a quanto in esso narrato. Egli non si fa infatti problemi ad aggiungere personaggi non presenti nel romanzo, come Galadriel o Legolas. Se questi due sono comunque presenti nella narrativa di Tolkien, discorso diverso è invece quello relativo all’elfa Tauriel. Il personaggio, infatti, venne ideato da zero per essere introdotto nel film, garantendo così una maggior presenza femminile e la possibilità di dar vita a sottotrame di natura romantica. Un altro personaggio che subisce radicali trasformazioni è quello di Bard l’Arciere. Nel film questi è infatti un barcaiolo disilluso e restìo a sottomettersi al Governatore della città. Nel libro, invece, egli è esclusivamente un arciere, nonché capitano della Guardia della Città.

Tra le sequenze più spettacolari del film vi è quella della fuga del gruppo di nani dalla dimora degli Elfi Silvani. Questa avviene per mezzo di alcuni barili portati dalla corrente del fiume, che permette loro di arrivare direttamente a Città del Lago. Rispetto al romanzo, tuttavia, tale situazione si presenta particolarmente più complessa nella film, richiedendo addirittura un sacrificio da parte del nano Kili, che per permettere ai suoi compagni di fuggire viene ferito da una freccia avvelenata. Altra notevole differenza si ritrova nel finale, al momento dell’entrata in scena del drago Smaug. Nel romanzo, infatti, Bilbo entra nella montagna per due volte, riuscendo ad individuare un punto debole nella corazza del drago. Nel film, invece, l’hobbit intrattiene una lunga conversazione con Smaug, fino al momento in cui questi non esce dalla montagna per seminare il terrore.

Lo Hobbit – La desolazione di Smaug: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Lo Hobbit – La desolazione di Smaug è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno lunedì 7 dicembre alle ore 21:30 sul canale TV8.

Fonte: IMDb

The Danish Girl: il cast e la storia vera dietro al film con Eddie Redmayne

Dopo aver diretto i film Il discorso del re e Les Misérables, il regista premio Oscar Tom Hooper si è cimentato nel 2015 con The Danish Girl, incentrato sulla vera storia di Einar Wegener, la prima persona nota ad identificarsi come transessuale e a sottoporsi ad un intervento chirurgico di riassegnazione sessuale, assumendo l’identità di Lili Elbe. Una storia avvenuta nella Copenaghen degli anni Venti, che ha rappresentato un caso esemplare che ancora oggi non manca di ispirare numerose persone nella ricerca della più completa autoaffermazione di sé. Scritto da Lucinda Coxon, il film è tratto dal romanzo La danese.

Questo è stato scritto nel 2000 da David Ebershoff, accademico statunitense, che ha ricostruito e liberamente riadattato le vite delle pittrici danesi Lili Elbe e Gerda Wegener. Da subito divenuto un caso editoriale, numerosi registi tentarono di dar vita ad una trasposizione cinematografica di questo, e numerose sono le celebri attrici accostatesi al progetto. Tra queste si citano in particolare Nicole Kidman, Charlize Theron, Marion Cotillard e Rachel Weisz. Il film prese tuttavia vita solo nel 2014, nel momento in cui Hooper subentra in qualità di regista. Con le riprese svoltesi interamente a Copenaghen, The Danish Girl si presentava da subito con un film polarizzatore di attenzioni.

Arrivato in sala, infatti, il film suscitò da subito grandi reazioni, sia a favore che contrarie. Pur con i dovuti divieti, per via di scene comprendenti nudità e tematiche sessuali esplicite, la pellicola riuscì ad affermarsi come un buon successo economico, guadagnando circa 65 milioni di dollari a fronte di un budget di 15. The Danish Girl, divenne poi uno dei grandi protagonisti della stagione dei premi, e dopo essere stato presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, è arrivato ad ottenere diverse candidature ai Critics’ Choice Movie Awards, ai Bafta Award, ai Golden Globe e ai premi Oscar.

The Danish Girl: la trama del film

Il film si svolge nella Copenaghen degli anni Venti, dove la ritrattista Gerda Wegener è sposata con il pittore paesaggista Einar Wegener. La coppia, pur unita da un profondo amore, si trova a vivere alcune tensioni per via della notevole fama di lui e la scarsa notorietà di lei. Il rapporto tra di loro inizia a mutare ulteriormente nel momento in cui Gerda chiede al marito di posare per lei, indossando un abito femminile. È in quel momento che Einar comincia a manifestare il suo alter ego femminile, Lili Elbe. Con il passare del tempo, egli inizia a perdere gradualmente il contatto con la sua parte maschile, divenendo invece sempre più insofferente a questa. Egli decide così di ricorre ad una dolorosa operazione per cambiare la sua vera identità sessuale, mentre Gerda capirà che amare qualcuno, spesso, vuol dire lasciarlo libero.

The Danish Girl: il cast del film

Una volta che Hooper venne confermato come regista, questi decise di far leggere la sceneggiatura all’attore Eddie Redmayne, divenuto nel frattempo celebre grazie al film La teoria del tutto. Questi si disse particolarmente interessato alla parte di Einar, accettandola senza esitazione. Per prepararsi al ruolo, egli consultò diverse persone appartenenti alla comunità transessuale, al fine di poter fornire una interpretazione il più realistica possibile. Accanto a lui, nel ruolo della moglie Gerda vi è l’attrice Alicia Vikander, la quale vinse poi il premio Oscar come miglior attrice non protagonista. Pur essendo svedese, l’attrice presenta una carnagione olivastra, motivo per il quale è stata qui truccata al fine di farle assumere un colorito più conforme al canone della Danimarca.

Nel film sono poi presenti altri noti interpreti di provenienza statunitense ed europea a dar vita ai personaggi secondari. L’attore Matthias Schoenaerts veste infatti i panni di Hans Axgil, un impresario d’arte che finirà con l’innamorarsi di Gerda. Ben Whishaw, invece, è Henrik, un pittore omosessuale che intreccia una relazione con Einar. Amber Heard è invece la ballerina Ulla, la quale per via delle prove di uno spettacolo rinuncerà a fare da modella a Gerda, lasciando il posto ad Einar. L’attore Sebastian Koch, celebre per il film tedesco Le vite degli altri, interpreta il dottor Warnekros, colui che si dichiarò disponibile ad eseguire l’operazione per il cambio di sesso sul protagonista.

The Danish Girl cast

The Danish Girl: la vera storia dietro al film

Quella di Lili Elbe, nata uomo con il nome di Einar Wegener, è una storia tanto tormentata quanto troppo spesso dimenticata. Questa ha inizio nel momento in cui conosce l’aspirante pittrice Gerda Gottlieb alla scuola d’arte di Copenaghen. I due si sposano poi nel 1904, continuando poi la loro attività di pittori. All’incirca intorno al 1908 avviene poi l’evento che darà vita alla volontà di lui di riaffermarsi come donna. Proprio come viene mostrato nel film, infatti, una modella assunta da Gerda manca di presentarsi all’appuntamento, ed è proprio Einar a sostituirla, posando per la moglie in abiti femminili. Da qui l’uomo ha un’epifania, avvertendo un particolare piacere nel vivere quella situazione. Dopo aver posato per lei altre volte, egli iniziò a vestire abiti femminili anche in altri contesti, fingendo di essere la cugina di Gerda e assumendo il nome di Lili.

Einar tentò inizialmente di reprimere quell’inspiegabile desiderio, salvo poi riconoscere intorno al 1930 di non poter più rinunciare alla sua parte femminile, che considerava la più importante di sé. Per questo motivo si reca in Germania per sottoporsi all’allora sperimentale operazione di riassegnazione sessuale. Lili affronta così circa cinque complicate operazioni, ottenendo infine il riconoscimento legale del suo nuovo sesso. Tale cambiamento ha ovviamente fatto scontrare Lili con diversi attacchi, fisici o verbali, di quanti non comprendevano la sua volontà. Tre mesi dopo la sua ultima operazione, nel settembre del 1931, Lili Elbe morì per il rigetto dell’impianto dell’utero. Nel frattempo, Gerda si era risposata con un ufficiale italiano di nome Fernando Porta. Nel 1936 però divorziò anche da questi, per poi spegnersi nel 1940.

The Danish Girl: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Danish Girl è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, e Apple iTunes. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno lunedì 7 dicembre alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb, HistoryvsHollywood

The Wilds: recensione della serie Amazon Prime Video

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The Wilds: recensione della serie Amazon Prime Video

Dall’11 dicembre su Prime Video arriva The Wilds, una serie originale che si presenta come un incrocio perfetto tra Lost e Pretty Little Liars. Scritta dalla stessa Sarah Streicher di Daredevil, la serie sarà disponibile in streaming sulla piattaforma dopo un’anteprima il 9 dicembre su tutti i canali ufficiali Amazon: YouTube, Instagram, Twitter e Facebook.

Non ci sentiamo in difficoltà a scomodare proprio Lost, visto che già dal trailer vediamo che l’ambientazione principale della storia è un’isola deserta, sulla quale sono naufragate un gruppo di adolescenti dopo un incidente aereo. In maniera molto meno intricata e sibillina rispetto alla serie di J.J. Abrams, in The Wilds scopriamo quasi da subito che le ragazze non sono finite per caso su quell’isola, ma su di essa sono costrette, litigando, stringendo amicizie, conoscendosi e imparando a sopravvivere fino a che una mente superiore vuole che sia così. Al presente sull’isola, si alternano vicende del passato, prima dell’incidente e dell’arrivo su questo territorio inospitale. O almeno così pare perché in realtà la stessa vita sull’isola è un racconto, nei ricordi delle sopravvissute. Più piani temporali si affollano in The Wilds, piani e storie che arriveranno a comporre un composito quadro, emozionante sì, ma che non risparmia derive thriller e una componente di mistero che dà spessore alla storia.

The Wilds è un incrocio tra Lost e Pretty Little Liars

Alla produzione dello show troviamo Amy B. Harris, la stessa di Sex and the City e The Carrie Diaries, che dà quindi la sua impronta girly al prodotto ma che ne sollecita l’aspetto più avventuroso. I volti della serie sono quasi tutti sconosciuti da Sophia Ali (Grey’s Anatomy) a Shannon Berry (Hunters), passando per le meno note Jenna ClauseReign Edwards (Snowfall), Mia HealeyHelena HowardErana James (Golden Boy), Sarah PidgeonDavid Sullivan (Sharp Objects) e Troy Winbush (The Goldbergs), fino alla veterana del gruppo, la talentuosa Rachel Griffiths, che nel 2002 venne premiata con il Golden Globe per la sua interpretazione di Brenda in Six Feet Under.

The Wilds rivisita il linguaggio del young adult, in un momento in cui il cinema sembra aver esaurito il filone e la tv sta trovando mille declinazioni alle storie dedicate ai giovani spettatori. Con un cast principalmente formato da giovani donne, la serie punta a mettere in scena dinamiche tutte al femminile che hanno degli aspetti inediti e che sono eredi di altri show, come Desperate Housewives o Pretty Little Liars, appunto, che però incontrano in questo caso il linguaggio più duro del survival.

In un felice incontro tra stili, generi con in più la diversificazione del pubblico a cui si rivolge, The Wilds, dall’11 dicembre su Amazon Prime Video, rappresenta sicuramente un prodotto che si prende i suoi rischi e che potrebbe essere premiato dal pubblico proprio per la sua peculiarità.

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