STARZPLAY, il
servizio di streaming premium internazionale di Starz, ha diffuso
il trailer ufficiale della tanto attesa serie
commedia The
Great. L’anteprima della serie
sulla piattaforma sarà giovedì 18 giugno in
Gran Bretagna, Repubblica d’Irlanda, Germania, Austria, Spagna,
Francia, Italia, Svizzera, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo e
America Latina.
Dallo sceneggiatore candidato
all’Oscar, Tony McNamara (La Favorita),
“The Great” è una commedia satirica su Caterina la Grande nella sua
ascesa da outsider a imperatrice, rimasta poi al potere più a
lungo di tutte le altre donne nella storia della Russia. Accanto a
Elle Fanning e Nicholas Hoult, nella serie recitano
Phoebe Fox (Eye in the Sky), Adam
Godley (“The Umbrella Academy”, “Breaking Bad”),
Gwilym Lee (Bohemian Rhapsody),
Charity Wakefield (“Bounty Hunters”, “Wolf Hall”),
Douglas Hodge (Joker, “Black Mirror”),
Sacha Dhawan (After Earth), Sebastian de
Souza (“Medici”), Bayo Gbadamosi (“Dr. Who”) e
Belinda Bromilow (“Doctor Doctor”).
https://youtu.be/GFYM3uzLnZU
The
Great è creato e scritto da McNamara,
che ne è anche produttore esecutivo, altri produttori esecutivi
sono Marian Macgowan, Josh Kesselman e Ron West
della Thruline, Brittany Kahan Ward della Echo Lake, Doug Mankoff e
Andrew Spaulding, Elle Fanning, Mark Winemaker e Matt Shakman. Il
progetto è prodotto dal Civic Center Media in associazione con MRC
Television.
Il servizio di streaming premium di
STARZPLAY è disponibile sulla app Apple TV e offre agli
abbonati accesso a premiate serie come “The Act,” e “Ramy;” a
“Pennyworth;” prequel dei fumetti di Batman della DC Comics, alla
serie horror psicologico di Stephen King e J.J. Abrams “Castle
Rock” insieme ad una crescente selezione di esclusive serie
originali STARZ, nello stesso giorno del loro lancio negli
Stati Uniti, ivi compresa “The Spanish Princess” ed il crime-drama
di prossima uscita “Hightown”, lo stesso giorno del loro lancio
negli Stati Uniti, insieme ad un listino di lungometraggi
blockbuster contenente migliaia di titoli.
Gli abbonati al canale STARZPLAY
sulla App Apple TV possono guardare online o scaricarsi e godersi
offline i loro programmi e film preferiti disponibili attraverso
STARZPLAY, che è disponibile su iPhone, iPad, Apple TV e
selezionate smart TV Samsung.
È stato definito da più parti il
film dell’ultimo anno, giudizio confermato dai numerosi premi che
la pellicola diretta dal regista sudcoreano Bong
Joon-Ho ha raccolto in giro per il mondo. Ed ora
arriva in prima tv esclusiva su Sky Cinema. Stiamo
parlando di Parasite
(distribuito in Italia da Academy Two), trionfatore a Cannes lo
scorso anno dove ha vinto la Palma d’Oro e
dominatore degli ultimi Oscar con ben 4
statuette, tra cui le due più ambite, Miglior Film e Miglior Regia.
Il film sarà trasmesso in prima visione tv giovedì 7
maggio, alle 21.15 su Sky Cinema Duee alle 21.45
su Sky Cinema #IoRestoACasa 2, disponibile anche
on demand su Sky e in streaming su NOW
TV.
Parasite
racconta la storia della famiglia Kim – padre, madre, figlio e
figlia – tutti molto uniti, ma anche molto disoccupati, che hanno
davanti a loro un futuro incerto. La speranza di un’entrata
regolare si accende quando il figlio, Ki-woo, viene raccomandato da
un amico, studente in una prestigiosa università, per un lavoro ben
pagato come insegnante privato. Con sulle spalle il peso delle
aspettative di tutta la famiglia, Ki-woo si presenta al colloquio
dai Park. Quando il ragazzo, falsificando diploma e identità,
diventa il tutor privato dell’erede della ricchissima famiglia, i
quattro escogitano un piano diabolico per sistemarsi
definitivamente. Ma anche una strategia perfetta nasconde
conseguenze imprevedibili.
«Sebbene il titolo possa far
pensare a un film di mostri o di fantascienza, Parasite è a tutti
gli effetti quella che definirei una commedia umana, fortemente
imbevuta di contemporaneità», così il regista Bong
Joon-Ho ha descritto il suo film di maggior successo.
«Anche se il plot è composto da una serie di situazioni uniche
e peculiari, è comunque una storia che potrebbe accadere nel mondo
reale. In questo senso è un dramma molto realistico. Ma è pur vero
che nel mondo reale, i percorsi di una famiglia come quella
composta dai nostri quattro protagonisti disoccupati e della
famiglia Park non si incrocerebbero mai. L’unicapossibilità di un incontro tra queste classi è un rapporto di
lavoro, come quando qualcuno viene assunto come tutor o lavoratore
domestico. In queste situazioni ci sono momenti in cui le due
classi sociali sono così a stretto contatto da poter sentire l’uno
il respiro dell’altro e vengono entrambe trascinate in una
situazione in cui anche il più piccolo passo falso può portare a
fratture ed esplosioni».
Con l’arrivo di “Parasite”
su Sky Cinema, sull’on demand di Sky nasce una nuova sezione,
quella de “I film più premiati”, una nuova
collezione dedicata agli amanti del cinema di qualità con una
selezione di titoli che hanno ricevuto i più importanti
riconoscimenti italiani e internazionali, tutti accompagnati dalle
presentazioni di Gianni Canova negli episodi de “Il Cinemaniaco
presenta”. Tra gli altri titoli presenti si segnalano, ad
esempio, “Green Book”, “Vice – L’uomo nell’ombra”, “C’era una
volta… a Hollywood”, “Martin Eden”, “Il traditore”, “La paranza dei
bambini”, insieme ad alcuni grandi classici come “Il
dottor Stranamore”, “Casa Howard” e “C’era una
volta in America”.
Attrice simbolo degli anni Ottanta e
Novanta, Kim Basinger si è resa celebre per la sua
partecipazione ad alcune tra le pellicole più celebri di quel
tempo, affermandosi per le sue doti e la sua bellezza. Ancora oggi
viene indicata come una vera e propria icona, capace di attirare su
di sé tutte le attenzioni di critica e pubblico.
Ecco 10 cose che non sai su
Kim Basinger.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Kim Basinger: gli anni ’80
10. È stata protagonista di
celebri lungometraggi. L’attrice esordisce al cinema nel
1981 con il film Paese selvaggio, per poi ottenere i primi
riconoscimenti con I miei problemi con le
donne (1983), Il migliore (1984), con RobertRedford, e Follia d’amore (1985). A
consacrarla è però la pellicola 9 settimane e ½ (1986),
con Mickey
Rourke. Continua poi a guadagnare fama con titoli come
Nessuna pietà (1986), con Richard
Gere, Appuntamento al buio (1987), Nadine
– Un amore a prova di proiettile (1987), Ho
sposato un’aliena (1988), e Batman (1989), con
Jack
Nicholson.
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Il ruolo che più di ogni altro ha portato
fama e prestigio all’attrice è stato quello di Lynn Bracken in
L.A. Confidential. Grazie a questo ottenne infatti una
nomination ai Bafta Awards come miglior attrice non protagonista,
mentre, nella medesima categoria, vinse il Golden Globe, il SAG
Awards e il prestigioso premio Oscar. Nel 1992, l’attrice ricevette
inoltre la celebre Stella sulla Hollywood Walk of Fame.
Kim Basinger è su Instagram
7.Ha un
account personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 75,5 mila persone. Anche se non
utilizzato in modo frequente (dal 2018 ad oggi vi sono solo 27
post), qui la Basinger è solita condividere in prevalenza immagini
a supporto delle proprie campagne animaliste, come quella in
associazione con la PETA. Non mancano però anche foto di momenti di
svago o di curiosità a lei legate.
Kim Basinger: chi è suo marito
6. È stata sposata con un
noto attore. Sul set del film Bella, bionda… e dice
sempre sì, la Basinger conosce l’attore Alec
Baldwin, con il quale intraprenderà una relazione che
li porterà al matrimonio, nel 1993. La coppia rimane insieme per
circa nove anni, annunciando la separazione nel 2002. In seguito,
finirono entrambi sotto i riflettori per la dura battaglia legale
riguardante l’affidamento della loro unica figlia, nata nel
1995.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Kim Basinger in Batman
5. Aveva rifiutato il ruolo
nel film. L’attrice era la prima scelta dei produttori per
ricoprire il ruolo di Vicky Vale nel film Batman, ma
questa rifiutò per via di altri impegni precedentemente presi. Fu
allora sostituita con un’altra interprete, la quale però si
infortunò durante le prove sul set. A quel punto, la Basinger fu
ricontattata una settimana prima che iniziassero le riprese, e i
produttori la scongiurarono di accettare il ruolo. Liberatasi dai
precedenti impegni, l’attrice fu libera di accettare la parte.
4. Non era prevista nel
finale. Inizialmente, secondo sceneggiatura, lo scontro
finale tra Batman e Joker non prevedeva altri personaggi coinvolti.
L’attrice tuttavia suggerì di aggiungere Vicky Vale, poiché
mettendo in pericolo l’interesse amoroso del supereroe si sarebbe
alzato il livello della tensione. I produttori acconsentirono, e
fecero così riscrivere il finale.
3. È divenuta nota per le
sue grida. Essendo legata sentimentalmente a Bruce Wayne,
il personaggio di Vicky Vale viene inevitabilmente più volte
esposto al pericolo. All’interno del film, la Basinger si è così
esibita in ben ventitre grida, nei momenti in cui si trova, o crede
di trovarsi, in pericolo. Questo dettaglio ha più volte fatto
indicare l’attrice come una possibile “scream queen”.
Kim Basinger: dov’è oggi?
2. Non recita da alcuni
anni. Nell’ultimo decennio le presenze al cinema
dell’attrice si sono piuttosto diradate, e il suo ultimo ruolo
ufficiale è quello nel film Cinquanta sfumature di rosso.
Inoltre, attualmente la Basinger non sembrerebbe avere film in
programma, e molti fan attendono il suo ritorno sulle scene.
Kim Basinger: età e altezza
1. Kim Basinger è nata a
Athens, in Georgia, Stati Uniti, l’8 dicembre 1953.
L’attrice è alta complessivamente 172 centimetri.
Tralasciando titoli come
L’Incredibile Hulk e Captain America: Il primo
Vendicatore, i film del MCU hanno sempre riscosso
un incredibile successo al box office mondiale. La vera sfida,
adesso, è capire se, dopo l’incredibile successo di Avengers:
Endgame, l’uscita di scena di personaggi iconici
quali Tony Stark e Steve Rogers, e con l’inizio della Fase 4,
l’Universo Cinematografico Marvel sarà ancora in grado di mantenere
alta la sua reputazione in termini di incassi.
In attesa di scoprire – una volta
che i cinema riapriranno – quale sarà il futuro dei titoli del MCU
al cinema (a partire dall’uscita dell’attesissimo Black
Widow), ripercorriamo insieme i 10
maggiori record infranti dai cinecomic Marvel al botteghino:
Lo standalone con il maggior incasso
Su 23 titoli che compongono il MCU
ad oggi, soltanto quattro film sono stati dedicati agli Avengers.
Il resto, sono stati tutti standalone dedicati a personaggi più o
meno noti. Al di là del successo della trilogia di
Spider-Man di Sam Raimi o della trilogia de Il
cavaliere oscuro di Christopher Nolan (per non parlare del
successo inaspettato di Wonder Woman e Aquaman,
appartenenti al DCEU), è comunque la Marvel a detenere il record
per lo standalone – in ambito supereroistico – con il maggior
incasso della storia: si tratta di Black
Panther, che ha raggiunto ben 1.3 miliardi in
tutto il mondo.
Il più grande incasso dei Walt
Disney Studios
Non è un segreto che la Disney sia
una macchina da soldi. La Casa di Topolino rappresenta un marchio
collaudato di cui le famiglie si fidano ormai ciecamente; ecco
perché è facile che tutto ciò che lo studio tocchi, si trasformi in
oro! Inizialmente, la distribuzione dei film del MCU era stata
affidata alla Paramount Pictures, ma non appena la Disney ha capito
quanto ghiotta – in termini economici – potesse essere l’occasione
grazie alla rimuneratività dei cinecomics, in poco tempo i Marvel Studios vennero
acquistati dalla multinazionale. E così The Avengers è diventato il film
distribuito dai Walt Disney Studios con il maggiore incasso della
storia. Da allora, la Disney ha superato il suo stesso record in
diverse occasioni…
Il miglior esordio per un film in IMAX
Il record per un film in IMAX con il
più grande weekend d’apertura era detenuto da Il cavaliere
oscuro di Christopher Nolan. Tuttavia, nel 2015, anno di
uscita di
Avengers: Age of Ultron, il film di Joss Whedon
riuscì a stabilire un nuovo record, arrivando a 25.2 milioni di
dollari incassati nel primo weekend di programmazione.
Il lunedì più redditizio in Nord-America
Nell’era dello streaming, gli studi
cinematografici fanno sempre più fatica ad attirare il pubblico in
sala. D’altra parte, è sempre stato difficile attirare il pubblico
al cinema nella giornata o serata del lunedì. Eppure, Black
Panther è stato un punto di riferimento culturale
talmente grande da stabilire un nuovo importantissimo record,
diventando il film più visto all’inizio della settimana nella
storia del botteghino nordamericano, con ben 40.15 milioni
incassati.
Record per la
vendita di biglietti
È facile battere un record al
botteghino quando non si tiene conto dell’inflazione: il costante
cambiamento relativo al valore del dollaro americano stabilisce che
i biglietti per il cinema continuino a costare sempre di più col
passare del tempo. Ma Avengers:
Endgame ha battuto un record decisamente adeguato
all’inflazione, detenuto fino al momento della sua uscita soltanto
da Il ritorno dello Jedi. Con 8.502 biglietti venduti (e
tenendo conto dell’inflazione e dell’ampia distribuzione),
Endgame ha avuto la media più alta per fine settimana. Il
record de Il ritorno dello Jedi si aggirava attorno ai
7.293 biglietti venduti.
Il più alto incasso per un film
diretto da un regista afroamericano
Di recente, il MCU si è dimostrato
molto più aperto al concetto di “diversità”, realizzando film
incentrati su supereroi di colore o film interamente dedicati a
supereroine. Per il già citato Black
Panther, la Marvel ha reclutato il
regista afroamericano Ryan Coogler: con un pionieristico 1.3
miliardi di dollari, il cinecomic con protagonista Chadwick Boseman
è diventato il film più redditizio di sempre girato da un regista
di colore.
La settimana d’apertura più redditizia
Avendo
acquistato i Marvel Studios, la Lucasfilm, la Pixar e più di
recente la Fox – senza contare le produzioni originali a marchio
Disney -, è innegabile quanto, oggi come oggi, il più grande nemico
della Casa di Topolino al botteghino sia semplicemente la stessa
multinazionale! Avengers:
Endgame ha stabilito il record per la settimana
di apertura più redditizia, con ben 473 milioni di dollari,
superando Star
Wars: Il Risveglio della Forza (che nella prima settimana
aveva raggiunto 390 milioni).
Il più grande weekend d’apertura della storia
L’industria
hollywoodiana e le case di produzione insistono da sempre sul fatto
che il weekend di apertura sia il momento più importante nella
corsa in sala di un film. Nel suo weekend di apertura,
Avengers: Infinity War ha battuto “il record dei
record” con 640 milioni di dollari incassati, superando i 541
milioni di Fast and Furious 8. Un anno dopo,
Endgame ha quasi raddoppiato i 640 milioni di Infinity
War, con un weekend di apertura a dir poco vertiginoso, pari a
1.223 miliardi.
Il miliardo d’incasso raggiunto nel minor tempo possibile
Un altro
caso in cui la Marvel è riuscita a battere un suo stesso record.
Avengers:
Endgame ha battuto una serie di record già
stabiliti in precedenza da Infinity War. In soli tre
giorni, Endgame ha battuto il record dei cinque giorni di
Infinity War in termini di “500 milioni” incassati; in
cinque giorni, ha battuto il record degli 11 giorni di Infinity
War in termini di “1 miliardo” incassati; in otto giorni, ha
battuto il record dei 18 giorni di Infinity War in termini
di “1.5 miliardi” incassati; in 11 giorni ha battuto il record dei
47 giorni di Avatar in termini di “2 miliardi”
incassati.
Il più grande incasso di tutti i tempi
Prima dell’uscita di Avengers:
Endgame, il record del più grande
incasso di tutti i tempi era detenuto da Avatar. Poco
prima della fine della sua corsa in sala, si temeva che il
cinecomic di Anthony e Joe Russo non riuscisse a superare i 2.778
miliardi del kolossal di James Cameron. Così, il film venne
ridistribuito nelle sale con l’aggiunta di alcune scene inedite,
arrivando a 2.779 miliardi e diventando ufficialmente il più alto
incasso nella storia del cinema.
I fan del DCEU sono consapevoli che
l’universo condiviso basato sulle storie dei personaggi DC non avrà
mai la coerenza stilistica e narrativa che è invece uno dei
capisaldi del MCU. Basti pensare ai recenti
Aquaman, Shazam! e
Birds of Prey, titoli molto diversi tra
loro per toni e intenzioni, ma anche – e soprattutto – a Joker
(nonostante il film di Todd Phillips non appartenga ufficialmente
al DCEU). Per questo motivo, è doveroso credere che anche l’atteso
Wonder
Woman 1984 sarà qualcosa di molto
diverso.
Questa diversificazione, però,
sembra essere uno degli elementi favoriti dalla regista
Patty Jenkins, che in una recente intervista con
Total Film
ha parlato delle differenze che esistono tra i cinecomic Marvel e
DC. La regista ha sottolineato quanto sia importante questa unicità
all’interno dei singoli film del DCEU e quanto sia altrettanto
importante che la DC non prenda la Marvel come modello di
riferimento:
“Sono convinta che determinate
aspettative siano state causate dal grande successo che i Marvel
Studios sono riusciti a raggiungere grazie al loro universo
condiviso, ma questa non deve essere la regola, lo status quo. C’è
un enorme varietà di fumetti, con toni e mondi radicalmente
diversi. A volte funzionano bene insieme, altre volte no.”
La Jenkins ha poi aggiunto:
“Sono davvero felice che i film DC (e in realtà anche la Marvel
lo sta facendo molto di più, con film come Doctor Strange, Thor: Ragnarok, Black Widow…) presentino toni
molto diversi tra loro. È questo che amo della DC. Ho sempre
pensato che fosse una cosa bellissima che tutte queste storie
tratte dai fumetti fossero così diverse tra loro.”
Vi ricordiamo che Wonder
Woman 1984 uscirà il 14 agosto 2020. Il film
è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“,
che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello
stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente
capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito
tradizionale definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
“Il film racconterà un lasso di
tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio
di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi.
Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che
potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco
di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le
corde del cuore.“
L’ordine cronologico del personaggio
è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era
contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justice per poi tornare al vecchio secolo
con Wonder Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redidivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal.
È
Deadline a riportare in esclusiva la notizia che sarà
Louis Leterrier, regista di
Now You See Me, a dirigere il sequel di Bright,
film originale Netflix con protagonisti Will Smith e Joel Edgerton, uscito nel 2017. Leterrier
andrà così a sostituire David Ayer, regista del
primo film che non tornerà dietro la macchina da presa.
All’inizio del mese di gennaio, David Ayer
aveva aggiornato sul sequel di Bright,
dichiarando: “Lo stiamo sviluppando e spero che saremo in
grado di iniziare i lavori sul film al più presto”. Al momento
non sono chiari i motivi che lo hanno spinto a rinunciare alla
regia (è probabile che voglia concentrarsi sull’annunciato remake
di Quella sporca dozzina), ma
lo stesso sarà comunque coinvolto nel sequel in qualità di
produttore.
Will Smith e Joel Edgerton torneranno rispettivamente nei
panni di Daryl Ward e Nick Jakoby, i due poliziotti protagonisti
della storia. Secondo le prime indiscrezioni, gli scenari in cui
opereranno i due personaggi nel sequel avranno un richiamo molto
più internazionale. Nonostante il primo film sia stato accolto
dalla critica in maniera contrastante, al suo debutto Bright
ha raggiunto oltre 60 milioni di visualizzazioni durante la sua
prima settimana sulla piattaforma di streaming.
Brightsegue
le vicende di due agenti di polizia interpretati da Smith, nel
ruolo dell’ufficiale Ward, e Edgerton (ufficiale Jakoby), un duo
alquanto improbabile che collabora per mantenere sicure le strade
di Los Angeles contro un sinistro sottomondo pieno di bande
violente e forze oscure.
Lo scorso febbraio abbiamo appreso
la notizia che la MGM è intenzionata a realizzare Creed 3,
un terzo capitolo della saga di
Creed, la serie di spin-off della saga di
Rocky Balboa, i cui eventi si svolgono nove anni
dopo i fatti narrati nel franchise con protagonista Sylvester
Stallone.
Sembra, però, che proprio Sylvester Stallone potrebbe non tornare nei
panni dell’iconico personaggio in veste di mentore. In effetti, già
in Creed
2 l’arco narrativo del personaggio sembrava
essersi concluso. Di recente, l’attore ha parlato del progetto su
Instagram
durante un Q&A – lo stesso in cui ha confermato il sequel di
Demolition Man -, anticipando che
potrebbe non apparire nel terzo capitolo della saga spin-off.
Stallone ha spiegato di avere
alcune idee per fare tornare il personaggio di Rocky al cinema, ma
dubita che ciò possa avvenire nel terzo annunciato Creed.
Sly ha quindi confermato di avere alcune idee per un sequel di
Rocky, ma al tempo stesso pensa che il
suo arco narrativo nel franchise con protagonista
Michael B. Jordan si sia esaurito.
In merito al nuovo sequel di
e Stallone starebbe pensando ad una storia che lo vede
coinvolto nuovamente come mentore, questa volta però di un
immigrato clandestino. L’attore non sa se il film verrà mai
realizzato: per adesso si tratta soltanto di idee ancora da
sviluppare. Inoltre, lo stesso ha espresso alcuni dubbi in merito
al possibile appeal del film, dal momento che la storia
non dovrebbe coinvolgere il ring così come avvenuto ai livelli dei
precedenti capitoli.
Zach Baylin è
stato ingaggiato per occuparsi di scrivere la sceneggiatura di
Creed
3. Recentemente, Baylin ha curato lo
script di King Richard, un
biopic incentrato sulla vita del padre delle campionesse di tennis
Serena e Venus Williams, che avrà come protagonista Will Smith e
che debutterà prossimamente su Netflix.
Al momento non ci sono ulteriori
dettagli sul terzo capitolo della saga
di Creed. Non sappiamo se Steven
Caple Jr., già regista di Creed 2, tornerà
dietro la macchina da presa o se la MGM affiderà il film ad un
nuovo regista. Di recente, uno dei produttori del franchise, Irwin
Winkler, aveva rivelato che alla star della saga,
Michael B. Jordan, era stata offerta la possibilità di
dirigere il terzo film.
Creed
2 è la continuazione della saga di Rocky, e
il sequel del grande successo di pubblico e di critica del
2015 Creed
– Nato per combattere, che ha incassato
oltre 170 milioni di dollari ai botteghini di tutto il
mondo. Ryan Coogler (Black
Panther), che ha diretto il primo film, torna a far parte del
franchise in veste di produttore esecutivo. La regia di questo
nuovo film è di Steven Caple Jr., che ha
diretto l’acclamato dramma del 2016 The Land.
Arriva da
Variety la notizia che il due volte premio Oscar Cate Blanchett è in trattative per recitare in
Borderlands,
adattamento live action del videogioco sviluppato
dalla Gearbox Software. All’attrice sarebbe stato offerto il
ruolo di uno dei personaggi principali della storia, Lilith, nota
anche come la Sirena, dotata di incredibili poteri sovrumani.
L’adattamento cinematografico di
Borderlandssarà
diretto da Eli Roth, regista di Cabin Fever,
Hostel e Knock Knock. Roth e la Blanchett avevano già
lavorato insieme nell’ultimo film del regista, il fantasy
Il mistero della casa del tempo, basato
sul romanzo “La pendola magica” del 1973 scritto
da John Bellairs ed illustrato da Edward Gorey.
Il live action di Borderlands è
attualmente in sviluppo alla Lionsgate. Craig
Mazin, creatore della pluripremiata serie Chernobyl, si
occuperà della sceneggiatura. Eli Roth sarà coinvolto anche in
qualità di produttore insieme a Avi e Ari Arad attraverso la loro
Arad Productions. Di seguito potete leggere la sinossi ufficiale
del videogioco originale:
“In un lontano futuro numerose
navi colonizzatrici atterrano su Pandora, un pianeta ai margini
della galassia; i coloni sono alla ricerca di una vita migliore e
sperano di diventare ricchi sfruttando le risorse minerarie del
loro nuovo mondo. Ben presto però molti capiscono che il pianeta ha
ben poco da offrire e la situazione degenera quando le compagnie
minerarie abbandonano il pianeta lasciando gli abitanti degli
insediamenti alla mercé dei criminali addetti ai lavori forzati. A
quel punto alcuni coloni tentano di arricchirsi depredando le
misteriose rovine aliene sparse su Pandora e così essi scoprono la
Cripta, un gigantesco bunker alieno che si dice contenga preziosa
tecnologia e segreti dal valore inestimabile. Nessuno sa come
accedere nella Cripta ma forse un nuovo colono, appena giunto nella
cittadina di Fyrestone, potrebbe risolvere il mistero.”
Come sappiamo ormai da diverso
tempo, l’uscita nelle sale di
Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings è stata
ufficialmente posticipata al 7 maggio 2021 a causa della pandemia
di Covid-19. In attesa di capire quando potranno ripartire le
riprese del film, grazie a FandomWire
arrivano nuovi dettagli sulla trama, chiaramente non
confermati.
Secondo quanto apprendiamo dalla
fonte, nel cinecomic Shang-Chi non sarà soltanto il Maestro delle
arti marziali che i fan hanno imparato a conoscere grazie ai
fumetti. Sembra, infatti, che il protagonista avrà l’abilità di
dare vita ad una serie di cloni di se stesso (un potere simile a
ciò che è già in grado di fare nei fumetti), e sarà proprio
quest’abilità a metterlo nel radar del Mandarino. Cresciuto in uno
speciale orfanotrofio dov’è stato addestrato al combattimento,
Shang-Chi decide di fuggire per poi finire, anni dopo, di nuovo
nelle grinfie del villain.
Il Mandarino promette a Shang-Chi
soldi, potere e – cosa ancora più importante – la libertà, se
accetterà di combattere in un torneo dove al vincitore verranno
consegnati i Dieci Anelli a cui fa riferimento il titolo. Nel film
dovremmo vedere una serie di nuovi personaggi, e dovrebbe anche
esserci un riferimento al “falso” Mandarino che abbiamo visto in
Iron Man 3. Inoltre, sembra che
Awkwafina interpreterà Fah Lo Suee,
figlia del Mandarino e interesse amoroso di Shang-Chi.
L’uscita nelle sale di Shang-Chi
and The Legend Of The Ten Rings è fissata
al 7 maggio 2021. Il personaggio ha esordito
sui fumetti Marvel nel 1973 in quella che è
considerata l’età del bronzo della produzione editoriale. L’eroe è
un noto esperto di arti marziali e numerosi stili di combattimento
oltre che futuro membro dei Vendicatori. All’inizio della sua
storia era considerato il figlio di Fu Manchu, e non è chiaro se
questa connessione verrà riadattata nei film o se è qualcosa che lo
studio eviterà del tutto.
Destin Daniel
Cretton, acclamato regista di Short Term
12 e The Glass Castle (di ecente è
uscito il suo ultimo lavoro Il
Diritto di Opporsi, con Michael B. Jordan, Jamie Foxx
e Brie
Larson) è stato scelto per dirigere il film che vanta la
sceneggiatura di Dave Callaham (The
Expendables, Godzilla, Doom e Wonder
Woman 1984).
Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
LeungChiu-wai nei panni del
Mandarino, e Awkwafina,
che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è
vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci
sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto
i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo
superpotere è l’ipnosi.
In seguito all’incredibile successo
di Chronicle, il suo debutto alla regia
che conquistò ben 126 milioni di dollari al box office mondiale (a
fronte di un budget di appena 12 milioni), il regista Josh
Trank si vide letteralmente spalancate le porte del magico
mondo di Hollywood, con numerose case di produzione che volevano
affidargli la regia dei progetti più disparati.
Tra questi c’era anche Venom, film che la Sony Pictures stava
cercando di realizzare da quando il regista aveva presentato allo
studio un soggetto basato proprio sul personaggio dei fumetti. In
una recente intervista con
Polygon, Josh Trank ha rivelato che la sua
versione del simbionte era in realtà molto diversa dal cinecomic di
Ruben Fleischer arrivato poi sul grande
schermo: Trank aveva infatti pensato ad un film vietato ai minori
di 17 anni, molto simile nei toni a The Mask.
Trank ha spiegato di aver lavorato
ad un trattamento per il possibile film insieme allo sceneggiatore
Rob Siegel. Il trattamento venne presentato a
Matt Tolmach, produttore di The Amazing Spider-Man, il quale
“odiò” il progetto.
“Non mi piacque come Matt
Tolmach si approcciò a me in quella situazione. Sembrava molto
autorevole”, ha spiegato il regista. “Se non ti piace
quello che sto facendo… e mi stai dicendo che devo fare qualcosa in
linea con quello che vuoi tu, e me lo dici in quel modo… Mi
dispiace, ma ci sono altre cose che posso fare!”
Per un breve periodo Trank si dedicò
all’adattamento del videogame Shadow of the
Colossus. Sempre nella medesima intervista, il
regista ha ricordato il soggetto di quell’adattamento come “una
delle cose più ridicole che avesse mai letto”. Forse, anche in
base alla sua esperienza con il disastroso reboot dei Fantastici Quattro uscito nel 2015,
Trank ha ribadito di non essere più interessato a trasporre sul
grande schermo “videogame o proprietà di altro
genere.”
Ricordiamo che l’ultima fatica
cinematografica di Josh Trank è
Capone, film in cui Tom Hardy interpreta Al Capone, il noto
mafioso statunitense di origine italiana. La pellicola uscirà negli
Stati Uniti, direttamente in VOD, il prossimo 12 maggio.
Sembra che un volto noto ai fan
dell’Universo Cinematografico Marvel prenderà parte al riavvio
del franchise di Pirati dei
Caraibi. Come riportato nelle ultime ore da
The
Disinsider, sembra che Karen Gillan – la Nebula di Guardiani della Galassia – sia la favorita
della Disney per recitare nel reboot della celebre saga che – lo
ricordiamo – non vedrà il ritorno di Johnny Depp nei panni di Jack Sparrow.
Per adesso si tratta di un semplice
rumor: la Gillian non ha ancora firmato alcun contratto, ma stando
ad una teoria riportata dalla fonte sembra che l’attrice potrebbe
interpretare il ruolo della piratessa Redd, personaggio delle
attrazioni ispirate al franchise e presenti nei vari parchi a tema
Disney, che a quanto pare dovrebbe figurare come personaggio
centrale delle nuove avventure al centro del reboot.
A scrivere il nuovo capitolo della
saga di Pirati dei Caraibi saranno il
“veterano” Ted Elliott e il creatore della pluripremiata serie
Chernobyl Craig
Mazin. Lo scorso febbraio era stato confermato l’addio al
progetto, che vi ricordiamo sarà orfano di Jack Sparrow, dei due
sceneggiatori Rhett
Reese e Paul Wernick.
Jerry Bruckheimer dovrebbe tornare
al timone come produttore. Elliott ha già firmato la storia
di La maledizione della prima luna e delle tre
successive pellicole Dead Man’s Chest, At World’s End e On
Stranger Tides con l’allora partner Terry Rossio.
Nel corso degli anni, Piper
Perabo è divenuta un’attrice particolarmente richiesta, e
se anche il suo nome potrà non suggerire molto, la si sarà
probabilmente vista recitare in alcuni celebri e recenti film. Non
ha poi mancato di apparire anche sul piccolo schermo, dove ha
potuto guadagnare ulteriore popolarità grazie a ruoli da
protagonista.
Ecco 10 cose che non sai di
Piper Perabo.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Piper Perabo: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
film. L’attrice debutta al cinema nel 2000 con il film
Le avventure di Rocky e Bullwinkle, dove recita accanto a
Robert De
Niro. Il successo arriva poi con Le ragazze del
Coyote Ugly (2000), di cui è protagonista. Successivamente
acquisirà sempre più popolarità grazie a titoli come L’altra
metà dell’amore (2001), Una scatenata dozzina (2003),
George and the Dragon (2004), Edison City (2005),
con Kevin
Spacey, Il nascondiglio del diavolo (2005),
The Prestige
(2006), con Hugh
Jackman e Christian
Bale, Perché te lo dice mamma (2007),
Beverly Hills Chihuahua (2008), Lazarus Project – Un
piano misterioso (2008), Looper
(2012), Black Butterfly
(2017) e Attacco al potere
3 (2019), con Gerald
Butler.
9. È nota per i ruoli
televisivi. Tra i primi ruoli televisivi dell’attrice vi è
quello ricoperto in un episodio della terza stagione di Dr. House
(2007), con Hugh
Laurie. In seguito la Perabo acquista
particolare notorietà grazie al ruolo della protagonista Annie
Walker in Covert
Affairs (2010-2014). Negli anni successivi recita poi
nelle serie Notorius (2016), con Ryan
Guzman, Turn Up Charlie (2019-in corso),
ideata da Idris
Elba, e Penny Dreadful: City of
Angels (2019), con Natalie
Dormer.
8. È stata nominata ai
Golden Globe. Per il ruolo della giovane recluta della CIA
Annie Walker, protagonista di Covert Affairs, l’attrice ha
ottenuto nel 2011 una candidatura ai Golden Globe come miglior
attrice in una serie televisiva drammatica. Pur non riportando la
vittoria, la Perabo ha potuto ottenere una maggior visibilità.
Piper Perabo è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 149 mila persone. All’interno
di questo l’attrice è solita condividere in prevalenza immagini
relative al proprio lavoro, siano esse dei dietro le quinte che
delle foto promozionali dei suoi progetti. Non mancano però anche
curiosità, foto di momenti di svago e riflessioni che l’attrice
condivide con i propri follower.
Piper Perabo: chi è suo marito
6. Ha sposato un
regista. Nel 2013 l’attrice rende pubblico il proprio
fidanzamento con Stephen Kay, regista di alcuni
episodi della serie Covert Affairs, e proprio sul set di
questa si sono conosciuti i due. Nel 2014 celebrano poi a New York
il matrimonio con una cerimonia limitata a pochi intimi. Benché la
coppia non abbia ad ora avuto figli propri, la Perabo è diventata
madrina di un figlio che Kay aveva avuto da una precedente
relazione.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Piper Perabo in Le ragazze del
Coyote Ugly
5. Non canta realmente nel
film. In Le ragazze del Coyote Ugly l’attrice
ricopre il ruolo della protagonista Violet Sanford, il cui sogno è
quello di diventare una cantautrice. Nel film, dunque, il suo
personaggio si esibisce nell’esecuzione di diverse canzoni. A
cantare, tuttavia, non è la Perabo, che viene invece doppiata dalla
cantante professionista LeAnn Rimes.
4. Non ha girato le scene di
sesso. Del film esiste una versione con scene di sesso
piuttosto esplicite. Anche in questo caso, tuttavia, non fu la
Perabo e prendere parte a queste, utilizzando invece una
controfigura che la sostituisse. Pur non esprimendosi chiaramente a
riguardo, l’attrice fece intuire che non gradiva doversi spogliare
sul set, sentendosi eccessivamente esposta.
3. Il ruolo non era stato
inizialmente offerto a lei. Prima di scegliere la Perabo,
la produzione del film aveva proposto il ruolo della protagonista
all’attrice e cantante Jessica Simpson, all’epoca
molto popolare. Dopo aver letto la storia, tuttavia, questa disse
di non apprezzare particolarmente gli elementi scabrosi in essa
presenti, rifiutando dunque l’offerta. Fu a quel punto che il ruolo
venne affidato alla Perabo.
Piper Perabo in Covert Affairs
2. È entusiasta
dell’evoluzione del proprio personaggio. Parlando della
protagonista di Covert Affairs, l’attrice ha affermato che
non si aspettava di poter dar vita ad un arco narrativo coprente
cinque stagioni. Nel vedere il modo in cui il personaggio evolveva
episodio dopo episodio, evento dopo evento, è stato per lei
entusiasmante poter portare in scena un essere umano che da
inesperto acquisisce tutte le competenze del contesto in cui è
inserito.
Piper Perabo: età e altezza
1. Piper Perabo è nata a
Dallas, in Texas, Stati Uniti, il 31 ottobre 1976.
L’attrice è alta complessivamente 166 centimetri.
In questi giorni di
lockdown e di quarantena obbligatoria, molte persone hanno
usufruito di Netflix anche per cercare di far trascorrere
più velocemente le loro giornate di reclusione. La piattaforma di
streaming gode da sempre di una comprovata popolarità, ma in questi
mesi la sua fruizione è cresciuta in maniera a dir poco
esponenziale.
Tra le docu-serie che hanno
riscosso maggiore successo in queste settimane, figura ovviamente
Tiger King, che narra le vicende Joe
Exotic, criminale statunitense ed ex operatore di zoo,
accusato di abuso e sfruttamento di animali esotici e selvatici. Se
siete tra i milioni di utenti che si sono appassionati allo show,
di seguito vi consigliamo altre 5 docu-serie disponibili su Netflix
che trattano di crimini realmente accaduti e di personalità le cui
storie superano di gran lunga qualsiasi finzione:
Making a Murderer
Se siete dei veri appassionati di
crime, non potete assolutamente perdervi
Making a Murderer, il Tiker
King della stagione televisiva targata 2015. La docu-serie
racconta le vicende del serial killer Steven Avery e di come la sua
famiglia abbia affrontato i due processi penali che lo hanno visto
coinvolto. La serie è stata un grande successo: Netflix aveva
inizialmente pianificato una sola stagione da otto episodi, che
sono poi stati espansi a dieci, prima della conferma di un secondo
ciclo composto da altre dieci puntate. Making a Murderer è
stata accolta positivamente anche dalla critica, nonostante alcuni
abbiano accusato il prodotto di presentare una visione unilaterale
ed emotivamente manipolativa dei fatti.
The Keepers
The
Keepers è una docu-serie in soli 7 episodi, ognuno
ricco di dettagli angoscianti e domande intriganti, che racconta la
storia dell’omicidio della suora ed insegnante Catherine Cesnik e
degli abusi sessuali avvenuti nella scuola in cui insegnava. La
docu-serie copre un arco narrativo che va dagli anni ’60 fino ai
giorni nostri, risultando sempre avvincente e mai confusionaria. La
critica l’ha elogiata definendola tanto sconvolgente quanto
coinvolgente.
Giù le mani dai gatti – Caccia a un killer online
Oltre docu-serie che, al pari di
Tiger King, è divenuta un vero e proprio caso negli Stati
Uniti: Giù le mani dai gatti – Caccia a un killer
online è arrivata su Netflix lo scorso anno, ed è lo
show perfetto se avete voglia di fare bingestreaming, dal
momento che conta soltanto 3 episodi. La serie segue un gruppo di
criminali informatici che danno vita, sul web, ad una vera e
propria una caccia all’uomo nei confronti di Luka Magnotta, balzato
all’attenzione internazionale nel 2010 per aver condiviso un video
in cui lo si vede uccidere due gattini; Magnotta è stato
successivamente condannato per l’omicidio dello studente cinese Jun
Jun.
Amanda Knox
Amanda
Knox è un docu-film di 90 minuti che ripercorre la
storia della ragazza di Seattle processata per due volte e assolta
per altre due volte per l’omicido di Meredith Kercher avvenuto
nel 2007. Attraverso le testimonianze della stessa Knox, del
suo ex fidanzato Raffaele Sollecito, del procuratore italiano
Giuliano Mignini e di altre figure coinvolte nel caso, il
documentario racconta, oltre all’omicidio di Meredith, ex
coinquilina di Amanda, anche le successive indagini, ricostruendo
prove ed appelli. Amanda è innocente o colpevole?
Conversazioni con un killer: The Ted Bundy Tapes
Ted Bundy è uno dei
serial killer più famosi della storia americana eConversazioni con un killer: The Ted Bundy
Tapesne racconta la personalità
distorta, ripercorrendone le gesta efferate. Il documentario
contiene interviste allo stesso Bundy, alle vittime sopravvissute
ai suoi attacchi, ai familiari, agli amici e anche alle forze
dell’ordine; il tutto alternato con filmati d’archivio di quando il
killer era ancora in vita e sotto processo.
Grazie alla CGI, il
cinema è oggi in grado di poter ricreare sul grande schermo
qualsiasi tipo di personaggio o di ambientazione, spingendo
l’immagine dello spettatore al di là di qualsiasi limite imposto.
Ciononostante, grandi risultanti si ottengono ancora oggi
ricorrendo al trucco prostetico e all’utilizzo di
costumi realizzati appositamente dagli artisti del
settore.
Se c’è un aspetto negativo, che
ovviamente riguarda in prima linea gli attori che
vengono chiamati ad interpretare quello specifico personaggio, è
quanto i costumi di scena possano essere ingombranti, dando vita a
momenti sul set che possono risultare davvero
spiacevoli per la star di turno. Di seguito abbiamo raccolto i
10 costumi più scomodi che gli attori hanno dovuto
indossare in fase di riprese:
Captain America
Apparentemente, il costume di
Captain America sfoggiato da Chris Evans in The Avengers sembra essere un costume
alquanto standard, lungi dal causare difficoltà a chi lo indossa.
Il vero grande problema del costume è stato in realtà l’elmetto
aderente che copriva il volto dell’attore. Per tutta la durata
delle riprese, infatti, Evans ha dovuto combattere con una serie di
forti emicranie. Considerando che si tratta del costume più brutto
sfoggiato da Cap nel MCU, è davvero ingiusto quanto
Evans abbia dovuto penare sul set…
Apocalisse
X-Men:
Apocalisse del 2016 rimane ancora oggi uno dei
capitoli del franchise più odiati dal fandom. Uno degli aspetti più
criticati della pellicola è stato il modo in cui è stato
tratteggiato il villain del titolo interpretato da
Oscar Isaac. A quanto pare, lo stesso attore deve aver
sofferto molto durante le riprese, dal momento che il costume del
personaggio – dotato di un meccanismo di raffreddamento incorporato
– pesava intorno ai 40 kg ed era particolarmente difficile non solo
da indossare, ma anche da togliere.
Catwoman
L’iconico attillatissimo abito
sfoggiato da Michelle Pfeiffer in Batman – Il ritorno era davvero scomodo. Il
costume era così stretto che l’attrice candidata all’Oscar non era
mai in grado di infilarlo da sola: prima di ogni ciak, aveva
bisogno dell’aiuto di più persone per potervi entrare dentro. Anche
la maschera era molto stretta, con l’attrice che durante le riprese
si è spesso sentita a disagio. Eppure, la sua Catwoman è ad oggi la
migliore incarnazione del personaggio mai apparsa al cinema… forse,
tutta quella sofferenza è valsa a qualcosa!
Visione
All’inizio Paul Bettany si è dovuto cimentare soltanto
con il doppiaggio del personaggio di Jarvis; tutto è poi cambiato
quando lo stesso è stato trasformato in Visione. Dall’uscita di
Avengers: Age of Ultron, all’attore è
stato così chiesto di trascorrere ore ed ore al trucco: in media, a
Bettany occorrevano circa due ore al giorno per essere truccato e
pronto per le riprese. L’aspetto positivo è che il trucco era
facilmente rimovibile e non ha ostacolato più di tanto la sua
performance.
Mystica
Rebecca Romijn ha dovuto sottoporsi ad una
delle trasformazioni più radicali che un attore abbia mai
affrontato su un set cinematografico: per il ruolo di Mystica,
infatti, l’attrice è stata letteralmente dipinta di blu dalla testa
ai piedi. Il trucco elaborato era davvero impressionante e la
preparazione dell’attrice in vista delle riprese del primo X-Men del 2000 ha richiesto dalle 8 alle
9 ore di applicazione giornaliere. Inoltre, la Romijn ha dovuto
indossare anche delle lenti a contatto di colore giallo che
rendevano particolarmente fastidiosa l’applicazione della vernice
sul volto e attorno agli occhi.
Hellboy
Ron Perlman può essere considerato un esperto
quando si parla di costumi scomodi. Prima di interpretare il
leggendario Hellboy, nel 1987 l’attore aveva già
interpretato il ruolo di Vincent nella serie tv La Bella e la
Bestia al fianco di Linda Hamilton. Per quanto riguarda il
film di Guillermo del Toro, Pearlman è stato ricoperto di vernice
rossa dalla testa ai piedi, ha dovuto indossare delle lenti a
contatto e una gigantesca mano di pietra. Eppure, i risultati sono
stati più che efficaci, dal momento che il Demone Rosso dell’attore
sembrava essere uscito direttamente dai fumetti.
La Cosa
Non c’è dubbio che quando i Marvel
Studios decideranno di riavviare il franchise dei Fantastici Quattro, il personaggio de La Cosa
verrà ricreato attraverso l’impiego della CIG. Eppure nel 2005, per
il film di Tim Story, le cose sono andate diversamente. L’attore
Michael Chiklis, interprete del personaggio di Ben
Grimm, ha infatti dovuto indossare una tuta calda e pesante, che
gli ha spesso causato momenti di forte disagio sul set. Eppure, lo
stesso ha sempre dichiarato di essere stato felice di aver preso
parte alla pellicola, dal momento che fin da bambino è sempre stato
un fan dei Fantastici Quattro.
Il Signore delle Tenebre
Prima di vestire i panni di
Pennywise,
Tim Curry ha interpretato Il Signore delle Tenebre in
Legend, fantasy del 1985 diretto da
Ridley Scott. Sul set del film, è stato chiesto
all’attore di indossare uno dei costumi più elaborati ed
impressionanti mai realizzati. Le gigantesche corna sfoggiate dalla
creatura demoniaca si estendono per oltre un metro e mezzo, cosa
che ha causato a Curry numerosi dolori durante le riprese.
Nonostante la tiepida accoglienza ricevuta dal film, il costume è
entrato nella storia del cinema ed è ancora oggi ricordato come uno
dei più iconici.
Tartarughe Ninja
Il film del 1990, Tartarughe
Ninja alla Riscossa, vanta una delle produzioni più estenuanti
della storia del cinema. Dare vita alle tartarughe protagoniste,
infatti, si è rivelata una sfida più ardua del previsto. I gusci
delle tartarughe, che pesavano circa 48 chili ognuno, si sono
rivelati pesanti e scomodi da indossare per i protagonisti. Sul set
gli attori hanno spesso sofferto di claustrofobia, ma al tempo
stesso erano titubanti ad uscire dai rispettivi costumi perché ogni
tuta richiedeva almeno mezz’ora di tempo per essere indossata e
collaudata.
Il Grinch
Grazie all’adattamento de Il
Grinch del 2000, ad opera di Ron Howard,
Jim Carrey ha regalato una delle prove più grandi
della sua carriera. Al tempo stesso, però, quel ruolo si è rivelato
uno dei più impegnativi di sempre, dal momento che gli ha richiesto
di indossare un costume attillato dalla testa ai piedi, unito a
fastidiosissime lenti a contatto. Inoltre, il trucco richiedeva
circa otto ore giornaliere per essere applicato. Il tutto si è
rivelato talmente scomodo che la produzione ha dovuto ingaggiare un
agente della CIA per addestrare Carrey a sopportare il fastidio e
il dolore.
Franca Valeri
riceverà il David Speciale 2020 nel corso della
65a edizione dei Premi David di Donatello. Lo annuncia
Piera Detassis, Presidente e Direttore Artistico
dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, in
accordo con il Consiglio Direttivo composto da Francesco Rutelli,
Carlo Fontana, Nicola Borrelli, Francesca Cima, Edoardo De Angelis,
Domenico Dinoia, Giancarlo Leone, Luigi Lonigro, Mario Lorini,
Francesco Ranieri Martinotti. Il riconoscimento sarà assegnato
venerdì 8 maggio nell’ambito della premiazione in diretta alle ore
21.25 su RAI 1 condotta da Carlo Conti.
“Franca Valeri è un’icona dello
spettacolo e della cultura italiana, tra radio e cinema, teatro e
tv, finora mai candidata o premiata al David – spiega Piera
Detassis, che aggiunge – Eppure, con un lampo unico di
creatività, è stata proprio lei ad aver letteralmente rivoluzionato
la comicità e l’immagine femminile dal secondo dopoguerra con
l’invenzione di personaggi simbolo come La Signorina Snob, la sora
Cecioni, Cesira la manicure. L’ironia scorrettissima, il tratto
rapido, il soprassalto linguistico e surreale sono i suoi strumenti
per raccontare le tante identità femminili in mutazione. Autrice di
diversi libri, tra questi ‘Il diario della signorina Snob’, ‘Le
donne’ e il più recente ‘Il secolo della noia’, vera protagonista e
mai solo caratterista, come talvolta descritta dalle
biografie, è stata anche sceneggiatrice di alcuni grandi film
come Il segno di Venere, Parigi o cara, Leoni al
sole. Ha debuttato con Alberto Lattuada e Federico Fellini e
lavorato con alcuni dei maggiori registi italiani, tra questi Mario
Monicelli, Dino Risi, Steno, Vittorio Caprioli e Luciano Salce,
spesso in coppia con Alberto Sordi, interpretando una rosa di
personaggi memorabili, fra cui spiccano la Cesira de Il Segno
di Venere, Poppy in Totò a colori, la signora De Ritis
in Un eroe dei nostri tempi, Lady Eva in Piccola
posta e, sopra ogni altro, Elvira la protagonista de Il
vedovo che distilla l’immortale battuta “cretinetti”. Alla sua
visionaria intelligenza, patrimonio del nostro paese, siamo felici
di assegnare il David Speciale del 65° anniversario. Grazie Signora
Valeri”. Premi David di Donatello 2020, ha votato oltre il 90% dei
giurati
Lunedì 27 aprile alle ore 24 si è concluso il secondo turno di
votazione per l’assegnazione dei Premi David di Donatello 2020
facendo registrare un dato importante: ha infatti espresso il suo
giudizio oltre il 90% dei giurati, un record di partecipazione.
Come riportato da
CBM, nelle ultime ore James Mangold, regista
di Logan
e dell’annunciato
Indiana Jones 5, è finito nell’occhio del ciclone per una
battuta ai danni della #SnyderCut di Justice
League che non è affatto piaciuta al fandom del
cinecomic di Zack Snyder.
Nei giorni scorsi, via
Twitter, James Mangold aveva esortato i fan
della #SnyderCut a prendersi “una pausa” dalla
loro campagna social a sostegno della release della versione del
cinecomic mai arrivata sul grande schermo. Tirando in ballo il film
Norma Rae del 1979 di Martin Ritt con
protagonista Sally Field, Mangold aveva scritto: “Prendetevi 10
minuti di pausa dalla vostra fissa per la #SnyderCut e guardate
qualcosa in cui gli abiti non sono in fibra di vetro o in fibra di
carbonio”.
Il giorno dopo il tweet
“incriminato”, James Mangold ha rivelato di aver
trovato il suo profilo letteralmente invaso dai furiosi commenti
del fandom del cinecomic DC che, a quanto pare, non avevano affatto
gradito il suo precedente post.
Il regista è stato quindi costretto
ad intervenire e a chiarire la sua posizione ed il suo commento: in
una serie di tweet, infatti, James Mangold ha
ribadito che la sua era semplicemente una battuta; nonostante non
conosca personalmente Zack Snyder, ha spiegato di dubitare che lo
stesso si alzi ogni mattina pensando alla sua versione di
Justice
League, come invece sembrano fare molti fan del
suo cinema. Mangold ha poi chiuso la sua “spiegazione”, dichiarando
di essere molto più interessato a cosa Snyder realizzerà in
futuro.
Nelle ultime settimane sono emersi
ulteriori dettagli circa la lavorazione “travagliata”
di Justice
League, con Zack
Snyder che ha spiegato che i cambiamenti
apportati in itinere sono stati causati da varie interferenze con
lo studio:
“Partivamo con l’idea che una
minoranza di persone non aveva amato Batman v Superman, e
questo ha avuto un effetto anche sul film successivo. La mia
versione originale del film, che avevo scritto insieme a Chris
Terrio, non è mai stata girata. L’idea reale, difficile, e
spaventosa, non è mai stata realizzata per le paure dello studio, e
io e miei collaboratori eravamo insicuri proprio a causa della
reazione scatenata da Batman v Superman […]
Sarebbe stata una lunga storia
da raccontare…saremmo finiti in un futuro a distanza dove
Darkseid conquistava la Terra e dove Superman cedeva all’equazione
dell’anti vita. Alcuni membri della Justice League sopravvivevano in quel mondo
combattendo, Batman rompeva il suo patto con Cyborg e Flash tornava
indietro nel tempo per dire qualcosa a Bruce…“
In brevissimo tempo Tyler
Rake, il nuovo action con protagonista Chris
Hemsworth, è diventato uno dei titoli più visti su
Netflix. Sulla scia dell’incredibile
successo del film diretto da Sam Hargrave, il
colosso dello streaming ha già deciso di sviluppare un sequel.
La notizia è stata riportata da
Deadline (via
Screen Rant), secondo cui Joe Russo – co-regista
di Avengers:
Endgame e co-produttore di Tyler
Rake insieme ad Anthony Russo – avrebbe già chiuso un accordo
per occuparsi della sceneggiatura del sequel. Lo stesso Joe ha
confermato la cosa in un comunicato ufficiale: “Al momento non
siamo ancora concentrati su come la storia possa andare avanti, o
magari indietro nel tempo. C’è questo grandissimo finale aperto che
lascia lo spettatore con tanti punti interrogativi.”
Sam Hargrave non ha
ancora firmato per dirigere il sequel, così come Chris
Hemsworth, che ha firmato un contratto per un solo
film. La fonte riporta che Netflix vorrebbe coinvolgere nuovamente
sia il regista che la celebre star del MCU.
In attesa di nuovi dettagli,
ricordiamo che Tyler
Rake racconta la storia di un mercenario che
opera nel mercato nero e che non ha nulla da perdere quando viene
ingaggiato per salvare il figlio rapito di un boss del crimine
internazionale. Ma nel torbido mondo dei trafficanti di armi e di
droga, questa missione, che da pericolosissima diventa pressoché
impossibile, cambierà per sempre la vita di Rake e del ragazzo.
Nella giornata di ieri, proprio in
occasione dello Star
Wars Day, è stato annunciato che Taika Waititi, regista di Thor:
Ragnarok e JoJo
Rabbit, dirigerà e co-sceneggerà un nuovo film della
saga di Star Wars. Il nuovo film sarà
esterno alla saga degli Skywalker, conclusasi ufficialmente lo
scorso dicembre con l’uscita nelle sale di tutto de L’Ascesa di Skywalker di
J.J. Abrams.
In seguito all’annuncio del
coinvolgimento di Taika Waititi nel franchise di Guerre
Stellari, il regista Rian Johnson, che ha diretto
Star Wars: Gli Ultimi Jedi (probabilmente il film
più “controverso” della trilogia sequel), ha espresso via
Twitter tutto il suo entusiasmo in merito all’ingaggio
dell’amico e collega, dichiarando:
“Non ho idea di che tipo di Star
Wars partoriranno le menti di Taika, Krysty e Leslye. Anche se
provassi ad indovinare, mi sbaglierei. E questa è la cosa più
eccitante che io possa immaginare.”
Krysty
Wilson-Cairns è la sceneggiatrice che si occuperà di
scrivere il nuovo film di Star Wars insieme a Taika
Waititi. A Leslye Headland, invece, è stato
affidato il compito di lavorare ad una nuova serie ambientata
nell’universo di Guerre Stellari e destinata al servizio
di streaming Disney+: quest’ultimo progetto è stato
ufficializzato dalla Lucasfilm sempre nella giornata di ieri.
Taika Waititi ha conquistato il mondo con
il suo Thor:
Ragnarok, ma ha poi trovato il vero successo
con JoJo
Rabbit, satira contro il nazismo che gli ha
regalato un premio Oscar per la migliore sceneggiatura
originale.
Dopo la conclusione della saga degli
Skywalker lo scorso dicembre, con l’uscita in sala di L’Ascesa
di Skywalker, saga continua nelle sue
declinazioni fumettistiche e con le serie tv, tra
cui The Mandalorian che, dopo
una stagione di grande successo conclusasi il 2 maggio, è stata
rinnovata per un secondo ciclo.
Tom Cruise collaborerà con l’imprenditore ed
inventore sudafricano Elon Musk e con la
NASA alla realizzazione di un nuovo film d’azione
che sarà ambientato nello spazio. La notizia è stata riportata in
esclusiva da Deadline (via
Screen Rant): secondo la fonte, il progetto rappresenterà il
primo lungometraggio di finzione girato interamente nello
spazio.
Al momento non si conoscono
ulteriori dettagli sull’ambizioso progetto: non sappiamo chi sarà
lo studio che si occuperà di finanziare e distribuire la pellicola,
né chi si occuperà di scrivere la sceneggiatura e di dirigere il
film. Un progetto, dunque, ancora in una fase embrionale, che al
momento vede Cruise impegnato con l’azienda aerospaziale
SpaceX (fondata nel 2012 da Musk) e con la NASA
per cercare di capire in che modo poter realizzare il film e,
soprattutto, permettere all’attore di poter realizzare i suoi
stunt.
Nell’ultimo decennio, Tom
Cruise si è imposto come una delle più grandi
star a livello mondiale del cinema d’azione. La natura adrenalinica
dell’attore e il suo desiderio di sfidare costantemente i limiti,
lo hanno spinto ogni volta a realizzare da solo i propri stunt,
anche quelli più pericolosi, come accaduto più volte sul set dei
vari film della saga di Mission
Impossible, nonostante i vari incidenti che comunque
non hanno mai fermato lo spirito indomito dell’attore.
In attesa di nuovi dettagli su
questo interessantissimo progetto, ricordiamo che appena sarà
possibile tornare sui set cinematografici, Cruise riprenderà la
produzione di Mission Impossible
7 e 8, i due
nuovi capitoli della saga che saranno diretti entrambi
da Christopher McQuarrie, già regista
di Rogue Nation e Fallout.
I due film verranno girati in
contemporanea e faranno il loro debutto nelle sale americane
rispettivamente il 19 novembre 2021 e il 4 novembre 2022. Nel cast
tornerà, oltre a Cruise, anche
Rebecca Ferguson. Tra le new entry figurano
Shea Whigham (Kong: Skull
Island), Hayley
Atwell (Captain America: Il primo
vendicatore), Pom
Klementieff (Guardiani della Galassia)
e Nicholas
Hoult (X-Men, Mad Max: Fury Road).
Tra i personaggi di
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker che hanno
letteralmente rubato il cuore del fandom per simpatia e tenerezza,
figura senza dubbio Babu Frik, il fabbro del
mercato nero di Kijimi. In una recente intervista rilasciata a
Vanity Fair in
occasione dello “Star
Wars Day”, Shirley Henderson, voce originale
del personaggio, ha rivelato nuovi dettagli sulla creatura.
Parlando del lavoro con J.J. Abrams sul set del film, la
Henderson ha spiegato che Babu Frik aveva tutta
una backstory che nel film non è stata raccontata, e che
nel passato del personaggio c’è stata anche una tragica storia
d’amore… o almeno, questo è quello che ha sempre pensato l’attrice
e che, probabilmente, l’ha aiutata ad entrare meglio nei panni del
personaggio:
“Babu ha vissuto
una vita al di là del film”, ha
spiegatoShirley
Henderson.“Da qualche parte,
là fuori, c’è il suo amore perduto. A volte pensa a lei quando si
siede nel suo laboratorio e si abbandona ai suoi pensieri. Questo è
quello che ho sempre pensato.”
A proposito della Henderson, forse
non tutti che si tratta dell’attrice scozzese che ha interpretato
il personaggio di Mirtilla Malcontenta nei
due film della saga di Harry
Potter, La camera dei
segreti e Il calice di fuoco.
Lucasfilm e il
regista J.J.
Abrams uniscono ancora una volta le forze per
condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia
lontana lontana con Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente
conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno
nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam
Driver, Daisy
Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle
Rejwan, Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da
J.J. Abrams e Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e
Jason McGatlin sono i produttori esecutivi.
A Sylvester
Stallone piacciono sicuramente i franchising. La star dei
Rocky, Rambo e
Expendables – e il regista di
Staying Alive, sequel de La febbre del
sabato sera – ha rivelato che ha in programma di fare un sequel del
film d’azione del 1993 Demolition
Man.
“Ci stiamo lavorando proprio ora
con Warner Brothers – ha detto Stallone in un video che ha
pubblicato su Instagram nel fine settimana – Sembra fantastico,
aspettiamo di vedere quello che ne verrà fuori.”
Stallone ha recitato in
Demolition Man nei panni di un poliziotto
criogenicamente congelato negli anni ’90 ma poi svegliato nel 2032
per affrontare un criminale del 20° secolo, interpretato da
Wesley Snipes. Nel film recitano anche
Sandra Bullock e Nigel
Hawthorne.
Il film è recentemente riemerso nei
trend di Google quando, a inizio pandemia, sembrava che la carta
igienica fosse diventata un bene di prima necessità, rarissimo nei
supermercati. Nel film infatti, le persone del futuro usano tre
conchigliette, il cui uso non viene mai spiegato bene nella storia,
al posto della carta.
In occasione dello
Star
Wars Day, arriva la notizia ufficiale che
Taika Waititi, sceneggiatore premio Oscar per
Jojo
Rabbit, dirigerà e co-sceneggerà (insieme a
Krysty Wilson-Cairns) un nuovo film del franchise
di Star
Wars, che sarà esterno alla Saga degli
Skywalker attualmente conclusa.
Nella stessa sede è stato
annunciato che Leslye Headland, vincitrice di un
Emmy Award, produrrà, scriverà e sarà showrunner di una nuova serie
tv, ambientata nell’universo di Star
Wars, e in produzione per Disney+.
Taika Waititi ha conquistato il mondo con il
suo Thor:
Ragnarok, ma ha poi trovato il vero successo con
Jojo
Rabbit, satira contro il nazismo che gli ha
regalato un premio Oscar per la migliore sceneggiatura
originale.
Dopo la conclusione della
Saga degli Skywalker lo scorso dicembre,
con l’uscita in sala di L’ascesa di Skywalker, saga continua
nelle sue declinazioni fumettistiche e con le serie tv, tra cui
The Mandalorian che, dopo una stagione di
grande successo conclusasi il 2 maggio, è stata rinnovata per un
secondo ciclo.
Stephenie Mayer,
autrice di Twilight, ha annunciato
ufficialmente che il 4 agosto uscirà Midnight
Sun, il suo atteso e tanto chiacchierato quinto libro
della saga di Twilight, appunto, ma che non porta avanti la storia
di Bella e Edward, ma che la racconta dal punto di vista
dell’affascinante vampiro.
Si è parlato per molto tempo del
libro trai fan di Twilight, soprattutto
perché la prospettiva di Edwad Cullen sulla sua storia con Bella
sembra molto misteriosa, un elemento di grande interesse per i fan
della saga e anche di curiosità per chi, pur non essendo fan, ha
amato i film e vorrebbe saperne di più sulle avventure dell’umana e
del vampiro innamorati.
“Sono molto eccitata, infine, di
annunciare l’uscita di Midnight Sun il 4 agosto. Questo è un
periodo folle e non sapevo se questo potesse essere il momento
giusto per farlo uscire, ma alcuni di voi hanno aspettato per così
tanto tempo! Non mi sembrava giusto farvi aspettare ancora, scusate
il pessimo tempismo. Spero che questo libro possa essere una
distrazione dal mondo reale”. Quanto dichiarato da Meye a
Good Morning America, proprio questa mattina.
Da un punto di vista
cinematografico, l’idea di una versione di Twilight raccontata
attraverso gli occhi di Edward potrebbe essere interessante,
tuttavia ricordiamo che Robert Pattinson e Kristen
Stewart, protagonisti della saga, hanno nel frattempo
strutturato le loro carriere quasi completamente lontano dai
blockbuster, per cui sarà interessante vedere se si tenterà,
almeno, di riaverli a bordo per un eventuale nuovo film.
Come rilevato già per La Compagnia
dell’Anello, anche l’adattamento de
Il Signore degli Anelli: Le Due Torri
presenta diverse differenze rispetto al libro di partenza, e in
questo caso le differenze sono ancora più profonde, perché se la
prima parte della trilogia di Tolkien è strutturata seguendo il
viaggio della Compagnia, nella seconda parte la Compagnia si divide
e quindi si dividono anche i racconti.
Inizio e film
Come già anticipato nel
pezzo che spiegava le differenze tra libro e
film ne La Compagnia dell’Anello, Le due Torri ha un inizio ed
una fine che non corrispondono alla suddivisione dei libri di
Tolkien. Le Due Torri (libro) comincia con la morte e il funerale
di Boromir, e con Frodo e Sam alle prese con
Gollum; finisce con l’esercito di Theoden che arriva a
Isengard allagata, dopo la battaglia al fosso di Helm, e con il
racconto di Merry e Pipino dell’attacco degli Ent alla fortezza di
Saruman. Intanto, sempre nel finale del libro, Frodo e Sam sono
stati separati: Frodo è prigioniero di Shelob e Sam, con Anello e
Pungolo, è solo e disperato ai margini di Mordor.
Il film ci presenta un finale meno
sospeso: abbiamo Aragorn, Legolas, Gimli e Gandalf, con l’esercito
di Theoden, sopravvissuti vittoriosi alla battaglia al fosso di
Helm, che guardano all’orizzonte mentre le fiamme del Monte Fato
divampano; Pipino e Merry sono con gli Ent a Isengard allagata: Sam
e Frodo sono appena stati lasciati liberi da Faramir e su di loro
incombe la minaccia di
Gollum che bisbiglia qualcosa di misterioso su una
certa “lei”, riferendosi ovviamente al suo intento di portare gli
hobbit tra le grinfie di Shelob.
La struttura narrativa
Come accennato, Le Due
Torri film cambia radicalmente la struttura narrativa del romanzo.
Tolkien dedica la prima parte del libro ad Aragorn, Legoals, Gimbli
e Gandalf, alle loro vicende, relegando al finale e attraverso un
lungo racconto le vicende che hanno coinvolto Merry e Pipino
durante l’attacco a Isengard. La seconda parte del libro, invece, è
dedicata a Sam, Frodo e
Gollum e alla loro avventura nelle terre dell’Est.
Per Peter Jackson
era più funzionale, ovviamente, portare avanti parallelamente i due
racconti, in modo tale che lo spettatore non perdesse di vista per
troppo tempo nessuno dei tre gruppi. Per Tolkien, invece, si è
rivelato più comodo o funzionale raccontare la storia a
blocchi.
Eomer
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Delle new entry che incontriamo ne
Le Due Torri, il personaggio di Eomer è senza dubbio uno dei più
affascinanti, perché, nelle intenzioni di Tolkien, si tratta della
summa delle virtù guerriere, una sorta di Achille medievale che
nella lotta e nella battaglia trova la sua gioia. Nel film, Eomer
viene bandito all’inizio della storia per ordine di Vermilinguo,
che avvelena la mente di re Theoden. Dopo il bando, lo incontriamo
nelle terre del Mark, insieme ai suoi uomini. Prima attacca gli
Uruk-Hai che tengono prigionieri Merry e Pipino (che scappano
dentro Fangorn), poi incontrano Aragorn, Gimli e Legolas, verso i
quali nutre diffidenza. Nonostante questo decide di lasciarli
andare dando loro due cavalli, solo dopo si rinsalderà la loro
amicizia.
Nel libro, invece, Eomer non viene
affatto bandito ed è a capo di un esercito che protegge le terre
esterne di Rohan. Inoltre, importante è la differenza del suo
incontro con Aragorn e gli altri.
Come sappiamo, nei libri Aragorn parte da Gran Burrone con
Anduril al suo fianco, la spada che lo identifica come erede di
Isildur, la cui presenza, durante l’incontro con Eomer, cambia
subito l’ordine delle cose. Il figlio di Rohan riconosce in Aragorn
il suo Re e lo spinge a schierarsi subito dalla sua parte.
Gandalf il bianco
Sia nel libro che nel
film c’è un po’ di mistero legato alla figura di Gandalf il Bianco
(Ian
McKellen), prima che egli stesso si palesi come lo
stesso Gandalf, più o meno, che è partito da Gran Burrone con la
compagnia. Prima di tutto, il prologo del film ci mostra la lotta
con il Balrog, che invece nei libri viene raccontata da Gandalf
stesso. In secondo luogo, il suo personaggio non si incontra mai
con Merry e Pipino a Fangorn, ma solo con il terzetto di
cacciatori.
Nel libro, Aragorn e gli altri si
fermano una notte ai margini della foresta di Fangorn, lì vengono
osservati da una presenza misteriosa che li spinge ad addentrarsi
nella foresta. Solo dopo un breve inseguimento, la figura
misteriosa si rivela essere Gandalf il Bianco, che si unisce a loro
e li accompagna a Edoras.
Eowyn
Insieme a Eomer, ne
Il Signore degli Anelli: Le Due Torri
incontriamo per la prima volta Eowyn, uno dei tre personaggi
femminili “parlanti” della storia tokieniana. Come accaduto per
Arwen, anche il personaggio di Eowyn viene leggermente apliato
e strutturato. Nel film la incontriamo al capezzale del cugino
morente, ai piedi del trono del re impotente, e negli sguardi
lascivi di Vermilinguo. Inoltre la vediamo confrontarsi subito con
Aragorn e i nuovi arrivati e la vediamo guidare il popolo di Edoras
al sicuro nelle miniere del fosse di Helm.
La sua conversazione con Aragorn,
inoltre, funge da ponte per far comparire di nuovo Arwen. Si forma
qui un accenno di un goffo triangolo amoroso in cui Eowyn chiede ad
Aragorn della sua bella (La donna che ti ha regalato quel
gioiello). Questo ci porta indietro, nelle memorie di Aragorn e
nella decisione molto combattuta di Arwen di abbandonarlo per
seguire gli Elfi ai Porti Grigi (cosa che verrà poi rettificata nel
terzo film).
Nel libro, il ruolo di Eowyn è
relegato a quello di custode di Edoras, mentre il re va in
battaglia. La donna non è presente al fosso di Helm e non prende
quasi mai la parola. Sappiamo poi che il suo personaggio avrà più
spazio nel terzo libro (e film).
La decisione di Theoden
L’arrivo di Gandalf e i
suoi a Edoras “sveglia” il re. Tuttavia, il personaggio è
leggermente diverso tra film e libro, e anche le sue decisioni
variano leggermente. Nel romanzo, il Theoden di nuovo in possesso
della sua mente, ordina gli Eorlingas di scendere in campo contro
Saruman; durante la marcia verso Isengard, una vedetta li informa
che l’esercito dello stregone è troppo grande per essere affrontato
in campo aperto, così Theoden ripiega sul fosso di Helm.
Nel film, sappiamo che Theoden è
impaurito, quasi pavido, e prende subito la decisione di ritirarsi
al fosso di Helm, con la popolazione ed Eowyn a proteggerla e
incoraggiarla. L’imboscata dei mannari, nel film, “serve” in
qualche modo ad allontanare Aragorn dal gruppo e a farlo diventare
l’ambasciatore della potenza dell’esercito di Saruman.
La battaglia al fosso di Helm
La macrosequenza del fosso
di Helm è molto fedele al romanzo, salvo due differenze importanti.
La prima riguarda la presenza degli elfi, che nel romanzo sono
assenti, mentre nel film fanno la loro comparsa direttamente da
Gran Burrone e Lothlorien.
Altro elemento di differenza è
Gandalf. Nel film, lo stregone lascia l’esercito prima che si metta
in marcia verso il fosso, alla ricerca di Eomer esiliato con il suo
esercito. Nel libro, Gandalf si separa dagli altri solo quando si
decide per ritirarsi al fosso, e compare in battaglia insieme a
Erkenbrand, un altro guerriero del Mark, e al suo esercito. Questi
personaggi sono stati eliminati dal film.
Merry e Pipino
Il viaggio di Merry e
Pipino ne Il Signore degli Anelli: Le Due Torri è
molto avventuroso e li vedrà cambiare profondamente. Nel libro, i
due hobbit scappano nella foresta di Fangorn, seminano gli orchi e
incontrano Barbalbero, restano con lui e con Sveltolampo, assistono
all’Entaconsulta e marciano con gli Ent alla volta di Isengard.
Alla fine della battaglia del fosso di Helm, Aragorn, Gimli,
Legolas e Gandalf, che con l’esercito di Theoden, sono arrivati ai
piedi di Orthanc, li ritrovano a Isengard e qui i due hobbit
raccontano la loro avventura.
Nel film, Barbalbero aiuta i due
hobbit a sfuggire all’orco e dubita della loro natura, credendoli
piccoli orchi. Inoltre, sono proprio Merry e Pipino che, “come
sassolini che generano una valanga”, convincono gli Ent a scendere
in battaglia. La loro riunione con gli altri membri della Compagnia
è rinviata alla prima parte de Il Ritorno del Re.
Frodo, Sam e Gollum
A parte la grande
differenza legata alla scena della tana di Shelob, nel film
presente ne Il Ritorno del Re e nel libro invece ultimo capitolo de
Le Due Torri, il percorso di Sam e Frodo, con la guida di Gollum, è
più o meno fedele al romanzo.
Le paludi morte, l’incontro con i
Nazgul con le ali, il cancello nero, la scoperta di un’altra via.
Fa eccezione l’incontro con Faramir, il cui personaggio è molto
diverso tra libro e film.
Faramir
Fratello minore di Boromir,
Faramir è uno degli uomini più nobili della trilogia di Tolkien,
secondo forse solo ad Aragorn. Nel romanzo, lo incontriamo
nell’Ithilien, dove pattuglia il confine di Gondor per conto del
sovrintendente, suo padre, Denethor. Quando incontra Frodo e Sam,
capisce immediatamente la natura della loro missione e il loro
scopo, li assiste, li protegge, li ospita e li mette in guardia
contro Gollum, che di lì a poco li avrebbe condotti nella tana di
Shelob, infatti.
Nel film, invece, il personaggio è
molto più simile al defunto fratello Boromir. Cattura gli hobbit,
scopre qual è la loro missione e scopre l’Anello, li tiene
prigionieri e li porta a Osgiliath, verso Gondor, per offrire
l’Unico a suo padre. Ma l’attacco dei Nazgul alla cittadina sul
fiume fa capire a Faramir che la scelta giusta, che forse gli
costerà la vita per le leggi della città, è quella di lasciare
libero Frodo e permettergli di proseguire il suo cammino. In una
scena tagliata dalla versione cinematografica e presente nella
extended version, Faramir minaccia Gollum, avendo intuito le sue
cattive intenzioni. Non servirà.
Come per Aragorn, anche Faramir è
stato reso più complesso e articolato nei film, rispetto al fulgido
esempio di rettitudine che vediamo sulle pagine del romanzo.
Star Wars: L’ascesa di Skywalker, il
capitolo conclusivo della saga degli Skywalker, è da oggi 4 maggio
disponibile su
Disney+, proprio in occasione dello “Star
Wars Day“. Sappiamo che il film è stato accolto in
maniera contrastante tanto dal pubblico quanto dalla critica, anche
per la scelta da parte di J.J. Abrams e della produzione di riportare
“in vita” Palpatine, che di fatto si è scoperto essere
il principale villain della trilogia sequel.
Di seguito abbiamo raccolto altri
10 grandi antagonisti che forse avrebbe potuto funzionare meglio
dell’Imperatore nella storia de L’Ascesa di Skywalker e, a livello
narrativo più generale, nella trilogia che ha chiuso ufficialmente
la saga degli Skywalker iniziata nel lontano 1977:
Un personaggio inedito
Ogni episodio di Star Wars ha sempre aggiunto dei personaggi inediti
all’interno della storia, contraltari dei ben più noti eroi che
hanno sempre avuto la funzione di mantenere costante tanto
l’interesse quanto l’attenzione del pubblico. Ne è un esempio
lampante il generale Grievous che abbiamo visto ne L’Ascesa di Skywalker.
Forse il capitolo finale della saga
degli Skywalker non aveva davvero bisogno di riportare sullo
schermo una vecchia minaccia (seppur amatissima dal fandom);
probabilmente la storia avrebbe avuto bisogno di un personaggio
totalmente originale che avrebbe costretto Rey e Kylo Ren a fare
squadra, al pari di quanto fatto contro l’Imperatore nel terzo atto
di
Episodio IX.
I Cavalieri di Ren
Nonostante siano presenti
nella trilogia sequel, è innegabile quanto all’interno della storia
i
Cavalieri di Ren siano stati relegati ad un ruolo
sostanzialmente marginale; un gruppo di scagnozzi di cui nessuno ha
veramente memoria, un ordine di combattenti che ha fatto da spalla
a Kylo in alcuni scontri e nulla più, e che alla fine è anche stato
tradito dal proprio capo.
Tuttavia, i Cavalieri avrebbero
potuto rappresentare una vera minaccia, portando avanti l’eredità
di Darth Vader, magari con un membro dell’organizzazione
sconosciuto fino ad ora che si ergeva a nuovo leader.
Darth Maul
La presenza di
Darth Maul è più volte riaffiorata all’interno della saga.
Dalla sua introduzione originale nella trilogia prequel, il
personaggio è sempre riuscito a trovare un modo per sopravvivere,
che fosse attraverso la Forza o grazie all’impiego di tecnologie
esterne (come, ad esempio, un paio di gambe robotiche).
Dal momento che Episodio IX è riuscito a portare indietro
l’Imperatore, è facile ipotizzare che anche un ritorno di Maul
sarebbe stato auspicabile. Forse, avrebbe potuto imbarcarsi in una
missione per cercare di ripristinare il Codice Sith, come Kylo Ren
non avrebbe mai saputo fare…
Captain Phasma
Ne Gli
Ultimi Jedi sembrava che Captain Phasma fosse andata
incontro alla morte, ma la storia della saga ci insegna che i
cattivi trovano sempre un modo per sopravvivere. C’erano diversi
modi in cui la saga avrebbe potuto giustificare il personaggio come
leader naturale del Primo Ordine.
Forse Captain Phasma è stata fin
troppo trascurata e il suo potenziale narrativo non sfruttato a
dovere: forse avrebbe potuto prendere il controllo della Galassia e
dare vita ad un arco narrativo interessante, certamente non privo
di ostacoli per i nostri eroi.
Generale Hux
I primi due film della
trilogia sequel di Star Wars ci hanno presentato il Generale Hux come un
giovane e spietato ufficiale: ne Gli
Ultimi Jedi sembrava addirittura essere pronto ad
assumere il comando del Primo Ordine e ad opporsi a Kylo Ren.
Sarebbe stato sicuramente affascinante vedere come il personaggio
avrebbe organizzato la sua scalata al potere.
Darth Bane
Darth Bane è uno dei Signori dei Sith più
importanti del canoneStar Wars.È l’unico sopravvissuto alla
guerra tra Jedi e Sith. Inoltre, è il creatore della “Regola dei
Due”. Il suo coinvolgimento nella trilogia sequel sarebbe forse
risultato anticonvenzionale, ma è innegabile – vista la storia
millenaria del personaggio – quanto la sua presenza avrebbe potuto
conferire alla storia dei toni ancora più oscuri ed una narrazione
probabilmente più articolata.
Kylo Ren
Ne Gli
Ultimi Jedi sembrava che Kylo Ren avesse scelto
di seguire l’oscurità, abbandonando definitivamente la luce.
Proprio per questo, ne L’Ascesa di Skywalker sarebbe potuto diventare un
grandissimo antagonista, mosso dall’intento di riformare la
Galassia ed attribuirle una nuova forma, basata sull’odio e sulla
crudeltà. Parallelamente, se alla fine Ben non si fosse convertito
al Lato Chiaro della Forza, avremmo forse potuto scoprire qualcosa
in più anche in merito a
Dark Rey, la versione oscura dell’eroina protagonista.
Snoke
Supponendo per un attimo che Kylo
non avesse mai voltato le spalle al suo mentore ne Gli
Ultimi Jedi, eliminandolo definitivamente, Snoke
sarebbe potuto essere un grandissimo antagonista ne
L’Ascesa di Skywalker.
Almeno, sfrutture un personaggio
nuovo, già esistente, senza scomodarne uno cardine della saga
(Palpatine), non avrebbe rovinato – almeno in parte – ciò che
l’Imperatore ha rappresentato nella trilogia originale per Han,
Leia e Luke.
Luke
Riportare Palpatine indietro è
stata probabilmente la mossa più azzardata de
L’Ascesa di Skywalker. Se era proprio necessario
introdurre nel film la questione dei “cloni”, allora forse sarebbe
stato meglio servirsi del personaggio di Luuke, clone di Luke
Skywalker. I fan ricordano il personaggio come una delle cose più
bizzarre che il canone abbia mai concepito: eppure, almeno da un
punto di vista cinematografico, avrebbe certamente rappresentato
una novità, un personaggio che sul grande schermo non si era mai
visto.
Darth Plagueis
Darth Plagueis è stato un
Signore Oscuro dei Sith, dscendente della stirpe di Darth Bane. La
sua leggenda venne utilizzata da Sidious per indirizzare
Anakin Skywalker verso il Lato Oscuro della Forza. Plagueis
venne ucciso dall’Imperatore, ma essendo un grande esperto di
immortalità, probabilmente non sarebbe stato difficile convincere i
fan che in qualche modo era riuscito a sopravvivere al suo nefasto
destino.
Una delle scene più divertenti
dell’Ant-Man di Peyton
Reed del 2016 e senza dubbio quella in cui Scott Lang
tenta, con successo, di introdursi nella Avengers
Facility. Ad aspettarlo trova Sam Wilson/Falcon, che viene
messo KO dal piccolo supereroe che entra nel suo zaino da volo e lo
neutralizza.
La scena è divertente per il tono,
ma anche perché inserisce Ant-Man, a tutti gli effetti, nel
MCU, facendolo incontrare per la
prima volta con un altro Avenger. Alla fine della sequenza, Falcon
precipita al suolo e comunica con qualcuno, spiegando che “è molto
importante che Cap non sappia mai questa cosa” e cioè che è stato
messo in difficoltà da questo nuovo piccoletto. Ma con chi parla
Falcon?
La risposta arriva direttamente da
Peyton Reed, che ha risposto a questa particolare
domanda su Twitter.
A quanto pare, Sam sta comunicando con Natasha, chiedendole di
tacere di questa sua “brutta figura” con Captain America.
Ecco la scena a cui si fa riferimento (il momento interessato è
al minuto 3:22):
Ant-Man e Falcon si sono poi trovati
a combattere fianco a fianco in Civil
War, dalla parte di Cap (e opposti a Natasha), e poi,
ovviamente, si sono ritrovati nello stesso enorme schieramento
contro Thanos, in Avengers: Endgame.
Mentre rivedremo le gesta di Falcon
al fianco di Soldato d’Inverno nella loro serie su Disney+, è probabile che
Ant-Man farà di nuovo la sua comparsa al
cinema nel terzo capitolo della sua trilogia dedicata.
La rivista Cinefex, che si occupa di effetti visivi
digitali per il cinema, ha diffuso alcune nuove immagini da
The New Mutants, il film “maledetto” di
Josh Boone, prodotto dalla Fox e poi passato di
mano a Disney, in seguito alla fusione delle due aziende e
dell’acquisizione della prima da parte della seconda.
La rivista specializzata ha diffuso
delle immagini inedite dal film, che ci mostrano un cattivo e anche
il Limbo! Cinefex #170 (via ComicBook.com)
ha pubblicato due bellissime eppure inquietanti immagini di Smiley
Men, l’essere mostruoso che avevamo intravisto nel trailer, mentre
dall’ombra minacciava i nostri eroi. Secondo la rivista, la
creatura sarà legata in qualche modo a Magik e al suo passato,
oltre ad essere creata dalle abilità di Dani Moonstar, che è capace
di rendere concrete le peggiori paure di una persona.
Le altre immagini mostrano Magik
(Anya Taylor Joy) alle prese con un portale che
sembra essere quello del Limbo, fonte del suo potere di
teletrasportarsi. Inoltre, abbiamo anche la possibilità di dare uno
sguardo a quello che sarà Demon Bear, villain già anticipato nel
film:
The
New Mutants è un thriller con sfumature
horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un
gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche.
Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove
abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre
cercano di fuggire.
Diretto da Josh
Boone e scritto da Boone
e Knate Lee, il film vede nel cast la
presenza di Maisie
Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu
Hunt e Henry Zaga.
ll film è prodotto
da Simon Kinberg, Karen
Rosenfelt e Lauren Shuler
Donner, mentre Stan
Lee e Michele Imperato
Stabile sono i produttori esecutivi.
Il canale americano
FX ha diffuso promo e trama di What We Do
In The Shadows 2×05, il quinto episodio della seconda
stagione di What We Do In The Shadows.
In What We Do In The Shadows 2×05
che si intitolerà “Colin’s” Colin Robinson viene promosso al lavoro
e il suo nuovo potere minaccia l’equilibrio del potere nella casa
dei vampiri. Scritto da Shana Gohd; diretto da Jemaine Clement.
What We Do In The Shadows 2×05
What We Do In The Shadows 2 è l’annunciata
seconda stagione della serie comica creata da Jemaine Clement per
il canale FX e basata sull’omonimo film del 2014 scritto da Clement
e Taika Waititi. What We Do in the Shadows è ambientato a Staten
Island e segue quattro vampiri che sono stati coinquilini per
centinaia di anni.
Nella
seconda stagione di What We Do In The Shadows
ritorneranno i protagonisti Kayvan Novak nel ruolo
di Nandor the Relentless, un vampiro che ha 757 anni e che una
volta era un soldato dell’Impero ottomano. Matt
Berry nei panni di Laszlo Cravensworth, un vampiro nobile
inglese trasformato da Nadja e ora sposato con lei. Natasia
Demetriou nel ruolo di Nadja, una vampira romana, sposata
con Laszlo. Harvey Guillén nel ruolo di Guillermo,
familiare “paziente” di Nandor. Mark Proksch nel
ruolo di Colin Robinson, un vampiro energetico che vive con il
trio.
Nei ruoli ricorrenti troviamo
Doug Jones nel ruolo del barone Afanas, un antico
vampiro del Vecchio Paese che crede che i vampiri dovrebbero
governare il mondo. Beanie Feldstein nei panni di
Jenna, una LARPer e vergine che Guillermo ha attirato per i
banchetti dei vampiri. Jake McDorman nel ruolo di
Jeff Suckler, una reincarnazionedell’ex amante umano di Nadja,
Gregor, un cavaliere che è stato ucciso dalla decapitazione in
ciascuna delle sue vite.
Anthony e Joe Russo
hanno preso parte ad un watch party su Instagram
per celebrare un anno dall’uscita nelle sale di Avengers:
Endgame. All’evento social ha
partecipato anche Robert Downey Jr., intervenuto in diretta per
salutare i fan: il destino ha voluto che l’apparizione dell’iconico
Tony Stark coincidesse con la scena della riconciliazione tra Iron
Man e Captain America.
L’attore ne ha dunque approfittato
per svelare il significato profondo di quella scena che ha visto
protagonisti i due più grandi supereroi del MCU, tenuti separati fin dalla
rottura avvenuta in
Captain America: Civil War (i due, infatti, non
si incontrano neanche in Infinity War, dal momento che la
loro riconciliazione avviene soltanto in Endgame). Ecco le
sue dichiarazioni in merito:
“Tutto ruotava attorno al fatto
che lui mi perdonasse per non averlo perdonato, così da poter
iniziare a prepararci a chissà cosa… forse per gettare la spugna e
fare ciò che andava fatto. Non si trattava soltanto di seppellire
l’ascia di guerra, ma di metterci una croce sopra definitivamente.
È stata una scena complessa.”
Nel MCU, Tony e Cap hanno affrontato
le conseguenze dello schiocco delle dita di Thanos in modi
totalmente differenti: il primo ha abbandonato gli Avengers e si è
ritirato a vita privata insieme a Pepper Potts e a sua figlia; il
secondo, invece, ha continuato a far parte dei Vendicatori. Quando
i due si incontrano brevemente la prima volta dopo la sconfitta
inferta dal Titano Pazzo, Tony è ancora troppo scosso emotivamente,
soprattutto dalla perdita di Peter Parker. Il confronto tra i due
personaggi avverrà soltanto in seguito, sancendo uno dei momenti
più significativi di Endgame.
Ricordiamo che Endgame è il
film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo
dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta
da Anthony e Joe
Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e
11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza
pari.
Endgame ha
ottenuto un grande successo di critica e pubblico, stabilendo
numerosi record al botteghino, diventando il maggior incasso nella
storia del cinema, e venendo candidato a svariati premi
cinematografici, tra i quali l’Oscar ai migliori effetti
speciali.
Dopo lo snap di Thanos, il
titano finisce nel Regno dell’Anima, e si
confronta con ciò che ha sacrificato per raggiungere la sua
impresa, tanto che si trova a parlare anche con la versione bambina
di Gamora. Ma cosa accade, in Avengers: Endgame, quando è
Smart Hulk a schioccare le dita?
Salman artwork ha
immaginato cosa sarebbe potuto succedere alla versione
“addomesticata” di Hulk, dopo il suo snap. L’art che vedete di
seguito, infatti, mostra Hulk che si confronta con Bruce Banner
(Mark Ruffalo), e sembra che la scena non sia
stata solo frutto della fantasia dell’artista, ma che sia la
rappresentazione di una scena tagliata dal film, che però era
presente in sceneggiatura.
Gli autori dello script,
Christopher Markus e Stephen McFeely, hanno
rivelato che c’erano due diverse sequenze ambientate nel Mondo
dell’Anima prese in considerazione per Smart Hulk. Uno era dedicato
al suo rapporto “intimo” con Natasha Romanoff (Scarlett Johansson), ma questa
scena non è stata mai neanche girata. L’altra presentava una
conversazione tra Hulk e Banner, le due parti di Bruce che per
quasi tutto il MCU lo hanno lacerato, e che per
Endgame, invece, hanno coesistito pacificamente.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.