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Sam Neil e Jeff Goldblum duettano sul set di Jurassic World: Dominion

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Alan Grant e Ian Malcolm torneranno insieme in Jurassic World: Dominion e così Sam Neil e Jeff Goldblum sono impegnati nelle riprese del film. Ma per celebrare la loro reunion, le due icone hanno registrato dei video in cui si lanciano in un duetto jazz. Ecco di seguito i video:

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Jurassic World: Dominion vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson e Omar SyLaura Dern e Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.

Shazam 2: Zachary Levi sulle riprese e su uno scontro con Black Adam

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Shazam 2 – il cui titolo ufficiale sarà Shazam! Fury of the Gods – sarebbe dovuto arrivare nelle sale ad Aprile 2022, ma è stato successivamente posticipato a Novembre dello stesso anno a causa del COVID-19. Si sa ancora molto poco su cosa aspettarsi dal sequel, anche se è stato confermato il ritorno del cast originale e del regista David F. Sandberg, incluso quello dello sceneggiatore Henry Gayden.

In una recente intervista con Dan Fogler’s 4D Xperience, il protagonista Zachary Levi ha parlato della nuova data di uscita del sequel e del possibile inizio delle riprese: “Hanno annunciato il sequel subito dopo il primo film. Sapevano che saremmo andati bene al botteghino ed erano soddisfatti già così. Stanno lavorando al sequel già da parecchio tempo, con una certa costanza, e l’idea è quella di iniziare a girare nella prima parte dell’anno prossimo. Il Covid ha reso tutto incerto, ma dobbiamo darci una mossa. I piccoli protagonisti crescono in fretta.”

In origine, Shazam! Fury of the Gods doveva essere girato in contemporanea a Black Adam, ma ad oggi non sappiamo se effettivamente sarà ancora così. Sempre nel corso della medesima intervista, Levi ha anche parlato di un possibile testa a testa con l’anti-eroe interpretato da Dwayne Johnson: “Non è una cosa che dipende da me e non ne ho idea. The Rock vive su un pianeta tutto suo. Fa quello che vuole. Vedremo come andrà. Nei fumetti Black Adam e Captain Marvel – il mio vero nome – sono come lo yin e lo yang. Sono identici.”

Tutto quello che c’è da sapere su Shazam!

Shazam! è uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary Levi, Asher Angel, Mark Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta Milans Djimon Hounsou.

Abbiamo tutti un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.

Elizabeth Debicki vuole essere ancora Ayesha nel MCU

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Elizabeth Debicki vuole essere ancora Ayesha nel MCU

Guardiani della Galassia Vol. 2 presentava un certo numero di cattivi, ma il personaggio di Ayesha interpretato da Elizabeth Debicki era innegabilmente memorabile. Inseguendo la squadra per quasi tutto il sequel, alla fine è apparsa in una delle tante scene post-credits, decisa a vendicarsi. Fu proprio per questo motivo che decise di creare “Adam”, un personaggio meglio conosciuto dai fan dei fumetti come Adam Warlock.

La speranza è che Ayesha faccia parte di Guardiani della Galassia Vol. 3 e pare che anche la stessa Debicki abbia voglia di tornare ad interpretare il personaggio. In una recente intervista con ComicBook in occasione della promozione di Tenet, infatti, Elizabeth Debicki ha dichiarato le sarebbe piacerebbe tornare nei panni dell’essere artificiale nell’Universo Cinematografico Marvel.

“Lo vorrei. Adoro Ayesha. Mi è davvero piaciuto interpretarla e mi è davvero piaciuto fare quel film e lavorare con il cast e con James Gunn. Mi sono divertita tantissimo. Spero di poterla interpretare ancora. A volte mi capita di pensare al tuo trono d’oro, al suo vestito d’oro… che sono lì che aspettano, da qualche parte dietro le quinte. Mi piacerebbe molto tornare ad interpretarla, anche solo per un secondo.”

Anche se il suo ruolo sarebbe probabilmente di supporto, sarebbe comunque fantastico vedere Ayesha tornare in azione, perché c’è chiaramente ancora molto da raccontare sul personaggio, in particolare dopo che ha giocato un ruolo chiave nella creazione di “Adam”. Per ora non ci resta che attendere: sappiamo che James Gunn ha ultimato la sceneggiatura di Guardiani della Galassia Vol. 3, quindi è probabile che prima o poi sapremo se ci sarà ancora spazio per Ayesha sul grande schermo.

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 non ha ancora una data di uscita ufficiale. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente a Febbraio 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff e Karen Gillan, con Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

Gli Eterni, Kumail Nanjiani: “L’attesa varrà la pena”

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Gli Eterni, Kumail Nanjiani: “L’attesa varrà la pena”

A causa della pandemia di Covid-19, l’avvio della Fase 4 del MCU è stato ufficialmente rinviato, e adesso i fan non vedono l’ora di scoprire cosa ha in serbo per loro l’universo condiviso dopo l’uscita di Avengers: Endgame e la conclusione della Saga dell’Infinito. Insieme al ritorno di alcuni personaggi ormai noti, il pubblico non vede l’ora di scoprire i nuovi personaggi che debutteranno nell’universo proprio a partire da questa quarta fase, che si tratti di film o di serie tv.

Tra i progetti più attesi della Fase 4 c’è ovviamente il film dedicato a Gli Eterni, la cui usciti è stato purtroppo posticipata al 2021 (sarebbe dovuto arrivare nelle sale a Novembre). Nonostante la campagna marketing della pellicola non sia ancora ufficialmente partita, negli ultimi mesi diverse star coinvolte nel cinecomic hanno parlato del film e di cosa i fan dovranno aspettarsi dalla storia, senza chiaramente anticipare nulla di troppo “spoileroso”.

Di recente, attraverso una serie di tweet, è stato Kumail Nanjiani – che nel film interpreterà Kingo – ad anticipare qualcosina in relazione all’atteso film dedicato ai personaggi creati da Jack Kirby. Come la maggior parte dei fan, anche l’attore non vede l’ora che i Marvel Studios rilascino il primo trailer ufficiale del film, ma ovviamente neanche lui sa con precisione quando ciò avverrà. Nanjiani ha poi anticipato che il film sarà davvero “eccitante” e che l’attesa verrà assolutamente ricompensata.

Gli Eterni sarà un film “epico ed elettrizante” secondo Kumail Nanjiani

“Prometto che il film varrà l’attesa”, ha scritto l’attore via Twitter. “È il progetto più eccitante, divertente, epico, elettrizzante, esilarante e commovente a cui abbia mai preso parte. Ed è enorme. La portata del film è diversa da qualsiasi cosa io abbia mai visto. Ogni volta che mi muovevo per le mie riprese, rimanevo sbalordito dai set ogni giorno”. Secondo quanto riferito, le riprese de Gli Eterni sono ufficialmente terminate. Il film è attualmente in fase di post-produzione. 

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Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta da Matthew Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12 Febbraio 2021.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

Bucky Barnes: il futuro del Soldato d’Inverno oltre la serie Disney+

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Il nome di John Nania potrebbe istintivamente non dirvi nulla, ma sappiate che si tratta dello stuntman che opera da controfigura a Sebastian Stan, il Bucky Barnes del MCU, che negli ultimi anni ha contribuito al lavoro dell’attore sul set dei film dell’universo condiviso. Di recente Nania è stato ospite di uno dei podcast di The Screen Forum e ha parlato non soltanto del suo futuro in qualità di stuntman ma anche di quello del personaggio interpretato da Stan.

Avendo lavorato anche sul set dell’attesa serie The Falcon and The Winter Soldier, Nania sembra essersi fatto un’idea di ciò che i Marvel Studios avrebbero in serbo per il futuro del Soldato d’Inverno, e ha condiviso le sue idee proprio durante l’intervista: “Ci sono ancora un bel po’ di cose che mi aspettano e che voglio fare. Non credo che la storia del Soldato d’Inverno nell’Universo Cinematografico Marvel si sia conclusa. Ha ancora molto da fare e non vedo l’ora di farne parte.”

Successivamente, Nania ha elogiato il cast della serie Disney+, la cui produzione è stata ritardata a causa della pandemia di Covid-19, anticipando che i fan dovranno aspettarsi delle scene d’azione davvero epiche: “Anthony Mackie, Sebastian Stan, Emily VanCamp, Daniel Brühl, ho visto questi ragazzi recitare e sono dei veri professionisti. Quando lavori con loro capisci perché questi personaggi sono così fantastici e grazie a questo show li vedremo sotto una luce totalmente differente.”

Lo stuntman di Sebastian Stan promette epiche scene d’azione nella serie su Bucky Barnes e Sam Wilson

“Per quanto riguarda l’azione, ho preso parte ad alcune cose piuttosto ambiziose in passato, ma questa, davvero, potrebbe essere il progetto più ambizioso a cui abbia mai lavorato”. Le parole di Nania lasciano presagire una serie ad alto tasso adrenalinico. La speranza è che i Marvel Studios possano portare a termine i lavori su The Falcon and The Winter Soldier il prima possibile. La serie, inizialmente prevista per quest’estate, dovrebbe ora debuttare sul servizio di streaming in autunno. 

Ricordiamo che la serie si svolgerà dopo gli aventi narrati in Avengers: Endgame, in cui Sam e Bucky sono tornati in vita dopo essere rimasti vittima dello “schiocco delle dita” di Thanos, pronti ad aiutare gli altri Vendicatori a sconfiggere il Titano Pazzo ed il suo esercito. The Falcon and The Winter Soldier sarà composta da 6 episodi della durata di un’ora ciascuno. Al momento la serie non è stata rinnovata per una seconda stagione.

Spaccapietre: intervista ai registi e al cast del film

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Spaccapietre: intervista ai registi e al cast del film

Presentato alle Giornate degli Autori 2020, in occasione della 77° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Spaccapietre è il nuovo film di Gianluca e Massimiliano De Serio. Nel video anche i protagonisti Salvatore Esposito e Ludovico Carrino.

SPACCAPIETRE, il nuovo film dei fratelli Gianluca e Massimiliano De Serio, che sarà in sala – distribuito da La Sarraz Distribuzione –  dal 7 settembre, in contemporanea al passaggio al Lido, dove sarà l’unico film italiano in concorso alle Giornate degli Autori.

Uno straordinario e inedito Salvatore Esposito interpreta Giuseppe, spaccapietre che dopo un grave incidente sul lavoro è disoccupato. Suo figlio Antò sogna di fare l’archeologo e fantastica sull’occhio vitreo del padre, come se fosse il segno di un superpotere. Sono rimasti soli da quando Angela, madre e moglie adorata, è morta per un malore mentre era al lavoro nei campi. Senza più una casa, costretto a chiedere lavoro e asilo in una tendopoli insieme ad altri braccianti stagionali, Giuseppe ha ancora la forza di stringere a sé Antò, la sera, e giocare a raccontarsi una storia. In questa storia irromperà Rosa, una donna incontrata nei campi che le sopraffazioni del “padrone” non hanno corrotto, e la cui umanità sarà per entrambi rifugio, forza e ribellione.

«In Spaccapietre – spiegano i registi – arte e biografia personale si intrecciano inseparabilmente. La vicenda al centro del film prende spunto da un fatto di cronaca di qualche estate fa, la morte sul lavoro della bracciante pugliese Paola Clemente, e dall’assurda coincidenza con la morte di nostra nonna paterna, deceduta lavorando negli stessi campi nel 1958. E, come il padre di Giuseppe nel film, anche nostro nonno paterno, prima di partire per Torino negli anni ‘60, faceva lo “spaccapietre”. Il film è innanzitutto il tentativo di riappropriarci di un’anima, quella di nostra nonna mai conosciuta, attraverso la storia e il corpo di un’altra donna. Ma è anche un film d’amore paterno in cui affiorano puri i temi della morte, della violenza, della paura, dell’amore, della vendetta».

Nel cast anche Samuele Carrino, Licia Lanera, Antonella Carone, Giuseppe Loconsole, Vito Signorile.

Non Odiare, la recensione del film di Mauro Mancini #Venezia77

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Non Odiare, la recensione del film di Mauro Mancini #Venezia77

È l’unico italiano in concorso alla Settimana della Critica 2020 Non odiare, film d’esordio di Mauro Mancini con Alessandro Gassmann e Sara Serraiocco, e l’Italia fa certamente bella figura nell’ambito della prestigiosa selezione veneziana, presentata nel corso della 77° edizione della Mostra.

Non Odiare, la trama

Cosa faresti se ti trovassi sul luogo di un incidente e, potendo prestare un primo soccorso ad un uomo gravemente ferito, scoprissi che si tratta di un simpatizzante del nazismo? È quello che accade nei primissimo minuti del film, in cui Simone Segre (cognome che rivela l’origine ebraica), chirurgo professionista, assiste ad un incidente automobilistico. Si precipita nell’auto incidentata e prova a fermare l’emorragia dell’uomo incastrato nell’abitacolo, ma scoprendogli il petto e il braccio scopre dei tatuaggi: la svastica sul cuore e il logo delle SS sul polso. Simone lascia andare il laccio emostatico improvvisato, lascia morire l’uomo, viene meno al giuramento di Ippocrate. Proverà comunque ad espiare il proprio gesto, assumento come domestica la figlia maggiore dell’uomo morto (e sepolto con gli onori fascisti).

Opera prima a volte ingenua con spunti interessanti

Mauro Mancini affronta un argomento non proprio nuovo ma con un approccio originale, lo fa nell’approccio ai personaggi e in quello alle dinamiche tra di essi, pur volando un po’ troppo a pelo d’acqua, senza mai immergersi a pieno né nelle loro psicologie, né nelle pieghe della trama che più di una volta sembrano sprecate e buttate via, come un finale non troppo riuscito.

Tuttavia lo spunto più interessante del film riguarda gli attori, il loro modo di mettere in scena i personaggi e il modo in cui la scrittura tratta in maniera originale gli stessi, perché mai rinchiusi in uno stereotipo o nel già visto. Il ricco chirurgo ebreo è un single, non ha una famiglia, una casa molto grande e l’apparente desiderio di liberarsi da un’eredità paterna che sembra ingombrante. La giovane protagonista invece sceglie di sacrificarsi per il fratelli, abbandonato un’aspettativa di vita che le piaceva per provvedere a loro dopo la morte del padre filo fascista, eppure, nonostante sia chiaramente contraria all’approccio del padre alla vita e alla sua ideologia, ne parla sempre con tenerezza. Il fratello mezzano, che vuole a tutti i costi percorrere il sentiero paterno, invece, si rivela quello che è, un ragazzino con tante idee confuse nella testa, idee che non capisce davvero ma che segue ciecamente.

Non OdiareLontano dall’odio, verso un punto di contatto

Per tutti e tre questi personaggi ci sono degli interpreti assolutamente superbi, con Gassmann e Serraiocco che consegnano due interpretazioni molto delicate e gentili e con il giovane Luka Zunic, vera e propria rivelazione del film. Il suo volto dai tratti angelici, gli occhi chiari e profondi, si scontrano con la rubidità che il suo personaggio ostenta e che, in fondo, non gli appartiene.

Fedele al titolo dell’opera, Non Odiare, Mancini mette in scena dei figli orfani che cercano la redenzione e l’affermazione da parte dei padri defunti. Occupano capi opposti di una linea retta, ma tutti gli eventi e i comportamenti che assumono nel corso della vicenda li portano ad avvicinarsi, a cercare gli uni negli altri, gli elementi di similitudine e non quelli di contrasto, allontanandosi così dall’odio.

Luca Guadagnino a Venezia 77: “Sono un uomo fortunato”

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Luca Guadagnino a Venezia 77: “Sono un uomo fortunato”

Luca Guadagnino si definisce fortunato durante l’intervista su Salvatore – Shoemaker of Dreams, il documentario su Salvatore Ferragamo che è stato presentato come proiezione speciale durante Venezia 77.

Salvatore – Shoemaker of Dreams, il docufilm diretto da Luca Guadagnino alla 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Scritto da Dana Thomas e diretto da Luca Guadagnino è prodotto da Francesco Melzi d’Eril e Gabriele Moratti con Stella Savino come produttore esecutivo.

Sinossi: L’appassionante storia umana, artistica e imprenditoriale di Salvatore Ferragamo, dall’infanzia a Bonito, dove ha realizzato le sue prime scarpe, al viaggio in America in cerca di fortuna, dalle esperienze a Hollywood al ritorno in Italia, dal rischio del fallimento alla rinascita nel suo laboratorio di Firenze fino alla definitiva consacrazione. Carattere, istinto, genio, curiosità e straordinaria intuizione: Salvatore – Shoemaker of Dreams mostra il mistero e il fascino di una figura complessa, un’icona della moda italiana e mondiale che non ha mai perso di vista l’importanza dei legami famigliari. Il docufilm, con la voce narrante di Michael Stuhlbarg, si avvale di immagini inedite e testimonianze che vedono protagonisti, accanto ai membri della famiglia Ferragamo, il regista Martin Scorsese, la costumista Deborah Nadoolman Landis, e numerosi studiosi, docenti, stilisti, giornalisti, critici di moda e cinematografici.

Il regista Luca Guadagnino dichiara: “Cosa è il genio? Come nasce un sistema, che sia il cinema o la moda? E l’ossessione furiosa di una ricerca costante di idee e creazione come si sposa con la tradizione e i valori della famiglia? Salvatore Ferragamo (1898-1960), protagonista e testimone del XX secolo è la risposta a queste domande”.

Gli Eterni: ecco un nuovo sguardo a Ajak

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È stata messa in rete una foto della action figure ufficiale di Ajak, il personaggio di Salma Hayek ne Gli Eterni. La foto mostra chiaramente il costume del personaggio che vedremo nel film al momento in fase di post produzione. Ecco lo scatto di seguito:

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Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta da Matthew Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12 febbraio 2021.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

The World to Come, recensione del film di Mona Fastvold #Venezia77

Se l’aveste persa nell’intenso e straziante Pieces of a woman, il concorso della Mostra di Cinema di Venezia offre un’altra interessante occasione di godere della bravura della star di questa edizione, la britannica Vanessa Kirby. È sua la scintilla che accende The World to Come di Mona Fastvold, adattamento dell’omonimo racconto di Jim Shepard, qui anche sceneggiatore al fianco di Ron Hansen (che al lido avevamo già conosciuto per The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford, nel 2007).

È lei la bellissima e vitale Tallie, che trasferitasi con il marito nella Contea di Schoharie scuote la pigra quotidianità della coppia formata da Katherine Waterston (Abigail) e Casey Affleck (Dyer). Siamo nel 1856, e all’epoca erano piccole famiglie contadine a popolare questo angolo dello Stato di New York, sorta di coloni coraggiosi consacrati al duro lavoro e poco altro. Come emerge sin dalle prime scene del film e dalle pagine del diario della stoica Abigail, un costante contrappunto che fa da io narrante – e da coscienza – all’intera vicenda.

Parole ed emozioni

Il potere della scrittura è il primo protagonista che incontriamo, strumento di fuga, libertà ed emancipazione per donne costrette a un ruolo pericolosamente vicino a quello di ogni altro strumento a disposizione del fattore. Una porta aperta verso altri mondi, o altri alieni come lei. Una porta spalancata ad accogliere la nuova amica, con la quale subito si stabilisce un rapporto speciale che riempia il vuoto delle loro vite. E che vediamo trasformarsi sotto i nostri occhi in una storia romantica e contenuta, nella quale lo stesso desiderio sembra cercare una sua forma espressiva.

Che non può esser solo quella delle parole, che pure avvicinano le due donne, o delle emozioni, così difficili da formalizzare. La comprensione profonda che si stabilisce tra loro supera ogni codice e la passione, che a lungo il film lascia sottintesa, traspare da piccoli gesti, sguardi, sorrisi. Il risultato è una storia d’amore talmente soffusa e intima da fagocitare l’intero sviluppo, che procede in maniera volutamente diseguale.

Un amore difficile

The World to ComeLento, placido, inizialmente, quasi a seguire e sottolineare il rigido inverno che fa da incipit al ‘mondo che è’. Immobile, poi, soppiantato dal racconto e dal succedersi degli incontri tra Abigail e Tallie. ugualmente statico per lunghi tratti. L’azione langue, sia sullo schermo sia a livello narrativo, e tanto i ruoli quanto la crisi non potrebbero definirsi senza la voce off ad accompagnarci.

E forse l’attenzione dello spettatore sarebbe messa a più dura prova se non ci fossero degli intermezzi a scaldare gli animi. Ovviamente siamo sempre dalle parti di dramma e disperazione, vista la realtà che vivono i nostri personaggi, nella quale persino Dio delude le aspettative (figurarsi gli uomini, e le donne), ma con l’arrivo della bella stagione le fughe delle due ci regalano scorci piacevoli e momenti di aperta poesia.

La tragedia è inevitabile

Una volta scoperte le carte, ecco l’accelerazione. Dichiaratasi ‘prigioniera dell’assenza’ della compagna, è la silenziosa Abigail a proporre una vena ‘crime’ inaspettata. Ormai liberata dalla scoperta dei suoi sentimenti può affrontare anche il marito, sfidare il ruolo impostole e azzardare un sospetto nei confronti di un altro uomo. I mezzi a sua disposizione però son sempre quelli della parola e della scrittura, che tornano protagonisti in un finale ‘a sorpresa’ che lascia non pochi rammarichi.

Non tanto per l’accenno alla parte più turbolenta della passione amorosa, finalmente rivelata, quanto per quello all’evoluzione del carattere di Abigail. Irriducibile e armata di nuovo coraggio, pronta a sfidare convenzioni, mascolinità varie e persino la realtà. Il lasciarci intuire una tale forza fa parte dell’ondata con cui si conclude il film, un colpo di coda nel quale sembrano concentrarsi e sfogarsi le emozioni tanto a lungo compresse. E dopo il quale tutto sembra possibile. Sulla strada verso il tanto promesso ‘mondo che verrà’.

MCU: le migliori canzoni utilizzate nell’universo condiviso

MCU: le migliori canzoni utilizzate nell’universo condiviso

Negli ultimi 12 anni, il MCU ha rivoluzionato lo standard dei cinecomic. Se da un lato è facile sottolineare le incredibili performance degli attori, le immagini straordinarie, le scene d’azione epiche e il lavoro senza precedenti sulla continuity, dall’altro ciò che distingue davvero l’universo condiviso è il tono dei suoi film. La musica ha sempre giocato un ruolo enorme nell’impostazione di questi toni, ed ecco che The Direct ha raccolto le migliori canzoni utilizzate nei film del MCU:

“The Rubberband Man” – Avengers: Infinity War

Uno dei momenti più attesi di Avengers: Infinity War era l’apparizione dei Guardiani della Galassia al fianco degli altri Vendicatori, quindi nel più ampio universo condiviso del MCU.

Prima di vederli apparire sullo schermo, sentiamo il sottile basso di “The Rubberband Man” degli Spinners. È un momento tanto funky quanto perfetto, che anticipa il viaggio attraverso la galassia di questi eroi in procinto di incorrere in una serie (almeno all’apparenza) indistricabile di problemi.

“Shoot to Thrill” – Iron Man 2 / The Avengers

Ovviamente, Iron Man è stato in grado di infondere il proprio marchio anche nei temi musicali dei film a lui dedicati. Molto spesso, gli AC/DC hanno rappresentato il catalizzatore di quel marchio. Nel suo ingresso alla Stark Expo in Iron Man 2, Tony ha mostrato al mondo di che pasta è fatto sulle note epiche di “Shoot to Thrill”.

La canzone è stata utilizzata anche in The Avengers, quando Tony Stark è arrivato in ritardo – ma sempre in grande stile – al primo incontro della squadra con Loki ad Amburgo.

“Opps” – Black Panther

Black Panther è stato considerato un fenomeno culturale per tutta una serie di ragioni, una delle quali è l’uso del genere hip-hop per dare ancora più credibilità ad alcune incredibili sequenze.

L’inclusione di “Opps” di Kendrick Lamar nel mezzo di una scena di inseguimento in auto piuttosto sorprendente, non ha fatto altro che aumentare l’energia intrisa nell’intera sequenza. La colonna sonora del film, vincitrice dell’Oscar, è uno dei tanti elementi che hanno contribuito a dare vita a Wakanda e alla storia di T’Challa.

“Trouble Man” – Captain America: The Winter Soldier

Captain America: The Winter Soldier potrebbe essere considerato il film più radicato nella realtà del MCU, e anche in questo caso, la musica è al servizio della storia. Nella prima scena del film, assistiamo all’incontro tra Steve Rogers e Sam Wilson.

A fare da sottofondo a quel momento, abbiamo la canzone “Trouble Man” di Marvin Gaye (con tanto di riferimento al film omonimo). Quella stessa canzone viene riprese nella scena finale, quando Cap è ormai sconfitto e distrutto.

“Dear Mr. Fantasy” – Avengers: Endgame

In Avengers: Endgame, i fratelli Russo non ci hanno risparmiato le emozioni forti, e ciò non riguarda soltanto le tragiche morti di alcuni degli eroi più amati, ma anche l’utilizzo della musica.

Dopo essere stati trascinati di nuovo nella tristezza cementata da Avengers: Infinity War, ascoltiamo le bellissime note di “Dear Mr. Fantasy” mentre diamo il nostro primo sguardo a Tony Stark, dopo lo schiocco delle dita di Thanos.

“O-O-H Child” – Guardians of the Galaxy Vol. 1

Il primo Guardiani della Galassia è il film che ha avuto un impatto decisivo sull’uso della musica nei film dedicati ai supereroi. Uno degli aspetti più importanti di come la musica è stata utilizzata in questo film è rappresentato dal realismo.

Lo stereo dell’astronave Milano giace tra le macerie mentre Peter Quill colpisce Ronin sulle note di “O-O-H Child” dei Five Stairsteps. Sarebbe potuta passare alla storia come una delle sequenze più imbarazzanti di sempre, e invece, grazie alla visione di James Gunn, quella canzone si adatta perfettamente al momento.

Father & Son – Guardians of the Galaxy Vol. 2

https://www.youtube.com/watch?v=_1gtbfuZaHg

Quando abbiamo appreso per la prima volta che avremmo avuto un film del MCU con un procione parlante, un albero articolato a malapena, Dave Bautista coperto di vernice e uno degli attori di The Walking Dead dipinto di blu, nessuno di noi sapeva davvero a cosa sarebbe andato incontro.

Anni dopo, Guardiani della Galassia Vol. 2 e la scena finale con Rocket Racoon in lacrime, ci avrebbe regalato uno dei momento più emozionanti dell’universo condiviso. “Father and Son” di Cat Stevens risuona nella scena del funerale di Yondu insieme agli altri Ravager, ed è senza dubbio una delle scene più sorprendenti del MCU fino ad oggi.

“Brandy” – Guardians of the Galaxy Vol. 2

Prendere un’oscura canzone pop degli anni ’70 come “Brandy” dei Looking Glass ed usarla come una delle canzoni di un film di supereroi crivellato di alieni è davvero una scelta ardua. Ma James Gunn riesce a far funzionare sempre tutto quello che la sua mente iperattiva partorisce.

Guardiani della Galassia Vol. 2 è una grande storia sulla famiglia e sul destino, e questa canzone non serve soltanto da velata motivazione per l’antagonista e per il suo destino, ma può anche essere cantata a squarciagola da Meridith Quill in una straordinaria Ford Mustang di seconda generazione.

“Come and Get Your Love” – Guardians of the Galaxy Vol. 1

Nessuno, nemmeno i fan dei fumetti, sapevano cosa aspettarsi dal primo Guardiani della Galassia. E per i primi sei minuti e diciotto secondi del film, sembrava di essere di fronte all’ennesimo film ambientato nello spazio realizzato con un budget elevato.

Poi, Chris Pratt si infila le cuffie di un vecchio walkman… e sentiamo per la prima volta “Come and Get Your Love” dei Redbones. Quella scena sarà destinata a cambiare la nostra percezione del MCU per sempre…

“Back in Black” – Iron Man/Spider-Man: Far From Home

Nessuno metterà mai in dubbio che Iron Man sia stato un punto di svolta per tutti coloro che amano i film di supereroi. Una volta che abbiamo sentito “Back In Black” degli AC/DC in un film su un miliardario che beve whisky in un Hum-v, abbiamo subito capito che sarebbe stato un film speciale.

E proprio come la maggior parte delle cose incredibili del MCU, anche questa canzone ha un significato molto più profondo. L’abbiamo infatti sentita anche in Spider-Man: Far From Home, a sottolineare quanto sia stata importante la relazione tra Tony Stark e Peter Parker.

“Immigrant Song” – Thor: Ragnarok

Questa canzone, quella scena con il Dio del Tuono… quella battaglia finale in Thor: Ragnarok è tutto più che perfetto. Non c’è davvero bisogno di spiegare perché “Immigrant Song” dei Led Zeppelin sia senza dubbio il meglio che il MCU abbia da offrire.

“It’s Been A Long, Long Time” – Avengers: Endgame

Non c’è dubbio che Steve Rogers sia il cuore del MCU. 21 film e, per tutto il tempo, dal primo giorno in cui l’abbiamo visto entrare in azione, tutto ciò che Cap voleva era ballare con la sua amata Peggy. E dopo aver dato tutto quello che poteva in nome del suo paese, Steve ottiene finalmente di poter realizzare il suo desiderio. Nella scena finale che chiude la Saga dell’Infinito, Cap fa suonare “It’s Been A Long, Long Time” di Harry James. La conclusione perfetta di uno degli archi narrativi più amati dai fan dell’universo condiviso.

Jurassic World: Dominion, modifiche allo script a causa del Covid-19

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In occasione di una recente intervista con PeopleTV’s Couch Surfing, Jeff Goldblum ha parlato di Jurassic World: Dominion, l’atteso nuovo capitolo della saga dedicata ai dinosauri, le cui riprese sono nuovamente in corso dopo lo stop causato dalla pandemia di Covid-19.

Proprio in merito alla pandemia e all’emergenza sanitaria, l’attore ha lasciato intendere che alle luce di quanto accaduto a livello mondiale sono state apportate una serie di modifiche alla sceneggiatura: “Ci sono alcuni elementi nel film che stiamo trovando particolarmente calzanti, ma altri che toccano corde troppo sensibili che la produzione sta sistemando. L’obiettivo è quello di renderli più giusti in riferimento all’oggi e più adatti ai tempi che stiamo vivendo.”

Goldblum, che nel film tornerà a vestire i panni del Dr. Ian Malcolm dopo Jurassic Park, Il mondo perduto – Jurassic Park e un breve cameo in Jurassic World – Il regno distrutto, ha poi parlato brevemente del suo personaggio, sottolineando quanto sia sempre stato rilevante: “Si dà il caso che il mio personaggio parli e abbia sempre parlato di certe cose. Della fragilità della nostra specie e di quanto sia necessaria la cooperazione globale, di quanto sia necessario credere nella scienza e nel suo fondamento etico, necessario per unirci nella fiducia e nella connettività come famiglia, oltre che per raggiungere il nostro potenziale e fare del bene da soli per questo glorioso pianeta “.

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Jurassic World: Dominion vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson e Omar SyLaura Dern e Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.

Alien: Ridley Scott è ancora al lavoro su un nuovo film

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Alien: Ridley Scott è ancora al lavoro su un nuovo film

Ridley Scott ha confermato di essere ancora al lavoro su un nuovo film di Alien. Rilasciato nel 1979, il primo film del franchise ha cambiato per sempre la storia del cinema grazie alla sua combinazione di fantascienza e horror, e anche alla presenza dell’iconica eroina femminile Ellen Ripley, interpretata da Sigourney Weaver.

Dopo tre film senza il suo diretto coinvolgimento (e un paio di spinoff appartenenti alla serie Alien vs. Predator), Scott è finalmente tornato ad occuparsi della saga grazie al prequel Prometheus del 2012, un tentativo di espandere la mitologia di Alien che è stato accolto con enorme scetticismo da parte dei fan. Il film ha avuto anche un sequel, Alien: Covenant del 2017, che ha incassato soltanto 240 milioni al box office mondiale e che – almeno apparentemente – aveva congelato il franchise per sempre.

Nonostante quel film sia stato bombardato tanto dalla critica quanto dal pubblico, sembra che ci sia ancora speranza per altri film della saga di Alien. Parlando con Forbes, è stato proprio Ridley Scott a confermare di essere ancora al lavoro su un altro film del franchise, senza però nascondere i suoi dubbi in merito all’approccio da adottare con il nuovo film rispetto alla proprietà in generale. 

“Un nuovo film è in programma. Con Prometheus e Covenant abbiamo provato a seguire una nuova strada e a reinventarci. Qualora andassimo avanti con la saga, non credo racconteremo una storia ambientata prima dei fatti narrati in Prometheus. Ciò che è stato fatto è già sufficiente. Adesso i fan si stanno facendo una serie di domande fondamentali: Alien, il facehugger, il chestubster… è stato già detto tutto su di loro o c’è ancora altro da raccontare? Noi continuiamo a chiedersi se si dovrebbe ripartire da zero, e magari provare a conservare il ‘brand’ Alien solo in funzione del franchise. La domanda fondamentale continuano ad essere questa.”

Alien: proseguire con i prequel o ripartire da zero?

Insomma, Ridley Scott sembra fortemente intenzionato a far proseguire il franchise di Alien, anche se ciò dovesse significare far ripartire la storia “da zero”. Nonostante Covenant ha lasciato una porta aperta per un eventuale prosieguo, Scott sembra essere consapevole che forse è arrivato il momento di svecchiare in qualche modo il franchise, optando per nuove soluzioni narrative. Sarà davvero così? Solo il tempo ce lo dirà…

Tenet supera i 100 milioni di dollari al box office mondiale

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Tenet supera i 100 milioni di dollari al box office mondiale

Tenet ha incassato più di 100 milioni di dollari al box office mondiale, tagliando il traguardo grazie alla release in Cina e negli Stati Uniti della scorso settimana e superando di gran lunga le aspettative. Il film, diretto da Christopher Nolan, avrebbe dovuto riportare il pubblico in sala, ma al di là delle classiche speculazioni, nessuno poteva davvero sapere se ciò sarebbe effettivamente accaduto.

La maggior parte dei cinema che hanno riaperto in tutto il mondo seguono – giustamente – una serie di politiche rigorose per cercare di contenere la diffusione del Coronavirus, limitando drasticamente il numero di posti per ogni singola proiezione. Tenet è stato il primo grande blockbuster hollywoodiano ad essere rilasciato dopo un’estate particolarmente triste che ha visto i cinema costretti a rimanere chiusi a causa della pandemia.

Variety – via Screen Rant – riferisce che il film ha raggiunto i 100 milioni di dollari a livello internazionale questo fine settimana, e sebbene questo non sarà sufficiente per salvare il botteghino, è sicuramente un inizio promettente. La longevità è la chiave in questi tempi incerti e, non essendoci molto altro in uscita, la Warner Bros. può ancora sperare che il suo film abbia la capacità di realizzare un profitto superiore al budget di 200 milioni di dollari impiegato per la produzione del film.

Lo studio spera di superare almeno la soglia dei 450 milioni di dollari in tutto il mondo: grazie all’incasso internazionale di 100 milioni di dollari questo fine settimana, sembra alquanto possibile che il film riesce a superare quella soglia. Sempre lo scorso fine settimana, il film ha anche incassato 20 milioni di dollari in Cina e sta lottando per il primo posto al box office, un altro promettente indicatore del fatto che Tenet prospererà nonostante le precedenti incertezze circa la sua uscita in sala.

Tenet di Christopher Nolan arriverà al cinema il 03 Agosto. Il cast annovera John David WashingtonRobert PattinsonElizabeth DebickiMichael CaineKenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson Clémence Poésy. Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di uscita di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale.

Justice League: continua la diatriba tra Ray Fisher e la WB

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Justice League: continua la diatriba tra Ray Fisher e la WB

A quanto pare, non sembra esserci fine per la diatriba tra la Warner Bros. e Ray Fisher in merito alla produzione di Justice League. Dopo che l’interprete di Cyborg ha pubblicamente accusato il regista Joss Whedon di aver assunto un comportamento poco professionale durante le riprese aggiuntive, la major ha ufficialmente avviato un’indagine per provare la veridicità delle pesanti affermazione dell’attore.

Alcuni giorni fa, Fisher ha dichiarato sempre via Twitter che la DC Films gli avrebbe fatto pressioni per cercare di non coinvolgere Geoff Johns nelle sue affermazioni (già comunque tirato in ballo dall’attore in merito alla vicenda tramite alcuni tweet passati). Dopo le recenti dichiarazioni, la Warner Bros. ha rilasciato un comunicato ufficiale per spiegare meglio la vicenda, sottolineando che – in realtà – Fisher non starebbe collaborando alle indagini.

Secondo quanto si legge nel comunicato, l’interprete di Cyborg non avrebbe procurato delle “prove credibili” dei presunti comportamenti “non professionali” e non avrebbe voluto incontrare un investigatore terzo. Così, subito dopo la diffusione del comunicato, Fisher è tornato nuovamente all’attacco, smentendo – sempre via Twitter – quanto affermato dalla major e postando una copia della mail mandata al suo avvocato:

“Grazie a tutti per il supporto e per aver notato il modo disperato e indiscriminato da parte della Warner Bros. di mettermi in cattiva luce continuando a proteggere chi ha il potere. Ho incontrato l’investigatore su Zoom il 26 Agosto. Ecco la mail che ho mandato al mio team e al sindacato degli attori subito dopo.”

“Ho appena riattaccato con l’investigatore. Ho dovuto concludere la chiamata prima di entrare nel dettaglio. È chiaro che è stato ingaggiato dalla Warner Bros. Pictures e non da Warner Media. Le sue conclusioni verranno condivise unicamente con i legali della Warner Bros. Pictures. Inoltre c’era un’altra persona in linea, come testimone, e noi non lo sapevamo. Ho detto che avevo bisogno anche io di un’altra persona in linea, per sicurezza. Ha cercato di farmi rimanere, ma gli ho detto che avrei dovuto consultarmi con il mio team prima di procedere.

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Fonte, Fonte

Infinity celebra il compleanno di Dario Argento

Infinity celebra il compleanno di Dario Argento

Il celebre regista e sceneggiatore italiano, Dario Argento, festeggia oggi il suo ottantesimo compleanno e, per l’occasione, Infinity propone una selezione di alcuni titoli diretti dal re del brivido.

Tra i più amati capolavori di Dario Argento, accompagnato dalla celebre colonna sonora dei Goblin, Profondo Rosso segue le vicende del pianista Marc, che è testimone dell’omicidio di Helga e vuole scoprire chi l’ha uccisa, ma le persone in grado di aiutarlo a risolvere il mistero vengono uccise una alla volta…

Con le musiche di Ennio Morricone e interpretati da Asia Argento, sono disponibili su Infinity anche Il Fantasma dell’Opera, tratto dall’omonimo romanzo di Gaston Leroux, in cui il fantasma dell’Opera si invaghisce della bella Christine ed esce dai sotterranei del teatro; e La Sindrome di Stendhal, in cui la poliziotta Anna Manni viene rapita e stuprata dal serial killer al quale sta dando la caccia: le conseguenze sulla sua personalità saranno devastanti.

Interpretato da Stefania Rocca, Liam Cunningham e Claudio Santamaria, Il Cartaio segue le vicende di un misterioso e spietato assassino che sfida le forze dell’ordine che gli danno la caccia. Il killer si firma “Il Cartaio” per la sua mania per il gioco delle carte.

Non ho sonno racconta la storia del giovane Giacomo che, traumatizzato in tenera età dall’assassinio della madre, indaga su un serial killer che miete vittime seguendo un’inquietante filastrocca ed è aiutato dall’ex commissario Ulisse Moretti.

In Trauma, un giovane aiuta un’adolescente, interpretata da Asia Argento, fuggita da una clinica dopo aver assistito all’omicidio dei genitori, a trovare il killer prima che uccida di nuovo…

Animali Fantastici 3: un membro del cast propone una folle teoria su Hagrid

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Durante una recente intervista con The Movie Dweeb, Dan Fogler, interprete di Jacob Kowalski nella saga di Animali Fantastici, ha paralto della possibilità che altri personaggi del mondo di Harry Potter possano essere incorporati nel nuovo franchise, come accaduto alla versione giovane di Silente interpretata da Jude Law.

Tra i possibili personaggi, è stato tirato in ballo anche Hagrid, il mezzogigante guardiacaccia, nonché Custode delle Chiavi e dei Luoghi ad Hogwarts, colui che rivela la verità sulla sua natura e sull’esistenza del Mondo Magico ad Harry. A tal proposito, Fogler ha detto: “Non sarebbe male un crossover con Hagrid. Sarebbe interessante. È di questo che si parla in giro? Onestamente non lo sapevo. Io ci ho sempre pensato, perché amo il personaggio. Chi non ama Hagrid?”

A quel punto l’attore ha esposto la sua teoria e parlato di come Hagrid potrebbe essere inserito all’interno del franchise di Animali Fantastici: “Magari la madre di Hagrid, Fridwulfa, potrebbe andare da Newt e dirgli: ‘Questo è mio figlio, puoi prenderti cura di lui?’. Ma Newt sarebbe un po’ troppo occupato. Allora verrebbe da me, che potrei rispondere: ‘Va bene. Mi prenderò cura di questo bambino gigante’.”

Parlando poi dell’atteso Animali Fantastici 3, le cui riprese partiranno ufficialmente il prossimo Ottobre dopo essere state rimandate a causa dell’emergenza Covid-19, Fogler ha aggiunto brevemente: “Il mio personaggio avrà sicuramente tanto da fare in questo nuovo film, e ne sono felicissimo. Tutta la storia punterà alla Seconda Guerra Mondiale.”

Animali Fantastici 3 risponderà ai misteri insoluti del precedente episodio?

Al momento la data di uscita di Animali Fantastici 3 è ancora fissata per Novembre 2021: non è chiaro se i continui ritardi nella produzione avranno effetti anche sull’uscita in sala. I crimini di Grindelwald si è concluso con diversi cliffhanger, inclusa la rivelazione che Credence Barebone (Ezra Miller) è in realtà Aurelius Dumbledore, il fratello perduto da tempo di Albus. Proprio per questo, i fan non vedono l’ora di scoprire in che modo la trama del terzo film risponderà ai misteri insoluti del precedente episodio.

Doctor Strange 2: anche i figli di Wanda e Visione nel film?

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Doctor Strange 2: anche i figli di Wanda e Visione nel film?

Da quando i personaggi di Wanda e Visione sono diventati ufficialmente una coppia nel MCU, i fan hanno cominciato a chiedersi se i Marvel Studios avrebbero mai introdotto nell’universo condiviso i loro due figli, Billy e Tommy. In tal senso, le prime immagini ufficiali della serie WandaVision presenti all’interno dello spot trasmesso in occasione dello scorso SuperBowl, potrebbero aver rivelato più del dovuto sulla trama dello show.

Le immagini hanno confermato che, al di là dell’ambientazione da sit-com anni ’50, la serie con Elizabeth Olsen e Paul Bettany omaggerà anche altri celebri classici della tv americana. Inoltre, per una manciata di secondi, è possibile vedere i personaggi di Wanda e Visione di fronte a due culle: naturalmente, i fan hanno iniziato a speculare sulla presenza dei loro gemelli (nonché futuri Vendicatori) all’interno della serie.

È da tempo che ci parla del possibile debutto di Wiccan e Speed nel MCU, e adesso un nuovo rumor sembrerebbe confermare i piani dei Marvel Studios in relazione ai due gemelli. Secondo quanto riportato da Jeremy Conrad di MCU Cosmic (via The Direct), Wiccan e Speed appariranno in Doctor Strange in the Multiverse of Madness insieme allo Stregone Supremo e a Wanda Maximoff. Nello specifico, nel sequel appariranno le versioni ormai adulte dei personaggi che vedremo in WandaVision (che dovrebbero, comunque, apparire anche nella serie).

Con Doctor Strange 2 la Marvel preparerà il terreno per l’introduzione degli Young Avengers?

Naturalmente, non esiste ancora una conferma ufficiale e per adesso si tratta di un puro e semplice rumor. Tuttavia, è interessante notare come l’eventuale presenza dei personaggi di Wiccan e Speed nel sequel di Doctor Strange rappresenti un segnale forte – unito alla recente voce circa la presenza di America Chavez nel film – della volontà da parte dei Marvel Studios di preparare il terreno all’introduzione degli Young Avengers sul grande schermo. Inoltre, il fatto che in WandaVision potrebbero apparire sia le versioni bambine che le versioni adulte di Billy e Tommy sembra confermare che nella serie assisteremo a numerosi viaggi nel tempo.

Annunciato ufficialmente questa estate al Comic-Con di San Diego, Doctor Strange 2 vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

Secondo Collider, la produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro mani con il regista.

Il primo film su Doctor Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al confronto con Dormammu. Nel film c’erano anche Benedict Wong, Tilda Swinton Chiwetel EjioforRachel McAdams non tornerà nei panni di Christine Palmer. Abbiamo rivisto Strange in Infinity War e in EndgameDoctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022.

Mission Impossible 7: una foto incredibile dal set. Al via le riprese

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È stato battuto il primo ciak di Mission Impossible 7 e Christopher McQuarrie, regista che torna al franchise alla sua proficua collaborazione con Tom Cruise ha condiviso, direttamente dal set del film, una suggestiva immagine di quello che ci aspetta da questa nuova avventura di Ethan Hunt.

Naturalmente stiamo parlando della ripresa delle riprese (perdonate il gioco di parole) successiva al lockdown e alla pausa forzata. Di seguito l’immagine molto suggestiva dal set, che preannuncia grandi stunt per il nostro inossidabile Tom Cruise.

https://www.instagram.com/p/CEzSnUzjFAx/?utm_source=ig_embed

Nei prossimi due capitoli della saga di Mission ImpossibleTom Cruise e Rebecca Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea Whigham (Kong: Skull Island), Hayley Atwell (Captain America: Il primo vendicatore), Pom Klementieff (Guardiani della Galassia) e Esai Morales (Ozark). Christopher McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 19 novembre 2021 e il 4 novembre 2022.

Scarlett Johansson e il destino di Nat in Endgame: “Non è stato uno shock”

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Sappiamo ormai da diverso tempo che Black Widow con Scarlett Johansson sarà ambientato tra gli eventi di Captain America: Civil War e Avengers: Infinity War. Tuttavia, nonostante il dettaglio fosse ben noto ancor prima dell’arrivo nelle sale di Avengers: Endgame, la morte di Natasha Romanoff nel cinecomic di Anthony e Joe Russo è stata ugualmente scioccante.

Black Widow dovrebbe raccontare non soltanto delle origini di Natasha e del suo passato primi di unirsi ai Vendicatori, ma dovrebbe servire anche come passaggio di testimone per il personaggio di Yelena Belova interpretato da Florence Pugh, che dovrebbe diventare a tutti gli effetti la nuova Vedova Nera. In attesa dell’arrivo del film nelle sale (si spera il prossimo Novembre), è stata proprio Scarlett Johansson ha rivelare in una recente intervista con Digital Spy come ha appreso dello scioccante destino di Black Widow nell’ensemble movie del 2019.

“Kevin Feige mi ha chiamato e mi ha detto: ‘Guarda, ovviamente siamo in un momento in cui ci saranno grandi sacrifici e grandi perdite’. Lo avevamo previsto tutti. Quindi non sembrava una cosa fuori contesto o slegata dai personaggi”, ha spiegato Johansson. “Per certi versi aveva senso per me, credo, anche se ero comunque triste all’idea. Ma dopo aver riattaccato il telefono ricordo di aver pensato, ‘Ok, immagino che toccherà a me’.”

Scarlett Johansson sulla morte di Nat in Endgame: “Mi ci è voluto un po’ per elaborare la cosa”

“Mi ci è voluto un po’ per elaborare la cosa”, ha concluso l’attrice. “È stata certamente una notizia dolceamara, ma non è stato uno shock”. Anche se Johansson era preparata a quello che sarebbe accaduto a Nat, per i fan è stato comunque uno shock assistere al destino di uno dei sei Vendicatori originali. Dopo la morte di Tony Stark e Natasha Romanoff e il ritiro a vita privata di Steve Rogers, i membri ancora attivi degli Avengers originali sono soltanto tre: Thor, Hulk e Occhio di Falco. Tuttavia, con Clint Barton che sta per consegnare il suo arco a Kate Bishop, Jane Foster che si prepara a brandire il Mjolnir e l’arrivo di She-Hulk, è probabile che i fan dovranno prepararsi a dire addio all’intera formazione originale molto presto.

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Venezia 77, oggi Never Gonna Snow Again in concorso

Venezia 77, oggi Never Gonna Snow Again in concorso

Arriva domani, lunedì 7 settembre, alla Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, in concorso nella selezione ufficiale Venezia 77, Never Gonna Snow Again, il film diretto dai visionari e pluripremiati Malgorzata Szumowska e Michal Englert e interpretato da Alec Utgoff, (attore ucraino naturalizzato inglese conosciuto a Hollywood e dintorni per vari ruoli tra cui l’ultimo nella serie TV Stranger Things) qui nei panni di un magico massaggiatore del corpo e dell’anima.

Un massaggiatore entra nelle case e nelle vite dei cittadini di un ricco quartiere residenziale, i cui abitanti, a dispetto della loro ricchezza, trasudano tristezza interiore e desiderio. Le mani del misterioso nuovo arrivato hanno proprietà curative, i suoi occhi penetrano le loro anime. Alle loro orecchie, il suo accento russo suona come una melodia del passato, un ricordo di un’infanzia più sicura e protetta. Zhenia, questo è il suo nome, cambierà le loro vite.

Never Gonna Snow Again, che è già stato scelto come film per rappresentare la Polonia ai prossimi Oscar 2021, sarà nelle sale italiane prossimamente con I Wonder Pictures

Never Gonna Snow Again, la trama

Un massaggiatore dell’Est fa il suo ingresso nella vita dei facoltosi abitanti di una comunità scialba e inaccessibile, i quali, a dispetto della loro ricchezza, trasudano tristezza interiore e desiderio. Le mani del misterioso nuovo arrivato hanno proprietà curative, i suoi occhi penetrano le loro anime. Alle loro orecchie, il suo accento russo suona come una melodia del passato, un ricordo di un’infanzia più sicura e protetta. Zhenia, questo è il suo nome, cambierà le loro vite.

Il commento del regista

La parola “neve” può assumere svariati significati ed evocare molteplici emozioni. Se da un lato può essere un elemento pervasivo e pericoloso, dall’altro è fonte di sicurezza e conforto, una coperta che ci riporta alle favole dell’infanzia. Oggi, viene associata alla distruzione del clima del pianeta per mano dell’uomo e, di conseguenza, alla sua lenta sparizione dalla nostra vita. I protagonisti sono concentrati su un piccolo mondo rassicurante, che danno per scontato. Tuttavia, dietro le apparenze, sono alla ricerca di una dimensione più spirituale. I personaggi bramano il contatto, l’intimità, il sesso, la comprensione, la libertà. Finanziariamente ricchi e spiritualmente poveri, sono sopraffatti da una brama inconscia. Proiettano le proprie fantasie su uno sconosciuto che, dopo essere entrato nelle loro vite, agisce come uno specchio. È difficile dire se questa esperienza sia reale o un’illusione. La foresta magica nella quale si trovano con lo sconosciuto è puramente frutto della loro immaginazione, oppure esiste veramente? Il film è avvolto da un’aura di mistero. Vorremmo incoraggiare il pubblico a riflettere sulle condizioni attuali dell’Europa. Il nostro obiettivo è suscitare una serie di domande, sottili, all’insegna dell’umorismo, senza alcun preconcetto da parte nostra.

Tobias Menzies: 10 cose che non sai sull’attore

Tobias Menzies: 10 cose che non sai sull’attore

Nel mondo del cinema e delle serie tv si fa sempre un distinguo tra gli attori americani e quelli britannici. Grazie alla loro formazione teatrale, in genere si tende a considerare gli attori inglesi come più completi o semplicemente migliori. Ma è davvero così? A prescindere dai giudizi personali, oggi vi parliamo di Tobias Menzies uno degli attori inglese più apprezzati e famosi, soprattutto negli ultimi anni.

Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su Tobias Menzies, sulla sua formazione e vita privata e sulla sua brillante carriera.

Tobias Menzies vita privata e carriera

10. Nato il 7 marzo del 1974 nel quartiere di Hammersmith, a Londra, Tobias Menzies è figlio di Gillian Simpson, un’insegnante e di Peter Menzier, un produttore radiofonico della BBC. Insieme al fratello minore Luke, frequenta la Perry Court Rudolf Steiner School a Canterbury, nel Kent, dove viene formato seguendo il controverso Steiner System.

La Steiner Education prende il nome da Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia, detta anche ‘scienza dello spirito’. La sua pedagogia spinge gli alunni a sviluppare capacità intellettive, artistiche e pratiche in modo unitario e completo. Gli insegnanti e le scuole che applicano questa tipologia di insegnamento, creano curriculum di studi completamente diversi da quelli delle scuole tradizionali che sono invece legate alle direttive governative.
Nonostante l’antroposofia di Steiner sia stata declassata a pseudo-scienza, le scuole che applicano il metodo Steiner sono ancora molte e viste non esattamente di buon occhio.

9. Formatosi col metodo Steiner, Tobias continua i suoi studi prima alla Frensham Hights School vicino Farnham, nel Surrey e poi alla Deborah Moody’s Years Out Drama Company. Nel 1994 si iscrive alla Royal Academy of Dramatic Art, dove consegue la laurea quattro anni più tardi, nel 1998. Durante i suoi anni di college, inoltre, Tobiez Menzie partecipa al The Spontaneity Shop, un programma teatrale d’improvvisazione comica.

Tobias Menzies film e serie tv

8. La carriera di Tobias Menzies comincia in televisione nel 1998 quanto viene scelto per il cast della serie Casualty dove appare in un arco di 11 episodi. Con il nuovo millennio, l’attore continua la sua gavetta con i film per la tv Longitude (2000) e Summer in the Suburbs (2000) e con una comparsata nella famosa serie L’Ispettore Barnaby (2000). Nello stesso anno, inoltre, partecipa alla realizzazione del film per il grande schermo The Low Down, diretto da Jamie Thraves.

7. Nei primi dieci anni del nuovo millennio, Tobias partecipa a tantissimi progetti sia per il cinema che per la televisione. Tra i più importanti ricordiamo le serie tv I Saw You (2002), Ultimate Force (2002), Rome (2005-2007), Fairy Tales (2007), Bonekickers – I segreti del tempo (2008), Spooks (2009), Any Human Heart (2010) e Law & Order: UK (2010) e i film per la tv A very Social Secretary (2005), Persuasion (2007) e The Relief of Belsen (2007).

6. Negli stessi anni lo vediamo sul grande schermo e in produzioni di grande prestigio come Neverland – Un Sogno per la Vita (2004), Casino Royale (2006) ed Espiazione (2007).

Quest’ultimo film, diretto da Joe Wright e tratto dall’omonimo romanzo di Ian McEwan, racconta la storia di una famiglia alto borghese e di un’accusa infondata che distrugge la vita di due sorelle. Siamo nell’Inghilterra del 1935 quando, in un caldissimo giorno d’estate, la piccola Briony Tallis (Saoirse Ronan) coglie sua sorella Cecilia (Keira Knightley) e Robbie Turner (James McAvoy), figlio della serva, in atteggiamenti compromettenti. Avendo da sempre una cotta per Robbie, Briony fraintende i gesti del ragazzo, accusandolo di essere un maniaco sessuale. Una lunga serie di fraintendimenti e faranno finire il ragazzo in carcere e distruggeranno per sempre il rapporto tra le due sorelle.

Tobias Menzies in Il Trono di Spade

5. Col passare del tempo la notorietà di Tobias cresce sia al cinema che in televisione. Di questi anni sono i film Hysteria (2011), Black Sea (2014), Una (2016) e Underworld: Blood Wars (2016). Ma mentre la sua carriera cinematografica si ferma, quella televisiva continua e prospera sul piccolo schermo.

4. Dal 2011 Tobias partecipa a tantissime serie tv come The Shadow Line (2011), Eternal Law (2012), The Thick of It (2012), Secret State (2012), Getting On (2012), Black Mirror (2013), Doctor Who (2013) e Il Trono di Spade (2013-2019).

Quest’ultima, tratta dall’omonima saga fantasy letteraria di George R. R. Martin, è una serie della HBO, creata da David Benioff D. B. Weiss. La serie è ambientata in un mondo immaginario diviso in in due continenti, quello Occidentale (Westeros) e quello Orientale (Essos). Il continente Occidentale è quello più grande e civilizzato, dove sorge anche la città capitale, detta Approdo del Re, e dove si trova il Trono di Spade dei Sette Regni. Le famiglie nobili più ricche e potenti del continente sono costantemente in lotta per la conquista del trono, scatenando guerre e improbabili alleanze.

https://www.youtube.com/watch?v=jmCWqUHHlvs&ab_channel=DaemonBlackfyre

Tobias Menzies in Il Trono di Spade interpreta Lord Edmure Tully, lord di Delta delle Acque e Lord Supremo del Tridente, figlio ed erede del defunto Lord Hoster Tully, di Delta delle Acque. Zio materno di Robb, Sansa, Arya, Bran, Rickon e Robin Stark, Lord Edmure Tully ha combattuto al fianco di suo nipote Robb durante la sua ascensione come Re nel Nord. [fonte: Fandom]

Il Trono di Spade è andato in onda dal 2011 al 2019 per un totale di 8 stagioni e 73 episodi e Tobias Menzies compare nella serie in un arco di 9 puntate, dalla 3×03 “Walk of Punishment” (2013) alla 8×06 “The Iron Throne” (2019).

Tobias Menzies in Outlander

3. Grazie alla sua presenza altalenante nel Trono di Spade, Tobias può dedicarsi anche ad altri progetti. Il più importante è sicuramente Outlander, serie tv ambientata in Scozia a cavallo di quasi due secoli.

Tratta dall’omonima saga letteraria di Diana Gabaldon e creata da Ronald D. Moore per la Starz, Outlander racconta la storia di Claire Randall (Caitriona Balfe), un’infermiera della seconda guerra mondiale, di ritorno dal fronte insieme al marito Frank (Tobias Menzies). La coppia, scampata alla guerra, decide di partire per le Highland scozzesi per una seconda luna di miele. Durante il loro soggiorno a Inverness, Claire fa visita alla collina di Craigh na Dun dove, entrando in un cerchio fatto di enormi massi, viene magicamente catapultata nella Scozia del 1743.

La donna, sola e in un luogo a lei completamente sconosciuto, incontra il capitano Jack Randall (Tobias Menzies), un antenato di suo marito che, abusando dei suoi poteri, tenta di violentarla. Fortunatamente Claire viene tratta in salvo da Murtagh Fitzgibbons (Duncan Lacroix) e condotta al clan dei MacKenzie a Castle Leoch. Qui Claire fa la conoscenza di Jamie Fraser (Sam Heughan), un giovane guerriero, forte e valoroso, ricercato dalle Giubbe Rosse.

L’unica speranza per Claire di ritornare nella sua epoca è quella di varcare di nuovo il cerchio di Craigh na Dun ma, grazie alle sue doti d’infermiera, viene costretta a rimanere al castello come guaritrice. Claire dovrà dunque stare al gioco e guadagnarsi la fiducia dei suoi nuovi protettori per poter un giorno tornare a casa.

Outlander, in onda dal 2014 e ancora in corso d’opera, a oggi conta al suo attivo 5 stagioni e 67 episodi. Nella serie Tobias Menzies interpreta due personaggi molti diversi, Frank, il marito premuroso della Claire del 1945 e il malvagio Jack Randall, capitano violento e corrotto.

Tobias Menzies in The Crown

2. Dopo aver partecipato alle serie Testimoni Silenziosi (2014), The Honourable Woman (2014), Catastrophe (2015-2017), The Night Manager (2016), The Terror (2018) e al film tv King Lear (2018), per Tobias arriva un nuovo esaltante progetto televisivo. Nel 2019 viene scelto per partecipare alla fortunata serie The Crown, nel ruolo del Principe Filippo, marito della Regina Elisabetta II d’Inghilterra.

Creata da Peter Morgan per Netflix, la serie The Crown racconta la storia della Regina Elisabetta II, a partire dal 1947 agli inizi del XXI secolo. Nella prima stagione vengono raccontati i primi anni di matrimonio tra Elisabetta e Filippo di Edimburgo fino alla scoppio della crisid i Suez nel 1956. La seconda stagione, invece, si concentra di più sulla politica e sui mandati a primo ministro di Anthony Eden e Harold MacMillan, ultimo dei quali rovinato dal cosiddetto Scandalo Profumo del 1963. In quell’anno, infatti, fu scoperta la relazione segreta di John Profumo, l’allora segretario di Stato per la guerra, con la modella Christine Keeler, amante anche di una presunta spia sovietica. Lo scandalo mandò il governo Macmillan a gambe all’aria e il ministro fu costretto a dimettersi. Nella stessa stagione assistiamo anche alla nascita del principe Edoardo.

La terza stagione si concentra invece sull’elezione e poi sul mandato del primo ministro Harold Wilson nel 1964. Inoltre, viene raccontato, nello stesso periodo, il giubileo dei primi venticinque anni del regno di Elisabetta II, ascesa al trono nel 1977. La quarta stagione, che sarà disponibile su Netflix dal 15 novembre 2020, racconterà degli eventi dal 1977, anno dellincontro tra Carlo e Lady Diana Spender, al 1990, anno delle dimissione da primo ministro di Margaret Thatcher.

Tobias Menzies in The Crown interpreta il Principe Filippo a partire dalla terza stagione in poi.

Segui Tobias Menzies sui social

1. Per essere sempre aggiornati sulla vita privata ma soprattutto sulla carriera di Tobias Menzies, vi consigliamo di seguire il suo account ufficiale Twitter e l’account Instagram ufficiale della serie The Crown targata Netflix.

Fonte: Wiki, IMDB, Fandom

Venezia 77: The World To Come con Casey Affleck in concorso

Venezia 77: The World To Come con Casey Affleck in concorso

Arriva in concorso a Venezia 77 The World To Come diretto da Mona Fastvold con protagonisti Katherine Waterston, Vanessa Kirby, Christopher Abbott e Casey Affleck.

La pellicola è prodotta da Sea Change Media (Casey Affleck, Whitaker Lader), Killer Films (Pamela Koffler, Christine Vachon, David Hinojosa, Ben Kuller) Hype Film (Ilya Stewart, Murad Osmann, Pavel Buria), Charades (Carole Baraton, Pierre Mazars, Yohann Comte), M.Y.R.A. Entertainment (Margarethe Baillou), Yellow Bear Entertainment (Andrew Morrison), Panasper Films e Ingenious Media.

The World to Come prende in esame le vite di due donne comuni, che sono diventate figure sempre più straordinarie ed eroiche nella mia vita. È un grande onore essere riuscita a condividere la loro storia con il pubblico.

The World to Come, la trama

Verso la metà dell’Ottocento nel nord dello stato di New York, Abigail si appresta a iniziare un nuovo anno nella fattoria in cui vive con il marito Dyer. Mentre rifette sull’anno che verrà, sfogliando le annotazioni del suo diario, si percepisce il forte contrasto tra il comportamento pacato e stoico della donna e le complesse emozioni che affiorano dalle pagine. All’arrivo della primavera, Abigail incontra Tallie, donna estroversa di straordinaria bellezza, appena trasferitasi con il marito Finney in una fattoria nelle vicinanze. Le due provano a stringere una relazione, riempendo un vuoto nelle loro vite di cui non conoscevano l’esistenza.

Il film segue il crescere dell’intimità e dell’appassionato attaccamento tra le due donne, proprio mentre incominciano a comprendere di non avere alcun modello a cui riferirsi per la condizione in cui si trovano. Mentre i mariti fanno i conti con l’intensità del legame delle loro mogli, tra i sentimenti feriti di Dyer e la gelosia vendicativa di Finney, gli eventi culminano con la decisione di quest’ultimo di allontanare Tallie, e la determinazione di Abigail a seguire la sua anima gemella.

Ettore Scola: 10 cose che non sai sul regista

Ettore Scola: 10 cose che non sai sul regista

Con il suo esordio nella metà degli anni Sessanta, Ettore Scola si è da subito affermato come uno dei registi più interessanti e originali del panorama cinematografico italiano. Riconosciuto poi anche a livello internazionale, egli ha nel corso della propria carriera realizzato alcuni dei più acclamati e celebri di sempre, veri e propri gioielli che hanno portato in alto il nome del cinema italiano nel mondo.

Grazie alle sue collaborazioni con alcuni tra i più grandi interpreti italiani, Scola ha dato vita a personaggi e storie indimenticabili, in bilico tra il nostalgico e il grottesco. Veri e propri ritratti di un’Italia e di un’italianità ancora oggi spesso attuali, in grado di raccontare vizi e virtù di un popolo unico.

Ecco 10 cose che non sai di Ettore Scola.

Parte delle cose che non sai sul regista

Ettore Scola moglie

Ettore Scola: i suoi film

10. Ha diretto celebri lungometraggi. L’esordio del regista avviene con Se permettete parliamo di donne (1964), poi seguito da apprezzati titoli come Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? (1968), Dramma della gelosia – Tutti i particolari in cronaca (1970), con Marcello Mastroianni, e C’eravamo tanto amati (1974), considerato uno dei suoi più belli. Si è poi reso celebre con i film Brutti, sporchi e cattivi (1976), Una giornata particolare (1977), I nuovi mostri (1977), La terrazza (1980), Ballando ballando (1983), La famiglia (1987), con Vittorio Gassman, e Splendor (1989). Negli ultimi anni ha poi diretto Romanzo di un giovane povero (1995), con Isabella Ferrari, Concorrenza sleale (2001), con Sergio Castellitto, e Gente di Roma (2003), con Edoardo Leo. Nel 2013 il suo ultimo film è Che strano chiamarsi Federico, con Sergio Rubini.

9. È stato sceneggiatore di celebri film. Oltre ad aver poi scritto molti dei film da lui anche diretti, Scola ha iniziato ben prima di diventare regista una fervida attività da sceneggiatore, contribuendo alla scrittura di alcuni dei film oggi annoverati come classici del cinema italiano. Tra questi si annoverano Un americano a Roma (1954), Accadde al commissariato (1954), Lo scapolo (1955), I giorni più belli (1956), Il conte Max (1957), Nata di marzo (1958), Nel blu dipinto di blu (1959), Il sorpasso (1962), La marcia su Roma (1962), I mostri (1963), Il magnifico cornuto (1964) e Io la conoscevo bene (1965).

8. Ha ricevuto importanti riconoscimenti. Scola è ancora oggi uno dei registi più premiati in Italia e all’estero. Un primo importante riconoscimento da lui ottenuto è quello del Gran Premio al Festival cinematografico internazionale di Mosca per il film C’eravamo tanto amati, nel 1975. L’anno seguente vince invece la miglior regia per Brutti, sporchi e cattivi al Festival di Cannes. Nel corso della sua carriera, inoltre, Scola ha ricevuto ben tre David di Donatello alla miglior regia, due alla miglior sceneggiatura e due per il miglior film. Nel 2011, invece, gli è stato assegnato il David alla carriera.

Ettore Scola agli Oscar

7. È stato candidato al prestigioso premio. Il successo dei film di Scola è noto anche all’estero, a tal punto che in quattro occasioni il regista è stato candidato al premio Oscar per il miglior film straniero. La prima fu nel 1978 per Una giornata particolare, e in seguito per I nuovi mostri, Ballando ballando e La famiglia. In tali occasioni ha sempre rappresentato l’Italia, tranne che per Ballando ballando, dove concorreva invece in rappresentanza dell’Algeria. Pur non vincendo mai l’ambito premio, Scola ha avuto modo di portare il proprio cinema nel mondo, venendo riconosciuto come uno dei maggiori autori del nostro cinema.

Ettore Scola e Alberto Sordi

6. Era molto legato al celebre attore. Scola conobbe il celebre attore Alberto Sordi negli anni Cinquanta, iniziando a lavorare con lui in radio. Ben presto, i due finiscono con il formare un sodalizio artistico particolarmente fortunato, sfociato poi in diverse collaborazioni cinematografiche. Scola dirige infatti Sordi prima in Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?, e in seguito in alcuni episodi di I nuovi mostri, La più bella serata della mia vita e Romanzo di un giovane povero. Per Scola, Sordi è sempre stato un modello eccezionale, inventore di alcuni tra i più memorabili personaggi della nostra cinematografia.

Parte delle cose che non sai sul regista

Ettore Scola c'eravamo tanto amati

Ettore Scola: la moglie e le figlie

5. Era sposato con una sceneggiatrice. Nel corso della sua vita Scola è sempre stato legato all’amata Gigliola Fantoni, anche lei sceneggiatrice e regista. Non è noto l’anno di matrimonio dei due o il modo in cui si siano conosciuti, ma il loro rapporto è stato sempre particolarmente stretto. Al momento della scomparsa del regista, poi, le parole più toccanti nel ricordarlo sono state proprio quelle della moglie, che ancora oggi continua a portare in alto il nome di uno dei più apprezzati e celebri registi del nostro cinema.

4. Ha avuto due figlie. Dal matrimonio con la Fantoni, Scola ebbe due figlie, chiamate Paola e Silvia. Entrambe hanno poi a loro modo seguito le orme del padre, collaborando con lui per alcune sue opere in qualità di aiuto regista e sceneggiatrice. Le due hanno poi anche realizzato anche un documentario dedicato al padre, intitolato Ridendo e scherzando, dove si ripercorrono la vita e le opere dell’autore. In seguito, hanno pubblicato anche un libro di memorie dal titolo Chiamiamo il babbo. Ettore Scola, una storia di famiglia.

Ettore Scola e la politica

3. Si è sempre interessato di politica. Con le sue opere Scola ha spesso trattato anche temi sociali e relativi alla vita politica, aspetti che da sempre lo affascinavano e di cui si interessava in prima persona. Egli, inoltre, non nascose mai le proprie simpatie politiche per i partiti di sinistra, e il suo impegno politico lo portò infine, nel 1989, a far parte del governo ombra del Partito Comunista Italiano, venendo delegato alla cura e alla gestione dei Beni Culturali.

Ettore Scola dirige C’eravamo tanto amati

2. È considerato il suo capolavoro. Nel 1974 Scola dirige C’eravamo tanto amati, che si rivela uno dei maggiori successi di critica e pubblico di quell’anno, e gli permette di essere considerato uno tra i più grandi cineasti italiani di sempre. Il film è a metà tra la commedia all’italiana e il cinema d’impegno sociale, e ripercorre circa 30 anni di storia del nostro paese, con personaggi e scene oggi divenute memorabili. Arricchito da un cast comprendente alcuni tra i migliori attori di quel momento, il film ricevette numerosi riconoscimenti, ed è ancora oggi indicato come il capolavoro di Scola.

Ettore Scola: la morte e l’età

1. Ettore Scola è nato a Trevico, in Campania, il 10 maggio del 1931, ed è deceduto a Roma il 19 gennaio del 2016 a causa di un malore avuto nei giorni precedenti. In seguito alla sua scomparsa, si sono tenuti numerosi eventi in suo onore, che hanno permesso di scoprire o riscoprire molto del suo cinema.

Fonte: IMDb, Wikipedia

Miss Marx, recensione del film di Susanna Nicchiarelli #Venezia77

Miss Marx è il secondo dei quattro film italiani in concorso in questa strana e discussa edizione della Mostra Internazionale di Cinema di Venezia. L’edizione del Covid, come molti la definiscono, non senza qualche timore. Una edizione nella quale il film di Susanna Nicchiarelli irrompe con una innegabile forza e una inattesa freschezza. Come aveva fatto già nel 2017, quando il suo Nico, 1988 – sugli ultimi anni di vita della ex cantante dei Velvet Underground e musa di Andy Warhol – vinse il Premio Orizzonti.

Con questo quarto lungometraggio, la regista romana sembra continuare a giocare con l’immagine di intellettuale “organico” (come si sarebbe detto una volta), soprattutto ripensando al Cosmonauta del 2009 e al La scoperta dell’alba del 2013, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Walter Veltroni. Non un cliché, ovviamente, né una etichetta, anche se la vicenda ruota intorno alla figlia minore del filosofo teorico del comunismo, Karl Marx. Una figura appassionata e coinvolgente, colta e volitiva come non era comune vedere alla fine del secolo XIX. Una paladina ante litteram dei diritti delle donne e dei lavoratori, che seguiamo nella promozione di femminismo e socialismo, nella sua partecipazione alle lotte operaie e per l’abolizione del lavoro minorile. Ma anche la protagonista di una storia d’amore che oggi definiremmo “tossica”, quella con il più leggero Edward Aveling, un incontro capace di cambiare la sua vita per sempre.

A dare vita alla giovane Eleanor è Romola Garai, che mancava all’appello dal Suffragette del 2015 e che qualcuno ricorderà nel Espiazione (Atonement) di Joe Wright o nella miniserie BBC ispirata alla Emma di Jane Austen. Ma attenzione a vedere anche qui una ‘organicità’ che non c’è. L’interpretazione dell’ottima trentottenne e l’impostazione data dalla Nicchiarelli alla sua biografia regalano imprevisti schiocchi, quando non vere e proprie esplosioni di colore e musica. Che non ci si aspetterebbe forse a far da colonna sonora a una vicenda del genere, ma che non sorprenderanno i più avvezzi allo stile della regista.

Miss Marx film 2020Miss Marx, musica e libertà

Emblematica la prima scena, inaspettatamente punk. Perfetta – ma lo scopriremo poi – introduzione del personaggio: una Miss Marx coloratissima, tra Woodstock e Desigual, che esplode nell’ultima sequenza, liberatoria e a suo modo disperata. Momenti contrappuntati da alcuni degli splendidi riarrangiamenti dei torinesi Gatto ciliegia contro il Grande Freddo (gli stessi del film precedente) e degli statunitensi Downtown Boys, su tutti quelli de L’Internazionale e Dancing in the Dark. E che tracciano un circolo, che nel suo chiudersi affida ai pannelli conclusivi il racconto della fine della lotta di Eleanor. Non solo politica, ovviamente. Purtroppo.

“Future is on our side” si illudeva, e proclamava convinta la nostra antieroina, una combattente, in grado di partire dalle teorie paterne per scardinare le dinamiche di disuguaglianza tra uomini e donne, superandole nella sua lotta per l’abolizione del lavoro minorile, ma non abbastanza da gestire diversamente il suo rapporto con Aveling. Un amore accettato con i suoi pro e i suoi contro, con una consapevolezza rara per il tempo e la situazione, ulteriore conferma della forza di una donna capace di lottare per quello che voleva, anche se non esattamente per il proprio bene. Un elemento imprescindibile nella caratterizzazione di una protagonista che altrimenti sarebbe stata ben più piatta e polverosa e che sullo schermo acquista invece corpo e unicità.

Il socialismo dal volto umano

L’universalità di una relazione tanto contraddittoria e sofferta, fin troppo vicina a quelle di tanti, la modernità di un rapporto fuori dagli schemi e dalle convenzioni sociali, sono componenti fondamentali della vicenda. Ancor più di quelli legati alla sfera pubblica, alla Eleanor politica, la cui voce spicca di fronte a una platea di uomini incapaci di emergere dallo sfondo. Una scelta anche visiva, oltre che concettuale, della Nicchiarelli, determinata a capovolgere i clichés del dramma in costume e dell’epoca. Anche a costo di rivelare gli aspetti più esecrabili, fin troppo umani, di icone sopravvissute alle ingiurie dei secoli e al crollo delle ideologie. Facendo strabordare dalla cornice temporale un’ondata di umanità, contraddizioni e sentimenti, che travolge tutto. Anche lei, Miss Marx, che in un finale alla C’era una volta in America si appropria del piacere dell’amato ‘carnefice’ prima della definitiva liberazione.

Mank: le prime foto del ritorno alla regia di David Fincher

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Mank: le prime foto del ritorno alla regia di David Fincher

Sono disponibili le prime immagini di Mank, il nuovo film di David Fincher per Netflix. Proprio nelle scorse ore, Charles Dance, ospite a Venezia 77, aveva parlato del film, definendo Fincher un vero e proprio genio e informando che il film era stato girato con le stesse lenti che Welles aveva usato per Quarto Potere, visto che racconta proprio del backstage di quel capolavoro.

Dopo aver lanciato brand del calibro di House of Cards e Mindhunter, David Fincher torna a lavorare con Netflix. Il regista dirigerà Mank, un progetto dalla lunghissima gestazione per lui, che racconta dell’uomo che ha condiviso con Orson Welles il premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale di Quarto Potere.

A interpretare lo sceneggiatore, Herman J. Mankiewicz, ci sarà Gary Oldman, mentre il film è stato scritto da Howard Fincher il padre defunto di David.

Il film dovrebbe entrare in fase di riprese il prossimo novembre a Los Angeles, e Fincher girerà in bianco e nero. A produrre il film invece troviamo Ceán Chaffin, frequente collaboratrice di Fincher, e Douglas J. Urbanski che aveva già prodotto L’ora più buia, film per il quale Oldman ha il premio Oscar come migliore attore protagonista.

Mank doveva essere il progetto a cui David Fincher voleva dedicarsi dopo The Game del 1997, con Kevin Spacey accreditato come protagonista, tuttavia la produzione è stata rallentata a causa della decisione di Fincher di girare in bianco e nero, proprio come Quarto Potere.

Mankiewicz è stato uno degli sceneggiatori più noti e meglio pagati nei primi anni di Hollywood e ha lavorato con Orson Welles per Quarto Potere. Ex-corrispondente di Berlino per il Chicago Tribune e critico teatrale del New York Times e del New Yorker, Mankiewicz ha scritto alcuni dei film più importanti del suo periodo, e sia lui che Welles hanno condiviso l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale per Quarto Potere nel 1941. Altri film a cui ha lavorato durante la sua carriera includono Il mago di Oz, L’uomo del mondo, Pranzo alle otto, L’idolo delle folle e The Pride of St. Louis.

Oldman ha appena recitato per Netflix nel film diretto da Steven Soderbergh The Laundromat, il film drammatico che racconta lo scandalo dei Panama Paper, insieme a un cast che include Meryl Streep e Antonio Banderas.

Sempre per Netflix, David Fincher ha prodotto la raccolta di racconti animati Love, Death & Robots.

Mandibules, recensione del film di Quentin Dupieux #Venezia77

Mandibules, recensione del film di Quentin Dupieux #Venezia77

Film da festival. Il parigino Quentin Dupieux, alias Mr.Oizo per gli appassionati di musica elettronica, è uno di quegli autori capace, più di molti altri, di interpretare il senso di una manifestazione cinematografica e di realizzare lungometraggi che rappresentano guilty pleasure per gli appassionati di cinema d’autore.

Mandibules, la trama

Nel caso di Mandibules, presentato fuori concorso alla 77esima Mostra del Cinema di Venezia, la sua visione surreale e i suoi concetti estremi, tuttavia molto semplici e immediati, si materializzano sullo schermo nella rappresentazione di un insetto gigante. Jean-Gab (David Marsais) e Manu (Grégoire Ludig) , sempre alla ricerca di trovare il modo di sopravvivere e di sbarcare il lunario, trovano accidentalmente una mosca enorme nel bagagliaio di un’auto. Senza scomporsi, dopo un attimo di perplessità, pensano di ammaestrarla per poi farla esibire per guadagnare molti soldi.

Il film si gioca tutto fra il rapporto fra i due e la loro “gallina dalle uova d’oro”. In questo road movie surreale (Jean-Gab e Manu devono portare a termine una missione) emerge la sincerità dell’amicizia che li lega e l’umanità con cui trattano il mostro. Questi tre personaggi borderline dimostrano di essere più vivi di tutti coloro che incontrano, e in un certo senso ne escono vincenti. La loro esistenza, alla fine, è fatta di espedienti, e ne sono totalmente consapevoli. In Mandibules, Dupieux, utilizza il suo humor dell’assurdo per mettere in scena situazioni paradossali mai scontate, coincidenze e incontri casuali, in 77 minuti che si rivelano la durata perfetta per evitare l’esagerazione.

Oltre ai due bravissimi protagonisti, e alla mosca degna di un film scifi anni ’50, a tenere la scena è Adèle Exarchoupoulos (La vita di Adèle), nella parte di Agnes, una ragazza impossibilitata a moderare il tono di voce a causa di un incidente sugli sci. Sempre perché il mondo più reale è quello ai confini.

Miss Marx: intervista a Romola Garai e a Susanna Nicchiarelli

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Miss Marx: intervista a Romola Garai e a Susanna Nicchiarelli

In occasione della presentazione a Venezia 77, ecco la nostra intervista a Romola Garai e Susanna Nicchiarelli, rispettivamente protagonista e regista di Miss Marx.

Miss Marx di Susanna Nicchiarelli con protagonisti Romola Garai, Patrick Kennedy, John Gordon Sinclair, Felicity Montagu, Karina Fernandez, Oliver Chris, e Philip Gröning.

La storia di Eleanor mi ha dato l’opportunità di esplorare temi incredibilmente contemporanei in un contesto d’epoca, ma ho ritenuto necessario capovolgere i clichés del dramma in costume. Ho cercato di sovvertire l’immagine dell’eroina vittoriana e sostituirla con quella emblematica e moderna di una donna che combatte sul fronte personale e pubblico. Credo che la storia di Eleanor richieda di essere raccontata con delicata ironia: la sua vita sentimentale fu assurda e tragica, i suoi guai condivisibili anche per le donne di oggi. Ma questa storia richiede anche un profondo rispetto: le battaglie di Eleanor e dei suoi compagni risultano più che mai attuali e urgenti, oggi come ieri.

Miss Marx: la trama

Brillante, colta, libera e appassionata, Eleanor è la figlia più piccola di Karl Marx: tra le prime donne ad avvicinare i temi del femminismo e del socialismo, partecipa alle lotte operaie, combatte per i diritti delle donne e l’abolizione del lavoro minorile. Quando, nel 1883, incontra Edward Aveling, la sua vita cambia per sempre, travolta da un amore appassionato ma dal destino tragico.

PREMIO KINÉO “New Generation”: 18° edizione, tutti i premiati

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PREMIO KINÉO “New Generation”: 18° edizione, tutti i premiati

La diciottesima edizione del Premio Kinéo – che quest’anno ha cambiato veste, diventando “Kinéo New Generation” per “sottolineare la capacità del premio di sapersi rinnovare, abbracciando anche il mondo delle piattaforme streaming nazionali e internazionali”, come ha sottolineato la direttrice e ideatrice Rosetta Sannelli – come sempre assegna il prestigioso riconoscimento ad alcuni dei migliori talenti cinematografici internazionali.

IL PREMIO KINÉO “NEW GENERATION”

Il Premio Kinéo “diamanti al cinema italiano”, è nato nel 2002 per iniziativa del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, progettato e promosso dall’Associazione Culturale Kinéo, ideato e diretto da Rosetta Sannelli. Fin dagli esordi ha realizzato una stretta collaborazione con Cinecittà, con il Centro Sperimentale di Cinematografia e con il MIBACT. Da allora, ogni anno si svolge all’interno della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, di cui è evento speciale collaterale.

Quest’anno, giunto alla diciottesima edizione, il Premio Kinéo ha saputo rinnovarsi ancora una volta. La storica kermesse, infatti, per l’occasione, ha voluto intitolarsi “Kinéo New Generation”, una scelta che intende sottolineare la capacità del premio di sapersi rinnovare, abbracciando anche il mondo delle piattaforme streaming nazionali e internazionali che, proprio di questi tempi, ci hanno costretto a ripensare nuove forme di fruizione e del cinema e dell’audiovisivo in un contesto quasi universale, anche se la sala cinematografica sarà ancora per molto la “piattaforma regina, quella che ci regalerà emozioni e magia.

Una nuova visione di tutto il settore audiovisivo, tanto interconnesso, ci ha guidato verso un incontro predestinato, con le fondatrici dell’Italian Television Festival di Los Angeles (ITTV), Valentina Martelli, Cristina Scognamillo e Francesca Scorcucchi, un progetto che vuole unireil mondo del cinema e il mondo della televisione, valorizzando produzioni uniche e complementari che diventano successi internazionali e che portano all’attenzione di un pubblico internazionale tutto il mondo dell’audiovisivo italiano.

TUTTI I PREMIATI

Miglior Film Drammatico: Pinocchio di Matteo Garrone – Produzione Archimede Film/Mibact – 01 Distribution
Miglior Commedia: Odio l’estate di Massimo Venier – Produzione Agidi – Distribuzione Medusa Film
Miglior Opera Prima: L’Immortale di Marco D’Amore – Produzione Cattleya/Fandango – Distribuzione Vision Distribution
Miglior Attore Protagonista: Pierfrancesco Favino per Hammamet di Gianni Amelio
Miglior Attrice Protagonista: Anna Foglietta per Genitori quasi perfetti di Laura Chiossone
Miglior Attore Non Protagonista: Lino Capolicchio per Il signor Diavolo di Pupi Avati
Miglior Attrice Non Protagonista: – Silvia D’Amico per Brave Ragazze di Michela Andreozzi
Menzione speciale Opera Prima: Picciridda – Con i piedi nella sabbia di Paolo Licata – Alba produzioni
Menzione speciale Opera Prima: Nevia di Nunzia di Stefano – Produzione Archimede Film
Kinéo Giovani Rivelazioni: Rossella Romano
Kinéo Giovani Rivelazioni: Massimiliano Caiazzo
Premio SNCCI Pubblico & Critica: Volevo nascondermi di Giorgio Diritti
Kinéo International Award Best Actress: Olga Kurylenko
Kinéo International Award Best Actor in a Drama Series: Madds Mikkelsen for Hannibal
Kinéo International Award Best Production in a Drama Series: Martha De Laurentiis for Hannibal
Kinéo International Award Best Picture: Joker by Todd Phillips
Kinéo Life Achieving Award: Oliver Stone
Kinéo International Award: Sara Serraiocco
Kinéo – Green & Blu Project U.N.Award: Katherine Waterson

IL PREMIO ITTV/KINEO

Il Premio ITTV/KINEO è un riconoscimento voluto da Kinéo e ITTV- The Italian Tv Festival di Los Angeles, dedicato alla migliore Serie televisiva italiana, premierà la produzione TV e i protagonisti che hanno ottenuto maggiori consensi negli Stati Uniti.
Nel settembre del 2021, infatti, il Kinéo volerà a Los Angeles, durante la II edizione di ITTV Festival dove sarà consegnato l’ITTV/KINEO premiando produzioni e protagonisti più amati.

The Duke, recensione del film di Roger Michell #Venezia77

The Duke, recensione del film di Roger Michell #Venezia77

Il regista Roger Michell, noto ai più per l’iconica commedia romantica Notting Hill, ha presentato nella sezione Fuori Concorso della 77ª Mostra d’arte cinematografica di Venezia, il suo ultimo lavoro The Duke.

Commedia in puro stile british racconta la storia vera di Kempton Bunton, anziano di Newcastle che nel 1961 fu coinvolto nel furto di un dipinto di Francisco Goya alla National Gallery di Londra; unico furto nella storia ai danni della celeberrima galleria. Il dipinto in questione è un ritratto del duca di Wellington, da qui il titolo del film.

The Duke, tratto da una storia vera

Il furto è in realtà un pretesto per mostrare al pubblico la storia del protagonista, un buono, che con i suoi metodi stravaganti si è sempre esposto per il bene comune confidando nella reciproca solidarietà tra gli esseri umani. L’uomo della porta accanto, il vicino che chiede in prestito una cosa, sempre per aiutare qualcuno che ha più bisogno.

Curioso a tal proposito, nell’ambito della programmazione festivaliera, come l’eccentrico e altruista Bunton di The Duke sia stato presentato lo stesso giorno del documentario dedicato a Greta Thunberg. Lontani anni luce, i due, hanno in comune il voler migliorare una situazione e la caparbietà per riuscire ad ottenerlo.

Il cast di The Duke

Nel ruolo del protagonista Jim Broadbent, che con il suo inconfondibile stile ci regala una performance da manuale, affiancato da un cast stellare tra cui si distinguono: Helen Mirren, Fionn Whitehead e Matthew Goode. La Mirren si conferma ancora una volta una punta di diamante del cinema britannico, nel ruolo della moglie, apparentemente secondario, ci regala nelle scene a due con Broadbent i momenti più irriverenti del film. Fionn Whitehead, conosciuto per il ruolo da protagonista in Dunkirk di Christopher Nolan, interpreta uno dei figli della coppia, l’unico che vive ancora con loro. Devoto al padre avrà un ruolo decisamente cruciale. Come cruciale e carismatico è l’avvocato interpretato da Goode che sceglierà di assistere un uomo, agli occhi di tutti, indifendibile.

Orfano del suo cast nella prima veneziana, anche Jim Broadbent era misteriosamente assente alla proiezione in Sala Grande, dopo aver presenziato alla conferenza stampa tenutasi nel pomeriggio; The Duke è uno di quei film che risplende di luce propria senza bisogno di lustrini per attirare l’attenzione. Conquista il pubblico che in film come questo riscopre il piacere di tornare al cinema. Una storia vera raccontata bene, con quel pizzico di humor raffinato e freddure pungenti che non possono che innescare una sonora risata.

Un racconto ironico e raffinato

La regia si mette al servizio della storia, anche se non mancano i virtuosismi. In particolare la scena del furto viene narrata attraverso un controcampo di sguardi. Gli sguardi sospettosi, espressivi ed enigmatici dei ritratti che circondano quello del duca, e anche qui l’ironia irrompe, una mano porta via il Goya e, dietro, sullo sfondo, appare in risalto L’Urlo di Edvard Munch. Ciò che appare statico diventa dinamismo narrativo grazie al montaggio. A tal proposito risultano molto convincenti anche le scene d’archivio della Londra degli anni Sessanta mescolate al nuovo girato.

The Duke, senza essere retorico e struggente, tocca molti temi importanti come il senso di colpa, il lutto e l’assenza di dialogo nelle coppie. Punto di forza del film resta però soprattutto il protagonista di cui verrebbe voglia di sapere di più, magari leggendo una delle sue tante opere per cui “ Shakespeare dovrebbe cominciare a preoccuparsi”.

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