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Chocolat: recensione del film con Juliette Binoche e Johnny Depp

Chocolat: recensione del film con Juliette Binoche e Johnny Depp

Chocolat è il film del 2000 diretto da Lasse Hallström che vede protagonisti nel cast Juliette Binoche, Judi DenchJohnny Depp e Alfred Molina.

  • Anno: 2000
  • Regia: Lasse Hallström
  • Durata: 121’
  • Con: Juliette Binoche (Vianne), Judi Dench (Armande), Johnny Depp (Roux), Alfred Molina (Conte de Reynaud), Carrie-Anne Moss (Caroline), Lena Olin (Josephine), Victoire Thivisol (Anouk), Hugh O’Conor (Padre Henri), Peter Stormare (Serge Muscat)

Trama del film Chocolat: Tranquillité è la parola d’ordine di Lansquenet, immaginario e fiabesco paesino della campagna francese. Qui il perbenismo dei bigotti non permette cambiamenti: a monitorare la moralità dei compaesani è lo stimato sindaco Conte de Reynaut, occupato anche a salvare le apparenze del suo fallito matrimonio.

Ma il Vento irrequieto del Nord ha altri piani, e nel 1959 porta con sé Vianne insieme alla figlia illegittima Anouk, spiriti liberi che offriranno ai morigerati abitanti di Lansquenet la più grande tentazione per il palato dei mortali: il cioccolato. I secolari equilibri del paese verranno sconvolti, e non aiuterà la situazione l’arrivo di una comunità di nomadi capitanati dal fascinoso Roux, che pare voglia mettere radici proprio nella cioccolateria di Vianne… 

Chocolat, tra sapori e sensualità, fede e sacrificio

E’ bello, ogni tanto, tornare alla fiaba, abbandonarsi a un rassicurante mondo archetipico nel quale il Bene e il Male hanno nomi e cognomi, e dove a scatenare la guerra è della cioccolata. Quasi volesse cullarci prima di andare a dormire, lo svedese Lasse Hallström mette in scena una favola di libertà e di lotta alle convenzioni. Lo schema è semplice e antico come la terra: novità contro tradizione, desiderio contro astinenza, istinto personale contro buon senso comune.

Tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice britannica Joanne Harris, Chocolat mette in luce l’inutilità di una religione basata unicamente sulla rinuncia e sul sacrificio, svuotando di senso una fede che identifica il Demonio con i dolci, la musica rock e le altre tentazioni che rendono piccante la vita.

Paladino di queste credenze retrograde è l’antagonista Sindaco, che per primo fonda la sua condotta su tre parole d’ordine: duro lavoro, moderazione e autodisciplina. Egli governa il paese come un despota, non esitando a mettere mano ai troppo docili sermoni del giovane parroco Henri e a ficcare il naso nella vita privata dei suoi concittadini. 

Chocolat Juliette Binoche Johnny Depp

E’ noto che la presenza dell’antagonista dipenda dall’esistenza di un eroe positivo. Eroina, in questo caso: la nuova arrivata Vianne rappresenta la Vita nei suoi istinti primordiali e incarna tutto ciò che il Sindaco respinge: ha una figlia ma non è mai stata sposata; non frequenta la Chiesa; offre ai penitenti cioccolata durante la Quaresima e ospitalità agli zingari di passaggio. Lo scontro inizialmente ideologico tra i sostenitori del buon costume e questa “strega radicale” fa scoppiare le antiche tensioni da sempre ignorate e represse, trasformandosi in una battaglia senza esclusione di colpi che spaccherà in due Lansquenet.

Juliette Binoche ci offre una straordinaria interpretazione che le è valsa la Nomination agli Oscar: affascinante e combattiva, non è mai stata così piena di vitalità e di passione. Vianne non va a Messa, ma è piena di bontà e di sincero amore verso il prossimo: accoglie nella sua casa Josephine, umiliata e picchiata dal marito, fa riavvicinare la vecchia Armande (una grandiosa Judi Dench) al suo nipotino vittima delle restrizioni della madre e si mostra amichevole nei confronti della comunità nomade, la cui permanenza è boicottata dai ciechi pregiudizi di tutti gli altri.

Si sa, l’amore è l’ingrediente fondamentale delle fiabe, e in questa è raccontato in ogni forma: di una madre per la figlia, di una nonna per il nipote, di due anziani che riscoprono l’emozione. Da parte sua, l’anticonformista Vianne non potrà che legarsi a un’anima libera e senza radici come la sua, quella di Rioux, zingaro dallo sguardo magnetico e col fascino da gentiluomo.

Bello e dannato, tormentato chitarrista dalla sensualità palpabile, il Depp degli anni d’oro fa scintille a contatto con l’esplosiva Binoche, tanto che l’elettricità tra i due sfonda lo schermo. Il loro è un amore al di là delle convenzioni, pronto a sciogliersi e ricongiungersi a seconda del soffiare dei venti.

Le due ore di pellicola scorrono dolcemente, sostenute dall’ottima sceneggiatura di Robert Nelson Jacobs che offre esilaranti dialoghi colorati da uno humor brillante e raffinato, non dimenticando di commuovere con semplici ma toccanti momenti di riflessione. La vivace atmosfera della pellicola è amplificata dall’incalzante musica quasi da flamenco che segue costantemente le vicende dei personaggi.

Al centro di tutto, naturalmente, è il cioccolato: onnipresente in ogni forma e colore, è il silente spettatore delle dispute che lui stesso provoca. L’intero film è un omaggio spassionato a questo alimento che tanto risolleva l’animo dei mortali, e le innumerevoli inquadrature dedicate alla sua preparazione e alla sua disarmante perfezione finale sono una vera e propria dichiarazione d’amore.

Chocolat

La tesi di Chocolat è clamorosamente semplicistica e a tratti demagogica ma non contraddice mai la sua allettante natura fiabesca, che non ha di certo ambizioni di carattere filosofico e metafisico: il film ci guida attraverso una riscoperta dei piccoli piaceri della vita, di quei peccati che ci rendono umani.

Insomma, bisogna lasciarsi andare una buona volta: i sensi di colpa non aiutano nessuno. Sarà questa la lezione appresa da tutti, in un liberatorio lieto fine che spazza via dal paese l’opprimente Tranquillité, tanto che l’improvvisato ma sincero sermone pasquale di Padre Henri inviterà a misurare la bontà non in base a ciò che ci neghiamo, ma “a ciò che abbracciamo, a ciò che creiamo e a chi accogliamo”. In fondo, cosa c’è più innocente di un cioccolatino?

Emily in Paris 4: recensione della prima parte della nuova stagione su Netflix

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Dopo il successo delle prime tre stagioni, Emily in Paris ritorna nuovamente su Netflix con nuove vicende e nuovi intrighi amorosi. La serie, lanciata il 2 ottobre del 2020, è stata ideata, scritta e prodotta dall’americano Darren Star (autore della serie Sex and the city). La quarta stagione è stata distribuita in due parti: la prima parte il 15 agosto e la seconda parte sarà disponibile dal 12 settembre. Nel cast si ritrovano molti dei personaggio portanti, presenti dalla prima stagione, quali la protagonista Emily Cooper, interpretata da Lily Collins (Mank, #ScrivimiAncora), e Lucas Bravo nel ruolo di Gabriel. A questi si affiancano nuovi personaggi come Luis de Leon, interpretato dal francese Pierre Deny.

Emily in Paris: triangoli amorosi

Il finale della terza stagione aveva lasciato molto in sospeso: Camille che fugge dal suo stesso matrimonio con Gabriel, rivelando a tutti del patto fatto con Emily e poi infranto e di come i due siano innamorati da sempre. Alfie si allontana da Emily, vedendosi solo come un ripiego rispetto al grande Chef. Emily cercherà di recuperare il rapporto con Alfie, per poi ritrovarsi nuovamente in un triangolo amoroso, Camille dopo il matrimonio si dileguerà per pensare alla sua relazione con Sofia e al bambino che avrà da Gabriel.

Dopo la scoperta fatta da Mindy sui comportamenti inappropriati di Luis de Leon, capo dell’agenzia JVMA, nei confronti delle sue impiegate,  Sylvie prenderà una posizione forte, dando il via a un potente scandalo. La relazione tra Camille e Sofia, così appassionata, non sembra resistere ai primi problemi e alle prime differenze di visioni.

Emily in Paris 4 Lily Collins

Team Alfie o team Gabriel?

Il tema principale di Emily in Paris è proprio il triangolo amoroso che si crea tra Emily, Gabriel e Camille prima e Alfie dopo. La relazione tra lo chef e l’americana a Parigi sembra essere ostacolata da qualcosa o qualcuno, rendendo il loro amore impossibile. Ma a partire dalla seconda stagione Alfie, un affascinante inglese in giacca e cravatta, entra a far parte della vita di Emily; i due iniziano una relazione apparentemente perfetta, se non per il fantasma sempre presente di Gabriel.

In questa quarta stagione, Emily si troverà a dover fare una scelta: Gabriel o Alfie? Nonostante con il primo fossero riusciti a mantenere un’amicizia, i loro sentimenti continuavano ad essere parzialmente latenti. Gabriel è il primo amore parigino di Emily, un simpatico chef francese, mentre Alfie è un amore più certo e stabile: in precedenza lui stesso ha scelto di rimanere a Parigi anche per Emily.

Che si preferisca Alfie o Gabriel, Emily dovrà fare una scelta che risulterà essere abbastanza scontata.

Emily in Paris: un lieto fine continuo

Un elemento chiaro fin dalle prime stagioni della serie è il mantenimento di un clima perennemente disteso nella narrazione: nel fantastico mondo di Emily Cooper tutto sembra andare sempre per il verso giusto! Per quanto questo sia proprio ciò che rende Emily in Paris così leggera, arrivati alla quarta stagione si è sfociati nella totale monotonia. Fin dalla terza stagione si è cercato di movimentare le vicende con alcuni colpi di scena come il “lesbo dramma” tra Camille e Sofia e il bambino che Camille avrebbe dovuto avere da Gabriel. Ciononostante questi plot twist non sembrano rientrare al meglio nel filone narrativo originario.

Un punto di forza e di originalità di Emily in Paris che emerge maggiormente in questi ultimi episodi è l’alternarsi di scene con dialoghi interamente in francese. Questo rende il tutto molto più autentico.

Il caso Luis de Léon

Nella prima parte della quarta stagione di Emily in Paris viene introdotta una tematica tristemente fin troppo nota nella società attuale: gli abusi sessuali sul posto di lavoro. Sylvie, ormai avanti nella propria carriera, a capo di una sua propria agenzia, si ritrova a dover fare i conti con dei ricordi dolorosi del suo periodo da assistente alla JVMA. Una giornalista del noto giornale Le Monde è determinata a portare allo scoperto la verità su Luis de Léon, a capo della JVMA e padre di Nicholas, e sui vari casi di abusi sessuali perpetrati nei confronti delle proprie impiegate.

La verità diverrà chiara allo spettatore attraverso Mindy, la quale, mentre si ritrova nel guardaroba dell’agenzia, viene avvisata da alcune ragazze di non entrare mai da sola nella stanza nel caso in cui Luis entrasse e la molestasse. Ciononostante, un rapporto burrascoso con la stessa Sylvie era chiaro già dai pochi incontri molto tesi tra i due.

Nel sapere che Luis continua ad abusare le ragazze della sua agenzia, Sylvie trova il coraggio di reagire a distanza di molti anni.

Emily in Paris continua in questa quarta stagione su un format uguale alle stagioni precedenti: trama leggera e prevedibile, momenti comici e romantici intrighi amorosi. In attesa della seconda parte della quarta stagione e di qualche notizia su una possibile quinta stagione, ci si chiede fin quando si vorrà continuare a sfruttare un filone narrativo che sta pian piano cadendo nell’abisso della monotonia.

Blake Lively su Lady Deadpool: “L’idea è nata ai tempi di Lanterna Verde”

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In occasione della promozione di It Ends With Us – Siamo noi a dire Basta, il prossimo film che la vede protagonista e che arriverà in sala il 21 agosto, Blake Lively ha svelato un dettaglio inedito rispetto al suo coinvolgimento in Deadpool & Wolverine con il personaggio di Lady Deadpool.

Nata nel 2010 proprio su modello di Blake (Rob Liefeld guardava Gossip Girl!), Lady Deadpool compare in un breve cameo nel film di Shawn Levy ed è doppiata proprio dall’attrice. Il ruolo era quindi nel suo destino, ma non poteva immaginare quanto, dal momento che solo nel 2011, dopo averlo incontrato sul set di Lanterna Verde, Blake ha cominciato a uscire con Ryan Reynolds, che è poi diventato suo marito, padre dei suoi quattro figli, e principale fautore e interprete di Deadpool.

Lady Deadpool

Blake Lively su Lady Deadpool: “L’idea è nata ai tempi di Lanterna Verde”

Nel corso dell’intervista, Blake Lively ha rivelato che l’eventualità di essere Lady Deadpool risale proprio a quel primo periodo di conoscenza con Reynolds! Ecco cosa ha raccontato:

“In realtà l’idea mi è stata proposta anni fa, quando ho girato Lanterna Verde con Ryan e abbiamo iniziato a frequentarci. Molto prima che nessuno pensasse a un film su Deadpool. È stato molto divertente girare quella scena, Ryan e Hugh sono gli uomini più divertenti che conosca, dico sul serio. La gente dovrebbe andare a vedere quel blockbuster e poi un film più profondo come It Ends With Us. E magari in futuro potrò fare un sequel di entrambi, intitolato It Ends with Deadpool & Wolverine!”

Alain Delon: morto a 88 anni l’attore francese

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Alain Delon: morto a 88 anni l’attore francese

Alain Delon, l’attore francese famoso per aver prestato il suo volto alla Nouvelle Vague e al grande cinema di Visconti e Antonioni. Aveva 88 anni. “È mancato serenamente nella sua casa di Douchy, circondato dai suoi tre figli e dalla sua famiglia”, secondo una dichiarazione rilasciata all’agenzia di stampa AFP dalla sua famiglia.

Alain Delon è apparso in molti film, tra cui ricordiamo Frank Costello faccia d’angelo, I senza nome e Notte sulla città di Jean-Pierre Melville.

Altri suoi film significativi sono stati “Delitto in pieno sole” di René Clement; “Rocco e i suoi fratelli” e “Il gattopardo” di Visconti; “L’Eclisse” di Antonioni; “Due uomini in città” di José Giovanni; e “Mr. Klein” di Joseph Losey. E’ stata lunga e proficua la sua collaborazione con i registi italiani degli anni ’60 e ’70.

Alain Delon in Frank Costello faccia d’angelo

Dopo che Jean-Paul Belmondo definì l’estetica francese all’inizio della Nouvelle Vague in “Fino all’ultimo respiro” di Godard, Delon e il regista Melville la ridefinirono molto più consapevolmente in Frank Costello faccia d’angelo, in cui interpretava un killer mercenario che aggiustava sempre il suo cappello di feltro in modo che fosse perfetto, e l’attore fu di conseguenza paragonato a James Dean.

Ma il paragone con Dean era limitato; mentre l’attore americano era incline a sfoghi emotivi nelle sue interpretazioni, Alain Delon era tutt’altro che effusivo. Lo straordinario fascino di Delon si è cristallizzato in Frank Costello faccia d’angelo. Lo studioso di cinema David Thomson lo ha descritto come “l’angelo enigmatico del cinema francese, solo 32enne nel 1967, e quasi femminile. Eppure così serio e immacolato da essere ritenuto letale o potente. Era anche vicino al vero mondo criminale francese”. Thomson ha aggiunto: “Delon non è tanto un bravo attore quanto una presenza sorprendente: non c’è da stupirsi che fosse così emozionato di realizzare che la cosa di cui Melville aveva più bisogno era la sua disponibilità a farsi fotografare”.

Roger Ebert ha definito Delon il “duro bel ragazzo dei film francesi, un attore così incredibilmente bello che la sua migliore strategia per gestire il suo aspetto era quella di usare una faccia da poker”.

Il gattopardo di Luchino ViscontiCome accennato, fondamentali per la carriera dell’attore sono state le collaborazioni con i registi René Clément, Luchino Visconti e Jean-Pierre Melville; fra i personaggi più celebri da lui interpretati ci sono il cupo e timoroso Rocco in Rocco e i suoi fratelli (1960), il principe Tancredi ne Il Gattopardo (1963), il killer Jeff in Frank Costello faccia d’angelo (1967), il gangster Rogert Startet ne Il clan dei siciliani (1969), lo scrittore fallito Jean-Paul Leroy ne La Piscina (1969); è stato inoltre Zorro nell’omonimo film di Duccio Tessari del 1975, il misterioso Robert Klein di Mr. Klein (1976) e il barone di Charlus in Un amore di Swann (1984).

Alain Delon, il palmares

Nel 1985 ha vinto il premio César per il migliore attore per il film Notre histoire; ha inoltre vinto il David di Donatello, l’Orso d’oro alla carriera al Festival di Berlino, mentre nel 1963 ha ottenuto una candidatura ai Golden Globe per il film Il Gattopardo.

Dagli anni settanta ha avuto esperienze anche come produttore cinematografico, tramite la sua Adel Productions, e in qualità di regista come nel thriller Per la pelle di un poliziotto (1981) e nel drammatico Braccato (1983). La sua ultima interpretazione sul grande schermo risale al 2008 nel film Asterix alle Olimpiadi, mentre nel 2017 ha annunciato il ritiro dalle scene.

La vita privata di Alain Delon era di grande interesse per i media francesi. Ebbe una relazione con l’attrice tedesca Romy Schneider dal 1959 al 1964, ma mantenne un legame emotivo con lei per molto tempo. Lei morì per un mix di antidolorifici e alcol nel 1982. Ai Césars del 2008, Delon salì sul palco per ricevere in sua vece un premio che avrebbe segnato quello che sarebbe stato il suo 70° compleanno e chiese al pubblico di onorarla con una standing ovation.

Tuttavia, durante la sua relazione con Schneider, ebbe una relazione con Nico (dei Velvet Underground), con cui ebbe un figlio, Ari Boulogne. Sposò Nathalie Barthélemy nel 1964 e ebbe un figlio, Anthony. La coppia divorziò nel 1969.

Delon ebbe in seguito una relazione di 15 anni con l’attrice francese Mireille Darc e poi una con la modella olandese Rosalie van Breemen, con la quale ebbe due figli, ma si separò nel 2002. Nel 2019 gli fu conferita una Palma d’oro onoraria.

Transformers One: il cast vocale spiega la storia delle origini degli Autobot in un nuovo video

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Transformers One arriverà nelle sale tra poco più di un mese e i fan del franchise non vedono l’ora di vedere il primo film completamente animato dopo quasi 40 anni. A questo entusiasmo si aggiunge una nuova featurette del cast che la Paramount Pictures ha appena rilasciato per promuovere il film. Lo sneak peek mostra filmati dei bot del film in azione insieme ai loro doppiatori che parlano del progetto. Il cast comprende star come Chris Hemsworth, Brian Tyree Henry, Scarlett Johansson e Keegan-Michael Key, che compaiono tutti nella featurette.

Chris Hemsworth presterà la voce all’iconico personaggio di Optimus Prime, che a questo punto è conosciuto come Orion Pax, e Hemsworth ha dichiarato che la storia delle origini è ciò che lo ha attirato nel film. “Ciò che mi ha incuriosito è stata la storia delle origini”, ha detto l’attore. “Inizia come Orion Pax, come lavoratore nelle miniere. Questo è il suo viaggio per diventare l’onnipotente e onnisciente Optimus Prime”. Di fronte a Orion Pax c’è D-16, un personaggio che sarà conosciuto come Megatron, leader dei Decepticon. Il futuro nemico di Optimus Prime è doppiato da Brian Tyree Henry, che ha dichiarato: “Vogliamo vedere dove tutto è iniziato. Vogliamo vedere com’era Cybertron e come D-16 è diventato uno dei più grandi arcinemici di tutti i tempi”.

I migliori amici diventano nemici in “Transformers One”

Henry ha poi aggiunto: “Vediamo l’inizio assoluto di Optimus e Megatron, il fatto che fossero in realtà migliori amici”, mentre Hemsworth ha aggiunto: “Si tratta davvero di un’amicizia in cui i due diventano nemici”. Tra i quattro eroi del film ci sono anche la Johansson nel ruolo di Elita-1 e Keegan-Michael Key nel ruolo di B-127, che nonostante il suo desiderio di essere conosciuto come “Badassatron” diventerà Bumblebee. Key si è detto entusiasta di dare voce al personaggio che è stato in gran parte senza voce nei precedenti film di Transformers. “Negli ultimi film è stato quasi una star del cinema muto, ma ora possiamo dargli voce”, ha detto Key.

Il film si avvale anche della voce di Jon Hamm nel ruolo di Sentinel Prime, un imponente bot che è il predecessore di Optimus come leader degli Autobot. Anche Steve Buscemi sarà presente, doppiando Starscream, un eventuale luogotenente di Megatron. Laurence Fishburne darà la voce all’antico Transformer Alpha Trion, una figura misteriosa per gli eroi del film che fornisce loro la capacità di trasformarsi, dando inizio alla loro avventura. Transformers One uscirà nelle sale il 19 settembre 2024.

Kevin Feige reagisce all’ultimo record al botteghino di Deadpool & Wolverine

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Deadpool & Wolverine è finalmente diventato il film con il più alto indice di gradimento di tutti i tempi, e il presidente dei Marvel Studios ha avuto un modo particolare di celebrare questo risultato. Kevin Feige non potrebbe essere più felice del fatto che il sequel diretto da Shawn Levy abbia continuato a battere i record di incassi. Ma mentre il dirigente rilascia una nota formale per ringraziare il pubblico per aver trasformato Deadpool & Wolverine in un enorme successo, sullo sfondo si nota qualcosa di inaspettato.

Durante il primo atto di Deadpool & Wolverine, Wade Wilson (Ryan Reynolds) ha scherzato sul fatto che la Disney aveva una sola richiesta per quanto riguarda le battute del film. Deadpool è noto per il suo costante uso di droghe. Ma Feige è fermo nella sua regola che vieta a qualsiasi produzione dei Marvel Studios di raffigurare o fare riferimento all’uso esplicito di sostanze illegali. Sullo sfondo del post sui social media si può vedere una lettera di Feige, in cui il presidente dello studio ricorda al team di Deadpool & Wolverine le linee guida.

Deadpool & Wolverine segue Wade Wilson in un momento complicato della sua vita. Mentre la sua relazione con Vanessa (Morena Baccarin) stava diventando più forte che mai, tutto è andato in pezzi quando Wilson ha perso la sua motivazione. Ma questo non avrebbe impedito a Deadpool di ottenere ciò che voleva. Determinato a riprendersi la sua vita, l’antieroe si è imbarcato in una missione che prevedeva la lotta contro la Time Variance Authority insieme a una variante di Wolverine (Hugh Jackman).

Deadpool sbanca il botteghino mondiale

 

Sebbene ci si aspettasse che Deadpool & Wolverine fosse un blockbuster di successo, è riuscito a diventare uno dei film di maggior successo dell’anno. Il sequel ha guadagnato finora 1,086 miliardi di dollari al box office mondiale. Solo Inside Out 2 ha guadagnato di più quest’anno, con il sequel della Pixar che ha guadagnato 1,586 miliardi di dollari all’inizio dell’estate. La Disney è tornata in carreggiata per quanto riguarda la vendita dei biglietti. Ma il successo di Deadpool & Wolverine è comunque un sospiro di sollievo per il resto del Marvel Cinematic Universe.

L’ultima volta che il MCU è arrivato al cinema è stato con il debutto di The Marvels l’anno scorso. Con soli 206 milioni di dollari guadagnati al botteghino globale per tutta la durata del film, il sequel ha dato motivo di preoccupazione allo studio di successo. Attualmente la società sta lavorando a Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars, i Marvel Studios avevano bisogno della rassicurazione di un altro grande successo per continuare a investire milioni di dollari nell’amato franchise.

Colin Firth si è appena unito a Emily Blunt nel prossimo film di Steven Spielberg

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Il prossimo film di uno dei registi più acclamati della storia ha appena ricevuto un grosso aggiornamento. Un nuovo report di Deadline ha rivelato che Colin Firth, noto soprattutto per i suoi ruoli in Kinsgman: The Secret Service, A Single Man e Il discorso del re, si è unito ufficialmente al cast del film evento senza titolo di Steven Spielberg, che sta producendo con la Universal. Firth si unisce a Emily Blunt, la cui prima aggiunta al cast era stata annunciata all’inizio di giugno. L’uscita del film sugli UFO, ancora senza titolo, è prevista per il 15 maggio 2026. Spielberg si riunirà allo sceneggiatore di Jurassic Park David Koepp, incaricato di scrivere la sceneggiatura del progetto, che segnerà la prima collaborazione tra i due dopo Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo del 2008.

Nonostante non abbiano lavorato insieme per più di 16 anni, sia Spielberg che Koepp si sono tenuti occupati nel frattempo. Recentemente Koepp è tornato nel mondo di Indiana Jones e ha collaborato come sceneggiatore all’ultimo capitolo con Harrison Ford, Indiana Jones e il quadrante del destino, diretto da James Mangold. Spielberg è stato accreditato come produttore del progetto. Il regista premio Oscar ha lavorato di recente a diversi grandi progetti, tra cui Ready Player One, The Fabelmans e West Side Story. Anche se sarà sempre conosciuto come la prima persona che ha dato vita a Indiana Jones e Jurassic Park, due franchise che sono rimasti i più iconici e riconoscibili di tutti i tempi.

Cosa hanno fatto ultimamente le star del nuovo film di Spielberg?

Firth sarà sempre conosciuto per aver vinto l’Oscar per la sua interpretazione ne Il discorso del re nel 2010 e per la sua interpretazione nominata all’Oscar in A Single Man l’anno precedente, ma ultimamente è stato anche impegnato. Di recente ha recitato accanto a Olivia Colman in Empire of Light e a Matthew Macfadyen in Operation Mincemeat. Per quanto riguarda la Blunt, solo pochi mesi fa è stata vista nelle sale al fianco di Ryan Gosling in The Fall Guy, mentre nell’ultimo anno ha recitato in Pain Hustlers e Oppenheimer. Il film di Steven Spielberg sull’evento UFO, ancora senza titolo, uscirà il 15 maggio 2026.

Wake Up Dead Man: A Knives Out Mystery, arrivano nuovi aggiornamenti sul sequel con Daniel Craig

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Buone notizie, fan di Benoit Blanc, siamo ufficialmente a un passo da Wake Up Dead Man: A Knives Out Mystery. Il regista Rian Johnson ha condiviso su Instagram la notizia che le riprese del prossimo film, ricco di star, sono terminate e che vedrà ancora una volta protagonista Daniel Craig nei panni dell’enigmatico detective Benoit Blanc.

Wake Up Dead Man: A Knives Out Mystery continua l’eredità del franchise Knives Out. In questo sequel, Blanc si trova alle prese con un altro mistero di omicidio, che questa volta coinvolge un gruppo eterogeneo di individui eccentrici. Sulla base del divertimento elettrizzante e cerebrale dei film precedenti, l’ultima uscita del nostro eroe è pronta a offrire la narrazione intelligente e l’arguzia tagliente che i fan hanno imparato ad amare.

Il sequel segna la conclusione del contratto che Netflix ha stipulato con Craig, il regista Johnson e il produttore Bergman in seguito al grande successo del primo film di Knives Out. Il franchise è diventato rapidamente un punto di riferimento per il gigante dello streaming, con le avventure di Benoit Blanc che hanno riscosso un enorme successo di pubblico in tutto il mondo. A Brolin si aggiungono le già annunciate star Daryl McCormack, Mila Kunis, Jeremy Renner, Glenn Close, Cailee Spaeny, Josh O’Connor, Andrew Scott e Kerry Washington.

Di cosa parla il nuovo film “Knives Out”?

 

 

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Un post condiviso da Rian Johnson (@riancjohnson)

Diretto da Rian Johnson, che ha scritto e diretto i film precedenti, Wake Up Dead Man riporterà Benoit Blanc a essere un osservatore rispettoso, tranquillo e passivodella verità. Mentre il film si prepara per la produzione, l’attesa cresce a ogni nuovo annuncio di casting. Con un’intrigante miscela di star affermate e talenti emergenti come TK, il film è pronto a diventare un altro successo della saga di Knives Out. I fan del franchise e i nuovi arrivati attenderanno con ansia ulteriori dettagli e, infine, l’uscita del film.

Crossed: lo scrittore di The Boys scriverà il film basato sul suo fumetto post-apocalittico

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L’acclamato scrittore di fumetti Garth Ennis (The Boys) ha trascorso anni a vedere alcune delle sue opere più famose trasformate in acclamate serie televisive, ma il prossimo adattamento sarà opera sua. L’Hollywood Reporter, tramite la sua newsletter Heat Vision, scrive che Ennis ha recentemente scritto la sceneggiatura di un lungometraggio basato sul suo fumetto post-apocalittico Crossed, che descrive un mondo tetro rovinato da una pandemia che infligge alle vittime eruzioni cutanee giganti e le costringe a mettere in atto i loro pensieri più ignobili. Il gruppo indie Six Studios ha acquisito la sceneggiatura e intende finanziare e produrre il film. Attualmente è alla ricerca di un regista che diriga il progetto.

L’adattamento di Crossed di Ennis prenderà spunto dai dieci numeri originali del fumetto, pubblicato dal 2008 al 2010 da Avatar Press. Come la maggior parte dei suoi lavori, si tratta di un’altra interpretazione brutale e sovversiva di un genere popolare, che trasforma la tipica storia di apocalisse zombie in qualcosa di orribile che riflette il peggio dell’umanità. Invece di andare in giro a banchettare senza motivo con gli esseri umani rimasti, questi infetti mantengono la loro intelligenza e diventano maniaci omicidi che commettono i peggiori crimini immaginabili. La malattia mette rapidamente in ginocchio la società, mentre i governi si affannano a spegnere tutto ciò che potrebbe essere usato per la distruzione di massa, ma ritarda solo l’inevitabile, poiché le vestigia dell’umanità diventano sempre meno. Jacen Burrows ha illustrato i primi dieci numeri del fumetto.

L’inizio della produzione di Six Studios è previsto per l’autunno, con Carl Choi che produrrà per la casa editrice insieme a Ben Hung di Retro Entertainment e Ken Levin di Nightsky Productions, che ha anche contribuito allo sviluppo del progetto con Ennis. Choi nutre grandi speranze per la sceneggiatura, definendola una storia intima e profondamente umana che evoca The Walking Dead e Contagion, e anche titoli più recenti come Civil War di Alex Garland per il suo cupo tour attraverso l’America. “È stato l’adattamento più fedele possibile”, ha dichiarato, dando vita a un progetto che si avvicina alla visione originale di Ennis.

Garth Ennis ha conquistato molti fan in televisione

Crossed sarà un test intrigante per capire se il lavoro di Ennis può avere successo sul grande schermo. In televisione, i suoi fumetti sono diventati beniamini della critica e del pubblico, a partire da Preacher su AMC. L’acclamata serie, interpretata da Dominic Cooper, è andata in onda per quattro stagioni sulla rete dal 2016 al 2019 con grande successo, offrendo alcuni cattivi demenziali nel corso della sua corsa. Tuttavia, è stata successivamente oscurata dal successo inarrestabile di The Boys su Prime Video, che ha appena battuto altri record di spettatori sulla piattaforma con la sua quarta stagione. Diretta da Eric Kripke, la satira sui supereroi ha ancora in serbo un’altra stagione per concludere la sua storia, oltre a diversi spinoff, tra cui il secondo episodio di Gen V, The Boys Presents: Diabolical, e due nuovi show in The Boys: Mexico e un prequel di Soldier Boy (Jensen Ackles).

Michelle Monaghan rivela il destino del suo personaggio MaXXXine

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Michelle Monaghan rivela il destino del suo personaggio MaXXXine

Come abbiamo imparato dal personaggio di Jamie Kennedy, Randy Meeks, in Scream, i film horror hanno alcune regole che vengono affrontate e rispettate. Insieme a quella di non dire mai e poi mai “Torno subito” quando si esce da una stanza e di non fare uso di droghe o alcolici, c’è anche quella di non contare sul fatto che quella persona sia completamente morta finché non si vede un corpo. Anche se vedete un cadavere, come è successo tante volte con personaggi come Michael Myers, Ghostface e Jason, potrebbero comunque tornare. Così, quando Collider ha chiacchierato con la star di MaXXXine, Michelle Monaghan, in occasione di una recente puntata di Ladies Night, la rivista non ha potuto fare a meno di chiederle qualche chiarimento sul destino del personaggio.

I momenti che hanno preceduto l’ultima apparizione della Monaghan sullo schermo hanno visto il suo personaggio morire in un tripudio di gloria, mentre lei e il detective Torres di Bobby Cannavale arrestavano un gruppo di pazzi fondamentalisti che stavano girando un vero e proprio film dell’orrore per dimostrare i pericoli di Hollywood. Entrambi gli agenti hanno attraversato i boschi quando il loro principale colpevole, il padre di Maxine (Mia Goth), Ernest Miller (Simon Prast), si è dato alla fuga, ma le ferite riportate dal detective Williams si sono rivelate troppo gravi. Certo, abbiamo visto il detective Williams di Monaghan beccarsi qualche proiettile prima di crollare a terra, ma in questo genere di film si è sopravvissuti a ben di peggio. Rispondendo alla domanda di Collider su cosa fosse successo all’infuocata detective una volta che la telecamera si è spostata sull’inquadratura successiva, Monaghan ha confermato che, almeno nella sua mente, “credo sia morta”. Tuttavia, si è detta entusiasta di guardare il momento attraverso gli occhi dei fan dell’horror e ha detto che non le dispiacerebbe affatto se il detective Williams uscisse da quella notte, magari un po’ malconcio ma con una benda sull’occhio “piuttosto sexy”, aggiungendo: “Potrei dover mandare un messaggio a Ti [West] dopo questo”.

Un modo micidiale di uscire di scena

Anche se il suo personaggio non è arrivato ai titoli di coda, la Monaghan è stata più che grata per il modo in cui West ha progettato la sua grande scena di morte. Per un film sull’industria cinematografica che si svolge a Hollywood, non c’è luogo migliore in cui un personaggio principale possa morire se non sotto le lettere dell’insegna di Hollywood. Monaghan ha raccontato gli ultimi momenti del detective Williams dopo una sparatoria con una setta di cristiani fondamentalisti,

“È sicuramente un po’ sbilenca perché il suo equilibrio è saltato. Adoro quella scena di morte perché [West] è famoso per le sue incredibili scene di morte, e io ho pensato: “Oh mio Dio, mi sono spento davanti all’insegna di Hollywood”. Quanto è significativo? [Voglio dire, è stato molto bello. Mi è piaciuto molto. Con il crocifisso, per giunta. È stato super radicale. E sì, penso che sia morta, ma caspita, se vuole tornare in qualche modo, forma o modo con un occhio solo, penso che sia fantastico anche quello”.

Guardate l’intera conversazione di Monaghan con Collider nella nuovissima Ladies Night qui sotto.

Giancarlo Esposito svela altri dettagli sul suo personaggio di Captain America: Brave New World

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Il prossimo film della Marvel, Captain America: Brave New World, promette di offrire al pubblico un’esperienza molto diversa da qualsiasi altro film su Captain America che l’ha preceduto. Per cominciare, ora che lo Steve Rogers di Chris Evans si è ritirato dal suo moniker patriottico, il nome, lo scudo, il potere e la responsabilità appartengono tutti al Sam Wilson di Anthony Mackie.

Ma durante il fine settimana al Fan Expo di Chicago, il nuovo arrivato nell’MCU, Giancarlo Esposito, ha anticipato che ci sarà anche qualcosa di inaspettato nella sua interpretazione di Seth Voelker, alias Sidewinder, dicendo: “Mi vedrete fare cose che non mi avete mai visto fare prima”. L’attore ha anche aggiunto che la sua versione di Seth sarà “uno scienziato” con “una grande mente”.

Come ormai sappiamo bene, in passato Esposito si è orientato verso personalità più sinistre, quindi in che modo questo ruolo lo distinguerà dagli altri? In precedenza, l’attore ha fatto intendere che il suo personaggio è un po’ “cazzuto” e che, mentre lo abbiamo visto andare avanti “intellettualmente” come Gus Fring di Breaking Bad e Better Call Saul, Sidewinder sarà un’entità completamente diversa. L’attore ha poi spiegato che,

“Recitare è usare ogni parte del tuo corpo, le tue emozioni, i tuoi sensi, i tuoi sentimenti, per rappresentare qualcosa. Ma non mi avete mai visto usare il mio corpo nel modo in cui lo userò io. Il MCU è eccitante”.

I precedenti ruoli di Giancarlo Esposito lo hanno preparato a diventare il cattivo della Marvel

Captain America: Brave New World

Anche se si riferisce a Gus Fring come a un cattivo più “intellettuale”, il grande cattivo di Breaking Bad era innegabilmente spietato. Ma da quello che abbiamo visto nelle prime immagini e nei teaser di Captain America: Brave New World, sembra che Seth Voelker si tufferà in trincea molto più di quanto abbia fatto Gus. A parte il periodo trascorso nell’universo AMC di Breaking Bad e Better Call Saul, Esposito è apparso anche come un degno avversario in show come The Boys di Prime Video, dove è apparso più volte nei panni del diabolico Stan Edgar.

Anche se il suo debutto nel MCU avverrà con Captain America: Brave New World, non sarà certo la prima volta di Esposito come cattivo in un franchise: i fan di The Mandalorian lo conosceranno come Moff Gideon. E con le recenti uscite cinematografiche, come Abigail e MaXXXine, che dimostrano che è più che disposto a sporcarsi le mani con secchi di sangue (finto), non vediamo l’ora di vedere fino a che punto Esposito si spingerà quando salirà al trono come leader della Serpent Society in Captain America: Brave New World.

Mark Wahlberg rivela che il prossimo film di Shane Black sarà “The Italian Job” che incontra “Heat”

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È passato un po’ di tempo da quando i fan di Shane Black hanno dovuto aspettare così tanto per un nuovo film diretto dal regista. Black ha lavorato l’ultima volta a Predator del 2018, ma ha in programma alcuni progetti piuttosto interessanti. Uno di questi è Play Dirty, una commedia d’azione con Mark Wahlberg come protagonista. Anche se i dettagli del progetto sono ancora segreti, Collider ha avuto la possibilità di incontrare lo stesso Wahlberg e di ottenere qualche informazione sul titolo in arrivo.

Durante l’intervista, Mark Wahlberg ha condiviso l’emozione di poter finalmente lavorare con Black e ha elencato alcuni elementi che possiamo aspettarci di vedere in Play Dirty. L’attore ha anche parlato del tipo di film che questo nuovo titolo gli ricorda e, a quanto pare, si tratta di un altro film da non perdere nella filmografia del regista:

“Per me è come se ‘The Italian Job’ incontrasse ‘Heat ’. C’è l’azione, l’alta posta in gioco, l’umorismo, i grandi personaggi, i migliori dialoghi di Shane Black. Ho aspettato a lungo per avere una sceneggiatura del genere. Ogni volta che abbiamo parlato di “Ok, qual è il tipo di film che vuoi fare come attore se parliamo di un grande film commerciale?” e “ Arma letale” è sempre lì, e alcuni degli altri film che Shane ha scritto, quindi non avrei potuto essere più felice. Spero che lui sia stato felice quanto me di questa esperienza”.

Il prossimo film di Shane Black si preannuncia assolutamente da vedere

Il fatto che Walhberg menzioni che Play Dirty contiene “i migliori dialoghi di Shane Black” è un’ottima notizia per i fan. Il regista e sceneggiatore si è guadagnato una reputazione a Hollywood grazie alle sue sceneggiature argute – recentemente con la commedia di Robert Downey Jr. Kiss Kiss Bang Bang, ma soprattutto con il franchise di Arma Letale. Il buon dialogo è quindi una delle principali attrattive per il pubblico dei suoi film, ed è bello sapere che il regista rimane fedele alle sue radici.

Allo stesso tempo, la citazione di The Italian Job e Heat da parte di Walhberg rende Play Dirty immediatamente più interessante. The Italian Job è uno dei film di rapina più popolari degli ultimi due decenni – con lo stesso Walhberg nel cast – e i suoi fan hanno implorato un sequel negli ultimi vent’anni. Heat è considerato uno dei classici del cinema moderno, con un’intricata storia thriller che vede contrapposti Robert De Niro (Killers of the Flower Moon) e Al Pacino (Hunters). Il film è destinato ad avere un sequel che sarà presto nelle sale.

Fire Country – stagione 3: due nuovi membro nel cast e i nuovi personaggi in arrivo

La prossima stagione di Fire Country” si preannuncia bollente e, al suo ritorno, aggiungerà due nuovi volti. Uno di loro sarà apparentemente collegato all’ingresso di Bode Donovan (Max Thieriot) nel mondo dei vigili del fuoco della California meridionale, mentre un altro sembra essere collegato al mondo di Three Rock.

Gli attori sono Jared Padalecki e Leven Rambin. Padalecki, noto soprattutto per il suo ruolo in “Supernatural” e reduce dal reboot di “Walker” della The CW, interpreterà il ruolo di Camden Casey, come riporta Deadline. Camden è un surfista presuntuoso e un vigile del fuoco che si affeziona subito a Bode. I fan possono aspettarsi che Padalecki sia un attore ricorrente, ma Camden potrebbe diventare un’altra prospettiva per uno spin-off di “Fire Country” se il personaggio dovesse avere un buon successo di pubblico. Uno spin-off incentrato su Casey si aggiungerebbe a “Sheriff Country”, che segue la Mickey Fox di Morena Baccarin, come secondo spin-off di “Fire Country” in fase di sviluppo alla CBS.

Nel frattempo, la star di “True Detective” Rambin interpreterà Audrey, secondo TVLine. Come Bode, Audrey faceva parte di un campo di fuoco della prigione, e ha la tempra di una donna di strada che lo dimostra. Tuttavia, ha anche un lato tenero: è una musicista e ha una gentilezza solare che potrebbe aiutare Bode a uscire dalla sua depressione post-Gabriela (Stephanie Arcila). Come Padalecki, anche Rambin farà parte della serie a partire da questo momento. Mentre gli autori di “Fire Country” non hanno parlato dell’aggiunta di Rambin allo show, hanno detto qualcosa su Padalecki.

Gli EP di Fire Country sono entusiasti di avere Jared Padalecki a bordo

Jared Padalecki supernatural
Jared Padalecki in supernatural

La showrunner di “Fire Country” Tia Napolitano ha dichiarato a TVLine di essere entusiasta di avere a bordo Jared Padalecki per la terza stagione. “Lanciamo Camden Casey in un modo davvero dinamico. Eravamo così entusiasti di aver scelto Jared. E cambierà davvero il copione a Edgewater. Tutti trattano Bode come una tigre che stanno cercando di addomesticare, e Camden dice: ‘Perché state cercando di addomesticare una tigre? Lasciatelo uscire!”.

Dal momento che Camden è pronto a liberare il ribelle che è in Bode, viene da chiedersi che tipo di impatto potrebbe avere sulla narrazione. Bode rimarrà bloccato in una situazione che lo porterà a Three Rock? Si metterà nei guai coprendo Casey? Svilupperà un’attrazione per Audrey che metterà in gioco tutto per lui? Il pubblico dovrà aspettare e vedere. “Fire Country” tornerà con nuovi episodi il 18 ottobre.

Alien: Romulus, Fede Álvarez spiega come e perché è apparso [SPOILER]

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Alien: Romulus è ora nelle sale e, sebbene la risposta dei fan e della critica sia stata ampiamente positiva, ci sono alcune scelte narrative che non hanno soddisfatto tutti. Se non avete ancora avuto modo di vedere il film, fate attenzione agli spoiler più importanti da questo punto in poi.

Quando Rain Carradine e il suo equipaggio arrivano alla stazione spaziale abbandonata Romulus, scoprono che l’androide della nave è ancora funzionante. Lo collegano e vediamo che il sintetico è lo stesso modello di Ash del film originale di Ridley Scott.

Sì, il compianto Ian Holm è resuscitato grazie a una combinazione di CGI e animatronics e, come ci si potrebbe aspettare, la decisione è stata accolta con un certo disappunto.

Nel corso di un’intervista con EW, il regista Fede Álvarez spiega perché hanno utilizzato le sembianze di Holm per questo nuovo androide e rivela di aver contattato la famiglia dell’attore per assicurarsi che fossero d’accordo con la decisione.

“Storicamente, c’è solo una quantità limitata di sintetici, ed è per questo che alcuni tornano più volte. Così abbiamo parlato e Ridley e io abbiamo pensato che quello che non è mai tornato fosse il migliore di tutti, il modello originale interpretato da Ian Holm”.

“L’intera faccenda è iniziata quando ho chiamato la proprietà e ho parlato con la sua vedova”, ha continuato il regista. “Lei sentiva che Ian era stato trattato con freddezza da Hollywood negli ultimi anni della sua vita, che gli sarebbe piaciuto far parte di altri progetti dopo Lo Hobbit, ma non è stato così. Quindi era entusiasta all’idea di riaverlo con sé”.

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Sebbene questo androide non sia in realtà Ash – che è stato distrutto insieme alla Nostromo in Alien – Rook è altrettanto inaffidabile e ha una direttiva principale molto simile.

“Ha la stessa somiglianza, ma ha un comportamento diverso. Rook e Ash hanno le stesse conoscenze perché sono tutti Madre”, dice Álvarez, riferendosi al sistema operativo che gestisce le navicelle spaziali nel franchise di Alien. “È un androide diverso, ma è la stessa coscienza della Madre che si è trasferita da un androide all’altro”.

Lo scrittore di LOGAN rivela cosa pensa davvero di Deadpool & Wolverine

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Michael Green ha ottenuto una nomination all’Oscar per aver co-sceneggiato Logan del 2017 insieme a James Mangold e Scott Frank. Come sicuramente ricorderete, il film doveva essere il canto del cigno di Hugh Jackman nei panni del personaggio dopo quasi 20 anni di carriera nei panni del mutante artigliato.

Tuttavia, quando i Marvel Studios e Ryan Reynolds hanno deciso di procedere con Deadpool 3, l’attore ha deciso di vestire i panni (letteralmente) di Deadpool & Wolverine.

Il threequel di R-Rated ha mantenuto la promessa di lasciare Logan in pace e quella specifica variante di Wolverine non è stata resuscitata. Il suo scheletro di adamantio, però , è stato dissotterrato e utilizzato da Wade Wilson per uccidere brutalmente uno squadrone di agenti della TVA… sulle note di “Bye Bye Bye” degli NSYNC.

In una nuova intervista con IGN, Green – che ha anche contribuito alla stesura di Lanterna Verde del 2011 con Ryan Reynolds – ha rotto il suo silenzio sull’“omaggio” di Deadpool & Wolverine a Logan.

“La gente mi aveva avvertito in anticipo: ‘Uh, non so come la penserai sull’apertura [di Deadpool & Wolverine]’”, spiega. “Io ho detto: ‘Penso di sapere cosa succederà’. E non lo sapevo! Non sapevo che si sarebbero spinti così in là”.

“Non si doveva prendere sul serio il fatto che lo stessero, tipo, riesumando e che fosse davvero lui”, continua Green. “Non sembrava tanto che stessero cercando di cambiare il finale di ‘Logan’, quanto che non sentissero di voler fare un film bello come ritenevano fosse ‘Logan’, il che è un enorme complimento! Mi è sembrato che non fosse altro che un complimento”.

Lo sceneggiatore ha proseguito dicendo che Deadpool & Wolverine è stato un “bel momento” e ha aggiunto: “Quando l’abbiamo visto in un cinema pieno, la gente è andata fuori di testa per tutto. È fantastico. È un grande franchise, tipo, di più, per favore!”.

“Sapete, quello che ho apprezzato ancora di più è che non ci sono state battute su Lanterna Verde perché ero in parte responsabile. Devi portarlo come un distintivo d’onore!”.

Cosa aspettarci nel futuro dell’MCU dopo Deadpool & Wolverine

Alla fine del film, la variante di Wolverine che ha fallito nel suo mondo ha trovato la redenzione e si è stabilito sulla Terra-100005 insieme al Merc with the Mouth e a Laura/X-23. Ora ci aspettiamo che il trio ritorni in Avengers: Doomsday e/o Avengers: Secret Wars.

Il buono, il brutto, il cattivo: tutte le curiosità sul film

Il buono, il brutto, il cattivo: tutte le curiosità sul film

Il regista italiano Sergio Leone si è imposto come uno dei più importanti uomini di cinema di sempre. Con i suoi film western egli ha saputo prendere un genere prettamente americano e ritrasformarlo secondo nuovi canoni e arricchendolo di nuove tematiche. Nel 1964 ha così dato vita a Per un pugno di dollari, seguito l’anno successivo da Per qualche dollaro in più. Nel 1966 ha infine concluso la Trilogia del Dollaro con il capolavoro Il buono, il brutto, il cattivo. Ancora oggi questo è considerato uno dei più celebri film di questo genere, contenendo la quintessenza dello spaghetti western.

Il titolo, nato per caso, rispecchia il pensiero di Leone. Nei tre protagonisti, ognuno per la propria parte autobiografico, coesistono bellezza e bruttezza, umanità e ferocia: il regista demistifica tutti questi concetti e al contempo, in una dichiarata denuncia della follia della guerra, demistifica la stessa storia degli Stati Uniti d’America, mostrandone il lato violento e brutale, appannato dalla tradizione mitizzante dell’epopea western. Con una durata di 178 minuti, il film porta all’estrema potenza tutte le caratteristiche tipiche del cinema di Leone, dalla dilatazione temporale fino all’epica più pura incarnata dai personaggi.

Come i precedenti, anche questo terzo capitolo non mancò di dividere la critica, affermandosi però come uno straordinario successo di pubblico. Il buono, il brutto, il cattivo è oggi un classico senza tempo, citato e omaggiato in ogni modo possibile. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla colonna sonora. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il buono, il brutto, il cattivo: la trama del film

Ambientato durante la guerra di secessione americana, nella metà dell’Ottocento, il film ha per protagonista tre uomini senza scrupoli, ognuno con le proprie regole morali che li collocano ai margini della società e della legge. Si tratta di Joe, detto il buono, Tuco, detto il brutto, e Sentenza, detto il cattivo. I primi due sono soliti collaborare inscenando alcune truffe, salvo poi tradirsi a vicenda. Le loro strade finiranno però per rincrociarsi lungo un percorso che porta ad un ricco tesoro nascosto. Alla ricerca di questo vi è però anche il temibile Sentenza. Ben presto i tre finiranno per scontrarsi all’ultimo sangue, mentre sullo sfondo l’America cambia per sempre.

Il buono, il brutto, il cattivo: il cast del film

Per dar vita nuovamente al personaggio del misterioso Uomo senza nome, anche chiamato Biondo o Joe, Leone contattò nuovamente Clint Eastwood. All’epoca l’attore era ancora poco conosciuto e fu proprio questo film a consacrarlo definitivamente. Eastwood, però, era inizialmente restìo a recitare nel film, poiché giudicava il suo ruolo meno affascinante di quello di Tuco. Fu necessaria una lunga contrattazione tra lui e Leone, che infine riuscì a convincere l’interprete ad accettare la parte in cambio di un compenso maggiore. Per il personaggio di Tuco, invece, il regista era alla ricerca di un puro talento comico. Finì con lo scegliere Eli Wallach, il quale pur avendo recitato prevalentemente in ruoli drammatici, sfoggiava le caratteristiche ricercate per il personaggio.

Una volta accettata la parte, Wallach contribuì moltissimo alla caratterizzazione di Tuco, riscrivendo alcune parti e fornendo suggerimenti sulla gestualità e l’abbigliamento. Infine, per la parte del sicario Sentenza, Leone scelse l’attore Lee Van Cleef, al quale aveva già affidato un ruolo completamente diverso in Per qualche dollaro in più. La parte lo consacrò come un’icona del genere, nonostante l’attore avesse molta difficoltà a montare in sella ai cavalli. Nel film sono poi presenti attori come Aldo Giuffré nei panni di un capitano nordista alcolizzato e Mario Brega in quelli del caporale Wallace. Rada Rassimov è invece la prostituta Maria.

Il buono, il brutto, il cattivo colonna sonora

Il buono, il brutto, il cattivo: la colonna sonora di Ennio Morricone

Come per i precedenti film di Leone, anche in questo caso la colonna sonora del film fu composta da Ennio Morricone. Le sue caratteristiche composizioni, contenenti spari, fischi e jodel, contribuiscono a ricreare perfettamente l’atmosfera che caratterizza il film. Il motivo principale, assomigliante all’ululato del coyote, è ad esempio una melodia composta da due note, divenuta molto famosa. Essa viene utilizzata per i tre personaggi principali del film, con un differente strumento usato per ognuno: flauto soprano per il Biondo, l’arghilofono per Sentenza e la voce umana per Tuco. Questo motivo si ripropone durante tutto il film, senza però mai annoiare né risultare scontato.

Leone fece inoltre in modo di avere la colonna sonora pronta prima delle riprese del film, così da poterla riprodurre sul set e contribuire al formarsi della giusta atmosfera. Di particolare importanza, infine, sono i brani Estasi dell’oro e Il Triello, presenti nella sequenza finale del film. Grazie a queste composizioni Leone e Morricone hanno dato vita ad un climax narrativo di rara bellezza, ancora oggi insuperato. La dilatazione temporale, visiva e sonora si fondono qui in modo straordinario. Quella di Il buono, il brutto, il cattivo è dunque considerata una delle colonne sonore per il cinema migliori di sempre.

Il buono, il brutto, il cattivo: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

 È possibile fruire di Il buono, il brutto, il cattivo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 10 ottobre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

https://www.youtube.com/watch?v=Tc9r2oKslKM

Fonte: IMDb

Sister Act – Una svitata in abito da suora: le curiosità sul film

Tra le commedie musicali di maggiore successo di pubblico, Sister Act – Una svitata in abito da suora occupa sicuramente un posto d’onore nel cuore di molti spettatori. Uscito nel 1992, il film vede protagonista una straordinaria Woopy Goldberg nei panni di Deloris, una soubrette che assiste a un omicidio e per questo viene inserita in un programma di protezione testimoni. Ironia della sorte, la donna, esuberante e disinibita, finisce in un convento, dove dovrà mimetizzarsi tra le suore. La convivenza non sarà semplicissima, ma tra Deloris e le consorelle nascerà una sincera amicizia, fondata soprattutto sulla passione per la musica.

Ecco alcune curiosità su Sister Act – Una svitata in abito da suora che forse non conosci:

Quando Paul Rudnick stava scrivendo la sceneggiatura, Bette Midler (che all’epoca era destinata a recitare il ruolo della protagonista) gli suggerì di andare in un vero convento per fare delle ricerche. Andò a stare nell’abbazia Regina Laudis a Betlemme, nel Connecticut. La priora, Madre Dolores Hart, O.S.B., era stata un’attrice, cantante e ballerina, apparendo in film tra cui King Creole (1958) e Where the Boys Are (1960). Madre Hart è ancora l’unica suora conosciuta ad essere un membro votante dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, e lei e le sue consorelle si divertono a guardare i suoi provini dell’Academy ogni anno.

Whoopi Goldberg assunse Carrie Fisher per riscrivere i suoi dialoghi, il che portò a molte discussioni con i dirigenti della Disney. In seguito Fisher disse a Goldberg: “Stai entrando in una gara di piscio con persone che hanno dei veri cazzi”.

Un cameo dei Blues Brothers

Durante il concerto per la scena del Papa, ci sono diverse riprese dal punto di vista del coro all’altare che mostra il retro della chiesa. Ci sono due figure ombrose, una bassa e una più alta, vestite con abiti neri e in piedi rigide di fronte alle due porte posteriori più o meno nello stesso modo in cui i Blues Brothers, Joliet Jake John Belushi ed Elwood Dan Aykroyd stavano sul retro della chiesa della missione in The Blues Brothers (1980).

La scena chiave in cui il coro delle suore inizia “Hail Holy Queen” come un inno e, nel secondo ritornello, lo trasforma in una versione pop, è notevolmente simile a una scena della sitcom del 1967 “The Flying Nun” (“Sister Socko in San Tanco” #2.14) in cui Sally Field, Marge Redmond e Madeleine Sherwood iniziano a cantare “Gonna Build a Mountain” in uno stile lento e reverente e vengono interrotte dalla Reverenda Madre (Sherwood), che chiede alla band di “accelerare il ritmo”. La musica scatta immediatamente in una versione pop anni Sessanta della canzone. Questo programma è andato in onda su ABC in prima serata e la Colgems Records ha pubblicato la sua versione di “Gonna Build a Mountain” come singolo, quindi è molto probabile che non sia una coincidenza.

Il musical a teatro

Questo film è stato poi trasformato in un musical teatrale. Whoopi Goldberg è apparsa in una serie limitata della rappresentazione londinese, questa volta interpretando Madre Superiora (Maggie Smith nel film).

Quando Deloris sta per essere colpita da due degli scagnozzi di Vince, si inginocchia per pregare prima di colpire ciascuno di loro per farli scappare. La sedia in cui era stata legata è la stessa sedia usata in Devil’s Due (1991).

Una scena di apertura mostra Deloris da ragazzina, interpretata da Isis Carmen Jones. Più tardi nello stesso anno, Jones ha interpretato una versione “ringiovanita” del personaggio di Whoopi Goldberg, Guinan, nell’episodio Rascals (1992) di Star Trek: The Next Generation (1987).

Sister Act 3 è in lavorazione

Whoopi Goldberg ha offerto un aggiornamento sull’attesissimo progetto di Sister Act 3, che arriverà su Disney+. Parlando con ET, Goldberg anticipa i dettagli della storia di Deloris in Sister Act 3 e afferma che il personaggio è molto più adulto nel nuovo film. Goldberg rivela che tornare nel ruolo tre decenni dopo “sembra giusto”. La star spiega che girare i primi due film uno dopo l’altro ha funzionato bene all’epoca, ma il terzo film in fase di sviluppo ha aiutato il personaggio ad evolversi.

Fonte: IMDb

Alien: Romulus, recensione del film di Fede Alvarez

Alien: Romulus, recensione del film di Fede Alvarez

Avevamo lasciato la saga di Alien al tentativo di raccontarci le proprie origini, con Prometheus e Alien: Covenant incentrati sugli eventi che avrebbero portato all’Alien di Ridley Scott del 1979. Ad oggi il futuro di quella narrazione prequel è ancora incerto, ma quello della saga nel suo complesso sembra non correre questo rischio. Grazie ad Alien: Romulus, settimo capitolo del franchise (se non si contano i due Alien vs. Predator), si ha infatti un ritorno alle origini capace però non solo di rivisitare determinati scenari, ma anche di aggiungere qualcosa di nuovo alla mitologia fino ad oggi costruita.

Diretto da Fede Alvarez, regista distintosi grazie agli horror La casa e Man in the Dark, questo nuovo capitolo – che si colloca temporalmente tra l’Alien di Scott e l’Aliens – Scontro finale di James Cameron – offre dunque un’esperienza particolarmente soddisfacente. Forse, all’apparenza, potrà sembrare un ricalco troppo marcato del primo film – e non si vuole negare che lo sia – ma è nella messa in scena concepita da Alvarez che emergono momenti di grande impatto, che permettono di non avvertire la sensazione di “già visto” bensì quella fascinazione che altrove nella saga è mancata.

La trama di Alien: Romulus, ritorno alle origini

Alien: Romulus Isabela Merced
Isabela Merced è Kay in ALIEN: ROMULUS. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2024 20th Century Studios.

Nelle colonie umane gestite dalla Wayland-Yutani, la speranza di una vita degna e la libertà sono concetti del tutto privi di significato. Ecco perché la giovane Rain Carradine (Cailee Spaeny), insieme al suo “fratello” droide Andy (David Jonsson), accetta di compiere una pericolosa missione che potrebbe però permettergli di ambire ad un futuro migliore. Insieme ad un gruppo di altri ragazzi loro amici, si intrufolano in una base spaziale apparentemente abbandonata per recuperare delle capsule per l’ipersonno. In quel luogo spettrale, tuttavia, scopriranno a loro spese orrori indicibili.

Un gioco da ragazzi

Se nei precedenti film del franchise i protagonisti erano esperti di vari campi e, aspetto non secondario, degli adulti, in Alien: Romulus al centro della narrazione vi sono invece un gruppo di ragazzi. Giovani nati e cresciuti nel contesto disumanizzante delle colonie umane e per questo attratti da quelle alternative che altri luoghi nell’universo sembrano promettere. Tutto nasce dal loro desiderio di fuga, dalla volontà di smarcarsi da un percorso di vita che appare drammaticamente già scritto e apparentemente privo di ogni possibilità di fuga.

Raccapricciante e Avvincente

D’altronde Alvarez aveva dichiarato che se mai avesse avuto l’occasione di lavorare con il franchise di Alien, gli sarebbe interessato esplorare la vita di quei bambini e adolescenti intravisti nelle colonie dei precedenti film. Ha dunque ora realizzato questo suo desiderio, facendo di Alien: Romulus un film fortemente incentrato su questo tipo di personaggi e le tematiche che gli sono proprie, dal sognare una vita da persone libere al “peso” delle figure genitoriali. La sessualità, più o meno latente, è infine – come già visto accadere nella saga – elemento centrale con cui bene o male tutti si scontrano.

L’avere dei ragazzi come protagonisti, però, non rende in alcun modo questo film un’opera più “adolescenziale” rispetto agli altri lungometraggi. Non c’è alcuna variazione di tono, che rimane invece particolarmente cupo per l’intera durata del film. Anzi, l’avere dei giovani inesperti potenzialmente inclini agli errori dettati dall’impulsività rende il tutto ancor più avvincente. Si seguono con apprensione i loro spostamenti e le loro decisioni, con un’attesa (che si potrebbe definire famelica) di ciò che potrebbe loro capitare.

L’orrore di Scott, l’azione di Cameron, l’uso degli spazi di Alvarez

Alien Romulus Cailee Spaeny
Lo Xenomorfo e Cailee Spaeny nel ruolo di Rain Carradine in ALIEN: ROMULUS. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2024 20th Century Studios.

Alien: Romulus non si risparmia dunque alcune sequenze particolarmente scioccanti – più disgustose che non spaventose (Isabela Mercedes ci aveva messo in guardia a riguardo) -, terrificanti creature già note o inedite e momenti di grande tensione messi in scena con grande gusto per l’immagine. Alvarez segue dunque le orme di Ridley Scott, sempre cercando però di offrire un punto di vista nuovo su quanto da lui già compiuto nel 1979. Se nella costruzione dell’orrore è lui il punto di riferimento, Alien: Romulus presenta però anche una forte componente bellica e, in generale, d’azione, che si rifà all’Aliens – Scontro finale di James Cameron.

Il film di Alvarez si muove dunque su questo equilibrio, omaggiando così i due grandi capolavori di questo franchise e facendo propria la loro lezione per dimostrare di saperne trarre qualcosa di buono. A tutto ciò il regista aggiunge la sua grande padronanza degli spazi, che aveva già mostrato con i suoi primi film. Ogni ambiente di Alien: Romulus viene costruito e gestito con grande attenzione, facendone quasi un susseguirsi di livelli dove la pericolosità e la difficoltà aumentano prepotentemente.

Si possono citare sequenze come l’attraversamento della sala piena di facehuggers, il “tunnel” organico pullulato da Xenomorfi o l’ambiente dello scontro conclusivo per rendere l’idea. Per ognuno di questi, ma anche per i tanti altri che rendono il film particolarmente entusiasmante per la semplice gioia degli occhi, Alvarez riesce a trasmettere quella certa sensazione di claustrofobia, di pericolo potenzialmente proveniente da ogni angolo, costringendo così alla massima attenzione.

Alien: Romulus possiede il giusto mix tra tensione e adrenalina

Alien: Romulus David Jonsson
David Jonsson è Andy in ALIEN: ROMULUS. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2024 20th Century Studios.

Tutte queste sfumature rendono dunque Alien: Romulus un film particolarmente entusiasmante, che non vuole avere la pretesa di affermarsi come migliore dei suoi predecessori bensì di offrire un ritorno alle origini che sappia di nuovo. Ci riesce anche grazie ad un paio di personaggi piuttosto interessanti, su cui spicca l’Andy di David Jonsson, capace di rubare la scena in più occasioni ai suoi co-protagonisti. Con lui la figura dell’androide si conferma particolarmente interessante, capace di farsi carico di tutta quella serie di discorsi da Scott affrontata anche in Blade Runner.

Attorno a lui, gli altri personaggi non spiccano per originalità, ma perlomeno la Rain di Cailee Spaeny non risulta – come si temeva – una copia della Ripley di Sigourney Weaver, riuscendo ad avere una propria identità. Così come riesce ad averla nel suo complesso Alien: Romulus. Se si accetta di chiudere un occhio sulle somiglianze strutturali con il primo film e si guarda oltre queste, ci si troverà davanti ad un film che senza pretese offre un sano intrattenimento, suscitando quel giusto mix di tensione e adrenalina e riaccendendo (ammesso che si fosse mai spento) il fascino nei confronti di questa saga.

Taron Egerton: nuovi rumor lo vogliono in trattative con Marvel Studios

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My Time To Shine Hello sostiene che Taron Egerton sia ora in trattative con i Marvel Studios per un ruolo non divulgato. Si vocifera da tempo che l’attore di Kingsman sia in lizza per sostituire Hugh Jackman nel ruolo di Wolverine dell’MCU, ma lui ha ripetutamente negato che siano avvenuti degli incontri.

“Non sarò io a interpretare Wolverine”, ha detto in un’intervista del 2023. “Non ci sono segnali che indichino che sia questa la cosa giusta. E non so se io… forse sto arrivando al punto in cui non è più quello che voglio. Non lo so. Non direi mai mai, e adoro quei film. Mi sono davvero divertito a guardarli negli ultimi 10, 15 anni. Ma se io… Sai, potrebbe non essere più la cosa giusta per me. Penso che forse ho superato il punto in cui sembrava la cosa giusta [per la mia carriera].”

A meno che non sia cambiato qualcosa da allora, è probabilmente lecito supporre che sia stato adocchiato per un personaggio diverso. Tuttavia c’è anche da dire che la recente storia dei cinecomic è piena di questo tipo di negazioni. Andrew Garfield ha più volte negato di essere in Spider-Man: No Way Home, prima di comparire nel film, e Daphne Keen aveva detto, in occaisone della premiere di The Acolyte, che avrebbe guardato Deadpool & Wolverine da spettatrice senza comparire nel film. Eppure poi Laura/X-23 fa la sua bella figura nel film. Il tempo ci dirà la verità.

Abbiamo visto l’ultima volta Taron Egerton in Tetris, film sulla storia del famosissimo videogioco realizzato da Apple Tv+.

Tutti gli Easter Eggs che potrebbero esservi sfuggiti in Alien: Romulus

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Alien: Romulus” riporta il franchise horror/fantascientifico alle sue radici e sembra aver convinto molti scettici. Le recensioni su Rotten Tomatoes di “Alien: Romulus” sono uniformemente positive, e i critici che ne lodano il puro terrore e il ritorno alla forma per la serie dopo un paio di puntate che hanno suscitato divisioni. Tuttavia, uno degli elementi negativi che emerge più volte in diverse recensioni è che il film si basa troppo sul fan service e sui richiami a momenti iconici di “Alien” del 1979 e del suo sequel, “Aliens” del 1986. Con una tale enfasi sull’omaggio al passato, non sorprende che “Alien: Romulus” sia pieno di piccoli dettagli e riferimenti che potrebbero essere difficili da cogliere alla prima visione.

A suo merito, il film inizia in modo molto diverso da quasi tutto il resto del franchise. Rain (Cailee Spaeny) e suo fratello adottivo Andy (David Jonsson), un umano sintetico, lavorano in una colonia mineraria oscura e inquinata dove sembrano destinati a vivere il resto dei loro giorni. Si presenta l’opportunità di cercare una vita migliore altrove: gli amici di Rain hanno bisogno che lei e Andy facciano un breve viaggio con loro verso una stazione spaziale abbandonata.

Ma c’è qualcosa che li aspetta su quella stazione, con morti e battaglie che si susseguono come un “greatest hits” del franchise di “Alien” fino a questo punto. C’è molto da capire, quindi ecco quello che forse vi siete persi e che collega “Alien: Romulus” alla mitologia del mondo reale, ai videogiochi di “Alien” e a molto altro ancora.

Fede Álvarez ha certamente i suoi interessi

Alien: Romulus spiegazione finale
Credit 20th Century Studios

Dopo aver diretto l’originale “Alien”, Ridley Scott è tornato al franchise per “Prometheus” del 2012 e “Alien: Covenant” del 2017. Dato che questi film hanno suscitato un certo interesse, è comprensibile che fosse necessario un approccio diverso. Per questo motivo, mentre Scott è produttore di “Alien: Romulus”, Fede Álvarez ha assunto la regia del film. Álvarez non è nuovo al genere horror, avendo già diretto il reboot di “Evil Dead” del 2013 e “Don’t Breathe”. In effetti, esaminando il curriculum del regista, sembra emergere uno schema che mostra che molte delle sue opere seguono la stessa trama di base.

Se si riducono all’osso “Romulus”, “Evil Dead” e “Don’t Breathe”, tutti seguono un piccolo cast di personaggi che rimangono intrappolati in un luogo isolato. Questi personaggi devono combattere contro una forza maligna (Xenomorfi, deaditi o un uomo cieco con abilità mortali), e molti muoiono nel processo, ma almeno una persona riesce a fuggire. Inoltre, tutti e tre i film contengono riferimenti espliciti o metaforici alla violenza sessuale.

Intenzionalmente o meno, Álvarez ha esplorato idee simili in tutta la sua filmografia. Álvarez ha anche dei crediti di scrittura per questi tre film, quindi sembrerebbe che si tratti di temi che gli interessa esplorare. Dal momento che i suoi interessi coincidono con quelli del franchise di “Alien”, i suoi lavori precedenti sono quasi sicuramente quelli che gli hanno permesso di ottenere l’ingaggio per “Romulus”.

Chi sono Romolo e Remo?

Chi sono Romolo e Remo Alien-Romulus

Gran parte di “Alien: Romulus” si svolge sulla stazione spaziale Renaissance, che contiene due moduli chiamati Romulus e Remus. Una verità non raccontata di “Alien: Romulus” è che la società al centro del franchise – la Weyland-Yutani – è fortemente influenzata dalla storia e dalla mitologia romana, da cui derivano appunto questi nomi. Secondo la leggenda, Romolo e Remo erano fratelli e fondatori di Roma. Romolo finì per uccidere Remo e il concetto di rivalità e diffidenza tra fratelli è al centro di “Alien: Romulus”.

Andy può essere un sintetico, ma Rain si riferisce a lui come a un fratello. All’inizio la sua direttiva principale è quella di fare ciò che è meglio per Rain, a prescindere da tutto. Ma la sua programmazione viene aggiornata durante la permanenza sulla stazione spaziale, potenziando notevolmente la sua intelligenza e dandogli una nuova direttiva: fare ciò che è meglio per la Weyland-Yutani. Questo lo porta a un conflitto diretto con Rain, ma fortunatamente riescono a evitare lo stesso esito del mito romano, con Rain che riavvia Andy alla sua programmazione più compassionevole.

Tuttavia, i riferimenti alla mitologia romana non finiscono qui. L’immagine più nota di Romolo e Remo li vede succhiare la tettarella della lupa che nel mito è la loro madre adottiva. Alla fine di “Alien: Romulus”, Kay (Isabela Merced) dà alla luce un ibrido umano/Xenomorfo, che in seguito può essere visto ricevere un nutrimento simile da Kay, uccidendola nel processo.

C’è un telefono da Alien: Isolation

“Alien: Romulus” rende omaggio all’intera saga cinematografica di ‘Alien’, da un Ian Holm resuscitato digitalmente che interpreta l’ufficiale scientifico Rook alla scoperta che gli scienziati della Rinascente stavano sperimentando con la melma nera che era un punto importante della trama in ‘Prometheus’. Tuttavia, Fede Álvarez non si limita a onorare il lato cinematografico delle cose: c’è un Easter egg per il videogioco del 2014, “Alien: Isolation”, se si sa dove guardare.

Álvarez ha dichiarato al podcast “Inside Total Film” di essere un grande fan del gioco: “Ci ho giocato qualche anno dopo la sua uscita”, ha detto. “Pensavo: ‘F***, se potessi fare qualcosa, mi piacerebbe fare ‘Alien’ e spaventare di nuovo il pubblico con quella creatura e quelle ambientazioni’”. Il suo desiderio alla fine si è avverato, e ha onorato il gioco incorporando i telefoni di emergenza che vengono usati come punti di salvataggio. Come accade di solito nei videogiochi, un punto di salvataggio significa generalmente che si sta per entrare in un’area con un’alta probabilità di morte del personaggio.

Lo stesso concetto si applica a “Romulus”, come ha continuato Álvarez: “Il film è impostato in modo tale che ogni volta che sta per accadere qualcosa di brutto, si vedrà un telefono”. Il fatto che si tratti di un film di “Alien” significa che qualcosa di brutto è sempre dietro l’angolo, ma è un chiaro riferimento per i videogiocatori che devono tenere gli occhi aperti e prepararsi ad affrontare qualcosa di terribile.

Come è stato riportato Ian Holm per Alien: Romulus?

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A bordo della Renaissance, Rain e i suoi amici scoprono e riattivano la metà superiore del corpo dell’ufficiale scientifico Rook, che fornisce gran parte dell’esposizione mentre cerca di portare a termine la sua missione di riportare la melma nera alla Weyland-Yutani. I fan di “Alien” riconosceranno il volto di Ian Holm, che ha interpretato l’androide Ash nel primo film di “Alien”. Holm è morto nel 2020, uno dei tanti attori di “Alien” scomparsi nel corso degli anni, quindi è naturale che i fan si chiedano come mai sia tornato a interpretare un sintetico diverso in “Alien: Romulus”.

I dettagli su come l’immagine di un giovane Holm appaia in “Romulus” non sono ancora stati divulgati, anche se, visto il discorso che si è aperto in rete, il team creativo potrebbe dover affrontare la questione prima o poi. Su X (precedentemente noto come Twitter), l’utente @Overmayor ha scritto: “Ho davvero bisogno che la storia dell’Ian Holm non sia vera, ho bisogno che questo film sia bello”. Tuttavia, pur trattandosi di una ricreazione digitale, potrebbe non trattarsi tecnicamente di IA. Daniel Betts è accreditato per la performance facciale e vocale di Rook, con la voce e il volto di Holm come riferimento.

È probabile che sia simile al modo in cui il defunto Peter Cushing è stato resuscitato come Grand Moff Tarkin in “Rogue One: A Star Wars Story” attraverso il motion capture e la CGI. Potrebbe comunque essere considerato di cattivo gusto, ma almeno non sarebbe completamente IA, il che sarebbe ipocrita considerando che i film di “Alien” ritraggono tipicamente androidi come malvagi lacchè aziendali.

Il finale di Alien: Romulus segue la tradizione di Alien

Alien: Romulus film 2024

C’è una cosa che tende ad accadere alla fine dei film di “Alien” e che anche “Romulus” rispetta. Per qualche motivo, i mostri giganti di questi film sono incredibilmente furtivi e possono imbarcarsi su una nave senza che nessuno se ne accorga. In “Alien”, Ripley (Sigourney Weaver) sale su una navetta mentre la Nostromo si autodistrugge, ma a bordo c’è anche uno Xenomorfo che lei deve far saltare attraverso una camera di compensazione. “Aliens” segue una traiettoria simile: un piccolo gruppo fugge su un’astronave prima che la stazione principale esploda, ma viene raggiunto dalla regina, che si nasconde nel carrello di atterraggio.

Anche “Alien: Romulus” ha un finale falso: Rain, Kay e Andy fuggono dalla stazione spaziale proprio mentre sta per colpire l’anello che circonda il pianeta. Pensano di essere al sicuro, ma un nuovo antagonista riesce a nascondersi in modo molto più sottile degli alieni più grandi. Kay si è iniettata la sostanza nera, probabilmente credendo che avrebbe salvato se stessa e il suo bambino, ma tutto ciò che fa è mutare l’embrione fino a far nascere una capsula contenente un ibrido umano/Xenomorfo. Il film di “Alien” si conclude ancora una volta con il pubblico che crede che i personaggi siano al sicuro, ma c’è un’altra battaglia che li attende.

Prometheus riceve un po’ di rispetto

Michael Fassbender in Prometheus (2012)
Michael Fassbender in Prometheus (2012) – Foto di Photo: Courtesy Twentieth Centur – © 2012 – Twentieth Century Fox Film Corporation. All rights reserved.

Da “Terminator” a “Halloween”, è piuttosto comune che alcuni franchise ignorino semplicemente i film precedenti che magari non sono stati accolti bene. Essendo un capitolo completamente separato da tutto ciò che è venuto prima, si potrebbe naturalmente supporre che “Alien: Romulus” si concentri maggiormente sull’onorare “Alien” e “Aliens” rispetto a qualcosa come “Prometheus”, che ha avuto un’accoglienza più mista da parte di critica e pubblico. Tuttavia, “Romulus” si tuffa a capofitto nella mitologia stabilita in “Prometheus”, includendo persino un cenno a qualcosa chiamato “Prometheus file” nel film.

Rain e i suoi compagni apprendono che la Weyland-Yutani vuole raccogliere la poltiglia nera, introdotta per la prima volta in “Prometheus”, per i suoi nefasti piani aziendali. L’obiettivo è quello di manipolare la melma in modo che aiuti i dipendenti a guarire più velocemente dalle malattie e a continuare a lavorare per l’azienda più a lungo. L’odore nero è stato stabilito nella scena iniziale di “Prometheus”, dove un ingegnere lo consuma. Il suo corpo si spezza mentre cade da una cascata, portando apparentemente la vita sulla Terra.

Finora, il composto sembra uccidere qualsiasi cosa entri in contatto con esso o creare orribili mostri. Kay, che se lo inietta, finisce per dare alla luce questi ultimi. Forse è proprio questo il piano di Rook: far salire di nascosto un mostro a bordo di una nave in fuga, in modo che la Weyland-Yutani possa procedere agli esperimenti su di esso.

La schiena del fucile a impulsi

Alien: Romulus Recensione Film
Cailee Spaeny nel ruolo di Rain Carradine in ALIEN: ROMULUS. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2024 20th Century Studios.

Si potrebbe ragionevolmente sostenere che “Aliens” è un sequel di fantascienza ancora migliore dell’originale, che prende il concetto centrale di “Alien” e gli dà la patina di un film d’azione con un’allegoria della guerra del Vietnam. Aumenta la tensione e il terrore e introduce una schiera di Xenomorfi invece di uno solo. La struttura di base di “Alien: Romulus” è simile a quella di “Alien”, per quanto riguarda il fatto di essere principalmente bloccato in un unico luogo, ma il film riesce comunque a fare riferimento al sequel diretto da James Cameron in più di un modo.

Gli umani non possono fare molto contro gli Xenomorfi nel combattimento corpo a corpo, quindi Rain viene equipaggiata con un fucile a impulsi F44A. Tyler le mostra anche come usare la funzione di aggancio e il supporto per il braccio per ottenere la massima efficienza. C’è persino un riferimento al fatto che questo fucile è lo stesso usato dai “Colonial Marines”, ricordando la squadra a cui si unisce Ripley in “Aliens”.

Certo, non si tratta dello stesso fucile. L’arma scelta in “Aliens” è tecnicamente un fucile a impulsi M41A, quindi è logico che i due tipi di arma siano in qualche modo diversi. Inoltre, “Alien: Romulus” si svolge nell’anno 2142, mentre “Aliens” è ambientato nel 2179. Pensate a quanta strada ha fatto la tecnologia nel corso di 30 anni nel mondo reale. Le armi da fuoco sarebbero state sicuramente migliorate nel corso del tempo, ma è chiaro che il fucile a impulsi di Rain vuole richiamare alla mente i Marines.

Andy dice una frase famosa

Alien: Romulus David Jonsson
David Jonsson è Andy in ALIEN: ROMULUS. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2024 20th Century Studios.

Oltre che per la sua incredibile azione, “Aliens” è noto anche per avere un buon numero di battute da citare, come “Game over, man!”. Ma la battuta più iconica potrebbe appartenere a Ripley, che sale su un caricatore da lavoro alimentato a P-5000 per salvare Newt (Carrie Henn) dalla regina, dicendo: “Allontanati da lei, s****!”. Gli eventi di “Aliens” non si sono ancora verificati quando ha luogo “Alien: Romulus”, ma a quanto pare si tratta di una battuta piuttosto comune in questo universo, dato che Andy salva Rain da uno Xenomorfo in arrivo e dice la stessa identica cosa.

Le battute di richiamo sono prevedibili in ogni sequel di un grande franchise. “Deadpool e Wolverine” ha fatto leva su questo aspetto, con Blade (Wesley Snipes) che pronuncia la sua famigerata battuta dal primo film di ‘Blade’: “Alcuni figli di puttana cercano sempre di pattinare sul ghiaccio in salita”. In linea di massima è un’ottima idea per far esultare il pubblico, ma c’è da chiedersi che senso abbia la battuta nel contesto del film.

Sembra che per alcuni la battuta sia stata un passo eccessivo, come ha commentato il lettore di Reddit u/North_Star8764 in un thread su “Alien: Romulus”: “Le battute sui fan service erano carine, ma in realtà sminuiscono un po’ perché fanno sembrare il film derivativo e un fan movie. Era un po’ troppo scontato quando Andy ha detto “Allontanati da lei, s****!””. Con una battuta così bella, forse è giusto essere un po’ indulgenti.

Tippett Studio ha realizzato la stop-motion per Alien: Romulus

Durante il press tour di “Alien: Romulus”, Fede Álvarez ha dichiarato apertamente di voler utilizzare il maggior numero possibile di effetti pratici. Il regista ha dichiarato a The Hollywood Reporter: “Ciò che è importante per me è ciò che penso sia importante per il pubblico, e penso che le masse là fuori, tra il pubblico che ama questi film, in particolare, preferiscano davvero vedere gli effetti pratici“. Per far sì che ciò avvenga, il team ha collaborato con il Tippett Studio per un momento specifico.

Phil Tippett è un maestro degli effetti pratici e il suo studio ha lavorato ai più grandi franchise in circolazione, da “Star Wars” a “Jurassic Park”. Per “Alien: Romulus”, il team è stato chiamato a creare un effetto che coinvolge un topo di laboratorio che muore ma poi si rigenera. Questa sequenza è stata realizzata con l’animazione in stop-motion, che è una specialità dello studio.

Il roditore non è stato l’unico effetto pratico dello studio, poiché il team ha anche progettato delle marionette Xenomorph con cui gli attori potevano recitare. Cailee Spaeny ha parlato con The News Movement di quanto sia stato emozionante: “Recitare davvero con questi pupazzi è stato terrificante… È stato un onore incredibile poter recitare con quello invece che con uno schermo verde o una pallina da tennis”. Gli artisti della CGI fanno assolutamente un lavoro incredibile, ma avere uno Xenomorfo fisicamente presente sembra un’esperienza terribilmente viscerale, che porta a una performance più genuina da parte di Spaeny.

Il figlio è un ingegnere?

Prometheus

Alien: Romulus presenta numerosi riferimenti ai precedenti film di “Alien”, facendo anche un po’ pensare ad “Alien Resurrection” con l’introduzione della prole umana/Xenomorfa nel finale. Kay dà alla luce una creatura che matura rapidamente in un’entità bipede che ha gli aspetti di uno Xenomorfo ma ha un aspetto piuttosto umano. In effetti, guardando la sua pelle bianca e pastosa e i suoi occhi scuri, sembra quasi un Ingegnere di “Prometheus”, di cui si sa poco ma che è parte integrante del mito del franchise.

L’esatta meccanica biologica di ciò che accade nel finale di “Romulus” è in sospeso, ma quando Kay si inietta il composto nero, questo probabilmente si fonde con il DNA del suo embrione. Questo accelera il ciclo riproduttivo, per cui la donna partorisce proprio in quel momento e si ritrova con una creatura che probabilmente ha sia il DNA dello Xenomorfo che quello umano. Ma perché sembra un Ingegnere invece di avere le caratteristiche di Kay?

“Prometheus” probabilmente contiene la risposta, poiché l’inizio del film mostra un Ingegnere che si sacrifica per creare la vita sulla Terra. Grazie all’evoluzione successiva, si può ipotizzare che tutti gli esseri umani possiedano almeno una parte della struttura genetica degli Ingegneri. Pertanto, la sostanza nera potrebbe risvegliare quella parte del DNA dell’umanità nel grembo di Kay, dando vita a una mostruosità che sicuramente infesterà gli incubi della gente.

Alien: Romulus ha un brano musicale familiare

Alien: Romulus film 2024

Come abbiamo notato, “Alien: Romulus” contiene immagini e linee di dialogo prese direttamente da altri film di “Alien”. Ma c’è anche una nota musicale che dovrebbe suonare familiare. Come viene rivelato nei titoli di coda, “L’ingresso degli dei nel Valhalla” di Richard Wagner suona in “Romulus”, un’importante traccia musicale che risale ad “Alien: Covenant”.

Il brano di musica classica fa da colonna sonora a “Covenant”, in quanto David (Michael Fassbender) suona la canzone per Peter Weyland (Guy Pearce) nel prologo. Alla fine, David chiede alla nave Covenant di suonare la stessa canzone mentre contrabbanda embrioni Facehugger a bordo. Nel film David ha il complesso del dio, desiderando creare l’organismo perfetto, quindi la scelta della canzone simboleggia l’ascensione percepita da David stesso in un piano superiore. Come sintetico, è venuto al mondo come mera creazione di qualcun altro, ma attraverso gli Xenomorfi, David cerca di creare la propria vita e di diventare un dio.

È appropriato che “L’ingresso degli dei nel Valhalla” appaia di nuovo in “Alien: Romulus“, poiché i temi dell’ascesa verso la divinità rimangono presenti. Anche l’equipaggio condannato della stazione spaziale tenta di giocare a fare il dio, cercando di manipolare il composto nero in modo che possa guarire le persone e mantenendo i Facehugger in stasi. L’arroganza rimane il tema principale di “Alien: Romulus”, mentre gli umani (e i sintetici) continuano a cercare di controllare questi organismi perfetti. Con altri film quasi inevitabilmente in arrivo, il pubblico probabilmente continuerà a vedere le conseguenze di queste azioni per molto tempo.

Deadpool & Wolverine, le magnifiche foto dal backstage di Logan crocifisso!

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All’inizio di Deadpool & Wolverine, Wade Wilson incontra diverse varianti di Logan quando cerca nel Multiverso un sostituto che possa diventare l’ancora del suo mondo, e ci viene offerto un montaggio che senza dubbio ha fatto sentire coccolati i fan dei fumetti degli X-Men.

Oltre a personaggi come “Cavillerine“, Old Man Logan e Wolverine di Age of Apocalypse, il Mercenario Chiacchierone fa capolino su Logan in marrone pronto a combattere con Hulk, e una fantastica ricreazione della copertina di Uncanny X-Men #251 con Wolvie “crocifisso” circondato da teschi.

Ora, il regista Shawn Levy ha condiviso un primo sguardo ufficiale a quest’ultimo tramite storyboard e foto dietro le quinte.

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Shawn Levy dirige Deadpool & Wolverine, con Ryan Reynolds, Hugh Jackman, Emma Corrin, Morena Baccarin, Rob Delaney, Leslie Uggams, Karan Soni, Matthew Macfadyen, e Dafne Keen. Il film è stato scritto da Ryan Reynolds, Rhett Reese, Paul Wernick, Zeb Wells e Shawn Levy.

Nel 2018, Deadpool utilizza il dispositivo per viaggiare nel tempo di Cable per giungere dalla sua linea temporale alla “Sacra Linea Temporale”, ovvero Terra-616, dove chiede a Happy Hogan di unirsi agli Avengers, ma viene rifiutato. Sei anni dopo, Wade si è ritirato dall’essere Deadpool e lavora come venditore di auto usate con il suo amico Peter Wisdom, dopo aver rotto con la sua ragazza Vanessa Carlysle. Durante la sua festa di compleanno, la TVA cattura Wade e lo porta da Mr. Paradox, il quale gli offre di diventare un suo agente e un posto su Terra-616, ma gli rivela anche che la sua linea temporale si sta deteriorando a causa della morte della sua “ancora universale”, ovvero Logan, oltre a descrivere dettagliatamente il suo piano di utilizzare il “Time Ripper”, un dispositivo creato per distruggere prematuramente la linea temporale di Wade e scalare così i ranghi della TVA. Wade, inorridito, gli ruba il TemPad e fugge dalla TVA. Per prima cosa giunge nel luogo dove è stato sepolto Logan per dissotterrarlo, convinto che egli non sia realmente morto, ma quando si rende conto del contrario, massacra gli agenti della TVA giunti per catturarlo e usa il TemPad per viaggiare attraverso il multiverso, in modo da trovare una variante alternativa di Wolverine che possa sostituire quello originale della sua linea temporale.

Marvel svela la strana connessione tra Black Panther e Predator

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Marvel svela la strana connessione tra Black Panther e Predator

Se la storia dei Predator ci ha insegnato qualcosa, è che questi alieni amano assolutamente la caccia grossa. Nel corso degli anni, gli Yautja hanno affrontato di tutto, dagli Xenomorfi al Giudice Dredd, dimostrando che non c’è specie che non combatteranno, compresi i supereroi. Un Predatore una volta ha affrontato Wolverine della Marvel, solo per cadere sotto gli artigli di adamantio del membro degli X-Men (e un’esplosione). Tuttavia, questa sconfitta non è stata sufficiente a dissuadere altri guerrieri dal dare la caccia al migliore della Marvel. Anzi, è successo il contrario e la Terra è ora etichettata come uno dei principali pianeti da colpire: “Predator vs. Black Panther” di Benjamin Percy e Chris Allen vede uno Yautja recarsi in Wakanda con un obiettivo da dimostrare.

Predator vs. Wolverine” mostra cosa succede quando un Predator è costretto a confrontarsi con l’adamantio, ma la serie di Percy e Allen coinvolge l’altro metallo pregiato dell’Universo Marvel. In “Predator vs. Black Panther” #1, un giovane principe si mette alla caccia di alcuni wakandiani per impossessarsi del loro vibranio. E, in un inaspettato colpo di scena che collega la razza aliena alla patria di Pantera Nera, l’arma più preziosa del padre del principe è una lancia realizzata con lo straordinario metallo. Questo lo mette in rotta di collisione con il supereroe del titolo, quindi aspettatevi che la proverbiale cacca colpisca il ventilatore.

Vedere questi personaggi l’uno contro l’altro è un motivo sufficiente per entusiasmarsi per “Predator vs. Black Panther”, ma la storia non si limita alla caccia. Sembra che il Predator titolare abbia dei problemi a casa, e questa missione è la chiave per superarli. Tuttavia, l’ambizioso cacciatore extraterrestre potrebbe avere più cose in comune con Black Panther di quanto pensi, il che solleva alcune domande interessanti.

Predator vs. Black Panther si concentra su un alieno sfavorito

Nell’anteprima esclusiva di Looper di “Predator vs. Black Panther” #1, vediamo alcuni drammi all’interno di una famiglia reale Yautja. Il re ha due figli, uno dei quali è il tipo alto, feroce e muscoloso che associamo alla specie Yautja. Purtroppo, l’altro ha una statura più bassa e una gamba mancante: è chiaro che non è il figlio preferito del suo vecchio.

Per complicare le cose, i fratelli dovranno entrare in guerra con le rispettive fazioni nel tentativo di dimostrare il proprio valore al padre. Arriverà il momento in cui uno di loro erediterà il trono del re e quale modo migliore di dimostrargli il proprio valore se non uccidendo l’altro? In confronto, gli scandali che circondano la famiglia reale britannica sembrano più leggeri, e sono destinati a essere molto più divertenti.

Dato che all’orizzonte c’è una guerra con suo fratello, il perdente Yautja vuole delle armi al vibranio, come la lancia che possiede suo padre, e quale posto migliore del Wakanda per trovarle? Dopo tutto, il metallo è più o meno un’esclusiva della Terra ed è custodito da guerrieri contro i quali può mettere alla prova le sue abilità di combattimento. Il Predator riuscirà nel suo intento o deluderà il suo re? Date un’occhiata a queste immagini esclusive per avere un assaggio di ciò che ci aspetta.

Predator e Black Panther hanno alcune cose in comune

Black Panther sa bene come essere all’altezza delle aspettative reali. Essendo lui stesso un principe, comprende la necessità di essere un guerriero feroce e un leader forte, ma allo stesso tempo deve fare i conti con un fratello con le sue grandi ambizioni. Anche se T’Challa non ha una rivalità combattiva con sua sorella Shuri, potrebbe scoprire di potersi immedesimare in qualche modo nelle esperienze del Predatore. Dopo tutto, ogni bambino vuole essere all’altezza delle aspettative dei genitori.

Inoltre, “Predator vs. Black Panther” mostra il nostro eroe che si aggira tra gli alberi, pronto a balzare sulla sua preda. Certo, si tratta di una partita di tag, ma l’immagine ricorda molto il letale Yautja che dà la caccia a Dutch (Arnold Schwarzenegger) e ai suoi compagni militari nella giungla nel film originale “Predator”. Con queste premesse, i lettori possono aspettarsi una battaglia che coinvolge sia la furtività che l’ingegno. È molto improbabile che queste somiglianze portino Black Panther e gli Yautja a legare e a diventare migliori amici. Tuttavia, sarà interessante vedere come si svilupperà l’azione grazie ai tratti e alle esperienze che li accomunano.

Predator vs. Black Panther” #1 di Benjamin Percy, Chris Allen, Lee Ferguson, Sean Damien Hill, Craig Yeung e Erick Arciniega sarà disponibile nei negozi e online mercoledì 21 agosto. Ulteriori informazioni sul numero e su dove acquistarlo sono disponibili sul sito della Marvel.

The Umbrella Academy: che fine ha fatto Sloane e perché non c’è nella stagione 4

La quarta stagione di “The Umbrella Academy”, eternamente sfortunata per i fratelli Hargreeves, cambia ancora una volta il loro status quo in molti modi. Per Luther “Spaceboy” Hargreeves (Tom Hopper), questi cambiamenti non riguardano solo il depotenziamento della famiglia. Ha anche perso l’amata moglie e membro della Sparrow Academy dell’universo alternativo, Sloane Hargreeves (Genesis Rodriguez).

Potente manipolatrice di gravità e persona notevolmente più gentile della maggior parte degli altri fratelli Hargreeves dell’universo Sparrow, Sloane si lega a Luther poco dopo il loro primo incontro e la loro dinamica da Romeo e Giulietta è una delle storyline più importanti della terza stagione. Tuttavia, dopo che Allison “The Rumor” Hargreeves (Emmy Raver-Lampman) ha resettato la linea temporale di “The Umbrella Academy” alla fine della terza stagione, Sloane non si vede più.

Secondo lo showrunner Steve Blackman, la brusca scomparsa di Sloane e la sua successiva assenza nella quarta stagione non facevano parte del piano originale. È stata invece causata dal fatto che, mentre di solito lo show ha 10 episodi per stagione, questa stagione finale ne ha solo sei. Dato che la quarta stagione di “The Umbrella Academy” è breve e dolce, il tempo a disposizione non è stato sufficiente per portare a termine l’arco di Luther e Sloane. “Non sono mai riuscito a portare a termine la storia di Luther e Sloane che avrei voluto fare in questa stagione”, si è lamentato Blackman in un’intervista a TV Line. “Per ragioni logistiche, non siamo riusciti a farla funzionare. Non siamo riusciti a farla funzionare”.

La prevista perdita di memoria si è trasformata in un’assenza misteriosa

The Umbrella Academy
The Umbrella Academy | In foto (da sinistra a destra) gli attori Elliot Page, Emmy Raver-Lampman, Aidan Gallagher, Robert Sheehan, David Castañeda, Justin H. Min e Ritu Arya nell’episodio 06 (S4). Cr. Courtesy of Netflix© 2024.

Oltre a confermare che Sloane Hargreeves è stata vittima della dura realtà dei vincoli temporali, Steve Blackman ha anche fatto luce sul tipo di trama che “The Umbrella Academy” aveva in mente per lei e Luther. Naturalmente, si tratta di una notizia piuttosto negativa per l’eternamente innamorato Spaceboy. “Volevo che Sloane fosse viva, ma che non si ricordasse di Luther e che lui cercasse di convincerla ad amarlo di nuovo”, ha detto Blackman, spiegando il piano originale della quarta stagione nell’intervista a TV Line.

In un’altra intervista rilasciata al sito web Tudum di Netflix, Blackman ha approfondito ulteriormente la situazione. Lo showrunner ha rivelato che, mentre l’uccisione di Sir Reginald Hargreeves (Colm Feore) da parte di Allison avrebbe potuto cancellare del tutto Sloane dall’esistenza, ha un’altra idea sul destino inedito e non affrontato del membro dell’Accademia Sparrow nella quarta stagione.

Penso che Sloane esista nella linea temporale, ma non ha mai trovato Luther e Luther non ha mai trovato lei”, ha detto lo showrunner. “Potrebbe essere in giro per il mondo, ma l’abbiamo lasciata sconosciuta. Se mi chiedete cosa penso, penso che sia da qualche parte là fuori. Ma potrebbe non ricordare nulla e potrebbe essere così lontana da Luther da non poterlo raggiungere”. Anche se questo non rappresenta esattamente una chiusura piacevole per la storia d’amore Sloane-Luther, i fan potrebbero trovare confortante sapere che lo showrunner crede personalmente che la storia di Sloane non finisca con la riscrittura della realtà della terza stagione.

Alien: Romulus, ecco come apparirebbe lo Xenoman nella vita reale

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Ci sono molti scricchiolii familiari nella casa infestata nello spazio del regista Fede Álvarez, ma un nuovo spavento nella sua nuova e feroce rivisitazione della vita extraterrestre in Alien: Romulus (la nostra recensione) è la prole. Proprio come il capolavoro originale di Ridley Scott ha dato al pubblico un ultimo spavento, Rain (Cailee Spaeny) affronta un ultimo incubo, nato dal DNA di Alien e umano. Accreditato solo come Offspring nei titoli di coda del film, questo terrore di due metri, come gran parte di “Alien: Romulus”, non è una creazione in CGI, ma un’opera realizzata con il buon vecchio trucco, gli effetti speciali e un vero attore di nome Robert Bobroczkyi.

Bobroczkyi è nato ad Arad, in Romania, e ha raggiunto altezze letteralmente incredibili già in giovane età, raggiungendo il metro e ottanta centimetri a soli 8 anni e guadagnando un altro metro all’età di 12 anni. Bobroczkyi è un ex giocatore di basket rumeno che si è trasferito da Arad a Geneva, in Ohio, nel 2016. Ha frequentato la Rochester Christian University nel 2020, prima di tornare in patria per frequentare il college in Romania. Le sue caratteristiche fisiche lo rendevano ideale per il ruolo di cattivo del film nell’atto finale.

Bobroczkyi aveva nei suoi geni la caratteristica di essere una grande presenza

Alien: Romulus spiegazione finale
Credit 20th Century Studios

Sebbene Robert Bobroczkyi abbia avuto valutazioni sulla salute per la maggior parte della sua vita, è emerso che l’altezza dell’ex stella del basket è un fatto di famiglia. Il padre di Robert, l’ex giocatore di pallacanestro Zsigmond Bobróczky, è alto 1 metro e 80 centimetri, mentre la madre Brunhilde, che ha giocato a pallavolo e pallamano, è alta 1 metro e 80 centimetri. Sebbene sia stato confermato che non ha problemi ormonali o di crescita, il giovane rumeno era limitato quando si trattava di giocare in campo, soffrendo di problemi di movimento e resistenza. Inoltre, soffriva di scoliosi e di problemi alla schiena, che lo rendevano inadatto a giocare a basket a livello professionale.

Forse, dopo aver assunto la parte degli Offspring e aver portato la paura nello spazio, Bobroczkyi potrebbe aver trovato una carriera sullo schermo. Da un’occhiata alla sua pagina IMDb risulta che “Alien: Romulus” è il suo unico ruolo da attore finora, ma ora Bobroczkyi si unisce a un’eredità di talenti che hanno portato il terrore nei cinema per decenni. Il primo a colpire dall’ombra è stato quando lo xenomorfo ha fatto un giro sul pit stop della Nostromo nel 1979 e il mondo ha imparato che nello spazio nessuno può sentirti urlare.

L’Alien originale era una star molto alta un tempo

Alien

Proprio come Fede Álvarez si è avvalso dell’aiuto di Robert Bobroczkyi per portare la paura nel suo capitolo dell’antologia Alien, Ridley Scott ha ingaggiato un talento con una grande presenza sullo schermo. Il primo a dare vita allo Xenomorfo è stato Bolaji Badejo, un graphic designer di 1 metro e 80, scoperto in un pub londinese di Soho da un direttore del casting innamorato delle lunghe gambe di Badejo. Come Bobroczkyi, ha accettato il ruolo senza alcuna precedente esperienza di recitazione. Ma ciò che ha fornito è stato sufficiente, perché Badejo è stato determinante nel dare vita a uno dei personaggi più terrificanti del cinema, di cui gli altri membri del cast erano consapevoli e rispettosi.

Mentre il volto di Bobroczkyi è stato ricoperto di trucco e protesi per dare vita al suo personaggio, Badejo ha indossato la lunga testa tubolare, marchio di fabbrica dell’Alien, e un’intera tuta di tubi e tubature biomeccaniche. Durante le riprese, Tom Skerritt si rese conto che il suo co-protagonista nascosto non era in grado di sedersi nella tuta, inducendo la troupe a costruire un’altalena dove Badejo potesse parcheggiare tra una ripresa e l’altra. Dopo il successo del film, a Badejo fu chiesto di tornare per un sequel, ma tornò a casa in Nigeria, dove in seguito aprì una galleria d’arte. Purtroppo, Badejo è uno degli attori dell’universo di Alien scomparsi, morto nel 1992 a causa di complicazioni dovute all’anemia falciforme. Aveva solo 39 anni. Sebbene “Alien” sia la sua unica interpretazione, lascia a Bobroczkyi delle orme leggendarie e importanti da seguire.

Bridgerton 4: ecco chi interpreterà l’interesse amoroso di Benedict Bridgerton

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Bridgerton 4 ha scelto Yerin Ha per il ruolo dell’interesse amoroso di Benedict Bridgerton. Secondo alcune fonti, Ha interpreterà Sophie Beckett nella prossima stagione della serie di successo Shondaland-Netflix. Come annunciato in precedenza, la stagione 4 racconterà la storia d’amore di Benedict (Luke Thompson) e sarà basata sugli eventi del terzo romanzo “Bridgerton” di Julia Quinn, “An Offer From a Gentleman“. I rappresentanti di Netflix e Shondaland hanno rifiutato di commentare. I rappresentanti di Ha non hanno risposto immediatamente alla richiesta di commento.

Secondo la sinossi ufficiale della stagione, La quarta stagione di ‘Bridgerton’ si concentra sul secondogenito bohémien Benedict. Nonostante i suoi fratelli maggiore e minore siano entrambi felicemente sposati, Benedict è riluttante a sistemarsi, finché non incontra un’affascinante Lady in Silver al ballo in maschera di sua madre”.

Beckett è la “Lady in Silver”. Nel romanzo, è la figlia illegittima di un conte e di una delle sue cameriere. È cresciuta nella casa del padre, anche se lui non l’ha mai riconosciuta pubblicamente come sua figlia.

Yerin Ha è forse più nota al pubblico americano per il suo ruolo nell’adattamento della serie Paramount+ dei videogiochi “Halo”. È apparsa in entrambe le stagioni della serie nel ruolo di Kwan Ha. I suoi altri crediti includono gli spettacoli australiani “Reef Break”, “Troppo” e “Bad Behaviour”, così come il film horror indipendente “Sissy”. Apparirà prossimamente nella serie prequel di Max Dune: Prophecy, che dovrebbe andare in onda a novembre su HBO e Sky/NOW in Italia.

  • Numero episodi: 8
  • Location delle riprese: Londra, UK
  • Showrunner / Produttore esecutivo: Jess Brownell
  • Produttori esecutivi: Shonda Rhimes, Betsy Beers, Tom Verica e Chris Van Dusen

Bridgerton” è prodotto esecutivamente da Shonda Rhimes, Betsy Beers e Tom Verica di Shondaland insieme a Chris Van Dusen, che ha sviluppato lo show per la televisione. Jess Brownell è lo showrunner e produttore esecutivo. Shondaland ha attualmente un accordo generale con Netflix.

Ironheart D23 Trailer: tutto ciò che è stato rivelato nel sorprendente e soprannaturale teaser trapelato

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Al D23, i Marvel Studios hanno spostato l’attenzione sulla promozione delle prossime serie TV di Disney+, come Daredevil: Born Again e Ironheart. Dopo Daredevil: Born Again ora è il turno di Riri Williams.

Ironheart è stato prodotto due anni fa e da allora è rimasto apparentemente sullo scaffale. Non ne conosciamo esattamente il motivo: potrebbe trattarsi di problemi di produzione, di un lungo lavoro sui VFX o di un tentativo di distribuire meglio l’offerta di streaming del MCU. Ora, però, tutti i segnali indicano che l’attesa è valsa la pena.

Mentre il trailer è stato rilasciato ufficialmente, abbiamo dato un’occhiata approfondita al filmato per offrirvi un resoconto completo e nuovi dettagli sulla prossima storia di Ironheart. Tra questi, informazioni sulle sue nuove tute, un inaspettato colpo di scena e il ruolo sorprendentemente soprannaturale di The Hood.

Un ritorno deludente

ironheart black panther

In Black Panther: Wakanda Forever, Riri si è ritrovata in Wakanda dopo essersi imbattuta in Namor il sommergibilista. Con la tecnologia del Paese a sua completa disposizione, ha creato un’incredibile armatura, ma ha dovuto abbandonarla quando è tornata a casa.

Il trailer inizia con questa scena prima di raggiungere Riri a Chicago. Salta le lezioni al MIT e usa le loro risorse per lavorare a una nuova armatura dopo quello che, come dice lei stessa, è stato uno “stage all’estero”.

Sebbene non prevediamo di vedere Ned e MJ al MIT, Jim Rash torna nei panni di un professore del MIT senza nome, dopo aver fatto un’apparizione cameo in Captain America: Civil War. Comunque, alla fine, Riri viene espulsa!

Creare una nuova I.A.

ironman e ironheart

Riri vuole costruire “qualcosa di innegabile” ed è decisa a costruire un’armatura; speriamo che Ironheart stabilisca meglio il perché, visto che Black Panther: Wakanda Forever ha toccato solo brevemente le sue motivazioni.

Nel trailer viene anche rivelato che sta cercando di creare un’intelligenza artificiale. Nei fumetti, Riri è stata inizialmente guidata da una versione AI di Tony Stark dopo la sua apparente scomparsa; sfortunatamente, non prevediamo che Robert Downey Jr. si faccia vedere in questa serie Disney+!

Tuttavia, alla fine Riri ha acquisito una propria IA che, dopo aver scansionato e composto le sue onde cerebrali e i suoi ricordi, ha assunto le sembianze di una Natalie invecchiata, la migliore amica dell’eroe morta da tempo e uccisa quando erano bambini in una sparatoria.

È stata poi chiamata Neuro-Autonomous Technical Assistant & Laboratory Intelligence Entity (N.A.T.A.L.I.E.) e ci chiediamo se i Marvel Studios abbiano in mente qualcosa di simile.

Un alleato improbabile: The Hood

The Hood

The Hood era un cattivo di serie C che lo scrittore di fumetti Brian Michael Bendis ha deciso di trasformare in un personaggio di serie A. Parker Robbins ha finito per essere una grande minaccia per i Vendicatori e alla fine ha messo insieme una banda di supercriminali per cercare di conquistare la malavita.

In precedenza, aveva rubato diversi artefatti magici che gli conferivano formidabili poteri soprannaturali. Alla fine abbiamo scoperto che questi erano legati al cattivo di Doctor Strange, Dormammu. Nel MCU, si vocifera che abbia stretto un patto con Mefisto, che si spera possa gettare le basi per l’eventuale debutto di Ghost Rider.

Tornando al trailer di Ironheart, Parker viene presentato come alleato di Riri. Lei ha bisogno di denaro per realizzare la sua visione e lui può darle gli strumenti per farlo. In cambio, lei dovrà svolgere per lui alcuni lavori “discutibili” (leggi: illegali), il che significa che, almeno per un breve periodo, sarà una cattiva persona nella serie.

Quando troviamo The Hood qui, tutti gli indizi indicano che è piuttosto agli inizi della sua carriera di supercriminale.

A New Suit

Riri Williams in Wakanda Forever

Il trailer trapelato di Ironheart non è esattamente in HD (perché le persone che registrano queste cose sembrano sempre avere cellulari antichi?), ma pensiamo che ci siano almeno un paio di armature diverse nello sneak peek. La prima è la tuta simile a una macchina da guerra che abbiamo visto nelle foto del set; sembra innegabilmente formidabile e potrebbe indicare dove si trova la testa di Riri quando cade sotto l’incantesimo di The Hood. Viene mostrata mentre attraversa Chicago e in una divertente scena in cui si veste per fermare un camion che sta per investirla.

Poi, proprio alla fine del teaser, sembra che Riri abbia indossato un abito bianco più in linea con i fumetti. Per qualche motivo, i Marvel Studios non stanno adottando il design di cui sopra e non possiamo fare a meno di chiederci se sia perché viene conservato per il finale/futuri progetti.

Magia contro scienza

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È da un po’ che si sente dire che Ironheart intende contrapporre la scienza alla magia e l’indizio più grande arriva quando vediamo delle orrende cicatrici, chiaramente magiche, sulla schiena di Parker.

Questo deve avere a che fare con “The Hood” (mostrato su un alter ego in un’altra scena) e questa serie è l’occasione perfetta per i Marvel Studios di esplorare ulteriormente il lato soprannaturale del MCU. Se Parker ha venduto la sua anima per il potere e il denaro, forse Mefisto spera che Riri faccia lo stesso in cambio di diventare il prossimo Iron Man.

Anche Alden Ehrenreich, accreditato come Joe McGillicuddy, appare brevemente e sembra essere preso di mira da The Hood. O è Mefisto sotto mentite spoglie o, più probabilmente, è Ezekiel Stane e ha i suoi piani per Riri e la sua tuta.

Deadpool & Wolverine è il film R-rated con il più alto incasso di sempre. Superato Joker

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Il sequel targato Disney Deadpool & Wolverine ha generato 1,086 miliardi di dollari al botteghino globale dopo 23 giorni di uscita, superando Joker del 2019 (1,078 miliardi di dollari) come film R-rated con il più alto incasso della storia.

L’avventura Marvel per salvare l’universo è arrivata nelle sale il 26 luglio (il 24 in Italia), incassando ben 211 milioni di dollari al suo debutto nazionale, classificandosi come il sesto più grande weekend di apertura di tutti i tempi. Da allora, Deadpool & Wolverine è rimasto un’enorme attrazione con 516 milioni di dollari in Nord America e 568 milioni di dollari a livello internazionale. Ha superato l’intera programmazione dei suoi predecessori: “Deadpool” del 2016 con 783 milioni di dollari e “Deadpool 2” del 2018 con 786 milioni di dollari dopo appena due settimane nei cinema. Ora è il secondo blockbuster del 2024 (dopo il successo Disney-Pixar “Inside Out 2″ con 1,558 miliardi di dollari) e il secondo film vietato ai minori ad entrare nell’ambito club dei miliardi di dollari.

“Grazie per aver reso il primo film vietato ai minori dei Marvel Studios il più grande di tutti i tempi”, ha detto il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige in una dichiarazione. “È fantastico vedere che il pubblico ama questo film tanto quanto noi abbiamo amato realizzarlo. Tutte quelle conversazioni sono valse la pena!”.

Il capo dello studio si riferisce sfacciatamente a una battuta del film in cui Deadpool scherza dicendo che Feige ha detto che la cocaina era l’unica cosa off-limits. Nella vita reale, Feige insiste nel dire di non aver emesso quell’editto. “Eravamo aperti a tutto”, ha detto Feige a Variety per un articolo di copertina a luglio. “Dopo circa la 28a volta che fai una battuta, a volte non è più così divertente. Forse sono un po’ pudico quando si tratta di uso di droghe, ma ero tipo “Eh, non è così divertente”. Ryan, ovviamente, immagazzina tutto nel suo cervello per usarlo successivamente come battute eccellenti. E lo ha aggiunto alla sceneggiatura.”

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Shawn Levy dirige Deadpool & Wolverine, con Ryan Reynolds, Hugh Jackman, Emma Corrin, Morena Baccarin, Rob Delaney, Leslie Uggams, Karan Soni, Matthew Macfadyen, e Dafne Keen. Il film è stato scritto da Ryan Reynolds, Rhett Reese, Paul Wernick, Zeb Wells e Shawn Levy.

Daredevil: Born Again, Charlie Cox rivela quando ha sentito per la prima volta Kevin Feige riguardo al ritorno nel MCU

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Con una divisione così netta tra Marvel Studios e Marvel Television, la maggior parte dei fan non si aspettava che i personaggi di strada di Netflix sarebbero apparsi nel MCU.

Questo cambiamento sembrava un po’ più probabile quando la Disney ha chiuso la Marvel Television, ma anche in quel caso era difficile immaginare che Kevin Feige e compagnia fossero disposti a riprendere i Difensori da dove erano state lasciate diverse stagioni di programmazione su Netflix.

Tuttavia, nel 2021, il Kingpin di Vincent D’Onofrio è tornato in Hawkeye e, poche settimane dopo, abbiamo visto Charlie Cox nei panni di Matt Murdock in Spider-Man: No Way Home.

La ritrovata forza del primo ha suggerito che i Marvel Studios stavano apportando alcune modifiche ai personaggi e, sebbene da allora gli show di Netflix siano stati resi “canonici” rispetto alla Terra-616, non ci aspettiamo che progetti futuri come Daredevil: Born Again aderiscano troppo strettamente a ciò che è stato fatto in precedenza.

Parlando con People, Cox ha rivelato quando ha sentito per la prima volta Feige in merito alla possibilità di tornare a vestire i panni di Daredevil.

“Abbiamo interrotto le riprese dello show originale alla fine del 2016, inizio 2018 e abbiamo scoperto che era stato cancellato da qualche parte in quel periodo”, ha ricordato l’attore. “E solo a metà del 2020 abbiamo ricevuto una telefonata da Kevin che ci diceva che erano interessati a riportare i personaggi”.

Dopo quella promettente telefonata, i Marvel Studios non hanno più parlato di Cox e lui ammette che è stato allora che si è “completamente lasciato andare” all’idea di interpretare il Daredevil del MCU.

Ero andato avanti e di tanto in tanto io e Vincent parlavamo e lui diceva cose del tipo: ‘Oh, ci chiameranno. Penso che andranno da noi, ma ci chiameranno“”, ha osservato Cox. “E io, dopo aver messo giù il telefono, dicevo: ”Quel tipo è un pazzo! Deve lasciar perdere. Saranno passati 10 anni e lui continua ad andare avanti. È finita. È decisamente finita”.

Ha aggiunto di essere rimasto “scioccato” quando è arrivata la seconda chiamata per informarlo dei piani per le apparizioni in Spider-Man: No Way Home, She-Hulk: Attorney at Law, Echo e, infine, Daredevil: Born Again.

Ieri, Cox ha anche condiviso alcune nuove intriganti informazioni su come Daredevil e Daredevil: Born Again, rivelando che un ulteriore tessuto connettivo è stato aggiunto durante la recente revisione creativa dello show.

Daredevil: Born Again sarà trasmesso in anteprima su Disney+ il prossimo marzo.

Quello che sappiamo di Daredevil: Born Again

Lo sceneggiatore di The Punisher, Dario Scardapane, è salito a bordo come nuovo showrunner della serie Daredevil: Born Again, le cui riprese sono concluse da poco.

I dettagli specifici della trama sono ancora nascosti, ma sappiamo che Daredevil: Born Again vedrà Matt Murdock/Daredevil (Charlie Cox) confrontarsi con la sua vecchia nemesi Kingpin (Vincent D’Onofrio), che abbiamo visto tornare di corsa a New York nel finale di stagione di Echo. È probabile che Fisk sia in corsa per la carica di sindaco di New York o che sia già stato nominato a tale carica quando la storia prenderà il via.

I dettagli specifici della trama di Daredevil: Born Again non sono stati rivelati, ma possiamo mettere insieme un’idea approssimativa dalle foto dal set e dalle fughe di notizie sulla trama. Matt Murdock difenderà White Tiger in tribunale, The Kingpin è il sindaco di New York City (e reprime i vigilantes che odia così tanto), e The Punisher prende di mira i poliziotti corrotti che hanno cooptato il suo logo.

Entrambi i personaggi hanno debuttato nel Marvel Cinematic Universe nel 2021. Kingpin è stato guest-star nella serie Disney+ Hawkeye e Matt Murdock è apparso brevemente in Spider-Man: No Way Home. Cox è stato anche guest-star in due episodi di She-Hulk: Attorney at Law, dove ha mostrato un lato più leggero dell’eroe. Kingpin, invece, è stato tra i protagonisti della serie Echo. È stato confermato che Daredevil: Born Again sarà presentato in anteprima su Disney+ il prossimo marzo.

Glen Powell rivela di no essere mai stato contattato dai Marvel Studios o dai DC Studios

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La stella di Glen Powell è in ascesa. Dopo aver entusiasmato gli spettatori con Top Gun: Maverick e Anyone But You, l’attore ha recentemente fatto lo stesso con Hit Man e Twisters. Il prossimo ruolo sarà sicuramente quello di un supereroe?

Sebbene non tutti gli attori di Hollywood siano desiderosi di unirsi a un grande franchise Marvel o DC, Powell ha dichiarato a The Playlist di essere un fan di entrambi i mondi. L’attore ha ammesso di non aver rivelato se vestirebbe i panni di un eroe o di un cattivo, ma sembra almeno che sia aperto all’idea.

“Sapete, non ho mai ricevuto una chiamata dalla DC o dalla Marvel”, ha dichiarato Powell, confermando di non essere ancora stato contattato per un ruolo in un film sui fumetti, “ma sono un fan di tutto ciò che fanno”.

“Ho appena visto Deadpool e Wolverine. Mi sono divertito da morire. Penso che quello che Shawn Levy e Ryan Reynolds hanno fatto con questo film sia straordinario e che abbia un sapore così divertente per il pubblico. Faccio il tifo per loro e amo quello che fanno”.

Penso che James Gunn, Peter Safran e quello che stanno facendo alla DC – penso che sarà davvero, davvero buono per quel business”, ha aggiunto. “Quindi, sì, faccio il tifo per tutti loro. Sono un grande fan dei film”.

A maggio, Powell ha confermato di non essere tra gli attori che hanno fatto il provino per il nuovo Uomo d’Acciaio del DCU. “Ma ero sul set di Twisters con [il nuovo Clark Kent] David Corenswet quando ha ricevuto la chiamata”, ha detto. “È un professionista e se lo merita”.

Glen Powell su Batman

Glen Powell Hit Man
Foto di Brian Roedel

“Sono sempre stato un tipo da Batman. Avrei un’interpretazione selvaggia di Batman. Non sarebbe sicuramente un tono alla Matt Reeves, ma probabilmente sarebbe più vicino a quello di Keaton”.

Con Robert Pattinson che dovrebbe continuare a interpretare Batman, non sarebbe male che il Crociato incappucciato del DCU fosse molto diverso (sarà anche padre di Damian Wayne, alias Robin). Per ora, il principale diritto di Powell alla fama della DC è il fatto che “Bane mi ha spaccato la testa in The Dark Knight Rises”.

All’epoca, abbiamo anche appreso che ha “sbagliato” il provino per interpretare Captain America nel Marvel Cinematic Universe… e poi è stato vicino a ottenere il ruolo di protagonista in Solo: A Star Wars Story del 2018. “Ora posso scherzarci su”, ricorda, “[ma] ho mandato all’aria l’audizione finale”.

Solo il tempo ci dirà se Powell avrà mai un ruolo da supereroe. Batman rimane la proposta più popolare tra i fan ed è un ruolo importante del DCU che Gunn e Safran non hanno ancora scelto. Si tratta però di un impegno enorme e, in questa fase della sua carriera, potrebbe essere una richiesta troppo grande per Powell.

Fuori in 60 secondi è basato su una storia vera?

Fuori in 60 secondi è basato su una storia vera?

Epica produzione di Jerry Bruckheimer nella tradizione dei film d’azione con Nicolas Cage come “The Rock e “National Treasure”, Fuori in 60 secondi vede Cage nei panni di Randall “Memphis” Raines, un ex ladro di auto che negli ultimi anni ha rigato dritto. Ma quando suo fratello Kip (Giovanni Ribisi) viene minacciato da uno spietato gangster, Memphis deve portare a termine l’impresa impossibile di rubare 50 auto entro 72 ore, pena la perdita della vita di Kip.

Riunendo la sua vecchia banda, tra cui Robert Duvall nel ruolo di Otto Halliwell, Angelina Jolie nel ruolo di Sara “Sway” Wayland e Vinnie Jones nel ruolo di Sphinx, Raines progetta di catturare tutte le auto in una sola notte, mentre due detective della polizia di nome Roland Castlebeck e Drycoff (Delroy Lindo e Timothy Olyphant) costruiscono un caso contro di lui.

Diretto da Dominic Sena, Fuori in 60 secondi  ha ottenuto recensioni negative dalla critica ma ha fatto piazza pulita al botteghino (via Box Office Mojo), anche se la complicata contabilità di Hollywood ha fatto sì che il film sia stato ufficialmente considerato una perdita per lo studio. Ciononostante, è ricordato come un film divertente e ricco d’azione per la televisione via cavo e di rete.

Ma il film d’azione Fuori in 60 secondi, diretto da Cage, è basato su una storia vera o su un episodio specifico? Ecco da dove viene realmente il film.

Fuori in 60 secondi, interpretato da Nicolas Cage, è un remake di un film del 1974.

Fuori in 60 secondi (2000)
© 2000 – Touchstone Pictures

Il film del 2000 Fuori in 60 secondi, interpretato da Nicolas Cage, è un remake dell’omonimo film di H.B. Halicki del 1974, sebbene nessuno dei due sia basato su un episodio specifico. Infatti, secondo quanto riferito, il film originale non aveva nemmeno una sceneggiatura ufficiale, in quanto la produzione indipendente utilizzava dialoghi improvvisati. Il film Fuori in 60 secondi del 1974, tuttavia, è stato fortemente ispirato dall’amore di Halicki per le auto e da alcune accuse di furto d’auto che alla fine sono state ritirate (via Hagerty).

Per risparmiare, la maggior parte degli attori e dei professionisti presenti sul set di Fuori in 60 secondi erano in realtà parenti e amici di Halicki, un rigattiere già noto per la sua collezione di automobili antiche (via Street Muscle Mag). Quando Halicki iniziò la produzione del film nel 1973, non solo scrisse, diresse, produsse, interpretò e fece da stuntman per il film, ma fornì anche la maggior parte delle auto rubate come parte della trama. In totale, 127 automobili furono distrutte durante la produzione, ma i lunghi inseguimenti in auto fecero del film un successo di culto per il regista dilettante, incassando 40 milioni di dollari con un budget molto basso (via Chronicle).

Purtroppo Halicki rimase ucciso durante le riprese di uno stunt per Fuori in 60 secondi 2 nel 1989, ma la sua eredità di regista d’azione e di appassionato di auto continua attraverso il film originale del 1974 e il suo remake.

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