Per Dune: Parte
Due, Denis Villeneuve si è addentrato
nel deserto arabo e ha trascorso quasi un mese con la produzione
per le riprese nell’Oasi Liwa di Abu
Dhabi, che ha fornito una parte sostanziale del paesaggio
del pianeta desertico Arrakis, dimora dei mostruosi vermi
sandwich.
Denis Villeneuve
ha elogiato la location e i servizi forniti dalla Abu Dhabi Film
Commission e dalla Epic Films, società di servizi di produzione con
sede negli Emirati Arabi Uniti, in un video promozionale dietro le
quinte, a cui
Variety ha avuto accesso in esclusiva.
Dune: Parte
Due parla del rapporto tra gli esseri umani e la
natura”, dice Villeneuve nel promo che contiene
anche testimonianze di
Zendaya,
Javier Bardem,
Rebecca Ferguson e del direttore della fotografia
Greig Fraser, tra gli altri.
“Per me era importante portare
quella natura sullo schermo“, aggiunge il regista, in modo che
il pubblico ci creda “se sente che c’è qualcosa che sembra
reale, che sembra tattile“.
Così, dopo aver girato per cinque
giorni nel deserto di Abu Dhabi per il primo
capitolo di “Dune“,
Villeneuve e l’intero cast e la troupe sono tornati per
Dune:
Parte Due e hanno trascorso 27 giorni tra le
imponenti dune
ondulate di Liwa, alcune delle quali alte più di 600 piedi, ai
margini del Rub’ Al Khali, il più grande tratto di deserto
ininterrotto del mondo.
“Avevamo una rete di 18 miglia
di strada che ci portava in diversi luoghi dove c’erano tende,
catering, gru da costruzione, sollevatori telescopici e tutto il
resto“, racconta la produttrice esecutiva Tanya Lapointe.
“È stata un’impresa enorme, ma
spettacolare“, aggiunge Lapointe, che è stato
anche regista di seconda unità in Dune: Parte
Due.
Legendary Pictures ha anche
beneficiato del generoso sconto del 30% della Abu Dhabi Film
Commission (ADFC) sulle spese di produzione nell’Emirato.
Per i professionisti della
produzione in loco, “la sfida principale per Dune: Parte
Due è stata la logistica“, ha dichiarato a
Variety il produttore Robbie McAree, capo della Epic Films con sede
negli Emirati Arabi Uniti, che ha lavorato a entrambi i film di
“Dune”, in un’intervista sui vari aspetti della parte di Abu Dhabi
della produzione.
La sfida principale di
questa volta è stata la logistica. Denis non voleva girare negli
stessi luoghi in cui avevamo girato “Dune: Parte Uno”, quindi ci
siamo addentrati nel deserto, più vicino al confine con l’Arabia
Saudita, un deserto di confine così grande e vuoto. Andavamo a
cercare nuovi posti, perché questo era uno dei suoi obiettivi
principali: non voleva usare le stesse location.
Quanta troupe e quanti talenti
locali ha utilizzato negli Emirati Arabi Uniti?
Per la produzione
abbiamo utilizzato quasi 300 persone tra troupe e collaboratori
locali, un numero piuttosto elevato rispetto alle circa 250 troupe
internazionali che sono venute qui. Quindi c’erano molti
professionisti locali, il che è fantastico. Anche per quanto
riguarda le comparse, credo che ci siano state 500, o quasi,
comparse locali che abbiamo utilizzato per tutti i 27 giorni.
Quindi è stato un lavoro importante in termini di esigenze locali.
E abbiamo potuto lavorare a stretto contatto non solo con la troupe
e i talenti, ma anche con altri dipartimenti e fornitori
strettamente affiliati alla Abu Dhabi Film Commission e alla
municipalità di Abu Dhabi. Avevamo bisogno di tutta questa
assistenza, soprattutto quando dovevamo costruire queste strade nel
deserto.
Per quanto riguarda le
sistemazioni, i talenti della lista A, come Timothee Chalamet e Zendaya, hanno dormito nel deserto?
Il luogo in cui abbiamo
girato è ovviamente vicino al resort nel deserto Qasr Al Sarab
Hotel, che è fantastico. Era il nostro punto di servizio. È un
hotel incredibile, fantastico, con ottime strutture. Quindi, sì,
c’erano tutti. Naturalmente, fin dall’inizio ci siamo resi conto
che avremmo avuto una sfida in termini di quantità di letti. Così
ho proposto ai produttori – i produttori internazionali – l’idea di
costruire un campo. All’inizio mi guardavano come se avessi tre
teste. Ma ha funzionato ed è stata un’ottima
soluzione.
Dune – Parte
Due (qui
la nostra recensione),
si conclude in modo tragico, che vede Chani e Paul Atreides
separarsi in seguito ad alcune incomprensioni, con il secondo dei
due pronto ad intraprendere una guerra con cui reclamerà il suo
posto sul trono di Imperatore. Questo secondo film diretto da
Denis Villeneuve dedicato al
Ciclo di Dune di Frank Herbert si conclude
dunque con un finale tanto drammatico quanto aperto, che rimanda
necessariamente ad un terzo film. Villeneuve ha già anticipato la
possibilità di adattare il secondo romanzo di Herbert, Dune:
Messiah, con la sceneggiatura che sarebbe
addirittura già quasi pronta. Sembra tuttavia ci vorrà un po’
prima di poter vedere questo Dune
– Parte Tre, ma nel mentre possiamo provare ad
ipotizzare cosa aspettarci da esso.
L’ascesa di Paul a Imperatore e la
Guerra Santa saranno alla base di Dune – Parte
Tre
Alla fine di Dune: Parte
Due, Paul sale al potere con l’aiuto dei Fremen, che ora
combattono per lui contro l’imperatore Shaddam IV
e le Grandi Case. Tuttavia, queste ultime non accettano l’ascesa di
Paul, ma egli è ben disposto a combattere contro di loro. Il finale
allude dunque alla Guerra Santa che si verificherà in Dune –
Parte Tre, che nei romanzi porta poi Paul ad ottenere
effettivamente il titolo di imperatore. Ci sono poi
molte visioni che Paul ha nel corso di Dune – Parte
Due, e molte di esse anticipano l’imminente guerra che si
scatenerà, con lui in veste di messia, e le conseguenze che ne
deriveranno. Mentre le Grandi Case saranno dunque costrette a
sottomettersi a Paul, il suo crescente potere causerà tensioni che
si ripercuoteranno sul suo futuro come imperatore.
Nei libri il conflitto noto come
Guerra Santa dura dodici anni e si svolge in gran parte tra gli
eventi di Dune e Dune: Messiah, concludendosi con
l’universo che finalmente riconosce Paul come imperatore. Nei
romanzi, dunque, il conflitto non viene propriamente descritto e
serve solo a modificare radicalmente l’universo tra un libro e
l’altro della serie. Dune: Messiah riprende infatti dodici
anni dopo, quando l’Impero Atreides è ufficialmente iniziato. A
quel punto, la Guerra Santa è stata vinta. Avendo infranto le
difese di decine di migliaia di mondi in tutto il cosmo, Paul e i
Fremen hanno creato l’impero più potente che l’universo di Dune
abbia mai visto.
Tuttavia, in suo nome sono state
commesse atrocità che hanno lasciato Paul in conflitto con sé
stesso. Dune: Messiah si concentra dunque maggiormente
sulle lotte interne di Paul per continuare a impegnarsi nel
Sentiero d’Oro, una serie di eventi da lui previsti che
garantiranno la sopravvivenza e la prosperità dell’umanità tra le
stelle. Il libro dedica anche molto tempo all’esplorazione di una
cospirazione ordita contro il suo governo, con la quale sua sorella
Alia Atreides (Anya
Taylor-Joy) è costretta a confrontarsi. In ogni caso,
c’è da aspettarsi che la Guerra Santa non sarà propriamente
mostrata nel film, ma che sia appunto la base per gli eventi che ne
conseguono.
Le visioni che Paul ha in Dune – Parte
Due sono viscerali e, sebbene arrivino a sprazzi, mostrano
il futuro di Arrakis. Queste suggeriscono che l’acqua tornerà a
scorrere sul pianeta, che il mare tornerà ad occupare ampie zone
del pianeta, e che la Guerra Santa che sta per arrivare causerà
anche miliardi di morti in suo nome. Le innumerevoli morti di
Dune non saranno limitate ai Fremen e nemmeno ad Arrakis,
ma si riverbereranno in tutta la galassia. Alcune visioni di Paul
si sono già avverate, come quella di sua madre Lady Jessica che lo
conduce a sud di Arrakis e il suo duello con Feyd-Rautha, per cui
c’è da aspettarsi che quelle ancora da concretizzarsi troveranno il
momento per farlo in Dune –
Parte Tre, offrendo scenari potenzialmente molto
spaventosi.
Alia Atreides avrà un ruolo
fondamentale in Dune – Parte Tre
L’attrice Anya Taylor-Joy compare solo per pochi secondi
in Dune – Parte
Due con il quolo di Alia Atreides, sorella di Paul. Tuttavia, tale
personaggio avrà certamente un ruolo maggiore in Dune –
Parte Tre, essendo Alia cruciale nelle vicende di
Dune: Messiah. In quanto ancora nel grembo di Lady
Jessica, è lecito aspettarsi che Dune –
Parte Tre presenti l’importante salto temporale in avanti
12 anni previsto anche dal libro, che permetterà dunque di
introdurre una Alia già grande e potenzialmente pronta a seguire
quanto per lei previsto nel romanzo. Il coinvolgimento di Alia
potrebbe anche significare il ritorno del Duncan Idaho di Jason Momoa.
Nel libro di Herbert, i Bene
Tleilax, un gruppo geneticamente modificato, crearono un Duncan
artificiale, chiamato ghola, nel tentativo di uccidere Paul
Atreides. Questa versione di Duncan Idaho, che si faceva chiamare
Hayt, finisce per innamorarsi di Alia. Il ritorno del personaggio
creerebbe anche un’interessante dinamica tra lui e Alia, aumentando
la tensione tra lui e la Casa Atreides e facendogli intraprendere
un proprio percorso evolutivo. Inoltre, il ritorno di Duncan
sarebbe certamente ben voluto dai fan dopo la sua morte prematura
in Dune.
Dune – Parte Tre esplorerà
il rapporto tra Paul, Chani e la principessa Irulan
Nel finale di Dune – Parte
Due Chani è furiosa con Paul, il quale annuncia che
prenderà in moglie la principessa Irulan, rafforzando così i suoi
legami politici e legittimando la sua ascesa a imperatore. Paul ama
ancora Chani, e non manca di ribadirlo, ma la sua relazione con
Irulan incrina il rapporto tra i due amanti. Nel libro Dune:
Messiah, tuttavia, Paul effettivamente finisce con lo sposare
Irulan per necessità, ma rimane comunque fedele a Chani, la quale
accetta la cosa comprendendone le ragioni politiche. Si forma così
un triangolo amoroso ricco di tensione. Dune – Parte
Due anticipa dunque la tensione già palpabile tra di loro,
ma il fatto che
il film si concluda con la separazione tra i due amanti, porta
ad ipotizzare che Dune –
Parte Tre potrebbe differire nel racconto di questo
triangolo.
Buona parte del terzo film potrebbe
dunque concentrarsi non solo sull’ascesa di Paul ma anche sul suo
legame con Chani e sul tentativo di recuperare quel rapporto. In
questo secondo capitolo, però, Paul ha anche una visione di Chani
che muore. Sappiamo che nei romanzi di Herbert lei perde la vita
durante il parto dei gemelli Leto Atreides II e Ghanima. Difficile
dire se Villeneuve le riserverà questa stessa fine o se Chani sarà
destinata a vivere o semplicemente a perire in modo diverso. La sua
morte sembra infatti essere necessaria per permettere di portare a
conclusione anche l’arco narrativo di Paul.
Paul Dano, che ha interpretato il cattivo
Enigmista in The
Batman, si esprime sul concetto di “stanchezza da
supereroi” e ha una visione positiva al riguardo.
I commenti di Paul Dano arrivano quando The Flash, The
Marvels e più recentemente Madame
Web hanno raccolto risultati non proprio stellari al
botteghino, e l’attore afferma che la stanchezza può portare a film
migliori o a storie alternative.
“È un momento interessante in
cui tutti devono chiedersi: “Ok, e adesso?”. Si spera che da questo
qualcuno dia nuova vita ai [film tratti da fumetti], o che fiorisca
qualcosa di diverso dai supereroi“, ha detto Paul Dano a The Independent in un’intervista
per promuovere Spaceman
(recensione).
“Sono sicuro che ce ne saranno ancora di belli, ma credo che
sia un momento positivo“.
I film sono diventati
contenuti
E ha continuato: “È anche una
questione più ampia. Non appena la parola ‘contenuto’ è entrata in
quello che facciamo – cioè fare film o televisione – ha significato
quantità piuttosto che qualità, e credo che sia stato un grosso
passo falso. E di certo non ne ho bisogno come spettatore o come
artista“.
Dano ha anche teorizzato il motivo
per cui The Batman di Matt Reeves,
pur essendo un film di supereroi, è stato accettato dal pubblico.
“Ci sono abbastanza film di fumetti in cui sai già cosa ti
aspetta“, ha detto. “Leggendo la sceneggiatura di The
Batman, sapevi che era un vero film. Ogni frase… è semplicemente
[lo scrittore/regista] Matt Reeves“.
Nell’ultimo aggiornamento
sull’attesissimo seguito, le riprese di The
Batman – Parte 2 sarebbero state posticipate a
marzo 2024. La star principale Robert
Pattinson riprenderà il ruolo principale,
con Matt Reevesche
tornerà alla regia. Anche Mattson Tomlin
tornerà per scrivere la sceneggiatura insieme a Reeves. La
data di uscita è attualmente fissata per il 3 ottobre
2025. Il primo film ha raggiunto più di 770 milioni di
dollari al botteghino, diventando il settimo film con il maggior
incasso del 2022 e ottenendo recensioni positive.
Nel cast di Batman c’erano anche
Zoë Kravitz nel ruolo di Selina Kyle/Catwoman,
Jeffrey Wright nel ruolo di James Gordon del
GCPD, John Turturro nel ruolo di Carmine Falcone,
Peter Sarsgaard nel ruolo del procuratore
distrettuale di Gotham Gil Colson, Andy Serkis nel ruolo di Alfred Pennyworth e
Colin Farrell nel ruolo di Oswald
Cobblepot/Penguin. Restano invece dubbi riguardo il coinvolgimento
del Joker, introdotto nel primo film con Barry Keoghan nel ruolo. Proprio l’attore,
però, ha lasciato intendere che l’arcinemesi di Batman potrebbe far
parte del film.
Hoyte van Hoytema
ha vinto per Oppenheimer,
in lizza per la migliore fotografia agli Oscar del
prossimo fine settimana. Si confronterà con lo stesso quartetto che
ha battuto per il premio ASC: Edward Lachman per
El
Conde, Matthew Libatique per Maestro,
Rodrigo Prieto per
Killers of the Flower Moon e Robbie Ryan per Poor
Things (Searchlight).
Il vincitore dei
ASC ha poi vinto l’Oscar quasi la metà delle volte
(17 volte in 37 anni), ma non l’anno scorso. Mandy
Walker ha vinto il massimo premio cinematografico dell’ASC
nel 2023, ma l’Oscar è andato a James Friend per
All Quiet on the Western Front.
Il premio ASC per il documentario è
andato a Curren Sheldon per King
Coal.
Tra i vincitori per la televisione
figurano M. David Mullen per The Marvelous Mrs.
Maisel, Ben Kutchins per Boston
Strangler, Carl Herse per Barry.
L’ASC, che ha 105 anni, celebra il
meglio della cinematografia dell’anno in sette categorie che
spaziano tra lungometraggi, documentari e televisione. I premi di
quest’anno includono riconoscimenti speciali per Spike
Lee (Board of Governors Award), Don
Burgess (Lifetime Achievement Award), Steven
Fierberg (Career Achievement), Warwick
Thornton (Spotlight Award) e Amy Vincent
(Presidents Award). Di seguito tutti i vincitori:
Theatrical Feature Film
Hoyte van Hoytema, Oppenheimer (Universal Pictures)
Documentary Award
Curren Sheldon, King Coal
Episode of a One-Hour Regular
Series
M. David Mullen, The Marvelous Mrs. Maisel, “Four
Minutes” (Prime Video)
Limited or Anthology Series or
Motion Picture Made, TV\
Ben Kutchins, Boston Strangler (Hulu)
Episode of a Half-Hour
Series
Carl Herse, Barry, “Tricky Legacies” (Max)
Music Video Award Jon
Joffin, “At Home” (performed by Jon Bryant)
Si è chiusa la settima tanto attesa
che ha visto debuttare finalmente nelle sale italiane
Dune:
Parte due (recensione),
la seconda parte del film del 2021 Dune di Denis
Villeneuve che aveva debuttato contemporaneamente sia in
sala che sulle piattaforme.
Il film che riunisce un cast
assolutamente stellare totalizza ben 3.714.048 di euro di incasso
che gli consente di guadagnare facilmente la vetta della classifica
del BOX
OFFICE in Italia. Va detto però che quello che a prima
vista potrebbe sembrare un grosso risultato in realtà pur segnando
un netto miglioramento rispetto al primo film, può rappresentare un
dato non propriamente soddisfacente se si pensa che è uno dei
blockbuster più atteso del 2024.
Infatti Dune: Parte
due ha debuttato mercoledì anziché giovedì come capita a tutti in
titoli che debuttano nel nostro paese. Dunque beneficiando di un
giorno in più come già accaduto a molti altri titolo di altro
profilo. Pur mantenendo una media copia alta il film non riesce a
debuttare con un risultato oltre i 4 milioni di euro. Ma nulla da
temere, il film potrà beneficiare del passaparola e rifarsi nella
prossima settimana.
Subito Dune: Parte
due dopo si è posizionato La zona
d’interesse (recensione),
uno dei migliori film del 2023 e che ha
un finale a dir poco criptico. Il film distribuito da I Wonder
che ha debuttato il 22 Febbraio ha totalizzato un 1.083.868 per un
totale di 1.883.232 milioni di Euro. Da sottolineare che il film ha
segnato un risultato ancora più grande del suo primo weekend, il
che dimostra che sta giovando di un ottimo passaparola. Il film ha
totalizzato al 3 Marzo 274.863 spettatori.
Continua ad incassare invece il
film di Bob
Marley che raccoglie altri 1.015.448 milioni di euro
per un totale che arriva a 2.234.955 e 295.452 spettatori. Resiste
in quarta posizione invece Past Lives che raccoglie altri 581.324 mila
euro e porta il suo totale a 2.660.920 e 395.036 presenze. In
quinta posiziona arriva invece
Emma e il giaguaro nero, il film per famiglie di 01
Distribution totalizza altri 563.099 € per un totale di 1.136.038 e
168.493 mila spettatori. Povere Creature continua ad incassare e con
altri 351.956 mila euro porta il suo totale all’ottimo risultato di
8.371.226 con 1.166.061 spettatori e si conferma uno dei grandi
risultati di quest’anno.
Non positivo il debutto di Caracas, il
secondo film da regista di Marco d’Amore che raccoglie solo 298.244
mila euro per 42 mila spettatori. Risultato decisamente inferiore
rispetto a L’Immortale
che debuttò con altri numeri per finire la sua corsa a 6,8 milioni
di euro.
Madame
Web ha debuttato con recensioni pessime e numeri
ancora peggiori al botteghino il mese scorso, e con Dune: Parte
Due che sta dominando le sale, l’ultimo film Marvel della Sony è già stato
ampiamente dimenticato.
Sydney Sweeney ha condotto la serata di ieri
del Saturday Night Live e, durante il suo monologo, si è
presentata dicendo: “Forse mi avete visto in ‘Anyone
But You’ o ‘Euphoria’ – sicuramente non mi avete visto in ‘Madame
Web‘”.
Prima dell’uscita di Madame
Web, l’attrice sembrava
legittimamente entusiasta di entrare a far parte dell’Universo
Marvel e si è persino spinta a ricreare alcune pose precise per i
fumetti sul set. Sfortunatamente, pur essendo un punto di forza nel
ruolo di Spider-Woman, il film le ha reso un cattivo
servizio.
All’inizio del mese, Sydney Sweeney ha parlato anche delle
sfide che ha comportato girare Madame
Web. “Avevo una parrucca, quindi è stato
tutto un altro processo. Bisognava avvolgere la parrucca, poi
incollarla, poi acconciarla“, ha spiegato l’attrice.
“E quella parrucca era così calda che stavamo girando a
Boston in piena estate“.
“Era uno dei giorni più
caldi e stavamo girando, quando ho detto: ‘Un secondo’, mi sono
girata e ho iniziato a vomitare, poi mi sono voltata e ho detto:
‘Siamo a posto, possiamo continuare’. Mi stavo surriscaldando, il
mio corpo si stava spegnendo, ma stavo benissimo. La parrucca ha
aggiunto molti elementi interessanti“.
Questo fine settimana, Madame
Web ha incassato solo 5 milioni di dollari
all’estero, portando il suo totale globale a un deludente 91
milioni di dollari.
Sydney Sweeney sarà presto protagonista del
nuovo Horror di Neon Immaculate
cui abbiamo pubblicato una
clip inedita. La pellicola è stata girata in parte in
Italia.
Entrambi i film di Denis Villeneuve
su Dune
apportano diverse modifiche al romanzo di Frank Herbert,
ma il cambiamento di gran lunga più grande per quanto riguarda un
singolo personaggio è la rappresentazione di Chani
(Zendaya)
in Dune: Parte
Due.
Nel libro, Chani si innamora di
Paul Atreides e gli rimane fermamente fedele insieme a
Stilgar e al resto dei Fremen. Tuttavia, nel
film, quando “Muad’Dib” decide di abbracciare il suo
destino di Mahdi e di guidare il suo popolo in battaglia
contro gli Harkonnen, Chani riconosce i pericoli
di seguire ciecamente un leader religioso e di riporre tutta la
fiducia in una “profezia” che Paul ha precedentemente
liquidato come nient’altro che propaganda dei Bene
Gesserit.
In Dune: Parte
Due la goccia che fa traboccare il vaso per
Chani arriva quando Paul si proclama imperatore e
offre la sua mano alla figlia del precedente sovrano, la
principessa Irulan. Chani si allontana dal suo
amante mentre il resto dei Fremen inizia una guerra santa
in suo nome, attaccando gli inviati delle grandi case
dell’universo, e il film si conclude con lei che si mette a sparare
e chiama un verme con uno sguardo di sfida.
Nel corso di un’intervista con
Inverse, al regista Denis Villeneuve è
stato chiesto del cambiamento del personaggio di Chani e
di cosa potrebbe significare per il film finale della sua trilogia,
il previsto adattamento di Dune:
Parte Tre che dovrebbe intitolarsi Messiah.
“Ho fatto in modo che
nell’arco drammatico di Paul e nella storia ci fossero tutti gli
elementi, solo che ho giocato con loro in modo un po’
diverso“, dice Villeneuve.
“Alla fine del film, si vede che Paul ha fatto delle
scelte che, per proteggere alcune persone, diventeranno ciò contro
cui stava cercando di combattere“.
“Sarà visto dalla
prospettiva di Chani“, ha continuato. “Il
film è strutturato sulla storia d’amore tra Paul e Chani. L’idea
era di fare in modo che la storia di Paul si svolgesse attraverso
questa relazione, e che il punto di svolta specifico di Paul fosse
visto più o meno dalla prospettiva di Chani. E questo è un
cambiamento molto importante. Ho cambiato la natura del personaggio
di Chani per creare una prospettiva che spero sia condivisa da
Frank Herbert per raggiungere il suo obiettivo“.
Cosa aspettarsi da Dune: Parte Tre ?
Cosa questo significhi per Dune:
Parte Tre resta ovviamente da vedere, ma non possiamo
pensare che Chani accetti la sua posizione di
concubina/”spalla” di Paul come fa nel libro.
Le
recensioni stellari di Dune
2 sono sicuramente in grado di attirare più persone
nelle sale, e il film è ora “certificato fresco” su Rotten
Tomatoes con un impressionante 95% di critica e pubblico.
In My Name is Loh
Kiwan, dopo la dolorosa perdita della madre,
Kiwan, un disertore nordcoreano ricercato, prende
la decisione di lasciare la Cina per onorare l’ultimo
desiderio della madre: avere un nuovo inizio e trovare un
luogo dove possa finalmente rivendicare il proprio nome, vivendo
con libertà e dignità. Utilizzando gli ultimi risparmi della madre,
Kiwan parte per il Belgio con l’intenzione di
chiedere asilo e ottenere quindi lo status di rifugiato. Tuttavia,
la burocrazia si rivela un ostacolo insormontabile
e presto si ritrova bloccato in un limbo che lo rende un fantasma
agli occhi dello stato belga.
Così, senza un tetto né mezzi di
sostentamento, vaga per le strade in attesa di una nuova
opportunità finché un giorno, il destino di Kiwan prende una svolta
inattesa quando si imbatte in Marie, una giovane
donna di origini sudcoreane. Un tempo un’orgogliosa atleta della
squadra nazionale di tiro belga, ora Marie combatte non solo contro
i suoi demoni interiori e i traumi familiari, ma anche le sue
dipendenze e alcuni problemi legali. Da un incontro
apparentemente sfortunato, i due giovani cominciano a
stabilire un legame sempre più profondo e intimo,
trovando conforto l’un l’altra e, con il passare del tempo,
riacquistando il desiderio e la speranza di una seconda
possibilità nella vita.
È questa la commovente e
romantica storia raccontata in My name is Loh
Kiwan (titolo originale 로기완), il k-moviescritto e
diretto da Kim Hee-jin, tratto dal
romanzo di Cho Hae-jin (I Met Loh Kiwan)
e disponibile dal 1° marzo su Netflix.
Dopo aver conquistato il pubblico di
Netflix nel ruolo dell’antieroe mafioso Vincenzo Cassano,
l’attore Song Joong-ki veste ora i panni del
coraggioso e resiliente Kiwan, dimostrando tutto
il talento e il carisma che lo contraddistinguono. La sua
interpretazione – tanto sincera, autentica ed
emozionante da trasmettere dolore e speranza anche con il
più semplice sguardo o espressione – convince e ammalia lo
spettatore, che non può fare a meno di empatizzare e tifare per la
sua felicità. Kiwan, così nobile, altruista e
innocente, non incarna semplicemente la lotta e la
sofferenza di un disertore, ma anche quella di tutti coloro che
fuggono dalla propria terra natale cercando di conquistare un
futuro migliore. Portando Kiwan sul piccolo schermo, il regista si
propone di sollevare una questione cruciale: l’Europa che “accoglie
e apre le porte a chi è in difficoltà”, tanto celebrata e fiera,
nasconde in realtà intricati labirinti burocratici che spesso
abbandonano senza pietà coloro che cercano disperatamente di
sopravvivere.
In contrasto al personaggio
di Kiwan c’è poi quello della misteriosa Marie,
interpretata dall’attrice e cantante Choi Sung-eun
(conosciuta per il fantastico k-drama The Sound of Magic),
personaggio che non è possibile definire altrettanto positivo.
Marie, infatti, appare al pubblico come l’antagonista di sé
stessa: una giovane donna che, incapace di elaborare il
dolore della perdita della madre malata, sceglie di annullarsi e
autodistruggersi percorrendo la via dell’illegalità e della droga.
Marie si discosta nettamente dai tradizionali personaggi femminili
dei drammi coreani: con uno stile caratterizzato da smokey eyes,
abiti scuri e un finto atteggiamento superficiale e indifferente,
il personaggio di Sung-eun mostra una complessità e
problematicità che, purtroppo, non riesce a essere
esplorata a sufficienza in sole due ore di visione. In altre
parole, la caratterizzazione unidimensionale e vittimista
di Marie delude in parte lo spettatore, risultando così
meno apprezzata di quanto dovrebbe e meriterebbe.
L’amore come ancora di salvataggio
Se nella prima parte del
film il regista Kim Hee-jin getta le fondamenta per una
storia di immigrazione e povertà, straziante e riflessiva,
arricchita da pathos e critica sociale,
dall’incontro tra Kiwan e Marie la trama assume una direzione
diversa. Qui, viene introdotta la controversa e tenera storia
d’amore dei due giovani, dove le vite di Kiwan e Marie vengono
mostrate come due binari malandati destinati a convergere e
allontanarsi continuamente per permettere loro di
proseguire il “viaggio” e cercare salvezza.
Tuttavia, nonostante la dolcezza, la purezza e la toccante natura
della loro storia d’amore, questa risulta essere troppo
brusca e precipitosa, interrompendo improvvisamente
l’atmosfera realistica creata nell’introduzione e aprendo la strada
a una visione più simile a quella di una fiction
melodrammatica. Inoltre, l’introduzione di Marie influisce
anche sull’arco narrativo, trasformando la narrazione da
una visione realistica e intensa a una completamente emotiva e
romanticizzata.
Nonostante le critiche e i limiti
precedentemente menzionati, My Name is Loh Kiwan si
afferma come un melodramma coinvolgente e
straziante che va oltre la semplice narrazione di un amore
capace di dare la forza di “salvarsi”. Il film di Kim Hee-jin,
infatti, pone luce sull’importanza e il privilegio di poter
vivere senza paura, portando con onore il proprio
nome (come fa promettere la dolce madre di Kiwan),
simbolo inestimabile della propria identità, delle origini
e della storia familiare.
Infine, oltre a esplorare le sfide
personali, familiari e sociali affrontate dai personaggi,
la storia di Kiwan e Marie si sviluppa
come un turbolento viaggio emotivo che celebra la forza
dell’individualità e il grande coraggio di voler ricominciare.
The CW ha diffuso
il promo ufficiale di Walker 4, l’annunciata
quarta stagione della serie Walker che vedrà
Jared Padalecki riprendere il ruolo iconico
per questo nuovo ciclo di episodi.
Walker è la
serieamericana sviluppata da Anna
Fricke per The CW e riavvio della serie televisiva
western degli anni ’90 Walker, Texas Ranger. La serie è
stata ordinata direttamente in serie nel 2020, con Jared Padalecki che interpreta il ruolo
del protagonista e funge da produttore
esecutivo. Nel maggio 2023, la serie è stata
rinnovata per una quarta stagione che sarà presentata in anteprima
il 3 aprile 2024.
Cosa sappiamo su Walker 4?
Sebbene siano stati
rilasciati pochi dettagli sulla storia della stagione 4, il finale
della stagione 3 diWalker preannuncia sicuramente alcune
emozionanti avventure a venire. In particolare, questo include
un caso che riguarda lo Sciacallo, un pericoloso assassino del
passato di Walker. Cordell non ha mai effettivamente risolto
il suo caso irrisolto che coinvolge lo Sciacallo, il che significa
che ci sono sicuramente degli affari in sospeso per l’eroe dello
show.
Verrà ulteriormente esplorata
anche la relazione di Walker con Geri (Odette Annable), con
quest’ultimo personaggio che ha fatto un ritorno a sorpresa nel
finale. Per quanto
riguarda il cast di
Walker per la stagione 4, si prevede che la
maggior parte degli attori principali ritorni, tra cui
Molly Hagan, Violet Brinson, Cale Kulley, Coby Bell, Mitch
Pileggi, Jeff Pierre e Ashley Reyes. È probabile che
la nuova stagione veda anche diversi nuovi arrivati unirsi al
cast, anche se non sono stati ancora fatti grandi annunci a
riguardo.
In termini di numero di episodi, si
prevede che la stagione 4 di Walker presenterà un notevole
cambiamento. Mentre le stagioni 1 e 3 erano composte da 18 episodi
e la stagione 2 da 20, la stagione 4 sarà composta da soli 13
episodi. Non è chiaro, al momento, se la nuova stagione sarà
l’ultima dello show, ma la società madre di The CW, Nexstar, ha
fatto un netto allontanamento dai contenuti sceneggiati negli
ultimi mesi. Anche se la stagione 4 di Walker potrebbe finire per
essere l’ultima corsa dello show, si sta già preannunciando come
un’entusiasmante stagione televisiva.
FX ha diffuso il
trailer e la trama di Shōgun 1×03, il terzo atteso episodio della
nuova serie evento Shōgun (recensione)
che ha debuttato su Disney+ la
scorsa settimana.
In Shōgun 1×03 che
si intitolerà “Tomorrow is Tomorrow” dopo che Blackthorne è
sopravvissuto a uno sfacciato attentato, Toranaga capisce che deve
traghettare i suoi alleati fuori da Osaka o rischiare una sconfitta
certa. “Tomorrow is Tomorrow” è stato scritto da Shannon Goss;
mentre alla regia si è seduto Charlotte Brändström.
La serie Shōgun
si avvale di un acclamato cast giapponese, senza precedenti per una
produzione americana, tra cui Tadanobu Asano nel ruolo di “Kashigi
Yabushige”, un noto traditore e stretto alleato di Toranaga; Hiroto
Kanai nei panni di “Kashigi Omi”, il giovane leader del villaggio
di pescatori dove viene trovata la nave di Blackthorne; Takehiro
Hira nel ruolo di “Ishido Kazunari”, un potente burocrate che è il
principale rivale di Toranaga; Moeka Hoshi in quello di “Usami
Fuji”, una vedova che deve trovare un nuovo scopo nel mezzo della
guerra del suo signore; Tokuma Nishioka nel ruolo di “Toda
Hiromatsu”, il generale fidato e il più caro amico di Toranaga;
Shinnosuke Abe nei panni di “Toda
Hirokatsu” (“Buntaro”), il marito geloso di Mariko; Yuki Kura in
quelli di “Yoshii Nagakado”, lo sfacciato figlio di Toranaga che ha
un forte desiderio di mettersi in gioco; Yuka Kouri nel ruolo di
“Kiku”, una cortigiana rinomata in tutto il Giappone per la sua
abilità artistica e Fumi Nikaido nel ruolo di “Ochiba no Kata”, la
venerata madre dell’erede che non si fermerà davanti a nulla pur di
porre fine a Toranaga e alla sua minaccia al potere del figlio.
Shōgun
è stata creata per la televisione da Rachel Kondo e Justin Marks,
con Marks in veste di showrunner e produttore esecutivo insieme a
Michaela Clavell, Edward L. McDonnell, Michael De Luca e Kondo. La
serie è prodotta da FX Productions.
Si sa, “le donne sono destinate a
soffrire”, dice un ginecologo qualunque (e qualunquista) ad una
giovane paziente in visita che lamenta forti dolori mestruali. È un
inserto di pochi minuti ma incisivo, che racchiude a pieno uno dei
temi principali di Antonia,
nuova seriePrime
Video firmata da Chiara Malta con
protagonista Chiara Martegiani nel ruolo anche di
co-sceneggiatrice, che del suo incontro reale con
l’endometriosi, avvenuto oramai qualche anno fa,
ha voluto farne tessuto narrativo per un prodotto che vuole essere
da una parte processo di riconoscimento di una patologia per anni
rimasta un tabù, dall’altro un aiuto a tutte le donne che ne
soffrono e si sentono sole.
Sì, perché per tanto tempo questa
malattia – molto invalidante – è stata sottovalutata proprio dai
medici, schiacciata da quel luogo comune secondo cui le donne sono
abituate a star male, è “la loro natura”, un pensiero
socio-culturale che ha solo contribuito ad alimentare un’idea del
corpo femminile completamente distorta. Chiara Martegiani non ci
sta, e allora da un suo momento di crisi, che
doveva essere l’incipit di Antonia, decide di inserire
anche il processo di metabolizzazione e convivenza con
l’endometriosi, scoperto dall’attrice stessa proprio in
una fase complicata della sua vita. Una dramedy che si pone
l’obiettivo di mettersi in dialogo con tutti, partendo da una
microstoria prettamente femminile per poi piano piano abbracciarne
altre più universali, sollevando diverse altre considerazioni,
dalla fragilità del singolo, alla normalità di soffrire e non
farcela (che siano uomini o donne), fino all’affrontare i
cambiamenti senza scappare. Antonia è
prodotta da Fidelio e Groenlandia, in
collaborazione con Prime Video e Rai
Fiction.
Antonia, la trama
Fare i conti tutti i giorni con la
vita non è facile. Il sole spesso lascia spazio a nubi e pioggia, e
a volte arriva il vento a spazzare quel briciolo di serenità
rimasto. È un po’ la metafora che descrive una giornata cruciale di
Antonia, 33enne andata in piena crisi poco dopo aver spento le sue
candeline. Da quel momento, da quel soffio, sembra che la sua
esistenza sia precipitata nel caos più totale: lascia il compagno,
è senza casa, perde il lavoro… scopre di avere l’endometriosi. Un
disastro dopo l’altro, ma il nemico principale sembra essere la
patologia che le è stata appena diagnosticata e che senza saperlo
l’ha condizionata da quando era ragazzina. I suoi dolori erano
svalutati, presi sottogamba, definiti normali in quanto donna, e le
donne da sempre soffrono, che male c’è. Ma è proprio da qui,
dall’affrontare una patologia di cui ancora si parla troppo poco,
che inizia l’evoluzione di Antonia, costretta a interfacciarsi con
se stessa per capire chi è, cosa vuole, cosa è stato il suo
passato. Un racconto di rinascita, di coraggio, di buona volontà,
che la porta a conoscersi nel profondo e farle iniziare un percorso
di analisi, tutti processi che la aiutano a non fuggire più da se
stessa, ma anzi a guardarsi dentro con attenzione.
Riconoscersi in Antonia
Oltre a essere la prima serie a
mettere al centro della scena l’endometriosi, Antonia è anche una
storia che tesse il suo discorso attorno a personaggi
incredibilmente veri e, soprattutto, realistici. Dalla sua
protagonista, all’inizio respingente e un po’ antipatica, passando
per l’amica Radiosa, mamma a tempo pieno alle prese con giornate
infernali, fino al compagno Manfredi, un uomo che non ha paura di
mostrare le sue fragilità e ha più paranoie di lei. Sono
autentici, pieni di sfumature e sfaccettature, che
non sposano mai lo stereotipo con cui siamo abituati a confrontarci
in svariate altre opere. Figure dunque per niente scontate, e che
dovrebbero essere per questo più raccontante dal cinema, intanto
perché ne garantiscono a pieno l’identificazione, e poi perché
fungono da specchio attraverso cui il pubblico si può sentire più
compreso ma soprattutto rappresentato.
In particolare la
protagonista fa proprio questo: l’impressione è infatti quella di
avere davanti a sé un’amica virtuale, che dà voce a dubbi,
preoccupazioni e crisi identitarie comuni a tutti, e alla quale di
conseguenza ci sentiamo particolarmente vicini. Caotica,
distante, arrabbiata con il mondo, ma anche spaventata per la
malattia, Antonia è prima che donna un individuo in lotta con se
stesso e con gli altri, che vede la vita quasi come un percorso a
ostacoli, una montagna da scalare con le infradito, per intederci,
e spera di tagliare il traguardo il prima possibile. Ma questo si
può fare solo se si è disposti a mettersi in discussione,
affrontando quei cambiamenti che spaventano terribilmente ma sono
necessari e propedeutici alla crescita, che servono per dare alla
persona che si era ieri nuove consapevolezze per essere quella –
migliore – di domani.
La forza dell’ironia
Nel veicolare messaggi di un certo
calibro, Antonia sceglie la chiave
ironica e un tono leggero senza però mai depotenziare la portata
delle tematiche trattate, ma anzi paradossalmente esaltandole nella
risata, come le vere commedie sanno fare. Nel divertissement
scatenato dal sarcasmo e dalle gag della protagonista
vengono infatti aperti dei canali tematici che fanno luce
sul nostro tessuto sociale e su esso hanno un forte
impatto, come per esempio quello riguardante la salute
mentale. Sin dal primo episodio ad Antonia viene suggerito
di iniziare un percorso di terapia che possa supportarla nella
malattia, una scelta che ancora oggi vede una resistenza da parte
di molti.
Che sia per la paura di mettersi a
nudo o per l’indole “fuggitiva” nascosta in ognuno di noi, la serie
cerca di trasmetterci l’importanza del chiedere aiuto, qualsiasi
sia la causa del nostro malessere, e che far fronte ai propri
problemi mettendosi in ascolto è la prima soluzione per poter stare
meglio e sentirsi più liberi (il terzo episodio – no spoiler – è
uno dei migliori sia a livello visivo che narrativo).
Antonia, dunque, sia per le riflessioni
di cui si fa carico che per la sua originale e frizzante
confezione, si appresta a diventare una di quelle serie che
difficilmente dimenticheremo, e di cui la nostra industria ha
bisogno. Merito in particolare della sua interprete, una Chiara
Martegiani talmente naturale e ben calata nelle vesti del suo alter
ego che è impossibile non connettersi con lei. Speriamo allora ci
regali tanti altri ruoli così.
L’interpretazione di Brandon Lee di Eric Draven aveva un
look iconico, ma con la versione di
Bill Skarsgård si è deciso di andare in una
direzione molto diversa. Non è necessariamente una cosa negativa,
ma non tutti sono d’accordo con i tatuaggi sul viso e il taglio di
capelli fai-da-te, e a pensarla così è anche uno degli attori del
film originale.
Rochelle Davis,
che interpretava una giovane ragazza di nome Sarah di cui
si prendevano cura Draven (Lee) e Shelly Webster (Sofia
Shinas) prima che venissero uccisi, ha parlato con TMZ delle
immagini e la sua reazione iniziale di una sola parola dice tutto:
“Che schifo“.
La Davis ha detto chiaramente che
non ha problemi con il casting o la capacità di recitazione di
Bill Skarsgård, ma ritiene che il suo look non riesca
a “catturare l’essenza di Eric Draven, che dovrebbe
essere un uomo buono con un’anima buona“. Davis ha
poi descritto questa interpretazione del giustiziere risorto come
“squallida, sporca e grungy“, suggerendo
che assomiglia più ai “cattivi che dovrebbe combattere
che al personaggio principale“.
L’attrice ha anche criticato la
mancanza di diversità nel nuovo film e ritiene che
“chiunque non sia un maschio bianco
etero” sarebbe stata una scelta di casting migliore,
aggiungendo che la Lionsgate forse avrebbe dovuto fare il possibile
per inserire nel cast qualcuno che assomigliasse di più a Brandon Lee per rispetto al compianto attore,
che perse la vita durante le riprese del film originale in un
tragico incidente.
La Davis ha dichiarato di non avere
alcuna intenzione di guardare The Crow (Il
corvo) e di voler invitare i fan a boicottare il film
prima della sua uscita.
Rupert Sanders,
regista di
Biancaneve e il Cacciatore e Ghost
in the Shell, firma la regia del film che, come detto,
sarà un nuovo adattamento della graphic novel gotica e non un
remake del film del 1993 divenuto tristemente famoso per essere
stato l’ultimo di Brandon Lee, morto tragicamente proprio
durante le riprese.
Molti ritengono che quel film
diretto da Alex Proyas abbia svolto un lavoro perfetto di
adattamento della storia e, a questo proposito, il 7 maggio il film
uscirà per la prima volta in 4K Ultra HD e in
Steelbook. The
Crow sarà interpretato anche da Danny Huston,
Laura Birn, Sami Bouajila e Jordan Bolger
in ruoli non rivelati. Zach Baylin e Will Schneider hanno scritto
la sceneggiatura.
The
Crow uscirà il 7 giugno di quest’anno negli USA. La
sinossi recita: “Le anime gemelle Eric Draven (Skarsgård) e
Shelly Webster (FKA twigs) vengono brutalmente assassinate quando i
demoni del passato oscuro di lei li raggiungono. Avendo la
possibilità di salvare il suo vero amore sacrificando se stesso,
Eric parte alla ricerca di una spietata vendetta sui loro
assassini, attraversando i mondi dei vivi e dei morti per mettere a
posto le cose sbagliate“.
Mentre proseguono le riprese della
quinta e ultima stagione di Stranger
Things, Netflix ha condiviso una nuova foto dietro
le quinte che ritrae due dei personaggi che ritornano nella serie,
Max (Sadie
Sink) e Lucas (Caleb McLaughlin).
Max è riuscita a uscire
indenne dal suo primo incontro con Vecna grazie alla prontezza di
riflessi dei suoi amici e a una sana dose di Kate Bush, ma
non è stata altrettanto fortunata la seconda volta. Anche se è
sopravvissuta (per poco), è rimasta cieca, malmessa e in coma.
Il finale della quarta stagione di
Stranger
Thingsha lasciato intendere che
UNDICI (Millie
Bobby Brown) potrebbe avere il potere di far tornare
Max come prima, e qui ha un aspetto decisamente migliore
rispetto all’ultima volta che l’abbiamo vista. Resta da capire se
il personaggio sia effettivamente sveglio o se la foto sia stata
scattata mentre Sink condivideva una battuta con la sua
co-star.
Durante la partecipazione a un
panel al Mega Con Orlando, è stato chiesto a Gaten
Matarazzo (Dustin Henderson) quali cambiamenti apporterebbe
alla serie, se ce ne sono. “Potrebbe sembrare un po’ strano, ma
dovremmo uccidere più persone“, ha risposto Matarazzo.
“Questo show sarebbe molto meglio se la posta in gioco fosse
molto più alta, come se in qualsiasi momento uno qualsiasi di
questi ragazzi potesse prendere a calci. Mi sembra che siamo tutti
troppo al sicuro“.
Nel 2022, Maya Hawke (Robin Buckley) ha detto qualcosa
di simile in relazione al suo personaggio che potrebbe ricevere un
nobile addio nella prossima quinta e ultima stagione. “Mi
piacerebbe morire e avere il mio momento da eroe“, ha detto a
Rolling Stone. “Mi piacerebbe morire con onore, come farebbe
qualsiasi attore. Ma amo il modo in cui i fratelli Duffer amano i
loro attori. Il motivo per cui scrivono in modo così bello per me e
per tutti gli altri è perché si innamorano dei loro attori e dei
loro personaggi, e non vogliono ucciderli. Penso che sia una
qualità bellissima che hanno, e non me la farei scappare“.
Non vogliamo necessariamente vedere
nessuno di questi ragazzi incontrare il proprio creatore, ma non
vediamo nemmeno tutti arrivare alla fine della stagione finale,
quindi Maya Hawke potrebbe avere avverato il suo
desiderio!
Quanti episodi avrà
Stranger Things 5 ?
Stranger
Things 5 dovrebbe essere composta da otto
episodi, il primo dei quali si intitolerà “The Crawl“. Non
è stata annunciata una data di debutto, ma prima del ritardo la
serie doveva tornare sugli schermi all’inizio del prossimo anno.
Potrebbe ancora arrivare prima della fine del prossimo anno, ma c’è
una piccola possibilità che non sia pronto prima del 2026. Le
riprese sono iniziate di recente dopo la risoluzione degli scioper
.
Chi è il cast di Stranger Things –
stagione 5?
La quinta stagione di Stranger
Things è interpretata da Winona
Ryder, David
Harbour, Finn
Wolfhard, Millie
Bobby Brown, Noah Schnapp, Gaten Matarazzo,
Caleb McLaughlin, Natalia Dyer, Joe Keery, Charlie Heaton,
Sadie Sink, Maya Hawke, Priah Ferguson, Cara Buono e Brett
Gelman. L’ultima foto del cast ha confermato anche il
ritorno dei membri del cast della quarta stagione Jamie
Campbell Bower nel ruolo di Vecna/One/Henry Creel e
Amybeth McNulty nel ruolo di Vickie. A loro si
aggiungerà la veterana di Terminator Linda
Hamilton, il cui personaggio non è ancora stato
rivelato.
Stranger
Things è creata e prodotta esecutivamente da
Matt e Ross Duffer, che sono anche gli showrunner.
I produttori esecutivi sono Shawn Levy, Dan Cohen e Iain Patterson.
Tutte e quattro le stagioni sono ora disponibili in streaming in
esclusiva su Netflix.
Inoltre, abbiamo potuto scoprire
qualcosa in più sullo stile del progetto in arrivo: i costumi della
squadra, l’arredamento della casa, l’assistente robotico retrò
HERBIE e il nuovo logo dei Fantastici Quattro fanno pensare che il
progetto sia ambientato negli anni ’60, il che significa che un
periodo inesplorato della storia del MCU
potrebbe essere esaminato più da vicino. Una scelta che crea
l’opportunità per diversi personaggi del passato del MCU
di apparire nel film Fantastici
Quattro, assieme ad altri personaggi dei fumetti
Marvel legati alla squadra, e che andiamo ad esaminare assieme.
Captain Mar-Vell
Il personaggio di
Capitan Mar-Vell è già stato trasposto nel ruolo
di Mar-Vell (Annette
Bening) in Captain Marvel, ma potrebbe ricevere un
maggiore sviluppo nel film ambientato negli anni ’60 Fantastici
Quattro, potenzialmente insieme a Rick
Jones, che non è mai apparso nel MCU.
Rick Jones è un alleato importante di molti eroi dei fumetti
Marvel, tra cui Mar-Vell, Hulk e Capitan
America. Nei fumetti Marvel, Mar-Vell e Jones si trovano
invischiati nella Zona Negativa, un regno spesso esplorato dai
Fantastici Quattro, il che significa che, mentre uno esiste nel
mondo reale, l’altro è al sicuro nella Zona Negativa: qualcosa che
potrebbe essere incluso ne i Fantastici
Quattro dei Marvel Studios.
Uomo Talpa
L’Uomo Talpa è un
cattivo insolito nei fumetti Marvel, ma si dà il caso che sia il
primo avversario che i Fantastici Quattro hanno
affrontato come squadra in The Fantastic Four #1 del 1961.
Regolarmente, scatena attacchi da sotto la superficie terrestre con
i suoi seguaci Moloid, una razza di ibridi
sinistri tra essere umano e talpa. Essendo il primo cattivo
affrontato dalla squadra, sarebbe interessante vedere l’Uomo Talpa
apparire nel MCU,
fornendo una minaccia minore ai Fantastici Quattro nella loro
prima
avventura nel MCU prima di affrontare pericoli più grandi, tra
cui Galactus e il Dottor
Destino.
Blastaar (La Bomba Vivente)
Mentre l’apparizione della
Zona Negativa ne I
Fantastici Quattro potrebbe introdurre nel MCU
personaggi come Mar-Vell e Rick
Jones, potrebbero comparire anche diversi abitanti del
regno ultraterreno. Tra questi potrebbe esserci
Blastaar, il sovrano della razza Baluuriana che
risiede nella Zona Negativa. Blastaar è stato spodestato dai
suoi sudditi, diventando un fuorilegge, il che lo ha portato a
sferrare attacchi alla Terra, facendolo entrare più volte in
conflitto con i Fantastici Quattro. Si tratta di un cattivo molto
potente, il cui debutto potrebbe contribuire a dimostrare la
stranezza della Zona Negativa se dovesse apparire ne I
Fantastici Quattro.
Sentry
Il Sentry di
Robert Reynolds dovrebbe debuttare prima
dell’uscita di Fantastici
Quattro, con l’attore Lewis Pullman che dovrebbe assumere
il ruolo per il film Thunderbolts
del 2025. Tuttavia, è possibile che una versione precedente di
Sentry, la risposta della Marvel Comics a Superman della DC, possa
apparire nel nuovo film dei Fantastici Quattro ambientato negli
anni Sessanta. Nei fumetti Marvel Comics, Reynolds
è il migliore amico di Reed Richards, un legame
che potrebbe essere stabilito nei Fantastici
Quattro dopo il debutto di Sentry nei Thunderbolts.
Steven Yeun, star di The Walking Dead
e Invincible, avrebbe dovuto inizialmente interpretare il
ruolo in Thunderbolts,
ma è stato sostituito da Lewis Pullman dopo aver
abbandonato il progetto nel gennaio 2024.
Blue Marvel
Si ipotizza da diversi anni
che Blue Marvel di Adam Brashear
stia per entrare nel MCU, e Fantastici
Quattro potrebbe offrire l’occasione perfetta. Nei
fumetti Marvel, Blue Marvel riceve le sue abilità
di manipolazione dell’antimateria dopo aver sperimentato la
Zona Negativa durante l’amministrazione Kennedy degli anni ’60,
il che lo collega direttamente ai Fantastici
Quattro. Il debutto di Blue Marvel offre
la possibilità di esplorare la cultura degli anni Sessanta, poiché
a Brashear fu chiesto di ritirarsi come
Blue Marvel dopo che la sua identità venne
rivelata nel bel mezzo dell’Apartheid, il che sarebbe una storia
estremamente importante da esplorare per i Marvel Studios.
Annihilus
Con i Marvel Studios che
potrebbero allontanarsi dalla trama della Saga del Multiverso incentrata su Kang il Conquistatore, Fantastici
Quattro potrebbe introdurre Annihilus
come nuovo grande cattivo nel MCU.
Annihilus è il sovrano della Zona Negativa, anche se i suoi piani di
invasione della Terra sono stati regolarmente sventati dai
Fantastici Quattro. In una storia iconica della
Marvel Comics, Annihilus guida l’Onda di
Annientamento fuori dalla
Zona Negativa nel tentativo di conquistare l’universo, ma viene
sventato da diversi supereroi cosmici. Questa storia epica potrebbe
essere adattata per il MCU
e le basi potrebbero essere gettate ne I
Fantastici Quattro.
Uomo Molecola
Owen Reece della
Marvel Comics è diventato l’Uomo Molecola dopo
aver assorbito le radiazioni dalla dimensione del Beyonder,
permettendogli di controllare la materia a livello molecolare.
Questa azione ha però creato un wormhole che ha permesso al
Beyonder di iniziare a osservare la Terra, portando all’evento
Secret Wars del 1984. L’Uomo Molecola ha avuto un ruolo
importante anche nella storia di Secret Wars del 2015,
poiché Reece è in grado di assorbire i poteri dei
Beyonders ultraterreni. L’Uomo Molecola potrebbe essere introdotto
nei Fantastici
Quattro prima dell’evento Avengers:
Secret Wars, che potrebbe vederlo allearsi con il
Dottor Destino mentre le incursioni devastano il
multiverso.
Silver Surfer
Nonostante sia un
personaggio cosmico, il Silver Surfer di Norrin Radd
è intrinsecamente legato anche ai Fantastici
Quattro. Nei fumetti della Marvel Comics, il Silver
Surfer, araldo del divoratore di pianeti Galactus, si recò sulla
Terra per preparare il suo padrone a divorare il pianeta natale
dell’umanità. Tuttavia, con l’aiuto dei Fantastici Quattro,
riacquistò la sua nobiltà e contribuì a salvare la Terra da
Galactus, ma fu esiliato come punizione. Si
vocifera da tanto tempo di un’ipotetica apparizione di
Galactus e Silver Surfer in Fantastici
Quattro, dunque questa storyline potrebbe essere
esplorata, introducendo un altro potentissimo eroe cosmico nella
Saga del Multiverso del MCU.
Galactus
Galactus è
uno dei supercriminali più leggendari e riconoscibili della Marvel
Comics, non da ultimo per le sue dimensioni e per l’immenso
pericolo che rappresenta per gli eroi dell’Universo Marvel. Per
sostenere la sua forza vitale, Galactus deve
divorare interi mondi e impiega gli Araldi per cercare questi
pianeti; uno di questi mondi è la Terra, non fosse che Galactus
viene sconfitto dal suo Araldo, Silver Surfer, con l’aiuto dei
Fantastici Quattro. Si dice che questo essere
simile a un dio debutterà in Fantastici
Quattro, ma Galactus potrebbe
diventare una minaccia importante nel MCU
per gli anni a venire. Di recente si è vociferato che Javier Bardem potrebbe interpretare Galactus
ne I
Fantastici Quattro, ma la notizia non è stata
confermata ufficialmente.
Dottor Destino
Per anni si è speculato sul
fatto che Victor Von Doom, meglio conosciuto come
Dottor Destino, sarebbe apparso nel MCU,
e Fantastici
Quattro rappresenta l’occasione perfetta perché ciò
avvenga finalmente. Il Dottor Destino è uno dei supercattivi più
iconici della storia dei fumetti Marvel, che ha combattuto contro
molti eroi, ma è strettamente associato ai Fantastici
Quattro. Destino e Reed
Richards hanno studiato insieme, ma hanno sviluppato una
rivalità competitiva che persiste da quasi sette decenni: è molto
probabile che sarà il film sui Fantastici
Quattro a introdurre finalmente il personaggio, che
rimarrà nel MCU
per molti anni a venire.
Iman Vellani ha offerto un’ottima performance nel
ruolo di Kamala Khan in Ms.
Marvel, per poi fare il salto sul grande schermo
con The
Marvels . Alla conclusione di quest’ultimo,
Capitan Marvel aveva deciso di
rimanere sulla Terra, probabilmente come mentore dell’adolescente,
sebbene Kamala avesse già deciso di mettere insieme una squadra
tutta sua.
Sembra che i Young
Avengers siano da qualche parte all’orizzonte e,
parlando con Polygon durante gli
Anime Awards 2024 di sabato,
Iman Vellani ha confermato che tornerà come supereroe
mutante… nel prossimo futuro.
“Mi è stato
assicurato”, ha detto, rassicurando i fan che la signora
Marvel ha un futuro nel MCU. “Quindi mi fa sentire bene, ma
non c’era più garanzia di così. [ride] Mi danno del pangrattato e
io provo a farne un pasto.”
I
momenti finali di Ms. Marvel hanno confermato che
Kamala è una mutante e potrebbe finire per unirsi agli
X-Men quando quella squadra verrà finalmente presentata.
Miss Marvel Vs The Marvels
Sfortunatamente, The
Marvels ha incassato solo 206 milioni di dollari
al botteghino mondiale e, l’anno scorso, Vellani ha spiegato perché
non si lasciava convincere da questo. “Non voglio
concentrarmi su qualcosa che non è nemmeno sotto il mio controllo,
perché qual è il punto?” disse
Iman Vellani. “Questo è per [l’amministratore
delegato della Disney] Bob Iger”.
[Il botteghino] non ha
niente a che fare con me”, ha continuato Vellani.
“Sono soddisfatto del prodotto finito e le persone a cui
tengo hanno apprezzato il film. È davvero divertente guardare
questo film, ed è tutto ciò che possiamo chiedere a questi film. Ha
dei supereroi ed è ambientato nello spazio.” , non è così profondo
e parla di lavoro di squadra e sorellanza. È un film divertente e
sono così felice di poterlo condividere con le
persone.”
Discutendo di alcune delle reazioni sessiste che il film ha dovuto
affrontare, l’attrice ha aggiunto: “Ho avuto molta
esperienza al liceo da sola, quando condividevo la mia eccitazione
con qualcuno, e poi mi chiudevano immediatamente perché ero così
eccitata. Lo farei Odio vedere una cosa del genere anche
all’interno della comunità dei fan, perché è
terribile.”
Ms. Marvel vanta un punteggio Rotten Tomatoes
del 98%, anche se non sappiamo ancora quante persone hanno visto la
serie Disney+ di
6 episodi.
I film incentrati sulla figura dei
serial killer sono da sempre particolarmente affascinanti, per via
dei “giochi” a cui sottopongono i protagonisti e gli stessi
spettatori, chiamati a cercare di risolvere il puzzle di enigmi a
cui gli assassini di turno sottopongono i propri rivali. Film come
Seven,
Copycat,
Zodiac o Hangman
– Il gioco dell’impiccato sono solo alcuni tra i titoli
più celebri di questo genere. Quelli più o meno liberamente
ispirati ad assassini realmente esistiti, però, hanno un “fascino”
in più. Tra i tanti appartenenti a questa categoria, un titolo meno
conosciuto è Il segreto di David – The
Stepfather, diretto nel 2009 da Nelson
McCormick, noto anche per Che la fine abbia
inizio (2008).
Questo thriller del 2009 – remake
del film The Stepfather – Il patrigno, diretto nel 1987 da
Joseph Ruben e interpretato da Terry
O’Quinn – riprende dunque una vicenda liberamente
ispirata a quella di un noto assassino statunitense, arrichendola
naturalmente di risvolti ed elementi che arricchiscono così il
tutto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Il segreto di David – The
Stepfather
Al suo ritorno a casa, dopo aver
trascorso un po’ di tempo in una scuola militare per ragazzi
problematici, Michael trova sua madre
Susan alle prese con un nuovo compagno,
David Harris, che ha conosciuto casualmente al
supermercato. Più Michael impara a conoscere il nuovo patrigno e
più Michael diventa però sospettoso, decidendo infine di indagare
su di lui. Scopre così che questo signore dai modi gentili non è
altro che un serial killer che ha già eliminato molte famiglie. Nel
quartiere, le poche persone che hanno cominciato a notare delle
incongruenze nei racconti di David iniziano inoltre a sparire
misteriosamente. Michael capisce allora che non gli rimane molto
per salvare sé stesso, sua madre e i suoi due fratelli.
Ad interpretare David Harris vi è
l’attore Dylan Walsh, noto soprattutto per il suo
ruolo nella serie televisiva Nip/Tuck, in cui interpreta il
dottor Sean McNamara. Nel ruolo di Michael Harding, invece, vi è
l’attore Penn Badgley, oggi noto come protagonista
della serie You, dove per ironia della sorte è lui ad
essere un assassino che si insinua nelle vite altrui. L’attrice
Sela Ward interpreta invece Susan Harding, mentre
l’attrice
Amber Heard(ex moglie di Johnny
Depp) è Kelly Porter, la ragazza di Michael.
Completano poi il cast gli attori Jon
Tenney, Skyler
Samuels e Braeden Lemasters
rispettivamente nei ruoli di Jay, Beth e Sean Harding.
Come finisce il film Il segreto di David – The
Stepfather?
Nel finale, Susan si rende conto che
il figlio potrebbe avere ragione sull’identità di David e se ne
convince dopo aver visto il nuovo compagno aggredire i figli. Nello
sfuggire a sua volta alle grinfie dell’uomo, riesce a pugnalarlo al
collo con un frammento di vetro. David, che inizialmente sembra
essere morto, si rianima in breve e riprende ad inseguire Susan,
Michael e Kelly fino in soffitta. Qui Michael ingaggia con lui una
lotta, che li porta infine a cadere giù dalla soffitta e a perdere
conoscenza. Quando Michael si sveglia, scopre di essere stato in
coma per più di un mese.
Quando Michael si sveglia, scopre di
essere stato in coma per poco più di un mese. Viene a quel punto
sapere che anche David è ancora vivo ed è riuscito a fuggire prima
dell’arrivo della polizia. La scena finale mostra dunque proprio
David, che ha nuovamente cambiato aspetto e nome in Chris Ames.
Egli lavora ora in un negozio di ferramenta, dove incontra una
donna che sta facendo acquisti con i suoi due figli. Si
lascia così immaginare che la sua attività di serial killer di
famiglie sia pronta per riprendere con nuove ignare vittime.
La storia vera dietro al film
Il film è liberamente ispirato al
molteplice omicidio commesso nel 1971 da John
List. Il 9 novembre di quell’anno infatti, utilizzando
armi da fuoco, uccise sua moglie, sua madre e i suoi tre figli
nella loro casa a Westfield, New Jersey e poi sparì nel nulla.
Aveva però progettato gli omicidi così meticolosamente, che per un
mese circa nessuno si accorse dell’assenza delle sue vittime.
Latitante per quasi 18 anni, List, dopo aver assunto una falsa
identità ed essersi risposato, venne infine identificato e
arrestato il 1º giugno 1989. Ciò fu possibile in quanto nel maggio
di quell’anno la sua vicenda venne narrata nel programma
American Most Wanted, dove si fornì un identik del suo
possibile aspetto.
Un uomo che riconobbe in
quell’identik il suo vicino di casa segnalò la cosa alla polizia,
che arrestò infine List. Confessando quanto compiuto, egli dichiaro
di aver ucciso la sua famiglia in quanto aveva perso il lavoro e
non sopportava l’idea di esporre i suoi cari ad una simile
vergogna. List non si uccise nella speranza di potersi riunire in
paradiso con la moglie e i figli una volta sopraggiunta la morte
naturale, che avvenne nel 2008 per polmonite mentre scontava la sua
condanna a vita in carcere. La vicenda di List ispirò numerosi film
e serie oltre a The Stepfather, tra cui la serie NetflixThe Watchers.
Il trailer di Il segreto di
David – The Stepfather e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di Il
segreto di David – The Stepfather grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Apple TV, Rai Play e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 2
marzo alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Nonostante siano già stati
realizzati tre film dedicati a I
Fantastici Quattro, c’è ancora una serie di poteri che
la prima famiglia della Marvel non ha utilizzato sul grande
schermo. I
Fantastici Quattro vantano un’impressionante gamma di
abilità che si sono evolute ben oltre le loro rappresentazioni
originali. Sebbene molti di questi non siano stati rappresentati in
nessuno dei film, potrebbero costituire un’aggiunta emozionante al
film del MCU.
La Marvel ha confermato il cast dei
Fantastici Quattro e l’apparente ambientazione
temporale, che potrebbero indicare la narrativa del film e i
potenziali eventi raccontati. Con l’ambientazione retrò dei
Fantastici Quattro, molti personaggi potrebbero
avere una serie limitata di abilità più in linea con l’epoca.
Tuttavia, l’MCU avrebbe una serie di poteri entusiasmanti che non
sono mai stati adattati prima.
Mister Fantastic può cambiare
forma
Reed Richards è
noto per la sua elasticità e i suoi poteri di allungamento.
Tuttavia, un aspetto non rappresentato nei film è la sua capacità
di trasformarsi in oggetti inanimati e persino in altre persone.
Mister Fantastic ha un tale controllo su ogni
singola parte del suo corpo che può allungare i lineamenti del suo
viso in una forma diversa. Richards ha usato questa sua capacità
per mascherare il suo aspetto in modo convincente come qualsiasi
altro mutaforma della Marvel Comics. Mister Fantastic si è anche, a
volte, trasformato in cassette della posta, dinosauri e trampolini.
Queste impressionanti abilità funzionano bene nei fumetti e
costituirebbero un’ottima aggiunta all’adattamento dell’MCU.
Mister Fantastic può ampliare il
suo intelletto
Richard Richards è
noto per il suo grande intelletto, ma ci sono prove che
suggeriscono che la sua intelligenza sia collegata ai suoi poteri.
Richards, talvolta, ha persino utilizzato la sua capacità di
stretching per espandere la sua potenza intellettiva e aumentare la
sua capacità cerebrale. In Invincible Iron Man n.
25, Tony Stark scherza dicendo che Richards potrebbe
ingrandire il suo cervello. Più tardi, Mister
Fantastic gonfia davvero il suo cervello mentre lavora
sull’impianto cardiaco di Iron Man. Reed Richards ha tanto
controllo sul suo cervello quanto sul suo corpo, ed è in grado di
respingere gli attacchi psichici con la sua “coscienza
elastica”.
La Donna Invisibile può vedere
oggetti invisibili
La Donna
Invisibile possiede la capacità unica di percepire gli
oggetti invisibili. Sue Storm può, ovviamente,
rendere invisibili se stessa e gli altri oggetti a piacimento e
conservarne comunque la consapevolezza. È interessante notare che
la Donna Invisibile può anche percepire oggetti e
persone che sono stati resi invisibili con altri mezzi. Ciò è
dovuto alla funzione unica della retina di Sue
Storm, che le conferisce la capacità sovrumana di rilevare
oggetti invisibili. La donna ha anche il potere di ripristinare gli
oggetti resi invisibili da altre persone. Questo livello di
controllo dimostra l’impressionante padronanza di Susan sui suoi
poteri.
La Donna Invisibile può
rendere opachi i suoi campi di forza
I famosi campi di forza
della Donna Invisibile sono una parte distintiva e
iconica del personaggio di Sue Storm. In grado di generare
mentalmente un campo di forza psichica, la Donna
Invisibile ha un controllo impressionante su di essi. Un
aspetto non spesso rappresentato nei fumetti Marvel e omesso dai
film I
Fantastici Quattro è il potere di Sue di rendere
opachi questi campi di forza. Questi possono essere usati per
bloccare il campo visivo dei suoi nemici o mascherare le sue
azioni. Questa abilità si è rivelata un’utile aggiunta alle
straordinarie doti della Donna Invisibile che potrebbero apparire
nell’MCU.
La donna invisibile può bloccare
poteri psicocinetici
I potenti campi di forza
della Donna Invisibile sono persino in grado di
bloccare gli attacchi psichici. La Sue dei fumetti ha usato questa
dote per proteggersi dai nemici telepatici, come Psi-Lord. In
effetti, Sue è persino in grado di bloccare le potenti capacità
telepatiche di Jean Grey, il che non è un’impresa da poco
considerando che Jean è un mutante di livello Omega. Questa abilità
costituirebbe un’aggiunta ideale al film I
Fantastici Quattro all’interno della continuità
dell’MCU, che potrebbe esplorare le interazioni della Donna
Invisibile con i personaggi telepatici Marvel.
La Cosa può saltare per grandi
distanze
Ben Grimm
possiede una forza e un’agilità sorprendenti, che gli consentono di
saltare attraverso grandi distanze con facilità. Anche se non
accade spesso nei fumetti Marvel, l’immenso potere muscolare della
Cosa gli garantisce la capacità di generare una forza incredibile
ad ogni balzo. La Cosa ha eseguito balzi sovrumani
alti diversi piani, in un modo simile a Hulk. La pelle di roccia di
Ben Grimm sembra rendere la Cosa relativamente
solida e pesante, motivo per cui il talento non è mai stato
rappresentato in un film I Fantastici
Quattro, anche se costituirebbe un’aggiunta
elettrizzante ne I
Fantastici Quattro del MCU.
La Cosa non invecchia
La trasformazione di
Ben Grimm nella Cosa non solo gli
garantisce un’immensa forza e vigore, ma ferma anche il processo di
invecchiamento. Sebbene racchiuso nella sua forma rocciosa, il
corpo di Ben non invecchia, preservando il suo aspetto e la sua
vitalità. Tuttavia, nelle poche occasioni in cui ritorna alla forma
umana, gli effetti dell’invecchiamento riprendono. Ciò consente
alla Cosa di diventare effettivamente immortale.
Dopo aver creato una formula per consentire a Ben di diventare
umano per una settimana all’anno, Ben inizia a invecchiare
sporadicamente. Ma quando Reed Richards viaggia
3000 anni nel futuro, incontra Ben ancora vivo.
La Torcia Umana può proiettare un
duplicato infuocato
La Torcia
Umana esercita il potere di manipolare le fiamme con
effetti sorprendenti, inclusa la capacità di proiettare un
duplicato infuocato di se stesso. Con un’esplosione mirata di
calore intenso, crea una replica perfetta della sua forma che può
controllare a distanza. L’impressionante maestria con il fuoco di
Johnny Storm va oltre la distruzione, mettendo in
mostra la sua ingegnosità e adattabilità come supereroe. La
Torcia Umana sfrutta questa capacità con grande
efficacia, utilizzando un’esca infuocata per ingannare e combattere
i nemici. Sarebbe un aggiornamento interessante per il tentativo
del MCU di riavviare il franchise dei Fantastici
Quattro.
La Torcia Umana può controllare le
fiamme esterne
Sebbene la Torcia
Umana sia nota principalmente per il controllo e la
produzione di fiamme dal suo corpo, è anche in grado di controllare
qualsiasi fuoco nel suo raggio d’azione. Ciò eleva i suoi poteri
della fiamma alla pirocinesi: è in grado di aumentare o diminuire i
fuochi vicini solo attraverso i suoi pensieri. Questa abilità non è
stata esplorata in nessuno dei film dei Fantastici
Quattro, ma rappresenterebbe uno sviluppo interessante.
Questa capacità dimostra la padronanza di Johnny sui suoi poteri e
potrebbe essere sfruttato per indicare il climax del suo arco
narrativo eroico, proprio come nei Fantastici
Quattro quando la Torcia Umana divenne
nova per sconfiggere il Dottor Destino.
La Torcia Umana può bruciare le
tossine dal suo flusso sanguigno
L’impressionante
manipolazione del fuoco di Johnny Storm si estende
anche alla sua forma fisica. La Torcia Umana è
riuscita a surriscaldare il proprio sangue per bruciarne una
tossina velenosa, la mirabile impresa è stata compiuta in
Spider-Man/La Torcia Umana #2 dopo essere stato avvelenato.
L’abilità dimostra un controllo notevole e un’elaborazione
impressionante dei suoi poteri di controllo della fiamma. Sebbene
si tratti di un uso piuttosto sfumato e specifico dei poteri di
Johnny, potrebbe costituire un momento cinematografico avvincente
come uno dei tanti affascinanti superpoteri mancanti negli
adattamenti cinematografici di I
Fantastici Quattro.
A qualsiasi amante del genere comico
sarà capitato di imbattersi almeno una volta in una delle tante
commedie che vedono
Adam Sandler nel ruolo di protagonista: da Terapia
d’urto fino a Un week end da bamboccioni, l’attore è diventato un
volto chiave nella comedy americana. Di tanto in tanto Sandler si è
però cimentato anche con film drammatici, come il nuovo
Spaceman:
una pellicola profondamente drammatica, che vede l’astronauta Jakob
Prochazka, interpretato da Sandler, confrontarsi con sé stesso
attraverso un ragno alieno, doppiato da
Paul Dano (The
Fabelmans). Nel film, disponibile su Netflix e tratto dal romanzo Spaceman of Bohemia di Jaroslav
Kalfař, ritroviamo anche l’attrice inglese
Carey Mulligan nel ruolo di Lenka, moglie di Jakob, e
l’italiana
Isabella Rossellini.
La trama di Spaceman: la solitudine dello spazio
profondo
Jakob Prochazka è
un cosmonauta in missione nello spazio da 189 giorni, in totale
solitudine. Il suo obiettivo è ottenere informazioni su una
misteriosa nube viola che occupa i cieli da ormai diversi anni. La
missione, che dura ormai da più di sei mesi, mette però Jakob a
dura prova a livello fisico e mentale. Lenka,
moglie di Jakob, non riesce più a tollerare la distanza e la
mancanza di attenzione da parte del marito e decide di lasciarlo;
nonostante il messaggio in cui Lenka decide per la rottura non sia
mai arrivato a Jakob, lui stesso percepisce il silenzio tra loro
due.
In questo stato di completa
solitudine e di mancanza di sonno, un misterioso essere alieno, con
le sembianze di un ragno gigante, entra nell’astronave di Jakob.
L’essere, soprannominato dall’astronauta Hanus, è
incuriosito dal totale stato di solitudine di questo “umano pelle e
ossa” e per questo cerca di capirne il motivo. Così Hanus
ripercorre insieme a Jakob dei flash della sua vita passata,
specialmente dei momenti determinanti nella sua relazione con
Lenka, in un affascinante viaggio introspettivo.
Hanus: realtà o proiezione?
Lo spettatore può guardare Spaceman
da due punti di vista differenti. Da uno più superficiale, si può
identificare l’incontro con Hanus in maniera totalmente
fantascientifica: un esploratore dello spazio incontra un altro
esploratore proveniente da un altro pianeta. In questo modo il
ragno gigante rappresenta solo un saggio essere incuriosito dal
genere umano.
Andando più a fondo nella visione
del film, però, il personaggio di Hanus sembra essere una mera
proiezione della psiche di Jakob. La creatura appare in un momento
di estrema debolezza per l’astronauta per via del lungo periodo di
solitudine, della perdita dell’unico appiglio emotivo, Lenka, e
della mancanza di sonno. Pare molto più plausibile ipotizzare che
Hanus sia stato creato dalla mente di Jakob per affrontare i propri
sentimenti e gestire al meglio la solitudine. Questa
interpretazione è provata anche dal fatto che Peter, in continuo
contatto dalla terra con l’astronauta, non senta la voce del
ragno.
Reale o non, Hanus resta una figura
fondamentale del film: una sorta di psicologo con il corpo da
ragno! Questo accompagna Jakob in un percorso di conoscenza
personale, in modo da comprendere i problemi della propria
relazione con Lenka.
Spaceman: la solitudine
nella terra e nello spazio
Tu vai dove vado io, io vado dove vai tu. Giusto,
cosmonauta?
Nonostante l’ambientazione spaziale,
il tema focale di Spaceman
rimane dunque la solitudine, di Jakob come anche di Lenka.
Nonostante i sentimenti che provano l’uno per l’altra, i due si
sono isolati, respinti a vicenda. Nel film li vediamo soli,
costretti ad affrontare i propri problemi e sentimenti senza alcun
supporto.
Nella prima parte di Spaceman
viene naturale per il pubblico compatire Jakob, abbandonato dalla
propria compagna in un momento così delicato. Solamente con la
rivelazione dell’intera relazione tra i due tutto diventa più
chiaro: l’ambizioso astronauta, nel guardare il cielo, perde di
vista ciò che si trova sulla terra.
Solo grazie all’aiuto di Hanus,
Jakob rifletterà realmente sulla propria relazione con Lenka,
realizzando tutte le sue mancanze.
Un sorprendente Adam Sandler
Nonostante la fama di Sandler derivi
maggiormente da film comici, in Spaceman
l’attore dimostra nuovamente la propria versatilità. Il ruolo di
Jakob è estremamente drammatico, tendente ad uno stato di totale
apatia. Si tratta quindi di un personaggio molto differente dallo
standard di Sandler, ma l’attore riesce ugualmente a trasmettere
molto al pubblico, in una pellicola con una narrazione abbastanza
lenta, incentrata interamente sulle emozioni e i sentimenti del
protagonista.
Spaceman
si dimostra così essere una pellicola emozionante, narrante un
viaggio introspettivo. Uno stato di solitudine così estrema che
porta inevitabilmente alla conoscenza o alla riscoperta di sé,
anche grazie all’aiuto di un saggio ragno alieno!
Le riprese aggiuntive sono spesso
considerate problematiche quando si tratta di realizzare film ad
alto budget, ma nel corso degli anni i Marvel Studios le hanno
rese una parte prevista del processo di produzione. Ciò consente
allo studio di apportare tutte le modifiche che desidera e
pianificarle in anticipo significa poter avere il tempo di
sistemare ciò che nel film non funziona. Dopotutto, abbiamo visto
cosa succede quando una produzione – I Fantastici 4 del 2015, ad esempio –
scopre di dover in qualche modo riportare tutti sul set per
sistemare le cose senza una pianificazione controllata.
È un approccio intelligente, anche
se non sempre ha dato i suoi frutti. Nel corso degli anni, i
Marvel Studios hanno infatti apportato cambiamenti
radicali ai suoi film, a volte in meglio e talvolta in peggio.
Continuando nella lettura si potrà decidere in quale categoria
rientrano i finali alternativi di cui siamo a conoscenza, ma basti
dire che, se questi avessero visto la luce, l’MCU come lo
conosciamo adesso sarebbe stato completamente diverso.
Avengers: Endgame
Avengers:
Infinity War e Avengers:
Endgame sono stati entrambi oggetto di importanti
cambiamenti durante la produzione. Ad esempio, Hulk è inizialmente
tornato alla fine del film del 2018, esplodendo dall’armatura
Hulkbuster prima di essere sopraffatto da
Thanos. Alcuni concept art per il finale della
Saga dell’Infinito del 2019 rivelano invece che
Tony Stark avrebbe dovuto essere presente quando
Steve Rogers viaggia indietro nel tempo per riportare le Pietre
dell’Infinito al loro giusto posto nella storia.
Potrebbe trattarsi di un depistaggio
o di un’indicazione che Iron Man non era sempre destinato a morire
durante la battaglia finale di Avengers:
Endgame. Se optiamo per la seconda ipotesi, allora
chissà quanto sarebbe stato diverso il MCU nel passaggio alla
Saga del Multiverso (anche se si fosse ritirato, Tony sarebbe
rimasto sicuramente un personaggio importante).
Thor: The Dark World
Thor:
The Dark World aveva un finale completamente diverso e
sembra che sia stato rigirato quando i Marvel Studios hanno
cambiato i loro piani per il Dio del Tuono. L’eroe si sarebbe
infatti dovuto risvegliare sulla Terra dove lo aspettava il padre;
dopo aver trascorso gli ultimi giorni in stato di incoscienza,
Odino avrebbe conosciuto Jane Foster e
avrebbe capito che Thor aveva fatto bene a innamorarsi della donna
umana. Di conseguenza, il Re di Asgard si sarebbe scusato con il
figlio.
Purtroppo, Jane avrebbe deciso di
non poter più stare con Thor a causa dei
rispettivi impegni. L’eroe tenta di farle cambiare idea, ma alla
fine capisce che deve compiere il suo dovere e torna ad Asgard dove
sceglie di governare al posto di Odino come Re. Quindi, Loki
sarebbe rimasto morto, Thor sarebbe diventato Re
di Asgard e Odino sarebbe andato finalmente a godersi il suo
desiderato riposo. Non è possibile che Avengers:
Age of Ultron, Thor:
Ragnarok e Avengers:
Infinity War sarebbero stati uguali dopo questi
sviluppi della trama.
Avengers: Age of Ultron
Avengers: Age of Ultron si sarebbe sempre concluso con
Capitan America e Vedova Nera che assemblavano una nuova squadra di
Eroi più potenti della Terra. Tuttavia, Joss
Whedon sperava di introdurre almeno un personaggio
importante in questa sequenza. Si trattava di Captain
Marvel e la controfigura è stata utilizzata mentre
Whedon cercava di capire chi potesse interpretarla. I
Marvel Studios e Kevin Feige avevano però altre idee e in
seguito sostituirono Carol Danvers con
Scarlet Witch (con grande disappunto del regista).
Se Joss Whedon avesse fatto di testa
sua, Captain Marvel avrebbe dunque debuttato nel
MCU quattro anni prima dell’uscita del suo film da solista. È
probabile che Whedon avrebbe scelto una persona diversa da Brie Larson – l’attrice usata era una
controfigura – ma la storia dell’eroina era probabilmente destinata
a svolgersi in modo molto diverso. Che siate d’accordo con Whedon o
con
Feige, è difficile non chiedersi cosa sarebbe potuto
accadere.
The Marvels
Nei momenti finali di The
Marvels, Monica Rambeau ha usato i suoi poteri per
chiudere uno squarcio nella realtà, bloccandosi in un universo
parallelo abitato dagli X-Men. Tuttavia, una versione precedente del
film vedeva Photon ricevere l’aiuto di Carol Danvers e Ms. Marvel. A
quanto pare, il trio avrebbe dunque riparato la lacerazione nella
realtà, il che probabilmente significa che il sequel di Captain
Marvel non è sempre stato caratterizzato da una
componente multiversale.
Questo è stato confermato dai
concept art, per non parlare di una recente
foto dietro le quinte che mostra la Kamala Khan di Iman
Vellani con un casco spaziale. Tuttavia, l’attrice di
Dar-Benn Zawe Ashton ha
rivelato anche l’esistenza di una versione del film che si
concludeva con la combustione del cattivo e di Carol nello spazio!
Sembra che The
Marvels si sarebbe dunque potuto concludere con
Captain Marvel creduta morta e, anche se siamo sicuri che alla fine
sarebbe tornata, è possibile che questo sia stato pensato come
l’addio di Brie Larson al ruolo. È una cosa enorme.
Ant-Man and The Wasp:
Quantumania
I Marvel Studios
hanno rigirato il finale di
Ant-Man and The Wasp: Quantumania settimane prima che il film
arrivasse nelle sale. Tuttavia, in una versione precedente, Scott
Lang e Hope Van Dyne avrebbero indossato nuovi costumi hi-tech per
la battaglia finale con
Kang il Conquistatore. Come nella versione
cinematografica, Janet, Hank, Cassie e Hope tornano sulla Terra, ma
Scott si trova di fronte a un Kang vendicativo e danneggiato dalla
battaglia. I due combattono, ma il cattivo riesce a fuggire anche
dopo il ritorno di Wasp per dare una mano ad Ant-Man. Così, i due
rimangono intrappolati nel Regno Quantico, proprio come Janet.
Cassie avrebbe continuato a cercare
suo padre, ma con Kang a piede libero – e
M.O.D.O.K., se le indiscrezioni precedenti sono
esatte – la Terra-616 avrebbe dovuto affrontare due grandi minacce
che si sarebbero spinte più a fondo nella
Saga del
Multiverso. Con Jeff Loveness incaricato di scrivere
Avengers:
The Kang Dynasty, si stava forse preparando il terreno per quel
film. I Marvel Studios sembra però abbiano ora altre idee a
riguardo.
LaABCha
rilasciato il trailer ufficiale di Grey’s Anatomy 20, la ventesima
stagionedi Grey’s Anatomyche segnerà il ritorno e prossimo capitolo della lunga
serie di medical drama, la cui uscita è prevista per il 14 marzo
2024.
Il video offre un estratto
del ritorno della veterana della serie Jessica
Capshaw nei panni della dottoressa Arizona
Robbins al Grey Sloan Memorial. Il chirurgo
pediatrico è stato visto l’ultima volta dai fan durante il finale
della quattordicesima stagione nel 2018. Il trailer anticipa anche
l’introduzione di un personaggio nuovo di zecca interpretato da
Natalie Morales diDead to
Me, che è stata scelta per il ruolo della nuova
pediatrica di Grey Sloan, il chirurgo Monica
Beltran.
Chi ritornerà
nel cast di Grey’s Anatomy?
Grey’s
Anatomy attualmente vede protagonisti
Chandra Wilson nei panni di Miranda Bailey e
James Pickens Jr. nei panni di Richard Webber, che
sono gli attori rimanenti rimasti dal cast principale originale del
primo episodio della serie. Nonostante abbia abbandonato il suo
ruolo regolare nella serie durante l’ultima stagione, Ellen Pompeo continuerà a fungere da
narratrice e farà ancora alcune apparizioni nella stagione
20. La serie vede nel cast anche
Kevin McKidd nei panni di Owen Hunt,
Caterina Scorsone nei panni di Amelia Shepherd,
Kim Raver nei panni di Teddy Altman,
Camilla Luddington nei panni di Jo Wilson,
Chris Carmack nei panni di Link Lincoln,
Jake Borelli nei panni di Levi Schmitt,
Scott Speedman nei panni di Nick Marsh,
Niko Terho nei panni di Lucas e altri.
Grey’s
Anatomy è stato creato ed è prodotto da Shonda Rhimes
(Scandal, How to Get Away with Murder), con Meg Marinis che ha
firmato come showrunner per la stagione 20. È prodotto da ABC
Studios.
Quando uscirà la prossima stagione
di Grey’s Anatomy?
La ventesima stagione di Grey’s
Anatomy uscirà il 14 marzo 2024 su ABC. In Italia
Grey’s Anatomy 20 debutterà su Disney+.
Ilfranchise di
The Walking Dead si è dimostrato ancora una volta
un enorme successo perAMC, poiché la
prima di The Walking Dead: The Ones Who
Live – uno spin-off incentrato sui
personaggi preferiti dai fan Rick Grimes e
Michonne – ha prodotto un totale di 3 milioni di
spettatori dopo soli tre giorni di visione.
Secondo Nielsen
(tramite Deadline),
The Walking Dead: The Ones Who Live – che ha
debuttato il 25 febbraio – è stata la più grande serata di première
per AMC in sei anni da quando The Terror è stato
presentato in anteprima nel 2018. La première dello show ha anche
ottenuto un successo da record per numero di spettatori suAMC+, rendendolo l’episodio più visto di sempre
sullo streamer.
Andrew Lincolne
Danai Gurira sono tornati a condividere lo schermo per
la prima volta dall’ultimo episodio di The Walking
Dead del novembre 2022. Rick e Michonne sono finalmente
vicini al loro ritorno, ma la strada per ricongiungersi tra le
braccia l’uno dell’altra in The Walking Dead: The Ones Who Live sarà lunga
e pericolosa.
The
Walking Dead: The Ones Who Live è “un’epica storia
d’amore”
Con Andrew
Lincolnnei panni
di Rick Grimes e
Danai Gurira nei panni di Michonne,
lo spin-off di TWD è incentrato sulla tragica storia d’amore dei
due personaggi, tenuti separati dalla distanza.
La sinossi ufficiale recita:
“La storia d’amore di Rick Grimes e Michonne è cambiata da un
mondo cambiato. Tenuti separati dalla distanza. Da un
potere inarrestabile. Dai fantasmi di chi erano. Rick e
Michonne vengono catapultati in un altro mondo, costruito su una
guerra contro i morti… e, in definitiva, su una guerra contro i
vivi. Riusciranno a ritrovarsi in un luogo e in una situazione
diversi da quelli che avevano mai conosciuto prima? Sono
nemici? Amanti? Vittime? Vincitori? Senza
l’altro, sono ancora vivi – o scopriranno che anche loro sono The
Walking Dead?”
Basato sull’omonima serie a fumetti
di Robert Kirkman, Tony Moore e Charlie Adlard,
The Walking Dead: The Ones Who Live è
prodotto da Kirkman, Scott M. Gimple, Greg Nicotero, David Alpert,
Joseph Incaprera, Gale Anne Hurd, Denise Huth e Angela Kang.
TOHO ha condiviso un nuovo trailer
di Godzilla
e Kong – Il nuovo Impero, il nuovo atteso capitolo
della saga Godzilla vs. Kong che presenta
alcuni filmati epici e mai visti prima dell’ultimo mashup di mostri
di Legendary.
Presentato nello stile di un trailer di un classico film
TOHO Godzilla, abbandona i cliché così spesso visti
nei trailer dei film di successo americani per richiamare
l’attenzione dei fan di Kaiju in un modo in cui è improbabile che i
teaser fin troppo familiari facciano.
“C’è una sorta di
tregua”, aveva anticipato in precedenza il regista
Adam Wingard. “Godzilla ha il controllo del mondo di
superficie e Kong è nella Terra Cava. Non è stato, ‘Okay, chiamami
quando qualcosa va storto, Kong. E io, Godzilla, correrò in
soccorso!'”
“La dinamica della
relazione disfunzionale amico-poliziotto è probabilmente la
migliore per descrivere Godzilla e Kong. Le mie influenze sono
sempre legate agli anni ’80, e gli anni ’80 sono stati fondamentali
per [quella] trama. Ci sono molti malintesi, il modo in cui
comunicare tra i mostri non è semplice.” Dai un’occhiata
al nuovo trailer
Godzilla
e Kong – Il nuovo Impero approfondisce ulteriormente
le storie e le origini di questi due Titani, nonché i misteri di
Skull Island, tra gli altri, svelando la mitica battaglia che ha
contribuito a forgiare questi esseri straordinari e li ha legati
per sempre all’umanità. Adam Wingard torna a dirigere il film,
interpretato da
Rebecca Hall (“Godzilla vs. Kong”, The Night
House – la casa oscura”), Brian Tyree Henry
(“Godzilla vs. Kong”, “Bullet Train”), Dan Stevens
(la serie TV “Gaslit”, “Legion”, “La Bella e la Bestia”),
Kaylee Hottle (“Godzilla vs. Kong”), Alex
Ferns (“The Batman”, “La furia di un uomo – Wrath of Man”,
“Chernobyl”) e Fala Chen (“Irma Vep”, “Shang Chi e
la leggenda dei Dieci Anelli”).
La sceneggiatura di Godzilla
e Kong – Il nuovo Impero è di Terry Rossio
(“Godzilla vs. Kong”, la serie “Pirati dei Caraibi”), Simon
Barrett (“You’re Next”) e Jeremy Slater
(“Moon Knight”), da una storia di Rossio, Wingard e Barrett, basato
sul personaggio “Godzilla” di proprietà e creato da TOHO Co.,
Ltd..
Il film è prodotto da Mary
Parent, Alex Garcia, Eric Mcleod, Thomas Tull, Jon Jashni e Brian
Rogers, mentre i produttori esecutivi sono Wingard, Jen
Conroy, Jay Ashenfelter, Yoshimitsu Banno, Kenji Okuhira. Wingard
torna a collaborare con il direttore della fotografia Ben Seresin
(“Godzilla vs. Kong”, “World War Z”), lo scenografo Tom Hammock
(“Godzilla vs. Kong”, “X: A Sexy Horror Story”, “The Guest”), il
montatore Josh Schaeffer (“Godzilla vs. Kong”, “Molly’s Game”), la
costumista Emily Seresin (“L’uomo invisibile”, “Top of the Lake –
Il mistero del lago”). Le musiche del film sono opera dei
compositori Tom Holkenborg (“Godzilla vs. Kong”, “Mad Max: Fury
Road”) e Antonio Di Iorio (musica aggiuntiva su “Godzilla vs.
Kong”, i film “Sonic”). Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures
presentano una produzione Legendary Pictures, un film di Adam
Wingard: “Godzilla e Kong – Il nuovo Impero”.
Due giorni fa è stato il compleanno
ufficiale dell’Uomo del Domani, e il regista di Superman (abbandonato
Legacy)James Gunn ha celebrato l’occasione – e
l’inizio delle riprese principali – condividendo un
primo sguardo a David
Corenswet nei panni della versione DCU dell’iconico supereroe.
La reazione è stata ampiamente
positiva ma, finché non avremo un’immagine corretta del costume
dalla testa ai piedi (costume o non costume?!), è difficile dire
come reagiranno i fan. Nel frattempo, l’artista della DC Comics
Clay Mann ha modificato una delle sue opere più
iconiche di Superman per
riflettere il nuovo logo del petto dell’eroe.
Il contorno giallo ha fatto molto
discutere online, così come la chiara ispirazione al classico
Kingdom Come di Mark Waid e Alex Ross. Funziona molto bene sulla
pagina, non credete?
“Sono felicissimo di annunciare
l’inizio delle riprese principali di SUPERMAN oggi, 29 febbraio, che
guarda caso è il compleanno di Superman”, ha dichiarato Gunn su
Instagram ieri sera. “Quando ho finito la prima stesura della
sceneggiatura, ho chiamato il film Superman: Legacy”. “Quando
ho chiuso la bozza finale, era chiaro che il titolo sarebbe stato
SUPERMAN”, ha aggiunto. “In arrivo a luglio 2025“.
Sembra di essere sul punto di
entrare in una nuova era di narrazione dell’eroe e la speranza
della Warner Bros si augura che questo film su
Superman faccia il botto al botteghino come
Superman Returns e L’uomo d’acciaio hanno fatto fatica
a fare. Dai un’occhiata alla versione di Mann del nuovo logo nel
post X qui sotto.
Superman:Legacy che si intitolerà semplicemente
Superman avrà come protagonisti anche Rachel
Brosnahan nel ruolo di Lois Lane e
Nicholas Hoult in quello di Lex Luthor, oltre a
Isabela Merced nel
ruolo di Hawkgirl, Edi Gathegi in quello di Mister
Terrific, Nathan Fillion in
quello della Lanterna Verde Guy Gardner e Anthony Carrigan in
quello di Metamorpho.
Più recentemente, Sara
Sampaio ha firmato per interpretare l’assistente/amante di
Lex, Eve Teschmacher, e Skyler Gisondo è stato
scritturato per il ruolo di Jimmy Olsen.Sono attesi anche
i membri della squadra di antieroi The Authority e
María Gabriela de Faría (Animal Control) è stata
scritturata per il ruolo di Angela Spica/The Engineer. Si
dice anche che la Supergirl di Milly
Alcock farà il suo debutto prima del suo film su
Supergirl: Woman of Tomorrow, ma non è ancora
stato confermato.
Non sappiamo ancora con esattezza
come questi altri supereroi si inseriranno nella storia, ma
James Gunn ha precedentemente rivelato che la
doppia vita di Superman, sia come Clark Kent che come Uomo
d’Acciaio, sarà esplorata nel film, suggerendo che questi
personaggi saranno i suoi “super amici“. Resta da vedere
se faranno o meno parte di una vera e propria squadra.
Quando il prequel per il piccolo
schermo ha debuttato nel settembre 2022, ha segnato il più grande
debutto di Prime
Video in quello che Jennifer Salke,
capo degli Amazon Studios, ha definito “un momento
culturalmente decisivo” per l’azienda.
Tuttavia, in seguito abbiamo
scoperto che
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere ha
perso un numero significativo di spettatori con l’avanzare della
stagione. La serie ha avuto un tasso di completamento solo del 37%
negli Stati Uniti. All’estero, solo il 45% delle persone ha
terminato la serie, mentre il 50% è considerato un risultato
accettabile, ma tutt’altro che desiderato.
La produzione della seconda
stagione di
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del
Poteresi è spostata dalla Nuova
Zelanda al Regno Unito (probabilmente per ridurre i costi)
e si prevede che la serie tornerà sui nostri schermi nel corso
dell’anno.
Ora, però, The Hollywood Reporter
rivela che la terza stagione è già in lavorazione
dopo che gli showrunner Patrick McKay e JD Payne
hanno firmato un nuovo accordo triennale con lo streamer.
Oltre a confermare i piani per la
seconda stagione di
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, che
dovrebbe debuttare nel 2024, il sito aggiunge che “sebbene la
terza stagione non sia stata ufficialmente ordinata e la writers
room non sia ancora stata aperta, gli showrunner hanno iniziato a
delineare la trama iniziale“.
È possibile che lo streamer stia
aspettando di vedere l’andamento della seconda
stagione prima di procedere con un terzo lotto di episodi,
ma sta puntando molto su questa proprietà e non si arrenderà se non
sarà necessario!
Ecco una dichiarazione di
Vernon Sanders, responsabile della televisione di
Amazon MGM Studios: “Abbiamo iniziato questo straordinario
viaggio con JD e Patrick più di cinque anni e mezzo fa e non ci
siamo mai guardati indietro. Continuiamo a essere stupiti dalla
portata e dalle dimensioni della loro visione e dall’enorme
successo globale ottenuto da Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del Potere nella sua prima stagione da
record. Non vediamo l’ora che i clienti di Prime Video sperimentino
l’epica avventura e il dramma ad alto rischio che JD e Patrick
stanno continuando a costruire nella seconda stagione e oltre.
Naturalmente, lo studio è entusiasta di estendere il nostro accordo
globale con queste brillanti menti creative che continuano a
mettere in pratica la loro passione per la grande
narrazione“.
Parlando l’anno scorso dei dati di
ascolto deludenti, Salke ha detto: “Questo desiderio di
dipingere la serie come qualcosa di meno di un successo non
riflette alcuna conversazione che sto avendo internamente“.
Sembra che l’imminente seconda stagione avrà una svolta più
drammatica, come ha aggiunto: “È un’enorme opportunità per noi.
La prima stagione ha richiesto un sacco di ambientazioni“. Con
il mistero di Sauron ora risolto, speriamo che l’iconico cattivo
sia finalmente al centro della scena nella seconda stagione e
oltre…
La prima stagione de
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del
Potere ha ottenuto un successo senza
precedenti, è stata vista da più di 100 milioni di persone in tutto
il mondo, con più di 24 miliardi di minuti di streaming.
L’attesissima serie ha conquistato più di 25 milioni di spettatori
nel mondo nel suo primo giorno di uscita, divenendo il più grande
debutto nella storia di Prime Video, e ha anche
debuttato al n. 1 nelle classifiche di streaming generali di
Nielsen nel suo weekend di uscita. Lo show ha inoltre battuto tutti
i precedenti record di spettatori di Prime Video, e ha portato
nuove iscrizioni a Prime più di qualsiasi altro contenuto
precedentemente lanciato. Inoltre, Gli Anelli del Potere è
la prima serie Original in ogni area del mondo – Nord America,
Europa, area Asia-Pacifico, America Latina e nel resto del mondo.
Il finale di stagione è stato un evento culturale globale con
numerosi hashtag dedicati alla serie tra cui #TheRingsofPower e
altri in trend su Twitter in 27 Paesi per un totale di oltre 426
ore nel weekend.
La seconda stagione di
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è
prodotta dagli showrunner ed executive producers J.D. Payne &
Patrick McKay. A loro si uniscono gli executive producer Lindsey
Weber, Callum Greene, Justin Doble, Jason Cahill e Gennifer
Hutchison, insieme alla co-executive producer Charlotte Brandstrom,
i produttori Kate Hazell e Helen Shang e i co-produttori Andrew
Lee, Matthew Penry-Davey e Clare Buxton.
Superman:Legacy è ora solo Superman,
un titolo audace per un film che lancerà il nuovo DCU dei
DC
Studios. Oltre ad annunciarlo, il regista
James Gunn ha anche condiviso un primo sguardo al
logo che adornerà il petto dell’Uomo del Domani nel prossimo
reboot. Si tratta di un design che ha fatto discutere i fan, e le
successive immagini probabilmente genereranno ulteriori
discussioni.
Ora analizziamo ancora più da
vicino questo design per capire cosa ci dice esattamente sul reboot
di Superman
di James Gunn. Si tratta di uno dei loghi più
riconoscibili del pianeta, ma le decisioni creative prese qui
offrono senza dubbio un’idea di cosa aspettarsi quando arriverà
questo film del 2025. Per scoprire cosa CBM ha scoperto, basta
toccare i pulsanti “Avanti”/”Visualizza elenco” qui sotto.
Il significato del contorno
giallo
Ci aspettavamo che
James Gunn desse un tocco personale all’armatura
dell’Uomo d’Acciaio, e lo ha fatto con un logo che va
controcorrente rispetto al modo in cui Superman viene
tipicamente rappresentato sullo schermo.
Il regista si è ispirato alla prima
apparizione dell’eroe sulle pagine di Action Comics
#1, dando al logo “S” un contorno giallo. I fan di
Superman & Lois ricorderanno di aver visto
Tyler Hoechlin indossare un costume con una linea
gialla intorno, ma la “S” era circondata dal nero. In confronto,
James Gunnsi attiene molto al
materiale di partenza con questo design.
In questo modo, ha l’impressione di
fare una dichiarazione e di differenziare questo
Superman dalle precedenti iterazioni che avevano
loghi sul petto con un deciso contorno rosso. Si tratta di un
piccolo cambiamento, ma che rispetta i fumetti e si fa notare.
Kingdom Come
Il fatto che
James Gunn abbia ripreso il logo “S” direttamente da
Kingdom Come non può essere una coincidenza. Può
darsi che si tratti di un disegno a cui è particolarmente
affezionato come fan e che ovviamente differisca da quello che
abbiamo visto recentemente sullo schermo (era comunque in primo
piano nel crossover Crisis on Infinite Earths di The
CW).
È chiaro che non avremo un
adattamento diretto di Kingdom Come nel DCU,
perché si tratta di un nuovo universo con supereroi più giovani.
Nonostante ciò, pensiamo che
James Gunn possa trarre molto dalla storia scritta da
Mark Waid e Alex Ross. Ad
esempio, se questo mondo è composto da eroi giovani e inesperti,
ciò potrebbe metterli in contrasto con alcuni esponenti della
vecchia guardia – forse la JSA? – e persino con i governi
del mondo.
Un abito fatto in casa?
Un punto fermo della tuta di
Superman indossata da Henry Cavill era il fatto che fosse
chiaramente di origine aliena. Kal-El la trovò a bordo di
un’astronave kryptoniana ed era ricoperta di intricati simboli
alieni per sottolineare il suo status di rifugiato sulla Terra.
Questa tuta, in confronto, ha
cuciture che sembrano un po’ più familiari al nostro pianeta. Anche
se
James Gunn potrebbe seguire i fumetti facendo in modo
che il mantello di Superman provenga da Krypton,
scommettiamo che è stata Martha Kent a creare il costume
dell’eroe.
Questo non significa che il costume
sarà fatto in casa. Anzi, la sua creazione potrebbe essere
menzionata solo di sfuggita! Tuttavia, questo cambiamento sembra un
passo nella giusta direzione, soprattutto se porta questo eroe in
linea con la sua controparte a fumetti.
A proposito di quella neve
Siamo sicuri che per alcuni di voi
sarà ovvio, ma per quelli che si chiedono quale sia il significato
di quella neve, siamo abbastanza sicuri che non significhi che
Superman si svolgerà durante le vacanze!
James Gunn è attualmente con il cast in Norvegia per
girare delle scene che crediamo si svolgeranno nella
Fortezza della Solitudine. L’appartato rifugio
artico dell’eroe funge da rifugio e quartier generale. Costruita in
cristallo kryptoniano, ospita manufatti,
tecnologia e souvenir delle sue avventure passate.
Lo sforzo di Man of
Steel è stato piuttosto insoddisfacente, quindi siamo
ottimisti sul fatto che questa versione sarà una parte centrale
delle avventure di Superman… e che sarà
sorvegliata da Krypto il Supercane! Forse qui entra in
gioco anche
Supergirl…
Il film del 2019
Code8, diretto da
Jeff Chan– versione
estesa del suo omonimo cortometraggio del 2016 – racconta le
vicende di un uomo con superpoteri che finisce a lavorare per un
gruppo di criminali con il fine di raccogliere soldi per aiutare la
madre malata. Accolto in modo positivo da critica e pubblico, il
film ha suscitato poi anche l’interesse di Netflix,
che ha chiesto a Chan di realizzare un sequel per la piattaforma.
Nasce così Code 8 – ParteII, ora disponibile nel catalogo e subito
divenuto uno dei titoli più visti del momento. Ma cos’è un Code
8?
Code 8, o Codice 8, è – all’interno
del contesto narrativo del film – il codice della polizia per
identificare un crimine commesso da un Potenziato, ovvero da una
persona dotata di superpoteri. Nel mondo di
Code 8, infatti, tutti i superumani
sono tenuti a registrare le loro capacità e un crimine commesso da
uno di loro viene preso estremamente sul serio, in quanto può
essere fonte di grande pericolo. Come il film del 2019, anche
Code 8 – Parte II prosegue dunque sui toni del crime,
continuando a narrare dello scontro tra umani e potenziati.
Per chi ha apprezzato il primo film,
anch’esso disponibile su Netflix, questo
sequel è dunque un sequel da non lasciarsi sfuggire, dove si
ripropongono le dinamiche del precedente ma con nuovi sviluppi e
nuovi personaggi. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune
delle principali curiosità relative a Code 8 – Parte II.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla spiegazione del
finale, in attesa di un probabile terzo film di prossima
produzione che potrebbe idealmente concludere il racconto.
La trama e il cast di Code 8 – Parte II
In questo sequel di Code
8,Connor è ora uscito di prigione e
lavora come custode in un centro sociale dopo aver tagliato i ponti
con il suo ex socio criminale Garrett. Il
tentativo di Connor di tenersi lontano dai guai viene però
distrutto quando è costretto ad aiutare la quattordicenne
Pavani a fuggire da un gruppo di agenti corrotti
guidati dal sergente Kingston. Questi ha però un
grosso vantaggio, usando i nuovi K9 robotici per rintracciare Pav.
Ciò costringer Connor a dover ancora una volta a chiedere aiuto a
Garrett e alla sua squadra, senza sapere se stavolta potrà davvero
fidarsi dell’uomo che lo ha fatto finire in prigione.
Ad interpretare Connor vi è
nuovamente l’attore Robbie Amell, noto per aver interpretato
Ronnie Raymond/Firestorm nella serie The Flash, mentre suo cugino Stephen Amell – celebre per aver interpretato
Oliver Queen/Green Arrow nella serie televisiva Arrow –
torna invece ad interpretare Garrett. L’attrice Sirena
Gulamgaus, nota per aver recitato nella serie
Transplarent, è invece l’interprete di Pavani.
Alex Mallari Jr., invece, è il sergente Kingston,
principale antagonista del film. Completano il cast le attrici
Kari Matchett nel ruolo della madre di Connor e
Jean Yoon in quelli di Mina.
La spiegazione del finale di Code 8 – Parte II
Kingston vuole a tutti i costi
acciuffare Pavani in quanto lei è l’unica a sapere che ad aver
ucciso suo fratello Tarak è stato proprio il poliziotto, in
combutta con Garrett. Eliminare Pavani è dunque l’unico modo per
assicurarsi di preservare la propria reputazione e continuare nella
sua scalata al potere. Ad un certo punto viene anche proposto di
cancellare semplicemente la memoria del fratello ma quando tale
ipotesi viene messa in atto la ragazza si rende conto che le stanno
in realtà per cancellare ogni ricordo in suo possesso e dunque usa
i suoi poteri per opporsi alla cosa.
Nel finale di Code 8 – Parte
II, Connor e Pavani riescono però a rubare un video contenente
i crimini commessi da King e a trasmetterlo in diretta, così che
tutti vengano a conoscenza di quanto da lui commesso nel tempo. Con
le feroci azioni di King contro gli esseri umani dotati di
superpoteri ora rese note al mondo, si iniziano finalmente ad
adottare nuove leggi per migliorare le condizioni di vita di questi
super umani. Anche l’uso della robotica per mantenere l’ordine
pubblico viene completamente vietato nella regione, dopo che viene
rivelato come King usasse i robot K9 per uccidere brutalmente le
persone dotate di superpoteri.
Mentre Pavani sopravvive e guarisce
gradualmente dalle ferite, Connor riapre il centro sociale della
signora Mina. Come confermano i momenti finali di Code 8 –
Parte II, Connor mantiene anche la promessa fatta alla madre
di Pavani, prendendosi cura di lei e gestendo con lei il centro
sociale. Prima dei titoli di coda, però, viene rivelato che
l’afflusso della droga Psyke (ricavata estraendo il liquido spinale
dai superumani) è aumentato. Garrett, che acolta la notizia sembra
essere già a conoscenza di quest’informazione, permettendo di
ipotizzare che ci sia lui dietro quel nuovo traffico. Così facendo,
si apre la strada ad un terzo capitolo che potrebbe mostrare lo
scontro finale tra Connor e Garrett.
Il trailer di Code 8 – Parte
II e come vedere il film in streaming su Netflix
Come anticipato, è possibile fruire
di Code 8 – Parte II unicamente grazie
alla sua presenza nel catologo di Netflix, dove attualmente è al 1°
posto della Top 10 dei film più visti sulla piattaforma in
Italia. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un
abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni
possibili. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale
comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso
a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.
Dune
2, sequel di Dune di Denis
Villeneuve ha debuttato ieri a livello mondiale e il film è già
partito alla grande al botteghino grazie alle anteprime del giovedì
sera e alle proiezioni all’estero. In Italia il film ha debuttato
Mercoledì. Attualmente in Italia dopo i primi tre
giorni la pellicola ha raccolto 1.5 milioni di euro, e ci si
aspetta che oggi e domani potrà aggiungere altri 2 milioni per
chiudere con un totale di 3.5 milioni di euro. Migliorando il
risultato del primo film che nel 2021 totalizzo 2.1 milioni di
euro.
Dune
2 che ora è stata confermata come il capitolo
centrale di una trilogia – ha incassato negli USA più del doppio
rispetto al primo film (5,1 milioni di dollari) dalle proiezioni in
anteprima nel 2021 con 12 milioni di dollari. Il suo bilancio
internazionale è di 7,6 milioni di dollari dopo l’apertura in 13
mercati stranieri. Allo stato attuale, si prevede che Dune
2 incasserà tra i 150 e i 175 milioni di dollari in
tutto il mondo nel suo weekend di apertura – anche se la Warner
Bros. è più cauta e prevede 140 milioni di dollari.
Le
recensioni stellari di Dune
2 sono sicuramente in grado di attirare più persone
nelle sale, e il film è ora “certificato fresco” su Rotten
Tomatoes con un impressionante 95% di critica e pubblico.
Da notare che un’apertura interna
di 65-80 milioni di dollari supererebbe alla grande l’apertura
interna di 41 milioni di dollari di Dune,
del 2021, che ha visto le sue vendite di biglietti assorbite da
un’uscita in sala day-and-date sul servizio di streaming HBO Max
all’inizio di ottobre dello stesso anno. Tuttavia, Dune
fu uno dei pochi titoli day-and-date a superare i 100 milioni di
dollari al botteghino nazionale e uno dei soli due a superare i 400
milioni di dollari in tutto il mondo, insieme a Godzilla
vs. Kong della Legendary. È stato uno dei pochi
blockbuster che ha funzionato sia nelle case che nelle sale, ma ha
sicuramente lasciato molti soldi sul piatto del box office
theatrical.
Captain America: Brave New World sarà sottoposto a un
ampio reshooting nel corso di quest’anno e, se si crede alle
recenti indiscrezioni, i Marvel Studios hanno
intenzione di eliminare completamente dal film The Serpent Society,
la Società dei Serpenti.
Finora sono stati avvistati almeno
due membri del gruppo, tra cui Rosa Salazar
(Alita: – L’angelo della battaglia) e Seth
Rollins (attuale World Heavyweight Champion della
WWE). Lasciarli in disparte sembra estremo e possiamo solo
ipotizzare che qualcosa nell’inclusione della Società nel film non
funzionasse.
Ora, lo scooper @CanWeGetToast
sostiene di aver appreso ciò che i Marvel Studios
avevano originariamente previsto per i cattivi in
Captain America: Brave New World. Si dice che la
Società dei Serpenti fosse composta da Diamondback,
Constrictor, Rattler, Asp e Cobra, tutti con tatuaggi
segmentati che si aprivano per rivelare potenziamenti
cibernetici.
Questa parte è un po’ vaga, ma il
leaker rivela che, insieme, avrebbero dato vita al
“Serpent“. Diamondback poteva sparare proiettili
dalle dita, Rattler aveva poteri da boom sonico,
Constrictor scatenava bobine cariche dalle braccia,
Asp aveva pugni di fuoco e Cobra poteva sputare acido
dalle zanne.
Descritti così l’intera squadra
poteva sembrare un po’ ridicola o solo un lotto di cattivi di
troppo in un film che include anche Red Hulk e The
Leader? Il tempo ce lo dirà, ma in altre notizie sul MCU,
Daniel Richtman riporta che i Marvel Studios
stanno cercando nuovi personaggi per sostituirli.
Captain America: Brave New World non è l’unico film di
prossima uscita per il quale è previsto un reshooting, anche anche
Deadpool &
Wolverine farà qualcosa del genere a Maggio, ma questi
ultimi sono dei reshoot di routine nelle produzioni a grosso
budget.
Quello che sappiamo sul film
Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the
Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson
(Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield
Paradox) ha descritto il film come un “thriller
paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader
(Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua
trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk
del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la cattiva
Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi
al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora,
Captain America: Brave New World è indicato come uno
dei titoli più importanti della Fase 5.
NEON ha presentato la prima clip
dell’imminente film horror religioso Immaculate,
che presenta un jump scare piuttosto efficace.
Lo sneak peek mostra il personaggio
di Sydney Sweeney (Euphoria,
Madame
Web) , Cecilia, in una cabina per il confessionale, ma il
prete che dovrebbe confessarla non è esattamente reattivo. Dopo
qualche secondo di silenzio teso, qualcuno – o qualcosa – afferra
la giovane suora da dietro e la tira attraverso il muro.
“Nel nostro film, il terrore
riguarda qualcosa di molto reale e profondo, personale e
crudo”, ha dichiarato il regista Michael
Mohan a Total Film in una recente intervista. “Gli
ultimi due minuti di questo film sono l’interpretazione più
scatenata che Sydney abbia mai dato. La inserisce a pieno titolo
nel pantheon delle scream queen. Senza dubbio“.
Sydney Sweeney interpreta Cecilia, “una
donna di fede devota a cui viene offerto un nuovo ruolo in un
illustre convento italiano. Ma il suo caloroso benvenuto nella
campagna europea viene presto interrotto quando Cecilia scopre che
la sua nuova casa nasconde alcuni oscuri e terrificanti
segreti“.
Il trailer precedentemente
rilasciato mostra Cecilia che si ammala e gli esami
ospedalieri confermano che è incinta. Seguono molte immagini
sanguinose e inquietanti, mentre siamo portati a credere che la
giovane donna abbia concepito immacolatamente. Guardate la clip di
seguito:
Jonathan Davino
per la Fifty-Fifty Films ha prodotto Immaculate
con Sydney Sweeney, insieme a David Bernad della
Middle Child Pictures, che ha sviluppato il progetto con l’attrice
dopo il loro lavoro insieme in The White Lotus.
Teddy Schwarzman e Michael Heimler hanno prodotto per la Black
Bear, che ha finanziato interamente e rappresentato i diritti di
vendita internazionali. John Friedberg e Christopher Casanova della
Black Bear sono stati produttori esecutivi, insieme a Will
Greenfield.
Non abbiamo ancora visto l’intero
costume, ma James Gunn ha confermato che si ispira ai
disegni di Alex Ross, quindi potrebbe finire per
assomigliare a quella recente fan-art (condivisa).
Siamo anche in attesa di un primo
sguardo al cast in costume nei rispettivi personaggi, ma nel
frattempo Rachel
Brosnahan (Lois Lane) ha condiviso un video su
TikTok di lei e delle sue co-star David Corenswet
(Clark Kent/Superman) e
Nicholas Hoult (Lex Luthor) che si divertono
durante il primo giorno di riprese.
La didascalia recita: “Un
supercattivo, un giornalista e un alieno entrano in un bar…“.
La star di La meravigliosa signora Maisel ha commentato così la
recente lettura del copione. “È stato incredibile ascoltare la
sceneggiatura ad alta voce… sentire il ritmo del film. Ho sempre
amato Lois Lane. È intelligente, ambiziosa e può essere divertente…
Stiamo ancora trovando questi personaggi. Conoscerete la loro
versione finale“. Guardate il video qui sotto.
Le riprese sono attualmente in
corso, ma l’insider Daniel Richtman ritiene che si stiano svolgendo
in Norvegia (il che avrebbe senso visto l’emblema del petto
innevato) e che si sposteranno ad Atlanta più avanti nel mese di
marzo.
Cosa sappiamo sul nuovo
Superman?
Superman:Legacy che si intitolerà semplicemente
Superman avrà come protagonisti anche Rachel
Brosnahan nel ruolo di Lois Lane e
Nicholas Hoult in quello di Lex Luthor, oltre a
Isabela Merced nel
ruolo di Hawkgirl, Edi Gathegi in quello di Mister
Terrific, Nathan Fillion in
quello della Lanterna Verde Guy Gardner e Anthony Carrigan in
quello di Metamorpho.
Più recentemente, Sara
Sampaio ha firmato per interpretare l’assistente/amante di
Lex, Eve Teschmacher, e Skyler Gisondo è stato
scritturato per il ruolo di Jimmy Olsen.Sono attesi anche
i membri della squadra di antieroi The Authority e
María Gabriela de Faría (Animal Control) è stata
scritturata per il ruolo di Angela Spica/The Engineer. Si
dice anche che la Supergirl di Milly
Alcock farà il suo debutto prima del suo film su
Supergirl: Woman of Tomorrow, ma non è ancora
stato confermato.
Non sappiamo ancora con esattezza
come questi altri supereroi si inseriranno nella storia, ma
James Gunn ha precedentemente rivelato che la
doppia vita di Superman, sia come Clark Kent che come Uomo
d’Acciaio, sarà esplorata nel film, suggerendo che questi
personaggi saranno i suoi “super amici“. Resta da vedere
se faranno o meno parte di una vera e propria squadra.