Mentre siamo ancora in attesa del
primo trailer del film, la Warner Bros ha diffuso
la prima sinossi ufficiale di Aquaman e il
Regno Perdutoin testa
all’inizio ufficiale dell’avvio della campagna marketing per il
film. Ecco di seguito la nostra traduzione:
Non essendo riuscito a
sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal
bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti
a nulla pur di sconfiggere Aquaman una volta per tutte. Questa
volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il
potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e
malvagia. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello Orm,
l’ex re di Atlantide e imprigionato alla fine del primo film, per
stringere un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da
parte le loro differenze per proteggere il loro regno e salvare la
famiglia di Aquaman e il mondo dalla distruzione
irreversibile.
Jason Momoa è atteso di
nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman e il
Regno Perduto, sequel del film che ha rilanciato in
positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo
seguito, diretto ancora una volta da James
Wan(Insidious, The Conjuring),
torneranno anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta
Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta,
che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo
film.David Leslie Johnson-McGoldrick,
collaboratore ricorrente di Wan, scriverà la
sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter
Safran saranno co-produttori. Il film arriverà al cinema
il 21 dicembre.
“Non ridere papà, io diventerò
un fantino.” – Il mio amico Tempesta
Il cavallo. Sono tante le culture che hanno venerato questo animale
nel corso della storia, simbolo non solo di libertà, ma anche di
estrema forza. Al suo essere possente e nobile, che indubbio ne
decreta la bellezza, bisogna affiancargli il merito d’essere un
fedele compagno per l’uomo, tanto che il loro rapporto è stato
perfino oggetto di analisi nel tempo.
La relazione
cavallo-cavaliere è caratterizzata da una specifica
connessione emotiva, nella quale mutuo rispetto e fiducia reciproca
sono principi fondamentali e imprescindibili. Ecco perché nel
cinema sono molti i registi che hanno attinto da questo speciale
legame, traslando in linguaggio cinematografico storie intime,
volte a dimostrare quanto l’unione fra uomo e animale possa essere
potente esattamente come quella fra simili. Ed è di questo che
Christian Duguay vuole parlare nel suo nuovo
filmIl mio amico Tempesta: di un
amore senza tempo, che ha la sensibilità giusta per dialogare con
tutti e scavare in profondità, arrivando dritto al cuore. La
pellicola è tratta da un romanzo per ragazzi che si intitola
Tempete au haras di Christophe Donner, e sarà nelle sale
cinematografiche dal 14 settembre, distribuito da
Eagle Pictures.
Il mio amico Tempesta, la
trama
Quanto può essere magico nascere
insieme ad un puledro? Domanda forse strana, ma se immaginata in un
contesto in cui vivere a stretto contatto con la natura è
all’ordine del giorno, allora non lo è più. Questo è quello che
succede a Zoé, la cui madre Marie (Mélanie
Laurent), veterinaria della sua stessa scuderia,
partorisce nell’esatto momento in cui sta assistendo Bella
Intrigante, una cavalla da corsa, in un parto difficoltoso. È
quell’attimo, quella connessione, che alimenta la passione di Zoé
per i cavalli, qualcosa che ha dentro dalla nascita, si potrebbe
dire, e che non può smettere di crescere, soprattutto quando crea
con Tempesta, nuova figlia di Bella Intrigante, un binomio
straordinario.
Una notte, però, a causa di un forte
temporale che si abbatte su tutta la scuderia, i cavalli si
imbizzarriscono e nel tentativo di metterli al sicuro, Zoé si
ritrova sbattuta a terra da Bella Intrigante e poi schiacciata da
Tempesta. Rimasta disabile, la bambina è costretta ad affrontare un
lungo percorso di riabilitazione, che la allontana lentamente dal
mondo equestre. Fino a quando il Grand Prix d’Amerique non la
chiama a rapporto: Tempesta è l’ultima speranza: se non vince lei,
il ranch di famiglia potrebbero chiudere. Ma la cavalla si fa
montare solo in un certo modo e forse il destino vuole che sia
proprio Zoé, che nel frattempo ha trovato una soluzione per salire
ancora in sella, a farlo…
Sulla scia di un cult
Che a Duguay interessasse l’amicizia
fra un uomo e il proprio compagno a quattro zampe, e la lealtà
reciproca costruita secondo le leggi del cuore, è in realtà chiaro
da diversi anni. Non è la prima volta che il regista affronta
l’argomento, e soprattutto che esplora il mondo equestre,
principalmente delle corse: basti pensare a Jappeloup,
uscito dieci anni fa. Ma senza andare troppo indietro, uno degli
esempi più recenti è Belle & Sebastien – L’avventura continua. Il focus
rimane in ogni caso un animale, il suo mondo, la sua devozione. E
quanto essi fungano molto spesso da terapia, da anti-stress,
diventando una piccola oasi di felicità grazie alla quale si fatica
meno ad affrontare la quotidianità.
Per Il mio amico
Tempesta, Duguay sembra però voler seguire le tracce
di un film specifico: L’uomo che sussurrava ai
cavalli, diretto e interpretato da
Robert Redford. Un racconto, dunque, di vera passione, seppur
all’inizio fatichi a ingranare la marcia. I primi trenta minuti
sembrano infatti non avere il carburante necessario per lanciare la
storia. Nel seguire le diverse fasi di Zoé, il regista in un primo
momento affatica la narrazione, allungandola un po’ troppo, tanto
da spostare eccessivamente in avanti l’incidente scatenante (che
ricordiamo non dovrebbe superare la ventina di minuti massimo).
Dopo un primo atto che va abbastanza a rilento, di cui si poteva
sicuramente tagliare qualche scena superflua, il film si scioglie e
inizia ad acquistare movimento e ritmo. Seguiamo Zoé nella sua
crescita, la vediamo prendere confidenza con la scuderia,
approcciarsi a cavalli di razze diverse e poi legarsi ad uno in
particolare, la sua Tempesta. Tempesta di nome e di fatto, che le
regalerà i ricordi più belli della sua adolescenza.
Vivere delle proprie passioni
È dunque dal secondo atto in poi che
Il mio amico Tempesta si concretizza,
lavorando su alcune tematiche dalla grande forza emotiva, operando
su sequenze sì dalla lacrima facile, ma che non scadono mai nel
lezioso o nel posticcio. Duguay indugia spesso sulla sua
protagonista, una Charlie Paulet mai fuori luogo e sempre misurata
nel restituire il dolore di una bambina che vede infrangersi il
proprio sogno davanti agli occhi. Fissando la macchina da presa su
di lei, il regista ne intercetta ogni passaggio, decisione e
sguardo, che la portano ad una chiara consapevolezza di sé e del
suo animale. Insieme a Zoé corriamo. Lei,
gradualmente, corre: incontro alla vita, a cavallo, verso il suo
sogno che, dopo tanti sacrifici, vede alla fine farsi realtà. Tutti
gli step vengono superati, Duguay non vuole lasciare niente al caso
e non dà niente per scontato.
Perché è solo in questo modo che può
rendere vero il legame con la sua Tempesta, la quale la porterà
alla vittoria del Grand Prix d’Amerique. Ed è così, attraverso una
particolare storia di formazione, che Il mio amico
Tempestaparla di disabilità, di ippoterapia,
di resilienza, di paure che si superano con la forza delle proprie
passioni. Perché quando si ama qualcosa e la si ama con
anima, corpo e cuore, la fatica non la si percepisce. E neanche
l’invalidità. Come Zoé, che pur non muovendo le gambe riesce
comunque a montare il suo cavallo perché mossa da sentimenti di
fiducia verso se stessa in primis e poi verso l’animale. Pur con
qualche difetto iniziale, e nonostante non si faccia riconoscere
per l’originalità del racconto, Christian Duguay ci dona un film
delicato, dolce nella sua messa in scena, toccante. Profondo. Che
si fa guardare nonostante le sue prevedibili progressioni e non
chiede tanto, se non quello di ricordarci quanto sia importante non
lasciarsi abbattere dalle difficoltà che si incontrano lungo il
cammino. E quanto sia fondamentale l’empatia con un animale.
Qualsiasi esso sia.
Il casting di Hugh
Grant nei panni di un Oompa Loompa per Wonka ha portato una serie di
polemiche contro cui si è schierato il regista del film,
Paul King (Paddington). Il film vede Timothée Chalamet nei panni di una
versione giovane del produttore di caramelle nato dalla penna di
Roald Dahl in Charlie e la fabbrica di cioccolato.Wonka è un film sulla storia delle sue origini,
che mostra l’ascesa del famoso cioccolatiere Willy Wonka e del suo
primo incontro con gli Oompa Loompa.
In seguito alla controversia sul
casting, Paul King ha difeso la sua decisione di
scegliere Grant per il ruolo degli Oompa Loompa.
Come racconta King a Total Film (tramite Games Radar), il regista ha
immaginato gli Oompa Loompa come “questi
esseri incredibilmente piccoli”. Avendo lavorato con Grant in
Paddington 2, King sapeva che l’attore era “il
più divertente e sarcastico” con cui avesse lavorato, quindi
sarebbe stato in grado di affrontare i classici personaggi in
miniatura.
“Ero incantato dall’idea di
questi esseri incredibilmente piccoli, molto più piccoli persino di
me, a misura di bambino. La voce e l’atteggiamento degli
Oompa Loompa derivano dalla rivisitazione dei
libri: lunghe canzoni piene di umorismo, sarcasmo, superiorità e
disprezzo. Quindi stavo pensando che per quel personaggio serviva
uno che fosse in grado di essere una vera merda. E ho pensato: “Ah,
Hugh [Grant]!” Perché è la persona più divertente e sarcastica che
abbia mai incontrato! Eravamo già stati lì con Paddington 2. Ho
dovuto scrivergli questa lettera imbarazzante, dicendo: “Sei bravo
a interpretare i vecchi radioamatori slavati… ‘” “Una volta che
vedi Hugh Grant come un uomo arancione alto 18 pollici con i
capelli verdi, “dici, ‘Ah, sì. So cosa sono gli Oompa
Loompa. Tutto ha perfettamente senso.'”
Wonka, tutto quello che
sappiamo sul film
Wonka è diretto dal regista di
“Paddington” Paul King e vede come
co-protagonisti Keegan-Michael Key, Rowan Atkinson, Sally Hawkins e
Olivia Colman.
Chalamet ha dichiarato alla stampa al CinemaCon di
aprile che la sua versione del personaggio non sarebbe stata
“cinica” come le precedenti iterazioni interpretate da Gene Wilder
o Johnny Depp. “Questo è un Willy
pieno di gioia, speranza e desiderio di diventare il più grande
cioccolatiere“, ha detto Chalamet, che ha anche rivelato di
aver nuotato nel vero cioccolato fuso durante le riprese delle
scene del film.
Wonka
è basato sui personaggi di Roald Dahl, ispirato in particolare da
uno dei personaggi più amati di Dahl e si svolge prima degli eventi
di Charlie e la fabbrica di cioccolato,
si legge nella sinossi. Nel cast anche Matthew Baynton, Jim
Carter, Tom Davis, Simon Farnaby, Rich Fulcher, Kobna
Holdbrook-Smith, Paterson Joseph, Calah Lane, Matt Lucas, Colin O’
Brien, Natasha Rothwell, Rakhee Thakrar e Ellie White.
Willy Wonka è stato
creato dal famoso autore Roald Dahl. Il
personaggio ha debuttato nel romanzo del 1964, Charlie e la
fabbrica di cioccolato. Il libro è stato adattato due volte
per lo schermo, nel 1971 e nel 2005, quando Tim Burton ha scelto Johnny Depp per il ruolo in
questione. Paul King, il regista dietro la
serie di Paddington, firma la regia di
Wonka,
che uscirà al cinema il 14 dicembre 2023.
Isabella Rossellini e Shigeru
Umebayashi riceveranno il Premio alla Carriera nel corso
della diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma che si svolgerà dal
18 al 29 ottobre 2023 all’Auditorium Parco della Musica Ennio
Morricone. Lo annuncia la Direttrice Artistica Paola
Malanga con Gian Luca Farinelli,
Presidente della Fondazione Cinema per Roma, e Francesca
Via, Direttrice Generale.
Isabella Rossellini è un’artista
poliedrica e anticonformista, figlia di Ingrid
Bergman e di Roberto Rossellini: la Festa
celebrerà il suo talento creativo attraverso un incontro con il
pubblico e una retrospettiva di opere che l’hanno vista
protagonista come filmmaker, sceneggiatrice e attrice di
straordinario valore. Accanto ad alcuni successi da interprete
famosi in tutto il mondo (da Velluto
blu di David Lynch
a La morte ti fa bella di
Robert Zemeckis fino a La
chimera di Alice Rohrwacher),
il pubblico potrà scoprire o riscoprire le serie da lei dirette sul mondo degli animali
(Green
Porno,Seduce MeeMammas), che conciliano brillante ironia e rigore
scientifico; ammirare il documentario My
Dad Is 100
Years Olddi
Guy Maddin, da lei scritto e interpretato per
celebrare il centenario della nascita del padre;
rivedere i suoi esordi
in televisione ne “L’altra domenica” di Renzo
Arbore. Fra
le opere in programma anche Stromboli (Terra di
Dio) di
Roberto Rossellini, il primo film del cineasta
girato con Ingrid Bergman,
e Sinfonia d’autunno di
Ingmar Bergman, ultimo film interpretato dalla
Bergman. La Festa presenterà inoltre A Season with
Isabella Rossellinidi Marian
Lacombe, documentario ambientato tra il set
de La chimera e la Mama Farm,
l’azienda di agricoltura rigenerativa che Isabella Rossellini ha fondato nel 2013 nello
Stato di New York e porta avanti da dieci anni con appassionata
determinazione.
Il
compositore giapponese Shigeru Umebayashi è autore
di alcune fra le più iconiche colonne sonore della storia del
cinema mondiale. La sua opera, che si situa alla confluenza fra
musica orientale e occidentale, è unica, vibrante e intensa. Grazie
a uno stile originale e assolutamente riconoscibile,
Shigeru Umebayashi collabora, fra gli altri, con
straordinari cineasti come Wong Kar-wai
(In the Mood for
Love, 2046,The
Grandmaster), Zhāng Yìmóu
(La foresta dei pugnali
volanti, La città
proibita) e Yuen Woo-ping
(True Legend, Crouching
Tiger, Hidden Dragon: Sword of
Destiny). Autore molto amato a livello
internazionale, Umebayashi ha lavorato inoltre nei
filmA Single Man di
Tom Ford, Hannibal Lecter – Le
origini del male di Peter
Webber e, in Italia, con Roberta Torre
(Mare nero) e Marco Simon
Puccioni (Come il
vento).
Shigeru Umebayashi sarà
protagonista di un incontro con il pubblico; gli spettatori della
Festa del Cinema potranno inoltre riscoprire alcuni film di culto
come In the Mood for
Love.
Con l’uscita di L’esorcista:
Il credente proprio dietro l’angolo, il
classico franchise horror tornerà a spaventare una nuova
generazione di pubblico. Ora, un’esclusiva di Total Film ha rivelato delle
anticipazioni al film, confermando che si tratterà di un ritorno
alle origini.
La nuova immagine dal film ci presenta Olivia
Marcum, che nel film interpreta Katherine, una delle due
ragazze possedute nel film. Inutile dire che la possessione
demoniaca è un concetto terrificante e il film non si tira indietro
nel mostrare quanto possa essere brutale. Uno dei tratti distintivi
del franchise de L’Esorcista è infatti la natura
grottesca delle vittime possedute, e il film non fa eccezione, con
l’immagine che riecheggia efficacemente l’aspetto di Regan del film
originale. Resta da vedere se il film può essere anche da solo,
senza l’eco dell’originale, un film horror avvincente.
A corredo dell’immagine, la rivista
ha pubblicato anche un’intervista a Ashley Rae
Trisler, coordinatrice degli stuntman per L’esorcista:
Il credente: “[Ci sono] alcune scene di
grande impatto, sorprendenti, che potrebbero potenzialmente
superare ciò che la gente ricorda di 50 anni fa,” ha detto
Trisler. Il mondo è cambiato in modo significativo dalla produzione
del primo film, cosa che, secondo Trisler, ha aggiunto importanza a
garantire la sicurezza dei giovani attori.
L’esorcista – Il credente, tutto quello che sappiamo
sul film
L’esorcista:
Il credente si concentrerà sul padre di una
bambina posseduta, che in cerca di aiuto entrerà in contatto con
Chris MacNiel (Ellen Burstyn).
La Burstyn riprenderà il suo ruolo de L’esorcista, dove
era la madre di Regan (interpretata da Linda Blair),
per aiutare a combattere il possesso della bambina e di una sua
amica. Oltre alla Burstyn, il cast di L’esorcista – Il
credente include Leslie Odom Jr.
(Hamilton), Ann Dowd (The Handmaid’s
Tale), Raphael Sbarge (C’era una
volta) e la cantante Jennifer Nettles.
Con un cast di talento riconoscibile
che dà vita al film, L’esorcista:
Il credentesta prendendo forma
come un degno seguito di
L’esorcista. La decisione di avere tutti i film nel
canone di indica inoltre che ci saranno riferimenti anche agli
altri quattro titoli della serie. Il nuovo film, però, segna anche
l’inizio di una nuova trilogia di sequel,
similmente a quanto fatto anche con i sequel di Halloween,
di cui appunto Green è stato regista.
Resta però da vedere come questo
nuovo film si affermerà presso il grande pubblico. Mentre Green si
è dimostrato un talentuoso regista slasher con Halloween,
i suoi sequel Halloween Kills e
Halloween Ends non sono
stati particolarmente apprezzati né dal pubblico né dalla critica.
Tuttavia, con L’esorcista – Il credente, che
crea una nuova storia all’interno dell’universo di
L’esorcista, il film potrebbe svelare nuovi entusiasmanti
aspetti degni di essere raccontati.
Distintasi grazie alla serie
Euphoria, l’attrice Hunter Schafer è in
breve divenuta una delle maggiori star della sua generazione,
richiestissima per il cinema, la televisione ma anche per il
settore della moda, essendo lei una delle più popolari modelle del
momento. La sua è dunque una carriera in piena ascesa, supportata
da un talento, una presenza scenica e un’intensità per la
recitazione con pochi eguali tra i suoi coetanei.
Ecco 10 cose che non sai
sull’attrice Hunter Schafer.
Hunter Schafer: i suoi film e le
serie TV
1. È nota per una celebre
serie TV. Il primo ruolo d’attrice per Schafer è stato
quello nella popolare serie HBO Euphoria, dove
interpreta il personaggio Jules recitando accanto ad attori come
Zendaya,
Jacob Elordi e
Sydney Sweenye.
Ad oggi si tratta dell’unico progetto televisivo a cui ha
partecipando, recitando in entrambe le stagioni ad ora prodotte e
naturalmente sarà presente anche nella terza stagione, attualmente in
fase di sviluppo.
2. Ha diversi film per il
cinema in arrivo. L’attrice deve ancora compiere il suo
debutto sul grande schermo, ma quel momento arriverà presto grazie
a Hunger Games: La ballata
dell’usignolo e del serprente, con protagonista Rachel Zegler.
Diversi sono poi i film per cui Schafer è già confermata come parte
del cast, tra cui si annoverano il thriller Cuckoo, di cui
è protagonista, il misterioso And, nuovo film di Yorgos
Lanthimos con Emma Stone, e
il nuovo film di David Lowery, Mother Mary, con
protagonista Anne
Hathaway.
3. Ha diretto alcuni
videoclip e lavorato come doppiatrice. Da quando è entrata
a far parte del mondo dello spettacolo, Schafer non si è però
limitata solo alla recitazione, ma ha anche diretto due videoclip
musicali, ovvero quelli per il brano hornylovesickmess di
Girl in red, e quello per il brano Why Am I
Alive Now? di Anohni and the Johnsons. Oltre a ciò, ha anche
lavorato come doppiatrice per il film d’animazione giapponese
Belle, doppiando in lingua inglese il personaggio chiamato
Ruka.
Hunter Schafer in
Euphoria
4. Non intendeva far parte
della serie. Come da lei dichiarato, Hunter Schafer non ha
mai avuto intenzione di partecipare alla serie Euphoria. L’agenzia di modelle con cui
lavorava ha però visto il casting e l’ha convinta a fare
un’audizione, suggerendo che sarebbe stata fantastica per la parte.
Presentatasi dunque ai provini, Schafer ha da subito convinto
l’autore Sam Levinson e i produttori e il
personaggio è poi stato riscritto parzialmente sulle sue esperienze
di vita, così che potesse adattarsi meglio a lei.
5. Ha scritto un episodio
della serie. Oltre ad essere tra le protagoniste della
serie, Schafer ha anche partecipato alla scrittura di un episodio
di essa. Parliamo dell’episodio speciale che si concentra
interamente su Jules. A Sam Levinson, creatore e autore della
serie, si è dichiarato entusiasta di questa collaborazione nella
scrittura, soprattutto perché l’attrice ha significativamente
contributo nel tratteggiare con cura e rispetto i momenti dedicati
al rapporto di Jules con il suo percorso di transizione, alle
conseguenze psicologiche che questo ha comportato e al peso emotivo
che da tutto ciò è derivato.
Hunter Schafer in Hunger
Games
6. Il nuovo film della saga
segnerà il suo debutto al cinema. Nel film Hunger Games: La ballata
dell’usignolo e del serpente, prequel di
Hunger Games (2012), ambientato 64 anni prima, Schafer
interpreterà Tigris Snow, cugina maggiore e confidente di
Coriolano, che lo consiglia in tutto. In seguito, come noto, il
personaggio diventerà una stilista nei Giochi e un’alleata di
Katniss Everdeen e della resistenza contro Panem. Il personaggio è
infatti già comparso in versione più adulta nell’ultimo film della
saga, interpretato da EugenieBondurant, mentre per Schafer segnerà il suo
debutto sul grande schermo.
Hunter Schafer è modella per Prada
e Dior
7. È unasupermodella. Prima di diventare celebre come
attice, Schafer ha iniziato a farsi strada nel mondo della moda,
partecipando a sfilate per le maggiori case di moda, come
Prada, Calvin Klein,
Dior, Miu Miu, Tommy
Hilfiger, Maison Margiela, Vera
Wang, Marc Jacobs, Versus
Versace e molte molte altre. Ancora oggi collabora con
molte di queste, tra cui in particolare Prada e Dior. Gli impegni
nel campo della recitazione non le hanno infatti impedito di
portare avanti questa sua attività.
Hunter Schafer e il fidanzato
Dominic Fike
8. Ha conosciuto il
fidanzato sul set. Nella seconda stagione della serie
Euphoria è entrato a far parte del cast l’attore e
cantautore Dominic Fike, il cui personaggio
intreccia un particolare rapporto con Rue e Jules, il personaggio
interpretato da Schafer. La vicinanza tra loro sul set ha poi
portato ad una vera e propria relazione tra l’attrice e Fike,
fotografati insieme in più occasioni a partire dal febbraio 2022. I
due sembra però si siano lasciati nel luglio del 2023.
Hunter Schafer è su Instagram
9.È
presente sul social network. L’attrice è presente sul
social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito
da ben 7 milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare
oltre 100 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi
lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di
tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano
anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e
altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere
aggiornati su tutte le sue novità.
Hunter Schafer: età e altezza
dell’attrice
10. Hunter Schafer è nata
il 31 dicembre 1998 a
Trenton, New Jersey, StatiUniti. È alta
complessivamente 1,78 metri.
Hercule Poirot è
tornato. L’investigatore più famoso e baffuto del giallo,
nato da una delle più grandi penne del genere, Agatha Christie, è pronto a risolvere un altro
caso d’omicidio. A fare da sfondo al nuovo mistero non sono più gli
spazi claustrofobici di un treno e neppure le soleggiate
ambientazioni d’Egitto, ma la fredda, piovosa e mistica Venezia, la
quale offre il più suggestivo dei milieu finora proposti
negli adattamenti recenti, facilitando la tensione del suo
pubblico. Assassinio a Venezia, così il
titolo del
film, è ancora diretto e interpretato da Kenneth Branagh, il quale, a ben vedere,
sembra proprio divertirsi a vestire i panni di Poirot.
A differenza dei suoi predecessori,
il film
non aderisce completamente alla trama della sua controparte
cartacea, ma è più una rilettura del romanzo La strage degli
innocenti, uno dei whodunit meno famosi di Lady Mallowan. Del
libro restano però i punti cardine: la storia si svolge anche qui
nella notte di Halloween e ad essere protagonista è sempre la
dipartita di qualche malcapitato, per una mystery story
dalle venature soprannaturali. A stendere la sceneggiatura ancora
una volta il fedele Michael Green, con le musiche
di Hildur Guonadottir. Assassinio a
Veneziaè nelle sale cinematografiche dal 14
settembre, distribuito dalla Walt Disney Company
Italia.
Assassinio a Venezia, la trama
Diverso tempo dopo l’omicidio
passionale di Assassinio
sul Nilo, Poirot decide di ritirarsi in pensione
a Venezia. Sono gli anni del Dopoguerra, e precisamente siamo nel
1947. Il detective, un po’ come accaduto a Benoit Blanc in
Glass Onion, ha deciso di godersi la vita lontano
dagli omicidi, tanto che, per sfuggire a frotte di persone che ogni
giorno lo rincorrono fra i canali per sottoporgli un nuovo caso, ha
assunto un bodyguard, l’ex poliziotto Vitale Portfoglio (Riccardo
Scamarcio). Ma quando in città arriva un’amica di
vecchia data, nonché scrittrice di gialli di fama mondiale, Ariadne
Oliver (Tina Frey), Poirot si trova invischiato in
una situazione al limite del reale.
Spinto dalla stessa ad una festa di
Halloween, in un palazzo apparentemente infestato dai fantasmi, il
baffuto detective è costretto ad assistere ad una seduta spiritica,
tenuta dalla medium Mrs. Reynolds (Michelle
Yeoh). Ad essere invocata è la defunta Alicia Drake
(Esther Rae Tillotson), figlia della proprietara
dell’antico palazzo in cui si trovano, Rowena (Kelly
Reilly), morta suicida in seguito alle visioni degli
spettri di bambini che si aggirano fra le mura. Voci, finestre che
sbattono, fantasmi allo specchio, delitti inaspettati… cosa accade
in quella dimora? Poirot, pur avendo perso la fede, è pronto a
credere se qualcosa esiste oltre la morte e se la vita, così come
la conosciamo, cela presenze soprannaturali e collegamenti con
l’aldilà.
Venezia: fra razionalità e
religione
Per il suo terzo lavoro con
Christie, Branagh attinge (come sempre) dal preesistente materiale
sostanzioso e poi amplia il suo sguardo, punta verso nuovi
orizzonti e rimescola le carte in tavola, definendo
un
film nuovo, forse anche più audace oltre che
ambizioso, nel quale vuole confermare di essere un virtuoso, pur
rimanendo saldamente legato, almeno nello schema investigativo, al
giallo firmato Christie. Infatti, accanto alla detection
di Assassinio a Venezia, scorre una
seconda linea narrativa: il soprannaturale. Una
storia di fantasmi, oltre che di omicidi, che si annidano dentro un
palazzo della Venezia pittoresca degli anni del Dopoguerra, nel
quale vivono leggende e superstizioni. È chiaro sin da subito
l’intento del regista: tutto è costruito secondo la logica della
paura, per impregnare la narrazione di sfumature horror. Non si può
dunque fare a meno di evidenziare la sua bravura dietro la macchina
da presa: la regia, qui, è infatti più che mai a servizio del
racconto, quasi schiava della trama delineata.
Branagh mette in campo tutti gli
strumenti più congeniali al registro dell’opera: ci sono le
lenti anamorfiche che alterano lo spazio,
spettrale e lugubre, si ricorrere alla snorricam –
solo per Poirot – per mettere in rilievo la sua destabilizzazione,
e infine ci sono le inquadrature oblique, che tra
l’altro aprono il film e ne diventano costante, e che vogliono
essere una sorta di presagio. Ogni scelta registica, anche di
semplici piani, vuole favorire il senso di distorsione e pericolo.
Fa acquistare all’ambiente un’atmosfera funerea e angosciante,
certamente enfatizzata da una scenografia curata al dettaglio, nei
suoi minimi particolari, e in cui il contrasto di luci e ombre (con
una particolare attenzione alla luce intradiegetica) fanno da
benzina al setting sinistro. Oltre a restituire anche, a
livello drammatico e personale, il disturbo di Poirot e il suo
sentirsi smarrito, titubante e confuso. Credere o non credere? La
fede, la religione e il suo mistero è qualcosa di tanto prezioso
quanto di più delicato al mondo, e lui ne deve fare i conti. Deve
scegliere: rimanere razionali o abbandonarsi alla spiritualità?
Branagh innamorato del suo
Poirot
Se sul piano estetico e di forma
Assassinio a Venezia vince (e questo non
basta a far funzionare il film), purtroppo non si può dire lo
stesso riguardo la sua costruzione narrativa. Fra le prime
sbavature del film c’è l’insistenza a voler spaventare il
pubblico con la componente soprannaturale. Puntando sul
filone dell’horror, Branagh e Green sembrano perdere di vista il
vero senso dell’opera: l’indagine. Non ci sono effettivi depistaggi
e colpi di scena, c’è solo la speranza che lo spettatore faccia un
balzo di paura attraverso jumpscare molto scolastici e di
poco effetto, inseriti senza una vera cognizione di causa. Il
regista si arena in questo tentativo, vuole a tutti i costi
spaventare, e così facendo non riesce a mescolare bene i due
generi, tanto che il thriller soprannaturale non si regge su una
struttura solida e lucida. Ogni evento sembra volersi scoprire in
fretta, ogni soluzione arriva in un lampo, non c’è il piacere del
ragionamento o della sospensione, come invece si era più
riscontrato in Assassinio sull’Orient Express e
Assassinio
sul Nilo.
Il climax drammatico finale
è privo di vera tensione, poiché si trascina dietro una confusione
che pervade il pubblico sin dal secondo atto. Ne risente in tal
senso anche la coralità, una delle chiavi di volta degli
adattamenti di Branagh, qui però molto al margine. Avendo trovato
la sua personale chiave d’accesso al personaggio di Hercule Poirot,
l’attore/regista pecca quasi di egocentrismo e, innamorandosene un
po’ troppo, decide di avere un one man show. Il cast, meno
stellare rispetto ai predecessori, risulta essere una girandola di
characters tutto fuorché entusiasmanti e di spessore, causa molto
probabilmente anche il poco tempo a disposizione (103 minuti scarsi
rispetto agli altri due più lunghi). Assassinio a
Venezia risulta perciò essere una pellicola solo
dalle forti idee, che nel vano tentativo di farsi grande e
imponente nel cinema mainstream, scade nel banale, speriamo almeno
non finisca nel dimenticatoio.
Willem Dafoe,
che era presente a Venezia 80 in ben tre film, Povere
Creature, Pet Shop Days e Finalmente l’Alba, e al TIFF con Gonzo
Girl, ha potuto partecipare, a causa dello sciopero
SAG-AFTRA, soltanto a quest’ultimo e, parlando con Vanity Fair (via
Indiewire), ha spiegato che per
lui è stato molto doloroso non poter essere a Venezia per
promuovere i tre film con i quali era presente al Lido.
“Essere a Venezia con tre film
e non poterci andare mi ha spezzato il cuore”, ha detto Dafoe. “Ma
poi ho pensato: ‘È solo perché vuoi divertirti?’ Vivo in Italia ed
è emozionante vedere gli amici.” Ha continuato: “È
importante che i talenti siano coinvolti, in particolare nei film
indipendenti: è importante. Ecco perché sono così grato di sapere
che abbiamo raggiunto un accordo provvisorio [per “Gonzo Girl”]. E
la questione ovviamente è: se una piccola azienda indipendente può
farlo, perché non può farlo un grande studio? Ma mi dispiace non
essere potuto andare a Venezia”.
“Penso che dobbiamo andare avanti”,
ha detto Dafoe. “Capisco la loro strategia, ma penso anche che a
volte gli operatori del settore, particolarmente hardcore, non
pensano abbastanza al mondo, al mercato mondiale. Se non
partecipiamo a questi festival cinematografici, se non partecipiamo
alla vendita di film all’estero, prima di rendercene conto,
guarderemo tutti film d’azione tedeschi. Dato che siamo qui con la
benedizione del SAG, non so perché qualcuno direbbe di no ad un
accordo provvisorio, se ne avesse la possibilità. So che molte
persone non lo hanno fatto. Immagino che penserebbero che la loro
possa essere presa per mancanza di solidarietà, ma se un attore può
partecipare a un evento come questo è perché è sostenuto dal SAG
che sostiene e incoraggia gli accordi di questo tipo. Quindi per me
non è strano essere qui”.
Dafoe ha concluso: “Mi sento
più strano di [quando] non lavoro perché avevo alcune cose che
volevo fare davvero tanto e chissà se si ripresenteranno. Poi mi
siedo e dico: “Non essere egoista”. Non pensare a te stesso, pensa
al futuro”.Chiaramente ci sono alcune cose su cui
lavorare. Non ho mai parlato di ciò che faccio come azienda, ma il
business attorno a ciò che faccio è cambiato così tanto per cui le
cose devono essere affrontate.”
Ricordiamo che Povere Creature di Yorgos Lanthimos ha vinto il
Leone d’Oro a Venezia 80 e quindi per Willem Dafoe, e
per il resto del cast, deve essere stato ancora più difficile non
poter partecipare alla promozione di un film che è stato così tanto
amato dalla critica e dalla giuria del Festival.
Disney ha diffuso un nuovo spot tv
di The
Marvels, che arriverà al cinema l’8 novembre
prossimo. Il film vedrà Carol Danvers fare squadra con Monica
Rambeau e Kamala Khan, le tre formeranno un inedito trio di
“meraviglie” mettendo in scena Captain Marvel, Photon e Ms. Marvel,
salvando probabilmente la galassia da una situazione di pericolo.
Ecco lo spot:
The Marvels, la trama
Nel film Marvel StudiosThe Marvels,
Carol Danvers alias Captain Marvel deve farsi
carico del peso di un universo destabilizzato. Quando i suoi
compiti la portano in un wormhole anomalo collegato a un
rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli della
sua super fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e con quelli
della nipote di Carol, il capitano Monica Rambeau, diventata ora
un’astronauta S.A.B.E.R.. Insieme, questo improbabile trio deve
fare squadra e imparare a lavorare in sinergia per salvare
l’universo come “The Marvels”.
Tutto ciò che sappiamo su The Marvels
The
Marvels, il sequel del cinecomic Captain Marvel con
protagonista il premio Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al
box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel,
infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista
di Candyman.
Nel cast ci saranno
anche Iman Vellani(Ms.
Marvel, che vedremo
anche nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+)
e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già
apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe
Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del
quale però non è ancora stata rivelata l’identità. Il film, salvo
modifiche, arriverà in sala il 8 novembre
2023.
Medusa Film ha diffuso il trailer
di L’ultima volta che siamo stati bambini, la
nuova commedia di e con
Claudio Bisio. Nel cast anche Alessio Di
Domenicantonio, Vincenzo Sebastiani, Carlotta De Leonardis, Lorenzo
McGovern Zaini, Marianna Fontana, Federico Cesari e Antonello
Fassari. Il film nelle sale dal 12
ottobre distribuito da Medusa Film è
una coproduzione Solea e
Bartlebyfilm, in associazione con Medusa
Film e in collaborazione con Prime
Video, prodotto da Sandra Bonzi,
Claudio Bisio, Massimo Di Rocco e Luigi Napoleone. Le
edizioni musicali sono a cura di Edizioni Curci –
Bartlebyfilm.
Nel film Quattro bambini
giocano alla guerra mentre attorno esplodono le bombe della guerra
vera. Italo è il ricco figlio del Federale,
Cosimo ha il papà al confino e una fame atavica,
Vanda è orfana e credente,
Riccardo viene da un’agiata famiglia ebrea. Sono
diversi ma non lo sanno e tra loro nasce “la più grande amicizia
del mondo”, impermeabile alle divisioni della Storia che insanguina
l’Europa.
Per loro tutto è gioco, combattono
in cortile una fantasiosa guerra fatta di missioni avventurose ed
eroismi, poi però fanno patti “di sputo” e non “di sangue” per
paura di tagliarsi. Ma il 16 ottobre il ragazzino ebreo viene
portato via dai tedeschi insieme ad oltre mille persone del Ghetto.
Grazie al padre Federale di Italo, i tre amici credono di sapere
dov’è e, per onorare il “patto di sputo”, decidono di partire in
segreto per convincere i tedeschi a liberare il loro amico.
L’ennesima missione fantasiosa entra nella realtà, i tre bambini
viaggiano soli in un’Italia stremata dalla guerra, fra soldati allo
sbando, disertori, truppe di tedeschi occupanti, popolazioni
provate e affamate.
I tre bambini non sono del tutto
soli, due adulti partono a cercarli per riportarli a casa:
Agnese, suora dell’orfanotrofio in cui vive Vanda,
e Vittorio, fratello di Italo. Lei cristianamente
odia la violenza e lui è un eroe di guerra fascista: sono diversi
e, al contrario dei bambini, lo sanno benissimo infatti litigano
tutto il tempo. Il doppio viaggio dei bambini e degli adulti
nell’Italia lacerata dalla guerra sarà gioco e terrore, poesia
fanciullesca e privazioni, scoperta della vita e rischi di morte:
un’esperienza capace di imprimere il suo sigillo su tutti i
personaggi coinvolti, cambiando la coscienza dei singoli e le loro
relazioni. Fino al sorprendente ma in fondo purtroppo logico,
finale.
Da sempre impegnato a portare al
cinema storie di carattere catastrofico come Independence
Day,Godzilla e
2012, il regista tedesco Roland Emmerich
è oggi sinonimo per il grande schermo di distruzione, invasione
aliena o attacchi terroristici. Uno dei suoi titoli più famosi a
riguardo è senza dubbio The Day After
Tomorrow, uscito in sala nel 2004 e incentrato
sui disastri causati dal cambiamento climatico. Quella qui
raccontata è infatti una storia che pone nuovamente al centro di
tutto il conflitto l’uomo e la natura, e di come la mancata
conservazione di quest’ultima possa portare ad effetti spaventosi
per l’esistenza sul pianeta terra.
Ancora oggi indicato come uno dei
principali film incentrati sul tema dell’ambientalismo, questo
vanta in realtà numerose inaccuratezze scientifiche. Se il
cambiamento climatico sta infatti portando ad un surriscaldamento
dell’atmosfera, nel film avviene invece l’esatto opposto. I
personaggi protagonisti si trovano infatti a doversi confrontare
con un’imminente nuova era glaciale. Tali critiche non hanno però
scalfito il fascino del film, divenuto da subito un grande successo
di pubblico. A fronte di un budget di circa 125 milioni di dollari,
The Day After Tomorrow è infatti arrivato ad incassarne
nel mondo ben 552.
Ciò ha dimostrato una volta di più
come questo genere susciti un grande fascino negli spettatori,
riuscendo anche a suo modo a sensibilizzare su tematiche ogni
giorno più attuali. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e agli
effetti speciali. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
The Day After Tomorrow: la
trama del film
Protagonista del film è il
paleoclimatologo Jack Hall, il quale durante una
campagna di ricerche sulla composizione degli strati di ghiaccio
antartici giunge ad un’inquietante scoperta. Riportando quanto
scoperto ad una conferenza delle Nazioni Unite, egli minaccia
l’arrivo di una nuova glaciazione, che porrà fine alla vita umana
così come è conosciuta. Un evento che, in modo inequivocabile,
sarebbe causato dal surriscaldamento globale e dai cambiamenti
climatici causati dall’attività umana. Ciò che Jack non sa, però, è
che la sua profezia è destinata ad avverarsi molto prima del
previsto. Nel momento in cui la natura inizierà a ribellarsi,
allagando e distruggendo intere città, Jack dovrà raggiungere e
tentare di salvare il figlio Sam, cercando allo
stesso tempo di avvertire le autorità politiche di quanto deve
ancora accadere.
The Day After Tomorrow: il
cast del film
Ad interpretare il protagonista del
film, Jack Hall, vi è l’attore Dennis Quaid,
noto per film come Uomini veri e Dragonheart. Per
interpretare al meglio il personaggio, questi raccontò di aver
condotto numerose ricerche sull’attività dei paleoclimatologi, al
fine di poter risultare più realistico in tali panni. Nei panni del
figlio Sam vi è invece l’attore Jake
Gyllenhaal. Reduce dal successo di Donnie Darko, l’attore
venne scelto da Emmerich in persona. Il regista era infatti rimasto
colpito dalla sua bravura dopo averlo visto recitare in Cielo
d’ottobre. L’attore Ian Holm, noto per aver
dato volto a Bilbo Baggins in Il Signore degli
Anelli, interpreta qui il professor Terry Rapson, collega
di Jack. Dash Mihok e Jay O.
Sanders sono invece presenti nei panni di Jason Evans e
Frank Harris, anche loro colleghi di Jack.
L’attrice Emmy Rossum,
divenuta celebre grazie al film Mystic River,
interpreta invece Laura Chapman, amica di Sam. L’attrice accettò il
ruolo dopo che Lindsay Lohan, originariamente
scelta, dovette rinunciarvi per via di altri impegni. Una
particolare controversia legata al cast di attori è quella legata a
Kenneth Welsh. Questi interpreta nel film il
vicepresidente Becker, ed è stato scelto dal regista per via della
sua somiglianza con l’allora vicepresidente degli Stati Uniti Dick
Cheney (poi raccontato in Vice). Con questo
personaggio, Emmerich voleva infatti dar vita ad un aperta critica
nei confronti di Cheney, colpevole di aver sminuito l’importanza
della salvaguardia ambientale durante il suo mandato.
The Day After Tomorrow:
gli effetti speciali, il trailer e dove vedere il film in streaming
e in TV
Fiore all’occhiello del film sono
senza ombra di dubbio i suoi colossali effetti speciali. Questo
vanta infatti un utilizzo della computer grafica particolarmente
avanzato, e sono ben 416 le inquadrature che prevedono l’utilizzo
di questi particolari effetti. Affinché risultassero il più
credibili e sconvolgenti possibile, il regista decise di rivolgersi
a ben nove case di produzione diverse, tra cui la
celebre Industrial Light & Magic, autrice degli effetti
speciali per le saghe di Star
Wars e Il Signore degli Anelli. Oltre mille artisti hanno così
lavorato alla realizzazione di quanto necessario. Per la scena
della distruzione di New York, ad esempio, il team decise di
ricorrere ad un modello digitale in 3D, risultato poi estremamente
realistico.
È possibile fruire di
The Day After Tomorrow grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten Tv, Chili Cinema, Google Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 12 settembre alle ore
21:20 sul canale Italia 1.
Pochi film hanno saputo raccontare
l’emigrazione, la difficoltà di trovarsi in una terra straniera e
la formazione del proprio animo da un punto di vista femminile come
Brooklyn (qui la recensione). Diretto da
John Crowley nel 2015, questo è basato
sull’omonimo romanzo del 2009 di ColmTóibín, noto per i suoi romanzi che ripercorrono
la storia dell’Irlanda e con ricorrenti tematiche religiose e LGBT.
All’interno di questo film si ritrova dunque una dettagliata
ricostruzione di dinamiche storiche unite ad una struggente storia
d’amore, elementi che hanno portato Brooklyn ad essere
indicato come uno dei film più belli del suo anno e a guadagnare
tre nomination al premio Oscar.
La storia, sceneggiata per il cinema
da NickHornby, è ambientata in
un periodo in cui la migrazione irlandese verso New York era
particolarmente fiorente. Nella città statunitense iniziarono
infatti a formarsi intere comunità di irlandesi, dove le donne
componevano una presenza particolarmente più significativa di
quella maschile. La maggior parte di questi immigrati sfuggiva ad
una situazione europea ancora ferita dalla Seconda guerra mondiale,
ricercando dunque lavoro e nuove possibilità in quella che era
vista come la terra della speranza. Il film ripercorre in modo
particolarmente fedele la descrizione che Tóibín
fa a riguardo, divergendo soltanto nel finale, meno ambiguo
rispetto al libro.
Affermatosi come un grande successo,
Brooklyn raccoglie dunque al suo interno elementi diversi,
componendo un ritratto appassionante di luoghi e persone. Un film
di rara delicatezza che non manca di incontrare continue lodi.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Brooklyn: la trama del film
La vicenda si svolge nel 1952, ed ha
per protagonista la giovane EilisLacey. Nata e cresciuta in un piccolo paese in
Irlanda, la sua unica occupazione è quella di lavorare in un
negozio nel solo giorno di domenica. Non riuscendo a trovare un
impiego che le permetta di raggiungere una propria indipendenza,
Eilis decide infine di emigrare negli Stati Uniti alla ricerca di
un futuro migliore. Affrontando un viaggio ricco di insidie, riesce
infine ad arrivare a New York, dove si scontra però con un contesto
particolarmente caotico e variegato. Prendendo dimora nel quartiere
di Brooklyn, Eilis deve inizialmente gestire la nostalgia di casa,
imparando a distaccarsene per poter costruire qualcosa di
nuovo.
A facilitare ciò arriva
Antonio Fiorello, un idraulico italiano con cui
Eilis intreccia da subito un’appasionata storia d’amore. Il loro
idillio viene però spezzato da un’improvvisa tragedia famigliare,
che costringe la ragazza a tornare nella propria casa in Irlanda
per assistere la madre. Qui rincontra tutto ciò che aveva lasciato
e ora le sembra addirittura di poter avere la vita che prima le era
negata. Incontra perfino un ragazzo gentile e ricco di nome
Jim Farrell, che le propone di sposarlo. Sarà in
quel momento che Eilis sarà chiamata a compiere delle dolorose
scelte, tra la sua casa natìa e il luogo che le ha donato nuove
speranze, tra la famiglia e l’amore.
Brooklyn: il cast del film
Qualche anno prima che il film si
concretizzò, per il ruolo di Eilis Lacey era originariamente stata
scelta l’attrice Rooney Mara.
SaoirseRonan, comunque tra le candidate, era infatti
stata giudicata troppo giovane per interpretare la parte. Tuttavia,
la produzione del film entrò in stallo e ci volle qualche anno
perché la situazione si sbloccasse. A quel punto la Mara aveva
rinunciato al ruolo e la Ronan era cresciuta abbastanza da poterlo
assumere. Irlandese di origine, per lei fu la prima volta in cui si
trovò a poter interpretare un personaggio con cui condivide la
provenienza e per questa sua performance ha guadagnato la sua
seconda nomination all’Oscar, la prima come miglior attrice
protagonista.
Accanto a lei, nel ruolo di sua
madre Mary vi è l’attrice JaneBrennan, mentre Fiona Glascott è
la sorella di Eilis, Rose. Il premio Oscar Jim
Broadbent è il reverendo Flood, irlandese a Brooklyn che
aiuta Eilis ad emigrare. Julie Walter, nota per
essere stata Molly Weasley nella saga di Harry Potter,
interpreta Magde Kehoe, mentre Jessica Peré è Miss
Fortini. Nel ruolo di Antonio Fiorello vi è invece l’attore
Emory Cohen, il quale ha raggiunto notorietà
grazie a questo personaggio, costruito guardando numerosi film
italiani del neorealismo. Domhnall
Gleeson, attore noto per il personaggio di Bill
Weasley nella saga di Harry Potter e del Generale Hux nei
nuovi tre film di Star
Wars, veste qui i panni di Jim Farrell.
Brooklyn: il trailer, la
struttura del film e dove vederlo in streaming e in TV
Il regista John Crowley ha diviso
questo film in tre diversi “movimenti” visivi. Il primo si svolge
prima che Eilis lasci l’Irlanda del dopoguerra ed è caratterizzato
da inquadrature strette e ricche di toni verdi, che danno un’idea
di oppressione. Il secondo movimento inizia invece quando Eilis
parte per Brooklyn. Qui viene presentato il primo campo lungo, che
apre ad un maggior respiro, mentre i colori diventano più giocosi e
variegati. Il terzo movimento si ha invece con il ritorno in
Irlanda. Questo è più luminoso, più glamour e sottilmente più
colorato rispetto al primo. Crowley voleva infatti mostrare che in
Eilis è cambiato qualcosa e che questo si ripercuote anche sul modo
in cui vede ora la propria terra natale.
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Brooklyn è infatti disponibile nel catalogo
di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Disney+, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, in base
alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo
film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda
visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il
titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale,
entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre
trasmesso in televisione il giorno martedì 12
settembre alle ore 21:20 sul canale
Canale 5.
Ecco il trailer ufficiale di
L’imprevedibile viaggio di Harold Fry, il nuovo
film diretto da Hettie Macdonald con
protagonisti
Jim Broadbent, Penelope Wilton, Earl Cave,
Linda Bassett. Distribuito da BIM Distribution, arriverà
in sala il 5 ottobre.
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L’imprevedibile viaggio di Harold Fry, la trama
Harold è un uomo qualunque che ha
sempre vissuto senza prendere iniziative e restando in disparte. Un
giorno scopre che una vecchia amica è molto malata e decide di
andarla a trovare attraversando a piedi l’Inghilterra. Certo che il
suo eroico gesto la terrà in vita, Harold Fry intraprende un
incredibile viaggio che farà scalpore conquistando tutta la
nazione.
Una celebrazione della vita, un
ritratto sincero dell’amore universale interpretato dal
Premio Oscar® Jim Broadbent e diretto dalla regista Hettie
Macdonald (Normale people) sullo sfondo della
straordinaria bellezza della campagna inglese.
Una mano chiusa a pugno, che si apre
per raccontarci un mondo. Un salto avanti e poi indietro, perché la
circolarità della Storia unisce ogni spazio e tempo. Uno sprazzo
arcobaleno che si insinua in una tela di bianchi e neri, perché se
c’è qualcosa che impedisce il cielo, se non può più nevicare,
allora un po’ di favola la devono inventare i bambini. Tre piccoli
narratori, scelti, disegnati e accompagnati da Simone
Massi nel suo film d’animazione Invelle,
presentato nella sezione “Orizzonti” di
Venezia 80, estrapolano e consolidano dal territorio
del niente, l’Invelle marchigiano di Pergola, in provincia di
Pesaro e Urbino, un libro parlato, il canto dei sommersi dalla
Storia e dalle Guerre, che i libri hanno ignorato, e che
l’animazione vuole rendere visibili.
Invelle, la trama: i bambini del mondo, le guerre di
sempre
Nel 1918 Zelinda è
una bambina contadina con la madre in cielo e il padre in guerra.
Le tocca smettere l’infanzia e indossare la casa, i fratelli, la
stalla e le bestie. Un giorno Zelinda torna ad avere una madre e un
padre. Alla fiera del paese la bambina si stringe al babbo e
spalanca gli occhi per far posto a tutte le cose che le si parano
davanti. Vere o immaginate che fossero, Zelinda quelle cose ormai
le ha viste e si è fatta una sua idea di come gira il mondo. Gira
così velocemente che di colpo la sua storia diventa quella di
un’altra. Nel 1943 Assunta è una bambina
contadina che sta in equilibrio su una gamba, con la testa guarda
il cielo e tiene il piede in guerra (un’altra!). Ma appena ne ha
modo Assunta si cuce un vestito colorato, fa un saltello e hop! la
guerra era tutto uno scherzo, o comunque adesso non c’è più. La
guerra (forse!) non c’è più e con essa scompare un mondo intero:
un salto più grande di quel che sembrava. Nel 1978
Icaro è un bambino contadino che gira in tondo
attorno al niente. È stato sognato tanti anni prima e deve fare e
farà quello che non è stato possibile per sua madre e sua nonna.
E per chi è venuto prima di loro. E prima ancora. E prima
ancora.
Resistere tramandando l’invisibile
La Resistenza è diventata un ricordo
che non ha trovato riscontro nella realtà: i bambini di Invelle
resistono e, per questo, esistono. Finché ci saranno prepotenze, ci
si ritrova dentro le cose senza sapere da che parte arrivano, le
Assunta, Zelinda e
Icaro di tutto il mondo staranno sempre dalla
parte dei partigiani. Hanno capito che una minaccia è una minaccia,
indipendentemente dall’entità: un mafioso, un proprietario terriero
che pretende troppo, i tedeschi. Dal 1918 al 1978, gli “Invelle”
d’Italia hanno subito la stessa sorte: lasciati incolti,
nell’indifferenza di una Storia che va avanti a spintoni, e scrive
nomi propri con le lettere minuscole. Da “non luogo” astorico, non
connotato e privo di valore, Simone Massi procede
a una mitizzazione dell’Invelle per intercettare col suo
racconto anche lo sguardo dei bambini dell’oggi, ponendo l’accento
sulle contraddizioni delle guerre di ogni secolo.
Forse i bambini di
Invelle sono cresciuti troppo in fretta: hanno
fatto i calcoli meglio dei loro genitori, hanno dovuto rassettare
le loro case, non hanno mai visto il mare e hanno vissute nelle
stalle. Forse, l’impianto stilistico di Invelle
vuole concedergli uno spiraglio di ritorno all’infanzia e
Massi vuole fargli capire che non c’é distanza che
separi i bambini del mondo. Il dolore è tutto inciso nelle loro
sagome, che è anche il loro cuore, perché pensieri e stomaco si
intersecano in un racconto così libero, dove si salta di mano in
mano per sentirsi meno soli, dove l’urgenza narrativa uguaglia il
bisogno di movimento di bambini costretti in un tempo e in un luogo
che non si sono scelti. Un balzo dopo l’altro – e assieme all’altro
– Simone Massi avvia un’operazione di recupero di
questi luoghi e storie svuotate di ogni valore, disegnando
abilmente un mondo in cui sono le vicende private a fare da
specchio ai grandi eventi storici e i nomi dei protagonisti non
vengono sottratti da nessuna rievocazione.
Ci sono alcuni personaggi del
Marvel Cinematic Universe
che sono ancora vivi nonostante tutte le probabilità contrarie. Da
quando è nato Iron Man nel 2008, il MCU ha
accumulato un’ampia lista di vittime grazie ai numerosi scontri tra
eroi e cattivi nel corso degli anni, siano essi umani o alieni.
Anche lo stesso Iron Man di Robert Downey Jr. è morto nell’ultima
battaglia per sconfiggere Thanos, sacrificando se stesso per
aiutare i suoi compagni. Mentre personaggi come Iron
Man, Vedova Nera e Yondu
hanno avuto morti emozionanti che hanno concluso i loro archi
narrativi e spinto in avanti le storie di altri personaggi, alcuni
personaggi del MCU sono incredibilmente riusciti a
evitare la morte fino a oggi.
Ecco i 10 personaggi del
MCU che non possiamo credere siano ancora
vivi.
Hank Pym
Hank Pym
(interpretato da Michael Douglas) era il portatore originale
del mantello di Ant-Man nel MCU, con le sue avventure
che si svolgevano nel passato del franchise. Dato che Scott Lang ha
ereditato il mantello di Ant-Man nel 2015, è sorprendente che Hank Pym sia
ancora vivo. Il personaggio ha sfiorato la morte nel MCU, in
particolare è stato colpito a bruciapelo al petto in Ant-Man e in
qualche modo ne è uscito vivo. Inoltre, Douglas vuole che Hank Pym
muoia, avvenimento che in Ant-Man and the Wasp: Quantumania è stato messo
totalmente in secondo piano portando il suo personaggio a capo di
un esercito di formiche che hanno salvato gli eroi del film.
Scott Lang
La morte di Kang il
Conquistatore in Ant-Man and the Wasp: Quantumania – che difficilmente
rimarrà tale – è stata sicuramente sorprendente. Prima del debutto
dell’ultimo film di Peyton Reed, i trailer del film avevano
annunciato una sanguinosa scazzottata tra lo il personaggio di
Paul Rudd e quello di Jonathan Majors, che sembrava alludere alla
morte di Ant-Man. Kang è stato presentato come il prossimo cattivo
principale del MCU dopo Thanos, quindi la sua morte nel film,
piuttosto che quella di Ant-Man, è stata certamente inaspettata,
soprattutto perché il film prevedeva la figlia di Scott, Cassie
Lang di Kathryn Newton, come sua potenziale sostituta.
Red Skull
Molti personaggi sono stati
riportati in vita da quella che sembrava una morte certa nel
MCU, ma nessun ritorno è stato così sorprendente
come quello del Teschio Rosso in Avengers: Infinity
War. Teschio Rosso era apparentemente morto dopo essere
entrato in contatto con il Tesseract in Captain America: Il primo vendicatore. Nonostante
fosse assente dal MCU dalla sua apparente morte negli anni ’40. La
rivelazione di Teschio Rosso come custode della Pietra dell’Anima è
stata scioccante e, con la sua liberazione dalla sua posizione dopo
la distruzione della Pietra dell’Anima, il personaggio potrebbe
apparire nel futuro del MCU.
Tyler Hayward
WandaVision
ha introdotto Tyler Hayward, l’ex direttore ad interim dello
S.W.O.R.D., rendendolo un personaggio per cui è impossibile tifare.
Pur non essendo responsabile della sofferenza di Wanda e della
creazione della sua realtà a Westview, Hayward ha sicuramente
contribuito ad aggravare il dolore e la rabbia della Strega
Scarlatta con le sue azioni nella serie Disney+. Sebbene Wanda non fosse malvagia come
in Doctor Strange nel Multiverso della Follia durante
WandaVision, era comunque abbastanza lontana dal lato “buono” da
poter uccidere Hayward.
Emil Blonsky
Tim Roth ha interpretato per la prima volta
Emil Blonsky/Abominio nel MCU in
L’incredibile Hulk del 2008. Dopo che quel film è rimasto
sostanzialmente intatto per diversi anni, Roth è tornato nel
MCU come versione più calma di Blonsky, apparendo
in Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli e
She-Hulk: Attorney at Law. Se il ritorno dell’Abominio nel
MCU è stato entusiasmante, il fatto che il personaggio non sia
morto ne L’incredibile Hulk dopo un duro scontro con il gigante
verde è sorprendente. Nonostante si sia rotto praticamente ogni
osso del corpo, Blonsky è sopravvissuto e, a distanza di più di
dieci anni, sta finalmente prosperando nel
MCU.
Star-Lord
Peter Quill
(interpretato da Chris Pratt) è ancora vivo e il futuro ritorno
di Star-Lord è stato annunciato dopo i titoli di
coda di Guardiani della Galassia Vol. 3. Tuttavia, l’ultimo
film del team diretto da James Gunn ha quasi ucciso Star-Lord in un
momento molto emozionante. Senza il casco e la tuta protettiva,
Star-Lord ha rischiato di morire congelato nel freddo vuoto dello
spazio prima che Adam Warlock intervenisse per salvare l’eroe. Il
momento ha rispecchiato la morte di Yondu e, anche se Adam Warlock è riuscito a portare Star-Lord al
sicuro, il volto di Peter si è gonfiato in modo tale da far pensare
che la sua morte fosse garantita, solo che poi ha ripreso a
respirare.
Mordo
Il Barone Mordo di Chiwetel Ejiofor è assente dal MCU da anni, ma
non è sempre stato così. La scena della morte di Mordo è stata
tagliata da Doctor Strange nel Multiverso della follia.
Originariamente Mordo doveva continuare la sua missione nella scena
post-credits di Doctor Strange, dando la caccia a coloro che hanno
abusato della magia. Questo lo avrebbe portato alla porta di Wanda,
dove la Strega Scarlatta lo avrebbe decapitato dopo averla
minacciata. Con l’MCU che vede Doctor Strange
immergersi in profondità nel multiverso, sembrano esserci poche
opportunità per il ritorno del Mordo originale, il che avrebbe reso
più sensata la sua morte nel film.
Bucky Barnes
Il Bucky Barnes di Sebastian Stan fa parte del
MCU da molto tempo, avendo debuttato nel 2011 in
Captain America: Il primo vendicatore del 2011. Data
l’entità della sua caduta e tutti i grandi combattimenti che Bucky
Barnes ha affrontato dal suo ritorno nel MCU,
scontrandosi con Iron Man, Black Panther e persino venendo fatto fuori da
Thanos in Avengers: Infinity War, è un miracolo
che Bucky sia ancora vivo per essere il leader della squadra dei
Thunderbolts nel MCU.
Steve Rogers
Con Avengers: Endgame abbiamo salutato tre dei principali
componenti degli Avengers: la Vedova Nera di Scarlett Johansson, Iron Man
di Robert Downey Jr e Steve Rogers di Chris Evans. Se i primi due si sono
sacrificati e sono morti, Steve Rogers non solo è sopravvissuto
alla battaglia contro Thanos, ma è tornato
indietro nel tempo per vivere con Peggy Carter,
tornando nel presente come un uomo anziano per passare il suo scudo
a Sam Wilson. Capitan America era la scelta più
popolare per morire in Infinity War o Endgame, dato che
Thanos ha ucciso Steve nei fumetti che hanno
ispirato i film. Nonostante i trailer e i film stessi avessero più
volte messo in dubbio la morte di Steve, Capitan America è
sorprendentemente sopravvissuto, ottenendo il suo finale ideale per
il MCU.
Rocket
Infine, il personaggio più
sorprendente a non morire nella storia recente del MCU è Rocket Raccoon. Tutti gli indizi indicavano
che il personaggio sarebbe morto in Guardiani della Galassia Vol. 3. Il film si è
concentrato sulla storia di Rocket, rivelando la sua tragica
infanzia con un grosso conto in sospeso con l’Alto Evoluzionario.
Mentre la storia di Guardiani della Galassia Vol. 3 ruotava intorno a
Rocket, in bilico tra la vita e la morte, il personaggio non solo è
riuscito a uscirne bene alla fine del film, ma Rocket è diventato
il leader della nuova squadra dei Guardiani della
Galassia, il che dovrebbe mantenerlo in vita nel
MCU per il prossimo futuro.
Uno degli attori emergenti più
popolari degli ultimi anni è senza ombra di dubbio Jacob
Elordi. Affermatosi grazie ai film di The Kissing
Booth e alla serie Euphoria, ha in breve conquistato
le attenzioni di Hollywood. Oggi è particolarmente richiesto per
progetti di varia natura, da film di genere ad opere d’autore. Così
facendo Elordi sta confermando la propria versatilità come
interprete, consolidando la propria personalità all’interno
dell’industria cinematografica.
Ecco 10 cose che non sai su Jacob Elordi.
Jacob Elordi: i suoi film e le serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. Dopo piccole partecipazioni a film come Pirati dei Caraibi – La vendetta
di Salazar (2017) e Swinging Safari (2017),
ottiene buona popolarità grazie al film NetflixThe Kissing Booth (2017), prendendo
poi parte anche a The Kissing Booth 2 (2020) e The
Kissing Booth 3 (2021). In seguito recita sempre più spesso in
lungometraggi come 2 Hearts – Intreccio di destini (2020),
Acque profonde (2022), con
Ben Affleck,
The Sweet East (2023), Priscilla (2023), di
Sofia Coppola,
e Saltburn (2023), con Barry
Keoghan.
2. È tra i
protagonisti di una nota serie TV. Ad oggi, per la
televisione, Elordi ha recitato unicamente nella popolare serie HBO
Euphoria, accanto ad
attrici come Zendaya e Sydney Sweenie.
Qui ricopre il ruolo di Nate Jacobs, presente in tutte e due le
stagioni ad oggi distribuite, per un totale di sedici episodi. Il
suo personaggio, tra i protagonisti maschili dello show, tornerà
però certamente anche nella già annunciata terza stagione.
Jacob Elordi in Euphoria
3. Prova sentimenti
contrastanti per il suo personaggio. In Euphoria
Elordi interpreta Nate Jacobs, un personaggio tanto problematico
quanto violento e minaccioso. Parlando di lui, Elordi lo ha
definito un “terrorista emotivo” e ha affermato di provare
sentimenti contrastanti nei suoi confronti, poiché da una parte lo
detesta e vorrebbe picchiarlo, mentre dall’altra si mette nei suoi
panni, comprende il suo dolore e prova dispiacere per ciò che gli
capita nel corso della serie.
Jacob Elordi in Euphoria
4. Ha cercato di ripartire
da zero con Nate. Dopo una prima stagione in cui Nate si
affema come una sorta di villain, per la seconda stagione Elordi ha
cercato di non farsi influenzare nel giudizio rispetto a quanto
fino a quel momento compiuto da Nate. L’attore si è dunque
approcciato ai nuovi episodi cercando di ripartire da zero, con
l’obiettivo di indagare il dolore di Nate e come poter far emergere
anche le sue fragilità umane. Pur rimanendo un personaggio
controverso, nella seconda stagione Nate vive infatti dei momenti
in cui lascia intravedere la propria umanità.
Jacob Elordi è Elvis Presley in Priscilla
5. Ha cercato il fanciullo
dentro l’icona. Nel film diretto da Sofia
Coppola, Priscilla, dedicato alla vita e alla
relazione di Priscilla Presley con l’iconico
Elvis, ad interpretare quest’ultimo è proprio
Elordi. L’attore, chiamato dunque a confrontarsi con uno dei ruoli
più importanti e impegnativi della sua carriera fino ad oggi, ha
raccontato di essersi concentrato sul ricercare il fanciullo e
dunque l’aspetto umano racchiuso all’interno della personalità
“larger than life” di Elvis come celebrità, cercando
dunque di umanizzarlo il più possibile.
Jacob Elordi in Pirati dei Caraibi
6. Ha lavorato come
comparsa sul film Disney. La prima esperienza di Elordi
sul set di un film di Hollywood è stata per Pirati dei Caraibi:
La vendetta di Salazar, a cui ha preso parte come comparsa. Si
tratta dunque di un ruolo non accreditato, svolto quando l’attore
aveva da poco deciso di intraprendere questa carriera. Ancora oggi
i fan, riguardando il film, cercando di individuare il volto di
Elordi nelle scene di massa presenti nella pellicola.
Jacob Elordi in una scena di Priscilla
Jacob Elordi e le sue fidanzate,
da Joey King a Zendaya
7. Ha avuto una relazione
con una nota attrice. Chiamato ad essere uno dei
protagonisti del film Netflix The Kissing Booth, Elordi ha
sul set di questo conosciuto l’attrice Joey King,
protagonista femminile del film. Tra i due è scattata ben presto la
scintilla e nel 2017 hanno reso nota la loro frequentazione. Questa
è però durata all’incirca un anno, terminando poco prima delle
riprese del sequel del film. I due, tuttavia, sono rimasti in buoni
rapporti, continuando dunque a recitare insieme per i film
successivi della serie.
8. Non ha mai confermato
una sua relazione con Zendaya. Sul set della serie
Euphoria Elordi ha conosciuto l’attrice
Zendaya, protagonista dello show. Tra i due è nata
subito una fortissima amicizia, che secondo molti potrebbe essersi
trasformata in qualcosa di più. I due attori non hanno infatti mai
confermato, ma da alcune foto che li ritraggono insieme i fan
ipotizzano possa esserci stata una relazione sentimentale tra di
loro. Se ciò fosse vero, la cosa si sarebbe comunque conclusa nel
2020.
Jacob Elordi è su Instagram
9.Ha un
profilo sul social network. L’attore è naturalmente
presente sul social network Instagram, con un profilo seguito
attualmente da 12,5 milioni di persone. Su tale piattaforma egli ha
ad oggi pubblicato appena una cinquantina di post, tutti relativi
alle sue attività come attore o modello. Si possono infatti
ritrovare diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma
anche foto promozionali dei suoi progetti. Seguendolo si può dunque
rimanere aggiornati sulle sue attività.
Jacob Elordi: età, altezza e fisico dell’attore
10. Jacob Elordi è nato a
Brisbane, Australia,
il26 giugno del
1997.L’attore è alto 1,96 metri. Data la
sua altezza, Elordi possiede un fisico particolarmente possente,
che non manca di curare attraverso continui allenamenti.
Ecco il trailer ufficiale di
Il Mio Grosso Grasso Matrimonio Greco 3, il
film che chiude la trilogia della storia d’amore e di famiglia di
Toula (Nia Vardalos) e Ian (John
Corbett).
Dalla scrittrice e regista
Nia Vardalos, il fenomeno mondiale Il Mio
Grosso Grasso Matrimonio Greco torna al cinema con una
nuova avventura. Unisciti ai Portokalos in una riunione di famiglia
in Grecia per un viaggio commovente ed esilarante, ricco di amore e
di colpi di scena. Opa!
Diretto da Joel
Zwick, Il mio grosso grasso matrimonio
greco segue Fotoula “Toula” Portokalos (Vardalos), una
giovane donna greco-americana che si innamora del non greco Ian
Miller (John Corbett). Caratterizzato da un cast
di supporto stellare che include il defunto Michael
Constantine nei panni del padre di Toula Windex, Gus e
Lainie Kazan nei panni della madre di Toula,
Maria, l’affascinante film ha generato una serie TV sequel di breve
durata e un sequel del 2016,
Il mio grosso grasso matrimonio greco 2.
Le prime notizie di un terzo adattamento sono arrivate a giugno del
2022.
In un periodo storico in cui le
arti e tecnologie immersive si stanno affermando tanto nel mercato
europeo quanto in quello internazionale, il Centro
Sperimentale di Cinematografia e la Regione del
Veneto uniscono le forze per fondare un nuovo polo
innovativo, il CSC Immersive Arts,
sull’isola di San Servolo a Venezia. La proposta
formativa, frutto di un accordo di programma siglato un anno fa con
l’Assessorato alla formazione della Regione
Veneto, punterà a esplorare e approfondire le possibili
applicazioni della Realtà Estesa attraverso lo
studio della loro evoluzione, delle tendenze più importanti che le
caratterizzano, del loro potenziale non ancora sfruttato, così da
poter intercettare la natura di un settore ancora in via di
sviluppo e crescere con esso. Nella profonda convinzione
che teoria e pratica siano complementari allo
sviluppo di una professionalità a trecentosessanta gradi, il CSC
Immersive Art offrirà una proposta formativa
unica, volta a unire questi due aspetti.
La direttrice didattica del nuovo
polo, Sara Tirelli, ha dichiarato: “Sono molto
soddisfatta della risposta oltremodo positiva avuta a seguito
dell’annuncio della prossima apertura del CSC Immersive Arts
avvenuta il 4 Settembre all’interno del programma VPB (Venice
Production Bridge) nella sezione Immersive della Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Ciò rappresenta
sia una conferma dell’alta qualità della proposta formativa, sia la
prova che nel panorama italiano ed europeo esiste un forte bisogno
di un centro di ricerca e produzione interamente dedicato alle Arti
Immersive. Questa è anche un’importante opportunità per dimostrare
che la città di Venezia non è solo un palcoscenico espositivo, ma
anche fucina creativa delle sperimentazioni delle pratiche
contemporanee dell’immagine in movimento.”
Le tecnologie XR hanno già
dimostrato di avere un enorme potenziale nel settore
dell’audiovisivo e delle arti performative, che deve
essere particolarmente attento a recepire le nuove
possibilità di lavoro, e a creare talenti
professionalizzati in grado di affrontare il linguaggio
immersivo da una nuova prospettiva, capace di fondere
discipline umanistiche, creative, tecniche, sociali e
manageriali. Le offerte formative esistenti tendono a
mantenere una separazione tra i corsi tecnici e quelli teorici,
mantenendo così una distanza tra i sistemi di istruzione e le
esigenze richieste dal mercato audiovisivo e delle arti
performative.
Il CSC Immersive Arts vuole
annullare questa distanza per far dialogare i
percorsi disciplinari, unendo teoria e pratica.
Sarà Interdisciplinarità la parola d’ordine della
proposta formativa del nuovo Polo del Centro Sperimentale di
Cinematografia, che punta su un programma
internazionale di alto livello e si propone di rispondere
agli emergenti scenari del settore audiovisivo e delle arti
performative, sostenendone i processi di innovazione e
sperimentazione.
Obbiettivi. Il
filosofo francese Maurice Merleau-Ponty ha scritto che quando uno
strumento tecnico viene utilizzato da una volontà artistica è come
se fosse inventato una seconda volta. Il CSC Immersive Art, andando
a colmare quel divario che esiste nel settore tra direzione
artistica e direzione tecnica, si propone di diventare un
centro di formazione, ricerca e produzione a
supporto della comunità di professionisti, un think tank per
l’ideazione, la riflessione e la produzione rivolto ad artisti,
sviluppatori, filosofi e ricercatori. La proposta formativa del CSC
Immersive Arts rappresenta un unicum sul
territorio italiano perché offre l’opportunità di esplorare
l’intrinseco rapporto tra pratica artistica e ricerca
tecnologica, promuovendo la sperimentazione di
linguaggi ed estetiche in un contesto unico, quello della
città di Venezia. Aprire il primo centro in Italia dedicato alle
Arti Immersive proprio a Venezia ha inoltre la volontà, non solo
simbolica, di rendere Venezia un centro d’avanguardia di
sperimentazione artistica e cinematografica delle nuove e più
recenti tecnologie immersive.
La sede e le innovazioni
tecnologiche. Il CSC Immersive Arts ha sede presso l’isola
di San Servolo, che da anni lega il suo nome a programmi di
educazione all’istruzione e di formazione. Il Polo CSC Immersive
Arts si estende su una superficie di circa 700 metri
quadrati. Al primo piano lo spazio offrirà aule per
lezioni frontali, presentazioni e plenarie, una biblioteca e
mediateca, laboratori multimediali e spazi di lavoro individuale.
Mentre il piano terreno ospiterà uno studio di
registrazione e ascolto audio unico in Italia, grazie
all’acquisizione di un sistema Atmos certificato e
di una progettazione acustica di suono immersivo dedicata
all’ascolto.
Lo spazio attiguo di circa 140
metri quadri sarà dotato di sistemi di cattura di ultima
generazione inclusi la registrazione di video
volumetrici e di motion capture.
Allo stesso tempo questo spazio diventerà all’occorrenza uno spazio
espositivo destinato non solo alla presentazione dei progetti
finali ma anche a veri e propri showcase degli attori creativi e
tecnologici dell’emergente scena XR internazionale. Le dotazioni
tecnologiche di CSC Immersive Arts saranno messe a disposizione del
territorio anche a professionisti esterni. Il Polo ospiterà il
primo volumetric capture studio e
immersive sound di questo tipo nella
Regione Veneto.
La proposta
formativa. La proposta didattica del CSC Immersive Arts è
suddivisa in due principali offerte formative:
Residency, un programma della durata di un anno
che inaugurerà in Primavera 2024 e Labs,
laboratori intensivi che inizieranno in Autunno 2023.
La missione della Residency
è quella di favorire il dialogo e la collaborazione tra direzione
artistica e tecnica attraverso due curricula principali:
Creator (Concezione, progettazione e produzione
nel campo del cinema espanso, dell’animazione, dell’arte digitale
interattiva, del suono e della performance immersiva) e
Creative Technologist (Direzione Tecnica e
produzione nel campo del cinema espanso, dell’animazione, dell’arte
digitale interattiva, del suono e della performance immersiva).
Alla fine dell’ autunno 2023
prenderanno avvio i Labs per professionisti, ciascuno con
durata di massimo 40 ore di attività (5 giorni). Nello specifico si
inaugurerà la sede con un laboratorio dedicato ai produttori
cinematografici italiani interessati ad acquisire le competenze per
entrare nel mercato della produzione di opere XR e alcuni corsi
gratuiti di aggiornamento per le maestranze locali (tecnici del
settore dello spettacolo) con lo scopo di fornire nuove competenze
ai professionisti del settore nella regione.
Ecco alcune delle proposte
formative per i CSC Immersive Arts Labs: Immersive
Production and Distribution, per Produttori e Distributori
dell’Industria cinematografica; Expanding Spatial
Narratives, per Professionisti del settore Arte e Cultura;
Spaces for Performance, per Artisti e Professionisti del
settore Arti Performative; Immersive Journalism, per
Professionisti del settore Giornalismo; Immersive
Filmmaking per professionisti del settore Cinema;
Immersive Environment Design, per Professionisti del
settore Architettura e Design; Focus on volumetric capture
per Professionisti del settore Cinema, Architettura, Arti
Performative; Focus on Photorealistic Environment,
Professionisti del settore Cinema, Architettura, Arti Performative,
Beni Culturali; Game Engine per Professionisti del settore
Cinema, Architettura, Arti Performative; Immersive Technology
Applied To Psychotherapy And Wellness per Professionisti del
settore Psicologia e Formazione.
Domani arriva su Apple
TV+ la terza stagione di The
Morning Show, interpretata e prodotta da
Jennifer Aniston e
Reese Witherspoon. La serie di successo, vincitrice di
un Emmy, debutterà con i primi due episodi dei dieci
totali, seguiti da nuove puntate settimanali ogni
mercoledì, fino all’8 novembre.
Nella terza stagione di The
Morning Show, il futuro della rete è messo in
discussione e la lealtà dei singoli protagonisti è spinta al limite
quando un gigante della tecnologia mostra interesse verso la UBA.
Si formano alleanze inaspettate, le storie private vengono
utilizzate come armi e tutti sono costretti a confrontarsi con i
propri valori e principi, dentro e fuori dalla redazione. Insieme
ad Aniston e Witherspoon, il cast stellare della terza stagione è
guidato da
Billy Crudup, Mark Duplass, Nestor Carbonell, Karen Pittman,
Greta Lee,
Jon Hamm, Nicole Beharie e Julianna Margulies.
The
Morning Show, già confermata per una quarta stagione,
è diretta e prodotta da Mimi Leder, con Charlotte Stoudt come
showrunner e produttrice esecutiva. La serie è prodotta dallo
studio Media Res e prodotto a livello esecutivo da Michael
Ellenberg con Media Res, insieme a Stoudt e Leder. Jennifer Aniston
e Kristin Hahn producono esecutivamente attraverso Echo Films e
Reese Witherspoon e Lauren Neustadter con Hello Sunshine.
Apple TV+
offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità,
lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini
e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi
preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple
TV+ è diventato il primo servizio di streaming completamente
originale a essere lanciato in tutto il mondo, ha presentato in
anteprima più successi originali e ha ricevuto riconoscimenti più
velocemente di qualsiasi altro servizio di streaming. Ad oggi, i
film, i documentari e le serie originali Apple sono stati premiati
con 376 vittorie e 1.567 nomination ai premi, tra cui la
commedia pluripremiata agli Emmy “Ted
Lasso” e lo storico Oscar® come Miglior film a “CODA”.
Netflix rilascia
oggi il trailer della quarta e ultima stagione di Sex
Education. Il trailer anticipa una stagione ricca di
nuove esperienze sessuali, crescita personale, amore, risate,
lacrime, amicizia, e tanto altro, come il fantastico guardaroba di
Eric, il ritorno al lavoro di Jean con un nuovo capo (interpretato
da Hannah Gadsby), quello di Adam in fattoria, e
le abilità artistiche di Aimee, e per finire… Maeve torna a
Moordale per il suo primo vero appuntamento con Otis.
Con questa ultima
stagione diciamo addio alla banda di Moordale, che ci tiene
compagnia dal 2019. È giunto il momento di preparare i fazzoletti e
salutarci con otto nuovi episodi, incluso un finale di stagione
eccezionale della durata di 83 minuti. Sarà un viaggio
fantastico: finiamolo insieme.
Dopo la chiusura del
liceo di Moordale, Otis e Eric devono affrontare un nuovo inizio –
il loro primo giorno al Cavendish Sixth Form College. Otis è
nervoso all’idea di creare una nuova clinica, mentre Eric spera con
tutto sé stesso che non saranno di nuovo degli “sfigati”.
L’istituto Cavendish rappresenta uno shock culturale per tutti gli
studenti di Moordale, che fino ad allora pensavano di essere
progressisti. Questa nuova scuola è molto diversa, ogni giorno si
fa yoga nel giardino comune, si respira un’atmosfera all’insegna
della sostenibilità e c’è un gruppo di ragazzi popolari per la
loro… gentilezza?! Viv è totalmente sconvolta dall’atteggiamento
non competitivo degli studenti, mentre Jackson sta ancora cercando
di superare la sua storia con Cal. Aimee decide di fare qualcosa di
nuovo frequentando lezioni d’arte e Adam prova a capire se
un’istruzione di tipo tradizionale sia adatta a lui.
Negli Stati Uniti, Maeve
sta vivendo il suo sogno alla prestigiosa Wallace University, in
cui segue le lezioni dell’autore di culto Thomas Molloy. Otis si
strugge per lei, mentre deve abituarsi al fatto di non essere più
figlio unico, o l’unico terapista della scuola…
Dal suo debutto su
Netflix nel 2019, la serie è stata candidata e ha vinto numerosi
premi, incluso l’International Emmy Awards nel 2022 come miglior
serie comedy. Inoltre, nei primi 91 giorni dall’uscita la terza
stagione ha totalizzato 66.6 milioni di visualizzazioni.
A inizio luglio, Netflix
ha annunciato che la quarta stagione sarà quella finale pubblicando
una lettera ai fan, in cui la creatrice, sceneggiatrice e
produttrice esecutiva Laurie Nunn ha affermato:
“Siamo
incredibilmente orgogliosi dello show e siamo in debito con il
nostro fantastico team di sceneggiatori, attori e tutta la troupe
che ha messo così tanto amore nel realizzare ogni episodio. Hanno
lavorato in maniera instancabile per questa stagione finale, e non
vediamo l’ora di condividerla con voi”.
Asa Butterfield
torna a interpretare il protagonista Otis Milburn, al suo fianco
Gillian
Anderson, Ncuti Gatwa,
Aimee-Lou Wood, Emma Mackey,
Connor Swindells, Kedar
Williams-Stirling, Mimi
Keene. Confermati nei rispetivi ruoli anche
George Robinson, Chinenye Ezeudu,
Dua Saleh, Alistair Petrie, Samantha Spiro, Jim Howick,
Rakhee Thakrar e Daniel Ings.
Si uniscono al cast in
questa stagione finale Dan Levy, vincitore
dell’Emmy come miglior attore non protagonista per Schitt’s
Creek, Thaddea Graham (Doctor Who),
Lisa McGrillis (Somewhere Boy),
Marie Reuther (Kamikaze), l’attrice e
modella Jodie Turner Smith, il comico
Eshaan Akbar e gli esordienti Felix Mufti,
Anthony Lexa, Alexandra James, Reda Elazouar, Bella
Maclean e Imani Yahshua.
Una nuova location
rivolta al mondo dei cortometraggi, gli incontri
di WomenLands per valorizzare le eccellenze
femminili e l’anteprima del film
To Leslie con l’attrice rivelazione degli
Oscar 2023 Andrea Riseboroug e primo titolo di una
linea interamente dedicata a uno storytelling al femminile. Sono le
prime novità della prossima edizione di Alice nella
Città, la sezione autonoma e parallela della
Festa del Cinema di Roma dedicata ai giovani, alla scoperta del
talento e agli esordi, diretta da Fabia Bettini e Gianluca
Giannelli e in programma quest’anno dal 18 al 29
ottobre.
Alle tradizionali location
dell’Auditorium Parco della Musica e
dell’Auditorium Conciliazione, si aggiunge
quest’anno anche il Palazzo delle Esposizioni che
accoglierà la prima edizione degli SHORT FILM
DAYS, uno spazio di networking e
coproduzione rivolto ai giovani talenti del mondo del
cortometraggio e ai professionisti dell’audiovisivo realizzato con
il supporto della Camera di Commercio di Roma,
della Città metropolitana di Roma Capitale, di
CNA Cinema e Audiovisivo, BNL BNP PARIBAS, UNIFRANCE,
SIAE e della FondazioneSardegna Film
Commission, in collaborazione con Rai
Cinema, Premiere Filme il Figari
International Short Film.
Un luogo che sarà al tempo stesso
anche un laboratorio creativo con tre giorni (18,
19 e 20 ottobre) di incontri, panel e occasioni di dibattito, il
cui obiettivo sarà abituare i giovani autori e i giovani produttori
allo scambio creativo e professionale. Un progetto che risponde a
un chiaro desiderio, all’interno della scena cinematografica e
dell’audiovisivo in generale, di trovare, oltre alle gerarchie
stabilite, nuove forme di collaborazione per sperimentare,
comprendere e rilanciare le diverse sfumature del potenziale di
giovani registi. Un itinerario trasversale e ragionato, diviso in
quattro momenti apicali, integrati e collegati tra loro: panel,
coaching, pitching e networking lounge, che offriranno ai registi
selezionati l’opportunità di presentare i loro nuovi progetti a
potenziali produttori. I Paesi ospiti della prima edizione saranno
Canada e Francia.
Gli appuntamenti legati agli
incontri sono volti ad analizzare l’attuale situazione del mercato
del cortometraggio; le nuove dinamiche di finanziamento della
produzione e distribuzione indipendenti; le sfide future
dell’industria audiovisiva; le strategie di promozione; il rapporto
con il pubblico e la sala cinematografica.
Alice nella città
declinerà una parte della programmazione alle opere che pongono le
protagoniste femminili al centro dello storytelling. Tra i primi
film in cartellone l’acclamata opera prima “To
Leslie” di Michael Morris inserita a
sorpresa nella corsa agli Oscar 2023 grazie alla straordinaria
interpretazione diAndrea Riseborough. Il film,
girato in soli 18 giorni a bassissimo budget, è stato sostenuto per
le nomination agli Academy Awards da una campagna social promossa
da celebrità come Kate Winslet, Demi Moore, Susan Sarandon e narra
la storia di caduta e rinascita di una madre single ed ex
alcolizzata che, nel cuore del Texas, combatte per ricostruire la
sua vita.
To Leslie arriverà in Italia grazie a
Minerva Pictures.
Dopo l’evento dedicato a Russell
Crowe, prosegue anche la collaborazione con Expo
2030 con una serie di iniziative – in avvicinamento alla
giornata di assegnazione del 28 novembre – volte a mettere
in risalto il talento delle donne a riprova della
sensibilità di Roma Capitale per il tema del gender gap e per una
società sempre più inclusiva. Nasce così la linea di incontri
dal titolo WomenLands dedicata alle eccellenze
femminili italiane e internazionali.
Womanlands è una delle declinazioni
chiave di People and Territories, il tema centrale
e universale della candidatura italiana ad ospitare a Roma l’Expo
del 2030, articolata su tre grandi capitoli o sottotemi: la
rigenerazione, l’innovazione e l’inclusione. Womenlands è uno dei
pilastri dell’inclusione e la candidatura della Capitale, fedele
alla sua storia ed al suo essere “melting pot”, è da sempre simbolo
di apertura senza distinzioni di genere, di ceto, di religione, di
etnia e di cultura. Un sistema di valori non a caso sintetizzato
dal posizionamento di comunicazione di Expo: “Humanlands”.
Il primo incontro avrà come
protagonista Nastassja Kinski, grande interprete e
icona di stile che sarà a Roma per ricevere il WomenLands
Excellence Awards e per partecipare a un talk aperto al
pubblico in cui racconterà il suo rapporto con l’Italia attraverso
i film che l’hanno resa celebre
Prime Video ha
svelato oggi il poster ufficiale dello show non-fiction Original
italiano The Ferragnez: Sanremo Special, un
episodio speciale che segue l’imprenditrice digitale e icona della
moda Chiara Ferragni nella sua avventura come
co-conduttrice al 73° Festival di Sanremo, tra lezioni di public
speaking, fitting d’alta moda, nuove esperienze e paura da
palcoscenico. The Ferragnez: Sanremo Special è
prodotto da Banijay Italia per Amazon Studios e debutterà in
esclusiva su Prime Video in
oltre 240 Paesi e territori nel mondo giovedì 14 settembre.
La settimana del
Festival di Sanremo sta per cominciare. Chiara, dopo essersi
preparata per mesi, è pronta per la sua prima esperienza come
co-conduttrice televisiva del Festival di Sanremo. L’imprenditrice
racconta i lunghi mesi di lavoro necessari per calcare un palco
così importante. Anche Fedez è nella “città dei fiori”, il
seguitissimo podcast Muschio Selvaggio approda a Sanremo, ma non è
l’unico impegno lavorativo che lo vede coinvolto durante la
settimana del Festival. Infine, un inaspettato colpo di scena
scombina l’equilibrio della coppia che si confronta su passato e
futuro.
La giovane coppia più celebre del
panorama contemporaneo, ribattezzata i Ferragnez, è seguita da
milioni di follower su Instagram. Chiara Ferragni è imprenditrice
digitale e icona della moda con oltre 29 milioni di follower su
Instagram, incoronata da Forbes “Most Powerful Fashion Influencer”
a livello globale; Fedez è un imprenditore e artista poliedrico con
all’attivo oltre 86 dischi di platino e più di 14,7 milioni di
follower su Instagram, già protagonista di Celebrity Hunted –
Caccia all’UomoS1 e host del grande successo
LOL: Chi ride è fuori. Grazie alle due stagioni dello show
docu-reality Original
The Ferragnez – La serie, pubblico
e fan hanno imparato a conoscerli oltre i social, grazie ad un
accesso esclusivo al dietro le quinte della loro quotidianità in un
periodo speciale e straordinario della loro vita insieme.
The Ferragnez: Sanremo
Special si unirà a migliaia di film e serie già presenti nel
catalogo di Prime Video, tra
cui le produzioni italiane Original The Ferragnez – La serie
S1 e S2, The Bad Guy, Prisma, Bang Bang Baby, Gianluca
Vacchi: Mucho Más, Laura Pausini – Piacere di conoscerti, All or
Nothing: Juventus, Anni da cane, Dinner Club S1 e S2, Vita
da Carlo, FERRO, Celebrity Hunted – Caccia all’uomo S1, S2 e
S3, e LOL: Chi ride è fuori S1, S2 eS3;
le serie pluripremiate The Marvelous Mrs. Maisel e
Lizzo’s Watch Out for the Big Girls, la serie satirica sui
supereroi The Boys e grandi successi come Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del Potere, Citadel, Jack
Ryan di Tom Clancy, Un matrimonio esplosivo, Samaritan, Tredici
Vite, The Tender Bar, A proposito dei Ricardo, La guerra di domani,
Reacher e Il principe cerca figlio, oltre a contenuti
in licenza disponibili in più di 240 paesi e territori nel mondo, e
le dirette in esclusiva in Italia delle migliori partite del
mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre
che della Supercoppa UEFA, fino alla stagione 2026/27. Altri titoli
Original italiani già annunciati sono le serie Gigolò per caso,
Antonia, No Activity – Niente da segnalare, Sul più bello – La
serie, gli show Karaoke Night – Talenti Senza Vergogna,
LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro, AMAZING – FABIO DE LUIGI,
i film Elf Me, Il migliore dei mondi, Pensati Sexy, oltre ai
rinnovi per nuove stagioni di Monterossi, Sono Lillo, Prova
Prova Sa Sa e Celebrity Hunted – Caccia all’uomo. È stata
inoltre annunciata la serie Citadel: Diana, il capitolo
italiano dell’universo Citadel.
Mentre ancora si aspetta
il primo trailer di Aquaman e il
Regno Perduto, il teaser di trenta secondi uscito
nelle ultime ore è comunque pieno di immagini e rivelazioni su
quello che avverrà nel film con
Jason Momoa. Il sequel di Aquaman uscirà nei cinema a
dicembre di quest’anno e, dato che questa sarà l’ultima puntata del
DCEU prima del riavvio del DC
Universe di James
Gunn, si cerca di ricavarne il meglio.
Finora, non si sono avute
molte notizie su quello che mostrerà e racconterà il film, trama e
marketing sono stati per ora molto cauti. Per questo, già dai primi
trenta secondi di tesser trailer si possono fare delle congetture
su quello che sarà Aquaman e il
Regno Perduto e su quello che racconterà l’avventura
di Jason Momoa nei panni di Arthur Curry.
La casa della famiglia
Curry viene distrutta
Il teaser di Aquaman e il
Regno Perduto è pieno di momenti movimentati, e uno di
questi preannuncia anche qualcosa di molto triste. Proprio mentre
il rivale di Arthur, Black Manta, afferma freddamente: “Ucciderò
Aquaman e distruggerò tutto ciò che ha di più caro”, il trailer
mostra un’inquadratura di Curry sconvolto che scopre le macerie in
fiamme della sua casa di famiglia. Presumibilmente, suo padre,
Thomas Curry, sarà in pericolo mortale – e nella peggiore delle
ipotesi potrebbe morire, mettendo così Arthur sulla via della
vendetta.
Dato che Arthur si lancia
immediatamente verso l’incendio, è probabilmente lecito ritenere
che stia andando a salvare suo padre. Se il film si ispira ai
fumetti, però, la prognosi non sembra buona. In effetti, questa
scena sembra confermare la teoria secondo cui Black Manta ucciderà
il padre di Aquaman nel film.
Atlantide è (almeno
parzialmente) distrutta
Come per ribadire ancora
di più la posta in gioco, ci sono molti momenti all’interno del
teaser che raffigurano scene di distruzione. Una grandinata di
laser, edifici che crollano e bestie raccapriccianti appaiono in
rapida successione nel teaser, e sembra che Atlantide sia
direttamente sulla linea di fuoco. Dopo tutto, Manta ha specificato
che avrebbe distrutto tutto ciò che Curry ha di più caro.
Forse il film potrebbe
percorrere una strada simile a quella di Thor: Ragnarok, in cui Thor
assistette alla distruzione del suo Regno, solo per emergerne come
il capace sovrano che era destinato a essere. Vale anche la pena
ricordare che, poiché questa è la puntata finale del DCEU, la DC
potrebbe optare per un approccio da terra bruciata con le sue
posizioni attuali, solo per reintrodurle in una forma diversa nelle
future puntate del DCU. James Wan ha confermato che il DCU ha
influenzato Aquaman 2, sebbene la
tradizione più ampia sia in gran parte separata.
È l’ora di Aquaman V.
Black Manta
Aquaman e il
Regno Perduto vedrà Yahya Abdul-Mateen
II riprendere il ruolo di Black Manta, che nutre una nuova
vendetta contro Curry dopo la sua umiliazione in Aquaman. Ciò
porterà Black Manta a mettere le mani sul Tridente Nero, che, a sua
volta, scatenerà un male antico ancora più grande. Manta e Aquaman
si scontreranno ancora una volta, e un assaggio di quella battaglia
cruciale è mostrato nel teaser.
Restano da vedere i
dettagli su quanto grande sarà il ruolo che Manta giocherà, in
particolare di fronte all’antica forza malevola che scatenerà nel
processo di ottenimento del Tridente Nero. Allo stesso modo, resta
da vedere quanto Manta riuscirà a resistere a Curry con il Tridente
in mano, dato che si sa poco sui suoi poteri. Ma è lecito ritenere
che il loro confronto avrà un ruolo significativo nel sequel.
Aquaman combatte un
nemico gigantesco, un polpo meccanico
Una scena imperdibile del
trailer di Aquaman e il
Regno Perduto è quella che mostra il gigantesco polpo
meccanico nemico che appare per la prima volta dietro all’Orm di
Patrick Wilson, il quale sembra destinato a subire una sorta di
arco di redenzione in questo film. I misteri che circondano questo
costrutto sono una miriade, la scena in cui appare è ambientata
fuori dall’acqua e sembra seguire un momento in cui la creatura
meccanica ha causato diversi danni intorno a sé. Non è chiaro
nemmeno se questa creatura meccanica sia collegata al “male antico”
centrale nella trama del film.
Tuttavia, un’altro polpo
noto ai fan comparirà di nuovo in questo film. Una scena del teaser
mostra Curry cavalcare un cavalluccio marino blu, con un polpo
aggrappato a un lato. È stato confermato che il polipo che suona il
tamburo riapparirà in questo sequel, e potrebbe avere un ruolo
ancora più importante.
Ecco una clip esclusiva di In The
Fire, il thriller supernatural in costume che segna il
ritorno al cinema di Amber Heard. Il film è distribuito da RS Productions in
collaborazione con Mirari Vos a partire dal 14
settembre.
Dopo la calorosa
accoglienza del pubblico al Taormina Film Fest lo scorso giugno,
dove è stato presentato in anteprima mondiale alla presenza del
regista e del cast, arriva finalmente nelle sale l’opera
cinematografica che segna il ritorno sul grande schermo della
attrice che si è lasciata finalmente tutta la storia con l’ex
marito alle spalle. Il film è diretto da Conor Allyn e nel cast
vede anche attori italiani (è una produzione anche italiana)
Nel film
Amber Heard è Grace, una psichiatra americana
chiamata a risolvere il caso di un bambino disturbato e forse
posseduto sul finire del 1800 in Colombia quando la psicanalisi non
era ancora considerata una scienza – specie se praticata da una
donna – ma tutti preferivano credere nella superstizione e nel
maligno. Durante il viaggio la donna verrà messa alla prova
non solo come medico ma anche come persona, e nella lotta tra
scienza e fede dovrà trovare il modo per salvare il bambino e la
sua famiglia, ma anche sè stessa.
Negli ultimi anni Netflix, per coinvolgere ulteriormente i propri
spettatori, ha scelto di produrre e distribuire nel proprio
catalogo una ormai lunga serie di titoli interattivi. Questi danno
all’utente la possibilità di controllare ciò che accade nella
storia facendo delle scelte in nome dei personaggi protagonisti.
Celebre è stato ad esempio l’esperimento proposto con Black Mirror:
Bandersnatch, ma si annoverano in questa tipologia di opere
anche In fuga da Undertaker, Barbie Epic Road Trip e
Dove sono gli umani?. Ora, Netflix ha distribuito nel
proprio catalogo la prima commedia romantica interattiva:
Choose Love, diretta da Stuart
McDonald.
Un film che già dal titolo invita
gli utenti a scegliere l’amore giusto per la protagonista.
Naturalmente non ci sono scelte giuste o sbagliate, ma solo
numerose variabili che da un lato permettono di giocare con tutti
gli “e se…” del caso, mentre dall’altro permettono agli spettatori
di mettersi nei panni della protagonista e vivere come fosse in
prima persona le sue esperienze romantiche. Per compiere queste
scelte, come sempre, basterà usare il telecomando, il controller di
gioco, il mouse o il proprio dito se si guarda il film da
smartphone, compiendo così le scelte richieste mentre si svolge la
storia.
La trama e il cast di Choose
Love
Protagonista del film è
Cami, una giovane che si sente come se si stesse
perdendo qualcosa nella vita. Forse ciò è dato dalla paura di
sistemarsi definitivamente con il suo ragazzo
Paul, o forse è il rammarico di aver abbandonato
la carriera di cantante che aveva sempre sognato. L’incontro con la
rock star Rex potrebbe permetterle di riprendere
in mano quel sogno, ma il ritorno di Jack, un suo
vecchio amore, scombina ulteriormente le cose. Cami si trova dunque
a dover affrontare una serie di scelte, dando così vita a diverse
possibili trame e finali, a seconda di ciò che lo spettatore
sceglie.
Ad interpretare Cami ritroviamo
l’attrice Laura Marano, nota per aver recitato
nella serie Austin & Ally e nei film Capelli
ribelli e The Perfect Date. Di recente è stata anche
protagonista del film Il trattamento reale. Accanto a lei, nel ruolo del
fidanzato Paul vi è invece l’attore Scott Michael
Foster, noto per le serie Greek, Chasing Life e
Ex-Girlfriend. Jordi Webber,
principalmente noto come musicista, interpreta invece Jack, mentre
Avan Jogia, conosciuto per il ruolo di Beck Oliver
nella serie Victorious, è qui Rex. L’attrice Mega
Smart interpreta invece Amalia, la sorella di Cami.
Data la sua natura di film
interattivo, che lascia allo spettatore la decisione su alcune
significative scelte, compiute le quali la storia può intraprendere
un percorso anziché un altro, è bene sapere che Choose
Love offre diversi finali diversi. Tutto
parte da quando, verso la fine del fil, Cami fa un sogno sui tre
uomini che le chiedono di scegliere uno tra loro. Il percorso che
si sceglierà determinerà il suo destino. Se Cami sceglie
Paul accade che lui le fa la proposta di matrimonio
regalandole una batteria di rilevatore di fumo con un anello
nascosto al suo interno. Questo è l’unico finale possibile quando
si sceglie Paul.
Quando Cami sceglie invece
Rex nel suo sogno, ci sono diversi modi in cui la sua
storia può svilupparsi. In ogni caso, la scelta di Rex porta la
coppia a Las Vegas. Quando arrivano lì, Cami vede Jack guidare una
protesta, ma sceglie di esibirsi con Rex ad un evento privato. Cami
invita a quel punto Paul all’evento per guardarla cantare.
Ritrovando il suo amore di sempre, Cami sceglie infine
Paul e i due si sposano a Las Vegas. In un secondo caso in
cui Cami sceglie Rex, lei decide di restare alla protesta
con Jack, mettendo in pausa i suoi sogni da cantante.
Durante la protesta, però, Paul la
chiama e le chiede di sposarlo. Lei dice a Paul che dovrebbero
continuare la conversazione di persona e torna dunque a Los
Angeles, dove lui le si propone di persona. In un finale
alternativo che si basa sul fatto che Cami faccia una scelta in
precedenza sul non dire a Paul di Jack, Cami riceve una chiamata da
Paul durante la protesta con Jack. In quello scenario, Cami dice
apertamente di aver incontrato Jack qualche giorno prima e Paul
mette fine alla loro relazione.
Cami decide però di non arrendersi
con Paul e torna a Los Angeles, arrivando a casa di lui nel buio
della notte. Paul si accorge che c’è qualcuno in casa, temendo sia
un ladro ma scoprendo poi essere Cami. La coppia a quel punto fa la
pace. Scegliere Rex può però anche portare Cami a
Parigi, cosa che avviene se accetta di cantare con lui e
di non invitare Paul. In questo caso, Rex e Cami si baciano dopo la
loro esibizione e lui la invita a fare un atto di fede con lui. Se
si sceglie di andare con Rex, la coppia finirà dunque nella città
dell’amore.
Ma in un altro finale alternativo,
se si sceglie di non viaggiare con Rex e di
mantenere le cose sul piano professionale, il destino romantico di
Cami sarà sconosciuto, poiché non sceglie nessuno dei tre
pretendenti. C’è però anche un’altra possibilità in cui la scelta
di Rex nel suo sogno porta Cami da Jack se lei rimane alla protesta
con lui. Quando Paul chiama, Cami gli dice che lo ama e che la loro
relazione soddisfa tutti i requisiti, ma ha la sensazione che
stiano giocando sul sicuro. In questo caso, Jack bacia
Cami durante la protesta e decidono di affrontare la loro
relazione un giorno alla volta.
Quando Cami sceglie
Jack nel suo sogno, conduce la coppia in un viaggio a Las
Vegas dopo che Jack l’ha invitata a una protesta. Rex arriva alla
protesta perché si sta esibendo in hotel e invita Cami a cantare
con lui. Se si rifiuta di esibirsi al concerto di Rex e rimanere
con Jack alla protesta, Paul si presenterà a sua volta lì, dicendo
a Cami che non può vivere nel limbo e le propone di sposarlo. Jack
interviene dicendo che tra lui e Cami c’è qualcosa di speciale. Se
Cami rifiuta la proposta di Paul ma sceglie di non
stare neanche con Jack, rimane indipendente.
Tuttavia, se si torna indietro e si
rifiuta la proposta di Paul, intraprendendo dunque
una relazione con Jack, il film si conclude con i due che si
scambiano un bacio durante la protesta. Al contrario, come già
riportato, la scelta di Paul si conclude con il matrimonio della
coppia a Las Vegas. Se però Cami sceglie di esibirsi con
Rex quando lo vede alla protesta, Paul si presenterà lì e
chiamerà Cami. Se si risponde alla chiamata di Paul, lui si
proporrà a Cami nella sua camera d’albergo. Accettare la sua
proposta porta ancora una volta la coppia a sposarsi a Las
Vegas.
Ma se Cami rifiuta la sua proposta e
si sceglie di andare al concerto con Rex e rifiuta poi l’invito di
Rex a viaggiare per il mondo con lui, la storia di Cami finisce con
lei che torna da Jack durante la protesta e gli dice che non ha mai
smesso di amarlo. Non è tutto però: se si finisce con successo con
tutti e tre gli uomini nel proprio viaggio verso il lieto fine di
Cami, si sbloccherà un finale in cui il gruppo balla e festeggia
sul jet privato di Rex e nella cappella di Las Vegas.
Il trailer di Choose Love
e come vederlo in streaming su Netflix
Come anticipato, è possibile fruire
di Choose Love unicamente grazie alla sua
presenza nel catalogo di Netflix, dove attualmente
è al 2° posto della Top 10 dei film più visti sulla
piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque
sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo
tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di accedere al catalogo
e di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della
qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti
presenti nella piattaforma.
Casa Strode
dell’originale Halloween è in vendita a un prezzo
altissimo, pari a sei volte il budget del primo film. Distribuito
nel 1978, Halloween ha presentato al pubblico Laurie
Strode (interpretata dall’allora adolescente Jamie Lee Curtis) e la sua battaglia contro il
serial killer mascherato Michael Myers. Dopo che
il film ha avuto un successo estremo, Halloween ha avuto una serie
di sequel, il più recente dei quali è Halloween
Ends del 2022.
La casa che ha reso
celebre Halloween è ora sul mercato. Secondo
Collider, l’edificio ha un prezzo di vendita di 1,79
milioni di dollari. La casa vanta una metratura di quasi 500 metri
quadrati e dispone di quattro camere da letto, tre bagni e un
garage per due auto. Curiosamente, la società immobiliare dietro la
vendita non sta sfruttando il fatto che questa casa è stata
utilizzata come set per il primo Halloween.
Halloween, notoriamente, ha trasformato il suo
piccolo budget ($ 325.000) in un profitto multimilionario ed è
diventato uno dei franchise horror di maggior successo di tutti i
tempi, e il prezzo di vendita della casa è più di sei volte il
budget del film. Mentre parte di questo prezzo è attribuibile
all’inflazione e all’aumento dei costi immobiliari, la tariffa
esorbitante è una testimonianza del successo a lungo termine e dei
guadagni del franchising.
Il regista di Dune: Parte
Due, Denis Villeneuve, descrive nel
dettaglio la difficile ricerca del tipo di sabbia perfetto per il
sequel. Recentemente posticipata al 2024, la seconda parte
dell’adattamento di Villeneuve del romanzo di fantascienza di Frank
Herbert continua il viaggio di Paul Atreides (Timothée Chalamet) con
il popolo Fremen su Arrakis mentre cerca vendetta contro la Casata
Harkonnen. La prima parte dell’adattamento ha debuttato nel 2021 e
ha ricevuto molti consensi per aver dato vita al pianeta desertico
arido e mortale, con due riconoscimenti da parte degli Academy
Awards, per la scenografia di Patrice Vermette e
per la cinematografia di Greig Fraser.
Durante una recente
intervista con Empire dopo lo slittamento della data di
uscita di Dune: Parte
Due, il regista ha dettagliato la ricerca
sorprendentemente difficile della sabbia perfetta per il sequel.
Prima delle riprese, Villeneuve, Vermette e Fraser hanno trascorso
una quantità enorme di tempo nel deserto alla ricerca delle
dune di
sabbia dalla forma perfetta. Alla fine, la loro esperienza con la
sabbia riecheggia le famose parole di Anakin Skywalker: “È
grossolana, ruvida e irritante e arriva ovunque”.
“Per la mia
mise-en-scène, volevo una duna dalla forma particolare. Ma Greig
Fraser, d’altro canto, aveva bisogno di quella stessa forma per
ottenere una luce specifica. Quindi Patrice ha trascorso settimane
e settimane a cercare dune di sabbia nel deserto! Sembravamo dei
pazzi… ancora la ritrovo ogni mattina nelle mie scarpe. Siamo
sicuramente traumatizzati dalla sabbia.”
Il motivo per cui
Villeneuve, Vermette e Fraser hanno dovuto ricominciare da zero il
lavoro di ricerca è perché il sequel non replica nessuna delle
location viste nel primo film. A sua volta, la squadra ha dovuto
setacciare i deserti del mondo alla ricerca di location
completamente nuove per mettere in scena Arrakis, pur rimanendo
fedele al primo film. Alla fine, le scene del sequel su Arrakis,
che includono Paul che cavalca un verme della sabbia e raduna un
esercito, sono state girate in diverse parti di Abu Dhabi. Essendo
un film di guerra epico, Dune: Parte
Due ha dovuto anche stabilire nuove ambientazioni
perché differisce drasticamente dal primo film, che era più
contemplativo.
Le riavvio de Il
Corvo“lascerà a bocca aperta le
persone” e potrebbe generare un universo condiviso, anticipa
il produttore Sam Pressman. Basato sulla serie di
fumetti di James O’Barr, la storia è stata già
adattata nel 1994 e vedeva Brandon Lee nei panni
di Eric Draven, un musicista assassinato che viene resuscitato da
un corvo mistico e cerca vendetta contro la banda che ha ucciso lui
e la sua fidanzata. Il Corvo fu un grande successo al botteghino e
divenne un classico di culto, anche se i suoi sequel non riuscirono
a ottenere lo stesso successo. Il riavvio è stato annunciato da
diversi anni e adesso dovrebbe essere atteso entro il 2024.
In una recente intervista
con Deadline, Sam Pressman ha fornito un
aggiornamento sul riavvio de Il
Corvo, spiegando:
“Il Corvo è stato una
parte centrale e integrante della nostra azienda e sono davvero
orgoglioso dei progressi e del lavoro svolto. Penso che il film
lascerà a bocca aperta le persone. I nostri partner vogliono
affrontarlo a 360°, che si tratti di videogiochi, di una serie
animata o di un universo, ma ha questa eredità cosmica che può
espandersi oltre una singola storia. Siamo finalmente a un punto in
cui possiamo davvero esplorare quelle altre strade perché è una
proprietà davvero unica in quanto non è un film in studio, non è un
film Marvel – è una specie di film
anti-Marvel. Ho le più grandi speranze per questo e adoro davvero
ciò che Molly Hassell ha realizzato fino a questo momento e Rupert
Sanders è un vero visionario.”
Il riavvio a lunga
gestazione di Il
Corvo è entrato in sviluppo per la prima volta
nel 2008 e nel corso degli anni ha vissuto un complicato processo
di produzione con numerosi registi, sceneggiatori e attori
collegati al progetto in vari momenti. Nel corso degli anni molti
attori sono stati associati al ruolo di Eric Draven, tra questi
anche Bradley Cooper, Luke Evans, Jack Huston e
Jason Momoa. Gli sceneggiatori che hanno
lavorato alle versioni precedenti della sceneggiatura includono
addirittura Nick Cave.
L’attuale iterazione del
riavvio de Il
Corvo è diretta da Rupert
Sanders con una sceneggiatura di Zach Baylin e Will
Schneider che è, ovviamente, basata sul fumetto di O’Barr. Il
riavvio vede protagonista Bill Skarsgard
nel ruolo principale, mentre FKA Twigs interpreta
il ruolo della sua fidanzata assassinata, Shelly. Isabella Wei
interpreta un nuovo personaggio chiamato Zadie, mentre
Danny Huston, Laura Birn, Sami Bouajila e
Jordan Bolger sono stati tutti scelti in ruoli non
rivelati. Le riprese del film sono terminate l’anno scorso, molto
prima dell’inizio dello sciopero degli attori, e la sua uscita è
attualmente prevista per il 2024.
Dopo anni di onorato
servizio alla Walt Disney Co., Woody, Buzz
Lightyear e i loro amici di Toy Story hanno ricevuto un nuovo incarico dal
grande conglomerato dell’intrattenimento.
I personaggi del
franchise di Toy Story parteciperanno a ottobre all’ultimo
di una serie di esperimenti volti a convincere i più piccoli a
guardare gli sport dal vivo. Quando ESPN+ trasmetterà in streaming
la partita della domenica mattina tra Atlanta Falcons e
Jacksonville Jaguars allo stadio di Wembley a Londra il 1° ottobre,
Disney+ offrirà una versione
“alternativa” della partita in cui i personaggi completamente
animati di “Toy Story” replicheranno l’azione della partita, che
dovrebbe svolgersi nella stanza di “Andy”, il proprietario
originale dei giocattoli protagonisti dei film.
Su ESPN+, gli spettatori
vedranno i pilastri della rete sportiva come Chris Fowler,
Dan Orlovsky, Louis Riddick e Laura
Rutledge commentare la partita. Su Disney+, gli spettatori possono
guardare Woody, Buzz, Bo Peep, Bullseye, Bunny, Ducky, Forky, Green
Aliens, Jesse, Rex e Slinky Dog in varie situazioni buffe nel
giorno della partita. I personaggi di Toy Story seguiranno gli stessi ritmi dei
giocatori della NFL, grazie all’uso dei programmi di statistiche di
nuova generazione e al monitoraggio dei giocatori. Grafica,
tabelloni, annunci di rigori e altro ancora saranno brandizzati a
tema Toy Story.
Lo stesso vale per gli
annunciatori e altri segmenti sportivi distintivi. Drew Carter e
Booger McFarland spiegheranno l’azione insieme a Pepper
Persley, un giornalista sportivo di 12 anni che ha
ottenuto incarichi come reporter a margine della WNBA. Duke Caboom,
uno dei personaggi di Toy Story 4 doppiato da Keanu
Reeves, tenterà un salto in moto durante un programma
dell’intervallo. Gli spettatori vedranno vignette “come fare” e
domande trivia durante lo streaming, insieme a interviste
preregistrate con i giocatori dei Falcons e dei Jaguars.
Si tratta dell’ultimo
esperimento, in ordine di tempo, di realizzare un programma di
dirette sulle piattaforme, come già aveva provato a fare Netflix, ad esempio, con Chris Rock protagonista di
uno stand up live sullo streamer.
La Universal Pictures ha
messo in cantiere un film su La Signora in Giallo, che sarà scritto da
Lauren Schuker Blum e Rebecca
Angelo di Dumb Money e prodotto da
Amy Pascal. La notizia è confermata da
Variety.
Blum e Angelo si sono
uniti al progetto prima dello sciopero degli sceneggiatori e non
riprenderanno il lavoro sulla sceneggiatura finché la Writers Guild
of America e l’Alliance of Motion Picture and Television Producers
non avranno raggiunto un accordo. Il film in questione è tra i
prossimi progetti degli sceneggiatori, come hanno confermato alla
rivista i rappresentanti degli sceneggiatori.
La serie originale
La Signora in Giallo vedeva Angela Lansbury nei panni della scrittrice di
gialli e detective dilettante Jessica Fletcher, che risolve gli
omicidi che avvengono con grande frequenza nella città immaginaria
di Cabot Cove, nel Maine. La serie poliziesca è andata in onda
sulla CBS per 12 stagioni dal 1984 al 1996. Lansbury ha ottenuto
una nomination agli Emmy per ogni stagione, ma non ha mai vinto il
premio. La Signora in Giallo è stato creato da Peter
S. Fischer, Richard Levinson e William Link. La Universal
Television ha prodotto la serie di lunga durata.
Blum e Angelo hanno
co-scritto la sceneggiatura del film drammatico biografico
Dumb Money, con Paul Dano, Seth Rogen,
Pete Davidson, Sebastian Stan, Shailene Woodley, America Ferrera,
Nick Offerman, Anthony Ramos, Dane DeHaan e
Vincent D’Onofrio.
Basato sul libro di Ben
Mezrich del 2021 The Antisocial Network, Dumb Money segue la storia
vera di un gruppo di investitori coinvolti nello short squeeze di
GameStop. Il film, diretto da Craig Gillespie, uscirà negli USA in
sale limitate il 15 settembre.
Pascal è l’ex
co-direttrice della Sony Pictures che ha trasferito il suo banner
Pascal Pictures alla Universal nel 2019. I suoi crediti di
produzione includono la serie di film Spider-Man: Un nuovo
universo, Piccole donne di Greta
Gerwig e Molly’s Game.