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Another End di Piero Messina al Festival Internazionale del Cinema di Berlino

Another End, il nuovo film di Piero Messina, verrà presentato in concorso al 74º Festival Internazionale del Cinema di Berlino.

Il film è interpretato da Gael García Bernal (Golden Globe come miglior attore per Mozart in the Jungle, Premio Marcello Mastroianni alla Mostra del Cinema di Venezia per Y Tu Mamá También), Renate Reinsve (premio per la miglior attrice al Festival di Cannes 2021 per La Persona Peggiore Del Mondo), Bérénice Bejo (premio per la migliore attrice al Festival di Cannes 2013 per Il Passato) e Olivia Williams (premio per la migliore attrice ai British Independent Film Awards per The Heart of Me).

Another End è prodotto da Indigo Film con Rai Cinema, in associazione con TF1, in associazione con Anton, in collaborazione con Number 9 Films e uscirà nelle sale italiane il 21 marzo distribuito da 01 Distribution. Le vendite internazionali del film sono a cura di Newen Connect.

La trama di Another End

Gli occhi svuotati di Sal sembrano vivere solo di ricordi da quando ha perduto Zoe, l’amore della sua vita. Ricordi, come frammenti di uno specchio infranto che non è possibile ricomporre. Sua sorella Ebe, che guarda al fratello con crescente preoccupazione, gli propone di affidarsi ad Another End, una nuova tecnologia, che promette di alleviare il dolore del distacco riportando in vita, per breve tempo, la coscienza di chi se n’è andato. È così che Sal ritrova Zoe ma nel corpo di un’altra donna. Un corpo sconosciuto in cui lui misteriosamente riconosce la moglie. Ciò che si era spezzato sembra improvvisamente ricomporsi. Another End concede, infatti, a Sal del tempo per condividere ancora un po’ di vita con Zoe, per amarla di nuovo, per esserne amato, per riuscire a dirle infine addio. Ma è una gioia fragile, effimera, insidiosa e, arrivato al termine del programma, Sal non intende assistere docilmente alla dissoluzione del proprio amore, alla perdita definitiva della moglie. Forse l’amore sopravvive davvero e attraverso i corpi si promette eternità.

The Batman – Parte 2: Jeffrey Wright parla dell’evoluzione di Jim Gordon nel sequel

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I fan temono che The Batman – Parte 2 possa finire nel dimenticatoio. All’apparenza sembra una preoccupazione infondata, ma con il coinvolgimento di James Gunn, alcuni ritengono che l’interesse verso questo universo alternativo potrebbe affievolirsi.

Il co-CEO dei DC Studios ha smentito le voci e ha confermato che darà degli appunti al regista Matt Reeves quando la sua sceneggiatura per il sequel sarà terminata. Il regista e dirigente ha anche confuso i fan rivelando che la serie televisiva di Arkham, a lungo rimandata, sarà ambientata nel DCU e non nel Batverse di Matt Reeves.

Vedremo cosa succederà, ma il lavoro su The Batman – Parte 2, seguito di The Batman è decisamente rallentato dopo gli scioperi di Hollywood dello scorso anno. Parlando con ET Online, l’attore di Jim Gordon Jeffrey Wright ha condiviso ciò che sa del film. “Avete visto tanto della sceneggiatura quanto di me a questo punto“, ha ammesso.

Non voglio fare passi avanti. Voglio solo andare avanti“. “Chiaramente, sono il tenente Gordon alla fine del film, il primo film, quindi potremmo avanzare nei ranghi, suppongo, ma non ho ancora visto nulla“, ha continuato Wright. “Sono paziente, lascio che il [regista] Matt Reeves faccia le sue cose – che saranno magiche e meravigliose – e non vedo l’ora di rituffarmici quando sarà il momento“.

I DC Studios hanno i loro piani per il loro Batman che sarà al centro della scena in The Brave and the Bold. Andy Muschietti, regista di The Flash, è stato incaricato di dirigere il progetto, che dovrebbe essere incentrato sull’addestramento del figlio Damian da parte di Bruce Wayne come Robin nel nuovo DCU.

Robert Pattinson riprenderà il ruolo del Cavaliere Oscuro in The Batman – Parte 2, ma poco altro è stato rivelato. Ci sono state notizie contrastanti sui cattivi del film, con tutti quelli che sono stati indicati come possibili, dal Joker a Clayface.

Quali sono le ultime novità su The Batman – Parte 2?

Nell’ultimo aggiornamento sull’attesissimo seguito, le riprese di The Batman – Parte 2 sarebbero state posticipate a marzo 2024. La star principale Robert Pattinson riprenderà il ruolo principale, con Matt Reeves che tornerà alla regia. Anche Mattson Tomlin tornerà per scrivere la sceneggiatura insieme a Reeves. La data di uscita è attualmente fissata per il 3 ottobre 2025. Il primo film ha raggiunto più di 770 milioni di dollari al botteghino, diventando il settimo film con il maggior incasso del 2022 e ottenendo recensioni positive.

Nel cast di Batman c’erano anche Zoë Kravitz nel ruolo di Selina Kyle/Catwoman, Jeffrey Wright nel ruolo di James Gordon del GCPD, John Turturro nel ruolo di Carmine Falcone, Peter Sarsgaard nel ruolo del procuratore distrettuale di Gotham Gil Colson, Andy Serkis nel ruolo di Alfred Pennyworth e Colin Farrell nel ruolo di Oswald Cobblepot/Penguin. Restano invece dubbi riguardo il coinvolgimento del Joker, introdotto nel primo film con Barry Keoghan nel ruolo. Proprio l’attore, però, ha lasciato intendere che l’arcinemesi di Batman potrebbe far parte del film.

Fantastici Quattro: il cast è pronto, annuncio imminente?

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Fantastici Quattro: il cast è pronto, annuncio imminente?

Stiamo finalmente per sapere quali attori vestiranno i panni della Prima Famiglia Marvel nel prossimo reboot dei Fantastici Quattro? I fan attendono da anni (letteralmente) di scoprire chi interpreterà il quartetto di eroi nel debutto della squadra nel MCU e, sebbene non sia la prima volta che sentiamo dire che il cast è stato “bloccato”, un nuovo rumor da fonte molto attendibile sostiene che i ruoli principali sono stati ora definiti.

Secondo Daniel Richtman, gli “accordi sono chiusi” per le quattro parti principali di Reed Richards, Sue Storm, Ben Grimm e Johnny Storm, con un annuncio ufficiale imminente. Lo scooper non fa nomi, ma l’unico attore di cui si parla finora è Pedro Pascal, che si ritiene abbia firmato per interpretare Richards, alias Mister Fantastic.

L’attore di Game of Thrones sarà probabilmente affiancato da Vanessa Kirby (Mission: Impossible – Dead Reckoning) nel ruolo di Sue Storm, alias la Donna Invisibile, Joseph Quinn (Stranger Things) nel ruolo di Johnny Storm, alias la Torcia Umana, e Ebon Moss-Bachrach (The Punisher, The Bear) nel ruolo di Ben Grimm, alias la Cosa.

Siamo sicuri che molti di voi staranno storcendo il naso di fronte all’ennesimo rumor relativo a questo film, ma, secondo quanto riferito, con le riprese previste tra luglio e agosto, lo studio dovrà iniziare a prendere qualche decisione in merito a questi ruoli, quindi questa volta un annuncio dovrebbe essere davvero dietro l’angolo.

Per quanto riguarda gli altri personaggi principali, si vocifera che sia Cillian Murphy (Oppenheimer) che Mads Mikkelsen (Rogue One) siano in cima alle preferenze per interpretare il Dottor Destino, ma altri attori saranno sicuramente in lizza.

Il nemico più prolifico della squadra non dovrebbe avere un ruolo significativo nel reboot (infatti, potrebbe comparire solo nella scena post-credits), ma il cattivo potrebbe emergere come il nuovo grande cattivo del Marvel Cinematic Universe – soprattutto dopo la recente notizia che la Marvel ha deciso di separarsi dall’attore Jonathan Majors. che ha interpretato Kang il conquistatore.

Diverse fonti ben inserite hanno affermato che Dottor Destino sarà uno dei cattivi principali di Avengers: Secret Wars. Javier Bardem sarebbe la prima scelta per Galactus, ma i suoi impegni potrebbero impedirgli di firmare. L’araldo del Divoratore di Mondi dovrebbe essere Silver Surfer, ma con una versione femminile del personaggio.

Secondo un recente rumor, Anya Taylor-Joy sarebbe stata scelta per questo ruolo. Matt Shakman dirigerà Fantastici Quattro da una sceneggiatura di Jeff Kaplan e Ian Springer. I dettagli della trama non sono ancora stati resi noti.

Sony sta sviluppando un film di Spider-Man vietato incentrato su Spider-Punk?

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Sia Spider-Man: un nuovo universo che Spider-Man: Across the Spider-Verse sono stati dei successi di critica e commerciali. È comprensibile che i fan non vedano l’ora di vedere come si concluderà la storia nel film Spider-Man: Beyond the Spider-Verse, attualmente senza una data di uscita, ma cosa succederà dopo?

Negli ultimi anni si è parlato di uno spin-off di Spider-Woman al femminile; purtroppo, non sembra che la cosa sia andata in porto e i piani della Sony per la sua scuderia di personaggi Marvel continuano a dividere le opinioni. Si pensa che le serie televisive live-action Silk e Spider-Man Noir siano in lavorazione, mentre film come Madame Web, Kraven – Il Cacciatore e Venom 3 sono tutti all’orizzonte.

Oggi, una nuova indiscrezione (condivisa per la prima volta da Toonado.com) suggerisce che la Sony Pictures Animation stia progettando un nuovo film di Spider-Man che avrà un rating R.

Si tratta di una mossa singolare da parte dello studio, soprattutto perché si tratterebbe di un’avventura animata e nemmeno a Venom è stato concesso un rating R; Sia The Streamr che lo scooper @CanWeGetToast hanno condiviso l’indiscrezione e raccomandiamo di prenderla con un pizzico di sale per il momento.

Nessuno dei due menziona chi sarà il protagonista del film, anche se possiamo dirvi che gli accenni che avete visto sui social media sul fatto che si tratti di Spider-Punk sono in linea con quanto si vocifera a Hollywood. Il personaggio è probabilmente adatto a un rating R e Daniel Kaluuya verrebbe presumibilmente arruolato per riprendere il ruolo. È anche possibile che si tratti di una versione completamente diversa del web-slinger britannico.

Spider-Punk, il cui vero nome è Hobie Brown, è apparso per la prima volta in Edge of Spider-Verse #5 nel 2014. Nel suo universo, è un punk rocker ribelle che ottiene i poteri di ragno dopo essere stato morso da un ragno radioattivo. Incarnando lo spirito della controcultura e della ribellione, Spider-Punk sfoggia un’estetica punk rock distintiva, con tanto di moicana, piercing e gilet di jeans ornato da simboli ragneschi.

Conosciuto per il suo atteggiamento anti-establishment, Spider-Punk combatte contro le forze oppressive e le ingiustizie. In Spider-Man: Across the Spider-Verse, ha iniziato come una sorta di rivale in amore di Miles Morales, ma alla fine si è dimostrato un alleato del Wall-crawler adolescente.

Ero esausto“, ha detto Daniel Kaluuya interpretando l’eroe l’anno scorso.”Mi sono rivolto a Lord, Miller e Kemp e ho detto: “Grazie per avermi permesso di farne parte, perché è una figata pazzesca“. Sono una voce in Spider-Verse con un personaggio malvagio che sembra esattamente come me, da dove vengo. Ma dai! Vai dai più giovani della tua famiglia e fletti: ‘Sto andando avanti, ma non dimenticatelo!‘”.

Sono nato e cresciuto a Camden, e questo personaggio viene da Camden, che è molto associata al movimento punk, quindi penso che abbiano voluto appoggiarsi a ciò che hanno gratuitamente con me“, ha aggiunto. “Mi hanno chiesto: “Come parlano?” e io ho risposto: “Come me!”. Penso che dia quell’autenticità, come se io dicessi: ‘Uomo come Pav! Grande steppa! Mi sono sentito davvero rispettato“. Restate sintonizzati per nuovi aggiornamenti su questo nuovo potenziale film animato su Spider-Man.

Box office: Pare parecchio Parigi scala la classifica

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Box office: Pare parecchio Parigi scala la classifica

Al box office del fine settimana appena concluso ottiene il risultato migliore Pare parecchio Parigi, scritto, diretto, prodotto e interpretato dall’attore italiano Leonardo Pieraccioni. La commedia incassa €617.237 a fronte di un totale che già supera il milione di euro dal suo arrivo nelle sale il 18 gennaio.

Al secondo posto troviamo Perfect days, emozionante pellicola giapponese diretta da Wim Wenders.  Il film, candidato alla palma d’oro e vincitore del premio come miglior attore a Cannes, ha conquistato il pubblico con la sua semplicità. Perfect days raggiunge un incasso di €389.204 nel fine settimana e sfiora i 3 milioni di euro dal suo arrivo nelle sale italiane il 4 gennaio.

Terzo classificato è The Holdovers- lezioni di vita, commedia diretta da Alexander Payne. Il film, candidato ai BAFTA e ai Critics choice awards come miglior regia, raggiungono un buon risultato in fatto di incassi al primo week end nei cinema italiani, incassando €240.164.

Box office: il resto della classifica

Al quarto e quinto posto si stabiliscono rispettivamente Wonka, prequel sulla storia del personaggio Willy Wonka, e Il ragazzo e l’airone, ultimo film prodotto dal noto studio Ghibli e diretto da Hayao Miyazaki. Wonka incassa €197.685 nel fine settimana e supera i 14 milioni di euro dal suo arrivo nei cinema il 14 dicembre. Il ragazzo e l’airone invece raggiunge un incasso di €184.874 a fronte di un totale di 6 milioni di euro dall’uscita in Italia il primo gennaio. Al sesto posto ritroviamo The beekeeper, un action movie con Jason Statham, il quale incassa €177.670.

Settimo e ottavo classificato al box office del week end appena concluso sono Wish, nuovo cartone Disney con il quale gli studios festeggiano i loro cento anni, e Il fantasma di Canterville, riadattamento in versione animata del racconto di Oscar Wilde. Wish incassa €163.862 a fronte di un totale di più di 9 milioni di euro dal suo arrivo nelle sale il 21 dicembre, mentre Il fantasma di Canterville raggiunge un incasso di €159.333.

Negli ultimi due posti nella classifica box office ritroviamo rispettivamente Succede anche nelle migliori famiglie, commedia scritta, diretta e interpretata da Alessandro Siani, e Enea, pellicola di Pietro Castellitto presentata al festival di Venezia. Succede anche nelle migliori famiglie incassa €141.303 a fronte di un totale di 5 milioni e mezzo di euro, mentre Enea raggiunge un guadagno di  €120.089.

Aquaman e il Regno Perduto vicino ai 400 milioni di incasso

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Aquaman e il Regno Perduto vicino ai 400 milioni di incasso

Il debutto di Aquaman e il Regno Perduto non è stato dei migliori nel mercato americano, il che ha portato molti a considerarlo un’altra vittima della crisi dei supereroi. Tuttavia, il sequel di James Wan ha ottenuto risultati sorprendentemente buoni (almeno in termini relativi) nelle ultime settimane e si sta avvicinando a un importante traguardo globale.

Secondo gli ultimi aggiornamenti del box office, Aquaman 2 ha incassato 396,2 milioni di dollari in tutto il mondo, superando Black Adam (393 milioni di dollari) e diventando il film della Warner Bros. Discovery/DC Studios che ha incassato di più lo scorso anno.

Una vittoria piccola ma necessaria, anche se probabilmente non farà molta differenza per il franchise in un senso o nell’altro. Aquaman e il Regno Perduto segna l’ultimo film dell’era DCEU post James Gunn e Peter Safran, il che significa che un terzo film sarebbe stato improbabile anche se questo fosse andato molto meglio. Il monitoraggio degli incassi a lungo termine non è mai stato molto forte, ma le recensioni negative probabilmente non hanno aiutato.

Aquaman e il Regno Perduto è attualmente fermo al 35% su Rotten Tomatoes, anche se ha un migliore Audience Score del 79%.

Come sta andando Aquaman e il Regno Perduto

Aquaman e il Regno Perduto si sta rivelando uno dei film del DCEU di maggior successo degli ultimi tempi. Il film ha recentemente superato la soglia dei 330 milioni di dollari di incassi globali e, secondo le stime, il sequel dovrebbe concludere la sua corsa nelle sale a 400 milioni di dollari. Si tratta comunque di una cifra ben lontana dagli 1,15 miliardi di dollari del primo film. Ora i fan di Aquaman si chiedono se il re di Atlantide abbia un posto nel nuovo universo cinematografico di James Gunn.

La star Jason Momoa, che continua a collaborare con la WB/DC nel ruolo di Lobo, sembra essere al momento uno dei segreti peggio custoditi di Hollywood. Se Lobo avrà un ruolo di primo piano, è difficile prevederlo ad oggi ma è difficile immagine l’attore in entrambi i ruoli.

Il cacciatore: Michael Cimino racconta la morte dell’American Dream

Nel 1978 esce al cinema Il cacciatore, opera seconda di Michael Cimino. La guerra in Vietnam si è conclusa da appena tre anni ed è ancora una ferita apertissima per gli Stati Uniti, nonché sostanzialmente un tabù. Per quanto già durante lo svolgersi del conflitto ci siano stati film che hanno cercato di affrontare tale evento, è solo a guerra conclusa che si ha avuto modo di avere una più completa visione d’insieme su quanto accaduto e sul suo lascito. Prendono dunque vita a partire dalla seconda metà degli anni Settanta le opere che meglio hanno saputo mostrare ciò che davvero questo conflitto ha causato, specialmente a livello psicologico.

Il film di Cimino (che vincerà poi di 5 Premi Oscar incluso quello come Miglior film) non solo è tra queste, ma è anche un primo significativo tassello nella filmografia di un regista che con ogni sua opera ha sfidato platealmente la mitologia delle origini del suo Paese, il successivo tradimento da esso perpetrato verso gli ideali su cui si fondava e il suo lascito nei confronti delle nuove generazioni. Una sfida che ha dunque inizio con un’opera tanto imponente quanto controversa, che si fa metafora degli Stati Uniti cogliendo il Paese nel suo passaggio da un periodo di spensieratezza – in realtà solo apparente – ad uno irrimediabilmente segnato da un generale e profondo senso di smarrimento.

Prepararsi alla guerra

Un passaggio ben evidente in Il cacciatore, film a cui viene talvolta rivolta la critica di avere un primo atto troppo prolisso. Si tratta grossomodo della prima ora delle tre totali del film, in cui facciamo la conoscenza dei protagonisti, apprendiamo che lavorano in una acciaieria, che sono dediti agli scherzi, alle scommesse spericolate e che uno di loro, Steven (John Savage), è ad un passo dal matrimonio. Proprio questo evento occupa la maggior parte di questa prima ora, con una festa chiassosa, che sembra non finire mai e che ad un occhio distratto potrebbe sembrare – appunto – eccessivamente prolissa. Ma è proprio questa prima ora “preparatoria” che permette poi di far acquisire un senso a quanto verrà dopo, costruendo le basi per un contrasto ancora oggi in grado di ammutolire.

Steven, insieme a Mike (Robert De Niro) e Nick (Christopher Walken, che per questa sua interpretazione vincerà l’Oscar come Miglior attore non protagonista) sono infatti in procinto di partire per il Vietnam. Per loro, membri della comunità russo-americana, sarà un modo in più per dimostrare il proprio amore per gli Stati Uniti, quasi come se quest’esperienza potesse fargli guadagnare la possibilità di considerarsi americani a tutti gli effetti. Con loro ignari del proprio futuro, questa prima parte del film è dunque segnata dalla spensieratezza, dalle risate, da quel sano cazzeggio che è parte integrante della natura dei protagonisti.

Lo ribadisce con maggior forza la sequenza ultima di questo primo atto, quella della caccia al cervo, che non solo dà al film il suo titolo originale – The Deer Hunter – ma ripropone tutti gli elementi fino a quel momento messi in gioco. Il gruppo di amici protagonisti si reca in montagna, chiassosi come non mai, dividendosi tra scherzi e alcol, ma sapendo perfettamente quando è il momento di tacere e lasciar parlare i fucili. In un attimo, dunque, si passa dalla gioia al senso di morte. E ancora, quando una volta conquistato il proprio trofeo tornano in città per festeggiare, quel clima di festa è interrotto da uno struggente brano suonato al pianoforte da uno di loro, che spegne le risate e ammutolisce tutti. La festa è finita.

Il cacciatore Christopher Walken
Christopher Walken in una scena di Il cacciatore

La morte dell’innocenza

Da lì ha inizio il racconto dell’esperienza in Vietnam di tre dei protagonisti, partiti per servire e difendere il proprio amato paese. Quel senso di morte, tanto anticipato da piccoli segnali nel corso della fondamentale prima ora (quell’inferno che è l’acciaieria, il silenzioso veterano alla festa di matrimonio, le taciute tensioni sentimentali tra i protagonisti) esplode ora in tutta la sua brutalità sullo schermo. Ma non è un vero e proprio scenario di guerra quello che Cimino vuole mostrarci, spostando quasi subito la propria attenzione sul raccontare il conflitto attraverso la nota metafora della roulette russa, a cui i soldati americani sono costretti a partecipare.

È attraverso questa che Cimino dona presenza scenica all’insensatezza del morire in guerra, dell’essere alla mercé del caso, del non sapere mai quando arriverà la propria ora. Ogni colpo che va a vuoto è motivo sia di sollievo sia di nuova tensione, generata dal non sapere quanto ancora la fortuna sarà dalla propria parte. Ecco allora che quanto fino a quel momento visto, anche grazie alla sua ampiezza capace di restituire un contesto apparentemente idilliaco, risulta congeniale a quanto segue, che è non un film di guerra bensì un film sugli orrori che questa (come tutte le guerre, d’altronde) può generare in chi ne fa esperienza diretta.

Il cacciatore, insieme a Taxi Driver (1976) e Tornando a casa (1978), si è infatti imposto come uno dei più significativi esempi di film incentrati sulla difficile esistenza dei reduci di guerra, incapaci e impossibilitati a reinserirsi nella società dopo aver assistito ad orrori che non si possono spiegare a parole. Mike, tornato in patria, non riuscirà mai a condividere con l’amata Linda (Meryl Streep) ciò che ha visto, che gli è stato inflitto e che ha a sua volta inflitto. Cosa che lo fa naturalmente sentire incompreso e turbato. Tutto il resto del film rifletterà dunque su tale dinamica, proponendo attraverso i tre protagonisti tre diversi modi di rapportarsi con quanto accaduto che hanno però un unico risultato: la disillusione nei confronti di un American Dream al quale non è più possibile credere.

Michael Cimino racconta l’altra faccia degli Stati Uniti

È questa una consapevolezza su cui Cimino è tornato più volte nel corso della propria carriera, segnata da noti alti e bassi (più economici che non artistici) e sul quale si potrebbe dire si fondi la sua intera poetica. Due anni dopo Il cacciatore, dove si proponeva dunque come un drammatico ritratto di una generazione tradita da quel paese in cui riponeva cieca fiducia, Cimino realizza I cancelli del cielo. Un’altra opera monumentale, con cui va più indietro nel tempo, alla fine dell’Ottocento, per individuare un ancor precedente tradimento nei confronti di quella fiducia. Una comunità di immigrati europei diviene qui l’obiettivo di uno sterminio in quanto colpevole dei continui furti di bestiame. Furti dovuti però alle estreme condizioni di povertà a cui venivano costretti dai ricchi baroni locali.

O ancora, in L’anno del dragone (1985) il veterano di guerra interpretato da Mickey Rourke porta avanti un’accesa battaglia contro la comunità cinese di New York, mentre in Verso il sole (1996) – suo ultimo lungometraggio – un giovane navajo affetto da un tumore incurabile rapisce un medico (interpretato da Woody Harrelson) affinché lo accompagni in un luogo mistico che è convinto potrà guarirlo. In tutti questi casi, Cimino propone una contrapposizione tra culture diverse, facendo emergere da questo contrasto la disillusione verso un sogno americano che non ha offerto la libertà che invece prometteva.

Il cacciatore Robert De Niro Meryl Streep
Meryl Streep e Robert De Niro in una scena di Il cacciatore

Sopravvivere all’American Dream

C’è dunque uno sguardo malinconico che attraversa l’intera opera del regista, che tramite i suoi personaggi – più o meno coinvolti nell’attuarsi di questo tradimento – mira a riflettere su cosa ne è stato di quella terra delle opportunità, macchiata in più occasioni dal sangue di quanti vi riponevano fiducia o capace di mandare a morire senza troppi scrupoli i propri figli in una giungla dall’altra parte del mondo. Davanti a questa consapevolezza, sembra rimanere poco da poter fare, come il ricercare un senso di comunità a cui aggrapparsi. Ecco allora che Il cacciatore si conclude con i protagonisti sopravvissuti che intonano “God Bless America”.

Una scelta, quella di questo brano, che all’occorrenza è stata vista con intenti patriottici o satirici. Sembra facile propendere per quest’ultima lettura, con i personaggi che continuano a celebrare – come dei novelli Giobbe – quell’America che ha però tolto loro ogni cosa. Cimino, nel corso di una lunga intervista rilasciata nel 2007, ha però offerto una chiave interpretativa più profonda e ambigua. “Quando le persone sono in difficoltà, hanno bisogno di fare qualcosa insieme. In questo caso si tratta di emettere un suono. E cantano questa canzone perché è una canzone che ogni bambino americano conosce a memoria. E quella canzone li riunisce come una famiglia”.

“Mentre cantano, è una prima colazione quella che stanno consumando, non un’ultima cena”, conclude Cimino. Quel canto diventa dunque il modo con cui i personaggi cercano di ritrovarsi, di ristabilire un contatto e da lì voltare insieme pagina. Sembrerebbe dunque esserci uno spiraglio di speranza per il futuro nel finale di Il cacciatore, ma per quanto ciò possa essere vero, non cancella l’orrore verificatosi, che ha spezzato per sempre l’innocenza di questi personaggi e con loro di un Paese intero. Il film, che si apre con un matrimonio, non può allora che chiudersi con un funerale. Mike, Steve, Linda, gli altri e gli Stati Uniti andranno avanti con le loro vite, ma non saranno mai più gli stessi.

I figli di Christopher Reeve non hanno mai visto il cameo in CGI di The Flash

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Uno dei documentari più attesi in anteprima al Sundance Film Festival 2024 è “Super/Man: The Christopher Reeve Story“, che ripercorre l’ascesa dell’omonima star a icona di Hollywood e l’incidente quasi fatale a cavallo del 1995 che lo ha lasciato paralizzato dal collo in giù. I figli di Christopher Reeve – Will, Matthew e Alexandra – appaiono come soggetti nel film e si sono uniti al Variety Studio presentato da Audible per parlare dell’eredità del padre.

Alexandra ha definito il documentario un “bellissimo regalo” perché è raro “vedere la vita di un genitore raccontata nella sua totalità… vedere una vita ben vissuta sullo schermo e nella sua piena complessità. Volevamo che la gente vedesse gli alti e i bassi, la facciata pubblica e ciò che accade a casa“.

È un dono. Siamo così fortunati“, ha aggiunto Matthew. “Non solo abbiamo i suoi film da guardare, ma anche una collezione di filmati casalinghi da recuperare e da esaminare e interviste di lui su YouTube da consultare. Vedere cose che non avevo mai visto prima non ha cambiato la mia percezione di lui, ma l’ha migliorata… come una rara intervista australiana del 1977 che è stata caricata e di cui non conoscevo l’esistenza. È stato molto bello vederle e scoprire molto più materiale di quello che conoscevamo“.

Ai figli di Christopher Reeve è stato chiesto cosa ne pensano dell’apparizione del padre nel film della Warner Bros. “The Flash“. Lo studio ha utilizzato in modo controverso la CGI per ricreare le sue sembianze per un cameo in cui la sua iterazione di Superman viene avvistata dal Flash di Ezra Miller nel multiverso. Nessuno di loro ha mai guardato “The Flash” e non sono stati coinvolti in quel cameo.

Quando gli è stato chiesto quale fosse il ruolo di Christopher Reeve più sottovalutato dopo che la sua carriera è stata dominata da Superman, Will non ha esitato a rispondere.

Nella nostra città natale, Bedford, New York… il cinema locale ha subito un rebranding qualche anno fa“, ha detto Will. “La persona responsabile di quel turno mi ha contattato e mi ha detto che gli sarebbe piaciuto che proiettassi un film a mia scelta tra quelli di mio padre. Ho risposto: “Certo, ma non Superman. Faremo “Remains of the Day Quel che resta del giorno””. Era così orgoglioso del suo ruolo in quel film. Non è un ruolo importante. È un ruolo importante nel film. Ha potuto mostrare un lato completamente diverso di sé. Sapevo quanto fosse orgoglioso di questo. Non che non fosse orgoglioso di Superman… ma se fosse qui non sceglierebbe Superman, sceglierebbe “Quel che resta del giorno”. Non penso tanto ai film di Superman quanto alle oscillazioni che gli sono state fatte al di là di questo ruolo di grande importanza“.

All American Nightmare: recensione della docuserie Netflix

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All American Nightmare: recensione della docuserie Netflix

Spesso il cinema tende a imitare alla realtà, presentandola sul grande schermo in maniera più articolata o romanzata, così da attirare maggiormente il pubblico. Tuttavia, ci sono dei casi in cui la realtà sembra quasi imitare il cinema: questo è proprio il caso di All american nightmare: Rapimento in California. La serie, strutturata in soli tre episodi, ognuno da circa 50 minuti, racconta dei fatti realmente accaduti nello stato americano tra il 2009 e il 2015. L’evento centrale è il rapimento di Denise Huskins, una giovane fisioterapista americana portata via dalla propria casa nel cuore della notte in un quartiere di Vallejo.

All American Nightmare: l’inizio di un incubo

Marzo 2015, notte fonda: Aaron e la sua fidanzata Denise dormono pacificamente nella loro casa in una zona residenziale di Vallejo, in California. I due vengono svegliati da una forte luce che gli viene puntata addosso e qui inizia l’incubo: Aaron viene legato e poi drogato fino a perdere conoscenza. Al suo risveglio Denise è scomparsa, è stata rapita. I rapitori intimano al ragazzo di non rivolgersi alla polizia, chiedendo un riscatto di 15 mila dollari per riavere la fidanzata indietro, per questo motivo Aaron contatta la polizia solo diverse ore dopo il rapimento.

La polizia non riesce a credere ad una storia così surreale e complicata come quella raccontata da Aaron e presume subito che il caso sia un ennesimo femminicidio: la coppia ha una lite sfuggita di mano e il fidanzato, per non ammettere a sé stesso e alla polizia di aver ucciso Denise, inventa il rapimento.

Circa 48 ore dopo la scomparsa di Denise, questa viene ritrovata nella zona di Huntington Beach, vicino alla casa dei genitori. Allora i pregiudizi della polizia virano su di lei, colpevolizzandola: un finto rapimento per vendetta, simile a quello presentato nel noto film Gone girl diretto da David Fincher, con Rosamund Pike (Saltburn) e Ben Affleck (Air), uscito nelle sale l’anno prima di questi avvenimenti.

La paura di subire ripercussioni dai rapitori, l’inefficienza della polizia e la gogna mediatica non fanno che rendere a Aaron e Denise la vita impossibile.

All American Nightmare Denise Huskins Aaron Quinn

L’abituale inefficienza della polizia

“Che cosa deve succedere ad una donna perché venga creduta? Sembra che non ci siano speranze.” – Denise Huskins

Uno degli elementi focali di All American Nightmare è la noncuranza delle forze di polizia riguardo le testimonianze di Aaron e Denise, bollate da subito come non veritiere. In particolare, la questione sembra essere anche più profonda di così: rapimenti o irruzioni simili, con forme di molestie o tentati stupri si sono susseguiti dal 2009 nello stato della California, in città a pochi chilometri di distanza l’una dall’altra. Ciononostante, la polizia ha continuato a ignorare i problemi, screditando talvolta le testimonianze delle donne che riportavano gli eventi accaduti (Sicura non sia stato un brutto sogno?). La mancanza di professionalità ha permesso all’aggressore di continuare ad agire indisturbato per ben 6 anni: se si fosse intervenuto subito, la stessa Denise Huskins sarebbe stata salvata da un’esperienza così traumatica.

Tale problema tende a non riguardare solamente gli Stati Uniti: le donne, nel momento in cui denunciano, non vengono credute o i casi di molestie, stupri o femminicidi non sono trattati con la dovuta attenzione. Ne sono di esempio i tanti, troppi casi di cronaca: uno in particolare è l’omicidio di Vanessa Ballan, la cui precedente denuncia è stata ignorata.

The Gone Girl Case: l’influenza cinematografica

Nel vedere raccontata la storia di Aaron e Denise in All American Nightmare un cinefilo esperto non può che collegare le vicende a quelle di Gone girl. Tutto sembra inizialmente combaciare: la ragazza scopre una possibile infedeltà da parte del fidanzato, in questo caso un continuo interesse verso l’ex, Andrea, e per vendicarsi finge un rapimento in modo tale che sia proprio il ragazzo infedele ad essere il primo sospettato e incolpato, per poi ritornare miracolosamente a casa.

La storia sembra identica, peccato che questa sia la realtà e non una brillante pellicola di Fincher. Denise è stata veramente rapita, ma anche la stessa polizia non riesce a superare la visione iniziale di una possibile imitazione del modus operandi di Amy, la protagonista del film.

Questo è un altro dei motivi per cui la polizia non ha approfondito le indagini, bollando subito il caso come “Gone Girl Case” e condannando Denise e Aaron per la perdita di tempo e fondi della comunità per seguire un finto rapimento.

All American Nightmare Miguel Campos

La gogna mediatica

La polizia, nel lavorare su questo caso, non si limita a screditare le testimonianze di due vittime, Aaron e soprattutto Denise, o a prendere come esempio per le loro indagini un thriller di Hollywood, ma è anche la miccia per l’esplosiva gogna mediatica che colpirà la ragazza. Il capo della polizia, nel bollare il caso come uno spreco di fondi pubblici della comunità, porta tanto odio a riversarsi ingiustamente su Denise, in una tempesta di continui messaggi vessatori sui social e attacchi da parte di giornalisti.

All American Nightmare riesce in soli tre episodi a raccontare un caso complesso, denso di tematiche di importanza sociale e attuale, attirando l’attenzione del pubblico internazionale su queste strane e tristi vicende di cronaca.

Doctor Who: Millie Gibson verrà sostituita da Varada Sethu dopo una stagione

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Variety ha confermato che la star di Doctor Who Millie Gibson verrà sostituita dopo una stagione. L’attore di Jurassic World: il Dominio Varada Sethu reciterà al fianco di Ncuti Gatwa come compagna del Dottore nella quindicesima stagione dello show.

La Gibson, finora nota per aver interpretato Kelly Neelan nella soap britannica “Coronation Street“, ha debuttato nella serie fantascientifica di lunga durata nello speciale natalizio di dicembre. Ha interpretato la compagna Ruby Sunday accanto a Ncuti Gatwa, che interpreta il Quindicesimo Dottore.

La Gibson tornerà a vestire i panni di Ruby nell’imminente 14ª stagione, che sarà trasmessa a maggio dalla BBC nel Regno Unito e da Disney+ a livello internazionale.

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Ma per la stagione 15, le cui riprese sono attualmente in corso in Galles, Varada Sethu interpreterà la compagna di Ncuti Gatwa, come ha confermato una fonte. Non sono stati rivelati altri dettagli sul suo ruolo. Sethu è già apparso in “Andor” e “Mrs Sidhu Investigates”.

Gatwa, che ha recitato anche in “Barbie“, resterà nei panni del Dottore. Lo showrunner Russell T Davies, che ha rilanciato la serie di culto nel 2005, è tornato a scrivere e produrre le nuove stagioni, che sono co-prodotte da Bad Wolf.

Tra le guest star della stagione 14 figurano Yasmin Finney (“Heartstopper”), la cantante Bonnie Langford, Jonathan Groff di “Glee” e Indira Varma (“Obsession”). Doctor Who ha celebrato il suo 60° anniversario lo scorso novembre.

Dreams and Realities – La forza dei sogni: la nuova serie turca gratis e in esclusiva su Mediaset Infinity

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Arriva gratis e in esclusiva su Mediaset Infinity la nuova serie turca Dreams and Realities – La forza dei sogni (Hayaller ve Hayatlar).

La romantic comedy a tinte thriller prodotta da NGM, in 26 episodi, vede come protagoniste Özge Gürel (nota al pubblico italiano per i suoi ruoli in Mr. Wrong – Lezioni d’amore, Bitter Sweet – Ingredienti d’amore e Cherry Season), Aybüke Pusat, Melisa Aslı Pamuk, Yeşim Ceren Boz e Beyza Sekerci.

Le protagoniste sono cinque giovani donne in carriera, ben istruite, che provengono dai quartieri medio-bassi di Istanbul. A differenza delle famiglie tradizionali del loro quartiere, hanno tutte grandi sogni… tuttavia i sogni non sempre corrispondono alla vita reale.

Dreams and Realities – La forza dei sogni: quando esce e dove vederla in streaming

Dreams and Realities – La forza dei sogni in streaming è in arrivo dal 29 gennaio, gratis e in esclusiva, su Mediaset Infinity con la pubblicazione di un episodio al giorno, da lunedì a venerdì.

Dreams and Realities – La forza dei sogni: la trama

Dicle (Özge Gürel) ha sempre voluto conquistare il mondo dell’editoria e scrive un blog da anni, ma intanto lavora come produttrice di insegne. Güneş (Aybüke Pusat) ha studiato per diventare un avvocato affermato, ma per ora si occupa solo di pignoramenti. Setenay (Melisa Aslı Pamu) vorrebbe diventare una curatrice d’arte, ma lavora in una galleria di seconda classe. Melike (Melisa Aslı Pamu) sogna di costruire eleganti residenze, ma nel frattempo fatica a sbarcare il lunario affittando case. E infine Meryem che sogna una casa ai piani alti di Istanbul, ma vive nel sottostrada e lavora come contabile in uno studio legale. Cinque donne, cinque sogni da realizzare, la ricerca dell’amore e un omicidio che cambierà tutte le prospettive.

Dreams and Realities – La forza dei sogni, il cast

A completare il cast maschile troviamo: Serkay Tütüncü (Ozan Dinçer in Mr Wrong – Lezioni d’amore), Yusuf Çim, Ekin Mert Daymaz, Alican Aytekin (Seyfi di Love is in The air) e Halil Ibrahim Kurum. A firmare la sceneggiatura Yesim Citak (già sceneggiatrice per Daydreamer – Le ali del sogno e Love is in the air, due grandi successi firmati Canale 5) e Yelda Eroglu.

Thunderbolts: Sebastian Stan “Sono emozionato. Tornerò! Mi è mancato”

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L’attore Sebastian Stan in questi giorni al Sundance Film Festival per presentare il suo ultimo film da protagonista “A Different Man” ha avuto occasione di parlare con Variety del suo imminente ritorno nel Marvel Cinematic Universe per riprendere il ruolo del Soldato d’Inverno/Bucky Barnes in “Thunderbolts”.

Recentemente il regista del film Wyatt Russell ha rivelato che le riprese di Thunderbolts cominceranno proprio nel 2024, tra marzo e aprile. Dunque le parole ora di Sebastian Stan confermano quella notizia. Ecco cos’ha detto l’attore in merito al suo prossimo impegno con i Marvel Studios.

Sono emozionato. Tornerò praticamente tra un mese o giù di lì. Mi è mancato. È un cast eccezionale”, ha detto Sebastian Stan prima di alludere alle recenti difficoltà della Marvel al botteghino. “La media di battuta è così alta che è difficile mettere a segno sempre tutto e subito. È sempre stata una bellissima esperienza. Con questo in particolare, penso che ci siano molte cose buone”.

Cosa sappiamo su Thunderbolts?

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Harrison Ford sostituirà il defunto William Hurt nei panni di Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che potrebbe finire per trasformarsi in Red Hulk. Nel cast sono stati annunciati anche Ayo Edebiri, in un ruolo ancora non stato rivelato.

Se la Disney non sposta ulteriormente le date di uscita, Thunderbolts sarà presentato in anteprima nelle sale il 25 luglio 2025, tra Fantastic Four (2 maggio 2025) e Blade (7 novembre 2025). Avengers: The Kang Dynasty (1 maggio 2026) e Avengers: Secret Wars (7 maggio 2027) segnano la conclusione della Fase 6 della Saga del Multiverso.

Il roster di Thunderbolts è attualmente composto da Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah John-Kamen), Yelena Belova (Florence Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier (Sebastian Stan), John Walker/ US Agent (Wyatt Russell), Sentry (Steven Yeun) e Taskmaster (Olga Kurylenko). Secondo quanto abbiamo appreso la contessa Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche essere parzialmente responsabile della creazione di Sentry.

Top Gun 3: Glen Powell parla per la prima volta del film

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Top Gun 3: Glen Powell parla per la prima volta del film

Prima del Sundance Film Festival è arrivata la notizia che la Paramount sta sviluppando Top Gun 3, un terzo film sul ormai franchise Top Gun e sequel diretto di Top Gun: maverick, che riunirà Glen Powell con Tom Cruise e Miles Teller. Glen Powell tutt’ora impegnato a promuovere Hit Man ha detto che quando la notizia dello sviluppo del terzo film è arrivata online, ha iniziato a ricevere molti messaggi di testo con punti interrogativi.

La gente mi guardava come se sapessi cosa stava succedendo“, ha detto Glen Powell prima di offrire un’anticipazione di “Top Gun 3“: “Ci saranno cose divertenti che verranno annunciate presto… ma per me era una cosa riservata. Parlo sempre con [Joseph] Kosinski, Cruise e Jerry [Bruckheimer]. C’è qualcosa che sta accadendo e sembra molto eccitante. Non so quando tornerò… sono sicuro che c’è un jet che mi aspetta in futuro“.

Cosa sappiamo su Top Gun 3? 

Top Gun 3, seguito ufficiale di Top Gun: Maverick, è ufficialmente in lavorazione, secondo un nuovo rapporto, con Tom Cruise e altre due star che tornano nel franchise. Cruise ha ripreso il ruolo di Pete “Maverick” Mitchell dopo più di tre decenni per Top Gun: Maverick, protagonista del sequel che sarebbe diventato il secondo film di maggior incasso del 2022 dietro Avatar: La Via dell’Acqua.

Le speculazioni su un seguito di Top Gun: Maverick sono aumentate di nuovo negli ultimi giorni, dato l’annuncio del nuovo accordo di Tom Cruise per recitare in grandi progetti di successo per la  Warner Bros. Nell’immediato periodo successivo, molti si sono chiesti cosa avrebbe significato l’accordo per la Paramount, consolidata compagnia dell’attore e di franchise come Top Gun.

Matt Belloni conferma che la Paramount sta ufficialmente andando avanti con Top Gun 3. Cruise tornerà nei panni di Pete Mitchell, così come Glen Powell e Miles Teller, che hanno avuto ruoli di spicco come Hangman e Rooster, rispettivamente, nel tanto atteso sequel del 2022. Belloni aggiunge che il co-sceneggiatore di Top Gun: Maverick, Ehren Kruger, sta già scrivendo la sceneggiatura, con Joseph Kosinski che potrebbe tornare sia alla regia che alla produzione.

A Real Pain: la commedia con Jesse Eisenberg e Kieran Culkin venduta alla Searchlight

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A Real Pain di Jesse Eisenberg, uno dei film più interessanti presentati finora al Sundance Film Festival di quest’anno, è stato venduto alla Searchlight con un enorme accordo da 10 milioni di dollari.

Vista la calorosa accoglienza a Park City, il film ha scatenato una guerra di offerte durata tutta la notte tra diverse distribuzioni per aggiudicarsi i diritti globali, e l’accordo si è concluso domenica mattina presto.

Jesse Eisenberg ha diretto A Real Pain oltre a recitare con Kieran Culkin. I due interpretano dei cugini il cui tour attraverso la Polonia in onore della nonna scatena una seria rivalità familiare. Tra i loro co-protagonisti figurano Will Sharpe, Jennifer Grey, Kurt Egyiawan, Liza Sadovy e Daniel Oreskes.

A Real Pain” è uno dei due film di cui Eisenberg è protagonista al festival di quest’anno – l’altro è la stravagante commedia di Bleecker Street “Sasquatch Sunset“. L’attore afferma che “A Real Pain” è una storia molto personale. Nel film, i cugini finiscono per unirsi a un tour dell’Olocausto e, a un certo punto del film, visitano una casa non descritta per cercare un po’ di conforto.

La casa alla fine è la casa della mia famiglia“, ha detto Eisenberg al pubblico durante la prima. “Sono stati portati via da lì nel 1939“. Searchlight Pictures prevede di distribuire “A Real Pain” nelle sale quest’anno.

Siamo rimasti sbalorditi dalla visione e dal mestiere di Jesse nel raccontare questo film esilarante e profondo“, hanno dichiarato i presidenti della Searchlight Matthew Greenfield e David Greenbaum. “Racconta una storia profondamente personale e la rende universale. Non vediamo l’ora di portarlo al pubblico di tutto il mondo“.

Jesse Eisenberg ha aggiunto in un comunicato: “Realizzare ‘A Real Pain‘ è stato un vero lavoro d’amore, ed è stato così emozionante presentarlo in anteprima al Sundance. Non potrei essere più onorato di lavorare con Searchlight e di portare questa storia a un pubblico più vasto“.

Il film è stato prodotto da Dave McCary, Ali Herting, Emma Stone per Fruit Tree, Jennifer Semler e Ewa Puszczynska.

“Crediamo fermamente in Jesse come voce creativa e siamo stati entusiasti di collaborare nuovamente al suo secondo film con una portata e dei temi così ambiziosi”, ha dichiarato la Fruit Tree della Stone in un comunicato. “Avere a bordo un altro amico e amato collaboratore, il singolare Kieran Culkin, era più di quanto potessimo chiedere, così come lavorare con l’incredibile team della Searchlight”.

I produttori esecutivi sono Ryan Heller, Jennifer Westin e Michael Bloom dei Topic Studios, oltre a Kevin Kelly. “Non potremmo essere più orgogliosi di Jesse e di questo bellissimo film e siamo assolutamente entusiasti di collaborare nuovamente con David, Matthew e i nostri amici di Searchlight per la sua uscita“, ha dichiarato Ryan Heller, vicepresidente esecutivo del settore film e documentari di Topic Studios.

Nicole Kidman e Reese Witherspoon si sentono ogni giorno per la terza stagione di Big Little Lies

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La terza stagione di “Big Little Lies” sta procedendo bene. “Ci stiamo lavorando“, ha detto Nicole Kidman a Variety domenica sera alla prima newyorkese della sua nuova serie “Expats“.

Nicole Kidman ha detto che lei e Reese Witherspoon “si mandano messaggi ogni giorno” sulla terza stagione di Big Little Lies. “C’è una linea temporale e la stiamo realizzando“. Quando le è stato chiesto di fornire ulteriori dettagli, ha riso. “Non possiamo dire altro“, ha detto la Kidman. “Dobbiamo iniziare a tenere la bocca chiusa… Dobbiamo abbottonarla””.

La notizia arriva dopo che la Witherspoon ha confermato la realizzazione di una nuova stagione. “Ci stiamo lavorando“, ha detto a Marc Malkin di Variety durante il pre-show dei Golden Globes. “Io e Nic ci abbiamo lavorato molto“.

Una reunion di “Big Little Lies” ha suscitato ulteriore scalpore quando il presidente/CEO di HBO e Max content Casey Bloys ha confermato a Variety di aver sentito “parlare un po’ dell’idea“. Bloys ha detto a Michael Schneider di Variety che Nicole Kidman e Reese Witherspoon sono state in contatto con l’autrice di “Big Little Lies” Liane Moriarty e si aspetta che venga coinvolto anche David E. Kelley.

Cos’è Expats? 

Expats” è una serie limitata in sei parti per Amazon Prime Video. Diretta da Lulu Wang e basata sul romanzo best-seller “The Expatriates” di Janice Y. K. Lee, la serie è interpretata da Nicole Kidmaninsieme a Sarayu Blue, Ji-young Yoo, Brian Tee e Jack Huston. La sceneggiatura è incentrata sulle donne che vivono a Hong Kong nel 2014, le cui vite si incrociano dopo un’improvvisa tragedia familiare.

“Sono così fortunata ad avere l’opportunità di poter sostenere questo tipo di registi“, ha dichiarato la Kidman a Variety. “Sono così felice che mi sia stata data la possibilità di farlo e di poterlo condividere“.

Il suo ruolo di produttrice è così diverso da quello di un attore”, ha detto Wang a proposito della Kidman. “Come produttore parliamo di un quadro generale del cast, del programma e della visione complessiva. E come attore, non vuole sapere nulla di queste cose… Vuole essere plasmata dal regista. Come attrice arriva sul set completamente aperta e pronta ad affrontare qualsiasi viaggio lei e io decidiamo di fare quel giorno“. Expats debutterà il 26 gennaio su Prime Video.

The Good Doctor 7: Kayla Cromer e Wavvy Jones nel cast!

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The Good Doctor 7: Kayla Cromer e Wavvy Jones nel cast!

Kayla Cromer (Everything’s Gonna Be Okay) e Wavyy Jonez (Unsolved) si uniranno a The Good Doctor 7 della ABC nella sua settima e ultima stagione.

Kayla Cromer interpreterà Charlene ‘Charlie’ Lukaitis, una studentessa di medicina al terzo anno che è entusiasta sia di questo turno che della possibilità di lavorare con il suo eroe, il dottor Shaun Murphy (Freddie Highmore). Come Shaun, anche lei ha un disturbo dello spettro autistico e lo idolatra da quando ha visto per la prima volta il video virale di lui che salvava la vita di un ragazzo all’aeroporto di San Jose. Potente ed energica, la sua passione per la chirurgia può essere eguagliata solo dal suo amore per Taylor Swift.

Jonez interpreterà Dominick “Dom” Hubank, un altro studente di medicina al terzo anno che spera che questa rotazione chirurgica sia solo una casella da spuntare sulla strada per diventare il medico di famiglia della sua comunità poco servita. Ma l’ex giocatore di football scopre di non essere così forte come sembra quando sviene alla vista del sangue. Troppo grande per fallire, Dom deve superare l’emofobia appena scoperta e per farlo avrà bisogno del suo coetaneo e amico Charlie.

L’ultima stagione di The Good Doctor debutta il 20 febbraio. David Shore e Liz Friedman sono produttori esecutivi e co-showrunner. La serie è prodotta da Sony Pictures Television e ABC Signature.

The Good Doctor, las erie tv

The Good Doctor, prodotto da ABC Signature e Sony Pictures Television Series, è interpretato da Freddie Highmore nel ruolo del dottor Shaun Murphy, Richard Schiff nel ruolo del dottor Aaron Glassman, Fiona Gubelmann nel ruolo della dottoressa Morgan Reznick, Will Yun Lee nel ruolo del dottor Alex Park, Christina Chang nel ruolo della dottoressa Audrey Lim, Paige Spara nel ruolo di Lea Dilallo, Bria Samoné Henderson nel ruolo della dottoressa Jordan Allen e Noah Galvin nel ruolo del dottor Asher Wolke. David Shore e Liz Friedman sono produttori esecutivi e co-showrunner. Daniel Dae Kim, Erin Gunn, Thomas L. Moran, David Hoselton, Peter Blake, Jessica Grasl, Garrett Lerner, Mike Listo, Freddie Highmore, Shawn Williamson, David Kim e Sebastian Lee sono anche produttori esecutivi.

Non potremmo essere più entusiasti che Chuku rientri nella famiglia di The Good Doctor e che il pubblico scopra cosa ha fatto il dottor Kalu da quando ha lasciato il St. Bon“, ha dichiarato Friedman quando Modu è tornato nella scorsa stagione.

Dopo la sua permanenza in The Good Doctor, Modu ha partecipato alle ultime due stagioni di The 100 della CW, l’ultima delle quali come series regular, ed è apparso in Captain Marvel. Recentemente è stato visto nella serie Amazon The Peripheral di Jonathan Nolan e Lisa Joy e ha recitato nel film The Origin.

True Detective: Night Country, trailer e trama dal terzo episodio “Part 3”

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HBO ha diffuso il trailer e la trama di True Detective: Night Country 4×03, l’atteso terzo episodio che si intitola “Part 3” di True Detective: Night Country.

In “Part 3” Quando cala la notte a Ennis, in Alaska, gli otto uomini che gestiscono la stazione di ricerca artica Tsalal scompaiono senza lasciare traccia; per risolvere il caso, le detective Liz Danvers ed Evangeline Navarro dovranno affrontare l’oscurità che portano dentro di sé.

 

La quarta stagione di True Detective è creata, scritta e diretta da Issa López e vede nel cast il premio Oscar Jodie Foster, per la prima volta protagonista sul piccolo schermo, e Kali Reis (Catch the Fair One), a formare la coppia di investigatrici al centro dell’indagine raccontata nei nuovi episodi. Nel cast anche Fiona Shaw (Harry Potter), Christopher Eccleston (Doctor Who) e John Hawkes (candidato agli Oscar per Un Gelido Inverno).

Fra thriller, horror e soprannaturale, True Detective: Night Country racconta una storia avvincente e ricca di suspense che prende il via durante l’ultimo giorno di sole dell’anno in Alaska. Atmosfere cupe e misteriose per un nuovo e agghiacciante mistero da indagare, con richiami al passato del franchise che faranno la gioia di tutti quanti hanno amato la serie fin dalla prima stagione. E con al centro due donne, due detective diversissime ma fatte della stessa pasta, ruvide e inaccessibili, accomunate da un doloroso trascorso e sole in un mondo di quasi soli uomini.

True Detective: Night Country, la trama

Quando la lunga notte polare scende su Ennis, Alaska, gli otto uomini che lavorano all’interno della Tsalal Arctic Research Station svaniscono senza lasciare traccia. Per risolvere il caso, le detective Liz Danvers (Foster) e Evangeline Navarro (Reis) dovranno prima confrontarsi con il loro lato oscuro, e scavare tra le inquietanti verità che giacciono sepolte sotto i ghiacci perenni. Quando le detective ritroveranno i corpi scomparsi, dovranno decifrare complessi messaggi e rispolverare un vecchio caso, prima che il ghiaccio, sciogliendosi, riporti in superficie gli orrori del passato. Come ama ripetere la detective Danvers: qual è la domanda giusta da porsi?

Issa López è showrunner, creatrice, regista ed executive producer di True Detective: Night Country. Jodie Foster, oltre ad essere protagonista, è anche executive producer insieme a Barry Jenkins, Adele Romanski, Mark Ceryak di PASTEL e Alan Page Arriaga. Per Anonymous Content executive producers Mari Jo Winkler, Matthew McConaughey, Woody Harrelson, Cary Joji Fukunaga e Nic Pizzolatto.

Sebastian Stan al Sundance con il body horror “A Different Man”

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Sebastian Stan al Sundance con il body horror “A Different Man”

A Different Man, un’agghiacciante storia di identità e ossessione con un cupo senso dell’umorismo, ha debuttato al Sundance con un’apprezzata anteprima domenica sera all’Eccles Center.

Il film A Different Man di A24 è interpretato da Sebastian Stan, Renate Reinsve e Adam Pearson e racconta la storia di un attore che si sottopone a un intervento di ricostruzione facciale e deve fare i conti con il fatto che un ruolo teatrale basato sulla sua vita viene affidato a un altro attore.

Durante la proiezione, il pubblico del Sundance è stato rapito dall’attenzione per la sceneggiatura contorta, che includeva una strana e perversa scena di sesso che ha lasciato le persone a contorcersi sulle loro sedie, così come un po’ di gore realistico che si è guadagnato le urla del pubblico.

Dopo la prima, lo scrittore e regista Aaron Schimberg si è unito a Sebastian Stan, Renate Reinsve e Adam Pearson sul palco per un Q&A per approfondire i temi del film. A un certo punto, Pearson, affetto da neurofibromatosi, ha discusso di come sia riuscito a trovare un terreno comune con Sebastian Stan, che per una parte del film è truccato in modo estremo per ottenere un aspetto simile.

Questo è stato l’aggancio che abbiamo dato a Sebastian“, ha detto. “Non sai cosa significhi avere una sfigurazione, ma sai cosa significa non avere privacy e avere la tua vita costantemente invasa. Diventi una proprietà pubblica“.

Sebastian Stan ha anche raccontato che di tanto in tanto andava in giro per New York con le protesi che aveva sul set e osservava come la gente lo trattava, pensando che avesse davvero una menomazione.

Ho interagito con le persone ed è stato davvero interessante“, ha detto. “È stato spaventoso vedere quanto sia limitata l’interazione tra due estremi: non affrontarlo o compensarlo eccessivamente. Le uniche persone più oneste sono state i bambini. Ho avuto un’interazione con una bambina, e sua madre cercava di fare la cosa giusta, ma nel fare la cosa giusta in realtà impediva alla bambina di vivere semplicemente un’esperienza. È stata coraggiosa e audace, e questi sono i bambini, giusto? Vogliono solo sapere, non vogliono giudicare. È stata una lezione per me“.

A24 non ha ancora fissato una data di uscita nelle sale per A Different Man che non ha ancora una distribuzione in Italia.

I segreti di Wind River: tutte le curiosità sul film con Jeremy Renner

La carriera di Taylor Sheridan ha avuto inizio negli anni Novanta con alcuni lavori come attore, ma è ricoprendo il ruolo di sceneggiatore che ottiene grande fama. Nel 2015 firma infatti la sceneggiatura di Sicario, seguito poi da Hell or High Water e I segreti di Wind River (qui la recensione). Questi tre film, distinti tra loro, formano una trilogia sul tema della moderna frontiera americana. L’ultimo dei tre, uscito nel 2017, è inoltre diretto proprio da Sheridan, che si dimostra anche un abile regista. Tale film, infatti, è stato giudicato come uno dei migliori in assoluto del suo anno.

Anche in questo caso ci si confronta con un vero e proprio western, inserito nel contesto contemporaneo. Il racconto, infatti, ripropone oltre alla frontiera anche il desiderio di giustizia e vendetta tipico di quel genere di opere, dimostrando come problematiche come la diversità etnica sia ancora oggi vigente e tristemente manifestata. Portando alla luce tale contesto, Sheridan si propone dunque di dar vita ad un’opera di denuncia, conclusione perfetta per la sua personale trilogia. Presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes, I segreti di Wind River è dunque un duro racconto di voci inespresse a cui è tempo di dare risalto.

Un film decisamente da non perdere, specialmente per gli appassionati di questo genere di storie. Il successo di critica e pubblico conferma il grande interesse a riguardo. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, alla vera storia e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

I segreti di Wind River: la trama del film

Protagonista del film è un cacciatore solitario di nome Cory Lambert. Durante un’escursione tra le nevi, egli s’imbatte nel cadavere di una giovane ragazza nativa americana di nome Natalie Hanson. In seguito all’autopsia, i suoi sospetti più temuti vengono confermati: la ragazza è stata dapprima stuprata, per poi morire in seguito ad un’emorragia polmonare in mezzo al gelo. Mosso da un passato personale misterioso, Cory decide di unirsi alla giovane agente FBI Jane Banner per dar vita ad una pericolosa caccia all’assassino. Nell’apparente silenzio dei ghiacci, però, si nasconde una sconvolgente verità, che né Cory né Jane potrebbero essere pronti ad affrontare.

I segreti di Wind River storia vera

I segreti di Wind River: la storia vera dietro il film

Anche se gli eventi narrati nel film sono una pura invenzione di Sheridan, lo sceneggiatore e regista ha affermato di essersi fortemente basato su reali casi di questo tipo. Il suo obiettivo era infatti quello di aumentare la consapevolezza del problema dell’alto numero di donne indigene che vengono continuamente violentate e uccise, sia dentro che fuori le riserve statunitensi. Quello del Missing and Murdered Indigenous Women (MMIW) è definito come una vera e propria crisi nazionale e genocidio. Numerose manifestazioni tentano ogni anno di evidenziare l’alto tasso di crimini di questo tipo, il più dei quali resta impunito.

Secondo alcuni dati, tra gli anni 1980 e 2012, le donne e le ragazze indigene hanno rappresentato il 16% di tutti gli omicidi femminili in Canada, mentre costituivano solo il 4% della popolazione femminile canadese. Un rapporto del 2014 del RCMP, intitolato “Donne aborigene scomparse e assassinate: una panoramica operativa nazionale“, ha rilevato che più di 1.000 donne indigene sono state uccise nell’arco di 30 anni. Dal 2001 al 2015, il tasso di omicidi per le donne indigene in Canada è stato quasi sei volte superiore al tasso di omicidi di altre donne.

I segreti di Wind River: il cast del film

Per interpretare il ruolo di Cory Lambert, Sheridan aveva pensato da subito all’attore Jeremy Renner. Poiché questi era impegnato sul set di Arrival, però, il regista si trovò a dover valutare altri attori. Quando nessuno sembrava poter assumere il ruolo, Renner si liberò dei suoi impegni e poté assumere la parte del protagonista di I segreti di Wind River. Accanto a lui, nel ruolo dell’agente Jane Banner, vi è l’attrice Elizabeth Olsen. I due attori hanno poi recitato insieme anche in Avengers: Age of Ultron e Captain America: Civil War. Per la Olsen il set non fu una passeggiata. Girando in ambienti innevati, l’attrice sperimentò infatti un breve accecamento da neve.

Nel ruolo della sfortunata Natalie Hanson vi è l’attrice Kelsey Chow, nota per le serie One Tree Hill e Teen Wolf. Il suo fidanzato, Matt Rayburn, è invece interpretato da Jon Bernthal, celebre per la serie The Walking Dead e per aver interpretato il protagonista in The Punisher. Sono poi presenti gli attori Graham Greene nei panni di Ben Shoyo, il capo della polizia, e Gil Birmingham in quelli di Martin Hanson, padre di Natalie. Julia Jones interpreta Wilma Lambert, ex moglie di Cory, mentre l’attore nativo americano Apesanahkwat è il padre di Wilma. L’attore James Jordan interpreta invece Pete Mickens.

I segreti di Wind River finale

Il finale di I segreti di Wind River

Nel finale del fil, tramite un flashback, viene sciolto il mistero sulla morte di Natalie e Matt: erano stati i colleghi di quest’ultimo, guidati da Pete, visibilmente ubriachi, a picchiare i due. Natalie, dopo essere stata violentata, era riuscita a scappare grazie a Matt, prima che questi venisse finito. Tornati al presente, Cory rintraccia Pete, stordendolo e portandolo in un posto sperduto in mezzo alla neve. Si fa raccontare la verità per poi liberarlo dandogli le stesse possibilità che aveva avuto Natalie, ovvero camminare scalzo nella neve per raggiungere l’autostrada. Naturalmente, Pete muore poco dopo. Cory visita infine Martin, raccontandogli che ha finito l’assassino di sua figlia, e i due si uniscono ancora una volta nel dolore delle rispettive perdite.

I segreti di Wind River: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. I segreti di Wind River è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Prime Video e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 20 gennaio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

La signora dello zoo di Varsavia: tutte le curiosità sul film

La signora dello zoo di Varsavia: tutte le curiosità sul film

La Seconda guerra mondiale fornisce da sempre al cinema numerosi spunti per racconti diversi, il più dei quali avvenuti realmente. Tra i più recenti e affascinanti vi è quello di La signora dello zoo di Varsavia, pellicola del 2017 diretta da Niki Caro, regista neozelandese recentemente tornata sul grande schermo con Mulan. Ispirato ad una storia vera, il film si basa anche sul libro Gli ebrei dello zoo di Varsavia, scritto da Diane Ackerman e a sua volta ispirato ai diari di Antonina Żabiński, la protagonista nel film interpretata da Jessica Chastain. Se in Schindler’s List Oscar Schindler si impegnava a salvare vite umane dai campi di sterminio, in questo film la protagonista si occupa di salvare quanti più animali possibili dalla furia devastatrice dell’esercito nazista.

Il racconto si concentra dunque sulla necessità da parte dell’uomo di proteggere il mondo animale, essenziale per la salvaguardia dell’intero pianeta. Accolto in modo positivo da critica e pubblico, La signora dello zoo di Varsavia è dunque un titolo da recuperare se si è appassionati di questa tipologia di storie. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

La signora dello zoo di Varsavia: la trama e il cast del film

Il film è ambientato durante i primi anni della Seconda guerra mondiale. Antonina Żabiński e suo marito Jan dirigono insieme lo zoo di Varsavia. Questo è popolato da numerose specie animali, tra cui molte rare ed esotiche. L’incombere della guerra e l’invazione tedesca in Polonia rischiano però di minacciare questo fragile ecosistema. Ben presto, Antonina si trova a doversi relazionare con l’alto ufficiale nazista e capo zoologo Lutz Heck, il quale decide di appropriarsi di molti degli animali per condurre degli esperimenti. Allo stesso tempo, egli nutre un profondo interesse per Antonina, che dovrà saper sfruttare tale situazione per poter salvare quanti più animali possibile.

Per interpretare Antonina è stata scelta la candidata all’Oscar Jessica Chastain, nota per i film Zero Dark Thirty e Molly’s Game. Accanto a lei, nel ruolo del marito Jan vi è Johan Heldenberg, mentre Daniel Bruhl è Lutz Heck. Quest’ultimo è noto principalmente per film come Rush e Captain America: Civil War. Compaiono poi anche Michael McElhattonn nei panni di Jerzyk e Iddo Goldberg in quelli di Maurycy Fraenkel. L’attrice Shira Haas, divenuta celebre grazie alla miniserie Unorthodox, è infine Urszula. Tutti gli animali che si possono vedere nel film, inoltre, sono veri. La regista ha infatti deciso di non avvalersi di CGI, permettendo così agli attori di interagire con veri animali.

La signora dello zoo di Varsavia storia vera

La signora dello zoo di Varsavia: il libro e la vera storia dietro il film

La signora dello zoo di Varsavia è basato sull’omonimo libro di saggistica di Diane Ackerman, che si basava molto sui diari di Antonina Żabińska, pubblicati in Polonia come Ludzie i zwierzęta (tradotto come: Persone e animali), nel 1968. La sceneggiatura del film segue dunque da vicino la storia di Antonina e di suo marito Jan. Entrambi hanno lavorato allo zoo di Varsavia, di cui lui era direttore. Durante l’occupazione nazista della Polonia, lo zoo fu però gravemente colpito dai bombardamenti e molti degli animali furono uccisi o fuggirono. Antonina e suo marito Jan, tuttavia, riuscirono a trasferire molti esemplari, salvando dunque loro la vita.

Trasformarono poi lo zoo in un rifugio per ebrei perseguitati, nascondendoli e fornendo loro documenti falsi. Riuscirono a salvare la vita di circa 300 persone durante il periodo dell’Olocausto. Durante quel periodo buio, offrirono però rifugio non solo agli ebrei, ma anche a persone in fuga. Antonina e Jan agirono in modo discreto e coraggioso, rischiando la loro vita per salvare gli altri. Dopo la guerra, Antonina continuò ad essere coinvolta nella gestione dello zoo, poi ripopolatosi, e dedicò parte della sua vita alla conservazione degli animali. Nel 1968, ricevette la medaglia dei Giusti tra le nazioni, un riconoscimento conferito da Israele a coloro che hanno aiutato a salvare gli ebrei durante l’Olocausto.

La devastazione provocata dall’attacco a Varsavia e dal successivo saccheggio dello zoo è ben documentata all’interno del film, come anche le azioni di Lutz Heck e i suoi esperimenti di allevamento di animali sono a loro volta comprovate da documentazione storica, sebbene l’intima relazione tra la protagonista, Antonina, e l’antagonista, Heck, sia nel film esagerata rispetto alla realtà. Tuttavia, la sfida all’occupazione nazista e, infine, il salvataggio di oltre 300 ebrei dal ghetto di Varsavia sono stati descritti con precisione.

La signora dllo Zoo di Varsavia: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È comunque possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. La signora dello zoo di Varsavia è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Infinity+, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 20 gennaio alle ore 21:25 sul canale Rete 4.

Fonte: IMDb

Infinite Storm: la vera storia dietro al film con Naomi Watts

Infinite Storm: la vera storia dietro al film con Naomi Watts

I film tratti da storie vere che ruotano attorno a situazioni disperate, dove però la perseveranza umana fa la differenza, sono da sempre molto apprezzati, perché ci ricordano di cosa può essere capace l’uomo quando si trova davanti a situazioni apparentemente insormontabili. Film come Tredici vite, 127 ore, The Impossible o il più recente La società della neve sono solo alcuni esempi di tale filone. A questo appartiene anche Infinite Storm, il film del 2022 diretto dai registi polacchi Małgorzata Szumowska e Michał Englert – registi anche di Non cadrà più la neve e Kobieta Z… -, incentrato su una storia di coraggio e resistenza ma anche di accettazione del proprio passato.

Il film è l’adattamento cinematografico dell’articolo High Places: Footprints in the Snow Lead to an Emotional Rescue di Ty Gagne, apparso sul New Hampshire Union Leader nel 2020, e racconta della storia vera di Pam Bales. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori alle location e altro ancora Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Infinite Storm

Protagonista del film è Pam Bales, una scalatrice esperta che, durante un’escursione in soltaria sul Monte Washington da sola, si vede costretta a tornare indietro a causa di una bufera imminente. Durante la discesa, però, scopre un altro escursionista, disteso privo di coscienza nella neve. Pam decide di aiutarlo ma lo sconosciuto si dimostra poco collaborativo, non rivelandole neanche il suo nome né perché si trovi lì. Con l’avvicinarsi della notte, la situazione si fa sempre più drammatica e ritrovare la via di strada diventa una vera e propria impresa. Il desiderio di salvare quell’uomo, motivato da un trauma passato, spingerà però Pam a non demordere.

Ad interpretare Pam vi è l’attrice candidata agli Oscar Naomi Watts, nota per film come Mulholland Drive, 21 grammi, King Kong e il già citato The Impossible. Accanto a lei, nel ruolo del misterioso uomo rinominato John, vi è invece l’attore Billy Howle, visto nei film Dunkirk, Chesil Beach – Il segreto di una notte e Star Wars: L’Ascesa di Skywalker. Completano poi il cast del film gli attori Denis O’Hare – noto per i suoi vari ruoli nella serie antologica American Horror Story – qui nel ruolo di Dave, Parker Sawyers in quello di Patrick, Eliot Sumner nel ruolo di Will e la cantante Joshua Rollins nel ruolo di Finn.

Infinite Storm Naomi Watts

La vera storia dietro Infinite Storm

Come anticipato, quella raccontata in Infinite Storm è una storia vera, che dimostra come la perseveranza umana possano essere fonte di atti altrimenti ritenuti impossibili. Protagonista di questa vicenda è appunto Pam Bales, un’infermiera nonché guida alpina esperta in escursioni solitarie, che nel 2010 durante un’uscita in solitaria sul Monte Washington, nello stato americano del New Hampshire, si imbatte improvvisamente in una tempesta. Le temperature iniziarono rapidamente a scendere, mentre i venti aumentarono fino a 140 km/h. Quel drastico cambiamento climatico la convinse a tornare indietro, ma è a quel punto che si imbatte in un estraneo.

L’uomo non reagiva e se ne stava semplicemente appollaiato fuori dal Grande Golfo Pam capì che qualcosa non andava e andò in suo soccorso. Dopo avergli applicato dei cuscinetti termici e avergli prestato i vestiti di ricambio che aveva portato in valigia, decise di chiamarlo John. Insieme a lui, rianimatosi nel mentre, Pam iniziò a ripercorrere i suoi passi per scendere dalla montagna. Fu questo un percorso lungo e complesso, reso ulteriormente pericoloso dal clima avverso. Dopo aver camminato per circa sei ore nel bel mezzo della tempesta, i due arrivarono all’auto dell’uomo, con la quale egli ripartì senza aggiungere nulla.

Nei mesi successivi, Pam continuò a chiedersi chi quell’uomo fosse e cosa ci facesse lassù da solo. Diversi mesi dopo, tuttavia, il presidente della sua organizzazione, la Pemigewasset Valley Search and Rescue Team, ricevette una lettera anonima dove lo scrivente, che  desiderava rimanere anonimo, ringraziava Bales e l’organizzazione per aver contribuito a cambiare la sua vita. “Domenica 17 ottobre sono andato sul mio sentiero preferito, Jewell, per porre fine alla mia vita. […] Per tutto il tempo [Pam] mi ha trattato con compassione, autorità, fiducia e con l’impressione che io contassi qualcosa.

“Con tutto quello che è andato storto nella mia vita, per me non contavo nulla, ma per Pam sì“, c’era scritto nella lettera. Bales rimase molto colpita da quella sua esperienza e da quel momento si è impegnata a celebrare la propria vita e quella altrui. In seguito, ha cresciuto quattro figli e ha lasciato il New Hampshire per svolgere attività di volontariato in vari parchi nazionali. Nonostante le esperienze strazianti che ha vissuto, Bales è sempre stata in grado di riconoscere gli aspetti positivi esistenti in quella “tempesta infinita” che è la vita.

Infinite Storm location

Le location di Infinite Storm: ecco dove è stato girato il film

Le riprese del film si sono svolte non negli Stati Uniti, dove è ambientato il racconto, bensì a Kamnik, in Slovenia, che si trova 14 miglia a nord della capitale Lubiana. La maggior parte del film è stata dunque girata all’interno e nei dintorni della città. Per quanto riguarda le scene in montagna, le riprese si sono svolte sulla Velika Planina, un sentiero naturale sopra Kamnik. Il cast e la troupe hanno girato anche alcune riprese nella valle di Kamniska Bistrica, che si trova vicino alla sorgente del fiume Kamnik Bistrica. Alcune scene, infine, sono state girate al Centro internazionale di picnic (Pri Jurju) nella stessa regione.

Il trailer di Infinite Storm e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Infinite Storm grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple TV, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Detective Forst: recensione del crime polacco di Netflix

Detective Forst: recensione del crime polacco di Netflix

Bianchi e gelidi panorami mozzafiato, colori sepolcrali e intrighi avvolti dall’oscurità e dalla corruzione. Dopo aver debuttato l’11 gennaio, il crime poliziesco Detective Forst – proveniente dalla suggestiva e affascinante Polonia – è riuscito in pochi giorni a scalare la classifica della Top10 Netflix non solo in patria, ma anche nel resto d’Europa. Basata sulla serie di libri bestseller dell’autore Remigiusz Mróz, Detective Forst è diretta da Leszek Dawid e racconta dell’inquietante e cruenta serie di omicidi su cui è chiamato a investigare il criptico e spavaldo detective Wiktor Forst, interpretato dall’attore e musicista polacco Borys Szyc (Cold War, Furia).

La serie è composta da 6 episodi di circa 45 minuti ciascuno e nel cast sono inclusi anche gli attori Zuzanna Saporznikow (doppiatrice in Polonia della serie WandaVision) e Andrzej Bienias.

Detective Forst, la trama

Quando il cinico commissario Forst inizia a indagare su una serie di feroci omicidi che sconvolgono gli abitanti di Zakopane, tranquilla cittadina sulle montagne innevate dei Monti Tatra al confine tra Polonia e Slovacchia, si ritrova coinvolto in una terribile storia che porta alla luce il suo difficile e inquietante passato. È così che – dopo essere stato sospeso a causa dei suoi metodi investigativi per nulla convenzionali – con l’aiuto della giornalista ficcanaso Olga Szrebska, Forst continua a investigare, entrando sempre più nel mirino della polizia. Ma l’uomo è determinato a scoprire la verità a tutti i costi, soprattutto dopo aver realizzato di essere legato in qualche modo all’orribile assassino, soprannominato dalla polizia la Bestia del Giewont.

Detective Forst – In foto (da sinistra a destra) gli attori Zuzanna Saporznikow (Olga) e Borys Szyc (Forst).

Una dolorosa storia di violenze, trasgressioni e simbologie

Il fatto che il Nord Europa sia la patria del genere poliziesco non è certo un segreto. Infatti, Detective Forst ne è un ulteriore esempio. Tra il sangue di vittime collaterali, sesso selvaggio, simboli misteriosi e traumi irrisolti, la serie travolge lo spettatore in una storia angosciante e violenta, in cui persino l’ambientazione partecipa alla creazione di un racconto dark in cui nessuno è davvero innocente. Il crime polacco (sconsigliato ai minori di 16 anni) – proprio come un altro gelido gioiellino del genere di ultima uscita, True Detective – Night Countrygioca con le simbologie, invitando così il pubblico a seguire con attenzione ogni episodio fino la fine.

Anche i colori vengono caricati di un grande significato visivo per esprimere, ancor meglio, lo spazio in cui si muovono i personaggi – interpretati egregiamente da un cast di talenti – e le loro più profonde emozioni: è così che il bianco dei monti e di un panorama pregno di solitudine e assordante silenzio si contrappone al rosso del sangue, del fuoco, delle luci, e poi al nero dell’oscurità, dei ricordi, della notte in cui si svolgono gli omicidi.

Detective Forst – In foto l’attore Maciej Pesta.

Una possibile seconda stagione

Detective Forst è, dunque, un thriller psicologico polacco che intriga e colpisce il pubblico dritto allo stomaco. Episodio dopo episodio, infatti, non si può fare a meno di seguire quel sempre più teso filo “rosso sangue” che lega – e segna inevitabilmente – i protagonisti, immobilizzandoli in una intricata rete mistery di morte, vendetta e omertà. Nonostante qualche buco di trama e qualche cliché narrativo, la serie di Leszek Dawid apporta un grande contributo al catalogo Netflix dedicato ai drammi polizieschi nordeuropei, con un prodotto che si fa apprezzare e che immerge lo spettatore in un’atmosfera ricca di suspense e tensione.

Il finale di Detective Forst si conclude con un interessante e confuso cliffhanger che lascia il pubblico sospeso e tesse una nuova tela di mistero che apre la storia a tante possibili prospettive di sviluppo per il futuro della serie. Non resta che aspettare, quindi, l’annuncio di una seconda stagione.

The Kitchen: recensione del debutto alla regia di Daniel Kaluuya

The Kitchen: recensione del debutto alla regia di Daniel Kaluuya

Non sono bastate le tecniche di sceneggiatura applicata del Sundance’s Screenwriting and Directing Lab a consentire agli autori di The Kitchen di trovare una voce personale e distintiva per il loro progetto. L’idea di forte critica sociale alla base del soggetto selezionato nel 2016 per il workshop promosso dal Sundance Institute è rimasta sullo sfondo di un film le cui premesse, pur importanti sulla carta, sono rimaste tali.

Dopo aver chiuso la 67esima edizione del BFI London Film Festival, il debutto alla regia di Daniel Kaluuya, attore premio Oscar per Judas and the Black Messiah, co-diretto con Kibwe Tavares, è approdato il 19 gennaio su Netflix, promosso come un thriller sci-fi ambientato in una Londra futuribile e distopica. Etichette che sembrano più una copertura di marketing che il contrassegno effettivo di un film che si ferma sulla soglia, senza cucinare, pardon, approfondire un tema sugli altri per assegnare una spinta decisiva alla trama.

Nessun ‘thrilling‘ per lo spettatore di The Kitchen

Nessun ‘thrilling‘ corre lungo la schiena dello spettatore e il contesto tecnologico che dovrebbe caratterizzare la dimensione science-fiction rimane ben inferiore alla media dell’interazione con i vari device che la maggior parte di noi esperisce quotidianamente. Lo spettatore viene invitato ad immergersi in una metropoli del futuro che, tuttavia, rimane sempre dietro le quinte.

The Kitchen film
Credit © Netflix

Ad essere mostrato è invece il residuo di un mondo troppo poco lontano dalla realtà di oggi per essere definito distopico, basti pensare che parte del film è ambientata nelle realissime banlieu parigine, con gli esterni prestati dall’architettura dell’edificio Damiers de Dauphiné. The Kitchen è il nome del quartiere che riunisce un’umanità povera e sovraffollata di una città che non vediamo mai e di cui si può solo immaginare un’asettica organizzazione basata sul denaro al di fuori del recinto abitato da miseria e vitale disordine del quartiere stesso.

Gli abitanti dei palazzi fatiscenti che più che dalla Londra del futuro sono localizzabili nelle periferie del nostro presente senza ritocchi VFX resistono agli sgomberi effettuati con crescente violenza da parte della polizia, rimanendo tuttavia relegati a una dimensione scenografica rispetto alla vicenda intimistica del protagonista, Izi, interpretato dal rapper di origine giamaicana Kano, ovvero Kane Brett Robinson, qui al suo primo ruolo da protagonista assoluto. La trama rallenta quando nella vita di Izi, occupante tutt’altro che entusiasta di The Kitchen e poco incline alla solidarietà che gli altri abitanti cercano invece di portare avanti, arriva un adolescente orfano, Benji, interpretato dal convincente Jedaiah Bannerman, attore esordiente scoperto attraverso le piattaforme social.

È a questo punto che il film quasi si arresta completamente. Il giovane Benji è l’emblema di questa sospensione, incapace di trovare un filo conduttore che possa diventare per lui destino e posto nel mondo, diviso tra il desiderio di stabilire una relazione padre-figlio e il richiamo della banda di giovani di cui non condivide le modalità di rivolta sociale ma che pure gli offrono un senso di appartenenza meno esile del suo presunto padre.

The Kitchen Izi Benji
Foto di Chris Harris
– Cr. Courtesy of Netflix © 2023

Eppure il film ha avuto una gestazione lunga otto anni: a raccontarlo è lo stesso Daniel Kaluuya, autore del soggetto e co-autore della sceneggiatura originale assieme a Joe Murtagh, che ha dichiarato di aver maturato l’idea nella storica bottega del suo barbiere di fiducia, portato anche sullo schermo nel ruolo di se stesso.

Ma che cos’è davvero The Kitchen?

La scintilla nasce da una conversazione su un gruppo di ragazzini che dopo aver rubato gioielli per milioni di sterline si trovano a rivenderli per poche centinaia di pounds. La visione dei poveri che restano poveri e la perdita definitiva della capacità di assegnare e assegnarsi un valore sono i temi che danno l’avvio al film per poi perdersi in una dimensione privata che diluisce la stessa potenzialità emozionale della storia: dimenticate il cappottino rosso di Schlinder’s List, se volete visitare ‘The Kitchen‘ dovrete farlo da soli.

Ma che cos’è davvero The Kitchen? Un laboratorio sociale dove si sceglie di salvarsi insieme perché diventare l’uno destinazione dell’altro è l’unica possibilità di sopravvivenza o l’ultimo rifugio di persone disperate che come Izi attendono solo l’occasione giusta per migrare verso una ‘Buena Vida’, come si chiamano i patinati appartamenti messi a disposizione dal sistema per chi ne ha facoltà economica?

Le vicende generali degli occupanti del quartiere e quelle particolari dei protagonisti si alternano in un costante gioco sfondo-figura che non arriva mai a compenetrarle davvero l’una all’interno dell’altra se non per isolati touch points che non bastano a segnare l’evoluzione narrativa dei personaggi.

Deadpool 3: nuove foto dal set spoilerano nuove “presenze” nel film

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Mentre Deadpool 3 si avvicina rapidamente alla data di uscita, le riprese tutt’ora in corso per l’unico film del MCU del 2024.ì Il Mail Online ha condiviso nuove foto dal set e, come potete vedere (SPOILERANODVI il film) visitando il loro sito, Wolverine e il Merc with the Mouth si incroceranno con alcune varianti di quest’ultimo!

Ryan Reynolds è stato avvistato in un nuovo abito lucido, senza le solite cicatrici facciali di Wade Wilson e con un nodo al collo. Porta con sé anche un paio di pistole d’oro, mentre alcuni fan sui social media hanno fatto notare che il costume sembra accentuare l’inguine del personaggio (è il genere di cose che ci aspetteremmo da una commedia rabbiosa e vietata come questa).

Non crediamo che questa variante sia basata su qualcuno dei fumetti e le foto fanno poco per fornire un contesto. Anche Dogpool è stato avvistato sul set, insieme a Wade del MCU, che crediamo sia interpretato da una controfigura di Reynolds mentre assume il ruolo di questo affascinante Wade della realtà alternativa.

Se non eravate già convinti che Deadpool 3 esplorerà il Multiverso, questi scatti dovrebbero confermarvelo. Siamo abbastanza convinti che né queste né le precedenti foto del set che sono emerse riescano a scalfire la superficie di ciò che i Marvel Studios hanno in serbo per noi quest’estate; nonostante ciò, questa serie di foto è tra le più intriganti viste finora. Scoprite le nuove foto del set di Deadpool 3 seguendo il link nel post X qui sotto.

Chi c’è in Deadpool 3?

Deadpool 3 riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool 3, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool 3 uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Il DCU è già nei guai? Le cose sembrerebbero non andare … “lisce” nei DC Studios

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La notizia che la Warner Bros. Discovery ha pianificato di riavviare essenzialmente il suo universo cinematografico DC (ufficiosamente soprannominato DCEU) con James Gunn e Peter Safran che assumono il ruolo di co-responsabili dei neo-costituiti DC Studios è sembrata andare a genio alla maggior parte dei fan, in particolare a quelli che erano dell’opinione che il franchise avesse un estremo bisogno di una revisione da molti anni.

James Gunn ha annunciato diversi progetti nell’ambito dell’annuncio ufficiale della nuova era denominata “Gods and Monsters“, tra cui Superman: Legacy, Batman: The Brave and the Bold, Supergirl: Woman of Tomorrow, The Authority, Swamp Thing, oltre a una serie di show animati e live-action della HBO Max.

James Gunn ha anche chiarito che questa è solo la prima parte di questo progetto, a cui se ne aggiungeranno molti altri. Il regista ha dimostrato di essere abile nel destreggiarsi tra diversi progetti contemporaneamente, ma c’era comunque il timore che sarebbe pututo essere anche troppo per uno come lui, soprattutto se si tiene conto del fatto che attualmente sta co-gestendo uno studio cinematografico, scrivendo e dirigendo Superman: Legacy e supervisionando (o almeno partecipando) a numerosi altri film e serie tv. È molto, e sembra che le cose non stiano andando così bene come James Gunn vorrebbe farci credere.

Durante l’episodio di questa settimana di The Hot Mic, Jeff Sneider (fonte che si è rivelata tra le più attendibili a Hollywood) afferma che, secondo la sua fonte, il DCU è un “casino”. Non condivide molti altri dettagli, ma aggiunge che è sorpreso che altri organi di stampa non abbiano riportato quanto ha sentito.

Onestamente, se questo fosse vero, non sarebbe una sorpresa, considerando la quantità di lavoro che comporta la costruzione di un intero universo cinematografico e televisivo, praticamente dalle fondamenta, e non dovrebbe essere necessariamente motivo di preoccupazione.

È inevitabile che ci siano alcuni problemi iniziali mentre James Gunn e Peter Safran si stanno organizzando, e non possiamo immaginare che abbiano pensato che non avrebbero incontrato alcuni problemi importanti prima che questo franchise rinnovato cominciasse a prendere forma.

Se le cose sono ancora più caotiche di quanto pensiamo, potremmo leggere maggiori dettagli a breve. Per ora rimaniamo ottimisti e aspettiamo almeno di vedere come procedono Creature Commandos e Superman: Legacy prima di dare per spacciato il DCU!

Le migliori serie anime in stile Studio Ghibli che i fan di Miyazaki dovrebbero guardare

Con il grande successo di Il ragazzo e l’airone (qui la nostra recensione), lo Studio Ghibli, con Hayao Miyazaki, ha confermato la sua bravura e la sua profondità d’espressione, inducendo così chi non lo conosceva a fondo a recuperare la sua filmografia, anche i titoli più particolari o datati. In realtà, se l’animazione e le tematiche messe in campo dal maestro nipponico sono apprezzate, e l’universo da lui creato affascina, oltre alle sue pellicole ci sono alcuni anime simili al di fuori dello Studio Ghibili che però condividono con esso argomenti, rappresentazioni paesaggistiche, caratterizzazione dei personaggi ed elementi di fantasia. E meritano d’essere guardati, soprattutto se si è fan dello Studio. Scopriamo quali sono.

Kotaro abita da solo

Kotaro vive da solo

Kotaro abita da solo è un dorama (tipo di serie tv nipponica) tratto dall’omonimo manga scritto e disegnato da Mami Tsumura, che segue le vicende di Kotaro, un bambino di quattro anni che, come spiega il titolo, vive da solo. Prima maltrattato e poi fuggito, Kotaro matura rapidamente, ma nessun livello di maturità è in grado di cancellare l’innocenza di una persona così giovane. Alla fine, i vicini di Kotaro scoprono la sua poco felice situazione e si impegnano per farlo sentire al sicuro e benvenuto. Il personaggio di Kotaro ricorda quello del film Ghibli La tomba delle lucciole, diretto dal cofondatore di Miyazaki, Takahata Isao.

Fruits Basket

Fruits Basket

Fruits Basket è un commovente anime tratto dall’omonimo manga shojo (categoria di manga indirizzati prevalentemente a un pubblico femminile) che ha avuto un primo adattamento nel 2001 e poi un remake nel 2019. Il racconto ha al centro Tohru, una liceale che vive in una tenda nel bosco a causa del nonno che l’ha spinta a trovarsi una sistemazione tutta sua finché la sua casa non viene ristrutturata. In seguito, scopre che la sua sistemazione si trova nel cortile della stimata tenuta Souma. La ragazza si imbatte nella famiglia, ed è lì che scopre un segreto sorprendente: i membri della famiglia Souma si trasformano in animali dello zodiaco quando vengono abbracciati, e il loro aspetto simpatico, collegato alle premesse fantastiche, fanno essere la serie molto simile a quella del film La città incantata dello Studio Ghibli.

Chihayafuru – Il gioco di Chihaya

Chihayafuru

Un altro anime che assomiglia a quelli dello Studio Ghibli, in questo caso non per tematiche ma per struttura narrativa e focalizzazione dei personaggi, è Chihayafuru – Il gioco di Chihaya, tratto dall’omonimo manga josei (anch’esso è indirizzato principalmente a giovani ragazze e donne). La serie racconta la storia di Chihaya Ayase, una ragazza che, conosciuto Arata Wataya, uno dei più bravi giocatori di karuta, comincia ad appassionarsi al gioco e decide di impegnarsi anch’ella nella stessa sua attività, diventando la migliore giocatrice di karuta in Giappone. L’anime intreccia una storia coesa ed esilarante di sviluppo personale e la promozione delle relazioni. Inoltre, il racconto di Chihayafuru è maggiormente elevato grazie alle sue caratteristiche poetiche e alla forte attenzione ai personaggi, qualità che ricordano quelle di molti film di Miyazaki.

Barakamon

Barakamon

Continuiamo con Barakamon, anime tratto dall’omonimo manga scritto e disegnato da Satsuki Yoshino. La storia ruota attorno a Handa Seishuu, un calligrafo di talento, il quale si trasferisce nelle remote isole Goto per ordine del padre in seguito a un’aggressione fisica rivolta a un veterano critico d’arte che non apprezza i suoi lavori. Arrivato sulle isole Goto, soprendentemente, Seishuu è ben accolto nella piccola comunità, molto più calorosamente di quanto si aspettasse, tanto da iniziare a instaurare con loro forti legami. A ricordare i film dello Studio Ghibli non sono solo gli scenari paesaggistici, con la natura della campagna, ma anche alcuni bambini, come per esempio il personaggio di Naru, una piccola ed energica ragazza che Seishuu incontra, la quale è simile a personaggi come Markl di Il castello errante di Howl.

The Ancient Magus’ Bride

The Ancient Magus's Bride

The Ancient Magus’s Bride è una serie anime tratta dall’omonimo manga shōnen (categoria di manga destinata prevalentemente a un pubblico maschile), che racconta la storia di Hatori Chise, una ragazza umana che viene venduta all’asta a Elias Ainsworth, un mago la cui testa ricorda il cranio di un cervo. Ciò che sorprendente del racconto è il fatto che Chise rinuncia volontariamente alla sua libertà ed entra lei stessa nella sala dell’asta. Fortunatamente, la gentilezza di Elias la guida in un mondo magico molto simile a quello costruito da Miyazaki e dai suoi colleghi dello Studio Ghibli.

Violet Evergarden

Violet Evergarden

Proseguiamo con Violet Evergarden, adattamento anime dell’omonima light novel scritta da Kana Akatsuki e illustrata da Akiko Takase. La trama si costruisce attorno a Violet, una ragazza di 14 anni logorata dalla guerra, la quale è riuscita a sopravvivere a brutali battaglie, perdendo però sia le braccia che l’unica persona che si prendeva cura di lei, il maggiore Gilbert Bougainvillea. Violet, essendo stata per lungo tempo sfruttata come un’arma, è incapace di provare sentimenti, perciò quando viene reintegrata nella società, e comincia a prestare servizio come bambola di scrittura automatica, si trova a dover rimettere in prospettiva la sua vita. Inzia così un viaggio interiore alla scoperta delle emozioni e della parola “Ti amo”, elementi che sono molto vicini ai film dello Studio Ghibili.

Un marzo da leoni

Un marzo da leoni

Un marzo da leoni è tratto dall’omonimo manga scritto e disegnato da Chika Umino e, oltre ad avere un avvincente storia, presenta alcune delle migliori e più frequenti dimostrazioni di abilità di animazione appartenenti agli anime moderni. Dagli slow-motion drammatici, alla caduta di singole lacrime che accentuano sia la tristezza che la felicità provata dai personaggi, l’anime è ricco di dettagli, tanto da ricordare molti film dello Studio Ghibli. La storia ruota attorno a Rei Kiriyama, un giocatore professionista di shōgi, che a diciassette anni vive da solo poiché orfano. Tutta la narrazione si incentra sulla crescita del ragazzo, e sul raggiungimento della maturità mentre si relaziona alle persone.

Natsume degli spiriti

Natsume degli spiriti

Un altro manga shōjo, qui scritto e disegnato da Yuki Midorikawa, diventato un anime, è Natsume degli spiriti, che racchiude dentro di sé aspetti spirituali e soprannaturali, e al cui centro vi è la solitudine umana. La serie presenta molte caratteristiche che ricordano quelle di La città incantata: la storia infatti segue le vicende di Natsume, un giovane che è stato isolato a causa della sua capacità unica di vedere gli yokai, spiriti del folklore giapponese. Un giorno entra in possesso del Yūjinchō (Libro degli Amici), in cui al suo interno sono conservati i nomi degli spiriti sconfitti dalla nonna Reiko (colei da cui ha ereditato i poteri), resi suoi servitori. Chi entra in possesso del libro, riesce anche ad avere il controllo su di loro e ciò lo rende molto appetibile per gli stessi yōkai. Il ragazzo decide così di restituire i nomi ai loro proprietari, ma il cammino che intraprende è fatto di insidie e pericoli, poiché molti spiriti vogliono lo Yūjinchō.

Mushishi

Mushishi

La premessa di Mushishi ricorda subito le idee e i temi preponderanti nei film dello Studio Ghibli come Principessa Mononoke e Naussicaä della Valle del vento. Centrale è infatti il rapporto con la natura e gli spiriti che abitano il mondo. La storia si incentra su Ginko, un uomo misterioso che studia le forme di vita più elementari chiamate Mushi, né animali né insetti, la cui convivenza con Ginko porta a problematiche che soltanto un Mushishi, un esperto di questa specie, può risolvere.

Lupin III

Lupin III

Chiunque conosca Lupin, il famoso ladro gentilumo che ha riempito le giornate di qualsiasi bambino e adulto, e che ora ha anche una serie Netflix ispirata all’iconico malandrino, non può non sapere che la prima serie di Lupin III, in particolare, ha visto la partecipazione proprio di Hayao Miyazaki, il che la rende ancora più speciale. In particolare, il regista nipponico ha diretto – insieme a Isao Takahata, suo collega – gli episodi 7, 8, 10, 11, 13-23. Quindi, se si vuole conoscere fino in fondo questo incredibile artista, è bene risalire alle sue origini, con le sue prime esperienze d’animazione, e Lupin III ne è l’inizio perfetto.

Star Wars: Rey potrebbe apparire in più di un film; rivelato il compenso per il ritorno di Daisy Ridley

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Ci sono state notizie contrastanti sullo stato di avanzamento del previsto film di Star WarsNew Jedi Order” della Lucasfilm, che vedrà Daisy Ridley riprendere il ruolo di Rey “Skywalker” dopo il suo ruolo principale nella recente trilogia sequel.

In rete si sono diffuse voci secondo cui il progetto potrebbe essere stato ritardato a tempo indeterminato, ma diversi siti hanno contattato la Lucasfilm per avere chiarimenti e non sembra che queste notizie siano fondate. L’insider Jeff Sneider è intervenuto tramite l’ultima edizione della sua newsletter e ha condiviso alcuni nuovi intriganti dettagli sul ritorno di Rey e sulla paga che è stata data per il suo ritorno a Daisy Ridley.

Sneider ritiene che il film di Rey, ancora senza titolo, sarà il secondo film per il grande schermo dopo The Mandalorian & Grogu, e probabilmente arriverà nelle sale intorno al Natale del 2026. Secondo lui, il film di James Mangold “L’alba dello Jedi” seguirà a ruota nel 2027, mentre il film di Dave Filoni “La nuova Repubblica” (o “L’erede dell’Impero“, come viene ora chiamato) potrebbe arrivare nel 2028.

Per quanto riguarda il compenso di Daisy Ridley, Sneider ha sentito dire che l’attrice intascherà ben 12,5 milioni di dollari. La cifra potrebbe non sembrare così alta, soprattutto se paragonata alle somme monumentali che guadagnano le star del MCU, per esempio, ma tenete presente che la carriera della Daisy Ridley ha avuto un piccolo crollo dopo L’ascesa di Skywalker, e 12 milioni di dollari sarebbero molto di più della sua quotazione abituale.

Tuttavia, su The Hot Mic, Sneider ha notato che questo film potrebbe essere ambientato in una linea temporale diversa, con una versione più vecchia di Rey. Come ricorderete, precedenti indiscrezioni sostenevano che il piano originale prevedeva di affidare il ruolo a Helen Mirren (o a qualcuno di simile) prima che la Ridley accettasse di firmare.

Sharmeen Obaid-Chinoy dirigerà il film “New Jedi Order“, che sarà ambientato ben quindici anni dopo gli eventi de L’ascesa di Skywalker. I dettagli della trama sono ancora perlopiù nascosti, ma sappiamo che Rey sarà una “potente maestra Jedi” che gestirà la propria accademia di addestramento quando la ritroveremo.

L’anno scorso, Kathleen Kennedy della Lucasfilm ha rivelato che il lavoro su questo film è più avanti di quanto si pensasse “Stiamo lavorando a questo film da alcuni anni e tutto ciò si inserisce nella nostra narrazione complessiva. Quindi siamo arrivati a un punto in cui abbiamo uno scrittore meraviglioso, Steven Knight, e probabilmente nel prossimo mese e mezzo vedremo una sceneggiatura su cui stiamo lavorando da un bel po’. Quindi ci stiamo avvicinando“.

Kevin Feige sta pianificando un film d’animazione per il MCU?

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Kevin Feige sta pianificando un film d’animazione per il MCU?

Con la pandemia alle spalle, i Marvel Studios hanno tenuto non uno ma ben due panel di grande impatto al Comic-Con di San Diego del 2022. Il primo è stato dedicato alle offerte animate dello studio, con la presentazione di What If…?, Marvel Zombies e Your Friendly Neighborhood Spider-Man.

Da allora, le cose si sono fatte decisamente più tranquille. Quasi tutte le serie sono state rinviate, con la seconda stagione di What If…? e X-Men ’97 che sono arrivate entrambe con un certo ritardo rispetto al previsto (quest’ultima non dovrebbe debuttare prima della fine dell’anno, nonostante il merchandising basato sul revival di X-Men: The Animated Series sia disponibile nei negozi da diversi mesi).

Questo ha portato a ipotizzare che i Marvel Studios si stiano allontanando dalla produzione di contenuti animati; ma in realtà, sembra che sia vero il contrario. Secondo lo scooper Daniel Richtman, Kevin Feige è interessato a produrre un film d’animazione per il MCU.

Non si sa quali siano i personaggi attorno ai quali ruoterebbe, ma si tratta di una prospettiva eccitante, che i fan desiderano da quando la Disney ha acquisito la Marvel Entertainment. Purtroppo, dubitiamo che Pixar o Disney Animation saranno coinvolte.

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Ma questo non rende la notizia meno eccitante! Richtman rivela anche che almeno altre tre serie televisive animate sono in lavorazione presso i Marvel Studios, mentre la quarta stagione di What If…? sembra ormai una forte possibilità.

Così come un episodio della prima stagione è stato posticipato alla seconda e lo stesso è accaduto con la terza stagione in arrivo, sembra che lo stesso avverrà anche per la quarta stagione, con idee riprese dalla terza.

Quando esce la terza stagione di What If…?

All’inizio del mese, il regista di What If…? Bryan Andrews ha condiviso ciò che sa su quando potremmo vedere la terza stagione della serie di successo arrivare su Disney+.

Spostano le cose. Ogni volta che ho pensato che fosse come ‘Oh, sarà questo!’ È come se fosse ‘Si sposterà un po’!'”, ha spiegato. “Quindi, anche a me dispiacerebbe dire qualcosa e far sì che le speranze della gente si accendano e poi vadano deluse a causa della bestia della produzione e di quando le cose si muovono“.

Ho pensato che potrebbe uscire alla fine dell’anno, forse nel 2024, ma i tempi sarebbero stretti“.

C’è un altro gruppo di persone che sta controllando quando le cose [escono] e sta muovendo le cose sul tabellone, e non so dove siamo in questo momento, così come [Marvel Zombies]“, ha continuato Andrews. “Su Zombi sto ancora lavorando, e sarà una cosa pazzesca e sta per uscire, ma anche quello continua a spostarsi, giusto? Quindi vorrei potervi aiutare, ma non posso!“.

Taylor Sheridan: il creatore di Yellowstone dirigerà un nuovo western “Empire of the Summer Moon”

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Il co-creatore di Yellowstone Taylor Sheridan sta scrivendo e dirigendo un nuovo western, Empire of the Sun Moon.

Secondo Deadline, Taylor Sheridan e la sua casa di produzione Bosque Ranch hanno ottenuto i diritti del romanzo del 2010 Empire of the Sun Moon (L’impero della luna d’estate) di S.C. Gwynne: Quanah Parker and the Rise and Fall of the Comanches, the Most Powerful Indian Tribe in American History. Taylor Sheridan scriverà e dirigerà il film. Produrrà anche Empire of the Sun Moon insieme a Jenny Wood.

Di cosa parla Empire of the Sun Moon?

Mentre i dettagli sulla trama del film di Sheridan sono ancora sconosciuti, la sinossi del romanzo di Gwynne recita: “Nella tradizione di Seppellisci il mio cuore a Wounded Knee, un resoconto storico straordinariamente vivido della quarantennale battaglia tra gli indiani Comanche e i coloni bianchi per il controllo dell’Ovest americano, incentrata su Quanah, il più grande capo Comanche di tutti. L’impero della luna d’estate di S. C. Gwynne si articola in due storie sorprendenti. La prima ripercorre l’ascesa e la caduta dei Comanche, la più potente tribù indiana della storia americana. La seconda riguarda una delle più straordinarie narrazioni mai uscite dal Vecchio West: l’epica saga della pioniera Cynthia Ann Parker e di suo figlio di sangue misto Quanah, che divenne l’ultimo e più grande capo dei Comanches“.

Non riesco a pensare a nessuno più qualificato di Taylor Sheridan per portare sullo schermo Empire of the Summer Moonto“, ha dichiarato Gwynne. “Ha una comprensione profonda e ricca di sfumature sia del mito che della realtà del Vecchio West. Sono entusiasta che abbia intrapreso questo progetto“.

Taylor Sheridan è noto soprattutto per aver co-creato Yellowstone di Paramount Network, mentre ha creato diverse serie prequel, tra cui 1883 e 1923.

Sheridan ha diretto anche Wind River del 2017, con Jeremy Renner ed Elizabeth Olsen, e Those Who Wish Me Dead del 2021 con Angelina Jolie, mentre è accreditato come sceneggiatore di film come Sicario del 2015, Hell or High Water del 2016 e Without Remorse del 2021.

Alec Baldwin nuovamente accusato di omicidio colposo per la tragedia sul set di Rust

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Alec Baldwin è stato nuovamente accusato di omicidio colposo per il suo presunto ruolo in una sparatoria avvenuta sul set del film western Rust. Nel gennaio 2023, Baldwin era stato inizialmente accusato del caso in corso, ma le accuse erano state ritirate nel corso dello stesso anno dopo che il team di Alec Baldwin aveva affermato che la pistola di Baldwin non funzionava correttamente quando aveva sparato. Ora, tuttavia, i pubblici ministeri stanno nuovamente cercando di ritenere Baldwin parzialmente responsabile di un incidente sul set che ha causato la morte del direttore della fotografia Halyna Hutchins.

Non vediamo l’ora di arrivare in tribunale“, hanno dichiarato gli avvocati di Baldwin, Luke Nikas e Alex Spiro, in un comunicato di venerdì (via Variety).

Nell’ottobre del 2021, la troupe del film si stava preparando a girare una scena con Alec Baldwin nei pressi di Santa Fe, in New Mexico, quando una pistola di scena controllata in modo improprio ha sparato, uccidendo Hutchins e ferendo il regista Joel Souza.

Alec Baldwin sostiene di non aver mai sparato con la pistola che è esplosa

Il punto cruciale della difesa di Alec Baldwin è la sua negazione di aver mai premuto il grilletto della pistola, insistendo sul fatto che è esplosa quando l’ha estratta dalla fondina. I procuratori Kari Morrissey e Jason Lewis hanno inviato la pistola per ulteriori test forensi la scorsa estate e, dopo averla ricostruita, sono giunti alla conclusione che l’arma doveva essere stata sparata dal grilletto.

Questo incidente mortale è stato la conseguenza dell’arretramento manuale del cane nella sua posizione completamente armata, seguito, a un certo punto, dalla pressione o dalla depressione all’indietro del grilletto“, ha concluso il rapporto (via Variety). “Sebbene Alec Baldwin abbia ripetutamente negato di aver premuto il grilletto, alla luce dei test, delle scoperte e delle osservazioni qui riportate, il grilletto doveva essere premuto o premuto a sufficienza per rilasciare il cane completamente armato o retratto del revolver delle prove“.

Alla fine dello scorso anno, entrambi i procuratori hanno dichiarato che erano emersi “fatti aggiuntivi” che avrebbero indicato Alec Baldwin come parzialmente colpevole della vicenda, il che ha portato a questa nuova incriminazione.

Oltre a Alec Baldwin, Hannah Gutierrez-Reed, l’ex armaiolo di Rust, sarà processata il mese prossimo con l’accusa di omicidio colposo e manomissione delle prove. Gutierrez-Reed avrebbe caricato impropriamente la pistola di scena sul set con proiettili veri. Il vedovo della Hutchins, Matthew, ha dichiarato di non incolpare Baldwin per l’accaduto, ma di sostenere le accuse iniziali contro di lui per la sua ricerca di giustizia nella vicenda.

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