La featurette include anche il
commento di
Samuel L. Jackson,
Cobie Smulders, il regista Ali Selim e il produttore
Kevin Feige, mentre discutevano del ruolo di Nick
Fury all’interno del MCU. Prendono anche in giro la
sua trasformazione mai vista prima nella prossima serie. Le
clip suggeriscono quanto il Blip abbia avuto un impatto su Fury e
perché abbia lasciato la Terra dopo
Endgame.
Nella nuova serie Marvel Studios Secret
Invasion, ambientata nel presente MCU, Nick Fury viene a conoscenza
di un’invasione clandestina della Terra da parte di una fazione di
Skrull mutaforma. Fury si unisce ai suoi alleati, tra cui Everett
Ross, Maria Hill e lo Skrull Talos, che si è costruito una vita
sulla Terra. Insieme corrono contro il tempo per sventare
l’imminente invasione Skrull e salvare l’umanità.
Basato sulla serie di fumetti di Brian Michael Bendis, Leinil
Francis Yu, Mark Morales e Laura Martin, Secret Invasion è prodotto da Kyle
Bradstreet, con il regista di Let Him Go Thomas Bezucha e Ali Selim
come registi.
Iron Man (Robert
Downey Jr.) è stato il volto del Marvel Cinematic Universe per circa
12 anni, da Iron Man del 2008 fino all’uscita di
Avengers:
Endgame nel 2019. Anche se il personaggio è apparso
nella sua trilogia e in quattro film dei Vendicatori prima di
sacrificarsi per il bene superiore dell’universo, i fan continuano
a sperare in un suo potenziale ritorno. Dopotutto, i Marvel Studios hanno abbondantemente
introdotto il multiverso e l’eventualità che sia tutto possibile,
da qui in avanti.
Ora, lo stesso Downey ha commentato
un potenziale ritorno, aggirando magistralmente la domanda con una
battuta. Alla premiere di Downey’s Dream Cars, a Downey è stato
detto che Tom Cruise era ansioso di realizzare un sequel
di Tropic Thunder. L’intervistatore di extratv si è poi avventurato in una domanda su un
quarto film di Iron Man. “Vuole farlo?!” Downey ha
scherzato sul suo amico Tom Cruise. “Tom, non prenderlo!”
Dato che i Marvel Studios hanno in gran parte
esaurito le storie da raccontare sugli Avengers originali, è
improbabile che Iron Man di Downey ritorni in modo importante, con
un film tutto per sé. Recentemente, nel 2019, il regista di
Iron Man Jon Favreau ha confermato che lui, Downey
o la Marvel non hanno parlato di un
quarto film della serie.
“Non abbiamo parlato del
quarto”, ha detto Favreau di se stesso e di Downey. “Ne ho
parlato con [il presidente dei Marvel Studios] Kevin [Feige] per
vedere cosa stanno facendo, ma amiamo decisamente lavorare insieme
e adoriamo questi personaggi. Parliamo di come sarebbe e scherziamo
sempre su una trama bizzarra di Happy Hogan che si trasforma in un
personaggio simile a Hulk. Ci scherziamo su. Nessun piano, per
ora.”
Sarebbe divertente vedere
Robert Downey Jr.in un cameo nel prossimo film
collettivo del Marvel Cinematic Universe, ma siamo
certi che la parabola narrativa del personaggio si sia
brillantemente compiuta con il sacrificio in Endgame.
Un film su Death
Stranding è stato
annunciaoto tempo fa ed è tuttora in lavorazione presso
Kojima Productions e Hammerstone Studios. Secondo il
creatore Hideo Kojima, lui stesso sarà molto
coinvolto nel progetto.
Cosa farà Hideo Kojima per il film
Death Stranding?
In un recente tweet, Kojima ha
rivelato che sarebbe stato “profondamente coinvolto nella
produzione, supervisione, trama, aspetto, design e contenuti” del
film in uscita. Tuttavia, non dirigerà il
progetto. Questa affermazione arriva dopo che Kojima ha anche
rivelato che avrebbe avuto un ruolo di supervisione nel film.
Just to be clear, I am deeply involved in
producing, supervising, plotting, look, design and content of the
film adaptation of DS, just not in charge of directing.
Al momento non è chiaro chi scriverà o dirigerà il
progetto. Al momento dell’annuncio dello scorso anno, è stato
riferito che il film avrebbe introdotto nuove idee e personaggi nel
mondo di
Death Stranding. In precedenti interviste sul
progetto, Kojima ha anche confermato che il film
avrà più
un aspetto “d’essai”.
Death Stranding è stato
originariamente pubblicato nel 2020 ed è interpretato Norman Reedus nel ruolo di Sam Porter
Bridges, un corriere che ha il compito di consegnare rifornimenti
alle colonie isolate in tutta la Terra. Il gioco comprendeva
anche
Mads Mikkelsen, Léa
Seydoux, Margaret Qualley, Troy Baker, Tommie Earl Jenkins e
Lindsay Wagner.
Senza dubbio la presenza di Michael Keaton nel ruolo di Batman in
The
Flash sarà un incentivo importante per recarsi in
sala a vedere il film con Ezra Miller. Lo studio
aveva puntato talmente tanto sul ritorno di Keaton che il film
sarebbe dovuto finire diversamente, con la sequenza temporale di
Flashpoint ancora “valida” e con Batman e
Supergirl con un ruolo di primo piano.
Questo finale avrebbe mantenuto
Keaton nel DCEU nei panni di una figura simile a un mentore per i
supereroi più inesperti del DCEU: il piano era che Keaton fungesse
da “Nick Fury” per il DCEU. Questo nuovo ruolo sarebbe stato più
evidente nel film solista di Batgirl, poi
cancellato, poiché il ruolo di Keaton sarebbe stato un “cameo
fondamentale”.
Secondo quanto riferito, Keaton
aveva successivamente filmato un cameo anche per
Aquaman e il Regno
Perduto, ma ovviamente è molto probabile che ora il
suo cameo verrà tagliato dalla versione finale del film. Un altro
progetto che avrebbe visto protagonista Michael Keaton sarebbe
dovuto essere Batman Beyond, in cui quella versione di Batman
avrebbe poi consegnato il mantello da supereroe a un Robin più
giovane, che si sarebbe impegnato a guidare.
Sembra dunque che il ruolo di
Michael Keaton sarebbe stato molto
impegnativo, cosa che l’avvento di Gunn e Safran e la necessità di
fare piazza pulita hanno tolto dal tavolo.
The Flash: la trama e il cast del film
The
Flash è uscito al cinema il 15 giugno
2023 distribuito da Warner Bros Italia.
Nel film, Barry Allen usa i suoi superpoteri per viaggiare indietro
nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo
di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry
rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato,
minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi.
L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione
un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano
imprigionato… malgrado non sia più colui che sta cercando.
Fanno parte del cast di
The
Flash l’attore Ezra Miller nei panni
del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da
JusticeLeague, ma anche l’astro nascente
Sasha Calle nel ruolo
di Supergirl,
Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”),
in quelli del Generale Zod, Ron Livingston
(“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”),
Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también –
Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack
Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”),
Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo
d’acciaio”) e Michael Keaton (“Spider-Man: Homecoming”,
“Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30
anni.
Il regista David
Cronenberg ha terminato le riprese del suo film horror
The Shrouds. Cronenberg, che ha
diretto film come
La mosca e Crimes of the Future, ha iniziato la
produzione di The Shrouds a metà maggio a
Toronto. “Karsh, un uomo d’affari innovativo e vedovo in
lutto, costruisce un dispositivo per connettersi con i morti
all’interno di un sudario funerario“, recita la trama del
film.
Un mese dopo l’inizio della
produzione, il regista ottantenne ha
conclusoil film. Al momento la pellicola non ha
una data di uscita ufficiale e non ha nemmeno una
distribuzione. Inizialmente il film avrebbe dovuto iniziare
la produzione lo scorso marzo, ma i problemi di casting hanno
comportato piccoli ritardi. Léa
Seydoux è stata sostituita da
Diane Kruger. Si vociferava che Viggo Mortensen fosse
presente nel, ma alla fine sembra abbia rinunciato.
Cronenberg in un’intervista
dell’anno scorso aveva rivelato che “Shrouds” faceva parte di un
progetto Netflix che poi è stato interrotto. Presumibilmente,
il gigante dello streaming ha avuto dei ripensamenti dopo aver
letto la seconda stesura. Il film è coprodotto da Saïd Ben
Saïd. Al San Sebastián Film Festival dello scorso anno,
Cronenberg ha ammesso di aver quasi smesso di fare film e di essere
stato molto serio al riguardo. “Pensavo di essere finito, ma
spero di commettere più crimini in futuro, realizzando più
film“, ha affermato durante la sua presenza al festival.
Secondo alcune fonti il regista è già al lavoro sul suo prossimo
progetto che conta di girare l’anno prossimo.
Chi c’è nel cast di The Shrouds?
The Shrouds
avrà come protagonista Vincent Cassel. Nel cast anche
Guy Pearce,
Diane Kruger, Sandrine Holt, Elizabeth Saunders, Jennifer Dale,
Matt Willis e Steve Switzman. Kruger ha sostituito
Léa
Seydoux nel suo ruolo per conflitti di
programmazione.
Aaron Taylor-Johnson è a caccia di selvaggina
grossa nel primo trailer di Kraven the
Hunter di Sony. Il nuovo film anticipa una
storia sulle origini del villain Marvel. Nelle trame dei fumetti,
Kraven è un predatore assassino che punta gli occhi su
Spider-Man. Spesso è anche ritratto come un membro
della squadra di supercriminali dei Sinistri Sei.
Kraven the Hunter, il poster
Kraven the Hunter: tutto quello che sappiamo sul
film!
Kraven the
Hunter sarà interpretato da Aaron Taylor-Johnson (Avengers: Age of Ultron)
mentre assume il mantello del cattivo di
Spider-Man, che è un immigrato russo di nome
Sergei Kravinoff. Nel film, che viene annunciato come il
prossimo capitolo dello Spider-Man Universe (SSU) di Sony,
va in missione per dimostrare di essere il più grande cacciatore
del mondo. Ad affiancare Taylor-Johnson nel film Marvel di Sony con classificazione
R c’è Fred Hechinger (Fear Street Trilogy, The White Lotus) nei panni di Chameleon,
il fratellastro di Kraven; la candidata all’Oscar
Ariana DeBose (West Side Story) nel
ruolo di Calypso, la compagna dell’occasione e amante di
Kraven; Russell Crowe e Levi Miller in ruoli
sconosciuti. Anche Christopher Abbott e Alessandro
Nivola sono stati scelti come cattivi principali.
Kraven the
Hunter è diretto dal candidato all’Oscar JC
Chandor (A
Most Violent Year
) da una sceneggiatura co-scritta da Richard Wenk
(The
Equalizer),
Matt Holloway e Art Marcum. Avi Arad e Matt Tolmach stanno
producendo il progetto.
KravenIl Cacciatore racconta la violenta storia
della nascita e del destino di uno dei villain più iconici della
Marvel. Ambientato prima della sua
famigerata vendetta contro Spider-Man, Aaron Taylor-Johnson
interpreta il protagonista di questo film vietato ai minori di 14
anni.
Con i suoi film
TerrenceMalick ha esplorato temi
come la trascendenza, la natura e i conflitti tra ragione e
istinto. Sono opere tipicamente caratterizzate da ampie riflessioni
filosofiche e spirituali, nonché dall’uso di voci fuori campo
meditative dei personaggi protagonisti. Per far emergere il cuore
tematico delle sue opere, Malick rifugge dunque da trame e sviluppi
narrativi solidi per affidarsi piuttosto alla contemplazione, alle
immagini, alla luce e al suono. Nel 2005 egli ha realizzato uno dei
suoi film meno citati ma più esplicativi della sua poetica, il cui
titolo è The New World – Il nuovo mondo,
liberamente basato sulla vera storia di
Pocahontas.
Egli concepì la sceneggiatura già
negli anni Settanta, ma il progetto rimase a lungo in stato
embrionale fino a quando, dopo aver diretto La sottile linea rossa
nel 1998, il regista decise di dargli forma. Egli ripercorre così
la storia della fondazione di Jamestown, in Virginia, ispirandosi
alle figure storiche del capitano John Smith,
Pocahontas della tribù Powhatan e dell’inglese
John Rolfe. Il film, che segna la prima
collaborazione tra Malick e il direttore della fotografia premio
Oscar Emmanuel Lubezki, divise profondamente
critica e pubblico, tra chi lo disprezzò e chi invece lo indicò
come uno dei migliori film del decennio.
Per gli appassionati del cinema di
Malick o del cinema contemplativo, che si pone più come esperienza
visiva e sensoriale che non narrativa, The New World – Il nuovo
mondo è senz’altro un titolo da recuperare, capace di
suscitare grandi emozioni e profondi sconvolgimenti d’animo. Prima
di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di The New World – Il nuovo mondo
Il film è ambientato del 1607,
quando Pocahontas, l’avventurosa figlia del capo
Powhatan, e altri membri della sua tribù assistono all’arrivo di
tre navi inviate dalla carta reale inglese per fondare una colonia
nel Nuovo Mondo. A bordo di una nave c’è il capitano John
Smith, condannato a morte per comportamenti ribelli, ma
una volta a terra graziato dal capitano Christopher
Newport, capo della spedizione. Gli uomini coinvolti in
quella spedizione sono però impreparati ad affrontare le avversità
naturali presenti nel nuovo continente e ben presto devono
abbandonare i loro sogni di gloria, lottando piuttosto per la
propria sopravvivenza.
Quando il capitano Newport invia
John Smith e i suoi uomini a cercare rifornimenti, il gruppo viene
infatti attaccato dai membri della tribù Powhatan, che uccidono
tutti tranne John, fatto prigioniero e condotto al villaggio. Lì
incontra la figlia del capo, Pocahontas, con cui in breve sviluppa
una profonda relazione che cambierà per sempre la loro vita. Gli
scontri tra gli inglesi e i Powhatan però sono tutt’altro che
finiti e quando i due popoli verranno nuovamente alle armi,
Pocahontas sarà costretta a prendere decisioni durissime, che
comprometteranno il suo posto nel mondo e tutto ciò in cui
crede.
The New World – Il nuovo mondo: il cast del film
Noto per la sua maniacalità affinché
tutto sia il più autentico possibile, dalle luci alle
interpretazioni, Malick ricercò a lungo i giusti attori per i ruoli
principali, lavorando poi con loro per rendere più realistici i
rispettivi personaggi. Il casting per il personaggio di Pocahontas
si è rivelato però particolarmente difficile. I produttori hanno
esaminato oltre duemila attori prima di decidere di estendere i
loro criteri di ricerca a tutti gli attori indigeni sia del Nord
che del Sud America. Alla fine ad ottenere la parte fu
Q’orianka Kilcher, all’epoca quattordicenne. Per
prepararsi al ruolo, l’attrice dovette imparare a parlare una forma
ricostruita dell’estinta lingua Powhatan.
Nel ruolo di John Smith vi è invece
l’attore Colin Farrell,
il quale per interpretare tale personaggio decise di leggere tutti
i libri scritti dal vero Smith, riguardandi le sue esperienze di
viaggio. Per preservare la spontaneità tra di loro, Farrell e la
Kilcher dovettero evitare di incontrarsi sul set fino al momento
della loro prima scena. Christian Baleè
invece presente nei panni di John Rolfe. L’attore fu voluto da
Malick in quanto egli aveva partecipato al doppiaggio del film
Disney Pocahontas, di cui il regista era fan. Il
premio Oscar Christopher Plummer, infine,
interpreta il capitano Christopher Newport. L’attore, dopo aver
visto il film e il modo in cui la sua presenza era stata ridotta al
montaggio, si infuriò moltissimo con il regista.
Il trailer di The New World –
Il nuovo mondo e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
The New World – Il nuovo mondo grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Google Play e Amazon
Pri
me Video. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di lunedì 19 giugno alle ore
21:00 sul canale Iris.
La prima particolarità di
questo capitolo del franchise rispetto ai quattro precedenti è che
sulla sedia di regia non c’è Steven Spielberg, ma il bravo
James Mangold che, dell’esperienza a dirigere Ford
e compagnia dice: “Emozionante, stimolante. Uno degli elementi
più attraenti nel decidere di far parte di questa impresa è stata
la compagnia. Sono cresciuto ammirando questi film. Sono cresciuto
ammirando Harrison, Steven, Kathy Kennedy, George Lucas, John
Williams. Queste sono tutte persone che hanno plasmato il mio amore
per la cinematografia. Quindi l’opportunità è stata gloriosa, ma
anche il calore con cui mi hanno accolto a bordo è stato ciò che mi
ha davvero fatto desiderare di fare questo film, mi sentivo come se
stessi per vivere una delle grandi esperienze della vita.”
La sfida più difficile
per Mangold è stata la componente action del film: “Ovviamente,
c’è molta logistica, acrobazie, sparatorie e molte location
diverse, ci siamo spostati tanto e abbiamo avuto una squadra
eccezionale. Ma la sfida più grande è stata assicurarmi che il film
avesse un cuore e che queste persone meravigliose avessero lo
spazio per portare l’umanità in quello che è un film su larga
scala. Non c’è nessuna ragione per cui un film su larga scala non
debba avere umanità. Il mio obbiettivo è coniugare le due cose:
possiamo avere spettacolo e un’avventura sul grande schermo, ma
anche le eccentricità e le meravigliose contraddizioni della
condizione umana. E questo è, più di ogni altra cosa, la vera sfida
per me perché in mezzo a tutta la tecnologia, e le infrastrutture,
le dimensioni dell’equipaggio e dimensioni di tutto, devi
proteggere questo tipo di bolla che non può essere pianificato in
uno storyboard e non può essere riprodotta al computer. Quello di
cui ha bisogno per accadere, deve accadere organicamente attraverso
la recitazione di queste persone meravigliose, e gli altri nel
cast, e io stesso che riprendo, e con la sceneggiatura. È un
altro tipo di effetto speciale, qualcosa di magico.”
Torna a indossa Fedora e
frusta
Harrison Ford, che nonostante gli anni è ancora in
splendida forma, ironico e ruvido, proprio come abbiamo imparato ad
amarlo nel ruolo del professore archeologo con la fobia dei
serpenti. “Penso che i punti di forza di Indiana Jones siano
vari – spiega Ford – Li abbiamo raccontati nel corso di
quattro film e ora stiamo entrando in una nuova fase della sua
vita. E lo stiamo vedendo dopo un’assenza di 15 anni. È invecchiato
un po’. Sta andando in pensione. Lo incontriamo nel giorno del suo
ritiro dall’accademia, che non è stata stimolante per lui. Penso
che lo incontriamo in un momento in cui si trova nel punto più
basso della sua vita. Credo che drammaturgicamente funzioni davvero
bene perché, in quel momento, stiamo anche introducendo il
personaggio di Phoebe che è coliche lo stimola a tornare in campo.
Quindi suppongo che la sua debolezza sia l’incedere del tempo. Ho
ho sempre voluto completare la storia e vederlo alla fine della sua
carriera e in definitiva alla fine della sua vita.”“Quando ho letto la sceneggiatura di Indiana
Jones e il Quadrante del Destino – continua
Harrison Ford – ho pensato che fosse una bella
storia, un film ambizioso, un modo diverso di raccontare il
personaggio e di dirgli addio. La storia ha pensato a un modo per
riportare l’interesse in una vita che non ne aveva più.”
Al fianco di
Indiana Jones, nel film, c’è la sfuggente Helena,
interpretata da
Phoebe Waller-Bridge. “Penso che l’arguzia di
Helena sia una grande forza, ma anche il suo essere una persona
creativa e autosufficiente, ha un buon senso dell’umorismo. C’è una
forma di coraggio in lei che può essere frainteso come incoscienza.
Quindi anche se è un aspetto che amo di lei, penso anche che sia la
cosa che poi la mette nei guai. Penso che lei probabilmente non
sappia davvero come chiedere aiuto in modo reale e questo l’ha resa
dura.”
E che tipo di relazione
instaura con Indy? “Penso che lei sia la persona giusta ad
entrare nella sua vita in questo momento perché sembra che lui sia
dentro e un vicolo cieco emotivo. È giusto? E penso anche che ora
stia vivendo in un’epoca in cui l’attenzione si è spostata. Le
persone guardano al futuro. La gente guarda la luna. E non c’è
molta passione per quello di cui lui invece è appassionato, cioè il
passato. E così, quando arriva lei nella sua vita, non solo porta
una ventata di passione per l’archeologia e il passato, ma anche
l’avventura e il ricordo del suo vecchio amico, padre di Helena. E
credo che questa cosa lo illumini. Solo che lei lo fa in maniera
furba, perché ha i suoi scopi secondari. E poi attraverso
l’esperienza di questa avventura con Indie impara di nuovo a essere
vulnerabile. Mi è piaciuto che questo tipo di rapporto si instauri
tra due persone di generazioni diverse.”
Nei panni del villain, il
nazista Jürgen Voller,
Mads Mikkelsen non perde occasione di diffondere il
suo fascino: “Penso che la sua più grande forza, ovvero la fede
nel Terzo Reich, sia anche la sua più grande debolezza, perché non
è che sia una cosa proprio edificante.” Un villain terribile,
quindi, a cui Mikkelsen riesce a dare personalità e carisma, come a
tutti i suoi magnifici ritratti di antagonista. “La verità è
che non dipende da me, il personaggio era scritto molto bene e i
miei colleghi mi hanno aiutato a tirarlo fuori nel migliore dei
modi. Ho interpretato tanti cattivi, ma questo è il mio primo
nazista, quindi questo fa la differenza. Cerco di trovare ciò che
umanizza anche il personaggio peggiore e se non riesco a
relazionarmi con ciò che sognano, lo sostituisco con qualcos’altro
che posso capire per restituire il grado di passione del
personaggi. E così, si spera, il lavoro finale darà sostegno alla
storia.”
A quasi un anno da
She-Hulk:
Attorney at Law, tornano su
Disney+ le serie Marvel Studios e questa volta è il
turno della misteriosa Secret Invasion,
guidata da un ritrovato Nick Fury, molto diverso dalla sua ultima
apparizione nel MCU. Avevamo infatti lasciato l’ex
leader dello SHIELD su un’astronave Skrull, molto distante dalla
Terra, che cercava di trovare un mondo su cui gli alieni metafora
potessero vivere. Lo ritroviamo, molto provato, di ritorno sulla
Terra, in un mondo decisamente cambiato.
“Questa è la mia
seconda apparizione dopo il BLIP – comincia Samuel L.
Jackson, che interpreta Fury da ormai 15 anni – ed
era stato via un bel po’ di tempo. È un po’ stanco, un po’
vulnerabile, ma torna sulla Terra perché è stato convocato. E
vedremo cosa succede. Adesso ho anche un ginocchio malandato, non
ne sono così tanto felice.”
Convocato da chi? Ma da
Talos, naturalmente, che avevamo visto l’ultima volta nella scena
post credits di Spider-man: Far From Home.
L’amicizia tra Fury e il leader degli Skrull, che abbiamo visto
nascere in Captain Marvel, è qui al centro della storiate
quindi insieme a Samuel L.
Jackson torna anche Ben Mendelsohn che indossa ancora una volta la
sua maschera verde. “È stato un lavoro molto più difficile per
me perché troviamo Talos in un momento difficile. Non riuscirei ad
andare avanti senza fare spoiler, quindi mi limiterò a dire che per
lui è un brutto momento, e che con Nick lassù tutto quel tempo, non
è riuscito a fare di meglio.”
Un altro volto amatissimo
dal pubblico del MCU torna per Secret Invasion,
quello di Cobie Smulders
nei panni di Maria Hill: “È stato davvero eccitante tornare,
ma, parlando della tensione che si respira nella serie, credo che
la relazione tra Maria e Nick sia piuttosto tesa perché quando lei
lo ha chiamato lui non ha risposto.”
Parlando di veterani di
ritorno nel MCU, troviamo anche Don
Cheadle, che riporta a schermo il suo James ‘Rhodey’
Rhodes. “Penso che scopriremo cosa sta succedendo con Rhodey
mentre questa serie va avanti – spiega l’attore – Ha un
ruolo diverso rispetto al suo solito. Lo vediamo più come un
animale politico rispetto al passato. È stato più un militare in
altre circostanze, ma ora è una specie di braccio destro del
presidente. Ma penso che quello che non vedo l’ora di vedere è come
si evolve la sua relazione con Nick Fury e con gli altri
personaggi.”
Non solo volti conosciuti
e amati, in Secret Invasion,
tutt’altro! La serie presenta infatti le due new entry del MCU più interessanti di questa Fase
5: Emilia Clarke, esperta di franchise e volto
pop amatissimo dal pubblico, che interpreta G’iah e
Olivia Colman, premio Oscar e talento immenso del
grande schermo, che dà il volto alla potente Sonya Falsworth. Con
loro anche Kingsley Ben-Adir, nel ruolo fondamentale di Gravik.
E quando Emilia Clarke spiega cosa l’ha convinta ad
unirsi al MCU, la risposta è immediata:
“Tutte le persone che vedete sedute qui – ha spiegato la
ex Madre dei Draghi – Chi diavolo non vorrebbe essere
seduto qui con queste incredibili persone? E poi sono stata
ben preparata per affrontare un ruolo che richiede segretezza e
attenzione agli spoiler. Quindi sapevo in cosa mi stavo ficcando.
Ma penso che quello che posso sicuramente dire è che quello di
Secret Invasion è
stato il set più caldo, meraviglioso, sicuro, adorabile, felice e
giocoso in cui sia mai stata. Entrare nel mondo Marvel vuol dire che sei arrivato
in cima all’albero, sei lì, e poi scopri che tutti quelli che sono
lì si stanno divertendo davvero.”
E alla stessa domanda,
Olivia Colman risponde: “Dopo ogni film Marvel che è arrivato nei cinema,
dicevo al mio agente che volevo fare parte di quel franchise.
Quindi non è che ho accettato Secret Invasion. È stata
Secret Invasion a
chiamarmi. Ogni menzione della parola Marvel e io dicevamo: “Sì, per
favore”. E spero di essere stata all’altezza di tutto ciò.” Il
personaggio di Colman, Sonya Falsworth, sembra aver un passato di
amicizia con Nick Fury e forse sono addirittura amici, “ma da
qui a dire che si fidano l’uno nell’altra è complicato!”,
spiega l’attrice “Sonya lavora per l’MI6. E le piace vestirsi
di rosso. Ed è abbastanza divertente, ma a volte un po’ antipatica.
Ed è tutto ciò che posso dire”.
Per quanto riguarda la
linea temporale del MCU, Secret Invasion è
ambientato nella contemporaneità del Marvel Universe: “Esiste
fondamentalmente lungo la linea temporale in cui escono le serie
– ha dichiarato il produttore Jonathan
Schwartz– Quindi post-She-Hulk, post-blip proprio in questo esatto giorno
presente nel MCU. Penso che sia tutto quello che
posso dire.”
A dirigere tutti gli
episodi della serie è stato chiamato Ali Selim che
definisce Secret
Invasion“uno show molto umano” “È la storia
di Nick Fury – continua -Lui è un essere umano. Ha la sua
versione di superpoteri, ma non sono come i superpoteri dei
supereroi. Ed è una storia su di lui che rimette i piedi per terra
ancora una volta dopo un po’ di tempo. E mi piace perché mi
piacciono le storie umane che vengono dal cuore e sono a misura
d’uomo e raggiungono un fascino universale piuttosto che il
contrario. E mi è piaciuta la componente di spionaggio, l’elemento
politico-thriller, e siamo tornati a guardare Il Terzo Uomo, La
Conversazione, e cose del genere che sono molto radicate e davvero
umane. E spero che abbiamo portato abbastanza elementi per
ricrearne il tono. E poi c’è un punto nella storia in cui Nick Fury
in cui si rende conto che questa è la sua battaglia, e diventa una
specie di classico eroe western americano. E il tono cambia negli
episodi successivi e Nick Fury diventa una specie di John
Wayne.”
E come si racconta una
storia thriller con al centro Nick Fury? Lo spiega Kevin
Feige: “Questa è sempre stata l’idea. Sapevamo che non
avremmo avuto tutti i personaggi dell’Universo Marvel così come accade nei
fumetti, ed era il momento buono per concentrarci su Sam Jackson e
su questo ensemble che vedete qui oggi. E abbiamo avuto un
fantastico gruppo di sceneggiatori e il nostro fantastico regista,
che ci ha aiutato a gestire tutto.” Per Jonathan Schwartz si
tratta di una evoluzione di qualcosa cominciato con Captain
Marvel, “anche se non era
ancora un’idea di Secret Invasion. Penso che
fosse l’idea di approfondire il rapporto tra questi due personaggi,
Nick e Talos. E poi abbiamo iniziato, la porta Disney Plus si è in
qualche modo aperta e abbiamo avuto l’opportunità di giocare di più
trai generi ed espandere la scatola dei giochi di ciò che potevamo
fare. E questo ha reso Secret Invasion di per sé una
storia che aveva un ottimo materiale di base, perché è un evento
dei fumetti che molte persone conoscevano e a cui hanno risposto
con entusiasmo, ed era un genere molto interessante, in particolare
per questi due personaggi.”
E per Samuel L.
Jackson, vero e proprio protagonista di questa serie,
non è “solo una storia di Nick Fury, perché ci
sono tutte queste altre persone interessanti che circolano. È una
storia di Gravik, è la storia di Emilia, è la storia di Olivia.
Sono tutte queste persone che vengono presentate allo spettatore
che ti fanno venire voglia di dire, beh, anch’io voglio vedere cosa
gli sta succedendo.”
The
Flash (qui la
recensione), al cinema in Italia il 15 giugno scorso, è
riuscito subito a scalare la classifica al botteghino, arrivando in
vetta e conquistandosi il podio al suo primo weekend nelle sale
nostrane. Seppur negli States il risultato sia invece diverso, non
avendo ancora raggiunto al box office cifre entusiasmanti, il
film diretto da Andy Muschietti è – fra i
capitoli del vecchio
DCEU – uno dei migliori e meglio riusciti. In The
Flash, la cui storia è adattata dalla trama originale del
fumetto Flashpoint della DC Comics, Barry
Allen torna indietro nel tempo per tentare di salvare la madre e
impedire che il padre venga giudicato come colpevole della sua
morte.
In questo modo, attraverso il
Velocista Scarlatto, viene introdotto per la prima volta in maniera
chiara e funzionale il concetto di multiverso del DCU e delle linee temporali
alternative, che nascono nel momento in cui Flash cerca di
riscrivere la storia. A differenza del
MCU, però, il multiverso del
DCU non è lineare ma anzi risulta molto più complesso e
intricato di quanto si possa immaginare. Cerchiamo perciò di capire
come funziona insieme alle diverse timeline.
Come viaggia nel tempo Flash?
In The
Flash il viaggio nel tempo è uno dei temi
portanti, ed è sia pretesto che problema dell’intera
narrazione. Nel primo atto Barry Allen torna nel passato quando,
dopo aver ricordato la sua infanzia e la morte della madre, corre
così velocemente da entrare nella Speed Force. Qui capisce di poter
tornare indietro nel tempo, e inizia ad esplorare e studiare la sua
nuova capacità: è proprio nel suo “regno temporale” che Barry può
accedere a quello che chiama “cronobaleno”, qualcosa che gli
permette di poter vedere in contemporanea diversi esiti di eventi e
linee temporali.
In questo modo, Barry può entrare in
uno di quei punti del tempo e modificarlo. Anche se ha la capacità
di cambiare le cose, ciò non vuol dire che gli esiti siano
prevedibili una volta fatto ritorno nel presente. Nel
multiverso della DC, infatti, le cose
funzionano diversamente rispetto a quanto si potrebbe vedere nel
MCU (molto più lineare). In questo universo, una sola
alterazione del passato non va a intaccare solo il presente e il
futuro, ma anche il passato antecedente l’alterazione, grazie alla
retrocausalità.
Quindi, di conseguenza, non si può
prevedere nulla. Abbiamo un esempio con una scena del film molto
toccante, quando Barry Allen torna indietro nel tempo per mettere
il barattolo di pomodoro – che la madre aveva dimenticato – nel suo
carrello, facendo sì che il padre dopo non debba uscire per andarlo
a comprare e impedendo, quindi, che lei venga uccisa. Da questa
azione, però, i cambiamenti che si generano sono tantissimi e Flash
non ha potuto prevedere nessuno di questi.
Batman e il multiverso spaghetti:
cosa significa?
Quando in The
Flash Barry Allen torna indietro nel tempo e incontra
il Barry alternativo, gli dice di dover rintracciare la
Justice League che, in quell’universo, non esiste. L’unico è
Batman, dal quale i due si recano per poter capire come aggiustare
le cose. Quando però Barry arriva, quello che si trova di fronte –
dopo una lotta in cucina – è il Bruce Wayne di
Michael Keaton, non di
Ben Affleck, uno degli esempi proprio di retrocasualità
inaspettata e imprevedibile. La versione di Keaton conosce però il
multiverso e i concetti su cui si fonda, dando conferma ai due
Barry della sua esistenza. Dice anche che le linee temporali del
multiverso DC sono molto più interconnesse e intrecciate e per
niente lineari, e una volta scolati gli spaghetti, mette il piatto
davanti ai due ragazzi per usarli come metafora.
Esattamente come gli spaghetti, ci
sono dei punti in cui le linee temporali sono ingarbugliate, ed
alcuni di questi punti si incrociano come fulcri nel multiverso.
Vengono chiamate “inevitabilità intersezionali”, ciò vuol dire che
alcuni personaggi ed eventi non possono essere cambiati e, proprio
come li descrive Barry Allen stesso, sono momenti di destino. Così
Flash scopre e capisce che ci sono alcune intersezioni che
non possono essere soggette a modifiche, per quanto si
tenti di cambiarle. Come, ad esempio, sua madre: Barry non può
salvarla e impedire al tempo stesso che l’intero universo si
distrugga: è una conseguenza inevitabile.
La spiegazione delle tre linee
temporali di The Flash
All’interno di The
Flash ci sono ben tre linee temporali principali. La
prima, è quella principale DC, quella che il pubblico già conosce
grazie ai film precedenti, e che ha al suo interno tutti gli eventi
del
DCEU, iniziando con L’uomo d’acciaio del 2013. In questa timeline, la
madre di Barry è stata uccisa quando lui era al piano di sopra a
disegnare e il padre era andato a comprare il barattolo di pomodori
che lei aveva dimenticato. È la linea temporale che Barry Allen
prova a modificare, tornando indietro nel tempo e mettendo la
lattina dentro il carrello della madre al supermarket, in modo tale
che il padre non debba uscire per andarlo a prendere, evitando così
la sua morte.
La seconda timeline è la conseguenza
dell’alterazione di Barry Allen. In questa linea temporale la madre
di Barry è ancora viva, il padre non è in carcere e Barry cresce
con entrambi i genitori. Il problema, però, è che l’universo a
causa di questa modifica è cambiato, e i metaumani non esistono. Di
conseguenza, la Terra non è mai stata protetta prima dell’arrivo di
Zod. Non c’è traccia di
Wonder Woman, Cyborg gioca ancora a football,
Aquaman non esiste e
Superman è stato ucciso da Zod quando era piccolo, diversamente
da come invece vediamo in L’uomo d’acciaio di Snyder. In questa
timeline esiste solo il
Batman di
Michael Keaton, che si è ritirato dopo aver reso sicura Gotham
City.
L’ultima – e terza – timeline si
forma invece quando Flash, dopo aver visto gli universi del
multiverso collidere e aver capito che non può lasciar vivere la
madre, torna ancora una volta indietro per aggiustare i suoi errori
e non mettere mai quel barattolo di pomodoro nel carrello della
madre, facendola morire (di nuovo). Quando però riposiziona la
lattina sullo scaffale, sistema anche tutti gli altri più in alto,
in modo tale che la telecamera possa riprendere il padre mentre va
al supermercato, poiché quel filmato gli serve nel presente, al
processo, per scagionarlo dalle accuse dell’uccisione della madre.
Così agendo, Barry inevitabilmente crea altri cambiamenti: Batman, quando torna nel
suo presente, è diverso, ed è interpretato da
George Clooney, mentre della Justice League non è chiaro il destino. Solo
la scena post-credits conferma
Jason Momoa come
Aquaman.
Tutti gli universi del multiverso
DC
In The
Flash non è compresa solo la timeline del
DCEU o le sue linee temporali alterate, ma come è ben chiaro
nel finale, quando Barry Allen e Dark Flash sono nella Speed Force,
ci sono tanti altri universi presenti nel multiverso, che fra
l’altro sono quelli che contengono i camei più amati del film.
Troviamo infatti, ad esempio, l’universo DC in bianco e nero, in
cui appare in digitale il Superman di George Reeves degli anni
’50.
C’è anche l’universo della serie
televisiva di Batman degli anni
Sessanta, in cui è Adam West a vestire i panni del Cavaliere Oscuro
e il suo più grande villain,
Joker, è interpretato da Cesar Romero. È presente poi
l’universo del Superman di Christopher
Reeves e della Supergirl di Helen Slater (spin-off dei film di
Richard Donner). E, infine, quello del Superman di
Nicolas Cage, mai visto su schermo in quanto il film in cui lo
rappresentava, Superman Lives di Tim Burton, fu poi cancellato.
Nella Speed Force, questi mondi stanno per essere distrutti, prima
che Flash torni ancora indietro per evitare il disastro.
Il mercenario Tyler
Rake di Chris Hemsworth, esperto di battaglie, miete
un numero ingente di vittime in Tyler Rake e Tyler Rake 2. Con Hemsworth che sembra essersi lasciato alle
spalle il ruolo di Thor – almeno per il momento –
quello di Tyler Rake (Extraction) è diventato
il suo nuovo grande franchise.
L’originale del 2020 ha garantito
alla star un grande successo di streaming e un personaggio che gli
ha permesso di usare le sue doti drammatiche e, al contempo, alzare
l’asticella del genere action al massimo: il numero di morti che ha
accumulato da solo nella saga potrebbe tranquillamente competere
con quelle perpetrate da Rambo o John
Wick.
Il numero di uccisioni del primo
Tyler Rake è 80
Secondo AOBG
– gli esperti in materia di bodycount nei film – il conteggio
finale di uccisioni per mano di Rake Tyler Rake è di 80. La maggior parte di questi
sono stati uccisi con un fucile d’assalto o una pistola, anche se
non sono mancati accoltellamenti ed esplosioni.
Naturalmente, la sua uccisione più
famosa avviene con una vera e propria ascia (axe, in
inglese): l’opportunità di un gioco di parole visivo e linguistico
– axe/extraction – era evidentemente troppo ghiotta
per i registi per lasciarsela sfuggire.
Rake uccide 29 persone nel
sequel
Mettere insieme il numero
di vittime di Tyler Rake 2 è un po’ più complicato, perché
può essere difficile distinguere gli avversari che
Rake ha ferito da quelli che ha ucciso. Ad
esempio, durante la scena della rivolta nella prigione, c’è un
momento in cui Rake spara con la mitragliatrice a tre prigionieri,
anche se un’analisi più attenta rivela che li ha colpiti alle
gambe. In base alle morti che possono essere confermate
fisicamente, in Tyler Rake 2 il mercenario ha ucciso 29
persone. Anche se si tratta di un numero considerevolmente
inferiore a quello del primo film, il sequel punta sulla qualità
anziché sulla quantità.
In questo secondo capitolo,
Rake abbatte non uno, ma ben DUE elicotteri
d’attacco, uccide un prigioniero usando un manubrio mentre, quella
che probabilmente è la morte più memorabile, include anche alcuni
attrezzi da palestra e la testa di uno sfortunato scagnozzo.
Vediamo Rake combattere contro avversari rivestiti da capo a piedi
con un’armatura, il che rende ancora più difficile l’attacco e
aumenta il numero di combattimenti corpo a corpo. In totale, questo
significa che il Rake di Hemsworth ha ucciso 109 persone in entrambi i
film di Tyler Rake, un punteggio più che rispettabile
per qualsiasi eroe d’azione.
The
Flash è finalmente uscito nei cinema il 15 giugno
2023, con
Ezra Miller che riprende il ruolo di Barry Allen,
alias Flash, dopo essere apparso in
Justice League, Suicide
Squad e Peacemaker. Diretto da Andy
Muschietti, The
Flash ha cambiato definitivamente la forma
dell’Universo DC, aprendo la strada allo sviluppo del nuovo
DCU di James
Gunn e Peter Safran che vedremo nei
prossimi anni. Sebbene basato sull’evento Flashpoint del 2011 della
DC Comics di Geoff Jones, The
Flash ha apportato diverse modifiche significative
alla trama del crossover.
Analogamente all’evento
Secret Wars della Marvel Comics del 2015,
Flashpoint della DC Comics ha stabilito una nuova
linea temporale, unendo le linee temporali DC, Vertigo e WildStorm
nella linea New 52. Flashpoint aveva una trama
drammatica che coinvolgeva Barry Allen che si svegliava in una
nuova realtà in cui sua madre non era mai morta, portando a una
serie di cambiamenti estremi nell’Universo DC. Questa trama è stata
adattata liberamente per The
Flash del 2023, con l’eroe che ripristina l’Universo
DC, ponendo effettivamente fine al DCEU e consentendo al nuovo
DCU di Gunn di partire con Superman:
Legacy nel 2025. Ecco 10 dettagli di
Flashpoint che nel film diretto da Andy
Muschietti sono stati modificati.
Wonder Woman e Aquaman non sono in
guerra in The
Flash
Uno degli elementi chiave
di Flashpoint della DC Comics che è stato omesso
da The
Flash è la guerra in corso tra le Amazzoni di Wonder Woman e gli Atlantidei di Aquaman. Sia Gal Gadot che
Jason Momoa hanno un cameo in The
Flash, ma sono solo brevi scorci che hanno avuto un
impatto minimo sulla storia.
Nei fumetti, tuttavia, la brutale
battaglia tra le due forze opposte aveva lasciato dietro di sé una
scia di distruzione, decimando gran parte dell’Europa. La guerra è
iniziata con la sabotata cerimonia nuziale di Diana Prince e Arthur
Curry, e termina con un’epica battaglia tra la coppia, The Flash, Superman e
Batman, prima che la linea temporale venga ripristinata.
Il padre di Barry Allen è morto in
Flashpoint della DC Comics
The
Flash ha visto Barry Allen di
Ezra Miller viaggiare indietro nel tempo per
salvare la vita di sua madre, e poi lo trova intrappolato nel 2013
in un mondo in cui sua madre, suo padre e il suo io più giovane
sono tutti vivi e vegeti. Nella trama Flashpoint
della DC Comics, tuttavia, Barry si sveglia in un mondo in cui sua
madre è viva, ma suo padre è morto per un attacco di cuore tre anni
prima.
Nel film, Ron
Livingston ha sostituito Billy Crudup nel
ruolo di Henry Allen, e mentre Barry potrebbe non essere in grado
di salvare sua madre, apporta una piccola modifica alla sequenza
temporale che consente a suo padre di essere liberato.
Thomas Wayne è diventato Batman (e
Bruce Wayne è stato ucciso)
Flashpoint Comics ha
mostrato una visione contorta e oscura dell’Universo DC, un aspetto
chiave di questo è stata l’esplorazione di un Batman più violento e
aggressivo. Quando incontra il viaggiatore nel tempo Barry Allen,
Batman si rivela essere Thomas Wayne, trasformatosi nel vigilante
che combatte il crimine dopo la morte di suo figlio, Bruce.
In The
Flash, invece di avere un aggressivo Batman/Thomas
Wayne, abbiamo
Michael Keaton che ha ripreso il suo ruolo di
Bruce Wayne da Batman e Batman
Returns di Tim Burton. Ciò ha offerto una
versione più spensierata di Batman rispetto alla sequenza temporale
di Flashpoint, anche se sarebbe stato fantastico
vedere Jeffrey Dean Morgan tornare nei panni di
Thomas Wayne, interpretando un Crociato Incappucciato più
oscuro.
Martha Wayne è il Joker in
Flashpoint
La tragedia che ha colpito
la famiglia Wayne nell’evento Flashpoint ha fatto
sì che le vite di Thomas e Martha Wayne venissero cambiate per
sempre. Mentre Thomas è diventato una versione del Cavaliere
Oscuro, Martha è impazzita a causa dalla morte di suo figlio,
diventando l’iterazione del Joker di
Flashpoint.
Lavorando con la sua versione di
Harley Quinn, nota come Yo-Yo, Martha diventa l’arcinemica di
Thomas, paralizzando la compagna vigilante Batman, Catwoman, e alla
fine si suicidandosi dopo aver appreso la verità sulla loro linea
temporale. Questa trama è stata completamente omessa da The
Flash.
Diversi personaggi di Flashpoint
mancano da The
Flash
Per adattarsi alla versione in
live-action di The
Flash, molti personaggi di
Flashpoint dovevano essere completamente
rimossi dalla trama. Questi includono artisti del calibro di
Deathstroke, che è stato interpretato da
Joe Manganiello in Justice League, e il suo equipaggio
di pirati, Booster Gold, che apparirà nel nuovo
universo DC di Gunn, e Hal Jordan, alias Lanterna
Verde.
Cyborg appare in
Flashpoint come l’eroe principale del mondo,
facendo le veci di un Superman momentaneamente assente, ma
Ray Fisher non è tornato per il film.
Flashpoint è stato un crossover epico che
presentava versioni alterate di molti personaggi della storia della
DC, ma questo aspetto, nel film è stato ridotto in maniera
massiccia.
In Flashpoint,
Barry Allen si sveglia in una linea temporale alternativa in cui
non è Flash e non ha poteri, ma è ancora l’unico Barry Allen al
mondo. In The
Flash, tuttavia, il viaggio nel tempo di Barry lo vede
bloccato nell’anno 2013, dove è in grado di conversare con il suo
io più giovane, interpretato sempre da
Ezra Miller.
The
Flash permette al Barry originale di perdere i suoi
poteri, mentre il Barry più giovane li acquisisce e inizia la sua
trasformazione in un Flash più oscuro. Ciò non
accade in Flashpoint, ma la scelta del film
permette a Miller di mostrare la sua bravura nel dare vita a due
Barry differenti sempre a schermo.
Superman è stato sostituito da
Supergirl in The Flash
Nonostante mantenga gli
stessi elementi della storia a fumetti, il film del 2023 non
coinvolge Kal-El, ma invece sua cugina, Kara Zor-El. In
Flashpoint, Superman è stato trovato sulla Terra
da bambino, imprigionato e sottoposto a esperimenti dal governo
degli Stati Uniti, anche se in seguito viene salvato da Flash,
Batman e Cyborg e si unisce alla battaglia.
In The
Flash, la stessa storia vede protagonista la Supergirl
di Sasha Calle, che viene salvata dai due Flash e
dal Batman di
Michael Keaton da una struttura in Siberia.
Supergirl si unisce alla lotta contro il generale Zod in modo
simile alla sua controparte a fumetti di
Flashpoint.
Il viaggio nel tempo di Flash è
diverso da quello nei fumetti DC
Il viaggio nel tempo è al centro
della trama di The
Flash, poiché Barry Allen viaggia indietro nel tempo
nel tentativo di fermare l’omicidio di sua madre. In tal modo,
tuttavia, crea la linea temporale alternativa. Barry Allen compie
questa impresa correndo così velocemente da ottenere l’accesso alla
Speed Force e al Chronobowl, un’area che gli consente di accedere
al multiverso e scegliere in quale linea temporale entrare.
Questo è diverso dal viaggio nel
tempo visto in Flashpoint, in cui Barry si sveglia
semplicemente nella linea temporale alternativa, e il ripristino
della linea temporale avviene mentre lui corre più veloce della
velocità della luce, senza accedere al Chronobowl.
Il Reverse-Flash viene ucciso da
Batman in Flashpoint
Il Reverse-Flash,
l’arcinemico di Barry Allen, è una parte importante dell’evento
Flashpoint, ma non è affatto presente in The
Flash del 2023. Sebbene
Ezra Miller interpreti anche una versione più oscura
di The
Flash, poiché il giovane Barry è corrotto dalla sua
conoscenza del viaggio nel tempo, questo personaggio non viene mai
chiamato Reverse-Flash.
In Flashpoint,
Barry è portato a credere che Reverse-Flash di Eobard
Thawne sia la causa della linea temporale alterata, anche
se durante lo scontro finale tra i due rivela la verità. Il
Reverse-Flash viene infine ucciso da Batman in
Flashpoint, mentre l’oscuro Velocista in The
Flash viene ucciso dal collidere dei mondi, nel
finale.
Bruce Wayne riceve un messaggio da
suo padre
Mentre la fine sia di The
Flash che di Flashpoint esplora
Barry Allen in una nuova linea temporale, l’impatto di entrambi i
finali è molto diverso. In The
Flash, Barry ha apportato un cambiamento al passato
che ha permesso a suo padre di essere esonerato, e scopre che il
Bruce Wayne di quella linea temporale non è più
Ben Affleck ma George Clooney.
Il Flashpoint,
Barry ritorna alla versione di Batman che conosce, ovvero Bruce
invece di Thomas, regalando al Crociato Incappucciato un messaggio
di suo padre nella timeline di Flashpoint. Questo
finale emotivo manca in The
Flash, anche se lo zampino di Flash nel liberare suo
padre è una conclusione felice, per il nostro Velocista.
“Il Multiverso è qualcosa d cui
sappiamo estremamente poco“. Tra i viaggi nel tempo di Doc in
Ritorno al Futuro ai supereroi, il film su
questo argomento sono aumentati. L’idea dell’esistenza di più
universi è un concetto fantascientifico che esiste da decenni, ma
per quanto riguarda i film, le storie di persone che viaggiano in
universi diversi sono diventate di moda solo di recente. Per
esempio, Rick and Morty è una serie animata basata sui
viaggi nel tempo. E naturalmente, una volta che il MCU ha iniziato a
esplorare i multiversi, altri franchise l’hanno inevitabilmente
seguito.
Alcuni dei film più grandi e di
maggior successo degli ultimi anni sono stati ambientati
all’interno del multiverso, che sembra destinato a rimanere finché
il pubblico continuerà a trovare interessante questo concetto. Di
seguito sono riportati alcuni dei film sul Multiverso più degni di
nota di tutti i tempi, classificati dal peggiore al migliore.
The One (2001)
The One non è il
film numero uno del multiverso se giudicato in base alla qualità.
Questo va sottolineato, perché non è esattamente un film che la
critica ha accolto con entusiasmo. Il film d’azione e di
fantascienza vede come protagonista Jet Li, il cui personaggio è costretto a
combattere contro un’altra versione di se stesso.
Un agente che si sposta
nell’universo e che ha ucciso varie altre versioni alternative di
se stesso, diventando più potente a ogni uccisione. Uscito nel 2001
ha il merito di aver anticipato il tema del Multiverso nei film
d’azione prima che le pellicole incentrate su questo argomento
prendessero veramente piede, e anche se non può essere considerato
pienamente un magistrale precursore, può almeno essere definito in
anticipo sui tempi.
Non è né il peggiore né il migliore
film del MCU a essere legato al multiverso
in qualche modo, ma vale la pena menzionarlo per la sua premessa
incentrata sul multiverso, anche se non l’ha esplorato quanto
avrebbe dovuto.
The Flash (2023)
Se giudicato come un film sui
supereroi o sui viaggi nel tempo, The Flash può vacillare un po’, ma almeno
utilizza bene il multiverso. È il primo film nelle sale
cinematografiche a concentrarsi sul personaggio di Barry Allen già
visto in Justice League (2017) e nel più apprezzato
Justice League (2021) di Zack Snyder.
È facile vederla come la risposta
della DC ai vari film del MCU e di altri film Marvel che utilizzano bene il
multiverso, con The
Flash che porta in scena versioni multiple di personaggi
familiari (e alcune versioni alternative inedite) e le inserisce in
un unico film. Resta da vedere se questo concetto continuerà a
essere esplorato nei futuri film della DC.
Last Action Hero (1993)
Film d’azione che è anche una
parodia dei film d’azione, Last Action Hero del 1993 è un film di
Arnold Schwarzenegger molto sottovalutato che
ha guadagnato almeno un seguito di culto negli anni successivi alla
sua uscita. Il film segue un ragazzo che viene risucchiato nel
mondo di un film d’azione che ama, con i personaggi immaginari che
finiscono per farsi strada anche nel mondo reale.
Può essere considerato un
proto-multiverso, perché, pur non essendo un film multiverso nel
senso moderno del termine, sfrutta molto la premessa che ogni film
sia effettivamente un universo a sé stante. Inoltre, ci sono due
Arnold Schwarzeneger, visto che interpreta
(brevemente) se stesso e il personaggio fittizio che interpreta nel
film all’interno del film. Potrebbe farvi strabuzzare gli occhi, ma
in modo divertente.
Coherence (2013)
Coherence è uscito
qualche anno prima della recente ondata di blockbuster sul
multiverso e ha dimostrato come sia possibile esplorare un concetto
così vasto con un budget ridotto. Questo film di fantascienza/mistero del 2013 è
stato realizzato con soli 50.000 dollari e segue le stranezze che
iniziano ad accadere a un gruppo di persone durante una cena quando
una cometa vola sopra di loro.
La realtà si piega in modi
interessanti man mano che il film va avanti, con gli io alternativi
– e la possibilità che due universi si incrocino – esplorati in
modo efficace all’interno di una storia su piccola scala e con un
budget ridotto. È un film coinvolgente e stimolante, nonché uno dei
film più creativi e concreti sul tema del multiverso.
Spider-Man: No Way Home (2021)
Uscito qualche mese prima di
Doctor Strange nel Multiverso della Follia,
Spider-Man: No Way Home è generalmente
considerato il miglior film del MCU incentrato sul
multiverso. Peter Parker si scontra con cattivi provenienti da
altre realtà, che il pubblico riconoscerà dai precedenti film di
Spider-Man che non facevano parte del MCU.
Anche se non sono stati mostrati nel
marketing, il viaggio nell’universo alla fine porta gli Spider-Man
precedenti – interpretati da Tobey Maguire e Andrew Garfield – a entrare nel mondo dello
Spider-Man di Tom Holland e ad aiutarlo nell’atto finale. Si è
trattato di un crossover semplice ma piacevole per il pubblico e di
un uso complessivamente efficace del multiverso, a cui i futuri
film del MCU che affronteranno lo stesso
concetto saranno in ultima analisi paragonati.
The Lego Movie (2014)
Un altro film uscito in anticipo,
che probabilmente ha avuto una certa influenza sul paesaggio della
cultura pop del 2020, ricco di multiversi, The Lego
Movie è stato un film sorprendentemente buono che si è
rivelato un successo di critica e commerciale. Seguiva un
personaggio Lego apparentemente ordinario che veniva coinvolto in
un’enorme battaglia contro una forza malvagia che sembrava
determinata a distruggere tutti i mondi Lego.
Questo porta a un’abbondanza di
luoghi nuovi e unici da visitare per i personaggi, e un’altra
realtà non-Lego (una realtà in carne e ossa) è persino presente in
modo prominente verso la fine del film. Non offre lo stesso tipo di
viaggio nell’universo di altri film sul multiverso, ma si può dire
che appartenga comunque allo stesso campo.
Spider-Man: Across the Spider-Verse
(2023)
Quasi subito, Spider-Man: Across the Spider-Verse è
diventato uno dei sequel di film di supereroi più acclamati di
tutti i tempi. Il film segue Miles Morales, che si
è ormai abituato a essere l’Uomo Ragno del suo universo, dopo la
morte di Peter Parker nel film precedente. Tuttavia, le
complicazioni sorgono quando emerge un nuovo cattivo e Miles scopre
altre versioni di Spider-Man che non si fermeranno davanti a nulla
per garantire la protezione dei loro universi.
È un film dal ritmo incalzante,
visivamente straordinario e infinitamente creativo, che mescola
efficacemente azione, umorismo e cuore, affrontando al contempo
temi piuttosto intensi (per gli standard dei film per famiglie). La
fine del film con un cliffhanger particolarmente brusco – che
prepara l’uscita di Beyond the
Spider-Verse nel 2024 – è l’unica cosa che gli
impedisce di eguagliare inequivocabilmente il suo predecessore.
Spider-Man: Into the Spider-Verse
(2018)
Spider-Man: Into the Spider-Verse del 2018
rimane il gold standard per l’utilizzo del multiverso in un film di
supereroi. Serve come storia delle origini per Miles
Morales e allo stesso tempo introduce lui – e il pubblico
– allo Spider-Verse, con altre versoni che entrano
in contatto con Miles e vengono coinvolti in una battaglia per
proteggere tutte le loro diverse realtà.
Utilizza questa premessa per
commentare (e a volte parodiare) i precedenti film sull’Uomo Ragno,
ma trova anche il modo di estrarre dal multiverso drammi e sviluppi
avvincenti dei personaggi. È un film incredibilmente intelligente
che è anche spettacolare da guardare e che riesce abilmente ad
attrarre il pubblico di grandi e piccini.
Everything Everywhere All at Once
(2022)
Se Into the
Spider-Verse ha mostrato il potenziale di una premessa
multiverso al suo meglio, Everything Everywhere All at Once si è spinto
ancora più in là, diventando un enorme successo. Il film racconta
di una donna di mezza età che si ritrova inaspettatamente al centro
di una battaglia che determinerà il destino del multiverso, con la
necessità di sfruttare i poteri dei suoi io alternativi per
combattere la forza più potente che il multiverso abbia mai
conosciuto.
È stato realizzato con un budget
modesto e utilizza la pura immaginazione per spingersi in luoghi in
cui nessun altro film è mai riuscito ad arrivare prima. È
divertente, straziante, emozionante e divertente in egual misura, e
alla fine si pone come il migliore dei migliori quando si tratta di
film sul multiverso. Everything Everywhere All at Once è il film da
battere, per qualsiasi altro film che utilizzi il multiverso in
futuro.
Negli ultimi anni Netflix non si è risparmiata nel proporre ai
propri abbonati film di propria produzione di genere
action. Veri e propri blockbuster dalle grandi ambizioni
tecniche, che possono però essere goduti nella comodità del proprio
salotto. Titoli come 6 Underground, Red Notice o The Grey Man. In mezzo a questi, spicca
però Tyler Rake (qui la recensione), diretto nel
2020 dall’esordiente Sam Hargrave e prodotto dai
fratelli Anthony e Joe Russo
(registi di Avengers: Infinity War e
Avengers: Endgame), con il secondo dei
due anche sceneggiatore del film.
Basato sulla graphic novel
Ciudad di Ande Parks, Joe Russo, Anthony
Russo, Fernando León González ed Eric
Skillman, il film rielabora la figura del mercenario per
dar vita ad un epico racconto che fa della spettacolarità tecnica
il suo maggior pregio. Ci sono infatti sequenze ad alto impatto
visivo nel film, tra cui un piano sequenza estremamente complesso e
dinamico che ha tenuto e tiene ancora gli spettatori con gli occhi
incollati allo schermo. Un’opera dunque particolarmente grintosa,
che non ha scontentato gli appassionati del genere ma ha anzi
offerto loro una visione irrinunciabile.
Un successo puro quello del film,
divenuto in breve tempo tra i più visti tra quelli presenti nel
catalogo dell’azienda. A distanza di qualche anno, continua inoltre
a vantare traguardi tecnici insuperati per questo genere di opere.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad
esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e ad altro ancora. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Tyler
Rake
Ambientato prevalentemente a Dhaka,
in Bangladesh, il film ha per protagonista il mercenario
Tyler Rake. Silenzioso e solitario, questi viene
contattato dall’agente Nik Khan per una missione
apparentemente ordinaria: recuperare il figlio di un signore della
droga, rapito da un suo spietato rivale. Il compito si rivelerà
tuttavia essere più complesso del previsto, e nel corso degli
eventi Rake dovrà capire di chi fidarsi mentre combatte anche con
il proprio tormentato passato. La vicinanza con il ragazzo,
infatti, lo spingerà a ripensare alla sua intera vita.
L’attore Chris Hemsworth
interpreta, come noto, il protagonista Tyler Rake. Un ruolo per cui
si è preparato molto da un punto di vista della resistenza fisica,
così da poter interpretare personalmente quante più scene
possibile. Accanto a lui, l’attore Rudhraksh
Jaiswa interpreta Ovi Mahajan Jr., figlio del signore del
crimine indiano Ovi Mahajan Sr., il quale è invece interpretato da
Pankaj Tripathi. L’attrice Golshifteh
Farahani ricopre il ruolo di Nik Khan, un mercenario e
partner di Tyler, mentre David Harbour è
Gaspar, ex compagno di squadra di Rake.
Tyler Rake: il
piano-sequenza di 11 minuti e il finale
Il regista Sam Hargrave ha
dichiarato che il piano sequenza di 11 minuti e 29 secondi è
composto da ben 36 diverse sequenze diverse, unite poi insieme al
montaggio. Alcune di quelle sequenze hanno richiesto ben 25 riprese
l’una affinché potessero allinearsi correttamente e dare dunque il
senso di continuità necessario. Per riuscire a girare tutto ciò la
troupe aveva a disposizione dieci giorni, prima dei quali l’intera
sequenza è stata più volte provata e studiata nei minimi dettagli,
dai movimenti degli attori fino a quelli della macchina da presa.
Solo così si è potuti arrivare preparati alle riprese vere e
proprie.
Per quanto riguarda il finale,
sempre il regista ha dichiarato in un’intervista che “l’abbiamo
girato in un modo volutamente ambiguo. Se guardi il film e senti
che la redenzione di Tyler è completata attraverso il sacrificio,
allora lo vedrai in un modo, con il ragazzo che lo onora attraverso
una visione. Oppure, se hai amato il personaggio e il suo superare
tutte le probabilità di sopravvivere è ciò che ha reso la storia
buona per te, allora vedrai Tyler Rake in quell’immagine“. Il
finale, inoltre, lasciava aperta la possibilità ad un sequel, poi
effettivamente realizzato.
I sequel di Tyler Rake: Tyler
Rake 2 e Tyler Rake 3
Il 16 giugno del 2023 arriva infatti
su Netflix Tyler Rake 2, diretto
nuovamente da Sam Hargrave e scritto da Joe Russo. Chris
Hemsworth, Golshifteh Farahani e
Adam Bessa riprendono i loro ruoli, mentre
Olga Kurylenko e Idris Elba si
aggiungono al cast. In questo secondo film, il mercenario è pronto
per una nuova missione. Insieme alla sua squadra, viene infatti
ingaggiato per salvare il figlio di un boss malavitoso che è stato
rapito da un trafficante di armi e droga georgiano. Durante la
missione di salvataggio il trafficante però muore e suo
fratello, altrettanto spietato, decide di dare la caccia a Tyler e
ai suoi per vendicarlo.
Mentre Tyler Rake 2 si
afferma come uno dei film più visti su Netflix, guadagnando
consensi per le sue interpretazioni e, in particolare, per le scene
d’azione (tra cui un piano sequenza di ben 21 minuti), sono attualmente in corso le
trattative anche per un terzo capitolo. Tyler Rake
3 sembra infatti sempre più probabile, dato il grande
successo che i primi due film hanno riscontrato e stanno
continuando ad ottenere. Al momento non vi sono certezze, ma è
molto probabile che nelle prossime settimane verrà annunciato di
più a riguardo.
Il trailer di Tyler Rake e
come vedere il film in streaming su Netflix
Come anticipato, è possibile fruire
di Tyler Rake unicamente grazie alla sua
presenza nel catalogo di Netflix, dove attualmente
è al 2° posto della Top 10 dei film più visti sulla
piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque
sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo
tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare il titolo
in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi
anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.
L’attrice Sasha
Calle ha fatto il suo debutto come nuova interpretazione
di Supergirl inThe
Flash (leggi qui la recensione),
sfruttando al massimo il suo tempo relativamente breve sullo
schermo per offrire una svolta memorabile nei panni della Ragazza
d’Acciaio. Dopo averla vista nel film, dove ruba la scena ai suoi
colleghi in più occasioni, in molti si sono chiesti se l’attrice
tornerà ad indossare il costume della supereroina anche per futuri
progetti DC.
Un sequel di The Flash
sembra improbabile, dato il suo weekend di apertura particolarmente
deludente al botteghino, ma sappiamo che è in fase di sviluppo un
film di Supergirl da solista, quindi c’è qualche possibilità che
Calle possa riprendere tale ruolo? Durante un’intervista con
USA Today, l’attrice ha
confermato di aver incontrato il co-CEO dei DC Studios
Peter Safran per discutere del suo futuro come
Supergirl.
“Spero di continuare a
interpretare Supergirl“, ha affermato l’attrice. “La amo
così profondamente e mi sento così legata a lei.” L’attrice
non si sbilancia sulle reali possibilità di riprendere il ruolo, ma
date le lodi ricevute dall’attrice con la sua interpretazione,
Safran e James
Gunn potrebbero seriamente prendere in considerazione la sua
partecipazione anche a futuri film DC, interpretando sempre
Supergirl. A meno che non decidano che la migliore linea d’azione è
recidere completamente i legami con l’attuale era DCEU e
ricominciare totalmente da capo.
The Flash: la trama e il cast del film
The
Flash è uscito al cinema il 15 giugno
2023 distribuito da Warner Bros Italia.
Nel film, Barry Allen usa i suoi superpoteri per viaggiare indietro
nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo
di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry
rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato,
minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi.
L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione
un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano
imprigionato… malgrado non sia più colui che sta cercando.
Fanno parte del cast di
The
Flash l’attore Ezra Miller nei panni
del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da
JusticeLeague, ma anche l’astro nascente
Sasha Calle nel ruolo
di Supergirl,
Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”),
in quelli del Generale Zod, Ron Livingston
(“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”),
Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también –
Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack
Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”),
Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo
d’acciaio”) e Michael Keaton (“Spider-Man: Homecoming”,
“Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30
anni.
Black Mirror torna
su Netflix dopo una lunga assenza. Iniziato nel
2011 riscuote successo solo dopo il 2016 quando per la prima volta
viene prodotta una stagione dal colosso dello streaming. Si tratta
di una serie antologica che si concentra prevalentemente su storie
di fantascienza/mistero/thriller spesso cupe e che tendono a
commentare il rapporto dell’umanità con la tecnologia, sia che si
tratti di quella attuale che di quella futuristica che ancora non
esiste (ma che un giorno potrebbe esistere). Black Mirror
6 arrivato su Netflix il 15 giugno, come leggerete nella
nostra recensione, divide i fan.
Nella sesta
stagione, tuttavia, le cose sono un po’ diverse: gli
elementi fantascientifici sono stati ridotti in modo sorprendente.
Tre dei cinque episodi sono ambientati nel passato, uno sembra
essere nel presente e solo uno sembra essere futuristico. Un
cambiamento che è stato criticato dai fan della serie che da
qualche tempo sembra aver perso la sua reale attrattiva. Il tutto
si traduce in una stagione di Black Mirror
piuttosto strana, perplessa e a volte interessante, con i cinque
ultimi episodi classificati di seguito dal peggiore al
migliore.
Mazey Day 6×04
Già in un episodio della stagione
precedente si racconta il tema della celebrità e delle sue insidie.
In Mazey Day, quarto episodio di Black
Mirror 6, si ripercorre la stessa strada ma in modo
diverso così tanto da generare l’episodio meno incisivo della
stagione. Le cose iniziano abbastanza bene: la premessa incentrata
su un paparazzo a corto di soldi che viene incaricato di scattare
una foto a un’attrice problematica, poiché la stampa parla di una
sua possibile dipendenza. L’episodio è ambientato negli
anni Duemila e, sebbene non presenti elementi di
fantascienza, analizza i media, l’industria dell’intrattenimento e
il potere della tecnologia (in questo caso, delle fotografie) di
danneggiare in modo permanente la vita di una persona.
L’episodio di soli 40 minuti si
prende però il primo posto come episodio con il minutaggio più
breve della serie. La parte più contestata è il finale giudicato da
molti frettoloso e arrangiato, dà l’impressione che lo
sceneggiatore (Charlie
Brooker) non sapesse come concludere la storia in modo
adeguato.
Loch Henry 6×02
Loch Henry è il
titolo del secondo episodio di Black
Mirror 6. A differenza del precedente, in Loch Henry la
messa in scena dell’episodio lascia a desiderare ma il finale è
davvero devastante. L’episodio segue una giovane
coppia, Davis e Pia, che si reca in una piccola città
della Scozia dove Davis è cresciuto, con l’intenzione di girare una
sorta di documentario naturalistico. Ben presto, però, diventano
più interessati a realizzare qualcosa di diverso, dato che la
cittadina è nota per una serie di crimini avvenuti in passato.
Con Loch Henry è
evidente l’intento di mettere in discussione il modo in cui la
gente sembra morbosamente affascinata dai veri crimini, anche a
costo di trascurare ciò che vogliono i sopravvissuti o i parenti
delle vittime di un crimine. Non si tratta di nulla che non sia già
stato detto in precedenza, anche se alla fine da un punto di vista
interessante.
Joan Is Awful 6×01
Joan Is Awful torna
nel futuro distopico alla Black Mirror e cerca n
tutti i modi di portare avanti una denuncia alle
piattaforme di streaming che si vedrà anche in
altri episodi. Qusto primo episodio di Black Mirror
6 segue una donna di nome Joan. Una notte, scopre che un
servizio di streaming ha realizzato una serie televisiva sulla sua
vita che la fa sembrare peggiore utilizzando una Salma Hayek falsificata, l’intelligenza
artificiale e la CGI avanzata per avere un episodio per ogni giorno
della sua vita, che viene distribuito sulla piattaforma Streamberry
ogni notte.
Le domande sollevate da questa
premessa sono molte, e alcune spiegazioni
dell’episodio funzionano, mentre altre sembrano un po’ affrettate.
Verso la fine dell’episodio si arriva ad alcuni punti più profondi
e sconosciuti. Per il resto, però, non si tratta di un episodio dal
ritmo incalzante, con i primi 40 minuti che costituiscono un
Black Mirror di buon livello.
Beyond the Sea 6×03
Black Mirror 6 è
ricca di nomi importanti: ma Beyond the Sea è
probabilmente l’episodio più ricco di star, con la presenza di
attori del calibro di Aaron Paul, Josh Hartnett e Kate Mara. Sembra l’episodio più
cinematografico della sesta stagione, grazie a una durata di 80
minuti e alla necessità di molti effetti speciali, dato che
l’episodio è parzialmente ambientato nello spazio.
L’episodio è incentrato su due astronauti che
possono trasferire la loro coscienza in repliche sulla Terra e su
ciò che accade quando uno di loro perde la sua famiglia – e il suo
corpo replicato – in un orribile crimine simile a quello della
Manson Family.
Sfortunatamente, è proprio la durata
dell’episodio un punto negativo, poiché dopo una gloriosa prima
parte, la seconda sembra dilungarsi troppo rendendo la narrazione
troppo dispersiva. Aaron Paul è un punto di forza, alla fine
finisce per dover interpretare due personaggi, in un certo senso,
ed è facile capire che la conclusione avrebbe avuto un impatto se
fosse stata raggiunta prima.
Demon 79 6×05
È facile sentirsi in conflitto con
l’episodio finale di Black Mirror 6, Demon
79. È il più divertente del gruppo e presenta una vena di
umorismo dark che ricorda le divertentissime (ed estremamente
incasinate) stagioni pre-Netflix.
Come Beyond the Sea, è forse eccessivamente lungo
con una durata di 74 minuti, ma giustifica il superamento dell’ora
con una narrazione più incalzante. La premessa è intrigante e segue
una giovane donna alla fine degli anni Settanta
che viene apparentemente visitata da un demone che nessun altro può
vedere, il quale le dice che deve commettere tre omicidi in tre
giorni, altrimenti il mondo finirà.
Presenta alcuni degli umorismi e dei
commenti sociali che ci si aspetterebbe, ma non c’è nulla che
riguardi la tecnologia o la fantascienza, il che lo fa sembrare
forse troppo strano per un episodio di Black
Mirror. Sembra cinicamente legato a quest’ultima stagione
perché otterrebbe maggiore visibilità come presunto episodio di
Black Mirror, e non come film separato.
Chris Hemsworth
ha raccontato di essersi sentito preoccupato all’idea di
interpretare il cattivo in Furiosa, l’imminente
prequel di Mad Max: Fury Road. In
un’intervista con Entertainment Weekly, Hemsworth
ha affermato che il film è “enorme e ultraterreno e tutto ciò
che ti aspetteresti dal mondo di Mad Max” e che l’esperienza
di lavorare con Miller è stata straordinaria. Tuttavia, con
l’avvicinarsi della produzione, l’attore ha rivelato di aver
iniziato a preoccuparsi molto per il suo ruolo. “Non ero sicuro
di cosa avrei fatto“, ha affermato.
“Stava iniziando a diventare
spaventoso man mano che mi avvicinavo alle riprese. Poi,
all’improvviso, è scattato qualcosa ed è stata una delle migliori
esperienze che ho avuto“. Parlando di più del suo
coinvolgimento nel film, Hemsworth ha rivelato di aver ricevuto la
sceneggiatura due anni prima che iniziassero le riprese e che
tuttavia, nonostante questo lungo tempo di preparazione, era
terrorizzato all’idea di rovinare il franchise di Mad
Max non fornendo un’adeguata interpretazione del suo
personaggio. “Nella costruzione, e sto parlando di un paio
d’anni, ero spaventato a morte. Mi dicevo, ‘Sto per far deragliare
uno dei più franchise più iconici.’ Abbatterò Mad Max. Sarà colpa
mia.“
Mentre ha ammesso che è stato un
processo difficile, Hemsworth, noto per aver interpretato Thor
nell’universo cinematografico Marvel, ha affermato che lavorare
su Furiosa è stata la migliore esperienza della sua
carriera. “Sono entrato in quel film esausto. Ho pensato: ‘Come
farò a superare tutto questo?’” Tuttavia, l’attore ha
dichiarato che tutto è cambiato una volta che ha iniziato a provare
con Miller. “È stato questo riaccendere la mia energia
creativa… è stata di gran lunga la migliore esperienza della mia
carriera, e qualcosa di cui mi sento più orgoglioso. Mi ha fatto
pensare, il lavoro non è ciò che è estenuante, è il tipo di di
lavoro che è e quanto mi ci dedico e se mi stimola nel modo
giusto“.
Furiosa, quello che sappiamo sul film
In Furiosa Hemsworth recita
insieme all’acclamata attrice Anya
Taylor-Joy, la quale assumerà il ruolo che è stato di
Charlize Theron
in Mad Max: Fury Road.
Sebbene andrà a raccontare le origini di tale personaggi, la trama
vera e propria del film è attualmente ancora sconosciuta. L’attrice
ha però recentemente rivelato che Furiosa è molto diverso da
Fury Road. Mentre quest’ultimo era un “road movie” che
si svolge in pochi giorni,Furiosa è invece descritto come un
racconto più “epico, che si svolgesu un piùlungo periodo di tempo, e in un certo senso impari a conoscere
Furiosa meglio in questo modo“.
Atteso da molti anni e a lungo
bloccato da una disputa legale tra Miller e la Warner Bros. il film
è ora in fase di post-produzione. Furiosa è scritto,
diretto e prodotto da George Miller insieme
al suo partner di produzione di lunga data Doug
Mitchell. Sarà prodotto dal marchio australiano Kennedy
Miller Mitchell di Miller, insieme al partner di Fury
Road, la Warner Bros. Pictures. Furiosa
debutterà nelle sale il 24 maggio 2024.
Gal Gadot
sembra essere pronta ad andare avanti e superare la cancellazione
di Wonder Woman 3. Parlando con
Total Film Magazine per
promuovere il suo nuovo film, Heart of Stone,
l’attrice ha commentato la possibilità di scrivere nuovi capitoli
della sua carriera dopo il periodo passato ad interpretare la
celebre supereroina della DC. Dato che i suoi giorni come Wonder Woman sembrano infatti essere finiti,
dopo che Warner Bros. ha annunciato i piani di James
Gunn e Peter Safran per riavviare il
marchio DC con nuovi film, nuovi personaggi e nuovi attori, la
Gadot guarda ora al futuro.
“Per me, iniziare e sviluppare
storie che mi appassionano è una cosa incredibile. Il fatto di non
dover stare fermo a casa ad aspettare la prossima offerta è
qualcosa che mi dà potere. Mi piace fare cose nuove, mi tiene in
vita“, ha detto l’attrice. Ha poi continuato affermando che
“non solo realizzerò i miei progetti, lavorerò ancora
come attrice su commissione. Ma il fatto che posso andare avanti e
raccontare le storie che mi appassionano – da idee che ho concepito
o da idee che trovo affascinanti da parte di persone che vogliono
collaborare con me: è una cosa incredibile“.
Eppure è un peccato che l’attrice
potrebbe non avere più modo di interpretare la celebre Amazzone
della DC. Il primo film a lei dedicato, Wonder Woman, ha
contribuito a salvare il DC
Extended Universe sul grande schermo, ottenendo recensioni
entusiastiche e incassando 822 milioni di dollari in tutto il
mondo. Tuttavia, il sequel del 2020 Wonder Woman 1984 non ha
convinto allo stesso modo e non è stato capace di realizzare
profitti a causa della pandemia di COVID-19. Non ci sono in realtà
conferme del fatto che la Gadot non vestirà più tali panni, ma le
probabilità sembrano assai scarse. L’attrice, ad ogni modo, guarda
al lato positivo della cosa.
Di tutti i villain di Barry Allens
alia Flash, Eobard Thawne, alias
Anti-Flash, è ampiamente visto come la principale
nemesi del supereroe, e il regista di The
Flash (leggi qui la recensione)
Andy Muschietti ha ora ribadito il suo desiderio
di introdurre tale personaggio in un potenziale sequel. Nei
fumetti, Anti-Flash era uno scienziato del 25° secolo che fece il
suo debutto in The Flash #139 del 1963, e in seguito si
rivelò essere il responsabile della morte di Nora Allen, madre di
Barry.
Data la grande importanza di questo
villain nei racconti sul supereroe più veloce di tutti, durante
un’intervista con The Playlist il regista ha
dunque confermato che, se avesse l’opportunità di dirigere un
seguito, vorrebbe che Barry Allen affrontasse proprio l’uomo che ha
ucciso sua madre. “Bene, Anti-Flash è l’elefante nella stanza,
giusto?“, ha detto Muschietti quando gli è stato chiesto quali
cattivi gli piacerebbe di più vedere sul grande schermo.
“Sembra che non si possa fare un altro film senza affrontare
quello che, a detta di tutti, è l’assassino della mamma di Barry.
Quindi, sembra il grande cattivo“.
Il regista ha poi aggiunto che gli
piacerebbe anche vedere Flash in azione contro “The Turtle, ad
un certo punto. L’uomo più lento sulla Terra. Gorilla Grodd,
ovviamente. E molti altri“. Thawne avrebbe sicuramente più
senso come antagonista di un eventuale prossimo film, che però
sembra sempre meno probabile. The Flash ha avuto un weekend di
apertura molto deludente al botteghino, quindi a meno particolari
sorprese sembra difficile che sia dia il via libera ad un
sequel.
The Flash: la trama e il cast del film
The
Flash è uscito al cinema il 15 giugno
2023 distribuito da Warner Bros Italia.
Nel film, Barry Allen usa i suoi superpoteri per viaggiare indietro
nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo
di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry
rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato,
minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi.
L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione
un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano
imprigionato… malgrado non sia più colui che sta cercando.
Fanno parte del cast di
The
Flash l’attore Ezra Miller nei panni
del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da
JusticeLeague, ma anche l’astro nascente
Sasha Calle nel ruolo
di Supergirl,
Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”),
in quelli del Generale Zod, Ron Livingston
(“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”),
Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también –
Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack
Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”),
Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo
d’acciaio”) e Michael Keaton (“Spider-Man: Homecoming”,
“Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30
anni.
Prime Video ha
svelato oggi il poster e il trailer ufficiali del nuovo film
Original italiano L’Estate Più Calda,
diretto da Matteo Pilati (Maschile Singolare) e vede nel
cast Gianmarco Saurino, Nicole Damiani, Alice
Angelica con la partecipazione di Stefania
Sandrelli, Nino Frassica, Michela Giraud e
Giuseppe Giofrè.
In un paese della Sicilia
meridionale, amore e passione si intrecciano nel corso di un’estate
più calda che mai: l’ultima di Lucia (Nicole Damiani) prima di
partire per l’università e separarsi da Valentina (Alice Angelica),
la sua migliore amica; l’ultima di Nicola (Gianmarco Saurino) prima
di diventare prete. L’arrivo di Nicola nella piccola parrocchia di
Don Carlo (Nino Frassica), sotto il sole accecante di luglio,
porterà euforia e scompiglio in paese. Nel cast anche Stefania
Sandrelli (nel ruolo di Carmen, una parrocchiana molto devota e
amante del gossip), Mehdi Meskar, Michela Giraud, Giuseppe
Giofrè. L’Estate Più Calda è prodotto da Notorious
Pictures e Amazon Studios, in collaborazione con Rufus Film.
Inoltre, il nuovo singolo di
Francesca Michielin “Fulmini addosso” (Columbia Records/Sony Music
Italy), fuori dal 9 giugno in radio e su tutte le piattaforme
digitali, è il brano originale di L’Estate Più Calda. La
cantate, cantautrice e polistrumentista italiana, si presta ancora
una volta colonne sonore cinematografiche.
L’Estate Più Calda si
unirà a migliaia di film e serie già presenti nel catalogo di
Prime Video, tra cui le produzioni italiane
Original The Bad Guy, Prisma, Bang Bang Baby, Gianluca
Vacchi: Mucho Más, Laura Pausini – Piacere di conoscerti, The
Ferragnez – La serie S1 e S2, All or Nothing: Juventus, Anni da
cane, Dinner Club S1 e S2, Vita da Carlo, FERRO, Celebrity Hunted –
Caccia all’uomo S1, S2 e S3, e LOL: Chi ride è fuori S1, S2 e
S3; le serie pluripremiate The Marvelous Mrs.
Maisel e Lizzo’s Watch Out for the Big
Girls, la serie satirica sui supereroi The
Boyse grandi successi come Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del Potere, Citadel, Jack Ryan
di Tom Clancy, Un matrimonio esplosivo, Samaritan, Tredici Vite,
The Tender Bar, A proposito dei Ricardo, La guerra di domani,
Reacher e Il principe cerca figlio, oltre a
contenuti in licenza disponibili in più di 240 paesi e territori
nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle migliori
partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che
della Supercoppa UEFA, fino alla stagione 2026/27. Altre serie
Original già annunciate sono Costiera, Love Club, LOL
Talent Show: Chi ride è dentro, la quarta stagione di
Celebrity Hunted – Caccia all’uomo, Everybody Loves Diamonds, e
Citadel: Diana, il capitolo italiano
dell’universo Citadel.
Alla Star
Wars Celebration, abbiamo appreso che lo showrunner di Ahsoka, Dave Filoni,
dirigerà il suo film di Star Wars ambientato nello stesso periodo
post-Ritorno dello Jedi delle serie TV Disney+ come The Mandalorian e Skeleton Crew. Tale film,
ancora senza titolo, dovrebbe servire come culmine delle storie
attualmente raccontate nelle varie serie, anche se potrebbe non
essere necessariamente una conclusione definitiva, considerando che
per The Mandalorian è ad esempio già stata
annunciata una quarta stagione.
Una serie di altri indizi hanno
spinto poi a credere che questo film sarà un libero adattamento
della trilogia “Heir to the Empire” di Timothy
Zahn. Chi ha letto quei romanzi saprà che in essi si
racconta di Luke Skywalker, Han Solo e la Principessa Leia che si
scontrano l’ingegno e la malvagità del Grandammiraglio Thrawn, uno
squilibrato Jedi Oscuro, che sembra sarà il villain proprio del
film di Filoni. Ulteriore conferma di questa ipotesi arriva ora da
SFFGazette.com, dove si afferma
che Alden
Ehrenreich potrebbe riprendere il suo ruolo di Han
Solo per il film.
L’attore aveva indossato i panni del
celebre bracconiere (interpretato da Harrison Ford
nella trilogia originale e in quella sequel) per il film spin-off
Solo: A Star Wars Story,
del 2017. Si dice inoltre che una nuova attrice potrebbe essere
scelta per interpretare la Principessa Leia, mentre non vi sono
notizie riguardo ad una possibile presenza di Luke Skywalker e su
chi, eventualmente, lo interpreterà. Si tratta al momento di rumor
assolutamente non confermati, ma è certo che se anche solamente Han
Solo dovesse comparire, ciò renderebbe il film ancor più vicino
all’essere un adattamento di “Heir to the
Empire”.
Star Wars, quello che sappiamo sul film di Dave
Filoni
Filoni, si potrebbe sostenere, ha
negli ultimi anni lavorato quasi quanto il creatore del franchising
George Lucas nel plasmare il nuovo l’universo di
Star Wars. Egli è il produttore e regista dietro il grande
successo The
Mandalorian e delle serie animate The
Clone Wars, Star Wars:
Rebels e Star Wars: The Bad
Batch. Il suo progetto di lungometraggio si
concentrerà ora sulla Nuova Repubblica e “chiuderà” le storie
interconnesse che vengono raccontate in queste serie, ma anche in
The Book of Boba Fette Ahsoka. Un
progetto dunque particolarmente ambizioso, nel quale confluiranno
più storie per un epico gran finale. Molto probabile dunque che tra
i protagonisti ritroveremo anche il Mandaloriano Din
Djarin di Pedro Pascal e il tenero
Grogu.
Filoni ha poi confermato che sarà
coinvolto nel processo di scrittura, anche se non può dire quando
inizieranno le riprese. Molte delle storie proposte nel corso degli
anni da Filoni troveranno dunque compimento con questo annunciato
film, attualmente ancora senza titolo. L’ambientazione, però,
sembra essere confermata per quel periodo di tempo che va da Il
ritorno dello Jedi a Il risveglio della forza, circa
trent’anni poco esplorati durante i quali la Nuova Repubblica ha
ristabilito la pace nella galassia, con le forze del male pronte
però a riprendere il potere con quello che poi si rivelerà essere
il Primo Ordine.
Quando è stato annunciato un
Toy Story
5, sembrava scontato che i due eroi del
franchise, Woody e Buzz Lightyear
sarebbero tornati anche per questo nuovo capitolo. La cosa, però,
non era da considerare come certa. Toy Story 4, infatti,
aveva in un certo senso portato a compimento il loro arco narrativo
(o per lo meno quello di Woody). Sul finale, infatti, i due si eran
separati, con lo sceriffo che decide di proseguire la sua vita non
appartenendo a nessun bambino in particolare e Buzz che invece
rimane con il resto della banda di giocattoli presso la bambina
Bonnie. Il quinto capitolo, dunque, avrebbe potuto lasciarli da
parte per introdurre una nuova generazione di giocattoli
viventi.
Tuttavia, sembra proprio che il
quinto capitolo vedrà il ritorno degli amati Woody e Buzz. Con
Toy Story
5attualmente in lavorazione,
l’attore Tim Allen (voce di Buzz) ha infatti
confermato il suo coinvolgimento come anche il ritorno di
Woody. Il suo collega, TomHanks, voce di Woody, deve invece ancora
commentare la questione. Il chief creative officer della Pixar,
Pete Docter, ha poi spiegato a Variety che
Toy Story
5 avrà come protagonisti Woody e Buzz:
“avremo un altro “Toy Story”, quindi Woody e Buzz sono
tornati.” Tuttavia, non fornisce i dettagli di come.
Il sequel potrebbero infatti
mostrarceli separati, ognuno impegnato ad affrontare i propri
problemi. Buzz sarà con gli altri giocattoli di Bonnie, mentre
Woody viaggerà per il mondo e si godrà le sue avventure. Il modo in
cui si incontrano di nuovo rimane incerto, ma è anche possibile che
il film non includa affatto una loro reunion. Anche se quest’ultima
opzione sembra, ad ora, la meno probabile, c’è di certo che i due
saranno presenti e che c’è ancora qualcosa che può essere
raccontato su di loro. Ai fan non resta che scoprire cosa.
L’avvicinarsi dello scorso week end
ha portato nuove grandi pellicole al cinema: prima fra tutte
The
Flash! Approdato nelle sale il 15 giugno
The Flash, tredicesimo film della DC Comics con
Ezra Miller nei panni del supereroe
protagonista, scala le classifiche del box office del fine
settimana, incassando €290.037 a fronte di un totale di
€1.227,188.
Secondo in classifica abbiamo un
altro film di supereroi, anche se questa volta tratto da Marvel Comics: Spider-Man: Across the Spider-Verse. La
pellicola, pur essendo nei cinema da più di due settimane, continua
ad attirare il pubblico, €181.686 nel week end, su un totale di più
di cinque milioni.
Al terzo post scende
Trasformers – Il risveglio, primo per incassi lo
scorso fine settimana. Settimo film della saga basata sulla
nota linea di giocattoli, incassa €150.375 a fronte di un totale di
più di 2 milioni di euro.
Box office: il resto della
classifica
Dopo quasi un mese nelle sale,
scende al quarto posto per incassi La Sirenetta, noto live action Disney, con un
incasso di €141.536 nel fine settimana, su un totale di più di
undici milioni di euro. Al quinto e sesto posto ritroviamo
rispettivamente
Fast X, decima pellicola della saga Fast & Furious, e
Rapito, film italiano diretto da Marco Bellocchio. I due film scendono entrambi
di una posizione rispetto alla settimana scorsa, incassando €35.202
per Fast X e €29.295 per Rapito.
Al settimo ed ottavo posto abbiamo
due nuove pellicole nei cinema: si tratta di Due
Matrimoni alla Volta e Suga: Road to D-Day, usciti nelle sale il 14
ed il 17 giugno. Due Matrimoni alla Volta è una
commedia francese diretta da Philippe Lacheau, che
ha incassato nel week end €17.906 a fronte di un totale di €71.632.
Invece Suga: Road to D-Day è un film documentario
su Suga, cantante del noto gruppo K-pop BTS; chiude il suo primo
fine settimana nei cinema con un incasso di €17. 101.
Infine, agli ultimi due posti della
classifica si stabiliscono Blu e Flippy: Amici per le Pinne, cartone
animato per bambini nei cinema dall’otto giugno, e Emily, pellicola biografica su Emily Bronte,
esordio di regia di Frances O’Connor, con Emma Mackey nei panni della scrittrice.
Blu e Flippy incassa €13.537 nel fine
settimana, mentre Emily raggiunge un incasso di
soli €13.040 nel suo primo week end al cinema.
Margot Robbie e la
troupe di Barbie hanno svelato alcuni dei segreti
della Casa dei Sogni Barbie in un nuovo video, invitando i fan in
un vero e proprio tour guidato nella celebre casa che vedremo nel
film, tutta rigorosamente dipinta di rosa. Come spiega la Robbie,
molte delle caratteristiche della Casa dei Sogni sono state
influenzate dal giocattolo stesso, incluso il fatto che la casa ha
pochissime pareti e finestre. “È trasparente, quindi possiamo
vederci“, osserva l’attrice . “Tutti i bambini nelle loro
Dreamhouse si svegliano al mattino e possono salutarsi a
vicenda.“
Come il classico set giocattolo,
anche la Casa dei Sogni è una miscela di oggetti fisicamente
tangibili e adesivi. “Giocare nel mondo dei giocattoli e come
sarebbe se fosse un prodotto Mattel, la nostra cucina ne è un
ottimo esempio. Quindi qui sul retro c’è solo una
decalcomania“, dice Robbie, riferendosi al retro del
frigorifero , che è solo carta da parati con disegni di cibo.
“Quindi è intenzionalmente 2D. È quella cosa in cui vogliamo
che le cose siano ovviamente artificiali, ma ugualmente molto
soddisfacenti.“
Naturalmente, la Casa dei Sogni
include anche l’iconica piscina, che non manca di essere una delle
tappe del tour. “Non c’è acqua in Barbieland. Non c’è acqua o
fuoco. Non ci sono elementi“, spiega la Robbie nel video.
“In realtà è divertente vedere quante persone evitano di
entrare in piscina. Tutti camminano intorno alla piscina. Anche se
è falso, è davvero bello, che è un po’ come tutto in
Barbieland”. Un vero e proprio tour, dunque, che si può
ritrovare nel video qui sotto, della durata di 7 minuti e 25
secondi:
Barbie, tutto quello che
c’è da sapere sul film
Dalla sceneggiatrice/regista
candidata all’Oscar Greta
Gerwig (“Piccole donne”, “Lady Bird”) arriva
Barbie
con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie
(“Bombshell – La voce dello scandalo”, “Tonya”) e Ryan Gosling (“La
La Land”, “Half Nelson”) nei panni di Barbie
e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera (“End
of Watch – Tolleranza zero”, i film “Dragon Trainer”),
Kate
McKinnon (“Bombshell – La voce dello scandalo”,
“Yesterday”), Michael Cera (“Scott Pilgrim vs. the
World”, “Juno”), Ariana Greenblatt (“Avengers: Infinity War”, “65 – Fuga
dalla Terra”), Issa Rae (“The Photograph – Gli
scatti di mia madre”, “Insecure”), Rhea Perlman
(“Nei miei sogni”, “Matilda 6 Mitica”) e Will Ferrell (i
film “Anchorman”, “Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva
contare fino a uno”).
Fanno parte del cast del film anche
Ana Cruz Kayne (“Piccole donne”), Emma
Mackey (“Emily”, la serie TV “Sex Education”),
Hari Nef (“Assassination Nation”, “Transparent”),
Alexandra Shipp (i film “X-Men” ),
Kingsley Ben-Adir (“Quella notte a Miami”, “Peaky
Blinders”), Simu Liu (“Shang-Chi e la leggenda
dei dieci anelli”), Ncuti Gatwa (“Sex
Education”), Scott Evans (la serie TV “Grace e
Frankie”), Jamie Demetriou (“Crudelia”),
Connor Swindells (“Sex Education”, “Emma.”),
Sharon Rooney (“Dumbo”, “Jerk”), Nicola Coughlan
(“Bridgerton”, “Derry Girls” ), Ritu
Arya (“The Umbrella Academy”), e il
premio Oscar Helen Mirren
(“The Queen – La Regina”). Il film sarà al cinema dal 21
luglio.
Nel centro culturale di
Scena, collocato nel cuore verde di Roma e poco
distante dalle acque del Tevere, si è tenuta la presentazione
evento di Mi chiamano Cipolla,
documentario di sessanta minuti prodotto da
FilmKultur e Soul Film Production in collaborazione con
l’associazione culturale Greve61, fondata nel 2013
da professionisti del cinema diplomati presso la Scuola
d’Arte cinematografica Gian Maria Volonté. A dirigere il
documentario, con protagonista Jasmin
Ramovic, Giansalvo Pinocchio e
Riccardo Baiocco (anche in veste di
produttori esecutivi), il primo diplomato in Regia proprio
alla Scuola Volonté, il secondo invece specializzato in critica
cinematografica alla Scuola Sentieri Selvaggi. Ramovic, invece, che
è fulcro e cuore della storia, è un rom nato in
Bosnia, trasferitosi a Roma quando era bambino e che soffre di
analfabetismo.
Il film nasce quattro anni fa
proprio nella Scuola Gian Maria Volonté, per poi
essere presentato nell’ambito del Torino
Film Festival e proiettato anche in altre occasioni
festivaliere quali il Laceno d’Oro e il Los Angeles Italia Film
Festival. Inoltre, Mi chiamano
Cipolla, era stato inizialmente pensato
come un cortometraggio dalla durata di 34 minuti, in cui erano
comprese solo le sequenze nel parcheggio della roulotte e nella
casa popolare. Solo in seguito, nel 2021, dopo il COVID, le riprese
sono proseguite, dando un taglio e un tono diverso a tutto il
girato. E’ stata modificata la trama, alcune scene sono state
tagliate e altre inserite, fino a trasformarlo nel documentario che
oggi si conosce.
Poco prima della visione di
Mi chiamano Cipolla, Greve 61 ha
presentato il lavoro che si svolge all’interno dell’associazione e,
poi, il contributo dato al documentario: “I membri
dell’associazione spesso lavorano nei film e nelle attività
cinematografiche, e una di queste è proprio Mi chiamano
Cipolla, che la Greve61 ha sostenuto soprattutto
all’inizio della lavorazione”, dicono, “lo abbiamo fatto
principalmente perché era realizzato da uno dei nostri
soci, ed era un lavoro interessante e soprattutto non
piccolino. Per cui siamo molto felici di presentarlo.” “In questo
momento stiamo rilanciando l’associazione dopo tanti anni di
attività, che principalmente sono stati di promozione sul
territorio di cinema, autoproduzioni, cortometraggi, facendo anche
dei laboratori. Il nostro scopo è sempre stato quello di coniugare
l’attività di produzione interna, anche creando rete, a quella di
promozione e di attività sociale sul territorio. E poi abbiamo
pensato di rilanciarci con un evento in cui potessimo conoscerci e
in cui fosse presente anche un bel film (Mi
chiamano Cipolla ndr).”
L’evento è dunque occasione per
svolgere attività di promozione, ma si trasforma anche in un
momento di aggregazione e incontro, sia con gli addetti ai lavori
che con tutti coloro i quali vogliono affacciarsi a questo mondo e
avere perciò un punto di contatto. Uno dei tramiti è, per
l’appunto, proprio il documentario Mi chiamano
Cipolla che, nella cornice di Scena, ha creato
l’atmosfera giusta per spingere, chi volesse, ad addentrarsi
nell’universo del cinema e dell’associazione, esprimendo le proprie
idee e confrontandosi. Facendo al contempo conoscere un progetto
molto toccante, nel quale vengono trattati argomenti profondi e
molto attuali.
Mi chiamano Cipolla, la trama
Fiera di Roma. Jasmin Ramovic è un
rom che vive in un campo fuori la Capitale insieme alla sua
numerosa famiglia, con la paura costante di essere mandato via
ancor prima che gli venga assegnata una casa popolare, avendo
ricevuto un avviso di sfratto. Quando finalmente il Comune permette
a parte del suo nucleo di trasferirsi, Jasmin, detto “Cipolla”, si
trova davanti una serie di altre difficoltà, fra cui una
discussione con il padre che lo caccia di casa. Mentre gira per
Roma, recandosi spesso alla Comunità di Sant’Egidio, il
protagonista deve fare i conti con la propria solitudine e le
proprie fragilità, cercando di darsi ogni giorno la forza per
andare avanti, anche quando sembra tutto andare a rotoli.
Il film
Mi chiamano
Cipolla è un documentario che pone al centro della
sua narrazione il protagonista, Jasmin, attorno al quale si ergono
e ruotano i problemi burocratici in cui è invischiato, molti
inerenti al suo inserimento nella società ma anche al suo non
riuscire a comunicare a causa del suo analfabetismo, a cui si
accostano conflitti familiari e tradizioni rom. La macchina da
presa indugia sempre su di lui, lo segue ininterrottamente,
costruendo una ricca galleria di primi piani. A queste immagini si
alternano riprese fatte proprio dalla sua comunità oppure dallo
stesso Jasmin, che si riprende nelle attività quotidiane per
testimoniare il suo vissuto e il suo percorso, dialogando molto con
i registi, i quali sono udibili in fuoricampo, fino a comparire
nelle battute finali.
Mi chiamano
Cipolla è un film che affronta le
difficoltà degli stranieri, in particolar modo
degli zingari, di coloro che faticano a trovare un
posto nel mondo e spesso vengono anche dimenticati, diventando
quasi dei fantasmi. Persone fragili ma che, come dimostra Jasmin,
sono in grado di trovare la forza nelle piccole cose, credendo in
un futuro migliore. Un racconto che pone l’accento sul
nostro sistema sociale, e su quanto bisogna faticare per
potersi guadagnare un misero tetto sotto cui dormire, sentendosi
finalmente al sicuro e tranquilli.
Jasmin, che come dicono gli stessi
registi è un tipo molto particolare e bizzarro, parla a cuore
aperto, lo fa anche con il pubblico in sala quando ringrazia i suoi
compagni di viaggio, e sia in quella circostanza che nel film si
mostra senza filtri. A volte inciampa nelle sue stesse bugie,
questo accade nel filmato, ma poi trova il modo, sempre, di
rialzarsi. Mi chiamano Cipolla è un
documentario in cui tutto quello che si vede è realtà, netta e
chiara. Nessun fronzolo, nessun abbellimento, nessuna retorica.
Solo tanta sincerità e voglia di vivere.
Secondo il The Hollywood Reporter, tre
diversi finali sono stati girati per The Flash (leggi qui la recensione), ma
quello con il cameo dell’attore George Clooney
– che riprende il suo ruolo di Batman/Bruce Wayne dal stroncato
Batman & Robin (1997) – è quello che ha battuto le altre
versioni, venendo inserito nel montaggio finale del film. Nella
scena finale del film, infatti, The
Flash/Barry Allen riesce a far uscire di prigione suo padre e
viene accolto dal Batman di Clooney sui gradini del tribunale.
Mentre questa situazione sarebbe rimasta identica tra le tre
versioni, le altre due presentavano attori diversi da Clooney, tra
cui Herny Cavill
che riprendeva così il suo Superman.
Il finale originale girato per
The Flash vedeva Barry affiancato da Supergirl/Kara Zor-El
e dal Batman di Michael Keaton in tribunale. Nel
film, Barry torna indietro nel tempo per evitare l’omicidio di sua
madre e che suo padre venga accusato del crimine, creando così una
nuova realtà in cui esiste il Cavaliere Oscuro di Keaton invece del
Batman di Ben Affleck, e Supergirl invece di
Superman. L’apparizione di questi due eroi nel finale avrebbe
dunque dimostrato che Barry non aveva ripristinato con successo la
linea temporale preesistente dell’Universo DC lanciata
con L’uomo d’acciaio nel 2013.
Dopo l’acquisizione della Warner
Bros. da parte di Discovery nel 2022 e la dipartita del presidente
Toby Emmerich e del presidente della DC Films
Walter Hamada, è stato però girato un secondo
finale. Oltre ai suddetti tre eroi, apparivano anche Superman
(Cavill) e Wonder Woman (Gal Gadot).
All’epoca, Cavill avrebbe dovuto tornare alla DCU come Superman e sarebbe apparso anche in
Black Adam (2022), mentre un terzo film di Wonder Woman
era in lavorazione. Tuttavia, dopo che James
Gunn e Peter Safran hanno rilevato i
DC Studios nel novembre 2022, è stato annunciato che Cavill non
avrebbe più interpretato Superman e il sequel di Wonder Woman è
stato annullato.
Gunn e Safran stanno come noto
lavorando per costruire un nuovo DCU con i ruoli di eroi chiave come Batman e
Superman da affidare a nuovi attori. Quindi Cavill e Gadot che
appaiono in The Flash andavano contro questi piani. Per
provare a inserire un altro Batman nel film, i capi della DC hanno
dunque contattato Clooney, che ha accettato di fare un cameo e ha
filmato la scena nel gennaio 2023, appena sei mesi prima che
The Flash uscisse nelle sale. Il cameo di Clooney è stato
tenuto nascosto alle proiezioni, inclusa quella tenutasi al
CinemaCon nell’aprile 2023, fino alle proiezioni per la stampa
tenutesi giorni prima dell’uscita di The Flash, dove si è
infine svelato come il finale ufficiale del film.
The Flash: la trama e il cast del film
The
Flash è uscito al cinema il 15 giugno
2023 distribuito da Warner Bros Italia.
Nel film, Barry Allen usa i suoi superpoteri per viaggiare indietro
nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo
di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry
rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato,
minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi.
L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione
un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano
imprigionato… malgrado non sia più colui che sta cercando.
Fanno parte del cast di
The
Flash l’attore Ezra Miller nei panni
del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da
JusticeLeague, ma anche l’astro nascente
Sasha Calle nel ruolo
di Supergirl,
Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”),
in quelli del Generale Zod, Ron Livingston
(“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”),
Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también –
Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack
Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”),
Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo
d’acciaio”) e Michael Keaton (“Spider-Man: Homecoming”,
“Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30
anni.
Continuano i casting per il film
Superman: Legacy,
per il quale si starebbero attualmente testando un numero ristretto
di attori per i ruoli di Clark Kent e Lois
Lane. Il film, che è stato scritto e sarà diretto dal
co-CEO della DC James
Gunn, è come noto uno dei progetti di punta del nuovo
Universo DC e tutti i fan sono impazienti di scoprire che
interpreterà i ruoli principali. Borys Kit di The Hollywood
Reporter ha dunque condiviso su Twitter un aggiornamento sul
cast di Superman: Legacy, affermando che:
“Nel frattempo, proprio ora nel
lotto della Warner, James Gunn sta provando con Nicholas Hoult, David Corenswet
e Tom Brittney + Emma Mackey, Phoebe Dynevor e Rachel Brosnahan, in completo
trucco e guardaroba, per i ruoli di Clark Kent e Lois Lane per
SUPERMAN: LEGACY”. Nessuna particolare novità, dunque, per
quanto riguarda i nomi riportati. I sei attori erano già stati
indicati come principali favoriti nelle scorse settimane e il loro
ricomparire continuamente nei rumor e nelle parole degli insider di
Hollywood non fa che confermare che uno dei tre attori interpreterà
Superman e una delle tre attrici sarà invece Lois Lane.
Il fatto però che ora i sei siano,
stando a quanto riportato da Kit, alle prese con le prove dei
costumi, lascia immaginare che Gunn sia ad un passo dal fare la sua
scelta. Dopo aver visto i sei nei panni dei due personaggi per cui
si cercano interpreti, il regista potrebbe avere le idee più chiare
su chi può effettivamente funzionare nei panni dell’uno e
dell’altro. I fan potrebbero dunque non dover aspettare ancora
molto per scoprire chi sarà dunque il nuovo Superman del DC
Universe chi invece la giornalista Lois Lane, personaggio
altrettanto importante all’interno del film.
Superman:
Legacy non sarà un’altra storia sulle origini, ma
il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un
“giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già
incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni
eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che
l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting è
attualmente in corso, con la speranza che venga fatto un annuncio
ufficiale al Comic-Con di San Diego di quest’anno.
Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025
Secondo quanto riferito, Gunn ha
consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello
sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la
produzione non subirà alcun impatto in futuro. “Superman:
Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per
l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della
tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori
di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto
il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista
DCU. “Non vedo
l’ora di presentarti la nostra versione di Superman che
il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film
d’animazione e giochi”.
I fan della Marvel sono ansiosi di scoprire chi
interpreterà i Fantastici
Quattro nell’imminente riavvio cinematografico
targato Marvel Studios che introdurrà la
“Prima Famiglia della Marvel” nel MCU, e l’attrice Vanessa Kirby
ha finalmente commentato le voci secondo cui potrebbe essere lei ad
interpretare la Donna Invisibile, Sue Storm. Da settimane infatti
circolano voci secondo cui la Kirby sarebbe nella rosa dei
candidati per interpretare tale personaggio, insieme ad altre
potenziali candidate come Margot Robbie ed
Emma stone.
Attualmente impegnata nella
promozione di Mission: Impossible – Dead Reckoning, Parte
Uno – dove riprende il ruolo di “White Widow” Alanna
Mitsopolis al fianco di Tom Cruise – l’attrice
parlando con ComicBook.com ha dichiarato
riguardo ai rumor che la legano a Fantastici Quattro
che “sì, ho sentito parlare di quei rumor… sarebbe un
onore“. Una risposta che in realtà non dice molto, ma non è
una negazione o una vera e propria affermazione di ignoranza, e
suggerisce che l’attrice sarebbe effettivamente disposta a
interpretare Sue Storm se si presentasse l’opportunità.
Fantastici Quattro, tutto quello che sappiamo sul
film
Il film Fantastici Quattro sarà
diretto da Matt Shakman (WandaVision), con Jeff
Kaplan e Ian Springer che scriveranno la
sceneggiatura. Ad oggi non vi sono attori confermati per i ruoli
principali, ma i principali indiziati sono Adam Driver per
il ruolo di Reed Richards, mentre Margot Robbie
ha nelle ultime settimane scalato la lista delle attrici che
potrebbero interpretare Sue Storm/Invisible Woman. Il candidato
all’Oscar Paul Mescal
sarebbe invece il candidato ideale ad interpretare Johnny
Storm/Torcia Umana, mentre Daveed Diggs si
potrebbe trasformare nel sempre possente Ben Grimm/La Cosa.
Il candidato all’Oscar Antonio
Banderas sarebbe il principale candidato ad assumere
il ruolo del villain Galactus, mentre ancora non ci sono certezze
circa la presenza o meno del suo araldo, il popolare Silver Surfer.
Ad ora, dunque, le informazioni relative al film sono ancora molto
scarse e l’unica certezza – per adesso – è che il film arriverà in
sala il 2 maggio 2025. C’è ancora tempo dunque per
i Marvel Studios per fare tutti gli
annunci del caso, anche se si presume che molto riguardo al film
potrebbe essere svelato in occasione del ComicCon di Luglio.
A cinque anni dalla quinta stagione
(qui la recensione), torna su
Netflix uno dei titoli di punta della
piattaforma streaming, ovvero Black
Mirror. La serie ideata da Charlie Brooker dove, con uno
sguardo cinico e pessimista, si propongono scenari distopici e
futuristici che richiamano tuttavia realtà già ampiamente radicate
nel nostro presente. O meglio, così è stato fino alla quarta
stagione, perché a partire dalla quinta la capacità di anticipare i
tempi e mostrare con lucidità il distorto riflesso dato dagli
“specchi neri”, sembra essersi esaurita. Questa sesta stagione,
composta da cinque nuovi episodi, è un ulteriore triste conferma di
ciò.
Black Mirror 6, la trama dei nuovi episodi
Cinque nuovi episodi, cinque nuove
storie che hanno come obiettivo quello di mostrare quanto possa
essere orripilante l’essere umano quando si specchia nello schermo
nero dei propri dispositivi tecnologici (e in generale nel suo
rapporto con la tecnologia o con i media). Ecco allora che in
Joan è terribile una donna scopre suo
malgrado che una nota piattaforma streaming sta realizzando una
serie basata sulla sua vita. In Lock
Henry, invece, una coppia di documentaristi scopre
un’intrigante storia collegata a scioccanti eventi del passato,
finendo però con lo spingersi troppo in là con la ricerca dello
scoop.
C’è poi l’episodio fantascientifico
dal titolo Beyond The Sea, interpretato
da Aaron Paul e ambientato
in un 1969 alternativo, dove due astronauti in una stazione
spaziale si trovano a dover gestire le conseguenze di una terribile
tragedia sulla terra. Si passa poi agli ultimi due episodi,
entrambi con elementi soprannaturali: Mazey
Day, dove una tormentata attrice di Hollywood si
trova a dover sfuggire a orde di paparazzi mentre affronta le
conseguenze di un incidente stradale; e Demone
79, nel quale una timida commessa scopre di dover
compiere atti terribili per impedire un disastro imminente.
Annie Murphy nell’episodio Joan è terribile di Black
Mirror.
Black Mirror non riesce
più a stare al passo con i tempi
Le prime quattro stagioni di
Black Mirror riuscivano a proporre racconti capaci di
incutere forti timori in quanto abili ad intercettare i cambiamenti
tecnologici in atto nel nostro mondo e immaginare – spesso
anticipando ciò che sarebbe poi effettivamente avvenuto – gli
effetti collaterali del nostro rapporto con essi. La quarta
stagione risale al 2017 e sappiamo quanto il mondo sia cambiato
profondamente e rapidamente in questi ultimi anni, spesso
proponendo vere e proprie situazioni “allaBlackMirror“, con la realtà che, come al solito, supera la
fantasia. È dunque oggettivamente difficile riuscire a stare al
passo con i tempi, eppure Brooker accetta la sfida.
Sfortunatamente, la fallisce sotto
diversi punti di vista. Nessuno dei cinque nuovi episodi riesce
infatti a proporre scenari capaci di raccontare qualcosa di nuovo,
che sappia scuotere gli animi. Quando non cerca di offrire
sfumature alternative su tematiche già precedentemente affrontate
nella serie, Broker finisce con l’offrire storie che si crogiolano
su tematiche ormai già “vecchie”. L’esempio più evidente è proprio
il primo episodio, Joan è terribile, che pur mantenendosi
fedele alla natura delle storie a cui Black Mirror ha
abituato il suo pubblico, va a riflettere sull’impatto della
piattaforma streaming Streamberry (che non fa nulla per
nascondere il suo essere un alter ego di Netflix) nelle vite dei
suoi abbonati e dell’intera industria audiovisiva.
C’è di tutto in questo episodio: la
questione sui necessari cambiamenti in fase di adattamento; la
pericolosità dell’accettare contratti mai veramente letti; fino
alle problematiche etiche che la CGI e la tecnica del deepfake
comportano. Come si può notare, però, sono tutte questioni su cui
si dibatte ormai già da anni e lo stesso ironizzare su
Streamberry/Netflix è un qualcosa che poteva far più rumore nel
2017, quando l’azienda iniziò ad affermarsi nella produzione di
contenuti originali sfidando i grandi colossi dell’industria.
Insomma, non si ricava nulla di nuovo da tale episodio e di
conseguenza non si avverte alcun brivido lungo la schiena tale da
farci rivalutare il nostro rapporto con tali tecnologie.
Una sesta stagione che non ha nulla
di nuovo da dire
Per quanto riguarda gli altri
episodi, Lock Henry vuole essere una
riflessione sulla popolarità di cui godono oggi i docu-crime (un
trend che Netflix ha aiutato a costruire e a consolidare nel
tempo), proponendo però interrogativi circa l’eticità delle
ricerche che si conducono al fine di ottenere una “storia forte”.
Anche in questo caso, tuttavia, la riflessione sembra arrivare in
ritardo sui tempi. Maizey Day nel suo
concentrarsi sull’invasività dei fotoreporter, invece, non aggiunge
nulla che non sia già stato detto dal film del 2014 Lo sciacallo –
Nightcrawler. E insieme a Demone
79, con i loro elementi sovrannaturali, più che
appartenere al mondo di Black Mirror sembrano essere
episodi sfuggiti alla serie antologica Guillermo del
Toro’sCabinet of Curiosities.
Beyond the
Sea è probabilmente l’episodio più riuscito della
stagione, merito anche di una durata pari a 80 minuti che ha
naturalmente permesso un maggiore sviluppo del racconto e dei suoi
personaggi. In essa, come per Joan è terribile, si propone
un contesto “tipico” della serie, attraverso il quale riflettere in
questo caso sulle difficoltà di stabilire cosa sia vero e cosa
falso in un mondo sempre più caratterizzato da intermediari
tecnologici, attraverso cui vivere esperienze che altrimenti non si
avrebbe modo di fare. Anche qui nulla di nuovo, ma la cornice
narrativa rende l’episodio particolarmente intrigante, pur non
sfuggendo ad una risoluzione decisamente prevedibile.
Zazie Beetz nell’episodio Mazey Day di Black Mirror.
Lo stato di salute di Black Mirror
Alla luce di questa nuova stagione,
cosa possiamo dedurre dello “stato di salute” di Black
Mirror? Sia chiaro, nessuno degli episodi proposti è
inguardabile, ma anzi sono tutti realizzati con una certa cura e
gusto per la messa in scena, oltre ad essere arricchiti da valide
interpretazioni e, talvolta, momenti molto toccanti. Il problema è
che nessuno riesce a tenere fede allo scopo originario della serie,
che continua dunque a perdere per strada quelli che erano i suoi
caratteri identitari. I risvolti soprannaturali degli ultimi due
episodi sembrano a tal proposito l’incipit di un’evoluzione che, se
verrà portata avanti, chiuderà definitivamente ogni legame con il
passato.
Sbrigativamente si potrebbe
addossare la colpa di tale “declino” a Netflix, ma la sensazione è
che sia in realtà Brooker ad aver perso la voglia di ricercare,
anticipare e analizzare le tendenze della società umana. L’ideatore
della serie sembra infatti essersi accomodato sulla volontà di
intrattenere in modo blando anziché scioccare e scuotere le
coscienze. Allo stesso tempo, il “problema” potrebbe essere
riconducibile – come già anticipato – al cambiare dei tempi, che
nel loro correre così in fretta hanno ormai reso gli schermi neri
parte integrante del nostro quotidiano. Black Mirror,
dunque, non può che prenderne atto e rivolgere altrove le proprie
attenzioni, con buona pace dei fan delle prime stagioni.
In occasione di
TUDUM, l’evento globale di questa notte da San
Paolo in Brasile, Netflix ha
diffuso un primo video relativo a Outer Banks 4, attesa quarta
stagione della popolare serie adolescenziale (leggi qui la recensione della terza
stagione). Il racconto, come noto, si concentra su gruppo di adolescenti provenienti dalla parte sbagliata
della città che si imbattono su una mappa del tesoro a partire
dalla quale si svelerà un segreto sepolto nel tempo.
Il video diffuso ora da Netflix ci ripresenta i protagonisti della serie,
pronti per nuove avventure dopo quelle vissute nella terza
stagione. Ancora non è stata ufficializzata una data d’uscita per
la nuova stagione, le cui riprese sarebbero però attualmente in
corso. Dato che la terza stagione è uscita nel febbraio del 2023, è
lecito ipotizzare che bisognerà attendere il 2024 prima di scoprire
come proseguiranno le avventure del gruppo di protagonisti.
Outer Banks 4, il cast
della quarta stagione
Outer Banks è creato e prodotto
esecutivamente da Jonas Pate, Josh
Pate e Shannon Burke. La
serie è interpretata da Chase Stokes, Madelyn Cline,
Madison Bailey,
Jonathan Daviss, Rudy Pankow,
Austin North, Drew Starkey e
Charles Esten, con Elizabeth
Mitchell, Caroline Arapoglou,
Carlacia Grant, Cullen Moss,
Julia Antonelli, Nicholas Cirillo
e Deion Smith.