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Secret Invasion: il viaggio di Nick Fury nell’MCU nella nuova featurette

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I Marvel Studios hanno svelato un altro video di Secret Invasion per la loro prossima serie Disney+. Presenta un breve riepilogo del viaggio di Nick Fury nel Marvel Cinematic Universe. Il dramma d’azione sui supereroi Secret Invasion andrà in streaming mercoledì 21 giugno.

La featurette include anche il commento di Samuel L. Jackson, Cobie Smulders, il regista Ali Selim e il produttore Kevin Feige, mentre discutevano del ruolo di Nick Fury all’interno del MCU. Prendono anche in giro la sua trasformazione mai vista prima nella prossima serie. Le clip suggeriscono quanto il Blip abbia avuto un impatto su Fury e perché abbia lasciato la Terra dopo Endgame.

 

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Nella nuova serie Marvel Studios Secret Invasion, ambientata nel presente MCU, Nick Fury viene a conoscenza di un’invasione clandestina della Terra da parte di una fazione di Skrull mutaforma. Fury si unisce ai suoi alleati, tra cui Everett Ross, Maria Hill e lo Skrull Talos, che si è costruito una vita sulla Terra. Insieme corrono contro il tempo per sventare l’imminente invasione Skrull e salvare l’umanità.

Quando debutta Secret Invasion?

Il primo episodio di Secret Invasion uscirà il 21 giugno 2023 su Disney+. Ogni episodio della miniserie di sei episodi debutterà ogni mercoledì, fino al finale il 26 luglio 2023. Lo spettacolo è interpretato da Samuel L. Jackson, Ben Mendelsohn, Cobie Smulders, Martin Freeman e Don Cheadle, tutti che riprendono i loro ruoli dai film del Marvel Cinematic Universe. La serie introdurrà anche i personaggi interpretati da Kingsley Ben-Adir, Emilia Clarke e Olivia Colman nell’MCU.

Basato sulla serie di fumetti di Brian Michael Bendis, Leinil Francis Yu, Mark Morales e Laura Martin, Secret Invasion è prodotto da Kyle Bradstreet, con il regista di Let Him Go Thomas Bezucha e Ali Selim come registi.

Robert Downey Jr. commenta un possibile Iron Man 4

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Robert Downey Jr. commenta un possibile Iron Man 4

Iron Man (Robert Downey Jr.) è stato il volto del Marvel Cinematic Universe per circa 12 anni, da Iron Man del 2008 fino all’uscita di Avengers: Endgame nel 2019. Anche se il personaggio è apparso nella sua trilogia e in quattro film dei Vendicatori prima di sacrificarsi per il bene superiore dell’universo, i fan continuano a sperare in un suo potenziale ritorno. Dopotutto, i Marvel Studios hanno abbondantemente introdotto il multiverso e l’eventualità che sia tutto possibile, da qui in avanti.

Ora, lo stesso Downey ha commentato un potenziale ritorno, aggirando magistralmente la domanda con una battuta. Alla premiere di Downey’s Dream Cars, a Downey è stato detto che Tom Cruise era ansioso di realizzare un sequel di Tropic Thunder. L’intervistatore di extratv si è poi avventurato in una domanda su un quarto film di Iron Man. “Vuole farlo?!” Downey ha scherzato sul suo amico Tom Cruise. “Tom, non prenderlo!”

Dato che i Marvel Studios hanno in gran parte esaurito le storie da raccontare sugli Avengers originali, è improbabile che Iron Man di Downey ritorni in modo importante, con un film tutto per sé. Recentemente, nel 2019, il regista di Iron Man Jon Favreau ha confermato che lui, Downey o la Marvel non hanno parlato di un quarto film della serie.

“Non abbiamo parlato del quarto”, ha detto Favreau di se stesso e di Downey. “Ne ho parlato con [il presidente dei Marvel Studios] Kevin [Feige] per vedere cosa stanno facendo, ma amiamo decisamente lavorare insieme e adoriamo questi personaggi. Parliamo di come sarebbe e scherziamo sempre su una trama bizzarra di Happy Hogan che si trasforma in un personaggio simile a Hulk. Ci scherziamo su. Nessun piano, per ora.”

Sarebbe divertente vedere Robert Downey Jr. in un cameo nel prossimo film collettivo del Marvel Cinematic Universe, ma siamo certi che la parabola narrativa del personaggio si sia brillantemente compiuta con il sacrificio in Endgame.

Death Stranding: dettagli sul coinvolgimento di Hideo Kojima nel film

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Un film su Death Stranding è stato annunciaoto tempo fa ed è tuttora in lavorazione presso Kojima Productions e Hammerstone Studios. Secondo il creatore Hideo Kojima, lui stesso sarà molto coinvolto nel progetto.

Cosa farà Hideo Kojima per il film Death Stranding?

In un recente tweet, Kojima ha rivelato che sarebbe stato “profondamente coinvolto nella produzione, supervisione, trama, aspetto, design e contenuti” del film in uscita. Tuttavia, non dirigerà il progetto. Questa affermazione arriva dopo che Kojima ha anche rivelato che avrebbe avuto un ruolo di supervisione nel film.


Al momento non è chiaro chi scriverà o dirigerà il progetto. Al momento dell’annuncio dello scorso anno, è stato riferito che il film avrebbe introdotto nuove idee e personaggi nel mondo di Death Stranding. In precedenti interviste sul progetto, Kojima ha anche confermato che il film avrà più un aspetto “d’essai”.

Death Stranding è stato originariamente pubblicato nel 2020 ed è interpretato Norman Reedus nel ruolo di Sam Porter Bridges, un corriere che ha il compito di consegnare rifornimenti alle colonie isolate in tutta la Terra. Il gioco comprendeva anche Mads Mikkelsen, Léa Seydoux, Margaret Qualley, Troy Baker, Tommie Earl Jenkins e Lindsay Wagner.

Michael Keaton sarebbe dovuto essere una specie di Nick Fury per il cancellato DCEU

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Senza dubbio la presenza di Michael Keaton nel ruolo di Batman in The Flash sarà un incentivo importante per recarsi in sala a vedere il film con Ezra Miller. Lo studio aveva puntato talmente tanto sul ritorno di Keaton che il film sarebbe dovuto finire diversamente, con la sequenza temporale di Flashpoint ancora “valida” e con Batman e Supergirl con un ruolo di primo piano.

Questo finale avrebbe mantenuto Keaton nel DCEU nei panni di una figura simile a un mentore per i supereroi più inesperti del DCEU: il piano era che Keaton fungesse da “Nick Fury” per il DCEU. Questo nuovo ruolo sarebbe stato più evidente nel film solista di Batgirl, poi cancellato, poiché il ruolo di Keaton sarebbe stato un “cameo fondamentale”.

Secondo quanto riferito, Keaton aveva successivamente filmato un cameo anche per  Aquaman e il Regno Perduto, ma ovviamente è molto probabile che ora il suo cameo verrà tagliato dalla versione finale del film. Un altro progetto che avrebbe visto protagonista Michael Keaton sarebbe dovuto essere Batman Beyond, in cui quella versione di Batman avrebbe poi consegnato il mantello da supereroe a un Robin più giovane, che si sarebbe impegnato a guidare.

Sembra dunque che il ruolo di Michael Keaton sarebbe stato molto impegnativo, cosa che l’avvento di Gunn e Safran e la necessità di fare piazza pulita hanno tolto dal tavolo.

The Flash: la trama e il cast del film

The Flash è uscito al cinema il 15 giugno 2023 distribuito da Warner Bros Italia. Nel film, Barry Allen usa i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato, minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi. L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano imprigionato… malgrado non sia più colui che sta cercando.

Fanno parte del cast di The Flash l’attore Ezra Miller nei panni del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da Justice League, ma anche l’astro nascente Sasha Calle nel ruolo di Supergirl, Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”), in quelli del Generale Zod, Ron Livingston (“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”), Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también – Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”), Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo d’acciaio”) e Michael Keaton (Spider-Man: Homecoming”, “Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30 anni.

The Shrouds: David Cronenberg ha finito le riprese del suo nuovo film horror

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Il regista David Cronenberg ha terminato le riprese del suo film horror The ShroudsCronenberg, che ha diretto film come La mosca e Crimes of the Future, ha iniziato la produzione di The Shrouds a metà maggio a Toronto. “Karsh, un uomo d’affari innovativo e vedovo in lutto, costruisce un dispositivo per connettersi con i morti all’interno di un sudario funerario“, recita la trama del film. 

Un mese dopo l’inizio della produzione, il regista ottantenne ha concluso il film. Al momento la pellicola non ha una data di uscita ufficiale e non ha nemmeno una distribuzione.  Inizialmente il film avrebbe dovuto iniziare la produzione lo scorso marzo, ma i problemi di casting hanno comportato piccoli ritardi. Léa Seydoux è stata sostituita da Diane Kruger. Si vociferava che Viggo Mortensen fosse presente nel, ma alla fine sembra abbia rinunciato.

Cronenberg in un’intervista dell’anno scorso aveva rivelato che “Shrouds” faceva parte di un progetto Netflix che poi è stato interrotto. Presumibilmente, il gigante dello streaming ha avuto dei ripensamenti dopo aver letto la seconda stesura. Il film è coprodotto da Saïd Ben Saïd. Al San Sebastián Film Festival dello scorso anno, Cronenberg ha ammesso di aver quasi smesso di fare film e di essere stato molto serio al riguardo. “Pensavo di essere finito, ma spero di commettere più crimini in futuro, realizzando più film“, ha affermato durante la sua presenza al festival. Secondo alcune fonti il regista è già al lavoro sul suo prossimo progetto che conta di girare l’anno prossimo.

Chi c’è nel cast di The Shrouds?

The Shrouds avrà come protagonista Vincent Cassel. Nel cast anche Guy Pearce, Diane Kruger, Sandrine Holt, Elizabeth Saunders, Jennifer Dale, Matt Willis e Steve Switzman. Kruger ha sostituito Léa Seydoux nel suo ruolo per conflitti di programmazione.

Kraven the Hunter: il primo trailer con Aaron Taylor-Johnson

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Kraven the Hunter: il primo trailer con Aaron Taylor-Johnson

Aaron Taylor-Johnson è a caccia di selvaggina grossa nel primo trailer di Kraven the Hunter di Sony. Il nuovo film anticipa una storia sulle origini del villain Marvel. Nelle trame dei fumetti, Kraven è un predatore assassino che punta gli occhi su Spider-Man. Spesso è anche ritratto come un membro della squadra di supercriminali dei Sinistri Sei.

Kraven the Hunter, il poster

Kraven the Hunter: tutto quello che sappiamo sul film!

Dopo il successo di Venom: Let There Be Carnage e Spider-Man: No Way Home, Sony continua ad espandere il suo universo Marvel e Kraven the Hunter si unisce a una lista che include anche Madame Web con Dakota Johnson e il progetto Spider-Woman di Olivia Wilde. Art Marcum, Matt Holloway e Richard Wenk hanno scritto la sceneggiatura di Kraven the Hunter e il fatto che il film attiri talenti di alto livello è sicuramente un buon segno. Kraven the Hunter uscirà al cinema il 06 ottobre 2023 distribuito da Sony Pictures Italia e Warner Bros.

Kraven the Hunter sarà interpretato da Aaron Taylor-Johnson (Avengers: Age of Ultron) mentre assume il mantello del cattivo di Spider-Man, che è un immigrato russo di nome Sergei Kravinoff. Nel film, che viene annunciato come il prossimo capitolo dello Spider-Man Universe (SSU) di Sony, va in missione per dimostrare di essere il più grande cacciatore del mondo. Ad affiancare Taylor-Johnson nel film Marvel di Sony con classificazione R c’è Fred Hechinger (Fear Street Trilogy, The White Lotus) nei panni di Chameleon, il fratellastro di Kraven; la candidata all’Oscar Ariana DeBose (West Side Story) nel ruolo di Calypso, la compagna dell’occasione e amante di Kraven; Russell Crowe e Levi Miller in ruoli sconosciuti. Anche Christopher Abbott e Alessandro Nivola sono stati scelti come cattivi principali. Kraven the Hunter è diretto dal candidato all’Oscar JC Chandor ( A Most Violent Year ) da una sceneggiatura co-scritta da Richard Wenk (The Equalizer), Matt Holloway e Art Marcum. Avi Arad e Matt Tolmach stanno producendo il progetto.

Kraven Il Cacciatore racconta la violenta storia della nascita e del destino di uno dei villain più iconici della Marvel. Ambientato prima della sua famigerata vendetta contro Spider-Man, Aaron Taylor-Johnson interpreta il protagonista di questo film vietato ai minori di 14 anni.

The New World – Il nuovo mondo: trama, cast e curiosità sul film

The New World – Il nuovo mondo: trama, cast e curiosità sul film

Con i suoi film Terrence Malick ha esplorato temi come la trascendenza, la natura e i conflitti tra ragione e istinto. Sono opere tipicamente caratterizzate da ampie riflessioni filosofiche e spirituali, nonché dall’uso di voci fuori campo meditative dei personaggi protagonisti. Per far emergere il cuore tematico delle sue opere, Malick rifugge dunque da trame e sviluppi narrativi solidi per affidarsi piuttosto alla contemplazione, alle immagini, alla luce e al suono. Nel 2005 egli ha realizzato uno dei suoi film meno citati ma più esplicativi della sua poetica, il cui titolo è The New World – Il nuovo mondo, liberamente basato sulla vera storia di Pocahontas.

Egli concepì la sceneggiatura già negli anni Settanta, ma il progetto rimase a lungo in stato embrionale fino a quando, dopo aver diretto La sottile linea rossa nel 1998, il regista decise di dargli forma. Egli ripercorre così la storia della fondazione di Jamestown, in Virginia, ispirandosi alle figure storiche del capitano John Smith, Pocahontas della tribù Powhatan e dell’inglese John Rolfe. Il film, che segna la prima collaborazione tra Malick e il direttore della fotografia premio Oscar Emmanuel Lubezki, divise profondamente critica e pubblico, tra chi lo disprezzò e chi invece lo indicò come uno dei migliori film del decennio.

Per gli appassionati del cinema di Malick o del cinema contemplativo, che si pone più come esperienza visiva e sensoriale che non narrativa, The New World – Il nuovo mondo è senz’altro un titolo da recuperare, capace di suscitare grandi emozioni e profondi sconvolgimenti d’animo. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di The New World – Il nuovo mondo

Il film è ambientato  del 1607, quando Pocahontas, l’avventurosa figlia del capo Powhatan, e altri membri della sua tribù assistono all’arrivo di tre navi inviate dalla carta reale inglese per fondare una colonia nel Nuovo Mondo. A bordo di una nave c’è il capitano John Smith, condannato a morte per comportamenti ribelli, ma una volta a terra graziato dal capitano Christopher Newport, capo della spedizione. Gli uomini coinvolti in quella spedizione sono però impreparati ad affrontare le avversità naturali presenti nel nuovo continente e ben presto devono abbandonare i loro sogni di gloria, lottando piuttosto per la propria sopravvivenza.

Quando il capitano Newport invia John Smith e i suoi uomini a cercare rifornimenti, il gruppo viene infatti attaccato dai membri della tribù Powhatan, che uccidono tutti tranne John, fatto prigioniero e condotto al villaggio. Lì incontra la figlia del capo, Pocahontas, con cui in breve sviluppa una profonda relazione che cambierà per sempre la loro vita. Gli scontri tra gli inglesi e i Powhatan però sono tutt’altro che finiti e quando i due popoli verranno nuovamente alle armi, Pocahontas sarà costretta a prendere decisioni durissime, che comprometteranno il suo posto nel mondo e tutto ciò in cui crede.

The New World - Il nuovo mondo cast

The New World – Il nuovo mondo: il cast del film

Noto per la sua maniacalità affinché tutto sia il più autentico possibile, dalle luci alle interpretazioni, Malick ricercò a lungo i giusti attori per i ruoli principali, lavorando poi con loro per rendere più realistici i rispettivi personaggi. Il casting per il personaggio di Pocahontas si è rivelato però particolarmente difficile. I produttori hanno esaminato oltre duemila attori prima di decidere di estendere i loro criteri di ricerca a tutti gli attori indigeni sia del Nord che del Sud America. Alla fine ad ottenere la parte fu Q’orianka Kilcher, all’epoca quattordicenne. Per prepararsi al ruolo, l’attrice dovette imparare a parlare una forma ricostruita dell’estinta lingua Powhatan.

Nel ruolo di John Smith vi è invece l’attore Colin Farrell, il quale per interpretare tale personaggio decise di leggere tutti i libri scritti dal vero Smith, riguardandi le sue esperienze di viaggio. Per preservare la spontaneità tra di loro, Farrell e la Kilcher dovettero evitare di incontrarsi sul set fino al momento della loro prima scena. Christian Bale è invece presente nei panni di John Rolfe. L’attore fu voluto da Malick in quanto egli aveva partecipato al doppiaggio del film Disney Pocahontas, di cui il regista era fan. Il premio Oscar Christopher Plummer, infine, interpreta il capitano Christopher Newport. L’attore, dopo aver visto il film e il modo in cui la sua presenza era stata ridotta al montaggio, si infuriò moltissimo con il regista.

Il trailer di The New World – Il nuovo mondo e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The New World – Il nuovo mondo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play e Amazon Pri

me Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 19 giugno alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Indiana Jones e il Quadrante del Destino: l’incontro con i protagonisti

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James Mangold, Harrison Ford, Phoebe Waller-Bridge e Mads Mikkelsen hanno partecipato all’incontro stampa di Indiana Jones e il Quadrante del Destino, quinto e con ogni probabilità ultimo viaggio del Professor Jones di Ford sul grande schermo.

La prima particolarità di questo capitolo del franchise rispetto ai quattro precedenti è che sulla sedia di regia non c’è Steven Spielberg, ma il bravo James Mangold che, dell’esperienza a dirigere Ford e compagnia dice: “Emozionante, stimolante. Uno degli elementi più attraenti nel decidere di far parte di questa impresa è stata la compagnia. Sono cresciuto ammirando questi film. Sono cresciuto ammirando Harrison, Steven, Kathy Kennedy, George Lucas, John Williams. Queste sono tutte persone che hanno plasmato il mio amore per la cinematografia. Quindi l’opportunità è stata gloriosa, ma anche il calore con cui mi hanno accolto a bordo è stato ciò che mi ha davvero fatto desiderare di fare questo film, mi sentivo come se stessi per vivere una delle grandi esperienze della vita.”

La sfida più difficile per Mangold è stata la componente action del film: “Ovviamente, c’è molta logistica, acrobazie, sparatorie e molte location diverse, ci siamo spostati tanto e abbiamo avuto una squadra eccezionale. Ma la sfida più grande è stata assicurarmi che il film avesse un cuore e che queste persone meravigliose avessero lo spazio per portare l’umanità in quello che è un film su larga scala. Non c’è nessuna ragione per cui un film su larga scala non debba avere umanità. Il mio obbiettivo è coniugare le due cose: possiamo avere spettacolo e un’avventura sul grande schermo, ma anche le eccentricità e le meravigliose contraddizioni della condizione umana. E questo è, più di ogni altra cosa, la vera sfida per me perché in mezzo a tutta la tecnologia, e le infrastrutture, le dimensioni dell’equipaggio e dimensioni di tutto, devi proteggere questo tipo di bolla che non può essere pianificato in uno storyboard e non può essere riprodotta al computer. Quello di cui ha bisogno per accadere, deve accadere organicamente attraverso la recitazione di queste persone meravigliose, e gli altri nel cast, e io stesso che riprendo, e con la sceneggiatura. È un altro tipo di effetto speciale, qualcosa di magico.”

Torna a indossa Fedora e frusta Harrison Ford, che nonostante gli anni è ancora in splendida forma, ironico e ruvido, proprio come abbiamo imparato ad amarlo nel ruolo del professore archeologo con la fobia dei serpenti. “Penso che i punti di forza di Indiana Jones siano vari – spiega Ford – Li abbiamo raccontati nel corso di quattro film e ora stiamo entrando in una nuova fase della sua vita. E lo stiamo vedendo dopo un’assenza di 15 anni. È invecchiato un po’. Sta andando in pensione. Lo incontriamo nel giorno del suo ritiro dall’accademia, che non è stata stimolante per lui. Penso che lo incontriamo in un momento in cui si trova nel punto più basso della sua vita. Credo che drammaturgicamente funzioni davvero bene perché, in quel momento, stiamo anche introducendo il personaggio di Phoebe che è coliche lo stimola a tornare in campo. Quindi suppongo che la sua debolezza sia l’incedere del tempo. Ho ho sempre voluto completare la storia e vederlo alla fine della sua carriera e in definitiva alla fine della sua vita.” “Quando ho letto la sceneggiatura di Indiana Jones e il Quadrante del Destino – continua Harrison Fordho pensato che fosse una bella storia, un film ambizioso, un modo diverso di raccontare il personaggio e di dirgli addio. La storia ha pensato a un modo per riportare l’interesse in una vita che non ne aveva più.”

Al fianco di Indiana Jones, nel film, c’è la sfuggente Helena, interpretata da Phoebe Waller-Bridge. “Penso che l’arguzia di Helena sia una grande forza, ma anche il suo essere una persona creativa e autosufficiente, ha un buon senso dell’umorismo. C’è una forma di coraggio in lei che può essere frainteso come incoscienza. Quindi anche se è un aspetto che amo di lei, penso anche che sia la cosa che poi la mette nei guai. Penso che lei probabilmente non sappia davvero come chiedere aiuto in modo reale e questo l’ha resa dura.”

E che tipo di relazione instaura con Indy? “Penso che lei sia la persona giusta ad entrare nella sua vita in questo momento perché sembra che lui sia dentro e un vicolo cieco emotivo. È giusto? E penso anche che ora stia vivendo in un’epoca in cui l’attenzione si è spostata. Le persone guardano al futuro. La gente guarda la luna. E non c’è molta passione per quello di cui lui invece è appassionato, cioè il passato. E così, quando arriva lei nella sua vita, non solo porta una ventata di passione per l’archeologia e il passato, ma anche l’avventura e il ricordo del suo vecchio amico, padre di Helena. E credo che questa cosa lo illumini. Solo che lei lo fa in maniera furba, perché ha i suoi scopi secondari. E poi attraverso l’esperienza di questa avventura con Indie impara di nuovo a essere vulnerabile. Mi è piaciuto che questo tipo di rapporto si instauri tra due persone di generazioni diverse.”

Nei panni del villain, il nazista Jürgen Voller, Mads Mikkelsen non perde occasione di diffondere il suo fascino: “Penso che la sua più grande forza, ovvero la fede nel Terzo Reich, sia anche la sua più grande debolezza, perché non è che sia una cosa proprio edificante.” Un villain terribile, quindi, a cui Mikkelsen riesce a dare personalità e carisma, come a tutti i suoi magnifici ritratti di antagonista. “La verità è che non dipende da me, il personaggio era scritto molto bene e i miei colleghi mi hanno aiutato a tirarlo fuori nel migliore dei modi. Ho interpretato tanti cattivi, ma questo è il mio primo nazista, quindi questo fa la differenza. Cerco di trovare ciò che umanizza anche il personaggio peggiore e se non riesco a relazionarmi con ciò che sognano, lo sostituisco con qualcos’altro che posso capire per restituire il grado di passione del personaggi. E così, si spera, il lavoro finale darà sostegno alla storia.”

Indiana Jones e il Quadrante del Destino uscirà al cinema il 28 giugno, diretto da James Mangold, con protagonisti Harrison Ford, Phoebe Waller-Bridge (Fleabag), Antonio Banderas (Dolor y gloria), John Rhys-Davies (I predatori dell’arca perduta), Toby Jones (Jurassic World – Il regno distrutto), Boyd Holbrook (Logan – The Wolverine), Ethann Isidore (Mortale) e Mads Mikkelsen (Animali Fantastici – I segreti di Silente).

Secret Invasion: l’incontro con i protagonisti della nuova serie Disney+

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A quasi un anno da She-Hulk: Attorney at Law, tornano su Disney+ le serie Marvel Studios e questa volta è il turno della misteriosa Secret Invasion, guidata da un ritrovato Nick Fury, molto diverso dalla sua ultima apparizione nel MCU. Avevamo infatti lasciato l’ex leader dello SHIELD su un’astronave Skrull, molto distante dalla Terra, che cercava di trovare un mondo su cui gli alieni metafora potessero vivere. Lo ritroviamo, molto provato, di ritorno sulla Terra, in un mondo decisamente cambiato.

“Questa è la mia seconda apparizione dopo il BLIP – comincia Samuel L. Jackson, che interpreta Fury da ormai 15 anni – ed era stato via un bel po’ di tempo. È un po’ stanco, un po’ vulnerabile, ma torna sulla Terra perché è stato convocato. E vedremo cosa succede. Adesso ho anche un ginocchio malandato, non ne sono così tanto felice.”

Convocato da chi? Ma da Talos, naturalmente, che avevamo visto l’ultima volta nella scena post credits di Spider-man: Far From Home. L’amicizia tra Fury e il leader degli Skrull, che abbiamo visto nascere in Captain Marvel, è qui al centro della storiate quindi insieme a Samuel L. Jackson torna anche Ben Mendelsohn che indossa ancora una volta la sua maschera verde. “È stato un lavoro molto più difficile per me perché troviamo Talos in un momento difficile. Non riuscirei ad andare avanti senza fare spoiler, quindi mi limiterò a dire che per lui è un brutto momento, e che con Nick lassù tutto quel tempo, non è riuscito a fare di meglio.”

Un altro volto amatissimo dal pubblico del MCU torna per Secret Invasion, quello di Cobie Smulders nei panni di Maria Hill: “È stato davvero eccitante tornare, ma, parlando della tensione che si respira nella serie, credo che la relazione tra Maria e Nick sia piuttosto tesa perché quando lei lo ha chiamato lui non ha risposto.”

Parlando di veterani di ritorno nel MCU, troviamo anche Don Cheadle, che riporta a schermo il suo James ‘Rhodey’ Rhodes. “Penso che scopriremo cosa sta succedendo con Rhodey mentre questa serie va avanti – spiega l’attore – Ha un ruolo diverso rispetto al suo solito. Lo vediamo più come un animale politico rispetto al passato. È stato più un militare in altre circostanze, ma ora è una specie di braccio destro del presidente. Ma penso che quello che non vedo l’ora di vedere è come si evolve la sua relazione con Nick Fury e con gli altri personaggi.”

Non solo volti conosciuti e amati, in Secret Invasion, tutt’altro! La serie presenta infatti le due new entry del MCU più interessanti di questa Fase 5: Emilia Clarke, esperta di franchise e volto pop amatissimo dal pubblico, che interpreta G’iah e Olivia Colman, premio Oscar e talento immenso del grande schermo, che dà il volto alla potente Sonya Falsworth. Con loro anche Kingsley Ben-Adir, nel ruolo fondamentale di Gravik.

E quando Emilia Clarke spiega cosa l’ha convinta ad unirsi al MCU, la risposta è immediata: “Tutte le persone che vedete sedute qui – ha spiegato la ex Madre dei Draghi – Chi diavolo non vorrebbe essere seduto qui con queste incredibili persone? E poi sono stata ben preparata per affrontare un ruolo che richiede segretezza e attenzione agli spoiler. Quindi sapevo in cosa mi stavo ficcando. Ma penso che quello che posso sicuramente dire è che quello di Secret Invasion è stato il set più caldo, meraviglioso, sicuro, adorabile, felice e giocoso in cui sia mai stata. Entrare nel mondo Marvel vuol dire che sei arrivato in cima all’albero, sei lì, e poi scopri che tutti quelli che sono lì si stanno divertendo davvero.”

E alla stessa domanda, Olivia Colman risponde: “Dopo ogni film Marvel che è arrivato nei cinema, dicevo al mio agente che volevo fare parte di quel franchise. Quindi non è che ho accettato Secret Invasion. È stata Secret Invasion a chiamarmi. Ogni menzione della parola Marvel e io dicevamo: “Sì, per favore”. E spero di essere stata all’altezza di tutto ciò.” Il personaggio di Colman, Sonya Falsworth, sembra aver un passato di amicizia con Nick Fury e forse sono addirittura amici, “ma da qui a dire che si fidano l’uno nell’altra è complicato!”, spiega l’attrice “Sonya lavora per l’MI6. E le piace vestirsi di rosso. Ed è abbastanza divertente, ma a volte un po’ antipatica. Ed è tutto ciò che posso dire”.

Per quanto riguarda la linea temporale del MCU, Secret Invasion è ambientato nella contemporaneità del Marvel Universe: “Esiste fondamentalmente lungo la linea temporale in cui escono le serie – ha dichiarato il produttore Jonathan Schwartz – Quindi post-She-Hulk, post-blip proprio in questo esatto giorno presente nel MCU. Penso che sia tutto quello che posso dire.”

A dirigere tutti gli episodi della serie è stato chiamato Ali Selim che definisce Secret Invasion “uno show molto umano” “È la storia di Nick Fury – continua -Lui è un essere umano. Ha la sua versione di superpoteri, ma non sono come i superpoteri dei supereroi. Ed è una storia su di lui che rimette i piedi per terra ancora una volta dopo un po’ di tempo. E mi piace perché mi piacciono le storie umane che vengono dal cuore e sono a misura d’uomo e raggiungono un fascino universale piuttosto che il contrario. E mi è piaciuta la componente di spionaggio, l’elemento politico-thriller, e siamo tornati a guardare Il Terzo Uomo, La Conversazione, e cose del genere che sono molto radicate e davvero umane. E spero che abbiamo portato abbastanza elementi per ricrearne il tono. E poi c’è un punto nella storia in cui Nick Fury in cui si rende conto che questa è la sua battaglia, e diventa una specie di classico eroe western americano. E il tono cambia negli episodi successivi e Nick Fury diventa una specie di John Wayne.”

E come si racconta una storia thriller con al centro Nick Fury? Lo spiega Kevin Feige: “Questa è sempre stata l’idea. Sapevamo che non avremmo avuto tutti i personaggi dell’Universo Marvel così come accade nei fumetti, ed era il momento buono per concentrarci su Sam Jackson e su questo ensemble che vedete qui oggi. E abbiamo avuto un fantastico gruppo di sceneggiatori e il nostro fantastico regista, che ci ha aiutato a gestire tutto.” Per Jonathan Schwartz si tratta di una evoluzione di qualcosa cominciato con Captain Marvel, “anche se non era ancora un’idea di Secret Invasion. Penso che fosse l’idea di approfondire il rapporto tra questi due personaggi, Nick e Talos. E poi abbiamo iniziato, la porta Disney Plus si è in qualche modo aperta e abbiamo avuto l’opportunità di giocare di più trai generi ed espandere la scatola dei giochi di ciò che potevamo fare. E questo ha reso Secret Invasion di per sé una storia che aveva un ottimo materiale di base, perché è un evento dei fumetti che molte persone conoscevano e a cui hanno risposto con entusiasmo, ed era un genere molto interessante, in particolare per questi due personaggi.”

E per Samuel L. Jackson, vero e proprio protagonista di questa serie, non è “solo una storia di Nick Fury, perché ci sono tutte queste altre persone interessanti che circolano. È una storia di Gravik, è la storia di Emilia, è la storia di Olivia. Sono tutte queste persone che vengono presentate allo spettatore che ti fanno venire voglia di dire, beh, anch’io voglio vedere cosa gli sta succedendo.”

Secret Invasion arriva su Disney+ dal 21 giugno, con un episodio a settimana per sei settimane. Ideata da Kyle Bradstreet, fa parte della Fase 5 del MCU e vede protagonisti Samuel L. Jackson, Ben Mendelsohn, Cobie Smulders, Martin Freeman, Emilia Clarke, Don Cheadle, Charlayne Woodard, Olivia Colman, Kingsley Ben-Adir e Killian Scott.

The Flash: la spiegazione del multiverso e delle linee temporali

The Flash: la spiegazione del multiverso e delle linee temporali

The Flash (qui la recensione), al cinema in Italia il 15 giugno scorso, è riuscito subito a scalare la classifica al botteghino, arrivando in vetta e conquistandosi il podio al suo primo weekend nelle sale nostrane. Seppur negli States il risultato sia invece diverso, non avendo ancora raggiunto al box office cifre entusiasmanti, il film diretto da Andy Muschietti è – fra i capitoli del vecchio DCEU – uno dei migliori e meglio riusciti. In The Flash, la cui storia è adattata dalla trama originale del fumetto Flashpoint della DC Comics, Barry Allen torna indietro nel tempo per tentare di salvare la madre e impedire che il padre venga giudicato come colpevole della sua morte.

In questo modo, attraverso il Velocista Scarlatto, viene introdotto per la prima volta in maniera chiara e funzionale il concetto di multiverso del DCU e delle linee temporali alternative, che nascono nel momento in cui Flash cerca di riscrivere la storia. A differenza del MCU, però, il multiverso del DCU non è lineare ma anzi risulta molto più complesso e intricato di quanto si possa immaginare. Cerchiamo perciò di capire come funziona insieme alle diverse timeline.

Come viaggia nel tempo Flash?

In The Flash il viaggio nel tempo è uno dei temi portanti, ed è sia pretesto che problema dell’intera narrazione. Nel primo atto Barry Allen torna nel passato quando, dopo aver ricordato la sua infanzia e la morte della madre, corre così velocemente da entrare nella Speed Force. Qui capisce di poter tornare indietro nel tempo, e inizia ad esplorare e studiare la sua nuova capacità: è proprio nel suo “regno temporale” che Barry può accedere a quello che chiama “cronobaleno”, qualcosa che gli permette di poter vedere in contemporanea diversi esiti di eventi e linee temporali.

In questo modo, Barry può entrare in uno di quei punti del tempo e modificarlo. Anche se ha la capacità di cambiare le cose, ciò non vuol dire che gli esiti siano prevedibili una volta fatto ritorno nel presente. Nel multiverso della DC, infatti, le cose funzionano diversamente rispetto a quanto si potrebbe vedere nel MCU (molto più lineare). In questo universo, una sola alterazione del passato non va a intaccare solo il presente e il futuro, ma anche il passato antecedente l’alterazione, grazie alla retrocausalità.

Quindi, di conseguenza, non si può prevedere nulla. Abbiamo un esempio con una scena del film molto toccante, quando Barry Allen torna indietro nel tempo per mettere il barattolo di pomodoro – che la madre aveva dimenticato – nel suo carrello, facendo sì che il padre dopo non debba uscire per andarlo a comprare e impedendo, quindi, che lei venga uccisa. Da questa azione, però, i cambiamenti che si generano sono tantissimi e Flash non ha potuto prevedere nessuno di questi.

Batman e il multiverso spaghetti: cosa significa?

Quando in The Flash Barry Allen torna indietro nel tempo e incontra il Barry alternativo, gli dice di dover rintracciare la Justice League che, in quell’universo, non esiste. L’unico è Batman, dal quale i due si recano per poter capire come aggiustare le cose. Quando però Barry arriva, quello che si trova di fronte – dopo una lotta in cucina – è il Bruce Wayne di Michael Keaton, non di Ben Affleck, uno degli esempi proprio di retrocasualità inaspettata e imprevedibile. La versione di Keaton conosce però il multiverso e i concetti su cui si fonda, dando conferma ai due Barry della sua esistenza. Dice anche che le linee temporali del multiverso DC sono molto più interconnesse e intrecciate e per niente lineari, e una volta scolati gli spaghetti, mette il piatto davanti ai due ragazzi per usarli come metafora.

Esattamente come gli spaghetti, ci sono dei punti in cui le linee temporali sono ingarbugliate, ed alcuni di questi punti si incrociano come fulcri nel multiverso. Vengono chiamate “inevitabilità intersezionali”, ciò vuol dire che alcuni personaggi ed eventi non possono essere cambiati e, proprio come li descrive Barry Allen stesso, sono momenti di destino. Così Flash scopre e capisce che ci sono alcune intersezioni che non possono essere soggette a modifiche, per quanto si tenti di cambiarle. Come, ad esempio, sua madre: Barry non può salvarla e impedire al tempo stesso che l’intero universo si distrugga: è una conseguenza inevitabile.

La spiegazione delle tre linee temporali di The Flash

All’interno di The Flash ci sono ben tre linee temporali principali. La prima, è quella principale DC, quella che il pubblico già conosce grazie ai film precedenti, e che ha al suo interno tutti gli eventi del DCEU, iniziando con L’uomo d’acciaio del 2013. In questa timeline, la madre di Barry è stata uccisa quando lui era al piano di sopra a disegnare e il padre era andato a comprare il barattolo di pomodori che lei aveva dimenticato. È la linea temporale che Barry Allen prova a modificare, tornando indietro nel tempo e mettendo la lattina dentro il carrello della madre al supermarket, in modo tale che il padre non debba uscire per andarlo a prendere, evitando così la sua morte.

La seconda timeline è la conseguenza dell’alterazione di Barry Allen. In questa linea temporale la madre di Barry è ancora viva, il padre non è in carcere e Barry cresce con entrambi i genitori. Il problema, però, è che l’universo a causa di questa modifica è cambiato, e i metaumani non esistono. Di conseguenza, la Terra non è mai stata protetta prima dell’arrivo di Zod. Non c’è traccia di Wonder Woman, Cyborg gioca ancora a football, Aquaman non esiste e Superman è stato ucciso da Zod quando era piccolo, diversamente da come invece vediamo in L’uomo d’acciaio di Snyder. In questa timeline esiste solo il Batman di Michael Keaton, che si è ritirato dopo aver reso sicura Gotham City.

L’ultima – e terza – timeline si forma invece quando Flash, dopo aver visto gli universi del multiverso collidere e aver capito che non può lasciar vivere la madre, torna ancora una volta indietro per aggiustare i suoi errori e non mettere mai quel barattolo di pomodoro nel carrello della madre, facendola morire (di nuovo). Quando però riposiziona la lattina sullo scaffale, sistema anche tutti gli altri più in alto, in modo tale che la telecamera possa riprendere il padre mentre va al supermercato, poiché quel filmato gli serve nel presente, al processo, per scagionarlo dalle accuse dell’uccisione della madre. Così agendo, Barry inevitabilmente crea altri cambiamenti: Batman, quando torna nel suo presente, è diverso, ed è interpretato da George Clooney, mentre della Justice League non è chiaro il destino. Solo la scena post-credits conferma Jason Momoa come Aquaman.

Tutti gli universi del multiverso DC

In The Flash non è compresa solo la timeline del DCEU o le sue linee temporali alterate, ma come è ben chiaro nel finale, quando Barry Allen e Dark Flash sono nella Speed Force, ci sono tanti altri universi presenti nel multiverso, che fra l’altro sono quelli che contengono i camei più amati del film. Troviamo infatti, ad esempio, l’universo DC in bianco e nero, in cui appare in digitale il Superman di George Reeves degli anni ’50.

C’è anche l’universo della serie televisiva di Batman degli anni Sessanta, in cui è Adam West a vestire i panni del Cavaliere Oscuro e il suo più grande villain, Joker, è interpretato da Cesar Romero. È presente poi l’universo del Superman di Christopher Reeves e della Supergirl di Helen Slater (spin-off dei film di Richard Donner). E, infine, quello del Superman di Nicolas Cage, mai visto su schermo in quanto il film in cui lo rappresentava, Superman Lives di Tim Burton, fu poi cancellato. Nella Speed Force, questi mondi stanno per essere distrutti, prima che Flash torni ancora indietro per evitare il disastro.

Tyler Rake: quante persone ha ucciso Chris Hemsworth nei film?

Tyler Rake: quante persone ha ucciso Chris Hemsworth nei film?

Il mercenario Tyler Rake di Chris Hemsworth, esperto di battaglie, miete un numero ingente di vittime in Tyler Rake e Tyler Rake 2. Con Hemsworth che sembra essersi lasciato alle spalle il ruolo di Thor – almeno per il momento – quello di Tyler Rake (Extraction) è diventato il suo nuovo grande franchise.

L’originale del 2020 ha garantito alla star un grande successo di streaming e un personaggio che gli ha permesso di usare le sue doti drammatiche e, al contempo, alzare l’asticella del genere action al massimo: il numero di morti che ha accumulato da solo nella saga potrebbe tranquillamente competere con quelle perpetrate da Rambo o John Wick.

Il numero di uccisioni del primo Tyler Rake è 80

Tyler Rake Chris HemsworthSecondo AOBG – gli esperti in materia di bodycount nei film – il conteggio finale di uccisioni per mano di Rake Tyler Rake è di 80. La maggior parte di questi sono stati uccisi con un fucile d’assalto o una pistola, anche se non sono mancati accoltellamenti ed esplosioni.

Naturalmente, la sua uccisione più famosa avviene con una vera e propria ascia (axe, in inglese): l’opportunità di un gioco di parole visivo e linguistico – axe/extraction – era evidentemente troppo ghiotta per i registi per lasciarsela sfuggire.

Rake uccide 29 persone nel sequel

Tyler Rake 2Mettere insieme il numero di vittime di Tyler Rake 2 è un po’ più complicato, perché può essere difficile distinguere gli avversari che Rake ha ferito da quelli che ha ucciso. Ad esempio, durante la scena della rivolta nella prigione, c’è un momento in cui Rake spara con la mitragliatrice a tre prigionieri, anche se un’analisi più attenta rivela che li ha colpiti alle gambe. In base alle morti che possono essere confermate fisicamente, in Tyler Rake 2 il mercenario ha ucciso 29 persone. Anche se si tratta di un numero considerevolmente inferiore a quello del primo film, il sequel punta sulla qualità anziché sulla quantità.

In questo secondo capitolo, Rake abbatte non uno, ma ben DUE elicotteri d’attacco, uccide un prigioniero usando un manubrio mentre, quella che probabilmente è la morte più memorabile, include anche alcuni attrezzi da palestra e la testa di uno sfortunato scagnozzo. Vediamo Rake combattere contro avversari rivestiti da capo a piedi con un’armatura, il che rende ancora più difficile l’attacco e aumenta il numero di combattimenti corpo a corpo. In totale, questo significa che il Rake di Hemsworth ha ucciso 109 persone in entrambi i film di Tyler Rake, un punteggio più che rispettabile per qualsiasi eroe d’azione.

The Flash: ecco le principali differenze con Flashpoint

The Flash: ecco le principali differenze con Flashpoint

The Flash è finalmente uscito nei cinema il 15 giugno 2023, con Ezra Miller che riprende il ruolo di Barry Allen, alias Flash, dopo essere apparso in Justice League, Suicide Squad e Peacemaker. Diretto da Andy Muschietti, The Flash ha cambiato definitivamente la forma dell’Universo DC, aprendo la strada allo sviluppo del nuovo DCU di James Gunn e Peter Safran che vedremo nei prossimi anni. Sebbene basato sull’evento Flashpoint del 2011 della DC Comics di Geoff Jones, The Flash ha apportato diverse modifiche significative alla trama del crossover.

Analogamente all’evento Secret Wars della Marvel Comics del 2015, Flashpoint della DC Comics ha stabilito una nuova linea temporale, unendo le linee temporali DC, Vertigo e WildStorm nella linea New 52. Flashpoint aveva una trama drammatica che coinvolgeva Barry Allen che si svegliava in una nuova realtà in cui sua madre non era mai morta, portando a una serie di cambiamenti estremi nell’Universo DC. Questa trama è stata adattata liberamente per The Flash del 2023, con l’eroe che ripristina l’Universo DC, ponendo effettivamente fine al DCEU e consentendo al nuovo DCU di Gunn di partire con Superman: Legacy nel 2025. Ecco 10 dettagli di Flashpoint che nel film diretto da Andy Muschietti sono stati modificati.

Wonder Woman e Aquaman non sono in guerra in The Flash

Uno degli elementi chiave di Flashpoint della DC Comics che è stato omesso da The Flash è la guerra in corso tra le Amazzoni di Wonder Woman e gli Atlantidei di Aquaman. Sia Gal Gadot che Jason Momoa hanno un cameo in The Flash, ma sono solo brevi scorci che hanno avuto un impatto minimo sulla storia.

Nei fumetti, tuttavia, la brutale battaglia tra le due forze opposte aveva lasciato dietro di sé una scia di distruzione, decimando gran parte dell’Europa. La guerra è iniziata con la sabotata cerimonia nuziale di Diana Prince e Arthur Curry, e termina con un’epica battaglia tra la coppia, The Flash, Superman e Batman, prima che la linea temporale venga ripristinata.

Il padre di Barry Allen è morto in Flashpoint della DC Comics

The Flash ha visto Barry Allen di Ezra Miller viaggiare indietro nel tempo per salvare la vita di sua madre, e poi lo trova intrappolato nel 2013 in un mondo in cui sua madre, suo padre e il suo io più giovane sono tutti vivi e vegeti. Nella trama Flashpoint della DC Comics, tuttavia, Barry si sveglia in un mondo in cui sua madre è viva, ma suo padre è morto per un attacco di cuore tre anni prima.

Nel film, Ron Livingston ha sostituito Billy Crudup nel ruolo di Henry Allen, e mentre Barry potrebbe non essere in grado di salvare sua madre, apporta una piccola modifica alla sequenza temporale che consente a suo padre di essere liberato.

Thomas Wayne è diventato Batman (e Bruce Wayne è stato ucciso)

Flashpoint Comics ha mostrato una visione contorta e oscura dell’Universo DC, un aspetto chiave di questo è stata l’esplorazione di un Batman più violento e aggressivo. Quando incontra il viaggiatore nel tempo Barry Allen, Batman si rivela essere Thomas Wayne, trasformatosi nel vigilante che combatte il crimine dopo la morte di suo figlio, Bruce.

In The Flash, invece di avere un aggressivo Batman/Thomas Wayne, abbiamo Michael Keaton che ha ripreso il suo ruolo di Bruce Wayne da Batman e Batman Returns di Tim Burton. Ciò ha offerto una versione più spensierata di Batman rispetto alla sequenza temporale di Flashpoint, anche se sarebbe stato fantastico vedere Jeffrey Dean Morgan tornare nei panni di Thomas Wayne, interpretando un Crociato Incappucciato più oscuro.

Martha Wayne è il Joker in Flashpoint

La tragedia che ha colpito la famiglia Wayne nell’evento Flashpoint ha fatto sì che le vite di Thomas e Martha Wayne venissero cambiate per sempre. Mentre Thomas è diventato una versione del Cavaliere Oscuro, Martha è impazzita a causa dalla morte di suo figlio, diventando l’iterazione del Joker di Flashpoint.

Lavorando con la sua versione di Harley Quinn, nota come Yo-Yo, Martha diventa l’arcinemica di Thomas, paralizzando la compagna vigilante Batman, Catwoman, e alla fine si suicidandosi dopo aver appreso la verità sulla loro linea temporale. Questa trama è stata completamente omessa da The Flash.

Diversi personaggi di Flashpoint mancano da The Flash

Per adattarsi alla versione in live-action di The Flash, molti personaggi di Flashpoint dovevano essere completamente rimossi dalla trama. Questi includono artisti del calibro di Deathstroke, che è stato interpretato da Joe Manganiello in Justice League, e il suo equipaggio di pirati, Booster Gold, che apparirà nel nuovo universo DC di Gunn, e Hal Jordan, alias Lanterna Verde.

Cyborg appare in Flashpoint come l’eroe principale del mondo, facendo le veci di un Superman momentaneamente assente, ma Ray Fisher non è tornato per il film. Flashpoint è stato un crossover epico che presentava versioni alterate di molti personaggi della storia della DC, ma questo aspetto, nel film è stato ridotto in maniera massiccia.

In The Flash sono coinvolti due Barry Allen

In Flashpoint, Barry Allen si sveglia in una linea temporale alternativa in cui non è Flash e non ha poteri, ma è ancora l’unico Barry Allen al mondo. In The Flash, tuttavia, il viaggio nel tempo di Barry lo vede bloccato nell’anno 2013, dove è in grado di conversare con il suo io più giovane, interpretato sempre da Ezra Miller.

The Flash permette al Barry originale di perdere i suoi poteri, mentre il Barry più giovane li acquisisce e inizia la sua trasformazione in un Flash più oscuro. Ciò non accade in Flashpoint, ma la scelta del film permette a Miller di mostrare la sua bravura nel dare vita a due Barry differenti sempre a schermo.

Superman è stato sostituito da Supergirl in The Flash

Nonostante mantenga gli stessi elementi della storia a fumetti, il film del 2023 non coinvolge Kal-El, ma invece sua cugina, Kara Zor-El. In Flashpoint, Superman è stato trovato sulla Terra da bambino, imprigionato e sottoposto a esperimenti dal governo degli Stati Uniti, anche se in seguito viene salvato da Flash, Batman e Cyborg e si unisce alla battaglia.

In The Flash, la stessa storia vede protagonista la Supergirl di Sasha Calle, che viene salvata dai due Flash e dal Batman di Michael Keaton da una struttura in Siberia. Supergirl si unisce alla lotta contro il generale Zod in modo simile alla sua controparte a fumetti di Flashpoint.

Il viaggio nel tempo di Flash è diverso da quello nei fumetti DC

Il viaggio nel tempo è al centro della trama di The Flash, poiché Barry Allen viaggia indietro nel tempo nel tentativo di fermare l’omicidio di sua madre. In tal modo, tuttavia, crea la linea temporale alternativa. Barry Allen compie questa impresa correndo così velocemente da ottenere l’accesso alla Speed Force e al Chronobowl, un’area che gli consente di accedere al multiverso e scegliere in quale linea temporale entrare.

Questo è diverso dal viaggio nel tempo visto in Flashpoint, in cui Barry si sveglia semplicemente nella linea temporale alternativa, e il ripristino della linea temporale avviene mentre lui corre più veloce della velocità della luce, senza accedere al Chronobowl.

Il Reverse-Flash viene ucciso da Batman in Flashpoint

Il Reverse-Flash, l’arcinemico di Barry Allen, è una parte importante dell’evento Flashpoint, ma non è affatto presente in The Flash del 2023. Sebbene Ezra Miller interpreti anche una versione più oscura di The Flash, poiché il giovane Barry è corrotto dalla sua conoscenza del viaggio nel tempo, questo personaggio non viene mai chiamato Reverse-Flash.

In Flashpoint, Barry è portato a credere che Reverse-Flash di Eobard Thawne sia la causa della linea temporale alterata, anche se durante lo scontro finale tra i due rivela la verità. Il Reverse-Flash viene infine ucciso da Batman in Flashpoint, mentre l’oscuro Velocista in The Flash viene ucciso dal collidere dei mondi, nel finale.

Bruce Wayne riceve un messaggio da suo padre

Mentre la fine sia di The Flash che di Flashpoint esplora Barry Allen in una nuova linea temporale, l’impatto di entrambi i finali è molto diverso. In The Flash, Barry ha apportato un cambiamento al passato che ha permesso a suo padre di essere esonerato, e scopre che il Bruce Wayne di quella linea temporale non è più Ben Affleck ma George Clooney.

Il Flashpoint, Barry ritorna alla versione di Batman che conosce, ovvero Bruce invece di Thomas, regalando al Crociato Incappucciato un messaggio di suo padre nella timeline di Flashpoint. Questo finale emotivo manca in The Flash, anche se lo zampino di Flash nel liberare suo padre è una conclusione felice, per il nostro Velocista.

Quali sono i migliori film che raccontano il Multiverso?

Quali sono i migliori film che raccontano il Multiverso?

Il Multiverso è qualcosa d cui sappiamo estremamente poco“. Tra i viaggi nel tempo di Doc in Ritorno al Futuro ai supereroi, il film su questo argomento sono aumentati. L’idea dell’esistenza di più universi è un concetto fantascientifico che esiste da decenni, ma per quanto riguarda i film, le storie di persone che viaggiano in universi diversi sono diventate di moda solo di recente. Per esempio, Rick and Morty è una serie animata basata sui viaggi nel tempo. E naturalmente, una volta che il MCU ha iniziato a esplorare i multiversi, altri franchise l’hanno inevitabilmente seguito.

Alcuni dei film più grandi e di maggior successo degli ultimi anni sono stati ambientati all’interno del multiverso, che sembra destinato a rimanere finché il pubblico continuerà a trovare interessante questo concetto. Di seguito sono riportati alcuni dei film sul Multiverso più degni di nota di tutti i tempi, classificati dal peggiore al migliore.

The One (2001)

The One non è il film numero uno del multiverso se giudicato in base alla qualità. Questo va sottolineato, perché non è esattamente un film che la critica ha accolto con entusiasmo. Il film d’azione e di fantascienza vede come protagonista Jet Li, il cui personaggio è costretto a combattere contro un’altra versione di se stesso.

Un agente che si sposta nell’universo e che ha ucciso varie altre versioni alternative di se stesso, diventando più potente a ogni uccisione. Uscito nel 2001 ha il merito di aver anticipato il tema del Multiverso nei film d’azione prima che le pellicole incentrate su questo argomento prendessero veramente piede, e anche se non può essere considerato pienamente un magistrale precursore, può almeno essere definito in anticipo sui tempi.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia (2022)

Multiverso Doctor Strange

Pur non essendo in assoluto uno dei migliori film del MCU, Doctor Strange nel Multiverso della Follia non è privo di meriti. Il film di Sam Raimi introduce nei dettagli il tema del multiverso nel mondo Marvel che poi trova una piena narrazione in Spider-Man: No Way Home. 

Non è né il peggiore né il migliore film del MCU a essere legato al multiverso in qualche modo, ma vale la pena menzionarlo per la sua premessa incentrata sul multiverso, anche se non l’ha esplorato quanto avrebbe dovuto.

The Flash (2023)

The Flash photogallery

Se giudicato come un film sui supereroi o sui viaggi nel tempo, The Flash può vacillare un po’, ma almeno utilizza bene il multiverso. È il primo film nelle sale cinematografiche a concentrarsi sul personaggio di Barry Allen già visto in Justice League (2017) e nel più apprezzato Justice League (2021) di Zack Snyder.

È facile vederla come la risposta della DC ai vari film del MCU e di altri film Marvel che utilizzano bene il multiverso, con The Flash che porta in scena versioni multiple di personaggi familiari (e alcune versioni alternative inedite) e le inserisce in un unico film. Resta da vedere se questo concetto continuerà a essere esplorato nei futuri film della DC.

Last Action Hero (1993)

Multiverso Last Action Hero (1993)

Film d’azione che è anche una parodia dei film d’azione, Last Action Hero del 1993 è un film di Arnold Schwarzenegger molto sottovalutato che ha guadagnato almeno un seguito di culto negli anni successivi alla sua uscita. Il film segue un ragazzo che viene risucchiato nel mondo di un film d’azione che ama, con i personaggi immaginari che finiscono per farsi strada anche nel mondo reale.

Può essere considerato un proto-multiverso, perché, pur non essendo un film multiverso nel senso moderno del termine, sfrutta molto la premessa che ogni film sia effettivamente un universo a sé stante. Inoltre, ci sono due Arnold Schwarzeneger, visto che interpreta (brevemente) se stesso e il personaggio fittizio che interpreta nel film all’interno del film. Potrebbe farvi strabuzzare gli occhi, ma in modo divertente.

Coherence (2013)

Coherence (2013)

Coherence è uscito qualche anno prima della recente ondata di blockbuster sul multiverso e ha dimostrato come sia possibile esplorare un concetto così vasto con un budget ridotto. Questo film di fantascienza/mistero del 2013 è stato realizzato con soli 50.000 dollari e segue le stranezze che iniziano ad accadere a un gruppo di persone durante una cena quando una cometa vola sopra di loro.

La realtà si piega in modi interessanti man mano che il film va avanti, con gli io alternativi – e la possibilità che due universi si incrocino – esplorati in modo efficace all’interno di una storia su piccola scala e con un budget ridotto. È un film coinvolgente e stimolante, nonché uno dei film più creativi e concreti sul tema del multiverso.

Spider-Man: No Way Home (2021)

Spider-Man: No Way Home film 2021

Uscito qualche mese prima di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, Spider-Man: No Way Home è generalmente considerato il miglior film del MCU incentrato sul multiverso. Peter Parker si scontra con cattivi provenienti da altre realtà, che il pubblico riconoscerà dai precedenti film di Spider-Man che non facevano parte del MCU.

Anche se non sono stati mostrati nel marketing, il viaggio nell’universo alla fine porta gli Spider-Man precedenti – interpretati da Tobey Maguire e Andrew Garfield – a entrare nel mondo dello Spider-Man di Tom Holland e ad aiutarlo nell’atto finale. Si è trattato di un crossover semplice ma piacevole per il pubblico e di un uso complessivamente efficace del multiverso, a cui i futuri film del MCU che affronteranno lo stesso concetto saranno in ultima analisi paragonati.

The Lego Movie (2014)

The Lego Movie (2014)

Un altro film uscito in anticipo, che probabilmente ha avuto una certa influenza sul paesaggio della cultura pop del 2020, ricco di multiversi, The Lego Movie è stato un film sorprendentemente buono che si è rivelato un successo di critica e commerciale. Seguiva un personaggio Lego apparentemente ordinario che veniva coinvolto in un’enorme battaglia contro una forza malvagia che sembrava determinata a distruggere tutti i mondi Lego.

Questo porta a un’abbondanza di luoghi nuovi e unici da visitare per i personaggi, e un’altra realtà non-Lego (una realtà in carne e ossa) è persino presente in modo prominente verso la fine del film. Non offre lo stesso tipo di viaggio nell’universo di altri film sul multiverso, ma si può dire che appartenga comunque allo stesso campo.

Spider-Man: Across the Spider-Verse (2023)

Spider-Man: Across the Spider-Verse

Quasi subito, Spider-Man: Across the Spider-Verse è diventato uno dei sequel di film di supereroi più acclamati di tutti i tempi. Il film segue Miles Morales, che si è ormai abituato a essere l’Uomo Ragno del suo universo, dopo la morte di Peter Parker nel film precedente. Tuttavia, le complicazioni sorgono quando emerge un nuovo cattivo e Miles scopre altre versioni di Spider-Man che non si fermeranno davanti a nulla per garantire la protezione dei loro universi.

È un film dal ritmo incalzante, visivamente straordinario e infinitamente creativo, che mescola efficacemente azione, umorismo e cuore, affrontando al contempo temi piuttosto intensi (per gli standard dei film per famiglie). La fine del film con un cliffhanger particolarmente brusco – che prepara l’uscita di Beyond the Spider-Verse nel 2024 – è l’unica cosa che gli impedisce di eguagliare inequivocabilmente il suo predecessore.

Spider-Man: Into the Spider-Verse (2018)

Spider-Man Into the Spider-Verse (2018)

Spider-Man: Into the Spider-Verse del 2018 rimane il gold standard per l’utilizzo del multiverso in un film di supereroi. Serve come storia delle origini per Miles Morales e allo stesso tempo introduce lui – e il pubblico – allo Spider-Verse, con altre versoni che entrano in contatto con Miles e vengono coinvolti in una battaglia per proteggere tutte le loro diverse realtà.

Utilizza questa premessa per commentare (e a volte parodiare) i precedenti film sull’Uomo Ragno, ma trova anche il modo di estrarre dal multiverso drammi e sviluppi avvincenti dei personaggi. È un film incredibilmente intelligente che è anche spettacolare da guardare e che riesce abilmente ad attrarre il pubblico di grandi e piccini.

Everything Everywhere All at Once (2022)

Multiverso in Everything Everywhere All at Once

Se Into the Spider-Verse ha mostrato il potenziale di una premessa multiverso al suo meglio, Everything Everywhere All at Once si è spinto ancora più in là, diventando un enorme successo. Il film racconta di una donna di mezza età che si ritrova inaspettatamente al centro di una battaglia che determinerà il destino del multiverso, con la necessità di sfruttare i poteri dei suoi io alternativi per combattere la forza più potente che il multiverso abbia mai conosciuto.

È stato realizzato con un budget modesto e utilizza la pura immaginazione per spingersi in luoghi in cui nessun altro film è mai riuscito ad arrivare prima. È divertente, straziante, emozionante e divertente in egual misura, e alla fine si pone come il migliore dei migliori quando si tratta di film sul multiverso. Everything Everywhere All at Once è il film da battere, per qualsiasi altro film che utilizzi il multiverso in futuro.

Tyler Rake: tutto quello che c’è da sapere sul film con Chris Hemsworth

Negli ultimi anni Netflix non si è risparmiata nel proporre ai propri abbonati film di propria produzione di genere action. Veri e propri blockbuster dalle grandi ambizioni tecniche, che possono però essere goduti nella comodità del proprio salotto. Titoli come 6 Underground, Red Notice o The Grey Man. In mezzo a questi, spicca però Tyler Rake (qui la recensione), diretto nel 2020 dall’esordiente Sam Hargrave e prodotto dai fratelli Anthony e Joe Russo (registi di Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame), con il secondo dei due anche sceneggiatore del film.

Basato sulla graphic novel Ciudad di Ande Parks, Joe Russo, Anthony Russo, Fernando León González ed Eric Skillman, il film rielabora la figura del mercenario per dar vita ad un epico racconto che fa della spettacolarità tecnica il suo maggior pregio. Ci sono infatti sequenze ad alto impatto visivo nel film, tra cui un piano sequenza estremamente complesso e dinamico che ha tenuto e tiene ancora gli spettatori con gli occhi incollati allo schermo. Un’opera dunque particolarmente grintosa, che non ha scontentato gli appassionati del genere ma ha anzi offerto loro una visione irrinunciabile.

Un successo puro quello del film, divenuto in breve tempo tra i più visti tra quelli presenti nel catalogo dell’azienda. A distanza di qualche anno, continua inoltre a vantare traguardi tecnici insuperati per questo genere di opere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ad altro ancora. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Tyler Rake

Ambientato prevalentemente a Dhaka, in Bangladesh, il film ha per protagonista il mercenario Tyler Rake. Silenzioso e solitario, questi viene contattato dall’agente Nik Khan per una missione apparentemente ordinaria: recuperare il figlio di un signore della droga, rapito da un suo spietato rivale. Il compito si rivelerà tuttavia essere più complesso del previsto, e nel corso degli eventi Rake dovrà capire di chi fidarsi mentre combatte anche con il proprio tormentato passato. La vicinanza con il ragazzo, infatti, lo spingerà a ripensare alla sua intera vita.

L’attore Chris Hemsworth interpreta, come noto, il protagonista Tyler Rake. Un ruolo per cui si è preparato molto da un punto di vista della resistenza fisica, così da poter interpretare personalmente quante più scene possibile. Accanto a lui, l’attore Rudhraksh Jaiswa interpreta Ovi Mahajan Jr., figlio del signore del crimine indiano Ovi Mahajan Sr., il quale è invece interpretato da Pankaj Tripathi. L’attrice Golshifteh Farahani ricopre il ruolo di Nik Khan, un mercenario e partner di Tyler, mentre David Harbour è Gaspar, ex compagno di squadra di Rake.

Tyler-Rake-cast

Tyler Rake: il piano-sequenza di 11 minuti e il finale

Il regista Sam Hargrave ha dichiarato che il piano sequenza di 11 minuti e 29 secondi è composto da ben 36 diverse sequenze diverse, unite poi insieme al montaggio. Alcune di quelle sequenze hanno richiesto ben 25 riprese l’una affinché potessero allinearsi correttamente e dare dunque il senso di continuità necessario. Per riuscire a girare tutto ciò la troupe aveva a disposizione dieci giorni, prima dei quali l’intera sequenza è stata più volte provata e studiata nei minimi dettagli, dai movimenti degli attori fino a quelli della macchina da presa. Solo così si è potuti arrivare preparati alle riprese vere e proprie.

Per quanto riguarda il finale, sempre il regista ha dichiarato in un’intervista che “l’abbiamo girato in un modo volutamente ambiguo. Se guardi il film e senti che la redenzione di Tyler è completata attraverso il sacrificio, allora lo vedrai in un modo, con il ragazzo che lo onora attraverso una visione. Oppure, se hai amato il personaggio e il suo superare tutte le probabilità di sopravvivere è ciò che ha reso la storia buona per te, allora vedrai Tyler Rake in quell’immagine“. Il finale, inoltre, lasciava aperta la possibilità ad un sequel, poi effettivamente realizzato.

Tyler-Rake-finale

I sequel di Tyler Rake: Tyler Rake 2 e Tyler Rake 3

Il 16 giugno del 2023 arriva infatti su Netflix Tyler Rake 2, diretto nuovamente da Sam Hargrave e scritto da Joe Russo. Chris Hemsworth, Golshifteh Farahani e Adam Bessa riprendono i loro ruoli, mentre Olga Kurylenko e Idris Elba si aggiungono al cast. In questo secondo film, il mercenario è pronto per una nuova missione. Insieme alla sua squadra, viene infatti ingaggiato per salvare il figlio di un boss malavitoso che è stato rapito da un trafficante di armi e droga georgiano. Durante la missione di salvataggio il trafficante però muore e suo fratello, altrettanto spietato, decide di dare la caccia a Tyler e ai suoi per vendicarlo.

Mentre Tyler Rake 2 si afferma come uno dei film più visti su Netflix, guadagnando consensi per le sue interpretazioni e, in particolare, per le scene d’azione (tra cui un piano sequenza di ben 21 minuti), sono attualmente in corso le trattative anche per un terzo capitolo. Tyler Rake 3 sembra infatti sempre più probabile, dato il grande successo che i primi due film hanno riscontrato e stanno continuando ad ottenere. Al momento non vi sono certezze, ma è molto probabile che nelle prossime settimane verrà annunciato di più a riguardo.

Il trailer di Tyler Rake e come vedere il film in streaming su Netflix

Come anticipato, è possibile fruire di Tyler Rake unicamente grazie alla sua presenza nel catalogo di Netflix, dove attualmente è al 2° posto della Top 10 dei film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.

Fonti: IMDb, IndieWire

The Flash: Sasha Calle ha parlato con Peter Safran per tornare come Supergirl nel DCU

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L’attrice Sasha Calle ha fatto il suo debutto come nuova interpretazione di Supergirl inThe Flash (leggi qui la recensione), sfruttando al massimo il suo tempo relativamente breve sullo schermo per offrire una svolta memorabile nei panni della Ragazza d’Acciaio. Dopo averla vista nel film, dove ruba la scena ai suoi colleghi in più occasioni, in molti si sono chiesti se l’attrice tornerà ad indossare il costume della supereroina anche per futuri progetti DC.

Un sequel di The Flash sembra improbabile, dato il suo weekend di apertura particolarmente deludente al botteghino, ma sappiamo che è in fase di sviluppo un film di Supergirl da solista, quindi c’è qualche possibilità che Calle possa riprendere tale ruolo? Durante un’intervista con USA Today, l’attrice ha confermato di aver incontrato il co-CEO dei DC Studios Peter Safran per discutere del suo futuro come Supergirl.

Spero di continuare a interpretare Supergirl“, ha affermato l’attrice. “La amo così profondamente e mi sento così legata a lei.” L’attrice non si sbilancia sulle reali possibilità di riprendere il ruolo, ma date le lodi ricevute dall’attrice con la sua interpretazione, Safran e James Gunn potrebbero seriamente prendere in considerazione la sua partecipazione anche a futuri film DC, interpretando sempre Supergirl. A meno che non decidano che la migliore linea d’azione è recidere completamente i legami con l’attuale era DCEU e ricominciare totalmente da capo.

The Flash: la trama e il cast del film

The Flash è uscito al cinema il 15 giugno 2023 distribuito da Warner Bros Italia. Nel film, Barry Allen usa i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato, minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi. L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano imprigionato… malgrado non sia più colui che sta cercando.

Fanno parte del cast di The Flash l’attore Ezra Miller nei panni del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da Justice League, ma anche l’astro nascente Sasha Calle nel ruolo di Supergirl, Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”), in quelli del Generale Zod, Ron Livingston (“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”), Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también – Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”), Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo d’acciaio”) e Michael Keaton (Spider-Man: Homecoming”, “Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30 anni.

Black Mirror 6, la classifica degli episodi dal peggiore al migliore

Black Mirror torna su Netflix dopo una lunga assenza. Iniziato nel 2011 riscuote successo solo dopo il 2016 quando per la prima volta viene prodotta una stagione dal colosso dello streaming. Si tratta di una serie antologica che si concentra prevalentemente su storie di fantascienza/mistero/thriller spesso cupe e che tendono a commentare il rapporto dell’umanità con la tecnologia, sia che si tratti di quella attuale che di quella futuristica che ancora non esiste (ma che un giorno potrebbe esistere). Black Mirror 6 arrivato su Netflix il 15 giugno, come leggerete nella nostra recensione, divide i fan.

Nella sesta stagione, tuttavia, le cose sono un po’ diverse: gli elementi fantascientifici sono stati ridotti in modo sorprendente. Tre dei cinque episodi sono ambientati nel passato, uno sembra essere nel presente e solo uno sembra essere futuristico. Un cambiamento che è stato criticato dai fan della serie che da qualche tempo sembra aver perso la sua reale attrattiva. Il tutto si traduce in una stagione di Black Mirror piuttosto strana, perplessa e a volte interessante, con i cinque ultimi episodi classificati di seguito dal peggiore al migliore.

Mazey Day 6×04

Mazey Day Black Mirror 6x04

Già in un episodio della stagione precedente si racconta il tema della celebrità e delle sue insidie. In Mazey Day, quarto episodio di Black Mirror 6, si ripercorre la stessa strada ma in modo diverso così tanto da generare l’episodio meno incisivo della stagione. Le cose iniziano abbastanza bene: la premessa incentrata su un paparazzo a corto di soldi che viene incaricato di scattare una foto a un’attrice problematica, poiché la stampa parla di una sua possibile dipendenza. L’episodio è ambientato negli anni Duemila e, sebbene non presenti elementi di fantascienza, analizza i media, l’industria dell’intrattenimento e il potere della tecnologia (in questo caso, delle fotografie) di danneggiare in modo permanente la vita di una persona.

L’episodio di soli 40 minuti si prende però il primo posto come episodio con il minutaggio più breve della serie. La parte più contestata è il finale giudicato da molti frettoloso e arrangiato, dà l’impressione che lo sceneggiatore (Charlie Brooker) non sapesse come concludere la storia in modo adeguato.

Loch Henry 6×02

Loch Henry Black Mirror 6x02

Loch Henry è il titolo del secondo episodio di Black Mirror 6. A differenza del precedente, in Loch Henry la messa in scena dell’episodio lascia a desiderare ma il finale è davvero devastante. L’episodio segue una giovane coppia, Davis e Pia, che si reca in una piccola città della Scozia dove Davis è cresciuto, con l’intenzione di girare una sorta di documentario naturalistico. Ben presto, però, diventano più interessati a realizzare qualcosa di diverso, dato che la cittadina è nota per una serie di crimini avvenuti in passato.

Con Loch Henry è evidente l’intento di mettere in discussione il modo in cui la gente sembra morbosamente affascinata dai veri crimini, anche a costo di trascurare ciò che vogliono i sopravvissuti o i parenti delle vittime di un crimine. Non si tratta di nulla che non sia già stato detto in precedenza, anche se alla fine da un punto di vista interessante.

Joan Is Awful 6×01

Joan Is Awful Black Mirror 6x01

Joan Is Awful torna nel futuro distopico alla Black Mirror e cerca n tutti i modi di portare avanti una denuncia alle piattaforme di streaming che si vedrà anche in altri episodi. Qusto primo episodio di Black Mirror 6 segue una donna di nome Joan. Una notte, scopre che un servizio di streaming ha realizzato una serie televisiva sulla sua vita che la fa sembrare peggiore utilizzando una Salma Hayek falsificata, l’intelligenza artificiale e la CGI avanzata per avere un episodio per ogni giorno della sua vita, che viene distribuito sulla piattaforma Streamberry ogni notte.

Le domande sollevate da questa premessa sono molte, e alcune spiegazioni dell’episodio funzionano, mentre altre sembrano un po’ affrettate. Verso la fine dell’episodio si arriva ad alcuni punti più profondi e sconosciuti. Per il resto, però, non si tratta di un episodio dal ritmo incalzante, con i primi 40 minuti che costituiscono un Black Mirror di buon livello.

Beyond the Sea 6×03

Beyond the Sea Black Mirror 6x03

Black Mirror 6 è ricca di nomi importanti: ma Beyond the Sea è probabilmente l’episodio più ricco di star, con la presenza di attori del calibro di Aaron Paul, Josh Hartnett e Kate Mara. Sembra l’episodio più cinematografico della sesta stagione, grazie a una durata di 80 minuti e alla necessità di molti effetti speciali, dato che l’episodio è parzialmente ambientato nello spazio. L’episodio è incentrato su due astronauti che possono trasferire la loro coscienza in repliche sulla Terra e su ciò che accade quando uno di loro perde la sua famiglia – e il suo corpo replicato – in un orribile crimine simile a quello della Manson Family.

Sfortunatamente, è proprio la durata dell’episodio un punto negativo, poiché dopo una gloriosa prima parte, la seconda sembra dilungarsi troppo rendendo la narrazione troppo dispersiva. Aaron Paul è un punto di forza, alla fine finisce per dover interpretare due personaggi, in un certo senso, ed è facile capire che la conclusione avrebbe avuto un impatto se fosse stata raggiunta prima.

Demon 79 6×05

Demon 79 Black Mrror 6x05

È facile sentirsi in conflitto con l’episodio finale di Black Mirror 6, Demon 79. È il più divertente del gruppo e presenta una vena di umorismo dark che ricorda le divertentissime (ed estremamente incasinate) stagioni pre-Netflix. Come Beyond the Sea, è forse eccessivamente lungo con una durata di 74 minuti, ma giustifica il superamento dell’ora con una narrazione più incalzante. La premessa è intrigante e segue una giovane donna alla fine degli anni Settanta che viene apparentemente visitata da un demone che nessun altro può vedere, il quale le dice che deve commettere tre omicidi in tre giorni, altrimenti il mondo finirà.

Presenta alcuni degli umorismi e dei commenti sociali che ci si aspetterebbe, ma non c’è nulla che riguardi la tecnologia o la fantascienza, il che lo fa sembrare forse troppo strano per un episodio di Black Mirror. Sembra cinicamente legato a quest’ultima stagione perché otterrebbe maggiore visibilità come presunto episodio di Black Mirror, e non come film separato.

Furiosa: Chris Hemsworth era preoccupato all’idea di interpretare il villain del film

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Chris Hemsworth ha raccontato di essersi sentito preoccupato all’idea di interpretare il cattivo in Furiosa, l’imminente prequel di Mad Max: Fury Road. In un’intervista con Entertainment Weekly, Hemsworth ha affermato che il film è “enorme e ultraterreno e tutto ciò che ti aspetteresti dal mondo di Mad Max” e che l’esperienza di lavorare con Miller è stata straordinaria. Tuttavia, con l’avvicinarsi della produzione, l’attore ha rivelato di aver iniziato a preoccuparsi molto per il suo ruolo. “Non ero sicuro di cosa avrei fatto“, ha affermato.

“Stava iniziando a diventare spaventoso man mano che mi avvicinavo alle riprese. Poi, all’improvviso, è scattato qualcosa ed è stata una delle migliori esperienze che ho avuto“. Parlando di più del suo coinvolgimento nel film, Hemsworth ha rivelato di aver ricevuto la sceneggiatura due anni prima che iniziassero le riprese e che tuttavia, nonostante questo lungo tempo di preparazione, era terrorizzato all’idea di rovinare il franchise di Mad Max non fornendo un’adeguata interpretazione del suo personaggio. “Nella costruzione, e sto parlando di un paio d’anni, ero spaventato a morte. Mi dicevo, ‘Sto per far deragliare uno dei più franchise più iconici.’ Abbatterò Mad Max. Sarà colpa mia.

Mentre ha ammesso che è stato un processo difficile, Hemsworth, noto per aver interpretato Thor nell’universo cinematografico Marvel, ha affermato che lavorare su Furiosa è stata la migliore esperienza della sua carriera. “Sono entrato in quel film esausto. Ho pensato: ‘Come farò a superare tutto questo?’” Tuttavia, l’attore ha dichiarato che tutto è cambiato una volta che ha iniziato a provare con Miller. “È stato questo riaccendere la mia energia creativa… è stata di gran lunga la migliore esperienza della mia carriera, e qualcosa di cui mi sento più orgoglioso. Mi ha fatto pensare, il lavoro non è ciò che è estenuante, è il tipo di di lavoro che è e quanto mi ci dedico e se mi stimola nel modo giusto“.

Furiosa, quello che sappiamo sul film

In Furiosa Hemsworth recita insieme all’acclamata attrice Anya Taylor-Joy, la quale assumerà il ruolo che è stato di Charlize Theron in Mad Max: Fury Road. Sebbene andrà a raccontare le origini di tale personaggi, la trama vera e propria del film è attualmente ancora sconosciuta. L’attrice ha però recentemente rivelato che Furiosa è molto diverso da Fury Road. Mentre quest’ultimo era un “road movie” che si svolge in pochi giorni,Furiosa è invece descritto come un racconto più “epico, che si svolge su un più lungo periodo di tempo, e in un certo senso impari a conoscere Furiosa meglio in questo modo“.

Atteso da molti anni e a lungo bloccato da una disputa legale tra Miller e la Warner Bros. il film è ora in fase di post-produzione.  Furiosa è scritto, diretto e prodotto da George Miller insieme al suo partner di produzione di lunga data Doug Mitchell. Sarà prodotto dal marchio australiano Kennedy Miller Mitchell di Miller, insieme al partner di Fury Road, la Warner Bros. Pictures. Furiosa debutterà nelle sale il 24 maggio 2024.

Wonder Woman 3: Gal Gadot commenta la cancellazione del terzo film

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Gal Gadot sembra essere pronta ad andare avanti e superare la cancellazione di Wonder Woman 3. Parlando con Total Film Magazine per promuovere il suo nuovo film, Heart of Stone, l’attrice ha commentato la possibilità di scrivere nuovi capitoli della sua carriera dopo il periodo passato ad interpretare la celebre supereroina della DC. Dato che i suoi giorni come Wonder Woman sembrano infatti essere finiti, dopo che Warner Bros. ha annunciato i piani di James Gunn e Peter Safran per riavviare il marchio DC con nuovi film, nuovi personaggi e nuovi attori, la Gadot guarda ora al futuro.

Per me, iniziare e sviluppare storie che mi appassionano è una cosa incredibile. Il fatto di non dover stare fermo a casa ad aspettare la prossima offerta è qualcosa che mi dà potere. Mi piace fare cose nuove, mi tiene in vita“, ha detto l’attrice. Ha poi continuato affermando che “non solo realizzerò i miei progetti, lavorerò ancora come attrice su commissione. Ma il fatto che posso andare avanti e raccontare le storie che mi appassionano – da idee che ho concepito o da idee che trovo affascinanti da parte di persone che vogliono collaborare con me: è una cosa incredibile“.

Eppure è un peccato che l’attrice potrebbe non avere più modo di interpretare la celebre Amazzone della DC. Il primo film a lei dedicato, Wonder Woman, ha contribuito a salvare il DC Extended Universe sul grande schermo, ottenendo recensioni entusiastiche e incassando 822 milioni di dollari in tutto il mondo. Tuttavia, il sequel del 2020 Wonder Woman 1984 non ha convinto allo stesso modo e non è stato capace di realizzare profitti a causa della pandemia di COVID-19. Non ci sono in realtà conferme del fatto che la Gadot non vestirà più tali panni, ma le probabilità sembrano assai scarse. L’attrice, ad ogni modo, guarda al lato positivo della cosa.

The Flash: Andy Muschietti vorrebbe introdurre Anti-Flash in un potenziale sequel

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Di tutti i villain di Barry Allens alia Flash, Eobard Thawne, alias Anti-Flash, è ampiamente visto come la principale nemesi del supereroe, e il regista di The Flash (leggi qui la recensione) Andy Muschietti ha ora ribadito il suo desiderio di introdurre tale personaggio in un potenziale sequel. Nei fumetti, Anti-Flash era uno scienziato del 25° secolo che fece il suo debutto in The Flash #139 del 1963, e in seguito si rivelò essere il responsabile della morte di Nora Allen, madre di Barry.

Data la grande importanza di questo villain nei racconti sul supereroe più veloce di tutti, durante un’intervista con The Playlist il regista ha dunque confermato che, se avesse l’opportunità di dirigere un seguito, vorrebbe che Barry Allen affrontasse proprio l’uomo che ha ucciso sua madre. “Bene, Anti-Flash è l’elefante nella stanza, giusto?“, ha detto Muschietti quando gli è stato chiesto quali cattivi gli piacerebbe di più vedere sul grande schermo. “Sembra che non si possa fare un altro film senza affrontare quello che, a detta di tutti, è l’assassino della mamma di Barry. Quindi, sembra il grande cattivo“.

Il regista ha poi aggiunto che gli piacerebbe anche vedere Flash in azione contro “The Turtle, ad un certo punto. L’uomo più lento sulla Terra. Gorilla Grodd, ovviamente. E molti altri“. Thawne avrebbe sicuramente più senso come antagonista di un eventuale prossimo film, che però sembra sempre meno probabile. The Flash ha avuto un weekend di apertura molto deludente al botteghino, quindi a meno particolari sorprese sembra difficile che sia dia il via libera ad un sequel.

The Flash: la trama e il cast del film

The Flash è uscito al cinema il 15 giugno 2023 distribuito da Warner Bros Italia. Nel film, Barry Allen usa i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato, minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi. L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano imprigionato… malgrado non sia più colui che sta cercando.

Fanno parte del cast di The Flash l’attore Ezra Miller nei panni del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da Justice League, ma anche l’astro nascente Sasha Calle nel ruolo di Supergirl, Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”), in quelli del Generale Zod, Ron Livingston (“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”), Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también – Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”), Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo d’acciaio”) e Michael Keaton (Spider-Man: Homecoming”, “Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30 anni.

L’Estate Più Calda, il trailer del film dal 6 luglio su Prime Video

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Prime Video ha svelato oggi il poster e il trailer ufficiali del nuovo film Original italiano L’Estate Più Calda, diretto da Matteo Pilati (Maschile Singolare) e vede nel cast Gianmarco Saurino, Nicole Damiani, Alice Angelica con la partecipazione di Stefania Sandrelli, Nino Frassica, Michela Giraud e Giuseppe Giofrè.

In un paese della Sicilia meridionale, amore e passione si intrecciano nel corso di un’estate più calda che mai: l’ultima di Lucia (Nicole Damiani) prima di partire per l’università e separarsi da Valentina (Alice Angelica), la sua migliore amica; l’ultima di Nicola (Gianmarco Saurino) prima di diventare prete. L’arrivo di Nicola nella piccola parrocchia di Don Carlo (Nino Frassica), sotto il sole accecante di luglio, porterà euforia e scompiglio in paese. Nel cast anche Stefania Sandrelli (nel ruolo di Carmen, una parrocchiana molto devota e amante del gossip), Mehdi Meskar, Michela Giraud, Giuseppe Giofrè. L’Estate Più Calda è prodotto da Notorious Pictures e Amazon Studios, in collaborazione con Rufus Film.

Inoltre, il nuovo singolo di Francesca Michielin “Fulmini addosso” (Columbia Records/Sony Music Italy), fuori dal 9 giugno in radio e su tutte le piattaforme digitali, è il brano originale di L’Estate Più Calda. La cantate, cantautrice e polistrumentista italiana, si presta ancora una volta colonne sonore cinematografiche.

L’Estate Più Calda  si unirà a migliaia di film e serie già presenti nel catalogo di Prime Video, tra cui le produzioni italiane Original The Bad Guy, Prisma, Bang Bang Baby, Gianluca Vacchi: Mucho Más, Laura Pausini – Piacere di conoscerti, The Ferragnez – La serie S1 e S2, All or Nothing: Juventus, Anni da cane, Dinner Club S1 e S2, Vita da Carlo, FERRO, Celebrity Hunted – Caccia all’uomo S1, S2 e S3, e LOL: Chi ride è fuori S1, S2 e S3; le serie pluripremiate The Marvelous Mrs. Maisel e Lizzo’s Watch Out for the Big Girls, la serie satirica sui supereroi The Boys e grandi successi come Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, Citadel, Jack Ryan di Tom Clancy, Un matrimonio esplosivo, Samaritan, Tredici Vite, The Tender Bar, A proposito dei Ricardo, La guerra di domani, Reacher e Il principe cerca figlio, oltre a contenuti in licenza disponibili in più di 240 paesi e territori nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle migliori partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che della Supercoppa UEFA, fino alla stagione 2026/27. Altre serie Original già annunciate sono Costiera, Love Club, LOL Talent Show: Chi ride è dentro, la quarta stagione di Celebrity Hunted – Caccia all’uomo, Everybody Loves Diamonds, e Citadel: Diana, il capitolo italiano dell’universo Citadel.

Alden Ehrenreich potrebbe riprendere il ruolo di Han Solo nel film di Star Wars di Dave Filoni

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Alla Star Wars Celebration, abbiamo appreso che lo showrunner di Ahsoka, Dave Filoni, dirigerà il suo film di Star Wars ambientato nello stesso periodo post-Ritorno dello Jedi delle serie TV Disney+ come The Mandalorian e Skeleton Crew. Tale film, ancora senza titolo, dovrebbe servire come culmine delle storie attualmente raccontate nelle varie serie, anche se potrebbe non essere necessariamente una conclusione definitiva, considerando che per The Mandalorian è ad esempio già stata annunciata una quarta stagione.

Una serie di altri indizi hanno spinto poi a credere che questo film sarà un libero adattamento della trilogia “Heir to the Empire” di Timothy Zahn. Chi ha letto quei romanzi saprà che in essi si racconta di Luke Skywalker, Han Solo e la Principessa Leia che si scontrano l’ingegno e la malvagità del Grandammiraglio Thrawn, uno squilibrato Jedi Oscuro, che sembra sarà il villain proprio del film di Filoni. Ulteriore conferma di questa ipotesi arriva ora da SFFGazette.com, dove si afferma che Alden Ehrenreich potrebbe riprendere il suo ruolo di Han Solo per il film.

L’attore aveva indossato i panni del celebre bracconiere (interpretato da Harrison Ford nella trilogia originale e in quella sequel) per il film spin-off Solo: A Star Wars Story, del 2017. Si dice inoltre che una nuova attrice potrebbe essere scelta per interpretare la Principessa Leia, mentre non vi sono notizie riguardo ad una possibile presenza di Luke Skywalker e su chi, eventualmente, lo interpreterà. Si tratta al momento di rumor assolutamente non confermati, ma è certo che se anche solamente Han Solo dovesse comparire, ciò renderebbe il film ancor più vicino all’essere un adattamento di “Heir to the Empire”.

Star Wars, quello che sappiamo sul film di Dave Filoni

Filoni, si potrebbe sostenere, ha negli ultimi anni lavorato quasi quanto il creatore del franchising George Lucas nel plasmare il nuovo l’universo di Star Wars. Egli è il produttore e regista dietro il grande successo The Mandalorian e delle serie animate The Clone Wars, Star Wars: Rebels e Star Wars: The Bad Batch. Il suo progetto di lungometraggio si concentrerà ora sulla Nuova Repubblica e “chiuderà” le storie interconnesse che vengono raccontate in queste serie, ma anche in The Book of Boba Fett e Ahsoka. Un progetto dunque particolarmente ambizioso, nel quale confluiranno più storie per un epico gran finale. Molto probabile dunque che tra i protagonisti ritroveremo anche il Mandaloriano Din Djarin di Pedro Pascal e il tenero Grogu.

Filoni ha poi confermato che sarà coinvolto nel processo di scrittura, anche se non può dire quando inizieranno le riprese. Molte delle storie proposte nel corso degli anni da Filoni troveranno dunque compimento con questo annunciato film, attualmente ancora senza titolo. L’ambientazione, però, sembra essere confermata per quel periodo di tempo che va da Il ritorno dello Jedi a Il risveglio della forza, circa trent’anni poco esplorati durante i quali la Nuova Repubblica ha ristabilito la pace nella galassia, con le forze del male pronte però a riprendere il potere con quello che poi si rivelerà essere il Primo Ordine.

Toy Story 5: Woody e Buzz Lightyear saranno presenti nel film!

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Toy Story 5: Woody e Buzz Lightyear saranno presenti nel film!

Quando è stato annunciato un Toy Story 5, sembrava scontato che i due eroi del franchise, Woody e Buzz Lightyear sarebbero tornati anche per questo nuovo capitolo. La cosa, però, non era da considerare come certa. Toy Story 4, infatti, aveva in un certo senso portato a compimento il loro arco narrativo (o per lo meno quello di Woody). Sul finale, infatti, i due si eran separati, con lo sceriffo che decide di proseguire la sua vita non appartenendo a nessun bambino in particolare e Buzz che invece rimane con il resto della banda di giocattoli presso la bambina Bonnie. Il quinto capitolo, dunque, avrebbe potuto lasciarli da parte per introdurre una nuova generazione di giocattoli viventi.

Tuttavia, sembra proprio che il quinto capitolo vedrà il ritorno degli amati Woody e Buzz. Con Toy Story 5 attualmente in lavorazione, l’attore Tim Allen (voce di Buzz) ha infatti confermato il suo coinvolgimento come  anche il ritorno di Woody. Il suo collega, Tom Hanks, voce di Woody, deve invece ancora commentare la questione. Il chief creative officer della Pixar, Pete Docter, ha poi spiegato a Variety che Toy Story 5 avrà come protagonisti Woody e Buzz: “avremo un altro “Toy Story”, quindi Woody e Buzz sono tornati.” Tuttavia, non fornisce i dettagli di come.

Il sequel potrebbero infatti mostrarceli separati, ognuno impegnato ad affrontare i propri problemi. Buzz sarà con gli altri giocattoli di Bonnie, mentre Woody viaggerà per il mondo e si godrà le sue avventure. Il modo in cui si incontrano di nuovo rimane incerto, ma è anche possibile che il film non includa affatto una loro reunion. Anche se quest’ultima opzione sembra, ad ora, la meno probabile, c’è di certo che i due saranno presenti e che c’è ancora qualcosa che può essere raccontato su di loro. Ai fan non resta che scoprire cosa.

Box office: The Flash primo in classifica

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Box office: The Flash primo in classifica

L’avvicinarsi dello scorso week end ha portato nuove grandi pellicole al cinema: prima fra tutte The Flash! Approdato nelle sale il 15 giugno The Flash, tredicesimo film della DC Comics con Ezra Miller nei panni del supereroe protagonista, scala le classifiche del box office del fine settimana, incassando €290.037 a fronte di un totale di €1.227,188.

Secondo in classifica abbiamo un altro film di supereroi, anche se questa volta tratto da Marvel Comics: Spider-Man: Across the Spider-Verse. La pellicola, pur essendo nei cinema da più di due settimane, continua ad attirare il pubblico, €181.686 nel week end, su un totale di più di cinque milioni.

Al terzo post scende Trasformers – Il risveglio, primo per incassi lo scorso fine settimana. Settimo film della saga basata sulla nota linea di giocattoli, incassa €150.375 a fronte di un totale di più di 2 milioni di euro.

Box office: il resto della classifica

Dopo quasi un mese nelle sale, scende al quarto posto per incassi La Sirenetta, noto live action Disney, con un incasso di €141.536 nel fine settimana, su un totale di più di undici milioni di euro. Al quinto e sesto posto ritroviamo rispettivamente Fast X, decima pellicola della saga Fast & Furious, e Rapito, film italiano diretto da Marco Bellocchio. I due film scendono entrambi di una posizione rispetto alla settimana scorsa, incassando €35.202 per Fast X e €29.295 per Rapito.

Al settimo ed ottavo posto abbiamo due nuove pellicole nei cinema: si tratta di Due Matrimoni alla Volta e Suga: Road to D-Day, usciti nelle sale il 14 ed il 17 giugno. Due Matrimoni alla Volta è una commedia francese diretta da Philippe Lacheau, che ha incassato nel week end €17.906 a fronte di un totale di €71.632. Invece Suga: Road to D-Day è un film documentario su Suga, cantante del noto gruppo K-pop BTS; chiude il suo primo fine settimana nei cinema con un incasso di €17. 101.

Infine, agli ultimi due posti della classifica si stabiliscono Blu e Flippy: Amici per le Pinne, cartone animato per bambini nei cinema dall’otto giugno, e Emily, pellicola biografica su Emily Bronte, esordio di regia di Frances O’Connor, con Emma Mackey nei panni della scrittrice. Blu e Flippy incassa €13.537 nel  fine settimana, mentre Emily raggiunge un incasso di soli €13.040 nel suo primo week end al cinema.

Barbie: Margot Robbie ci accompagna in un tour della Casa dei Sogni di Barbie

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Margot Robbie e la troupe di Barbie hanno svelato alcuni dei segreti della Casa dei Sogni Barbie in un nuovo video, invitando i fan in un vero e proprio tour guidato nella celebre casa che vedremo nel film, tutta rigorosamente dipinta di rosa. Come spiega la Robbie, molte delle caratteristiche della Casa dei Sogni sono state influenzate dal giocattolo stesso, incluso il fatto che la casa ha pochissime pareti e finestre. “È trasparente, quindi possiamo vederci“, osserva l’attrice . “Tutti i bambini nelle loro Dreamhouse si svegliano al mattino e possono salutarsi a vicenda.

Come il classico set giocattolo, anche la Casa dei Sogni è una miscela di oggetti fisicamente tangibili e adesivi. “Giocare nel mondo dei giocattoli e come sarebbe se fosse un prodotto Mattel, la nostra cucina ne è un ottimo esempio. Quindi qui sul retro c’è solo una decalcomania“, dice Robbie, riferendosi al retro del frigorifero , che è solo carta da parati con disegni di cibo. “Quindi è intenzionalmente 2D. È quella cosa in cui vogliamo che le cose siano ovviamente artificiali, ma ugualmente molto soddisfacenti.

Naturalmente, la Casa dei Sogni include anche l’iconica piscina, che non manca di essere una delle tappe del tour. “Non c’è acqua in Barbieland. Non c’è acqua o fuoco. Non ci sono elementi“, spiega la Robbie nel video. “In realtà è divertente vedere quante persone evitano di entrare in piscina. Tutti camminano intorno alla piscina. Anche se è falso, è davvero bello, che è un po’ come tutto in Barbieland”. Un vero e proprio tour, dunque, che si può ritrovare nel video qui sotto, della durata di 7 minuti e 25 secondi:

Barbie, tutto quello che c’è da sapere sul film

Dalla sceneggiatrice/regista candidata all’Oscar Greta Gerwig (“Piccole donne”, “Lady Bird”) arriva Barbie con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie (“Bombshell – La voce dello scandalo”, “Tonya”) e Ryan Gosling (“La La Land”, “Half Nelson”) nei panni di Barbie e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera (“End of Watch – Tolleranza zero”, i film “Dragon Trainer”), Kate McKinnon (“Bombshell – La voce dello scandalo”, “Yesterday”), Michael Cera (“Scott Pilgrim vs. the World”, “Juno”), Ariana Greenblatt (“Avengers: Infinity War”, “65 – Fuga dalla Terra”), Issa Rae (“The Photograph – Gli scatti di mia madre”, “Insecure”), Rhea Perlman (“Nei miei sogni”, “Matilda 6 Mitica”) e Will Ferrell (i film “Anchorman”, “Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno”).

Fanno parte del cast del film anche Ana Cruz Kayne (“Piccole donne”), Emma Mackey (“Emily”, la serie TV “Sex Education”), Hari Nef (“Assassination Nation”, “Transparent”), Alexandra Shipp (i film “X-Men” ), Kingsley Ben-Adir (“Quella notte a Miami”, “Peaky Blinders”), Simu Liu (“Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli”), Ncuti Gatwa (“Sex Education”), Scott Evans (la serie TV “Grace e Frankie”), Jamie Demetriou (“Crudelia”), Connor Swindells (“Sex Education”, “Emma.”), Sharon Rooney (“Dumbo”, “Jerk”), Nicola Coughlan (“Bridgerton”, “Derry Girls” ), Ritu Arya (“The Umbrella Academy”),  e il premio Oscar Helen Mirren (“The Queen – La Regina”). Il film sarà al cinema dal 21 luglio.

Mi chiamano Cipolla: la presentazione evento del documentario di FilmKultur e Soul Film

Nel centro culturale di Scena, collocato nel cuore verde di Roma e poco distante dalle acque del Tevere, si è tenuta la presentazione evento di Mi chiamano Cipolla, documentario di sessanta minuti prodotto da FilmKultur e Soul Film Production in collaborazione con l’associazione culturale Greve61, fondata nel 2013 da professionisti del cinema diplomati presso la Scuola d’Arte cinematografica Gian Maria Volonté. A dirigere il documentario, con protagonista Jasmin Ramovic, Giansalvo Pinocchio e Riccardo Baiocco (anche in veste di produttori esecutivi), il primo diplomato in Regia proprio alla Scuola Volonté, il secondo invece specializzato in critica cinematografica alla Scuola Sentieri Selvaggi. Ramovic, invece, che è fulcro e cuore della storia, è un rom nato in Bosnia, trasferitosi a Roma quando era bambino e che soffre di analfabetismo.

Il film nasce quattro anni fa proprio nella Scuola Gian Maria Volonté, per poi essere presentato nell’ambito del Torino Film Festival e proiettato anche in altre occasioni festivaliere quali il Laceno d’Oro e il Los Angeles Italia Film Festival. Inoltre, Mi chiamano Cipolla, era stato inizialmente pensato come un cortometraggio dalla durata di 34 minuti, in cui erano comprese solo le sequenze nel parcheggio della roulotte e nella casa popolare. Solo in seguito, nel 2021, dopo il COVID, le riprese sono proseguite, dando un taglio e un tono diverso a tutto il girato. E’ stata modificata la trama, alcune scene sono state tagliate e altre inserite, fino a trasformarlo nel documentario che oggi si conosce.

Poco prima della visione di Mi chiamano Cipolla, Greve 61 ha presentato il lavoro che si svolge all’interno dell’associazione e, poi, il contributo dato al documentario: “I membri dell’associazione spesso lavorano nei film e nelle attività cinematografiche, e una di queste è proprio Mi chiamano Cipolla, che la Greve61 ha sostenuto soprattutto all’inizio della lavorazione”, dicono, “lo abbiamo fatto principalmente perché era realizzato da uno dei nostri soci, ed era un lavoro interessante e soprattutto non piccolino. Per cui siamo molto felici di presentarlo.” “In questo momento stiamo rilanciando l’associazione dopo tanti anni di attività, che principalmente sono stati di promozione sul territorio di cinema, autoproduzioni, cortometraggi, facendo anche dei laboratori. Il nostro scopo è sempre stato quello di coniugare l’attività di produzione interna, anche creando rete, a quella di promozione e di attività sociale sul territorio. E poi abbiamo pensato di rilanciarci con un evento in cui potessimo conoscerci e in cui fosse presente anche un bel film (Mi chiamano Cipolla ndr).”

L’evento è dunque occasione per svolgere attività di promozione, ma si trasforma anche in un momento di aggregazione e incontro, sia con gli addetti ai lavori che con tutti coloro i quali vogliono affacciarsi a questo mondo e avere perciò un punto di contatto. Uno dei tramiti è, per l’appunto, proprio il documentario Mi chiamano Cipolla che, nella cornice di Scena, ha creato l’atmosfera giusta per spingere, chi volesse, ad addentrarsi nell’universo del cinema e dell’associazione, esprimendo le proprie idee e confrontandosi. Facendo al contempo conoscere un progetto molto toccante, nel quale vengono trattati argomenti profondi e molto attuali.

Mi chiamano Cipolla, la trama

Fiera di Roma. Jasmin Ramovic è un rom che vive in un campo fuori la Capitale insieme alla sua numerosa famiglia, con la paura costante di essere mandato via ancor prima che gli venga assegnata una casa popolare, avendo ricevuto un avviso di sfratto. Quando finalmente il Comune permette a parte del suo nucleo di trasferirsi, Jasmin, detto “Cipolla”, si trova davanti una serie di altre difficoltà, fra cui una discussione con il padre che lo caccia di casa. Mentre gira per Roma, recandosi spesso alla Comunità di Sant’Egidio, il protagonista deve fare i conti con la propria solitudine e le proprie fragilità, cercando di darsi ogni giorno la forza per andare avanti, anche quando sembra tutto andare a rotoli.

Il film

Mi chiamano Cipolla è un documentario che pone al centro della sua narrazione il protagonista, Jasmin, attorno al quale si ergono e ruotano i problemi burocratici in cui è invischiato, molti inerenti al suo inserimento nella società ma anche al suo non riuscire a comunicare a causa del suo analfabetismo, a cui si accostano conflitti familiari e tradizioni rom. La macchina da presa indugia sempre su di lui, lo segue ininterrottamente, costruendo una ricca galleria di primi piani. A queste immagini si alternano riprese fatte proprio dalla sua comunità oppure dallo stesso Jasmin, che si riprende nelle attività quotidiane per testimoniare il suo vissuto e il suo percorso, dialogando molto con i registi, i quali sono udibili in fuoricampo, fino a comparire nelle battute finali.

Mi chiamano Cipolla è un film che affronta le difficoltà degli stranieri, in particolar modo degli zingari, di coloro che faticano a trovare un posto nel mondo e spesso vengono anche dimenticati, diventando quasi dei fantasmi. Persone fragili ma che, come dimostra Jasmin, sono in grado di trovare la forza nelle piccole cose, credendo in un futuro migliore. Un racconto che pone l’accento sul nostro sistema sociale, e su quanto bisogna faticare per potersi guadagnare un misero tetto sotto cui dormire, sentendosi finalmente al sicuro e tranquilli.

Jasmin, che come dicono gli stessi registi è un tipo molto particolare e bizzarro, parla a cuore aperto, lo fa anche con il pubblico in sala quando ringrazia i suoi compagni di viaggio, e sia in quella circostanza che nel film si mostra senza filtri. A volte inciampa nelle sue stesse bugie, questo accade nel filmato, ma poi trova il modo, sempre, di rialzarsi. Mi chiamano Cipolla è un documentario in cui tutto quello che si vede è realtà, netta e chiara. Nessun fronzolo, nessun abbellimento, nessuna retorica. Solo tanta sincerità e voglia di vivere.

The Flash: sono stati girati tre diversi finali, uno con il Superman di Henry Cavill

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Secondo il The Hollywood Reporter, tre diversi finali sono stati girati per The Flash (leggi qui la recensione), ma quello con il cameo dell’attore George Clooney – che riprende il suo ruolo di Batman/Bruce Wayne dal stroncato Batman & Robin (1997) – è quello che ha battuto le altre versioni, venendo inserito nel montaggio finale del film. Nella scena finale del film,  infatti, The Flash/Barry Allen riesce a far uscire di prigione suo padre e viene accolto dal Batman di Clooney sui gradini del tribunale. Mentre questa situazione sarebbe rimasta identica tra le tre versioni, le altre due presentavano attori diversi da Clooney, tra cui Herny Cavill che riprendeva così il suo Superman.

Il finale originale girato per The Flash vedeva Barry affiancato da Supergirl/Kara Zor-El e dal Batman di Michael Keaton in tribunale. Nel film, Barry torna indietro nel tempo per evitare l’omicidio di sua madre e che suo padre venga accusato del crimine, creando così una nuova realtà in cui esiste il Cavaliere Oscuro di Keaton invece del Batman di Ben Affleck, e Supergirl invece di Superman. L’apparizione di questi due eroi nel finale avrebbe dunque dimostrato che Barry non aveva ripristinato con successo la linea temporale preesistente dell’Universo DC lanciata con L’uomo d’acciaio nel 2013.

Dopo l’acquisizione della Warner Bros. da parte di Discovery nel 2022 e la dipartita del presidente Toby Emmerich e del presidente della DC Films Walter Hamada, è stato però girato un secondo finale. Oltre ai suddetti tre eroi, apparivano anche Superman (Cavill) e Wonder Woman (Gal Gadot). All’epoca, Cavill avrebbe dovuto tornare alla DCU come Superman e sarebbe apparso anche in Black Adam (2022), mentre un terzo film di Wonder Woman era in lavorazione. Tuttavia, dopo che James Gunn e Peter Safran hanno rilevato i DC Studios nel novembre 2022, è stato annunciato che Cavill non avrebbe più interpretato Superman e il sequel di Wonder Woman è stato annullato.

Gunn e Safran stanno come noto lavorando per costruire un nuovo DCU con i ruoli di eroi chiave come Batman e Superman da affidare a nuovi attori. Quindi Cavill e Gadot che appaiono in The Flash andavano contro questi piani. Per provare a inserire un altro Batman nel film, i capi della DC hanno dunque contattato Clooney, che ha accettato di fare un cameo e ha filmato la scena nel gennaio 2023, appena sei mesi prima che The Flash uscisse nelle sale. Il cameo di Clooney è stato tenuto nascosto alle proiezioni, inclusa quella tenutasi al CinemaCon nell’aprile 2023, fino alle proiezioni per la stampa tenutesi giorni prima dell’uscita di The Flash, dove si è infine svelato come il finale ufficiale del film.

The Flash: la trama e il cast del film

The Flash è uscito al cinema il 15 giugno 2023 distribuito da Warner Bros Italia. Nel film, Barry Allen usa i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato, minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi. L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano imprigionato… malgrado non sia più colui che sta cercando.

Fanno parte del cast di The Flash l’attore Ezra Miller nei panni del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da Justice League, ma anche l’astro nascente Sasha Calle nel ruolo di Supergirl, Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”), in quelli del Generale Zod, Ron Livingston (“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”), Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también – Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”), Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo d’acciaio”) e Michael Keaton (Spider-Man: Homecoming”, “Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30 anni.

Superman: Legacy, sei attori starebbero attualmente sostenendo i provini per James Gunn

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Continuano i casting per il film Superman: Legacy, per il quale si starebbero attualmente testando un numero ristretto di attori per i ruoli di Clark Kent e Lois Lane. Il film, che è stato scritto e sarà diretto dal co-CEO della DC James Gunn, è come noto uno dei progetti di punta del nuovo Universo DC e tutti i fan sono impazienti di scoprire che interpreterà i ruoli principali. Borys Kit di The Hollywood Reporter ha dunque condiviso su Twitter un aggiornamento sul cast di Superman: Legacy, affermando che:

Nel frattempo, proprio ora nel lotto della Warner, James Gunn sta provando con Nicholas Hoult, David Corenswet e Tom Brittney + Emma Mackey, Phoebe Dynevor e Rachel Brosnahan, in completo trucco e guardaroba, per i ruoli di Clark Kent e Lois Lane per SUPERMAN: LEGACY”. Nessuna particolare novità, dunque, per quanto riguarda i nomi riportati. I sei attori erano già stati indicati come principali favoriti nelle scorse settimane e il loro ricomparire continuamente nei rumor e nelle parole degli insider di Hollywood non fa che confermare che uno dei tre attori interpreterà Superman e una delle tre attrici sarà invece Lois Lane.

Il fatto però che ora i sei siano, stando a quanto riportato da Kit, alle prese con le prove dei costumi, lascia immaginare che Gunn sia ad un passo dal fare la sua scelta. Dopo aver visto i sei nei panni dei due personaggi per cui si cercano interpreti, il regista potrebbe avere le idee più chiare su chi può effettivamente funzionare nei panni dell’uno e dell’altro. I fan potrebbero dunque non dover aspettare ancora molto per scoprire chi sarà dunque il nuovo Superman del DC Universe chi invece la giornalista Lois Lane, personaggio altrettanto importante all’interno del film.

Tutto quello che sappiamo su Superman: Legacy

Superman: Legacy non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting è attualmente in corso, con la speranza che venga fatto un annuncio ufficiale al Comic-Con di San Diego di quest’anno. Superman: Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025

Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro. “Superman: Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentarti la nostra versione di Superman che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”.

Fantastici Quattro: Vanessa Kirby commenta le voci sul suo casting come Sue Storm

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I fan della Marvel sono ansiosi di scoprire chi interpreterà i Fantastici Quattro nell’imminente riavvio cinematografico targato Marvel Studios che introdurrà la “Prima Famiglia della Marvel” nel MCU, e l’attrice Vanessa Kirby ha finalmente commentato le voci secondo cui potrebbe essere lei ad interpretare la Donna Invisibile, Sue Storm. Da settimane infatti circolano voci secondo cui la Kirby sarebbe nella rosa dei candidati per interpretare tale personaggio, insieme ad altre potenziali candidate come Margot Robbie ed Emma stone.

Attualmente impegnata nella promozione di Mission: Impossible – Dead Reckoning, Parte Uno dove riprende il ruolo di “White Widow” Alanna Mitsopolis al fianco di Tom Cruise – l’attrice parlando con ComicBook.com ha dichiarato riguardo ai rumor che la legano a Fantastici Quattro  che “sì, ho sentito parlare di quei rumor… sarebbe un onore“. Una risposta che in realtà non dice molto, ma non è una negazione o una vera e propria affermazione di ignoranza, e suggerisce che l’attrice sarebbe effettivamente disposta a interpretare Sue Storm se si presentasse l’opportunità.

Fantastici Quattro, tutto quello che sappiamo sul film

Il film Fantastici Quattro sarà diretto da Matt Shakman (WandaVision), con Jeff Kaplan e Ian Springer che scriveranno la sceneggiatura. Ad oggi non vi sono attori confermati per i ruoli principali, ma i principali indiziati sono Adam Driver per il ruolo di Reed Richards, mentre Margot Robbie ha nelle ultime settimane scalato la lista delle attrici che potrebbero interpretare Sue Storm/Invisible Woman. Il candidato all’Oscar Paul Mescal sarebbe invece il candidato ideale ad interpretare Johnny Storm/Torcia Umana, mentre Daveed Diggs si potrebbe trasformare nel sempre possente Ben Grimm/La Cosa.

Il candidato all’Oscar Antonio Banderas sarebbe il principale candidato ad assumere il ruolo del villain Galactus, mentre ancora non ci sono certezze circa la presenza o meno del suo araldo, il popolare Silver Surfer. Ad ora, dunque, le informazioni relative al film sono ancora molto scarse e l’unica certezza – per adesso – è che il film arriverà in sala il 2 maggio 2025. C’è ancora tempo dunque per i Marvel Studios per fare tutti gli annunci del caso, anche se si presume che molto riguardo al film potrebbe essere svelato in occasione del ComicCon di Luglio.

Black Mirror 6, la recensione della serie Netflix

Black Mirror 6, la recensione della serie Netflix

A cinque anni dalla quinta stagione (qui la recensione), torna su Netflix uno dei titoli di punta della piattaforma streaming, ovvero Black Mirror. La serie ideata da Charlie Brooker dove, con uno sguardo cinico e pessimista, si propongono scenari distopici e futuristici che richiamano tuttavia realtà già ampiamente radicate nel nostro presente. O meglio, così è stato fino alla quarta stagione, perché a partire dalla quinta la capacità di anticipare i tempi e mostrare con lucidità il distorto riflesso dato dagli “specchi neri”, sembra essersi esaurita. Questa sesta stagione, composta da cinque nuovi episodi, è un ulteriore triste conferma di ciò.

Black Mirror 6, la trama dei nuovi episodi

Cinque nuovi episodi, cinque nuove storie che hanno come obiettivo quello di mostrare quanto possa essere orripilante l’essere umano quando si specchia nello schermo nero dei propri dispositivi tecnologici (e in generale nel suo rapporto con la tecnologia o con i media). Ecco allora che in Joan è terribile una donna scopre suo malgrado che una nota piattaforma streaming sta realizzando una serie basata sulla sua vita. In Lock Henry, invece, una coppia di documentaristi scopre un’intrigante storia collegata a scioccanti eventi del passato, finendo però con lo spingersi troppo in là con la ricerca dello scoop.

C’è poi l’episodio fantascientifico dal titolo Beyond The Sea, interpretato da Aaron Paul e ambientato in un 1969 alternativo, dove due astronauti in una stazione spaziale si trovano a dover gestire le conseguenze di una terribile tragedia sulla terra. Si passa poi agli ultimi due episodi, entrambi con elementi soprannaturali: Mazey Day, dove una tormentata attrice di Hollywood si trova a dover sfuggire a orde di paparazzi mentre affronta le conseguenze di un incidente stradale; e Demone 79, nel quale una timida commessa scopre di dover compiere atti terribili per impedire un disastro imminente.

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Annie Murphy nell’episodio Joan è terribile di Black Mirror.

Black Mirror non riesce più a stare al passo con i tempi

Le prime quattro stagioni di Black Mirror riuscivano a proporre racconti capaci di incutere forti timori in quanto abili ad intercettare i cambiamenti tecnologici in atto nel nostro mondo e immaginare – spesso anticipando ciò che sarebbe poi effettivamente avvenuto – gli effetti collaterali del nostro rapporto con essi. La quarta stagione risale al 2017 e sappiamo quanto il mondo sia cambiato profondamente e rapidamente in questi ultimi anni, spesso proponendo vere e proprie situazioni “alla Black Mirror“, con la realtà che, come al solito, supera la fantasia. È dunque oggettivamente difficile riuscire a stare al passo con i tempi, eppure Brooker accetta la sfida.

Sfortunatamente, la fallisce sotto diversi punti di vista. Nessuno dei cinque nuovi episodi riesce infatti a proporre scenari capaci di raccontare qualcosa di nuovo, che sappia scuotere gli animi. Quando non cerca di offrire sfumature alternative su tematiche già precedentemente affrontate nella serie, Broker finisce con l’offrire storie che si crogiolano su tematiche ormai già “vecchie”. L’esempio più evidente è proprio il primo episodio, Joan è terribile, che pur mantenendosi fedele alla natura delle storie a cui Black Mirror ha abituato il suo pubblico, va a riflettere sull’impatto della piattaforma streaming Streamberry (che non fa nulla per nascondere il suo essere un alter ego di Netflix) nelle vite dei suoi abbonati e dell’intera industria audiovisiva.

C’è di tutto in questo episodio: la questione sui necessari cambiamenti in fase di adattamento; la pericolosità dell’accettare contratti mai veramente letti; fino alle problematiche etiche che la CGI e la tecnica del deepfake comportano. Come si può notare, però, sono tutte questioni su cui si dibatte ormai già da anni e lo stesso ironizzare su Streamberry/Netflix è un qualcosa che poteva far più rumore nel 2017, quando l’azienda iniziò ad affermarsi nella produzione di contenuti originali sfidando i grandi colossi dell’industria. Insomma, non si ricava nulla di nuovo da tale episodio e di conseguenza non si avverte alcun brivido lungo la schiena tale da farci rivalutare il nostro rapporto con tali tecnologie.

Una sesta stagione che non ha nulla di nuovo da dire

Per quanto riguarda gli altri episodi, Lock Henry vuole essere una riflessione sulla popolarità di cui godono oggi i docu-crime (un trend che Netflix ha aiutato a costruire e a consolidare nel tempo), proponendo però interrogativi circa l’eticità delle ricerche che si conducono al fine di ottenere una “storia forte”. Anche in questo caso, tuttavia, la riflessione sembra arrivare in ritardo sui tempi. Maizey Day nel suo concentrarsi sull’invasività dei fotoreporter, invece, non aggiunge nulla che non sia già stato detto dal film del 2014 Lo sciacallo – Nightcrawler. E insieme a Demone 79, con i loro elementi sovrannaturali, più che appartenere al mondo di Black Mirror sembrano essere episodi sfuggiti alla serie antologica Guillermo del Toro’s Cabinet of Curiosities

Beyond the Sea è probabilmente l’episodio più riuscito della stagione, merito anche di una durata pari a 80 minuti che ha naturalmente permesso un maggiore sviluppo del racconto e dei suoi personaggi. In essa, come per Joan è terribile, si propone un contesto “tipico” della serie, attraverso il quale riflettere in questo caso sulle difficoltà di stabilire cosa sia vero e cosa falso in un mondo sempre più caratterizzato da intermediari tecnologici, attraverso cui vivere esperienze che altrimenti non si avrebbe modo di fare. Anche qui nulla di nuovo, ma la cornice narrativa rende l’episodio particolarmente intrigante, pur non sfuggendo ad una risoluzione decisamente prevedibile.

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Zazie Beetz nell’episodio Mazey Day di Black Mirror.

Lo stato di salute di Black Mirror

Alla luce di questa nuova stagione, cosa possiamo dedurre dello “stato di salute” di Black Mirror? Sia chiaro, nessuno degli episodi proposti è inguardabile, ma anzi sono tutti realizzati con una certa cura e gusto per la messa in scena, oltre ad essere arricchiti da valide interpretazioni e, talvolta, momenti molto toccanti. Il problema è che nessuno riesce a tenere fede allo scopo originario della serie, che continua dunque a perdere per strada quelli che erano i suoi caratteri identitari. I risvolti soprannaturali degli ultimi due episodi sembrano a tal proposito l’incipit di un’evoluzione che, se verrà portata avanti, chiuderà definitivamente ogni legame con il passato.

Sbrigativamente si potrebbe addossare la colpa di tale “declino” a Netflix, ma la sensazione è che sia in realtà Brooker ad aver perso la voglia di ricercare, anticipare e analizzare le tendenze della società umana. L’ideatore della serie sembra infatti essersi accomodato sulla volontà di intrattenere in modo blando anziché scioccare e scuotere le coscienze. Allo stesso tempo, il “problema” potrebbe essere riconducibile – come già anticipato – al cambiare dei tempi, che nel loro correre così in fretta hanno ormai reso gli schermi neri parte integrante del nostro quotidiano. Black Mirror, dunque, non può che prenderne atto e rivolgere altrove le proprie attenzioni, con buona pace dei fan delle prime stagioni.

Outer Banks 4: i Pogues si preparano alla quarta stagione!

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Outer Banks 4: i Pogues si preparano alla quarta stagione!

In occasione di TUDUM, l’evento globale di questa notte da San Paolo in Brasile, Netflix ha diffuso un primo video relativo a Outer Banks 4, attesa quarta stagione della popolare serie adolescenziale (leggi qui la recensione della terza stagione). Il racconto, come noto, si concentra su gruppo di adolescenti provenienti dalla parte sbagliata della città che si imbattono su una mappa del tesoro a partire dalla quale si svelerà un segreto sepolto nel tempo.

Il video diffuso ora da Netflix ci ripresenta i protagonisti della serie, pronti per nuove avventure dopo quelle vissute nella terza stagione. Ancora non è stata ufficializzata una data d’uscita per la nuova stagione, le cui riprese sarebbero però attualmente in corso. Dato che la terza stagione è uscita nel febbraio del 2023, è lecito ipotizzare che bisognerà attendere il 2024 prima di scoprire come proseguiranno le avventure del gruppo di protagonisti.

Outer Banks 4, il cast della quarta stagione

Outer Banks è creato e prodotto esecutivamente da Jonas Pate, Josh Pate e Shannon Burke. La serie è interpretata da Chase Stokes, Madelyn Cline, Madison Bailey, Jonathan Daviss, Rudy Pankow, Austin North, Drew Starkey e Charles Esten, con Elizabeth Mitchell, Caroline Arapoglou, Carlacia Grant, Cullen Moss, Julia Antonelli, Nicholas Cirillo e Deion Smith.

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