Nel film Anna Fox (Amy Adams) si
sente al sicuro a guardare il mondo dalla finestra della sua casa,
ma quando i Russell si trasferiscono nell’edificio di fronte
assiste a qualcosa di inimmaginabile. Cos’è successo davvero?
Diretto da Joe
Wright e con un cast d’eccezione che comprende
Gary Oldman, Amy Adams e
Julianne Moore, il nuovo film 20th Century
Fox.
Le riprese del film, che verrà
finanziato da Apple e distribuito nelle sale americane dalla
Paramount Pictures, sarebbero dovute partire a marzo dello scorso
anno, ma causa della pandemia di Covid-19 sono state posticipate al
prossimo luglio. In merito al progetto, che potrà contare su un
budget di 200 milioni di dollari, Roth ha spiegato: “So che
Marty sta cercando di fare un film che, probabilmente, sarà
l’ultimo Western che verrà realizzato in questo modo. Una sorta di
Western definitivo, con questo incredibile documento sociale, la
violenza, l’ambientazione e tutto il resto. Credo che, in un certo
senso, sarà diverso da tutto ciò che avete visto finora. Per me
sarà uno di quei film che resterà nei secoli.”
Parlando nello specifico della
storia del film, lo sceneggiatore ha poi aggiunto: “Sarà un
film in costume, perché è ambientato nel 1921. Siamo durante
l’epoca del proibizionismo, ma l’ethos è quello tipico del Western.
Ci sarà quel tipo di atmosfera legata alla giustizia occidentale e
ci saranno anche molte riflessioni su chi sono i cattivi e chi sono
i buoni. E poi arriva questa specie di eroe, Tom White,
interpretato da Jesse Plemons, un ex mebro dei Texas Rangers. Non
potrei chiedere più Western di così.”
A proposito del personaggio
interpretato da Plemons, Roth ha specificato: “Non dire che
Jesse è il protagonista. Direi piuttosto che è una specie di eroe
designato. Credo sia più giusto, anche se alla fine i ruoli sono
abbastanza equivalenti. Quello di Leonardo DiCaprio è allo stesso
tempo interessante ma anche molto complicato. È un ruolo
intelligente da far interpretare ad un attore intelligente. Se
Montgomery Clift fosse vivo, penso che potrebbe pensare di
interpretarlo.”
La trama del nuovo film di Martin
Scorsese
Killers of the Flower Moon vedrà recitare per la
prima volta insieme, in un film di Scorsese, Leonardo
DiCaprio e Robert
De Niro (in precedenza, i due avevano recitato
insieme in Voglia di Ricominciare del 1993 e
ne La stanza di Marvin del 1996).
In una vecchia
intervista concessa a Cahiers du Cinéma, Martin Scorsese aveva così parlato del
film: “Posso dire che sarà un western. È ambientato in
Oklahoma tra il 1921 e il 1922. Ci saranno dei cowboy, che avranno
sia delle vetture che dei cavalli. Il film racconterà soprattutto
degli Osage, una tribù indiana alla quale viene donato questo
territorio orribile: loro amavano questo territorio, perché
pensavano che ai bianchi non sarebbe mai interessato. Poi ci hanno
scoperto il petrolio e, per circa dieci anni, gli Osage sono
diventati il popolo più ricco della Terra. Poi, come accaduto nello
Yukon e nelle regioni minerarie del Colorado, sbarcarono gli
avvoltoi, i bianchi, arrivarono gli europei, e tutto andò perduto.
Laggiù, avevano così tanto potere e un tale controllo su tutto che
era più probabile andare in prigione per avere ammazzato un cane
che un indiano.”
Il finale del terzo episodio di
The Falcon and the Winter Soldier ha visto il
ritorno di Ayo, la guerriera di Wakanda
interpretata da Florence Kasumba. Ma perché è
apparsa nella serie e, soprattutto, perché è alla ricerca di Zemo?
In attesa che il quarto episodio della serie – disponibile da oggi
su Disney+ – sciolga ogni dubbio, ecco 10
cose che bisogna sapere sul personaggio:
1Perché non ha fermato
Killmonger?
Dato che Ayo è la guardia del
corpo di T’Challa, perché non interviene durante il suo primo
combattimento con Killmonger? In Black
Panther, Ayo e le Dora Milaje partecipano al
duello tra Killmonger e T’Challa.
Durante il
combattimento, Killmonger prende il sopravvento e uccide Zuri,
prendendo quindi possesso del trono. Ayo vuole intervenire, ma
Okoye la ferma perché la supera. È contro le regole di Wakanda
interferire in una lotta per il trono, quindi la Dora Milaje non ha
altra scelta che stare a guardare.
Dopo il grande successo della prima
stagione, che ha toccato punte di share superiori al 30%, arriva
La Compagnia del Cigno 2, la serie di Ivan
Cotroneo incentrata sull’amicizia, sul talento, sull’impegno, sulla
salvezza che deriva dalla musica, sulla difficoltà e sulla
bellezza di diventare grandi.
Nelle nuove puntate ritroveremo
protagonisti i sette giovani musicisti, sempre guidati
dall’inflessibile maestro Luca Marioni, alle soglie dell’ingresso
nel mondo accademico del Conservatorio, dove la competitività si
fa più serrata. Ad accelerare i conflitti l’arrivo di un nuovo
maestro, Teoman Kayà, ex allievo dello stesso conservatorio Verdi,
vecchio amico di Marioni e di sua moglie Irene, e ora direttore
d’orchestra di fama mondiale. L’arrivo di Kayà al Conservatorio e
la sua collaborazione con Marioni hanno un fine segreto e a pagarne
le conseguenze potrebbero essere sia Marioni e sua moglie Irene,
sia i ragazzi, spinti gli uni contro gli altri per far sì che si
consumi a loro insaputa una antica vendetta.
Tra i nuovi personaggi di questa
seconda stagione, il ruolo dell’antagonista, Teoman Kayà, è
affidato a Mehmet Gunsur, nato a Istanbul e naturalizzato italiano
(Il bagno Turco di Ferzan Ozpetek; The Gift).
Gli episodi di La
Compagnia del Cigno 2
Episodio 1 – Il ritorno
Sono passati due anni dalla nascita della Compagnia e i sette
ragazzi sono più legati che mai, pronti ad affrontare un momento
fondamentale per la loro vita adulta: gli esami di maturità. La
preoccupazione per un difficile momento famigliare rischia però di
compromettere l’orale di Barbara, la più brava tra loro. A questo
si aggiunge l’emozione per l’arrivo al Conservatorio di un ex
allievo, Teoman Kayà, maestro e violinista di fama internazionale,
che avrà l’onore di dirigere l’orchestra preparata con passione e
amore negli anni da Luca Marioni. Per Luca e Irene, sua moglie,
quello è il ritorno di un amico, in grado però di riaprire
vecchie ferite.
Episodio 2 – Verità nascoste
Irene sente che Luca le sta nascondendo qualcosa sul suo
rapporto con Teoman. C’è una frattura profonda che divide i due
maestri e che ha origini lontane. I pochi giorni che Teoman
trascorre ancora a Milano saranno l’occasione per riportare alla
luce una scomoda verità e far capire a Teo che forse il passato
non è del tutto superato come sembra. I ragazzi della Compagnia,
intanto, sfruttano il poco tempo libero prima del concerto con
Kayà per supportare Rosario nella ricerca del suo vero padre.
Anche Barbara ripensa al suo passato, ignara che la causa del suo
trasferimento a Milano sta per tornare prepotentemente nella sua
vita.
Episodio 3 – Diventare grandi
Teoman ha deciso di diventare uno degli insegnanti del
Conservatorio Verdi. La cosa sembra far felici tutti, eccetto
Marioni che, sebbene dissimuli tranquillità, non riesce
completamente a fidarsi dell’ex amico. Intanto per la Compagnia ci
sono importanti novità, ma quella che dovrebbe essere una bella
notizia per Matteo e Sofia, sconvolge le rispettive famiglie. Anche
Matteo, dopo un primo momento di gioia, è sopraffatto dalla paura
per il futuro che lo aspetta tanto da compromettere la sua storia
con Sofia. E mentre Barbara deve fare i conti con una dolorosa
relazione del passato, Sara e Rosario vivono i loro primi
amori.
Episodio 4 – Saper tornare
indietro
Sofia ha perso la fiducia nel suo
rapporto speciale con Matteo. Grazie al sostegno dei due Danieli,
della Compagnia e del Maestro Marioni, il ragazzo però capisce il
valore di ciò che potrebbe perdere. Robbo intanto non riesce ad
ignorare l’attrazione che prova per Natasha, la figlia del nuovo
compagno della madre e Sara si lascia, suo malgrado, andare
all’amore. Nel frattempo, Luca e Teoman portano i ragazzi ad una
prima esibizione di successo, gli atteggiamenti del nuovo maestro
però continuano a essere ambigui soprattutto nei confronti di
Irene anche se nessuno, eccetto Luca, sembra rendersene conto.
Sono iniziate in Trentino le
riprese di Diario
di Spezie, primo lungometraggio di finzione di
Massimo Donati, tratto dal suo omonimo romanzo pubblicato da
Mondadori nel 2013 e prodotto con il sostegno della
Trentino Film Commission. Nel cast Lorenzo Richelmy, Fabrizio
Ferracane, Fabrizio Rongione. Il film è
prodotto da Master Five Cinematografica con
Rai Cinema e Rodeo Drive.
Le riprese del film dureranno 6
settimane e si svolgeranno in Trentino (4 settimane) nel Lazio (1
settimana) e in Belgio (3 giorni).
Diario
di Spezie è un thriller che racconta la storia di
Luca Treves, chef esperto di spezie e Andreas Dürren-Fischer,
celebre restauratore di quadri fiamminghi. I due appartengono a
mondi opposti e non potrebbero essere più diversi: tanto timido e
impacciato il primo, quanto sicuro di sé e mondano il secondo.
Tuttavia, quando Luca conosce Andreas pensa sia arrivato finalmente
il momento per dare una svolta alla propria carriera e abbandonare
il ristorante di provincia che gli garantisce una vita tranquilla,
ma che lo costringe anche a sacrificare le sue più alte ambizioni
professionali. Luca però non sa che Andreas nasconde segreti
inconfessabili e un passato impossibile da dimenticare.
Durante il viaggio che i due intraprendono insieme l’unico appiglio
per mantenere la lucidità è il diario dove da anni Luca annota
osservazioni sulle spezie e sulla preparazione delle ricette…
Trentino Film
Commission: Aperta nel 2010, la Trentino Film
Commission promuove e sostiene le produzioni cinematografiche,
televisive e documentaristiche, sia italiane sia estere, in grado
di valorizzare e diffondere il patrimonio culturale, ambientale e
storico del territorio trentino. La TFC offre alle produzioni
supporto logistico attraverso la ricerca di location, facilitazioni
alberghiere, il coinvolgimento di professionisti attivi sul
territorio e il reperimento di contatti sia con le pubbliche
amministrazioni sia con le forze dell’ordine. Al contempo, la TFC è
impegnata a favorire lo sviluppo dell’industria audiovisiva locale
e a proporre momenti formativi che rendano i professionisti del
settore presenti sul territorio sempre più qualificati.
Arriva su Rai2 l’attesissima serie
tv Clarice, sequel
del celebre film “Il silenzio degli Innocenti”. Il debutto
italiano è previsto il 9 aprile alle 22.05 in esclusiva su Rai2,
con i primi due episodi, in prima visione assoluta.
A trent’anni dall’uscita della
pellicola che ha segnato la storia del cinema, la serie tv prodotta
dalla MGM Television è stata trasmessa per la prima volta su CBS
giovedì 11 febbraio negli Stati Uniti.
A ricoprire il ruolo di Clarice,
per cui
Jodie Foster conquistò uno dei cinque Premi Oscar del
film, è la giovane Rebecca Breeds. Al suo
fianco, Michael Cudlitz nel ruolo di Paul Krendler, Lucca de
Oliveira di Tomas Esquivel, Kal Penn di Shaan Tripathi, Nick Sandow
dell’agente Clarke, Devyn Tyler nei panni dell’amica Ardelia Mapp,
Marnee Carpenter di Catherine Martin e Jayne Atkinson di Ruth
Martin.
La storia è ambientata nel 1993, un
anno dopo gli eventi de “Il silenzio degli innocenti”. Brillante e
vulnerabile, Clarice
ritorna ad occuparsi di serial killer e predatori sessuali. Il suo
coraggio le dà una luce interiore in grado di affrontare i più
pericolosi mostri e criminali. Ben presto si accorgerà che non
tutto è come sembra. In una Washington livida e piovosa, dominata
dagli affari della politica, Clarice
si muove in un ambiente di lavoro fortemente maschilista. A
sostenerla, il bisogno di sfuggire dagli inquietanti segreti di
famiglia che l’hanno perseguitata per tutta la vita.
Produttori esecutivi della serie
sono Alex Kurtzman, Jenny Lumet, Elizabeth Klaviter e Heather
Kadin. Clarice
è prodotta da MGM Television e CBS Studios in associazione con
Secret Hideout ed è distribuita a livello internazionale da
MGM.
Prime episodi
Nel primo
episodio, è passato un anno dall’uccisione di “Buffalo
Bill” e l’agente dell’FBI Clarice Starling deve essere valutata da
un analista che ha il compito di stabilire se dopo i fatti
traumatici di cui è stata protagonista può essere riammessa al
lavoro sul campo. Ruth Martin, la madre di Catherine, la ragazza
scampata alla morte grazie a Clarice, è diventata Procuratore
Generale degli Stati Uniti e convoca Clarice a Washington per
inserirla in una task-force contro i crimini violenti – VICAP –
guidata dall’agente Krendler.
Nel secondo episodio, nel Tennessee
un agente dell’ATF viene ferito mentre presenta un mandato per la
perquisizione di una comunità di recupero gestita da un estremista
pericoloso. Sul punto di essere buttata fuori dalla squadra per
insubordinazione, Clarice viene coinvolta nelle trattative dal capo
del gruppo sotto assedio. Durante la permanenza all’interno,
Clarice scoprirà che la comune non è affatto quel che sembra e che
per venirne a capo dovrà fare i conti col proprio passato.
Lo sviluppo di Black
Panther 2 continua nonostante l’assenza di Chadwick Boseman, scomparso tragicamente lo
scorso anno dopo aver combattuto una battaglia contro il cancro.
Diversi membri del cast del primo film che torneranno per il sequel
hanno già condiviso i loro pensieri in merito a come sarà lavorare
al sequel senza Boseman.
Di recente Lupita Nyong’o, che tornerà nei panni di
Nakia, è stata ospite dello show di Ellen DeGeneres (via
CBM) e ha dichiarato che, nonostante sia stato difficile venire
a patti con la perdita del suo amico e collega, crede che Boseman
avrebbe voluto che il sequel venisse realizzato, anche senza il suo
coinvolgimento.
“È ancora molto difficile per me
venire a patti con la sua scomparsa… e ovviamente con la sua
leadership”, ha spiegato l’attrice. “Ha guidato il film
con enorme compassione. Bastava soltanto la sua presenza. Quando
Chadwick è arrivato sul set, è sempre stato presente e ha messo
tutto sé stesso nel film. Era anche molto umile. Quella leadership
ci mancherà.”
L’attrice premio Oscar ha poi
aggiunto: “So per certo che Chadwick vorrebbe che lo facessimo,
e so che quello su cui Ryan Coogler sta lavorando onorerà al meglio
sia lui che la sua eredità. Quindi mi sento tranquilla all’idea di
realizzarlo.”
Black
Panther 2 arriverà nelle sale l’8 luglio
2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha
confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al
compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
L’attore Tenoch Huerta è in trattative
con i Marvel Studios per interpretare il villain principale del
sequel.
Nonostante le critiche ricevute per
il tono estremamente cupo del film, Terrio ha spiegato che prima
del suo coinvolgimento il film era ancora più oscuro. A quanto
pare, infatti, la versione originale della sceneggiatura includeva
un finale in cui Batman (Ben
Affleck) avrebbe marchiato a fuoco Lex Luthor
(Jesse
Eisenberg). Terrio ha spiegato di aver combattuto a
lungo contro lo studio per cambiare quel film, poiché credeva che
Batman avesse bisogno di comprendere l’errore dietro le sue azioni
prima che la storia volgesse al termine.
“Lo studio era convinto che la
mia sceneggiatura di Batman v Superman fosse troppo cupa e che
questo era il vero problema”, ha dichiarato Chris
Terrio. “Ma quello che non hanno proprio menzionato è
il fatto che, ad esempio, nella bozza della sceneggiatura del film
che Warner Bros. aveva sviluppato, ossia la bozza che mi era stata
consegnata quando ho preso parte al progetto, Batman non solo
marchiava i criminali con il marchio del pipistrello, ma alla fine
avrebbe marchiato a fuoco anche Lex Luthor.”
Terrio ha poi aggiunto: “Quel
finale è stato un argomento di accesa discussione con lo studio. Ci
siamo tornati sopra tantissime volte. Io sostenevo che il film non
si poteva concludere con Batman che continuava con quel
comportamento. Per me equivaleva ad una tortura, perché era come se
il film stesse giustificando ciò che stava facendo.”
Batman v Superman: in arrivo una
nuova versione IMAX
A proposito di Batman
v Superman, di recente Zack
Snyder ha confermato di essere a lavoro su
una nuova
versione IMAX rimasterizzata del film, che arriverà
direttamente in home video. Non è chiaro se questa nuova versione
includerà filmati inediti, ma una cosa è certa: non ci saranno
riprese aggiuntive, al contrario di quanto avvenuto con il suo
taglio di Justice
League (disponibile in Italia su Sky e NOW), che ha potuto
contare su un budget – senza precedenti per dei reshoot – di 70
milioni di dollari.
Sono stati assegnati, questa notte,
i GLAAD Awards, i premi annuali, creati nel 1990,
assegnati dalla Gay & Lesbian Alliance Against Defamation alle
persone e alle produzioni dell’intrattenimento, per il loro
contribuito nel dare un’immagine più veritiera e accurata della
comunità LGBT.
Ecco di seguito tutti i
vincitori:
Outstanding Film – Wide
Release Happiest Season (Hulu/TriStar
Pictures)
Outstanding Film – Limited Release The
Boys in the Band (Netflix)
Outstanding Documentary Disclosure (Netflix)
Outstanding Comedy Series Schitt’s Creek (Pop)
Outstanding Drama Series Star Trek: Discovery (CBS All Access)
Outstanding TV Movie Uncle Frank (Amazon Studios)
Outstanding Limited or Anthology
Series I May Destroy You (HBO)
Outstanding Reality
Program We’re Here (HBO)
Outstanding Children’s
Programming The Not-Too-Late Show with Elmo (HBO Max)
Outstanding Kids & Family Programming [TIE] First Day (Hulu) She-Ra & The Princesses of Power (DreamWorks
Animation/Netflix)
Outstanding Music Artist
Sam Smith, Love Goes (Capitol)
Outstanding Breakthrough Music
Artist CHIKA, Industry
Games (Warner Records)
Outstanding Video Game
[TIE] Tell Me Why (DONTNOD Entertainment & Xbox Game
Studios) The Last of Us Part II (Naughty Dog & Sony
Interactive Entertainment)
Outstanding Comic Book Empyre, Lords of Empyre: Emperor Hulkling, Empyre: Aftermath
Avengers, by Al Ewing, Dan Slott, Chip Zdarsky, Anthony
Oliveira, Valerio Schiti, Manuel Garcia, Cam Smith, Marte Gracia,
Triona Farrell, Joe Caramagna, Ariana Maher, Travis Lanham
(Marvel Comics)
Outstanding Variety or Talk Show
Episode “Lilly Responds to Comments About Her
Sexuality” A Little Late With Lilly
Singh (NBC)
Outstanding TV Journalism
Segment “Dwyane Wade One-On-One: Basketball Legend
Opens Up About Supporting Transgender Daughter” Good
Morning America (ABC)
Outstanding TV Journalism –
Long-Form “ABC News Joe Biden Town Hall” (ABC)
Outstanding Print Article
“20 LGBTQ+ People Working to Save Lives on the Frontline” by Diane
Anderson-Minshall, David Artavia, Tracy Gilchrist, Desiree
Guerrero, Jeffrey Masters, Donald Padgett, and Daniel Reynolds
(The Advocate)
Outstanding Magazine Overall Coverage People
Outstanding Online Journalism
Article “Gay Men Speak Out After Being Turned Away
from Donating Blood During Coronavirus Pandemic: ‘We are Turning
Away Perfectly Healthy Donors’” by Tony Morrison and Joel Lyons
(GoodMorningAmerica.com)
Outstanding Online Journalism – Video
or Multimedia “Stop Killing Us: Black Transgender
Women’s Lived Experiences” by Complex World (Complex News)
Outstanding Blog
TransGriot
Barbara Gittings Award for Excellence
in LGBTQ Media Windy City Times
Special Recognition After Forever (Amazon)
Deadline’s New Hollywood Podcast
Happiest Season Soundtrack (Facet/Warner Records)
Noah’s Arc: The ‘Rona Chronicles (Patrik Ian-Polk
Entertainment)
Outstanding Spanish-Language Scripted
Television Series Veneno (HBO Max)
Outstanding Spanish-Language TV
Journalism “La Hermana de Aleyda Ortiz Narra Cómo
Salió del Clóset y Cómo se lo Comunicó a su
Familia” Despierta América (Univision)
Outstanding Spanish-Language Online
Journalism Article “Desapareció en México, Solo se
Hallaron sus Restos: La Historia de la Doctora María Elizabeth
Montaño y su Importancia para la Comunidad Trans” por Albinson
Linares y Marina E. Franco (Telemundo.com)
Outstanding Spanish-Language Online
Journalism – Video or Multimedia “Soy Trans: El Camino
a un Nuevo Despertar” por Sarah Moreno, Esther Piccolino, y José
Sepúlveda (El Nuevo Herald)
Special Recognition
(Spanish-Language) Jesse & Joy, “Love (Es Nuestro
Idioma)”
Nel finale di WandaVision abbiamo visto Wanda abbracciare
finalmente i suoi nuovi poteri e diventare Scarlet Witch. Nella
scena post-credits dell’ultimo episodio, una proiezione di Wanda
era intenta a studiare il
Darkhold ereditato da Agatha Harkness, con la stessa che in
lontananza udiva le voci dei suoi gemelli, Billy e Tommy, chiedere
aiuto, nonostante entrambi fossero scomparsi insieme all’Hex.
È chiaro che parte del viaggio di
Wanda in Doctor
Strange in the Multiverse of Madness interesserà
proprio la ricerca dei suoi figli, ma ora Jac Schaeffer, il
creatore di
WandaVision, ha lasciato intendere che ciò potrebbe
rappresentare un dilemma morale per il personaggio. Parlando
all’interno del podcast di
Empire, Schaeffer ha anticipato che Wanda si trova ora in un
luogo di accettazione, dove sarà in grado di conoscere le sue nuove
abilità e scoprire il suo status di uno degli essere più potenti
del MCU.
Insieme a queste consapevolezze,
però, arriveranno anche tutta una serie di scelte difficili, e
Schaeffer ha lasciato intendere che il tradizionale dilemma “giusto
o sbagliato” potrebbe letteralmente svanire proprio a causa della
posizione di Wanda. “Dal mio punto di vista, l’intenzione è
sempre stata quella di far atterrare Wanda in questo luogo di
accettazione, ma al tempo stesso con questa enorme quantità di
nuovo potere. Tutti conosciamo il detto: ‘Da un grande potere…’.
Quindi penso che lo scambio con Agatha che abbia dato molta fiducia
e l’abbia totalmente connessa con sé stessa. Nella mia mente,
l’enorme vastità del suo potere inizierà a far svanire alcune
normali preoccupazioni tipiche dell’essere umano su ciò che è
giusto e su ciò che non lo è… perché Wanda è un essere molto, molto
diverso.”
I fan hanno speculato molto su quale
ruolo assumerà Wanda in Doctor Strange in
the Multiverse of Madness. Alcuni si aspettano che Wanda
diventi un vero cattivo nel sequel, protagonista di un vero e
proprio testa a testa con lo Stregone Supremo. Tuttavia, anche in
base ai commenti di Schaeffer, non sembra che le cose andranno
proprio così: è decisamente più plausibile che Wanda possa andare
alla ricerca dei suoi figli da qualche parte nel Multiverso,
portando ad una rottura con la realtà che forse interesserà il
mondo intero.
Annunciato ufficialmente questa
estate al Comic-Con di San Diego, Doctor
Strange 2 vedrà Benedict
Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange.
Diretto da Scott Derrickson, il sequel vedrà
anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista
dopo WandaVision.
Secondo Collider, la
produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo
sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non
è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere
firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe
intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro
mani con il regista.
Il primo film su Doctor
Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la
nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al
confronto con Dormammu. Nel film c’erano
anche Benedict Wong, Tilda
Swinton e Chiwetel
Ejiofor. Rachel
McAdams non tornerà nei panni di Christine
Palmer. Abbiamo rivisto Strange in Infinity
War e in Endgame. Doctor Strange in
the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 5
novembre 2021.
A differenza della maggior parte
degli studi cinematografici, la Sony Pictures ha
scelto di posticipare l’intera lista dei titoli che sarebbero
dovuti arrivare nel 2020 piuttosto che vendere i film ai servizi di
streaming o prendere in considerazione un’uscita in esclusiva
digitale. Ad oggi la Sony non ha una piattaforma di streaming
propria, ma ora sappiamo che Netflix diventerà la
destinazione esclusiva di tutti i titoli dello studio in arrivo dal
2022. Naturalmente, dopo che saranno arrivati nelle sale!
Come apprendiamo grazie a
The Hollywood Reporter, la Sony ha firmato un accordo
pluriennale con il colosso dello streaming che vedrà Netflix
acquistare titoli come
Morbius, Uncharted
e
Spider-Man: Un Nuovo Universo 2. Naturalmente, la
piattaforma di impegnerà a rispettare la fine della corsa di
ciascun film nelle sale cinematografiche, periodo che
orientativamente si aggira intorno ai 18 mesi ma che, a causa della
pandemia ancora in corso, potrebbe essere drasticamente
abbreviato.
È interessante notare che, in base a
tale accordo (che interesserà soltanto gli Stati Uniti), Netflix si
impegnerà a finanziare una serie di film targati Sony Pictures,
compresi quei titoli che lo studio intende realizzare
esclusivamente per le piattaforme di streaming. Dal momento che
serie come
The Defenders sono state ufficialmente cancellate, è
inevitabile chiedersi se la cosa potrebbe riguardare anche qualche
contenuto Marvel.
“Alla Sony Pictures produciamo
alcuni dei più grandi blockbuster e alcuni dei film più creativi e
originali del settore. Questo entusiasmante accordo dimostra
ulteriormente l’importanza di tali contenuti per i nostri partner
distributivi, a mano a mano che accrescono il loro pubblico
offrnedo il meglio dell’intrattenimento”, ha dichiarato
Keith Le Goy, presidente della distribuzione
mondiale di Sony, in una nota ufficiale.
Scott Stuber,
responsabile dei film originali Netflix, ha aggiunto: “Questo
accordo non solo ci consente di portare la loro impressionante
lista di amati franchise cinematografici e di nuove proprietà su
Netflix negli Stati Uniti, ma stabilisce anche una nuova fonte di
film in prima visione per gli amanti del cinema targato Netflix in
tutto il mondo.”
In una recente intervista con
Vanity Fair, Chris Terrio, sceneggiatore di
Justice
League, ha finalmente rotto il silenzio e parlato di
quanto accaduto durante la post-produzione affidata a Joss Whedon. Senza usare mezzi termini, lo
sceneggiatore ha definito il lavoro di riscrittura del regista di
The Avengers “un atto di vandalismo”.
“La versione theatrical del 2017
è stato un atto di vandalismo”, ha dichiarato Terrio.
“Zack è un gentiluomo e non lo dirà mai, io non lo sono. Quando
sono stati rimossi dal film del 2017 quei tocchi personali, sono
rimasto in silenzio perché non potevo veramente dire nulla, ma
ovviamente mi ha fatto male. Ciò che era rimasto non era altro che
lo scheletro di un dinosauro, mentre all’inizio avevano a che fare
con una bestia di enormi dimensioni.”
A questo punto lo sceneggiatore ha
tirato in ballo anche la
Snyder Cut: “Sicuramente è una bestia grande e
indisciplinata… ovviamente sono quattro ore. Il film è massimalista
ed operistico. Un po’ folle, ma nel senso positivo del termine.
All’epoca non mi rendevo conto di quanto il film sarebbe stato
cambiato… anzi, vandalizzato. Quando poi ho parlato con il cast è
diventato palese che si trattava di uno smantellamento totale di
ciò che c’era statop rima. Non ho sentito nessuno che ha detto che
è stata un’esperienza piacevole.”
Nel corso dell’intervista Terrio ha
anche rivelato che all’epoca, dopo aver visto il film, chiese di
far rimuovere il suo nome dalla versione theatrical, cosa che gli
venne negata in quanto i lavori sulle copie del film era già stati
ultimati. Ad ogni modo, grazie alla distribuzione della
Snyder Cut, il pubblico ha avuto finalmente la possibilità
di godere della sceneggiatura originale del film e di poterla
valutare nella sua interezza.
Zack
Snyder’s Justice Leagueè uscito in streaming il
18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky
e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore
circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.
Inizialmente previsto per il
prossimo 20 Novembre, la data di uscita di Godzilla
vs. Kong è stata posticipata a Maggio 2021 a causa
della pandemia di Covid-19. Il film ha ricevuto un PG-13, ossia un
divieto ai minori di 13 anni. La motivazione consiste nella
presenza nel film di “intense scene di violenza e
distruzione e di linguaggio volgare”. Nessun divieto ai
minori di 17 anni, quindi, lasciando presagire che il film sarà
molto meno crudo di quanto i fan probabilmente si aspettano.
Finalmente
Judas and Black Messiah, l’attesissimo film di Shaka
King candidato a 6 Premi Oscar, tra cui miglior film e miglior
attore non protagonista, arriva in Italiain esclusiva digitale da domani, venerdì 9 Aprile,
disponibile per l’acquisto e il noleggio premium su Apple
Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play,
TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film &
TV e per il noleggio premium su Sky Primafila e Mediaset Play
Infinity.
Judas
and Black Messiah è infatti nominato per sei premi alla
prossima edizione degli Academy Awards, per miglior film, miglior
attore non protagonista (Daniel
Kaluuya e LaKeith Stanfield), per la fotografia (Sean
Bobbitt), per la canzone originale (“Fight For You,” musica di
H.E.R. e Dernst Emilie II, testo di H.E.R. e Tiara Thomas), e
miglior sceneggiatura originale (sceneggiatura di Will Berson &
Shaka King, soggetto di Will Berson & Shaka King e Kenny Lucas &
Keith Lucas).
Daniel Kaluuya ha inoltre già vinto il Golden Globe
2021 come miglior attore non protagonista proprio per
Judas and Black Messiah.
L’informatore dell’FBI William
O’Neal (LaKeith Stanfield), è infiltrato nel partito delle Black
Panther dell’Illinois con l’incarico di tenere d’occhio il loro
carismatico leader, il Presidente Fred Hampton (Daniel
Kaluuya). Ladro di professione, O’Neal sembra
divertirsi a correre il rischio di manipolare sia i suoi compagni
che il suo “supervisore”, l’Agente Speciale Roy Mitchell (Jesse
Plemons). L’influenza politica di Hampton è in forte ascesa proprio
quando incontra e si innamora della sua compagna di rivoluzione
Deborah Johnson (Dominique Fishback). Nel frattempo, nella mente di
O’Neal prende vita un dilemma. Si allineerà alle forze benevole? O
contribuirà ad affossare Hampton e Le Pantere con ogni mezzo, come
comanda il Direttore dell’FBI J. Edgar Hoover (Martin Sheen)?
I primi 10 minuti del film di
seguito:
Ispirato a eventi realmente
accaduti,
Judas and Black Messiah è diretto da Shaka King,
all’esordio con un lungometraggio per una major. Il progetto ha
avuto origine da King e il suo partner di sceneggiatura, Will
Berson, e da Kenny Lucas & Keith Lucas, autori del soggetto assieme
a Berson & King. King, collaboratore da molto tempo del regista
Ryan Coogler (“Black Panther”, “Creed”, “Fruitvale Station”), ha
sottoposto l’idea del film a Coogler e a Charles D. King (“Just
Mercy”, “Fences”), che sono poi diventati produttori del film con
Shaka King. I produttori esecutivi sono Sev Ohanian, Zinzi Coogler,
Kim Roth, Poppy Hanks, Ravi Mehta, Jeff Skoll, Anikah McLaren,
Aaron L. Gilbert, Jason Cloth, Ted Gidlow e Niija Kuykendall.
In
Judas and Black Messiah troviamo i candidati
all’Oscar Daniel
Kaluuya (“Get Out”, “Widows”, “Black Panther”) nel
ruolo di Fred Hampton e LaKeith Stanfield
(“Atlanta”, “The Girl in the Spider’s Web”) in quello di William
O’Neal. Fanno parte del cast anche Jesse Plemons
(“Vice”, “Game Night”, “The Post”), Dominique
Fishback (“The Hate U Give”, “The Deuce”), Ashton
Sanders (“The Equalizer 2”, “Moonlight”) e Martin
Sheen (“The Departed”, “The West Wing” e “Grace & Frankie”
per la TV). Nel cast anche Algee Smith (“The Hate U Give”,
“Detroit”), Darrell Britt-Gibson (“Just Mercy”, “Three Billboards
Outside Ebbing, Missouri”), Dominique Thorne (“If Beale Street
Could Talk”), Amari Cheatom (“Roman J. Israel, Esq.”, “Django
Unchained”), Caleb Eberhardt (“The Post”) e Lil Rel Howery (“Get
Out”).
Il team creativo dietro la macchina
da presa include il direttore della fotografia, Sean Bobbitt (“12
Years a Slave”, “Widows”), lo scenografo Sam Lisenco (“Shades of
Blue”), il montatore Kristan Sprague (“Random Acts of Flyness”) e
la costumista Charlese Antoinette Jones (“Raising Dion”). Le
musiche sono di Craig Harris e Mark Isham. La Warner Bros. Pictures
presenta, in associazione con MACRO/Participant/BRON Creative, una
produzione MACRO Media/Proximity, un Film di Shaka King, “Judas and
the Black Messiah”.
La release della
Snyder Cut di Justice
League su HBO Max è stata tutt’altro che un flop.
Sebbene i servizi di streaming siano molto restii a condividere i
dati ufficiali relativi alle visualizzazioni, un nuovo report di
Variety (via
CBM) – che pare sia riuscito ad avere accesso a dati di terze
parti – sembra aver finalmente chiarito come ha performato l’atteso
taglio di Zack Snyder.
Come rivelato in precedenza, ad
attirare il maggior numero di spettatori è stato
Godzilla vs. Kong, che è riuscito a battere qualsiasi
altro titolo arrivato su HBO Max negli ultimi mesi, incluso
Wonder Woman 1984 (nonostante, lo scorso
dicembre, la release del film sulla piattaforma di streaming fosse
considerata un evento “senza precedenti”). In molti pensavano che
la Snyder
Cut fosse diventato il film più visto su HBO Max,
subito dopo il monster movie di Adam Wingard, ma ora
scopriamo che non è così.
Che ci crediate o no, l’uscita di
Judas and the Black Messiah ha attirato più spettatori
rispetto alla nuova versione di Justice
League, e in termini di abbonati, il lancio di HBO Max su
Roku lo scorso anno è stato di gran lunga più vantaggioso rispetto
ai nuovi utenti che il cinecomic di Snyder ha portato allo
streamer.
Volendo stilare una classifica
basata sulle finestre di debutto a distanza di tre giorni
dall’arrivo su HBO Max, Godzilla
vs. Kong si trova al primo posto con l’8,1% del totale
degli spettatori, seguito da Fino all’ultimo indizio con il 7,4% e, infine,
dalla
Snyder Cut di Justice
League con il 6,3%.
Zack
Snyder’s Justice Leagueè uscito in streaming il
18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky
e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore
circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.
Numerosi dettagli a proposito della
trama di Loki,
l’attesissima serie Marvel in arrivo su Disney+ a giugno, sono stati svelati
grazie al
nuovo trailer ufficiale diffuso online lo scorso 5 aprile. Ecco
le più grandi rivelazioni emerse grazie alle ultime immagini dello
show ambientato nel MCU e incentrato sul Dio dell’Inganno
interpretato da Tom Hiddleston:
1Il Loki presidente è probabilmente una
variante
Parlando di varianti, sembra
che il Loki presidente – visto anche nel primo trailer della serie
– sia un’altra variante. Ciò è ispirato a un famoso arco,
“Presidente Loki”, del 2016, vagamente ispirato dalla prima
campagna di Donald Trump per la presidenza degli Stati
Uniti.
“Vote Loki” è stata
una satira parecchio intelligente sulla politica americana.
Curiosamente, il trailer di Loki sembra
mostrare Presidente Loki che affronta i mercenari Sakaarian di
Thor:
Ragnarok, ma non c’è abbastanza contesto per capire cosa
sta succedendo in quel momento.
Attraverso un nuovo post condiviso
via Instagram,
Dwayne
Johnson ha svelato che le riprese di
Black Adam, l’attesissimo cinecomic DC in cui
l’attore e wrestler avrà il ruolo dell’anti-eroe del titolo,
partiranno ufficialmente questa settimana. Nello scatto, l’attore
mostra il suo ormai celebre fisico scultoreo, perfezionato ancora
di più negli ultimi mesi proprio in vista dell’inizio della
produzione.
Mancano quindi pochissimi giorni al
primo ciak del film. Nell’attesa delle prime immagini dal set
che quasi certamente finiranno online, arriva da
Deadline la notizia che l’attore
statunitense James Cusati-Moyer
(Unbreakable Kimmy Schmidt) si è unito ufficialmente al
cast del film in un ruolo chiave. I dettagli sul personaggio non
sono stati rivelati, quindi non sappiamo se Cusati-Moyer
interpreterà un alleato della Justice Society of America oppure uno
degli antagonisti.
Il cast completo del film, oltre a
Johnson, annovera anche Noah Centineo (Atom
Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Con l’uscita
di Black
Adam fissata ufficialmente per il 29 luglio 2022,
l’anno prossimo avremo ben quattro cinecomic DC pronti ad arrivare
nelle sale: oltre al film con “The Rock”, infatti, nel 2022
verranno distribuiti anche The
Batman (4 marzo), The
Flash (4 novembre) e Aquaman
2 (16 dicembre).
Tutto quello che sappiamo su Black
Adam
Black
Adam è stato affidato alla regia
di Jaume Collet-Serra(Orphan,
Paradise Beach – Dentro l’incubo). Le riprese del film
dovrebbero partire il prossimo mese. Il progetto originale della
Warner Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black Adam, una
soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più
attenzione al protagonista e alla sua origin
story. A quanto pare, il film su Black Adam dovrebbe
ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.
“Questo progetto ha comportato
dei rischi, ed è stato una sfida. Anni fa volevamo introdurre due
origin story in un’unica sceneggiatura, e chi conosce i fumetti e
la mitologia dei fumetti saprà che Shazam! è
collegato a Black
Adam“, aveva raccontato Dwayne
Johnson in un video. “Questo personaggio è un
antieroe, o villain, e non vedo l’ora di interpretarlo. Stiamo
sviluppando il progetto che è nel mio DNA da oltre dieci anni.
Dovremmo iniziare a girare in un anno e non potrei essere più
eccitato all’idea.”
L’ultima volta che abbiamo visto
Emily VanCamp nel MCU è stato in Captain
America: Civil War, quando Sharon Carter ha
rubato lo scudo di Steve Rogers (e le ali di Sam Wilson) e ha
aiutato il Soldato d’Inverno a fuggire dalla prigionia.
Sono passati molti anni da allora,
ma come abbiamo appreso in The Falcon and the Winter Soldier, Sharon
rimane ancora nella lista dei ricercati, nonostante sia Sam che
Bucky (probabilmente insieme al resto dei Vendicatori Segreti),
siano stati graziati per aver contribuito alla rottura degli
accordi di Sokovia.
Allora, perché Sharon ha ricevuto un
trattamento diverso? Come ha spiegato la stessa VanCamp a
Deadline, anche a lei piacerebbe avere una risposta in merito:
“Sicuramente non ha avuto momento facili. Anche se si sta
facendo strada in questo ambiente, in realtà non è quello che
avrebbe voluto. Sta ancora cercando il perdono. Nella serie la
vediamo proprio in quel momento della sua vita”, ha spiegato
l’attrice.
“Sulla base di ciò che alcuni di
questi personaggi hanno fatto e in base al fatto che sono stati
perdonati a tutti gli effetti, penso che sia scioccante che Sharon
sia ancora costretta alla fuga, che sia ancora una fuggitiva che
vive a Madripoor e che si occupa di arte rubata. È scioccante per
me, ma lo è altrettanto per lei”, ha aggiunto.
Date alcune azioni oscure che Sharon
ha compiuto nell’ultimo episodio di The Falcon and the Winter Soldier, molti fan
sono convinti che dietro l’identità di
Power Broker si nasconda proprio la nipote di Peggy. A tal
proposito, VanCamp non ha potuto né confermare né smentire questa
teoria: “Non posso dire niente”, ha commentato. “Ma
adoro le teorie che circolano in merito.”
Lo scorso 3 aprile è arrivato online
il
nuovissimo trailer ufficiale di Black Widow, il cinecomic
con Scarlett
Johansson attesissimo dai fan non solo perché si
tratta del primo film interamente dedicato al personaggio di Vedova
Nera, ma anche perché il film è stato più e più volte posticipato a
causa della pandemia di Covid-19.
I fan hanno dovuto attendere oltre
un anno per vedere il film (ricordiamo che all’inizio sarebbe
dovuto arrivare nelle sale a maggio dello scorso anno), ma ora
Disney e Marvel hanno finalmente deciso che
Black
Widow arriverà su Disney+ e in contemporanea nelle sale a
partire dal prossimo 9 luglio. Naturalmente, tutta l’attesa nei
confronti del cinecomic è stata riversata sul nuovissimo trailer,
che è riuscito a battere un nuovo record in termini di
visualizzazioni.
Come riportato da
THR, infatti, le visualizzazioni del nuovo trailer di
Black Widow
hanno battuto quelle del precedente, che aveva totalizzato 53
milioni di visualizzazioni in un solo giorno: a sole 24 ore dalla
distribuzione online, le nuove immagini del cinecomic hanno infatti
raggiunto oltre 70 milioni di visualizzazioni. Inoltre, il nuovo
trailer è riuscito ad ottenere molte più views rispetto ai
primissimi contenuti di
WandaVision,
The Falcon and the Winter Soldier e
Loki: il primo trailer della serie incentrata su Sam
Wilson e Bucky Barnes, ad esempio, aveva raggiunto solo 20,3
milioni di visualizzazioni. Ciò dimostra che non importa quanta
attesa possa esserci attorno alle nuovissime serie tv ambientate
nel MCU: l’interesse per i grandi blockbuster dei Marvel Studios
pensati per il grande schermo è più vivo che mai.
Tornando a parlare della release del
film, il sito
Observer riporta un’analisi condotta sulla possibile
performance al botteghino di Black Widow: secondo lo
studio, l’ennesimo rinvio avrebbe in realtà giovato al possibile
successo del film, che dovrebbe arrivare ad incassare 170 milioni
di dollari soltanto a livello nazionale, un dato di tre volte
superiore all’importo che il film avrebbe potuto ottenere se fosse
stato distribuito a maggio.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson(The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Robert Pattinson, che vedremo prossimamente
nei panni di Bruce Wayne nell’attesissimo The
Batman, ha parlato di come sta affrontando la
pressione che deriva dall’interpretare l’iconico vigilante
mascherato. L’attore britannico è conosciuto a livello mondiale per
il ruolo di Edward Cullen nella saga di
Twilight, motivo per cui molti sono rimasti estremamente
sorpresi quando è stato ufficialmente annunciato il casting
dell’attore nel film di Matt Reeves.
La verità è che nel corso degli anni
Pattinson ha dimostrato di essere un attore dotato di grande
talento, come dimostrano le sue partecipazioni non soltanto ai più
noti Cosmopolis e Maps to the Stars di David Cronenberg, ma anche a film
passati pressoché in sordina come Good Time, High Life e,
soprattutto,
The Lighthouse. Più di recente l’abbiamo visto in Tenet di Christopher Nolan, che a causa della pandemia
di Coronavirus non si è purtroppo rivelato il grande successo al
botteghino che, in tempi di normalità, avrebbe sicuramente potuto
essere.
Come molte delle produzioni che
avrebbero dovuto svolgersi nel 2020, anche The
Batman ha subito una serie di importanti ritardi
dopo l’inizio delle riprese a gennaio dello scorso anno. La Warner
Bros. è stata costretta a interrompere la produzione a marzo,
durante il primo lockdown. A ottobre, quando le riprese erano
finalmente ripartite, c’è stato un ulteriore stop a causa della
positività dello stesso Pattinson al Coronavirus. Alla fine, la
produzione si è ufficialmente conclusa il mese scorso.
Robert Pattinson parla della
pressione che deriva dall’interpretare Batman
In un’intervista del 2019 rilasciata
a NPR (ma
emersa online soltanto ora), Robert Pattinson ha parlato della
pressione che deriva dall’interpretare un personaggio come Batman,
soprattutto per quanto riguarda il marketing del film. “Ho
diversi pensieri al riguardo. È divertente perché in passato ho
interpretato diversi personaggi che in qualche modo erano
‘mostruosi’. Ma ogni volta che ero impegnato nella promozione del
film, avevo la sensazione che a nessuno importasse davvero quello
che dicevo al riguardo. Ora, invece, sto notando ogni singola volta
che dico qualcosa su Batman, è come se stessi offendendo enormi
schiere di fan del personaggio”, ha spiegato l’attore.
“La cosa interessante di Batman
è che ci sono state tantissime interpretazioni, tutte diverse.
Inoltre, i fumetti hanno raccontato così tante storie che se anche
volessi interpretare un Batman storicamente attendibile, potrei
farlo in qualunque modo, letteralmente. E penso che questo sia
sempre stato l’obiettivo di Matt Reeves”, ha aggiunto.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Chloé Zhao è ancora
al lavoro sul montaggio finale de Gli Eterni, la prossima
avventura cosmica ambientata nel MCU. Gli Eterni, probabilmente uno dei
progetti imminenti più attesi della Marvel, è stato più e più volte
posticipato a causa della pandemia di Covid-19. Ad oggi, l’uscita
nelle sale è fissata per il prossimo novembre.
Insieme a
Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings,Gli Eterni è uno dei
titoli della Fase 4 del MCU più enigmatici, soprattutto perché i
fan non hanno ancora ben chiaro cosa aspettarsi effettivamente dal
film. Il cast stellare – tra cui spiccano Angelina
Jolie, Richard Madden,
Kit
Harington e Salma
Hayek – suggerisce indubbiamente l’enorme
potenziale del progetto, ma è anche vero che sulla trama non è
stato rivelato ancora nessun dettaglio. Sappiamo che il film sarà
molto diverso rispetto a quanto visto fino ad oggi all’interno
dell’universo condiviso e sappiamo anche che introdurrà il primo
eroe apertamente gay della Marvel, ossia il Phastos interpretato da
Brian Tyree Henry.
In una recente intervista con
Sundance Collab, Dylan Tichenor, il montatore
de Gli Eterni,
ha rivelato che la regista Chloé Zhao è ancora al
lavoro sul film. Tichenor ha descritto il processo come
estremamente collaborativo, spiegando che lui e Zhao stanno
imparando molto l’uno dall’altro. Il montatore ha anche spiegato
che, all’inizio, la regista non è stata coinvolta nel primissimo
montaggio del film, che di conseguenza è cambiato una volta che la
stessa ha avuto la possibilità di visionare lo specifico
filmico.
“Sto lavorando proprio ora con
Chloé Zhao, che si occupa in prima persona del montaggio dei suoi
film”, ha spiegato Tichenor. “Ha le idee molto chiare, ma
al tempo stesso vuole anche sapere cosa ne penso. Il primissimo
montaggio del film è stato fatto senza ricevere quasi nessun imput
da parte sua. Poi lo abbiamo visto insieme e abbiamo apportato
tutte le modifiche del caso. In generale, comunque, si è affidata
alla nostra esperienza e al nostro punto di vista. Ecco perché
siamo stati assunti: per la nostra creatività e la nostra
esperienza. E anche per il nostro senso dell’umorismo. Penso che
alla fine arriveremo al miglior risultato possibile.”
Chloé Zhao “complice” dell’hype attorno a Gli Eterni
Non bisogna dimenticare che uno dei
motivi che rendono Gli Eterni un
progetto così atteso è anche – e soprattutto – il coinvolgimento di
Chloé Zhao alla regia, che attualmente figura tra
i grandi protagonisti della stagione dei premi grazie al suo
acclamato Nomadland. Il film, che ha già vinto il Leone
d’Oro al Festival di Venezia e il Golden Globe per il miglior film
drammatico e per la miglior regia (insieme a tutta una serie di
altri importanti riconoscimenti), è dato come favorito alla
vittoria dei prossimi
Oscar nelle categorie miglior film e miglior regia.
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
“È un padre saggio
quello che conosce il proprio figlio”. Ad asserirlo con
coscienza e zelante genio è William Shakespeare
tra le pagine del suo Il mercante di Venezia. Ma cosa
succede se gli occhi di un padre guardano e la mente non riconosce?
Tra i meccanismi fallaci del pensiero umano, mentre la saggezza
scivola via, possiamo davvero ritrovare ancore di salvezza a cui
aggrapparsi, ristabilendo un rapporto mandato in tilt come quello
tra padre e figlia, oppure tutto è destinato a perdersi, come neve
al sole?
In The Father a rimanere in piedi è un gioco
delle parti abitato non più da maschere, ma da silenzi tangibili.
L’osservare la propria figlia e non riconoscerla, guardarla e
confonderla sotto mentite spoglie, crea un cortocircuito azionato
da lacrime e singhiozzi trattenuti all’interno di una fitta rete di
paura, tradimenti, manipolazioni, o disperata perdita.
La trama di The
Father
Tratto dall’omonima
pièce teatrale, sempre diretta da Florian Zeller,
The Father pone al centro del suo intreccio un
uomo deciso a rifiutare tutta l’assistenza di sua figlia mentre
invecchia. Impegnato a dare un senso alle sue mutevoli circostanze,
l’uomo inizia addirittura a dubitare dei suoi cari, della sua mente
e persino del tessuto della sua realtà.
Vestirsi di
thriller, vivere di dramma
Che qualcosa di
angosciante sia pronto a farsi largo tra i respiri esalati in casa
di Anthony, lo anticipa profeticamente il commento musicale che dà
ritmo alla prime battiture del film. I secondi passano e una mano
a forma di note si blocca sul capo di Anne (Olivia Colman) per poi
afferrare le esistenze della sua famiglia e scuoterle, facendo
cadere dalle loro tasche una tranquillità domestica già in precario
equilibrio. Un ponte associativo che collega le battute sincopate
dell’aria che apre l’opera con quella più iconica, insidiatasi nei
meandri della nostra mente, dell’hitchcockiano
Psyco.
Ma se la pellicola
diretta da Alfred Hitchcock non ha mai fatto
segreto della sua natura misteriosa e orrorifica, il film con
protagonista Anthony Hopkins è una scatola cinese
che si mostra in un modo, per poi raccogliere al suo interno mille
e altri mondi, altri generi, altre tempeste emotive pronte a
colpire il mare calmo dello spettatore.
Tutto il mondo è un
palcoscenico
È un puzzle della mente,
The Father. Un’opera ricoperta da abiti
del thriller, che ama farsi ammirare dai propri spettatori sulla
passerella dello schermo cinematografico (ora ridottosi a quello
televisivo) ma a ogni sequenza, un brandello di vestito inizia a
staccarsi e perdersi, lasciando nudo, nella sua essenza drammatica
e introspettiva, il film diretto da Florian
Zeller. L’alito di vita che si genera sulle assi del
palcoscenico teatrale, colpisce in pieno petto questo
kammerspiel ombroso, illuminato da piccoli bagliori di luce,
simboli di barlumi di una razionalità che va a perdersi tra i
labirinti di una mente (dis)funzionale. E se è vero che “tutto il
mondo è teatro”, gli attori di The Father si muovono sul palcoscenico della
vita in punta di piedi, nell’eterna paura di svegliare un pensiero
rimosso, un ricordo confusionario, uno sprazzo di memoria
modificato.
Ma l’essenza teatrale c’è
e si sente. Investe lo schermo ammantando di significati secondari,
metafore, e associazioni perturbanti, ogni singolo dettaglio. Nulla
è come sembra, tanto in queste esistenze diegetiche, quanto in
quelle pensate, manipolate da una memoria che arranca a tentoni. Ma
il cinema ha uno strumento magico in più rispetto all’arte
teatrale. In questo gioco di ambiguità, il montaggio esacerba con
un sapiente impiego del campo contro-campo la lontananza tra padre
e figlia, e con essa il distacco da ciò che reale, e immaginato.
Gli sguardi tra Anthony Hopkins e Olivia
Colman, intermezzati da quelli di Rufus
Sewell e Mark Gatiss, sono palline
lanciate in una partita di tennis. Incapaci di condividere gli
spazi di una medesima inquadratura, i personaggi si scrutano a
debita distanza, enfatizzando le distanze sociali, quasi con il
terrore che violando lo spazio personale altrui, cada quella bolla
di sapone che si sono creati, ed entro cui vivere la propria
esistenza alternativa.
Gli incontri del padre
con la propria figlia sono scanditi da arrivederci e gesti
reiterati all’ombra di un’inquietudine velata dai contrasti
fotografici di poche luci e tante ombre. Il buio che adombra lo
spazio è lo stesso che disorienta il pensiero del protagonista.
Privi di segnali e indicazioni con cui orientarsi, i suoi pensieri
perdono la strada. Immersi nel buio abbagliato da poche lingue di
luce, i suoi (pseudo)ricordi tornano indietro, vanno avanti, si
muovono tentennando, alla ricerca di una via di uscita razionale
che non pare ritrovarsi.
Ambienti come
proiezioni mentali
Lo stesso appartamento è
la perfetta proiezione visiva e architettonica della mente di
Anthony. Tutto sembra immacolato, ma tra i suoi vani le parole si
muovono nel tentativo di mettere in ordine cocci di momenti passati
e presenti che sembrano non combaciare. I lenzuoli che ricoprono
divani, i quadri che scompaiono, o le sedie che compaiono
all’improvviso, sono la metafora perfetta di una mente che
rallenta, nasconde ciò che è in disuso e ripropone flash mnemonici
di eventi immaginati, o confusi. Le stanze dell’appartamento vivono
di polvere e ambiguità, di polli cucinati e gesti ripetuti ad
libitum, sempre uguali e sempre così diversi. La casa di Anthony è
il contenitore adatto per raccogliere tutti quei momenti in cui il
protagonista ricorre a formulazioni sensate, avanzando pretese
assurde per nascondere pensieri e ricordi lineari. Ogni ambiente è
vissuto da fantasmi di un pensiero passato, annunciati non più da
campane, o
brividi, ma da campanelli, fischi di teiere, arie di opere
classiche. Sono impronte sonore di un’identità che si va
dissolvendo, e che lascia a questi piccoli e grandi dettagli il
ruolo di contenitori di una vita frammentata in varie tessere di un
puzzle ormai impossibile da completare.
Tutto è in ordine ma
tutto è confuso; ogni piccolo pezzo di Anthony è come il suo
orologio, rubato dalle grinfie del tempo e della malattia.
Attori (magistrali)
alla seconda
Per ergersi al centro
della città, imponente ed elegante, ogni teatro ha bisogno di
fondamenta solide su cui basarsi, e colonne portanti che lo tengano
in piedi. Nel teatro della vita messo in scena da Florian
Zeller, è la performance di Anthony Hopkins a sostenere un dramma
interiore vestito di oscuri pensieri e ambigui eventi. Ogni sua
piccola espressione, o mutamento facciale, è un fendente che
colpisce con perfezione chirurgica l’anima dello spettatore. Angelo
e demone di un aldilà personale, la sua interpretazione è una
commistione perfetta di reazioni sottomesse, e urla strazianti,
lasciate libere di mostrarsi, lontane dallo spettro della
macchietta o dell’overacting. A ruotargli intorno, un corollario di
comprimari capaci di alimentare la sua forza interpretativa,
attraverso performance altrettanto convincenti ed emotivamente di
impatto. C’è la dolcezza della figlia Anne (Olivia
Colman), l’esasperazione del genero Paul (Rufus
Sewell), la pazienza della badante Laura (Imogen
Poots), l’ambiguità di un uomo dai mille volti e nomi
(Mark Gatiss). Maschere dell’arte, queste
esistenze si improvvisano riverberi di uno specchio rotto rivolto
al passato, attori ingaggiati per interpretare a loro insaputa un
ruolo nel teatro messo in scena da un regista disattento e
smemorato, come il cervello di Anthony.
È un sadico burattinaio
la nostra mente. Ci tiene in pugno, facendoci muovere tra realtà e
immaginazione, speranze e razionalità. Ma nel momento in cui decide
di recidere uno dei fili che ci tengono saldi a sé, eccoci cadere
senza forze e senza bussola nel buio dell’esistenza. Camminiamo
arrancando sul palcoscenico della vita nella speranza che un occhio
di bue ci illumini, ritrovando un briciolo di lucidità e con essa
speranza, ricordo, saggezza.
Ecco un nuovo video di
presentazione di Ghostbusters: Legacy, in cui
facciamo la conoscenza, insieme a Paul Rudd, dei Mini Pufts… “non c’è niente di
più soffice e dolce di quei candidi gnocchi di
lichene”.
A più di trent’anni dall’uscita
nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast
originale, composto da Bill
Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney
Weavere Annie
Potts di nuovo insieme per ridar vita a una delle
saghe cinematografiche più amate della storia. Diretto da Jason
Reitman, il film sarà nelle sale dall’estate 2020 prodotto da Sony
Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Tra i
protagonisti anche Mckenna Grace, Finn Wolfhard,
Carrie Coon ePaul
Rudd.
Ghostbusters:
Legacy, diretto da Jason
Reitman e prodotto da Ivan
Reitman, è il nuovo capitolo della saga
originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola città,
una madre single e i suoi due figli iniziano a scoprire la loro
connessione con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta
eredità lasciata dal nonno. Ghostbusters:
Legacy è scritto da Jason Reitman & Gil Kenan.
Nel corso della storia del cinema
sono tante le creature fantastiche susseguitesi sul grande schermo,
ma nessuna è più maestosa ed iconica di King Kong. Dopo il film del
1933, e quello del 1976, il colossale scimmione ha ripreso vita nel
2005 con King Kong, scritto e diretto dal premio Oscar
Peter Jackson. Era però solo questione di tempo
prima che Kong tornasse nuovamente al cinema, e nel 2017 ciò è
avvenuto con Kong: Skull Island, reboot
del franchise e secondo capitolo della serie
MonsterVerse, iniziata nel 2014 con
Godzilla e proseguita nel 2019 con Godzilla II – King of
Monsters. Diretto da Jordan Vogt-Roberts,
il nuovo film su Kong porta ora ad esplorare ulteriormente la sua
temuta isola.
Da sempre oggetto di mistero, la
Skull Island si mostra ora con inedite località e nuove orripilanti
creature, su cui spicca naturalmente il magnifico King Kong. Nel
concepire il film, dunque, il regista ha dichiarato di essersi
ispirato in modo particolare a Jurassic Park. La struttura
dei due film è infatti a suo modo simile e presenta quella
componente di avventura esotica e misteriosa che conferisce fascino
all’intero progetto. In Kong: Skull Island grandi
protagonisti sono però anche gli esseri umani, ed ecco dunque che
il film si avvale di alcuni tra i più noti e apprezzati interpreti
dell’attuale panorama cinematografico.
Con un incasso mondiale di circa
566 milioni di dollari, Kong: Skull Island ha dimostrato
il grande fascino che tale gigantesco gorilla ancora suscita negli
spettatori. Con grandi effetti speciali, candidati agli Oscar, il
film lo introduce dunque nuovamente nel migliore dei modi. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e al suo sequel.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Kong – Skull Island: la trama del film
Ambientato nel 1973, il film ha per
protagonista James Conrad, ex capitano d’aviazione
britannico, viene incaricato dall’agente governativo Bill
Randa di formare una squadra e dirigersi sull’isola per
esplorarla e creare una mappa accurata. Giunto sul luogo insieme ad
un’equipe, tra cui figura lo squadrone capitanato dal colonnello
Preston Packard e la antimilitarista fotoreporter
Mason Weaver, Conrad conduce abilmente la
missione. Dopo aver scoperto che l’isola si estende in profondità
nel sottosuolo, presentando una grande cavità, la squadra viene
improvvisamente attaccata da un enorme gorilla alto 32 metri.
Insospettito dai recenti
avvenimenti, Packard costringe Randa a rivela il vero motivo
dell’esplorazione e l’uomo confessa di lavorare per conto
dell’organizzazione segreta Monarch, che ha il compito di studiare
i mostri, detti M.U.T.O, al fine di prevenire il loro risveglio e
la loro espansione nel mondo. Nel tentativo di sopravvivere ai
numerosi pericoli, Conrad e la sua squadra capirà ben presto che
Kong non è la vera minaccia. Osannato come un Dio dalle popolazioni
locali, il gorilla è infatti il guardiano dell’isola, portatore di
pace e unico in grado di combattere contro una serie di creature
ben più spaventose e pericolose di lui.
Kong – Skull Island: il cast del
film
Come accennato, a dar vita ai
personaggi del film vi sono alcuni celebri attori di Hollywood. Il
primo di questi è Tom Hiddleston,
noto per il personaggio di Loki nei film Marvel, questi interpreta qui il
capitano James Conrad. Accanto a lui, nel ruolo della fotoreporter
Mason Weaver vi è invece la premio Oscar Brie Larson.
Questa accettò il ruolo principalmente per la possibilità di
interpretare una donna forte caratterialmente e non la solita
ragazza in pericolo. Altro nome noto è quello di Samuel L.
Jackson, nei panni del tenente colonnello Preston
Packard. L’attore accettò subito la parte, entusiasta di poter
recitare in un film di King Kong e trascorrere il periodo delle
riprese alle Hawaii. John Goodman,
invece, è Bill Randa, agente dell’organizzazione Monarch.
Nei panni dei soldati coinvolti
nella spedizione sono poi presenti noti attori come Shea
Whigham, nei panni di Glenn Mills, Jing
Tian, in quelli di San Lin, e Toby
Kebbell, come maggiore Jack Chapman. John
Ortiz compare invece nei panni del supervisore Victor
Nieves. Infine, nei panni del soldato disperso Hank Marlow vi è
l’attore candidato all’Oscar John C. Reilly. Per
prepararsi alle riprese, l’intero cast ha affrontato una lunga e
accurata preparazione fisica e militare, oltre ad aver trascorso
del tempo con degli ex soldati. Ciò ha permesso non solo di farli
risultare realistici in tali vesti, ma anche di farli essere pronti
per le prove fisiche che le riprese del film richiedevano.
Kong – Skull Island: il sequel, il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
L’introduzione di King Kong nel
MonsterVerse ha naturalmente significato che il possente gorilla
sarebbe comparso nuovamente sul grande schermo. Parallelamente
all’uscita di questo film, infatti, è stato annunciato che Kong
avrebbe nuovamente calcato la scena per un film dove si scontra
corpo a corpo contro il gigantesco Godzilla. Godzilla
vs. Kong diventa così da subito uno dei progetti più
attesi della Legendary Pictures, che porterà i due colossi a
sfidarsi in uno scontro mastodontico. Attualmente in sala in alcune
zone del mondo, il film è attualmente ancora inedito in Italia.
Oltre ad essere visivamente spettacolare, il titolo è stato ben
accolto dalla critica, facendo dunque crescere l’attesa nei suoi
confronti.
In attesa di vedere tale sequel, è
possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Kong
– Skull Island è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV,Chili Cinema, Google Play,
Infinity, Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo
di mercoledì 7 aprile alle ore
21:20 sul canale Italia 1.
Diretto dal regista di
Beauty Shop e The Perfect Match,
Addicted-desiderio irresistibile è disponibile su
Netflix dal 14 Marzo. Si basa sull’omonimo romanzo del 2001 di
Zane, scrittrice di letteratura erotica piuttosto popolare
oltreoceano. La
protagonista di Addicted è Zoe Reynard (Sharon Leal),
un’agente di artisti emergenti, donna in carriera con una bella
famiglia alle spalle e una vita apparentemente perfetta.
Il film si apre con una
seduta di psicoterapia, nella quale veniamo a conoscenza dei
tormenti di Zoe, legati alla sfera sessuale. L’intesa sessuale tra
Zoe e il marito Jason (Boris Kodjoe) è, in realtà,
inizialmente molto forte, nonostante egli sia l’unico uomo con cui
Zoe abbia condiviso la sfera intima. Questa armonia familiare
inizierà però a corrodersi quando Zoe farà la conoscenza di
Quinton Canosa (William Levy), un prestante artista
di origini spagnole. Fra i due nasce una passione irrefrenabile,
che condurranno però Zoe ad avvertire sensi di colpa e di
smarrimento nei confronti di un equilibrio familiare e matrimoniale
che sta perdendo.
Addicted non riesce a
sondare profondamente il tormento della protagonista
L’intento registico e
narrativo della pellicola sarebbe quello di indagare le cause e
conseguenze della dipendenza sessuale della protagonista, ad oggi
una delle dipendenze più diffuse, classificata come disturbo
patologico o comportamentale. Tematiche, queste, affrontate nel
mirabolante e intensissimo “Shame”, film del 2011 di Steve McQueen,
che indaga visceralmente l’abisso di depravazione e caduta morale
che affliggono il protagonista, interpretato da un impareggiabile
Fassbender. Al contrario, Addicted non riesce a stabilizzarsi su
questa linea di trasposizione autentica ed intensa di un disturbo,
risultando poco più che un harmony semi-soft porno banale e privo
di un ritmo ben definito.
La condizione mentale ed
emotiva di Zoe è uno debole pretesto per l’inserimento di sequenze
che vorrebbero essere piene di eros, passionali, ma il cui unico
focus è indugiare sui corpi aitanti, sulla fisicità degli attori in
modo tale da solleticare la curiosità dello spettatore. È il lato
estetico a risultare preponderante, superficiale e privo di
introspezione, non quello etico, di sofferenza autentica, che va a
sondare la componente di assuefazione e inerzia al piacere
sessuale. La dipendenza è indagata unicamente come esagerazione,
ostentazione di un desiderio irrefrenabile, non come un qualcosa
che priva della propria soggettività. Il problema di Zoe e del film
si riduce all’incapacità della protagonista di soddisfare i suoi
bisogni e non al vero conflitto interiore e a ciò che ha causato il
trauma.
Il film di Woodruff
avrebbe potuto indagare tramite un nuovo sguardo registico un tipo
di dipendenza poco indagata dal punto di vista femminile nel
panorama degli addiction-drama. Il focus sarebbe potuto essere
sulle donne che soffrono di una patologia stigmatizzata e non
ancora ben compresa. Il film evita invece consapevolmente di
sondare il lato più oscuro e degradante della dipendenza, adottando
un tono patinato e a favore di camera, privo di qualsiasi
autenticità o di uno sguardo autoriale deciso.
Un film privo di un
reale erotismo, mascherato dietro una patina glamour
Il tono del film si rifà
sicuramente ai romanzi rosa, mentre alcune scelte registiche
rimandano alla fortunata serie erotica di Cinquanta
Sfumature, con Dakota Johnson e
Jamie Dornan protagonisti. Woodruff vorrebbe
raccontare una storia di dipendenza sessuale, di ossessione e
caduta in una spirale distruttiva, ma il focus è su tutt’altro e il
risultato non è altro che un melò con sfumature erotiche privo di
qualsiasi spessore.
L’origine patologica del
desiderio sessuale di Zoe è a malapena affrontata, perciò emergono
solo tratti caratteriali di Zoe con cui lo spettatore non riesce ad
empatizzare. Solo sul finale si introduce la dimensione della
dipendenza, in maniera forzata e accessoria, banalizzando le cause
che si celano davvero dietro al disturbo di Zoe. Il trauma
infantile di Zoe viene inserito all’ultimo per cercare di
risollevare un andamento narrativo piatto e che fatica a
coinvolgere.
Il film punta sulla
componente erotica, ma di erotismo vero non ce n’è quasi traccia,
tantomeno di realismo. Il film dovrebbe appunto essere sulla
dipendenza sessuale, invece le scene più sessuali ed esplicite sono
un tripudio di inquadrature estetizzanti, corpi modellati su pose
studiate e caricaturali.
Gli attori restituiscono
performance macchiettistiche e poco convincenti. Sono in primo
piano i loro corpi, non conferiscono spessore alle battute
pronunciate, che vorrebbero risultare passionali, ma finiscono per
apparire ridicole. Ne è un esempio il personaggio di Quinton,
presentatoci sempre a torso nudo e privo di un qualsiasi arco di
trasformazione del personaggio. Persino il percorso terapeutico che
Zoe affronta, e quindi, la figura della terapista, risultano
banalizzati, privati della loro reale funzione benefica e messi al
servizio di una narrazione che si vuole porre come mero sfoggio
della libidine sessuale della protagonista.
Gli Amazon Studios
hanno acquisito i diritti mondiali del film The
Tomorrow War di Skydance Media, diretto da
Chris McKay e interpretato da Chris
Pratt, qui anche executive producer. L’action movie
fantascientifico debutterà in esclusiva su Prime Video in più di 240 paesi e territori nel
mondo il 2 luglio 2021.
In The
Tomorrow War, il mondo rimane sotto shock quando un
gruppo di viaggiatori nel tempo arriva dal 2051 per portare un
messaggio urgente: di lì a trent’anni la razza umana sarà sul punto
di perdere una guerra globale contro una letale specie aliena.
L’unica speranza per sopravvivere è che soldati e civili del
presente vengano trasportati nel futuro e si uniscano alla
battaglia. Tra le reclute c’è l’insegnate di liceo e padre di
famiglia Dan Forester (Pratt). Determinato a salvare il mondo per
la sua giovane figlia, Dan si unisce a una brillante scienziata
(Yvonne
Strahovski) e al padre da cui si era allontanato (J.K.
Simmons) nella disperata impresa di riscrivere il destino del
pianeta.
“The
Tomorrow War sarà un evento globale che sorprenderà e
intratterrà i nostri clienti in tutto il mondo,” ha dichiarato
Jennifer Salke, Head of Amazon Studios. “Il regista Chris McKay
ha realizzato magistralmente questo film di fantascienza unico e
ricco di azione che terrà gli spettatori con il fiato sospeso e
toccherà i loro cuori con una commovente storia padre-figlia. Non
potremmo essere più felici di continuare la nostra collaborazione
con
Chris Pratt, che porta un incredibile contributo al
film, oltre che di lavorare con David Ellison e il team di Skydance
per consegnare questo film ai fan”.
“Sono molto orgoglioso di questo incredibile cast e della
crew, hanno lavorato tutti in circostanze difficili per dar vita a
un action fantascientifico unico e originale… cosa sempre più rara.
Vedere questo gruppo di attori e tecnici mescolare senza sforzo i
generi action, horror, comedy e drama è stato per me un sogno
divenuto realtà… e spero che la prossima estate entusiasmerà anche
il pubblico”, ha aggiunto il regista Chris McKay. “È
fantastico lavorare nuovamente con Amazon per lanciare un film di
Skydance”, ha affermato il CEO di Skydance David
Ellison. “Jen e il team del marketing hanno ottenuto
grandi successi quando hanno lanciato film sulla piattaforma di
Amazon facendone degli eventi imperdibili, e con
Chris Pratt come protagonista si alza ancora di più
l’asticella”.
Nel cast di The
Tomorrow Wartroviamo anche
Yvonne Strahovski, Betty Gilpin, Sam Richardson, Edwin
Hodge e il Premio Oscar J.K. Simmons. Diretto da Chris McKay e
scritto da Zach Dean, il film è prodotto da Ellison, Dana Goldberg,
Don Granger, Jules Daly, David Goyer e Adam Kolbrenner. Gli
executive producer sono Rob Cowan,
Chris Pratt, Brian Oliver e Bradley J. Fischer con
Samantha Nisenboim nel ruolo di co-producer. Un film di Amazon
Studios, Skydance, e Paramount Pictures in collaborazione con New
Republic Pictures.
Pratt è recentemente apparso nel film di grandissimo successo
che ha incassato più di 2,7 miliardi di dollari in tutto il mondo
Avengers: End Game, seguito di Avengers: Infinity
War, che era stato un successo al botteghino in tutto il mondo
con più di 2 miliardi di dollari di incassi. Pratt ha anche preso
parte alla saga MarvelGuardiani della
Galassia, il cui primo film ha incassato più di 770 milioni di
dollari nel 2014, Guardiani della Galassia 2 ha spazzato
via ogni film uscito nell’estate del 2017 incassando più di 860
milioni di dollari in tutto il mondo. Pratt è stato inoltre il
protagonista nel 2015 di Jurassic World – il settimo film
che ha incassato di più nella storia – e ha nuovamente rivestito i
panni di Owen in Jurassic World: Fallen Kingdom nel giugno
2018. Pratt ha appena finito le riprese del terzo film della saga,
Jurassic World: Dominion, la cui uscita è prevista per
giugno 2022.
Alicia Vikander,
famosamente, tiene la propria vita privata per sé, lontano dai
riflettori. Ma, grazie al numero infinito di interviste rilasciate
per il lancio del nuovo film di Tom
Rider, l’attrice ha avuto modo di parlare di sé. Ha
recitato in alcuni dei migliori film degli ultimi anni, sia
indipendenti che blockbuster, ha già vinto un Oscar ed è
sposata con
Michael Fassbender.
Cosa non sapete su Alicia
Vikander? Ecco dieci curiosità sull’attrice premio
Oscar:
Alicia Amanda Vikander: film
1. Alicia Amanda Vikander è
nata in Svezia il 3 ottobre 1988. Dopo aver recitato in
alcune serie e corti svedesi, ha fatto il proprio debutto al cinema
nel 2009, con Pure. L’attenzione è arrivata però
con Anna
Kareninadi Joe Writght (2012), e con il film
danese Royal Affair (2012). La fama a livello
mondiale cominciò ad arrivare nel 2014, con Generazione
perduta e con Ex
Machina (per il quale fu nominata per il Golden Globe e ai
BAFTA). La svolta fu però quella di The
Danish Girl (2015), per il quale ricevette l’Oscar come
Miglior attrice non protagonista. In seguito, ha recitato
ne Il sapore del successo (2015), Jason
Bourne (2016), La
luce sugli oceani(2016), La ragazza dei
tulipani(2017), Euphoria
(2017), Submergence
(2017).
Nel 2018 è tornata al cinema nel
reboot di Tomb Rider, sostituendo
Angelina Jolie nel ruolo di Lara Croft. Nel 2019 ha interpretato Woman nel corto
I Am Easy to Find, ha prestato la voce a Mira
nell’episodio “End. Begin. All the Same” della serie
Dark Crystal: la resistenza. E’ inoltre stata Lucy
Fly in Dove la terra trema. Nel 2020 è stata Gloria nel film
The Glorias. Nel 2021 Alicia
Vikander sarà Kathy nel film Blue
Bayou, Lady/Essel in The Green Knight, entrambi i
film hanno subito dei ritardi nell’uscita in seguito all’emergenza
COVID-19 che ha colpito il mondo. Nel 2021 è in post anche
Beckett nel quale interpreta April. E’ stato inoltre già
annunciato che riprenderà il ruolo di Lara Croft
nel sequel di Tomb Raider.
2. Alicia Vikander ha
studiato danza. È sempre stato il sogno di Alicia, quello
di stare sul palcoscenico. Aveva cominciato a prendere lezioni di
danza da piccola, e all’età di 15 anni si trasferì da sola a
Stoccolma per frequentare la Royal Swedish Ballet School. Durante
un’intervista per Vogue del 2015, l’attrice ha
raccontato che, nella prestigiosa scuola, le lezioni cominciavano
alle sei del mattino e finivano alle 10 di sera. A quanto pare, lei
e i suoi compagni di corso avevano l’abitudine di dormire su un
materasso negli spogliatoi, per assicurarsi una dormitina tra una
lezione e l’altra. Presto, però, si rese conto che alla carriera di
ballerina preferiva quella di attrice, e decise di cambiare
carriera.
Alicia Vikander: l’Oscar
3. Alicia Vikander ha vinto
l’Oscar molto presto. Il successo di Alicia Vikander è
arrivato con una serie di film famosissimi. Prima della grande
svolta, era relativamente sconosciuta, ma Hollywood decise di
riconoscere presto il suo grande talento. Fu il ruolo di Gerda
in The Danish Girl che vinse ad Alicia Vikander
l’Oscar nel 2016, solamente un anno dopo l’arrivo del successo. A
quanto pare, Alicia Vikander l’Oscar non lo vede da quella notte:
“Non lo vedo da quella notte” ha raccontato, “Mi sono trasferita da
poco e, dato che lavoro così tanto, l’ho dato ad un amico a Los
Angeles”.
Alicia Vikander: altezza e
fisico
4. Alicia Vikander,
l’altezza e il fisico. Alicia ha un fisico tonico e
invidiabile (da ballerina). Ha quasi trent’anni, e fa anche la
modella. L’altezza di Alicia è 166 cm, mentre il peso è di 53
chili.
5. Alicia Vikander vorrebbe
lavorare con più donne. La sua carriera sta andando alla
grande, ma c’è una cosa che lei vorrebbe aggiungere: più
collaborazioni femminili. Se ne è resa conto durante le riprese
de La ragazza dei tulipani: ci sono voluti cinque
film prima che recitasse al fianco di un’altra donna. Ha raccontato
al Guardian: “ho avuto tantissime opportunità e personaggi da
raccontare, ma fu quando stavo girando questa scene con Holliday
Grainger che ho sentito qualcosa di nuovo. Era così facile, e ci
siamo divertite così tanto. E dopo ho realizzato perché: avevo
appena girato cinque film, uno dopo l’altro, e questo era il primo
nel quale avevo una scena con un’altra donna”.
Alicia Vikander: il fidanzato prima
di Fassbender
6. Alicia Vikander e il
fidanzato prima di Fassbender. Quando la carriera di
Alicia cominciava a decollare, l’attrice era fidanzata con un altro
attore svedese,
Alexander Skarsgård, conosciuto per True
Blood. E la loro relazione la condusse quasi al
matrimonio: a quanto pare, lui si sentiva come se “avesse
incontrato la sua migliore amica” e riuscisse “davvero ad
immaginarsi il matrimonio con Alicia”. Sembrò che le cose tra i due
si stessero facendo molto serie e molto in fretta, ma finirono per
lasciarsi.
Alicia Vikander e Michael
Fassbender sono sposati
7. Alicia Vikander e Michael
Fassbender si sono conosciuti sulla pista da ballo. Le
loro carriere hanno avuto tempi molto diversi, e Alicia Vikander
era una fan di Fassbender già prima del loro incontro. Le loro
carriere sono confluite nel film La
luce sugli oceani, ma si erano in realtà incontrati prima
di allora. Nel 2013, infatti, il Toronto Film Festival li fece
incontrare per la prima volta: Fassbender partecipava grazie
a 12
anni schiavo, e la Vikander partecipava con Il
quinto potere. Sulla pista da ballo, avvenne l’incontro
fatidico, che Fassbender racconta così: “Pensavo di essere un bravo
ballerino, finché lei non ha cominciato a ballare, e io mi sono
sentito come se avessi due piedi sinistri”. La loro storia non è
cominciata allora, ma l’episodio li ha fatti incontrare.
8. Il matrimonio tra Alicia
Vikander e Michael Fassbender.
Entrambi si tengono stretti la vita privata e la loro relazione,
determinati a tenerla lontana dai riflettori. Nonostante questo,
sono una delle coppie più amate e seguite di Hollywood. I due
si sono sposati l’anno scorso, e
hanno parlato un po’ della loro relazione solo di recente. Durante
un’intervista con Entertainment Tonight, Fassbender
ha parlato della sua relazione con Alicia, dicendo che la scintilla
tra di loro è scoccata immediatamente: “Ci siamo incontrati sulla
pista da ballo ai BAFTA e al Toronto Film Festival. È un’artista
dal carattere impetuoso, e supera i limiti di quanto in là uno si
possa spingere. (…) E io pensavo, l’amore… cos’è questa cosa
dell’amore?”
Alicia Vikander in The Danish
Girl
9. I genitori hanno convinto
Alicia Vikander a fare The Danish Girl.
Alicia tiene molto in considerazione l’opinione del genitori, e ha
l’abitudine di mandare loro le sceneggiature che riceve grazie al
proprio agente, per sapere cosa ne pensano. Quando Alicia diede ai
genitori una copia di The Danish Girl, il padre fu
quello che la incoraggiò ad accettare la parte. “Mio padre
lesse The Danish Girl e se ne innamorò” ha raccontato
l’attrice al Telegraph, “Mi disse: devi fare questo
film”.
10. Alicia Vikander sarà una
Lara Croft un po’ diversa. Alicia Vikander è stata scelta
per Tomb Rider proprio
perché diversa da Angelina Jolie. E nel reboot, Lara non deve
essere la stessa: la produzione ha deciso di trasformarla e Alicia
Vikander è la persona ideale per farlo. Inoltre, Alicia, dotata di
grande spinta e di grande disciplina (che viene dal suo passato di
balelrina), sembra nata per interpretare il personaggio: metalmente
e fisicamente, è l’incarnazione degli aspetti fondamentali della
protagonista di Tom Rider.
Ecco il nuovo trailer e il nuovo
poster di Crudelia,
il nuovo adattamento live action targato Disney, con protagonista
Emma Stone. Il film arriva il 28 maggio su
Disney+ con accesso VIP e nei
cinema.
Ambientato durante la rivoluzione
punk rock nella Londra degli anni Settanta, Crudelia
segue le vicende di una giovane truffatrice di nome Estella
(Emma
Stone), una ragazza intelligente e creativa
determinata a farsi un nome con le sue creazioni. Fa amicizia con
una coppia di giovani ladri che apprezzano la sua inclinazione alla
cattiveria e insieme riescono a costruirsi una vita per le strade
di Londra.
Un giorno, il talento di Estella per
la moda cattura l’attenzione della Baronessa von Hellman, una
leggenda della moda incredibilmente chic e terribilmente raffinata
(Emma
Thompson). Ma la loro relazione mette in moto una
serie di eventi e rivelazioni che portano Estella ad abbracciare il
suo lato malvagio e a diventare la prorompente, alla moda e
vendicativa Cruella.
Il terzo episodio di The Falcon and The Winter Soldier della
Marvel, dal titolo “Power
Broker“, ha visto Sam e Bucky fare una visita a Zemo per
scoprire cosa sapeva dei Flag Smashers. È probabile che le cose non
siano andate del tutto come si aspettavano i fan.
Alla fine, Zemo si è unito agli eroi
nella loro missione dopo che Bucky lo ha fatto evadere di prigione.
Abbiamo quindi visto un lato diverso del freddo e calcolatore
villain di Captain
America: Civil War. Nello specifico, in una particolare
scena (che sarebbe poi diventata oggetto di numerosi meme) abbiamo
visto il Barone scatenarsi e sferrare un po’ di pugni in una
discoteca di
Madripoor.
Durante un’intervista con
EW, Daniel Brühl ha rivelato di aver
effettivamente improvvisato quella scena e che, in realtà, hanno
girato molto di più rispetto a quanto abbiamo visto nell’episodio:
“Quel momento è stato improvvisato quando ho visto la folla
ballare, impazzire”, ha detto l’attore. “Ho sentito il
ritmo e ho pensato: ‘Zemo è stato rinchiuso in una prigione tedesca
per anni. Ha bisogno di sfogarsi e mostrare le sue mosse.
Andiamo!’. Mi è piaciuta davvero tanto la reazione di Anthony e
Sebastian mentre mi guardavano. Tuttavia, ero sicuro al 100% che
l’avrebbero tagliata dalla serie. Alla fine sono rimasto davvero
sorpreso e felice che l’abbiano tenuta. È stato un lungo ballo.
Avevamo girato di più, ma hanno comunque tenuto questo
piccolo momento.”
A Brühl è stato anche chiesto di
anticipare qualcosa sul futuro di Zemo nella serie, ma ha
specificato che preferirebbe non rovinare la sorpresa ai fan.
Tuttavia, ha comunque parlato del cameo, alla fine dell’episodio,
di Florence Kasumba e di ciò che il coinvolgimento
di Ayo nella serie potrebbe significare per il suo personaggio.
“Si tratta di guerrieri molto
intimidatori che mi stanno inseguendo”, ha spiegato l’attore.
“Per quanto mi abbia fatto piacere rivedere Florence e parlare
con lei – l’unico altro attore tedesco presente sul set -, per Zemo
invece la sua presenza significa guai. Dovrebbe stare
attento.”
Una nuova immagine dal set di
Spider-Man: No Way Home rivela la Statua della Libertà
di New York con lo scudo di Captain America. L’iconica arma è
attualmente un punto focale narrativo nella serie
The Falcon and the Winter Soldier, ma potrebbe anche
svolgere un ruolo importante nel threequel che vedrà il regista
Jon Watts e Tom Holland tornare a lavorare di nuovo
insieme.
La produzione di No
Way Home è iniziata alla fine del 2020 dopo una serie di
ritardi dovuti alla pandemia di Coronavirus. Da poche settimane, le
riprese sono ufficialmente terminate. Naturalmente, i Marvel Studios restano molto
riservati in merito al progetto; anche se il titolo ufficiale e
alcune foto promozionali del film sono già stati svelati, non si
conoscono ancora molti dettagli sulla trama. È chiaro che il film
affronterà la conseguenze di Spider-Man:
Far From Home, ma secondo i più dovrebbe anche
rappresentare il tentativo di realizzare una versione live action
dello Spider-Verse.
Anche se le riprese principali di
No
Way Home sono ormai terminate, diversi oggetti di scena
del film devono ancora essere rimossi da New York City, inclusa una
finta insegna alla fermata dell’autobus che mostra la Statua della
Libertà che brandisce lo scudo di Captain America. La foto è stata
condivida dall’account
Twitter @blockbustedpod (via Spider-Man: No Way Home News)
e grazie ad essa scopriamo che l’iconica scultura è anche
soprannominata “Il nuovo Avenger di New York”. Potete vederla
cliccando
qui.
Sulla base della nota cronologia del
MCU, è una certezza affermare che gli eventi di No
Way Home si svolgeranno dopo ciò che accade in
The Falcon and the Winter Soldier, che presenta in modo
prominente lo scudo mentre esplora l’eredità del mantello di Cap.
Dopo che Sam lo ha dato al governo presumibilmente per
l’esposizione allo Smithsonian, alla fine è stato consegnato a
John Walker che è stato scelto come nuovo Vendicatore a stelle
e strisce.
Molto probabilmente, entro la fine
della serie, Sam rivendicherà il suo legittimo posto come
successore di Steve; supponendo che sia così, è curioso come ciò
potrebbe collegarsi all’immagine dal set di No Way
Home. In ogni caso, questa è un’indicazione che mesi dopo
gli eventi di Avengers:
Endgame, il pubblico del MCU continua a celebrare gli eroi
più potenti della Terra.
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel Studios e da Amy
Pascal per la Pascal Production. Dovrebbe arrivare al
cinema a dicembre 2021.