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The Marvels, la regista sull’esperienza con i Marvel Studios: “Non controllano i registi”

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Ci sono sicuramente diversi motivi per cui The Marvels è uno dei titoli più attesi della Fase 4 del MCU. Tuttavia, tra questi c’è anche il coinvolgimento dietro la macchina da presa di Nia DaCosta, una delle giovani registe più talentuose di Hollywood, che proprio di recente ha ricevuto numerosi consensi grazie al “sequel spirituale” di Candyman

DaCosta ha più volte parlato di quanto il sequel di Captain Marvel sorprenderà i fan del franchise, ma ora, in una recente intervista all’interno del podcast “Films To Be Buried With“, la regista ha parlato più nel dettaglio della sua esperienza con i Marvel Studios, che spesso vengono tacciati di imporre la loro visione ai filmmakers. Al contrario, DaCosta ha spiegato che le cose sono andate in maniera totalmente diversa per quanto riguarda la lavorazione di The Marvels.

“È stata un’esperienza gratificante”, ha detto Nia DaCosta. “È probabilmente la migliore esperienza che io abbia mai avuto con uno studio, soprattutto con un uno studio di quel calibro. Penso che la Marvel sia una specie di capro espiatorio all’interno dell’industria. Tutti pensano che controllino qualsiasi cosa, ma la verità è che sono davvero aperti e molto ricettivi. Quando ti assumono, vogliono davvero che tu sia te stesso e che abbia modo di esprimerti. È stato davvero eccitante e divertente poter lavorare in questo modo.”

Tutto ciò che sappiamo su The Marvels

The Marvels, il sequel del cinecomic Captain Marvel con protagonista il premio Oscar Brie Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.

Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel, infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista di CandymanNel cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms. Marvel, che vedremo anche nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+) e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del quale però non è ancora stata rivelata l’identità.

Nessun dettaglio sulla trama del sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri. Naturalmente, Brie Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il sequel di Captain Marvel arriverà l’11 novembre 2022.

Shang-Chi: cosa significa il ruolo di Abominio per il futuro del personaggio?

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ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SULLA TRAMA DI SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI!!!

Il primo trailer ufficiale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli ha rivelato che nel film avremmo visto il ritorno di Abominio, ossia l’alter ego di Emil Blonsky interpretato da Tim Roth ne L’incredibile Hulk.

Ora che Shang-Chi è arrivato nelle sale, ecco che il vero ruolo del personaggio all’interno della storia è stato finalmente rivelato. Quel “torneo” che abbiamo visto nel trailer, in realtà, si svolge in occasione di un vero e proprio fight club clandestino gestito dalla sorella di Shang-Chi, Xialing. Vediamo alcune brevi inquadrature di Abominio e Wong che se le danno di santa ragione.

Alla fine, è il fedele braccio destro di Doctor Strange ad avere la meglio sul nemico, ma in realtà, grazie ad una sequenza successiva, scopriamo che i due sono amici. Sembra che Wong ed Emil si siano iscritti al torneo insieme (forse per portare a casa qualche somma di denaro?), e quando li ritroviamo dopo il combattimento, vediamo lo stregone che sta rimproverando il suo mostruoso compagno per esserci “andato piano”. Dopo di ciò, Wong apre un portale che viene attraversato da entrambi.

Sembra quindi che Abominio abbia voltato pagina, o per lo meno stia cercando di risolvere i suoi problemi legati alla rabbia. Resta da vedere cosa questo significherà per il coinvolgimento del personaggio nella serie Disney+ She-Hulk: abbiamo ipotizzato che sarebbe stato un antagonista, ma in base a ciò che si vede in Shang-Chi, ci sono buone probabilità che, alla fine, sarà un alleato di Jennifer Walters.

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

Coyote, la nuova serie in arrivo su SKY e NOW con Michael Chicklis

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Coyote è la nuova serie tv action drama ambientato nella frontiera tra il Messico e gli Stati Uniti. Una storia attuale, drammatica e intensa, ambientata nella fragile frontiera tra la California del sud e il Messico, dove le sempre più dure  politiche sull’immigrazione hanno un riscontro con la realtà.

Prodotta da David Graziano (Jake Ryan), Michael Carnes e Josh Gilbert, Coyote segna il ritorno sul piccolo schermo dell’attore premiato agli Emmy Michael Chiklis (The Shield, American Horror Story: Freak Show e Gotham), protagonista della serie accompagnato da Juan Pablo Raba (Un uomo sopra la legge) e Adriana Paz (Tijuana Bible).

Coyote: quando esce e dove vederla in streaming

Coyote uscirà in prima visione dal 5 settembre alle 21.15 su Sky Investigation. Coyote in streaming sarà disponibile su NOW.

Coyote: trama e cast

Dopo 32 anni di servizio, Ben Clemens (Michael Chiklis), un ex agente della “Customs and Border Protection Agency” (la polizia di frontiera degli Stati Uniti d’America), è costretto a rivalutare le sue convinzioni sull’immigrazione illegale quando si ritrova ad aiutare una giovane donna incinta che sta cercando in tutti i modi di scappare da uno spietato cartello messicano. Coinvolto in un viaggio pericoloso a cavallo tra la vita e la morte, Ben, ora dall’altra parte della barricata, si rende conto in prima persona che il mondo il più delle volte non si divide in maniera netta in ciò che è bianco e ciò che è nero, ma che le sfumature sono possibili.  Cosa particolarmente vera soprattutto in quella zona di confine così particolare e delicata dove non sempre ciò che è legale e ciò che è giusto coincidono.

La prima stagione di Coyote

  • St. 1 episodio 1: Nel suo ultimo giorno di lavoro come agente di frontiera, Ben Clemens scopre un tunnel segreto utilizzato per contrabbandare merci negli Stati Uniti dal Messico.
  • St. 1 episodio 2: Inseguiti dagli inseguitori, Ben e Maria Elena intraprendono un pericoloso viaggio nel deserto per raggiungere gli Stati Uniti
  • St. 1 episodio 3: Con opzioni limitate e la vita della sua famiglia a rischio, Ben tenta una disperata strategia di uscita, con conseguenze potenzialmente disastrose.
  • St. 1 episodio 4: Ben deve usare i suoi precedenti contatti con la polizia di frontiera quando è costretto a eseguire un’audace rapina per il cartello in modo che la sua ex moglie e figlia non diventino vittime dei suoi stessi errori.
  • St. 1 episodio 5: Con opzioni limitate e la vita della sua famiglia a rischio, Ben tenta una disperata strategia di uscita, con conseguenze potenzialmente disastrose.
  • St. 1 episodio 6: Ben deve affrontare il pericolo all’interno del cartello di Zamora mentre cerca la verità sul suo ex partner mentre un’indagine del governo degli Stati Uniti si chiude.
  • St. 1 episodio 7:
  • St. 1 episodio 8:

Doctor Strange 2: nel sequel anche Mobius e Sylvie?

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Doctor Strange 2: nel sequel anche Mobius e Sylvie?

È ormai chiaro che Doctor Strange in the Multiverse of Madness ci porterà alla scoperta di luoghi assolutamente folli, soprattutto in vista della quantità di personaggi che potrebbero fare la loro apparizione nel film attraverso dei brevi cameo.

Con lo Stregone Supremo e Scarlet Witch pronti a viaggiare attraverso il Multiverso, potremmo definire quasi una certezza il fatto che nel sequel ci saranno diversi volti noti del passato (o magari svolte narrative inattese per quanto riguarda alcuni veterani del MCU). Tuttavia, una nuova speculazione potrebbe aver fatto luce su come il sequel si collegherà alla serie Loki.

Alla fine della prima stagione dello show targato Disney+, il Dio dell’Inganno si è ritrovato intrappolato in una linea temporale alternativa, con Mobius che osservava mentre venivano create innumerevoli nuove realtà. Nel frattempo, Sylvie è stata lasciata da sola alla fine dei tempi, dopo aver affondato la sua lama in Colui che resta, una variante di Kang il Conquistatore (evento da cui ha avuto origine la linea temporale alternativa che ha chiuso la stagione).

Parlando con The DisInsider Show (via CBM), il co-conduttore Derek Cornell ha condiviso una voce secondo cui il Mobius di Owen Wilson e la Sylvie di Sophia Di Martino appariranno entrambi in Doctor Strange in the Multiverse of Madness. Ciò potrebbe in qualche modo gettare le basi per la seconda annunciata stagione di Loki. Ovviamente, le nuove avventure di Strange potrebbero facilmente condurlo non solo alla TVA, ma anche alla Cittadella.

Anche Tom Hiddleston nel sequel di Doctor Strange?

Per ora si tratta di un puro e semplice rumor, quindi è meglio prendere la notizia con le pinze. Tuttavia, è una prospettiva intrigante, che rende questo film ancora più eccitante di quanto non lo sia già. La produzione del sequel di Doctor Strange si è svolta in contemporanea a quella della prima stagione di Loki, quindi forse non è stato così difficile mettere insieme i personaggi dei due progetti.

Inoltre, nonostante la presenza di Tom Hiddleston nel sequel sia già stata discussa molto tempo fa, è interessante notare che questa volta il Dio dell’Inganno non viene menzionato. Sarà forse impegnato a trattare con la TVA governata da Kang? Se così fosse, è probabile allora che Mobius e Sylvie andranno alla ricerca di Strange nella speranza di assicurarsi il suo aiuto per rintracciare Loki.

Doctor Strange in the Multiverse of Madness vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).

Doctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Patty Jenkins sulle esclusive in streaming: “Sembrano film finti”

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Di recente, la regista Patty Jenkins era tornata a riflettere sul modello distributivo di Wonder Woman 1984, il film DC che la Warner Bros., sulla scia degli effetti della pandemia di Covid-19 sull’industria cinematografica e, in particolare, sulle sale, ha deciso di far uscire in contemporanea al cinema e in streaming su HBO Max.

Il sequel del cinecomic con protagonista Gal Gadot è stato uno dei primi grandi blockbuster ad essere distribuito nelle sale e contemporaneamente in streaming. La regista aveva già definito l’esperienza “straziante”, ma ora, grazie ad un report del Los Angeles Times di un panel organizzato in occasione CinemaCon per discutere del futuro del cinema, apprendiamo che la Jenkins ha avuto modo, in quell’occasione di elaborare nuovamente le sue sensazioni nei confronti dei film che arrivano esclusivamente in streaming, saltando la sala.

“Non lo vedi? Tutti i film che i servizi di streaming stanno distribuendo… mi dispiace, ma mi  sembrano dei film finti. Non ne sento parlare, non leggo niente di loro. Non mi pare che stiano funzionando come modello per stabilire uno status di leggendaria grandezza.”

Patty Jenkins sembra riferirsi ai film prodotti specificamente per i servizi di streaming e non a quella tipologia di blockbuster su larga scala che abbraccia il modello della distribuzione congiunta (come avvenuto con WW84, ad esempio). Jenkins non è di certo l’unica regista a respingere l’attuale “boom” dello streaming, ma è importante ricordare che si è trattato di un modello impiegato per far fronte ad una necessità. Finalmente, stiamo cominciando a vedere un ritorno alla normalità, con film che tornano ad essere un’esclusiva della sala, ma è chiaro la strada da fare è ancora lunga.

Il futuro di Wonder Woman al cinema

Wonder Woman 1984 è arrivato in Italia direttamente in esclusiva digitale lo scorso 12 febbraio. Nel sequel, oltre a Gal Gadot, hanno recitato anche Chris PineKristen Wiig e Pedro Pascal. Subito dopo l’uscita del film in USA (avvenuta a dicembre 2020, in contemporanea al cinema e su HBO Max), è stato confermato ufficialmente Wonder Woman 3, che vedrà ancora una volta il ritorno di Patty Jenkins dietro la macchina da presa e quello di Gadot nei panni di Diana Prince.

Thor: Love and Thunder, Natalie Portman parla del suo workout per Mighty Thor

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Dopo essere stato messo da parte per un po’ di tempo, il personaggio di Jane Foster è finalmente pronto a fare il suo ritorno nel MCU nell’attesissimo Thor: Love and Thunder, in cui è stato già confermato che assumerà l’identità di Mighty Thor.

Nei fumetti, Jane assorbe i poteri di Thor, inclusa la capacità di brandire il Mjolnir, dopo che le viene diagnosticato un cancro. Tuttavia, non è ancora chiaro se il film tratterà anche la storyline della malattia del personaggio. In attesa di saperne di più, in una recente intervista con Vanity Fair, Natalie Portman ha parlato proprio del suo ritorno nel longevo franchise di successo, sviscerando i dettagli in merito al duro allenamento che ha dovuto seguire per la prima volta in vista dell’inizio della produzione e per tutto il tempo delle riprese, per interpretare al meglio il ruolo del supereroe.

“È stato davvero divertente”, ha spiegato il premio Oscar. “Ho lavorato con un allenatore, Naomi Pendergast, per circa quattro mesi prima dell’inizio della produzione, e poi ovviamente per tutto il periodo delle riprese. Ci siamo allenate moltissimo con i pesi e ho dovuto bere molti frullati proteici. Un allenamento con i pesi massimi che non avevo mai fatto prima. Certo, non ho mai mirato a diventare ‘ingombrante’. Era un allenamento molto fisico, quindi c’è stato molto lavoro sull’agilità e anche sulla forza.”

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 maggio 2022.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. Nel cast anche Christian Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di Dei, e Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

Shang-Chi: Ant-Man e Wasp dovevamo apparire nel film?

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Shang-Chi: Ant-Man e Wasp dovevamo apparire nel film?

Quando i fan del MCU hanno appreso che Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli sarebbe stato ambientato principalmente a San Francisco, hanno iniziato a circolare alcune speculazioni sul fatto che Scott Lang e Hope van Dyne avrebbero potuto fare un’apparizione nel film.

A questo punto, non è certo uno spoiler affermare che Ant-Man e Wasp non ci saranno, ma a quanto pare il loro coinvolgimento è stato effettivamente discusso dai Marvel Studios. Durante un’intervista con The Direct, infatti, al produttore del film Jonathan Schwartz è stato chiesto se il team creativo avesse mai davvero pensato di coinvolgere Paul Rudd e/o Evangeline Lilly in un cameo.

“Abbiamo parlato di altri personaggi che potevano avere un senso, sia a San Francisco che altrove. Ci sono poche iterazioni diverse con altri personaggi che potrebbero essere saltate fuori durante quelle discussioni”, ha ammesso Schwartz. “Penso che quando si tratta di un film Marvel, è sempre una questione di dare e avere. Ma sai, la sceneggiatura si è evoluta nel tempo rispetto a quello che era inizialmente. Alla fine dovevamo raccontando la storia di Shang, quindi siamo comunque molto contenti della versione del film che è arrivata sullo schermo.”

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

Venezia 78, Pablo Larraín presenta in concorso Spencer

Venezia 78, Pablo Larraín presenta in concorso Spencer

Sarà presentato questa sera in concorso a Venezia 78 Spencer, il nuovo film di Pablo Larraín sulla vita della principessa Diana interpretata da Kristen Stewart. Nel cast anche Timothy Spall, Jack Farthing, Sean Harris, Sally Hawkins.

La trama

Il matrimonio della principessa Diana e del principe Carlo è da tempo in crisi. Sebbene le voci di tradimenti e di divorzio abbondino, in occasione delle feste di Natale nella residenza reale di Sandringham viene decretato un periodo di pace. Si mangia e si beve, si spara e si caccia. Diana conosce il gioco, ma quest’anno le cose saranno molto diverse. Spencer immagina cosa potrebbe essere accaduto durante quei pochi giorni decisivi.

Il commento del regista

Siamo tutti cresciuti sapendo cos’è una favola, ma Diana Spencer ne ha cambiato il paradigma e ha ridefinito le icone idealizzate della cultura pop, per sempre. Questa è la storia di una principessa che ha deciso di non diventare regina, ma ha scelto di costruirsi da sola la propria identità. È una favola al contrario. Sono sempre rimasto molto sorpreso dalla sua decisione e ho sempre pensato che deve essere stata molto dura da prendere. Questo è il cuore del film. Volevo approfondire il processo alla base delle scelte di Diana, mentre oscilla tra dubbio e determinazione, scegliendo, infine, la libertà. È stata una decisione che ha definito la sua eredità: un lascito di onestà e umanità che rimane ineguagliato. Si è scritto molto su Diana, c’è un’infinità di storie: di alcune si può dimostrare il fondamento, di altre no. Abbiamo fatto molte ricerche su di lei, sulle tradizioni del Natale della famiglia reale, e sugli aneddoti dei fantasmi nella residenza di Sandringham. Tuttavia, la famiglia reale è notoriamente discreta. Potrà anche apparire in pubblico in certe occasioni, ma a un certo punto le porte si chiudono e non c’è modo di sapere cosa stia accadendo dietro di esse. Ciò lascia molto spazio alla fantasia; e questo è stato il nostro lavoro. Non avevamo intenzione di fare un docudrama: volevamo creare qualcosa prendendo degli elementi dalla realtà e ricorrendo poi all’immaginazione per raccontare la vita di una donna con gli strumenti del cinema. Questo è il motivo per cui il cinema è così fantastico: c’è sempre spazio per l’immaginazione. Nel costruire il personaggio di Diana, non volevamo solo creare una sua replica, ma usare il cinema e i suoi strumenti per dar vita a un mondo interiore che trovasse il giusto equilibrio tra il mistero e la fragilità del suo personaggio. Tutto ciò che Diana vede riflette i suoi ricordi, le sue paure, i suoi desideri e forse anche le sue illusioni. Questi elementi attingono a qualcosa che sta accadendo dentro di lei e mostrano una vulnerabilità bellissima.

What If… ?: un’importante svolta narrativa per l’Osservatore

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What If… ?: un’importante svolta narrativa per l’Osservatore

Chi ha letto i fumetti della serie What If… ?, sa bene che un Osservatore, di regola, non ha la possibilità di intervenire in ciò che accade nell’universo. Tuttavia, è capitato più volte che Uatu abbia infranto questa regola, intervenendo di fatto negli affari della Terra.

L’ultimo episodio della serie Disney+, “E se… Dottor Strange avesse perso il cuore invece delle mani?”, ha visto per la prima volta l’Osservatore giocare un ruolo molto diverso all’interno della storia, intervenendo in prima persona negli eventi e confrontandosi con il personaggio di Doctor Strange.

Ora, in una recente intervista con EW, Jeffrey Wright, che presta la voce al personaggio nella versione originale, ha parlato per la prima volta di questo cambio di rotta all’interno della serie e di cosa spingerà l’Osservatore, in futuro, a diventare più di un semplice narratore.

“L’Osservatore è costretto a intervenire per via della minaccia che Strange sta evocando. Ovviamente non solo per se stesso, ma per tutta la realtà”, ha spiegato l’attore. “Ci sono tante cose che l’Osservatore può solo guardare e sulle quali non può intervenire. Non è un voyeru per il solo amore del voyeurismo. È come se fosse costituito da questi personaggi. Senza di loro, cosa guarderebbe? (ride). È spinto da loro, nel profondo, e forse ci saranno ancora molte cose che, in realtà, potrà fare. Vedremo…”

A questo punto, la fonte ha voluto sapere se l’Osservatore sarà effettivamente coinvolto nella storia ad un livello completamente diverso rispetto a quanto visto fino ad oggi. Questa la risposta di Wright: “È un cambio di atteggiamento, ma anche di scopo e di intento. È un cambio di marcia che è stato divertente interpretare. Inevitabilmente, diventa anche meno disincarnato. Si sta avvicinando un po’ di più a tutti questi mondi, ma al tempo stesso si sta avvicinando di più anche al pubblico. A questo punto, credo che la domanda sia: ‘Quanto è affidabile l’Osservatore come narratore? Quanto possiamo fidarci della sua descrizione di se stesso e delle regole che dice di rispettare?’. Vedremo…”

Venezia 78: il grande giorno di Dune di Denis Villeneuve

Venezia 78: il grande giorno di Dune di Denis Villeneuve

L’attesa è finita, finalmente sarà presentato fuori concorso a Venezia 78 Dune di Denis Villeneuve, il nuovo adattamento dall’omonimo romanzo con protagonisti Timothée ChalametRebecca FergusonDave Bautista, Oscar IsaacJason MomoaZendayaJosh BrolinJavier Bardem.

La trama

Viaggio mitico ed emozionante di un eroe, Dune narra la storia di Paul Atreides, giovane brillante e dotato di talento, nato per andare incontro a un destino più grande della sua immaginazione, che deve raggiungere il più pericoloso pianeta dell’universo per assicurare un futuro alla sua famiglia e al suo popolo. Mentre forze malvagie combattono per l’esclusivo possesso della più preziosa risorsa esistente sul pianeta – una spezia capace di liberare tutte le potenzialità della mente umana – solo chi vincerà le proprie paure riuscirà a sopravvivere.

COMMENTO DEL REGISTA:  Adattarsi o morire. Questo era il mio mantra durante la lavorazione di Dune. Il deserto ha i suoi modi per riportarti al tuo vero io, e liberarti dalle abitudini marce. Devi evolvere per sopravvivere all’esperienza. La realizzazione di questo film è la risposta a una vecchia chiamata, con radici più profonde di quanto immaginassi. Riguardava il destino, la fede e l’istinto, l’alienazione coloniale e il libero arbitrio. Ho parlato di Frank Herbert come il mio nuovo profeta, e del suo romanzo come la mia Bibbia. La natura era il mio Dio. Il silenzio, il mio Spirito Santo. I venti della realtà spostano le sabbie, scolpiscono nuovi paesaggi, cancellano i punti di riferimento: ho pregato per evitare di perdermi. Grazie a Frank, sono tornato vivo. Di ritorno dall’erg, faccio il gioco della profezia. Dune è stato sognato e approntato per l’esperienza cinematografica. Il grande schermo non è semplicemente un altro format, è il centro del linguaggio cinematografico. La forma originale. Quella che resisterà alla prova del tempo.

The Card Counter: le foto del red carpet con Oscar Isaac a Venezia 78

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E’ stato presentato nella sera The Card Counter, il nuovo film del regista Paul Schrader presente insieme al cast sul red carpet: Oscar Isaac, Tiffany Haddish, Tye Sheridan.

Nel film William Tell è un ex inquirente militare che vive nell’ombra e fa il giocatore d’azzardo, ma senza correre troppi rischi. La sua vita meticolosa finisce nello scompiglio dopo l’incontro con Cirk, un giovane intenzionato a vendicarsi di un comune nemico. Con l’aiuto della misteriosa finanziera La Linda, Tell introduce Cirk nel circuito dei casinò per condurlo su una nuova strada. Ma i fantasmi del passato non lo abbandoneranno tanto facilmente.

Venezia 78, E’ stata la mano di Dio: le foto del red carpet con Paolo Sorrentino

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Il premio Oscar Paolo Sorrentino ha presentato in concorso a Venezia 78 il suo ultimo film, E’ stata la mano di Dio, una produzione Originale Netflix. Insieme a lui, il cast del film Filippo Scotti, Toni Servillo, Teresa Saponangelo, Marlon Joubert e Luisa Ranieri.

Dal regista e sceneggiatore Premio Oscar Paolo Sorrentino (Il Divo, La grande bellezza, The Young Pope) la storia di un ragazzo nella tumultuosa Napoli degli anni Ottanta. Una vicenda costellata da gioie inattese, come l’arrivo della leggenda del calcio Diego Maradona, e una tragedia altrettanto inattesa. Ma il destino trama dietro le quinte e gioia e tragedia s’intrecciano, indicando la strada per il futuro di Fabietto. Sorrentino torna nella sua città natale per raccontare la sua storia più personale, un racconto di destino e famiglia, sport e cinema, amore e perdita.

Paolo Sorrentino, regista e sceneggiatore, è nato a Napoli nel 1970. Nel 2001, il suo primo lungometraggio, L’uomo in più, è selezionato alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel 2004 gira Le conseguenze dell’amore e nel 2006 L’amico di famiglia, entrambi in concorso al Festival di Cannes. Nel 2008 con Il divo, torna a Cannes dove vince il Prix du Jury. Torna in concorso a Cannes nel 2011 con This Must be the Place e due anni più tardi con La grande bellezza con cui si aggiudica l’Oscar®, il Golden Globe®, il Bafta come Miglior Film Straniero e tre EFA. Selezionato ancora una volta in concorso a Cannes nel 2016, Youth – La giovinezza ha vinto tre premi EFA, ricevuto una candidatura agli Oscar® e due ai Golden Globes®. Nel 2016 firma la serie TV The Young Pope, candidata ai Golden Globe per la Miglior Interpretazione Maschile e agli Emmy Awards per scenografia e fotografia. Del 2018 è il film Loro con protagonista Toni Servillo. Nel 2019 gira la seconda serie ambientata in Vaticano, The New Pope con protagonisti Jude Law e John Malkovich.

Venezia 78, foto: Benedict Cumberbatch, Jane Campion e Kirsten Dunst

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Oggi è il giorno di Il potere del cane il film originale Netflix di Jane Campion presentato in concorso alla 78esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Sul red ad accompagnare il film i protagonisti Benedict Cumberbatch e Kirsten Dunst.

Nel film Il carismatico allevatore Phil Burbank incute paura e rispetto. Quando il fratello porta la nuova moglie e il figlio di lei a vivere al ranch di famiglia, Phil li tormenta finché non si ritrova vulnerabile alla possibilità di innamorarsi.

Green Zone: trama, cast e la vera storia dietro al film

Green Zone: trama, cast e la vera storia dietro al film

Affermatosi come uno dei nuovi maestri del cinema d’azione, Paul Greengrass si è negli anni distinto per aver diretto i film The Bourne Supremacy, The Bourne Ultimatum e Jason Bourne, ma anche United 93, Captain Phillips, 22 July e Notizie dal mondo. In ogni suo film si possono ritrovare forti richiami all’attualità e a questioni politiche particolarmente scottanti. Un altro brillante esempio del suo cinema, dove si coniugano tutti questi elementi, è Green Zone, uscito in sala nel 2010. La Zona Verde del titolo è un riferimento a quel territorio militare nel centro della città di Baghdad, in Iraq.

Dopo aver terminato il suo lavoro sul personaggio di Jason Bourne, Greengrass espresse il desiderio di dar vita ad un adattamento del libro Imperial Life in the Emerald City, di Rajiv Chandrasekaran. Tradotto in italiano con il titolo Green Zone: il lato oscuro dell’impero americano a Baghdad, questo si presenta come un duro atto d’accusa alla gestione statunitense del conflitto in Iraq. Per il regista era dunque l’occasione di dar vita ad un nuovo racconto perfettamente coerente con la sua idea e il suo stile di cinema. A scrivere la sceneggiatura tratta dal libro è poi stato Brian Helgeland, premio Oscar per L.A. Confidential.

Parlando del film, Greengrass ha affermato che questo come i film di Bourne riflettono una diffusa sfiducia popolare nei confronti delle autorità e dei governi, colpevoli di aver deliberatamente mentito e deluso i propri cittadini sulla guerra in Iraq. Un racconto e riflessioni ancora oggi estremamente attuali, contenute in un film che è sempre bene riscoprire. Prima di intraprenderne una visione, però, sarà utile approfondire alcune delle sue principali curiosità. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Green Zone: la trama del film

Le vicende del film si svolgo a partire dal marzo del 2003, quando il regime di Saddam Hussein viene rovesciato e le truppe statunitensi occupano l’Iraq. L’obiettivo dei soldati è ora quello di rintracciare le armi di distruzione di massa che si ritiene siano nascoste in quei territori. Ad occupersi della missione è Roy Miller, mentre sul luogo giunge anche la giornalista Lawrie Dayne per documentare il tutto. Ben presto, però, Miller si rende conto che le informazioni fornitegli non fanno che rivelarsi false. Frustrato dalla situazione, egli si impone dunque l’obiettivo di scoprire quali siano le vere intenzioni del governo americano. Per trovare la verità, egli dovrà però intromettersi in situazioni particolarmente scomode.

Green Zone: il cast del film

Ad interpretare il generale Roy Miller vi è l’attore Matt Damon, che aveva già collaborato con Greengrass per i film su Jason Bourne. Damon, però, era inizialmente restìo all’idea di partecipare al film a causa di altri impegni. Grazie alla garanzia che le riprese di Green Zone sarebbero finite in tempo per permettergli di recitare in altri film, egli accettò il ruolo. Damon si informò poi molto sul conflitto iracheno, al fine di poter comprendere meglio le dinamiche in gioco. Insoddisfatto del finale, egli di comune accordo con Greengrass ottenne di poterne girare uno alternativo, giudicato più coerente con il resto del racconto.

L’attrice Amy Ryan interpreta invece la corrispondente estera Lawrie Dayne. Tale personaggio è ispirato alla vera giornalista Judith Miller del New York Times, nota per le sue indagini sul conflitto in Iraq. Greg Kinnear è Clark Poundstone, del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, mentre Brendan Gleeson è Martin Brown, capo della CIA dell’ufficio a Baghdad. Jason Isaacs interpreta il maggiore Brigs, mentre Yigal Naor, attore israeliano, ricopre il ruolo del generale iracheno Al-Rawi. Nel film compare infine anche Khalid Abdalla, nel ruolo del veterano di guerra iracheno Freddy. L’attore è stato chiamato da Greengrass per il ruolo dopo che il regista rimase colpito dalla sua interpretazione in United 93. Per preparsi al ruoo, Abdalla ha imparato la lingua irachena.

Green Zone storia vera

Green Zone: la vera storia dietro al film

Come anticipato, la Zona Verde presente nella città di Baghdad è un’area di circa 10 chilometri quadrati e centro, a suo tempo, dell’autorità provvisoria della coalizione. Ad oggi è invece il luogo dove si raccoglie la presenza internazionale nella città irachena. Le aree al di fuori della Zona Verde sono invece denominate Zone Rosse, indicanti dunque quei territori non protetti. In questa area si svolgono le vicende scritte da Chandrasekaran, frutto di sue ricerche e inchieste. Il suo libro, e il film a seguire, ripercorrono infatti le vere operazioni militari il cui obiettivo era quello di individuare le armi di distruzioni di massa, la cui esistenza a Baghdad era stata tra i motivi indicati in favore dell’invasione militare.

I personaggi interpretati da Matt Damon e da Amy Ryan sono basati sul vero Capo maresciallo dell’esercito Richard “Monty” Gonzales e sulla giornalista Judith Miller. I due, impegnati in modi differenti nella ricerca delle suddette armi, arrivarono ad individuare altri motivi più concreti circa la presenza militare statunitense in Iraq. La Miller, in particolare, è giunta tramite le sue indagini a scoprire che le informazioni circa la presenza di tali armi erano false. Nel ripercorrere questi eventi, il film di Greengrass è stato accusato di essere anti-americano, mentre il regista ha dichiarato come errato tale punto di vista. Ad essere oggetto di accusa non sono gli Stati Uniti quanto l’operato degli uomini del governo.

Green Zone: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Fredda è la notte è infatti disponibile nei cataloghi di Infinity, Amazon Prime Video e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 2 settembre alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Ogni tuo respiro: trama, cast e la vera storia dietro al film

Ogni tuo respiro: trama, cast e la vera storia dietro al film

L’attore Andy Serkis, anche noto come il maestro della Motion Capture, è celebre per aver dato vita sul grande schermo ad alcune tra le creature più memorabili degli ultimi anni. Da Gollum nella trilogia de Il Signore degli anelli al primate Cesare in L’alba del pianeta delle scimmie e i suoi sequel. Serkis, però, ha recentemente compiuto anche il passaggio dietro la macchina da presa e dal 2017 ad oggi ha già diretto tre film, l’ultimo dei quali, Venom – La furia di Carnage, è atteso prossimamente in sala. Il suo primo film è invece stato Ogni tuo respiro, racconto biografico dedicato alla vita di Robin Cavendish.

Tutto nasce dalla volontà del produttore Jonathan Cavendish, figlio di Robin e co-fondatore insieme a Serkis della The Imaginarium Studios, di realizzare un film dedicato al padre e alle sue opere. Scritto da William Nicholson, sceneggiatore candidato all’Oscar per Il gladiatore e anche autore di film come Elizabeth: The Golden Age e Les Misérables, Ogni tuo respiro ripercorre con grande delicatezza la vita di un uomo che ha dedicato tutte le sue forze all’amore verso la moglie e verso quanti si trovano in situazioni difficili come lui, che sin dall’età di 28 anni è paralizzato a causa delle poliomielite.

Presentato al Toronto International Film Festival, Ogni tuo respiro ha ottenuto buoni consensi di critica e pubblico, passando però più in sordina del dovuto. Ad oggi è un titolo da riscoprire, tanto per i valori trasmessi quanto per le intense interpretazioni dei protagonisti e la regia di Serkis. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro al film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

Ogni tuo respiro: la trama del film

La vicenda si svolge sul finire degli anni Cinquanta, quando durante un viaggio d’affari in Kenya Robin Cavendish si ammala gravemente di poliomielite. La malattia lo costringe per mesi a rimanere immobile sul letto d’ospedale, lontano dalla famiglia e dall’amata moglie Diana. Proprio quest’ultima, preoccupata dalla depressione a cui il marito si sta abbandonando, decide di riportarlo a casa loro nel Derbyshire. Qui Robin può ricevere cure migliori e grazie ad una speciale sedia a rotelle dotata di respiratore ritrova la voglia di vivere che sembrava aver perso. Nonostante le difficoltà, Robin decide ora di seguire un nuovo percorso di vita, aiutando quanti si trovano nella sua stessa difficile situazione.

Ogni tuo respiro: il cast del film

Ad interpretare Robin Cavendish vi è l’attore Andrew Garfield. Divenuto popolarissimo grazie ai due film di The Amazing Spider-Man e poi consacratosi con La battaglia di Hacksaw Ridge e Silence, egli è si è trovato qui a dar vita nuovamente ad una persona realmente esistita, misurandosi però con quella che ha in seguito definito una delle interpretazioni più difficili della sua carriera. Per poter comprendere al meglio il carattere e le difficoltà del personaggio, paralizzato e con problemi respiratori, Garfield ha deciso di rimanere nel personaggio anche durante le pause tra le riprese. L’attore Dean-Charles Chapman, recentemente visto in 1917, interpreta invece il figlio Jonathan Cavendish.

Nel ruolo della moglie Diana vi è l’attrice Claire Foy, celebre per aver interpretato la regina Elisabetta nelle prime due stagioni di The Crown. Sul set l’attrice ha potuto fare affidamento sulla presenza della vera Diana Cavendish, la quale nonostante avesse 83 anni al momento delle riprese del film decise di seguire quanto più possibile da vicino la realizzazione del film su suo marito. Dialogando con lei, la Foy ha potuto apprendere quanto le serviva per dar vita ad un’interpretazione fedele e sentita. Tom Hollander interpreta Bloggs e David Blacker, i gemelli fratelli di Diana, mentre Hugh Bonneville è Teddy Hall, l’inventore che ha costruito l’apposita sedia a rotelle per Robin.

Ogni tuo respiro storia vera

Ogni tuo respiro: la vera storia dietro al film

Quella di Robin Cavendish è una storia tanto ricca di sofferenza quanto anche di coraggio e amore. Le vicende che hanno cambiato la sua vita hanno avuto inizio nel 1958, quando egli si trovava in Kenya per un viaggio d’affari. Qui egli contrae la poliomielite, una delle malattie più longeve di sempre e tra le più temute del XX Secolo. Sfortunatamente, Robin contrasse tale virus in forma particolarmente grave, cosa che lo portò in brevissimo tempo ad essere totalmente paralizzato dal collo in giù. Per questo motivo, portato d’urgenza in un ospedale di Nairobi, egli venne collegato ad un respiratore meccanico, unico modo per lui di poter respirare.

I medici stimavano inizialmente dai tre mesi ad un anno di vita, ma Robin riuscì sorprendentemente a superare di gran lunga questa aspettativa. Tornato a casa, egli sviluppò nel 1962, insieme all’inventore Teddy Hall, il progetto per una sedia a rotelle dotata di respiratore portatile. Tale strumento permise a lui e quanti come lui di potersi distaccare dal letto e dai respiratori automatici. Per il resto della sua vita Robin ha poi dato vita a numerose raccolte fondi al fine di aiutare quanti venivano colpiti dalla malattia, cercando allo stesso tempo di sensibilizzare a riguardo e di motivare i malati.

Nel 1974 egli ricevette la medaglia dell’Ordine dell’Impero Britannico per i suoi numerosi impegni e sforzi volti a migliorare la vita delle persone disabili. L’8 agosto del 1994 Cavendish è infine deceduto, all’età di 64 anni, per il complicarsi delle sue condizioni di salute. Nel porgergli un ultimo saluto, i giornalisti Alice e Tim Renton, che per anni hanno documentato l’attività di Robin, lo hanno ricordato affermando che “aver conosciuto Robin è aver conosciuto la personificazione del coraggio. A molti sono concessi momenti per dimostrare il proprio valore, a pochi è concesso di dimostrarlo per 36 anni continuativi.”

Ogni tuo respiro: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Ogni tuo respiro è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 2 settembre alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

Fonte: IMDb

La Ruota del Tempo: il primo teaser trailer

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La Ruota del Tempo: il primo teaser trailer

Amazon Prime Video ha svelato oggi il teaser trailer ufficiale della serie fantasy di prossima uscita La Ruota del Tempo, basata sull’omonima serie di romanzi best-seller. I primi tre episodi della Prima Stagione saranno disponibili venerdì 19 novembre, mentre un nuovo episodio sarà disponibile ogni venerdì, sino ad arrivare al finale di stagione il 24 dicembre.

La Ruota del Tempo

La Ruota del Tempo è una delle serie fantasy più popolari e durature di tutti i tempi, con oltre 90 milioni di libri venduti. Ambientata in un mondo epico e tentacolare in cui la magia esiste e solo alcune donne possono utilizzarla, la storia segue Moiraine (Rosamund Pike), componente di una organizzazione tutta al femminile incredibilmente potente chiamata Aes Sedai, al suo arrivo a Two Rivers. Lì inizia il suo pericoloso viaggio intorno al mondo insieme a cinque giovani uomini e donne, uno dei quali si profetizza sia il Drago Rinato, destinato a salvare o a distruggere l’umanità.

Basato sui best-seller fantasy di Robert Jordan, La Ruota del Tempo è stato adattato per la televisione dall’executive producer/showrunner Rafe Judkins. Larry Mondragon e Rick Selvage di iwot productions, Mike Weber e Ted Field di Radar Pictures, Darren Lemke, Marigo Kehoe e Uta Briesewitz saranno qui anche executive producer, con Briesewitz che dirigerà i primi due episodi. Rosamund Pike è produttrice e Harriet McDougal con Brandon Sanderson sono i consulting producer. La Ruota del Tempo è co-prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures Television.

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli: recensione del film Marvel

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A cavalcare l’onda delle sale finalmente aperte e presto (speriamo) a pieno regime con massima capienza, arriva Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, il nuovo capitolo del grande affresco dei Marvel Studios che, tra serie tv originali su Disney+ e lungometraggi al cinema, ci sta regalando un anno ricchissimo di eroi, vecchi, ma anche nuovi, grazie alla nuova pellicola diretta da Destin Daniel Cretton. Siamo infatti di fronte a una storia d’origine per un personaggio che, sulla carta, non ha mai avuto grande successo (le sue storie risalgono agli anni ’70), ma che è sembrato perfetto a Kevin Feige per portare avanti un progetto che potesse fare per la comunità asiatica quello che Black Panther ha fatto per quella di colore. 

All’insegna della rappresentazione di una fetta di pubblico vastissima, Shang-Chi arriva dunque in sala con una responsabilità molto grande, che però non sembra avere paura di fronteggiare. 

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, la storia

Dall’alba dei tempi, fino agli anni ‘90 Xu Wenwu possiede i Dieci Anelli, manufatti leggendari che gli conferiscono una potenza inaudita in battaglia, esaltando ogni sua dote di guerriero. Nel corso dei secoli, Wenwu conquista terre e potere, portando alla gloria l’organizzazione dei Dieci Anelli, che lui stesso presiede. Quando però va alla ricerca di un regno nascosto che gli conferirà ancora più potere, si imbatte in Li, guardiana dell’ingresso a quel luogo incantato, e qui l’impensabile succede. Wenwu e Li si innamorano, lui rinuncia ai suoi anelli, lei ai poteri del suo popolo, si consacrano l’uno all’altra, fino a che il passato dell’uomo non si ripresenta sotto forma di vendetta. La nostra storia fa qui un balzo in avanti e comincia, da quando il piccolo Shang-Chi, figlio di Wenwu e di Li, è ormai un giovane uomo che per vivere… fa il parcheggiatore! 

Volendo fuggire dal suo destino, Shang si è rifugiato in una vita ordinaria che conduce a cuor leggero insieme alla sua amica del cuore, Katy. Quando il passato verrà a bussare alla sua porta, Shang dovrà decidere di prendere in mano la sua vita, e così insieme all’amica Katy e alla sorella Xialing-Chi si prepara per affrontare il suo destino.

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Un personaggio di serie B riceve un trattamento da serie A

Nel redigere questa recensione di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, non si può non sottolineare quanto sia vero ciò che è stato detto già dai giornali USA, ovvero che “un personaggio di serie B riceve un trattamento cinematografico da serie A”. E non ci può essere una definizione migliore per questa avventura che rappresenta la prima vera e autentica svolta fantasy all’interno del Marvel Cinematic Universe. 

Cretton ha a sua disposizione non solo tutto l’arsenale di effetti visivi in forze alla Disney, ma con questa storia che sfonda le porte dell’Oriente attinge anche ad un nuovo (per il MCU) linguaggio che strizza l’occhio proprio a quell’immaginario dell’Est del mondo, tra coreografie di contri, discipline di combattimento, e anche un bestiario fantastico che arricchisce il film e contribuisce a raccontare una storia piena e avvincente, ideale per sopperire ad una eventuale mancanza di interesse nei confronti di un personaggio così poco noto. Ci teniamo tuttavia a ricordare agli spettatori riluttanti che prima del 2008 persino Iron Man era un personaggio di Serie B, per cui la sorte di Shang-Chi è tutta da scrivere, ed è indipendente dal suo successo nel fumetti!

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Un grande cast per Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, la prima avventura fantasy dei Marvel Studios

Se il grande minus del film è appunto un protagonista poco conosciuto e una mitologia completamente da presentare, i plus sono numerosi, a partire da un cast carismatico, che trova ovviamente le sue punte di diamante in Tony Leung e Michelle Yeoh, ma che si fregia anche di un ottimo attore protagonista, Simu Liu, e della trascinante Awkwafina, che qui mette il suo talento comico al servizio di un blockbuster. 

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli è il frutto di una contaminazione del linguaggio che sembra tener presenta persino il mercato editoriale dei fumetti, visto che soprattutto nel finale, nelle sequenze di scontro più spettacolari, più che quello di un film d’azione, adotta il linguaggio dell’anime (e sappiamo che per quello che riguarda il mercato del fumetto, i manga sono in rapidissima ascesa) che aumenta la spettacolarità ma anche la novità agli occhi di un pubblico che ancora “piange” Tony Stark e Steve Rogers. 

Il futuro è “multiversale” e condiviso

La sforzo della Marvel, in questo momento, è tutto concentrato nello gettare basi solide e nel proporre personaggi accattivanti, che abbiano un mercato sicuro, e che possano sostituire degnamente gli eroi e le storie che fino a questo momento hanno fatto la fortuna del franchise. Per farlo, Feige e la sua squadra si stanno affidando non solo ai vecchi personaggi (lo Spider-Man di Tom Holland è super atteso, per non parlare del successo delle serie tv Disney+ con Loki, Scarlet Witch e Sam Wilson), ma anche regalandocene di nuovi. Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, la cui storie è finemente intessuta dentro all’arazzo dell’universo/multiverso condiviso, è soltanto il primo di una lunghissima serie che aspetta soltanto di avere la sua possibilità di fare breccia nel cuore dei fan.

Moonfall: le prime immagini del nuovo film di Roland Emmerich

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Moonfall: le prime immagini del nuovo film di Roland Emmerich

Sono state diffuse le prime immagini ufficiali in forma di trailer di Moonfall, il nuovo disaster movie di Roland Emmerich, regista di 2012, Independence Day e The Day After Tomorrow. Moonfall, che nel cast conta Halle Berry, Patrick Wilson, John BradleyMichael Peña, Charlie Plummer, Kelly Yu, Donald Sutherland è un’esclusiva per l’Italia Italian International Film – Gruppo Lucisano in collaborazione con Rai Cinema e uscirà in Italia il 3 febbraio 2022 distribuito da 01 Distribution.

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli: Jury Chechi celebra l’uscita del film Marvel

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In occasione dell’uscita del nuovo lungometraggio targato Marvel Studios Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, ora disponibile nelle sale italiane, il campione olimpico Jury Chechi è protagonista di uno speciale video sul ruolo che gli anelli hanno avuto nella sua vita.

Jury Chechi, come Shang-Chi, ha trovato il suo destino affrontando numerose sfide, superando se stesso e provandoci fino in fondo per diventare sempre più forte e realizzare i propri sogni.

Nel corso della sua carriera, Jury Chechi ha ottenuto numerosi riconoscimenti nella specialità degli anelli, tra cui la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Atlanta del 1996; cinque titoli mondiali (1993-1997), diventando il primo ginnasta della storia a vincere cinque ori iridati consecutivi in una specialità; quattro titoli europei (1990, 1992, 1994 e 1996); e due vittorie in Coppa Europa (1991 e 1995).Notevoli sono anche i suoi risultati nel concorso generale, dove vanta un terzo posto agli Europei (1990) e una vittoria e un terzo posto in Coppa Europa (1991 e 1995); nella sbarra, con un oro e un bronzo in Coppa Europa (1991 e 1995); e nel corpo libero, dove è stato terzo agli Europei del 1992.Nel 2004 conquista il bronzo ai Giochi di Atene.

Jury Chechi ha partecipato, martedì 31 agosto a Milano, alla proiezione speciale del film Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, insieme a volti dello spettacolo, della musica, dello sport e del web che hanno sfilato sul red carpet durante la serata. Tra gli ospiti anche Tommaso Zorzi, Tommaso Stanzani, Danilo D’Ambrosio con Enza De Cristofaro, Saturnino, Maryna, Federica Carta, Mondo Marcio, Antonio Rossi, Alice De Bortoli, Sespo, Giorgio Rocca, Mydrama, Jody Cecchetto, Soul System, Guido Bagatta, Loretta Grace e molti altri.

Venezia 78: Paolo Sorrentino presenta È stata la mano di Dio

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Venezia 78: Paolo Sorrentino presenta È stata la mano di Dio

Trai titoli più attesi di Venezia 78 c’è sicuramente il film di Paolo Sorrentino, È stata la mano di Dio, in cui il regista racconta una storia autobiografica tragica che adesso si è sentito in grado di trasformare in un film.

È stata la mano di Dio è una metafora emblematica, una frase significativa per chi crede in Dio. Io personalmente credo nel potere semidivino di Maradona. Sono in un momento della mia vita in cui mi sento abbastanza maturo per affrontare un film personale, per fare un bilancio del passato e rivivere la mia adolescenza, piena di amore e dolore” così ha commentato la scelta di fare adesso un film che raccontasse la morte dei genitori e l’intercessione di Maradona, nella sua versione dei fatti, che gli ha permesso di rimanere in vita e di cominciare a fare il lavoro che poi lo ha reso famoso portandolo anche a vincere un premio Oscar.

“A un certo punto si fanno i bilanci, mi sono reso conto che nella mia vita da ragazzo c’era stato tanto amore e tanto dolore. Ho voluto mettere tutto questo in un racconto cinematografico. L’ho fatto adesso perché ho l’età giusta per farlo, 50 anni. Ero abbastanza grande e maturo per fare un film personale.” Sembra proprio che È stata la mano di Dio sia effettivamente un film diverso dal “solito” Sorrentino, dal momento che per fare spazio alle emozioni, che dovevano essere le protagoniste della storia, il regista abbia messo da parte i suoi virtuosismi, costruendo a tutti gli effetti un film diverso.

E sull’iconico calciatore argentino, il regista ha poi aggiunto: “È un mio grande rammarico non aver potuto fargli vedere. Non era un uomo accessibile, non ho avuto modo prima della sua scomparsa, e per quanto riguarda le polemiche sorte all’inizio della lavorazione, credo davvero che fossero obiezioni che venivano soltanto dal suo entourage, e non da lui.”

È stata la mano di Dio arriverà al cinema il 24 novembre mentre sarà disponibile su Netflix a partire dal 15 dicembre.

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli: cosa hanno rubato dal set i protagonisti?

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Ecco le nostre interviste ai protagonisti di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, il nuovo film Marvel Studios in arrivo in sala dal 2 settembre. Diretto da Destin Daniel Cretton, il film vede protagonisti Simu Liu, Awkwafina, Tony Leung, Fala Chen, Michelle Yeoh e Meng’er Zhang.

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli – il trailer ufficiale

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung Chiu-wai nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

Crudelia: video in esclusiva dall’edizione Home Video

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Crudelia: video in esclusiva dall’edizione Home Video

Ecco l’estratto “Cruella Couture”, dal contenuto “Photobombs” presente nella edizione in Home Video di Crudelia, di Craig Gillespie, con Emma Stone nei panni della protagonista e disponibile dal 25 agosto.

La vincitrice dell’Academy Award® Emma Stone (La La Land) è la protagonista del nuovo film Disney live action Crudelia, che racconta gli esordi ribelli di una delle antagoniste più celebri, e alla moda, del mondo del cinema: la leggendaria Cruella de Vil (Crudelia De Mon). Ambientato durante la rivoluzione punk rock nella Londra degli anni Settanta, il film segue le vicende di una giovane truffatrice di nome Estella, una ragazza intelligente e creativa determinata a farsi un nome con le sue creazioni. Fa amicizia con una coppia di giovani ladri che apprezzano la sua inclinazione alla cattiveria e insieme riescono a costruirsi una vita per le strade di Londra. Un giorno, il talento di Estella per la moda cattura l’attenzione della Baronessa von Hellman, una leggenda della moda incredibilmente chic e terribilmente raffinata, interpretata dall’attrice due volte premio Oscar® Emma Thompson (Casa HowardRagione e sentimento). Ma la loro relazione mette in moto una serie di eventi e rivelazioni che portano Estella ad abbracciare il suo lato malvagio e a diventare la prorompente, alla moda e vendicativa Cruella.

Crudelia è interpretato da Emma Stone, Emma Thompson, Joel Fry, Paul Walter Hauser, Emily Beecham, Kirby Howell-Baptiste e Mark Strong. Il film è diretto da Craig Gillespie, da una sceneggiatura di Dana Fox e Tony McNamara e da un soggetto di Aline Brosh McKenna e Kelly Marcel & Steve Zissis, basato sul romanzo “La carica dei 101” di Dodie Smith. Crudelia è prodotto da Andrew Gunn, Marc Platt e Kristin Burr, p.g.a., mentre Emma Stone, Michelle Wright, Jared LeBoff e Glenn Close sono i produttori esecutivi.

Venezia 78: Paul Schrader presenta Il collezionista di Carte

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Venezia 78: Paul Schrader presenta Il collezionista di Carte

Paul Schrader afferma che il suo film Il collezionista di Carte, in cui Oscar Isaac interpreta un ex interrogatore di Abu Ghraib che ha scontato il carcere per i suoi crimini, “non riguarda un ri-racconto della storia”, ma piuttosto si concentra sulla memoria di un soldato, un tema molto attuale, che si ripropone nella storia.

Il film della Focus Features in concorso a Venezia 78 non offre crude visioni nel rappresentare scene di tortura e violenza contro i detenuti, ma si concentra sui ricordi che il personaggio di Isaac rievoca, in merito alla sua esperienza, lì.

“Utilizzando questo tipo di impianto, siamo stati in grado di entrare in un ricordo distorto di ciò che rimane nella memoria”, ha detto Schrader. “Sono sicuro che questi soldati statunitensi che sono stati all’aeroporto di Kabul negli ultimi 10 giorni, avranno dei ricordi e sentiremo parlare di loro per i prossimi 10-20 anni”. Prosegue il regista, con un occhio vicinissimo all’attualità, dal momento che fa riferimento ai fatti contemporanei dell’Afghanistan.

Riguardo al suo ruolo, Isaac ha detto di aver conservato le foto nella sua roulotte della vera prigione, che usava spesso come punto di riferimento per “come ci siamo sentiti tutti quando abbiamo visto quelle foto, il disgusto e la vergogna di vederle. Ma in quelle scene, non avrei dovuto mettere in scena la vergogna, ma il pensiero che stavo facendo qualcosa per il mio paese”.

Nel film anche Tiffany Haddish e Tye Sheridan, che proprio a Venezia ha inaugurato la sua carriera come vincitore del premio Marcello Mastroianni. Il collezionista di Carte arriverà al cinema il 3 settembre.

Top 10 di Agosto: ecco i film e le serie più viste sulle piattaforme streaming

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JustWatch ha stilato la classifica dei film e delle serie tv più viste nel corso del mese di Agosto 2021. Tra titoli storici arrivati di recente on line sulle piattaforme e titoli nuovi con produzioni dedicate a questa distribuzione, ecco la Top 10 delle serie e dei film più visti ad Agosto 2021:

Venezia 78: Jane Campion mette l’accento sul cinema diretto da donne

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Tra i nomi di grande spessore che sono maggiormente attesi al Lido, per Venezia 78, quello di Jane Campion è sicuramente uno dei più illustri. Regista donna che ha raggiunto la fama e il riconoscimento mondiale molto prima che questo venisse incoraggiato, la regista ha parlato proprio della figura della regista donna, durante la conferenza stampa di presentazione di Il Potere del Cane, il suo ultimo film, prodotto da Netflix, con Benedict Cumberbatch, nella sezione in Concorso del Festival.

“Tutto quello che posso dire è che da quando è nato il movimento #MeToo, sento un cambiamento sostanziale nel tempo. È come se fosse caduto il muro di Berlino”. Campion ha citato Chloe Zhao (Nomadland) che, dopo aver vinto il Leone d’Oro lo scorso anno, ha vinto l’Oscar per la regia ad aprile e Julia Ducournau (Titane) che ha vinto la Palma d’oro a Cannes a luglio come esempi di progresso nel mondo del cinema per narratrici.

“Penso che le ragazze stiano andando molto bene. La grande perdita per tutti è che non ci sono abbastanza voci femminili”. Sottolineando che in tv il cambiamento è invece molto più rapido, in questo momento, tanto che lei stessa, già nel 2013, ha diretto la serie tv australiana Top of the Lake.

Campion ha detto che Netflix le ha dato il budget più grande di cui abbia mai disposto per il suo Il potere del Cane, film che ha deciso di girare, dopo aver letto il romanzo storico di Thomas Savage, del quale è appunto un adattamento. “In genere, non finisco quasi mai i romanzi in questo periodo, ma in questo mi sono completamente immersa”, ha detto Campion. “Nelle settimane successive, scene e temi del libro continuavano a tornarmi in mente, quindi non potevo dimenticarlo”.

Nel film, Benedict Cumberbatch interpreta Phil Burbank, un crudele proprietario di un ranch che non sopporta la nuova moglie di suo fratello, Rose (Kirsten Dunst). Cumberbatch si è trovato così a interpretare un personaggio che è saldamente radicato nei tropi della mascolinità tossica. “Penso che per me, la tossicità è un prodotto della sua cultura, della sua educazione, delle sue circostanze. Non è niente che sia concluso a tutti gli effetti. Viene fuori dalle circostanze. Quindi posso capirlo. Posso esaminarlo e apprezzarlo. Non perdonarlo, ma comprenderlo”.

Kirsten Dunst ha parlato di com’è stato creare un personaggio per Jane Campion: “C’è sicuramente una sensualità nei film di Jane: fai una sciarpa intorno al collo di qualcuno, dove crei qualcosa di magico”, ha detto Dunst. “C’è una sensibilità e una crudeltà nei suoi personaggi. Come una donna che osserva i suoi personaggi femminili nel corso degli anni, mi sembrano tutte delle vere donne”.

Venezia 78: Penelope Cruz e Pedro Amodovar presentano Madres Paralelas

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Film d’apertura della 78° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Madres Paralelas vede il ritorno sul grande schermo di Penelope Cruz, diretta da Pedro Almodovar, che la diresse per la prima volta quando lei aveva soltanto 16 anni in Lègami!. Da allora, i due hanno lavorato insieme a sette progetti e lei è stata la sua musa ispiratrice, da Carne Tremula del 1997 a Tutto su mia madre del 1999, fino a Volver del 2006.

Prima della cerimonia d’apertura e della proiezione ufficiale del film, Cruz e Almodovar sono apparsi in conferenza stampa insieme al Palazzo Del Casino, dove hanno parlato del loro rapporto di lavoro che dura da 24 anni. Cruz ha detto che non chiede mai al regista di scriverle una nuova parte, ma aspetta di vedere se lui immagina un ruolo per lei dopo aver finito con una sceneggiatura.

“Lo rispetto troppo per bombardarlo di richieste”, ha detto Cruz. “Mi sento la ragazza più fortunata del mondo per aver lavorato con lui per così tanti anni, sette progetti diversi…Quando mi chiama, è la chiamata che mi rende più felice. È il motivo per cui ho iniziato a lavorare come attrice”.

Il regista spagnolo di 71 anni ha ammesso che Penelope Cruz è sempre il primo attore a cui pensa ogni volta che ha un personaggio da assegnare che rientra nella sua fascia d’età. “La ammiro molto come attrice, ma quello che per me vale di più è che è molto importante per me che ci capiamo – ha detto Almodovar – Parliamo la stessa lingua. Sono un regista molto esigente e lei mi dà tutto quello che le chiedo”.

Cruz ha detto che Almodovar passa mesi a rendersi disponibile agli attori prima che inizino le riprese di un film, in modo che possano costruire i personaggi insieme da zero. “A volte mi dice che soffro troppo quando iniziamo le riprese”, ha dichiarato Penelope Cruz. “Ci sono alcune cose inevitabili quando prendi sul serio il tuo lavoro, devi davvero scoprire parti di te stesso.”

Cruz ha ricordato che quando ha letto la sceneggiatura di Madres Paralelas, in cui interpreta una donna alle prese con i suoi doveri di madre, “mi sono detta, Pedro ha scritto ancora una volta un pezzo che è una meraviglia”. “È un personaggio molto difficile. Penso che sia uno dei personaggi più difficili che abbia mai interpretato. Ma non mi sono mai sentita sola”.

MCU: 10 bellissime scene che meriterebbero una maggiore attenzione

Il MCU è composto da 24 film. A questo punto, è chiaro che le scene iconiche tenderanno ad accumularsi e a diventare sempre di più. Tuttavia, ci sono un sacco di grandi sequenze che, a causa di altre di cui semplicemente si parla di più, tendono ad essere dimenticate. Proprio per questo, Screen Rant ha raccolto 10 grandi scene tratte dai film del MCU di cui si parla relativamente poco all’interno del fandom e che meriterebbero più attenzione:

L’operazione di Stephen Strange

Alcuni fan pensano che Doctor Strange sia uno dei film più sottovalutati del MCU. La maggior parte delle scene migliori del film non è mai al centro di discussioni o dibattiti, come quella dell’intervento chirurgico.

Quando Strange rimane gravemente ferito, si teletrasporta in ospedale dove Christine Palmer deve operarlo e provare a salvargli la vita. L’intera sequenza è perfetta, in quanto mescola il classico umorismo del MCU facendo parlare Strange con Christine dal regno spirituale. C’è un’energia frenetica che permea l’intera scena, dal momento che Strange cerca di respinge i suoi nemici e allo stesso tempo cerca di spiegare a Christine come operare.

Steve Rogers è il volto dei “War Bond”

Captain America: Il primo Vendicatore ha compiuto 10 anni quest’anno, ma sembra ancora più vecchio, dato che Steve Rogers è stato il protagonista di ben sette film del MCU da allora, senza contare i cameo in Thor: The Dark World e Spider-Man: Homecoming. Nonostante la sua età, però, i fan amano ancora rivedere quel film per le sue scene d’azione, per Teschio Rosso e anche per la relazione tra Steve e Bucky.

Tuttavia, c’è una scena che non ha mai ottenuto l’attenzione che meritava, che rappresenta in fin dei conti la parte più allegra e divertente del film. Steve viene usato come volto dei “War Bond” e viene inviato in diversi campi militari al fine di promuoverli. È anche circondato da un gruppo di performer donne e gli viene persino ordinato di cantare e ballare. È un aspetto tipico da commedia che raramente abbiamo visto associato ad un personaggio come Steve Rogers.

Iron Man prende il costume di Peter

Ci sono molte scene brillanti in Spider-Man: Homecoming, in quanto è un film realizzato in maniera assai meticolosa. Dalle scene ambientate a scuola e ispirate a John Hughes all’intenso viaggio in macchina con Adrian, il film è davvero accattivante. Tuttavia, tra tutte le scene eccitanti e adrenaliniche ci sono i colloqui più seri che Tony Stark ha con Peter.

Il migliore di tutti avviene dopo che Iron Man ridicolizza Peter per essere irresponsabile. Decide di toglierli il costume quasi come fosse genitore che toglie al figlio la console per videogiochi. È l’esempio perfetto di come il mentoring di Tony, spesso, passi inosservato.

Il disturbo da stress post-traumatico di Tony

A prima vista, Iron Man 3 ha la posta in gioco più bassa di qualsiasi film del MCU, dato che Tony ha un esercito di costumi che a quanto pare sono sacrificabili e che è in grado di controllarli senza nemmeno indossarli. Tuttavia, ci sono alcuni ostacoli di natura psicologica che Tony deve superare.

Dopo essere andato nello spazio in The Avengers, Tony soffre di disturbo da stress post-traumatico e ha un esaurimento nervoso nel bel mezzo di un ristorante di pesce. È uno dei momenti più radicati del film, che non viene menzionato abbastanza. E la cosa migliore è che la scena si svolge al Nettuno’s Net, un punto di riferimento californiano che è stato l’ambientazione di film come Point Break e Fast & Furious.

La rapina a scuola

Il franchise di Ant-Man è unico nel MCU, in quanto è il più vicino ad un franchise per famiglie. Le gag visive, che usano espedienti come trenini e distributori Pez, sono il pane quotidiano dei film.

Al di là però del divertimento nel rimpicciolire edifici ed espandere giocattoli, Ant-Man and the Wasp presenta una grande mini-rapina in cui Scott deve recuperare la tuta di Ant-Man da una scuola. La scena vede Scott non come Giant-Man e nemmeno come Ant-Man, ma ha invece le dimensioni di un bambino. Per di più, la scena presenta un cameo di Brian Huskey, l’insegnante di Peter Parker in Homecoming e Far From Home.

Rocket contro i Ravagers

La maggior parte dell’aspetto comico di Guardiani della Galassia Vol. 2 deriva dal fatto che Rocket è letteralmente il custode di Groot. Quando Rocket è da solo, però, ritorna ai suoi modi spietati. Mentre Rocket viene lasciato solo sulla nave e i Ravagers si avvicinano, il procione è ormai a suo agio mentre si nasconde tra gli alberi, pronto a scendere e a farli fuori uno per uno.

È uno delle migliori sequenze d’azione del Vol. 2 e la migliore scena d’azione di Rocket nell’intero MCU, anche forse più del suo grande ingresso con Thor in Avengers: Infinity War.

Justin Hammer sale sul palco

Iron Man 2 è generalmente considerato il peggior film del franchise, soprattutto perché segue la stessa premessa del primo film in cui un produttore di armi vuole entrare in possesso della tecnologia di Stark. Tuttavia, quel produttore è Justin Hammer, e il suo cognome è perfettamente azzeccato, considerato quanto sia fasullo l’antagonista.

Verso la fine del film, Hammer è sul palco di un grande evento a mostrare dei nuovi droni corazzati. Mentre è sul palco, Hammer si lascia andare ad alcuni passi di danza, e nemmeno Star-Lord che balla al ritmo di “Cherry Bomb” può batterlo. 

Peter e Nick Fury si incontrano per la prima volta

La scena in cui Peter incontra per la prima volta Nick Fury, che stava aspettando nella sua stanza, è un momento davvero geniale. Se guardi Spider-Man: Far From Home per la prima volta, ti sembrerà che tutto sia assolutamente fuori contesto per quanto riguarda il personaggio di Nick Fury, soprattutto dopo che il personaggio spara al collo a Ned, un adolescente.

Non solo, ma Fury è irascibile e tratta Peter senza rispetto. Sembra quasi un pessimo lavoro di scrittura… almeno fino a quando la scena post-credits non rivela che uno Skrull ha assunto la forma di Fury per tutto il tempo. È allora che capiamo di esserci trovati di fronte ad una delle migliori sceneggiature del franchise. Ed è ancora più divertente riguardare quella scena dopo aver scoperto la verità…

Thor crea Stormbreaker

Avengers: Infinity War ha un ritmo vertiginoso ed è parte del motivo per cui è spesso visto come il miglior film del MCU. Ma c’è una scena che fa riprendere un po’ il fiato al pubblico, ovvero quando Thor si reca a Nidavellir per costruire Stormbreaker. La scena mostra Rocket e Thor che lavorano insieme, tentando l’impossibile e pericoloso compito di assemblare l’ascia, ed è spettacolare.

C’è anche uno straordinario esempio di casting, in quanto Peter Dinklage interpreta Eitri, un gigante che aiuta Thor a costruire l’ascia. Avengers: Infinity War ha una delle migliori battaglie finali del MCU grazie a Stormbreaker, ma non esisterebbe senza la scena, purtroppo sottovalutata, che l’ha preceduta.

L’ispezione mentale

Captain Marvel presenta una narrazione non lineare, ovvero non cronologica. Uno dei migliori esempi di ciò è quando gli Skrull stanno frugando nella mente di Danvers e guardando tutti i suoi ricordi. Il tempo scorre avanti e indietro e tocca molti periodi diversi della sua vita.

È una sequenza perfetta sotto molti punti di vista, poiché diversi elementi fanno sembrare davvero che Carol, in quel momento, è sottoposta ad una specie di intervento chirurgico. Inoltre, l’intera scena è un omaggio al classico film di Francis Ford Coppola La conversazione, ma contiene anche riferimenti a Se mi lasci ti cancello. 

Venezia 78, Roberto Benigni, premiato alla carriera, a Nicoletta Braschi: “Possiamo dividere il Leone d’Oro”

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Nella cerimonia di apertura della 78° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Roberto Benigni ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera. E come era prevedibile, ha accentrato su di sé tutte le attenzioni dei presenti.

Ad introdurre Benigni è stata la regista di Jane Campion, le cui astute osservazioni sull’attore hanno suggerito una stretta amicizia sia con lui che con sua moglie, la produttrice e attrice Nicoletta Braschi.

Dichiarandosi grata che il festival “lo ha tirato fuori dalla sua caverna”, Campion – che a Venezia presenta Il potere del cane, in Concorso – ha definito Benigni “un genio comico con cuore e sincerità che può incarnare la gioia come se esplodesse una bottiglia di Prosecco”.

“Per favore, tutti voi al festival, siate pronti ad innamorarvi e sappiate che, qualunque cosa accada, la vita è bella, perché Bob lo ha dimostrato”, ha detto Campion al pubblico presente in sala. “Ha compiuto quel miracolo con il suo film vincitore dell’Oscar, trasformando una storia dell’Olocausto in una commedia oscura e divina sul sacrificio di sé”, ha aggiunto Campion. “E poi lo ha superato scavalcando i sedili delle sedie sulle celebrità, saltando sul palco per offrire un’esibizione in un discorso di accettazione senza precedenti nella storia dell’Accademia” rievocando la notte degli Oscar di tanti anni fa, quando Benigni stregò Hollywood con la sua esuberanza.

Roberto Benigni, Leone d’Oro alla carriera a Venezia 78

“Queste parole rimarranno sempre nel mio cuore. Grazie mille. È così divertente, incredibile. Ero sbalordito, sconcertato. È stato incredibile, indimenticabile”, ha detto Benigni a Campion in inglese. Benigni ha poi raggiunto il palco, dove ha pronunciato un lungo discorso in cui ha detto che quando il direttore artistico di Venezia Alberto Barbera lo ha chiamato, “ha ballato una rumba nudo” sottolineando le sue umili origini.

Ha anche salutato il presidente Sergio Mattarella, il cui mandato scade il prossimo anno, e gli ha chiesto di restare ancora qualche anno perché ha portato fortuna al Paese. L’Italia ha vinto il Campionato Europeo di quest’anno, quindi averlo in carica aiuterebbe il paese a vincere anche la prossima Coppa del Mondo. Roberto Benigni ha poi ringraziato la moglie, Nicoletta Braschi, dicendole che in realtà non poteva dedicarle il Leone, perché quel premio appartiene ad entrambi, proponendo così di dividerlo.

“Abbiamo fatto tutto insieme per 40 anni”, ha detto Benigni. “Quindi non posso dedicarti il ​​Leone, ma possiamo dividerlo. Prenderò la coda, per esprimere la mia gioia, per mostrarti la mia allegria. E il resto è tuo, soprattutto le ali perché se sono riuscito a librarmi è grazie a te”.

Venezia 78: intervista alla madrina Serena Rossi

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Venezia 78: intervista alla madrina Serena Rossi

Ecco l’intervista a Serena Rossi, attrice italiana scelta per essere la Madrina della 78° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che si svolge al Lido dall’1 all’11 settembre 2021.

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Jake Gyllenhaal si imbatte in un cosplayer di Mysterio per le strade di Venezia

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Jake Gyllenhaal ha interpretato Mysterio in Spider-Man: Far From Home del 2019, personaggio che ha avuto un forte impatto sulla storia del film e, soprattutto, su ciò che vedremo nell’atteso Spider-Man: No Way Home, in cui però è altamente improbabile che il villain ritorni. Tuttavia, anche se i giorni di Gyllenhaal nei panni di Mysterio sono ormai un lontano ricordo, l’attore sembra essere ancora molto “legato” al personaggio, come testimoniano due foto condivise dallo stesso attraverso il suo account Instagram.

Gyllenhaal è infatti sbarcato a Venezia, dove è stato in parte girato proprio Far From Home, e in maniera del tutto casuale si è imbattuto per ben due volte in quello che sembra essere a tutti gli effetti un cosplayer di Mysterio. L’attore ha ben pensato di immortalare il momento e, in maniera del tutto ironica, ha accompagnato le immagini con la seguente didascalia: “Mi sono imbattuto in un vecchio amico a Venezia”.

Considerando la popolarità del personaggio, non sarebbe troppo sorprendente se Sony trovasse un modo per riportarlo indietro ad un certo punto, anche solo per un flashback. Mysterio ha avuto un ruolo enorme nello sviluppo di Peter come supereroe. Naturalmente, le conseguenze di ciò si faranno sentire in No Way Home, al di là dell’effettivo coinvolgimento o meno del villain nella storia.

Le riprese di Spider-Man: No Way Home si sono svolte ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Il film è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle sale americane il 17 dicembre 2021.

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