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Zack Snyder sogna ancora il live action de Il Ritorno del Cavaliere Oscuro

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Il regista Zack Snyder ha ammesso che gli piacerebbe realizzare un film basato sulla miniserie a fumetti “Batman: Il Ritorno del Cavaliere Oscuro“. L’Uomo Pipistrello è uno dei supereroi più iconici della DC. La sua storia inizia quando, ancora ragazzino, assiste impotente all’omicidio dei suoi genitori. L’esperienza traumatica colpisce profondamente Bruce, che alla fine assume il ruolo di Batman per cercare di proteggere Gotham dalla criminalità. Ben Affleck ha interpretato il Vigilante nel DCEU e tornerà nei panni del personaggio per le riprese aggiuntive della Snyder Cut di Justice League, attualmente in corso.

Batman è stato protagonista di molte incredibili storie nei fumetti. Tuttavia, “Batman: Il Ritorno del Cavaliere Oscuro” è probabilmente una delle run più memorabili dell’eroe. La miniserie in quattro parti è incentrata su un Bruce Wayne molto più anziano e ormai in pensione. Tuttavia, Bruce decide di tornare a combattere il crimine, nonostante i pareri contrari sia della polizia di Gotham che del governo degli Stati Uniti. Bruce mette in scena la propria morte alla fine della serie, che si conclude con l’Uomo Pipistrello che si prepara a continuare a proteggere la sua città. La miniserie presenta anche molti personaggi noti dell’universo di Batman, tra cui James Gordon, Due Facce, Joker e Catwoman.

Ospite dello show “League of Mayhem” di The Nerd Queens su YouTube, Zack Snyder ha rivelato di essere ancora interessato a realizzare un film basato su “Batman: Il Ritorno del Cavaliere Oscuro“. Il regista ha ammesso di essere “ossessionato” dalla miniserie e che il suo sogno è trasformare quella storia in un film destinato al grande schermo.

“Di recente ho visto un tweet che diceva: ‘Snyder deve smettere di leggere Il Ritorno del Cavaliere Oscuro. Ha bisogno di leggere un altro fumetto di Batman.’ Ho quasi risposto a quel tweet. Sono sicuro che Jay Oliva avrebbe risposto: ‘Non ce ne sono altri!’. Sono veramente ossessionato da quel fumetto. Ho sempre pensato che forse, un giorno, prima o poi lo avremmo fatto, magari quando sarò vecchio come il Batman di quella storia.”

L’influenza de “Il Ritorno del Cavaliere Oscuro” sul cinema di Zack Snyder

Batman: Il Ritorno del Cavaliere Oscuro” è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi fumetti su Batman di tutti i tempi. Snyder – che già in passato aveva espresso interesse nei confronti di un possibile film basato proprio sulla miniserie – ha preso in prestito diversi elementi da quel fumetto per Batman v Superman: Dawn of Justice, ma anche molti altri film sull’Uomo Pipistrello hanno tratto ispirazione da quell’arco narrativo, tra cui Batman di Tim BurtonBatman Forever di Joel Schumacher e Il cavaliere oscuro e Il cavaliere oscuro – Il ritorno di Christopher Nolan.

Il sole a mezzanotte: trama, cast e libro del film con Bella Thorne

Dopo aver portato nuova linfa alla saga di Step Up con Step Up Revolution, il regista Scott Speer ha intrapreso un percorso attraverso un cinema di genere sentimentale che gli ha permesso di affermarsi a livello internazionale. Il primo titolo a riguardo è Il sole a mezzanotte – Midnight Sun, portato in sala nel 2018 con un cast di promettenti interpreti di Hollywood. La vicenda è quella di Katie, una spensierata adolescente con un unico problema: è affetta da una malattia chiamata xeroderma pigmetosum. Questa non le consente di poter prendere su di sé i raggi solari, ed è pertanto costretta a vivere di notte. L’incontro con un ragazzo cambierà però ogni cosa.

Contrariamente a quanto si pensa, il film non è tratto da un libro, bensì da un film omonimo giapponese distribuito nel 2006. Questo si era affermato come un grande successo in patria e all’estero, tanto da suscitare l’interesse degli studios americani. Vennero così acquistati i diritti per il remake, che consentirono a Speer di trovare un nuovo progetto a cui dedicarsi. Con le riprese svoltesi a Vancouver, in Canada, il progetto ottenne da subito le attenzioni di un pubblico di giovani, curiosi di questa nuova storia che mischia amore e malattia. Come già accaduto per Colpa delle stelle, Il sole a mezzanotte prometteva infatti grandi emozioni.

Al momento del suo arrivo in sala tale promessa venne mantenuta. Il film si rivelò un buon successo di pubblico, arrivando a guadagnare globalmente circa 27 milioni di dollari a fronte di un budget di soli 2. Sempre il pubblico consentì al film di ottenere ulteriore visibilità grazie alle quattro nomination ai Teen Choice Awards, dove vennero riconosciuti in particolare i due interpreti protagonisti. Prima di intraprendere una visione del film, può essere utile conoscere alcune delle principali curiosità legate al titolo. Proseguendo nella lettura, infatti, si ritroveranno ulteriori dettagli sulla trama e sul cast, scoprendo anche quali piattaforme consentono di vedere il film in streaming.

Il sole a mezzanotte: la trama del film

Protagonista del film è la giovane Katie Price, una diciassettenne con grandi sogni e aspirazioni costretta però a vivere sin dall’infanzia al riparo dalla luce del giorno. La ragazza è infatti affetta da una rara malattia che rende per lei particolarmente pericolosa l’esposizione alla luce diretta del sole. La sua vita viene così condotta in modo totalmente diverso e opposto rispetto a quella dei suoi coetanei. Per lei solo la notte è un luogo sicuro, durante il quale poter scoprire il mondo e le sue bellezze. Tale situazione la porta però ad essere inevitabilmente emarginata, possedendo pochissimi amici e contatti.

La sua vita prende una piega inaspettata nel momento in cui si imbatte in Charlie, ragazzo di cui lei ha sempre avuto una cotta. I due hanno finalmente l’occasione per conoscersi meglio, finendo inevitabilmente con l’innamorarsi l’uno dell’altra. Il sentimento verso Charlie è talmente forte che spinge Katie a commettere delle trasgressioni circa la sua malattia, che potrebbero però rivelarsi fatali. Prima che sia troppo tardi, la ragazza dovrà confessare la propria malattia a Charlie, spaventata però dalla reazione che lui potrebbe avere. Per sconfiggere la malattia, l’amore potrà essere tutto ciò di cui Katie ha bisogno, ma perché ciò avvenga dovrà imparare a fidarsi e lasciarsi andare.

Il sole a mezzanotte cast

Il sole a mezzanotte: il cast del film

Per dar vita ad un film con una storia d’amore tanto complessa e appassionante, era necessario trovare degli interpreti che sapessero restituire la bellezza e le tante sfumature dei personaggi protagonisti. Per il ruolo di Katie è così stata scelta Bella Thorne. Divenuta celebre grazie a film come Insieme per forza, La babysitter e Assassination Nation, l’attrice si preparò al ruolo studiando approfonditamente la malattia di cui il suo personaggio è affetto, avendo così la possibilità di risultare più realistica nella sua rappresentazione di questa. Tale ruolo da protagonista si è poi rivelato decisivo per lei, divenuta grazie a Il sole a mezzanotte particolarmente popolare e richiesta per altre produzioni.

Il personaggio di Charlie è invece interpretato da Patrick Schwarzenegger, figlio del celebre Arnold Schwarzenegger. Il ragazzo si era già fatto notare grazie a film come Un weekend da bamboccioni 2 e Dear Eleanor. Quello in Il sole a mezzanotte è però il suo primo ruolo da protagonista, che gli ha consentito di ottenere maggior notorietà nell’industria. Nel ruolo di Jack Price, padre di Katie, si ritrova invece l’attore Rob Riggle, noto per i suoi ruoli comici in film come Una notte da leoni, Scemo & più Scemo e Fratellastri a 40 anni. L’attrice Quinn Shephard, nota anche per La diseducazione di Cameron Post, è invece Morgan, la migliore amica di Katie.

Il sole a mezzanotte: il libro, il trailer e dove vedere il film in streaming

Come si accennava in apertura, Il sole a mezzanotte non è tratto da un romanzo. Tuttavia, parallelamente all’uscita in sala del film è stato pubblicato anche un libro omonimo basato sulla storia narrata nella pellicola. L’autrice di tale volume è la scrittrice Trish Cook, che si è dunque occupata di riportare su carta quanto visibile nel film, potendo però arricchire il tutto di quelle peculiarità dei libri non traducibili al cinema. Si possono così ritrovare i pensieri dei protagonisti, come anche una maggior descrizione dei loro stati d’animo e delle loro reazioni agli eventi che gli capitano. Il libro si può ritrovare facilmente in tutti i principali store online come anche nelle librerie fisiche.

Prima di gettarsi in tale lettura, per gli appassionati del film è possibile fruirne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il sole a mezzanotte è infatti disponibile nel catalogo di Chili Cinema, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 11 novembre alle ore 21:20 sul canale Rai 2.

Fonte: IMDb

L’appello di CNA – Cinema e Audiovisivi: “Indennizzi anche alle imprese della comunicazione cinematografica!”

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In questo rinnovato momento di crisi sanitaria ed economica nazionale, l’emergenza Covid-19 sta avendo nuovamente pesanti ripercussioni sul settore cinematografico a 360°: esercizio, produzione, distribuzione, festival.

A risentirne, però, è anche tutto un mondo parallelo ma indissolubilmente legato all’industria dell’entertainment: editori digitali on-line verticali specializzati in cinema, uffici stampa, agenzie social, di comunicazione, eventi e promozioni specializzate in gestione dei lanci cinematografici. All’improvviso anche questa tipologia di imprese – tra loro eterogenee, ma tutte accomunate da una grande passione per questa industria culturale e indispensabili allo sviluppo della stessa – si è ritrovata senza contenuti da lanciare, senza clienti e senza investimenti pubblicitari, con una situazione di totale blocco che dovrà poi ritrovare una difficilissima normalità quando l’emergenza sarà rientrata. Parliamo di decine di aziende e centinaia di addetti, dipendenti e/o liberi professionisti, a rischio sopravvivenza.

Un pool rappresentativo di questo vasto settore di supporto già a marzo – quando era scoppiata epidemia e la prima chiusura del sistema cinema – aveva deciso di comune accordo di portare all’attenzione del Mibact e del ministero dello Sviluppo economico le proprie esigenze immediate e future, richiedendo tra le altre cose sgravi fiscali per incentivare lo smart working, sospensione dei versamenti tributari, contributivi ed assistenziali e fin da allora possibilità di rientrare nel perimetro di attuazione del Fondo straordinario(art. 89 del Decreto).

In questa ritrovata emergenza – sottolinea il presidente di CNA Cinema e Audiovisivo, Gianluca Curti –  il governo ha garantito con i Decreti Ristori e Ristori-Bis indennizzi a tutte le attività chiuse a causa delle restrizioni adottate per il contenimento della pandemia, ma purtroppo tutte le aziende in questione, non rientrando nei codici Ateco previsti dai Decreti, non hanno diritto a tale forma di sostegno mentre dovrebbero averlo perché sono equiparabili a tutti gli effetti alle sale cinematografiche. Se il governo chiude le sale cinematografiche di fatto parallelamente chiude il lavoro di aziende che vivono dell’uscita in sala dei film. Chiediamo, di conseguenza, che anche questa tipologia di imprese sia inclusa tra le aziende beneficiarie degli indennizzi indipendentemente dagli eterogenei codici Ateco di riferimento, essendo aziende specializzate verticalmente in un settore, la filiera cinematografica tradizionale, che dal primo lockdown non è mai realmente ripartita e che per le sue peculiarità – conclude Curti – rischia di rimanere sostanzialmente chiusa fino a primavera inoltrata”.

Legacies serie TV: trama, cast, episodi, streaming

Legacies serie TV: trama, cast, episodi, streaming

Legacies è una serie TV di genere fantasy creata da Julie Plec, che condivide lo stesso universo narrativo con The Originals e con The Vampire Diaries, trattandosi del sequel e dello spin-off di entrambe.

In questo articolo di approfondimento, scopriamo, quindi, tutto quello che c’è da sapere su questa famosa serie televisiva, che segue le vicende di Hope Mikaelson, la figlia di Klaus Mikaelson e di Hayley Marshall: la trama, il cast, relativamente ai nomi degli attori e delle attrici che vi fanno parte, ma anche alcune informazioni riguardanti le stagioni e gli episodi da cui è composta.

Inoltre, leggendo i prossimi capitoli, potrai anche sapere dove vedere gli episodi in italiano, dato che, tra le altre cose, ti spiegherò come vederla in streaming. Continua, quindi, a leggere, per saperne di più.

Legacies trama

Legacies

Legacies è una serie TV statunitense di genere fantasy, che è ideata dalla sceneggiatrice Julie Plec, conosciuta principalmente per le serie TV The Originals e The Vampire Diaries

La trama segue le avventure di Hope Mikaelson, la figlia di Klaus Mikaelson e Hayley Marshall, ma anche quella delle gemelle Josie e Lizzie Saltzman, le figlie di Alaric Saltzman e Josette “Jo” Laughlin.

Le adolescenti protagoniste di questa serie televisiva non sono come tutte le altre: Hope è un ibrido (discende da vampiri, lupi mannari e streghe) mentre le gemelle Saltzman possiedono poteri magici. Sono, infatti, figlie di una strega, anche se sono state partorite da Caroline Forbes, un vampiro.

L’ambientazione che fa da sfondo a questo racconto è Mystic Falls: nella città si è reso ancora una volta necessario proteggere gli umani dalla presenza di creature soprannaturali.

A tal proposito, infatti, è stata creata la Salvatore Boarding School for the Young and Gifted, una scuola segreta che, come studenti, accetta soltanto i vampiri, i lupi mannari e le streghe che popolano la fittizia cittadina della Virginia.

La serie TV segue, quindi, le vicende giornaliere degli studenti della scuola, alle prese con la necessità di controllare i loro poteri.

Legacies cast

Gemelle Saltzman

Nel cast della serie televisiva è possibile ritrovare il personaggio di Alaric Saltzman, visto in precedenza in The Vampire Diaries. A interpretare, inoltre, il personaggio di Hope Mikaelson vi è l’attrice Danielle Rose Russell. Invece, a vestire i panni delle gemelle Saltzman, vi sono le attrici Kaylee Bryant e Jenny Boyd.

Detto ciò, per maggiori informazioni sul cast della serie televisiva, fai riferimento all’elenco che trovi qui di seguito, in modo da conoscere i nomi dei principali interpreti e anche quelli dei relativi personaggi.

  • Danielle Rose Russell: Hope Mikaelson
  • Aria Shahghasemi: Landon Kirby
  • Kaylee Bryant: Josie Saltzman
  • Jenny Boyd: Lizzie Saltzman
  • Quincy Fouse: Milton “MG” Greasley
  • Peyton Alex Smith: Rafael Waithe
  • Matt Davis: Alaric Saltzman
  • Chris Lee: Kaleb
  • Thomas Doherty: Sebastian
  • Jedidiah Goodacre: Roman Sienna

Legacies trailer

Dato che non è disponibile il trailer in italiano, ti propongo qui di seguito il trailer ufficiale in lingua inglese dedicato alla prima stagione. Sono sicura che, guardandolo, potrai farti una idea iniziale di quella che è la coinvolgente storia raccontata in questa serie televisiva.

Legacies stagioni ed episodi

Legacies 3 stagione

La serie TV è, al momento attuale, composta da due stagioni formate da 16 puntate ciascuna. Nel 2020, però, il network televisivo The CW ha annunciato il rinnovo della serie televisiva per una terza stagione la quale, presumibilmente, sarà composta dallo stesso numero di puntate.

Detto ciò, qui di seguito puoi trovare un breve riepilogo relativo a tutte le stagioni della serie televisiva, con anche le informazioni riguardanti la precisa data della messa in onda.

Legacies 1

La prima stagione della serie TV è stata trasmessa sull’emittente televisiva statunitense The CW dal 25 ottobre 2018 al 28 marzo 2019. In Italia, invece, la stagione è andata in onda in prima visione dal 24 aprile al 7 agosto 2019 su Premium Stories.

Per quanto riguarda, invece, la messa in onda in chiaro su Italia 1, le puntate sono andate in onda dal 16 marzo al 7 aprile 2020.

Gli eventi della prima stagione hanno inizio a seguito del ritorno di Hope Mikaelson a Mystic Falls. La ragazza è tornata a casa per iniziare a frequentare la scuola creata in onore di Stefan e Damon Salvatore ma, a causa del suo spirito ribelle, si ritroverà coinvolta in diversi guai, principalmente legati all’improvvisa comparsa di malvagie creature soprannaturali.

Per maggiori informazioni sui singoli episodi della stagione 1 della serie TV, fai riferimento a questa sezione del nostro sito Web.

Legacies 2

La seconda stagione della serie televisiva è stata trasmessa sul canale statunitense The CW dal 10 ottobre 2019 al 26 marzo 2020. In Italia, invece, è andata in onda dal 1º gennaio al 13 luglio 2020 su Premium Stories.

La trama della stagione 2 riprende a seguito degli eventi che avevano portato, durante la conclusione della prima stagione, all’apparente sacrificio del personaggio di Hope Mikaelson.

La ragazza, che si era gettata nell’oblio, per salvare i suoi amici, cancellandogli così la memoria degli eventi accaduti, dovrà trovare un modo per tornare a casa e anche per far tornare la memoria a tutti coloro che erano stati coinvolti nelle diverse vicende soprannaturali.

Per maggiori informazioni sui singoli episodi della stagione 2 della serie TV, fai riferimento a questa sezione del nostro sito Web.

Legacies 3

La terza stagione della serie TV andrà in onda negli Stati Uniti dal 21 gennaio 2021 con una cadenza settimanale. Al momento, quindi, non si hanno ancora informazioni precise sulla data d’uscita in Italia ma, presumibilmente, l’arrivo potrebbe essere previsto per la primavera del 2021.

La trama della terza stagione riprenderà da dove si era interrotta, a seguito della conclusione della seconda stagione. La storia proseguirà rivelando i destini di Hope e di Landon e si scopriranno anche le intenzioni del Negromante che, dopo aver assorbito il potere oscuro di Josie, potrebbe rappresentare un nemico ancora più pericoloso.

Per maggiori informazioni su questa stagione della serie televisiva, ti consiglio di leggere questo articolo di approfondimento.

Legacies streaming

Hope Mikaelson e Alaric Salzman

Vorresti sapere dove vedere gli episodi in italiano della serie televisiva? Ti domandi se vi è la possibilità di vedere Legacies su Netflix?

In tal caso, devi sapere che, trattandosi di una serie televisiva che, in Italia, va in onda su Premium Stories, è necessario possedere un abbonamento a Sky, per vedere la serie televisiva in diretta.

Per quanto riguarda, invece, la disponibilità in streaming, sarai felice di sapere che le stagioni sono disponibili su Infinity, la quale permette di vedere gli episodi in lingua italiana, ma anche in lingua inglese con i sottotitoli.

Dick Van Dyke canta Supercalifragilistic-espiralidoso a 94 anni!

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Alla vigilia dei suoi 95 anni, Dick Van Dyke si conferma uno degli uomini di spettacolo più vitali e simpatici di sempre. L’indimenticabile Bert di Mary Poppins ha infatti cantato Supercalifragilistic-espiralidoso finendo su Tik Tok e poi su Twitter. Eccolo!

https://twitter.com/LucyThack/status/1323938794517663744?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1323938794517663744%7Ctwgr%5Eshare_3&ref_url=http%3A%2F%2Fimperoland.it%2Fdick-van-dyke-canta-94-anni%2F

Abbiamo visto Dick Van Dyke al cinema ne Il ritorno di Mary Poppins.

Coca-Cola Natale 2020: lo spot diretto da Taika Waititi

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Coca-Cola Natale 2020: lo spot diretto da Taika Waititi

L’account Youtube di Coca-Cola ha reso disponibile il nuovo spot di Natale 2020. Il video, che ripercorre tutti gli archetipi del racconto di Natale per famiglie, è stato diretto da Taika Waititi, il regista neozelandese premio Oscar per la sceneggiatura di Jojo Rabbit e balzato alla notorietà mondiale per il geniale Thor: Ragnarok, di casa Marvel.

Waititi aveva già fatto parlare di sé con What we do in Shadow? in cui si cimenta anche nel ruolo di un simpatico vampiro un po’ impacciato e su cui hanno realizzato una serie tv. Taika Waititi tornerà a lavorare con la Marvel che gli ha affidato sceneggiatura e regia di Thor: Love and Thunder.

TFF 38: presentato il programma dell’edizione on-line

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TFF 38: presentato il programma dell’edizione on-line

È stato presentato il programma di TFF 38, l’edizione del Torino Film Festival completamente on-line. Nel selezionare i film del concorso Torino38, la principale sezione competitiva del festival dedicata ai lungometraggi internazionali, si lavora con l’intento di catturare le stelle nascenti del cinema di domani.

Visioni mozzafiato, di ampia immaginazione e innovazione, opere prime e seconde risonanti di passione che aprono un ventaglio estetico variegato fatto di visioni originali e forti. Uno degli aspetti essenziali del lavoro di selezione è stato mantenere l’impegno di sostenere a pieno la politica internazionale del “50/50 by 2020” lanciata dal Toronto Film Festival. Per la prima volta nel concorso viene infatti riservato uno spazio equo alle produzioni realizzate da registi donne e a quelle realizzate da registi uomini.

Non è stato semplice lavorare riducendo i numeri del programma ma grazie all’entusiasmo, alla collaborazione e al dialogo di tutti, si è raggiunto un risultato sorprendete che ha saputo mantenere l’attenzione alle nuove forme e nuove tendenze del cinema tipica del TFF.

BOTOX di Kaveh Mazaheri (Iran-Canada, 2020, 97′, col.)
Akram e Azar sono sorelle. Entrambe mentono sulla scomparsa del fratello, dicendo a tutti che è fuggito in Germania. Con il tempo la bugia diventa sempre più ingestibile, arrivando a condurre le protagoniste in luoghi oscuri e misteriosi. Un dramma domestico costruito attorno ai temi del doppio, della verità e della menzogna e capace di passare con assoluta naturalezza dalla black comedy al giallo, dal visionario all’onirico. Audace nella forma, geometrico e precisissimo nello stile, fonde slapstick, Tex Avery e Blake Edwards con echi del cinema di Ioseliani ed elementi di poesia surreale.

CAMP DE MECI POPPY FIELD di Eugen Jebeleanu (Romania, 2020, 81′, col.)
Cristi è un giovane poliziotto rumeno che vive un’esistenza conflittuale rispetto alla sua identità: lavora in un ambiente gerarchico e maschilista ma è omosessuale e cerca di conservare gelosamente il segreto sulla sua vita privata. Nei giorni in cui Hadi, il ragazzo con cui ha una relazione a distanza, è venuto a fargli visita dalla Francia, Cristi viene chiamato per un intervento: un gruppo nazionalista e omofobo ha interrotto la proiezione di un film a tematica lgbtqi+. Quando uno dei manifestanti minaccia di smascherarlo, Cristi perde il controllo.

CASA DE ANTIGUIDADES MEMORY HOUSE di João Paulo Miranda Maria (Brasile/Francia, 2020, 93′, col.)
Cristovam, un uomo di colore originario delle zone rurali del nord del Brasile, si trasferisce in una città del sud, una ricca ex colonia austriaca, per lavorare in una fabbrica di latte. Costantemente a contatto con persone xenofobe e conservatrici, il protagonista si sente estraneo rispetto alla comunità e solo. Quando scopre una casa abbandonata piena di oggetti che lo riportano alle sue origini, decide di trasferirsi in quel luogo dove piano piano i ricordi sembrano prendere vita spingendolo verso una trasformazione radicale. Un esordio magico che affonda nella tradizione folkloristica brasiliana per portare in scena le tensioni
sociali e culturali dell’oggi.

THE EVENING HOUR di Braden King (USA, 2020, 115 ’ , col.)
Un tempo Dove Creek, in West Virginia, era la classica florida cittadina mineraria americana. Oggi, questa comunità post-industriale è in declino. Cole Freeman lavora come collaboratore sanitario a domicilio, occupandosi degli anziani ma neppure la vendita illecita di antidolorifici riesce a fargli sbarcare il lunario. Come tanti della sua generazione vuole cambiare vita ma le opportunità sono sempre poche e l’ambiente che lo circonda è in costante cambiamento. Cole appartiene a una generazione intrappolata in un vortice di paura esistenziale, mancanza di opportunità e inadeguatezza.

EYIMOFE THIS IS MY DESIRE di Arie & Chuko Esiri (Nigeria, 2020, 110′, col.)
Mofe e Rosa vivono a Lagos, in Nigeria. Lui lavora in fabbrica, lei fa la parrucchiera e insieme progettano di emigrare all’estero per trovare una vita migliore. Il destino ostacola però i loro piani, e quando la realizzazione del loro sogno sfuma si vedranno costretti a riconsiderare anche la possibilità di costruire nel loro stesso mondo il futuro che desiderano. Dalla Nigeria un esordio potente in cui il dramma, ma anche la pazienza e la capacità di elaborare delle soluzioni, assumono le forme della quotidianità. Mofe and Rosa live in Lagos.

HOCHWALD WHY NOT YOU di Evi Romen (Austria/Belgio, 2020, 107’, col.)
Mario ama danzare, ma per uno come lui la danza non potrà mai diventare un lavoro. Mario infatti è tossicodipendente e vive in povertà con la madre. Mentre si trova a Roma, viene coinvolto con l ’amico Lenz in un attacco terroristico: Lenz muore, Mario resta illeso.  Tornato al paese, viene accolto con indifferenza dai compaesani. Questa reazione finisce per destabilizzarlo ulteriormente. Quando incontra Nadim, un ragazzo che distribuisce il Corano e che insieme ai suoi fratelli lo aiuta a combattere la propria dipendenza, decide di convertirsi all’islamismo. Per il paese è un affronto. Dietro a tutte le sofferenze, il cuore di Mario batte ancora per la danza.

LAS NIÑAS SCHOOLGIRLS di Pilar Palomero (Spagna, 2020, 97′, col.)
Celia ha undici anni e studia in una scuola di suore a Saragozza, dove vive con la madre. Insieme a Brisa, una nuova compagna di classe appena trasferitasi da Barcellona, si avviano verso l’adolescenza. Crescendo, nella Spagna dell’Expo e dei Giochi Olimpici del 1992, Celia scopre che la vita è fatta di molte verità, e di qualche bugia. L’esordio alla regia di Pilar Palomero non è solo il racconto della sua, vita ma anche il ritratto di molte donne spagnole cresciute negli anni Novanta, divise tra uno stile di vita tradizionale e uno ben più moderno fortemente caratterizzato dall’emancipazione.

MI ZHOU GUANGZHOU MICKEY ON THE ROAD di Lu Mian Mian (Taiwan, 2020, 95′, col.)
Mickey e Gin Gin sono migliori amiche. Mickey si prende cura della madre che soffre di depressione; nel tempo libero frequenta il tempio cercando di unirsi alla squadra maschile di arti marziali. Gin Gin, più impulsiva, si guadagna da vivere ballando nelle discoteche. Quando Gin Gin escogita un piano per incontrarsi con Jay a Guangzhou, in Cina, Mickey decide di cercare il padre che anni prima aveva abbandonato lei e la madre. Affrontando situazioni a volte comiche, a volte brutali, Mickey e Gin Gin rafforzano la loro amicizia e raggiungono una matura consapevolezza di sé. Taiwan.

NAM-MAE-WUL YEO-REUM-BAM MOVING ON di Yoon Dan-bi (Korea, 2020, 105’, col.)
Durante le vacanze estive, Okju e Donju si trasferiscono nella casa del nonno dopo il dissesto finanziario del padre. Mentre il giovane Dongju si adatta immediatamente, Okju prova invece un forte disagio. L’arrivo della sorella del padre, prossima al divorzio, cambia per fortuna le cose, e anche Okju comincia ad apprezzare la nuova vita in famiglia. Tuttavia, quando il nonno si ammala, zia e padre decidono di mandare l’uomo in una casa di cura e mettere in vendita la casa.

REGINA di Alessandro Grande (Italia, 2020, 82′, col.)
Regina, una ragazza di quindici anni che ha perso la madre anni prima, sogna di fare la cantante. Il padre, Luigi, che rappresenta ormai tutta la sua famiglia, crede molto nel talento della figlia e non smette mai di supportarla. D’altra parte Luigi la capisce bene perchè lui stesso ha dovuto rinunciare alla propria carriera musicale proprio per stare vicino alla figlia. Il loro legame sembra fortissimo, indissolubile, almeno fino a quando, un giorno, un evento imprevedibile cambierà le loro vite.

SIN SEÑAS PARTICULARES IDENTIFYING FEATURES di Fernanda Valadez (Messico-Spagna, 2020, 97′, col.)
Magdalena non ha più notizie del figlio da quando, mesi prima, ha lasciato il Messico per andare negli Stati Uniti. Le autorità spingono perché Magdalena firmi un certificato di morte, ma l’incontro con un genitore in lutto spinge la donna a intraprendere un lungo viaggio per capire quale sia stato il destino del figlio. Magdalena incontrerà Miguel, un ragazzo costretto a rimpatriare dagli Stati Uniti, e con lui affronta la violenza e la desolazione di un paese profondamente cambiato. Un esordio secco, capace di raccontare
attraverso una storia privata il dramma condiviso da un intero paese.

WILDFIRE di Cathy Brady (Regno Unito/Irlanda, 2020, 85′, col.)
Lauren e Kelly sono sorelle legatissime, cresciute in una piccola città irlandese. Le loro strade si sono separate dopo la morte della madre e Lauren è rimasta sola ad affrontare l’oscuro e traumatico passato della famiglia. Data per dispersa da più di un anno, un giorno Kelly torna improvvisamente a casa. Dopo l’iniziale tensione le due donne ritrovano l’equilibrio andato inevitabilmente perduto. Unite più che in passato, Lauren e Kelly vogliono fare chiarezza sui segreti della loro famiglia: tuttavia la loro ricerca non è ben vista in città, dove si cerca di nascondere la verità e chi la cerca.

Torino 38 Corti

Negli ultimi anni il cortometraggio si è ritagliato un ruolo sempre più importante e autonomo nel panorama cinematografico internazionale, dando l’opportunità ai cineasti emergenti di sviluppare le tecniche filmiche e affinare lo sguardo autoriale in una struttura produttiva meno impegnativa di quella del lungometraggio ma che ne comprende già tutte le dinamiche. La forma breve ha generato eccellenti risultati creativi e un rinnovato interesse del pubblico.

La nuova sezione competitiva Torino 38 Corti presenta una selezione internazionale di 12 opere inedite in Italia, di ampia varietà tematica e stilistica, che verranno proiettati in abbinamento ai lungometraggi del concorso Torino 38. Nel pieno rispetto della parità di genere, vengono proposti 6 film di registi e 6 di registe.

Rinnovando la tradizione di Cinema Giovani, Torino 38 Corti vuole essere uno sguardo aperto al presente e al futuro, una vetrina di talenti in grado di interessare e coinvolgere tutto il pubblico del Torino Film Festival.

BEFORE THE TYPHOON COMES di Chen Yun (Cina, 2020, 14’, col.)
Chen va in spiaggia con il padre ma sfortunatamente un tifone è in arrivo. Decide di nuotare comunque e, mentre si trova mare, ha un incontro con il suo passato con il quale cerca di riconciliarsi. Una storia familiare vista dalla prospettiva di un bambino.

A BETTER YOU di Eamonn Murphy (Irlanda, 2019, 16′, col.)
Douglas, giovane timido e introverso, vuole conquistare la ragazza dei suoi sogni. Decide allora di investire in un clone in carbonio, una versione migliorata di sé stesso. Tra la distopia e lo steampunk, una metafora sulle estreme conseguenze dell’uso dei social media.

L’ESCALE di Pieter De Cnudde (Belgio, 2020, 14’, col.)
Tre personaggi si incontrano a una stazione di servizio. Una borsa piena di soldi e una biro
distruggeranno i sogni e le speranze di ognuno.

LOS HONORES di Sergio Barrejón (Spagna, 2020, 14′, b/n.)
Dopo aver passato più di vent’anni in carcere per l’omicidio di un agente di polizia, in segno di pentimento l’ex terrorista Sara chiede di parlare con il figlio della vittima. Andoni, un funzionario del carcere, la fa chiamare e la riceve nel suo ufficio per assicurarsi della sincerità e dell’onestà delle sue intenzioni.

JUST A GUY di Shoko Hara (Germania, 2020, 15′, col.)
Un’intervista. Tre donne raccontano la loro relazione con Richard Ramirez, celebre serial killer degli anni ’80 conosciuto durante i suoi anni di prigionia. Il film d’animazione, costruito a partire dalle lettere scambiate tra le donne e Ramirez, mostra le emozioni delle persone coinvolte, svelando elementi familiari ma sottilmente disturbanti e ossessivi.

MÜNHASIR di Yeşim Tonbaz Güler (Turchia, 2020, 10’, col)
Rimasta sola dopo la morte della figlia per una lunga malattia, mentre cerca di accettare il dolore, Fazilet trova un pacco destinato alla figlia. In cerca di informazioni, busserà di porta in porta fino a trasformare il pacco nella cosa più importante della sua vita.

MY SISTER’S MERCY di Vladimir Koptsev (Russia, 2020, 9′, col.)
During the Soviet-Afghan War, in the days when general secretary of the Communist Party Leonid Breznev, in a military hospital a young lieutenant wounded almost to death meets a young military nurse tired almost to death. One meeting. One night. One candle. A short from Vladimir Koptsev, Alexander Sokurov’s pupil.

SLOUGH di Haruna Tanaka (Giappone, 2020, 14’, col.)
Una mattina Hibari si sveglia di soprassalto con la sensazione di avere qualcuno accanto e in giardino trova la pelle di un serpente. Sono passati sei mesi da quando il figlio Tatsumi è morto in un incidente stradale e lei e il marito Seiji non riescono a riempire la voragine che la morte del figlio ha aperto tra di loro. Hibari esce per raggiungere il luogo dell’incidente portando con sé l’ombrello del figlio che offre a un uomo infradiciato incontrato per strada: improvvisamente l’uomo, come in una visione, entra in contatto con la memoria del ragazzo.

O NOSSO REINO / OUR KINGDOM di Luís Costa (Portogallo, 2020, 15’, col.)
In un regno fatto di pietra, un bambino vive in un vortice di morte e abbandono. Ogni giorno vaga per le strade del suo villaggio e la sera, quando torna a casa, non trova altro che il silenzio degli adulti. Solo il suono e il calore del fuoco mitigano il suo dolore. Il bambino non ha nessuno, ma piange solo quando si ritrova ancora una volta in strada, senza direzione o compagnia.

SEALSKIN di Ugla Hauksdóttir (Islanda, 2020, 13’, col.)
Sol ha cinque anni e vive con il padre in una casa isolata sul mare. Passa le giornate sola con la propria immaginazione, mentre il padre, un compositore, è in crisi creativa. Quando Sol capisce che il papà è afflitto dal dolore, trova conforto in un vecchio racconto folkloristico islandese.

THE LAST MERMAID di Fi Kelly (Scozia/Regno Unito, 2019, 16′, col.)
Pearl, sirena di mezza età, incallita fumatrice e incapace di nuotare, è la proprietaria della più celebre linea telefonica hot per appassionati di fantasie sessuali acquatiche di Scozia. La sua vita è completamente diversa da quella delle sue affascinanti antenate. Quando la sua migliore amica Sadie le rivela una notizia sconvolgente, Pearl è costretta ad affrontare le sue paure: è l’ultima sirena in vita e se vuole mandare avanti la sua specie deve avere un figlio in fretta.

UNA NUOVA PROSPETTIVA di Emanuela Ponzano (Italia/Francia, 2020, 15’, col.)
Seguendo un ragazzino che gioca in una foresta con alcuni compagni, scopriamo passo passo alcuni particolari: una bambina sola che piange, persone ammassate e in fila, poliziotti e guardie con i cani, un muro di filo spinato. Dove ci troviamo? E quando?

Fuori Concorso

Il Fuori Concorso di un festival ha tante anime. Nel mettere insieme il programma di questa sezione variegata, ci si muove in diverse direzioni nel tentativo di restituire al pubblico un percorso che racconta gli sguardi più interessanti della produzione dell’anno. Il Fuori Concorso è la sezione che paga di più il fatto di non poter andare in sala, ma pensiamo di essere tuttavia riusciti a presentare una molteplicità di punti di vista che ci comunicano molto della contemporaneità. Si è deciso di presentare alcune opere prime e seconde che non hanno trovato spazio nel concorso Torino 38 ma che abbiamo comunque voluto premiare con la speranza di dar loro la visibilità necessaria a trovare una distribuzione (Toorbos di Rene Van Rooyen, A Shot Trough the Wall di Aimee Long, Cleaners di Glen Barit). Ci sono le collaborazioni con due importanti realtà festivaliere indipendenti della città come Seeyousound e Fish&Chips che abbiamo voluto sostenere con due proiezioni speciali: Billie (documentario di James Erskine su Billie Holiday) e Une dernière fois (opera ultima di Olympe de G.); ci sono le collaborazioni con gli attori del sistema cinema torinese come Film Commission Torino Piemonte (1974-1979 Le nostre ferite di Monica Repetto,
Nuovo cinema paralitico di Davide Ferrario), Torino Film Lab (The Salt in our Waters, l’esordio del regista bengalese Rezwan Shahriar Sumit) o Associazione Museo Nazionale del Cinema che quest’anno assegna il Premio Maria Adriana Prolo alla grande regista e fotografa Cecilia Mangini, di cui verrà proiettato l’ultimo lavoro, realizzato con Paolo Pisanelli, Due scatole dimenticate – Viaggio in Vietnam.

Una novità assoluta è rappresentata dal significativo numero di cortometraggi fuori concorso raggruppati nei programmi speciali Issues e Scuole di Cinema, dedicati rispettivamente a temi di rilevanza sociale e ad alcuni lavori provenienti dalle scuole di cinema di tutto il mondo. Un caso particolare è il commovente R(e)sisti, il viaggio infernale di Davide Bongiovanni nelle strutture sanitarie della Valle D’Aosta durante il lockdown di primavera.

E ancora un excursus nel mondo del teatro con il film di un grande maestro del cinema francese come Paul Vecchiali (Une soupçon d’amour) e quello di un emergente autore italiano di grande talento Francesco Lagi che presenta il suo Quasi Natale. Molto spazio anche al cinema del reale con numerosi progetti che ruotano intorno a grandi figure di artisti e intellettuali. Italiani, come Franca Valeri protagonista di Zona Franca di Steve Della Casa, o l’artista torinese Ezio Gribaudo al centro di Ezio Gribaudo – La bellezza ci salverà di Alberto Bader o ancora Goffredo Fofi raccontato da Felice Pesoli nel bellissimo Suole di vento – Storie di Goffredo Fofi. E stranieri come il ritratto del leggendario fotografo Helmut Newton realizzato da Gero von Boehm, Helmut Newton: The Bad and the Beautiful.

Abbiamo incluso poi nella selezione una serie di opere documentarie corali che, ognuna in modo diverso, esprimono il senso della collettività sulla cui importanza questo periodo ci ha spesso chiamato a riflettere. Film influenzati dalle difficoltà produttive degli ultimi mesi eppure, forse proprio per questo, capaci di trasmettere un portato ulteriore come La scuola prossima e L’anfora di Clio, strettamente legati a importanti realtà educative. Ma anche film che danno voce a un luogo o una società, approfondendo temi cruciali come quello della circolazione delle armi negli Stati Uniti al centro di My America di Barbara Cupisti, o descrivendo un microcosmo come in Rione Sanità, la certezza dei sogni di Massimo Ferrari o ancora raccontando le trasformazioni della vita social grazie alla cultura e all’arte come in La rivoluzione siamo noi di Ilaria Freccia. Tanto cinema italiano, quindi, che siamo molto contenti di poter presentare in anteprima; a quelli citati si aggiungono altri film coraggiosi come Io sono Vera di Beniamino Catena, film arditi come l’ideale proseguimento di un cult del cinema italiano firmato da Toni D’Angelo (Calibro 9) e ancora film rigorosi come Il buco in testa di Antonio Capuano.

• Fuori Concorso
BILLIE di James Erskine (UK, 2019, 96’, col e b/n)
Collaborazione con SeeYouSound
IL BUCO IN TESTA di Antonio Capuano (Italia 2020, 95’, col)
CALIBRO 9 di Tony D’Angelo (Italia 2020, 90′, col)
CLEANERS di Glenn Barit (Filippine 2019, 78′, col e b/n)
UNE DERNIÈRE FOIS di Olympe de G. (Francia 2020, 70′, col)
Collaborazione con Fish&Chips
HELMUT NEWTON: THE BAD AND THE BEAUTIFUL di Gero von Boehm (USA/Germania 2020, 93′, col e b/n)
IN THE MOOD FOR LOVE di Kar-Wai Wong (Hong Kong/Cina 2000, 98′, col)
VERA DE VERDAD di Beniamino Catena (Italia/Cile 2020, 101′, col)
THE SALT IN OUR WATERS di Rezwan Shahriar Sumit (Bangladesh/Francia 2020, 100′, col)
TorinoFilmLab
A SHOT THROUGH THE WALL di Aimee Long (USA 2020, 90′, col)
TOORBOS – DREAM FOREST di Rene Van Rooyen (Sud Africa 2020, 117′, col)

• Fuori Concorso – Documentari
L’ANFORA DI CLIO di Mario Acampa, Riccardo Alessandri (Italia 2020, 55′, col)
EZIO GRIBAUDO – LA BELLEZZA CI SALVERÀ di Alberto Bader (Italia 2020, 84′, col)
SUOLE DI VENTO – STORIE DI GOFFREDO FOFI di Felice Pesoli (Italia 2020, 81′, col)
MY AMERICA di Barbara Cupisti (Italia 2020, 96′, col)
RIONE SANITÀ, LA CERTEZZA DEI SOGNI di Massimo Ferrari (Italia 2020, 57′, col)
LA RIVOLUZIONE SIAMO NOI di Ilaria Freccia (Italia 2020, 83′, col e b/n)
LA SCUOLA PROSSIMA di Alberto Momo (Italia 2020, 69′, col)
TORINO 2020 – STORIE DA UN ALTRO MONDO di Alessandro Bignami (Italia 2020, 36′, col)
ZONA FRANCA di Steve Della Casa (Italia 2020, 55′, col e b/n)

• Fuori Concorso – Tracce di teatro
QUASI NATALE di Francesco Lagi (Italia 2020, 87′, col)
UN SOUPÇON D’AMOUR di Paul Vecchiali (Francia 2020, 92′, col)

• Fuori Concorso – Corti
(R)ESISTI di Davide Bongiovanni (Italia 2020, 20′, col)

• Fuori Concorso Corti / Programma ISSUES
THE BONEFISH di Daniel Houghton (USA 2020, 8′, col)
IN THE IMAGE OF GOD di Bianca Rondolino (Italia 2020, 15′, col)
LET US FORGET di Marcus Hanisch (Germania 2020, 15′, col)
SHUT UP di Noa Aharoni Maor (Israele 2020, 16′, col)
SILENCE di Sean Lìonadh (UK 2020, 11′, col)
TESLIMAT / THE DELIVERY di Dogus Ozokutan (Cipro 2020, 11′, col)

• Fuori Concorso Corti / Programma SCUOLE DI CINEMA
39 di Anat Schwartz (Israele 2020, 14′, col)
DOWNBOUND WAYFARER di Juan-Felipe Balcazar (UK/Colombia 2019, 16′, col)
EXTRA SAUCE di Alireza Ghasemi (Germania 2019, 13′, col)
EYES OF THE SEA di Tang Li (Cina 2020, 14′ col)
FIRUL ROSU / THE RED STRING di Alexandra Fuscas (Romania 2019, 5′, col)
LA VIRGEN, LA VIEJA, EL VIAJE di Natalia Luque (Cile/USA/Spagna 2020, 9′, col)

• Fuori Concorso – Corti / Programma EDUCATIONAL
AFRICA BIANCA di Filippo Foscarini, Marta Violante (Italia 2020, 25′, b/n)
SCENE DA UN LABORATORIO di Luigi Barletta (Italia 2020, 51′, col)

• Fuori Concorso – Film Commission
1974 1979. LE NOSTRE FERITE di Monica Repetto (Italia 2020, 58′, col e b/n)
NUOVO CINEMA PARALITICO di Davide Ferrario (Italia 2020, 86′, col)

• Fuori Concorso – Premio Maria Adriana Prolo
DUE SCATOLE DIMENTICATE – VIAGGIO IN VIETNAM di Cecilia Mangini (Italia 2020, 57′, col e b/n)

Le stanze di Rol

Federico Fellini, dotato di incomparabile estro, era grande amico del torinese Gustavo Adolfo Rol, celebre esploratore di mondi paralleli. E se il cinema è – tra le altre cose – immaginazione e creazione, le stanze che Rol ha aperto (o avrebbe potuto aprire) ne rappresentano contemporaneamente lo specchio e uno sfogo. Perciò Le stanze di Rol non è una semplice sezione di cinema di genere: è una zona franca, una superficie off limits dove è vietato l’ingresso esclusivamente agli scettici; è un luogo del mistero e dell’ignoto, dell’inspiegabile e del bizzarro. Le porte di queste stanze si aprono e si chiudono rivelando i
loro segreti. I diffidenti sono avvisati: in queste stanze, tutte rigorosamente insonorizzate, non accade nulla di conosciuto. Il cinema che ne è la voce e lo sguardo riempie il loro perimetro in modo esclusivo. E i generi si passano il testimone, l’horror più spaventoso (The Dark and the Wicked di Bryan Bertino) dà la mano allo slasher astratto e teorico (Lucky di Natasha Kermani), il midnight movie (Fried Barry di Ryan Kruger) va a braccetto con il kammerspiel imprevedibile (The Oak Room di Cody Calahan), il visual essay (The Philosophy of Horror: A Symphony of Film Theory di Péter Lichter e Bori Máté) dialoga con la videoarte electro-esistenziale (El elemento enigmático di Alejandro Fadel) e con le storie d’amore di una realtà inquieta a un passo dalla distopia (Funny Face di Tim Sutton). In questi spazi anche le durate sono irrituali, lungometraggi, cortometraggi e mediometraggi, perché il tempo è un concetto da piegare e da creare a piacere, non una cornice presunta. Le stanze di Rol porta agli spettatori più curiosi e agli appassionati una ricca selezione della produzione dell’anno, evitando stereotipi e prevedibilità. Con un solo credo: che il cinema e le immagini, il più libero e le meno addomesticate, il più temerario e le più discordanti, sono un segno di vita, e per questo motivo rifiutano per natura qualunque forma di
oscurantismo.

ANINSRI DAENG / RED ANINSTI; OR TIPTOEING ON THE STILL TREMBLING BERLIN WALL di Ratchapoom Boonbunchachoke (Tailandia, 2020, 30′, col.)

ANTIDISTURBIOS / RIOT POLICE di Rodrigo Sorogoyen (Spagna, 2020, col.)

BREEDER di Jens Dahl (Danimarca, 2020, 107′, col.)

THE DARK AND THE WICKED di Bryan Bertino (USA, 2020, 93′, col.)

EL ELEMENTO ENIGMÁTICO / ANONYMOUS ANIMALS di Alejandro Fadel (Argentina 2020, 40’, col.)

FRIED BARRY di Ryan Kruger (Sudafrica, 2020, 99′, col.)

FUNNY FACE di Tim Sutton (USA, 2020, 95′, col.)

LUCKY di Natasha Kermani (USA, 2020, 81′, col.)

MOM, I BEFRIENDED GHOSTS di Sasha Voronov (Russia, 2020, 66’, col.)

THE OAK ROOM di Cody Calahan (Canada, 2019, 89′, col.)

THE PHILOSOPHY OF HORROR – A SYMPHONY OF FILM THEORY di Péter Lichter, Bori Máté
(Ungheria, 2020, 60′, col.)

REGRET di Santiago Menghini (Canada, 2020, 16’, col.)

TFFdoc

“Depuis longtemps je me vantais de posseder tous les paysages possible” Arthur Rimbaud, Une saison en enfer Il paesaggio è stato tradizionalmente considerato dalle arti figurative come oggetto di contemplazione estetica o religiosa: una finestra isolata dal resto della natura che serviva per far riflettere sulle forme della creazione, sulla posizione dell’uomo nel mondo, sulla meraviglia del mondo stesso.

Con la Rivoluzione industriale il paesaggio comincia a “sporcarsi”, le periferie industriali lo invadono e il rapporto meditativo dell’uomo col paesaggio crea piuttosto nevrosi che senso del sublime. E il cinema arriva nel momento epocale di quella Rivoluzione, all’inizio del Novecento, documentando e narrando un paesaggio che subirà due guerre mondiali, disastri ecologici, migrazioni epocali. Registrando quindi anche una rappresentazione radicalmente diversa del paesaggio che diventa protagonista, in grado di “dialogare”, confliggere, con l’uomo; di provocarne le azioni e le passioni, ma anche di dimostrare la
sua totale indifferenza alle vicende dell’umano.

Il cinema delle origini è dal primo momento un costante tentativo di trovare un rapporto con il paesaggio, rapporto che resiste soprattutto grazie al cinema documentario, nonostante il cosiddetto “cinema di finzione” spesso lo releghi in ruoli secondari scenografici.

Il documentario contemporaneo ha mantenuto questa stretta relazione con il paesaggio ed è per questo motivo che TFFdoc ha deciso di dedicargli il focus di questa edizione del Torino Film Festival. Il focus sarà composto da 7 titoli divisi in 5 programmi.

Il primo nome che viene in mente è quello di Werner Herzog che ha sempre attraversato il paesaggio, mai neutro, con il suo cinema e sarà il film che chiuderà il focus a rendergli omaggio: con Dear Werner (Waking on Cinema) il giovane regista spagnolo Pablo Maqueda ripercorre il viaggio a piedi che Herzog fece nel 1974 da Monaco a Parigi con lo scopo di compiere un pellegrinaggio che avrebbe dovuto scongiurare la morte di Lotte Eisner, figura fondamentale del cinema tedesco. Il film che, invece, aprirà il focus è Virarmar / Becoming Sea di Philipp Hartmann e Danilo Carvalho: una meditazione sull’acqua tra il deserto brasiliano del Sertão e le paludi delle DIthmarschen nel nord della Germania.

C’è anche il paesaggio italiano che il maestro de teatro tedesco, Peter Stein, racconta nel suo Viaggio in Sicilia seguendo le tappe che Goethe fece sull’isola accompagnato da un disegnatore paesaggista. Il paesaggio urbano è raccontato da A Machine To Live In di Yoni Goldstein, Meredith Zielke e la protagonista del film è Brasilia, forse l’esempio più radicale del sogno rinascimentale della città perfetta ossia della possibilità di costruire un paesaggio urbano razionale in grado di integrarsi nel paesaggio naturale.

Infine, il paesaggio che diventa virtuale, ma anche emozionale nel videogioco e protagonista di My Own Landscape di Antonine Chapon e di Operation Jane Walk di Leonhard Müllner, Robin Klengel; paesaggio virtuale unico in grado di restituire fisicità alla memoria di un paesaggio che la guerra (in questo caso quella siriana) ha per sempre distrutto grazie a Backyard di Khaled Abdulwahed.

Paesaggio ad altezza animale che pervade anche il film Fuori Concorso, Gunda del regista russo Victor Kossakovsky in cui le vicende della scrofa Gunda e degli altri animali di una fattoria della Foresta Nera scardinano le prospettive della narrazione umana.

Nella cornice descritta dal focus sul paesaggio si aprono le ampie praterie dei due concorsi quello internazionale e lo storico italiana.doc giunto al 20esimo anno di età confermando così la grande scommessa che il Torino Film Festival fece puntando sul cinema documentario riconoscendolo come il genere cinematografico più capace di rimettersi sempre in questione, mettendo in questione il linguaggio stesso del cinema. I 16 che compongono i due concorsi raccontano soprattutto quanto il documentario sia sempre più inclassificabile e sempre più capace a restituire la complessità del mondo Davide Oberto.

Nel 2019 sono stati premiati per il concorso internazionale 143 Rue du desert di Hassen Ferhani (Miglior film) e Khamsin di Grégoire Couvert e Grégoire Orio (Premio speciale della giuria); per il concorso italiano Fuori tutto di Gianluca Matarrese (Miglior film) e L’apprendistato di Davide Maldi (Premio speciale della giuria).

• TFFdoc / Paesaggio
DEAR WERNER – WALKING ON CINEMA di Pablo Maqueda (Spagna, 2020, 80’, col.)
BACKYARD di Khaled Abdulwahed (Germania, 2018, 26′, col.)
A MACHINE TO LIVE IN di Yoni Goldstein, Meredith Zielke (USA-Brasile, 2020, 87′, col.)
SULLE TRACCE DI GOETHE IN SICILIA di Peter Stein (Italia, 2020, 89’, col.)
VIRAR MAR – MEER WERDEN / BECOMING SEA di Philipp Hartmann, Danilo Carvalho,
(Germania/Brasile 2020, 85’, col.)
MY OWN LANDSCAPES di Antonine Chapon (Francia, 2020, 19’, col.)
OPERATION JANE WALK di Leonhard Müllner, Robin Klengel (Austria, 2018, 17′)

• TFFdoc/Fuori Concorso
GUNDA di Victor Kossakovsky (Norvegia-USA, 2020, 93′, b/n)
Nonostante condividiamo il pianeta con miliardi di animali da fattoria, siamo spesso portati a considerarli come una mera risorsa da cui trarne un’utilità, ignorando totalmente la loro sensibilità. Gunda, attraverso il punto di vista di un maiale o il muggito di una mucca, dimostra come non siamo l’unica specie in grado di provare emozioni, avere coscienza o volontà: l’incontro con una scrofa e i suoi cuccioli, con due mucche ingegnose o ancora con un pollo da una sola zampa, ci ricorda il valore della vita di tutti gli animali che abitano il pianeta, compresa la nostra.

• Internazionale.doc
UN CUERPO ESTALLÓ EN MIL PEDAZOS di Martin Sappia, Argentina, 2020, 91’, col. e b/n
Una vita segnata dal vagabondaggio. Un personaggio che non ha lasciato indizi o mappe da seguire. Niente che riporti qualcosa su di lui. Le sue opere non avevano copioni ed esistevano solo nella fugacità del momento. Jorge Bonino era un artista non classificabile. Ha conquistato l’Europa senza interprete, usando un linguaggio inventato che tutti capivano. Un amico immaginario ha mappato le tracce che il suo corpo ha lasciato nello spazio, attraverso le storie di una vita possibile.

THE LAST HILLBILLY di Diane Sara Bouzgarrou & Thomas Jenkoe, Francia/Qatar, 2020, 80′, col. Talcum, Kentucky orientale, remota area rurale degli Appalachi dove la gente si sente poco americana. Brian Ritchie e la sua famiglia vivono da decenni in questa zona, un tempo terra di fiorenti miniere. Anno dopo anno, hanno visto svilupparsi un mix esplosivo di declino economico, disastro ecologico e violenza sociale. Li chiamano “hillbillies”, cioè bifolchi o zotici montanari, un insulto diventato per molti un segno identitario. Tra questi lo stesso Brian, che vive intrappolato tra un passato mitico e un futuro senza prospettive. È uno degli ultimi testimoni di un mondo che sta scomparendo e che, proprio per questo, ispira la sua poesia.

MÃES DO DERICK / MOTHERS OF DERICK di Dê Kelm (Brasile, 2020, 87′, col.)
Tammy è la madre di Derick; ma anche Bruna, Chiva e Ana lo sono. Il film racconta la vita di queste quattro donne che, insieme, crescono Derick, un bambino di nove anni. Lesbiche, bisessuali, non monogame e anarchiche, le mamme di Derick costruiscono la casa dove crescere il proprio figlio in una foresta sulla costa meridionale del Brasile, nonostante le minacce di sfratto da parte della polizia. Tutti insieme cantano e suonano in un film che utilizza due stili apparentemente inconciliabili: il documentario d’osservazione e il musical.

MAPPING LESSONS di Philip Rizk (Egitto, 2020, 61’, col.)
K. parte per il Levante colonizzato muovendosi nel tempo e nello spazio verso le zone dove si combattono i nuovi conflitti anticoloniali, in costante conversazione con persone da tutto il mondo. Riceve lezioni sull’agro-ecologia e sull’autogoverno, sulle energie sostenibili e su una possibile educazione al di fuori di un’ottica statalista. Ispirato alla storia siriana prima della creazione degli stati-nazione e dopo il parziale ritiro del governo dalle aree resistenti, il viaggio di K. racconta esperimenti sociali che possono diventare manuali per le generazioni future.

OUVERTURES The Living and the Dead Ensemble (Regno Unito/Francia, 2020, 132′, col.)
In Francia un ricercatore di Haiti cerca di leggere il passato attraverso lo studio stratigrafico del calcare giurassico. Contemporaneamente, ad Haiti, un gruppo di giovani attori traduce e prova Monsieur Toussaint, una pièce teatrale scritta da Édouard Glissant nel 1961. L’opera racconta gli ultimi giorni di vita di Louverture Toussaint, il rivoluzionario haitiano morto nel 1803 in esilio in una prigione sulle alpi francesi. Durante lo spettacolo gli attori iniziano a essere posseduti dai personaggi che interpretano, e alla fine il fantasma di Tossiamo si unisce alla compagnia e li guida in un viaggio verso un nuovo esilio.

A RIFLE AND A BAG di NoCut Film Collective (India/Romania/Italia/Qatar, 2020, 89′)
Somi e suo marito Sukhram si sono conosciuti giovanissimi, negli anni ’60, mentre combattevano tra le file del gruppo maoista dei Naxaliti, durante la guerriglia per rivendicare i diritti della comunità tribali indiane. Qualche anno fa hanno abbandonato il movimento e si sono arresi alla polizia. Ora vivono in una colonia costruita insieme ad altri ex compagni, ma lo status sociale di combattenti arresi sta coinvolgendo i loro figli, compromettendone il futuro: nonostante Somi e Sukhram cerchino di garantire loro la migliore educazione possibile, i loro ragazzi sono esposti a costanti rischi.

U SLAVU LJUBAVI / IN PRAISE OF LOVE di Tamara Drakuli (Serbia, 2020, 80′, col.)
Abbandonandosi al proprio mondo fatto di miti, incontri avventurosi e riflessioni sulla realtà che lo circonda, Beto mostra allo spettatore un luogo affascinante: l’ignoto. Un villaggio messicano entra in relazione con Shakespeare; alcune leggende locali con le tragedie romantiche; la vita contemporanea con la storia passata. In un simile percorso, l’amore resta un concetto fondamentale e la cura di sé stessi si rivela indissolubilmente legata alla cura dell’altro. Dopo Ocean (2014) e Wind (2016), Tamara Drakulić torna al Torino Film Festival con un documentario dal sapore magico e antropologico.

ZAHO ZAY / THE DICE KILLER Maéva Ranaïvojaona, Georg Tiller (Austria-Francia-Madagascar, 2020, 79′, col.)
Una giovane donna che lavora come custode in una prigione del Madagascar trascorre le giornate sognando a occhi aperti il padre, scomparso diversi anni prima dopo aver ucciso il suo stesso fratello. Nell’immaginazione della donna, l’uomo si trasforma in un killer leggendario che vaga per il paese e che tira dadi magici per decidere la sorte delle sue vittime. In segreto la donna spera un giorno di vederlo comparire tra i prigionieri, ma quando un nuovo detenuto sostiene di conoscerlo veramente, le sue fantasie si trasformano in incubi.

• Italiana.doc
AL LARGO di Anna Marziano (Italia, 2020, 61′, col.)
Con un flusso immersivo di parole e immagini, Al largo avvicina lo spettatore all’esperienza del dolore. Oltre l’opposizione fra egoismo e altruismo, la solidarietà e la cura dell’altro diventano azioni esistenziali in grado da sole di opporsi al potere eccessivo della vita. Dopo De la mutabilité de toute chose et de la possibilité d’en changer certaines (2011), Variations ordinaires (2012) e Al di là dell’uno (2017), Anna Marziano torna al Festival con il suo ultimo lavoro, influenzato dalla lettura di Nietzsche e Donald Winnicott.

DA LONTANO, PIÙ FORTE di Annamaria Macripò (Italia, 2019, 50′, col.)
Le pagine di un diario lungo vent’anni fanno riemergere memorie, ricordi, sogni e sensazioni di un periodo legato a doppio filo alla malattia e successivamente alla scomparsa della madre della regista. Come in un dialogo mai interrotto, immagini, suoni e fotografie, collegate al presente dalla voce fuori campo, raccontano la personale storia di un rapporto madre-figlia attraverso l’ausilio di piccole “capsule del tempo” piene di ricordi. In parallelo, una seconda voce narrante legge le parole di Roland Barthes in Journal de Deuil, lasciate a testimonianza del suo lutto.

FILM Fabrizio Bellomo (Italia-Serbia-Albania-Germania 2020, 57’, col.)
La “fabbrica diffusa” si espande. Il film la racconta tra edifici abbandonati, miniere trasformate in attrazioni turistiche, opifici dell’Europa dell’est riconvertiti alla produzione di automobili italiane; attraversa città e paesi industriali come Sesto San Giovanni (ex Stalingrado d’Italia) e Lumezzane (la città “officina” del bresciano) oggi trasfigurati. I luoghi, le immagini, i suoni. L’autore appunta e racconta mescolando telefonate, conferenze, poesie, vecchi film, spot della tv jugoslava, balletti russi, performance sperimentali. Un unico flusso che si espande in molteplici sensi e direzioni. Proprio come la
fabbrica.

KUFID di Elia Moutamid (Italia, 2020, 56′, col.)
Dopo alcune settimane trascorse in Marocco alla ricerca di luoghi e storie per un film sull’urbanizzazione e sul territorio, Elia Moutamid torna a Brescia, dove vive dopo esservisi trasferito da piccolo con la famiglia, per continuare il progetto. La pandemia lo costringe però a restare chiuso in casa e ad avviare un percorso autobiografico: Kufid è il risultato di quel percorso, un film girato durante la pandemia ma non dedicato a essa. E oltre i dubbi e le riflessioni sollevate da un virus che sconvolge famiglie e abitudini, sembra emergere un unico punto fermo: «Inch’Allah» (se Dio vuole).

PINO Walter Fasano (Italia, 2020, 60′, bn/col.)
Roma, 1968: l’artista Pino Pascali, all’apice del percorso artistico, muore a poco più di trent’anni in un incidente in motocicletta. Cinquant’anni dopo il Museo Pascali di Polignano a Mare, in Puglia, terra d’origine di Pino, compra ed espone la sua opera Cinque Bachi da Setola e un Bozzolo. Attraverso le fotografie di Pino Musi e dello stesso Pino Pascali, il racconto del ritorno di un’opera nei luoghi delle proprie origini è l’occasione per una riflessione su Pascali, in una dimensione narrativa in cui spazio e tempo si piegano e si cancellano.

SAN DONATO BEACH di Fabio Donatini (Italia, 2020, 80′, col.)
La calda estate di un quartiere popolare di Bologna: il ritmo e la reiterazione dei silenzi, i grilli pomeridiani e i suoni antichi accompagnano la desolazione e il coraggio delle persone che vi abitano. Tra il saggio visivo e il documentario musicale, uno sguardo umanista e divertito che usa l’afa estiva, la periferia assolata e le vecchie canzonette per elaborare una serie di appunti tragicomici sulla solitudine.

I TUFFATORI di Daniele Babbo (Italia/Bosnia ed Erzegovina, 2020, 74′, col.)
A Mostar in Bosnia ed Erzegovina, tutti i giorni da duecento anni i tuffatori si lanciano dallo Stari Most, il “ponte vecchio” costruito nel sedicesimo secolo: una tradizione che si tramanda di generazione in generazione e che non è stata interrotta neppure durante la guerra, nonostante il ponte, nel 1993, sia stato distrutto. Alcuni dei tuffatori portano sul corpo e nella mente i segni del conflitto, mentre i più giovani, alla ricerca del gesto perfetto, pensano al futuro. Una visione intima ed esclusiva sulla vita di un gruppo di uomini che incarnano la storia e i sentimenti del popolo di cui fanno parte.

LA VERSIONE DI JEAN di Manuela Cencetti, Jean Diaconescu, Stella Iannitto (Italia, 2020, 50’, col.)
Per quindici anni, alla periferia Nord di Torino, è esistito il campo rom di Lungo Stura Lazio, il cosiddetto Platz. Era una delle baraccopoli più grandi d’Europa. La versione di Jean è la storia di un uomo che con il suo cellulare filma e registra diversi momenti di vita quotidiana del campo, fino alla sua totale distruzione. Ora, nel grande spazio rimasto vuoto dopo lo sgombero, riaffiorano i suoi ricordi.

Italiana.corti

Italiana.corti continua a svolgere con tenacia la sua tradizionale missione di cercare il cinema nuovo, il cinema impertinente, il cinema giovane. 9 titoli in concorso e un perturbante fuori concorso raccontano quest’anno di una speciale vitalità, ancor più significativa nel tempo sospeso in cui viviamo.

Una varietà di generi rincuorante ci lascia salire sulla Circumvesuviana e scendere, in una sorta di ritorno al futuro, all’Altrove a visitare una mostra d’Oltremare che non venne mai inaugurata. Giriamo l’angolo e ci ritroviamo in un quartiere animato di malumore, ma disegnato con affetto. Non ce n’eravamo resi conto, ma ora è impossibile non farlo e allora tentiamo di fuggire salendo sul rollerblade di un giovane palestinese e cerchiamo di imparare finalmente a baciare e di non farci imprigionare in tradizioni troppo strette per noi. Cerchiamo rifugio in terre lontane sperando nella protezione degli spiriti buoni, ma dal
lago esce un mostro con la voce di Vincent Price… Theend, il regalo di Jacopo Benassi, fotografo spezzino che col suo bianco e nero abbacinato dal flash ha ridato senso alla parola Underground. Nel 2019 sono stati premiati Spera Teresa di Damiano Giacomelli (Miglior cortometraggio) e La Buca di Dario Fedele (Premio speciale della giuria ex-aequo).

ALL’ALDILA’DIQUA di Alessandra Cianelli, Opher Thomson (Italia, 2020, 30’, col.)
Sono passati 80 anni dall’inaugurazione del monumentale complesso espositivo «Altrove» di Napoli, chiuso pochissimo tempo dopo l’inaugurazione per lo scoppio della guerra nel giugno 1940. Una lettera di famiglia dà il via alla ricerca di un nonno scomparso oltremare in quella stessa guerra e in quello stesso anno. Punto di partenza sono le rovine e i resti del complesso espositivo, un archivio nascosto sempre avuto davanti agli occhi. Una missione guidata dalla meraviglia e dal desiderio, che porta alle radici culturali del pensiero coloniale occidentale.

ISSA di Stefano Cau (Italia, 2019, 12’, col.)
Un piccolo paese isolato nelle campagne sta morendo dal momento che non nascono bambini da anni. Un uomo che non si rassegna installa alcuni altoparlanti che riproducono il suono delle cose scomparse. Il paese è abitato da pochi anziani e da una sola ragazza incinta, che medita d’andarsene. La ragazza tenta la fuga, ma quando si ritrova sola in mezzo alla campagna entra in travaglio. Gli anziani riescono a raggiungerla e a farla partorire nella piazza del paese: un sacrifico, un rito di fertilità.

MALUMORE di Loris Giuseppe Nese (Italia, 2020, 12’, col.)
Ci sono quartieri in cui regna il malumore. Una madre si prende cura degli anziani nelle loro case, dove il ticchettio dell’orologio segna il tempo della giornata lavorativa e il suono dei respiri pesanti aumenta la paura del vuoto…

’NA COSA SOLA di Giovanni Sorrentino (Italia, 2020, 24’, col.)
C’è una ferrovia a Sud, intorno al Vesuvio, smossa come la terra della quale è figlia. Le persone si muovono lungo bordi di cemento, dentro carrozze di ferro, uno di fronte all’altro. Si sfiorano l’un l’altro confondendosi con il paesaggio; trasformano le stazioni nei luoghi in cui la vita è come in attesa, e aspettando consumano la loro quotidianità. Ogni stazione assume la forma di chi la abita e il tutto si fonde in un unico paesaggio umano e naturale.

NON CE NE SIAMO RESI CONTO / WE DIDN’T HAVE TIME TO REALIZE di Giordano Viozzi, Alfredo Dante Vallesi (Italia, 2020, 3’, col. e b/n.)
La voce di Pierpaolo Capovilla interpreta due cardini del pensiero di Pasolini in un cortometraggio di animazione dadaista e allucinato. Dalla propria auto, Pasolini osserva la società italiana mutare e sgretolarsi sotto la minaccia neofascista del consumismo e dello sviluppo che non sarà mai realmente progresso.

OLD CHILD di Elettra Bisogno (Belgio, 2020, 16’, col.)
Un viaggio frammentato di immagini spettrali. Scene ritrovate, tremanti, tenute insieme dai racconti esplosivi e intimi di Hazem, un giovane rollerblader di Gaza costretto a lasciare la sua terra.

SRISARAYA – UN BALSAMO PER LO SPIRITO di Patricia Boillat, Elena Gugliuzza (Svizzera/Italia, 2020, 10’, col.)
In una terra lontana gli spiriti meritevoli riposano sotto la canopea, ignorando la progressiva estinzione dell’umanità. Ogni tanto, per distrarsi, si pizzicano ferocemente e si lacerano, per poi ricomporsi emettendo piccole grida o lunghi ululati. Altrove, alcune strane usanze persistono, come ad esempio il rituale ancestrale della lanterna magica. Di questo mondo, però, non rimangono altro che i santuari. Il film è una digressione di Phnom (cioè, la collina) film sperimentale previsto per il 2021.

LA TECNICA di Clemente De Muro, Davide Mardegan (Italia, 2020, 9’, col.)
Un racconto d’iniziazione: la storia di Leonardo, figlio di un pastore, al quale Cesare, un turista appena arrivato in paese, insegnerà la tecnica più azzeccata per avvicinare la ragazza di cui è innamorato.

• Italiana.corti/Fuori Concorso
THEEND di Jacopo Benassi (Italia, 2020, 6’, col.)
Una coppia amoreggia in riva al mare, un mostro osserva dall’acqua, un uomo uccide altri due mostri e inizia il film: una lista di nomi, una lista di amici, una lista di mostri… Theend, il suicidio della cultura underground.

Back to Life
Back to Life: tornare a vivere. È questo che fanno, grazie soprattutto alla tecnologia digitale, i film restaurati. Tornano a vivere in tutto il loro splendore, pieni di dettagli ritrovati, di specificità riscoperte, di luci che si erano offuscate, di ombre che si erano appiattite, di suoni che si erano attenuati. Tornano a vivere carichi di storia e di memoria, raccontando la sensibilità autoriale che sta dietro alla loro creazione ma anche il sistema che li ha prodotti e il contesto sociale che li ha ispirati per poi accoglierli o respingerli. Dedicare una sezione ai restauri, all’interno di un festival come il nostro, è anche  ripercorrere la memoria del cinema attraverso i protagonisti stessi, testimoni preziosi di un tempo, di una storia, di un’esperienza artistica, di una società. A volte il restauro è un tributo a un film epocale (In The Mood for Love presentato nella sezione Fuori Concorso), altre volte è una sorta di risarcimento rispetto alla distribuzione che li ha ignorati, alla critica che li ha trascurati, alla storia che li ha dimenticati (Pioggia di luglio). Altre volte ancora è la restituzione della possibilità di capire: capire perché un film ha avuto quel destino o quell’altro, perché ha scatenato tante polemiche (Avere vent’anni), perché ha rappresentato un momento di rottura o ha contribuito a dare risalto a temi e persone che diversamente non ce l’avrebbero avuto (Lo stagionale, La Suisse s’interroge). Il restauro è dunque un fondamentale strumento di comprensione del passato ma anche, se non soprattutto, un’operazione che ci aiuta a leggere e interpretare la realtà presente, quella che viviamo quotidianamente. Basta citare quel magnifico film che è Il nero di Giovanni Vento, vero e proprio gioiello restaurato da Museo Nazionale del Cinema e Compass Film, precursore di una sensibilità modernissima, “opera profetica” come l’ha definito Fabio Ferzetti, per rendersi conto del portato sociale e antropologico che può avere riscoprire il cinema del passato. Proprio per questo, in questa edizione, abbiamo voluto dedicare particolare attenzione al cinema italiano e ai suoi protagonisti, capaci di portarci in viaggio
attraverso la straordinaria travagliata storia del nostro paese.

La sezione presenta inoltre uno speciale omaggio ad Antonella Rucci con due puntate della storica trasmissione di RaiTre di cui è stata autrice: Blob non solo la tv del giorno prima, il montaggio e la riproposizione critica di quel magma che scorre ogni giorno dentro il tubo catodico e che spesso merita la definizione di “cosa più orribile che abbia mai visto” ma anche uno spazio libero che si apre alle meraviglie del repertorio e dedica puntate monografiche a personaggi o avvenimenti del passato utilizzando quella miniera di immagini che sono conservate negli archivi delle Teche Rai.

AVERE VENT’ANNI / TO BE TWENTY di Fernando Di Leo (Italia, 1978, 94′, col.)
BLOB – OMAGGIO A ANTONELLA RUCCI di Antonella Rucci (Italia, 2020, 58’ col e b/n)
UN BRINDISI GEORGIANO di Giuliano Fratini (Italia/Russia, 2020, 16’, col.)
IL FEDERALE di Luciano Salce (Italia, 1961, 100, b/n)
IYULSKIY DOZHD / PIOGGIA DI LUGLIO di Marlen Khutsiev (Urss, 1967, 107′, b/n)
IL NERO di Giovanni Vento, Italia (1967, 108′, b/n)
LO STAGIONALE di Alvaro Bizzarri, Svizzera, (1970/1973, 55′, b/n)
LA SUISSE S’INTERROGE di Henry Brandt (Svizzera, 1964, 16′, col.)

Le ‘Pillole Luce’ Torino e Piemonte

Due luoghi di fondazione del cinema italiano. Torino, dove il nostro cinema ha mosso i primi passi; Cinecittà, dove è nata la sua mitologia. Sarà per questa comune elezione che il Torino Film Festival e Istituto Luce- Cinecittà hanno sempre conosciuto una naturale collaborazione, specie sotto il segno del grande documentario.

Un rapporto che si rinnova quest’anno, con le ‘pillole d’archivio’ che Luce-Cinecittà porta al TFF, in un anno di importanti cambiamenti. 12 piccolissimi film da un minuto o poco più, con immagini tratte dall’immenso Archivio storico Luce, per raccontare Torino e il Piemonte come erano un tempo e come molti spettatori forse non hanno mai visto.

Si va da una Piazza Castello del 1912, a una giornata in costume sul Po nel ’29. Dai canti delle mondine di un secolo fa, a una fiera d’anteguerra del tartufo di Alba. Dall’ordine inquietante delle ragazze della Gioventù Littoria in sfilata davanti alla sorella di Göring, alla bellezza discreta – nonostante lo speaker troppo impostato – della Sacra di San Michele. Fino a vedere, come forse mai così da vicino, la grande stella in cima alla Mole, nuovo simbolo del Festival. Magie del cinema e dell’Archivio: mostrarci come nuovo qualcosa che è nella pellicola da decenni, e con la Storia farci anche sognare.

Le pillole:
Torino città dell’arte (1912)
Industria vini spumanti (1925)
Incontro di calcio Juventus 2 – Sparta 1 (1931)
Vita balneare sulle rive del Po’ (1929)
La più grande piscina d’Europa ad Aqui (1932)
Le mondine piemontesi all’opera (1933)
Esercitazione dei Vigili del Fuoco sulla Mole Antonelliana (1933)
Torino, la canonizzazione di Don Bosco (1934)
La Sacra di San Michele in Val di Susa (1937)
La “Coppa Carpano” di sci di fondo in Val di Susa (1937)
X Fiera del tartufo ad Alba (1938)
Sfilata reparti femminili della GIL a Torino (1939)

Le Masterclass

Il Torino Film Festival organizza un programma di Masterclass: una serie di incontri con i grandi protagonisti e autori del cinema contemporaneo internazionale pensati come una chiacchierata in libertà che non si limita ad una lezione di cinema ma che va oltre, mettendo in luce curiosità inedite dei protagonisti. Le Masterclass sono organizzate in collaborazione con Università degli Studi di Torino e Politecnico di Torino che hanno selezionato e formato venti studenti che prenderanno parte attivamente agli incontri interloquendo con i relatori.

Women in Cinema: le voci in evoluzione delle donne nel cinema con le giurate del concorso Torino38 L’incontro, curato da Fedra Fateh, affronterà il ruolo delle donne nel cinema, i passi avanti, le sfide, le strategie messe in campo per raggiungere una parità di genere in ogni ambito del cinema. Le donne sono la metà del mondo e del mondo creano anche l’altra metà. Eppure nel cinema sono sotto-rappresentate. Le registe, le produttrici, le montatrici sono meno dei loro corrispettivi maschili. Spesso sono silenziose o addirittura assenti dallo schermo. Nel tempo sono stati fatti dei progressi, ma non abbastanza. Durante il dialogo si affronterà inoltre il tema dell’influenza della rappresentazione delle donne sulla vita delle
ragazze e delle donne in tutto il mondo. Protagoniste dell’incontro saranno le componenti della giuria.

La mia piccola Sama, Waad Al Kateab (For Sama, Uk, 2019, 100’)
Sabato 21 novembre, in streaming alle ore 18.00 – Spedizione torinese con Aleksandr Sokurov e i suoi allievi dell’Università Statale di San Pietroburgo

L’incontro, curato da Alena Shumakova, mette al centro del dialogo con il maestro del cinema russo contemporaneo Alexandr Sokurov il corso in “Regia del cinema di fiction e documentario e montaggio” che dal 2019 tiene presso l’Università Statale per il Cinema e la Televisione di San Pietroburgo. “Il lavoro con personalità già formate esige un’attenzione particolare. Meno di tutto vorrei cambiare o modificare il loro punto di vista sul mondo. Il nostro compito è quello di aiutare gli studenti a trovare la propria strada
nell’arte, indirizzarli, rispondere a alle domande che stanno loro a cuore”, dice Sokurov, la cui opera straordinaria è riconosciuta in tutto il mondo.

Il tempo degli inizi, 12 corti degli allievi di Aleksandr Sokurov
Domenica 22 novembre, in streaming alle ore 18.00 – Cinema e uguaglianza sociale per un mondo più giusto e sostenibile con Taghi Amirani e Walter Murch

L’incontro, curato da Fedra Fateh, mette al centro il cinema come strumento di lotta per la giustizia sociale e i diritti umani, esplorando il modo in cui i film educano e muovono il pubblico a proposito di questioni controverse che non sempre la politica è in grado ad affrontare. Documentari e film di finzione sollevano questioni complesse che uniscono e dividono le persone. Dai film indipendenti ai blockbuster hollywoodiani, il cinema ci spinge verso un mondo più inclusivo, giusto e sostenibile. Attraverso il dialogo con il fisico e regista di documentari iraniano Taghi Amirani e Walter Murch (montatore di film come Il
padrino – Parte III, La conversazione, Il paziente inglese) si ripercorrerà la storia della lavorazione del loro film così difficile e rischioso da realizzare, discutendo su quanto i film siano in grado spingere il pubblico verso una maggior responsabilità civile e sociale.

Coup 53, Taghi Amirani (Irlanda, 2019, 120’)
Mercoledì 25 novembre, in streaming alle ore 18.00 – Formare le nuove generazione di filmmaker e attivisti con Mohsen Makhmalbaf

L’incontro, curato da Fedra Fateh e Vahid Rastgou, parte dal cinema di Mohsen Makhmalbaf, uno dei più grandi registi iraniani, che da sempre usa il potere del cinema per favorire un cambiamento nel mondo. Partendo dal suo cinema e dal suo lavoro e approfondendo anche il suo ruolo di educatore, si approderà al concetto fondamentale per il regista secondo il quale se il cinema non è in grado di cambiare la società, allora è inutile. Tra i suoi tanti lavori capaci d’ispirare idee e azioni, si è scelto di proporre in programma
The Afghan Alphabet (2002) per mostrare cosa è in grado di fare il cinema: girato con una piccola camera digitale, il film ha spinto il governo iraniano a consentire ai bambini afgani di frequentare le scuole, influenzando così la vita di centinaia di migliaia di persone. In programma anche, Hello Cinema, un’altra forma di riflessione sul potere del cinema.

The Afghan Alphabet, Mohsen Makhmalbaf (Iran, 2002, 45’)
Hello Cinema, Mohsen Makhmalbaf (Iran, 1995, 75’)
Giovedì 26 novembre, in streaming alle ore 18.00 – Il cinema è scuola a cura di Daniele De Cicco

Attraverso una serie di iniziative frutto del dialogo e della collaborazione con istituzioni ed enti italiani e internazionali che si occupano di formazione, il Torino Film Festival promuove un programma composito di appuntamenti che mettono al centro la cultura cinematografica come strumento fondamentale di crescita della persona.

Una sala cinematografica per la scuola

Dal dialogo con la Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo nasce il progetto “Torino Film Festival e Riconnessioni. Una sala cinematografica per la scuola”. Grazie alla rete in fibra ottica e alla rete delle scuole di Riconnessioni, in occasione del Torino Film Festival vengono organizzati degli incontri virtuali tra alcuni giovani registi e gli studenti. Nell’incontro che si svolge durante il festival i registi, collegati dall’IC Rita Levi Montalcini Scuola Pascoli, presenteranno i loro cortometraggi a numerose scuole di Torino e provincia e gli studenti potranno interagire a distanza dialogando direttamente con gli artisti. Le scuole coinvolte (IC Rita Levi Montalcini- Pascoli, IC Vittorino Da Feltre-Fermi, IC Foscolo, IC Pacinotti, IC Ilaria Alpi, IC Pertini) sono tutte caratterizzate da un elevato grado di sviluppo nell’innovazione didattica e nella digitalizzazione degli apprendimenti. L’iniziativa, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, è coordinata dalla prof.ssa Chiara Alpestre per il Torino Film Festival e dalla dott.ssa Elisabetta De
Martino per la Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo.

La formazione dei docenti è curata da Daniele De Cicco. Il 25 novembre è prevista la proiezione di due cortometraggi del concorso Torino 38 Shorts. Al termine gli studenti dialogheranno con i registi.

La scuola prossima

Nel programma del Fuori Concorso del TFF viene presentato, in anteprima nazionale, il documentario La scuola prossima di Alberto Momo prodotto da Zomia con il contributo di Fondazione per la Scuola di Compagnia di San Paolo.

Talenti per il Fundraising

Nell’edizione 2020 del corso di alta formazione Talenti per il Fundraising organizzato dalla Fondazione CRT, viene introdotto il modulo Il fundraising per i festival cinematografici tenuto da Daniele De Cicco. Al termine delle lezioni frontali, da gennaio 2021, due studenti del corso verranno inseriti come stagisti nello staff del Museo Nazionale del Cinema e del Torino Film Festival. L’iniziativa è coordinata per Fondazione CRT dal dott. Luigi Somenzari (Attività istituzionale – Referente ricerca e istruzione) e dal dott. Matteo Fabbrini (Gestione Progetti Talenti per il Fundraising).

Opera Movie Show

Nel programma del Fuori Concorso del TFF viene inoltre proiettata in anteprima nazionale l’opera movie show L’anfora di Clio, realizzata dalla Fondazione CRT e dalla Fondazione Accademia Perosi. Il film, scritto e diretto da Mario Acampa e Riccardo Alessandri, è stato girato subito dopo il lockdown di primavera nella nuovissima area Tech delle OGR di Torino e tocca i temi del cyber bullismo, dell’amore e dell’amicizia ai tempi dei social. La colonna sonora del film che contiene arie d’opera, è stata realizzata dall’Orchestra Talenti Musicali della Fondazione CRT. L’iniziativa fa parte del progetto Diderot che offre agli studenti delle classi primarie e secondarie di I e II grado del Piemonte e della Valle d’Aosta l’opportunità di approfondire le materie tradizionali con metodologie innovative avvicinandosi a discipline che esulano dallo stretto ambito curriculare.

Due scuole di cinema italiane a cura di Luigi Barletta

Il cinema si è affermato come oggetto di studio, pratica e approfondimento portando alla costituzione di luoghi dedicati all’insegnamento del linguaggio audiovisivo. Numerosi sono i professionisti che si sono formati presso scuole di cinema come la New York Film Academy, la scuola di Łódź, la UCLA di Los Angeles o il VGIK di Mosca, rendendole celebri in tutto il mondo. Al centro del programma di incontri che si terranno presso la Mole Antonelliana sono due scuole italiane:

Scuola Nazionale di Cinema del Centro Sperimentale di Cinematografia – sede di Palermo diretta da Costanza Quatriglio. Sarà presentato, in anteprima nazionale, il cortometraggio Africa Bianca realizzato da Filippo Foscarini e Marta Violante, e prodotto all’interno del corso. Il documentario racconta l’invasione italiana dell’Etiopia attraverso il quaderno di scuola di un bambino e lo splendido materiale d’archivio dell’Istituto Luce- Cinecittà.

Istituto Statale Alfonso Casanova di Napoli

Sarà presentato il documentario Scene da un laboratorio realizzato all’interno dell’Istituto con il supporto del MIUR-Mibact. Il film racconta i sogni e le paure di un gruppo di adolescenti attraverso i video girati con i loro stessi smartphone alternati a momenti di un laboratorio teatrale.

Cortometraggi Scuole di Cinema Internazionali

Nel Fuori Concorso, trova spazio un programma speciale che presenta una selezione di cortometraggi prodotti e realizzati all’interno di importanti scuole di cinema internazionali.
The London Film School

Downbound Wayfarer di/by Juan-Felipe Balcazar (Regno Unito/Colombia, 2019, 16’)
Filmakademie Baden-Württemberg (Ludwigsburg)
Extra Sauce di/by Alireza Ghasemi (Germania, 2019, 13’)
Shanghai Vancouver Film School
Eyes of the Sea di/by Tang Li (Cina, 2020, 14’)
The Steve Tisch School of Film and Television (Tel Aviv)
39 di/by Anat Schwartz (Israele, 2020, 14’)
Columbia University School of the Arts (New York)
La virgen, la vieja, el viaje di/by Natalia Luque (Cile/Usa/Spagna, 2020, 9’)
Universitatea Nationala de Arta Teatrala si Cinematografica I.L. Caragiale (Bucarest)
Firul Rosu di/by Alexandra Fuscas (Romania, 2019, 5’)
MYMovies SAB/SAT 21 NOV

Xké. Il laboratorio delle curiosità

In questo anno strano, per la prima volta, Xké? Il laboratorio della curiosità organizza e realizza un’attività laboratoriale in streaming, aperta a tutti, che incrocia il cinema con la percezione visiva.

Durante il collegamento verranno proposte esperienze e riflessioni legate al senso della vista estrapolate da un percorso didattico strutturato in più tappe, rivolto alle scuole primarie e secondarie di I grado: attività e giochi per farsi domande, incuriosirsi all’insegna del rigore scientifico.

Gli eventi live
RadioAMARCORD
In occasione del centenario della nascita di Federico Fellini, il progetto RadioAMARCORD propone una parte sommersa del repertorio artistico del regista riminese: la sua produzione radiofonica. All’inizio degli anni Quaranta Fellini iniziò a collaborare con l’Ente Italiano Audizioni Radiofoniche (EIAR, la cui direzione generale era a Torino) come autore radiofonico. Da solo, o in coppia con Ruggero Maccari, scrisse decine di copioni: sketch, fantasie, riviste, piccole commedie che segnano di fatto il suo esordio nel mondo dello
spettacolo. In occasione del Torino Film Festival verranno messi in scena quattro di questi copioni, conservati nell’Archivio Federico Fellini-Cineteca Comune di Rimini. Con la trasformazione dei rumori in voci umane e le loro tirate sognanti, questi testi rappresentano anche in audio uno spaccato significativo del poetico e visionario universo felliniano. RadioAMARCORD nasce da un’idea di Sergio Ferrentino realizzata dalla RETE2 della Radio Svizzera Italiana.

Gli audiodrammi brevi riallestiti in versione live sono: Di notte le cose parlano, Una lettera d’amore, Dalla finestra e Un signore molto sensibile. Testi di Federico Fellini e Ruggero Maccari. Musiche originali di Gianluigi Carlone. Regia di Sergio Ferrentino. Con Alessandro Castellucci, Daniele Ornatelli, Eleni Molos, Maurizio Pellegrini, Carlotta Viscovo, Dario Sansalone. Assistente alla regia: Luca Bozzoli. Assistente di produzione: Caterina Mariani. Tecnico audio: Luca Masiero. Produzione: Fonderia Mercury.

Giovedì 26 novembre, in diretta streaming alle ore 21
Visioni resistenti
Tre performance, tre luoghi storici, tre ragioni per non smettere di sognare. Il Primo Atto si svolge al dancing Le Roi, dove il musicteller Federico Sacchi, accompagnato dall’Ukulele
Turin Orchestra, racconta il grande musicista Bill Withers attraverso la leggendaria canzone “Lean on me”.

Nel Secondo Atto, nella suggestiva cornice del cinema e teatro Maffei, l’autrice satirica Teresa Cinque presenta “Frida e Barbie”, ovvero riflessioni ironiche sul rapporto tra cinema e immagine femminile che neanche la pandemia ha intaccato.

Il Terzo Atto, ambientato al cinema Massimo, è “Explora”, un viaggio onirico creato da Project-TO, il duo formato dal compositore e artista multimediale Riccardo Mazza e la fotografa e videomaker Laura Pol. Le coordinate spaziali sono controllate gestualmente in tempo reale e immagini storiche di sale da ballo, scelte nell’Archivio dell’Istituto Luce, collegano il passato con il futuro diventando lo spazio all’interno del quale tutto si muove. Il commento musicale è generato in live-coding e costituisce la quarta dimensione, quella temporale: pulsazione e ampiezza sonora influiscono sulle immagini, contaminando il piano visivo. Regia e montaggio video: Federico Mazzi Curatore artistico: Maurizio Mao Pisani

Venerdì 27 novembre, in diretta streaming alle ore 21

Lo stesso giorno alle 17.30 sempre in streaming, il primo incontro di Schermi Eretici, durante il quale Caterina Taricano e Fabrizio Dividi intervisteranno Toni Campa, storico patron di Le Roi Dancing inaugurato negli anni Sessanta in collaborazione con Luciana De Biase. Partito da un piccolo paese in provincia di Taranto per fare fortuna, Toni Campa arriva a Torino appena tredicenne, con la ferma convinzione di fare l’attore. Ce la farà, riuscendo a realizzare anche molti altri sogni, come quello di un grande locale in cui far esibire tutti cantanti da lui più amati, il famoso Le Roi Dancing.

Schermi eretici è un programma di incontri che proseguirà nel corso del 2021 e in cui troveranno posto le tante storie di film e personaggi anticonvenzionali del mondo del cinema.

Venerdì 27 novembre, in diretta streaming alle ore 17:30

Le Giurie

• Torino 38 / Torino 38 Corti
Waad Al-Kateab (Siria) regista di stanza a Londra, ha realizzato per Channel 4 News la serie-reportage sulla guerra civile Inside Aleppo. Il suo primo documentario per il cinema Alla mia piccola Sama (2019), diretto con Edward Watts, è stato premiato con numerosi riconoscimenti, tra i quali L’OEil d’or a Cannes e il premio per il miglior documentario ai Bafta, ed è stato candidato agli Oscar. Al Festival terrà con Taghi Amirani la masterclass Film & Social Justice: Cinema Leading Us to a More Just and Sustainable World. Martha Fiennes (Regno Unito) regista, scrittrice e artista, ha diretto il sontuoso Onegin (1999), con Liv Tyler e Ralph Fiennes (vincitore del Tokyo Film Festival, nominato ai Bafta come miglior film britannico e vincitore del London Critics Award per il miglior esordiente), e Chromophobia, film di chiusura del Festival di Cannes nel 2005. Dal 2011 lavora soprattutto a progetti artistici che prevedono l’impiego delle tecnologie più avanzate e dell’intelligenza artificiale, come Yugen, presentato in anteprima a Palazzo Grassi durante la Mostra di Venezia nel 2018. Jun Ichikawa (Giappone) si trasferisce a otto anni in Italia con i genitori cantanti lirici. Dopo studi di recitazione e balletto, ma anche di ingegneria edile e lingue orientali all’Università La Sapienza di Roma, diventa attrice di teatro, cinema, televisione e doppiatrice. A 20 anni debutta al cinema con Ermanno Olmi in Cantando dietro i paraventi (2002) per poi lavorare, tra gli altri, con Dario Argento, Giuseppe
Tornatore, Lamberto Bava. Il suo ultimo film è Addio al nubilato, commedia tutta al femminile diretta da Francesco Apolloni di cui si sono appena concluse le riprese.
Martina Scarpelli (Italia) regista diplomata in animazione al Centro sperimentale di cinematografia di Torino, ha esordito con il corto Egg (2018), premiato in vari festival, tra i quali Annecy, Dok Liepzig e l’AFI Festival di Los Angeles. Specializzatasi in sviluppo e produzione di animazione e documentari animati nei workshop ASF – Animation sans frontiers e Anidox, è membro del collettivo Plastic di Viborg, in Danimarca. Attualmente è al lavoro sul suo primo lungometraggio, l’opera animata Psychomachia. Homayra Sellier (Iran) è fondatrice e amministratrice delegata di Innocence in Danger, organizzazione
non governativa nata in Francia, e poi sviluppatasi in Germania, Austria, Svizzera, Colombia, Regno Unito e Belgio, per proteggere i minori da ogni forma di abuso e sfruttamento online e offline, compresa la tratta. Laureata in due università francesi, ha scritto quattro libri e partecipato a numerosi documentari per varie tv internazionali, sempre sui temi legati alla protezione dei minori. Premiata per il suo lavoro negli Stati Uniti, è una collaboratrice del Tryon International Film Festival.

• Internazionale.Doc / Italiana.Doc
Stefano Cravero (Italia) montatore e regista, tra le sue più recenti collaborazioni come montatore: Miss Marx e Nico, 1988 di Susanna Nicchiarelli (per il quale ha ricevuto una nomination ai David di Donatello 2018), Palazzo di giustizia di Chiara Bellosi e Spaccapietre dei fratelli De Serio. Con Pietro Jona ha diretto nel 2018 il documentario Country for old men e ha inoltre scritto e codiretto due corti d’animazione, tra cui Sputnik 5 (2010) vincitore di un Nastro d’argento. Nel 2018 ha fondato con Enrico Bisi la società Base
Zero, dedicata al cinema documentario. Gaia Furrer (Italia) laureata in Storia e critica del Cinema all’Università La Sapienza di Roma, ha collaborato per alcuni anni con Italia Cinema (poi diventata FilmItalia) curando progetti nazionali e internazionali. Dal 2004 lavora come responsabile della programmazione del Noir in Festival, festival del cinema e della letteratura del giallo e del mistero. Nel 2020 è stata nominata direttrice artistica delle
Giornate degli autori, la sezione indipendente della Mostra del Cinema di Venezia per la quale lavora sin dalla prima edizione nel 2003. Paola Piacenza (Italia) responsabile della sezione cinema di «Io donna», settimanale del «Corriere della Sera», scrive anche di cultura ed esteri. Dal 2003 collabora con Radiotre Rai per Piazza Verdi. Come reporter e filmaker, ha realizzato The Land of Jerry Cans (2009), girato lungo la frontiera Iran-Iraq, In
nessuna lingua del mondo (2011), sull’enclave russa di Kaliningrad e la regione di Tropoje in Albania, In uno stato libero (2012), girato nel sud della Tunisia durante e dopo la Primavera araba, Ombre dal fondo (2016), sull’inviato di guerra Domenico Quirico.

• Italiana.Corti
Martina Angelotti (Italia) curatrice d’arte e scrittrice, lavora all’ideazione e produzione di progetti curatoriali multidisciplinari. Per sei anni è stata direttrice artistica di Careof, organizzazione no profit per l’arte contemporanea nata nel 1987. Dal 2007 è curatrice e fondatrice di ON, progetto che indaga il rapporto fra arte e sfera pubblica attraverso la ricerca, il dialogo, la commissione di nuovi lavori ad artisti e ricercatori a livello internazionale. Tiene seminari di Storia dell’arte contemporanea all’Università Cattolica di Milano, all’Alpen Adriat Universitat di Klagenfurt e allo IUAV di Venezia. Francesco Dongiovanni (Italia) vive e lavora in Puglia. Interessato all’etnografia, al paesaggio,
all’archivio e alla memoria, con i suoi lavori si muove tra il documentario d’osservazione e il cinema di ricerca. Lavora per la casa di produzione Murex, da lui fondata con i suoi collaboratori. Ha girato un lungometraggio I giorni e le opere (2019), che ha partecipato in concorso al Torino Film Festival, come in precedenza i cortometraggi Anapeson (2015), Studio (2016) e The Riddle (2017). Nel 2020 ha diretto Non si sazia l’occhio (2020). Elisa Talentino (Italia) lavora con illustrazione, grafica d’arte, pittura e animazione. Ha collaborato con «The New York Times», «The Washington Post», Goethe Institut, Arizona Theatre Company, Einaudi, Mondadori, «La Repubblica», «Corriere della Sera», Bompiani, Il Saggiatore e molti altri. Ha vinto per due anni consecutivi la Gold Medal nel concorso 3 x 3 International Illustration Awards di New York. Nel 2017 ha realizzato il corto d’animazione Dandelion diventato anche un libro. A ottobre 2020 ha pubblicato “Quando il mondo era tutto azzurro”.

• Giuria Fipresci
Hala EL Mawy (Egitto) giornalista, critica cinematografica e speaker radiofonica per il dipartimento francese dei servizi europei di Radio Cairo, cura e presenta una rubrica settimanale di cinema su Radio Le Caire. Scrive di cinema sul quotidiano in lingua francese «Le Progres Egyptien». Ha organizzato varie manifestazioni cinematografiche in Egitto e dal 2015 è curatrice presso il Luxor African Film Festival. Per molti anni ha curato e moderato gli incontri delI’Ismailia International Film Festival for Documentary and Short Films.
Ariel Schweitzer (Israele) storico del cinema e critico di «Les Cahiers du Cinema», insegna all’Università Paris VII e all’Università di Tel-Aviv. È autore di volumi in francese e ebraico sul cinema israeliano come Le nouveau cinema israélien o Le cinéma israélien de la modernité ed è co-curatore del volume italiano ll cinema israeliano contemporaneo (Marsilio, 2009). Ha organizzato numerose retrospettive in Israele, Europa e Sud America dedicate a Robert, Bresson, Jean-Luc Godard, Jacques Rivette, Vittorio De Sica, David Perlov, Amos Gitai e Uri Zohar. Silvana Silvestri (Italia) giornalista professionista e critico cinematografico, cura «Alias», l’inserto culturale di «Il manifesto», quotidiano con il quale collabora fin dalla sua fondazione. Ha partecipato come giurata a numerosi festival internazionali e collaborato a varie riviste specializzate e all’Enciclopedia Treccani. Ha pubblicato Otar Iosseliani (Leuto), Kevin Costner (Gremese), Lucian Pintilie (Festival di
Pesaro), Il caso Véronique (con Francesca Massaro), da cui è stato tratto il film L’étà d’oro di Emanuela Piovano.

Premi
Premio Stella Della Mole per l’innovazione Artistica 2020 a Isabella Rossellini
Torino 38 | Concorso Internazionale Lungometraggi
Miglior Film: euro 18.000
Premio Speciale della Giuria
Miglior Attrice
Miglior Attore
Miglior Sceneggiatura
Torino 38 Corti | Concorso Internazionale Cortometraggi
Miglior Film: euro 2.000
Premio Speciale della Giuria
TFFDoc – Internazionale.doc | Concorso Internazionale Documentari
Miglior Film: euro 6.000
Premio Speciale della Giuria
TFFDoc – Italiana.doc | Concorso Documentari Italiani
Miglior Film: euro 6.000
Premio Speciale della Giuria
Italiana.corti | Concorso Cortometraggi Italiani
Miglior Film: euro 2.000
Premio Speciale della Giuria
Premio Fipresci
Miglior Film Torino 38
Premi Collaterali
Premio RAI Cinema Channel
Miglior film scelto tra quelli presentati nelle sezioni Torino 38 Corti e Italiana.Corti: euro 3.000 e acquisizione diritti web e free tv per l’Italia
Premio Achille Valdata
Giuria dei lettori di Torinosette – La Stampa
Miglior Film Torino 38
Premio Stella della Mole per l’innovazione Artistica 2020 a
Isabella Rossellini
Novità del 38esimo Torino Film Festival è il Premio Stella della Mole per l’Innovazione Artistica che sarà attribuito ogni anno ad artisti che contribuiscono in modo originale, universale e senza tempo alla cultura cinematografica.

Il Premio Stella della Mole per l’Innovazione Artistica viene conferito quest’anno a Isabella Rossellini quale riconoscimento per la sua inesauribile creatività, l’esplorazione di ogni forma d’arte e l’incommensurabile capacità di trasformarsi.

Con la sua grazia elegante, la sua raffinatezza e l’intrepida capacità di esplorare nuovi orizzonti ha saputo portare bellezza in ogni forma d’arte con la quale si è misurata, dal cinema al teatro, ai video musicali, alla moda.

Isabella Rossellini è cresciuta tra Parigi e Roma e si è trasferita a New York City quando aveva diciannove anni. Ha avuto grande successo come modella apparendo su numerose copertine di riviste come «Vogue», «Elle», «Harper’s Bazaar» e «Vanity Fair». Ha anche lavorato come attrice prendendo parte a numerosi film diretti da straordinari registi come Robert Zemeckis, David O. Russell, David Lynch, Robert Wilson, Taylor Hackford, Marjane Satrapi, Guy Maddin. Tra i suoi film americani più importanti Velluto blu, Cuore selvaggio, Il sole a mezzanotte, Cugini, La morte ti fa bella, Fearless – Senza Paura, Big Night e più recentemente Joy. È molto impegnata nella conservazione dello straordinario patrimonio
cinematografico della sua famiglia, compresi i film diretti dal padre, Roberto Rossellini e quelli con la madre, Ingrid Bergman. Isabella ha un master in Comportamento animale e Conservazione. Ha realizzato una serie di cortometraggi pluripremiati, Green Porno, Seduce Me e Mammas, che mettono in scena in forma comica approfonditi studi scientifici sul comportamento animale. Ha girato in cinquanta diverse città con un monologo basato sui suoi cortometraggi scritti con il premio Oscar Jean Claude Carriere. Di recente è stata in tournée con il suo nuovo spettacolo teatrale, Link Link Circus, che tratta del comportamento e della cognizione degli animali.

La Stella del Torino Film Festival
La Mole Antonelliana è l’edificio simbolo della Città di Torino e, dal 2000, anche la sede del Museo Nazionale del Cinema. Guardando in alto, in cima alla guglia della Mole, chiunque passi ai piedi del monumento può vedere una stella che non è solo il punto più alto della Mole, ma anche un oggetto complesso, sfaccettato, misterioso e con una storia affascinante che la rende una perfetta icona.

Per questo il Torino Film Festival ha deciso di dedicarle la nuova identità visiva rendendola
simbolicamente emblema della manifestazione. Scegliendo la Stella come suo simbolo, il Torino Film Festival vuole celebrare il suo impegno per l’innovazione, la diversità e la collaborazione collegando la storica eccellenza tecnologica di Torino con il suo spirito innovativo e una creatività in continua evoluzione. La Stella della Mole, il riconoscimento massimo che riceveranno i vincitori del Festival, mette in relazione il passato di Torino con il suo futuro, la “culla” del cinema italiano con i talenti del cinema giovane di tutto
il mondo che il festival scopre e fa conoscere ogni anno. Il Premio Stella della Mole è progettato a partire dai disegni degli architetti Ferdinando Cartella e Giuseppe Mura grazie alla collaborazione con Politecnico di Torino e Competence Industry Manifacturing 4.0.

Il premio è realizzato in alluminio, in 3D, con la tecnica della manifattura additiva o additive
manufacturing che consentirebbe di “creare” l’oggetto ovunque utilizzando i dati digitali: una grande opportunità in termini di sostenibilità ambientale. Il Museo Ferroviario Piemontese di Savigliano ha realizzato un modello della Stella della Mole a grandezza naturale che sarà visibile durante il Torino Film Festival in piazza Castello.

Ryan Reynolds e Hugh Jackman riaccendono la loro faida per una nobile causa

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Ryan Reynolds, star di Deadpool, e Hugh Jackman, star del franchise di X-Men, hanno riportato all’attenzione del pubblico la loro storica faida per una giusta causa. Naturalmente, i due attori hanno creato questa faida pubblica per fini puramente mediatici, poiché Reynolds e Jackman sono ottimi amici nella vita reale.

Ci sono stati numerosi esempi dei due attori che si sono presi in giro a vicenda sia attraverso la stampa che sui social media. Più recentemente, Jackman ha usato Twitter per condividere una vecchia foto di Reynolds da bambino, quando era già un attore, per augurargli buon compleanno. Post come questo tendono sempre ad attirare l’attenzione dei media e dei fan, e di recente i due attori hanno sfruttato proprio questa loro capacità attrattiva per sensibilizzare in merito ad una causa importante.

In un recente video pubblicato sul canale YouTube di Ryan Reynolds, lui e Hugh Jackman si sono seduti insieme e hanno riacceso la loro faida di vecchia data, ma questa volta per dei motivi veramente nobili. Come spiegano Reynolds e Jackman nel video, ognuno di loro rappresenterà un ente di beneficenza presso la catena di magazzini al dettaglio Sam’s Club, incoraggiando i clienti a fare donazioni a uno dei due enti di beneficenza e “schierarsi” o dalla parte di Reynolds o da quella di Jackman.

Jackman sosterrà la Laughing Man Coffee, una società che promuove condizioni di lavoro eque per i coltivatori di caffè, mentre Reynolds rappresenterà la Sick Kids Foundation, a sostegno dei bambini ricoverati e delle loro famiglie. Anche se il video fa sembrare che Jackman e Reynolds siano in competizioni per le donazioni, un disclaimer del Sam’s Club indica che la medesima somma di denaro verrà donata ad entrambe le associazioni di beneficenza. In definitiva, l’unica vera posta in gioco in questa competizione è chi tra i due attori, alla fine, avrà il diritto di potersi proclamare “vincitore” agli occhi dell’altro. 

James Bond: la prima pistola usata da Sean Connery sarà venduta all’asta

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La prima pistola di James Bond usata da Sir Sean Connery sarà in vendita. A partire da Agente 007 – Licenza di uccidere del 1962, l’attore scozzese è diventato un’icona internazionale grazie al ruolo dell’agente segreto, apparendo in ben sette film della saga nel corso di due decenni. La versione di Connery di 007 è nota per essere a sangue freddo e oscuramente magnetica, deviando notevolmente dal personaggio originale del romanziere  Ian Fleming, che era una figura per lo più neutrale.

Roger Moore, che ha continuato a interpretare un Bond più ironico tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, una volta chiamò Connery il solo ed unico James Bond, considerandolo responsabile della popolarità globale del personaggio. Omaggi da ogni parte del mondo sono giunti in seguito alla notizia della tragica scomparsa di Sean Connery all’età di 90 anni, con colleghi e fan che hanno notato come lo stile di 007 sia ancora impresso nell’odierna cultura pop. Le placide battute ogni volta che Bond abbatte un nemico, il martini “scosso, non mescolato” e la sagoma scura di Bond che spara contro lo schermo sono solo alcuni dei marchi di fabbrica che Connery ha introdotto oltre 50 anni fa.

Ora, un fortunato fan dalle tasche larghe avrà la possibilità di possedere la prima pistola di James Bond che Sean Connery ha usato in Agente 007 – Licenza di uccidere. La CNN riferisce che la pistola a elica Walther PP usata come sostituto della firma Walther PPK di Bond sarà l’elemento principale dell’asta “Icons & Idols Trilogy: Hollywood” il prossimo 3 dicembre. Julien’s Auctions, la casa d’aste dietro l’evento, afferma che si prevede che la pistola a elica raggiunga offerte fino a $ 200.000.

Bapty, lo storico fornitore britannico di armi di scena per produzioni cinematografiche e televisive, possedeva la Walther PP di Agente 007 – Licenza di uccidere fino al 2006, quando è stato poi venduto all’asta. Quell’acquirente ha tenuto la pistola per 14 anni e ora ha deciso di venderla all’asta a dicembre, che presenterà oltre 500 altri oggetti usati in classici film di Hollywood. Tra gli articoli messi in vendicata anche il casco da pilota di Tom Cruise in Top Gun e l’Hoverboard di Ritorno al futuro – Parte II. 

Star Wars: le 10 migliori performance della Saga degli Skywalker

Star Wars: le 10 migliori performance della Saga degli Skywalker

La recitazione non è mai stato uno dei grandi argomenti di discussione quando si parla della saga di Star Wars. Eppure, per la maggior parte degli attori coinvolti nel franchise, prendere parte alla celebre saga fantascientifica ha rappresentato una vera e propria sfida. Screen Rant ha raccolto le 10 migliori performance della Saga degli Skywalker:

Anthony Daniels – C-3PO

Sebbene sia stato profondamente cambiato nella trilogia sequel (troppi i buchi di trama relativi al personaggio ne L’Ascesa di Skywalker), C-3PO è una delle figure più importanti della saga di Star Wars. Nel film originale del 1977, lui e R2-D2 sono gli unici due personaggi principali che seguiamo per i primi 25 minuti.

La capacità di Anthony Daniels di interpretare le emozioni di Threepio è stata enormemente sottovalutata. L’attore è avvolto nel metallo, incapace di muovere il viso o le braccia, eppure la personalità dell’ansioso droide protocollare traspare sempre, chiara come il giorno.

Liam Neeson – Qui-Gon Jinn

Liam Neeson ha rifiutato il ruolo di Boromir nella trilogia de Il Signore degli Anelli perché non voleva interpretare un altro personaggio che veniva ucciso nel primo capitolo di una trilogia di successo. Tuttavia, ha comunque lasciato il segno nei panni del maestro di Obi-Wan, Qui-Gon Jinn, ne La minaccia fantasma.

La sequenza “The Duel of the Fates” è uno spettacolo folgorante che culmina in una delle scene di morte più strazianti dell’intera saga. Grazie a Neeson, Qui-Gon aveva sviluppato forti legami sullo schermo con personaggi come Obi-Wan, Anakin e persino Jar Jar, cosa che ha contribuito a rendere la sua prematura scomparsa ancora più d’impatto. 

James Earl Jones – Darth Vader

Anche se il fisico massiccio di David Prowse è ciò che ha dato a Darth Vader la sua terrificante presenza sullo schermo, è stata la voce di James Earl Jones sulle battute di Prowse che ha davvero dato vita all’iconico cattivo.

La voce di Jones è forse più forte di qualsiasi altra sul pianeta. Attraverso la sua voce trasuda tutta l’autorità di Vader. Insieme ad una scrittura magistrale, l’indimenticabile battuta: “No, io sono tuo padre!”, ha dato vita probabilmente al più grande colpo di scena nella storia del cinema.

Mark Hamill – Luke Skywalker

Secondo diversi report, all’epoca della produzione del primo Star Wars, né lo studio né le persone coinvolte nella sua realizzazione credevano nelle potenzialità della storia. Tra le poche persone che credevano invece nelle potenzialità di ciò che la mente di George Lucas aveva partorito, c’era un giovane Mark Hamill.

Hamill ha preso sul serio il mito di Star Wars fin da quando ha iniziato ad interpretare Luke, portando un vero pathos al viaggio dell’eroe nella trilogia originale (nonostante, alla fine, lo stesso attore non abbia mai approvato l’arco narrativo del personaggio nella trilogia sequel).

Natalie Portman – Padmé Amidala

Tra classici di genere divenuti cult come Léon e capolavori vincitori di Oscar come Black Swan, la filmografia di Natalie Portman presenta un paio di franchise di successo che alla fine hanno fatto perdere interesse per il suo personaggio nella saga di Star Wars. È stata trasformata in un personaggio di sfondo nei film di Thor (anche se Taika Waititi sta attualmente lavorando per rimediare all’errore!) e l’arco di Padmé ha preso un’impennata in La vendetta dei Sith.

Ne La minaccia fantasma, Padmé è una feroce regina che combatte in prima linea con i suoi soldati e va sotto copertura per tenere d’occhio Qui-Gon su Tatooine. Ne L’attacco dei cloni, le sue scene romantiche con Anakin si rivelano piatte, ma è stata comunque protagonista di alcune memorabili scene d’azione nell’arco finale. Poi, ne La vendetta dei Sith, si deprime finché non muore di tristezza. Anche quando la scrittura non era all’altezza, Portman ha saputo rendere giustizia al ruolo.

Adam Driver – Ben Solo

Anche se grandi attori come John Boyega e Oscar Isaac sono stati privati ​​del materiale per fornire prestazioni sostanziali nella trilogia del sequel, come ha sottolineato lo stesso Boyega, gli sceneggiatori avevano materiale in abbondanza per Daisy Ridley e Adam Driver.

Driver, in particolare, è sempre riuscito a dare un certo grado di sfumatura alle scene di Kylo Ren, anche se il suo arco narrativo complessivo è stato confuso e incoerente.

Carrie Fisher – Leia Organa

L’arguzia dirompente di Carrie Fisher è ovunque nella trilogia originale di Star Wars, e non solo nella sua interpretazione di Leia Organa, dal momento che l’attrice ha contribuito ai dialoghi di George Lucas sul set, quindi è fondamentalmente una co-autrice non accreditata.

Leia è tecnicamente una principessa che ha bisogno di essere salvata, ma sovverte quel tropo da favola salvando i suoi soccorritori pochi secondi dopo, quando rovinano il piano (e anche resistendo alla tortura ed essendo il capo di una milizia di estrema sinistra). Fisher è stata l’icona femminista perfetta per dare vita a Leia.

Ewan McGregor – Obi-Wan Kenobi

Dopo che Alec Guinness ha fatto del vecchio Ben Kenobi un’icona, Ewan McGregor ha affrontato la sfida di dover interpretare un giovane Jedi alquanto tosto, che potrebbe essere la versione più giovane del Kenobi di Guinness pur restando una performance distintamente McGregoriana. 

È giusto dire che McGregor è riuscito nel suo intento. Il suo carisma disinvolto, l’impulso incorruttibile a fare la cosa giusta e quei generali accenni di salubrità sono puro Obi-Wan. McGregor è l’unico attore in grado di conferire fascino irresistibile e capacità di resistenza alla battuta: Hello There“. 

Harrison Ford – Han Solo

Proprio come la devozione di Mark Hamill ai miti di Star Wars era perfetta per il ruolo di Luke Skywalker, il cinismo sarcastico di Harrison Ford verso il materiale era perfetto per il ruolo di Han Solo.

Ford potrebbe non essere necessariamente un contrabbandiere intergalattico, ma è Han Solo. Alden Ehrenreich ha fatto un ottimo lavoro interpretando il giovane Han, ma semplicemente non c’è modo di sostituire Ford nei panni del personaggio.

Ian McDiarmid – Emperor Palpatine

Ian McDiarmid è uno dei pochi attori di Star Wars ad interpretare il suo ruolo in tutte e tre le trilogie. Il giovane McDiarmid ha interpretato il vecchio Palpatine nella trilogia originale, poi il vecchio McDiarmid ha interpretato Palpatine relativamente giovane nella trilogia prequel, poi ancora il vecchio McDiarmid ha interpretato il clone-zombi Palpatine nella trilogia sequel.

In tutti i casi, l’equilibrio tra accampamento ingannevole e autentica minaccia di McDiarmid era semplicemente perfetto per il ruolo del malvagio mago dello spazio, il burattinaio che tira segretamente i fili dell’intera galassia.

Zack Snyder ha già una storia su Darkseid per un sequel di Justice League

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Zack Snyder ha rivelato di avere già alcune idee per un sequel di Justice League. Il film è uscito nel 2017 ed ha riunito sul grande schermo i personaggi di Batman, Superman, Wonder Woman, Flash, Aquaman e Cyborg. Justice League è stato accolto negativamente da critica e pubblico, soprattutto perché la versione cinematografica – affidata a Joss Whedon – si è rivelata molto diversa da quella che era la visione iniziale di Zack Snyder.

Come la maggior parte dei fan saprà, Snyder ha dovuto abbandonare il progetto nel bel mezzo della produzione a causa di una tragedia familiare; la Warner Bros. ha così incaricato Whedon di portare a compimento il film. Pen anni i fan hanno chiesto a gran voce di poter vedere la versione originale di Justice League ad opera di Zack Snyder, e finalmente il prossimo anno il taglio originale del regista arriverà su HBO Max sotto forma di miniserie divisa in quattro parti.

Durante una recente ospitata nello show “League of Mayhem” di The Nerd Queens su YouTube (via Screen Rant), Zack Snyder ha rivelato di avere già pronta una storia per Darkseid che si espande oltre ciò che verrà raccontata nella Snyder Cut di Justice League. Il regista ha spiegato che dopo che ad un evento del Comic-Con è stato chiesto a Ray Porter se fosse interessato a tornare nei panni di Darkseid dopo l’uscita della Snyder Cut, i due hanno avuto una conversazione su tale possibilità.

“Io e Ray Porter abbiamo parlato a lungo del personaggio e delle cose che avrebbe potuto dire al riguardo, del modo più giusto per rispondere a certe domande”, ha spiegato Snyder. “Abbiamo parlato di cosa succede quando Darkseid viene sulla Terra, della sua idea riguardo al personaggio e delle cose che sapeva di lui. La verità è che ho avuto un’idea e ho scritto una bozza completa. Sì, so cosa succede quando Darkseid… lo so. Speculare su cosa accadrà è eccitante. Penso che sia una bella cosa.”

Queste dichiarazioni di Snyder sono innegabilmente criptiche, ma non dovrebbe sorprendere più di tanto che il regista sappia dove andrà a finire la storia di Darkseid. La domanda è: le riprese aggiuntive della Snyder Cut di Justice League aggiungeranno elementi in tal senso? Il taglio di Snyder darà finalmente alla narrativa del DCEU un degno finale? Solo il tempo ce lo dirà…

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

American Horror Story 10: nuovo poster ufficiale

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American Horror Story 10: nuovo poster ufficiale

Il canale americano FX dopo il teaser poster ha diffuso un nuovo poster di American Horror Story 10, l’attesa decima stagione della serie horror American Horror Story creata da Ryan Murphy.

American Horror Story 10

American Horror Story 10

American Horror Story 10 è la decima stagione della serie tv tv horror creata da Ryan Murphy e Brad Falchuk per il canale americano FX.

In American Horror Story 10  protagonisti saranno Macaulay Culkin, Sarah Paulson, Evan Peters, Lily Rabe, Leslie Grossman, Kathy Bates, Angelica Ross e Finn Wittrock.

Star Wars: i piani originali di George Lucas per la trilogia sequel

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In seguito all’accoglienza negativa riservata a Star Wars: L’Ascesa di Skywalker e alla conclusione effettiva della Saga degli Skywalker, la Disney e la Lucasfilm sono attualmente impegnate a rimodellare l’intero assetto narrativo della celebre saga fantascientifica. Non si conoscono ancora i piani per il futuro del franchise, ma a quanto pare una nuova trilogia sarebbe già in cantiere, con nuove storie, nuove ambientazioni e, soprattutto, nuovi personaggi.

Uno degli errori che i fan hanno sempre imputato alla Lucasfilm è quello di non aver preso in prestito per lo sviluppo della trilogia sequel alcune delle idee originali di George Lucas per i tre episodi finali della saga. Proprio di recente, sono stati rivelati alcuni dettagli su ciò che il “papà” di Star Wars aveva in mente per la conclusione dello storico franchise, quindi per gli Episodi VII, VIII e IX. 

In un estratto da “The Star Wars Archives: Episodes I-III 1999-2005” condiviso tramite Reddit (via CBM), è stato rivelato che George Lucas voleva che Darth Maul fosse il cattivo principale della trilogia sequel, mentre Darth Talon avrebbe dovuto interpretare un ruolo molto simile a quello di Darth Vader. Inoltre, Luke Skywalker si sarebbe concentrato sulla ricostruzione dell’Ordine Jedi, mentre Leia Organa sarebbe diventata finalmente Cancelliere Supremo.

È una lettura certamente interessante, e forse la strada che Lucas aveva pensato di intraprendere si sarebbe potuta rivelare molto più intrigante di quello che poi abbiamo visto nei due film realizzati da J.J. Abrams (Il Risveglio della Forza e L’Ascesa di Skywalker) e da Rian Johnson (Gli Ultimi Jedi). Ad ogni modo, parte delle idee originali di Lucas per la trilogia sequel pare siano stato poi usate dalla Lucasfilm per The Clone Wars, così come Dave Filoni si sarà sicuramente ispirato a quelle stesse idee per Star Wars Rebels. 

Batman v Superman: nuovi dettagli sulla morte di Robin per mano del Joker

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Di recente è stato confermato che il premio Oscar Jared Leto tornerà a vestire i panni del Joker nella Snyder Cut di Justice League che arriverà su HBO Max il prossimo anno. Secondo una delle teorie più accreditate, nell’universo di Zack Snyder è stato il Clown Principe del Crimine ad uccidere Dick Grayson, alter ego di Robin, a Villa Wayne prima di darle fuoco. Ciò spiegherebbe la famosa scena del costume vandalizzato presente in Batman v Superman: Dawn of Justice e perché Bruce Wayne non ha mai restaurato la sua vecchia abitazione.

Di recente, l’artista Douglas J. Stewart ha condiviso via Instagram un primo piano del costume di Robin, descrivendo nel dettaglio il lavoro svolto per realizzarlo. Stewart ha spiegato che “Robin è stato brutalmente assassinato e poi dato alle fiamme dal Joker. La storia è stata anticipata dal costume vandalizzato in mostra all’interno della Batcaverna”. Si tratta di un modo triste e certamente orribile per far morire il Ragazzo Meraviglia. Naturalmente, la questione apre anche ad un altro interrogativo, e cioè perché Batman non abbia compiuto chissà quale sforzo enorme per eliminare il Joker in Suicide Squad.

Se siamo fortunati, è probabile che il coinvolgimento di Jared Leto nella Snyder Cut di Justice League servirà proprio a sciogliere questo nodo e a raccontare finalmente cosa sia accaduto al Robin del DCEU. Prima dell’annuncio della release della Snyder Cut, l’easter egg di Robin in Batman v Superman sembrava essere destinato a non avere una propria compiuta spiegazione, dal momento che tutti i piani che Zack Snyder aveva per Robin o per un eventuale film dedicato a Nightwing sono stati demoliti. Anche se il personaggio di Grayson non avrà un futuro sul grande schermo oltre Justice League, la speranza è che i fan possano almeno scoprire qualcosa di più sulla sua tragica scomparsa.

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

S.W.A.T. 4×01: clip dalla season premiere

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S.W.A.T. 4×01: clip dalla season premiere

Il network americano della CBS dopo le anticipazioni ha diffuso le clip di S.W.A.T. 4×01, il primo episodio dell’attesa quarta stagione di S.W.A.T.

 Le guest star di S.W.A.T. 4×01 includono Donald Dash nei panni del 17enne Hondo e Rico E. Anderson nei panni del giovane Daniel Sr. Episodio scritto dal produttore esecutivo Aaron Rahsaan Thomas.

https://youtu.be/NXFUw_2tdd0

S.W.A.T. 4×01

S.W.A.T. 4 è la quarta stagione della nuova serie tv creata da Aaron Rahsaan Thomas per il network americano della CBS.

Nel cast di S.W.A.T. 4 protagonisti sono Sergente Daniel “Hondo” Harrelson, interpretato da Shemar MooreJessica Cortez, interpretata da Stephanie Sigman, Jim Street, interpretato da Alex Russell, David “Deacon” Kay, interpretato da Jay Harrington, Christina “Chris” Alonso, interpretata da Lina Esco, Dominique Luca, interpretato da Kenny Johnson, Jeff Mumford, interpretato da Peter Onorati, Victor Tan, interpretato da David Lim.

Guardiani della Galassia Vol. 3: la sceneggiatura non è mai cambiata

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Il regista James Gunn ha confermato che la sceneggiatura di Guardiani della Galassia Vol. 3 è stata finalmente completata. Gunn ha presentato al mondo la squadra di supereroi guidata da Peter Quill (Chris Pratt) in Guardiani della Galassia del 2014. Il film divenne rapidamente un successo di critica e di pubblico, tanto che Gunn tornò dietro la macchina da presa anche per Guardiani della Galassia Vol. 2. Grazie alla leadership e alla visione unica di Gunn, i Guardiani si sono trasformati in una vera e propria pietra miliare dell’Universo Cinematografico Marvel.

Anche se le riprese di Guardiani della Galassia Vol. 3 non sono ancora partite, il film ha già dovuto affrontare numerose sfide. Gunn era stato originariamente scelto per dirigere anche il terzo episodio del franchise. Tuttavia, il regista e sceneggiatore è stato temporaneamente licenziato dalla Disney dopo che una serie di suoi vecchi tweet ritenuti razzisti erano stati riportati all’attenzione del web. Successivamente, Gunn è stato riassunto dalla multinazionale e associato nuovamente alla regia del Vol. 3. Prima di girare il terzo capitolo della saga, però, Gunn si dedicherà all’annunciata serie targata HBO Max e dedicata a Peacemaker, spin-off dell’attesissimo The Suicide Squad in arrivo il prossimo anno e diretto proprio da Gunn per conto della “concorrente” Warner Bros.

Anche se l’attesa, per tutti i fan, continua ad essere straziante, di recente James Gunn ha confermato via Twitter che Guardiani della Galassia Vol. 3 non è affatto morto, anzi: il regista e sceneggiatore ha confermato che la sceneggiatura è stata finalmente completata e che la maggior parte dei responsabili di produzione del film sono stati assunti dalla Disney. Gunn ha inoltre confermato che la sceneggiatura non ha subito cambiamenti significativi dal momento in cui è stato licenziato fino a quando non è poi stato riassunto.

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 non ha ancora una data di uscita ufficiale. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente a Febbraio 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff e Karen Gillan, con Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

Chicago PD 8×01: clip dall’episodio

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Chicago PD 8×01: clip dall’episodio

Il network americano della NBC dopo il dietro le quinte ha diffuso una clip di Chicago PD 8×01, il primo episodio dell’annunciata ottava stagione di Chicago PD.

https://youtu.be/7m10i29NzxE

Chicago PD 8×01

Chicago PD 8 è l’ottava stagione della serie tv Chicago PD creata da Dick Wolf e che fa parte del franchise televisivo basato su Chicago trasmesso dal network americano NBC.

In Chicago PD 8 ritorneranno i personaggi Henry “Hank” Voight (stagioni 1-in corso), interpretato da Jason Beghe è il capo dell’Unità Intelligence del Dipartimento di Polizia di Chicago. Voight è un poliziotto tosto che finisce sempre quello che comincia, anche se significa non rispettare le regole. La sua squadra lo rispetta, anche se è sospettato di essere corrotto. Il suo defunto padre era un agente di polizia, proprio come lui. È rimasto vedovo di sua moglie, Camille. Jay Halstead (stagioni 1-in corso), interpretato da Jesse Lee Soffer, è un membro dell’Intelligence, e partner del Detective Erin Lindsay, che in seguito diventerà la sua fidanzata. È stato un Ranger dell’Us Army. È uno dei pochi che occasionalmente si oppone a Voight, trovando i suoi metodi troppo discutibili, ma nonostante tutto tra i due vige un forte rispetto reciproco. Adam Ruzek (stagioni 1-in corso), interpretata da Patrick John Flueger, è il partner del Detective Alvin Olinsky. Voight chiese ad Alvin di assumere un agente dall’accademia, e lui scelse Adam vedendo in lui un grande potenziale.

Kevin Atwater (stagioni 1-in corso), interpretato da LaRoyce Hawkins, è l’ex partner dell’agente Kim Burgess, promosso all’Intelligence. Nonostante sia cresciuto in un brutto quartiere, è un ragazzo onesto con un forte senso del dovere. Kimberly “Kim” Burgess (stagioni 1-in corso), interpretata da Marina Squerciati, è l’ex partner dell’agente Kevin Atwater ed è fidanzata con l’Agente Adam Ruzek. Prima di diventare un agente di polizia, era un’assistente di volo. Sergente Trudy Platt (stagioni 1-in corso), interpretata da Amy Morton, Sean Roman (stagioni 2-3, guest 7), interpretato da Brian Geraghty, Hailey Upton (ricorrente stagione 4, stagioni 5-in corso), interpretata da Tracy Spiridakos, Detective dell’unità rapine-omicidi, quando lavorerà insieme all’Intelligence in un caso di rapine in banca si unirà temporaneamente alla squadra sostituendo Kim la quale si era presa una pausa dal lavoro, per poi diventare un membro ufficiale del team in seguito alla partenza di Erin. Vanessa Rojas (stagione 7), interpretata da Lisseth Chavez, agente sotto copertura, è afro-latina, si unisce nell’Intelligence al posto del dimissionario Antonio Dawson. Quando era giovane ha vissuto in diverse case-famiglia, inoltre, prima di diventare un poliziotto, si metteva nei guai con la legge. È intelligente, ma anche impulsiva.

Justice League Snyder Cut: i nuovi look di Darkseid e Martian Manhunter

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Zack Snyder è stato ospite dell’ultima puntata dello show “League of Mayhem” di The Nerd Queens su YouTube, e ha mandato i fan letteralmente in visibilio condividendo un primissimo sguardo a due personaggi che appariranno nell’attesissima Snyder Cut di Justice League e che fin dal principio avrebbero dovuto far parte del progetto: Darkseid e Martian Manhunter.

Entrambe le immagini dei due personaggi – che potete ammirare di seguito grazie all’account Twitter @theSNYDERVERSE – sono state mostrate da Snyder attraverso il suo smartphone. Avevamo già visto il sovrano di Apokolips nei panni di Uxas nel primo trailer della Snyder Cut, ma a quanto pare il look finale del personaggio sarà proprio quello mostrato dal regista, un’immagine che a quanto pare accompagnerà alcune t-shirt promozionali già acquistabili sul sito Ink to the People.

Per quanto riguarda Martin Manhunter, invece, tempo fa era stato lo stesso Snyder – attraverso una serie di storyboard – a confermare che si tratterà dell’alter ego del Generale Calvin Swannick interpretato da Harry Lennix ne L’Uomo d’Acciaio e in Batman v Superman: Dawn of Justice. Nel corso dell’ospitata Snyder ha anche anticipato che un nuovo trailer della Snyder Cut potrebbe arrivare online nei prossimi giorni.

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Mads Mikkelsen in trattative per sostituire Johnny Depp in Animali Fantastici

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La Warner Bros ha individuato in Mads Mikkelsen l’attore che potrebbe sostituire Johnny Depp nel ruolo di Gellert Grindelwald nel franchise di Animali Fantastici. Apprendiamo la notizia da Variety che riferisce che l’attore è attualmente in fase di trattative con lo studio.

Dopo aver interpretato Grindelwald nei primi due film Animali Fantastici, Depp ha annunciato venerdì che la Warner Bros. gli aveva chiesto di “dimettersi” dal ruolo dopo che l’attore aveva perso il processo per diffamazione nel Regno Unito relativo alle accuse di abuso sull’ex moglie Amber Heard (qui i dettagli).

Animali Fantastici 3 è attualmente in produzione nel Regno Unito. Secondo una fonte vicina al progetto, Depp aveva girato solo una scena nei panni di Grindelwald prima di lasciare il film, quindi Mikkelsen non avrebbe bisogno di replicare molte riprese, senza appesantire o ritardare troppo la produzione.

Mads Mikkelsen nuovo Grindelwald

Il ruolo di Grindelwald è decisamente in linea che la carriera di Mikkelsen che si è fatto una certa fama a interpretare cattivi scaltri ed intelligenti. Come concepito dall’autrice J.K. Rowling, Grindelwald è un brillante e spietato mago oscuro che nella sua giovinezza ha intessuto una complicata relazione romantica con il famoso mago Albus Silente (interpretato da Jude Law nel franchise).

Animali Fantastici 3 risponderà ai misteri insoluti del precedente episodio?

I crimini di Grindelwald si è concluso con diversi cliffhanger, inclusa la rivelazione che Credence Barebone (Ezra Miller) è in realtà Aurelius Dumbledore, il fratello perduto da tempo di Albus. Proprio per questo, i fan non vedono l’ora di scoprire in che modo la trama del terzo film risponderà ai misteri insoluti del precedente episodio.

Eddie Redmayne ha confermato che le riprese di Animali Fantastici 3 sono ufficialmente cominciate. Nel terzo film della saga prequel di Harry Potter, l’attore premio Oscar tornerà a recitare al fianco di Katherine Waterson, Jude Law ed Ezra Miller. Anche David Yates tornerà dietro la macchina da presa, così come J.K. Rowling, che ha contribuito ancora una volta alla sceneggiatura del film.

The Social Network: trama, cast e storia vera del film di David Fincher

Per il regista Quentin Tarantino non ci sono dubbi: The Social Network è il miglior film del decennio appena conclusosi. Il titolo diretto nel 2010 dall’acclamato David Fincher (Fight Club, Zodiac) si è infatti affermato come una lucida riflessione sul potere e sulle conseguenze che questo porta inevitabilmente con sé nelle vite di chi ne è dotato. La vicenda è incentrata sulla fondazione di Facebook e sulla figura del suo ideatore, Mark Zuckerberg, attraversando le origini e gli sviluppi di quello che ad oggi è il social network che ha cambiato il mondo della comunicazione.

Il film è stato scritto dal celebre Aaron Sorkin, che proprio grazie a questo suo lavoro ha poi vinto il premio Oscar per la miglior sceneggiatura non originale. Questa è infatti basata sul romanzo Miliardari per caso – L’invenzione di Facebook: una storia di soldi, sesso, genio e tradimento, scritto e pubblicato nel 2009 da Ben Mezrich. All’interno di questo si approfondiscono i retroscena di tale portentosa invenzione, come anche i casi giudiziari che ne sono seguiti. Fincher costruisce su tale vicenda un film emblematico, che non solo tratta le tematiche della comunicazione e i suoi limiti ma anche dell’incolmabilità di certi desideri, destinati a rimanere irraggiungibili.

Acclamato dalla critica, The Social Network si è da subito affermato come uno dei titoli di punta dell’anno, divenendo uno dei massimi protagonisti durante la stagione dei premi. Questo ha infatti conquistato ben 4 Golden Globe, tra cui quello per il miglior film drammatico, e ben 8 nomination agli Oscar. Qui ha poi vinto i premi per la colonna sonora, il montaggio e la già citata sceneggiatura non originale. Il successo si è poi manifestato anche al box office, dove a fronte di un budget di 40 milioni il film arrivò ad incassarne globalmente circa 224. A dieci anni di distanza tale film rimane ancora un’opera fondamentale per la comprensione del nostro presente e della sua continua evoluzione.

The Social Network: la trama del film

La vicenda del film si apre nel 2003, nell’Università di Harvard, dove il giovane e brillante Mark Zuckerberg si ritrova ad essere lasciato dalla ragazza Erica Albright, per la quale nutre una certa ossessione. Ferito dalla vicenda, lo studente inizia a formare dentro di sé il desiderio di dar vita ad un sito dove poter votare la bellezza delle studentesse del college. Durante la notte, dunque, inizia da subito a lavorare su tale progetto, in compagnia del suo migliore amico Eduardo Saverin. Questi gli fornisce gli algoritmi necessari alla formazione del sito da lui immaginato. Nel giro di poche ore, e con migliaia di foto e nomi caricati in esso, nasce “FaceMash.com”. Tale bravata non passa però inosservata, e ben presto Mark si ritrova ad essere punito dall’università per aver violato la privacy delle studentesse.

Il sito viene però notato anche dai gemelli Winklewoss, aitanti campioni di cannottaggio e ambiziosi imprenditori. Questi contattano Zuckerberg con l’intenzione di fare affari insieme, e dar vita a qualcosa di più grande sulla base di quanto da lui già realizzato. Mark inizia così a lavorare con loro, sviluppando l’ambizioso progetto da lui poi battezzato “The Facebook”, un social network online esclusivo per tutti gli studenti di Harvard, dove è possibile condividere le proprie informazioni con gli altri in modo sicuro. Anche in questo caso l’invenzione di Mark raggiunge una popolarità inaspettata, e non tardano ad arrivare richieste di espansione del sito. Nel giro di breve, Zuckerberg si ritrova a capo di qualcosa di più grande del previsto. In tutto ciò ovviamente, non mancheranno scontri con quanti lo avevano sostenuto e seguito nel suo progetto.

The Social Network cast

The Social Network: gli attori del film

Per dar vita al film, Fincher si è avvalso della partecipazione di una serie di giovani ma promettenti attori di Hollywood, i quali proprio grazie a questo film conobbero un grande popolarità. Ad interpretare Mark Zuckerberg vi è Jesse Eisenberg, candidato all’Oscar per la sua interpretazione. L’attore, affetto da disturbo ossessivo compulsivo, ha raccontato di aver fatto molta fatica ad entrare nella mentalità del suo personaggio, trovandosi a dover parlare e agire in modi che lui ha sempre rifiutato. Per prepararsi al ruolo, Eisenberg non ha mai incontrato il vero Zuckerberg, ma si è limitato a leggere alcuni suoi saggi universitari, cercando di dedurne la psicologia. L’attore ha inoltre aperto un account segreto su Facebook, studiandone il funzionamento e acquisendo così ulteriori informazioni a riguardo.

Accanto a lui nel film si ritrova poi Andrew Garfield nei panni di Eduardo Saverin, co-fondatore di Facebook. L’attore doveva inizialmente sostenere un provino per il ruolo del protagonista. Il regista decise infine di affidargli il ruolo da lui poi ricoperto, ritenendolo emotivamente più adeguato a questo. Durante le riprese l’attore sviluppò un’ottima amicizia con Eisenberg, e raccontò di aver avuto molta difficoltà a mettere in scena la rivalità tra di loro. Armie Hammer ricopre invece il ruolo dei gemelli Winklewoss. L’attore ha però fisicamente prestato il suo corpo soltanto ad uno di questi. L’altro è infatti interpretato da una controfigura a cui poi è stata digitalmente sovrapposta la faccia di Hammer. Justin Timberlake è invece l’imprenditore Sean Parker. Per interpretarlo, l’attore perse diversi chili, risultando così più giovane di quello che realmente è. Nel film è inoltre presente l’attrice Rooney Mara nel ruolo di Erica Albright, la ragazza bramata da Zuckerberg.

The Social Network: la colonna sonora, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Premiata con l’Oscar, la colonna sonora del film è composta dai musicisti Trent Reznor e Atticus Ross. Questa è stata poi pubblicata sotto forma di album il 15 ottobre del 2010, in concomitanza con l’arrivo del film in sala. Questa riprende le sonorità tipiche dei due musicisti, appartenenti al genere della musica d’ambiente e del rock alternativo. Brani come Pieces Form the Whole, Eventually We Find Our Way, On We March. The Gentle Hum of Anxiety e Soft Trees Break the Fall sono diventati particolarmente celebri. L’album si è inoltre classificato al primo posto nella Top Soundtracks dell’anno. È invece rientrato in posizione numero 20 nella prestigiosa Billboardo 200, indicante gli album più venduti della settimana.

Per gli appassionati è possibile fruire di The Social Network grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il titolo è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 10 novembre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

I am Greta, dal 14 novembre su MioCinema

I am Greta, dal 14 novembre su MioCinema

Arriva su MioCinema dal 14 novembre I am Greta, distribuito da Koch Media. In seguito all’ultimo DPCM che ha decretato la chiusura delle sale cinematografiche, la distribuzione ha deciso di rendere disponibile il film on demand,  scegliendo, tra le altre, la piattaforma MioCinema che rappresenta una parte dell’esercizio a cui questo film era destinato.

Presentato con grande successo di critica alla 77^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e al Toronto International Film Festival, il documentario è diretto dal regista svedese Nathan Grossman che, dopo esserle stato accanto in ogni sua attività per più di un anno, racconta la storia e le emozioni dell’adolescente attivista per il clima Greta Thunberg.

Nell’agosto del 2018, Greta, una studentessa svedese di quindici anni, davanti al Parlamento svedese comincia uno sciopero per manifestare contro il cambiamento climatico, che nel giro di qualche mese si trasforma in un movimento globale, rendendola un’attivista di fama mondiale. Il documentario segue Greta dal suo primissimo giorno di protesta fino all’incredibile viaggio in barca a vela verso New York per presenziare al Summit sul clima dell’ONU.

EFA 2020: le nomination agli European Film Awards

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EFA 2020: le nomination agli European Film Awards

L’European Film Academy ed EFA Productions, con un evento virtuale in collaborazione con il Festival del Cinema Europeo di Siviglia, hanno annunciato le nomination per la 33ma edizione degli European Film Awards.

Mike Downey, Presidente del Board dell’EFA, ha dichiarato: “In un periodo così complesso per il cinema e gli artisti di tutta Europa, per ampliare l’offerta della piattaforma a più film europei, il Board dell’EFA ha deciso in via del tutto eccezionale di aumentare le nomination per le categorie Film e Documentario Europeo da cinque a sei.”

Gli oltre 3.800 membri dell’EFA voteranno ora i vincitori, che saranno annunciati in una serie di serate-evento virtuali, in live streaming dall’8 al 12 dicembre.

I NOMINATI SONO

FILM EUROPEO 2020:

UN ALTRO GIRO
DRUK
Danimarca, Paesi Bassi, Svezia
DIRETTO DA Thomas Vinterberg
SCRITTO DA Thomas Vinterberg & Tobias Lindholm
PRODOTTO DA Sisse Graum Jørgensen & Kasper Dissing

BERLIN ALEXANDERPLATZ
Germania, Paesi Bassi
DIRETTO DA Burhan Qurbani
SCRITTO DA Martin Behnke & Burhan Qurbani
PRODOTTO DA Leif Alexis, Jochen Laube, Fabian Maubach

CORPUS CHRISTI
BOŻE CIAŁO
Polonia, Francia
DIRETTO DA Jan Komasa
SCRITTO DA Mateusz Pacewicz
PRODOTTO DA Leszek Bodzak & Aneta Hickinbotham

MARTIN EDEN
Italia, Francia
DIRETTO DA Pietro Marcello
SCRITTO DA Pietro Marcello & Maurizio Braucci
PRODOTTO DA Pietro Marcello, Beppe Caschetto, Thomas Ordonneau, Michael Weber & Viola Fügen

THE PAINTED BIRD
NABARVENÉ PTÁČE
Repubblica Ceca, Ucraina, Slovenia
SCRITTO & DIRETTO DA Václav Marhoul
PRODOTTO DA Václav Marhoul, Igor Savychenko, Zuzana Mistríková, Eduard Kučera & Richard Kaucký

UNDINE
Germania, Francia
SCRITTO & DIRETTO DA Christian Petzold
PRODOTTO DA Florian Koerner von Gustorf, Michael Weber & Margaret Menegoz

DOCUMENTARIO EUROPEO 2020:

ACASA, MY HOME
ACASĂ
Romania, Germania, Finlandia
DIRETTO DA Radu Ciorniciuc
SCRITTO DA Lina Vdovîi
PRODOTTO DA Monica Lazurean-Gorgan

COLLECTIVE
COLECTIV
Romania, Lussemburgo
DIRETTO DA Alexander Nanau
SCRITTO DA Antoaneta Opris & Alexander Nanau
PRODOTTO DA Alexander Nanau, Bianca Oana, Bernard Michaux & Hanka Kastelocova

GUNDA
Norvegia, USA
SCRITTO & DIRETTO DA Victor Kossakovsky
PRODOTTO DA Anita Rehoff Larsen & Joslyn Barnes

LITTLE GIRL
PETITE FILLE
Francia
SCRITTO & DIRETTO DA Sébastien Lifshitz
PRODOTTO DA Muriel Meynard

SAUDI RUNAWAY
Svizzera
SCRITTO & DIRETTO DA Susanne Regina Meures
PRODOTTO DA Christian Frei

THE CAVE
Siria, Danimarca
DIRETTO DA Feras Fayyad
SCRITTO DA Alisar Hasan & Feras Fayyad
PRODOTTO DA Kirstine Barfod & Sigrid Dyekjær

CORTOMETRAGGIO EUROPEO 2020:

ALL CATS ARE GREY IN THE DARK
NACHTS SIND ALLE KATZEN GRAU
Svizzera
SCRITTO & DIRETTO DA Lasse Linder
PRODOTTO DA Edith Flückiger

GENIUS LOCI
Francia
DIRETTO DA Adrien Mérigeau
SCRITTO DA Adrien Mérigeau & Nicolas Pleskof
PRODOTTO DA Amaury Ovise & Jean-Christophe Reymond

PAST PERFECT
Portogallo
DIRETTO & PRODOTTO DA Jorge Jácome
SCRITTO DA Jorge Jácome & Pedro Penim

SUN DOG
Belgio/Russia
SCRITTO, DIRETTO & PRODOTTO DA Dorian Jespers

UNCLE THOMAS, ACCOUNTING FOR THE DAYS
TIO TOMÁS, A CONTABILIDADE DOS DIAS
Portogallo/Canada/Francia
SCRITTO & DIRETTO DA Regina Pessoa
PRODOTTO DA Abi Feijó, Julie Roy & Reginald de Guillebon

REGISTA EUROPEO 2020:
Agnieszka Holland per CHARLATAN
Jan Komasa per CORPUS CHRISTI
Pietro Marcello per MARTIN EDEN
François Ozon per ESTATE ‘85
Maria Sødahl per HOPE
Thomas Vinterberg per UN ALTRO GIRO

ATTRICE EUROPEA 2020:
Paula Beer in UNDINE
Natasha Berezhnaya in DAU. NATASHA
Andrea Bræin Hovig in HOPE
Ane Dahl Torp in CHARTER
Nina Hoss in MY LITTLE SISTER
Marta Nieto in MOTHER

ATTORE EUROPEO 2020:
Bartosz Bielenia in CORPUS CHRISTI
Goran Bogdan in FATHER
Elio Germano in VOLEVO NASCONDERMI
Luca Marinelli in MARTIN EDEN
Mads Mikkelsen in UN ALTRO GIRO
Viggo Mortensen in FALLING

SCENEGGIATORE EUROPEO 2020:
Martin Behnke & Burhan Qurbani per BERLIN ALEXANDERPLATZ
Costa-Gavras per ADULTS IN THE ROOM
Damiano & Fabio D’Innocenzo per FAVOLACCE
Pietro Marcello & Maurizio Braucci per MARTIN EDEN
Mateusz Pacewicz per CORPUS CHRISTI
Thomas Vinterberg & Tobias Lindholm per UN ALTRO GIRO

Bla Bla Baby: al via le riprese del nuovo film di Fausto Brizzi

Bla Bla Baby: al via le riprese del nuovo film di Fausto Brizzi

Al via le riprese di Bla Bla Baby, la nuova commedia di Fausto Brizzi interpretata da uno stuolo di poppanti. Eh sì, questa volta i protagonisti sono proprio loro. Sono piccoli, irresistibili, insospettabili ma anche terribili, esilaranti e intuitivi, con una perfetta capacità di linguaggio e un coefficiente intellettivo da Nobel. Accanto a loro un cast di adulti comicamente infantili interpretati da Alessandro Preziosi, Matilde Gioli Massimo De Lorenzo, Maria Di Biase, Chiara Noschese, Cristiano Caccamo, Nicolas Vaporidis, Nina Torresi, Nico Di Rienzo, Fabrizio Nardi.

Prodotta da Luca Barbareschi, una produzione Eliseo Multimedia con Rai Cinema, la travolgente sceneggiatura scritta dal regista stesso insieme a Paola Mammini (Perfetti Sconosciuti), Herbert Simone Paragnani e il giovane talento del fumetto italiano Mauro Uzzeo, intreccia spy story, romance e commedia creando atmosfere esilaranti come solo i bambini sanno innescare.

A metà tra Senti chi parla e Baby Boss, Bla Bla Baby è una novità assoluta, un nuovo genere in cui i pargoli parlano davvero grazie alla magia degli effetti visivi. Sette settimane di riprese a Roma per realizzare la prima commedia fantastica del regista di Notte prima degli esami, Modalità aereo…, dove immaginazione e tenerezza vanno di pari passo con una divertente esplorazione dei rapporti tra genitori e figli.

Noir in Festival: arriva a fine marzo insieme ai suoi primi 30 anni

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In realtà le iniziative pensate per il trentennale del più antico e famoso festival italiano dedicato al mystery prenderanno effettivamente il via già dal prossimo 14 novembre, quando sul sito ufficiale del festival (www.noirfest.com) si aprirà la votazione popolare per il Premio Giorgio Scerbanenco dedicato al miglior romanzo italiano di genere edito nel 2020. I lettori avranno una settimana di tempo per votare i semifinalisti e la somma delle loro preferenze, unita a quella della giuria, porterà a una rosa di cinque titoli che sarà resa nota il 23 novembre. Gli autori dei libri finalisti saranno quindi protagonisti, a partire dal 30 novembre, di una serie di incontri live trasmessi in streaming sui canali social del festival, fino all’annuncio del titolo vincitore di quest’anno, il 4 dicembre.

Nel periodo successivo, in attesa di una riapertura delle sale cinematografiche auspicata da tutto il mondo della cultura, il Noir in Festival continuerà a vivere digitalmente con la selezione della giuria popolare del Premio Caligari, dedicato al miglior film italiano noir del 2020, e la presentazione dei film finalisti, con alcune masterclass di protagonisti del genere ed eventi collegati alla celebrazione del trentennale.

Il 1 marzo torneremo finalmente dal vivo con un’edizione rinnovata del festival che intende sviluppare il programma sia in presenza che online grazie al sostegno della Direzione Generale Cinema del MiBACT, di Istituto Luce – Cinecittà e in stretta collaborazione con partner essenziali come l’Università IULM di Milano e le Librerie Feltrinelli.

“La difficile crisi in cui versa tutta l’Italia, le necessarie restrizioni che a Milano sono ancor più tangibili”, dicono Giorgio Gosetti e Marina Fabbri, direttori del Festival insieme al delegato IULM, Gianni Canova – “ci hanno indotti a immaginare una formula davvero eccezionale per quest’edizione. Ma vogliamo pensare che l’emergenza sia anche occasione di una nuova progettualità e che l’appuntamento con un compleanno storico possa coincidere con una vera rinascita del Paese”.

Justice League Snyder Cut: rivedremo anche Zod? Michael Shannon risponde

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Le riprese della Snyder Cut di Justice League sono attualmente in corso, e nelle ultime settimane ci sono state alcune grandi sorprese relative al cast del film, come il ritorno del Joker di Jared Leto. In Batman v Superman: Dawn of Justice, il cadavere del generale Zod è stato trasformarto in Doomsday. La domanda sorge dunque spontanea: c’è qualche possibilità che Michael Shannon riprenda il suo ruolo nella versione originale del cinecomic che arriverà il prossimo anno su HBO Max?

“Oh, mi piacerebbe lavorare di nuovo con Zack”, ha dichiarato Shannon in un’intervista a ComicBook. “Mi è piaciuto molto fare quel film. È stata un’esperienza speciale. In primo luogo, mi sono sentito molto fortunato che mi abbia chiamato per farlo. Non ho sentito nulla a proposito di un mio ritorno. Quindi, non lo so. Dico sempre alle persone che ‘sono morto, che Zod è morto’. A meno che tu non abbia un defibrillatore o qualcosa del genere, non vedo come potrebbe accadere.”

L’attore ha poi aggiunto di ammirare molto Zack Snyder e di essere felice che il regista abbia finalmente avuto la possibilità di far vedere al mondo la sua versione di Justice League. Non avrebbe molto senso per il personaggio di Zod apparire nella Snyder Cut, ma Snyder ha chiaramente grandi progetti per il suo evento in quattro parti, quindi chissà quali altre sorprese potrebbe avere in serbo per i suoi fan! 

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

MCU: chi ha avuto un finale degno e chi avrebbe meritato di più

MCU: chi ha avuto un finale degno e chi avrebbe meritato di più

Il MCU è uno dei franchise di maggior successo di tutti i tempi. Con più di 20 film e diverse serie tv alle spalle, l’universo condiviso non ha mai mostrato segni di rallentamento. Ha migliaia di fan sparsi in tutto il mondo e tantissimi personaggi fantastici, ugualmente divisi tra supereroi che cattivi. Tuttavia, è importante sottolineare che l’Universo Cinematografico Marvel non è sempre stato così gentile con i suoi personaggi. Anche se gli archi narrativi di alcuni personaggi sono giunti al termine, non sempre hanno ricevuto il finale che avrebbero meritato, come portato alla luce da Screen Rant, che ha stilato una classifica dei personaggi del MCU divisa tra chi ha ricevuto una conclusione appropriata e chi avrebbe meritato di meglio:

Un finale degno: Thanos

Thanos è uno dei migliori cattivi dell’intero MCU… e anche quello il cui piano è effettivamente riuscito, almeno in parte. Thanos ha ottenuto ciò che si meritava quando gli eroi lo hanno ucciso, non una ma ben due volte.

La prima volta, hanno sconfitto il Thanos che ha causato lo schiocco, e la seconda volta, hanno affrontato la sua versione più giovane del 2014. Non tutti i cattivi sono stati puniti per le loro azioni come avrebbero meritato, ma questo fortunatamente non è successo con Thanos.

Avrebbe meritato di più: Vedova Nera

Black Widow non è mai stato un personaggio facile da gestire nel MCU, anche – e soprattutto – a causa della sua vita. Ha vissuto diverse esperienze traumatiche che l’hanno poi trasformata nell’eroina che è diventata. Ma non ha mai raggiunto la felicità che meritava.

Era brava nel suo lavoro, ma sembrava molto sola e la maggior parte delle sue relazioni si è sempre rivelata un fallimento. Quel che è peggio, è morta anche giovane quando ha sacrificato la sua vita su Vormir. Anche se tornerà nel suo film in solitaria, Black Widow, si tratterà di un prequel, quindi nella timeline principale dell’universo condiviso il personaggio non è esiste più.

Un finale degno: Iron Man

È vero che la morte di Iron Man è stata tragica e ha lasciato molti fan sconvolti. Ma almeno abbiamo visto l’arco narrativo del personaggio volgere a compimento. Tony Stark ha iniziato la sa storia come un playboy sbadato a cui importava molto poco del mondo.

Col passare del tempo, però, è diventato sempre più eroico, salvando il mondo più e più volte. Alla fine, ha sacrificato la possibilità di una vita felice con la sua famiglia per la possibilità di sconfiggere Thanos una volta per tutte, inventando il viaggio nel tempo. Tony potrebbe essere morto, ma lo ha fatto con la consapevolezza che il suo viaggio era completo e che il mondo adesso sarà un posto migliore.

Avrebbe meritato di più: Quicksilver

Quicksilver ha sacrificato la sua vita per salvare Occhio di Falco in Avengers: Age of Ultron del 2015. Sebbene sia stato un bel gesto da parte sua, è stato anche un tantino prematuro. Potrebbe comunque aver ottenuto molto, considerando il suo set unico di abilità: ci sono molti supereroi forti nel MCU, ma nessuno così veloce.

Tuttavia, i Marvel Studios sembravano non sapere cosa fare con il personaggio, quindi hanno preferito ucciderlo e lasciare sua sorella Wanda da sola. Anche Scarlet Witch stessa potrebbe rientrare in questa categoria, considerando la tragica perdita prima dei suoi genitori, poi del fratello e infine di Visione.

Un finale degno: Captain America

Alcune persone consideravano il fatto che Captain America fosse tornato indietro nel tempo come una mossa egoista da parte sua. Ma dopo tutto quello che ha passato, Steve Rogers meritava un lieto fine con l’amore della sua vita, Peggy Carter.

Capitan America era un uomo “fuori dal tempo” e lasciarsi il passato alle spalle per iniziare una nuova vita in un mondo strano non è mai stato facile per lui. Ha dovuto affrontare sia la perdita dei suoi vecchi amici che di Peggy, per non parlare del fallimento della vittoria di Thanos. Quindi, quando tutto è stato portato a compimento, Steve ha seguito il consiglio di Tony e ha deciso di smettere finalmente di combattere.

Avrebbe meritato di più: la famiglia di Thor

Lo stesso Thor non è mai stato un personaggio facile, ma è il resto della sua stretta famiglia che meritava davvero di meglio nel MCU. Odino è morto, ma almeno non era solo. Tuttavia, c’è anche Loki che Thanos ha ucciso in Avengers: Infinity War (2018), proprio quando sembrava che i due fratelli potessero finalmente riconciliarsi per sempre.

E la cosa peggiore è quanto successo a Frigga: la madre di Thor e la moglie di Odino è stata uccisa da Malekith in Thor: The Dark World (2013). È una buona cosa che Thor abbia trovato una seconda famiglia in The Avengers e più tardi nei Guardiani della Galassia.

Un finale degno: Falcon

Sam Wilson, aka Falcon, continuerà il suo viaggio nel MCU, quindi non è chiaro dove lo porterà la sua strada. Ma ha fatto comunque del bene per se stesso. Sam è un veterano di guerra, proprio come Steve, qualcosa che ha avvicinato i due uomini e che li ha aiutati a consolidare la loro amicizia.

Sam ha un forte senso della giustizia e vuole sempre aiutare gli altri. Potrebbe non essere superpotente come Steve o anche come Bucky, ma ha sempre delle buone intenzioni e raccogliere l’eredità di Capitan America è qualcosa che si merita assolutamente. Inoltre, tale scelta corrisponde ai fumetti, in cui anche Sam ha assunto la nuova identità di Captain America.

Avrebbe meritato di più: Liz Toomes (e sua madre)

Peter Parker ora esce felicemente con MJ, ma Liz Toomes è stata la sua prima cotta. E sembrava che anche lei fosse attratta da lui – altrimenti non avrebbe accettato di andare al ballo con Peter. Liz era dolce, intelligente e ambiziosa, come ha dimostrato preoccupandosi del risultato della sua squadra al concorso Decathlon.

Ma lei e sua madre hanno deciso di andarsene quando suo padre è stato imprigionato, poiché era il cattivo conosciuto come l’Avvoltoio. Liz non è più apparsa nel MCU e non meritava di perdere sia suo padre che i suoi amici da quando ha dovuto trasferirsi e lasciare la scuola. 

Un finale degno: Occhio di Falco

Occhio di Falco è sempre stato un supereroe secondario nel MCU, nonostante fosse uno dei membri fondatori degli Avengers in questo universo. Non ha nemmeno mai avuto il suo film da solista come tutti gli altri, incluso il film in uscita su Vedova Nera.

Ma per quanto riguarda la sua vita, le cose non sono mai andate così male. Occhio di Falco ha perso tutta la sua famiglia a causa dello schiocco, che lo ha portato ad intraprendere un sentiero oscuro. In seguito, Hulk ha fortunatamente invertito lo schiocco e Occhio di Falco si è riunito con sua moglie e i suoi figli e finalmente ha potuto godersi la vita familiare che pensava non avrebbe più avuto.

Avrebbe meritato di più: Jessica Jones

Infine, c’è anche il caso di Jessica Jones. Non è mai apparsa nei film ma la sua storia è ancora legata all’universo condiviso. Jessica ha dovuto affrontare molte sfide – dalla morte della sua famiglia agli abusi per mano di Kilgrave – e non sempre le ha gestite nel modo migliore.

Jessica ha la tendenza a respingere le persone e anche la sua relazione con il collega supereroe Luke Cage è andata in pezzi. Nonostante sia sposati nei fumetti e abbiano anche un figlio, nella serie Jessica è rimasta sola alla fine, dopo che anche la sua migliore amica Trish è stata rinchiusa.

Tenet in digitale a partire dal 15 dicembre

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Tenet in digitale a partire dal 15 dicembre

Tenet, l’imperdibile evento cinematografico è pronto a sbarcare in Italia in digitale a partire dal 15 dicembre, giusto in tempo per le vacanze natalizie, e in DVD, Blu-Ray, 4K UHD e STEELBOOK 4K UHD dal 13 gennaio. Scritto, diretto e prodotto dall’acclamato regista Christopher Nolan (“Inception”, “Dunkirk”), Tenet è uscito a livello globale nell’agosto 2020 incassando ad oggi 350 milioni di dollari, malgrado manchino ancora le tanto attese aperture cinematografiche nei principali mercati di New York e Los Angeles.

Tenet è disponibile già da oggi per il pre-order digitale su tutte le principali piattaforme e a breve su Amazon per il pre-order in DVD, Blu-ray, 4K UHD e STEELBOOK 4K UHD.

Tenet presenta un cast internazionale capitanato da John David Washington (“BlacKkKlansman,” la serie TV “Ballers”) nel ruolo del Protagonista. Il film è interpretato anche da Robert Pattinson (i film di “Twilight”, “The Lighthouse”, “The Batman”), Elizabeth Debicki (“Guardiani della Galassia Vol. 2”, “Il grande Gatsby”), Dimple Kapadia (“Angrezi Medium”), Martin Donovan (“Ant-Man”, “Fahrenheit 451”), Fiona Dourif (“Il culto di Chucky”), Yuri Kolokolnikov (“Come ti ammazzo il bodyguard”), Himesh Patel (“Yesterday”), Clémence Poésy (“Harry Potter e i Doni della Morte”), Aaron Taylor-Johnson (“Avengers: Age of Ultron”), con Michael Caine (“Inception”, “Le regole della casa del sidro”, “Il cavaliere oscuro”) e Kenneth Branagh (“Dunkirk”, “Assassinio sull’Orient Express”).

Il film è prodotto da Emma Thomas e Nolan. Thomas Hayslip è il produttore esecutivo.

Il team creativo di Nolan che ha lavorato dietro le quinte comprende il direttore della fotografia Hoyte van Hoytema, lo scenografo Nathan Crowley, la montatrice Jennifer Lame, il costumista Jeffrey Kurland, il supervisore degli effetti visivi Andrew Jackson e il supervisore degli effetti speciali Scott Fisher. La colonna sonora è opera del compositore da Ludwig Göransson.

Tenet, la trama

Armato solo di una parola – Tenet – e in lotta per la sopravvivenza di tutto il mondo, il Protagonista (John David Washington) è coinvolto in una missione attraverso il crepuscolare mondo dello spionaggio internazionale, che si svolgerà al di là del tempo reale. Non un viaggio nel tempo. Ma Inversione.

IN DIGITALE “Tenet” sarà disponibile dal 15 dicembre per l’acquisto in digitale su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV, e dal 29 dicembre anche per il noleggio su Infinity e Sky Primafila.

Superman vs Black Adam: chi vince secondo l’interprete di Billy Batson

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Secondo Asher Angel, interprete di William “Billy” Batson in Shazam!, il Superman di Henry Cavill potrebbe sconfiggere il Black Adam di Dwayne Johnson. Angel ha fatto il suo debutto nel DCEU nel 2019 nel cinecomic di David F. Sandberg nei panni del giovane Billy Batson, bambino adottivo ribelle alla ricerca della sua madre biologica.

Lungo il suo percorso, Billy incontra un antico mago (Djimon Hounsou) che gli dona la capacità di trasformarsi in un supereroe adulto (Zachary Levi) ogni volta che pronuncia la parola “Shazam!”. Non sorprende che Billy all’inizio usi i suoi poteri esclusivamente per divertirsi, ma durante il film maturerà fino a diventare un eroe degno del suo titolo. Angel dovrebbe tornare per l’annunciato sequel, Shazam: Fury of the Gods, in uscita nel 2023.

Nel frattempo, il Black Adam di Dwayne Johnson sta ancora aspettando di fare il suo debutto nel DCEU. Black Adam sarebbe dovuto arrivare nelle sale a dicembre 2021, ma a causa della pandemia di Covid-19 il film – in seguito all’ennesimo stravolgimento del calendario delle uscite della Warner Bros. – è rimasto senza una data di uscita ufficiale. Tuttavia, le riprese del film dovrebbero partire nella primavera del 2021, con i fan che sono ansiosi di saperne di più. Johnson e il regista Jaume Collet-Serra hanno finora tenuto nascosti i dettagli della trama, ma “The Rock” ha già anticipato un potenziale scontro tra Black Adam e Superman in futuro.

La questione Superman vs Black Adam ha fatto il giro del web e ora anche Angel è stato chiamato ad esprimere il suo pensiero. In una nuova intervista durante il Geek House Show, ad Angel è stato chiesto chi avrebbe scelto come vincitore in un’ipotetica battaglia tra Black Adam e Superman. Dopo aver lottato per cercare di trovare una risposta adeguata, Angel si è schierato dalla parte dell’iconico Superman.

“È difficile. Non lo so… anche se forse scegliere il bravo ragazzo. Voglio scegliere Superman, ma non lo so! Black Adam è davvero molto potente. Sono due personaggi molto forti,, anche se penso che dirò Superman. Dirò Henry Cavill. Senza offesa, Dwayne Johnson… anche tu non scherzi! Immagino che prima o poi mi dimostrerà se ho avuto torto o ragione, ma per adesso sceglierò Superman.”

Superman vs Black Adam: vedremo mai lo scontro al cinema?

Come sottolineato da Angel, sia Superman che Black Adam sono personaggi incredibilmente potenti, quindi è difficile scegliere un vincitore definitivo. I fan adorerebbero sicuramente vedere i due scontrarsi sul grande schermo, anche se resta da vedere se il testa a testa verrà mai effettivamente realizzato. Come detto in precedenza, Johnson ha anticipato uno scontro tra i due eroi al DC FanDome, ma il futuro di Cavill nel DCUE è ancora avvolto nel mistero, quindi è difficile dire cosa ci riserverà il futuro. Molto probabilmente, Black Adam incontrerà per primo il personaggio interpretato da Angel, poiché si tratta dell’arcinemico di Shazam nei fumetti.

Jordan Peele: il suo nuovo horror arriverà nelle sale nel 2022

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Jordan Peele: il suo nuovo horror arriverà nelle sale nel 2022

Secondo quanto riferito, il prossimo film del regista, sceneggiatore e produttore americano Jordan Peele arriverà nelle sale a luglio del 2022. Peele è esploso sulla scena grazie all’acclamato horror Scappa – Get Out del 2017. Accolto positivamente sia dalla critica che dal pubblico, il film ha vinto l’Oscar nel 2018 per la migliore sceneggiatura originale. Due anni dopo è arrivato nelle sale Noi, che ancora una volta mescolava le atmosfere del thriller con quelle dell’horror: entrambi i film hanno incassato oltre 250 milioni di dollari al botteghino.

Peele – che iniziato la sua carriera in qualità di comico – ha riscontrato un enorme successo dopo essere passato dal mondo della commedia a quello dell’horror. Dopo aver lavorato al programma televisivo MadTV e poi alla serie Key & Peele, Peele si è dedicato principalmente al genere horror, occupandosi anche della produzione del revival della classica serie antologica The Twilight Zone e della serie Lovecraft Country. Inoltre, ha anche lavorato come produttore e sceneggiatore dell’attesissimo “sequel spirituale” di Candyman, in arrivo il prossimo anno.

Sebbene i dettagli su questo nuovo progetto siano tenuti ancora sotto chiave, secondo Deadline il film uscirà nel 2022. La fonte spiega che sarà ancora una volta un horror mescolato al thriller, e che ancora una volta non mancherà l’esplicita critica sociale che aveva già caratterizzato i due precedenti lavori di Peele. La Universal Pictures ha confermato che la data di uscita sarà il 22 luglio, una settimana dopo la data di uscita di Animali Fantastici 3.

Anche se il film uscirà una settimana dopo un atteso blockbuster, Peele e la Universal probabilmente non sono preoccupati. Animali Fantastici 2 non è andato così bene al botteghino e il suo sequel era rimasto nel limbo fino a poco tempo fa. Inoltre, i film horror sperimentano più longevità al botteghino e spesso hanno meno soldi da dover incassare per generare un adeguato profitto. I film di Peele sono ormai diventati degli eventi molto attesi, soprattutto per la trama e per gli intriganti ed intricati sottotesti che nascondono. Sia Scappa – Get Out che Noi sono stati amati per la loro capacità di mescolare l’horror con la critica sociale, affrontando temi ancora oggi ritenuti scottanti come il razzismo e la lotta di classe.

Stanley Kubrick voleva adattare Il dottor Živago insieme a Kirk Douglas

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Grazie ad una nuova ricerca è emerso che Stanley Kubrick avrebbe voluto realizzare un adattamento de Il dottor Živago insieme a Kirk Douglas. Grazie a classici immortali come Orizzonti di gloria, Il dottor Stranamore, 2001: Odissea nello spazio e Arancia meccanica, Kubrick è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi registi della storia del cinema.

Sebbene la filmografia di Kubrick includa più opere considerate dei veri e propri capolavori, il regista non è stato tra i più prolifici della sua generazione, avendo realizzato soltanto 13 lungometraggi in 46 anni di carriera. Naturalmente, Kubrick aveva intenzione di girare molti più film di quelli che alla fine ha realizzato, incluso un film sulla vita di Napoleone per cui portò anche a termine numerose ricerche. Ad un certo punto, Kubrick aveva anche pianificato di dirigere un adattamento del libro “Supertoys Last All Summer Long”, un progetto che è poi arrivato nelle mani Steven Spielberg e che alla fine è diventato A.I. – Intelligenza artificiale, uscito nel 2001.

Come rivelato dallo storico del cinema James Fenwick, l’elenco dei film non realizzati di Kubrick includeva anche quello che sarebbe stato un adattamento di uno dei più grandi romanzi del XX secolo, ossia Il dottor Živago di Boris Pasternak. The Guardian riferisce della scoperta da parte di Fenwick di una lettera di Kubrick a Pasternak, in cui il regista informava l’autore della sua intenzione di acquistare i diritti del suo libro, pubblicato nel 1957 dopo essere stato contrabbandato fuori dall’Unione Sovietica. Fenwick ha anche portato alla luce un’altra  sorprendente rivelazione: il leggendario Kirk Douglas voleva i diritti per realizzare lo stesso Zivago con l’intenzione di girare il film in Unione Sovietica (una mossa che all’epoca sarebbe stata senza precedenti).

Il dottor Živago: dall’idea di Stanley Kubrick al capolavoro di David Lean

Evidentemente, Kubrick voleva che il suo Dottor Živago fosse un film di prestigio che potesse spingere ancora di più la sua carriera. Fenwick cita i taccuini del regista, nei quali si legge: “Il momento preciso di assoluto successo per un regista è quando gli viene concesso di girare un grande classico della letteratura di oltre 600 pagine, che non comprende molto bene e che è comunque impossibile da adattare a causa della complessità della trama o l’inafferrabilità della sua forma o contenuto.”

Come saprà certamente ogni cinefilo che si rispetti, alla fine Kubrick e Douglas non sono riusciti ad assicurarsi i diritti del Dottor Živago, che alla fine è stato adattato da David Lean nell’omonimo film con Omar Sharif e Julie Christie. Il film di Lean, uscito nel 1965, è stato nominato per 10 Oscar, vincendone cinque, incluso uno per la memorabile colonna sonora di Maurice Jarre.

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