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Cinecomic DC: Superman, Lanterna Verde e film r-rated sono i prossimi progetti?

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In un lungo approfondimento Variety ha analizzato il futuro della DC al cinema provando a individuare i nuovi progetti che la Warner Bros. svilupperà nei prossimi anni a seguito del successo degli ultimi titoli (Aquaman e Joker su tutti, visto che i due cinecomic hanno toccato quota 1 miliardo di dollari di incasso nel mondo). Il flop di Justice League e l’idea di un universo condiviso ormai naufragata dopo l’addio di Zack Snyder stanno lasciando spazio a una linea editoriale completamente diversa, forse merito di Walter Hamada (alla guida della DC Films dal 2018).

Dunque cosa possiamo aspettarci nelle stagioni che verranno e quali sono i nomi si cui puntare dopo l’uscita di Wonder Woman 1984, il sequel di Patty Jenkins con Gal Gadot, e Birds of Prey, spin-off di Suicide Squad con protagonista Margot Robbie nei panni di Harley Quinn?

Le fonti sostengono che lo studio sta cercando di capire cosa fare con i suoi personaggi più, ovvero Superman e Batman, ma se per il secondo sappiamo già che Matt Reeves è al lavoro su The Batman insieme a Robert Pattinson (produzione che a quanto pare dovrebbe avvicinarsi al taglio noir dei fumetti con riferimenti al ruolo di detective del crociato di Gotham), per il primo gli aggiornamenti latitano da tempo alternando voci sul ritorno di Henry Cavill ad altre sul riavvio del franchise.

Se il film di Reeves dovesse funzionare a livello critico ed economico, scrive Variety, la Warner Bros. e la DC potrebbero pensare a degli spin-off da dedicare ai villain (Enigmista, Catwoman, Pinguino e Carmine Falcone sono quelli confermati finora), anche perché gli attori del cast di The Batman e Birds of Prey hanno firmato un contratto che li obbliga a comparire in eventuali sequel e film indipendenti.

Cinecomic DC: il futuro tra Superman, Lanterna Verde e spin-off

Meno chiarezza per quanto riguarda Superman, personaggio riavviato due volte negli ultimi tredici anni, vedi Brandon Routh in Superman Returns e successivamente Henry Cavill in Man of Steel senza centrare una strategia davvero vincente. Senza contare che il supereroe ha avuto una manciata di adattamenti televisivi, da Lois and Clark a Smallville, cosa che avrebbe portato lo studio a ragionare sulla saturazione del mercato.

La risposta al momento critico potrebbe essere il presunto incontro tra la Warner e J.J. Abrams, in rappresentanza della sua Bad Robot, che a quanto pare avrebbe recentemente firmato un enorme accordo e discusso del ruolo con Michael B. Jordan. Le fonti dicono però che l’attore non è pronto ad impegnarsi in un progetto a lungo termine poiché le riprese non partiranno nell’immediato e attualmente ha in ballo troppi progetti. Gli addetti ai lavori pensano che sia improbabile ottenere un nuovo film di Superman prima del 2023, e che per ora non c’è né una sceneggiatura, né un regista.

Passiamo invece ad un’altra soluzione apparentemente varata da Hamada, ovvero la produzione di più titoli vietati ai minori sfruttando la scia positiva di Joker e offrendo così al pubblico un’alternativa al target family friendly dei Marvel Studios. A febbraio uscirà Birds of Prey, così come The Suicide Squad di James Gunn sarà classificato come r-rated, e lo studio si aspetta grandi risultati in termini di riscontro economico da entrambi i film.

Variety conclude menzionando anche quei progetti riguardanti i personaggi che hanno subito un trattamento inferiore alle potenzialità nei precedenti adattamenti, e qui il diretto interessanto è Lanterna Verde, che secondo il report rimane una priorità per la DC. Il progetto su Green Lantern Corps è dunque vivo e in mano a Geoff Johns che consegnerà una sceneggiatura alla fine del 2019. Proprio questo cinecomic potrebbe finire nelle mani di Abrams oppure in quelle di Greg Berlanti, attualmente al lavoro con Johns sulla serie tv per HBO Max.

Una considerazione finale riflette sul futuro di Flash e del cinecomic affidato a Andy Muschietti, con Ezra Miller nei panni del protagonista e Christina Hodston (la sceneggiatrice di Bumblebee) che dovrebbe supervisionare il film prima di passare a Batgirl. La produzione partirà dopo che Miller avrà terminato le riprese di Animali fantastici, quindi il 2021 sembra escluso.

Fonte: Variety

A tor bella monaca non “piove” mai, recensione del film di Marco Bocci

Attore di cinema e teatro, volto televisivo di film e serie di successo, diretto tra gli altri da Avati, Ronconi e Sollima, per cui ha interpretato il ruolo di Nicola Scialoja nella serie tv Romanzo Criminale, che gli ha dato la prima notorietà, Marco Bocci passa dietro la macchina da presa con A tor bella monaca non “piove” mai, in sala dal 28 novembre, per raccontare una storia in parte ispirata da una vicenda personale, già narrata nel suo esordio da scrittore con il romanzo omonimo.

Mauro (Libero De Rienzo) è un quasi quarantenne mite e rispettoso delle regole. Ama Samantha (Antonia Liskova) e anche se lei lo ha lasciato per un facoltoso medico, punta a riconquistarla. Ancora vive di lavoretti e della “paghetta” della nonna, perché se oggi trovare lavoro è difficile per tutti, a Tor Bella Monaca è ancora più difficile. Suo fratello Romolo (Andrea Sartoretti) ha dei precedenti ma, scontata la pena, ha una nuova vita, una famiglia, un lavoro e nessuna intenzione di tornare sui suoi passi. Lotta ogni giorno per scrollarsi di dosso l’immagine del delinquente. Il padre Guglielmo (Giorgio Colangeli) assieme alla madre Maria (Lorenza Guerrieri) non si dà pace perché il suo negozio è occupato da mesi da un inquilino moroso, eppure non c’è modo di cacciarlo. La situazione precipita quando la nonna muore, lasciando la numerosa famiglia senza la pensione indispensabile per andare avanti. È allora che Mauro pensa di dare una svolta alla sua vita organizzando con due amici una rapina ai danni della mafia cinese.

A tor bella monaca non “piove” mai, l’opera prima di Marco Bocci

Con la sua opera prima da regista Marco Bocci si mette in gioco e fa alcune buone scelte. Innanzitutto, rinuncia a mettersi anche davanti alla macchina da presa, se non per una fugace apparizione, dedicandosi in modo più attento alla regia e andando a cercare un pubblico diverso da quello che lo segue come attore.

Inoltre, il regista racconta ciò che conosce: una periferia che ama e che ha vissuto, quella del quartiere romano di Tor Bella Monaca, su cui sembra pesare un pregiudizio – come sui protagonisti Mauro e Romolo, ingabbiati in ruoli che non riescono a scrollarsi di dosso. È al centro delle cronache ma anche spesso ritratta al cinema nel suo lato oscuro, criminale e con esso identificata. Il legame tra il regista e questa realtà si percepisce, dando vita e verità al film.

In periferia certe contraddizioni emergono in maniera più eclatante, ma essa è anche l’occasione per affrontare questioni riguardanti ogni latitudine. Il film mostra ciò che accade quando il tessuto sociale non offre prospettive e le istituzioni latitano. Ecco il riferimento del titolo, A tor bella monaca non piove mai: “piove” in gergo indica l’arrivo della polizia. Mentre qui la polizia, le istituzioni in genere, non ci sono quando i cittadini ne hanno bisogno. L’assenza di pioggia è anche assenza d’acqua che nutre la vita, indispensabile affinché non tutto secchi e inaridisca, dentro e fuori l’animo umano. Non a caso l’unico personaggio che versa lacrime è Romolo, anche l’unico ad essere riuscito a ripartire dalla sua umanità e a rifiutare il determinismo dell’ambiente.  Andrea Sartoretti interpreta con efficacia il ruolo più complesso del film, con la maggiore evoluzione. Romolo è forse il più stabile, ma ancora in conflitto con sé stesso e con l’ambiente esterno.

A tor bella monaca non “piove” mai – cattivi si nasce o si divente?

A tor bella monaca non “piove” mai recensioneIn questo contesto, Mauro e gli altri, non possono che trovare le proprie soluzioni ai problemi, anche se per farlo tradiscono, per poco, la loro indole di “buoni” per diventare “cattivi”, subendone le conseguenze. Sottotitolo del film è, appunto, cattivi si nasce o si diventa? È chiara la risposta del regista, che attribuisce la responsabilità di questo incattivirsi proprio al vuoto lasciato dalle istituzioni. La tesi può non essere condivisa, ma invita a riflettere.

Da attore, poi, Bocci sceglie un ottimo cast, creando un gruppo affiatato di interpreti, tutti in parte, con una grande attenzione anche per i piccoli ruoli – tra questi spicca Giordano De Plano nei panni di Ruggero, ex poliziotto, sprofondato in abissi di dolore e disagio, distrutto da una tragedia che non ha avuto giustizia.  Antonia Liskova si adatta bene a un ruolo per lei inusuale.

Il film ha un buon ritmo ed è narrativamente coeso. Si illumina con ironia, sarcasmo e momenti divertenti, perfino grotteschi, un contesto spesso drammatico e disperante.

Ritratto vivido ed efficace di una romanità verace

Stilisticamente, A tor bella monaca non “piove” mai paga però un evidente tributo, come in parte nei contenuti. Nel lavoro vi sono soprattutto echi di Sollima – in particolare quello di ACAB – nell’estrema cura delle inquadrature e nella ricerca del dettaglio, come nello spazio lasciato ai silenzi supportati da un commento sonoro espressivo e preponderante. Bocci mostra però un senso estetico interessante nella resa visiva della periferia e non solo, coadiuvato dalla fotografia di Federico Annicchiarico e dal montaggio di Luigi Mearelli. Anche la colonna sonora, curata da Emanuele Frusi, ha buone carte da giocare. Ritmi tecno-elettro accompagnano i momenti d’azione, mentre Rock’n’roll robot di Alberto Camerini sparata a tutto volume dal vicino è perfetta per mettere a dura prova i nervi  di Guglielmo, oltre che simbolo di certi atteggiamenti e modi di vita che finiscono per avere il sopravvento.

Il film è il ritratto vivido ed efficace di una romanità verace nella sua amara quotidianità, più che quello di una Roma criminale, mentre la riflessione aperta dal film travalica i confini della capitale e diventa discorso più ampio su un contesto sociale ed istituzionale che sembra tirar fuori il peggio da ognuno, dove vige la legge del più forte e si è costretti alla guerra tra poveri. Una società in cui è radicato il pregiudizio, chiusa alla complessità delle cose, che vede tutto bianco o nero, o grigio come il cemento della torre R11 a Tor Bella Monaca.

Midway: recensione del film di Roland Emmerich

Midway: recensione del film di Roland Emmerich

Midway racconta la storia degli accadimenti militari che si sono svolti nell’arco temporale dal 1941 al 1942 durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo l’improvviso bombardamento della base americana a Pearl Harbor, avvenuto nel ’41 da parte della Marina Imperiale Giapponese, l’esercito degli Stati Uniti aveva accusato sensibili perdite in termini di mezzi e uomini, evento che alimentò la fierezza dell’Impero Giapponese che con tale mossa fece virare fortemente ogni strategia attuata da quel momento in avanti. La flotta americana organizza così una controffensiva concretizzata per gradi ed episodi distinti – che determineranno la cosiddetta Guerra del Pacifico – sotto il comando dell’ammiraglio Chester Nimitz (Woody Harrelson) a cui era stato affidato l’incarico proprio in conseguenza del disastro di Pearl Harbor.

Ed è con minuziosità di dettagli e susseguirsi ordinato di passaggi bellici che il regista tedesco Roland Emmerich racconta quei mesi tesi e drammatici, che a tratti sembrano quasi essere documentaristici, non dal punto di vista dello stile, ma dall’occhio che tenta di offrire nel presentare i fatti.

Midway riporta al cinema la Seconda Guerra Mondiale

Il tratto di storia narrato getta forte risalto sulla reattività del governo statunitense, anche e soprattutto in un contento di grande svantaggio, ma è proprio questo che più ama mostrare il regista, sequenza dopo sequenza.

Non è certo nuovo sotto la luce del sole l’incondizionato appoggio viscerale di gran parte della cultura americana nei confronti della propria storia, in particolare all’interno della Seconda Guerra Mondiale e, in assoluto, rispetto alla percezione che in media c’è della Nazione da parte dei cittadini. Ed è naturalmente inevitabile che Midway abbia il suo fondante punto di forza principalmente su questo. Roland Emmerich lo sa, ed è lì che ruota il perno del suo gusto personale nel raccontare, con un determinato tipo di cinematografia, l’America agli americani (e al mondo).

Il regista di Stargate, Independence Day, Il Patriota, The Day After Tomorrow e 2012, non lascia di una virgola la sua smodata passione per gli effetti speciali montati e fatti esplodere alla perfezione, senza la men che minima esclusione di colpi, anzi. Ogni distruzione serve perfettamente la scena raccontata, e persino gli elementi storici arrivano al momento appropriato per caricare della giusta potenza gli scoppi successivi.

Un cast di superstar

Il punto per Emmerich è dunque giocare sì con la macchina da presa, con ogni rotazione e rivoluzione possibile e immaginabile, quasi a trovarsi in un videogame, ma al contempo arrivare a dare uno spaccato della storia USA, decisamente drammatico, nel quale si veda senza ombra di dubbio e una volta di più, la propulsione innescata dalla volontà a rialzarsi per affondare il nemico. In questo è ideale il cast, che vede nomi virili e tutti d’un pezzo come Dennis Quaid, Aaron Eckhart, Luke Evans e Ed Skrein, insieme a Mandy Moore nei panni della moglie ferma ma comprensiva del pilota Dick (Skrein).

Ciò che dunque risulta essere davvero inaffondabile alla fine è il desiderio a credere davvero in se stessi, alla potenza della propria identità patriottica, a qualunque costo, persino al sacrificio della propria vita per il bene della propria Nazione. Valori che oggi sembrano quasi fuori dal tempo, ma che posti sotto forma di immagini, giungono ad attivare una memoria incredibilmente familiare.

A proposito di Max: il 30 novembre su Sky Cinema il ricordo del regista Max Croci

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È passato poco più di un anno dalla prematura scomparsa, a soli 50 anni, di Max Croci, poliedrico regista di documentari, corti e lungometraggi. Nato a Busto Arsizio l’11 ottobre 1968, già illustratore e art director, dal 2003 è stato autore e regista di diverse produzioni per Sky Cinema: Italia 70 – il cinema a mano armata, L’arte dei titoli di testa, Moana-magnifica ossessione, Una poltrona per due, L’Italia dei generi sono solo alcuni titoli della lunga collaborazione con Sky, fino alla regia di Cinepop, il programma quotidiano di infotainment andato in onda su Sky Cinema fino alla sua scomparsa

In occasione del primo anniversario, Sky Cinema ha deciso di ricordare l’amico Max con una serata dedicata, in onda sabato 30 novembre su Sky Cinema Uno. In prima serata, alle 21.15, verrà trasmesso il suo ultimo lungometraggio LA VERITÀ, VI SPIEGO, SULL’AMORE, con Ambra Angiolini e Carolina Crescentini, ambientato a Torino e tratto dal romanzo omonimo della scrittrice torinese Enrica Tesio.

A seguire, alle 22.55, andrà in onda il documentario inedito A PROPOSITO DI MAX, prodotto da Sky Cinema: un ritratto intimo e appassionato di un uomo che fin dalla più tenera età sognava di diventare cineasta, dotato di un talento poliedrico che gli ha permesso di svolgere innumerevoli ruoli, dall’illustratore all’art director, l’autore e infine il regista di lungometraggi. A PROPOSITO DI MAX ripercorre la sua vita, breve ma intensa, utilizzando il materiale di repertorio dall’archivio di Sky e attraverso le testimonianze degli amici e di chi ha lavorato con lui nel corso di questi anni. Tra questi, lo storico del cinema Steve Della Casa, il critico e volto di Sky Cinema Gianni Canova, gli amici attori Luca Argentero, Stefano Fresi, Lodo Guenzi, senza dimenticare le figure femminili che hanno avuto un ruolo cruciale nella sua vita professionale e affettiva: dalla mamma Gabriella alle attrici Ambra Angiolini, Serena Rossi, Marina Massironi, Alessandra Faiella, Nicoletta Maragno.

OMAGGIO A MAX CROCI – SABATO 30 NOVEMBRE SU SKY CINEMA UNO: ALLE 21.15 IL FILM LA VERITÀ, VI SPIEGO, SULL’AMORE, ALLE 22.55 IL DOCUMENTARIO INEDITO A PROPOSITO DI MAX, PRODOTTO DA SKY CINEMA.

Onward – Oltre la Magia: nuovo trailer del film Pixar

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Onward – Oltre la Magia: nuovo trailer del film Pixar

Walt Disney Italia ha diffuso il nuovissimo trailer di Onward – Oltre la Magia, il nuovo atteso film di Disney Pixar.

Ambientato in un immaginario mondo fantastico, il nuovo lungometraggio d’animazione Disney e Pixar Onward – Oltre la Magia diretto da Dan Scanlon e prodotto da Kori Rae, che hanno già firmato l’acclamato Monsters University del 2013, arriverà nelle sale italiane il 5 marzo 2020.

Onward – Oltre la Magia: la trama

Ispirato ad alcune esperienze personali vissute dal regista insieme a suo fratello, Onward – Oltre la Magia racconta la storia di due fratelli: Ian e Barkley, elfi adolescenti, lanciano un incantesimo nel giorno del sedicesimo compleanno di Ian per fare apparire magicamente il loro padre (o almeno metà di lui) fino alle sue distintive calze viola. I due si imbarcheranno poi in una straordinaria avventura per scoprire se nel mondo esista ancora un po’ di magia.

Onward – Oltre la Magia, il cast

Nella versione originale del film, il cast di voci vede protagonisti Chris Pratt (Guardiani della Galassia), Tom Holland (Spiderman: Homecoming), Julia Louis-Dreyfus (Veep – Vicepresidente Incompetente) e Octavia Spencer (La Forma dell’Acqua – The Shape of Water).

Star Wars: tutti i riferimenti alla mitologia e alla religione nella saga

La grandezza e il successo di una saga senza tempo come Star Wars risiedono anche nelle numerose influenze che i film hanno ricevuto dalla mitologia classica e dalle varie religioni, pescando dalla tradizione degli archetipi letterari e di storie che non tramonteranno mai.

Ecco allora di seguito tutti i più importanti riferimenti scovati nel franchise di George Lucas da Episodio VII ad oggi:

Il viaggio dell’eroe

Una delle tracce più simboliche che si intravedono nella saga è ovviamente il classico viaggio dell’eroe, utilizzata da George Lucas per impostare il racconto di Luke Skywalker e dell’arco che lo porterà alla piena realizzazione di se stesso. Questo strumento utilizzato per centinaia di migliaia di anni, specialmente nella mitologia greca e romana, rappresenta in tutto e per tutto la transizione di un individuo da un’identità all’altra, qui in particolare di ragazzo di Tatooine che diventa un cavaliere jedi.

Il mito di Re Artù

Esattamente come i Cavalieri della Tavola Rotonda di Re Artù o i Templari della Chiesa Cristiana, i Cavalieri Jedi appartengono ad un ordine ben preciso incaricato di custodire gli ideali di pace e giustizia. Anche il modo che avevano i cavalieri di Artù di sedersi intorno alla tavola rotonda viene ripreso dal franchise tramite il consiglio dei maestri jedi, senza contare i riferimenti ad Excalibur e alla profezia del re di mago Merlino omaggiata dalla teoria di Obi-Wan Kenobi sul destino di Luke e sulla spada laser di Anakin.

Confucianesimo e buddismo

star wars gli ultimi jedi

Non tutti sanno che il Codice Jedi si basa principalmente sugli insegnamenti di Confucio, filosofo che predicava concetti in grado di enfatizzare il senso della morale e della responsabilità personale e governativa, la simbiosi delle relazioni sociali e l’importanza della giustizia e della sincerità. Un altro riferimento è quello alla filosofia dei samurai giapponesi che praticavano il buddismo dove dovere, disciplina e lealtà sono valori imprenscindibili. Anche la parola Jedi deriva da “jidaigeki”, film drammatici d’epoca che ruotavano attorno al samurai.

La Forza

Nell’universo di Star Wars, l’energia mistica che circonda ogni essere vivente e lega insieme la galassia si chiama Forza. Essa combina elementi della fisica (in particolare gli atomi) con varie religioni presentandosi in forma di spiritualità che dà un significato agli eventi casuali vissuti dai personaggi.

Cristianesimo

Uno dei più grandi richiami alla tradizione di Star Wars coincide con la storia del cristianesimo attraverso il personaggio di Anakin Skywalker, il prescelto proprio come narra il nuovo testamento grazie alla figura di Gesù di Nazareth. Entrambi sono uniti da una nascita quasi mistica, e dall’attitudine a compiere gesta incredibili ritenute impossibili per un essere umano, oltre al fatto che secondo la profezia dovrebbero portare Equilibrio alla Forza.

La mitologia greca

Nella mitologia greca, diverse storia coinvolgono un eroe che deve allenarsi diligentemente per affrontare un grande avversario, dal potente Ercole allenato da Filottete ad altri noti esempi. Come questi personaggi anche Luke Skywalker è costretto ad affrontare il malvagio Sith Lord Darth Vader e per farlo attraversa un percorso di formazione durissimo e spirituale insieme a Yoda e Obi-Wan Kenobi.

La tentazione del diavolo

Anakin sperimenta la tentazione del diavolo cedendo al fascino del lato oscuro esercitato dal senatore Palpatine, e questo passaggio ricorda molto il mito di Adamo ed Eva tentati dal Serpente, dove ai primi esseri viventi promesso potere e ricchezza. Il prescelto di Star Wars, al contrario, non ignora il Lato Oscuro della Forza, ma quanto possa essere forte la sua seduzione.

Il coro greco e gli altri riferimenti al teatro ellenico

Nell’antico teatro greco, alcuni personaggi/archetipi compaiono in ogni opera come l’eroe, il guerriero, il mentore, la fanciulla e così via, ma altri ricompaiono a fasi alterne e si riconoscono per i loro tratti specifici. Nei film di Star Wars, Lucas li ha utilizzati per formare il cosiddetto coro greco, ovvero quei personaggi che commentano le azioni dei protagonisti (vedi C-3PO, R2-D2 o Jar-Jar Binks).

Leggi anche – Star Wars: 10 rumor che si sono rivelati falsi

Fonte: Screenrant

Colpa delle stelle: le curiosità sul film con Shailene Woodley

Colpa delle stelle: le curiosità sul film con Shailene Woodley

Adattamento dell’omonimo e popolare romanzo per ragazzi, Colpa delle stelle è arrivato nelle sale cinematografiche nel 2014 con la regia di Josh Boone. In breve, la pellicola è diventata un grande successo in tutto il mondo, ottenendo ottimi riscontri di pubblico anche in Italia, dove è arrivata a guadagnare oltre 5 milioni di euro. A livello mondiale l’incasso ammonta ad oltre 300 milioni di dollari, a fronte di un budget di soli 12. Il merito va anche ai due giovani e apprezzati protagonisti, che hanno saputo attrarre numerosi spettatori verso questa storia d’amore e di lotta contro un destino avverso.

Tutto nasce dal romanzo pubblicato nel 2012 da John Green, divenuto in breve tempo un vero e proprio best seller, apprezzato tanto da un pubblico giovane quanto da uno più adulto. In particolare, critica e lettori sono concordi nell’indicare come elementi di successo del libro il suo trattare in modo leggero temi delicati come quello della malattia. Così facendo, Green ha offerto un nuovo punto di vista a riguardo, narrato attraverso personaggi complessi e intriganti. Per il titolo del romanzo, l’autore si è ispirato al primo atto, scena 2, del Giulio Cesare di William Shakespeare, in cui Cassio dice a Bruto: “la colpa, caro Bruto, non è delle nostre stelle, ma nostra, se siamo dei subalterni“.

Colpa delle stelle: la trama e il cast del film

Protagonisti del film sono Hazel e Gus, due giovani adolescenti, anticonformisti e dallo spiccato spirito sarcastico. Conosciutisi durante le riunioni in un gruppo di sostegno per malati di cancro, i due si innamoreranno irrimediabilmente l’uno dell’altro, decidendo di vivere la loro storia nonostante le avversità che il destino porrà sul loro cammino. Nel timore che le rispettive malattie possano separarli, i due iniziano a condividere tutte le loro passioni, tra cui il libro preferito di Hazel, intitolato Un’afflizione imperiale, scritto da Peter Van Houten. Desiderosi di incontrare quest’ultimo, i due partiranno verso una nuova avventura, coronando la loro storia d’amore. La malattia di Gus, tuttavia, si ripresenterà inesorabile, complicando il loro rapporto.

Nel ruolo dei due ragazzi protagonisti vi sono gli attori Shailene Woodley e Ansel Elgort. I due, già piuttosto noti prima del film, hanno con questo consacrato la loro popolarità. Nello stesso anno hanno inoltre recitato insieme nel film Divergent, primo capitolo di una trilogia proseguita con Insurgent (2015) e Allegiant (2016). In questa recitavano nel ruolo di due fratelli, passando invece ad essere amanti in Colpa delle stelle. La loro amicizia è stata di aiuto a ciò, permettendogli di ottenere un’ottima chimica di coppia. Per dar vita ai loro personaggi, l’attrice ha inoltre affinché Elgort leggesse il libro da cui è tratto il film, e di cui lei è una grande fan. L’attore, che non sembrava ritenere necessaria la lettura, si convinse infine a farlo per lei, pur di non deluderla.

Particolarmente desiderosa di far parte del progetto, la Woodley scrisse numerose e-mail al regista e allo scrittore del romanzo, affermando di essere pronta a qualunque cosa pur di far parte del progetto. Green, inizialmente, non credeva che l’attrice fosse adatta per il ruolo, ma dopo aver assistito al provino si ricredette immediatamente, affermando di essere stato profondamente commosso dalla sua dedizione. Per la parte, inoltre, la Woodley decise di tagliarsi realmente i capelli per il ruolo di Hazel, rifiutandosi di indossare una parrucca. L’attrice ha poi donato i propri capelli all’ospedale locale, permettendo così di realizzare con questi una parrucca per i bambini malati. Completano il cast anche gli attori Laura Dern, nel ruolo della madre di Hazel, e Willem Dafoe, nel ruolo del burbero scrittore Van Houten.

colpa delle stelle cast

Colpa delle stelle: la vera storia che ha ispirato il romanzo

Benché riadattata per poter diventare un romanzo prima e un film poi, la storia di Colpa delle stelle si basa sulla vera amicizia che legava Green ad una giovane ragazza malata di cancro. Questa è Esther Earl, nata nel 1994, a cui all’età di 12 anni venne diagnosticato un cancro alla tiroide. La ragazza visse il periodo della malattia con grande coraggio, aprendo un canale YouTube dove parlava della propria malattia e della propria vita con essa. In breve, divenne una piccola celebrità sul Web, fino al momento della sua scomparsa. La ragazza si spense infatti il 25 agosto del 2010, all’età di 16 anni.

Esther e Green si conobbero nel 2009, ad un evento dedicato alla saga di Harry Potter. Lo scrittore si trovava lì per assistere ad un’esibizione del fratello, mentre la ragazza era presente in quanto fan della saga fantasy. L’attenzione di Green fu catturata dalla bombola d’ossigeno che lei portava dietro con sé, e i due iniziarono così a parlare stringendo amicizia. I due intrapresero poi una fitta corrispondenza, scambiandosi novità, curiosità e qualunque altra cosa accadesse nelle loro vite. In seguito alla scomparsa della ragazza, per elaborare il lutto Green decise di rimettere mano al romanzo che stava scrivendo, trasformando radicalmente la storia affinché prendesse maggiormente spunto dalla vicenda di Esther.

Lo scrittore ha infatti raccontato che ciò che più lo ha ispirato nello scrivere il libro è stata l’empatia e la vitalità di Esther, la quale affrontava sempre con il sorriso la sua difficile situazione. Green non voleva però appropriarsi della sua storia, decidendo perciò di costruirne una che avesse solo dei piccoli riferimenti alla giovane. Il personaggio di Hazel, ad esempio, presenta solo alcune somiglianze superficiali con Esther. Tra queste vi sono il tipo di cancro e la necessità di girare con le bombole d’ossigeno. L’autore è inoltre convinto del fatto che se non avesse incontrato la ragazza, non avrebbe mai potuto scrivere una storia del genere, dedicando quindi a lei tutto il suo successo.

Colpa delle stelle: le canzoni, le frasi, il trailer del film e dove vederlo in streaming

La storia d’amore tra i due protagonisti è caratterizzata dal alcuni popolari brani, che caratterizzano il film e la sua malinconica atmosfera. Tra questi si annoverano Simple As This di Jake Bugg, All I Want dei Kodaline, Let Me In dei Grouplove, Wait degli M83, No One Ever Loved di Lykke Li e What You Wanted dei OneRepublic. A firmare il brano portante del film è poi il celebre cantautore britannico Ed Sheeran. La sua All of the Stars si afferma come la canzone che meglio descrive i due protagonisti e il loro struggente amore. Si tratta di una ballata romantica, ricca del talento popolare cantante che riconferma con questo brano il proprio successo tra le giovani generazioni.

Per gli amanti del film, o per chi volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Colpa delle stelle è infatti presente nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Infinity. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Il film è celebre anche per via di alcune frasi divenute simbolo del difficile amore tra i due protagonisti. Grazie a queste, gli spettatori hanno potuto affezionarsi ancor di più a loro e alle loro emozioni, sentendole come proprie. Ecco allora alcune delle frasi più belle presenti nel film:

Sono innamorato di te, e non sono il tipo da negare a me stesso il semplice piacere di dire cose vere. Sono innamorato di te, e so che l’amore non è che un grido nel vuoto, e che l’oblio è inevitabile, e che siamo tutti dannati e che verrà un giorno in cui tutti i nostri sforzi saranno ridotti in polvere, e so che il sole inghiottirà l’unica terra che avremo mai, e sono innamorato di te! (Gus)

Puoi scegliere di non soffrire in questo mondo, però puoi scegliere per chi soffrire. E a me piace la mia scelta, spero che ad Hazel piaccia la propria. (Gus)

Mi sono innamorata di te come quando ci si addormenta: piano piano poi… Profondamente. (Hazel)

Se vuoi vedere l’arcobaleno, devi sopportare la pioggia. (Hazel)

È questo il problema del dolore. Esige di essere sentito. (Gus)

Fonte: IMDb, HistoryvsHollywood

Katherine Langford: 10 cose che non sai sull’attrice

Katherine Langford: 10 cose che non sai sull’attrice

Nota principalmente per il ruolo di Hannah Baker nella serie televisiva Tredici, l’attrice Katherine Langford ha fatto parlare di sé anche grazie ad altri ruoli, tanto in televisione quanto al cinema, che hanno contribuito ad accrescere la sua celebrità. Ad oggi la Langford è una giovane promessa della recitazione, divisa tra prodotti più mainstream e altri di natura più indipendente e autoriale.

Ecco 10 cose che non sai di Katherine Langford.

Katherine Langford: i suoi film

1. Ha debuttato al cinema con una commedia sentimentale. L’attrice appare per la prima volta sul grande schermo nel 2018 con il film Tuo, Simon, dove interpreta il ruolo di Leah. Nel 2019 recita invece nel film Cena con delitto – Knives Out, dove recita accanto agli attori Jamie Lee Curtis, Michael Shannon, Daniel Craig, Chris Evans e Ana de Armas.

2. È celebre per un ruolo televisivo. L’attrice è divenuta famosa grazie al ruolo di Hannah Baker, la protagonista della serie Netflix Tredici, dove la Langford ha recitato nelle prime due stagioni.

Katherine Langford è su Instagram

3. Ha un proprio account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 14,5 milioni. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, ma anche immagini promozionali dei suoi progetti da attrice e anche foto tratte dalle premiere a cui prende parte.

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Katherine Langford e Josephine Langford

4. Ha una sorella minore. L’attrice ha una sorella più piccola, Josephine Langford, la quale è anche lei un’attrice, nota per aver recitato nel film After (2019) e nella serie TV Into the Dark (2019).

Katherine Langford: il suo fisico

5. È un’amante dello sport. Nel tempo libero dalla recitazione, l’attrice ama nuotare, tanto da aver frequentato nuoto agonistico ai tempi del liceo. Proprio per la sua costante attività fisica, l’attrice ha sempre sfoggiato un fisico che ha destato le attenzioni dei fan, attratti dalla sua grande sensualità.

Katherine Langford in Avengers: Endgame

6. Era presente in una scena del film. L’attrice aveva ottenuto un piccolo cameo nel film Avengers: Endgame, dove appariva come la figlia cresciuta di Tony Stark, la quale rifletteva con il padre circa il suo sacrificio. La scena tuttavia è stata eliminata dal montaggio finale del film.

7. Sarà possibile vederla nel film grazie a Disney+. Sulla piattaforma Disney+, in arrivo in Italia il 31 marzo 2020, sarà possibile trovare la scena in cui compare anche l’attrice, e che aggiunge un’ulteriore nota drammatica al sacrificio di Tony Stark, alias Iron Man.

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Katherine Langford in Tredici

8. Non ha letto il libro da cui è tratta la serie. L’attrice ha ammesso di non aver letto il libro di cui la serie Tredici è la trasposizione prima di ottenere la parte di Hannah Baker. La Langford ha poi recuperato la mancanza nel tempo trascorso tra il conferimento del ruolo e l’inizio delle riprese.

9. Ha dovuto recitare con un accento diverso dal suo. Nata in Australia, l’attrice nell’interpretare il ruolo di Hannah Baker ha dovuto fingere un accento americano, ben differente da quello usato da lei normalmente.

Katherine Langford età e altezza

10. Katherine Langford è nata a Perth, in Australia, il 29 aprile 1996. L’altezza complessiva dell’attrice è di 166 centimetri.

Fonte: IMDb

Toni Collette: 10 cose che non sai sull’attrice

Toni Collette: 10 cose che non sai sull’attrice

Attrice divenuta celebre solo negli ultimi anni, grazie ad alcuni ruoli in film di successo, Toni Collette si è affermata per la sua grande versatilità, che l’ha portata a recitare tanto in film di genere horror quanto in commedie e blockbuster. Particolarmente apprezzata dalla critica, la Collette ha ora occasione di farsi conoscere anche da un pubblico più vasto, grazie a numerosi progetti in programma per il futuro.

Ecco 10 cose che non sai sull’attrice.

Toni Collette: i suoi film e le serie TV

1. È diventata celebre grazie ad un ruolo horror. Il debutto cinematografico dell’attrice arriva nel 1994, con il film Le nozze di Muriel. Successivamente partecipa a film come Tre amici, un matrimonio e un funerale (1996), Velvet Goldmine (1998), Il sesto senso (1999), About a Boy – Un ragazzo (2002), The Hours (2002), Little Miss Sunshine (2006), Fight Night – Il vampiro della porta accanto (2011), Hitchcock (2012), Non buttiamoci giù (2014), Krampus – Natale non è sempre Natale (2015) e in Hereditary – Le radici del male (2018), con cui diventa celebre ad un più ampio pubblico. Recita poi in Velvet Buzzasaw (2019) e Cena con delitto – Knives Out (2019), dove recita accanto agli attori Jamie Lee Curtis, Chris Evans, Michael Shannon, Daniel Craig e Ana de Armas.

2. Ha recitato anche in televisione. Dopo aver recitato in alcuni episodi di diverse serie TV, l’attrice appare anche tra i protagonisti di United States of Tara (2009-2011), Hostages (2013-2014), Wanderlust (2018) e Unbelievable (2019).

3. Ha ricoperto il ruolo di produttrice. Nel corso degli all’anni l’attrice si è distinta anche come produttrice di alcuni dei suoi progetti da interprete. Tra questi si annoverano United States of Tara, Wanderlust e il film Hereditary – Le radici del male.

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Toni Collette è su Instagram

4. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram, dove ha un profilo seguito da 102 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, ma anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Toni Collette e Dave Galafassi

5. È sposata con un musicista. L’attrice è sposata dal 2003 con il musicista Dave Galafassi, batterista della band “Toni Collette & the Finish”, di cui l’attrice è cantante. Con il marito, la Collette ha avuto due figli, nati rispettivamente nel 2008 e nel 2011.

Toni Collette in Il sesto senso

6. Interpreta la madre del protagonista. Nel film Il sesto senso, diretto da M. Night Shyamalan e con protagonista Bruce Willis, l’attrice ricopre il ruolo di Lynn Sear, la madre del piccolo Cole Sear, la quale è ignara del segreto del figlio, che scoprirà soltanto a fine film.

7. Non si era resa conto che il film fosse un horror. L’attrice ha dichiarato di essersi sentita talmente tanto coinvolta emotivamente dal film e dalla sua storia, da non essersi praticamente resa conto che si trattasse di un film horror.

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Toni Collette e gli Oscar

8. Ha ricevuto una nomination ai premi Oscar. Nel 2000 la Collette riceve una nomination come miglior attrice non protagonista ai premi Oscar per il suo ruolo nel film Il sesto senso.

Toni Collette in Hereditary – Le radici del male

9. Non voleva fare il film. L’attrice aveva detto al suo agente di non voler più prendere parte a film cupi e dai toni horror, ma dopo aver letto la sceneggiatura di Hereditary – Le radici del male ha affermato di averla amata così tanto da non poter rinunciare al ruolo.

Toni Collette età e altezza

10. Toni Collette è nata a Sydney, in Australia, il 1 novembre 1972. L’altezza complessiva dell’attrice è di 173 centimetri.

Fonte: IMDb

Thor: Love and Thunder, ecco quando inizieranno le riprese

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Thor: Love and Thunder, ecco quando inizieranno le riprese

Ospite del Tokyo Comic Con, Chris Hemsworth ha rivelato qualche dettaglio su Thor: Love and Thunder, quarto capitolo del Marvel Cinematic Universe dedicato al Dio del Tuono che lo vedrà protagonista insieme a Natalie Portman diretto ancora una volta da Taika Waititi.

Senza scendere nel particolare, è arrivata almeno la conferma sulla data di inizio riprese, a quanto pare fissata intorno alla metà del 2020, periodo in cui il pubblico tornerà in sala per lo standalone prequel di Vedova Nera con Scarlett Johansson.

Durante il panel dell’evento Hemsworth ha inoltre spiegato di non aver letto la sceneggiatura di Waititi ma che il team del regista, con i Marvel Studios, “ci stanno lavorando duramente e sono piuttosto entusiasti all’idea di offrire ai fan qualcosa di fresco e nuovo.

Avendo lasciato Thor alla fine di Endgame, ci si sono aperte una serie di opportunità e percorsi da affrontare che cambieranno drasticamente il personaggio, e questa cosa è davvero entusiasmante“, continua la star australiana.

Thor: Love and Thunder anticipato da una scena di The Dark World

È stato confermato che quella che vedremo in Thor: Love And Thunder non sarà semplicemente una Thor “femmina” ma Jane Foster nelle vesti di Mighty Thor, nome della celebre run scritta da Jason Aaron in cui l’eroina impugna il Mjolnir al posto del Dio del Tuono.

Vi ricordiamo che la trasformazione di Jane Foster in Potente Thor coincide con il periodo più buio della sua vita: suo marito e suo figlio muoiono infatti in un incidente d’auto e, come se non bastasse, le viene stato diagnosticato un cancro al seno. Essere Mighty Thor porta ovviamente dei vantaggi, perché ogni volta che Jane cambia “pelle” il suo corpo viene ripulito da tutte le tossine, ma mentre Thor si offre di aiutarla con la magia asgardiana, l’eroina rifiuta qualsiasi trattamento.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarok, così come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: EndgameL’ispirazione del progetto arriva dal fumetto The Mighty Thor, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

L’uscita di Thor: Love and Thunder è prevista per il 5 novembre 2021.

Fonte: Comicbook

Richard E. Grant: 10 cose che non sai sull’attore

Richard E. Grant: 10 cose che non sai sull’attore

Attore dalla lunga carriera, Richard E. Grant ha lavorato tanto al cinema quanto in televisione, ottenendo più volte numerosi riconoscimenti da parte di critica e pubblico. Estremamente versatile, l’attore si è distinto nel corso degli anni attraverso generi e ruoli sempre diversi, sino ad ottenere in tarda età la consacrazione con il ruolo nel film Copia originale, che gli ha fatto guadagnare la sua prima nomination agli Oscar.

Ecco 10 cose che non sai di Richard E. Grant.

Richard E. Grant: i suoi film

1. Ha recitato in numerosi lungometraggi. La carriera cinematografica dell’attore ha inizio nel 1987, con il film Shakespeare a colazione. Successivamente recita in film di rilievo come Henry e June (1990), I protagonisti (1992), Dracula di Bram Stoker (1992), L’età dell’innocenza (1993), Ritratto di signora (1996), Spice Girls – Il film (1997) Gosford Park (2001), Sacro e profano (2008), Lo schiaccianoci in 3D (2009), The Iron Lady (2011), Jackie (2016), Logan – The Wolverine (2017), Come ti ammazzo il bodyguard (2017), Lo schiaccianoci e i quattro regni (2018), Copia originale (2018) e Star Wars: L’ascesa di Skywalker (2019).

2. Ha recitato anche in televisione. Nel corso della sua carriera l’attore è apparso anche in numerosi episodi di diverse serie TV, e tra le più celebri si annoverano Miss Marple (2007), Doctor Who (2012-2013), Downton Abbey (2014), Il Trono di Spade (2016) e Una serie di sfortunati eventi (2019).

Richard E. Grant è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 77,2 mila persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate in momenti di svago, con colleghi o amici, ma sono particolarmente presenti anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

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Richard E. Grant in Downton Abbey

4. Ha recitato nella celebre serie britannica. L’attore è comparso nella quinta stagione della serie Downton Abbey nell ruolo di Simon Bricker, storico dell’arte che si reca ad Abbey per osservare un dipinto appartenente alla famiglia Grantham.

Richard E. Grant in Il Trono di Spade

5. Ha ricoperto un ruolo nella sesta stagione. Nel corso della sua carriera l’attore è anche entrato a far parte del cast di Il Trono di Spade, ricoprendo il ruolo di Izembaro nella sesta stagione della serie. Il personaggio è l’attore principale di una compagnia teatrale, protagonista dell’opera The Gate, da lui anche scritta.

Richard E. Gran in Doctor Who

6. Ha doppiato il protagonista nella versione animata. Nel 2003 l’attore presta la sua voce al personaggio del Dottore nella serie animata Doctor Who: Scream of the Shalka. Nel 2012 Grant sarebbe poi apparso nello speciale natalizio della serie live-action.

Richard E. Grant in Una serie di sfortunati eventi

7. Ha recitato nella serie Netflix. L’attore ha preso parte alla terza e ultima stagione della serie Una serie di sfortunati eventi, nel ruolo nominato come “Uomo con la barba ma senza capelli”, recitando in tre episodi accanto all’attore protagonista Neil Patrick Harris.

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Richard E. Grant in Copia originale

8. Per il suo ruolo nel film ha ricevuto la sua prima nomination agli Oscar. Nel 2018 l’attore riceve il plauso universale della critica per la sua interpretazione di Jack Hock nel film biografico Copia originale, nel quale affianca l’attrice Melissa McCarthy. Per il ruolo l’attore viene nominato a numerosi premi, tra cui figura la nomination come miglior attore non protagonista ai premi Oscar, la prima nella carriera dell’attore.

Richard E. Grant in Star Wars

9. Interpreterà uno dei villain del film. L’attore si è rifiutato di rivelare dettagli circa il suo ruolo nel film Star Wars: L’ascesa di Skywalker. Grant ricoprirà ad ogni modo il personaggio del Generale Pryde, facente parte del gruppo di villain principali del film.

Richard E. Grant età e altezza

10. Richard E. Grant è nato a Mbabane, nell’allora Swaziland britannico, il 5 maggio 1957. L’attore è alto complessivamente 188 centimetri.

Fonte: IMDb

Avengers: Endgame, ecco tutte le scene scartate e rivelate dai concept

Grazie al volume Avengers: Endgame – The Art of The Movie (imprenscindibile per qualsiasi fan dell’universo cinematografico Marvel) siamo in grado di dare uno sguardo ravvicinato a tutte quelle scene e personaggi scartati dalla versione finale del film, riprodotti sotto forma di concept dagli artisti che hanno lavorato all’epico capitolo campione di incassi.

Di seguito trovate le immagini e le relative descrizioni:

Il finale alternativo con Iron Man vivo

Tra le pagine del libro è contenuto anche il finale alternativo del cinecomic, che contrariamente alla versione uscita in sala vedeva insieme Steve Rogers e Tony Stark dopo la battaglia. Cap avrebbe comunque affrontato i viaggi nel tempo per restituire le gemme dell’infinito alle loro timeline, mentre ad aspettarlo nel presente ci sarebbe stato Tony monitorando la piattaforma al posto di Bruce Banner. Piccola nota a margine: chi è quella sagoma in lontananza seduta sulla panchina? Forse Bucky?

L’esercito di Thanos e i look alternativi

L’esercito degli Outriders, fedeli servitori di Thanos, si presenta nel corso di Avengers: Infinity War e torna nei concept di The Art of the Movie raccontando le varie fasi di una sfida senza precedenti per i disegnatori della Marvel. “Dopo aver esaminato il materiale di base, volevo che avessero una qualità biomeccanica”, ha spiegato uno degli addetti ai lavori nel libro. “Eravamo preoccupati perché potevano sembrare troppo simili a Venom, quindi dovevamo garantirgli un aspetto unico.

Tony Stark incontra Shuri

Ecco un momento che tutti abbiamo sognato e che, sfortunatamente, non è finito nel film: l’incontro tra le due menti più brillanti del MCU, Tony Stark e Shuri, mostrata da questi concept. L’illustratore Jackson Sze ha quindi immaginato un’interazione in cui i personaggi avrebbero dichiarato il loro apprezzamento reciproco. “Sono entrambi scienziati geniali, e ho pensato che Tony Star avrebbe apprezzato la tecnologia che Shuri poteva apportare al team. Speravo di ottenere quel momento“.

Nakia nella battaglia finale con le altre eroine

Un altro concept art ci rivela la presenza di un personaggio alla fine scartato dalla sequenza con le supereroina Marvel riunite durante la battaglia finale: stiamo parlano di Nakia, spia e guerriera del Wakanda interpretata da Lupita Nyong’o in Black Panther, che come vedete appare dietro Gamora e al fianco di Captain Marvel, The Wasp e Valchiria.

L’epica entrata in scena di Captain Marvel

Concludiamo con l’ultimo artwork tratto da Avengers: Endgame – The Art of the Movie che ci rivela un ingresso in scena molto più epico ed entusiasmante di Captain Marvel durante il terzo atto del film. L’eroina scende a terra una volta distrutta la nave di Thanos e viene successivamente protetta da Pepper Potts e altri eroi.

Sapevamo dal fotogramma chiave disegnato da Andy Park che ci sarebbe stato un momento in cui tutte le donne avrebbero lavorato insieme, quindi stavo cercando di pensare a una sequenza in cui l’arrivo di Carol potesse funzionare“, ha raccontato l’illustratore Jackson Sze. “Essendo intergalatticamente potente, Captain Marvel doveva aiutare i Vendicatori distruggendo la nave di Thanos“.

Leggi anche – Avengers: Endgame, 10 cose che ancora non sapevate sul film

Fonte: Comicbook

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, Rey in azione nella prima clip ufficiale

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Dopo i due trailer e qualche spot, ecco arrivare online la prima clip ufficiale tratta da Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, il capitolo conclusivo della nuova trilogia che sbarcherà nelle nostre sale tra meno di un mese.

La scena ci mostra gli scagnozzi del Primo Ordine che inseguono Rey, Poe Dameron, Finn, C-3PO e Chewbacca e l’aspetto più interessante sembrerebbe la tecnologia dei mezzi di trasporto degli stormtrooper probabilmente sviluppata negli anni che trascorrono dagli eventi di Gli Ultimi Jedi ad Episodio IX.

A quanto pare le guardie potranno volare, lanciate dai loro mezzi di trasporto su due ruote. Piccoli frammenti di questa sequenza erano stati già inseriti nel trailer, e ora capiamo finalmente da chi stavano scappando i nostri eroi.

Potete dare uno sguardo alla clip qui sotto.

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, un toccante video festeggia i 40 anni della saga

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nelle sale a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

Star Wars: L’ascesa di Skywalker, le previsioni per il destino dei personaggi

Fonte: Star Wars

Black Adam: nel film ci sarà anche il Superman di Henry Cavill?

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Black Adam: nel film ci sarà anche il Superman di Henry Cavill?

Dopo l’annuncio ufficiale della data di uscita e le prime indiscrezioni su Black Adam, è già tempo di pensare a quale direzione di trama prenderà il film con Dwayne Johnson nei panni del supereroe DC e, soprattutto, in che modo si legherà all’universo cinematografico di Man of Steel, Aquaman e Wonder Woman.

Quali personaggi potrebbe incontrare il guerriero egiziano potenziato dal mago Shazam?Con chi si scontrerà sul grande schermo? Una risposta, seppur parziale e aleatoria prova a darla il produttore Hiram Garcia (che di recente ha lavorato con Johnson in Jumanji: The Next Level) alimentando le voci su un eventuale ritorno di Henry Cavill:

Penso che l’universo DC sia meraviglioso e siamo aperti a tutto. Abbiamo grandi aspirazioni a riguardo, e siamo amici di Henry, come Dwayne. E stiamo parlando di un grande marchio di fumetti…Ho sempre adorato l’idea di un futuro incontro tra Black Adam e Superman, quindi chi può dirlo? Insomma, Black Adam contro Superman è davvero un’idea figa. Sarebbe davvero potente“.

Il mantello è nell’armadio. È ancora mio. […] Non me ne starò qui silenziosamente al buio mentre arrivano tutte queste voci. Non ho rinunciato al ruolo.” ha dichiarato in una recente intervista Cavill. “Devo ancora dare tanto a Superman. Ci sono tante storie da raccontare. Tanti approfondimenti del personaggio in cui voglio tuffarmi. Voglio rappresentare i fumetti. È importante per me. C’è tanta giustizia che Superman si merita. Lo status è: vedrete”.

Black Adam: il film introdurrà la Justice Society nel DCEU

Black Adam, affidato alla regia di Jaume Collet-Serra (Run all night, The Shallows), arriverà nelle sale il 22 Dicembre 2021, con le riprese che partiranno a Luglio 2020, come confermato nei mesi scorsi dallo stesso Johnson.

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. E come annunciato nei mesi scorsi, i piani per portare al cinema uno standalone con Johnson sono ancora vivi, e a quanto pare il film dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni Duemila.

“Questo progetto ha comportato dei rischi, ed è stato una sfida. Anni fa volevamo introdurre due origin story in un’unica sceneggiatura, e chi conosce i fumetti e la mitologia dei fumetti saprà che Shazam è collegato a Black Adam.” aveva raccontato l’attore in un video. “Questo personaggio è un antieroe, o villain, e non vedo l’ora di interpretarlo. Stiamo sviluppando il progetto che è nel mio DNA da oltre dieci anni. Dovremmo iniziare a girare in un anno e non potrei essere più eccitato all’idea“.

Fonte: Comicbook

Channing Tatum è al lavoro sull’adattamento di The Maxx

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Accantonato (momentaneamente) il progetto su Gambit, Channing Tatum è pronto a misurarsi con un altro cinecomic e lavorerà all’adattamento di The Maxx, il fumetto cult creato da Sam Kieth, insieme a Roy Lee. La notizia è stata diffusa nelle ultime ore dall’Hollywood Reporter, menzionando il coinvolgimento delle rispettive case di produzione dei due, Free Association e Vertigo Entertainment con i registi Reid Carolin e Peter Kiernan.

Per quanto riguarda il testo originale, The Maxx viene pubblicato nei primi anni Novanta da Image Comics, rivoluzionaria casa editrice che ha contribuito a lanciare artisti di successo del calibro di Jim Lee, Todd McFarlane, Rob Liefeld e molti altri.

Diverso da qualsiasi tradizionale supereroe e lontano da ogni stereotipo di genere, Maxx vive le sue avventure in due realtà differenti: la prima è quella che lo vede vagabondare come senza tetto nei quartieri degradati di una metropoli, mentre la seconda è la terra selvaggia dell’outback australiano dove combatte strane creature al fianco di un’affascinante ragazza della giungla (Jungle Queen).

Tra le altre creazioni di Kieth ricordiamo il fumetto DC The Sandman, che ha lanciato la carriera di Neil Gaiman ed è diventato uno dei testi più acclamati di tutti i tempi, e svariate storie di Wolverine per Marvel Comics Presents .

Da The Maxx sono stati tratte serie animate di cui una di 13 episodi prodotta da MTV, che ha consolidato il suo status di culto tra i fan, vincendo addirittura un Annie Award per la migliore serie animata.

Gambit: la Disney sta “valutando” il film con Channing Tatum

Su Channing Tatum e il futuro di Gambit, gli ultimi aggiornamenti suggeriscono che potrebbe esserci ancora una speranza per il personaggio creato da Chris Claremont e Jim Lee nel 1990 (esordì sulle pagine di Uncanny X-Men n.226), e a suggerirlo sono state le parole di Simon Kinberg, produttore e regista di Dark Phoenix.

Dunque possiamo sperare che la Disney torni a sviluppare il progetto (se non addirittura tutti quelli lasciati indietro, come Silver Surfer, X-Force, Multiple Man, Kitty Pryde e Dottor Doom)? Kevin Feige e i Marvel Studios affonderanno finalmente le mani nel bacino di queste storie?

Vi ricordiamo che per quanto riguarda Gambit, già quattro anni fa Rupert Wyatt (L’alba del pianeta delle scimmie) venne contattato per dirigere il film, e all’epoca si fece anche il nome di Lea Seydoux come possibile protagonista femminile nei panni di Bella Donna Boudreaux; poi, a settembre 2015, fu lo stesso Wyatt ad abbandonare definitivamente lo sviluppo e altri registi come lui, tra cui Doug Liman e Gore Verbinski, lasciando Gambit nelle mani del destino.

Fonte: THR

Godzilla vs Kong: rimandata l’uscita del film crossover

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Come riportato dall’Hollywood Reporter, Legendary Pictures ha ufficialmente rimandato la data di uscita nelle sale di Godzilla vs Kong, evento crossover che metterà l’uno contro l’altro due famosi mostri e che arriva dopo i capitoli Godzilla (2014), Kong: Skull Island (2017) e Godzilla: King of the Monsters.

Lo studio, di comune accordo con Warner Bros., distribuirà il film non più il 13 marzo 2020, ma il 20 novembre 2020. Al timone del progetto rimane Adam Wingard mentre nel cast figureranno Julian Dennison, Brian Tyree Henry, Alexander Skarsgard e Demian Bichir.

L’ultimo capitolo del franchise, Godzilla: King of Monsters, è stato diretto da Michael Dougherty e vede nel cast Millie Bobby Brown (Stranger Things)Vera Farmiga. Bradley Whitford, Thomas Middleditch, O’Shea Jackson Jr., Ken Watanabe e Sally Hawkins.

Dopo il successo globale di Godzilla e Kong: Skull Island è arrivato nei cinema allargando la trama dell’universo cinematografico nato dalla collaborazione di Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures. Il film racconta infatti l’epico scontro tra Godzilla e alcuni dei mostri più popolari nella storia della cultura pop seguendo gli eroici sforzi dell’agenzia cripto-zoologica Monarch di combattere questa batteria di mostri giganteschi.

Godzilla II – King of The Monsters: la recensione

Fonte: THR

Noir in Festival: il programma della 29a edizione

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Noir in Festival: il programma della 29a edizione

Si apre nel segno della memoria la 29a edizione del Noir in Festival in programma a Como e Milano dal 6 al 12 dicembre con la direzione di Giorgio Gosetti, Marina Fabbri e Gianni Canova (delegato IULM): il festival ricorda gli 80 anni di Batman, cavaliere nero nato dalla graphic novel e diventato icona cinematografica, grazie al tratto di Lorenzo De Felici che firma l’immagine dell’anno e poi svela i segreti di un classico anomalo del genere come The Third Man di Carol Reed con Joseph Cotten, Alida Valli e Orson Welles che 70 anni fa vinceva il Grand Prix al Festival di Cannes. Sono due estremi del genere, da un lato il fantasy, dall’altro la scena storica tra spionaggio, corruzione e guerra fredda che indicano bene come il campo d’azione del genere debba essere guardato con occhi diversi, nell’ottica dell’ibridazione e del rinnovamento.

“A quest’idea – dicono Marina Fabbri e Giorgio Gosetti – si ispira tutto il programma dell’anno, costruito sulla doppia suggestione della tradizione e degli sconfinamenti, con un legame più forte di sempre tra cinema e letteratura, storia e cronaca, a cominciare dal vincitore del Raymond Chandler Award, Jonathan Lethem, nuova stella della letteratura post-moderna americana, premiato a Como la sera del 7 dicembre e poi protagonista di un incontro con i lettori domenica 8 dicembre a Milano”.

I sei film in concorso per il cinema, giudicati da una giuria tutta al femminile composta dall’attrice Lucia Mascino, dalla regista Patricia Mazuy e dalla produttrice/festival manager Mira Staleva portano in primo piano la “nuova onda” del cinema sudamericano con il cileno Araña di Andrés Wood, il brasiliano Bacurau di Kleber Mendonça Filho e Juliano Dornelles, l’argentino 4X4 di Mariano Cohn, film giocati su registri molto diversi – dal pamphlet civile alla fantascienza distopica alla commedia nera – ma tutti fortemente collegati da uno sguardo politico che rilancia uno degli aspetti distintivi dell’idea di narrazione in noir. Insieme a questi Dear Agnes di Daniel Alfredson, l’ultimo film della trilogia svedese di “Intrigo” ideata da Håkan Nesser (ospite d’onore per la letteratura), il coreano The Beast di Lee Jeong-ho (remake di un classico del polar come “36 Quai des Orfèvres”), il sorprendente cinese Il lago delle oche selvatiche di Diao Yinan, rivelazione all’ultimo festival di Cannes.

Altrettanto compatta la squadra degli autori letterari che forniscono a quest’edizione la “spina dorsale” di una rassegna in grande trasformazione: autori affermati come Giancarlo de Cataldo, Gianrico Carofiglio, Maurizio De Giovanni, Donato Carrisi (tutti da tempo strettamente legati anche al cinema e alla serialità televisiva), talenti emergenti come Piernicola Silvis o Andrea Purgatori, incursori di grandissima qualità come Antonio Moresco e Guido Vitiello, outsider inattesi come Gino Vignali. E naturalmente i cinque finalisti del Premio Giorgio Scerbanenco che si contendono il titolo di autore italiano noir dell’anno.

In parallelo con la letteratura, anche il cinema italiano mette in gara i suoi finalisti della stagione con il Premio Caligari promosso da IULM in accordo con il Noir in Festival: sono sei i film italiani che saranno visti e giudicati dalla grande giuria popolare presente all’Auditorium IULM di Milano. Tra questi anche qui domina la varietà e l’idea di trasformazione del genere tra il labirinto kafkiano di Donato Carrisi e il road movie di Guido Lombardi, il realismo di Renato De Maria e Claudio Giovannesi e la dark comedy di Vincenzo Alfieri, la graphic novel diventata cinema di Igort. Fino all’omaggio fuori concorso che sottolinea il valore de Il Traditore, l’ultimo lavoro di Marco Bellocchio, insignito da IULM della Laurea Honoris Causa negli stessi giorni del Festival a Milano.

Tra gli eventi speciali in programma: l’anteprima della nuova serie svedese Stokholm Requiem dai romanzi di Kristina Ohlsson (in onda su LaF a gennaio), l’edizione completa della trilogia Intrigo di Daniel Alfredson da Håkan Nesser, per la prima volta in Italia; il Premio Svizzeretto assegnato al produttore-regista Claudio Bonivento, vero “maverick” del cinema italiano; l’omaggio di Antonietta De Lillo a un altro grande outsider del genere come Lucio Fulci; la conversazione con Andrea Purgatori sulla “nuova guerra fredda” raccontata da un giornalista (“Atlantide”),  scrittore (Quattro piccole ostriche), sceneggiatore (Il muro di gomma); il doppio incontro con Adrian Wootton che racconta il rapporto col cinema di Graham Greene e intervista Angela Allen, unico testimone vivente del set di The Third Man; la Giornata dedicata a Giorgio Scerbanenco giornalista, realizzata insieme al Master in Giornalismo IULM; il premio alla carriera a un maestro anche del noir come Bertrand Tavernier; le ormai tradizionali “Pillole in Luce” che quest’anno hanno per tema le grandi (e piccole) rapine; una mostra organizzata in collaborazione con Astorina su un altro importante protagonista del fumetto, questa volta tutto italiano, che si aggirerà per villa Olmo nei giorni comaschi di festival: Diabolik, il personaggio nato dalla penna delle sorelle Giussani, di cui vestirà i panni Luca Marinelli nel nuovo film dei Manetti bros., in uscita nel 2020.

Infine la collaborazione con AGICI (Associazione Generale Industrie Cine-Audiovisive Indipendenti) che per il secondo anno sceglie il nostro festival come partner di riferimento e quest’anno organizza a Como, dal 6 all’8 dicembre, il suo evento nazionale MICI19 dedicato alla produzione audiovisiva di genere e alle prospettive di internazionalizzazione transfrontaliera con la collaborazione della Ticino Film Commission.

Reso possibile dal sostegno della Direzione Generale Cinema del MiBACT, dalla coproduzione con l’Università IULM di Milano, dall’impegno di Istituto Luce – Cinecittà, SIAE e Associazione Amici di Como, dalla collaborazione con il Comune di Como, il Noir in Festival conferma anche questa volta la vitalità di un genere che è ormai indiscusso punto di riferimento del nostro tempo.

Spider-Man: le previsioni per il futuro dell’eroe nel MCU

Spider-Man: le previsioni per il futuro dell’eroe nel MCU

Come ufficializzato nei mesi scorsi, Spider-Man rimarrà nell’Universo Cinematografico Marvel grazie al nuovo accordo siglato da Sony e Marvel Studios dopo in estate era stata confermata la rottura del contratto di co-produzione; dunque il personaggio sarà protagonista di un terzo capitolo standalone (uscita prevista il 16 luglio 2021) e comparirà in un altro cinecomic del franchise.

Ma quali sono le previsioni per il futuro dell’arrampicamuri? Ecco qualche idea:

Peter lascerà gli Avengers

Spider-Man: Far From Home

Un’idea interessante per il futuro dell’eroe potrebbe essere quella di staccarlo dal team dei Vendicatori e continuare a osservarlo nelle sue imprese solitarie tra New York e il mondo coerentemente al finale di Spider-Man: Homecoming dove Peter sceglieva di rimanere l’eroe di quartiere. Di certo Infinity War e Endgame l’hanno lanciato in un contesto più ampio che i fan vorrebbero approfondire, quindi il discorso diventa complicato…

Sparirà nel Multiverso

Contrariamente alle aspettative, l’idea dell’introduzione del Multiverso è stata rimandata dai Marvel Studios al sequel di Doctor Strange, dove verranno esplorate le varie possibili realtà grazie ai viaggi interdimensionali del personaggio. Questa prospettiva aprirebbe la strada per un eventuale percorso di Peter Parker verso l’incontro con altri eroi dell’universo Marvel come Venom…

Si ritirerà dopo aver formato i Giovani Vendicatori

Come confermato da Kevin Feige tempo fa, i Marvel Studios stanno “preparando il terreno” per un’eventuale introduzione degli Young Avengers nel MCU. Gli indizi concreti di questa prospettiva sono pochi, dall’arrivo di Kate Bishop nella serie su Occhio di Falco alla possibile presenza di Cassie Lang, la figlia di Ant-Man già vista in diversi film; ma se fosse proprio Spider-Man il collante del nuovo team? E se Peter fondasse la squadra per poi abbandonarla per inseguire i prossimi obiettivi da solo?

Resterà a New York ispirato dai Fantastici 4

Sappiamo che i Fantastici 4 arriveranno prima o poi nel MCU, e secondo una teoria molto intrigante c’è un indizio nel finale di Spider-Man: Far From Home che sembra suggerirlo con certezza. Ci troviamo in una delle due scene post credits, quella che rivela l’attuale posizione del vero Nick Fury nello spazio, ed è qui che entrerebbero in gioco i membri della prima famiglia Marvel.

La teoria infatti crede che i supereroi saranno i protagonisti della nuova forza intergalattica che garantirà il mantenimento della pace governata da Nick Fury, e sarà proprio questa situazione a fornire ai quattro i loro poteri.

Continuerà il suo viaggio nell’universo Sony

Che ne sarà di Spidey dopo l’uscita del terzo film solista e del titolo ancora ignoto prodotti dai Marvel Studios? La domanda è lecita, come è normale pensare ai progetti della Sony in merito al proseguimento del franchise nel proprio universo. E che dire degli altri personaggi, Ned, M.J., Flash e Zia May? Forse Peter smetterà di essere un Vendicatore e troverà la sua strada in un nuovo contesto?

Combatterà contro i Sinistri Sei

spider-man far from home

Stando a quanto mostrato finora nel Marvel Cinematic Universe, i due capitoli sull’arrampicamuri ci hanno presentato Avvoltoio, Shocker, Tinkerer, Scorpion, Mysterio e forse Camaleonte (o meglio, Dmitri). Per completare l’ensemble mancherebbero ancora alcuni dei più iconici personaggi come Doctor Octopus, Electro, Kraven e Sandman, ma di fatto l’idea di un film che coinvolga i Sinistri Sei avrebbe senso a questo punto della timeline…d’altronde Adrian Tommes (Michael Keaton) ha incontrato Michael Mando aka Scorpion nella scena post credits di Homecoming

Si unirà a Nick Fury nello spazio

samuel l. jackson

La seconda scena post-credits di Far From home vede le “copie” di Nick Fury e Maria Hill in macchina (in realtà si tratta di Talos e sua moglie, gli Skrull mutaforma) tramite cui apprendiamo che i veri agenti segreti si trovano nello spazio a bordo di un’astronave. E se Peter Parker li raggiungesse per svolgere una nuova missione segreta? Magari diventando parte fondamentale della trama di Secret Invasion

Morirà in Avengers 5

Al momento non abbiamo né un annuncio né una data di uscita ufficiali per l’ipotetico quinto film degli Avengers, anche se Kevin Feige ha affermato di avere un’idea ben chiara di quale sarà la line-up di supereroi da schierare. Alcuni sostengono che la trama del film si baserà sui fumetti di “Secret Wars“, e questo significherebbe raccontare la morte di Spider-Man…

Leggi anche – Spider-Man: 10 eroi con cui fare squadra nel nuovo film

Fonte: Screenrant

Iron Man: ecco perché la Marvel si è opposta al quarto film

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Iron Man: ecco perché la Marvel si è opposta al quarto film

Se escludiamo dalla lista Nick Fury, Iron Man è il personaggio ad aver ottenuto più presenze nell’universo cinematografico Marvel (dieci, per l’esattezza), contanto la sua trilogia solista e il suo ruolo nei film corali come Avengers: Endgame. L’ultimo capitolo del franchise a lui dedicato risale al 2013, anno di uscita di Iron Man 3, e secondo quanto rivelato da Christopher Markus e Stephen McFeely (sceneggiatori di Infinity War e molti altri), c’è una ragione dietro la scelta dello studio di non realizzare il quarto episodio.

Che ti piacciano o meno tutti i 24 film, il capitale che la Marvel ha costruito gli ha permesso di fare cose come mettere un procione e un albero in un cinecomic, giusto? Con qualsiasi altro studio, il pubblico avrebbe già avuto il suo Iron Man 4. Ma hanno deciso di non farlo per correre il rischio e provare cose nuove, come puntare un seme nel terreno e vedere come sarebbe andata a finire togliendo i personaggi dal tavolo. Per noi è una scelta audace, ed egoisticamente è stato davvero fantastico per noi“.

Ogni storia ha bisogno di una fine, perché altrimenti perde significato“, hanno continuato Markus e McFeely nell’intervista con Vanity Fair. “La fine è ciò che cementa tutto, e questo significa togliere le persone dal tabellone, finire i loro archi. Se Tony fosse uscito vivo da Endgame, con Iron Man 4 che lo aspettava, forse sarebbe stato di troppo…“.

Vi ricordiamo che oltre alla trilogia di Iron Man, Robert Downey Jr. è apparso in L’incredibile Hulk, The Avengers, Avengers: Age of Ultron, Captain America: Civil War, Spider-Man: Homecoming, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

Iron Man: 10 cose che non sapevi sul dietro le quinte della trilogia

Iron Man è tornato per l’ultima volta sullo schermo in Avengers: Endgame, film che Disney e Marvel Studios lanceranno ufficialmente alla prossima campagna per gli Oscar (proprio come fatto lo scorso anno con Black Panther).

Vero evento del decennio, il cinecomic è riuscito in un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man riunendo sul grande schermo tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima alla classifica Avatar di James Cameron.

Nel cast figurano Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony MackieSebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Avengers: Endgame, scovato un riferimento al primo Iron Man

Fonte: Vanity Fair

Joker, Michael Mann loda il film: “Autentico e commovente”

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Joker, Michael Mann loda il film: “Autentico e commovente”

Dopo il lungo e sentito endorsement di Michael Moore e il complimenti di Martin Scorsese, un altro grande autore del cinema americano ha espresso il suo giudizio positivo su Joker, cinecomic campione di incassi e vincitore del Leone d’oro a Venezia. Stavolta le lodi arrivano da Michael Mann, che in una lettera (riportata da Indiewire) scrive:

Amo questo film. Penso che sia brillante e non solo il miglior film di Todd [Phillips], ma anche entusiasmante perché si trova su una frontiera. Ed è qui che di solito succedono cose molto buone. La sceneggiatura di Todd e Scott [Silver] ha quella rilevanza che si verifica quando il lavoro è autentico e non derivativo. Ho trovato Arthur Fleck, il clown, allo stesso tempo inquietante e commovente […]

[…] È sia un bambino vittima che un perpetratore adulto. Entrambi sono veri, come nel caso della maggior parte degli schizofrenici. E il fatto che entrambi siano veri è qualcosa di scomodo. Ci troviamo in uno stato di fuga. È per questo che Arthur e l’impatto del film sono così fortemente legati alla memoria. Costruire tutto questo e avere un impatto così potente è un risultato difficile. Congratulazioni, Todd!“.

Joker: Todd Phillips chiarisce le voci sul sequel

Joker diretto da Todd Phillips vede nel cast Joaquin PhoenixZazie BeetzFrances ConroyBrett CullenDante Pereira-OlsonDouglas Hodge e Josh Pais ed è arrivato nelle sale il 4 ottobre 2019. Contrariamente alle altre apparizioni del personaggio nei Batman di Tim Burton, nella trilogia del Cavaliero Oscuro di Christopher Nolan e in Suicide Squad, il film è ambientato negli anni Ottanta e racconta l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.

Da sempre solo in mezzo alla folla, Arthur Fleck (Joaquin Phoenix) desidera ardentemente che la luce risplenda su di lui. Cercando di cimentarsi come comico di cabaret, scopre che lo zimbello sembra invece essere proprio lui. Intrappolato in un’esistenza ciclica sempre in bilico tra apatia, crudeltà e, in definitiva, tradimento, Arthur prenderà una decisione sbagliata dopo l’altra, provocando una reazione a catena di eventi.

Ho amato il Joker di The Dark Knight, e anche quello di Jared Leto di Sucide Squad che è venuto dopo, così come il ritratto di Jack Nicholson“, ha dichiarato Phillips parlando dei possibili riferimenti alle vecchie versioni del clown principe del crimine e dell’eredità che il suo Joker si porta dietro.

Negli Stati Uniti, i fumetti sono il nostro Shakespeare, e come esistono varie versioni dell’Amleto, così noi potremmo offrire varie versioni di Joker in futuro.” “Onestamente non riusciamo ancora a credere alla vittoria di Venezia. Ci vorrà del tempo per realizzare“, ha commentato il regista nell’intervista con Variety.

Joker: rivelato il destino di Sophie in una scena tagliata

Fonte: Indiewire

Deadpool: Tim Miller ha lasciato il sequel per colpa di Ryan Reynolds?

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Archiviato l’incredibile successo al botteghino di Deadpool, la Fox ha subito iniziato i lavori per il sequel e, contrariamente alle aspettative, il regista Tim Miller si chiamato fuori dal progetto lasciando il franchise. Le ragioni di questa scelta sono state rivelate da Miller stesso in una recente intervista, e quanto pare sarebbero da attribuire al controllo creativo del protagonista Ryan Reynolds.

Era diventato chiaro che Ryan [Reynolds] voleva avere il pieno controllo del franchise. Puoi lavorare in quel modo come regista, anche abbastanza bene, ma io non posso. Non mi dispiace avere un dibattito, ma se non riesco a vincere, non voglio giocare. E non credo che tu possa negoziare ogni decisione creativa, ce ne sono troppe da prendere. Siccome Ryan è il volto del franchise, ed è stato di gran lunga il componente più importante di questo, se decide di controllarlo, allora lo controllerà.

Sono sempre stato bravo a lasciar perdere” ha proseguito Miller, menzionando l’esperienza avuta sul set di Terminator, “Sono una persona premurosa, ma quando arrivo al punto di dover prendere una decisione sono molto bravo a lasciarmi tutto alle spalle. Ricordo ancora quella riunione alla Fox in cui tutto è apparso evidente e ho detto: “Ho capito. Me ne vado, così voi potrete fare ciò di cui c’è bisogno”.

In verità, non è mai stato un segreto che Ryan Reynolds abbia avuto un ruolo pratico nel rendere Merc the Mouth un pilastro Marvel sin dalla sua prima apparizione in X-Men Origins: Wolverine. Ha contribuito a produrre Deadpool ed è stato sia produttore che co-sceneggiatore di Deadpool 2. E Ryan Reynolds è anche attivo dietro le quinte aiutando a far decollare Deadpool 3. Dire che il franchising è un progetto di passione sarebbe un eufemismo.

Deadpool: Disney conferma un futuro per il Mercenario Chiacchierone

Vi ricordiamo che Deadpool continuerà il suo viaggio cinematografico insieme ai Marvel Studios (dopo la recente fusione tra Disney e Fox), e secondo quanto riportato dal sito HN Entertainment, il team di produzione sarebbe già al lavoro su Deadpool 3, terzo capitolo del franchise.

Questo perché la casa di Topolino ha appena presentato una nuova divisione della società chiamata Finger Gun Productions LLC, e diverse fonti sostengono che il nome possa riferirsi proprio alle prossime avventure di Wade Wilson. Sarà davvero così? Dobbiamo aspettarci un annuncio ufficiale nei prossimi giorni?

A confermare l’ingresso dell’eroe nel MCU era stato Alan Horn, presidente di Walt Disney Studios, durante il CinemaCon di Las Vegas, rassicurando il pubblico accorso al panel che presto arriverà un altro titolo della serie di film con Ryan Reynolds.

Fonte: KCRW

Star Wars: J.J.Abrams commenta la delusione di George Lucas dopo Episodio VII

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George Lucas non ha mai nascosto la sua delusione nei confronti del corso della nuova trilogia di Star Wars inaugurata da Il Risveglio della Forza, capitolo diretto da J.J. Abrams, e di recente era stata la presidente della Lucasfilm Kathleen Kennedy a commentare le critiche dell’amico e collaboratore di lunga data. Anche il regista, tornato dietro la macchina da presa di Episodio IX: L’Ascesa di Skywalker, ha voluto dire la sua in merito in un’intervista con il Rolling Stone manifestando stima e comprensione nei confronti di Lucas:

Provo solo gratitudine per George. Probabilmente è una cosa complicata per lui. Decidere che venderai questa cosa che hai creato, che era il tuo bambino, a chiunque…deve essere più complicato che firmare un assegno e sorriderne. Ma è stato incredibilmente gentile e super generoso.

Abrams ha poi continuato: “È venuto da me, e ci siamo incontrati quando abbiamo iniziato a lavorare sul nuovo film parlando di tonnellate di idee e storie diverse, perché volevamo sentire da lui ciò che era importante. E non abbiamo fatto altro che cercare di aderire ad alcuni aspetti fondamentali della storia. Non è stata una cosa difficile da provare e da fare. E ancora, è stato davvero gentile. Quindi sono solo grato. Vorrei che Il Risveglio della Forza fosse il suo film preferito di tutti i tempi? Sì, volevo solo fare bene per lui.

Credo sia stato difficile per George, all’inizio, e che in qualche modo avesse capito quanto sarebbe stato difficile” aveva dichiarato la Kennedy. “J.J. Abrams [il regista di Episodio VII] venne da noi con tanto entusiasmo e riverenza nei confronti di Star Wars e George, e all’epoca doveva trovare ciò che nella storia poteva essere personale per lui. Ha dovuto farlo suo. Ogni regista che entra in un film deve creare qualcosa di proprio, trovarsi all’interno della narrazione. E poi questa scoperta diventerà un punto di vista diverso. E penso che sia tutto ciò a cui George ha reagito male.

Star Wars: 10 fantastiche scene che non sono mai state girate

L’ultimo capitolo della nuova trilogia, Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, è stato diretto da J.J. Abrams e arriverà nelle sale a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

Fonte: Rolling Stone

Spider-Man: 10 cose che non sapevi sulla trilogia di Sam Raimi

Spider-Man: 10 cose che non sapevi sulla trilogia di Sam Raimi

Insieme ai film su Batman, Blade e gli X-Men, la trilogia di Spider-Man di Sam Raimi è forse il primo vero esempio di franchise di successo tratto da fumetti che anticipava l’era dei Marvel Studios. Senza quei cinecomic non avremmo mai avuto la capacità di capire a fondo l’universo cinematografico Marvel, perché hanno davvero impostato il modello per le storie sull’origine dei supereroi.

Ecco di seguito 10 cose che forse non sapevate sulla trilogia:

Willem Dafoe ha girato il 90% delle sue acrobazie

Norman Osborn aka Green Goblin è stato utilizzato come principale antagonista nel primo film per approfondire il tema padre-figlio stabilito dalla relazione di Peter con lo zio Ben. Non tutti sanno che il suo interprete, uno straordinario Willem Dafoe, ha effettuato quasi il 90% delle sue acrobazie sul set, indossando un’armatura ottimizzata per consentirgli una maggiore fisicità.

Gli attori candidati al ruolo di Otto Octavius

Prima di scegliere Alfred Molina per interpretare il dottor Otto Octavius, i produttori avevano pensato ad altri nomi del calibro di Ed Harris, David Duchovny, Sam Neill, Robert De Niro (che Sam Raimi aveva precedentemente considerato per il ruolo di Green Goblin nel primo film), Arnold Schwarzenegger e Chris Cooper.

Spider-Man 3 è il film più costoso del 2007

Nel 2007, Spider-Man 3 ha stabilito il record di film più costoso mai realizzato in quell’anno. Partendo da un budget di 250 milioni di dollari, la produzione ha poi fatto salire la cifra a  350 milioni, e tutto ciò si doveva all’utilizzo di nuove tecnologie CGI richieste dal regista e alla durata delle riprese (otto mesi).

Wolverine doveva avere un cameo nel primo film

Wolverine - L-immortale hugh jackman

I fan dei fumetti Marvel sono stati ad un passo dal veder realizzato uno dei loro sogni: ammirare Wolverine e Spider-Man insieme sul grande schermo. È accaduto durante la produzione del primo film sull’Uomo Ragno, come confermato da Hugh Jackman in un’intervista: “Era in programma un cameo, ma non se ne fece più nulla“.

Jake Gyllenhaal ha quasi sostituito Tobey Maguire in Spider-Man 2

Le controversie contrattuali fanno parte dei meccanismi di Hollywood, e Spider-Man 2 non è stato esente da tutto ciò. Ci riferiamo al periodo precedente alla produzione, quando l’infortunio alla schiena di Tobey Maguire spinse gli studios a considerare l’idea di sostituirlo con un altro attore. All’epoca il produttore esecutivo Avi Arad incontrò Jake Gyllenhaal, per molti il candidato numero uno per prendere il suo posto, ma fortunatamente le cose tornarono come prima e Maguire riprese il ruolo.

Le urla di Kirsten Dunst in Spider-Man 2 sono state riutilizzate per Spider-Man 3

Una scena ripetuta in tutti film vede protagonista Mary Jane Watson rapita dal cattivo di turno e sospesa a mezz’aria per attirare Spider-Man, ma la cosa più divertente di questa scelta narrativa è il fatto che le urla di Kirsten Dunst in un film sono state poi riutilizzate per i successivi.

Tobey Maguire ha davvero “salvato” ogni cosa del vassoio

Se i cinecomic degli ultimi dieci anni hanno fatto affidamento in maniera massiccia agli effetti speciali, lo stesso non si può dire dei primi esprimenti fatti da Sam Raimi nella trilogia sull’Uomo Ragno. Ad esempio, nella scena in cui Peter riesce a non fare cadere nulla dal vassoio del pranzo recuperando tutto ciò che era lì sopra “al volo”, fu effettivamente Tobey Maguire l’autore dell’impresa e non il CGI.

Rosemary Harris non ha avuto bisogno di stuntman

Zia May ha la sua buona dose di scene d’azione in Spider-Man 2, come quando viene presa in ostaggio da Doc Ock, e come rivelato dagli addetti ai lavori, l’attrice Rosemary Harris ha effettuato tutte le sue acrobazie divertendosi un mondo. All’epoca la Harris aveva all’incirca settant’anni!

Sam Raimi non voleva Venom nel terzo film

Molti detrattori di Spider-Man 3 sostengono che il problema maggiore del film risieda nella abbondanza di villain, e se Sandman era il cattivo che Sam Raimi e Tobey Maguire volevano includere fin dall’inizio, è stato confermato che Venom non rientrava nei piani del regista e che la scelta di inserirlo fu del produttore Avi Arad.

Tobey Maguire non aveva mai letto i fumetti prima di essere scelto come protagonista

Lo stesso Tobey Maguire ha ammesso che prima di firmare il contratto per la trilogia non aveva mai letto un fumetto di Spider-Man in vita sua. Ciò che lo spinse ad accettare non fu quindi il materiale di partenza, ma la sceneggiatura di Sam Raimi e il lavoro drammatico che avrebbe dovuto affrontare.

Leggi anche – Spider-Man: 10 segreti dal dietro le quinte dei film del MCU

Fonte: Screenrant

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, un toccante video festeggia i 40 anni della saga

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A meno di un mese dall’arrivo nelle sale di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, la lucasfilm ha voluto omaggiare i fan dell’universo di Guerre Stellari diffondendo uno speciale e commovente video che celebra i quarant’anni della saga ripercorrendo tutti i momenti più importanti dall’uscita di Una nuova speranza ad oggi.

Con Episodio IX infatti si conclude un ciclo durato tre trilogie e nove appassionanti capitoli in cui abbiamo assistito al racconto epico di una famiglia tra tradimenti, avventure, battaglie e riconciliazioni e che è riuscito a influenzare non soltanto la cultura pop come pochi altri franchise nella storia, ma anche la vita di milioni di persone.

Come spiegato dal regista J.J. Abrams, il film spingerà le barriere della narrazione fuori dal quadro, dove la scrittura non è mai arrivati prima e l’approccio è stato quello di un bambino entusiasta rimettersi in gioco, senza sottovalutare la responsabilità di un compito così importante, nel suo caso maggiore perché torna dopo la pausa di Episodio VIII affidato a Rian Johnson.

Qui sotto potete dare uno sguardo alla featurette.

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, ecco perché segna la vera “fine” della saga

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nelle sale a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

Star Wars: L’ascesa di Skywalker, le previsioni per il destino dei personaggi

Fonte: Star Wars

Avengers: Endgame, il look originale di Vedova Nera nei concept inediti

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Dopo aver dato uno sguardo alle versioni alternative di Doctor Strange in Infinity War, ecco arrivare online alcuni concept inediti di Avengers: Endgame in cui vediamo i look originariamente pensati per due personaggi chiave del film, ovvero Vedova Nera e Occhio di Falco, in particolare per i momenti ambientati dopo il ritorno post-schiocco a cinque anni dalla Decimazione di Thanos.

Nelle immagini che trovate qui sotto ci sono varie idee di sviluppo sul costume di Ronin, l’identità assunta da Clint Barton nei cinque anni che trascorrono dalla morte della sua famiglia al ritorno nei Vendicatori, e su quello di Natasha Romanoff, molto più interessante e complesso di quello ottenuto nel film, con tanto di maschera e cappuccio che suggeriscono una potenziale trasformazione in Ronin al femminile.

Tante donne del team Marvel ci hanno pregato di non uccidere Occhio di Falco, di non strappare anche lui dalla vita di Natasha. Sicuramente avremmo avuto una conversazione molto diversa se Clint l’avesse messa da parte.“, hanno spiegato di recente i due sceneggiatori parlando della scena della morte di su Vormir.

E’ come se Natasha salti sulla granata. Siamo davvero orgogliosi di quel momento. Non abbiamo rimpianti. L’unico rammarico è che non arrivi alla fine del secondo atto e che non abbiamo potuto contemplare il suo lutto perché avevamo un’altra ora di film da gestire…Purtroppo questo è il rovescio della medaglia“.

Avengers: Endgame, 10 cose che ancora non sapevate sul film

Un anno dopo l’uscita di Avengers: Infinity War e la folle corsa agli Oscar di Black Panther (il primo cinecomic della storia ad essere candidato nella categoria Miglior Film capace di conquistare ben tre statuette) Disney e Marvel Studios lanciano ufficialmente la campagna a sostegno di Avengers: Endgame.

Film evento del decennio, Avengers: Endgame è riuscito in un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man riunendo sul grande schermo tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima alla classifica Avatar di James Cameron.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony MackieSebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Avengers: Infinity War, ecco la scena con Cap che non vedremo mai

Fonte: CBM

Jamie Lee Curtis: 10 cose che non sai sull’attrice

Jamie Lee Curtis: 10 cose che non sai sull’attrice

Celebre “Scream Queen” del cinema, Jamie Lee Curtis è diventata una vera e propria icona grazie al film Halloween, affermandosi poi anche come attrice drammatica e comica, dimostrando di saper spaziare tra i generi. Negli anni ha così ricoperto una grande varietà di ruoli, ricevendo in più occasioni l’apprezzamento di critica e pubblico. L’attrice non ha tuttavia dimenticato le proprie origini, tornando più volte a confrontarsi con il genere che l’ha resa celebre: l’horror.

Ecco 10 cose che non sai su Jamie Lee Curtis.

Jamie Lee Curtis: i suoi film

1. Ha esordito al cinema con un famoso film horror. L’attrice debutta sul grande schermo nel 1978 con il celebre film Halloween, dove interpreta la protagonista. Grazie al successo del film, la Curtis recita poi in numerose pellicole horror come Fog (1980), Non entrate in quella casa (1980) e Il signore della morte (1981), per poi approdare alla commedia con Una poltrona per due (1983). Successivamente recita in celebri film come Terrore in sala (1985), Un pesce di nome Wanda (1988), Blue Steel – Bersaglio mortale (1990), Papà, ho trovato un amico (1991), True Lies (1994), Halloween – 20 anni dopo (1998), Il sarto di Panama (2001), Halloween – La resurrezione (2002), Quel pazzo venerdì (2003), Beverly Hills Chihuahua (2008), Veronica Mars – Il film (2014), per poi riprendere il ruolo di Laurie Strode nel film Halloween (2018). Nel 2019 è tra i protagonisti del film Cena con delitto – Knives Out.

2. Ha recitato in televisione. Nel corso della sua carriera l’attrice recita in alcuni episodi di celebri serie TV come Colombo (1977), Operazione sottoveste (1977-1978), Charlie’s Angels (1978), Anything but Love (1989-1992), New Girl (2012-2015) e Scream Queens (2015-2016), nel ruolo di Cathy Munsh.

3. Ha ricoperto il ruolo di produttrice. L’attrice ha indissolubilmente legato la propria carriera alla saga di Halloween, ricoprendo anche il ruolo di produttrice per la nuova trilogia in lavorazione, composta da Halloween (2018), Halloween Kills (2020) e Halloween Ends (2021).

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Jamie Lee Curtis ha un marito e dei figli

4. È sposata con l’uomo dei suoi sogni. Dopo averlo visto recitare nel film This Is Spinal Tap, l’attrice si innamorò perdutamente dell’attore Christopher Guest. Secondo alcune fonti, la Curtis disse più volte che avrebbe tanto desiderato sposarlo, facendolo poi effettivamente nel dicembre del 1984. La coppia non ha avuto figli propri, ma nel 1986 ha adottato due bambini, di nome Annie e Thomas.

Jamie Lee Curtis in Una poltrona per due

5. Il film segno un salto di carriera per l’attrice. Fino al 1983 la Curtis era apparsa soltanto in film di genere horror. Il regista John Landis la scelse quindi per il suo primo ruolo comico nel film Una poltrona per due, dove interpreta la prostituta dal cuore d’oro di nome Ophelia. Per l’attrice, ritrovatasi a recitare accanto ad Eddie Murphy e Dan Aykroyd, fu l’occasione per compiere un vero e proprio salto di carriera.

Jamie Lee Curtis in True Lies

6. Ha avuto modo di dimostrare la sua sensualità. Nel film True Lies, diretto da James Cameron con Arnold Schwarzenegger, l’attrice dà vita ad un inaspettato spogliarello, con cui dimostra di essere dotata di una grande sensualità e di un fisico particolarmente curato e attraente, dalle forme ben diverse da quelle classiche delle star hollywoodiane.

Jamie Lee Curtis in Halloween

7. Era convinta l’avrebbero licenziata. Dopo il primo giorno di riprese del film Halloween, l’attrice era così insoddisfatta della sua performance che era sicura sarebbe stata licenziata e sostituita. Quando ricevette la chiamata del regista John Carpenter, l’attrice si vide invece sommersa di congratulazioni da parte del regista, particolarmente soddisfatto del suo lavoro.

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8. Jake Gyllenhaal l’ha convinta a riprendere il ruolo. L’attrice è la madrina dell’attore Jake Gyllenhaal, il quale ha personalmente convinto la Curtis a riprendere il ruolo di Laurie Strode nel film sequel del 2018.

Jamie Lee Curtis: ha una madre celebre

9. Anche sua madre è celebre per un ruolo horror. La Curtis è la figlia dell’attrice Janet Leigh, divenuta celebre per il ruolo di Marion Crane nel film del 1960 Psycho, diretto da Alfred Hitchcock, per il quale fu anche nominata come miglior attrice non protagonista ai premi Oscar.

Jamie Lee Curtis età e altezza

10. Jamie Lee Curtis è nata a Los Angeles, in California, Stati Uniti, il 22 novembre 1958. L’altezza complessiva dell’attrice è di 170 centimetri.

Fonte: IMDb

Frida. Viva la vida: il docu-film con Asia Argento

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Frida. Viva la vida: il docu-film con Asia Argento

Frida. Viva la vida il docu-film dedicato alla rivoluzionaria artista messicana presentato oggi al 37° Torino Film Festival – Sezione Festa Mobile e nelle sale italiane solo il 25, 26 e 27 novembre.  

A condurre lo spettatore alla scoperta dei due volti della pittrice, seguendo un fil rouge costituito dalle lettere, i diari e le confessioni private di Frida, l’attrice e regista Asia Argento.

FRIDA. VIVA LA VIDA: trailer

 

Frida Kahlo è l’artista che più di ogni altra è riuscita a costruire una potente autobiografia per immagini, capace di raccontare con intensità la sua storia: il dolore fisico, il dramma dell’amore tradito e degli aborti, l’impegno politico. Frida è diventata, dopo la sua morte, un’icona pop in grado di raccogliere centinaia di migliaia di visitatori nelle mostre a lei dedicate e di ispirare libri, fumetti, canzoni, film e persino sfilate di moda.

Ma chi era davvero Frida? E quanta energia e vitalità sprigionano le sue tele anche quando raccontano il dolore e la sofferenza?

FRIDA. VIVA LA VIDA, il docu-film diretto da Giovanni Troilo,  prodotto da Ballandi Arts  e Nexo Digital, in collaborazione con Sky Arte, propone un viaggio in sei capitoli alla ricerca di Frida, nel cuore del Messico, tra cactus, scimmie, cervi e pappagalli, alternando interviste esclusive, documenti d’epoca, ricostruzioni suggestive e opere della stessa Kahlo, tra cui gli autoritratti più celebri (da quello con Diego Rivera del 1931 alle Due Frida del 1939, da La colonna spezzata del 1944 al Cervo ferito del 1946).

FRIDA. VIVA LA VIDA, la trama

Il film documentario mette in luce le due anime di Frida Kahlo (1907-1954): da una parte l’icona, simbolo del femminismo contemporaneo, dall’altra l’artista libera nonostante le costrizioni di un corpo martoriato. Colpita dalla poliomielite a sei anni e vittima di un incidente stradale che la lascerà invalida a diciotto, Frida convisse sempre con dolori atroci che la perseguitarono fino alla morte. Ciononostante, grazie alla sua pittura ma anche ai suoi scritti, al suo modo di vestire, al suo stile inconfondibile, nel corso degli anni la Kahlo è diventata un modello di riferimento capace di influenzare artisti, musicisti, stilisti. La sua importanza ha superato perfino la sua grandezza grazie all’intensità e la determinazione con cui ha affrontato una vita segnata dalla sofferenza. Il dolore, pur essendo materia essenziale del suo lavoro, non basta infatti a spiegare le ragioni di un’affermazione tanto estesa e unanime: nelle opere di Frida c’è un legame perenne anche con la forza interiore e l’amore, con l’energia vitale della sua terra e dei suoi colori.

Sarà l’attrice e regista Asia Argento a condurre lo spettatore alla scoperta dei due volti della pittrice, seguendo un fil rouge costituito dalle parole della stessa Frida: lettere, diari e confessioni private. Lo spettatore scoprirà come l’opera della pittrice affondi le sue radici nella pittura tradizionale dell’800, nei retablos messicani, oltre che nell’arte e nell’impegno di uomini del suo tempo, dal compagno di una vita, Diego Rivera, a Trotsky. Del resto, dopo la rivoluzione del 1910, il Messico aveva provato a riscoprire le proprie origini attraverso l’iconografia pre-colombiana in cui anche Frida esplorò l’identità degli opposti: dolore e piacere, tenebre e luce, luna e sole, la vita nella morte e la morte nella vita. Ripercorrere la vita di Frida Kahlo significherà così cercare il punto di contatto tra la sofferenza delle vicende biografiche e l’amore incondizionato per l’arte.

Nel documentario sarà possibile vedere per la prima volta fotografie, vestiti e altri oggetti personali di Frida conservati negli archivi del Museo Frida Kahlo normalmente non accessibili al pubblico, oltre alle stampe originali delle fotografie scattate da Graciela Iturbide durante l’apertura del bagno di Frida nel 2004.

Ci saranno poi le testimonianze e gli interventi di esperti e artisti: Hilda Trujillo, che dal 2002 dirige il Museo Frida Kahlo, uno dei tre musei più visitati di Città del Messico che sorge nella Casa Azul che fu dimora della pittrice, e il Museo Anahuacalli; la fotografa messicana Graciela Iturbide; il muratore e operaio Alfredo Vilchis, divenuto artista quasi per caso dipingendo miniature; la fotografa Cristina Kahlo, pronipote di Frida; l’insegnate d’arte del Wellesley College e curatore aggiunto di arte latinoamericana al Davis Museum James Oles; Carlos Phillips, amministratore delegato del Museo Frida Kahlo, dell’Anahuacalli di Diego Rivera e del Museo Dolores Olmedo; la ballerina Laura Vargas.

The Dark Knight: 10 cose che non sapevate sulla trilogia

The Dark Knight: 10 cose che non sapevate sulla trilogia

Sette anni fa The Dark Knight Rises (in Italia tradotto con Il ritorno del cavaliere oscuro) chiudeva in gran stile la trilogia su Batman di Christopher Nolan iniziata con Batman Begins e proseguita con Il cavaliere oscuro, cambiando per sempre il modo di approcciare il genere.

Ecco di seguito 10 cose che, forse, non sapevate sul dietro le quinte dei tre film:

Il costume ha migliorato la performance di Christian Bale

Quando Christian Bale è stato scelto come nuovo Batman, l’attore ha deciso che la sua interpretazione del personaggio sarebbe stata più rabbiosa dei precedenti adattamenti. All’inizio temeva che Christopher Nolan non avrebbe gradito questo approccio, mentre il regista finì per amarla. Per quanto riguarda il costume, Bale era così indisposto dalla sua scomodità da riversare quella violenza nella performance.

Un momento dell’esplosione dell’ospedale non era nella sceneggiatura

Il Joker di Heath Ledger è un criminale imprevedibile, misterioso e folle, e una delle sue scene più emozionanti arriva quando il clown si maschera da infermiera nell’ospedale di Gotham facendo esplodere tutto ciò che ha intorno.  Non tutti sanno che quando l’attore ha premuto il detonatore per la prima volta, il colpo non è partito, costringendolo a ripetere il gesto. Questo “passo falso” ovviamente non era nello script ma è finito comunque nel montaggio.

La spiegazione del finale secondo Christopher Nolan

L’attesa spasmodica per il gran finale della trilogia è stata ripagata da un epilogo entusiasmante, e secondo quanto raccontato da Gary Oldman, Christopher Nolan ha descritto al cast per filo e per segno verbalmente (e non tramite script) la chiusura per evitare eventuali indiscrezioni.

Heath Ledger ha sostenuto il provino per Batman

Il Cavaliere Oscuro

Indimenticabile Joker in The Dark Knight di Christopher Nolan, Heath Ledger ha sostenuto il provino per diventare Bruce Wayne ai temi della pre-produzione di Batman Begins. Difficile pensarlo nei panni del crociato di Gotham alla luce della sua incredibile performance, ma chissà che tipo di Batman sarebbe stato il suo…

Il cavaliere oscuro è il primo film della storia ad usare camere IMAX

Non tutti sanno che The Dark Knight, secondo capitolo della trilogia, è stato il primo film della storia del cinema ad essere girato con telecamere IMAX, innovazione tecnologica relativamente recente nell’industria. L’utilizzo è relativo a sei delle più importanti sequenze d’azione, tra cui la rapina in banca e alcune riprese aeree.

Tom Hardy è un grande fan di Batman

Interpretare uno degli antagonisti di Batman non deve esser stato facile per Tom Hardy, accanito fan del cavaliere oscuro, e come dichiarato dall’attore, le scene di combattimento sono state le più impegnative perché fondamentalmente “Mi sembrava di picchiare il mio eroe d’infanzia“.

L’incidente sul set di Batman Begins

batman begins

Durante le riprese di Batman Begins a Chicago, un conducente ubriaco si è schiantato accidentalmente contro la Batmobile pensando che si trattasse di un mezzo alieno invasore. Non è chiaro se il soggetto abbia perso il controllo della macchina perché preso dal panico o se stesse cercando davvero di combattere gli alieni!

Alcuni attori sono rimasti terrorizzati dalla performance di Heath Ledger

Per prepararsi all’interpretazione di Joker e capire la psicologia del personaggio, Heath Ledger si rinchiuse in una stanza di un motel per sei settimane mescolando elementi di Alex DeLarge e Sid Vicious. E secondo quanto riferito da diverse fonti, diversi attori sul set erano sinceramente terrorizzati dalla sua prova, come Michael Caine e Maggie Gyllenhaal, tanto da non riuscire a guardarlo negli occhi.

Jessica Biel e Kate Mara sono state considerate per il ruolo di Catwoman

Catwoman

Per il ruolo di Catwoman in The Dark Knight Rises, poi affidato a Anne Hathaway, lo studio insieme a Christopher Nolan aveva stilato una lista di attrici da prendere in considerazione,  e tra queste c’erano nomi del caibro di Jessica Biel, Kate Mara, Keira Knightley, Natalie Portman, Gemma Arterton, Blake Lively e persino Lady Gaga.

Joker doveva apparire nel capitolo finale della trilogia

joker

La tragica morte di Heath Ledger ha completamente scombinato i piani originali della Warner Bros, che inizialmente aveva previsto il ritorno del Joker anche nel terzo e conclusivo capitolo della trilogia, continuando a raccontare la sua storia mentre Bane saliva al potere.

Leggi anche – Il cavaliere oscuro: 10 cose che non avevi notato nel film di Nolan

Fonte: Screenrant

Joker: Todd Phillips chiarisce le voci sul sequel

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Joker: Todd Phillips chiarisce le voci sul sequel

Todd Phillips è tornato a commentare la notizia sul presunto sequel di Joker e sul suo ritorno dietro la macchina da presa insieme a Joaquin Phoenix, protagonista del film campione di incassi al box office e vincitore del Leone d’oro alla recente Mostra di Venezia.

Negli ultimi giorni infatti, diverse testate americane come Deadline, Hollywood Reporter e Variety sembravano aver confermato l’avvio del progetto al quale avrebbe lavorato il regista e che Phillips, in seno alla Warner Bros., avrebbe firmato un altro titolo legato all’universo dei fumetti DC, opzionando i diritti di un personaggio.

La smentita è arrivata poche ore dopo, spiegando che “non c’è stata alcuna seria discussione in merito. Non c’é nessun accordo con Joaquin e non c’è neanche un accordo con me e lo sceneggiatore.”

Queste invece le parole del regista in una chiacchierata con Indiewire:

Ecco la vera verità sul sequel. Io Joaquin e ne abbiamo parlato, mentre giravamo per il mondo con i dirigenti della Warner Bros tra Toronto, Venezia e altre città, e ovviamente ci siamo seduti a cena chiedendoci se avessimo pensato a qualcosa…Ma per quanto riguarda i contratti, non c’è niente di concreto per noi nemmeno per scrivere il sequel, e non hanno nemmeno contattato Joaquin per essere nel film. Accadrà? Ancora una volta, penso che l’articolo sia stato nel migliore dei casi anticipatorio.

Joker, Todd Phillips sul sequel: “Nessun accordo con me o Joaquin Phoenix”

Joker diretto da Todd Phillips vede nel cast Joaquin PhoenixZazie BeetzFrances ConroyBrett CullenDante Pereira-OlsonDouglas Hodge e Josh Pais ed è arrivato nelle sale il 4 ottobre 2019. Contrariamente alle altre apparizioni del personaggio nei Batman di Tim Burton, nella trilogia del Cavaliero Oscuro di Christopher Nolan e in Suicide Squad, il film è ambientato negli anni Ottanta e racconta l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.

Da sempre solo in mezzo alla folla, Arthur Fleck (Joaquin Phoenix) desidera ardentemente che la luce risplenda su di lui. Cercando di cimentarsi come comico di cabaret, scopre che lo zimbello sembra invece essere proprio lui. Intrappolato in un’esistenza ciclica sempre in bilico tra apatia, crudeltà e, in definitiva, tradimento, Arthur prenderà una decisione sbagliata dopo l’altra, provocando una reazione a catena di eventi.

Ho amato il Joker di The Dark Knight, e anche quello di Jared Leto di Sucide Squad che è venuto dopo, così come il ritratto di Jack Nicholson“, ha dichiarato Phillips parlando dei possibili riferimenti alle vecchie versioni del clown principe del crimine e dell’eredità che il suo Joker si porta dietro.

Negli Stati Uniti, i fumetti sono il nostro Shakespeare, e come esistono varie versioni dell’Amleto, così noi potremmo offrire varie versioni di Joker in futuro.” “Onestamente non riusciamo ancora a credere alla vittoria di Venezia. Ci vorrà del tempo per realizzare“, ha commentato il regista nell’intervista con Variety.

Joker: rivelato il destino di Sophie in una scena tagliata

Fonte: Indiewire

Avengers: Infinity War, Hulk e Vedova Nera insieme in una scena inedita

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Inserita nei contenuti extra del cofanetto Infinity Saga Collector’s Edition (edizione speciale che festeggia i primi undici anni di universo cinematografico Marvel), una scena inedita e tagliata da Avengers: Infinity War ci mostra uno scambio emozionante tra Vedova Nera e Hulk, i due personaggi che avevamo lasciato alla fine di Age of Ultron innamorati e costretti a separarsi.

Natasha Romanoff e Bruce Banner si ritrovano infatti nel Wakanda in questa sequenza relativa alla versione originale del film in cui avremmo assistito al “risveglio” del gigante di giada e alla distruzione della Hulkbuster durante il combattimento con Cull Obsidian.

Tempo fa gli sceneggiatori di Infinity War e Endgame Christopher Markus e Stephen McFeely avevano spiegato che rientrava nei loro obiettivi affrontare la storia d’amore irrisolta tra Natasha e Bruce, solo apostrofata grazie ad un piccolo gioco di sguardi e parole per favorire la narrazione collettiva di tutti gli altri supereroi e il viaggio esistenziale di Thanos.

Qui sotto potete dare uno sguardo alla sequenza.

Avengers: Infinity War, ecco la scena con Cap che non vedremo mai

Un anno dopo l’uscita di Avengers: Infinity War e la folle corsa agli Oscar di Black Panther (il primo cinecomic della storia ad essere candidato nella categoria Miglior Film capace di conquistare ben tre statuette) Disney e Marvel Studios lanciano ufficialmente la campagna a sostegno di Avengers: Endgame.

Film evento del decennio, Avengers: Endgame è riuscito in un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man riunendo sul grande schermo tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima alla classifica Avatar di James Cameron.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony MackieSebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Avengers: Infinity War, l’omaggio ai fumetti dei Guardiani che non avete notato

Fonte: Flash MARVEL