Mentre anche il mondo del cinema è
in subbuglio a causa dell’emergenza coronavirus, sembra continuare
senza interruzioni la produzione di Jurassic
World: Dominion, capitolo conclusivo della nuova
trilogia con protagonisti i dinosauri.
Stando a quanto diffuso dalla stessa
Amblin, il teaser poster del
film, con il logo ufficiale, è un ritorno alle origini e a quel
simbolo rosso, giallo e nero che ha fatto la storia del franchise
originale. Eccolo di seguito:
Jurassic
World: Dominion vedrà sia Chris
Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei
loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice
Smith, Daniella Pineda, Jake
Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il
Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nelJurassic Park
3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato
da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare
in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World: Il Regno
Distrutto.
Alla regia torna Colin
Trevorrow, che ha pubblicato il cortometraggio
Battle at Big Rock, i cui eventi
sono ambientati un anno dopo Jurassic World –
Il regno distrutto mostrando i dinosauri che
vivono nel nostro mondo e lottano per la sopravvivenza. Vi
ricordiamo che Jurassic
World 3 uscirà nelle sale l’11 giugno 2021, salvo
procrastinazioni possibili, dovute all’attuale emergenza sanitaria
mondiale.
L’uscita la cinema di
The New Mutants è stata nuovamente
rinviata, questa volta, a causa della crescente preoccupazione per
la diffusione del coronavirus.
L’adattamento serie spin-off della
serie sugli X-Men diretto da Josh Boone è stato posticipato tre volte
in precedenza, ma con la Disney interamente in controllo della
proprietà del titolo, sembrava che il film fosse finalmente
destinato ad uscire il 3 aprile 2020. Il regista e il cast avevano
anche iniziato a fare il tour promozionale con il cut finale pronto
e approvato, mentre Boone aveva anche fatto finalmente chiarezza
sulle vicende produttive del film.
Parlando con ScreenRant,
un portavoce Disney ha dichiarato: “Crediamo veramente
nell’esperienza cinematografica e stiamo cercando nuove date di
uscita per il 2020 che saranno annunciate in un secondo
momento.”
The
New Mutants è un thriller con sfumature
horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un
gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche.
Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove
abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre
cercano di fuggire.
Diretto da Josh
Boone e scritto da Boone e Knate
Lee, il film vede nel cast la presenza
di Maisie
Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu
Hunt e Henry Zaga.
ll film è prodotto da Simon
Kinberg, Karen
Rosenfelt e Lauren Shuler
Donner, mentre Stan
Lee e Michele Imperato
Stabile sono i produttori esecutivi.
Ben Affleck era nella “lista rossa” di
Harvey Weinstein: questo è quanto emerso di
recente da alcuni documenti giudiziari non ancora sigillati. Tale
lista includeva una serie di personaggi che secondo l’ex produttore
cinematografico rappresentavano una minaccia per la sua
persona.
Prima della pubblicazione dei vari
report che hanno poi dato vita al movimento #MeToo e portato alla
caduta dell’ex magnate di Hollywood, per lungo tempo Harvey Weinstein ha tenuto un elenco di
nomi relativi a persone che, secondo lui, avrebbero potuto rivelare
ai giornalisti della sua condotta sessuale nei confronti delle
donne. Il nome di Ben Affleck è apparso nella lista, una “lista
rossa”, e il documento è stato visionato da
Variety martedì pomeriggio.
La lista faceva parte di circa 1.000
pagine di documenti che sono stati rivelati dal tribunale penale di
New York City, in vista della condanna
di Wenstein a 23 anni di prigione avvenuta nella giornata di
mercoledì.
Il documento è stato portato alla
luce durante il processo ai danni di Weinstein durato sette
settimane. Il procuratore capo ha richiesto che l’elenco (che
includeva sia uomini che donne, tra cui Annabella
Sciorra, una delle attrici ad aver denunciato la condotta
di Weinstein) venisse fornito alla giuria in modo che tutti i nomi
potessero essere visionati, ma il giudice ha respinto la
motivazione.
Oltre ad Affleck e alla Sciorra, tra
i presenti nella “lista rossa” di Weinstein anche Rose McGowan, Zelda Perkins, Lysette Anthony,
Rowena Chiu, ma anche l’ex l’ex dirigente della Weinstein Company,
Irwin Reiter, e l’ex assistente di Weinstein,
Leslye Headland. In lista anche numerosi produttori, tra cui
Jason Blum, Megan Ellison, Donna Gigliotti e
Jennifer Todd.
La fama di Ben Affleck esplose nel 1997, grazie al film
Will Hunting – Genio ribelle, distribuito
dalla Miramax, ex società di Harvey Weinstein. L’anno successo, l’attore
recitò in Shakespeare in Love, prodotto
sempre da Weinstein e grande protagonista degli Oscar 1999. In
seguito alla diffusione delle accuse di molestie sessuali ai danni
di Weinstein, Affleck dichiarò che avrebbe donato in beneficenza
tutti i profitti residui dei suoi film realizzati con la Miramax e
la Weinstein Company.
La “lista rossa” di Weinstein è solo
uno dei tanti documenti emersi in questi giorni durante il processo
all’ex produttore: tra i documenti anche tonnellate di e-mail, tra
cui il pessimo ed agghiacciante messaggio indirizzato a
Jennifer Aniston.
Arriva da
The Hollywood Reporter la notizia che la Spyglass Media ha
ufficialmente affidato a Matthew Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett,
registi del recente
Finché Morte Non Ci Separi, la regia
dell’annunciato reboot di Scream,
la fortunata saga horror iniziata nel 1996 con il primo film cult
diretto dal compianto Wes Craven.
Bettinelli-Olpin e Gillett, in
collaborazione con Chad Villela, figureranno anche come produttori
esecutivi. Al momento non sappiamo ancora chi si occuperà della
sceneggiatura. È inoltre poco chiaro se il nuovo film sarà un
reboot con un cast totalmente inedito o se porterà avanti la storia
del franchise originale e se sarà dunque uno Scream
5 a tutti gli effetti.
Scream è una
serie slasher diretta da Wes
Cravene scritta da Kevin
Williamson e Ehren Kruger,
sceneggiatore del terzo film. È ispirata agli omicidi operati
da Danny Rolling nel 1990.
La trama principale è incentrata su
un serial killer psicopatico travestito con un costume
di Halloween che cerca di uccidere Sidney Prescott
(interpretata da Neve Campbell) e le persone che
fanno parte della sua vita. Ogni film inizia con l’omicidio di una
coppia, per poi svilupparsi fino alla rivelazione dell’identità del
killer e al suo scontro finale con Sidney.
La serie originale è composta da
quattro film, tutti diretti da Craven e interpretati dalla
Campbell. Nel 2015 è stata realizzata da MTV una serie ispirata al
franchise. Tra i numerosi attori apparsi nei film della saga di
ricordano David Arquette, Courtney Cox, Liev Schreiber,
Jamie Kennedy, Rose McGowan, Sarah Michelle Gellar, Jada Pinkett
Smith e Drew Barrymore.
Chris Miller,
regista di
The LEGO Movie, ha portato alla luce un
interessante – e al tempo stesso inquietante, visti i recenti
avvenimenti – connessione tra i suoi ultimi lavori e ciò che sta
attualmente accadendo nel mondo a causa della pandemia di Covid-19,
ma non solo…
Le varie connessioni riguardano,
oltre a The LEGO Movie, diretto nel 2014 insieme al sodale
Phil Lord, anche la serie The Last Man
on Earth (di cui ha curato la regia dei primi due
episodi della prima stagione) e la sua ultima fatica
cinematografica, il film d’animazione Superconnessi.
Su Twitter, il regista ha scritto:
“Nel 2014 Phil Lord e io abbiamo girato un film su un uomo
d’affari corrotto, divenuto presidente, dai buffi capelli, che ha
cercato di alzare barriere. Nel 2015 abbiamo prodotto uno
spettacolo sulle conseguenze di una pandemia a livello globale.
Quest’anno abbiamo prodotto un film su una famiglia sopravvissuta
ad un’apocalisse di robot. È soltanto un avvertimento.”
Tra le risposte più divertenti alla
“riflessione” di Chris Miller, c’è stata ovviamente quella di Phil
Lord, che ha risposto all’amico e collega dicendo: “Scrivi di
ciò che sai che accadrà”.
Le storie di Chris
Miller e Phil Lord sembrano, in effetti,
molto “radicate nella realtà”, ma è chiaro che entrambi i registi
abbiano voluto sdrammatizzare in un momento così delicato, che sta
mettendo a dura prova – purtroppo – l’industria cinematografica
mondiale, e non solo.
Nel 2014, il primo The LEGO Movie divenne un enorme
successo, con recensioni prevalentemente positive e un incasso di
469 milioni su un budget di 60, quello che si definisce un vero
successo. A scrivere e dirigere c’erano Phil
Lord e Chris Miller. Il primo
film ha generato subito un universo condiviso, con altri film del
genere usciti nel corso di questi 4 anni.
È disponibile dal 13
marzo su Prime VideoCelebrity Hunted – Caccia all’uomo, il primo show
italiano non-fiction Amazon Original, prodotto da EndemolShine
Italia, con un cast di superstar, tutti volti noti del panorama
italiano, dal mondo dello sport, dello spettacolo, della musica, di
cinema e tv. Sono Francesco Totti, Fedez, Luis Sal,
Claudio Santamaria, Francesca Barra, Diana Del Bufalo,
Cristiano Caccamo e Costantino della
Gherardesca, e dovranno fuggire da un gruppo di esperti
nella caccia all’uomo.
Nelle parole di Dante
Sollazzo, Head of Unscripted, EndemolShine Italy
“Celebrity Hunted – Caccia all’uomo è un’idea innovativa per
gli spettatori. Un format rivoluzionario con una narrazione
innovativa, elementi di suspense e un eccezionale cast che renderà
questo show unico, una sfida mai vista prima in TV”.
E, a giudicare dal pilot, lo show
mantiene quello che Sollazzo promette. Il primo episodio racconta
le premesse del gioco, le regole che i fuggitivi dovranno seguire,
gli strumenti che utilizzeranno, li presenta uno per uno e ci dice
chi fugge da solo o chi in coppia. Il punto di partenza è il
Colosseo, da dove i vip si disperderanno, intenti a far perdere le
loro tracce agli inseguitori. Gli unici strumenti nelle loro mani
saranno una carta di credito con un prelievo giornaliero massimo di
70 euro e un telefono senza internet. Entrambe le “attrezzature”
sono rintracciabili dal team che dà loro la caccia.
Celebrity Hunted – Caccia all’uomo, il primo
real-life thriller
Si tratta del primo
real-life thriller con ritmo serrato e avvincente
che potrebbe sicuramente catturare l’interesse del quel pubblico
appassionato di reality ma che ha anche piacere a farsi raccontare
una storia ben architettata. Ad accrescere questo aspetto
intervengono poi i caratteri dei personaggi in fuga, tutti (chi più
chi meno) vip molto simpatici, che promettono grandi momenti di
ilarità per lo spettatore.
Nella loro fuga, le otto
celebrities dovranno essere invisibili, sia fisicamente
che digitalmente, quindi niente social, niente contatti, solo,
quando è previsto, un compagno di fuga e nulla più. A guidare le
operazioni di coloro che tenteranno di catturare i personaggi
famosi, c’è Alfredo Mantici, ex capo del
dipartimento analisi strategica del Sisde. Sarà lui a coordinare la
squadra dei cacciatori, che è composta da esperti e noti analisti e
investigatori, accanto ad esperti di cyber security, profiler e
human tracker, tutti presi in prestito dalle forze
dell’ordine e dai servizi segreti militari, con una preparazione
mirata, quindi.
Celebrity Hunted –
Caccia all’uomo è uno show di grande intrattenimento
e dedicato ad un vasto pubblico che poco ha a che spartire con la
produzione Amazon Prime Video
proveniente dagli altri Paesi. Nonostante il vestito insolito,
questa nuova serie è un prodotto nazional popolare, in perfetto
stile televisivo italiano, nascosto però dietro ad un linguaggio
glamour e ad una patina di novità.
Vin Diesel ha affermato che il finale di
Fast and Furious 7 è forse la scena
migliore nella storia del cinema. In seguito alla tragica scomparsa
di Paul Walker, a riprese ancora in corso, fu
necessario utilizzare vecchio materiale d’archivio, unito ai
prodigi della CGI, per completare il film che avrebbe ufficialmente
segnato l’ultima apparizione di Walker sul grande schermo.
Il finale di Fast and Furious 7 si è rivelato un
doveroso e sentito omaggio al co-protagonista della celebre saga:
sulla spiaggia, Brian (Walker) e Mia (Jordana Brewster) giocano con
il loro figlio Jack. Dom e gli altri osservano la scena commossi,
riconoscendo che è meglio che Brian stia con la sua famiglia. Dom
si allontana in silenzio, ma Brian lo raggiunge ad un incrocio: Dom
ricorda i bei momenti passati con l’amico, poi i due si salutano e
prendono strade diverse.
In una recente intervista con
NME in occasione
della promozione di Bloodshot,Vin Diesel ha spiegato che dal suo punto di
vista quello è uno dei momenti più incredibili della storia del
cinema, perché per la prima volta una scena toccante tra fratelli
ha permesso agli uomini di tutto il mondo di piangere insieme:
“È stato un
momento molto difficile. Ma c’era una sorta di sollievo nel fatto
che avremmo protetto la cosa dai capricci di un produttore o di
chiunque altro avrebbe potuto dire: “Bene, ora vendicherai il
personaggio”, usando quindi la cosa per fini narrativi. Invece
siamo stati in grado di fare qualcosa di così bello e di raffinato.
Potrebbe tranquillamente essere il momento migliore nella storia
del cinema. Non solo nella mia carriera, ma nella storia del cinema
in generale. Gli uomini di tutto il mondo hanno avuto la
possibilità di piangere… per la prima volta nella storia sono stati
in grado di piangere insieme ”,ha
spiegato Diesel.
Proprie ieri abbiamo appreso la
notizia che l’uscita di Fast and Furious
9 è stata rinviata di un anno a causa del
Coronavirus. Universal Studios, la società dietro il
franchising con Vin
Diesel, ha preso la decisione a causa dell’impatto che
il coronavirus in rapida diffusione in tutto il mondo sta avendo
sull’economia globale e sul panorama della distribuzione.
I cinema restano chiusi in Italia,
Corea del Sud e Cina, dove il virus ha colpito più duramente. C’è
anche la sensazione crescente che alcuni cinema chiuderanno anche
negli Stati Uniti mentre l’epidemia continua a diffondersi. Fast and Furious
9 uscirà ora in tutto il mondo nell’aprile
2021.
Fast and Furious
9non è il solo grande film ad aver subito
uno slittamento nella data d’uscita, basti pensare a No
Time to Die che è stato posticipato a
novembre.
In Fast and Furious
9 reciteranno i veterani del
franchise Vin
Diesel, Charlize
Theron, John
Cena, Michelle
Rodriguez, Jordana
Brewster, Ludacris, Tyrese
Gibson e Helen Mirren. Nel cast
anche Michael
Rooker e Cardi B.
La regia sarà firmata
da Justin Lin, già regista di numerosi
capitoli del franchise, mentre la release del film è stata spostata
all’aprile 2021(inizialmente il film sarebbe
dovuto arrivare al cinema nel 2020).
Ricordiamo che il decimo capitolo
della saga è già in pre-produzione. Secondo quanto riferito, il
capitolo numero 10 della saga concluderà definitivamente la serie
principale Fast and Furious, a
seguito degli eventi che vedremo nel nono capitolo. Questa
informazione ci fa pensare che alla fine del franchise si sia
pensato più a un dittico di chiusura che a due film separati.
In passato, Harvey Weinstein ha attaccato pesantemente
(con parole che definire agghiaccianti è un mero eufemismo)
Jennifer Aniston. A rivelarlo sono stati una
serie di documenti giudiziari non ancora sigillati: il tutto risale
al 2017, quando un giornalista contattò l’ex produttore
cinematografico per scrivere un articolo.
“Jennifer Aniston dovrebbe
essere uccisa”, ha scritto Weinstein in una e-mail datata 31
ottobre 2017, in risposta ad un giornalista che lo aveva contattato
per un commento a proposito di un’accusa che sosteneva che il
produttore avrebbe avuto nei confronti dell’attrice dei
comportamenti inappropriati.
La mail è stata esaminata da
Variety – che ha riportata la sconcertante notizia – nel
pomeriggio dello scorso martedì presso il tribunale penale di New
York City, quando circa 1.000 pagine di documenti giudiziari non
erano ancora stati sigillati, quindi resi pubblici prima della
condanna di Wenstein a 23 anni di prigione della giornata di
mercoledì.
Nell’ottobre del 2017, il National
Enquirer chiese un commento all’allora rappresentate di Weinstein,
Sallie Hofmeister, un’esperta in crisis management che
l’ex produttore aveva assunto poco dopo che le prime accuse di
aggressioni e molestie sessuali ai suoi danni erano scoppiate sul
New York Times e sul New Yorker.
All’epoca, il giornalista scrisse:
“Il National Enquirer intende pubblicare una storia secondo la
quale Jennifer Aniston è stata aggredita sessualmente da Harvey
Weinstein”. Secondo il rappresentate dell’attrice, le accuse
non sono vere.
“Le affermazioni del National
Enquirer sono false. Jennifer non è stata né molestata né aggredita
da Harvey”, ha detto a Variety il rappresentante della
Aniston, Stephen Huvane, in una mail lo scorso martedì
pomeriggio.
L’e-mail di Harvey Weinstein su Jennifer Aniston fa parte di una serie di
documenti di circa 1.000 pagine che sono stati svelati in occasione
del procedimento penale di Weinstein questa settimana. I documenti
rivelano anche gran parte delle disperate richieste di aiuto
dell’ex produttore a seguito delle prime accuse che hanno poi
determinato la fine della sua carriera e dato vita al movimento
#MeToo.
I documenti
includono e-mail su e-mail, inclusi messaggi che Weinstein ha
inviato ad agenti di potere presso la CAA e il WME, ai dirigenti di
rete della NBCUniversal e a leader e politici miliardari come
Michael Bloomberg e Jeff Bezos.
Tra le grandi protagoniste della
passata award season, Scarlett Johansson ha concesso una nuova
bellissima intervista a EW in occasione
dell’arrivo nelle sale di Black Widow,
rivelando che, in origine, la scena della morte di Natasha Romanoff
in Avengers:
Endgamedoveva essere molto più
spaventosa.
La Johansson, infatti, ha rivelato
che in origine la scena includeva “un’armata di creature simili
ai Dissennatori”, in riferimento ai personaggi delle
spaventose creature magiche presenti nella saga di
Harry Potter. L’attrice ha anche spiegato che la scena sarebbe
forse stata troppo spaventosa per gli spettatori più giovani,
dichiarando: “Ricordo che pensavo: ‘I genitori non ci
perdoneranno mai per l’aspetto di queste creature'”.
Scarlett Johansson ha poi spiegato di essere
intervenuta personalmente nella scelta di come la scena della morte
del suo personaggio sarebbe dovuta essere: “Volevamo che il
pubblico sentisse davvero il peso di quella perdita. Volevamo
scioccarlo.”
La regia
di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden
di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico
Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby).
Insieme alla Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh, e Rachel
Weisz.
Divisasi tra cinema e televisione,
l’attrice Rose Leslie ha negli anni dimostrato una
certa predilezione per il genere fantasy, declinato in diverse
modalità. Si è infatti distinta tanto per la partecipazione a note
serie Tv quanto ad acclamati film di genere, ottenendo popolarità
presso il grande pubblico. Ecco 10 cose che non sai di Rose
Leslie.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Rose Leslie: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi. L’attrice esordisce al cinema nel 2012 con
il film Now Is Good, dove recita anche l’attrice
Dakota
Fanning. L’occasione per una maggiore visibilità
arriva nel 2014, quando ricopre il ruolo della protagonista nel
thriller Honeymoon. Nel 2015 è invece Chloe nel film
The Last Witch Hunter, con protagonista Vin
Diesel, per poi recitare in Morgan
(2016), accanto agli attori Kate Mara, Paul Giamatti,
Michelle
Yeoh e Brian
Cox. Nel 2020 sarà invece Louise nell’atteso
Assassinio
sul Nilo, dove reciterà al fianco di Kenneth
Branagh, Emma Mackey, Gal Gadot, Armie
Hammer e Annette
Bening.
9. Ha preso parte a celebri
produzioni televisive. Nel corso degli anni l’attrice si è
distinta per i suoi ruoli televisivi. Ha infatti preso parte ad
alcune note serie TV, che le hanno permesso di ottenere una buona
popolarità. Tra queste vi sono Il
Trono di Spade(2012-2014), dove ha
interpretato Ygritte, The Great Fire (2014), Downton
Abbey (2010-2015), Luther (2015) e The Good Fight (2017-2019), dove ha confermato la
propria popolarità con il ruolo di Maia Rindell.
Rose Leslie non è su
Instagram
8. Non è presente sul
social network. L’attrice ha confermato di non possedere
un proprio account su Instagram, preferendo non attirare su di sé
l’esposizione data dai social media. Esiste tuttavia una fan page
della Leslie, seguita da oltre un milione di persone, dove è
possibile trovare gli ultimi aggiornamenti sui suoi progetti da
interprete, come anche le sue foto più recenti,
Rose Leslie e Kit Harrington
7. È sposata con il celebre
attore. Conosciutisi sul set di Il
Trono di Spade, dove i loro personaggi danno vita anche ad
una scena di sesso, la Leslie e l’attore Kit Harrington hanno una relazione dal 2012,
tenuta tuttavia segreta fino al 2016. Nel 2017 annunciano il loro
fidanzamento ufficiale, sposando poi nel giugno del 2018.
6. Non hanno avuto problemi
a girare la loro scena di sesso. Particolarmente legati a
Il Trono di
Spade anche per via dell’essersi conosciuti durante le
riprese di questo, i due sposi hanno raccontato di non aver provato
imbarazzo nel girare la loro scena di sesso. Il merito, stando alle
parole dell’attrice, è di Harrington, il quale si è comportato da
gentiluomo permettendole di sentirsi a suo agio.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Rose Leslie in Il Trono di
Spade
5. Una battuta in
particolare è la sua preferita. Tra le tante battute che
l’attrice pronuncia nella serie, ce ne è una che è rimasta nel suo
cuore. Si tratta di “tu non sai niente Jon Snow”. Il suo
personaggio la ripete più volte a Snow, interpretato da Harrington,
divenendo un vero e proprio tormentone.
4. Non le è stato
spoilerato il finale. Stando ad alcune dichiarazioni
dell’attrice, i fan avevano pensato che questa fosse a conoscenza
del finale della serie, il quale le sarebbe stato raccontato da suo
marito. La Leslie ha però precisato che Harrington non le ha
rivelato nulla sul finale della serie, bensì su quello della
settima stagione. L’attrice non sapeva come si sarebbe concluso il
tutto.
Rose Leslie in The Good Fight
3. Ha lasciato la
serie. In The Good Fight, l’attrice ricopriva il
ruolo di Maia Rindell, avvocatessa facente parte dello studio
legale Reddick Boseman & Kolstad. Presente nelle prime tre
stagioni, l’attrice ha tuttavia rivelato che non avrebbe ripreso il
personaggio per la quarta stagione, dando così a questo una
chiusura al proprio arco narrativo.
Rose Leslie in Luther
2. Ha recitato nella serie
crime. Tra le altre serie a cui l’attrice ha preso parte
vi è Luther, con Idris
Elba, dove ha ricoperto il ruolo dell’agente Emma
Lane, spalla lavorativa del protagonista. In particolare, l’attrice
ha recitato nei due episodi che compongono la quarta stagione.
Rose Leslie: età e altezza
1. Rose Leslie è nata a
Aberdeen, in Scozia, il 9 febbraio 1987. L’attrice è alta
complessivamente 168 centimetri.
Tom
Holland ha confermato che le riprese di
Spider-Man 3 partiranno ufficialmente il
prossimo luglio. In una recente intervista con Inquirer, è stato lo
stesso interprete di Peter Parker a confermare la cosa: sapevamo
già che le riprese della nuova avventura di Spidey nel MCU sarebbero partite quest’estate,
ma adesso abbiamo la conferma che il mese prescelto è quello di
luglio.
Le riprese si svolgeranno
principalmente ad Atlanta, ma avranno luogo anche in altre parti
del mondo, come ad esempio l’Islanda. Oltre a confermare l’inizio
delle riprese per luglio, Holland ha anche descritto la storia del
nuovo film come qualcosa di “assolutamente folle”,
confermando anche che
Zendaya tornerà a vestire i panni di Michelle “MJ”
Jones.
Spider-Man
3 vedrà ancora una volta riuniti Tom
Holland e il regista Jon
Watts, che aveva già
direttoSpider-Man:
Homecoming del 2017 e Spider-Man:
Far From Home dello scorso anno. Le riprese
del film dovrebbero partire quest’estate.
Tom
Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel
2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del
franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai
Vendicatori della Marvel, ma anche in due
standalone: Spider-Man:
Homecominge Spider-Man:
Far From Home. La scorsa estate,
un nuovo
accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al
personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui
dedicato – l’annunciato Spider-Man
3– e per un altro film in cui lo ritroveremo al
fianco degli altri eroi del MCU.
L’emergenza Coronavirus sta mettendo in ginocchio non solo
l’industria cinematografica italiana, ma ormai anche quella
mondiale. Nella giornata di ieri erano spuntate online una serie di
immagini dal set allestito in Australia del nuovo film dei Marvel StudiosShang-Chi and the Legend of the Ten
Rings, a conferma che le riprese fossero
ufficialmente partite.
Adesso, un nuovo report di THR ci informa che la
produzione del film è stata ufficialmente bloccata proprio a causa
della pandemia di Covid-19. La decisione di sospendere le riprese è
stata presa anche per permettere al regista Destin Daniel
Cretton si sottoporsi al test per il
Coronavirus, dopo che i medici gli avrebbero consigliato di
mettersi in auto-quarantena.
Al momento non sappiamo quando la
produzione del film riprenderà. Come accennato in precedenza, le
riprese di Shang-Chi erano in corso in
Australia, dove anche Tom Hanks e la moglie Rita
Wilson (impegnati sul set del nuovo film di
Baz Luhrmann dedicato a
Elvis Presley) sono stati trovati positivi al virus. Finora ci
sono ben 156 casi confermati nel paese.
L’uscita nelle sale di Shang-Chi
and The Legend Of The Ten Rings è fissata
al 12 febbraio 2021. Il personaggio ha
esordito sui fumetti Marvel nel 1973 in quella che è
considerata l’età del bronzo della produzione editoriale. L’eroe è
un noto esperto di arti marziali e numerosi stili di combattimento
oltre che futuro membro dei Vendicatori. All’inizio della sua
storia era considerato il figlio di Fu Manchu, e non è chiaro se
questa connessione verrà riadattata nei film o se è qualcosa che lo
studio eviterà del tutto.
Destin Daniel
Cretton, acclamato regista di Short Term
12 e The Glass Castle (di ecente è uscito
il suo ultimo lavoro Il Diritto di Opporsi, con Michael B. Jordan, Jamie
Foxx e Brie
Larson) è stato scelto per dirigere il film che vanta
la sceneggiatura di Dave
Callaham (The Expendables, Godzilla, Doom e Wonder
Woman 1984).
Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
LeungChiu-wai nei panni del
Mandarino, e Awkwafina,
che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è
vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci
sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto
i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo
superpotere è l’ipnosi.
Disney ha annunciato ufficialmente
che l’uscita di Mulan è stata
rinviata a causa delle preoccupazioni generate dalla diffusione del
coronavirus. La pandemia globale sta, piano piano, cancellando
quasi un intero anno di cinema e, dopo il mercato italiano, anche
quello hollywoodiano sta correndo ai ripari.
MGM è stato il primo studio ad
annunciare che stavano cambiando la data di uscita dei suoi film a
causa dell’infezione, infatti No Time To
Die è stato posticipato di sette
mesi. Nei giorni seguenti, la Sony ha spostato
Peter Rabbit 2 anche diversi mesi fa e
anche A Quiet Place 2 è stato
posticipato.
Parlando con ScreenRant,
un portavoce Disney ha dichiarato: “Crediamo veramente
nell’esperienza cinematografica e stiamo cercando nuove date di
uscita per il 2020 che saranno annunciate in un secondo
momento.”
Liu
Yifei (Il Regno Proibito, Once Upon
a Time) interpreta la protagonista del film
DisneyMulan,
che vede nel cast anche Donnie
Yen (Rogue One: A Star Wars
Story) nel ruolo del Comandante Tung, Jason
Scott Lee (Crouching Tiger, Hidden Dragon: Sword
of Destiny) nel ruolo di Böri Khan e Yoson
An (Shark – Il Primo Squalo) nel ruolo di
Cheng Honghui, con la partecipazione di Gong
Li (Memorie di una Geisha, Lanterne
Rosse) nel ruolo di Xianniang e di Jet
Li (Shao Lin Si, Arma Letale
4) nel ruolo dell’Imperatore. La sceneggiatura è firmata da
Rick Jaffa & Amanda Silver e da Elizabeth Martin & Lauren
Hynek.
Quando l’Imperatore della Cina
decreta che un uomo per ogni famiglia dovrà arruolarsi nell’Armata
Imperiale per difendere il Paese dall’attacco di invasori
provenienti dal Nord, Hua Mulan, la figlia maggiore di un
rispettato guerriero, prende il posto del padre malato. Dopo
essersi travestita da uomo ed essersi arruolata con il nome di Hua
Jun, Mulan verrà messa alla prova in ogni momento del suo cammino e
dovrà trovare la propria forza interiore e dimostrare tutto il suo
autentico potenziale. Nel corso di questo epico viaggio si
trasformerà in una stimata guerriera guadagnandosi il rispetto di
una nazione riconoscente e l’orgoglio di un padre.
L’uscita di Fast and Furious
9 è stata rinviata di un anno a causa del
coronavirus. Universal Studios, la società dietro il
franchising con Vin Diesel, ha preso la decisione a causa
dell’impatto che il coronavirus in rapida diffusione in tutto il
mondo sta avendo sull’economia globale e sul panorama della
distribuzione. I cinema restano chiusi in Italia, Corea del Sud e
Cina, dove il virus ha colpito più duramente. C’è anche la
sensazione crescente che alcuni cinema chiuderanno anche negli
Stati Uniti mentre l’epidemia continua a diffondersi. Fast and Furious
9 uscirà ora in tutto il mondo nell’aprile
2021.
Vin Diesel ha dato la notizia
ufficiale tramite i suoi canali social: “Sentiamo tutto l’amore
e le aspettative che ci sono per il prossimo capitolo della nostra
saga. Ecco perché è particolarmente difficile farvi sapere che
dobbiamo spostare la data di uscita del film. È diventato chiaro
che non sarà possibile per tutti i nostri fan di tutto il mondo
vedere il film questo maggio. Mentre sappiamo che c’è delusione nel
dover aspettare ancora un po’, questa mossa è fatta perché la
sicurezza di tutti è la nostra principale preoccupazione”.
Fast and Furious
9 non è il solo grande film ad aver subito uno
slittamento nella data d’uscita, basti pensare a No
time to die che è stato posticipato a novembre.
In Fast and Furious
9 reciteranno i veterani del franchise Vin Diesel, Charlize
Theron, John
Cena, Michelle
Rodriguez, Jordana
Brewster, Ludacris, Tyrese
Gibson e Helen Mirren. Nel cast
anche Michael
Rooker e Cardi B.
La regia sarà firmata
da Justin Lin, già regista di numerosi
capitoli del franchise, mentre la release del film è stata spostata
all’aprile 2021(inizialmente il film sarebbe
dovuto arrivare al cinema nel 2020).
Ricordiamo che il decimo capitolo
della saga è già in pre-produzione. Secondo quanto riferito, il
capitolo numero 10 della saga concluderà definitivamente la serie
principale Fast and Furious, a seguito
degli eventi che vedremo nel nono capitolo. Questa informazione ci
fa pensare che alla fine del franchise si sia pensato più a un
dittico di chiusura che a due film separati.
Disney ha
annunciato la temporanea chiusura del suo parco a tema in
California – a partire dal 14 marzo fino alla fine del mese – a
causa dell’epidemia di coronavirus. La mossa arriva mentre il nuovo
virus continua a diffondersi rapidamente in tutti gli Stati Uniti,
mentre in Europa è purtroppo già consolidata la sua presenza.
Ieri sera l’epidemia è stata
ufficialmente considerata una pandemia, con casi in aumento in
tutto il mondo, tanto che anche Tom Hanks e la
moglie Rita Wilson sono attualmente in isolamento in un ospedale in
Australia, perché positivi al
tampone.
Gli hotel del Disneyland
Resort rimarranno aperti fino al 16 marzo, pertanto gli
ospiti possono effettuare i necessari preparativi per il viaggio di
ritorno.
È solo la quarta volta nella storia
che Disneyland ad Anaheim, in California, ha sospeso completamente
le operazioni. Gli altri casi sono stati gli attacchi dell’11
settembre, la mattina dopo l’assassinio di JFK e il terremoto di
Northridge.
Non è chiaro se il Walt
Disney World di Orlando, in Florida, rimarrà aperto.
“Sebbene non siano stati
segnalati casi di COVID-19 al Disneyland Resort, dopo aver
attentamente esaminato le linee guida dell’ordine esecutivo del
Governatore della California e nel migliore interesse dei nostri
ospiti e dipendenti, stiamo procedendo alla chiusura di Disneyland
Park e Disney California Adventure, a partire dalla mattina del 14
marzo fino alla fine del mese – ha dichiarato Disney in una
nota – Gli hotel del Disneyland Resort rimarranno aperti fino a
lunedì 16 marzo per offrire agli ospiti la possibilità di
organizzare i preparativi per i viaggi necessari; Downtown Disney
rimarrà aperto. Monitoreremo la situazione attuale e seguiremo i
consigli e gli orientamenti dei funzionari federali e statali e
delle agenzie sanitarie. La Disney continuerà a pagare i suoi
dipendenti durante questo periodo.”
Il più importante
evento community driven d’Europa anticipa alcuni
progetti del 2020 e aderisce alla campagna di sensibilizzazione
nazionale mirata a contenere e ridurre il contagio del
COVID-19.
A partire dalla prossima settimana
il canale Twitch di Lucca Comics &
Gamesriprenderà la sua programmazione e lo farà
con tre nuove puntate di RPG Night Live, e
tre puntate di Live Drawing, una a settimana
per ognuno dei due format, e per offrire intrattenimento a tutti i
membri della community e a coloro che vorranno farne parte.
Torneranno quindi a sfidarsi attorno a un tavolo virtuale, ognuno a
casa propria, i giocatori che nel 2019 hanno emozionato gli
appassionati di gioco di ruolo; mentre per gli amanti del fumetto e
delle illustrazioni saranno in streaming nuove sessioni
di disegno e racconto. Tanti gli ospiti e gli amici
che parteciperanno alle iniziative, comunicate
periodicamente sui canali social di Lucca Comics & Games.
#INERDATHOME,
quindi io nerdo a casa, quindi #iorestoacasa. Così Lucca Comics & Games abbraccia
virtualmente la propria community e invita artisti, ospiti,
editori, amici, e fan a raccontare cinque attività nerd con cui
occupano il loro tempo durante questo periodo di quarantena; il
tutto attraverso i canali social ufficiali del festival, non solo
allo scopo di intrattenere ma anche per contribuire allo scambio di
idee in modo fattivo e a beneficio di tutti. La più grande
community italiana di esperti e appassionati di fumetti,
videogiochi, serie TV (…) e attività da sempre considerate
tipicamente nerd è invitata in modo ufficiale a condividere le
tantissime dritte e suggerimenti frutto di passioni coltivate da
anni.
Al via anche l’asta di
beneficenza realizzata da Lucca Comics & Games in
collaborazione con Associazione Area Performance Onlus e
Catawiki. Dal 20 al 31 marzo sul sito areaperformance.comsarà
possibile acquistare fino a 60 opere realizzate da
alcuni degli artisti del fumetto e del fantasy più conosciuti al
mondo. Il ricavato sarà devoluto a favore del
Sistema Sanitario Toscano per la lotta al
coronavirus. Nello specifico, i fondi raccolti serviranno a
potenziare e regolamentare i punti di accesso (c.d. check point)
alle strutture ospedaliere tramite l’acquisto e installazione di
pannelli che proteggano gli operatori, alleggerendo così la
struttura ospedaliera dall’acquisto di mascherine e schermi
facciali protettivi, i quali verrebbero destinati solo al personale
addetto all’assistenza dei pazienti ricoverati.
Infine, per trascorrere ancora
meglio il tempo a casa, esordisce in rete il profilo
Spotify di Lucca Comics & Games. Da
oggi in poi il canale sarà arricchito di playlist tematiche sempre
nuove, dal best of della programmazione
del main stage del Baluardo San Donato, alla
selezione del vostro artista preferito; dalle migliori colonne
sonore dei videogiochi, alla musica perfetta per leggere un
fumetto, per avere sempre nelle orecchie il suono di Lucca Comics & Games.
“Tutti hanno
un’anima. Joe Gardner sta per scoprirlo.” Arriverà
nelle sale italiane il 16 settembre 2020 il nuovo lungometraggio
d’animazione Disney e Pixar Soul. Il film diretto
da Pete Docter e prodotto da Dana
Murray accompagnerà il pubblico in un viaggio inaspettato
dalle strade di New York all’immensità di regni cosmici mai visti
prima e nell’immaginario “You Seminar”, un luogo fantastico in cui
tutti scoprono la propria personalità e unicità!
Nella versione originale del film,
il cast di voci comprende Jamie
Foxx, che presta la voce a Joe
Gardner, insegnante di musica di scuola media la cui vera
passione è suonare il jazz, e Tina Fey che
interpreta 22, un’anima ancora in formazione che per uno strano
scherzo del destino incontra Joe quando quest’ultimo si ritrova
accidentalmente allo “You Seminar”. Insieme, i due cercheranno di
trovare un modo per far tornare Joe sulla Terra, scoprendo davvero
cosa significhi avere una personalità e un’anima.
Il musicista rinomato in tutto il
mondo Jon Batiste scriverà alcune composizioni jazz originali per
il film e i vincitori dell’Oscar® Trent Reznor e Atticus
Ross (The Social
Network) della band Nine Inch Nails scriveranno
una colonna sonora originale che oscillerà tra il mondo reale e
quello delle anime.
Alta
fedeltàè un film del 2000 diretto da
Stephen Frears –
Rischiose abitudini, The Queen, Philomena –
tratto dall’omonimo romanzo di Nick Hornby
(High Fidelity 1995). Ottenne solo una candidatura ai
Golden Globe, ma nel tempo è diventato un cult. La pellicola
restituisce una vivida fotografia della generazione a cavallo del
nuovo millennio e in particolare di quei giovani per cui la musica
è un vero e proprio punto di riferimento esistenziale.
Alta fedeltàè quel film in cui
tutti gli “snob” della musica pop-rock si riconoscono.
Quelli che hanno gusti ben definiti, spesso particolari e guardano
gli altri dall’alto in basso, che hanno trascorso lunghe ore in
negozi di dischi come quello gestito dal protagonista, che almeno
una volta nella vita hanno fatto una compilation per qualcuno.
Molti brani non originali tra cui Dry the rain della Beta
Band, Lo Boob Oscillator degli Stereolab, Oh!Sweet Nuthin e Who loves the sun dei Velvet
Underground e il commento sonoro di Howard Shore.
Ma in Alta fedeltà la musica non è solo colonna sonora, è
una compagna irrinunciabile, uno stile di vita.
I protagonisti, Rob Gordon
(John Cusack), Barry (Jack Black)
e Dick (Todd Louiso), passano le loro giornate
all’interno del Championship Vinyl, negozio di dischi di Chicago
gestito da Rob, che ha anche una travagliata vita sentimentale.
Laura (Iben Hjejle) lo ha lasciato.
Intraprende così un viaggio esistenziale a ritroso. Ricontatta le
donne che lo hanno abbandonato infliggendogli le delusioni più
cocenti – come Charlie Nicolson (Catherine Zeta
Johns) – per cercare di capire i motivi di questi
abbandoni e magari grazie a questo, riconquistare Laura. Non
mancano nuovi incontri, come quello con l’affascinante cantante
Marie DeSalle (Lisa Bonet). Ecco il
binomio vincente alla base del successo del libro e poi del film
Alta fedeltà: amore e musica in una commedia leggera e
divertente.
John Cusack e gli
altri
John Cusack – Rischiose
abitudini, Essere John Malkovich, Serendipity – dimostra
tutto il suo talento nell’interpretare, non senza un efficace
disincanto, il ragazzo della porta accanto, il classico Peter Pan
che però si evolve, fino a fare autocritica e cercare di
migliorarsi. Con lui un ottimo cast. Il Barry di Jack Black è il
perfetto contraltare di Rob e la sua energia esplosiva dà davvero
una marcia in più al film in termini di vivacità, opposta alla
schiva timidezza di Dick. Presenti anche Tim
Robbins e Bruce Springsteen, che
interpreta sé stesso in un cameo. Stepthen Frears li dirige con
mano sicura, ma lasciando a ciascuno spazi in cui dare libero sfogo
al proprio talento.
La filosofia delle top 5 in
Alta fedeltà
Ad ogni momento della vita di Rob è
legato un brano, un gruppo e il protagonista ama elaborare in
maniera del tutto estemporanea delle top 5 che raggruppano brani
secondo i criteri più disparati. Se musica e vita sono la stessa
cosa, anche quest’ultima è disseminata di top 5 che riuniscono le
cose, le persone, i momenti più significativi. Così le top 5
diventano un fil rouge che percorre tutto il film, quasi una
filosofia di vita. Ciascuno può riconoscersi nelle top 5 di Rob e
dei suoi amici, o criticarle aspramente e, naturalmente, crearne di
proprie e personalissime.
Alta
fedeltàsecondo John Cusack e Nick
Hornby
Il film è un inno al potere
evocativo della musica. Essa riesce infatti a riportare in un
attimo la mente a un dato luogo e a un dato momento, a catalizzare
le energie positive, o a far sprofondare definitivamente nello
sconforto. John Cusack ,sceneggiatore assieme a D.
V. De Vincentis, Steve Pink e Scott Rosenberg, a proposito ha
affermato: “Se ho bisogno di entrare in un determinato
stato mentale, so che ci sono canzoni che posso inserire, che sono
il carburante che può portarmi dritto dove voglio
arrivare. […] La natura autobiografica della
musica è qualcosa che nel libro cattura molto e che noi, a nostra
volta, abbiamo cercato di catturare”.
Ecco come proprio l’autore del
libro, Nick Hornby si è espresso sulla
trasposizione del suo romanzo: “Alta fedeltà è un libro
che si svolge nella mente di un ragazzo, all’interno di un negozio
di dischi. Non lo definirei cinematico”. “Non è
stato scritto pensando di farne un film”. E tuttavia, Hornby
si è detto in generale soddisfatto dei film tratti dai suoi libri:
“Sono sempre soddisfatto, perché accetto che ci debba essere
qualcosa di diverso per coinvolgere le persone. Penso che
se non ti aspetti che il film sia una fotocopia del libro, allora
va bene. Io sono stato fortunato: ho incontrato bravi attori e
bravi registi”.
L’incipit di Alta
fedeltà
Il monologo iniziale del film sul
legame tra musica e sofferenza, pronunciato da uno sconsolato Rob,
racchiude lo spirito dell’intera pellicola e ne rivela la chiave
disincantata e ironica.
Alta
fedeltàcompie 20 anni e diventa una serie
tv
Ha debuttato il 14 febbraio
2020 negli Usala serie televisiva in 10
episodi High Fidelity, ispirata proprio al
romanzo di Hornby e al film di Stephen Frears.
Prodotta da Disney e distribuita dalla piattaforma HULU, la
serie ha per protagonista Zoë Kravitz, che
raccoglie il testimone della madre Lisa Bonet – Marie
DeSalle nel film del 2000. Zoë, nata dall’unione con il cantante
Lenny Kravitz, sembra una buona candidata a interpretare
l’autentico spirito rock nel ruolo della giovane proprietaria del
Championship Vinyl, affiancata dagli amici Cherise (Da’Vine
Joy Randolph) e Simon (DavidHolmes). Protagonista è dunque una donna, che però
mantiene il nome di Rob. Chissà se questo prodotto rivolto ai più
giovani riuscirà a coinvolgerli come fece il film con i ragazzi
della generazione X.
Gli anni
amari è il nuovo lungometraggio del regista teatrale
e cinematografico Andrea Adriatico. Si concentra
su un’epoca abbastanza recente della storia italiana, che pure oggi
appare lontana. Gli anni Settanta, il ’77 e i movimenti di
contestazione giovanile, la liberazione sessuale, il femminismo,
che raccoglievano il testimone del Sessantotto per portare ancora
più in là le sue conquiste. È in questo contesto che si può
leggere e apprezzare, la figura di Mario
Mieli. La prima considerazione che viene da fare,
dunque, è convenire con Umberto Pasti, col quale Mieli ebbe
un’intensa relazione, che intervistato per il film dal regista ha
dichiarato:“Era ora che qualcuno ci raccontasse questa
storia”.
L’importanza
socio-culturale della figura di Mario Mieli
Una storia che in parte coincide con
quella del Fuori! – nome che riprende l’inglese “come out”
– prima associazione a promuovere i diritti degli omosessuali in
Italia, fondata nel 1971 da Angelo Pezzana. Mario Mieli,
interpretato qui dal giovane Nicola Di Benedetto,
vi si unisce l’anno successivo, partecipando alla prima
manifestazione pubblica di omosessuali in Italia, a Sanremo, per
contestare il Congresso internazionale sulle devianze sessuali del
Centro Italiano di Sessuologia. Allora, infatti, l’omosessualità
era considerata una depravazione, una malattia da curare. Mieli
contribuisce alla crescita del movimento anche a livello
internazionale, portando la sua esperienza londinese, grazie alla
quale è venuto a contatto con movimenti omologhi. Nasce la rivista
Fuori! che dà voce al movimento, della cui redazione Mieli
fa parte. Poi Mario entrerà in polemica con la scelta di Pezzana di
aderire al Partito Radicale, rivendicando l’identità autonoma
del movimento, fino alla rottura col suo fondatore.
L’attività di Mieli, però, non si
ferma qui. È scrittore – Elementi di critica omosessuale e
poi Il risveglio dei Faraoni. È animatore di un collettivo
teatrale che con i suoi spettacoli promuove la liberazione
omosessuale.
Gli anni
amarie l’uomo Mieli
Il film non è solo la storia di uno
dei padri del movimento per i diritti omosessuali. È la storia di
un uomo, del suo complicato rapporto con la famiglia, la madre
Liderica (Sandra Ceccarelli) e soprattutto il
padre Walter (Antonio Catania), con cui a stento
comunica. Mario è un eccentrico, un provocatore, un amante delle
frasi ad effetto, un ammiratore di Oscar Wilde che ama travestirsi,
spogliarsi e dissacrare. È spudorato. Così mette in crisi le
granitiche certezze del mondo alto borghese in cui è nato, radicato
nel tessuto sociale milanese con il setificio del padre, la cui
eredità è stata raccolta dal figlio Giulio (Lorenzo
Balducci). Una personalità intellettualmente lucida quanto
inquieta e tormentata, come la sua storia d’amore con Umberto Pasti
(Tobia De Angelis). Un uomo in bilico tra abissi
di solitudine e gioia di vivere, anche a causa di disturbi mentali
di cui nel film non si fa mistero. Tutto questo lo porta a
togliersi la vita il 12 marzo del 1983 a soli 31 anni.
Nel raccontarci l’uomo, la
sceneggiatura di Adriatico, Grazia Verasani e
Stefano Casi si concentra molto sul personaggio
Mieli, sulle sue eccentricità. Il regista si sofferma sugli abiti,
i colori, sul suo essere elegantemente provocatore e sfrontato,
trattando il tutto con estrema delicatezza. A passare a volte in
secondo piano è ciò che il protagonista prova, che sente, emozioni
e sensazioni che potrebbero arrivare allo spettatore, coinvolgerlo
e portarlo realmente dentro la storia, mentre resta un po’
distante.
L’interprete principale,
Nicola Di Benedetto, classe 1992, insegue e
acciuffa la somiglianza nell’estetica e negli atteggiamenti, seppur
con una fisicità diversa da quella esile di Mieli, ma manca un po’
di spessore, di profondità nel suo modo di affrontare
un’interpretazione senza dubbio ardua, complice la sua giovane età.
Dunque, non coinvolge fino in fondo. Solo in pochi momenti e nella
parte finale del film traspare un’emozione autentica, vivida,
quando le parole, le provocazioni lasciano finalmente il posto al
reale tormento dell’anima di Mario, che sta arrivando alla tragica
determinazione del suicidio.
Gli anni
amari, un’occasione colta solo in
parte
Una figura complessa quella di
Mieli, con un’esistenza breve, ma che ha segnato un’epoca e
contribuito ad importanti conquiste, di cui oggi vediamo i frutti.
Possiamo dire che sia stato per l’Italia una sorta di Harvey Milk –
l’attivista omosessuale americano che negli anni Settanta a San
Francisco si batté in difesa dei diritti dei gay. Ebbene, anche
Gli anni amari poteva essere di grande
impatto, proprio come Milk, il film di
Gus Van Sant in cui Sean Penn
veste i panni dell’attivista americano, ma vi riesce solo in
parte.
Nonostante ciò, Gli anni
amariha sicuramente il pregio di far
conoscere la figura di Mario Mieli e una pagina poco nota della
nostra storia, e anche quello di incuriosire, spingendo
magari lo spettatore a documentarsi su Mieli e sulla stagione di
cui è stato protagonista. Adriatico realizza un film per tutti, che
non vuole fare scandalo, ma parlare di libertà e diritti, di una
stagione di sogni e di lotte, non solo a favore del mondo LGBT, il
cui spirito andrebbe forse riscoperto.
Ambientatonella New York del
1977, Huntersracconta
di un eterogeneo gruppo di cacciatori di nazisti che ha scoperto
come centinaia di ufficiali nazisti di alto rango si nascondano tra
le persone comuni, cospirando per creare il quarto Reich negli
Stati Uniti. L’eclettico team si avventura in una sanguinosa
ricerca per assicurare i nazisti alla giustizia e ostacolare il
loro nuovo piano genocida.
Ecco di seguito 5 buoni motivi per non perdere la serie:
I richiami ai film d’exploitation
Hunters prende ovviamente spunto dallo stile dei film
d’exploitation e dai b-movie degli anni ’70 (epoca in cui
è ambientato anche lo stesso show). L’estetica e i toni della serie
sono coerenti e al tempo stesso intrigante. L’elemento kitsch e la
presenza di una certa dose di violenza sono scelte stilistiche
ponderate tanto quanto la complessità della trama. Se mettiamo per
un attimo da parte le implicazioni storiche, concentrandoci
esclusivamente sul linguaggio dello show come veicolo espressivo
per richiamare eventi passati, la serie potrebbe essere considerata
– soltanto per questo motivo – un grandissimo successo.
Il cast
Al
Pacino, Logan Lerman, Josh
Radnor e Carol Kane compongono il talentuoso cast di
Hunters. Naturalmente, il gigante
Al Pacino è il vero fiore all’occhiello della serie.
Josh
Radnor, nei panni di Lonny Flash, si cimenta con un
ruolo mai affrontato prima. Carol Kane è capace di infondere allo
show la giusta dose di umorismo e di emotività. È davvero un
ensemble portentoso: se gli attori sono uno dei motivi che in
genere vi spingono a guardare un film o una serie, allora i
cacciatori di
Hunters meritano necessariamente la vostra
attenzione.
I collegamenti storici
Sebbene
Hunters sia essenzialmente una storia di finzione,
alcuni eventi e alcuni personaggi presenti nello show hanno davvero
avuto luogo o sono davvero esistiti durante la Seconda Guerra.
Dalla visita all’ufficio di Simon Wiesenthal alla sua presentazione
al direttore della NASA Wernher von Braun e alla sua indagine sulla
vera operazione Paperclip, in più di un’occasione
Hunters spinge lo spettatore a documentarsi su
Google dopo aver assistito a determinate immagini: se una serie
riesce a fare questo, allora può davvero definirsi riuscita.
Mindy e Murray
Di tutti i Cacciatori presenti
nello show, incluso il Meyer Offerman di
Al Pacino, la coppia di personaggi più interessante è quella
costituita dalla coppia Mindy e Murray
Markowitz, marito e moglie sopravvissuti all’Olocausto. La loro
storia e il loro prezioso contributo al gruppo di Cacciatori
vengono delineati in maniera sempre chiara e definita. Due
personaggi isterici, segnati dalle ferite di un passato doloroso,
ma nonostante tutto amorevoli. Sicuramente, i personaggi più
intimamente connessi con la realtà e con la Storia di tutta la
serie.
Capire di cosa si tratta…
Sta allo spettatore decidere, in
totale autonomia, se uno spettacolo vale o meno la visione, e
l’unico modo per farlo è… beh, guardandolo, ovviamente! Se
Hunters non dovessi piacerti, almeno sarai in grado
di partecipare attivamente e in virtù di una certa consapevolezza
alle tante conversazioni esplose sul web proprio a proposito della
serie.
Distintasi anche oltre i confini
nazionali, Valeria Bruni Tedeschi è ad oggi una
delle più affermate interpreti italiane, che negli anni ha compiuto
anche il passo dietro la macchina da presa firmando alcune
apprezzate pellicole. Celebre anche per i suoi lungometraggi
francesi, la Tedeschi si divide con naturalezza tra le due
cinematografie, ottenendo continuamente riconoscimenti per le sue
interpretazioni. Ecco 10 cose che non sai su Valeria Bruni
Tedeschi.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Valeria Bruni Tedeschi: i film in
cui ha recitato
10. Ha recitato in film
italiani e film francesi. L’attrice ottiene una prima
notorietà grazie al film Storia di ragazzi e di ragazze
(1989), per poi divenire ancor più popolare con i suoi ruoli in
La seconda volta (1995) e La parola amore esiste
(1998). Negli anni successivi recitare in pellicole di importanti
registi come Il colore della menzogna (1998), La
balia (1999), La felicità non costa niente (2003),
È più facile per un cammello (2003), CinquePerDue –
Frammenti di vita amorosa (2004), Tickets (2005),
Il tempo che resta (2005), Munich (2005), dove
recita accanto all’attore Eric
Bana,L’abbuffata (2007),
Baciami ancora (2010), di Gabriele
Muccino, Padroni di
casa (2012), Un castello in
Italia (2013), Il capitale
umano (2014), con l’attore Fabrizio
Bentivoglio,Latin Lover
(2015), di Cristina
Comencini,La pazza
gioia (2016), con l’attrice Micaela
Ramazzotti, I villeggianti (2018) e Aspromonte – la terra
degli ultimi (2019).
9. Ha scritto e diretto dei
lungometraggi. Ad oggi la Tedeschi ha diretto un totale di
quattro film, da lei anche sceneggiati. Questi sono È più
facile per un cammello,Actrices (2007), Un
castello in Italia e I villeggianti. Questi ultimi
due presentati rispettivamente al Festival
di Cannes e alla Mostra di Venezia, ottenendo ottimi riscontri
da parte della critica, che lodato le doti e la sensibilità da
regista della Tedeschi.
8. Ha vinto importanti
premi. L’attrice vanta un totale di sei nomination ai
premi David di Donatello come miglior attrice protagonista. Di
queste, la Tedeschi ha riportato ben quattro vittorie,
rispettivamente per i film La seconda volta, La parola amore
esiste, Il capitale umano e La pazza gioia. Nel 1994
ha invece vinto il Premio César come miglior promessa femminile per
il film Le persone normali non hanno niente di
eccezionale.
Valeria Bruni Tedeschi e il suo
discorso di David di Donatello
7. Ha incantato tutti con il
suo discorso. Nel ricevere il David di Donatello per la
migliore attrice protagonista per il film La pazza gioia,
l’attrice si è lanciata in un lungo discorso divenuto subito
iconico. Oltre ad aver ringraziato i suoi colleghi nel film, la
Tedeschi ha inoltre ringraziato tra lacrime e risate amici, amiche,
amori ed ex-amori, poeti come Leopardi e Ungaretti, i genitori e
anche la sua psicanalista.
Valeria Bruni Tedeschi non è su
Instagram
6. Non è presente sul social
network. L’attrice ha dichiarato di non possedere un
account su Instagram, non piacendole sprecare tempo dietro a social
network di questo tipo. Sulla piattaforma è tuttavia possibile
trovare alcune fan page a lei dedicate, con le sue foto più recenti
o gli ultimi aggiornamenti sui suoi progetti.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Valeria Bruni Tedeschi ha una
sorella famosa
5. Sua sorella è una nota
cantante. Come il cognome Bruni può suggerire, l’attrice è
la sorella della cantante e modella Carla Bruni,
nota negli ultimi anni per aver sposato l’ex presidente francese
Nicolas Sarkozy. Il film È più facile per un cammello…,
girato dall’attrice e regista, è stato ispirato proprio dalla
storia della sorella, che scopre di avere un padre biologico
diverso da quello che credeva di avere.
Valeria Bruni Tedeschi e Louis
Garrel
4. Ha avuto una relazione
con il noto attore.
L’attrice ha avuto per diversi anni
una storia d’amore con l’attore francese Louis
Garrel. Questi ha anche recitato nei film
Actrices e Un castello in Italia, diretti proprio
dalla Tedeschi. Insieme i due hanno anche adottato una bambina di
origine senegalese. In seguito, si sono separati senza richiamare
le attenzioni della stampa.
Valeria Bruni Tedeschi ha due figli
adottati
3. Ha adottato due
bambini. Oltre alla bambina senegalese adottata insieme
all’attore Louis Garrel, nel 2014 l’attrice adotta
il suo secondo figlio, un bambino vietnamita. Particolarmente
riservata, la Tedeschi evita che i due bambini possano essere
esposti all’invasività dei media, conducendo pertanto una vita il
più lontano possibile dai riflettori.
Valeria Bruni Tedeschi: qual è il
suo ultimo film?
2. È tornata a recitare con
un suo amico regista. Nel 2019 l’attrice torna al cinema
con il film Aspromonte – la terra degli ultimi, diretto da
Mimmo Calopresti. L’attrice aveva già lavorato in
più occasioni con il regista, grazie al quale aveva ottenuto i suoi
primi successi.
Valeria Bruni Tedeschi: età e
altezza
1. Valeria Bruni Tedeschi è
nata a Torino, in Italia, il 16 novembre 1964. L’attrice è
alta complessivamente 171 centimetri.
Divisa tra cinema e televisione,
l’attrice Vittoria Puccini è tra le più
apprezzate interpreti del panorama italiano. Protagonista di alcuni
celebri film, come anche di note serie televisive, la Puccini ha
infatti potuto affermare la propria persona presso il grande
pubblico, ottenendo apprezzamenti per la sua scelta di progetti
innovativi e al di fuori dai soliti schemi. Ecco 10 cose
che non sai di Vittoria Puccini.
Vittoria Puccini: i suoi film e le
serie televisive
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi italiani. Il debutto cinematografico
dell’attrice risale al 2000, quando recita nel film Tutto
l’amore che c’è, di Sergio
Rubini. Successivamente recita nei film Paz!
(2002), Operazione Appia Antica (2003) e Ma quando
arrivano le ragazze? (2005), che le fa ottenere maggior
popolarità. Si consolida prendendo parte ai film Colpo
d’occhio (2008), Baciami ancora (2010), di Gabriele
Muccino, dove recita accanto agli attori
Stefano Accorsi,
Pierfrancesco
Favino e Claudio
Santamaria. Negli anni seguenti è tra i protagonisti
di film come La vita facile (2011), Acciaio
(2012), Magnifica
presenza (2012), Tutta colpa di
Freud (2014), con Marco
Giallini e Anna
Foglietta, Meraviglioso Boccaccio (2015),
Tiramisù (2016), The Place
(2017), Cosa fai a Capodanno (2018) e 18
regali (2020), dove recita accanto a Benedetta
Porcaroli e Edoardo
Leo.
9. È nota per i ruoli
televisivi. La Puccini si fa scoprire come interprete
recitando nel ruolo di protagonista nella miniserie Elisa di
Rivombrosa (2003-2004). Con il successo conseguito prende poi
parte alle serie Imperium: Nerone (2004), Elisa di
Rivombrosa 2 (2005), Le ragazze di San Frediano
(2006), Tutta la verità (2009), C’era una volta la
città dei matti… (2010), Violetta (2011), Anna
Karenina (2013), L’Oriana (2015), romanzo
famigliare (2018), Mentre ero via (2019) e Il
processo (2019).
8. Ha partecipato al
doppiaggio di un film Disney. L’attrice ha partecipato al
doppiaggio italiano del film Disney La bella e la
bestia (2017), con Emma
Watson. Qui ha dato voce alla maga Agata, colei che
trasforma il principe protagonista in una bestia per punirlo della
sua arroganza.
Vittoria Puccini e Alessandro
Preziosi
7. Ha avuto una relazione
con l’attore. Il set di Elisa di Rivombrosa non
ha significato solo grade popolarità per l’attrice, ma è anche dove
conosce l’attore Alessandro Preziosi, che nella
miniserie ricopre il ruolo del Conte Fabrizio Ristori di
Rivombrosa. I due intraprenderanno una relazione, dalla quale nel
2006 nascerà la prima figlia dell’attrice. Nel 2010 tuttavia
annunciano la separazione, indicando come causa la mancata alchimia
di coppia.
Vittoria Puccini e Fabrizio
Lucci
6. Ha un nuovo
compagno. Durante le riprese della miniserie Anna
Karenina, l’attrice conosce il direttore della fotografia
Fabrizio Lucci, con il quale avrà modo di
convididere nuovamente il set per i film Tutta colpa di
Freud e The Place. La coppia si è negli anni
dimostrata particolarmente legata, e sul profilo Instagram di Lucci
vengono spesso pubblicate foto di loro momenti insieme.
Vittoria Puccini è su
Instagram
5. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 109 mila persone. All’interno
di questo l’attrice è solita condividere fotografie ritraenti
momenti quotidiani della sua vita, ma anche di servizi realizzati
per riviste di moda. Particolarmente presenti, infine, sono anche
le immagini o i video promozionali dei suoi progetti da
interprete.
Vittoria Puccini in Elisa di
Rivombrosa
4. La serie era la sua
ultima possibilità. L’attrice ha dichiarato che per
seguire il mondo della recitazione ha rinunciato alla carriera
universitaria. I suoi genitori acconsentirono a tale cambiamento,
con la promessa che se entro due anni non fosse successo nulla
avrebbe ripreso gli studi. Fortunatamente, le venne proposto il
ruolo della protagonista nella miniserie, che le permise di
ottenere il successo sperato.
3. Ha vinto un importante
premio. Per il suo ruolo nella miniserie l’attrice ottiene
una nomination ai Telegatti come personaggio femminile dell’anno,
in categoria con Maria De Filippi e Simona
Ventura. L’attrice infine vinse il premio, e afferma che
da quel momento per la sua carriera si sono aperte porte
inaspettate.
Vittoria Puccini in Il
Processo
2. Le sembrava di essere
tornata a casa. Nel girare la miniserie Il
processo, l’attrice ha affermato di essersi sentita come a
casa in mezzo a tutti quei discorsi sulla legge, avvocati e
pubblici ministeri. I suoi genitori sono infatti avvocati, e la
stessa Puccini prima di diventare attrice aveva intrapreso gli
studi presso la facoltà di Giurisprudenza.
Vittoria Puccini: età e
altezza
1. Vittoria Puccini è nata
a Firenze, Italia, il 18 novembre 1979. L’attrice è alta
complessivamente 171 centimetri.
Apprezzata interprete di musical
teatrali, Idina Menzel si è negli anni distinta
anche per le sue partecipazioni ad acclamati film e serie TV. In
particolare, è divenuta nota per aver interpretato i brani del film
d’animazione Frozen. Con la sua voce ha infatti
incantato numerosi spettatori, rimasti affascinati dalla sua
grazia. Ecco 10 cose che non sai di Idina
Menzel.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Idina Menzel: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
film per il cinema. L’attrice inizia ad ottenere i suoi
primi ruoli per il grande schermo in film come Kissing Jessica
Stein (2001), Rent (2005) e Chiedi alla
polvere (2006), dove recita accanto all’attore
Colin
Farrell. Successivamente si fa notare ulteriormente
grazie al ruolo di Nancy Tremaine nel popolare Comed’incanto (2007), film con Amy
Adams. Tornerà al cinema solo nel 2019 per recitare
nell’acclamato Diamanti grezzi,
dove interpreta la moglie dell’attore Adam
Sandler.
9. È nota per i ruoli
televisivi. Fonte di maggior popolarità per l’attrice sono
le serie TV a cui ha partecipato. Dopo la partecipazione ad alcuni
episodi di serie come Rescue Me (2004), Kevin
Hill (2005) e Private Practice (2009), diventa
celebre per il ruolo di Shelby Corcoran in Glee
(2010-2013).
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 1,1 milioni di persone.
All’interno di questo l’attrice condivide in prevalenza immagini e
video promozionali dei suoi progetti da interprete, come anche foto
tratte dagli eventi di gala a cui ha preso parte. Vi sono però
anche alcune foto scattate durante momenti di svago, in compagnia
di amici e colleghi.
Idina Menzel: la sua vita
privata
6. È sposata. Dopo
un matrimonio di dieci anni con l’attore Taye
Diggs, conosciuto sul set del film Rent, e con
cui ha avuto un figlio nel 2009, l’attrice ha annunciato nel 2015
la frequentazione con l’attore Aaron Lohr,
anch’egli conosciuto durante le riprese di Rent. Nel
settembre del 2016 rivelano di essere ufficialmente fidanzati,
sposandosi esattamente un anno dopo, nel settembre del 2017.
Parte delle cose che non sai
sull’attriceù
Idina Menzel in Frozen
5. Ha eseguito i celebri
brani dei due film. Grazie alla sua partecipazione ai due
film di Frozen, l’attrice ha potuto mettere ulteriormente
in mostra le sue doti canore, eseguendo brani divenuti
particolarmente celebri come, For the First Time in Forever,
Some Things Never Change,Let It Go e Into the
Unknown. Questi ultimi due sono stati inoltre nominati
all’Oscar come miglior canzone, con Let It Go che ha poi
vinto l’ambito premio.
4. I produttori si
ricordavano di lei. Nel 2009 l’attrice si presenta ai
casting per il doppiaggio del personaggio di Rapunzel in
Rapunzel: L’intreccio della torre. Pur decidendo di non
assegnarle la parte, i casting director e i produttori rimasero
colpiti dalla performance della Menzel, tenendo in considerazione
il suo nome per progetti futuri. Solo alcuni anni dopo l’avrebbero
richiamata per Frozen.
Idina Menzel canta Into the
Unknown
3. Si è esibita alla
cerimonia dei premi Oscar. Nel 2020 l’attrice è stata tra
le performer che ha dato vita ad un’esibizione canora durante la
cerimonia dei premi Oscar. Qui ha infatti cantato il brano Into
the Unknown, presente in Frozen II – Il
segreto di Arendelle e candidato come miglior canzone
originale. Il brano non ha tuttavia ottenuto la statuetta, andata
ad Elton John per (I’m Gonna) Love me
Again.
Idina Menzel in Glee
2. Si è ispirata ad una nota
attrice per il suo ruolo. Nella serie Glee
l’attrice compare nei ruolo di Shelby Corcoran, coach del gruppo
Vocal Adrenaline. Per ricoprire il ruolo, l’attrice ha dichiarato
di essersi ispirata al personaggio di Diana Christensen,
interpretato dall’attrice Faye Dunaway nel film
Network (1976). I due ruoli condividono infatti un
carattere spregiudicato verso la materia di loro interesse.
Idina Menzel: età e altezza
1. Idina Menzel è nata a
Syosset, nello stato di New York, Stati Uniti, il 30
maggio 1971. L’attrice è alta complessivamente 163 centimetri.
Attrice prevalentemente televisiva,
Monica Raymund ha consolidato la propria fama
recitato in alcune note serie televisive. Apprezzata tanto dal
pubblico quanto dalla critica, l’attrice è attualmente alla ricerca
di nuovi ruoli che possano consolidare il periodo di grande
attività che sta vivendo. Ecco 10 cose che non sai di
Monica Raymund.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Monica Raymund: i suoi film e le
serie TV
10. È nota per i suoi ruoli
televisivi. Dopo aver recitato in un episodio di Law &
Order: Unità speciale (2008), l’attrice diventa nota per il
ruolo di Ria Torres in Lie to Me (2009-2011), dove recita
accanto a Tim Roth. Successivamente viene scelta
per dar vita al personaggio di Dana Lodge in The Good Wife
(2011-2012), mentre ottiene popolarità recitando nel ruolo di
Gabriela Dawson in Chicago Fire (2012-2019), dove recita
accanto a Jesse Spencer,
TaylorKinney e Lauren
German. Riprende il ruolo anche per le serie
Chicago Med (2016), e Chicago P.D. (2014-2018),
dove affianca gli attori Jeson Beghe, Marina
Squerciati e Sophia
Bush.
9. Ha recitato anche per il
cinema. Sono solo due ad ora i titoli cinematografici a
cui l’attrice ha preso parte. Il suo esordio avviene nel 2012 con
il film Lafrode, dove recita accanto all’attore Richard
Gere, interpretando il personaggio di Reina. Il secondo
titolo è invece Brahmin Bulls (2013), dramma familiare di
produzione britannica.
8. È anche regista e
produttrice. Nel corso degli anni la Raymund ha dimostrato
di non essere interessata solo alla recitazione. Ha infatti
compiuto il passo dietro la macchina da presa per dirigere
l’episodio Hell’s Kitchen di Law & Order: Unità
speciale (2018), e la puntata Payback della
serie FBI
(2020). Ha poi ricoperto il ruolo di produttrice esecutiva dei film
indie The Submarine Kid (2015) e Locating Silver
Lake (2018).
Monica Raymund è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 55 persone. All’interno di
questo l’attrice è solita condividere curiosità quotidiane e foto
scattate in momenti di svago o nei luoghi da lei visati. Non
mancano poi anche immagini promozionali dei suoi progetti da
interprete.
Monica Raymund e Jesse Spencer
6. Non ha una relazione con
il collega. Nella serie Chicago Fire, il
personaggio ricoperto dall’attrice ha una relazione con quello
interpretato da Jesse Spencer. Questa coppia è
piaciuta così tanto al pubblico, che in molti hanno sperato che tra
i due ci fosse qualcosa anche al di fuori del set. Tuttavia, i due
attori sembrano essere impegnati in altre relazioni, e non hanno
mai dato motivi di credere in una loro relazione.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Monica Raymund è fidanzata?
5. È stata sposata.
Nel giugno del 2011 l’attrice annuncia il matrimonio con Neil
Patrick Stewart, attore e regista teatrale. La loro relazione dura
tuttavia poco, e nei primi mesi del 2013 annunciano la separazione,
arrivando al divorzio nel 2014. La coppia ha fornito come
motivazioni alcune differenze inconciliabili.
4. Ha fatto coming
out. Nel dicembre del 2014 l’attrice annuncia
pubblicamente tramite il proprio account Twitter di essere
bisessuale, e che prima dell’annuncio lo è stata segretamente per
oltre dieci anni. Sulla base di questa notizia, nel settembre del
2015 annuncia la sua relazione con Tari Segal.
Monica Raymund in Chicago Fire
3. Ha
lasciato la serie. Nel 2018 l’attrice ha confermato che
non avrebbe ripreso il suo ruolo nella settima stagione della serie
Chicago Fire, motivando la scelta con la volontà di
intraprendere nuovi percorsi. Comunicata per tempo la sua
decisione, il finale della sesta stagione è stato costruito per
permettere al personaggio di uscire di scena.
2. Ha ripreso il ruolo solo
per un episodio. Nonostante l’addio alla serie, l’attrice
ha acconsentito di ricomparire nel midseason finale dell’ottava
stagione. Qui, infatti, il suo personaggio torna a Chicago per
raccogliere fondi per l’associazione per cui lavora, e non mancherà
di far visita ai suoi vecchi colleghi nella stazione dei vigili del
fuoco.
Monica Raymund: età e altezza
1.Monica
Raymund è nata a St. Petersburg, in Florida, Stati Uniti,
il 26 luglio 1986. L’attrice è alta complessivamente 163
centimetri.
Sulla scia di Stranger Things, Everything Sucks!, Sex
Education e The End of the F***ing World,Netflix propone una nuova serie chiaramente
indirizzata ad un pubblico di giovanissimi. Dallo scorso 27
febbraio, infatti, è disponibile sulla piattaforma di streaming
I Am Not Okay With This, tratta dalla
graphic novel di Charles Forsman.
Se non l’avete ancora iniziata, di
seguito vi forniamo una serie di motivi per cui non dovreste
perderla, approfittando magari della reclusione forzata –
causa Coronavirus – che sta interessando tutta l’Italia in
questi giorni particolarmente tristi e difficili:
La graphic novel e il team dietro la serie
I Am Not Okay with This è basata sull’omonima graphic
novel di Charles Forsman pubblicato in Italia da 001 Edizioni.
Di recente, aveva debuttato sulla piattaforma di streaming un’altra
serie tratta da una graphic novel,
Locke & Key, con la quale I Am Not Okay with This condivide la scelta di
incentrare le proprie storie su un gruppo di giovani “avventurosi”
protagonisti.
La serie è inoltre creata da
Jonathan Entwistle, già regista della più celebre The End of the F***ing World (anche questa basata su
un fumetto), e prodotta dai produttori dell’amatissima
Stranger Things.
I due giovani protagonisti
I protagonisti di I Am Not Okay with This sono i giovani attori Sophia Lillis e Wyatt Oleff.
Entrambi avevano già lavorato insieme: ricorderete infatti che
hanno vestito i panni rispettivamente di Beverly Marsh e Stan Uris
(nelle versioni adolescenti dei personaggi) in IT e
IT – Capitolo Due, gli adattamenti cinematografici del
popolare romanzo di
Stephen King ad opera di
Andy Muschietti.
In I Am Not Okay with This i due attori entrano molto più
relazione rispetto ai due film di Muschietti, dimostrando una
chimica straordinaria. Anche nella serie, proprio come
nell’adattamento di IT, il personaggio interpretato da
Oleff si chiama Stanley.
Sydney Novak come Carrie White
Sono numerosi gli omaggi che
I Am Not Okay with This rende all’opera “Carrie –
Lo sguardo di Satana” di
Stephen King, radicato nell’immaginario collettivo grazie
all’adattamento
cinematografico di Brian De Palma con protagonista Sissy
Spacek. La scena in cui Sydney corre per la strada totalmente
ricoperta di sangue (immagine presente nei vari materiali
promozionali e che ricorre spesso nei vari episodi), non può non
riportare alla memoria il capolavoro di De Palma e il personaggio
di Carrie White.
Parallelamente, esistono numerose
affinità tra il personaggio di Sydney e quello di Carrie, due
adolescenti alle prese con la scoperta di “misteriosi poteri” e con
la conseguente presa di coscienza di ciò che in realtà sono.
Inoltre, nell’episodio finale della serie, la scena ambientata
durante il ballo della scuola è un altro palese omaggio alla storia
di Carrie che noi tutti conosciamo e amiamo.
Come in un film di John Hughes
Se John Hughes – indimenticabile
regista di cult adolescenziali come Sixteen Candles, Breakfast
Club e Una pazza giornata di vacanza – fosse ancora
vivo, probabilmente avrebbe diretto una serie come I Am Not Okay with This, o forse contribuito
alla sua produzione in qualche modo.
Al di là dei personaggi, dei
dialoghi e dei torni che compongono l’assetto narrativo dello show
(molto affine alle peculiarità che hanno sempre distinto la
commedia tipicamente americana di Hughes), l’episodio numero 5
(“Un altro giorno in paradiso”) è a tutti gli effetti un
bellissimo e nostalgico omaggio a Breakfast Club, cult
diretto dal compianto regista nel 1985, considerato ancora oggi la
vetta più alta del
cinema adolescenziale statunitense degli anni ’80.
Il numero di episodi e la durata
La prima stagione di I Am Not
Okay with This (con finale aperto che lascia presagire un
rinnovo per una seconda parte in tempi relativamente brevi) si
compone “soltanto” di 7 episodi della durata – più o meno – di 30
minuti ciascuno. In genere, le serie targate Netflix tendono ad
avere una durata di circa un’ora (se non di più): in un epoca in
cui il beingwatch la fa da padrone, la fruibilità così
immediata e veloce di I Am Not Okay with This è
decisamente un punto a favore dello show.
Il creatore della serie Jonathan
Entwistle ha spiegato di considerare ogni stagione come un vero e
proprio lungometraggio, e che a mano a mano ogni nuovo ciclo di
episodi andrà a comporre il suo “film in
miniatura”.
Se amate le serie tv tratte da graphic novel…
I Am Not Okay with This
non è certamente l’unica serie disponibile su Netflix ad essere
tratta da una graphic novel. Se siete degli appassionati di
“romanzi a fumetti”, sulla piattaforma di streaming potete trovare
anche Daybreak (basata sull’omonima serie a fumetti di
Brian Ralph),
Locke & Key (basata sull’omonima serie di comic book
di Joe Hill), The End of the F***ing World (basata sul fumetto
di Charles Forsman, lo stesso autore di
I Am Not Okay with This) e Le Terrificanti Avventure di Sabrina (tratta dalla
serie a fumetti della Archie Comics con lo stesso nome).
Stando a quanto dichiarato di
recente da Peter Sarsgaard, il personaggio che
interpreterà in The
Batman di Matt Reeves sarà un
politico di Gotham senza scrupoli, una persona sgradevole che
“adora” mentire.
Per molto tempo si è parlato della
possibilità che l’attore avrebbe interpretato Harvey
Dent nel film, ma
un comunicato ufficiale della Warner Bros. ha poi confermato
che Sarsgaard avrebbe vestito i panni di Gil Colson, il Procuratore
Distrettuale di Gotham.
Adesso, in una recente apparizione
allo show di Stephen Colbert, l’attore ha parlato del suo
coinvolgimento nel film e del suo “nuovo personaggio creato
appositamente per la storia”:“Sono un procuratore
distrettuale… in pratica sono un politico che ha difficoltà a dire
la verità.”
Colbert ha poi scherzato sul fatto
che anche la moglie di
Peter Sarsgaard, l’attrice
Maggie Gyllnehaal, ha recitato in un film dedicato a
Batman (era infatti Rachel Dawes ne Il Cavaliere Oscuro di
Christopher Nolan). Colbert ha chiesto ironicamente a Sarsgaard
quale personaggio tra Gil e Rachel preferiranno i loro figli, e
l’attore ha risposto asserendo che Colson è “una persona piuttosto
disgustosa.”
Potete vedere il video dell’intervista di seguito:
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman
v Superman: Dawn of Justice, Justice
League, Wonder
Woman e del sequel Wonder
Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata
al 25 giugno 2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di
Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una
cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham
City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
The Walt Disney
Studios ha acquisito i diritti per la distribuzione a
livello mondiale del documentario dedicato ai Beatles
dell’acclamato regista Peter
Jackson. Il documentario mostrerà il calore, lo
spirito di squadra e l’umorismo durante la realizzazione dell’album
della leggendaria band, “Let It Be”, e il loro
ultimo concerto dal vivo: l’iconica esibizione sul tetto a Savile
Row, Londra. The Beatles: Get Back sarà
distribuito da The Walt Disney Studios negli Stati
Uniti e in Canada il 4 settembre 2020, seguiranno maggiori dettagli
sulla distribuzione a livello globale del film. L’annuncio è stato
dato oggi da Robert A. Iger, Executive Chairman,
The Walt Disney Company, al meeting annuale degli
azionisti.
“Nessuna band ha avuto lo
stesso impatto che hanno avuto i Beatles sul mondo, e The Beatles:
Get Back è un posto in prima fila sui meccanismi interni di questi
geniali creatori in un momento fondamentale della storia della
musica, con scene straordinariamente restaurate che sembrano girate
ieri” – ha commentato Iger. – “Io stesso
sono un grande fan, quindi non potrei essere più felice che Disney
possa condividere lo splendido documentario di Peter Jackson con il
pubblico mondiale a settembre”.
The Beatles: Get
Back, presentato da The Walt Disney Studios in
associazione con Apple Corps Ltd. e WingNut Films
Productions Ltd., è un’entusiasmante nuova collaborazione
tra i Beatles, la band più influente di tutti i tempi, e il regista
vincitore di tre Premi Oscar Peter
Jackson (la trilogia de Il Signore degli Anelli). Realizzato grazie a oltre 55
ore di filmati inediti, girati da Michael Lindsay-Hogg nel 1969, e
140 ore di registrazioni audio, in gran parte mai ascoltate, delle
sessioni di registrazione dell’album “Let It Be”, The
Beatles: Get Back è diretto da Jackson e
prodotto dallo stesso Jackson,Clare
Olssen (They
Shall Not Grow Old – Per sempre giovani) e
Jonathan Clyde, mentre Ken Kamins e Jeff Jones di
Apple Corps sono i produttori esecutivi.
I filmati sono stati
straordinariamente restaurati dalla Park Road Post
Production di Wellington, Nuova Zelanda, e sono stati
montati da Jabez Olssen, che ha collaborato con
Jackson per
They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani del
2018, l’innovativo film che mostra immagini d’archivio della Prima
Guerra Mondiale restaurate e colorizzate. Le musiche del film
saranno mixate da Giles Martin e Sam Okell presso Abbey Road
Studios a Londra. Grazie a questo restauro incontaminato,
The Beatles: Get Back darà vita a
un’esperienza intensa, felice e immersiva per il pubblico.
“Lavorare a questo progetto è
stata una gioiosa scoperta” – afferma Peter Jackson. – “Ho
avuto il privilegio di essere come una mosca sul muro mentre la più
grande band di tutti i tempi lavorava, suonava e creava
capolavori. Sono entusiasta che Disney si sia fatta avanti
come nostro distributore. Non potrebbe esserci di meglio per far
vedere il nostro film al maggior numero di persone
possibile”.
“Sono davvero felice chePeter si sia immerso nei nostri archivi per realizzare un film
che mostri la verità sui Beatles quando registravano insieme”
– afferma Paul McCartney. – “Viene trasmessa l’amicizia e
l’amore tra di noi e mi ricorda dei bellissimi e folli momenti
passati insieme”.
“Sono davvero entusiasta per
questo film” – afferma Ringo Starr. – “Peter è eccezionale
ed è stato veramente fantastico guardare tutti quei filmati.
C’erano ore e ore di immagini mentre ridevamo e suonavamo. C’era
molta allegria e credo che Peter la trasmetterà. Penso che in
questa versione ci sarà molta più pace e amore, rispecchiando come
eravamo veramente”. The Beatles: Get Back è stato realizzato
anche con il supporto entusiasta di Yoko Ono Lennon e Olivia
Harrison. Anche se il film originale Let It Be – Un
giorno con i Beatles, diretto da Michael
Lindsay-Hogg, e l’album che lo ha accompagnato sono stati girati e
registrati nel gennaio del 1969, non sono stati rilasciati fino a
maggio del 1970, tre settimane dopo l’ufficiale scioglimento dei
Beatles. A quel tempo, la reazione al film da parte del pubblico e
della critica è stata fortemente associata a quell’annuncio.
Durante i 15 mesi tra le riprese e l’uscita di Let It Be – Un
giorno con i Beatles, i Beatles hanno registrato e rilasciato
il loro ultimo album in studio “Abbey Road”, uscito a settembre
1969.
Girato in 16mm e riadattato in
35mm, il film di 80 minuti Let It Be – Un giorno con i
Beatles è stato realizzato a partire da 3 settimane di
riprese, inclusa una versione editata del concerto sul tetto.
L’album vincitore del GRAMMY “Let It Be” è stato in vetta alle
classifiche negli Stati Uniti e nel Regno Unito.
Il nuovo documentario porta alla
luce molto di più delle sessioni di registrazione private della
band per “Let It Be” e la loro esibizione integrale di 42 minuti
sul tetto degli uffici della Apple a Savile Row, Londra. Anche se
non mancano materiali sui lunghi tour dei Beatles durante la loro
carriera, The Beatles: Get Back presenta solo
significativi filmati della band al lavoro in studio, mostrando
John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e
Ringo Starr mentre creano da zero la loro canzone
diventata ora un classico, ridendo, chiacchierando e scherzando con
la telecamera.
Tenutosi il 30 gennaio 1969, il
concerto a sorpresa dei Beatles sul tetto ha rappresentato la
quinta esibizione dal vivo della band in oltre due anni e il loro
ultimo concerto insieme dal vivo. I filmati catturano le
interazioni tra i membri della band, le reazioni dei fan e dei
lavoratori delle aziende vicine, e il comico tentativo di fermare
il concerto da parte di due giovani poliziotti londinesi, chiamati
per delle lamentele in merito al rumore. Una versione completamente
restaurata del film originale Let It Be – Un giorno con i
Beatles sarà resa disponibile successivamente.
Una nuova fan art ad opera del
celebre Bosslogic
ci mostra come sarebbe Jason Momoa – l’amatissimo Aquaman del
DCEU – nei panni del villain Kraven il Cacciatore, che potrebbe apparire
come antagonista principale dell’Uomo Ragno nell’atteso
Spider-Man 3.
Spider-Man:
Far From Home si è concluso con la vera identità
dell’Uomo Ragno che è stata rivelata al mondo intero: nella scena
post-credit, Peter e MJ vedono sullo schermo gigante di un
grattacielo J. Jonah Jameson del Daily Bugle che mostra un video
registrato e manipolato da Quentin Beck, che incrimina Spider-Man
per la morte di Mysterio, rivelando pubblicamente la vera identità
del supereroe.
Naturalmente, i fan si chiedono
adesso come questa grande rivelazione influenzerà gli eventi che
saranno al centro di Spider-Man 3.
Inoltre, è da tempo ormai che si vocifera che l’antagonista
principale del nuovo capitolo sarà proprio Kraven il Cacciatore.
L’artista Bosslogic
ha immaginato come sarebbe Jason Momoa se venisse scelto dai Marvel Studios per interpretare il ruolo.
Guardate la fan art e diteci se non pensate anche voi che l’attore
statunitense possa essere perfetto…
Spider-Man
3 vedrà ancora una volta riuniti Tom
Holland e il regista Jon
Watts, che aveva già
direttoSpider-Man:
Homecoming del 2017 e Spider-Man:
Far From Home dello scorso anno. Le riprese del
film dovrebbero partire quest’estate.
Tom
Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel
2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del
franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai
Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone:
Spider-Man: Homecominge Spider-Man:
Far From Home. La scorsa estate,
un nuovo
accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al
personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui
dedicato – l’annunciato Spider-Man
3– e per un altro film in cui lo ritroveremo al
fianco degli altri eroi del MCU.
Josh Boone, regista dell’attesissimo The
New Mutants, ha rivelato che
Antonio Banderas avrebbe dovuto interpretare il
villain principale nel sequel del cinecomic in arrivo nelle sale
americane il prossimo 3 aprile. Il regista e il co-sceneggiatore
del film Knate Lee avevano già pensato ad un possibile sequel della
pellicola, ma la travagliatissima produzione del film – con
l’acquisizione della Fox da parte della Disney nel mezzo – ha
ovviamente stravolto tutti i piani.
In una recente intervista con
EW, Boone ha spiegato
che
Antonio Banderas avrebbe dovuto interpretare Emmanuel
da Costa, il padre del personaggio di Roberto da Costa/Sunspot,
interpretato nel film da Henry Zaga, nonché
spietato uomo d’affari che ha legami con il Club Infernale.
L’attore avrebbe dovuto fare il suo
esordio nella scena post-credit del film, che poi non è stata mai
girata: “Il fatto che non l’abbiamo più girata è stato
intenzionale”, ha spiegato Boone. “Adesso la Marvel detiene i diritti sugli
X-Men e farà le sue cose. Quindi, non c’era motivo di girare quella
scena.
Ricordiamo, a proposito di
Antonio Banderas, che di recente l’attore è stato
ufficializzato come membro del cast di
Uncharted, l’adattamento targato Sony
dell’omonimo videogioco che avrà come protagonisti Tom
Holland e Mark
Wahlberg.
The
New Mutants è un thriller con sfumature
horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un
gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche.
Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove
abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre
cercano di fuggire.
Diretto da Josh
Boone e scritto da Boone e Knate
Lee, il film vede nel cast la presenza
di Maisie
Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu
Hunt e Henry Zaga.
ll film è prodotto da Simon
Kinberg, Karen
Rosenfelt e Lauren Shuler
Donner, mentre Stan
Lee e Michele Imperato
Stabile sono i produttori esecutivi.
Jeffrey Wright,
l’attore che interpreta Jim Gordon nell’atteso The
Batman, ha condiviso via Instagram
una foto in cui si prepara a “studiare” la miniserie
“Batman: Il Lungo Halloween“, anticipando forse
che il cinecomic di Matt Reeves prenderà
ispirazione proprio dal fumetto di Jeph Loeb e Tim Sale.
Ad oggi non sappiamo ancora da quali
fumetti prenderà realmente ispirazione la storia pensata da Reeves:
“Batman: Il Lungo Halloween” – da tempo associato
alla possibile trama del film – potrebbe essere soltanto una delle
tante fonti d’ispirazione, dal momento che in passato
lo stesso regista sembrava avesse confermato che anche
“Batman: Anno Uno“, la miniserie a fumetti
che narra le origini dell’Uomo Pipistrello, scritta da Frank
Miller e disegnata da David Mazzucchelli, servirà come
base per la storia.
Nel post condiviso da Wright, è
possibile vedere la cover del celebre fumetto, accompagnata dalla
didascalia: “Un altro, per cultura”. Non è la prima volta
che l’attore condivide sul suo profilo la cover di uno dei fumetti
dedicati all’Uomo Pipistrello: in passato, infatti, aveva condiviso
anche la cover di “Batman: The Golden Age“,
accompagnata dalla didascalia: “Dietro le quinte, si legge per
cultura. Alle origni…”.
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman
v Superman: Dawn of Justice, Justice
League, Wonder
Woman e del sequel Wonder
Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata
al 25 giugno 2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di
Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una
cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham
City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.