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Jurassic World: Dominion, il logo ricorda il franchise originale

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Jurassic World: Dominion, il logo ricorda il franchise originale

Mentre anche il mondo del cinema è in subbuglio a causa dell’emergenza coronavirus, sembra continuare senza interruzioni la produzione di Jurassic World: Dominion, capitolo conclusivo della nuova trilogia con protagonisti i dinosauri.

Stando a quanto diffuso dalla stessa Amblin, il teaser poster del film, con il logo ufficiale, è un ritorno alle origini e a quel simbolo rosso, giallo e nero che ha fatto la storia del franchise originale. Eccolo di seguito:

Jurassic World: Dominion vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson Omar SyLaura Dern Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.

Alla regia torna Colin Trevorrow, che ha pubblicato il cortometraggio Battle at Big Rock, i cui eventi sono ambientati un anno dopo Jurassic World – Il regno distrutto mostrando i dinosauri che vivono nel nostro mondo e lottano per la sopravvivenza. Vi ricordiamo che  Jurassic World 3 uscirà nelle sale l’11 giugno 2021, salvo procrastinazioni possibili, dovute all’attuale emergenza sanitaria mondiale.

The New Mutants, rinviato per la quarta volta, colpa del coronavirus

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L’uscita la cinema di The New Mutants è stata nuovamente rinviata, questa volta, a causa della crescente preoccupazione per la diffusione del coronavirus.

L’adattamento serie spin-off della serie sugli X-Men diretto da Josh Boone è stato posticipato tre volte in precedenza, ma con la Disney interamente in controllo della proprietà del titolo, sembrava che il film fosse finalmente destinato ad uscire il 3 aprile 2020. Il regista e il cast avevano anche iniziato a fare il tour promozionale con il cut finale pronto e approvato, mentre Boone aveva anche fatto finalmente chiarezza sulle vicende produttive del film.

Parlando con ScreenRant, un portavoce Disney ha dichiarato: “Crediamo veramente nell’esperienza cinematografica e stiamo cercando nuove date di uscita per il 2020 che saranno annunciate in un secondo momento.”

The New Mutants è un thriller con sfumature horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di fuggire.

CORRELATE:

Diretto da Josh Boone e scritto da Boone e Knate Lee, il film vede nel cast la presenza di Maisie WilliamsAnya Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu Hunt Henry Zaga.

ll film è prodotto da Simon KinbergKaren Rosenfelt Lauren Shuler Donner, mentre Stan Lee Michele Imperato Stabile sono i produttori esecutivi.

Ben Affleck era nella “lista rossa” di Harvey Weinstein

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Ben Affleck era nella “lista rossa” di Harvey Weinstein: questo è quanto emerso di recente da alcuni documenti giudiziari non ancora sigillati. Tale lista includeva una serie di personaggi che secondo l’ex produttore cinematografico rappresentavano una minaccia per la sua persona.

Prima della pubblicazione dei vari report che hanno poi dato vita al movimento #MeToo e portato alla caduta dell’ex magnate di Hollywood, per lungo tempo Harvey Weinstein ha tenuto un elenco di nomi relativi a persone che, secondo lui, avrebbero potuto rivelare ai giornalisti della sua condotta sessuale nei confronti delle donne. Il nome di Ben Affleck è apparso nella lista, una “lista rossa”, e il documento è stato visionato da Variety martedì pomeriggio.

La lista faceva parte di circa 1.000 pagine di documenti che sono stati rivelati dal tribunale penale di New York City, in vista della condanna di Wenstein a 23 anni di prigione avvenuta nella giornata di mercoledì.

Il documento è stato portato alla luce durante il processo ai danni di Weinstein durato sette settimane. Il procuratore capo ha richiesto che l’elenco (che includeva sia uomini che donne, tra cui Annabella Sciorra, una delle attrici ad aver denunciato la condotta di Weinstein) venisse fornito alla giuria in modo che tutti i nomi potessero essere visionati, ma il giudice ha respinto la motivazione.

Oltre ad Affleck e alla Sciorra, tra i presenti nella “lista rossa” di Weinstein anche Rose McGowan, Zelda Perkins, Lysette Anthony, Rowena Chiu, ma anche l’ex l’ex dirigente della Weinstein Company, Irwin Reiter, e l’ex assistente di Weinstein, Leslye Headland. In lista anche numerosi produttori, tra cui Jason Blum, Megan Ellison, Donna Gigliotti e Jennifer Todd.

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La fama di Ben Affleck esplose nel 1997, grazie al film Will Hunting – Genio ribelle, distribuito dalla Miramax, ex società di Harvey Weinstein. L’anno successo, l’attore recitò in Shakespeare in Love, prodotto sempre da Weinstein e grande protagonista degli Oscar 1999. In seguito alla diffusione delle accuse di molestie sessuali ai danni di Weinstein, Affleck dichiarò che avrebbe donato in beneficenza tutti i profitti residui dei suoi film realizzati con la Miramax e la Weinstein Company.

La “lista rossa” di Weinstein è solo uno dei tanti documenti emersi in questi giorni durante il processo all’ex produttore: tra i documenti anche tonnellate di e-mail, tra cui il pessimo ed agghiacciante messaggio indirizzato a Jennifer Aniston.

Scream: trovati i registi del reboot

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Scream: trovati i registi del reboot

Arriva da The Hollywood Reporter la notizia che la Spyglass Media ha ufficialmente affidato a Matthew Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, registi del recente Finché Morte Non Ci Separi, la regia dell’annunciato reboot di Scream, la fortunata saga horror iniziata nel 1996 con il primo film cult diretto dal compianto Wes Craven.

Bettinelli-Olpin e Gillett, in collaborazione con Chad Villela, figureranno anche come produttori esecutivi. Al momento non sappiamo ancora chi si occuperà della sceneggiatura. È inoltre poco chiaro se il nuovo film sarà un reboot con un cast totalmente inedito o se porterà avanti la storia del franchise originale e se sarà dunque uno Scream 5 a tutti gli effetti.

Chiaramente vi terremo aggiornati.

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Scream è una serie slasher diretta da Wes Craven e scritta da Kevin Williamson e Ehren Kruger, sceneggiatore del terzo film. È ispirata agli omicidi operati da Danny Rolling nel 1990.

La trama principale è incentrata su un serial killer psicopatico travestito con un costume di Halloween che cerca di uccidere Sidney Prescott (interpretata da Neve Campbell) e le persone che fanno parte della sua vita. Ogni film inizia con l’omicidio di una coppia, per poi svilupparsi fino alla rivelazione dell’identità del killer e al suo scontro finale con Sidney.

La serie originale è composta da quattro film, tutti diretti da Craven e interpretati dalla Campbell. Nel 2015 è stata realizzata da MTV una serie ispirata al franchise. Tra i numerosi attori apparsi nei film della saga di ricordano David Arquette, Courtney Cox, Liev Schreiber, Jamie Kennedy, Rose McGowan, Sarah Michelle Gellar, Jada Pinkett Smith e Drew Barrymore.

The LEGO Movie: il regista scherza sulla sua previsione del futuro

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Chris Miller, regista di The LEGO Movie, ha portato alla luce un interessante – e al tempo stesso inquietante, visti i recenti avvenimenti – connessione tra i suoi ultimi lavori e ciò che sta attualmente accadendo nel mondo a causa della pandemia di Covid-19, ma non solo…

Le varie connessioni riguardano, oltre a The LEGO Movie, diretto nel 2014 insieme al sodale Phil Lord, anche la serie The Last Man on Earth (di cui ha curato la regia dei primi due episodi della prima stagione) e la sua ultima fatica cinematografica, il film d’animazione Superconnessi

Su Twitter, il regista ha scritto: “Nel 2014 Phil Lord e io abbiamo girato un film su un uomo d’affari corrotto, divenuto presidente, dai buffi capelli, che ha cercato di alzare barriere. Nel 2015 abbiamo prodotto uno spettacolo sulle conseguenze di una pandemia a livello globale. Quest’anno abbiamo prodotto un film su una famiglia sopravvissuta ad un’apocalisse di robot. È soltanto un avvertimento.”

Tra le risposte più divertenti alla “riflessione” di Chris Miller, c’è stata ovviamente quella di Phil Lord, che ha risposto all’amico e collega dicendo: “Scrivi di ciò che sai che accadrà”. 

Le storie di Chris Miller e Phil Lord sembrano, in effetti, molto “radicate nella realtà”, ma è chiaro che entrambi i registi abbiano voluto sdrammatizzare in un momento così delicato, che sta mettendo a dura prova – purtroppo – l’industria cinematografica mondiale, e non solo.

LEGGI ANCHE – The LEGO Movie: il franchise passerà alla Universal?

Nel 2014, il primo The LEGO Movie divenne un enorme successo, con recensioni prevalentemente positive e un incasso di 469 milioni su un budget di 60, quello che si definisce un vero successo. A scrivere e dirigere c’erano Phil Lord Chris Miller. Il primo film ha generato subito un universo condiviso, con altri film del genere usciti nel corso di questi 4 anni.

Il cast vocale originale del franchise include attori del calibro di Chris Pratt, Elizabeth Banks, Will Arnett, Nick Offerman, Alison Brie, Charlie Day, Tiffany Haddish, Jonah Hill e Channing Tatum.

Fonte: ScreenRant

Celebrity Hunted – Caccia all’uomo, recensione del pilot della serie Amazon Prime

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È disponibile dal 13 marzo su Prime Video Celebrity Hunted – Caccia all’uomo, il primo show italiano non-fiction Amazon Original, prodotto da EndemolShine Italia, con un cast di superstar, tutti volti noti del panorama italiano, dal mondo dello sport, dello spettacolo, della musica, di cinema e tv. Sono Francesco Totti, Fedez, Luis Sal, Claudio Santamaria, Francesca Barra, Diana Del Bufalo, Cristiano Caccamo e Costantino della Gherardesca, e dovranno fuggire da un gruppo di esperti nella caccia all’uomo.

Nelle parole di Dante Sollazzo, Head of Unscripted, EndemolShine Italy “Celebrity Hunted – Caccia all’uomo è un’idea innovativa per gli spettatori. Un format rivoluzionario con una narrazione innovativa, elementi di suspense e un eccezionale cast che renderà questo show unico, una sfida mai vista prima in TV”.

E, a giudicare dal pilot, lo show mantiene quello che Sollazzo promette. Il primo episodio racconta le premesse del gioco, le regole che i fuggitivi dovranno seguire, gli strumenti che utilizzeranno, li presenta uno per uno e ci dice chi fugge da solo o chi in coppia. Il punto di partenza è il Colosseo, da dove i vip si disperderanno, intenti a far perdere le loro tracce agli inseguitori. Gli unici strumenti nelle loro mani saranno una carta di credito con un prelievo giornaliero massimo di 70 euro e un telefono senza internet. Entrambe le “attrezzature” sono rintracciabili dal team che dà loro la caccia.

Celebrity Hunted – Caccia all’uomo, il primo real-life thriller

Si tratta del primo real-life thriller con ritmo serrato e avvincente che potrebbe sicuramente catturare l’interesse del quel pubblico appassionato di reality ma che ha anche piacere a farsi raccontare una storia ben architettata. Ad accrescere questo aspetto intervengono poi i caratteri dei personaggi in fuga, tutti (chi più chi meno) vip molto simpatici, che promettono grandi momenti di ilarità per lo spettatore.

Nella loro fuga, le otto celebrities dovranno essere invisibili, sia fisicamente che digitalmente, quindi niente social, niente contatti, solo, quando è previsto, un compagno di fuga e nulla più. A guidare le operazioni di coloro che tenteranno di catturare i personaggi famosi, c’è Alfredo Mantici, ex capo del dipartimento analisi strategica del Sisde. Sarà lui a coordinare la squadra dei cacciatori, che è composta da esperti e noti analisti e investigatori, accanto ad esperti di cyber security, profiler e human tracker, tutti presi in prestito dalle forze dell’ordine e dai servizi segreti militari, con una preparazione mirata, quindi.

Celebrity Hunted – Caccia all’uomo è uno show di grande intrattenimento e dedicato ad un vasto pubblico che poco ha a che spartire con la produzione Amazon Prime Video proveniente dagli altri Paesi. Nonostante il vestito insolito, questa nuova serie è un prodotto nazional popolare, in perfetto stile televisivo italiano, nascosto però dietro ad un linguaggio glamour e ad una patina di novità.

Vin Diesel: “Il finale di F7 è il migliore della storia del cinema”

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Vin Diesel ha affermato che il finale di Fast and Furious 7 è forse la scena migliore nella storia del cinema. In seguito alla tragica scomparsa di Paul Walker, a riprese ancora in corso, fu necessario utilizzare vecchio materiale d’archivio, unito ai prodigi della CGI, per completare il film che avrebbe ufficialmente segnato l’ultima apparizione di Walker sul grande schermo.

Il finale di Fast and Furious 7 si è rivelato un doveroso e sentito omaggio al co-protagonista della celebre saga: sulla spiaggia, Brian (Walker) e Mia (Jordana Brewster) giocano con il loro figlio Jack. Dom e gli altri osservano la scena commossi, riconoscendo che è meglio che Brian stia con la sua famiglia. Dom si allontana in silenzio, ma Brian lo raggiunge ad un incrocio: Dom ricorda i bei momenti passati con l’amico, poi i due si salutano e prendono strade diverse.

In una recente intervista con NME in occasione della promozione di Bloodshot, Vin Diesel ha spiegato che dal suo punto di vista quello è uno dei momenti più incredibili della storia del cinema, perché per la prima volta una scena toccante tra fratelli ha permesso agli uomini di tutto il mondo di piangere insieme:

“È stato un momento molto difficile. Ma c’era una sorta di sollievo nel fatto che avremmo protetto la cosa dai capricci di un produttore o di chiunque altro avrebbe potuto dire: “Bene, ora vendicherai il personaggio”, usando quindi la cosa per fini narrativi. Invece siamo stati in grado di fare qualcosa di così bello e di raffinato. Potrebbe tranquillamente essere il momento migliore nella storia del cinema. Non solo nella mia carriera, ma nella storia del cinema in generale. Gli uomini di tutto il mondo hanno avuto la possibilità di piangere… per la prima volta nella storia sono stati in grado di piangere insieme ”, ha spiegato Diesel.

Proprie ieri abbiamo appreso la notizia che l’uscita di Fast and Furious 9 è stata rinviata di un anno a causa del Coronavirus. Universal Studios, la società dietro il franchising con Vin Diesel, ha preso la decisione a causa dell’impatto che il coronavirus in rapida diffusione in tutto il mondo sta avendo sull’economia globale e sul panorama della distribuzione.

I cinema restano chiusi in Italia, Corea del Sud e Cina, dove il virus ha colpito più duramente. C’è anche la sensazione crescente che alcuni cinema chiuderanno anche negli Stati Uniti mentre l’epidemia continua a diffondersi. Fast and Furious 9 uscirà ora in tutto il mondo nell’aprile 2021.

Fast and Furious 9 non è il solo grande film ad aver subito uno slittamento nella data d’uscita, basti pensare a No Time to Die che è stato posticipato a novembre.

LEGGI ANCHE – Fast and Furious: il capitolo finale diviso in due parti?

In Fast and Furious 9 reciteranno i veterani del franchise Vin DieselCharlize TheronJohn CenaMichelle RodriguezJordana BrewsterLudacrisTyrese Gibson e Helen Mirren. Nel cast anche Michael Rooker e Cardi B.

La regia sarà firmata da Justin Lin, già regista di numerosi capitoli del franchise, mentre la release del film è stata spostata all’aprile 2021 (inizialmente il film sarebbe dovuto arrivare al cinema nel 2020).

Ricordiamo che il decimo capitolo della saga è già in pre-produzione. Secondo quanto riferito, il capitolo numero 10 della saga concluderà definitivamente la serie principale Fast and Furious, a seguito degli eventi che vedremo nel nono capitolo. Questa informazione ci fa pensare che alla fine del franchise si sia pensato più a un dittico di chiusura che a due film separati.

Jennifer Aniston: Harvey Weinstein l’avrebbe voluta morta

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Jennifer Aniston: Harvey Weinstein l’avrebbe voluta morta

In passato, Harvey Weinstein ha attaccato pesantemente (con parole che definire agghiaccianti è un mero eufemismo) Jennifer Aniston. A rivelarlo sono stati una serie di documenti giudiziari non ancora sigillati: il tutto risale al 2017, quando un giornalista contattò l’ex produttore cinematografico per scrivere un articolo.

“Jennifer Aniston dovrebbe essere uccisa”, ha scritto Weinstein in una e-mail datata 31 ottobre 2017, in risposta ad un giornalista che lo aveva contattato per un commento a proposito di un’accusa che sosteneva che il produttore avrebbe avuto nei confronti dell’attrice dei comportamenti inappropriati.

La mail è stata esaminata da Variety – che ha riportata la sconcertante notizia – nel pomeriggio dello scorso martedì presso il tribunale penale di New York City, quando circa 1.000 pagine di documenti giudiziari non erano ancora stati sigillati, quindi resi pubblici prima della condanna di Wenstein a 23 anni di prigione della giornata di mercoledì.

Nell’ottobre del 2017, il National Enquirer chiese un commento all’allora rappresentate di Weinstein, Sallie Hofmeister, un’esperta in crisis management che l’ex produttore aveva assunto poco dopo che le prime accuse di aggressioni e molestie sessuali ai suoi danni erano scoppiate sul New York Times e sul New Yorker.

All’epoca, il giornalista scrisse: “Il National Enquirer intende pubblicare una storia secondo la quale Jennifer Aniston è stata aggredita sessualmente da Harvey Weinstein”. Secondo il rappresentate dell’attrice, le accuse non sono vere.

“Le affermazioni del National Enquirer sono false. Jennifer non è stata né molestata né aggredita da Harvey”, ha detto a Variety il rappresentante della Aniston, Stephen Huvane, in una mail lo scorso martedì pomeriggio.

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L’e-mail di Harvey Weinstein su Jennifer Aniston fa parte di una serie di documenti di circa 1.000 pagine che sono stati svelati in occasione del procedimento penale di Weinstein questa settimana. I documenti rivelano anche gran parte delle disperate richieste di aiuto dell’ex produttore a seguito delle prime accuse che hanno poi determinato la fine della sua carriera e dato vita al movimento #MeToo.

I documenti includono e-mail su e-mail, inclusi messaggi che Weinstein ha inviato ad agenti di potere presso la CAA e il WME, ai dirigenti di rete della NBCUniversal e a leader e politici miliardari come Michael Bloomberg e Jeff Bezos. 

Black Widow: la “morte originale” troppo spaventosa

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Black Widow: la “morte originale” troppo spaventosa

Tra le grandi protagoniste della passata award season, Scarlett Johansson ha concesso una nuova bellissima intervista a EW in occasione dell’arrivo nelle sale di Black Widow, rivelando che, in origine, la scena della morte di Natasha Romanoff in Avengers: Endgame doveva essere molto più spaventosa.

La Johansson, infatti, ha rivelato che in origine la scena includeva “un’armata di creature simili ai Dissennatori”, in riferimento ai personaggi delle spaventose creature magiche presenti nella saga di Harry Potter. L’attrice ha anche spiegato che la scena sarebbe forse stata troppo spaventosa per gli spettatori più giovani, dichiarando: “Ricordo che pensavo: ‘I genitori non ci perdoneranno mai per l’aspetto di queste creature'”.

Scarlett Johansson ha poi spiegato di essere intervenuta personalmente nella scelta di come la scena della morte del suo personaggio sarebbe dovuta essere: “Volevamo che il pubblico sentisse davvero il peso di quella perdita. Volevamo scioccarlo.”

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La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh, e Rachel Weisz.

CORRELATE: 

Dopo lo straordinario successo di Avengers: Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale di sempre, Scarlett Johansson riprende il suo ruolo di Natasha Romanoff/Black Widow.

Rose Leslie: 10 cose che non sai sull’attrice

Rose Leslie: 10 cose che non sai sull’attrice

Divisasi tra cinema e televisione, l’attrice Rose Leslie ha negli anni dimostrato una certa predilezione per il genere fantasy, declinato in diverse modalità. Si è infatti distinta tanto per la partecipazione a note serie Tv quanto ad acclamati film di genere, ottenendo popolarità presso il grande pubblico. Ecco 10 cose che non sai di Rose Leslie.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

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Rose Leslie: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in noti lungometraggi. L’attrice esordisce al cinema nel 2012 con il film Now Is Good, dove recita anche l’attrice Dakota Fanning. L’occasione per una maggiore visibilità arriva nel 2014, quando ricopre il ruolo della protagonista nel thriller Honeymoon. Nel 2015 è invece Chloe nel film The Last Witch Hunter, con protagonista Vin Diesel, per poi recitare in Morgan (2016), accanto agli attori Kate Mara, Paul Giamatti, Michelle Yeoh e Brian Cox. Nel 2020 sarà invece Louise nell’atteso Assassinio sul Nilo, dove reciterà al fianco di Kenneth Branagh, Emma Mackey, Gal Gadot, Armie Hammer e Annette Bening.

9. Ha preso parte a celebri produzioni televisive. Nel corso degli anni l’attrice si è distinta per i suoi ruoli televisivi. Ha infatti preso parte ad alcune note serie TV, che le hanno permesso di ottenere una buona popolarità. Tra queste vi sono Il Trono di Spade (2012-2014), dove ha interpretato Ygritte, The Great Fire (2014), Downton Abbey (2010-2015), Luther (2015) e The Good Fight (2017-2019), dove ha confermato la propria popolarità con il ruolo di Maia Rindell.

Rose Leslie non è su Instagram

8. Non è presente sul social network. L’attrice ha confermato di non possedere un proprio account su Instagram, preferendo non attirare su di sé l’esposizione data dai social media. Esiste tuttavia una fan page della Leslie, seguita da oltre un milione di persone, dove è possibile trovare gli ultimi aggiornamenti sui suoi progetti da interprete, come anche le sue foto più recenti,

Rose Leslie e Kit Harrington

7. È sposata con il celebre attore. Conosciutisi sul set di Il Trono di Spade, dove i loro personaggi danno vita anche ad una scena di sesso, la Leslie e l’attore Kit Harrington hanno una relazione dal 2012, tenuta tuttavia segreta fino al 2016. Nel 2017 annunciano il loro fidanzamento ufficiale, sposando poi nel giugno del 2018.

6. Non hanno avuto problemi a girare la loro scena di sesso. Particolarmente legati a Il Trono di Spade anche per via dell’essersi conosciuti durante le riprese di questo, i due sposi hanno raccontato di non aver provato imbarazzo nel girare la loro scena di sesso. Il merito, stando alle parole dell’attrice, è di Harrington, il quale si è comportato da gentiluomo permettendole di sentirsi a suo agio.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

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Rose Leslie in Il Trono di Spade

5. Una battuta in particolare è la sua preferita. Tra le tante battute che l’attrice pronuncia nella serie, ce ne è una che è rimasta nel suo cuore. Si tratta di “tu non sai niente Jon Snow”. Il suo personaggio la ripete più volte a Snow, interpretato da Harrington, divenendo un vero e proprio tormentone.

4. Non le è stato spoilerato il finale. Stando ad alcune dichiarazioni dell’attrice, i fan avevano pensato che questa fosse a conoscenza del finale della serie, il quale le sarebbe stato raccontato da suo marito. La Leslie ha però precisato che Harrington non le ha rivelato nulla sul finale della serie, bensì su quello della settima stagione. L’attrice non sapeva come si sarebbe concluso il tutto.

Rose Leslie in The Good Fight

3. Ha lasciato la serie. In The Good Fight, l’attrice ricopriva il ruolo di Maia Rindell, avvocatessa facente parte dello studio legale Reddick Boseman & Kolstad. Presente nelle prime tre stagioni, l’attrice ha tuttavia rivelato che non avrebbe ripreso il personaggio per la quarta stagione, dando così a questo una chiusura al proprio arco narrativo.

Rose Leslie in Luther

2. Ha recitato nella serie crime. Tra le altre serie a cui l’attrice ha preso parte vi è Luther, con Idris Elba, dove ha ricoperto il ruolo dell’agente Emma Lane, spalla lavorativa del protagonista. In particolare, l’attrice ha recitato nei due episodi che compongono la quarta stagione.

Rose Leslie: età e altezza

1. Rose Leslie è nata a Aberdeen, in Scozia, il 9 febbraio 1987. L’attrice è alta complessivamente 168 centimetri.

Fonte: IMDb

Spider-Man 3: per Tom Holland sarà “assolutamente folle”

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Spider-Man 3: per Tom Holland sarà “assolutamente folle”

Tom Holland ha confermato che le riprese di Spider-Man 3 partiranno ufficialmente il prossimo luglio. In una recente intervista con Inquirer, è stato lo stesso interprete di Peter Parker a confermare la cosa: sapevamo già che le riprese della nuova avventura di Spidey nel MCU sarebbero partite quest’estate, ma adesso abbiamo la conferma che il mese prescelto è quello di luglio.

Le riprese si svolgeranno principalmente ad Atlanta, ma avranno luogo anche in altre parti del mondo, come ad esempio l’Islanda. Oltre a confermare l’inizio delle riprese per luglio, Holland ha anche descritto la storia del nuovo film come qualcosa di “assolutamente folle”, confermando anche che Zendaya tornerà a vestire i panni di Michelle “MJ” Jones.

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Spider-Man 3 vedrà ancora una volta riuniti Tom Holland e il regista Jon Watts, che aveva già diretto Spider-Man: Homecoming del 2017 e Spider-Man: Far From Home dello scorso anno. Le riprese del film dovrebbero partire quest’estate.

Tom Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone: Spider-Man: Homecoming Spider-Man: Far From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi del MCU.

Shang-Chi: le riprese in Australia sono state sospese

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Shang-Chi: le riprese in Australia sono state sospese

L’emergenza Coronavirus sta mettendo in ginocchio non solo l’industria cinematografica italiana, ma ormai anche quella mondiale. Nella giornata di ieri erano spuntate online una serie di immagini dal set allestito in Australia del nuovo film dei Marvel Studios Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings, a conferma che le riprese fossero ufficialmente partite.

Adesso, un nuovo report di THR ci informa che la produzione del film è stata ufficialmente bloccata proprio a causa della pandemia di Covid-19. La decisione di sospendere le riprese è stata presa anche per permettere al regista Destin Daniel Cretton si sottoporsi al test per il Coronavirus, dopo che i medici gli avrebbero consigliato di mettersi in auto-quarantena.

Al momento non sappiamo quando la produzione del film riprenderà. Come accennato in precedenza, le riprese di Shang-Chi erano in corso in Australia, dove anche Tom Hanks e la moglie Rita Wilson (impegnati sul set del nuovo film di Baz Luhrmann dedicato a Elvis Presley) sono stati trovati positivi al virus. Finora ci sono ben 156 casi confermati nel paese.

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L’uscita nelle sale di Shang-Chi and The Legend Of The Ten Rings è fissata al 12 febbraio 2021. Il personaggio ha esordito sui fumetti Marvel nel 1973 in quella che è considerata l’età del bronzo della produzione editoriale. L’eroe è un noto esperto di arti marziali e numerosi stili di combattimento oltre che futuro membro dei Vendicatori. All’inizio della sua storia era considerato il figlio di Fu Manchu, e non è chiaro se questa connessione verrà riadattata nei film o se è qualcosa che lo studio eviterà del tutto.

Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12 e The Glass Castle (di ecente è uscito il suo ultimo lavoro Il Diritto di Opporsi, con Michael B. Jordan, Jamie Foxx e Brie Larson) è stato scelto per dirigere il film che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Doom e Wonder Woman 1984).

CORRELATE: 

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung Chiu-wai nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

Mulan: rinviata l’uscita del nuovo live action Disney

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Mulan: rinviata l’uscita del nuovo live action Disney

Disney ha annunciato ufficialmente che l’uscita di Mulan è stata rinviata a causa delle preoccupazioni generate dalla diffusione del coronavirus. La pandemia globale sta, piano piano, cancellando quasi un intero anno di cinema e, dopo il mercato italiano, anche quello hollywoodiano sta correndo ai ripari.

MGM è stato il primo studio ad annunciare che stavano cambiando la data di uscita dei suoi film a causa dell’infezione, infatti No Time To Die è stato posticipato di sette mesi. Nei giorni seguenti, la Sony ha spostato Peter Rabbit 2 anche diversi mesi fa e anche A Quiet Place 2 è stato posticipato.

Parlando con ScreenRant, un portavoce Disney ha dichiarato: “Crediamo veramente nell’esperienza cinematografica e stiamo cercando nuove date di uscita per il 2020 che saranno annunciate in un secondo momento.”

Liu Yifei (Il Regno ProibitoOnce Upon a Time) interpreta la protagonista del film Disney Mulan, che vede nel cast anche Donnie Yen (Rogue One: A Star Wars Story) nel ruolo del Comandante Tung, Jason Scott Lee (Crouching Tiger, Hidden Dragon: Sword of Destiny) nel ruolo di Böri Khan e Yoson An (Shark – Il Primo Squalo) nel ruolo di Cheng Honghui, con la partecipazione di Gong Li (Memorie di una GeishaLanterne Rosse) nel ruolo di Xianniang e di Jet Li (Shao Lin SiArma Letale 4) nel ruolo dell’Imperatore. La sceneggiatura è firmata da Rick Jaffa & Amanda Silver e da Elizabeth Martin & Lauren Hynek.

Quando l’Imperatore della Cina decreta che un uomo per ogni famiglia dovrà arruolarsi nell’Armata Imperiale per difendere il Paese dall’attacco di invasori provenienti dal Nord, Hua Mulan, la figlia maggiore di un rispettato guerriero, prende il posto del padre malato. Dopo essersi travestita da uomo ed essersi arruolata con il nome di Hua Jun, Mulan verrà messa alla prova in ogni momento del suo cammino e dovrà trovare la propria forza interiore e dimostrare tutto il suo autentico potenziale. Nel corso di questo epico viaggio si trasformerà in una stimata guerriera guadagnandosi il rispetto di una nazione riconoscente e l’orgoglio di un padre.

Fast and Furious 9: rimandata l’uscita per coronavirus

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Fast and Furious 9: rimandata l’uscita per coronavirus

L’uscita di Fast and Furious 9 è stata rinviata di un anno a causa del coronavirus. Universal Studios, la società dietro il franchising con Vin Diesel, ha preso la decisione a causa dell’impatto che il coronavirus in rapida diffusione in tutto il mondo sta avendo sull’economia globale e sul panorama della distribuzione. I cinema restano chiusi in Italia, Corea del Sud e Cina, dove il virus ha colpito più duramente. C’è anche la sensazione crescente che alcuni cinema chiuderanno anche negli Stati Uniti mentre l’epidemia continua a diffondersi. Fast and Furious 9 uscirà ora in tutto il mondo nell’aprile 2021.

Vin Diesel ha dato la notizia ufficiale tramite i suoi canali social: “Sentiamo tutto l’amore e le aspettative che ci sono per il prossimo capitolo della nostra saga. Ecco perché è particolarmente difficile farvi sapere che dobbiamo spostare la data di uscita del film. È diventato chiaro che non sarà possibile per tutti i nostri fan di tutto il mondo vedere il film questo maggio. Mentre sappiamo che c’è delusione nel dover aspettare ancora un po’, questa mossa è fatta perché la sicurezza di tutti è la nostra principale preoccupazione”.

Fast and Furious 9 non è il solo grande film ad aver subito uno slittamento nella data d’uscita, basti pensare a No time to die che è stato posticipato a novembre.

In Fast and Furious 9 reciteranno i veterani del franchise Vin DieselCharlize TheronJohn CenaMichelle RodriguezJordana BrewsterLudacrisTyrese Gibson e Helen Mirren. Nel cast anche Michael Rooker e Cardi B.

La regia sarà firmata da Justin Lin, già regista di numerosi capitoli del franchise, mentre la release del film è stata spostata all’aprile 2021 (inizialmente il film sarebbe dovuto arrivare al cinema nel 2020).

Ricordiamo che il decimo capitolo della saga è già in pre-produzione. Secondo quanto riferito, il capitolo numero 10 della saga concluderà definitivamente la serie principale Fast and Furious, a seguito degli eventi che vedremo nel nono capitolo. Questa informazione ci fa pensare che alla fine del franchise si sia pensato più a un dittico di chiusura che a due film separati.

Fonte: Variety

Disneyland in California chiude per coronavirus

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Disneyland in California chiude per coronavirus

Disney ha annunciato la temporanea chiusura del suo parco a tema in California – a partire dal 14 marzo fino alla fine del mese – a causa dell’epidemia di coronavirus. La mossa arriva mentre il nuovo virus continua a diffondersi rapidamente in tutti gli Stati Uniti, mentre in Europa è purtroppo già consolidata la sua presenza.

Ieri sera l’epidemia è stata ufficialmente considerata una pandemia, con casi in aumento in tutto il mondo, tanto che anche Tom Hanks e la moglie Rita Wilson sono attualmente in isolamento in un ospedale in Australia, perché positivi al tampone.

Gli hotel del Disneyland Resort rimarranno aperti fino al 16 marzo, pertanto gli ospiti possono effettuare i necessari preparativi per il viaggio di ritorno.

È solo la quarta volta nella storia che Disneyland ad Anaheim, in California, ha sospeso completamente le operazioni. Gli altri casi sono stati gli attacchi dell’11 settembre, la mattina dopo l’assassinio di JFK e il terremoto di Northridge.

Non è chiaro se il Walt Disney World di Orlando, in Florida, rimarrà aperto.

“Sebbene non siano stati segnalati casi di COVID-19 al Disneyland Resort, dopo aver attentamente esaminato le linee guida dell’ordine esecutivo del Governatore della California e nel migliore interesse dei nostri ospiti e dipendenti, stiamo procedendo alla chiusura di Disneyland Park e Disney California Adventure, a partire dalla mattina del 14 marzo fino alla fine del mese – ha dichiarato Disney in una nota – Gli hotel del Disneyland Resort rimarranno aperti fino a lunedì 16 marzo per offrire agli ospiti la possibilità di organizzare i preparativi per i viaggi necessari; Downtown Disney rimarrà aperto. Monitoreremo la situazione attuale e seguiremo i consigli e gli orientamenti dei funzionari federali e statali e delle agenzie sanitarie. La Disney continuerà a pagare i suoi dipendenti durante questo periodo.”

Fonte: Variety

Lucca Comics & Games aderisce alla campagna #IoRestoACasa

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Lucca Comics & Games aderisce alla campagna #IoRestoACasa

Il più importante evento community driven d’Europa anticipa alcuni progetti del 2020 e aderisce alla campagna di sensibilizzazione nazionale mirata a contenere e ridurre il contagio del COVID-19.

A partire dalla prossima settimana il canale Twitch di Lucca Comics & Games riprenderà la sua programmazione e lo farà con tre nuove puntate di RPG Night Live, e tre puntate di Live Drawing, una a settimana per ognuno dei due format, e per offrire intrattenimento a tutti i membri della community e a coloro che vorranno farne parte.
Torneranno quindi a sfidarsi attorno a un tavolo virtuale, ognuno a casa propria, i giocatori che nel 2019 hanno emozionato gli appassionati di gioco di ruolo; mentre per gli amanti del fumetto e delle illustrazioni saranno in streaming nuove sessioni di disegno e racconto. Tanti gli ospiti e gli amici che parteciperanno alle iniziative, comunicate periodicamente sui canali social di Lucca Comics & Games.

#INERDATHOME, quindi io nerdo a casa, quindi #iorestoacasa. Così Lucca Comics & Games abbraccia virtualmente la propria community e invita artisti, ospiti, editori, amici, e fan a raccontare cinque attività nerd con cui occupano il loro tempo durante questo periodo di quarantena; il tutto attraverso i canali social ufficiali del festival, non solo allo scopo di intrattenere ma anche per contribuire allo scambio di idee in modo fattivo e a beneficio di tutti. La più grande community italiana di esperti e appassionati di fumetti, videogiochi, serie TV (…) e attività da sempre considerate tipicamente nerd è invitata in modo ufficiale a condividere le tantissime dritte e suggerimenti frutto di passioni coltivate da anni.

Al via anche l’asta di beneficenza realizzata da Lucca Comics & Games in collaborazione con Associazione Area Performance Onlus e Catawiki. Dal 20 al 31 marzo sul sito areaperformance.com sarà possibile acquistare fino a 60 opere realizzate da alcuni degli artisti del fumetto e del fantasy più conosciuti al mondo. Il ricavato sarà devoluto a favore del Sistema Sanitario Toscano per la lotta al coronavirus. Nello specifico, i fondi raccolti serviranno a potenziare e regolamentare i punti di accesso (c.d. check point) alle strutture ospedaliere tramite l’acquisto e installazione di pannelli che proteggano gli operatori, alleggerendo così la struttura ospedaliera dall’acquisto di mascherine e schermi facciali protettivi, i quali verrebbero destinati solo al personale addetto all’assistenza dei pazienti ricoverati.

Infine, per trascorrere ancora meglio il tempo a casa, esordisce in rete il profilo Spotify di Lucca Comics & Games. Da oggi in poi il canale sarà arricchito di playlist tematiche sempre nuove, dal best of della programmazione del main stage del Baluardo San Donato, alla selezione del vostro artista preferito; dalle migliori colonne sonore dei videogiochi, alla musica perfetta per leggere un fumetto, per avere sempre nelle orecchie il suono di Lucca Comics & Games.

Soul: il trailer del nuovo film Pixar diretto da Pete Docter

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Soul: il trailer del nuovo film Pixar diretto da Pete Docter

Tutti hanno un’anima. Joe Gardner sta per scoprirlo.” Arriverà nelle sale italiane il 16 settembre 2020 il nuovo lungometraggio d’animazione Disney e Pixar Soul. Il film diretto da Pete Docter e prodotto da Dana Murray accompagnerà il pubblico in un viaggio inaspettato dalle strade di New York all’immensità di regni cosmici mai visti prima e nell’immaginario “You Seminar”, un luogo fantastico in cui tutti scoprono la propria personalità e unicità!

Nella versione originale del film, il cast di voci comprende Jamie Foxx, che presta la voce a Joe Gardner, insegnante di musica di scuola media la cui vera passione è suonare il jazz, e Tina Fey che interpreta 22, un’anima ancora in formazione che per uno strano scherzo del destino incontra Joe quando quest’ultimo si ritrova accidentalmente allo “You Seminar”. Insieme, i due cercheranno di trovare un modo per far tornare Joe sulla Terra, scoprendo davvero cosa significhi avere una personalità e un’anima.

Il musicista rinomato in tutto il mondo Jon Batiste scriverà alcune composizioni jazz originali per il film e i vincitori dell’Oscar® Trent Reznor e Atticus Ross (The Social Network) della band Nine Inch Nails scriveranno una colonna sonora originale che oscillerà tra il mondo reale e quello delle anime.

Il trailer di Soul, film Pixar

Alta fedeltà – musica pop e amore, il binomio perfetto per un cult

Alta fedeltà è un film del 2000 diretto da Stephen FrearsRischiose abitudini, The Queen, Philomenatratto dall’omonimo romanzo di Nick Hornby (High Fidelity 1995). Ottenne solo una candidatura ai Golden Globe, ma nel tempo è diventato un cult. La pellicola restituisce una vivida fotografia della generazione a cavallo del nuovo millennio e in particolare di quei giovani per cui la musica è un vero e proprio punto di riferimento esistenziale. Alta fedeltà è quel film in cui tutti gli “snob” della musica pop-rock si riconoscono. Quelli che hanno gusti ben definiti, spesso particolari e guardano gli altri dall’alto in basso, che hanno trascorso lunghe ore in negozi di dischi come quello gestito dal protagonista, che almeno una volta nella vita hanno fatto una compilation per qualcuno. Molti brani non originali tra cui Dry the rain della Beta Band, Lo Boob Oscillator degli Stereolab, Oh! Sweet Nuthin e Who loves the sun dei Velvet Underground e il commento sonoro di Howard Shore. Ma in Alta fedeltà la musica non è solo colonna sonora, è una compagna irrinunciabile, uno stile di vita.

I protagonisti, Rob Gordon (John Cusack), Barry (Jack Black) e Dick (Todd Louiso), passano le loro giornate all’interno del Championship Vinyl, negozio di dischi di Chicago gestito da Rob, che ha anche una travagliata vita sentimentale. Laura  (Iben Hjejle) lo ha lasciato. Intraprende così un viaggio esistenziale a ritroso. Ricontatta le donne che lo hanno abbandonato infliggendogli le delusioni più cocenti – come Charlie Nicolson (Catherine Zeta Johns) – per cercare di capire i motivi di questi abbandoni e magari grazie a questo, riconquistare Laura. Non mancano nuovi incontri, come quello con l’affascinante cantante Marie DeSalle (Lisa Bonet). Ecco il binomio vincente alla base del successo del libro e poi del film Alta fedeltà: amore e musica in una commedia leggera e divertente.

John Cusack e gli altri

John Cusack – Rischiose abitudini, Essere John Malkovich, Serendipity – dimostra tutto il suo talento nell’interpretare, non senza un efficace disincanto, il ragazzo della porta accanto, il classico Peter Pan che però si evolve, fino a fare autocritica e cercare di migliorarsi. Con lui un ottimo cast. Il Barry di Jack Black è il perfetto contraltare di Rob e la sua energia esplosiva dà davvero una marcia in più al film in termini di vivacità, opposta alla schiva timidezza di Dick. Presenti anche Tim Robbins e Bruce Springsteen, che interpreta sé stesso in un cameo. Stepthen Frears li dirige con mano sicura, ma lasciando a ciascuno spazi in cui dare libero sfogo al proprio talento.

La filosofia delle top 5 in Alta fedeltà

Ad ogni momento della vita di Rob è legato un brano, un gruppo e il protagonista ama elaborare in maniera del tutto estemporanea delle top 5 che raggruppano brani secondo i criteri più disparati. Se musica e vita sono la stessa cosa, anche quest’ultima è disseminata di top 5 che riuniscono le cose, le persone, i momenti più significativi. Così le top 5 diventano un fil rouge che percorre tutto il film, quasi una filosofia di vita. Ciascuno può riconoscersi nelle top 5 di Rob e dei suoi amici, o criticarle aspramente e, naturalmente, crearne di proprie e personalissime.

Alta fedeltà secondo John Cusack e Nick Hornby

Il film è un inno al potere evocativo della musica. Essa riesce infatti a riportare in un attimo la mente a un dato luogo e a un dato momento, a catalizzare le energie positive, o a far sprofondare definitivamente nello sconforto. John Cusack ,sceneggiatore assieme a D. V. De Vincentis, Steve Pink e Scott Rosenberg, a proposito ha affermato: “Se ho bisogno di entrare in un determinato stato mentale, so che ci sono canzoni che posso inserire, che sono il carburante che può portarmi dritto dove voglio arrivare. […] La natura autobiografica della musica è qualcosa che nel libro cattura molto e che noi, a nostra volta, abbiamo cercato di catturare”.

Ecco come proprio l’autore del libro, Nick Hornby si è espresso sulla trasposizione del suo romanzo: “Alta fedeltà è un libro che si svolge nella mente di un ragazzo, all’interno di un negozio di dischi. Non lo definirei cinematico”. “Non è stato scritto pensando di farne un film”. E tuttavia, Hornby si è detto in generale soddisfatto dei film tratti dai suoi libri: “Sono sempre soddisfatto, perché accetto che ci debba essere qualcosa di diverso per coinvolgere le persone. Penso che se non ti aspetti che il film sia una fotocopia del libro, allora va bene. Io sono stato fortunato: ho incontrato bravi attori e bravi registi”.

L’incipit di Alta fedeltà

Il monologo iniziale del film sul legame tra musica e sofferenza, pronunciato da uno sconsolato Rob, racchiude lo spirito dell’intera pellicola e ne rivela la chiave disincantata e ironica.

Alta fedeltà compie 20 anni e diventa una serie tv

Ha debuttato il 14 febbraio 2020 negli Usa la serie televisiva in 10 episodi High Fidelity, ispirata proprio al romanzo di Hornby e al film di Stephen Frears. Prodotta da Disney e distribuita dalla piattaforma HULU, la serie ha per protagonista Zoë Kravitz, che raccoglie il testimone della madre Lisa Bonet – Marie DeSalle nel film del 2000. Zoë, nata dall’unione con il cantante Lenny Kravitz, sembra una buona candidata a interpretare l’autentico spirito rock nel ruolo della giovane proprietaria del Championship Vinyl, affiancata dagli amici Cherise (Da’Vine Joy Randolph) e Simon (David Holmes). Protagonista è dunque una donna, che però mantiene il nome di Rob. Chissà se questo prodotto rivolto ai più giovani riuscirà a coinvolgerli come fece il film con i ragazzi della generazione X.

Gli anni amari, recensione del film di Andrea Adriatico

Gli anni amari, recensione del film di Andrea Adriatico

Gli anni amari è il nuovo lungometraggio del regista teatrale e cinematografico Andrea Adriatico. Si concentra su un’epoca abbastanza recente della storia italiana, che pure oggi appare lontana. Gli anni Settanta, il ’77 e i movimenti di contestazione giovanile, la liberazione sessuale, il femminismo, che raccoglievano il testimone del Sessantotto per portare ancora più in là le sue conquiste. È in questo contesto che si può leggere e apprezzare, la figura di Mario Mieli. La prima considerazione che viene da fare, dunque, è convenire con Umberto Pasti, col quale Mieli ebbe un’intensa relazione, che intervistato per il film dal regista ha dichiarato:“Era ora che qualcuno ci raccontasse questa storia”.

L’importanza socio-culturale della figura di Mario Mieli

Una storia che in parte coincide con quella del Fuori! – nome che riprende l’inglese “come out” – prima associazione a promuovere i diritti degli omosessuali in Italia, fondata nel 1971 da Angelo Pezzana. Mario Mieli, interpretato qui dal giovane Nicola Di Benedetto, vi si unisce l’anno successivo, partecipando alla prima manifestazione pubblica di omosessuali in Italia, a Sanremo, per contestare il Congresso internazionale sulle devianze sessuali del Centro Italiano di Sessuologia. Allora, infatti, l’omosessualità era considerata una depravazione, una malattia da curare. Mieli contribuisce alla crescita del movimento anche a livello internazionale, portando la sua esperienza londinese, grazie alla quale è venuto a contatto con movimenti omologhi. Nasce la rivista Fuori! che dà voce al movimento, della cui redazione Mieli fa parte. Poi Mario entrerà in polemica con la scelta di Pezzana di aderire al Partito Radicale, rivendicando  l’identità autonoma del movimento, fino alla rottura col suo fondatore.

L’attività di Mieli, però, non si ferma qui. È scrittore – Elementi di critica omosessuale e poi Il risveglio dei Faraoni. È animatore di un collettivo teatrale che con i suoi spettacoli promuove la liberazione omosessuale.

Gli anni amari e l’uomo Mieli

Il film non è solo la storia di uno dei padri del movimento per i diritti omosessuali. È la storia di un uomo, del suo complicato rapporto con la famiglia, la madre Liderica (Sandra Ceccarelli) e soprattutto il padre Walter (Antonio Catania), con cui a stento comunica. Mario è un eccentrico, un provocatore, un amante delle frasi ad effetto, un ammiratore di Oscar Wilde che ama travestirsi, spogliarsi e dissacrare. È spudorato. Così mette in crisi le granitiche certezze del mondo alto borghese in cui è nato, radicato nel tessuto sociale milanese con il setificio del padre, la cui eredità è stata raccolta dal figlio Giulio (Lorenzo Balducci). Una personalità intellettualmente lucida quanto inquieta e tormentata, come la sua storia d’amore con Umberto Pasti (Tobia De Angelis). Un uomo in bilico tra abissi di solitudine e gioia di vivere, anche a causa di disturbi mentali di cui nel film non si fa mistero. Tutto questo lo porta a togliersi la vita il 12 marzo del 1983 a soli 31 anni.

Nel raccontarci l’uomo, la sceneggiatura di Adriatico, Grazia Verasani e Stefano Casi si concentra molto sul personaggio Mieli, sulle sue eccentricità. Il regista si sofferma sugli abiti, i colori, sul suo essere elegantemente provocatore e sfrontato, trattando il tutto con estrema delicatezza. A passare a volte in secondo piano è ciò che il protagonista prova, che sente, emozioni e sensazioni che potrebbero arrivare allo spettatore, coinvolgerlo e portarlo realmente dentro la storia, mentre resta un po’ distante.

gli anni amariL’interprete principale, Nicola Di Benedetto, classe 1992, insegue e acciuffa la somiglianza nell’estetica e negli atteggiamenti, seppur con una fisicità diversa da quella esile di Mieli, ma manca un po’ di spessore, di profondità nel suo modo di affrontare un’interpretazione senza dubbio ardua, complice la sua giovane età. Dunque, non coinvolge fino in fondo. Solo in pochi momenti e nella parte finale del film traspare un’emozione autentica, vivida, quando le parole, le provocazioni lasciano finalmente il posto al reale tormento dell’anima di Mario, che sta arrivando alla tragica determinazione del suicidio.

Gli anni amari, un’occasione colta solo in parte

Una figura complessa quella di Mieli, con un’esistenza breve, ma che ha segnato un’epoca e contribuito ad importanti conquiste, di cui oggi vediamo i frutti. Possiamo dire che sia stato per l’Italia una sorta di Harvey Milk – l’attivista omosessuale americano che negli anni Settanta a San Francisco si batté in difesa dei diritti dei gay. Ebbene, anche Gli anni amari poteva essere di grande impatto, proprio come Milk, il film di Gus Van Sant in cui Sean Penn veste i panni dell’attivista americano, ma vi riesce solo in parte.

Nonostante ciò, Gli anni amari ha sicuramente il pregio di far conoscere la figura di Mario Mieli e una pagina poco nota della nostra storia, e anche quello di incuriosire, spingendo magari lo spettatore a documentarsi su Mieli e sulla stagione di cui è stato protagonista. Adriatico realizza un film per tutti, che non vuole fare scandalo, ma parlare di libertà e diritti, di una stagione di sogni e di lotte, non solo a favore del mondo LGBT, il cui spirito andrebbe forse riscoperto.

Hunters: 5 motivi per non perdere la serie con Al Pacino

Hunters: 5 motivi per non perdere la serie con Al Pacino

Lo scorso 21 febbraio ha debuttato su Amazon Prime Video la serie Hunters, prodotta da Jordan Peele (Scappa – Get Out, Noi) e interpretata da “gigante” Al Pacino (visto di recente nell’acclamato The Irishman di Martin Scorsese).

Ambientato nella New York del 1977, Hunters racconta di un eterogeneo gruppo di cacciatori di nazisti che ha scoperto come centinaia di ufficiali nazisti di alto rango si nascondano tra le persone comuni, cospirando per creare il quarto Reich negli Stati Uniti. L’eclettico team si avventura in una sanguinosa ricerca per assicurare i nazisti alla giustizia e ostacolare il loro nuovo piano genocida.

Ecco di seguito 5 buoni motivi per non perdere la serie:

I richiami ai film d’exploitation

Hunters prende ovviamente spunto dallo stile dei film d’exploitation e dai b-movie degli anni ’70 (epoca in cui è ambientato anche lo stesso show). L’estetica e i toni della serie sono coerenti e al tempo stesso intrigante. L’elemento kitsch e la presenza di una certa dose di violenza sono scelte stilistiche ponderate tanto quanto la complessità della trama. Se mettiamo per un attimo da parte le implicazioni storiche, concentrandoci esclusivamente sul linguaggio dello show come veicolo espressivo per richiamare eventi passati, la serie potrebbe essere considerata – soltanto per questo motivo – un grandissimo successo.

Il cast

Al Pacino, Logan Lerman, Josh Radnor e Carol Kane compongono il talentuoso cast di Hunters. Naturalmente, il gigante Al Pacino è il vero fiore all’occhiello della serie. Josh Radnor, nei panni di Lonny Flash, si cimenta con un ruolo mai affrontato prima. Carol Kane è capace di infondere allo show la giusta dose di umorismo e di emotività. È davvero un ensemble portentoso: se gli attori sono uno dei motivi che in genere vi spingono a guardare un film o una serie, allora i cacciatori di Hunters meritano necessariamente la vostra attenzione. 

I collegamenti storici

Sebbene Hunters sia essenzialmente una storia di finzione, alcuni eventi e alcuni personaggi presenti nello show hanno davvero avuto luogo o sono davvero esistiti durante la Seconda Guerra. Dalla visita all’ufficio di Simon Wiesenthal alla sua presentazione al direttore della NASA Wernher von Braun e alla sua indagine sulla vera operazione Paperclip, in più di un’occasione Hunters spinge lo spettatore a documentarsi su Google dopo aver assistito a determinate immagini: se una serie riesce a fare questo, allora può davvero definirsi riuscita.

Mindy e Murray

Di tutti i Cacciatori presenti nello show, incluso il Meyer Offerman di Al Pacino, la coppia di personaggi più interessante è quella costituita dalla coppia  Mindy e Murray Markowitz, marito e moglie sopravvissuti all’Olocausto. La loro storia e il loro prezioso contributo al gruppo di Cacciatori vengono delineati in maniera sempre chiara e definita. Due personaggi isterici, segnati dalle ferite di un passato doloroso, ma nonostante tutto amorevoli. Sicuramente, i personaggi più intimamente connessi con la realtà e con la Storia di tutta la serie. 

Capire di cosa si tratta…

Sta allo spettatore decidere, in totale autonomia, se uno spettacolo vale o meno la visione, e l’unico modo per farlo è… beh, guardandolo, ovviamente! Se Hunters non dovessi piacerti, almeno sarai in grado di partecipare attivamente e in virtù di una certa consapevolezza alle tante conversazioni esplose sul web proprio a proposito della serie.

Fonte: ScreenRant

Valeria Bruni Tedeschi: 10 cose che non sai sull’attrice

Valeria Bruni Tedeschi: 10 cose che non sai sull’attrice

Distintasi anche oltre i confini nazionali, Valeria Bruni Tedeschi è ad oggi una delle più affermate interpreti italiane, che negli anni ha compiuto anche il passo dietro la macchina da presa firmando alcune apprezzate pellicole. Celebre anche per i suoi lungometraggi francesi, la Tedeschi si divide con naturalezza tra le due cinematografie, ottenendo continuamente riconoscimenti per le sue interpretazioni. Ecco 10 cose che non sai su Valeria Bruni Tedeschi.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

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Valeria Bruni Tedeschi: i film in cui ha recitato

10. Ha recitato in film italiani e film francesi. L’attrice ottiene una prima notorietà grazie al film Storia di ragazzi e di ragazze (1989), per poi divenire ancor più popolare con i suoi ruoli in La seconda volta (1995) e La parola amore esiste (1998). Negli anni successivi recitare in pellicole di importanti registi come Il colore della menzogna (1998), La balia (1999), La felicità non costa niente (2003), È più facile per un cammello (2003), CinquePerDue – Frammenti di vita amorosa (2004), Tickets (2005), Il tempo che resta (2005), Munich (2005), dove recita accanto all’attore Eric Bana, L’abbuffata (2007), Baciami ancora (2010), di Gabriele Muccino, Padroni di casa (2012), Un castello in Italia (2013), Il capitale umano (2014), con l’attore Fabrizio Bentivoglio, Latin Lover (2015), di Cristina Comencini, La pazza gioia (2016), con l’attrice Micaela Ramazzotti, I villeggianti (2018) e Aspromonte – la terra degli ultimi (2019).

9. Ha scritto e diretto dei lungometraggi. Ad oggi la Tedeschi ha diretto un totale di quattro film, da lei anche sceneggiati. Questi sono È più facile per un cammello, Actrices (2007), Un castello in Italia e I villeggianti. Questi ultimi due presentati rispettivamente al Festival di Cannes e alla Mostra di Venezia, ottenendo ottimi riscontri da parte della critica, che lodato le doti e la sensibilità da regista della Tedeschi.

8. Ha vinto importanti premi. L’attrice vanta un totale di sei nomination ai premi David di Donatello come miglior attrice protagonista. Di queste, la Tedeschi ha riportato ben quattro vittorie, rispettivamente per i film La seconda volta, La parola amore esiste, Il capitale umano e La pazza gioia. Nel 1994 ha invece vinto il Premio César come miglior promessa femminile per il film Le persone normali non hanno niente di eccezionale.

Valeria Bruni Tedeschi e il suo discorso di David di Donatello

7. Ha incantato tutti con il suo discorso. Nel ricevere il David di Donatello per la migliore attrice protagonista per il film La pazza gioia, l’attrice si è lanciata in un lungo discorso divenuto subito iconico. Oltre ad aver ringraziato i suoi colleghi nel film, la Tedeschi ha inoltre ringraziato tra lacrime e risate amici, amiche, amori ed ex-amori, poeti come Leopardi e Ungaretti, i genitori e anche la sua psicanalista.

Valeria Bruni Tedeschi non è su Instagram

6. Non è presente sul social network. L’attrice ha dichiarato di non possedere un account su Instagram, non piacendole sprecare tempo dietro a social network di questo tipo. Sulla piattaforma è tuttavia possibile trovare alcune fan page a lei dedicate, con le sue foto più recenti o gli ultimi aggiornamenti sui suoi progetti.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

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Valeria Bruni Tedeschi ha una sorella famosa

5. Sua sorella è una nota cantante. Come il cognome Bruni può suggerire, l’attrice è la sorella della cantante e modella Carla Bruni, nota negli ultimi anni per aver sposato l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy. Il film È più facile per un cammello…, girato dall’attrice e regista, è stato ispirato proprio dalla storia della sorella, che scopre di avere un padre biologico diverso da quello che credeva di avere.

Valeria Bruni Tedeschi e Louis Garrel

4. Ha avuto una relazione con il noto attore.

L’attrice ha avuto per diversi anni una storia d’amore con l’attore francese Louis GarrelQuesti ha anche recitato nei film Actrices e Un castello in Italia, diretti proprio dalla Tedeschi. Insieme i due hanno anche adottato una bambina di origine senegalese. In seguito, si sono separati senza richiamare le attenzioni della stampa.

Valeria Bruni Tedeschi ha due figli adottati

3. Ha adottato due bambini. Oltre alla bambina senegalese adottata insieme all’attore Louis Garrel, nel 2014 l’attrice adotta il suo secondo figlio, un bambino vietnamita. Particolarmente riservata, la Tedeschi evita che i due bambini possano essere esposti all’invasività dei media, conducendo pertanto una vita il più lontano possibile dai riflettori.

Valeria Bruni Tedeschi: qual è il suo ultimo film?

2. È tornata a recitare con un suo amico regista. Nel 2019 l’attrice torna al cinema con il film Aspromonte – la terra degli ultimi, diretto da Mimmo Calopresti. L’attrice aveva già lavorato in più occasioni con il regista, grazie al quale aveva ottenuto i suoi primi successi.

Valeria Bruni Tedeschi: età e altezza

1. Valeria Bruni Tedeschi è nata a Torino, in Italia, il 16 novembre 1964. L’attrice è alta complessivamente 171 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Vittoria Puccini: 10 cose che non sai sull’attrice

Vittoria Puccini: 10 cose che non sai sull’attrice

Divisa tra cinema e televisione, l’attrice Vittoria Puccini è tra le più apprezzate interpreti del panorama italiano. Protagonista di alcuni celebri film, come anche di note serie televisive, la Puccini ha infatti potuto affermare la propria persona presso il grande pubblico, ottenendo apprezzamenti per la sua scelta di progetti innovativi e al di fuori dai soliti schemi. Ecco 10 cose che non sai di Vittoria Puccini.

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Vittoria Puccini: i suoi film e le serie televisive

10. Ha recitato in celebri lungometraggi italiani. Il debutto cinematografico dell’attrice risale al 2000, quando recita nel film Tutto l’amore che c’è, di Sergio Rubini. Successivamente recita nei film Paz! (2002), Operazione Appia Antica (2003) e Ma quando arrivano le ragazze? (2005), che le fa ottenere maggior popolarità. Si consolida prendendo parte ai film Colpo d’occhio (2008), Baciami ancora (2010), di Gabriele Muccino, dove recita accanto agli attori Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino e Claudio Santamaria. Negli anni seguenti è tra i protagonisti di film come La vita facile (2011), Acciaio (2012), Magnifica presenza (2012), Tutta colpa di Freud (2014), con Marco Giallini e Anna Foglietta, Meraviglioso Boccaccio (2015), Tiramisù (2016), The Place (2017), Cosa fai a Capodanno (2018) e 18 regali (2020), dove recita accanto a Benedetta Porcaroli e Edoardo Leo.

9. È nota per i ruoli televisivi. La Puccini si fa scoprire come interprete recitando nel ruolo di protagonista nella miniserie Elisa di Rivombrosa (2003-2004). Con il successo conseguito prende poi parte alle serie Imperium: Nerone (2004), Elisa di Rivombrosa 2 (2005), Le ragazze di San Frediano (2006), Tutta la verità (2009), C’era una volta la città dei matti… (2010), Violetta (2011), Anna Karenina (2013), L’Oriana (2015), romanzo famigliare (2018), Mentre ero via (2019) e Il processo (2019).

8. Ha partecipato al doppiaggio di un film Disney. L’attrice ha partecipato al doppiaggio italiano del film Disney La bella e la bestia (2017), con Emma Watson. Qui ha dato voce alla maga Agata, colei che trasforma il principe protagonista in una bestia per punirlo della sua arroganza.

Vittoria Puccini e Alessandro Preziosi

7. Ha avuto una relazione con l’attore. Il set di Elisa di Rivombrosa non ha significato solo grade popolarità per l’attrice, ma è anche dove conosce l’attore Alessandro Preziosi, che nella miniserie ricopre il ruolo del Conte Fabrizio Ristori di Rivombrosa. I due intraprenderanno una relazione, dalla quale nel 2006 nascerà la prima figlia dell’attrice. Nel 2010 tuttavia annunciano la separazione, indicando come causa la mancata alchimia di coppia.

Vittoria Puccini e Fabrizio Lucci

6. Ha un nuovo compagno. Durante le riprese della miniserie Anna Karenina, l’attrice conosce il direttore della fotografia Fabrizio Lucci, con il quale avrà modo di convididere nuovamente il set per i film Tutta colpa di Freud e The Place. La coppia si è negli anni dimostrata particolarmente legata, e sul profilo Instagram di Lucci vengono spesso pubblicate foto di loro momenti insieme.

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Vittoria Puccini è su Instagram

5. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 109 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie ritraenti momenti quotidiani della sua vita, ma anche di servizi realizzati per riviste di moda. Particolarmente presenti, infine, sono anche le immagini o i video promozionali dei suoi progetti da interprete.

Vittoria Puccini in Elisa di Rivombrosa

4. La serie era la sua ultima possibilità. L’attrice ha dichiarato che per seguire il mondo della recitazione ha rinunciato alla carriera universitaria. I suoi genitori acconsentirono a tale cambiamento, con la promessa che se entro due anni non fosse successo nulla avrebbe ripreso gli studi. Fortunatamente, le venne proposto il ruolo della protagonista nella miniserie, che le permise di ottenere il successo sperato.

3. Ha vinto un importante premio. Per il suo ruolo nella miniserie l’attrice ottiene una nomination ai Telegatti come personaggio femminile dell’anno, in categoria con Maria De Filippi e Simona Ventura. L’attrice infine vinse il premio, e afferma che da quel momento per la sua carriera si sono aperte porte inaspettate.

Vittoria Puccini in Il Processo

2. Le sembrava di essere tornata a casa. Nel girare la miniserie Il processo, l’attrice ha affermato di essersi sentita come a casa in mezzo a tutti quei discorsi sulla legge, avvocati e pubblici ministeri. I suoi genitori sono infatti avvocati, e la stessa Puccini prima di diventare attrice aveva intrapreso gli studi presso la facoltà di Giurisprudenza.

Vittoria Puccini: età e altezza

1. Vittoria Puccini è nata a Firenze, Italia, il 18 novembre 1979. L’attrice è alta complessivamente 171 centimetri.

Fonte: IMDb

Idina Menzel: 10 cose che non sai sull’attrice

Apprezzata interprete di musical teatrali, Idina Menzel si è negli anni distinta anche per le sue partecipazioni ad acclamati film e serie TV. In particolare, è divenuta nota per aver interpretato i brani del film d’animazione Frozen. Con la sua voce ha infatti incantato numerosi spettatori, rimasti affascinati dalla sua grazia. Ecco 10 cose che non sai di Idina Menzel.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

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Idina Menzel: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri film per il cinema. L’attrice inizia ad ottenere i suoi primi ruoli per il grande schermo in film come Kissing Jessica Stein (2001), Rent (2005) e Chiedi alla polvere (2006), dove recita accanto all’attore Colin Farrell. Successivamente si fa notare ulteriormente grazie al ruolo di Nancy Tremaine nel popolare Come d’incanto (2007), film con Amy Adams. Tornerà al cinema solo nel 2019 per recitare nell’acclamato Diamanti grezzi, dove interpreta la moglie dell’attore Adam Sandler.

9. È nota per i ruoli televisivi. Fonte di maggior popolarità per l’attrice sono le serie TV a cui ha partecipato. Dopo la partecipazione ad alcuni episodi di serie come Rescue Me (2004), Kevin Hill (2005) e Private Practice (2009), diventa celebre per il ruolo di Shelby Corcoran in Glee (2010-2013).

8. È un apprezzata doppiatrice. La Menzel è divenuta nota per essere la voce originale del personaggio di Elsa nei film d’animazione Frozen – Il regno di ghiaccio (2013) e Frozen II – Il segreto di Arendelle (2019). Ha poi dato voce al personaggio anche per i cortometraggi Frozen Fever (2015), Frozen – Le avventure di Olaf (2017) e per il film Ralph spacca Internet (2018).

Idina Menzel è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 1,1 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice condivide in prevalenza immagini e video promozionali dei suoi progetti da interprete, come anche foto tratte dagli eventi di gala a cui ha preso parte. Vi sono però anche alcune foto scattate durante momenti di svago, in compagnia di amici e colleghi.

Idina Menzel: la sua vita privata

6. È sposata. Dopo un matrimonio di dieci anni con l’attore Taye Diggs, conosciuto sul set del film Rent, e con cui ha avuto un figlio nel 2009, l’attrice ha annunciato nel 2015 la frequentazione con l’attore Aaron Lohr, anch’egli conosciuto durante le riprese di Rent. Nel settembre del 2016 rivelano di essere ufficialmente fidanzati, sposandosi esattamente un anno dopo, nel settembre del 2017.

Parte delle cose che non sai sull’attriceù

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Idina Menzel in Frozen

5. Ha eseguito i celebri brani dei due film. Grazie alla sua partecipazione ai due film di Frozen, l’attrice ha potuto mettere ulteriormente in mostra le sue doti canore, eseguendo brani divenuti particolarmente celebri come, For the First Time in Forever, Some Things Never Change, Let It Go e Into the Unknown. Questi ultimi due sono stati inoltre nominati all’Oscar come miglior canzone, con Let It Go che ha poi vinto l’ambito premio.

4. I produttori si ricordavano di lei. Nel 2009 l’attrice si presenta ai casting per il doppiaggio del personaggio di Rapunzel in Rapunzel: L’intreccio della torre. Pur decidendo di non assegnarle la parte, i casting director e i produttori rimasero colpiti dalla performance della Menzel, tenendo in considerazione il suo nome per progetti futuri. Solo alcuni anni dopo l’avrebbero richiamata per Frozen.

Idina Menzel canta Into the Unknown

3. Si è esibita alla cerimonia dei premi Oscar. Nel 2020 l’attrice è stata tra le performer che ha dato vita ad un’esibizione canora durante la cerimonia dei premi Oscar. Qui ha infatti cantato il brano Into the Unknown, presente in Frozen II – Il segreto di Arendelle e candidato come miglior canzone originale. Il brano non ha tuttavia ottenuto la statuetta, andata ad Elton John per (I’m Gonna) Love me Again.

Idina Menzel in Glee

2. Si è ispirata ad una nota attrice per il suo ruolo. Nella serie Glee l’attrice compare nei ruolo di Shelby Corcoran, coach del gruppo Vocal Adrenaline. Per ricoprire il ruolo, l’attrice ha dichiarato di essersi ispirata al personaggio di Diana Christensen, interpretato dall’attrice Faye Dunaway nel film Network (1976). I due ruoli condividono infatti un carattere spregiudicato verso la materia di loro interesse.

Idina Menzel: età e altezza

1. Idina Menzel è nata a Syosset, nello stato di New York, Stati Uniti, il 30 maggio 1971. L’attrice è alta complessivamente 163 centimetri.

Fonte: IMDb

Monica Raymund: 10 cose che non sai sull’attrice

Monica Raymund: 10 cose che non sai sull’attrice

Attrice prevalentemente televisiva, Monica Raymund ha consolidato la propria fama recitato in alcune note serie televisive. Apprezzata tanto dal pubblico quanto dalla critica, l’attrice è attualmente alla ricerca di nuovi ruoli che possano consolidare il periodo di grande attività che sta vivendo. Ecco 10 cose che non sai di Monica Raymund.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

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Monica Raymund: i suoi film e le serie TV

10. È nota per i suoi ruoli televisivi. Dopo aver recitato in un episodio di Law & Order: Unità speciale (2008), l’attrice diventa nota per il ruolo di Ria Torres in Lie to Me (2009-2011), dove recita accanto a Tim Roth. Successivamente viene scelta per dar vita al personaggio di Dana Lodge in The Good Wife (2011-2012), mentre ottiene popolarità recitando nel ruolo di Gabriela Dawson in Chicago Fire (2012-2019), dove recita accanto a Jesse Spencer, Taylor Kinney e Lauren German. Riprende il ruolo anche per le serie Chicago Med (2016), e Chicago P.D. (2014-2018), dove affianca gli attori Jeson Beghe, Marina Squerciati e Sophia Bush.

9. Ha recitato anche per il cinema. Sono solo due ad ora i titoli cinematografici a cui l’attrice ha preso parte. Il suo esordio avviene nel 2012 con il film La frode, dove recita accanto all’attore Richard Gere, interpretando il personaggio di Reina. Il secondo titolo è invece Brahmin Bulls (2013), dramma familiare di produzione britannica.

8. È anche regista e produttrice. Nel corso degli anni la Raymund ha dimostrato di non essere interessata solo alla recitazione. Ha infatti compiuto il passo dietro la macchina da presa per dirigere l’episodio Hell’s Kitchen di Law & Order: Unità speciale (2018), e la puntata Payback della serie FBI (2020). Ha poi ricoperto il ruolo di produttrice esecutiva dei film indie The Submarine Kid (2015) e Locating Silver Lake (2018).

Monica Raymund è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 55 persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere curiosità quotidiane e foto scattate in momenti di svago o nei luoghi da lei visati. Non mancano poi anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Monica Raymund e Jesse Spencer

6. Non ha una relazione con il collega. Nella serie Chicago Fire, il personaggio ricoperto dall’attrice ha una relazione con quello interpretato da Jesse Spencer. Questa coppia è piaciuta così tanto al pubblico, che in molti hanno sperato che tra i due ci fosse qualcosa anche al di fuori del set. Tuttavia, i due attori sembrano essere impegnati in altre relazioni, e non hanno mai dato motivi di credere in una loro relazione.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

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Monica Raymund è fidanzata?

5. È stata sposata. Nel giugno del 2011 l’attrice annuncia il matrimonio con Neil Patrick Stewart, attore e regista teatrale. La loro relazione dura tuttavia poco, e nei primi mesi del 2013 annunciano la separazione, arrivando al divorzio nel 2014. La coppia ha fornito come motivazioni alcune differenze inconciliabili.

4. Ha fatto coming out. Nel dicembre del 2014 l’attrice annuncia pubblicamente tramite il proprio account Twitter di essere bisessuale, e che prima dell’annuncio lo è stata segretamente per oltre dieci anni. Sulla base di questa notizia, nel settembre del 2015 annuncia la sua relazione con Tari Segal.

Monica Raymund in Chicago Fire

3. Ha lasciato la serie. Nel 2018 l’attrice ha confermato che non avrebbe ripreso il suo ruolo nella settima stagione della serie Chicago Fire, motivando la scelta con la volontà di intraprendere nuovi percorsi. Comunicata per tempo la sua decisione, il finale della sesta stagione è stato costruito per permettere al personaggio di uscire di scena.

2. Ha ripreso il ruolo solo per un episodio. Nonostante l’addio alla serie, l’attrice ha acconsentito di ricomparire nel midseason finale dell’ottava stagione. Qui, infatti, il suo personaggio torna a Chicago per raccogliere fondi per l’associazione per cui lavora, e non mancherà di far visita ai suoi vecchi colleghi nella stazione dei vigili del fuoco.

Monica Raymund: età e altezza

1. Monica Raymund è nata a St. Petersburg, in Florida, Stati Uniti, il 26 luglio 1986. L’attrice è alta complessivamente 163 centimetri.

Fonte: IMDb

I Am Not Okay with This: i motivi per cui non dovreste perdere la serie

Sulla scia di Stranger Things, Everything Sucks!, Sex Education e The End of the F***ing World, Netflix propone una nuova serie chiaramente indirizzata ad un pubblico di giovanissimi. Dallo scorso 27 febbraio, infatti, è disponibile sulla piattaforma di streaming I Am Not Okay With This, tratta dalla graphic novel di Charles Forsman.

Se non l’avete ancora iniziata, di seguito vi forniamo una serie di motivi per cui non dovreste perderla, approfittando magari della reclusione forzata – causa Coronavirus – che sta interessando tutta l’Italia in questi giorni particolarmente tristi e difficili:

La graphic novel e il team dietro la serie

I Am Not Okay with This è basata sull’omonima graphic novel di Charles Forsman pubblicato in Italia da 001 Edizioni. Di recente, aveva debuttato sulla piattaforma di streaming un’altra serie tratta da una graphic novel, Locke & Key, con la quale I Am Not Okay with This condivide la scelta di incentrare le proprie storie su un gruppo di giovani “avventurosi” protagonisti.

La serie è inoltre creata da Jonathan Entwistle, già regista della più celebre The End of the F***ing World (anche questa basata su un fumetto), e prodotta dai produttori dell’amatissima Stranger Things

I due giovani protagonisti

I protagonisti di I Am Not Okay with This sono i giovani attori Sophia Lillis e Wyatt Oleff. Entrambi avevano già lavorato insieme: ricorderete infatti che hanno vestito i panni rispettivamente di Beverly Marsh e Stan Uris (nelle versioni adolescenti dei personaggi) in IT e IT – Capitolo Due, gli adattamenti cinematografici del popolare romanzo di Stephen King ad opera di Andy Muschietti.

In I Am Not Okay with This i due attori entrano molto più relazione rispetto ai due film di Muschietti, dimostrando una chimica straordinaria. Anche nella serie, proprio come nell’adattamento di IT, il personaggio interpretato da Oleff si chiama Stanley.

Sydney Novak come Carrie White

Sono numerosi gli omaggi che I Am Not Okay with This rende all’opera “Carrie – Lo sguardo di Satana” di Stephen King, radicato nell’immaginario collettivo grazie all’adattamento cinematografico di Brian De Palma con protagonista Sissy Spacek. La scena in cui Sydney corre per la strada totalmente ricoperta di sangue (immagine presente nei vari materiali promozionali e che ricorre spesso nei vari episodi), non può non riportare alla memoria il capolavoro di De Palma e il personaggio di Carrie White.

Parallelamente, esistono numerose affinità tra il personaggio di Sydney e quello di Carrie, due adolescenti alle prese con la scoperta di “misteriosi poteri” e con la conseguente presa di coscienza di ciò che in realtà sono. Inoltre, nell’episodio finale della serie, la scena ambientata durante il ballo della scuola è un altro palese omaggio alla storia di Carrie che noi tutti conosciamo e amiamo.

Come in un film di John Hughes

Se John Hughes – indimenticabile regista di cult adolescenziali come Sixteen Candles, Breakfast Club e Una pazza giornata di vacanza – fosse ancora vivo, probabilmente avrebbe diretto una serie come I Am Not Okay with This, o forse contribuito alla sua produzione in qualche modo.

Al di là dei personaggi, dei dialoghi e dei torni che compongono l’assetto narrativo dello show (molto affine alle peculiarità che hanno sempre distinto la commedia tipicamente americana di Hughes), l’episodio numero 5 (“Un altro giorno in paradiso”) è a tutti gli effetti un bellissimo e nostalgico omaggio a Breakfast Club, cult diretto dal compianto regista nel 1985, considerato ancora oggi la vetta più alta del cinema adolescenziale statunitense degli anni ’80.

Il numero di episodi e la durata

La prima stagione di I Am Not Okay with This (con finale aperto che lascia presagire un rinnovo per una seconda parte in tempi relativamente brevi) si compone “soltanto” di 7 episodi della durata – più o meno – di 30 minuti ciascuno. In genere, le serie targate Netflix tendono ad avere una durata di circa un’ora (se non di più): in un epoca in cui il beingwatch la fa da padrone, la fruibilità così immediata e veloce di I Am Not Okay with This è decisamente un punto a favore dello show.

Il creatore della serie Jonathan Entwistle ha spiegato di considerare ogni stagione come un vero e proprio lungometraggio, e che a mano a mano ogni nuovo ciclo di episodi andrà a comporre il suo “film in miniatura”. 

Se amate le serie tv tratte da graphic novel…

I Am Not Okay with This non è certamente l’unica serie disponibile su Netflix ad essere tratta da una graphic novel. Se siete degli appassionati di “romanzi a fumetti”, sulla piattaforma di streaming potete trovare anche Daybreak (basata sull’omonima serie a fumetti di Brian Ralph), Locke & Key (basata sull’omonima serie di comic book di Joe Hill), The End of the F***ing World (basata sul fumetto di Charles Forsman, lo stesso autore di I Am Not Okay with This) e Le Terrificanti Avventure di Sabrina (tratta dalla serie a fumetti della Archie Comics con lo stesso nome).

The Batman: Peter Sarsgaard sul suo misterioso personaggio

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The Batman: Peter Sarsgaard sul suo misterioso personaggio

Stando a quanto dichiarato di recente da Peter Sarsgaard, il personaggio che interpreterà in The Batman di Matt Reeves sarà un politico di Gotham senza scrupoli, una persona sgradevole che “adora” mentire.

Per molto tempo si è parlato della possibilità che l’attore avrebbe interpretato Harvey Dent nel film, ma un comunicato ufficiale della Warner Bros. ha poi confermato che Sarsgaard avrebbe vestito i panni di Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

Adesso, in una recente apparizione allo show di Stephen Colbert, l’attore ha parlato del suo coinvolgimento nel film e del suo “nuovo personaggio creato appositamente per la storia”: “Sono un procuratore distrettuale… in pratica sono un politico che ha difficoltà a dire la verità.”

Colbert ha poi scherzato sul fatto che anche la moglie di Peter Sarsgaard, l’attrice Maggie Gyllnehaal, ha recitato in un film dedicato a Batman (era infatti Rachel Dawes ne Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan). Colbert ha chiesto ironicamente a Sarsgaard quale personaggio tra Gil e Rachel preferiranno i loro figli, e l’attore ha risposto asserendo che Colson è “una persona piuttosto disgustosa.”

Potete vedere il video dell’intervista di seguito:

LEGGI ANCHE – The Batman: nuovi indizi sulle fonti d’ispirazione

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Andy Serkis (Alfred), Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon) e Paul Dano (Enigmista). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard, ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.

HN Entertainment ha suggerito che le riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche di Batman v Superman: Dawn of JusticeJustice LeagueWonder Woman e del sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata al 25 giugno 2021.

CORRELATE: 

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Fonte: ScreenRant

The Beatles: Get Back, Disney acquista il documentario di Peter Jackson

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The Walt Disney Studios ha acquisito i diritti per la distribuzione a livello mondiale del documentario dedicato ai Beatles dell’acclamato regista Peter Jackson. Il documentario mostrerà il calore, lo spirito di squadra e l’umorismo durante la realizzazione dell’album della leggendaria band, “Let It Be”, e il loro ultimo concerto dal vivo: l’iconica esibizione sul tetto a Savile Row, Londra. The Beatles: Get Back sarà distribuito da The Walt Disney Studios negli Stati Uniti e in Canada il 4 settembre 2020, seguiranno maggiori dettagli sulla distribuzione a livello globale del film. L’annuncio è stato dato oggi da Robert A. Iger, Executive Chairman, The Walt Disney Company, al meeting annuale degli azionisti.

“Nessuna band ha avuto lo stesso impatto che hanno avuto i Beatles sul mondo, e The Beatles: Get Back è un posto in prima fila sui meccanismi interni di questi geniali creatori in un momento fondamentale della storia della musica, con scene straordinariamente restaurate che sembrano girate ieri” – ha commentato Iger. – “Io stesso sono un grande fan, quindi non potrei essere più felice che Disney possa condividere lo splendido documentario di Peter Jackson con il pubblico mondiale a settembre”.

The Beatles: Get Back, presentato da The Walt Disney Studios in associazione con Apple Corps Ltd. e WingNut Films Productions Ltd., è un’entusiasmante nuova collaborazione tra i Beatles, la band più influente di tutti i tempi, e il regista vincitore di tre Premi Oscar Peter Jackson (la trilogia de Il Signore degli Anelli). Realizzato grazie a oltre 55 ore di filmati inediti, girati da Michael Lindsay-Hogg nel 1969, e 140 ore di registrazioni audio, in gran parte mai ascoltate, delle sessioni di registrazione dell’album “Let It Be”, The Beatles: Get Back è diretto da Jackson e prodotto dallo stesso Jackson, Clare Olssen (They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani) e Jonathan Clyde, mentre Ken Kamins e Jeff Jones di Apple Corps sono i produttori esecutivi.

I filmati sono stati straordinariamente restaurati dalla Park Road Post Production di Wellington, Nuova Zelanda, e sono stati montati da Jabez Olssen, che ha collaborato con Jackson per They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani del 2018, l’innovativo film che mostra immagini d’archivio della Prima Guerra Mondiale restaurate e colorizzate. Le musiche del film saranno mixate da Giles Martin e Sam Okell presso Abbey Road Studios a Londra. Grazie a questo restauro incontaminato, The Beatles: Get Back darà vita a un’esperienza intensa, felice e immersiva per il pubblico.

Lavorare a questo progetto è stata una gioiosa scoperta” – afferma Peter Jackson. – “Ho avuto il privilegio di essere come una mosca sul muro mentre la più grande band di tutti i tempi lavorava, suonava e creava capolavori. Sono entusiasta che Disney si sia fatta avanti come nostro distributore. Non potrebbe esserci di meglio per far vedere il nostro film al maggior numero di persone possibile”.

Sono davvero felice che Peter si sia immerso nei nostri archivi per realizzare un film che mostri la verità sui Beatles quando registravano insieme” – afferma Paul McCartney. – “Viene trasmessa l’amicizia e l’amore tra di noi e mi ricorda dei bellissimi e folli momenti passati insieme”.

Sono davvero entusiasta per questo film” – afferma Ringo Starr. – “Peter è eccezionale ed è stato veramente fantastico guardare tutti quei filmati. C’erano ore e ore di immagini mentre ridevamo e suonavamo. C’era molta allegria e credo che Peter la trasmetterà. Penso che in questa versione ci sarà molta più pace e amore, rispecchiando come eravamo veramente”.
 
The Beatles: Get Back è stato realizzato anche con il supporto entusiasta di Yoko Ono Lennon e Olivia Harrison. Anche se il film originale Let It Be – Un giorno con i Beatles, diretto da Michael Lindsay-Hogg, e l’album che lo ha accompagnato sono stati girati e registrati nel gennaio del 1969, non sono stati rilasciati fino a maggio del 1970, tre settimane dopo l’ufficiale scioglimento dei Beatles. A quel tempo, la reazione al film da parte del pubblico e della critica è stata fortemente associata a quell’annuncio. Durante i 15 mesi tra le riprese e l’uscita di Let It Be – Un giorno con i Beatles, i Beatles hanno registrato e rilasciato il loro ultimo album in studio “Abbey Road”, uscito a settembre 1969.

Girato in 16mm e riadattato in 35mm, il film di 80 minuti Let It Be – Un giorno con i Beatles è stato realizzato a partire da 3 settimane di riprese, inclusa una versione editata del concerto sul tetto. L’album vincitore del GRAMMY “Let It Be” è stato in vetta alle classifiche negli Stati Uniti e nel Regno Unito.

Il nuovo documentario porta alla luce molto di più delle sessioni di registrazione private della band per “Let It Be” e la loro esibizione integrale di 42 minuti sul tetto degli uffici della Apple a Savile Row, Londra. Anche se non mancano materiali sui lunghi tour dei Beatles durante la loro carriera, The Beatles: Get Back presenta solo significativi filmati della band al lavoro in studio, mostrando John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr mentre creano da zero la loro canzone diventata ora un classico, ridendo, chiacchierando e scherzando con la telecamera.

Tenutosi il 30 gennaio 1969, il concerto a sorpresa dei Beatles sul tetto ha rappresentato la quinta esibizione dal vivo della band in oltre due anni e il loro ultimo concerto insieme dal vivo. I filmati catturano le interazioni tra i membri della band, le reazioni dei fan e dei lavoratori delle aziende vicine, e il comico tentativo di fermare il concerto da parte di due giovani poliziotti londinesi, chiamati per delle lamentele in merito al rumore. Una versione completamente restaurata del film originale Let It Be – Un giorno con i Beatles sarà resa disponibile successivamente.

Spider-Man 3: Jason Momoa è Kraven il Cacciatore in una fan art

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Spider-Man 3: Jason Momoa è Kraven il Cacciatore in una fan art

Una nuova fan art ad opera del celebre Bosslogic ci mostra come sarebbe Jason Momoa – l’amatissimo Aquaman del DCEU – nei panni del villain Kraven il Cacciatore, che potrebbe apparire come antagonista principale dell’Uomo Ragno nell’atteso Spider-Man 3.

Spider-Man: Far From Home si è concluso con la vera identità dell’Uomo Ragno che è stata rivelata al mondo intero: nella scena post-credit, Peter e MJ vedono sullo schermo gigante di un grattacielo J. Jonah Jameson del Daily Bugle che mostra un video registrato e manipolato da Quentin Beck, che incrimina Spider-Man per la morte di Mysterio, rivelando pubblicamente la vera identità del supereroe.

Naturalmente, i fan si chiedono adesso come questa grande rivelazione influenzerà gli eventi che saranno al centro di Spider-Man 3. Inoltre, è da tempo ormai che si vocifera che l’antagonista principale del nuovo capitolo sarà proprio Kraven il Cacciatore.

L’artista Bosslogic ha immaginato come sarebbe Jason Momoa se venisse scelto dai Marvel Studios per interpretare il ruolo. Guardate la fan art e diteci se non pensate anche voi che l’attore statunitense possa essere perfetto…

LEGGI ANCHE – Spider-Man 3: svelato il titolo di lavorazione

Spider-Man 3 vedrà ancora una volta riuniti Tom Holland e il regista Jon Watts, che aveva già diretto Spider-Man: Homecoming del 2017 e Spider-Man: Far From Home dello scorso anno. Le riprese del film dovrebbero partire quest’estate.

Tom Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone: Spider-Man: Homecoming e Spider-Man: Far From Home . La scorsa estate, un nuovo accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi del MCU.

The New Mutants 2: Antonio Banderas doveva essere il villain

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The New Mutants 2: Antonio Banderas doveva essere il villain

Josh Boone, regista dell’attesissimo The New Mutants, ha rivelato che Antonio Banderas avrebbe dovuto interpretare il villain principale nel sequel del cinecomic in arrivo nelle sale americane il prossimo 3 aprile. Il regista e il co-sceneggiatore del film Knate Lee avevano già pensato ad un possibile sequel della pellicola, ma la travagliatissima produzione del film – con l’acquisizione della Fox da parte della Disney nel mezzo – ha ovviamente stravolto tutti i piani.

In una recente intervista con EW, Boone ha spiegato che Antonio Banderas avrebbe dovuto interpretare Emmanuel da Costa, il padre del personaggio di Roberto da Costa/Sunspot, interpretato nel film da Henry Zaga, nonché spietato uomo d’affari che ha legami con il Club Infernale.

L’attore avrebbe dovuto fare il suo esordio nella scena post-credit del film, che poi non è stata mai girata: “Il fatto che non l’abbiamo più girata è stato intenzionale”, ha spiegato Boone. “Adesso la Marvel detiene i diritti sugli X-Men e farà le sue cose. Quindi, non c’era motivo di girare quella scena.

Ricordiamo, a proposito di Antonio Banderas, che di recente l’attore è stato ufficializzato come membro del cast di Uncharted, l’adattamento targato Sony dell’omonimo videogioco che avrà come protagonisti Tom Holland e Mark Wahlberg.

LEGGI ANCHE – The New Mutants: nel film una storia d’amore LGBTQ

The New Mutants è un thriller con sfumature horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di fuggire.

CORRELATE:

Diretto da Josh Boone e scritto da Boone e Knate Lee, il film vede nel cast la presenza di Maisie WilliamsAnya Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu Hunt Henry Zaga.

ll film è prodotto da Simon KinbergKaren Rosenfelt Lauren Shuler Donner, mentre Stan Lee Michele Imperato Stabile sono i produttori esecutivi.

The Batman: nuovi indizi sulle fonti d’ispirazione

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The Batman: nuovi indizi sulle fonti d’ispirazione

Jeffrey Wright, l’attore che interpreta Jim Gordon nell’atteso The Batman, ha condiviso via Instagram una foto in cui si prepara a “studiare” la miniserie “Batman: Il Lungo Halloween“, anticipando forse che il cinecomic di Matt Reeves prenderà ispirazione proprio dal fumetto di Jeph Loeb e Tim Sale.

Ad oggi non sappiamo ancora da quali fumetti prenderà realmente ispirazione la storia pensata da Reeves: “Batman: Il Lungo Halloween” – da tempo associato alla possibile trama del film – potrebbe essere soltanto una delle tante fonti d’ispirazione, dal momento che in passato lo stesso regista sembrava avesse confermato che anche “Batman: Anno Uno“, la miniserie a fumetti che narra le origini dell’Uomo Pipistrello, scritta da Frank Miller e disegnata da David Mazzucchelli, servirà come base per la storia.

Nel post condiviso da Wright, è possibile vedere la cover del celebre fumetto, accompagnata dalla didascalia: “Un altro, per cultura”. Non è la prima volta che l’attore condivide sul suo profilo la cover di uno dei fumetti dedicati all’Uomo Pipistrello: in passato, infatti, aveva condiviso anche la cover di “Batman: The Golden Age“, accompagnata dalla didascalia: “Dietro le quinte, si legge per cultura. Alle origni…”.

Potete vedere entrambi i post di seguito:

LEGGI ANCHE – The Batman: svelato un dettaglio sul look di Jim Gordon

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Andy Serkis (Alfred), Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon) e Paul Dano (Enigmista). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard, ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.

HN Entertainment ha suggerito che le riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche di Batman v Superman: Dawn of JusticeJustice LeagueWonder Woman e del sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata al 25 giugno 2021.

CORRELATE: 

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Fonte: ScreenRant

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