Dopo quasi un mese di riprese
dedicate al progetto solista, una nuova foto dal set
diPunisher
Special Presentation ha rivelato il nuovo costume
dell’eroe dell’universo cinematografico Marvel. Dopo aver fatto debuttare
il personaggio in Daredevil di Netflix e aver condotto la sua serie per due
stagioni, Jon Bernthal ha fatto il suo ritorno nell’MCU
nella prima stagione di Daredevil:
Rinascita, recentemente trasmessa su Disney+.
Poiché la scena post-credits della
prima stagione ha indicato il suo futuro nella serie, è stato
rivelato che Bernthal ha sviluppato e proposto alla Marvel una
“presentazione speciale” di Punisher, scrivendola insieme al
regista Reinaldo Marcus Green. Le riprese di
questo progetto sono poi iniziate all’inizio di luglio, prima del
lavoro di Bernthal in
Spider-Man: Brand New Day.
Il fotografo newyorkese
Steve Sands ha ora recentemente pubblicato sui
suoi social la migliore immagine finora disponibile del ritorno di
Bernthal per la presentazione speciale di The
Punisher. L’immagine rivela un look pulito dell’eroe
dell’MCU, con la barba ricresciuta, i capelli tagliati a spazzola,
un logo con un teschio fresco di vernice sul giubbotto
antiproiettile e varie altre imbottiture e armi attaccate. Si può vedere l’immagine a questo
link.
Cosa aspettarsi da Punisher Special
Presentation
Considerando come Daredevil:
Rinascita ha lasciato il personaggio, era solo
questione di tempo prima che Frank Castle,
interpretato da Jon Bernthal, mettesse insieme un nuovo
ensemble tattico, anche se la foto dal set di
Punisher Special Presentation offre alcuni spunti
intriganti. Per cominciare, nella scena post-credits, in cui Castle
è fuggito dalla prigione di Kingpin a Red Hook, il personaggio era
ancora rasato, senza quasi nessuna traccia di barba.
Dato che la foto dal set mostra Bernthal con la
barba folta, sembra probabile che Punisher Special
Presentation sia ambientato mesi dopo la prima stagione di
Daredevil:
Rinascita. Ciò è ulteriormente confermato da un
recente
video dal set in cui è stato visto con lo stesso aspetto
durante una sequenza di combattimento diurna.
Indipendentemente dalla sua linea
temporale, tuttavia, il nuovo costume di Punisher indica che sta
imparando da ogni battaglia precedente come affrontare al meglio la
prossima. Nella sua apparizione nella serie con Daredevil lo
abbiamo visto usare principalmente un giubbotto antiproiettile, una
cintura porta munizioni e fondine alla vita, ma dopo essere stato
sconfitto dall’Anti-Vigilante Task Force, probabilmente sta
cercando di prepararsi meglio.
Questo gli tornerà utile anche per
affrontare le minacce che lo attendono nel suo futuro nell’MCU.
Oltre all’AVTF, che ha deciso di stravolgere l’ideologia di
Punisher per i propri scopi,
Punisher Special Presentation lo vedrà infatti
affrontare l’iconica cattiva dei fumetti Ma
Gnucci, mentre Spider-Man: Brand New Day
lo metterà probabilmente contro un Hulk furioso,
anch’egli confermato nel film.
James
Gunn commenta le nuove voci sul
film sui Teen Titans, mentre il film DC
Universe è ancora in fase di sviluppo presso i DC Studios. Con
l’uscita di Superman del DCU, il
Capitolo 1: “Demoni e Dei” è appena iniziato, e
altri film e serie TV live-action, così come progetti animati, sono
attualmente in diverse fasi di sviluppo.
Uno dei grandi progetti di team-up a
cui i DC Studios stanno lavorando è il film sui Teen
Titans del DCU, visto che l’iconico team potrebbe
debuttare al cinema in live-action. Considerando che la squadra ha
avuto diverse formazioni nei fumetti, molti si chiedono quale sarà
la formazione dei Teen Titans del DCU nel potenziale film.
Di recente, un fan su Threads
(tramite @DCFilmNews dopo la cancellazione del post) ha chiesto a
Gunn se “è vero che il film sui Teen Titans conterrà il cast
del 2003, ma con Damian Wayne nei panni di Robin?”.
James Gunn ha risposto come segue: “Tutto ciò
che avete sentito su quel film è inventato o un’ipotesi. Nessuno al
mondo sa nulla del concept della storia, tranne quattro
persone”. Il cast del 2003 è un riferimento alla popolare
serie TV animata sui Teen Titans, andata in onda per cinque
stagioni.
Cosa significa quello che ha detto
James Gunn?
Sebbene ci siano molte diverse
formazioni che potrebbero essere scelte per il film Teen Titans del
DCU, è fondamentale ricordare che la sceneggiatura è tutt’altro che
completa. Ana Nogueira, che è stata scelta come
sceneggiatrice, sta lavorando con priorità assoluta al film di
Wonder Woman per i DC Studios.
Se la sceneggiatura di Teen Titans non è ancora
finita, qualsiasi voce sui roster del film non dovrebbe essere
attendibile, soprattutto dopo le ultime dichiarazioni di Gunn.
Oltre a Gunn e Nogueira, le altre due persone che probabilmente
saprebbero qualcosa sulla storia di Teen Titans
sono il co-CEO di DC Studios Peter Safran e,
immaginiamo, David Zaslav di Warner Bros.
Discovery.
La star dell’universo
cinematografico MarvelChris Hemsworth parla del suo video su Thor
che ha scatenato alcune teorie sul destino del personaggio in
Avengers:
Doomsday. Nel maggio di quest’anno, Hemsworth ha
infatti condiviso un
video per celebrare il suo ritorno al franchise, ma questo ha
fatto pensare che la sua permanenza nell’MCU nei panni di Thor
terminerà dopo questo film.
The Hollywood Reporter ha dunque
recentemente incontrato Hemsworth, chiedendogli finalmente del suo
video sull’MCU che ha fatto tanto discutere. Hemsworth ha chiarito
che “non era certamente mia intenzione. Ad essere sincero, il
mio team addetto ai social media ha raccolto alcuni filmati e mi ha
detto: “Oh, questo potrebbe essere interessante. Pubblicheremo
qualcosa e ringrazieremo i fan”. E io ho risposto: “Sì, va bene. È
stato fantastico”. Così l’abbiamo scritto insieme e io sono andato
a fare altro“.
“Ma poi alcune persone mi hanno
chiesto informazioni al riguardo e qualcuno del mio team ha detto:
“Uff, abbiamo dato un’impressione sbagliata”. Non abbiamo fatto
alcun controllo dei danni; non era necessario alcun controllo dei
danni. Ma si è dato troppo peso a una cosa di poco conto. Avevo già
iniziato un altro capitolo di questo personaggio e questo viaggio è
stato la parte più importante della mia carriera. Quindi il video
era un momento di gratitudine, e nient’altro. Ma è stato
sicuramente frainteso e percepito in modo diverso”.
Chris Hemsworth, come noto, è uno dei numerosi
attori che sono stati aggiunti al cast di Avengers:
Doomsday. Nel suo video sull’MCU, in effetti, non c’è
alcun riferimento esplicito al fatto che il prossimo sarà il suo
ultimo film con questo personaggio. È fondamentale ricordare che
Hemsworth fa parte dell’MCU sin dal suo debutto nel 2011 con il
primo film di Thor,
essendo stato uno dei membri fondamentali di questo franchise.
Ci sono state voci secondo cui il
ruolo di Thor in Avengers:
Doomsday sarà cruciale, dati i suoi legami con l’MCU
nel suo complesso. Anche se potrebbe non essere stato annunciato
(ancora) per Avengers:
Secret Wars, ciò è probabilmente dovuto al fatto che
la Marvel Studios non vuole spoilerare troppo ciò che accadrà nel
finale della
Fase 6, ma ciò non significa che l’eroe di Hemsworth morirà nel
2026.
Scritto e diretto da Michael
Mann, il film poliziesco del 1995 Heat
– La sfida racconta dello scontro tra il veterano
detective della polizia di Los Angeles Vincent Hanna (interpretato
da Al Pacino) e il criminale di professione Neil
McCauley (Robert
De Niro). Considerato da molti uno dei film più grandi
e influenti del suo genere, quel titolo dovrebbe ora essere
Heat 2 è stato annunciato in fase di sviluppo nel
2022, basato sull’omonimo romanzo bestseller prequel/sequel
co-scritto da Mann, con Adam Driver apparentemente in trattative per
interpretare il giovane Neil McCauley.
Sebbene Mann abbia fatto molti
progressi nella stesura della sceneggiatura, le riprese del sequel
non sono ancora iniziate. Secondo la newsletter “What I’m
Hearing” di Matthew Belloni su Puck, il costoso budget di
Heat 2 avrebbe infatti causato una battuta
d’arresto con la Warner Bros. Lo studio è interessato a produrre il
film, ma il budget originale proposto da Mann sembra superasse i
200 milioni di dollari. Da allora il regista lo avrebbe ridotto a
circa 170, che però sono ancora più di quanto lo studio sia
disposto a spendere.
Il film originale è stato realizzato
con un budget di 60 milioni di dollari e ha incassato più di 187
milioni di dollari al botteghino nel 1995, che, se adeguato
all’inflazione, equivarrebbe a circa 400 milioni di dollari oggi.
Tuttavia, i film più recenti di Michael Mann non hanno avuto lo
stesso successo al botteghino, con Blackhat (2015) che è stato un fiasco e Ferrari (2023) che ha incassato solo 43 milioni di
dollari a fronte di un budget di 95 milioni. La Warner Bros. è
disposta a cofinanziare Heat 2 con un altro studio
o una piattaforma di streaming, e secondo quanto riferito il team
di Mann ha condiviso la sceneggiatura con Apple per una possibile
collaborazione.
In uno sviluppo inaspettato,
inoltre, Leonardo DiCaprio avrebbe parlato con Mann
della possibilità di recitare nel film e, se accettasse, potrebbe
essere la chiave per ottenere il via libera al progetto. Se
confermato, DiCaprio sarebbe solo l’ultimo grande nome accostato a
Heat 2. Oltre a Driver, in trattative per
interpretare il giovane Neil McCauley, altre voci sul cast
suggeriscono che Pacino potrebbe riprendere il ruolo di Vincent
Hanna, mentre Austin Butler sarebbe stato collegato a Chris
Shiherlis, il ruolo interpretato da Val Kilmer nel film originale.
Ana de Armas è stata anche collegata al
personaggio di Elisa, la fidanzata del giovane Neil. Nel frattempo,
anche Jeremy Allen White e Channing Tatum sarebbero in lizza per ottenere
una parte nel film. Non è chiaro chi potrebbero interpretare alcuni
di questi attori, ma se molti di loro accettassero, il cast di
Heat 2 potrebbe essere eccezionale quanto quello
del film originale. Al momento, però, sarà per prima cosa
necessario risolvere le problematiche legate al budget, che
impediscono al film di potersi concretizzare.
Dopo aver combattuto per la Casa
Targaryen, Matt Smith è pronto a combattere in una
galassia lontana lontana. La star di House of the Dragon si unirà a
Ryan Gosling in Star
Wars: Starfighter della Lucasfilm. Anche Mia Goth è a bordo, con Shawn
Levy alla regia. Jonathan Tropper ha
scritto la sceneggiatura.
Non è stato possibile contattare
Lucasfilm e i rappresentanti di Matt Smith per un commento. Le riprese del
film inizieranno questo autunno e l’uscita è prevista per il 28
maggio 2027. Sebbene i dettagli esatti su chi interpreterà Smith
siano vaghi, alcune fonti affermano che avrà uno dei ruoli da
cattivo. Il casting del progetto si è avviato nelle ultime due
settimane, e Levy ha incontrato diversi attori per questo ruolo
chiave.
I dettagli di Star
Wars: Starfighter sono stati svelati ad aprile durante
l’evento Star
Wars Celebration a Tokyo. Il film è ambientato cinque anni dopo
gli eventi di Star Wars: Episodio IX – L’ascesa di
Skywalker, che ha concluso la saga degli Skywalker e
attualmente è l’ultimo lungometraggio cronologicamente incentrato
sulla linea temporale di Star Wars.
Smith ha appena terminato la seconda
stagione della serie spin-off di successo della HBO, House
of the Dragon, e la terza stagione dovrebbe entrare in
produzione il prossimo anno. Prossimamente, ha in programma il
thriller di Sony e Darren Aronofsky Caught Stealing, in cui recita
al fianco di Austin Butler. Ha anche recitato nella
miniserie The Death of Bunny Monro.
Disponibile da oggi il
teaser trailer di Jay
Kelly, il film scritto e diretto da Noah
Baumbach con George Clooney e Adam Sandler, che sarà presentato in
concorso alla 82ª Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica
della Biennale di Venezia per poi arrivare in cinema selezionati il
19 novembre e su Netflix il 5 dicembre. Nelle prime immagini del film,
rilasciate ieri insieme ai teaser poster, troviamo anche Laura
Dern, Billy Crudup, Riley Keough e Greta Gerwig.
Produttori: David Heyman, Amy Pascal, Noah Baumbach
Cast: George Clooney, Adam Sandler, Laura Dern, Billy
Crudup, Riley Keough, Grace Edwards, Stacy Keach, Jim Broadbent,
Patrick Wilson, Eve Hewson, Greta Gerwig,
Alba Rohrwacher, Josh Hamilton, Lenny Henry,
Emily Mortimer, Nicôle Lecky, Thaddea Graham, Isla
Fisher, Louis Partridge, Charlie Rowe
“Jay Kelly”, il nuovo film
del regista candidato all’Oscar® Noah Baumbach, segue le vicende
della celebre star del cinema Jay Kelly (interpretato da George
Clooney) e del suo devoto manager Ron (interpretato da Adam
Sandler) durante un viaggio lampo e sorprendentemente profondo
attraverso l’Europa. Lungo il percorso, i due uomini si trovano
costretti ad affrontare le proprie scelte e a riflettere sui legami
con le persone a loro più care e sull’eredità che stanno per
lasciare.
La Resurrezione di
Cristo, il film di Mel Gibson, seguito del suo successo del 2004
La Passione di Cristo, uscirà in due parti tramite
Lionsgate nel 2027, come ha annunciato lo studio stesso. In linea
con i temi religiosi del film, la prima parte uscirà il Venerdì
Santo, 26 marzo 2027, mentre la seconda parte dovrebbe uscire 40
giorni dopo, il giorno dell’Ascensione, giovedì 6 maggio 2027.
Attualmente, solo un film evento
della Warner Bros., ancora senza titolo, è previsto in uscita nel
fine settimana del 26 del 2027. Il secondo capitolo di La
Resurrezione, nel frattempo, dovrebbe competere con
l’adattamento del videogioco della Sony The Legend of Zelda.
I dettagli della trama di La
Resurrezione di Cristo sono ancora segreti. Il film
originale di Gibson, con Jim Caviezel nel ruolo di Gesù, è stato un
titolo epocale che, fino allo scorso anno, deteneva il record di
film vietato ai minori con il maggior incasso di tutti i tempi
negli Stati Uniti. Il film, che racconta le ultime 12 ore della
vita di Cristo, ha debuttato con un incasso di 83 milioni di
dollari nel weekend di apertura, per poi incassare 370 milioni di
dollari nei cinema nordamericani e oltre 610 milioni di dollari a
livello globale, a fronte di un budget di produzione di 30 milioni
di dollari. Ha inoltre ottenuto tre nomination agli Oscar nelle
categorie Miglior Trucco, Miglior Fotografia e Miglior Colonna
Sonora Originale.
Gibson ha diretto The
Passion da una sceneggiatura scritta da lui stesso con
Benedict Fitzgerald e ne è stato anche produttore.
Maia Morgenstern ha interpretato la Beata Vergine
Maria, con Monica Bellucci nel ruolo di Maria
Maddalena.
Entrambi i capitoli dell’ultimo film
di Gibson saranno prodotti da Gibson e dal suo partner di Icon
Productions, Bruce Davey, come precedentemente
annunciato. Si prevede il ritorno di Caviezel, così come di
Bellucci. Sebbene la Newmarket Films abbia distribuito The
Passion, Gibson ha annunciato la Lionsgate come suo
partner per La Resurrezione di Cristo a
maggio.
L’accordo consolida la lunga
collaborazione di Gibson con la Lionsgate, dove ha girato i suoi
due film più recenti: il dramma sulla Seconda Guerra Mondiale
candidato all’Oscar La battaglia di Hacksaw Ridge,
con Andrew Garfield, e il thriller
Flight Risk con Mark Wahlberg. Lo
studio è anche il distributore del catalogo Icon, che include
La Resurrezione di Cristo.
Quasi quattro anni dopo la sua
première su Disney+, è ovvio che The
Book of Boba Fett non tornerà per una seconda
stagione. Per molti versi, è difficile da credere, ma è chiaro che
Lucasfilm ha fatto un passo falso con uno dei suoi personaggi più
iconici.
Il tentativo di Fett di prendere il
controllo del mondo criminale di Tatooine ha reso la visione
interessante, ma i cattivi di The Book of Boba
Fett sono stati dimenticabili, e la storia dietro il suo
ritorno ha addolcito troppo il personaggio (meno si parla di quella
pittoresca banda di motociclisti, meglio è).
Temuera Morrison,
che già in passato si è espresso con toni duri in merito, non
ha esitato a criticare il modo in cui è stato messo da parte
all’inizio della terza stagione di The
Mandalorian e ha persino affermato che Din
Djarin, protagonista di The Book of Boba Fett, ha
contribuito a “rovinare” lo spin-off.
Sebbene dura, è un’osservazione
valida per certi versi, perché un intero episodio della serie è
stato dedicato a Din e Grogu. Entrambi i
personaggi, e la loro sentita reunion, hanno ampiamente messo in
ombra Fett durante il finale, ma sono stati anche il motivo
principale per cui molti fan di Star
Wars si sono sintonizzati.
Alla Tampa Bay Comic Convention lo
scorso fine settimana, a Morrison è stato chiesto se avesse
progetti di Star Wars in programma. “No“, ha risposto
senza mezzi termini (tramite SFFGazette.com). “Dobbiamo davvero
fare tesoro di quei momenti ora. Dovete tutti inviare un fax, una
lettera o un’email ai vertici della Lucasfilm. Sono sicuro che
sarebbero felici di sentire il vostro parere. Per favore, date
un’altra possibilità a Daniel Logan e Temuera Morrison e metteteli
da qualche parte.”
Anche Logan, che ha interpretato il
piccolo Boba Fett in Star Wars: L’attacco
dei cloni, era presente e ha scherzosamente commentato:
“La cosa assurda di ‘Star Wars’ è che non sai se stai girando
qualcosa prima di una settimana, o forse due, o anche meno,
giusto?”
“Ma il fatto è che Temuera è la
persona più avida di ‘Star Wars’. Ha interpretato così tanti
personaggi, è il più famoso in ‘Star Wars’, se si guarda più in
basso – da Jango, Boba, tutti i Cloni, Rex, Cody, Fives – è il più
famoso in ‘Star Wars’.”
Logan ha aggiunto: “Ci saranno
molte opportunità. Soprattutto per lui, soprattutto con questa era
di ‘Star Wars’, come ‘Ahsoka’, e tutte queste cose ambientate dopo
‘Il ritorno dello Jedi’.”
Mentre i commenti di Morrison
sembrano chiudere la porta a un’apparizione in The Mandalorian e Grogu,
saremmo scioccati se Dave Filoni non avesse in
programma un Capitano Rex live-action nella seconda
stagione di Ahsoka o nel suo eventuale film di Star Wars.
Per quanto riguarda Fett, il suo futuro rimane incerto.
Sulla scia della sua prima
nomination agli Emmy per The White Lotus, Jason Isaacs è salito a bordo di Eleven
Days in cui recita al fianco di Taylor Kitsch e Diego
Luna. Il film è un thriller indipendente con ostaggi
diretto da Peter Landesman, regista di
Parkland e Concussion.
Il film è ambientato nel caldo
torrido di un’estate texana del 1974, e racconta la storia dello
spietato prigioniero Federico Carrasco che prende
il controllo del penitenziario di Huntsville. Il prete del carcere,
Padre Joseph O’Brien, interpretato da Isaacs, unisce le forze con
Jim Estelle (Kitsch), capo del Dipartimento di Correzione del
Texas, entrando nell’occhio del ciclone e offrendosi come ostaggio
per superare Carrasco e i suoi uomini, nel tentativo di salvare la
vita degli altri ostaggi rapiti.
La sceneggiatura è di Kevin
Sheridan con revisioni di Landesman, basata sul libro
Eleven Days In Hell: The 1974 Carrasco Prison Siege at Huntsville,
Texas di William T. Harper. Vincent Newman e Vance Howard saranno i
produttori, e la produzione si svolgerà in Texas a settembre.
Jason Isaacs ha ricevuto recensioni
entusiastiche per la sua interpretazione del torturato riciclatore
di denaro Timothy Ratliff nella terza stagione ambientata in
Thailandia della serie di successo della HBO The White
Lotus, dove ha recitato al fianco di Parker Posey,
Sarah Catherine Hook, Sam Nivola e Patrick
Schwarzenegger. È attualmente candidato a una nomination
agli Emmy come miglior attore non protagonista per il suo lavoro
nella serie e inizierà presto la produzione con Maika Monroe nel thriller horror
psicologico Victorian Psycho.
Lilo &
Stitch, il film live-action campione d’incassi,
debutterà su Disney+ in Italia il 3 settembre.
Il film
Disney Lilo & Stitch ha
ufficialmente superato il miliardo di dollari al botteghino
mondiale, diventando il primo titolo Motion Picture Association
(MPA) del 2025 a raggiungere questo traguardo. Dopo il debutto
record di 183 milioni di dollari negli Stati Uniti nel weekend del
Memorial Day, il film è diventato il titolo MPA di maggior incasso
dell’anno sia a livello mondiale che internazionale.
Questa rivisitazione in
live-action del classico d’animazione Disney infonde nuova
energia alla storia divertente e commovente di Lilo e del suo
insolito “animale domestico” adottivo Stitch. Le lussureggianti
ambientazioni tropicali offrono immagini tenere e accoglienti come
la “famiglia acquisita” che Lilo e Stitch creano insieme, oltre a
rendere omaggio in modo autentico alla cultura e alla bellezza
delle Hawai’i. Lilo & Stitch è
diretto dal candidato all’Oscar Dean Fleischer Camp ed è
interpretato da Sydney Elizebeth Agudong, Billy Magnussen, Tia
Carrere, Courtney B. Vance e Zach Galifianakis, oltre a vedere il
debutto di Maia Kealoha.
I fan possono inoltre rivedere su
Disney+ il classico animato
che ha dato inizio a tutto, insieme alla collezione completa
dell’amato franchise Lilo & Stitch. Con oltre 640
milioni di ore di streaming a livello globale, questo franchise
continua a conquistare i cuori e a deliziare i fan di tutto il
mondo. Un nuovo sequel è attualmente in fase di sviluppo.
Il film è una divertente e
commovente rivisitazione in live-action del classico d’animazione
Disney. Quando una ragazza solitaria di nome Lilo adotta Stitch, un
“cucciolo” alieno, Stitch aiuta Lilo a riparare la sua famiglia
distrutta, ma non senza provocare esilaranti disastri nelle isole
Hawai’i.
Now You See Me – I maghi del
crimine (qui
la recensione) è un thriller avvincente diventato famoso per il
suo colpo di scena scioccante nel terzo atto, ma anche per il suo
finale un po’ confuso. Interpretato da un cast eccezionale che
include Jesse Eisenberg, Isla
Fisher, Dave Franco e Woody Harrelson, il film racconta la vita di
quattro famosi maghi che si uniscono per mettere in atto una serie
di illusioni pubbliche che violano la legge in diversi modi.
Nonostante i continui sforzi della polizia per assicurare alla
giustizia il gruppo, noto come i Quattro Cavalieri, i loro trucchi
complessi e la loro acuta intelligenza consentono loro di diventare
delle pseudo-celebrità che dimostrano quanto poco si sappia del
mondo.
È questo un film iconico sulla magia
divenuto ormai iconico, che utilizza gli stessi stratagemmi e le
stesse distrazioni dei maghi nella sua narrazione per tenere il
pubblico con il fiato sospeso dall’inizio alla fine. È pieno di
piccoli dettagli e sottotrame complicate che sono intenzionalmente
facili da perdere quando si guarda il film per la prima volta, ma
che diventano molto più evidenti e importanti quando lo si rivede.
Proprio come i trucchi di magia inclusi nella storia, sono questi
piccoli frammenti di verità nascosti sotto la finzione che spiegano
il vero significato del film.
La vera identità di Dylan
Rhodes
Per la maggior parte della durata di
Now You See Me – I maghi del crimine, è l’agente
Dylan Rhodes (Mark
Ruffalo) che decide di superare in astuzia i Quattro
Cavalieri e guida le indagini contro di loro. Il loro gioco al
gatto e al topo ad alto rischio fa avanzare gran parte della
storia, ma un colpo di scena scioccante nel terzo atto rivela che
Rhodes era in realtà coinvolto nei piani fin dall’inizio. Questa
rivelazione inaspettata potrebbe sembrare ingiustificata
all’inizio, ma la scena finale del film rivela che Rhodes è in
realtà il figlio del mago caduto in disgrazia Lionel
Shrike (Elias Koteas). È stato lui a
reclutare i Cavalieri per eseguire questo piano complesso, con
l’obiettivo di vendicare la morte di suo padre.
Shrike viene menzionato alcune volte
nel corso del film e, sebbene non venga mai approfondito nei
dettagli, si forniscono spiegazioni sufficienti sulla carriera del
mago per capire perché l’agente Rhodes fosse così desideroso di
vendicarsi. Suo padre era morto all’interno di una cassaforte
difettosa durante un trucco di fuga che aveva lo scopo di salvare
la sua carriera dopo che Thaddeus Bradley
(Morgan
Freeman) aveva svelato i suoi segreti magici. L’intero
piano era stato astutamente costruito per punire coloro che erano
coinvolti nella morte del genitore, offrendo alcuni interessanti
commenti sull’avidità capitalistica e sulla mancanza di rimorso da
parte delle aziende responsabili.
La vera natura de L’Occhio
Sebbene alcuni ritengano che il
colpo di scena di Now You See Me – I maghi del
crimine abbia rovinato il film, la presenza di
L’Occhio aiuta in realtà a fare luce sulla
situazione. Nel corso della storia, coloro che indagano sui
Cavalieri iniziano a scoprire l’esistenza di una società segreta di
maghi chiamata L’Occhio, che usa i propri talenti straordinari per
combattere l’avidità e l’oppressione. I momenti finali del film
rivelano che l’agente Rhodes è in realtà un membro del gruppo, ed è
da lì che ha ottenuto le risorse e il sostegno per eseguire questo
piano magistrale. Questo ha senso perché la morale e le convinzioni
di L’Occhio sono perfettamente in linea con ciò che Rhodes sta
cercando di ottenere.
Utilizzando i Quattro Cavalieri,
Rhodes vuole abbattere le avide società che hanno tratto profitto
dalla morte di suo padre. Tra queste figurano la Elkhorn Security
per il suo caveau difettoso, la Tressler Insurance & Crédit
Républicain per i suoi risarcimenti miseri e Thaddeus Bradley per
aver infangato il nome di suo padre. I Cavalieri saranno anche dei
criminali, ma stanno servendo una causa più grande di loro,
cercando di apportare un vero cambiamento nella società piuttosto
che diventare semplicemente popolari. Fin dal loro primo
spettacolo, Rhodes e i Cavalieri mostrano la stessa ideologia del
“rubare ai ricchi per dare ai poveri” che hanno imparato da
L’Occhio.
Un momento potente verso la fine di
Now You See Me – I maghi del crimine vede Jack
Wilder (uno dei Quattro Cavalieri, interpretato da Dave
Franco) ucciso in un incidente stradale mortale. In
seguito rivela che la sua morte era solo un falso depistaggio per
tenere sulle spine le autorità, ma il metodo della sua
sopravvivenza è sepolto sotto tutti gli altri colpi di scena del
terzo atto. È Thaddeus Bradley che indovina correttamente come
Wilder ha finto la sua morte, suggerendo che i Cavalieri abbiano
usato un veicolo esca e un cadavere rubato dall’obitorio per
convincere l’FBI che Wilder fosse morto.
Jack ha finto la sua morte per poter
lavorare nell’ombra nella fase finale del piano di Rhodes. Con
l’FBI che sorvegliava solo gli altri, Jack è riuscito a entrare
nella cassaforte della Elkhorn Security e a nascondere il denaro
nell’auto di Bradley. Questo ha completato la tanto attesa vendetta
di Rhodes, portando all’arresto di Bradley per il suo presunto
coinvolgimento nel gioco. Fingendo la sua morte, Jack non ha
ingannato solo l’FBI, ma anche il pubblico. È un classico esempio
di depistaggio e uno dei migliori trucchi di magia di Now You See
Me.
Il vero significato del finale di
Now You See Me – I Maghi del Crimine
A prima vista, Now You See
Me – I maghi del crimine è un film che dimostra quanto
possa essere ingannevole la narrazione. Il depistaggio e la magia
avvengono su due livelli: innanzitutto a livello narrativo, ma
anche a livello strutturale. Il pubblico viene intenzionalmente
fuorviato per tenerlo sulle spine, il che rende questo un grande
film di magia in tutti i sensi. Sebbene la sceneggiatura sia un po’
confusa e non tutti i momenti siano credibili, è un esperimento che
dimostra come la più grande risorsa di un film sia il modo in cui
tratta il suo pubblico. Il fatto che il colpo di scena di
Now You See Me – I maghi del crimine sia così
imprevedibile è in realtà la prova che ha funzionato.
A un livello più tematico, il film
parla dello sfruttamento e dell’eccessiva avidità delle grandi
aziende capitaliste che traggono profitto dalla sfortuna altrui.
Ciascuno degli eventi dei Cavalieri smaschera una società diversa
per il suo trattamento immorale nei confronti di Lionel Shrike e
della sua famiglia in seguito alla sua morte. Tressler è un
milionario egoista che si preoccupa solo dei soldi, mentre Bradley
è un intrattenitore amareggiato che trae profitto dal rovinare la
carriera degli altri. Rhodes, i Cavalieri e The Eye insegnano a
tutti loro una lezione importante sulle persone che sono colpite
dal loro egoismo.
Scopri anche il finale di questi
film simili a Now You See Me – I Maghi del
Crimine
La star dell’universo DC, John Cena, ha finalmente parlato del suo cameo
nel film Superman.
In attesa del ritorno della sua serie TV DCU, Peacemaker,
i fan hanno potuto godere della presenza Christopher
Smith, alias Peacemaker, per uno dei
cameo più apprezzati del film. Inoltre, questa è stata anche la
prima apparizione ufficiale del personaggio nel DCU.
Anche se Peacemaker non condivide
mai lo schermo con il Superman di David Corenswet, il personaggio di Cena ha la
possibilità di parlare male dell’Uomo d’Acciaio durante la sua
apparizione al talk show The Sphere News di Cleavis
Thornwaite. Tuttavia, ciò che i fan potrebbero non sapere è come è
avvenuto questo cameo per Cena. La star, come anticipato, ha
finalmente rivelato la storia dietro le quinte.
L’account ufficiale di X della serie
Peacemaker ha condiviso un video (lo si può vedere qui) con il
cameo di Cena, oltre alla spiegazione dell’attore su come la sua
partecipazione è stata gestita. Secondo l’attore, è stata una
decisione dell’ultimo minuto quella di far apparire Peacemaker in
Superman, come ha raccontato lui stesso spiegando
come James
Gunn l’ha resa realtà:
“Sono stato chiamato all’ultimo
minuto mentre stavamo preparando la seconda stagione di Peacemaker.
Stavano girando Superman in quel momento e James Gunn mi ha chiesto
se volevo partecipare, e la mia risposta è stata: “Certo che sì!”.
Così sono andato in un talk show e ho parlato un po’ di Superman.
Beh, penso che tutto, dal marchio all’idea di un vero supereroe
virtuoso, debba iniziare da qualche parte, e credo che Superman sia
il primo tassello di questo puzzle“.
Non resta a questo punto che
rivedere l’attore nella seconda stagione di
Peacemaker, che debutterà giovedì 21 agosto su HBO
Max. I nuovi episodi si svolgeranno un mese dopo la fine del film
Superman. I personaggi Guy
Gardner, Hawkgirl, Maxwell
Lord e Rick Flag Sr. appariranno nella
stagione, rendendo così il protagonista parte a tutti gli effetti
del nuovo DC Universe.
Tutto quello che sappiamo della
stagione 2
di Peacemaker con John
Cena
“La gente sta capendo che la
seconda stagione di Peacemaker riguarda due dimensioni, e questo è
davvero il cuore della serie”, ha spiegato Gunn durante una
recente intervista con Rolling Stone. “Ma non è che una di
queste sia la vecchia DCEU e l’altra la DCU. La questione viene
affrontata in modo diverso, in modo molto diretto in una stagione
in cui quasi tutto nella prima stagione è canonico e alcune cose
non lo sono. E infatti ho registrato un podcast con gli attori
Steve Agee e Jen Holland“.
“Abbiamo parlato di ogni
episodio di Peacemaker e in quegli episodi ho spiegato cosa è
canonico e cosa non lo è. In pratica ho eliminato alcune piccole
cose della prima stagione di Peacemaker che non sono canoniche,
come Aquaman. Ma la maggior parte delle cose è canonica“.
Stando a queste parole di Gunn, sarà dunque interessante scoprire
cosa la seconda stagione aggiungerà alla storia di Peacemaker e
come lo renderà a tutti gli effetti un personaggio del DC
Universe.
“Peacemaker esplora la storia
del personaggio che John
Cena riprende all’indomani del film del 2021 del produttore
esecutivo James Gunn, Suicide Squad – un uomo irresistibilmente
vanaglorioso che crede nella pace ad ogni costo, non importa quante
persone debba uccidere per ottenerla!”, è stato poi riferito.
I dettagli precisi sulla trama della seconda stagione sono ancora
per lo più nascosti, ma sappiamo che Frank Grillo riprenderà il ruolo di Rick Flag
Sr. e cercherà di vendicarsi per l’uccisione da parte di Peacemaker
di suo figlio Rick Jr. (Joel
Kinnaman) avvenuta in The Suicide Squad.
Diretto da Michael
Apted, Via dall’incubo (il cui
titolo originale è Enough) è un film thriller
d’azione uscito nel 2002. Scritto da Nicholas
Kazan, questo è basato sul romanzo del 1998 “Black and
Blue” di Anna Quindlen. Protagonista è
Jennifer Lopez nei panni di
Slim, una donna sposata che vive una relazione
violenta con il marito Mitch. Tuttavia, quando
Slim si rende conto fino a che punto è disposto ad arrivare il
marito, decide di fuggire dalla sua morsa insieme alla figlia
piccola. Ne consegue un gioco al gatto e al topo tra marito e
moglie. Se vi state chiedendo come andrà a finire la lotta di Slim
per liberarsi dagli abusi di Mitch, ecco tutto quello che c’è da
sapere sul finale del film.
La trama di Via
dall’incubo
Via dall’incubo
segue dunque le vicende di Slim, una cameriera in una tavola calda
di Los Angeles. Un giorno, Slim viene molestata da un cliente che
cerca di sedurla. Tuttavia, Mitch Hiller, un altro
cliente della tavola calda, interviene e la salva. Da quel momento,
Slim e Mitch iniziano a frequentarsi, per poi sposarsi e avere una
figlia piccola di nome Gracie. La famiglia vive
poi felicemente insieme fino a quando Slim scopre il segreto di
Mitch, ovvero che la tradisce.
Quando lei lo affronta riguardo alla
sua infedeltà e minaccia di lasciarlo, Mitch esclama che è lui il
capofamiglia, giustificando le sue azioni. Slim è devastata dalla
reazione del marito, che diventa anche fisicamente e verbalmente
violento nei confronti della donna e si rifiuta di porre fine alla
sua relazione. Mitch minaccia anche Slim di intraprendere un’azione
legale se lei cercherà di lasciarlo. Lei cade dunque in depressione
e confida le sue difficoltà alla madre di Mitch. Tuttavia, la
signora Hiller insinua che la colpa degli abusi sia di Slim.
Dopo aver capito che non riceverà
alcun aiuto dalla signora Hiller, Slim si confida con la sua
migliore amica Ginny. Lei la incoraggia a sporgere
denuncia contro Mitch. Di conseguenza, Slim va alla polizia e
spiega di essere vittima di violenza domestica. Tuttavia, l’agente
di polizia non riesce a garantire a Slim che sarà protetta
legalmente dal marito se sporge denuncia. Slim, dunque, si
scoraggia e torna a casa, dove Mitch la maltratta nuovamente.
L’uomo rivela inoltre di essere a
conoscenza delle conversazioni di Slim con sua madre e picchia
ulteriormente la moglie per aver agito alle sue spalle. Slim
capisce che ormai non può più vivere con Mitch perché mette a
repentaglio la sicurezza di sua figlia. Quindi, con l’aiuto delle
sue amiche, pianifica di fuggire con Gracie. Tuttavia, Mitch scopre
il loro piano e intrappola Slim e Gracie in casa. Alla fine, le due
escogitano un piano e riescono a fuggire, recandosi a Seattle, dove
trovano rifugio presso un vecchio amico di Slim,
Joe.
Joe aiuta dunque Slim e la figlia a
nascondersi da Mitch. Tuttavia, l’FBI si presenta a casa di lui e
le cerca. I due agenti si rivelano degli impostori, che iniziano a
maltrattare Joe. Slim e Gracie fuggono quindi dall’appartamento di
Joe, ma non hanno un posto dove andare. Di conseguenza, Slim
rintraccia Jupiter, il padre da cui si era
allontanata, che sostiene di non essere a conoscenza della sua
esistenza. Tuttavia, quando Jupiter viene a sapere della minaccia
alla vita di Slim e Gracie, usa la sua ricchezza per aiutarle a
scomparire. Mentre Mitch cerca freneticamente Slim e Gracie, loro
iniziano una nuova vita lontano dal suo comportamento distruttivo
con nuove identità.
La spiegazione del finale: Mitch
trova Slim e Gracie?
Per gran parte del film, Slim è
dunque costretta a fuggire con sua figlia Gracie. Le situazioni in
cui Slim si trova si aggravano sempre più e diventano pericolose
man mano che Mitch la insegue. Alla fine, Slim trova un po’ di
tregua quando incontra Jupiter. Anche se Jupiter rifiuta di
riconoscere Slim come sua figlia, capisce che la sua vita è in
pericolo. Pertanto, aiuta Slim a proteggere se stessa e sua figlia.
Con l’aiuto del padre, Slim ottiene abbastanza soldi e risorse per
iniziare una nuova vita sotto l’identità di Erin Ann
Shleeter. Tuttavia, un giorno Slim incontra Joe,
permettendo a Mitch di rintracciarla.
Alla fine, Mitch e Slim si ritrovano
così faccia a faccia e la nuova identità di quest’ultima viene
smascherata. Tuttavia, Slim riesce a fuggire ancora una volta.
L’interazione di Slim con Mitch le fa capire che non può più
fuggire dal marito violento. Pertanto, decide finalmente di
prendere in mano la situazione. Sebbene Mitch riesca a rintracciare
Slim e sua figlia, lei decide di reagire. Quindi, manda Gracie in
un luogo sicuro e, con l’aiuto di Jupiter, elabora un piano per
vendicarsi del marito.
Slim capisce infatti che deve
affrontare il suo aggressore invece di nascondersi dal problema.
Inoltre, è motivata dal desiderio di proteggere sua figlia. Sa che
non può proteggere legalmente Gracie se la questione finisce in
tribunale. Alla fine, non ha altra scelta che vendicarsi di Mitch,
che continua a perseguire lei e Gracie senza pietà. D’altra parte,
l’uomo è motivato dal suo comportamento egoistico, poiché si
rifiuta di permettere a Slim di portargli via sua figlia. Ben
presto, la donna inizia ad allenarsi nelle arti marziali per
proteggere se stessa e sua figlia dal comportamento violento e dal
tormento costante di Mitch.
Slim uccide Mitch?
Slim, dunque, inizia ad allenarsi
nella forma di arte marziale conosciuta come Krav Maga, utilizzata
principalmente per l’autodifesa. Mentre si allena per aumentare la
sua abilità fisica nel combattimento, lavora anche tatticamente per
superare in astuzia Mitch. Con l’aiuto di Jupiter, assume una donna
che le assomiglia. Slim usa quindi la sua sosia per ingannare Mitch
e fargli credere di sapere dove si trova. Tuttavia, sta
segretamente complottando per eliminare il marito violento. Durante
il climax, Slim usa quindi le sue nuove abilità per introdursi
nella casa di Mitch e aspetta l’occasione giusta per
disarmarlo.
Nel frattempo, blocca anche il suo
telefono e gli lascia una lettera. Nella lettera, afferma di essere
disposta a negoziare con lui e a discutere della custodia condivisa
della loro figlia. Nel frattempo, Mitch continua la sua relazione
extraconiugale e non mostra alcun segno di rimorso per aver abusato
fisicamente e verbalmente di sua moglie. Quando torna a casa, Slim
lo affronta ma si rifiuta di attaccarlo apertamente. Tuttavia,
Mitch insulta Slim per il fatto di essere una donna e si rifiuta di
credere che lei possa batterlo in un combattimento leale.
Ha quindi luogo il tanto atteso
scontro tra Mitch e Slim. Slim picchia Mitch e lo punisce per
averla maltrattata e sottovalutata. Tuttavia, nonostante tutto il
dolore e le sofferenze che Mitch le ha causato, Slim non riesce a
ucciderlo. Di conseguenza, Slim diventa emotivamente vulnerabile e
contempla l’idea di risparmiare Mitch. In quel momento, però, Mitch
approfitta della situazione e attacca Slim. Di conseguenza, Slim è
costretta a calciare Mitch dal secondo piano, causandone la
morte.
Alla fine, Slim uccide dunque Mitch
e la sua morte viene giudicata come legittima difesa. La donna si
ricongiunge con Gracie e finalmente sono libere dal tormento
dell’uomo. Il finale dà forza a Slim, che da semplice donna
incapace di opporsi al marito diventa una donna disposta ad
affrontare il proprio trauma e a superarlo. Le azioni di Slim sono
giustificate dal fatto che i suoi innumerevoli tentativi di fuggire
da Mitch falliscono uno dopo l’altro. Pertanto, non ha altra scelta
che combattere Mitch. Alla fine, ottiene il suo lieto fine con
Gracie e il film si conclude con la madre e la figlia che guardano
con speranza al futuro.
Cosa ci lascia il film Via
dall’incubo?
Via dall’incubo non
è solo un thriller d’azione, ma una riflessione sulla resilienza e
sul potere trasformativo della consapevolezza. Il film ci lascia
con una domanda cruciale: fino a che punto può spingersi una donna
per proteggere sé stessa e sua figlia? Slim rappresenta tutte
quelle persone che, soffocate dalla violenza domestica e
dall’indifferenza istituzionale, scelgono di non essere più
vittime. Il suo percorso da preda a combattente ci ricorda che il
coraggio non è l’assenza di paura, ma la decisione di affrontarla.
Il film ci parla di autodeterminazione, giustizia personale e della
forza dell’amore materno come ultima risorsa per sopravvivere.
Doomsday – Il giorno del
giudizio, diretto da Neil Marshall e
uscito nel 2008, è un film d’azione e fantascienza che mescola i
toni cupi del post-apocalittico con il ritmo serrato del survival
thriller. Ambientato in un Regno Unito devastato da un letale virus
noto come “Reaper” (Mietitore), il film segue le vicende di
un’agente speciale, Eden Sinclair (Rhona
Mitra), inviata con una squadra oltre un muro che isola la
Scozia infetta dal resto del Paese. Lì, il gruppo si imbatte in
fazioni selvagge e scenari degni di un incubo, in una corsa contro
il tempo per trovare una possibile cura e salvare Londra da un
nuovo contagio.
Marshall, già noto per The
Descent, firma un’opera che omaggia apertamente i grandi
classici del cinema distopico e di genere. In Doomsday – Il
giorno del giudizio si ritrovano echi evidenti di 1997: Fuga da New York di John
Carpenter, Mad Max di George Miller e persino
suggestioni medievali alla Excalibur. Ma il film si
distingue anche per la sua identità visiva audace, la combinazione
anarchica di stili – dal cyberpunk al gotico – e l’uso massiccio di
effetti pratici e sequenze d’azione dal forte impatto. È un
prodotto che non teme l’eccesso, né l’assurdo, e proprio per questo
è diventato nel tempo un piccolo cult per gli amanti del
genere.
Nel prosieguo dell’articolo,
esploreremo il significato del finale del film e come esso si
ricolleghi ai temi principali: la fiducia nelle istituzioni, il
caos sociale, la sopravvivenza in condizioni estreme. Analizzeremo
inoltre come Doomsday – Il giorno del
giudizio si collochi all’interno della tradizione dei film
catastrofici e post-pandemici, anticipando elementi oggi diventati
quasi profetici. Infine, vedremo come il personaggio di Eden si
evolva nel corso del film, diventando un simbolo di resistenza e
trasformazione in un mondo sull’orlo del collasso.
Tutto ha inizio quando nel 2008, in
Scozia, si propaga un virus letale, che miete moltissime vittime
tra la popolazione: data l’assenza di vaccini e cure efficaci, il
governo inglese decide di isolare le zone colpite dal morbo,
innalzando un muro sorvegliato da forze armate lungo il Vallo di
Adriano. La drastica decisione di mettere l’intera Scozia sotto
quarantena forzata risulta efficace nel contenere la pandemia, ma
al contempo provoca lo sdegno del resto del mondo, che taglia i
contatti politici ed economici con il Regno Unito. Dopo ventisette
anni dal primo focolaio accertato di Reaper – così viene chiamato
il pericoloso virus – si verificano alcuni casi del morbo a
Londra.
Sperando di trovare finalmente una
cura, il primo ministro John Hatcher
(Alexander Siddig) chiede al capitano Bill
Nelson (Bob Hoskins) di inviare un team
di agenti in Scozia – ancora sotto quarantena – con il compito di
trovare il Dottor Marcus Kane (Malcolm
McDowell), il quale sta conducendo esperimenti su Reaper.
Nelson mette a guida della squadra il maggiore Eden
Sinclair (Rhona Mitra), coraggiosa
soldatessa di origini scozzesi. Superato il muro del Vallo di
Adriano, per il commando di agenti ha inizio la lotta per la
sopravvivenza.
La spiegazione del finale del
film
Nel terzo atto di Doomsday –
Il giorno del giudizio, la missione della squadra si
trasforma in un incubo. Dopo aver attraversato il muro ed essere
giunti a Glasgow, Eden Sinclair e i suoi compagni vengono attaccati
da un gruppo di selvaggi cannibali guidati da Sol, un leader
brutale e carismatico. La squadra subisce pesanti perdite: Talbot
viene arrostito vivo e mangiato, mentre Sinclair e Cally riescono a
fuggire, con Sinclair che uccide Viper, il braccio destro di Sol.
La situazione peggiora ulteriormente quando si scopre che Sol e
Cally sono i figli del dottor Kane, un tempo leader della
quarantena scozzese ora divenuto un tiranno medievaleggiante che ha
abbandonato la scienza per il culto della violenza e del
controllo.
Intanto a Londra, il virus Reaper
continua a diffondersi. Il Primo Ministro Hatcher viene infettato
da un attentatore e, per evitare di trasformarsi in veicolo del
contagio, si suicida. Il suo consigliere Michael Canaris approfitta
della situazione per prendere il potere, mascherando le sue
ambizioni dietro provvedimenti di sicurezza pubblica. Il conflitto
tra umanità e autoritarismo prende così corpo su due fronti: quello
politico e quello fisico, con Sinclair costretta a sopravvivere in
una Scozia dove la civiltà si è dissolta nel caos.
Dopo essere stati catturati dai
soldati di Kane, Sinclair e i suoi vengono condannati a morte. La
donna affronta Telamon, l’esecutore di Kane, in un combattimento
all’ultimo sangue, riuscendo a prevalere. In fuga, scoprono un
centro di comando sotterraneo con veicoli e risorse, ma vengono
nuovamente attaccati: Norton muore, mentre Sinclair, Cally e
Stirling riescono a scappare solo per incappare di nuovo in Sol e
nei suoi uomini. Dopo un inseguimento a tutta velocità, Sinclair
elimina Sol e i suoi seguaci. In un ultimo colpo di scena, Sinclair
registra di nascosto la confessione di Canaris, che intende
trattenere il vaccino per eliminare le classi più povere. Il video
viene poi diffuso pubblicamente, distruggendo la carriera politica
del consigliere.
Il finale, denso di tensione e
ambiguità morale, segna il trionfo personale di Sinclair ma lascia
aperti interrogativi etici importanti. La protagonista decide di
non tornare a Londra e di rimanere in Scozia, assumendo
simbolicamente il comando dei sopravvissuti con il macabro gesto di
mostrare la testa di Sol. È un momento che sancisce la sua
trasformazione: da agente del governo a nuova figura di potere,
plasmata dalla violenza, dalla perdita e dal tradimento. Il film
sottolinea anche come, in assenza di una vera giustizia, il potere
può nascere anche dalla vendetta.
Cosa ci lascia il film Doomsday – Il giorno del
giudizio
Tematicamente, Doomsday – Il
giorno del giudizio esplora quindi la fragilità delle
strutture sociali e il potenziale regressivo della civiltà quando
si confronta con crisi estreme. Sinclair non solo affronta la
disgregazione del mondo che conosceva, ma scopre che i veri nemici
non sono i virus o i barbari, ma le istituzioni corrotte e le
scelte morali dei potenti. Il finale suggerisce che la salvezza non
arriva da chi comanda, ma da chi è disposto a sacrificare tutto per
verità e giustizia, anche se ciò significa abbracciare il caos per
riprendere il controllo.
Scopri anche il finale di film
simili a Doomsday – Il giorno del
giudizio
I due film, insieme al primo
capitolo Spider-Man:
Un nuovo universo, sono gli acclamati lungometraggi
animati della Sony Pictures Animation, che raccontano le avventure
di Spider-Man nel multiverso. Il primo film è stato un successo sia
di critica che di pubblico, incassando oltre 394 milioni di dollari
in tutto il mondo e vincendo l’Oscar come miglior film
d’animazione. Anche il secondo è stato anche candidato all’Oscar e
ha avuto un successo ancora maggiore al botteghino, incassando
oltre 690 milioni di dollari in tutto il mondo. Il terzo è ora
atteso al cinema il 25 giugno 2027.
L’annuncio di un film
su Spider-Punk dimostra la volontà della
Sony Picture Animation di espandere questo franchise. Questo nuovo
progetto è infatti il secondo spin-off attualmente confermato, dopo
quello dedicato a Spider-Noir, che sta prendendo forma
come serie TV di Prime Video con Nicolas Cagenei panni di questa
tenebrosa versione di Spider-Man. Non resta a questo punto che
attendere maggiori informazioni anche su questo nuovo progetto.
Chi è Spider-Punk?
Creato dallo scrittore Dan
Slott e dall’artista Olivier Coipel,
Spider-Punk (alias Hobie Brown) è una versione di
Spider-Man che ha un atteggiamento più anarchico e anticonformista
rispetto alla versione di Peter Parker. Residente su Terra-138, il
personaggio è animato dal desiderio di contribuire ad abbattere i
sistemi corrotti. È apparso per la prima volta durante un evento
crossover di Spider-Verse, nell’ambito di The Amazing
Spider-Man #10 del 2015.
Ventidue anni dopo
l’uscita del primo Quel pazzo venerdì (2003),
Lindsay Lohan e
Jamie Lee Curtis tornano nei ruoli iconici di Anna e
Tess Coleman in Quel pazzo venerdì – sempre più
pazzo, diretto da Nisha Ganatra. In un
panorama cinematografico spesso dominato da sequel stanchi e privi
di verve, questo nuovo
capitolo dimostra che, con il giusto equilibrio tra nostalgia,
contemporaneità e attenzione all’aspetto emotivo dei personaggi,
anche una commedia familiare può sorprendere. L’alchimia tra Lohan
e Curtis è rimasta intatta, capace di trascinare lo spettatore in
un viaggio esilarante, che non ha paura di sembrare goffo, che
tocca le corde più profonde del rapporto genitori-figli e della
complessità delle famiglie moderne.
Quel pazzo venerdì
– sempre più pazzo: un caos a quattro corpi
Se il primo film giocava
sulla dinamica madre-figlia attraverso un semplice scambio di
corpi, Freakier Friday – come è stato presentato al
pubblico internazionale – alza l’asticella: non più due, ma ben
quattro personaggi si ritrovano intrappolati in corpi
altrui. Anna ora è madre di una figlia e ha una futura figliastra:
la convivenza delle due famiglie in fase di fusione si complica
ulteriormente quando un nuovo “incantesimo” scaglia madre, figlia,
figliastra e nonna in un vortice di identità confuse. Il risultato?
Un’esplosione di comicità slapstick, momenti imbarazzanti giocati
con consapevole ironia fondati sul contrasto tra età e ruoli, e di
nuovo la riflessione, presa in prestito dal film originale, sul
valore dell’empatia e della comprensione reciproca.
Le gag funzionano grazie
a un perfetto equilibrio tra comicità fisica, situazioni
paradossali e una scrittura che non dimentica mai l’emozione.
Lohan e Curtis si divertono visibilmente a calarsi
nei panni delle altre generazioni, con risultati a tratti
irresistibili: Curtis nei panni di una tredicenne è una gioia
contagiosa, e con Lohan riescono a dare profondità e credibilità
anche alle situazioni più assurde. La comicità nasce spesso dal
puro imbarazzo, ma mai a scapito dei personaggi, che mantengono la
loro dignità emotiva anche nei momenti più deliranti.
Una regia consapevole
del proprio tono
La regista Nisha
Ganatra dirige con mano sicura, scegliendo un tono scanzonato e
mai superficiale. La messa in scena è sfrutta in maniera
intelligente del montaggio nei momenti di maggiore caos e una
colonna sonora frizzante che guarda più al senso di nostalgia che
alla contemporaneità. E allo stesso modo fotografia vivace e
differenziare i punti di vista dei personaggi, mentre alcune
trovate registiche – come gli specchi e gli sguardi fuori campo –
accentuano il senso di spaesamento che accompagna lo scambio di
corpi. La regia abbraccia l’assurdità della premessa,
valorizzandola con un tono coerente e familiare.
Il cast di supporto
brilla
Oltre al duo
protagonista, il film si arricchisce di un cast corale ben gestito:
Julia Butters e Sophia Hammons nei ruoli della figlia
e della futura figliastra di Anna portano freschezza e autenticità,
mentre Manny Jacinto (già amatissimo dal pubblico di
The Good Place) si conferma una presenza
scenica irresistibile, capace di rubare la scena anche con pochi
dialoghi. Tra i ritorni graditi c’è anche Chad Michael
Murray, che offre una nostalgica continuità con il primo film,
e Mark Harmon, che appare per poche pose.
Nostalgia ben dosata e
nuovi spunti
Uno dei meriti maggiori
di Quel pazzo venerdì – sempre più pazzo è il modo in
cui riesce a omaggiare il film originale senza limitarsi a
replicarne la formula. I riferimenti al passato sono numerosi –
dagli oggetti di scena alle battute – ma mai invadenti. La storia
si evolve, portando in scena tematiche più attuali come la gestione
delle famiglie allargate, l’ansia generazionale, il bisogno di
riconoscersi e accettarsi nelle proprie imperfezioni. Senza farsi
pretenzioso e senza prendersi troppo sul serio, il film si fa
carico di un messaggio potente: per capirsi davvero, a volte
bisogna mettersi nei panni dell’altro.
Quel pazzo venerdì
– sempre più pazzo è più di un semplice sequel: è una
lettera d’amore ai fan del primo film e un’intelligente
reinvenzione del suo messaggio centrale. Il risultato è un film
capace di parlare a più generazioni contemporaneamente. Perfetto
per una serata in famiglia, ma anche per chi ha amato il film del
2003 e vuole ritrovare quell’alchimia unica tra Lohan e Curtis,
oggi ancora più matura, intensa e divertente. Una “freaky” sorpresa
di fine estate che, non sapevamo di volere — ma che ora siamo
felici di avere.
Apple
TV+ ha presentato il trailer della terza stagione di
Invasion, la serie di fantascienza ideata dal
produttore Simon Kinberg, candidato all’Oscar e
due volte nominato agli Emmy, e da David Weil. La terza stagione
farà il suo debutto il 22 agosto su Apple TV+ con il primo episodio
dei 10 totali, seguito da un nuovo episodio ogni venerdì fino al 24
ottobre.
Cosa succederà nella terza
stagione di Invasion
Invasion segue un’invasione aliena
attraverso diverse prospettive da più parti del mondo. Nella terza
stagione queste prospettive si scontrano per la prima volta, quando
i personaggi principali vengono riuniti in una pericolosa missione
per infiltrarsi nella nave madre aliena. Gli alieni più potenti
sono finalmente emersi, diffondendo rapidamente i loro tentacoli
letali in tutto il pianeta. Ci vorrà la collaborazione di tutti i
nostri eroi, che dovranno usare tutta la propria esperienza e
competenza per salvare la specie umana. Si formano nuove relazioni,
quelle vecchie vengono messe alla prova e persino distrutte, mentre
i nostri coraggiosi protagonisti dovranno diventare una squadra
unita prima che sia troppo tardi.
La terza stagione di Invasion vede il ritorno
dei membri principali del cast Golshifteh Farahani, Shioli
Kutsuna, Shamier Anderson, India Brown, Shane Zaza, Enver
Gjokaj e l’introduzione di una nuova protagonista fissa,
Erika Alexander.
“Invasion è stata creata da Kinberg e Weil, che
sono anche produttori esecutivi insieme ad Audrey Chon, David Witz,
Alik Sakharov, Dan Dietz, Katie O’Connell Marsh e Nick Nantell.
Dopo il debutto della seconda stagione, “Invasion” è stata
lodata per aver “alzato la posta in gioco” in ogni stagione,
offrendo un “mélange di intrighi, sviluppo dei personaggi e un
ritmo che brucia a fuoco lento”, oltre a una fotografia esperta che
“cattura la bellezza e l’inquietudine” di un’invasione aliena. La
prima e la seconda stagione di “Invasion” sono disponibili in
streaming su Apple TV+.
Proprio come Superman,
Batman o
Spider-Man (per rimanere in tema supereroi
dei fumetti), anche Hellboy negli ultimi
vent’anni è stato portato al cinema in ben quattro occasioni
diverse, con tre attori alternatisi nel ruolo di Red. Se prima è
toccato a Ron Perlman in Hellboy e Hellboy
– The Golden Army(ancora oggi l’interpretazione più
amata dai fan) e poi nel 2019 a David Harbour in Hellboy, è ora il
turno di Jack Kesy (noto per la
serie The
Straine il film Deadpool
2) di assumere il ruolo in Hellboy
– L’uomo deforme. Il film,
diretto da Bryan Taylor(regista
di Ghost
Rider – Spirito divendetta) arriva finalmente in
sala dopo diverse peripezie.
Dopo il fallimentare blockbuster del
2019, si è deciso di optare per un diverso approccio per il ritorno
del personaggio sul grande schermo. È così stato realizzato un
adattamento del racconto autoconclusivo L’uomo deforme,
scritto da Mike Mignola e disegnato da
Richard Corben. Una storia più piccola, con un
numero limitato di personaggi e location, il che ha permesso di
poter contare su un budget piuttosto ridotto. Ma la natura fin
troppo “contenuta” del film deve aver spaventato i suoi produttori,
con il risultato che negli Stati Uniti Hellboy – L’uomo
deforme è approdato direttamente al video-on-demand.
In Italia arriva solo ora, oscurato dal caldo e dagli altri
cinecomic e film horror attualmente in sala.
La trama di Hellboy –
L’uomo deforme
La vicenda si svolge nel 1959, nelle
zone della catena montuosa degli Appalachi. Qui
Hellboy – un agente del B.P.R.D. alle prime armi –
e la sua assistente Bobbie Jo
Song (Adeline Rudolph) si ritrovano
bloccati in un villaggio rurale particolarmente sinistro.
Apprenderanno con orrore (Bobbie Joe) e con fastidio (Hellboy) che
il luogo è infestato dalle streghe e in particolare da un demone
noto come Uomo Deforme. A guidarli nella
ricerca di quest’ultimo, con l’obiettivo di eliminarlo, è
Tom Ferrell (Jefferson
White) tornato dopo decenni in quei luoghi per porre fine
al debito contratto proprio con il temibile demone.
Jack Kesy e Adeline Rudolph in Hellboy – L’uomo
deforme
Spezzare il legame con il passato
Indubbiamente, Hellboy
– L’uomo deforme è un’operazione decisamente lontana
dalle precedenti attuate per il personaggio. Il confronto con quei
film – spettacolari e visionari blockbuster ricchi di effetti
speciali e azione di grande impatto – risulta quasi fuori luogo. Il
nuovo lungometraggio dedicato al diavolo rosso di Mignola non cerca
in nessun modo di emulare quei titoli, accostandosi piuttosto a
quel folk horror recentemente riportato in auge da film
come The
Witch,
Midsommar – Il villaggio dei dannati e Men.
Ci troviamo così davanti a lugubri foreste, un villaggio di
dannati, maledizioni e leggende raccapriccianti di ogni sorta.
È un luogo fuori dal mondo quello in
cui capitano Hellboy e la sua assistente Bobbie Jo, nel quale si
trovano a dover mettere in pausa i loro altri impegni per debellare
il male che lì si annida. Hellboy – L’uomo
deforme si configura infatti come un horror a tutti
gli effetti, discostandosi così dai precedenti lungometraggi, dove
si mescolavano azione, fantasy e umorismo. Lo scontro tra forze del
bene e del male è dunque grosso modo il principale interesse del
film, che evita inoltre di configurarsi come una origin
story, sia per rimanere fedele al fumetto di Mignola e Corben,
sia per accentuare la volontà di fare di questo un film
assolutamente a sé stante.
Hellboy – L’uomo
deforme si allontana anche in questo senso dalle ambizioni
dei suoi predecessori, scegliendo di offrire ai suoi spettatori un
racconto su scala ridotta, pensato per essere un capitolo della
vita del suo protagonista, estrapolato da un prima e un dopo (e lo
stesso film è diviso in capitoli). Non sappiamo dunque nulla di ciò
che c’è stato prima per Hellboy, sebbene alcune informazioni sulla
sua nascita e l’apocalittica profezia a cui è legato vengano
fornite. L’importante è invece il racconto, l’orrore che da esso si
genera e che il regista mira a restituire tra effetti pratici e
CGI.
Martin Bassindale in Hellboy – L’uomo deforme
Orrore e senso della vita in Hellboy – L’uomo
deforme
Di momenti horror
in Hellboy – L’uomo deforme ce ne sono
dunque diversi, tra ragni e serpenti giganti, streghe e i loro
rituali, mutilazioni e uccisioni raccapriccianti. Taylor si impegna
a gestire come meglio possibile – e come budget permette – questi
momenti, evitando di ricorrere agli jump scare più banali per
costruire invece una costante sensazione di disagio e angoscia. Una
sensazione che non sempre viene sorretta e anzi talvolta si
smarrisce, ma che si fa avvertire il giusto affinché l’attenzione
resti al film. Certo, i fan abituati dai precedenti film potrebbero
criticare la mancanza di sequenze d’azione più canonica, ma è
invece interessante vedere un personaggio come Hellboy calato in un
contesto horror come questo.
Efficaci a tal proposito
l’interpretazione di JackKesy,
che riesce a rendere credibile e affascinante questa versione di
Hellboy più cupa, riflessiva e glaciale. Accanto a lui, spicca come
ottima comprimaria Adeline Rudolph, con un
personaggio dotato di una gamma di emozioni piuttosto ampia, in
contrasto ai protagonisti più avvezzi all’orrore e dunque ormai
apatici nei suoi confronti. Hellboy – L’uomo
deforme gode dunque di elementi di interesse,
confermandosi un’operazione rischiosa, che cerca di fare virtù dei
suoi mezzi limitati e riesce, tra alti e bassi, a fornire anche
qualche affascinante riflessione sulla morte, sulla colpa e sul
prezzo che la vita chiede prima o poi di pagare.
La famigerata bambola
Annabelle e la casa della famiglia
Warren, ritratte in The
Conjuring, hanno un nuovo proprietario. Il film
horror originale, che ha dato il via a un franchise tuttora in
corso, esplora vari casi paranormali che coinvolgono Ed e
Lorraine Warren (Patrick Wilson e Vera Farmiga).
Uno spin-off di
Annabelle e altri episodi sono stati
successivamente pubblicati, raccontando per lo più storie
immaginarie, e la bambola Annabelle è da allora diventata una
popolare figura horror. Nei film di The Conjuring
viene anche evidenziato che Annabelle e molti altri oggetti
infestati sono ospitati da Ed e Lorraine.
Il comico Matt Rife
ha ora rivelato di aver acquistato la casa della famiglia Warren e
il Museo dell’Occulto. Su Instagram, Rife ha spiegato che lui ed Elton
Castee gestiranno legalmente Annabelle e tutti gli
oggetti spettrali “per almeno i prossimi 5 anni“.
Rife ha dichiarato di apprezzare
l’universo di The Conjuring e ha elogiato i Warren
prima di condividere le sue idee per la proprietà, tra cui la
possibilità di pernottare ed esplorare il museo. Il suo post presenta anche una foto di lui
e Castee con Annabelle.
L’attimo fuggente
(il cui titolo originale è Dead Poets Society) è uno dei
pochi film definiti quasi interamente dal suo finale. L’iconica
scena conclusiva non è facile da dimenticare, anche per coloro che
hanno visto il film per la prima volta. L’immagine dei ragazzi
della scuola superiore, un tempo timidi, in piedi sui loro banchi
per rendere omaggio al loro insegnante di inglese appena
licenziato, il signor John Keating (Robin
Williams), è destinata a rimanere nel cuore degli
spettatori. Senza quel momento “O, Capitano, mio
Capitano“, L’attimo fuggente sarebbe stato un
film molto diverso.
Ma non è l’unico che ha trasformato
il film nel classico che è diventato. Come in tutte le buone
storie, il finale è infatti solo un momento culminante. Per quanto
gli eventi possano apparire pedestri – almeno fino allo scioccante
suicidio dell’atto finale -, accadono davvero molte cose, anche se
solo sotto la superficie. Questo fa sì che L’attimo
fuggente sia molto di più di un film liceale per
antonomasia, e che sia anche un commento su un importante
cambiamento della società e sul ciclo di abusi perpetuato da una
cultura di mascolinità tossica.
La trama di L’attimo
fuggente
La storia si svolge a Welton, un
prestigioso collegio maschile con tradizioni rigide e personale
ancora più severo. La storia inizia quando la classe del 1959
arriva al campus per il semestre autunnale. Con il nuovo anno
accademico arriva anche un nuovo insegnante, Keating (Robin
Williams). Egli ha frequentato quella stessa scuola,
quindi conosce fin troppo bene gli strascichi del suo programma di
studi soffocante. Vuole dunque che i suoi studenti trovino la loro
voce finché sono giovani. Inizia così ad impartire loro una serie
di lezioni di vita che scuoteranno profondamente le coscienze di
alcuni e daranno vita ad eventi straordinari.
La riformatasi Setta dei Poeti
Estinti (Dead Poets Society), composta da alcuni studenti
di Keating, adotta quindi il mantra del professore, “carpe
diem“, come solo gli adolescenti sanno fare.
Charlie è probabilmente il discepolo più
appassionato di Keating, organizza elaborate campagne per portare
le studentesse a Welton e adotta persino un nuovo soprannome,
Nuwanda. Knox usa il noto potere della poesia per
conquistare una ragazza di una scuola vicina. E poi c’è
Neil, che sembra l’ultima persona ad aver bisogno
dell’aiuto di Keating, almeno in apparenza.
In fondo, però, è vero l’esatto
contrario: pur essendo uno studente di talento e un leader nato,
deve spesso mettere da parte le sue aspirazioni personali e fare
quello che gli dice il padre prepotente. In circostanze normali,
Neil si concederebbe a suo padre senza fare domande. Finché non si
diploma a Welton, poi all’università e (infine) alla facoltà di
medicina, la sua vita non è sua. Solo dopo che le lezioni di
Keating cominciano ad essere recepite, Neil capisce che può vivere
in modo diverso, senza sottomettersi al padre. Fa quindi
un’audizione per una produzione locale di “Sogno di una notte
di mezza estate” nel tentativo di riprendere il controllo
della sua vita.
L’unico problema è che lo fa
all’insaputa del padre, e la cosa gli si ritorce contro in modo
terribile quando questi scopre la verità e chiede a Neil di
abbandonare la produzione. È questo conflitto che dimostra
l’approccio semi-formale di Neil alla filosofia di Keating. Come
altri membri della Setta dei Poeti Estinti, non riesce ad assorbire
la vera essenza del “carpe diem”. Onorare la propria verità
interiore e scrollarsi di dosso lo status quo sono entrambi
fondamentali per cogliere l’attimo, ma non senza una comprensione
delle conseguenze. Keating dice alla sua classe: “C’è un tempo
per osare e c’è un tempo per la cautela. Un uomo saggio
capisce qual è il momento giusto“.
Keating cerca di incoraggiare la
temperanza e la pazienza nei suoi studenti, soprattutto quando Neil
si rivolge a lui con il suo dilemma. Per far sì che Neil trovi
davvero la libertà che sta cercando, Keating dice che deve
affrontare suo padre. Anche se il signor Perry non riesce a
immedesimarsi nel figlio, non è la fine del mondo. La sua “servitù”
non durerà per sempre e presto sarà libero di recitare in qualsiasi
opera teatrale gli piaccia. È un bel sentimento, ma un concetto
totalmente estraneo a Neil, che non riesce a vedere oltre la sua
soffocante realtà.
Si sente in trappola qualunque cosa
faccia, e questa sensazione non fa che aumentare la sua disperata
volontà di liberarsi. Questo è, ironicamente, ciò che rende il
ruolo di Todd nella storia così importante. È
l’anello di congiunzione di Neil in tutto e per tutto, poiché
entrambi i personaggi rappresentano i diversi modi in cui la
vergogna può manifestarsi all’interno di una persona. La vergogna
di Todd gli impedisce di esternare le proprie idee ed emozioni al
mondo. “Il signor Anderson pensa che tutto ciò che è dentro di
lui sia inutile e imbarazzante“, osserva astutamente Keating.
E Neil, con tutto il suo fuoco interiore, viene fatto sentire dal
padre.
Nonostante la sua sicurezza
proiettata, Neil lotta anche per dimostrare il suo valore, ma è
molto più bravo a nasconderlo. Come Keating sottolinea in seguito,
è un attore di grande talento. Ha recitato per tutta la vita,
interpretando la parte del figlio doveroso, il signor futuro
dottore dei sogni di suo padre. Ma dopo aver assaggiato la libertà,
si rende conto che non può più continuare a recitare, soprattutto
con la minaccia della scuola militare – e di altri 10 anni al
“servizio” del padre – che incombe sulla sua testa.
Dopo il suo scontro finale con il
signor Perry, Neil vede solo un modo per fuggire, per essere
finalmente libero secondo i propri termini. Il suo suicidio provoca
però comprensibilmente uno shock a Welton, e il preside
Nolan (Norman Lloyd) si affretta
a ripristinare l’ordine sulla scia della tragedia. Egli coinvolge
Keating nella morte di Neil e minaccia i restanti membri della
Setta di espulsione se non confermano la sua versione dei fatti.
Con Charlie espulso, Keating licenziato e Nolan pronto a
sostituirlo come insegnante di inglese, lo status quo è
praticamente ripristinato, ed è qui che l’attenzione si sposta
quasi interamente su Todd.
Tra tutti i membri della Setta dei
Poeti Estinti, era inizialmente lui il più restio agli insegnamenti
di Keating. Tra tutti i suoi amici, era il più propenso a tirarsi
indietro di fronte a una sfida. È solo quando gli viene presentata
la sfida più difficile di tutte, quella di onorare la verità a
prescindere dalle conseguenze, che è in grado di dimostrare una
completa comprensione del “carpe diem”. Keating vede la sua classe
per l’ultima volta quando torna a prendere le sue ultime cose e lì
Todd trova il coraggio di confessare il piano di Nolan.
Quello che succede dopo, il già
citato momento “O Capitano, mio Capitano”, è un simbolo
dell’effetto che Keating ha avuto sui suoi studenti, in particolare
su Todd. Il ragazzo non può tornare indietro su ciò che ha fatto (e
potrebbe benissimo essere espulso per ciò che fa dopo), ma i
principi che ha imparato hanno acceso un fuoco dentro di lui, e non
sarà facile spegnerlo. Come lui, anche altri ragazzi si ergono in
piedi sui propri banchi, ignorando le urla del preside Nolan e
spiccando così su quanti scelgono di rimanere seduti, a capo chino.
Questi ragazzi, toccati dalla luce di Keating, potranno aspirare ad
una vita degna di essere vissuta.
Un importante evento annuale
dedicato a Harry Potter è stato annullato. Il
primo romanzo di J.K. Rowling fu pubblicato nel
1997, ma il franchise cinematografico iniziò quattro anni dopo con
Harry Potter e la pietra filosofale del 2001. Da
allora, la saga principale di Harry Potter ha
prodotto otto film, oltre a una serie spin-off di Animali
fantastici, un’opera teatrale e altro ancora.
Ora, una serie TV di
Harry Potter è in fase di sviluppo da parte
della HBO. Sono stati annunciati diversi membri del cast
principale, tra cui Dominic McLaughlin nel ruolo
di Harry Potter, Arabella Stanton in quello di
Hermione Granger e Alastair Stout in quello di Ron
Weasley. Tra gli altri, Nick Frost, John Lithgow, Janet
McTeer, Paapa Essiedu, Johnny Flynn e Bel
Powley.
Purtroppo, ci sono state delle
novità negative nell’universo di Harry Potter: la
giornata “Ritorno a Hogwarts” (Back to Hogwarts)
alla stazione di King’s Cross è stata cancellata.
Secondo Collider, gli organizzatori
hanno confermato che l’evento non tornerà nel 2025 e non è previsto
che si ripeta negli anni successivi. Il motivo dichiarato
della cancellazione è stato il sovraffollamento e l’interruzione
del trasporto per i pendolari.
Cos’è l’evento“Ritorno a
Hogwarts”?
L’evento “Ritorno a
Hogwarts” si teneva ogni 1° settembre alle 11:00. I fan si
riunivano nella vera stazione di King’s Cross a Londra, dove erano
state girate scene tra cui l’Hogwarts Express. Per celebrare la
partenza immaginaria dal binario 9¾, la tradizione prevedeva un
annuncio e dei tabelloni delle partenze che mostravano un viaggio a
“Hogsmeade”.
Già lo scorso anno, il tradizionale
evento in presenza non si era svolto a causa delle preoccupazioni
relative alla folla. L’aggiornamento di quest’anno pone
ufficialmente fine alla celebrazione in presenza.
Warner Bros. continua a offrire ai
fan un modo per celebrare il giorno del “Ritorno a
Hogwarts“. L’azienda offre un’esperienza digitale per i fan di
Harry Potter che includerà omaggi, concorsi a tema e una proiezione
gratuita di Harry Potter e il Calice di
Fuoco. Seguirà una sessione di domande e risposte con
gli attori gemelli Weasley, James e Oliver
Phelps.
È disponibile da oggi il trailer di
Pomeriggi di Solitudine (titolo originale
Tardes de soledad), il nuovo film diretto da
Albert Serra, che uscirà nelle sale italiane
come evento speciale solo nei giorni 8, 9 e 10 settembre
2025.
Presentato in anteprima al San
Sebastián International Film Festival, Pomeriggi di
solitudine ha vinto il premio come Miglior Film. La
pellicola è inoltre stata designata Film della
Critica dal Sindacato Nazionale Critici
Cinematografici Italiani – SNCCI.Pomeriggi di
solitudine sarà distribuito in Italia da Movies
Inspired.
Cosa sappiamo di Pomeriggi di
Solitudine
Titolo originale: Tardes de soledad
Regia:
Albert Serra
Con:
Roberto Domínguez, Francisco Manuel Durán
Nazione:
Spagna, Francia, Portogallo
Durata:
105 min
Data d’uscita:
8-9-10 settembre 2025
La trama di Pomeriggi di
Solitudine
Andrés Roca Rey è una stella della
corrida in attività. Il film è un suo ritratto che ci permette di
riflettere sull’esperienza intima del torero che si assume il
rischio di affrontare il toro come un dovere personale, per
rispetto della tradizione e come una sfida estetica. Da questa
sfida scaturisce una forma di bellezza effimera attraverso il
confronto materiale e violento tra la razionalità umana e la
brutalità dell’animale selvaggio.
Indubbiamente tra i più celebri film
di formazione di sempre, L’attimo
fuggente (il titolo originale è Dead Poet
Society), racconta la storia di un gruppo di studenti
della Welton Academy, una scuola preparatoria
maschile del Vermont, nel 1959. Nel film, questi giovani sono
ispirati a far rivivere una società segreta ormai defunta dal loro
entusiasta insegnante di inglese, John Keating, interpretato dallo
straordinario Robin Williams. Keating stesso era uno dei
membri fondatori della Dead Poets Society quando era studente alla
Welton.
L’insegnante ispira però questi
ragazzi anche a pensare con la propria testa e a “succhiare il
midollo dalla vita”, trovando la loro passione per la vita, la
poesia e le arti. Sebbene questo film sia generalmente un’opera di
finzione, si ispira in realtà alla vita dello sceneggiatore
Tom Schulman, che ha poi vinto l’Oscar per la
Miglior sceneggiatura originale proprio per questa sua storia. In
questo approfondimento, però, esploriamo nel dettaglio cosa del
film è basato su elementi reali e cosa invece no.
La fittizia Welton Academy si
troverebbe nel Vermont, ed è ispirata all’esperienza dello
sceneggiatore Tom Schulman presso la Montgomery Bell
Academy a Nashville, nel Tennessee. Il film, come
anticipato, è vagamente ispirato alla vita di Schulman e i
personaggi sono basati più o meno vagamente su persone della sua
vita. In un’intervista con la University of California Television,
Schulman ha ad esempio detto che Knox Overstreet
(Josh Charles) è basato su un amico del college
che era follemente innamorato di una ragazza di nome Chris.
In un’intervista tra Schulman e il
preside della Montgomery Bell Academy, Schulman ha parlato di come
stava lavorando a una sceneggiatura ispirata al suo corso di
recitazione e scrittura a Los Angeles, spiegando come, dopo aver
cambiato l’ambientazione in una scuola maschile, la sua storia
abbia preso forma. Schulman si è reso conto che la storia non
riguardava solo un insegnante stimolante, ma anche il modo in cui
questo insegnante aveva contribuito a trasformare la vita dei suoi
studenti.
L’alma mater di Schulman, la
Montgomery Bell Academy, è stata fondata nel 1867 ed è l’unica
scuola maschile nella zona di Nashville. Anche oggi, nel XXI
secolo, possiamo vedere l’enfasi sulla storia e la tradizione della
fittizia Welton Academy riecheggiare nella missione della MBA di
formare i propri studenti come “gentiluomini, studiosi, atleti”.
Sebbene la MBA sia una scuola diurna piuttosto che un collegio,
l’ispirazione che Schulman ha tratto dalla sua alma mater è dunque
evidente.
Come ha rivelato Tom Schulman in
un’intervista alla Montgomery Bell
Academy, ha iniziato a lavorare alla sceneggiatura che è poi
diventata L’attimo fuggente mentre frequentava
l’Actors and Directors Lab di Los Angeles. Il mentore del suo
insegnante, Harold Clurman, che veniva a trovare
gli studenti per dare loro consigli prima di lanciarsi in discorsi
appassionati, ha ispirato Schulman. Schulman sentiva però che alla
sua sceneggiatura mancava qualcosa di essenziale e dunque la mise
da parte.
Nella stessa intervista, Schulman ha
spiegato come, dopo aver messo in pausa la sceneggiatura, abbia
ricordato con una sua amica Samuel F. Pickering
Jr., che insegnava inglese a Schulman al secondo anno alla
Montgomery Bell Academy. Lei disse a Schulman che Pickering era
l’insegnante stimolante di cui Schulman avrebbe dovuto scrivere, e
lui iniziò quindi a rielaborare la sceneggiatura, ambientandola in
una scuola maschile. Con questo cambiamento di ambientazione, il
progetto prese forma e emersero i personaggi che conosciamo.
Pickering ispirò lo stile di insegnamento insolito di John Keating,
mentre Harold Clurman influenzò i discorsi motivazionali di
Keating.
Pickering disse al Times Daily:
“Qualunque cosa di me ci sia in quel personaggio deve essere
minima. Io ero un ragazzo e lui era un bambino. Ventitré anni fa.
Quanto di me potrebbe esserci nel film?” Pickering ha però
riconosciuto il suo stile di insegnamento non ortodosso, ammettendo
di tenere lezioni in piedi sulla cattedra o su un cestino della
spazzatura per mantenere viva l’attenzione dei suoi studenti. Più o
meno verificato che sia, il suo contributo alla definizione del
personaggio è dunque presente e ha permesso di dar vita ad uno dei
personaggi del cinema più amati di sempre.
David Zucker,
regista del film originale
Una pallottola spuntata, vede l’accoglienza positiva
del reboot come un segnale positivo per la commedia e la parodia al
cinema, tuttavia non ha intenzione di guardare il nuovo film con
Liam
Neeson e Pamela Anderson.
Zucker ha dichiarato apertamente di
essersi sentito offeso dal fatto che lui e altri membri del team
del film originale del 1988 non siano stati coinvolti nel sequel
della Paramount Una pallottola spuntata, dato che
aveva già lavorato alla sceneggiatura di un quarto capitolo della
saga. Il nuovo film del regista Akiva Schaffer
vede Neeson nei panni del figlio di Frank Drebin,
il personaggio interpretato da Leslie Nielsen
nella serie di breve durata Police Squad e nei
primi tre film di Una pallottola spuntata, e ha
debuttato questo fine settimana al terzo posto al botteghino
nazionale con 17 milioni di dollari, un risultato notevole per una
commedia dal budget modesto.
“Sono entusiasta perché dimostra
che c’è un forte mercato per la commedia al cinema, e in
particolare per le parodie”,ha detto Zucker in esclusiva
all’Hollywood Reporter. “Alla gente piace, il che è
fantastico. Apprezzo molto il regista e non potrei augurargli di
meglio. Gli ho già mandato un messaggio dicendogli: ‘Ho sentito che
le recensioni sono ottime e sta andando bene’. È stato molto
contento di sentirmi e probabilmente ci rivedremo più avanti nel
mese, quando la situazione si sarà diradata.”
Zucker conferma di non avere ancora
intenzione di vedere il nuovo film. Il regista ha precedentemente
spiegato di aver lavorato a una sceneggiatura con Pat Proft
e Mike McManus per un quarto film di Una
Pallottola Spuntata, che ha condiviso con la Paramount e
che sarebbe stato incentrato sul figlio trentenne di Drebin.
“Non lo vedrò, ma non vedo
nessuno dei sequel realizzati da altri con il mio materiale, e va
bene così. Ho detto ad Akiva che non ho intenzione di
vederlo”, dice Zucker ridendo. “In realtà mi ha invitato a
vedere una prima versione, ma gli ho detto che non potevo fare
nulla per aiutarlo perché non era proprio quello che avrei fatto
io. Questo non vuol dire che non abbia finito per fare un buon
film. Ma non credo di poterlo aiutare in questo.”
Zucker osserva di non avere alcuna
riserva nel rifiutare un riconoscimento come produttore esecutivo
offerto dalla Paramount. “Non mi prenderò il merito di nulla su
cui non ho lavorato fin dall’inizio. Non ho bisogno di soldi”,
dice. Zucker scherza: “Dopo gli agenti e i manager,
probabilmente mi avrebbe pagato tre bollette della luce. Se sarà un
grande successo, il merito dovrebbe essere di Akiva, e se lo
merita”.
Infine, Zucker augura il meglio per
il reboot ed è grato al produttore Seth MacFarlane
per averlo contattato poco dopo che la troupe del nuovo film aveva
completato la sceneggiatura.
“Ha passato i primi 10 minuti a
dirmi quanto amava L’aereo più pazzo del mondo, Una pallottola
spuntata e Top Secret”, dice Zucker ridendo riguardo agli
elogi ricevuti per i suoi progetti precedenti. “Non posso
arrabbiarmi con nessuno che mi dice che genio sono. È stata una
bella conversazione. Sono stato contento che Seth abbia chiamato,
ma gli ho detto educatamente: ‘Buona fortuna, ma non posso mettere
il mio nome su questo’. tutto accade per una ragione.”
L’attimo fuggente
(il cui titolo originale è Dead Poets
Society) è uno dei film più celebri e amati di sempre.
Affronta le difficoltà degli studenti di una scuola maschile che
devono scontrarsi con le rigide regole imposte della società pur di
perseguire le loro passioni, e ci sono diverse citazioni che
esaltano quesi temi. Protagonista è dunque Robin Williams nei panni di un insegnante di
inglese che diffonde l’amore per la poesia alla sua classe, molti
dei quali stanno affogando sotto le aspettative dei loro genitori.
Il film è un dramma forte, scritto e diretto magistralmente, che è
valso a Williams una nomination all’Oscar come miglior attore.
Il film ha anche ottenuto una
nomination all’Oscar come miglior film e miglior regista (per
Peter Weir), ma è stata la sceneggiatura di
Tom Schulman a distinguersi, con lo sceneggiatore
che ha vinto lui stesso l’Oscar per la migliore sceneggiatura
originale. Nel film si trovano infatti diverse battute ispiratrici
che ancora oggi emozionano e fanno sognare gli spettatori. Da
battute spiritose a consigli motivazionali, il John Keating di
Williams ha una lunga lista di citazioni che si applicano a ogni
dilemma della vita. Scopriamole in questo approfondimento.
“O Capitano! Mio
Capitano!”, la Setta dei Poeti Estinti Al signor Keating
Sebbene l’intero film sia una storia
bella e profonda, il finale di L’attimo fuggente è
considerato una delle migliori e più emozionanti conclusioni della
storia del cinema. Sembra che la storia stia andando verso una fine
tragica, poiché l’insegnamento non ortodosso di Keating viene
ritenuto responsabile del suicidio di uno studente, il che porta al
suo licenziamento. Gli studenti rimasti sono costernati nel vedere
che sono costretti a seguire lezioni di poesia più rigide sotto la
supervisione del signor Nolan.
Tuttavia, quando Keating sta per
andarsene, gli studenti lo salutano in modo commovente, alzandosi
in piedi sui banchi e salutandolo con questa frase tratta dalla
poesia di Walt Whitman. È un gesto d’addio che
mostra a Keating quanto gli studenti abbiano imparato da lui, il
loro modo di protestare contro il suo licenziamento e la promessa
che continueranno a esprimersi come lui ha insegnato loro.
“Signor Anderson! Non pensi che
io non sappia che questo compito la spaventa a morte“, John
Keating a Todd Anderson
Il ruolo che ha lanciato Ethan Hawke è stato quello di Todd Anderson in
L’attimo fuggente. Todd è uno degli studenti più
timidi della scuola, inizialmente molto riservato, ma come gli
altri, gli insegnamenti del signor Keating fanno emergere qualcosa
in lui. Ciò che è ancora più speciale è il modo in cui Keating
riconosce in Todd qualcosa che il giovane sembra non riuscire a
concepire di sé stesso.
Dopo aver assegnato alla classe il
compito di scrivere una poesia originale, Keating comunica loro che
dovranno leggere la propria poesia ad alta voce in classe. Poi si
prende un momento per riconoscere quanto questa idea spaventi Todd.
Keating non è tipo da mettere in imbarazzo uno studente con
malizia, né da fare favoritismi. Nel richiamare Todd, sta
semplicemente facendo capire al giovane che non permetterà che la
paura sia una scusa nella sua classe.
“Non dimenticarlo”, John
Keating a Todd Anderson
Quando arriva dunque il momento di
leggere le poesie ad alta voce in classe, Todd è pieno di paura e
dice al signor Keating che non ne ha scritta una. Keating non ha
intenzione di lasciar passare così facilmente uno dei suoi
studenti, ma invece di dargli un voto negativo, fa alzare Todd in
piedi davanti alla classe e recitare una poesia originale sul
momento. Anche in questo caso, non si tratta di un tentativo di
umiliare il ragazzo, ma di costringerlo a uscire dalla sua zona di
comfort.
Keating fa chiudere gli occhi a Todd
e gli dice di iniziare a parlare con il cuore. Anche se nervoso,
Keating aiuta Todd a bloccare tutto il resto. Quando recita una
poesia davvero impressionante, la classe lo applaude e Todd è pieno
di orgoglio. Keating lo prende da parte e gli ricorda di conservare
questo ricordo dentro di sé, assicurandosi che la paura di
mostrarsi vulnerabile davanti agli altri non ostacoli mai la
soddisfazione di esprimersi.
“Che il potente spettacolo
continui e che tu possa contribuire con un verso. Quale sarà il tuo
verso?”, John Keating alla sua classe
Quando spiega ai suoi studenti il
vero motivo per cui la poesia e la letteratura dovrebbero essere
apprezzate, il signor Keating ne approfitta anche per ispirare i
suoi studenti a lasciare un segno nel mondo. Insiste sul fatto che
tali forme d’arte aiutano le persone a sentirsi vive e a vivere la
vita con più passione e sentimento, riuscendo così a dare un
contributo maggiore. Celebra l’idea che ci sia ancora qualcosa che
tutti loro possono dare al mondo.
Questa semplice domanda, rivolta ai
giovani: “Quale sarà il vostro verso?”, mostra quanto
Keating possa essere fonte di ispirazione per questi ragazzi. Li
costringe a riflettere su come vogliono contribuire al “gioco”
dell’umanità. In questo contesto, diventa difficile per loro
ignorare le loro vere passioni e li costringe a confrontarsi con i
loro veri sentimenti su ciò che sono chiamati a fare.
“Non importa quello che ti
dicono gli altri, le parole e le idee possono cambiare il
mondo”, John Keating alla sua classe
Ci sono molti film che parlano
dell’importanza dell’arte, ma pochi lo fanno in modo così efficace
come L’attimo fuggente. In questo caso, l’idea di
abbracciare l’arte e la poesia è ribelle, dato che la natura
soffocante del collegio è più focalizzata sull’apprendimento
“pratico” piuttosto che sulla frivolezza apparente delle storie e
delle poesie. Tuttavia, in diretta contraddizione con ciò che
pensano alcuni degli altri insegnanti, Keating insiste sul fatto
che queste cose hanno un’importanza nel mondo.
Dire ai giovani che le parole e le
idee possono cambiare il mondo è il modo in cui Keating dà loro il
permesso di abbracciare questi aspetti della loro mente e
condividerli con il mondo. Non è un caso che inizi dicendo “non
quello che vi dicono gli altri”, poiché Keating è consapevole
di come la loro società cercherà di soffocare questo tipo di
pensiero e insiste sul fatto che quelle persone dovrebbero essere
ignorate.
“Carpe Diem. Cogliete l’attimo,
ragazzi. Rendete straordinarie le vostre vite”, John Keating
alla sua classe
Uno dei motivi principali per cui
così tante citazioni da L’attimo fuggente sono
entrate a far parte della cultura popolare è che il personaggio di
Robin Williams, John Keating, è il modello
perfetto di un educatore dedicato. Ciò è evidente nel momento in
cui Keating insiste affinché i suoi studenti escano e sfruttino al
massimo la loro vita, non solo dal punto di vista accademico o
professionale.
Questa citazione da L’attimo
fuggente arriva quando John Keating mostra ai ragazzi
alcune foto di studenti del passato esposte lungo il corridoio
della scuola. Egli dice loro che non sono diversi. Hanno lo stesso
livello di testosterone e lo stesso taglio di capelli. I ragazzi in
foto, però, sono ora tutti morti. Vuole instillare in queste menti
curiose l’idea che finché sono giovani e capaci, devono vivere la
loro vita al massimo. “Carpe diem, cogli l’attimo”, dice
Keating, intendendo che vuole che i ragazzi si godano il momento
finché dura.
“Poesia, bellezza,
romanticismo, amore… Queste sono le cose per cui viviamo”,
John Keating alla sua classe
John Keating è un insegnante di
inglese alla Welton Academy in Dead Poets Society, un collegio
d’élite dove l’obiettivo dell’istruzione per la maggior parte dei
suoi studenti è quello di garantire loro il successo professionale
nella vita adulta. Questo è il motivo per cui Keating diventa così
amato dai suoi studenti, poiché il suo obiettivo non è il loro
successo, ma la loro realizzazione personale, e la citazione da
L’attimo fuggente che illustra perfettamente
questo concetto è quando egli sostiene i valori delle arti (e
alcuni degli aspetti più profondi dell’esperienza umana in
generale).
“Medicina, economia, diritto,
ingegneria… sono tutte attività nobili e necessarie per sostenere
la vita. Ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore… sono
ciò per cui viviamo”. Pur riconoscendo che le persone hanno
bisogno della scienza e della tecnologia per sopravvivere, John fa
capire ai suoi studenti che hanno anche bisogno di un canale per
esprimere se stessi. Crede nell’equilibrio tra bisogni e desideri,
tra cuore e mente. Ricorda loro che le persone scrivono poesie
perché sono membri della razza umana, non solo perché è “carino”.
Gli esseri umani sono pieni di passione e alimentati da essa, e
questo può avvenire solo risvegliando quella parte di loro.
“Mi alzo in piedi sulla
cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo guardare le cose in
modo diverso”, John Keating alla sua classe
Una parola che non può assolutamente
essere usata per descrivere i metodi di insegnamento di John
Keating in L’attimo fuggente è “ortodosso”,
come dimostra questa citazione. In una lezione, gli studenti di
John lo trovano in piedi sulla sua cattedra invece che seduto
dietro di essa. Nel tentativo di approfondire ulteriormente le sue
lezioni, John spiega che il motivo per cui è in piedi sulla
cattedra è per vedere le cose in modo diverso.
Spesso le persone guardano solo
l’immagine che hanno davanti e dimenticano che bisogna tenere conto
anche degli altri aspetti. Chiede ai suoi studenti di salire sulla
sua cattedra, in modo che possano provare cosa significa guardare
le cose da una nuova prospettiva. Questi studenti sono normalmente
confinati nelle loro routine e tradizioni, e intraprendere la
strada meno battuta a volte può fare bene alla loro anima.
“Devi sforzarti di trovare la tua
voce”, John Keating alla sua classe
“… perché più aspetti a
iniziare, meno probabilità avrai di trovarla”. Ci sono molte
citazioni ispiratrici di John Keating tratte da L’attimo
fuggente che provengono dai numerosi momenti in cui
incoraggia i suoi studenti a non sottovalutare mai il valore
dell’introspezione e dell’autonomia intellettuale. Continua a
motivare i suoi studenti a pensare liberamente e con la propria
testa, a trovare ciò che funziona meglio per loro e a scoprire come
rendersi soddisfatti della propria vita.
È un tema ricorrente in molte delle
lezioni di John nel film, ma questa citazione da L’attimo
fuggente in particolare cattura l’idea in modo più
succinto rispetto a quasi tutte le altre. John dice che non bisogna
mai rassegnarsi a vivere una vita insoddisfacente, perché porta
alla disperazione. Bisogna uscire dagli schemi per trovare nuovi
orizzonti ed esplorare nuove idee, luoghi e credenze. Mentre John
convince i suoi studenti a credere in se stessi, sa anche che c’è
sempre qualcosa là fuori che cercherà di rovinare la loro
individualità.
“Il linguaggio è stato
sviluppato per un unico scopo, e cioè… corteggiare le donne”,
John Keating alla sua classe
Sebbene L’attimo
fuggente sia uno dei pochi film di Robin
Williams celebrati per ragioni diverse dalle
impareggiabili doti comiche del defunto attore, ci sono comunque
diversi momenti in cui la star riesce a strappare una risata agli
spettatori. Non tutto ciò che John Keating diceva era profondo, e a
volte nelle sue lezioni parlava con umorismo. Una delle citazioni
chiave che lo dimostrano è quando John spiega ai suoi studenti che,
a suo avviso, le complessità del linguaggio umano sono state
perfezionate per un unico motivo: migliorare il romanticismo.
Neil Perry ha ragione: il linguaggio
è stato sviluppato per comunicare. Tuttavia, nella speranza di
raggiungere aspirazioni più elevate e conquistare nuovi territori,
il linguaggio è diventato lo strumento principale dell’uomo per
esprimere i propri desideri. L’uso del linguaggio si è evoluto nel
corso dei secoli. John chiede alla classe quali altre parole
potrebbero sostituire “stanco” e “molto triste”, e Knox Overstreet
risponde ‘cupo’. In questo senso, “corteggiare le donne”
significa semplicemente trovare affetto usando le parole.
“C’è un tempo per osare e uno
per essere cauti, e l’uomo saggio comprende a quale è
chiamato”, John Keating a Charlie Dalton
Essere espulsi per uno scherzo non è
audace, e John ha avvertito Charlie Dalton di non mettersi più nei
guai dopo che questi ha fatto uno scherzo davanti a tutta la
scuola. Pensava che il signor Keating ne sarebbe stato felice, ma
chiaramente non aveva capito il punto. Questa citazione da
L’attimo fuggente trasmette una serie di
significati che non si possono cogliere facilmente a meno che una
situazione specifica non richieda un’azione immediata. Charlie era
un idiota, pensava solo a se stesso quando ha messo la loro società
segreta sotto il pubblico scrutinio. John si rende conto che deve
insegnare la responsabilità oltre alla libertà di esprimersi.
“Ma solo nei loro sogni gli
uomini possono essere veramente liberi”, John Keating a un
altro insegnante
“È sempre stato così e sempre
così sarà”. Come si è potuto notare, la maggior parte delle
migliori citazioni di L’attimo fuggente proviene
dalle lezioni di John e dai consigli che dà ai suoi studenti.
Tuttavia, non è sempre così, poiché ci sono diverse frasi
memorabili che derivano dalle varie discussioni (e dibattiti) di
John con altri membri della facoltà della Welton Academy. Un
esempio lampante è quando John Keating spiega a uno dei suoi
colleghi quale sia, secondo lui, il vero scopo dell’istruzione,
dopo essere stato interrogato sul suo modo diverso di
insegnare.
La scuola sostiene da anni il valore
della tradizione e della disciplina. Per John, è giusto scuotere un
po’ le cose. Crede nei liberi pensatori, proprio come ha detto al
signor Nolan quando lo ha affrontato sui suoi metodi “non
ortodossi” di insegnamento agli studenti. Solo vivendo i propri
sogni un uomo può essere veramente libero. Purtroppo per John,
anche se le sue affermazioni sono vere, nei confini di questa
particolare scuola c’è poco spazio per realizzare i propri
sogni.
“Vi ho portati qui per
illustrare il concetto di conformità”, John Keating ai suoi
studenti
“… la difficoltà di mantenere le
proprie convinzioni di fronte agli altri”. John Keating
rappresenta l’antitesi di tutto ciò che la sua classe si aspetta
dalle figure autoritarie, e questo è uno dei motivi principali per
cui diventa una presenza così stimolante nelle loro vite. Tuttavia,
questo non è l’unico motivo per cui si distingue agli occhi dei
suoi studenti, poiché i suoi metodi rappresentano per loro un
cambiamento di ritmo tanto rinfrescante quanto i suoi valori. In
L’attimo fuggente, gli studenti della Welton
Academy rimangono affascinati dal modo vivace ed energico di
insegnare del signor Keating.
Li fa camminare, correre e
arrampicare per trasmettere il suo messaggio. Dice a tre ragazzi
della classe di fare una passeggiata e, centimetro dopo centimetro,
iniziano a marciare all’unisono. Questo è il punto che vuole
dimostrare, che gli esseri umani sono destinati a conformarsi agli
standard della società e a perdere le proprie convinzioni solo per
essere accettati. Ricorda loro che, per quanto strano o diverso sia
il proprio sogno, bisogna esserne orgogliosi. Questo è, ancora una
volta, il desiderio del signor Keating di vedere i ragazzi
realizzare i propri sogni.
“Ho sempre pensato che lo scopo
dell’istruzione fosse imparare a pensare con la propria
testa”, John Keating al signor Nolan
Sebbene non manchino battute
profonde e filosofiche in questo film dai molteplici livelli
tematici, il messaggio centrale di L’attimo
fuggente è racchiuso in questa singola citazione meglio di
qualsiasi altra. Riassume tutto ciò che guida John Keating come
educatore e, per estensione, la linfa vitale tematica del film
stesso. La citazione arriva quando John ha un confronto con il
signor Nolan, uno degli altri membri della facoltà della Welton
Academy.
È ciò che John Keating vuole dire ai
suoi studenti: usare l’istruzione come mezzo per conoscere meglio
se stessi e gli altri. Usarla per prendere posizione e lottare per
ciò in cui si crede, non solo per rimanere neutrali o scendere a
compromessi. Poiché il signor Nolan lo rimprovera, ponendo fine a
questo modo di insegnare, il signor Keating si trova di fronte a un
dilemma. I suoi studenti sono profondamente colpiti dalle sue
parole e iniziano a pensare fuori dagli schemi. Tuttavia, la scuola
li costringe a tacere e a conformarsi.
“Amo insegnare. Non vorrei
essere in nessun altro posto”, John Keating a Neil Perry
John Keating rappresenta l’idea di
un educatore perfetto, che non solo è motivato dal desiderio di
garantire ai suoi studenti le migliori possibilità di una vita
appagante, ma che comprende e apprezza anche la sua importanza
nella loro vita. Tuttavia, per John, questo comporta anche un
notevole sacrificio personale. Quando Neil Perry
(Robert Sean Leonard) chiede a John Keating perché
ha scelto di rimanere a scuola invece di andare a Londra per stare
con sua moglie, John risponde che ama così tanto insegnare che
preferisce stare da solo piuttosto che non vivere i suoi sogni.
La sua passione per l’istruzione ha
plasmato profondamente molte vite, specialmente quelle dei suoi
studenti. Un insegnante come il signor Keating è un buon mentore e
confidente, ed è questo che rende sia lui che L’attimo
fuggente sono così accattivanti per il pubblico. Ispira
sempre tutti quelli che incontra e irradia un’energia vibrante che
li porta a riflettere su come vivono la loro vita. Anche se la sua
permanenza in questa scuola si è conclusa in tragedia, John ha
sicuramente aiutato più di uno studente a cambiare il proprio modo
di pensare per diventare una persona migliore.
Da oggi disponibili il trailer
e il poster di Duse,
il nuovo film di Pietro
Marcello con Valeria
Bruni Tedeschi che sarà presentato in
Concorso alla 82ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e che
uscirà nelle sale il 18 settembre.
Interpreti del film, accanto alla
protagonista Valeria Bruni Tedeschi nel ruolo di Eleonora
Duse, Fanni Wrochna, Noémie
Merlant, Fausto Russo Alesi, Edoardo
Sorgente, Vincenzo Nemolato, Gaja Masciale, Vincenza
Modica, Mimmo Borrelli, Savino Paparella, Vincenzo Pirrotta,
Federico Pacifici, Marcello Mazzarella e con la
partecipazione di Noémie Lvovsky.
Duse
è una produzione PALOMAR (a MEDIAWAN company),
AVVENTUROSAcon RAI CINEMA e con
PIPERFILM in co-produzione con AD VITAM
FILMS. Una co-produzione Italia – Francia in
collaborazione con BERTA FILM in
collaborazione con NETFLIX.
Ministero della
Cultura – MIC – L’opera è stata realizzata con il
contributo del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema
e nell’audiovisivo – con il contributo di Regione
Veneto con il sostegno di Veneto Film
Commission – con il contributo di Regione
Lazio – Creative Europe.
La trama di Duse
Eleonora Duse ha una leggendaria
carriera alle spalle che sembra ormai conclusa, ma nei tempi feroci
tra la Grande Guerra e l’ascesa del fascismo, la Divina sente un
richiamo più forte di ogni rassegnazione e torna lì dove la sua
vita è iniziata: sul palcoscenico. Non è solo il desiderio di
recitare a muoverla, ma un’urgenza profonda: la necessità di
riaffermare sé stessa in un mondo che cambia inesorabilmente e che
minaccia di toglierle tutto, persino l’indipendenza che ha
conquistato con il lavoro di tutta una vita. Inaspettati rovesci
finanziari la mettono di fronte a una scelta, e così, ancora una
volta, Eleonora sceglie il teatro come unico spazio di verità e di
resistenza.
Con la sua arte come unica arma,
sfida il tempo e il disincanto, trasformando ogni parola e ogni
gesto in un atto rivoluzionario. Ma il prezzo della bellezza contro
la brutalità del potere e della Storia è alto, gli affetti sembrano
dissolversi e la sua salute si aggrava.
Eppure, Eleonora affronterà l’ultimo viaggio dimostrando che si può
rinunciare alla vita stessa, ma mai alla propria natura.
Il film è scritto da Letizia
Russo, Guido Silei e Pietro
Marcello, la fotografia è firmata
da Marco Graziaplena, il montaggio da
Fabrizio Federico e Cristiano
Travaglioli, le musiche originali da Marco
Messina, Sacha Ricci e Fabrizio
Elvetico, la scenografia è di Gaspare
De Pascali, i costumi sono di Ursula
Patzak, il casting è curato da Davide
Zurolo.
Il film uscirà nelle sale italiane
il 18 settembre distribuito da PiperFilm.
1 di 4
Valeria Bruni Tedeschi e
Noémie Merlant in Duse - foto di Erika Kuenka
Pietro Marcello su set di
Duse - foto di Erika Kuenka
Valeria Bruni Tedeschi in
Duse - foto di Erika Kuenka
Valeria Bruni Tedeschi in
Duse - foto di Erika Kuenka
Il film live-action
Oceania ha quasi incluso un deepfake di
Dwayne
Johnson realizzato tramite intelligenza
artificiale, che l’attore stesso ha approvato. Uscito nel 2016,
l’originale
animato Oceania ha riscosso un enorme
successo, soprattutto su Disney+ negli anni successivi al suo
debutto nelle sale.
Dopo l’uscita di un sequel
animato lo scorso autunno, la Disney è ora pronta a proseguire
il franchise con un imminente remake live-action di
Oceania, con Johnson che riprende il ruolo di
Maui. Catherine Laga’aia interpreterà il ruolo
principale nel film diretto da Thomas Kail.
Un nuovo articolo del Wall
Street Journal fa ora luce sulla produzione del
live-action Oceania, rivelando che la Disney aveva
in programma di collaborare con Metaphysic per
creare un deepfake del volto di Johnson. Questo
deepfake sarebbe poi stato sovrapposto a un’interpretazione di
Tanoai Reed, cugino di Johnson di struttura fisica simile.
Il deepfake sarebbe stato utilizzato
solo in un “piccolo numero” di scene e avrebbe permesso a Johnson
di non essere presente sul set tutti i giorni. Nonostante
l’approvazione dell’attore – e 18 mesi di lavoro e trattative
contrattuali tra Metaphysic e Disney – il piano è stato infine
accantonato per problemi legali.
Come mai l’idea del deepfake di
Dwayne Johnson è stato abbandonata
Non è insolito che i film presentino
controfigure digitali degli attori. Questa è una pratica comune per
gli stunt, ad esempio, in cui il volto di un attore viene imposto
digitalmente su una controfigura. L’inclusione dell’intelligenza
artificiale nel processo, tuttavia, ha complicato le cose per
Oceania.
Il rapporto del WSJ
approfondisce la decisione di abbandonare questo piano, con le
preoccupazioni del dipartimento legale della Disney come fattore
chiave. Si diceva che ci fossero apprensioni su come questo
deepfake di Johnson potesse essere utilizzato in futuro e su come
sarebbe stato protetto. Entrambe queste preoccupazioni sono emerse
anche durante le trattative per lo sciopero SAG-AFTRA del 2023.
Un’interessante aggiunta a queste
preoccupazioni, tuttavia, è la paura della Disney riguardo alla
proprietà. Chi effettivamente possiede il materiale generato
dall’intelligenza artificiale rimane legalmente una zona grigia, e
si diceva che l’azienda fosse a disagio all’idea di non poter
rivendicare la proprietà di ogni elemento del live-action di
Oceania.
Le preoccupazioni sopra descritte
non riguardano solo Oceania e la Disney, ma tutta Hollywood. La
tecnologia dell’intelligenza artificiale sta progredendo
estremamente rapidamente, ma non esiste un quadro giuridico
completo che ne disciplini l’implementazione nelle produzioni
hollywoodiane.
Disney e Universal hanno
fatto causa alla società di intelligenza artificiale
Midjourney a giugno per il suo generatore di immagini, che
avrebbe riprodotto personaggi e materiale protetti da
copyright.
Secondo il rapporto del WSJ,
l’incertezza sull’intelligenza artificiale ha anche giocato un
ruolo importante in una decisione creativa chiave per l’imminente
Tron:
Ares della Disney. Si dice che si sia parlato di
integrare l’intelligenza artificiale generativa in un personaggio
di nome Bit, che avrebbe potuto essere
un’interessante mossa di marketing. La Disney ha scartato l’idea
durante lo sciopero SAG-AFTRA per paura di reazioni negative.
I Marvel Studios pubblicheranno un
libro “Art of” per I
Fantastici Quattro: Gli Inizi questo novembre, e
diversi rivenditori hanno già aggiornato le pagine di anteprima con
illustrazioni inedite del reboot.
Le prime immagini rivelano un Galactus ancora più grande di quello che
abbiamo visto scatenarsi a New York durante l’atto finale.
Guardando attentamente l’immagine, vedrete un piccolo Mister
Fantastic sul pollice del Divoratore di Mondi; se i Marvel Studios
avessero seguito questa strada, non ci sarebbe stato modo per la
squadra di attaccarlo fisicamente.
Abbiamo anche nuove immagini di
Shalla-Bal, alias Silver Surfer, e una versione robotica del
mostro gigante dell’Uomo Talpa, Giganto. Sembra che
i Marvel Studios abbiano pensato che renderlo un robot piuttosto
che un mostro sotterraneo fosse più adatto al film.
Sebbene avessimo visto una versione classica di Giganto nella
versione finale di I
Fantastici Quattro: Gli Inizi, quella è stata l’ultima
volta che abbiamo visto le creature di Harvey Elder, nonostante il
film ci abbia portato a Subterranea. Infine, c’è una familiare
inquadratura della Prima Famiglia Marvel che entra in azione
insieme.
The Fantastic Four: First
Steps – The Art Of The Movie avrà un prezzo molto alto (è
listato a 150 dollari nella maggior parte dei negozi), ma siamo
sicuri che varrà ogni centesimo per i fan dell’ultimo blockbuster
dei Marvel Studios. L’attrazione principale del libro sarà senza
dubbio vedere quei costumi alternativi e il processo che gli
artisti dello studio hanno seguito per trovare quel Galactus fedele
ai fumetti.
Nella
nostra recensione abbiamo scritto: “I Fantastici
Quattro: Gli Inizi conferma ciò che già si pensava in
seguito alla diffusione dei materiali promozionali: è un progetto
ben pensato, ben diretto, che sa dosare l’intimità e l’azione, che
grazie ai suoi variegati protagonisti si rivolge ad un pubblico
ampio, dai più giovani fino ai padri e alle madri.”.
Hellboy – L’uomo deforme è l’ultimo tentativo di
portare sul grande schermo l’investigatore dell’occulto creato da
Mike Mignola. Si potrebbe inoltre dire che è
l’adattamento più fedele: The Crooked Man (questo il
titolo originale) è infatti basato su una miniserie di Mignola –
che ha anche collaborato alla sceneggiatura – e del compianto
Richard Corben, che segue da vicino gli eventi
dell’omonimo fumetto. Il racconto si svolge nel 1958,
Hellboy (Jack Kesy) e la
novellina Bobbie Jo Song (Adeline
Rudolph) finiscono intrappolati nelle montagne
Appalachi.
Lì incontrano il veterano di guerra
Tom Ferrell (Jefferson White),
tornato nella sua casa d’infanzia per affrontare i demoni del suo
passato. In questo caso, l’espressione è da prendere nel senso
letterale, dato che l’Uomo Deforme (Martin
Bassendale) ha stretto un patto con Tom per la sua anima.
Hellboy, Bobbie Jo e Tom si trovano dunque ben presto a combattere
contro quest’entità e altre forze soprannaturali mentre cercano di
emergere in quei luoghi. Come finirà questa battaglia: con Hellboy
vittorioso o sconfitto?
Hellboy e il suo “team” salvano la
situazione
Nei film di Hellboy di Guillermo del Toro e
Neil Marshall, Hellboy è solitamente la persona
che riesce a salvare la situazione, sia che si tratti di colpire il
male in faccia con la sua caratteristica Mano Destra del Destino o
di usare la sua fidata pistola, il Buon Samaritano, per farlo
fuori. Nel caso di Hellboy – L’Uomo deforme, anche
Tom e Bobbie Jo giocano un ruolo chiave nella sconfitta
dell’antagonista. Hellboy accompagna Tom in una villa in rovina
dove risiede l’Uomo Deforme, mentre Bobbie Joe si addentra nelle
catacombe della città con il predicatore locale
Watts (Joseph Marcell).
Jack Kesy e Adeline Rudolph in Hellboy – L’uomo
deforme
Entrambe le parti si trovano poi in
difficoltà: Hellboy è tormentato da visioni che includono sua
madre, che cerca di convincerlo a uccidersi – e che allude al ruolo
che lui avrà nel provocare l’Apocalisse – mentre Bobbie Jo e Watts
incontrano un enorme ragno che lei e Hellboy erano venuti a cercare
sulle montagne. Durante tutto il film, Bobbie Jo ha cercato di
attingere alle sue innate capacità magiche – e affrontare il ragno
le dà la spinta di cui ha bisogno. Lancia un incantesimo che
espelle la magia oscura dal ragno e diminuisce il potere dell’Uomo
Deforme.
Tom poi costringe l’Uomo Deforme a
ingoiare una “palla delle streghe”, un oggetto mistico creato dalle
streghe della sua comunità, che lo indebolisce ulteriormente. A
quel punto, Hellboy picchia selvaggiamente il demone e gli fa
saltare la testa con il Buon Samaritano. Questo fa sì che dalla
testa dell’Uomo Deforme piovano monete d’oro, che rappresentano le
anime che ha rubato nel corso degli anni. Hellboy dà a Tom una di
quelle monete, liberandolo così dalla maledizione. Lui e Bobbie Jo
vengono poi trasportati in elicottero dal BPRD, con Bobbie Jo che
trova conforto tra le braccia del suo compagno demoniaco.
Come anticipato, l’Uomo Deforme non
è l’unica forza malvagia che Hellboy e i suoi amici incontrano
sulle montagne. Tom rivela che la sua maledizione è nata quando ha
incontrato la strega Effie Kolb (Leah
McNamara), che gli ha detto che stringere un patto con
l’Uomo Deforme lo avrebbe reso uno stregone. Per mantenere la sua
parte dell’accordo, Tom ha dunque ucciso un gatto nero e lo ha
bollito fino a ridurlo in ossa, offrendone una al demone. Sebbene
alla fine abbia cambiato idea, il destino di Tom era ormai segnato:
l’osso lo ha protetto dai pericoli durante la seconda guerra
mondiale e, per quanto abbia cercato di sbarazzarsene, è sempre
tornato da lui.
Martin Bassindale in Hellboy – L’uomo deforme
Effie ha anche preso il controllo
dell’anima del padre di Tom, trasformandolo in un cavallo con una
briglia maledetta. Alla fine, Effie subisce un destino piuttosto
poetico. Dopo che Hellboy uccide l’Uomo Deforme, lui e Tom trovano
la strega che sta invecchiando rapidamente nel bosco. Tom aveva
precedentemente menzionato che, nonostante il passare degli anni,
lei sembrava non essere invecchiata, il che significa che
probabilmente aveva venduto la propria anima all’Uomo Deforme in
cambio dell’eterna giovinezza. In un momento tratto direttamente
dai fumetti, Tom si avvicina a Effie con la briglia che lei aveva
messo a suo padre, che la trasforma nel cavallo bianco che vediamo
nel finale, con le parole “Attenzione! Sono una strega!”
dipinte sul fianco.
Durante un panel dedicato a
Hellboy – L’uomo deforme al San Diego Comic-Con di
quest’anno, al regista Brian Taylor è stato
chiesto se volesse realizzare altri film su Hellboy. Taylor ha
risposto che, pur essendo aperto all’idea di esplorare altre storie
di Hellboy, L’uomo deforme è stato concepito come un film
a sé stante. “Odio quando la gente cerca di fare un film e poi
ti vende un intero franchise… se il primo è buono, ci
tornerò”, ha detto. Questo è abbastanza fedele al fumetto
L’uomo deforme e alle storie di Hellboy in generale: la
maggior parte di esse sono racconti autonomi che si possono leggere
per farsi un’idea della storia di Hellboy.
In un’epoca in cui quasi tutti i
franchise cinematografici sono in forte espansione o i film vengono
realizzati con lo scopo di lanciarne uno proprio, il fatto che
Hellboy – L’uomo deforme sia una storia singola è
sorprendentemente rinfrescante. Purtroppo, l’accoglienza riservata
al film è stata piuttosto tiepida. Il fatto che abbia poi sofferto
di una distribuzione limitata (negli Stati Uniti è uscito
direttamente in streaming e home-video), rende incerta la
possibilità di altri film dedicati al personaggio. D’altronde,
anche i precedenti lungometraggi, Hellboy del
2019 ed Hellboy
– The Golden Army non avevano goduto di risultati
economici tali da giustificare ulteriori capitoli.
L’audio della drammatica scena
tratta da
Storia di un Matrimonio di Noah Baumbach, in
cui Scarlett Johansson e
Adam Driver si urlano addosso, viene utilizzata
dall’USDA (United States Department of Agriculture) per dimostrare
che “gli umani sono cattivi”.
Per proteggere le mandrie di bovini,
il governo degli Stati Uniti voleva spaventare i lupi predatori e
dimostrare loro che “gli umani sono cattivi”, convincendo quindi
gli animali selvatici a stare alla larga dalle
mandrie. Così hanno usato l’audio più terrificante che
si possa immaginare: una coppia sposata che litiga.
Secondo il Wall Street
Journal, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti
sta utilizzando una registrazione di Scarlett Johansson e
Adam Driver che si urlano contro in Storia di
un matrimonio per spaventare i lupi nel West americano.
Nel film del 2019 di Noah Baumbach, i due
interpretano una coppia che sta attraversando un divorzio
difficile. Il film include una scena di litigio particolarmente
cruda, che è presumibilmente quella utilizzata.
A quanto pare, l’USDA sta
utilizzando droni con altoparlanti che riproducono la scena
(insieme ad altre registrazioni come “Thunderstruck” degli
AC/DC, fuochi d’artificio e spari). Un supervisore distrettuale
dell’USDA in Oregon ha spiegato: “Ho bisogno che i lupi
reagiscano e sappiano che, ehi, gli umani sono cattivi”.
L’articolo sottolineava che la
popolazione di lupi è aumentata da quando sono stati reintrodotti
nel Parco Nazionale di Yellowstone nel 1995 e che l’uso di un Johansson
e Driver ululanti (tra le altre registrazioni) sembra essere
efficace nel ridurre il numero di mucche uccise.