Arriva il 21 agosto sulle principali
piattaforme video on demand Le ragazze del Pandora’s
Box, una divertente commedia che celebra la libertà
dell’essere chi realmente si vuole grazie alla stravagante
emancipazione delle draq queen e al capovolgimento del
tradizionalista animo di una madre che, con qualche difficoltà,
dovrà fare i conti con la vita di un figlio perso troppo
presto.
Diretto da Thom Fitzgerald, regista
e drammaturgo canadese, il film è interpretato tra gli altri anche
da Jacki Weaver (Silver Linings Playbook) e Lucy Liu
(Charlie’s Angels, Chicago), due donne dal
carattere diametralmente opposto che si troveranno a vivere
un’inaspettata avventura che cambierà le loro vite.
Le ragazze del Pandora’s
Box sarà disponibile dal 21 agosto e per quattro settimane
sulle principali piattaforme VOD: SKY, TIMVISION, CHILI, GOOGLE
PLAY, YOU TUBE, RAKUTEN, HUAWEI VIDEO e INFINITY.
Sinossi di Le ragazze del Pandora’s
Box
Maybelline (Jacki Weaver),
direttrice del coro di una chiesa in Texas, eredita
inaspettatamente il Drag Queen Club appartenuto al figlio defunto.
Sorprendendo il marito e gli amici, conservatori come lei, si
trasferisce a San Francisco per salvare il locale dal fallimento.
In questo ambiente tanto burrascoso quanto vivace, trova una nuova
ragione di vita diventando ‘mamma’ per gli artisti eccentrici che
frequentano il club…sino a quando una visita improvvisa non
minaccerà di sconvolgere ancora una volta la sua
esistenza. Nel cast Adrian Grenier, Mya Taylor e Jackie
Beat.
Non odiare, debutto nel
lungometraggio di Mauro Mancini, prodotto da Mario Mazzarotto, è
l’unico film italiano in Concorso (domenica 6 settembre) alla 35.
edizione della Settimana Internazionale della Critica, sezione
autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici
Cinematografici Italiani (SNCCI) nell’ambito della 77. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
La storia di Non odiare è
ambientata in una città del nord-est, un non-luogo mitteleuropeo,
contaminato e innervato da tante etnie, pulsioni, sedimentazioni e
dalle profonde radici ebraiche.
Qui vive Simone Segre
(Alessandro Gassmann), affermato chirurgo di
origine ebraica: una vita tranquilla, un appartamento elegante e
nessun legame con il passato. Un giorno si trova a soccorrere un
uomo vittima di un pirata della strada, ma quando scopre sul suo
petto un tatuaggio nazista, lo abbandona al suo destino. Preso dai
sensi di colpa, rintraccia la famiglia dell’uomo: Marica
(Sara Serraiocco), la figlia maggiore; Marcello
(Luka Zunic), adolescente contagiato dal seme
dell’odio razziale; il “piccolo” Paolo (Lorenzo
Buonora). Verrà la notte in cui Marica busserà alla
porta di Simone, presentandogli inconsapevolmente il conto da
pagare…
“Né buoni né cattivi, ma
semplicemente esseri umani”: così immagina i personaggi il regista
Mauro Mancini. In definitiva, “Personaggi ordinari alle prese con
situazioni straordinarie”.
E proseguendo, il regista dichiara
apertamente: “Non odiare racconta quello che siamo
sotto la pelle. La pelle bianca, ‘ariana’, che vorrebbero avere
Marcello e i suoi amici neonazisti e quella bianca, ‘non ariana’,
di Simone. La pelle tatuata del padre di Marcello e quella
marchiata del padre di Simone. La pelle ‘scura’ dei migranti
pestati a sangue nei bangla-tour e quella diafana, limpida di
Marica. La pelle scura, spaccata dal sole che picchia sui barconi
delle traversate. Quella ‘sporca’ dei “disperati” ai semafori. La
pelle delle nostre città. E’ il pretesto per riconoscere l’altro
come diverso. È il pretesto per odiare l’altro come diverso.
Non odiare è la nostra pelle”.
Sulla genesi del soggetto e della
sceneggiatura, che ha scritto con Davide Lisino, il regista
afferma: “Abbiamo preso spunto da un fatto di cronaca
avvenuto a Paderborn, in Germania. Un medico ebreo si rifiutò di
operare un paziente a causa del vistoso tatuaggio nazista che aveva
sulla spalla. Il medico, dopo essersi fatto sostituire da un
collega, ha dichiarato: ‘non posso conciliare l’intervento
chirurgico con la mia coscienza’. La stessa coscienza che abbiamo
immaginato impedisca al nostro protagonista di soccorrere lo
sconosciuto dell’incidente”.
Il produttore Mario Mazzarotto, che
ha fortemente voluto questo film, aggiunge: “C’è stata una
gestazione produttiva lunga e complessa, durata 5 anni. In anni in
cui l’Italia e l’Europa sono attraversate da pericolosi e
inquietanti venti nazionalisti, di fronte alle difficoltà ho
perseverato. Il film, senza voler dare risposte, ci aiuta a
interrogarci sulle origini dell’odio razziale e le sue conseguenze.
Ed anche sulle contraddizioni dell’animo umano e la dilagante
xenofobia”.
Il film- le cui riprese sono state
effettuate a Trieste- è una coproduzione tra Italia e Polonia:
Movimento film e Agresywna banda, con Rai Cinema,
in associazione con Notorious Pictures, che distribuirà il film in
Italia dal 10 settembre 2020. E’ realizzato con il sostegno del
Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale
Cinema, Polish Film Institute e in collaborazione con Friuli
Venezia Giulia Film Commission. Le vendite internazionali sono
affidate a Intramovies.
Sarà in
concorso alle Giornate degli AutoriSpaccapietre,
il nuovo film dei fratelliGianluca
eMassimilianoDe
Serio che
sarà in sala da settembre, distribuito da La Sarraz Distribuzione.
Protagonista un inedito e straordinario Salvatore
Esposito, affiancato da Samuele Carrino, Licia Lanera,
Antonella Carone, Giuseppe Loconsole, Vito
Signorile.
Dopo un grave incidente sul lavoro Giuseppe è disoccupato. Suo
figlio Antò sogna di fare l’archeologo e fantastica sull’occhio
vitreo del padre, come se fosse il segno di un superpotere. Sono
rimasti soli da quando Angela, madre e moglie adorata, è morta per
un malore mentre era al lavoro nei campi. Senza più una casa,
costretto a chiedere lavoro e asilo in una tendopoli insieme ad
altri braccianti stagionali, Giuseppe ha ancora la forza di
stringere a sé Antò, la sera, e giocare a raccontarsi una storia.
In questa storia irromperà Rosa, una donna incontrata nei campi che
le sopraffazioni del “padrone” non hanno corrotto, e la cui umanità
sarà per entrambi rifugio, forza e ribellione.
«InSpaccapietre – spiegano i
registi – arte e biografia personale si intrecciano
inseparabilmente. La vicenda al centro del film prende spunto da un
fatto di cronaca di qualche estate fa, la morte sul lavoro della
bracciante pugliese Paola Clemente, e dall’assurda coincidenza con
la morte di nostra nonna paterna, deceduta lavorando negli stessi
campi nel 1958. E, come il padre di Giuseppe nel film, anche nostro
nonno paterno, prima di partire per Torino negli anni ‘60, faceva
lo “spaccapietre”. Il film è innanzitutto il tentativo di
riappropriarci di un’anima, quella di nostra nonna mai conosciuta,
attraverso la storia e il corpo di un’altra donna. Ma è anche un
film in cui affiorano i temi dell’amore tra padri e figli, della
morte, della violenza, della paura, della
vendetta».
Il
film è una produzioneLA SARRAZ
PICTURES con RAI CINEMA in coproduzione
con SHELLAC (Francia), TAKE FIVE (Belgio), prodotto da ALESSANDRO BORRELLI con THOMAS ORDONNEAU / GREGORY ZALCMAN / ALON KNOLL
con il contributo diMIBACT con il sostegno di EUROPA CREATIVA, APULIA FILM
COMMISSION, HOPEFULMONSTER/FONDAZIONE MERZ, CINÉAXE, RÉGION PROVENCE ALPES
CÔTE D’AZUR, CNC, TAX SHELTER (GOUVERNEMENT FÉDÉRAL DE
BELGIQUE)
Regia
/ Soggetto e Sceneggiatura: GIANLUCA
E MASSIMILIANO DE SERIO Fotografia:
ANTOINE HÉBERLÉ Montaggio: STEFANO
CRAVERO Scenografia: GIORGIO BARULLO
Suono: MAXIMILIEN GOBIET Costumi: ANGELA TOMASICCHIO Trucco: SUSAN MELANIE HOWARD Musiche
Originali: GATTO CILIEGIA CONTRO IL GRANDE FREDDO
Durata: 104’
Sulla scia del 20° anniversario
dall’uscita del primo X-Men del
2000, negli ultimi giorni si è tornato spesso a parlare della saga
dedicata ai mutanti realizzata sotto l’egida della 20th Century
Fox. Non sempre i film sono stati all’altezza delle aspettative, ed
è innegabile quante decisione sbagliate da un punto di vista
narrativo siano state prese dalla produzione e dai vari registi che
si sono susseguiti al timone dei vari film. Eppure,
nonostante gli errori commessi, è innegabile quanto la Fox sia
stata in grado di compie anche scelte felici da un punto di vista
narrativo.
ComicBookMovie ha raccolto le 10 migliori cose che lo studio ha
fatto con il franchise, in attesa di scoprire cosa i Marvel Studios hanno in serbo per
il futuro degli iconici mutanti al cinema:
La trasformazione di Hank McCoy in Bestia
Anche se la versione
definitiva di Bestia in X-Men: L’inizio non sembrava così eccezionale, la
scena in cui l’Hank McCoy di Nicholas Hoult si è trasformato nel mutante di
colore blu è stata realizzata in maniera impeccabile da Matthew
Vaughn.
È un momento cruciale per il
personaggio dei fumetti e il regista gli ha sicuramente reso
giustizia attraverso il suo live-action. Il panico di Hank mentre
inizia la trasformazione si manifesta senza alcun tipo di sforzo
grazie alla performance di Hoult, con gli effetti speciali che si
sono rivelati estremamente efficaci nel mostrare come i suoi piedi
e le sue mani vengano drasticamente alterati a causa del siero,
quasi a ricordare la trasforma di Jekyll in Hyde.
Il costume di Wolverine (in una scena tagliata)
Si tratta di una scena
eliminata e presente negli extra di
Wolverine – L’immortale: un gran peccato che non sia stata
inclusa nel montaggio finale del film o magari in
X-Men: Giorni di un futuro passato. Indipendentemente da
ciò, è stato comunque un momento davvero bello che ha lasciato i
fan particolarmente entusiasti.
I film degli
X-Men sono sempre stati carenti in merito alla fedeltà dei
costumi dei fumetti, ma è la mancanza dell’iconico costume giallo e
blu di Wolverine ad aver rappresentato la più grande delusione.
Molti hanno detto che non avrebbe funzionato in un live-action, ma
l’immagine in alto mostra in realtà quanto una maggiore aderenza ai
fumetti sarebbe risultata comunque funzionale, anche sul grande
schermo.
Iceman
X-Men:
Conflitto finale di Brett Ratner è considerato da molti un
film terribile: nonostante i suoi numerosi difetti, però, ha
diversi momenti che possono essere considerati memorabili. Tra
questi, c’è sicuramentre il personaggio di Iceman.
È stato un
personaggio principale nei primi due film, anche se i suoi poteri
non sono mai stati rappresentati come nei fumetti. In effetti, la
sua capacità di sparare ghiaccio dalla punta delle dita appariva
sempre poco interessante. Nel film di Ratner, invece, lo vediamo
completamente ghiacciato quando si scontra con Pyro nella battaglia
finale, sicuramente molto caotica ma innegabilmente piena di
azione.
Il Deadpool di Ryan Reynolds
Ryan
Reynolds è sempre stato la scelta preferita dai fan per il
ruolo di Wade Wilson/Deadpool, soprattutto dopo che il personaggio
era stato massacrato in
X-Men le origini: Wolverine.
L’attore ha interpretato il
Mercenario Chiacchierone nei due film di Deadpool
usciti rispettivamente nel 2016 e nel 2018. Entrambi i film hanno
battuto i record d’incasso, con il franchise che resta ancora oggi
una delle cose migliori che Fox abbia mai fatto sfruttando i
diritti di questi iconici personaggi. Adesso, la speranza è che
Reynolds possa riprendere il ruolo nell’Universo Cinematografico
Marvel…
Le origini di Magneto
Costruire un background
alle motivazioni di Magneto nella saga degli
X-Men è stata una mossa intelligente, così come la decisione di
mostrare che il personaggio stava forse diventando ciò che odiava
di più a mano a mano che la saga proseguiva.
Rivelare che si trattava di un
sopravvissuto ai campo di concentramento non ha necessariamente
reso il cattivo più empatico o un personaggio con il quale potersi
immedesimare, ma sicuramente lo ha reso qualcosa di più di un
semplice villain unidimensionale. È stato anche un modo potente di
aprire il primo
X-Men e ha contribuito a stabilire il tono che i film
tratti dai fumetti avrebbero certamente potuto avere. La decisione
di Matthew
Vaughn di espandere ulteriormente questa origin story
in X-Men: L’inizio è stata particolarmente
apprezzata e ha reso il personaggio di
Michael Fassbender ancora più interessante.
L’attacco di Nightcrawler alla Casa Bianca
Che bel modo di aprire un
film! Nightcrawler è uno dei personaggi preferiti dai fan e questa
sequenza gli ha sicuramente reso giustizia. Splendidamente
costruita, vide il personaggio attraverso la Casa Bianca,
abbattendo chiunque sul suo cammino senza il minimo sforzo grazie
al suo set di poteri davvero unico.
La scena d’apertura
di X-Men 2 ha contribuito molto a stabilire il tono al
sequel, rendendo chiaro fin da subito che sarebbe stato più grande
del film precedente. Per certi aspetti, questa scena è una parte
importante del motivo per cui il film di Bryan Singer è
ancora oggi considerato uno dei migliori adattamenti dei fumetti,
ed è un peccato che il ritorno dell’eroe nei prequel non sia stato
altrettanto memorabile.
Il passato incontra il futuro
Ci sono molte cose
sbagliate in
X-Men: Giorni di un futuro passato (inclusa la
comparsa delle Sentinelle). Tuttavia, vedere il cast più giovane
incrociarsi con i sé del futuro è stato decisamente fantastico, e
quella scena con
James McAvoy e Sir
Patrick Stewart è indimenticabile.
Anche il viaggio di
Hugh Jackman nel passato si è rivelato uno dei momenti salienti
del film, ed è facile capire perché così tanti fan adorano questo
capitolo del 2014, nonostante i suoi difetti. Forse, se Matthew Vaughn
fosse rimasto al comando, il risultato finale sarebbe potuto essere
molto diverso…
L’introduzione di Magneto
X-Men:
L’inizio è stato essenzialmente la storia di Magneto: alla
fine abbiamo assistito alla trasformazione nel cattivo che tutti
conosciamo grazie ai film e ai precedenti film con
Ian McKellen. La colonna sonora di Henry Jackman ha
accompagnato alla perfezione questa scena e quando
Michael Fassbender pronuncia la battuta: “Preferisco…
Magneto”, si tratta di una scena semplicemente geniale.
Con Bryan Singer
di nuovo al comando, Magneto ha perso questo costume basato sulla
versione dei fumetti di Stan Lee e Jack Kirby, e vederlo combattere
contro gli
X-Men in questo abito sarebbe stato certamente un piacere per i
fan. Indipendentemente da ciò, Fassbender si è affermato come il
miglior Magneto grazie a questo film, anche se ciò che è venuto in
seguito è stato un po’ meno memorabile.
Il casting di Hugh Jackman
Mentre quello di
Ryan Reynolds nei panni di Deadpool ha funzionato proprio come
tutti speravano, il casting di
Hugh Jackman nei panni di Wolverine è stato molto più
inaspettato, ed è giusto affermare che nessuno avrebbe mai potuto
immaginare quanto sarebbe stato fantastico l’attore australiano
nella parte.
Sebbene alcuni fan abbiamo sempre
sottolineato quanto l’attore si più alto della versione a fumetti
del personaggio, Jackman è comunque riuscito a dimostrare di essere
un Wolverine quasi perfetto. Anche se Logan
– The Wolverine non è esente da difetti, la maggior parte
concorda su quanto il film di James Mangold
rappresenti l’addio perfetto da parte dell’attore alla sua
iterazione dell’iconico mutante.
Come Charles Xavier perde l’uso delle gambe
Questo è stato forse il
momento più potente dell’intero franchise di
X-Men, ed ha anche risposto ad una domanda che molti fan si
erano posti da tempo: in che modo Charles Xavier ha perso l’uso
delle gambe? A quanto pare, è stata colpa di Magneto e sia
James McAvoy che
Michael Fassbender hanno interpretato perfettamente questa
scena, proprio mentre la loro amicizia si dissolveva davanti agli
occhi dello spettatore.
Tutto ciò ha posto entrambi i
personaggi lungo percorsi separati, con la conseguente formazione
degli X-Men e della Confraternita dei Mutanti Malvagi. Anche il
momento in cui Charles si rende conto di non sentire le sue gambe è
straziante e il regista Matthew
Vaughn ha saputo cogliere al meglio gran parte della
dinamica tra i due personaggi con questa scena.
È in arrivo nelle sale italiane,
distribuito da Vision Distribution e Cloud
9 Film, UNA SIRENA A PARIGI, diretto dal
cantante, musicista e scrittore francese Mathias
Malzieu. Il film è tratto dall’omonimo romanzo dello
stesso Malzieu pubblicato in Italia da Feltrinelli.
Con UNA SIRENA A
PARIGI, Mathias Malzieu dispiega le ali della fantasia,
ricreando atmosfere incantate e personaggi fantastici. Il film è un
omaggio all’amore travolgente e impossibile, irrinunciabile energia
vitale, fonte di creazione ma anche di distruzione.
Il film è interpretato da
Nicolas Duvauchelle,Marilyn Lima, Rossy De Palma, Tchéky Karyo e
Romane Bohringer.
SINOSSI:
Tutto accadde nell’estate del
2016; una pioggia torrenziale inonda le strade di Parigi, la Senna
esonda e la città è immersa in un’atmosfera apocalittica. I
dispersi aumentano di ora in ora mentre il fiume trascina con se
detriti e oggetti di ogni tipo. Gaspard Snow viene attratto da un
canto melodioso e seguendone il suono, scopre il corpo ferito di
una sirena adagiata sotto un ponte.
Decide di condurla a casa sua
per curarla ma nel frattempo lei svela a Gaspard il suo potere
misterioso; chiunque ascolti il suo canto cade vittima del suo
fascino e si innamora perdutamente di lei. É un incantesimo al
quale non può sottrarsi neanche Gaspard, così convinto di essere
immune all’amore.
Insieme troveranno il modo di
superare ogni oggettiva avversità dovuta alle loro diverse “nature”
e non ultimo, riusciranno a mettere in salvo il Floweberger, il
locale di arte e musica creato da Gaspard e situato a bordo di
un’imbarcazione.
Arriva il 21 agosto sulle
principali piattaforme video on demand Le ragazze del
Pandora’s Box, una divertente commedia che celebra la
libertà dell’essere chi realmente si vuole grazie alla stravagante
emancipazione delle draq queen e al capovolgimento del
tradizionalista animo di una madre che, con qualche difficoltà,
dovrà fare i conti con la vita di un figlio perso troppo
presto.
Diretto da Thom
Fitzgerald, regista e drammaturgo canadese, il film è
interpretato tra gli altri anche da Jacki Weaver
(Silver Linings Playbook) e Lucy Liu (Charlie’s Angels,
Chicago), due donne dal carattere diametralmente opposto
che si troveranno a vivere un’inaspettata avventura che cambierà le
loro vite.
Le ragazze del Pandora’s Box: dove vederlo in
streaming
Le ragazze del Pandora’s Box sarà disponibile dal 21
agosto e per quattro settimane sulle principali piattaforme VOD:
SKY, TIMVISION, CHILI, GOOGLE PLAY, YOU TUBE, RAKUTEN, HUAWEI VIDEO
e INFINITY.
Le ragazze del Pandora’s Box: la trama e il
cast
Maybelline (Jacki
Weaver), direttrice del coro di una chiesa in Texas,
eredita inaspettatamente il Drag Queen Club appartenuto al figlio
defunto. Sorprendendo il marito e gli amici, conservatori come lei,
si trasferisce a San Francisco per salvare il locale dal
fallimento. In questo ambiente tanto burrascoso quanto vivace,
trova una nuova ragione di vita diventando ‘mamma’ per gli artisti
eccentrici che frequentano il club…sino a quando una visita
improvvisa non minaccerà di sconvolgere ancora una volta la sua
esistenza. Nel cast Adrian Grenier, Mya Taylor e
Jackie Beat.
Spyglass Media Group ha collaborato
con James Wan e Michael Clear della Atomic Monster
per sviluppare un film basato sulla serie d’azione degli anni ’80
Knight Rider, da noi nota come
Supercar. TJ Fixman, un ex sceneggiatore di
videogiochi, sta adattando la sceneggiatura.
Creato da Glen A.
Larson, Supercar è andato in onda per la
prima volta sulla NBC dal 1982 al 1986 e ha dato inizio alla
carriera di David Hasselhoff. La storia della serie è quella di
un’auto ad alta tecnologia di nome KITT che assiste il
misterioso conducente Michael Knight (Hasselhoff) che combatte il
crimine.
In Italia e in tutto il mondo la
serie è assurta a piccolo cult e ha prodotto spin-off televisivi,
film, videogiochi, libri e ha dato anche il nome a una convention,
nota come la KnightCon. I dettagli della trama di questo film
sono tenuti nascosti, ma si dice che sarà una versione odierna di
quella stessa storia che manterrà il tono anti-istituzione
dell’originale.
La Atomic Monster è al lavoro su
Malignant per Starlight Media e Midas Innovation,
The Conjuring: The Devil Made Me Do It per New
Line Cinema, There’s Someone Inside Your House per
Netflix e Mortal Kombat per New
Line, oltre ad una collaborazione annunciata con Bonelli
Entertainment per una serie su Dylan Dog.
Un sequel di Dirty
Dancing è ufficialmente in sviluppo con Jennifer
Grey, protagonista del film originale del 1987 al fianco
di Patrick Swayze, coinvolta nel progetto.
Diretto da Emile Ardolino, il primo Dirty Dancing è stato
un grandissimo successo di critica e pubblico, incassando al box
office oltre 214 milioni di dollari a fronte di un budget di soli 5
milioni.
Nel corso degli anni, anche grazie
ai numerosi passaggi televisivi, il film è diventato un vero e
proprio cult. Dopo l’uscita del primo film, la Lionsgate ha cercato
più volte di cavalcare l’onda di quell’incredibile successo, prima
realizzando una sorta di rivisitazione dal titolo Dirty
Dancing: Havana Nights (uscito nel 2004) e poi un remake
destinato al piccolo schermo, trasmesso nel 2017 sulla ABC e
interpretato da Abigail Breslin nei panni della protagonista
Franes “Baby” Houseman.
Adesso, come riportato da Deadline
(via
Screen Rant), Jon Feltheimer, CEO di Lionsgate, ha
ufficialmente confermato che Dirty Dancing avrà un
sequel che sarà diretto da Jonathan Levine e Gillian Bohrer e
sceneggiato da Mikki Daughtry e Tobias Iaconis. Inoltre
Jennifer Grey, l’originale “Baby” della pellicola
del 1987, reciterà nel film e sarà coinvolta anche in qualità di
produttore esecutivo.
In una nota ufficiale, lo studio ha
dichiarato: “Sarà esattamente il tipo di film romantico e
nostalgico che i fan del franchise stavano aspettando e che lo ha
trasformato nel film di maggior successo nella storia della nostra
compagnia.”
Il grande successo di Dirty Dancing
Oltre ad essere stato un grandissimo
successo, Dirty Dancing ha ricevuto anche diversi
riconoscimenti importanti. La canzone portante della colonna
sonora, “(I’ve Had) The Time of My Life”, ad esempio, ha ricevuto
l’Oscar e il Golden Globes nel 1988 come miglior canzone originale.
Sempre ai Golden Globes del 1988, sia
Patrick Swayze che Jennifer Grey
ricevettero una nomination a testa come migliori attori, mentre il
film venne candidato come miglior film musicale o commedia.
Sono in molti a chiedersi se
Black Widow dei Marvel Studios seguirà
Mulan della Disney e verrà rilasciato direttamente
su Disney+. La realtà è che si tratta di
un caso molto più complicato, come analizzato da un nuovo report di
Screen Rant. Di tutti i prossimi film della Casa di Topolino in
uscita, Black Widow e Mulan sono stati
sicuramente quelli ad essere maggiormente colpiti dalla pandemia di
Coronavirus.
Le campagne marketing di entrambi i
film erano già entrate nel vivo quando a Marzo l’emergenza
sanitaria è peggiorata, costringendo le sale cinematografiche a
chiudere i battenti. Nel caso specifico di Mulan,
mancavano soltanto due settimane all’arrivo del film al cinema, con
diversi giornalisti che avevano già avuto modo di vedere il film
per poterlo recensire.
All’epoca, l’uscita nelle sale di
Mulan
era stata fissata per la fine di Marzo, mentre Black
Widow sarebbe dovuto arrivare al cinema all’inizio di
Maggio. In seguito all’esplosione della pandemia e alla chiusura
delle sale, Mulan è stato inizialmente posticipato a
luglio e poi ad agosto, prima che la Disney lo rimuovesse
ufficialmente dal proprio calendario. Poco dopo, lo studio ha
annunciato che il film diretto da Niki Caro sarà
disponibile engli Stati Uniti direttamente a Disney+ a partire dal prossimo 4
settembre, mentre nei mercati in cui il servizio di streaming non è
disponibile arriverà al cinema. Il film non sarà incluso
nell’abbonamento e avrà un costo extra di 29,99 dollari: una volta
acquistato, però, il film sarà disponibile fino a quando l’utente
resterà iscritto alla piattaforma.
I fattori che impediscono una
release di Black Widow direttamente in VOD
Dato il medesimo destino che ha
investito i due film, è difficile non chiedersi se anche a
Black Widow non verrà riservato lo stesso
trattamento di Mulan.
Il cinecomic Marvel è stato posticipato da Maggio a Novembre, ma
con i casi di Covid-19 ancora in aumento negli Stati Uniti, è
sempre più probabile che possa slittare nuovamente. La Disney ha
sempre cercato di minimizzare l’idea che Black Widow possa
arrivare direttamente su Disney+, ed effettivamente ci molti
fattori che potrebbero impedirne la release diretta in VOD, anche
se lo studio dovesse alla fine optare per un’inversione di
marcia.
Il fattore principale che impedisce
a Black Widow di arrivare direttamente su Disney+ è il MCU. Si tratta di un
marchio fin troppo consolidato, con un appeal internazionale: i
film dell’universo condiviso hanno incassato fino ad 1 miliardo di
dollari (e anche di più!). Anche Mulan
avrebbe potuto arrivare a guadagnare un 1 miliardo grazie alla
distribuzione in sala, ma le cose stavano già iniziano a cambiare
proprio a causa dei numerosi ritardi e del marketing sempre meno
aggressivo. È sicuramente anche il caso di Black Widow, ma
non nella stessa misura.
Inoltre, esiste già un precedente
per quanto riguarda i live action Disney che vengono rilasciati
direttamente su Disney+: basti pensare a Lilli e il
Vagabondo (che ha debuttato quando il servizio è stato lanciato
negli Stati Uniti). Inoltre, non bisogno sottovalutare un altro
fattore importante: Disney+ è a corto di nuovi contenuti
per completare la sua offerta fino alla fine del 2020, e con
l’uscita in VOD di Mulan
andrebbe a riempire un vuoto abbastanza importante. Inoltre,
trattandosi di una produzione interna, la Casa di Topolino
raccoglierà comunque tutti i frutti del sovrapprezzo, rendendo più
facile andare a coprire i costi.
Bisogna anche ricordare che Disney +
ha già diversi contenuti in cantiere legati al MCU, ossia le serie
tv The Falcon and the Winter Soldier e
WandaVision. Per questo motivo, è molto più probabile che
la Disney decida di posticipare Black Widow
addirittura al 2021, piuttosto che farlo uscire direttamente in
streaming, magari proprio a Novembre. Infine, c’è tutta una
questione legata al contraccolpo. La decisione dello studio di far
uscire Mulan
su Disney+ è già stata ampiamente
criticati dagli esercenti e dai proprietari delle sale
cinematografiche nel Regno Unito: fare la stessa cosa con Black
Widow non farebbe altro che gettare ulteriore benzina sul
fuoco.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson(The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Zendaya ha parlato del suo ruolo nell’attesissimo
Dune,
il nuovo adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Frank
Herbert ad opera di Denis Villeneuve, rivelando
che nel film la vedremo relativamente poco. Nel corso degli anni,
Zendaya ha dimostrato di essere una delle
giovani attrici più talentuose di Hollywood.
Lo conferma anche la recente
candidatura agli
Emmy ottenuta dall’attrice grazie al suo ruolo nell’acclamata
serie HBO, Euphoria.
Nel blockbuster di Villeneuve, che dovrebbe arrivare nelle sale il
prossimo Dicembre, l’ex star di Disney Channel avrà il ruolo di
Chani, uno dei nativi che si trovano sul pianeta deserto
Arrakis.
In una recente
intervista con InStyle,
Zendaya ha parlato brevemente del suo ruolo in
Dune.
Anche se non ha potuto rivelare molti dettagli sul suo personaggio,
l’attrice ha elogiato l’intera produzione del film, in particolare
la performance di Timothée
Chalamet. La cosa più interessante, però, è che
Zendaya ha ammesso che non sarà molto presente nel film, lasciando
intuire che il suo ruolo sarà effettivamente un ruolo
minore.
“Dune è
stato incredibile”, ha spiegato l’attrice. “Non sono molto
presente nel film, quindi mentre guardavo il trailer ho pensato:
‘Oh mio Dio!’. Ho chiamato Timothée Chalamet e gli ho detto: ‘Amico!
Dovresti esserne orgoglioso’. È una grande opportunità anche solo
avere una piccola parte in un film con un cast così incredibile. E
poi adoro la fantascienza. È divertente avere la possibilità di
fuggire in un altro mondo.”
Quanto spazio avrà il personaggio
di Zendaya nel nuovo adattamento di Dune?
Nel romanzo
originale, Chani instaura un profondo legame con Paul Atreides (il
personaggio che interpreterà Chalamet), cosa che spinge a chiedersi
se
Zendaya non avrà un ruolo più importante nella seconda
parte dell’adattamento firmato da Villeneuve. Non è ancora chiaro
quali parti del romanzo adatterà la prima parte di Dune in
arrivo a Dicembre: ad ogni modo, nella seconda parte (che non
sappiamo ancora quando arriverà nelle sale) potrebbe forse esserci
più spazio per il personaggio della concubina.
Doctor Strange in the Multiverse
of Madness, il sequel del cinecomic Marvel con
Benedict Cumberbatch che arriverà nelle sale nel 2022,
si preannuncia come uno dei progetti più ambiziosi dell’Universo
Cinematografico Marvel. Nel film ritroveremo molti dei personaggi
apparsi nel primo episodio: oltre a Cumberbatch nei panni dell’eroe
del titolo, infatti, ci saranno anche Benedict
Wong nei panni di Wong e Chiwetel Ejiofor in quelli del Barone
Mordo.
Tra le new entry, invece, figura
Elizabeth Olsen, che tornerà a vestire i panni
di Scarlet Witch (personaggio già noto ai fan del MCU), anche se ad
oggi ancora non sappiamo in che modo la sua strada e quella di
Stephen Strange si incroceranno. Tuttavia, negli ultimi mesi sono
circolate tantissime voci in merito al fatto che il sequel di
Doctor
Strange possa effettivamente introdurre nell’universo
condiviso tutta una caterva di nuovi personaggi.
Tra questi figura anche il
personaggio di America Chavez, alter ego
di Miss America. Come riportato da
The Direct, pare che i Marvel Studios siano ufficialmente alla
ricerca di una giovane attrice portoricana, di età compresa tra i
12 e i 15 anni, per affidarle il ruolo dell’eroina creata da Otto
Binder e Al Gabriele. Il personaggio dovrebbe ricoprire il ruolo di
spalla destra di Stephen Strange: nei fumetti, Miss America
proviene da una dimensione alternativa ed è in grado di viaggiare
attraversi i mondi.
Che ruolo avrà America Chavez in Doctor Strange 2?
È da tempo che si parla della
possibilità che, nel sequel, Doctor Strange esplorerà universi
paralleli come diretta conseguenza della perdita di controllo da
parte di Scarlet Witch/Wanda
Maximoff dei suoi poteri: è probabile, quindi, che lo Stregone
Supremo e Miss America entreranno in azione fianco a fianco,
probabilmente aiutati anche da Wong.
Annunciato ufficialmente questa
estate al Comic-Con di San Diego, Doctor
Strange 2 vedrà Benedict
Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange.
Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche
Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista
dopo WandaVision.
Secondo Collider, la
produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo
sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non
è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere
firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe
intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro
mani con il regista.
La Lionsgate ha ufficialmente
confermato John Wick 5, che sarà girato
back-to-back con John Wick
4. Nel 2014, grazie al primo film
della saga,
Keanu Reeves ha visto la sua carriera tornare
ufficialmente alla ribalta. All’epoca il film venne elogiato da
pubblico e critica non soltanto per le scene d’azione esilaranti ma
anche per la storia, semplice ma allo stesso tempo
efficace.
Il film si rivelò un grande successo
al botteghino, incassando 86 milioni di dollari a fronte di un
budget di 20 milioni. Il successo del film ha dato vita ad un
redditizio franchise: nel 2017 è uscito John Wick:
Capitolo 2, mentre lo scorso anno è arrivato nelle
sale John Wick
3: Parabellum. Ogni capitolo ha ottenuto ancora più
elogi e successo del predecessore.
Nessuna sorpresa, dunque, quando la
Lionsgate annunciò ufficialmente John Wick
4, che in origine avrebbe dovuto fare il suo debutto
il prossimo anno. Tuttavia, a causa della pandemia di Covid-19,
l’uscita nelle sale del film è stata posticipata al 2022. A quanto
pare, però, il rinvio della produzione del quarto capitolo della
saga si è rivelato vantaggioso per il team creativo di John
Wick, dal momento che un quinto capitolo è stato già messo in
cantiere.
La Lionsgate, infatti, ha annunciato
ufficialmente John Wick 5, che sarà girato in
contemporanea a John Wick
4. John Feltheimer, CEO della compagnia, ha spiegato
che lo studio punto a far partire le riprese di entrambi i film nei
primi mesi del 2021: “Siamo impegnati a preparare le
sceneggiature per le prossime due puntate del nostro franchise
d’azione John Wick, con John Wick 4 in programma nei cinema per il
weekend del Memorial Day 2022. Speriamo di girare entrambi, John
Wick 4 e 5, back-to-back quando Keanu sarà disponibile all’inizio
del prossimo anno.”
Lionsgate pronta a mettere a segno
un altro incredibile successo con John Wick 5
Il franchise di John
Wick è diventato più forte con l’uscita di ogni nuovo
film, quindi non sorprende che la Lionsgate sia interessata a
portarlo avanti il più a lungo possibile. Dal momento che
l’industria cinematografica sta cercando di riprendersi dalle
conseguenze dell’emergenza legata al Coronavirus, fare affidamento
su proprietà consolidate che rappresentano scommesse sicure al
botteghino è una strada logica da percorrere. A meno che John Wick
4 non segni un inversione di marcia nella storia del
franchise (è difficile che accada!), anche John Wick
5 ha tutte le carte in regola per diventare un altro
incredibile successo.
La 20th Century
Studios Italia ha diffuso il trailer italiano di The
New Mutants, il chiacchierato film sui nuovi mutanti
in arrivo al cinema dal 02 settembre.
In questo terrificante film ricco
d’azione basato sui fumetti Marvel, cinque giovani ragazzi
dotati di poteri speciali vengono rinchiusi in un istituto segreto
per essere sottoposti a trattamenti che, viene detto loro, li
curerà dal pericolo che rappresentano per loro stessi e per gli
altri. Sono Danielle Moonstar aka Mirage (Blu Hunt), che crea
illusioni basandosi sulle paure altrui, Rahne Sinclair (Maisie Williams), che si trasforma nel lupo
mannaro Wolfsbane, Sam Guthrie (Charlie Heaton), che, come
Cannonball, può volare alla velocità del suono protetto da un campo
di forza, Roberto da Costa aka Sunspot (Henry Zaga), che assorbe e
incanala il potere del sole, e Illyana Rasputin aka Magik (Anya Taylor-Joy). Sorella minore di Colossus,
Magik viene protetta da un’armatura a suo piacimento e può brandire
un’arma che amplifica le sue abilità psichiche e superumane.
Invitati dalla dottoressa Cecilia Reyes (Alice Braga) a condividere
le loro storie su quando si sono manifestati per la prima volta i
loro poteri, i cinque “pazienti” si rendono conto di essere in una
classe di persone chiamate mutanti, che storicamente sono sempre
stati marginalizzati e temuti. Nel raccontare le storie delle loro
origini, le loro memorie sembrano tramutarsi in terrificanti
realtà. Presto, si interrogheranno su cosa sia reale e cosa non lo
sia: diventa sempre più chiaro che l’istituto non è ciò che sembra.
Ora la domanda è: perché sono tenuti prigionieri? E chi sta
cercando di distruggerli?
The
New Mutants è un thriller con sfumature horror,
originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di
giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano
ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti
e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di
fuggire. Diretto da Josh Boone e scritto
da Boone e Knate Lee, il film vede nel
cast la presenza di Maisie
Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu
Hunt e Henry Zaga.
Il nuovo film
Disney L’Unico e Insuperabile
Ivan debutterà in Italia l’11 settembre in esclusiva
sulla piattaforma di streaming Disney+ e verrà presentato in
anteprima martedì 18 agosto al Giffoni Film Festival.
Basato sul pluripremiato libro di Katherine Applegate, edito in
Italia da Mondadori, e diretto da Thea Sharrock, il film
racconta la storia di Ivan, un gorilla molto speciale che apprende
che la vita non è definita dal luogo e dalle circostanze, ma dal
potere dell’amicizia e dal coraggio di far sì che avvenga il
cambiamento.
L’Unico e Insuperabile
Ivan, che in precedenza doveva essere distribuito al
cinema dai Walt Disney Studios, è una storia indimenticabile sulla
bellezza dell’amicizia, sul potere dell’immaginazione e sul
significato del luogo chiamato casa. Ivan è un gorilla di 180kg che
condivide la gabbia in un centro commerciale di periferia con
Stella l’elefante, Bob il cane e altri animali. Ha pochi ricordi
della giungla dove è stato catturato, ma quando arriva
un’elefantina di nome Ruby, qualcosa dentro di lui cambia
profondamente. Ruby è stata recentemente separata dalla sua
famiglia allo stato brado e questo porta Ivan a mettere in
discussione la sua vita, il luogo da dove proviene e dove alla fine
vorrebbe essere.
“Il mondo è cambiato in un
attimo. Le persone di tutto il mondo hanno condiviso esperienze
importanti che cambiano la vita in modi che non si vedevano da un
secolo”, ha dichiarato Thea Sharrock. “In risposta a
questo, sono davvero felice di poter condividere con tutto il mondo
la storia deliziosa e originale di Katherine Applegate,
L’Unico e Insuperabile Ivan, su Disney+, portando un po’ di gioia con
questo film unico sulla vera amicizia, basato su una storia
vera”.
L’Unico e Insuperabile Iva, che
arriva sullo schermo con un mix suggestivo tra live-action e CGI, è
basato sul libro di Katherine Applegate che ha vinto numerosi premi
dalla sua pubblicazione nel 2013, inclusa la Medaglia Newbery, ed è
edito in Italia da Mondadori. Il film è interpretato da Bryan
Cranston nel ruolo di Mack, il proprietario del centro commerciale,
mentre Ramon Rodriquez è George, l’impiegato del centro e Ariana
Greenblatt è sua figlia, Julia.
Nella versione italiana fanno invece parte del cast di voci gli
attori Stefano
Fresi, Paola
Minaccioni e Federico
Cesari rispettivamente nel ruolo di Bob il cane,
Henrietta la gallina e Murphy il coniglio.
L’Unico e Insuperabile
Ivan è diretto da Thea Sharrock da una sceneggiatura
di Mike White basata sul romanzo di Applegate ed è prodotto da
Allison Shearmur, Angelina Jolie e Brigham Taylor. Sue
Baden-Powell e Thea Sharrock hanno il ruolo di produttori
esecutivi.
Prosegue in questo weekend – dopo il
successo di pubblico delle prime proiezioni – la rassegna di film
classici restaurati della Biennale di
Venezia intitolata Classici fuori
Mostra, che si tiene ogni venerdì e
sabato fino al 30 agosto alla nuova
Arena Giardini della Biennale.
Venerdì 7 agosto,
alle ore 21, sarà proiettato Miracolo
a Milano (1951, 100’) di Vittorio De
Sica, con Francesco Golisano, Emma Gramatica, Paolo
Stoppa, Guglielmo Barnabò, Brunella Bovo. Restauro curato da
Cineteca di Bologna e Compass Film.
Allevato dalla buona Lolotta (Emma
Gramatica) e poi cresciuto in riformatorio, Totò (Francesco
Golisano) va a vivere con altri barboni in un campo di periferia,
dove un giorno si trova il petrolio. Il proprietario del terreno
manda la polizia per scacciare i vagabondi, ma lo spirito di
Lolotta aiuterà Totò in un modo del tutto inaspettato.
Palma d’Oro al Festival di Cannes, adattamento
del romanzo Totò il buono di Cesare Zavattini,
Miracolo a Milano è un “racconto utopico
che contrappone uno spazio di umanesimo, di calore e di fantasia
alla protervia di una modernità selvaggia” (Stefania Parigi).
All’epoca scontentò sia la destra per i suoi risvolti ribelli
(titolo provvisorio: I poveri disturbano), sia la sinistra per
l’abbandono dei moduli stilistici del neorealismo.
Sabato 8 agosto,
sempre alle ore 21, verrà presentato
Raining in the Mountain (Pioggia
opportuna sulla montagna vuota, 1979, 120’) di King
Hu, con Hsu Feng, Sun Yueh, Shih Chun; Hong
Kong/Taiwan. Restauro curato dal Taiwan Film Institute.
In un monastero dove si aspetta la
nomina del nuovo abate, due fazioni di ladri si contendono una
preziosa pergamena.
Girato in Corea, Raining
in the Mountain è uno dei capolavori più noti di
King Hu, Maestro del cinema di arti
marziali di Hong Kong, con le inconfondibili e fulminanti
coreografie e il consueto splendore formale. “Bellezza
plastica di scenari e ambienti con la cui topografia coincide la
messa in scena, costumi e arredi arcaici non di rado autentici,
usanze, riti, combattimenti come balletti acrobatici, ispirati
all’Opera di Pechino più che alle arti marziali, e tanti altri
elementi che vengono dall’immaginazione cinese tradizionale e la
ricreano, in una grande sintesi visiva e gestuale” (G.
Volpi).
Il programma dei prossimi
Classici fuori Mostra
Le proiezioni si terranno alle ore
21
14 agosto
THE GO-BETWEEN (Messaggero
d’amore) di Joseph Losey
con Julie Christie, Alan Bates, Margaret
Leighton, Michael Redgrave, Dominic Guard, Michael
Gough, Edward Fox, Richard Gibson; GB, 1971, 110’
Restauro curato da StudioCanal
“Terzo film del sodalizio tra Losey e Harold Pinter, e il
più complesso. Arriva alla semplicità attraverso l’artificio più
raffinato” (M. Morandini). “La sceneggiatura di Pinter è un
meticoloso ritratto dell’educazione all’esistenza e al dolore,
contrappuntato, in un magistrale montaggio sonoro e visivo, dai
ricordi di due vecchi. Incantevoli le scene di vita associata (la
preghiera comune prima di colazione, la partita di cricket, il
taglio della torta di compleanno) che descrivono con inedita
incisività usi e costumi di una un mondo trapassato” (G. Volpi).
Palma d‘Oro al festival di Cannes.
15 agosto
KANAL(I dannati di Varsavia)
di Andrej Wajda
con Teresa Izewska, Tadeusz Janczar, Wienczyslaw
Glinski, Tadeusz Gwiazdowski, Stanislaw Mikulski;
Polonia, 1957, 95’
Restauro curato da Malavida Films
Da uno dei registi più amati da Martin Scorsese, un film che “non è, come si
scrisse, un dramma sull’eroismo inutile della tradizione polacca.
L’originalità di Wajda consiste nel porsi nella cerniera tra storia
personale e storia nazionale dove i dati esistenziali (l’angoscia
morale, il disfacimento della morte, la paura) si fanno razionali,
costantemente visti in una dimensione politica e civile” (M.
Morandini).
21 agosto
DANS LA VILLE BLANCHE (Nella città
bianca) di Alain Tanner
con Bruno Ganz, Teresa Madruga, Julia Vonderlinn, José Carvhalo;
Svizzera/Portogallo, 1982, 107’
Restauro curato dall’Association Alain Tanner e Cinémathèque
Suisse
“All’inizio del film, Ganz fa notare alla cameriera che
l’orologio del bar non segna l’ora giusta. Lei risponde:
“L’orologio è giusto. È il mondo che è sbagliato”. Ed è con questa
sensazione che il mondo sia fuori posto che il protagonista vive la
sua solitudine urbana, usando la sua macchina da presaper
registrare frammenti di realtà che spedisce alla moglie,
gironzolando a caso come se si aspettasse di essere catturato dalla
realtà, di essere assorbito in essa” (Frédéric Bas). “Blues sul
mare e su Lisbona, un film sul tempo e sullo spazio (dunque, sul
cinema) in cadenze di sogno a occhi aperti” (M. Morandini)
22 agosto
DETOUR (Deviazione per
l’inferno) di Edgar G. Ulmer
con Tom Neal, Ann Savage, Claudia Drake, Edmund MacDonald; USA,
1945, 67’
Restauro curato da Academy Film Archive e Film Foundation, in collaborazione con Cinémathèque
Royale de Belgique, Museum of Modern Art e Cinémathèque Française,
con finanziamenti per il restauro forniti da George Lucas Family
Foundation
“Realizzato in 6 giorni, con tutte le scene in strada girate
in trasparente, da un regista viennese, maestro indiscusso del B
movie hollywoodiano a basso costo, divenne il film di culto più
famoso della categoria del cinema povero” (M. Morandini). “Uno di
quei piccoli capolavori che venivano dalla più libera produzione di
serie B, in cui l’assenza di mezzi si fa stile, ricerca di un clima
e di un taglio originale. Nel film di Ulmer, la ricerca
dell’insolito sfocia nell’incubo e nell’onirico, se non
nell’assurdo alle soglie di Kafka” (G. Volpi)
29 agosto
L’APE REGINA – UNA STORIA MODERNA di
Marco Ferreri
con Ugo Tognazzi, Marina Vlady, Walter Giller, Linda Sini,
Riccardo Fellini; Italia/Francia, 1963, 93’
Restauro curato da Cineteca di Bologna
“Denunciato e sequestrato dalla censura che impose tagli,
modifiche ai dialoghi e l’uscita con un titolo diverso, è un
grottesco paradossale sulla famiglia, il matrimonio e l’ideologia
clerical-borghese che impregnano l’Italia. Divertente e quietamente
feroce” (M. Morandini). “Umorismo nerissimo e un agghiacciante
senso di morte – dell’anima, del corpo e dei sensi: uno dei film
più riusciti di Ferreri” (P. Mereghetti).
30 agosto
TONI di Jean
Renoir
con Charles Blavette, Jenny Hélia, Célia Montalvan, Edouard
Delmont; Francia, 1935, 84’
Restauro curato da Gaumont
“Un mondo di patriarchi e di capimastri, un mondo in cui
l’arcaico – il soldo, la roba, la terra – s’intreccia con le forme
di sfruttamento attuali. E il sesso è ossessione, passione, eros a
fior di pelle, in un incrociarsi di destini che spingeranno Toni a
pagare per un delitto che non ha commesso. Quello di Renoir è uno
stupendo mélo proletario, possente e vero” (G. Volpi). Uno dei più
possenti film di Renoir degli anni Trenta.
Lo scorso 4 agosto è stato
pubblicato Midnight Sun, l’atteso e tanto chiacchierato
quinto libro della saga di Twilight, che non porta avanti la storia di
Bella e Edward, ma che la racconta dal punto di vista
dell’affascinante vampiro.
Adesso, in occasione della
promozione del libro, durante un’intervista con Bustle, è stata
l’autrice della saga letteraria Stephenie Meyer a
svelare quale aspetto della storia raccontata nel primo romanzo le
sarebbe piaciuto cambiare: “Quando stavo scrivendo Twilight, le
cose andavano bene. Ma poi ho capito che Edward avrebbe
assolutamente detto a Bella che l’amava prima di quanto sia
effettivamente accaduto. Ci sono stati alcuni punti in cui ho
pensato: ‘Sì, l’avrebbe detto proprio in questo momento’. Adesso
non posso cambiare questa cosa… e devo ammettere che è molto
frustrante.”
Nel romanzo, Edward dice a Bella che
la ama soltanto nella seconda parte, poco prima che i due
partecipino alla partita di baseball della famiglia Cullen. Al
momento non sappiamo se Midnight Sun verrà adattato per il grande
schermo e se
Robert Pattinsone Kristen Stewart, che dalla fine del franchise
cinematografico hanno strutturato le loro carriere quasi
completamente lontano dai blockbuster, sarebbero disposti a
tornare.
Sebbene non abbia gli stessi
superpoteri e le stesse capacità dei suoi compagni Vendicatori,
Natasha Romanoff, alias Black
Widow, è comunque riuscita a diventare uno degli Avengers
più riconosciuti e popolari del MCU. Dopo il debutto in
Iron Man 2, Vedova Nera è stata una parte
importante della storia del franchise sin dall’inizio e la Fase 4
prenderà il via proprio con l’attesissimo standalone dedicato al
personaggio. Anche senza un film in solitaria, Vedova Nera è stato
un personaggio affascinante che è riuscito ad essere tanto intenso
e divertente, quanto intimidatorio e straziante. Natasha ne ha
passate davvero tante prima della sua morte in Avengers:
Endgame e sarà elettrizzante vedere come il
personaggio si evolverà ancora in Black
Widow.
I suoi capelli
Tutti gli eroi del MCU
hanno subito una sorta di trasformazione fisica nel corso degli
anni. Per Natasha, il suo costume è rimasto piuttosto coerente
dalla Fase 1, mentre i suoi capelli sono stati un aspetto in
continua evoluzione.
Sebbene possa sembrare un
cambiamento insignificante, è stato in realtà un indicatore
interessante in merito al personaggio. Dopo essersi data alla fuga,
i capelli rossi distintivi di Natasha sono diventati biondi per
sembrare più appariscenti. Tuttavia, in Avengers:
Endgame Nat ha lasciato che i suoi capelli tornassero al
rosso, segnando in grande stile il suo ritorno come
Vendicatore.
Le armi
Che si tratti di combattere
gli agenti dell’Hydra o alieni proveniente dallo spazio, Natasha ha
fatto sorprendentemente del bene pur senza avere superpoteri. La
sua più grande risorsa è certamente il suo stile di combattimento
altamente qualificato, ma di tanto in tanto ha usato anche qualche
arma.
Anche se la Fase 1
ha mostrato Natasha usare principalmente delle pistole durante un
combattimento, il suo arsenale è stato gradualmente potenziato con
armi tipiche da spia. Grazie ai colpi da elettroshock, i suoi
pungiglioni possono essere abbastanza efficaci.
Alleanze
Natasha viene presentato
per la prima volta come uno dei migliori agenti dello S.H.I.E.L.D
ed uno dei membri più fedeli dell’organizzazione. Tuttavia, col
passare del tempo, si rende conto che tali organizzazioni sono
problematiche e che forse è meglio agire da eroe alle sue
condizioni.
Diventa così una
stretta alleata di
Captain America, servendo come suo braccio destro nella
gestione degli Avengers. Queste lealtà vengono anche messe alla
prova durante Captain
America: Civil War, ma alla fine decide comunque di stare
dalla sua parte.
Una super spia
Natasha viene presentata
come un agente segreto incredibilmente abile che ha raggiunto
alcuni obiettivi alquanto impressionanti. Si è infiltrata nella
cerchia ristretta di Tony
Stark, facendogli credere di essere soltanto una graziosa
assistente. Ha anche manipolato Loki durante un interrogatorio.
Quelle impressionanti abilità da
spia sono state utilizzate sempre meno a mano a mano che l’universo
condiviso è diventato più grande. I suoi modi da investigatore non
sono stati così utili quando i Vendicatori hanno combattuto contro
robot o contro Thanos, con Natasha che è diventata semplicemente una
combattente molto più tosta.
La relazione con Occhio di Falco
Sebbene sia vicina anche ad
altri membri della squadra, Natasha condivide il legame più forte
con Occhio di Falco. La loro relazione risale a prima della nascita
del MCU: i due si prendono sinceramente cura l’uno dell’altro.
Tuttavia, la natura della loro relazione è cambiata nel tempo.
All’inizio, sembrava che i due
fossero destinati a vivere una storia d’amore. In
Captain America: The Winter Soldier, abbiamo visto persino
Natasha indossare una collana di frecce. Tuttavia, in Avengers: Age of Ultron viene mostrato che Occhio di
Falco si è sposato e che Natasha è adesso soltanto un’amica di
famiglia.
Le storie d’amore
Il MCU non ha mai gestito
le storie d’amore in modo impeccabile e Natasha sembra essere un
buon esempio di quanto questo tipo di relazioni sembrino piuttosto
forzate. Dopo aver accennato ad una storia d’amore tra Natasha e
Occhio di Falco, c’è stato più di un solo indizio che lei e Steve
Rogers potrebbero aver maturato un interesse romantico reciproco.
due si sono scambiati anche un bacio, seppur strategico.
Alla fine, Natasha ha una legittima
storia d’amore con Bruce Banner. Tuttavia, tutto ciò è apparso come
inutile ai fini dell’arco narrativo del personaggio, una sorta di
forzatura, quasi come se l’unico membro dei Vendicatori donna
dovesse necessariamente avere un fidanzato. Per fortuna, ogni
futura storia d’amore è stata accantonata.
Un personaggio tragico
All’inizio sembrava che
Natasha fosse l’eroe destinato a tenere gli altri Vendicatori con i
piedi ben piantati a Terra. L’ego degli altri Avengers ha spesso
portato a pesanti scontri, con Natasha che spesso ha preferito non
esporsi troppo per cercare di placare gli animi.
Alla fine, viene rivelato quanto in
realtà Natasha sia un’eroina tragica. Quando venne addestrata per
diventare una spia sovietica, Nat venne sterilizzata e costretta a
uccidere. Nonostante quindi un comportamento apparentemente freddo,
si tratta in realtà di un personaggio che ha sofferto molto.
Redenzione
In
The Avengers, Natasha fa spesso riferimento al suo oscuro
passato. Sebbene il suo eroismo sia stato comprovato molte volte
nel MCU, sembra essere sempre alla ricerca di una sorta di
redenzione.
Le cose che ha fatto in passato la
perseguitano ancora oggi e sembra che non riuscirà mai a darsi pace
fino a quando non sarà in grado di compensare i crimini commessi in
passato. Sembra che Black
Widow affronterà proprio il tema redenzione legato alla
supereroina, nonostante il suo sacrificio in Avengers:
Endgame abbia sicuramente dimostrato chi fosse in
realtà.
Agire nell’ombra
All’inizio Natasha viene
vista come qualcuno che opera nell’ombra. L’anonimato è importante
per il suo lavoro e nessuno sa davvero chi sia. È una
giustapposizione interessante rispetto ai supereroi più drammatici
e appariscenti con cui condivide lo schermo.
Alla fine, quell’aspetto invisibile
della sua personalità svanisce. Si espone al mondo per sconfiggere
l’Hydra, un altro esempio di come sacrificherà la propria sicurezza
per fare la cosa giusta.
La sua famiglia
Ancora una volta, Natasha
può essere una persona difficile da capire. I suoi giorni da super
spia l’hanno portata a proteggere gran parte di se stessa. Ma col
passare del tempo, la verità su ciò che sta cercando e su ciò che i
Vendicatori significano per lei diventa chiara.
Dopo quello che le ha fatto il
programma, adesso Natasha vuole davvero una famiglia. Lo capisce
grazie ai Vendicatori ed è disposta a fare qualsiasi cosa per
proteggerli. Ciò diventa il suo unico scopo e la motiva anche a
compiere quell’estremo sacrificio.
Disney ha annunciato oggi il lancio
di un festival virtuale dedicato alle famiglie per celebrare a
livello globale il 25° anniversario del film Disney e Pixar Toy
Story e i suoi 20 anni di supporto all’organizzazione benefica
MediCinema. Il Pixar Fest prende il via oggi, giovedì 6
agosto, e in Italia include l’epica collezione di film Pixar su
Disney+ da rivedere tutti insieme con
maratone dedicate, quiz sui canali social per gli appassionati di
cinema, arts and crafts per bambini e nuove uscite di prodotti.
Tasia Filippatos, SVP Disney EMEA, ha dichiarato: “Pixar ha
rivoluzionato l’arte dell’animazione 25 anni fa con l’uscita
di Toy Story e da allora ci ha regalato alcuni dei momenti
più iconici e unici nella storia del cinema. Pixar Fest offrirà ai
fan di tutte le età la possibilità di celebrarli attraverso una
serie di attività. Speriamo che la line-up porti un po’ di
divertimento durante le vacanze estive e la magia del cinema nelle
case di tutta Italia”.
Come parte del suo impegno in tutto il mondo per fornire
conforto e ispirazione attraverso momenti cinematografici e
contribuire a ridurre l’isolamento dei bambini gravemente malati
negli ospedali, Disney ha donato 1 milione di dollari a MediCinema
per aiutarla a raggiungere più bambini possibile, sviluppando e
costruendo cinema all’avanguardia all’interno degli ospedali nel
Regno Unito e in Italia. Andare al cinema mentre si è in ospedale
aiuta a migliorare il benessere e combatte l’isolamento e l’ansia
di trascorrere del tempo nei reparti.
Questo impegno si combina con Disney Movie Moments, un programma
che consente ai giovani pazienti negli ospedali degli Stati Uniti
di vedere gli ultimi film Disney, Pixar, Marvel e Star
Wars mentre sono in cura e non sono in grado di andare al
cinema, creando ricordi positivi per le famiglie.
Kat Mason, Chief Executive of MediCinema, ha dichiarato:
“Nel nostro 20° anniversario e nei 20 anni di lavoro con
Disney, siamo incredibilmente felici di essere i destinatari di
questa donazione che contribuirà a garantire che la nostra offerta
di sale cinematografiche negli ospedali possa avere un impatto su
molti più bambini e le loro famiglie”.
Disney ha celebrato il lancio del Pixar Fest con il rilascio di
un artwork inedito di Toy Story, che mostra i primi
progetti e l’evoluzione di Buzz Lightyear. Questo straordinario
artwork presenta i primi bozzetti del personaggio che includono una
varietà di volti diversi, i colori del costume e i disegni delle
ali, prima che fosse trasformato nel Buzz che tutti conoscono e
amano.
La storica Pixar Christine Freeman ha dichiarato: “Buzz è
uno dei nostri personaggi più popolari ed è affascinante vedere i
diversi modi in cui gli artisti Pixar lo hanno immaginato durante
l’evoluzione del suo design. Anche il suo nome è cambiato nel tempo
– da Tempus of Morph a Lunar Larry, a Buzz Lightyear. È possibile
vedere le iniziali LL (per Lunar Larry) nella fibbia della cintura
in alcuni di questi primi progetti”.
Da quando Woody e Buzz sono approdati nelle sale
cinematografiche nel 1995 nel primo lungometraggio animato al
computer, i film Pixar sono diventati i preferiti dei fan di tutto
il mondo. Ad oggi, ci sono stati 23 film Pixar e 21 cortometraggi,
che hanno collezionato 37 incredibili Oscar®. I prodotti Pixar sono
i più venduti di tutti i tempi nei Disney Store, inclusa
l’action figure parlante di Buzz Lightyear. Un’epica collezione di
film e cortometraggi Pixar è disponibile su Disney+, dai classici come Alla
ricerca di Nemo ai nuovi Spark Shorts come OUT e
Float.
Ogni domenica fino alla fine di agosto i fan italiani potranno
unirsi alle pagine Facebook @PixarItalia e Instagram @disneyitalia
per commentare insieme i loro film Pixar preferiti e scoprire tante
curiosità. Inoltre, per i più piccoli, nell’apposita sezione
dedicata Disney Destination of
Imagination sul sito shopDisney.it, sarà possibile
scaricare divertenti libretti di attività a tema Pixar.
I fan di tutto il mondo saranno in grado di celebrare i loro
personaggi Pixar preferiti con nuove linee di Mattel e Funko. È in
arrivo anche una nuova gamma di prodotti su shopDisney che onorano
l’eredità Pixar, tra cui una linea di piccoli Alieni che vedono
questi amati personaggi di Toy Story indossare i panni di
altri protagonisti dei film Pixar, tra cui WALL•E e Russell di
Up. Altri giocattoli di “Pixar Alien
Remix” vedranno gli Alieni di Toy Story vestiti come
personaggi Pixar tra cui Carl di Up, Dot di A Bug’s
Life – Megaminimondo, Dory di Alla ricerca di Nemo,
Edna de Gli Incredibili, Sulley di Monsters & Co.
e la Principessa Merida di Ribelle – The
Brave.
Da quando Captain
Marvel del 2019 ha introdotto gli Skrull nel MCU, i
fan hanno spesso pensato al fatto che i Marvel Studios possano aver già
pianificato un adattamento di “Secret Invasion“,
ipotizzando già una trasposizione molto diversa rispetto alla
storia raccontata nei fumetti. Gli Skrull hanno fatto la loro prima
apparizione nei fumetti più di 50 anni fa, nelle pagine di
“Fantastic Four #2”, trasformandosi rapidamente in una delle razze
aliene più incredibili nell’universo Marvel. La loro longeva
rivalità con l’Impero Kree ha rappresentato la base per diverse
importanti trame dei fumetti: di recente, i due regni si sono uniti
sotto il governo di Hulkling, un ibrido Kree-Skrull, per condurre
una guerra finale contro la Terra.
Prima dell’accordo
Disney/Fox, i diritti cinematografici sugli Skrull erano posseduti
sia dalla Marvel che dalla 20th Century Fox. Ora il MCU può
sfruttare i personaggi come meglio crede: la prima volta che sono
apparsi in Capitano Marvel, i personaggi sono stati reinventati ed
inseriti in un contesto completamente nuovo, piegato ovviamente
alle logiche narrative dell’universo cinematografico. I due Skrull
più importanti del film, Talos e sua moglie Soren, sono apparsi di
recente in
Spider-Man: Far From Home, dove è stato rivelato che i
due hanno impersonato per tutto il tempo Nick Fury e Maria
Hill.
Sebbene gli Skrull
siano stati presentati in tonnellate di classiche storie della
Marvel, nessuna di queste è idiosincratica come “Secret
Invasion” del 2008. Nella serie a fumetti, si scopre che
dozzine di supereroi della Marvel sono in realtà degli Skrull,
essendo parte di un sinistro complotto orchestrato dalla regina
Veranke. Con gli Skrull che sono ora parte del MCU, è arrivato il
momento per il franchise di prendere in prestito elementi da quella
trama per il loro prossimo grande crossover, e allo stesso
tempo dare una svolta unica alla storia dell’universo
condiviso.
La presenza degli Illuminati non sarà la stessa
All’interno
dell’universo Marvel, c’è una società d’élite composta da diversi
supereroi iper-intelligenti, noti come gli Illuminati. Il team è
composto da Tony
Stark, Black Bolt, Namor, Mister Fantastic, Charles Xavier e
Doctor Strange, e di solito sono raffigurati come un’organizzazione
disposta a prendere decisioni moralmente dubbie per il bene
dell’umanità. Notoriamente, sono responsabili dell’invio di Hulk
nello spazio all’inizio della trama di “Planet Hulk”, oltre ad
essere responsabili della distruzione degli universi alternativi in
“Secret Wars” del 2015.
All’inizio di
“Secret Invasion”, gli Illuminati viaggiano verso il pianeta natale
degli Skrull per metterli in guardia contro la futura invasione
della Terra. Prima di partire, tuttavia, vengono catturati e
sottoposti ad una serie di esperimenti dagli stessi Skrull, il che
porta Veranke a sviluppare una comprensione molto più profonda
della presenza metaumana sulla Terra. Questo evento è stato
determinante per gli Skrull, che si sono assicurati un punto
d’appoggio sulla Terra. Inoltre, è in questo periodo che avvenne la
sostituzione di Black Bolt.
Naturalmente, se il MCU dovesse
adattare “Secret Invasion”, dovrebbe cambiare radicalmente il modo
in cui gli Illuminati operano all’interno della storia. Non solo
l’organizzazione segreta non è stata ancora formata, ma molti dei
suoi membri non sono stati ancora introdotti nel MCU (come Black
Bolt, Namor, Mister Fantastic e Professor X), oppure sono deceduti
(come Tony Stark). C’è sempre la possibilità che la Marvel possa
mettere insieme un nuovo team di Illuminati, ma potrebbe non avere
lo stesso peso o la stessa posta in gioco della formazione
originale.
Gli Skrull nel MCU non sono
cattivi
Quando sono stati introdotti in
Captain
Marvel, gli Skrull furono presentati come aggressori
intergalattici contro i quali i Kree stavano conducendo una
disperata guerra difensiva. Sorprendentemente, a metà film è stato
rivelato che gli Skrull erano in realtà rifugiati politici che
stavano cercando una nuova casa all’indomani della distruzione del
loro mondo originale. Anche se il catalizzatore dell’invasione
della Terra nella trama dei fumetti è anche la distruzione del
pianeta natale degli Skrull, i fumetti hanno ritratto gli Skrull
come dei cattivi tradizionali sin dalla loro prima introduzione,
con Captain
Marvel che si è distanziato parecchio dal materiale
originale.
Alcuni fan hanno suggerito l’idea un
adattamento di “Secret Invasion” possa introdurre una versione più
radicalizzata degli Skrull, guidata da Super-Skrull, uno dei nemici
più iconici dei Fantastici Quattro. Altri hanno teorizzato che un
adattamento della serie potrebbe vedere gli Skrull usare le loro
abilità di mutaforma non in modo sinistro, ma soltanto per
nascondersi da qualcosa di ancora più temibile, come ad esempio
Galactus, responsabile nei fumetti della distruzione del pianeta
natale degli Skrull. Ad ogni modo, il fatto che gli Skrull siano
una specie più benevola sul grande schermo di quanto non lo siano
nelle pagine a fumetti, offre un nuovo percorso narrativo che la
MCU dovrà necessariamente portare avanti se deciderà di adattare
“Secret Invasion”.
Gli Skrull impersoneranno diversi eroi
Simile al
problema posto dalla presenza degli Illuminati nei fumetti
originali, alcuni eroi che si sono rivelati essere degli Skrulls
nei fumetti non sono stati ancora introdotti nel MCU. Il primo eroe
ad essere scoperto come impostore è Elektra, un personaggio che
esiste solo nelle serie Daredevil e The
Defenders. Alcuni gruppi metaumani svolgono un ruolo molto
importante nella lotta finale contro la minaccia Skrull, come i
Thunderbolts, una squadra di supercriminali
riformati i cui ranghi includono personaggi come Bullseye, Venom e
Songbird, che non sono ancora stati introdotti nel MCU. Anche la
stessa regina Veranke impersona Spider-Woman, un altro eroe di
spicco nei fumetti che deve ancora essere introdotto nell’universo
condiviso.
Una potenziale strada che potrebbe
prendere il MCU è che gli Skrull impersonino personaggi morti
all’interno dell’universo cinematografico. I fan si sono chiesti se
vedremo o meno attori come
Robert Downey Jr. o
Scarlett Johansson tornare nel franchise alle giuste
condizioni: vederli risorgere solo per scoprire che sono sempre
stati extraterrestri, sarebbe una svolta inaspettata e scioccante
sia per il pubblico generale sia per i fan dei fumetti. Se la
Marvel volesse davvero optare per una svolta narrativa di quella
portata, potrebbe riportare quei personaggi in un film
completamente estraneo da “Secret Invasion”, solo per rivelare
successivamente la loro vera identità come Skrull.
Indipendentemente dalla direzione in cui i film decideranno di
adattare la serie a fumetti, è chiaro che la natura unica del MCU
offre l’opportunità di condurre la trama attraverso una nuova
direzione eccitante e inaspettata.
Cosa
sarà di Francesco Bruni sarà il film
di chiusura della quindicesima edizione della Festa del Cinema di Roma che si
svolgerà dal 15 al 25 ottobre 2020 all’Auditorium Parco della
Musica. Lo ha annunciato il Direttore Artistico Antonio Monda,
d’intesa con Laura Delli Colli, Presidente della Fondazione Cinema per Roma, e Francesca Via,
Direttore Generale. Quest’anno la manifestazione fa parte di
Romarama, il programma di eventi culturali promosso da Roma
Capitale.
Il cineasta romano, pluripremiato
sceneggiatore di film quali Ovosodo, La prima cosa
bella, Il capitale umano di
Paolo Virzì, con cui realizza da anni un felice
sodalizio artistico, e di serie televisive come “Il commissario
Montalbano”, torna alla regia dopo i successi di Scialla! (Stai
sereno), Noi 4 e Tutto quello che vuoi.
Cosa
sarà vede protagonista Kim Rossi Stuart nei panni di Bruno Salvati:
la vita di Bruno è in una fase di stallo, i suoi film non hanno mai
avuto successo e il suo produttore fatica a mettere in piedi il
prossimo progetto. Sua moglie Anna, dalla quale si è recentemente
separato, sembra già avere qualcun altro accanto. E per i figli
Adele e Tito, Bruno non riesce a essere il padre presente e
affidabile che vorrebbe. Un giorno Bruno scopre di avere una forma
di leucemia. Si affida immediatamente a un’ematologa competente e
tenace, che lo accompagna in quello che sarà un vero e proprio
percorso a ostacoli verso la guarigione. Il primo obiettivo è
trovare un donatore di cellule staminali compatibile: dopo alcuni
tentativi falliti, Bruno comincia ad avere seriamente paura,
Cosa sarà di lui? Suo padre Umberto, rivelandogli un
segreto del suo passato, accende in tutti una nuova speranza. Bruno
e la sua famiglia intraprendono un inatteso percorso di rinascita,
che cambierà i loro rapporti e insegnerà a Bruno ad alzare gli
occhi da sé stesso e a guardare gli altri.
Cosa
sarà, prodotto da Palomar e Vision Distribution,
arriverà nelle sale il 29 ottobre. “Francesco Bruni riesce a
raccontare con intelligenza e profondità un dramma che lo ha
colpito personalmente – ha spiegato Antonio Monda – Riesce anche a
divertire, nella migliore tradizione umanista della commedia
all’italiana, senza aver paura dei sentimenti”.
La Festa del Cinema di Roma, grazie
alla collaborazione con SIAE, dedicherà il red carpet della
quindicesima edizione al genio di Ennio Morricone, scomparso lo
scorso 6 luglio: le musiche del maestro accompagneranno talent,
ospiti e pubblico lungo il tappeto rosso dell’Auditorium Parco
della Musica. Morricone ha partecipato alla Festa del Cinema fin
dai suoi esordi, con la direzione di due indimenticabili concerti
nel corso della prima e della seconda edizione; all’inaugurazione
della mostra dedicata a Sergio Leone nel 2009; come protagonista di
uno straordinario incontro tenutosi l’anno successivo; come
presidente di giuria nel 2011 e in numerose altre occasioni.
“Un inedito red carpet sonoro
per un omaggio speciale a Ennio Morricone, grande Maestro molto
amato non solo per le colonne sonore evergreen che ci ha regalato
in mezzo secolo di straordinarie sonorità ma anche per le note e i
ritmi entrati nella nostra vita perfino con tanta musica
leggera – ha detto Laura Delli Colli –
Con le sue colonne sonore, in un ‘tempio’ della musica come
l’Auditorium Parco della Musica che gli è stato appena intitolato
ricorderemo così, con grande affetto, il Premio Oscar® amato da
Leone, Tornatore e Tarantino ma anche il Morricone più inedito e
‘pop’, autore o arrangiatore di canzoni che da Se telefonando a
Sapore di sale, Il mondo e perfino Abbronzatissima, sono diventate
per tutti noi leit motiv di una memoria quotidiana che continuerà a
siglare la nostra vita”.
“Ennio Morricone è stato un
genio della musica e del cinema e sono onorato di celebrarlo nella
sua città – ha aggiunto Monda – Per tutti i dieci giorni
della Festa sul red carpet risuoneranno esclusivamente le sue
musiche leggendarie”.
Arriva da
Deadline la notizia che il due volte premio Oscar Tom Hanks(Philadelphia, Forrest
Gump) è in trattative con i Walt Disney Studios per
interpretare il ruolo di Geppetto nell’annunciato live action di
Pinocchio, il secondo Classico Disney secondo il
canone ufficiale, uscito nel lontano 1940.
Il live action di
Pinocchio sarà diretto da Robert
Zemeckis, regista della trilogia di Ritorno al futuro
che aveva già diretto Tom Hanks in Forrest Gump, Cast Away e
Polar Express. Il remake del classico d’animazione segnerà
quindi la quarta collaborazione l’attore e il regista, che si
occuperà anche di co-sceneggiare il film insieme a Chris
Weitz(La bussola d’oro).
Sebbene le trattative con Hanks sia
ancora in una fase iniziale, pare che dopo aver letto la
sceneggiatura, l’attore abbia contattato Zemeckis per fargli sapere
di voler partecipare al film. La Disney ha sempre desiderato che
Hanks interpretasse il ruolo di Geppetto, avengo corteggiato
l’attore già molti anni fa, quando al progetto era ancora collegato
il regista di Paddington, Paul King.
Pinocchio racconta
la storia di un burattino vivente che, con l’aiuto di un grillo
parlante in qualità di coscienza, deve dimostrarsi degno di
diventare un ragazzo vero. Il film si aggiunge alla lunghissima
lista di live action prodotti e in produzione da Disney: basti
pensare che solo lo scorso anno sono usciti Dumbo, Il Re
Leonee Aladdin,
e gli ultimi due sono stati dei successi al box office.
Negli ultimi anni, Robert
Zemeckis è stato più concentrato su film
drammatici destinati ad un pubblico di adulti, come Flight o
Allied, o ancora il bellissimo Benvenuti
a Marwen, rispetto ai grandi blockbuster per tutta la
famiglia che ha firmato nel corso della sua carriera. Il suo
prossimo film sarà il nuovo adattamento di The
Witches di Roald Dahl con
Anne Hathaway.
Le ultime apparizione di Tom Hanks sul grande schermo
Per quanto riguarda Tom Hanks, gli ultimi film in cui abbiamo
visto recitare l’attore sono stati il biografico Un amico
straordinario diretto da Marielle Heller, grazie al quale
ha ottenuto una candidatura agli Oscar come miglior attore non
protagonista, e il dramma di guerra Greyhound – Il nemico
invisibile di Aaron Schneider. A causa
dell’emergenza Coronavirus, entrambi i film sono stati distribuiti
nelle sale italiane direttamente in streaming.
Dopo essere stato presentato con
gran successo al Biografilm Festival arriva al cinema
Tuttinsieme, documentario autobiografico scritto e
diretto da Marco Simon Puccioni che, dopo Prima di
tutto (menzione speciale ai Nastri d’Argento 2016), torna a
raccontare l’esperienza genitoriale sua e del suo compagno grazie
alla gestazione per altri. Se il precedente documentario del 2012
si concentrava sulla nascita dei bambini, TUTTINSIEME ne segue la
crescita e volge lo sguardo alle sfide che questo tipo di famiglie
devono affrontare nel contesto dell’Italia di oggi.
Il confronto con altre famiglie, la
presenza di due genitori dello stesso sesso, l’assenza di una
madre, la battaglia in parlamento per approvare le Unioni Civili,
con la delusione di non avere un quadro giuridico che permetta a
entrambi di adottare i propri figli. Non solo un documentario che
parla del diventare genitori, dell’essere figli e dei rapporti tra
queste nuove famiglie nate attraverso la gestazione per altri, ma
anche una testimonianza per la comunità LGBT e le famiglie
tradizionali sull’evoluzione della famiglia non convenzionale,
vista dagli occhi dei diretti interessati: i bambini.
TUTTINSIEME – prodotto da Giampietro
Preziosa, una produzione Inthelfilm con RAI Cinema – uscirà al
cinema a partire dal 31 agosto al cinema Nuovo Sacher, per poi
approdare nei cinema e nelle arene di tutta Italia.
SINOSSI
Il dialogo intimo tra due padri che
ripercorrono gli ultimi quattro anni della crescita dei loro
gemelli, ricordano come i loro figli hanno elaborato, in diverse
età, vivere in una famiglia con due padri e rispondendo alle
domande dei loro compagni sulla madre. Rivivono il clima di forte
contrapposizione in cui Monica Cirinnà è riuscita a dare all’Italia
una legge sulle unioni civili. Coltivano la relazione calda e
affettuosa con le famiglie americane delle donne che hanno permesso
la nascita dei figli. Ritornano al momento di festa dell’unione
civile celebrata da Nichi Vendola e cercano, tra diverse
sensibilità, i nomi da dare alle persone delle famiglie allargate
nate con le tecniche di procreazione assistita.
In una recente intervista con
ComicBook, la costumista di Wonder
Woman 1984, Lindy Hemming, ha parlato
del nuovo costume che
Gal Gadot sfoggerà nel sequel in arrivo nelle
sale ad Ottobre e diretto ancora una volta da Patty
Jenkins. La costumista ha spiegato che, rispetto a
quello visto in
Batman v Superman: Dawn of Justice, sono state apportate
alcune modifiche su richiesta della regista.
“Quando abbiamo realizzato il
costume per il primo Wonder Woman, abbiamo modificato lievemente il
colore e anche alcune cuciture su richiesta di Patty Jenkins”,
ha spiegato Hemming. “Ovviamente, abbiamo dovuto anche
realizzare delle versioni diverse del costume, perché nel caso di
quello realizzato da Michael Wilkinson per Batman v Superman di Zack
Snyder, la maggior parte del lavoro è stata fatta in studio, quindi
non serviva una performance variegata come quella in Wonder Woman.
Per il sequel Patty voleva la medesima atmosfera dei film degli
anni ’80. Voleva che sul costume spiccassero il rosso e l’oro, così
abbiamo caricato il colore e provato a rendere il tono quasi
dolce.”
Sull’armatura dell’aquila reale di
Diana Prince, che abbiamo visto sia nei trailer che nelle varie
immagini ufficiali, la costumista ha aggiunto: “È l’armatura
protettiva più potente, indossata in origine da sua madre. Diana ne
entra in possesso a Washington in un modo che non voglio
anticipare. Quando si sente veramente minacciata da qualcosa
indossa l’armatura dorata, che ho trovato molto avvincente da
progettare. Quando ho lavorato al primo film, Michael Wilkinson
aveva già realizzato il costume di Wonder Woman basandosi sui
fumetti, perché ho dovuto lavorare su qualcosa che era già stato
creato. Per il sequel, invece, ho potuto lavorare ad un progetto
completamente nuovo.”
Wonder
Woman 1984 uscirà il 2 ottobre 2020. Il film è
stato definito dal produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justice per poi tornare al vecchio secolo
con Wonder Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Quando nel 2003 il regista
Tim Burton
portò al cinema il suo nuovo film, intitolato Big Fish
– Le storie di una vitaincredibile, stupì
tanto la critica quanto i suoi abituali spettatori. Si trattava
infatti di un’opera apparentemente diversa dalle altre, ricca di
colori e luci non propriamente ricorrenti nel cinema dell’autore di
Edward mani di
forbice. Eppure, la pellicola è pura espressione della sua
poetica, con tematiche e caratteristiche a lui care, e viene spesso
indicato come il film della maturità artistica di Burton.
L’opera è tratta dall’omonimo
romanzo pubblicato nel 1998 da Daniel Wallace, i
cui diritti vennero acquistati dalla Columbia Pictures in seguito
all’insistenza dello sceneggiatore John August.
Questi, che aveva da poco visto morire il padre, rimase
particolarmente toccato dalla storia del libro, a tal punto da
volerne trarre un film. Inizialmente il progetto catturò
l’interesse di Steven Spielberg, ma fu Burton ad
ottenere la regia. Il regista californiano aveva anch’egli da poco
perso i genitori, e vide in quella storia la possibilità di
raccontare un sentimento molto personale e universale allo stesso
tempo.
Per la sua realizzazione, Burton
decise di affidarsi ad effetti speciali pratici anziché
all’animazione computerizzata. Ciò gli permise di dar vita in modo
più realistico alle varie idee avute per la messa in scena, e
dietro le quali si ritrova il suo tocco unico. Al momento della sua
uscita, Big Fish guadagnò grandi lodi da parte della
critica e del pubblico, vinse importanti premi ed arrivò a
guadagnare un totale di circa 122 milioni di dollari in tutto il
mondo.
Big Fish: la trama e il cast del
film
La storia del film è incentrata sul
rapporto tra Edward Bloom (Ewan
McGregor) e suo figlio William (Billy
Crudup). Il genitore, uomo loquace e dotato di una
straordinaria fantasia, ha l’abitudine di raccontare storie
incredibili riguardanti la sua vita. Come tutti anche William
rimane stregato dalle sbalorditive storie raccontategli. Lo stupore
lascerà però presto il posto alla delusione. Crescendo, infatti, il
ragazzo comprende quanto irrealistici e impossibili siano in realtà
i racconti di suo padre. Inizia così ad allontanarsi da lui, ma
quando l’ormai anziano Edward (Albert Finney), si
ammala gravemente, William sarà richiamato nella casa dei genitori,
e qui si troverà ad intraprendere uno straordinario viaggio alla
scoperta della verità dietro ai fantastici racconti del padre.
Ad interpretare il ruolo
dell’anziano Edward Bloom, Burton voleva l’attore Jack
Nicholson, ed avviò con questi delle trattative. La
sua idea era quella di utilizzarlo anche per il ruolo del giovane
Edward, facendolo ringiovanire grazie alla CGI. Questa si rivelò
tuttavia un’operazione troppo complessa, che spinse ad accantonare
l’idea. Per il ruolo gli vennero allora proposti gli attori
Albert Finney ed Ewan
McGregor. Il regista si convinse per loro nel momento
in cui si imbatté in un articolo che sottolineava le somiglianze
nella recitazione dei due. Burton volle poi nel film la compagna
Helena Bonham
Carter, a cui affidò il doppio ruolo di Jenny e della
Strega. Quest’ultimo richiese all’attrice circa cinque ore di
trucco ogni giorno.
Nel film sono poi presenti numerosi
altri attori noti, molti dei quali sono frequenti collaboratori di
Burton. Ad interpretare William Blum è l’attore Billy
Crudup, mentre il ruolo di Sandra, moglie di Edward, è
interpretata da Alison Lohman da giovane a da
Jessica Lange da anziana. È poi presente l’attrice
Marion
Cotillard, nel ruolo di Josephine, moglie di William.
Questa, grande fan del regista, raccontò di aver dormito per un
mese con la sceneggiatura sotto il cuscino, nella speranza che le
portasse fortuna nella vittoria della parte. Vi sono infine gli
attori Steve
Buscemi, nei panni del poeta e criminale Norther
Winslow e Danny
DeVito in quelli di Amos Calloway, proprietario del
circo presso cui lavora Edward per un periodo della sua
giovinezza.
Big Fish: le differenze tra il
film e il libro
La struttura del racconto di
Wallace è piuttosto complessa e non segue un preciso ordine
cronologico. Lo scrittore, infatti, mirava ad evocare emozioni e
stati d’animo attraverso la descrizione di immagini oniriche.
Queste permettevano al lettore di avere la sensazione di trovarsi
all’interno della mente dei personaggi. Per Burton e lo
sceneggiatore John August si trattò dunque di trovare un filo
conduttore tra i vari episodi raccontati nel romanzo, facendogli
così acquistare una più solida struttura narrativa. Ciò si è
attuato comunque nel rispetto del principio secondo cui vi deve
essere uno squilibrato rapporto tra fantasia e realtà.
Ciò ha inevitabilmente dato vita a
diverse differenze tra il film e il romanzo. L’ordine degli eventi
del primo sono differenti dal secondo, e molti episodi vengono
addirittura ampliati e approfonditi. Ciò permise di esplorare
ulteriormente il magico mondo di Edward Bloom. Burton, infatti,
puntava sul conferire una certa vicinanza al personaggio. Fece ciò
selezionando quegli eventi che permettevano di costruire una solida
backstory con il quale poterlo comprendere meglio. Questa
è probabilmente la maggior differenza rispetto al romanzo, che
invece rimane più misterioso nello svelare Edward. Ciò accade
poiché essendo il figlio William il narratore, egli stesso affronta
un viaggio alla ricerca della verità.
Infine, la storia sembra trovare un
più generale compimento attraverso il film piuttosto che con il
romanzo. Essendo scritto per frammenti ed immagini, questo per
quanto efficace rimane per certi aspetti limitato alla parola
scritta. Nel prendere vita attraverso la messa in scena del film,
invece, quelle stesse immagini assumono un carico emotivo
particolarmente più forte. Anche a distanza di molto dall’ultima
visione, infatti, rimangono facilmente impresse nella mente dello
spettatore. Il successo dell’opera di Burton sta nell’aver trovato
il modo più efficace per riunire sotto una storia più coesa i
frammenti del romanzo, senza snaturarli ma permettendogli di
acquisire ulteriore significato.
Big Fish: il trailer e dove vedere
il film in streaming
Per gli appassionati del film, o
per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Big Fish – Le storie di
una vita incredibile è infatti presente su Chili Cinema,
Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes e
Netflix. In base alla piattaforma scelta,
sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile
fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità
video.
Ieri è stato il compleanno del
regista James
Gunn e, per celebrare l’avvenimento, lo stesso ha
diffuso attraverso
i suoi canali social il nuovo logo ufficiale di The Suicide
Squad, l’atteso cinecomic DC che
arriverà nelle sale il prossimo anno. In realtà, il regista e
sceneggiatore ha condiviso vari loghi con i vari titoli che il film
avrà nei differenti mercati, confermando anche che in Italia il
film uscirà col titolo The Suicide Squad – Missione
Suicida.
Sempre in occasione del suo
compleanno, il regista ha condiviso via
Twitter un filmato in cui sono stati raccolti gli auguri da
parte dei membri del cast del film. Il video in questione sembra
aver confermato alcuni dei ruoli che fino ad ora non erano ancora
stati svelati: in particolare, David Dastmalchian pare che interpreterà
Polka-Dot Man (nel video lo vediamo con dei cerchi colorati
attaccati al suo volto che ricordano molto il look del
personaggio).
Ancora, il video in questione
potrebbe aver anticipato che Idris Elba e
John Cena
interpreteranno rispettivamente Bronze Tiger e Peacemkaker. Il
videomessaggio di Elba è stato riprodotto al rallentatore per dare
alla sua voce un effetto ringhiante, che potrebbe aver anticipato
proprio il collegamento con Ben Turner; allo stesso modo, nel suo
video Cena è impegnato a giocare con un gioco di tiro che potrebbe
legarsi all’uso frequente di pistole da parte di Christopher
Smith.
Le prime immagini ufficiali di The
Suicide Squad al DC FanDome
Di recente James Gunn ha confermato che in
occasione del DC FanDome, il grande evento online
organizzato da Warner Bros. e dedicato all’universo DC che si
svolgerà il prossimo 22 agosto, verrà ufficialmente mostrato ai fan
il primo sguardo ufficiale a The Suicide
Squad. Il regista e il cast saranno presenti
all’evento. Al momento non sappiamo se verrà già mostrato il primo
trailer ufficiale del cinecomic o soltanto un promo.
Lilly Wachowski, che ha diretto la trilogia di
Matrix con sua sorella Lana, ha rivelato che il
classico action è sempre stato pensato per essere una storia trans.
Il primo film, uscito nel 1999, è stato rivoluzionario per i suoi
tempi, soprattutto a causa della tecnologia impiegata per
realizzare le scene d’azione, ma anche per il modo in cui è
riuscito a fondere temi filosofici con il kung-fu e la
fantascienza. Il primo film ha generato ben due sequel, Matrix:
Reloaded e Matrix: Revolutions, oltre ad un’antologia
animata complementare, intitolata Animatrix.
All’epoca
dell’uscita del film, le sorelle Wachowski erano ancora note come i
“fratelli Wachowski”, e non avevano ancora completato le loro
rispettive transizioni. Le sorelle hanno lavorato insieme fino al
2015, anno di uscita di Jupiter – Il destino dell’universo e della prima
stagione della serie NetflixSense 8.
Lilly si è allontanata dall’industria cinematografica e televisiva
ad alto budget ed è attualmente la showrunner della serie Work
in Progress targata Showtime; Lana, nel frattempo, è
attualmente al lavoro su Matrix
4, quarto capitolo della saga che vedrà il ritorno di
Keanu Reeves e
Carrie-Ann Moss.
In un’intervista con
il Netflix
Film Club, Lilly Wachowski ha spiegato come
Matrix sia sempre stato concepito per essere una
storia trans. La regista ha spiegato che, sebbene questa fosse
sempre stata l’intenzione, era abbastanza difficile renderla
esplicita, aggiungendo che “il mondo aziendale” non era
pronto per una fantascienza d’azione mainstream con una
storia trans.Tuttavia, Lilly ha aggiunto
che il tema della trasformazione è presente in tutto il film,
continuando ad ispirare la comunità: sempre più fan, infatti, hanno
confessato alla regista che il film “ha salvato” le loro
vite.
Lilly Wachowski: “Sono grata
che i film di Matrix abbiano aiutato la comunità trans.”
“Sono contenta
che la gente parli dei film di Matrix e della narrativa trans
presente al loro interno”,ha spiegato
Lilly Wachowski.“Adoro quanto siano significativi quei film per le persone
trans, soprattutto quando vengono da me e mi dicono: “Questi film
mi hanno salvato la vita”. Quando parli di trasformazione, in
particolare nel mondo della fantascienza, riguarda l’immaginazione,
la costruzione del mondo e l’idea che l’apparentemente impossibile
diventi possibile. Ecco perché quei film parlano così tanto alla
comunità. Sono grata che siano stati in grado di aiutarli nel loro
viaggio. Sono contenta che sia emerso che una storia trans era
l’intenzione originale di Matrix. Ma all’epoca il mondo… Il mondo
aziendale, l’industria, non erano ancora pronti per
questo.”
Lilly ha aggiunto
che lei e Lana hanno sempre discusso dell’idea di trasformazione da
una prospettiva ravvicinata, motivo per cui l’idea originale per il
personaggio di Switch era di farlo diventare un uomo nel mondo
reale e una donna in Matrix. Lilly ha anche sottolineato come sia
stata, per lei e sua sorella in quanto registe, un’opportunità di
portare sullo schermo qualcosa che non si era mai stato visto
prima.
Matrix
4 vedrà nel cast il ritorno
di Keanu
Reeves, Carrie-Ann
Moss e Jada
Pinkett-Smith al fianco delle new
entry Yahya Abdul-Mateen II, Neil
Patrick Harris, Jonathan Groff, Jessica
Henwicke Toby
Onwumere. L’uscita nelle sale è fissata per il 1 aprile
2022. Il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana
Wachowski. La sceneggiatura del film è stata firmata a
sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell.
La televisione americana, sempre
ricca di contenuti, ci propone continuamente nuovi film e serie tv
con attori emergenti. Tra questi, negli ultimi anni, spicca
Rachel DiPillo, attrice conosciuta principalmente
per il suo ruolo nel medical dramaChicago Med.
Scopriamo quindi insieme
tutto quello che c’è da sapere su Rachel DiPillo,
sulla sua carriera in tv e al cinema e sulla sua vita privata.
Rachel DiPillo film e serie
tv
10. Nata il 26
gennaio del 1991 a Flint, in Michigan, Stati Uniti, Rachel
Katherine DiPillo ha cominciato la sua una decina d’anni
fa. Il suo debutto nel mondo dello spettacolo, infatti, risale al
2010 quando viene scelta per un ruolo minore nel
film musicale Elle – L’Ultima Cenerentola.
Diretto da John e Sean
Dunson, il film racconta la storia di una ragazza, Elle
(Ashlee Hewitt) che sogna di diventare una
cantautrice di successo. Dopo la morte improvvisa della madre, si
trasferisce dallo zio adottivo che gestisce una piccola etichetta
musicale indipendente, che gestisce Sensation, la rivale numero uno
di Elle.
Rachel DiPillo in Werewolf: The Beast Among Us – Fonte:
IMDB
Costretta a vivere in una realtà a
lei completamente estranea, Elle dovrà adattarsi alla sua nuova
vita e fare i conti con i demoni del suo passato.
9. Dopo il suo
debutto, Rachel continua a recitare in film minori come
Phoyo Finish (2012), Werewolf: La Bestia è
Tornata (2012), Commencement (2012),
A Kind of Love (2014), Hello My Name is
Frank (2014), Recovery (2015) e
Summer of 8 (2016).
Rachel DiPillo in Big Time
Rush
8. Parallelamente
alla sua carriera cinematografica, Rachel inzia a muovere i suoi
primi passi anche sul piccolo schermo. Dal 2009 al 2010, partecipa
alla realizzazione di Big Time Rush, famosa sitcom
musicale di Nickelodeon.
Creata e prodotta da Scott
Fellows per il network per ragazzi
Nickelodeon, in collaborazione con Sony Music, la
serie racconta delle vicissitudini di Kendall Knight
(Kendall Schmidt), Logan Mitchell (Logan
Henderson), Carlos Garcia (Carlos Pena) e
James Diamond (James Maslow), quattro amici che
sognano di diventare una famosa boy band.
Dopo aver contattato un importante
discografico hollywoodiano, i ragazzi si trasferiscono a Los
Angeles dove, nonostante le tante avversità, finiscono per firmare
un contratto e diventano finalmente i Big Time
Rush.
Michaela Conlin, Cyndi Lauper, T.J. Thyne e Rachel DiPillo in Bones
– Fonte: IMDB
Nella serie, andata in onda per
4 stagioni e 74 episodi, Rachel
DiPillo interpreta un ruolo minore e compare il soli 7 episodi
della prima stagione.
7. Negli anni
successi troviamo Rachel in tantissime serie americane di successo
come The Gates (2010), Law & Order: Los
Angeles (2011), Love Bites (2011),
Hawthorne – Angeli in corsia (2011),
Wendy (2011), Revenge (2012), Bones (2012),
Emily Owens M.D.(2013), Mad Men
(2014) e la famosa serie crime NCIS – Unità
anticrimine (2015).
Rachel DiPillo in Jane The
Virgin
6. Dopo la sua
‘comparsata’ in NCIS, quello stesso anno nel 2015 Rachel ottiene
una piccola parte nella famosa serie Jane The
Virgin, con Gina
Rodriguez nei panni della protagonista.
La serie, ispirata alla telenovela
venezuelana Juana La Virgen creata da
Perla Farías, racconta la storia di Jane Gloriana
Villanueva (Gina
Rodriguez), una ragazza di ventitré anni che sogna di
diventare una scrittrice. Cresciuta da una famiglia estremamente
religiosa ed essendo sua madre rimasta incinta a soli sedici anni,
Jane si è ripromessa di arrivare casta fino al matrimonio,
nonostante frequenti già un ragazzo, il bel Michael Cordero
(Brett Dier).
Jaime Camil, Ivonne Coll, Andrea Navedo, and Gina Rodriguez in Jane
the Virgin – Fonte: IMDB
Durante una normale visita di
controllo dalla sua ginecologa, a Jane viene per sbaglio praticata
l’inseminazione artificiale, utilizzando un’unica provetta
superstite di sperma di Rafael Solano (Justin
Baldoni), fratello della ginecologa Luisa Alver
(Yara Martinez), purtroppo malato di cancro.
Qualche settimana dopo Jane scopre di essere incinta ma, superato
lo shock iniziale, decide di portare avanti la gravidanza. La
serie, raccontata da una voce narrante, tipica delle telenovelas –
interpretata a Massimo Lopez nella versione italiana -, segue la
difficile gravidanza di Jane, i suoi rapporti con la famiglia e con
il suo fidanzato.
In Jane The
Virgin, andata in onda per 5 stagioni e 100 episodi,
Rachel DiPillo interpreta Andie e compare in un arco complessivo di
4 episodi, dalla puntata 1×16 alla 1×19.
Rachel DiPillo in Chicago Med
5. La vera svolta
nella carriera di Rachel, tuttavia, arriva nel 2015 quando
l’attrice viene scelta per interpretare un ruolo nella nuova serie
medical drama dal titolo Chicago Med.
Spinoff dell’acclamatissima serie
Chicago Fire, Chicago Med, prodotta
dal genio televisivo di Dick Wolf, racconta delle
vicissitudini di medici e infermieri dell’ospedale Chicago Medical
Center.
Tra i personaggi principali abbiamo
William Halstead (Nick Gehlfuss) chirurgo e
specializzando anziano in Medicina d’Emergenza; Maggie Lockwood
(Marlyne Barrett), infermiera caporeparto del
Pronto Soccorso; Sharon Goodwin (S. Epatha
Merkerson), Direttore Sanitario del Chicago Medical
Center; April Sexton (Yaya
DaCosta), infermiera; Natalie Manning (Torrey
DeVitto), pediatra e specializzanda in Medicina
d’Emergenza.
Ancora, Connor Rodhes
(Colin Donnell) chirurgo specializzati in
Chirurgia d’Emergenza; Ethan Choi (Brian Tee), ex
militare e specializzando del terzo anno di Medicina d’Emergenza;
Daniel Charles (Oliver Platt), Primario del
reparto di Psichiatria; e in ultimo Ava Bekker (Norma
Kuhling), chirurgo cardio-toracico del Chicago Med.
Oliver Platt e Rachel DiPillo in Chicago Med – Fonte:
IMDB
Nella serie Rachel
DiPillo interpreta Sarah Reese, una
studentessa del quarto anno di medicina. Sin dalla prima stagione
Sarah lavora al reparto emergenze e sembra intenzionata a
proseguire i suoi studi specializzandosi proprio in quel campo.
Tuttavia, dopo un episodio assai traumatico sul lavoro, fa domanda
per il posto di Patologa del Chicago Med. Dopo qualche tempo, e con
l’aiuto di Daniel Charles, decide finalmente di
cambiare specializzazione e concentrarsi su Psichiatria.
Al momento Chicago Med è arrivato
alla sua quinta stagione, non senza stravolgimenti di trama e cast,
contando per ora ben 101 episodi. Rachel DiPillo lascia
Chicago Med purtroppo all’inizio della quarta
stagione; l’attrice ha interpretato Sarah Reese in un arco
di 62 episodi che vanno dal
pilot “Derailed” alla 4×01 “Be My Better
Half”.
Rachel DiPillo in Chicago Fire e
Chicago PD: gli episodi crossover
4. L’intero
universo televisivo di Chicago, creato a Dick
Wolf, è molto più intricato di quanto si possa immaginare.
Capita spesso – soprattutto durante le prime due stagioni di
Chicago Fire – che i
personaggi delle tre serie si mixino in uno stesso episodio. Questo
stratagemma è stato ideato dagli autori per presentare al pubblico
di Chicago
Fire, alcuni nuovi personaggi che saranno poi
protagonisti degli spinoffChicago PD e
Chicago
Med.
Quasi tutti i personaggi di ognuna
delle serie è comparso in almeno un paio di episodi delle altre
due. Oltre alle varie ‘comparsate’, utilizzate più che altro per
mantenere una sorta di continuità nell’universo Chicago, ci sono
anche gli episodi crossover. Queste particolari
puntate sono caratterizzate da storie che mettono in comunicazione
tra loro le varie serie e tutti i loro personaggi.
Quel gran burlone di Dick
Wolf, tuttavia, continua a complicare le cose aggiungendo
al già intricato universo televisivo di Chicago anche alcuni
episodi crossover con la famosa e fortunatissima serie crime
Law & Order –
SVU.
Insomma, se volete iniziare a
vedere almeno una di queste serie senza rischiare di perdere pezzi
di trama per strada, vi servirà uno schema. Per capire come
guardare nell’ordine esatto i vari episodi delle serie Chicago
Fire, PD e Med, vi consigliamo di consultare il validissimo schema
de Il Criticatore di
Telefilm.
2. A differenza di
molte delle sue colleghe e coetanee, Rachel sembra essere una
ragazza molto riservata e solo pochi dettagli della sua vita
privata ci sono noti.
Alcune delle curiosità che la
riguardano, sono relative al periodo della sua adolescenza. Pare
infatti che la DiPillo, nata in Michigan, si sia trasferita in
Tennesse, e in particolare a
Nashville, con i suoi genitori per assecondare i
bisogni creativi della madre.
1. Jackie DiPillo,
la madre di Rachel, è una cantautrice molto attiva
a Nashville e nel 1983 pare sia stata anche tra le candidate a
Miss Oklahoma. Sembra inoltre che sia stata
proprio la spumeggiante Jackie a spronare la sua bambina a
realizzare il suo sogno di diventare attrice. Per questo motivo
Rachel, dopo il diploma, abbandona l’idea della scuola d’arte e si
trasferisce a Los Angeles per fare l’attrice.
Il cinema italiano, così come la
televisione, è pieno zeppo di attori di talento, amati dal pubblico
e dalla critica come Marco Bocci, conosciuto per
aver interpretato alcuni ruoli di spicco di fiction crime
di successo.
Scopriamo quindi adesso insieme
tutto quello che c’è da sapere su Marco Bocci,
sulla sua carriera in tv e al cinema e sulla sua vita privata.
Marco Bocci: i suoi film
10. Nato il 4
agosto del 1978 a Marsciano, in provincia di Perugia, Marco
Bocciolini, in arte Marco Bocci, si avvicina molto presto al mondo
dello spettacolo. Dopo il diploma, si trasferisce a Roma e comincia
a studiare recitazione presso il Conservatorio Teatrale
d’Arte Drammatica “La Scaletta”, diretto
da Giovanni Battista Diotajuti.
9. Finiti gli
studi al conservatorio teatrale, Marco Bocci comincia a muovere i
primi passi nel cinema. Il suo esordio sul grande schermo risale
infatti al 1998 quando partecipa al film
Interferenza diretto da Cesar
Meneghetti.
A quella prima prova
cinematografica ne seguono molte altre tra cui ricordiamo I
Cavalieri che Fecero l’Impresa (2001) – diretto da
Pupi
Avati -, Los Borgia (2006),
La Bella Società (2009), C’è Chi Dice
No (2011), Scusate se
Esisto (2014), Italo (2014),
L’esigenza di Unirmi Ogni Volta a Te (2015) e
La Banda dei Tre (2020).
8. Quest’ultimo
film, La Banda dei Tre diretto da
Francesco Dominedò, è una commedia poliziesca che
segue le peripezie dell’agente sotto copertura Claudio Bambola
(Marco Bocci). Proprio quando Bambola è sul punto
di sequestrare un’enorme quantità di droga, alcuni malviventi russi
gli mettono i bastoni tra le ruote, provocando una sparatoria. Per
salvare l’operazione e recuperare la droga, Bambola è costretto a
chiedere aiuto a Tony (Aldo Marinucci) e Silvano
(Francesco
Pannofino), due dei criminali che doveva
incastrare.
Marco Bocci: le serie tv
7. Nonostante le
sue tante esperienze sul grande schermo, la carriera di Marco Bocci
si sviluppa principalmente in televisione. Dal 2002, quando debutta
nella serie Cuori Rubati, Bocci interpreta tantissimi ruoli in
serie tv, fiction e soap opera italiane di successo. Tra queste
ricordiamo Il Bello delle Donne 3 (2003),
Incantesimo 8 (2005), RIS 2 – Delitti
Imperfetti (2006), Lo Zio D’America 2
(2006) – al fianco di Christian De
Sica -, Caterina e le sue Figlie 2
(2007) e Ho Sposato Uno Sbirro (2008).
6. Tuttavia, il
vero successo televisivo per Marco Bocci arriva nel 2008 quando
l’attore viene scelto per entrare a far parte del cast di
Romanzo
Criminale – La Serie.
La serie, ideata e diretta da
Stefano Sollima, è tratta dall’omonimo romanzo
scritto dal giudice Giancarlo De Cataldo, romanzo
da cui è stato tratto anche il celebre film diretto da Michele
Placido.
Marco Bocci in Romanzo Criminale – La Serie
La storia si sviluppa nell’arco di
tempo di quindici anni, dal 1977 al 1992, e segue le vicissitudini
di un gruppo di criminali alla conquista di Roma. Si tratta della
famosa Banda della Magliana, organizzazione di stampo mafioso che
operava nella capitale proprio negli anni della Prima
Repubblica. Grazie alla serie ripercorriamo tutte le tappe
della Banda della Magliana, dalla sua formazione al suo
declino.
In Romanzo Criminale – La
Serie, Marco Bocci interpreta il commissario
Nicola Scialoja, un onesto funzionario di polizia
che, nonostante la sua problematica situazione familiare, cerca di
smantellare la pericolosa organizzazione malavitosa. La serie,
inoltre, ha dato moltissima visibilità ad alcuni dei migliori
attori italiani degli anni duemila come Alessandro
Roja, Edoardo
Leo, Francesco
Montanari e Vinicio
Marchioni.
Marco Bocci in Squadra Antimafia –
Palermo Oggi
5. Dopo la grande
prova di Bocci con Romanzo Criminale, arriva per l’attore
un altro importante ruolo televisivo nella fiction targata
Taodue, Squadra Antimafia – Palermo Oggi.
Ideata da Pietro
Valsecchi e prodotta dalla Taodue, la
serie è ambientata a Palermo e racconta le vicende della Polizia e
dello Stato nella lotta contro la mafia. La fiction ha come
protagoniste due donne, Claudia Mares (Simona
Cavallari), capo della squadra antimafia di Palermo, e
Rosy Abate (Giulia Michelini), legata invece a un
club mafioso. Claudia e Rosy si sono incontrare in passata a causa
di una terribile tragedia che ha intrecciato le loro storie. A
recidere il loro legame è la stessa Rosy che uccide Ivan Di Meo
(Claudio
Gioè), poliziotto legato sentimentalmente alla
Mares.
Marco Bocci e Giulia Michelini in Squadra Antimafia 5
Alla fine della quarta stagione,
Claudia Mares viene uccisa e tutta l’azione si sposta da Palero a
Catania. Dalla quinta stagione in poi Roby Abate passa dalla parte
dei buoni e diventa collaboratrice di giustizia, lavorando a
stretto contatto con il vice questore Lara Colombo (Ana Caterina
Morariu) e il vice questore aggiunto Domenico
Calcaterra (Marco Bocci). Come sempre Stato e
Mafia si scontrano con duelli all’ultimo sangue, scoprendo antichi
e oscuri segreti e facendo sempre più vittime innocenti.
La serie è andata in onda su
Canale 5 dal 2009 al 2016, per 8
stagioni e ben 74 episodi da circa un’ora
e mezza ciascuno.
Marco Bocci in Solo
4. Durante le
riprese di Squadra Antimafia, dal 2012 al 2013, Marco
Bocci si è dedicato a due progetti minori, recitando nelle minierie
tv Le mille e una notte – Aladino e Sherazade
diretta da Marco Pontecorvo e K2 – La
montagna degli italiani, diretta da Robert
Dornhelm.
Una volta terminato il suo lavoro
sul set di Squadra Antimafia, nel 2016 Bocci partecipa alla
realizzazione di Solo, una serie tv
diretta da Michele Alhaique, andata in onda su
Canale
5. La serie
racconta la storia di Marco Pagani (Marco Bocci),
un agente sotto copertura infiltratosi nel pericoloso clan dei
Corona, una potete famiglia della ‘Ndrangheta operante nella piana
di Gioia Tauro. Dopo aver salvato la vita a Bruno Corona (Peppino
Mazzotta), figlio del criminale Antonio Corona
(Renato
Carpentieri), durante una sparatoria in
un covo di trafficanti di armi ucraini, Pagani si guadagna la
fiducia del boss. Grazie al suo atto eroico, Marco diventa non solo
uomo di fiducia del capofamiglia Corona ma addirittura il suo
braccio destro.
Ma le cose si complicano quando
Marco conosce la bellissima figlia del boss, Agata Corona
(Carlotta Antonelli), per la quale sviluppa un
sentimento che va al di là della semplice ammirazione.
La serie tv Solo,
ideata da Pietro Valsecchi – autore anche di
Squadra Antimafia – è andata in onda su Canale 5
nel 2016 per 2 stagioni e 8 episodi complessivi, della durata di
circa un’ora e mezza ciascuno.
3. Negli anni successivi a Solo,
Marco Bocci ha partecipato anche ad altre serie tv come La
compagnia del Cigno (2019) – diretta da Ivan
Cotroneo – e Made in Italy (2019) e al
film per la televisione Liberi Sognatori
– Delitto di Mafia (2018), diretto da Michele
Alhaique.
Marco Bocci e Laura Chiatti
2. Forse pochi
sanno che la moglie di Marco Bocci altri non è che la bellissima
attrice italiana Laura
Chiatti. I due si sono conosciuti un po’ per caso e la
loro relazione pare sia cominciata grazie a una telefonata partita
per sbaglio.
Nel 2019, in un’intervista
rilasciata a Mara Venier nella trasmissione Domenica In,
Marco Bocci ha raccontato qualche aneddoto divertente della sua
storia con Laura
Chiatti. Sembra che l’attore, anni prima, abbia fatto
partire per sbaglio una telefonata verso il numero della Chiatti e
che la loro relazione sia cominciata proprio così. I due hanno
continuano a sentirsi e nel 2014 hanno ufficializzato la loro
relazione.
Quello che Bocci ha confessato alle
telecamere di Domenica In è che in realtà quella famosa telefonata
non fu per nulla accidentale. [fonte: Contro
Copertina]
1. Il 5 luglio del
2014 Bocci sposa la sua bella Laura e negli anni successivi la
coppia mette al mondo due splendidi bambini, Enea
e Pablo.
Il loro rapporto non potrebbe
andare meglio ma nel 2019, un tragico evento sconvolge l’equilibrio
di questa coppia. A maggio dello scorso anno Bocci viene ricoverato
d’urgenza per una grave meningoencefalite.
L’attore ha raccontato che un semplice herpes,
spuntato sulle labbra, a causa di una vita troppo stressante e di
un sistema immunitario debole, è arrivato ad attaccare il
cervello.
Nonostante il ricovero d’urgenza e
la grande paura, Bocci è stato dichiarato fuori pericolo. [fonte: Vanity
Fair]
Per essere sempre aggiornati sulle
vicissitudini professionali e anche sulla vita privata dell’attore,
seguite l’account ufficiale Instagram di Marco
Bocci.
Tra le opere di esordio del regista
greco, candidato all’Oscar come Miglior Film Straniero e premiato a
Cannes nella sezione Un certain regard,
Dogtooth è una prova di grande cinema
ancora inedita in Italia, incredibilmente attuale nei temi e
contemporanea nella visione.
“Un cane è come la creta, il
nostro lavoro, qui, è di dargli forma.Un cane può essere
dinamico, aggressivo, un lottatore, codardo o affettuoso.Noi siamo qui per determinare quale comportamento il cane
dovrebbe avere.Vuole un cucciolo o un amico? un compagno?
o un cane da guardia che rispetta il suo padrone e obbedisce ai
suoi ordini?”
Dogtooth, la
trama
Una famiglia composta da padre,
madre e tre figli, vive in periferia in una casa circondata da un
grande recinto. I ragazzi non hanno mai oltrepassato il muro che li
separa dal resto della città e sono stati educati e istruiti per
volere dei genitori senza alcuna influenza dal mondo esterno.
L’equilibrio viene spezzato quando il padre, per soddisfare gli
istinti sessuali del figlio, introduce in casa un elemento esterno:
Christina.
Yorgos Lanthimos è considerato oggi uno dei massimi esponenti
del cinema greco. A soli 47 anni il suo nome risuona ormai tra
quelli dei registi europei più premiati.
Entrato nel cuore di Hollywood con
il suo ultimo film, La Favorita, Golden
Globe e Oscar a
Olivia Colman per la Migliore attrice protagonista e
ben dieci nomination (184 premi vinti in tutto il mondo), premiato
alla Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia per
Alps (Migliore sceneggiatura) nel 2011 e per La
Favorita (Gran premio della Giuria), vincitore a Cannes con
Dogtooth (Miglior film in Un Certain Regard) ma anche con
The Lobster nel 2015 (Premio della Giuria) e con
Il sacrificio del cervo sacro nel 2017 (Migliore
sceneggiatura).