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Shazam!, svelate le scene tagliate dal film

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Shazam!, svelate le scene tagliate dal film

Henry Gayden, sceneggiatore di Shazam!, film ambientato nel DC Extended Universe e uscito nel 2019, ha raccontato di una serie di scene cancellate del film tramite Twitter mentre, in cambio dei suoi racconti, prova a raccogliere donazioni per le organizzazioni collegate a Black Lives Matter. Gayden ha scritto il film sul supereroe, che vede come protagonista Zachary Levi, con Darren Lemke, e tornerà a scrivere il sequel ancora senza titolo, che uscirà nel 2022.

Shazam! faceva parte del progetto che avrebbe dovuto riportare in carreggiata il DCEU, che sembrava completamente deragliato dopo gli insuccessi di Suicide Squad del 2016 e Justice League del 2017. Da quel momento in poi, in effetti, sia critica che pubblico si sono posti con rinnovata fiducia nei confronti di questi prodotti, visto che Wonder Woman (2017) Aquaman (2018) e Shazam! sono stati bene accolti.

Ora Gayden sta raccontando di volta in volta su Twitter una serie di scene tratte dalla sceneggiatura del film. Non si tratta di scene eliminate al montaggio, che ci aspettiamo di vedere come contenuto extra di un’edizione in Home Video, ma sono scene scritte che non sono state girate. Gayden ha finora svelato due scene e dice che ne pubblicherà sette in totale nella prossima settimana. La prima scena non realizzata vedeva Shazam saltare in un grattacielo e spaventare un gruppo di persone in riunione prima di fare uno scherzo. La seconda scena vedeva invece Shazam sollevare un bulldozer da terra con una mano.

Shazam! è uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary Levi, Asher Angel, Mark Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta Milans Djimon Hounsou.

Abbiamo tutti un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.

Wonder Woman 1984: è questo il design finale di Cheetah?

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Wonder Woman 1984: è questo il design finale di Cheetah?

Un artista portoghese, che sui social si fa chiamare datrinti, ha realizzato un concept definitivo per Cheetah, il personaggio dei fumetti DC che vedremo per la prima volta al cinema in Wonder Woman 1984. Secondo quanto scrive l’artista, nella didascalia del concept condiviso su Instagram, il design del personaggio che ha realizzato è il risultato di tutte le promo art e dei gadget ufficiali diffusi e trapelati fino a questo momento.

Il personaggio dei fumetti è l’alter ego di Barbara Ann Minerva, che sarà interpretata nel film di Patty Jenkins da Kristen Wiig, e che si troverà a scontrarsi con la Diana Prince di Gal Gadot, che tornerà a vestire i panni della protagonista, dopo l’esordio da solista nel 2017. Ecco di seguito il disegno che mostra una fusione perfetta tra essere umano e animale, esattamente come il personaggio compare nei comics:

Wonder Woman 1984 uscirà il 14 agosto 2020. Il film è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la prossima iterazione della supereroina”.

L’ordine cronologico del personaggio di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn of Justice per poi tornare al vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel vedrà ancora Gal Gadot nei panni di Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno anche Chris Pine (volto del redivivo Steve Trevor) e Pedro Pascal (nei panni di Maxwell Lord).

Festival di fumetto: appello al Governo per guardare avanti

Festival di fumetto: appello al Governo per guardare avanti

Quando si parla di fumetto si parla di cultura e si parla anche di editoria, industria, imprenditoria, artigianalità, creatività, professionalità, filiera. I più importanti festival dedicati alla nona arte uniscono oggi le loro forze con l’obiettivo di far riconoscere il valore culturale dei fumetti e di tutto il mondo che vi gravita attorno, per promuovere il linguaggio fumettistico e stabilire un dialogo duraturo e proficuo con le Istituzioni.

L’Emergenza Covid-19 ha messo a dura prova tutti i comparti economici e produttivi del Paese. Il settore che sembra più lontano dalla previsione di una ripresa, e ancora privo di politiche per la sua tutela e sviluppo, è proprio quello degli eventi, in particolare quello degli eventi dinamici, ovvero delle manifestazioni affollate – come i festival – che si alimentano principalmente della specificità aggregativa degli assembramenti; l’attuale emergenza sanitaria e le misure di contenimento a breve termine aprono pochi spiragli di possibilità organizzative.

Le perdite economiche subite dai festival di fumetto italiani nel 2020 sono un dato già evidente, determinate come sono da: mancata vendita dei biglietti, mancato introito di contributi e sponsorizzazioni, mancati emolumenti a dipendenti e professionisti che a vario titolo collaborano con le strutture organizzative, mancato supporto al volontariato fondamentale nella realizzazione della maggior parte degli eventi culturali. Ecco perché le manifestazioni più importanti d’Italia richiedono misure urgenti, puntuali e dedicate, e auspicano un dialogo con le Istituzioni preposte ad affrontare l’impatto economico della pandemia nei diversi settori dell’economia e della cultura.

Le azioni da porre in essere dovrebbero contenere l’impatto dell’emergenza sanitaria su una filiera apparentemente ‘invisibile’ che, tuttavia, contribuisce allo sviluppo dei territori e continua a dare lustro all’Italia nel panorama delle industrie culturali creative internazionali, così come lo fanno le industrie delle arti visive (cinema e teatro, infatti, sono stati esplicitamente considerati nel testo che riguarda il Fondo Cultura del Decreto Rilancio).

Questo appello è sottoscritto da ARF! Festival (Roma), Be Comics! (Padova), B-Geek (Bari), BilBOlBul (Bologna), Cesena Comics & Stories, COMICON (Napoli), Etna Comics (Catania), Lanciano nel Fumetto, Le Strade del Paesaggio (Cosenza), Lucca Comics & Games, Lucca Collezionando, Mostra Mercato del Fumetto ANAFI (Reggio Emilia), Palermo Comic Convention, Pescara Comix & Games, Rapalloonia! Mostra Internazionale dei Cartoonists (Rapallo), Riminicomix, San Beach Comix (San Benedetto del Tronto), TCBF Treviso Comic Book Festival, Teramo Comix, Tiferno Comics (Città di Castello), Torino Comics, Varchi Comics (Montevarchi), Venezia Comics, 23 manifestazioni di respiro nazionale e internazionale, con un bagaglio storico importante, ben radicate nei propri territori, in dialogo con amministrazioni locali, nazionali ed europee, che ogni anno offrono una pluralità di eventi capaci di attirare un pubblico numeroso ed eterogeneo, che va oltre il milione di presenze con un indotto economico e una ricaduta sui territori intorno ai trecento milioni di euro.

Come i festival di approfondimento culturale, o come quelli dedicati al cinema, al teatro e alla musica, i festival dedicati al fumetto rappresentano dunque una realtà solida e strutturata in Italia, un insieme di appuntamenti che durante l’anno contribuisce a comporre un fitto calendario di iniziative culturali, editoriali e commerciali, occasioni significative e uniche per frequentare determinati luoghi o scoprirli proprio grazie a specifici programmi di eventi.

In questo senso, i festival di fumetto non sono assimilabili solo a fiere o a eventi collaterali: sono vere e proprie piattaforme culturali in grado di attirare energie creative, aggregare operatori commerciali e pubblico (un pubblico variegato e trasversale composto da famiglie, ragazzi, studenti, appassionati, turisti). Sono peraltro soggetti essenziali allo sviluppo socio-economico delle città, delle regioni e dell’intero sistema dell’industria culturale in Italia. Trascurarli significherebbe vanificare investimenti pluriennali, annientare i risultati raggiunti sino ad

oggi e danneggiare irreversibilmente una filiera produttiva, con il rischio di impoverire uno degli asset creativi che contraddistinguono il nostro Paese. Un patrimonio di manifestazioni al servizio della valorizzazione di un linguaggio e di un settore produttivo di cui l’Italia è da tempo uno dei leader mondiali, e primo produttore europeo per numero di titoli all’anno. Un patrimonio festivaliero che intende riaffermare la propria capacità di guardare avanti, sollecitando le Istituzioni a difenderla e sostenerla nella fase di complessa ricostruzione che attende tutta la filiera.

Carbonia Film Festival 2020, il 6 giugno al via un’edizione “ibrida

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Dal 6 all’11 ottobre 2020 torna il Carbonia Film Festival, appuntamento con il cinema di qualità legato a due tematiche centrali nel dibattito contemporaneo oltre che profondamente radicate nel territorio che ospita il festival, ovvero migrazioni e lavoro. Da sempre il festival, oltre al focus sulle narrazioni tematiche, dà spazio a opere che si contraddistinguono per sperimentazione e ricerca linguistica con un’attenzione ai talenti più promettenti del cinema internazionale.
La manifestazione è organizzata dal Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria, Fabbrica del Cinema e Cineteca Sarda, insieme alla Regione Autonoma della Sardegna e al comune di Carbonia, con il sostegno di Fondazione Sardegna Film Commission e la direzione artistica di Francesco Giai Via.

L’appuntamento per l’edizione 2020 con il Carbonia Film Festival sarà online grazie all’accordo con un partner importante come Festival Scope, piattaforma internazionale che negli anni si è imposta come un attore importante nell’industria cinematografica e che durante l’emergenza Covid-19 è stata partner di quei festival come CPH:DOX e Vision du Réel che per primi, nel periodo del lockdown, hanno deciso di proporre un’edizione online.
Anche l’edizione 2020 di Carbonia Film Festival sarà realizzata in partnership con Festival Scope e Shift72, piattaforma leader per i servizi di video streaming che vanta collaborazioni con festival importanti tra cui Marché du film di Cannes e SXSW.

La programmazione del Carbonia Film Festival varca i confini regionali e sarà fruibile in streaming gratuitamente su tutto il territorio nazionale, anche se non mancherà una selezione di appuntamenti pensati appositamente per la città. La struttura del festival rimane invariata, con i due concorsi internazionali lungometraggi e cortometraggi e una serie di eventi speciali. Parallelamente alla selezione dei film gli spettatori potranno accedere anche ad un ricco calendario di incontri e masterclass online realizzato in partnership con Eja TV.

“Viviamo una fase in cui i limiti del nostro agire quotidiano sono sottoposti costantemente ed in modo spesso imprevedibile a variazioni, aggiustamenti e cambiamenti repentini. Come festival lavoriamo da sempre con costanza sulla costruzione di forme di partecipazione del pubblico e oggi queste vanno forzatamente ripensate con il massimo della creatività e della flessibilità possibile”dichiara Francesco Giai Via, direttore artistico del festival “Per spirito e attitudine preferiamo guardare ai limiti come base per la costruzione di nuove opportunità ed è in quest’ottica che abbiamo deciso di costruire quello che sarà Carbonia Film Festival 2020, un evento ibrido in cui conviveranno proiezioni e incontri online con un gruppo di eventi pensati e costruiti per il pubblico della nostra città. Un festival radicato nella sua storia ma che, non solo per obbligo ma anche per scelta, vuole guardare al futuro e alle sue possibilità”.

L’esperienza con Festival Scope non si esaurirà nei giorni del festival, bensì il CSC Carbonia Società Umanitaria – Fabbrica del Cinema e la Cineteca Sarda, insieme al Centro Servizi Culturali di Alghero, hanno deciso di promuovere una programmazione online per 12 mesi, così da proporre le proprie iniziative a tutto il territorio nazionale, in un’importante occasione di sperimentazione e promozione del proprio lavoro e patrimonio.

“Le condizioni imposte dalle restrizioni dovute alla pandemia rappresentano il triste riflesso di quanto stiamo vivendo ma, al tempo stesso, un’opportunità di crescita e sviluppo” aggiunge Paolo Serra, Direttore del Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria“Se da un lato Festival Scope permetterà un’esperienza sicura e di qualità per il pubblico a casa, dall’altro avremo la possibilità di superare i confini territoriali imposti dall’insularità coinvolgendo un numero potenziale di appassionati cinefili molto più ampio di quanto fatto fin ad oggi. La nostra proposta si articolerà nell’arco di 12 mesi e sarà condivisa con gli altri Centri di Servizi Culturali di Cagliari e Alghero con i quali programmare lo streaming di film e contenuti allo scopo di valorizzare le nostre attività e il contenuto dell’archivio regionale, la Cineteca Sarda. La programmazione online non sostituirà le attività in presenza di pubblico ma sarà l’occasione di promuovere al meglio servizi e attività proposte dai Centri e capitalizzare l’investimento della Regione Sardegna.”

Il manifesto dell’edizione 2020 del Carbonia Film Festival è firmato da Sarah Mazzetti, illustratrice e fumettista bolognese che vanta collaborazioni prestigiose con testate quali The New York Times, The New Yorker e The Guardian, nel 2017 ha pubblicato il suo primo fumetto per bambini, “I gioielli di Elsa”, per Canicola edizioni, ha vinto nel 2019 il prestigioso Premio Internazionale di Illustrazione Bologna Children’s Book Fair – Fundación SM.
Una ragazza rivolge lo sguardo e la sua immaginazione ad un cielo pieno di astri, mentre dalle fondamenta del passato germoglia come una nuova vita una natura coloratissima. Questa l’immagine potente ed evocativa realizzata da Sarah Mazzetti per l’edizione 2020, in cui le dicotomie del Carbonia Film Festival, terra e cielo, memoria e ricerca, radici e sperimentazione prendono vita.

Un figlio di nome Erasmus: dal 1° luglio su Mio Cinema con Eagle Pictures

Dopo essere stato uno tra i film più visti nelle principali piattaforme VOD – come primo lungometraggio italiano ad alto budget ad uscire direttamente in streaming, contribuendo alla campagna #iorestoacasaUn figlio di nome Erasmus approda anche nelle sale a partire dal primo di luglio. Una spinta a sostegno di questa non semplice ripartenza, dunque, ma anche un’opportunità per rivedere, o vedere per la prima volta sul grande schermo, la prima produzione cinematografica targata Eagle Pictures con protagonisti Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Ricky Memphis e Daniele Liotti.

In quest’opera emozionante e un po’ nostalgica, quattro amici quarantenni si ritrovano in Portogallo, a distanza di 20 anni dall’Erasmus fatto a Lisbona, per affrontare un viaggio inaspettato alla scoperta di un segreto che potrebbe completamente cambiare la vita a uno di loro. Alberto Ferrari (Tra due donne, La terza stella) dirige il poker di protagonisti, affiancati da un astro nascente del cinema portoghese, Filipa Pinto (L’uomo che uccise Don Chisciotte) e da un affascinante ritorno sul grande schermo, Carol Alt.

Un figlio di nome Erasmus sarà distribuito a partire dal 1º luglio 2020 da Eagle Pictures.

Diane Keaton: 10 cose che non sai sull’attrice

Diane Keaton: 10 cose che non sai sull’attrice

Consacratasi come una delle interpreti di punta della sua generazione, Diane Keaton ha negli anni dato vita a iconici personaggi, protagonisti di altrettanto celebri film. Tra i titoli che più l’hanno resa nota si annoverano senza dubbio quelli del regista Woody Allen, con il quale l’attrice ha stretto un fortunato sodalizio.

Ecco 10 cose che non sai di Diane Keaton.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Diane Keaton Woody Allen

Diane Keaton: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in noti lungometraggi. L’attrice debutta sul grande schermo con il film Amanti ed altri estranei (1970), per poi ottenere grande popolarità con i film Il padrino (1972), con Marlon Brando e Al Pacino, Provaci ancora, Sam (1972), e Il padrino – Parte II (1974). Negli anni seguenti recita in titoli come Reds (1981), Il padrino – Parte III (1990), Il club delle prime mogli (1996), La stanza di Marvin (1996), Avviso di chiamata (2000), Tutto può succedere (2003), con Jack Nicholson, Perché te lo dice mamma (2007), Big Wedding (2013), Mai così vicini (2014), Ruth & Alex (2014), Appuntamento al parco (2017),e Book Club (2018)

9. Ha recitato in una nota serie TV. Nel 2016 l’attrice torna a recitare per il piccolo schermo, dopo anni di assenza, per la serie ideata e diretta da Paolo Sorrentino, The Young Pope. Qui ricopre il personaggio di Suor Mary, ricorrente in ogni episodio. Prendendo parte alla serie, l’attrice ha così avuto modo di recitare anche accanto agli attori Jude Law e Silvio Orlando.

8. È anche regista. Nel corso degli anni Ottanta l’attrice ha iniziato ad interessarsi all’arte della regia, dirigendo inizialmente diversi videoclip o documentari. La grande occasione arriva nel momento in cui dirige l’episodio numero quindici della seconda stagione di Twin Peaks (1991). Dopo quell’esperienza, debutterà alla regia di lungometraggi, come Fiore selvaggio (1991), Eroi di tutti i giorni (1995) e Avviso di chiamata (2000).

Diane Keaton e Woody Allen

7. Ha recitato in diversi film del noto regista. A rendere popolare l’attrice all’interno dell’industria hollywoodiana furono in particolare i film girati con il regista e sceneggiatore Woody Allen. I due si conobbero sul set di Provaci ancora, Sam (1972), e strinsero un sodalizio che li portò a recitare in altri sette film. Questi sono Il dormiglione (1973), Amore e guerra (1975), Io e Annie (1977), Interiors (1978), Manhattan (1979), Radio Days (1987) e Misterioso omicidio a Manhattan (1993).

6. Ha vinto un Oscar grazie ad un film di Allen. Grazie al ruolo di Annie Hall in Io e Annie, il quale fu scritto appositamente pensando a lei, la Keaton ricevette una nomination come miglior attrice ai premi Oscar del 1978. Durante la cerimonia, si aggiudicò infine il prestigioso premio, che ad oggi rimane l’unico da lei vinto.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Diane Keaton Il Padrino

Diane Keaton e Al Pacino

5. Ha avuto una relazione con il noto attore. La storia che lega la Keaton al premio Oscar Al Pacino è lunga e travagliata. Conosciutisi durante il set de Il Padrino, i due diedero vita ad una relazione protrattasi in modo fortemente discontinuo fino al 1990, quando recitarono nel terzo ed ultimo capitolo della trilogia. Da quel momento si separarono definitivamente, ma rimanendo in buoni rapporti.

Diane Keaton in Il Padrino

4. Si ispirò alla moglie del regista per il suo ruolo. All’interno della trilogia di Il Padrino, l’attrice ha dato vita al personaggio di Kay Adams. Questa finisce con l’essere la moglie di Michael Corleone, il quale eredita dal padre Don Vito il ruolo di capofamiglia. Per il suo ruolo, la Keaton affermò di essersi ispirata alla moglie del regista Francis Ford Coppola, Eleanor, identificando nei due la storia di Michael e Kay.

3. Il regista la volle per una sua qualità. All’epoca del primo film, datato 1972, l’attrice era ancora pressoché sconosciuta. Al suo attivo aveva sporadiche apparizioni televisive e diversi spettacoli teatrali. Ciò è bastato per farle ottenere una discreta fama nel mondo dello spettacolo, in particolare come personalità eccentrica. Fu per questa sua caratteristica che Coppola la selezionò per il film, convinto che avrebbe potuto rendere più umano il suo personaggio.

2. Credeva che il film sarebbe stato un disastro. È noto che le riprese del film si rivelarono particolarmente complesse ed estenuanti, tanto per la troupe quanto per il cast. Dato il modo in cui si svolgevano i lavori, l’attrice era convinta che il film si sarebbe rivelato un disastro, e che avrebbe posto fine alla sua carriera. Per sua fortuna, avvenne esattamente l’opposto.

Diane Keaton: età e altezza

1. Diane Keaton è nata a Los Angeles, in California, Stati Uniti, il 5 gennaio del 1946. L’attrice è alta complessivamente 169 centimetri.

Fonte: IMDb

Aaron Eckhart: 10 cose che non sai sull’attore

Aaron Eckhart: 10 cose che non sai sull’attore

Apprezzato interprete di film di successo, Aaron Eckhart si è negli anni costruito una solida fama all’interno dell’industria hollywoodiana. Qui ha avuto modo di collaborare con alcuni tra i più importanti registi e autori del momento, consolidando le proprie doti e svelandosi particolarmente versatile.

Ecco 10 cose che non sai di Aaron Eckhart.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Aaron Eckhart fisico

Aaron Eckhart: i suoi film

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore debutta sul grande schermo con il film Testimonianza pericolosa (1992), per poi ottenere maggior notorietà con Amici & vicini (1998), Ogni maledetta domenica (1999), Erin Brockovich (2000), di Steven Soderbergh, La promessa (2001), e The Missing (2003). Nel 2005 è protagonista del film Thank You for Smoking, con J. K. Simmons, mentre negli anni successivi recita in Black Dahlia (2006), e Il cavaliere oscuro (2008), con il quale si consacra. Successivamente prende parte a The Rum Diary (2011), Attacco al potere (2013), I, Frankenstein (2014), Attacco al potere 2 (2016), Sully (2016), con Tom Hanks, Bleed (2016) e Midway (2019).

9. È anche produttore. Negli ultimi anni Eckhart si è distinto per aver ricoperto anche il ruolo di produttore per alcuni film da lui anche interpretati. Il primo di questi è Neverwas – La favola che non c’è (2005), con Ian McKellen, Ti presento Bill (2007), e To Be Friends (2010), film indipendente scritto e diretto da suo fratello, di professione regista.

8. È stato nominato al Golden Globe. Per il suo ruolo nel film Thank You for Smoking, che ne ha decretato la popolarità, l’attore ottiene la sua prima, e ad ora unica, nomination al premio Golden Globe come miglior attore protagonista. È stato poi nominato come miglior attore non protagonista ai Saturn Award per il suo ruolo in Il cavaliere oscuro.

Aaron Eckhart: chi è la sua compagna

7. È molto riservato. L’attore ha più volte dichiarato di non apprezzare l’idea di dover parlare delle sue relazioni sentimentali nel corso di interviste, e per questo motivo è sempre stato difficile stabilire quale sia il suo status. È nota la sua relazione con l’attrice Emily Cline, conosciuta sul set di In the Company of Men (1997), dalla quale tuttavia si separò l’anno seguente. Ad oggi non è certa una sua eventuale nuova relazione.

Aaron Eckhart: il suo fisico

6. Ha dovuto acquisire peso per un ruolo. L’attore è solito prendere parte a dinamici film d’azione, per i quali gli viene richiesta una buona prestanza fisica. Eckhart è infatti noto per l’essere un attore particolarmente possente. Per il film Ti presento Bill, tuttavia, gli venne chiesto di perdere la sua forma smagliante e acquisire invece diversi chili, necessari al personaggio.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Aaron Eckhart Il cavaliere oscuro

Aaron Eckhart in Il cavaliere oscuro

5. Rimase impressionato da Heath Ledger. Difficile non riconoscere che uno dei motivi per cui Il cavaliere oscuro è celebre è l’interpretazione del Joker di Heath Ledger. Eckhart raccontò di essere rimasto estremamente impressionato dalla sua devozione al ruolo, ricordando di aver provato forte timore nello stargli accanto, guardandolo aggirarsi nervoso mentre manteneva gli atteggiamenti del personaggio.

4. Ha interpretato il celebre Due Facce. Il ruolo nel film di Eckhart è quello di Harvey Dent, meglio noto come Due Facce. Per costruire il proprio personaggio, l’attore cercò di basarsi su ciò che lo rendeva uguale e diverso da Batman, esaltando entrambi gli aspetti. Per lui, infatti, Dent non è alto se non una versione speculare del cavaliere oscuro.

3. Gli fu chiesto di non esagerare nella caratterizzazione. Un personaggio come quello di Due Facce si presta facilmente ad interpretazioni sopra le righe. Il regista Christopher Nolan, proprio per questo motivo, chiese all’attore di non dotare la parte di alcun tic o particolarità stravagante, poiché non voleva che l’attenzione venisse attirata da quello.

2. Si è ispirato ad un noto politico. Per dar vita al procuratore distrettuale Harvey Dent, impegnato nella lotta al crimine, l’attore ha raccontato di essersi ispirato al celebre politico Robert F. Kennedy, in particolare per il suo aspetto impeccabile e la fermezza delle sue parole.

Aaron Eckhart: età e altezza

1. Aaron Eckhart è nato a Cupertino, in California, Stati Uniti, il 12 marzo 1968. L’attore è alto complessivamente 180 centimetri.

Fonte: IMDb

Carice van Houten: 10 cose che non sai sull’attrice

Carice van Houten: 10 cose che non sai sull’attrice

Divenuta celebre grazie al ruolo di Melisandre in Il Trono di Spade, l’attrice Carice van Houten si è distinta poi anche sul grande schermo, ottenendo ruoli di rilievo in celebri film mainstream o d’autore. In cerca di nuovi ruoli che possano esaltarne le capacità, non manca di dimostrare continuamente la propria versatilità.

Ecco 10 cose che non sai su Carice van Houten.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Carice van Houten Instagram

Carice van Houten: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice ha iniziato a recitare per il cinema belga, distinguendosi in particolare per Minouche la gatta (2001) e Black Book (2006). Sbarca poi negli Stati Uniti con il film Operazione Valchiria (2008), con Tom Cruise. Continua poi a recitare ad Hollywood con titoli come Repo Men (2010), con Jude LawIntruders (2011), con Clive OwenIl quinto potere (2013), con Benedict CumberbatchRace – Il colore della vittoria (2016), Brimstone (2016) e Domino (2019).

9. Ha preso parte ad una nota serie TV. La svolta nella carriera dell’attrice arriva nel 2012, nel momento in cui viene scelta per ricoprire il ruolo di Melisandre in Il Trono di Spade, dove recita in ventinove episodi fino al 2019, e recitando accanto ad attori come Kit Harington ed Emilia Clarke. Nel 2019 recita poi nella miniserie Temple, nel ruolo di Anna Willems.

8. Ha ricoperto il ruolo di produttrice. Nel 2019 la van Houten indossa per la prima volta i panni della produttrice per il film Instinct, thriller olandese dove recita anche nel ruolo della protagonista. Nel 2020 produce invece l’episodio pilota della serie Red Light, ricoprendo anche qui un ruolo nel cast di attori.

Carice van Houten è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 1,4 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere diverse tipologie di contenuti, dai momenti più quotidiani, alle curiosità e fino alle immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Carice van Houten e Guy Pearce

6. Ha una relazione con il noto attore. Dal 2015 l’attrice ha una relazione con l’attore Guy Pierce, noto per i suoi ruoli in Memento e Iron Man 3. I due sono molto riservati circa la propria vita sentimentale, evitando di attirare su di essa i riflettori che il loro lavoro comporta. Tra i pochi annuncia fatti, vi è quello della nascita del figlio Monte Pearce, nell’agosto del 2016.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Carice van Houten Il Trono di Spade

Carice van Houten in Il Trono di Spade

5. Si era proposta per un altro ruolo. All’interno della celebre serie l’attrice ricopre il ruolo della sacerdotessa Melisandre. Tuttavia, inizialmente, la van Houten si era proposta per il ruolo della regina Cersei Lannister, ma per via del suo impegno sul set del film Intruders non poté partecipare ai provini. Il ruolo fu infine vinto dall’attrice Lena Headey.

4. Si è pentita delle scene di nudo. Con l’insorgere del movimento #MeToo, l’attrice è tornata a riflettere sulle proprie scene di nudo all’interno della serie, affermando di essersene pentita. Dal suo punto di vista, il nudo dovrebbe avere una precisa funzione narrativa, cosa che in Il Trono di Spade spesso mancava. La van Houten ha concluso affermando che non farà più altre scene di nudo a meno che non rispondano a tale requisito.

Carice van Houten in Race – Il colore della vittoria

3. Ha interpretato una celebre regista. Nel film Race – Il colore della vittoria, incentrato sulle Olimpiadi di Berlino del 1936, l’attrice ha dato vita alla figura di Leni Riefenstahl, nota regista e fotografa tedesca, passata alla storia grazie ai suoi film e documentari incentrati sul regime nazista.

Carice van Houten in Black Book

2. Ha realmente cantato i brani del film. La van Houten è nota anche come cantautrice, particolarmente apprezzata in patria. Tale capacità le è servita per il film Black Book, dove interpreta una cantante ebrea durante il periodo nazista. Grazie a tale ruolo, l’attrice ha potuto sfoggiare le proprie qualità come cantante, eseguendo da sé i brani previsti.

Carice van Houten: età e altezza

1. Carice van Houten è nata a Leiderdorp, nei Paesi Bassi, il 5 settembre 1976. L’attrice è alta complessivamente 165 centimetri.

Fonte: IMDb

In viaggio verso un sogno: la recensione del film con Shia LaBeouf

Inizialmente previsto per la sala cinematografica, anche il film In viaggio verso un sogno – The Peanut Butter Falcon è infine approdato ad una distribuzione in streaming, trovando il proprio spazio in piattaforme come Chili, Rakuten TV e Tim Vision. Scritto e diretto dagli esordienti Tyler Nilson e Michael Schwartz, questo è un buddy movie di puro stampo indie, che porta con sé l’onere e l’onore di aver per protagonista un attore affetto da sindrome di Down. Una novità non indifferente all’interno dell’industria, che negli ultimi anni ha tuttavia visto il fiorire di opere con al centro persone e personaggi troppo spesso dimenticati.

La vicenda è quella di Zak (Zack Gottsagen), ragazzo affetto da tale sindrome e un grande sogno nel cassetto: diventare un famoso lottatore di wrestling. Fuggito dall’ospizio dove la sua famiglia lo aveva abbandonato anni prima, questi intraprenderà un lungo viaggio attraverso i selvaggi territori della Carolina del Nord, con l’intenzione di incontrare il leggendario Salt Water Redneck, da cui spera di imparare l’arte del combattimento. Ad accompagnarlo nella sua avventura vi è Tyler (Shia LaBeouf), pescatore buono di cuore ma con numerosi problemi alle spalle, con il quale stringerà una sincera amicizia.

In viaggio verso un sogno, consapevoli dei propri limiti

Quando i due aspiranti registi incontrarono il giovane Gottsagen ad un laboratorio per attori con disabilità, rimasero particolarmente colpiti da lui e dal suo carisma. Questi raccontò loro del suo grande desiderio di diventare un attore, e su tale sogno Nilson e Schwartz basarono la storia divenuta poi film. Decidendo di scrivere il ruolo del protagonista per un ragazzo affetto dalla nota sindrome, i due debuttanti si sono evidentemente assunti tutti i rischi del caso, ricercando la giusta chiave con cui poter dar vita al tutto.

Ne è così nato un film che sfoggia la possibilità per la settima arte di rappresentare con successo quelle diversità che spesso non hanno voce, inserendo il suo protagonista in un contesto tradizionalmente consolidato. Descritto come una moderna rivisitazione della storia di Huckleberry Finn, In viaggio verso un sogno riesce così allo stesso tempo sia a mantenersi aggrappato a solidi riferimenti preesistenti, sia a proporre una novità meno scontata di quanto si potrebbe immaginare.

Il rischio maggiore per tale progetto poteva essere quello di sfociare in un pietismo fuori luogo e controproducente, come spesso accade in questi casi. I due registi, così come lo stesso attore protagonista, sono consapevoli dei limiti imposti dalla sindrome, e riescono a parlarne sia senza sottolineature sia senza il bisogno di dover nascondere qualcosa già di suo evidente. Ciò permette allo spettatore di non vedersi sbattuti in faccia motivi per cui dovrebbe sentirsi a disagio, con la diversità che appare essere soltanto un altro colore nel dipinto dell’umanità. Sorretto da LaBeouf e dall’attrice Dakota Johnson, qui nei panni della dipendente dell’ospizio alla ricerca del giovane Zak, il protagonista riesce a distogliere l’attenzione dalla sua caratteristica principale per catturare invece con le sue notevoli doti da interprete.

In viaggio verso un sogno recensione

In viaggio verso un sogno: la recensione

Il giovane Gottsagen è dunque il punto d’originalità del film, inserito in un viaggio dell’eroe pur sapendo di non potersi definire tale. “Io non posso essere un eroe, perché ho la sindrome di Down”, esclama il protagonista in una delle poche ed esplicite dichiarazioni d’intenti. Eppure, ogni evento è costruito per lui, per esaltarne le reali capacità prima di ogni altra cosa. Con In viaggio verso un sogno si riscrive dunque la fisionomia dell’eroe tipo, e dato il successo dell’opera, che negli Stati Uniti è stata eletta come il film indipendente dal maggior incasso del 2019, sembra che tale riscrittura sia stata ampiamente apprezzata e premiata.

C’è da dire che la storia scritta dai due autori può anche essere vista come un’arma a doppio taglio, poiché se da una parte aspira ad esaltare, sempre con discrezione, il proprio protagonista, dall’altra finisce per poter vantare pochi altri spunti di particolare interesse. Il viaggio compiuto dai due è infatti ovviamente parte di una tradizione che, per quanto funzionante, ci si può stufare di rivedere per l’ennesima volta. Con un ritmo nella prima parte piuttosto sottotono ed alcune ripetizioni di espedienti stilistici, in questo caso di alcune sequenze di montage, si rischia infine di eccedere con l’ormai inflazionata “estetica indie”.

Dalla metà in poi, fortunatamente, gli eventi permettono al film di ottenere un maggior coinvolgimento, e grazie alla chimica tra i due attori protagonisti si riesce ad affezionarsi all’amicizia tra loro, raccontata in modo prima di tutto genuino. La speranza è che film del genere possano dunque diventare sempre più presenti, e che per ogni tipo di spettatore possa esserci un eroe in cui ritrovarsi.

10 supervillain che vorremmo vedere al cinema dopo The Suicide Squad

Prima dell’uscita di Suicide Squad nel 2016, la Sony Pictures stava sviluppando un film dedicato ai Sinistri Sei: in quel periodo, tutto lasciava intendere che i grandi cattivi dei fumetti sarebbero diventati i nuovi protagonisti del grande schermo, al pari degli eroi. Da allora abbiamo visto “soltanto” Venom, mentre Loki avrà una serie a lui dedicata che arriverà direttamente su Disney+ il prossimo anno. Mentre sale l’attesa per The Suicide Squad di James Gunn, ecco 10 supervillain sia Marvel che DC che vorremmo vedere sul grande schermo, magari protagonisti di uno stand-alone:

Magneto

Si è parlato di un film dedicato a Magneto per anni, ma la sceneggiatura che avrebbe dovuto rappresentare la base di quell’ipotetico film è stata effettivamente integrata in X-Men: L’inizio di Matthew Vaughn, dove è stata appunto raccontata la storia delle sue origine.

Tuttavia, ciò non significa che un’avventura in solitaria per questo iconico supervillain non possa ancora accadere nel MCU. Abbiamo visto Magneto combattere fin troppo contro gli X-Men, quindi seguirlo mentre assembla la sua “Confraternita dei mutanti malvagi” potrebbe riservare ancora diverse sorprese, senza considera che i Marvel Studios potrebbero raccontare i suoi primi anni da sopravvissuto all’Olocausto, provando così a scavare ancora più a fondo nel suo odio verso l’umanità.

I Segreti Sei

Come la maggior parte dei personaggi e dei team della DC Comics, ci sono state diverse versioni dei Segreti Sei nel corso degli anni: la più affascinante, però, è indubbiamente quella originale, costituita da una serie di villain guidata dalla misteriosa figura di Mockingbird.

Tra i suoi membri figurano August Durant, Lili De Neuve, Carlo Di Rienzi, Tiger Force, Crimson Dawn e King Savage. Nonostante sia un gruppo che presenti diverse affinità con i Sinistri Sei o con la Squadra Suicida, potrebbe essere comunque interessante introdurlo sul grande schermo… chissà, magari in un sequel di The Suicide Squad proprio per dare del filo da torcere ad Harley Quinn e ai suoi “amici”.

Dottor Destino

Finora abbiamo visto due versioni di Dottor Destino sul grande schermo ed entrambe sono state delle grandi delusioni. I film dedicati ai Fantastici Quattro del 2005, 2007 e 2015 hanno palesemente fallito con la loro rappresentazione di Victor Von Doom, senza mai riuscire ad esplorare la vera natura dei suoi superpoteri e la sua eredità lettone.

Con un po’ di fortuna, un’eventuale riavvio dei Fantastici Quattro da parte dei Marvel Studios potrebbe essere decisamente più fedele ai fumetti originali, o magari regalare al villain che film in solitaria che possa esplorare la sua infanzia e risalire fino ai suoi giorni da monarca in Latveria.

I Nemici

Se I Nemici venissero davvero introdotti in The Flash (come si vociferava per lungo tempo), il gruppo di personaggi potrebbe finalmente acquisire una propria dignità cinematografica, a condizione che il cast sia abbastanza forte.

Il loro nemico principale è, ovviamente, il Velocista Scarlatto, e se occasionalmente hanno combattuto al suo fianco per un bene più grande, la Warner Bros. avrebbe la possibilità di fare qualcosa di molto più divertente per il grande schermo. Ad esempio, perché non realizzare un intero film dalla loro prospettiva e rendere così Barry Allen il “cattivo” di turno? 

I Thunderbolts

Nei fumetti, i Thunderbolts fingono di essere degli eroi per poi arrivare a commettere i crimini più efferati. Di recente, però, non sono stati rappresentati in maniera molto diversa dalla Task Force X, quindi come una squadra di cattivi costretta a lavorare a malincuore per il governo.

Il regista di Guardiani della Galassia, James Gunn, ha più volte espresso interesse per questi personaggi. E se una volta chiusa l’esperienza con The Suicide Squad e portato a compimento Guardiani della Galassia Vol. 3 si dedicasse davvero a questo progetto?

I Sinistri Sei

In un mondo ideale, dovrebbero essere i Marvel Studios a realizzare un film sui Sinistri Sei, ma è molto probabile che alla fine sarà grazie alla Sony Pictures che vedrà finalmente la luce. Con un po ‘di fortuna, la nuova possibile iterazione sarà decisamente migliore di quello che la stessa Sony aveva pianificato dopo The Amazing Spider-Man 2.

È difficile non entusiasmarsi all’idea di Spider-Man che possa fare squadra o combatte contro villain del calibro di Venom e Morbius. Ci sono tante direzioni diverse in cui un film come questo potrebbe andare. La domanda vera però è: quali cattivi dovrebbero apparire nell’eventuale cinecomic? Green Goblin, Dottor Octopus, Venom, Kraven il Cacciatore, Mysterio e Avvoltoio di certo non possono mancare!

Gli Oscuri Vendicatori

Ci sono chiaramente grandi cambiamenti in serbo per l’Universo Cinematografico Marvel mentre ci prepariamo ad accogliere la Fase 4. L’espansione del franchise dedicato ai Vendicatori (anche perché molto presto ci saranno troppi eroi da gestire all’interno di una singola squadra), potrebbe essere al centro dei lavori sulla Fase 5.

Partendo da questo presupposto, avere una nuova fazione, quella corrispondente agli Oscuri Vendicatori, i supercriminali agli ordini di Norman Osborn, sarebbe un qualcosa di molto interessante e anche divertente da vedere sullo schermo. Forse potrebbero esserci alcuni problemi per quanto riguarda i diritti, ma è innegabile che vedere quel supergruppo nel MCU sarebbe davvero incredibile.

Sinestro

La scena a metà dei titoli di coda del disastroso Lanterna Verde del 2011 ha anticipato la trasformazione di Sinestro nel leader dellla temibile Sinestro Corps. Con un riavvio del franchise adesso in sviluppo sia per il grande schermo che per il servizio di streaming HBO Max, quella stessa storia potrebbe finalmente essere raccontata in tutta la sua gloria.

Il fumetto “Sinestro Corps War” è stato un evento epico che potrebbe essere raccontato in numerosi film o addirittura in un’intera serie tv, e le conseguenze che ne derivano potrebbero portare tranquillamente all’uscita di un film in solitaria dedicato all’anti-eroe complesso e sfaccettato.

Deathstroke

La serie Arrow ha fatto un ottimo lavoro nel rendere Slade Wilson/Deathstroke un personaggio avvincente. Mercenario tra gli assassini più temuti nell’Universo DC, Slade Wilson non è certamente un bravo ragazzo, ma come accade per Deadpool o Wolverine, non sarebbe troppo difficile fare il tifo per lui in un eventuale stand-alone.

Joe Manganiello avrebbe dovuto interpretare Deathstroke nel The Batman di Ben Affleck. In seguito, il regista di The Raid – Redenzione, Gareth Evans, era stato ingaggiato per dirigere un film in solitaria che però non ha mai visto la luce. Speriamo che i progetti della DC attorno al personaggio cambino quanto prima…

Agente Venom

La Sony Pictures ha già dedicato un film a Venom, e presto arriverà nelle sale anche il sequel, Venom: Let There Be Carnage. Sarebbe comunque interessante vedere al cinema anche Agente Venom,  alter ego di Flash Thompson.

Dopo aver perso le gambe combattendo all’estero (ispirato dalle gesta eroiche di Spider-Man), a Flash viene offerta la possibilità di essere legato al simbiote alieno e servire ancora una volta il suo paese. Un film a lui dedicato sarebbe sicuramente interessante…

Fonte: ComicBookMovie

Marvel e DCEU: il costumista dei film ha creato le tute per il lancio spaziale SpaceX

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Il costumista Jose Fernandez, che ha lavorato a numerosi film, tra cui alcuni nel Marvel Cinematic Universe e nel DC Extended Universe, è stato responsabile della creazione delle tute spaziali per il recente lancio SpaceX. Fernandez ha avuto una lunga carriera a Hollywood, cominciata negli anni ’90.

Fernandez ha lavorato a Batman – Il Ritorno, Batman Forever, Batman e Robin e Men In Black. Tra i suoi recenti lavori ricordiamo Thor: Ragnarok e Batman V Superman: Dawn of Justice. Ha anche lavorato al design di caschi per il duo di musica elettronica Daft Punk. SpaceX, ovviamente, è gestito dall’eccentrico miliardario sudafricano Elon Musk, che gestisce anche Tesla. La compagnia si è schierata recentemente in prima linea per il lancio di due astronauti nello spazio per una missione presso la Stazione Spaziale Internazionale. È la prima volta che la NASA ha commissionato a una società privata un lancio con equipaggio. Uno degli aspetti più noti del lancio sono state le tute spaziali eleganti e alla moda indossate dagli astronauti, che sembravano molto diverse dalle tute voluminose che siamo abituati a vedere.

Lo stilista dei supereroi Marvel e DC veste gli astronauti

Fernandez è il responsabile di quegli abiti, secondo Forbes. In un’intervista, il costumista ha affermato di essere stato avvicinato da Musk nel 2016, ma inizialmente non ha capito che le tute sarebbero state usate per un vero volo spaziale. Pensava che i progetti che avrebbe presentato sarebbero stati usati per un altro film, senza rendersi conto che SpaceX era il nome di una compagnia di volo spaziale e non un nuovo film di fantascienza.

Il contributo di Fernandez include l’elmetto elegante e confortevole, che secondo lui era progettato per fornire agli astronauti un grande raggio di movimento, combinato con una visiera più grande per migliorare la visibilità. Ha anche lavorato ad uno speciale tipo di cuciture che potesse essere completamente a tenuta d’aria, cosa che è ovviamente essenziale per chi viaggia nello spazio a grande velocità.

Marvel e altre grandi produzioni: quanto sarà difficile ripartire?

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Potrebbe non essere così facile per titoli come Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings tornare sul set in seguito alla pandemia di Covid-19. A metà dello scorso marzo, tantissime produzioni di film e serie tv sono state momentaneamente bloccate a causa dell’emergenza Coronavirus. Naturalmente, le conseguenze per l’industria cinematografica sono state a dir poco disastrose, con diversi membri del settore che si sono ritrovati dall’oggi al domani senza lavoro.

Tra le produzioni che sono state rimandate, oltre al già citato Shang-Chi, nuovo film della Fase 4 del MCU, figurano anche gli attesissimi The Batman, Jurassic World: Dominion e Avatar 2. La vera domanda che oggi tormenta la maggior parte degli addetti ai lavori ma anche dei cinefili è la seguente: quando potranno davvero ripartire queste produzioni? Un segnale di ripresa si è già avuto nelle ultime settimane, quando diverse città hanno annunciato che nei prossimi mesi le riprese di film e serie tv potranno ricominciare, sempre rispettando tutta una serie di norme di sicurezza.

Tra le produzioni che dovrebbero tornare attiva a breve figura Avatar 2: sappiamo infatti che James Cameron sarebbe atterrato in Nuova Zelanda e, dopo un periodo obbligatorio di quarantena (circa due settimane), dovrebbe finalmente essere in grado di poter tornare sul set. Sempre di recente abbiamo appreso che anche le riprese di Mission Impossibile 7 dovrebbero ripartire a Settembre: buona parte del film dovrebbe essere realizzata nei teatri di posa di Londra, con la speranza di poter tornare a girare nelle location attorno al mondo inizialmente stabilite, una volta passata l’estate.

Avatar 2 potrebbe rappresentare un’eccezione: i film rientreranno in produzione così velocemente?

Stando ad un nuovo report di The Wrap, Avatar 2 potrebbe rappresentare un’eccezione, e che non tutti i film potrebbero tornare in produzione così velocemente. Proprio come qualsiasi altra area pubblica del lavoro che necessita di riaprire in questo periodo nonostante la pandemia, anche i set cinematografici saranno costretti a rispettare tutta una serie di nuove norme di sicurezza al fine di tutelare la salute di tutte le persone coinvolte.

Nel report della fonte si legge: “Gli studi stanno ancora determinando il modo in cui verranno implementati questi nuovi protocolli sui progetti cinematografici di varie dimensioni, in particolare blockbuster come The Batman, Jurassic World: Dominion e Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings”. Un ulteriore ostacolo è rappresentato dalle misure di sicurezza e dai protocolli che verranno adottati dai singoli paesi del mondo…

Sebbene molte produzioni abbiano ottenuto il consenso da parte delle autorità sanitarie e politiche per poter tornare sul set (come nel caso di The Batman e Animali Fantastici 3 nel Regno Unito), dovranno trovare il modo più sicuro per poter lavorare senza alcun tipo di rischio. Ciò potrebbe richiedere più tempo del previsto, quindi è probabile che non sarà così facile tornare sui set entro i prossimi mesi. Naturalmente, ogni produzione è diversa dalle altre, con alcune che potrebbero essere già pronte a ripartire entro poche settimane, come Jurassic World: Dominion, le cui riprese dovrebbero ripartire a Luglio.

Solo: i piani originali per il personaggio di Lando Calrissian

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Solo: i piani originali per il personaggio di Lando Calrissian

Phil Lord, co-regista che insieme a Chris Miller avrebbe dovuto dirigere inizialmente lo spin-off Solo: A Star Wars Story, ha rivelato quali erano i piani originali per il personaggio del giovane Lando Calrissian interpretato da Donald Glover. All’epoca delle riprese del film, il duo di registi venne licenziato dalla Lucasfilm a causa di alcune “divergenze creative” e sostituito in corsa dal premio Oscar Ron Howard.

Nonostante sia stato il primo film dell’universo di Star Wars a floppare al box office, Solo è stato comunque accolto da critiche generalmente positive. Ad oggi, c’è anche sul web una campagna messa insieme dal fandom della saga che vorrebbe la release di un sequel dello spin-off (campagna denominata #MakeSolo2Happen). Ciononostante, è probabile che ci sia ancora qualcuno interessato a scoprire come sarebbe stata la versione originale del film ad opera di Lord e Miller, e adesso è stato proprio lo stesso Lord a rivelare un nuovo dettaglio sul progetto che non abbiamo mai visto.

Su Twitter, il critico Robert Daniels di Polygon ha condiviso un articolo a proposito di John Boyega, star della trilogia sequel di Star Wars, e del suo impegno alla lotta contro il razzismo negli Stati Uniti sulla scia dei recenti disordini avvenuti in America e della nascita del movimento #BlackLivesMatter. Secondo Daniels, il franchise nato dalla mente di George Lucas avrebbe perso l’occasione – tramite il personaggio di Finn interpretato da Boyega – di raccontare al cinema l’esperienza afroamericana.

Il personaggio di Lando Calrissian in Solo avrebbe dovuto veicolare una serie di temi “importanti”

In risposta al tweet di Daniels, Phil Lord ha commentato: “Alcuni di noi ci hanno provato…”. La risposta di Lord è un chiaro riferimento al periodo di Solo e al lavoro che probabilmente avrebbe voluto fare, in accordo con Chris Miller, sul personaggio di Lando Calrissian. Essendo Lando un personaggio di supporto assolutamente chiave in Solo, è palese che il duo volesse utilizzarlo per parlare di temi più “elevati”, sicuramente in maniera diversa rispetto a quella che è stata poi la caratterizzazione dello stesso nel film che abbiamo visto in sala.

Solo: A Star Wars Story è un film del 2018 diretto da Ron Howard con Alden EhrenreichWoody HarrelsonEmilia Clarke, Donald Glover Thandie Newton. Attraverso una serie di audaci bravate nel profondo di un mondo criminale oscuro e pericoloso, Han Solo fa amicizia con il suo futuro possente copilota Chewbacca e incontra il famigerato giocatore d’azzardo Lando Calrissian, in un viaggio che determinerà il futuro di uno degli eroi più improbabili della saga di Star Wars.

Ari Aster anticipa il suo nuovo film: “Sarà una commedia da incubo”

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Ari Aster, acclamato regista di Hereditary – Le radici del male e Midsommar – Il villaggio dei dannati, ha svelato i primissimi dettagli sul suo prossimo progetto cinematografico. L’occasione è stata una recente sessione di AMA (il celebre format Ask Me Anything) su Reddit, dove al regista è stato proprio chiesto di sviscerare qualcosa in merito ai suoi piani futuri.

A quanto pare, sembra che Ari Aster si prenderà una pausa dal genere horror, e che probabilmente ci vorranno diversi anni prima che torni ad occuparsi di una storia che possa far saltare gli spettatori sulla poltrona. Per il suo prossimo progetto, infatti, Aster sembra intenzionato ad esplorare un genere totalmente nuovo.

“Il mio prossimo film sarà una commedia da incubo o, probabilmnete, un grande melodramma domestico”, ha dichiarato Aster. “Potrebbero volerci alcuni film prima di tornare alle origini, ma adoro l’horror e sono sicuro che tornerò ad occuparmi di quel genere”. Il regista ha poi aggiunto che il film sarà vietato ai minori e che potrebbe durare all’incirca 4 ore.

Midsommar – Il villaggio dei dannati, l’ultimo film diretto da Ari Aster

In attesa di nuovi dettagli, ricordiamo che Midsommar – Il villaggio dei dannati, l’ultimo film diretto da Ari Aster, è uscito nelle nostre sale lo scorso 25 luglio. Il cast del film annovera Florence PughJack Reynor, William Jackson Harper, Will Poulter, Vilhelm Blomgran, Archie Madekwe e Ellora Torchia.  

In Midsommar – Il villaggio dei dannati, Aster ci porta in un piccolo villaggio della Svezia dove ogni novant’anni in piena estate si svolge un leggendario Festival. Ma per un gruppo di amici quella che doveva essere una vacanza idilliaca si trasforma ben presto in un incubo terrificante.

Batman: la Warner Bros. sta pensando ad uno spin-off su Bane?

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Batman: la Warner Bros. sta pensando ad uno spin-off su Bane?

Joker è stato un grandissimo successo, talmente incredibile che neanche la stessa Warner Bros. si sarebbe mai aspettata i risultati ottenuti dinecomic di Todd Phillips. Proprio sulla scia dei grandi riscontri del film, a lungo si è parlato della possibilità di un nuovo stand-alone dedicato ad un altro iconico villain della DC.

Adesso, un nuovo report del ben noto Umberto Gonzalez apparso su Heroic Hollywood, suggerisce che potrebbe esserci qualcosa che piani della major che riguarderebbe il personaggio di Bane, già apparso al cinema in Batman & Robin del 1997 e ne Il cavaliere oscuro – Il ritorno del 2021, interpretato da Tom Hardy (sicuramente l’iterazione più celebre di Dorrance).

È importante ricordare che, di recente, Gonzalez aveva anticipato non solo la release della Snyder Cut di Justice League su HBO Max, ma anche il ritorno di Henry Cavill nel DCEU nei panni di Superman. Fatta questa premessa necessaria, andiamo a scoprire cosa si legge nel report della fonte: “Dopo l’inaspettato successo del Joker con protagonista il premio Oscar Joaquin Phoenix, ad Heroic Hollywood sarebbe arrivata una voce esclusiva secondo cui alla DC starebbero pensando ad un film interamente dedicato a Bane.”

Un potenziale spin-off di Bane basato sulla serie a fumetti “Batman: La Vendetta di Bane”

Ancora: “Al pari di quanto accaduto con il film di Todd Phillips, al regista incaricato di dirigere il film verrà offerta la possibilità di esplorare la psicologia del personaggio, tracciando un vero e proprio ‘studio’ sullo stesso, con scene che potrebbero contenere un maggiore tasso ‘adrenalinico’.”

Il report continua: “Un potenziale pitch per il film avrebbe usato la storia tratta dalla serie ‘Batman: La Vendetta di Bane’ come base per l’eventuale sceneggiatura. La trama avrebbe introdotto Bane nel DCEU, rivelando come le sue tragiche origini ebbero inizio ancora prima che nascesse. Dal momento che Batman è la chiave della motivazione del personaggio in relazione al suo arco narrativo, l’Uomo Pipistrello sarebbe potuto esistere da qualche parte nel film, anche se fosse stato soltanto una presenza che incombeva su Gotham City.”

Come specificato dalla fonte, pare che alla fine questa potenziale storia per un film sia stata scartata, e che semmai uno stand-alone dedicato a Bane dovesse vedere la luce, l’ispirazione dalle serie a fumetti sarebbe totalmente diversa. Inoltre, sempre come sottolineato dalla fonte, sembra che Matt Reeves possa avere in programma di introdurre Bane in un eventuale sequel di The Batman. Naturalmente, nulla di tutto ciò è al momento confermato. Non bisogna far altro, quindi, che attendere eventuali conferme o smentite.

Lilly Wachowski parla del suo allontanamento da Hollywood

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Lilly Wachowski parla del suo allontanamento da Hollywood

La regista Lilly Wachowski, nota per aver diretto insieme alla sorella Lana la trilogia di Matrix, ha rivelato in una nuova intervista come mai ha deciso di allontanarsi dal mondo di Hollywood. Come sappiamo da diverso tempo, infatti, l’attesissimo Matrix 4 sarà diretto esclusivamente da Lana Wachowski.

La trilogia di Matrix ha letteralmente stravolto le regole non scritte di un genere, la fantascienza, che proprio a partire dalle intuizioni – tanto narrative quanto visive – avute dalle due sorelle, è andato incontro ad una vera e propria rivoluzione a partire dagli inizi del nuovo millennio. Dopo l’incredibile successo della trilogia, le sorelle Wachowski hanno scritto e prodotto V per Vendetta, diretto Speed Racer, Cloud Atlas e Jupiter – Il destino dell’universo e creato la serie tv Sense8.

A metà del 2010, più o meno quando lei e Lana erano impegnate a lavorare proprio a Sense8, Lilly decise di lasciare momentaneamente Hollywood per concentrarsi sulla sua vita privata e in particolare sulla proprio transizione, ufficialmente terminata nel 2016. In una recente intervista con THR, Lilly Wachowski ha spiegato i reali motivi dietro questa lunga pausa: “Ho iniziato a lavorare quando l’industria cinematografica era al suo apice. Prima che i dirigenti e i responsabili del marketing la trasformassero in un inferno. Tutte queste persone finirono nella stessa stanza con il regista… dietro la macchina da presa, da scrivere… in sala di montaggio. La cosa mi rese parecchio nervosa. Raggiunsi un punto di rottura, e perciò decisi di lasciare.”

Lilly Wachowski su come Matrix sia nato dalla sua personale esperienza

La Wachowski ha poi commentato il suo processo di transizione, facendo riferimento proprio alla genesi della saga di Matrix: “È una saga nata dalla rabbia, dalla furia nei confronti del capitalismo e della struttura corporativista. È una saga nata dalla furia contro ogni forma di oppressione. E quella furia irrequieta era relativa al fatto che io per prima mi sentivo oppressa. Mi forzavo di reprimere me stessa.”

A dicembre del 2019 Lilly ha scritto e prodotto la serie Work in Progress, in onda sul network Showtime e rinnovata lo scorso gennaio per una seconda stagione. A proposito di quell’esperienza, ha raccontato: “Ho sempre realizzato film e serie che io per prima volevo vedere. Oggi sono una donna trans fiera di esserlo: non c’è più spazio per i fraintendimenti sui temi che affronta la nostra serie. Ciò mi dà grandissima soddisfazione. Posso muovermi come voglio nel mio mondo. Intendo portare sullo schermo più persone trans e queer. Voglio mostrare ciò che siamo in grado di fare. Voglio mostrare gli artisti straordinari che siamo.”

Matrix 4 vedrà nel cast il ritorno di Keanu ReevesCarrie-Ann Moss e Jada Pinkett-Smith al fianco delle new entry Yahya Abdul-Mateen II, Neil Patrick Harris, Jonathan Groff, Jessica Henwick Toby Onwumere. L’uscita nelle sale è fissata per il 21 maggio 2021. Il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana Wachowski. La sceneggiatura del film è stata firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell.

Suicide Squad: i reshoot hanno alterato la timeline originale

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Suicide Squad: i reshoot hanno alterato la timeline originale

Il regista David Ayer ha confermato che i reshoot di Suicide Squad, in particolare quelli relativi alla backstory di Harley Quinn (Margot Robbie), hanno ufficialmente cambiato l’originale timeline in cui si sarebbe dovuto inserire il cinecomic. Adesso che la Snyder Cut di Justice League vedrà finalmente la luce (su HBO Max, il prossimo anno), il fandom della DC si sta concentrando sul prossimo obiettivo da raggiungere: la release della Ayer Cut di Suicide Squad

Nonostante la campagna a favore della Director’s Cut del cinecomic uscito nel 2016 non abbia ricevuto lo stesso sostegno di quella nata a favore della Snyder Cut, è comunque riuscita a catalizzare l’attenzione del web, soprattutto nelle ultime settimane e anche grazie al coinvolgimento in prima persona di David Ayer, che di recente ha iniziato a svelare dettagli sempre più inediti sulla “sua” versione del cinecomic.

Grazie all’intro del film che presenta i vari personaggi della storia, veniamo a conoscenza di un dettaglio molto particolare sulla storia di Harley Quinn: la Mattacchiona, infatti, è stata complice del Joker di Jared Leto nell’omicidio di Robin, il giovane assistente di Batman. Secondo una prima versione della storia partorita da Ayer, Batman si sarebbe vendicato della morte del suo amico strappando i denti al Clown Principe del Crimine, e costringendolo ad indossare dei finti denti in metallo.

La backstory di Harley Quinn in Suicide Squad completamente alternata dalle riprese aggiuntive

Tornando al film, Suicide Squad ci mostra il momento del primo incontro tra Harley e il Joker, ed è palese in quella scena che il Joker abbia già i suoi denti in metallo: ciò suggerisce che Joker ha ucciso Robin prima di incontrare Harley. Sui social, dopo che un fan ha dichiarato che sarebbe stato interessante capire di più sul coinvolgimento di Harley nell’omicidio di Robin, un altro fan ha sottolineato che quel dettaglio nel film è stato aggiunto da qualcuno che probabilmente non conosceva tutta la storia e le idee iniziali di Ayer.

A confermarlo è stato lo stesso David Ayer, che su Twitter – in risposta ai due fan – ha scritto: “Sì. Hanno spezzato la mia timeline. Johns lo ha aggiunto”. Il Johns a cui fa riferimento Ayer è Geoff Johns, che all’epoca dell’uscita di Suicide Squad era a capo della DC Films. Non è la prima volta che Ayer sottolinea come i suoi piani originali per il film siano stati cambiati durante le riprese aggiuntive. Ad esempio, il regista aveva già rivelato che Harley avrebbe dovuto innamorarsi di Deadshot (Will Smith) e non finire col Joker, e che il personaggio di Diablo (Jay Hernandez) non sarebbe dovuto morire.

CORRELATE: 

Suicide Squad è un film del 2016 diretto da David Ayer con Will SmithMargot RobbieJared LetoJoel Kinnaman, Jai Courtney, Cara DelevingneViola DavisScott Eastwood, Raymond Olubawale, Jay Hernandez, Ike Barinholtz, Ted Whittall, Robin Atkin Downes David Harbour. Nel film i più temuti supercriminali del mondo vengono reclutati in gran segreto da Amanda Waller per costituire la Task Force X, una squadra di antieroi che in seguito alla morte di Superman avrà il compito di difendere l’umanità da ogni genere di minaccia.

Dune: ecco in che modo sarà diverso da Star Wars

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Dune: ecco in che modo sarà diverso da Star Wars

Create rispettivamente da Frank Herbert e George Lucas, Dune e Star Wars sono due proprietà fantascientifiche che hanno molto in comune. In vista dell’arrivo nelle sale del nuovo adattamento ad opera di Denis Villeneuve, sono in molti a chiedersi come il nuovo film del regista di Blade Runner 2049 sarà diverso rispetto agli episodi dell’amatissima saga, soprattutto da un punto di vista visivo.

In passato era stato lo stesso Villeneuve a descrive il suo Dune – in riferimento al suo approccio al materiale originale – come “il film di Star Wars che non avete mai visto”, definendo inoltre l’universo creato da Herbert una sorta di “Star Wars per adulti”. Anche Jason Momoa, il celebre Aquaman del DCEU che nel film interpreterà Duncan Idaho, in una vecchia intervista ha paragonato il suo personaggio a quello di Han Solo.

I parallelismi tra i due universi non finiscono certo qui, dal momento che il direttore della fotografia del nuovo Dune sarà Greig Fraser, che aveva già lavorato allo spin-off Rogue One e ad alcuni episodi della prima stagione di The Mandalorian. In una recente intervista con Collider, Fraser ha raccontato che fin dal primo momento ha voluto accertarsi che il suo lavoro per Dune sarebbe stato molto diverso dai suoi sforzi per Star Wars.

Il direttore della fotografia di Dune rivela che Star Wars è stato influenzato dal romanzo di Frank Herbert

“È stato parecchio divertente, perché ho dovuto dimenticare molto di ciò che avevo fatto con Star Wars quando stavo girando Dune”, ha dichiarato Fraser. “Non è stato difficile, però. Denis e io abbiamo parlato chiaramente dell’aspetto visivo del film, di come doveva essere. Del formato, di tantissimi aspetti… quindi non è stato difficile scartare delle cose e cambiare direzione. C’erano alcune somiglianze tra le due proprietà, come i deserti.”

Cosa ancora più interessante, Fraser ha rivelato che apparentemente, quando la Lucasfilm realizzò il primo Guerre Stellari nel 1979, si ispirò in parte al romanzo originale di Herbert: “Voglio dire… alla fine sono certo che anche George Lucas si sia ispirato a Dune quando ha realizzato il primo Star Wars. Non so se sia un sacrilegio parlare di questa cosa, ma ci sono diverse somiglianze, quindi penso si possa tranquillamente dire che Dune abbia influenzato Star Wars. Per questo ci sono andato molto cauto, cercando di non ripetermi. E non solo per il bene del film, ma anche per me stesso. Odio fare la stessa cosa due volte.”

In DuneTimothée Chalamet interpreterà il protagonista Paul Atreides, nato sul pianeta Caladan dal matrimonio fra il duca Leto Atreides I e la sua concubina Lady Jessica. Nel cast anche Javier BardemZendayaOscar IsaacRebecca Ferguson, Stellan SkarsgardDave Bautista, Charlotte Rampling Jason Momoa. Ricordiamo che il film arriverà nelle sale americane il 18 dicembre 2020.

Herzog incontra Gorbaciov su Sky Arte

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Herzog incontra Gorbaciov su Sky Arte

Anche per l’edizione 2020 del Biografilm Festival – International Celebration of Lives, previsto online dal 5 al 15 giugno, Sky Arte e Sky Cinema sono i Main Media Partner e, durante le date della rassegna, proporranno una selezione di acclamatissimi documentari e film biografici per ripercorrere la vita di personaggi che hanno scritto capitoli cruciali di storia, cultura e cronaca.

In particolare, Sky Arte trasmetterà in prima tv due documentari presentati alla scorsa edizione del festival: si comincia sabato 6 giugno alle 21.15 con Herzog incontra Gorbaciov, il film diretto dal prolifico regista Werner Herzog, che nell’arco di sei mesi incontra tre volte Mikhail Gorbaciov, l’ultimo segretario del Partito Comunista sovietico, per ricostruire, oltre all’ascesa politica di Gorbaciov e il crollo dell’URSS, l’impegno costante di “Misha” verso il disarmo e l’uscita dall’era della Guerra fredda. Il film non è soltanto un racconto della vita dell’uomo che quel 25 dicembre 1991 ha annunciato la dissoluzione dell’URSS, dando le dimissioni, ma anche una narrazione degli anni che hanno rivoluzionato il corso del Novecento, cambiando per sempre la geografia politico- economica e sociale dell’intero mondo.

Il secondo appuntamento è invece previsto sabato 13 giugno alle 21.15 quando andrà in onda PEPE MUJICA – UNA VITA SUPREMA, il documentario diretto da Emir Kusturica sull’icona di resistenza e di lotta rivoluzionaria Pepe Mujica. Nel documentario, il regista racconta il presente e il tragico passato del detenuto politico Mujica, delineando la sua imponente figura di politico. Rinchiuso per dodici anni, isolato in un pozzo senza contatti con nessuno, scopriamo la vita del «Che Guevara senza sigaro dell’Uruguay», diventato poi il suo presidente.

Anche Sky Cinema Drama proporrà una programmazione speciale, in prima e seconda serata da venerdì 5 a lunedì 15 giugno, durante tutta la durata del festival, con la collezione Vite da Film, una rassegna di film biografici per ripercorrere, attraverso le vicende di personaggi preminenti, pagine fondamentali del mondo della storia, della cronaca e della cultura. Venerdì 5 aprono il ciclo le storie di due serial killer che hanno colpito negli Stati Uniti, TED BUNDY – FASCINO CRIMINALE con Zac EfronMONSTER con Charlize Theron nelle vesti di Aileen Wuornos, premiata con Oscar, Golden Globe e Orso d’argento a Berlino per questo ruolo; sabato 6 ci si sposta alla corte inglese con MARIA REGINA DI SCOZIA con Saoirse Ronan e Margot RobbieLA FAVORITA con Emma Stone, Rachel Weisz e Olivia Colman che per l’interpretazione della regina Anna ha ottenuto l’Oscar, il Golden Globe e la Coppa Volpi; domenica 7 sono previste due pellicole che parlano dell’operato di due coraggiose giornaliste in A MANO DISARMATA con Claudia Gerini, nei panni di Federica Angeli, e A PRIVATE WAR con Rosamund Pike, in quelli della reporter di guerra Marie Colvin; lunedì 8 si passa alla famiglia Kennedy con JACKIE, in cui Natalie Portman è Jacqueline Kennedy nel momento in cui è chiamata ad affrontare il dolore per l’assassinio del marito, e LO SCANDALO KENNEDY, storia dello scandalo che travolse Ted Kennedy, interpretato da Jason Clarke. E ancora,  martedì 9 la serata è dedicata all’arte con VAN GOGH – SULLA SOGLIA DELL’ETERNITÀ con Willem Dafoe, premiato a Venezia con la Coppa Volpi, e IO, LEONARDO con Luca Argentero; mercoledì 10 è la volta di due capitoli inerenti a Cosa Nostra, IL TRADITORE con Pierfrancesco Favino, chiamato a interpretare il mafioso pentito Tommaso Buscetta, e I CENTO PASSI con Luigi Lo Cascio nei panni del giornalista Peppino Impastato che sfidò il muro d’omertà legato alla mafia; giovedì 11 si parla di due celebri politici: CHURCHILL, in cui Brian Cox interpreta il Primo ministro inglese, e PATH TO WAR, L’ALTRO VIETNAM dove Michael Gambon è il Presidente degli Stati Uniti Lyndon Johnson; venerdì 12 si passa a due artisti che sono rimasti nell’immaginario collettivo con i film NUREYEV – THE WHITE CROW BOHEMIAN RHAPSODY con Rami Malek, premiato con l’Oscar® per l’interpretazione di Freddie Mercury; sabato 13 si fa un passo indietro nella Storia con IL PRIMO RE, che racconta il mito di Romolo e Remo, e THE YOUNG MESSIAH, pellicola che ripercorre l’infanzia di Gesù; domenica 14 è la volta di due film nostalgici: STANLIO & OLLIO, con Steve Coogan e John C. Reilly nei panni leggendario duo comico, e OLD MAN & THE GUN, in cui Robert Redford è il criminale “gentiluomo” Forrest Tucker. Infine, lunedì 15 chiudono il ciclo due pellicole che raccontano due viaggi verso la Luna: FIRST MAN – IL PRIMO UOMO, con Ryan Gosling chiamato a interpretare Neil Armstrong, e APOLLO 13 con Tom Hanks.

Tutti i titoli sono disponibili anche nella collezione on demand su Sky e NOW TV insieme ad altri film come ad esempio THE AVIATOR, diretto da Martin Scorsese con Leonardo Di Caprio nei panni di Howard Hughes e GANDHI, la pellicola di Richard Attenborough vincitrice di otto premi Oscar®.

Andy Garcia: 10 cose che non sai sull’attore

Andy Garcia: 10 cose che non sai sull’attore

Cubano naturalizzato statunitense, l’attore Andy Garcia si è negli anni costruito una notevole fama all’interno dell’industria hollywoodiana, prendendo da prima parte a celebri gangster movie d’autore, per poi spaziare attraverso i generi, dalla commedia alla fantascienza. Ad oggi è considerato uno degli interpreti dotato di maggior classe, eleganza e carisma.

Ecco 10 cose che non sai di Andy Garcia.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Andy Garcia cicatrice

Andy Garcia: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore ha debuttato sul grande schermo con il film Nudi in paradiso (1983), per poi ottenere una prima notorietà grazie a Gli intoccabili (1987), con Kevin Costner e Sean Connery. Si consacra poi grazie al ruolo di Vincent Mancini in Il Padrino – Parte III (1990), con Al Pacino. Negli anni seguenti recita poi in film come Gli occhi del delitto (1992), Prove apparenti (1997) e Ocean’s Eleven (2001), di Steven Soderbergh. Riprenderà poi il suo ruolo in Ocean’s Twelve (2004), per poi apparire in The Lost City (2005), Ocean’s Thirteen (2007), La Pantera Rosa 2 (2009), con Jean Reno, A Dark Truth (2012), Ghostbuster (2016), con Kristen Wiig, Passengers (2016), Geostorm (2017), Book Club (2018) Mamma mia! Ci risiamo (2018) e Il corriere (2018), di Clint Eastwood.

9. È anche sceneggiatore, regista e produttore. Interessato non solo alla recitazione, Garcia si è negli anni cimentato in diverse attività legate al cinema. Nel 2005 ha infatti esordito alla regia del film The Lost City, da lui anche prodotto, e incentrato sulla rivoluzione cubana tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Prossimamente, Garcia tornerà dietro la macchina da presa per il film Hemingway & Fuentes, da lui anche scritto, e basato sul romanzo Il vecchio e il mare.

8. Ha preso parte a progetti televisivi. Negli ultimi anni l’attore ha preso parte a diversi titoli per la televisione, come le serie Ballers (2016), 3 in mezzo a noi: I racconti di Arcadia (2018-2019) e Flipped (2020). In particolare, è stato apprezzato per il suo ruolo nella serie antologica Modern Love (2019), dove ha recitato nel ruolo di Michael negli episodi Quando cupito è una giornalista indiscreta e La corsa diventa più dolce vicino all’ultimo giro, rispettivamente secondo e ottavo della prima stagione.

Andy Garcia: la moglie e i figli

7. È sposato. Particolarmente discreto per quanto riguarda la propria vita privata, l’attore non è solito puntare i riflettori su di essa. Di lui si sa però che è sposato dal 1982 con una donna di nome Maria Vittoria Lorido, anch’ella di origine cubana. Negli anni la coppia ha avuto quattro figli, rispettivamente nel 1983, 1988, 1991 e 2002.

6. Sua figlia è un’attrice. La primogenita di Garcia, chiamata Dominik, è a sua volta diventata un’attrice, seguendo le orme del padre. I due hanno inoltre avuto modo di lavorare insieme quando nel 2005 Garcia l’ha voluta per il ruolo di Mercedes Fellove nel suo film da regista, The Lost City.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Andy Garcia Il Padrino

Andy Garcia in Il Padrino – Parte III

5. Ha ricevuto una nomination al premio Oscar. Con il suo ruolo di Vincent Mancini, figlio illegittimo di Sonny Corleone, Garcia si consacra agli occhi dell’industria cinematografica. La sua interpretazione viene infatti riconosciuta con la candidatura al premio Oscar nella categoria al miglior attore non protagonista. Ad oggi, si tratta dell’unica nomination ricevuta dall’attore.

4. Ha dovuto convincere i produttori del film. Per ottenere la parte di Mancini, l’attore ha dovuto convincere i produttori di essere la scelta giusta. Questi erano infatti convinti che Garcia avesse dei tratti che rendevano troppo evidenti le sue origini cubane, le quali andavano in contrasto con quelle del personaggio. Tuttavia, l’attore riuscì ad essere convincente e finì con l’ottenere la parte.

3. Ha realmente ferito uno stuntman. Nel girare la scena di lotta prevista, l’attore pretese di poter utilizzare una vera pistola, così da poter risultare più realistico. Lo fu a tal punto che finì con il ferire davvero lo stuntman con il quale si scontrava, il quale dovette ricorrere a diversi punti per richiudere la ferita.

Andy Garcia e la sua cicatrice sulla spalla

2. Era nato come gemello siamese. Al momento della nascita, l’attore era congiunto per una spalla al fratello gemello. Questi, tuttavia, venne alla luce già deceduto e con un intervento chirurgico i due vennero separati. Da quel momento, l’attore porta inevitabilmente una vistosa cicatrice sulla spalla.

Andy Garcia: età e altezza

1. Andy Garcia è nato a L’Avana, a Cuba, il 12 aprile 1956. L’attore è alto complessivamente 175 centimetri.

Fonte: IMDb

Scarpette rosse e i sette nani: due clip dal film

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Scarpette rosse e i sette nani: due clip dal film

È in arrivo oggi, direttamente on demand, una nuova, divertentissima versione di una delle favole più amate di tutti i tempi. Scritta e diretta da Sungho Hong e animata dal veterano Disney Jin Kim, Scarpette Rosse e i sette nani è una rivisitazione moderna e brillante di un grande classico delle storie per bambini – il mito di Biancaneve.

Non una mela ma delle scarpette rosse, non una principessa dalla pelle candida ma una ragazza come tante alle prese con le proprie insicurezze, non un solo principe ma ben sette, che però si ritrovano imprigionati in un corpo diverso. La nuova Biancaneve, coraggiosa e vivace principessa dal cuore puro, ha la voce di Baby K, per la prima volta coinvolta in un doppiaggio. Sono invece affidate alla comicità di Pio & Amedeo le voci di due meravigliosi principi alle prese con una maledizione che li ha trasformati in buffissimi nanetti.

Scarpette rosse e i sette nani, la sinossi

Delle magiche scarpette rosse sono il segreto della bellezza di Biancaneve e il motivo per cui sette principi, trasformati in nani da una maledizione, la stanno cercando disperatamente. Per spezzare l’incantesimo, infatti, devono riceve il bacio della donna più bella del mondo. In una folle competizione per ricevere il bacio agognato e in un buffo gioco di equivoci, i principi, un tempo arroganti e ossessionati dall’aspetto fisico, gradualmente scoprono il vero significato della bellezza.  Una scorretta e divertentissima rivisitazione della favola più amata di tutti i tempi.

Scarpette rosse e i sette nani, il trailer

Raketun TV lancia Euronews: disponibile nella sezione AVOD

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Raketun TV lancia Euronews: disponibile nella sezione AVOD

Rakuten TV ha annunciato oggi il lancio del suo primo canale live sulla piattaforma: Euronews, il canale di notizie internazionale numero uno in Europa. Il canale, che fornisce contenuti informativi 24 ore su 24, sarà disponibile in tutti i paesi Europei in cui è presente Rakuten TV secondo un lancio progressivo nei diversi territori, come parte dell’offerta gratuita della piattaforma nella sezione AVOD (Advertising-video-on-demand). In Italia il canale è live da oggi stesso.

Il portfolio di contenuti del canale è incentrato su notizie da una prospettiva europea coprendo diversi ambiti: attualità, business, cultura, sport, scienza e tecnologia e lifestyle. Il suo feed live sarà disponibile in sei lingue tra cui francese, portoghese, italiano, tedesco, spagnolo e inglese per i restanti paesi europei.

I contenuti di Euronews saranno visibili all’interno dell’app Rakuten TV presente sui modelli di Smart TV Samsung Electronics e LG a partire dal 2019. Il bottone Rakuten TV presente sui telecomandi e l’app preinstallata sulle Smart TV LG e Samsung faranno entrare Euronews nelle case di milioni di famiglie europee. In un secondo momento, il canale sarà reso disponibile su altri dispositivi.

Teresa López, European Content Director di Rakuten TV, ha dichiarato: “Siamo molto entusiasti del lancio del nostro primo canale live, che ci consente di arricchire la nostra attuale proposta fornendo contenuti sempre più vari all’interno della piattaforma. Rakuten TV è impaziente di continuare ad espandere la sua offerta di contenuti al fine di offrire un’esperienza completa con un solo clic ”.

Maxime Carboni, direttore Worldwide Distribution di Euronews, ha dichiarato: “Siamo onorati di essere i primi fornitori di contenuti live a unirsi al servizio AVOD di Rakuten TV, consentendo agli spettatori di guardare diverse versioni di Euronews sulla piattaforma. Questa importante partnership rafforza definitivamente la strategia di Euronews di rivolgersi al proprio pubblico in modi nuovi attraverso formati innovativi e piattaforme digitali. Siamo stati in grado di costruire insieme a Rakuten TV una proposta e un modello di contenuti di notizie che si adattano ai nostri valori comuni: localizzazione dei contenuti, ottima esperienza utente e attenzione alla qualità “.

Il lancio di Euronews su Rakuten TV è un ulteriore passo che la piattaforma sta intraprendendo nell’ambito della sua strategia volta ad implementare l’offerta della sezione gratuita supportata dalla pubblicità, che include già i canali tematici Film con pellicole di Hollywood, Kids dedicato ai più piccoli e Rakuten Stories che offre contenuti esclusivi e originali tra cui la serie TV Matchday – Inside FC Barcelona e i documentari appena lanciati su Sadio Mané, Made in Senegal e Andrés Iniesta – L’eroe inaspettato. Rakuten TV è la prima piattaforma europea che combina I modelli di business TVOD e AVOD in tutta Europa, fornendo un unico punto di accesso ad un universo di contenuti illimitati.

Euronews è l’unico canale di notizie internazionale con una prospettiva europea. È distribuito in 160 paesi e quasi 400 milioni di case – tra cui il 67% delle case nell’UE e nel Regno Unito – raggiungendo oltre 141 milioni di persone ogni mese, secondo il Global Web Index.

Un pugno di amici, recensione del film con Matranga e Minafò

Un pugno di amici, recensione del film con Matranga e Minafò

È disponibile dal 20 maggio su Amazon Prime il primo film che vede protagonisti Antonio Matranga ed Emanuele Minafò – duo comico palermitano giunto alla notorietà grazie alle apparizioni televisive in trasmissioni come Made in Sud e ad un tormentone nato proprio lì. Un pugno di amici è diretto da Sergio Colabona, regista televisivo che con Vita, cuore, battito aveva già portato sul grande schermo gli Arteteca, altro duo di Made in Sud.

Un pugno di amici, la trama

Toni (Antonio Matranga) ed Emanuele (Emanuele Minafò) organizzano una rapina a un centro scommesse di Palermo, assieme ai due amici Mariano (Mariano Bruno) e Jesus (Domenico Fazio). Qualcosa però va storto e i quattro si ritrovano con una borsa piena di vestiti usati anziché di soldi.

Oltre a scoprire chi ha fatto lo scambio ed è scappato col malloppo, devono sottrarsi alle ire di Don Calogero (Paride Benassi), che rivuole indietro i soldi del suo centro scommesse. A dare la caccia sia al boss che ai quattro amici, rapinatori improvvisati, un nuovo commissario (Maurizio Casagrade), appena arrivato da Napoli. Riusciranno a cavarsela?

Matranga e Minafò prima di Un pugno di amici

La comicità del duo palermitano Matranga e Minafò nasce semplice e affonda le radici nel luogo comune del maschio cacciatore e della femmina preda, nel modo più banale. Nell’estate 2019 ha spopolato con la hit Appalermo – s’inzuppa il biscottino, che declinava poi in tutti i modi possibili il concetto. Un vero e proprio tormentone nato con gli sketch portati a Made in Sud e a Sicilia Cabaret. Un tormentone come fu quello di Fabio Rovazzi qualche estate prima. Una comicità datata e anche sessista quella del duo, dalla quale si sperava di essersi liberati, ma che invece continua a fare presa su alcuni, almeno a teatro e in tv.

Piena appunto di tette, culi, patate, biscotti e tutto ciò che il repertorio possa offrire in materia. Dove le donne sono “selvaggina” da catturare e da esibire come trofei (nei vecchi sketch ricorrono frasi del tipo: “Me ne sono fatte più di dieci”). L’elemento realmente comico sta più che altro nel contrasto tra l’aspetto tutt’altro che prestante del gracile Minafò, sfortunato con le donne, e la sua fiducia nel proporsi, convinto di riuscire ad abbordarle, conciato nei modi più improbabili.

Un buon canovaccio rovinato da una serie di squallide gag

Il soggetto del film, firmato dal regista, potrebbe anche funzionare: ci sono scambi d’identità che mettono i protagonisti in situazioni potenzialmente divertenti e un twist finale che fa riflettere sul valore dell’amicizia – come sancisce la citazione finale di Bob Marley – ed è purtroppo l’unica cosa che risolleva un po’ il film dal livello terra terra sul quale si è mosso fino alla fine.

In Un pugno di amici il tormentone c’è, irrinunciabile marchio di fabbrica del duo, ma poi si è costretti a cercare altri modi per suscitare la risata. E qui i problemi si susseguono, come la serie di sketch con battute dall’umorismo a volte raggelante che compongono il film, segno che la sceneggiatura (di Colabona, Nando Mormone, Ciro Cerruti e gli stessi Matranga e Minafò) non funziona quanto il soggetto.

Le gag dunque non funzionano e non si ride, a parte qualche battuta sulla somiglianza di uno degli amici, Jesus – Domenico Fazio, componente del quartetto comico I 4 Gusti – con Gesù, da cui il soprannome. Neanche i componenti dello sgangherato commissariato guidato da Maurizio Casagrande riescono a far sorridere, piuttosto imbarazzano e lasciano perplessi: a partire da Gianni – Rosario Alagna de I Respinti – che ripete costantemente “Io sono Gianni” e Giuseppe – Giuseppe Stancampiano de I 4 Gusti – che dice sempre e solo “Si”. Tormentoni anche questi già deboli su un palcoscenico, ma che rivelano tutta la loro pochezza se reiterati per 90 minuti sul grande schermo. Altrettanto perplessi lasciano personaggi come quello del cardinale interpretato da Domenico Manfredi, la cui comicità gestuale è ai limiti dell’irritante.

A condire il tutto, luoghi comuni come quello dei meridionali scansafatiche. Da apprezzare invece le location, tra cui Villa Naselli di Palermo, per un film girato tra il capoluogo siciliano, Termini Imerese, Gratteri, Lascari e l’Isola delle Femmine.

A Matranga e Minafò, che aspirerebbero a diventare i nuovi Ficarra e Picone, però, non basta tornare sui propri passi, scegliendo di girare nel villaggio dove tutto cominciò, dove davvero iniziarono come animatori, per fare un buon film. Non basta neppure affidarsi agli amici di altri sodalizi comici per garantire la riuscita del progetto, né basta un tormentone. Occorre qualche idea in più per sostenere un film, una comicità più intelligente, anche fatta di sketch e gesti, ma che sappia suscitare qualcosa di più di un perplesso: bah …

#BlackLivesMatter: 10 film in streaming per comprendere il movimento

In seguito all’omicidio di George Floyd, negli Stati Uniti continuano a moltiplicarsi le manifestazioni e le prese di posizione contro il razzismo e l’omicidio delle persone di colore da parte della polizia, che hanno poi condotto alla nascita del movimento internazionale #BlackLivesMatter. Ecco 10 film che trovate comodamente in streaming e che possono aiutare a capire meglio quanto sta accadendo in America:

I Am Not Your Negro, 2016 (Chili)

I Am Not Your Negro è un documentario del 2016 diretto da Raoul Peck e candidato all’Oscar nel 2017 per il miglior documentario. Racconta il pensiero di James Baldwin partendo da un’opera dello scrittore statunitense rimasta incompiuta (che di fatto figura anche come sceneggiatore, nonostante sia scomparso nel 1987).

Il pensiero di Baldwin è fondamentale per capire la questione razziale che ancora oggi attanaglia gli Stati Uniti. Il documentario, disponibile in streaming su Chili, è una lezione di storia e di etica che, attraverso il linguaggio innovativo di uno dei più importanti, empatici e lucidi scrittori della storia americana, aiuta a comprendere con maggiore consapevolezza il mondo che ci circonda.

BlackKklansman, 2018 (Prime Video)

BlacKkKlansman film-2018

BlacKkKlansman, disponibile su Prime Video, è un film del 2018 diretto da Spike Lee, presentato in anteprima al Festival di Cannes e vincitore del premio Oscar alla migliore sceneggiatura non originale.

Adattamento cinematografico dell’omonimo libro scritto dall’ex poliziotto Ron Stallworth (nel film interpretato da John David Washington), il film racconta la storia vera dello stesso Stallworth, primo poliziotto nero nella storia di Colorado Springs ad essersi infiltrato nel Ku Klux Klan. Servendosi di uno stile assolutamente innovativo, Lee manifesta tutta la sua rabbia nei confronti di una situazione sociale, politica e culturale profondamente radicata tanto nell’America del passato quanto in quella di oggi.

Invictus, 2009 (Prime Video)

Invictus

Invictus – L’invincibile è un film del 2009 diretto dal maestro Clint Eastwood. Ispirato a fatti realmente accaduti, la storia – basata su un romanzo di John Carlin – ruota attorno ad una serie di eventi che ebbero luogo in occasione della Coppa del Mondo di rugby del 1995, tenutasi in Sudafrica poco tempo dopo l’insediamento di Nelson Mandela come presidente della nazione.

Nel film, disponibile su Prime Video, Mandela (interpretato da Morgan Freeman) è appena diventato il primo presidente sudafricano di colore. Dopo la caduta del regime dell’apartheid, si ritrova a guidare la nazione in un periodo storico particolarmente delicato. Il suo obiettivo è quello di riconnettere la popolazione sudafricana, ancora fortemente divisa dall’odio fra la maggioranza nera e la minoranza bianca.

XIII emendamento, 2016 (Netflix)

XIII emendamento è un documentario del 2016, diretto da Ava DuVernay, regista che aveva già ampiamente affrontata il tema del razzismo nel bellissimo Selma – La strada della libertà del 2014. Il documentario ha vinto il premio Emmy nel 2017 nella categoria di appartenenza.

Il documentario, disponibile su Netflix, non sceglie la via della sovversione o della rivoluzione, e non racconta unicamente del razzismo di matrice “ideologica”: XIII emendamento, infatti, passa in rassegna tutta una serie di questioni e di avvenimenti che nel corso degli anni sono passate inosservate, sia per negligenza che per ignoranza.

Mudbound, 2017 (Netflix)

Mudbound

Mudbound è un film del 2017 diretto da Dee Rees. Adattamento dell’omonimo romanzo di Hillary Jordan, il film venne presentato in anteprima al Sundance Film Festival e ricevette quattro candidature ai premi Oscar, inclusa quella alla migliore attrice non protagonista per la celebre cantante Mary J. Blige.

Disponibile su Netflix, il film è un’epopea inarrestabile ed emozionante che, pur rifacendosi agli stilemi più abusati del cinema classico, riesce con sguardo innovativo a raccontare le luci e le ombre del Sogno Americano infrantosi tra l’inizio e la fine della Seconda Guerra Mondiale.

The Birth of a Nation, 2016 (Google Play)

The Birth of a Nation

The Birth of a Nation, disponibile su Google Play, è un film del 2016 scritto e diretto da Nate Parker, che nella pellicola si è anche ritagliato il ruolo del protagonista principale, Nat Turner, uno schiavo afroamericano che nell’agosto del 1831 guidò la rivolta degli schiavi nella Contea di Southampton, in Virginia.

Il film, il cui titolo è un riferimento ironico al controverso film del 1915 Nascita di una nazione, che descriveva la nascita – appunto – del Ku Klux Klan, ha vinto il gran premio della giuria e il premio del pubblico al Sundance Film Festival. Un film che, attraverso feroci sequenze dall’impatto emotivo straordinario, ci ricorda come il peso della Storia non faccia sconti a nessuno.

LA 92, 2017 (Netflix)

LA 92 è un documentario del 2017 diretto da Daniel Lindsay e T. J. Martin che racconta, a 25 anni di distanza dai fatti accaduti, le proteste e le rivolte che sconvolsero la città di Los Angeles nel 1992.

Il documentario, che ha debuttato in anteprima al Tribeca Film Festival e che ha anche vinto un Emmy, è disponibile su Netflix. Include immagini di repertorio relative alle rivolte del quartiere di Watts del 1965, all’elezione di Tom Bradley del 1973, alla promozione di Daryl Gates nel 1978, alla sparatoria di Latasha Harlins, alle violenze perpetrate dalla polizia americana ai danni di Rodney King e alle successive rivolte e violenze scoppiate dopo l’assoluzione degli ufficiali coinvolti nel pestaggio.

Fa’ la cosa giusta, 1989 (Chili, Google Play, iTunes)

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Fa’ la cosa giusta è probabilmente uno dei film più celebri di Spike Lee, considerato da molti il capolavoro del regista statunitense. All’epoca della sua uscita in sala, nel 1989, fu al centro di grosse polemiche, perché secondo alcuni la storia raccontata nel film istigava i giovani afro-americani alla rivolta.

Candidato a due premi Oscar e trainato da una colonna sonora tanto irresistibile quanto fortemente critica nei confronti della società statunitense, il film (che prende spunto da alcuni fatti di cronaca realmente accaduti, tra cui il famoso “Howard Beach Incident”) è ancora oggi considerato uno dei migliori della storia del cinema. Lo trovate in streaming su Chili, Google Play e iTunes.

The Help, 2011 (Rakuten Tv, Chili)

The Help

The Help è un film del 2010 diretto da Tate Taylor e basato sull’omonimo romanzo di Kathryn Stockett, amica d’infanzia del regista. Il cast è assolutamente di prim’ordine: Emma StoneViola DavisBryce Dallas HowardJessica Chastain, Allison Janney, Sissy Spacek e Octavia Spencer, che per il suo ruolo riuscì anche ad ottenere un Oscar come migliore attrice non protagonista.

The Help, disponibile su Rakuten Tv e Chili, è una commedia drammatica a tratti divertente, ma anche amara e sinceramente toccante, che racconta un periodo oscuro della storia dell’uomo, profondamente caratterizzato da segregazione e razzismo.

When They See Us, 2019 (Netflix)

When They See Us

When They See Us è una miniserie tv diretta da Ava DuVerny, già acclamata per Selma – La strada della libertà e per il già citato documentario XIII emendamento. Disponibile su Netflix, la serie ricostruisce il caso della jogger di Central Park, una donna bianca che nel 1989 venne aggredita durante una sessione di allenamento all’interno del celebre parco di New York.

In seguito al tragico accaduto, cinque giovani ragazzi, quattro di colore e uno ispanico, furono condannati per il reato nonostante l’assenza di prove. Nel 2002, quando il vero colpevole confessò il reato, i cinque vennero scagionati e liberati. Una miniserie spaventosamente toccante che mette in luce le falle di un sistema giudiziario che, nel corso della sua storia, ha troppo spesso ignorato i principi fondamentali di giustizia e uguaglianza, a favore di un’ossessiva ricerca del colpevole.

Woody Allen sta considerando l’idea di non fare più film

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È stato un periodo davvero difficile per Woody Allen che, dopo la bufera che lo ha travolto, legata al riaffiorare delle accuse di molestie e stupro che gli erano state rivolte, si è trovato, come tutti, a fare i conti anche con la chiusura dei cinema, che hanno messo di nuovo a dura prova la sua vena creativa e la sua volontà di continuare a realizzare bei film.

Durante una recente intervista con il Financial Times, Woody Allen si è lasciato andare a dichiarazioni cariche di sconforto, legate soprattutto al suo lavoro nell’industria del cinematografica, non solo a seguito delle sue vicende personali, ma anche per la pandemia, che ha causato la chiusura dei cinema di tutto il mondo, compresi quelli di New York, la sua città.

Woody Allen abbandona il cinema?

Sappiamo che Woody Allen è al lavoro su Rifkin’s Festival, il suo prossimo film, che è già pronto, ma potrebbe essere anche il suo ultimo film, stando a quanto ha dichiarato al giornale. Per lui, dice, ogni film è diventato una vera e propria battaglia e a confermarlo c’è la brutta storia di Un Giorno di Pioggia a New York, che ha avuto una vita distributiva tanto difficile in tutto il mondo e arrivato da noi con Lucky Red.

A peggiorare le aspettative di Allen riguardo al suo futuro nel cinema c’è stata la pandemia. Per il regista e sceneggiatore il lockdown è stato “un altro chiodo nella bara” dell’industria cinematografica. Una visione davvero nera che però ha anche delle ragioni di esistere, dal momento che Woody Allen è estremamente legato alla sala e alla fruizione del cinema in maniera tradizionale.

“Potrebbe avere un effetto negativo su di me, tutte le sale qui sono chiuse e non so se molte di queste riapriranno mai. La gente sta pensando che in fondo non è male stare a casa, che possono cenare e poi vedere un film su una televisione dallo schermo molto grande, in alta definizione e con il suono surround. Ma io non voglio fare film per la televisione, per cui potrei smettere di farne”.

Rifkin’s Festival di Woody Allen è già pronto

Da programma, Rifkin’s Festival doveva essere presentato al mondo nel corso del Festival di San Sebastian, visto che a differenza di Cannes, prima meta del film, il Festival basco è confermato per il prossimo ottobre. Nonostante dichiarazioni così dure e nere verso il futuro, Allen ha però già scritto un’altra sceneggiatura per un film che doveva essere girato quest’estate a Parigi, riprese interrotte dalla pandemia.

“Ho 84 anni e presto sarò morto – dice Woody Allen – Anche se avessi scritto la migliore sceneggiatura del mondo, non ci sarebbe nessuno per produrlo e nessun posto in cui proiettarlo, per cui non ho proprio grandi incentivi. Sono abituato a finire una sceneggiatura, tirarla fuori della macchina da scrivere, correre dal mio produttore che prepara il budget, fare il casting e quindi girare. L’ho fatto per anni e anni nella stessa maniera, un processo molto semplice. Ma ora non funziona… cosa posso fare?”.

Onward – oltre la magia ha una data d’uscita italiana

Onward – oltre la magia ha una data d’uscita italiana

Dopo il totale lockdown mondiale, l’ormai famigerata quarantena che ha costretto tutto il mondo a rimanere chiuso in casa, si avvertono i primi segnali di riapertura, speriamo cauta, non solo dalle strade affollate, ma anche dalla graduale ripresa dell’industria cinematografica che, timidamente, riapre i set e annuncia nuove date d’uscita per i film.

Mentre alcuni grossi film dell’estate continuano ad avere un destino in sala incerto, la Disney è la prima Major a fare un passo importante e ad annunciare l’uscita italiana a luglio di un grande film commerciale. Si tratta di Onward – oltre la magia, il film Disney Pixar previsto per marzo, poi slittato a metà aprile e poi sospeso, a data da definirsi.

Adesso questa data è arrivata, è il 22 luglio. Sebbene si tratti di un’uscita italiana e non worldwide, visto che il film Pixar era uscito nelle sale USA prima del lockdown, è comunque un segnale importante, di fiducia e ottimismo, da parte della Casa di Topolino. Questo di suggerisce anche che le date d’uscita degli altri film distribuiti da Disney, come i titoli Marvel o ad esempio il live action di Mulan, avranno a breve date d’uscita certe.

Per quanto riguarda invece le altre major, pensiamo a Warner Bros, è ancora incerta la sorte dei titoli previsti per l’estate. Resta dunque da vedere quale sarà il destino cinematografico di film quali Tenet e Wonder Woman 1984.

Fonte

Un giorno di pioggia a New York debutta su Sky Cinema

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Un giorno di pioggia a New York debutta su Sky Cinema

Arriva in prima visione su Sky Cinema l’ultimo film scritto e diretto da Woody Allen, il grande regista newyorkese che proprio nella Grande Mela ha scelto di ambientare il suo 49esimo titolo: Un giorno di pioggia a New York  andrà in onda venerdì 5 giugno alle 21.15 su Sky Cinema Due, disponibile anche on demand su Sky e in streaming su NOW TV.

Un giorno di pioggia a New York racconta come il programma di due fidanzatini, Gatsby (Timothée Chalamet) e Ashleigh (Elle Fanning), di trascorrere un romantico fine settimana a New York vada in fumo non appena i due mettono piede in città. L’occasione del viaggio della coppia nasce da un compito che viene assegnato ad Ashleigh dal giornale del college: intervistare a Manhattan il suo regista preferito, Roland Pollard (Liev Schreiber). Da orgoglioso newyorkese qual è, Gatsby è a sua volta ansioso di far conoscere ad Ashleigh i posti che preferisce della sua città, visto che lei, cresciuta in Arizona, non ci mette piede da quando era bambina.

Ma i piani sono fatti per essere cambiati e così, Ashleigh non fa in tempo a porre la prima domanda a Pollard, che lui le confessa di aver perso fiducia in se stesso come artista ed è pronto ad abbandonare le riprese del suo prossimo film. Da sua vera ammiratrice, Ashleigh lo esorta a non mollare e lo rassicura dicendogli che il suo film migliore deve ancora venire. Commosso dalla fiducia che lei gli dimostra, Pollard la invita alla proiezione di un work-in-progress del suo nuovo film, facendo così saltare il pranzo fissato con il suo Gatsby che rimane deluso, ma anche sospettoso per come la ragazza sia entrata in intimità col regista in così poco tempo.

Mentre Ashleigh incontra anche il tormentato sceneggiatore Ted Davidoff (Jude Law) e il famoso attore sudamericano Francisco Vega (Diego Luna), Gatsby viene convinto ad interpretare un piccolo ruolo in un film con anche una scena in cui deve baciare una donna, che altri non è se non Chan (Selena Gomez), la sorella minore della sua ex fidanzata Amy.

«I personaggi del film hanno bisogno che gli altri riescano a vederli oltre la loro apparenza fisica, per quello che hanno dentro», spiega Allen. «È una cosa comune nella nostra vita. Hai una cotta per qualcuno ma nessuno se ne accorge. Certamente tutti ti vedono fisicamente, ma a volte ti rendi conto di non avere l’impatto che vorresti sulla vita di alcune persone». Oltre a New York, anche la pioggia ha un ruolo centrale nel film: «Volevamo che la pioggia simboleggiasse il romanticismo e l’amore», continua Allen. «New York è stupenda nei giorni grigi, nebbiosi o anche piovosi. Acquista una luce tenue e le strade diventano lucide e pulite». La pioggia suggerisce anche il modo diverso in cui Gatsby e Ashleigh vedono la vita. «Ashleigh pensa che la pioggia sia triste, mentre Gatsby la trova romantica», conclude Allen.

In occasione dell’arrivo di Un giorno di pioggia a New York è disponibile on demand su Sky e NOW TV una collezione dal titolo “New York, New York”, in cui rivivere alcune grandi storie del cinema ambientate nella Grande Mela. Tra i titoli, “Harry, ti presento Sally”con Meg Ryan e Billy Crystal, “Io & Annie” con Diane Keaton, “Spider-Man” con Tobey Maguire e Kirsten Dunst, “Autumn in New York” con Richard Gere e Winona Ryder, “Ghostbusters – Acchiappafantasmi” con Bill Murray e Dan Aykroyd.

Avatar: David Thewlis chiarisce in quali sequel apparirà

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Avatar: David Thewlis chiarisce in quali sequel apparirà

Dopo aver confermato che apparirà nei panni di un Na’vi nei sequel di Avatar, l’attore David Thewlis, noto principalmente per i suoi ruoli in Harry Potter e Wonder Woman, ha specificato in una nuova intervista in quali film apparirà. Stando infatti alle ultime dichiarazioni dell’attore, il suo personaggio non sarà presente in Avatar 2, ma soltanto nei successivi tre sequel, quindi Avatar 3, 4 e 5.

Parlando con Collider, infatti, ha rivelato che, a differenza di quanto molti hanno potuto erroneamente credere in base alle sue precedenti affermazioni, non sarà in Avatar 2: “Niente potrebbe essere più diverso di Avatar”, ha spiegato l’attore. “Non ricordo nulla di simile tra ciò che ho avuto la fortuna di fare in passato, neanche lontanamente. Devo specificare però che non sarò in Avatar 2. So che su un magazine britannico è girata questa voce. No, non sarò in Avatar 2! Sarà in Avatar 3, che è stato girato insieme al secondo capitolo. I piani sono quelli di far tornare il mio personaggio anche in Avatar 4 e 5. Ci tenevo a chiarire questa cosa.”

David Thewlis parla della performance capture di Avatar e del suo rapporto con James Cameron

Nella stessa intervista, David Thewlis ha parlato dell’esperienza di lavorare con James Cameron, un regista noto per essere alquanto “difficile”. Thewlis ha affermato di aver trovato Cameron “una persona assolutamente piacevole”, descrivendolo come un “genio”. L’attore ha anche parlato delle difficoltà legate alla performance capture, esperienza che non aveva mai provato prima e che ha reso il set dei sequel qualcosa di assolutamente nuovo per lui. 

Avatar 2 debutterà il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 19 dicembre 2025 17 dicembre 2027.

Il cast della serie di film è formato da Kate WinsletEdie FalcoMichelle YeohVin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film, ossia Sam WorthingtonZoe SaldanaStephen LangSigourney WeaverJoel David MooreDileep Rao e Matt Gerald.

Alien: il terzo prequel avrebbe risolto un mistero legato al primo film

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Ridley Scott ha confermato che il terzo prequel mai realizzato di Alien avrebbe finalmente rivelato ai fan del franchise il mistero dietro le uova di Xenomorfo che abbiamo visto nel primo iconico capitolo della saga uscito nel 1979. Intitolato Alien: Awakening, il film sarebbe stato ambientato tra gli aventi di Alien: Covenant e quelli del primo film con Sigourney Weaver.

La sceneggiatura avrebbe portato la firma di John Logan (già co-autore dello script di Covenant), con gli Ingegneri sopravvissuti che avrebbero dato la caccia all’androide David (Michael Fassbender), nella speranza di vendicarsi di lui per aver eliminato la loro specie. In una recente intervista con il Los Angeles Times, Scott ha parlato proprio del film mai realizzato, rivelando che il suo intento era quello di colmare il gap esistente tra Prometheus e il primo Alien del ’79, cercando di rispondere a tutta una serie di domande lasciate in sospeso da Covenant

“Penso che ci sia ancora molto da dire su Alien. Ma penso anche che sia arrivato il momento di evolversi nuovamente. Mentre giravo il primo episodio, pensavo sempre: ‘Perché è stata creata una creatura come questa e perché sta viaggiando in quella che noi vediamo come una nave da guerra che trasporta un cargo di baccelli? Qual è lo scopo del veicolo e qual è quello delle uova? Questo è ciò che immagino ci saremmo chiesti se avessimo realizzato il terzo prequel: chi, perché e per quale motivo.”

Quale sarà il destino della saga di Alien? La Disney è ancora interessata a proseguire con il franchise?

Al momento non sappiamo quale sarà il destino della saga di Alien, soprattutto dopo l’acquisizione della Fox da parte della Disney. Sono anni, comunque, che Ridley Scott parla della possibilità di riuscire a portare a termine la sua trilogia prequel. Speriamo che un giorno posso veramente riuscirci, nonostante il flop al botteghino di Covenant non faccia sperare nel prosieguo della saga… almeno per il momento.

Alien: Covenant di Ridley Scott è uscito il 18 maggio 2017. Alla sceneggiatura hanno lavorato John Logan e Dante Harper. Il cast del film annovera Michael Fassbender, Katherine Waterston, Billy Crudup, Danny McBride e Demián Bichir. Dieci anni dopo la fallimentare spedizione Prometheus, che avrebbe dovuto rintracciare gli alieni precursori della vita sulla Terra, un nuovo equipaggio parte a bordo dell’astronave Covenant per popolare il pianeta Origae-6.

Heather Graham: 10 cose che non sai sull’attrice

Heather Graham: 10 cose che non sai sull’attrice

Negli anni l’attrice Heather Graham si è costruita la fama di icona del cinema indipendente americano, partecipando a progetti spesso diversi tra loro. Così facendo ha potuto mettersi continuamente alla prova, dimostrando versatilità e carisma. Con il tempo, l’attrice ha avuto modo di ricoprire anche altri ruoli all’interno dell’industria, debuttando anche come regista.

Ecco 10 cose che non sai di Heather Graham.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Heather Graham Instagram

Heather Graham: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in noti lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 1984 con il film Fuga d’inverno, per poi affermarsi grazie a pellicole come Drugstore Cowboy (1989), Twin Peaks – Fuoco cammina con me (1992), Cowgirl – Il nuovo sesso (1993), e Boogie Nights – L’altra Hollywood (1997), con Mark Wahlberg, grazie al quale si consacra. Negli anni successivi ha poi preso parte a titoli come Scream 2 (1997), La vera storia di Jack lo squartatore (2001), con Johnny DeppTerapia d’urto (2003), Mary (2005), Una notte da leoni (2009) e Una notte da leoni 3 (2013), con Bradley Cooper, Horns (2013), Half Magic (2018) e The Rest of Us (2019).

9. Ha scritto e diretto un film. Nel 2018 l’attrice scrive e dirige il suo primo film. Si tratta della commedia romantica Half Magic, incentrata su Honey, interpretata dalla stessa Graham, che si ritrova a vivere una vera e propria riscoperta di sé e della propria sessualità. Il film ha così permesso all’attrice di cimentarsi anche dietro la macchina da presa, ricevendo lodi per il lavoro svolto.

8. Ha preso parte a note serie TV. All’inizio degli anni Novanta la Graham si è resa celebre grazie al personaggio di Annie nella famosa serie Twin Peaks (1991). In seguito, è comparsa in alcuni episodi di serie come Hotel Alexandria (1999), Sex and the City (2002-2003), con Sarah Jessica Parker, e Arrested Development (2004). Ai più è tuttavia nota per aver dato volto alla dottoressa Molly Clock nel corso della quarta stagione della sit-com Scrubs (2004-2005). Negli anni seguenti ha poi recitato in serie come Californication (2014), Law & Order True Crime (2017) e Angie Tribeca (2016-2018).

Heather Graham è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 294 mila persone. All’interno di questo la Graham è solita condividere fotografie realizzate durante momenti di svago quotidiano o dei luoghi da lei visitati. Non mancano poi anche immagini promozionali dei propri progetti cinematografici o televisivi.

Heather Graham ha un marito?

6. Non è sposata. L’attrice è sempre stata particolarmente riservata riguardo la propria vita sentimentale. Benché le vengano attribuite alcune frequentazioni con persone più o meno del mondo dello spettacolo, lei non ha mai confermato tali voci. In diverse occasioni ha invece affermato di non avere intenzione di sposarsi, preferendo mantenere una propria indipendenza.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Heather Graham Twin Peaks

Heather Graham in Twin Peaks

5. Ha avuto un ruolo di rilievo nella serie. Uno dei primi ruoli ad aver fatto la fortuna dell’attrice è stato quello di Annie Blackburn nella celebre serie Twin Peaks, ideata da David Lynch e Mark Frost. Il suo personaggio acquista una sempre maggiore importanza all’interno della serie, diventando l’interesse amoroso del protagonista Dale Cooper. Per questo motivo, correrà ovviamente grossi pericoli.

4. Non ha ripreso il proprio ruolo per la nuova stagione. Dopo circa 25 anni, Twin Peaks è tornata in televisione con una lunga terza stagione, che riprendeva gli eventi lì dove li aveva lasciati. Nelle nuove puntate, tuttavia, manca il personaggio della Graham. Intervistata a riguardo, l’attrice ha dichiarato di non sapere che fine abbia fatto Annie, ma che se non è presente non può esserle accaduto nulla di buono.

Heather Graham in Scrubs

3. Ha interpretato un personaggio particolarmente apprezzato. Nel corso della quarta stagione di Scrubs l’attrice ha ricoperto il ruolo della dottoressa Molly Clock. Questa è una psichiatra piuttosto svampita, dai comportamenti strani ma dall’acuta intelligenza. Nonostante la sua breve permanenza, è infatti in grado di comprendere a fondo l’animo dei vari protagonisti. Quando il suo personaggio venne fatto uscire dalla serie, ciò causo molto malcontento tra i fan, ormai affezionatisi a lei.

Heather Graham: dov’è oggi

2. Ha diversi progetti in lavorazione. L’attrice continua a lavorare in modo apparentemente instancabile. Da oggi ai prossimi anni è infatti attesa in diversi progetti, come il film Desperados, con Robbie Amell, e il crime Wander, con Katheryn Winnick. Reciterà poi anche nell’attesa serie L’ombra dello scorpione, tratta dall’omonimo romanzo di Stephen King e attesa per il 2020.

Heather Graham: età e altezza

1. Heather Grahaman è nata a Milwaukee, nel Wisconsin, Stati Uniti, il 29 gennaio 1970. L’attrice è alta complessivamente 171 centimetri.

Fonte: IMDb

 

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