Zac Efron, nel corso della sua ricca carriera,
ha dimostrato di essere un attore in gamba, versatile. Le commedie
sono sempre state il suo punto di forza, anche se Ted Bundy – L’ultimo criminale, ma ancor più il
recente The Warrior: The Iron Claw, hanno rivelato le sue
grandi capacità drammatiche. Ma è il genere – per definizione –
disimpegnato la sua carta vincente. Ne è un esempio A
Family Affair, nuova comedy targata Netflix
diretta da Richard LaGravenese.
Sebbene non raggiunga i livelli di
Ho cercato il tuo nome o Segui il tuo cuore,
e neanche i più esilaranti Quel momento imbarazzante e Cattivi
vicini, questa comeddia, arrivata per riempire l’estate
della piattaforma dalla N rossa, si inserisce bene in un catalogo
che punta più sul puro intrattenimento che sull’originalità. Una
linea narrativa e produttiva che oramai il colosso streaming ha
sposato, e che abbraccia un vasto bacino di spettatori che vogliono
semplicemente spendere all’incirca un paio d’ore all’insegna del
relax. Scritto da Carrie Solomon, A Family Affair vanta un
cast d’avvero d’eccezione: oltre il già citato Zac Efron, c’è la
diva Nicole Kidman e la talentuosa Joey
King.
A Family Affair, la trama
Chris e Zoe sono una coppia di
lavoro molto particolare. Lui, attore famoso paranoico e
puntiglioso, lei sua assistente personale, determinata ma
aggressiva. La ragazza ha deciso di essere la sua “galoppina” –
come definisce se stessa – perché Chris le ha promesso che in
futuro potrà prendere le redini della sua casa di produzione, posto
a cui lei ambisce da sempre. Tuttavia, i suoi modi di fare sono
alquanto snervanti e a Zoe il suo carattere non fa impazzire.
Resiste solo per necessità. Le cose si complicano quando, tornata
un giorno a casa, scopre sua madre Brooke a letto proprio con il
suo capo. Una sorpresa alquanto inaspettata, che metterà la figlia
contro il suo unico genitore. È una relazione che non può
tollerare: Zoe sa come è Chris con le donne, e non vuole che lui la
faccia soffrire.
Questioni di famiglia
Proprio per quanto scritto
all’inizio di questa recensione, A Family Affair è un
prodotto che, come il resto dei suoi “fratelli”, va
guardato senza troppe pretese. Se si cerca qualcosa di
diverso, che si allontani dalle classiche commedie romantiche dal
tocco ironico, il film non sarà pronto a soddisfare queste
esigenze. Fruendolo, sembra essere la versione più convincente
dell’adattamento del romanzo The Idea of You, uscito a maggio su Prime Video. L’incidente scatenante è preossochè
simile, ma se quest’ultimo portava con sé una eccessiva leziosità,
la pellicola di LaGravenese per fortuna riesce a essere più
equilibrata e perciò anche più reale e godibile.
Scoprire che la propria madre ha una
relazione con una persona più giovane, e in tal caso con il proprio
capo e divo del cinema apparentemente inaffidabile, non dovrebbe
essere facile per nessuno. Ecco perché il personaggio di Joey King
è quello che funziona meglio nel restituire la frustrazione e la
preoccupazione di una figlia che per il genitore vuole solo il
meglio. Per quanto si setti su un tono esclusivamente sentimentale,
è in grado di affrontare specifiche dinamiche familiari (e
amorose) con più sincerità e attendibilità. Ciò non
significa che non sia a tratti mieloso, o che non presenti delle
imperfezioni. Come per esempio alcuni passaggi narrativi, nei quali
i dialoghi non sono pienamente convincenti, e sarebbe stato
preferibile fare affidamento solo sulle immagini. Inoltre, non
tutto il cast principale sembra essere a suo agio nel proprio
ruolo.
Un cast divertito, ma non sempre
all’altezza
È Joey King con la sua Zoe a
prendersi la maggior parte della scena. Il suo personaggio
è il più interessante, e anche quello meglio recitato. La giovane
attrice lavora bene sulle espressioni del viso e sulla forza delle
emozioni (irruente) del suo personaggio, rendendola la più
autentica. Zac Efron, invece, è abile nel prendersi in giro e nel
rappresentare le contraddizioni comiche del suo personaggio, Chris,
imparanoiato, insicuro e fragile.
La delusione è per Nicole Kidman, la
quale non è sciolta nei panni della sua Brooke, forse per la poca
chimica con il suo partner Efron. Si nota che fa una certa fatica a
essere fluida, a lasciarsi andare. Non si abbandona totalmente al
personaggio, e questo la rende meno credibile rispetto ai suoi
colleghi. Nonostante qualche difficoltà da parte di Kidman e alcune
lacune di sceneggiatura, A Family Affair adempie comunque
al suo compito e si fa guardare, anche se destinato a essere presto
dimenticato come molte altre commedie simili. Ma va bene così.
Dal momento della sua presentazione
al Festival
di Cannes ad oggi, il film francese La vita di
Adele (qui la recensione)
non ha mai veramente smesso di far parlare di sé. Considerato uno
dei più
struggenti film d’amore e di
formazione dell’ultimo decennio, il lungometraggio diretto da
Abdellatif
Kechiche è divenuto estremamente popolare per
molteplici motivi, dalle grandi interpretazioni delle due
protagoniste alle loro bollenti scene di sesso, e fino al suo
ritratto incantato della gioventù.
Il film è un libero adattamento
della graphic novel Il blu è un colore
caldo, realizzato dalla fumettista Julie
Maroh nel 2010. La pellicola finisce in realtà per
rielaborare la storia dell’amore tra due giovani, aggiungendovi una
serie di dettagli ed elementi inediti. Le principali differenze si
possono ritrovare nella caratterizzazione della protagonista, ma
rispetto al testo letterario, il film prevede in particolare la
lunga serie di esplicite scene di sesso a cui si accennava, che
esaltano la morbosità della relazione amorosa.
Tali scene sono state ovviamente
motivo di grande scandalo, e la stessa Maroh dichiarò di non averle
particolarmente apprezzate. Spaccando in due l’opinione della
critica e del pubblico, il film arrivò a vincere il prestigioso
premio del Festival di Cannes, la Palma d’Oro. Fu un’assegnazione
unica nel suo genere, poiché la giuria decise di assegnare il
premio tanto al regista quanto alle due straordinarie interpreti
che diedero vita agli indimenticabili personaggi
protagoniste: Adèle
Exarchopoulose Léa Seydoux.
La trama di La vita di
Adele
Protagonista del film è
Adele, giovane liceale francese alle prese con la
vita di tutti i giorni. Tra scuola e casa, la ragazza sembra
continuamente cercare il proprio posto nel mondo. Seguire le regole
della società non sembra però fare al caso suo, e anche il
tentativo di una storia d’amore con un suo compagno di scuola
naufragherà inesorabilmente. Le sue già fragili certezze si
spezzano definitivamente nel momento in cui per strada incrocia
Emma, una ragazza dai capelli blu e dallo stile
androgino, che subito suscita un suo forte interesse.
Lentamente le due si avvicinano
molto l’una all’altra, finendo per innamorarsi perdutamente. Per
Adele quello è però un mondo sconosciuto, dal quale si sente
attratta e spaventata allo stesso modo. La ragazza infatti teme il
giudizio dei genitori, dei compagni di scuola, e inizia a sentirsi
giudicata come mai prima d’ora. L’amore per Emma però è troppo
forte, e diventa via via sempre più morboso e passionale. Con il
passare degli anni, però, le due si ritrovano a dover fare i conti
con percorsi di vita che non sempre coincidono.
Il cast del film
Nei ruoli di Adele ed Emma si
ritrovano le attrici
Adèle Exarchopoulos e Léa
Seydoux. La prima delle due era poco più che
esordiente all’epoca del film, avendo recitato soltanto in qualche
film poco noto. Convocata per un provino per il ruolo principale,
l’attrice raccontò in seguito di aver dovuto sostenere una dura
selezione prima di ottenere la parte. Nel corso di due mesi
incontrò più volte il regista, dimostrando le sue capacità di
improvvisazione. Dopo lunghe conversazioni con Kechiche, questi si
convinse infine che l’interprete di origini greche era la persona
giusta per il ruolo.
A togliergli ogni dubbio a riguardo
fu però il momento in cui la vide mangiare ad un ristorante dove si
trovavano. Il modo in cui lei mangiava era proprio come il regista
aveva immaginato il personaggio. La Seydoux, invece, aveva ottenuto
la parte di Emma già ben dieci mesi prima dell’inizio delle
riprese. Anche lei aveva avuto modo di incontrare in più occasioni
il regista. Ciò che più di ogni altra cosa convinse Kechiche fu il
modo in cui Seydoux parlava della società e delle sue
problematiche.
Per potersi calare ulteriormente nei
panni di Emma, l’attrice decise di prendere lezioni di pittura e
scultura, attività praticate dal personaggio, come anche dedicarsi
a numerose letture sulla filosofia. In aggiunta a ciò, lavorò anche
da un punto di vista fisico per costruire la mascolinità di Emma.
Seguì dunque un allenamento per acquisire massa muscolare, e guardò
film di Marlon Brando e James Dean per studiare i loro atteggiamenti e
la loro postura.
Le scene d’amore e sesso di
La vita di Adele
Come anticipato, del film sono note
e apprezzate diverse scene di grande impatto visivo e poetico.
Nessuna è però più celebre delle lunghe sequenze in cui le due
protagoniste si cimentano in conturbanti scene di sesso. Proprio
queste sono state al centro di numerosi dibattiti e polemiche, alle
quali hanno preso parte anche le due stesse protagoniste. Entrambe
hanno infatti in più occasioni lamentato di essersi spesso sentite
costrette a girare tali scene, e che le condizioni sul set non
erano particolarmente favorevoli.
Kechiche, infatti, era solito girare
con 3 o 4 camere da presa, e ciò poneva le due attrici in uno stato
di grande pressione. Le riprese di tali scene, inoltre, sembrano
essersi protratte per diverse ore al giorno per più giorni,
rendendo particolarmente snervante il set. A tali accuse il regista
non ha mancato di rispondere, negando le voci secondo cui sarebbe
stato eccessivamente severo. Egli, in sua difesa, affermò di aver
semplicemente ricercato il realismo, sempre però con il consenso
delle due interpreti. Queste hanno comunque affermato che molto di
quanto si è detto riguardo alle scene di sesso è stato ingigantito
dalla stampa.
Le due, infatti, non hanno dovuto
praticare veri e propri atti sessuali, né erano realmente nude. Per
loro furono realizzate delle protesi da applicare sui genitali, e
che consentisse dunque di non essere esposte da questo punto di
vista. Tali scene, inoltre, venivano perfettamente studiate e
coreografate. Ciò non ha comunque impedito alle due attrici di
provare forte imbarazzo, superato grazie al profondo legame di
amicizia instauratosi tra di loro nel corso delle riprese.
Il trailer di La vita di
Adele e dove vedere il film in streaming e in TV
La vita di Adele è
presente su Rakuten TV, Chili Cinema, Apple TV, Google
Play e Now. In base alla piattaforma
scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere
un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi
possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre in programma in televisione per
venerdì 28 giugno alle
ore 21:15 sul canale
Cielo.
Negli anni il
registaM. Night
Shyamalan ci ha abituato a film carichi di tensione,
sempre al limite tra la realtà e la fantasia. Opere come Il
sesto senso,Unbreakable – Il predestinato,
Signs,Old o il recente
Bussano
alla porta sono esemplari a riguardo, presentando
atrmosfere suggestive e inquietanti e dimostrando tutta la maestria
del regista nel rendere questo il punto di forza dei suoi lavori.
Un altro dei suoi lavori più apprezzati è The
Visit (qui
la recensione), da lui diretto nel 2015.
Per realizzare questo film,
Shyamalan ha raccontato di averlo autoprodotto utilizzando il
compenso ottenuto per il film di fantascienzaAfter
Earth (2013). Secondo le sue stesse parole, si è trattato
di “un tentativo di riprendere il controllo artistico”
dopo che i suoi film più recenti gli sono stati sottratti in fase
di post-produzione. Shyamalan ha poi rivelato di aver preparato tre
diverse versioni del film: una “pura commedia“, un’altra
“puro horror” e un’ultima “a metà strada“, ma
alla fine è stata quella “puro horror” a prevalere.
Per gli appassionati del cinema del
regista, si tratta dunque di un film da non perdere, ricordato in
particolare come il lungometraggio che ha risollevato le sorti di
Shyamalan dopo un periodo di insuccessi. In questo articolo,
approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a
The
Visit. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
spiegazione del finale. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
Il film racconta di
Loretta, una donna separata con due figli,
Becca e Tyler, che da oltre
quindici anni ha interrotto qualsiasi tipo di rapporto con i suoi
genitori, Claire e Mitchell
accusati di non aver mai accettato la sua storia col marito. Un
giorno, però, la donna decide di far conoscere ai suoi figli i
nonni e così li manda a casa loro in Pennsylvania per una
settimana. Inizialmente i due si trovano bene con la coppia di
anziani, ma quando una serie di loro strani comportamenti iniziano
a manifestarsi sempre più frequentemente, una serie di spaventosi
sospetti si insinueranno nei due ragazzi.
Ad interpretare Becca e Tyler vi
sono gli attori Olivia DeJonge e Ex
Oxenbould. Mentre lei è qui al suo primo ruolo
cinematografico ed è poi stata vista in Elvis,
Oxenbould era già noto per essere stato il protagonista di Una
fantastica e incredibile giornata da dimenticare. Nel ruolo
della matre Loretta vi è l’attrice Kathryn Hahn, ora celebre per il ruolo di
Agatha Harkness in WandaVision.
Benjamin Kanes, invece, è Corin, padre di Becca e
Tayler. Gli attori Deanna Dunagan e Peter
McRobbie interpretano invece i due nonni.
La spiegazione del finale del film
Per tutto il film, Becca e Tyler
sono dunque incerti sul comportamento dei loro nonni, che peggiora
con il progredire della storia. È evidente che qualcosa non quadra
nella coppia di anziani e il celebre twist di Shyamalan arriva
infine quando Loretta vede finalmente le due persone che sostengono
di essere i suoi genitori e dice a Becca e Tyler via Skype che non
sono i loro amati Nana e Pop Pop, ma due perfetti sconosciuti che
hanno assunto la loro identità.
Loretta chiama dunque immediatamente
la polizia, ma ci vorranno ore prima che i soccorsi arrivino alla
fattoria isolata. Becca e Tyler, dunque, dovranno continuare a
stare al gioco di questi pericolosi impostori. Becca riesce poi a
fuggire nel seminterrato per scoprire i cadaveri di due anziani
assassinati, che si rivelano essere i veri nonni. Si scopre così
che i due impostori sono pazienti psichiatrici evasi dal vicino
ospedale e hanno ucciso i veri nonni per appropriarsi delle loro
vite.
Non è chiaro se i due evasi
avrebbero rappresentato una minaccia per i ragazzi se non avessero
messo il naso in giro, ma nel momento in cui si rendeno conto che
la loro copertura è saltata, passano alle maniere forti con Becca e
Tyler. Becca, però, riesce ad afferrare un frammento di vetro dallo
specchio rotto e pugnala Nana più volte all’intestino, correndo poi
ad aiutare Tyler. Ma è il ragazzo a vincere la propria paura, ad
atterrare l’anziano e a sbattergli più volte la porta del frigo
sulla testa.
Finalmente Loretta e la polizia
arrivano e i ragazzi corrono freneticamente fuori di casa. Nella
scena finale, Loretta racconta nel documentario della figlia i
momenti traumatici della sua fuga da casa. 15 anni prima degli
eventi di The
Visit, prima che nascesse Becca, Loretta aveva
litigato con i genitori per la decisione di sposare il suo
insegnante. Il litigio portò Loretta e i suoi genitori ad arrivare
alle mani, e lei se ne andò di casa quella notte, senza mai
rispondere ai loro tentativi e alle loro suppliche di
riavvicinarsi.
È la scena più emozionante del film,
perché Loretta prova un enorme senso di colpa per non aver mai
potuto dire che le dispiaceva per il rapporto teso tra lei e i suoi
genitori o per non aver mai porgere loro le sue scuse per i torti
commessi. Così, The
Visit si rivela essere non solo un film che affronta
la terrificante degradazione del corpo nel tempo, incarnata da Nana
e Pop Pop, ma anche di perdono e riconciliazione, in quanto
dimostra che covare un dolore profondo senza mai esternarlo può
alla fine portare a un esito negativo.
Il film si conclude poi con il
documentario di Becca che prende infine forma e quando le viene
data la possibilità di inserire nel filmato anche il padre con cui
ha pochi rapporti, Becca sceglie di farlo. Questa scelta dimostra
che Becca è maturata in modo significativo e ha capito che il
perdono è la strada migliore. Loretta non è mai riuscita a
perdonare i suoi genitori e questo le ha tolto la possibilità di
riconciliarsi. Inserendo il padre nel documentario, Becca ha invece
lasciato la porta aperta per questa possibilità.
Il trailer di The
Visit e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di The
Visit grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Apple TV, Google Play e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 28
giugno alle ore 21:15 sul canale
Italia 2.
Sebbene il finale della
stagione 1 di Dark Matter (serie Apple TV+)
porti a una chiusura completa di molte trame di fondo, fa anche
spazio per un’altra stagione lasciando intenzionalmente gli
spettatori con diversi intriganti cliffhanger. Dopo aver ripercorso
i viaggi multiversali di Jason per tutta la durata e aver
introdotto molte versioni alternative di lui nell’episodio 8,
l’episodio 9 di Dark Matter (la nostra
recensione) mette in evidenza come il Jason
“Giove” si ricongiunge con la sua famiglia mentre cerca di
proteggerla dalle sue controparti alternative. Nel frattempo, una
versione sfregiata di Jason1 tortura Jason2, ricordandogli il
disastro che ha creato.
Nonostante le numerose sfide
affrontate negli episodi 8 e 9 di Dark Matter
Jason “Jupiter” riesce a proteggere la sua famiglia. Si rende anche
conto che deve fuggire con loro in un altro mondo parallelo per
assicurarsi che possano vivere il resto della loro vita in pace.
Con questo, la stagione 1 di Dark Matter giunge al
termine, rivelando poco sul destino degli altri Jason e sul mondo
in cui Daniela, “Jupiter” Jason e Charlie finiranno. Senza svelare
troppo, si lascia intendere che l’arco narrativo di Ryan1, Amanda,
Blaire e Dawn è più ampio di quanto sembri.
In quale mondo parallelo si recano
Jason, Charlie e Amanda nel finale di Dark Matter
Il finale della stagione 1 di Dark
Matter mantiene un’aria di ambiguità riguardo all’universo in cui i
tre personaggi finiscono dopo aver lasciato il loro mondo
originale. Ciò suggerisce che Jason li abbia portati in un mondo
familiare già visitato in precedenza o che abbia manifestato un
mondo completamente nuovo per tenere la sua famiglia al sicuro
dagli altri Jason. Poiché quasi tutti i mondi incontrati in
precedenza durante i suoi viaggi multiversali erano
post-apocalittici e pericolosi per gli esseri umani, è probabile
che abbia scelto il mondo utopico in cui ha lasciato Amanda.
Se questo è vero, prima o poi
incontrerà Amanda e Ryan1. Jason potrebbe anche aver manifestato un
mondo simile al suo per garantire che Daniela e Charlie possano
adattarsi facilmente. Tuttavia, deve anche essersi assicurato che
non esistano versioni alternative di tutti e tre nel nuovo mondo in
cui sono approdati, perché questo potrebbe creare molte
complicazioni e mettere potenzialmente in pericolo la sua famiglia.
Indipendentemente da dove Jason, Daniela e Charlie finiranno negli
episodi della stagione 1 di Dark Matter, alla fine incontreranno
altre varianti malvagie di Jason che vorranno riavere Daniela e
Charlie.
Va notato che Charlie apre la porta
del nuovo universo nella scena culminante, suggerendo a Jason di
lasciargli decidere in quale mondo parallelo andare. Questo
impedirebbe agli altri Jason di rintracciarli e permetterebbe loro
di vivere in un mondo che Jason non ha mai esplorato in precedenza.
Tuttavia, sembra improbabile che sia stato Charlie a manifestare il
nuovo mondo perché, come si è visto negli episodi precedenti, ci
vuole molto allenamento per padroneggiare l’abilità di trovare una
realtà sicura attraverso la Scatola.
Spiegato l’incontro tra Ryan1 e
Amanda nel finale di Dark Matter
Prima dello scorrere dei titoli di
coda, la stagione 1 di Dark Matter presenta una
sequenza in cui Ryan1 prepara la droga centrale del suo mondo e
successivamente incontra Amanda. Nella breve scena in cui incrocia
Amanda, lei gli chiede se si conoscono. Lui risponde che, anche se
non si conoscono, la stava cercando. Dato che Jason2 non ha parlato
di Amanda a Ryan1 durante la loro breve interazione nell’universo
originale di Jason1, sembra strano che Ryan1 sappia di lei.
L’inquadratura finale di Ryan1 e
Amanda in Dark Matter sembra confermare che i due faranno squadra
in una potenziale stagione successiva.
La scena suggerisce persino che
Ryan1 sa in qualche modo che Amanda, come lui, è originaria di un
altro mondo, cosa che probabilmente verrà spiegata nella seconda
stagione. Tuttavia, poiché Ryan1 inizia a creare altra droga nel
finale della stagione 1 di Dark Matter è probabile
che abbia intenzione di tornare alla Scatola ed esplorare altri
mondi. Si rende conto dei rischi associati e probabilmente vuole
che Amanda lo guidi sul funzionamento della Scatola. L’inquadratura
finale di Ryan1 e Amanda in Dark Matter sembra
confermare che i due faranno squadra in una potenziale stagione
successiva.
Perché gli altri Jason hanno
lasciato andare Daniela e Charlie
Nel finale della stagione 1 di
Dark Matter, Jason lotta per proteggere Daniela e
Charlie mentre molte altre varianti di lui tentano di attaccarlo.
Le cose si complicano ulteriormente quando Daniela prende il
portatile di Jason, apre la bacheca degli altri Jason e li informa
che ha scelto di rimanere con il Jason con cui sta attualmente.
Mentre molti Jason non prendono bene questa notizia e si mettono a
fare la guerra al Jason scelto da “Giove”, molti altri si rendono
conto che non tutti possono avere Daniela e Charlie.
Per questo motivo, invece di lottare
l’uno contro l’altro, capiscono che devono dare priorità alla
felicità di Daniela e Charlie, invece di essere guidati
dall’egoistica ricerca di riunirsi alla loro famiglia. Di
conseguenza, i Jason, che sono convinti di lasciare andare Daniela,
si presentano vicino alla Scatola per dare l’ultimo saluto. Alcuni
Jason riconsiderano la loro decisione, ma un Jason conduce il
prescelto, Daniela e Charlie al sicuro. Dato che solo pochi Jason
accettano che Daniela starebbe meglio senza di loro, probabilmente
ci sono molti altri Jason malvagi che continueranno a cercarla.
Perché Jason2 aiuta Jason1, Daniela
e Charlie
Jason2 si rende conto di dove ha
sbagliato
Dopo essere stato il cattivo
principale per tutta la durata della stagione 1 di Dark Matter,
Jason2 cambia idea. Incontra una versione più insensibile di
Jason1, che gli fa capire come l’invenzione della Scatola sia stato
il più grande errore della sua vita. Come rivelerà in seguito la
sua nota vocale per Daniela, è stato talmente consumato dalla
ricerca di una vita che non ha mai avuto e di rimediare ai suoi
rimpianti, da ignorare completamente come le sue decisioni
avrebbero influenzato le vite di Daniela, Charlie e di tutte le
altre versioni alternative di se stesso. Capisce che Daniela non
sarà mai felice con lui perché non è mai stata la sua Daniela.
Per trovare una parvenza di
redenzione nell’arco finale dell’episodio 9 di Dark
Matter, salva i “prescelti” Jason, Daniela e Charlie da
altri Jason violenti e li aiuta a partire. Dà loro un’auto e lascia
anche diverse fiale di droga per loro, rendendosi conto che
dovranno trasferirsi in un altro mondo parallelo per trovare la
pace. Nel finale della stagione 1 di Dark Matter,
Jason 2 capisce anche quanto Amanda lo amasse, cosa che
probabilmente lo spingerà a tornare nella scatola e a riprendersela
prima che sia troppo tardi.
Cosa significa il finale di Dark
Matter per Leighton, Dawn e Blaire?
Nella sequenza conclusiva, la
stagione 1 di Dark Matter mostra anche Dawn
(presumibilmente dall’universo di Jason2), Leighton (dall’universo
di Jason1) e Blaire (dall’universo di Jason2). Mentre Dawn guarda
la Scatola e sembra pensare di usarla, Blaire si prepara finalmente
a tornare alla Scatola dopo averla temuta a lungo. Nel frattempo,
Leighton sembra divertirsi come un matto mentre viaggia da un mondo
parallelo all’altro alla ricerca della migliore realtà alternativa.
Nei libri originali di Blake Crouch, tutti e tre i personaggi hanno
a malapena un significato.
Mettendo in evidenza come anche loro
saranno parte integrante della narrazione generale, Dark
Matter crea un’intrigante espansione narrativa del suo
materiale di partenza. Poiché Leighton e Blaire sono alla ricerca
della realtà perfetta, potrebbero finire nello stesso mondo utopico
di Ryan1 e Amanda. Per vendicarsi di Jason1, Dawn potrebbe
diventare il futuro cattivo di Dark Matter dopo
aver usato la Scatola per trovarlo nel suo mondo. Tuttavia, poiché
imparare a usare la Scatola richiede pazienza e pratica, sarebbe
interessante vedere tutti i mondi che incontrerà prima di
raggiungere il mondo desiderato.
Spiegato l’entanglement quantistico
nel finale della materia oscura
Dato che l’episodio 9 di Dark Matter
si intitola “Entanglement”, vale la pena di discutere il suo
significato nella fisica quantistica e di come lo show
fantascientifico di Apple
TV+ si allinei con la sua esplorazione dei mondi
paralleli. In fisica quantistica, l’entanglement è un fenomeno in
cui due o più particelle sono collegate in modo tale che le
proprietà di una particella possono influenzare istantaneamente
quelle delle altre. Dark Matter lo descrive
mostrando come tutti i Jason pensino allo stesso modo. Quando il
“prescelto” Jason accede per la prima volta alla chat di Jason,
riceve diversi messaggi simili da molti Jason.
L'”entanglement” aiuta anche molti
Jason a capire che devono lasciare che siano Daniela e Charlie a
decidere con quale Jason vogliono stare.
In seguito chiede a Charlie e
Daniela di decidere dove andare dopo, perché ogni altro Jason è
legato a lui e penserebbe esattamente come lui. Verso l’arco finale
dell’episodio, molti Jason si presentano vicino alla Scatola perché
sono mentalmente legati l’uno all’altro e pensano esattamente come
il Jason “prescelto”. Il “legame” aiuta anche molti Jason a capire
che devono lasciare che siano Daniela e Charlie a decidere con
quale Jason vogliono stare.
Come la stagione 1 di Dark Matter
prepara la stagione 2?
Il finale della stagione 1 di Dark Matter apre perfettamente la
strada a ulteriori avventure multiversali
Non rivelando in quale mondo si
stabiliscono Jason, Daniela e Charlie, la stagione 1 di
Dark Matter lascia gli spettatori con un
importante cliffhanger che rende difficile non chiedersi se i tre
personaggi abbiano completamente scampato il pericolo dei malvagi
Jason alternativi. La sequenza conclusiva pone anche le basi per il
ritorno di Ryan1, Amanda, Blaire e Leighton nella seconda stagione,
aprendo le porte a ulteriori avventure multiversali dalle loro
prospettive individuali. Dato che la prima stagione di Dark
Matter si concentra principalmente su Jason, Daniela e
Amanda, sarebbe interessante vedere come la seconda stagione
accoglierà e bilancerà le narrazioni degli altri personaggi.
Il franchise di A Quiet Place presenta il suo primo prequel e
si sa se c’è una scena post-credits di A Quiet Place –
Giorno 1, che definisce il futuro, è noto. John Krasinski ha dato il via al franchise di
A Quiet Place nel 2018 con il primo
capitolo di grande successo. Dopo un breve accenno in A
Quiet Place Part II a come era la vita della famiglia
Abbott quando gli alieni l’hanno invasa, A Quiet Place –
Giorno 1 riporta il pubblico a quel giorno. Il film segue
Sam (Lupita
Nyong’o) ed Eric (Joseph
Quinn) come estranei che fanno coppia per cercare di
sopravvivere a New York.
Quando il
finale di A Quiet Place – Giorno 1
(recensione),
l’emozionante storia di sopravvivenza giunge a una conclusione
drammatica che si collega direttamente a ciò che accade in
A Quiet Place – Parte II. Poiché è
già stato confermato che A Quiet Place 3 è in
lavorazione, è lecito chiedersi se il franchise utilizzerà una
scena post-credits per fornire una diretta anticipazione del sequel
o di un altro prequel. Ora che il film è uscito, lo status di una
scena post-credits di A Quiet Place – Giorno 1 è
confermata.
A Quiet Place – Giorno 1 non ha
una scena post-credits
Non ci sono scene extra
È ufficialmente confermato che
A Quiet Place – Giorno 1non ha una scena
post-credits. Non c’è nessuna scena di mid-credits o end-credits o
qualsiasi altra cosa inclusa nei titoli di coda che possa fungere
da promessa per il futuro. Ciò significa che chiunque guardi
A Quiet Place – Giorno 1 al cinema o in streaming
non deve preoccuparsi di perdere una rivelazione importante dopo
l’inizio dei titoli di coda. Si consiglia comunque di seguire i
titoli di coda per conoscere i nomi di tutti coloro che hanno
lavorato duramente per rendere possibile il film.
A Quiet Place – giorno
1: La decisione della scena finale continua la tendenza
del franchising
Il fatto che A Quiet Place: Day One
non ha incluso una scena finale non è troppo sorprendente. Questa
decisione è la stessa presa dai due film precedenti. Non c’era
spazio per una scena post-credits, dato che il finale di
A Quiet Place arrivava bruscamente e preparava il sequel. Nel
frattempo, anche A Quiet Place Part II non ha
incluso una scena di coda che rispondesse alle domande in sospeso o
che anticipasse il prossimo capitolo.
Poiché i due film precedenti non
includevano nulla nei titoli di coda, ha senso che A Quiet
Place – Giorno 1 abbia scelto di non inserire nulla. Il
pubblico non è necessariamente già condizionato ad aspettarsi che
questo franchise includa scene post-credits. Poiché A Quiet
Place – Giorno 1 è un prequel, le possibilità di includere
una scena dei titoli di coda senza creare troppe complicazioni per
il franchise sono minori. In definitiva, è stato più sicuro non
includere una scena post-credits e lasciare che il pubblico ne
volesse ancora.
Scritto e diretto da Michael
Sarnoski, lo spin-off prequel di
A Quiet Place, A Quiet Place – Giorno
1 (la
nostra recensione) ci narra del primo giorno dell’arrivo delle
creature aliene e in mezzo a questo contesto di morte e distruzione
facciamo la conoscenza di Samira (interpretata da
Lupita Nyong’o) ed Eric (interpretato da
Joseph Quinn). Mentre lei è una ex poetessa
malata terminale di cancro, lui è un giovane studente di legge.
Insieme cercheranno di attraversare,
nel modo più silenzioso possibile, la città di New York, sapendo
che in un dato punto di essa sono state organizzate delle navi per
portare in salvo i superstiti, avendo scoperto che gli alieni
temono l’acqua. Tuttavia, più che alle navi Samira è interessata ad
arrivare da Patsy’s, una pizzeria, dove intende appunto prendersi
una pizza. Il suo può sembrare un insolito capriccio, dato il
contesto che la circonda, ma questo suo desiderio nasconde in
realtà qualcosa di più.
Perché Samira vuole prendere la pizza da Patsy’s?
Nel corso del loro cammino, Samira
rivela ad Eric che quando era piccola suo padre – musicista jazz –
la portava sempre a prendere la pizza da Patsy’s dopo aver finito
di suonare in un locale lì vicino. Per lei, dunque, quel luogo ha
un valore affettivo estremamente importante, a tal punto da
considerarlo come l’ultimo posto dove desidera andare prima di
morire. Tuttavia, quando arrivano da Patsy’s, si rendono purtroppo
conto che è stato distrutto.
Eric porta allora Samira
direttamente al jazz club dove il padre la portava sempre da
bambina. Qui, circondati dai ricordi, il giovane cerca di tirare su
il morale alla sua nuova amica offrendole una pizza presa altrove
ma sul cui cartone ha scritto “Patsy’s”. La coinvolge poi in un
numero di magia, regalando così a Samira nuove emozioni positive in
quel luogo per lei tanto speciale. Il loro viaggio non si è però
ancora concluso, in quanto insieme devono arrivare alle navi.
Perché Samira regala a Eric il suo
maglione giallo prima di andarsene?
Prima di arrivare a queste, però,
Samira regala ad Eric il suo maglione giallo. Anche se si è
trattato di uno scambio senza parole, il motivo è di certo
sentimentale. Il maglione è qualcosa che Eric può conservare per
ricordarsi di lei. È tangibile, un pezzo di lei che gli avrebbe
dato conforto oltre al suo gatto Frodo. Come poi Eric scoprirà,
Samira ha anche inserito nella tasca del maglione un biglietto dove
lo ringrazia per quanto ha fatto per lei e per averle fatto
trascorrere un ultimo giorno ricco di gioia, nonostante l’invasione
aliena.
Perché Samira sceglie di rimanere a
terra?
Dopo questo scambio, i due
intraprendono strade diverse. Eric si dirige verso la nave con i
superstiti, mentre Samira rimane a terra, iniziando a far rumore
per le strade in modo che Eric possa arrivare sano e salvo
sull’imbarcazione diretta all’isola – la stessa isola dove viene
introdotto per la prima volta il personaggio di Djimon Hounsou in A
Quiet Place II. Samira inizia quindi a sbattere contro
le auto e a far scattare gli allarmi in modo che le creature la
sentano e la inseguano. Eric ha così il tempo di dirigersi verso il
molo con il gatto, correndo per raggiungere l’acqua prima che le
creature lo raggiungano.
L’operazione va a buon fine e il
ragazzo riesce a salire sulla nave, ormai dunque al sicuro dagli
spaventosi alieni. Ma è a questo punto che ci rendiamo conto che
Samira è rimasta a terra, di sua spontanea volonta. La ragazza
probabilmente non ha mai valutato l’ipotesi di dirigersi a sua
volta sulla nave. Fuggire sulla nave, d’altronde, non l’avrebbe
salvata da una malattina che prima o poi la ucciderà in ogni caso.
Una volta avuta la certezza che il suo amico fosse al sicuro,
Samira si concede dunque un’ultima passeggiata nella città,
riscoprendone i rumori naturali troppo spesso sovrastati da quelli
dell’uomo.
Samira muore alla fine di A Quiet Place – Giorno
1?
Quel silenzio e quanto fino a quel
momento vissuto la rimette in pace con quel mondo e quella vita che
l’aveva delusa portandole via prima l’amato padre e poi facendola
ammalare. Infine, Samira decide di staccare il jack delle cuffie
dallo stereo, facendo risuonare il brano che sta ascoltando –
Feeling Good di Nina Simone – a tutto
volume nelle strade di New York. Un gesto che naturalmente attira
uno (o più di uno) degli alieni, che piomba dunque alle sue spalle
con le intenzioni che ormai ben sappiamo.
Sebbene non venga mostrato
effettivamente cosa le accade, è piuttosto chiaro che Samira venga
attaccata e uccisa dall’alieno. La ragazza sceglie dunque di
andarsene così, morendo alle sue condizioni, senza paura, anziché
attendere che la malattia le togliesse ogni forza e la privasse di
quel buon umore che avverte nel finale. Samira era vicina alla
morte da molto tempo, quindi è possibile che sentisse che in ogni
caso era arrivato il suo momento di andarsene. Questa scelta,
sicuramente, è stata favorita dal suo aver avuto l’opportunità di
sentirsi di nuovo viva per un’ultima volta.
Come A Quiet Place – Giorno
1 prepara A Quiet Place 3
A Quiet Place – Giorno
1 rivela dunque che Eric è salito sulla barca, il che
conferma che è arrivato sull’isola insieme al personaggio di
Djimon Hounsou, dove viene poi costruita una
piccola comunità di superstiti, riorganizzatisi per cercare di
portare avanti una vita tranquilla con la certezza che l’acqua che
li circonda li protegge. Questa comunità, come anticipato, ci viene
introdotta per la prima volta in A
Quiet Place II, dove però un alieno riuscito a
superare l’ostacolo dell’acqua inizia a seminare morte e
distruzione. In quella scena non si parla di Eric, ma dato che ora
sappiamo che è lì, potrebbe riapparire in futuro.
È infatti possibile che
A Quiet Place Part 3, confermato dopo il successo al
botteghino di A
Quiet Place II, includa anche Eric, che potrebbe
essere sopravvissuto all’attacco dell’alieno alla
fine di A Quiet Place II, a cui sappiamo
invece che il personaggio interpretato da Hounsou non è
sopravvissuto. Per ora non è chiaro chi tornerà in A Quiet
Place 3, anche se è lecito aspettarsi che Emily Blunt, Cillian Muprhy e gli attori dei figli di lei
riprendano i propri ruoli per sferrare un attacco decisivo agli
alieni. Sarebbe inoltre certamente emozionante rivedere anche Eric,
magari nel frattempo divenuto uno dei leader della resistenza.
Il nuovo trailer di Deadpool &
Wolverine getta ancora più luce sul prossimo film del
MCU, confermando che la storia
includerà un confronto culminante tra Wolverine e
Sabretooth. Come film destinato a svelare contemporaneamente
gli universi MCU e live-action della
Fox – e a dare apparentemente l’ultimo addio alla
timeline originale dei film degli
X-Men – l’attesa per l’uscita di Deadpool &
Wolverine è aumentata sempre di più quanto più il
pubblico ha appreso della sua storia.
Una delle principali fonti di
questo aumento dell’eccitazione sono i trailer del film, che hanno
svelato personaggi e momenti della storia che in precedenza
potevano sembrare troppo belli per sperare di essere inseriti nel
prossimo film del MCU. Il nuovo trailer di Deadpool &
Wolverine ne è un esempio lampante: mostra il
Wolverine di Hugh Jackman che affronta ancora una volta
Sabretooth per una rivincita, riportando al cinema la loro rivalità
sullo schermo 24 anni dopo essersi affrontati per la prima volta
nel primo film degli X-Men.
Chi interpreterà Sabretooth in
Deadpool e Wolverine
Un dettaglio cruciale che valorizza
ulteriormente il Sabretooth di Deadpool &
Wolverine è che sarà interpretato da
Tyler Mane, lo stesso attore che aveva
originariamente assunto il ruolo nell’universo
Fox. Questo aggiunge ulteriori livelli alla
rivincita tra il suo villain e il Wolverine di Hugh Jackman, poiché ripropone la stessa
combinazione di attori e personaggi che aveva attirato il pubblico
tanti anni fa.
Il fatto che Tyler
Mane interpreti Sabretooth in Deadpool &
Wolverine ha anche una funzione più pratica: Mane
ha infatti un’esperienza nel ruolo che lo rende un candidato
perfetto per portare ancora una volta Victor Creed sugli
schermi. Dal momento che il cast di Deadpool &
Wolverine sembra così ampio, tutti coloro che
ricoprono ruoli chiave devono essere in grado di incarnare il
personaggio che interpretano con maestria – e potenzialmente in un
arco di tempo ridotto, per mantenere l’equilibrio delle cose –
quindi scegliere l’attore che ha portato Sabretooth sugli schermi
per la prima volta per guidare il suo ritorno è anche una mossa
pratica.
Il fatto che il debutto di
Tyler Mane in Deadpool e Wolverine sia stato
mostrato nel trailer suggerisce che potrebbero esserci ancora più
camei emozionanti da rivelare nel film, che promette cose davvero
sbalorditive per la sua uscita. Detto questo, vedere i due iconici
personaggi Marvel affrontarsi ancora una volta
dopo tanto tempo sarà sicuramente un punto di forza della storia,
soprattutto perché nel trailer Deadpool dice quanto sia emozionato
per la loro battaglia.
My Lady Jane ha
debuttato con otto episodi su Prime
Video e la
serie di Amazon accompagna gli spettatori in un’avventura tesa
e magica prima di arrivare al suo emozionante finale. Basata
sull’omonimo romanzo di
Brohttps://www.cinefilos.it/serietv/the-tudors-2335di Ashton,
Cynthia Hand e Jodi Meadows, My Lady Jane
reimmagina la storia della vera Jane Grey, la prima regina
d’Inghilterra. Il regno della vera Jane fu di breve durata nell’era
Tudor, ma My
Lady Jane crea una nuova narrazione e un nuovo destino per la sua
eroina. Utilizzando una narrazione incisiva e temi femministi, la
trasforma nel contrario di una “damigella in pericolo”.
Pur modificando la storia,
My Lady Jane vede la versione fittizia della sua
protagonista affrontare ostacoli simili a quelli della sua
controparte reale. Nell’Inghilterra dei Tudor della
serie, i cattolici e i protestanti sono sostituiti da etiopi –
esseri umani che si trasformano in animali – e da Verità, persone
comuni che credono che gli etiopi siano malvagi. Quando Jane è
costretta a sposarsi e a prendere il trono del cugino
apparentemente morto, si trova ad affrontare l’ira di coloro che
hanno cercato di usurparlo. Deve anche affrontare il contraccolpo
per aver tentato di alleviare la divisione tra gli Ethiani e i
Veritieri. Questo la porta quasi alla decapitazione, ma il finale
di My Lady Jane le risparmia questo destino.
Cosa succede a Lady Jane Grey e a
Lord Guildford Dudley in My Lady Jane
La vera Lady Jane Grey e Guildford
Dudley furono decapitati per volere della Regina Maria I, ma
My Lady Jane promette un finale diverso per la storia della
sua eroina e lo mantiene. Sebbene le cose si mettano male
per Jane e Guildford negli episodi finali della prima stagione, la
coppia riesce a sfuggire all’esecuzione proprio mentre questa si
sta svolgendo. Jane viene trascinata davanti a un pubblico per
essere decapitata e Guildford viene messo su una pira.
Fortunatamente, Re Edward e Fitz convincono gli Etiopi a
interrompere l’esecuzione. Gli animali si riversano sul castello e
aiutano Jane e Guildford a fuggire.
L’avvincente storia d’amore tra
Jane e Guildford giunge a questo punto, poiché lei è disposta a
bruciare per salvarlo. Jane dice a Guildford che lo ama e lui
finalmente si trasforma in un cavallo di sua spontanea volontà. Con
tanto clamore, Jane salta in groppa a Guildford e i due partono
insieme. Riescono ad allontanarsi dal castello, ma quando Guildford
suggerisce di andare altrove, Jane capisce che non possono
andarsene. In My Lady Jane la coppia ottiene un
lieto fine, sicuramente migliore dell’esecuzione, ma molti dettagli
sono lasciati in sospeso.
Chi siede sul trono d’Inghilterra
alla fine della prima stagione di My Lady Jane?
Jane e Guildford sopravvivono al
finale della prima stagione di My Lady Jane, ma i problemi
dell’Inghilterra non sono finiti. Amazon non ha ancora rinnovato la
serie fantasy storica per la seconda stagione, ma la regina
Mary siede ancora sul trono quando My Lady Jane si
conclude. Jane e Guildford sfuggono alla sua ira, ma tutti
coloro che li aiutano a fuggire rimangono al castello. Non c’è
nessuna punizione per Mary o Lord Seymour, e non sanno ancora che
Re Edoardo è vivo. Mentre gli spettatori possono ipotizzare che
Jane, Guildford ed Edward riprendano il trono, My Lady Jane sembra
prepararsi per la seconda stagione.
Kate O’Flynn fa un lavoro diabolico
nel dare vita alla Regina Maria, quindi sarebbe bello vedere questa
versione alternativa della storia abbattere il suo monarca
malvagio. Ci sono anche domande su chi dovrà sedere sul trono in
seguito. Edward sembra pronto a riprenderselo, ma dovrà assicurarsi
di avere un piano, nel caso in cui dovesse accadere di nuovo
qualcosa di simile a My Lady Jane. Avrà anche il
suo bel da fare: promette di fare la pace tra gli Ethians e i
Verities, un’azione che ha portato all’allontanamento e alla quasi
esecuzione di Jane nella prima stagione.
Gli Ethians e i Verities fanno
pace dopo My Lady Jane?
Un altro elemento della stagione 1
di My Lady Jane che non viene chiuso è il conflitto tra gli Ethians
e i Verities. Edward convince i primi ad aiutarlo e promette di
trattarli più equamente quando riprenderà il trono. Tuttavia, ciò
non è ancora avvenuto, quindi la divisione tra Ethians e Verities è
ancora in vigore. Il finale della prima stagione di My Lady Jane fa
un passo avanti verso la pace, ma non unisce effettivamente i due
gruppi. Se My Lady Jane verrà rinnovata per la seconda stagione,
questo sarà probabilmente uno dei temi principali dei nuovi
episodi.
Se My Lady Jane verrà rinnovata
per la seconda stagione, questa sarà probabilmente una delle trame
principali dei nuovi episodi.
Purtroppo, la lotta che si
scatenerà nel bel mezzo dell’esecuzione di Jane servirà
probabilmente ad aumentare le tensioni tra gli Ethians e i
Verities, anziché appianare le cose. Se la Regina Mary rimane al
suo posto, probabilmente si vendicherà del gruppo. Anche Edward
potrebbe avere problemi a reclamare il suo trono ora che è
associato a loro. Sono riusciti a salvare Jane nel finale della
prima stagione, ma potrebbe avere un costo.
Che cosa succede alle famiglie di
Jane e Guildford nella serie Amazon?
Il finale della prima stagione di
My Lady Jane presenta momenti soddisfacenti per le famiglie di Jane
e Guildford, ma la serie di Amazon non approfondisce troppo
ciò che accade loro dopo la fuga della coppia. Tutti loro
sono complici della loro fuga, quindi potrebbero essere marchiati
come traditori. Frances, la madre di Jane, è riuscita a uscire da
diverse situazioni spiacevoli nella prima stagione e potrebbe farlo
di nuovo. Frances e le sue figlie sembrano essere libere nei
momenti finali di My Lady Jane, quindi si spera che le cose
rimangano così.
Allo stesso modo, Lord
Dudley e Stan tornano entrambi al castello per salvare
Guildford, ed è una toccante redenzione per i loro
personaggi. Lord Dudley dice persino la verità sul fatto che
Guildford ha ucciso sua madre anni prima, ma assicura al figlio che
non è colpa sua. Il padre e il fratello di Guildford cercano di
ricucire i rapporti con lui. Sebbene non riescano a far evadere
Guildford la prima volta, in seguito contribuiscono alla fuga sua e
di Jane. Non è chiaro cosa succeda a Lord Dudley dopo questo
episodio, anche se Stan sembra riaccendere la sua storia d’amore
con la madre di Jane.
Purtroppo, questo significa che i
destini dei personaggi secondari di My Lady Jane rimangono per lo
più in sospeso alla chiusura della prima stagione. Sarà una grande
delusione se Amazon non rinnoverà la serie per la seconda stagione.
Sebbene il finale della stagione 1 offra una certa chiusura,
potrebbe spingersi molto più in là con le sue risoluzioni.
Naturalmente, il narratore dice anche che “la storia non è ancora
finita”.
Come la conclusione di My Lady
Jane differisce dal libro
L’adattamento di My Lady Jane di
Amazon apporta alcune modifiche fondamentali al materiale di
partenza, ma la più importante è il finale. La conclusione del
libro vede Jane e Guildford allearsi con Edward e una donna di nome
Grace – che sembra essere stata sostituita da Fitz nella serie
televisiva – per riprendersi il trono. Quando ci riescono, Edward
decide di non voler più essere re. Rinuncia alla corona a sua
sorella Bess, cosa che potrebbe ancora accadere nella serie. La
seconda stagione di My Lady Jane potrebbe coprire tutto questo, ma
la prima stagione interrompe la conclusione del romanzo.
Nel libro Jane scopre anche di
avere poteri etiopici e impara a trasformarsi in un furetto.
L’adattamento di My Lady Jane non allude a questo, quindi potrebbe
cambiare definitivamente questo aspetto della storia. La serie
Amazon tralascia anche l’addestramento di Jane e Guildford con la
nonna di Edward, nonché il fatto che Edward affronti un orso per
conquistare gli Etiopi dalla sua parte. Questi aspetti sono meno
critici per la trama generale e probabilmente non verranno
riproposti in un’altra edizione.
Spiegato il vero significato del
finale di My Lady Jane Stagione 1
Il vero significato del finale di
My Lady Jane è espresso semplicemente dal narratore durante la
scena finale della prima stagione: “Il vero amore può davvero
vincere tutto… insomma”. La storia di Jane e Guildford lo dimostra,
e sembra che anche molti altri personaggi stiano vincendo le sfide
con l’amore. Tuttavia, l’abile aggiunta di “ish” sostiene l’idea
che la narrazione non è finita. Sebbene Jane e Guildford abbiano
già superato molti ostacoli, c’è ancora del lavoro da fare. Il loro
amore sarà probabilmente messo di nuovo alla prova e le altre
relazioni potrebbero affrontare sfide simili se lo show
continuerà.
Fortunatamente, My Lady Jane si
propone di prendere in mano le redini della propria storia.
Fortunatamente, My Lady
Jane si basa sul prendere in mano le redini della propria
storia. Per questo motivo il libro e la serie TV riscrivono la
storia di Lady Jane Grey, dando alla versione romanzata di lei il
finale che merita. E questo è un motivo sufficiente per credere che
gli eroi di My Lady Jane riusciranno a riconquistare il trono. Se
non ci riusciranno, continueranno a provarci, stravolgendo il
destino finché non andrà a loro favore.
Celebre per i suoi ruoli comici,
l’attore Rhys Ifans si è negli anni distinto anche
grazie a personaggi e film appartenenti a generi diversi, dal
drammatico al thriller. Dalla sua folgorante presenza in Notting Hill ad oggi, Ifans non ha mancato infatti di
rinnovarsi, conquistando pubblico e critica e affermandosi come uno
dei più talentuosi attori britannici oggi in attività.
2. Ha preso parte a note
produzioni televisive. Nel corso degli ultimi anni, Ifans
si è dedicato a recitare per alcune apprezzate serie televisive.
Tra queste si annoverano Neverland – La vera storia di Peter
Pan (2011), dove recita nel ruolo di Capitan Uncino,
Elementary (2013), con Lucy
Liu, e Berlin Station (2016), di genere
thriller, dove ricopre il ruolo di Hector DeJean. Ha poi recitato
nei film Not Only But Always (2004) e A Number
(2008). Dal 2022 ricopre il ruolo di Otto Hightower nella serie
House of the Dragon,
recitando accanto a Emma D’Arcy, Olivia Cooke e
Matt Smith.
Rhys Ifans è Spike in Notting Hill
3. È il celebre coinquilino
del protagonista. Il ruolo che ha reso celebre l’attore è
quello di Spike, disordinato ed eccentrico coinquilino del
protagonista. Elemento comico del film, Ifans venne scelto per la
propria capacità comica e d’improvvisazione, che decretarono il suo
successo all’interno della storia. Da quel momento, divenne uno
degli interpreti più richiesti del panorama britannico.
Rhys Ifans in Notting Hill
Rhys Ifans ha interpretato Lizard in The AmazingSpider-Man
4. Si è preparato al ruolo
rinunciando ad un braccio. Prima delle riprese di The
Amazing Spider-Man, dove interpreta il dr. Curt Connors
alias Lizard, Rhys Ifans ha studiato il suo ruolo incontrando
diverse persone prive di arti e ha anche trascorso un mese a
svolgere le sue attività quotidiane usando solo la mano sinistra,
compreso il nodo della cravatta. Nella sceneggiatura era stato
scritto un piccolo frammento in cui Connors si annoda la cravatta,
ma non è stato girato perché richiedeva troppo tempo.
Rhys Ifans nel ruolo di Rasputing
5. Ha interpretato il
celebre misticorusso. Nel film
The King’s Men – Le
origini l’attore ha ricoperto il ruolo di Grigorij Rasputin, il celebre politico e
taumaturgo russo, sulla cui vita circolano ancora oggi tante
incertezze e leggende. Nel film Rasputin è uno dei principali
antagonisti e si dimostra anche particolarmente abile nel
combattimento. Per tali scene l’attore è stato sostituito da una
controfigura, ma la sua trasformazione estetica per il ruolo è ciò
che più ha colpito gli spettatori.
Rhys Ifans è Xenophilius Lovegood
in Harry Potter
6. Non ha mai letto i libri
della saga. Nel 2010 l’attore viene scelto per dar volto
al personaggio di Xenophilius Lovegood, padre della celebre Luna,
nel settimo capitolo della saga di Harry Potter. Ifans ha
raccontato di non aver mai letto i libri scritti dalla Rowling, ma
di aver accettato la parte per la possibilità di recitare in un
cast ricco di grandi attori.
Rhys Ifans è Otto Hightower in
House of the Dragons
7. Interpretauno dei
personaggi principali. Nella serie prequel di Il Trono di
Spade, House of
the Dragon, Ifans interpreta Otto Hightower, padre di
Alicent e primo Cavaliere del re, che serve re Viserys e il regno.
È inoltre un implacabile rivale politico del principe Daemon.
L’attore ha raccontato di essere rimasto particolarmente
affascinato da come Otto riconosce il bene ma è consapevole di
doversi comportare in modo spietato per il bene del regno, vivendo
dunque in equilibrio su questa duplice natura.
8. Si è divertito a
distrarre i suoi colleghi. A quanto pare uno dei
passatempo preferiti dell’attore sul set era quello di distrarre e
far ridere i suoi colleghi. “Non aveva bisogno di dire nulla
per farti ridere“, ha raccontato Milly Alcock. “Rhys Ifans ha un certo
luccichio negli occhi“. Emily Carey, che
interpreta sua figlia Alicent ha invece affermato che: “Oppure
dà una gomitata, adora farlo nelle scene. Se qualcosa va un po’
storto, inizia a dare dei colpetti“. Sembra inoltre che
l’attore Ifans avrebbe urlasse “oscenità durante i primi piani
così da far ridere in modo incontrollato durante le
riprese“.
Rhys Ifans: come si pronuncia
9. Ci sono tutorial per
imparare a pronunciare il suo nome. Ifans fa parte di
quella categoria di celebrità la cui pronuncia del loro nome rimane
un grande mistero per i fan. Su internet, tuttavia, è oggi
possibile trovare diversi video o spiegazioni su come pronunciare
al meglio il nome di Ifans, pronuncia che scritta appare come “Ris
Ivans”.
Rhys Ifans: età e altezza
10. Rhys Ifans è nato a
Pembrokeshire, in Galles, Regno Unito, il 22 luglio 1967.
L’attore è alto complessivamente 1.88 metri.
Si potrebbe dire che il creatore di
The
Boys e Supernatural, Eric Kripke, sia
un Master Trainer, dal momento che li ha ufficialmente presi tutti
quando i suoi ex attori della sua precedente serie tv. Con diversi
nomi, come
Jensen Ackles, Rob Benedict e Jim Beaver, che già
ricoprono ruoli in The
Boys, Kripke sta completando la
quinta e ultima stagione della produzione con Jared Padalecki. Sebbene i fan desiderino da
tempo che Padalecki mostri i suoi muscoli da Supe
o da civile nella serie Prime Video, da quando
Supernatural ha chiuso i battenti, cinque anni fa,
Padalecki si è dato da fare, passando
immediatamente alla serie della CW, Walker. Ma,
con il reboot della serie televisiva
texana ora cancellato, il mondo di The
Boys rappresenta una rivalsa per Padalecki.
Le voci di corridoio hanno fatto
gli straordinari con stratagemmi e
accenni a un’apparizione di
Padalecki in The
Boys, ma ora è ufficiale: l’attore ha dichiarato a
Variety che lui e Kripke erano in combutta per
l’acquisizione di Supe.
“Beh, dirò questo: Kripke e io
ci siamo messaggiati oggi. Non è ancora stato scritto, ma credo che
abbia detto che [la stagione finale] non verrà girata prima del
2025. Quindi sì, andrò a giocare nel nuovo parco giochi di Kripke.
Mi sono divertito molto la prima volta, quindi sono sicuro che mi
divertirò di nuovo qui. Adoro lo show. Penso che sia esilarante ed
emozionante.
Ma mi avete chiesto quali
fossero i miei progetti per il futuro – e io amo Jensen ed Eric
Kripke. Ovviamente, sarò per sempre in debito con [Kripke] e legato
a lui. Ho conosciuto mia moglie grazie a lui. Sono diventato Sam
Winchester grazie a lui. Supernatural è nato grazie a lui. Quindi,
lavorare con lui in uno show che mi piace, mi fa pensare: “Sì,
quando prendo l’aereo?”. Ma non credo che gireremo almeno fino a
gennaio“.
Anche Jared
Padalecki è interessato a rivedere Supernatural
Ma The
Boys non è l’unica serie a cui Padalecki potrebbe
lavorare nel suo nuovo tempo libero, visto che l’attore ha
recentemente fatto dei commenti che puntano a una reunion di
Supernatural. L’attore ha dichiarato di essere assolutamente
disposto a fare qualcosa nello stesso formato di miniserie che è
stato fatto da Gilmore Girls: A Year in the Life, e ha detto che è
qualcosa di cui lui e Ackles hanno discusso nelle loro recenti
conversazioni. Con le mani libere di Kripke dopo la quinta stagione
di The Boys, sembra che le stelle si stiano allineando per far sì
che il trio dei sogni torni a lavorare e dia al pubblico un altro
capitolo della storia dei Winchester.
Torna a Bologna, dal 6 al 10
novembre, il 24FRAME Future Film Fest, il
primo e più importante appuntamento italiano dedicato alle
molteplici sfumature del cinema d’animazione: dai film ai
cortometraggi, dall’intelligenza artificiale alla realtà virtuale e
aumentata e i filmati 360, dal gaming alla serialità, dall’indie al
mainstream. Ospitato negli spazi di DumBO
(distretto urbano multifunzionale alle porte del centro di
Bologna), I’edizione 2024 si annuncia un’esperienza unica e
internazionale, grazie ad una programmazione composta da opere in
anteprima esclusiva arricchita dalla presenza di rilevanti ospiti
del panorama dell’animazione mondiale.
Questa edizione si svolgerà con il
sostegno della Regione Emilia-Romagna in
collaborazione con l’Emilia-Romagna
Film Commission, confermando l’intento di promozione
della diffusione del linguaggio del cinema e dell’audiovisivo e lo
sviluppo economico complessivo del medesimo ambito in un sostegno e
una progettualità nuovamente triennale.
Prodotto da Rete
Doc – il più grande network nazionale cooperativo di
professionisti dell’industria culturale e creativa – con la
direzione artistica di Giulietta Fara, il Festival
arriverà poi a Modena dal 22 al 24 novembre con
una ricca programmazione di eventi.
24FRAME Future Film Fest 2024, annunciate le date
Il 24FRAME Future Film Fest, giunto
alla ventiquattresima edizione, si impegna da anni nel promuovere
l’animazione presso tutti i pubblici e lavora per generare
apprezzamento verso le diverse forme dell’arte dell’animazione,
sensibilizzando gli spettatori sul valore di questo affascinante e
complesso mondo che si muove tra reale e virtuale, tra digitale,
stop motion e tanto altro ancora.
Sino al 30 luglio sono inoltre
aperte le iscrizioni ai bandi dei quattro concorsi
internazionali di questa edizione; seguendo le istruzioni
presenti sul sito ufficiale è infatti
possibile iscrivere le proprie opere d’animazione e/o con effetti
visivi ad una delle categorie: lungometraggi,
cortometraggi, serie e
opere innovative realizzate per i nuovi formati “New
Frontiers” – ovvero in 360, AR e VR. Potranno essere
iscritte le opere realizzate e concluse a partire da settembre
2022, mentre la selezione verrà comunicata entro il 30 settembre
2024.
Le opere in concorso saranno al
centro di un palinsesto di eventi che animerà Bologna e Modena con
anteprime, retrospettive, mostre, talk con esperti e docenti,
momenti di confronto per addetti ai lavori e incontri per gli
appassionati.
Con la Film Commission il 24FRAME
organizza la tavola rotonda dal titolo “Una Regione molto animata”
(convegno e occasione di confronto annuale sulle ultime produzioni
animate del territorio) ed inoltre il Future
Pitch, matching professionale tra case di produzione e
autori/registi, arrivato quest’anno alla sua quarta edizione, in
collaborazione con la casa di produzione e distribuzione Flash
Future. Oltre a produttori e distributori italiani, saranno
presenti anche produttori dell’Assia e dell’Aquitania, due regioni
gemellate con la Regione Emilia-Romagna e con la sua Film
Commission.
L’area dedicata all’Industry si
arricchisce, dopo il successo del 2023, di uno spazio
Recruiting che accoglie aziende che vogliono fare
portfolio review e scuole di animazione che promuovono i propri
corsi
Il Direttore Alberto Barbera ha dichiarato: “Ha poche
rivali un’attrice del calibro di Sigourney Weaver. Forte di
un’importante formazione teatrale, ha conquistato il grande
pubblico cinematografico con Alien, di Ridley Scott, diventando in
breve una figura emblematica degli anni ’80, nel corso dei quali ha
coniato l’immagine di un’eroina senza precedenti per il genere
d’azione, capace di reggere vittoriosamente il confronto con i
modelli maschili che fino a quel momento avevano dominato nel
cinema epico e avventuroso. Non contenta di aver aperto la strada a
numerose altre epigone, l’attrice ha proseguito nella ricerca
incessante di una propria identità costantemente rimessa in
discussione, attraverso scelte che spaziano dal film di genere alla
commedia, dal cinema d’autore a quello per bambini, sfuggendo alle
etichette che l’avrebbero voluta confinata all’icona vittoriosa del
periodo reaganiano.
Nel ruolo di autentica
collaboratrice piuttosto che di semplice strumento plasmabile dalle
mani di un regista, ha contribuito al successo dei film di James
Cameron, Paul Schrader, Peter Weir, Michael Apted, Roman Polanski,
Ivan Reitman, Mike Nichols, Ang Lee e molti altri, riuscendo ogni
volta a imprimere alla propria carismatica presenza il segno
indelebile di una figura complessa, talvolta contradditoria, sempre
autentica. Dotata di un grande temperamento, capace di muoversi con
delicatezza ma senza fragilità, ha imposto un’immagine di donna
sicura e determinata, dinamica e tenace, non senza lasciar
trapelare, con sfumature sempre diverse, una sensibilità femminile
di intenso magnetismo.Il Leone d’oro alla carriera è il
doveroso riconoscimento a una star che ha saputo costruire ponti
fra il cinema d’autore più sofisticato e i film che dialogano con
il pubblico in forma schietta e originale, senza mai rinunciare a
essere se stessa”.
Sigourney Weaver Leone d’Oro alla
carriera
Sigourney Weaver ha
dichiarato: “Sono davvero onorata di ricevere il Leone d’oro
alla carriera dalla Biennale di Venezia. Questo premio è un
privilegio che condivido con tutti i registi e collaboratori con
cui ho lavorato nel corso degli anni. Accetto con orgoglio questo
riconoscimento, che celebra anche tutti coloro che hanno
contribuito a dare vita a questi film”.
Il premio viene descritto
come “un riconoscimento per una star che ha costruito ponti tra
il cinema d’essai più sofisticato e il cinema che dialoga con il
pubblico in modo franco e originale, pur rimanendo fedele a se
stessa”. Il premio dell’anno scorso è stato assegnato alla
regista Liliana Cavani e all’attore Tony Leung Chiu-wai.
La conferenza stampa di
Venezia 81 si svolgerà il 23 luglio. L’81esima
edizione del festival si svolgerà dal 28 agosto al 7 settembre di
quest’anno.
Bonelli Entertainment, il braccio produttivo
di Sergio Bonelli Editore, è lieta di annunciare di aver dato
l’avvio qualche mese fa a una nuova produzione
audiovisiva dedicata a Legs Weaver che
verrà realizzata con Rai Kids.
AGENTE
SPECIALE LEGS WEAVER sarà una serie tv
animata in 4 episodi di 10 minuti ciascuno, fruibile
anche come mediometraggio di 40 minuti.
Nell’ambito della
prima presentazione ufficiale, lo scorso 9 maggio al Salone
del Libro di Torino,
Vincenzo Sarno, Responsabile dell’ufficio sviluppo di Sergio
Bonelli Editore, si è alzato in piedi e, col volto
illuminato dalla passione per il suo lavoro, ha dichiarato:
“Signore e signori, oggi è un giorno che non dimenticheremo
facilmente. Con il cuore colmo di felicità, vi annuncio che da mesi
stiamo lavorando alla produzione della serie animata di Legs
Weaver. Questa produzione rappresenta un passo epocale per Bonelli
Entertainment, una collaborazione senza precedenti con RAI che ci
permette di portare il nostro amato personaggio su nuovi livelli di
avventura e animazione. Ma c’è di più. Non stiamo solo creando una
serie animata, stiamo espandendo il nostro ambizioso progetto, il
Bonelli Cinematic Universe. Questo è un momento in cui il passato
incontra il futuro, unendo la nostra ricca eredità con una visione
audace per ciò che verrà, con una soluzione tecnica innovativa per
la produzione. Siamo pronti a sorprendervi, a sfidare le
aspettative e a creare qualcosa di veramente straordinario. È un
momento storico per noi, un’opportunità per introdurre Legs a un
pubblico ancora più vasto e per dimostrare cosa significa davvero
essere parte del Bonelli Cinematic Universe. Non vediamo l’ora di
condividere con voi questa straordinaria avventura. E questo, amici
miei, è solo l’inizio”.
Agente Speciale Legs Weaver – l’annuncio ufficiale
Creata dal trio di
sceneggiatori Michele Medda, Antonio Serra e Bepi
Vigna, l’agente speciale al servizio dell’Agenzia Alfa
Legs Weaver debutta nel 1991 sulle pagine di Nathan Never, il primo
eroe seriale di fantascienza della scuderia di Sergio Bonelli
Editore. Il successo del personaggio tra i lettori del mensile fa
sì che, nel 1995, Legs si guadagni una serie tutta sua che si
comporrà di oltre 100 uscite mensili e di numerose iniziative
collaterali (speciali, maxi, miniserie…). Legs è quindi la prima
eroina donna dell’universo Bonelli a essere titolare di una testata
tutta sua.
Le storie di Legs
Weaver si svolgono nel lontano futuro della Terra. Legs e i suoi
colleghi agenti dell’agenzia di vigilanza e sorveglianza Alfa, fra
cui proprio Nathan Never, vivono e si muovono tutti nella
stessa Città Est. La futuristica metropoli in cui abitano decine di
milioni di persone è ricettacolo di ogni pericolo: dai piccoli
criminali ai folli animati dal desiderio di dominare il mondo.
Caratteristici dei fumetti di Legs sono l’azione e l’adrenalina,
l’ironia e il divertimento, ma l’atmosfera scanzonata non deve
trarre in inganno: sotto sotto arde sempre e comunque il fuoco
della pura avventura!
AGENTE SPECIALE LEGS
WEAVER
Regia: Alex Dante
Circhirillo
Soggetto: Michele
Medda, Antonio Serra, Bepi Vigna
Quinn, parlando con Variety, ha ora rivelato di aver
ricevuto un prezioso consiglio dalla collega riguardo al suo
ingresso nella grande famiglia Marvel. “Mi ha detto che è
un’esperienza che sicuramente non vedrò l’ora di fare…“. ha
esordito Quinn, che ha poi aggiunto: “Mi ha detto di avere una
mentalità aperta e di impegnarmi al massimo“. Come riportato
recentemente dall’attore, le riprese di The
Fantastic Four inizieranno a fine luglio e si presume
che a quel punto potremo avere maggiori dettagli sul progetto.
The Fantastic
Four: quello che c’è da sapere sul film
Il film è atteso al cinema
il 25 luglio 2025. Come al solito con la
Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i The
Fantastic Four sono astronauti che vengono trasformati
in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello
spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino
a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e
futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e
lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può
trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare.
E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato
in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del
corpo, che gli conferiscono una super forza.
Fanno parte del cast anche
Julia Garner, Paul Walter Hauser,
John Malkovich,
Natasha Lyonne e Ralph Ineson nel
ruolo di Galactus. Come confermato da Kevin Feige, il film avrà un’ambientazione nel
passato, in degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra
realtà di Terra-616, per cui sarà interessante capire come i
quattro protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che
conosciamo. Franklyn e Valeria
Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel
film, mentre Dottor Destino potrebbe avere un
semplice cameo nel finale.
Nella sfera creativa della
produzione cinematografica e della narrazione, non c’è nulla di
simile a Il Signore degli Anelli. Peter
Jackson ha adattato il libro in una trilogia
cinematografica rivoluzionaria che, a distanza di decenni, è ancora
molto apprezzata. Ora si sta preparando il terreno per un altro
ritorno nella Terra di Mezzo, con una trama completamente diversa.
Il franchise è destinato a espandersi ulteriormente con un nuovo
film
Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum, che
vedrà il ritorno di Andy Serkis nel ruolo che lo ha reso
iconico.
Dopo aver interpretato il
personaggio nella trilogia originale di Jackson, Serkis si appresta
inoltre a dirigere il suo primo film del franchise. Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum
vedrà anche il ritorno di Jackson insieme ai suoi partner di
scrittura, Fran Walsh e Philippa
Boyens. Mentre si stanno mettendo insieme i pezzi per la
nuova incursione nella Terra di Mezzo, Serkis, tramite Popverse, ha discusso alcuni
dettagli sul prossimo film all’ACE Superhero Comic Con 2024,
sottolineando una trama incentrata su Gollum e un possibile cambio
di titolo in futuro.
L’attore e regista ha aggiunto anche
che i personaggi della trilogia originale potrebbero fare il loro
ritorno nel prossimo progetto. “The Hunt for Gollum è un titolo
in lavorazione. Potrebbe non chiamarsi così. Sarà il mondo della
Terra di Mezzo secondo l’esperienza di Gollum. È ancora presto;
sarebbe ingiusto impegnarsi in qualcosa a questo punto. Ma dirò che
sarà un’immersione profonda in cui indagheremo il personaggio di
Gollum. Potrebbero esserci personaggi che riconosciamo e che
potrebbero tornare. Non dirò chi“.
Gollum insieme a Frodo e Sam in una scena de Il Signore degli
Anelli
Il mondo costruito da Tolkien ne
Il Signore degli Anelli è vasto e comprensivo, con
molte storie lasciate in sospeso attraverso la Prima, la Seconda e
la Terza Era. Descrivendo la regia del prossimo film come “un
sogno che si avvera“, Andy Serkis ha rivelato che il progetto è
quello di raccontare le storie non sfruttate di questo mondo.
“Abbiamo iniziato a parlarne circa otto mesi fa“, ha
ricordato l’attore. “Dicevano: ‘Andy vogliamo davvero
rinvigorire la Terra di Mezzo. Ci sono così tante storie nuove che
vogliamo coinvolgere“.
La star di Breaking Bad non si è mai tirata indietro di fronte
alle voci, anche se alla fine ha ammesso che gli piacerebbe
interpretare qualcuno un po’ più proattivo di Charles Xavier. Al
momento nonn ci sono dettagli sul personaggio che interpreterà in
Captain America: Brave New World, ma si vocifera sia
un villain. Ad ogni modo, parlando ora con ComicBook.com, l’attore visto
anche in The
Mandalorian e The
Boys ha riflettuto sulle voci e le speculazioni che lo
hanno circondato in precedenza.
“I fan hanno dato il via alle
voci sul Professor X e io le ho adorate. Ho cavalcato l’onda perché
amo i fan“, ha ammesso Esposito. “Ho iniziato a pensare al
Professor X, perché sento che potrebbe essere un personaggio in cui
eccellerei davvero, e in cui sarei davvero fantastico. Hanno
parlato anche di Magneto, di Mr. Freeze della DC, di tutte queste
cose“. “Sono così felice di far parte del MCU. Sono felice che non sappiate
cosa sto facendo lì e sono felice che probabilmente non so cosa sto
facendo lì, ma sono felice di esserci e lo vedrete
presto“.
Harrison Ford e Anthony Mackie in una scena di Captain America:
Brave New World
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the Winter
Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The
Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un
“thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno
del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la
sua trasformazione radioattiva alla fine deL’incredibile
Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la
cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà
degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà
il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come
già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad
ora, il film è indicato come uno dei titoli più importanti
della Fase
5.
Anthony
Mackie ha recentemente dichiarato che questo film
è “10 volte più grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della dinamica tra Cap e il
nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in coppia alla pari“,
ha scherzato. “Sono entrambi militari. Io ero il suo ufficiale
comandante. Tra noi c’è più amicizia rispetto al modo in cui
ammiravo Steve o al modo in cui non mi piaceva Bucky“.
“Questo film è un chiaro reset.
Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo
universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film,
si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che
la Marvel vuoole
essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America: The Winter
Soldier“.
Nell’ultimo episodio rilasciato su
Disney+ di
The Acolyte, il Maestro è stato smascherato e ha
rivelato di essere il mite Qimir. Naturalmente si trattava solo di
una recita, ed è apparso subito evidente che i Jedi riuniti su
Khofar non erano alla sua altezza. Affermando di non avere un nome,
il cattivo ha detto al Maestro Sol di essere quello che i Jedi
“potrebbero” chiamare un Sith. Il fatto che stia cercando
un seguace piuttosto che un apprendista potrebbe essere indicativo
ed è del tutto possibile che Qimir non abbia legami con la stirpe
Sith che alla fine conduce all’Imperatore Palpatine.
Dopo tutto, The
Acolyte ha già chiarito che non sono solo i Jedi a
usare la Forza, quindi potrebbe essere solo un potente utilizzatore
della Forza del Lato Oscuro. Ora, però, è emersa una teoria che
potrebbe collegare il Maestro alla trilogia sequel di Star Wars. I fan hanno infatti notato che il tema di
Kylo Ren viene proposto durante la scena finale del Maestro in
“Night“, e l’opinione prevalente è che potrebbe essere lui
a formare il ramo dei Sith noto come Cavalieri di
Ren. “Ren” era solo un titolo assunto da chi guidava il
gruppo, quindi
The Acolyte potrebbe concludersi con Qimir che assume
questo soprannome.
Anche se questa rivelazione non
sarebbe così sismica come l’introduzione di Darth Plagueis, ad
esempio, riempirebbe comunque una grande lacuna nella nostra
conoscenza del franchise di Star Wars e mostrerebbe quanto sia esteso l’uso della
Forza nella Galassia al di là dei soli Jedi e Sith. La showrunner
di
The Acolyte, Leslye Headland, ha
dichiarato che la serie potrebbe essere trattata come una storia a
sé stante, ma ha lasciato la porta aperta a una seconda stagione,
che presumibilmente potrebbe essere incentrata sui Cavalieri di
Ren. Di certo, la presenza del tema di Kylo non può essere
casuale.
The
Acolyte: La Seguace è l’annunciata serie tv parte del
franchise di Star Wars creata
da Leslye Headland. La serie tv è ambientato alla
fine dell’era dell’Alta Repubblica prima degli eventi dei
principali film di Star
Wars.
The
Acolyte: La Seguace è ambientato alla fine dell’era
dell’Alta Repubblica in un mondo di “segreti oscuri e poteri
emergenti del lato oscuro”, circa 100 anni prima di
Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999). Un’ex
Padawan si riunisce con il suo Maestro Jedi per indagare su una
serie di crimini, ma le forze che affrontano sono più sinistre di
quanto avessero mai previsto.
Nel cast della serie tv protagonisti sono
Amandla Stenberg come ex padawan, Lee
Jung-jae come Maestro Jedi, Manny Giacinto,
Dafne Keen come una giovane Jedi,
Jodie Turner-Smith, Rebecca Henderson
nei panni di Vernestra Rwoh, un cavaliere Jedi prodigio.
Charlie Barnett come un giovane Jedi,
Dean-Charles Chapman,
Carrie-Anne Moss come una Jedi,
Margherita Levieva, Joonas Suotamo nei panni di
Kelnacca, un maestro Jedi Wookiee.
Il cavaliere oscuro – Il ritorno ha introdotto
un poliziotto eroico, John Blake (interpretato da Joseph Gordon-Levitt), che è diventato un
alleato sia di Batman che di Jim Gordon. Dopo essere stato nominato
detective, il nome completo di John fu rivelato come “Robin John
Blake”, un cenno alla spalla di Batman nei fumetti. A rendere il
tutto ancora più degno di nota fu il fatto che Bruce Wayne lasciò a
Robin le indicazioni che lo avrebbero condotto alla Batcaverna.
L’implicazione era che sarebbe
diventato il nuovo vigilante di Gotham City, riprendendo da dove si
era interrotto il Crociato incappucciato, che si credeva morto. Nel
corso degli anni si è parlato molto di un possibile Batman
4 che avrebbe dunque continuato la storia di Robin e anche
lo sceneggiatore Jonathan Nolan si è
recentemente espresso a riguardo. Naturalmente non se ne fece
nulla e Bruce fu reintrodotto quattro anni dopo – con Ben Affleck che interpretava una nuova
versione del personaggio in Batman v Superman: Dawn of Justice del 2016.
Parlando con
Inverse, è stato chiesto a Joseph Gordon-Levitt se fosse mai stato messo
al corrente di eventuali progetti di spin-off o sequel. “Nolan
stava facendo una trilogia“, ha spiegato. “Non ha mai
voluto fare altri film. Questa era la fine della sua trilogia. È
buffo, ci ripensiamo adesso con il contesto del Marvel Cinematic Universe: tutto è
un sequel di un sequel di un sequel“. “Ma ai tempi, fare
una trilogia era molto, e questo era il modo in cui si
pensava“. A quanto pare, dunque, non ci sono mai stati piani
ulteriori e quell’accenno nel finale era previsto rimanesse
tale.
Ambientato otto anni dopo gli eventi
de Il cavaliere oscuro, Bruce Wayne si è ritirato
dal suo ruolo di vigilante e vive in isolamento. Gotham City gode
di un periodo di relativa pace fino all’arrivo di Bane, un
formidabile e spietato mercenario. Il piano di Bane di distruggere
Gotham costringe Bruce a indossare nuovamente il mantello di
Batman. Per salvare la città si allea con Selina Kyle, un’abile
scassinatrice dalle motivazioni ambigue.
Nel panorama cinematografico
italiano, Matteo Garrone
si è affermato come uno dei registi più importanti, capace di
spaziare tra i generi per raccontare le derive dell’essere umano.
Titoli come L’imbalsamatore e Gomorra rimangono tra i suoi lavori più apprezzati, da
cui emerge tutta la brutalità e la bruttezza di determinate
situazioni. Negli ultimi anni, a questi titoli si è affiancato
Dogman (qui
la recensione), presentato in concorso al
Festival di Cannes nel 2018. Il film, basato su una
vicenda realmente accaduta, è nuovamente un racconto di
periferia, che attraverso quanto avvenuto riflette sul senso di
determinate azioni.
Garrone aspirava da tempo a
realizzare un film sulla vicenda del canaro, ma agli inizi del 2000
non trovò né il cast né i finanziamenti adeguati. Dopo aver
guadagnato sempre più popolarità, egli è infine riuscito a
realizzare Dogman. Dopo aver ricevuto una
grande accoglienza a Cannes, il film ha poi fatto incetta di premi,
arrivando anche a vincere numerosi David di Donatello, tra cui
quello per il miglior film, la miglior regia e la miglior
sceneggiatura.
Uscito tra le parentesi fantasy di
Il
racconto di racconti e Pinocchio,
questo rimarrà senza ombra di dubbio uno dei suoi lavori più
importanti. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
vera storia dietro il film. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di
Dogman
Protagonista del film è
Marcello, proprietario di un salone di
toelettatura per cani. La sua esistenza scorre sempre uguale e
indifferente tra le pieghe di una periferia sospesa tra la grande
metropoli e la natura incontaminata. Persona silenziosa e
tranquilla, durante le sue giornate si divide tra il lavoro,
l’adorata figlia Alida, e gli amici del quartiere.
Egli, però, ha anche un ambiguo rapporto di sudditanza con
Simoncino, un ex pugile da poco uscito di prigione
e temuto da tutto il quartiere per i suoi atteggiamenti al limite
della follia. Quando quest’ultimo coinvolge Marcello in una
pericolosa rapina, il mite canaro dovrà trovare il coraggio di
farsi valere e affermarsi sul temibile delinquente.
Il cast del film
Originariamente Garrone intendeva
realizzare questo film nel 2006. A quell’epoca propose il ruolo del
protagonista a Roberto
Benigni, ma il progetto non si concretizzò. Quando
finalmente nel 2017 il film prese vita, il regista decise di
affidare la parte del canaro a Marcello Fonte,
attore fino a quel momento pressocché sconosciuto. Grazie alla sua
intensa performance, egli arrivò poi a vincere il premio come
miglior interpretazione maschile al Festival
di Cannes. Fonte ha in seguito dichiarato che prima di
determinate scene il regista lo ha incoraggiato a bere del whisky
al fine di entrare nel mood giusto. Accanto a lui, nel ruolo di sua
figlia Alida vi è l’esordiente Alida Baldari
Calabria.
Laura Pizzirani è
invece la madre di Alida. Tra gli amici di quartiere di Marcello vi
sono invece Adamo Dionisi nel ruolo di Franco,
Francesco Acquaroli nel ruolo di Francesco e
Gianluca Gobbi nei panni di un altro dei
commercianti. L’attore ed ex criminale Aniello
Arena è l’ispettore di polizia, mentre Mirko
Frezza interpreta uno spacciatore di quartiere. L’attrice
Nunzia Schiano, interpreta invece la madre di
Simoncino. Quest’ultimo è interpretato da Edoardo
Pesce. Per assumere il ruolo, l’attore ha acquisito
numerosi chili di muscoli e si è rasato i capelli. Per la sua
interpretazione ha poi vinto il David di Donatello come miglior
attore non protagonista.
Dogman: la vera
storia del “Canaro” dietro al film
Come noto, la storia del film è
ispirata alla vicenda di Pietro De Negri, meglio
conosciuto come Er Canaro. Quello che lo vede protagonista è uno
dei fatti di cronaca più brutali dell’Italia del dopoguerra. Nel
1988 egli divenne noto a livello nazionale per l’omicidio dell’ex
pugile dilettante Giancarlo Ricci. Come nel film,
i due avrebbero commesso una rapina insieme, ma ad aver scontato un
periodo in carcare è stato solo De Negri. Stanco delle minacce e
delle percosse che riceveva da Ricci, il 18 febbraio 1988 lo attirò
nel proprio negozio per cani e qui iniziò a torturarlo fino alla
morte.
Stando a quanto riportato, lo
sottopose ad amputazioni, ustioni e percosse. Dopo ore, De Negri si
sbarazzò del corpo. Dopo averlo legato e avvolto in un sacco di
plastica, lo trasportò in auto sino alla discarica di via Belluzzo
nel Portuense, dove lo cosparse di benzina e lo incendiò,
preoccupandosi di lasciare intatti i polpastrelli per
l’identificazione. Il giorno seguente il cadavere fu ritrovato e la
testimonianza d’un amico di Ricci, Fabio Beltrano,
portò all’arresto del “Canaro” il 21 febbraio. L’uomo confessò
senza mostrare alcun pentimento.
Inizialmente, in quanto venne
ritenuto affetto da disturbo paranoide, con incapacità d’intendere
e di volere per l’intossicazione acuta da cocaina, se ne escluse la
pericolosità sociale e uscì di prigione dopo poco più di un anno.
Tuttavia, De Negri riportò poi una condanna definitiva a
ventiquattro anni di reclusione. Dopo 16 anni di galera, nel
2005 De Negri è tornato in libertà, restando in affidamento ai
servizi sociali e ottenendo un impiego da fattorino presso uno
studio commerciale. Rifiutando ogni intervista, De Negri ha da quel
momento chiesto di essere dimenticato.
Il trailer di
Dogman e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete.
Dogman in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.
L’ultimo film di Richard
Linklater, Hit
Man (qui
la recensione), è uno dei titoli più attesi del calendario
cinematografico 2024. Ora al cinema, il film è destinato a
diventare una pietra miliare per una delle megastar emergenti di
Hollywood,
Glen Powell, che non è solo la star di Hit
Man, ma anche il co-sceneggiatore di Linklater. Powell
e Linklater hanno già collaborato all’adattamento di Fast Food
Nation, alla commedia Tutti vogliono qualcosa!!! e allo sguardo animato e
nostalgico sulla corsa allo spazio Apollo 10 1⁄2: A Space Age Childhood.
Senza nemmeno considerare il
talento che si concentra in questo progetto, il concetto di un
poliziotto sotto copertura che si finge un killer a pagamento per
arrestare chi lo vuole assumere è una premessa di per sé già
particolarmente allettante, che trova nelle capacità di Linklater
di bilanciare dramma e commedia il suo punto di forza. Tuttavia,
Hit
Man è tutt’altro che una semplice storia stravagante,
poiché si basa sulla storia vera di un finto assassino.
La trama di Hit Man
Il film Hit
Man, che ha ricevuto
recensioni entusiastiche dalla sua anteprima alla
Mostra Internazionale d’Arte Cinematograficadi
Venezia nel 2023, segue Gary Johnson (Glen
Powell), un professore di college diventato
specialista di tecnologia che conduce una seconda vita come agente
di polizia sotto copertura. Egli si finge infatti un killer su
commissione per arrestare coloro che cercano di assumerlo. Questo
finché non incontra una donna, Maddy Masters (Adria
Arjona), maltrattata dal marito. Johnson, che si sente
attratto da Maddy, si impegnerà dunque a liberarla da questa
relazione tossica.
Adria Arjona e Glen Powell in una scena di Hit Man. Foto di
Courtesy of Netflix
Richard Linklater e Glen Powell
adattano una storia vera
Hit
Man è tratto da una storia vera documentata dal
Texas Monthly nel 2001. L’articolo omonimo è stato scritto da
Skip Hollandsworth, il cui lavoro è servito come
base per un’altra commedia nera/docu-dramma di Linklater,
Bernie. Quel film, interpretato da Jack Black nel ruolo di un becchino condannato
per omicidio, adatta una storia assurda e la infonde con
l’umanesimo naturale di Linklater e con un commento acuto sulla
cultura texana.
Originario di Lone Star, Linklater
è per il Texas quello che Martin Scorsese e Spike Lee sono per New York.
Linklater ammira la sua educazione, ma i suoi film
esaminano attivamente i codici e le aspettative della società, che
sono stati portati avanti dalla sua gente. Hollandsworth,
giornalista ed editore texano, è perfettamente complementare al
regista, poiché entrambi si interessano alle stranezze della vita
quotidiana.
Adria Arjona e Glen Powell in una scena di Hit Man. Foto di
Courtesy of Netflix
Hit Man è basato sulla storia di
un killer a pagamento sotto copertura in Texas
Hit
Man racconta dunque la procedura di arresto di persone
che si rivolgono a killer a pagamento. Quando la polizia riceve una
soffiata su una persona che sta cercando di uccidere qualcuno,
invia Gary Johnson per incontrare questo “cliente”. Se riesce a
ottenere dal cliente la confessione di voler uccidere una persona
specifica, la polizia ha le basi per un arresto. L’ampia storia di
Hollandsworth è stata studiata e approfondita e attraverso
l’articolo il lettore comprende l’impenetrabile psicologia di Gary
Johnson, un vero e proprio “jack of all-trades“.
Può sembrare inverosimile che una
persona possa aver organizzato oltre 60 arresti di persone che
sollecitavano un assassino professionista senza che la sua
copertura fosse mai compromessa, ma Hollandsworth sottolinea il
carisma con cui Johnson si comportava durante ogni incontro con un
“cliente”. Johnson attendeva che le persone confermassero la loro
voglia di far colpire un determinato bersaglio, di solito un amante
infedele o un rivale invidioso. Una volta che il sospettato
ordinava il colpo, la polizia poteva procedere con l’arresto.
Johnson è dunque un uomo
imperscrutabile. La sua aura misteriosa lo rende il finto killer
ideale, un vero camaleonte umano in grado di adattarsi all’ambiente
circostante. Hollandsworth lo caratterizza come un individuo medio,
mite, che nessuno guarda in faccia, scrivendo che lo si potrebbe
scambiare per un semplice “impiegato di basso livello”
dell’ufficio del Procuratore Distrettuale. Vive uno stile di vita
preciso e rigoroso che lo porta a pranzare ogni giorno nello stesso
locale.
Glen Powell in Hit Man
Lo stile di vita sobrio e la
dicotomia tra gusto di alta classe e lavoro di bassa classe è
invocata dai più importanti killer professionisti fittizi, tra cui
il killer solitario di Le Samouraï di Jean-Pierre
Melville, il nichilista amante del jazz di Tom Cruise in Collateral e il cacciatore senza emozioni di Michael Fassbender in The Killer. Contrariamente a questi personaggi dotati
anche di quel carattere duro che ci si aspetta da un assassino,
Johnson ascolta musica classica e audiolibri in auto ed è in tutto
e per tutto ben distante dallo stereotipo del sicario.
Sotto la sua facciata di professore
universitario senza pretese, Johnson ha inoltre profonde
meditazioni sullo stato della vita moderna all’inizio del secolo.
Nell’economia consumistica iperattiva dell’America, Johnson non è
affatto sorpreso che le persone cerchino rimedi rapidi ai loro
problemi. “Oggi le persone possono pagare per far riparare i
loro televisori e raccogliere la loro spazzatura, quindi perché non
possono pagare me, un sicario, per riparare le loro vite?“.
Rifletteva il vero Johnson. Il finto killer ha osservato che lo
stato precario dell’economia ha spinto a prendere misure drastiche.
“Quando le cose cominciano ad andare male… tutti diventano un
po’ più pazzi e cominciano a pensare di far fuori qualcun
altro“, ha detto.
L’assurdità riproposta
dall’articolo del Texas Monthly è un sottoprodotto dell’angoscia
della classe media prevalente all’inizio del secolo, ampiamente
espressa nei film del 1999, tra cui Fight Club e
Office Space. Nel film, persone con problemi relativamente
innocui ricorrono all’estremo assumendo un killer a pagamento.
Secondo Johnson, però, la maggior parte dei suoi clienti non erano
ex detenuti. Erano cittadini onesti che non avevano mai ricevuto
una multa per eccesso di velocità. La facilità con cui individui
appartenenti a un mondo civilizzato si spingono a misure così
drastiche racconta dunque del degrado dell’America idealista.
Come dice Hollandsworth, gli
incontri di Johnson con i clienti che ordinavano i colpi erano
“studi da manuale sulla banalità del male“. Le motivazioni
che spingevano i clienti a richiedere i servizi del sicario sotto
copertura non erano certo moralmente giustificabili, dato che la
maggior parte dei casi riguardava sospetti di adulterio,
frustrazioni con i datori di lavoro o dispute per la custodia. La
cosa più sconcertante è che, anche quando Johnson iniziò ad
attirare l’attenzione dei media a partire dallo Houston Chronicle,
con storie che stampavano il suo nome e citazioni di Johnson, i
clienti non diminuirono. La richiesta di assassini continuò ad
essere alta.
Glen Powell e Adria Arjona in Hit Man
Gary Johnson di Hit Man nella vita
reale era una star carismatica
Il tratto distintivo di Gary
Johnson, l’abilità che gli ha permesso di eccellere in questo ruolo
è stata la persuasione. Nonostante il suo atteggiamento mite, il
carisma di Johnson non conosceva limiti: la sua personalità
contagiosa portava i clienti a chiedere effettivamente l’assassinio
del rispettivo bersaglio senza mai far sospettare che fosse in atto
un inganno. L’astuta persuasione di Johnson flirtava a volte con la
palese manipolazione.
Un avvocato o un giudice avrebbero
potuto ragionevolmente criticare alcune delle sue astute tattiche
per ottenere una confessione. In definitiva, l’unica accusa che un
pubblico ministero potrebbe rivolgere a Johnson è quella di essere
l’attore più convincente del mondo. Nel mondo delle indagini sotto
copertura, Johnson è Laurence Olivier, come dice Hollandsworth. Un
supervisore di Johnson ha dichiarato: “Gary è davvero un grande
interprete che può trasformarsi in qualsiasi cosa abbia bisogno di
essere in qualsiasi situazione si trovi“. Si adatta alle
circostanze del cliente modificando il suo guardaroba o la sua
personalità.
L’attesa per Hit
Man va dunque oltre i principali talenti coinvolti nel
film. Non solo il film è basato su una surreale storia vera, ma la
vita di Gary Johnson è l’analogo perfetto del cinema. Ha vissuto
grazie all’inganno, che è il cuore del processo cinematografico.
L’articolo di Skip Hollandsworth sul Texas Monthly parla di un uomo
che usa il fascino per raggiungere i suoi obiettivi. Tra le star
del cinema in attività, quante sono più affascinanti di Glen Powell? L’attore è pronto a fare il salto
verso la superstar e questo film di Richard Linklater lo eleva
sicuramente ad un gradino più alto.
David Harbour, che ha fatto il suo ingresso
nel MCU con Black
Widow, ha confermato su Instagram di aver terminato le riprese
di Thunderbolts*
dei Marvel Studios. L’attore ha anche condiviso
sul proprio profilo social quello che sembra essere un poster di
propaganda d’epoca con Red Guardian all’apice della Guerra Fredda.
La scritta in russo dovrebbe tradursi in “Siamo indomabili come
il Guardiano Rosso“.
Dato che le riprese del film si
stanno ormai avviando alla conclusione, quando il mese prossimo i
Marvel Studios si recheranno al
Comic-Con ci aspettiamo che un nuovo sguardo sui Thunderbolts*
venga rilasciato durante quello che sarà sicuramente un memorabile
panel nella Hall H. C’è una buona probabilità che venga rilasciato
anche online e, se siamo davvero fortunati, potremmo anche vedere
Sentry.
“È così interessante pensare a
dove Red Guardian finisce alla fine di ‘Black Widow’, dopo che la sua storia è conclusa e
cosa gli succederà dopo essere uscito di prigione“, ha detto
Harbour in una recente intervista. “Dove va? Anche riallacciare
i rapporti con Florence [Pugh] sarà fantastico“. “Mi
piacerebbe vedere – perché è un idiota ed è un egocentrico – tutte
queste cose, ma ha questo fuoco dentro di sé, e penso che potrebbe
essere all’altezza di certe occasioni se gliene venisse data la
possibilità“.
David Harbour è Red Guardian in Black Widow
Tutto quello che sappiamo su
Thunderbolts*
Durante il panel dei Marvel Studios al
D23 2022, il presidente dei Marvel
StudiosKevin
Feige ha svelato il cast del prossimo film
Thunderbolts*,
che sarà una squadra composta principalmente da supercriminali e
antieroi. Comprende la Contessa Valentina Allegra de
Fontaine (Julia Louis-Dreyfus), Red
Guardian (David
Harbour), Ghost (Hannah Jon-Kamen), US Agent
(Wyatt
Russell), Taskmaster (Olga
Kurylenko), Yelena Belova/Black Widow
(Florence
Pugh) e Il Soldato d’Inverno (Sebastian
Stan). Secondo quanto appreso la contessa Valentina
Allegra de Fontaine metterà insieme la squadra e potrebbe anche
essere parzialmente responsabile della creazione di
Sentry.
Harrison Ford – ammesso che sia ancora
presente – sostituirà
il defuntoWilliam Hurt nei panni di Thaddeus
“Thunderbolt” Ross. Thunderbolts*
è attualmente previsto nelle sale il 2 maggio
2025. Il film sarà diretto da Jake
Schreier, la cui storia come regista non è estremamente
ampia, avendo lavorato solo a Robot & Frank del 2012,
Paper Towns del 2015 e alla versione filmata del 2021 di
Chance the Rapper’s Magnificent Coloring World Tour.
Le cineprese continuano a girare sul
set del film Superman,
a Cleveland e, sebbene le foto di oggi non siano così rivelatrici
come quelle condivise online all’inizio della settimana, abbiamo un
nuovo video molto interessante che potrebbe confermare
l’apparizione di un certo personaggio nel reboot del DCU. Protagonista di questo nuovo filmato è il
Mr. Terrific di Edi Gathegi, intento a muoversi
lungo la strada e comportarsi in modo… piuttosto strano! L’eroe
sembra interagire con qualcuno/qualcosa che non si vede, il che ha
portato a speculazioni sul fatto che Superman
avrà un personaggio completamente in CGI.
La teoria subito diffusasi – in
particolare guardando i movimenti e i gesti di Terrific verso la
fine del video – riguarda Krypto, il fedele
cagnolino di Superman. Ulteriori foto poi diffuse sembrano
confermare ulteriormente tale teoria, in quanto in esse viene
mostrato Mr. Terrific con in mano una scatola di crocchette per
cani Milk Bone. È dunque sempre più probabile che tale personaggio,
di cui si vociferava da tempo, farà il suo debutto sul grande
schermo proprio con il film scritto e diretto da James Gunn.
Superman,
scritto e diretto da James
Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il
Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane
reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois
Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha
detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è
il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato
alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e
Lois Lane.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di
presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà
seguire e conoscere attraverso film, animazione e giochi”.
Non solo il porno, ma anche i film
canonicamente intesi hanno spesso sdoganato pratiche e tabù della
sessualità, raccontandola in modo anche molto esplicito al cinema.
Spesso fondendosi con altri generi, in particolare il thriller,
molti di questi film sono ancora oggi dei veri e propri classici,
da guardare non solo per gli scandali generati al loro tempo ma
anche per ciò che sono in grado di raccontare di noi e del nostro
rapporto con la sfera sessuale, troppo spesso repressa e soggetta a
censura. Di seguito, ecco una lista dei migliori film
erotici da vedere
Da quelli
fondamentali, dove si ritrovano importanti titoli
d’autore provenienti da tempi e contesti diversi, fino ai più
celebri film erotici italiani, passando infine
anche per i film erotici che si possono trovare su Netflix. Ognuno di questi titoli è
meritevole di una visione e ognuno di essi offre punti di vista e
riflessioni originali sul sesso e la sessualità. Alcuni più
provocanti, altri meno, sono tutti ottimi film erotici che ogni
appassionato dovrebbe recuperare.
Molti dei film
erotici qui proposti arrivano da paesi diversi, con punti
di vista sulla sessualità dettati dalle influenze culturali e
sociali di riferimento. Ognuno di questi titoli, dal più datato al
più recente, è però capace di dar vita ad interessanti riflessioni
sul tema dell’erotismo. Alcuni sono dei film
erotici puri, mentre altri si contaminano con altri generi
per dar vita a degli ibridi particolarmente affascinanti. Insomma,
ce ne è per tutti i gusti e tra questi film c’è solo l’imbarazzo
della scelta.
Ecco l’impero dei
sensi (1976)
Diretto dal regista Nagisa Ōshima e
basato su un celebre episodio di cronaca avvenuto nel Giappone
degli anni trenta. La pellicola racconta il legame tra la cameriere
Sada Abe e Kichizo “Kiki San” Ishida, proprietario della pensione
dove lei lavora, è fatto d’un amore totalmente dominato dai sensi.
La relazione parte dall’attrazione reciproca, si evlve attraverso
l’estasi sensuale per precipitare in un baratro erotico.
Brivido caldo
(1981)
Lawrence Kasdan ha ridefinito il
neo-noir con questo thriller sudato, prendendo in prestito
liberamente dai classici – in particolare Double Indemnity, un po’
più in basso in questa lista – ma condendo il tutto con un candore
sessuale che era caldo e umido anche per gli standard
dell’ambientazione nel sud della Florida. William Hurt interpreta
Ned Racine, un losco avvocato che rimane invischiato con Matty
Walker, moglie annoiata di un ricco uomo d’affari che sta cercando
di scaricare. “Non sei troppo intelligente, vero?”, osserva lei.
“Mi piace questo in un uomo”. Questo ruolo ha meritatamente reso
Kathleen Turner e la sua voce gutturale delle star.
Attrazione Fatale
(1987)
Diretto
da Adrian Lyne è considerato il film cult nel qualeGlenn Close
diede vita ad uno dei personaggi più iconici della sua carriera.
Dan Gallagher quarantenne avvocato di Manhattan ha una vita
tranquilla e una bella famiglia composta dalla moglie Beth e dalla
figlia Ellen di 6 anni. Un giorno Dan conosce Alex Forrest,
anch’ella avvocatessa, insieme alla quale decide di trascorrere due
giorni mentre la moglie è in campagna in visita dai genitori: al
termine Dan decide però di tornare alla sua vita. Ma Alex non ci
sta e si trasformerà in un vero e proprio incubo per
Dan.
9 settimane e ½
(1986)
Trai
migliori film erotici disempre,
9 settimane e ½ è il film del 1986 con a Mickey Rourke e
Kim Basinger. È
interamente ambientato a New York, e si fa notare per il suo
erotismo e per aver lanciato le carriere dei due
protagonisti.
Légami!
(1990)
Diretto dal regista premio Oscar
Pedro Almodóvar, il film racconta di uno
psicopatico con problemi emotivi è ossessionato da una porno diva,
così la sequestra e la lega al letto per darle tempo di innamorarsi
di lui.
Basic Instinct
(1992)
La misteriosa Catherine Tramell,
una scrittrice di romanzi gialli, è sospettata dell’omicidio di una
rock star. L’investigatore incaricato di risolvere il caso è il
detective Nick Curran, che viene sedotto dalla donna.
L’amante
(1992)
Diretto dal regista francese
Jean-Jacques Annaud, la pellicola è ambientata nell’indocina
Francese, anni 30. Una maliziosa quindicenne di origini francesi
diventa l’amante di un aristocratico trentenne cinese andando
contro tutte le convenzioni della società.
Notorious
(1947)
Pochi film hanno aggirato la
censura del Codice Hays con il calore con cui Hitchcock ha dato
vita al bacio tra Ingrid Bergman e Cary Grant –
uno dei più grandi baci cinematografici di tutti i tempi – nel suo
noir romantico sulle spie che si infiltrano in un giro di nazisti
in Brasile. Trovando una fessura nella regola dei tre secondi al
massimo, il regista ha fatto in modo che i suoi attori si
interrompessero più volte durante i due minuti e mezzo in cui si
sono baciati, punteggiando la scena con dialoghi, coccole, una
testa appoggiata su una spalla e persino una telefonata. L’Alicia
di Bergman parla di “un pollo in freezer” e di “una bella bottiglia
di vino”, ma l’appetito che questi due hanno l’uno per l’altra è
tutto ciò che conta.
Bound – Torbido inganno
(1996)
È difficile stabilire se l’elegante
debutto di Lana e Lilly Wachowski sia più amato
dalle lesbiche o dagli uomini gay. In ogni caso, l’accoppiata tra
Gina Gershon nel ruolo del duro idraulico ex
galeotto Corky e Jennifer Tilly nel ruolo di
Violet, una sorta di letale Betty Boop, è quanto di più
lubrificante possa esistere. “Scommetto che la tua macchina ha 20
anni”, dice Violet, valutando Corky nella sua canottiera sporca di
grasso. “Camion”, la corregge Corky, con la bocca perennemente
fissata in un ghigno. Le cose iniziano a scintillare tra i due
quando organizzano un piano per rubare una scorta di 2 milioni di
dollari della mafia e incolpare il fidanzato di Violet che ricicla
denaro sporco. L’intimità delle scene di sesso aggiunge passione e
urgenza al thriller, mentre l’abbondanza di dialoghi citabili
compensa la violenza con una deliziosa nota di camp.
Thelma & Louise
(1991)
Quando
Brad Pitt, nei panni del losco cowboy vagabondo J.D.,
si avvicina alla Thelma di Geena Davis in una Ford
Thunderbird parcheggiata nel tragicomico road movie femminista di
Ridley Scott, è nata una stella. Trasudando un
magnetismo sessuale sicuro e disinvolto sotto il suo atteggiamento
da “aww-shucks” e la sua parlantina casalinga, J.D. si fa strada
nella stanza del motel di Thelma e la mattina dopo procede a rubare
i risparmi di una vita della sua migliore amica Louise (Susan
Sarandon), fondi che servono ai due fuggitivi per scappare in
Messico. Per quanto riguarda le avventure di una notte, è un
disastro. Ma Thelma riesce almeno a vivere un’avventura romantica
diversa da quella che ha vissuto con l’idiota infantile che ha
sposato, oltre a ricevere alcuni consigli sulla rapina che le
torneranno presto utili.
Little Children
(2006)
Al centro dell’inquietante e
cupamente satirico film di Todd Field, che sbircia sotto le
superfici ordinate della periferia americana, ci sono gli affamati
incontri extraconiugali tra la terrosa e lussuriosa Sarah di Kate
Winslet e il Brad di Patrick Wilson (la cui calda carnagione
caramellata dovrebbe essere contro la legge), mentre i rispettivi
coniugi sono fuori al lavoro. L’infedeltà, naturalmente, non è una
novità nei film, ma la rinascita sessuale di una casalinga delusa
appollaiata su una lavatrice ha dato un significato completamente
nuovo alla centrifuga.
La fiamma del
peccato (1944)
Barbara Stanwyck è un problema. Lo
si sa dalla prima volta che l’agente assicurativo di Los Angeles di
Fred MacMurray, Walter Neff, vede il suo personaggio semi-vestito,
Phyllis Dietrichson, al piano di sopra durante una visita a
domicilio, lanciandogli uno sguardo che lo attira senza una parola.
Non ha mai la possibilità di uscirne indenne. Il film di Billy
Wilder, tratto dal romanzo di James M. Cain, è un noir canonico,
che segue il piano di Phyllis di uccidere il marito e di incassare
un risarcimento per morte accidentale. Ma gli elementi del crimine
non sarebbero altrettanto potenti senza l’incantesimo di ebbrezza
sessuale che la donna lancia su Walter, trasmesso interamente
attraverso l’umore e le allusioni.
Mississippi
Masala (1991)
Come nella maggior parte di questi
film, la chimica è fondamentale e Sarita Choudhury e
Denzel Washington ne hanno da vendere nel vivace
racconto di Mira Nair di una storia d’amore interrazziale tra
un’immigrata indiana ugandese e un nero del Mississippi, che devono
affrontare la disapprovazione di entrambe le comunità. Uno sguardo
fresco e spesso umoristico sulla dislocazione culturale e una
rappresentazione dell’amore attraverso l’asse marrone-nero che era
radicale per il suo tempo, il film presenta una conversazione
telefonica notturna particolarmente memorabile, così ardentemente
sexy e soffusa di desiderio fisico che vi farà venire nostalgia dei
giorni precedenti al telefono fisso.
Bull Durham – Un gioco a
tre mani (1993)
Kevin Costner e
Susan Sarandon erano al loro massimo magnetismo e
insieme sono infiammabili. La commedia sexy e adulta di Ron Shelton
è il tipo di film che raramente viene realizzato, con il suo
profondo affetto per il passatempo nazionale americano e la sua
giocosa mappatura del percorso che porta dal flirt alla passione
sfrenata e, forse, a qualcosa di più duraturo.
Susan Sarandon interpreta Annie Savoy, una groupie che
prende sotto la sua ala protettrice un nuovo giocatore a stagione
dei Durham Bulls, squadra minore, per impartirgli la poesia del
baseball. Lei sceglie il lanciatore spavaldo di Tim
Robbins, soprannominato “Nuke”, ma il catcher veterano di
Costner, Crash Davis, lo trasforma in una gara a tre. Il sesso fa
letteralmente tremare i mobili. Crash non solo ha un tocco agile
nello slacciare un reggicalze, ma sa anche dipingere le unghie dei
piedi di una donna.
Eyes wide shut
(1999)
In altro fuoriclasse della regia,
forse il fuori classe per eccellenza, Stanley Kubrick che con il suo ultimo film si
cimenta nel genere regalando al cinema uno dei migliori
film erotici: Eyes wide shut è tratto dal
romanzo Doppio sogno di Arthur Schnitzler e racconta di
una coppia dalla vita idilliaca esplora la propria relazione in un
mondo sotterraneo di lussuria e fantasie peccaminose.
Y tu mamá también
(2001)
Diretto da Alfonso Cuarón e
presentato alla 58ª Mostra internazionale d’arte cinematografica
di Venezia, in Y tu mamá también Julio Zapata e Tenoch
Iturbide sono due adolescenti messicani, amici per la pelle, alle
prese con la scoperta del sesso e della propria personalità. Dopo
che le rispettive fidanzate sono partite per le vacanze estive,
durante una festa conoscono Luisa Cortés, una splendida ragazza
spagnola più grande di loro, moglie di Jano, cugino di Tenoch. Per
fare colpo su di lei, i due ragazzi le propongono una vacanza alla
baia “Boca del Cielo”, in realtà inesistente. Inizialmente la donna
rifiuta ma, a seguito dell’ennesima infedeltà di suo marito, decide
di seguire i due increduli ragazzi.
Shampoo
(1975)
Negli anni ’70, la reputazione di
Warren Beatty come dongiovanni di Hollywood era
così diffusa nei tabloid che una volta la rivista MAD si chiese
scherzosamente perché non fosse andato a letto con Shirley
MacLaine. (In nessun altro luogo la sua presunta abilità
con le donne è stata sfruttata in modo più consapevole che nella
satira di Hal Ashby sulla politica sessuale – e di conseguenza
sulla politica regolare – nell’America dell’era Nixon.
In un progetto fatto su misura per
se stesso, Beatty interpreta un arrapato parrucchiere di Los
Angeles che maneggia il suo phon come un pene extra, facendosi
strada tra le camere da letto di Beverly Hills mentre cerca di
finanziare il suo salone. Neanche andare a letto con la moglie
(Lee Grant), l’amante (Julie
Christie) e la figlia diciassettenne (Carrie
Fisher) di un potenziale investitore (Jack
Warden) sembra impedire questo sogno.
Hud il selvaggio
(1963)
Paul Newman non è mai stato così bello come
tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60, quindi tutti
i suoi ruoli di quel periodo erano carichi di carica erotica: l’ex
atleta alcolizzato del liceo ne La gatta sul tetto che scotta, lo
squalo della sala da biliardo ne Lo spaccone, il gigolò in
Sweet Bird of Youth. Ma la cruda sessualità dell’attore
non è mai stata messa in mostra in modo più prodigioso che nel
dramma di Martin Ritt su un arrogante mandriano texano, insensibile
ai bisogni di tutti coloro che lo circondano. Una scena di tentato
stupro approfondisce lo status di antieroe del personaggio, ma
raramente la bellezza maschile è stata apprezzata in modo più
vivido di quando Alma, la governante sbiadita di Patricia Neal, gli
dice: “Stai piuttosto bene senza maglietta, sai“. La vista
di questo attraverso la finestra della cucina mi ha fatto posare il
mio asciugapiatti più di una volta”.
High Art (1998)
Il sorprendente debutto di
Lisa Cholodenko ha salvato Ally
Sheedy dalla semi-oscurità di Breakfast Club Brat Pack,
permettendole di mostrare una gamma di ruoli non ancora sfruttata
nel ruolo di Lucy, una fotografa spigolosa, un tempo famosa,
ispirata da Nan Goldin. Si forma un’accesa triangolazione con la
sua fidanzata eroinomane, ex musa di Fassbinder, Greta
(Patricia Clarkson, tutto un languido glamour
andato a male) e con la loro vicina del piano di sotto, l’ambiziosa
assistente redattrice di una rivista d’arte Syd (Radha
Mitchell), che si allontana dal suo fidanzato e finisce
nel letto di Lucy. Le scene d’amore sono spesso lodate come una
svolta nella rappresentazione delle lesbiche sullo schermo, ma
Cholodenko è attenta al paesaggio psichico ed emotivo quanto alla
sessualità. La rappresentazione del demi-monde drogato del centro
di New York evoca la prima raccolta di Goldin, La ballata della
dipendenza sessuale.
Secretary (2002)
Diretto da Steven Shainberg,
interpretato da James Spader e Maggie Gyllenhaal, e
liberamente basato sull’omonimo racconto breve presente nella
raccolta del 1988 Cattiva condotta (Bad Behaviour) di Mary
Gaitskill, il film racconta di Lee Holloway è appena stata dimessa
da un ospedale psichiatrico. Quando inizia a lavorare come
segretaria di un giovane avvocato, scopre di aver trovato in Edward
Grey l’uomo perfetto per lei.
Shortbus – Dove tutto è
permesso (2006)
Scritto e diretto da John Cameron
Mitchell e presentato al 59º Festival
di Cannes. Nel film le avventure erotiche e sentimentali di un
gruppo di personaggi emblematici della New York odierna: una
sessuologa insoddisfatta, una coppia di omosessuali, una prostituta
al servizio di clienti masochisti.
Habitacion en Roma
(2010)
Diretto da Julio Medem la pellicola
racconta di Alba e Natasha sono due ragazze, una spagnola e l’altra
russa, che si incontrano a Roma e trascorrono una notte di passione
in una camera d’albergo.
Shame (2011)
Scritto e diretto da Steve McQueen
la pellicola è stata presentata in in concorso alla 68ª Mostra
internazionale d’arte cinematografica di Venezia. In Shame Brandon,
interpretato dall’attore Michael
Fassbender, è un giovane uomo d’affari di New
York che vive una vita di totale asservimento a droghe e
soprattutto al sesso. La profonda sofferenza per la sua condizione
di dipendenza lo porta a desiderare di essere solo.
Nymphomaniac – Volume 1 (2013)
Il film provocatorio e molto
discusso diretto da Lars von Trier con Charlotte Gainsbourg e Stellan Skarsgård.
Nymphomaniac – Volume 1si racconta la storia
di Joe, una ninfomane, che fin da giovanissima ha vissuto la sua
vita all’insegna di una passione sfrenata per l’erotismo. Questa
ossessione carnale è così forte da aver complicato e condizionato
tutte le sfere della sua vita. Attraverso i racconti di Joe,
suddivisi in otto flashback (cinque verranno raccontati nel primo
volume, gli ultimi tre saranno il plot del secondo volume), si
scoprono i tratti più marcati del carattere e della personalità
della donna, che ha sempre combattuto contro se stessa, e vengono
presentati inoltre i momenti della vita di Joe che l’hanno
maggiormente segnata e che l’hanno resa ciò che è oggi.
The Paperboy
(2012)
Il terzo film di Lee Daniels è
stato deriso alla prima di Cannes. Ma visto al di fuori di quella
serra d’arte, è una favolosa fetta surmatura di polpa di palude
della Florida, che permette a Nicole Kidman di diventare una vera e
propria Sharon Stone, che sembra prendere spunti di stile dalla
copertina di Dusty in Memphis. La sua esibizione masturbatoria che
stuzzica il bifolco di John Cusack, ammanettato per la caccia
all’alligatore e rinchiuso in carcere per omicidio, è una di quelle
da non perdere.
Ancora più selvaggio è il suo
saluto ad alcune giovani donne su una spiaggia che cercano di
neutralizzare le punture di medusa che ricoprono il corpo di
Zac Efron urinandogli addosso. “Muovetevi! Se
qualcuno deve pisciare su di lui sono io!”. Daniels ha deliziato il
pubblico della conferenza stampa di Cannes giustificando
l’erotizzazione del personaggio di Efron in mutande: “La telecamera
non può fare a meno di amarlo. E io sono gay. Cosa volete?”
Sex Crimes – Giochi pericolosi (Wild Thing,
1998)
Quando il thriller misterioso di
John McNaughton uscì durante l’ultimo sussulto di salacità degli
anni ’90, si sparse subito la voce che il suo titillamento softcore
includeva un raro avvistamento di ciò che i fan gay chiamavano in
modo spregiudicato “la pancetta di
Kevin Bacon“. Ma a parte questo momento full-frontal,
questo è trash deluxe, con una trama così contorta che sono ancora
impegnati a delucidare sui titoli di coda. Matt Dillon interpreta un consulente
scolastico accusato di stupro da due studentesse (Denise Richards e
Neve Campbell). Ma aspettate, è una truffa! Questo è solo l’inizio
di una tortuosa serie di doppi giochi, omicidi e una lotta in
piscina che si trasforma in una sessione di pomiciate lesbiche, il
tutto osservato con pruriginosa attenzione dal detective di Miami
Bacon.
The Big Easy. Brivido seducente (1986)
I film degli anni ’80 e ’90 che
vengono spesso citati nella conversazione sull’erotismo tendono a
essere quelli in cui il sesso è equiparato al pericolo, molti dei
quali – Jade, Sliver, Showgirls – sono stati scritti dallo
sceneggiatore di Basic Instinct Joe Eszterhas. Ma il regista Jim
McBride è partito dalle fondamenta, evocando l’atmosfera afosa di
New Orleans con una dose di condimento Cajun e poi creando un
thriller teso sulla corruzione della polizia, in cui il vero calore
proviene dalla relazione tesa e fumosa tra un procuratore
distrettuale e un poliziotto locale coinvolto nelle sue indagini,
interpretato con un’intesa fuori dal comune da Ellen Barkin e
Dennis Quaid.
Out of Sight (1998)
Prima che venisse costruito il
complesso industriale di JLo, Jennifer Lopez era ancora in grado di entrare
in un personaggio, cosa che fa con vera grinta nei panni dell’U.S.
Marshal Karen Sisco, invischiata con l’affascinante rapinatore di
banche in carriera che l’ha rapita, il Jack Foley di George Clooney, nell’adattamento di Elmore
Leonard di Steven Soderbergh, intelligente, sapientemente
realizzato e follemente sexy. Sia che si dimenino insieme nel
bagagliaio dell’auto di lei, che flirtino nel bar di un hotel o che
si bagnino nella vasca quando Karen sorprende Jack durante il
bagno, la coppia emana la magia delle star del cinema al massimo
della sua seduzione.
50 sfumature di grigio (2015)
50 sfumature di
grigio, diretto da Sam
Taylor-Johnson, è il primo capitolo della trilogia sul
BDSM, amato dal pubblico e fatto a pezzi dalla critica. Anastasia
Steele è una studentessa alla quale viene assegnato il compito di
intervistare il ricchissimo Christian Grey per il giornale
universitario. Lui è ricco e potente, e attratto da lei. Lei non ha
esperienza, ma è terribilmente attratta da lui, e verrà a
conoscenza delle sue preferenze nascoste.
Il danno (1992)
Diretta da Louis Malle la pellicola
è basata sul romanzo Il danno di Josephine Hart e racconta
di Stephen Fleming è un importante politico inglese che non riesce
a tenere a freno la passione scatenata dalla conoscenza di Anna, la
fidanzata del figlio. Nel cast Jeremy Irons nei panni
di Stephen Fleming e Juliette Binoche in
quelli di Anna Barton.
Angel Heart
(1987)
Diretto da Alan Parker e basato sul
romanzo Falling Angel di William Hjortsberg del 1978, il
film generò parecchie controversie ed ebbe problemi di censura
(soprattutto con la Motion Picture Association of America), a causa
delle tematiche e di alcune scene spinte.
Crash (1996)
Diretto da David Cronenberg, il film è ispirato
all’omonimo romanzo di James Graham Ballard del 1973 e racconta del
produttore cinematografico James Ballard e la moglie Catherine, che
vivono alla periferia di una moderna metropoli, hanno esperienze
extraconiugali che si raccontano senza remore, come metodo per
tenere alta la tensione sessuale: lei con il suo istruttore di volo
da diporto, lui con una montatrice dello studio.
Henry & June
(1999)
Diretto da Philip Kaufman e basato
sui Diari della scrittrice francese Anaïs Nin. racconta la storia
dell’amicizia intima della stessa Nin con lo scrittore Henry Miller
e sua moglie June.
Basic Instinct 2
(2006)
Diretto da Michael Caton-Jones e
sequel del film citato sopra di Paul Verhoeven riprende i
personaggi di Joe Eszterhas e il ritorno della femme fatale
Catherine Tramell (Sharon Stone),
coinvolta in nuovi omicidi a Londra. Stavolta è uno psichiatra, il
dottor Michael Glass (David Morrissey), a indagare sul suo conto
per Scotland Yard, mentre gli omicidi continuano.
La vita di Adèle
(2013)
Diretto da Abdellatif
Kechice e premiato a Cannes,
La vita di Adèle ha per protagonista una ragazzina del
liceo che incontra una bella e affascinante artista. Tra le due
nasce un’intensissima relazione sessuale e sentimentale. Le scene
di sesso sono tra le più esplicite e controverse (e lunghe,
lunghissime) della storia del cinema.
Giovane e bella
(2013)
Scritto e diretto da
François Ozon, il film tratta del tema della
prostituzione minorile e racconta di Isabelle, studentessa
diciassettenne, durante le vacanze estive perde la verginità in un
rapporto del tutto insoddisfacente da parte sua. Tornata in città,
dove vive con il fratello minore, la madre e il patrigno, decide di
prostituirsi aprendo un sito internet sotto lo pseudonimo di Léa,
il nome della nonna materna.
Love (2015)
Una produzione belga e francese, è
uno dei
film più espliciti di sempre, diretto dal celebre
Gaspar Noé. Parla di Murphy, un americano che vive
a parigi e che frequenta una ragazza di noem Electra. Ignari delle
conseguenze che avrà sulla loro relazione, i due invitano una bella
vicina ad unirsi a loro in camera da letto.
50 sfumature di
nero (2016)
Cinquanta sfumature di nero è il secondo capitolo
tratto dalla serie letteraria. Il film vede un addolorato Christian
Grey cercare di persuadere una cauta Ana Steele a tornare nella sua
vita. Lei però esige un nuovo accordo in cambio di un’altra
possibilità. I due iniziano così a ricostruire un rapporto basato
sulla fiducia e a trovare un equilibrio, ma alcune figure
misteriose provenienti dal passato di Christian accerchiano la
coppia, decise ad annientare le loro speranze di un futuro
insieme.
50 sfumature di
rosso (2017)
Terzo capitolo della trilogia
basata sui romanzi di E. L. James, questo vede Jamie Dornan e
Dakota Johnson tornare
a vestire i panni di Christian Grey e Anastasia Steele, riprendendo
il filo rosso degli eventi narrati nei precedenti due film di
grande successo del 2015 e del 2016.
Il cinema italiano di genere non è
celebre solo per i tanti spaghetti western di Sergio
Leone o Sergio Corbucci o per i film
horror di autori come Mario Bava, Lucio
Fulci e Dario Argento. Un altro genere
estremamente affermatosi in modo massiccio tra gli anni Settanta e
Ottanta è quello dei film erotici, declinato sia
in forma drammatica che comica. Sono tanti gli autori che si sono
cimentati con questa tipologia di film, da autori come
Bernardo Bertolucci a Salvatore
Samperi. Tra tutti, quella di Tinto Brass
rimane però la filmografia erotica più celebre del cinema
italiano.
Ultimo tango a
Parigi (1972)
Il capolavoro di Bernardo
Bertolucci con uno straordinario Marlon Brando.
Nel film dopo il suicidio della moglie Rosa, il quarantacinquenne
Paul, un americano trapiantato a Parigi, sembra avere smarrito ogni
ragione di vita. Vagando senza meta per la città, incontra la
ventenne Jeanne. Tra i due scoppia una passione travolgente.
Nonostante le apparenze… e
purché la nazione non lo sappia… All’onorevole piacciono le
donne (1977)
Diretto dal maestro dell’horror
Lucio Fulci, la pellicola racconta dell’onorevole
Giacinto Puppis, in corsa per il Quirinale. Sino a quel momento è
sempre stato un uomo morigerato, casto e inibito, ma presto scopre
le gioie del sesso e ne fa di cotte e di crude, anche in un
convento femminile.
Avere vent’anni
(1978)
Con protagonista una delle più
celebri attrici sexy italiane, Gloria Guida,
nel film due provinciali ventenni, Tina e Lia, giungono in città in
autostop. Non sanno nemmeno loro che cosa vogliono e allora si
aggregano a una comune.
Bambola
(1996)
Diretto da Bigas Luna, dopo la
morte per cirrosi della madre, una donna seducente, Bambola,
gestisce una pizzeria insieme al fratello omosessuale Flavio. La
reazione ad un tentativo di violenza porta la giovane ad uccidere
un uomo.
Capriccio
(1987)
Diretto da Tinto
Brass, il film racconta del rapporto tra i due sposini,
Fred e Jennifer, È in piena crisi. Decidono di tornare a Capri dove
si sono conosciuti e dove sono stati felici. Quando a Fred giunge
la notizia di dover andare in Toscana per lavoro, lascia la moglie
e il loro figlio Duccio nell’isola. Marito e moglie decidono allora
di rivivere vecchie relazioni – lui con la provocante Rosalba, lei
con il focoso Ciro – che ridaranno vigore al loro rapporto.
Paprika
(1991)
Uno dei più celebri film
erotici italiani di Tinto Brass. Una
giovane donna lavora in un bordello, sperando di aiutare il proprio
fidanzato a raccogliere i soldi che gli servono per lanciare la
propria impresa. Con questo film, il regista ripropone il
ripristino delle case di tolleranza, dibattute parecchio,
all’epoca, dall’opinione pubblica italiana.
Così fan tutte
(1992)
Un anno dopo PaprikaTinto Brass torna dietro la macchina da presa.
Basato in maniera molto libera sull’opera di Mozart, Così fan
tutte parla di una donna di 24 anni felicemente sposata che ha
un inspiegabile desiderio di vivere la propria vita intensamente, e
racconta le proprie avventure erotiche al marito, sperando di
risvegliare la passione e smuovere le cose.
Monella
(1998)
Nel 1998 Tinto Brass realizza il
suo ultimo film di successo, Monella. Tra i maggiori
film erotici italiani, questo titolo ha per
protagonista Lola, una sensuale e disinibita ragazza che sta per
sposare Masetto, un fornaio molto geloso. Lei però e ansiosa di
provare i piaceri del sesso prima del matrimonio, così decide di
usare l’astuzia per ingannare il futuro marito.
Malena
(2000)
Il film di successo del 2000
nominato a due premi Oscar e scritto e diretto da Giuseppe
Tornatore con protagonista
Monica Bellucci vede un’avvenente vedova di guerra,
desiderata da tutti gli uomini del suo paese, che alimenta le
fantasie erotiche del giovane Renato.
Melissa P.
(2005)
Diretto da Luca Guadagnino (2005),
prima di Chiamami col tuo nome, è
questo un film che ha fatto parecchio scalpore: la storia è quella
di un’adolescente che vive con la nonna, le cui prime esperienze
sessuali si accompagnano all’eccesso.
Malizia
(1973)
Uno dei più bei film
erotici italiani di sempre, Malizia è diretto da
Salvatore Samperi e vede l’avvenente Angela,
interpretata da Laura
Antonelli, sposarsi con un uomo da poco rimasto
vedovo. Arrivata in casa di lui, la donna diventerà l’oggetto del
desiderio del figlio Nino, il quale farà di tutto pur di
conquistarla.
Film erotici su Netflix
Piattaforma tra le più popolari,
Netflix offre un’ampia gamma di film
erotici da poter recuperare. La maggior parte di questi
sono titoli molto recenti, che però tanto hanno da offrire agli
spettatori in termini di storie e loro messe in scena. Nel catalogo
si possono ritrovare anche serie erotiche come Oscuro
desiderio e Toy Boy, ma è sui film che ci
concentriamo. Oltre a ritrovare titoli già precedentemente citati
come Love, 50 sfumature di grigio e Giovane e
bella, ecco altri celebri titoli erotici da poter
recuperare.
365 giorni
(2020)
Diretto da Barbara Białowąs e
Tomasz Mandes. Il film è l’adattamento cinematografico del romanzo
omonimo scritto da Blanka Lipińska. Nel film una donna è rapita da
un potente boss mafioso che la imprigina dandole un anno di tempo
per innamorarsi di lui.
Duck Butter
(2018)
Commedia erotica di Miguel Arteta,
nel film dopo essersi incontrate in un locale, due donne decidono
di passare ventiquattro ore consecutive insieme per esplorare l’una
intimità dell’altra. Tuttavia, le cose non vanno come previsto.
Amore & altri
rimedi (2010)
Con protagonisti due bellocci di
Hollywood quali Jake Gyllenhaal e
Anne Hathaway, in
Amore & altri rimedi protagonista è Maggie, seducente
spirito libero refrattario a qualsiasi legame, compreso quello che
considera come una formidabile sfida personale, una relazione
stabile, che trova pane per i suoi denti in Jamie Randall.
High Society
(2018)
E’ la pellicola coreana del 2018
nel quale la vice direttrice di una galleria d’arte e il marito,
professore di economia che sogna la carriera politica, sono pronti
a tutto pur di entrare nell’alta società.
Elisa e Marcela
(2019)
Diretto da Isabel Coixet il film è
ambientato nel 19885 tra Elisa e Marcela nasce un’amicizia che si
trasforma in un amore proibito, da tener nascosto, per gli usi
dell’epoca. Nel 1901, una di loro si finge uomo, e le due convolano
all’altare.
Dry Martina
(2018)
Dry Martina è il film spagnolo che
racconta di Martina è una diva in declino, disillusa dall’amore
dopo un divorzio. Tuttavia, quando incontra una giovane coppia con
cui intraprende un viaggio, le cose sembrano prendere una svolta
positiva.
Milf (2018)
È la commedia francese diretta da
Axelle Laffont, scritta da Jérôme L’hotsky e Stéphane Kramer, e con
Marie-Josée Croze, Virginie Ledoyen e Axelle Laffont. Nel film
durante le loro vacanze, le donne incontrano tre uomini sulla
ventina – Julien, Paul e Markus (un ex amico di famiglia di
Cécile), che lavorano in un club di vela locale. Gli uomini si
interessano subito alle donne, che hanno definito ” MILF “. I 6
trascorrono così insieme la loro avventura estiva.
Unfaithful – L’amore
infedele (2002)
Diretto dal maestro del thriller
erotico Adrian Lyne,
Unfaithful – L’amore infedele ha per protagonisti gli attori
Richard Gere e
Diane Lane, una
coppia sposata che si trova a dover fare i conti con il tradimento
di uno dei due. Nasce da qui una torbida storia di gelosia e
ossessione, arricchita da scene di sesso esplicite. Ad ogg, un cult
imperdibile.
Ride or Die.
Rei aiuta la donna che ama da tempo
a fuggire dal marito violento. I sentimenti che provano l’una per
l’altra si accendono durante la fuga.
Elisa e
Marcela
Nel 1901 in Spagna, Elisa Sánchez
Loriga finge di essere un uomo per poter sposare Marcela Gracia
Ibeas, la donna che ama. Basato su una storia vera.
L’amante di Lady
Chatterley
L’aristocratica e infelicemente
sposata Lady Chatterley intreccia una relazione passionale con il
guardiacaccia della tenuta del marito e se ne innamora
perdutamente.
Happy Ending – Il segreto
della felicità
Dopo un anno felice di relazione,
Luna propone a Mink di coinvolgere una terza persona nella loro
vita sessuale, stravolgendo così il loro rapporto.
Senza limiti
Una giovane molto talentuosa
incontra un amore distruttivo e profondo con il suo istruttore
campione di apnea in questo dramma romantico di straordinario
impatto visivo.
Si terrà sabato 29 giugno, alla
presenza dei membri fondatori,
la serata di presentazione ufficiale di Collettivo
Chiaroscuro – CCS –The Art of Italian Cinematography and
Beyond, associazione di direttori della
fotografia italiana che si uniscono per fare squadra e raccontare
il loro mestiere. “Consapevoli
che il cinema è un’arte collettiva, siamo nati con lo scopo di
aprire nuovi canali di comunicazione con i nostri colleghi di tutte
le altre discipline. Nel percorso che vogliamo intraprendere
avvertiamo la necessità di rafforzare il dialogo e le sinergie sia
sul piano del linguaggio, sia sui piani della creatività visiva e
delle possibilità del racconto.” Si legge così nel manifesto
dell’associazione, e noi di Cinefilos.it abbiamo raggiunto al
telefono Luca Ciuti, direttore della fotografia e
Vicepresidente di Collettivo Chiaroscuro – CCS per
farci raccontare la genesi e il futuro di questa
avventura.
Luca Ciuti, direttore della fotografia e
Vicepresidente di Collettivo Chiaroscuro – CCS
Attivo da vent’anni nel
mondo del cinema, della tv, dello spettacolo dal vivo tra Italia e
Regno Unito, Ciuti ha illustrato la nascita del collettivo, ma
anche quelle che sono le motivazioni, le necessità e le intenzioni
di una categoria imprescindibile per la settima arte.
“Il collettivo nasce dalla
necessità di tanti direttore
della fotografia, che negli anni ci siamo avvicinati e
conosciuti. Alcuni di noi durante il lockdown del 2020 abbiamo
sfruttato la possibilità del riposo forzato per riunire la maggior
parte dei rappresentati di questa categoria in Italia. Eravamo 130
direttori della fotografia nella stessa chiamata zoom! Molti
di quelli sono confluiti nel collettivo, grazie a quella prima
esperienza di scambio, siamo riusciti a unirci e a trovare un
accordo con una serie di agenzie di rappresentazione di categoria
che hanno deciso di rappresentarci. La cosa è inedita in Italia ed
è stata possibile perché alcuni di noi, compreso me, abbiamo
vissuto all’estero e rientrando qui abbiamo trovato difficoltà a
confrontarci con un mercato in cui bisognava fare sempre un gioco a
ribasso. È un problema quando il tuo lavoro è anche la tua
passione, ti senti messo alle strette. Ma questa esperienza ci ha
dato forza e ci ha fatto capire che avevamo bisogno di fare
squadra.”
Un’idea nata nell’inattività del primo lockdown
Dal primo incontro in
lockdown sono stati fatti poi passi da gigante: un nucleo
di circa trenta membri ha cominciato a costruire l’idea di
un’associazione che avesse nel nome la parola “collettivo”.
“Volevamo dare un’idea molto precisa – spiega Luca
Ciuti – Non volevamo appoggiarci esclusivamente sulla
forza dei membri più conosciuti e famosi, ma anche aprirci a tante
altre realtà. Ci sono tantissimi colleghi bravissimi di ogni genere
e età che lavorano nel tessuto industriale italiano, che realizzano
tanti bei prodotti e progetti, dal più commerciale al più
artistico, che meritano visibilità.”
Luca Ciuti – Foto di Arianna Genghini
Uno scambio di esperienze
Un primo scopo del
Collettivo Chiaroscuro – CCS è quindi lo scambio, a
qualsiasi livello, di esperienze tra colleghi. Ma anche la
formazione avrà un ruolo importante nel futuro dell’associazione.
“Vogliamocrescere insieme, fare formazione per
i soci e per chi non appartiene al gruppo. Organizzare masterclass,
poter permettere a tutti i soci di condividere il sapere, ma anche
una necessità di cominciare a parlarsi in maniera continuativa. Per
una questione legata alla natura del lavoro, le strade dei
direttori della fotografia non si incrociano quasi mai, noi
vogliamo creare una comunicazione” ha dichiarato Luca
Ciuti.
L’associazionismo di categoria
all’estero, in Europa, è molto forte, e l’intenzione e di replicare
quel modello anche per l’Italia, dove fino a qualche tempo fa si
immaginava un mondo chiuso su se stesso: “La mentalità si sta
evolvendo e si sta avendo un ricambio generazionale. Abbiamo
cominciato a cambiare rotta. Viviamo in una società in cui ci si
basa spesso sulla gerarchia, sicuramente è una realtà, ma, ad
esempio, il nostro Presidente, Paolo Carnera, un gigante dalla
carriera lunghissima, ha atteggiamento diverso, è una grandissimo
professionista con un talento incredibile che professionalmente ha
sempre saputo rinnovarsi e stare al passo con i tempi.
Paolo ci tiene ad avere un
rapporto con i giovani, mentre i racconti del centro sperimentale
che ho frequentato dicevano una cosa diversa: i grandi maestri
erano distanti dai giovani perché avevano paura di essere
scavalcati, ma è un falso mito! Se condivido il mio sapere con gli
altri posso solo fare del bene, non esiste che gli altri mi rubino
il lavoro per questo. Il lavoro di direttore della fotografia per
natura possiede una componente discrezionale e artistica che non si
può “rubare”, il resto è tecnica, e si impara. Se non hai una verve
artistica personale diventi un bravo artigiano, ma difficilmente
sei un artista con una personalità.”
Luca Ciuti – Foto di Stefano Sacchi
Creare una narrazione legata ai direttori della fotografia
Un altro scopo del Collettivo Chiaroscuro – CCS è creare una narrazione
introno a questa professione: “All’interno del
collettivo ci siamo divisi i compiti e io ho l’onere di gestire il
gruppo della comunicazione anche attraverso la gestione del sito.
Sentivo la necessità di creare un portale che diventasse un
riferimento della direzione della fotografia in Italia, ho sempre
sentito la mancanza di una letteratura e di una narrativa che
raccontasse il nostro mestiere. Se sei anglosassone, francese, hai
la possibilità di accedere al sapere attraverso pubblicazioni e
siti che da noi non esistono. Ci sono alcuni articoli qua e là e
sono sempre legati a brand o compagnie di prodotti. Noi stiamo
cercando di fare questo adesso, creare una narrazione”
chiarisce Luca Ciuti, per poi addentrarsi nel
dettaglio.
“Ad esempio: Paolo (Carnera) fa
dei film bellissimi ma è difficile trovare articoli in cui gli
viene chiesto come lavora. Magari ci sono dei brand che offrono al
direttore della fotografia delle attrezzature e quindi vogliono
parlare di quei prodotto, lenti, luci o camere. Ma in questo tipo
di articoli manca la componente artistica del lavoro. Secondo noi,
è giusto che si sappia come ci si approccia a questo mestiere, è
giusto che gli studenti sappiano com’è l’interno dell’industria del
Paese in cui vivono. Abbiamo deciso di investire tanto nella
comunicazione e nella narrazione del nostro lavoro.”
In Italia manca una letteratura relativa alla direzione della
fotografia
La missione principale è dunque
creare una letteratura intorno al lavoro di direttore della
fotografia: “‘Vogliamo darci e aprirci agli altri. Non vogliamo
nasconderci, stare all’interno di un luogo chiuso, vogliamo poterci
interfacciare con gli altri, con i collaboratori degli altri
reparti, vogliamo fare rete. C’è una grande voglia di condivisione:
quando abbiamo fondato l’associazione eravamo 27, dopo un mese
eravamo già saliti a 60, ora siamo 74 direttori della fotografia,
tutti attivi, e abbiamo altri nomi che vogliono associarsi. A
dicembre scorso ci siamo incontrati per un aperitivo, eravamo circa
50 persone e io non ho mai visto così tanti DOP tutti insieme:
avevo davanti a me la storia del cinema italiano e accanto a loro,
giovanissimi che sono alle prime armi, e tutti si trattavano da
pari. Tutti erano accessibili e desiderosi di condividere, ognuno
di noi ha portato le proprie esperienze.”
L’ultima edizione dei David di Donatello, in cui i direttori della
fotografia, ma anche costumisti, scenografi e tutti gli altri
mestieri del cinema sono stati premiati lontani dalla platea e dal
calore dei loro colleghi, ci ha dato forse il polso della
situazione: è possibile che proprio la mancanza di racconto e
letteratura rispetto alla direzione della fotografia e alle altre
eccellenze che contribuiscono in maniera fondamentale e creare un
film (o una qualsiasi altra opera audiovisiva), abbia contribuito a
pensare che fosse una buona idea premiare i mestieri del
cinema lontani dal palcoscenico principale, insieme a
registi e attori?
Luca Ciuti – Foto di Arianna Genghini
Luca Ciuti: “L’assenza di narrazione produce un
vuoto”
“È esattamente questo il punto
– secondo Luca Ciuti– ho sempre
sostenuto che in Italia ci sia stata una sorta di distrazione nei
confronti delle professioni dovuta alla carenza di letteratura. Io
sono un allievo di Giuseppe Rotunno, un mito, un maestro
assoluto, mi ha insegnato tutto quello che so, è giustissimo
parlare di lui, così come, ad esempio, di Vittorio
Storaro. Sono i massimi esponenti della fotografia
italiana, dei geni, ma negli anni sono cresciute tante altre
generazioni di DOP, sono stati fatti tantissimi altri bei film,
magari non tutti sono arrivati all’Oscar, ma il valore c’è sempre
stato in maniera continuativa – prosegue Ciuti – Agli
occhi del pubblico è come se avessimo perso importanza, perché
nessuno ci racconta. L’assenza di narrazione produce un vuoto, e il
vuoto produce indifferenza. Noi vogliamo colmare questo vuoto con
una narrazione su di noi nella contemporaneità.”
C’è tanto da raccontare…
C’è tanto da raccontare, perché ogni
tipo di situazione che i DOP illuminano (spot, film, concerto,
serie tv, spettacolo dal vivo) è una storia diversa. Lo scopo del
collettivo è evidentemente legato pure a questo aspetto di
narrazione. Così, il sito del Collettivo Chiaroscuro – CCS servirà anche a questo,
sarà una rappresentazione personalizzata dei membri, in cui ognuno
avrà uno spazio, una scheda personale, con lavori svolti e contatti
disponibili, per essere visibile, riconosciuto e
raccontato.
“The Art of Italian Cinematography and
Beyondnon è solo uno slogan, ma un impegno
a superare i confini tradizionali della nostra arte, esplorare
nuove frontiere e abbracciare il futuro del
cinema.”
Come riportato da Variety, Austin
Butlerha rivelato in una video-intervista a
BuzzFeed di aver sostenuto senza successo il provino per
interpretare Peeta nel franchise di “Hunger
Games“. Il ruolo è andato infine a Josh Hutcherson, che ha recitato in quattro
film del franchise tra il 2012 e il 2015 accanto a Jennifer Lawrence nel ruolo di Katniss e
Liam Hemsworth in quello di Gale. Il
franchise, come noto, ha poi trasformato i tre attori in star
mondiali.
“Ho fatto l’audizione per
‘Hunger Games’ e non mi hanno preso per niente“, ha detto
Butler. “Non credo nemmeno di essere stato richiamato, qual è
il personaggio, Peeta? È toccato a Josh Hutcherson, che è
bravissimo“. All’epoca della produzione del primo film di
“Hunger Games“, Butler
era noto soprattutto per le sue partecipazioni a vari progetti di
Disney Channel e Nickelodeon, come “Zoey 101“,
“iCarly” e “Sharpay’s Fabulous Adventure“.
Josh Hutcherson nel ruolo di Peeta in Hunger Games
Austin Butler da The Carrie Diaries a The
Bikeriders
Non avrà partecipato a “Hunger
Games“, ma è stato scritturato nello stesso periodo nella
serie prequel di “Sex and the City” della The CW, “The
Carrie Diaries” e grazie poi a film come Elvis, Dune – Parte
Due e The
Bikeriders la sua carriera è ora in un vero e proprio
periodo d’oro, che dunque Austin
Butlerè comunque riuscito a raggiungere, anche
senza Hunger Games. Sono poi molti altri i progetti che
avranno nei prossimi anni Butler come protagonista, a partire
dall’annunciato
nuovo film di Darren Aronofsky.
Hunger Games, nel 2026 il prossimo
film della saga
Un nuovo film prequel di Hunger Games uscirà nelle sale nel 2026. Già
dopo che lo scorso novembre il prequel di La ballata dell’usignolo e del serpente ha
conquistato 337 milioni di dollari al botteghino, la Lionsgate ha
annunciato che gli spettatori potrebbero non aver visto Panem, la
distopia in cui è ambientata la storia, per l’ultima volta.
Il nuovo film inizierà la mattina
della mietitura dei 50esimi Hunger Games, noti anche come Second
Quarter Quell, in cui gareggiò Haymitch Abernathy,
interpretato da Woody Harrelson nella serie originale.
Haymitch Abernathy, come noto, sarà poi il mentore di Katniss e
Peeta nei 74esimi Hunger Games.
Per troppo a lungo la principessa è
stata raffigurata come una donna bisognosa di essere salvata da un
cavaliere o un principe azzurro. Fortunatamente, negli ultimi
decenni, sono stati realizzati una serie di film che hanno
decostruito questo stereotipo fornendo principesse del tutto capaci
di badare a sé stesse. Da Mulan a
Brave – Ribelle, da
Oceania a Biancaneve
e il cacciatore, fino al recente Damsel,
sono solo alcuni di titoli che propongono ciò, a cui si può
aggiungere il film del 2022 dal titolo The
Princess (qui
la recensione).
Diretto da Le-VanKiet (regista anche di
Furie e Sharks: Incubo dagli abissi), questo film
si propone infatti di resistiture allo spettatore una principessa
estremamente abile tanto nel gestire gli intrighi a corte quanto i
combattimenti. La somiglianza con il citato Damsel –
disponibile su Netflix – che vede protagonista la nota attrice
Millie Bobby Brown è quasi sospetta, ma per
quanto i due film siano simili, The
Princess offre una più approfondita riflessione sul
ruolo della donna, sugli archetipi e gli stereotipi che ne possono
derivare.
Un film d’avventura che si prefige
dunque di raccontare qualcosa che va al di là di ciò che si vede e
che per ogni appassionato del genere è senza dubbio un titolo da
non perdere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle
principali curiosità relative a The
Princess. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e al
signifcato del finale. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di The Princess
Protagonista del film è una bella e
determinata principessa nelle cui mani risiede il destino del
regno. Quando la giovane reale viene promessa in sposa al crudele e
sociopatico Julius, lei si rifiuta
categoricamente. La principessa viene così rapita e rinchiusa in
una remota torre, da cui dovrà evadere a tutti i costi se vuole
impedire al suo pretendente di usurpare il trono di suo padre, il
Re, e salvare il regno da un destino nefasto. Per lei sarà dunque
l’occasione per mettersi alla prova e dimostrare tutto il suo
valore.
Ad interpretare la principessa
protagonista vi è l’attrice Joey King, nota per
aver recitato nella trilogia The Kissing Booth e per le
serie The Act e We Were the Lucky Ones.
Per The
Princess l’attrice ha fatto circa “l’85-90% di
quello che le si vede fare nel film“, quindi si è allenata a
brandire una spada e nel combattimento. Nel ruolo di Julius vi è
invece l’attore Dominic Cooper, mentre Olga Kurylenko è Moira, la sua spietata
amante. Veronica Ngo, invece, è Linh,
addestratrice della principessa.
Nel ruolo del re si ritrova
Ed Stoppard, mentre Alex Reid è
la regina. Completano il cast Katelyn Rose Downey
nel ruolo di Violet, la sorella della principessa,
Kristofer Kamiyasu in quelli di Khai, lo zio di
Linh, e Fergus O’Donnell quelli di Kurr, uno dei
soldati di Julius. Antoni Davidov e Todor
Kirilov sono rispettivamente il Merc Leader e l’Heavy
Merc. Ad interpretare la principessa da giovane, invece, vi è
Allegra du Toit.
Cosa accade nel finale e perché il
nome della principessa non viene rivelato?
Nel terzo atto di The
Princess, la Principessa riesce a tornare di nascosto
al castello, dove si riunisce con Linh e Violet. Le tre si dotano
di armi in un magazzino segreto e la Principessa e Linh combattono
i mercenari, mentre Violet libera Khai. La Principessa si scontra
poi anche Moira, uccidendola. A quel punto affronta Julius in un
combattimento singolo e con l’astuzia riesce a decapitarlo, ponendo
fine alla sua minaccia. Finalmente convinto della forza della
figlia, il re la nomina erede al trono e decreta che le donne del
regno possano scegliere la propria strada nella vita.
The
Princess è ovviamente da intendere come una storia
ampiamente simbolica. Vengono forniti pochissimi dettagli sul regno
o sul mondo circostante e i personaggi sono tutti molto semplici.
C’è un motivo per cui la principessa non viene nominata: è intesa
più come un archetipo che come una persona reale, e tutti gli altri
personaggi della storia la vedono solo come il suo ruolo e non come
un individuo a sé stante. La storia è quindi intesa come una
sovversione del comune tropo della “principessa in un
castello”, in cui l’archetipo della principessa esiste solo
per essere salvato da qualcun altro.
Alla fine de The
Princess la protagonista viene nominata successore del
re, il che solleva la questione del perché il re non avrebbe potuto
farlo fin dall’inizio. Il film suggerisce che la principessa doveva
dimostrare la sua forza e il suo coraggio sia ai suoi genitori che
al pubblico in generale – rappresentato dagli spettatori della
battaglia finale – prima di essere accettata. Il finale del film
consolida così la storia come una narrazione del superamento
violento della tradizione patriarcale, rivelando che la principessa
è molto più di una semplice principessa.
Il trailer di The
Princess e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire
di The
Princess grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 27
giugno alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
La Francia è terra di sapori
(Chocolat),
di fioricoltura (La
signora delle rose) e di fragranze. Su questi ultimi si è
concentrato il film del 2019 dal titolo I profumi di Madame
Walberg, diretto da GrégoryMagne, qui al suo secondo
lungometraggio dopo L’air de rien, commedia del 2012.
Anche questo suo secondo film è una commedia, nel pieno della
tradizione francese, ma presenta anche elementi più “drammatici”
che conferiscono al racconto un’emotività ancor più forte.
L’idea per questo film, come ha
raccontato il regista, è nata quando in mezzo ad una folla un
profumo familiare ha catturato la sua attenzione. Da lì è nata la
curiosità di esplorare la vita di una persona con il senso
dell’olfatto più sviluppato rispetto a quello di una persona
normale e come questa abilità possa influenzare le sue relazioni
sociali, le sue emozioni o il suo carattere. Il regista ha poi
deciso di concentrarsi su chi sulle capacità del proprio olfatto ha
costruito una carriera professionale.
Con la sfida di proporre ciò sullo
schermo, come anche la volontà di resistituire l’idea degli odori,
I profumi di Madame Walberg si configura dunque
come una visione piacevole e appassionante. In questo articolo,
approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a
I profumi di Madame Walberg. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e al suo finale. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Protagonista di questa storia è
Anne Walberg, una donna un pò altezzosa e poco
cordiale, con una grande fama nel campo dei profumi. Anne produce
incredibili fragranze che rivende a diverse aziende di alto
livello. Abituata a comportarsi come una diva, visto il suo talento
e successo, Anna, ama stare da sola e si preoccupa solo di se
stessa, è una donna puntigliosa dalle grandi pretese.
Guillaume Favre, invece, è il suo nuovo autista,
un uomo solare, dal carattere aperto e allegro.
Guillaume ha però appena divorziato
da sua moglie, si sta trasferendo in una nuova casa e sta cercando
di ottenere l’affido di sua figlia. In un momento così complicato,
per Guillaume il lavoro rappresenta l’unico punto fermo. I due,
nonostante siano dotati di caratteri opposti e spesso finiscano con
il litigare, scopriranno a poco a poco un’intensa amicizia che li
trasformerà e li spingerà a riappropriarsi della propria vita.
Proprio come le essenze di Anne, anche la “contaminazione” tra loro
darà vita a qualcosa di incredibile.
Il cast del film
Ad interpretare Anne Walberg vi è
l’attrice Emmanuelle Devos, celebre per i film
Sulle mie labbra (2001) e I re e la regina
(2004), ma recentemente vista in Tromperie –
Inganno (2021), Masquerade –
Ladri d’amore (2023) e A
silence (2024). Per prepararsi a questo ruolo, l’attrice
ha deciso di saperne di più del mestiere di Anne e ha perciò
trascorso molto tempo insieme a Christine Nagel,
uno dei “nasi” più celebri di Francia, creatrice di profumi per
grandi marchi tra cui Lancôme
e Guerlain.
Il personaggio principale del film,
in realtà, si ispira al famoso “naso” che ha ideato
J’adore, iconica fragranza di Dior. Nel ruolo di
Guillame, invece, si ritrova l’attore GrégoryMontel, noto in Francia per il personaggio
dell’agente della Bohème borghese Gabriel Sarda nella serie
Call My Agent!. Accanto a loro si ritrova poi il noto
attore spagnolo Sergi López nel ruolo del dottor
Patrick Ballester, specializzato in problemi olfattivi. Completano
il cast Gustave Kervern nel ruolo di Arsène e
Zéli Rixhon in quello di Léa Favre, figlia di
Guillaume.
Nel corso del film, Anne rivela a
Guillame di soffrire di perdita dell’olfatto, specialmente quando
si trova sottopressione. Quando un giorno, demoralizzata dalla
cosa, Anne prende dei sonniferi di troppo, lui decide di portarla
immediatamente in ospedale, al cospetto del dottor Patrick
Ballester, specializzato in problemi olfattivi. Nel far ciò, però,
Guillame si vede tolti dei punti dalla patente per guida
spericolata e perde dunque il suo lavoro di autista. Ma Anne si è
ormai affezionata a lui e tenta di rintracciarlo.
Quando finalmente lo trova,
impegnato ora con un lavoro da tagliaerba, Anne gli proprone di
diventare il suo agente, mentre lei continuerà a lavorare con un
olfatto che sta piano piano tornando, con l’intento di reintrodursi
nell’industria dei profumi che l’ha respinta. Guillaume accetta con
entusiasmo e con quel suo nuovo lavoro si presenta al tribunale,
dove ottiene l’affidamento congiunto della figlia. Il film si
conclude poi con i due protagonisti che entrano nella sede di Dior
per presentare i loro nuovi profumi.
Il trailer di I profumi di
Madame Walberg e dove vedere il film in streaming e in
TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 27 giugno alle ore 21:20
sul canale Rai 3. Di conseguenza, per un limitato
periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai
Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il
momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma,
completamente gratuita, per trovare il film e far partire la
visione.
È però bene notare che, nonostante
sia indicato come protagonista del film, Willis abbia in realtà un
ruolo molto ridotto. L’attore, infatti, ha negli ultimi anni
ridotto drasticamente i suoi impegni cinematografici, limitandosi a
brevi apparizioni che comportano dunque il minimo impegno
possibile. Questa formula, da molti criticata, si è dimostrata
particolarmente vantaggiosa per lui, che ha così avuto modo di
districarsi tra diversi lungometraggi girati tutti in brevi
periodi.
Ora che l’attore ha annunciato il suo ritiro,
recuperare anche questi suoi ultimi film può essere un dovuto
omaggio alla sua carriera. Prima di intraprendere una visione di
I predoni, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Dave Bautista e Christopher Meloni in I predoni. Foto di Brian
Douglas
La trama di I predoni
La storia si apre su una banda di
criminali armati fino ai denti mette che a segno il colpo perfetto
sottraendo a un noto istituto di credito una cifra pari a circa 3
miliardi di dollari, lasciandosi alle spalle una sconvolgente scia
di morti e sangue. Per investigare sulla brutale rapina, verrà
chiamato l’agente dell’FBIJonathan Montgomery, affiancato dal suo collega
Stockwell e dall’ultimo arrivato
Wells. I sospetti dei tre ricadono immediatamente
sul ricco magnate e proprietario della banca Jeffery
Hubert, che sembra aver agito per conto di alcuni suoi
potenti clienti.
Mentre le indagini conducono sempre
più verso una fitta rete di intrighi e corruzione, un’altra rapina,
sempre in una banca appartenente a Hubert, non farà altro che
confermare le ipotesi di partenza: è in atto una potente
cospirazione segreta, dovuta forse a un vecchio debito da
riscattare, che il ricco magnate vuole nascondere a ogni costo. Gli
agenti dell’FBI, che per risolvere il caso si spingeranno al
confine tra bene e male, scopriranno però che dietro le terribili
rapine potrebbe celarsi qualcosa che non ha niente a che fare con
il denaro.
Il cast del film
Ad interpretare l’agente speciale
Jonathan Montgomery vi è l’attore Christopher
Meloni, noto per aver interpretato il detective Elliot
Stabler nel legal drama della NBC Law & Order: Unità vittime
speciali. Nel ruolo dell’agente Stockwell vi è invece Dave Bautista,
oggi noto principalmente per il ruolo di Drax nel Marvel Cinematic Universe ma anche
per film come Bussano alla porta e
Glass Onion. L’agente
Wells, invece, è interpretato da AdrianGrenier, noto soprattutto per la sua
interpretazione di Vincent Chase nella serie televisiva
Entourage.
Vi sono poi Texas
Battle nel ruolo del Ranger TJ Jackson e
Johnathon Schaech in quello del Detective
Brian Mims. Bruce Willis
ricopre il ruolo di Jeffrey Hubert, il proprietario della banca che
subisce un furto, sul quale però ricadono diversi sospetti. Willis
accettò di partecipare a I predoni a patto di
girare tutte le proprie scene nel minor numero possibile di giorni.
Completano poi il cast gli attori Lydia
Hull nei panni dell’agente speciale Lydia Chase,
Tyler Jon Olson in quelli del Detective Zach
Derohan e Danny A. Abeckaser in quelli del
Detective Antonio Leon.
Una scena di I predoni. Foto di Brian Douglas
La spiegazione del finale di I predoni
Nel finale del film si scopre che
Hubert aveva cospirato con il senatore Cook per impedire a suo
fratello Alexander di rilevare l’azienda. I due hanno informato
l’unità Ranger con informazioni false su una minaccia terroristica
in Costa Rica. I Ranger inviati vennero quindi giudicati come
agenti disonesti e caddero in un’imboscata di una squadra di Forze
Speciali che non sapeva della loro innocenza. TJ fu l’unico
sopravvissuto e fu salvato da Wells, allora cecchino delle Forze
Speciali.
Con i suoi beni congelati, Hubert
effettua dunque frettolosamente grossi prelievi di denaro non
autorizzati per fuggire dal Paese. TJ viene invece rintracciato
dall’FBI in un locale per concerti e preso in custodia. L’agente
speciale Wells dell’FBI si rivela a questo punto essere il capo
della banda di ladri e tre membri delle forze speciali che hanno
attaccato la squadra di TJ sono suoi complici. Wells ha infatti
pianificato le rapine come vendetta per il massacro dei Ranger a
cui ha preso parte.
Ricordando un dettaglio chiave nella
posizione di una mappa, il detective Mims prevede che Wells sia il
ladro e arriva mentre egli si prepara a lasciare il nascondiglio
con il denaro. Tormentato dalla coscienza sporca e dalla prognosi
terminale di cancro della moglie, Mims supplica Wells di
permettergli di restituire il denaro rubato e di fare ammenda.
Wells cerca di ragionare con Mims, ma lo uccide quando Mims alza la
pistola. Qualche tempo dopo, Montgomery rintraccia Hubert a
Tijuana, in Messico.
Trova Wells che si sta preparando a
uccidere Hubert in un ristorante e gli dice che il denaro rubato
non avrebbe riportato indietro nessuno, ma che ci sono molte
persone che invece soffrono per le sue azioni. Montgomery si siede
allora al tavolo di Hubert, sorseggia del vino con lui solo per poi
pugnalarlo con una lama nascosta. Wells, dopo aver sparato alla
guardia del corpo di Hubert, scambia uno sguardo con Montgomery e
se ne va. Il film, dunque, si conclude portando alla luce temi come
la corruzione nelle sfere del potere e il labile confine tra bene e
male.
Il trailer di I predoni e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di I
predoni grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 27 giugno alle ore 21:20
sul canale Rai 4.
Empire Magazine ha condiviso nuove immagini e cover
dedicate a Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del
Potere. Nelle immagini, oltre ai protagonisti
Galadriel e Sauron, possiamo dare anche un primo sguardo agli
Spettri dei Tumuli che faranno il loro debutto nella seconda
stagione della serie Prime Video.
Il Signore degli
Anelli: Gli anelli del potere tornerà il 29 agosto.
Fino ad allora, i fan possono solo speculare sulle prossime
avventure. Se non avete ancora visto la prima stagione, è
disponibile in streaming su Prime
Video. Preparatevi a un’altra epica saga nella Terra
di Mezzo.
La prima stagione de
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del
Potere ha ottenuto un successo senza
precedenti, è stata vista da più di 100 milioni di persone in tutto
il mondo, con più di 24 miliardi di minuti di streaming.
L’attesissima serie ha conquistato più di 25 milioni di spettatori
nel mondo nel suo primo giorno di uscita, divenendo il più grande
debutto nella storia di Prime
Video, e ha anche debuttato al n. 1 nelle classifiche
di streaming generali di Nielsen nel suo weekend di uscita.
Lo show ha inoltre battuto tutti i
precedenti record di spettatori di Prime Video, e ha
portato nuove iscrizioni a Prime più di qualsiasi altro contenuto
precedentemente lanciato. Inoltre, Gli Anelli del Potere è
la prima serie Original in ogni area del mondo – Nord America,
Europa, area Asia-Pacifico, America Latina e nel resto del mondo.
Il finale di stagione è stato un evento culturale globale con
numerosi hashtag dedicati alla serie tra cui #TheRingsofPower e
altri in trend su Twitter in 27 Paesi per un totale di oltre 426
ore nel weekend.
La seconda stagione di
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è
prodotta dagli showrunner ed executive producers J.D. Payne &
Patrick McKay. A loro si uniscono gli executive producer Lindsey
Weber, Callum Greene, Justin Doble, Jason Cahill e Gennifer
Hutchison, insieme alla co-executive producer Charlotte Brandstrom,
i produttori Kate Hazell e Helen Shang e i co-produttori Andrew
Lee, Matthew Penry-Davey e Clare Buxton.
La nuova stagione debutterà a
livello globale giovedì 29 agosto 2024 su Prime Video, in più
lingue e in oltre 240 Paesi e territori. Per rimanere aggiornati su
tutte le novità relative alla serie Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del
Potere, visitate la pagina dedicata sul sito di
Amazon MGM Studios.
Sony e Legendary
hanno annunciato che il loro film live-action Street
Fighter, basato sui classici videogiochi di Capcom, uscirà
nelle sale il 20 marzo 2026.
La notizia della data di uscita
arriva poco dopo la notizia che Danny e Michael
Philippou, i gemelli registi australiani meglio conosciuti
per il loro film horror A24Talk to
Me,
hanno lasciato la direzione del progetto. I dettagli sulla
trama dell’adattamento cinematografico sono ancora nascosti, ma
dato quello che è stato annunciato oggi, ci si può aspettare che
presto sentiremo parlare di un nuovo regista per questo importante
progetto basato sulla IP. Sony distribuirà il film, co-sviluppato e
prodotto con Capcom.
Dal lancio del franchise
nel 1987, sono state vendute più di 49 milioni di unità in tutto il
mondo, rendendo Street Fighter uno dei franchise
più conosciuti e con i maggiori incassi di tutti i tempi. Il
capitolo più recente, Street Fighter 6, è stato
rilasciato su PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X | S e PC
tramite Steam lo scorso giugno.
Anche se per il momento il fine
settimana del 20 marzo 2026 non ha ancora rivali diretti, altri
titoli che usciranno in quel periodo includono The Cat in the
Hat della Warner Bros. il 6 marzo, la nuova interpretazione di
Mike Flanagan de L’Esorcista il
13 marzo e il sequel di Universal di The Super Mario Bros.
Movie il 3 aprile.
Street Fighter è già arrivato sul
grande schermo?
Street Fighter ha
debuttato sul grande schermo nel 1994, durante un’ondata di
adattamenti di videogiochi che comprendeva anche Super
Mario Bros. e Mortal
Kombat. Il film era interpretato da Jean-Claude Van Damme nei panni del colonnello
Guile, leader di una forza di pace che si oppone al dominio del
tirannico dittatore M. Bison (Raul Julia, nel suo ultimo ruolo
prima della morte per cancro allo stomaco).
Il film si avvaleva di un cast
eclettico, tra cui Ming-Na Wen, Kylie Minogue e Wes
Studi; nonostante il solido pedigree da film d’azione
dello sceneggiatore e regista Steven E. de Souza, autore di 48 ore,
Commando e Die Hard, il film fu un flop per la
critica, anche se guadagnò 99 milioni di dollari con un budget di
35 milioni. Capcom ci ha riprovato con Street Fighter: The
Legend of Chun-Li del 2009, con
Kristin Kreuk di Smallville nel ruolo di protagonista
e Neal McDonough, Chris Klein e Michael Clarke
Duncan. Questa volta, non solo la critica non è stata
altrettanto gentile, ma anche il pubblico non è stato interessato;
il film ha incassato 12,8 milioni di dollari a fronte di un budget
di 50 milioni, ponendo fine alle ambizioni cinematografiche di
Capcom fino ad oggi.
Il primo gioco Street
Fighter è uscito nel 1987, ma il suo seguito del 1991,
Street Fighter II, è considerato un enorme miglioramento
rispetto al suo predecessore e rimane uno dei videogiochi più
venduti di tutti i tempi. L’ultimo capitolo della serie,
Street Fighter 6, è uscito l’anno scorso. Il nuovo
film di Capcom e Legendary su Street Fighter sta
cercando un regista; non è ancora stata annunciata una data di
uscita.