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A Family Affair: recensione del film su Netflix con Nicole Kidman e Zac Efron

Zac Efron, nel corso della sua ricca carriera, ha dimostrato di essere un attore in gamba, versatile. Le commedie sono sempre state il suo punto di forza, anche se Ted Bundy – L’ultimo criminale, ma ancor più il recente The Warrior: The Iron Claw, hanno rivelato le sue grandi capacità drammatiche. Ma è il genere – per definizione – disimpegnato la sua carta vincente. Ne è un esempio A Family Affair, nuova comedy targata Netflix diretta da Richard LaGravenese.

Sebbene non raggiunga i livelli di Ho cercato il tuo nome o Segui il tuo cuore, e neanche i più esilaranti Quel momento imbarazzante e Cattivi vicini, questa comeddia, arrivata per riempire l’estate della piattaforma dalla N rossa, si inserisce bene in un catalogo che punta più sul puro intrattenimento che sull’originalità. Una linea narrativa e produttiva che oramai il colosso streaming ha sposato, e che abbraccia un vasto bacino di spettatori che vogliono semplicemente spendere all’incirca un paio d’ore all’insegna del relax. Scritto da Carrie Solomon, A Family Affair vanta un cast d’avvero d’eccezione: oltre il già citato Zac Efron, c’è la diva Nicole Kidman e la talentuosa Joey King.

A Family Affair, la trama

Chris e Zoe sono una coppia di lavoro molto particolare. Lui, attore famoso paranoico e puntiglioso, lei sua assistente personale, determinata ma aggressiva. La ragazza ha deciso di essere la sua “galoppina” – come definisce se stessa – perché Chris le ha promesso che in futuro potrà prendere le redini della sua casa di produzione, posto a cui lei ambisce da sempre. Tuttavia, i suoi modi di fare sono alquanto snervanti e a Zoe il suo carattere non fa impazzire. Resiste solo per necessità. Le cose si complicano quando, tornata un giorno a casa, scopre sua madre Brooke a letto proprio con il suo capo. Una sorpresa alquanto inaspettata, che metterà la figlia contro il suo unico genitore. È una relazione che non può tollerare: Zoe sa come è Chris con le donne, e non vuole che lui la faccia soffrire.

A Family Affair film netflix

Questioni di famiglia

Proprio per quanto scritto all’inizio di questa recensione, A Family Affair è un prodotto che, come il resto dei suoi “fratelli”, va guardato senza troppe pretese. Se si cerca qualcosa di diverso, che si allontani dalle classiche commedie romantiche dal tocco ironico, il film non sarà pronto a soddisfare queste esigenze. Fruendolo, sembra essere la versione più convincente dell’adattamento del romanzo The Idea of You, uscito a maggio su Prime Video. L’incidente scatenante è preossochè simile, ma se quest’ultimo portava con sé una eccessiva leziosità, la pellicola di LaGravenese per fortuna riesce a essere più equilibrata e perciò anche più reale e godibile.

Scoprire che la propria madre ha una relazione con una persona più giovane, e in tal caso con il proprio capo e divo del cinema apparentemente inaffidabile, non dovrebbe essere facile per nessuno. Ecco perché il personaggio di Joey King è quello che funziona meglio nel restituire la frustrazione e la preoccupazione di una figlia che per il genitore vuole solo il meglio. Per quanto si setti su un tono esclusivamente sentimentale, è in grado di affrontare specifiche dinamiche familiari (e amorose) con più sincerità e attendibilità. Ciò non significa che non sia a tratti mieloso, o che non presenti delle imperfezioni. Come per esempio alcuni passaggi narrativi, nei quali i dialoghi non sono pienamente convincenti, e sarebbe stato preferibile fare affidamento solo sulle immagini. Inoltre, non tutto il cast principale sembra essere a suo agio nel proprio ruolo.

Un cast divertito, ma non sempre all’altezza

È Joey King con la sua Zoe a prendersi la maggior parte della scena. Il suo personaggio è il più interessante, e anche quello meglio recitato. La giovane attrice lavora bene sulle espressioni del viso e sulla forza delle emozioni (irruente) del suo personaggio, rendendola la più autentica. Zac Efron, invece, è abile nel prendersi in giro e nel rappresentare le contraddizioni comiche del suo personaggio, Chris, imparanoiato, insicuro e fragile.

La delusione è per Nicole Kidman, la quale non è sciolta nei panni della sua Brooke, forse per la poca chimica con il suo partner Efron. Si nota che fa una certa fatica a essere fluida, a lasciarsi andare. Non si abbandona totalmente al personaggio, e questo la rende meno credibile rispetto ai suoi colleghi. Nonostante qualche difficoltà da parte di Kidman e alcune lacune di sceneggiatura, A Family Affair adempie comunque al suo compito e si fa guardare, anche se destinato a essere presto dimenticato come molte altre commedie simili. Ma va bene così.

La vita di Adele: dal cast alle scene d’amore, tutte le curiosità sul film

Dal momento della sua presentazione al Festival di Cannes ad oggi, il film francese La vita di Adele (qui la recensione) non ha mai veramente smesso di far parlare di sé. Considerato uno dei più struggenti film d’amore e di formazione dell’ultimo decennio, il lungometraggio diretto da Abdellatif Kechiche è divenuto estremamente popolare per molteplici motivi, dalle grandi interpretazioni delle due protagoniste alle loro bollenti scene di sesso, e fino al suo ritratto incantato della gioventù.

Il film è un libero adattamento della graphic novel Il blu è un colore caldo, realizzato dalla fumettista Julie Maroh nel 2010. La pellicola finisce in realtà per rielaborare la storia dell’amore tra due giovani, aggiungendovi una serie di dettagli ed elementi inediti. Le principali differenze si possono ritrovare nella caratterizzazione della protagonista, ma rispetto al testo letterario, il film prevede in particolare la lunga serie di esplicite scene di sesso a cui si accennava, che esaltano la morbosità della relazione amorosa.

Tali scene sono state ovviamente motivo di grande scandalo, e la stessa Maroh dichiarò di non averle particolarmente apprezzate. Spaccando in due l’opinione della critica e del pubblico, il film arrivò a vincere il prestigioso premio del Festival di Cannes, la Palma d’Oro. Fu un’assegnazione unica nel suo genere, poiché la giuria decise di assegnare il premio tanto al regista quanto alle due straordinarie interpreti che diedero vita agli indimenticabili personaggi protagoniste: Adèle Exarchopoulos Léa Seydoux.

La vita di Adele trama

La trama di La vita di Adele

Protagonista del film è Adele, giovane liceale francese alle prese con la vita di tutti i giorni. Tra scuola e casa, la ragazza sembra continuamente cercare il proprio posto nel mondo. Seguire le regole della società non sembra però fare al caso suo, e anche il tentativo di una storia d’amore con un suo compagno di scuola naufragherà inesorabilmente. Le sue già fragili certezze si spezzano definitivamente nel momento in cui per strada incrocia Emma, una ragazza dai capelli blu e dallo stile androgino, che subito suscita un suo forte interesse.

Lentamente le due si avvicinano molto l’una all’altra, finendo per innamorarsi perdutamente. Per Adele quello è però un mondo sconosciuto, dal quale si sente attratta e spaventata allo stesso modo. La ragazza infatti teme il giudizio dei genitori, dei compagni di scuola, e inizia a sentirsi giudicata come mai prima d’ora. L’amore per Emma però è troppo forte, e diventa via via sempre più morboso e passionale. Con il passare degli anni, però, le due si ritrovano a dover fare i conti con percorsi di vita che non sempre coincidono.

La vita di Adele Adèle Exarchopoulos Léa Seydoux

 

Il cast del film

Nei ruoli di Adele ed Emma si ritrovano le attrici Adèle ExarchopoulosLéa Seydoux. La prima delle due era poco più che esordiente all’epoca del film, avendo recitato soltanto in qualche film poco noto. Convocata per un provino per il ruolo principale, l’attrice raccontò in seguito di aver dovuto sostenere una dura selezione prima di ottenere la parte. Nel corso di due mesi incontrò più volte il regista, dimostrando le sue capacità di improvvisazione. Dopo lunghe conversazioni con Kechiche, questi si convinse infine che l’interprete di origini greche era la persona giusta per il ruolo.

A togliergli ogni dubbio a riguardo fu però il momento in cui la vide mangiare ad un ristorante dove si trovavano. Il modo in cui lei mangiava era proprio come il regista aveva immaginato il personaggio. La Seydoux, invece, aveva ottenuto la parte di Emma già ben dieci mesi prima dell’inizio delle riprese. Anche lei aveva avuto modo di incontrare in più occasioni il regista. Ciò che più di ogni altra cosa convinse Kechiche fu il modo in cui Seydoux parlava della società e delle sue problematiche.

Per potersi calare ulteriormente nei panni di Emma, l’attrice decise di prendere lezioni di pittura e scultura, attività praticate dal personaggio, come anche dedicarsi a numerose letture sulla filosofia. In aggiunta a ciò, lavorò anche da un punto di vista fisico per costruire la mascolinità di Emma. Seguì dunque un allenamento per acquisire massa muscolare, e guardò film di Marlon Brando e James Dean per studiare i loro atteggiamenti e la loro postura.

La vita di Adele scene amore

Le scene d’amore e sesso di La vita di Adele

Come anticipato, del film sono note e apprezzate diverse scene di grande impatto visivo e poetico. Nessuna è però più celebre delle lunghe sequenze in cui le due protagoniste si cimentano in conturbanti scene di sesso. Proprio queste sono state al centro di numerosi dibattiti e polemiche, alle quali hanno preso parte anche le due stesse protagoniste. Entrambe hanno infatti in più occasioni lamentato di essersi spesso sentite costrette a girare tali scene, e che le condizioni sul set non erano particolarmente favorevoli.

Kechiche, infatti, era solito girare con 3 o 4 camere da presa, e ciò poneva le due attrici in uno stato di grande pressione. Le riprese di tali scene, inoltre, sembrano essersi protratte per diverse ore al giorno per più giorni, rendendo particolarmente snervante il set. A tali accuse il regista non ha mancato di rispondere, negando le voci secondo cui sarebbe stato eccessivamente severo. Egli, in sua difesa, affermò di aver semplicemente ricercato il realismo, sempre però con il consenso delle due interpreti. Queste hanno comunque affermato che molto di quanto si è detto riguardo alle scene di sesso è stato ingigantito dalla stampa.

Le due, infatti, non hanno dovuto praticare veri e propri atti sessuali, né erano realmente nude. Per loro furono realizzate delle protesi da applicare sui genitali, e che consentisse dunque di non essere esposte da questo punto di vista. Tali scene, inoltre, venivano perfettamente studiate e coreografate. Ciò non ha comunque impedito alle due attrici di provare forte imbarazzo, superato grazie al profondo legame di amicizia instauratosi tra di loro nel corso delle riprese.

Il trailer di La vita di Adele e dove vedere il film in streaming e in TV

La vita di Adele è presente su Rakuten TV, Chili Cinema, Apple TV, Google Play e Now. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre in programma in televisione per venerdì 28 giugno alle ore 21:15 sul canale Cielo.

The Visit, la spiegazione del finale: chi sono in realtà i due nonni?

Negli anni il regista  ci ha abituato a film carichi di tensione, sempre al limite tra la realtà e la fantasia. Opere come Il sesto senso, Unbreakable – Il predestinato, Signs, Old o il recente Bussano alla porta sono esemplari a riguardo, presentando atrmosfere suggestive e inquietanti e dimostrando tutta la maestria del regista nel rendere questo il punto di forza dei suoi lavori. Un altro dei suoi lavori più apprezzati è The Visit (qui la recensione), da lui diretto nel 2015.

Per realizzare questo film, Shyamalan ha raccontato di averlo autoprodotto utilizzando il compenso ottenuto per il film di fantascienza After Earth (2013). Secondo le sue stesse parole, si è trattato di “un tentativo di riprendere il controllo artistico” dopo che i suoi film più recenti gli sono stati sottratti in fase di post-produzione. Shyamalan ha poi rivelato di aver preparato tre diverse versioni del film: una “pura commedia“, un’altra “puro horror” e un’ultima “a metà strada“, ma alla fine è stata quella “puro horror” a prevalere.

Per gli appassionati del cinema del regista, si tratta dunque di un film da non perdere, ricordato in particolare come il lungometraggio che ha risollevato le sorti di Shyamalan dopo un periodo di insuccessi. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a The Visit. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Visit trama
Deanna Dunagan e Olivia DeJonge in The Visit. © 2015 – Universal Pictures

La trama e il cast di The Visit

Il film racconta di Loretta, una donna separata con due figli, Becca e Tyler, che da oltre quindici anni ha interrotto qualsiasi tipo di rapporto con i suoi genitori, Claire e Mitchell accusati di non aver mai accettato la sua storia col marito. Un giorno, però, la donna decide di far conoscere ai suoi figli i nonni e così li manda a casa loro in Pennsylvania per una settimana. Inizialmente i due si trovano bene con la coppia di anziani, ma quando una serie di loro strani comportamenti iniziano a manifestarsi sempre più frequentemente, una serie di spaventosi sospetti si insinueranno nei due ragazzi.

Ad interpretare Becca e Tyler vi sono gli attori Olivia DeJonge e Ex Oxenbould. Mentre lei è qui al suo primo ruolo cinematografico ed è poi stata vista in Elvis, Oxenbould era già noto per essere stato il protagonista di Una fantastica e incredibile giornata da dimenticare. Nel ruolo della matre Loretta vi è l’attrice Kathryn Hahn, ora celebre per il ruolo di Agatha Harkness in WandaVision. Benjamin Kanes, invece, è Corin, padre di Becca e Tayler. Gli attori Deanna Dunagan e Peter McRobbie interpretano invece i due nonni.

La spiegazione del finale del film

Per tutto il film, Becca e Tyler sono dunque incerti sul comportamento dei loro nonni, che peggiora con il progredire della storia. È evidente che qualcosa non quadra nella coppia di anziani e il celebre twist di Shyamalan arriva infine quando Loretta vede finalmente le due persone che sostengono di essere i suoi genitori e dice a Becca e Tyler via Skype che non sono i loro amati Nana e Pop Pop, ma due perfetti sconosciuti che hanno assunto la loro identità.

Loretta chiama dunque immediatamente la polizia, ma ci vorranno ore prima che i soccorsi arrivino alla fattoria isolata. Becca e Tyler, dunque, dovranno continuare a stare al gioco di questi pericolosi impostori. Becca riesce poi a fuggire nel seminterrato per scoprire i cadaveri di due anziani assassinati, che si rivelano essere i veri nonni. Si scopre così che i due impostori sono pazienti psichiatrici evasi dal vicino ospedale e hanno ucciso i veri nonni per appropriarsi delle loro vite.

The Visit cast
Kathryn Hahn, Ed Oxenbould e Olivia DeJonge in The Visit. © 2015 – Universal Pictures

Non è chiaro se i due evasi avrebbero rappresentato una minaccia per i ragazzi se non avessero messo il naso in giro, ma nel momento in cui si rendeno conto che la loro copertura è saltata, passano alle maniere forti con Becca e Tyler. Becca, però, riesce ad afferrare un frammento di vetro dallo specchio rotto e pugnala Nana più volte all’intestino, correndo poi ad aiutare Tyler. Ma è il ragazzo a vincere la propria paura, ad atterrare l’anziano e a sbattergli più volte la porta del frigo sulla testa.

Finalmente Loretta e la polizia arrivano e i ragazzi corrono freneticamente fuori di casa. Nella scena finale, Loretta racconta nel documentario della figlia i momenti traumatici della sua fuga da casa. 15 anni prima degli eventi di The Visit, prima che nascesse Becca, Loretta aveva litigato con i genitori per la decisione di sposare il suo insegnante. Il litigio portò Loretta e i suoi genitori ad arrivare alle mani, e lei se ne andò di casa quella notte, senza mai rispondere ai loro tentativi e alle loro suppliche di riavvicinarsi.

È la scena più emozionante del film, perché Loretta prova un enorme senso di colpa per non aver mai potuto dire che le dispiaceva per il rapporto teso tra lei e i suoi genitori o per non aver mai porgere loro le sue scuse per i torti commessi. Così, The Visit si rivela essere non solo un film che affronta la terrificante degradazione del corpo nel tempo, incarnata da Nana e Pop Pop, ma anche di perdono e riconciliazione, in quanto dimostra che covare un dolore profondo senza mai esternarlo può alla fine portare a un esito negativo.

Il film si conclude poi con il documentario di Becca che prende infine forma e quando le viene data la possibilità di inserire nel filmato anche il padre con cui ha pochi rapporti, Becca sceglie di farlo. Questa scelta dimostra che Becca è maturata in modo significativo e ha capito che il perdono è la strada migliore. Loretta non è mai riuscita a perdonare i suoi genitori e questo le ha tolto la possibilità di riconciliarsi. Inserendo il padre nel documentario, Becca ha invece lasciato la porta aperta per questa possibilità.

Il trailer di The Visit e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The Visit grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TVGoogle Play e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 28 giugno alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Dark Matter, spiegazione del finale: Di quale mondo parallelo si tratta?

Sebbene il finale della stagione 1 di Dark Matter (serie Apple TV+) porti a una chiusura completa di molte trame di fondo, fa anche spazio per un’altra stagione lasciando intenzionalmente gli spettatori con diversi intriganti cliffhanger. Dopo aver ripercorso i viaggi multiversali di Jason per tutta la durata e aver introdotto molte versioni alternative di lui nell’episodio 8, l’episodio 9 di Dark Matter (la nostra recensione) mette in evidenza come il Jason “Giove” si ricongiunge con la sua famiglia mentre cerca di proteggerla dalle sue controparti alternative. Nel frattempo, una versione sfregiata di Jason1 tortura Jason2, ricordandogli il disastro che ha creato.

Nonostante le numerose sfide affrontate negli episodi 8 e 9 di Dark Matter Jason “Jupiter” riesce a proteggere la sua famiglia. Si rende anche conto che deve fuggire con loro in un altro mondo parallelo per assicurarsi che possano vivere il resto della loro vita in pace. Con questo, la stagione 1 di Dark Matter giunge al termine, rivelando poco sul destino degli altri Jason e sul mondo in cui Daniela, “Jupiter” Jason e Charlie finiranno. Senza svelare troppo, si lascia intendere che l’arco narrativo di Ryan1, Amanda, Blaire e Dawn è più ampio di quanto sembri.

In quale mondo parallelo si recano Jason, Charlie e Amanda nel finale di Dark Matter

Dark Matter

Il finale della stagione 1 di Dark Matter mantiene un’aria di ambiguità riguardo all’universo in cui i tre personaggi finiscono dopo aver lasciato il loro mondo originale. Ciò suggerisce che Jason li abbia portati in un mondo familiare già visitato in precedenza o che abbia manifestato un mondo completamente nuovo per tenere la sua famiglia al sicuro dagli altri Jason. Poiché quasi tutti i mondi incontrati in precedenza durante i suoi viaggi multiversali erano post-apocalittici e pericolosi per gli esseri umani, è probabile che abbia scelto il mondo utopico in cui ha lasciato Amanda.

Se questo è vero, prima o poi incontrerà Amanda e Ryan1. Jason potrebbe anche aver manifestato un mondo simile al suo per garantire che Daniela e Charlie possano adattarsi facilmente. Tuttavia, deve anche essersi assicurato che non esistano versioni alternative di tutti e tre nel nuovo mondo in cui sono approdati, perché questo potrebbe creare molte complicazioni e mettere potenzialmente in pericolo la sua famiglia. Indipendentemente da dove Jason, Daniela e Charlie finiranno negli episodi della stagione 1 di Dark Matter, alla fine incontreranno altre varianti malvagie di Jason che vorranno riavere Daniela e Charlie.

Va notato che Charlie apre la porta del nuovo universo nella scena culminante, suggerendo a Jason di lasciargli decidere in quale mondo parallelo andare. Questo impedirebbe agli altri Jason di rintracciarli e permetterebbe loro di vivere in un mondo che Jason non ha mai esplorato in precedenza. Tuttavia, sembra improbabile che sia stato Charlie a manifestare il nuovo mondo perché, come si è visto negli episodi precedenti, ci vuole molto allenamento per padroneggiare l’abilità di trovare una realtà sicura attraverso la Scatola.

Spiegato l’incontro tra Ryan1 e Amanda nel finale di Dark Matter

finale di Dark Matter

Prima dello scorrere dei titoli di coda, la stagione 1 di Dark Matter presenta una sequenza in cui Ryan1 prepara la droga centrale del suo mondo e successivamente incontra Amanda. Nella breve scena in cui incrocia Amanda, lei gli chiede se si conoscono. Lui risponde che, anche se non si conoscono, la stava cercando. Dato che Jason2 non ha parlato di Amanda a Ryan1 durante la loro breve interazione nell’universo originale di Jason1, sembra strano che Ryan1 sappia di lei.

L’inquadratura finale di Ryan1 e Amanda in Dark Matter sembra confermare che i due faranno squadra in una potenziale stagione successiva.

La scena suggerisce persino che Ryan1 sa in qualche modo che Amanda, come lui, è originaria di un altro mondo, cosa che probabilmente verrà spiegata nella seconda stagione. Tuttavia, poiché Ryan1 inizia a creare altra droga nel finale della stagione 1 di Dark Matter è probabile che abbia intenzione di tornare alla Scatola ed esplorare altri mondi. Si rende conto dei rischi associati e probabilmente vuole che Amanda lo guidi sul funzionamento della Scatola. L’inquadratura finale di Ryan1 e Amanda in Dark Matter sembra confermare che i due faranno squadra in una potenziale stagione successiva.

Perché gli altri Jason hanno lasciato andare Daniela e Charlie

Nel finale della stagione 1 di Dark Matter, Jason lotta per proteggere Daniela e Charlie mentre molte altre varianti di lui tentano di attaccarlo. Le cose si complicano ulteriormente quando Daniela prende il portatile di Jason, apre la bacheca degli altri Jason e li informa che ha scelto di rimanere con il Jason con cui sta attualmente. Mentre molti Jason non prendono bene questa notizia e si mettono a fare la guerra al Jason scelto da “Giove”, molti altri si rendono conto che non tutti possono avere Daniela e Charlie.

Per questo motivo, invece di lottare l’uno contro l’altro, capiscono che devono dare priorità alla felicità di Daniela e Charlie, invece di essere guidati dall’egoistica ricerca di riunirsi alla loro famiglia. Di conseguenza, i Jason, che sono convinti di lasciare andare Daniela, si presentano vicino alla Scatola per dare l’ultimo saluto. Alcuni Jason riconsiderano la loro decisione, ma un Jason conduce il prescelto, Daniela e Charlie al sicuro. Dato che solo pochi Jason accettano che Daniela starebbe meglio senza di loro, probabilmente ci sono molti altri Jason malvagi che continueranno a cercarla.

Perché Jason2 aiuta Jason1, Daniela e Charlie

Dark Metter Joel Edgerton

Jason2 si rende conto di dove ha sbagliato

Dopo essere stato il cattivo principale per tutta la durata della stagione 1 di Dark Matter, Jason2 cambia idea. Incontra una versione più insensibile di Jason1, che gli fa capire come l’invenzione della Scatola sia stato il più grande errore della sua vita. Come rivelerà in seguito la sua nota vocale per Daniela, è stato talmente consumato dalla ricerca di una vita che non ha mai avuto e di rimediare ai suoi rimpianti, da ignorare completamente come le sue decisioni avrebbero influenzato le vite di Daniela, Charlie e di tutte le altre versioni alternative di se stesso. Capisce che Daniela non sarà mai felice con lui perché non è mai stata la sua Daniela.

Per trovare una parvenza di redenzione nell’arco finale dell’episodio 9 di Dark Matter, salva i “prescelti” Jason, Daniela e Charlie da altri Jason violenti e li aiuta a partire. Dà loro un’auto e lascia anche diverse fiale di droga per loro, rendendosi conto che dovranno trasferirsi in un altro mondo parallelo per trovare la pace. Nel finale della stagione 1 di Dark Matter, Jason 2 capisce anche quanto Amanda lo amasse, cosa che probabilmente lo spingerà a tornare nella scatola e a riprendersela prima che sia troppo tardi.

Cosa significa il finale di Dark Matter per Leighton, Dawn e Blaire?

Cosa significa il finale di Dark Matter per Leighton, Dawn e Blaire_

Nella sequenza conclusiva, la stagione 1 di Dark Matter mostra anche Dawn (presumibilmente dall’universo di Jason2), Leighton (dall’universo di Jason1) e Blaire (dall’universo di Jason2). Mentre Dawn guarda la Scatola e sembra pensare di usarla, Blaire si prepara finalmente a tornare alla Scatola dopo averla temuta a lungo. Nel frattempo, Leighton sembra divertirsi come un matto mentre viaggia da un mondo parallelo all’altro alla ricerca della migliore realtà alternativa. Nei libri originali di Blake Crouch, tutti e tre i personaggi hanno a malapena un significato.

Mettendo in evidenza come anche loro saranno parte integrante della narrazione generale, Dark Matter crea un’intrigante espansione narrativa del suo materiale di partenza. Poiché Leighton e Blaire sono alla ricerca della realtà perfetta, potrebbero finire nello stesso mondo utopico di Ryan1 e Amanda. Per vendicarsi di Jason1, Dawn potrebbe diventare il futuro cattivo di Dark Matter dopo aver usato la Scatola per trovarlo nel suo mondo. Tuttavia, poiché imparare a usare la Scatola richiede pazienza e pratica, sarebbe interessante vedere tutti i mondi che incontrerà prima di raggiungere il mondo desiderato.

Spiegato l’entanglement quantistico nel finale della materia oscura

Dato che l’episodio 9 di Dark Matter si intitola “Entanglement”, vale la pena di discutere il suo significato nella fisica quantistica e di come lo show fantascientifico di Apple TV+ si allinei con la sua esplorazione dei mondi paralleli. In fisica quantistica, l’entanglement è un fenomeno in cui due o più particelle sono collegate in modo tale che le proprietà di una particella possono influenzare istantaneamente quelle delle altre. Dark Matter lo descrive mostrando come tutti i Jason pensino allo stesso modo. Quando il “prescelto” Jason accede per la prima volta alla chat di Jason, riceve diversi messaggi simili da molti Jason.

L'”entanglement” aiuta anche molti Jason a capire che devono lasciare che siano Daniela e Charlie a decidere con quale Jason vogliono stare.

In seguito chiede a Charlie e Daniela di decidere dove andare dopo, perché ogni altro Jason è legato a lui e penserebbe esattamente come lui. Verso l’arco finale dell’episodio, molti Jason si presentano vicino alla Scatola perché sono mentalmente legati l’uno all’altro e pensano esattamente come il Jason “prescelto”. Il “legame” aiuta anche molti Jason a capire che devono lasciare che siano Daniela e Charlie a decidere con quale Jason vogliono stare.

Come la stagione 1 di Dark Matter prepara la stagione 2?
Il finale della stagione 1 di Dark Matter apre perfettamente la strada a ulteriori avventure multiversali

Non rivelando in quale mondo si stabiliscono Jason, Daniela e Charlie, la stagione 1 di Dark Matter lascia gli spettatori con un importante cliffhanger che rende difficile non chiedersi se i tre personaggi abbiano completamente scampato il pericolo dei malvagi Jason alternativi. La sequenza conclusiva pone anche le basi per il ritorno di Ryan1, Amanda, Blaire e Leighton nella seconda stagione, aprendo le porte a ulteriori avventure multiversali dalle loro prospettive individuali. Dato che la prima stagione di Dark Matter si concentra principalmente su Jason, Daniela e Amanda, sarebbe interessante vedere come la seconda stagione accoglierà e bilancerà le narrazioni degli altri personaggi.

A Quiet Place – Giorno 1 ha una scena post credits?

A Quiet Place – Giorno 1 ha una scena post credits?

Il franchise di A Quiet Place presenta il suo primo prequel e si sa se c’è una scena post-credits di A Quiet Place – Giorno 1, che definisce il futuro, è noto. John Krasinski ha dato il via al franchise di A Quiet Place nel 2018 con il primo capitolo di grande successo. Dopo un breve accenno in A Quiet Place Part II a come era la vita della famiglia Abbott quando gli alieni l’hanno invasa, A Quiet Place – Giorno 1 riporta il pubblico a quel giorno. Il film segue Sam (Lupita Nyong’o) ed Eric (Joseph Quinn) come estranei che fanno coppia per cercare di sopravvivere a New York.

Quando il finale di A Quiet Place – Giorno 1 (recensione), l’emozionante storia di sopravvivenza giunge a una conclusione drammatica che si collega direttamente a ciò che accade in A Quiet Place – Parte II. Poiché è già stato confermato che A Quiet Place 3 è in lavorazione, è lecito chiedersi se il franchise utilizzerà una scena post-credits per fornire una diretta anticipazione del sequel o di un altro prequel. Ora che il film è uscito, lo status di una scena post-credits di A Quiet Place – Giorno 1 è confermata.

A Quiet Place – Giorno 1 non ha una scena post-credits

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Non ci sono scene extra

È ufficialmente confermato che A Quiet Place – Giorno 1non ha una scena post-credits. Non c’è nessuna scena di mid-credits o end-credits o qualsiasi altra cosa inclusa nei titoli di coda che possa fungere da promessa per il futuro. Ciò significa che chiunque guardi A Quiet Place – Giorno 1 al cinema o in streaming non deve preoccuparsi di perdere una rivelazione importante dopo l’inizio dei titoli di coda. Si consiglia comunque di seguire i titoli di coda per conoscere i nomi di tutti coloro che hanno lavorato duramente per rendere possibile il film.

A Quiet Place – giorno 1: La decisione della scena finale continua la tendenza del franchising

A Quiet Place - Giorno 1 Sam

Il fatto che A Quiet Place: Day One non ha incluso una scena finale non è troppo sorprendente. Questa decisione è la stessa presa dai due film precedenti. Non c’era spazio per una scena post-credits, dato che il finale di A Quiet Place arrivava bruscamente e preparava il sequel. Nel frattempo, anche A Quiet Place Part II non ha incluso una scena di coda che rispondesse alle domande in sospeso o che anticipasse il prossimo capitolo.

Poiché i due film precedenti non includevano nulla nei titoli di coda, ha senso che A Quiet Place – Giorno 1 abbia scelto di non inserire nulla. Il pubblico non è necessariamente già condizionato ad aspettarsi che questo franchise includa scene post-credits. Poiché A Quiet Place – Giorno 1 è un prequel, le possibilità di includere una scena dei titoli di coda senza creare troppe complicazioni per il franchise sono minori. In definitiva, è stato più sicuro non includere una scena post-credits e lasciare che il pubblico ne volesse ancora.

A Quiet Place – Giorno 1, spiegazione del finale del film prequel

Scritto e diretto da Michael Sarnoski, lo spin-off prequel di A Quiet Place, A Quiet Place – Giorno 1 (la nostra recensione) ci narra del primo giorno dell’arrivo delle creature aliene e in mezzo a questo contesto di morte e distruzione facciamo la conoscenza di Samira (interpretata da Lupita Nyong’o) ed Eric (interpretato da Joseph Quinn). Mentre lei è una ex poetessa malata terminale di cancro, lui è un giovane studente di legge.

Insieme cercheranno di attraversare, nel modo più silenzioso possibile, la città di New York, sapendo che in un dato punto di essa sono state organizzate delle navi per portare in salvo i superstiti, avendo scoperto che gli alieni temono l’acqua. Tuttavia, più che alle navi Samira è interessata ad arrivare da Patsy’s, una pizzeria, dove intende appunto prendersi una pizza. Il suo può sembrare un insolito capriccio, dato il contesto che la circonda, ma questo suo desiderio nasconde in realtà qualcosa di più.

Perché Samira vuole prendere la pizza da Patsy’s?

Nel corso del loro cammino, Samira rivela ad Eric che quando era piccola suo padre – musicista jazz – la portava sempre a prendere la pizza da Patsy’s dopo aver finito di suonare in un locale lì vicino. Per lei, dunque, quel luogo ha un valore affettivo estremamente importante, a tal punto da considerarlo come l’ultimo posto dove desidera andare prima di morire. Tuttavia, quando arrivano da Patsy’s, si rendono purtroppo conto che è stato distrutto.

Eric porta allora Samira direttamente al jazz club dove il padre la portava sempre da bambina. Qui, circondati dai ricordi, il giovane cerca di tirare su il morale alla sua nuova amica offrendole una pizza presa altrove ma sul cui cartone ha scritto “Patsy’s”. La coinvolge poi in un numero di magia, regalando così a Samira nuove emozioni positive in quel luogo per lei tanto speciale. Il loro viaggio non si è però ancora concluso, in quanto insieme devono arrivare alle navi.

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Perché Samira regala a Eric il suo maglione giallo prima di andarsene?

Prima di arrivare a queste, però, Samira regala ad Eric il suo maglione giallo. Anche se si è trattato di uno scambio senza parole, il motivo è di certo sentimentale. Il maglione è qualcosa che Eric può conservare per ricordarsi di lei. È tangibile, un pezzo di lei che gli avrebbe dato conforto oltre al suo gatto Frodo. Come poi Eric scoprirà, Samira ha anche inserito nella tasca del maglione un biglietto dove lo ringrazia per quanto ha fatto per lei e per averle fatto trascorrere un ultimo giorno ricco di gioia, nonostante l’invasione aliena.

Perché Samira sceglie di rimanere a terra?

Dopo questo scambio, i due intraprendono strade diverse. Eric si dirige verso la nave con i superstiti, mentre Samira rimane a terra, iniziando a far rumore per le strade in modo che Eric possa arrivare sano e salvo sull’imbarcazione diretta all’isola – la stessa isola dove viene introdotto per la prima volta il personaggio di Djimon Hounsou in A Quiet Place II. Samira inizia quindi a sbattere contro le auto e a far scattare gli allarmi in modo che le creature la sentano e la inseguano. Eric ha così il tempo di dirigersi verso il molo con il gatto, correndo per raggiungere l’acqua prima che le creature lo raggiungano.

L’operazione va a buon fine e il ragazzo riesce a salire sulla nave, ormai dunque al sicuro dagli spaventosi alieni. Ma è a questo punto che ci rendiamo conto che Samira è rimasta a terra, di sua spontanea volonta. La ragazza probabilmente non ha mai valutato l’ipotesi di dirigersi a sua volta sulla nave. Fuggire sulla nave, d’altronde, non l’avrebbe salvata da una malattina che prima o poi la ucciderà in ogni caso. Una volta avuta la certezza che il suo amico fosse al sicuro, Samira si concede dunque un’ultima passeggiata nella città, riscoprendone i rumori naturali troppo spesso sovrastati da quelli dell’uomo.

A Quiet Place - Giorno 1 Sam

Samira muore alla fine di A Quiet Place – Giorno 1?

Quel silenzio e quanto fino a quel momento vissuto la rimette in pace con quel mondo e quella vita che l’aveva delusa portandole via prima l’amato padre e poi facendola ammalare. Infine, Samira decide di staccare il jack delle cuffie dallo stereo, facendo risuonare il brano che sta ascoltando – Feeling Good di Nina Simone – a tutto volume nelle strade di New York. Un gesto che naturalmente attira uno (o più di uno) degli alieni, che piomba dunque alle sue spalle con le intenzioni che ormai ben sappiamo.

Sebbene non venga mostrato effettivamente cosa le accade, è piuttosto chiaro che Samira venga attaccata e uccisa dall’alieno. La ragazza sceglie dunque di andarsene così, morendo alle sue condizioni, senza paura, anziché attendere che la malattia le togliesse ogni forza e la privasse di quel buon umore che avverte nel finale. Samira era vicina alla morte da molto tempo, quindi è possibile che sentisse che in ogni caso era arrivato il suo momento di andarsene. Questa scelta, sicuramente, è stata favorita dal suo aver avuto l’opportunità di sentirsi di nuovo viva per un’ultima volta.

Come A Quiet Place – Giorno 1 prepara A Quiet Place 3

A Quiet Place – Giorno 1 rivela dunque che Eric è salito sulla barca, il che conferma che è arrivato sull’isola insieme al personaggio di Djimon Hounsou, dove viene poi costruita una piccola comunità di superstiti, riorganizzatisi per cercare di portare avanti una vita tranquilla con la certezza che l’acqua che li circonda li protegge. Questa comunità, come anticipato, ci viene introdotta per la prima volta in A Quiet Place II, dove però un alieno riuscito a superare l’ostacolo dell’acqua inizia a seminare morte e distruzione. In quella scena non si parla di Eric, ma dato che ora sappiamo che è lì, potrebbe riapparire in futuro.

È infatti possibile che A Quiet Place Part 3, confermato dopo il successo al botteghino di A Quiet Place II, includa anche Eric, che potrebbe essere sopravvissuto all’attacco dell’alieno alla fine di A Quiet Place II, a cui sappiamo invece che il personaggio interpretato da Hounsou non è sopravvissuto. Per ora non è chiaro chi tornerà in A Quiet Place 3, anche se è lecito aspettarsi che Emily Blunt, Cillian Muprhy e gli attori dei figli di lei riprendano i propri ruoli per sferrare un attacco decisivo agli alieni. Sarebbe inoltre certamente emozionante rivedere anche Eric, magari nel frattempo divenuto uno dei leader della resistenza.

La rivincita degli X-Men lunga decenni svelata nel nuovo trailer di Deadpool & Wolverine

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Il nuovo trailer di Deadpool & Wolverine getta ancora più luce sul prossimo film del MCU, confermando che la storia includerà un confronto culminante tra Wolverine e Sabretooth. Come film destinato a svelare contemporaneamente gli universi MCU e live-action della Fox – e a dare apparentemente l’ultimo addio alla timeline originale dei film degli X-Men – l’attesa per l’uscita di Deadpool & Wolverine è aumentata sempre di più quanto più il pubblico ha appreso della sua storia.

Una delle principali fonti di questo aumento dell’eccitazione sono i trailer del film, che hanno svelato personaggi e momenti della storia che in precedenza potevano sembrare troppo belli per sperare di essere inseriti nel prossimo film del MCU. Il nuovo trailer di Deadpool & Wolverine ne è un esempio lampante: mostra il Wolverine di Hugh Jackman che affronta ancora una volta Sabretooth per una rivincita, riportando al cinema la loro rivalità sullo schermo 24 anni dopo essersi affrontati per la prima volta nel primo film degli X-Men.

Chi interpreterà Sabretooth in Deadpool e Wolverine

Sabretooth

Un dettaglio cruciale che valorizza ulteriormente il Sabretooth di Deadpool & Wolverine è che sarà interpretato da Tyler Mane, lo stesso attore che aveva originariamente assunto il ruolo nell’universo Fox. Questo aggiunge ulteriori livelli alla rivincita tra il suo villain e il Wolverine di Hugh Jackman, poiché ripropone la stessa combinazione di attori e personaggi che aveva attirato il pubblico tanti anni fa.

Il fatto che Tyler Mane interpreti Sabretooth in Deadpool & Wolverine ha anche una funzione più pratica: Mane ha infatti un’esperienza nel ruolo che lo rende un candidato perfetto per portare ancora una volta Victor Creed sugli schermi. Dal momento che il cast di Deadpool & Wolverine sembra così ampio, tutti coloro che ricoprono ruoli chiave devono essere in grado di incarnare il personaggio che interpretano con maestria – e potenzialmente in un arco di tempo ridotto, per mantenere l’equilibrio delle cose – quindi scegliere l’attore che ha portato Sabretooth sugli schermi per la prima volta per guidare il suo ritorno è anche una mossa pratica.

Il fatto che il debutto di Tyler Mane in Deadpool e Wolverine sia stato mostrato nel trailer suggerisce che potrebbero esserci ancora più camei emozionanti da rivelare nel film, che promette cose davvero sbalorditive per la sua uscita. Detto questo, vedere i due iconici personaggi Marvel affrontarsi ancora una volta dopo tanto tempo sarà sicuramente un punto di forza della storia, soprattutto perché nel trailer Deadpool dice quanto sia emozionato per la loro battaglia.

My Lady Jane: spiegazione del finale della prima stagione

My Lady Jane: spiegazione del finale della prima stagione

My Lady Jane ha debuttato con otto episodi su Prime Video e la serie di Amazon accompagna gli spettatori in un’avventura tesa e magica prima di arrivare al suo emozionante finale. Basata sull’omonimo romanzo di Brohttps://www.cinefilos.it/serietv/the-tudors-2335di Ashton, Cynthia Hand e Jodi Meadows, My Lady Jane reimmagina la storia della vera Jane Grey, la prima regina d’Inghilterra. Il regno della vera Jane fu di breve durata nell’era Tudor, ma My Lady Jane crea una nuova narrazione e un nuovo destino per la sua eroina. Utilizzando una narrazione incisiva e temi femministi, la trasforma nel contrario di una “damigella in pericolo”.

Pur modificando la storia, My Lady Jane vede la versione fittizia della sua protagonista affrontare ostacoli simili a quelli della sua controparte reale. Nell’Inghilterra dei Tudor della serie, i cattolici e i protestanti sono sostituiti da etiopi – esseri umani che si trasformano in animali – e da Verità, persone comuni che credono che gli etiopi siano malvagi. Quando Jane è costretta a sposarsi e a prendere il trono del cugino apparentemente morto, si trova ad affrontare l’ira di coloro che hanno cercato di usurparlo. Deve anche affrontare il contraccolpo per aver tentato di alleviare la divisione tra gli Ethiani e i Veritieri. Questo la porta quasi alla decapitazione, ma il finale di My Lady Jane le risparmia questo destino.

Cosa succede a Lady Jane Grey e a Lord Guildford Dudley in My Lady Jane

My Lady Jane cast
Foto di Jonathan Prime/Jonathan Prime/Prime Video – © Jonathan Prime

La vera Lady Jane Grey e Guildford Dudley furono decapitati per volere della Regina Maria I, ma My Lady Jane promette un finale diverso per la storia della sua eroina e lo mantiene. Sebbene le cose si mettano male per Jane e Guildford negli episodi finali della prima stagione, la coppia riesce a sfuggire all’esecuzione proprio mentre questa si sta svolgendo. Jane viene trascinata davanti a un pubblico per essere decapitata e Guildford viene messo su una pira. Fortunatamente, Re Edward e Fitz convincono gli Etiopi a interrompere l’esecuzione. Gli animali si riversano sul castello e aiutano Jane e Guildford a fuggire.

L’avvincente storia d’amore tra Jane e Guildford giunge a questo punto, poiché lei è disposta a bruciare per salvarlo. Jane dice a Guildford che lo ama e lui finalmente si trasforma in un cavallo di sua spontanea volontà. Con tanto clamore, Jane salta in groppa a Guildford e i due partono insieme. Riescono ad allontanarsi dal castello, ma quando Guildford suggerisce di andare altrove, Jane capisce che non possono andarsene. In My Lady Jane la coppia ottiene un lieto fine, sicuramente migliore dell’esecuzione, ma molti dettagli sono lasciati in sospeso.

Chi siede sul trono d’Inghilterra alla fine della prima stagione di My Lady Jane?

My Lady Jane
Foto di Jonathan Prime/Prime Video – © Jonathan Prime

Jane e Guildford sopravvivono al finale della prima stagione di My Lady Jane, ma i problemi dell’Inghilterra non sono finiti. Amazon non ha ancora rinnovato la serie fantasy storica per la seconda stagione, ma la regina Mary siede ancora sul trono quando My Lady Jane si conclude. Jane e Guildford sfuggono alla sua ira, ma tutti coloro che li aiutano a fuggire rimangono al castello. Non c’è nessuna punizione per Mary o Lord Seymour, e non sanno ancora che Re Edoardo è vivo. Mentre gli spettatori possono ipotizzare che Jane, Guildford ed Edward riprendano il trono, My Lady Jane sembra prepararsi per la seconda stagione.

Kate O’Flynn fa un lavoro diabolico nel dare vita alla Regina Maria, quindi sarebbe bello vedere questa versione alternativa della storia abbattere il suo monarca malvagio. Ci sono anche domande su chi dovrà sedere sul trono in seguito. Edward sembra pronto a riprenderselo, ma dovrà assicurarsi di avere un piano, nel caso in cui dovesse accadere di nuovo qualcosa di simile a My Lady Jane. Avrà anche il suo bel da fare: promette di fare la pace tra gli Ethians e i Verities, un’azione che ha portato all’allontanamento e alla quasi esecuzione di Jane nella prima stagione.

Gli Ethians e i Verities fanno pace dopo My Lady Jane?

Emily Bader My Lady Jane
Foto di Jonathan Prime/Prime Video – © Jonathan Prime

Un altro elemento della stagione 1 di My Lady Jane che non viene chiuso è il conflitto tra gli Ethians e i Verities. Edward convince i primi ad aiutarlo e promette di trattarli più equamente quando riprenderà il trono. Tuttavia, ciò non è ancora avvenuto, quindi la divisione tra Ethians e Verities è ancora in vigore. Il finale della prima stagione di My Lady Jane fa un passo avanti verso la pace, ma non unisce effettivamente i due gruppi. Se My Lady Jane verrà rinnovata per la seconda stagione, questo sarà probabilmente uno dei temi principali dei nuovi episodi.

Se My Lady Jane verrà rinnovata per la seconda stagione, questa sarà probabilmente una delle trame principali dei nuovi episodi.

Purtroppo, la lotta che si scatenerà nel bel mezzo dell’esecuzione di Jane servirà probabilmente ad aumentare le tensioni tra gli Ethians e i Verities, anziché appianare le cose. Se la Regina Mary rimane al suo posto, probabilmente si vendicherà del gruppo. Anche Edward potrebbe avere problemi a reclamare il suo trono ora che è associato a loro. Sono riusciti a salvare Jane nel finale della prima stagione, ma potrebbe avere un costo.

Che cosa succede alle famiglie di Jane e Guildford nella serie Amazon?

Il finale della prima stagione di My Lady Jane presenta momenti soddisfacenti per le famiglie di Jane e Guildford, ma la serie di Amazon non approfondisce troppo ciò che accade loro dopo la fuga della coppia. Tutti loro sono complici della loro fuga, quindi potrebbero essere marchiati come traditori. Frances, la madre di Jane, è riuscita a uscire da diverse situazioni spiacevoli nella prima stagione e potrebbe farlo di nuovo. Frances e le sue figlie sembrano essere libere nei momenti finali di My Lady Jane, quindi si spera che le cose rimangano così.

Emily Bader e Edward Bluemel in My Lady Jane
Foto di Jonathan Prime/Prime Video – © Jonathan Prime

Allo stesso modo, Lord Dudley e Stan tornano entrambi al castello per salvare Guildford, ed è una toccante redenzione per i loro personaggi. Lord Dudley dice persino la verità sul fatto che Guildford ha ucciso sua madre anni prima, ma assicura al figlio che non è colpa sua. Il padre e il fratello di Guildford cercano di ricucire i rapporti con lui. Sebbene non riescano a far evadere Guildford la prima volta, in seguito contribuiscono alla fuga sua e di Jane. Non è chiaro cosa succeda a Lord Dudley dopo questo episodio, anche se Stan sembra riaccendere la sua storia d’amore con la madre di Jane.

Purtroppo, questo significa che i destini dei personaggi secondari di My Lady Jane rimangono per lo più in sospeso alla chiusura della prima stagione. Sarà una grande delusione se Amazon non rinnoverà la serie per la seconda stagione. Sebbene il finale della stagione 1 offra una certa chiusura, potrebbe spingersi molto più in là con le sue risoluzioni. Naturalmente, il narratore dice anche che “la storia non è ancora finita”.

Come la conclusione di My Lady Jane differisce dal libro

My Lady Jane
Foto di Jonathan Prime/Prime Video – © Jonathan Prime

L’adattamento di My Lady Jane di Amazon apporta alcune modifiche fondamentali al materiale di partenza, ma la più importante è il finale. La conclusione del libro vede Jane e Guildford allearsi con Edward e una donna di nome Grace – che sembra essere stata sostituita da Fitz nella serie televisiva – per riprendersi il trono. Quando ci riescono, Edward decide di non voler più essere re. Rinuncia alla corona a sua sorella Bess, cosa che potrebbe ancora accadere nella serie. La seconda stagione di My Lady Jane potrebbe coprire tutto questo, ma la prima stagione interrompe la conclusione del romanzo.

Nel libro Jane scopre anche di avere poteri etiopici e impara a trasformarsi in un furetto. L’adattamento di My Lady Jane non allude a questo, quindi potrebbe cambiare definitivamente questo aspetto della storia. La serie Amazon tralascia anche l’addestramento di Jane e Guildford con la nonna di Edward, nonché il fatto che Edward affronti un orso per conquistare gli Etiopi dalla sua parte. Questi aspetti sono meno critici per la trama generale e probabilmente non verranno riproposti in un’altra edizione.

Spiegato il vero significato del finale di My Lady Jane Stagione 1

Il vero significato del finale di My Lady Jane è espresso semplicemente dal narratore durante la scena finale della prima stagione: “Il vero amore può davvero vincere tutto… insomma”. La storia di Jane e Guildford lo dimostra, e sembra che anche molti altri personaggi stiano vincendo le sfide con l’amore. Tuttavia, l’abile aggiunta di “ish” sostiene l’idea che la narrazione non è finita. Sebbene Jane e Guildford abbiano già superato molti ostacoli, c’è ancora del lavoro da fare. Il loro amore sarà probabilmente messo di nuovo alla prova e le altre relazioni potrebbero affrontare sfide simili se lo show continuerà.

Fortunatamente, My Lady Jane si propone di prendere in mano le redini della propria storia.

Fortunatamente, My Lady Jane si basa sul prendere in mano le redini della propria storia. Per questo motivo il libro e la serie TV riscrivono la storia di Lady Jane Grey, dando alla versione romanzata di lei il finale che merita. E questo è un motivo sufficiente per credere che gli eroi di My Lady Jane riusciranno a riconquistare il trono. Se non ci riusciranno, continueranno a provarci, stravolgendo il destino finché non andrà a loro favore.

Rhys Ifans: 10 cose che forse non sai sull’attore

Rhys Ifans: 10 cose che forse non sai sull’attore

Celebre per i suoi ruoli comici, l’attore Rhys Ifans si è negli anni distinto anche grazie a personaggi e film appartenenti a generi diversi, dal drammatico al thriller. Dalla sua folgorante presenza in Notting Hill ad oggi, Ifans non ha mancato infatti di rinnovarsi, conquistando pubblico e critica e affermandosi come uno dei più talentuosi attori britannici oggi in attività.

Rhys Ifans: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. L’attore diventa celebre grazie al personaggio di Spike in Notting Hill (1999), con Hugh Grant, per poi continuare ad affermarsi grazie a titoli come Human Nature (2001), La fiera delle vanità (2004), Hannibal Lecter – Le origini del male (2007), Elizabeth: The Golden Age (2007), con Cate Blanchett, I Love Radio Rock (2009), Mr. Nobody (2009), con Jared Leto, Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 (2010), Anonymous (2011), The Amazing Spider-Man (2012), con Andrew Garfield, Alice attraverso lo specchio (2016), Snowden (2016), The King’s Men – Le origini (2021), Nyad – Oltre l’oceano (2023) e Venom: The Last Dance (2024).

2. Ha preso parte a note produzioni televisive. Nel corso degli ultimi anni, Ifans si è dedicato a recitare per alcune apprezzate serie televisive. Tra queste si annoverano Neverland – La vera storia di Peter Pan (2011), dove recita nel ruolo di Capitan Uncino, Elementary (2013), con Lucy Liu, e Berlin Station (2016), di genere thriller, dove ricopre il ruolo di Hector DeJean. Ha poi recitato nei film Not Only But Always (2004) e A Number (2008). Dal 2022 ricopre il ruolo di Otto Hightower nella serie House of the Dragon, recitando accanto a Emma D’Arcy, Olivia Cooke e Matt Smith.

Rhys Ifans è Spike in Notting Hill

3. È il celebre coinquilino del protagonista. Il ruolo che ha reso celebre l’attore è quello di Spike, disordinato ed eccentrico coinquilino del protagonista. Elemento comico del film, Ifans venne scelto per la propria capacità comica e d’improvvisazione, che decretarono il suo successo all’interno della storia. Da quel momento, divenne uno degli interpreti più richiesti del panorama britannico.

Rhys Ifans Notting Hill
Rhys Ifans in Notting Hill

Rhys Ifans ha interpretato Lizard in The Amazing Spider-Man

4. Si è preparato al ruolo rinunciando ad un braccio. Prima delle riprese di The Amazing Spider-Man, dove interpreta il dr. Curt Connors alias Lizard, Rhys Ifans ha studiato il suo ruolo incontrando diverse persone prive di arti e ha anche trascorso un mese a svolgere le sue attività quotidiane usando solo la mano sinistra, compreso il nodo della cravatta. Nella sceneggiatura era stato scritto un piccolo frammento in cui Connors si annoda la cravatta, ma non è stato girato perché richiedeva troppo tempo.

Rhys Ifans nel ruolo di Rasputing

5. Ha interpretato il celebre mistico russo. Nel film The King’s Men – Le origini l’attore ha ricoperto il ruolo di Grigorij Rasputin, il celebre politico e taumaturgo russo, sulla cui vita circolano ancora oggi tante incertezze e leggende. Nel film Rasputin è uno dei principali antagonisti e si dimostra anche particolarmente abile nel combattimento. Per tali scene l’attore è stato sostituito da una controfigura, ma la sua trasformazione estetica per il ruolo è ciò che più ha colpito gli spettatori.

Rhys Ifans è Xenophilius Lovegood in Harry Potter

6. Non ha mai letto i libri della saga. Nel 2010 l’attore viene scelto per dar volto al personaggio di Xenophilius Lovegood, padre della celebre Luna, nel settimo capitolo della saga di Harry Potter. Ifans ha raccontato di non aver mai letto i libri scritti dalla Rowling, ma di aver accettato la parte per la possibilità di recitare in un cast ricco di grandi attori.

House of the Dragon Rhys Ifans
Rhys Ifans in una scena di House of the Dragon

Rhys Ifans è Otto Hightower in House of the Dragons

7. Interpretauno dei personaggi principali. Nella serie prequel di Il Trono di Spade, House of the Dragon, Ifans interpreta Otto Hightower, padre di Alicent e primo Cavaliere del re, che serve re Viserys e il regno. È inoltre un implacabile rivale politico del principe Daemon. L’attore ha raccontato di essere rimasto particolarmente affascinato da come Otto riconosce il bene ma è consapevole di doversi comportare in modo spietato per il bene del regno, vivendo dunque in equilibrio su questa duplice natura.

8. Si è divertito a distrarre i suoi colleghi. A quanto pare uno dei passatempo preferiti dell’attore sul set era quello di distrarre e far ridere i suoi colleghi. “Non aveva bisogno di dire nulla per farti ridere“, ha raccontato Milly Alcock. “Rhys Ifans ha un certo luccichio negli occhi“. Emily Carey, che interpreta sua figlia Alicent ha invece affermato che: “Oppure dà una gomitata, adora farlo nelle scene. Se qualcosa va un po’ storto, inizia a dare dei colpetti“. Sembra inoltre che l’attore Ifans avrebbe urlasse “oscenità durante i primi piani così da far ridere in modo incontrollato durante le riprese“.

Rhys Ifans: come si pronuncia

9. Ci sono tutorial per imparare a pronunciare il suo nome. Ifans fa parte di quella categoria di celebrità la cui pronuncia del loro nome rimane un grande mistero per i fan. Su internet, tuttavia, è oggi possibile trovare diversi video o spiegazioni su come pronunciare al meglio il nome di Ifans, pronuncia che scritta appare come “Ris Ivans”.

Rhys Ifans: età e altezza

10. Rhys Ifans è nato a Pembrokeshire, in Galles, Regno Unito, il 22 luglio 1967. L’attore è alto complessivamente 1.88 metri.

Fonte: IMDb

Jared Padalecki di Supernatural è ufficialmente in arrivo nella quinta stagione di The Boys

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Si potrebbe dire che il creatore di The Boys e Supernatural, Eric Kripke, sia un Master Trainer, dal momento che li ha ufficialmente presi tutti quando i suoi ex attori della sua precedente serie tv. Con diversi nomi, come Jensen Ackles, Rob Benedict e Jim Beaver, che già ricoprono ruoli in The Boys, Kripke sta completando la quinta e ultima stagione della produzione con Jared Padalecki. Sebbene i fan desiderino da tempo che Padalecki mostri i suoi muscoli da Supe o da civile nella serie Prime Video, da quando Supernatural ha chiuso i battenti, cinque anni fa, Padalecki si è dato da fare, passando immediatamente alla serie della CW, Walker. Ma, con il reboot della serie televisiva texana ora cancellato, il mondo di The Boys rappresenta una rivalsa per Padalecki.

Le voci di corridoio hanno fatto gli straordinari con stratagemmi e accenni a un’apparizione di Padalecki in The Boys, ma ora è ufficiale: l’attore ha dichiarato a Variety che lui e Kripke erano in combutta per l’acquisizione di Supe.

Beh, dirò questo: Kripke e io ci siamo messaggiati oggi. Non è ancora stato scritto, ma credo che abbia detto che [la stagione finale] non verrà girata prima del 2025. Quindi sì, andrò a giocare nel nuovo parco giochi di Kripke. Mi sono divertito molto la prima volta, quindi sono sicuro che mi divertirò di nuovo qui. Adoro lo show. Penso che sia esilarante ed emozionante.

Ma mi avete chiesto quali fossero i miei progetti per il futuro – e io amo Jensen ed Eric Kripke. Ovviamente, sarò per sempre in debito con [Kripke] e legato a lui. Ho conosciuto mia moglie grazie a lui. Sono diventato Sam Winchester grazie a lui. Supernatural è nato grazie a lui. Quindi, lavorare con lui in uno show che mi piace, mi fa pensare: “Sì, quando prendo l’aereo?”. Ma non credo che gireremo almeno fino a gennaio“.

Anche Jared Padalecki è interessato a rivedere Supernatural

Jared Padalecki supernatural

Ma The Boys non è l’unica serie a cui Padalecki potrebbe lavorare nel suo nuovo tempo libero, visto che l’attore ha recentemente fatto dei commenti che puntano a una reunion di Supernatural. L’attore ha dichiarato di essere assolutamente disposto a fare qualcosa nello stesso formato di miniserie che è stato fatto da Gilmore Girls: A Year in the Life, e ha detto che è qualcosa di cui lui e Ackles hanno discusso nelle loro recenti conversazioni. Con le mani libere di Kripke dopo la quinta stagione di The Boys, sembra che le stelle si stiano allineando per far sì che il trio dei sogni torni a lavorare e dia al pubblico un altro capitolo della storia dei Winchester.

24FRAME Future Film Fest dal 6 al 10 novembre a Bologna

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24FRAME Future Film Fest dal 6 al 10 novembre a Bologna

Torna a Bologna, dal 6 al 10 novembre, il 24FRAME Future Film Fest, il primo e più importante appuntamento italiano dedicato alle molteplici sfumature del cinema d’animazione: dai film ai cortometraggi, dall’intelligenza artificiale alla realtà virtuale e aumentata e i filmati 360, dal gaming alla serialità, dall’indie al mainstream. Ospitato negli spazi di DumBO (distretto urbano multifunzionale alle porte del centro di Bologna), I’edizione 2024 si annuncia un’esperienza unica e internazionale, grazie ad una programmazione composta da opere in anteprima esclusiva arricchita dalla presenza di rilevanti ospiti del panorama dell’animazione mondiale.

Questa edizione si svolgerà con il sostegno della Regione Emilia-Romagna in collaborazione con l’Emilia-Romagna Film Commission, confermando l’intento di promozione della diffusione del linguaggio del cinema e dell’audiovisivo e lo sviluppo economico complessivo del medesimo ambito in un sostegno e una progettualità nuovamente triennale.

Prodotto da Rete Doc – il più grande network nazionale cooperativo di professionisti dell’industria culturale e creativa – con la direzione artistica di Giulietta Fara, il Festival arriverà poi a Modena dal 22 al 24 novembre con una ricca programmazione di eventi.

24FRAME Future Film Fest 2024, annunciate le date

Il 24FRAME Future Film Fest, giunto alla ventiquattresima edizione, si impegna da anni nel promuovere l’animazione presso tutti i pubblici e lavora per generare apprezzamento verso le diverse forme dell’arte dell’animazione, sensibilizzando gli spettatori sul valore di questo affascinante e complesso mondo che si muove tra reale e virtuale, tra digitale, stop motion e tanto altro ancora.

Sino al 30 luglio sono inoltre aperte le iscrizioni ai bandi dei quattro concorsi internazionali di questa edizione; seguendo le istruzioni presenti sul sito ufficiale è infatti possibile iscrivere le proprie opere d’animazione e/o con effetti visivi ad una delle categorie: lungometraggi, cortometraggi, serie e opere innovative realizzate per i nuovi formati “New Frontiers” – ovvero in 360, AR e VR. Potranno essere iscritte le opere realizzate e concluse a partire da settembre 2022, mentre la selezione verrà comunicata entro il 30 settembre 2024.

Le opere in concorso saranno al centro di un palinsesto di eventi che animerà Bologna e Modena con anteprime, retrospettive, mostre, talk con esperti e docenti, momenti di confronto per addetti ai lavori e incontri per gli appassionati.

Con la Film Commission il 24FRAME organizza la tavola rotonda dal titolo “Una Regione molto animata” (convegno e occasione di confronto annuale sulle ultime produzioni animate del territorio) ed inoltre il Future Pitch, matching professionale tra case di produzione e autori/registi, arrivato quest’anno alla sua quarta edizione, in collaborazione con la casa di produzione e distribuzione Flash Future. Oltre a produttori e distributori italiani, saranno presenti anche produttori dell’Assia e dell’Aquitania, due regioni gemellate con la Regione Emilia-Romagna e con la sua Film Commission.

L’area dedicata all’Industry si arricchisce, dopo il successo del 2023, di uno spazio Recruiting che accoglie aziende che vogliono fare portfolio review e scuole di animazione che promuovono i propri corsi

Sigourney Weaver Leone d’Oro alla carriera a Venezia 81

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Sigourney Weaver Leone d’Oro alla carriera a Venezia 81

Sigourney Weaver sarà insignita del Leone d’Oro alla carriera alla prossima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.

La dichiarazione di Alberto Barbera

Il Direttore Alberto Barbera ha dichiarato: “Ha poche rivali un’attrice del calibro di Sigourney Weaver. Forte di un’importante formazione teatrale, ha conquistato il grande pubblico cinematografico con Alien, di Ridley Scott, diventando in breve una figura emblematica degli anni ’80, nel corso dei quali ha coniato l’immagine di un’eroina senza precedenti per il genere d’azione, capace di reggere vittoriosamente il confronto con i modelli maschili che fino a quel momento avevano dominato nel cinema epico e avventuroso. Non contenta di aver aperto la strada a numerose altre epigone, l’attrice ha proseguito nella ricerca incessante di una propria identità costantemente rimessa in discussione, attraverso scelte che spaziano dal film di genere alla commedia, dal cinema d’autore a quello per bambini, sfuggendo alle etichette che l’avrebbero voluta confinata all’icona vittoriosa del periodo reaganiano.

Nel ruolo di autentica collaboratrice piuttosto che di semplice strumento plasmabile dalle mani di un regista, ha contribuito al successo dei film di James Cameron, Paul Schrader, Peter Weir, Michael Apted, Roman Polanski, Ivan Reitman, Mike Nichols, Ang Lee e molti altri, riuscendo ogni volta a imprimere alla propria carismatica presenza il segno indelebile di una figura complessa, talvolta contradditoria, sempre autentica. Dotata di un grande temperamento, capace di muoversi con delicatezza ma senza fragilità, ha imposto un’immagine di donna sicura e determinata, dinamica e tenace, non senza lasciar trapelare, con sfumature sempre diverse, una sensibilità femminile di intenso magnetismo. Il Leone d’oro alla carriera è il doveroso riconoscimento a una star che ha saputo costruire ponti fra il cinema d’autore più sofisticato e i film che dialogano con il pubblico in forma schietta e originale, senza mai rinunciare a essere se stessa”.

Sigourney Weaver Leone d’Oro alla carriera

Sigourney Weaver ha dichiarato: “Sono davvero onorata di ricevere il Leone d’oro alla carriera dalla Biennale di Venezia. Questo premio è un privilegio che condivido con tutti i registi e collaboratori con cui ho lavorato nel corso degli anni. Accetto con orgoglio questo riconoscimento, che celebra anche tutti coloro che hanno contribuito a dare vita a questi film”.

AliensIl premio viene descritto come “un riconoscimento per una star che ha costruito ponti tra il cinema d’essai più sofisticato e il cinema che dialoga con il pubblico in modo franco e originale, pur rimanendo fedele a se stessa”. Il premio dell’anno scorso è stato assegnato alla regista Liliana Cavani e all’attore Tony Leung Chiu-wai.

La conferenza stampa di Venezia 81 si svolgerà il 23 luglio. L’81esima edizione del festival si svolgerà dal 28 agosto al 7 settembre di quest’anno.

Agente Speciale Legs Weaver: al via la produzione della serie animata Bonelli Entertainment

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Bonelli Entertainment, il braccio produttivo di Sergio Bonelli Editore, è lieta di annunciare di aver dato l’avvio qualche mese fa a una nuova produzione audiovisiva dedicata a Legs Weaver che verrà realizzata con Rai Kids.

AGENTE SPECIALE LEGS WEAVER sarà una serie tv animata in 4 episodi di 10 minuti ciascuno, fruibile anche come mediometraggio di 40 minuti.

Nell’ambito della prima presentazione ufficiale, lo scorso 9 maggio al Salone del Libro di Torino, Vincenzo Sarno, Responsabile dell’ufficio sviluppo di Sergio Bonelli Editore, si è alzato in piedi e, col volto illuminato dalla passione per il suo lavoro, ha dichiarato: “Signore e signori, oggi è un giorno che non dimenticheremo facilmente. Con il cuore colmo di felicità, vi annuncio che da mesi stiamo lavorando alla produzione della serie animata di Legs Weaver. Questa produzione rappresenta un passo epocale per Bonelli Entertainment, una collaborazione senza precedenti con RAI che ci permette di portare il nostro amato personaggio su nuovi livelli di avventura e animazione. Ma c’è di più. Non stiamo solo creando una serie animata, stiamo espandendo il nostro ambizioso progetto, il Bonelli Cinematic Universe. Questo è un momento in cui il passato incontra il futuro, unendo la nostra ricca eredità con una visione audace per ciò che verrà, con una soluzione tecnica innovativa per la produzione. Siamo pronti a sorprendervi, a sfidare le aspettative e a creare qualcosa di veramente straordinario. È un momento storico per noi, un’opportunità per introdurre Legs a un pubblico ancora più vasto e per dimostrare cosa significa davvero essere parte del Bonelli Cinematic Universe. Non vediamo l’ora di condividere con voi questa straordinaria avventura. E questo, amici miei, è solo l’inizio”.

Agente Speciale Legs Weaver – l’annuncio ufficiale

Creata dal trio di sceneggiatori Michele Medda, Antonio Serra e Bepi Vigna, l’agente speciale al servizio dell’Agenzia Alfa Legs Weaver debutta nel 1991 sulle pagine di Nathan Never, il primo eroe seriale di fantascienza della scuderia di Sergio Bonelli Editore. Il successo del personaggio tra i lettori del mensile fa sì che, nel 1995, Legs si guadagni una serie tutta sua che si comporrà di oltre 100 uscite mensili e di numerose iniziative collaterali (speciali, maxi, miniserie…). Legs è quindi la prima eroina donna dell’universo Bonelli a essere titolare di una testata tutta sua.

Le storie di Legs Weaver si svolgono nel lontano futuro della Terra. Legs e i suoi colleghi agenti dell’agenzia di vigilanza e sorveglianza Alfa, fra cui proprio Nathan Never, vivono e si muovono tutti nella stessa Città Est. La futuristica metropoli in cui abitano decine di milioni di persone è ricettacolo di ogni pericolo: dai piccoli criminali ai folli animati dal desiderio di dominare il mondo. Caratteristici dei fumetti di Legs sono l’azione e l’adrenalina, l’ironia e il divertimento, ma l’atmosfera scanzonata non deve trarre in inganno: sotto sotto arde sempre e comunque il fuoco della pura avventura!

AGENTE SPECIALE LEGS WEAVER

  • Regia: Alex Dante Circhirillo
  • Soggetto: Michele Medda, Antonio Serra, Bepi Vigna
  • Adattamento e Sceneggiature: Adriano Barone
  • Produttore Esecutivo: Vincenzo Sarno
  • Direttore di Produzione: Antonio Navarra
  • Produttori Creativi: Giovanni Masi, Mauro Uzzeo
  • Supervisore all’Animazione: Marco Ficarra
  • Direttore Tecnico Animazione: Marco Tamagnini
  • Character Design: Guido Masala
  • Story Editor: Giovanni Mattioli, Luca Del Savio

Joseph Quinn rivela il consiglio ricevuto da Lupita Nyong’o per il suo ingresso nel MCU

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Lupita Nyong’o è attualmente al cinema con il suo nuovo film da protagonista, A Quiet Place – Giorno 1 (qui la recensione), dove condivide lo schermo con l’attore Joseph Quinn, distintosi grazie al ruolo di Eddie Munson in Stranger Things e ora lanciato verso il Marvel Cinematic Universe con il ruolo di Johnny Storm alias Torcia Umana in The Fantastic Four. Come noto, anche Nyong’o fa parte del MCU, dove ha interpretato Nakia nei film Black Panther e Black Panther: Wakanda Forever.

Quinn, parlando con Variety, ha ora rivelato di aver ricevuto un prezioso consiglio dalla collega riguardo al suo ingresso nella grande famiglia Marvel. “Mi ha detto che è un’esperienza che sicuramente non vedrò l’ora di fare…“. ha esordito Quinn, che ha poi aggiunto: “Mi ha detto di avere una mentalità aperta e di impegnarmi al massimo“. Come riportato recentemente dall’attore, le riprese di The Fantastic Four inizieranno a fine luglio e si presume che a quel punto potremo avere maggiori dettagli sul progetto.

Lupita Nyong'o e Joseph Quinn in A Quiet Place - Giorno 1
Lupita Nyong’o e Joseph Quinn in A Quiet Place – Giorno 1. Foto di Gareth Gatrell/Gareth Gatrell – © 2023 Paramount Pictures. All Rights Reserved.

The Fantastic Four: quello che c’è da sapere sul film

Il film è atteso al cinema il 25 luglio 2025. Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i The Fantastic Four sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà The Fantastic Four, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian Springer. Pedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Fanno parte del cast anche Julia Garner, Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato da Kevin Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che conosciamo. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film, mentre Dottor Destino potrebbe avere un semplice cameo nel finale.

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Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum, il film potrebbe cambiare titolo in futuro

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Nella sfera creativa della produzione cinematografica e della narrazione, non c’è nulla di simile a Il Signore degli Anelli. Peter Jackson ha adattato il libro in una trilogia cinematografica rivoluzionaria che, a distanza di decenni, è ancora molto apprezzata. Ora si sta preparando il terreno per un altro ritorno nella Terra di Mezzo, con una trama completamente diversa. Il franchise è destinato a espandersi ulteriormente con un nuovo film Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum, che vedrà il ritorno di Andy Serkis nel ruolo che lo ha reso iconico.

Dopo aver interpretato il personaggio nella trilogia originale di Jackson, Serkis si appresta inoltre a dirigere il suo primo film del franchise. Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum vedrà anche il ritorno di Jackson insieme ai suoi partner di scrittura, Fran Walsh e Philippa Boyens. Mentre si stanno mettendo insieme i pezzi per la nuova incursione nella Terra di Mezzo, Serkis, tramite Popverse, ha discusso alcuni dettagli sul prossimo film all’ACE Superhero Comic Con 2024, sottolineando una trama incentrata su Gollum e un possibile cambio di titolo in futuro.

L’attore e regista ha aggiunto anche che i personaggi della trilogia originale potrebbero fare il loro ritorno nel prossimo progetto. “The Hunt for Gollum è un titolo in lavorazione. Potrebbe non chiamarsi così. Sarà il mondo della Terra di Mezzo secondo l’esperienza di Gollum. È ancora presto; sarebbe ingiusto impegnarsi in qualcosa a questo punto. Ma dirò che sarà un’immersione profonda in cui indagheremo il personaggio di Gollum. Potrebbero esserci personaggi che riconosciamo e che potrebbero tornare. Non dirò chi“.

Sean Astin Il Signore degli Anelli
Gollum insieme a Frodo e Sam in una scena de Il Signore degli Anelli

Quando si svolgerà Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum?

Il mondo costruito da Tolkien ne Il Signore degli Anelli è vasto e comprensivo, con molte storie lasciate in sospeso attraverso la Prima, la Seconda e la Terza Era. Descrivendo la regia del prossimo film come “un sogno che si avvera“, Andy Serkis ha rivelato che il progetto è quello di raccontare le storie non sfruttate di questo mondo. “Abbiamo iniziato a parlarne circa otto mesi fa“, ha ricordato l’attore. “Dicevano: ‘Andy vogliamo davvero rinvigorire la Terra di Mezzo. Ci sono così tante storie nuove che vogliamo coinvolgere“.

Dato che Gollum incontra la sua fine tra le fiamme del Monte Fato verso la fine de Il ritorno del Re, è lecito aspettarsi che Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum si svolgerà prima di quegli eventi, idealmente anche prima che Frodo intraprenda il suo viaggio. Questo suggerisce che personaggi iconici come Aragorn, Boromir, Gandalf e Legolas potrebbero tornare in qualche modo, come suggerisce Serkis. Viggo Mortensen, che ha interpretato Aragorn nella trilogia originale, si è detto interessato se la trama è quella giusta, e anche Ian McKellen si è detto pronto a riprendere il personaggio di Gandalf.

Giancarlo Esposito risponde ai rumor sul suo casting come X-Men

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Giancarlo Esposito risponde ai rumor sul suo casting come X-Men

Come noto, Giancarlo Esposito farà parte del film Captain America: Brave New World (e un video ce lo ha anche già mostrato in azione), ma le voci su un suo possibile ingresso nel MCU si susseguono da qualche anno. Tuttavia, due personaggi che sono stati ripetutamente citati dai fan come per lui ideali sono il Professor X e Magneto. Con il reboot degli X-Men dei Marvel Studios all’orizzonte, entrambi sembravano infatti una possibilità molto concreta.

La star di Breaking Bad non si è mai tirata indietro di fronte alle voci, anche se alla fine ha ammesso che gli piacerebbe interpretare qualcuno un po’ più proattivo di Charles Xavier. Al momento nonn ci sono dettagli sul personaggio che interpreterà in Captain America: Brave New World, ma si vocifera sia un villain.  Ad ogni modo, parlando ora con ComicBook.com, l’attore visto anche in The Mandalorian e The Boys ha riflettuto sulle voci e le speculazioni che lo hanno circondato in precedenza.

I fan hanno dato il via alle voci sul Professor X e io le ho adorate. Ho cavalcato l’onda perché amo i fan“, ha ammesso Esposito. “Ho iniziato a pensare al Professor X, perché sento che potrebbe essere un personaggio in cui eccellerei davvero, e in cui sarei davvero fantastico. Hanno parlato anche di Magneto, di Mr. Freeze della DC, di tutte queste cose“. “Sono così felice di far parte del MCU. Sono felice che non sappiate cosa sto facendo lì e sono felice che probabilmente non so cosa sto facendo lì, ma sono felice di esserci e lo vedrete presto“.

Captain America: Brave New World
Harrison Ford e Anthony Mackie in una scena di Captain America: Brave New World

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Quello che sappiamo sul film Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreta la cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora, il film è indicato come uno dei titoli più importanti della Fase 5.

Anthony Mackie ha recentemente dichiarato che questo film è “10 volte più grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della dinamica tra Cap e il nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in coppia alla pari“, ha scherzato. “Sono entrambi militari. Io ero il suo ufficiale comandante. Tra noi c’è più amicizia rispetto al modo in cui ammiravo Steve o al modo in cui non mi piaceva Bucky“.

Questo film è un chiaro reset. Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film, si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che la Marvel vuoole essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America: The Winter Soldier“.

The Acolyte: l’ultimo episodio collega il Maestro a un villain della trilogia sequel

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Nell’ultimo episodio rilasciato su Disney+ di The Acolyte, il Maestro è stato smascherato e ha rivelato di essere il mite Qimir. Naturalmente si trattava solo di una recita, ed è apparso subito evidente che i Jedi riuniti su Khofar non erano alla sua altezza. Affermando di non avere un nome, il cattivo ha detto al Maestro Sol di essere quello che i Jedi “potrebbero” chiamare un Sith. Il fatto che stia cercando un seguace piuttosto che un apprendista potrebbe essere indicativo ed è del tutto possibile che Qimir non abbia legami con la stirpe Sith che alla fine conduce all’Imperatore Palpatine.

Dopo tutto, The Acolyte ha già chiarito che non sono solo i Jedi a usare la Forza, quindi potrebbe essere solo un potente utilizzatore della Forza del Lato Oscuro. Ora, però, è emersa una teoria che potrebbe collegare il Maestro alla trilogia sequel di Star Wars. I fan hanno infatti notato che il tema di Kylo Ren viene proposto durante la scena finale del Maestro in “Night“, e l’opinione prevalente è che potrebbe essere lui a formare il ramo dei Sith noto come Cavalieri di Ren. “Ren” era solo un titolo assunto da chi guidava il gruppo, quindi The Acolyte potrebbe concludersi con Qimir che assume questo soprannome.

Anche se questa rivelazione non sarebbe così sismica come l’introduzione di Darth Plagueis, ad esempio, riempirebbe comunque una grande lacuna nella nostra conoscenza del franchise di Star Wars e mostrerebbe quanto sia esteso l’uso della Forza nella Galassia al di là dei soli Jedi e Sith. La showrunner di The Acolyte, Leslye Headland, ha dichiarato che la serie potrebbe essere trattata come una storia a sé stante, ma ha lasciato la porta aperta a una seconda stagione, che presumibilmente potrebbe essere incentrata sui Cavalieri di Ren. Di certo, la presenza del tema di Kylo non può essere casuale.

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Tutto quello che sappiamo su Star Wars: The Acolyte: La Seguace

The Acolyte: La Seguace è l’annunciata serie tv parte del franchise di Star Wars creata da Leslye Headland. La serie tv è ambientato alla fine dell’era dell’Alta Repubblica prima degli eventi dei principali film di Star Wars.

The Acolyte: La Seguace è ambientato alla fine dell’era dell’Alta Repubblica in un mondo di “segreti oscuri e poteri emergenti del lato oscuro”, circa 100 anni prima di Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999). Un’ex Padawan si riunisce con il suo Maestro Jedi per indagare su una serie di crimini, ma le forze che affrontano sono più sinistre di quanto avessero mai previsto.

Nel cast della serie tv protagonisti sono Amandla Stenberg come ex padawan, Lee Jung-jae come Maestro Jedi, Manny Giacinto, Dafne Keen come una giovane Jedi, Jodie Turner-Smith, Rebecca Henderson nei panni di Vernestra Rwoh, un cavaliere Jedi prodigio.  Charlie Barnett come un giovane Jedi, Dean-Charles Chapman, Carrie-Anne Moss come una Jedi, Margherita Levieva, Joonas Suotamo nei panni di Kelnacca, un maestro Jedi Wookiee.

Il Cavaliere Oscuro: Joseph Gordon-Levitt rivela se c’è mai stato un piano per uno spin-off su Robin

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Il cavaliere oscuro – Il ritorno ha introdotto un poliziotto eroico, John Blake (interpretato da Joseph Gordon-Levitt), che è diventato un alleato sia di Batman che di Jim Gordon. Dopo essere stato nominato detective, il nome completo di John fu rivelato come “Robin John Blake”, un cenno alla spalla di Batman nei fumetti. A rendere il tutto ancora più degno di nota fu il fatto che Bruce Wayne lasciò a Robin le indicazioni che lo avrebbero condotto alla Batcaverna.

L’implicazione era che sarebbe diventato il nuovo vigilante di Gotham City, riprendendo da dove si era interrotto il Crociato incappucciato, che si credeva morto. Nel corso degli anni si è parlato molto di un possibile Batman 4 che avrebbe dunque continuato la storia di Robin e anche lo sceneggiatore Jonathan Nolan si è recentemente espresso a riguardo. Naturalmente non se ne fece nulla e Bruce fu reintrodotto quattro anni dopo – con Ben Affleck che interpretava una nuova versione del personaggio in Batman v Superman: Dawn of Justice del 2016.

Parlando con Inverse, è stato chiesto a Joseph Gordon-Levitt se fosse mai stato messo al corrente di eventuali progetti di spin-off o sequel. “Nolan stava facendo una trilogia“, ha spiegato. “Non ha mai voluto fare altri film. Questa era la fine della sua trilogia. È buffo, ci ripensiamo adesso con il contesto del Marvel Cinematic Universe: tutto è un sequel di un sequel di un sequel“. “Ma ai tempi, fare una trilogia era molto, e questo era il modo in cui si pensava“. A quanto pare, dunque, non ci sono mai stati piani ulteriori e quell’accenno nel finale era previsto rimanesse tale.

Il cavaliere oscuro - Il ritorno film
Christian Bale è Batman in Il cavaliere oscuro – Il ritorno

 

La trama e il cast di Il cavaliere oscuro – Il ritorno

Il cavaliere oscuro – Il ritorno, diretto da Christopher Nolan, è il capitolo finale della sua trilogia di Batman, uscito nel 2012. Il film ha come protagonista Christian Bale nel ruolo di Bruce Wayne/Batman, affiancato da un cast stellare che comprende Tom Hardy (Bane), Anne Hathaway (Selina Kyle/Donna gatto), Michael Caine (Alfred Pennyworth) e Gary Oldman (Commissario Gordon).

Ambientato otto anni dopo gli eventi de Il cavaliere oscuro, Bruce Wayne si è ritirato dal suo ruolo di vigilante e vive in isolamento. Gotham City gode di un periodo di relativa pace fino all’arrivo di Bane, un formidabile e spietato mercenario. Il piano di Bane di distruggere Gotham costringe Bruce a indossare nuovamente il mantello di Batman. Per salvare la città si allea con Selina Kyle, un’abile scassinatrice dalle motivazioni ambigue.

Dogman: la vera storia dietro il film di Matteo Garrone

Dogman: la vera storia dietro il film di Matteo Garrone

Nel panorama cinematografico italiano, Matteo Garrone si è affermato come uno dei registi più importanti, capace di spaziare tra i generi per raccontare le derive dell’essere umano. Titoli come L’imbalsamatore e Gomorra rimangono tra i suoi lavori più apprezzati, da cui emerge tutta la brutalità e la bruttezza di determinate situazioni. Negli ultimi anni, a questi titoli si è affiancato Dogman (qui la recensione), presentato in concorso al Festival di Cannes nel 2018. Il film, basato su una vicenda realmente accaduta, è nuovamente un racconto di periferia, che attraverso quanto avvenuto riflette sul senso di determinate azioni.

Garrone aspirava da tempo a realizzare un film sulla vicenda del canaro, ma agli inizi del 2000 non trovò né il cast né i finanziamenti adeguati. Dopo aver guadagnato sempre più popolarità, egli è infine riuscito a realizzare Dogman. Dopo aver ricevuto una grande accoglienza a Cannes, il film ha poi fatto incetta di premi, arrivando anche a vincere numerosi David di Donatello, tra cui quello per il miglior film, la miglior regia e la miglior sceneggiatura.

Uscito tra le parentesi fantasy di Il racconto di racconti e Pinocchio, questo rimarrà senza ombra di dubbio uno dei suoi lavori più importanti. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Dogman cast

La trama di Dogman

Protagonista del film è Marcello, proprietario di un salone di toelettatura per cani. La sua esistenza scorre sempre uguale e indifferente tra le pieghe di una periferia sospesa tra la grande metropoli e la natura incontaminata. Persona silenziosa e tranquilla, durante le sue giornate si divide tra il lavoro, l’adorata figlia Alida, e gli amici del quartiere. Egli, però, ha anche un ambiguo rapporto di sudditanza con Simoncino, un ex pugile da poco uscito di prigione e temuto da tutto il quartiere per i suoi atteggiamenti al limite della follia. Quando quest’ultimo coinvolge Marcello in una pericolosa rapina, il mite canaro dovrà trovare il coraggio di farsi valere e affermarsi sul temibile delinquente.

Il cast del film

Originariamente Garrone intendeva realizzare questo film nel 2006. A quell’epoca propose il ruolo del protagonista a Roberto Benigni, ma il progetto non si concretizzò. Quando finalmente nel 2017 il film prese vita, il regista decise di affidare la parte del canaro a Marcello Fonte, attore fino a quel momento pressocché sconosciuto. Grazie alla sua intensa performance, egli arrivò poi a vincere il premio come miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes. Fonte ha in seguito dichiarato che prima di determinate scene il regista lo ha incoraggiato a bere del whisky al fine di entrare nel mood giusto. Accanto a lui, nel ruolo di sua figlia Alida vi è l’esordiente Alida Baldari Calabria.

Laura Pizzirani è invece la madre di Alida. Tra gli amici di quartiere di Marcello vi sono invece Adamo Dionisi nel ruolo di Franco, Francesco Acquaroli nel ruolo di Francesco e Gianluca Gobbi nei panni di un altro dei commercianti. L’attore ed ex criminale Aniello Arena è l’ispettore di polizia, mentre Mirko Frezza interpreta uno spacciatore di quartiere. L’attrice Nunzia Schiano, interpreta invece la madre di Simoncino. Quest’ultimo è interpretato da Edoardo Pesce. Per assumere il ruolo, l’attore ha acquisito numerosi chili di muscoli e si è rasato i capelli. Per la sua interpretazione ha poi vinto il David di Donatello come miglior attore non protagonista.

Dogman storia vera film garrone

Dogman: la vera storia del “Canaro” dietro al film

Come noto, la storia del film è ispirata alla vicenda di Pietro De Negri, meglio conosciuto come Er Canaro. Quello che lo vede protagonista è uno dei fatti di cronaca più brutali dell’Italia del dopoguerra. Nel 1988 egli divenne noto a livello nazionale per l’omicidio dell’ex pugile dilettante Giancarlo Ricci. Come nel film, i due avrebbero commesso una rapina insieme, ma ad aver scontato un periodo in carcare è stato solo De Negri. Stanco delle minacce e delle percosse che riceveva da Ricci, il 18 febbraio 1988 lo attirò nel proprio negozio per cani e qui iniziò a torturarlo fino alla morte.

Stando a quanto riportato, lo sottopose ad amputazioni, ustioni e percosse. Dopo ore, De Negri si sbarazzò del corpo. Dopo averlo legato e avvolto in un sacco di plastica, lo trasportò in auto sino alla discarica di via Belluzzo nel Portuense, dove lo cosparse di benzina e lo incendiò, preoccupandosi di lasciare intatti i polpastrelli per l’identificazione. Il giorno seguente il cadavere fu ritrovato e la testimonianza d’un amico di Ricci, Fabio Beltrano, portò all’arresto del “Canaro” il 21 febbraio. L’uomo confessò senza mostrare alcun pentimento.

Inizialmente, in quanto venne ritenuto affetto da disturbo paranoide, con incapacità d’intendere e di volere per l’intossicazione acuta da cocaina, se ne escluse la pericolosità sociale e uscì di prigione dopo poco più di un anno. Tuttavia, De Negri riportò poi una condanna definitiva a ventiquattro anni di reclusione. Dopo 16 anni di galera, nel 2005 De Negri è tornato in libertà, restando in affidamento ai servizi sociali e ottenendo un impiego da fattorino presso uno studio commerciale. Rifiutando ogni intervista, De Negri ha da quel momento chiesto di essere dimenticato.

Il trailer di Dogman e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.

Dogman in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb

Hit Man: la storia vera di un finto assassino

Hit Man: la storia vera di un finto assassino

L’ultimo film di Richard Linklater, Hit Man (qui la recensione), è uno dei titoli più attesi del calendario cinematografico 2024. Ora al cinema, il film è destinato a diventare una pietra miliare per una delle megastar emergenti di Hollywood, Glen Powell, che non è solo la star di Hit Man, ma anche il co-sceneggiatore di Linklater. Powell e Linklater hanno già collaborato all’adattamento di Fast Food Nation, alla commedia Tutti vogliono qualcosa!!! e allo sguardo animato e nostalgico sulla corsa allo spazio Apollo 10 1⁄2: A Space Age Childhood.

Senza nemmeno considerare il talento che si concentra in questo progetto, il concetto di un poliziotto sotto copertura che si finge un killer a pagamento per arrestare chi lo vuole assumere è una premessa di per sé già particolarmente allettante, che trova nelle capacità di Linklater di bilanciare dramma e commedia il suo punto di forza. Tuttavia, Hit Man è tutt’altro che una semplice storia stravagante, poiché si basa sulla storia vera di un finto assassino.

La trama di Hit Man

Il film Hit Man, che ha ricevuto recensioni entusiastiche dalla sua anteprima alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2023, segue Gary Johnson (Glen Powell), un professore di college diventato specialista di tecnologia che conduce una seconda vita come agente di polizia sotto copertura. Egli si finge infatti un killer su commissione per arrestare coloro che cercano di assumerlo. Questo finché non incontra una donna, Maddy Masters (Adria Arjona), maltrattata dal marito. Johnson, che si sente attratto da Maddy, si impegnerà dunque a liberarla da questa relazione tossica.

Glen Powell e Adria Arjona in Hit Man - Killer per caso (2023)
Adria Arjona e Glen Powell in una scena di Hit Man. Foto di Courtesy of Netflix

Richard Linklater e Glen Powell adattano una storia vera

Hit Man è tratto da una storia vera documentata dal Texas Monthly nel 2001. L’articolo omonimo è stato scritto da Skip Hollandsworth, il cui lavoro è servito come base per un’altra commedia nera/docu-dramma di Linklater, Bernie. Quel film, interpretato da Jack Black nel ruolo di un becchino condannato per omicidio, adatta una storia assurda e la infonde con l’umanesimo naturale di Linklater e con un commento acuto sulla cultura texana.

Originario di Lone Star, Linklater è per il Texas quello che Martin Scorsese e Spike Lee sono per New York. Linklater ammira la sua educazione, ma i suoi film esaminano attivamente i codici e le aspettative della società, che sono stati portati avanti dalla sua gente. Hollandsworth, giornalista ed editore texano, è perfettamente complementare al regista, poiché entrambi si interessano alle stranezze della vita quotidiana.

Glen Powell e Adria Arjona in Hit Man - Killer per caso (2023)
Adria Arjona e Glen Powell in una scena di Hit Man. Foto di Courtesy of Netflix

Hit Man è basato sulla storia di un killer a pagamento sotto copertura in Texas

Hit Man racconta dunque la procedura di arresto di persone che si rivolgono a killer a pagamento. Quando la polizia riceve una soffiata su una persona che sta cercando di uccidere qualcuno, invia Gary Johnson per incontrare questo “cliente”. Se riesce a ottenere dal cliente la confessione di voler uccidere una persona specifica, la polizia ha le basi per un arresto. L’ampia storia di Hollandsworth è stata studiata e approfondita e attraverso l’articolo il lettore comprende l’impenetrabile psicologia di Gary Johnson, un vero e proprio “jack of all-trades“.

Può sembrare inverosimile che una persona possa aver organizzato oltre 60 arresti di persone che sollecitavano un assassino professionista senza che la sua copertura fosse mai compromessa, ma Hollandsworth sottolinea il carisma con cui Johnson si comportava durante ogni incontro con un “cliente”. Johnson attendeva che le persone confermassero la loro voglia di far colpire un determinato bersaglio, di solito un amante infedele o un rivale invidioso. Una volta che il sospettato ordinava il colpo, la polizia poteva procedere con l’arresto.

Johnson è dunque un uomo imperscrutabile. La sua aura misteriosa lo rende il finto killer ideale, un vero camaleonte umano in grado di adattarsi all’ambiente circostante. Hollandsworth lo caratterizza come un individuo medio, mite, che nessuno guarda in faccia, scrivendo che lo si potrebbe scambiare per un semplice “impiegato di basso livello” dell’ufficio del Procuratore Distrettuale. Vive uno stile di vita preciso e rigoroso che lo porta a pranzare ogni giorno nello stesso locale.

hit man film 2023
Glen Powell in Hit Man

Lo stile di vita sobrio e la dicotomia tra gusto di alta classe e lavoro di bassa classe è invocata dai più importanti killer professionisti fittizi, tra cui il killer solitario di Le Samouraï di Jean-Pierre Melville, il nichilista amante del jazz di Tom Cruise in Collateral e il cacciatore senza emozioni di Michael Fassbender in The Killer. Contrariamente a questi personaggi dotati anche di quel carattere duro che ci si aspetta da un assassino, Johnson ascolta musica classica e audiolibri in auto ed è in tutto e per tutto ben distante dallo stereotipo del sicario.

Sotto la sua facciata di professore universitario senza pretese, Johnson ha inoltre profonde meditazioni sullo stato della vita moderna all’inizio del secolo. Nell’economia consumistica iperattiva dell’America, Johnson non è affatto sorpreso che le persone cerchino rimedi rapidi ai loro problemi. “Oggi le persone possono pagare per far riparare i loro televisori e raccogliere la loro spazzatura, quindi perché non possono pagare me, un sicario, per riparare le loro vite?“. Rifletteva il vero Johnson. Il finto killer ha osservato che lo stato precario dell’economia ha spinto a prendere misure drastiche. “Quando le cose cominciano ad andare male… tutti diventano un po’ più pazzi e cominciano a pensare di far fuori qualcun altro“, ha detto.

L’assurdità riproposta dall’articolo del Texas Monthly è un sottoprodotto dell’angoscia della classe media prevalente all’inizio del secolo, ampiamente espressa nei film del 1999, tra cui Fight Club e Office Space. Nel film, persone con problemi relativamente innocui ricorrono all’estremo assumendo un killer a pagamento. Secondo Johnson, però, la maggior parte dei suoi clienti non erano ex detenuti. Erano cittadini onesti che non avevano mai ricevuto una multa per eccesso di velocità. La facilità con cui individui appartenenti a un mondo civilizzato si spingono a misure così drastiche racconta dunque del degrado dell’America idealista.

Come dice Hollandsworth, gli incontri di Johnson con i clienti che ordinavano i colpi erano “studi da manuale sulla banalità del male“. Le motivazioni che spingevano i clienti a richiedere i servizi del sicario sotto copertura non erano certo moralmente giustificabili, dato che la maggior parte dei casi riguardava sospetti di adulterio, frustrazioni con i datori di lavoro o dispute per la custodia. La cosa più sconcertante è che, anche quando Johnson iniziò ad attirare l’attenzione dei media a partire dallo Houston Chronicle, con storie che stampavano il suo nome e citazioni di Johnson, i clienti non diminuirono. La richiesta di assassini continuò ad essere alta.

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Glen Powell e Adria Arjona in Hit Man

Gary Johnson di Hit Man nella vita reale era una star carismatica

Il tratto distintivo di Gary Johnson, l’abilità che gli ha permesso di eccellere in questo ruolo è stata la persuasione. Nonostante il suo atteggiamento mite, il carisma di Johnson non conosceva limiti: la sua personalità contagiosa portava i clienti a chiedere effettivamente l’assassinio del rispettivo bersaglio senza mai far sospettare che fosse in atto un inganno. L’astuta persuasione di Johnson flirtava a volte con la palese manipolazione.

Un avvocato o un giudice avrebbero potuto ragionevolmente criticare alcune delle sue astute tattiche per ottenere una confessione. In definitiva, l’unica accusa che un pubblico ministero potrebbe rivolgere a Johnson è quella di essere l’attore più convincente del mondo. Nel mondo delle indagini sotto copertura, Johnson è Laurence Olivier, come dice Hollandsworth. Un supervisore di Johnson ha dichiarato: “Gary è davvero un grande interprete che può trasformarsi in qualsiasi cosa abbia bisogno di essere in qualsiasi situazione si trovi“. Si adatta alle circostanze del cliente modificando il suo guardaroba o la sua personalità.

L’attesa per Hit Man va dunque oltre i principali talenti coinvolti nel film. Non solo il film è basato su una surreale storia vera, ma la vita di Gary Johnson è l’analogo perfetto del cinema. Ha vissuto grazie all’inganno, che è il cuore del processo cinematografico. L’articolo di Skip Hollandsworth sul Texas Monthly parla di un uomo che usa il fascino per raggiungere i suoi obiettivi. Tra le star del cinema in attività, quante sono più affascinanti di Glen Powell? L’attore è pronto a fare il salto verso la superstar e questo film di Richard Linklater lo eleva sicuramente ad un gradino più alto.

Il trailer di Hit Man

Thunderbolts*: David Harbour rivela di aver terminato le riprese

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Thunderbolts*: David Harbour rivela di aver terminato le riprese

David Harbour, che ha fatto il suo ingresso nel MCU con Black Widow, ha confermato su Instagram di aver terminato le riprese di Thunderbolts* dei Marvel Studios. L’attore ha anche condiviso sul proprio profilo social quello che sembra essere un poster di propaganda d’epoca con Red Guardian all’apice della Guerra Fredda. La scritta in russo dovrebbe tradursi in “Siamo indomabili come il Guardiano Rosso“.

Dato che le riprese del film si stanno ormai avviando alla conclusione, quando il mese prossimo i Marvel Studios si recheranno al Comic-Con ci aspettiamo che un nuovo sguardo sui Thunderbolts* venga rilasciato durante quello che sarà sicuramente un memorabile panel nella Hall H. C’è una buona probabilità che venga rilasciato anche online e, se siamo davvero fortunati, potremmo anche vedere Sentry.

È così interessante pensare a dove Red Guardian finisce alla fine di ‘Black Widow’, dopo che la sua storia è conclusa e cosa gli succederà dopo essere uscito di prigione“, ha detto Harbour in una recente intervista. “Dove va? Anche riallacciare i rapporti con Florence [Pugh] sarà fantastico“. “Mi piacerebbe vedere – perché è un idiota ed è un egocentrico – tutte queste cose, ma ha questo fuoco dentro di sé, e penso che potrebbe essere all’altezza di certe occasioni se gliene venisse data la possibilità“.

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David Harbour è Red Guardian in Black Widow

Tutto quello che sappiamo su Thunderbolts*

Durante il panel dei Marvel Studios al D23 2022, il presidente dei Marvel Studios  Kevin Feige  ha svelato il cast del prossimo film Thunderbolts*, che sarà una squadra composta principalmente da supercriminali e antieroi. Comprende la Contessa Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus), Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah Jon-Kamen), US Agent (Wyatt Russell), Taskmaster (Olga Kurylenko), Yelena Belova/Black Widow (Florence Pugh) e Il Soldato d’Inverno (Sebastian Stan). Secondo quanto appreso la contessa Valentina Allegra de Fontaine metterà insieme la squadra e potrebbe anche essere parzialmente responsabile della creazione di Sentry.

Harrison Ford – ammesso che sia ancora presente – sostituirà il defunto William Hurt nei panni di Thaddeus “Thunderbolt” Ross. Thunderbolts* è attualmente previsto nelle sale il 2 maggio 2025. Il film sarà diretto da Jake Schreier, la cui storia come regista non è estremamente ampia, avendo lavorato solo a Robot & Frank del 2012, Paper Towns del 2015 e alla versione filmata del 2021 di Chance the Rapper’s Magnificent Coloring World Tour.

LEGGI ANCHE: THUNDERBOLTS*: 7 indiscrezioni e spoiler da conoscere sul possibile film Marvel sui Dark Avengers

Superman: nuovi video e foto dal set anticipano la presenza di un amato personaggio

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Le cineprese continuano a girare sul set del film Superman, a Cleveland e, sebbene le foto di oggi non siano così rivelatrici come quelle condivise online all’inizio della settimana, abbiamo un nuovo video molto interessante che potrebbe confermare l’apparizione di un certo personaggio nel reboot del DCU. Protagonista di questo nuovo filmato è il Mr. Terrific di Edi Gathegi, intento a muoversi lungo la strada e comportarsi in modo… piuttosto strano! L’eroe sembra interagire con qualcuno/qualcosa che non si vede, il che ha portato a speculazioni sul fatto che Superman avrà un personaggio completamente in CGI.

La teoria subito diffusasi – in particolare guardando i movimenti e i gesti di Terrific verso la fine del video – riguarda Krypto, il fedele cagnolino di Superman. Ulteriori foto poi diffuse sembrano confermare ulteriormente tale teoria, in quanto in esse viene mostrato Mr. Terrific con in mano una scatola di crocchette per cani Milk Bone. È dunque sempre più probabile che tale personaggio, di cui si vociferava da tempo, farà il suo debutto sul grande schermo proprio con il film scritto e diretto da James Gunn.

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Tutto quello che sappiamo su Superman

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.

Nel cast anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas Hoult Nathan Fillion. Sean Gunn, María Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio, Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il cast.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, animazione e giochi”.

Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Film erotici: tutti i migliori titoli da vedere

Film erotici: tutti i migliori titoli da vedere

Non solo il porno, ma anche i film canonicamente intesi hanno spesso sdoganato pratiche e tabù della sessualità, raccontandola in modo anche molto esplicito al cinema. Spesso fondendosi con altri generi, in particolare il thriller, molti di questi film sono ancora oggi dei veri e propri classici, da guardare non solo per gli scandali generati al loro tempo ma anche per ciò che sono in grado di raccontare di noi e del nostro rapporto con la sfera sessuale, troppo spesso repressa e soggetta a censura. Di seguito, ecco una lista dei migliori film erotici da vedere

Da quelli fondamentali, dove si ritrovano importanti titoli d’autore provenienti da tempi e contesti diversi, fino ai più celebri film erotici italiani, passando infine anche per i film erotici che si possono trovare su Netflix. Ognuno di questi titoli è meritevole di una visione e ognuno di essi offre punti di vista e riflessioni originali sul sesso e la sessualità. Alcuni più provocanti, altri meno, sono tutti ottimi film erotici che ogni appassionato dovrebbe recuperare.

I migliori film erotici

Film erotici fondamentali

Molti dei film erotici qui proposti arrivano da paesi diversi, con punti di vista sulla sessualità dettati dalle influenze culturali e sociali di riferimento. Ognuno di questi titoli, dal più datato al più recente, è però capace di dar vita ad interessanti riflessioni sul tema dell’erotismo. Alcuni sono dei film erotici puri, mentre altri si contaminano con altri generi per dar vita a degli ibridi particolarmente affascinanti. Insomma, ce ne è per tutti i gusti e tra questi film c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Ecco l’impero dei sensi (1976)

Diretto dal regista Nagisa Ōshima e basato su un celebre episodio di cronaca avvenuto nel Giappone degli anni trenta. La pellicola racconta il legame tra la cameriere Sada Abe e Kichizo “Kiki San” Ishida, proprietario della pensione dove lei lavora, è fatto d’un amore totalmente dominato dai sensi. La relazione parte dall’attrazione reciproca, si evlve attraverso l’estasi sensuale per precipitare in un baratro erotico.

Brivido caldo (1981)

Lawrence Kasdan ha ridefinito il neo-noir con questo thriller sudato, prendendo in prestito liberamente dai classici – in particolare Double Indemnity, un po’ più in basso in questa lista – ma condendo il tutto con un candore sessuale che era caldo e umido anche per gli standard dell’ambientazione nel sud della Florida. William Hurt interpreta Ned Racine, un losco avvocato che rimane invischiato con Matty Walker, moglie annoiata di un ricco uomo d’affari che sta cercando di scaricare. “Non sei troppo intelligente, vero?”, osserva lei. “Mi piace questo in un uomo”. Questo ruolo ha meritatamente reso Kathleen Turner e la sua voce gutturale delle star.

Attrazione Fatale (1987)

Diretto da Adrian Lyne è considerato il film cult nel quale Glenn Close diede vita ad uno dei personaggi più iconici della sua carriera. Dan Gallagher quarantenne avvocato di Manhattan ha una vita tranquilla e una bella famiglia composta dalla moglie Beth e dalla figlia Ellen di 6 anni. Un giorno Dan conosce Alex Forrest, anch’ella avvocatessa, insieme alla quale decide di trascorrere due giorni mentre la moglie è in campagna in visita dai genitori: al termine Dan decide però di tornare alla sua vita. Ma Alex non ci sta e si trasformerà in un vero e proprio incubo per Dan.

9 settimane e ½ (1986)

Trai migliori film erotici di sempre, 9 settimane e ½ è il film del 1986 con a Mickey Rourke e Kim Basinger. È interamente ambientato a New York, e si fa notare per il suo erotismo e per aver lanciato le carriere dei due protagonisti.

Légami! (1990)

Diretto dal regista premio Oscar Pedro Almodóvar, il film racconta di uno psicopatico con problemi emotivi è ossessionato da una porno diva, così la sequestra e la lega al letto per darle tempo di innamorarsi di lui.

Basic Instinct (1992)

Basic Instinct scena interrogatorio

La misteriosa Catherine Tramell, una scrittrice di romanzi gialli, è sospettata dell’omicidio di una rock star. L’investigatore incaricato di risolvere il caso è il detective Nick Curran, che viene sedotto dalla donna.

L’amante (1992)

Diretto dal regista francese Jean-Jacques Annaud, la pellicola è ambientata nell’indocina Francese, anni 30. Una maliziosa quindicenne di origini francesi diventa l’amante di un aristocratico trentenne cinese andando contro tutte le convenzioni della società.

Notorious (1947)

Pochi film hanno aggirato la censura del Codice Hays con il calore con cui Hitchcock ha dato vita al bacio tra Ingrid Bergman e Cary Grant – uno dei più grandi baci cinematografici di tutti i tempi – nel suo noir romantico sulle spie che si infiltrano in un giro di nazisti in Brasile. Trovando una fessura nella regola dei tre secondi al massimo, il regista ha fatto in modo che i suoi attori si interrompessero più volte durante i due minuti e mezzo in cui si sono baciati, punteggiando la scena con dialoghi, coccole, una testa appoggiata su una spalla e persino una telefonata. L’Alicia di Bergman parla di “un pollo in freezer” e di “una bella bottiglia di vino”, ma l’appetito che questi due hanno l’uno per l’altra è tutto ciò che conta.

Bound – Torbido inganno (1996)

È difficile stabilire se l’elegante debutto di Lana e Lilly Wachowski sia più amato dalle lesbiche o dagli uomini gay. In ogni caso, l’accoppiata tra Gina Gershon nel ruolo del duro idraulico ex galeotto Corky e Jennifer Tilly nel ruolo di Violet, una sorta di letale Betty Boop, è quanto di più lubrificante possa esistere. “Scommetto che la tua macchina ha 20 anni”, dice Violet, valutando Corky nella sua canottiera sporca di grasso. “Camion”, la corregge Corky, con la bocca perennemente fissata in un ghigno. Le cose iniziano a scintillare tra i due quando organizzano un piano per rubare una scorta di 2 milioni di dollari della mafia e incolpare il fidanzato di Violet che ricicla denaro sporco. L’intimità delle scene di sesso aggiunge passione e urgenza al thriller, mentre l’abbondanza di dialoghi citabili compensa la violenza con una deliziosa nota di camp.

Thelma & Louise (1991)

Thelma & Louise

Quando Brad Pitt, nei panni del losco cowboy vagabondo J.D., si avvicina alla Thelma di Geena Davis in una Ford Thunderbird parcheggiata nel tragicomico road movie femminista di Ridley Scott, è nata una stella. Trasudando un magnetismo sessuale sicuro e disinvolto sotto il suo atteggiamento da “aww-shucks” e la sua parlantina casalinga, J.D. si fa strada nella stanza del motel di Thelma e la mattina dopo procede a rubare i risparmi di una vita della sua migliore amica Louise (Susan Sarandon), fondi che servono ai due fuggitivi per scappare in Messico. Per quanto riguarda le avventure di una notte, è un disastro. Ma Thelma riesce almeno a vivere un’avventura romantica diversa da quella che ha vissuto con l’idiota infantile che ha sposato, oltre a ricevere alcuni consigli sulla rapina che le torneranno presto utili.

Little Children (2006)

Al centro dell’inquietante e cupamente satirico film di Todd Field, che sbircia sotto le superfici ordinate della periferia americana, ci sono gli affamati incontri extraconiugali tra la terrosa e lussuriosa Sarah di Kate Winslet e il Brad di Patrick Wilson (la cui calda carnagione caramellata dovrebbe essere contro la legge), mentre i rispettivi coniugi sono fuori al lavoro. L’infedeltà, naturalmente, non è una novità nei film, ma la rinascita sessuale di una casalinga delusa appollaiata su una lavatrice ha dato un significato completamente nuovo alla centrifuga.

La fiamma del peccato (1944)

Barbara Stanwyck è un problema. Lo si sa dalla prima volta che l’agente assicurativo di Los Angeles di Fred MacMurray, Walter Neff, vede il suo personaggio semi-vestito, Phyllis Dietrichson, al piano di sopra durante una visita a domicilio, lanciandogli uno sguardo che lo attira senza una parola. Non ha mai la possibilità di uscirne indenne. Il film di Billy Wilder, tratto dal romanzo di James M. Cain, è un noir canonico, che segue il piano di Phyllis di uccidere il marito e di incassare un risarcimento per morte accidentale. Ma gli elementi del crimine non sarebbero altrettanto potenti senza l’incantesimo di ebbrezza sessuale che la donna lancia su Walter, trasmesso interamente attraverso l’umore e le allusioni.

Mississippi Masala (1991)

Come nella maggior parte di questi film, la chimica è fondamentale e Sarita Choudhury e Denzel Washington ne hanno da vendere nel vivace racconto di Mira Nair di una storia d’amore interrazziale tra un’immigrata indiana ugandese e un nero del Mississippi, che devono affrontare la disapprovazione di entrambe le comunità. Uno sguardo fresco e spesso umoristico sulla dislocazione culturale e una rappresentazione dell’amore attraverso l’asse marrone-nero che era radicale per il suo tempo, il film presenta una conversazione telefonica notturna particolarmente memorabile, così ardentemente sexy e soffusa di desiderio fisico che vi farà venire nostalgia dei giorni precedenti al telefono fisso.

Bull Durham – Un gioco a tre mani (1993)

Kevin Costner e Susan Sarandon erano al loro massimo magnetismo e insieme sono infiammabili. La commedia sexy e adulta di Ron Shelton è il tipo di film che raramente viene realizzato, con il suo profondo affetto per il passatempo nazionale americano e la sua giocosa mappatura del percorso che porta dal flirt alla passione sfrenata e, forse, a qualcosa di più duraturo. Susan Sarandon interpreta Annie Savoy, una groupie che prende sotto la sua ala protettrice un nuovo giocatore a stagione dei Durham Bulls, squadra minore, per impartirgli la poesia del baseball. Lei sceglie il lanciatore spavaldo di Tim Robbins, soprannominato “Nuke”, ma il catcher veterano di Costner, Crash Davis, lo trasforma in una gara a tre. Il sesso fa letteralmente tremare i mobili. Crash non solo ha un tocco agile nello slacciare un reggicalze, ma sa anche dipingere le unghie dei piedi di una donna.

Eyes wide shut (1999)

In altro fuoriclasse della regia, forse il fuori classe per eccellenza, Stanley Kubrick che con il suo ultimo film si cimenta nel genere regalando al cinema uno dei migliori film erotici:  Eyes wide shut è tratto dal romanzo Doppio sogno di Arthur Schnitzler e racconta di una coppia dalla vita idilliaca esplora la propria relazione in un mondo sotterraneo di lussuria e fantasie peccaminose.

Y tu mamá también (2001)

Diretto da Alfonso Cuarón e presentato alla 58ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, in Y tu mamá también Julio Zapata e Tenoch Iturbide sono due adolescenti messicani, amici per la pelle, alle prese con la scoperta del sesso e della propria personalità. Dopo che le rispettive fidanzate sono partite per le vacanze estive, durante una festa conoscono Luisa Cortés, una splendida ragazza spagnola più grande di loro, moglie di Jano, cugino di Tenoch. Per fare colpo su di lei, i due ragazzi le propongono una vacanza alla baia “Boca del Cielo”, in realtà inesistente. Inizialmente la donna rifiuta ma, a seguito dell’ennesima infedeltà di suo marito, decide di seguire i due increduli ragazzi.

Shampoo (1975)

Negli anni ’70, la reputazione di Warren Beatty come dongiovanni di Hollywood era così diffusa nei tabloid che una volta la rivista MAD si chiese scherzosamente perché non fosse andato a letto con Shirley MacLaine. (In nessun altro luogo la sua presunta abilità con le donne è stata sfruttata in modo più consapevole che nella satira di Hal Ashby sulla politica sessuale – e di conseguenza sulla politica regolare – nell’America dell’era Nixon.

In un progetto fatto su misura per se stesso, Beatty interpreta un arrapato parrucchiere di Los Angeles che maneggia il suo phon come un pene extra, facendosi strada tra le camere da letto di Beverly Hills mentre cerca di finanziare il suo salone. Neanche andare a letto con la moglie (Lee Grant), l’amante (Julie Christie) e la figlia diciassettenne (Carrie Fisher) di un potenziale investitore (Jack Warden) sembra impedire questo sogno.

Hud il selvaggio (1963)

Paul Newman non è mai stato così bello come tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60, quindi tutti i suoi ruoli di quel periodo erano carichi di carica erotica: l’ex atleta alcolizzato del liceo ne La gatta sul tetto che scotta, lo squalo della sala da biliardo ne Lo spaccone, il gigolò in Sweet Bird of Youth. Ma la cruda sessualità dell’attore non è mai stata messa in mostra in modo più prodigioso che nel dramma di Martin Ritt su un arrogante mandriano texano, insensibile ai bisogni di tutti coloro che lo circondano. Una scena di tentato stupro approfondisce lo status di antieroe del personaggio, ma raramente la bellezza maschile è stata apprezzata in modo più vivido di quando Alma, la governante sbiadita di Patricia Neal, gli dice: “Stai piuttosto bene senza maglietta, sai“. La vista di questo attraverso la finestra della cucina mi ha fatto posare il mio asciugapiatti più di una volta”.

High Art (1998)

Il sorprendente debutto di Lisa Cholodenko ha salvato Ally Sheedy dalla semi-oscurità di Breakfast Club Brat Pack, permettendole di mostrare una gamma di ruoli non ancora sfruttata nel ruolo di Lucy, una fotografa spigolosa, un tempo famosa, ispirata da Nan Goldin. Si forma un’accesa triangolazione con la sua fidanzata eroinomane, ex musa di Fassbinder, Greta (Patricia Clarkson, tutto un languido glamour andato a male) e con la loro vicina del piano di sotto, l’ambiziosa assistente redattrice di una rivista d’arte Syd (Radha Mitchell), che si allontana dal suo fidanzato e finisce nel letto di Lucy. Le scene d’amore sono spesso lodate come una svolta nella rappresentazione delle lesbiche sullo schermo, ma Cholodenko è attenta al paesaggio psichico ed emotivo quanto alla sessualità. La rappresentazione del demi-monde drogato del centro di New York evoca la prima raccolta di Goldin, La ballata della dipendenza sessuale.

Secretary (2002)

Secretary (2002) maggie gyllenhaal

Diretto da Steven Shainberg, interpretato da James Spader e Maggie Gyllenhaal, e liberamente basato sull’omonimo racconto breve presente nella raccolta del 1988 Cattiva condotta (Bad Behaviour) di Mary Gaitskill, il film racconta di Lee Holloway è appena stata dimessa da un ospedale psichiatrico. Quando inizia a lavorare come segretaria di un giovane avvocato, scopre di aver trovato in Edward Grey l’uomo perfetto per lei.

Shortbus – Dove tutto è permesso (2006)

Scritto e diretto da John Cameron Mitchell e presentato al 59º Festival di Cannes. Nel film le avventure erotiche e sentimentali di un gruppo di personaggi emblematici della New York odierna: una sessuologa insoddisfatta, una coppia di omosessuali, una prostituta al servizio di clienti masochisti.

Habitacion en Roma (2010)

Diretto da Julio Medem la pellicola racconta di Alba e Natasha sono due ragazze, una spagnola e l’altra russa, che si incontrano a Roma e trascorrono una notte di passione in una camera d’albergo.

Shame (2011)

Shame film

Scritto e diretto da Steve McQueen la pellicola è stata presentata in in concorso alla 68ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. In Shame Brandon, interpretato dall’attore Michael Fassbender,  è un giovane uomo d’affari di New York che vive una vita di totale asservimento a droghe e soprattutto al sesso. La profonda sofferenza per la sua condizione di dipendenza lo porta a desiderare di essere solo.

Nymphomaniac – Volume 1 (2013)

Nymphomaniac Vol. 1

Il film provocatorio e molto discusso diretto da Lars von Trier con Charlotte Gainsbourg e Stellan Skarsgård. Nymphomaniac – Volume 1 si racconta la storia di Joe, una ninfomane, che fin da giovanissima ha vissuto la sua vita all’insegna di una passione sfrenata per l’erotismo. Questa ossessione carnale è così forte da aver complicato e condizionato tutte le sfere della sua vita. Attraverso i racconti di Joe, suddivisi in otto flashback (cinque verranno raccontati nel primo volume, gli ultimi tre saranno il plot del secondo volume), si scoprono i tratti più marcati del carattere e della personalità della donna, che ha sempre combattuto contro se stessa, e vengono presentati inoltre i momenti della vita di Joe che l’hanno maggiormente segnata e che l’hanno resa ciò che è oggi.

The Paperboy (2012)

Il terzo film di Lee Daniels è stato deriso alla prima di Cannes. Ma visto al di fuori di quella serra d’arte, è una favolosa fetta surmatura di polpa di palude della Florida, che permette a Nicole Kidman di diventare una vera e propria Sharon Stone, che sembra prendere spunti di stile dalla copertina di Dusty in Memphis. La sua esibizione masturbatoria che stuzzica il bifolco di John Cusack, ammanettato per la caccia all’alligatore e rinchiuso in carcere per omicidio, è una di quelle da non perdere.

Ancora più selvaggio è il suo saluto ad alcune giovani donne su una spiaggia che cercano di neutralizzare le punture di medusa che ricoprono il corpo di Zac Efron urinandogli addosso. “Muovetevi! Se qualcuno deve pisciare su di lui sono io!”. Daniels ha deliziato il pubblico della conferenza stampa di Cannes giustificando l’erotizzazione del personaggio di Efron in mutande: “La telecamera non può fare a meno di amarlo. E io sono gay. Cosa volete?”

Sex Crimes – Giochi pericolosi (Wild Thing, 1998)

Quando il thriller misterioso di John McNaughton uscì durante l’ultimo sussulto di salacità degli anni ’90, si sparse subito la voce che il suo titillamento softcore includeva un raro avvistamento di ciò che i fan gay chiamavano in modo spregiudicato “la pancetta di Kevin Bacon“. Ma a parte questo momento full-frontal, questo è trash deluxe, con una trama così contorta che sono ancora impegnati a delucidare sui titoli di coda. Matt Dillon interpreta un consulente scolastico accusato di stupro da due studentesse (Denise Richards e Neve Campbell). Ma aspettate, è una truffa! Questo è solo l’inizio di una tortuosa serie di doppi giochi, omicidi e una lotta in piscina che si trasforma in una sessione di pomiciate lesbiche, il tutto osservato con pruriginosa attenzione dal detective di Miami Bacon.

The Big Easy. Brivido seducente (1986)

I film degli anni ’80 e ’90 che vengono spesso citati nella conversazione sull’erotismo tendono a essere quelli in cui il sesso è equiparato al pericolo, molti dei quali – Jade, Sliver, Showgirls – sono stati scritti dallo sceneggiatore di Basic Instinct Joe Eszterhas. Ma il regista Jim McBride è partito dalle fondamenta, evocando l’atmosfera afosa di New Orleans con una dose di condimento Cajun e poi creando un thriller teso sulla corruzione della polizia, in cui il vero calore proviene dalla relazione tesa e fumosa tra un procuratore distrettuale e un poliziotto locale coinvolto nelle sue indagini, interpretato con un’intesa fuori dal comune da Ellen Barkin e Dennis Quaid.

Out of Sight (1998)

Prima che venisse costruito il complesso industriale di JLo, Jennifer Lopez era ancora in grado di entrare in un personaggio, cosa che fa con vera grinta nei panni dell’U.S. Marshal Karen Sisco, invischiata con l’affascinante rapinatore di banche in carriera che l’ha rapita, il Jack Foley di George Clooney, nell’adattamento di Elmore Leonard di Steven Soderbergh, intelligente, sapientemente realizzato e follemente sexy. Sia che si dimenino insieme nel bagagliaio dell’auto di lei, che flirtino nel bar di un hotel o che si bagnino nella vasca quando Karen sorprende Jack durante il bagno, la coppia emana la magia delle star del cinema al massimo della sua seduzione.

50 sfumature di grigio (2015)

50 Sfumature di Grigio

 50 sfumature di grigio, diretto da Sam Taylor-Johnson, è il primo capitolo della trilogia sul BDSM, amato dal pubblico e fatto a pezzi dalla critica. Anastasia Steele è una studentessa alla quale viene assegnato il compito di intervistare il ricchissimo Christian Grey per il giornale universitario. Lui è ricco e potente, e attratto da lei. Lei non ha esperienza, ma è terribilmente attratta da lui, e verrà a conoscenza delle sue preferenze nascoste.

Il danno (1992)

Diretta da Louis Malle la pellicola è basata sul romanzo Il danno di Josephine Hart e racconta di Stephen Fleming è un importante politico inglese che non riesce a tenere a freno la passione scatenata dalla conoscenza di Anna, la fidanzata del figlio. Nel cast Jeremy Irons nei panni di Stephen Fleming e Juliette Binoche in quelli di Anna Barton.

Angel Heart (1987)

Diretto da Alan Parker e basato sul romanzo Falling Angel di William Hjortsberg del 1978, il film generò parecchie controversie ed ebbe problemi di censura (soprattutto con la Motion Picture Association of America), a causa delle tematiche e di alcune scene spinte.

Crash (1996)

Crash (1996)

Diretto da David Cronenberg, il film è ispirato all’omonimo romanzo di James Graham Ballard del 1973 e racconta del produttore cinematografico James Ballard e la moglie Catherine, che vivono alla periferia di una moderna metropoli, hanno esperienze extraconiugali che si raccontano senza remore, come metodo per tenere alta la tensione sessuale: lei con il suo istruttore di volo da diporto, lui con una montatrice dello studio.

Henry & June (1999)

Diretto da Philip Kaufman e basato sui Diari della scrittrice francese Anaïs Nin. racconta la storia dell’amicizia intima della stessa Nin con lo scrittore Henry Miller e sua moglie June.

Basic Instinct 2 (2006)

Diretto da Michael Caton-Jones e sequel del film citato sopra di Paul Verhoeven riprende i personaggi di Joe Eszterhas e il ritorno della femme fatale Catherine Tramell (Sharon Stone), coinvolta in nuovi omicidi a Londra. Stavolta è uno psichiatra, il dottor Michael Glass (David Morrissey), a indagare sul suo conto per Scotland Yard, mentre gli omicidi continuano.

La vita di Adèle (2013)

Adele Exarchopoulos La vita di Adele

Diretto da Abdellatif Kechice e premiato a Cannes, La vita di Adèle ha per protagonista una ragazzina del liceo che incontra una bella e affascinante artista. Tra le due nasce un’intensissima relazione sessuale e sentimentale. Le scene di sesso sono tra le più esplicite e controverse (e lunghe, lunghissime) della storia del cinema.

Giovane e bella (2013)

Scritto e diretto da François Ozon, il film tratta del tema della prostituzione minorile e racconta di Isabelle, studentessa diciassettenne, durante le vacanze estive perde la verginità in un rapporto del tutto insoddisfacente da parte sua. Tornata in città, dove vive con il fratello minore, la madre e il patrigno, decide di prostituirsi aprendo un sito internet sotto lo pseudonimo di Léa, il nome della nonna materna.

Love (2015)

Una produzione belga e francese, è uno dei film più espliciti di sempre, diretto dal celebre Gaspar Noé. Parla di Murphy, un americano che vive a parigi e che frequenta una ragazza di noem Electra. Ignari delle conseguenze che avrà sulla loro relazione, i due invitano una bella vicina ad unirsi a loro in camera da letto.

50 sfumature di nero (2016)

Cinquanta sfumature di nero è il secondo capitolo tratto dalla serie letteraria. Il film vede un addolorato Christian Grey cercare di persuadere una cauta Ana Steele a tornare nella sua vita. Lei però esige un nuovo accordo in cambio di un’altra possibilità. I due iniziano così a ricostruire un rapporto basato sulla fiducia e a trovare un equilibrio, ma alcune figure misteriose provenienti dal passato di Christian accerchiano la coppia, decise ad annientare le loro speranze di un futuro insieme.

50 sfumature di rosso (2017)

Terzo capitolo della trilogia basata sui romanzi di E. L. James, questo vede Jamie Dornan e Dakota Johnson tornare a vestire i panni di Christian Grey e Anastasia Steele, riprendendo il filo rosso degli eventi narrati nei precedenti due film di grande successo del 2015 e del 2016.

Film erotici italiani

Film erotici italiani
© 1972 – MGM

Il cinema italiano di genere non è celebre solo per i tanti spaghetti western di Sergio Leone o Sergio Corbucci o per i film horror di autori come Mario Bava, Lucio Fulci e Dario Argento. Un altro genere estremamente affermatosi in modo massiccio tra gli anni Settanta e Ottanta è quello dei film erotici, declinato sia in forma drammatica che comica. Sono tanti gli autori che si sono cimentati con questa tipologia di film, da autori come Bernardo BertolucciSalvatore Samperi. Tra tutti, quella di Tinto Brass rimane però la filmografia erotica più celebre del cinema italiano.

Ultimo tango a Parigi (1972)

Il capolavoro di Bernardo Bertolucci con uno straordinario Marlon Brando. Nel film dopo il suicidio della moglie Rosa, il quarantacinquenne Paul, un americano trapiantato a Parigi, sembra avere smarrito ogni ragione di vita. Vagando senza meta per la città, incontra la ventenne Jeanne. Tra i due scoppia una passione travolgente.

Nonostante le apparenze… e purché la nazione non lo sappia… All’onorevole piacciono le donne (1977)

Diretto dal maestro dell’horror Lucio Fulci, la pellicola racconta dell’onorevole Giacinto Puppis, in corsa per il Quirinale. Sino a quel momento è sempre stato un uomo morigerato, casto e inibito, ma presto scopre le gioie del sesso e ne fa di cotte e di crude, anche in un convento femminile.

Avere vent’anni (1978)

Con protagonista una delle più celebri attrici sexy italiane, Gloria Guida, nel film due provinciali ventenni, Tina e Lia, giungono in città in autostop. Non sanno nemmeno loro che cosa vogliono e allora si aggregano a una comune.

Bambola (1996)

Diretto da Bigas Luna, dopo la morte per cirrosi della madre, una donna seducente, Bambola, gestisce una pizzeria insieme al fratello omosessuale Flavio. La reazione ad un tentativo di violenza porta la giovane ad uccidere un uomo.

Capriccio (1987)

Diretto da Tinto Brass, il film racconta del rapporto tra i due sposini, Fred e Jennifer, È in piena crisi. Decidono di tornare a Capri dove si sono conosciuti e dove sono stati felici. Quando a Fred giunge la notizia di dover andare in Toscana per lavoro, lascia la moglie e il loro figlio Duccio nell’isola. Marito e moglie decidono allora di rivivere vecchie relazioni – lui con la provocante Rosalba, lei con il focoso Ciro – che ridaranno vigore al loro rapporto.

Paprika (1991)

Uno dei più celebri film erotici italiani di Tinto Brass. Una giovane donna lavora in un bordello, sperando di aiutare il proprio fidanzato a raccogliere i soldi che gli servono per lanciare la propria impresa. Con questo film, il regista ripropone il ripristino delle case di tolleranza, dibattute parecchio, all’epoca, dall’opinione pubblica italiana.

Così fan tutte (1992)

Un anno dopo Paprika Tinto Brass torna dietro la macchina da presa. Basato in maniera molto libera sull’opera di Mozart, Così fan tutte parla di una donna di 24 anni felicemente sposata che ha un inspiegabile desiderio di vivere la propria vita intensamente, e racconta le proprie avventure erotiche al marito, sperando di risvegliare la passione e smuovere le cose.

Monella (1998)

Nel 1998 Tinto Brass realizza il suo ultimo film di successo, Monella. Tra i maggiori film erotici italiani, questo titolo ha per protagonista Lola, una sensuale e disinibita ragazza che sta per sposare Masetto, un fornaio molto geloso. Lei però e ansiosa di provare i piaceri del sesso prima del matrimonio, così decide di usare l’astuzia per ingannare il futuro marito.

Malena (2000)

Malena Monica Bellucci

Il film di successo del 2000 nominato a due premi Oscar e scritto e diretto da Giuseppe Tornatore con protagonista Monica Bellucci vede un’avvenente vedova di guerra, desiderata da tutti gli uomini del suo paese, che alimenta le fantasie erotiche del giovane Renato.

Melissa P. (2005)

Diretto da Luca Guadagnino (2005), prima di Chiamami col tuo nome, è questo un film che ha fatto parecchio scalpore: la storia è quella di un’adolescente che vive con la nonna, le cui prime esperienze sessuali si accompagnano all’eccesso.

Malizia (1973)

Uno dei più bei film erotici italiani di sempre, Malizia è diretto da Salvatore Samperi e vede l’avvenente Angela, interpretata da Laura Antonelli, sposarsi con un uomo da poco rimasto vedovo. Arrivata in casa di lui, la donna diventerà l’oggetto del desiderio del figlio Nino, il quale farà di tutto pur di conquistarla.

Film erotici su Netflix

Film erotici Netflix

Piattaforma tra le più popolari, Netflix offre un’ampia gamma di film erotici da poter recuperare. La maggior parte di questi sono titoli molto recenti, che però tanto hanno da offrire agli spettatori in termini di storie e loro messe in scena. Nel catalogo si possono ritrovare anche serie erotiche come Oscuro desiderio e Toy Boy, ma è sui film che ci concentriamo. Oltre a ritrovare titoli già precedentemente citati come Love, 50 sfumature di grigio e Giovane e bella, ecco altri celebri titoli erotici da poter recuperare.

365 giorni (2020)

Diretto da Barbara Białowąs e Tomasz Mandes. Il film è l’adattamento cinematografico del romanzo omonimo scritto da Blanka Lipińska. Nel film una donna è rapita da un potente boss mafioso che la imprigina dandole un anno di tempo per innamorarsi di lui.

Duck Butter (2018)

Commedia erotica di Miguel Arteta, nel film dopo essersi incontrate in un locale, due donne decidono di passare ventiquattro ore consecutive insieme per esplorare l’una intimità dell’altra. Tuttavia, le cose non vanno come previsto.

Amore & altri rimedi (2010)

Con protagonisti due bellocci di Hollywood quali Jake Gyllenhaal e Anne Hathaway, in Amore & altri rimedi protagonista è Maggie, seducente spirito libero refrattario a qualsiasi legame, compreso quello che considera come una formidabile sfida personale, una relazione stabile, che trova pane per i suoi denti in Jamie Randall.

High Society (2018)

E’ la pellicola coreana del 2018 nel quale la vice direttrice di una galleria d’arte e il marito, professore di economia che sogna la carriera politica, sono pronti a tutto pur di entrare nell’alta società.

Elisa e Marcela (2019)

Diretto da Isabel Coixet il film è ambientato nel 19885 tra Elisa e Marcela nasce un’amicizia che si trasforma in un amore proibito, da tener nascosto, per gli usi dell’epoca. Nel 1901, una di loro si finge uomo, e le due convolano all’altare.

Dry Martina (2018)

Dry Martina è il film spagnolo che racconta di Martina è una diva in declino, disillusa dall’amore dopo un divorzio. Tuttavia, quando incontra una giovane coppia con cui intraprende un viaggio, le cose sembrano prendere una svolta positiva.

Milf (2018)

È la commedia francese diretta da Axelle Laffont, scritta da Jérôme L’hotsky e Stéphane Kramer, e con Marie-Josée Croze, Virginie Ledoyen e Axelle Laffont. Nel film durante le loro vacanze, le donne incontrano tre uomini sulla ventina – Julien, Paul e Markus (un ex amico di famiglia di Cécile), che lavorano in un club di vela locale. Gli uomini si interessano subito alle donne, che hanno definito ” MILF “. I 6 trascorrono così insieme la loro avventura estiva.

Unfaithful – L’amore infedele (2002)

Diretto dal maestro del thriller erotico Adrian Lyne, Unfaithful – L’amore infedele ha per protagonisti gli attori Richard Gere e Diane Lane, una coppia sposata che si trova a dover fare i conti con il tradimento di uno dei due. Nasce da qui una torbida storia di gelosia e ossessione, arricchita da scene di sesso esplicite. Ad ogg, un cult imperdibile.

Ride or Die.

Rei aiuta la donna che ama da tempo a fuggire dal marito violento. I sentimenti che provano l’una per l’altra si accendono durante la fuga.

Elisa e Marcela

Nel 1901 in Spagna, Elisa Sánchez Loriga finge di essere un uomo per poter sposare Marcela Gracia Ibeas, la donna che ama. Basato su una storia vera.

L’amante di Lady Chatterley

L’aristocratica e infelicemente sposata Lady Chatterley intreccia una relazione passionale con il guardiacaccia della tenuta del marito e se ne innamora perdutamente.

Happy Ending – Il segreto della felicità

Dopo un anno felice di relazione, Luna propone a Mink di coinvolgere una terza persona nella loro vita sessuale, stravolgendo così il loro rapporto.

Senza limiti

Una giovane molto talentuosa incontra un amore distruttivo e profondo con il suo istruttore campione di apnea in questo dramma romantico di straordinario impatto visivo.

Collettivo Chiaroscuro, il racconto di Luca Ciuti: scopi e finalità della realtà associativa dei direttori della fotografia italiani

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Si terrà sabato 29 giugno, alla presenza dei membri fondatori, la serata di presentazione ufficiale di Collettivo Chiaroscuro – CCS – The Art of Italian Cinematography and Beyond, associazione di direttori della fotografia italiana che si uniscono per fare squadra e raccontare il loro mestiere. Consapevoli che il cinema è un’arte collettiva, siamo nati con lo scopo di aprire nuovi canali di comunicazione con i nostri colleghi di tutte le altre discipline. Nel percorso che vogliamo intraprendere avvertiamo la necessità di rafforzare il dialogo e le sinergie sia sul piano del linguaggio, sia sui piani della creatività visiva e delle possibilità del racconto.” Si legge così nel manifesto dell’associazione, e noi di Cinefilos.it abbiamo raggiunto al telefono Luca Ciuti, direttore della fotografia e Vicepresidente di Collettivo Chiaroscuro – CCS per farci raccontare la genesi e il futuro di questa avventura.

Luca Ciuti, direttore della fotografia e Vicepresidente di Collettivo Chiaroscuro – CCS

Attivo da vent’anni nel mondo del cinema, della tv, dello spettacolo dal vivo tra Italia e Regno Unito, Ciuti ha illustrato la nascita del collettivo, ma anche quelle che sono le motivazioni, le necessità e le intenzioni di una categoria imprescindibile per la settima arte.

“Il collettivo nasce dalla necessità di tanti direttore della fotografia, che negli anni ci siamo avvicinati e conosciuti. Alcuni di noi durante il lockdown del 2020 abbiamo sfruttato la possibilità del riposo forzato per riunire la maggior parte dei rappresentati di questa categoria in Italia. Eravamo 130 direttori della fotografia nella stessa chiamata zoom! Molti di quelli sono confluiti nel collettivo, grazie a quella prima esperienza di scambio, siamo riusciti a unirci e a trovare un accordo con una serie di agenzie di rappresentazione di categoria che hanno deciso di rappresentarci. La cosa è inedita in Italia ed è stata possibile perché alcuni di noi, compreso me, abbiamo vissuto all’estero e rientrando qui abbiamo trovato difficoltà a confrontarci con un mercato in cui bisognava fare sempre un gioco a ribasso. È un problema quando il tuo lavoro è anche la tua passione, ti senti messo alle strette. Ma questa esperienza ci ha dato forza e ci ha fatto capire che avevamo bisogno di fare squadra.”

Un’idea nata nell’inattività del primo lockdown

Dal primo incontro in lockdown sono stati fatti poi passi da gigante: un nucleo di circa trenta membri ha cominciato a costruire l’idea di un’associazione che avesse nel nome la parola “collettivo”. “Volevamo dare un’idea molto precisa – spiega Luca CiutiNon volevamo appoggiarci esclusivamente sulla forza dei membri più conosciuti e famosi, ma anche aprirci a tante altre realtà. Ci sono tantissimi colleghi bravissimi di ogni genere e età che lavorano nel tessuto industriale italiano, che realizzano tanti bei prodotti e progetti, dal più commerciale al più artistico, che meritano visibilità.”

Luca Ciuti – Foto di Arianna Genghini

Uno scambio di esperienze

Un primo scopo del Collettivo Chiaroscuro – CCS  è quindi lo scambio, a qualsiasi livello, di esperienze tra colleghi. Ma anche la formazione avrà un ruolo importante nel futuro dell’associazione. “Vogliamo crescere insieme, fare formazione per i soci e per chi non appartiene al gruppo. Organizzare masterclass, poter permettere a tutti i soci di condividere il sapere, ma anche una necessità di cominciare a parlarsi in maniera continuativa. Per una questione legata alla natura del lavoro, le strade dei direttori della fotografia non si incrociano quasi mai, noi vogliamo creare una comunicazione” ha dichiarato Luca Ciuti.

L’associazionismo di categoria all’estero, in Europa, è molto forte, e l’intenzione e di replicare quel modello anche per l’Italia, dove fino a qualche tempo fa si immaginava un mondo chiuso su se stesso: “La mentalità si sta evolvendo e si sta avendo un ricambio generazionale. Abbiamo cominciato a cambiare rotta. Viviamo in una società in cui ci si basa spesso sulla gerarchia, sicuramente è una realtà, ma, ad esempio, il nostro Presidente, Paolo Carnera, un gigante dalla carriera lunghissima, ha atteggiamento diverso, è una grandissimo professionista con un talento incredibile che professionalmente ha sempre saputo rinnovarsi e stare al passo con i tempi.

Paolo ci tiene ad avere un rapporto con i giovani, mentre i racconti del centro sperimentale che ho frequentato dicevano una cosa diversa: i grandi maestri erano distanti dai giovani perché avevano paura di essere scavalcati, ma è un falso mito! Se condivido il mio sapere con gli altri posso solo fare del bene, non esiste che gli altri mi rubino il lavoro per questo. Il lavoro di direttore della fotografia per natura possiede una componente discrezionale e artistica che non si può “rubare”, il resto è tecnica, e si impara. Se non hai una verve artistica personale diventi un bravo artigiano, ma difficilmente sei un artista con una personalità.”

Luca Ciuti – Foto di Stefano Sacchi

Creare una narrazione legata ai direttori della fotografia

Un altro scopo del Collettivo Chiaroscuro – CCS è creare una narrazione introno a questa professione: All’interno del collettivo ci siamo divisi i compiti e io ho l’onere di gestire il gruppo della comunicazione anche attraverso la gestione del sito. Sentivo la necessità di creare un portale che diventasse un riferimento della direzione della fotografia in Italia, ho sempre sentito la mancanza di una letteratura e di una narrativa che raccontasse il nostro mestiere. Se sei anglosassone, francese, hai la possibilità di accedere al sapere attraverso pubblicazioni e siti che da noi non esistono. Ci sono alcuni articoli qua e là e sono sempre legati a brand o compagnie di prodotti. Noi stiamo cercando di fare questo adesso, creare una narrazione” chiarisce Luca Ciuti, per poi addentrarsi nel dettaglio.

“Ad esempio: Paolo (Carnera) fa dei film bellissimi ma è difficile trovare articoli in cui gli viene chiesto come lavora. Magari ci sono dei brand che offrono al direttore della fotografia delle attrezzature e quindi vogliono parlare di quei prodotto, lenti, luci o camere. Ma in questo tipo di articoli manca la componente artistica del lavoro. Secondo noi, è giusto che si sappia come ci si approccia a questo mestiere, è giusto che gli studenti sappiano com’è l’interno dell’industria del Paese in cui vivono. Abbiamo deciso di investire tanto nella comunicazione e nella narrazione del nostro lavoro.”

In Italia manca una letteratura relativa alla direzione della fotografia

La missione principale è dunque creare una letteratura intorno al lavoro di direttore della fotografia: “‘Vogliamo darci e aprirci agli altri. Non vogliamo nasconderci, stare all’interno di un luogo chiuso, vogliamo poterci interfacciare con gli altri, con i collaboratori degli altri reparti, vogliamo fare rete. C’è una grande voglia di condivisione: quando abbiamo fondato l’associazione eravamo 27, dopo un mese eravamo già saliti a 60, ora siamo 74 direttori della fotografia, tutti attivi, e abbiamo altri nomi che vogliono associarsi. A dicembre scorso ci siamo incontrati per un aperitivo, eravamo circa 50 persone e io non ho mai visto così tanti DOP tutti insieme: avevo davanti a me la storia del cinema italiano e accanto a loro, giovanissimi che sono alle prime armi, e tutti si trattavano da pari. Tutti erano accessibili e desiderosi di condividere, ognuno di noi ha portato le proprie esperienze.”

L’ultima edizione dei David di Donatello, in cui i direttori della fotografia, ma anche costumisti, scenografi e tutti gli altri mestieri del cinema sono stati premiati lontani dalla platea e dal calore dei loro colleghi, ci ha dato forse il polso della situazione: è possibile che proprio la mancanza di racconto e letteratura rispetto alla direzione della fotografia e alle altre eccellenze che contribuiscono in maniera fondamentale e creare un film (o una qualsiasi altra opera audiovisiva), abbia contribuito a pensare che fosse una buona idea premiare i mestieri del cinema lontani dal palcoscenico principale, insieme a registi e attori?

Luca Ciuti – Foto di Arianna Genghini

Luca Ciuti: “L’assenza di narrazione produce un vuoto”

“È esattamente questo il punto – secondo Luca Ciuti – ho sempre sostenuto che in Italia ci sia stata una sorta di distrazione nei confronti delle professioni dovuta alla carenza di letteratura. Io sono un allievo di Giuseppe Rotunno, un mito, un maestro assoluto, mi ha insegnato tutto quello che so, è giustissimo parlare di lui, così come, ad esempio, di Vittorio Storaro. Sono i massimi esponenti della fotografia italiana, dei geni, ma negli anni sono cresciute tante altre generazioni di DOP, sono stati fatti tantissimi altri bei film, magari non tutti sono arrivati all’Oscar, ma il valore c’è sempre stato in maniera continuativa – prosegue Ciuti – Agli occhi del pubblico è come se avessimo perso importanza, perché nessuno ci racconta. L’assenza di narrazione produce un vuoto, e il vuoto produce indifferenza. Noi vogliamo colmare questo vuoto con una narrazione su di noi nella contemporaneità.”

C’è tanto da raccontare…

C’è tanto da raccontare, perché ogni tipo di situazione che i DOP illuminano (spot, film, concerto, serie tv, spettacolo dal vivo) è una storia diversa. Lo scopo del collettivo è evidentemente legato pure a questo aspetto di narrazione. Così, il sito del Collettivo Chiaroscuro – CCS servirà anche a questo, sarà una rappresentazione personalizzata dei membri, in cui ognuno avrà uno spazio, una scheda personale, con lavori svolti e contatti disponibili, per essere visibile, riconosciuto e raccontato.

“The Art of Italian Cinematography and Beyond non è solo uno slogan, ma un impegno a superare i confini tradizionali della nostra arte, esplorare nuove frontiere e abbracciare il futuro del cinema.”

Austin Butler ha sostenuto un provino per Peeta in Hunger Games: “Non credo di essere stato richiamato”

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Come riportato da Variety, Austin Butler ha rivelato in una video-intervista a BuzzFeed di aver sostenuto senza successo il provino per interpretare Peeta nel franchise di “Hunger Games“. Il ruolo è andato infine a Josh Hutcherson, che ha recitato in quattro film del franchise tra il 2012 e il 2015 accanto a Jennifer Lawrence nel ruolo di Katniss e Liam Hemsworth in quello di Gale. Il franchise, come noto, ha poi trasformato i tre attori in star mondiali.

Ho fatto l’audizione per ‘Hunger Games’ e non mi hanno preso per niente“, ha detto Butler. “Non credo nemmeno di essere stato richiamato, qual è il personaggio, Peeta? È toccato a Josh Hutcherson, che è bravissimo“. All’epoca della produzione del primo film di “Hunger Games“, Butler era noto soprattutto per le sue partecipazioni a vari progetti di Disney Channel e Nickelodeon, come “Zoey 101“, “iCarly” e “Sharpay’s Fabulous Adventure“.

josh hutcherson
Josh Hutcherson nel ruolo di Peeta in Hunger Games

Austin Butler da The Carrie Diaries a The Bikeriders

Non avrà partecipato a “Hunger Games“, ma è stato scritturato nello stesso periodo nella serie prequel di “Sex and the City” della The CW, “The Carrie Diaries” e grazie poi a film come Elvis, Dune – Parte Due e The Bikeriders la sua carriera è ora in un vero e proprio periodo d’oro, che dunque Austin Butler è comunque riuscito a raggiungere, anche senza Hunger Games. Sono poi molti altri i progetti che avranno nei prossimi anni Butler come protagonista, a partire dall’annunciato nuovo film di Darren Aronofsky.

Hunger Games, nel 2026 il prossimo film della saga

Un nuovo film prequel di Hunger Games uscirà nelle sale nel 2026. Già dopo che lo scorso novembre il prequel di La ballata dell’usignolo e del serpente ha conquistato 337 milioni di dollari al botteghino, la Lionsgate ha annunciato che gli spettatori potrebbero non aver visto Panem, la distopia in cui è ambientata la storia, per l’ultima volta.

Il nuovo film inizierà la mattina della mietitura dei 50esimi Hunger Games, noti anche come Second Quarter Quell, in cui gareggiò Haymitch Abernathy, interpretato da Woody Harrelson nella serie originale. Haymitch Abernathy, come noto, sarà poi il mentore di Katniss e Peeta nei 74esimi Hunger Games.

The Princess: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

The Princess: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

The Princess cast Dominic Cooper

La trama e il cast di The Princess

Protagonista del film è una bella e determinata principessa nelle cui mani risiede il destino del regno. Quando la giovane reale viene promessa in sposa al crudele e sociopatico Julius, lei si rifiuta categoricamente. La principessa viene così rapita e rinchiusa in una remota torre, da cui dovrà evadere a tutti i costi se vuole impedire al suo pretendente di usurpare il trono di suo padre, il Re, e salvare il regno da un destino nefasto. Per lei sarà dunque l’occasione per mettersi alla prova e dimostrare tutto il suo valore.

Ad interpretare la principessa protagonista vi è l’attrice Joey King, nota per aver recitato nella trilogia The Kissing Booth e per le serie The Act e We Were the Lucky Ones. Per The Princess l’attrice ha fatto circa “l’85-90% di quello che le si vede fare nel film“, quindi si è allenata a brandire una spada e nel combattimento. Nel ruolo di Julius vi è invece l’attore Dominic Cooper, mentre Olga Kurylenko è Moira, la sua spietata amante. Veronica Ngo, invece, è Linh, addestratrice della principessa.

Nel ruolo del re si ritrova Ed Stoppard, mentre Alex Reid è la regina. Completano il cast Katelyn Rose Downey nel ruolo di Violet, la sorella della principessa, Kristofer Kamiyasu in quelli di Khai, lo zio di Linh, e Fergus O’Donnell quelli di Kurr, uno dei soldati di Julius. Antoni Davidov e Todor Kirilov sono rispettivamente il Merc Leader e l’Heavy Merc. Ad interpretare la principessa da giovane, invece, vi è Allegra du Toit.

The Princess finale

Cosa accade nel finale e perché il nome della principessa non viene rivelato?

Nel terzo atto di The Princess, la Principessa riesce a tornare di nascosto al castello, dove si riunisce con Linh e Violet. Le tre si dotano di armi in un magazzino segreto e la Principessa e Linh combattono i mercenari, mentre Violet libera Khai. La Principessa si scontra poi anche Moira, uccidendola. A quel punto affronta Julius in un combattimento singolo e con l’astuzia riesce a decapitarlo, ponendo fine alla sua minaccia. Finalmente convinto della forza della figlia, il re la nomina erede al trono e decreta che le donne del regno possano scegliere la propria strada nella vita.

The Princess è ovviamente da intendere come una storia ampiamente simbolica. Vengono forniti pochissimi dettagli sul regno o sul mondo circostante e i personaggi sono tutti molto semplici. C’è un motivo per cui la principessa non viene nominata: è intesa più come un archetipo che come una persona reale, e tutti gli altri personaggi della storia la vedono solo come il suo ruolo e non come un individuo a sé stante. La storia è quindi intesa come una sovversione del comune tropo della “principessa in un castello”, in cui l’archetipo della principessa esiste solo per essere salvato da qualcun altro.

Alla fine de The Princess la protagonista viene nominata successore del re, il che solleva la questione del perché il re non avrebbe potuto farlo fin dall’inizio. Il film suggerisce che la principessa doveva dimostrare la sua forza e il suo coraggio sia ai suoi genitori che al pubblico in generale – rappresentato dagli spettatori della battaglia finale – prima di essere accettata. Il finale del film consolida così la storia come una narrazione del superamento violento della tradizione patriarcale, rivelando che la principessa è molto più di una semplice principessa.

Il trailer di The Princess e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The Princess grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 27 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

I profumi di Madame Walberg: tutte le curiosità sul film francese

La Francia è terra di sapori (Chocolat), di fioricoltura (La signora delle rose) e di fragranze. Su questi ultimi si è concentrato il film del 2019 dal titolo I profumi di Madame Walberg, diretto da , qui al suo secondo lungometraggio dopo L’air de rien, commedia del 2012. Anche questo suo secondo film è una commedia, nel pieno della tradizione francese, ma presenta anche elementi più “drammatici” che conferiscono al racconto un’emotività ancor più forte.

L’idea per questo film, come ha raccontato il regista, è nata quando in mezzo ad una folla un profumo familiare ha catturato la sua attenzione. Da lì è nata la curiosità di esplorare la vita di una persona con il senso dell’olfatto più sviluppato rispetto a quello di una persona normale e come questa abilità possa influenzare le sue relazioni sociali, le sue emozioni o il suo carattere. Il regista ha poi deciso di concentrarsi su chi sulle capacità del proprio olfatto ha costruito una carriera professionale.

Con la sfida di proporre ciò sullo schermo, come anche la volontà di resistituire l’idea degli odori, I profumi di Madame Walberg si configura dunque come una visione piacevole e appassionante. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a I profumi di Madame Walberg. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

I profumi di Madame Walberg trama film
Emmanuelle Devos e Sergi López in I profumi di Madame Walberg. Foto di © Pascal Chantier

La trama di I profumi di Madame Walberg

Protagonista di questa storia è Anne Walberg, una donna un pò altezzosa e poco cordiale, con una grande fama nel campo dei profumi. Anne produce incredibili fragranze che rivende a diverse aziende di alto livello. Abituata a comportarsi come una diva, visto il suo talento e successo, Anna, ama stare da sola e si preoccupa solo di se stessa, è una donna puntigliosa dalle grandi pretese. Guillaume Favre, invece, è il suo nuovo autista, un uomo solare, dal carattere aperto e allegro.

Guillaume ha però appena divorziato da sua moglie, si sta trasferendo in una nuova casa e sta cercando di ottenere l’affido di sua figlia. In un momento così complicato, per Guillaume il lavoro rappresenta l’unico punto fermo. I due, nonostante siano dotati di caratteri opposti e spesso finiscano con il litigare, scopriranno a poco a poco un’intensa amicizia che li trasformerà e li spingerà a riappropriarsi della propria vita. Proprio come le essenze di Anne, anche la “contaminazione” tra loro darà vita a qualcosa di incredibile.

Il cast del film

Ad interpretare Anne Walberg vi è l’attrice Emmanuelle Devos, celebre per i film Sulle mie labbra (2001) e I re e la regina (2004), ma recentemente vista in Tromperie – Inganno (2021), Masquerade – Ladri d’amore (2023) e A silence (2024). Per prepararsi a questo ruolo, l’attrice ha deciso di saperne di più del mestiere di Anne e ha perciò trascorso molto tempo insieme a Christine Nagel, uno dei “nasi” più celebri di Francia, creatrice di profumi per grandi marchi tra cui  LancômeGuerlain.

Il personaggio principale del film, in realtà, si ispira al famoso “naso” che ha ideato J’adore, iconica fragranza di Dior. Nel ruolo di Guillame, invece, si ritrova l’attore Grégory Montel, noto in Francia per il personaggio dell’agente della Bohème borghese Gabriel Sarda nella serie Call My Agent!. Accanto a loro si ritrova poi il noto attore spagnolo Sergi López nel ruolo del dottor Patrick Ballester, specializzato in problemi olfattivi. Completano il cast Gustave Kervern nel ruolo di Arsène e Zéli Rixhon in quello di Léa Favre, figlia di Guillaume.

I profumi di Madame Walberg finale
Emmanuelle Devos e Grégory Montel in I profumi di Madame Walberg. Foto di © Pascal Chantier

Il finale del film

Nel corso del film, Anne rivela a Guillame di soffrire di perdita dell’olfatto, specialmente quando si trova sottopressione. Quando un giorno, demoralizzata dalla cosa, Anne prende dei sonniferi di troppo, lui decide di portarla immediatamente in ospedale, al cospetto del dottor Patrick Ballester, specializzato in problemi olfattivi. Nel far ciò, però, Guillame si vede tolti dei punti dalla patente per guida spericolata e perde dunque il suo lavoro di autista. Ma Anne si è ormai affezionata a lui e tenta di rintracciarlo.

Quando finalmente lo trova, impegnato ora con un lavoro da tagliaerba, Anne gli proprone di diventare il suo agente, mentre lei continuerà a lavorare con un olfatto che sta piano piano tornando, con l’intento di reintrodursi nell’industria dei profumi che l’ha respinta. Guillaume accetta con entusiasmo e con quel suo nuovo lavoro si presenta al tribunale, dove ottiene l’affidamento congiunto della figlia. Il film si conclude poi con i due protagonisti che entrano nella sede di Dior per presentare i loro nuovi profumi.

Il trailer di I profumi di Madame Walberg e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di giovedì 27 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 3. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

I predoni: tutto quello che c’è da sapere sul film con Bruce Willis

Negli ultimi anni della sua carriera, l’attore Bruce Willis si è dedicato senza sosta a partecipare ad una serie di film di genere d’azione e thriller. Tra questi si ritrovano titoli come Detective KnightSurvive the Night, Reprisal o Trauma Center – Caccia al testimone. Tra questi si annovera anche I predoni, dove Willis ha però un ruolo da antagonista. Il film è diretto da Steven C. Miller, che con l’attore ha realizzato anche Extraction e First Kill, oltre ad aver diretto anche Escape Plan 2 – Ritorno all’inferno e Live! Corsa contro il tempo.

È però bene notare che, nonostante sia indicato come protagonista del film, Willis abbia in realtà un ruolo molto ridotto. L’attore, infatti, ha negli ultimi anni ridotto drasticamente i suoi impegni cinematografici, limitandosi a brevi apparizioni che comportano dunque il minimo impegno possibile. Questa formula, da molti criticata, si è dimostrata particolarmente vantaggiosa per lui, che ha così avuto modo di districarsi tra diversi lungometraggi girati tutti in brevi periodi.

Ora che l’attore ha annunciato il suo ritiro, recuperare anche questi suoi ultimi film può essere un dovuto omaggio alla sua carriera. Prima di intraprendere una visione di I predoni, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

I predoni Dave Bautista
Dave Bautista e Christopher Meloni in I predoni. Foto di Brian Douglas

La trama di I predoni

La storia si apre su una banda di criminali armati fino ai denti mette che a segno il colpo perfetto sottraendo a un noto istituto di credito una cifra pari a circa 3 miliardi di dollari, lasciandosi alle spalle una sconvolgente scia di morti e sangue. Per investigare sulla brutale rapina, verrà chiamato l’agente dell’FBI Jonathan Montgomery, affiancato dal suo collega Stockwell e dall’ultimo arrivato Wells. I sospetti dei tre ricadono immediatamente sul ricco magnate e proprietario della banca Jeffery Hubert, che sembra aver agito per conto di alcuni suoi potenti clienti.

Mentre le indagini conducono sempre più verso una fitta rete di intrighi e corruzione, un’altra rapina, sempre in una banca appartenente a Hubert, non farà altro che confermare le ipotesi di partenza: è in atto una potente cospirazione segreta, dovuta forse a un vecchio debito da riscattare, che il ricco magnate vuole nascondere a ogni costo. Gli agenti dell’FBI, che per risolvere il caso si spingeranno al confine tra bene e male, scopriranno però che dietro le terribili rapine potrebbe celarsi qualcosa che non ha niente a che fare con il denaro.

Il cast del film

Ad interpretare l’agente speciale Jonathan Montgomery vi è l’attore Christopher Meloni, noto per aver interpretato il detective Elliot Stabler nel legal drama della NBC Law & Order: Unità vittime speciali. Nel ruolo dell’agente Stockwell vi è invece Dave Bautista, oggi noto principalmente per il ruolo di Drax nel Marvel Cinematic Universe ma anche per film come Bussano alla porta e Glass Onion. L’agente Wells, invece, è interpretato da Adrian Grenier, noto soprattutto per la sua interpretazione di Vincent Chase nella serie televisiva Entourage.

Vi sono poi Texas Battle nel ruolo del Ranger TJ Jackson e Johnathon Schaech in quello del Detective Brian Mims. Bruce Willis ricopre il ruolo di Jeffrey Hubert, il proprietario della banca che subisce un furto, sul quale però ricadono diversi sospetti. Willis accettò di partecipare a I predoni a patto di girare tutte le proprie scene nel minor numero possibile di giorni. Completano poi il cast gli attori Lydia Hull nei panni dell’agente speciale Lydia Chase, Tyler Jon Olson in quelli del Detective Zach Derohan e Danny A. Abeckaser in quelli del Detective Antonio Leon.

I predoni spiegazione finale
Una scena di I predoni. Foto di Brian Douglas

La spiegazione del finale di I predoni

Nel finale del film si scopre che Hubert aveva cospirato con il senatore Cook per impedire a suo fratello Alexander di rilevare l’azienda. I due hanno informato l’unità Ranger con informazioni false su una minaccia terroristica in Costa Rica. I Ranger inviati vennero quindi giudicati come agenti disonesti e caddero in un’imboscata di una squadra di Forze Speciali che non sapeva della loro innocenza. TJ fu l’unico sopravvissuto e fu salvato da Wells, allora cecchino delle Forze Speciali.

Con i suoi beni congelati, Hubert effettua dunque frettolosamente grossi prelievi di denaro non autorizzati per fuggire dal Paese. TJ viene invece rintracciato dall’FBI in un locale per concerti e preso in custodia. L’agente speciale Wells dell’FBI si rivela a questo punto essere il capo della banda di ladri e tre membri delle forze speciali che hanno attaccato la squadra di TJ sono suoi complici. Wells ha infatti pianificato le rapine come vendetta per il massacro dei Ranger a cui ha preso parte.

Ricordando un dettaglio chiave nella posizione di una mappa, il detective Mims prevede che Wells sia il ladro e arriva mentre egli si prepara a lasciare il nascondiglio con il denaro. Tormentato dalla coscienza sporca e dalla prognosi terminale di cancro della moglie, Mims supplica Wells di permettergli di restituire il denaro rubato e di fare ammenda. Wells cerca di ragionare con Mims, ma lo uccide quando Mims alza la pistola. Qualche tempo dopo, Montgomery rintraccia Hubert a Tijuana, in Messico.

Trova Wells che si sta preparando a uccidere Hubert in un ristorante e gli dice che il denaro rubato non avrebbe riportato indietro nessuno, ma che ci sono molte persone che invece soffrono per le sue azioni. Montgomery si siede allora al tavolo di Hubert, sorseggia del vino con lui solo per poi pugnalarlo con una lama nascosta. Wells, dopo aver sparato alla guardia del corpo di Hubert, scambia uno sguardo con Montgomery e se ne va. Il film, dunque, si conclude portando alla luce temi come la corruzione nelle sfere del potere e il labile confine tra bene e male.

Il trailer di I predoni e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di I predoni grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 27 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere, gli spettri dei Tumuli nelle nuove foto ufficiali

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Empire Magazine ha condiviso nuove immagini e cover dedicate a Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere. Nelle immagini, oltre ai protagonisti Galadriel e Sauron, possiamo dare anche un primo sguardo agli Spettri dei Tumuli che faranno il loro debutto nella seconda stagione della serie Prime Video.

Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere tornerà il 29 agosto. Fino ad allora, i fan possono solo speculare sulle prossime avventure. Se non avete ancora visto la prima stagione, è disponibile in streaming su Prime Video. Preparatevi a un’altra epica saga nella Terra di Mezzo.

La serie tv Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere

La prima stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere ha ottenuto un successo senza precedenti, è stata vista da più di 100 milioni di persone in tutto il mondo, con più di 24 miliardi di minuti di streaming. L’attesissima serie ha conquistato più di 25 milioni di spettatori nel mondo nel suo primo giorno di uscita, divenendo il più grande debutto nella storia di Prime Video, e ha anche debuttato al n. 1 nelle classifiche di streaming generali di Nielsen nel suo weekend di uscita.

Lo show ha inoltre battuto tutti i precedenti record di spettatori di Prime Video, e ha portato nuove iscrizioni a Prime più di qualsiasi altro contenuto precedentemente lanciato. Inoltre, Gli Anelli del Potere è la prima serie Original in ogni area del mondo – Nord America, Europa, area Asia-Pacifico, America Latina e nel resto del mondo. Il finale di stagione è stato un evento culturale globale con numerosi hashtag dedicati alla serie tra cui #TheRingsofPower e altri in trend su Twitter in 27 Paesi per un totale di oltre 426 ore nel weekend.

La seconda stagione di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è prodotta dagli showrunner ed executive producers J.D. Payne & Patrick McKay. A loro si uniscono gli executive producer Lindsey Weber, Callum Greene, Justin Doble, Jason Cahill e Gennifer Hutchison, insieme alla co-executive producer Charlotte Brandstrom, i produttori Kate Hazell e Helen Shang e i co-produttori Andrew Lee, Matthew Penry-Davey e Clare Buxton.

La nuova stagione debutterà a livello globale giovedì 29 agosto 2024 su Prime Video, in più lingue e in oltre 240 Paesi e territori. Per rimanere aggiornati su tutte le novità relative alla serie Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, visitate la pagina dedicata sul sito di Amazon MGM Studios.

Street Fighter: il film live action uscirà nel 2026

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Street Fighter: il film live action uscirà nel 2026

Sony e Legendary hanno annunciato che il loro film live-action Street Fighter, basato sui classici videogiochi di Capcom, uscirà nelle sale il 20 marzo 2026.

La notizia della data di uscita arriva poco dopo la notizia che Danny e Michael Philippou, i gemelli registi australiani meglio conosciuti per il loro film horror A24 Talk to Me, hanno lasciato la direzione del progetto. I dettagli sulla trama dell’adattamento cinematografico sono ancora nascosti, ma dato quello che è stato annunciato oggi, ci si può aspettare che presto sentiremo parlare di un nuovo regista per questo importante progetto basato sulla IP. Sony distribuirà il film, co-sviluppato e prodotto con Capcom.

street fighterDal lancio del franchise nel 1987, sono state vendute più di 49 milioni di unità in tutto il mondo, rendendo Street Fighter uno dei franchise più conosciuti e con i maggiori incassi di tutti i tempi. Il capitolo più recente, Street Fighter 6, è stato rilasciato su PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X | S e PC tramite Steam lo scorso giugno.

Anche se per il momento il fine settimana del 20 marzo 2026 non ha ancora rivali diretti, altri titoli che usciranno in quel periodo includono The Cat in the Hat della Warner Bros. il 6 marzo, la nuova interpretazione di Mike Flanagan de L’Esorcista il 13 marzo e il sequel di Universal di The Super Mario Bros. Movie il 3 aprile.

Street Fighter è già arrivato sul grande schermo?

Street Fighter ha debuttato sul grande schermo nel 1994, durante un’ondata di adattamenti di videogiochi che comprendeva anche Super Mario Bros. e Mortal Kombat. Il film era interpretato da Jean-Claude Van Damme nei panni del colonnello Guile, leader di una forza di pace che si oppone al dominio del tirannico dittatore M. Bison (Raul Julia, nel suo ultimo ruolo prima della morte per cancro allo stomaco).

Il film si avvaleva di un cast eclettico, tra cui Ming-Na Wen, Kylie Minogue e Wes Studi; nonostante il solido pedigree da film d’azione dello sceneggiatore e regista Steven E. de Souza, autore di 48 ore, Commando e Die Hard, il film fu un flop per la critica, anche se guadagnò 99 milioni di dollari con un budget di 35 milioni. Capcom ci ha riprovato con Street Fighter: The Legend of Chun-Li del 2009, con Kristin Kreuk di Smallville nel ruolo di protagonista e Neal McDonough, Chris Klein e Michael Clarke Duncan. Questa volta, non solo la critica non è stata altrettanto gentile, ma anche il pubblico non è stato interessato; il film ha incassato 12,8 milioni di dollari a fronte di un budget di 50 milioni, ponendo fine alle ambizioni cinematografiche di Capcom fino ad oggi.

Il primo gioco Street Fighter è uscito nel 1987, ma il suo seguito del 1991, Street Fighter II, è considerato un enorme miglioramento rispetto al suo predecessore e rimane uno dei videogiochi più venduti di tutti i tempi. L’ultimo capitolo della serie, Street Fighter 6, è uscito l’anno scorso. Il nuovo film di Capcom e Legendary su Street Fighter sta cercando un regista; non è ancora stata annunciata una data di uscita.

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