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Iron Fist: Finn Jones anticipa il suo ritorno nel MCU?

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Iron Fist: Finn Jones anticipa il suo ritorno nel MCU?

Finn Jones, attore protagonista della serie Netflix Iron Fist, potrebbe aver anticipato un proprio ritorno nei panni del supereroe dotato del potere del Pugno d’acciaio. A sugerirlo è un suo post pubblicato su Instagram, in cui sembra stia preparando una valigia al cui interno ha collocato anche il fumetto (attentamente collocato all’interno di una custodia trasparante) The Final Issue of Power Man and Iron Fist, accanto anche ad una copia di The NeverEnding Story (che potrebbe essere un altro indizio velato).

Se l’attore è in procinto di compiere un viaggio, sarà forse per prendere parte al set attualmente in corso di Daredevil: Born Again? Sappiamo che ora le serie Marvel/Netflix fanno parte del canone, motivo per cui Iron Fist potrebbe tranquillamente fare la sua comparsa in tale progetto per avere magari poi ulteriori risvolti futuri nel Marvel Cinematic Universe. Di recente, anche l’attrice Krysten Ritten aveva stuzzicato i fan su un possibile ritorno di Jessica Jones, e la probabilità che la serie con protagonista Charlie Cox presenti cameo di questi personaggi si fa sempre più probabile.

https://twitter.com/CoveredGeekly/status/1773513040605909002?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1773513040605909002%7Ctwgr%5E68c4b0ca9c056c84ff578c40f9ca69e66057a439%7Ctwcon%5Es1_c10&ref_url=https%3A%2F%2Fcomicbookmovie.com%2Ftv%2Fmarvel%2Firon-fist%2Fis-finn-jones-teasing-his-return-as-iron-fist-mcu-fans-seem-convinced-thats-the-case-a210142

Iron Fist: la trama e il cast della serie Netflix

Iron Fist è la serie televisiva statunitense ideata da Scott Buck e basata sull’omonimo personaggio dei fumetti Marvel Comics. La serie è ambientata all’interno del Marvel Cinematic Universe (MCU), ed è il quarto di una serie di show che hanno condotto al crossover della miniserie The Defenders. Nella prima stagione, dopo essere sparito e dato per presunto morto per quindici anni, Danny Rand fa ritorno a New York City, determinato a riprendere il controllo dell’azienda di famiglia da Harold Meachum e i suoi figli Ward Meachum e Joy Meachum e pronto a combattere il crimine grazie alla sua maestria nel kung-fu e all’abilità di evocare l’incredibile potere dell’Iron Fist

Nella seconda stagione, invece, dopo gli eventi di The Defenders, Rand si dedica a proteggere New York in assenza di Matt Murdock, fino a quando un nuovo nemico non minaccia l’identità di Rand e coloro a cui tiene. Finn Jones interpreta il protagonista Danny Rand, un esperto di arti marziali con l’abilità di evocare il potere del Pugno d’acciaio. Fanno parte del cast anche Jessica Henwick, Jessica Stroup, Tom Pelphrey, Ramón Rodríguez, Sacha Dhawan, Rosario Dawson e David Wenham. Nella seconda stagione si uniscono Simone Missick e Alice Eve.

Dragged Across Concrete: la spiegazione del finale del film

Dragged Across Concrete: la spiegazione del finale del film

Il regista S. Craig Zahler ha debuttato alla regia nel 2015 con il crudo western Bone Tomahawk, con cui ha subito dimostrato un forte interesse per i film incentrati sulla violenza e il suo significato più profondo. A quel titolo ha poi fatto seguito nel 2017 con il carcario Cell Block 99 – Nessuno può fermarmi, mentre nel 2018 ha realizzato quello che è ad oggi il suo film più controverso: Dragged Across Concrete (qui la recensione), per il quale Zahler ha tratto ispirazione dai film The Killing di Stanley KubrickQuel pomeriggio di un giorno da cani e Il principe della città di Sidney Lumet, quest’ultimo uno dei film preferiti di Zahler.

Con questo suo nuovo lungometraggio, dunque, il regista ha toccato argomenti molto delicati, come il razzismo e la violenza impunita delle forze dell’ordine. A riguardo, in un’intervista con The Daily Beast Zahler ha affermato che l’intento del film non è  poi tanto quello di affrontare i mali della società o di lanciare una provocazione, ma di esplorare “il problema della differenza” tra le questioni sociali. Tutta la violenza e gli orrori presenti nel film sono dunque costruiti affinché si possa riflettere sul loro utilizzo e l’indifferenza con cui spesso si è soliti perpetrarli.

Con un budget di 15 milioni di dollari, il film non si è certo affermato come un particolare successo economico proprio per questa sua natura controversa e respingente, ma si è distinto come un ottimo thriller che solleva profonde questioni morali. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Dragged Across Concrete. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Dragged Across Concrete trama

La trama e il cast di Dragged Across Concrete

Il film narra la storia di due poliziotti corrotti, il veterano Brett Ridgeman e il suo collega più giovane, Anthony Lurasetti. Quando un video, che mostra i loro violenti metodi di intimidazione, viene improvvisamente diffuso, i due si ritrovano al centro di una bufera mediatica che li porta inevitabilmente ad essere sospesi dal servizio. Senza neanche un soldo e nessuna alternativa, gli amareggiati Brett e Anthony decidono allora di scendere nel mondo criminale per cercare di riottenere ciò che spetta loro, ma nell’ombra della criminalità troveranno molto più di quanto si aspettavano.

Gli attori Mel Gibson e Vince Vaughn interpretano rispettivamente Brett Ridgeman e Anthony Lurasetti. È stato proprio Vaughn, mentre lavorava con Gibson in La battaglia di Hacksaw Ridge, a sottoporre a quest’ultimo la sceneggiatura di Dragged Across Concrete, convincendolo a recitare accanto a lui. Nel film recitano poi anche Tory Kittles nel ruolo di Henry Johns, Michael Jai White in quelli di Biscuit e Jennifer Carpenter nel ruolo di Kelly Summer. Completano il cast, Laurie Holden nel ruolo di Melanie Ridgeman, Fred Melamed nei panni del sig. Edmington e Udo Kier come Friedrich.

La spiegazione del finale e le controversie legate al film

In Dragged Across Concrete i due poliziotti sospesi decidono di rapinare un furgone pieno di oro rubato per scopi personali. Ridgman, ad esempio, desidera spostarsi con la propria famiglia in luoghi più tranquilli. Tuttavia, per il possesso dell’oro ha inizio una brutale sparatoria tra tutte le parti coinvolte e molti dei presenti vengono uccisi: il detective Lurasetti, il ladro professionista Lorentz Vogelmann, i suoi scagnozzi Guanti Neri e Guanti Grigi e l’ostaggio Cheryl. Rimangono in piedi solo Ridgeman e l’autista Henry Johns. I due si accordano per dividersi il bottino, ma ognuno rivela un’arma da fuoco nascosta.

Henry ferisce mortalmente Ridgeman, il quale prima di morire fa promettere ad Henry che si prenderà cura di sua moglie e sua figlia. La scena finale, ambientata 11 mesi dopo, mostra che Henry ha trasferito la sua famiglia in una lussuosa villa e che, come promesso, ha inviato una parte dell’oro alla famiglia di Ridgeman. Il messaggio del finale di Dragged Across Concrete è dunque lo stesso della maggior parte dei film noir classici: il mondo è ingiusto. Lurasetti viene ucciso per incidente, mentre Ridgeman rimane ucciso nonostante stesse cercando di compiere una “buona azione”.

Dragged Across Concrete cast

Il finale di Dragged Across Concrete sovverte però l’idea che il crimine non paghi, perché Henry diventa ricco grazie al bottino di un crimine mortale. Tuttavia, si guadagna la vittoria perché ha molti più principi dei personaggi che sono finiti morti. Nella scena finale, inoltre, quando Henry si siede con suo fratello per giocare a un videogioco di caccia chiamato Shotgun Safari. Prima di giocare, Henry pronuncia l’ultima battuta del film: “Diamo la caccia a qualche leone“, che sembra  suggerire che non ha ancora chiuso con il mondo criminale e che in futuro cercherà di ottenere ancor più potere.

Il film, inoltre, proprio per questi suoi temi e per la violenza messa in scena, ha suscitato molte polemiche. Tuttavia, il regista non celebra mai il comportamento dei protagonisti e le scene di tortura, abuso e violenza con armi da fuoco sono intenzionalemente così raccapriccianti per spingere a delle riflessioni sui difetti di una società che permette a uomini come Brett e Anthony di mantenere il proprio lavoro senza subire gravi conseguenze. Zahler vuole che il pubblico odi i personaggi perché mostra quanto siano miserabili le loro vite e come siano stati costretti a convivere con le conseguenze dei loro abusi.

Il trailer di Dragged Across Concrete e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Dragged Across Concrete grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 28 marzo alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Il castello: tutto quello che c’è da sapere sul film con Robert Redford

Quello del film carcerario è un sottogenere tanto particolare quanto apprezzato, di solito declinato in chiave thriller d’azione, ma talvolta capace di distinguersi anche per la sua collacazione in altri generi. In generale, l’elemento di base è la presenza di un penitenziario all’interno del quale si svolgono le vicende principali. Film come Le ali della libertà, Il miglio verde, Escape Plan – Fuga dall’inferno, Cell Block 99 – Nessuno può fermarmi o Papillon sono solo alcuni celebri esempi a riguardo. A questi si può aggiungere anche Il castello, film diretto nel 2001 da Rod Laurie e basato in particolare sullo scontro tra il generale Irwin e il colonnello Winter.

Il rapporto tra questi due personaggi, in realtà, si discosta nettamente dalla sceneggiatura originale di David Scarpa. Mentre sia la sceneggiatura che il film iniziano presentando Irwin come il protagonista simpatico e Winter come l’antagonista prepotente, Scarpa scrisse il secondo e il terzo atto del film per dimostrare che Winter era un brav’uomo e Irwin un violento maestro d’assalto che brutalizzava gli altri detenuti affinché si unissero alla sua crociata per sbarazzarsi del colonnello. La sceneggiatura è stata però riscritta quando Robert Redford ha accettato il film, e Irwin è rimasto il nobile combattente contro il regno della crudeltà di Winter.

Ad ogni modo, il film è un ottimo esempio del genere carcerario e riflette su dinamiche e tematiche ancora oggi attuali. Per gli appassionati del genere si tratta dunque di un film da non perdere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Il castello. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il castello film scena finale

La trama e il cast di Il castello

Protagonista del film è Eugene Irwin, un generale dell’esercito che viene condannato a dieci anni di carcere per aver disobbedito agli ordini, provocando la morte di otto uomini. Viene così trasferito in una prigione di massima sicurezza, con a capo il colonnello Winter. Nonostante inizialmente Irwin non incontri il favore degli altri detenuti, riesce con il tempo a guadagnarsi la loro fiducia e a creare forti alleanze. I metodi adottati dal colonnello, tuttavia, portano l’ex militare a ribellarsi in numerose occasioni e, successivamente, a essere punito. Si forma così intorno all’uomo una vera e propria squadra che darà del filo da torcere a Winter.

Ad interpretare il generale Eugene Irwin vi è l’attore Robert Redford, mentre James Gandolfini è il colonnello Winter. In origine questo personaggio avrebbe dovuto fumare sigari, ma Gandolfini ha convinto il regista ad abbandonare l’idea, perché sentiva che avrebbe ricordato troppo al pubblico Tony Soprano, il suo personaggio ne I Soprano (1999). Recita poi nel film Mark Ruffalo nel ruolo di Yates. Egli ha eseguito le proprie acrobazie durante la scena della battaglia in elicottero. Completano il cast Steve Burton nel ruolo del capitano Peretz, Delroy Lindo in quello del generale Wheeler, Robin Wright in quello di Rosalie Irwin e Clifton Collins Jr. nel ruolo del caporale Ramon Aguilar.

La scena finale del film

Nel finale del film, a seguito degli scontri all’interno del penitenziario, Irwin viene colpito a morte da Winter, il quale cercava di impedire che il generale issasse la bandiera americana capovolta, indicante pericolo e di richiesta di aiuto. Anche se ferito, Irwin riesce comunque ad alzare la bandiera americana, che si svela essere non capovolta ma in posizione naturale, dimostrando che – nonostante la rivolta – i detenuti si erano arresi, in attesa della polizia militare, che avrebbe dunque intrapreso un indagine sulle azioni di Winter. Quest’ultimo viene ad ogni modo arrestato e il film si conclude sul nuovo muro costruito dai detenuti come memoriale dei compagni caduti, con i nomi di Irwin tra quelli incisi sulle pietre.

Il castello cast

Le frasi più belle del film

Si riportano qui di seguito alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai personaggi di Il castello. Attraverso queste si potrà certamente comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del film:

  • Non venirmi a raccontare che tu sopravvivi: tu ti nascondi! (Eugene Irwin)
  • Signori, propongo di assumere il controllo di questo penitenziario! (Eugene Irwin)
  • Cinque, condotta indegna per un ufficiale e per un gentiluomo. (Eugene Irwin)
  • Molti pensano che essere ricordati così sia una vergogna per un soldato, ma è tutt’altro che una vergogna. I più grandi monumenti ai soldati caduti non sono fatti di marmo, sono in fondo al mare, nel cuore della giungla, sui campi di combattimento. Un fucile conficcato nella terra, un elmetto e una piastrina. È questo il tributo che quest’uomo si è guadagnato. (Eugene Irwin)
  • Siamo rinchiusi qui dentro come detenuti e una cosa è certa, le nostre guardie hanno il potere di umiliarci, di picchiarci, il potere di rinchiuderci in un buco buio per giorni e giorni ma c’è una cosa che non possono fare: non possono portarci via quello che siamo e, noi siamo soldati! E questa è l’unica cosa che ci dà speranza qui dentro e niente al mondo ce la potrà mai togliere. (Eugene Irwin)

Il trailer di Il castello e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Il castello grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TVParamount+ e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 28 marzo alle ore 21:00 sul canale Iris.

Monkey Man: il nuovo trailer dell’esordio alla regia di Dev Patel

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Universal Pictures ha diffuso il nuovo trailer ufficiale di Monkey Man, il thriller d’azione diretto protagonista candidato all’Oscar Dev Patel (Lion – La strada verso casa, The Millionaire) che realizza un sorprendente debutto alla regia con un thriller d’azione che racconta la ricerca di vendetta di un uomo contro i leader corrotti che hanno ucciso sua madre e continuano a vittimizzare sistematicamente i poveri e i deboli.

Ispirato alla leggenda di Hanuman, simbolo di forza e coraggio, Monkey Man vede Patel nei panni di Kid, un giovane anonimo che si guadagna da vivere in un fight club clandestino dove, notte dopo notte, indossando una maschera da gorilla, viene picchiato a sangue da lottatori più famosi in cambio di denaro.

Dopo anni di rabbia repressa, Kid scopre un modo per infiltrarsi nell’enclave della sinistra élite della città. Mentre il suo trauma infantile ribolle, le sue mani misteriosamente sfregiate scatenano una esplosiva ondata di vendetta per regolare i conti con gli uomini che gli hanno tolto tutto.

Ricco di emozionanti e spettacolari scene di combattimento e inseguimento, Monkey Man è diretto da Dev Patel a partire dalla sua storia originale e dalla sua sceneggiatura con Paul Angunawela e John Collee (Master & Commander: Sfida ai confini del mare).

Il cast internazionale del film comprende Sharlto Copley (District 9), Sobhita Dhulipala (Made in Heaven), Pitobash (Million Dollar Arm), Vipin Sharma (Attacco a Mumbai – Una vera storia di coraggio), Ashwini Kalsekar (Ek Tha Hero), Adithi Kalkunte (Attacco a Mumbai – Una vera storia di coraggio), Sikandar Kher (Aarya) e Makarand Deshpande (RRR). Monkey Man è prodotto da Dev Patel, Jomon Thomas (Attacco a Mumbai – Una vera storia di coraggio, L’uomo che vide l’infinito), il premio Oscar Jordan Peele (Nope, Scappa – Get Out), Win Rosenfeld (Candyman, serie Hunters), Ian Cooper (Nope, Noi), Basil Iwanyk (John Wick, Sicario), Erica Lee (John Wick, Silent Night – Il silenzio della vendetta), Christine Haebler (Shut In, Bones of Crows) e Anjay Nagpal (produttore esecutivo di Bombshell – La voce dello scandalo, Greyhound – Il nemico invisibile).

I produttori esecutivi sono Jonathan Fuhrman, Natalya Pavchinskya, Aaron L. Gilbert, Andria Spring, Alison-Jane Roney e Steven Thibault. Universal Pictures presenta una produzione Bron Studios, un film Thunder Road, una produzione Monkeypaw, una produzione Minor Realm/S’Ya Concept, in associazione con WME Independent e Creative Wealth Media.

Prime Video: tutti i film e le serie tv in uscita ad Aprile

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Prime Video: tutti i film e le serie tv in uscita ad Aprile

Marzo volge al termine e come ogni fine mese ecco tutte i film e le serie tv in uscita ad Aprile su Prime Video, la piattaforma streaming di Amazon. Tra le tante novità da segnalare la nuova stagione di LOL e l’attesissima serie tv Fallout

I film in uscita ad Aprile su Prime Video

Música Film dal 4 aprile

Ambientato nel New Jersey, Música è basato sulla vita dello scrittore, regista e star Rudy Mancuso. È una storia d’amore e di formazione che segue un aspirante creativo affetto da sinestesia, che deve fare i conti con un futuro incerto, mentre affronta le pressioni dell’amore, della famiglia e della sua cultura brasiliana.

Come far innamorare Billy Walsh Film dal 5 aprile

I giovani Amelia (Charithra Chandran) e Archie (Sebastian Croft) sono migliori amici sin dall’infanzia. Archie ha sempre condiviso le batttaglie di Amelia ridendo delle sue battute, mantenendo segreto il suo amore per lei. Proprio quando ha il coraggio di dichiarare i suoi sentimenti, Amelia perde la testa per Billy Walsh (Tanner Buchanan), il nuovo studente americano appena arrivato. Archie ha il cuore spezzato e fa di tutto per cercare di tenere Amelia e Billy lontani l’uno dall’altra, ma così facendo li avvicina sempre più rischiando di perdere la sua migliore amica.

Gli Addestratori Film dal 25 aprile

Dopo aver perso una scommessa con la sua ex moglie Marta, Pasquale, goffo ma appassionato addestratore di cani, ha dovuto cederle Cecchino, il suo amatissimo cane. L’unico modo che ha per riprenderselo è quello di racimolare abbastanza soldi da dimostrare a Marta di poter prendersi cura del cane (e di se stesso). L’idea è semplice: aprire una nuova scuola di addestramento.

E tutto sembra filare per il verso giusto: dopo neanche un giorno, il corso, incredibilmente, è sold-out. Peccato per un dettaglio: il volantino è arrivato nelle mani sbagliate e, a causa di un malinteso, ad essersi iscritti non sono i padroni di cani, ma i genitori di cinque pestiferi bambini. Ormai il danno è fatto, i pagamenti sono stati effettuati e i bambini devono restare con lui. Ma d’altronde, pensa, se i cani sono un po’ come dei bambini, anche i bambini non saranno poi così diversi dai cani…giusto?

Le serie tv e gli show in uscita ad Aprile su Prime Video

LOL: Chi ride è fuori S4

Show Original dal 1 aprile

Torna lo show dei record con un cast di professionisti della risata: Diego Abatantuono, Loris Fabiani, Edoardo Ferrario, Angela Finocchiaro, Maurizio Lastrico, Aurora Leone, Lucia Ocone, Giorgio Panariello, Claudio Santamaria, Rocco Tanica. Ad osservare l’esilarante gara comica dalla control room, l’arbitro e conduttore Fedez, affiancato dal co-host Frank Matano, e da Lillo Petrolo, nel ruolo di overacting coach. 4 episodi il 1 aprile e gli ultimi 2 episodi l’8 aprile

Fallout

Fallout

Serie Original dall’11 aprile

Basata su uno dei più grandi franchise di videogiochi di tutti i tempi, Fallout è la storia di chi ha e chi non ha in un mondo in cui non è rimasto quasi più nulla. 200 anni dopo l’apocalisse, i tranquilli abitanti dei lussuosi rifugi antiatomici sono costretti a tornare nell’infernale paesaggio contaminato dalle radiazioni che i loro antenati si sono lasciati alle spalle e con stupore scoprono che ad attenderli c’è un universo incredibilmente complesso, allegramente bizzarro e estremamente violento.  8 episodi binge

Alessandro Siani: Off Line Comedy special dal 22 aprile

Guardarsi negli occhi, confrontarsi, ridere e riflettere, semplicemente condividere un’emozione. Spegni il telefono ed accendi la vita! Vivi Off line, il nuovo spettacolo di Alessandro Siani.

Loro: La Paura

Loro: La Paura

Il secondo capitolo della serie antologica dal 25 aprile

THEM sarà ambientato ancora una volta nella contea di Los Angeles (il primo episodio, sottotitolato Covenant, è ambientato a Compton intorno al 1952 ma sposterà l’arco temporale al 1991). La nuova storia è incentrata sulla detective della omicidi di Los Angeles DAWN REEVE a cui viene assegnato un nuovo caso: il raccapricciante omicidio di una madre adottiva che ha lasciato scossi anche i detective più esperti. Nel pieno di un tumultuoso periodo a Los Angeles, con una città sul filo del caos, Dawn è determinata a fermare l’assassino. Mentre si avvicina alla verità, qualcosa di sinistro e malevolo attanaglia lei e la sua famiglia…

Call My Agent – Italia: clip dal terzo e quarto episodio

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Call My Agent – Italia: clip dal terzo e quarto episodio

SKY ha diffuso le anticipazioni dai due dei nuovi episodi della seconda stagione di Call My Agent – Italia, da domani disponibili su Sky e in streaming su NOW e domani sera in onda su Sky Serie.

Episodio 3 di Call My Agent – Italia 2

Emanuela Fanelli e Corrado Guzzanti rifanno la scena dello striptease di Sophia Loren davanti a Marcello Mastroianni in “Ieri, oggi, domani” di Vittorio De Sica

Regista, sceneggiatrice, attrice e all’occorrenza pure intimacy coordinator… Luana Pericoli (Emanuela Fanelli) è veramente una star a tutto tondo, capace di ricoprire tutti i ruoli necessari per la produzione del suo documentario biopic sulla sua vita. Nei nuovi episodi della seconda stagione di “Call My Agent – Italia”, disponibili da venerdì 29 marzo in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, Emanuela Fanelli e un esausto Corrado Guzzanti, co-protagonista involontario di questo progetto, si cimentano in una rilettura tutta da ridere di una scena cult del capolavoro di Vittorio De Sica “Ieri, oggi, domani”, quella dell’immortale striptease di Sophia Loren dinanzi a Marcello Mastroianni. Quando Corrado manifesta il suo disagio nell’interpretare la parte dell’innamorato, Luana da regista e attrice si trasforma immediatamente nella figura di intimacy coordinator, pronta ad ascoltare e risolvere il blocco artistico, emotivo e sensuale di Guzzanti. “Call My Agent – Italia” è una serie prodotta da Sky Studios e da Palomar, tutti i venerdì su Sky Serie.

Episodio 4 di Call My Agent – Italia 2

Pierpaolo e il pressure test a “MasterChef” con Bruno Barbieri e Giorgio Locatelli

I due chef stellati Bruno Barbieri e Giorgio Locatelli diventano il peggiore incubo di Pierpaolo (Francesco Russo) nei nuovi episodi della seconda stagione di “Call My Agent – Italia”, disponibili da venerdì 29 marzo in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW. Pierpaolo, assistente di Gabriele (Maurizio Lastrico), si ritrova in sogno ad essere un aspirante chef del suo programma preferito, il cooking show Sky Original “MasterChef Italia”. Per lui un pressure test difficilissimo: dovrà preparare in sette minuti un “filetto all’Evaristo”, il nuovo capo della CMA. “Call My Agent – Italia” è una serie prodotta da Sky Studios e da Palomar, tutti i venerdì su Sky Serie.

Lucca Comics & Games annuncia il primo campo estivo

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Lucca Comics & Games annuncia il primo campo estivo

Si terrà a Borgo Giusto, sulle colline dell’entroterra lucchese, il primo campo estivo di Lucca Comics & Games. Dal 30 giugno al 6 luglio, 50 ragazzi avranno un’opportunità unica per immergersi in laboratori e attività ispirate al grande festival della cultura pop. Per i partecipanti, oltre alle consuete attività sportive che contraddistinguono gli Experience Summer Camp, tanti laboratori, attività di gaming, ospiti e anticipazioni dal community event, che si terrà a Lucca dal 30 ottobre al 3 novembre 2024.

Il progetto nasce dalla collaborazione tra Lucca Crea s.r.l. ed Experience Summer Camp, realtà leader nel settore, che organizza campi estivi da quasi 40 anni, con il patrocinio di Toscana Promozione Turistica.

Nel cuore dell’esperienza si trova il laboratorio di fumetto Manga, realizzato in collaborazione con la Lucca Manga School, ideato per stimolare la creatività e la progettazione, offrendo la possibilità di esplorare le dinamiche alla base della creazione di una storia. Attraverso il laboratorio, condotto da Riccardo Pieruccini, i giovanissimi talenti avranno l’opportunità di affinare le proprie abilità narrative, imparare a costruire dialoghi efficaci e a raccontare storie tramite le immagini. Inoltre, verrà data grande importanza all’acquisizione di tecniche specifiche e al lavoro di gruppo, elementi fondamentali per una crescita artistica.

Lucca Comics & Games è vivere le storie a 360° e il videogioco è uno dei suoi mondi di elezione: per questo, grazie al supporto di Nintendo, i partecipanti avranno la possibilità di conoscere i Pikmin, creature aliene che ci invitano a riflettere sul rispetto dell’ambiente, dei suoi frutti e dei suoi abitanti. Inoltre, tante sfide mozzafiato ai principali titoli per Nintendo Switch tra cui Mario Kart 8 Deluxe e Nintendo Switch Sports.

Ma Lucca Comics & Games è anche vivere le proprie passioni, raccontarle e condividerle, per questo sarà presentecome ospite e insegnante una delle creator più conosciute e apprezzate: Giulia Uda conosciuta come “Lo specchio di Grimilde”. Questo laboratorio, come un viaggio tra animazione e digitale, è dedicato alla scoperta, alla curiosità e alla magia che si nasconde contemporaneamente nel mondo del cinema e nel mondo dei social.

I giovani creatori saranno guidati attraverso un processo di ricerca e selezione delle informazioni, offrendo strumenti pratici per comunicare efficacemente, sia attraverso la scrittura sia mediante l’uso di immagini, consentendo a tutti di esprimere e raccontare i propri interessi in modo autentico e coinvolgente. Un elemento distintivo di questa esperienza sarà la creazione di un diario personale dove ogni ragazzo potrà trascrivere le scoperte fatte durante le ricerche, le riflessioni personali sviluppando così l’attenzione dei ragazzi al dettaglio, alla ricerca, alla scoperta e alla curiosità.

Il laboratorio continuerà poi alimentando la creatività con l’analisi degli archetipi delle fiabe e dell’animazione attraverso supporti audiovisivi. L’ideazione e la scrittura di un “personaggio” secondo le tecniche cinematografiche saranno l’ultima tappa di questo viaggio tra fantasia e curiosità.

Un Piccolo Favore 2: anche Elena Sofia Ricci e Michele Morrone nel cast

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Dopo l’annuncio ufficiale di Un piccolo favore 2  che vede tornare Anna Kendrick, Blake Lively e Paul Feig alla regia, arriva da Deadline la notizia che il cast del film si allarga e che comprenderà anche un pizzico d’Italia. Elena Sofia Ricci è infatti entrata a far parte del progetto, insieme a Michele Morrone (365 Days), Elizabeth Perkins (Minx), Alex Newell (Zoey’s Extraordinary Playlist), Taylor Ortega (Grand Death Lotto), Lorenzo de Moor, e Aparna Nancherla (The Drop).

Amazon MGM Studios ha annunciato oggi che Anna Kendrick, Blake Lively, Henry Golding, Andrew Rannells, Bashir Salahuddin, Joshua Satine, Ian Ho e Kelly McCormack riprenderanno i rispettivi ruoli in Un piccolo favore 2, con Paul Feig di nuovo alla regia.

L’attesissimo sequel è una co-produzione con Lionsgate e segue l’uscita nel 2018 di Un piccolo favore, successo di critica e pubblico, che ha incassato più di 97 milioni di dollari al box office mondiale, ottenendo lo status di “Certified Fresh” su Rotten Tomatoes. La sceneggiatura, basata sui personaggi di Darcy Bell, è firmata da Jessica Sharzer – che ha scritto anche il primo film – con il contributo di Laeta Kalogridis e Paul Feig.

Paul Feig e Laura Fischer di Feigco Entertainment producono il film con Jessica Sharzer, executive producer. Nel sequel assisteremo al ritorno di Stephanie Smothers (Anna Kendrick) ed Emily Nelson (Blake Lively) che si ritroveranno in Italia, nella splendida isola di Capri, per lo stravagante matrimonio di Emily con un ricco uomo d’affari italiano. Insieme agli affascinanti ospiti, non mancheranno omicidi e tradimenti per un matrimonio che avrà più svolte sorprendenti e mozzafiato di quelle che punteggiano la strada che da Marina Grande porta alla piazzetta di Capri. L’inizio delle riprese è previsto in primavera, il film sarà disponibile su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo.

Anna Kendrick è un’attrice, produttrice, regista e autrice di bestseller del New York Timesnominata a Oscar, Golden Globe, Tony, SAG, BAFTA, Emmy e Independent Spirit Awards. Kendrick è al suo debutto alla regia con il film di Netflix Woman of the Hour, in uscita in autunno. Nel film ricopre anche il ruolo di produttrice e attrice. Ha ricoperto con successo il ruolo di produttrice in una vasta gamma di progetti per cinema, tv e streaming, tra cui Love Life per HBO Max, il thriller sci-fi di Netflix Estraneo a bordo e il dramma psicologico Alice, Darling per Lionsgate. Tra gli altri progetti di rilievo che la riguardano, figurano Tra le nuvole, Un piccolo favore, The Accountant e i franchise Pitch Perfect e Trolls.

Blake Lively è un’attrice, regista, produttrice e imprenditrice nota per aver recitato in film come Un piccolo favore, Paradise Beach – Dentro l’incubo, 4 amiche e un paio di jeans, Adaline – L’eterna giovinezza, The Town e nella serie Gossip Girl. Nel novembre 2021, Lively ha fatto il suo debutto alla regia del video musicale di Taylor Swift I Bet You Think About Me, che le è valso due nomination agli ACM Award e una ai CMA. Prossimamente, reciterà nell’adattamento cinematografico del bestseller di Colleen Hoover, It Ends With Us. Inoltre, farà il suo debutto alla regia di un lungometraggio per Searchlight con l’adattamento della graphic novel Seconds di Bryan Lee O’Malley, scritto e prodotto da Edgar Wright insieme a Marc Platt.

Il regista Paul Feig, premiato dalla Directors Guild of America e nominato agli Emmy, è anche scrittore, produttore, autore e fondatore della società di produzione Feigco Entertainment. Di recente è stato regista, produttore e co-sceneggiatore de L’accademia del bene e del male, che al momento dell’uscita ha debuttato come film più visto su Netflix in 88 paesi nel mondo. Successivamente, Feig ha diretto e prodotto l’action-comedy Grand Death Lotto con John Cena, Awkwafina e Simu Liu per Amazon MGM Studios. Ha alle spalle una lunga serie di film che hanno incassato oltre un miliardo di dollari in tutto il mondo, tra cui Le amiche della sposa, Last Christmas, Corpi da reato, Ghostbusters, Spye Un piccolo favore.

Henry Golding ha raggiunto la notorietà grazie a Crazy Rich Asians, dove interpreta il protagonista, cui ha fatto rapidamente seguito una serie di ruoli in film come Un piccolo favore, The Gentlemen, Last Christmas e il franchise Snake Eyes: G.I. Joe. Golding sarà poi in The Old Guard 2 per Netflix, in The Ministry of Ungentlemanly Warfare di Guy Ritchie e nel film di Nacho Vigalondo Daniela Forever. Attualmente è impegnato nelle riprese della seconda stagione di Nove perfetti sconosciuti, al fianco di Nicole Kidman.

Andrew Rannells è un attore teatrale, cinematografico e televisivo, vincitore di un Grammy Award e due volte nominato ai Tony Award, che vedremo presto in Miss You, Love You al fianco di Allison Janney e per la regia di Jim Rash, in I Don’t Understand You accanto a Nick Kroll e nella serie comedy Too Much di Lena Dunham, di prossima uscita su Netflix. Rannells è apparso recentemente nella miniserie Hulu Ecco a voi i Chippendales del creatore Robert Siegel. Inoltre, ha recitato nella serie di Showtime Black Monday, al fianco di Don Cheadle e Regina Hall, che gli è valsa una nomination ai Critics Choice Award come miglior attore non protagonista in una serie comedy.

Joshua Satine è apparso di recente nella produzione di Broadway Leopoldstadt, vincitrice di un Tony Award. Tra gli altri ruoli ricordiamo la sua partecipazione in La fantastica signora Maisel di Amazon MGM, Hunters, The Watcher, Chicago Med e Stella’s Last Weekend.

Ian Ho è conosciuto principalmente per il ruolo di Tane Boone in Chapelwaite al fianco di Adrien Brody e per il ruolo del “Primo Servitore” in Star Trek: Strange New Worlds. È apparso in diversi ruoli drammatici e comici, in produzioni come Il racconto dell’ancella, Guida per babysitter a caccia di mostri, Overlord and the Underwood’s, The Expanse e Kung Fu.

Kelly McCormack è un’attrice, regista e musicista pluripremiata, nota soprattutto per aver interpretato l’interbase nella squadra di baseball delle Peaches in Ragazze vincenti – La serie di Amazon MGM Studios e per il suo ruolo nel film Sugar Daddy. Tra le altre produzioni a cui ha partecipato figurano la serie George & Tammy della Paramount e il film di Julio Torres Problemista.

Jessica Sharzer ha esordito nel mondo del cinema con Speak – Le parole non dette, che ha diretto, contribuendo anche alla sceneggiatura. Il film, interpretato da Kristen Stewart, è stato presentato in anteprima al Sundance nel 2004. Sharzer ha poi lavorato alla sceneggiatura del film Nerve con Emma Roberts, seguito da Un piccolo favore di Paul Feig con Blake Lively e Anna Kendrick. È stata, inoltre, co-produttrice esecutiva della serie FX American Horror Story e di Nove perfetti sconosciuti.

The Beautiful Game: recensione del film Netflix

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The Beautiful Game: recensione del film Netflix

The Beautiful Game a cui si riferisce il titolo del nuovo film Netflix, diretto da Thea Sharrock e disponibile dal 29 marzo, è il calcio, una vera e propria istituzione nel nostro Paese, un credo, una devozione nazionale, che determina odi, amori e umori dei tifosi di tutto lo Stivale. E l’Italia non è certo il solo caso di Paese in cui questo sport eccelle per popolarità e diffusione.

The Beautiful Game, la trama

Partendo proprio da questa passione, quasi tribale nelle sue manifestazioni più viscerali, il film racconta la storia di Vinny, un giovane e talentuoso amante del calcio che, tormentato dal suo passato, trascorre le giornate a guardare i bambini giocare a palla, intervenendo e ballandosi della sua superiorità. Fino a che non viene avvicinato da un uomo che lo coinvolge nella nazionale di calcio Inglese. Proprio così, Vinny si ritrova a gareggiare per la sua nazione nei mondiali di calcio… della Homeless World Cup.

L’idea del film nasce proprio da questo evento sportivo, fondato negli anni Duemila e che coinvolge squadra composte esclusivamente da persone senza fissa dimora. Il primo torneo fu organizzato in Austria, mentre la finzione del film ci porta addirittura a Roma, in Italia, in un paese in cui, come già detto, il calcio è una cosa seria. Come nel film di Sharrock, in cui lo sport è un’ossessione per Vinny, ma diventerà presto un’occasione di riscatto e una seconda opportunità per molti dei personaggi secondari.

Lo sport visto come seconda opportunità

I film sportivi sono per definizione racconti che mettono in scena un miglioramento, una evoluzione e sì, un riscatto per un passato che non sempre ha visto i personaggi brillare per scelte di vita e azioni compiute. E The Beautiful Game non fa eccezione: entrare nella nazionale dei senzatetto, per Vinny vuol dire non solo riprendere a giocare a calcio, anche se non ad altissimo livello, ma anche prendere coscienza della sua situazione personale. E così, solo accettando il fallimento del suo passato e apprezzando le seconde opportunità che la vita gli ha concesso, può finalmente ricominciare a vivere e a risalire la china.

Crediti e Copyright Netflix

Ambientato principalmente a Roma, il film si avvale di inquadrature da cartoline, non necessariamente ricercate ma efficaci soprattutto per raccontare lo stupore e l’ammirazione dei giocatori del torneo di fronte alle meraviglie della Città Eterna. Non ci sono quindi particolari guizzi ma c’è una solida consapevolezza nel mettersi al servizio della storia nella più classica delle maniere.

Chiedere aiuto è il primo passo

Al di là del calcio, il film è anche una riflessione sull’identità dei senza dimora e sulla necessità di cambiare l’immagine stereotipata che spesso li circonda. L’esempio di Vinny ci mette di fronte al fatto che la povertà, l’indigenza possono colpire chiunque, e che chiedere aiuto è un passo fondamentale verso un’inversione di marcia.

Con Bill Nighy e Valeria Golino a impreziosire il cast, The Beautiful Game offre uno sguardo semplice e diretto, mai pretenzioso, sulle possibilità che offre lo sport, ma anche su vite difficili e spezzate, che qualche volta, con un piccolo aiuto, tornano a trovare una strada da percorrere e una direzione da seguire.

Il problema dei 3 corpi: cosa aspettarsi dalla seconda stagione?

Il problema dei 3 corpi: cosa aspettarsi dalla seconda stagione?

L’attesissima serie fantascientifica Il problema dei 3 corpi (qui la recensione) è finalmente disponibile su Netflix. Composta da 8 episodi, questa porta gli spettatori nel mondo immaginato dallo scrittore Liu Cixin – sui cui libri si basa la serie – dove una misteriosa razza aliena svela il proprio futuro arrivo sul pianeta terra con l’obiettivo di conquistarlo e sostituirsi così alla razza umana. Per riuscirvi, interferiscono con il lavoro di un gruppo di brillanti fisici e scienziati potenzialmente in grado di sviluppare strategie per contrastare tale invasione.

Questo perché questi alieni non arriveranno sulla Terra prima di 400 anni, tempo durante il quale gli umani potrebbero riuscire a sviluppare le tecnologie adatte per sconfiggere gli invasori. L’ultimo episodio, Impenetrabili, si conclude con un finale aperto, lasciando dunque immaginare che ci sarà almeno un’altra stagione con cui portare avanti questo racconto. Ma, stando a quanto narrato nei tre romanzi della serie, cosa dobbiamo aspettarci da una seconda stagione?

Il problema dei 3 corpi: cosa aspettarsi dalla seconda stagione?

Come di consueto, Netflix sta ancora valutando se rinnovare Il problema dei 3 corpi per una seconda stagione. Non c’è ancora una conferma ufficiale, ma dato che la serie è subito divenuta una delle più viste del momento sulla piattaforma, c’è da aspettarsi che il rinnovo venga confermato. Nell’attesa, possiamo dunque già prevedere come proseguirà la trama, seguendo la storia proposta dai libri. Se la stagione 2 di Il problema dei 3 corpi si farà, questa si concentrerà di certo su come gli Impenetrabili (Wallfacer, in originale) definiranno la loro strategia per la guerra contro l’invasione aliena.

Dopotutto, questo è l’obiettivo principale del secondo libro della serie, La materia del cosmo: nella sua trama, i quattro Impenetrabili (uno in più rispetto alla serie TV) sviluppano i loro piani in modo indipendente. Gli alieni San-Ti non sono in grado di leggere nelle loro menti e per questo nominano tre umani come “Wallbreakers”, persone che analizzano le informazioni registrate dai sophon e cercano di capire i piani segreti degli Impenetrabili nella ricerca di una soluzione all’invasione aliena.

Il problema dei 3 corpi Netflix
Eve Ridley nel ruolo di The Follower, Sea Shimooka nel ruolo di Sophon in Il problema dei 3 corpi. Cr. Per gentile concessione di Netflix © 2024

La battaglia di intelligenza tra Impenetrabili e Wallbreakers nel libro va alla fine a favore degli alieni: le strategie di tre dei quattro Impenetrabili vengono neutralizzate, e l’unico che può ancora definire un piano di successo è il personaggio che ispira Saul Durand (nel libro, corrisponde all’astronomo Luo Ji). Egli fornisce a quel punto precise istruzioni agli umani e poi entra in ibernazione, chiedendo di essere rianimato se accadrà qualcosa di particolare. Il racconto, dunque, si sposta in avanti di secoli, con la flotta aliena ora più vicina alla Terra.

Ci si può dunque aspettare che la seconda stagione preveda dunque l’elaborazione delle strategie degli Impenetrabili, come anche i piani dei San-Ti per cercare di fermarli. A guidare gli umani traditori ci sarà probabilmente Tatiana, che viene mostrata per l’ultima volta nella prima stagione mentre è intenta a provare uno dei caschi di realtà virtuale forniti dai San-Ti. Non sappiamo cosa le sia stato mostrato, ma dall’espressione di gioia sul suo viso possiamo immaginare che le verrà chiesto di prepare il terreno per l’arrivo di quelli che la ragazza considera ormai degli dei salvifici.

In ultimo, da una seconda stagione ci si può aspettare questo salto in avanti di secoli, considerando che per giungere sulla terra i San-Ti impiegheranno circa 400 anni. Ciò permetterebbe di avvicinarsi al momento del loro arrivo, presentando dunque uno scenario futuristico in cui i protagonisti dovranno compiere ulteriori passi verso la certezza di poter impedire l’invasione. Come saprà chi ha letto i 3 libri, alla fine si giunge all’effettivo arrivo degli alieni, alla battaglia per la sopravvivenza e al suo esito. Idealmente, questi ultimi eventi potrebbero però verificarsi in una terza stagione.

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Euphoria: una star della serie “non crede” che la terza stagione si farà

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Dopo una seconda stagione di grande successo, che ha visto un notevole aumento degli ascolti, la serie Euphoria ideata da Sam Levinson è ancora in una fase di stallo dal 2022. Recentemente si era diffusa la voce che la HBO avesse cancellato l’annunciata terza stagione e di conseguenza l’intera serie, ma il network ha poi rilasciato una dichiarazione in cui ribadisce che intende ancora realizzare la nuova stagione ma che i copioni sono ancora in fase di stesura e la produzione è dunque la serie è stata momentaneamente sospesa.

Sebbene dunque la HBO si sia pubblicamente schierata a favore della terza stagione di Euphoria, una delle sue star ha ora messo in dubbio che i nuovi vengano effettivamente realizzati. Parlando in forma anonima al Daily Beast, questa star ha spiegato la sua frustrazione per il continuo ritardo e dicendo: “Da gennaio del 2022 abbiamo avuto una data di inizio di marzo che è poi diventata giugno, che è poi diventata gennaio 2023. E da quel momento in poi hanno continuato a spostare ogni mese“.

Sono stati due anni interi in cui la HBO ha detto a tutti gli attori che saremmo tornati presto, quindi non abbiamo potuto accettare alcuni lavori. Prima della scorsa settimana non potevo accettare lavori in TV. Da quando l’hanno messa in pausa, ora posso accettare qualsiasi lavoro. Ma ciò che dispiace è che tutti noi abbiamo avuto più notorietà quando lo show è uscito, ma ora sono passati due anni di attesa… Poiché faccio questo mestiere, sarò sempre entusiasta di qualsiasi lavoro di recitazione, quindi sì, non vedo l’ora di tornare. Solo che non credo che accadrà“.

La star accenna anche al fatto che la scomparsa del produttore Kevin Turen, avvenuta lo scorso autunno, sta ulteriormente influenzando il futuro della serie. In risposta, il team di Levinson ha però dichiarato che: “La HBO ha risposto a tutte le domande speculative e ha assicurato a tutti una terza stagione, come originariamente previsto, nel 2025“. Non resta dunque attendere per sapere se tale indicazione temporale verrà rispettata, riportando dunque Rue e i suoi amici in TV nel corso del prossimo anno.

Il cast di Euphoria

Basata sull’omonima serie israeliana, Euphoria è creata e scritta da Levinson, che è anche produttore esecutivo insieme a Zendaya, Drake, Adel “Future” Nur e ai creatori originali Ron Leshem e Daphna Levin. La serie segue un gruppo di studenti liceali che lottano per muoversi nel mondo della droga, del sesso, dell’identità, dei traumi, dei social media, dell’amore e dell’amicizia. La serie è interpretata da Zendaya, Hunter Schafer, Sydney Sweeney, Jacob Elordi, Alexa Demie, Maude Apatow, Storm Reid, Algee Smith, Austin Abrams, Colman Domingo e altri ancora.

Kristen Stewart “non farà mai” un film Marvel, a meno che non sia coinvolta una certa regista

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Dopo aver interpretato per anni Bella Swan nella The Twilight Saga, Kristen Stewart ha decisamente una buona esperienza con il mondo dei franchise. La Stewart si è poi grossomodo allontanata da quella tipologia di opere, concentrandosi principalmente su film d’autore e in più occasioni ha affermato di non essere interessata a prendere parte ad un film sui supereroi. L’attrice è tornata ad affrontare queste prospettive in una recente intervista, dicendo al podcast Not Skinny But Not Fat che c’è solo un nome che la convincerebbe a recitare in un cinecomic: la regista di Barbie, Greta Gerwig.

Sembra un fottuto incubo, in realtà“, ha rivelato la Stewart. “Ma forse il mondo cambia. Se Greta Gerwig mi chiedesse di fare un film Marvel, allora lo farei“. “Mi piacciono i grandi film perché mi piace che la gente li guardi quando ci sono io“, ha detto Stewart in un’altra parte dell’intervista. “Il sistema dovrebbe cambiare. … Quello che finisce per accadere è questa strana esperienza algoritmica in cui non si può provare alcun sentimento personale“. Non è dunque escluso che l’attrice possa unirsi un domani ad un franchise di questo tipo, se questa sua condizione dovesse venire soddisfatta.

In quali film ha recitato di recente Kristen Stewart?

Dopo aver concluso la sua esperienza nella saga di Twilight, Kristen Stewart si è dedicata a diversi film autoriali e tra i più recenti si annoverano Seberg – Nel mirino (2019), Spencer (2021), per cui è stata anche nominata al premio Oscar come Miglior attrice protagonista, Crimes of the Future (2022) e Love Lies Bleeding (2024). Ha però recitato anche in film più commerciali come Charlie’s Angels (2019), da lei però ritenuta un’esperienza tutt’altro che felice, e l’horror sottomarino Underwater. Nel 2015 aveva invece vinto il César Awards (l’Oscar francese) come Miglior attrice non protagonista per il film Sils Maria.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: un celebre villain doveva far parte degli Illuminati

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Non è un segreto che i Marvel Studios abbiano preso in considerazione diversi personaggi per il gruppo degli Illuminati visto in Doctor Strange nel Multiverso della follia. Dopo diverse considerazioni, per il sequel sono stati scelti Captain Carter, Mister Fantastic, Black Bolt, Maestro Mordo, Professor X e Captain Marvel. Si tratta di una formazione innegabilmente impressionante, anche se un nuovo rumor riporta ora un altro nome che avrebbe potuto far parte del gruppo e che avrebbe indubbiamente reso molto più interessante e ambigua tale formazione di supereroi. Alex Perez di The Cosmic Circus ha infatti affermato di essere a conoscenza di una versione del sequel di Doctor Strange in cui il celebre villain Dottor Destino era un membro degli Illuminati.

Non è chiaro se Julian McMahon, l’attore che ha interpretato il personaggio in I Fantastici 4I Fantastici 4 e Silver Surfer avrebbe ripreso il suo ruolo o se questo sarebbe stato affidato ad un interprete inedito, come avvenuto con John Krasinski e il suo Mister Fantastic. Il fatto che Dottor Destino non sia stato incluso non deve però far pensare che rimarrà fuori da giochi ancora a lungo. Si dice infatti che potrebbe fare un cameo nel film Fantastici Quattro, forse in una scena post-credits, permettendo così una sua futura introduzione, magari proprio come nuovo grande villain delle prossime fasi del Marvel Cinematic Universe.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: il cast del film

Doctor Strange nel Multiverso della Follia vede Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vede anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision. La sceneggiatura del film porta la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).

Nel cast vi sono anche John Krasinski nel ruolo di Mister Fantastic e  Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier. Hayley Atwell compare invece come Captain Carter. Doctor Strange nel Multiverso della Follia è uscito al cinema il 4 maggio 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e hanno avuto luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel appare in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi.

Steven Spielberg elogia Dune – Parte Due: “Uno dei migliori sci-fi che abbia mai visto”

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Dune – Parte Due (qui la nostra recensione) di Denis Villeneuve ha ricevuto l’approvazione di Steven Spielberg, il quale ha elogiato non solo il film ma anche la visione e la creatività del regista canadese. Parlando proprio con Villeneuve per il podcast The Director’s Cut della DGA, Spielberg ha esordito inserendo il collega in uno speciale elenco: “Lasciatemi iniziare dicendo che ci sono registi che sono costruttori di mondi. Non è una lista lunga e sappiamo chi sono molti di loro“, ha detto Spielberg. “A partire da Georges Méliès e Disney e Kubrick, George Lucas. Ray Harryhausen lo includo in questa lista. Fellini ha costruito i suoi mondi. Tim Burton. Ovviamente Wes Anderson, Peter Jackson, James Cameron, Christopher Nolan, Ridley Scott, Guillermo del Toro“.

La lista continua, ma non è poi così lunga, e credo profondamente e ardentemente che lei sia uno dei suoi nuovi membri“. Spielberg ha poi ricordato una delle sue scene preferite del film interpretato da Timothée Chalamet, in cui Paul cavalca un verme della sabbia. “Questa è una storia che ama il deserto, ma per essere un film che ama il deserto c’è un tale desiderio di acqua in questo film“, ha osservato Spielberg. “Per tutta la sabbia che c’è in questo film, in realtà si tratta di acqua. Le acque sacre che desiderano prati verdi e l’acqua blu della vita“.

Steven Spielberg ha poi continuato a parlare di Dune – Parte Due  affermando che: “Hai filmato il deserto in modo che assomigliasse a un oceano, a un mare. I vermi erano come serpenti marini. E la scena del surf sui vermi è una delle cose più belle che abbia mai visto. In assoluto! Ma tu hai fatto sembrare il deserto un liquido“. Spielberg ha poi detto a Villeneuve: “Hai realizzato uno dei migliori film di fantascienza che abbia mai visto” e ha affermato che Dune: Parte seconda “è davvero un’epopea visiva ed è anche pieno di personaggi profondamente, profondamente realizzati“.

Denis Villeneuve dirige Dune – Parte Due

Questo film successivo esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta di prevenire un futuro terribile che solo lui può prevedere.”

Nel film vedremo Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides, Zendaya nei panni di Chani, Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica, Josh Brolin nei panni di Gurney Halleck, Javier Bardem nei panni di Stilgar, Austin Butler nei panni di Feyd-Rautha, Florence Pugh nei panni della Principessa Irulan, Dave Bautista nei panni della Bestia. Rabban, Léa Seydoux nel ruolo di Lady Margot, Stellan Skarsgård nel ruolo del Barone e Christopher Walken nel ruolo dell’Imperatore Shaddam IV.

Dune – Parte Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura che ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo romanzo di fantascienza Dune del 1965 di Frank Herbert. Dune – Parte Due  è uscito nei cinema il 28 Febbraio 2024!

Il secondo capitolo continuerà la storia di Dune, che, nonostante la sua controversa uscita, è stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre 402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165 milioni di dollari. Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze per il sequel, che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su larga scala in formati standard e premium, incluso IMAX.

Star Trek 4: il film ha un nuovo sceneggiatore

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Star Trek 4: il film ha un nuovo sceneggiatore

Il co-creatore di una serie di successo della HBO scriverà il prossimo capitolo di Star Trek! Non è stato semplice per Paramount Pictures e Bad Robot Productions trovare qualcuno che scrivesse Star Trek 4, passando attraverso un paio di opzioni diverse. Inizialmente, per il sequel di Star Trek: Beyond del 2016 si pensava di aver trovato il giusto team creativo nel il regista Matt Shakman (WandaVision) e negli sceneggiatori Lindsey Beer e Geneva Robertson-Dworet (Captain Marvel). Tuttavia, Shakman si è dimesso per dirigere il reboot dei Fantastici Quattro della Marvel Studio, facendo sì che la Paramount ritirasse temporaneamente Star Trek 4 dalla sua programmazione.

Ora, però, è stato trovato un nuovo sceneggiatore per il film. Variety riporta infatti che Steve Yockey è stato incaricato di scrivere il film Star Trek 4, ancora senza titolo ufficiale, per la Paramount. Yockey è stato uno dei creatori della serie di successo The Flight Attendant per la HBO. Il curriculum di Yockey comprende anche Awkward e le serie Scream di MTV e Supernatural di The CW. Uno dei suoi prossimi progetti è la serie di Netflix Dead Boy Detectives, basata sull’omonimo fumetto della DC e spinoff di The Sandman. Si spera ora che, con Steve Yockey impegnato in Star Trek 4, il cast possa essere ricomposto per un ultimo saluto.

Star Trek 4 sarà il capitolo conclusivo?

Oltre a Star Trek 4, come già riportato a gennaio, è in cantiere anche un altro reboot di Star Trek. Secondo quanto riferito, questo nuovo film sarà una origin story per il mitico franchise, ma i fan vogliono comunque vedere una continuazione dello Star Trek con Chris Pine, Zoe Saldana e Zachary Quinto, ad oggi rimasto incompiuto. Star Trek 4 è stato definito “il capitolo finale” della serie, il che significa che presumibilmente offrirà ai protagonisti l’occasione per concludere il proprio viaggio e accomiatarsi per sempre dai fan.

Ne ho scritto un paio di bozze prima di dover partire per Pet Sematary. In origine, il seme dell’idea è venuto da J.J. stesso, che è una persona così creativamente generosa, ed è stato fantastico collaborare con lui“, ha detto Lindsey Beer a ComicBook.com a proposito di Star Trek 4. “Ed è stato molto triste lasciare la serie per un’ultima volta. “Ed è stato molto triste lasciare le nostre sessioni di Zoom per concentrarmi su Pet Sematary: Bloodlines, ma questo era il mio bambino, quindi dovevo dare la priorità“.

Orlando, my Political Biography, recensione del documentario di Paul B. Preciado

Il primo film da regista del più universale dei filosofi spagnoli, Orlando, my Political Biography di Paul B. Preciado, arriva oggi nelle sale italiane con Fandango. Si tratta di una profonda e al tempo stesso gioiosa riflessione sulla nuova realtà di tutti noi, che analizza i mutamenti del paradigma sociale, politico e sessuale come conseguenza del “crollo delle istituzioni e delle forme di legittimazione patriarcale, sessuale e razziale del vecchio regime“.

Orlando, my Political Biography è un’opera tanto resistente alle classificazioni e alle categorizzazioni quanto lo è il suo autore nel “continuare a definire la nostra sessualità, in questo tempo di soggettività, secondo le categorie della medicina del XIX secolo“. Nel progetto di Preciado, il soggetto è importante quanto la forma (labile, instabile, multipla), proprio perchè, per Preciado, il film funziona come mappa di una possibile utopia, quella di un tempo senza genere, in cui il queer invade i poteri della nostra immaginazione e diventa una forza politica di metamorfosi.

Gli Orlandos della nostra realtà

Seguendo le orme del romanzo Orlando di Virginia Woolf lo stesso regista inserisce la sua voce nella narrazione per una dichiarazione di intenti: ci dice che avrebbe voluto raccontare la sua vita, ma che in realtà questa è già stata raccontata prima di lui, un secolo fa, dalla scrittrice britannica, nel romanzo incentrato su un uomo che, all’età di 30 anni, cambia sesso, trasformandosi, nel cuore della notte e come per magia, da uomo a donna. Il viaggio di Orlando, che è anche una transizione, è lo stesso di tutti i corpi non binari, e Preciado andrà alla ricerca degli Orlandos di tutto il mondo per cercare la loro voce autentica e confonderla con la propria, creando un arazzo serrato, brillante, poetico e persino incandescente che finisce per essere la migliore rappresentazione, viva e mutevole, di una realtà che è anche una lotta. Ogni Orlando è una lotta a rischio della vita contro le leggi governative, contro la storia, contro la psichiatria, contro un femminismo “essenzialista e patriarcale”, contro l’idea tradizionale di famiglia e, se necessario, contro le case farmaceutiche.

Situato in un territorio indefinito tra autobiografia, manifesto politico, saggio letterario, attivismo sociale e gioco metatestuale, Orlando, my Political Biography traspone la storia di Woolf nel mondo reale e il suo protagonista in una trentina di personaggi chiamati Orlando; “il mondo oggi è pieno di Orlando, e noi stiamo cambiando il corso della storia“, dice la voce fuori campo di Preciado a un certo punto del film. Sia che mettano in scena estratti del testo originale, che raccontino esperienze personali dolorose o che ballino un inno techno-pop ai “trans” – pieno di battute stellari come “non lasciate che Freud e Lacan vi fottano la mente” o “Chi possiede la vostra narrativa? Dio? Lo Stato? La psichiatria? La legge?” – tutti parlano con grande umorismo e persuasività dell’assurdità delle distinzioni di genere.

Frame tratto da Orlando, my political biography
Fonte: The Movie Database

Raccontare un corpo collettivo in transizione

Il corpo trans, ci dice Paul B. Preciado, non cerca di essere osservato e conosciuto: ciò che vuole mettere in discussione è l’organizzazione dei corpi. Esattamente quello che ha fatto Virginia Woolf in “Orlando”, nel 1928, quando la rivendicazione di un’identità non binaria sembrava materia prima per un romanzo di fantascienza. Non è strano che Preciado, che ha scritto saggi rivoluzionari sulla questione trans come “Testo yonqui” o “Dysphoria mundi“, veda il romanzo della Woolf come un manifesto che funge da substrato biografico che trascende la sua individualità: quello di cui si occupano Woolf e Preciado è un corpo collettivo in transizione, che vive il suo processo come un viaggio verso la liberazione delle forme e degli orientamenti sessuali.

Questo viaggio si traduce in un film che cerca se stesso, che si trasforma, da saggio filosofico a confessione autobiografica, da documentario creativo a testimonianza politica, utilizzando il testo di Woolf come gene comune a tutta una miriade di esperienze che parlano anche dei limiti farmacocapitalistici imposti dal sistema, della difficoltà di riconoscersi in una burocrazia che continua a essere guidata da imperativi binari, dell’ansia prodotta dall’abbandonarsi a un corpo ricodificato quando il contesto insiste a rinchiudersi in codici obsoleti.

Ricerca, rappresentazione e appiglio emotivo

L’intento, spiega Preciado, è quello di modificare completamente le narrazioni su cui ci siamo costruiti come società, “di trovare modi diversi di raccontarci“, e assicura che gli spettatori ideali per il suo film sono i bambini e gli adolescenti, perché sono quelli che stanno vivendo più intensamente questa grande trasformazione e che continueranno ad approfondirla. Analogamente ai suoi testi, che combinano esperienza personale, teoria e critica socio-politica, Orlando, my Political Biography di Preciado riesce a essere ambizioso nella sua ricerca tematica, intelligente nelle sue modalità di rappresentazione visiva e, infine, emotivo nel dare volti e corpi alle persone che condividono le sue storie di vita e il suo immaginario.

L’esorcista del Papa: Russell Crowe offre aggiornamenti sul sequel

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L’esorcista del Papa (qui la recensione), uscito in sala nel 2023, racconta la storia di padre Gabriel Amorth, il controverso esorcista del Vaticano che si ritrova a scoprire un’oscura cospirazione che riporta alla luce antichi orrori in cui la Chiesta stessa è coinvolta. Il film horror, diretto da Julius Avery, è stato a sorpresa un gran successo al botteghino e in seguito ha avuto ulteriori riscontri positivi anche in streaming su Netflix. È dunque poi stato confermato che è in fase di sviluppo un sequel.

In una recente intervista al Six O’Clock Show, il protagonista del film Russell Crowe ha ora condiviso un promettente aggiornamento sullo stato di questo L’esorcista del Papa 2, rivelando che potrebbe essere in programma anche un terzo film. “Beh, al momento se ne sta discutendo. I produttori originali hanno ottenuto il via libera non solo per un sequel, ma per due. Ma al momento c’è stato un cambio di direttori degli studios, quindi la cosa sta girando a vuoto. Ma sicuramente, amico, abbiamo impostato il personaggio in modo da poterlo portare fuori e metterlo in un sacco di circostanze diverse“.

E ricordate che l’uomo su cui è basato, Gabriele Amorth, ha scritto 12 libri. Quindi abbiamo materiale di partenza più che sufficiente per fare anche uno o due film in più. Ma probabilmente non sarà prima dell’anno prossimo“. Sembra dunque che il Gabriele Amorth di Crowe tornerà davvero sul grande schermo e d’altronde il finale del primo film lasciava aperta la porta a più sequel, con la conferma dell’esistenza di almeno altri 199 demoni sparsi in tutto il mondo a cui dare la caccia. Non resta a questo punto che attendere ulteriori novità a riguardo.

L’esorcista del Papa: la trama e il cast del film

Diretto da Julius Avery con Russell Crowe, Daniel Zovatto, Alex Essoe e Franco Nero nel ruolo del Papa, il racconta la storia di Padre Amorth che, indagando sulla terrificante possessione di un ragazzo in Spagna, finirà per scoprire una cospirazione secolare che il Vaticano ha disperatamente cercato di tenere nascosta. Cospirazione che sta però ora tornando alla luce attraverso la nuova manifestazione di spaventosi demoni, uno dei quali ha preso possesso proprio del corpo del ragazzo su cui Amorth è stato chiamato a compiere un esorcismo. Per riuscire però nel compito di scacciare quell’essere maligno, Amorth avrà bisogno di condurre approfondite ricerche.

James Bond: Pierce Brosnan sostiene Aaron Taylor-Johnson per il ruolo

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Anche se è stato rivelato che nessuna offerta è ancora stata fatta a tal riguardo e che al momento non c’è un frontrunner per il ruolo di James Bond, sono di recente emerse voci secondo cui l’attore Aaron Taylor-Johnson sarebbe il potenziale candidato ad assumere tale ruolo, a seguito dell’uscita di Daniel Craig dal franchise. Se ciò dovesse accadere, la star di Kraven – Il cacciatore diventerebbe l’ottavo attore a vestire i panni della superspia. Mentre dunque si attende la conferma o la smentita definitiva del suo coinvolgimento, un ex James Bond ha speso parole di sostegno nei confronti di Taylor-Johnson.

Si tratta di Pierce Brosnan, il qualche durante una recente ospitata al Ray D’Arcy Show ha dichiarato che: “Penso davvero che abbia le capacità, il talento e il carisma per interpretare Bond“, ha detto la star di GoldenEye. “Uno dei primi film che abbiamo fatto insieme è stato The Greatest. E lui era davvero il più grande. Quindi, sì, ho letto le notizie sulle sue possibilità di essere un Bond e mi piacerebbe molto che fosse così”. Per quanto riguarda il consiglio che Brosnan darebbe al collega, l’attore ha dichiarato: “Sii audace. Vai là fuori, divertiti. Amalo e basta. Vai e basta“.

Qual è stato il film di James Bond più recente?

Il film di James Bond più recente è stato No Time to Die del 2021, diretto da Cary Joji Fukunaga da una sceneggiatura scritta da Neal Purvis e Robert Wade, Scott Z. Burns con Fukunaga e la vincitrice dell’Emmy Phoebe Waller-Bridge (Fleabag, Killing Eve ).

Il 25esimo film di James Bond ha visto il ritorno di Daniel Craig che ha ripreso il ruolo senza tempo per l’ultima volta. A lui si sono uniti gli ex-attori del franchise Ralph Fiennes nei panni di M, Lea Seydoux nei panni di Madeline, Naomie Harris nei panni di Moneypenny, Ben Whishaw nei panni di Q, Rory Kinnear nei panni di Tanner e Jeffrey Wright nei panni di Felix Leiter. Ha anche interpretato i nuovi membri del cast Rami Malek nei panni di Safin, Lashana Lynch nei panni di Nomi, Ana De Armas nei panni di Paloma, Dali Benssalah nei panni di Primo, Billy Magnussen nei panni di Logan e David Dencik nei panni di Valdo.

Mission: Impossible 8, Katy O’Brian si unisce al cast

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Mission: Impossible 8, Katy O’Brian si unisce al cast

Come riportato da Deadline, l’attrice Katy O’Brian si è ufficialmente unita al cast di Mission: Impossible 8, ad oggi ancora noto anche come Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte 2. I dettagli sul ruolo della O’Brian non sono ancora stati resi noti, ma già si ipotizza che possa interpretare un’antagonista. Tuttavia, il personaggio potrebbe anche finire con il rivelarsi un alleato di Hunt e della sua squadra.

O’Brian ha ad oggi avuto piccoli ma memorabili ruoli di supporto in Ant-Man and the Wasp: Quantumania dei Marvel Studios e The Mandalorian di Disney+, prima di attirare l’attenzione per il suo più recente ruolo di co-protagonista nel violento thriller Love Lies Bleeding al fianco di Kristen Stewart. Per lei si tratta dunque di un ulteriore traguardo verso una sempre più consolidata notorietà. Non resta ora che scoprire quale sarà effettivamente il suo ruolo nell’atteso nuovo capitolo della saga con Tom Cruise.

Mission: Impossible 8, quello che c’è da sapere sul film

In Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno, Ethan Hunt (Tom Cruise) e la sua squadra dell’IMF si trovano di fronte alla sfida più pericolosa che abbiano mai affrontato: trovare e disinnescare una nuova terrificante arma che minaccia l’intera umanità. Con il destino del mondo e il suo futuro appesi a un filo, la squadra inizierà una frenetica missione in tutto il mondo, per impedire che l’arma cada nelle mani sbagliate. Messo di fronte a un nemico misterioso e onnipotente, tormentato da forze oscure del passato, Ethan sarà costretto a decidere se sacrificare tutto per questa missione, comprese le vite di coloro che gli stanno più a cuore.

Uscito il 12 luglio al cinema, Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno ha dunque introdotto questa nuova minaccia, che verrà ora esplorata ulteriormente in Mission: Impossible 8, le cui riprese sono attualmente in corso per una data d’uscita prevista per il 2025. Oltre al Cruise il cast include Ving Rhames, Simon Pegg, Vanessa Kirby e Henry Czerny, insieme ai nuovi arrivati in franchising, tra cui l’antagonista Esai Morales, Shea Whigham, Cary Elwes e le già citate Hayley Atwell e Pom Klemetieff. A dirigere il film vi è invece ancora una volta il regista Christopher McQuarrie.

Alien: Romulus, Cailee Spaeny parla del paragone con la Ripley di Sigourney Weaver

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Alien: Romulus promette di essere un ritorno alle origini per l’iconico franchise che i fan della fantascienza e dell’horror tanto amano. Il film si colloca come noto tra Alien e Aliens – Scontro finale, dunque successivamente ai due prequel realizzati negli scorsi anni da Ridley Scott. Protagonista di questo nuovo capitolo della saga è Cailee Spaeny (Priscilla) nel ruolo di Raines. Personaggio che ha subito fatto scattare degli inevitabili paragoni con la Ripley di Sigourney Weaver, eroina dei primi quattro film del franchise.

L’attrice ci ha però tenuto a precisare che non ha cercato di emulare Ripley. “Ho sicuramente fatto tutto il possibile per dare vita a quel personaggio“, ha dichiarato a Total Film. “Guardare Sigourney interpretare quel ruolo – fa parte dei cambiamenti che quei film hanno apportato al gioco“. “Non potrei mai essere lei. Ma ho iniettato nel mio personaggio tutto quello che avevo dentro e ho cercato di renderlo tridimensionale, il più tridimensionale possibile. Spero che questo si noti e che prenda vita“.

Alien: Romulus, tutto quello che sappiamo sul film

Il film è interpretato da Cailee Spaeny (Priscilla), David Jonsson (Agatha Christie’s Murder is Easy), Archie Renaux (Tenebre e ossa), Isabela Merced (The Last of Us), Spike Fearn (Aftersun) e Aileen Wu. Alien: Romulus è diretto da Fede Alvarez (La casa, Man in the Dark) da una sceneggiatura scritta dallo stesso Alvarez insieme al suo frequente collaboratore Rodo Sayagues (L’uomo nel buio – Man in the Dark), basata sui personaggi creati da Dan O’Bannon e Ronald Shusett.

Nel film, stando alla sinossi ad oggi riportata, un gruppo di giovani coloni spaziali, mentre rovista nelle profondità di una stazione spaziale abbandonata, si ritrova faccia a faccia con la forma di vita più terrificante dell’universo. Dovranno allora cercare di sopravvivere e impedire che quel male possa diffondersi. Il film è atteso in sala a partire dal 16 agosto.

Il film è prodotto da Ridley Scott (Napoleon), che ha diretto l’originale Alien e ha prodotto e diretto i nuovi film della saga, Prometheus e Alien: Covenant, Michael Pruss (Lo strangolatore di Boston) e Walter Hill (Alien); mentre Fede Alvarez, Elizabeth Cantillon (Charlie’s Angels), Brent O’Connor (Bullet Train) e Tom Moran (Unstoppable – Fuori controllo) sono i produttori esecutivi.

Durante una chiacchierata con Variety sul red carpet dei Gotham Awards dello scorso anno, la Spaeny ha rivelato che Romulus si svolge tra gli eventi dell’Alien originale di Ridley Scott e il sequel di James Cameron, Aliens – Scontro finale. “Dovrebbe inserirsi tra il primo e il secondo film“, ha detto Spaeny. “Hanno portato lo stesso team di ‘Aliens’, il film di James Cameron. Le stesse persone che hanno costruito quegli xenomorfi sono venute a costruire i nostri. Quindi vedere il progetto originale con le persone originali che hanno lavorato a questi film per più di 45 anni e che hanno fatto parte della loro vita è stato davvero incredibile“.

A produrre il film c’è naturalmente anche la Scott Free, la società del regista originale di Alien, Ridley Scott, che è produttore esecutivo. Con il titolo Alien: Romulus, non è dunque ancora stato rivelato molto riguardo all’ambientazione, alla collocazione temporale o alla trama del film. Ad aprile, Álvarez aveva rilasciato un’immagine dietro le quinte di un facehugger che stringe il ciak del film a bordo di una stazione spaziale. La presenza del facehugger conferma che il film si svolgerà dopo gli eventi di Prometheus e Alien: Covenant, che hanno rappresentato le origini degli Xenomorfi così come li si conosce.

Thunderbolts: i Marvel Studios apportano un piccolo ma significativo cambiamento al titolo

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All’inizio di questa notte, la star di Thunderbolts, Florence Pugh, ha annunciato che le telecamere stanno ufficialmente girando sul film della squadra di supercattivi (o meglio, antieroi) del MCU, condividendo un video dal set sulla sua pagina Instagram. Con la breve clip l’attrice ha mostrato il proprio l’abbigliamento per il personaggio di Yelena Belova, un monitor su cui compare la stessa Belova che punta la pistola e il logo ufficiale del film sullo schienale di una sedia. Tuttavia, una cosa che sembra inizialmente essere sfuggita ai più è l’aggiunta di un asterisco al titolo.

I Marvel Studios hanno poi ricondiviso il video riportando questo stesso asterisco, rendendo dunque ufficiale questo piccolo ma significativo cambiamento. Il film è dunque da oggi noto come Thunderbolts*, anche se al momento non è chiaro cosa ciò possa significare. Ma considerando che certe cose in casa Marvel non avvengono per caso, quell’asterisco avrà certamente una sua spiegazione, che prima o poi verrà fornita. Non resta dunque che attendere nuove comunicazioni per saperne qualcosa in più.

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Tutto quello che sappiamo su Thunderbolts

Durante il panel dei Marvel Studios al D23 2022, il presidente dei Marvel Studios  Kevin Feige  ha svelato il cast del prossimo film Thunderbolts, che sarà una squadra composta principalmente da supercriminali e antieroi. Comprende la Contessa Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus), Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah Jon-Kamen), US Agent (Wyatt Russell), Taskmaster (Olga Kurylenko), Yelena Belova/Black Widow (Florence Pugh) e Il Soldato d’Inverno (Sebastian Stan). Secondo quanto appreso la contessa Valentina Allegra de Fontaine metterà insieme la squadra e potrebbe anche essere parzialmente responsabile della creazione di Sentry.

Thunderbolts è attualmente previsto nelle sale il 2 maggio 2025. Harrison Ford – ammesso che sia presente – sostituirà il defunto William Hurt nei panni di Thaddeus “Thunderbolt” Ross. Il film sarà diretto da  Jake Schreier, la cui storia come regista non è estremamente ampia, avendo lavorato solo a Robot & Frank del 2012, Paper Towns del 2015 e alla versione filmata del 2021 di Chance the Rapper’s Magnificent Coloring World Tour.

STUDIO BATTAGLIA – seconda stagione: trama e foto dal quinto e sesto episodio

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Dopo l’episodi 3 e 4 debutteranno in prima visione su Rai 1 dal martedì 28 marzo i prossimi episodi di STUDIO BATTAGLIA – seconda stagione, e oggi vi sveliamo le foto e la trama dell’episodio 5 e 6 della serie tv scritto da Lisa Nur Sultan, una produzione Palomar con Tempesta in collaborazione con Rai Fiction.

La trama dell’episodio 5 e l’episodio 6 di STUDIO BATTAGLIA – seconda stagione

La relazione clandestina tra Anna e Massimo esce allo scoperto nel peggiore dei modi. Basterà un weekend fuori città con Alberto (regalo dei figli per l’anniversario) per rimettere le cose a posto? Malgrado il momento delicato, Anna deve rimanere concentrata: Corrado Fini ha un asso nella manica che rischia di far perdere a Michela l’affidamento dei figli, e questo lei – come avvocata, ma anche come madre – non può permetterlo. Mentre Massimo ritrova la sua ex moglie come controparte su un caso di matrimoni celebrati a Las Vegas, Viola è messa a dura prova dal nuovo lavoro nel ristorante di Carla e Nina deve trovare il coraggio di affrontare Leo, il suo ex fidanzato, e raccontargli il suo “ingombrante” segreto. Nel trambusto generale, Marina riceve un premio alla carriera per cui si trova a fare un bilancio di vita e si chiede se sia il caso di invitare Renzo, un vecchio amico a cui forse dovrebbe dare una nuova opportunità.

La serie tv TUDIO BATTAGLIA 

Premiata per la prima stagione con il Nastro d’Argento Speciale alla sceneggiatrice Lisa Nur Sultan e all’intero cast femminile, la serie racconta le storie di uno degli studi legali più famosi di Milano nonché le vicende della famiglia Battaglia, composta da quattro donne: avvocate, madri, figlie, mogli, sorelle, alle prese ogni giorno con il lavoro che spesso si intreccia con la vita privata, rendendole protagoniste di incontri e decisioni difficili…

Nella seconda stagione diretta da Simone Spada, ritornano Barbora Bobulova, Lunetta Savino, Miriam Dalmazio, Giorgio Marchesi, Marina Occhionero, David Sebasti e con Thomas Trabacchi. Nel cast anche la partecipazione di Carla Signoris,
e di Massimo Ghini.

In questa nuova stagione le avvocate Battaglia – le sorelle Anna e Nina e la madre Marina –torneranno a lavorare insieme nel prestigioso Studio Zander, ora diventato Zander Battaglia. I patti erano che Marina sarebbe uscita di scena non appena chiuse le ultime pratiche, ma per Zander liberarsi di lei sarà più arduo del previsto. Ritroviamo anche Massimo con cui Anna, nel finale della prima stagione, si era lasciata andare a una travolgente passione. Per lei, sposata con Alberto da cui ha avuto due figli, è arrivata l’ora di chiedersi quale sia la scelta giusta, tra i sentimenti e le emozioni, anche se questo significa rinunciare a una parte della propria felicità.

Fantastici Quattro: un nuovo rumor anticipa dettagli sull’ambientazione anni ’60

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Quando, lo scorso San Valentino, i Marvel Studios hanno presentato la prima immagine ufficiale di Fantastici Quattro, è risultato chiaro che le voci riguardanti il fatto che il reboot sarebbe stato ambientato nel passato erano fondate. Ancora non è noto se l’intero film sarà ambientato negli anni ’60 o se in qualche modo si passerà poi ai giorni nostri prima del finale, ma se la squadra finirà per interagire con gli altri eroi del MCU nei prossimi film dei Vendicatori, si presume che prima o poi questo salto dovrà accadere. Ad ogni modo, anche se probabilmente questa non sarà considerata una rivelazione importante, nel caso in cui si tratti di qualcosa che la Marvel intende tenere fuori dal marketing, ci sono potenziali novità a riguardo.

Secondo l’insider Daniel RichtmanFantastici Quattro sarà infatti ambientato in un universo alternativo. Se questo si rivelasse vero, suggerirebbe ovviamente che i personaggi saranno delle varianti provenienti da qualche altra parte del Multiverso che alla fine troveranno la loro strada nella linea temporale principale del MCU (forse a causa della frattura interdimensionale causata da Dar-Benn alla fine di The Marvels). Richtman ha anche confermato che l’inizio delle riprese del film è previsto per agosto, come precedentemente riportato, mentre Avengers 5, previsto in sala per il 2026, inizierà la produzione l’anno prossimo.

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Fantastici Quattro: quello che c’è da sapere sul film

Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, è completamente trasformato in, beh, una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza – e un perpetuo cuore pesante per il suo aspetto apparentemente mostruoso.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà Fantastici Quattro, da una sceneggiatura di Josh Friedman, Jeff Kaplan e Ian Springer. La notizia del casting di Pascal era già trapelata a novembre, mentre anche gli altri nomi erano usciti da recenti indiscrezioni. Pedro Pascal è noto al mondo per le sue interpretazioni in The Mandalorian, The Last of Us e prima ancora in Game of Thrones. Vanessa Kirby ha fatto parte del franchise di Mission Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4. Ebon Moss-Bachrach sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear. Il film è atteso al cinema il 25 luglio 2025.

Florence Pugh pubblica un video dal set di Thunderbolts!

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Florence Pugh pubblica un video dal set di Thunderbolts!

Florence Pugh torna nei panni di Yelena Belova per Thunderbolts. L’attrice, che abbiamo visto nel ruolo in Hawkeye e in Black Widow si unisce a un cast all star per il progetto Marvel che è entrato adesso in produzione.

Nel video che l’attrice ha condiviso sui suoi social, possiamo veder eun nuovo costume per Yelena, una tuta tattica che nella parte superiore ricorda il gilet di Natasha Romanoff e parte del set in studio, con tanto di saluto del regista Jake Schreier.

Tutto quello che sappiamo su Thunderbolts

Durante il panel dei Marvel Studios al D23 2022, il presidente dei Marvel Studios  Kevin Feige  ha svelato il cast del prossimo film Thunderbolts, che sarà una squadra composta principalmente da supercriminali e antieroi. Comprende la Contessa Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus), Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah Jon-Kamen), US Agent (Wyatt Russell), Taskmaster (Olga Kurylenko), Yelena Belova/Black Widow (Florence Pugh) e Il Soldato d’Inverno (Sebastian Stan). Secondo quanto appreso la contessa Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche essere parzialmente responsabile della creazione di Sentry. Thunderbolts è attualmente previsto nelle sale il 2 maggio 2025. Harrison Ford – ammesso che sia presente – sostituirà il defunto William Hurt nei panni di Thaddeus “Thunderbolt” Ross.

Il film sarà diretto da  Jake Schreier, la cui storia come regista non è estremamente ampia, avendo lavorato solo a Robot & Frank del 2012, Paper Towns del 2015 e alla versione filmata del 2021 di Chance the Rapper’s Magnificent Coloring World Tour.

Un mondo a parte: recensione del film di Riccardo Milani

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Un mondo a parte: recensione del film di Riccardo Milani

Un mondo a parte di Riccardo Milani è quello con cui si confronta il maestro Michele Cortese quando dalla periferia di Roma si fa trasferire a Rupe, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, per insegnare nell’Istituto elementare intitolato a Cesidio Gentile detto “Jurico”, poeta-pastore, che conta soltanto 7 alunni.

Il film, in sala dal 28 marzo con Medusa Film, si ricollega all’esordio di Milani, Auguri Professore, in cui il personaggio interpretato da Silvio Orlando si ritrovava a rivalutare la vita isolata. In questo caso, Antonio Albanese desidera e glorifica con convinzione un posto che in fondo non conosce, con una prima parte della storia che è molto simile a Io speriamo che me la cavo e Benvenuti al Sud, in cui un elemento estraneo entra in un microcosmo perfettamente disfunzionale e trova qualche difficoltà ad adattarsi. Il locus amoenus di turno, che nella realtà è Opi, comune di 379 abitanti della provincia dell’Aquila, che sebbene con qualche ritrosia iniziale, accoglie e educa il maestro Cortese alla vita del posto, dopotutto, “la montagna lo fa”.

Un mondo a parte: l’intruso che si adatta

Molto presto, Michele si renderà conto che la fascinazione per la provincia del mondo è in realtà una vera e propria lotta per la sopravvivenza, non solo a causa del freddo e dell’iniziale ostilità degli autoctoni, ma proprio di vita o di morte dell’Istituto e della scuola stessa. Dopotutto si sa che se in un paese la scuola chiude, il paese è destinato alla morte. E così, insieme alla fiera e volitiva vicepreside Agnese, una meravigliosa Virginia Raffaele, il professore forestiero farà di tutto per permettere alla scuola di rimanere aperta, andando a raccattare studenti e nuovi iscritti tra gli immigrati marocchini perfettamente integrati nei territori marsicani e profughi ucraini che scappano dalla guerra e cercano riparo e accoglienza da noi. Tutto per contrastare il malvagio Preside, che da un istituto ben più grande e da un comune con un futuro più florido progetta di far chiudere la scuola in favore del suo vile piano edilizio in favore di un centro commerciale.

Un mondo a parte
Virginia Raffaele, Antonio Albanese@Claudio Iannone_Umap-668

Insomma, Riccardo Milani sembra non voler lasciare nulla fuori dal suo ritorno all’Abruzzo: c’è la problematica dello spopolamento delle zone rurali e di contro il recupero delle stesse, ci sono gli abusi edilizi e i profughi, c’è persino la ragazza omosessuale che pensa che il suicidio sia l’unico modo per sfuggire a una società così ristretta e oppressiva come quella di Rupe. C’è ovviamente una storia d’amore tra due anime affini che imparano a conoscersi, e ci sono i bambini che conoscono tutto della vita di Cesidio Gentile detto “Jurico”, poeta-pastore, ma che difficilmente avranno un futuro se restano nel loro paese natale.

Scivola nella pedagogia ma con grande onestà

Il discorso di Milani si fa più volte didascalico ai limiti del patetismo, eppure Un mondo a parte non può non fare simpatia e a suo modo emozionare, per la bellezza dei territori che racconta e anche per l’universalità dei temi che tratta, seppure in maniera pedagogica. Non solo, il film è impreziosito da un cast di comprimari non professionisti che brillano nel portare se stessi, e forse le loro storie, davanti alla macchina da presa. E tutto il carrozzone è guidato da due fuoriclasse, Albanese e Raffaele, che hanno una grande alchimia e che non ci stupiremmo di vedere ancora insieme sullo schermo.

Un mondo a parte non si prende mai troppo sul serio, anche quando quello che racconta ha dei risvolti tragici, riesce a inquadrare con semplicità una condizione comune a tantissime realtà italiane, risultando non sempre brillante ma sicuramente diretto e onesto.

I bambini di Gaza: recensione di un film da vedere

I bambini di Gaza: recensione di un film da vedere

Sono quasi sei mesi che quotidianamente si parla di Gaza, delle decine e decine di migliaia di morti di civili per la guerra portata da Israele in Palestina, che sembra impossibile poter affrontare la delicata questione intorno alla quale tutto ruota – da decenni – in maniera ancora interessante. Eppure è quel che si prefigge Loris Lai, regista del film I bambini di Gaza – Sulle onde della libertà che Eagle Pictures distribuisce nei cinema di tutta Italia dal 28 marzo. Un esordio per il filmmaker pluripremiato per i suoi cortometraggi, che per debuttare nel lungo ha scelto di ispirarsi (liberamente) al romanzo per ragazzi “Sulle onde della libertà” di Nicoletta Bortolotti.

Una storia – sostenuta dalle musiche di Nicola Piovani – pronta già a fine settembre 2023, ma che la produzione ha scelto di congelare visti gli accadimenti di quei giorni, per riflettere, e per permettere al pubblico di accogliere al meglio l’invito alla riflessione che il film veicola. Attraverso la voce dei bambini (“rappresentano il futuro, ci insegnano, ci indicano una terza via, fatta di convivenza, di pace” dice Lai), soprattutto quella dei piccoli Marwan Hamdan e Mikhael Fridel, che con Tom Rhys Harries – in un ruolo chiave, per quanto inevitabilmente secondario – guidano un cast completato da Lyna Khoudri, Qassim Gdeh, Hussam Shadat, Yasmine Attia, Oday Saedi, Jaron Làwenberg, Ruth Rosenfeld e Jamal Sassi.

I bambini di Gaza, la trama

Striscia di Gaza, 2003. Durante la seconda Intifada, nel territorio di Gaza sono ancora presenti insediamenti israeliani. In questa realtà vive Mahmud, di 11 anni, che come tanti altri bambini palestinesi va a scuola, aiuta la madre Farah, che per lui spera in una vita diversa, gioca a ‘Israeliani contro Palestinesi’ con gli amici, e coltiva una grande passione per il surf. Tra bombardamenti quotidiani, abituato a vivere nella paura, circondato dalla morte, il surf rappresenta uno spazio di gioia e libertà. Ma l’amore di Mahmud per il surf è condiviso da un suo coetaneo israeliano, Alon, e quando si incontrano in spiaggia tra i due nasce una curiosità reciproca nonostante il contesto. Le cose cambiano quando i due bambini incontrano Dan (30 anni), un ex campione di surf la cui carriera è stata stroncata da un infortunio. Vittima di una dipendenza dagli antidolorifici, questi è in lutto per la morte della sorella, uccisa in un bombardamento mentre lavorava come medico volontario proprio sulla striscia di Gaza. L’incontro con Mahmud e Alon, e la decisione di dare loro lezioni di surf perché possano inseguire i loro sogni, darà una svolta alla sua vita. Nello stesso tempo, però, Mahmud e Alon, a causa della loro amicizia, si troveranno a fare una scelta capace di sconvolgere le loro esistenze.

I bambini di Gaza, le prime vittime

“Un grande contributo alla formazione della fraternità, l’amicizia sociale e la pace” lo ha definito Papa Francesco, al quale il film è stato mostrato. Un film di grande attualità – purtroppo – e potenza, che ha dovuto attraversare qualche difficoltà per arrivare nelle nostre sale, a partire dalla scelta di puntare su bambini palestinesi, selezionati tra i molti incontrati in Cisgiordania, tra le città di Tulkarem e Jenin, e sulla necessità di portarli in Tunisia per le riprese. Un film nel quale fossero loro i protagonisti, oltre che le vittime delle scelte degli adulti, della loro assurda osservanza di fedi religiose che ipocritamente nascondono esigenze politiche e degli opposti radicalismi.

Un concetto che il film sottolinea in maniera evidente, ponendo particolare attenzione nel mostrare tutte le facce del prisma osservato, dal colono invasato convinto della propria missione e del proprio diritto divino a occupare la terra palestinese al subdolo capo zona in cerca di bambini da radicalizzare e sfruttare come armi, ma fortunatamente anche quella di un Islam che non siamo troppo abituati a vedere raccontato, buono, che sceglie il bene e l’umanità piuttosto che l’esclusività e la presunzione dogmatica che da sempre han fatto il male di ogni religione, e del mondo.

Un equilibrio difficile, anche sullo schermo

Non facile trovare un equilibrio, tra questa esigenza e le necessità narrative di raccontare le diverse storie dei personaggi principali, adulti e giovanissimi, e del surfista Dan, figura centrale e imprescindibile per la dinamica del film, eppure debole, anche nel suo mostrarsi tormentato da una schiavitù – nel suo caso da una dipendenza – che lo rende prigioniero al pari degli altri, ognuno nel proprio territorio e nel ruolo che questo gli impone.

Un elemento in più, come detto ‘dovuto’ (alla storia e alla sua origine letteraria), che purtroppo complica ulteriormente il compito dei realizzatori, già alle prese con uno sviluppo frammentato, nel quale buoni momenti e belle sequenze si alternano a sbandamenti e al desiderio di aggiungere ricercatezza alla sostanza con scene oniriche, immagini emblematiche (marine e terrestri, con i corpi esanimi ripresi dal drone) e riprese sghembe, forse non del tutto necessarie, non tutte necessarie.

Ne risulta un puzzle di suggestioni e spunti dal ritmo tutto personale, non privo di didascalismi e retorica, ma dalla coerenza apprezzabile, soprattutto considerata la ricostruzione di una situazione tanto impossibile da semplificare, oggettivamente. Un mix al quale qualche rinuncia avrebbe giovato, probabilmente, come nel caso della danza della ragazzina, già rappresentativa della condizione femminile e dell’urgenza di raccontare la vera realtà palestinese, troppo spesso colpevolmente banalizzata e fatta coincidere con la sua faccia più facile da demonizzare, per rendere più digeribile l’orrore e facile dimenticare – o giudicare ‘da casa’ – chi vive vite intere senza sapere se si sveglierà la mattina dopo, se rivedrà ancora un parente o un amico, o abituandosi a non avere il tempo di piangere i propri morti, a metterne insieme i pezzi dopo l’ennesimo bombardamento o a camminare in una città dove sono poche le case ancora intere.

Mare Fuori 4: recensione degli episodi 13 e 14

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Mare Fuori 4: recensione degli episodi 13 e 14

“Ogni inizio ha una fine” e “Per Sempre” sono gli evocativi titoli degli episodi 13 e 14 di Mare Fuori 4, il gran finale di stagione che riposiziona tutti ai blocchi di partenza. Come mai? Perché molti dei personaggi della serie ricominciano da capo, partono da una nuova vita e quindi godono di una nuova partenza, e perché gli altri hanno la possibilità di una sosta, prima di riprendere il loro percorso di redenzione.

Il gran finale di Mare Fuori 4

Come c’era da aspettarsi, il centro di questo ultimo dittico è la trama di Rosa e Carmine. La loro storia sembra ora destinata a volare altissima, lontano dalla guerra tra i Di Salvo e i Ricci, anche se l’intervento di donna Wanda, che rivela a Rosa l’identità dell’assassino di suo padre, getta la ragazza nello sconforto e nel dubbio. La giovane anti-eroina soffre per questa rivelazione inaspettata, e continua a cercare in Carmine il suo porto sicuro, la sua via di fuga, o almeno così sembra. Contemporaneamente, Carmela, che conosce l’identità dell’omicida di Salvatore Ricci, è venuta a sapere anche l’ubicazione dei suoi soldi, informazione che usa per riportare a sé Eduardo.

Il giovane non riesce a trovare nella nuova famiglia per bene la sua dimensione e capisce che tutto sommato sua moglie Carmela, insieme ai soldi dei Ricci, sono ben più di un premio di consolazione. Tra le trame che si chiudono, la storia di Kubra e Pino giunge al capolinea: lo fa nella più sana e costruttiva delle maniere, con lei che viene trasferita in un altro istituto, ma con in mente progetti chiari per il futuro, e con lui che, con il cuore a pezzi, riesce a trovare comunque un equilibrio nella sofferenza. Lo abbiamo già detto in precedenza, ma giova ripeterlo: il personaggio di Pino è quello che è maggiormente cresciuto all’interno della struttura, nell’arco della serie, uno dei pochi che sembra pronto a veleggiare verso un futuro promettente.

Lo stesso non si può dire per Silvia. La ragazza ha riconosciuto in Angelo, il nuovo arrivato all’IPM, il ragazzo che potrebbe scagionarla dall’accusa dell’omicidio dell’avvocato D’Angelo, ma lui non sembra riconoscerla. E mentre una condanna a 20 anni di carcere pende sulla testa della innocente Silvia, il colpevole Micciarella roso dal senso di colpa rimane in silenzio, progettando una scalata alla mala vita napoletana insieme al fratello, che sembra aver tagliato i ponti sia con Eduardo che con Rosa.

“È una bella direttrice”

La scrittura di Mare Fuori 4 continua a lasciare perplessi, nella misura in cui mentre alcuni passaggi sembrano tratti da una soap opera della peggiore specie, molti altri momenti sono di grande bellezza e profondità, come il rapporto che nasce tra Rosa e la direttrice Sofia. Arrivata come una dura e inflessibile detentrice del potere all’IPM, la donna ha cominciato piano piano, nel corso di tutta la serie e grazie all’influenza positiva di Beppe e di Massimo, a capire qual è il vero compito dell’istituto che gestisce, diventando più umana e materna verso dei ragazzi che, nella maggior parte dei casi, sono solo poveri disgraziati senza una direzione. La Sofia di Lucrezia Guidone cresce moltissimo nell’arco della stagione e i fan se ne renderanno conto con grande piacere.

Un finale enfatico

Tra addii e arrivederci, colpi di scena che difficilmente i fan perdoneranno e un finale aperto su un crimine dall’autore misterioso, Mare Fuori 4 si chiude con una promessa di rinnovo e una piacevole sensazione di soddisfazione, soprattutto per quei personaggi che hanno trovato la loro strada. Importante sottolineare come, proprio per il gran finale, l’enfasi di messa in scena, regia e recitazione sia tornata a accentuarsi, tanto da diventare quasi caricaturale in alcune circostanze.

Non si tratta propriamente di un difetto, perché in molte circostanze, soprattutto nelle sequenze legate al personaggio di Rosa Ricci, si predilige la costruzione di scene che sembrano uscite più da una pubblicità di moda che da una serie su ragazzi difficili. L’immagine diventa patinata, la recitazione stentorea e tutto contribuisce a creare un linguaggio estremamente specifico e caratteristico dello show, inconfondibile rispetto a qualsiasi altro prodotto visto fino a questo momento.

Mare Fuori 4 ci lascia amarezza ma anche serenità, perché se è vero che la vita è imprevedibile e troppo spesso questi ragazzi sono in balia di forze più grandi di loro, la speranza del “mare fuori” resta la motivazione migliore.

C’era una volta in Bhutan, il trailer del nuovo film di Pawo Choyning Dorji

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Dopo il folgorante debutto alla regia con Lunana: Il villaggio alla fine del mondo – tra i film più amati dal pubblico e richiesti dai festival cinematografici, vincitore di numerosi premi e primo film bhutanese ad ottenere una nomination all’Oscar per il Miglior Film Internazionale – il regista bhutanese Pawo Choyning Dorji torna a raccontare il suo paese in C’era una volta in Bhutan, nei cinema italiani dal 1° maggio distribuito da Officine UBU, che coglie l’occasione del lancio della nuova data di uscita per svelare il trailer italiano del film.

Leggi la recensione di C’era una volta in Bhutan

Il nuovo film di Pawo Choyning Dorji ci porta nel Regno del Bhutan, anno 2006. La modernizzazione è arrivata, e il Paese è l’ultimo al mondo a connettersi a Internet e alla televisione, ma ora è la volta del cambiamento più grande di tutti: il passaggio dalla monarchia alla democrazia. Per insegnare alla gente a votare, le autorità organizzano una finta elezione, ma il tutto si rivela più difficile del previsto. Nel frattempo, nel villaggio di Ura, un anziano Lama, turbato dai possibili esiti dello straordinario cambiamento che sta per travolgere il paese, ordina a un giovane monaco di procurargli un paio di fucili. Il giovane monaco è perplesso dall’insolita richiesta, ma soprattutto è all’oscuro della misteriosa cerimonia che l’anziano Lama sta organizzando per il giorno delle elezioni…

Interpretato per la maggior parte dai reali abitanti del villaggio di Ura, C’era una volta in Bhutan narra di un paese e di un popolo in transizione. Mentre il resto del mondo ha abbracciato da tempo la globalizzazione e la democrazia, il Bhutan si è aggrappato ostinatamente alle reti di sicurezza del passato per salvaguardare uno stile di vita unico nel suo genere. Ma anche per il Bhutan è arrivato infine il tempo della modernizzazione: la democrazia non viene introdotta dopo una richiesta o una rivoluzione del popolo, ma per decisione del Re che abdica volontariamente, affinché il Paese possa trovare il suo posto nel mondo, poiché, come riportato nella Costituzione bhutanese, “lo scopo di un governo è quello di fornire felicità al suo popolo, e se un governo non può fornire felicità, non ha motivo di esistere”. Il concetto di Felicità Nazionale Lorda è il principio guida del Bhutan, punto fermo imprescindibile anche in un’epoca di transizione e rinnovamento.

“Con entrambi i film ho cercato di toccare il valore e l’unicità della cultura e delle tradizioni bhutanesi. Il Bhutan è alla ricerca incessante di modernità, istruzione e occidentalizzazione. Molte volte, in questa ricerca, rinunciamo alla nostra cultura e alle nostre tradizioni che ci rendono così unici. Questi valori stanno scomparendo nel Bhutan urbano, e per questo sono andato nel Bhutan rurale per ritrovarli. L’innocenza è un valore e un tema così importante dell’essere bhutanesi e purtroppo in questo cambiamento verso un paese più moderno e più istruito, si sta perdendo, perché sembra che la mente moderna non riesca a distinguere tra “innocenza” e “ignoranza”. Uno dei motivi principali per cui ho voluto raccontare questa storia è perché volevo condividere con il mondo, e ricordare ai miei connazionali bhutanesi, le circostanze uniche che portano all’apertura e alla modernizzazione del Bhutan” – afferma Pawo Choyning Dorji.

Austin Butler protagonista del prossimo film di Darren Aronofsky

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Austin Butler protagonista del prossimo film di Darren Aronofsky

Sony Pictures ha acquisito il thriller poliziesco di Darren Aronofsky Caught Stealing, che avrà come protagonista Austin Butler. Il film segue Hank Thompson, un ex giocatore di baseball, mentre viene involontariamente immerso in una selvaggia lotta per la sopravvivenza nel mondo criminale del centro di New York degli anni ’90.

“Sono entusiasta di collaborare con i miei vecchi amici della Sony Pictures per dare vita al giro sulle montagne russe intriso di adrenalina di Charlie. Non vedo l’ora di iniziare a lavorare con Austin e la mia famiglia di cineasti newyorkesi”, ha affermato il regista candidato all’Oscar Aronofsky, i cui crediti includono The Whale, Requiem for a Dream e Black Swan.

“Darren è uno dei narratori audiovisivi più brillanti al mondo, e adattare questi meravigliosi libri di Charlie Huston affinché Austin ne fosse il protagonista è stata un’opportunità troppo entusiasmante per non farne parte”, ha affermato Sanford Panitch, presidente del Motion Picture Group di Sony Pictures.

Austin Butler è stato nominato all’Oscar come miglior attore per il suo ruolo da protagonista in Elvis di Baz Luhrmann. Da allora per l’attore è un momento d’oro. Attualmente è al cinema nel film epico di fantascienza di Denis Villeneuve Dune: Parte Due e nella miniserie di Apple TV Masters of the Air. Presto, Butler sarà il protagonista di The Bikeriders di Jeff Nichols e dell’adattamento cinematografico di Sony 3000 Pictures di City on Fire, che produrrà anche con David Heyman e Shane Salerno.

Jake Gyllenhaal ricorda che Nolan lo chiamò per dirgli che non aveva ottenuto un ruolo in Batman Begins

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Jake Gyllenhaal ha rischiato di sostituire Tobey Maguire in Spider-Man 2 dopo che l’attore si era infortunato alla schiena lavorando a Seabiscuit. Non se ne fece nulla e qualche anno dopo fu in lizza per il ruolo di protagonista in Batman Begins.

Christian Bale ha finito per interpretare il Cavaliere Oscuro, naturalmente, e Jake Gyllenhaal ha recentemente riflettuto sul fatto di aver perso sia Batman che un ruolo da protagonista in Moulin Rouge di Baz Luhrmann in una recente intervista all’Howard Stern Show.

Mentre lo sceneggiatore David S. Goyer ha confermato di aver fatto pressioni affinché la star di Road House interpretasse Bruce Wayne, è la prima volta che lo stesso Jake Gyllenhaal commenta di essere stato scartato da Christopher Nolan.

Quello che ho provato è stata la delusione quando non l’ho ottenuto. Sia io che Heath [Ledger] eravamo delusi. Ma questa è la parte di Ewan McGregor. Impari a dire: ‘Ce n’è un altro. Posso provare ad andare a fare un’audizione per un altro. Avrò qualcos’altro. Devi mantenere questo atteggiamento“.

Per merito di [Nolan] e di Baz [Luhrmann], entrambi i registi mi hanno chiamato personalmente per dirmi [che non avevo ottenuto il ruolo]”, ha detto l’attore a proposito della mancata possibilità di indossare mantello e cappuccio di Batman. “E ti diranno il perché. Quando arrivi a questo punto, c’è una vera legittimità nel fatto che tu possa potenzialmente ottenere qualcosa“.

Non è come se dicessero: ‘Oh, grazie mille’. Dicono: ‘Ho visto questi aspetti di te che volevo davvero nel ruolo e che sono meravigliosi, ma alla fine ho deciso di muovermi in questo modo perché si abbina meglio a questa persona che è di fronte a te o che sarebbe di fronte a te‘. Il colore dei capelli o l’altezza, qualunque cosa sia“. Ci sono tutti questi non-fattori che sono davvero le cose inspiegabili che se cominci a prendere in considerazione non funzionano, non sono salutari“.

Jake Gyllenhaal aggiunge: “A me viene da dire: ‘Guarda quanto sei andato lontano! Quindi cerca di continuare ad andare avanti’. È quello che ho provato. Ricordo di aver ricevuto una telefonata da Christopher Nolan e di aver pensato: ‘Ho appena ricevuto una telefonata personale da Christopher Nolan. È una bella cosa. Sono arrivato abbastanza lontano“.

Sono passato da una telefonata in cui mi dicevano che non erano sicuri [di me] a una in cui mi dicevano che stavano davvero pensando a te per questo film. Quindi ok, dovrei continuare. Dovrei continuare ad andare avanti“.

Nel periodo in cui Christopher Nolan lo teneva d’occhio per Batman, Jake Gyllenhaal stava cavalcando il successo di The Day After Tomorrow, un film che lo ha portato in seguito a regalare al pubblico interpretazioni acclamate dalla critica in film come Brokeback Mountain e Jarhead.

Anni dopo avrebbe avuto anche, finalmente, la sua occasione per un film di supereroi, interpretando il cattivo Mysterio in Spider-Man: Far From Home del 2019. Recentemente, Jake Gyllenhaal ha dichiarato che interpretare Batman nel DCU dei DC Studios sarebbe “un onore”. Per saperne di più sull’attore, cliccate qui.

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