Sebbene molti cinecomicsMarvel
e DC
continuino a riscuotere un grande successo al botteghino, il genere
non è mai stato immune da qualche flop finanziario. A volte, ciò è
dovuto al fatto che alcuni personaggi non entrano in sintonia con
gli spettatori. In altre occasioni, un adattamento di un fumetto è
giudicato talmente scadente che la gente semplicemente non vuole
spendere i propri soldi in un biglietto del cinema, nonostante la
popolarità di franchise come The Avengers e
Spider-Man. Nelle ultime settimane si è parlato
molto delle difficoltà che il DCEU deve
affrontare quest’anno. La Warner Bros. ha
registrato tre flop consecutivi di cinecomics, di cui The Flash è uno degli ultimi esempi. Tuttavia,
se pensavate che le cose fossero andate male per quel film… beh,
potreste impallidire in confronto ad alcuni di quelli che troverete
in questa lista!
1Morbius
La
Sony Pictures ha ottenuto un grande successo
collaborando con i Marvel Studios per il suo franchise di
Spider-Man, ma ha ancora intenzione di espandere
l’universo dell’arrampica-muri… senza di lui. Senza dubbio spinto
dal successo di Venom, lo studio aveva grandi speranze per Morbius, soprattutto per la presenza di
Jared Leto come protagonista. Quello che la
Sony non ha capito è che nonostante il Protettore Letale sia in
grado di stare in piedi da solo, i fan non si preoccupano dei
cattivi di serie B di Spidey quando non c’è lui a
picchiarli.
Nel caso di
Morbius, il film ha sempre avuto l’aspetto di B-movie,
e questo è diventato evidente quando sono arrivate le prime
recensioni (inoltre non è mai un bene quando una scena
post-credits, che dovrebbe anticipare qualcosa di estremamente
emozionante, diventa oggetto di scherno). Dopo un calo record del
74% nel secondo fine settimana, Morbius ha guadagnato solo 167 milioni di
dollari in tutto il mondo, un risultato scioccante dopo che
Spider-Man: No Way Home aveva incassato poco
meno di 2 miliardi di dollari mesi prima. Anche una riedizione
destinata a sfruttare i meme ha fallito e non prevediamo la
possibilità di rivedere questo Vampiro Vivente.
Uno dei registi di
Spider-Man: Across the Spider-Verse ha rivelato
che un bizzarro cameo è stato tagliato dal film.
Spider-Man: Across the Spider-Verse presentava
molte varianti di Spider-Man mentre Miles Morales di
Shameik Moore lasciava il suo universo per
avventurarsi nel multiverso più ampio per seguire Gwen Stacy di
Hailee Steinfeld.
Lungo la strada, diversi Spider-Men
sono apparsi in ruoli importanti, cameo o semplicemente sullo
sfondo di un’inquadratura. Mentre
Spider-Man: Across the Spider-Verse aveva più che
sufficienti varianti di Spider-Man, uno Spider-Man tagliato avrebbe
potuto dare al film una delle sue scene più folli.
Durante un’intervista con Empire Magazine, il co-regista
di
Spider-Man: Across the
Spider-Verse Joaquim Dos Santos
ha rivelato un’idea per una variante di Spider-Man che è stata
tagliata dal film. Secondo Santos, il team di Spider-Society
avrebbe potuto comprendere persino un uomo ragno giocattolo
Toy-Biz. Il regista ha spiegato che il gioco sarebbe dovuto
apparire dentro la mano di un bambino gigante che sarebbe rimasto
fuori campo tutto il tempo. Un’idea certamente folle e fuori dagli
schemi che poteva sposasri alla perfezione con la follia del
progetto, ma che potrebbe ancora trovare il suo spazio nel sequel
del film.
Sony Pictures Animation ha
ingaggiato Joaquim Dos
Santos(Voltron: Legendary Defender, La leggenda
di Korra), il candidato all’Oscar Kemp
Powers(Soul) e Justin
K. Thompson(Piovono polpette) per
dirigere il film, utilizzando una sceneggiatura scritta
da Phil Lord e Chris
Miller (che tornano anche come produttori insieme a
Amy Pascal, Avi Arad e Christina Steinberg) in collaborazione
con David Callaham(Shang-Chi
e La Leggenda dei Dieci Anelli, Wonder Woman
1984).
Non è stato ancora confermato, ma
sia Shameik Moore che la candidata
all’Oscar Hailee
Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare
rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero
ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro
voci nel primo film, tra cui Jake
Johnson, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez,
Zoë Kravitz, John Mulaney,
Oscar Isaac e Kimiko Glenn. La
voce del villain è, in originale, doppiata da Jason
Schwartzman.
Il regista di Indiana Jones e il Quadrante del
Destino, James Mangold, descrive in
dettaglio il richiamo emotivo del film a un momento de
I predatori dell’arca perduta. Dopo un selvaggio terzo
atto in cui Indy e i suoi compagni usano il dispositivo per
viaggiare indietro nel tempo di 2000 anni, il personaggio di Ford
torna nel 1969 dove fa ammenda con la Marion di Karen
Allen e i due ricreano quella famosa e tenerissima (ma
anche molto sensuale) scena in cui lei chiede a lui “dove non ti fa
male?”, che abbiamo visto milioni di volte ne
I predatori dell’arca perduta.
In una recente intervista con THR,
Mangold commenta come è nato questo momento, un omaggio al primo
film della saga. Il regista rivela che Karen Allen non è stata sul
set per molto tempo, ma che lei e Ford hanno ritrovato subito la
loro vecchia chimica.
“Sì, Jez e John Henry
[Butterworth] si sono inventati quel momento. Quando ci è venuta
l’idea del ritorno di Marion alla fine, è venuta a Jez e John Henry
abbastanza presto ed è stata piuttosto brillante. E l’abbiamo
girato la scena all’inizio della lavorazione, perché abbiamo girato
con Karen nel secondo o terzo mese di produzione, e il potere del
suo personaggio passa davvero in quel breve momento.
“Voglio dire, è il senso della
scena è venuto fuori ancora meglio quando ho potuto vedere l’intero
viaggio per arrivare a quella scena e riunire quei due. Ma Karen è
venuta sul set e ha lavorato due giorni. È atterrata ed appena è
entrata sul set, la chimica tra lei e Harrison è stata, ovviamente,
immediata. È qualcosa che avevano sviluppato nel corso di molti
anni.”
La scena conclusiva del film è
davvero commovente, soprattutto se si ricorda e si conosce la
storia che lega i due personaggi attraverso 40 anni di storia.
Tutto quello che sappiamo su
Indiana Jones e il Quadrante del
Destino
Harrison Ford torna nel ruolo del leggendario
eroe archeologo per l’attesissimo ultimo capitolo dell’iconico
franchise Indiana Jones e il Quadrante del
Destino, un’epica e travolgente avventura in giro per il
mondo. Insieme a
Harrison Ford, il cast del film include Phoebe Waller-Bridge (Fleabag),
Antonio Banderas (Dolor y gloria),
John Rhys-Davies (I predatori dell’arca
perduta), Shaunette Renée Wilson (Black
Panther), Thomas Kretschmann (Das
Boot), Toby Jones (La
Talpa), Boyd Holbrook (Logan – The
Wolverine), Olivier Richters (Black
Widow), Ethann Isidore (Mortale) e
Mads Mikkelsen (Un altro giro).
Diretto da James
Mangold (Le Mans ‘66 – La grande
sfida, Logan – The Wolverine) e con una
sceneggiatura scritta da Jez Butterworth & John-Henry
Butterworth e David Koepp e James
Mangold, basata sui personaggi creati da George Lucas e
Philip Kaufman, il film è prodotto da Kathleen Kennedy, Frank
Marshall e Simon Emanuel, mentre Steven Spielberg e George Lucas sono i
produttori esecutivi. La colonna sonora è composta ancora una volta
da John Williams, che ha firmato le musiche di ogni avventura
di Indiana Jonesa partire
dall’originale I
predatori dell’arca perduta nel 1981.
Si torna lì dove tutto ha avuto
inizio, dalla famiglia Lambert, dal padre Josh e dal figlio Dalton,
da quella porta rossa dietro cui si nasconde il terrificante e
difficilmente contenibile Altrove. Si torna dunque al punto di
partenza, per chiudere un cerchio, forse per aprirne altri,
certamente per offrire un senso di completezza ad una delle saghe
horror più importanti degli ultimi anni, prodotta dalla
Blumhouse Productions di Jason Blum. Parliamo di
Insidious, che con il
nuovo film Insidious – La porta rossa,
porta a compimento quanto evocato nel 2010 da James Wan e
Leigh Whannell con il primo capitolo.
Un capitolo a cui ha poi fatto
seguito Oltre i confini del male
– Insidious 2, ancora con protagonista la
famiglia Lambert, e successivamente i prequel Insidious 3 –
L’inizio e Insidious – L’ultima
chiave. Dopo aver dunque narrato le origini della
mitologia della saga, con il quinto capitolo si torna ai
protagonisti originari, per scoprire cosa è successo loro ben dieci
anni dopo l’ultima volta in cui li abbiamo visti, ovvero quando
Josh e suo figlio Dalton, al
termine del secondo film, scelsero di dimenticare, attraverso
l’ipnosi, i terribili incubi vissuti e soprattutto di obliare le
loro capacità di compiere viaggi astrali.
La trama di Insidious – La porta rossa
Pur con un salto temporale, si
riparte dunque da qui, da quella rimozione forzata dei ricordi che,
tuttavia, non sembra aver dato gli esiti sperati. Perché si possono
dimenticare i propri demoni, ma loro certamente non si dimenticano
di te. Ecco allora che Dalton (Ty Simpkins), ormai
in età da college, si ritrova ad essere nuovamente perseguitato da
incubi e visioni raccapriccianti. Rendendosi conto del pericolo,
Josh (Patrick Wilson)
si trova a dover accedere nuovamente a quel passato dimenticato,
decidendo di intraprendere con il figlio un ultimo viaggio
nell’Altrove, nel tentativo di salvare la famiglia una volta per
tutte.
Insidious – La porta rossa, un sequel fedele alla sua
saga
Ad assumersi l’incarico di dirigere
il film vi è proprio Patrick Wilson, grande
protagonista di questa saga (ma anche di quella “rivale”:
The Conjuring). Compiendo
con Insidious – La porta rossa il suo debutto dietro la
macchina da presa, Wilson si dimostra essere la scelta migliore per
dar vita a questo nuovo, conclusivo, capitolo. Egli dimostra
infatti di conoscere bene la saga, la sua mitologia, le sue
atmosfere, i suoi punti di forza e anche quelli di debolezza.
Sceglie pertanto di non andare fuori dai binari tracciati dai primi
due capitoli, seguendone anzi il percorso rinunciando ad altre
possibili sperimentazioni.
Una scelta che sotto certi punti di
vista può risultare poco saggia, poiché di certo non dota il film
di particolari novità, né stilistiche né narrative. Eppure così
facendo, se si accantona un po’ il desiderio di voler vedere
qualcosa di nuovo, ci si accorge di come Insidious – La porta
rossa sia profondamente coerente con i primi due film della
saga. Ne porta infatti avanti atmosfere, sensazioni, suggestioni,
paure e speranze. Il film non brilla dunque per inventiva per
quanto riguarda il suo racconto generale, però di certo non risulta
“altro” rispetto ai suoi predecessori, il che fornisce alla
trilogia (escludendo dunque i due prequel) una propria
identità.
Un racconto di padri e figli
La scelta di mantenere Insidious
– La porta rossa entro le coordinate tracciate dai precedenti
film, permette inoltre allo sceneggiatore Scott
Teems di concentrarsi di più su alcuni aspetti
specifici. I personaggi, in particolare, trovano giovamento da
questa attenzione, presentandosi agli spettatori sotto una nuova
luce. Si tiene conto del tempo trascorso tra il secondo film e
questo, con tutti i cambiamenti emotivi che questo può aver
apportato ai protagonisti, in particolare Josh e Dalton. Sono il
rapporto tra di loro e la necessità di non dimenticare bensì
affrontare i traumi a farla da padrone nel film, con gli
orrori a cui si assiste che assumono la forma di metaforici
ostacoli sul loro percorso di ricongiunzione.
Questo non deve però far pensare ad
un risvolto da dramma famigliare, i momenti di puro terrore non
mancano e se anche non raggiungono quelli proposti dai primi due
film, di certo vi si avvicinano molto. Inevitabilmente però gli
autori hanno avvertito anche la necessità di inserire una
sensazione di “fine”, tirando tutte le fila dei discorsi proposti
dai precedenti capitoli, rispondendo a quanti più interrogativi
rimasti in sospeso possibile, combinando così l’horror con
sfumature più intime. Il risultato non sarà memorabile, ma risulta
essere il giusto epigolo per la saga.
Sky proporrà
in prima tv la trilogia di film di DETECTIVE
KNIGHT, ultima serie cinematografica interpretata da
Bruce Willis prima del ritiro dalle scene,
in onda da giovedì 6 luglio per tre giovedì alle 21.15 su
Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on
demand. Nei tre film Bruce Willis – diretto da
Edward Drake – interpreta il detective veterano
James Knight, in azione tra le impegnative strade di Los
Angeles.
Il primo dei tre
film, DETECTIVE KNIGHT – LA NOTTE DEL GIUDIZIO
sarà su Sky e NOW da giovedì 6
luglio. Nel film accanto a Willis anche Lochlyn Munro,
Jimmy Jean-Louis, Corey Large, Michael Eklund, Trevor Gretzky,
Keeya King, Miranda Edwards, Beau Mirchoff e Johnny Messner.
Mentre la città di
Los Angeles si prepara per Halloween, rapinatori armati e
mascherati feriscono gravemente il partner di Knight (Lochlyn
Munro) in una sparatoria a seguito di una rapina. Con Knight
all’inseguimento, i banditi fuggono da L.A. per New York, dove il
passato oscuro del detective si scontra con il suo attuale caso e
minaccia di fare a pezzi il suo mondo… a meno che la redenzione non
lo reclami.
Nel secondo
capitolo della trilogia action, DETECTIVE KNIGHT – GIORNI
DI FUOCO, su Sky e NOW da giovedì 13
luglio, il detective Knight è a New York. Si ritrova nel
bel mezzo di un’evasione guidata da The Christmas Bomber (Paul
Johansson), un brutale fanatico i cui discepoli di Babbo Natale
stanno terrorizzando la città. Con la promessa della restituzione
del suo distintivo in cambio dell’eliminazione dei terroristi, il
Cavaliere dagli occhi d’acciaio distribuisce pietà per i giusti… e
giustizia spietata per tutti gli altri. Nel cast con Willis anche
Stephen J. Eads, Matthew Helderman, Luke Taylor, Sean Patrick
O’Reilly, Michelle Meyers, Suman Mallick, Christopher J. Gilker,
Johnny Messner.
Nel terzo e ultimo
avvincente capitolo DETECTIVE KNIGHT – FINE DEI
GIOCHI, in arrivo su Sky e NOW da giovedì 20
luglio, l’assegnazione dell’ultimo minuto di Knight al
turno dell’Indipendence Day si trasforma in una corsa per impedire
a un’ambulanza guidata da uno squilibrato di mettere in pericolo i
festeggiamenti della città. L’uomo, vestito da poliziotto con una
pistola e un’uniforme rubate, ha un caveau di una banca pieno di
motivi per organizzare il suo spettacolo pirotecnico, che colpirà
pericolosamente vicino alla casa di Knight. Nel cast anche Johnny
Messner, Stephen J. Eads, Sean Patrick O’Reilly, Michelle Meyers,
Matthew Helderman, Luke Taylor, Suman Mallick, Christopher J.
Gilker, David Gendron, Ali Jazayeri.
LA TRILOGIA
DI DETECTIVE KNIGHT – in onda da giovedì 6 luglio per tre giovedì
alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on
demand. Giovedì 6 luglio DETECTIVE KNIGHT – LA NOTTE DEL GIUDIZIO;
giovedì 13 luglio DETECTIVE KNIGHT – GIORNI DI FUOCO e giovedì 20
luglio DETECTIVE KNIGHT – FINE DEI GIOCHI.
Prime Video svela il trailer ufficiale
della
seconda stagione de L’estate nei tuoi occhi.
Sulle note di ‘Back to December (Taylor’s Version)’ dall’album
di prossima uscita ‘Speak Now (Taylor’s Version)’ e
di ‘august’ da ‘folklore’ di Taylor Swift, Album
Of The Year ai Grammy 2021.
Un tempo Belly era solita contare i
giorni che la separavano dal ritorno a Cousins Beach, ma con
Conrad e Jeremiah che continuano a litigare per il suo amore e il
ritorno del cancro di Susannah, non è sicura che l’estate sarà più
la stessa. Quando un visitatore inaspettato minaccia il futuro
dell’amata casa di Susannah, Belly dovrà riunire la banda e
decidere una volta per tutte dove andrà il suo cuore.
Al timone della seconda stagione
di L’estateneituoiocchi troviamo
le showrunner Han e Sarah Kucserka. Han, Kucserka, Karen Rosenfelt
e Gabrielle Stanton sono anche executive producers, insieme a Hope
Hartman, Mads Hansen e Paul Lee per wiip. La serie è una
co-produzione Amazon Studios e wiip.
Jenny Han è l’autrice delle serie di
libri Tutte le volte che ho scritto ti
amo e L’estateneituoiocchi che
hanno scalato la classifica dei Best-Seller del New York
Times. Le sue opere sono state pubblicate in più di 30 lingue.
Per il piccolo schermo ha co-creato due nuove serie basate su
questi libri – la serie Prime
Video L’estateneituoiocchi,
di cui è executive producer e co-showrunner – e la serie Netflix
XO, Kitty, uno spin-off dell’universo di To All
the Boys, di cui è executive producer e co-showrunner. È stata
inoltre executive producer dei 3 film Netflix della
trilogia To All the Boys. Vive a Brooklyn, New
York.
Il film di Peaky
Blinders non sarà la fine della storia,
poiché probabilmente ci sono altri spin-off in arrivo. Per sei
stagioni, la popolare serie della BBC/Netflix ha seguito Cillian
Murphy nei panni del carismatico e astuto boss
del crimine, Tommy Shelby, che è a capo della banda criminale a
Birmingham all’indomani della prima guerra mondiale. Il creatore
Steven Knight ha confermato che la serie non sarà
conclusa da una stagione 7 ma da un
film vero e proprio.
Tuttavia, il film di Peaky
Blinders non sarà la fine dell’intera
storia, come confermato dal creatore della serie. Ai TRIC Awards
(tramite The Mirror), Knight ha detto che
il film non sarà la fine per Peaky Blinders e ha
rivelato che stanno lavorando a piani segreti per il futuro, e che
“devono essere annunciato”.
“Non avremmo mai potuto
prevedere quanto avrebbe risuonato questa serie sui gangster di
Birmingham negli anni ’20 e ’30. Alcune cose sembrano avere slancio
e fortuna, e restano con lo spettatore, e tutti quelli che ci
lavorano se ne accorgono. Cosa verrà dopo? Deve essere annunciato.
Ma non è la fine.”
Nel 2022 la saga sembrava aver
raggiunto un punto di chiusura con una splendida sesta stagione,
disponibile su Netflix, ma Steven Knight non
è pronto a lasciar andare i personaggi di Casa Shelby, e nemmeno il
pubblico! Intanto Cillian Murphy,
interprete di Tommy Shelby, ha confermato la sua partecipazione al
film in cantiere, anche se ha dichiarato di recente che per vederlo
al cinema ci vorrà del tempo e che il progetto è ancora in alto
mare.
Lo sciopero dei WGA
in corso sta rallentando tutta una serie di progetti, dal momento
che tutti gli sceneggiatori iscritti al sindacato sono fermi per
aderire alla protesta.
John Rhys-Davies
condivide i suoi pensieri sulla possibilità di avere una
James Bond donna. Sebbene l’attore britannico sia
famoso per aver interpretato Sallah nel franchise di Indiana Jones e Gimli nella trilogia de
Il Signore degli Anelli, è apparso anche in
007 – Zona Pericolo del 1987 nei panni del
generale Leonid Pushkin, un alleato dello James Bond di
Timothy Dalton.
Sin dall’interpretazione finale
dell’agente dell’MI6 da parte del sesto attore di 007 Daniel Craig in No Time to
Die del 2021, si è discusso molto su chi sarà il
prossimo volto dell’agente segreto al servizio di Sua Maestà, con
Aaron Taylor-Johnson e Henry Cavill che continuano ad essere
considerati le scelte migliori dai bookmaker.
Ora, poco dopo che Jodie Comer di Killing Eve è
emersa come contendente, John Rhys-Davies
condivide i suoi pensieri sul fatto che una donna possa assumere il
ruolo dell’iconica super-spia dell’MI6 per il prossimo
James Bond 26. In un’intervista con The Daily Express, l’ex del
franchise dice che il pubblico non è “pronto per un James Bond
femminile perché l’intero concetto di Bond è davvero maschile e
sciovinista”. Tuttavia, Rhys-Davies crede che “Bond cambi
con il clima” e in futuro una Jane Bond sarebbe un grande
passo per il franchise. Leggi cosa ha detto di seguito:
“Penso che Bond cambi con il
clima. E penso che il clima… non credo che siamo ancora pronti per
un James Bond al femminile. Perché l’intero concetto di Bond è
davvero maschile e sciovinista. Sì, ci sono – ne sono sicuro – ci
sono agenti donne molto toste al mondo, ma abbiamo bisogno di un
Legame. Siamo in un momento così pericoloso. Spero solo che MI5 e
MI6 siano davvero all’altezza.”
Per il momento tutte le voci intorno
al casting di un nuovo attore per l’ambito ruolo sono, appunto,
soltanto voci e non c’è niente di confermato. Sembra improbabile
che volti già così tanto noti come Cavill e
Taylor-Johnson vengano coinvolti in un progetto che sarà
sicuramente pluriennale con un contratto multi-film, e quindi
aspettiamo di avere notizie ufficiali dalla produzione. Sembra
altrettanto improbabile che Nomi, il personaggio interpretato da
Lashana Lynch in No Time to
Die, venga adottata dal franchise come prossima
protagoniste delle sue storie.
Xolo Maridueña
commenta il costume del film Blue
Beetle, mentre parla dell’impressionante CGI
utilizzata per trasformarlo in Jaime Reyes. Mentre il DCEU si è
ufficialmente concluso con il viaggio nel tempo di The
Flash, c’è un film DC nel 2023 che in realtà sta
prendendo in considerazione l’universo DC di James
Gunn, ed è proprio Blue Beetle.
Interpretato da Maridueña, Blue
Beetle è considerato il
primo eroe del nuovo DC Universe, che inizierà ufficialmente
però soltanto nel 2025 con Superman:
Legacy.
Con Blue
Beetle che uscirà tra un mese, Maridueña ha parlato
ancora della sua esperienza e del suo lavoro al film, in
particolare del potente super costume di Blue
Beetle. In un’intervista con Empire Online, la star di
Cobra Kai ha elogiato il lavoro svolto per la
realizzazione del costume altamente avanzato dell’eroe. Dopo aver
visto l’intero film, Xolo Maridueña è rimasto
sbalordito dall’impressionante CGI, condividendo quanto segue:
“La tuta è semplicemente
incredibile. È il costume più bello che ci sia. Dopo aver visto il
film e aver visto la CGI, ho pensato: “Va bene, ora è scolpito
nella pietra”. È l’abito più figo.”
La questione legata alla CGI sta
diventando un vero e proprio punto critico dei cinecomic, dalle
critiche che hanno investito The Flash, fino alle polemiche legate
al lavoro del reparto per i film Marvel. Questa affermazione si pone
quasi come una sfida rispetto ad un pubblico che non sta mostrando
molto interesse verso un film e un personaggio che per il momento
risultano come minori nel sentire comune. Tuttavia, il successo del
primo Iron Man ci suggerisce di essere cauti con le definizioni di
“eroi minori”, dal momento che quello che era uno degli eroi meno
considerati del ventaglio Marvel, è poi diventato, al cinema, il
vero e proprio apripista e volto del franchise.
Al fianco di Maridueña (“Cobra Kai”)
troviamo, Adriana Barraza (“Rambo: Last Blood”,
“Thor”) nel ruolo della nonna di Jaime, Nana, Damían
Alcázar (“Narcos”, “Narcos: Mexico”) in quello di suo
padre, Elpidia Carrillo (“Mayans M.C.”, la saga di
“Predator”) nel ruolo della madre, Bruna
Marquezine (“Maldivas”, “God Save the King”) in quello di
Jenny Kord, Raoul Max Trujillo (i film di
“Sicario”,“Mayans M.C.”) come Carapax, il Premio Oscar
Susan Sarandon (“Monarch”, “Dead Man Walking”) come
Victoria Kord e George Lopez (le saghe di “Rio” e
“I Puffi”) nel ruolo di suo zio Rudy. Nel cast anche
Belissa Escobedo (“American Horror Stories”,
“Hocus Pocus 2”) nel ruolo della sorella di Jaime, Milagro, e
Harvey Guillén (“What We Do in the Shadows”) che
interpreta il Dott. Sanchez.
Cosa sappiamo su Blue Beetle?
Blue
Beetle è un personaggio immaginario dei fumetti; venne
pubblicato negli Stati Uniti d’America da diverse case editrici a
partire dal 1940; è un supereroe che ha avuto nel tempo diversi
alter ego. Kord “è saltato” nell’universo DC Comics durante
Cisis on Infinite Earths insieme a un certo
numero di altri personaggi di Charlton Comics. Il secondo Blue
Beetle in seguito ha recitato nel suo fumetto di 24
numeri. Kord non ha mai avuto superpoteri, ma ha usato la
scienza per creare vari dispositivi che lo aiutassero a combattere
il crimine. È diventato un membro della Justice League of
America ed è stato successivamente ucciso durante
il crossover Infinite Crisis della DC
Comics .
Soto (“Charm City Kings”, “The
Farm”) dirige da una sceneggiatura di Gareth Dunnet-Alcocer (“Miss
Bala”), basata sui personaggiDC. John Rickard e Zev Foreman sono i
produttori e Walter Hamada, Galen Vaisman e Garrett Grant sono i
produttori esecutivi. Il team creativo del regista che ha lavorato
dietro le quinte include il direttore della fotografia Pawel
Pogorzelski (“Midsommar”,“Hereditary”), lo scenografo John
Billington (“Bad Boys for Life”), il montatore Craig Alpert
(“Deadpool 2”, “The Lost City”), la costumista candidata all’Oscar®
Mayes C. Rubeo (“Jojo Rabbit”, i film di “Thor”), il supervisore
agli effetti visivi Kelvin McIlwain (“The Suicide Squad”,
“Aquaman”) e il compositore Bobby Krlic (“Midsommar”, la serie
“Snowpiercer”). Una presentazione Warner Bros. Pictures, una
produzione Safran Company, “Blue Beetle” sarà disponibile nelle
sale italiane a partire dal 17 agosto 2023 distribuito da Warner
Bros. Pictures.
In occasione dell’uscita al cinema
di Rodeo, il nuovo film di
Lola Quivoron con Julie Ledru,
Yannis Lafki, Antonia
Buresi, Cinefilos.it offre la
possibilità ai suoi lettori di assistere gratuitamente al film.
La proiezione del film è previste
l’11 luglio a Bergamo, al Cinema Capitol in Via Torquato Tasso,
41 – sala 2, ore 21.00.
Per prenotare il tuo invito
gratuito valido per 2 ingressi clicca qui (link) riceverai una e-mail di conferma invito fino
ad esaurimento posti.
Rodeo, la trama
(Francia – 105’) – Il vento tra i
capelli, il rombo del motore, l’asfalto caldo che scorre sotto le
ruote. E l’adrenalina che percorre tutto il tuo corpo, come una
scarica elettrica. Julia non riesce a immaginare la sua vita senza
una moto. Fiera e indipendente, frequenta il giro dei “rodei”
urbani, corse clandestine di motociclisti. Ma quando un incontro
casuale la porta a unirsi a una banda di centauri, la posta in
gioco si alza: in una successione di furti e colpi sempre più
pericolosi, per riuscire a dimostrare il suo valore la ragazza
dovrà essere disposta a rischiare tutto. Tra Titane e Fast &
Furious, Rodeo di Lola Quivoron è una corsa forsennata in moto, un
mix altamente infiammabile con una protagonista travolgente e
impossibile da dimenticare.
A volte l’eroe che sei destinato a
diventare si trova appena sotto la superficie. Quest’estate,
DreamWorks Animation si tuffa nelle turbolente
acque del liceo con una commedia d’azione esilarante e commovente
su una timida adolescente che scopre di far parte di una
leggendaria stirpe reale di mitici Kraken e che il suo destino,
nelle profondità degli oceani, è più grande di quanto abbia mai
immaginato.
La dolce e imbranata sedicenne
Ruby Gillman (Lana
Condor, della serie Tutte le volte che ho
scritto ti amo) cerca disperatamente di integrarsi alla
Oceanside High, ma si sente invisibile.
Fa da tutor di matematica al ragazzo
che le piace (Jaboukie Young-White, Ralph spacca Internet), che
sembra apprezzarla solo per i frattali, Ruby non può frequentare i
ragazzi più fighi della spiaggia perché la sua supermamma
iperprotettiva (la candidata all’Oscar® Toni Collette, Knives Out)
le ha proibito a di avvicinarsi all’acqua.
Ma quando Ruby infrange la regola n.
1 di sua madre, scoprirà di essere una discendente diretta delle
regine guerriere Kraken e di essere destinata a ereditare il trono
della nonna (la vincitrice di un premio Oscar® Jane Fonda), la
Regina Guerriera dei Sette Mari.
I Kraken hanno giurato di proteggere
gli oceani dalle vanitose e ambiziose sirene che combattono contro
i Kraken da eoni. C’è però un grosso e inatteso, problema: la bella
e popolare nuova ragazza della scuola, Chelsea (la vincitrice Emmy
Annie Murphy, Schitt’s Creek) è proprio una sirena. Ruby dovrà alla
fine accettare chi è e affrontare grandi imprese per proteggere chi
ama di più.
Ruby Gillman, la ragazza con
i tentacoli (leggi
la recensione) vanta un cast straordinario che include
il vincitore Emmy Colman Domingo (Fear the Walking
Dead) nel ruolo del padre di Ruby, il candidato Emmy Sam
Richardson (Veep – Vicepresidente incompetente) nel ruolo
dello zio entusiasta di Ruby e Blue Chapman
(Council of Dads) che interpreta il fratellino di Ruby.
Diretto dal candidato all’Oscar®
Kirk DeMicco (Vivo, I Croods) e prodotto da
Kelly Cooney Cilella (Trolls World Tour, Trolls),
con Faryn Pearl (I Croods 2 – Una nuova era,
Trolls World Tour) come co-regista, il film si avvale di un cast
comico straordinario, tra cui il candidato Emmy Will
Forte (The Last Man on Earth), il candidato Emmy
Nicole Byer (Nailed It!), gli YouTube
Diamond creator Liza Koshy (Liza on
Demand), Ramona Young (Non ho mai…),
Eduardo Franco (Stranger Things) ed Echo
Kellum (Arrow).
Se la Fase 2 del MCU può vantare molte
soluzioni e novità accattivanti che la Fase 5
sta attualmente ripercorrendo, dall’altra si trascina sulle spalle
il peso di molti errori e problemi. Le incrinature
della Fase 2 sono in realtà emerse in fase di rewatch e ora, a ben
guardarla, ci si può accorgere di molti difetti rilevanti.
Nonostante questa fase porti con sé dei film di tutto rispetto e
dall’enorme successo, come per esempio Capitan America: The Winter Soldier e Guardiani della Galassia, ci sono alcune mancanze che
non sono passate inosservate alle seconde visioni, e che intaccano
la maggior parte dei capitoli presenti in questa sezione. Ma quali
sono i problemi riscontrati rivedendo la
Fase 2? Cerchiamo di capirlo.
1Iron Man 3, a Robert Downey Jr.
spettava un finale migliore nella trilogia
Il Tony Stark/Iron Man di
Robert Downey Jr.
ha dato tantissimo al
MCU.
Il Vendicatore è fra quelli più amati dai fan e il pubblico in
generale, e la sua trilogia ha avuto un grande impatto all’interno
dell’universo Marvel. Ecco perchéIron Man
3,
che ne segna la conclusione, avrebbe dovuto essere molto più
impattante di quello che è stato. Se si riguarda il film, ci si può
accorgere subito dell’intreccio debole e un po’ scarso con il
Mandarino, il villain dell’ultima storia, il quale è stato poi
ripreso e migliorato conShang-Chi e la leggenda dei dieci anelli.
Inoltre, Iron Man 3 si concludeva con Tony che distruggeva
tutte le tute di Iron Man, salvo poi rivederlo di nuovo in pista in
Avengers: Age of Ultron con l’idea di creare l’Iron
Legion. A questo si deve poi sommare una narrazione molto gonfiata,
a cui si accosta un villain che, come dicevamo, non ha una grande
presa sulla storia.
Nel corso del MCU, ci sono stati alcuni
cattivi che sono stati inavvertitamente creati dagli Avengers. Che sia stato per negligenza o per
aver fatto del bene con conseguenze non volute, ci sono casi
notevoli in cui gli Eroi più potenti della Terra
hanno dovuto sconfiggere le minacce che loro stessi avevano
involontariamente creato. Per questo motivo, gli Avengers hanno lasciato un’eredità notevole,
in particolare salvando il mondo in più di un’occasione, ma essendo
anche responsabili di alcuni dei suoi nemici.
Forse un eroe più di altri in
particolare può forse essere incolpato per la creazione dei cattivi
nel MCU come appunto lo è stato Iron Man. Dopotutto, Visione ha avuto la sua equazione in Civil War, teorizzando che l’esistenza stessa
degli Avengers abbia favorito l’emergere di minacce
più grandi e peggiori nel corso del tempo. Ecco 10 dei più
importanti cattivi creati nel MCU.
1Skrull
Secret Invasion del 2023 ha confermato
che sulla Terra vivono più Skrull di quanti ne
conoscesse anche Nick Fury, giunti sulla Terra mentre Fury era
assente nel Blip. Anche se non tutti gli Skrull sono una minaccia,
l’assenza di Fury dovuta al fallimento iniziale dei Vendicatori nel
fermare Thanos ha motivato lo Skrull Gravik a prendere
in mano la situazione riguardo alla promessa non mantenuta di Fury
e Capitan Marvel di trovare loro una nuova
casa.
Anche se Fury è tornato,
diversi Skrull mutaforma sono stati galvanizzati
da Gravik per sottrarre la Terra all’umanità, infiltrandosi in vari
livelli del governo e della società del
MCU.
Uno dei più interessanti film
italiani usciti nel corso del pandemia di Covid-19 è Il
regno, opera prima di Francesco
Fanuele. Si tratta di una commedia insolita, che pone un
protagonista del nostro presente a confronto con una realtà lontana
nel tempo, a partire dalla quale emerge però un pungente commento
sociale del contemporaneo. Purtroppo, proprio per via della
pandemia, il film è stato distribuito direttamente sulle
piattaforme On Demand, cosa che ne ha limitato la
popolarità. È però un film decisamente da riscoprire, non solo per
la buona scrittura che presenta ma anche, come accennato, per i
suoi interessanti riferimenti all’attualità.
Tutto nasce dal regista, Francesco
Fanuele, classe 1988, che ha conseguito il diploma al Centro
Sperimentale di Cinematografia di Roma proprio con la versione
cortometraggio di Il regno, avente per protagonista
Stefano Fresi. Già nel suo formato breve quel
lavoro aveva conquistato parecchi riconoscimenti nazionali e
internazionali, conquistando le attenzioni di diverse case di
produzione. Pertanto, nel 2017, la società Fandango ne ha
acquistato i diritti per trasformarlo nel film che possiamo oggi
ammirare, scritto dallo stesso Fanuele insieme a Stefano Di
Santi e Bernardo Pellegrini.
Il regno è dunque un
esordio molto promettente, dove attraverso la commedia e sfumature
da Cappa e Spada (ovvero quei film caratterizzati da
storie avventurose ambientate in periodi storici passati, come il
Medioevo), emergere un lucido ritratto dei vizi e delle virtù del
presente. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e ad
altro ancora. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama di Il regno
Protagonista del film è
Giacomo, che poco più che dodicenne viene
rinnegato dal padre e cacciato dal casale di campagna che gli ha
dato i primi natali. Quando è ormai adulto, Giacomo viene invitato
a tornare proprio in quel casale dal vecchio avvocato del padre,
l’eccentrico Bartolomeo Sanna. L’occasione sono i
funerali dell’odiato genitore. Giunto sul posto, Giacomo apprende
però una cosa che decisamente non si aspettava, ovvero di aver
ereditato il Regno del padre. Scopre così che nei terreni del padre
risiede una comunità di persone che ha scelto di tornare a una vita
più umile, modesta, senza gli assilli della tecnologia.
Un regno che sembra dunque in tutto
e per tutto un tentativo di fuga dal presente per tornare ad un
vero e proprio Medioevo. Giacomo si ritrova così ad ereditare dei
veri e propri sudditi, pronti a dargli cieca obbedienza, prosperose
ancelle ben disposte a insaponargli la schiena e soprattutto
il potere di legiferare a proprio piacimento. Ma Giacomo non è
affatto come il padre, prepotente autocrate tutto d’un pezzo. Lui
con i sudditi ci vuole parlare, ci vuole fare amicizia. Il suo
atteggiamento risulta però essere quanto mai ambiguo agli occhi dei
suoi sudditi. Giacomo dovrà allora riuscire a trovare un equilibrio
in quella bizzarra situazione.
Il cast e le location di di Il regno
Ad interpretare il protagonista,
Giacomi, vi è l’attore
Stefano
Fresi. Accanto a lui si ritrovano poi Max Tortora nel
ruolo di Bartolomeo Sanna, Silvia
D’Amico in quello di Ofelia e Fotinì
Peluso nei panni di Lisa. Completano poi il cast
Francesca Nunzi nei panni di Madama Giacinta,
Agnese Nano con il ruolo di Lucrezia, Enzo
Salomone con quello del Professor De Nardi e
Vittorio Barbagiovanni nei panni di
Guidobaldo. Infine, Valter Toschi è Ubaldo Pecci,
Romano Tallevi è Vladimiro, il becchino, mentre
Paolo Buglioni interpreta il questore. Per quanto
riguarda i luoghi in cui il film è stato girato, essi sono il
Castello della Cecchignola, nel Castello
di Isola Farnese e nella Tenuta Cesarina
all’interno della riserva naturale della
Marcigliana.
Il trailer di Il regno e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Seven grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Chili Cinema, Google Play, Rai Play e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 4 luglio alle ore 21:20
sul canale Rai 2.
Dal 4 luglio, sono disponibili su
Netflix i tre episodi che compongono la miniserie Il
principe, intrigante prodotto audiovisivo che fonde la
ricostruzione storica con il crime per indagare la controversa
figura dell’ultimo erede al trono d’Italia, Vittorio
Emanuele di Savoia, soffermandosi nello specifico sugli
eventi della tragica notte del 18 Agosto 1978 all’isola di
Cavallo, quando un colpo sparato dal fucile di Vittorio Emanuele
uccise il giovane tedesco Dirk Hamer.
Il principe, tra esili e
processi
Si parte dall’esilio della famiglia
Savoia – Vittorio Emanuele, la moglie
Marina Doria e il figlio Emanuele
Filiberto – avvenuto a seguito del referendum del 1946 che
trasforma l’Italia in una Repubblica. Vittorio compra una casa a
Cavallo, in Corsica, dove avverrà il tragico fatto che costituisce
la narrazione principale dell’intera miniserie: il ferimento e la
successiva morte del giovane tedesco Dirk Hamer. E
ancora, il processo, il ritorno in Italia della famiglia reale dopo
mezzo secolo di esilio, l’indagine da parte della pretura di
Venezia per traffico internazionale di armi e l’iscrizione alla
loggia massonica della P2.
Unendo la testimonianza degli allora
ragazzi presenti sulla barca quella notte, tra cui i Malagò e i
Pende, la serie sviluppata e diretta da Beatrice
Borromeo analizza i fatti di quella tragica notte,
presentando entrambe le prospettive, quella del colpevole e delle
vittime, per imbastire uno studio dettagliato su una delle figure
più controverse e interessanti della scena politica e sociale
italiana.
17 agosto 1978: i fatti
La notte del 17 agosto 1978,
sull’isola di Cavallo (che si trova al largo della costa
meridionale della Corsica), Vittorio Emanuele
scoprì che il gommone del suo yacht era stato rubato e agganciato a
un altro yacht vicino. Armato di fucile, tentò di salire a bordo
dell’imbarcazione. Sparò a un passeggero che aveva svegliato; il
colpo lo mancò ma ferì mortalmente Dirk Hamer (il
figlio diciannovenne di Ryke Geerd Hamer), che
dormiva sul ponte di un altro yacht adiacente. Dirk è ricordato da
tutti i testimoni che intervengono nella miniserie come un “super
atleta”, un ragazzo affabile ed educato che parlava quattro lingue,
una giovane promessa in tutto, che non avrebbe nemmeno dovuto
essere lì quella notte. Il principe ammise la responsabilità civile
della morte in una lettera del 28 agosto 1978. Dirk
Hamer morì per le ferite riportate il 7 dicembre 1978 e
Vittorio Emanuele fu arrestato.
L’11 ottobre 1989, Vittorio
Emanuele fu incriminato con l’accusa di lesioni letali e
possesso di un’arma pericolosa. Tuttavia, il 18 novembre 1991, dopo
tredici anni di procedimento giudiziario, la Corte d’Assise di
Parigi lo assolse dalle accuse di ferimento mortale e omicidio
involontario, giudicandolo colpevole solo di possesso non
autorizzato di un fucile M1 Garand. Ricevette una condanna a sei
mesi di reclusione con la condizionale.
Incarcerato nel giugno 2006 con
accuse non collegate di corruzione, Vittorio
Emanuele è stato registrato in un video mentre ammetteva
che “ero nel torto, […] ma devo dire che li ho ingannati [i
giudici francesi]“, provocando un appello da parte di
Birgit, sorella di Dirk Hamer, affinché Vittorio
Emanuele fosse nuovamente processato in Italia per l’omicidio del
fratello.
Birgit Hamer ha
intrapreso una lunga battaglia legale per ottenere il video
completo. Ha dichiarato: “Quella che per noi è una confessione,
per lui è un vanto: ride del fatto che ha ucciso un ragazzo“.
La storia del video fu divulgata dalla giornalista aristocratica
Beatrice Borromeo, che ha anche curato la
prefazione del libro sull’omicidio scritto da Birgit Hamer,
Delitto senza castigo. Vittorio Emanuele
ha denunciato il giornale per diffamazione, sostenendo che il video
era stato manipolato.
Birgit e Marina: le voci femminili
contrapposte de Il Principe
Il punto di vista più forte e deciso
della miniserie Il Principe è, naturalmente,
quello della sorella di Dirk, Birgit Hamer, che ha
da sempre cercato giustizia, destreggiandosi in un mare di
coperture, minacce e indagini mancanti. “Sono successe
cose stranissime“, sentenzia Birgit Hamer senza alcun dubbio.
Dopo che Vittorio Emanuele scappa in Svizzera, la famiglia di Dirk
continua a chiedere giustizia e affermare a gran voce che il
principe si sta nascondendo. Non vi era ombra alcuna di indagini, i
giornalisti che tentavano di affrontare la vicenda scrivendo
articoli sul tema venivano minacciati, sempre che questi articoli
non scomparissero direttamente. Pian piano, le versioni degli
eventi hanno iniziato ad essere modificate, quando gli avvocati dei
Savoia hanno fiutato un’occasione, riuscendo addirittura a far
scompare il documento di ammissione di colpa, con l’intenzione di
“gettare il dubbio su una cosa che è stata certa fin
dall’inizio“.
Contrappunto di Birgit, nella serie
emerge anche il ruolo fonamentale di Marina Doria
nella vicenda. Viene descritta da alcuni testimoni e dallo stesso
figlio Emanuele Filiberto come una donna molto forte, tratto
caratteriale ereditato dall’essere una sportiva, precisamente una
ex campionessa mondiale di sci nautico: in Svizzera era considerata
una vera e propria diva. Dopo i fatti di Cavallo, la vita di
Marinadiventa votata a cercare di scagionare
il marito. Attraverso una buona fetta di materiale d’archivio, la
voce di Marina è l’unico vero controcampo per quella di Birgit, e
conferma di esserlo stata anche nel passato, quando si recava
all’estero per ricostruire i modelli delle barche presenti la notte
di Cavallo per cercare di scagionare il marito e dimostrare che le
pallottole non potevano essere partite dal suo fucile.
Dietro Marina – e completamente
annebbiato dalla fermezza risolutiva e dalla dialettica impeccabile
di Birgit Hamber – c’è un Vittorio
Emanuele incerto, nel presente e nel passato, che spesso
si impappina, che afferma “il toro c’ha le corna, io ho dovuto
difendermi come nella corrida“, ma non esita a confessare che
la sua infanzia è stata caratterizzata dalla quasi totale assenza
di affetto da parte dei suoi genitori. Una confessione che, forse,
dice molto di più delle infinite riconsiderazioni e ritrattazioni
volte a mascherare l’imperdonabile.
Prime Video ci
riprova con la trasposizione di un nuovo young
adult che arriva non dagli Stati Uniti ma dalla più vicina
Spagna. È colpa mia? è basato sull’omonimo e
primo libro
della trilogia dell’autrice ispano-argentina Mercedes
Ron, scrittrice diventata famosa grazie al social
Wattpad, proprio come la sua coetanea Anna
Todd con la saga di
After.
I protagonisti di questo film sono
interpretati dall’attrice Nicole Wallace e
l’attore Gabriel Guevara entrambi già visti nella
serie SKAM España. Per l’occasione si riuniscono
nei panni di Noah e Nick, gli “enemies to lovers”
di questa struggente e molto grottesca storia d’amore che racchiude
tutti i clichè di questo genere che fa tanto impazzire il pubblico
femminile della Gen Z.
La trama di È colpa mia?
Tutto inizia quando
Noah è costretta a lasciare la sua casa, gli amici
ed il fidanzato Dan per trasferirsi nella residenza del nuovo, e
ricchissimo, marito della madre. Nella primissima scena in cui
appare la protagonista, che per fortuna non è l’adolescente senza
gusto nella moda e sfigata, si vede che raccoglie i suoi effetti
personali e prepara la valigia è impossibile non pensare a Bella in
Twilight che lascia il tetto materno per trasferirsi altrove. Se la
futura moglie di Edward Cullen finiva a vivere in una città dove
piove sempre, l’eroina di questo film è molto più fortunata e
va a vivere al mare, in una mega villa sulla Costa del Sol, che ricordano
molte le coste californiane di Orange County.
Noah non è per niente felice di
questa situazione, odia tutto sia i vestiti costosi e firmati che
ha trovato nell’armadio della sua nuova camera da letto e pure il
fratellastro old money e snob Nick Leister. Lui è
un ragazzo ventuenne che studia legge, poco più grande di lei che
va ancora al liceo, che vive una doppia vita. Inutile fare giri di
parole perchè è tutto quello che ti aspetti quando pensi al bad guy
bello e tenebroso e il fatto che sia il fratellastro della
situazione il pensiero va subito a Sebastian Valmont di
Cruel Intentions. Peccato che proseguendo Noah e Nick si
rivelano, in stile relazione tossica erotica, più come Eva e Marco
della fiction I Cesaroni.
Tutti i clichè del genere
Quindi scordatevi le pentole e i
bicchieri perchè ai festini degli spagnoli di È colpa
mia? si trovano la tequila e le corse clandestine in
macchina tra gang, che sono il perfetto mix tra quelle del primo
Fast & Furious e le gare a cui partecipavano Step e Babi in
Tre metri sopra il
cielo. Come ho già citato all’inizio però la
protagonista possiede un personalità molto forte, infatti sa
difendersi bene da tutti i tipi loschi che si avvicinano e sa
guidare l’auto sportiva da corsa di Nick in perfetto stile
Dom Toretto, il tutto senza possedere una patente
e avendo imparato, da bambina, dal padre violento ma ex pilota da
corsa.
Altri stereotipi che
possiede l’eroina di questo young adult è l’amore per i libri,
ovviamente la sue letture preferita sono “Orgoglio e pregiudizio”
come Tessa Young e “Romeo e Giulietta” come Bella Swan. Per finire
con la lunga lista di clichè nel film non possono
mancare il Fight Club tra ragazzi ricchi che si
picchiano per divertimento, il bullo di turno che odia il bel
protagonista, la mean girl della compagnia che è
gelosa della nuova arrivata, l’ex fidanzato zerbino della
protagonista e i party a bordo piscina.
Da metà È colpa
mia? i fratellastri si danno finalmente libero sfogo ai
loro ormoni e alla lussuria incestuosa, anche se pensandoci bene
sono più nel peccato Daemon e Rhaenyra Targaryen in
House of the Dragon, visto che Noah e Nick non hanno
in comune neanche un pezzettino di dna. I protagonisti però
all’improvviso ci ripensano alla loro relazione segreta e decidono
di passare una notte d’amore in spiaggia sotto il chiaro di luna.
Per fortuna gli spagnoli ci tengono a precisare, con annessa
campagna progresso per il sesso sicuro e la cultura del consenso,
anche perchè stiamo sempre parlando di una sorella minorenne e un
fratello acquisito già maggiorenne.
Il finale che vale forse la visione
di È colpa mia?
Arriviamo al finale
adrenalinico che per quanto mi riguarda, forse, vale la
visione. Noah viene rapita da suo papà Jonas, appena uscito di
prigione e cerca vendetta, l’attore che si ritrova a recitare il
ruolo del cattivo è Iván Massagué visto nel film
Il buco. Il padre ormai braccato dalla polizia, che ha scoperto
il covo del delinquente, carica nella macchina da corsa rossa
rubata Noah e la obbliga a guidare in un inseguimento per le vie
della cittadina sul mare. Nick che non riesce a non seguire le
regole e in compagnia del commissario che stava indagando sul caso
inizia a guidare come un pazzo dietro all’amata. Alla fine nel
momento più surreale del film, dopo delle mirabolanti fughe e delle
sgommate acrobatiche, i due protagonisti rifanno, alla pari, una
scena celebre di un lungometraggio della serie di Fast and
Furious, dove la poliziotta spara e uccide Jonas.
L’epigolo di È colpa
mia? è la conferma del film stesso, che vuole essere
grottesco e non essere preso sul serio come hanno tentato di fare,
fallendo miseramente, sia tutti i quattro film di After e il
dimenticabile Uno splendido disastro. Questo
young adult spagnolo si può ritenere la parodia stessa del
genere anche se rimane sempre un collage di scene viste e riviste
in altri teen movie dagli anni Duemila ad oggi. Certo ci sono
ancora due libri e chissà se Amazon Studios ci regalerà altri film
della saga visto il grande successo riscosso sulla loro
piattaforma.
Il
Sudestival – progetto dell’Associazione Culturale Sguardi,
fondato e diretto da Michele Suma e afferente all’Apulia
Cinefestival Network e all’AFIC – è stato selezionato per
accogliere la prestigiosa manifestazione realizzata
dall’Académie de César e dall’Accademia di Cinema
Italiano – Premi David di Donatello,LES NUITS EN OR
2023.
I migliori cortometraggi dell’anno
di tutto il mondo scelgono l’incantevole cornice di Monopoli dal
7 al 9 luglio, per tre giorni di proiezioni gratuite, con
la collaborazione dei TEATRI di BARI, come prima tappa di una
serie di appuntamenti su tutto il territorio nazionale, da
Courmayeur a Matera, da Minturno a Montevarchi, Palermo, Roma e
Torino. Le tre serate de LES NUITS EN OR 2023 ospitate dal
Sudestival, apriranno la stagione estiva del Roof Garden del
Cinema Radar, nel cuore della città, a partire dalle ore 21.00
di venerdì 7 luglio, preceduto dall’aperitivo di benvenuto delle
ore 20:00, a cura della Cantina Museo “Albea” di Alberobello.
La serata di inaugurazione vedrà
ospiti Manuela Pineskj, segretario generale della Fondazione
Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, e
Rosalba Colla, direttrice del festival Animaphix Nuovi
Linguaggi Contemporanei Film Festival, al fianco dell’Accademia del
Cinema Italiano e dell’Accademia dei César, introdotte dal saluto
dell’Assessore alla Cultura della Città di Monopoli, Rosanna
Perricci, e da Michele Suma, direttore del
Sudestival.
In tutto il mondo, più di 30
Accademie di Cinema selezionano e premiano ogni anno il miglior
cortometraggio all’interno della loro produzione nazionale. Ancora
una volta l’Académie des César ha voluto promuovere queste opere in
Francia e a livello internazionale grazie al programma unico de
LES NUITS EN OR che riunisce 30 cortometraggi, provenienti
dai Paesi più disparati, che aprono gli orizzonti più vasti,
vincitori dei premi equivalenti ai César assegnati dalle proprie
Accademie di Cinema (Bafta, David di Donatello, Goya, Magritte,
Oscar…).
Vera fotografia e vetrina del cinema
emergente, la manifestazione regala un viaggio attraverso la
diversità delle culture del mondo, alla scoperta e alla promozione
di tanti talentuosi registi. Il Sudestival di Monopoli è onorato di
aprire gli appuntamenti nazionali dell’edizione 2023.
Al link disponibile il programma
della manifestazione, dal 7 al 9 luglio, e le info sui corti che
saranno proiettati: www.sudestival.org
Esiste un ampio filone di film
dedicati a persone “comuni” che sviluppano una
storia d’amore con principi o principesse. Dal classico
Cenerentola fino a titoli
più recenti come Un principe tutto mio, Principessa per
caso o la trilogia di Un principe per per Natale,
solo per citarne alcuni tra i tantissimi. Per chi ha apprezzato in
particolare i tre film ambientati nel periodo natalizio, presenti
su Netflix, esiste anche un altro titolo simile
che si svolge però durante la stagione estiva. Si tratta di
Un principe per l’estate – anch’esso
presente nel catalogo di Netflix – diretto nel 2016 da
Peter Sullivan.
Un principe per l’estate
nasce come film per la TV statunitense e dunque non ha mai goduto
di una distribuzione cinematografica che gli permettesse di
ottenere una forte notorietà, al pari di altre commedie romantiche
simili. Nel tempo, però, ha ugualmente raggiunto numerosi
spettatori affascinati da questo tipo di storie o comunque in cerca
di una buona commedia ricca di sentimenti, imprevisti e un
rincuorante lieto fine. Un principe per l’estate
offre infatti tutto ciò e grazie al suo arrivo nel catalogo di
Netflix sta ora godendo di una sempre crescente popolarità.
Gli abbonati alla piattaforma non ci
hanno infatti messo molto a scoprirlo e farlo diventare uno dei
titoli più visti. D’altronde, quella proposta è una storia sì vista
e rivista, ma che sa sempre come toccare le corde giuste del cuore.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad
esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e alle location
dove è stato girato. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama di Un principe per l’estate
Protagonista del film è
Mandy Cooper, giovane assistente che sogna di
diventare una guru nel campo delle pubbliche relazioni. Giorno dopo
giorno, Mandy spera che la sua brillante responsabile
Deidre Kelly le affidi compiti sempre più
importanti, così da avere finalmente la possibilità di dimostrare a
tutti il proprio valore. La sua occasione, arriva a Greenbriar,
nell’Idaho. In quella piccola cittadina, il principe Colin
di Edgemere, affascinante monarca rinomato per la sua
perenne condotta immorale, contatta l’agenzia perchè ha bisogno del
loro aiuto.
Dopo essere stato arrestato per aver
fatto il bagno in una fontana pubblica negli Stati Uniti, ora Colin
deve assolutamente riabilitare il proprio nome e la propria
immagine. C’è solo un problema però: Deidre è malata e non può
rispondere all’appello della famiglia reale. Per Mandy non ci sono
altre possibili soluzioni, deve fingere di essere il capo e fare il
lavoro al suo posto. Mentre passa dunque sempre più tempo col
principe nel tentativo di ripulire la sua immagine, finendo però
per innamorarsi perdutamente di lui. Potrebbe essere l’inizio di
una fantastica storia d’amore, ma non tutto andrà come
previsto.
Il cast e le location di Un principe per l’estate
Ad interpretare la protagonista,
Mandy Cooper, vi è l’attrice Taylor Cole, nota
per aver recitato in numerose commedie romantiche ma anche in
film come 12 Rounds,Il mondo dei replicanti
e The Green Hornet.
Accanto a lei, nel ruolo del principe Colin di Edgemere, vi è
l’attore Jack Turner, visto in un paio di episodi
della serie Legends of Tomorrow nel ruolo del tenente John
Tolkien. L’attrice Lauren Holly recita invece nel
ruolo di Deidre Kelly, mentre Marina Sirtis è
Penelope Sheridan e Vanessa Angel la regina
Rosalind di Edgemere. Completano il cast Kassandra
Clementi nel ruolo di Lady Isabella Vandervere e
Brian Dare in quelli di Danny Pendergrass.
Per quanto riguarda le location, è
bene sottolineare che il regno di Edgemere è fittizzio e non esiste
nella realtà. Le scene ambientate in esso si sono dunque svolte a
Praga,
capitale della Repubblica Ceca, Cesky Krumlov,
un’altra città ceca, e Drottningholm, palazzo
reale svedese. Altre location del film sono poi state Park
City e Salt Lake City, nello Utah, Stati
Uniti. Alcune riprese sono poi state effettuate anche al
Westgate Park City Resort and Spa. Il film si è
dunque avvalso di ambienti molto diversi tra loro, ritrovando nelle
due città della Repubblica Ceca il giusto aspetto per il regno di
Edgemere.
Il trailer di Un principe per
l’estate e come vedere il film in streaming su Netflix e
altrove
È possibile fruire di Un
principe per l’estate grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di
Prime Video e Netflix.
Su quest’ultima piattaforma il film si trova attualmente
al 2° posto della Top 10 dei film più visti in
Italia. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà sottoscrivere un abbonamento generale, avendo
così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video.
Ecco il trailer e il poster del film
“Suntan” di Argyris
Papadimitropoulos, che arriverà nelle sale italiane dal 13
luglio distribuito da Trent Film.
Il film sarà il primo
appuntamento al cinema della rassegna Greek Weird Wave 10, dedicata
ad alcuni dei principali esponenti della New Wave greca, e che
porterà nuovamente in sala anche i film “Miserere” (20 luglio) e “L
– Un uomo, un’auto e un barattolo di miele” (27 luglio), entrambi
diretti da Babis Makridis e sceneggiati da Efthymis Filippou,
candidato al Premio Oscar® per “The Lobster” nel 2017 e autore
delle sceneggiature di “Dogtooth” (2009), “Alps” (2011) e “Il
sacrificio del cervo sacro” (2017) scritte insieme al regista
Yorgos Lanthimos.
La vicenda si svolge su
un’isoletta greca che prende vita solo nella stagione estiva. Qui,
nel turbinio della movida d’Agosto, il timido medico locale Kostis
si imbatte in un gruppo di giovanissimi vacanzieri e rimane
stregato dallo spirito libertino della ventenne Anna. Ciò che
inizia come un’infatuazione, insieme alla riscoperta della
giovinezza perduta, si trasforma lentamente in un’ossessione:
Kostis, infatti, sarà disposto a fare di tutto per tenersi
Anna.
Girato durante l’estate
sulla minuscola isola di Antiparos, frequentata dal regista fin
dall’età di 15 anni, “Suntan” ci dimostra come l’abbronzatura sia
una cosa bellissima, al contempo pericolosa e che svanisce
rapidamente, proprio come la giovinezza.
“Poco più che quarantenne,
il protagonista Kostis è un esemplare atipico del mondo adulto” –
spiega il regista Argyris Papadimitropoulos – “Non ha una famiglia
sua, a differenza della maggior parte degli uomini coetanei.
Proprio come loro, però, è prigioniero del proprio corpo, costretto
a restare a guardarlo appassire, incapace di resistere allo
spietato scorrere del tempo. Si trova di fronte a cinque ottimi
esempi di giovinezza – e la giovinezza è un periodo della vita che
Kostis ha superato da tempo, probabilmente mai vissuto al massimo o
come avrebbe voluto. È un momento di divertimento, svago e,
soprattutto, di disattenzione fisica in cui il corpo comanda. È
l’età in cui si desidera di più l’euforia, il gioco, la danza,
l’innamoramento e l’inseguimento delle passioni della carne.”
L’eterna estate greca
fornisce lo sfondo perfetto per questa stravaganza di desiderio e
tutto ciò che ne consegue: flirt, sesso occasionale, droghe, alcol
e spingersi oltre i limiti per vedere fino a che punto può arrivare
il tuo corpo. Nell’esplorazione dei confini del protagonista e del
suo viaggio nella terra sconosciuta della fisicità, il regista
dichiara di essersi imbattuto in una terra a lui sconosciuta e, un
po’ ironicamente, ha finito per scoprire un genere: il coming of
age di mezza età.
Sono passati più di cinque anni
dall’ultima volta che gli xenomorfi sono stati visti sul grande
schermo e adesso sembra che l’attesa per il ritorno delle
spaventose creature al cinema sia conclusa, dal momento che le
riprese del film di Alien diretto da Fede Álvarez
sono terminate.
Di questa nuova avventura del
franchise si sa molto poco, solo che Fede
Álvarez ha diretto il film, mentre i dettagli della trama
riguardanti il progetto a cui ha lavorato negli ultimi due anni
sono tenuti al sicuro. Anche se la premessa del film non è stata
ancora rivelata, alcuni membri del cast sono già stati confermati
come protagonisti.
Cailee Spaeny, Isabela
Merced e David Jonsson saranno alcuni dei
volti che daranno vita ai nuovi personaggi, ponendo le basi per un
altro coraggioso gruppo di persone che affrontano le creature
progettate per uccidere. Il film sarà uno standalone, il che
significa che non sarà collegato alla narrazione che Ridley
Scott aveva stabilito con i film prequel nell’ultimo
decennio. La strategia potrebbe funzionare quando si tratta di
attirare nuovo pubblico verso il franchise che esiste da oltre
quattro decenni. Intrappolati nello spazio profondo senza alcuna
risorsa per fuggire, i personaggi dei film precedenti hanno fatto
del loro meglio per sopravvivere agli artigli degli xenomorfi.
L’ultima volta che il classico
mostro è apparso nei cinema è stato durante gli eventi di Alien: Covenant. Diretto dallo stesso Scott,
il prequel ha continuato la storia introdotta in Prometheus, dove il
regista ha tentato di spiegare perché la razza aliena conosciuta
come Ingegneri potesse essere in grado di creare un mostro così
aggressivo. Mentre il David di Michael Fassbender
si è rivelato un protagonista estremamente avvincente, il prequel
non ha performato bene al box office, incassando solo circa $ 240
milioni al botteghino mondiale. Il risultato dell’investimento,
combinato con la tempistica dell’acquisizione da parte della Disney
della Fox, ha fatto sì che il franchise rimanesse dormiente per
alcuni anni, ma il suo futuro sembra molto luminoso.
Sappiate immediatamente
che queste parole potrebbero non bastare. Oppure paradossalmente
potrebbero, per necessità critica, tentare di spiegare quello che
invece The Bear preferisce invece soltanto
mostrare, soprattutto in questa
seconda stagione. Sono le emozioni che contano nello show
creato da Christopher Storer, non capire cosa le
ha generate.
The Bear 2 arricchisce i personaggi della prima stagione
Le dieci nuove puntate
ampliano certamente il mondo dei personaggi in scena, inserendoli
in un contesto capace di renderli maggiormente corposi e
sfaccettati, talvolta al contrario sradicandoli dal loro ambiente
di appartenenza per costringerli a prendere piena coscienza dei
propri limiti. La motivazione principale di tutto questo non sembra
però mai quella di fornire allo spettatore una giustificazione ai
problemi emotivi e psicologici di Carmy e degli altri.
In mezzo a tante,
tantissime scene strillate e frenetiche, The Bear
mostra la sua vera intensità nei momenti di silenzio, oppure quando
due personaggi si aprono l’un l’altro attraverso sincerità e
gentilezza. Anche perché, per loro come per noi, questi sono in fin
dei conti i momenti maggiormente difficili, quelli in cui il
confronto con il prossimo diventa qualcosa di necessario quanto
temuto, non traslato o filtrato dalla tecnologia. The
Bear sotto questo punto di vista si fa microcosmo preciso
e fortemente metaforico di una società contemporanea sempre più
disconnessa, non soltanto nel tessuto sociale ma anche all’interno
dell’individuo stesso, vittima di una scissione violenta tra ciò
che è e quello che la società stessa vuole che sia.
Il percorso di Marcus e Richie
I nuovi episodi di
The Bear ottengono dunque esattamente il risultato
a cui ogni
seconda stagione dovrebbe puntare: espandono l’universo dello
show senza snaturarne i temi e le problematiche: in particolar modo
i personaggi di Marcus e Richie intraprendono, per ragioni
diametralmente opposte, percorsi narrativi ed esistenziali che li
porteranno a un bivio e a delle scelte fondamentali, in quelli che
sono probabilmente i due episodi migliori della stagione.
Gli altri invece
rimangono come bloccati tra le mura del nuovo ristorante che stanno
tentando con tutte le forze di aprire, come se fossero costretti in
quelle mura da cui si sentono in fondo anche protetti. L’unica via
d’uscita, in realtà del tutto fittizia, è una sesta puntata
“espansa” a un’opa piena che mostra – forse con un minimo di
retorica di troppo – la brutale verità di un ambiente familiare
umanissimo, toccante quanto disfunzionale. La presenza di un numero
quasi incredibile di guest star in questa puntata dimostra in pieno
quanto The Bear sia a tutti gli effetti un vero e
proprio caso televisivo, amato non soltanto dal pubblico quanto
anche dagli artisti e professionisti del settore. ci sono due
attori in particolare – non vi sveleremo quali, sarebbe inutile –
che non compaiono in questa puntata ma in altre due ai quali va il
nostro ammirato applauso, poichè con pochissimi minuti di presenza
e con uno stile di recitazione trattenuto e prezioso, elevano il
tono emotivo della serie innalzandosi a livelli di eccellenza.
Un cast in stato di grazia
E passiamo dunque a
parlare del cast di The Bear, il quale conferma in
toto un’alchimia che altre serie non posseggono neppure
lontanamente. Grazie al lavoro sempre incredibilmente accurato
degli sceneggiatori, capaci di sussurrare la verità delle emozioni
dietro le urla che invece per paura vorrebbero nasconderla, ognuno
degli attori che compongono la crew del ristorante riesce a
tratteggiare una figura che merita di essere abbracciata nella sua
sommessa fragilità. Sotto questo punto di vista la new entry Claire
(una Molly Gordon magnetica) si propone come
contraltare perfetto per Carmy, una psicologia che Jeremy
Allen White continua a sviluppare con un’adesione fisica e
psicologica impressionanti. In questa seconda stagione però la
scelta se la prende, e con merito pieno, il Richie di un
Ebon Moss-Bachrach il quale lavora sull’arco
narrativo del personaggio con una finezza e una compostezza da
applausi. Se di “eroi” si può scrivere a proposito di The Bear, è
senz’altro lui quello di queste nuove puntate.
Se siete arrivati fino a
questo punto del nostro discorso sullo show, ebbene il nostro è
quello di dimenticare tutto quanto letto in precedenza – o altrove
– e il più in
fretta possibile. Fate di
The Bear Season 2 un’esperienza personale, magari
anche dolorosa, senz’altro intima. È il miglior modo per vivere
questa serie.
JJ Abrams commenta
finalmente il film dedicato alle Hot Wheels a cui
sta lavorando, definendolo “emotivo e radicato”. Un anno fa, è
stato annunciato che il regista noto per il lavoro sui franchise di
Star
Wars e Star Trek sta producendo
l’adattamento live-action di Hot Wheels, che era
rimasto bloccato nello sviluppo dal 2003.
All’inizio di quest’anno, il
progetto ha iniziato a muoversi a pieno regime con Dalton
Leeb e Nicholas Jacobson-Larson
incaricati di scrivere una sceneggiatura per il film. Tuttavia, lo
script non è ancora pronto, e lo sciopero degli sceneggiatori
potrebbe ovviamente rallentare ancora il processo.
In un recente report del New
Yorker sui numerosi film Mattel in fase di sviluppo,
JJ Abrams si è sbottonato e ha anticipato cosa
aspettarsi dal suo film sulle macchinine Hot
Wheels. Ha iniziato menzionando come l’adattamento fosse
rimasto bloccato in fase di sviluppo per molti anni, anche se è
stata l’idea di renderlo “emotivo, radicato e grintoso” che alla
fine ha ridato carburante al progetto.
“Per molto tempo abbiamo parlato
con Mattel di Hot Wheels e non siamo riusciti a trovare la cosa che
faceva clic, che lo rendesse degno di ciò che Hot Wheels, quel
marchio, meritava. Poi ci siamo inventati qualcosa… emozionante,
radicato e grintoso.”
Non è molto su cui ragionare ma è
sicuramente un impegno, da parte del regista, di realizzare un film
che possa essere di grande intrattenimento, così come i giocattoli
ai quali si ispira.
È stato diffuso in rete un bel
character poster di Indiana Jones e il Quadrante del
Destino che mostra il ritorno, molto emozionante,
di uno dei personaggi più amati della saga: Marion di Karen
Allen.
Il personaggio aleggia in tutto il
film, come il grande amore di Indy, perduto a causa di un dolore
insuperabile. Eppure, nel finale, anche grazie all’intervento di
Helena (Phoebe
Waller-Bridge), Marion si ricongiunge con Indy per un
finale decisamente consolatorio e riparatore, ma che non chiude
davvero la porta ad altre avventure.
Tutto quello che sappiamo su Indiana Jones e il
Quadrante del Destino
Harrison Ford torna nel ruolo del leggendario
eroe archeologo per l’attesissimo ultimo capitolo dell’iconico
franchise Indiana Jones e il Quadrante del
Destino, un’epica e travolgente avventura in giro per il
mondo. Insieme a
Harrison Ford, il cast del film include Phoebe Waller-Bridge (Fleabag),
Antonio Banderas (Dolor y gloria),
John Rhys-Davies (I predatori dell’arca
perduta), Shaunette Renée Wilson (Black
Panther), Thomas Kretschmann (Das
Boot), Toby Jones (La
Talpa), Boyd Holbrook (Logan – The
Wolverine), Olivier Richters (Black
Widow), Ethann Isidore (Mortale) e
Mads Mikkelsen (Un altro giro).
Diretto da James
Mangold (Le Mans ‘66 – La grande
sfida, Logan – The Wolverine) e con una
sceneggiatura scritta da Jez Butterworth & John-Henry
Butterworth e David Koepp e James
Mangold, basata sui personaggi creati da George Lucas e
Philip Kaufman, il film è prodotto da Kathleen Kennedy, Frank
Marshall e Simon Emanuel, mentre Steven Spielberg e George Lucas sono i
produttori esecutivi. La colonna sonora è composta ancora una volta
da John Williams, che ha firmato le musiche di ogni avventura
di Indiana Jonesa partire
dall’originale I
predatori dell’arca perduta nel 1981.
Mentre si arrampica con la
figlioccia Helena (Phoebe
Waller-Bridge) in Indiana Jones e il
quadrante del destino (leggi qui la recensione),
l’archeologo giramondo Indiana Jones racconta di
come sia stato colpito “nove volte” poco prima che il climax del
film porti quel numero a dieci. Nonostante si senta lui stesso una
reliquia, Indy si unisce a Helena nel tentativo di battere lo
scienziato nazista Jürgen Voller (Mads Mikkelsen)
e i suoi compari per raggiungere l’Antikythera, un antico manufatto
creato da Archimede per individuare le fratture nello spazio e nel
tempo. Il capitolo finale di Harrison Ford,
icona della cultura pop, vede ancora una volta Indy impedire che la
storia venga riscritta dalle persone sbagliate.
Sia che si tratti di scontrarsi con
nazisti, spie sovietiche o membri del culto Thuggee, Indy si è
dovuto difendere dai nemici che nel corso del franchise hanno
cercato di ucciderlo. La sua ultima avventura è l’occasione
perfetta per scavare negli annali della sua storia di esploratore.
Si parte ovviamente dal primo film I predatori dell’arca perduta e si
estende tutti i film di Indiana Jones fino a Indiana
Jones e il Quadrante del Destino, oltre alla serie
televisiva Le avventure del giovane Indiana
Jones, ai fumetti, ai romanzi e agli spin-off dei
videogiochi che espandono il suo mondo e la sua storia.
1Voller ha sparato a Indy nel petto nel
Quadrante del Destino
Quando Indy ed
Helena partono alla ricerca dell’altra metà
dell’Anticitera nella tomba di Archimede, Voller tende loro
un’imboscata e si appropria del premio. Indy viene
colpito al petto e rapito, ma Helena riesce a imbarcarsi sull’aereo
di Voller e a raggiungerlo quando quest’ultimo usa
i poteri dell’Antikythera per individuare quella
che crede essere una fenditura temporale verso il 1939, ma che in
realtà è un portale verso Archimede stesso.
Anche se Indiana Jones è
indebolito, l’esploratore preferisce rimanere nella storia
piuttosto che tornare nel suo tempo e farsi curare, costringendo
Helena a prendere in mano la situazione prima che
il portale si chiuda.
Con Mission:
Impossible – Dead Reckoning Parte 1 in arrivo tra una
settimana esatta, la Paramount festeggia il 61° compleanno della
sua stella più iconica, Tom Cruise, pubblicando un epico supercut di
tutte le sue folli scene di stunt, realizzate per il franchise che
porta avanti dalla metà degli anni ’90.
Abbiamo incontrato per la prima
volta l’agente del FMI Ethan Hunt (Tom
Cruise) in Mission: Impossible di
Brian De Palma nel 1996, e ci siamo uniti a lui in
ciascuna delle sue avventure attraverso Mission: Impossible
II altamente stilizzato di John Woo nel
2000, Mission: Impossible III profondamente
personale di J. J. Abrams nel 2006,
Mission: Impossible – Protocollo fantasma di
Brad Bird nel 2011, e poi, ovviamente, i successi
consecutivi di Christopher McQuarrie
Mission: Impossible – Rogue Nation nel 2015 e Mission:
Impossible – Fallout nel 2018.
Ora è il momento della prima metà
della sua missione più grande e oscura, Dead
Reckoning, che metterà Hunt contro il cattivo più
devastante che il mondo abbia mai affrontato. La posta in gioco è
sempre alta e tocca a Ethan Hunt e ai suoi alleati, vecchi e nuovi,
trovare un modo per salvare la situazione prima che sia troppo
tardi…
Quentin
Tarantino ha confermato che non ci sarà mai un
Kill Bill 3. I primi due film, divenuti di culto,
raccontano la storia di Beatrix Kiddo che, dopo essere stata colta
in un imboscata in cui ha perso tutte le persone che amava ed
essere finita in coma, si risveglia per cercare vendetta, fino a
raggiungere, e appunto uccidere, Bill, il mandante del
misfatto.
Anche se sono passati ormai
vent’anni dal secondo film, i fan non hanno mai smesso di sperare
in un terzo e conclusivo film della saga. Ma le cose non andranno
così.
Durante un’intervista con De
Morgen,
Quentino Tarantino ha chiarito una volta per tutte che Kill Bill 3
non si farà, nonostante le voci e l’appeal del progetto. Ha anzi
confermato che il suo decimo e ultimo film sarà, The Movie
Critic, la storia di un uomo che fa il critico
cinematografico e che sarà ambientata negli anni ’70.
“Non lo vedo realizzarsi. Il mio
ultimo film racconterà di un critico cinematografico, un uomo. E
sarà ambientato negli anni Settanta.”
I primi dettagli su The Movie
Critic sono scarsi, ma sicuramente dai primi elementi,
il film in questione sembra molto nelle corde del regista.
In attesa di poterlo vedere dal 12
luglio in Mission: Impossible – Dead Reckoning
Parte Uno, celebriamo il compleanno di Tom Cruise,
nato il 3 luglio del 1962, con uno dei suoi film più celebri e
importanti: Nato il quattro
luglio. Diretto da Oliver Stone
nel 1989, è questo uno dei film che ha consacrato Cruise come uno
degli attori più importanti della sua generazione e di Hollywood,
permettendogli infatti di dimostrare di possedere grandi doti
drammatiche e di non essere solo un bel volto. Al di là di ciò,
Nato il quattro luglio rimane ancora oggi uno dei più
importanti film anti-militaristi prodotti nel corso della storia
del cinema.
Con quest’opera, basata su una
storia vera, si propone infatti il racconto di un uomo che ha visto
il vero volto degli Stati Uniti e ne è rimasto inorridito,
impegnandosi da quel momento nel tentativo di distruggere
l’ipocrisia di cui il suo Paese si è macchiato nel tempo. Si
affrontano dunque temi molto importanti, su tutti il dramma dei
reduci, l’incredulità e lo sbigottimento di giovani partiti da eroi
e tornati tra sputi e insulti. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative ad esso. Di seguito, si potranno ritrovare
dettagli sulla trama, il cast di
attori e altro ancora.
La trama e il cast di Nato il
quattro luglio
Il film racconta la storia di
Ron Kovic, un ragazzo nato proprio nel giorno in
cui si festeggia l’Indipendenza degli Stati Uniti d’America.
Credendo fortemente negli ideali americani egli, raggiunta la
maggiore età, decide di arruolarsi nei Marines. Una volta diventato
sergente, si ritrova però inviato in Vietnam e lì vede con i suoi
occhi l’orrore del massacro di civili, compresi donne e bambini. La
sua esperienza si conclude però quando rimane paralizzato alle
gambe ed è costretto a tornare in patria. Qui intraprende una vita
dissoluta, salvo poi diventare uno dei più convinti e accaniti
sostenitori della pace, criticando quella guerra in cui tanto
credeva.
Ad interpretare Ron Kovic vi è
l’attore Tom Cruise, reduce dai successi di
Top Gun e Rain Man. Cruise era la prima scelta di
Stone per il ruolo ed ha ricevuto anche la benedizione del vero
Kovic, il quale ha donato all’attore la propria medaglia di bronzo.
Per tutta la durata delle riprese delle scene dopo che Ron è
rimasto paralizzato, Tom Cruise ha preteso di poter rimanere il più
possibile su una sedia a rotelle anche fuori dal set, così da
immedesimarsi nel personaggio. Per la sua interpretazione ha poi
ricevuto la sua prima nomination all’Oscar come miglior attore.
Accanto a lui, nel film, si
ritrovano poi gli attori Kyra Sedgwick nei panni
di Donna, Raymond J. Barry in quelli di Eli Kovic
e Willem Dafoe in
quelli di Charlie. Quest’ultimo, nonostante sia indicato come uno
dei protagonisti del film, compare in scena per la prima volta dopo
un’ora e trentasei minuti dall’inizio del film. L’attore
Tom Berenger interpreta il sergente reclutatore
Hayes, mentre lo stesso Stone compare nei panni di un giornalista
televisivo. Kovic, invece, appare in un breve cameo durante la
sfilata di apertura del film come uno dei soldati che sussulta
all’esplosione dei petardi.
Nato il quattro luglio: la
vera storia dietro al film
Nato il 4 luglio prende
spunto dall’omonimo romanzo autobiografico scritto proprio da Ron
Kovic, nato proprio il 4 luglio del 1946 da una famiglia di
religione cattolica e di sentimento tradizionalista. Nel 1964,
ispirato dal presidente John Fitzgerald Kennedy,
Ron si arruola volontario nel corpo dei Marines, desideroso di
servire la patria come i suoi antenati nella guerra di indipendenza
americana e nelle guerre mondiali. Nell’ottobre 1967, con il grado
di sergente, viene dunque destinato a partire per la guerra del
Vietnam, dove scopre la cruda realtà della guerra, unita anche al
rimorso dopo aver ucciso accidentalmente un suo commilitone nel
corso di una feroce battaglia in un villaggio pieno di civili
innocenti uccisi.
Il 20 gennaio 1968, infine, Ron
viene ferito gravemente alla spina dorsale durante un’imboscata,
perdendo di conseguenza l’uso delle gambe e ritrovandosi costretto
su una sedia a rotelle. Tornato in patria e decorato con la Bronze
Star Medal, Ron, paralizzato e impotente, si è trovato a doversi
confrontare con le difficoltà del reinserirsi nella vita civile.
Difficoltà accentuate dalla sua condizione fisica, la quale agli
occhi degli altri sembrava dovesse quasi essere un motivo di
vergogna. Dopo una lunga crisi di coscienza, e in contrasto con
quelle che erano state le sue convinzioni durante gli anni
dell’adolescenza, ha deciso di dedicarsi all’attivismo pacifista.
Nel corso della sua attività ha subìto un totale di dodici
arresti.
Nato il quattro luglio e
le nomination all’Oscar e altre curiosità
Il film fu un autentico successo e
arrivò ad ottenere numerosi premi e ben 8 nomination ai premi
Oscar: miglior colonna sonora, miglior sonoro, miglior fotografia,
miglior sceneggiatura non originale, miglior attore protagonista,
miglior film, miglior montaggio e miglior regia. Solo queste ultime
due, però, si tramutarono in vittorie. Particolarmente apprezzata
fu infatti la regia di Stone, il quale cercò di realizzare un film
quanto più realistico possibile. Egli aspirava ad esempio a girare
proprio in Vietnam le scene lì ambientate, ma poiché i rapporti tra
il paese asiatico e gli Stati Uniti erano ancora tesi, dovette
accontentarsi delle Filippine.
O ancora, d’accordo con Cruise,
Stone aveva intenzione di somministrare all’attore un farmaco
paralizzante che permettesse all’interprete di vivere sulla propria
pelle tale condizione di disabilità. Tuttavia, anche in questo caso
dovette abbandonare l’idea, in quanto non si trovò un farmaco
abbastanza sicuro. Un aspetto tecnico che invece Stone riuscì ad
ottenere fu quello di girare il film con sfumature di rosso, bianco
o blu (i colori della bandiera statunitense) a seconda del valore
emotivo della scena: le scene di battaglia sono tutte in tonalità
rossastre, le sequenze oniriche in bianco, la tristezza in blu.
Il trailer di Nato il quattro
luglio e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Nato il quattro luglio grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Google Play, Now e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì
3luglio alle ore 21:00
sul canale Iris.
Arriva nel corso del tour mondiale
di Barbie la
notizia che Netflix ha affidato a Greta
Gerwig la regia di due dei film che produrrà basandosi
sulle storie de
Le Cronache di Narnia. La svolta fantasy è inaspettata nella
carriera di Gerwig, che già con Barbie
sembrava aver sconfinato in una zona inesplorata per la sua
filmografia, da attrice e da filmmaker.
Si era già provato ad adattare
Le Cronache di Narnia tra il 2005 ed il 2008, con
la produzione di tre film che non hanno avuto il successo sperato
ma che hanno comunque mostrato le grandi potenzialità dei testi di
C. S. Lewis. La sua opera si colloca trai classici
del genere fantasy, una tra le serie più popolari tra le saghe
fantasy letterarie dello scorso secolo.
Dopo aver esordito al cinema, dietro
alla macchina da presa, con Lady Bird, Greta
Gerwig ha diretto Piccole Donne e
adesso è impegnata con la promozione di Barbie,
una co-produzione Warner Mattel.
Barbie, tutto quello che c’è da sapere sul film
Dalla sceneggiatrice/regista
candidata all’Oscar Greta
Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva
Barbie
con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie
(Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e
Ryan Gosling (La La
Land, Drive) nei panni di Barbie
e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera
(End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon
Trainer), Kate McKinnon
(Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday),
Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World,
Juno), Ariana Greenblatt (Avengers:
Infinity War, 65 – Fuga dalla Terra), Issa
Rae (The Photograph – Gli scatti di mia madre,
Insecure), Rhea Perlman (Nei miei sogni,
Matilda 6 Mitica) e Will Ferrell
(Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva
contare fino a uno).
Fanno parte del cast del film anche
Ana Cruz Kayne (Piccole donne),
Emma Mackey (Emily,
Sex Education), Hari Nef (Assassination
Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men),
Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami, Peaky
Blinders), Simu Liu (Shang-Chi e la
leggenda dei dieci anelli), Ncuti Gatwa
(Sex Education), Scott Evans (la serie TV
Grace e Frankie), Jamie Demetriou
(Crudelia), Connor Swindells (Sex
Education, Emma.), Sharon Rooney
(Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan
(Bridgerton, Derry Girls), Ritu Arya
(The Umbrella Academy) e il premio Oscar Helen Mirren
(The Queen – La Regina). Il film sarà al cinema dal
21 luglio.
Partirà dal Teatro
Lirico di Milano i prossimi 4 e 6 luglio la prima tappa di
LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro, il nuovo show
Original in 5 episodi che sarà disponibile in esclusiva su
Prime Video nel 2024. Ospiti d’eccezione
di queste due date saranno Ciro Piriello (martedì
4 luglio) e Michela Giraud (giovedi 6 luglio) che
si uniranno ai giudici Elio, Katia
Follesa e Angelo Pintus, tra i grandi
protagonisti più amati delle passate edizioni di LOL: Chi ride
è fuori. Capitanati da Mago Forest, nelle
vesti di presentatore dello show, gireranno l’Italia in cerca del
decimo concorrente che farà parte del cast della quarta stagione
del celebre comedy show.
LOL Talent Show: Chi fa ridere è
dentro è prodotto da Endemol Shine Italy per
Amazon Studios.
Al via domani, martedì 4 luglio,
l’arena di Tor Bella Monaca, che ospiterà un ciclo
di quindici proiezioni fino al prossimo 18 luglio. Alle ore 21, il
programma sarà inaugurato da Il
mucchio selvaggio, capolavoro di Sam
Peckinpah, considerato uno dei migliori western della
storia del cinema: il film sarà introdotto dall’attore e regista
Valerio Mastandrea. Sempre a partire da
domani, gli spettatori avranno l’occasione di votare il film
proprio preferito da una lista di titoli che sarà fornita al
pubblico prima delle proiezioni: lunedì 17 alle ore 21 sarà
proiettata l’opera che avrà ottenuto il maggior numero di
preferenze.
Fra i successivi appuntamenti,
sabato 8 luglio alle ore 21 sarà la volta di Come
un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto,
introdotto dal regista Riccardo Milani e dalla
protagonista Paola Cortellesi. Sabato 15 luglio
(ore 21), il programma ospiterà la proiezione de La forma
dell’acqua di Guillermo del Toro,
premiato dall’Academy con 4 Oscar®, presentato alla platea da
Virginia Raffaele. Martedì 18 alle ore 21, come film di chiusura,
si terrà Ammore e malavita: il pluripremiato musical
dei Manetti Bros. sarà introdotto dalla protagonista Serena
Rossi.
L’arena di Tor Bella Monaca è
realizzata da Zètema Progetto Cultura e Fondazione Cinema per Roma
e promossa da Roma Capitale, all’interno della nuova iniziativa
“Viva il cinema” che porterà la settima arte nelle periferie della
città, con tre diverse sale cinematografiche all’aperto per un
totale di quarantaquattro proiezioni gratuite. Dal 5 al 19 luglio,
sarà infatti allestito un secondo spazio nella zona di Corviale,
presso la Biblioteca Renato Nicolini (XI Municipio), mentre un
terzo sarà attivo nel comprensorio di Santa Maria della Pietà (XIV
Municipio) dal 20 luglio al 3 agosto.
Il progetto, finanziato dall’Unione
Europea Next Generation EU nell’ambito del PNRR, rientra tra
gli Interventi Immateriali individuati nella linea
progettuale Piani Urbani Integrati M5C2-Investimento
2.2, destinati alle periferie delle Città
Metropolitane.
“Il cinema estivo in piazza si
arricchisce delle arene di Tor Bella Monaca, Corviale e Santa Maria
della Pietà finanziate nell’ambito del PNRR e inserite nel
programma dell’Estate Romana, quest’anno decisamente orientato a
valorizzare la Settima Arte, con complessivamente 24 arene in tutta
la città tra luglio e settembre”. Così l’assessore alla Cultura di
Roma Capitale, Miguel Gotor. “Queste tre arene – ha aggiunto – sono
particolarmente significative perché si inseriscono in un progetto
di valorizzazione di tre aree strategiche per la città, che saranno
riqualificate attraverso tre Piani Urbani Integrati. Sono sicuro
che la varietà dei programmi di queste rassegne spingerà tanti
cittadini ad assistere agli spettacoli e che questa sarà per molti
l’occasione per scoprire o rivedere vecchi e nuovi film, insieme e
in un’atmosfera di festa”.
COME
PARTECIPARE
L’arena, posizionata in via Giovanni
Castano (VI Municipio), è a ingresso gratuito fino a esaurimento
dei posti disponibili; tutti i film saranno proiettati in
italiano.
PROGRAMMA ARENA DI TOR BELLA MONACA
Martedì 4 luglio h. 21
IL MUCCHIO SELVAGGIO
di Sam Peckinpah, Stati Uniti, 1969, 145’
Introdotto da Valerio Mastandrea
Mercoledì 5 luglio h. 21
QUO VADO?
di Gennaro Nunziante, Italia, 2016, 86’
Giovedì 6 luglio h. 21
IL LATO POSITIVO – SILVER LININGS PLAYBOOK
di David O. Russell, Stati Uniti, 2012, 117’
Venerdì 7 luglio h. 21
LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT
di Gabriele Mainetti, Italia, 2016, 112’
Sabato 8 luglio h. 21
COME UN GATTO IN TANGENZIALE – RITORNO A COCCIA DI
MORTO
di Riccardo Milani, Italia, 2021, 110’
Introdotto da Riccardo
Milani e Paola Cortellesi
Domenica 9 luglio h. 21
NOI E LA GIULIA
di Edoardo Leo, Italia, 2015, 115’
Lunedì 10 luglio h. 21
JOKER
di Todd Philips, Stati Uniti, 2019, 122’
Martedì 11 luglio h. 21
E.T. L’EXTRA-TERRESTRE
di Steven Spielberg, Stati Uniti, 1982, 115’
Mercoledì 12 luglio h. 21
TROPPO FORTE
di Carlo Verdone, Italia, 1986, 105’
Giovedì 13 luglio h. 21
IL TRADITORE
di Marco Bellocchio, Italia, Francia, Germania, Brasile, 2019,
148’
Venerdì 14 luglio h. 21
GLI INCREDIBILI – UNA “NORMALE” FAMIGLIA DI
SUPEREROI
di Brad Bird Stati Uniti, 2004, 115’
Sabato 15 luglio h. 21
LA FORMA DELL’ACQUA – THE SHAPE OF WATER
di Guillermo del Toro, Stati Uniti, 2017, 123’
Introdotto da Virginia Raffaele
Domenica 16 luglio h. 21
NON CI RESTA CHE PIANGERE
di Roberto Benigni, Massimo Troisi, Italia, 1984, 113’
Lunedì 17 luglio h. 21
PROIEZIONE FILM PIÙ VOTATO DAL
PUBBLICO
Martedì 18 luglio h. 21
AMMORE E MALAVITA
di Marco Manetti, Antonio Manetti, Italia, 2016, 134’